Kamikaze

di Fran_s
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Cap1 ***
Capitolo 2: *** Cap2 ***
Capitolo 3: *** Cap3 ***



Capitolo 1
*** Cap1 ***



(Vi consiglio la playlist con cui sto scrivendo la storia: https://www.youtube.com/playlist?list=PLM4qnO1zfks-wq8QGdfFquY8_J4t16Apf; è soggetta ad aggiornamenti)

Era finalmente arrivato il fine settimana ad Hogwarts e la maggior parte dei suoi studenti si stava preparando per andare a Hogsmeade. Persino Hermione aveva accettato di abbandonare la biblioteca per qualche ora ed andare con i suoi due migliori amici a liberare la mente.
Uno dei pochi a non aver intenzione di lasciare le mura del castello era il nuovo arrivato nel gruppo ogni giorno più potente dei Mangiamorte, Draco Malfoy. Stava infatti aspettando che i suoi compagni di casa uscissero dalla Sala Comune per potersi dirigere inosservato verso la stanza delle necessità per portare avanti il suo compito impartitogli dal Grande Signore Oscuro in persona.
I suoi ormai ex migliori amici erano ancora in un angolo della stanza a parlottare, non sembrava proprio fossero intenzionati ad andarsene a breve.
“Che razza di deficienti” si ritrovò a pensare. Giorno dopo giorno sentiva la sua anima abbandonarlo sempre di più, aveva gli occhi gonfi e occhiaie bene definite, ma loro non sembravano essersi accorti di nulla. L’avevano lasciato allontanarsi senza preoccuparsi di lui.
“Serpi” sussurrò, ma ancora prima di concludere la parola si ritrovò con un ghigno nervoso sul volto. Insomma, lui stesso stava progettando di uccidere Silente, non poteva permettersi di mal giudicare qualsiasi altra persona.
Vista l’ora decise di alzarsi comunque dalla sua poltrona per camminare verso l’uscita, ma si fermò subito quando si sentì chiamare proprio dall’angolo della stanza in cui i suoi “amici” erano radunati.
– Draco, stai andando anche tu al villaggio?
Voltò di qualche grado la faccia per permettere loro di poter vedere almeno in parte la sua faccia quando con disgusto diede loro un “no” secco.
– Allora vieni con noi?
Sembrava essere un’affermazione più che una domanda, allora si girò completamente per rispondere, ma, vedendo le loro espressioni preoccupare, esitò di quel tanto da permettere alla Parkinson di continuare.
– Ultimamente ti vediamo, se ti vediamo, soltanto a lezione. Ci chiediamo cosa tu faccia tutto questo tempo da solo. Sta succedendo qualcosa di grave?
Draco si rese conto di non potersi permettere ulteriori indagini da parte dei suoi compagni e per non insospettirli li assecondò.
– Forse un po’ di aria fresca mi farebbe bene – finse un sorriso curvando leggermente la testa di lato – programmi di oggi?
I Tre Manici di Scopa era parecchio affollato quel giorno cosicché i cinque Serpeverde si ritrovarono costretti a dover condividere parte del loro tavolo con alcuni Corvonero. Nel giro di mezz’ora al tavolo si era unito anche qualche Tassorosso e Grifondoro. Ovviamente non mancavano all’appello la Mezzosangue, il rosso e lo Sfregiato, notò il Purosangue.
La tensione nel mondo magico era parecchia ed è proprio per questa ragiono che i ragazzi sentivano il bisogno di sfogarsi bevendo qualcosa e stare in compagnia, non dando peso alla Casa di provenienza degli altri compagni.
Malfoy non si degnò di ascoltare i loro discorsi e si limitò a mandare giù un bicchiere dopo l’altro. Perso com’era nei suoi problemi, si accorse forse tardi che i ragazzi, i quali avevano creato quello che doveva assomigliare a un ovale intorno al tavolo, lo stavano osservando sperando in una sua reazione.
Si rese anche conto che, a quanto pare, lui non era stato l’unico a bere più del dovuto.
– Cosa volete? – Draco notò gli occhi dei compagni davanti a lui alzarsi in cielo in reazione alla sua domanda.
– Non hai ascoltato neanche una parola della spiegazione del gioco, vero? – chiese la Parkinson.
– O forse voi non siete bravi a spiegarlo, no? – rispose il biondo in tono, inutile dirlo, sprezzante.
La sua giovane amica allora si affrettò a spiegargli che quello che stavano facendo è un gioco babbano proposto da Seamus. Gli disse che il suo nome è “gioco della bottiglia”, ecco spiegata la bottiglia stesa al centro del tavolo, con il collo diretto verso di lui. Era semplice: si faceva girare e i due a cui era indirizzata dovevano baciarsi. Avevano anche aggiunto un po’ di magia: il colore che prendeva il liquido al suo interno (verde, giallo o rosso) definiva il tipo di bacio che ci si sarebbe dovuto scambiare.
Per ora un Corvonero aveva dovuto baciare sulla guancia un Serpeverde e un Grifondoro aveva dovuto dare un bacio a stampo a una Tassorosso.
Possibile che era così concentrato a definire e ripassare ogni parte del suo piano, per quanto l’alcol gli potesse concedere, da non essersi reso conto di nulla?
– Stiamo veramente facendo un gioco babbano? Quante stronzate.
Seamus arrabbiato per le parole di Draco, l’unico a risultare contrario, aprì la bocca per parlare quando una voce in fondo al tavolo attirò l’attenzione di tutti.
– Cos’hai, mica ti vergognerai a dover dare qualche bacio davanti a tutti? Ti pensavo diverso Malfoy.
Era da parecchio tempo che Draco e Potter non si stuzzicavano a vicenda, forse proprio perché entrambi avevano ben altro a cui pensare in quei mesi.
– Io? – rise – per me possiamo anche aggiungere l’opzione “scopata”, al gioco.
In fin dei conti, mancava terribilmente ad entrambi lo scambio di battute offensive che erano soliti darsi anni prima.
“È l’alcol che lo sta facendo parlare” pensò Harry cercando di far mente locale su quanti bicchieri gli avesse visto trangugiare. Avrebbe accostato qualsiasi aggettivo negativo al nome della sua nemesi scolastica, ma sicuramente quel linguaggio non faceva parte dell’educazione che i genitori gli hanno impartito negli anni.
Il Prescelto vide Malfoy staccare la schiena dallo schienale della sedia con una certa difficoltà per poi portare la mano alla bottiglia e farla ruotare. Il ghigno sulla sua faccia non lo aveva ancora abbandonato.
Quando la bottiglia si fermò Draco seguì con lo sguardo la direzione in cui puntava. Alzò gli occhi e non c’era possibilità che si potesse rifare il giro per dubbio. La persona segnata era ben definita.
“Merda” pensarono entrambi.
Draco non tanto perché quello era un ragazzo, insomma non aveva mai negato (e tantomeno affermato, però) la sua omosessualità. Ma per il nome, il viso e tutto il resto di quella persona.
Una botta di caldo lo persuase, iniziò a sudare.
“È l’alcol” si convinse.
Harry, invece, perché non poteva rifiutarsi al gioco dopo quello che proprio lui stesso aveva detto a Malfoy. Il fatto che la persona con la quale avrebbe dovuto scambiare un bacio fosse proprio Draco, sicuramente non aiutava.
Sentì il sangue salirgli fin sopra la testa, il sudore iniziò a bagnare alcune parti dei suoi indumenti.
“È l’alcol” si convisse.
Il silenzio incombé sulla tavolata, ma Ron lo rovinò tossendo.
– C-comunque… Va bene dai, non sei mica obbligato… Voglio dire, non mi sembra il caso – balbettò Ron sostenuto dal movimento verticale della testa di Hermione.
Dopo un primo momento in cui era rimasto con qualsiasi muscolo immobile, grazie anche agli alcolici nello stomaco, a Draco comparve sul viso il solito sorriso maligno.
– Cos’hai, mica ti vergognerai a dover dare qualche bacio davanti a tutti? Ti pensavo diverso Potter – fece, imitando con una vocina le parole di poco prima.
Non che morisse dalla voglia di baciarlo, ma non si sarebbe mai mostrato debole davanti agli altri. Sperava veramente in cuor suo che Potter si rifiutasse.
Harry però non rifiuta mai una sfida e tantomeno la perde, è pur sempre un coraggioso Grifondoro. Mentre si alzava dal tavolo sentì Ron sussurrare mentre gli toccava il braccio – Miseriaccia Harry, non faro lo scemo.
Quando Harry gli fu quasi davanti, Draco si alzò dalla sedia e sistemandosi l’elegante giacca nera quasi gli ammiccò. Era ben consapevole di essere bello e sicuramente, il suo abbigliamento gli donava uno stile che nessuno lì dentro possedeva.
Quando erano a pochi centimetri di distanza, Malfoy notò guardando il viso di sfida di Potter che anche lui doveva aver bevuto parecchio.
Harry lo osservò un attimo chiedendosi come il ragazzo difronte ai suoi occhi potesse risultare così elegante nonostante il viso evidentemente distrutto per qualche problema che lo affliggeva, probabilmente per il padre, pensò. Nonostante non sembrasse, anche lui dovrebbe provare dei sentimenti.
Erano ancora più vicini.
– Malfoy, mi raccomando, la bottiglia è rossa: passionale.

 
​Fran

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Capitolo 2
*** Cap2 ***


(Ho aggiornato la playlist che vi consiglio di ascoltare mentre leggete in quanto la uso per la maggior parte per scrivere: https://www.youtube.com/playlist?list=PLM4qnO1zfks-wq8QGdfFquY8_J4t16Apf)

Fomentato dalle sue parole, Draco allungò le mani verso la vita di Harry e se lo spinse contro con violenza.
Fu un attimo, un pensiero che se ne andò con la stessa velocità con cui era arrivato: "però, questo Potter non è così male".
E subito le labbra si toccarono. Harry dovette alzare leggermente la testa per via della loro differenza di altezza. Sentiva ancora le mani calde del ragazzo che aveva di fronte stringerlo a sé senza esitazione, così gli portò le mani alla schiena, poco meno larga della sua, non appena Malfoy impose la lingua nella sua bocca.
Entrambi si ritrovarono a chiedersi perché quel contatto non risultasse spiacevole, ma tutt'altro.
Si trovarono a perfetto agio muovendosi l'uno nell'altro, le azioni erano fluide e ogni gesto risultava naturale, come se non avessero fatto altro per tutta la vita.
Le mani andavano strofinando la stoffa del maglione e della giacca fin sopra toccando la base del collo, poi i capelli.
Il confluire del sangue fino alle sue parti basse fece rendere conto Draco che sì, era veramente piacevole.
Pensò che anche Potter dovesse passarsela come lui in quanto sentì il suo bacino allontanarsi di qualche centimetro dal suo, tentando in qualsiasi modo di lasciare comunque i petti ben aderenti.

Lo scambio di saliva stava durando definitivamente più del dovuto, infatti gli altri alunni iniziarono ad insospettirsi e guardarsi a vicenda con espressioni stupite.
– Non pensavo che fossero competitivi fino a questo punto – sussurrò qualcuno guardandosi intorno.
I due però non sembrarono accennare a smettere, ma anzi divenne sempre tutto più intenso e avvolgente.
Gli occhiali di Harry, schiacciati tra i due visi e leggermente spostati dal suo naso, erano ormai sporchi da entrambe le parti delle lenti.
Dopo un tempo che ai nemici sembrò essere infinito, ma comunque non abbastanza, Potter si staccò di colpo dando fine al vortice di mani, lingue e passione come se prima non si fosse accorto di cosa stesse facendo.
Alcuni giurarono di vedere un filamento di saliva unire per i primi centimetri i due visi ancora arrossati.
– D-devo andare in bagno – accennò poi il più alto con fare schifato, come se si fosse veramente reso conto solo ora a chi appartenesse il sapore che percepiva in bocca.
– Sì, anche io ho bisogno di sciacquare la bocca – Aggiunse, se possibile con ancora più ribrezzo, quando Malfoy gli fu lontano di qualche passo.

Aprì la porta silenziosamente e scoprì il biondo piegato sul lavandino intento a togliersi il suo sapore dalla bocca più che bere.
"Allora il viso non è l'unica cosa ad avere carina" osservò nella sua mente guardandogli il fondoschiena fasciato dai pantaloni.
Senza ragionarci troppo, gli andò dietro e Draco, sentito un rumore vicino, alzò di scatto la schiena indietreggiando di un passo. Si scontrarono e Harry portò istintivamente le mani ai fianchi dell'altro.
Malfoy osservò il ragazzo alle sue spalle dallo specchio sopra il lavabo e con voce calma e suadente osservò – eccitato, Potter? – girandosi, ancora tra le sue braccia, per averlo faccia a faccia.
Potter non esitò a staccare una mano dal suo fianco per portarla al cavallo dei pantaloni.
– A quanto pare non sono l'unico, che dici?
Il Mangiamorte si lasciò sfuggire un respiro più profondo.
– Potter, s-sta arrivando qualcuno.
Suo malgrado lo allontanò con una spinta e il suo corpo si lamentò del distacco.
Un uomo sulla quarantina entrò senza degnar loro di uno sguardo dirigendosi a una cabina.
Si diedero un ultimo sguardo e Malfoy se ne andò con il fare degno del suo cognome.
Harry si ritrovò a sorridere da solo per un misto di imbarazzo e vero divertimento di se stesso.
– L'ho veramente fatto? – si chiese retoricamente – l'ho toccato l-lì?

Come si aspettò, quando uscì dal bagno, Malfoy era già scomparso dal locale e ne fu immensamente lieto.
Uscì dal locale borbottando qualcosa come "lo sapevo che questi giochi da babbani fanno schifo, non vomito perché sono pur sempre un Malfoy" e le altri serpi gli andarono dietro a metà tra il divertimento e il ribrezzo.
Quando Harry si sedette al tavolo calò un silenzio quasi imbarazzane, ma lui tenne il viso rilassato quasi come non fosse successo nulla di particola.
Un tassorosso ruppe la quiete tossicchiando.
– Comunque, mi spiace dirlo, ma ha vinto Malfoy. Harry si è staccato per primo.

Nella strada di ritorno per Hogwarts Hermione tempestò Harry di domande sul bacio e ad ogni sua risposta Ron sembrava diventare sempre più bianco.
– Io non capisco, come hai fatto? Io gli avrei vomitato addosso.
– Harry, da fuori sembrava che ti stringesse abbastanza forte, no?
– Sì, abbastanza – le rispose Harry cercando di dimenticarsi per sempre il volto del biondo così vicino al suo – Comunque Ron non potevo rifiutarmi, gli avevo appena detto quelle cose. Il Prescelto, colui che deve uccidere Voldemort si rifiuta di baciare una persona, risulterei poco credibile. Non credete – indirizzò il discorso verso altro – che Malfoy abbia bevuto più del dovuto? Non è da lui.
– Harry – prese parola la ragazza al suo lato – credi ancora che stia organizzando qualcosa di pericoloso?
– È chiaro: sta crescendo e la famiglia lo vuole nel gruppo, no?
– Così hanno qualcuno più vicino alla scuola, dentro direi – Ron si prese un paio di secondi di pausa – Più vicino a te, Harry.

Quando arrivarono al castello, Draco era già in camera sua, sdraiato sul suo letto a maledirsi.
– Bravo Draco – parlò tra sé e sé – un’altra cazzata. Ultimamente non riesci a fare altro. Potevi rifiutarti di metterti in mostra davanti a tutti, ma no, tu no. Cazzo di orgoglio.
Stava ancora borbottando qualche offesa quando qualcuno sull’uscio attirò la sua attenzione.
– Noi andiamo a cena, vieni?
– No – si alzò e gli andò davanti – prima devo togliermi l’odore di quel posto da dosso, puzzo. A dopo.
Senza aspettare risposta prese il pomello placcato argento tra le mani e lo spinse chiudendo la porta nera.
Aprì il rubinetto della doccia per farla scaldare mentre si spogliò. Si tolse la giacca nera e la poggiò con cura su una sbarra in metallo, poi si sfilò la camicia e fu il turno dei pantaloni, per ultimi intimo e calzini. Ogni suo indumento era nero, così in contrasto con la sua figura bianca. Troppo bianca negli ultimi mesi. Si ritrovò a guardarsi nudo davanti allo specchio che lo rifletteva fino al basso addome lasciando intravedere la “v”. Si portò una mano a sfiorarsi i pettorali, poi gli addominali. I polpastrelli ruvidi davano l’impressione che potessero lacerare quella pelle così sottile. Ebbe la sensazione che quella fosse un mero rivestimento di un insieme di organi, non un corpo umano capace di provare qualcosa, così vuoto. Abbassò lo sguardo verso il suo braccio ancora fermo lì e lo guardò, lo vide. Quel disegno, ancora più in contrasto di ogni altra cosa con lui. La causa di tutto. Il suo stesso tocco lo scottò e allontanò il braccio d’istinto dal suo corpo. Una lacrima cadde a terra ancora prima che si potesse accorgere che gli fosse uscita dagli occhi.
– No – bisbigliò – sono stato scelto, io.
Ripensò che doveva farlo. Era il suo compito. Niente lo avrebbe fatto tirare indietro.
D’istinto dalla rabbia che provò nei suoi confronti lanciò il dispenser del sapone in vetro nel fumo che fuoriusciva dal box doccia e che aveva ormai riempito lo spazio intorno a lui. Andò a scontrarsi verso una parete e cadde in frantumi.
Il rumore lo scosse e si ricompose, così fece fare anche al sapone lanciando un incantesimo.

Harry stava quasi finendo il secondo, Ron stava già divorando il dolce ed Hermione lo stava guardando allibita, non si sarebbe mai abituata a vederlo mangiare, quando Malfoy entrò a testa alta nella Sala Grande dirigendosi verso il suo tavolo con una mano poggiata in tasca. Quando gli fu quasi dietro, Harry girò la testa verso di lui e si scambiarono il solito sguardo di disprezzo puro e reciproco, come se qualche ora prima non si fossero provocati una leggera erezione a vicenda baciandosi davanti a poco meno di una ventina di loro compagni.

 
–Fran

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Capitolo 3
*** Cap3 ***


Mentre camminava tremante nel corridoio del quinto piano verso i bagni dei prefetti e dei capitani delle squadre di Quidditch, Harry si ritrovò a fare un bilancio della giornata e sperò che un bagno caldo sarebbe riuscito a farlo chiudere in positivo. Il libro del Principe Mezzosangue era stata sicuramente l’unica voce attiva, tutto il resto non faceva altro che fargli sperare di finire il prima possibile la giornata: Piton non aveva ritenuto il suo compito idoneo, la lezione privata di Silente era stata particolarmente pesante e durante tutti gli allenamenti aveva piovuto. Se non fosse stato per Ginny che gli aveva ricordato quanto fosse fortunato a poter usufruire di quel bagno, in quel momento sarebbe stato sotto le docce del suo dormitorio e non con una mano sulla maniglia della porta del bagno dei prefetti.
Il calore della stanza lo avvolse e, come se non bastasse che fossero già sporchi di terra, gli occhiali si appannarono impedendogli di vedere qualsiasi cosa esclusa una figura offuscata muoversi sulla superfice dell’acqua.
– Oh, scusami tanto – riuscì a farfugliare quando ormai aveva già portato la montatura al maglione per strofinare le lenti – ora, sì, ora vado. Solo, ti manca tanto?
– Potter
Storse le labbra chiedendosi come avesse anche solo potuto sperare di concludere la giornata rilassandosi.
– Cosa ci fai qui? Non vedi che è occupato?
Harry in sei anni non si era ancora capacitato di come una persona potesse risultare così antipatica dal solo tono di voce.
– Forse dovresti chiedere a mammina di cambiarti occhiali – aggiunse Draco con un ghigno a modificargli il viso non trovando risposta del moro.
Non avendo voglia di concludere la giornata litigando con una persona che riteneva troppo infantile, Harry si girò su se stesso intenzionato ad andarsene e non rischiare di lanciare qualche maleficio a Malfoy Junior.
– Per la domanda di prima – sentì parlare dietro le sue spalle – sono appena entrato e ho intenzione di rimanere fino all’ora di cena qui dentro.
Draco vide Potter bloccarsi a un passo dall’ingresso e sussultare leggermente, sembrava che le sue parole gli avessero fatto cambiato idea.
Harry aveva realizzato solo in quel momento che aveva a qualche metro di distanza Malfoy nudo e che non avrebbe potuto perdere un’occasione d’oro come quella che gli si era mostrata per fare chiarezza sui suoi dubbi, così si girò e un sorriso di felicità cercò di impossessarsi del suo viso.
– Vedi, oggi non posso proprio rinunciare al mio bagno caldo, non ti dispiacerà se ti faccio compagnia, vero?
Camminò verso la parte opposta della vasca rotonda in cui si trovava Malfoy e mentre si sfilava la divisa fradicia si chiese come avrebbe dovuto reagire in entrambe le situazioni che sarebbero potute accadere. Se Malfoy avesse veramente avuto il Marchio Nero avrebbero combattuto? E se non l’avesse, sarebbe rimasto lì con lui tutto il tempo? Decise che l’improvvisazione era la scelta migliore.
Appena si immerse in acqua cercò il Marchio, ma riuscì a scorgere solo la parte esterna degli avambracci sotto la superfice.
Sprofondò con tutto il corpo sott’acqua cercando di trovare una soluzione e quando riemerse la trovò proprio davanti a lui: Malfoy si era alzato dal gradino su cui era seduto e si era mosso di poco verso di lui.
– Effettivamente la tua presenza mi disturba.
Parlando aveva mosso in avanti le braccia e Harry si sentì investire dalla delusione, sarebbe dovuto essere felice, ma se ne era convinto così tanto e si era sbagliato; volle controllare ancora un‘ultima volta e nessun segno sembrava violare la sua pelle. Hermione aveva ragione, lei aveva sempre ragione d’altronde, e ora sarebbe anche potuto tornare ai dormitori.
Il fruscio dell’acqua lo risvegliò dai suoi pensieri e indicò che Draco si stesse ancora muovendo.
I suoi occhi si concessero di esaminare anche il resto del corpo di Malfoy; i capelli bagnati erano tirati indietro lasciando libera la fronte e i muscoli del busto erano leggermente definiti. Il Prescelto si accorse per la prima volta che, nonostante tutto quello che provava per l’altro, Malfoy era veramente un bel ragazzo, specialmente senza maglietta.
– Cos’è, oltre che cieco sei anche sordo Potter?
– L’ultima volta che ci siamo incontrati però non credevo di averti disturbato così tanto.
Harry non sapeva esattamente cosa l’avesse portato a pronunciare quelle parole e, al contrario di quanto si aspettasse, non provò alcun tipo di vergogna e gli venne naturale puntare il suo sguardo nel ghiaccio dell’altro il quale - non prima di essere rimasto un momento bloccato dallo stupore per la risposta inaspettata - sfoggiò un sorriso beffardo e gli si avvicinò tanto che allungando un braccio avrebbero potuto toccarsi.
– Sai Potter, dovresti prestare più attenzione: se qualcuno sapesse della tua reazione al bacio e del fatto che siamo in una bagno, da soli e mezzi nudi potrebbe pensare male.
– Non vedo come qualcuno possa pensare a qualcosa di simile dato che ci odiamo.
Harry evitò deliberatamente di soffermarsi sulla reazione nominata da Malfoy - proprio come lui aveva fatto poco prima - e quest’ultimo, come se non stesse aspettando altro che quelle parole, si avvicinò lentamente e posò la mano destra sul lato sinistro del collo del Prescelto, toccandogli contemporaneamente sia la nuca che la mascella.
Harry cercò di arretrare, ma dietro di lui trovò subito il gradone della vasca e, mentre iniziò a protestare verbalmente per quel contatto, Draco gli si avvicinò all’orecchio e la mano sinistra andò ad allontanare i vestiti di Potter dal bordo vasca, “preferisco un altro tipo di scontro tra bacchette” gli suggerì la sua mente e mentre ancora stava sorridendo tra sé e sé per il suo pensiero, si chiese come fosse possibile che Potter non stesse veramente reagendo alle sue azioni, insomma un pugno sarebbe stato sufficiente ad allontanarlo se avesse voluto e, al contrario, aveva smesso di parlare e il suo respiro stava diventando più profondo.
– Ad esempio potrebbero notare qualche segno.
Il biondo parlò con una voce leggermente più profonda muovendo poi il viso dall’orecchio fino ad arrivare alla clavicola per darle un morso veloce e poi posarci sopra le labbra leggermente aperte, al quale tocco umido a Harry fu subito chiara l’intenzione dell’altro di lasciargli un segno livido ben visibile.
Come Draco, anche Harry decise che, se sfruttato bene, il tipo di relazione che si stava andando a creare con l’altro avrebbe potuto portare grossi benefici; a nessuno dei due mancavano ragazze disposte a passare qualche ora in loro compagnia sotto un lenzuolo e alcune erano anche carine, ma nessuna provava vero interesse per i due, bensì per la notorietà che sarebbe loro affluita una volta raccontati i motivi dei loro incontri all’intero mondo magico.
Non che a Draco interessasse Harry sotto il punto di vista affettivo o viceversa, anzi, ma almeno entrambi erano ben consapevoli che nessuno dei due sarebbe andato per i corridoi di Hogwarts a raccontare nulla. In quel momento il sesso divenne consapevolezza liquida di una soluzione utile a dare sfogo alle loro frustrazioni e liberare loro dei compiti di cui erano carichi e, proprio come l’acqua in cui erano immersi, la consapevolezza gli si insidiò in ogni poro portando piacevole tepore fin dentro agli organi.
Concluso il processo di accettazione dei propri bisogni, Harry si impose di richiamare un quantitativo maggiore di sangue al cervello e comandò le proprie braccia ad alzarsi e allontanare il biondo dal proprio corpo. Il distacco fece capire a Draco di aver sbagliato tutto; non aveva solo fatto intendere a un’altra persona di volere dei rapporti -non corrisposti- con lei, ma l’aveva fatto capire a Harry Potter; iniziò così a maledirsi mentalmente per aver agito d’impulso e un leggero sentore di imbarazzo gli colorì il viso anche se il moro di fronte a lui non lo notò per via del vapore che li divideva.
Il biondo stava per girarsi e andarsene quando l’altro gli sfiorò il braccio sotto l’acqua per attirare la sua attenzione – entrambi – iniziò a dire tentennando – abbiamo le nostre cose a cui badare e poco tempo per una relazione vera, giusto? – non aspettandosi nessuna risposta da parte di Malfoy, continuò a parlare più velocemente – quindi a me va bene andare avanti, ma nessuno deve saperlo. Nessun segno, chiaro?
Mentre il suo tono divenne sempre più duro, sul viso di Malfoy apparve un sorriso che fece venir voglia ad Harry di tirargli un pugno per farlo sparire, ma si trattenne e il Purosangue non perse tempo a bloccarlo tra il suo corpo e il bordo della vasca facendo scivolare la sua coscia destra tra le sue gambe.
– Mi sembra di aver capito che non ti dispiacciono i miei baci quindi – aspettò un secondo prima di proseguire e mise il suo naso di fronte a quello dell’altro senza toccarlo – posso?
Appena Harry gli diede il suo consenso con un leggero movimento della testa Draco gli si avvicinò con cautela e premette le labbra sulle sue, Potter ebbe l’impressione che il biondo si stesse trattenendo così fece scorrere la sua lingua all’interno della bocca dell’altro per poi staccarsi emettendo un leggero schiocco con la lingua.
– Non ti facevo così timido Malfoy – pronunciò con un leggero sorriso
Prendendola come una sfida, iniziò un bacio ben lontano dall’essere pudico mentre la sua gamba cominciò a fare attrito con l’intimo di Harry il quale si lasciò sfuggire un verso di piacere dalla gola e si compiacque quando, avvicinando a sé i fianchi di Draco, fece sbattere il suo basso ventre con la propria anca sentendo che anche l’altro era stimolato dal contatto.
Draco strinse con entrambe le mani la mandibola del moro e, ancora nella sua bocca, mosse la schiena ad onda facendo strofinare con lentezza estenuante le loro virilità, separate da soli strati leggeri di cotone. Gemette rocamente un’ultima volta prima di staccarsi velocemente permettendo all’acqua ancora una volta di separarli, fissò il proprio sguardo ghiaccio intenso nelle iridi verdi per un profondo attimo e mettendo le proprie braccia sul bordo della vasca si issò gocciolante, raccolse i suoi indumenti in un unico gesto e lasciò Harry esterrefatto in solitudine nel bagno senza proferire alcuna parola.



 
Bene bene bene, sto agiornando Kamikaze dopo un anno. Che dire.
Chissà quando ci risentiremo ancora.
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