Dieci anni prima di Albus Silente 92 (/viewuser.php?uid=1055646)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Alastor Moody ***
Capitolo 2: *** Bellatrix Lestrange ***
Capitolo 3: *** Albus Percival Wulfric Brian Silente ***
Capitolo 1 *** Alastor Moody ***
Il Paiolo Magico era un noto affittacamere che si trova su Charing Cross Road a Londra. Era un pub frequentato sia da maghi che babbani e rappresentava la linea di confine che divideva il mondo magico da quello babbano.
Alastor Moody, noto Auror e Membro dell’Ordine della Fenice, camminava in Charing Cross alla presenza degli ignari babbani che come ogni giorno affollavano la via piena di negozi e altri pub simili al Paiolo. Il suo incantesimo di disillusione funzionava a meraviglia, pensava tra sé Alastor quando entrò all’interno del tetro pub e chiese a Tom, proprietario e barista del locale,un idromele accompagnato da un whisky incendiario. Alastor si sedette in una delle panche libere presenti nel pub e si mise a rimuginare su ciò che Albus Silente, noto Preside della Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts, gli aveva raccomandato pochi minuti prima della sua materializzazione a Londra.
“Alastor, tutto il mondo magico dipende dalla riuscita di questa operazione. Bisogna che catturi Karkaroff nel massimo della segretezza, tramite lui dobbiamo riuscire a scoprire i piani dell’Oscuro Signore di cui lui è sicuramente a conoscenza. Dobbiamo anche assicurarci che nessuno dei mangiamorte sappia della sua cattura e agire di sorpresa. Sono certo che Igor opporrà resistenza, conosco molto bene il ragazzo”, disse il Preside mostrando un taglietto che lo stesso Karkaroff aveva fatto a Silente nel giorno in cui il Preside lo scoprì complice insieme ad altri mangiamorte dell’omicidio di un nato babbano. “So che opporrà resistenza ma confido nelle tue doti e nel fatto che nessuno ti sia sfuggito prima”.
Moody stava per sottrarsi all’incarico, ma presto capì che Silente aveva proprio ragione. Nessuno meglio di lui avrebbe potuto portare a termine questa operazione, ciò che c’era in gioco era la vita di un bambino, la vita di James e di Lily Potter.
Senza porgere altre domande i Silente, i due si salutarono in un abbraccio affettuoso e presero due strade diverse prima di smaterializzarsi, Moody verso Londra e Silente verso Hogwarts.
Mentre Alastor sorseggiava il Whisky incendiario, le domande che gli si posero nella mente furono tante. Egli non sapeva cosa pensare e soprattutto come facesse Silente a sapere tutte queste cose sull’Oscuro Signore, come faceva a sapere che il bambino di cui parlava la profezia era il figlio di Lily e James Potter? Come faceva a sapere della profezia stessa? Perché teneva delle informazioni così tanto preziose per se e non le condivideva con altri?
Finito il suo whisky e l’idromele, decise di affittarsi una stanza al Paiolo. Sicuramente Karkaroff sarebbe passato da li, tutti i maghi della Gran Bretagna passavano da quel posto e figuriamoci poi un mangiamorte che pensava di non essere ancora stato individuato dal Ministero.
Chiese a Tom di avere una stanza, il barista gliela concesse e lo accompagnò su, al primo piano, in una delle ultime camere rimaste libere nel pub. Alastor, rimasto solo, decise di farsi una doccia, schiarirsi le idee e sperare che il sospettato si facesse vivo il prima possibile. L’occasione non tardò a presentarsi, Moody che era eccellente negli incanti di disillusione, decise di imporsene un altro e di iniziare a girare per il Paiolo sperando che qualcuno si facesse scappare qualche parola di troppo.
Mentre ascoltava una conversazione tra maghi che disquisivano sul comportamento delle loro mogli, Karkaroff entrò accompagnato da un’altra figura nascosta in un mantello. Si sedettero uno di fronte all’altro e mandarono un occhiata torva verso Tom che si stava avvicinando per chiedere ai due nuovi visitatori se gradissero qualcosa da bere. Il barista, vedendo l’occhiata dei due, decise che forse era meglio non avvicinarsi e sperava che prima o poi qualcuno dei due si sarebbe avvicinando al bancone per ordinare qualcosa.
La curiosità di Moody iniziava a crescere, non solo per quello che Karkaroff avrebbe detto alla persona incappucciata ma soprattutto per la persona stessa. A pelle, l’auror avvertì che non si trattava sicuramente di una persona buona, ma bensì di qualche mangiamorte o criminale che non voleva farsi riconoscere all’interno del pub. Moody si avvicinò ai due con fare circospetto, sapendo che se qualcuno dei due avesse voluto la sua copertura sarebbe saltata. Più si avvicinava più riusciva a sentire la conversazione tra i due. Era la figura incappucciata che parlava, Igor non distoglieva gli occhi dalla persona e soprattutto mostrava sempre più interesse verso quello che la creatura stava dicendo: “L’Oscuro Signore è riuscito a corrompere un funzionario del Ministero, dopo la morte del bambino sarà la sua prossima mossa, chissà che sensazione poter utilizzare qualsiasi maledizione senza perdono senza il rischio di essere intercettati” disse la donna con voce eccitata e con una risata tanto contenuta quanto sguaiata e che faceva raggelare qualsiasi persona la sentisse; “Una volta fatto fuori Albus Silente, Hogwarts diventerà la fucina più importante dei mangiamorte. I ragazzi verranno istruiti dai nostri e una volta maggiorenni ci aiutaranno nel dominio del mondo. Maghi che se ne infischiano dello Statuto di Segretezza e che vivranno alla luce del sole, sottomettendo i babbani con ogni mezzo.” Udite queste parole, Moody non ebbe più dubbi, ma non ne aveva già dalla voce. Era Bellatrix Lestrange quella che parlava, la donna imparentata con Sirius Black, anche lui membro dell’Ordine della Fenice e amico di Moody quanto dei Potter. Con James e Lily aveva trascorso gli anni ad Hogwarts, con James insieme a Remus e Peter erano come fratelli.
Moody perse di vista per qualche secondo il suo primo obbiettivo, studiò Bellatrix cercando di capire se quello che diceva la donna potesse corrispondere a verità. La donna era sicuramente una delle confidenti più strette dell’Oscuro Signore e quindi sapeva tutto dei suoi piani, ma andarli a sbandierare ad un novellino come Karkaroff sembrava all’auror qualcosa di esagerato. L’altra cosa che gli balenò in testa era che Karkaroff era un mangiamorte da molto più tempo di quanto si credesse.
I due si salutarono, Bellatrix, ancora incappucciata, si allontanò uscendo dal pub in direzione di Charring Croos, Karkaroff rimase ancora all’interno del pub e ordinò una burrobirra. Pensando a qual era il suo compito e a come svolgerlo al meglio, decise di non tornare a casa ma di rimanere ancora a Londra. L’indomani avrebbe avuto un incontro con Sinister all’interno del suo negozio e doveva recarsi in Diagon Alley nel modo più discreto possibile, nessuno doveva rendersi conto di dove lui stesse andando e nessuno doveva capire che era un mangiamorte. Finita la burrobirra chiese a Tom una stanza, il barista se la fece pagare in anticipo, lo accompagnò al primo piano e gli diede una stanza accanto a quella che prima che era stata data a Moody.
In tutto questo l’auror aveva seguito Tom e Karkaroff e cercava solo il momento più propizio per agire. Nel momento stesso in cui Karkaroff rimase da solo, Moody lo attaccò alle spalle, ancora protetto dall’incantesimo di disillusione, puntò la bacchetta contro il mangiamorte e disse: “Petrificus Totalus” con un ghigno sulle labbra. Karkaroff rimase pietrificato dall’incantesimo di Moody e i suoi occhi andavano da una parte all’altra della stanza cercando di capire chi avesse scagliato l’incantesimo. La stanza era completamente vuota finchè di fronte ai suoi occhi non comparì Alastor Moody. “Bravo ragazzo, così ti sei unito alla sequela dei mangiamorte e servi l’Oscuro Signore con devozione da quanto? Vedremo ora la tua utilità quando Albus Silente penserà bene di leggerti nella mente per vedere se sai più di quello che Bellatrix ti ha appena detto di sotto.” Sentendo il nome di Bellatrix, Igor assunse uno sguardo come se fosse impaurito, il pensiero della bacchetta della donna sul suo corpo lo poteva fare rabbrividire se solo avesse potuto.
Moody lo legò saldamente con una corda dopo averlo privato della bacchetta e perquisito per bene in modo che non avesse nessun appiglio per scappare qualora ci fosse riuscito. L’auror pensò tra se di aver fatto un bel lavoro, ma esigeva delle risposte che Albus doveva dargli una volta per tutte. Decise di smaterializzarsi dall’interno della stanza di Karkaroff, non doveva e poteva correre il rischio che qualcuno li vedesse o che lo stesso mangiamorte potesse cercare aiuto dai presenti al pub in quel momento. Alastor si disse che avrebbe poi sistemato tutto lui con Tom, il saldo della sua camera e l’improvvisa sparizione di Karkaroff. Si smaterializzò e arrivo alla sede dell’Ordine. Disse la parola d’ordine che fece comparire la porta del palazzo, vi entro e gettò il corpo reso inerme di Karkaroff su una sedia in cucina. Moody aspettava il momento in cui Silente si sarebbe fatto vivo, mentre pensava a tutte le domande da porgli un patronus, una fenice per l’esattezza, aleggiò nella stanza. Moody sperava che il patronus potesse annunciare l’arrivo del preside dopo che da due ore sorvegliava il mangiamorte senza potersi allontanare dalla stanza mentre invece la fenice spalancò il becco e la sua voce era identica a quella di Albus Silente che diceva:
“Lily e James Potter sono morti, il bambino è sopravvissuto. Il Signore Oscuro per il momento è sconfitto. Arriverò il prima possibile.”
La fenice si dissolse e un urlo di gioia investì la stanza. L’incantesimo petrificus imposto su Karkaroff si dissolse ed egli non si preoccupò di liberarsi dalla corda incantata con cui Moody l’aveva immobilizzato. Gli occhi del mangiamorte iniziarono a lacrimare, l’Oscuro Signore era caduto ed egli sperava di potersi salvare rivelando il nome di tanti mangiamorte che come lui erano silenti agli occhi degli altri maghi. Finiti questi pensieri, la testa gli iniziò a girare, cadde in un sonno profondo mentre Moody apriva una bottiglia di Whisky incendiario, aspettando l’arrivo degli altri membri dell’Ordine. L’auror era dispiaciuto per la morte dei Potter, ma almeno il bambino si era salvato e, chiedendosi come tutto questo fosse possibile, aveva sconfitto l’Oscuro Signore. Dove nessuno era riuscito, quel bambino aveva potuto e questa era adesso la domanda che assillava Alastor. Com’era possibile? |
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Capitolo 2 *** Bellatrix Lestrange ***
Bellatrix
Lestrange era
una potente sostenitrice dell’Oscuro Signore e, come se non
bastasse, era
sempre a conoscenza dei piani del suo signore. Non passavano giorni in
cui
Bellatrix non si vedesse con quest’uomo e non si confidasse
con lui. Suo marito
Rodolphus poteva essere sacrificato, il suo matrimonio non era altro
che il
suggello di quello che pensava, i maghi dovevano dominare il mondo e
l’unico
modo per perseguire questo ideale era aggrapparsi all’unico
uomo che non si
nascondeva di fronte al perbenismo dello Statuto di Segretezza. Lord
Voldemort
la accolse tra le sue file soltanto dopo questo matrimonio avvenuto con
un mago
purosangue e già dedito alla causa, Bellatrix lo
scoprì soltanto dopo il
matrimonio e non si sentì mai così felice nella
sua vita; l’arrivo delle
sorelle, il “Si” pronunciato di fronte a Rodolphus
il giorno delle sue nozze,
la lettera che l’ammetteva alla Scuola di Magia e Stregoneria
di Hogwarts e lo
smistamento nella casa dove la sua famiglia aveva sempre trovato posto
nella
storia, la casa di Salazar Serpeverde.
Bellatrix
passeggiava
noncurante dei passanti babbani in Charring Cross Road. Ignorava gli
sguardi
torvi dei babbani per l’abito inconsueto a Londra per il mese
di Luglio, era
stato il luglio più caldo che gli storici della
città ricordassero. Se avesse
potuto, avrebbe uscito immediatamente la sua bacchetta per
sottometterli tutti,
erano uomini non dotati quelli che gli passavano accanto, esseri
insignificanti
per il mondo magico e per chi la pensava come lei. Imboccò
una parallela di
Charring Cross Road ed entrò nell’atrio di un
condominio babbano. Investì il
portiere che vigilava sull’ingresso e lo uccise dopo che si
era lamentato del
suo ingresso in quanto non conosceva la donna. Salì sul
tetto del condominio e
si smaterializzò per raggiungere una foresta dove si era
data appuntamento con
l’Oscuro Signore. Non era la prima volta che i due si
vedevano lì, di fronte ad
un capanno che Voldemort usava nel suo peregrinare in Romania subito
dopo aver
lasciato il lavoro nel negozio di Sinister in Diagon Alley.
Guardò il sole e si
accorse che era arrivata in anticipo. I suoi pensieri allora iniziavano
a
fantasticare su quello che sarebbe successo dopo che il suo Signore
avesse
ucciso il bambino Potter e avesse preso da lì a pochi giorni
il controllo sul
Ministero. Immaginava già la resistenza che, sicuramente,
Albus Silente avrebbe
alzato contro i mangiamorte e su quanto sarebbe stato facile spazzarla
via. Rivolse
il suo sguardo di nuovo al cielo, si accorse che il sole aveva
già superato la
sua posizione rispetto all’ora in cui i due dovevano vedersi
e la
preoccupazione invase Bella. L’Oscuro Signore non aveva mai
tardato
all’appuntamento, questo suo ritardo mise qualche
preoccupazione di troppo
nella mente della giovane donna finchè decise di entrare nel
capanno e di
aspettare all’interno l’arrivo di Lord Voldemort.
Il capanno all’interno
ospitava soltanto un piccolo tavolo con un paio di sedie disposte
l’una di
fronte all’altra, una tegliera, un camino ad angolo e una
brandina babbana.
Bella si distese sulla brandina e si addormentò dopo gli
sforzi fatti in
giornata, anche per una strega dotata come lei andare su e
giù per
l’Inghilterra e avvisare i mangiamorte
dell’imminente attacco al Ministero era
stato faticoso.
In
sogno Bellatrix non
vide altro che Voldemort seduto sulla sedia del Ministro, attorniato
dai suoi
mangiamorte che festeggiava la vittoria e il suo dominio sul mondo
magico.
Immaginava anche le direttive dell’uccisione dei babbani e di
tutti quelli che
si sarebbero opposti al nuovo regime, un regime fatto di maghi che
sovrastano i
babbani con la forza e la magia.
Si
svegliò nel cuore
della notte e capì che il suo signore non era neanche
passato da lì. Che si
fosse dimenticato di lei? Le possibilità che la missione
fallisse erano nulle,
Minus era stato molto chiaro sul luogo e su cosa proteggeva i Potter,
il codardo
non avrebbe mai fatto dietro front di fronte alla morte che
l’Oscuro Signore
gli avrebbe riservato appena lo avesse scovato. Si decise allora di
andare da
Narcissa, la sorella anche lei sostenitrice dell’Oscuro
Signore insieme a suo
marito Lucius Malfoy che si era guadagnato le grazie di Lord Voldemort
grazie
alle importanti informazioni che faceva trapelare dal Ministero.
Si
smaterializzò e
raggiunse immediatamente Villa Malfoy. Il cancello della Villa era
spalancato e
questo mise in Bellatrix un non so che di allegria. Il cancello aperto
e non
sorvegliato significa che il suo Lord aveva vinto la battaglia e che
non
avevano più bisogno di nascondersi. Percorse a passo svelto,
ma con grazia, il
viale che attraversava il giardino dei Malfoy e si diresse al portone
di’ingresso.
Tintinnò con la bacchetta sul portone ed esso immediatamente
si spalancò.
Tantissimi mangiamorte erano nel corridoio che divideva la cucina dal
salone
dove si tenevano tutte le loro riunioni, Bellatrix li
incenerì tutti con lo
sguardo al suo ingresso e varcata la soglia del salotto vide sua
sorella
piangente su una delle sedie poste vicino al lungo tavolo di legno.
“Spostatevi,
devo
passare. Cosa è preso a mia sorella?”,
intonò Bellatrix facendosi largo tramite
i numerosi mangiamorte seduti al tavolo. Alzò il mento di
Narcissa in modo
che potesse guardarla negli occhi,
appena vide che la sorella piangeva si girò immediatamente
verso i suoi
compagni e li ammonì: “Ditemi un po’,
chi ha fatto piangere mia sorella? Chi si
è permesso di farle del male? Appena prendo il responsabile
Narcissa gli farò
vedere chi è che comanda qui.” Mentre parlava in
questo modo, suo marito
Rodolphus si alzò dal tavolo, si schiarì la voce
e parlò: “L’Oscuro Signore è
caduto Bellatrix, il nostro piano di governare il mondo magico svanisce
stanotte. Nessuno sa dove si trova, Fenrir e i suoi amici stanno
perlustrando i
dintorni di Godric’s Hollow ma fino a questo momento nessuno
di loro è tornato
per dirci di aver ritrovato il nostro Signore. Lucius è al
Ministero, il
Ministro in persona lo sta interrogando di fronte all’intero
Wizengamot
perché accusato
di essere un mangiamorte
e per essere a conoscenza dei piani di Colui che non deve essere
nominato.”
Appresa
questa notizia,
molti mangiamorte iniziarono ad uscire dalla Villa e si
smaterializzarono
appena ebbero superato il cancello, a decine scappavano come se il
Signore
Oscuro stesso li stesse inseguendo e con la paura che la sorte di
Lucius
potesse toccare a loro. Tantissimi mangiamorte si trovavano
già ad Azkaban per
essere sospettati di omicidi contro babbani o per aver violato lo
Statuto di
Segretezza.
Bellatrix
guardò inerme
quella scena, non poteva ancora credere che tutto quello che il marito
diceva fosse
vero. Ecco perché il mio Signore non si è
presentato, ripeteva tra se e se,
sono stata una sciocca ad addormentarmi nel capanno in attesa che lui
arrivasse, ecco cosa si prova ad abbassare la guardia per una volta e
non
prendere iniziativa. Pensando questo si schiarì la voce e
decise che questo era
il suo momento per agire, doveva sapere che fine avesse fatto Voldemort.
“Non
preoccuparti
Narcissa, a Lucius penseremo appena avrò risolto questa
faccenda. So chi può
rivelarmi cosa è accaduto a Godric’s Hollow questa
notte, assaggeranno la mia
bacchetta finchè non parleranno e mi diranno cosa
è accaduto al nostro Signore.
Rodolphus, non fare smettere la ricerca di Fenrir e dei suoi amici;
qualcosa
deve saltare fuori prima che sorga il sole perché in quel
caso agire nell’ombra
sarà difficile. Vado adesso.”
Bellatrix
si avvolse
nel mantello da viaggio e uscì dall’abitazione con
gli occhi che le bruciavano
di rabbia. Aveva avuto da tempo la notizia che i Paciock erano molto
vicini ad
Albus Silente e all’organizzazione segreta che li
contrastava, l’Ordine della
Fenice. Appena fuori dal cancello si smaterializzò e
arrivò sulla cima di una
collina di fronte ad una casa abitata da maghi. Vide la donna che
giocava con
la bacchetta insieme al figlio piccolo e al padre che non smetteva di
tenere lo
sguardo inquieto fisso sulla finestra. Appena vide la donna avvolta nel
mantello, il suo cuore iniziò a battere velocemente e
immediatamente gridò alla
moglie di nascondersi in casa insieme al bambino. La scena
eccitò e non poco
Bellatrix che già immaginava alla maledizione cruciatus e
agli effetti che
avrebbe provocato su Frank e Alice Paciock. Il loro bambino doveva
sopravvivere, era un purosangue e doveva ricordarsi di cosa significava
opporsi
ai mangiamorte e al potere di Lord Voldemort.
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Capitolo 3 *** Albus Percival Wulfric Brian Silente ***
Albus
Silente, Preside
della Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts e membro anziano del
Wizengamot, aveva appena dato istruzioni a Minerva McGranitt di
sorvegliare la
casa degli zii di Harry. Quel bambino aveva bisogno di protezione, il
sangue
della madre gli avrebbe salvato la pelle da qualsiasi mangiamorte
avesse deciso
di ucciderlo compreso Voldemort stesso.
La
professoressa di
Trasfigurazione non ebbe un attimo di tentennamento e subito si
smaterializzò
recandosi al numero 4 di Privet Drive in Little Whinging e
immediatamente si trasformò
in un gatto appostandosi sulla cassetta delle lettere della famiglia
babbana.
Osservava Petunia, sorella di Lily Potter, che viziava costantemente il
bambino
che le stava dietro e frignava ad ogni suo no. Il rumore di auto la
distrasse
da quella scena quanto bella ma vomitevole per l’arrivo di un
uomo che aprì la
portiera della sua auto e iniziò ad inveire contro il gatto.
La McGranitt per
non dare nell’occhio si spostò su un muretto,
leggermente più basso della cassetta,
in modo da riuscire a vedere la finestra della casa. Vide
l’uomo che entrò
dentro casa, salutò la moglie e il piccole e salì
al piano di sopra raccontando
a sua moglie la sua giornata e quello che era avvenuto con quel gatto
che non
si era spostato dopo i suoi ripetitivi “Sho”.
Albus
Silente, non
appena ebbe dato l’Ordine alla McGranitt, si
smaterializzò e arrivo al quartier
generale dell’Ordine della Fenice dove ad attenderlo
c’erano Moody, Karkaroff
ancora legato nella corda e appena svegliato dal rumore del pop con cui
apparve
Silente, e Remus Lupin. Egli trovò Moody che raccontava i
dettagli della
cattura di Karkaroff a Lupin e che aveva interrotto appena il Preside
mise
piede nella stanza.
“Bene
amici miei,
l’Oscuro Signore è caduto. Questa non è
la luce in fondo al tunnel perché sono
sicuro che egli ritornerà e quando lo farà
sarà più forte rispetto a come lo
abbiamo conosciuto adesso. Sirius Black ci ha traditi”,
annunciò Silente non
senza qualche rammarico, “il Ministero si sta occupando si
lui insieme a Lucius
Malfoy che è stato intercettato da un tuo collega Alastor.
James e Lily sono
morti, il ragazzo è sopravvissuto. Ho una teoria su come
questo sia
sopravvissuto all’Avada Kedavra lanciato da Voldemort, ma
sono certo che tutto
questo rimarrà nella storia e i teorici della magia sapranno
dare una
spiegazione. Io ne ho una inverosimile, ma non vorrei tediarvi
più del dovuto.
Occorre trovare Peter, occorre una spiegazione su come abbiano fatto a
trovare
la casa di Lily e James; egli era il Custode Segreto e non doveva
rivelare a
nessuno la posizione del nascondiglio. Sicuramente l’ha
rivelato a Sirius che
sicuramente era tra i mangiamorte da non so quanto tempo e noi lo
abbiamo
ignorato. Questo nostro errore ci ha fatto perdere due amici
importanti”, tuonò
Silente facendo comparire del Whisky incendiario con 3 bicchieri,
“alla salute
di Lily e James e di Harry, il ragazzo che è
sopravvissuto.”
Remus,
dopo aver
tracannato tutto d’un sorso il suo bicchiere di whisky, prese
la parola:
“Signor Preside, della ricerca di Peter cercherò
di occuparmene io. Inizierò
dal luogo in cui l’ho visto l’ultima volta sperando
che sia ancora lì e che
stia bene. Ma il bambino? Chi si occuperà del
bambino?” Era questo
l’interrogativo che più attanagliava Remus Lupin
che aveva vissuto la sua vita
accanto a James e Sirius. Sirius li aveva traditi e James era morto.
Sentiva la
responsabilità di prendere sotto custodia la creatura, lo
doveva a James e
soprattutto doveva difenderla da Sirius. Pensava che la profezia si
fosse
compiuta, ma poteva anche essere che dalle ceneri di quel bambino
l’Oscuro
Signore potesse tornare. Silente lesse negli occhi di Remus tutte
queste sue
preoccupazioni, gli versò dell’altro whisky e
riprese: ”Il bambino vivrà con la
sorella di Lily, Petunia. Vivrà nel mondo babbano in modo da
non dare
nell’occhio ai sostenitori dell’Oscuro Signore e
quando tutto sarà finito
tornerà a casa. Hagrid si sta occupando di lui, ha preso in
prestito la moto di
Sirius e sta volando verso la nuova casa di Harry. E’ la
soluzione più giusta
Remus”, tuonò dopo aver visto le lacrime scorrere
sul viso di Lupin, “Qui
vivrebbe idolatrato dai maghi come simbolo di salvezza verso un regime
che si
stava istaurando volto al terrore e alla distruzione della democrazia.
Lì
crescerà in maniera sana e Petunia mi darà
retta.”
Silente
non fece caso
allo sguardo di Alastor che si era posato su di lui, impaziente di
avere il via
libera per portare Igor Karkaroff al Ministero. Il mangiamorte avrebbe
dovuto
affrontare il processo e la deportazione ad Azkaban, la prigione dei
maghi. Il
preside si voltò verso di lui: “Alastor, lasciando
perdere i convenevoli sulla
cattura di Karkaroff, hai fatto un ottimo lavoro. Ero sicuro che
avresti
portato a termine la missione così come ti avevo richiesto.
Mi sembra inutile
interrogarlo qui, non dirà nulla di nuovo di quello che
già sappiamo. Adesso
farà compagnia a Lucius Malfoy, anche lui arrestato da
stamattina e condotto al
Ministero. Lo interrogheranno domani mattina, la sua testimonianza ci
dirà se è
colpevole o meno ma punteremo sul fatto che per restare libero
dovrà
necessariamente darci delle dritte su altri mangiamorte. Conducilo pure
al
Ministero, io ho da consegnare il ragazzo a Petunia”.
Detto
questo Albus
Silente abbracciò prima Remus, con il volto rigato ancora
dalle lacrime, e
infine Moody. Uscì dal quartier generale e si
smaterializzò per arrivare
immediatamente in Little Whinging, Hagrid lo stava aspettando insieme a
Minerva
che, dalla mattina, osservava la famiglia babbana in attesa
dell’arrivo del preside.
Era notte fonda e un gatto, che faceva le fusa tra le sue gambe,
divenne una
donna, mentre alzando gli occhi al cielo vide una moto volante con un
enorme
uomo sopra che reggeva tra le braccia un bambino. Chissà
come avrebbe preso
Petunia quella creatura che Silente aveva deposto subito fuori il
portone.
Suonò il campanello e immediatamente si impose un
incantesimo di disillusione.
La donna uscì dalla casa e si meravigliò della
creatura avvolta in fasce
poggiata sullo zerbino della sua casa. Riconobbe la grafia che svettava
sulla
busta, apparteneva al preside di Hogwarts, la scuola che la sorella
aveva
frequentato per maghi e dove lei non era stata ammessa.
Portò dentro il
bambino, lo depose sul divano accanto al figlio che frignava vista
l’apparizione di questa nuova creatura. Suo marito Vernon
imprecò su chi era
quel bambino, cosa ci facesse in casa sua e per quale motivo sua
sorella lo
avesse portato all’interno della sua casa. Petunia non
rispose, si limitò a
fare segno al marito di seguirla in cucina.
I
tre fuori si
allontanarono dal numero 4 e dopo essersi salutati si
smaterializzarono. Hagrid
salì sulla moto di Sirius, Minerva si
smaterializzò mentre il Preside si
diresse verso il Ministero. Dopo pochi passi si
smaterializzò anche lui pensando
a tutto quello che di straordinario era successo quel giorno e con una
consapevolezza: L’Oscuro Signore ritornerà.
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