A new life

di lisi_beth99
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 12 ***
Capitolo 13: *** Capitolo 13 ***
Capitolo 14: *** Capitolo 14 ***
Capitolo 15: *** Capitolo 15 ***
Capitolo 16: *** Capitolo 16 ***
Capitolo 17: *** Capitolo 17 ***
Capitolo 18: *** Capitolo 18 ***
Capitolo 19: *** Capitolo 19 ***
Capitolo 20: *** Capitolo 20 ***
Capitolo 21: *** Capitolo 21 ***
Capitolo 22: *** Capitolo 22 ***
Capitolo 23: *** Capitolo 23 ***
Capitolo 24: *** Capitolo 24 ***
Capitolo 25: *** Capitolo 25 ***
Capitolo 26: *** Capitolo 26 ***
Capitolo 27: *** Capitolo 27 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Mi svegliai nella mia stanza buia e vuota. Come sempre ero triste e sola: i miei genitori erano morti da solo due mesi e la mia vita era cambiata completamente da allora. Vivevo da sola nella nostra casa, non andavo più a scuola per cercare di dimenticare la mia vecchia esistenza e avevo tagliato i ponti con tutte le persone che mi circondavano perché continuavano a compatirmi e a farmi sentire una malata terminale. In verità ero sempre stata abituata a starmene per conto mio, i miei genitori lavoravano molto e il fatto che mi chiamassi Shini Gami non mi aiutava a farmi degli amici. All’asilo i bambini mi emarginavano dicendo che ero un dio della morte (in giapponese si chiamano Shinigami) e alle elementari non era andata molto meglio. Solo col tempo mi ci ero fatta il callo ma quello che le persone non sapevano era il motivo di questo nome così strano.
Rivedendo mia madre in cucina mentre preparava la colazione, addentai un pezzo di pane e uscii per prendere il taxi che mi aspettava in strada. Due giorni prima avevo deciso di trasferirmi in un istituto fuori dalla mia città, vicino ad un paesino poco abitato dove andavano a studiare ragazzi da tutto il Giappone. La scuola si chiamava Cross Academy ed era famosa per i suoi corsi notturni frequentati da ragazzi bellissimi, alcuni dicevano fossero fotomodelli.
Salii sul taxi dopo aver buttato la chiave della casa, che ormai era disabitata, in un vaso accanto al portichetto. Il viaggio durò un paio di ore ma quando fui arrivata all’accademia mi sentii più libera; nessuno mi conosceva e nessuno avrebbe potuto compatirmi né fingere disperazione e domandarmi di cosa avessi bisogno. Fui accolta da una ragazza dai capelli castano scuro e gli occhi marroni, indossava una divisa nera e aveva suppergiù 17 anni come me. Mi salutò con grande calore e mi aiutò a prendere i bagagli. Mi ero portata via ciò che mi era rimasto della mia vita ovvero due valige di vestiti e oggetti. – Mi chiamo Yuki, piacere! - mi disse facendomi un sorriso a 32 denti, provai a ricambiare il gesto – Io sono Shini, il piacere è mio…- lei si voltò per osservare attentamente il mio viso – Che nome interessante!- disse procedendo verso un portone. – Questo è l’edificio principale, la scuola vera e propria ma ora ti porto al dormitorio Sole per farti vedere la tua stanza- notai che non smetteva mai di sorridere, nonostante sembrasse molto stanca. Riuscivo a capire che si sforzava di essere allegra perché io avevo fatto lo stesso da quando i miei erano morti. Attraversammo la scuola solo perché vedessi un po' com’era fatta e arrivammo ad un bivio che portava a due ponti differenti, infondo a quello di destra si ergeva un edificio candido con il tetto dorato, al lato opposto invece c’era un casolare col tetto nero e l’aura intorno era cupa. – Quello è il dormitorio Luna, dove stanno i ragazzi della Night Class. Ti consiglio di non avventurarti da quelle parti perché sono un po' strani…- non cercai nemmeno di farle domande, perché credevo di avere già capito di chi si trattava.
Nel dormitorio Sole fui assegnata ad una stanza singola perché, essendo arrivata a metà anno, tutti si erano già sistemati nelle altre stanze. Yuki mi aiutò con alcune regole base e mi accompagnò a fare un giro attorno al dormitorio. Tutto l’istituto era circondato da un fitto bosco che serviva per tenere lontano gli intrusi dalla scuola e la Night Class dalla Day Class. Dopo un’oretta la mia accompagnatrice mi disse che doveva andare a controllare quelli della Night Class perché quando uscivano dal loro dormitorio, si scatenava il caos e tutti quelli della Day Class si ammassavano per salutarli. “Che spreco di tempo” pensai vedendo ciò che facevano tutte quelle ragazze mentre sbavavano in direzione del portone che le separava dal dormitorio Luna. Io rimasi in disparte appoggiandomi ad un albero mentre Yuki cercava di calmare gli spiriti irrequieti aiutata da un ragazzo coi capelli argentati e lo sguardo impassibile. Finalmente le porte si aprirono e i ragazzi della Night uscirono uno dopo l’altro accompagnati da urletti e risatine delle ragazze della Day. Feci un verso di scherno vedendo come delle ragazze potessero rendersi ridicole in meno di due secondi. Quando quel gruppetto mi passò davanti mi soffermai a fissarli uno ad uno. Il capofila aveva i capelli castano scuro e uno sguardo quasi imperiale; subito dopo c’erano due giovani, uno coi capelli rosso quasi arancio e l’altro biondino con la faccia da sberle che non smetteva di fare avances a tutte le ragazze. Poco più in dietro si trovava un biondino dagli occhi dolci che volse lo sguardo in mia direzione facendo un leggero cenno col capo in segno di saluto, senza riflettere feci lo stesso cercando persino di sorridere. Mi sembrava scortese non sembrare gentile con qualcuno che lo era stato, quindi mi sforzai in un sorriso. Dietro di lui c’erano un ragazzo dai capelli mogano e una ragazzina con due codini arancio biondicci e, infine, una ragazza sui 18 anni, dai capelli lunghi e castano chiaro e il fisico asciutto. Quando la “parata” terminò diedi ragione a chi diceva che erano fotomodelli. Erano perfetti, senza nemmeno un capello fuori posto! Purtroppo per loro le apparenze non mi ingannavano. Avevo capito chi, o meglio, cosa erano!
“Vampiri” pensai disgustata. Nonostante da piccola mi convincevano che mostri, vampiri, demoni e creature mostruose non esistevano, avevo imparato che non era affatto vero. Io stessa ero una creatura mostruosa! Il sangue che circolava nelle mie vene era sangue maledetto. Decisi di accantonare quel ricordo e mi incamminai verso la mia stanza. Yuki mi bloccò chiedendomi se andasse tutto bene – Hai una faccia… - mi disse. – Sono solo stanca dal viaggio. Domani sarò un’altra persona! - le risposi sorridendo. 

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Quella notte dormii poco o niente, girandomi e rigirandomi nel letto, cercando di scacciare l’immagine di mia madre dissanguata nel nostro soggiorno e l’urlo di mio padre mentre un vampiro gli strappava la carne dal collo. Ero rientrata a casa da scuola e avevo trovato l’inferno! I miei genitori mi avevano raccontato pochi giorni prima dell’esistenza di quelle creature, infatti loro avevano il compito di cacciare i vampiri di livello E, quelli ormai arrivati alla fine della loro esistenza e i più pericolosi, che uccidevano le persone per il gusto di farlo, senza scrupoli e senza rimorsi. I miei genitori erano rimasti vittima di un mostro al livello E, ma sapevo che ne esistevano altri, in primis i Sanguepuro che erano come dei re nella scala gerarchica vampiresca, sotto di loro c’erano i nobili, o classe B, e sotto ancora i livello C, cioè i vampiri comuni. Infine, i livello D, uomini trasformati in mostri succhiasangue da un Sanguepuro che erano destinati a diventare livello E. Avevo imparato tutto su di loro quando mio padre mi raccontò quale fosse il suo lavoro. Avevo anche scoperto il perché delle mie screziature rosse nelle mie iridi blu notte. Quando mia madre era incinta era stata morsa da un vampiro di livello E, per non farla morire mio padre invocò uno Shinigami chiedendogli un aiuto. Questo lo accontentò rendendo il mio sangue una cura contro ogni malattia e ferita. Quando nacqui mia madre fu salvata proprio dal mio sangue ma lo Shinigami non aveva detto tutto. Poco dopo tornò ammonendo i miei genitori – Nessuno dovrà mai bere il suo sangue o avrà 24 ore di invincibilità dopo le quali si disintegrerà e con lui, una parte di vostra figlia! - per questo mi chiamarono Shini, che col cognome di mio padre, Gami, si sposava alla perfezione!
Il mattino seguente mi alzai più stanca di quando ero andata a letto. Fui accompagnata da Yuki alle lezioni e lì conobbi Zero, il ragazzo coi capelli argento della sera prima. La mattinata passò velocemente e quando furono le 5 di pomeriggio decisi di fare una passeggiata nel bosco.
Mentre camminavo fra gli alberi sentii un rumore un po' strano per una foresta così decisi di andare a vedere. Vicino ad un lago posto fra i due dormitori c’erano alcuni ragazzi della Night Class che combattevano con degli uomini vestiti in giacca e cravatta. Quando fui più vicina vidi che anche quest’ultimi erano vampiri ma in numero molto più superiore rispetto ai miei “compagni”. Ad un tratto quello con i capelli arancioni fu sbattuto contro un albero dopo che uno di quelli col tailleur lo aveva colpito con un paletto di ghiaccio sparato a tutta velocità contro il suo petto. – Kain! - urlò il biondo con la faccia da sberle e gli si avvicinò correndo. Kain rimase sdraiato senza riuscire a parlare, era messo abbastanza male per essere uno di quelle creature. Decisi di correre in suo aiuto anche se non ero sicura fosse la scelta giusta. Quando i vampiri mi videro rimasero leggermente sorpresi ma poi, uno dei “cattivi” mi guardò con un ghigno – Shini! Che bello vedere che sei viva…- mi resi conto di chi era. Un vecchio amico di mio padre che non vedevo da molto. Probabilmente lui sapeva tutto delle mie condizioni ma rimase in silenzio, limitandosi a fissarmi e ridere. Mi avvicinai a Kain che mi guardò perplesso – Che…fai? - domandò sbiascicando le parole – Zitto! E non bere! - gli risposi io mentre tiravo fuori un coltellino dalla tasca della mia divisa. Feci scattare la lama e tirai su la manica destra della camicia. Mi incisi un taglio profondo e lungo fino a metà braccio – Ma che cavolo?!- esclamò il biondo accanto all’amico. Nel frattempo feci scivolare diverse gocce di sangue sulla ferita del vampiro, sentendo che le mie forze andavano a svanire pian piano. Non lo avevo mai fatto io di mia spontanea volontà, una volta mia madre mi aveva ferita per salvare mio padre ma ero ancora una bambina e non avevo capito bene ciò che facevo. Mano a mano che il sangue colava dal mio braccio sulla ferita di Kain, questa si rimarginava ma mi accorsi che attorno a me, i vampiri avevano assunto tutti uno sguardo da predatori. Il vecchio amico di mio padre rimase con il ghigno a metà – Che buon odore! - stava ansimando. Trovai lo sguardo del ragazzo che mi aveva notata la sera prima e mi accorsi che non aveva la stessa espressione degli altri, aveva più controllo. Scattò in avanti risvegliando anche il ragazzo coi capelli mogano che attaccò un paio di quelli in tailleur usando il suo sangue che fece coagulare rendendolo una specie di frusta. Quello che accadde dopo fu un po' sfocato. Il sangue che serviva a Kain era davvero molto ma non potevo lasciare l’opera di guarigione incompiuta altrimenti sarebbe stata invano. – Aido no!- urlò il biondo mentre faceva esplodere un altro di quegli esseri, mi resi conto che il biondo con la faccia da sberle, Aido a quanto pareva, stava per mordermi la spalla destra. Mi ritrassi di scatto – Non lo fare! Moriresti consumato dal desiderio del mio sangue! - dissi con voce grave. Questo lo aiutò a riprendersi un poco ma la lucidità fu riassorbita dalla sete di sangue e, prima che riuscissi a fare qualunque cosa, mi saltò addosso sussurrando – Ne varrà la pena! - caddi atterra cercando di scappare dalla sua presa e qualcuno arrivò in mio aiuto. Inoltre se non avessi terminato di guarire Kain, avrei dovuto ricominciare. Senza nemmeno guardare chi mi avesse salvata, mi trascinai verso il ferito che giaceva ancora nella stessa posizione. Dovetti fare un secondo taglio perché dal primo non usciva quasi più nulla.
Quando la ferita fu chiusa avevo la testa che girava, la vista annebbiata, le gambe che tremavano nonostante fossi seduta e il braccio che mandava fitte lancinanti. Avevo versato una grande quantità di sangue sul corpo di Kain che, fortunatamente, aveva riaperto gli occhi guardando prima Aido e poi me. – Come hai fatto? - sussurrò ancora esausto. Io abbassai lo sguardo – Non è importante…- provai a rialzarmi appoggiandomi al tronco dell’albero dove era stato sbattuto il vampiro. Mi sentii sostenere da braccia forti, mi voltai e vidi il ragazzo biondo con lo sguardo gentile che mi teneva per i fianchi. – Devi fasciarti il braccio- mi sussurrò all’orecchio. Mi resi conto che tutti i vampiri presenti mi stavano fissando con occhi che bramavano il mio liquido vitale. Mi irrigidii leggermente ma ero troppo esausta per fare qualunque cosa. Guardai il mio sostenitore, i capelli biondi che gli incorniciavano il viso e gli occhi verdi che davano un senso di pace. Decisi di lasciarmi cullare da quell’immagine ma una sensazione di smarrimento mi pervase la mente. Mi accorsi troppo tardi di un tentativo di cancellarmi i ricordi – Che…- non riuscii a terminare la frase che sentii il mio corpo cedere e il biondo tenermi fra le sue braccia. Le sue dita erano poggiate sulla mia fronte mentre coi suoi occhi mi faceva sprofondare nel buio.

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Aprii gli occhi con la luce che mi toccava leggermente il viso. Ero nella mia stanza, avvolta nel piumino con i capelli che mi facevano solletico al naso. Mi tirai su a sedere cercando di orientarmi. Ero completamente confusa e la mia testa era sconquassata. Il tentativo di cancellarmi i ricordi mi aveva solo rintontita. Decisi di uscire dalla camera per andare a lezione, mi misi la divisa nera che mi aveva portato Yuki il giorno prima e aprii la porta. Per poco non mi cadde addosso Zero che aveva il braccio alzato come per bussare. – Che fai qui? - domandai distaccata. Lui si ricompose velocemente e tossicchiando rispose – Ero venuto a vedere come stavi… immagino anche che vorrai sapere cosa ti è successo ieri…- in un secondo capii cosa stava succedendo “lo sa anche lui! Sa tutto e finge che non sia accaduto nulla!” decisi di giocare al loro gioco – sì infatti! Mi sono svegliata qui con questa fasciatura e non so perché- mostrai il braccio che era stato accuratamente medicato mentre ero incosciente. Il ragazzo si grattò distrattamente la testa cercando di sembrare il più convincente possibile – Hai avuto un mancamento mentre passeggiavi nel bosco e, cadendo, ti sei tagliata il braccio.- nei suoi occhi notai un velo di lotta interiore per via della bugia che mi aveva appena detto ma decisi di non curarmene, come lui non si era curato dei possibili problemi che mi avrebbe potuto causare. Lo ringraziai e mi allontanai dal ragazzo coi capelli argento mentre pensavo che tutti quei vampiri me l’avrebbero pagata, perché lo avevo capito: anche Zero era uno di loro!
A lezione mi sedetti vicino a Yuki che mi chiese come stavo, risposi in modo freddo e distaccato cercando però di sorridere. Temevo che anche lei facesse parte di quel gruppo, qualcosa nei suoi occhi tradiva il suo aspetto del tutto umano… purtroppo per “loro” io conoscevo gli occhi dei vampiri. Quello che aveva ucciso i miei genitori aveva lo stesso alone di morte e ombra nell’iride che avevo notato negl’altri.
Durante la terza ora notai che Zero si dileguò scappando via dall’aula in un modo un po' sospetto così decisi di seguirlo, tanto quello che stava dicendo l’insegnante lo avevo già fatto. Chiesi il permesso di andare in infermeria perché non mi sentivo bene e cercai di individuare il ragazzo. Passando davanti alla porta di una camera del primo piano percepii un rantolo e decisi di andare a vedere chi fosse. Cautamente aprii la porta e trovai Zero accasciato nel mezzo della stanza con una mano che teneva la gola e un bicchiere d’acqua rovesciato accanto al ragazzo che era scosso dalla testa ai piedi. Mi avvicinai un po' titubante mentre lui alzava faticosamente lo sguardo e sbarrava gli occhi. – vai via!- rantolò, ma non lo ascoltai. Mi accucciai per aiutarlo a distendersi sul suolo. Inizialmente oppose resistenza ma quando si accorse che non avrei demorso, si lasciò girare di schiena. Cercai qualcosa di tagliente nella stanza e trovai un tagliacarte appoggiato sulla scrivania. – Non berrò il tuo sangue- sussurrò il giovane, lo guardai con serietà – Non devi bere!- lui rimase stupito mentre cominciavo ad aprire una ferita sul braccio sinistro.

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


Probabilmente l’odore del mio sangue non passò inosservato ai diversi vampiri che dormivano nelle loro stanze nel dormitorio Luna. Ci vollero poche gocce di quel liquido viscoso lasciate cadere sul collo di Zero, per placare la sua sete. Mentre lo stavo aiutando, notai come i suoi occhi avessero assunto il colore rosso della sete di sangue. Aveva combattuto davvero tantissimo contro la sua natura bestiale e, alla fine, l’umanità aveva prevalso. – Non sarà per sempre…- lo ammonii – se avrai ancora bisogno non devi vergognarti a chiedere - continuai mentre mi riabbassavo la manica dell’uniforme. Mi resi conto che in neanche 24 ore avevo già usato la mia dote due volte e solo per dei vampiri. Quelle creature che non si facevano scrupoli ad uccidere.
Lasciai Zero mentre cercava di capire come avessi fatto. Non aveva proferito verbo, era rimasto semplicemente scioccato da ciò che ero in grado di fare. Quando poggiai la mano sulla maniglia lui cercò di alzarsi e con un filo di voce disse – Grazie- senza voltarmi uscii dalla stanza con un leggero sorriso sulle labbra. Non feci caso alla mia stanchezza per via di tutto il sangue che avevo regalato in quei giorni ma quando cercai di salire la rampa di scale che mi avrebbe portata al corridoio del mio dormitorio, ebbi un giramento di testa e fui costretta ad attaccarmi al corrimano. Aspettai qualche istante affinché ritrovassi l’equilibrio e continuai la mia “scalata”. Arrivata nella mia stanza mi buttai sul letto e chiusi gli occhi – Devo riacquistare energie…- sussurrai – altrimenti non sopravvivrò neanche un mese qui! - cercai di portare il mio respiro ad un ritmo regolare e dopo dieci minuti circa mi addormentai.
-Shini, posso entrare? - fui svegliata dalla voce della bruna che bussava alla porta insistentemente – Shini rispondimi! Mi sto preoccupando…- mugugnai mezza addormentata mentre mi alzavo dal letto e aprivo la porta – Che c’è? - domandai con la voce impastata dal sonno. Mi ritrovai con Yuki che mi abbracciava dicendo – Grazie al cielo stai bene! - e Zero che, a quanto sembrava, si era ripreso che scuoteva la testa in segno di resa. Mi scostai dall’abbraccio della ragazza – Perché tutta questa preoccupazione?! Avrò dormito per un paio di orette…- Yuki sbarrò gli occhi – Un paio di Ore?! È da quasi un giorno che dormi! - a quelle parole rimasi un po' sorpresa così chiesi scusa ai due guardiani, come recitava la fascetta che portavano legata al braccio sinistro e richiusi la porta mentre la ragazza stava ancora parlando. Mi appoggiai alla parete cercando di capire cosa mi stava succedendo “sarà per il sangue che ho perso…” mi ripetei svariate volte. Andai ad aprire la finestra per inspirare l’aria del crepuscolo. – un giorno intero…- dissi sospirando.

Capitolo 5

Rimasi a guardare fuori dalla finestra per un bel po'. Vidi i due guardiani uscire intorno alle otto di sera per fare la ronda e notai che una figura scura si aggirava fra gli alberi. “Sarà un vampiro” riflettei. Guardai la luna che risplendeva nel nero della notte e ripensai a quel biondino che aveva provato a cancellarmi i ricordi. Avrei voluto sapere come stava Kain dopo che lo avevo guarito ma sapevo che era meglio stare lontani da quei mostri, dopotutto il mio sangue era capace di uccidere chi lo beveva e una parte della mia essenza.
Stavo per chiudere la finestra quando un’ombra mi incuriosì. Era la stessa che avevo visto poco prima ma era uscita dal fitto del bosco e si avvicinava al dormitorio Sole. Yuki mi aveva spiegato che gli studenti della Night Class non avevano il permesso di aggirarsi nella zona del dormitorio Sole ma qualcosa aveva spinto quella creatura ad avventurarsi in un territorio proibito. Non ebbi il tempo di rendermi conto che quello aveva spiccato un balzo in mia direzione ed era atterrato sul bordo della finestra che stavo per chiudere. Per lo spavento feci diversi passi indietro mentre quella creatura faceva alcuni passi nella mia stanza. – Cosa vuoi? Chi sei?- domandai cercando di mantenere la calma. Corsi verso l’interruttore della luce e l’accesi. Mi ritrovai difronte il ragazzo biondo con gli occhi verdi che aveva tentato di annebbiarmi i ricordi. – Tu? - feci perplessa. Sul volto del vampiro comparve un sorriso dolce – Sono Takuma Ichijo! - esclamò porgendomi la mano. Un po' titubante la strinsi sentendo che era fresca come la brezza autunnale. – Non volevo spaventarti…- continuò abbassando lo sguardo. Mi affrettai a dirgli che non c’era problema e gli domandai perché era lì – Volevo vedere come stavi- ammise – e poi… volevo ringraziarti per l’altra sera…- rimasi immobile mentre il mio cuore batteva sempre più veloce – Come scusa?- cercai di risultare sorpresa. Lui sospirò rumorosamente, facendosi più vicino – So che ricordi tutto. Non sono riuscito a cancellarti i ricordi…- sorpresa lo guardai – come lo sai?- lui sorrise dolcemente – Quando ho posato la mia mano sulla tua fronte per fare l’incantesimo, ho percepito il tuo legame con noi vampiri e ci ho provato, ma qualcosa mi ha impedito di portarti via quel ricordo…così l’ho lasciato lì dov’era…- inspirai a fondo, provando a trovare l’equilibrio interiore; sapere che lui sapeva, mi rendeva insicura… - Grazie- sussurrai. Lui mi prese il braccio sinistro e se lo avvicinò – Lo hai fatto di nuovo vero?- domandò mentre guardava la fasciatura che mi ero fatta dopo che avevo aiutato Zero. Ritrassi il braccio istintivamente mentre un’immagine vecchia di due mesi mi appariva al posto di Takuma.
Cominciai a tremare rivedendo quello che mi era accaduto. Mi appiattii contro la parete gelida mentre Takuma si trasformava in un vampiro di livello E che mi toccava con le sue luride mani mentre con la lingua mi leccava il collo in prossimità della giugulare. Sentii il mio sangue defluire rimanendo paralizzata. Quel mostro affondò i suoi canini aguzzi nella mia carne cominciando a bere il mio sangue. – Ti prego no!- sussurrai in tono disperato, ma non demordeva, anzi era sempre più frenetico mentre le mie energie si trasferivano al suo corpo. Una lacrima scivolò sulla mia guancia mentre cercavo di allontanarlo da me. Se non fossi riuscita a staccarmelo di dosso mi avrebbe dissanguata… percepii una presenza alle spalle del vampiro e con un fendente di Katana mio padre ferì il mostro alla schiena. Combatterono fino a sfinire mio padre e, quando cercò di riattaccarsi al mio corpo che era privo di energie, si intromise mia madre che fu sbattuta contro la parete opposta. – Shini!- quella voce mi riportò al presente. Takuma mi stava guardando preoccupato mentre mi scuoteva dolcemente per le spalle. – Shini che hai?- aver rivissuto quella terribile esperienza dopo aver visto l’unico vampiro che non aveva quasi nulla di vampiresco mi fece vergognare di me stessa. Ancora tremante cercai di allontanarmi dal giovane – Mi dispiace…non è niente…-. Mi resi conto che stavo cercando di convincere più me stessa che lui e non sapevo più cosa fare. – Tranquilla- mi sussurrò mentre si levava la giacca della divisa e me la appoggiava sulle spalle. Fu un gesto così spontaneo che quasi pensai ci conoscessimo da sempre… mi strinse in un abbraccio e con la mano mi lisciò i capelli. Era una cosa che mi faceva sempre rilassare quando piangevo, lo faceva mia madre per consolarmi e quel gesto, fatto da un vampiro mi fece mettere in dubbio tutto quanto. Non riuscii più a trattenermi e scoppiai a piangere come una bambina mentre Takuma cercava di consolarmi e di calmarmi.
Dopo qualche minuto mi prese fra le sue braccia e mi appoggiò sul mio letto. Cercavo di smettere di piangere, ma sembrava che tutte le lacrime che non avevo versato per due mesi avessero deciso di uscire nello stesso momento. – Vuoi raccontarmi perché sei così?- domandò cercando di essere il più delicato possibile. In qualche modo riuscii a trovare le forze per raccontargli quello che avevo vissuto - …il giorno dopo, tornata da scuola, li ho trovati morti e il vampiro con il loro sangue ovunque. Sono rimasta inorridita e mentre mi saltava addosso per finire di bere il mio sangue, è esploso…- quando avevo quasi terminato il racconto fui stretta in un ennesimo abbraccio del vampiro che mi fece sentire protetta. – Non devi più preoccuparti: qui sei al sicuro!- disse mentre mi faceva stendere sul mio letto e mi copriva con una coperta. Mi resi conto della stanchezza che avevo addosso e capii che non dovevo avere un bell’aspetto. – Grazie- sussurrai cercando di prendergli la mano. Takuma mi baciò la fronte e, come era apparso, scomparve. Chiusi gli occhi e sognai quel vampiro che mi sfiorava la fronte con le sue labbra.

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


Rimasi a guardare fuori dalla finestra per un bel po'. Vidi i due guardiani uscire intorno alle otto di sera per fare la ronda e notai che una figura scura si aggirava fra gli alberi. “Sarà un vampiro” riflettei. Guardai la luna che risplendeva nel nero della notte e ripensai a quel biondino che aveva provato a cancellarmi i ricordi. Avrei voluto sapere come stava Kain dopo che lo avevo guarito ma sapevo che era meglio stare lontani da quei mostri, dopotutto il mio sangue era capace di uccidere chi lo beveva e una parte della mia essenza.
Stavo per chiudere la finestra quando un’ombra mi incuriosì. Era la stessa che avevo visto poco prima ma era uscita dal fitto del bosco e si avvicinava al dormitorio Sole. Yuki mi aveva spiegato che gli studenti della Night Class non avevano il permesso di aggirarsi nella zona del dormitorio Sole ma qualcosa aveva spinto quella creatura ad avventurarsi in un territorio proibito. Non ebbi il tempo di rendermi conto che quello aveva spiccato un balzo in mia direzione ed era atterrato sul bordo della finestra che stavo per chiudere. Per lo spavento feci diversi passi indietro mentre quella creatura faceva alcuni passi nella mia stanza. – Cosa vuoi? Chi sei?- domandai cercando di mantenere la calma. Corsi verso l’interruttore della luce e l’accesi. Mi ritrovai difronte il ragazzo biondo con gli occhi verdi che aveva tentato di annebbiarmi i ricordi. – Tu? - feci perplessa. Sul volto del vampiro comparve un sorriso dolce – Sono Takuma Ichijo! - esclamò porgendomi la mano. Un po' titubante la strinsi sentendo che era fresca come la brezza autunnale. – Non volevo spaventarti…- continuò abbassando lo sguardo. Mi affrettai a dirgli che non c’era problema e gli domandai perché era lì – Volevo vedere come stavi- ammise – e poi… volevo ringraziarti per l’altra sera…- rimasi immobile mentre il mio cuore batteva sempre più veloce – Come scusa?- cercai di risultare sorpresa. Lui sospirò rumorosamente, facendosi più vicino – So che ricordi tutto. Non sono riuscito a cancellarti i ricordi…- sorpresa lo guardai – come lo sai?- lui sorrise dolcemente – Quando ho posato la mia mano sulla tua fronte per fare l’incantesimo, ho percepito il tuo legame con noi vampiri e ci ho provato, ma qualcosa mi ha impedito di portarti via quel ricordo…così l’ho lasciato lì dov’era…- inspirai a fondo, provando a trovare l’equilibrio interiore; sapere che lui sapeva, mi rendeva insicura… - Grazie- sussurrai. Lui mi prese il braccio sinistro e se lo avvicinò – Lo hai fatto di nuovo vero?- domandò mentre guardava la fasciatura che mi ero fatta dopo che avevo aiutato Zero. Ritrassi il braccio istintivamente mentre un’immagine vecchia di due mesi mi appariva al posto di Takuma.
Cominciai a tremare rivedendo quello che mi era accaduto. Mi appiattii contro la parete gelida mentre Takuma si trasformava in un vampiro di livello E che mi toccava con le sue luride mani mentre con la lingua mi leccava il collo in prossimità della giugulare. Sentii il mio sangue defluire rimanendo paralizzata. Quel mostro affondò i suoi canini aguzzi nella mia carne cominciando a bere il mio sangue. – Ti prego no!- sussurrai in tono disperato, ma non demordeva, anzi era sempre più frenetico mentre le mie energie si trasferivano al suo corpo. Una lacrima scivolò sulla mia guancia mentre cercavo di allontanarlo da me. Se non fossi riuscita a staccarmelo di dosso mi avrebbe dissanguata… percepii una presenza alle spalle del vampiro e con un fendente di Katana mio padre ferì il mostro alla schiena. Combatterono fino a sfinire mio padre e, quando cercò di riattaccarsi al mio corpo che era privo di energie, si intromise mia madre che fu sbattuta contro la parete opposta. – Shini!- quella voce mi riportò al presente. Takuma mi stava guardando preoccupato mentre mi scuoteva dolcemente per le spalle. – Shini che hai?- aver rivissuto quella terribile esperienza dopo aver visto l’unico vampiro che non aveva quasi nulla di vampiresco mi fece vergognare di me stessa. Ancora tremante cercai di allontanarmi dal giovane – Mi dispiace…non è niente…-. Mi resi conto che stavo cercando di convincere più me stessa che lui e non sapevo più cosa fare. – Tranquilla- mi sussurrò mentre si levava la giacca della divisa e me la appoggiava sulle spalle. Fu un gesto così spontaneo che quasi pensai ci conoscessimo da sempre… mi strinse in un abbraccio e con la mano mi lisciò i capelli. Era una cosa che mi faceva sempre rilassare quando piangevo, lo faceva mia madre per consolarmi e quel gesto, fatto da un vampiro mi fece mettere in dubbio tutto quanto. Non riuscii più a trattenermi e scoppiai a piangere come una bambina mentre Takuma cercava di consolarmi e di calmarmi.
Dopo qualche minuto mi prese fra le sue braccia e mi appoggiò sul mio letto. Cercavo di smettere di piangere, ma sembrava che tutte le lacrime che non avevo versato per due mesi avessero deciso di uscire nello stesso momento. – Vuoi raccontarmi perché sei così?- domandò cercando di essere il più delicato possibile. In qualche modo riuscii a trovare le forze per raccontargli quello che avevo vissuto - …il giorno dopo, tornata da scuola, li ho trovati morti e il vampiro con il loro sangue ovunque. Sono rimasta inorridita e mentre mi saltava addosso per finire di bere il mio sangue, è esploso…- quando avevo quasi terminato il racconto fui stretta in un ennesimo abbraccio del vampiro che mi fece sentire protetta. – Non devi più preoccuparti: qui sei al sicuro!- disse mentre mi faceva stendere sul mio letto e mi copriva con una coperta. Mi resi conto della stanchezza che avevo addosso e capii che non dovevo avere un bell’aspetto. – Grazie- sussurrai cercando di prendergli la mano. Takuma mi baciò la fronte e, come era apparso, scomparve. Chiusi gli occhi e sognai quel vampiro che mi sfiorava la fronte con le sue labbra.

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


Quello che mi era capitato quella sera era inspiegabile: perché un vampiro di livello B doveva prendersi la briga di cercare la mia stanza e venire a baciarmi la fronte senza un motivo? Quella domanda mi ronzò nella mente per tutto il giorno seguente. Yuki notò che qualcosa non andava e non ci fu verso che la deviassi dalla verità. – Cosa è successo ieri sera?- domandò appena finirono le lezioni della mattina. Io sospirai – Nulla! Quante volte devo ripeterlo?- la bruna mi bloccò per un braccio – Menti! Abbiamo incontrato Ichijo mentre cercava di rientrare furtivamente nel dormitorio Luna senza la sua giacca e questa mattina, in camera tua, c’era proprio una giacca della Night Class!- visto che non rispondevo, lei continuò con la sua ramanzina – Shini, non devi fidarti di loro, quei vampiri possono essere molto pericolosi…-
Inizialmente non mi resi conto di ciò che aveva detto, ma poi collegai le cose – Ah-ha!- esclamai puntandole contro l’indice – Ti sei fregata!- la ragazza mi guardò perplessa – Ti sei tradita mia cara Yuki Cross! Hai appena ammesso che sono vampiri…- impallidì rendendosi conto di cosa aveva appena fatto – Tu sapevi tutto! E nonostante questo mi hai ingannata come tutti gli altri.- dissi con un pizzico di amarezza nella voce. Lei mi posò una mano sulla spalla – Pensavamo che fosse meglio così per te… ma non avevamo calcolato la tua potenza. Scusa!- aveva una lacrima che spingeva per uscire – Ti prego non piangere! Non sei tu quella ferita!- rimase immobile mentre le mie parole la colpivano – Non avete pensato che magari io conoscevo già il vostro mondo?- Yuki abbassò lo sguardo cercando le parole – Mi dispiace e ne parlerò con il Nobile Kaname…- sospirai un po' rumorosamente ed esclamai – Non sono poi così arrabbiata… però vorrei che le persone avessero più fiducia in me!- mi allontanai per andare in camera mentre la giovane rimaneva immobile, con lo sguardo un po' smarrito. Mi dispiaceva essere cattiva o sembrare insensibile, ma era da quando ero nata che le persone che mi stavano attorno mi dicevano bugie o mezze verità, lasciandomi nei casini quando le cose venivano a galla.
Quella sera decisi di aspettare il coprifuoco per andare a ridare la giacca a Takuma. Avevo aspettato fosse lui a venire ma probabilmente aveva avuto da fare.
Intorno alle dieci mi infilai la giacca nera della divisa sulla camicetta bianca e uscii silenziosamente dalla mia stanza. Percorsi il corridoio in punta di piedi fino ad arrivare al portone d’entrata del dormitorio Sole. Corsi per tutta la strada, sul ponte e nel cortile che portava alla scuola. Mi bloccai quando notai del movimento sul tetto dell’edificio, dovevano essere Yuki e Zero che facevano la guardia affinché le ragazze della Day non si facessero vedere dai vampiri. Sapevo che verso mezzanotte avevano una pausa dalle lezioni, così mi sedetti sotto un albero aspettando che il tempo passasse. Guardai la luna che splendeva nel nero della notte e le nuvole che le passavano sopra oscurandola, per poi superarla e farla tornare il centro dell’oscurità. Ad un certo punto vidi un paio di ragazze della prima avvicinarsi all’entrata della scuola, pensai fosse poco prudente lasciarle entrare, dopotutto, quegli studenti erano tutti vampiri, che non bevevano sangue umano da un po' quindi sarebbe stato un problema per quelle due ignare ragazze. – Dove pensate di andare?- domandò una voce maschile proveniente dal tetto. Rimanendo nascosta mi accorsi che era Zero e, in un balzo, fu accanto alle giovani. – Non potete stare qui! Tornatevene nelle vostre stanze!- disse con fermezza. Le due sbuffarono infastidite – Come sei noioso Zero!- i tre si allontanarono mentre Yuki gli andava dietro. Le ragazze continuavano a ribellarsi verbalmente mentre venivano condotte dai due guardiani verso il loro dormitorio. “è il momento giusto!” pensai. Però mi bloccai non appena fui in piedi. “E se fosse sbagliato? Dopotutto la giacca gliela posso far avere tramite Yuki…” feci un passo avanti, in direzione dell’entrata, mentre continuavo a pensare quale fosse la scelta migliore. Quasi avesse percepito la mia indecisione, il cielo si coprì di nuvole nere e cominciò a diluviare. – Cazzo!- esclamai cominciando a correre. Spalancai il portone della scuola e mi ci infilai dentro. Grondante, mi appoggiai alla parete accanto all’entrata. Non potevo tornare sotto la pioggia, ma non volevo nemmeno farmi vedere dai vampiri che, di lì a poco, sarebbero usciti dalle loro classi. “Che faccio?” continuavo a ripetermi. Cominciai a camminare per i corridoi del piano terra sapendo che non c’erano classi e quindi nemmeno vampiri. Cercai di asciugare un po' la giacca di Takuma che si era bagnata, senza avere un grande effetto… - Shini?- rimasi immobile nella penombra del corridoio. – Che ci fai qui?- il vampiro che mi aveva dato un bacio si avvicinò tenendo un paio di libri in mano. Mi voltai lentamente – Io…ecco, volevo ridarti la giacca…- arrossii porgendogli l’indumento fradicio e abbassando lo sguardo. – Mi dispiace ma si è bagnata.- lui la prese con la mano libera e la guardò interessato. Volse lo sguardo sui miei capelli che lasciavano cadere gocce sul pavimento – Sei fradicia! Ti prenderai qualcosa se non ti asciughi- disse con tono preoccupato. Io sorrisi cercando di sdrammatizzare la situazione – Non è nulla! Adesso torno nel mio dormitorio e mi faccio una doccia!- feci per andarmene ma fui bloccata dalla sua mano che lasciò cadere la giacca – Vieni con me- sussurrò al mio orecchio. Rimasi pietrificata – Cosa?!- esclamai abbastanza preoccupata ma lui, con tranquillità mi rispose – Kain vuole ringraziarti e Kaname vorrebbe parlarti…- non ebbi nemmeno il tempo di controbattere che Ichijo mi stava già trascinando per i corridoi fino ad arrivare davanti la porta di un’aula al secondo piano.
-Aspetta qui! - disse lasciandomi la mano. “come puoi lasciarmi qui?! E da sola per giunta!” pensai mentre il vampiro entrava nell’aula. Si inchinò in direzione di qualcuno che era seduto in fondo alla classe e disse – Nobile Kaname, vi ho portato la ragazza- un brivido mi percorse tutto il corpo “Vuole solo avere il tuo sangue! Non gli interessa di te!” l’istinto mi fece correre e scattai verso le scale. Corsi usando tutte le mie energie ma, quando ero quasi in fondo alla seconda rampa, mi inciampai e feci un volo, schiantandomi di spalla sul pavimento gelido. – Au, au, au…- dissi massaggiandomi la spalla che pulsava. Quanto ero stata idiota! Mi ero fidata di uno di loro che voleva solo portarmi al suo superiore come spuntino di mezzanotte! – Che idiota!- esclamai furibonda con me stessa. Provai a rimettermi in piedi sperando di non scivolare per l’acqua che c’era per terra. I miei capelli mizzi continuavano a far cadere gocce di pioggia e i vestiti non erano da meno. Percepii un rumore di passi che venivano in mia direzione e ricominciai a correre. Arrivai al portone d’ingresso e lo aprii con tutte le forze. Fuori pioveva ancora e, se era possibile, più fitto di prima. Feci un respiro profondo e uscii. Continuai a correre sotto il diluvio senza fermarmi mai.

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


Le gocce mi colpivano violentemente sulla testa che ormai era zuppa. Mi ero amalgamata con la pioggia. A metà del ponte che divideva la scuola dal dormitorio Sole fui bloccata da qualcosa. – Sei matta a correre sotto la pioggia?- Takuma mi aveva seguita fino a quel ponte e mi stava tenendo ferma. – Non ho intenzione di essere lo spuntino del tuo capo! - gli urlai contro. Lui rimase sorpreso – Ma che stai dicendo? Kaname voleva parlarti di quello che hai fatto con Kain! Non sopporta di non sapere qualcosa che accade attorno a lui…- “Oddio!” pensai mentre uno starnuto mi usciva senza preavviso. – Ecco! Perfetto, ti sei ammalata! - esclamò il vampiro difronte a me. –Non mi sono ammalata! - esclamai io. – Sì certo! - replicò lui mentre mi prendeva in braccio. In pochi minuti fummo nuovamente nella scuola. Mi posò su una sedia che giaceva nel corridoio e andò a prendere due asciugamani. Quando tornò, mi stavo massaggiando la spalla e subito assunse un’espressione preoccupata ma io mi affrettai a dirgli – Non preoccuparti, non è nulla! - lui mi spostò dolcemente la mano e abbassò la spallina della divisa. – Devi smettere di dire che non è niente! Lascia che le persone si prendano cura di te…- nel frattempo mi avvolse l’asciugamano e mi abbracciò. – Lascia che ti aiuti… ti prego! - sussurrò. Io lo scostai delicatamente ma con fermezza – Perché? Non ho bisogno del tuo aiuto! - sapevo che non era vero, volevo che mi aiutasse perché averlo vicino mi faceva sentire bene ma, sapevo anche che, come tutti i vampiri, per amare lui aveva bisogno di bere il mio sangue, ma come potevo permetterglielo se poi sarebbe morto nel giro di un giorno? Se mai avesse ricambiato i miei sentimenti non avrebbe mai potuto essere felice appieno. A me sarebbe bastato fare l’amore con lui, ma a lui serviva bere il mio sangue e sentire che ero sua in ogni modo… questo non sarebbe mai potuto accadere.
Takuma mi guardava con tristezza. – So cosa stai pensando, io posso stare anche senza bere il tuo sangue! Te lo assicuro! Potrebbe essere strano e difficile, ma non impossibile! - mi prese il viso fra le mani e mi baciò. Era successo tutto molto in fretta! Dopotutto ci eravamo conosciuti solo pochi giorni prima ma quella sensazione che fossimo destinati a stare assieme si poteva percepire nel modo in cui lui mi teneva fra le sue braccia e come io lo incitavo a continuare. Poi qualcosa in me cambiò. “È tutto sbagliato!” spalancai gli occhi, lo costrinsi a staccarsi da me – No! Non possiamo Takuma…è sbagliato nei tuoi confronti- abbassai lo sguardo cercando un modo per andarmene. – Eccoti Ichijo! Ti stavamo cercando! - Aido fece capolino nel corridoio trovandoci a pochi centimetri l’uno dall’altra. – Sono qui Hanabusa…- disse lui con la tristezza nella voce. Mi venne una stretta al petto “Cosa ho fatto?!” vederlo così, cambiato da un momento all’altro, mi fece sentire un mostro, però era giusto così! In questo modo avrebbe potuto trovare la donna giusta, che poteva soddisfare tutti i suoi desideri.
Hanabusa si avvicinò – Shini, il nobile Kaname vorrebbe incontrarti. - mi disse sorridendo in modo beffardo. Stavo per rispondere quando Takuma mi precedette – Parleranno domani. Adesso lei deve andare, se non vogliamo che Kiryu faccia problemi! - mentre parlava si allontanò leggermente da me e mi diede una spintarella verso l’uscita. Aveva smesso di piovere e potevo tornarmene nel dormitorio senza problemi. Aido sospirò – Andrà bene… lo dici tu a Kaname! - Takuma annuì con il capo mentre uscivo dall’edificio. – Hey Gami! Non si saluta? - mi urlò dietro il vampiro con la faccia da sberle. Senza neanche girarmi gli feci un cenno con la mano e proseguii la mia camminata.
Arrivata nella mia stanza mi feci una doccia e mi infilai sotto le coperte “Non devi più vedere quel vampiro” mi ripetei mentre cercavo di addormentarmi. “Per lui sarà meglio così! Vedrai che in pochi giorni si dimenticherà di te e troverà qualcuno di più adatto…” crollai nel mondo dei sogni continuando a pensare al volto di quell’angelo chiuso in un corpo da demone.






ANGOLO AUTRICE


Ciao a tutti! Questa storia l'avevo cominciata qualche anno fa ma ho deciso di pubblicarla solo ora.
Spero lasciate un commento ; )

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Capitolo 8
*** Capitolo 8 ***


Mi svegliai intorno alle sette, mi preparai come sempre ed uscii dalla mia stanza con i libri in mano. La notte non avevo quasi dormito: dopo essere tornata nel dormitorio alle tre, avevo dormito un oretta e mi ero svegliata in un bagno di sudore. Avevo sognato per l’ennesima volta il giorno in cui i miei genitori erano stati uccisi. Percepii nuovamente l’orrore delle mani del vampiro sul mio corpo e l’immagine di Takuma che mi baciava si trasformò in un qualcosa di orribile.
Con la stanchezza di chi non dormiva da anni, andai a lezione. Quando fui in classe Yuki mi si affiancò impedendomi la fuga – So che eri a scuola questa notte! Il nobile Kaname me l’ha detto! - non rimasi affatto stupita della cosa: sapevo che fra i due c’era un certo rapporto, lui voleva lei tutta per sé e lei era perdutamente innamorata di lui. Per loro la cosa andava benissimo perché lei non aveva la capacità di ucciderlo con il suo sangue… quel pensiero mi mise una tristezza che andò ad aggiungersi a quella che già provavo. Riuscii a reprimere una lacrima che cercava di uscire, - Gami! Non dovresti andare in giro durante la notte! - ci mancava solo Zero, che con la sua “simpatia” mi avrebbe ucciso quel poco di autocontrollo che ancora possedevo.
Per tutta la durata delle lezioni non smisi di pensare a Takuma, ai suoi occhi, al suo calore, alla sua spontaneità nell’abbracciarmi come se lo avessimo già fatto un centinaio di volte. Ciò che più mi pulsava nella testa era il bacio pieno di passione che ci eravamo scambiati; un legame inscindibile che ci avrebbe sempre uniti, nel bene e nel male. “Io lo amo…” arrivai a pensare verso la fine dell’orario scolastico. Ci avevo pensato molto ma ne ero sicura! Il modo in cui lo pensavo, in cui lo desideravo…erano pensieri che solo chi ama poteva avere, ma erano sbagliati! Già solo per il fatto che ci conoscessimo da nemmeno una settimana faceva sì che i miei pensieri sembrassero quelli di una delle tante ragazze che ogni giorno, quando i cancelli del dormitorio Luna si aprivano, urlava dietro a uno dei vampiri facendosi filmoni mentali di come l’avrebbe baciata, di come l’avrebbe amata e di quali cose mirabolanti sapesse fare a letto. Okay, forse solo alcune, le più pervertite, arrivavano a questo, però io ero una di quelle…
-Signorina Gami?- il professore mi riscosse dai miei pensieri, Yuki mi stava scuotendo per un braccio mentre cercava di farmi tornare sul pianeta Terra – Shini, stai bene?- vidi la preoccupazione nei suoi occhi, ma non capivo il motivo – Certo, perché?- ero confusa: un momento prima pensavo beatamente ai cavoli miei e quello dopo la mia unica pseudo amica e il professore di matematica, assieme al resto della classe, mi fissavano come se avessi ucciso qualcuno. – Sei diventata pallida in un secondo, Shini… e hai cominciato a tremare… sicura di stare bene? - la bruna mi stava massaggiando dietro una spalla ma io la scrollai di dosso – Ripeto: non ho nulla! - sbottai mentre vedevo Zero avvicinarsi da dietro le mie spalle. Cominciai a sentirmi troppo osservata, cosa che non mi piaceva affatto! Così improvvisai come sapevo fare – Scusi professore Hoshinaya, non sono stata molto bene questa notte e forse non mi sono ancora ripresa del tutto… potrei andare in infermeria? - il professore acconsentì augurandomi una pronta guarigione ed io lasciai l’aula mentre sentivo il petto appesantirsi sempre di più. “Che mi succede?” pensai cercando di controllarmi. “Sembra un attacco di panico… ma perché mi è venuto?” l’unica volta che ne avevo avuto uno era stato il giorno dopo la morte dei miei genitori, quando un sacco di visi sconosciuti mi avevano fatto le condoglianze senza nemmeno guardarmi. Mi ero chiusa in camera e non ero uscita per un giorno intero. Avevo pianto e avevo lasciato che il panico e l’ansia si impossessassero del mio corpo. Poi, come era arrivato, se ne andò! Decisi che non potevo vivere compiangendomi e detti un taglio a tutto. Presi la decisione di trasferirmi alla Cross Academy e mi attivai immediatamente per l’iscrizione. Se però non lo avessi fatto… se fossi rimasta chiusa in quella stanza, non sarei stata così nuovamente, per di più innamorata di un vampiro!

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Capitolo 9
*** Capitolo 9 ***


Andai nel cortile della scuola e mi sedetti sotto un pesco, cercando di tranquillizzarmi. Percepii la presenza di un ragazzo alle mie spalle così mi voltai leggermente – Perché sei qui Zero?- domandai un po' infastidita, ma molto curiosa. Non capivo perché mi avesse dovuta seguire senza un motivo evidente, così attesi una sua risposta che però tardava ad arrivare. Mi voltai per guardarlo negli occhi e quello che vidi mi lasciò senza fiato. Aveva lo sguarda incendiato dal desiderio del sangue, il mio sangue! Stava puntando alla mia giugulare mentre i canini gli spuntavano dal labbro superiore e bucavano quello inferiore. Senza neanche rifletterci, indietreggiai così da aumentare la distanza da quel ragazzo vampirizzato. – Zero…- avevo la voce insicura che lasciò intendere al vampiro di agire. Mi saltò addosso stringendomi con le braccia al suo torace. Non potevo muovermi, ma riuscivo a vedere la sua faccia, i suoi occhi rossi, il suo desiderio. – Lasciami Zero! Mi fai male!- provai a divincolarmi ma era inutile; strinse la presa fino a farmi quasi mancare l’ossigeno. Sapevo che potevo farlo tornare in sé ma non in quel luogo così esposto. Non potevo certo farmi un taglio sul braccio e spargere il liquido viscoso sulla gola del mio aggressore sperando che nessuno mi vedesse. Era abbastanza impossibile! – Kiryu!- una voce proveniente dalla parte opposta del cortile lo fece voltare, dandomi la possibilità di allontanarmi quel tanto da farmi respirare. Zero aveva un’espressione inorridita e non reagiva. Si limitò a mostrare un po' i canini, cosa che ai due vampiri che erano arrivati non andò a genio. Scattarono in avanti ad una velocità sovrannaturale. Hanabusa si avvicinò troppo al guardiano così mi misi in mezzo. – Basta!- urlai. Tutti rimasero immobili – Posso gestire la faccenda da sola, grazie…- il secondo vampiro, un ragazzo più giovane con i capelli rosso mogano, mi prese per un braccio – Non sono cose per gli umani queste!- mi scrollai di dosso la sua mano fredda – Non ho chiesto il vostro aiuto!- nel frattempo Zero si era allontanato cercando di tornare in sé “devo aiutarlo subito, o finirà come l’altro giorno…” pensai mentre mi avvicinavo a lui. – Zero, andiamo in un posto chiuso così ti posso…- ma non potei finire la frase perché Aido mi saltò addosso prendendomi da dietro – Tu non farai nulla!- mi dimenai continuando a ripetergli di lasciarmi andare ma il vampiro con la faccia da sberle non mi mollava. Zero crollò per terra ansimante, si teneva la gola con le mani che si contorcevano dalla sofferenza. – Non vedi che sta male?! Posso farlo stare meglio! Non ricordi cosa ho fatto a Kain?- ormai lo stavo implorando usando tutte le carte a mia disposizione. Quell’ultima cosa sbloccò Hanabusa che allentò la stretta – Tu…Ri-ricordi?- mi fiondai sul vampiro dai capelli argento cercando di aiutarlo a rialzarsi – Non ci riesco! Mi potete dare una mano?- guardai entrambi i vampiri: quello coi capelli mogano mi fissava incuriosito, mentre Aido continuava a ripetere – Non può essere…non puoi ricordare…- spazientita e allo stremo delle mie capacità di sopportare la stupidità gli dissi – Sì genio! Non mi hanno cancellato i ricordi! Ora aiutami e poi ti dirò!- si riprese e assieme al suo compagno portarono Zero in una camera piena di strumenti musicali, una specie di ripostiglio pieno di chitarre, flauti e tamburi. – è meglio se io e Shiki aspettiamo fuori…- sospirò il biondo. Annuendo un po' pensierosa li bloccai un secondo prima che chiudessero la porta – Avete qualcosa di tagliente?- entrambi scossero la testa ma poi Shiki rientrò nella stanza. Si bucò la punta dell’indice con un canino e fece uscire un po' del suo sangue che si solidificò. – Wow!- esclamai sorpresa. Lui arrossì leggermente e spezzò quella specie di corda di sangue. – Tieni! Questa taglia ma fa attenzione- la presi dalle sue mani e la usai come fosse un coltello. La stanza si riempì di odore di sangue mentre il liquido colava sul collo di Zero che era tenuto fermo da Shiki. Hanabusa provò a rientrare, ma il suo autocontrollo era assai scarso e non voleva cadere in tentazione. Ci vollero diversi minuti prima che il vampiro agonizzante si riprendesse, in quel tempo parlai un po' con il mio aiutante che mi raccontò di essere il compagno di stanza di Takuma e che dalla notte precedente, aveva smesso di parlare con chiunque – è tornato in camera questa mattina e non è più uscito. Non mi ha voluto dire il motivo ma penso che sia successo qualcosa di grave… non ha mai fatto così!- quell’informazione mi mise di mal umore più di quanto non fossi già: sapere di aver ferito i sentimenti di una persona che amavo perché non era una buona cosa per lui mi faceva morire. M rimisi in piedi mentre prendevo un fazzolettino di stoffa e lo usavo per tamponare la ferita, Shiki mi aiutò per paura che potessi avere un capogiro e uscimmo dal ripostiglio lasciando a Zero il tempo di riprendersi. – Come stai?- domandò Aido, gli sorrisi gentilmente e cominciai a spiegargli perché non avevo perso i ricordi – Il mio legame con il vostro mondo è talmente profondo che Takuma non è riuscito a reciderlo, mi ha solo causato un po' di smarrimento il giorno dopo…- i due vampiri mi guardavano interessati poi Hanabusa mi mise una mano sulla spalla – Cosa facevate ieri notte nel corridoio della scuola da soli?- avvampai abbastanza visibilmente, mentre cercavo le parole per rispondergli – Ecco…io, l’ho…respinto- sussurrai abbassando la testa. Aido scattò all’indietro mentre rideva – Respinto? A me sembrava più che lo stessi incitando!- esclamò sornione. Mi venne una lacrima mentre una rabbia mi cresceva nel petto – Se avevi visto tutto perché me l’hai chiesto?- sbottai. Shiki allontanò Aido rimproverandolo per la stupidità ma sapevo che non gli importava veramente di ciò che era appena successo. – Avrei bisogno del vostro aiuto- cominciai sperando nella loro collaborazione. I due si incuriosirono così si misero ad ascoltare attentamente – Dovete fare in modo che Takuma si dimentichi di me! Tenetelo impegnato, fategli conoscere un'altra vampira, o non so…fate qualcosa affinché dimentichi tutto su di me!- i due interlocutori mi fissavano con gli occhi sbarrati – Come scusa?- esclamò esterrefatto Hanabusa, un po' insicura lo guardai cercando di fargli capire il mio disagio a parlarne – avete capito benissimo! Lui deve dimenticarmi! - Shiki cominciò a grattarsi i capelli mogano – E perché scusa? Da quelle due parole che mi ha rivolto una era Shini! Cosa ti ha fatto? - prima che potessi rispondere, Aido si intromise – O cosa hai fatto TU a lui? - mi voltai dalla parte opposta così che non potessero vedere le lacrime che mi rigavano il viso – è meglio così! Se mi amasse non potrebbe bere il mio sangue e sappiamo tutti che per un vampiro è fondamentale sentire il sangue dell’amato che gli scorre in gola…- tirai su col naso – il mio sangue lo ucciderebbe… non posso permetterlo! - mi resi conto che i due dietro di me si erano preoccupati – In che senso “il tuo sangue lo ucciderebbe”? - chiese Shiki. Fu Hanabusa a rispondergli – Finché è usato per guarire va bene, ma se ingerito ti porta a desiderarlo fino a uccidere per averlo e dopo muori. - mi scappò un singhiozzo – Dopo 24 ore- non riuscii più a trattenermi e cominciai a piangere. Mi affrettai ad asciugarmi le lacrime e a tranquillizzare i due vampiri dicendogli che era tutto okay ma che dovevano promettermi di tenermi Takuma Ichijo lontano. Benché a malincuore, accettarono e, provando a tirarmi su il morale, mi portarono a fare un giro nel bosco fra i due dormitori.
Mi rilassai per tutto il pomeriggio, provando a non pensare al vampiro che mi aveva preso il cuore. Era davvero molto difficile ma, con Aido che aveva da commentare qualcosa a ogni persona che incrociavamo, quelle ore passarono abbastanza serenamente. Attorno alle sei fui accompagnata nel dormitorio Luna per parlare con il “famoso” Kaname. Sperai di non incontrare Takuma mentre percorrevo il corridoio e salivo le scale per arrivare nello studio del capo dormitorio. Quando fui alla porta feci un respiro profondo mentre Hanabusa chiedeva il permesso di entrare, “Magari ti può aiutare a capire meglio la situazione” pensai, mentre varcavo la soglia.

 

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Capitolo 10
*** Capitolo 10 ***


-Siediti- disse il vampiro in piedi difronte alla finestra mentre mi avvicinavo. Mi fece segno con la mano verso una poltrona accanto ad un’imponente scrivania in rovere rifinita con dettagli argentati. La stanza era buia a causa del sole che tramontava ma c’era una luce di una lampada da tavolo che illuminava la porzione di pavimento attorno ad essa. Mi sedetti sulla poltrona che mi aveva indicato Kaname Kuran, era morbida e ci sprofondai dentro. Il giovane si girò per guardarmi – E così sei tu la famosa Shini Gami- esclamò con tono quasi indifferente, mi affrettai a rispondere – Esatto! Tu sei Kaname, giusto? Perché mi volevi vedere? - lui accennò un ghigno mentre con la mano accarezzava i pezzi di una scacchiera appoggiata sulla scrivania – Sai, non amo molto essere all’oscuro di cose che mi circondano. Sono abbastanza intollerante alle sorprese…- mi trattenni dal dirgli che me lo avevano già detto. Sapevo non sarebbe stata una grande idea! Mi mossi un po' sul mio posto, impaziente di capire cosa volesse da me. Poi ricominciò a parlare – Io vorrei sapere chi sei, perché sei qui, cosa ti ci ha portato e cosa ti è successo per avere la capacità che hai dimostrato aiutando Kain Akatzuki dopo che era stato ferito. - mi accorsi che aveva accennato a qualcuno dietro alle mie spalle, così mi voltai vedendo l’ombra di un ragazzo alto e magro appoggiato alla parete accanto alla porta. Rimaneva immobile e in silenzio quasi non volesse che lo vedessi. Feci un respiro profondo ritornando alle domande di Kuran – Beh… sono di una cittadina un po' lontana da qui, ho deciso di venire alla Cross Academy perché i miei genitori sono stati uccisi e non avevo nessuno con cui stare. Nulla di eclatante. - il vampiro mi guardò sornione – Ma che brava che sei a mentire! - io sbarrai gli occhi, non avevo mentito! Semplicemente avevo omesso un sacco di dettagli, ma quello che avevo detto era vero… - Non-non capisco…- sussurrai; Kaname si avvicinò molto velocemente e mi bloccò sulla poltrona – Dimmi la verità! - ringhiò con decisione. Rimasi immobile con lo sguardo piantato nei suoi occhi. Mi stavo perdendo nel loro colore scuro, mentre lui continuava a parlare. Mi sentii pesante e svelata… sbattei gli occhi. Avevo capito cosa aveva provato a fare: entrare nella mia testa e trovare le informazioni da solo! Ma non glielo avevo lasciato fare. Lui si scansò divertito – Come pensavo! Tu sai perfettamente chi siamo e cosa sappiamo fare. Ora, dimmi tutto quello che sai! - con un mal di testa che cominciava a farsi avanti cominciai a spiegargli la storia dei miei genitori, del loro lavoro di hunter e di come il vampiro avesse cercato di dissanguarmi per l’irrefrenato desiderio del mio sangue. Gli dissi del giorno dopo, della sua esplosione e del dolore che avevo provato a tutte le parti del corpo. Lui ascoltò in silenzio poi mi bloccò alzando la mano sinistra – Quindi, il tuo sangue guarisce ogni genere di ferita o malattia, persino la sete dei vampiri, ma se ingerito porta alla pazzia e al desiderio di altro sangue. Dopo 24 ore muore e tu ne risenti… interessante! - mi lasciai cadere con la schiena nello schienale della poltrona espirando rumorosamente. – Bisogna impedire che qualcuno sappia dell’invincibilità che si ottiene per quel lasso di tempo. Ci sono molti livello D che, pur di ottenere vendetta, si sacrificherebbero a una morte veloce in un giorno…- a quel punto il ragazzo sul fondo emerse dalle tenebre – Dovremmo aspettarci attacchi da vampiri estranei a quelli della Night Class! Se si diffonde la notizia delle sue capacità, chiunque abbia una questione irrisolta con un vampiro di un livello superiore attaccherebbe Shini. - quando fu accanto a me vidi che era Kain, gli rivolsi un sorriso timido e lui mi guardò più con preoccupazione che con gentilezza. Kaname guardò fuori dalla finestra – Probabilmente hai ragione! È troppo importante per lasciarla incustodita- si girò per guardarmi – D’ora in avanti, ci dovrà essere sempre qualcuno della Night con lei! - sobbalzai scioccata, scattai in piedi quasi urlando un – Cosa?!- i due sbarrarono gli occhi – Non ho intenzione di portarmi un vampiro sempre appresso! E ora, se mi scusate, me ne torno al mio dormitorio! Buonanotte… o meglio, buona giornata! - presi la porta e me ne andai. Come potevano pensare che mi sarei lasciata usare da quei succhiasangue per guarirli e poi essere tenuta al guinzaglio dicendo addio alla mia libertà? Uscii di tutta fretta dal dormitorio Luna non salutando quasi Aido che mi aveva rincorsa vedendomi uscire dallo studio di Kuran – Com’è andata? - mi domandò incuriosito. Io sbuffai mentre continuavo a camminare impettita – Vorrebbero attaccarmi un vampiro alle calcagna perché sono troppo “preziosa”, come ha detto il tuo nobile Kaname! - lui impiegò qualche secondo per capire quello che gli avevo detto, nel frattempo eravamo arrivati al ponte che portava alla scuola. – Dovresti essere contenta di ricevere protezione da Kaname, solitamente elimina tutto ciò che non era nei suoi piani…- mi bloccai e mi girai scioccata verso il vampiro – Mi stai dicendo che mi hai portata dal tuo capo con la convinzione che mi avrebbe uccisa?!- sbarrò gli occhi senza dire nulla, così continuai – E io scema che mi sono fidata!- ricomincia a camminare a passo veloce mentre lui si sbloccava – Non è quello che intendevo!-mi disse, raggiungendomi e bloccandomi – Sapevo che Kaname avrebbe visto in te qualcosa…dicevo solo che è meglio la sua protezione che la sua indifferenza…- vedevo nei suoi occhi il disagio per quello che mi aveva detto, però non potevo non pensare a cosa sarebbe successo se, in vece di vedere qualcosa di utile nel mio dono, quel vampiro gelido avesse visto solo un fastidio. Mi si gelò il sangue nelle vene. Mi sentii debole all’improvviso e cominciai a vedere sfocato. – Shini! - esclamò Hanabusa – Cos’hai? - accelerò il mio battito cardiaco e il respiro si fece difficile. Guardai il ragazzo difronte a me – Prendimi- supplicai mentre mi cedevano le gambe e cadevo priva di forze. Fu molto veloce a fermarmi e mi sollevò tenendomi fra le braccia. – Stai tranquilla, ti porto in infermeria- esclamò mentre tutto diventava nero e svenivo.
 
-Si sta riprendendo- disse qualcuno con un tono di voce molto basso mentre aprivo faticosamente un occhio. Mi trovavo in una stanza molto più grande della mia. Le pareti e il soffitto erano bianchi, c’erano degli armadietti pieni di medicinali e tre letti di metallo con le lenzuola bianche. Capii di essere in infermeria. Cercai di ricordarmi come ci ero finita lì ma nella mia testa regnava il caos, la paura e il vuoto. Provai a mettermi seduta mentre mettevo a fuoco un ragazzo che mi correva vicino e con le braccia mi bloccava in modo molto gentile – Stai attenta, sei ancora molto debole…- mi resi conto che era Takuma. Mi venne un nodo in gola, nonostante lo avessi respinto, lui era venuto per starmi accanto. – Takuma…mi-mi- ma non mi lasciò finire. Mi posò un dito sulle labbra – Risparmia le energie. Riposati ancora un po'- mi riadagiai nel letto e chiusi gli occhi. Effettivamente mi sentivo ancora molto debole. Cominciai a pensare a come comportarmi con quel vampiro che amavo; dovevo trovare un modo affinchè il mio sangue non fosse pericoloso per lui, però non sapevo da dove iniziare le mie ricerche. Sentii il mio corpo farsi pesante e tutte le miei preoccupazioni svanire mentre ripiombavo in quel sonno profondo che mi aveva tenuta rinchiusa fino a poco prima.

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Capitolo 11
*** Capitolo 11 ***


Riaprii gli occhi con la luce del sole che entrava nella stanza dalla grande finestra che dava sul cortile principale della scuola. Scostai le coperte dal mio corpo mentre mi mettevo seduta sul letto. – Finalmente sei sveglia- Hanabusa era seduto su una poltrona accanto alla porta. Si alzò e venne vicino al mio letto – Come ti senti? - c’era preoccupazione nella sua voce e mi sentii in colpa per quello che era successo quando ero stata male. – Meglio, grazie. Scusa…- sussurrai quell’ultima parte e abbassai lo sguardo. – Non devi scusarti! Hai avuto un calo di zuccheri per il troppo sangue che hai perso in questi giorni, io ero lì, per fortuna, e ti ho potuta aiutare! - per un qualche impulso interiore, mi alzai e lo abbraccia piena di gratitudine. Se lui non fosse stato con me, sarei stata atterra per chissà quanto tempo… cominciai a piangere. Le lacrime bagnavano la giacca bianca del vampiro che mi stringeva a sé. Cominciò ad accarezzarmi la testa mentre ripeteva sottovoce – Non piangere sorellina, sei al sicuro…- Era così che mi vedeva? Come la sua sorellina? Io lo consideravo un fratello ma non pensavo la cosa fosse reciproca. Sentii il cuore più leggero mentre l’angoscia e le lacrime scemavano. Dopo qualche minuto ero tornata ad essere quella di sempre: tranquilla e pacata. Ringraziai Hanabusa e mi rivestii con la divisa. Il vampiro mi accompagnò in classe e lo pregai di andare a dormire. Aveva una faccia così stravolta che mi fece sentire quasi in colpa. Nell’aula c’era un posto libero accanto a Zero, così mi sedetti lì.
Finita la lezione il ragazzo mi domandò come stessi – Bene, grazie. Tu? Hai più avuto…? - non servì finire la frase perché lui fece un cenno con la testa confermando di non essere più diventato un animale feroce. – Per fortuna…- sospirai. Poi mi cadde l’occhio sul collo di Yuki. C’era una benda che copriva tutta la fascia bassa del collo, dove erano soliti mordere i vampiri per succhiare il sangue. – Cos’hai fatto?!- la rabbia cominciava a montarmi dentro, Zero mi guardò con lo sconforto negli occhi – Non ce l’ho fatta…- sussurrò. Lo guardai infuriata – Ti avevo detto di venire da me! Non dovevi farlo con lei...- lui voltò la testa dalla parte opposta – Non potevo chiedertelo una terza volta…- lo afferrai per un braccio – Perché no?!- il vampiro mi guardò negli occhi – Perché sei finita in infermeria per avermi aiutato! Sei stata male perché mi hai dato il tuo sangue… non posso più chiedertelo, non voglio che Ichijo mi odi di più! - quell’ultima esclamazione sperai di averla fraintesa così gli chiesi di ripeterla e la risposta fu la stessa cosa – Takuma è venuto ad infuriarsi con te? - ero abbastanza scocciata e lui cercava di non collaborare. – Dimmelo Zero! Cosa ti ha detto? - dopo un po' di tentativi riuscii ad estorcergli delle informazioni – Mi ha accusato di essere la causa del tuo malessere. Ha sentito l’odore del tuo sangue entrambe le volte che mi hai aiutato…- quelle cose mi ferirono nel profondo. Non poteva incolpare Zero di una decisione che avevo preso di mia spontanea volontà! Ero abbastanza grande da vivere da sola ma non da scegliere se aiutare o meno un mio amico?! Decisi di andare a parlargli così da chiarire la questione e con l’occasione avrei chiesto a Kaname se c’era la possibilità di non avere un vampiro sempre attaccato al sedere.
Finita la giornata scolastica, mi indirizzai verso il dormitorio Luna, pregando di incontrare prima Hanabusa così da non essere sola con Kuran. Per qualche motivo quel vampiro di livello A mi metteva una certa soggezione. Attraversai il ponte e aprii lentamente il portone del dormitorio. Nell’atrio da cui si arrivava alle varie stanze non c’era nessuno. Le poltrone e i divanetti erano vuoti, sulle scale e nei corridoi aleggiava il silenzio. Entrai cercando di fare meno rumore possibile, cominciai a salire le scale e arrivai al secondo piano. – Shini? - per poco non feci un salto dallo spavento. Il vampiro dai capelli mogano era in piedi in cima alla scalinata che stavo percorrendo – Shiki! Mi hai spaventata!- lui si avvicinò con passo rilassato – Puoi anche chiamarmi Senri… dove stavi andando?- ero un po' indecisa se dirgli la verità o se inventarmi una qualche scusa: essendo che avevo chiesto a lui e ad Aido di tenerci lontani in modo che Takuma potesse dimenticarsi di me, temevo che mi avrebbe impedito di andare da lui se gli avessi detto la verità; dall’altra parte, però, avrebbe potuto aiutarmi a trovare la sua stanza e magari, poi, mi avrebbe accompagnata da Kaname così che non sarei stata sola. – Dovrei parlare con Takuma- esordii dopo un’attenta riflessione – Devo chiedergli spiegazioni per un comportamento che ha avuto…- Senri non mi lasciò finire – è per quello che ha detto a Zero, vero? - sbarrai gli occhi scioccata mentre lui continuava – Ci è voluta molta forza per bloccarlo dall’aggredire quel guardiano, pensa che né io né Akatzuki lo avevamo mai visto così aggressivo…- si passò una mano fra i capelli, mentre cercavo di riprendermi da quello che avevo appena sentito. Takuma aveva quasi aggredito Zero perché voleva proteggermi… non riuscivo a non amare quel vampiro. – Devo vederlo…- sussurrai in modo quasi impercettibile, ma sapendo che Senri mi avrebbe sentita – Ti accompagno io ma poi devo andare, che ho un servizio fotografico con Rima- mi accorsi che una giovane vampira era seduta su uno dei divanetti nel foie. – S-Si grazie… ma scusa! Tu fai il modello?!- con una risatina beffarda annuì – Ho un viso fotogenico! - e ci incamminammo per il lungo corridoio buio.

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Capitolo 12
*** Capitolo 12 ***


Senri mi portò davanti ad una porta grande e massiccia in legno laccato. Accanto c’era appesa sul muro una targhetta che recitava: “Ichijo Takuma e Shiki Senri”. Quando fui lì, pronta per parlare con lui, mi cominciò a battere forte il cuore e le gambe tremavano. Temevo quale reazione avrei avuto a rivederlo. Ma soprattutto, cosa avrebbe fatto lui?
-Stai tranquilla… sento il tuo cuore impazzire come se lo avessi attaccato alle orecchie! - feci dei respiri profondi incapace di rispondergli. La porta si aprì ed apparve un Takuma sgualcito, con una tuta da ginnastica, i capelli spettinati, il viso con le occhiaie e senza delle scarpe ai piedi – Shini! - rimase sorpreso dal vedermi – Perché sei così agitata?- domandò dopo aver guardato Shiki ed essere tornato con gli occhi su di me. Riuscii a combattere le mie paure – Vorrei parlarti…- sussurrai mentre Senri si avviava per tornare dalla vampira seduta all’entrata del dormitorio. Entrai nella stanza e Takuma mi fece segno di sedermi su un letto a due piazze con le lenzuola blu notte. Si passò una mano nei capelli mentre si sedeva sul letto di fronte – Non avrei mai immaginato saresti venuta qui…- disse con tono triste. Abbassai lo sguardo cercando di fare ordine nei miei pensieri. Sapevo che lo avevo ferito nel profondo quando lo avevo respinto e sapevo che, nonostante quello che gli avevo detto, lui mi aveva difesa. – Mi dispiace…mi dispiace per quello che ti ho detto e per averti fatto soffrire…non era il mio desiderio! - mentre parlavo acquistavo un minimo di convinzione. Lui mi guardava senza dire nulla, nella penombra sembrava un cadavere… - Io voglio che tu sia felice e che viva con qualcuno che possa accontentarti ed amarti alla follia e che ti possa donare il suo sangue ogni qual volta tu ne abbia bisogno! - mi uscirono un paio di lacrime mentre continuavo quello che stavo cercando di spiegare ad una persona che amavo – Io non posso darti tutto questo… tu non potrai mai bere il mio sangue perché ti ucciderei! Come potrei vivere sapendo che per colpa mia tu non stai bene? Ho pensato che, tenendomi lontana da te, tu potessi innamorarti di una vampira e ti saresti dimenticato di me…- fu allora che si alzò di scatto dal suo posto – Come potrei mai dimenticarmi di te?! Ti amo! Ti amerò sempre! Non puoi chiedermi di amare un’altra. Per me esisti solo tu…- gli cadde una lacrima che gli bagnò la guancia; non sapevo più cosa fare. Dovevo lasciarmi andare e stare con lui fino alla fine, o dare ascolto al lato ragionevole e andarmene per permettergli una vita migliore? Una miriade di possibilità mi offuscò la mente…
Le braccia di Takuma mi strinsero in un abbraccio pieno di passione –Io ti Amo, Shini Gami! E nulla mi farà cambiare questo! - disse con tono deciso. Mi baciò mentre le lacrime continuavano a scendere e bagnare i nostri visi. Avevo fatto piangere un vampiro! Lo avrei sicuramente fatto stare peggio se fossi rimasta ancora… sicuramente dopo un tempo di tristezza e depressione si sarebbe ripreso, avrebbe riacquistato quell’aspetto smagliante che mi aveva subito catturata e si sarebbe rimesso in gioco per trovare una compagna. Con tutte le forze, invocando ogni micro parte dei miei muscoli affinchè mi ascoltassero, mi staccai lentamente dalle labbra calde del mio amato. Lui fece un po' di resistenza ma poi cedette, convinto che sarei rimasta con lui. – Mi dispiace…- sussurrai al suo orecchio, mi allontanai leggermente – Ti amo Takuma…- e mentre quelle tre parole uscivano in un suono flebile dalle mie labbra bagnate dalle mie lacrime, scappai dalla stanza lasciando il vampiro che amavo immobile per lo stupore e la tristezza. “Sicuramente un giorno capirai perché l’ho fatto!” pensai mentre correvo fuori dall’edificio attraverso il portone e raggiungevo il ponte. Sentii il sale sulle mie labbra, aveva il sapore di Takuma… quel pensiero mi fece solo peggio. Una stretta al cuore mi fece diminuire la velocità senza, però, smettere di correre. Raggiunsi il bosco e lo attraversai cercando di passare inosservata. Arrivai alle mura perimetrali che delimitavano la zona del collegio Cross. Senza forze mi fermai sotto una quercia secolare. Mi sdraiai cercando di riprendere fiato. I singhiozzi non si interrompeva e, quando mi apparve l’immagine di Takuma nella sua stanza accasciato al suolo nello stesso punto in cui lo avevo lasciato poco prima, non potei trattenermi dallo scoppiare in singhiozzi di pura disperazione. Avevo abbandonato la persona che amavo, quella che mi aveva aiutata e protetta, colui che avrebbe rinunciato a bere sangue umano pur di stare con me…
-Che ti è successo? - una voce sconosciuta mi fece saltare in piedi in preda al panico. Il sole stava calando delimitando il confine fra umani e vampiri. Mi guardai attorno cercando da dove provenisse quella voce. Speravo fosse uno studente della Day Class ma, al limitare del bosco e a quell’ora, molto più probabilmente era uno della Night. –Chi è? - domandai con un tremolio per nulla rassicurante nella mia voce. Un’ombra piombò giù da un albero poco lontano. Era alta e asciutta con un soprabito lungo. Si avvicinò allargando il viso in un sorriso falso – Ma come? Non riconosci un amico di tuo padre? - Mi si mozzò il fiato. Il cuore cominciò a battere all’impazzata. Era il vampiro che aveva aggredito gli studenti della Night Class e aveva ferito Kain. Cecai di indietreggiare mentre lui accorciava la distanza fra noi – Mi sono ricordato della tua capacità… e anche del fatto che devo vendicarmi di un Sanguepuro… saresti così gentile da donarmi un po' del tuo sangue? - quello sguardo pieno di malignità mi inquietava. Provai a scappare ma lui fu più veloce e mi bloccò contro la parete di cemento delle mura. – Lo prendo come un no! - si passò la lingua sui canini – Vorrà dire che mi servirò da solo- spalancò le fauci mentre tutta la mia paura si impossessava di me. Non potevo permettergli di bere il mio sangue! Se, come aveva detto, voleva uccidere un Sangue puro, dovevo impedirglielo. Provai a liberarmi dalla presa ma fu inutile: mi teneva ferma con una mano sotto al mento chiusa sulla gola e a trenta centimetri dal suolo. L’altra mi bloccava le braccia sopra alla testa cercando di tenermele il più ferme possibile. – Non fare la preziosa! - mi scosse un minimo poi riaprì la bocca facendo spuntare i canini. Si avvicinò rapidamente al mio collo e, quando li conficcò nella mia carne, una fitta di dolore mi pervase il corpo intero rendendo ogni mia forza vana. Mi sentivo svuotare della mia forza vitale mentre quel mostro succhiava il mio sangue e le mie energie dai due buchi che aveva fatto nella mia giugulare. Mi ritornò alla mente il vampiro che solo pochi mesi prima aveva fatto lo stesso, portando alla morte i miei genitori. Non potevo permettere accadesse lo stesso ai ragazzi della Cross Academy. Intanto quell’essere succhiava avidamente facendo uscire il liquido vermiglio dalla sua bocca e sporcando la mia divisa e il prato circostante. La vista mi si appannò ma cercai di rimanere cosciente sperando che, con tutto quel sangue, almeno un vampiro della Night Class si facesse vedere.

 

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Capitolo 13
*** Capitolo 13 ***


-Shini! - quando ormai avevo perso più della metà del mio sangue, la voce di Takuma mi fece aprire gli occhi pesanti. Il mostro si staccò dal mio collo guardando con gli occhi rossi e con la bocca circondata da liquido vermiglio il “disturbatore del suo pasto”. – Oddio…- sussurrò scioccato il biondo. Con lui c’erano Kain, Aido e Zero. Probabilmente tutti erano stati attirati dal profumo del sangue. Akatsuki si lanciò sul mio aggressore, seguito da Zero che sfoderò la sua Bloody Rose, la pistola anti-vampiro che portava sempre nella tasca della giacca. Quello che aveva bevuto il mio sangue mollò la presa sul mio collo facendomi cadere atterra in malo modo. Cominciò a scappare mentre i due giovani lo inseguivano. – No…- provai a urlare ma uscì solamente un sussurro. Non dovevano provare a sconfiggerlo perché lui avrebbe ferito i miei amici, o peggio uccisi! Takuma mi corse accanto con gli occhi disperati – Tesoro…- provai a portarmi la mano sulla ferita al collo ma non avevo le forze… cercai di parlare, facendo uscire solo delle parole spezzate e sbiascicate – Non…combattere …va-vampiro…troppo forte… diglielo…fermali…- mi accarezzava i capelli mentre cercavo di spigarmi, Hanabusa si avvicinò e, afferrato il messaggio, scattò in direzione di dove erano spariti gli altri. Takuma continuò ad accarezzarmi la testa con le lacrime agli occhi – Mi dispiace… è tutta colpa mia…- mi prese in braccio stringendomi a sé mentre io provavo a dirgli che non era colpa sua – Non è vero… non hai fatto n-nulla…- persi quell’ultimo briciolo di forze cercando di allungare la mano sul suo viso per asciugargli una lacrima. Tutto divenne nero come la pece e le braccia di Takuma si fecero più strette mentre percepivo la sua voce in lontananza dirmi – Tieni duro! –
 

Delle voci mi portarono fuori dal mio sonno. Non avevo le forze per aprire gli occhi così mi limitai ad ascoltare cosa si dicevano. – Sei distrutto… vai a riposarti un po'. Ci penso io a vegliare su Shini- era Akatzuki che parlava con un tono di voce abbastanza basso, - No! Sto bene…e poi voglio starle accanto…- Takuma mi prese una mano e la strinse dolcemente. – Come sta Hanabusa? - chiese con un po' di preoccupazione. L’altro non rispose, probabilmente aveva fatto un gesto di sconforto. Fui scossa da un brivido: Hanabusa era stato ferito? Dal vampiro che mi aveva aggredita? Era grave? Quelle domande mi fecero trovare la forza per aprire gli occhi. Mi trovavo in una stanza buia illuminata solo da un paio di candele, più grande della mia, quando vidi il letto con le lenzuola blu capii di essere nella stanza di Takuma. Questo, nel frattempo, aveva visto che avevo aperto gli occhi – Tesoro, come stai? - cercai di metterlo a fuoco mentre sbiascicavo – Sto…- un colpo di tosse non mi fece continuare. – Sei ancora molto debole… riposa per un altro po' di tempo…- mossi una mano verso il biondino che si era avvicinato ulteriormente – Anche tu dovresti… e poi devo aiutare Aido…- Takuma mi strinse di più la mano – Assolutamente no! Sei troppo debole! - provai a ribattere e cercai lo sguardo di Kain ma era vicino alla porta e non riuscivo a girarmi. – Va bene… però tu va a riposare! - alla fine il biondo vampiro cedette e mi lasciò con Akatzuki. Mi rimisi a dormire, anche se avrei voluto aiutare Hanabusa. Sapevo che non sarei riuscita nemmeno ad alzarmi senza riacquistare un po' di forze così mi costrinsi ad aspettare ancora un po'.
Quando riaprii gli occhi ero sola nella stanza. Probabilmente Kain era uscito per un momento. Quale occasione migliore per andare da Aido e aiutarlo? Faticosamente mi alzai dal letto e mi trascinai fuori dalla stanza, prendendo prima un tagliacarte dalla scrivania di Shiki. Immaginai fosse stato portato nella sua stanza che speravo fosse abbastanza vicina. Arrancai per i corridoi raggiungendo una stanza con una targhetta che diceva “Aido Hanabusa e Kain Akatzuki”. Mi fermai per ascoltare se c’era qualcuno all’interno. Nessun rumore, aprii lentamente la porta e vidi Hanabusa disteso nel suo letto, senza camicia e con delle bende su tutto il torace colorate di rosso. Mi avvicinai lentamente e faticosamente, scostai le bende e vidi cinque tagli profondi nella sua carne. Probabilmente il vampiro lo aveva ferito con le sue unghie… Presi il tagliacarte e lo appoggiai con mano tremante sul mio braccio. Applicai un bel po' di pressione e mi feci un taglio lungo circa 20 centimetri. Il sangue cominciò a colare e andò a fermarsi sulle ferite del biondino con la faccia da sberle che, in quel momento, era pallido e con gli occhi chiusi. Mi faceva molta pena… mi venne da piangere, ma non avevo l’energia nemmeno di stare in piedi, tutto attorno a me girava e la tentazione di sdraiarmi era tanta ma non potevo interrompere il processo di guarigione. Avevo chiuso la porta e la finestra non era stata mai aperta così avevo un po' di tempo prima che percepissero l’odore del mio sangue. – Shini…- sussurrò Aido, sorrisi felice di averlo aiutato mentre le ferite si rimarginavano. – Che fai? Non hai le forze…- ma non terminò la frase perché gli sorrisi dolcemente – Per un amico come te farei anche di più. -. Ci vollero alcuni minuti perché tutte le ferite scomparissero, quando finii mi allontanai cercando di non perdere l’equilibrio. Andai verso la porta ma questa si spalancò ancor prima che riuscissi ad arrivarci. Mi venne un improvviso senso di nausea mentre mi cedevano le ginocchia e cadevo atterra. Takuma mi raggiunse immediatamente e mi prese in braccio mentre cercavo di non vomitare – Bagno- dissi e lui mi ci portò alla velocità della luce. Mi appoggiò al suolo tentando di stare in piedi e lo buttai furi chiudendo la porta. Non volevo mi vedesse stare peggio di quanto già non stessi. Vomitai l’anima, mentre cercavo di non preoccupare chi era fuori dalla porta. Mi toccai la fronte scoprendola bollente, mi sciacquai la bocca con un po' d’acqua ma subito fui colta da una seconda ondata e ricominciai a rimettere. Quando mi alzai girò tutto e divenne nero con tanti puntini che danzavano – Takuma! - urlai prima di svenire, ma lui fu più veloce e mi prese prima che sbattessi la testa sul lavandino.

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Capitolo 14
*** Capitolo 14 ***


Aprii gli occhi con un filo di luce che entrava attraverso le tende tirate della stanza di Takuma. Notai che avevo una benda al braccio che proteggeva il tagli che mi ero fatta per guarire Hanabusa e sentivo freddo ai polsi, alle caviglie e alla fronte. Alzai leggermente la testa guardando le miei braccia, c’erano dei panni imbevuti di acqua che mi rinfrescavano cercando di abbassare la temperatura corporea. – Non alzarti! Stai tranquilla e continua a riposare. - Takuma mi accarezzò il volto cercando di sembrare sereno – Cos’è successo? - domandai sussurrando. Lui mi diede un bacio sulla guancia – Mi hai fatto preoccupare…sei svenuta dopo essere stata malissimo…- mi resi conto di avere lo stomaco ancora sotto sopra. – Mi dispiace…- dissi richiudendo gli occhi che faticavano a restare aperti – Hai ancora la febbre alta… vado a prendere dell’altra acqua per…- non lo lasciai finire perché lo afferrai debolmente per la manica della camicia nera – Stai qui, ti prego…- avevo paura di restare sola, non mi sentivo affatto bene e tutto mi sembrava minaccioso. Mi scese una lacrima che il biondino asciugò immediatamente. – Non piangere Shini… resto con te finché non ti riprendi. Okay? - io annuii debolmente stringendogli la mano e calmando il cuore che batteva all’impazzata – Non volevo farti soffrire… pensavo di farti un favore sparendo- volevo affrontare quel discorso, anche se avevo la febbre e non mi reggevo in piedi. Volevo farlo per lui, perché non sopportavo di avergli causato tanto dolore. – Lo so…- sussurrò – Ma non c’è nulla che mi possa far cambiare i miei sentimenti per te, specialmente ora che so che tu ricambi…- mi accarezzò il dorso della mano con il pollice.
-Come sta Hanabusa? - chiesi dopo un momento di silenzio. – Si è ripreso quasi del tutto e appena può, ha detto che viene a trovarti. - mi sentivo un po' in imbarazzo: incapace di muovermi, costretta a stare a letto e con metà delle energie che si dovrebbe avere normalmente dopo… quanto tempo era passato? Avevo perso la cognizione del tempo e questo mi preoccupò. – Takuma? - lui mugugnò come se si fosse appena svegliato. Girai la testa in sua direzione e mi accorsi che aveva un viso stanchissimo – Da quanto tempo mi ha morsa il vampiro?- fece qualche calcolo poi disse – circa 14 ore…- uno sbadiglio gli fece stropicciare il volto – E da quanto tu non dormi?- ero terrorizzata dalla sua risposta che infatti fu – Da un giorno e qualcosa…- si passò una mano sulla faccia cercando di far andare via la stanchezza. Gli sorrisi dolcemente – Riposati…io non mi muovo, te lo giuro! - un po' le forze stavano tornando e speravo che allo scadere delle 24 ore fossi nuovamente al 100% così da non risentire troppo dell’esplosione del vampiro. Mi spostai da un lato nel letto, mentre il giovane si sdraiava accanto a me e mi faceva passare un braccio sotto al collo. Mi attirò a sé e crollammo in un sonno pacifico, protetti l’uno dall’altra.
-Ragazzi! - una voce leggermente imbarazzata mi riscosse dai miei sogni. Guardai nella stanza cercando di individuare la persona che aveva parlato. Takuma si stiracchiò accanto a me. – Ciao Aido…- sbiascicò quello che ormai potevo definire il “mio ragazzo”. Lentamente mi alzai scoprendo di stare bene. Ero riuscita a riprendermi in meno di un giorno… - Che ore sono? - domandai in preda al panico. Hanabusa guardò un orologio appoggiato sulla scrivania di Senri – Le cinque meno cinque. Perché? - cercai di fare dei conti veloci. Era il tramonto quindi fra le 5 e le 6 di sera… ma quando mi aveva aggredita era più verso il termine del tramonto o l’inizio? Accelerò il battito del mio cuore mentre scendevo dal letto scoprendo di avere una camicia da uomo extralarge addosso – Che cavolo?!- come avevo fatto a finire in quel vestito? Chi me lo aveva messo? Mi si infiammarono le guance per la vergogna. Takuma mise una mano sulla sua testa facendo un sorriso di imbarazzo – I tuoi vestiti erano pieni di sangue quindi ho dovuto metterti qualcos’altro…- vidi Aido fare un sorrisetto beffardo mentre i suoi occhi guizzavano da me a Takuma e ritorno. Però c’era qualcosa di più importante in quel momento: a che ora sarebbe morto il vampiro. Inoltre mi sembrava strano che non avesse cercato di bere altro sangue e che non mi avesse cercata… probabilmente aveva cercato di attaccare il Purosangue che aveva accennato quando mi aveva attaccata. – Shini cosa ti sta preoccupando così tanto? - mi voltai verso i due vampiri – Quanto tempo resta al mio aggressore? Quando mi ha morsa di preciso? Quanto tempo è passato? Non so nulla… non me lo ricordo! Era il tramonto… ma a che ora c’è il tramonto in questa stagione? E se ieri fosse stato diverso? Cosa faccio? Come faccio a capirlo? C’è uno strumento? Potrei provare a calcolarlo con l’inclinazione delle ombre oppure…- Takuma mi corse incontro bloccandomi le braccia che si muovevano freneticamente tenendo conto di tutte le domande che stavo facendo, stavo impazzendo – Shini, torna in te! Non devi preoccuparti di quel mostro! Per quanto tempo gli possa restare, non sarà in grado di trovarti! - cominciai a scuotere la testa vigorosamente. Hanabusa si avvicinò cercando di aiutare l’amico. – Quando quell’essere muore, morirà anche una parte di me che si trova nel suo corpo… di conseguenza mi sento male pure io…- avevo paura di quello che avrei sentito. Ero già stata abbastanza male in quelle ore senza dover aggiungere quella sensazione che non aveva un rimedio. – Io sono qui con te! Qualunque cosa accada io ti aiuterò! - mi abbracciò trasmettendomi tutto il suo amore. – Se c’è qualcosa che posso fare, sono lieto di farlo- disse Hanabusa che era rimasto un po' in disparte. Mi asciugai una lacrima – Grazie! A tutti e due…-. Dopo essermi sciolta dall’abbraccio con Takuma, andai in bagno per sciacquarmi la faccia da tutta la stanchezza che avevo avuto. Quando mi vidi riflessa nello specchio rimasi pietrificata dal mio aspetto: faccia pallida, occhiaie enormi, capelli spettinati e sciupati, labbra chiarissime e dimagrita di qualche chilo… - Sono orribile! - esclamai cercando di dare un senso ai miei capelli con una spazzola che trovai nel primo cassetto affianco al lavandino. Ci vollero più di dieci minuti per ottenere un aspetto leggermente migliore di quello che avevo, guardai la camicia che indossavo e pensai fosse meglio mettersi qualcos’altro addosso… - Takuma? - quasi non ebbi tempo di finire il suo nome che era già nella stanza con una faccia preoccupata – Stai male? È morto il vampiro? Tranquilla sono qui! - mi abbracciò cercando di tirarmi su ma io mi misi a ridere – No! Non sto male… volevo sapere se avevi dei vestiti così li cambio…- un po' imbarazzato si grattò la testa dicendomi che avrebbe chiesto a Rima.

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Capitolo 15
*** Capitolo 15 ***


Takuma rientrò nella stanza dopo una decina di minuti durante i quali ero rimasta sola a contemplare il soffitto. Mi ero sentita stanca e spossata e immaginai dovesse essere per tutto quello che mi era successo. – Non ho trovato nulla di meglio- disse porgendomi una divisa della Night Class e un tramezzino con dell’insalata. Gli fui grata per quel pasto perché il mio stomaco non aveva smesso di brontolare da quando ero andata in bagno. Mi alzai lentamente dal letto cercando di non far vedere il senso di smarrimento che mi pervase. – Tutto bene? - domandò preoccupato. Un peso al petto mi fece mancare il respiro, provai ad alzarmi aiutata dal mio amato che si preoccupava sempre più. Cominciarono a farmi male tutte le ossa e le giunture, mentre un bruciore si irradiava dal mio cuore propagandosi per tutti i tessuti muscolari. – Il vampiro…sta morendo! - esclamai quando capii cosa mi stava succedendo. – Kain! - urlò il biondo vampiro che mi sorreggeva. In due secondi c’era anche Akatzuki nella stanza. Crollai sfinita fra le braccia di Takuma, mi mise nel letto mentre chiedeva al suo compagno di prendere delle pezze bagnate che appoggiò su tutto il mio corpo. – Scotta! - esclamò preoccupato quello con i capelli arancioni. – Dobbiamo riuscire ad abbassare la temperatura… vai a chiamare Kaname, lui saprà sicuramente cosa fare! - Kain uscì dalla stanza lasciandomi con un ragazzo che era completamente cambiato: il Takuma tranquillo e sempre allegro aveva lasciato il posto ad un giovane spaventato e preoccupato. – Ehi… sta tranquillo… poi passa! - sussurrai sollevando una mano bollente ed appoggiandogliela su una guancia congelata. La differenza di temperatura mi diede un sollievo momentaneo che mi fece sospirare. Il vampiro se ne accorse e decise di tentare una cosa che mi lasciò un po' sorpresa: si tolse la camicia e si sdraiò accanto a me abbracciandomi con il suo corpo freddo. Chiusi gli occhi grata di quella sensazione e mi lasciai cullare dalla voce del mio amato che sussurrava una cantilena nel mio orecchio.
Dopo una decina di minuti, la porta si aprì ed entrò l’altezzoso Kaname con Akatzuki al suo seguito. Takuma si sciolse dall’abbraccio riportandomi ad un tormento infuocato. Si avvicinò al Capo dormitorio che subito parlò con voce atona – Come si sente? - il biondino non rispose così provai ad alzarmi per capire cosa stesse facendo. – No, no, no! - esclamò Kain facendomi riappoggiare al cuscino – Non devi muoverti-. Sinceramente ero un po' stufa di vivere in un letto e poi non stavo così tanto male da non potermi sedere o avvicinarmi alla finestra; era da ormai più di un giorno che non vedevo la luce, solo candele e oscurità! Avrei voluto fare una passeggiata all’aria aperta, provare a stare sotto i raggi del sole… - Voglio uscire !- esclamai con tutta la convinzione che avevo. Mi alzai dal letto e mi trovai subito sorretta dal vampiro dai capelli arancioni – Non puoi- disse Kaname con il solito tono di voce – Non sei ancora in forze, ti ammaleresti solo di più. - Takuma mi sorrise dolcemente – Vedrai che domani starai meglio e potrai fare un giretto…- sbuffai come una bambina che fa i capricci – Io voglio rendermi utile! Qui non so cosa fare…- fu allora che Kuran si avvicinò e mi guardò negli occhi – Se, come mi hai detto, ti era già capitato questo, allora cosa avevi fatto per farlo passare? - cercai di ricordare quello che avevo fatto subito dopo che il vampiro era morto nel salotto della mia casa. Vidi la cenere che si posava sul pavimento, il sangue dei miei genitori che imbrattava le pareti, i loro corpi senza vita accanto al camino… fui attratta da una sola cosa: il sangue che colava da un taglio che mi aveva fatto il vampiro subito prima di esplodere. Con il dito presi una goccia del liquido vermiglio e la portai alla bocca, dopo averla ingerita tutto divenne più limpido, definito e il bruciore al corpo defluì lentamente. Spalancai gli occhi un po' stupita di essermi dimenticata di aver fatto una cosa così schifosa però, conscia dell’importanza di quel gesto, mi avvicinai alla scrivania di Takuma, con tutti e tre i vampiri che mi fissavano. Presi una forbice e incisi un piccolo taglio sul palmo della mano. Percepii il desiderio di sangue che aumentava in quella stanza ma erano tutti e tre molto resistenti quindi non ebbi paure. Quando sulla mano apparve un po' di liquido vermiglio, la avvicinai alla bocca e leccai il sangue sotto lo sguardo scioccato di Takuma e Akatzuki e gli occhi incuriositi di Kaname.
Bastarono pochi secondi e il bruciore cessò lasciando spazio alla stanchezza; cercai di avvicinarmi alla poltrona più vicina, ma cedetti prima e fui afferrata dal vampiro più vicino: l’inespressivo Kuran. Fui adagiata per l’ennesima volta sul letto dove mi lasciai sprofondare nel mondo dei sogni.

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Capitolo 16
*** Capitolo 16 ***


Mi stiracchiai nel letto dopo essermi svegliata finalmente fresca e riposata. Ero pronta a tornare fra i miei compagni e a starmene all’aria aperta. – Buongiorno! - esclamò un sorridente Takuma accanto a me. Aveva dormito tenendomi abbracciata per buona parte della notte. Purtroppo gli avevo scombussolato tutti gli orari tenendolo sveglio durante il giorno così ci eravamo tenuti stretti durante il “giorno dei vampiri”. – Buongiorno! - risposi euforica. Non aspettai che si alzasse e scattai verso la finestra aprendola leggermente così da non disturbarlo, entrava una luce rossastra, segno che era quasi il tramonto. “Finalmente sono tornata!” pensai. Senza ricordarmi che indossavo solo una camicia del mio caro ragazzo, spalancai la porta della sua camera e corsi lungo il corridoio, scesi le scale e raggiunsi la porta che dava sul cortile. Misi una mano sulla maniglia e stavo per aprire la porta, quando qualcuno alle mie spalle si mise a ridere – Cos’hai addosso?!- esclamò senza smettere di ridere. Mi voltai e scoprii che sui divanetti nella hall c’erano seduti Hanabusa, Akatzuki, Senri, Rima e la vampira dai capelli castano chiaro con cui non avevo mai parlato. Quando vidi che mi fissavano tutti dalla vita in giù mi accorsi di ciò che indossavo: la camicia copriva appena sotto il sedere. “Che figura!” pensai imbarazzatissima. – Ecco…- provai a cercare una scusa, ma nessuna mi sembrava buona, fortunatamente Kain era di buone maniere e mi diede la sua giacca per coprirmi un po' di più. Nel frattempo arrivò Takuma con una gonna bianca in mano. – La divisa…- mi porse la gonna e mi fece segno di andare nel bagno lì vicino per cambiarmi. Quando fui pronta mi guardai allo specchio: la camicia nera infilata nella gonna bianca con i decori nello stesso nero mi stava bene e, sommata alla carnagione ancora pallida, sembravo un vampiro a tutti gli effetti. Sorridendo per quell’idea uscii dal bagno dove sbattei contro Zero – Vedo che ti sei ripresa. Ora andiamo- nemmeno un filo di felicità o tristezza nella voce, solo un suono costante. – Come stai Shini? Avresti voglia di seguirmi? - gli feci io con voce melodiosa. Il ragazzo dai capelli argento non diede segno di cambiare ciò che aveva detto, così lo raggiunsi al portone dove mi trovai a dover salutare Takuma. – Ci vediamo presto! - disse prendendomi la mano e baciandone il dorso. Rimasi impalata a fissarlo e lo avrei fatto per tutto il resto della notte se Zero non mi avesse afferrato un braccio e mi avesse trascinata via dicendo che il preside voleva parlarmi. Riuscii a malapena a salutare il resto degli studenti della Night ed ero fuori, all’aperto, con la brezza serale che mi riempiva i polmoni. – Guardati! Sembri una di loro! - disse il guardiano con disprezzo. – Dovrò chiedere a Yuki di procurarti una nuova divisa della Day class. - a me non sarebbe dispiaciuto rimanere così: la camicia mi rendeva più alta e la gonna metteva in risalto la forma del sedere.
-Cosa vuole il preside?- domandai quando eravamo prossimi al suo studio – Desidera parlare con te di quello che è successo- mi bloccai nel corridoio e Zero se ne accorse – Perché ti sei fermata?- abbassai il viso mentre venivo raggiunta dall’argentato – Non so quanto mi ricordo e saprò dire di quello che è capitato in questi ultimi due giorni…forse dovreste chiedere a Takuma, o ad Akatzuki…- il giovane alzò gli occhi al cielo – Se ti dicessi che dal preside vengono anche Kuran e Ichijo?- nel mio cuore sentii una scossa di sollievo, sapere che lui sarebbe stato lì, con me, mi dava una gioia immensa… - Frena i bollenti spiriti ragazzina! Il tuo cuore impazzito mi irrita! - mi ero dimenticata che anche lui potesse sentire come un vampiro… - Scusa…- sussurrai un po' in imbarazzo mentre arrivavamo alla porta dell’ufficio del preside. Non ci avevo mai parlato, lo avevo chiamato per l’iscrizione all’Accademia ma poi non mi era più servito.
L’ufficio era ampio e poco arredato, c’erano una scrivania imponente e tre sedie. – Buonasera preside- disse l’atono Zero mentre mi faceva avvicinare alla scrivania – Carissimo Zero! Mi hai portato la signorina Gami! Oh che meraviglia! - un uomo sulla trentina con capelli chiari legati in una coda, gli occhiali e una specie di poncho che usavano solitamente le nonnine saltò prima addosso al guardiano e poi mi prese le mani guardandomi negli occhi. – Quanto sei graziosa! E che belli i tuoi occhi! - non sapevo se rimanere scioccata o stupita… balbettai un “Grazie” cercando di togliere le mie mani da quelle dell’uomo. Poi mi fece accomodare su una sedia e mi chiese di raccontare quello che era successo. Con qualche difficoltà ricordai tutto del vampiro, di quello che mi aveva detto, dell’aiuto che avevo dato ad Hanabusa e di come mi ero liberata del dolore. Lui ascoltò silenzioso e pensoso, ogni tanto si aggiustava gli occhialetti rotondo che gli scivolavano sul naso e, quando terminai il discorso, incrociò le dita sul tavolo – Mi dispiace per quello che hai dovuto passare Shini, purtroppo per quanto io e Kaname proviamo a far convivere i due mondi, ogni tanto succede qualcosa…- gli sorrisi dolcemente – Non si deve preoccupare! Io sto bene e non ho intenzione di farmi spaventare da così poco…- fui buttata atterra da un uomo fuori controllo. Continuava a baciarmi una guancia e a ripetere – Che brava ragazza! - mentre mi abbracciava e piagnucolava. – Zero aiutami! - provai a liberarmi dalla presa ma sembrava ferrea e il ragazzo che era appoggiato ad una parete guardava la scena divertito e senza muovere un muscolo. –Preside Cross- una voce atona come quella di Zero ma più profonda, bloccò l’uomo dal soffocarmi. Alzò lo sguardo sulla figura che era appena entrata nello studio – Kaname! che bello vederti! -si rimise in piedi lasciandomi finalmente libera. Mi alzai accorgendomi della presenza di Takuma. Mi sorrise in segno di saluto e ricambiai spolverandomi la divisa. – Vorrei parlarle di una certa questione- continuò il vampiro dal sangue puro – Certamente Kaname! Zero, ti dispiacerebbe riaccompagnare Shini nella sua stanza? - il preside un gesto col braccio in direzione della porta. Il ragazzo sbuffò annoiato così fui veloce a rispondere io – Posso tornarci da sola, così non creo disturbo a Zero…- l’uomo mi fece un cenno con la testa e mi dileguai richiudendo la porta alle mie spalle. Feci un solo passo quando sentii un colpo provenire dalla stessa stanza da cui ero appena uscita, andai a ritroso e mi fermai appoggiando l’orecchio alla superficie liscia della porta. – Non mi aspettavo fosse così potente- esclamò Kaname, - Io ne ero all’oscuro… quando mi ha chiamato per iscriversi, non ha accennato a nulla della sua famiglia né delle sue capacità. - il preside aveva assunto una voce più profonda e seria rispetto a quando aveva interagito con me poco prima. – Vorrei affidarle una piccola scorta per proteggerla, è una risorsa molto utile se resa nota al momento giusto. - il tono di Kuran, così freddo e distaccato, mi faceva raggelare il sangue ogni volta che parlava, specialmente se era per qualcosa che aveva a che fare con me! – Non credo sarà d’accordo con questa decisione, sembra tanto fragile ma, ci terrei a ricordarlo, è sopravvissuta dopo un dissanguamento quasi totale quindi in lei c’è forza di volontà…- Takuma aveva detto quelle belle parole in mio aiuto. Mi avevano fatto diventare leggermente rossa: nessuno aveva mai detto delle cose simili… - E comunque…- disse uno Zero leggermente divertito mentre si avvicinava alla porta. – Non si origlia! - spalancò la porta senza lasciarmi il tempo di allontanarmi, così caddi rovinosamente per terra con quattro paia di occhi a fissarmi. Scattai in piedi cercando una scusa “Avevo lasciato qualcosa!” e “Non trovo più la strada” non mi sembravano valide quindi abbassai la testa e domandai perdono per averli spiati – Mi dispiace ma non è buona abitudine parlare di qualcuno alle sue spalle! - Zero mi diede una pacca sulla spalla – Ha parlato quella che faceva la spia! - . Nel frattempo si era avvicinato Takuma che mi sussurrò di andare a dormire e che mi avrebbe raggiunto poi. Mi scusai ancora una decina di volte e mi allontanai in direzione della mia stanza.

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Capitolo 17
*** Capitolo 17 ***


Una volta raggiunta la mia stanza mi feci una doccia veloce e mi cambiai mettendomi una camicia da notte bordeaux con dei pizzi bianchi. Mi rannicchiai nel letto, sotto a due coperte: era quasi dicembre e si sentiva l’aria pungente attraverso le finestre che avevo lasciato aperte per permettere a Takuma di entrare come aveva fatto la prima volta che ci eravamo conosciuti. Mi addormentai senza sapere che ore fossero e sognai di danzare sullo specchio di un lago circondata da lucciole, un ragazzo mi chiamava dalla riva e, quando lo raggiungevo, mi baciava per poi bere il mio sangue. Il dolore dei suoi canini nella mia carne fu così reale che mi svegliai massaggiandomi il collo esattamente dove quell’essere mi aveva morsa tre giorni prima. La luce del giorno cominciava a filtrare dalla tenda spalancata. Takuma non si era presentato… mi aveva promesso qualcosa che non aveva fatto. – Che stupida che sono stata! - mi stavo comportando come una bambina. Mi aveva fregata, vero! Però io potevo vivere anche senza un vampiro strafigo e affascinante! –Credo di non riuscirci…- sussurrai sprofondando nuovamente nel materasso. Mi vestii dopo aver visto che ero già in ritardo. Presi i libri della giornata e corsi verso la scuola. Arrivai qualche minuto in ritardo così il professore, come punizione, mi costrinse a risolvere un sistema di equazioni di secondo grado fratte. Con sorpresa di tutti la risolsi in meno di cinque minuti e fui mandata al posto. L’unico libero era quello vicino a Yuki così fui accolta con un sorriso caloroso. – Come stai?- senza guardarla risposi – Tutto okay grazie.- tirò fuori una penna dall’astuccio – Mi dispiace non essere venuta a trovarti ma il nobile Kaname non me lo ha permesso…-io la guardai negli occhi marroni – Non preoccuparti, ero in buona compagnia!- le si stampò un sorrisetto che mi fece scoppiare a ridere – Signorina Gami, desidera fare un altro esercizio?- la voce scocciata del professore mi costrinse a tacere ma, siccome teneva il braccio alzato in mia direzione con un gessetto stretto nel palmo, capii che dovevo farlo. Mi alzai rassegnata e presi il pezzo bianco dal professore. Mi fece trovare l’equazione di una retta tangente ad una parabola, facilissimo per una che aveva ottimi risultati in matematica. Il docente aveva un’espressione scioccata mentre terminavo di scrivere il risultato e me ne tornai al posto trionfante. – Come hai fatto?!- chiese Yori, l’amica di Yuki. Io feci spallucce – Boh… mi piace e basta! -
Il resto della giornata fu banale e noioso. Quando stavano per terminare le lezioni del pomeriggio, Yuki mi chiese di accompagnarla alle porte del dormitorio Luna per il solito controllo prima dell’apertura dei cancelli. Fu così assillante che dovetti accettare anche se non ne avevo la minima voglia. Corsi in stanza dove lasciai i libri e presi la camicia di Takuma e la gonna di Rima. Raggiunsi la castana che mi aspettava nel cortile fuori al nostro dormitorio e corremmo (nel vero senso della parola) alle porte del dormitorio dei vampiri. Come sempre c’era un’orda di ragazze strillanti che sbavava per quelle creature immortali e perfette. Passarono pochi minuti e il portone si aprì facendo uscire i vari ragazzi della Night Class. Notai immediatamente la testa bionda di Takuma, come non passò inosservato il suo sguardo assente e preoccupato. Pensai di avvicinarmi, ma con tutte quelle oche, non sarebbe passato inosservato. Mi immaginai anche che non avesse voglia di vedermi visto che mi aveva dato buca la notte precedente. Per non sembrare una stalker decisi di allontanarmi e andai a salutare la mia unica amica. – Ma come? Non vuoi stare un po' con me questa sera? - io scossi la testa guardando con la coda dell’occhio la fila di vampiri – Non è il caso… meglio se vado!- mi stavo allontanando quando fui bloccata da qualcuno. – Lasciami andare Yuki, non ne voglio parlare- strattonai il braccio bloccato ma la presa non si allentava – Shini…- il cuore mancò un battito. Mi voltai lentamente – T-Takuma? - non immaginavo sarebbe uscito dal gruppo per fermarsi con me. – Shini vorrei parlarti. Potresti venire con me? - non ebbi bisogno di rifletterci e lo seguii sentendo le ragazze della Day infuriarsi alle nostre spalle mentre ci immergevamo nel folto della foresta. – Cosa c’è Takuma? - il mio tono di voce fu più scocciato di quello che speravo – Se volevi scusarti per la promessa non mantenuta e per dirmi che ti è passata la cotta per me, non serviva portarmi nel bosco. Sembra quasi tu mi voglia uccidere…- quell’idea mi fece salire un brivido per la schiena ma lui si bloccò e si voltò per guardarmi negli occhi – Non dire così… ti ho già detto che non potrei mai smettere di amarti, nonostante tu pensassi che sarebbe stato meglio se ti avessi dimenticata, io non ce la faccio! - lo interruppi un po' alterata – E allora questa notte cos’hai fatto? Sei andato a caccia di scarafaggi? Ti ho aspettato per più di cinque ore! - lui mi prese le mani e le strinse nelle sue fredde – Kaname mi voleva mostrare una cosa… che potrebbe aiutarci.- rimasi un po' stupita – Cosa?- sussurrai. Lui mi guardò negli occhi – Una pagina di un diario dove parlano di un metodo per annullare il potere del tuo sangue… se un vampiro iniettasse il suo veleno, senza bere il tuo sangue, nel tuo corpo…non sarebbe più pericoloso berlo! - sembrava contento, anche se c’era qualcosa nel suo sguardo che mi lasciava perplessa. – Ma è grandioso! - esclamai euforica. Così lui avrebbe potuto amarmi come per un vampiro è normale e saremmo potuti stare assieme in tutti i modi – Già…- sospirò lui. Gli presi il viso fra le mani – Perché quella faccia? Non sei contento? Potresti bere il mio sangue… non è quello a cui un vampiro aspira dalla relazione con una donna? - il biondo annuì mestamente – Nella pagina non si parla dell’effetto che potrebbe avere sui tuoi poteri curativi… potresti anche perderli…- quella notizia mi fece espirare rumorosamente. Mi trovavo ad un bivio: o rischiavo di perdere le mie capacità per amore del vampiro che desideravo, o non facevo nulla tenendo la mia dote e costringendo Takuma a non bere il mio sangue ma a vivere di compresse ematiche. – Però magari… il mio dono rimarrebbe e potremmo amarci appieno! - la mia era una speranza che rasserenò leggermente il mio amato – Io non voglio che tu rinunci a questa tua caratteristica così speciale…posso vivere anche di compresse ematiche se ho te al mio fianco. - mi strinse in un abbraccio che mi riempì il cuore di amore. Il suo profumo mi riempiva i polmoni mentre lui mi accarezzava i capelli con quel suo tocco così gentile e delicato. Mi staccai leggermente così da poterlo guardare mentre dicevo – Ci possiamo vedere domani? Questa notte rielaboro quello che mi hai detto e domani ti comunico la mia decisione! - sorrise teneramente e mi baciò con passione. Mi strinse i fianchi e io gli misi le mani sulla schiena coperta dalla giacca bianca della divisa. Sarei rimasta in quel modo tutta la notte ma la brezza invernale mi percorse il corpo facendomi rabbrividire. Takuma se ne accorse e si staccò dalle mie labbra – Buonanotte amore mio! Ci vediamo domani. - mi posò un bacio sulla testa e si allontanò nella notte – Buonanotte…- sussurrai al vento. – Shini! - la voce di Yuki mi raggiunse da oltre gli alberi. – Arrivo! - le urlai di rimando mentre correvo verso il limitare del bosco.
-Cosa avete fatto? - domandò la castana con occhi maliziosi, le diedi un leggero colpetto sulla spalla –Nulla di che…- mi passai una mano nei capelli mentre ci indirizzavamo verso il dormitorio Sole. Salutai la guardiana che doveva fare il suo lavoro e corsi nella mia stanza. Mi sdraiai sul letto leccandomi le labbra che ancora sapevano del vampiro. Rimasi un po' a crogiolarmi nel tepore che mi aveva lasciato il suo abbraccio e caddi nel mondo dei sogni.

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Capitolo 18
*** Capitolo 18 ***


La giornata passò velocemente, con i miei compagni che erano elettrizzati per un certo ballo che il preside aveva fissato per il sabato seguente. Era una cosa elegante dove si andava per ballare e stare in compagnia dei ragazzi della Night Class, le ragazze si scambiavano riviste di moda per scegliere quale vestito fosse il più bello mentre i maschi si guardavano ammiccanti pensando a chi portarsi a letto quella notte: tipico pensiero maschile…
Pensai molto alle opportunità che avevo; non sapevo cosa fare, cosa scegliere… feci qualche ricerca in internet senza risultati, andai in biblioteca ma non trovai nulla. Decisi di lasciare al caso. Lanciai una moneta e, come per ironia, cadde in una fessura e non potei vedere quale fosse il risultato. Vagliai tutte le possibilità e alla fine decisi che l’unica cosa che volevo era Takuma! Niente sangue guaritore, nessuna capacità speciale, solo lui! Mi resi conto che era da egoisti, ma lui sarebbe comunque rimasto con me, avrebbe sofferto senza poter bere il mio sangue e questo non lo volevo. Inoltre non era certo che le capacità sarebbero sparite quindi… tentare non nuoceva.
Verso le sei di sera tornai nella mia camera, dove mi feci una doccia rilassante. Dopo essermi lavata anche i capelli, chiusi l’acqua e mi avvolsi in un asciugamano bianco candido. Infilai le infradito in gomma trasparente e uscii dal bagno; per poco non presi un infarto quando trovai due vampiri ad aspettarmi in piedi davanti alla finestra rigorosamente aperta. – Che ci fate voi qui?- esclamai inviperita cercando di coprirmi meglio per non prendermi qualcosa. Hanabusa divenne rosso e si voltò di scatto, Kain non si era nemmeno girato per guardarmi, c’era qualcosa che lo attirava al di là della cornice della finestra. – Scusaci!- implorò il biondino cercando di non guardarmi – Takuma ci ha chiesto di venire a prenderti- con un sorriso che cercava di manifestarsi sul mio volto mi indirizzai verso l’armadio, aprii un cassetto ed estrassi un paio di slip e un reggiseno dello stesso colore e materiale. Un Aido scioccato mi fissava mentre mi allacciavo la parte superiore del completo intimo. – Che c’è?- domandai divertita, riscuotendolo dal suo stato di shock. Scosse vigorosamente la testa mentre si girava a guardare suo cugino dai capelli rosso-arancio che rideva di gusto. Infilai la divisa nera e comunicai ai due che potevamo andare. – Come farete ad uscire senza che vi accerchino le galline del dormitorio?- una luce si accese negli occhi di Akatzuki – Semplice! Usiamo la finestra- sbarrai gli occhi mentre il vampiro mi prendeva in braccio e si lanciava nel vuoto dal terzo piano. Il mio stomaco si rigirò poco contento del movimento e il cuore batté all’impazzata per i quindici minuti seguenti. I miei accompagnatori risero di gusto vedendomi pallida per il mezzo infarto che mi avevano procurato ma fui contenta di quel gesto: mi consideravano più di una semplice mortale, più di una fonte di sostentamento, sembrava quasi fossi parte della loro famiglia…
Bussai alla porta del mio amato vampiro dopo che Akatzuki aveva portato via a forza suo cugino che voleva restare per fare il guardone. Takuma aprì la porta e mi fece entrare. – Come stai?- chiese dolcemente mentre mi abbracciava con amore – Bene grazie! Ho preso una decisione!- affermai senza perdere la mia convinzione. Lui mi scostò leggermente e, con faccia preoccupata, mi chiese cosa avessi scelto. Immaginai sapesse già la mia risposta perché, quando gli dissi – Vorrei che tu mi mordessi… o quello che è affinchè il mio sangue non sia pericoloso!- non rimase sorpreso. Si portò una mano alla fronte preoccupato – Ne sei sicura? Guarda che puoi anche pensarci per un altro po' di tempo…- ma io ero decisa e determinata così feci valere le miei idee. Notai che in lui qualcosa stava cambiando: si allontanò da me di una ventina di passi, cercò di guardare ovunque tranne che me e non smetteva di giocherellare con il polsino della camicia nera. – Cosa c’è?- gli domandai quando non ne potevo più di vederlo così agitato. Il biondo bloccò ogni altra attività, alzò lo sguardo e si fermò nei miei occhi screziati di rosso. – Lo so che dici di poter stare senza sangue vero, ma sarebbe egoista da parte mia farti soffrire così tanto! Solo con il mio sangue saresti completamente appagato, non puoi ingannarti per sempre!- vidi che si stava trattenendo da qualcosa e temevo volesse mordermi, così indietreggiai di qualche passo andando a sbattere contro il suo letto. – Al diavolo il tuo sangue!- esclamò Takuma mentre i suoi occhi si accendevano di una luce: passione. – Io voglio te!- mi corse incontro baciandomi con una passione che ancora non avevamo provato. In me fu risvegliata una belva che non pensavo esistesse e gli passai le mani fra i capelli aggrovigliandoli negli spazzi fra le dita. Lui passò le mani su tutta la mia schiena raggiungendo il basso. Mi sollevò fra le sue braccia e mi appoggiò sul letto, senza mai staccarsi dalle mie labbra. Nel frattempo gli stavo sbottonando la camicia senza nemmeno ragionare su quello che stavo facendo. Ero travolta da un vortice passionale, pieno di amore, lo stesso che stava portando il mio vampiro a sfilarmi la gonna. Sciolse il nostro bacio passando al collo; temetti che il suo essere potesse prevalere e mordermi, ma aveva un fantastico autocontrollo che lo fece fermare qualche secondo per poi riprendere a lasciarmi piccoli bacetti sul petto mentre apriva la camicetta bianca. Era tutto fantastico e perfetto. Non me lo sarei mai aspettata ma il mio amato sapeva alla perfezione (prima ancora che lo avessi saputo io) quello che mi faceva impazzire maggiormente.

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Capitolo 19
*** Capitolo 19 ***


-Wow!- esclamò il biondo vampiro sdraiato accanto a me, cercando di riprendersi. – Se è sempre così non mi servirà mai più del sangue!- rise mentre si voltava a guardarmi. – Ti ho fatto male?- domandò appoggiando la sua mano fredda sulla mia guancia leggermente accaldata. Scossi la testa sorridendogli e avvicinandomi per baciarlo. Era stato tutt’altro che dolce e gentile, come lo si poteva descrivere quando lo si incontrava per i corridoi… La passione di un vampiro era assolutamente incredibile! Era favoloso, in tutti i modi. Il modo in cui mi aveva amata non era umano ne terreno… - è stato fantastico!- dissi dopo aver ripreso fiato. Takuma mi baciò stringendomi fra le sue braccia – Fantastico è un eufemismo!- esclamò guardandomi negli occhi – Non avrei mai detto fossi così agguerrita! Sembri così una brava ragazza, tranquilla e indifesa… e invece sei quasi peggio di una vampira scatenata!- scoppiò a ridere e io gli diedi un pugno leggero sul petto nudo – Ma come ti permetti?! Maleducato!- cominciai a ridere pure io, incapace di smettere. Dopo qualche minuto il biondo divenne serio – Non stavo scherzando prima.- alzai la testa per guardarlo negli occhi – In che senso?- lui si mise seduto, costringendomi a separarmi da quel petto che mi rassicurava così tanto – Non ho bisogno di bere sangue… quello che abbiamo fatto adesso, mi ha fatto sentire benissimo! Non voglio privarti di nulla… lo capisci?- guardai il lenzuolo che copriva il mio corpo nudo – Lo capisco… però lo vorrei fare comunque…- temevo che lo avrebbe infastidito o, peggio, fatto arrabbiare, ma era il mio corpo, il mio sangue, e volevo poter fare ciò che pensavo fosse giusto. Capendo che non avrei desistito, mi baciò delicatamente la fronte – Se è proprio quello che desideri, amore, allora lo farò. Però aspettiamo l’anno nuovo va bene?- annuii contenta di aver vinto quella piccola battaglia.
Guardai l’orologio appoggiato sul comodino accanto al letto: le undici di sera. – Non devi andare a lezione?- chiesi alzandomi dal suo torace e spostandomi sul cuscino accanto – Sei già in ritardo!-. Takuma si mosse lentamente – Non ho voglia di lasciarti…- gli diedi un buffetto sulla mano che giaceva accanto a me – Dai… io rimango qui se vuoi. Tanto non ho nessuno che si accorge che non sono tornata nella mia stanza.- sorrise con quel sorriso così sincero e spontaneo che amavo. Aprì un armadio e tirò fuori una sua camicia nera, uguale a quella che si era appena infilato, me la lanciò – Metti questa per dormire. Sarai più comodo che con la divisa!- lo guardai maliziosa – Chi ti ha detto che mi sarei rimessa qualcosa?- si mise a ridere chiudendo la zip dei pantaloni bianchi – Sei veramente scostumata Shini Gami! Nessuno se lo aspetterebbe da te…- mi morsi l’indice destro con fare accattivante. – Ho una faccia da angioletto, che posso farci?- mi si buttò addosso atterrandomi sul cuscino e mettendo le sue mai ai lati della mia testa – Mi farai impazzire!- mi baciò nuovamente e uscì dalla stanza. “Per il demonio! È stato pazzesco!” pensai mentre indossavo la camicia che mi aveva dato il biondo vampiro. Dopo aver provato cosa significhi unire i propri corpi in tutto e per tutto, faticavo a mantenere il controllo. Avrei voluto avere Takuma accanto per poter ricominciare a fare l’amore con lui. Era stata la cosa più bella e inimmaginabile della mia intera esistenza! Decisi fosse meglio indossare gli slip e mi coricai nel letto morbidissimo del mio amato. Mi addormentai poco dopo: la stanchezza mi aveva raggiunta dopo che l’adrenalina era scemata, mi faceva male ogni muscolo ma la cosa importante era che mi sentissi felice, cosa che era assolutamente.


-Tesoro? Svegliati, sono quasi le sei…- aprii pian piano gli occhi ritrovandomi Takuma che mi guardava con i suoi occhioni verdi. – Ciao…- sbiascicai ancora molto assonnata – Perché sei uscito prima dalla classe?- la voce di un secondo vampiro che entrava nella stanza ci fece voltare verso la porta. Sulla soglia c’era un perplesso Shiki che alternava lo sguardo fra il suo compagno di stanza e me, soffermandosi sulla camicia che non era abbottonata fino in cima – Ehi!- esclamai con disappunto chiudendomi con una mano la parte che copriva il seno. - Non voglio sapere!- si limitò ad affermare il giovane dai capelli mogano girando sui tacchi e uscendo dalla stanza. – Meglio se vai.- sussurrò Takuma. Lo ascoltai immediatamente e, come un fulmine, mi misi la divisa e uscii accompagnata dal mio vampiro. – Speriamo non siano già arrivati…- disse con un filo di voce mentre scendevamo le scale. Aprì il portone e mi baciò prima sulla testa e poi sulle labbra. Dei suoi compagni nemmeno l’ombra, Senri si era rintanato da qualche parte lasciandoci intimità ed ero pronta per uscire nel freddo della mattina invernale. – Aspetta!- mi disse afferrandomi il braccio mentre varcavo la soglia – Ti amo!- esclamò baciandomi nuovamente. Ricambiai con entusiasmo e poi corsi lungo il viale fino al mio dormitorio dove afferrai i libri per la giornata e mi diressi verso l’edificio scolastico. L’unico problema di amare un vampiro e di passarci del tempo assieme era lo sfasamento degli orari: stavo sveglia gran parte della notte sperando sempre di avere tempo durante il giorno per recuperare ma, con la scuola, i compiti e il resto, non riuscivo mai dovendo quindi accontentarmi di poche ore di sonno.

-Sei particolarmente radiosa oggi! Che ti è successo?- domandò una curiosa Yuki dopo avermi incrociata per il corridoio del primo piano. Cercando di non tradirmi feci una faccia indifferente – Nulla di che! - sperai le sarebbe bastato ma tornò alla carica un paio di ore dopo. – Dai, dimmelo! Sono tua amica, non puoi lasciarmi così sulle spine…- sbuffai sperando che mi avrebbe lasciato in pace ma sembrava sempre più decisa – Lasciala stare Yuki! Se non vuole dirtelo non puoi costringerla…- stranamente Zero sembrava stare dalla mia parte; nonostante il suo amore per la castana fosse abbastanza visibile, lei non dava segno di capirlo, la ragione doveva essere che lei era innamorata solo di Kaname! e non vedeva nessun altro… “Povero Zero…” pensai allontanandomi dalla zona ristoro e sedendomi sotto un albero. – Ciao straniera!- una voce che non si sarebbe mai potuta cancellare dalla mia mente mi sorprese alle spalle – Che fai fuori col sole?- Takuma si sedette accanto a me passandomi un braccio dietro alla schiena – Non potevo non vederti…avrei già voglia di te…- divenne rosso per l’imbarazzo ma io ne fui onorata: un vampiro di nobili origini che desiderava fare l’amore con me senza nemmeno bere il mio sangue… era una cosa favolosa! – Io ne avevo voglia già dopo cinque minuti che te n’eri andato a lezione…- confessai abbassando lo sguardo e concentrandomi su un filo d’erba. Scoppiammo a ridere dopo un attimo di silenzio tombale. – Vedo che siamo messi bene entrambi!- mi baciò mentre mi spostavo sulle sue gambe e mi accoccolavo sul suo petto. – Beccati!- Yuki apparve dal nulla brandendo un sorriso euforico che ci paralizzò entrambi – Sapevo che vi sareste messi assieme! Zero non ci crederà mai!- scattai in piedi bloccandola per una manica della divisa – Ti prego, non dirlo a nessuno!- la supplicai. Takuma si alzò e mi strinse le spalle per farmi capire che non c’erano problemi, ma io non volevo entrare al centro dell’attenzione e delle ire di tutte quelle ragazze che si erano rese una cotta per il mio neo ragazzo. La castana mi abbracciò contenta – Sono così felice per voi!- rimasi stupita dal suo gesto ma ne fui anche sollevata. – Torniamo in classe!- dissi a Takuma allungandomi per dargli un bacio sulla guancia – Ci vediamo quando hai tempo! Ti amo!- corsi con Yuki al mio fianco.

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Capitolo 20
*** Capitolo 20 ***


I giorni che precedevano la festa passarono velocemente, tra preparativi e discussioni fra le mie compagne di chi per prima avrebbe ballato con i ragazzi della Kight Class. Venerdì sera mi vidi con Takuma che mi diede appuntamento prima dell’inizio delle lezioni notturne. Appena lo raggiunsi vidi che teneva qualcosa in mano – Cos’è? - domandai curiosa dopo aver scambiato un bacio furtivo – Un regalo per te! Spero ti piaccia…- mi porse il pacchetto che cominciai subito a scartare appoggiandomi su una panchina. Dentro c’era un vestito, lo estrassi aprendolo: arrivava sopra il ginocchio, era rosso come i miei occhi, con le maniche a trequarti, tutto in pizzo, semplice ma perfetto. – è bellissimo! Grazie! -gli saltai al collo abbracciandolo con tutto l’amore che provavo. Lui ricambiò sorridendo – Non è finita qui! - rimasi stupita. In quel momento arrivarono Senri e Rima, il ragazzo aveva una scatola da scarpe in mano. – Oddio… non dirmi che mi hai regalato anche delle scarpe…- sussurrai incredula – Certamente! - fu la sua risposta mentre il vampiro dai capelli mogano mi porgeva la scatola. Una volta aperta rimasi esterrefatta dalla bellezze di quelle scarpe con un tacco dieci, nere e decolté. – Sono perfette! - non sapevo più cosa dire, il cuore traboccava di gioia e non mi soffermai a ragionare se fosse indiscreto saltare al collo del mio ragazzo per baciarlo. – Grazie! -gli sussurrai allontanandomi. Vidi Rima sorridere a Senri che era voltato per non guardarci – Buona scuola ragazzi! - esclamai prendendo le due scatole e avviandomi verso il dormitorio Sole.
Quando ero nella mia stanza appesi il vestito nell’armadio cercando di non stropicciarlo e rovinarlo, le scarpe le appoggiai sotto all’abito e le osservai con gli occhi pieni di lacrime – Sono così belle…Takuma ha gusti favolosi! -. Qualcuno bussò alla porta e andai ad aprire – Ciao Yuki! - lei mi guardò sorpresa – Com’è che sei così allegra? - la tirai nella mia stanza e le raccontai tutto, o quasi, di quello che era successo nell’ultimo periodo: avendoci visti sapeva che c’era qualcosa e mi sembrava una cosa da fare, dirle di più siccome era a tutti gli effetti l’unica mia amica. – Ma è fantastico! - mi abbracciò e non potei non esserne contenta – Sono felice di vederti finalmente aperta a parlare con me! Temevo saresti rimasta bloccata per molto tempo…- rimasi colpita dalle sue parole e decisi di abbattere definitivamente quella barriera che mi aveva sempre bloccata. Passammo la sera a chiacchierare su tutto e tutti, finimmo per addormentarci sul mio letto: Yuki con la testa sulla mia spalla e io appoggiata al muro. Durante la notte percepii la presenza di qualcuno e aprii a fatica gli occhi, trovai il mio ragazzo che ci copriva con una coperta e mi dava un bacio sulla fronte – Takuma? - domandai assonnata, lui mi guardò dolcemente – Riposa amore, ci vediamo domani! - e uscì dalla finestra come faceva sempre.
Mi svegliai con un gomito piantato nelle costole – Yuki…alzati! - ringhiai ancora mezza addormentata – Scusa, scusa! Ora mi tolgo! - disse agitata. In qualche modo mi ritrovai per terra dolorante dopo che la castana mi ci aveva trascinato cadendo dal letto. Mi ricomposi e fui pronta per uscire e andare a lezione. – Dove vai con i libri?!- domandò perplessa mentre si sistemava la giacca della divisa. – A scuola?! Non so tu, ma io non intendo perdere le lezioni! - Yuki scoppiò a ridere – Oggi sono annullate! Dobbiamo allestire la sala dei ricevimenti per la festa! - me ne ero completamente dimenticata… il pomeriggio precedente ci avevano avvisati che avremmo dovuto pulire, preparare e abbellire la “sala dello sfarzo”, come la chiamavo io. Lasciai i libri sulla scrivania e uscii con la castana al mio seguito. Andammo davanti all’entrata di scuola dove ci ritrovammo con i nostri compagni e cominciammo le pulizie della sala dove entro dodici ore ci sarebbero stati tutti i ragazzi dell’istituto e gli insegnanti.

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Capitolo 21
*** Capitolo 21 ***


Intorno a mezzogiorno terminammo con gli strofinacci e gli spolverini, avevamo lucidato persino i cristalli del lampadario che pendeva nel mezzo della sala. Andai a mangiare trascinandomi per la fatica e incontrai Zero con uno dei suoi sguardi depressi – Che ti è successo oggi? - domandai avvicinandomi. Senza nemmeno degnarmi di uno sguardo si allontanò cercando probabilmente un po' di privacy, “Vallo a capire” pensai cercando un posto dove sedermi. Subito dopo pranzo riprendemmo i lavori posizionando dei tavoli ai lati della stanza dove sarebbero state messe a disposizione numerose pietanze e bevande. Sistemammo le casse per il dj e lasciammo gli ultimi dettagli a un paio di ragazzi che terminarono l’allacciamento dell’impianto stereo.
Corsi nella mia stanza dove feci una doccia, infilai il vestito rosso e le scarpe e legai i capelli in uno chignon alto con alcune ciocche che cadevano morbide ai lati del viso. Terminai l’opera con un leggero trucco smokey eyes e rossetto rosso come il vestito. Aspettai Yuki nel corridoio e andammo alla festa. Lei indossava un vestito rosa pallido lungo fino al pavimento, con le maniche lunghe e a sbuffo; lo trovai un po' troppo per una festa fra compagni ma, quando mi disse che era un regalo di Kaname, capii che lo aveva fatto per rispetto e amore verso il vampiro. Quando fummo dinnanzi la porta della sala dei ricevimenti trovai Zero appoggiato alla parete che fissava il gruppetto di vampiri che sostava poco lontano, fra loro notai Takuma che, appena mi vide, mi venne incontro – Sei stupenda! - esclamò con un sorriso che mi rasserenò – Merito del tuo vestito…- dissi prendendo la mano che mi stava porgendo. Entrai nel salone con uno dei vampiri più amati dalle mie compagne, cosa che le fece abbastanza arrabbiare, o forse ingelosire. Subito un brusio si levò fra le giovani che erano sedute ai lati della pista da ballo. Frasi come – Ma chi si crede di essere quella? - o – Perché balla con il Mio Takuma?!- mi fecero sentire a disagio; il mio accompagnatore se ne rese conto e mi strinse maggiormente a sé – Non ti curare di loro… voglio vederti raggiante questa notte! - sorrisi a quell’affermazione che mi suonò davvero molto buffa e decisi di lasciare quelle povere ragazze alla loro invidia.
A metà serata fece il suo ingresso Kaname, seguito da Hanabusa e Kain che si avvicinarono per parlare dopo che il loro capo si era appartato sul terrazzo con la mia amica castana. Il tempo non passava mai, ero rimasta immobile con i miei due amici della notte aspettando che Takuma finisse di discutere con un suo compagno di qualcosa che era accaduto la notte precedente. – Ti stai annoiando vero? - mi chiese dopo un po' Aido porgendomi un bicchiere contenente un liquido incolore – Cos’è? - domandai perplessa – Acqua…- rispose sorridendo. Senza pensarci troppo bevvi un sorso scoprendo che non era affatto acqua! – Che cavolo! Aido mi vuoi far ubriacare? - avevo appena mandato giù un bel sorso di Vodka liscia che mi bruciò la gola per più di dieci minuti. Il biondino mi continuò a prendere in giro per tutta la serata mentre suo cugino Kain cercava di farlo smettere. Takuma si avvicinò vedendo il trambusto e, quando sentì che puzzavo di alcol sbarrò gli occhi – Hai bevuto?- prima di rispondere diedi un pugno al ragazzo che mi aveva fregata, poi tornai a rivolgere l’attenzione al mio ragazzo – Questo deficiente mi ha gentilmente offerto della Vodka per non farmi più annoiare!- vidi l’espressione del vampiro con cui stavo parlando che si fece buia – Non ti piace qui vero? - cercai di sembrare meno stufa di quanto in verità non fossi – Sembra un mortorio… nessuno che balla e fa festa, solo dei ragazzi che parlano a gruppetti. - senza dire nulla Ichijo mi prese per mano e mi trascinò fuori dalla sala. – Dove mi stai portando? - domandai ridendo mentre il biondino mi prendeva fra le sue braccia e cominciava a correre – Nella mia camera…- ghignò ammiccando con lo sguardo. “Evviva!” pensarono tutte le mie terminazioni nervose.
In pochissimi minuti eravamo nella stanza, lui senza giacca, cravatta e camicia ed io con la lampo del vestito completamente slacciata. Ci stavamo baciando, avvicinandoci al letto e toccandoci le schiene con le mani che si muovevano frenetiche. Caddi delicatamente fra le lenzuola, con la lingua del mio ragazzo che esplorava la mia bocca; cominciò a sfilarmi le maniche di quello che ormai era un impiccio. – Eri stupenda questa sera! - sorrise sulle mie labbra staccandosi per pochi secondi. Non risposi nemmeno mentre gli portavo le mani sul mio seno. – Sei pericolosa quando ti ecciti! - esclamò cercando di togliermi gli slip; “Perché continua a parlare?” pensai slacciandogli i pantaloni. Provò ancora a dire qualcosa ma lo bloccai – Sta zitto! - l’ultima cosa che uscì dalla sua bocca fu un gemito di piacere.

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Capitolo 22
*** Capitolo 22 ***


Con le prime luci dell’alba calmammo i nostri spiriti che continuavano a reclamarsi a vicenda. Ci coprimmo col lenzuolo nero del suo letto e mi accoccolai fra le sue braccia, appoggiando la testa sul suo petto nudo. – Ti amo! - sussurrò Takuma cercando di riportare il respiro alla normalità; voltai la testa per guardarlo negli occhi e notai che c’era qualcosa che mi stava nascondendo. Mi rabbuiai leggermente, cosa che notò subito – Cosa c’è? - domandò cercando di sembrare naturale. Guardai la porta del bagno cercando di stare calma – Mi stai tenendo all’oscuro di qualcosa…- il biondo si irrigidì sotto al mio corpo – Non è vero…- provò a dire tentando di essere il più tranquillo possibile. Mi sciolsi dal suo abbraccio guardandolo in faccia – Takuma, stai mentendo! Te lo vedo chiaro nello sguardo! Che cosa dovrei sapere che tu hai paura di dirmi? - a quelle parole, il vampiro si sedette appoggiando la schiena alla parete – Ascolta Shini, il vampiro che ti ha aggredita poco tempo fa era un membro del Consiglio dei vampiri.- si passò una mano sul viso sospirando – Temiamo che, conoscendo le tue abilità, abbia pensato di usarti per uccidere il capo del Consiglio… questo fino a quando non abbiamo saputo da fonti certe che nessuno si è mai avvicinato all’abitazione del presidente.- lo guardavo cercando di capire, ma mi risultava abbastanza difficile. Sapevo che c’era un gruppo di vampiri di libello A e B che fungeva da “governo” per il mondo dei vampiri, ma non riuscivo a collegare il tutto alla paura che si manifestava sul volto del mio amato – Kaname dice che probabilmente quel vampiro è morto prima di arrivare a destinazione, però io non ne sono sicuro…- gli diedi un bacio su una guancia – Non preoccuparti Taku… io sto bene! - lui mi strinse a sé come se avesse paura che qualcuno potesse portarmi via.
Pensai a qualcosa da dire perché il silenzio si era impossessato della camera, ma non avevo alcuna idea. Poi mi decisi a ritentare con il discorso su quella pagina che parlava di un problema simile al mio – Se vuoi, potresti mordermi anche adesso. Se il mio sangue non è più capace di rendere invulnerabile, non ci sono pericoli che qualcuno mi voglia…- il biondo mi guardò infuriato – Non se ne parla! Io non voglio ferirti con i miei canini! - si alzò dal letto e si diresse verso il bagno, corsi per raggiungerlo cercando disperatamente di trattenere le lacrime. Quando lo afferrai per un braccio e lo costrinsi a guardarmi, vidi la sofferenza che gli aveva reso lucidi gli occhi; si rigarono le sue guance mentre mi chiedeva scusa per aver perso il controllo. Lo abbracciai come lui aveva fatto decine di volte con me e gli accarezzai i capelli nello stesso modo che mi dava pace quando ero disperata. Dopo che i singhiozzi si erano calmati cominciò a parlare – Come puoi chiedermi di morderti?! Sono un vampiro, bevo sangue umano per dissetarmi…- gli presi il viso con le mani – Io mi fido di te! - lo baciai sperando di dargli un po' di sicurezza che, in qualche modo, aveva perso. Si staccò guardando le miei pupille – Ti prometto che con l’anno nuovo lo faremo. Ma adesso ho troppa paura di farti del male…- in quel momento la porta si aprì ed un Shiki assonnato fece capolino nella stanza. Ci guardò non battendo ciglio sul fatto che fossimo mezzi nudi e si lanciò sul suo materasso. – Buonanotte! - disse facendoci capire che non avremmo dovuto disturbarlo. Mi avvicinai all’orecchio di Takuma – Avrà litigato con Rima? - nell’ultimo periodo avevo afferrato che i due avevano una specie di relazione che aveva alti e bassi, quindi, quando Senri aveva l’umore nero, era perché aveva discusso con la sua vampira. – Guarda che ti sento! - borbottò il vampiro dai capelli mogano. Sorrisi imbarazzata – Scusa Senri… non intendevo infastidirti! - Takuma scoppiò a ridere mentre l’amico mi guardava con occhi accesi dall’odio – Non fate baccano, mi sta scoppiando la testa! - lo guardammo incuriositi e ci avvicinammo al suo giaciglio. Notando le nostre espressioni sospirò rumorosamente – Quello stupido di Aido mi ha trascinato fra le ragazze della Day Class e mi ha costretto a ballare con ognuna di loro… se lo fa di nuovo lo ammazzo! - ringhiò coprendosi con le lenzuola scarlatte. Dovetti fare degli sforzi immani per non ricominciare a ridere. Guardai il biondo che stava accanto a me e, con uno sguardo, ci capimmo: presi una camicia nera dall’armadio di Takuma e la infilai abbottonandola mentre calzavo le scarpe nere della sera prima. Lui infilò i pantaloni della divisa e uscimmo al volo dalla camera. Nel corridoio che portava alle scale mi fermai davanti ad uno specchio. Rimasi sorpresa da ciò che vidi: una figura asciutta e un po' pallida, con una camiciona nera che le arrivava sotto al sedere e le scarpe col tacco che la slanciavano. Quasi non mi riconoscevo. Takuma mi mise un braccio attorno alla vita – Sei stupenda! - arrossii distogliendo lo sguardo dalla mia immagine riflessa. – Dove andiamo? - domandai fermandomi dopo pochi passi, il mio accompagnatore alzò le spalle – Sui divanetti nell’atrio? - abbassai lo sguardo sui miei vestiti per cercare di ricordargli che non avevo nient’altro sotto che un paio di slip neri e un reggiseno rosso che avevo infilato all’ultimo. – Ormai tutti sanno che sei la mia ragazza e poi è quasi mattina, staranno già tutti dormendo. - un po' rincuorata presi la mano che mi tendeva e scendemmo la scalinata. Mi sdraiai sul divano a tre posti rivestito di tessuto color crema mentre Takuma andò prima in cucina per prendere da bere e poi si posizionò sulla poltrona dello stesso colore, accanto a me. Ero stanca, spossata e senza energie. Aver passato la notte sveglia, dopo aver lavorato tutto il giorno precedente, era stato deleterio. Mi misi seduta e presi il bicchiere d’acqua che era appoggiato su un tavolino di cristallo. Bevvi piano cercando di dissetarmi con poca acqua. Notai poi che il vampiro aveva un calice con del liquido rosso al suo interno. Immaginai fossero delle compresse ematiche disciolte nell’acqua; doveva essere in crisi per non poter bere sangue umano ma solo quelle stupide compresse. Stava fissando il vuoto con gli occhi che iniziavano ad assumere una leggera sfumatura rossastra, si portò una mano alla gola e capii che aveva sete. Molta sete! Dovevo aiutarlo… provai a guardarmi in torno cercando qualcosa di tagliente ma non vidi nulla. Ruppi il bicchiere che tenevo ancora in mano e usai un pezzo di vetro per aprire un taglio nel palmo della mano sinistra. Sapevo il rischio che stavo correndo: far uscire sangue con un vampiro in piena crisi non era un gioco per di più nessuno poteva aiutarmi o tenerlo fermo… - Lascia stare Shini! - ansimò il mio amato. Non lo ascoltai e mi avvicinai lentamente – Non venirmi vicino…non so se riesco a controllarmi…- gli sorrisi dolcemente – Mi fido! - sussurrai sempre più vicina. Mi misi a cavalcioni sulle sue gambe e bagnai la sua gola con il sangue che usciva dalla ferita. Takuma strinse i braccioli della poltrona con tutta forza, reprimendo i suoi impulsi. – Rilassati… ti amo! - dissi guardandolo negli occhi. Il rosso vermiglio scemò, lasciando che il verde naturale delle sue iridi riprendesse posto. – Io credo in te! - dissi prima di baciarlo. Ricambiò lasciandosi andare e ritrovando la calma che lo caratterizzava.

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Capitolo 23
*** Capitolo 23 ***


-Che scena romantica! - esclamò una voce troppo famigliare alle mie spalle. Mi staccai leggermente dal mio vampiro e mi voltai verso Hanabusa che ci guardava con un sorriso da ebete. Cominciò ad applaudire – Bravi! Davvero bravi! Potete rifarla? Questa volta con un po' più di sentimento Ichijo, eri un po' troppo distratto! - muoveva la testa guardando prima me e poi il giovane che mi teneva stretta – Aido…- sospirò suo cugino Akatzuki poco lontano dalla scalinata. Takuma continuava a rimanere in silenzio e a guardare nel vuoto. – Ragazzi! Da quanto eravate qui? - domandai rimettendomi in piedi. Sentii il sangue continuare a uscire e per un secondo vidi tutto nero. Sbattei più volte le palpebre per riprendermi. Takuma si riprese come uscito da una trance e si alzò andando verso la cucina. – Dove vai? - domandai ancor prima di avere una risposta dai due spettatori indesiderati. Non rispose così gli corsi dietro. Grosso errore! Caddi svenuta sul pavimento di marmo gelido.


Aprii lentamente le palpebre trovando due biondi a fissarmi. Le figure erano abbastanza sfuocate ma capii che quello che mi teneva la testa doveva essere Takuma, mentre quello che stava ordinando ad un giovane dai capelli rossi di portare un panno umido era Hanabusa. – Che…? - mi aiutarono a mettermi seduta – Tranquilla…- disse il mio ragazzo sorridendo dolcemente – è colpa mia…- sicuramente si stava incolpando per qualcosa che non aveva fatto, avrei voluto ribattere ma non avevo le forze. – Fai piano. - disse l’altro biondo, con gli occhi azzurro ghiaccio mettendomi una mano dietro alla schiena. Mi misero sul divano e Akatzuki portò una coperta, assieme al panno umido, che mi poggiarono sulla fronte. – Sto bene! Veramente… sono solo stanca. - provai in tutti i modi a convincerli, ma non c’era verso: erano tre testardi. “Mi vogliono tutti molto bene, altrimenti non sarebbero qui a coccolarmi” mi dissi posando lo sguardo sul mio biondo vampiro. Vidi che aveva il mio sangue, ormai rappreso, ancora sul collo dove lo avevo versato poco prima così mi alzai lentamente e, con il panno umido che avevo sulla fronte, mi diressi verso il ragazzo. – Che fai? - domandò sorpreso sostenendomi con le braccia per paura che potessi essere ancora debole. Non fiatai mentre pulivo via quel liquido vermiglio che mi aveva creato infiniti problemi. Takuma si irrigidì leggermente sotto al mio tocco ma non mi allontanò né tentò di fermarmi.
Dopo un paio di ore decisi di andare nella mia stanza per riposare e recuperare le energie che avevo perso durante la notte di fuoco con il mio favoloso ragazzo. Salii nella sua stanza per prendere i miei indumenti e tornai nell’atrio con il vestito rosso della sera prima. Hanabusa fischiò vedendomi e sorrise come faceva sempre mentre Akatzuki mi fece i complimenti per l’eleganza – Scusate, ma deve stavate ieri con la testa? - domandai un po' stizzita dal fatto che non si erano nemmeno accorti che era lo stesso vestito. – Ieri eravamo presi dalla scollatura, non dall’insieme…- disse ghignando il solito Aido. Suo cugino divenne rosso – Parla per te! - lo guardò in cagnesco mentre appariva Takuma dalla cucina. – Io vado! Ci vediamo più tardi- esclamai aprendo il portone ed uscendo alla luce del sole. – Aspetta! - il mio vampiro mi fermò prendendomi delicatamente un braccio e mi attirò a sé baciandomi.

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Capitolo 24
*** Capitolo 24 ***


Rimasi nella mia stanza fino a quando, verso metà pomeriggio, bussarono alla mia porta Yuki e Zero. – Come va? - domandò una ragazza solare irrompendo nel mio piccolo stanzino. Si lanciò sul letto e strinse un cuscino. La guardai perplessa, poi spostai l’interesse sul giovane futuro Livello E che era rimasto imbambolato sull’entrata. – Dai Zero, accomodati pure…- con le braccia lo incitai a varcare la soglia e sedersi su una sedia di legno accanto alla scrivania. – Il preside ci ha appena comunicato che un nuovo allievo verrà nella nostra classe! - esclamò la castana contentissima. Io la fissai poco interessata – E quindi? - chiesi visto che non dava segno di voler continuare. Mi saltò addossò ridendo – Viene dalla tua stessa vecchia scuola! Non sei contenta? - L’idea di incontrare un ragazzo che probabilmente sapeva tutto sulla mia storia, mi scatenò un attacco di panico. Percepii il cuore accelerare notevolmente, le mani congelarsi e il respiro farsi affannato. Non volevo gli altri sapessero del mio “piccolo” problema dovuto all’esperienza traumatizzante. Cercando di mantenere la calma pronunciai qualche parola – Non mi interessa… scusate, ma devo andare…- aprii la porta e, sperando di non venire seguita, corsi fino al limitare del boschetto. Non volevo che qualcuno che mi conosceva venisse a distruggere la mia nuova vita. Qui nessuno immaginava quello che avevo passato e, se erano gentili, lo facevano per qualcosa che non c’entrava con la compassione. “Ma se quel ragazzo non sapesse nemmeno della mia esistenza?” quella domanda mi aiutò a rinsavire. Nella mia vecchia scuola andavano più di trecento adolescenti, questo significava che c’era una possibilità su mille che il nuovo arrivato fosse un mio compagno o amico (cosa abbastanza improbabile visto che li contavo sulle dita di due mani…)
-Shini! Tutto bene? - la voce dell’argentato mi riscosse dai miei pensieri, lo guardai muovendo leggermente la testa – Hai avuto di nuovo un attacco di panico? - sembrava completamente diverso dalla sera prima: più gentile e disponibile. – Sì, non so cosa mi sia preso… Ho il terrore che qualcuno venga ad infrangere la tranquillità che sono riuscita a trovare in questa accademia, però è stupido! - un suo braccio si appoggiò sulle mie spalle – Nulla è stupido, se ci fa stare male. - sussurrò – Se hai bisogno di un amico con cui sfogarti, rivolgiti a me! - mi diede un leggero bacio sui capelli e io gli sorrisi piena di riconoscenza.


Verso sera decisi di accompagnare i due Guardiani al portone del dormitorio Luna, così da poter vedere il mio ragazzo che già mi mancava. Rimasi appoggiata al solito albero per una decina di minuti, fino a quando gli studenti della Night Class non apparvero da dietro il pesante uscio. Come al solito c’era Kaname in testa e a seguire i due cugini. Scorsi il mio amato poco lontano dai tre e gli feci un lieve cenno col capo, sorridendo. Mi vide immediatamente e si staccò dal gruppo per avvicinarsi – Buonasera raggio di luna! - esclamò baciandomi una mano come un gentiluomo. Tutte le presenti cominciarono a sbuffare e a protestare irritate. Mi guardarono con odio e una, capelli biondi leccati lungo il viso, occhi di ghiaccio e labbra strette, ebbe il coraggio di avvicinarsi e prendere la mano di Takuma dicendo – Non badare a questa nullità, mio dolce Ichijo, non ne vale la pena- quella voce fastidiosa e melensa mi irritò non poco. Se avessi potuto l’avrei incenerita al momento, purtroppo non avevo poteri… Takuma si scansò infastidito – Non sei di certo tu quella che può dirmi chi devo e chi non devo frequentare…- esclamò freddo fissando la giovane negli occhi. Notai che sia Zero che Hanabusa si erano avvicinati leggermente pronti ad intervenire qualora fosse stato necessario. La ragazza fissava il biondino con odio – Tu lo sai chi sono io?!- domandò muovendo una ciocca di capelli con la mano sinistra. Ichijo la guardò con indifferenza, così quella continuò – Sono la più popolare della Cross Academy, tutti i ragazzi desiderano stare con me! - il mio ragazzo fece spallucce e mi circondò le spalle con il suo braccio sinistro. – Takuma…- sussurrai imbarazzata. Lui mi guardò dolcemente – Questo è il momento giusto per farlo sapere a tutti! - mi fece l’occhiolino e, senza che potessi replicare, mi baciò con un rumorosissimo sospiro della maggior parte delle presenti. Nonostante mi vergognassi di stare al centro dell’attenzione, mi lasciai coinvolgere da quel bacio appassionato. Pensai solo al profumo che aveva il mio vampiro… mi lasciai cullare fino a quando Aido non si intromise con un – Okay ragazzi… calmiamo gli spiriti! - appoggiò la mano sulla spalla di Takuma che si staccò dalle mie labbra. – Shini, ti conviene scappare… avverto una certa ostilità con le tue compagne! - non mi servivano i sensi sviluppati di un vampiro per capire che, se avessero potuto, mi avrebbero uccise tutte in un secondo. Rabbrividii a quell’atroce immagine e mi allontanai leggermente dai due vampiri. – I-io vado…- dissi bisbigliando e allontanandomi dal portone.

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Capitolo 25
*** Capitolo 25 ***


Un ragazzo mi bloccò la strada facendomi prendere un colpo. – Gameisha! - quel nome mi fece sbiancare. Solo una persona mi chiamava così: Tomoe! Un mio vecchio compagno di classe, eravamo stati nella stessa classe per più di quattro anni, non avevamo mai avuto un gran rapporto ma lui adorava chiamarmi Gameisha (unione tra il mio cognome Gami e Geisha) perché, aveva sempre affermato, ero minuta e fragile come una donna della tradizione giapponese, per di più ho sempre avuto una carnagione chiara, cosa che aveva rafforzato le sue convinzioni.
Mi allontanai da quel giovane che non accennava a voler smettere di fissarmi strabiliato – Sei sempre più pallida cara…- disse ridacchiando. Sospirai irritata – Cosa ci fai qui Tomoe? - lui mi afferrò per i fianchi – Sono venuto a vedere come stavi! Tutti erano preoccupati così sono corso fino a questa accademia per accertarmi che non ti fosse successo nulla di brutto…- sperai non tirasse fuori la storia dei miei genitori, ma, mentre mi dibattevo affinchè mi lasciasse andare, lui continuò la sua frase maledetta – Certo, con la morte dei tuoi genitori in quel modo atroce, ci si augura non ti accada nulla di peggio però sai… la vita è improbabile e…- non terminò quel periodo perché Takuma lo atterrò con un pugno facendomi, finalmente, sospirare di sollievo. – Grazie- sussurrai fissando il mio ex compagno che si teneva il naso che sanguinava. Si rimise in piedi velocemente – Non toccarmi mai più, sporco vampiro! - sbraitò guardandosi intorno. In poco eravamo rimasti solo io, Ichijo, Aido, Kain e Senri. Lo avevano accerchiato mentre vedevo in lontananza arrivare anche Yuki che correva con il suo bastone antivampiro in una mano. – Tu non toccare Shini - disse con un tono abbastanza calmo il mio vampiro. – Non darmi ordini! Io sono un Hunter, li stermino quelli della tua razza! - i due si guardarono con le scintille negli occhi. Mi intromisi mettendomi al centro del cerchio, accanto a quello che era un Hunter – Ragazzi, state calmi! Non c’è bisogno di fare casino! - guardai Tomoe che mi afferrò per un braccio e mi mise dietro di sé, come per proteggermi – Scappa Shini! Non sai che creature orrende sono! - mi spinse leggermente per incitarmi a correre ma, ovviamente, io non mi mossi. – Sei stupida?! Ti ho detto di sparire! - mi strattonò nuovamente mentre facevo resistenza ma intervenne Senri, il più vicino, che gli bloccò il braccio senza fatiche. – So chi o, come dici tu, cosa sono! - mi sistemai fra Shiki e Akatzuki che mi sorrise gentilmente – Non sono come li descrivi tu…- continuai mentre mi fissava esterrefatto – Si nutrono di sangue e possono uccidere ma, come allo stesso modo, gli esseri mortali fanno con gli animali e gli stessi individui. Sono più le cose che ci uniscono che quelle che ci dividono. - non sapevo da dove fossero uscite quelle parole, fino a quel momento non ci avevo mai pensato però, non avevo detto cose a caso, erano ponderate. Notai lo stupore sui visi dei giovani – Fare filosofia ti fa bene! - rise Kain accanto a me. Takuma si avvicinò e mi abbracciò in segno di supporto. Tomoe mi fissava con occhi sgranati – Sei una di loro! Ti sei fatta trasformare…- mi avvicinai a lui allarmata – No, no, no… cosa ti salta in mente! Sono viva, come te! Non…- in un attimo mi ritrovai con la schiena sul viale lastricato. – Tomoe…- sussurrai cercando di capire. Il mio ragazzo mi fu subito accanto e mi aiutò a rialzarmi, poi guardò il giovane Hunter dritto negli occhi – Amo troppo questa ragazza per farle passare una vita indegna come è la nostra! Non la trasformerei mai in un essere succhiasangue. - fu davvero molto convincente.
Grazie al cielo, Yuki arrivò mettendo un po' d’ordine a quella “lotta”. Spinse l’hunter lontano dal gruppo di vampiri per parlargli e dopo qualche minuto lo vidi sparire fra gli alberi. La giovane si avvicinò guardando la mano di Takuma che era appoggiata sul mio braccio – Scusatelo. Non sapeva della vostra… ecco…- divenne leggermente rossa, mentre cercava le parole giuste. Era in imbarazzo per la situazione ma io e il mio ragazzo non avevamo paura di ammettere cosa c’era fra noi – La nostra relazione! Puoi dirlo, non è un segreto! - disse il biondo accanto a me.

 

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Capitolo 26
*** Capitolo 26 ***


Quella notte non dormii quasi per niente. Continuavo a pensare a Tomoe e al fatto che fosse un Hunter. Ma ero più preoccupata per le motivazioni che lo avevano fatto venire proprio alla Cross Academy…
Il mattino seguente, quando la sveglia suonò, ero già pronta per andare a lezione. Avrei trovato un momento giusto per parlare con il mio vecchio compagno di classe, sperando che mi avrebbe chiarito i dubbi. Trovai Yuki nel corridoio del primo piano – Come può quel Tomoe essere un Hunter?! – domandò stizzita la castana – Ieri sera c’è voluto un secolo per convincerlo che quelli della Night Class sono innocui… - non ascoltai oltre il discorso lungo della mia amica, ero troppo impegnata ad osservare quell’Hunter mentre entrava in classe con Jeans neri borchiati, una maglia dello stesso colore e occhiali di sole a specchio. Un’aria strafottente mentre guardava le varie ragazze della Day Class che lo inseguivano e lo idolatravano – Chi si crede di essere?! – Yuki stava perdendo la pazienza – Questo è troppo! – esclamò raggiungendolo e levandogli gli occhiali in malo modo. Decisi di non immischiarmi ed andai a sedermi il più lontano dagli altri. Continuavo ad avere quella strana sensazione… come se quello che ricordavo riguardo a Tomoe fosse sbagliato…
Quella sera decisi di lasciare le mie preoccupazioni da parte e godermi una serata con il mio ragazzo. Era mezzanotte quando Takuma uscì dalla sua aula e mi venne incontro nel corridoio della scuola –Ciao amore – mi baciò mentre faceva scorrere una mano sulla mia schiena. Quando stavo con lui diventava tutto meno difficile – Cosa vuoi fare? – chiesi mentre uscivamo in cortile. Lui mi sorrise come suo solito e mi fece sedere su una panchina accanto alla fontana – Kaname ha bisogno di me dopo le lezioni quindi non riusciamo a stare assieme questa notte… Mi dispiace tesoro – devo ammettere che un po’ mi dispiacque, speravo che avrei potuto raccontargli i miei dubbi a proposito di Tomoe, magari Takuma mi avrebbe aiutata… - Non c’è problema – mentii – Oggi è stata stancante la giornata – mi alzai dopo averlo baciato velocemente e mi allontanai. Non potei non notare lo sguardo triste del vampiro che, nonostante tutto, non mi fermò.
Mentre camminavo verso il dormitorio Sole, Tomoe mi bloccò la strada – Cosa vuoi ancora? – li chiesi quasi ringhiando – Oh andiamo Gameisha, non dirmi che sei arrabbiata con me! – cercai di aggirarlo ignorando ciò che aveva appena detto – Aspetta! – mi fermò tenendomi per un braccio – Vuoi la verità? – lo guardai negli occhi e capii che era serio, così feci un leggero cenno col capo per farlo continuare – Sono qui per te – io sbarrai gli occhi – In che senso scusa? – lui mi lasciò il braccio – Ho il compito di portati alla sede della Vampire Hunter Association – la mia sorpresa si fece ancora più grande – Perché? Cosa vogliono da me? – Tomoe si guardò attorno per accertarsi che nessuno li stesse ascoltando – Vogliono parlarti del tuo passato… non posso dirti altro –
Non sapevo cosa pensare: forse c’era qualcosa che volevano dirmi dei miei genitori o forse era una trappola di qualche tipo… Il fatto era che Tomoe mi sembrava molto serio e qualcosa nel mio subconscio mi diceva di fidarmi – Va bene. Quando possiamo andare? – l’Hunter sorrise – Sapevo che avresti capito. Un’auto ci sta già aspettando fuori dall’accademia –
E così mi trovai in una limousine, con un mio vecchio compagno di classe che era un Hunter, mentre lasciavamo una scuola dove c’era il mio ragazzo vampiro.

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Capitolo 27
*** Capitolo 27 ***


Il viaggio durò meno di un’ora. Quando scesi dall’auto mi trovai difronte ad un edificio imponente con guardi di sicurezza ad ogni entrata, tutte immobili e vestite di nero. – Vieni – mi incitò Tomoe facendomi segno di seguirlo. Una volta varcata la soglia mi ritrovai in una sala piena di gente che si muoveva da una postazione all’altra, tutti frenetici e nessuno si accorse della mia presenza. – Signorina Gami, benvenuta! – un uomo si avvicinò con un sorriso sulle labbra – Sono Kiyotaka Matsumoto, il direttore di questa sede della Vampire Hunter Association. La prego di seguirmi – senza molti preamboli svanì fra la gente e dovetti accelerare il passo per non perderlo. Con me c’era ancora Tomoe che rimaneva muto e in disparte.
Arrivammo in una stanza asettica, con le pareti bianche e un unico tavolo di metallo con due sedie dello stesso materiale. In quel momento ripensai a Takuma: se fosse venuto a cercarmi e non mi avesse trovata si sarebbe preoccupato moltissimo, forse avrei dovuto lasciargli un biglietto o cercarlo per dirglielo di persona… Ormai però era troppo tardi.
Il direttore mi fece segno di sedermi su una delle due sedie. In quel momento entrò nella stanza un uomo sulla trentina, capelli neri e sguardo vigile. Per qualche motivo mi sembrava famigliare ma, più mi sforzavo di richiamare alla memoria qualche ricordo, più mi sembrava tutto confuso. L’uomo teneva un ciondolo viola in mano e, quando lo guardai perplessa, lui sorrise – Dopo ti sarà tutto chiaro Shini, non preoccuparti – come sapeva il mio nome? Chi era quell’uomo?
Il direttore si mise in disparte, rimanendo in silenzio mentre il nuovo arrivato si sedeva difronte a me – Ora guarda il medaglione e libera la mente – mi fu impossibile resistere al richiamo di quell’oggetto che pendeva davanti ai miei occhi, fu questione di pochi istanti e tutto mi fu chiaro nella mente.
Rividi mia madre mentre mi insegnava a combattere con i pugnali che mi avevano regalato quando avevo 10 anni; mio padre che mi spiegava come usare una Katana; ancora mia madre che mi spiegava l’importanza dell’eliminare i vampiri – Sono dei mostri Shini, non hanno sentimenti! – diceva mentre mi mostrava immagini di quegli esseri della notte; vidi un allenamento con Tomoe, il mio compagno di battaglia; ricordai il combattimento contro il vampiro che mi morse, la fatica che feci a fermarlo e la morte dei miei genitori; prima che mia madre fosse uccisa mi fece vedere un medaglione viola cantilenando qualcosa.
Sbattei più volte le palpebre guardando l’uomo che mi stava difronte – Maestro Ogawa, cosa ci faccio qui? – lui sorrise – Bentornata Hunter! Abbiamo una missione per te! -
*
Mi allenai assieme a Tomoe per oltre due settimane, dovevamo essere pronti per la nostra missione. Non sapevamo ancora i dettagli ma quello che ci aveva detto il nostro maestro era che avremmo attaccato durante una festa a casa di Asano Ichijo, detto il Venerabile, vampiro di stirpe nobile molto potente, dove sarebbero stati presenti diversi elementi di spicco della società vampiresca, tra cui il nipote del Venerabile.
-Non dirmi che non sei curioso di vedere questi nobilotti dai canini a punta! È una vita che ci prepariamo per una cosa del genere Tomoe… - cercavo di carpirgli qualche informazione ma lui sembrava diverso dal solito, come se mi stesse nascondendo qualcosa. – Tomoe? Cosa c’è che non mi stai dicendo? – bloccai un suo fendente di Katana a pochi centimetri dalla mia spalla – Nulla Shini, è solo che… non lo so… forse dovrei dirti – ma fu interrotto dall’arrivo del maestro Ogawa –Bene ragazzi il party inizia fra meno di tre ore, i vostri abiti sono nelle vostre stanze. Siate puntuali! -

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