Una sigaretta alla finestra

di athenawinchester
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Parvenze di vita ***
Capitolo 2: *** Una sigaretta alla finestra ***
Capitolo 3: *** I tempi miei ***
Capitolo 4: *** Non a Te ***
Capitolo 5: *** Risveglio ***
Capitolo 6: *** Dunque non m'ami ***
Capitolo 7: *** Pomeriggio di agosto ***
Capitolo 8: *** L'alternarsi delle stagioni ***
Capitolo 9: *** L'impazienza è una virtù ***
Capitolo 10: *** Amare furtivamente ***
Capitolo 11: *** All'ombra d'un abbagliante maggio ***
Capitolo 12: *** Un'estate sola ***
Capitolo 13: *** Gazzella ***
Capitolo 14: *** L'assenzio ***
Capitolo 15: *** Oblio ***
Capitolo 16: *** Se l'animo mi parlasse con parole ***



Capitolo 1
*** Parvenze di vita ***


Parvenze di vita


Saluto e mi rassegno
alla timidezza leggera che
m'assale alla vista tenera e
violenta, che scorgo da un uscio,
di parvenze di vita. 

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Capitolo 2
*** Una sigaretta alla finestra ***


Una sigaretta alla finestra


Ho fumato una sigaretta dopo l'altra
alla finestra,
aspettando di morire.

Fa quasi bene all'anima il silenzio delle stelle
colmo dei friabili respiri
di chi arranca per vivere,

ed il buio alle piccole finestre degli altri
ma rischiarate dai riflessi trasparenti
d'un remoto sogno.

E d'improvviso hai quasi voglia di vivere
per sempre. Per parlare con la notte,
ballare tra le anime.

Per fumare una sigaretta alla finestra,
nient'altro di speciale,
vorresti non morire mai.

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Capitolo 3
*** I tempi miei ***


I tempi miei


Ho scorto tacitamente
per l'ultima volta oggi, temo,
le infantili aspirazioni che furono
dall'affezionata finestra.

Ho salutato, trattenendomi oltremodo,
l'ordinario riflesso, oggi così incerto,
d'un volto sgomento ne' suoi
nuovi segni e vecchi.

Ho carezzato senza rimpianto
attestazioni della mia esistenza: una
scalfittura che figura, nella sua plastica,
urgenza di vivere ancora.

Porto con me in una busta
i soliti imperituri dubbi, che taccio,
che taci, per confortare l'eterno
stanco volto di tua madre.

Proseguo per una ignota strada,
domandi cosa è stato

e paventi che ti colga di sorpresa,
che non t'attenda il tuo momento.

Sì, penso ai tempi miei
che troppo presto andranno a
perdersi tra la foschia
di mille perduti intenti.

E il suolo mai avrà più peso
della melodia lontana e

insipida, che tuo padre ti cantava,
allorché hai veduto il cielo.

Non c'è distanza
tra il sogno e la realtà,
la veglia e il sonno,
la morte e la vita.

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Capitolo 4
*** Non a Te ***


Non a Te


Non a te
volgono queste parole.

Quest'oggi ho deciso,
mai più a te
volgeranno queste mie contuse parole.

Ma a chi dedicarle,
sebbene indarno
e in eterno sanguinolenti,
se non a te?

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Capitolo 5
*** Risveglio ***


Risveglio
 

Pe'l pendio faticose le gambe
fanno strada all'inconsolabile animo.
Né sa più, spoglio e sprovveduto, lui
quale il senso profondo di questo

vagabondaggio. Tuttavia par che
nulla, su questa illesa cima e
perduta, debba custodire alcun
significato arcano. Se vi sono

mai stati veli, non qua riverberano
le fittizie stagioni di cui narra
il saggio, ché se quel ciel ceruleo
non fosse che un'artefatta opera

Io non potrei sentire così chiara
la rigogliosa mano che m'avvolge
le spalle spossate e la vinta schiena,
che m'invita ad una sosta, pietosa.

Ecco che cessano i ginocchi inquieti
di opporsi alla sacrosanta pena!
L'aria d'improvviso odora di amori
nella memoria estinti che, esenti

da tedio, mitigano l'eterno,
ingovernabile Spirito mio.
Ascolta. Di lontano, di lontano...
dapprima fioco, poscia tremulo, caldo

d'un usignolo giunge il gorgheggìo
e par nel petto mi si annidi! E di
qui dentro par che canti eternamente!
Oh, meschino orecchio! Volontà magra!

Io non sapevo d'averci qui dentro
un animaletto! E come tale
mi figuro mentre m'inebrio di
libertà, di verde, di fresco! Di molle

rugiada, sapiente e leggiadra come
un nobile ragnetto, mentre tesse
ragnatele di specchi sui trifogli
persiani e bianchi. E come di essi

fossi una foglia, lascio che il corpo
danzi col vento, amante abile
e passionale maestro. Mi posa,
blando, su un rigagnolo d'acqua con

un casqué, e mi saluta con un bacio
che inonda l'animo di commozione.
Mi dirigo verso un vasto infinito
dove cessano le costrette cagioni.

Solo mi toccano le dita discrete
di un aureo salice, ed io ridestata
come da un antico sogno, m'inebrio
di quiete mentre alfine comprendo

di non esser altro da questo fiume
instancabile che mi scorre affianco.

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Capitolo 6
*** Dunque non m'ami ***


Dunque non m'ami


Dunque è vero che non m'ami.

M'invento un orgoglio che poi
nemmeno è sufficiente
a preservarmi un poco
dalle vuote parole che
pronunci, ma sen
za posa.

Se domando al riflesso sul
vetro di un bar, ambedue
desolati, come fanno
quelle, così turpi! Vanesie!
A ferire tanto a fondo
il petto, non è perché io

vado realmente cercando
risposte, ma solamente
per una ormai logorata
compassione, quale mancò
a quel dio che scelse per
me un animo d'occasione.

Dunque è vero che non m'ami.
Se dico quello che dico
non è certo perché sia
sopportabile lo strazio. Si
chiuderà anche questo squarcio.

 

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Capitolo 7
*** Pomeriggio di agosto ***


Pomeriggio di agosto

È un pomeriggio di agosto
come tutti gli altri trascorso
scomodame posata su di una sedia
atroce con atroci pensieri 
su questo nostro tragico fato.

Esaurite le idee mi si ripetono
le solite canzoni e il lamento 
dell’empio stomaco, non meno famelico
di quest’animo pelle e ossa.

Tremante si spegne tra le dita
la sigaretta. La riaccendo,
non è lacero a sufficienza il petto,
ma la brama d’un qualche salvifico genio
con essa di rispegne.

In un momento tanto arido
di significato, è gravoso solo esistere.
Anche la lacerante attesa d’una salvifica
carezza, si spegne.

Sento la tua mancanza infinitamente.
Ti prego, dunque, di non tornare mai.

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Capitolo 8
*** L'alternarsi delle stagioni ***


L'alternarsi delle stagioni


Lento e catastrofico l’avanzare

di Settembre. Si respirano
promesse più dolci che all’ultimo giorno
d
i Dicembre. Il mendace
alternarsi delle stagioni costruisce
parentesi nella vita della gente,
sicché quando le strade prendono a
riempirsi, pare che tutto sommato
non sia successo niente.

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Capitolo 9
*** L'impazienza è una virtù ***


L'impazienza è una virtù


Che non fosse d'una gloriosa dipartita
l'attesa, mai fu mia lodata virtù
la predicata, pacata pazienza.

Presto! Che ogni miraggio si faccia
carne sotto le mie fameliche dita
allorché la fiamma i sensi incendia!

L'animo è un infante bugiardo!
Non soppesa gli eventi e i meriti!
Non distingue una scottatura da una carezza!

Cosa è dopo non importa, non importa.
Cosa era prima, non vedi? Già cessa,
e l'ignobile speme è un flagello,

ch'essa si maschera dei suoi opposti,
recita una commedia! Anela agli applausi
d'un pubblico che terminato lo spettacolo

di fretta al simposio di reca! Ché pure
l'indigente suo spirito mai si sazia
di miraggi e carne fresca di caccia!

Dunque presto, vieni! Bussa alla mia porta!
E corriamo a banchettare e ad unirci sotto
irrisorie stelle sin quando non farà mattina!

E al mattino cominciamo da capo!
Sinché l'animo non sarà lacero e canuto
e non avrà imparato nulla, nulla!

E a chi dice che è facile vivere d'amore,
così, e d'impazienza, ecco! Codardi siete voi!
E i vostri candidi animi di piuma.

 

 

 

 

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Capitolo 10
*** Amare furtivamente ***


Amare furtivamente
 

Amore,
poiché altro non so
fare, non mi rimane che
riempire di stucchevoli
parole un grumo di laidi
versi. E pure questa è
una premura di cui siamo
indegni io e te.

Mi trattengo qui, dunque.

Invero, amore, è un peccato
imperdonabile amare
furtivamente.

 

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Capitolo 11
*** All'ombra d'un abbagliante maggio ***


All'ombra d'un abbagliante maggio

Era all'ombra d'un abbagliante maggio

che temerario e insolente il diletto
di una mano coglieva un animo
acerbo, e presto non seppe quale
uso, consumato il vanto, potesse
farne. Quella mano insolente io
ho amato ciecamente, ed ora
che con brusca indifferenza si è
ritratta, carezzo pietosa questa
smunta guancia con le mie sole dita.

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Capitolo 12
*** Un'estate sola ***


Un'estate sola

Amore,
questo maggio saturo
di pioggia ci ricorda
che un'estate sola è
concessa alla lussuria
.

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Capitolo 13
*** Gazzella ***


Gazzella
 

Amore,
sopraggiunge anche a te,
certe notti d'infausta
angoscia, o magari
col pigro schiudersi ad
un giorno di bagliore
immenso le palpebre,
il dubbio impellente
e viscoso qual fumo,
d'esser di qualche dio
dispettoso lo svago,
o della natura, che
tutto può, un curioso
esperimento e breve?

E allora, accade
anche a te di non aver
più lieve il sonno oppure
di stringere pregando
gli occhi, quasi che così
potessi allontanare
in eterno il mattino?

Non ti tormenta, e lo
stomaco avvilisce,
questo senso di realtà
lisa dall'ordinaria
certezza, in una di
queste ore tarde o
mattutine, di dover
perire? Ma nel nulla,
nel nulla amore, così,
come niente, nel nulla...

E non t'infuria che poi,
quella stessa spietata
natura, o quel dio
che di noi allegro si
burla, ebbe a comandare
che costruissimo con
inesorabile affanno
e inguaribile strazio,
quelle cose intorno a noi
che pure un dì, una
notte, cesseranno e
non saranno che nulla?
Pure loro, amore,
come noi, così: nulla...

Ma dì tu adesso, se
l'orecchio come me hai
teso triste, dì, te ne
prego: se così potessi
arrestare lo scempio
toccatoci in sorte,
scambieresti, amore,
per lo spirito libero
di una gazzella, l'arte?

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Capitolo 14
*** L'assenzio ***


L'assenzio


Amore mio,
figurati per un istante solo,
se vuoi,
il giallo cenerino dell'assenzio in quel dipinto
dello straordinario Degas;

e sul femmineo volto la tediosa attesa
e disillusa dell'oblio,
quale negli occhi del vicino amante riposa;

e quell'immediata plaga vacua a cui siedi
assorto e smarrito,
persino tu.

Ecco, questo che senti adesso
in petto è il sapore aspro
e consolante,
del palpabile ricordo dei tuoi baci
sul mio seno.

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Capitolo 15
*** Oblio ***


Oblio


Sulla di lei pupilla 
cerula il pianto riluce
come se nei bulbi avesse
incastonata acquamarina.

Oh, se solo le mie immonde
lacrime sapessero così splendere
non sarei negli anfratti 
della sua memoria condannata
ad estinguermi.

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Capitolo 16
*** Se l'animo mi parlasse con parole ***


Se l'animo mi parlasse con parole


Ma se un giorno questo mio animo indocile

mi parlasse con parole ch'io potessi
ricercare sfogliando un comune vocabolario di carta
di inchiostro e polvere, forse
scoprirei di avere fatte di cagionevole carne
le dita e cesserebbe alfine l'affanno d'esistere
di cose che nascono per morire irrisolte.

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