Il Matrimonio di Cerys

di telesette
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Kaer Trolde ***
Capitolo 3: *** In cerca di indizi ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


PREMESSA

Questa fanfiction si ricollega ad una ipotetica ending di "The Witcher 3" con due requisiti di trama fondamentali: l'incoronazione di Cerys An Craite come Regina delle Skellige, e il BEST ENDING con Ciri e Geralt che intraprendono assieme la Via del Witcher. L'idea nasce da una discussione amichevole su un forum, dove molti hanno espresso varie idee e soluzioni per rendere quantomeno plausibili certe coppie.
Detto ciò, rivolgo un caro saluto ed un ringraziamento a: Marcello, Alessandra, Vittorio, Manuela, Francesco, Simona, Alex, Edoardo... E a tutti voi lettori e lettrici auguro BUONA LETTURA & BUON DIVERTIMENTO !!!

L'Autore 


***

Il Matrimonio di Cerys
immagini tratte da internet

Ciri ansimò profondamente.
La corsa per inseguire quel dannato Katakan, mentre questi fuggiva agilmente tra le pozzanghere e gli acquitrini melmosi dove le gambe affondavano quasi fino al ginocchio, si era rivelata molto più dura del previsto. Per tenere il passo col mostro aveva dovuto ricorrere innumerevoli volte al suo potere di teletrasporto, consumando una gran quantità di energia, e adesso che lo aveva raggiunto quasi non riusciva a brandire l'arma con la forza necessaria.

- Vuoi una mano? - gli domandò Geralt vedendola in difficoltà.
- Non ci provare nemmeno - mormorò Ciri in risposta, roteando la sua lama Rondine con un abile gesto da spadaccina. - E' mio!

Il Katakan ruggì minaccioso.
Né Ciri né Geralt si scomposero, dinanzi ai rossi occhi della creatura o alle sue fauci spalancate e alle lunghe dita affilate come rasoi. Geralt si mantenne in disparte, lasciando a Ciri il compito di fronteggiare il mostro in prima linea, ma chiaramente pronto ad intervenire nel caso che il Katakan si fosse rivelato un osso duro.
Nell'attimo in cui la creatura si lanciò all'attaccò, Ciri scattò di lato e lo ferì leggermente al braccio. Il Katakan soffiò di rabbia, fissando la ragazza attraverso due iridi color rosso fuoco, e il suo corpo prese a vibrare come se tutti i suoi muscoli fossero tesi e pronti. Geralt capì immediatamente che il mostro stava per sferrare il contrattacco, sfruttando le sue dita e la sua velocità per scagliare contro Ciri una furia tagliente pressoché inarrestabile con la sola lama, ma prima che potesse avvertirla il Katakan era già partito all'azione.
Ciri fece del suo meglio, deviando una buona parte dei colpi, ma l'istinto e l'indiscussa abilità con la spada non le risparmiarono comunque una brutta lacerazione al fianco e alla spalla.
Vedendola in difficoltà, il Katakan gongolò soddisfatto. Subitò provò ad azzannarla al collo ma, sottovalutando la capacità di recupero della ragazza, si ritrovò con un dente in meno. La spada di Ciri era stata ancora più rapida della sua furia omicida, staccandogli di bocca parte della sua arma naturale, tuttavia questo anziché indebolirlo lo aveva fatto infuriare ancora di più. 

- Oh-oh - fece Ciri preoccupata. - Non... Non sei arrabbiato, vero?

Per tutta risposta, il mostro le sferrò un poderoso manrovescio.
Ciri provò a parare il colpo, ma la forza del mostro era tale che le fece volare via l'arma dalle mani. Subito Geralt balzò in avanti, distraendo il Katakan per consentire a Ciri di recuperare la spada, ma l'essere non aveva alcuna intenzione di cambiare bersaglio. Malgrado l'esperienza, anche Geralt si ritrovò scagliato all'indietro come un fuscello, battendo dolorosamente la schiena contro un albero, mentre il Katakan puntò inesorabilmente contro Ciri che annaspava nella melma alla ricerca dell'arma.

- Eccola...

Le sue dita avevano appena incontrato l'elsa di Rondine ma, prima che potesse impugnarla per difendersi, l'istinto la spinse a voltarsi e a vedere l'orrida mano del mostro calare mortalmente su di lei.
In quella però, una terza spada apparve dal nulla e salvò Ciri appena in tempo. Il Katakan spinse inutilmente contro la lama che gli bloccava gli artigli, cercando di disarmare anche il nuovo arrivato, ma questa volta si trattava di un umano con ampie spalle muscolose e una forza da orso dei ghiacci.
Geralt sollevò lo sguardo e, pure se mezzo intontito dalla botta, riconobbe la stazza e l'imponente figura di Hjalmar An Craite, figlio primogenito del defunto Crach An Craite, meglio noto come lo "Sterminatore di Giganti" a seguito di una memorabile impresa ad Undvik.

- Ciao Geralt - gridò Hjalmar con la sua voce chiara e possente da uomo di Skellige. - Non vi dispiace, vero, se vi do una mano?
- Hjalmar ?!? - fece Ciri sbigottita.
- Bentrovata Ciri - sorrise. - Ti trovo bene, davvero, sei... più bella di... Scusa un momento!

Malgrado la forza e la prestanza fisica, Hjalmar non poteva permettersi di fare il seduttore e contrastare un Katakan allo stesso tempo. Ciri vide le vene e le tempie di Hjalmar rosse e gonfie per lo sforzo ma, per quanti tentativi facesse, il mostro non riusciva a farlo vacillare neppure di un centimetro. La creatura azzannò l'aria, cercando di mordere Hjalmar al volto, ma questi gli serrò la mano attorno alla gola e ricambiò i rossi occhi della creatura con uno sguardo quasi altrettanto iniettato di sangue.

- Non ti azzardare a soffiarmi in faccia, sai - ringhiò Hjalmar tra i denti. - Hai un alito disgustoso!
- HYAAARRRGHHH !!!
- Ah, ma allora sei proprio in cerca di rogne!

Ciò detto, Hjalmar assestò un pugno poderoso al volto della creatura e, così facendo, gli staccò via l'altro dente.
Il Katakan gemette di dolore, mentre il sangue sgorgava denso e copioso dalla bocca, ma non ebbe tempo di sentire altro perché Geralt approfittò dell'occasione per conficcargli la lama nella schiena passandolo da parte a parte. Ciri a sua volta, raccogliendo Rondine, decapitò il mostro con un unico movimento rapido ed elegante e il tutto si concluse tra spruzzi rossastri ed una carcassa immobile e puzzolente nel fango.

- Un trofeo di tutto rispetto - commentò Hjalmar, raccogliendo la testa sanguinante del Katakan con una risata. - Un bestione così farebbe un figurone sopra il caminetto e... e... Perché mi guardate così, che ho detto?

Sia Geralt che Ciri scoccarono a Hjalmar un'occhiata colma di disapprovazione.
Nella foga del combattimento non vi era stato modo di chiarire l'arrivo di Hjalmar sul Continente ma, data la tendenza di questi a divagare, ancora non si decideva a metterli a parte sul motivo della sua visita.

- Credevo che tua sorella avesse bisogno di te, per mantenere l'ordine a Skellige - sentenziò Ciri. - Non è che hai preso una nave di nascosto, per andare a fare razzìe a sua insaputa, vero?
- Ma... Ma no, certo che no!
- Cosa ti porta qui, Hjalmar - s'informò dunque Geralt. - Sei venuto a cercarci di tua iniziativa, oppure vuoi farci credere che si tratta di una piacevole coincidenza?

Hjalmar si fece serio in volto, quasi senza riuscire a sostenere lo sguardo dei due amici, tuttavia mantenne intatto il tono calmo e cordiale della voce.
Era dalla battaglia di Kaer Morhen che non si vedevano e, dato che allora i funerali di Vesemir avevano lasciato ancor più amarezza nei saluti, proprio non se la sentiva di rovinare il piacere di ritrovarsi insieme dopo tanto tempo.

- E' bello rivedervi, Geralt, sul serio!
- Lo è anche per noi, Hjalmar - esclamò sincero il Witcher, stringendogli energicamente il braccio e scambiandosi una pacca sulla spalla secondo l'usanza delle isole.
- Ci sono tante cose che devo dirvi, in realtà - ammise Hjalmar con un  sospiro. - Ma preferirei farlo davanti a un fuoco... E magari anche a una bottiglia di qualcosa di forte!

***

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***

Sciolta la lingua, grazie ai fumi dell'alcool, Hjalmar non si fece certo pregare nel mettere al corrente i due Witcher sulla situazione che vigeva a Skellige.
Da quando sua sorella Cerys era diventata regina delle isole, malgrado il dissenso di alcuni Jarl, le genti prosperavano e i banditi si guardavano bene dal causare fastidi lungo la costa. Tuttavia molti recenti episodi rischiavano ora di rovinare tutto quello che Cerys stava faticosamente costruendo per garantire il futuro delle Skellige.
Geralt e Ciri ascoltarono il racconto di Hjalmar con molta attenzione.

- Malgrado gli sforzi di Cerys, quelle zucche dure dei capi più anziani non sono ancora disposti a riconoscere la sua autorità - spiegò Hjalmar. - Quei figli di puttana stanno tentando di scalzarla con ogni mezzo, arrivando persino a pagare degli assassini, e sono già due volte che Cerys ha corso seriamente il rischio di morire per causa loro!
- Sei sicuro, voglio dire, hai prove che collegano i mandanti agli esecutori di tentato regicìdio?

Hjalmar frenò dunque la sua irruenza.

- Beh, no... No, ovviamente no!
- Lo immaginavo!
- Oh, al diavolo, Geralt... Chi altri potrebbe volere la morte di Cerys? Non  ti ci mettere anche tu, con questa storia delle prove, i fatti parlano chiaro!

Geralt scosse la testa.

- Conoscevo un Witcher - mormorò Geralt, calmo ed impassibile come sempre. - Uno che venne accusato dell'omicidio del re di Temeria, anche se non lo aveva mai commesso, e che ancora oggi si porta dietro questa "reputazione" nelle chiacchiere della gente... Non so se mi spiego!
- Cazzo, Geralt - proruppe Hjalmar. - Non metterti anche tu a farmi la predica, per favore, c'è già Cerys per quello!
- Infatti vedo come la ascolti - fece Geralt con una smorfia.
- Se tu le dessi retta, ogni tanto, non ti farebbe affatto male - osservò dunque Ciri. - Soprattutto prima di lanciare accuse pesanti, senza pensare alle conseguenze!
- Io penso a Cerys - Hjalmar si infiammò. - "Scusate", se mi preoccupo più per la vita di mia sorella, anziché pesare le parole nei confronti di coloro che sputerebbero volentieri sul suo cadavere e ballerebbero sulla sua tomba... Avresti dovuto sentire lo Jarl Betuild, quando gli hanno detto del secondo attentato: secondo lui, era una "maledetta sfortuna" che quel coltello non si fosse piantato dove doveva!

Hjalmar sputò nel fuoco con disprezzo.

- Oltretutto, adesso è venuta fuori questa dannata faccenda del matrimonio...
- Aspetta un attimo, quale matrimonio?
- Di Cerys - puntualizzò Hjalmar. - Tempo fa, ha ricevuto una proposta da uno dei capoclan più giovani: all'inizio si è detta contraria ma, secondo Ermellino il druido, il matrimonio potrebbe rivelarsi un'ottimo stratagemma per mettere a tacere il dissenso dei capi una volta per tutte... Cazzate, secondo me, sta di fatto però che Cerys sta seriamente riflettendo se accettare o meno!
- Capisco come ti senti - esclamò Geralt. - Ma se vuoi aiutare davvero tua sorella, devi sforzarti di mantenere la calma!
- Lo so, cazzo, lo so - tagliò corto Hjalmar, camminando attorno al fuoco nervosamente. - Geralt, non ci girerò troppo intorno: mi serve il tuo aiuto... tuo e di Ciri, ovviamente!

Geralt e Ciri si guardarono l'un l'altra, prima di rispondere.

- Hjalmar - proruppe Geralt. - Tu sai che daremmo volentieri la vita, per te e per Cerys, ma la politica è una faccenda che va ben oltre due semplici Witcher!
- Ascolta Geralt - continuò Hjalmar, scoprendo parte della camicia e mostrando ad entrambi la cicatrice di una lunga scarnificazione che partiva dalla base del collo e scendeva diagonalmente lungo lo sterno. - La prima volta che hanno attentato alla vita di Cerys, sono riuscito a deviarla solo perché mi trovavo davanti a lei; la seconda, invece, la lama è passata a meno di un palmo dalla sua fronte... Non è solo una questione politica, Cerys rischia costantemente la vita, perciò mi servono persone fidate per garantire la sua protezione!

Geralt strinse gli occhi.

- Come ti sei procurato quella?
- Non ho avuto il tempo di sfoderare la spada - spiegò Hjalmar. - Sono stato fortunato, la lama ha inciso la carne senza raggiungere nulla di vitale, ma mi sembrava di essere un maiale sgozzato... Cazzo, Geralt, non te lo sto chiedendo per me ma per Cerys: se dovesse succedermi qualcosa, chi la proteggerebbe al posto mio, eh?
- Se la metti così, il discorso cambia - annuì Geralt, battendosi le cosce e scattando subito in piedi. - Ora che il contratto per il Katakan è concluso, non penso ci sia nulla che ci impedisca di accettare la tua richiesta!

Il volto di Hjalmar si illuminò, prima che questi prorompesse in una lunga risata gutturale.

- Grazie - esclamò. - Non ho parole per ringraziarvi, davvero...
- E allora non farlo - rispose Geralt tranquillizzandolo. - Tra amici, le parole non servono!

Sentendosi rasserenato, Hjalmar si lasciò cadere di nuovo davanti al fuoco e finì di scolare quanto era rimasto sul fondo della bottiglia.
Più tardi i tre discussero insieme i preparativi per il viaggio. La nave di Hjalmar era ancorata ad una baia poco distante, dove i suoi due amici e compagni Vigi e Folan li attendevano per ripartire assieme alla volta di Skellige. Il mattino dopo, con tutte le vele al vento, l'aria del mare riecheggiò dei canti e delle possenti voci di tre autentici figli delle Isole.
Geralt e Ciri si astennero dall'unirsi ai cori, tappandosi le orecchie con le mani per quasi tutta la durata del viaggio.

- Questo smentisce la pagina quattrocentoventisei del manuale di zio Vesemir - brontolò Ciri.
- Come?
- Quella in cui è scritto che "nessun suono è peggiore dell'urlo di caccia degli Alghoul"... Comincio ad avere qualche dubbio!

Geralt le cinse le spalle con un sorriso affettuoso.

- Animo, il viaggio durerà solo qualche giorno!
- ED ERAN LE SIRENEEE... DEL MARE LE PUTTANEEE - intonò Hjalmar.
- OH-OH-OOOH !!! OH-OH-OOOH !!! - risposero Folan e Vigi in coro.
- Sai che consolazione - mormorò Ciri rassegnata.

( continua )...

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Capitolo 2
*** Kaer Trolde ***


La nave di Hjalmar non incontrò tempeste né difficoltà durante il viaggio. Geralt e Ciri trascorrevano gran parte del tempo allenandosi e duellando sul ponte. Di solito era Geralt a vincere ma, pur con un certo stupore da parte di questi, non era raro che Ciri finisse per disarmarlo con una mossa a sorpresa. Le loro differenze di abilità, col tempo, si erano notevolmente affievolite e ora la giovane discendente di Lara Dorren non era certo meno abile dello strigo.

- Due su tre - esclamò Ciri raggiante, dopo aver disarmato Geralt per la seconda volta. - Stai perdendo colpi, paparino!
- Non ti montare troppo la testa - brontolò Geralt, cercando malamente di nascondere il comprensibile disappunto. - Hai ancora molto da imparare, ragazzaccia!
- Scusa, non eri tu a dire che "bisogna saper perdere con stile"... Hai cambiato idea, per caso?

Geralt non rispose.
Semplicemente si limitò a raccogliere l'arma dal ponte e, dopo averne strofinato leggermente la lama con un panno, la rinfoderò sulla schiena e si appoggiò contro la balaustra senza proferire alcunché. Hjalmar gli si avvicinò sorridendo, guardandosi bene dal punzecchiarlo, ma non poté proprio nascondere la sua ammirazione per Ciri.

- L'allieva ha superato il maestro - osservò Hjalmar.
- Hm - grugnì Geralt con un cenno di assenso.
- Non mi sembri molto contento!
- Lo sono - ammise Geralt sottovoce, guardandolo con una smorfia. - Il fatto è che, ogni volta che perdeva, Ciri non faceva altro che allontanarsi sbuffando e brontolando... Ora che le cose sono cambiate, come posso negarle questa soddisfazione?

Hjalmar rise sguaiatamente.

- E' meravigliosa, sul serio - sospirò l'uomo di Skellige, ammirando estasiato le sue movenze e la grazia con la quale ella piroettava sul ponte facendo roteare la spada alla luce del sole. - E' diventata ancora più bella, per quanto sembri impossibile, non sembra neppure di questo mondo!
- In un certo senso, è proprio così - mormorò Geralt. - Difficile dire a quale mondo appartenga una persona che vi viaggia attraverso!
- Difficile a credersi - commentò Hjalmar. - Da piccolo, ogni volta che rimanevo in silenzio sul ponte delle navi, ero convinto che niente potesse essere altrettanto grande e sconfinato quanto il mare aperto... Ma suppongo che, per Ciri, questo sia come una goccia d'acqua dentro una scatola!
- Probabilmente!
- Sarebbe bello poterle parlare liberamente, come quando eravamo bambini, solo che... Beh, è cambiata adesso!
- Solo nell'aspetto - precisò Geralt. - I caratteri non cambiano, te lo assicuro!
- Aye, non era quello che intendevo...

Hjalmar abbassò lo sguardo, incapace di guardare Geralt negli occhi.
Il Witcher intuì al volo il senso.

- Oh, capisco!
- E' buffo, quando si è bambini, chi se ne importa se sei maschio o femmina? Voglio dire, prendi me e Ciri per esempio: abbiamo trascorso l'infanzia insieme a picchiarci, ad azzuffarci e a divertirci senza fare distinzioni sul sesso; non sapevamo neppure cosa significasse, eppoi un giorno tutt'a un tratto...
- Tutt'a un tratto, i bambini crescono!
- Aye... E così diventa tutto più complicato, cazzo!
- E' così complicato, dirle apertamente che ti piace?

Hjalmar sollevò il capo, guardando Geralt con espressione dannatamente seria.

- Non è "dirglielo" il problema, bensì quello che potrebbe rispondere!

Geralt gli batté una leggera pacca sulla schiena.

- Benvenuto nel mondo delle donne, giovane An Craite - fece il Witcher con evidente sarcasmo. - I giganti mangiatori di uomini e le tempeste sono niente, in confronto a questo!
- Grazie - ribatté l'altro seccato. - Ora sì che mi sento tranquillo!
- Cambiando argomento - Geralt si fece anch'egli più serio. - Che mi puoi dire della situazione attuale?
- Poco, purtroppo: gli assassini sono tuttora nei sotterranei di Kaer Trolde, in attesa di essere interrogati, ma non c'è verso di cavargli di bocca una sola parola; Cerys è costretta a muoversi sempre con una scorta nutrita di guardie, benché ciò non le vada affatto a genio; ed Ermellino trascorre le sue giornate sulla scogliera, nella parte più alta dell'isola, interrogando l'Oracolo nella speranza di una previsione sul futuro che ci attende!
- Ah, immagino!
- Geralt, devo avvertirti fin da subito: Cerys non è al corrente del vostro arrivo a Skellige, non ritiene sia giusto coinvolgere nessuno al di fuori delle isole!
- Me lo aspettavo - annuì Geralt. - Cerys non è tipo da chiedere aiuto espressamente, è troppo orgogliosa per farlo, come suo padre... Da lui ha ereditato molto, soprattutto la testardaggine!
- Aye, una volta arrivati, dovremo prima chiedere udienza e sperare che lei accetti di riceverci... So che ti sembrerà assurdo ma, una volta giunti a destinazione, potreste trovare la cosa oltremodo ridicola!
- Non più della corte reale di Vizima, fidati - si affrettò a puntualizzare Geralt. - Vi sono usanze sul continente che voi di Skellige non riuscireste mai a comprendere senza mettervi a ridere!
- Sul serio, per esempio?

Geralt tacque, pensando amaramente a quando il gran ciambellano di Emhyr Van Emreis lo aveva praticamente "costretto" ad indossare uno scomodissimo farsetto e ad eseguire un ancor più ridicolo inchino per salutare convenientemente Sua Maestà... Il solo pensiero gli faceva storcere il naso, anche a distanza di anni.

- Lasciamo perdere - mormorò. - Prepariamoci ad attraccare in porto, piuttosto!

Come a conferma delle sue parole, infatti, il profilo frastagliato delle case e dei tetti adiacenti la parte nord della costa di Ard Skellig comparve improvvisamente all'orizzonte.
Hjalmar lanciò un ordine a Folan e Vigi, i quali si affrettarono ad eseguire le manovre di attracco, e pochi minuti dopo la Sirena dei Ghiacci ammainò le vele ed entrò in porto sventolando il vessillo degli An Craite sulla cima dell'albero maestro.

***

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***

Come previsto da Hjalmar, l'arrivo di Geralt e Ciri a Kaer Trolde non fu annunciato con particolare accoglienza.
Sua Maestà Cerys fu chiaramente felice di rivedere i suoi amici dopo tanto tempo ma, a causa delle eccessive misure di sicurezza, Hjalmar e i due Witcher dovettero prima fare i conti con uno sbarramento di almeno centoquaranta uomini del clan An Craite che gli sbarrarono il passo come se fossero criminali. Il capitano della guardia, un nerboruto uomo di Skellige di nome Krog, si era infatti messo in testa che fossero tre impostori e minacciò di sbatterli tutti e tre nelle segrete della fortezza.
Prima che Hjalmar potesse fare o dire  qualcosa però, il pugno di Geralt aveva già messo a tacere l'arroganza di Krog, mandando quest'ultimo steso sul pavimento pancia all'aria.
Fortuna volle che Cerys, sentendo la confusione provenire dall'ingresso principale, ordinò che si facesse chiarezza e, una volta che ebbe riconosciuto l'inconfondibile sagoma del Witcher che l'aveva aiutata a Spikeroog tempo fa, non perse tempo nel costringere gli uomini a deporre le armi e a dimenticare seduta stante l'increscioso incidente.

- Non ti smentisci mai, vero Witcher? - sentenziò Cerys con una smorfia.

Geralt allargò le braccia, come a volersi scusare, allorché la regina lo abbracciò con una calorosa risata e gli stampò un leggero bacio sulla guancia.

- Cosa vi porta a Kaer Trolde?
- Beh, ecco sorella... - esalò Hjalmar, grattandosi la nuca nervosamente. - Veramente, sono stato io a chiedergli di venire!

Subito il sorriso di Cerys scomparve.

- Mi sembrava di essere stata chiara con te, fratello - esclamò adirata. - L'attuale situazione riguarda noi delle isole, e nessun altro!
- Suvvìa, neppure i vecchi amici ? - provò a sdrammatizzare Geralt.
- Geralt, per favore - ribatté Cerys. - Non si tratta di un capriccio, bensì di una questione molto seria: se i membri degli altri clan vedono che chiediamo aiuto ai nostri alleati del continente, perderemmo anche il rispetto e la fiducia di chi ci sostiene... Non voglio sembrarvi ingrata, o peggio ancora irriconoscente, ma la situazione è più complicata di quanto possiate immaginare!
- Certo ma...
- No Geralt, niente "ma" - tagliò corto Cerys, senza ammettere alcuna replica. - La vostra presenza è assai gradita, in qualità di ospiti beninteso, ma devo chiedervi di astenervi da qualsiasi indagine!
- Cerys, per favore, metti da parte la tua testardaggine, almeno per una volta - obiettò Hjalmar.
- Con te parlerò più tardi, Hjalmar, non credere di passarla liscia questa volta!
- Al diavolo il budello del Kraken! Sei anche più testarda di nostro padre, se solo non fossi così...
- Continueremo più tardi, ho detto - tagliò corto Cerys autoritaria. - E forse, per inculcarti qualcosa in zucca, dovrò davvero cominciare ad usare il martello, visto che è l'unico linguaggio che sembri in grado di comprendere!

Cerys e Hjalmar si scambiarono una reciproca occhiata in cagnesco.
Geralt non poté fare a meno di sorridere. Dall'epoca dell'incoronazione, i due fratelli An Craite non erano cambiati nemmeno un po': erano sempre due adorabili teste dure, degni l'uno dell'altra, con lo stesso sangue bollente di Crach che gli scorreva nelle vene.

- Geralt - sussurrò Ciri, non appena Cerys e suo fratello scomparvero litigando lungo il corridoio. - Cosa pensi che dovremmo fare?
- Hjalmar sostiene che i sicari al piano di sotto non si sbottonano nemmeno sotto tortura, il che è tipico degli uomini di qui - rifletté il Witcher. - Ciononostante, al punto in cui siamo, ritengo lo stesso sia il caso di fargli una visitina!
- Stavo per proportelo io, andiamo!

Ciò detto, i due si avviarono a passo deciso verso la porta che conduceva alle segrete della fortezza. 

continua )...

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Capitolo 3
*** In cerca di indizi ***


Le prigioni sotto Kaer Trolde erano state ricavate da un insieme di grotte naturali che, scendendo nel cuore della montagna, odoravano costantemente di salsedine e muffa sia con la bassa che con l'alta marea. Secondo il vecchio Crach, che le riteneva "micidiali" per i suoi reumatismi, l'umidità di quelle celle avrebbe sciolto la lingua anche al più ostinato dei prigionieri. Tuttavia gli aggressori di Cerys, che pure erano rinchiusi là sotto con l'acqua alle caviglie da settimane, non si decidevano a fare il nome del loro mandante.
Geralt confidava che, con un buon paio di segni Axii, avrebbe sciolto loro le lingue in meno di un attimo. Del resto, anche la guardia all'ingresso li aveva lasciati passare senza troppi problemi, anche senza un ordine scritto della regina. Ciri e Geralt si fecero dare il numero e la chiave della cella in questione e porsero la loro visita di cortesia ai prigionieri. Costoro erano incatenati spalle al muro, con rivoli d'acqua che scorrevano incessantemente attraverso la roccia sui loro piedi nudi, eppure sembravano delle statue di marmo con sguardi rabbiosi ed espressioni di insofferenza dipinte sul volto.
Erano chiaramente degli ossi duri, su questo non vi era alcun dubbio, e i due Witcher si resero conto immediatamente che con la gentilezza e la persuasione non avrebbero ottenuto granché.

- Che vuoi, dannato mutante? - esclamò uno dei sicari, non appena Geralt entrò nella cella.
- Solo fare quattro chiacchiere - spiegò Geralt.
- Ti sembra forse un salotto questo? - sbottò l'altro irritato.

Geralt scosse la testa.

- No, ma ho visto assassini tenuti in condizioni peggiori - osservò. - Non state poi così male, dopotutto!
- Fottiti - sputò il prigioniero con disprezzo.
- Porta il tuo culo altrove e cercati qualche bagascia per chiaccherare, mostro!

Per tutta risposta, Geralt tracciò i consueti segni all'altezza delle loro facce e il potere sprigionato li calmò seduta stante.

- Cominciamo daccapo - mormorò Geralt calmissimo. - Non è molto carino cercare di assassinare la regina delle isole, non siete d'accordo?

Vittime del potere ipnotico, le espressioni vuote e confuse, i due si limitarono a farfugliare qualcosa di incomprensibile e ad annuire. Ciri osservò la scena in silenzio, lasciando a Geralt il compito di condurre l'interrogatorio, sia pure con una punta di invidia per quegli utili trucchetti che lei non avrebbe mai imparato.

- Suppongo che vi abbiano pagato bene, no?
- Sì...
- Esatto... Ci hanno... pagato molto...
- Duemilacinquecento corone... l'anticipo... e altrettante a cose fatte...

Geralt fischiò.

- Una gran bella sommetta - esclamò. - E come si chiama questo datore di lavoro tanto generoso?
- Non... Non lo sappiamo...
- Non ce lo ha detto...

I due spiegarono così che l'ignoto individuo, col volto nascosto da un ampio cappuccio, era venuto ad ingaggiarli presso una squallida taverna di Spikeroog. Costui era a conoscenza di ogni dettaglio sui movimenti pubblici della regina, così da stabilire con precisione il momento più favorevole per assassinarla in pubblico, ma aveva avuto anche l'accortezza di proteggere la sua identità nel caso che i due sicari venissero presi vivi ed interrogati.
Geralt sciolse l'effetto dell'ipnosi e uscì dalla cella assieme a Ciri.

- Da questi due non otterremo niente di più - fece Ciri con disappunto. - E' chiaro che, dietro di loro, non abbiamo a che fare con uno sprovveduto!
- No - ammise Geralt.
- Da dove potremmo cominciare ad indagare, allora?

Geralt si fermò di scatto, fulminandola con un'occhiataccia, al che Ciri tacque e rammentò i princìpi-base del manuale del Witcher.

- Regola numero quattordici, pagina tre, paragrafo otto: "quando la pista non è chiara, il Witcher deve ricostruirla mettendo assieme ogni traccia a disposizione"...
- E dove comincia la pista da seguire, in questo caso?
- Nel punto dove è stata aggredita Cerys, suppongo!
- E allora la caccia prosegue - tagliò corto Geralt.

***

Dal giorno dell'aggressione era trascorso troppo tempo, le orme lasciate dai sicari erano confuse dalle moltitudini di piedi che vi avevano camminato sopra, tuttavia Geralt poteva basarsi sull'odore dei due uomini e ricostruire il percorso da loro fatto. Non era facile isolare un odore in particolare, in mezzo a tutta quella puzza di pesce e carni salate che ammorbava la piazza antistante la baia principale, ma tramite l'olfatto Geralt era abituato a seguire le tracce anche in mezzo ad un cumulo di escrementi.
Seguendo a ritroso la scia lasciata giorni addietro da quei farabutti, i Witcher individuarono una pista che conduceva dalla piazza ad un sentiero lungo la costa. Sapevano che i due erano giunti via mare dall'isola di Spikeroog e, anche solo ritrovando l'imbarcazione con cui erano attraccati, potevano sperare in qualche indizio supplementare. Circa mezz'ora più tardi, infatti, trovarono la barca tirata in secco e malamente nascosta sotto un mucchio di frasche.

- Probabilmente, speravano di farla passare per un relitto - esclamò Ciri.
- Forse - rispose Geralt. - Avevano poco tempo a disposizione, dovevano allontanarsi in fretta dalla spiaggia per raggiungere la cerimonia, tuttavia dovevano anche fare in modo che la barca restasse al sicuro per garantirgli la fuga in ogni caso!

Ciò detto, il Witcher si accinse ad esaminarla.
Dentro non vi era nulla, a parte lievi tracce di piscio, alcool e avanzi di cibo... Niente di utile, purtroppo.

- Siamo di nuovo ad un punto morto - sbuffò Ciri, passandosi la mano dietro la nuca.
- Lo sai, anche Vesemir faceva il piantagrane, quando c'era da lavorare di concetto!
- Strano - sorrise lei con una smorfia. - A me risulta che eri tu quello impaziente!

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Geralt la osservò.
Come al solito, Ciri non poteva fare a meno di rispondergli a tono. Era la stessa adorabile sfacciata di sempre, svelta con la lingua come con la spada, e non si faceva problemi nel punzecchiare il suo mentore non appena le si presentava l'occasione. Non era più la bambina di un tempo, Geralt lo comprendeva bene, il loro rapporto non era più quello tra un maestro e la sua allieva... Piuttosto si sentivano compagni alla pari, con lo stesso sarcasmo tipico dei Witcher della Scuola del Lupo.
Poche persone potevano rivolgersi a lui con tanta leggerezza, e Ciri era senza dubbio tra questi.

- Cambiando discorso - esclamò Geralt, tornando a concentrarsi sulla situazione. - E' vero, le tracce fino a qui non ci dicono molto, però... Ssshhh!
- Cosa?

Geralt strinse gli occhi e mise la mano attorno all'elsa della sua spada d'acciaio.
Il suo istinto lo avvertiva del pericolo incombente: rametti spezzati nei cespugli, passi pesanti e stivali chiodati, almeno sei o sette uomini in agguato e l'aria era pregna di tensione e intento omicida.
Anche Ciri percepiva che qualcosa non andava, dal momento che gli animali erano scomparsi dalla radura circostante, cosicché si affrettò ad imitare il compagno e sguainò la spada con un unico ed elegante movimento. In quella, come in risposta ad un segnale convenuto, gli aggressori uscirono allo scoperto armati fino ai denti e con intenzioni fin troppo chiare nei loro confronti.

- UCCIDETELI - ringhiò il loro capo, brandendo un'ascia sopra la testa. - Non devono lasciare vivi questa spiaggia!

continua )...

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