L'Oracolo di Azarath

di Iuccy_97
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Trigon ***
Capitolo 2: *** Azarath ***
Capitolo 3: *** Sott'acqua ***
Capitolo 4: *** Greta ***
Capitolo 5: *** Fuori ***
Capitolo 6: *** Magazzini di Anime ***
Capitolo 7: *** Pensieri ***



Capitolo 1
*** Trigon ***


Corvina era esasperata:-Veramente ragazzi, non ne so niente!-
I Titans erano riuniti nella room, e stavano facendo il terzo grado alla mezza demone.
Robin era nervosissimo: in tre giorni Trigon si era fatto vedere ben quattro volte! Arrivava a Jumpcity, distruggeva qualcosa di nulla importanza, ma, appena il gruppo di eroi arrivava, lui apriva un varco nello spazio-tempo e scompariva.
Tutto ciò, nella testa del leader, non aveva alcun senso.
Trigon non era uno di quelli che scappa quando si trovava davanti alla prima difficoltà. Aveva sempre lottato e nemmeno Corvina riusciva a capire cosa stesse passando per la testa del padre.
Come se non bastasse, ad aggiungersi alla lista di cose bizzarre, ogni volta che scompariva, il demone lasciava un segno sul terreno.
La figlia aveva spiegato che erano i simboli degli Spiriti, esseri che vivevano ad Azarath, ma che avevano pochissimi contatti con il resto della popolazione ed erano molto misteriosi. Inoltre non riusciva a spiegare cosa li collegasse col padre.
Cyborg, stravaccato sul tavolo alzò la testa:-Magari vuole solo prenderci in giro... forse si annoia un po' e per divertirsi viene qui-
Stella intervenne:-Sì, ma non è un buon motivo per distruggere mezza città!-
-Ma sai come sono i demoni... si divertono così...- si interruppe, ma ormai era già stato fulminato da un'occhiataccia di Corvina.
Robin appoggiò la testa tra le mani: non riuscivano  proprio a risolvere quel grattacapo. Ad ogni domanda la ragazza rispondeva in modo insoddisfacente, anche se lui sapeva che ce la stava mettendo tutta. I simboli non l'avevano lasciata indifferente, sapeva che suo padre le stava lasciando degli indizi, ma lei non riusciva a decifrarli.
Il filo dei pensieri del leader venne interrotto dalla voce di Stella.
-E se volesse continuare così solo per indebolirci e poi sferrare l'attacco finale?-
Cyborg rabbrividì, per quanto il suo corpo robotico lo permettesse. Si erano già confrontati con Trigon, e non era stata un piacevole esperienza.
-Mi spiace ammetterlo, ma è la soluzione più plausibile- sentenziò.
Stella aggiunse, pensosa:-Non ci sono altre opzioni, tutte le poche soluzioni che abbiamo trovato non hanno senso...-
-Forse andrebbe meglio se tutti collaborassero... vero Bibi?!- esclamò Robin al ragazzo verde che, affondato nei cuscini del divano, non era ancora entrato nella conversazione.
Alzandosi il mutaforma sbuffò:-Non riesco a capire nemmeno i miei pensieri, dovrei provarci con quelli degli altri?-
Corvina borbottò acida:-Ha ragione, non ci sarà comunque d'aiuto...-
Bibi le fece il verso e la ragazza non potè fare a meno di alzare gli occhi al cielo e chiedersi se l'amico sarebbe mai cresciuto.
Stella si stava mangiando le unghie (attività che aveva imparato spiando alcune ragazzine al centro commerciale) e Robin aveva già fatto avanti e indietro per la stanza almeno ottanta volte, quando l'allarme suonò.
Sullo schermo apparve l'immagine di Trigon, al parco cittadino.
-E' il caso di intervenire?- chiese Bibi finendo rumorosamente la lattina di aranciata.
Robin, che si era fermato in mezzo alla sala, sospirò:-Sì, credo proprio di sì-




Angolo autrice
Ciao a tutti! Grazie al successo (?) della storia "Il passato di Bibi", ecco qua la seconda fic che ho scritto da piccola. Personalmente la preferisco, la trovo più matura e con meno cliché, ma mi direte voi :)
Questo capitolo è un po' cortino lo so, ma giuro che gli altri sono più lunghi, davvero! Come sempre, non ho modificato la forma per lasciare l'orignale, ma questa storia è un po' più recente (avevo circa tredici anni) e quindi dovrebbe avere meno problemi dell'altra.
Per chi se lo fosse perso, questo NON è il seguito di "Il passato di Bibi" e non ha nulla a che vederci.
Grazie per aver letto, spero di avervi almeno incuriosito :)
Saluti!!:)

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Capitolo 2
*** Azarath ***


I Titans erano sul tetto di un palazzo di fronte al parco e osservavano Trigon che si divertiva a distruggere un carretto degli hot-dog.
La zona era stata evacuata dall'intervento tempestivo della polizia e gli eroi aspettavano che il demone facesse un errore, un segno che avrebbe permesso alla figlia di capire qualcosa.
Quando si fu divertito abbastanza, abbandonò quel che restava del carretto e iniziò a guardarsi attorno, come in attesa.
Stella rabbrividì:-Non so cosa me lo dice... ma secondo me ci sta cercando-
In quel momento lo sguardo di Trigon si fermò sul tetto da dove i Titans lo osservavano. Sorrise e, con un raggio d'energia, attirò a sé una panchina su cui si sedette tranquillamente.
-Magari ci sta solo aspettando- propose Cyborg.
-Oppure è una trappola- obbiettò Corvina.
Attesero ancora un po', finché Robin si alzò:-Direi di andare a parlargli-
 
Lentamente si avvicinarono al parco, con cautela, ma Trigon non dava segno di voler fuggire.
Quando furono a circa dieci metri, il demone si alzò.
-Pensavo fossi abbastanza intelligente da capirlo da sola- disse, scuotendo la testa -ho fatto molta fatica per trovare questo posto-
Un bagliore nei suoi occhi allarmò Corvina, che urlò:-Attenti, sta per lanciare un incantesimo!-
Fu questione di un attimo. Gli occhi di Trigon si illuminarono e iniziò a recitare il suo mantra.
Robin, Bibi e Cyborg si misero schiena contro schiena, preparandosi ad un attacco su ogni fronte. Stella si alzò in volo, preparando dei dardi tra le mani. Corvina invece era rimasta immobile e impassibile. Conosceva, purtroppo, quell'incantesimo.
 
Pochi secondi dopo, il sole iniziò ad oscurarsi. Erano ancora nel parco, sulle rive del laghetto, ma nello stesso momento non lo erano. Gli alberi erano secchi e l'acqua del lago nera come il petrolio. Un vento gelido scuoteva i rami, alzava piccole e fredde goccioline, che si posavano sulla pelle dei ragazzi. Questi rabbrividirono, ma non solo per la temperatura polare.
Erano già stati ad Azarath, ma ogni volta scoprivano qualcosa di talmente terribile da fargli rimpiangere la precedente visita in quel posto infernale.
Cyborg fece vagare lo sguardo sull'ambiente circostante, poi impallidì: intorno al lago c'erano dieci massi, messi in modo da formare un cerchio. Su ognuno il segno che più volte Trigon aveva lasciato, il simbolo degli spiriti.
Con un'occhiata li indicò a Corvina, che rabbrividì, tornando però subito seria, per usare i suoi poteri.
Ma in quel momento il padre attaccò.
Un colpo potentissimo diretto al gruppetto di ragazzi e Robin venne preso in pieno petto. Mentre Cyborg e Bibi aiutavano il compagno a rialzarsi, Stella partì in volo, lanciano i suoi dardi.
Trigon però li schivò impassibile.
Sembrava sapere in anticipo in che direzione sarebbero andate le sfere luccicanti.
Corvina, lanciandogli contro un tronco abbattuto, gridò:-Ti legge nel pensiero, prevede le tue mosse!-
Stella si morse un labbro: doveva agire senza pensare. Ma come faceva?
In quel momento un toro verde caricò il demone. La ragazza sorrise, solo Bibi sapeva seguire il suo istinto fino a quel punto.
Infatti per qualche secondo Trigon sembrò disorientato, ma subito reagì e lanciò una scarica di energia sul muso della bestia, che venne scaraventata lontano.
Cyborg arrivò di corsa puntando il cannone, ma il colpo non andò a segno. Anzi, finì nel lago, alzando delle onde enormi.
Solo in quel momento Trigon si voltò e un ghigno si dipinse sul suo volto, guardando il vortice che si stava creando.
Le pietre intorno al lago si illuminarono di colori diversi.
Robin urlò:-Scappiamo!-
 
I Titans si misero a correre, ma il demone afferrò Corvina con i suoi poteri. La ragazza iniziò ad urlare e dimenarsi.
Bibi si voltò:-Covina!-
Iniziò a correrle incontro per aiutarla.
Padre e figlia erano terribilmente vicini alla riva del lago, tanto che un onda più grossa delle altre li catturò. Quando l'acqua si ritirò, non c'era più traccia di loro.
Il ragazzo scrutò preoccupatissimo la superficie agitata, ma non vedendo nessuno emergere, si avvicinò ancora.
Infine, deciso, si tuffò
 
-Che sta facendo Bibi?- urlò Robin ai Cyborg e Stella, per farsi sentire sopra il rumore del vento.
-E' finito nel lago!- esclamò in tutta risposta l'aliena, osservando le acque calmarsi e le pietre spegnersi.





Angolo autrice
Ciao a tutti! Scusate per il ritardo, ma sto preparando un progetto per un concorso e ultimamente mi sta prendendo molto. 
Come mi ha segnalato playstation, ci sono alcuni errori, dovuti alla mia poca conoscenza della serie di quando ero piccola. Se ne trovate ditemeli ure, va tutto a vantaggio della mia cultura! ;)
Comunque, come avrete capito, non è tanto Trigon che cambia dimensione quanto i Titans che vengono attirati ad Azarath. Non so tuttora se questo sia possibile, ditemi voi :)
Spero che questo capitolo vi sia piaciuto e vi abbia incuriosito, e grazie mille a chi ha recensito! A risentirci!
Saluti!!:)

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Capitolo 3
*** Sott'acqua ***


L’acqua era fredda e scura.
Bibi si sentiva morire: non vedeva niente e, nonostante avesse avuto la freddezza di trasformarsi in un pesce, gli pareva di nuotare nella gelatina. Non riusciva a muoversi bene, aveva difficoltà a respirare e, soprattutto, non riusciva a trovare Corvina.
Dopo essere andato verso il fondo per un tempo che gli era sembrato interminabile, vide sotto di se una fioca luce, come se stesse osservando il cielo da sott’acqua. Si chiese come il mondo avesse potuto rovesciarsi, dato che la gravità lo attirava verso quella che sembrava la superficie. Infine le sue pinne superarono il limite e il ragazzo realizzò che al di sotto di quel lago infernale, c’era dell’aria.
Cercò di immagazzinare più ossigeno che poteva nonostante le sue difficoltà e tornò umano.
Essendo diventato più pesante, si ritrovò a scendere più velocemente e, dopo pochi secondi, cadde su una superficie dura.
Rialzandosi dolorante si accorse di essere piombato in un enorme sala circolare, la cui volta era il lago stesso. Lungo le pareti vide ripetuto il simbolo che ormai aveva imparato a riconoscere: quello degli Spiriti. Questa volta però erano colorati: azzurro, arancione, verde, blu, giallo… I ragazzi erano invece abituati a vederli in modo diverso: incisi sulle fiancate delle automobili, disegnati nel terreno o nella polvere, segnati sull’asfalto grigio di Jump City. Trigon non dava molta importanza all’estetica quando lasciava loro quei segnali.
Improvvisamente si riscosse e si ricordò il motivo per cui era lì. Iniziò a camminare sul pavimento di pietra lucidissimo e imboccò un corridoio che si trovava davanti a lui.
Ad un tratto udì delle voci e riconobbe subito il tono di Corvina arrabbiata. Iniziò a correre e si trovò davanti proprio quello che si aspettava: la ragazza che litigava col padre, agitando platealmente le braccia.
-Hai attaccato la città così spesso solo per riuscire a trovare la coincidenza con questo posto! Persone innocenti sono state ferite per questo! E adesso? Sai vero, cosa succederà?!-
Vedendo arrivare Bibi smise di urlare e lo fissò con le lacrime agli occhi.
Lui le si avvicinò, ma la ragazza, inaspettatamente gli tirò uno schiaffo:-Perché sei qui? Non avresti dovuto seguirmi! Che cosa ti è passato per la mente? Sai che posto è questo?-
Il ragazzo ascoltò la sfuriata a bocca spalancata, massaggiandosi la guancia su cui era stato colpito: non si aspettava un’accoglienza simile e non era abituato a vedere Corvina sfogare così liberamente le sue emozioni.
Alla fine lei scoppiò in lacrime e gli si gettò al collo.
-Perché…-
Il ragazzo rimase immobile e in silenzio. Alle domande che voleva porle ci avrebbe pensato dopo. In quel momento pensò solo a consolarla, accarezzandole delicatamente la schiena.
Trigon, accanto a loro, sbuffò infastidito e fece per allontanarsi, ma tornò subito sui suoi passi.
-Stanno arrivando- esclamò.
La figlia non rispose, e si strinse ancora di più all’amico. Bibi si sentiva entusiasta e terrorizzato allo stesso tempo: Corvina lo stava abbracciando! Ma cosa la spaventava tanto?
Alzò lo sguardo e restò pietrificato, vedendo avvicinarsi due figure incappucciate. Completamente grigie, ricordarono al ragazzo esseri che vedeva solo nei film horror. Non toccavano terra, volteggiavano a poca distanza dal pavimento con una postura rigida e le mani incrociate in grembo. Il cappuccio che portavano era calato fin dove doveva trovarsi il naso, lasciando il viso totalmente in ombra. Quando arrivarono accanto a loro, il primo si rivolse a Trigon. La voce era roca e profonda, come se partisse dai meandri più lontani e scuri del loro corpo vaporoso e indefinito.
-Consegnaci la tua offerta- furono le uniche parole, accompagnate dalle nodose e affilate mani che si alzavano.
Il demone, con un gesto solenne, aprì una sacca che portava alla cintura e ne sfilò una pergamena, che consegnò all’essere. Allora si voltò verso la figlia e, chinandosi per affiancare le labbra al suo orecchio, le sussurrò:-E pensare che tu non servivi nemmeno!-
Fece una risata stridula e si allontanò, mentre Corvina si abbandonava nuovamente ai singhiozzi.
La seconda figura incappucciata si volse verso i ragazzi.
-Consegnaci la tua offerta- furono nuovamente le parole.
Bibi stava per rispondere gentilmente che non aveva nulla da offrire e che, se glielo avessero permesso, se ne sarebbe andato senza molte pretese, ma la ragazza lo spintonò bruscamente all’indietro e voltandosi gridò:-NO!-
Allora la figura allungò una mano e afferrò la spalla del giovane. Questo rabbrividì e cercò di dimenarsi, ma per quanto sembrasse gracile e sottile, quel braccio aveva una forza incredibile. Inoltre sentiva che, piano piano, le forze gli venivano meno, come se quelle unghie che a malapena graffiavano la maglia gli avessero lacerato l’anima.
Corvina cercava di allontanare le due figure, ma il ragazzo stava lentamente cedendo. Sentì che si stava accasciando dietro di lei e con un braccio cercò di sorreggerlo.
-Non puoi ribellarti agli Spiriti!- gridò il primo, risvegliando per qualche istante la mente annebbiata di Bibi.
Spiriti? Tutto coincideva. I simboli lasciati da Trigon, sulle pietre intorno al lago  e quelle creature incappucciate. Ma se era tutto così pericoloso, perché Corvina non l’aveva detto? Trigon si voleva alleare con loro per invadere la loro dimensione?
In quel momento la mano di Corvina scivolò dalla sua e, voltandosi, la vide a terra. Non ebbe però forza di fare nulla, perché in quel momento svenne.



Angolo autrice
Ciao a tutti! Ben ritrovati! Scusate il ritardo, ma la maturità si avvicina e io sono sempre più incasinata. Nonostante ciò, ecco a voi il terzo capitolo. Che ne dite? Secondo me qua c'è un enorme cliche, spero non sia troppo scontato. Spero però vi sia piaciuto il capitolo... A presto!
Saluti!!:)

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Capitolo 4
*** Greta ***


Quando Bibi si svegliò, si sentì tutto dolorante. Capì di essere coricato per terra per il contatto con la fredda pietra di quel posto e, lentamente, provò ad aprire gli occhi. Ci mise un attimo, abbagliato dalla luce che non vedeva da chissà quanto tempo, ma alla fine mise a fuoco, con gran sorpresa, due iridi grigie che lo fissavano.
-Sapevo che ti saresti svegliato!- esclamò una voce femminile e il viso si allontanò dal suo.
L'eroe si alzò sui gomiti e guardò la ragazza, piena di euforia, saltellare per la sala. Analizzò lo spazio attorno a sé: si trovava in una stanza identica a quella in cui si trovava prima, ma più piccola e con dieci aperture, che conducevano ad altrettanti locali.
Di nuovo, la ragazza gli si parò davanti improvvisamente e con un sorriso a trentadue denti, si presentò:-Io sono Greta, e tu?-
Bibi la fissò ancora un po’ scombussolato: aveva i capelli ricci e biondi, la pelle bianca come porcellana e gli occhi grigi erano grandi e sorridenti.
-Io sono Bibi, e…-
-Piacere di conoscerti! Sai, era da un po’ che non arrivava nessuno qua… sai già qual è il tuo colore? E con chi sei arrivato tra l’altro? Da dove?-
Greta gli avrebbe posto altre mille domande, se il ragazzo non l’avesse interrotta per chiedere spiegazioni.
-Come? Tu non sai nulla degli spiriti? E come hai fatto a finire qui allora?- esclamò lei confusa.
-In realtà… non lo so nemmeno io- rispose imbarazzato lui.
-Sarà una cosa lunga- mormorò la ragazza, sedendosi a gambe incrociate accanto a lui.
Guardandola sistemarsi il vestito per accomodarsi, Bibi si accorse che indossava la stessa tunica degli spiriti, ma viola scuro. Eppure su di lei faceva tutto un altro effetto.
-Migliaia e migliaia di anni fa, prima che arrivassero i demoni, qua ad Azarath vivevano solamente gli Spiriti. Era una società molto piccola e pacifica, che però non si adattò facilmente alla convivenza con i demoni, perché purtroppo molto chiusa. Dopo pochi anni, stanchi delle altre razze “inferiori”, fecero un incantesimo su questo lago e si nascosero qui. Permettevano però ad alcuni di raggiungerli, perché, essendo molto saggi, volevano che la loro conoscenza venisse diffusa. Nacque quindi questo posto: qui i curiosi possono trovare risposte presso gli Spiriti Superiori, quelli che detengono la Conoscenza del Passato e del Presente…-
-E il futuro?- la interruppe Bibi.
-Non è ancora arrivato, non possono conoscerlo- esclamò divertita Greta, prima di ricominciare col suo racconto.
-Un nuovo problema però comparve. Le persone si presentavano qui per domande sciocche o banali e gli spiriti non lo sopportavano. Per questo nacque l’Offerta, se così si può chiamare. Chi vuole interrogare gli Spiriti deve donare la cosa a cui tiene di più al mondo. In questo modo sempre meno persone furono disposte a perdere qualcosa e qualcuno e ora si recano qui solo i disperati-
-Ma come fanno a sapere a cosa tieni di più al mondo?- chiese curioso il ragazzo.
-Beh, hanno la Conoscenza completa di Passato e Presente… sanno anche cosa sta passando nel nostro cervello e che in questo momento ti sto spiegando queste cose…- rispose sorridendo lei.
Ci fu un attimo di silenzio, in cui Bibi metabolizzò le informazioni che aveva ricevuto.
-Quindi noi… che siamo qui…-
-Sì, siamo delle Offerte- completò la ragazza, con un sospiro -Questo è il Limbo, è dove finiscono tutte le Offerte. Il nostro compito, un po’ per non annoiarci, un po’ per mantenere efficiente questo posto, è di leggere le anime delle Offerte e riordinarle…-
-Leggere le anime?- chiese dubbioso il ragazzo.
-Giusto, tu non sai niente. Allora- ricapitolò Greta, passandosi una mano sul volto –Ogni persona e oggetto ha un’anima, se è apprezzato e amato da qualcuno. L’anima ha… come dire, un qualcosa che qua si chiama colore. Abbiniamo un modo di essere dell’anima di ognuno ad un colore: il Blu per la Saggezza, il Viola per l’Umiltà, il Bianco è l’Innocenza, il Verde la Gioia, il Rosso rappresenta la Passione per la vita, il Giallo la Consapevolezza, l’Arancione il Coraggio, il Nero l’Egoismo, l’Azzurro la benevolenza e il Rosa la Leggerezza. Ogni volta che un oggetto o una persona arriva qua, il nostro compito è leggergli l’Anima e catalogarlo. Infatti, gli Interlocutori…-
Bibi prese fiato ma con un gesto lei lo fermò e continuò.
-…che sono quelli che fanno le domande agli Spiriti Superiori, fammi andare avanti, altrimenti perdo il filo, possono porre domande riguardanti l'ambito della loro offerta. Ad esempio: se la mia offerta ha un’Anima Verde, la domanda dovrà riguardare la Gioia, in modo da permettermi di vivere più felice… una sorta di compensazione per quello che hai perso… capito?-
La ragazza lo fissò dubbiosa.
-Più o meno- mormorò lui, grattandosi una tempia. Non si era ancora ripreso del tutto, e quelle informazioni lo confondevano alquanto. Inoltre, il grosso delle sue forze erano dedicate al non pensare a cosa avesse perso, a cosa aveva lasciato fuori da quel posto. Non aveva bisogno di chiederlo esplicitamente per capire che da lì non sarebbe più uscito.
-Com’è la mia Anima?- chiese infine, guardandola negli occhi.
Greta rispose allo sguardo, puntandogli le iridi grigie in quelle verdi.
Bibi si sentì di colpo come con le spalle contro il muro, gli occhi della ragazza lo avevano imprigionato e gli stavano scavando dentro, distruggendo la sua Anima e rimontandola lentamente, scovando ed esaminando la sua vita e i suoi segreti, parti di sé che non sapeva nemmeno di avere.
Dopo qualche secondo, che erano però sembrati anni, la ragazza finalmente distolse lo sguardo e sorrise.
-Tu sei un innocente-



Angolo autrice
Ciao a tutti! Posto in frettissima prima di andare a nanna. A dir la verità ho messo questo capitolo per non far passare troppo tempo dall'ultimo aggiornamento, ma sono talmente consapevole che non mi ricordo nemmeno troppo bene di cosa parla. La matura mi sta prosciugando tutte le forze. Cionostante, spero che auesto capitolo vi piaccia, credo che aggiornerò poi a esami finiti... per i fortunati che si godranno le vacanze tra poco... buona estate! Fatemi gli auguri per la maturità e i test di ingresso '-.-
Saluti!!:)

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Capitolo 5
*** Fuori ***


Fuori dall’Oracolo, Stella, Robin e Cyborg perlustravano per l’ennesima volta il perimetro del lago e per l’ennesima volta non trovarono niente.
Stella si accasciò su un masso stanca morta. Non solo erano bloccati ad Azarath, ma avevano anche perso Corvina e Bibi e non erano ancora riusciti a scoprire i motivi per cui Trigon li aveva trascinati fino a lì.
-Ehi! Ehi!- iniziò a sbraitare Robin, saltando in piedi. Nell’uggiosa nebbiolina che circondava il lago, stava passando un incurante figura umana. L’uomo in questione interruppe la sua camminata strascicata per voltarsi verso il gruppo. I due ragazzi gli corsero incontro, sperando che fosse amichevole, al contrario di quasi tutto lì intorno.
-Mi scusi- incominciò il leader, rendendosi conto di quanto fosse assurda quella frase nella situazione in cui si trovavano.
-Ehm, volevamo chiedere… come si…-  non sapendo come spiegare gli strani fatti di poche ore prima, iniziò a gesticolare evidentemente verso il lago.
-Dovete… proiettare dell’energia contro l’acqua, ci vorrebbe un incantesimo… - spiegò l’uomo, guardandoli storto –Ma voi non siete demoni, sappiate che non potrete nemmeno fare delle domande. Solo i demoni possono…-
-Tranquillo, riusciremo benissimo senza demoni- lo interruppe Cyborg –Grazie mille-
L’uomo li fissò ancora per qualche secondo, poi si voltò indifferente e riprese la sua strada.
-In questa dimensione sono tutti molto simpatici- commentò Stella, e in silenzio i due amici assentirono.
Si avvicinarono nuovamente alle acque del lago.
-Secondo voi cosa c’è lì sotto?- chiese l’aliena, adagiandosi leggera sulla sponda.
-Lo vedremo subito- rispose Robin, e fece un cenno all’amico.
Cyborg attivò il braccio elettronico e lo puntò contro le acque scure. Quando il colpo arrivò al centro del lago, le pietre s’illuminarono nuovamente e, come avevano già visto accadere, un forte vento iniziò a soffiare, increspando la superficie in grandi onde turbinose.
-Andiamo-

Corvina era seduta da sola nella grande sala e piangeva. Piangeva perché aveva permesso a Bibi di tuffarsi nel lago. Piangeva perché non sapeva come salvarlo e perché non aveva nessuna domanda che potesse valere come il ragazzo.
I suoi singhiozzi vennero però interrotti da delle voci che si avvicinavano alle sue spalle: il resto della squadra era finalmente sceso nell’Oracolo.
Stella le saltò letteralmente addosso, facendola vacillare, e i ragazzi le si strinsero attorno, contenti che stesse bene, almeno fisicamente.
Cyborg le chiese subito di spiegare che cos’era accaduto e così fece la mezza demone, partendo dalla storia degli Spiriti, fino alla parte più recente: la cattura di Bibi e la verità sugli Interlocutori.
-Tra poco mi chiameranno per porre la domanda, ma se la farò… Bibi non potrà più tornare indietro. La sua vita sarà legata agli Spiriti e dividerlo significherebbe ucciderlo-
-Non puoi evitare la domanda?- chiese Robin, confuso.
-Sono entrata nell’Oracolo e sono in parte demone. Non posso evitarlo, le regole sono molto chiare- rispose, chiudendo gli occhi.
-Mi dispiace ragazzi… non c’è soluzione… ed è tutta colpa mia- esclamò, nuovamente scossa dai singhiozzi, gettandosi tra le braccia del leader, che non poté fare altro che abbracciarla e tentare di consolarla.
-Non dirlo neanche per scherzo. Non è colpa tua Corvina, noi abbiamo accettato di seguirti, Bibi per primo, ben consapevoli delle conseguenze che ne derivano. Se non c’è modo di aiutare Bibi, allora fai in modo che il suo sacrificio valga. Però, intanto, escogitiamo un modo per salvarlo-




Angolo Autrice
Ciao a tutti. So cosa pensate e ne avete tutte le ragioni. Sono una persona orribile che non aggiorna. Chiedo perdono per la milionesima volta e carico in blocco tutti i capitoli, perché capisco come è triste non sapere come finisce una storia.

“Mi senti Evangeline? Non puoi morire proprio ora. Abbiamo tanti libri da leggere, tante cose da fare. Se muori, sarà come arrivare alla fine di un libro e scoprire che manca l’ultimo capitolo. Ti prego, svegliati. Ti prego. Svegliati”
Natalie Jane Prior, Lily Quench e la Regina Drago

A mia discolpa posso solo portare l’università massacrante e i mille impegni ad essa collegati che si sono aggiunti alla mia agenda. Adoro ancora scrivere, ma quando alla sera prendo la penna in mano mi accorgo di non essere più allenata e di avere solo molto sonno. Rileggo le pagine di vecchie storie con moltissima invidia per quella ragazza che ero. Questi due anni sono stati fantastici, ho conosciuto persone meravigliose e fatto esperienze stupende, che non cambierei per nulla al mondo. Ma per ogni scelta qualcosa va sacrificato, come insegnano i libri, le serie, i film che tutti qui amiamo, se arriviamo a leggere e scrivere fanfiction per loro. Ciò che io ho sacrificato sono stati il teatro e la scrittura. E fa ancora male se ci penso.
Sperando di essere ancora almeno in parte la bambina che ha scritto queste pagine a tredici anni o la ragazza che si è iscritta a questo sito a quindici, vi auguro una buona lettura e conclusione di questa storia. Ringrazio chi ha recensito o inserito questo racconto nei preferiti o seguiti e tutti i lettori. Se sono ancora qui è soprattutto grazie a voi.
Un grande abbraccio.

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Capitolo 6
*** Magazzini di Anime ***


Bibi scoppiò a ridere, appena seppe il colore della sua Anima.
-Innocente? Scusa, ma non è un controsenso? Un innocente è anche una persona che non sa nulla, non puoi ricevere una risposta e saperne meno di prima!- esclamò.
Greta scosse la testa:-Sta tutto nel modo in cui viene posta la domanda- spiegò –L’Innocenza è la virtù dei bambini, che chiedono sempre il motivo di tutto, senza porsi limiti o contenersi. L’Interlocutore che ha portato un Innocente può quindi porre qualsiasi domanda voglia-
Bibi la guardò storto – Che cosa complicata-
-Non l’ho deciso io… mi ci sono ritrovata incastrata in mezzo, come te d’altronde. Ma adesso muoviamoci, ti devi cambiare e poi ti insegnerò a leggere le anime- rispose lei, alzandosi in piedi.
-Cambiarmi?- chiese Bibi.
-Dato che noi ci muoviamo nel Limbo, non restiamo sempre nella nostra zona, dovendo classificare le varie Offerte. Gli Spiriti vogliono che indossiamo queste tuniche, come quella che indosso, dal proprio colore, in modo da riconoscerci più semplicemente- disse lei, superando l’arcata colorata di bianco e tornando con il vestito per il ragazzo.
Questo lo indossò e vide che gli calzava a pennello. Stava per stupirsi, poi si ricordò che gli Spiriti sapevano tutto, e non sarebbe stato il caso.
Si fissò con le nuove vesti addosso e solo in quel momento realizzò davvero in che pasticcio si era cacciato. Era davvero preoccupato per Corvina, ma sperava che il suo essere Innocente (e la cosa lo rendeva orgoglioso) le avrebbe permesso di fare un’ottima domanda, che, chissà, avrebbe permesso ai Titans di sconfiggere finalmente Trigon e sistemare un paio di faccende nelle varie dimensioni e a Jump City.
Greta iniziò a spiegargli come leggere le anime, ma tra i pensieri che gli frullavano nella testa e la confusione, non riusciva proprio a capire, nonostante si impegnasse al massimo.
Alla fine, dopo molti tentativi e solo una manciata di successi, la ragazza rinunciò, consolandolo:-È difficile che un Innocente sia bravo a leggere le Anime, non abbatterti. In fondo per te è un po’ contro natura, perché conoscere qualcosa, in un certo modo comprometterebbe la tua anima. Noi Umili invece, o i Sapienti, siamo più inclini a questo genere di cose. Ma non abbatterti, anzi, facciamo così. Io leggo le Anime e tu porti gli oggetti nei vari Magazzini, che ne dici?-
Così Bibi si ritrovò a fare da spola tra il salone centrale del Limbo e i vari Magazzini, situati oltre le dieci arcate colorate. Greta gli passava gli oggetti, declamandone a gran voce il colore e il ragazzo si affaccendava per trovare un posto per ogni cosa.
Ogni volta che entrava in un Magazzino ne restava affascinato: erano carichi di storie, oggetti e ricordi, tutti diversi, eppure tutti estremamente importanti per qualcuno. Scoprì delle lapidi che ricordavano persone che, dopo aver passato la loro vita nel Limbo, capì con un brivido, vi restavano anche dopo. Le stanze più piene erano quelle del Coraggio, della Benevolenza e dell’Egoismo. L’Innocenza e la Consapevolezza erano quasi vuote, quella Blu della Sapienza conteneva in grande maggioranza libri.
Il lavoro lo distraeva e più tempo passava nel Limbo, più si sentiva leggero. Sembrava che piano piano quel posto lo stesse pulendo dalle sue colpe e dai suoi problemi.
Continuò il suo compito finche non udì scoccare una campana e Greta lo richiamò nella sala centrale. Al posto del solito cumulo di Offerte da riordinare era apparso un tavolo apparecchiato per due.
-È già sera?- chiede incredulo il ragazzo, avvicinandosi.
Greta sorrise:-È una caratteristica dell’Oracolo, il tempo passa in modo bizzarro. Fuori possono essere passati anni e qui appena pochi minuti o viceversa… Ma oramai ho imparato che qui tutto può accadere-
Si sedette e subito il giovane eroe la imitò.
-Se tutto può succedere… è possibile che un’Offerta scappi dal Limbo?-
La ragazza sospirò e fece un sorriso amaro:-Per quello che ne so, nessuno ci è mai riuscito. Tutti quelli che sono stati qui sono seppelliti nei vari Magazzini… e l’hai visto anche tu. Forse…-
Il ragazzo si illuminò:-Cosa?  Avanti, spiega!- esclamò, speranzoso.
-Ti avverto, è solo una leggenda… Molto tempo fa arrivarono due amici qua all’Oracolo. Entrambi avevano portato un oggetto di grande valore emotivo, convinti che valesse come Offerta. Ma uno dei due, quello entrato per secondo fu preso come Offerta del primo e condotto qui. I due, infatti, si conoscevano da una vita e si volevano davvero molto bene. Quello che era diventato l’Interlocutore allora decise che per rendere onore al sacrificio del compagno, avrebbe ragionato la sua domanda perché fosse davvero importante. Così fece una Domanda Equa-
-Una…Domanda Equa?-
-Sì, il valore della risposta era lo stesso dell’amico e gli Spiriti Superiori apprezzarono la capacità di valutazione del primo. Così il secondo tornò indietro, in cambio di una solenne promessa. Se la loro amicizia fosse finita, il primo non avrebbe avuto memoria della risposta e l’altro sarebbe tornato, per sua volontà o meno, nel Limbo-
-È terribile… e che ne è stato di quei due? Restarono amici?-
-Non lo so. Te l’ho detto, è una leggenda, che non dovevo raccontarti perché alimento solo le tue false speranze!-
E con un gesto secco si alzò da tavola e mise fine alla discussione.

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Capitolo 7
*** Pensieri ***


Il lavoro procedeva monotono. A Bibi pareva di aver già percorso milioni di volte il tragitto tra la sala centrale e i Magazzini, per sistemare ogni sorta di oggetto al suo posto. C’era ogni sorta bizzarria, tra cui un aliante, scatole magiche che a quanto pare andavano molto di moda ad Azarath, vestiti, album di disegni e via dicendo. Alcuni oggetti arrivavano anche dalla Terra, tra i quali il mutante notò un maglione di un college. Era sempre più stupito che la gente potesse affezionarsi a qualsiasi cosa.
Per l’ennesima volta, Greta gli passò un’Offerta, pronta a comunicargli dove riporla.
Bibi per un attimo ebbe un brivido lungo la schiena, e con mani tremanti afferrò ciò che la ragazza gli porgeva: la pergamena di Trigon.
-Blu-
Silenzioso, si voltò e si diresse verso il Magazzino della Sapienza, riflettendo e domandandosi con rabbia perché un essere così spregevole non aveva un’offerta Nera. Era quello il colore che si meritava, niente di più. Anzi, non si meritava nemmeno di ricevere una risposta.
Arrivato nella stanza, nascosto da Greta, si appoggiò al muro e lentamente si lasciò scivolare fino ad essere seduto in terra. Con gli occhi chiusi prese un sospiro e srotolò il documento. Al centro c’era un'unica, minacciosa parola.
 
Corvina era nervosissima. Gli Spiriti avevano chiamato suo padre già da un bel po’ di tempo. Chissà cosa avrebbe chiesto. Magari come riuscire a distruggere le dimensioni o chi si fosse messo contro di lui. Oppure a controllare infallibilmente le menti delle persone e piegarle alla sua volontà. Ogni pensiero la terrorizzava più del precedente, e ciò si aggiungeva al senso di colpa che provava verso Bibi. Non era molto informata sull’argomento, non sapeva come si sarebbe svolto il colloquio ad esempio, ma si ricordava che le Offerte restavano bloccate in una sorta di immortalità per secoli, fino a che non capitava un qualche evento preciso. Questo da una parte la faceva sentire meno in colpa: probabilmente lui non avrebbe sofferto. D’altra parte, il bisogno della ragazza di proteggerlo dal duro mondo di Azarath era fortissimo. Sentiva di averlo tradito, come se tutti gli anni passati insieme non fossero bastati a tenerli insieme.
Si chiese cosa sarebbe stata l’Offerta se fosse stato Bibi a porre la domanda.
D’un tratto seppe cosa chiedere.
Dall’altra parte della sala, Stella, Cyborg e Robin erano molto preoccupati. Innanzitutto per il compagno scomparso, perché nonostante fossero lì da parecchio tempo, non avevano ancora trovato un modo per salvarlo. Anzi, gli unici che sembravano poter uscire da quella sala erano gli Spiriti. Non avevano trovato porte, passaggi o nascondigli, l’unico altro spazio che potevano raggiungere era il Tribunale, ma l’accesso gli era vietato in quanto non demoni. Eppure, Corvina e il padre, e tutti gli Spiriti si comportavano come se quel luogo sotterraneo fosse composto di moltissimi locali e stanze segrete.
D’altra parte, anche Corvina era una loro preoccupazione, dato che stava seduta in un angolo da molto tempo, in silenzio. Almeno non piangeva più, ma  non erano sicuri fosse una cosa positiva.
Si erano anche loro interrogati su cosa fosse la cosa a cui tenevano di più, ma non erano molto sicuri. Robin aveva alzato timidamente lo sguardo su Stella, ma, in fondo, che certezze avevano? Era proprio vero che non si conosce l’importanza di ciò che si ha finche non lo si perde.
Intanto uno Spirito si era avvicinato alla mezza demone.  Questa si alzò e lo osservò arrivare, immobile davanti alle porte del Tribunale.
Quando furono affiancati, questo si chinò verso di lei e mormorò un’unica parola.
-Innocente-
Corvina restò sbalordita. Fino a quel momento aveva pensato che l’amico avesse l’anima verde, come i suoi occhi, come la gioia che esprimeva in ogni momento, ma si era sbagliata.
Sapeva però come rimediare. Nel Tribunale, davanti agli Spiriti superiori, avrebbe cancellato ogni suo dubbio.
 
Quando Trigon uscì dal Tribunale si sentiva leggero. Parlare con lo Spirito Blu era stato esaltante e terrificante allo stesso tempo, ma aveva superato anche quella prova. Ora aveva tutte le risposte e della pergamena non gli importava più di tanto.
Usi sentiva incredibilmente lucido e presente. Aveva in mano la vittoria, anche se gli sembrava troppo facile. Aveva la sensazione che qualcosa gli sfuggisse. Ma scosse le spalle e portò i suoi pensieri a ciò che ora lo interessava: uscire da quel posto. Lanciò un’ultima occhiata alla figlia e al gruppetto dei suoi compagni. Forse gli sarebbe dispiaciuto che il ragazzetto verde non potesse essere presente alla distruzione del suo mondo.
Con questo si avviò verso uno Spirito che gli mostrò l’uscita.
 
Corvina sentiva lo sguardo del padre sul collo, ma non si mosse. Non voleva vederlo in faccia per non dargli soddisfazioni. Era concentrata e solo quando lo sentì andarsene si voltò verso le massicce porte del Tribunale. Lanciò uno sguardo agli amici, che le rivolsero cenni di incoraggiamento.
Poi si incamminò da sola verso uno Spirito, che le fece cenno di entrare.
 
Bibi stava sistemando degli oggetti nella sala gialla, quando uno Spirito arrivò alle sue spalle e gli parlò, facendolo sobbalzare.
-Tocca a te-

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