Decameron

di Iuccy_97
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Introduzione ***
Capitolo 2: *** Primo giorno, prima novella ***
Capitolo 3: *** Primo giorno, seconda novella ***
Capitolo 4: *** Primo giorno, terza novella ***



Capitolo 1
*** Introduzione ***


Mila aveva il busto sporto oltre il parapetto della barca e i capelli scuri mossi dal vento. Con  lo sguardo perso verso il punto da cui erano partiti, non si accorse del ragazzo che le si avvicinava alle spalle. Questo la prese per i fianchi e fece finta di volerla spingere.
-Attenta!-
La ragazza si spaventò e si voltò di scatto, tirandogli una gomitata.
-Ahia! Ehi, stavo solo scherzando!- esclamò lui portandosi una mano al naso.
-Derin! Mi hai fatto spaventare!- gridò la ragazza, riprendendo fiato.
-Scusa!- borbottò, facendo una smorfia per muovere un po’ la parte colpita.
-Scusami te… ma non farlo più!- sbottò, distogliendo lo sguardo dall’amico.
Poi sospirò:-Quanto manca?- 
-Poco, Franya ha detto che faremmo meglio a preparare le nostre cose- rispose il ragazzo, mettendosi le mani in tasca e scalciando un sasso immaginario.
-Allora vado… Dove sono gli altri?- chiese lei avviandosi verso le cabine.
-Franya è in cabina con Elea, Girsol e Sereha stavano scendendo. Hai visto gli altri?-
- Haru, Kiv e Bib sono a prua- esclamò Mila scendendo la scaletta per tornare sottocoperta.

-Mostra!- esclamò Kiv mostrando il quinto trevy consecutivo.
Haru alzò gli occhi al cielo:-Non è possibile! Il mazzo è fallato!-
-Niente truffe, Haru. Ho vinto di nuovo!- sorrise l’altro.
-Che fate ragazzi?- chiese Derin, arrivando.
-Giocano a Trevy o Fassi e Haru sta perdendo, immagino- rispose per loro una ragazza seduta tra i due.
-Volevamo insegnarle a giocare- spiegò Kiv, rimescolando le carte.
-Davvero non sei capace Bib?-
La ragazza annuì, facendo cadere lo sguardo sul tavolo, su cui stava iniziando una nuova partita.
-Non imparerai mai guardando loro, sono già troppo bravi. Una volta prova a giocare contro di me,  non sono così forte. O contro Sereha. Anche lei ha imparato da poco-
Un marinaio nelle vicinanze iniziò ad urlare:-Signore signori, davanti a voi, l’isola di Ember! Siamo quasi arrivati!-
Subito una folla si avvicinò al parapetto per osservare il profilo dell’isola che si avvicinava.
Kiv dovette alzarsi in piedi sulla sedia per vedere oltre la barriera di persone.
-Ragazzi- disse sedendosi nuovamente –Siamo arrivati. Qui iniziano ufficialmente le vacanze-

I primi a scendere furono Franya e Bib, seguite dai ragazzi con i bagagli sulle spalle. Quindi Mila, che faceva volteggiare la sua valigia a mezzo metro da terra, utilizzando il Dominio dell’Aria.
-Facile la vita di una Dominatrice, eh?- scherzò Girsol, passando la propria borsa a Paerer.
-Mi sembra che anche senza saper Dominare tu te la stia cavando bene…-le strizzò l’occhio l’altra, indicando il ragazzo che faceva spola per portare tutti i suoi bagagli.
-Ragazze, non scherzate e dateci una mano- le interruppe Derin –Non abbiamo tutto il giorno per arrivare alla casa di Franya, e non siamo i vostri schiavi!-
-D’accordo, come vuoi tu- gli sorrise Mila, accelerando il ritmo della camminata.
-Ragazzi, ci siete tutti?- chiese Franya.
Bib alzò il pollice in segno affermativo.
-Bene, allora possiamo andare. Ci vorranno dieci minuti per arrivare a casa mia… sbrighiamoci, così possiamo ancora mangiare pranzo ad un ora decente!-
La combriccola si incamminò.

La casa in cui Franya li ospitava era nell’entroterra, vicino alla foresta. Su due piani, era verniciata con colori caldi e ispirava accoglienza e tranquillità.
Appena entrati lasciarono i bagagli in mezzo al salotto e mentre Elea, Mila e Girsol disfavano le loro valigie, i ragazzi aprivano tutte le finestre, davano aria ai locali e aprivano le brandine che avrebbero ospitato cinque di loro nelle successive notti.
Al piano di sotto Franya e Bib preparavano qualcosa da mettere sotto i denti.
Verso le quattro del pomeriggio erano tutti seduti sotto il piccolo porticato, a stomaco pieno e completamente sistemati.
Mila, Sereha e Bib giocavano a Trevy o Fassi sotto lo sguardo vigile di Haru.
-Lascia scendere lei adesso- stava suggerendo a Bib –Se lei mostra, allora giochi questa. Altrimenti aspetti ancora un turno. Sperando che non ce l’abbia anche Sereha. Capito?-
-Ragazzi! Non possiamo passare le vacanze così!- esclamò Kiv, scattando in piedi.
-Franya, non c’è niente da andare a vedere su quest’isola? Non c’era un castello o qualcosa del genere?-
La ragazza lo guardò male:-Se studiassi sapresti che non è un castello, ma la vecchia casa delle vacanze della Famiglia Reale del Fuoco. Dopo il governo di Zuko è diventato un parco. Se vogliamo andare a visitarlo…-
-Io ci sto!- esclamò Derin, Dominando l’Acqua in un vaso di fiori lì vicino –Sempre meglio di stare qui a deprimerci-
-Allora andiamo- rispose Bib, appoggiando le carte a terra –Tanto non capirò mai questo gioco-
-Gambe in spalla ragazzi!- disse Girsol, alzandosi e trascinando con lei Paerer.

Tagliarono per il sentiero della foresta e rischiarono più volte di perdersi se Haru e Sereha non avessero Dominato la Terra per poter scrutare oltre i folti alberi per orientarsi.
Arrivati nelle vicinanze della casa, Franya indicò una finestra.
-Quella era la camera di Azula, la sorella del Signore Zuko-
-Come fai a saperlo?- chiese Elea, osservando la villa.
-Mi hanno portato più volte i miei, quando ero piccola. Quella di Ursa invece affaccia sul mare-
Proseguirono costeggiando il muro occidentale, arrivando sulla spiaggia da cui partiva una lunga scalinata per raggiungere la casa.
Su una roccia capeggiava una targhetta dorata.
-Qui l’Avatar Aang imparò il Dominio del Fuoco dal futuro Signore del Fuoco Zuko- lesse ad alta voce Sereha, accarezzando la pietra.
-Ve li immaginate?- esclamò Kiv colto dall’entusiasmo –Proprio qui, cent’anni fa, il più grande dominatore del Fuoco insegnava il dominio a nientepopodimeno che l’Avatar!-
Saltellò fino alla bagnasciuga.
-Zuko il Magnifico… quanto mi piacerebbe poterlo vedere combattere!- e creò qualche fiammata lanciandosi in mosse più acrobatiche che da combattimento.
-Sapete che Zuko sapeva deviare i fulmini pur non potendoli Dominare? E che poteva cambiare a suo piacimento la sua temperatura corporea?? Pensate, quello che facciamo noi è solo una minima parte di quello di cui erano in grado loro…-
-Su Kiv, non farti prendere dallo sconforto!- gli disse Paerer  inzuppandolo con il Dominio dell’Acqua -Puoi sempre migliorare!-
-Grazie Paerer- borbottò strizzando la maglietta fradicia –Tu si che mi sai sollevare il morale-
Elea allora tolse l’acqua dai suoi vestiti e la Dominò fino a farla tornare in mare.
Poi ripresero il cammino su per la scalinata.

-Eccoci qui- disse Franya quando raggiunsero la cima.
La villa si innalzava in tutta la sua bellezza, intatta nonostante gli anni trascorsi.
-Wow… è bellissimo qui- mormorò Girsol, sedendosi su una panca e ammirando il paesaggio.
-Già- disse Mila, appoggiandosi ad un vicino pilastro.
Derin rimase in silenzio ad osservare il mare che si poteva scorgere da lì.
-Franya, non eri tu che mi hai raccontato la storia del motivo per cui la casa fu costruita qui?-
-Sì…-
-Perché?- chiese Haru.
-Oh, è una storia lunga…-
-Embè? Mica abbiamo fretta!- esclamò Bib, sedendosi a terra.
-Su! Racconta un po’!- la incitò Sereha.
-Ma mi vergogno… poi però dovete raccontarne una anche voi!-
-Va bene!- le disse Derin –Ma adesso inizia!
-D’accordo…-



Angolo autrice
Ciao a tutti! Questa storia nasce da una malsana idea che mi è balzata in mente un paio di anni fa. Con Craggy e Selene89 pensavamo di creare appunto un Decamerone di Avatar. L’idea non è andata in porto per colpa mia, sono consapevole di non avere più tempo per stare dietro alla scrittura (la mia presa di coscienza è nelle note dell’autore di questo capitolo https://efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3739806 di un’altra storia) ma voglio condividere con voi quella che credo ancora sia una bella idea. Anzi, se volete mandarvi delle vostre storie da inserire (con gli opportuni credits ovviamente!) sarò molto felice di farlo. Vi dono questi dieci personaggi OC, fateli divertire in queste loro vacanze se volete, raccontate loro le vostre storie. Magari qualcuno vi sembra scorbutico, ma saranno ben lieti di ascoltarvi.

Inserirò tutte le storie che ho già preparato, una in fila all’altra. Se ne scriverò altre o me ne manderete qualcuna, le inserirò in ordine in base alla giornata. Quindi i racconti non saranno in ordine di pubblicazione. Aggiornerò qui in sotto la lista con l’elenco cronologico delle aggiunte.

26/01/2018 Introduzione
26/01/2018 Giorno 1, Novella 1
26/01/2018 Giorno 1, Novella 2
26/01/2018 Giorno 1, Novella 3

Questi sono i temi del Decamerone originale, gli stessi che intendo seguire:

1 – Libero sia ciascuno di quella maniera ragionare che più li sarà grato
2 – Sotto il reggimento di Filomena, si ragiona di chi, da diverse cose infestato, sia oltre alla sua speranza riuscito a lieto fine
3 – Si ragiona, sotto il reggimento di Neifile, di chi alcuna cosa molto desiderata con industria acquistasse o la perduta recuperasse
4 - Sotto il reggimento di Filostrato, si ragiona di coloro li cui amori ebbero infelice fine
5 – Sotto il reggimento di Fiammetta, si ragiona di ciò che ad alcuno amante, dopo alcuni fieri o sventurati accidenti, felicemente avvenisse
6 – Sotto il reggimento d’Ellissa, si ragiona di chi, con alcun leggiadro motto, tentato, si riscotesse, o con pronta risposta o avvedimento fuggì perdita o pericoloso scontro
7 – Sotto il reggimento di Dioneo, si ragiona delle beffe le quali o per amore o per salvamento di loro le donne hanno già fatto a’ lor mariti, senza essi essersene avveduti o no
8 – Sotto il reggimento di Lauretta, si ragiona di quelle beffe che tutto il giorno o donna ad un uomo o uomo a donna o l’uno all’altro si fanno
9 – Sotto il reggimento di Emilia, si ragiona, ciascuno secondo che gli piace e di quello che più gli aggrada
10 – Sotto il reggimento di Panfilo, si ragiona di chi liberamente o vero magnificamente alcuna cosa operasse intorno a’ fatti d’amore o d’altra cosa

E questi i miei personaggi e i loro corrispettivi del Decameron:
Franya (dominatrice del fuoco), sarebbe Pampinea (reggente del giorno 1)
Bibalea, detta Bib (non dominatrice), Filomena
Elea (dominatrice dell’acqua), Neifile
Kiv (dominatore del fuoco), Filostrato
Mila (dominatrice dell’acqua), Fiammetta
Haru (dominatore della terra), Ellissa
Derin (dominatore dell’acqua), Dioneo
Girsol (non dominatrice), Lauretta
Sereha (dominatrice della terra), Emilia
Paerer (dominatore dell’acqua), Panfilo

Lo scopo di questa raccolta è di creare una sorta di “mitologia” di Avatar, una raccolta di storie che da sole non avrebbero senso, ma sono una sorta di Cappuccetto Rosso nel loro universo.
Spero che il lavoro vi interessi e vi incuriosisca. Buona lettura!

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Capitolo 2
*** Primo giorno, prima novella ***


 
"Libero sia a ciascuno di quella maniera ragionare che più li sarà a grado"
 
-Allora… la storia inizia così…- disse Franya, accucciandosi su uno scalino, mentre gli altri la circondavano.
 
 
«Tutti ormai sanno la triste storia della Signora Ursa… Anche se è ricordata soprattutto per il suo sacrificio, ha fatto molto altro, prima di scappare. Era una donna forte, ma l’unico modo per avere un po’ di potere sul marito era forzare sul suo affetto per la principessa Azula.
-Non posso permettere che mia figlia cresca solamente a palazzo. E’ sicuramente giusto che sia presente per fatti politici, ma ha bisogno di un po’ di pace ogni tanto. Le farà anche bene distrarsi- ripeteva a Ozai.
Un giorno, finalmente, lo convinse. La casa per le vacanze erano state l’ennesimo capriccio per allontanare i figli, ed in particolare Zuko, dalla capitale, dove le sue sfortune sembravano raddoppiarsi ogni giorno. Ursa preferiva un’isola al sud per sentirsi più vicina a casa, e in questo fu soddisfatta. Ma anche il Signore sapeva far valere le sue idee e scelse come lato dell’isola il nord.
A quel tempo infatti c’era un grande via vai di navi clandestine cariche di persone che scappavano alla guerra. Posizionare lì la dimora del Signore del Fuoco significava aumentare il controllo sui mari e diminuire il movimento del popolo che poteva combattere tra le fila della Nazione.
Il progetto comunque partì, e la Famiglia Reale si recò sull’isola per assistere all’inizio dei lavori. La casa, arroccata sulla roccia, era molto distante dal paese, dove Ursa e il piccolo Zuko si dirigevano spesso.
Un giorno, mentre i due erano sul molo, videro due pescatori litigare furiosamente davanti ad un bambino. Il motivo era se il piccolo potesse viaggiare o meno su un peschereccio.
-Mamma- chiese allora il piccolo Zuko –perché il bambino non può andare con loro?-
-Perché purtroppo siamo in guerra, piccolo mio. Quel bambino vuole fuggire con loro, ma il mare è pericoloso, e probabilmente non vogliono farlo rischiare-
-Qui c’è la guerra, mamma?-
-No, tesoro, ma là, al nord sì, per questo la gente scappa qui-
-E’ per quello che papà è arrabbiato?-
-Arrabbiato?-
-L’altro giorno l’ho sentito dire che non voleva più vedere navi che scappavano, e che avrebbe fatto demolire il faro-
Ursa a quel punto impallidì: senza faro, le imbarcazioni si sarebbero arenate vicino alla costa, e i fuggitivi sarebbero stati facile preda delle guardie.
Quando ne discusse con Ozai, quella sera, lui rimase impassibile: l’esercito aveva carenza di uomini, e non poteva permettersi di lasciarsi sfuggire possibili soldati.
Passarono due anni, e la casa venne completata. Quando iniziarono le loro prime vacanze, la donna scelse per sé la camera da letto con vista sul mare.
La prima sera si fece portare candele e lanterne in quantità e, quando passò nelle camere dei figli per dare il bacio della buona notte, invitò il maggiore a seguirla.
Nella stanza, con l’aiuto del Dominio del figlio, accese tutte le lucine e le mise sulla terrazza, sui davanzali e sulle finestre.
-Questo sarà il nostro faro, piccolo mio- spiegò poi al figlio –Con questo tanti bambini come quello del molo potranno scappare dalla guerra»
 
 
-Ecco quindi come molti profughi riuscirono a salvarsi, grazie all’idea e al buon cuore di Ursa. I cittadini dell’isola chiamano questa casa “Il faro” proprio per questo episodio-
-Bellissimo- mormorò Girsol, in mezzo al cortile con lo sguardo fisso verso la stanza in questione.
-Già, è incredibile come sia bastata qualche candela per salvare la vita a centinaia di persone- esclamò Haru.
-Quindi, morale della favola?- intervenne Derin, alzando lo sguardo da terra, dove col dito aveva disegnato una lunga serie di linee e spirali.
-La morale è che bisogna sempre aiutare gli altri- esordì Mila, con un sorriso sognante.
-Ecco che arriva l’idealista- scherzò Paerer. Poi si fece serio –Secondo me la morale è che il coraggio non si trova nei gesti grandiosi, ma in quelli piccoli di tutti i giorni. Se avesse costruito un altro faro, Ozai lo avrebbe fatto demolire, e non sarebbe andata a finire così. Invece, con la piccolezza di alcune candele è riuscita a fare qualcosa di grandioso-
-Sono totalmente d’accordo con te- annuì Sereha.

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Capitolo 3
*** Primo giorno, seconda novella ***


-Forza, a chi tocca adesso?- esordì Freya, alzando una mano per proteggersi dal sole che le batteva negli occhi.
-A fare cosa?- chiese Elea, curiosa.
-Avevate detto che avreste raccontato una storia… forza, iniziate!-
Gli altri si scambiarono occhiate imbarazzate, finché Derin non fece un passo avanti.
-E va bene, sono stato io a convincerti a iniziare, quindi adesso mi sdebiterò-
-Cosa ci racconterai?-
-La storia del Sole e della Luna!-
-Vai Derin, siamo tutti orecchi!- esclamò Kiv, dandogli il via libera con un gesto teatrale.
Il ragazzo in tutta risposta fece un inchino, come un attore sul palco.
-Signore e signori, la storia racconta così…-
 
 
«All’inizio dei tempi, Sole e Luna e le stelle vivevano felici nel cielo, costantemente immerso nella lieve luce del mattino o della sera. Il Sole era considerato una normalissima stella, anche se già dimostrava la sua forza e splendore. Per questo le altre lo invidiavano e parlavano male di lui. Solo la Luna lo ammirava moltissimo, dato che doveva il suo splendore al Sole stesso.
Quando l’evoluzione della vita, creata dalla Terra, necessitò di una luce più forte, si dovette decidere a quale stella affidare il compito. Subito la scelta ricadde sul Sole, che fu incaricato di avvicinarsi alla Terra e donare un po’ del suo calore e luce ai nuovi abitanti del pianeta. Allora la gelosia delle stelle nei suoi confronti non ebbe più limite.
Una di queste, amica intima della luna, fu mandata a chiederle aiuto per una piccola vendetta.
Mascherandola dietro ad uno scherzo amichevole chiese alla luna se poteva dominare l’Acqua per spegnere un po’ la stella che sarebbe arrivata a breve per illuminare la Terra.
La Luna, che aveva un carattere giocoso, accettò senza sapere che sarebbe stato proprio il Sole, e appena questo si avvicinò per iniziare il suo compito, alzò la marea, tanto che questo rimase spento per qualche secondo.
Offeso a morte, il Sole iniziò a vagare per allontanarsi dalle stelle che tanto lo odiavano, e in un momento di rabbia, chiamò i suoi amici draghi perché andassero a infastidire chi gli avesse fatto torto.
Per questo il Sole brilla ora solo nel cielo del giorno, mentre le stelle, alleate tra loro, illuminano la notte. La luna dal canto suo, insegue la vittima dello scherzo che involontariamente aveva fatto e a volte quasi lo raggiunge: infatti di giorno la vediamo, talvolta. Quando invece però per la stanchezza resta indietro, non viene più illuminata dai raggi e quindi non brilla.
Quando di notte la osserviamo vediamo ancora i buchi che i draghi crearono, facendo i loro nidi sulla sua superficie. »
 
-Ecco quindi come nacquero il giorno e la notte, e perché la luna è bucata-
Sereha applaudì:-Complimenti, molto bella-
-Già, è molto diversa dalle leggende del Regno della Terra- constatò Haru.
-Anche se mi sfugge come faccia il Sole a dire ai draghi e le stelle a litigare- sorrise Paerer.
-Dai, sciocco! E’ una leggenda! E poi come fai a sapere se all’epoca il Sole aveva la bocca o no?- disse Bib.
-Giusto, brava Bib!- esclamò Derin, battendole in cinque –Morale della favola: tenete la bocca chiusa perché tanto Bib avrà sempre l’ultima parola!-
Franya scosse la testa:-Oh, Derin… -
-Dai, allora, mi trovi la morale?- la sfidò questo.
-Che a volte bisogna avere il coraggio di perdonare. Così si può smettere di scappare e fermandosi si può ritrovare la tranquillità nascosta dal rancore e un amico che pensavamo perduto-
-Ottimo- ammise Derin, con il sorriso sulle labbra –Non avrei saputo dirlo meglio-

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Capitolo 4
*** Primo giorno, terza novella ***


-Va bene, adesso vado io- disse Paerer –così mi tolgo il fastidio-
-Bravo, cosa ci racconti?- chiese Mila incrociando le gambe.
-Derin mi ha ricordato il mito del Sole e della Luna, adesso io vi racconto quello della nascita del primo Avatar, che è strettamente collegato-
Derin scosse la testa:-Non lo conosco- disse sedendosi accanto all’amico.
-Inizia più o meno nel momento in cui la Luna crea la grande marea che spegnerà il Sole…-
 
 
«I primi esseri umani iniziavano a popolare i vari continenti e la Terra si prendeva cura di loro, in quanto l’elemento che più aveva spinto per la loro creazione. Quando accadde il fatto della marea, tutto iniziò a rovinare: i raccolti non furono buoni per l’acqua che li aveva invasi grazie al potere della Luna e avevano patito il rapido passaggio tra freddo e caldo per colpa dello spegnimento temporaneo del Sole.
A questo punto la Terra iniziò a chiedersi come proteggere gli umani. Solo durante la primavera era nel pieno dei suoi poteri, e gli altri elementi non prestavano attenzione alla nuova razza. Dopo mille ragionamenti e ripensamenti chiamò tutti i tassi-talpa che popolavano il sottosuolo della Terra. A loro affidò l’incarico di cercare ognuno un umano che avesse grandi qualità di forza e temperanza a cui insegnare quello che noi adesso chiamiamo Dominio.
Queste persone impararono l’arte della Terra e cominciarono ad insegnarla a chi, nelle generazioni seguenti, aveva  la propensione al Dominio.
Quando gli altri elementi se ne accorsero, furono invidiosi: gli uomini celebravano la Terra con più passione e sfarzo, aiutati anche dal Dominio. Così anche loro si impegnarono a diffondere questo dono: il Fuoco incaricò i draghi, l’Aria i bisonti volanti e l’Acqua la luna.
La Terra non intervenne per fermarli: più gli uomini conoscevano il Dominio, più probabilità avevano di resistere a ciò che il caso proponeva. Si fidava quindi della nostra capacità di sopravvivenza, sperando che, con i doni degli elementi, gli uomini avrebbero avuto una vita migliore.
Purtroppo però delusero le aspettative della Terra: una volta raggiunta la propria felicità, le persone ambivano al potere, e le prime guerre apparvero nella nostra storia. Questo creò irritazione tra gli elementi, che vedevano abusati e mal utilizzati i loro doni. Così si misero in cerca di una persona che fosse adatta a controllarli e gestirli tutti. Una persona che dimostrasse contemporaneamente benevolenza, forza, intensità e armonia. Qualcuno che potesse essere l’Avatar. Lo trovarono, o meglio, la trovarono tra i ghiacci del Polo Sud, già dominatrice dell’Acqua. Allora la portarono in giro per il mondo, per farle imparare la Terra, il Fuoco e l’Aria, come stabilisce il ciclo dell’Avatar. Da quel momento affidarono ad un uomo per ogni generazione questo compito, in modo che sempre il pondo potesse vivere in pace.
L’Avatar continua a seguire il ciclo, perché involontariamente segue i quattro elementi che, a rotazione, attirano verso di sé il più potente Dominatore del momento»
 
 
-Molto bello, ottima scelta, Paerer- concluse Mila con un sorriso sul volto.
-Non capisco perché il primo Avatar doveva essere delle Tribù dell’acqua!- intervenne Kiv.
-Dici così perché sei della Nazione del Fuoco, ma la nostra tradizione è molto importante e radicata- rispose Derin.
-E’ una Dominatrice dell’Acqua solo perché è un mito delle Tribù, Kiv- spiegò Bib –E se tu dovessi scrivere un mito lo scriveresti per incentivare te stesso, non gli altri popoli!-
-Ha ragione lei, mi spiace- disse Franya.
-Tu! Traditrice della patria!- esclamò Kiv in modo scherzoso, puntandole contro il dito.
-Bene, prima di scatenare una guerra tra Fuoco e Acqua, troviamo la morale- s’intromise Girsol.
In quel momento Sereha si rizzò.
-Che c’è?- le chiese.
-Niente, niente, continua pure, mi è venuta in mente una storia, dopo la racconto io-
-Va bene… comunque, la morale!-
-L’amor patrio di un Dominatore dell’Acqua è infinito!- esclamò Kiv.
-E uguale alle idiozie di un Dominatore del Fuoco!- ribatté Derin.
-Ehi, voi due! La finite?- sbottò Elea –La morale è: in qualunque caso c’è sempre qualcuno o qualcosa di perfetto che può risolvere i problemi, basta solo cercarlo-
Paerer piegò la testa:-Sì, mi piace come proposta-
 
 
Angolo autrice
In questo caso lo faccio per spiegare questa novella irrealistica per chiunque abbia visto Korra: ovviamente l'Avatar non è nato in questo modo, ma dato che nessuno lo sa in modo preciso fino alla comparsa del mondo degli spiriti, ecc, sono sicura che la fantasia popolare avrà inventato qualcosa per spiegare un fatto altrimenti inspiegabile. Questa è la versione della Tribù dell'Acqua del Nord, da dove arrivano gli antenati di Paerer.

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