Le ragazze del Golfo

di LynRoe
(/viewuser.php?uid=968479)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Guendeline ***
Capitolo 2: *** Sielo, Eristallide di Neustria. ***
Capitolo 3: *** Cassandra ***



Capitolo 1
*** Guendeline ***


Capitolo I 
Guendeline

 
Il maggiordomo del re si rivolse a lei con un gran sorriso e scusandosi le disse: "Mi dispiace,ma ho dovuto chiamarvi a quest' ora della notte per forza."
La ragazza si guardò intorno,ormai non si stupiva più di tutto quel lusso che la circondava,la Sala degli Arazzi non era più nulla di nuovo,dato che si presentava lì abitualmente per lavoro o meglio per ascoltare le consegne,i compiti a lei assegnati.
Sorrise anche lei a sua volta: "No si preoccupi signore,è il mio lavoro dopotutto.
Sono sempre al servizio del Re." Il maggiordomo,allora,le mostrò una pergamena placcata avvolta in un nastro di un azzurro intenso e gliela porse con delicatezza tra le mani,poi aggiunse, con un fare molto preoccupato e la faccia di uno che la sa lunga: "Signorina,veda,è una cosa molto importante. E' un messaggio per il re dell'Austrasia. Il contenuto è davvero importante, andrei a piedi io stesso se solo il Re me lo permettesse, ma è troppo rischioso. Con lei il messaggio sarà più al sicuro. Vada, serva il suo Re con onore, come ha sempre fatto." 
La ragazza si rigirò il rotolo tra le mani indugiando 
 "La corte del Re Paolindo d'Austasia è dopo il Bosco Oltraggioso,signore?" chiese
"Sì.Ci vorranno massimo quattro giorni di viaggio." rispose il maggiordomo gentilmente ma visibilmente teso.
"Allora va bene,parto subito, si fidi di me." disse la ragazza infilando la lettera nel tascapane arancione.
"A presto e mi raccomando.Tra le sue mani c'è un grande atto del Re,faccia attenzione." 
Il maggiordomo, girando i tacchi, si ritirò e scomparve dietro una porta d'acero riccamente decorata. La ragazza,Guendeline, si girò e con un passo deciso si avviò verso l'uscita della corte. Aveva un missione importantissima da compiere. Si affretto'. Tutto d'un tratto sentì un rumore farsi sempre più forte:erano cavalli che correvano e spade che strisciavano le une contro le altre,botti e colpi. Il caos.Sembrava proprio una battaglia. Guendeline corse verso il portone con i capelli rossi che ondeggiavano e gli occhi verdi dilatati dalla paura,non ci voleva molto per capire che era un assalto alla corte del Re. Si gettò contro il portone e lo aprì,appena fuori venne invasa da un forte odore di sangue e da immagini di cavalieri dell'Austrasia con lo stemma giallo sui cavalli che si dimenavano contro le guardie del Re.Guendeline iniziò a correre verso il centro, forse il messaggio che ho con me è davvero talmente importante da cessare questa strage,pensò ed iniziò ad urlare ai cavalieri: "Fermi!Fermi!Per l'amor del Cielo.Il Re ha un messaggio per voi!" lo ripertè più volte fin quando non le si avvicinò un generale dell'Austrasia e Guendeline gli consegnò la pergamena.Quello la srotolò velocemente e lesse ad alta voce:"Il re Lodovico Eristallide di Neustria chiede la pace al Re Paolindo Ostraci d'Austrasia. In cambio si....- si fermò- Ah,ma cos'è questa robaccia?Cosa ce ne facciamo noi adesso della pace?Troppo facile. Il Re Paolindo non sarà mai d'accordo.Soldati,non vi fermate attaccate e uccideteli tutti,voglio la testa del Re Lodovico a tutti i costi!" ordinò il generale con un ghigno malefico stampato in fronte,si faceva chiamare "Generale Gucho". Guendeline lo guardò con aria di supplica e disse: "La prego,la prego generale!Non ci faccia del male.Consegni il messaggio al suo re e non faccia di testa sua!Generale!La prego!Ho una sorella da mantenere se ci attaccate è la fine!" la sua voce era diventata via via un lamento triste,il Generale non la curò di uno sguardo  per un poco ma poi le sbraitò contro parole non molto gentili e chiamò un soldato. Quello si avvicinò al generale Gucho e gli sussurò in un orecchio,mentre la disperata continuava a supplicarlo di non assalire nè la corte nè la città.Inutili parole si dileguavano dalla sua bocca finchè il Generale,stufo,le sferrò un calcio tra le costole e lei si ripiegò su un lato ansimante "No,per piacere no!" implorò mentre il soldato dagli occhi azzurri le puntava contro arco e una freccia,il Generale sbraitò: "Beh,Madd cos'è che aspetti a finirla?La vuoi o no la tua nomina?Fammi vedere quanto vali!" Madd provò ad opporsi e guardò con occhi lucidi la ragazza piangente a terra e sussurò quasi: "Ma è una povera donna,non è un soldato perchè?" e fece per abbassare l'arco ma il generalo lo rimproverò a voce alta: "Perchè?Perchè lavora per questa feccia di Re!E' una nemica, è la messaggera del Re!Uccidila o te ne pentirai di non aver eseguito i miei di ordini!E' dì pure addio alla tua nomina." Il Generale si avventò su un gruppo di fanti del Re avversario e sparì nel vortice della confusione che regnava sul campo di battaglia. Madd, al quale si gonfiò una vena sul collo per la rabbia del ricatto, con gli occhi azzurri che implorarono perdono,i denti stretti e le labbra serrate scoccò la freccia dritta al cuore della ragazza. Quella non fece a tempo ad urlare o a scansarsi,il sangue le colava dal petto e ansimava più forte che mai,prima di serrare gli occhi e tirar dentro il suo ultimo respiro disse: "Cussi,la mia Cussi ora è sola al mondo". Il ragazzo le si avvicinò per vedere meglio se era ancora viva,ma niente,solo quel: "Cussi, la mia Cussi ora è sola al mondo" e poi il vuoto,i suoi occhi verdi serrati e i capelli rossi intrisi dello stesso rosso che gli colava dalla ferita sul petto. Il Generale, da lontano, guardò soddisfatto la scena - "Si sta pian piano piegando al mio volere"- pensò soddisfattò, si riggettò poi nella folla contento. Madd, straziato per aver causato la morte volontaria di un innocente, sguainò la spada e si gettò nel campo senza riuscire a levarsi dalla mente l'immagine della ragazza che si dimenava a terra,gli occhi spenti e quel nome rimastogli appeso alle labbra:Cussi.Si  sentì in colpa dopo anni di stragi:aveva tolto una madre,una zia,una nipote,una sorella o chicchesia ad un'innocente.Venne invaso dalla rabbia e si dimenò nel campo tagliando gole a più non posso. -Non è per questo che sono diventato un Cavaliere- pensò. 

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Sielo, Eristallide di Neustria. ***


CAPITOLO II
Sielo, Eristallide di Neustria.


-Le ho già detto e continuo a ripeterle che non va bene così, principessa – 
-Le ho già detto e continuo a ripeterle che,a me, quest’assurda matematica in testa non entra affatto! – rispose con il solito tono impertinente Sielo, sbuffando, al suo maestro. 
Erano lì in biblioteca da due ore e il Signor Rottenbailler stava inutilmente spiegando alla principessina matematica, ma ad ella a quanto pare, non ne voleva sapere di entrale in testa. 
-Mi permetta di ricordarle- aggiunse il maestro ormai stufo - che suo padre si è fermamente espresso, che se continuerà a trascurare la materia, prenderà dei seri provvedimenti con di lei, principessa- 
Sielo sbuffò, chiuse il libro rilegato in pelle, si alzò dalla sedia aggiustandosi il vestito e andò via dicendo solo:
-Faccia come le pare, lo dica pure a mio padre, io non ho più intenzione di stare qui con lei, in questo posto fetiscente- disse indicando la biblioteca reale- ad apprendere cose di cui non ne vedo l’utilità per il mio futuro da sovrana- 
Rottembailler non disse niente e andò via uscendo dalla porta sul retro. Fuori dalla corte c’era un gran baccano e Sielo sentì dei cavalli correre e delle trombe suonare, ma il rumore era ancora abbastanza lontano. La principessa era davanti allo specchio della sua camera, vicino la finestra che dava sul lago, stava contemplando il suo aspetto allo specchio, le sue giornate non avevano molto senso. Aveva appena congedato sgarbatamente il maestro e già sapeva a memoria la ramanzina che suo padre,il re, le avrebbe rivolto. Si guardò dentro, come faceva spesso, l’immagine era la stessa di qualche giorno prima: una figura esile e slanciata, era abbastanza cresciuta negli ultimi tempi in altezza ma il suo corpo, ancora gracile e snello, era avvolto da un vestito celestino molto semplice che si stringeva delicatamente in vita, le maniche erano l’unica cosa elaborata: erano delicatamente ricamate in pizzo. I capelli, raccolti in un’elegante acconciatura legata dietro la testa, erano boccoli d’oro. Gli occhi azzurri, come il mare le avevano detto, ma lei non l’aveva mai visto.
Distrattamente guardò fuori dalla finestra: una striscia nera all’orizzonte che avanzava sempre di più verso la corte, i rumori si stavano facendo più forti,allora capì: è un attacco. Mio padre non è riuscito a fermarli, non hanno accettato la pace. Aveva ragione, pur non sapendo che la richiesta di pace da parte del Re Lodovico, suo padre, non era mai arrivata al Re avversario, Paolindo. Ci stanno venendo ad uccidere tutti. Lo sento. 
Un grido di donna dopo poco squarciò l’aria. Erano entrati. La porta si spalancò -Devi fuggire!Scappa dalla porta del retro della biblioteca! Muoviti! Ce la puoi fare, ci ammazzeranno tutti!- 

Non seppe nemmeno chi fu a dirle tutto ciò, chi l’avesse salvata, chi le prese la mano e la trascinò fuori dal castello poiché era tanta la confusione, il caos, la paura, in quegli instanti. 


Sielo correva, correva senza sosta, senza meta. Giunta in un bosco con le vesti regali rovinate e stacciate poiché durante la corse esse si erano impigliate tra i rami del bosco. Aveva deciso di ripararsi li, nel Bosco Oltraggioso. Lontano dalla città, lontana dalla guerra che stava imperversando li, a casa sua. Molto probabilmente a quell’ora stavano già facendo razzie del suo palazzo, della Corte Reale. Non voleva pensarci più, arrivata in una radura decise di fermarsi lì almeno per la notte. La radura era piena di rigogliosa vegetazione in quel giorno di primavera. Nel bel mezzo sorgeva un piccolo laghetto d’acqua piovana, Sielo si specchiò e a stento si riconobbe. Non sembrava più la principessa che era stata, i capelli sconvolti, il viso sporco e le vesti stracciate. Un espressione di dolore, rabbia e tristezza dipinta sul volto. Non aveva ancora realizzato di essere sola al mondo. Che fine ne era stata dei suoi genitori? Erano stati sicuramente messi alla gogna dal nemico e del suo maestro? Era riuscito a sopravvivere?
La notte stava calando nella radura, le faceva freddo. Si rannicchio’ sotto un albero ed accese un fuoco poco più lontano per scaldarsi, così, si addormentò.

La principessa Sielo Eristallide di Neustria fu così spodestata, perse il suo trono.

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Cassandra ***


Cassandra,detta Cussi,si stava guardando allo specchio mentre finiva di intrecciarsi i lunghi capelli rossi in una treccia molto particolare.Aveva messo un pò di cipria sul volto e del rossetto color ciliegia sulle labbra e ora contemplava la sua immagine con i suoi occhioni azzurri.Il vestito color oro splendente era pregiato e decorato con splendidi pizzi sottili intorno alle maniche:glielo aveva regalato Madamemoiselle,la sua "datrice di lavoro". Un lavoro che tanto onesto non era,ma da quando era successa quella disgrazia quattro anni prima,quando gli Austrasi avevano ucciso  il re e conquistato la loro terra,quello era l'unico lavoro che poteva permettersi e che sapeva fare. Sua sorella,Guendeline era stata uccisa durante una battaglia,mentre tentava di consegnare un messaggio di pace al Re Paolindo,almeno così le avevano riferito.Odiava i nuovi conquistatori proprio per questo: le avevano portato via l'unica persona più cara che aveva,costringendola a fare quella vita poco dignitosa.Eppure ogni volta che uno di loro,uno di quei soldati,uno di quei generali o anche uno dei figli del Re: uno qualunque dei conquistatori, si recava da lei o da una delle sue colleghe,loro non potevano rifiutarli. Dovevano accoglierli con le dovute feste e onorali.Dovevano guadagnarsi da vivere anche loro. "Noi siamo dame,solo gente rispettabile viene da noi.Quindi comportatevi bene,dite sempre di sì e verrete ricompensate" ripeteva loro sempre Madamemoiselle. Quindi?Non aveva scelta o "la dama" o l'elemosina lungo le strade a patire la fame. Aveva scelto la prima per disperazione,dopo aver elemosinato per mesi dopo la morte di Guendeline, Madamemoiselle l'aveva portata con sè e l'aveva fatta diventare una di loro.Cussi non sapeva cosa era peggio: mangiare e perdere la dignità o digiunare e chiedere l'elemosina per strada.Immersa nei suoi pensieri Cussi si riprese solo quando qualcuno bussò alla porta della sua stanza,era Kaffa,la serva: "Vieni di sotto,hai visite" le disse scocciata. Cussi contemplò le sue splendide labbra a forma di cuore allo specchio e poi in tono sofisticato disse: "Sarebbe?Chi mi vuole?" la vecchia serva rispose: "Chi se mai?Un cavaliere.D'alto rango".
"Arrivo"disse e si preparò a scendere dal Cavaliere D'Alto Rango che la attendeva giù al piano di sotto. Il cavaliere che era giù all'inizio delle scale si guardava intorno con aria inesperta, poi Kaffa gli si avvicinò e gli annunciò con toni altisonanti "Ecco a voi,la dama Cussi", Madamemoiselle che era da quelle parti fece l'occhiolino al cavaliere e gli disse: "E' bellissima messere,ne rimarrà sorpreso".Lui sorrise -Cussiche nome curioso,eppure...- pensò, ma non fece in tempo a completare il pensiero perchè in cima alla scala,magnifica,in una veste d'oro c'era la copia della ragazza che aveva ucciso,per via della quale passava le notti in bianco,solo per quella stupida nomina di Alto Cavaliere.Era diventato importante con il sangue di quella ragazza, e poi... ecco!Eccola Cussi.La mia Cussi ora è sola al mondo. Quella voce che abitava nei suoi incubi più osceni,quel sussurro pronunciato in fin di vita:Cussi.La mia Cussi ora è sola al mondo.
Madd rimase impalato,Madamemoiselle si guardò intorno e cercando di alleviare la tensione disse:" Cavaliere!Lo so che è bellissima,ma non c'è bisogno di...!" Medd la squadrò immobilizzato dalla paura,girò i tacchi e disse piano: "No,io non posso.Non ora.Non con lei." disse additando Cussi in cima alla scala.Cussi lo guardò esterrefatta: "E perchè signore?Mi offendete,ho fatto forse qualcosa di male?"chiese timidamente Cussi,rivelandosi per la ragazzina che era. Quello la fissò: "No,no.Pagherò lo stesso ma ora vi prego lasciatemi andare,non posso!" lanciò qualche moneta d'oro sul bancone e corse via verso l'uscio inseguito da Kaffa e Madamemoiselle che lo accompagnavano alla porta. 
"Ma tu non lo conosci,vero Cassandra?" chiese dopo mezz'ora Madamemoiselle
"No signora,no!Forse lui conosce me... o non so,è capitato altre volte?Gli ricorderò qualcuna,sai come vanno queste cose... e poi ha pagato" disse Cussi col fiatone.
"Va bene.Vedi che non voglio guai e bada bene:se scopro che hai mentito è la tua fine.Non si possono avere relazioni affettive,chiaro?" disse in tono di rimprovero Madamemoiselle.
"Sì,lo so.Io non ho nessuno e voi lo sapete." disse Cussi.
"Lo spero proprio per te,Cassandra.Ora vai a dormire,questa sera hai la serata libera,non ti voglio trai piedi" 
"Sì,signora" disse Cussi e si allontanò pensierosa verso la sua camera da letto.
Domani lo andrò a trovare.Aveva gli occhi pieni di paura.Paura di me.

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3739860