Ogni promessa è debito, ma...

di Daistiny
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Consiglio di guerra... ***
Capitolo 2: *** Quello che non avresti dovuto vedere... ***



Capitolo 1
*** Consiglio di guerra... ***


OGNI PROMESSA È DEBITO, MA....

- Consiglio di guerra - ore 10 :00 del mattino.

Si erano riuniti tutti al tavolo da guerra per l'assemblea del consiglio,  che vedeva i suoi generali e i loro fidi capitani. C'era anche la comandante dell'Ordine dei Cavalieri di Dalmasca, la principessa Ondine da poco salita al comando.

Ondine aveva poco più di vent'anni, ne avrebbe compiuto ventuno alcuni mesi successivi. Aveva preso il comando dell'Ordine non appena suo padre il re, si era destituito in favore di sua sorella Ashelia e il suo consorte Rasler dopo il matrimonio combinato con Nabradia.

Per gran parte della sua vita, la principessa Ondine si era allenata per diventare una paladina dedita alla protezione del regno. Nessuno più di lei era adatta a tale compito, visto il suo genio militare e come stratega.
Talenti coltivati con grande serietà e impegno da parte della ragazza, la quale in futuro avrebbe preso il comando dell'Ordine, un elitè di soldati tra i più devoti dediti alla protezione della famiglia reale di cui Ondine era un esponente.

Al consiglio sembrava apparentemente non mancare nessuno, salvo un giovane capitano, Cullen, arrivato da qualche anno nel Ordine dei Cavalieri. Fin da subito il giovane capitano si era dimostrato un ottimo soldato tanto da venir notato da Basch e Vossler ed altri membri più anziani dei cavalieri.
In breve tempo il giovane soldato era riuscito a scalare i ranghi diventando capitano di una piccola divisione, posta sotto il controllo di Vossler.

I due uomini si domandavano tra loro, dove il giovane capitano fosse finito, poichè di li a poco, Ondine avrebbe dato inizio al consiglio. E così fu.
L'argomento trattato riguardava l'invasione di Archadia in terra Dalmasca, i cui negoziati non erano stato affatto amichevoli.
Tra i ministri qualcuno aveva avanzato l'ipotesi di una guerra, ipotesi condivisa da molti.
Ondine presenziava alle varie udienze di sua sorella e Rasler, i due regnanti erano molto in ansia per questa situazione e non sapevano cosa fare e come porsi. Erano molto confusi al riguardo.
La principessa non sapeva bene come aiutarli, a lei era stato dato l'incarico di occuparsi dell'Ordine dei cavalieri che per quanto volesse intervenire nella politica del regno per aiutare sua sorella, aveva le mani legate.

Per quanto Ondine fosse un ottima maga ed una guerriera molto forte, specializzata  soprattutto nel uso della magia,  aveva sempre dato dimostrazione di essere portata non solo per mangia, la strategia militare, la politica e la diplomazia ma anche per il comando.
Suo padre l'aveva indirizzata su un'altra strada, ritenendo più opportuno impiegare un simile talento in una posizione che permettesse alla figlia di avere più libertà rispetto  alle rinunce a cui Ashelia era richiesto.

Decisione non contestata da Ondine che riteneva che governare un regno non era nel suo caso. Essere al comando di gruppo come i Cavalieri di Dalmasca la intrigava di più, aveva meno incarichi rispetto ad Ashe ed inoltre aveva la continua possibilità di stare al fianco di Basch.

Il consiglio di guerra durò più del previsto, dove Ondine espresse tutte le sue preoccupazioni riguardo alla situazione delle truppe e dei soldati schierati sulla zona interessata riguardo l'occupazione archadiana.
Molti generali avevano trovato la situazione molto rischiosa, per una manovra militare anche solo di esplorazione, un'azione del genere sarebbe stata interpretata negativamente dall'Impero, ipotesi che sia Basch, che Vossler avevano pienamente appoggiato. 
Ondine rimaneva incerta, ancora concentrata sulle varie possibilità e risvolti che la situazione poteva offrire. 

La ragazza si sentiva abbastanza incerta su che decisione prendere ed eventualmente comunicare a Rasler e suo padre. Temeva di deluderli e per tanto ancora esitava. 
Il consiglio per tanto non le schiarì le idee al riguardo e dopo diverse ore, non riusciva più a sostenere l'enorme pressione che si era creata nella grande stanza dell'Ordine.

La principessa guardava ad uno ad una le facce di quei generali che sembravano non prenderla molto sul serio, visto le voci circolanti su Ondine. Solo Basch e Vossler le erano quelli più vicini.
Finito il consiglio di guerra, Ondine diede l'ordine di rimanere da sola, con i suoi due ufficiali più vicini, aveva bisogno di un loro parere. 

-Basch... Vossler... ho bisogno di un vostro parere sincero. La situazione non è per nulla facile e io temo di commettere qualche passo falso, che dia la possibilità a quelli di insinuare che la decisione di mio padre, di mettermi al comando dell'ordine sia stata un grosso errore.

-Maestà nessuno dubita dei vostri "talenti", ma dal parlare al fare i fatti le cose cambiano... mancate di esperienza ed è normale che abbiano molti dubbi. - Le disse Vossler con voce grave.

-Ma è anche vero... che voi Lady Ondine non dovete fare tutto da sola, noi stiamo qui per aiutarla e guidarla nel fare le scelte più giuste. -le disse con gentilezza il Generale Basch.

-Maestà voi siete ancora molto giovane e se volete conquistare la fiducia di August e gli altri dovete dar loro prova di non solo di coraggio ma anche di valore. Dovrete dimostrare che il posto che vi ha assegnato vostro padre è più che meritato. Per tanto non potete permettervi di apparire insicura...- la rimprovero Vossler guardando la ragazza dall'alto in basso, per poi rivolgersi a Basch riguardo alla presenza del capitano che aveva saltato il consiglio.

-Basch se ti capita di trovare il capitano Cullen mandalo da me dopo, avere da scambiare due parole.- disse nervosamente il capitano dalmasco.

-D'accordo.-accenno Basch con un cenno del capo, mentre una ciocca di capelli biondi gli ricadde sulla fronte.

Rimasto solo con la principessa Ondine, Basch in un certo senso poteva rilassarsi e anche la stessa ragazza era ben lieta di trascorrere qualche momento da sola con il suo generale.
Peccato solo che l'argomento era sempre riferito ai su doveri come comandante che come altro. 

-Vossler non si starà mica riferendo al nuovo arrivato?- domandò incuriosita la principessa.

-Si... è un giovane che si aggregato a noi qualche tempo fa.- le rispose il generale.

-È questo ti ricorda qualcosa o meglio qualcuno?- indagò incuriosita la principessa appoggiandosi al tavolo del consiglio mentre  Basch di fronte a lei la fissava scrutandola silenziosamente.
Ci fu una lunga pausa ma... ad un certo punto Basch emise un lungo e profondo sospiro, Ondine intuì subito che qualcosa non andava o meglio qualcosa che Basch esitava nel dirle.

-Lo sai che poi raccontarmi qualunque cosa.-gli ricordo la ragazza, a quel punto Basch fece un passo verso di lei, con gli occhi ancora fissi sulla ragazza.

Il cavaliere ad un certo punto mise il palmo sulla mano della ragazza, che osservando il gesto capì al volo le intenzioni dell'uomo, non si trasse in dietro visto ciò che provava per lui.
Basch fece passare il braccio intorno alla vita della principessa attirandola verso di se, Ondine non oppose alcuna resistenza. Una volta che fu vicino al petto del l'uomo lo abbracciò stringendosi a lui, poggiando il suo viso sul suo petto.
A sua volta il cavaliere ricambio l'abbraccio della ragazza, volendola rassicurare.




Nuova storia, la trama sarà molto semplice e i prossimi capitoli più lunghi. La storia mi auguro spero di finirla in torno ai 10 capitoli massimo 13.
Nessun colpo di scena... nessun Occuria, mostro all'orizzonte... una cosa molto tranquilla.
La storia è un AU sempre ambientata a Ivalice, la trama un po' stravolta. 
Rasler è vivo per la felicità di Ashe e così pure Raminas che si è destituito da re, lasciando cosi titolo, trono e corona a sua figlia e al suo sposo.
Non ci sarà nessun assassinio del re ad opera di Gabranth... si accennerà solamente alla guerra con Archadia.
Ma la storia è ambientata principalmente all'interno dell' Ordine dei Cavalieri di Dalmasca. Sapere all'interno delle caserme le guardie sanno essere molto più pettegole di un circolo di cucito... specialmente riguardo ai loro superiori.
Quindi la trama varia molto da capitolo a capitolo.
Spero che la storia vi piaccia alla prossima.

Daistiny






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Capitolo 2
*** Quello che non avresti dovuto vedere... ***


Quello che non avresti dovuto vedere...



Il consiglio di guerra era da pochi minuti finito, nell'enorme sala del Ordine dei Cavalieri di Dalmasca. Un immenso tavolo in legno bianco padroneggiava quella sala, sopra di esso vi stava un'enorme mappa di Ivalice e sparse qua e là varie carte e pergamene. 
Al tavolo da guerra due figuri ben distinte e vicine si stavano abbracciando, nella più totale solitudine di quella enorme sala. Solo una guardia aveva potuto vedere ciò, il giovane che era stato da poco nominato Capitano da Basch.

Il giovane soldato si era sorpreso molto nel vedere quella scena, è mai si sarebbe aspettato di vedere. Nella caserma girava qualche voce sulla principessa Ondine e la sua evidente preferenza per il bel Generale, ma erano più voci che fatti.

Quello che invece in quel momento Cullen poteva vedere erano il concretizzarsi di quelle voci. Nella sua testa una domanda prendeva prepotentemente forma, può un uomo come Basch di umili origini sposare un esponente della famiglia reale?
L'uomo era evidentemente a disagio, se lo avrebbero visto sicuramente non si sarebbe di certo salvato da un richiamo da parte di Basch e volendo avrebbe potuto perdere la sua posizione appena acquisita di capitano.

Cullen con venne che quella decisamente non era la sua giornata migliore, aveva saltato il consiglio di guerra a cui obbligatoriamente avrebbe dovuto essere presente in quanto capitano di una piccola unità. Ma aveva visto la sua principessa e il suo Generale in atteggiamenti molto compromettenti.

Il giovane cavaliere fece così finta di non vedere quella scena, lui non nè sapeva nulla e non ne voleva sapere. Certo era una cosa, la figura di Ondine aveva attirato in qualche modo la sua attenzione, non era cosa da tutti giorni che una principessa diventasse il comandante di un ordine di cavalieri.

Dopo aver visto ciò Cullen decise di allontanarsi furtivamente, uscendo così dalla stanza ritrovandosi a vagabondare per i corridoi di palazzo. Non era ancora però ora per lui di ritornare in caserma sicuro che Vossler lo stesse aspettando per una sonoro richiamo.
Cullen doveva evitare assolutamente sia Basch che Vossler. A questo punto dove poteva andare se non farsi un giro per palazzo, magari all'esterno, sulla lunga strada che portava alla piazza delle quattro porte.

Quel giorno non era di servizio, l'unica cosa di cui doveva occuparsi ora mai l'aveva mancata da un pezzo. Il Consiglio appunto.
Mentre l'uomo cammino per la lunga strada, dovette ammettere che la città di Rabanastre così lo stesso regno di Dalmasca erano per lui una vera novità, dalla lingua, alla storia e alla scrittura. In particolare la magia, di cui si faceva un ampio uso per svariate cose.

Lui, "il poveretto" così era stato soprannominato dai suoi uomini ed altri compagni d'armi quando questi avevano saputo la "inettitudine per la magia". Già, Cullen era l'unico dei cavalieri dell'ordine ad avere una vera e propria riluttanza alla magia. 
Una guardia d'elite che non sa formulare nemmeno il più piccolo incantesimo di guarigione, era incomprensibile per loro. Per sino un Seeq che di solito non brillavano di intelligenza ne erano capaci, ma proprio lui no.

Tutto ciò faceva sentire Cullen una specie di scherzo della natura, ma da dove proveniva lui, un'enorme isola vicino al regno di Nabradia, la magia era vista diversamente come invece era percepita per tutto il resto di Ivalice.

Cullen proveniva da un piccolo regno, per di più di origine barbara il cui sistema socio-economico e culturale era totalmente differente dai regni di Ivalice.
Deist Isles era  il regno da cui esso proveniva, così chiamato e conosciuto nella lingua dalmasca e di Nabradia. 
Ma il popolo di Deist Isles si attribuiva un'altro nome, derivante dalla loro antica cultura, Almar era l'antico nome con cui gli abitanti di questa isola chiamavano la loro nazione.
Diversamente dal resto d'Ivalice, gli Almar non adoravano un panteon di dei o il dio Faram, ma adoravano un antico a cui si attribuivano con svariati appellativi, il Padre, Nostro Signore o più semplicemente Dio.
Perchè secondo il loro credo esso pur essendo fatto a immagine e somiglianza degli Huma, non aveva un nome, poichè egli era l'essenza di tutte le cose.  Egli rappresentava il creato e di conseguenza aveva molti nomi con cui essere chiamato.

Se per caso un cittadino dalmasco fosse capitato ad Deist Isles si sarebbe accorto quanto la differenza, non solo al livello cultura ma anche tecnologico era arretrato rispetto al resto delle nazioni e di quanto la magia fosse messa al bando se non in casi eccezionali.

Il popolo di Almar credeva che la "magia" e quindi il Mystes fosse la causa del perche molte terre non erano coltivate.  Una sorta di punizione del loro "Dio" ai popoli del resto di Ivalice i quali avevano scelto di usare qualcosa la cui origine era qualcosa di peccaminoso che corrompeva la terra e le sue creature.

Gli Almar chiamavano il  Mystes, Poison o vero veleno, la cui influenza era nefasta per la loro terra. Questo dopo che la guerra si era abbattuta 14 anni prima che Cullen si stabilisse a Dalmasca dove aveva cominciato la sua vita da capo, dopo la sconfitta ad di Almar ad opera di Archadia.

Cullen aveva portato con se a Dalmasca, il suo credo e la sua cultura dal quale difficilmente si staccava. La sua famiglia era andata dispersa con la guerra e da più di 10 anni che ormai non ne sapeva più nulla. 
Dopo che la tragedia aveva colpito la sua nazione, egli non vi aveva più fatto ritorno.

Almar aveva un clima molto temperato rispetto a Dalmasca, mentre le regioni più a sud vicino a Nabradia erano molto più calde di quelle a Nord che avevano un clima rigido molto freddo.
Dalmasca invece per Cullen era qualcosa di quanto più lontano potesse immaginarsi. Il caldo eccessivo di quella nazione lo faceva stare male, per non parlare del forte disagio che provava. Trovava anche bizzarro il modo di vestire dei suoi abitanti e le loro usanze.
Soprattutto riguardo ai Seee, i Bangaa  e i garif, Cullen era molto diffidente, mentre risultava molto affascinato dalle Viera che trovava molto simile a lui come razza, salvo poi essere schernite da queste.

Vivere a contatto con tante razze e culture differenti, con il tempo Cullen aveva imparato a viverci, anche se rimaneva ancora molto legato alla sua cultura e difficilmente da quando stava a Dalmasca era riuscito rintracciare un suo connazionale.

Erano diverse ore che il capitano camminava per le strade affollate della capitale dalmasca, tutto in torno era tranquillo, di tanto in tanto incrociava varie guardie cittadine intente a fare il loro solito giro per assicurarsi che tutte fosse a posto.
I furti per le strade di Rabanastre erano spesso all'ordine del giorno di cui la maggior parte era ai danni dei cittadini imperiali i quali si trovavano a Rabanastre per lo più per affari riguardante il commercio.
Spesso invece i ladri capitavano essere gente povera e qualche piccolo ladruncolo della città bassa, mentre altre volte erano Seeq i quali scatenavano molte risse.

Non si potesse dire che la vita di Cullen fosse monotona, ma l'huma sentiva sempre che qualcosa gli mancava.
Molti incaserma si chiedevano come avesse fatto a diventare capitano vista la sua inabilità, che costituiva un handicap a gli occhi delle altre guardie.
Ma bastava vederlo combattere sul campo di battaglia per far capire il motivo per cui Basch aveva voluto promuoverlo al rango di Capitano.
Cullen era una persona dedita al dovere con buone capacità per il comando, inoltre aveva uno stile abbastanza singolare di battersi che sia Vossler che altri trovavano molto interessante.

Tra le guardie dell'ordine di Dalmasca, Cullen si era subito inserito fraternizzando con molti cavalieri  di cui egli era diventato grande amico. Spesso le battaglie negli anni precedenti, Cullen si era visto salvare la vita loro e altre tante erano le volte in cui lui aveva salvato le loro.
Per il capitano queste persone costituivano quasi una famiglia, i suoi amici.

Fra i più grandi amici di Cullen, vi era Zerd e Var. Il primo era un abile tiratore non c'era arma da tiro che non sapesse maneggiare, ma di tutti preferiva la balestra, soprattutto la Perforatrice la più forte dopo la Gastra.
Il secondo, Var era un abile cavaliere molto portato per la spada e non c'era lama che non sapesse maneggiare. La sua arma preferita era la spada lunga che maneggiava con grande maestria.
I due soldati erano molto diversi tra loro, Zerd era un bugiardo compulsivo amante delle belle donne, era solito corteggiare le dame di corte o qualunque ragazza gli capitasse a tiro.
Soprattutto amava raccontare le sue prodezze sul campo di battaglia, a detta sua le donne amavano queste cose.

Var invece era un tipo molto tranquillo una brava persona a detto di Cullen. Poi c'era Adam che era la recluta più giovane di tutte e di cui Cullen aveva preso molto in simpatia, nonostante la sua diffidenza dai maghi e dalla magia.
Erano tanti i suoi amici, che del quale molti si divertivano a prenderlo in giro per essere troppo rigido.
Zerd era un uomo molto sicuro di se e delle sue abilita, aveva i capelli rossi lunghi, legati da un piccolo codino. Il viso era grande e spigoloso e una mascella abbastanza marcata ed un naso importante.
Gli occhi erano piccoli, color nocciola. Una caratteristica di cui andava molto fiero era il suo petto villoso, che lasciava intravedere mentre indossava abiti civili.

Var invece era un timo molto intellettuale, amava molto leggere. Aveva la testa completamente rasata, mentre aveva un viso molto squadrato e gli occhi chiari.
Oltre alla sua immancabile abilità con la spada Var era un tipo dai gusti abbastanza difficile, ma allo stesso tempo era molto sicuro di se.

Adam invece oltre ad essere il più giovane di tutti era anche quello più strano, Figlio di un nobile dalmasco e di una Archadiana, il giovanotto aveva ereditai i tratti tipici di sua madre.
Aveva la pelle leggermente più scura di quella degli altri e dei folti capelli neri, rasati da entrambi i lati. A differenza degli altri, Adam rientrava nella classe dei maghi visto la sua grande conoscenza magica. La specialità di Adam era la magia bianca insieme a quella nera, ed era un ottimo supporto quando c'era da curare e proteggere il gruppo con magie di supporto.
I tre insieme erano molto affiatati e formavano un gruppo ben equilibrato.


Bene bene... in questo capitolo dalla media lunghezza conosciamo qualcosa di più sul personaggio di Cullen e dei suoi compagni, Adam "il mago", Var "lo spadaccino", e Zerd "il tiratore". 
Gruppo composto al momento da questi personaggi più avanti se ne aggiungeranno altri... un gruppo molto singolare quello del capitano... che potrà notare ad iniziare dal prossimo capitolo.

Daistiny.


N.B.: Sotto vi ho messo una cartina "di questa Ivalice modificata" essendo questa storia principalmente ambientata in un AU per molte cose simile alla nostra Ivalice, ma con una aggiunta di altre razze, religioni, culture e terre tutte nuove.
Non temete la storia accennerà solamente a queste culture senza approfondirle, mantenendosi principalmente sull'ordine dei nostri cavalieri.
Non ci sarà una vera è propria trama... con inizio e fine, tutto riguarderà i cavalieri dalmaschi.





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