2° Cap:
I miei occhi di ghiaccio, il tuo sangue scarlatto
Sento i tuoi
respiri affaticati, mentre provi ad avvicinarti di più a me,
vorrei urlarti di stare immobile dove sei, ma non riesco neppure ad
emettere un sussurro, fai una smorfia di dolore mentre muovi un passo
per avvicinarti un po' a me, chiudo immediatamente gli occhi, non ce la
faccio a guardarti in faccia, le mie mani stringono l'impugnatura della
mia zampakuto e io non riuscendo a mollare la presa. Non riesco a
piangere, non ora, tengo solo gli occhi chiusi mentre il tempo continua
a passare così lentamente, questo momento sembra durare
secoli, secoli lenti che non terminano mai, sto trattenendo a fatica
sighiozzii di un dolore che inizia a bruciarmi l'anima e il cuore.
Digrigno gli occhi lentamente mentre respiro a fatica, ho paura di
riaprire gli occhi e di alzare lo sguardo verso di te, so benissimo
anche senza guardarti che continui a fissarmi senza toglierti dalla
faccia quel sorriso irritante che ormai non consideravo neppure un
sorriso, ma un gigno per mascherare le tue reali intenzioni. Sembrano
passati millenni da quando ho chiuso i miei occhi di ghiaccio,
così tento di riaprirli, ma subito mi pento di averlo fatto,
tu sei ancora qui, di fronte a me, mentre il tuo sangue scarlatto, come
il colore dei tuoi occhi ritornati socchiusi, mi scivola lungo le mani
che tremano ancora, nonostante tengano l'elsa di Haineko.
Perchè? Voglio urlartelo, perchè ti sei fatto
colpire? Ma non riesco a trovare la forza per farlo, sospiro
dolorosamente provando a distogliere lo sguardo da te, ma non ce la
faccio, sono costretta a fissarti mentre sento l'orribile senzazione
del tuo sangue che mi sporca le mani, ti vedo sorridere e a questo
punto mi mordo il labbro inferiore. Lo stai forse facendo apposta? Mi
fai soffrire, sorridi quasi volessi farmi intendere che quello che sta
accadendo è colpa mia, guarda che lo so perfettamente, non
serve sorridere così per farmi soffrire, tanto lo hai
già fatto nel momento stesso in cui ho capito che non ti
importava nulla di me. Non riesco neancora a capire quello che mi sta
intorno, non vedo più il capitano Hitsugaya, non riesco
più a percepire nessun reiatsu, neppure quello del giovane
ryoka dai capelli arancioni, Ichigo, che fino a qualche minuto fa
sovrastava tutti gli altri, però avverto il tuo, che
lentamente si affievolisce, posso vedere te, e la conseguenza del mio
gesto. Tu mi continui a fissare negli occhi, quasi volessi trasmettermi
mentalmente il dolore fisico che stai provando, e forse ci stai anche
riuscendo, perchè sento una fitta di dolore mentre continui
a sorridermi malignamente, ho sempre odiato quel tuo modo di farmi
sentire in colpa. Ti piacciono i miei occhi, ti sono sempre piaciuti,
me lo avevi detto tempo fa, noi siamo sempre stati l'uno l'opposto
dell'altra, me lo avevi anche fatto notare una volta e anche in questo
momento nella mia mente ci metto a confronto; io una donna impaurita e
sofferente dagli occhi azzurri come il ghiaccio, tu un uomo ingiusto e
divertito che dagli occhi rossi come il tuo sangue scarlatto. Richiudo
gli occhi mentre altri ricordi mi raggiungono la mente, ed io di nuovo
li rivivo come era successo qualche attimo prima, non riuscendo
più a guardarti chiudo gli occhi prendendo un profondo
respiro, quasi dovessi immergermi in un abisso senza fondo.
Flashback
A quel tempo ci conoscevamo da
una settimana, mi avevi portato in quella che tu chiamavi casa, a me
sembrava una piccola baracca di legno un po' marcio, mancava anche la
porta, un tempo doveva esserci ma il vento sembrava averla abbattuta,
inoltre c'erano due fessure abbastanza grandi che potevano essere
paragonate a finestre senza vetri, anche il pavimento era di legno, ma
in confronto al resto della casa era più levigato e pulito,
ma con delle chiazze più scure sparse qua e la. Ero seduta
in centro alla stanza mentre osservavo il soffitto, avevo notato
parrecchi buchi, molto probabilmente le chiazze nere sul pavimento
erano state provocate dalla pioggia che durante i temporali entrava, mi
domandavo come tu avessi potuto vivere in quella casa da solo, eri un
bambino come lo ero io, e a quel tempo non riuscivo a capacitarmi della
tua soppravvivenza in un luogo simile. Al momento ero sola, tu te ne
eri andato senza dirmi niente, eri uscito dalla porta con un sorriso
facendomi capire di restare in casa, ti avevo aspettato per tutta la
mattina che era passata lentamente, mi stavo annoiando da sola, avrei
voluto parlare, o soltanto ascoltare le tue storie senza senso, sbuffai
un po' mentre seduta portai lo sguardo al di fuori delle finestre. Il
cielo era limpido e solo qualche nuvola bianca lo sporcava qua e la,
fuori dalla tua "casa", come la chiamavi tu, c'era un albero che
muoveva le sue fronde con un movimento tranquillo e rilassato, questa
casa era distaccata dagli altri distretti, ma l'ambiente mi piaceva e
la compagnia c'era. Sospirai mentre ancora aspettavo il tuo ritorno, mi
sarebbe piaciuto sapere dove eri andato senza dirmi nulla, mi avevi
voltato le spalle senza darmi una spiegazione ed io mi stavo un po'
preoccupando, portai di nuovo lo sguardo verso la porta sperando di
vederti tornare con il tuo solito sorrisino sulla faccia e gli occhi
socchiusi, dovevo ancora vedere i tuoi occhi, li avevi sempre tenuti
socchiusi, ma a quel tempo mi divertiva la tua faccia e ti
consideravo buffo. Mentre scrutavo con lo sguardo l'apertura al posto
della porta sentì improvvisamente il suono pacato della tua
voce che mi fece sussultare
- Sono tornato, Rangiku- mi
avevi detto mentre muovevi qualche passo in case
- Come diavolo hai fatto a
entrare? Mi hai fatto prendere un colpo- dissi io sospirando mentre mi
voltavo verso di lui
- Beh, sono entrato dalla
finestra- avevi risposto con calma come se fosse la cosa più
naturale del mondo
- Perchè sei entrato
dalla finestra e non dalla porta come tutte le persone normali?-
domandai sospirando un po'
- Mi andava di fare
così. E poi io non mi considero uguale alle altre persone-
mi avevi detto mentre ti sedevi
Avevo notato solo in quel
momento che avevi con te un cestino pieno di frutta fresca e qualche
pezzo di carne seccata
- Sei andato a prendere da
mangiare, allora- dissi sporgendomi un po' a guardare il cestino
- Si- avevi risposto con un
sorrisetto
Presi un furtto arancione
dall'aspetto succoso e delizioso per mangiarlo, avevi preso proprio
della frutta molto buona, non sapevo che avevi camminato per dodici
miglia per trovare un venditore di frutta così buona, lo
avevo scoperto qualche anno più tardi.
- Perchè te ne sei
andato senza dirmi niente?- ti chiesi un po' offesa
Tu ridesti nel vedermi
imbronciata, però non mi avevi dato una risposta, a questa
domanda tu non mi hai mai risposto, ogni volta che te lo chiedevo
ridevi senza rispondermi per poi cambiare argomento era un vizio che
avevi sempre avuto, alla quale non mi sono mai abituata.
Restammo entrambi zitti per un
po', dopodichè tu inziasti a parlare di nuovo per animare un
po' il dialogo
- Mi piacciono i tuoi occhi
Rangiku, hanno delle belle sfumature- mi dissi con semplicità
A volte mi facevi dei bei
complimenti, apevi essere carino, e quei complimenti che ti venivano
così naturali erano di certo più apprezzati delle
tue frasi senza senso e dei tuoi complicati giri di parole che spesso
ingannavano, la semplicità con la quale me lo avevi detto mi
lasciarono un po' stranita e non sapevo cosa risponderti
- Beh, grazie- dissi un po'
imbarazzata mentre portavo lo sguardo verso di te
- Gin, perchè tieni
sempre gli occhi socchiusi?- domandai curiosaNon avevi mai risposto
nemmeno a questa domanda, le cose che ti riguardavano spesso le tendevi
a tenermele nascoste, come se tu avessi avuto sempre paura di parlarmene
- Vuoi vederli?- mi chiedesti
poi sorridendomi un po' ma sena aprirli di un millimetro
Io annuì ero curiosa,
ci conoscevamo da una settimana e non avevo ancora visto com'erano i
suoi occhi, rimasi in attesa sperando che li aprisse per farmi un
piacere; ti sentì ridacchiare mentre io restavo in attesa
- Va bene Rangiku, come vuoi- mi
dissi sorridendo ancora di più
Aprsti gli occhi con calma
guardandomi, rimasi ad osservarti stupita, i tuoi occhi erano di un
profondo colore rosso che ricordava quello del sangue, mi sorridesti
vedendomi così
- Cosa c'è, ora ti
faccio paura?- mi avevi domandato ridendo
- No, solo sono strani,
cioè hanno un colore strano- dissi un po' imbarazzata per
essere rimasta cosi di stucco
- Non ti preoccupare Rangiku- mi
dissi tu socchiudendo di nuovo gli occhi - Va bene cosi- continuasti
sospirando un po' per poi sorridermi ancora
Quella fu una delle poche volte
in cui ti vidi assumere un espressione sicera nei miei confronti, poche
altre volte l'ho rivista, ma a quel tempo io ti consideravo mio amico,
ed ero sinceramente felice di stare con te, ora non posso dire lo
stesso anche di te
- Rangiku-
mormori a mezza voce il mio con un tono di voce che mi strazia l'animo
fino alla sua radice
Io non posso
fare altro che riportare lo sguardo su di te mentre mi guardi, apri di
nuovo i tuoi occhi rossi come il tuo sangue scarlatto mentre i miei
occhi di ghiaccio si chiudono di nuovo, non riesco a guardarti in
faccia, non lo hai neancora capito razza di idiota? Il tuo sangue non
smette di scorrere, e la lama della mia zampakuto ha ormai attraversato
il tuo corpo, Haineko ti ha penetrato la carne con violenza, il mio
sguardo va a ricadere su Shinsou che giace a terra, tutto questo
avviene molto lentamente, passano pochi secondi, ma che in questo
momento sembrano così lenti da durare decenni interi.
Il tuo sangue
scarlatto è in contrasto con il mio sguardo dalle sfumature
di ghiaccio, ho paura di guardare quello che sta accadendo, continuo a
soffrire, mentre tu continui a sorridere nonostante tutto.
Continua...
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