L'amore insieme a noi

di Chocolat95
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Episodio I ***
Capitolo 2: *** Episodio II ***
Capitolo 3: *** Episodio III ***
Capitolo 4: *** Episodio IV ***
Capitolo 5: *** Episodio V ***
Capitolo 6: *** Episodio VI ***
Capitolo 7: *** Episodio VII ***
Capitolo 8: *** Episodio VIII ***
Capitolo 9: *** Episodio IX ***
Capitolo 10: *** Episodio X ***
Capitolo 11: *** Episodio XI ***
Capitolo 12: *** Episodio XII ***
Capitolo 13: *** Episodio XIII ***
Capitolo 14: *** Episodio XIV ***
Capitolo 15: *** Episodio XV ***
Capitolo 16: *** Episodio XVI ***
Capitolo 17: *** Episodio XVII ***
Capitolo 18: *** Episodio XVIII ***
Capitolo 19: *** Episodio XIX ***
Capitolo 20: *** Episodio XX ***
Capitolo 21: *** Episodio XXI ***
Capitolo 22: *** Episodio XXII ***
Capitolo 23: *** Episodio XXIII ***
Capitolo 24: *** Episodio XXIV ***
Capitolo 25: *** Episodio XXV ***
Capitolo 26: *** Episodio XXVI ***
Capitolo 27: *** Episodio XXVII ***
Capitolo 28: *** Episodio XXVIII ***



Capitolo 1
*** Episodio I ***


L'unica passione del giovane dio della musica, è la sua musica stessa. Questa nobile arte in grado di suscitare i più alti sentimenti negli animi di tutti, uomini e altri dei. Lui va fiero di questa dote, anche ora, che è tornato da un'importante disputa, nella quale la sua soave melodia è risultata la soluzione finale.
E passeggiando per i cieli limpidi ride alla vista invece del piccolo dio dell'amore.

"Ah, sei tornato Jonghyun" lo apostrofa questo e lui risponde "Vincitore come sempre, credi ancora che l'amore suscitato dalle tue frecce sia migliore di quello generato dalle mie corde, Minnie?"

Il piccolo vorrebbe rispondere per le rime al dio più grande, lo irrita sempre, lo prende in giro perché è più giovane e non sa proprio come facciano uomini e altri dei ad impazzire per lui. Ma decide di agire in altro modo, come la piccola serpe che a volte lo ritengono

"Magari l'amore che creo io non è nobile come il tuo... ma tu sai generare anche il suo contrario?" E con queste parole sibilline svolazza via.
Taemin, il piccolo dio dell'amore, ha notato che anche se Jonghyun dichiara di sentirsi superiore, e disprezzare qualunque potenziale amante,  in realtà gli occhi su qualcuno li ha messi. Decide di fare così allora, aumenterà la passione del dio della musica, ma di contro abbasserà quella della persona da lui amata.

Ed è un lampo, scaglia due frecce opposte, precise ai suoi obbiettivi e subito Jonghyun parte per la terra alla ricerca dell'oggetto del suo amore. Lo trova quasi subito, perchè ormai sa bene dove cercarlo.
Si chiama Kibum, è un nume dei boschi, bello e aggraziato come le ninfe con cui passa le giornate per le quali disprezza altri contatti umani. Il dio della musica lo ha osservato da lontano, aspettando di trovare la melodia giusta che smuovesse il suo cuore, e forse era sulla buona strada. Adesso ha improvvisamente più determinazione ad avvicinarglisi così esce dalla boscaglia e si rivela ma come lo vede, quello che sembrava solo diffidente in principio, o inconsapevole della sua presenza,  ora sembra terrorizzato e fa appena ad incrociarne lo sguardo che è già fuggito.

Preso alla sprovvista il dio lo insegue subito "Aspetta - lo chiama - non fuggire, non voglio farti del male" ed è vero, nonostante senta in sè una passione bruciante, maggiore del normale, non intende ferirlo. Ma non vuole neanche che si ferisca da solo "Aspetta - ripete - vai più piano, ti farai male! Io non voglio fartene ma se vai così veloce rischi di provocarti dolore d solo e non mi perdonerei di essere stato io la causa"
Quello non sembra sentirlo e veloce come il vento va.

"Aspetta - ancora una volta - voglio solo parlare, tu non sai neanche chi sono, se mi lasciassi rivolgerti la parola non fuggiresti così...!"
Kibum non risponde, risparmia il fiato per la corsa disperata. Sembra non riconoscere più chi lo rincorre, sembra non ricordare di averlo forse già visto innocuo e riservato, lo ritiene un aggressore qualunque. E soprattutto non ascolta le sue parole.

"Ascolta le mie parole - lo implora invece Jonghyun - non so cosa mi sia preso ma se ti fermi posso provare a spiegare. O se non ti vuoi fermare vai almeno più piano. Giuro che anche io andrò più piano ma ti prego stammi a sentire"

La mente del nume silvano è vuota scappa scappa scappa gli ripete solo

Non funziona, lo ha quasi raggiunto ma non si farà mai afferrare se va avanti così, e lui non vuole spaventarlo più di quanto sia già, allora decide con grande sforzo di cambiare tattica. Si ferma. E suona.
E Kibum alle prime note è come se tornasse in sè. Rallenta, sente la tensione abbassarsi, non si sente più così braccato, ma salta lo stesso dall'altra parte del ruscello. E per la prima volta da che è iniziata quella corsa folle, si volta.
Il dio è dietro di lui, si è fermato come aveva sentito, e lo guarda senza dire niente.

"Adesso, possiamo parlare?"
Fidarsi, non fidarsi, Kibum non lo sa. Lo guarda, non parla.
Gli dei sono insidiosi, sono ingannevoli, alcuni ti confondono per poi intrappolarti e lui ne ha viste troppe di storie finire così.
Il dio che lo segue però forse non è così subdolo, è quieto ora, gli sembra di averlo già visto, ogni tanto pizzica le corde del suo strumento e lo accompagna con voce dolce. Forse se la ricorda quella voce, forse l'ha davvero già sentita.

Jonghyun sorride rassicurante, si sente ardere di passione più che mai ma vuole pazientare e soprattutto lo guarda come fosse la cosa più preziosa del mondo.

Fidarsi, non fidarsi, Kibum non lo sa.
Ma forse questa volta può provare.




Angolo dell'autrice:
poi vi giuro che nei prossimi giorni la sistemo, spiego e contestualizzo, intanto dovevo metterla

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Capitolo 2
*** Episodio II ***


I patti sono chiari, gli dei degli inferi sono irremovibili: se vogliono tornare indietro entrambi, non devono vedersi.

Jonghyun è in dubbio, come può fidarsi di loro? Come può sapere che non lo inganneranno e alla fine gli toglieranno tutto? Perchè è solo questo che a loro interessa, rubare gli affetti ai vivi per averli loro che non ne possono godere.
Ma non può fare altrimenti, se non accetta, lo perderà sicuramente.

Kibum è poco più di un'ombra, pallido anche più di quanto potesse mai essere stato in vita, e di fianco ai signori della morte, anche lui riflette un'aura sinistra. Ma forse è questo a convincerlo, vuole ridargli la vita che gli è stata tolta, il calore sottratto al suo corpo e soprattutto al suo spirito ora così mesto. Lo guarda negli occhi vacui e con sicurezza dice "Accetto" e subito gli sembra che un brillio per un attimo riaccendi gli occhi dell'amato, ma non fa in tempo a bearsene.

"Dal momento che ti allontanerai per andartene dunque, non potrai più voltarti fino a che tornerai alla luce. Se non vuoi che lui rimanga con noi..."

No, glielo ha promesso, sul suo corpo esanime mentre la morte ingiusta se lo portava via glielo ha promesso, lo sarebbe andato a riprendere.
E così fa, con coraggio muove i primi passi, fiducia ne ha poca, ma vuole sperarci. L'antro è lungo, è buio ed è spaventoso come solo l'oltremodo può essere. Jonghyun procede, forzandosi a non avere fretta e soprattutto a non girarsi per assicurarsi di essere seguito. Perchè ha l'impressione che a rimbombare siano solo i suoi passi e che in realtà nessuno gli sia dietro. Prova a chiamarlo, nessuno gli ha detto che non può farlo

"Kibum... ci sei?"

E con sollievo una voce risponde "Sì, sono qui" è fioca, sottile, ma gli sembra di riconoscere una dolcezza familiare. Sa che le ombre ingannano, che sembrano tutte uguali, ma vuole convincersi sia quella che lui pensa.
Ancora cammina, ancora ha dubbi.
Ancora decidere di chiamarlo "Kibum, cosa vuoi fare, appena usciamo?"

"Vorrei ascoltare la tua voce che canta per me"  il cuore gli si riempie ed è impaziente più di prima ma non sente ancora quella vita.
Forse sono arrivati, forse quella è la luce del sole ma ancora il dubbio lo assale. Non può girarsi a verifica però, deve trovare una soluzione.

"Kibum - lo chiama - l'unica cosa che voglio con tutto me stesso è riportarti alla luce, alla vita con me, ma ho  ancora paura che tu sia un'illusione e che non potrò davvero stringerti tra le mie braccia poi... scusa questa mia debolezza, ma il pensiero mi impedisce di procedere con coraggio" gli ha dato le spalle, si è sforzato tutto il tempo di non girarsi a guardare e magari scoprire di star parlando solo con un mucchio di rocce.
 È inconsolabile, il terrore dell'illusione lo attanaglia, ma ecco che riceve una risposta inaspettata "Jonghyun, chiudi gli occhi"

Quasi non si aspettava una risposta, di sicuro non di questo tipo, ma obbedisce anche se preso alla sprovvista e subito una corrente leggera gli sfiora il viso. Si sforza di mantenere le palpebre serate e resistere alla curiosità di capire cosa stia succedendo
"Ora riprendi a camminare" la voce sembra più vicina ora, e il tono è sempre più familiare. Procede a passi misurati, fino a che riconosce la morbidezza dell'erba sotto i piedi e i raggi del sole sulla pelle. Ma anche un altro tipo di calore gli preme sempre più sul viso e sugli occhi ancora ciechi

…sembrano…  delle mani

Incerto, fa ancora qualche passo e poi solleva le sue e incontra  una pelle morbida che da tanto non accarezzava
Vorrebbe piangere, il suo cuore trabocca di emozione

“Ora, ti posso guardare vero?”




Angolo dell'autrice:
stesso discorso del precedente capitolo; questa è più una bozza, nei prossimi giorni la sistemo per bene

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Capitolo 3
*** Episodio III ***


È bello Kibum, è bello mentre si muove a riordinare l'interno di quella tenda, ma anche quando si muove tra le sue braccia, stretto nella sua passione. È bello anche ora mentre glielo portano via. Una sola lacrima riga quel viso perfetto e legge una preghiera silenziosa  nei suo occhi, non abbandonarmi.
Se fosse per lui, non lo avrebbe neppure lasciato andare, non avrebbe permesso a nessuno di mettere piede lì dentro con quelle intenzioni ostili. Ma questi sono gli ordini e anche se gli uomini hanno fatto dei patti, quando gli dei interferiscono, nulla conta più.
E nulla conta più per Jonghyun ora che Kibum gli viene strappato così per un capriccio, senza di lui nulla ha più senso.

"È solo uno schiavo" gli dicono sprezzanti mentre se lo passano di mano per consegnarlo al nuovo padrone, ma non è così. Sarà anche iniziata così, ma di sicuro tutto è cambiato da tempo.
E il cuore gli fa male, neanche la ferita di un nemico sarebbe così devastante al confronto, nel sapere che nessuno lo tratterà come merita perchè per tutti è solo uno schiavo.
Vorrebbe farsi promettere che non lo toccheranno, che non gli faranno male, ma la sua autorità sembra annullata ad un tratto, nessuno lo ascolta più adesso.
Così si ritira furioso, per non vederlo, per non sentirlo.

Ma Kibum è molto più forte di quello che crede, sa che non serve implorare, il suo destino è segnato. Da quando è stato trascinato dal suo palazzo principesco alla polvere della terra, da quando quella guerra ha rovesciato le sorti di popoli come il suo, ha capito che non ci si può ribellare. Gli sventurati come lui lo capiscono più in fretta, è per questo che quasi ha pena di Jonghyun che ancora non si rassegna. Perchè lui lo conosce il suo amore, lo sa che non è abituato a perdere.
La sconfitta è una cosa che non lo ha mai sfiorato.

Fino ad ora.

E se non si considera la loro vita privata, all'interno di quella tenda, che ha visto molti giorni volgere al termine prima che il soldato riuscisse a vincere il suo assedio più estenuante.
Averlo, poteva averlo facilmente, ma era quello sguardo di sprezzo che si sentiva addosso ogni volta, che voleva cambiare.
Ed è dal momento che quei due carboni ardenti e brucianti si sono trasformati in perle preziose e adoranti che Jonghyun non può più rinunciarci.

Ha deciso quindi; lui non avrà più Kibum, loro non avranno più Jonghyun.

E serrata la stoffa della tenda, si chiude nella sua solitudine.
Nulla lo interessa più, nulla smuove il suo cuore perché questo lo ha lasciato insieme a lui, nemmeno si accorge che il giorno e la notte continuano a darsi il cambio mentre la sua mente è vuota, e non sa quanti se ne siano alternati quando all'improvviso si sente chiamare a gran voce.
Per quale motivo lo richiamano dall’oblio ora?

Hanno bisogno di lui.

Una risata di puro disprezzo lascia la sua gola e lo sconquassa tutto al solo sentire quelle parole, deve tenersi ad uno scranno dallo spasmo.
Il commilitone è interdetto, riporta seriamente le parole del loro supremo comandante che lo implora di riprendere le battaglie o saranno tutti annientati.

"Mi implora come io l'ho implorato di non portarmi via Kibum?" Il tono è velenoso, gli dispiace solo di rivolgerlo ad un amico invece che al vero destinatario. Quello non può biasimarlo ma non c’è tempo di discutere, prova a convincerlo l’ultima volta dicendo allora che potrebbe riaverlo indietro ma per farlo deve presentarsi ai capi.

Certo ora che lo ha sfruttato a suo piacimento e non gli serve più, se ne libera come nulla fosse

Acconsente solo per non essere più tormentato ma dentro di sé non è pronto a vedere come hanno ridotto il suo amore. Non è pronto a vederlo e sentirsi giudicato per averlo abbandonato. Perchè lui stesso non riesce a perdonarsi.
Ma appena lo vede, presentato di nuovo come merce di scambio, non sembra passato nemmeno un secondo, come nulla fosse successo, come non si fossero mai lasciati.
Non gli interessa il perchè glielo riconcedono, se ne riappropria con fare possessivo e basta, e nessuno osa dirgli nulla.

"Cosa ti hanno fatto" il tono è duro, è pronto ad affrontare chiunque gli abbia torto anche solo un capello mentre lo guarda per controllare da sé, sperando di non trovare nessun segno. Nemmeno lui sa come potrebbe reagire

"Nulla che mi abbia ferito più di come hai fatto tu" anche la voce dello schiavo è tagliente, e la fierezza tradisce uno spirito ben più nobile.
Jonghyun non sa come interpretare quella frase, sa solo che deve biasimare se stesso come mai in vita sua per non aver avuto quel coraggio. Il coraggio di andare a riprenderselo subito.

"Portami via" è un ordine mascherato da richiesta, e Jonghyun esegue, esegue perché lui è un soldato, ma anche perchè chi gli ha parlato è nato principe.
E tra tutti i presenti, è l’unico principe di cui gli serve il perdono. 





Angolo dell'autrice:
dato che sono incasinata anche peggio di come pensavo, la revisione è rimandata ulteriormente
...anche se questo capitolo mi sembra abbastanza a posto... ^^' vabhe, ricontrollerò

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Capitolo 4
*** Episodio IV ***


L'uomo si prepara a partire. A lungo ha indugiato, a lungo ha chiesto di essere lasciato andare, e finalmente le sue preghiere sono stata ascoltate.
Sta caricando la piccola imbarcazione, anche lui lo ha aiutato... non sa cosa possa voler dire questo suo gesto ma non ci vuole più pensare, sta per andarsene e lo dimenticherà appena toccata l'acqua del mare.

Dimenticherà quel bel volto, sempre fresco e giovane, come solo agli dei è concesso.

Per la verità anche a lui è stata proposto "Posso renderti per sempre giovane, e chiedere che ti sia data la vita eterna, basta che mi dici di sì" e lui avrebbe detto anche di sì a quella creatura celeste ed eterea, ma la sua patria lo chiama. Avrebbe detto di sì a quegli occhi profondi, così brillanti e magnetici, quegli stessi occhi che deve dimenticare il prima possibile o le sue sicurezze vacilleranno.

Come deve dimenticare quelle labbra, piccole rosse e bellissime, che non solo hanno sempre pronunciato parole dolci per lui, ma di dolcezza hanno riempito anche la sua di bocca. Deve dimenticare l'intera persona di Kibum, o il suo corpo tornerebbe indietro a reclamarlo ancora.
Deve smettere di pensare, che se ne andrà, che lo lascerà solo. Si fa scrupolo che rimarrà indifeso anche se sa benissimo che non è così. Le sue arti divine sono sufficienti a tenerlo al sicuro da tutto.

 Tranne che dall'amore forse.

Ed è per questo che Jonghyun se ne deve andare.

Ora.

Prende i sacchi che gli porge attento a non sfiorargli le mani, toccare la sua pelle diafana gli ricorderebbe solo com'era morbida e profumata quando la stringeva a sè. Quante volte avrebbe voluto marcarla ed è sicuro che al dio non sarebbe dispiaciuto ma non l'ha mai fatto

Noi non ci apparteniamo

Continua a ripeterselo, cerca di convincersi, forse ci è riuscito mentre comincia a spingere la barca in mare.
Il dio emette solo un sospiro leggero e lo guarda mesto un'ultima volta prima di andarsene. Jonghyun lo sa che gli sta dando un dolore, si giustifica con se stesso ricordandosi che non è il primo a lasciarlo, tutti quelli che arrivano su quell'isola sono destinati a farlo e lui non fa eccezione.

E Kibum ci è abituato. Da tutta la sua eterna vita.

Quello è il destino.
L’umano dovrà lasciarlo un giorno, lo sa, ma si ferma, e lo guarda.
E mentre  gli corre appresso pensa che  anche questa volta, quel giorno è rimandato.



Angolo dell'autrice:
dopo il papirone di ieri questa è venuta ben cortina...! ^^' bene, vuol dire che avrò un occhio di riguardo alla revisione del tutto 

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Capitolo 5
*** Episodio V ***


È da quando è nato che tutti lo chiamano bello.

Decantano la grazia delle sue fattezze, dalla pelle lattea agli occhi luminosi alla bocca seducente, ma per lui sono solo parole.
Per lui sono solo parole perchè tutte queste cose che descrivono, non le ha mai viste.
Kibum non si è mai visto, non sa che aspetto abbia, perchè gli hanno anche sempre detto che sarà la sua rovina.

Lui non sa cosa voglia dire ma in ogni caso non gli importa.
Non sente la mancanza si tutte le moine che le ninfe e le altre dee fanno riflettendosi in ogni specchio d'acqua e si cura solo di correre per i campi e i boschi insieme ai suoi compagni.
Qualche volta qualcuno gli si è avvicinato declamando grandi sentimenti ma lui non capendo da cosa fossero generati ha sempre sdegnato.

Un giorno è rimasto solo, dopo essersi attardato rispetto al gruppo e stanco delle corse a vuoto si è fermato in una radura. È ombrosa, tranquilla e attraversata da un placido ruscello. Gli hanno sempre detto di evitare il contatto diretto di cose come i corsi d'acqua, ma lui ha sete e non c'è nessuno a cui chiedere il favore di porgergli la coppa.
Così si avvicina alla sponda mentre ancora si chiede cosa potrebbe esserci di così pericoloso ed ecco che appena affacciatosi, vede una figura.

Non la distingue chiaramente, ma Lo attira, è sicuro di non averla mai vista prima e sembra molto bella.
Anzi, oserebbe dire la più bella che abbia mai visto in vita sua. Improvvisamente dente una frenesia dentro di sè che è sicuro di non aver mai provato.
Vuole toccare quell'immagine, sentirne la consistenza ma sembra lontana. si sporge un po' ma non sembra raggiungerla nemmeno così ma la tiene fissa sotto gli occhi per catturarla almeno così.
[...]




Angolo dell'autrice: 
ok, questa di oggi è seriamente incompleta, perchè mentre le digito mi sembra di scrivere un sacco, ma poi mi rendo conto che avrò fatto si è no qualche riga...! E oggi non avevo proprio più tempo da dedicarci se non volevo saltare questo capitolo \O.O/
Immagino si capisca ma l'episodio odierno è ispirato al mito di Narciso, quindi faccio l'antipatica ancor di più e vi lascio col dubbio su cosa il nostro Kibum-Narciso abbia visto e soprattutto se sopravviverà...!
(se sopravviverò anche io lo saprete X-P)
 

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Capitolo 6
*** Episodio VI ***


Com'è essere il dio dell'Amore, e non aver mai avuto l'amore per sè?
Questo spesso gli hanno chiesto.
Cosa si prova a comandare i sentimenti altrui, per noia, per necessità, per dispetto o generosità?
Cosa si prova ad unire gli altri ma essere sempre soli? Glielo chiedono spesso ma Jonghyun non lo sa, non lo sa e scrolla le spalle perchè per lui ormai è un'abitudine quel lavoro e non ha tempo di pensare ad altro.

Una volta però ci ha pensato.
Quando gli è giunta voce di un giovane tanto bello quanto ostinato a non sposarsi. I respinti risentiti hanno pregato lui, dio dell'amore, di farlo innamorare della persona più ignobile di questo mondo ma Jonghyun dopo averlo guardato bene ha pensato un'altra cosa: se lo sarebbe sposato lui.

Kibum è bellissimo, è veramente bellissimo come dicono ma una piccola punizione per la sua alterigia gliela vuole dare in ogni caso.
Si sposeranno a patto che non si vedano mai così forse capirà cosa vuol dire avere qualcuno che non puoi raggiungere.
Si trovano dunque nella stessa dimora, ma si parlano solo attraverso un velo.
A conoscerlo meglio il giovane non sembra così altero come vuol far credere e Jonghyun è quasi tentato più volte di infrangere il suo patto. Ma resiste e continua a coricarsi da solo ogni notte.

Il dio non sa però che quella notte, l'umano ha altri progetti.
Kibum è curioso, è stato costretto a sposarsi ma ora vuole sapere chi è il suo sposo. C'è chi dice che è bellissimo, chi lo compatisce dicendo che è un mostro. Lui conosce solo la sua voce, e quella  è bellissima.

Vorrebbe anche vederlo però, più lo ascolta attraverso quel velo più vorrebbe conoscerlo, perchè sa che l'altro sa com'è fatto lui, e non ritiene giusta questa disparità. Così impugna deciso la lampada ad olio e si reca alla camera del suo consorte del mistero.
La mano trema un po' mentre scosta la tenda e il cuore batte forte solo una volta - pensa - lo guarderò solo una volta
...e se è veramente orrendo come dicono? Forse dovrebbe rimanere nel dubbio. Ma lui è testardo e ormai la sua decisione l'ha presa.

Ha scelto il lume più piccolo che aveva, non vuole rischiare di svegliarlo mentre si avvicina al suo letto, però vuole vederlo bene in faccia, ed è con questo pensiero fisso che si avvicina sempre più al giaciglio dello sposo ancora ignoto.
La mano è ferma mentre gli illumina il viso, ma appena ci si posano gli occhi, gli sembra di sentire il suo cuore avere un tonfo.

Ma il tonfo c'è stato davvero, e non è stato il cuore, l'ha provocato  la lampada, che dall’emozione è infine caduta come temeva e con sommo orrore sente la voce dell’addormentato che ora si è destato.
[...] 




Angolo dell'autrice:
facciamo che quando le ho sistemate vi metto un annuncio in descrizione generale, se no vi lascio sempre a metà... ^^'
mi scuso se sto facendo un lavoro un po' a mezzo ma è una cosa a cui tengo quindi sicuramente arriverà ad avere una forma definita, spero solo poi vogliate vedere il risultato finale *inchino di scuse*

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Capitolo 7
*** Episodio VII ***


Si volta che la nave è ormai lontana, ha ripreso il mare più velocemente possibile mentre lui invece è rimasto su quella spiaggia.
Probabilmente gli altri ora crederanno che è stato abbandonato ma la realtà è ben diversa.

Kibum ha aiutato Minho ad uscire vivo da quel labirinto, a combattere il mostro e tornare indietro, in cambio ha chiesto solo di essere portato via dalla sua patria, da quel palazzo che ormai era una prigione.
La sua condizione infelice era nota e sicuramente tutti penseranno che abbia sfruttato la prima occasione per andarsene, magari un grande amore.
Ma l'unico amore che il principe ha seguito è stato quello per se stesso. Per la sua vita.

Ed è per questo che ha mentito. Già due volte.
Perchè anche adesso, l'eroe vincitore non lo ha lasciato lì con l'inganno, lui glielo ha chiesto. 

A lungo ha pregato gli dei che lo portassero via dalla sua casa, in qualunque modo. Anche con la morte se fosse servito.
E alla fine è stato esaudito.
In sogno ha ricevuto delle indicazioni che seppur vaghe gli sono sembrate sufficienti, a come attuarle ci avrebbe pensato in seguito.

Eccolo qui dunque, nel luogo che il destino gli ha riservato.
Non sa cosa lo aspetta, ma non può essere tanto peggio di ciò che ha lasciato.
È sicuro di quello che fa ma ugualmente il suo animo per un attimo si fa pesante e lo sconforto lo prende.
Si lascia andare alle lacrime, ma non è disperato, è... sollevato, tutte le tensioni finalmente lo stanno abbandonando.

"E io che credevo di farti cosa gradita. Hai forse cambiato idea, giovane principe?"

Una voce lo ridesta e lo lascia confuso, non si aspettava di trovare già qualcuno.

"Non sono triste" risponde allo sconosciuto  e si asciuga gli occhi mentre si gira a guardarlo.

"Allora mi merito un sorriso non credi? Dato che sono stato io a portarti qua"

Kibum ancora non capisce così all'altro non resta che rivelarsi; lui è Jonghyun, il dio più esuberante che abbia mai abitato le dimore celesti, il dio per cui ogni cosa è una gioia e per il quale la tristezza non esiste.
È lui che ha udito le sue preghiere e ha deciso che una vita così giovane non poteva assolutamente spegnersi ora. Lo ha portato lì perchè vuole conoscerlo, fargli cambiare idea, e chissà, magari portarlo pure con sè. Gli è bastato uno sguardo per capire che gli piace decisamente quel principino triste.

Per ora vuole farlo divertire quindi gli posa in testa una corona come la sua, gli offre del cibo e lo trascina in una danza incontrollata per scacciare velocemente la malinconia.
Quando poi nella sua mente non ci sarà più traccia di un solo pensiero negativo, magari potrà fargli anche nascere l'amore.




Angolo dell'autrice:
quando non hai nulla da fare improvvisamente hai un sacco di cose da fare...! Scusate ma con questo sono arrivata un po' al limite... ^^'
In sè sarebbe anche conclusa ma riguardandola è cortina quindi magari vedrò poi se ampliarla...
Come sempre quindi, quando sarà tutto sistemato vi farò un cenno, per ora le cose stanno così 

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Capitolo 8
*** Episodio VIII ***


In che forma è meglio amare?
Jonghyun se lo chiede perché spesso ha visto gli dei dover cambiare le proprio sembianze per avvicinarsi agli innamorati.
Lui non ha mai provato, non ne ha mai sentito il bisogno ma una volta gli piacerebbe provare.
Forse ha trovato l'occasione quando su una spiaggia ha visto  un fanciullo divertirsi coi compagni.

Lo ha osservato diverse volte e si è innamorato subito del suo sorriso e di come gli occhi gli si riempiono si luce quando ride.
Ha fatto qualche prova, ma nessuna nuova forma gli sembra adatta, finchè forse gli viene un'idea.

Kibum, questo è il nome del giovane, si trova coi compagni, come quasi tutti i giorni, sulla spiaggia poco lontana dal palazzo. Dopo aver concluso i propri compiti si concedono qualche ora si riposo e ne approfittano anche per rinfrescarsi. Ed è così che mentre giocano, la palla di fortuna che si sono fatti con dei panni sfugge di mano e rotola distante. Kibum la va a prendere, ed è appena tornato dagli altri quando qualcuno dice "e quello, da dove viene?"

Il ragazzo si gira nella direzione indicata e si accorge di essere stato seguito, da un cane. Lo guarda sorpreso, non gli sembrava che nelle vicinaze ci fossero cacciatori, ma anche fosse, quello non sembra della razza usata per catturare le prede.
Si vede che non è un cucciolo ma è ugualmente piccolino e Kibum lo trova già grazioso.

Per un po' sembrano studiarsi a vicenda, per vedere come approcciarsi poi quando i ragazzi riprendono i loro giochi l'animale i segue correndo tra le oro gambe. In particolare sembra aver preso in simpatia il principe, gli si appoggia contro per quanto la sua statura gli permette e gli gira intorno entusiasta.
Ma ad un certo punto quando la palla rotola via per l'ennesima volta, la afferra e non la riporta, anzi presa ben salda comincia a correre via.
I giovani vengono presi alla sprovvista ma è solo una palla, non è importante "forse vuole solo giocare" dice però Kibum "torno subito" e lasciati i compagni cerca di ritrovare quel cucciolo dispettoso.

Lo ha visto poco distante e quando si guardano ha come l'impressione che l'animale lo faccia apposta, come volesse essere seguito perché appena assicuratosi si essere seguito, accelera per quanto glielo consenta la sua taglia.
Kibum gli sta dietro, senza fatica, solo per vedere dove si fermerà.
E quello si arresta poco dopo, lo aspetta, lo fissa e dopo essersi come guardato in torno finalmente posa la palla.

Il giovane si avvicina per riprenderla ma si è appena mosso che un bagliore lo blocca. È un attimo e dove prima c’era un buffo cagnolino ora c’è un ragazzo, che sembra risplendere di luce propria.
Kibum si arresta impaurito, questo non se lo aspettava.

L’altro raccoglie l’oggetto che li ha portati fin lì “non la rivuoi?” chiede porgendogliela.

Il principe non sa cosa rispondere, ha capito in fretta che quello non è un umano come lui e non ha idea di come comportarsi, se è un dio però si offenderà sicuramente se non gli dice nulla.
Così ancora incerto si avvicina e cn mano leggermente tremante riafferra la palla.
Non fa in tempo a lasciarla che la sua mano viene trattenuta, con gentilezza ma anche fermezza
 
“E se adesso ti prendessi e ti portassi via in cielo con me, cosa diresti?”

Fosse per Jonghyun non gli lascerebbe molta scelta, ma lo vede già molto spaventato e gli fa tenerezza, così gli lascia del tempo per pensare, però ci spera che dica di sì.
Dovrebbe vederla, la terra dall’alto è bellissima.

Quasi quanto lui. 




Angolo dell'autrice:
allora questa è un po' strana, la considero finita così però non riuscivo a trovare una conclusione che mi convincesse e anche questa ancora non mi soddisfa pienamente...
ma tanto per la maggior parte son da rivedere queste storie quindi, una più una meno, mi fa poca differenza... ^^'
...poi se volete anche dirmi voi come vi pare, io sono aperta a consigli XD

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Capitolo 9
*** Episodio IX ***


Tra tutti gli dei che abitano il cielo, spesso ci si dimentica che alcuni ci sono nati, ma non vi stanno mai. Alcuni per scelta, altri per destino, come il dio della morte.
Ai suoi fratelli son toccati i cieli e le terre, a lui l'oltremondo.
A loro la luce e l'aria, a lui il buio.
Non li invidia, o almeno non crede di farlo, c'è sempre una divinità più potente che ha stabilito tutti prima e quindi si accetta.

Inoltre anche se potrebbe sembrare un compito ingrati il suo, quello di sottrarre la vita agli umani, lui non ha mai trovato grandi difficoltà nello svolgerlo. Certo non tutti accettano di lasciare il proprio mondo ma altri sembrano quasi cambiare idea appena lo vedono; improvvisamente si sentono come attratti e non oppongono più nessuna resistenza.

Kibum non sa perchè, non ha idea di cosa accada nelle loro menti ma a volte si sente dire è il tuo fascino oscuro.
Lui ha la pelle pallida, bianca come una colonna di marmo, gli occhi e i capelli molto scuri che ben si adattano all'ambiente in cui vive e solo le labbra fanno eccezione, rosse come il fiume di sangue che scorre nel suo lugubre regno.
Non capisce come questo possa richiamare le anime ma finchè lo seguono senza storie va bene anche così.

L'unica cosa che però invidia ai defunti che si prende, è gli affetti che questi lasciano e per i quali si manifesta sempre tanro dolore al momento del distacco.
Kibum si mostra sempre indifferente a tutto ciò ma sente sempre che è una cosa che non potrà comprendere perchè mai potrà averla. E invece vorrebbe.

Non sa a dire il vero come potrebbe fare, lui non esce così di frequente e anche se trovasse qualcuno, chi mai lo seguirebbe nel suo mondo d'ombra? Inutile chiedere, bisogna provare. E allora ci prova a salire in superficie, a salire per il solo gusto di farlo, senza che sia il dovere a chiamarlo.

Non pensava ma la terra gli piace, è bella piena di luce e forse capisce perchè tutti indugiano a lasciarla.
Ed è proprio mentre si aggira per una di queste selve ombrose che lo vede. Sembra un cacciatore solitario o forse ha solo perso il gruppo, non lo sa ma ha deciso che vuole lui. Vuole vedere se sarà uguale.

Jonghyun si sta ancora guardando intorno perché non ricorda se è già passato di lì o no, quando l’aria gli sembra farsi improvvisamente più fredda. guarda il cielo, ma il sole splende, è confuso poi una corrente lo sfiora. Si volta ed incontra la creatura più evanescente , inquietante e al contempo intrigante che abbia mai visto.

Si incanta per un bel po’ a guardarla.

In un moto d’intraprendenza le si avvicinerebbe anche ma poi è quella a parlare

“Vieni con me” e senza dargli tempo di rispondere lo prende per mano e lo trascina nelle viscere della terra.

È buio, tanto buio e profondo, Jonghyun non ha mai visto quel posto e sente che non dovrebbe nemmeno trovarsi lì. Non riesce a vedere nulla, sente solo la voce di colui che l’ha portato lì.

Kibum ha fatto il grande passo ma ora in realtà non sa come comportarsi, non sa osa deve fare in questi casi. Solitamente sono gli uomini a doversi preoccupare dell’accoglienza di un dio, ma questa volta è il contrario. Però è deciso a vedere l’evolversi della situazione.
Il giovane che ha preso è sospettoso ma meno ostinato di quel che credeva, ha pure una bella voce dalle poche volte che si è lasciato andare a qualche scambio di parole.

Nei giorni successivi sembra anche migliorare, o forse così pare a Kibum, ma ben presto si accorge da solo che il suo compagno non sembra sopportare quell’ambiente. Può anche averlo accetato mentalmente ma il suo fisico sembra risentirne.
Così è con gran sforzo che decide di lasciarlo tornare da dove viene.
Forse il suo destino è davvero di rimanere solo. E non può fare nulla per cambiarlo.

Quando glielo comunica, non sa come interpretare la reazione dell’umano, non tradisce nessuna emozione particolare e sembra prenderne semplicemente atto.

In un ultimo gesto di un affetto che non pensava di poter provare gli dà un frutto di quel regno nero, così perché sa che a lui ancora serve alimentarsi, e gli riapre la strada verso la luce.

Per Jonghyun è strano tornare sui prati dopo tutto quel tempo, ma un po’ gli mancava il suo mondo. All’inizio gli sembra strano anche tronate tra le gente che conosce e quando racconta dov’è stato, tutti si affrettano ad assicurarsi che no abbi apreso nulla da quel posto, o sarà destinato a tornarci.
Il giovane nega, tranquillizzandoli tutti, ma in realtà ha mentito.

Ha mentito perché lui ha saputo dei frutti infernali e del loro effetto. Ha scoperto cosa provocano e ha deciso che sì, lui ci vuole tornare, perché spesso chi non lo fa vedere è colui che più ha bisogno d’amore. 



Angolo dell'autrice:
se in quella di ieri non mi convinceva la fine, qui è proprio il contrario ^^ volevo farla finire così ma spero di non aver "stropicciato" il corpo centrale

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Capitolo 10
*** Episodio X ***


Piangeva quel bambino.
Piangeva tanto quando l'hanno trovato e ancor di  più quando gli hanno rivelato la sua origine. Lui  è figlio del re, ma suo padre lo riteneva troppo debole e allora lo ha abbandonato.
Piange anche ora che è diventato ragazzo, ma questa volta a causa delle risate.
Quello stesso genitore che lo ha abbandonato al suo destino ora lo rivuole, ha bisogno di lui per il suo regno.

Ma Kibum non ci sta, lo rifiuta sdegnato come lui stesso è stato rifiutato e si rifugia nei boschi.
Quelli sono la sua casa, lì è dove è cresciuto e non certo fra le mura di un palazzo entro le quali lo riterrebbero solo un selvaggio.
E a lui non dispiace esserlo, è libero, fa quello che vuole, a dispetto di quello che sembrava, è diventato forte, ha imparato a correre come il vento e muoversi in acqua ugualmente che in terra.

Non ha nessuna intenzione quindi di appesantirsi con abiti elaborati e diademi importanti.
Suo padre però lo supplica, gli serve un erede, gli concede libere nozze se vuole. E a quel punto Kibum ci pensa

"Va bene - dice - ma solo chi riuscirà a battermi" e sarà per forza così perchè gli sconfitti perderanno anche la vita.

Tuttavia si fanno avanti in tanti, tutti convinti che sia solo un ragazzino capriccioso da raddrizzare un po', ma gli unici raddrizzati son loro quando la lancia gli si conficca nel petto.

Giunge da quelle parti anche Jonghyun, un giovane ingenuo e candido come la veste che porta e ha scambiato quelle competizioni per semplici gare atletiche.
Ha scambiato anche Kibum per un comune partecipante e con tutta l'innocenza di questo mondo gli confida che vorrebbe partecipare.

"Ma tu lo sai, per cosa gareggi?"
Gli domanda Kibum e alla sua risposta negativa, quasi si rammarica di dovergli dire la verità. Gli dispiace perchè lo vede che non ha secondi fini.
Un brivido però lo paralizza quando Jonghyun accetta, questa volta ben consapevole delle dinamiche
E per la prima volta Kibum vorrebbe dissuadere qualcuno. Non ha senso che rischi la sua vita così, ma l'altro è irremovibile e può solo accettarlo come prossimo rivale.

Jonghyun intanto aspetta il giorno, sa che rischia molto ma sarebbe finalmente una svolta nella sua fin troppo quieta vita. Anche se definitiva.
Decide di riposarsi, ormai non servono a nulla le preoccupazioni
Al suo risveglio trova accanto a sè tre sfere dorate ma non ha idea di come gli siano arrivate, così semplicemente le raccoglie e si appresta a gareggiare.

Kibum è già pronto e Jonghyun lo guarda bene, se deve morire vuole essere sicuro di imprimerselo negli occhi, non che una bellezza tale si dimentichi facilmente. Poi oggi gli sembra ancora più bello.
Lo sfidante gli concede un po' di vantaggio, lo ha fatto con tutti ma tra sè e sè Kibum aspetta un attimo più. Poi parte e lo raggiunge facilmente, troppo facilmente, sta per rallentare apposta quando qualcosa attira la sua attenzione e allora si ferma davvero.
La rincorre, è una sfera d'oro, non ha mai visto un oggetto simile, è bella, gli piace. La raccoglie velocemente e riprende la corsa.

Jonghyun è di nuovo lontano, non se ne preoccupa, gli sarà presto appresso, purtroppo.
Ma ecco che non fa in tempo a preoccuparsi ancora che un'altra di quelle sfere d'oro scivola via e come la prima si ferma a raccoglierla.
Il giovane sfidante lo guarda fermarsi la prima volta come la seconda e si impegna a mantenere il suo lieve vantaggio, il traguardo è quasi in vista.

Ora getta l'ultima la solita voce gli sussurra e lui esegue. Questa volta vede il l'altro rimanere un po' in dubbio se deviare o no, ma quando lo vede cedere si prepara per lo scatto finale.

Kibum lo sapeva, che non ce l'avrebbe fatta a vederlo morire, sicuramente non per mano sua e ha sfruttato anche lui qui pomi dorati, per discolparsi.
Si fa vedere contrariato per questa sconfitta ma in realtà, quella mano tesa al di là del traguardo, non vedeva l'ora di stringerla tra le sue, come tutta la persona di Jonghyun.





Angolo dell'autrice:
come sempre scrivo un sacco e poi non è lunga come credevo però questa mi sembra venuta bene così quiundi la considero a posto (almeno questa ^^)

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Capitolo 11
*** Episodio XI ***


Di tutte le cose che gli dei hanno concesso, quella che a Jonghyun piace di più è la luna.
In assoluto, la ritiene la cosa più bella.
E un po' gli dispiace che si veda solo di notte, perchè di notte la gente solitamente dorme e non può godersi quella visione eterea che essa è.
Se la governa una divinità di sicuro è affascinante come lei e tante volte gli sarebbe piaciuto vederla.
Come tante volte ha scacciato il sonno per continuare a guardare quella sfera luminosa, che lo attira più del sole, finchè le luci dell'alba non se la portavano via.

La luna è davvero una divinità, Kibum è il suo nome e non gli è mai sfuggito lo sguardo del giovane insonne.
È abituato ad essere ammirato ma non osservato per tutto quel tempo come ha fatto lui.
Lui vive di notte, quando le tenebre calano e si suppone che nessuno lo noti così, invece qualcuno l'ha fatto. Ed è stato, strano, sentirsi desiderati in quel modo.
Però anche volendo è abbastanza certo che non potrebbe mai concedersi, gli dei hanno destini che spesso non combaciano con quelli degli uomini.
Tuttavia a differenza di suo fratello il sole, lui luna qualche notte può assentarsi senza creare il panico, certo deve stare attento ma forse può approfittarne e vedere.

Proprio una di quelle notti, come innumerevoli prima, Jonghyun è alla finestra ma uno strano buio si vede solamente, nessuna luce in cielo.
Certo le stelle rimanevano fisse, forse per una notte maggiormente in risalto ma la volta celeste pareva comunque vuota.
Forse è in anticipo quella sera, forse la luna sorgerà dopo, ma è ormai  diventato molto dopo e gli occhi si fanno pesanti, così questa volta si arrende.

In realtà è stato lui, è stato Kibum ad indurgli sonnolenza, ha bisogno di vederlo questo umano ma non è sicuro di volersi mostrare  così direttamente. Perciò si avvicina piano e lo osserva. È al culmune della giovinezza ma sembra conservare un che di fanfiullesco, o forse è la dolcezza del sonno, i tratti marcati ma gentili e i colori scuri così diversi dai suoi.
Si incanta a guardarlo e forse capusce come si è sentito lui nei suoi confronti perchè è solo quando sua sorella l'alba viene a chiamarlo che si accorge di essere rimasto sempre lì tutto quel tempo.

Ha deciso, continuerà a farsi guardare ma nelle notti di pausa scenderà lui sulla terra a ricambiare le attenzioni.
Senza esporsi però, perchè lui luna deve abituarsi.
Anche quanso Jonghyun gli parla, ogni notte, lui non risponde.
Rispondere è esporsi e non crede di essere pronto.

Però la frenesia che sente dentro cresce sempre più e forse non potrà controllarla ancora a lungo.
Quindi questa volta scende dal cielo senza pensare a nulla e si accorge una volta arrivato di quanto è stato avventato. Jonghyun è sveglio, è sveglio è ormai l'ha visto.
Si era appena affacciato quando si è accorto che il consueto bagliore non gli risplendeva sopra ma di fianco. Ed è rimasto senza parole.
E' sicuro sia lui, non può sbagliarsi.
Tante volte si è immaginato il vero volto della luna ma avrebbe mai potuto arrivare da solo a tanto fascino.
Il candore è lo stesso, l'aura uguale, ma la bellezza, ora, così da vicino, assai più indescrivibile.
E cosa che non credeva possibile, la forma umana della luna è in grado di arrossire.

"Questa sera mi rispondi, o parlo ancora da solo?"

Gli sorride e Kibum ormai è lì, non può andarsene così e soprattutto non vuole. Vuole bearsi di quella bellissima voce e adesso potrebbe parlare anche tutta la notte pur di sentirla così vicina.

Ed è così, tra frasi sussurrate e timidi sguardi, che anche loro imparano in breve quanto il tempo per gli amanti sia sempre troppo poco, fosse anche tutte le infinite notti del mondo. 






Angolo dell'autrice:
bene, dopo 10 giorni forse sto prendendo il via a farle complete ^^'
ancora mi devo mettere perfettamente in carreggiata ma forse ci siamo

[Saranghae_JongKey, se stai leggendo sappi che quando sistemo rispondo anche a te, sorry!] 

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Capitolo 12
*** Episodio XII ***


La sfida è stata lanciata e ora il verdetto va  emesso: chi è la più bella?

La bellezza può essere giudicata solo da altra bellezza ed è per questo che le dee si rivolgono al giovane più bello di quella terra: Jonghyun.
Lui non è che un semplice fanciullo, non crede  di essere destinato a tanto, ma la sua vita prende una piega completamente diversa quando gli si presentano non una ma addirittura tre divinità.
Sono in contesa e lui deve fare il giudice. È una responsabilità grande che gli danno, far adirare un dio è molto pericoloso ma loro sembrano volerlo rassicurare e ognuna gli offre qualcosa: la prima il potere, la seconda la sapienza e la terza la donna più bella del mondo.

Appena finito di ascoltare, Jonghyun si mette a ridere e le altre non capiscono, si scusa per non aver mantenuto il contegno e fa la sua scelta.
Ha riso perchè la donna più bella del mondo la conosce già, è sua sorella e anche volendo non potrebbe mai sposarla, quindi quell'offerta per lui non ha valore. Così come quella del potere; non ambisce a farsi notare, vuole solo condurre la sua vita in modo che la sua famiglia non debba preoccuparsi ed è per questo che la sapienza forse gli farà assai più comodo del resto.

La dea dagli occhi azzurri si illumina e adesso anche nel giovane brilla il lume della sapienza.

Non è passato molto tempo da quel mistico incontro che la sua vita è decisamente cambiata; si è distinto tra gli altri per tutta una serie di assennate decisioni prese nella vita comunitaria e nonostante a sua giovane età è stato ammesso al consiglio degli anziani. Per umiltà e prudenza resta sempre un passo indietro ma ha l'autorità necessaria ad intrattenere rapporti importanti anche con l'esterno.

Ed è proprio in seguito ad uno di questi viaggi che viene notato anche de regnante della terra vicina. Gli serve un precettore per la sua corte, i suoi giovani figli necessitano di un'adeguata istruzione prima di poter ereditare il trono.
Gli vengono dunque presentati i principi, ragazzi affascinanti e dalle menti pronte, ognuno con la sua specifica personalità.
E quello che lo colpisce maggiormente è il figlio di mezzo, Kibum.

Con lui sente di star sviluppando un legame che supera quello che sarebbe il suo compito e questo lo turba. Jonghyun lo vede e sente il desiderio di rapirlo, quella perla rara, portarlo via e custodirlo in uno scrigno segreto dove non ci saranno nient'altro che loro. Ma sa che l'amore è pericoloso e il suo gesto sarebbe aggravato dal tradimento.
Così decide che deve lasciare subito quel posto, se vuole andarsene da solo.

"Se non me ne vado adesso, poi mi porterò dietro vostro figlio"

È onesto col suo signore, lo rispetta e non vuole mancare ai propri doveri
È la scelta migliore, lo sa e ossequiosamente si appresta a partire quando viene richiamato.

"Forse puoi portartelo appresso già da ora, non si sa mai che uscire da queste mura raddrizza un po' quella sua indole ribelle"

Le frasi sono vaghe, ma ha capito che si sono intesi e il suo cuore batte forte.
Non ha chiesto nulla al principe, non rientrava nei suoi piani, ma neanche ora sembra essercene il bisogno.
Il suo sguardo, quando esce dall'ombra della colonna, la dice lunga anche sul suo di pensiero.




Angolo dell'autrice:
man mano che scrivo mi rendo sempre più conto che l'idea di base per questa raccolta è anche un "e se fosse andata così?"
Partendo da miti più o meno noti, sto cercando di mantenere un inizio riconoscibile o comunque gli elementi fondanti per riconoscerlo ma poi cambiarne la conclusione, perchè c'è sempre qualcosa che non va...! X,D

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Capitolo 13
*** Episodio XIII ***


Jonghyun si sveglia, il sonno non è ancora calato abbastanza perchè la luce accanto a sè gli permetta di dormire. Ma appena  si volta a guardarla il malumore passa e pensa solo a quanto sia fortunato.
La creatura con cui divide le sue notti è niente di meno che il dio del sole.

Se ne è innamorato subito, da tempo ormai immemore, da quando con suo padre era stato rinchiuso in quel palazzo labirintico.
Da quel momento ha cominciato a sentirne la mancanza e a cercarlo ogni volta che scorgeva una finestra. Lo ringraziava, di essere sempre lì tutti i giorni ad illuminare il cielo e scaldare il suo animo, lo ringraziava di essere lassù a  tenerlo vivo.
Suo padre diceva di essere lì per un lavoro molto importante, che era stato affidato a lui come un grande onore, ma il giovane figlio ci vedeva solo una condanna e la reclusione dal mondo.

È così che aveva preso a parlare col sole, era il suo unico appiglio al mondo esterno, ad una vita che sentiva scivolargli via giorno per giorno tra quelle mura.
Al tramonto lo guardava, gli chiedeva di tornare anche il giorno dopo, lui sarebbe rimasto lì ad aspettarlo e a volte gli sembrava che il sole rispondesse, o facesse capire di averlo sentito, quando faceva trapelare un raggio un po'più luminoso nella penombra della loro dimora che per il giovane era più una prigione.

Poi un giorno qualcosa era successo e suo padre aveva trovato un modo per andarsene; sarebbero volati via come gli uccelli, e come il grande inventore che era aveva costruito due paia di ali, per sè e per il figlio.

Jonghyun non poteva essere più felice, avrebbe lasciato quel posto e sarebbe potuto tornare dal sua amato sole.
Ma il sole gli era comparso in sogno, era crucciato e Jonghyun non capiva "Finalmente potrò starti vicino" aveva detto , "Non farlo - aveva risposto il dio  - la tua smania potrebbe portarti alla rovina"
"Allora dimmi come fare, ma permettimelo"

Era sicuro di star sognando, ma era tutto molto chiaro, anche le indicazioni che seguirono il momento di incertezza della divinità splendente.
Se voleva rivederlo, avrebbero dovuto andarsene di notte.
Il padre non aveva ribattuto alla parole di un dio e calate le tenebre avevano tentato la sorte con Il sole che aveva mandato sua sorella, la luna, ad illuminare loro la via.

Mi troverai alla fine del buio, sarò lì, questa volta sono io ad aspettarti  e con questa parole nel cuore aveva volato tutta la notte verso la luce della sua nuova vita.
 
Dorme ancora Kibum, così gli ha detto di chiamarsi il dio del sole e così gli ha detto di chiamarlo quando sono insieme.
Dorme e Jonghyun potrebbe rimanere a guardarlo tutta la notte, fino a che l'aurora non venisse a chiamarlo.
Non vorrebbe mai separarsi da lui, ma sa che non può, non è questo l'ordine del mondo.

Così si alza presto la mattina, appena prima che lui se ne vada, per salutarlo, ed essere il primo accarezzato dalle sue mani e dai suoi tiepidi raggi, prima che vada a mostrarsi in tutto il suo accecante splendore a tutte le creature del mondo.





Angolo dell'autrice:
Quella di oggi a pensarci bene prende quasi più spunto dalla serie di disegni "Icarus and the Sun" di Picolo-kun (Gabriel Picolo)... magari anche lui si era immaginato che finisse un po' meglio per il povero Icaro e che potesse raggiungere il suo grande amore (?) ^^'

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Capitolo 14
*** Episodio XIV ***


Sono caduti in trappola.

È questa la prima cosa che realizzano quando si ritrovano avvolti da una rete sottile ma resistente, evidente opera di un dio.
Anche loro sono dei ma al momento sono solo due amanti colti sul fatto.
E pensano anche di sapere di chi è opera. Sicuramente è stato Minho, il dio fabbricatore di armi e armature che si è voluto vendicare per la mancanza di lavoro.
Lui è il compagno più fidato di Jonghyun, la divinità che presiede alle battaglie, e solo quando questo è impegnato nei conflitti, che siano umani o divini, può esercitare la sua attività.

Ma è da un po' di tempo che il dio guerriero sembra trascurare il suo dovere, niente guerre e niente contese. Nessuno che muore, nessuno che ha timore e gli altri dei non ricevono offerte. C'è solo pace e pigrizia.
E la colpa è solo sua; Kibum, il dio dell'amore, il più bello del cielo e secondo Minho anche la causa della distrazione del suo compagno d'armi.
Non li ha mai visti direttamente ma è da tempo che ha questo pensiero ed è sicuro che la notte si ritrovino e all’insaputa di tutti si abbandonino alla passione.
Così ha nascosto quel tranello e questa volta ha funzionato.

Ora sono lì, ancora impigliati, senza un abito addosso sotto lo sguardo di biasimo di tutti gli dei celesti.
Ma contrariamente a quanto possano pensare, in loro non c'è la minima traccia di imbarazzo per la situazione.
Jonghyun per primo comincia a trovarla molto eccitante, il primo pensiero che gli è balenato nella mente passato lo stupore è stato che ora può dire a tutti a chi appartiene il dio più bello dell'universo adesso anche gli altri potranno rendersi conto di quanto sia meraviglioso il mio Kibum e il dio dell'amore pare dello stesso avviso perchè lo sguardo che gli rivolge infiamma ancor di più l'animo già caldo del signore della guerra che si riappropria di quella bocca rossa come non vi fosse stato attaccato fino a pochi momenti prima.

Riprendono a muoversi, intrecciandosi e accarezzandosi in maniera sensuale ma non troppo, nonostante la rete ancora li copra, per non mettere ancor più a disagio i loro fratelli il cui volto paonazzo tradisce quanto la situazione gli si stia rivoltando contro.
Rapidamente  infatti se ne vanno tutti e l'ultimo sorrisino di scherno è proprio per Minho che se ne va dopo aver velocemente tagliato la sua rete per farli uscire.

Sono di nuovo soli e hanno tutta l'intenzione di riprendere da dove sono stati interrotti.

Jonghyun guarda le lenzuola sfatte, lo sa che non è quello il luogo che gli si addice, non è nato per passare le giornate mollemente in un letto ma è solo tra quelle coltri che ritrova la sua pace. Tra quelle coltri e soprattutto tra le braccia di Kibum.
Lui è il dio della passione, dell'amore, della pace degli animi e Jonghyun arriva alla fine del giorno che cerca solo questo, pace.
Kibum non fa domande, non si perde con parole inutili, gli legge il cuore e sa sempre di cosa ha bisogno, è nato per questo.

Non avrebbero mai dovuto incontrarsi, cos'hanno a che fare la guerra e l'amore, non sono una l'opposto dell'altro? Jonghyun non crede, lui è un soldato, ma anche gli
amanti sono soldati e in amore esattamente come in guerra tutto si tenta
.
E ogni tanto non è male tentare anche di portare un po' di armonia tra mondi così distanti.

La rete è ancora lì, se ne sono liberati ma ora che la guarda meglio, una luce maliziosa gli si accende negli occhi.
Si avvicina a Kibum, se lo porta in grembo tendo ancora l’oggetto  tra le dita, sussurra "Ti va di giocare un po'?"






Angolo dell'autrice:
io non...
non intendevo arrivare a questo punto...! 
Ohddio...
vado a nascondermi.

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Capitolo 15
*** Episodio XV ***


Le regole di un cacciatore sono semplici: segui il tuo signore e non distrarti.

Sono poche, sono chiare, lui le ha stabilite e tanti giovani mortali e non le hanno fatte proprie e infoltiscono il suo corteo.
Nessun pensiero deve occupare la mente, solo la preda da acciuffare e le trappole da sistemare.
Ma cosa succede quando è proprio lui, il capo, ad essere sul punto di infrangere queste regole?

Kibum è il dio selvatico per eccellenza, è nato da una ribellione e ribelle è stata la sua indole, da sempre.
Incarna lo spirito di coloro che non vogliono farsi dominare, neppure dall'amore, eppure è proprio l'amore che adesso lo confonde.
E questo amore ha anche un nome: Jonghyun

È un suo cacciatore, uno dei primi che si è unito al suo seguito, da lungo tempo corrono per i boschi insieme eppure adesso lo guarda con occhi completamente nuovi.
Non sa com'è successo, è sicuro non sia opera di quel demonietto alato, ha ottenuto di essere immune al suo potere, e allora perché gli sembra di vederlo per la prima volta?

Si è svegliato accanto a lui una mattina e all'improvviso lo sentiva sbagliati.
Voleva baciarlo, accarezzargli il volto e scostare i ciuffi ribelli dalle palpebre ancora chiuse
Ma non può. Non deve. Niente distrazioni, e l'amore è una distrazione.
Perciò ha deciso, gli ordinerà di lasciarlo.

"Perchè se non lo fai adesso, non potrò lasciarti più" gli ha detto in risposta al suo stupore.

Ha usato un tono fermo e di solito non avrebbe difficoltà a mantenerlo, ma questa volta il suo animo e diviso rimani rimani rimani

"Vorrei rimanere, se me lo permetti"

Il suo cuore ha un sussulto, ma non può farlo. L'altro insiste "Rimaniamo insieme, ci ameremo in silenzio, con il solo cuore, ma almeno da vicino" 

Ci mette un po' a capire, l'amore offusca anche i pensieri ma quelle parole troppo belle questa volta sono vere.
Forse ne sarà in grado, forse così riusciranno ad amarsi solo con lo spirito, finchè le mani possono ancora toccarsi all'ombra degli alberi. 




Angolo dell'autrice:
devo uscire e sono in ritardo, siccome non so a che ora torno la posto adesso e la sistemerò poi... scusate! >.<
...proprio ora che avevo preso il ritmo

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Capitolo 16
*** Episodio XVI ***


Quando arriva sull'isola quasi non lo scorge.
Quello su cui si trova non è altro che un ammasso di rocce circondato dal mare con alcune colonne che si ergono sull'acqua.

Lui è là, pallido, bianco quasi come le strutture a cui è legato e solo le catene glielo hanno indicato, distinguendolo dal resto.
Perchè  lo trova così, ritto, ridigo, forse un po' appoggiato ad una delle due costruzioni giusto per sorreggersi. Ha lo sguardo fiero ma lo vede che nasconde una certa stanchezza, del resto lo immagina, nessuno vorrebbe continuare quella tortura.

Ha sentito che è una punizione divina, la sua bellezza ha fatto invidia agli dei e ora deve pagare.
Jonghyun non può che dar ragione a quelle voci, una creatura così nom pemsa di averla mai vista, tra quei flutti alti sembra ancora più evanescente.
Ma lui è lì per salvarlo, per sottrarlo a quel destino crudele al di là della.sua apparenza.
Perchè nessun figlio merita di essere separato dai genitori.

Quindi si avvicina piano, sa che una creatura infernale lo custodisce e deve riuscire ad evitarla. 
Ha fatto dei voti alle divinità a lui favorrvoli, forse riuscirà così nell'impresa.

Lo raggiunge e da vicino il volto è molto più provato di quello che sembra.
La frangia scura gli copre gli occhi ma scorge lo stesso i segni dell'insonnia, anche altrove la sua pelle lattea è leggermente pesta e gli si stringe il cuore a vedere le mani che seppur logore si tengono alle catene, come fossero nonostante tutto, la sua unica salvezza.
[...]




Angolo dell'autrice:
questa è in fase di bozza 1) perchè sono molto stanca al momento e non riesco a pensarci bene 2) eppure il mio cervello ha già pensato anche ad un'altra versione di questa che vorrebbe essere una AndromedaxPerseo JongKey version... ^^'
Quindi scusate davvero tanto ma vi lascio con appena un assaggio ancora una volta >.<

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Capitolo 17
*** Episodio XVII ***


Quando si sono trovati, non immaginavano si sarebbero amati.
E quando si sono amati poi non credevano avrebbero dovuto lasciarsi.
Tutto era bello, tutto sembrava veloce e di sicuro non si sarebbero immaginati una conclusione così improvvisa.

Ma se lo sarebbe dovuto aspettare.
È questo che succede quando il tuo amato è il sole, ma non solo la luce della tua vita, il dio del sole. Questo è Jonghyun e Kibum è solo un umano e per quanto ci provi non saranno mai appartenenti alla stessa realtà.
Gli dei hanno dei compiti e gli uomini non possono interferire. Nemmeno i figli di re.

A cosa serve avere il potere, se l'unica cosa che vuoi non ce l'hai? Spesso se lo chiede Kibum da quando il sole lo ha lasciato per tornare al suo cielo.
È lì che deve stare, gli altri dei lo hanno avvisato; un'altra distrazione e morirebbero tutti.
Jonghyun ci ha provato in tutti i modi a non farlo sentire in colpa, mentre lo lasciava, mentre se ne andava  "Ti guarderò da lassù, e scalderò ogni terra su cui passerai"  gli aveva promesso ma più si allontanava più il freddo entrava nel cuore di Kibum.

Gli ha lasciato un dono, questo almeno gli era concesso, così che potesse averlo sempre vicino.
Un fiore, che non muore, dorme la notte, come gli uomini ed esattamente come Kibum cerca sempre il sole.
Un cerchio d'oro per rimanere legati anche se lontani.



Angolo dell'autrice:
questa è estremamente corta ma non penso la modificherò. di sicuro non ho testa di pensarci adesso.
E non credo di avere spiegazioni da dare oggi. 

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Capitolo 18
*** Episodio XVIII ***


Ha lasciato tutto per lui.

È arrivato un giorno che il vento aveva cambiato direzione e ora che è tornato al suo normale corso, lo ha seguito.
Ha seguito quella corrente come ha seguito la sua passione. E come il vento se n'è andato leggero, contro tutto e tutti

"È solo uno straniero" "Non sai a cosa vai incontro"

questo gli hanno detto quando ha confessato i suoi progetti, aggiungendo "Ti vuole solo sfruttare" perchè Kibum non è solo un bel giovane, figlio di re, è soprattutto in grado di  padroneggia la magia.
E  Jonghyun è lo straniero, un avventuriero in missione per compiere difficili imprese, un alleato così sarebbe troppo prezioso

"Ti userà per i suoi comodi e poi ti abbandonerà chissà dove, lontano da casa"

Kibum non vuole credere che sia così, non vuole credere che quegli occhi così dolci possano nascondere un animo così infimo. Lui si fida del suo sguardo come si fida della sua voce che calda e gentile lo rassicura sempre che non ci sono inganni, che non lo costringerà a fare nulla, che capirà se non se la sentirà di aiutarlo.
Eppure una parte del suo animo mantiene questo timore, la parte razionale forse.

Oppure quella che ha paura di staccarsi dalle proprio radici.

Perchè lui non si è mai allontanato dalla sua terra, è nato e cresciuto lì, è tra quelle lande aride e deserte che ha potuto esercitarsi in piena libertà.
Tra il suo popolo  è normale, l’incontro con altra gente potrebbe essere rischioso gli dicono, ma questo straniero venuto da lontano è quasi tutto quello che lui non è mai potuto essere.
Jonghyun ha uno spirito che sa di libertà e Kibum vuole provare, vuole provare per una volta a lanciarsi nel vuoto.

 Crede che il suo amore sia abbastanza e soprattutto crede che Jonghyun lo ricambi allo stesso modo. Lo crede perchè in realtà non lo sa con assoluta certezza, la magia è potente ma non controlla i cuori.
E lui vuole sperimentare anche questo.

È così che quindi fugge dalle braccia di Taemin, il suo amato fratellino che fino all'ultimo cerca di trattenerlo e strettolo un’ultima volta al petto  se ne va, nella notte, inseguendo un amore che sembra come il vento.
Ma vuole provare anche questo.

Vuole provare a governare il vento.




Angolo dell'autrice:
...lieto fine? In realtà non lo so, nela mia mente il pensiero è quello dato che nell'originale non se la passano mai bene, però bho... sono giorni strani... 

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Capitolo 19
*** Episodio XIX ***


Ha voglia di avventure il giovane dio.
Neanche una vita eterna come la sua sfugge alla noia della quotidianità infatti sebbene i suoi poteri gli concedano di fare qualunque cosa, ha sempre bisogno di stimoli e sfide che gli tengano attivo lo spirito per non ridursi sempre e solo a cambiare la notte con il giorno.

Uno dei suoi passatempi preferiti è osservare i mortali e scombinare i loro piani soprattutto quando si parla dei sentimenti, gli uomini ne hanno così tanto e così diversi che è sempre uno spasso vedere le loro reazioni, soprattutto quando di mezzo c'è quello che chiamano "amore"
E proprio di questo si tratta ora.

Jonghyun ha notato un giovane, bello quanto virtuoso, cosa secondo lui molto rara, che prossimo alle nozze ha chiuso il suo cuore a tutte le passioni. Non conosce chi lo sposerà eppure è già fedele.

"Che noia quelli così... dovrebbe godersi la vita un po' di più... magari con un dio"

Infatti ha appena deciso; se non si concederà ad altri che il suo promesso, il suo promesso sarà lui.
Ed è con questo pensiero che scende veloce dal cielo e acquisita la personalità del rivale si avvicina al giovane.
[...]



Angolo dell'autrice:
*sorvolo sullo stato del capitolo*
...ogni giorno che passa mi rendo conto come quest'anno sia più difficile rimanere costante a questo progetto... e mi dispiace perchè vi sto presentando un lavoro mozzo quando ero invece partita con le migliori intenzioni... 
...vabhe, proverò a non perdere la speranza ^^'

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Capitolo 20
*** Episodio XX ***


Gli dei sono adirati, hanno messo a prova la città ma nessun uomo sembra essersi dimostrato degno della loro benevolenza. Sono prossimi a distruggere tutto senza lasciare traccia.
Solo una cosa risparmieranno, quella piccola casa.
Semplice, modesta, l'unica in cui hanno trovato riparo quando senza farsi riconoscere sono giunti lì. Due giovani la abitano e stavano quasi per andarsene al limite dell'ira per i passati trattamenti quando proprio da loro erano stati invitati.

Kibum e Jonghyun si chiamano e sono tutto quello che alla loro città manca. Sono giovani, freschi e vitali e nonostante la loro condizione, ognuno tratta l'altro come un re. E allo stesso modo trattano quegli stranieri.
Questi, una volta rivelatisi preannunciano la fine della loro città ma non vogliono essere completamente ingiusti così concedono loro una grazia, e se vogliono, un desiderio.
I due sono atterriti, una cosa troppo grande gli si sta presentando ma ad un certo punto Kibum prende coraggio.

"Concedeteci solo, di poter vivere ancora insieme, e solo insieme lasciare questo mondo"

Gli dei non provano sentimenti, ma forse riescono a percepire quelli umani e non sanno cosa sia quello che ora gli si mostra, ma riconoscano sia prezioso.
E sia.
Neanche la morte li separerà se li prenderà insieme.
Alle moire viene imposto di legare insieme i fili di queste due vite e un sol taglio basterà per entrambe.

Quando giunge il momento, Thanatos li trova uno accanto dell'altro in quel letto dove Ypnos li ha condotti per non recar loro dolore, e per una volta anche il dio della morte fa attenzione a non sciogliere quell'abbraccio eterno.



Angolo dell'autrice:
questo capitolino è corto perchè il mito a cui mi sono ispirata in realtà non lo conosco bene neanche io, non penso di averlo mai sentito prima che mi dedicassi a questa raccolta eppure è uno dei pochi che finisce bene senza drammi per i protagonisti <3 
Quindi in attesa di documentarmi meglio sulla eventuale trama estesa, qui c'è un assaggino

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Capitolo 21
*** Episodio XXI ***


Lui ci aveva creduto, aveva davvero pensato che la sua nuova casa sarebbe stata quella del nobile eroe così tante volte elogiato da sua padre.
La cerimonia di passaggio era stata preparata nei minimi dettagli e lui vi aveva preso parte attivamente, aveva insistito per organizzare di persona ciò che gli sarebbe servito.

Eppure avrebbe dovuto capirlo, che forse non era come pensava.

Dalle facce dei servi e soprattutto di suo padre. Come poteva rabbuiarsi ogni volta che sì mostrava entusiasta per quell'importante evento, perchè negli occhi del genitore non vedeva la stessa luce che brillava nei suoi?
Poi aveva compreso. Alla fine, quando tutto stava ormai per compiersi.

Ad accoglierlo non ci sarebbero state le braccia di Jonghyun umane, forti e rassicuranti, le braccia di quel giovane che a mala pena conosceva, col quale aveva scambiato solo sguardi fugaci e curiosi, al quale aveva accettato presto di concedersi, ma quelle fredde della morte.
Sua madre aveva perso la testa quando si era resa conto anche lei di come veramente stavano le cose, era corsa a da quel giovane, quello che tutti pensavano si sarebbe preso cura di lui e lo aveva strattonato, percosso, pregandolo di portare via da lì suo figlio come si era promesso.

Ma a Kibum fu chiaro in quel momento, vedendo quella scena, che forse, se il mondo può essere così crudele, era molto meglio abbandonarlo. Infondo lui non conosceva Jonghyun, si era fatto la sua idea ma non aveva certezza corrispondesse a verità. E anzi, vedendolo lì immobile lo sentì più freddo della pietra a cui si apprestava.

Era sempre stato un figlio ubbidiente e lo sarebbe stato anche questa volta.
Forse alla fine, i suoi genitori hanno davvero scelto solo il meglio per lui.
Si volta verso l'altare, dando le spalle a tutti, anche a sua madre, anche a Jonghyun.
Svuota la mente e si prepara a qualunque cosa lo aspetti.
L'ultima cosa che sente sono le preghiere alla divinità del sacerdote di fianco a lui poi la vista diventa bianca.

Dunque è così morire?

Non si prova nulla, nè prima nè dopo? Che posto è quello, così immateriale, così aereo... sembra una nuvola, un nebbia.
Non sa  cosa fare, qualcuno verrà a prenderlo per portarlo nel regno dei morti, o deve trovarlo lui? Nel dubbio fa qualche passo, una direzione vale l'altra.
Quand'ecco che una figura gli si fa veramente incontro e un brivido d'inquietudine lo percorre quando la riconosce "Jonghyun...?"

È strano, può provare emozioni anche da morto?
E ancora si chiede dove sia. È forse il mondo dei suoi desideri, dei rimpianti? Se così, ha davvero amato quel giovane da sentirne nostalgia?
Mentre medita tutto questo, quello lo chiama e gli porge la mano
La prende dubbioso ma ancora di più quando ne sente una consistenza troppo materiale

"Dove sono?" Chiede

"Al sicuro"

È troppo confuso per domandare altro e quello se ne accorge perchè è proprio lui a spiegare.
Lui sapeva dell'inganno e magari all'inizio lo aveva assecondato, ma vedere come Kibum gli si stesse veramente affezionando  lo aveva riportato sui suoi passi.
Il cuore aveva una fitta quando pensava a quella candida creatura a cui tutti mentivano in quel modo.
Il volere del re non si poteva discutere, ma lui aveva pregato la dea sua madre di mediare e gli era stato concesso di ricambiare il menzognero allo stesso modo.
Adesso lui avrebbe creduto suo figlio morto quando in realtà sarebbe vissuto lontano.

"Vuoi lo stesso, venire con me?" Alla fine di tutto glielo chiede, gli sembra doveroso.

 Non sa se il più piccolo si fida ancora, non sa come potrebbero davvero vivere insieme, se potranno riallacciare un rapporto spezzato ancora prima di nascere.
Ma la stretta di Kibum sulla sua mano sembra dire tanto.




Angolo dell'autrice:
in questa credo di aver sbagliato i tempi verbali...  oh se faccio bene una cosa sicuramente me ne manca un'altra eh...? ^^'

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Capitolo 22
*** Episodio XXII ***


Infine l'hanno fatto, hanno compiuto l'empio gesto.
Nessuno dei due sembra provare rimorso, Kibum sicuramente no.

Rabbia, dolore frustrazione si agitano nel suo animo ma il suo volto perfetto non fa una piega.
Era suo dovere farlo.
Punire quell'adultero per tutti i suoi inganni ma soprattutto per avergli strappato dalle braccia il suo amato fratello.

Lui lo aveva detto a Taemin, di stare attento, di reagire ma il più piccolo era rimasto saldo nelle sue innocenti convinzioni.
E la verità lo aveva travolto in maniera troppo devastante. Aveva sopportato tutto, ma di essere sostituito dall'ultima amante straniera, portata di ritorno da un lungo viaggio no, non lo aveva retto.

Alla notizia Kibum si era straziato per giorni il volto e i capelli ma nessuno sembrava comprenderlo.
Del resto lui era quello folle, quello che rifiutava il matrimonio per stare solo con un amante.
Ma Jonghuun non era solo un amante, era tutto quello che gli serviva davvero dalla vita, ero colui che lo aveva salvato quando stava per sprofondare nell'abisso della solitudine e dell'abbandono.
Era l'unico che lo capiva davvero anche da lontano. Gli bastava uno sguardo e le parole non servivano più.

Anche questa volta.

Una stretta rassicurante gli aveva detto che la vendetta l'avrebbero portata entrambi, erano una cosa sola e come tale avrebbero agito.
Perciò eccoli, con l'arma ancora gocciolante e l'espressione di chi non teme più nulla, nemmeno la punizione divina.



Angolo dell'autrice:
Ohddio... credevo di aver scritto molto di più...! >.<
va bhe, intanto ho dato la linea che volevo, poi vedrò se svilupparla di più 

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Capitolo 23
*** Episodio XXIII ***


Non andare

Glielo ha ripetuto un'infinità di volte.
Non andare

Lo ha guardato dritto negli occhi, prima con decisione poi con supplica.
Lo ha pregato da solo e con il piccolo tra le braccia.
Taemin non è realmente loro figlio ma fin dal primo momento è stato come lo  fosse.

Tuttavia nè l'amore per il dolce Kibum nè per l'infante Taemin sono sufficienti a fermare Jonghyun dal compiere il suo dovere.
Il nemico lo chiama, il campo di battaglia lo aspetta e deve andare in contro al suo destino.
Kibum ha finito le parole, forse gli restano solo le lacrime, e allora stringe al petto il figlio e gli volta le spalle.
Jonghyun morirà, sicuramente e lui non vuole ricordarlo mentre si allontana da loro, preferisce guardarlo bene e poi dirgli addio.

Si rifugia nelle stanze più remote del palazzo, non intende guardare quello scontro che glielo strapperà brutalmente dalle braccia.
Non vuole pensarci, depone Taemin nel suo piccolo giaciglio e lo addormenta cantando. Non vuole che sia sveglio quando gli diranno che l'eroe non tornerà, ma soprattutto non vuole che veda le sue lacrime.

Sta dondolano la culla da poco quando sente un clamore e delle voci agitarsi fuori.
Il cuore si ferma nel petto di Kibum, si irrigidisce come una statua, dunque è già finita?
Deve già prepararsi a seppellire il suo cuore, a seppellire il suo amore?
Non osa muoversi, ha paura di infrangersi anche solo con  un respiro.
Sente il caos avvicinarsi sempre più, poi la porta si spalanca e all'improvviso cala il silenzio.

Esita un attimo, poi si volta per vedere cosa sia successo, chi si entrato, provare a prepararsi a qualsiasi cosa debba dirgli e il suo cuore smette definitivamente di battere.
Jonghyun è davanti a lui.

Vivo.

Non può essere, sicuramente lui stesso è morto di crepacuore dal dolore e ora si sono ritrovati nell'aldilà perchè Kibum non può crederci.
Rimane fisso per un tempo che pare infiniti, ma quando Jonghyun sorride, è come se il sole tornasse a splendere nelle tenebre.
È un sorriso stanco, provato, ma pieno di sollievo e poco gli importa che abbia le mani ancora polverose, quando gli accarezza una guancia la stringe forte e la bacia.
Ha bisogno di sentire che è davvero lì, che il sangue gli scorre nelle vene e non sul petto squarciato, che potrà ancora stringersi e cullarsi nel suo calore.

Vorrebbe chiedere quale dio deve ringraziare per averglielo riportato, ma non adesso, adesso vuole solo ricongiungersi al suo amore.





Angolo dell'autrice:
Io piango ancora perchè il "vero" Ettore muore
quindi ho deciso subito che Jonghyun-Ettore a casa ci tornava da Kibum-Andromaca u.u

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Capitolo 24
*** Episodio XXIV ***


Si erano sempre amati, probabilmente da che avevano memoria ma nessuno aveva programmato una loro eventuale unione.

Tra i genitori non correva il migliore dei rapporti ma i due giovani avevano avuto occasioni di frequentarsi.
Tuttavia sembravano destinati a strade diverse.

Kibum detestava il suo promesso ma più di lui detestava la sua amante, donna che si era trovato ancor prima delle nozze.
La sorte era stata crudele con la poverina, strappata dalla sua patria, dalla sua casa si ritrovava ora in terra straniera ma era soprattutto la sue remissione ad irritare il giovane. Forse non avrebbe dovuto prendersela con lei ma non trovava altro sfogo alla frustrazione nell'avere quei due sempre sotto gli occhi.

La svolta a quella vita in cui si sentiva ormai intrappolato giunse quando una notte Jonghyun si presentò all'improvviso al suo palazzo.
Se l'era ritrovato nelle proprie stanze e in un primo momento aveva pensato solo all'immensa gioia di poterlo riabbracciare, poi era sorto il dubbio.
Il suo amato si era macchiato di un crimine gravissimo, un omicidio, che sebbene legittimato dalla giustizia, gli aveva attirato le ire delle dee della vendetta.
Lo avrebbero trovato prima o poi ma adesso voleva illudersi di poter rimanere nascosto.

Kibum  lo aveva abbracciato, avrebbe voluto nasconderlo lui tra le sue braccia e non lasciarlo più al mondo esterno ma il destino non avrebbe tardato a compiersi e doveva trovare una soluzione. Almeno provare.
Era disposto a tutto, anche trasferire questa colpa su di sè e di sicuro sapeva già come.

Era deciso a consultare l'oracolo e compiere lui l'empio gesto sebbene Jonghyun avesse espresso fortemente il suo esserne contrario.
Ne stavano ancora discutendo quando gli si presentò un messo divino; il crimine del più grande aveva incontrato la benevolenza divina, il tribunale degli dei ne aveva stabilito la legittimità ma le Erinni pretendevano una vita in cambio.
Senza esitare Kibum si era fatto avanti, aveva Jonghyun salvo, ma con lo sposo infedele ancora intorno la sua esistenza sarebbe sempre stata divisa tra amore e odio quando solo col primo avrebbe voluto riempire il suo cuore.
Tanto valeva svuotarlo del tutto, lo avrebbe amato con l'anima.

Ma anche per questo c'era un verdetto, l'adulterio era solo l'ultima delle scellerate azioni del terzo uomo e la punizione si era fatta aspettare anche troppo. Senza ulteriori spiegazioni, appena videro il messaggero andarsene scorsero dietro di lui un'anima infelice e il tonfo di un corpo che cadeva senza vita.



Angolo dell'autrice:
e questa sera sono arrivata a postarla per un pelo

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Capitolo 25
*** Episodio XXV ***


A prima vista non avrebbe mai pensato di trovarsi di fronte ad un temibile nemico.

Sapeva che quello era Kibum, il principe di una popolazione selvaggia, corsa in aiuto della città contro cui avevano mosso l'assedio ma di sicuro non si aspettava qualcuno così.
Sembrava esile e quasi innocuo, Jonghyun aveva combattuto nemici ben più minacciosi vincendoli facilmente, con questi si aspettava di mettere fine molto presto al combattimento. Invece si rivelò più difficile del previsto.

Era agile, forse troppo, finchè non lo prendeva di sicuro non avrebbe potuto disarmarlo.
E questo lo coglieva impreparato perchè lui era abituato a contare soprattutto sulla sua forza fisica.
Accadde però che riuscì a trovare la giusta concentrazione e con una mossa inaspettata riuscisse a sferragli un colpo critico.

Sapeva di averlo messo in difficoltà e ora che bastava così poco decise di inseguirlo nella sua ritirata, non sarebbe andato molto lontano. La ferita cominciò infatti a sanguinare presto e le poche forze non gli permisero di reggersi ancora in sella. Appena lo vide rotolare nella polvere, jonghyun si avvicinò per sottrarre le armi del nemico ormai sconfitto ma come gli tolse l'elmo scoprì due cose: che era ancora vivo, ed era bellissimo.

Qualcosa di indefinito gli si agitò subito nel petto e una forza misteriosa lo tenne inchiodato lì, a reggere quel corpo che adesso sembrava veramente fragile. Non poteva lasciarlo così, qualunque cosa avesse pensato prima, ora non era più un nemico quello di fronte a lui e non seppe spiegarsi l'improvviso senso di colpa e la vergogna che lo prese a causa delle sue stesse azioni.

Lo caricò sul suo stesso destriero e veloce corse da qualcun che potesse curarlo, d'un tratto era spaventato che quella vita potesse scivolare via.
Non diede spiegazione agli schiavi a cui lo lasciò, si raccomandò solo che lo facessero tornare dalla sua gente.
Voleva incontrarlo ancora , magari sarebbe riuscito lui a spiegargli cos'era quel nuovo sentimento che fa esitare anche i guerrieri.



Angolo dell'autrice:
ormai siamo agli sgoccioli...! forse ce la faccio \O.O/

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Capitolo 26
*** Episodio XXVI ***


La brezza soffia leggera, non una nuvola si vede all'orizzonte lasciando il cielo limpido e dello stesso colore che si riflette nel mare.
Il parapetto della terrazza è bianco e levigato, quasi come la mano che ci si sta poggiando contro.

Kibum guarda il mare, tutti i giorni si concede un momento solo per lui, in cui fissa quella immensa distesa perdendosi nei suoi pensieri. E nonostante lasci la mente libera di vagare, il suo chiodo fisso è uno solo.
Jonghyun.

Tutti i giorni lo pensa, tutti i giorni lo aspetta.
Da anni.
Crede di aver perso il conto di quanto tempo ha passato lì ma nonostante questo non si perde d'animo, lui lo sa, che tornerà.
Ed è per questo che ha sempre rifiutato nuovi matrimoni, per questo e per Taemin, nonostante in molti si siano fatti avanti anche con insistenza.

Anche ora lo chiamano, il capo di quella che Kibum definisce gentaglia, ha appena organizzato un evento ludico alla reggia che da tempo tratta come casa propria.
E' l'ennesimo tentativo di impressionare il giovane sovrano  il quale però non è intenzionato a cedere. Gli dicono sempre che da solo non può regnare, ma lui risponde ogni volta che non è affatto solo

"Jonghyun è lontano momentaneamente, nel tempo che lo aspetto posso adempire ai suoi doveri". 

Alla competizione sono ammessi tutti, è solo divertimento e Kibum immagina già che Taemin ne prenda parte, così per smorzare un po' l'ego di quegli invasori, ma stranamente se lo ritrova a fianco.
Questa volta è stato deciso che il vincitore del gioco diventerà il corteggiatore ufficiale, i pretendenti sentono di dover dare un po' di movimento a quella situazione così in stallo.
Kibum è visibilmente contrariato, nessuno lo ha consultato e potendo metterebbe lui stesso le mani addosso a quei bruti ma è proprio ora che il figlio gli fa un suggerimento; il principe ha sempre il diritto di decidere lo strumento, potrebbe sfidarli ad usare le armi di Jonghyun.

Il volto di Kibum si illumina, sicuramente nessuno ne sarà in grado ed infatti già i primi sembrano avere difficoltà. quello che si considera il capo tuttavia non pare preoccupato ma prima che posso allungare le mani per la prova, uno sconosciuto si intromette. Tutti sono sorpresi, vorrebbero fargli notare che non è una competizione pubblica come le altre ma Kibum li zittisce, lui è l'oggetto conteso e lui stabilisce.
Di sicuro peggio di loro non può trovare. Inoltre Taemin e particolarmente tranquillo anche se non sa perchè.

Lo straniero si avvicina sicuro, cortesemente saluta i legittimi padroni di casa e si appresta al banco di prova, è vestito di stracci ma si rivela perfettamente in grado di brandire le pesanti armi. e senza difficoltà colpisce anche i bersagli. tutti.
Perfettamente.
Il silenzio cala nella sala, lui è il vincitore e come stabilito Kibum deve accettarlo.

Il cuore gli batte forte, non sa ben definire le emozioni di quel momento e forse le mani gli tremano un po' mentre scopre il capo dello straniero, e un moto di stupore generale si alza da tutti i presenti quando i panni scivolano via.
Quello è il re.
Quello è Jonghyun.

Kibum ha appena il tempo di realizzare che si sente stretto al petto del suo amato a lungo atteso,

"Scusami, ho fatto tardi"
lo tiene saldo tra le braccia e glielo sussurra piano

"Non importa, ti stavo aspettando"

E anche adesso tutto il resto può aspettare, se non sono sciocchi, gli intrusi ne approfitteranno per scappare ora, altrimenti, lo sguardo di sfida di Jonghyun preannuncia in che modo intende riprendersi ciò che è suo.





Angolo dell'autrice:
Non ho nulla di particolare da dire, mi trovate sotto forma di tanti cuoricini rosa fluttuanti <3

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Capitolo 27
*** Episodio XXVII ***


Una pessima sensazione si impadronisce di lui all'improvviso

Non può essere

Già da qualche giorno ha l'impressione che ci fosse un'aria tesa tra i suoi ospiti, come di qualcosa che doveva accadere. E ora che pur girando tra le numerose stanze del palazzo non ha ancora nessuno di loro, il timore si conretizza sempre più. Troppo strano.
Esce in giardino, ma anche lì è silenzioso, si sente solo lo zampillare delle fontane e proprio questo gli fa venire un terribile sospetto.
Il mare.

Corre sulla terrazza più alta, da lì potrà sicuramente verificare se i suoi timori sono fondati e in realtà, spera di sbagliarsi.
Ha appena raggiunto il parapetto, la vista ancora offuscata dallo sforzo e dai capelli scompigliati sugli occhi, ma ben presto quello che vede è solo l'infrangersi di ogni speranza.
Le navi sono lì, tutte quante compatte solcano la distesa d'acqua ormai ben lontane dalla costa.
È impietrito.

È così Kibum l'ha lasciato, l'ha lasciato davvero.
Rabbia, tristezza, delusione, ira. 
Jonghyun non sa quale di queste prevalga nel suo cuore, sempre che gli sia rimasto un cuore dato che lui credeva di averlo affidato a quelle mani.
Invece si sbagliava, si è sbagliato e ora non gli rimane nulla.

Si lascia andare ad un grido di frustrazione.
Cos'ha fatto di sbagliato dov'è che ha mancato? Eppure gli sembrava di aver dato tutto per quell'esile figurina venuta dal mare e quel tenero bambino che si portava dietro. Aveva già cominciato a sentirli come famiglia ma evidentemente non era bastato.
Ha bisogno di andarsene da quella terrazza, non avrebbe sopportato oltre di vederselo fuggire dalle mani così.

Deve provare a non impazzire o non sa cosa potrebbe fare.
Deve parlare con sua sorella.
Come all'andata anche adesso scende le scale velocemente e con foga apre una porta dopo l'altra. Quando giunge a quella della sua stanza una voce acuta lo accoglie

"Eccolo Jonghyun!"

Stupito guarda da dove proviene quel suono e vede Taemin corrergli incontro

"Allora, non ve ne siete andati..."

Dice stringendo il piccolo in un abbraccio. È sollevato anche se cauto, non vuole rischiare di starsi illudendo ancora. Ma il volto rilassato di Kibum sembra volerlo rassicurare.
Se ne sono andati i suoi compagni, erano partiti con una missione comune ma forse è arrivato il momento che ognuno seguisse il suo destino.

"Temevo che il tuo fosse lontano da me" dice piano Jonghyun.

Si è alzato e gli si avvicina piano, teme ancora che sia un'illusione pronta a dissolversi ma la mano calda sul viso conferma il contrario.
Anche la stretta improvvisa alla vita è molto reale.

"No che non ce ne andiamo! Lui non vedeva l'ora di tornare da te!"

È Taemin che lo abbraccia ancora da dietro e con le sue parole fa arrossire Kibum, e anche Jonghyun non vedeva l'ora di rivedere quel tenero rossore.






Angolo dell'autrice:
un piccolo appunto: odio Enea e odio l'Eneide, e solo una fanfiction dell'Iliade
(detto da una che scrive fanfiction lei stessa, coerenza MODE:ON)

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Capitolo 28
*** Episodio XXVIII ***


La notte è calata, forse è il momento opportuno si dice Jonghyun.
Qualche giorno prima i nemici hanno sottratto armi e oggetti di grande valore dal loro accampamento ed è giunta l’ora di riprenderli.

Aspetta che nessuno lo noti e scivola lontano dalle tende dei suoi compagni. Solitamente non fa queste cose da solo, ha sempre un paio di fidati amici ma potrebbe essere rischioso oltre che vietato, non è il caso di mettere nei guai anche loro se le cose si mettessero male.

La luna è alta nel cielo e gli permette di vedere chiaramente dove sta andando, questo potrebbe essere un problema se qualcuno lo scopre, ma cerca di essere il più discreto possibile.
Si è avvicinato alla base dei nemici e solo ora si rende conto che forse è stata un po’ avventata la sua idea, ma ormai è lì e andrà fino in fondo.
Capire in quale tenda si nasconda la refurtiva no né semplice all’inizio ma se i nemici seguono la loro stessa logica, forse con un po’ di pazienza e cautela troverà quello che cerca.

La mossa seguente all’intrusione è cercare qualcuno a cui sottrarre l’abbigliamento, non è sicuramente sinonimo di successo ma è la prima cosa che gli è venuta in mente. L’idea non si rivela del tutto errata perché riesce a passare più inosservato e trovare finalmente ciò per cui è giunto fin lì.
Jonghyun è un giovane certamente muscoloso e con un buon fisico ma si rende conto che non potrà mai davvero riportare indietro tutto quindi si carica con più cose può, scegliendo quelle di uso più immediato e controllando di non essere visto fugge com’è venuto.

È andato tutto bene pensa mentre più veloce che può si allontana ma come poteva immaginare, è solo un’illusione.
La freccia che gli è appena sibilata vicino all’orecchio lo riporta alla realtà dei fatti.
Qualcuno l’ha scoperto.

Non ha tempo di vedere chi è, cerca i punti più oscuri di quella boscaglia sperando che il riflesso sul metallo non lo tradisca.
È riuscito ad indossare alcuni pezzi dell’armatura ma ora un po’ sente che lo ingombrano.
È ancora concentrato a correre quando vede un’altra figura venirgli incontro ma quanti sono?!
È pronto a sguainare la spada e aprirsi velocemente il passaggio quando all’ultimo riconosce uno dei suoi compagni

Kibum!

Uno sguardo basta per capire che non c’è tempo di spiegare, l’altro capisce immediatamente la situazione e veloce gli copre le spalle.
Tuttavia anche in due non riescono a fare molto, del resto sono solo ragazzini e stavano per pagarla cara questa idea geniale ma almeno riescono ad aiutarsi a fuggire.
Stanno ancora correndo l’uno accanto all’altro quando il pericolo sembra passare, possono rallentare.

C’è silenzio tra i due, Jonghyun immagina che l’altro stia aspettando delle spiegazioni o che almeno sia lui a dire qualcosa, ma non saprebbe da dove iniziare.

“Non mi ero accorto mi avessi seguito” inizia

“Meno male che invece io non ti perdo mai di vista allora” non c’è rimprovero nel suo tono, forse gli sta spuntando anche un sorriso, tipico di Kibum.

Jonghyn gli è grato che gli stia sempre accanto così, che tra i due sia lui quello assennato perché per conto suo invece è molto impetuoso e senza l’altro solo gli dei sanno dove sarebbe a quest’ora. Gli è infinitamente grato che abbia deciso di seguirlo fin dal primo momento anche se poi quello che si perde è proprio Jonghyun.
E allora in questi casi non gli resta che voltarsi un attimo e proprio come ora, stringere con la sua quella candida mano che lo riporta sempre a casa.





Angolo dell'autrice:
bene, anche queta volta sono riuscita a mantenere l'impegno giornaliero.
La qualità è un discorso a parte.
Ora che ho concluso la rush di giornate posso mettermi a sistemare le cose lasciate indietro.
A dire il vero ho già cominciato da un po' a fare il punto generale e vedere come sistemare i capitoli precedenti ma credo me la prenderò con calma dato che nessuno sembra avere particolare fretta
...a meno che non mi diciate il contrario eh! XD

Comunque grazie a chi ha letto, chi ha seguito e spero vi sia piaciuta ...per quel che ha reso
(poi se volete notizie di quando sarà completamente a posto, fatemelo pure sapere ^^)

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