Appena raggiunsero
Kattegat i guerrieri iniziarono a
scaricare il bottino dalle navi per portarlo
nella sala grande per mostrare alla regina Lagherta cosa avevano preso
e per
poi dividerlo equamene tra loro.
Bjorn diede
l’ordine di portare le schiave alla piazza del
mercato per essere vendute.
“Ivar. Hai
rovinato la più carina. E’ un vero peccato. Ora
vale di meno”: disse Bjorn indicando il livido violaceo che
si era formato
sulla guancia della ragazza dove Ivar l’aveva colpita il
giorno precedente.
Il ragazzo
ghignò: “Niente di
cui preoccuparsi fratello. Non ho nessuna
intenzione di venderla, ho intenzione di tenerla per me”.
“Tenerla per te?
Non puoi farlo, non è tua”.
“Ah, non lo
è? Sei sicuro? Pensi davvero che qualcuno oserà
lamenarsi a riguardo uhn? Sono uno storpio, fratello, in caso non lo
avessi
notato. Ho bisogno di qualcuno che si prenda cura di me e dei miei
bisogni
speciali”.
“Io oso
lamentarmi. E se la volessi comprare io? Non mi
importa nemmeno del livido.” : Sigurd disse con estrema
arroganza.
“Lei
è mia. Non mi interessa di ciò che vuoi tu,
fratello. L’ho
già marchiata mia su quel suo bel faccino”
Ivar le
accarezzò lentamente la guancia, prima delicatamente
poi possesivamente.
“Non vuoi
davvero litigare con me per lei, fratello. O mi
sbaglio uhn?”
“Smettetela.
Tutti e due. Sigurd, lascia che Ivar si preda
la schiava. Sceglitene un’altra se è
ciò che vuoi. Che ti
importa?”: Ubbe intervenne cercando di
placare una possibile faida tra i due.
Il vichingo biondo se ne
andò ma non senza lanciare a
suo fratello uno sguado di puro disprezzo e
odio
Un guerriero enorme con
una treccia ancora più grand ein
quel momento spinse le schiave verso il mercato e Ivar tiò
forte sulla corda
legata ai plsi della ragazza e la fece inginocchiare vicino a lui.
Lei si lamentò
per il dolore.
“Sei molto
fortunata che parlo inglese lo sai vero? Essere
il tuo padrone sarebbe stato un probelma altrimenti. Come ti
chiami?”
Lei lo guardò
con disprezzo e gli sputò in faccia.
“Ah-ah, mossa
sbagliata tesoro. Non farmi pentire di averti
scelta”
La colpì di
nuovo con uno schiaffo sulla gi livida guancia.
“Quindi, come ti
chiami?”
Girò la testa e
strizzò gli occhi preparandosi a ricevere un
altro colpo, che non
arrivò.
Lui invece le
afferrò i capelli e tirò con tutta laforza
delle braccia: “Non lo ripeterò di nuovo. Ultima
possibilità. Come ti chiami?”
Scandì le
ultime parole con estrema precisione e lei rispose
riluttante: “Sono Lisanna”.
“Brava ragazza,
Lisanna. Vedi? Non è stato poi così
difficile. Se l’avessi fatto prima ti saresti risparmiata un
bel po’ di dolore.
Ora seguimi. Ti mostro la tua nuova casa.”: rispose lui
lasciandole andare i
capelli.
“Forza, su su,
non abbiamo tutto il giorno”.
Lisanna si alzò
tremando e lo swguì cercando di tenere la
sua andatura lenta.
Gli faceva pena, cercava
di muoversi il più velocemente
possibile e riusciva anche,
in qualche
strano modo, a strisciare con dignità.
Poteva davvero essere
diventato il suo padrone?
Pensò che
avrebbe dovuto essere facile scappare da uno
storpio, ma poi notò lo sguardo di terrore che tutti avevano
quando lo
guardavano, notò come tutti si spostavano dalla sua strada
per farlo passare e
notò come addirittura alcune persone si chinavano
leggermente nella sua
direzione.
Perche tutti erano
così spaventati da uno storpio?
Raggiunsero una grossa
struttura abbastanza rapidamente ed
entrarono.
Sul trono era seduto una
donna bionda incredibilemnte bella.
Portava i capelli legati in delle trecce che tenevano la corona ferma
sulla sua
testa.
“Ivar.
Bentornato. Chi è questa ragazza?”: chiese.
Ivar scrollò le
spalle guardando la regina metà con rabbia e
metà con rispetto.
Aveva rinunciato alla sua
vendetta contro Lagertha. Non
voleva combattere contro i suoi
fratelli. Suo padre l’avrebbe odiato.
“Il suo nome
è Lisanna. L’abbiamo presa
dall’inghilerra con
alcune altre ragazze che abbiamo venduto. Ma questa qui è
mia”.
Lagertha annuì
e lo lasciò andare. Doveva occuparsi dei
guerrieri che presto avrebbero affollato quella stanza per presentare
il
bottino e per farle un resoconto della spedizione.
Gli uomini si riunirono
presto.
“Abbiamo vinto
una grante vittoria quest’oggi. Non abbiamo
solo sconfitto la gente inglese. Con il grande esercito abbbiamo
vendicato la
morte del grande guerrieri Rganar Lothbrok. Gli abbiamo mostraro che
farebbero
meglio ad aver paura di noi! Gli abbiamo fatto vedere il nostro grande
potere e
la nostra immensa
forza. Gli abbiamo
rispediti strisciando a nascondersi nelle loro tane!
Quest’oggi abbiamo vinto
tutto questo! Quindi, mia gente, Per Ragnar: SKOLL”:
sollevò una coppa con
della birra.
“SKOLL”.
Tutta la sala
tremò sotto le urla e gli applausi dei
guerrieri.
Lisanna gli
guardò spaventata ma affascinata.
Era ancora legata ad Ivar
che prese presto posto in una
sedia ignorandola
completamente. Il ragazzo
si limitò a tirare e spingere la corda come se avesse in
mano un guinzaglio
particolarmente rigido.
Fece qualche brindisi con
persone a casò, mangià il cibo che
gli veniva servito dalle altre serve e parò con i suoi
fratelli come se lei non
fosse li.
“Hai
fame?”: le disse improvvisamente facendola sobbalzare.
Aveva notato il desiderio
nei suoi occhi mentre lo guardava
mangiare un pezzo di pollo.
Annuì
velocemnte con speranza negli occhi.
“Peccato che non
ti sei comportata bene oggi. Le ragazze
cattive non condividono il cibo con noi.” : disse ghignando
crudelmente e
finendo il pezzo di pollo davanti ai suoi occhi.
Un’altra ora
passò e lei rimase in silenzio finchè non
riuscì più a sopportare la fame, erano due giorni
che non mangiava.
“Ivar.”:
chiamò a bassa voce, terrorizzata dalla dua
possibile reazione ma cercando di raccogliere tutto il coraggio che
aveva in
corpo per riuscire a chiamarlo per nome.
“Cosa
c’è? Spero che sia importante.”
“Posso, posso
per favore avere un pochino di cibo?
Anche gli avanzi vanno bene, ti imploro. Sto
morendo di fame”.
Lui sollevo il braccio e
lei immediatamente si coprì il
volto con le mani pronta ad essere picchiata.
Dopo un po’ si
calmò notando che lui ancora non l’aveva
sfiorata, sbirciò attraverso la fessura delle mani e vide il
ragazzo che la
guardava con un sopracciglio alzato e un pezzo di pane nella mano tesa
verso di
lei.
“Oh,
grazie”: disse
stupita.
“Di niente,
tesoro”: rispose con un tono canzonatorio.
Finita la festa la
portò nella sua camera. Si sedette sul
letto e la guardò intensamente, scrutandola.
“Lisanna”:
disse fermamente.
Lei si girò per
guardarlo in faccia.
“Togliti i
vestiti”.
NOTE:
Eccoci di nuovo!
Ora ho dei piccoli appunti
da fare, delle cose chhe mi sono
state fatte notare tramite recensoni sui siti in inglese e vorrei fare
chiarezza anche qui.
1.
Ho cambiato alcuni eventi. Non
sto seguendo la
storyline della serie tv.
2.
Non mi sto concentrando sugli
eventi al di fuori
della relazione tra Ivar e Lisanna. Quwgli eventi sono li solo come
sfondo ma
non è ciò di cui parla la mia storia.
3.
Ivar è leggermente
OOC.
Ultima cosa che voglio
sottolineare è che io NON sono una
traduttrice, la mia mente ha pensato questa storia in lingua inglese,
motivo
per cui in italiano non rende come dovrebbe. Non sono soddisfatta della
versione italiana perchè purtroppo sono in grado di pensare in Inglese e in
Italiano ma faccio
fatica a tradurre un pesione da una lingua all’altra, e anzi,
più che a tradurlo
faccio fatica a renderlo in una
forma piacevole, se vedrò che fara troppo schifo la
traduzione vedrò cosa fare.
In caso
qui vi lascio
i link per la storia originale.
WATTPAD: https://www.wattpad.com/story/134865219-the-slave-and-the-boneless
ARCHIVE
FORUM OF OUR OWN: http://archiveofourown.org/works/13384311/chapters/30656700
FANFICITION.NET:
https://www.fanfiction.net/s/12801610/1/The-Slave-and-The-Boneless
Prossimo
Capitolo: mercoledì o giovedì
A presto!
Arechan96
|