The Slave and The Boneless

di Arechan96
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Intro ***
Capitolo 2: *** A New Home ***
Capitolo 3: *** Escape ***
Capitolo 4: *** Just a Slave ***



Capitolo 1
*** Intro ***


INTRO

“Fermo! Metti giù quell’ascia idota. Queste qui sono valide. Non dovremmo sprecare della carne buona. Possiamo venderle a Kattegat come schiave. Sono giovani e carine e ci sono così tante cose per cui potebbero essere  usate”: Ivar ghignò ad un mastodontico guerriero vichingo che si inchinò al suo ordine.

“Legale con delle corde e portale alle navi con il resto del bottino”.

Non c’era molto come bottino stavolta.

Erano andati in Inghilterra solo per vendicare la morte di re Ragnar, e così avevano fatto.

Non si erano fermati molto, giusto il tempo di far riprenere i guerrieri e di sistemare la barche ed erano partiti di nuovo.

Bjorn lo aiutò noncurante a salire su una delle navi e lui immediatamente strisciò in un angolo lontano dagli altri.

Era superiore a loro, se voleva stare da solo nessuno avrebbe dovuto dirgli niente, non che avrebbero avuto abbbastanza coraggio da farlo comunque.

Chiuse gli occhi con tutta l’intenzione di riposare un po’.

Salparono.

“Lasciami andare, stronzo! Sei solo un selvaggio, un pagano, lasciami!”

Ivar aprì un occhio chiaramente infastidito dal tono incrediilmente alto di quell’urlo proveniente da una delle schiave.

Vide il vichingo mastodontico cercare di toccare una delle schiave più giovani e lei che cercava di combattere al meglio che poteva.

In qualche modo riuscì a mordergli la mano a sangue.

Striscià annoiato verso di loro.

Il gigante indietreggiò non a suo agio.

Ivar si issò sui gomiti per poi appoggiarsi alla barca per mettersi in equilibrio.

Fissò intensamente la ragazza e le diede un forte manrovescio sulla guancia facendola sobbalzare per la sorpresa e il dolore.

“Pensi che non capiamo la tua lingua mmh? Pensi di poterci combattere? Pensi che potresti vincere uhn?”

Premette la sua mano sulla schiena di lei finchè non si sporse dalla barca con metà del corpo, quasi perdendo l’equilibrio.

“Sai, ancora un pochino di pressione e cadi nell’acqua. E siamo vicini a dove viviamo noi. Vedi, qui l’oceano è freddo come il ghiaccio. Non  resisteresti un giorno. Sai quanto è doloroso morire di freddo uhn? Vuoi provarci?”

Lei tremava solo in silenzio senzadare alcun cenno di vita.

“RISPONDIMI”: urlò mentre la spingeva verso l’acqua ancora un po’. “Vuoi provarci?”

La ragazza scosse la testa per dire no.

Meglio essere prigioniera e viva che libera e morta, pensò.

Ivar la lasciò andare con uno strattone indelicato e lei cadde subito in inocchio. Le gambe le tremavano e non ressero il suo peso.

“Non rifare una cosa così stupida di nuovo, la prossiama volta potrei non essere così compassionevole.”

E con uno sguardo disgustato tornò nel suo angolo chiudendo di nuovo gli occhi, sicuro che quella ridicola scenetta fosse bastata per tenerla al suo posto.

Lei si abbracciò le ginocchia e rimase zitta ed immobile per tutta la durata del viaggio.

I guerrieri le nutrirono con del pane e del pesce e con un po’ di acqua una volta al giorno.

Non sorsero altri problemi finchè non raggiunsero Kattegat.

 

NOTE:

Ciao a tutti!

Vorrei fare una premessa, questa è una traduzione.

La storia originale è stata scritta sempre da me, ma è stata pensata in inglese.

Quindi troverete magari che l’italiano non è fluente al 100% e questo è il motivo.

Se volete leggere l’originale il nome è lo stesso e la trovate  su Wattpad, Fanficition.net e Archive forum of our own.

Qui i link:

 

Fatemi sapere che ne pensate se vi va!

Al prossimo capitolo!

Arechan96

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Capitolo 2
*** A New Home ***


                                                                             

Appena raggiunsero Kattegat i guerrieri iniziarono a  scaricare il bottino dalle navi per portarlo nella sala grande per mostrare alla regina Lagherta cosa avevano preso e per poi dividerlo equamene tra loro.

Bjorn diede l’ordine di portare le schiave alla piazza del mercato per essere vendute.

“Ivar. Hai rovinato la più carina. E’ un vero peccato. Ora vale di meno”: disse Bjorn indicando il livido violaceo che si era formato sulla guancia della ragazza dove Ivar l’aveva colpita il giorno precedente.

Il ragazzo ghignò: “Niente di  cui preoccuparsi fratello. Non ho nessuna intenzione di venderla, ho intenzione di tenerla per me”.

“Tenerla per te? Non puoi farlo, non è tua”.

“Ah, non lo è? Sei sicuro? Pensi davvero che qualcuno oserà lamenarsi a riguardo uhn? Sono uno storpio, fratello, in caso non lo avessi notato. Ho bisogno di qualcuno che si prenda cura di me e dei miei bisogni speciali”.

“Io oso lamentarmi. E se la volessi comprare io? Non mi importa nemmeno del livido.” : Sigurd disse con estrema arroganza.

“Lei è mia. Non mi interessa di ciò che vuoi tu, fratello. L’ho già marchiata mia su quel suo bel faccino”

Ivar le accarezzò lentamente la guancia, prima delicatamente poi possesivamente.

“Non vuoi davvero litigare con me per lei, fratello. O mi sbaglio uhn?”

“Smettetela. Tutti e due. Sigurd, lascia che Ivar si preda la schiava. Sceglitene un’altra se è ciò che vuoi. Che  ti importa?”: Ubbe intervenne cercando di placare una possibile faida tra i due.

Il vichingo biondo se ne andò ma non senza lanciare a  suo fratello uno sguado di puro disprezzo e odio

Un guerriero enorme con una treccia ancora più grand ein quel momento spinse le schiave verso il mercato e Ivar tiò forte sulla corda legata ai plsi della ragazza e la fece inginocchiare vicino a lui.

Lei si lamentò per il dolore.

“Sei molto fortunata che parlo inglese lo sai vero? Essere il tuo padrone sarebbe stato un probelma altrimenti. Come ti chiami?”

Lei lo guardò con disprezzo e gli sputò in faccia.

“Ah-ah, mossa sbagliata tesoro. Non farmi pentire di averti scelta”

La colpì di nuovo con uno schiaffo sulla gi livida guancia.

“Quindi, come ti chiami?”

Girò la testa e  strizzò gli occhi preparandosi a ricevere un altro colpo, che non arrivò.

Lui invece le afferrò i capelli e tirò con tutta laforza delle braccia: “Non lo ripeterò di nuovo. Ultima possibilità. Come ti chiami?”

Scandì le ultime parole con estrema precisione e lei rispose riluttante: “Sono Lisanna”.

“Brava ragazza, Lisanna. Vedi? Non è stato poi così difficile. Se l’avessi fatto prima ti saresti risparmiata un bel po’ di dolore. Ora seguimi. Ti mostro la tua nuova casa.”: rispose lui lasciandole andare i capelli.

“Forza, su su, non abbiamo tutto il giorno”.

Lisanna si alzò tremando e lo swguì cercando di tenere la sua andatura lenta.

Gli faceva pena, cercava di muoversi il più velocemente possibile e riusciva  anche, in qualche strano modo, a strisciare con dignità.

Poteva davvero essere diventato il suo padrone?

Pensò che avrebbe dovuto essere facile scappare da uno storpio, ma poi notò lo sguardo di terrore che tutti avevano quando lo guardavano, notò come tutti si spostavano dalla sua strada per farlo passare e notò come addirittura alcune persone si chinavano leggermente nella sua direzione.

Perche tutti erano così spaventati da uno storpio?

Raggiunsero una grossa struttura abbastanza rapidamente ed entrarono.

Sul trono era seduto una donna bionda incredibilemnte bella. Portava i capelli legati in delle trecce che tenevano la corona ferma sulla sua testa.

“Ivar. Bentornato. Chi è questa ragazza?”: chiese.

Ivar scrollò le spalle guardando la regina metà con rabbia e metà con rispetto.

Aveva rinunciato alla sua vendetta contro Lagertha. Non voleva combattere contro i  suoi fratelli. Suo padre l’avrebbe odiato.

“Il suo nome è Lisanna. L’abbiamo presa dall’inghilerra con alcune altre ragazze che abbiamo venduto. Ma questa qui è mia”.

Lagertha annuì e lo lasciò andare. Doveva occuparsi dei guerrieri che presto avrebbero affollato quella stanza per presentare il bottino e per farle un resoconto della spedizione.

Gli uomini si riunirono presto.

“Abbiamo vinto una grante vittoria quest’oggi. Non abbiamo solo sconfitto la gente inglese. Con il grande esercito abbbiamo vendicato la morte del grande guerrieri Rganar Lothbrok. Gli abbiamo mostraro che farebbero meglio ad aver paura di noi! Gli abbiamo fatto vedere il nostro grande potere e la nostra  immensa forza. Gli abbiamo rispediti strisciando a nascondersi nelle loro tane! Quest’oggi abbiamo vinto tutto questo! Quindi, mia gente, Per Ragnar: SKOLL”: sollevò una coppa con della birra.

“SKOLL”.

Tutta la sala tremò sotto le urla e gli applausi dei guerrieri.

Lisanna gli guardò spaventata ma affascinata.

Era ancora legata ad Ivar che prese presto posto in una sedia  ignorandola completamente. Il ragazzo si limitò a tirare e spingere la corda come se avesse in mano un guinzaglio particolarmente rigido.

Fece qualche brindisi con persone a casò, mangià il cibo che gli veniva servito dalle altre serve e parò con i suoi fratelli come se lei non fosse li.

“Hai fame?”: le disse improvvisamente facendola sobbalzare.

Aveva notato il desiderio nei suoi occhi mentre lo guardava mangiare un pezzo di pollo.

Annuì velocemnte con speranza negli occhi.

“Peccato che non ti sei comportata bene oggi. Le ragazze cattive non condividono il cibo con noi.” : disse ghignando crudelmente e finendo il pezzo di pollo davanti ai suoi occhi.

Un’altra ora passò e lei rimase in silenzio finchè non riuscì più a sopportare la fame, erano due giorni che non mangiava.

“Ivar.”: chiamò a bassa voce, terrorizzata dalla dua possibile reazione ma cercando di raccogliere tutto il coraggio che aveva in corpo per riuscire a chiamarlo per nome.

“Cosa c’è? Spero che sia importante.”

“Posso, posso per favore avere un pochino di cibo?  Anche gli avanzi vanno bene, ti imploro. Sto morendo di fame”.

Lui sollevo il braccio e lei immediatamente si coprì il volto con le mani pronta ad essere picchiata.

Dopo un po’ si calmò notando che lui ancora non l’aveva sfiorata, sbirciò attraverso la fessura delle mani e vide il ragazzo che la guardava con un sopracciglio alzato e un pezzo di pane nella mano tesa verso di lei.

“Oh, grazie”: disse  stupita.

“Di niente, tesoro”: rispose con un tono canzonatorio.

Finita la festa la portò nella sua camera. Si sedette sul letto e la guardò intensamente, scrutandola.

“Lisanna”: disse fermamente.

Lei si girò per guardarlo in faccia.

“Togliti i vestiti”.

 

NOTE:

 

Eccoci di nuovo!

Ora ho dei piccoli appunti da fare, delle cose chhe mi sono state fatte notare tramite recensoni sui siti in inglese e vorrei fare chiarezza anche qui.

1.       Ho cambiato alcuni eventi. Non sto seguendo la storyline della serie tv.

2.       Non mi sto concentrando sugli eventi al di fuori della relazione tra Ivar e Lisanna. Quwgli eventi sono li solo come sfondo ma non è ciò di cui parla la mia storia.

3.       Ivar è leggermente OOC.

Ultima cosa che voglio sottolineare è che io NON sono una traduttrice, la mia mente ha pensato questa storia in lingua inglese, motivo per cui in italiano non rende come dovrebbe. Non sono soddisfatta della versione italiana perchè purtroppo sono in grado  di pensare in Inglese e in Italiano ma faccio fatica a tradurre un pesione da una lingua all’altra, e anzi, più che a  tradurlo faccio fatica a renderlo in una forma piacevole, se vedrò che fara troppo schifo la traduzione vedrò cosa fare.

In caso  qui vi lascio i link per la storia originale.

WATTPAD: https://www.wattpad.com/story/134865219-the-slave-and-the-boneless

 

ARCHIVE FORUM OF OUR OWN: http://archiveofourown.org/works/13384311/chapters/30656700

 

FANFICITION.NET: https://www.fanfiction.net/s/12801610/1/The-Slave-and-The-Boneless

 

Prossimo Capitolo: mercoledì o giovedì

 

A presto!

Arechan96

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Capitolo 3
*** Escape ***


“Lisanna. Togliti i vestiti”.

La ragazza andò in panico, avrebbe potuto sopportare tutto tranne l’essere stuprata, sopratutto da lui.

Ma vide anche una valida opportunità di fuga: il ragazzo era seduto sul letto, dall’altro lato della stanza, avrebbe avuto bisogno di parecchio tempo per riuscire ad alzarsi, sdraiarsi per terra senza farsi male e inizare a inseguirla.

In più sapeva che la festa nella sala grande era finita, quindi aveva buone possibilità di trovarla deserta.

Non ci pensò due volte e corse verso la porta della camera, uscì di fretta e corse più veolce che poteva verso l’ingresso principale.

Uscì, si guardò indietro per una frazione di secondo e crollò disperata in una risata di puro panico.

L’aveva realizzato solo in quel momento: non aveva nessun posto dove andare.

All’inziò penso di rubare una barca per salpare verso la sua casa ma sapeva perfettamente che non sarebbe mai riuscita a gestire una barca da sola, in più Ivar le aveva parlato di quanto fosse doloroso morire congelati nell’oceano e lei voleva assolutamente evitarsi questo destino.

Avrebbe potuto fuggire a piedi, vagando per queste terre selvagge, ma qualcuno l’avrebbe sicuramente trovata, o magari sarebbe morta di fame, di sete o di freddo.

Non sapeva cosa fare.

Stava iniziando a camminare quando una mano solida le afferò una spalla obbligandola a voltarsi.

Sigurd era davanti a lei ghignando crudelmente: “Schiava. Mio fratello non sarà contento si sapere della tua piccola fuga, lo sai questo vero? Mi domando che cosa ti farà...Sai, Ivar è famoso per la sua crudeltà”.

Non aveva bisogno di capire la loro lingua per sapere che non le aveva detto nulla di buono.

La spinse indietro nella casa dove trovarono Ivar che strisciava verso di loro.

“Fratello, grazie agli dei l’ho trovata, stava cercando di scappare”.

Sigurd accarezzò rudemente le sue parti private. Afferrò con forza uno dei suoi seni e lo schiacciò forte con una mano, mentre con l’altra andò giù, tra le sue gambe.

“Magari, dato che l’ho trovata, dovrei essere ricompensato con la sua presenza per un po’, non pensi?”

Ancora una volta, non ebbe bisogno di capire la lingua per sapere cosa il ragazzo biondo volesse da lei. Era  stato molto chiaro.

Lisanna tremava sotto il suo tocco e cercò lo sguardo di Ivar: ironicamente lui era l’unico che avrebbe potuto salvarla in quel momento.

“Che cosa volevi fare Lisanna? Volevi tornare in Inghilterra a nuoto? Volevi scappare da me? Ti rendi conto di quanto tu sia stata fortunata a finire come serva nella casa della regina? Vuoi che ti venda? Magari dovrei lasciare che Sigurd ti possegga per un po’ e poi quando si stanca potrei venderti al mercato. Che ne pensi? Così verrai trattata come tutte le altre schiave, probabilmente finirai a dormire con i maiali e tutto il resto. E’ quello che vuoi huh?”: chiese Ivar prendendola in giro.

Scosse la testa per dire no.

Non voleva essere venduta, e non voleva nemmeno essere la schiava di Sigurd.

Ivar era pessimo, essere la sua schiava era orribile e lei lo odiava per quello che le aveva fatto, ma era meglio di suo fratello, meglio di tutti gli altri guerreri che aveva visto nella sala grande alla festa.

Loro la terrorizzavano più di lui, almeno Ivar era un bel ragazzo, parlava la sua lingua, e sembrava lavarsi un po’ più degli altri.

Sigur era viscido e la disgustava, mentalmente era in grado di salvare gli altri fratelli: Ubbe, Bjorn e Hvisterk non sembravano poi male.

“Ivar, ti prego, non ci riproverò di nuovo, lo giuro. Per favore, non vendermi. Ti imploro. Per favore, chiedi a tuo fratello di lasciarmi adare”.

Sorrise debolmente, non aveva davvero avuto intenzione di venderla, o di darla a suo fratello. Voleva solo spavantarla un po’, e dimostrarle quanto fortunata fosse  stata ad essere finita con lui. Ma voleva anche provarle quanto potere aveva  su  di lei, la sua vita apparteneva a lui e lui poteva  decidere tutto riguardo a lei.

“Sigurd, lasciala”: ordinò.

Il biondo liberò la presa sulla ragazza, non voleva litigare, non adesso, non era dell’umore adatto.

Lisanna corse velocemente verso Ivar, per la prima volta  contenta di essere al suo fiianco.

“Lisanna, sei stata fortunata oggi. Saresti morta fuori da sola. Ma, non provare mai più una cosa del genere. Potrei non essere così caritatevole la prossima volta. Sono stato chiaro, hun?”

Lei annuì mentre lo seguiva nella sua stanza, lo aiutò a salire  sul letto e lo coprì con una pesante coperta di pelliccia.

Lo guardò, insicura su cosa fare.

“Togliti i vestiti, Lisanna. E non avere paura. Quello che intendevo prima è che stai indossando degli abiti inglesi. Qui fa molto più freddo che nella tua terra di origine. Volevo solo darti qualcosa di più appropriato. Come questo”

Le passò un vestito di lana, chiaramente già usato ma morbido al tatto e decisamente più caldo di quello che stava indossando lei.

Si chinò per ringraziarlo ma non appena allungò la mano per afferrare il vestito lui lo strattonò via.

“Non oggi tesoro, hai provato a scappare ricordi? Devi essere punita, devo insegnarti come comportarti davanti a me. Stanotte dormirai nuda, sul pavimento. Sono sicuro che non congelerai dato che siamo all’interno, ma non sarai nemmeno comoda, sopratutto sapendo ciò che avresti potuto avere se non ti fossi comportata male. Ora avvicinati, da brava, e lascia che ti leghi i polsi.”

Abbassò tristemente la testa ma obbedì allugando le braccia così che lui potesse legarla.

Allacciò la corda intorno alle sue mani in modo più stretto di quato fosse in realtà necessario, ma lei non si lamentò e lui aprezzò questa sottomissione. Finì di legarla e attaccò la corda sulla spalliera del suo letto.

“Ora va a sdraiarti in quell’angolo, dove posso vederti. Se ti comporti bene domani puoi avere il vestito, del cibo e un bagno caldo. E in più ti slegehrò i polsi, okay?”

Lisanna sorrise alla sua insapettata dolcezza e annuì.

Si stese sul pavimento duro e subito dopo si girò per guardare Ivar.

Stava respirando in modo leggero, con gli occhi chiusi e una strana espressione pacifica sul volto.

“Buonanotte Ivar”: sussurò.

Lui sorrise nel buio della stanza.

 

NOTE:

E questa è la parte dovo cerco di racimolare recensioni ahah

Allora che ne pensate?

Vi avviso già, dal prossimo capitolo ci sarà un decisivo aummento di contenuti forti e di violenza.

Diventerà tutto un po’ più cruento per un bel po’.

Alla prossima (giovedì)

Arechan96

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Capitolo 4
*** Just a Slave ***


CAPITOLO 4

JUST A SLAVE

Lisanna si svegliò con le prime luci dell’alba.

I polsi le dolevano a causa delle corde strette con troppa forza sulla sua pelle delicata.

Segni  rossi e sangue decoravano il suo corpo.

Stava tremando per il freddo, aveva dormito nuda sul pavimento di legno.

Si mosse leggermente, cercando di non svegliare Ivar ma fallì e i suoi occhi si aprirono lentamente, ancora impastati dal sonno.

“Lisanna. Preparami un bagno. Metti la vasca sul fuoco. Voglio che sia caldo. Poi mi aiuterai a lavarmi e se ti comporterai bene potrei lasciarti usare l’acqua dopo che avrò finito io”: scattò il raggazzo.

Fantasico, pensò lei, si era svegliato di pessimo umore.

“Si Ivar. Posso mettermi qualcosa addosso? Non volgio che le altre persone mi vedano cosi, se posso evitarlo”: provò ad essere gentile e sottomessa. Voleva davvero che lui le permettesse di vestirmi, non poteva lamentarsi adesso.

Stava cercando in tutti i modi di eviatre unn’altra umiliazione. Una cosa era essere umiliata davanti ad una  sola persona, davanti a lui, un’altra era esserlo davanti a tutti la sua famiglia.

Lui annuì con noncuranza e le passò il vestito di lana.

Si vestì di fretta e obbedì al suo primo ordine ufficiale come serva.

Riempì la vasca secchio a secchio, le braccia le facevano male quando finì, non era abituata a sollevare dei recipienti così pesanti.

Spense il fuoco prima di aiutarlo a svestirsi e ad entrare nella vasca.

Non riusciva a smettere di guardare le sue gambe nude: erano più sottili del normale, le ossa erano fragili e storte e non c’era niente oltre a poca pelle attaccata ad esse.

“Ti disgustano?”

Aveva notato lo sguardo di lei e non aveva potuto evitare di sentirsi vulenarabile e arrabbiato per la pena che lei chiaramente provava.

“No. Solo solo strane, non ho mai visto una cosa così in tutta la mia vita. Ma non mi disgustano, sono solo diverse.”

Fece scivolare lentamente la sua mano sulle gambe, accarezzandole, mentre lo lavava e lui chiuse gli occhi a disagio.

Non le credeva.

Le scansò le mani rudemente e le afferrò il viso con durezza, le sue mani premevano sulle guance di lei.

Di questo passo il livido non le sarebbe mai passato.

“Ascolatmi bene. Non osare mai più toccarmi le gambe. Dono ti azzardare nemmeno a guardarle di nuovo con quello sguardo pensoso che ti ritrovi. Non mi serve la tua commpassione. Fallo di nuovo e ti uccido. Facendoti soffrire, è una promessa. Sono stato chiaro uhn?”: le diede due manrovesci forti.

Lacrime amare le riempirono gli occhi a causa dei colpi e lei abbassò la testa ammutolita.

“Non  ti abbassare, guardami negli occhi, sgualdrina. Volgio vederti piangere. Volgio vedere la tua espressione di dolore. Sei solo una schiava. Non ti meriti di essere trattaba così bene come ho fatto fino ad ora.”

Le diede un altro manrovescio, più forte di prima, se era possibile e stavolta non pianse solo per il dolore fisico ma perchè le sue parole in qualche modo l’avevano ferita nel profondo.

“Ivar. Non avevo intenzione di fer...”: iniziò ma fu immediatamente interrotta dal suo grido arrabbiato e da uno schiaffo.

“Chiudi quella cazzo di bocca. Non ti ho chiesto un’opinione. Non parlerai più senza il mio permesso da adesso. Imarerai non solo a rispettarmi, ma sopratutto a temermi. Ora rapida, aiutami ad uscire, vestimi e seguimi della sala per la colzione. In silezio. Se osi spiccicare una singola parole ti taglio la lingua e te la faccio mangiare. E se ti rifiuti, ti lascio senza cibo finchè non mi implorerai di fartela mangiare.”

Lisanna annuì tremando terrorizzata.

Aveva fatto un casino senza volerlo. Non pensava di aver detto o fatto qualcosa di così grave per meritarsi quel trattamento. Non voleva ferirlo.

Raggiunsero la sala in silezio.

Lagertha e i fratelli di Ivar stavano gi mangiando.

“Servimi”: ordinò il ragazzo.

Lisanna obbedì senza incrociare il suo sguardo. Questa volta non ebbe il coraggio di chiedergli del cibo, quindi rimase al suo posto in silezio, sguardo a terra e testa bassa.

Tutti notarono la sua faccia piena di lividi, il suo sguardo terrorizzato, ma a nessunno importava abbastanza.

Era solo una schiava dopotutto, se avesse voluto Ivar avrebbe anche potuto uccderla. E questo lei lo sapeva molot bene.

La sua vera natura iniziava a manifestarsi: finì di mangiare e mise gli avanzi in un piatto, lo lanciò a terra e le ordinò di mangiare.

“No, non così. Volgio che mangi in ginocchio, a quattro zampe, senza usare le mani, come la cagna che sei.”

Il cuore della ragazza perse un battito. Stava indubbamente  cercando di umiliarla davanti a tutti per divertimento.

Margarethe rideva, Sigurd era eccitato alla vista, a Hvisterk non importava più di tanto e gli altri si limitavano a guardarla con pena.

Lo implorò con gli occhi di smettere, lo implorò di finirla con queste stupidate, lo implorò di avere pietà di  lei, ma lui non ascoltò.

Fu obbligata ad obbedire, era spaventata.

Lisanna si abbassò sulle ginocchiia, lo guardò un’ultima volta, perse le speranze e chinò la testa mangiando come le era stato ordinato.

Quando ebbe finito, lui le lanciò dell’acqua addosso, spargendone un po’ sul pavimento, lasciandola tremante a causa del liquido ghiacciato che le impregava il vestito.

“Puoi leccarla dal pavimento se hai sete. Se fossi in te io lo farei. Non ti darò altro da bere prima di stasera.”: disse freddamente, senza nemmeno guardarla.

Alla fine la avvicinò, erano allo stesso livello dato che non le aveva ancora dato il permesso di alzarsi in piedi.

“Ho delle commissione di fare oggi. Tu resterai qui, obbedirai a tutti gli ordini di Lagertha e dei miei fratelli e non ti lamenterai. Nel frattempo ti prepareai per stanotte. Non avevo intenzione di arrivare a questo prima ma ho cambiato idea”: disse fermamente.

“Questa notte mi darai piacere.”

 

 

NOTE:

Eccoci di nuovo alla parte dove  imploro per avere recensioni!

Quindi, se vi è piaciuto (o se vi ha fatto schifo), sentitevi liberissimmi di farmelo spaere qui!

Questo per ora è il mio capitolo preferito. (In inglese, in italiano non rende come verrei ma mi diverto a tradurre a  caso e quindi continuerò a postarlo)

Vorrei anche ringraziare tutti quelli che seguono, che  leggono, che recensiscono e anche chi entra qui per sbaglio!

CI vediamo Mercoledì!

P.S. La Shot che avrei dovuto pubblicare lunedì, tarderà un pochino, in inggese  arriverà lunedì mentre  in italiano un pochino più tardi.

Vi lascio comunque i link degli account con le storie in lingua originale.

WATTPAD: https://www.wattpad.com/story/134865219-the-slave-and-the-boneless

 

ARCHIVE FORUM OF OUR OWN: http://archiveofourown.org/works/13384311/chapters/30656700

 

FANFICITION.NET: https://www.fanfiction.net/s/12801610/1/The-Slave-and-The-Boneless

SKOLL

Arechan96

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