ti amerò a breve

di mrsmary14
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Chapter 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***



Capitolo 1
*** Chapter 1 ***


Capitolo 1

5 Marzo 2016

-" Ross, svegliati, siamo in ritardo!"

-" Cosa? Hey ma che ore sono?"

-" Non importa, siamo in ritardo rischiamo di prendere il treno e abbiamo da fare ancora un sacco di cose! Dai su,alzati per favore!"

-" Ok ok, calma però altrimenti succede come le altre volte."

Ross era la mia migliore amica, una di quelle che la vita ti fa incontrare per caso e che puntualmente ti cambia la vita. Una di quelle amiche che diventano come angeli custodi che seguono tutti i tuoi passi, ti prendono per mano e ti aiutano a superare ogni ostacolo. Ma il nostro legame era qualcosa che andava addirittura oltre tutto questo, avevamo una cosa che ci teneva unite da diversi anni e che ci aveva portato a mettere a nudo tutte le nostre paure, la pallavolo. Si sa, per molti questo è uno sport banale e lasciamo a chi lo crede questo pensiero ma ditemi voi se c'è un altro sport come questo in grado di unire cosi tanto le persone? Uno sport che permette di riscattarti dopo un errore così facilmente. E come già detto, è stato proprio questo sport a cambiarmi la vita.

La pallavolo mi aveva fatto conoscere, oltre alla mia migliore amica, il ragazzo più intelligente,astuto,testardo, solare, premuroso e grato del mondo, mi aveva semplicemente fatto conoscere Alek , o meglio, Aleksandar. E tra poche ore lo avrei finalmente rivisto.

-" Ok, hai preso tutto? possiamo andare?" dissi.

-"Prendo il cellulare e possiamo andare. Tu invece? Sicura di non aver dimenticato qualcosa..tipo.. la testa?"

-" Ah ah ah, sempre molto gentile. Dai su, ti aspetto in macchina, nel frattempo carico i bagagli." dissi rivolgendomi a Ross.

Salimmo in macchina e ci avviammo verso la stazione, direzione Perugia. Il giorno seguente si sarebbe disputata una partita decisiva per la Sir Safety, la squadra di Alek, una partita che ci avrebbe garantito l'accesso ai Play-off della Champions. Io e Ross avevamo programmato questo viaggio da mesi ormai, ma non era una novità andare ad una sua partita, anzi erano più le volte che vedevo giocare lui che giocare io stessa con la mia squadra. Tutti mi avevano sempre criticata per questa scelta, investire tempo e denaro per un amore platonico ma non mi ero mai fatta abbattere da tutto questo e poi avevo la fortuna di avere al mio fianco una persona più matta di me.

-"Certo che è assurdo."

-"Cosa intendi Ross?"

-" E' assurdo come tu non abbia mai avuto il coraggio di avvicinarti a lui neanche per chiedergli una foto eppure di occasioni ce ne sono state tante.. fin troppe direi." - disse Ross, ammonendomi con uno sguardo severo ma compiaciuto.

-" Ti prego di non tornare sull'argomento. Ti ho già spiegato che l'imbarazzo mi blocca, ogni volta che lo vedo, dai lo sai, mi blocco, ho lo sguardo fisso nel vuoto come se avessi visto Dio."

-" Lo so, ti capisco, ma che senso ha allora tutto questo? Abbandonare letteralmente le nostre vite per questi viaggi, lo sai che adesso le TV trasmettono le partite in ultra HD e che vederlo da casa e vederlo dal vivo sarebbe quasi la stessa cosa? Ti prometto una cosa, questa sarà l'ultima volta che ti asseconderò e che verrò con te se tu domani non cercherai di fare qualcosa. Sono anni che ci provi, dovrai pur fare un passo avanti, lui non sa neanche della tua esistenza. Capisci?"

Alle sue parole non riuscii neanche a rispondere, sapevo che aveva ragione mi limitai soltanto a poggiare la testa sul sedile del treno. Durante il viaggio non feci altro che pensare a quanto ingenua e stupida fossi, mi sembrava di avere 14 anni delle volte, mi sembrava di essere una ragazzina invaghita del suo idolo. E anche se apparentemente poteva sembrare così, io sapevo che in fondo quel sentimento andava oltre.

Dopo ore di viaggio arrivammo finalmente a Perugia e come misi il piede a terra fuori dal treno sentii il cuore come chiudersi in una morsa, era questo l'effetto che mi faceva il sapere di essere più vicina del solito , poichè abitavo in Puglia, da lui.

Io e Ross ci incaminammo verso l'hotel, fortunatamente non era molto distante dalla stazione ma ahimè lo era dal Pala Evangelisti, il famigerato palazzetto , casa della squadra.

-" Che dici? Cerchiamo un posto per andare a ballare questa sera? O magari qualche locale in centro dove svagarci, magari incontriam qualcuno" - disse Ross con tono scherzoso.

-"Perché no dai, adesso mi metto alla ricerca tu nel frattempo entra in doccia così risparmiamo tempo dato che sono già le otto di sera"-

Presi l'ipad e trovai un sacco di locali, scegliere in quale andare non fu così difficile poichè essendo la sera prima della partita sarebbe stato difficile incontrarlo in un locale. Così, iniziai a prepararmi anche io, per " l'occasione" indossai un top in pizzo su di un jeans skinny strappato, un paio di stivaletti, rossetto rosso , il famoso chiodo della fortuna e via.

-"Vieni Ro dobbiamo andare per di qui per raggiungere il locale, ho impostato il navigatore altrimenti sicuro ci perdiamo"

-" Ehm cambio di programma, ho un certo langorino,seguimi tu ti porto a mangiare."

Dalle sue parole sentii subito che stesse tramando qualcosa ma decisi comunque di non controbbattere e la presi per mano per seguirla. Arrivammo in un locale grazioso, non troppo grande, in pieno centro, si chiama La Serra.

-" Beh, leggi qua, c'è scritto che si accettano solo prenotazioni e adesso?"

-" Mary, non preoccuparti, fidati di me, entriamo."

Entrammo..et voilà, un infarto. Spalle grandi, altezza non sconosciuta, capelli ricci, braccia possenti.

" No, Ro no, non è possibile. Oddio, ora mi sento male. Ma come hai fatto?"

-" Ho semplicemente visto una storia su instagram e mentre tu eri a farti bella io mi sono data da fare. Adesso però cerca di mantenere la calma, vieni andiamo a sederci quello è il nostro tavolo". 

-" Che fortuna, hai scelto proprio il tavolo migliore, mi tocca averlo difronte per tutta la serata, sono sicura di fare delle grandissime figure di merda" dissi. Le mani mi tremavano, la voce era rotta, ero diventata un pezzo di marmo. Ma subito pensai a quando mi sarebbe mai capitata un occasione così e allora mi tranquillizzai. Alek era a cena con due sue compagni di squadra, Potke, nonchè suo migliore amico e Dore Della Lunga.

Non gli tolsi gli occhi di dosso, cercai un contatto visivo ma nulla.

"Prima che vanno via fai qualcosa, alzati e chiedi loro una foto, fallo per me Mary"

-" Va bene, te lo prometto, sempre se non svengo."

Stavo sorseggiando un bicchiere di vino quando sentii Potke chiamare il cameriere per il conto. Al che, mandai giù tutto il bicchiere e con uno sguardo fiero e un passo deciso mi incamminai verso di loro.

" Scusate il disturbo, posso chiedere di alzarvi per farvi una foto?" - non riuscivo ancora a capacitarmi di quello che stavo facendo.

-" Ma certo vieni qui"- disse Alek. Ci mettemmo a semicerchio per la foto, avevo la sua mano che mi cingeva la vita e la mia che poggiava sulla sua schiena, mi sembrava di non respirare.

-" Ecco a te la tua foto. Sei di Perugia?"- mi chiese Dore.

-"Purtroppo no,ma vengo da un posto altrettanto bello, la Puglia. Sono venuta qui con la mia amica, seduta a quel tavolo, per... per conoscere la città".

-" Ah, pensavo fosse venute qui per la partita di domani"- Intervenne Alek. Avrei voluto dirgli che ero veramente lì per quello,anzi per lui e che c'ero sempre stata ma qualcosa mi bloccò. Rimasi per qualche istante in silenzio,fissando il vuoto, riflettendo su quello che mi aveva sempre detto Ross, le sue parole risuonavano nella mia testa come eco. E mi feci coraggio.

-" Beh, a dir la verità, è proprio questo il motivo. Non è la prima volta che molliamo tutto per venire a sostenervi, siamo anche noi delle pallavoliste certo non ai vostri livelli direi che siamo lontani anni luce su questo ma comunque amiamo questo sport."

-" Ah davvero? Wow. E' davvero bello sapere di avere qualcuno pronto a sostenerti sempre, qualcuno pronto a seguirti ovunque." rispose Alek con un tono di voce dolcissimo.

-" Se fosse per questo io ti seguirei fino ai confini del mondo..." - cosa cavolo avevo detto? ma perchè non riesco a pensare prima di parlare? Oh no, che figura, e adesso come ne esco fuori? Pensai tra me e me.

-" Cosa? ahahah" - disse Alek. Eccoci, ero riuscita a rovinare tutto.

-" Ehm, no nulla. Sai quando hai una passione così forte, come la ho io per la pallavolo saresti disposto a tutto pur di coltivarla". - poi continuai - "Bene, adesso vi lascio, scusate il disturbo e grazie ancora. In bocca al lupo del domani, mi raccomando, voglio vedervi vincitori!"

-" Grazie, crepi!" - risposero loro in coro.

Il tragitto tavolo Alek-tavolo nostro fu interminabile, ero di spalle ma sentivo i loro occhi puntati su di me e sopratutto sentivo il peso della figuraccia che avevo appena fatto. E cosa avrei detto a Ross adesso? Avrebbe sicuramente riso di me, ma cercai comunque di non far finta di niente.

-" Allora com'è andata? Ti ho cronometrata hai resistito per più di 4 minuti senza svenire! Cosa gli hai detto?" -

-" Ahahah addirittura cronometrata eh? Grazie! Comunque nulla di che, ho chiesto una foto e poi abbiamo discusso sulla partita di domani. Ah, gli ho detto che siamo forti sostenitrici della loro squadra e che siamo qui a Perugia, dalla Puglia, esclusivamente per loro. E poi basta, sono corsa da te!"- dissi cercando di guardarla non troppo negli occhi altrimenti avrebbe capito che c'era qualcos'altro sotto.

-" Adesso però ho bisogno di prendere una boccata d'aria, andiamo fuori?"-

Quando mi voltai i ragazzi ero andati via, non riesco ancora a capire se mi sentissi sollevata o altro, ciò che era certo e che avevo veramente bisogno di prendere aria così infilai di corsa il chiodo e mi diressi verso l'uscita.

"Hey, ci vediamo alla partita domani quindi?"- impiegai un istante a capire chi mi stesse parlando,Alek mi aveva preso per un braccio e mi guardava dritta negli occhi. Il suo sguardo mi era arrivato ad un solo centimetro dal cuore, e io ne sentivo la sua forza.

-" S-s-s-s-i certo, noi saremo lì, per l'occasione abbiamo preso i biglietti anche in tribuna vip!"-risposi sorridendo. Avrei voluto che non lasciasse mai la presa dal mio braccio, ma appena terminata la frase Alek mi lasciò andare, mi sorrire e fece un cenno con la testa. In tutto questo Ross era dietro di me, mi mise la mano sulla schiena e mi spinse avanti per cercare di farmi camminare mentre io realizzavo ancora la situazione.

-" Non ci posso credere! Lui ti ha fermata per chiedere se domani saresti andata alla sua partita? Ho sentito bene vero? Non ho immaginato tutto?" - mi domandò Ross spingendomi sul letto dell'Hotel e buttandosi su di me nel tentare di abbracciarmi.

-" Tranquilla non hai sognato nulla, è andata così. Ma non illudiamoci, sono sicura che lo avrebbe fatto con chiunque. Domani dopo la partita sarà di nuovo finito tutto e come sempre dovrò aspettare altre 3 settimane per rivederlo, così si fa per dire. Adesso sono molto stanca, voglio essere riposata per domai, andiamo a letto?"- dissi imbronciando il muso con un cucciolo, per cercare un suo consenso ed evitare domande a cui non savrei saputo dare una risposta.

-" Va bene signorina, ma l'argomento non finisce qui."

Per tutta la notte non chiusi occhio, la voce di Alek rimbalzava su ogni millimetro nella mia testa. Avrei avuto solamente un occasione per "noi" e poi fine dei giochi. Così mi chiesi " e se non ce la faccio?" e tra una lacrima e l'altra riuscii anche a darmi una risposta " se hai paura di non potercela fare è perché sai benissimo che invece puoi,altrimenti neanche ci proveresti" . Persino la mia coscienza cercava di spingermi ad agire ma l'unica cosa che mi venne da fare in quel momento fu quella di prendere il telefono. Aprii i social, ero tentata di inviare un messaggio ad Alek su instagram, ma sapendo che non lo avrebbe mai letto, mi limitai a guardare per la miliardesima volta le sue foto. E proprio adorando letteralmente, con gli occhi stanchi, la mia preferita, mi addormentai.

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


5 Marzo 2016

-" Ross, svegliati, siamo in ritardo!" 
-" Cosa? Hey ma che ore sono?"
-" Non importa, siamo in ritardo rischiamo di prendere il treno e abbiamo da fare ancora un sacco di cose! Dai su,alzati per favore!" 
-" Ok ok, calma però altrimenti succede come le altre volte." 
Ross era la mia migliore amica, una di quelle che la vita ti fa incontrare per caso e che puntualmente ti cambia la vita. Una di quelle amiche che diventano come angeli custodi che seguono tutti i tuoi passi, ti prendono per mano e ti aiutano a superare ogni ostacolo. Ma il nostro legame era qualcosa che andava addirittura oltre tutto questo, avevamo una cosa che ci teneva unite da diversi anni e che ci aveva portato a mettere a nudo tutte le nostre paure, la pallavolo. Si sa, per molti questo è uno sport banale e lasciamo a chi lo crede questo pensiero ma ditemi voi se c'è un altro sport come questo in grado di unire cosi tanto le persone? Uno sport che permette di riscattarti dopo un errore così facilmente. E come già detto, è stato proprio questo sport a cambiarmi la vita. 
La pallavolo mi aveva fatto conoscere, oltre alla mia migliore amica, il ragazzo più intelligente,astuto,testardo, solare, premuroso e grato del mondo, mi aveva semplicemente fatto conoscere Alek , o meglio, Aleksandar. E tra poche ore lo avrei finalmente rivisto.

-" Ok, hai preso tutto? possiamo andare?" dissi.
-"Prendo il cellulare e possiamo andare. Tu invece? Sicura di non aver dimenticato qualcosa..tipo.. la testa?" 
-" Ah ah ah, sempre molto gentile. Dai su, ti aspetto in macchina, nel frattempo carico i bagagli." dissi rivolgendomi a Ross.

Salimmo in macchina e ci avviammo verso la stazione, direzione Perugia. Il giorno seguente si sarebbe disputata una partita decisiva per la Sir Safety, la squadra di Alek, una partita che ci avrebbe garantito l'accesso ai Play-off della Champions. Io e Ross avevamo programmato questo viaggio da mesi ormai, ma non era una novità andare ad una sua partita, anzi erano più le volte che vedevo giocare lui che giocare io stessa con la mia squadra. Tutti mi avevano sempre criticata per questa scelta, investire tempo e denaro per un amore platonico ma non mi ero mai fatta abbattere da tutto questo e poi avevo la fortuna di avere al mio fianco una persona più matta di me.

-"Certo che è assurdo."
-"Cosa intendi Ross?"
-" E' assurdo come tu non abbia mai avuto il coraggio di avvicinarti a lui neanche per chiedergli una foto eppure di occasioni ce ne sono state tante.. fin troppe direi." - disse Ross, ammonendomi con uno sguardo severo ma compiaciuto.
-" Ti prego di non tornare sull'argomento. Ti ho già spiegato che l'imbarazzo mi blocca, ogni volta che lo vedo, dai lo sai, mi blocco, ho lo sguardo fisso nel vuoto come se avessi visto Dio."
-" Lo so, ti capisco, ma che senso ha allora tutto questo? Abbandonare letteralmente le nostre vite per questi viaggi, lo sai che adesso le TV trasmettono le partite in ultra HD e che vederlo da casa e vederlo dal vivo sarebbe quasi la stessa cosa? Ti prometto una cosa, questa sarà l'ultima volta che ti asseconderò e che verrò con te se tu domani non cercherai di fare qualcosa. Sono anni che ci provi, dovrai pur fare un passo avanti, lui non sa neanche della tua esistenza. Capisci?"

Alle sue parole non riuscii neanche a rispondere, sapevo che aveva ragione mi limitai soltanto a poggiare la testa sul sedile del treno. Durante il viaggio non feci altro che pensare a quanto ingenua e stupida fossi, mi sembrava di avere 14 anni delle volte, mi sembrava di essere una ragazzina invaghita del suo idolo. E anche se apparentemente poteva sembrare così, io sapevo che in fondo quel sentimento andava oltre. 
Dopo ore di viaggio arrivammo finalmente a Perugia e come misi il piede a terra fuori dal treno sentii il cuore come chiudersi in una morsa, era questo l'effetto che mi faceva il sapere di essere più vicina del solito , poichè abitavo in Puglia, da lui.

Io e Ross ci incaminammo verso l'hotel, fortunatamente non era molto distante dalla stazione ma ahimè lo era dal Pala Evangelisti, il famigerato palazzetto , casa della squadra.

-" Che dici? Cerchiamo un posto per andare a ballare questa sera? O magari qualche locale in centro dove svagarci, magari incontriam qualcuno" - disse Ross con tono scherzoso.
-"Perché no dai, adesso mi metto alla ricerca tu nel frattempo entra in doccia così risparmiamo tempo dato che sono già le otto di sera"-

Presi l'ipad e trovai un sacco di locali, scegliere in quale andare non fu così difficile poichè essendo la sera prima della partita sarebbe stato difficile incontrarlo in un locale. Così, iniziai a prepararmi anche io, per " l'occasione" indossai un top in pizzo su di un jeans skinny strappato, un paio di stivaletti, rossetto rosso , il famoso chiodo della fortuna e via.

-"Vieni Ro dobbiamo andare per di qui per raggiungere il locale, ho impostato il navigatore altrimenti sicuro ci perdiamo"
-" Ehm cambio di programma, ho un certo langorino,seguimi tu ti porto a mangiare." 
Dalle sue parole sentii subito che stesse tramando qualcosa ma decisi comunque di non controbbattere e la presi per mano per seguirla. Arrivammo in un locale grazioso, non troppo grande, in pieno centro, si chiama La Serra.

-" Beh, leggi qua, c'è scritto che si accettano solo prenotazioni e adesso?"
-" Mary, non preoccuparti, fidati di me, entriamo."

Entrammo..et voilà, un infarto. Spalle grandi, altezza non sconosciuta, capelli ricci, braccia possenti. 
" No, Ro no, non è possibile. Oddio, ora mi sento male. Ma come hai fatto?"
-" Ho semplicemente visto una storia su instagram e mentre tu eri a farti bella io mi sono data da fare. Adesso però cerca di mantenere la calma, vieni andiamo a sederci quello è il nostro tavolo". 
-" Che fortuna, hai scelto proprio il tavolo migliore, mi tocca averlo difronte per tutta la serata, sono sicura di fare delle grandissime figure di merda" dissi. Le mani mi tremavano, la voce era rotta, ero diventata un pezzo di marmo. Ma subito pensai a quando mi sarebbe mai capitata un occasione così e allora mi tranquillizzai. Alek era a cena con due sue compagni di squadra, Potke, nonchè suo migliore amico e Dore Della Lunga.

Non gli tolsi gli occhi di dosso, cercai un contatto visivo ma nulla. 
"Prima che vanno via fai qualcosa, alzati e chiedi loro una foto, fallo per me Mary"
-" Va bene, te lo prometto, sempre se non svengo."

Stavo sorseggiando un bicchiere di vino quando sentii Potke chiamare il cameriere per il conto. Al che, mandai giù tutto il bicchiere e con uno sguardo fiero e un passo deciso mi incamminai verso di loro.
" Scusate il disturbo, posso chiedere di alzarvi per farvi una foto?" - non riuscivo ancora a capacitarmi di quello che stavo facendo.
-" Ma certo vieni qui"- disse Alek. Ci mettemmo a semicerchio per la foto, avevo la sua mano che mi cingeva la vita e la mia che poggiava sulla sua schiena, mi sembrava di non respirare. 
-" Ecco a te la tua foto. Sei di Perugia?"- mi chiese Dore. 
-"Purtroppo no,ma vengo da un posto altrettanto bello, la Puglia. Sono venuta qui con la mia amica, seduta a quel tavolo, per... per conoscere la città".
-" Ah, pensavo fosse venute qui per la partita di domani"- Intervenne Alek. Avrei voluto dirgli che ero veramente lì per quello,anzi per lui e che c'ero sempre stata ma qualcosa mi bloccò. Rimasi per qualche istante in silenzio,fissando il vuoto, riflettendo su quello che mi aveva sempre detto Ross, le sue parole risuonavano nella mia testa come eco. E mi feci coraggio.

-" Beh, a dir la verità, è proprio questo il motivo. Non è la prima volta che molliamo tutto per venire a sostenervi, siamo anche noi delle pallavoliste certo non ai vostri livelli direi che siamo lontani anni luce su questo ma comunque amiamo questo sport." 
-" Ah davvero? Wow. E' davvero bello sapere di avere qualcuno pronto a sostenerti sempre, qualcuno pronto a seguirti ovunque." rispose Alek con un tono di voce dolcissimo.
-" Se fosse per questo io ti seguirei fino ai confini del mondo..." - cosa cavolo avevo detto? ma perchè non riesco a pensare prima di parlare? Oh no, che figura, e adesso come ne esco fuori? Pensai tra me e me.
-" Cosa? ahahah" - disse Alek. Eccoci, ero riuscita a rovinare tutto.
-" Ehm, no nulla. Sai quando hai una passione così forte, come la ho io per la pallavolo saresti disposto a tutto pur di coltivarla". - poi continuai - "Bene, adesso vi lascio, scusate il disturbo e grazie ancora. In bocca al lupo del domani, mi raccomando, voglio vedervi vincitori!" 
-" Grazie, crepi!" - risposero loro in coro.

Il tragitto tavolo Alek-tavolo nostro fu interminabile, ero di spalle ma sentivo i loro occhi puntati su di me e sopratutto sentivo il peso della figuraccia che avevo appena fatto. E cosa avrei detto a Ross adesso? Avrebbe sicuramente riso di me, ma cercai comunque di non far finta di niente.
-" Allora com'è andata? Ti ho cronometrata hai resistito per più di 4 minuti senza svenire! Cosa gli hai detto?" - 
-" Ahahah addirittura cronometrata eh? Grazie! Comunque nulla di che, ho chiesto una foto e poi abbiamo discusso sulla partita di domani. Ah, gli ho detto che siamo forti sostenitrici della loro squadra e che siamo qui a Perugia, dalla Puglia, esclusivamente per loro. E poi basta, sono corsa da te!"- dissi cercando di guardarla non troppo negli occhi altrimenti avrebbe capito che c'era qualcos'altro sotto.
-" Adesso però ho bisogno di prendere una boccata d'aria, andiamo fuori?"- 
Quando mi voltai i ragazzi ero andati via, non riesco ancora a capire se mi sentissi sollevata o altro, ciò che era certo e che avevo veramente bisogno di prendere aria così infilai di corsa il chiodo e mi diressi verso l'uscita.

"Hey, ci vediamo alla partita domani quindi?"- impiegai un istante a capire chi mi stesse parlando,Alek mi aveva preso per un braccio e mi guardava dritta negli occhi. Il suo sguardo mi era arrivato ad un solo centimetro dal cuore, e io ne sentivo la sua forza.
-" S-s-s-s-i certo, noi saremo lì, per l'occasione abbiamo preso i biglietti anche in tribuna vip!"-risposi sorridendo. Avrei voluto che non lasciasse mai la presa dal mio braccio, ma appena terminata la frase Alek mi lasciò andare, mi sorrire e fece un cenno con la testa. In tutto questo Ross era dietro di me, mi mise la mano sulla schiena e mi spinse avanti per cercare di farmi camminare mentre io realizzavo ancora la situazione.


-" Non ci posso credere! Lui ti ha fermata per chiedere se domani saresti andata alla sua partita? Ho sentito bene vero? Non ho immaginato tutto?" - mi domandò Ross spingendomi sul letto dell'Hotel e buttandosi su di me nel tentare di abbracciarmi. 
-" Tranquilla non hai sognato nulla, è andata così. Ma non illudiamoci, sono sicura che lo avrebbe fatto con chiunque. Domani dopo la partita sarà di nuovo finito tutto e come sempre dovrò aspettare altre 3 settimane per rivederlo, così si fa per dire. Adesso sono molto stanca, voglio essere riposata per domai, andiamo a letto?"- dissi imbronciando il muso con un cucciolo, per cercare un suo consenso ed evitare domande a cui non savrei saputo dare una risposta. 
-" Va bene signorina, ma l'argomento non finisce qui."

Per tutta la notte non chiusi occhio, la voce di Alek rimbalzava su ogni millimetro nella mia testa. Avrei avuto solamente un occasione per "noi" e poi fine dei giochi. Così mi chiesi " e se non ce la faccio?" e tra una lacrima e l'altra riuscii anche a darmi una risposta " se hai paura di non potercela fare è perchè sai benissimo che invece puoi,altrimenti neanche ci proveresti" . Persino la mia coscienza cercava di spingermi ad agire ma l'unica cosa che mi venne da fare in quel momento fu quella di prendere il telefono. Aprii i social, ero tentata di inviare un messaggio ad Alek su instgram, ma sapendo che non lo avrebbe mai letto, mi limitai a guardare per la miliardesima volta le sue foto. E proprio adorando letteralmente, con gli occhi stanchi, la mia preferita, mi addormentai.

Chapter 2 
6 Marzo

*Good morning, good morning it's great to stay up late good morning good morning to you* 
La giornata iniziò con questa canzone che noi utilizzavamo come sveglia ormai da mesi, una canzone forse un po' banale ma non so per quale motivo mi trasmetteva allegria. Feci fatica ad alzarmi mentre Rossella sembrava dormisse così profondamente da non sentire nulla. Così mi chinai su di lei e urlai.

"Sveglia pigrona! Ho fame, voglio andare a fare colazione in centro, su dai alzati alzati alzati!"
-"Ogni mattina la stessa storia, non posso mai avere cinque minuti in più per dormire, delle volte sembri mia mamma"- rispose Rossella con voce assonnata, occhi socchiusi e un accenno di sorriso. Dopo vari tentativi riuscii a farla alzare e inizammo a prepararci. Era una classica domenica di Marzo, il sole era alto, qualche nuvola qua e là e temperature medie. Decisi di indossare un crop top nero con una felpa sopra argentata, il solito paio di ripped jeans e le amate Converse.

"Allora, pronta per uscire?"- mi rivolsi a Ross.
"Si, possiamo andare. A che ora hai intenzione di andare al Palazzetto? C'è scritto che la partita inizia alle 18.30, se vogliamo goderci anche il riscaldamento direi di andare lì verso le 17.15 non credi?"
" Si concordo. Fortunatamente abbiamo i posti numerati quindi possiamo arrivare con calma".

La presi per mano e ci dirigemmo verso l'ascensore. Fuori dall'hotel avvertii la solita stretta al cuore, respiro basso come se avessi corso per ore e battiti accelerati. Era una sensazione che avvertivo spesso quando avevo paura di qualcosa e in quel momento la mia paura era quella di incontrare Alek. Avevo paura perchè ogni volta non riuscivo mai a fare quello che avrei voluto fare, un po' per il timore di passare per la Fan appiccicosa, pesante, un po' per non sembrare una stalker. Ma per fortuna quella sensazione subito svanì.

Dopo aver fatto una buona e calorica colazione decidemmo di fare un giro in centro , soprattutto per fare shopping. Perugia era una città fantastica, piena di panorami accattivanti, vicoli romantici , d'altronde era la città del cioccolato.

"Mary, ci sei? Cosa stai guardando?"
"Vieni qui, guarda, non è bellissimo?"
"Non mi dire che c'è Alek dentro.. dai andiamo"
" Ahahah no tranquilla, guarda questo vestito non è bellissimo?"- rimasi abbagliata nel vedere quel vestito. Nero, con una cinta rock per cingere la vita, scollatura a V che raggiungeva la zona dell'addome e spalle completamente scoperte. Doveva essere mia e infatti non esitai nell'entrare per comprarlo, malgrado le lamentele della mia migliore amica, annoiata da queste situazioni che ormai erano come un rito.

"Ma cosa devi fare con questo vestito? Hai per caso un occasione importante per indossarlo?"- si rivolse e me Ross con tono scherzoso.
- " Forse. " - mi limitai a rispondere. Effettivamente un vestito così bello aveva bisogno di un valido motivo per poterlo indossare e io nella mia testa fantasticavo una futura e desiderata uscita con il ragazzo dei miei sogni.

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


6 Marzo

"Okay, stiamo per entrare. Non voglio che questa sia davvero l'ultima volta."
"Mary, è tutto nelle tue mani. Sei tu che decidi se creare o meno delle situazioni. Hai fantasicato così tanto su delle possibili situazioni che ormai hai imparato tutto come un copione. Scegli una scena e mettila in atto. Adesso fa' un bel respiro, prendimi la mano ed entriamo."

Feci un cenno con la testa e forzai il mio corpo a muovere dei passi. Entrai quasi ad occhi chiusi, ero certa che nel momento in cui l'avrei visto avrei fatto un espressione così fatale da attirare l'attenzione di chi per caso mi guardava. 

Eccolo, maglietta bianca , numero 14, bello come il sole, bello come sempre. La prima cosa che vidi fu lui, le pareti dell'ingresso convergevano proprio sulla sua figura, proprio come una piramide con il suo vertice. 
Alek si accorse di noi e si avvicinò.

"Ciao! Allora era vero che sareste venute! Lo dico perchè di solito la gente ci chiede foto solamente per la nostra notorietà e bellezza utilizzando la scusa di essere fan"- Alek era un ragazzo molto spiritoso, a Perugia tutti lo amavano proprio per la sua solarità e capacità di strapparti un sorriso sempre. E nel pronunciare quelle parole non fece mancare proprio questa caratteristica. 

"Non mi permetterei mai a dire una cosa per un altra, sono abbastanza sincera e chiara come persona sai." - non ci credevo neanche io a quello che stavo dicendo e Ross non mancò nel puntualizzare la falsità relativa di quell'affermazione con un colpo di tosse forzato.

Io ed Alek ci scambiammo un ulteriore sguardo e sorriso.Nel mentre lui tentava di avvolgersi le dita, come suo solito, con del nastro per proteggerle da forti impatti con la palla. 
"Beh, allora noi andiamo a sederci. Mostra anche stasera, a tutti, quanto sei forte Bata. E vinci. "
" Grazie mille, spero di farvi divertire"
"Lo fai sempre." - dissi, sorridendogli un ultima volta e voltandomi verso le sedute sulla gradinata. 

Per tutta la durata della partita tenni i miei occhi puntati su di lui, era come se ci fosse solo lui in quel momento. Non contava il rumore dei tifosi, non contava la gente attorno a me e non contavo nemmeno io. Era sempre stato così quando si trattava di lui e così sarebbe stato.

Ultima palla, Ivan Zaytsev in battuta.. ACE! Il perugia vinse 3-0. 
Improvvisamente si creò una folla gigantesta intorno ad Alek, intorno ad ogni singolo giocatore. Entrai letteralmente nel panico, non sapevo cosa fare, fremevo per l'agitazione. Guardai Rossella che contraccambiò con uno sguardo pieno di fiducia, di amore, uno sguado che non aveva bisogno di parole perchè esso stesso mi diceva "Forza, vai" . 
Cerchai Alek tra la folla ma non lo vidi così, tra il panico, mi scontrai con il presidente della Sir.
" Scusi, davvero scusi, sa c'è così tanta folla che cerca di raggiungere il centro del campo che si finisce per essere spinti ovunque"
"Non si preoccupi signorina è tutto apposto" - mi rassicurò con un sorriso e si voltò.
"Aspetti. Posso rubarle giusto un minuto? Avrei bisogno di un aiuto. La prego, mi conceda solo un minuto."
"Certo, mi dica pure."- in quel momento mi venne un lampo di genio e inventai la cazzata più grande della storia .
" Sa, faccio parte di una Onlus e vorremmo organizzare una raccolta fondi. Una sorta di estrazione dove il vincitore avrebbe l'opportunità di passare una cena in compagnia di Atanasijevic. Lei potrebbe aiutarci?" - nel pronunciare quelle parole avevo il cuore che pompava a mille. Feci molta fatica nel mantenermi concentrata per sembrare seria e credibile.
" Un idea bellissima! E anche un ottima pubblicità per la nostra società. Sono d'accordo, di che Onlus si tratta? Magari mi potrebbe lasciare il suo contatto telefonico per discutere meglio i dettagli o meglio ancora se lei adesso ha tempo può raggiungermi nel mio ufficio in modo da ufficializzare il tutto il prima possibile e far partire la raccolta."
Non credevo ai miei orecchi! Davvero avev abboccato ad una pagliacciata del genere? Mi diedi un pizzicotto sul braccio per il timore di sognare.
"Ma certo, sarebbe bene discuterne il prima possibile. Mi dica come raggiungerla non appena lei è libero." 

Il Presidente mi diede tutte le dritte per raggiungerlo all'incirca dopo 10 minuti e dopo averle ascoltate tornai da Ross.
"Ma che diamine hai fatto? Perchè non hai raggiunto Alek? E' finito tutto adesso, ne sei consapevole?"- scoppiai a ridere e le raccontai il mio piano e ciò che avevo detto. Al che neanche lei se ne capacitò e scoppiammo a ridere insieme. Nel frattempo i giocatori si recarono nei loro spogliatori e così anche noi ci recammo verso l'ufficio del Presidente Surci. 

"E' permesso?" - dissi bussando alla sua porta.
"Prego, avanti. . . Oh Signorina è lei, mi ripeta il suo nome"
"Piacere Mary, lei è la mia amica Ross, anche lei fa parte dell'Onlus di cui le dicevo prima"
"Ah si giusto, nel giro di questi pochi minuti ho riflettuto sulla sua proposta e ho deciso che anzichè discuterne con me sarebbe meglio se lei ne discutesse con il diretto interessato, poi provvederemo noi a sponsorizzare il tutto. Per questo motivo, prego mi segua"- disse indicandomi con la mano la porta. Il cuore inizava a battere all'impazzata , tra me e me ripetevo " fa che non mi porti da lui, fa che non mi porti da lui" e come al solito Ross intervenne per puntualizzare dicendo : " Ci sta portando da lui" . E rise.

Arrivammo davanti un enorme porta bianca, sentivo urla e voci grosse, eravamo chiaramente davanti gli spogliatoi. Non è difficile immaginare come mi sentissi in quell'istante. Surci, il Presidente, ci disse di aspettare un istante davanti la porta mentre lui si recò all'interno. Dopo neanche venti secondi, si ripresentò e ci disse di entrare.
Ero rossa come un peperone mentre Ross mostrava disinvoltura. Il mio sguardo cadde su Alek che si stava rivestendo e per un istante si intravisero i suoi addominali, scolpiti come quelli di una statua del Michelangelo,morte per i miei occhi. 
"Prego signorina, delucidi tutti con la sua proposta. " - cooosa? DOVEVO DAVVERO PARLARE DAVANTI A TUTTI LORO DICENDO UNA COSA NON VERA? . Eppure mi feci coraggio e tentai l'ultima prova, tanto se fosse andata male da lì a poco non ci saremmo più rivisti e sarebbe rimasto solo il ricordo.
Ripetei le stesse parole che poco prima dissi al presidente, quasi con fierezza, tanto che convinsi tutti e lo stesso Alek accettò. 

" E' una bellissima idea, mi piace fare qualcosa per gli altri soprattutto se questo implica anche un piccolo divertimento. Ma preferirei parlarne meglio, magari possiamo vederci per discuterne a quattr'occhi"- queste ultime due parole echeggiarono fortemente nella mia testa che mi immobilizzarono per qualche secondo. 
Nel vedermi in difficoltà intervenne Ross con la prova suprema.

"Si sarebbe un ottima idea. Sfortunatamente però noi non siamo di qui e domani abbiamo un treno che ci riporterà a casa, quindi credo che sarebbe bene se vi incontraste più tardi per parlarne. Lei è la responsabile maggiore dell'associazione quindi sarebbe inutile la mia presenza." - il senso di gratitudine che provai nei suoi confronti in quel momento fu indescrivibile, per la milionesima volta mi aveva riportata a galla.
Alek si alzò avvicinandosi verso di noi, non so ancora se lo fece per tentare di non farsi sentire dai suoi compagni o per sembrare più convicente.
"Magari, ecco, potremmo discuterne a cena? Voi dove alloggiate,passo a prenderti io più tardi." - ecco,stavo chiaramente per svenire. Il mio sogno stava realizzandosi. 
"Si, volentieri. Noi alloggiamo al Chocohotel." 
" Perfetto, allora adesso sono le venti e trenta, ci vediamo all'ingresso tra un oretta?"
Mi limitai a rispondere solamente con un sorriso molto vistoso, spruzzavo chiaramente felicità ovunque. 
Ringraziammo tutti per l'attenzione e dopo aver fatto i complimenti per l'ottima prestazione e risultato uscimmo. Lungo il tragitto spogliatoi-uscita non dissi una parola, l'unica cosa che mi veniva era sorridere, sorridere in una maniera così bella come non mi era mai successo. Ross se ne accorse , si buttò attorno al mio collo per abbracciarmi e continuammoa camminare.

Solo una volta entrate in ascensore riuscii a dire qualcosa. 
"Ma ci pensi? Proprio stamattina ho comprato quel vestito bellissimo e adesso eccosi presentata l'occasione perfetta. Non un occasione qualunque ma l'Occasione. Mi sento come se stessi camminando sulle nuvole, com in uno dei miei sogni solo che stavolta si tratta della realtà e se tutto questo si sta avverando ,anche se in parte, è soprattutto grazie a te che non hai mai smesso di credere in me , che non mi hai giudicata come tutti dandomi della bambina. Tu ti sei fatta carico dei miei sogni e come una bacchetta magica mi stai aiutando a realizzarli. " nel dirle tuto questo la guardai dritta negli occhi.

La porta dell'ascensore si aprì e Ross mi spinse fuori ridendo, tra di noi non c'era mai stato il bisogno di dirsi troppe cose e anche questa volta, la sua non risposta al mio mini discorso ne fu la dimostrazione.
Mi fiondai in doccia, avevo l'adrenalina a mille tanto che riuscii a preparami in frettissima. Quando indossai il vestito , che non avevo ancora provato , mi sentii per la prima volta bella e questo era sopratutto perchè ero felice, tanto. 
"Oddio, sei bellissima Mary"- corse da me e mi diede un bacio in fronte. 
"Ultimo tocco, il rossetto e vado, anche perchè.. oddio, che ore sono?! " - cavoli avevo completamente perso la cognizione del tempo.
"Sono le.. cazzo.. le ventuno e quarantacinque! Sbrigati!"- prese lei per me la mia borsa e il cappotto che non indossai subito per godere ancora un po' della scollatura e per sentirmi più femminile che in situazioni come quelle, quando hai un campione davanti, ti aiuta reggerne il peso. 


Entrai in ascensore, mi guardai allo specchio, feci profondi respiri. Si fermò, guardai ancora una volta la mia immagine nello specchio, sorrisi e mi voltai. Come in un film, sentii i miei capelli muoversi nell'aria, avevo davanti a me il mio amore. E lui non lo sapeva. Per un attimo mi prese il panico, non avevo pensato a nulla riguardo le cazzate da dire, forse avrei potuto dire la verità?
Alek si avvicinò a me. 
"Che vista! Non c'era bisogno di mettersi così in tiro ahaha"- che imbarazzo. Prima di rispondere lo osservai in un istante. Era davvero bellssimo, indossava un paio di jeans aderenti e una camicia bianca, i capelli erano perfettamente in ordine. 
"Beh, è una cena di lavoro, bisogna essere formali." 
"Ah giusto, una cena di lavoro. Va bene andiamo? Ho la macchina qui fuori." - Gli rivolsi un sguardo di consenso e lo seguii.  

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


 "Hai una canzone preferita?"
"Più di una,ma ultimamente finisco sempre con l'ascoltare Guerriero di Mengoni. La conosci?"
" E amore mio grande amore che mi credi vinceremo contro tutto e resteremo in piedi e resterò al tuo fianco fino a che vorrai ti difenderò da tutto non temere mai"- canticchai questa canzone con una dolcezza estrema, sapevo benissimo che era la sua preferita al momento date le innumerevoli volte in cui la pubblicava sui social, ma cerchai comunque di mostrarmi ignara. Avevo sempre desiderato una situazione come quella che stavo vivendo, io, lui, una macchina e la nostra canzone preferita. Alek era bellissimo quella sera, glielo avrei ripetuto ogni istante. Avete presente quando siete in vacanza e dopo una serata fantastica decidete di restare sulla spiaggia per vedere l'alba? Avete presente che quell'alba ha un sapore diverso rispetto alle altre? Metteteci in questo quadro anche la vostra persona preferita, quella che amate, metteteci dentro anche che questa persona vi abbraccia, mettete che dall'abbraccio passate ad un bacio proprio sotto le luci dell'alba. Ecco, avete presente adesso la bellezza e la felicità adesso? Alek era ancora più bello.

"Ti va di ascoltarla?"- domandò senza distogliere lo sguardo dal volante. Io mi litai a rispondere solamente con un sì. La voce di Mengoni ci accompagnò fino all'arrivo, per fortuna, altrimenti il silenzio avrebbe rischiato di creare danni. Quando la macchina si spense,subito cercai di aprire lo sportello ma Alek mi disse di non farlo e di aspettare, mi disse che ci avrebbe pensato lui e io mi misi a ridere scherzosamente.
"Prego signorina, adesso può scendere" 
"Grazie, che cavaliere" . Afferrai la sua mano per scendere dalla macchina, era la prima volta che gliela stringevo. Non gliela lasciai subito, anzi gliela tenni fino all'ingresso del ristorante e lui fece lo stesso. Era tutto così naturale, ma qualcosa iniziava dentro me a crescere. Cosa? Ovviamente il senso di colpa.Sentivo di essere un approfittatrice , magari lui aveva accettato di uscire con me solo per via di quella brutta scusa che avevo inventato anzi ero certa che fosse quello il motivo. Così mi ricordai di quelle parole che pronunciai nel pomeriggio in palestra "Sono una persona chiara e sincera" e come sempre l'eco risuonò così profondamente in me da svegliare la coscienza. Non avrei mai accettato una cosa del genere così mi feci avanti senza esitare.
"Aleksandar, ho bisogno di dirti una cosa prima di entrare. Non sai quanto mi costa , non sai cosa ci sia in ballo per me e cosa significhi tutto questo. "
"Cosa? Mi stai facendo spaventare"
"Tu sei un ragazzo gentilissimo, davvero , il più altruista che abbia mai conosciuto e non meriti delle bugie. Non sono la responsabile di nessuna Onlus, ho inventato una cazzata solo per ... "- avevo la voce bloccata, le parole non volevo uscire dalla mia bocca. Abbassai lo sguardo, lui mi prese il mento e mi fissò .
"Per? Per cosa lo hai fatto?" - il suo tono di voce in quel momento era dolcissimo.
"Per te. Per passare del tempo con te,non posso dirti tutto adesso. E' troppo difficile e tu mi prenderesti per una stupida, quindi facciamo finta che non sia successo nulla e portami a casa. Non hai motivo di restare con me." - dentro me in quel momento si stavano creando le condizioni metereologiche perfette per far scoppiare un uragano di lacrime ma sapevo benissimo che non era la situazione adatta per farlo. Accelerai il passo e mi diressi verso il parcheggio, non volevo neanche tornare con lui , sarebbe stato troppo difficile. Così presi il telefono e chiamai un taxi. 
"Cosa stai facendo? Metti giù quel telefono"- ma io non gli diedi retta, al che lui me lo strappò dalle mani. - " Perchè stai reagendo così? Per me non hai fatto nulla di male, anzi, apprezzo quasi questo tuo tentativo."
"Grazie ma non cerco la tua compassione"- era proprio l'ultima cosa che volevo quella. 
"Vuoi andare via davvero?"- ecco, adesso cosa gli potevo rispondere? Certo che non volevo andare via, non volevo proprio andare via. 
"Vuoi sapere cosa voglio davvero?"- l'uragano stava per esplodere e io non riuscivo più a resistere. Alek fece un cenno di consenso con la testa appoggiandosi alla macchina come se sapesse che ciò che avevo da dirgli avrebbe richiesto più di due minuti. 
"Vorrei non essere nata così testarda. Vorrei avere un carattere un po' più malleabile, vorrei avere il coraggio di guardare oltre, di essere razionale . E invece no. Guardami , sono una psicopatica. In questo momento vedo davanti a me, una per una , tutte le persone che mi hanno sembre aggettivata come una teenager innamorata del suo idolo. Vedo tutte queste persone deridermi e puntarmi il dito contro. E cazzo no, io non posso farci nulla, non posso controbbattere perchè loro alla fine hanno ragione. Ma che film mi ero fatta in testa? Ma con quale coraggio ho potuto considerarti come una persona comune? Pensare a noi come persone comuni? Che stupida. Occasioni sprecate per una cosa irrealizzabile.Sacrifici su sacrifici, lotte su lotte. Prendere il treno ogni settimana per seguirti, con la speranza di riuscire a dirti ciao. E' un anno che getto nella spazzatura, anzi è da un anno che getto nella spazzatura me stessa. Ho vent'anni e vivo ancora nel mondo nei sogni e non so neanche perchè sono ancora qui, che cazzo faccio ancora qui." - oh, finalmente mi ero liberata. Avevo lanciato fuori dalla mia testa questa bomba. Ero in imbarazzo, non ressi lo stress e inizai a piangere.
Avevo il viso voltato nella direzione completamente opposta a quella di Alek tanto che non mi accorsi che si stesse avvicinando. 
Prese il mio viso e lo avvolse tra le sue mani, nuovamente indirizzò i miei occhi verso i suoi per dire poi - " Non sei una stupida. Non tutti hanno il coraggio che hai tu. Il coraggio di lottare, di passare per la persona infantile per una cosa che non sai neanche tu se valga la pena o meno. Fatico ancora a credere che una persona abbia potuto fare tutto questo per me. E se esiste una persona disposta a questo, io non voglio rischiare di non conoscerla. Adesso ascoltami, dimentica tutto. Non vergognarti di me, proviamo a passare una serata da persone , come hai detto tu, comuni. Facciamo finta di essere due semplici ragazzi che si sono conosciuti magari ad una festa e che hanno deciso di rincontrarsi. Va bene?"-.
Mi sembrava di conoscerlo di una vita, ero così vulnerabile davanti a lui. Aveva il potere di controllarmi,di calmarmi,di abbattermi, aveva in mano la chiave per ogni mio singolo cassetto. 

"Lasciamo perdere questa cena, entra in macchina, vieni con me, ti porto in un posto bellissimo." 
" Va bene, andiamo."
Alek si mise alla guida e io tentai di mandare un messaggio a Ross per farle sapere che stavo bene ma una volta preso il cellulare in mano vidi che lei mi aveva mandato già ben 18 sms. Ai suoi innumerevoli messaggi risponsi con uno, secco. Le scrissi solamente "Per fortuna ho messo su dei trucchi waterproof. Sto bene, sono con lui, a dopo".

Durante il tragitto non parlammo molto, era difficile riuscire a dire qualcosa di sensato in quel momento. Il silenzio però stava iniziando a pesare e creare tensione, glielo leggevo negli occhi, così nel momento in cui mise la mano sul cambio dell'auto io feci lo stesso mettendo la mia sulla sua- " Grazie. "- Alek mi sorrise e tornò a fissare la strada. La situazione non accennava a rompersi, dovevo fare qualcosa. 
" Ti sembrerò pesante, forse lo sono, ma non voglio costringerti a fare nulla. Ho imparato ad analizzare e intrepetare i tuoi sguardi, almeno quelli che decidevi di mostrare in campo nelle varie situazioni di gioco e adesso mi sembra di vivere una situazione in cui ti ho già visto. Vuoi davvero fare quello che stai facendo? Stare qui con me?" - Alek fermò la macchina, senza darmi prima una risposta scese e si diresse verso il mio lato. Lo aprì.
"Scendi, siamo arrivati. Afferra le mie mani e chiudi gli occhi."- feci esattamente come mi aveva chiesto. Chiuse lo sportello e mi disse di aspettare ferma ad occhi chiusi poi mi cinse la vita con le sue braccia, avvolgendomi e mi aiutò a camminare. 
"Prima che tu apra gli occhi voglio dirti una cosa. Ti ho portata nel posto più bello di Perugia, un posto così bello che non puoi venirci con chiunque altrimenti lo renderesti banale. Ieri sera quando ci siamo incontrati a cena ho visto i tuoi occhi parlarmi , mostrarmi qualcosa di bello e dato che i miei occhi non sono così abili come i tuoi ho deciso di portarti qui, per farti vedere la stessa bellezza che ho visto io." - dire di essere stati sulla luna suonerebbe bene in una situazione così ma sarebbe riduttivo perchè quella frase non è capace di descrivere neanche minimente la sensazione che provai nel sentirmi dire quelle parole che magari dette da un altra persona non avrebbero scatenato nulla ma sentirsele dire da lui, era quello che faceva la differenza. 
Mi voltai verso di lui dolcemente,ponendomi ad una distanza che tale non si potrebbe chiamare. Se fosse passato qualcuno in quell'istante avrebbe avvertito la forza di attrazione tra di noi, quella stessa forza che mi spinse a dire qualcosa che non avrei mai avuto il coraggio di dire. 
"La bellezza di cui tu parli è la stessa che vedo io in questo momento, la stessa che vedi tu ogni mattina guardandoti allo specchio. La bellezza di cui parli è qualcosa che va oltre il discorso estetico perchè, non so se te l'hanno mai detto, ma la tua anima si trova fuori dal tuo corpo. La tua anima decide per te. La tua anima è così bella che messa a paragone con la vista che abbiamo adesso davanti a noi la distrugge perchè è più forte. Lei si è sempre avvicinata al mio cuore, lo ha sfiorato, ma non lo ha mai invaso perchè è un anima nobile. Si è fermata ad un centimetro dal mio bottone rosso ed è tornata al suo posto per lasciare a te stesso il potere di premerlo oppure no. E tu questa sera, adesso, con queste semplici parole l'hai premuto e allora continua a premerlo e portami alla distruzione." - Alek aveva capito perfettamente cosa intendessi, così in una frazione di secondo decise di abbattere quell'ultimo piccolo,sottilissimo muro d'aria che ci divideva e mi baciò. Un bacio , sognato così tante volte che non mi fece battere poi così tanto il cuore perchè ormai il mio cuore era nelle sue mani e in quell'istante lui se ne stava prendendo cura.   

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


"Stai tremando,hai freddo?"
"Un po' .. però se continui a guardarmi così finisco per avere caldo" - dissi ridendo e Alek fece lo stesso.
"Mi hai regalato il ricordo più bello di sempre Ale. Grazie."
"Grazie? Ricordo? Perché parli come se si trattasse di una cosa già finita?"
"Perché lo sarà. Domani riparto.. e tutto sarà finito."
"Prima mi hai detto che volevi ti portassi a casa, ora ti accontento." - sembrava essere su tutte le furie, non riuscivo a decifrare il motivo di questa reazione. Lo fermai mentre si stava voltando verso la macchina e afferrai il suo braccio con forza. -" C'è qualcosa che non va? Perchè reagisci così?". Alek sollevò gli occhi al cielo prima di rispondermi , fece un respiro. 
" Pensavo tu fossi diversa, pensavo fossi quella disposta a lottare. "
"Lo sono. L'ho sempre fatto, lo sto facendo anche adesso. "
"Adesso?"
"Si. Anche adesso. C'è qualcosa che mi spinge a resisterti, qualcuno che mi dice 'attenta che rischi di farti male' e sto lottando contro questo qualcuno. Non riuscivo a stare lontana da te quando non sapevi neanche esistessi figurati dopo stasera."
"Ti ho portata qui, pensavo avessi capito."
"Capire cosa?"
"Non voglio tu vada via." 
A quelle parole afferrai le sue mani, le incastrai alle mie e le sollevai all'altezza dei suoi occhi. -"Guarda, guarda la mia mano come stringe la tua , guarda com'è incastrata. La vedi? Mi sono sempre sentita ancorata a te e sempre lo sarò. Andiamo." 
Lessi nei suoi occhi un sottile piacere nel sentirsi dire quelle parole e subitò me lo dimostrò abbracciandomi. Avere un ragazzo di due metri che vi stringe forte al suo petto non è una cosa da nulla soprattutto se quel ragazzo è lo stesso che con quell'abbraccio vi ha fatto sentire la persona più desiderata del mondo. 
"Ora possiamo andare".
Entrammo in macchina e dopo pochi minuti ricevetti un altro messaggio da parte di Ross. 

Ore 23.38 
*Mary? Ci sei? Spero che tutto vada bene e che tu non stia facendo la stupida ahah. Comunque non preoccuparti per me ( so che non mi stai calcolando) , io vado a letto .. Se ne avrai bisogno sappi che ho lasciato la chiave giù in reception. Svegliami se torni. "

ore 23.51
*Sempre la solita. Tutto alla grande , mi sembra di rivevere uno dei miei sogni ma stavolta è tutto più vivo. Ti sveglio appena torno. LOVE U"

"Con chi sorridi?"- mi chiese Alek dandomi un pizzicotto.
"Con Ross, la mia migliore amica, la ragazza che era con me negli spogliatoi." - risi.
"A proposito di spogliatoi, sei stata veramente un genio con quella scusa ahah ancora non riesco a crederci"
"Nessun problema, non so neanche io come abbia fatto ad essere così convincente"

Alek riprese a concentrarsi sulla guida, correva veramente molto. Forse lo stavo facendo anche io? Capìì subito che non mi stava riportando in hotel poichè la strada non era la stessa del ritorno ma decisi comunque di non chidere nulla, volevo riservarmi la sorpresa se così si potrebbe definire dato che avevo già una mezza idea di dove mi stesse portando. Non seguii più la strada, decisi di voltarmi sul fianco per godere di una vista più bella, lui. Guardandolo riassaporavo il sapore di quel bacio passionale che poco prima ci dammo. Le sue labbra, carnose, che pian piano si avvicinarono alle mie premendo contro di esse , le sue mani che posavano sui miei fianchi cingendomi e tirandomi verso di lui. Il suo profumo, intenso , che potevo ancora sentire sulle mie mani che toccavano il suo collo. Sembrava tutto così surreale ma ci pensò lui a riportami alla realtà.
"Siamo arrivati."
"Ehm, questo non è il mio hotel."
" Lo so, ti ho portata a casa, in hotel ci facciamo andare qualcun'altro." 
"Va bene, però.. "
"Però?"
"Tu dormi sul divano!" - scoppiammo a ridere entrambi. Alek mi venne ad aprire la portiera e mi prese per mano fino all'entrata di casa sua, dopo di chè la lasciò per poter aprire la porta. 

Avevo il batticuore, provavo un leggero imbarazzo nel trovarmi lì. Una volta entrata mi limitai solamente ad osservare quel luogo che lui chiamava casa, lo rispecchiava un sacco. Alek era un ragazzo esuberante e così era il suo salotto, colorato, ma non troppo, relativamente in ordine e pieno di foto, della sua famiglia. Mi avvicinai per guardarle. 
"Ti mancano?"- si voltò sorpreso a quella domanda, come se non se l'ho aspettasse.
"E' difficile ma mi sto abituando."- feci un cenno con la testa come per rassicurarlo. Non doveva essere facile vivere così lontano dalla propria famiglia, essere così impegnato da avere limitato anche il tempo per poterli sentire. 
"Quando vuoi puoi anche spogliarti e posare tutto ovunque tu voglia. Fai come se fossi a casa tua.. magari lo diventerà" 
Sapeva sempre come sorprendere tutti, in campo come nella vita. 
Tolsi il giubotto in pelle e lo posai su una sedia, poi mi sedetti sul divano e lo aspettai mentre lui era in cucina a preparare un drink che dopo qualche secondo avrebbe portato.
"Non sono ancora molto bravo a farli ma con i ragazzi stiamo cercando di migliorare."
"Ahahah , tranquillo , è entrato di peggio nel mio stomaco." 
"Ti sei mai ubriacata?"
"Perchè dobbiamo parlarne adesso? Possiamo cambiare discorso?"- sorseggiai quel drink che non era poi tanto male. Alek mese su della musica, una canzone in particolare 'High Hopes' di Kodaline. 
"But I've got high hopes"- e lo fissai dritto negli occhi. 
Alek posò il suo bicchiere e fece lo stesso con il mio togliendolo dalle mie mani. Si avvicinò molto e cerchò il mio consenso che diedi senza pensarci due volte.
Iniziò a baciarmi il collo con dei movimenti dolci che poi diventarono sempre più passionali mentre le sue mani scesero verso le mie cosce che afferrò stringendole. Mi spinse verso la testata del divano in modo tale da farmi stendere e lui fece lo stesso posandosi su di me e ,ancora, le nostre mani si incontrarono e si incastrarono alla perfezione come perfetta era quella situazione che si stava venendo a creare. Ci stacchammo solamente per spogliarci l'uno con l'altro. Le sue mani sembravano quasi sfiorare la mia schiena in quell'atto , mi vennero i brividi. Alek baciava ogni angolo del mio corpo, sembrava conoscerli tutti. 
Toccare il suo corpo privo di vestiti era un emozione unica, una sensazione piacevole così tanto che non riuscivo a farne a meno. La passione crebbe così tanto, così in fretta che ci abbandonammo al supremo atto d'amore.  Nota : mi farebbe piacere sentire una vostra opinione su questi primi capitoli e sapere se ne siete incuriositi. Grazie in anticipo a chi lo farà!

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


Amare è l'unica cosa che forse non dipende dai punti di vista. Amare potrebbe sembrare una scelta ma non è così, non siamo noi a decidere se e chi amare. L'amore ha il suo potere anzi l'amore è il potere. Quando amiamo ci sentiamo quasi invincibili, cerchiamo di rompere tutte le manette che ci legano al passato , manette che ci hanno sempre tenuti ancorati ad una cosa sola : i limiti. Quando ami invece non hai regole, non hai confini, ogni cosa va oltre tutto quello che ti sei sempre imposto. L'amore è sorprendente, ti fa fare cose che non avresti mai avuto il coraggio di fare. E allora non siamo noi a sentirci invincibili quando amiamo qualcuno ma è quel qualcuno che effettivamente ci rende tali. E Io quella notte mi ero sentita veramente invincibile, una sensazione che non mi avrebbe mai regalato nessun altro. Avevo messo da parte tante cose per Lui e di certo non mi sarei mai aspettata che ne sarebbe valsa veramente la fine perchè a prescindere da come sarebbe andata a finire , quella notte , quella lotta portata avanti , ne era valsa veramete la pena. 
Ero sveglia mentre lui dormiva come un bambino e tra il silenzio e il buio nascosi le mie lacrime. Lacrime di gioia sì ma anche lacrime di paura. Cosa sarebbe successo una volta salita quel treno? 
Mi alzai, raccolsi da terra la camica di Alek e la indossai. Girovgai per casa nel tentativo di cercare la mia borsa e prendere il telefono, avevo il bisogno di contare le ore che mi avrebbero separata da lui. 

Ore 04:27
IO : 
*Ross, le chiavi non sono più servite. Prometto di essere lì per la colazione.*

Tolsi la suoneria e cercai di scattare una foto ad Alek mentre dormiva, la vera vista non era quella di Perugia , il vero panorama era quello che avevano visto i miei occhi , il suo cuore. 

Ore 04:31
ROSS:
*Ho capito tutto. Sto piangendo. Ma tu perché sei qui con il telefono?
ps. so che ti starai chiedendo cosa ci faccio sveglia, sai che non ho il sonno pesante e prima di addormentarmi non ho tolto la suoneria. *

IO: 
*Non riesco a dormire, mi godo gli ultimi attimi vicino a lui. Che paura. Ci vediamo tra poco, cerca di riposare. Ti voglio bene*

Così posai il telefono e cercai di chiudere gli occhi ma il tenativo, come mi aspettavo fu vano. Mi alzai nuovamente e mi diressi verso la camera di Alek, quella stranamente era perfettamente in ordine. Diedi una sbirciata alla sua cabina armadio, divisa in tre lati, uno per l'abbigliamento sportivo dove aveva conservate tutte le sue divise , uno per l'abbigliamento quotidiano e infine l'ultimo dove teneva i vestiti più eleganti come camice e giacche, ne aveva veramente molte. Ecco com'era l'armadio di un campione. Fui tentata nel vedere una maglietta, non una maglietta qualunque ma quella che aveva in una delle mie sue foto preferite così la indossai. Ogni sua cosa sembrava emanavana un profumo avvolgente. 

Le luci iniziavano a filtrare dalle finestre mentre Alek dormiva ancora, doveva essere veramente stanco, d'altrode la partita che avevano giocato quel pomeriggio non era stata una delle più semplici. Mi avvicinai a lui per tentare di svegliarlo, dovevo tornare.. dovevo andare. 
Contai i baci che gli diedi , non erano un numero a caso, ogni bacio aveva un suo perchè. 
"Hey, buon.. cosa ci fai con la mia maglietta?" - disse, con la voce rauca e ricambiando un bacio.
"Non sono riuscita a dormire e così.. ho dato un occhiata al tuo armadio, davvero sorprendente l'ordine." 
"Vieni qui, restiamo qui ancora un per un po' "- feci fatica a rispondere. Rimasi in silenzio per qualche istante , quanto era difficile.
"Dobbiamo andare..Ross mi aspetta, alle 09:45 abbiamo il treno e io ho ancora la valigia da sistemare."
Alek mi prese la mano - "Perchè non lasci partire solo lei? Perché non resti qui?"
"Dobbiamo andare."- iniziai a vestirmi , lo feci con una certa fretta , non capivo il perché , sentivo come se il mio corpo cercasse di scappare.. e avevo ragione. Guardai Alek perplesso.
"Non sto scappando. Si tratta solo di qualche giorno, tornerò da te. Lo farò. Non ti chiedo neanche di venire con me, anche se lo vorrei tanto, perchè so benissimo che non puoi farlo per gli allenamenti. Ma io lo farò. Io tornerò, se vorrai."
"Io lo voglio, anzi non voglio proprio che tu vada via. Ho passato la notte più bella degli ultimi anni perchè davvero sento che ci sia qualcosa in te che ti lega a me. Non voglio però fermarmi a delle semplici supposizioni. So che hai paura di me, hai paura che tutto questo lo abbia fatto per semplice piacere e interesse personale ma sappi che non è affatto così. Sono circondato da ragazze che vorrebbero uscire con me ogni giorno, ma io ho scelto te e non l'ho fatto per via di quella stupida cazzata che hai inventato per arrivare a me altrimenti ti avrei piantata in asso nel momento in cui mi hai raccontato la verità. Ho scelto te perché sei tu."

Le lacrime inizarono a scendere sul mio viso e stavolta non c'era nessuna paura, lui le aveva scacciate tutte, stavolta erano lacrime di gioia. Corsi verso Alek e gli saltai addosso , mi prese in braccio e ci baciammo. Adesso però il batticuore si faceva sentire, quasi non reggevo l'emozione. 
Ritornai con i piedi a terra, nonostante quelle parole dovevo comunque andar via. Non potevo lasciare che Ross partisse sola dopotutto quello che aveva fatto per me e poi dovevo comunque una spiegazione alla mia famiglia. Così ne parlai con Alek e stavolta sembrò accettare ed essere convinto delle mie parole anche lui.

Erano le 7 del mattino inoltrate quando arrivammo davanti l'Hotel, stranamente Alek guidò piano… come volesse rallentare il tempo e io ne fui felice.
"Eccoci.. allora, io adesso salgo, mi lavo, sistemo la valigia e verso le 9 ci vediamo nuovamente qui così puoi accompagnarmi in stazione va bene?"
"Hai deciso che devo accompagnarti senza chiedermelo? Iniziamo bene"- e si mise a ridere. Gli diedi un ultimo, lungo bacio e mi avviai verso l'Hotel. L'ultima volta che varcai quell'ingresso era stato con lui, ignara di quello che sarebbe successo di lì a poco. Non presi l'ascensore, ma le scale, le feci saltellando come una bambina, ero davvero molto felice. 

"Ross sono io apri! Apri dai, su! "
"Ma tu a prima mattina devi per forza, sempre, urlarmi cosi?!"- sembrava infastidita ma subito dopo si buttò su di me per abbracciarmi ed entrammo in stanza urlando.

"Allora dai dai dai raccontami!"
"Cosa vuoi che ti racconti? E' stata la notte più bella della mia vita. Siamo passati dal dirci addio al dirci 'per sempre' al dirci di nuovo addio."
"E adesso è tornato un per sempre o un addio ancora?"
" Vedremo"
Date le sue innumerevoli domande inizia a raccontarle tutto, preservandole i particolari. Vidi e percepii la sua felicità per me, non è vero che i sentimenti sono cose astratte. Nonostante le mie previsioni Ross sembrò accettare la mia scelta di partire per poi ritornare e mi sentii sollevata.

"Adesso sai tutto ora però dobbiamo darci una mossa. Ho chiesto ad Alek di accompagnarci in stazione e verrà qui alle 9. Tu hai già sistemato la valigia?"
"Si e ho sistemato anche la tua. Sono o non sono un amica perfetta, la migliore del mondo?"
"Eccome se lo sei, però non montarti la testa adesso amore!"

Dopo essermi data una sistemata presi la valigia e con Ross chiusimo definitivamente la porta di quell'hotel. Alek era fuori ad aspettarci, puntualissimo. Nel vederci subito scese dalla macchina per venirci incontro, salutò Ross e si fece carico delle valigie. 
Entrammò in macchina, io mi sedetti avanti vicino ad Alek mentre Ross dietro di me.

Ross si complimentò con Alek -"Certo che hai proprio una bella macchina, tenuta bene e molto pulita. Qual è il tuo segreto?"
"Beh, nessuno, di solito non è così ahah, l'ho solamente portata a lavare qualche giorno fa quindi siete capitate a pennello!"
Non entrai a far parte della loro discussione, mi sentivo in volo. Libera, felice. Quindi mi limitai solamente ad ascoltare le loro voci che erano più di un tranquillante per me.
La distanza hotel-stazione era molto breve così arrivammo prima del previsto. Alek parcheggiò e scendemmo tutti e tre assieme per prendere le valigie. Arrivammo davanti il vagone.
Ross e Alek si salutarono con un abbraccio.
"E' stato davvero un piacere conoscerti, spero di rivederti presto"
"Anche io, spero di rivederti presto qui con Mary".
"Detto, fatto! Mary inizio a salire, così sistemo la valigia dammi anche la tua".
Gliela passai. Incrociai le gambe a abbassai la testa. Un mix di emozioni. Aver aspettato così tanto, sognato così tanto. Lasciarlo anche solo per due giorni mi pesava, nonostante le sue parole ora in quella situazione tornò a farsi sentire la paura di essermi illusa. 
Alek la percepii, mi prese la testa tra le sue mani e mi baciò chianando il capo su di me. La gente ci osservava o meglio l'osservava, tutti lo conoscevano e amavano a Perugia. Lui si che sapeva come farsi voler bene.
"Tornerai e io ci sarò, promesso. Come hai detto tu, la mia anima è fuori dal mio corpo e se così fosse tu adesso saresti in grado di vederla spaventata quanto la tua. "
" Una parola : amore" . E riprendemmo a baciarci. Il capostazione chiamò il treno, il momento era davvero arrivato.
" Sarò qui tra tre giorni, saremo qui di nuovo spero per più tempo. " - presi le sua mani per fare lo stesso gesto della sera prima con le sue. Le incastrai e le portai verso i suoi occhi. 
"Questo sei tu e questa sono io, ancorata a te ,ora e tra tre giorni." 
Un ultimo bacio e salii sul treno.
Anche se riuscivo a vederlo a mala pena Alek aspettò lì. 

"Adesso non piangere. Promesso?" 
"Promesso. Sento che posso fidarmi. Lo chiamerò tutti i giorni… cazzo no! " 
"Cosa?"
"Non ci siamo scambiati neanche i numeri di telefono! Cazzo!"- mi fiondai verso le porte del treno ,con la borsa attorno al collo ,che fortunatamente erano ancora aperte ma soprattutto, fortunatamente Alek era ancora lì. Quando mi vide scoppiò a ridere ma solamente perchè rischiavo di inciampare.
"Come faccio a chiamarti se non ho il tuo numero di telefono?" 
"Come fai a tornare in Puglia se il treno sta partendo?"
"Ma no! Ma no! Ma anche questa nooo!"- sembrava come se fosse una cosa pianificata da Alek per non farmi partire tanto che per la gioia mi sollevò e assieme scoppiammo a ridere. 
 

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