Save you from bruises

di Sel Dolce
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo uno ***
Capitolo 3: *** Capitolo due ***
Capitolo 4: *** Capitolo tre ***
Capitolo 5: *** Capitolo quattro ***
Capitolo 6: *** Capitolo cinque ***
Capitolo 7: *** Capitolo sei ***
Capitolo 8: *** Capitolo sette ***
Capitolo 9: *** Capitolo otto ***
Capitolo 10: *** Capitolo nove ***
Capitolo 11: *** Capitolo dieci ***
Capitolo 12: *** Capitolo undici ***
Capitolo 13: *** Capitolo dodici ***
Capitolo 14: *** Capitolo tredici ***
Capitolo 15: *** Capitolo quattordici ***
Capitolo 16: *** Capitolo quindici ***
Capitolo 17: *** Capitolo sedici ***
Capitolo 18: *** Capitolo diciassette ***
Capitolo 19: *** Capitolo diciotto ***
Capitolo 20: *** Capitolo diciannove ***
Capitolo 21: *** Capitolo venti ***
Capitolo 22: *** Capitolo ventuno ***
Capitolo 23: *** Capitolo ventidue ***
Capitolo 24: *** Capitolo ventitrè - epilogo ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Prologo


Love is like a shot gun



Stiles si guardò allo specchio, le braccia e il petto pieno di lividi.

Il vento invernale che proveniva dalla finestra aperta riempì la stanza facendolo tremare, ma non si mosse, rimase lì a guardare i segni.


« Alla fine siamo riusciti a prendere la strega, Deaton aveva ragione, voleva te quella pazza. Spero che non ti abbia tenuto tutta la notte nel suo studio. » Scott era particolarmente allegro quella mattina e pure Stiles lo era, ormai non doveva più preoccuparsi di guardarsi le spalle da una strega con l'insana voglia di lanciargli qualche strano maleficio o peggio, ucciderlo.

« No, Theo è passato a salvarmi e abbiamo trascorso la serata insieme a casa mia. » rispose l'umano sistemandosi meglio lo zaino sulle spalle cercando di evitare i lividi.

Theo Raeken era il suo ragazzo da due anni, da poco dopo che Scott era stato morso da Peter, erano usciti un paio di volte prima di mettersi insieme. Forse non era stata la scelta giusta considerando che in quel periodo aveva iniziato a sviluppare sentimenti per qualcun altro, ma Stiles sapeva che Theo sarebbe stato l'unico a poterlo amare, non era certo il tipo che piaceva e a Beacon Hills era già abbastanza difficile trovare un ragazzo omosessuale, se si fosse lamentato sarebbe rimasto solo in eterno.

« Dovresti pensare al tuo percorso da druido, non al tuo stupido fidanzato. » la voce di Derek fece sobbalzare il giovane che girandosi trovò davanti ai suoi occhi l'Alpha nonchè insegnante di spagnolo alla Beacon Hills High School « E oggi riunione speciale al loft, disdici qualsiasi impegno. » aggiunse prima di sparire nell'aula professori lasciando i due adolescenti senza la possibilità di ribattere. Stiles guardò verso il punto dove l'uomo era scomparso a bocca aperta e Scott storse il naso « Amico, puzzi di ansia e paura. » disse iniziando ad incamminarsi verso l'aula di letteratura.

Lo Stilinski scosse la testa riprendendosi dallo stato di shock e seguì il licantropo prima che si allontanasse troppo « Oggi dovevo uscire con Theo, sai che non gli piace quando disdigo all'ultimo minuto. » rispose cercando di non far tremare le mani, da una parte c'era Theo e dall'altra il suo Branco e lui avrebbe sempre messo il loro al primo posto anche se conosceva fin troppo bene le conseguenze per una tale decisione.

« Andiamo, Stiles, al massimo mette il broncio, non ti metterà di certo le mani addosso, per quello c'è già lo psicopatico di turno che cerca di farci fuori. » Scott provò a tirarlo su di morale, completamente ignaro di quello che accadeva realmente. L'umano rimase in silenzio, pensando al modo più delicato e meno sarcastico per dire al suo ragazzo che la sua sessione di box – oh, pardon – che il loro pomeriggio insieme era saltato.

Lydia Martin, sottobraccio ad Allison Argent, camminò verso di loro con un sorriso luminoso e Stiles non poté che esserne spaventato. Solo una cosa faceva sorridere Lydia in quel modo: la prospettiva di una serata in nome dell'alcool.

« Riunione speciale » esordì senza nemmeno dare loro il buongiorno « ah, che dolci parole. Il Branco, il loft e tanta vodka. » prese Stiles per mano, le lunghe ciglia che sbattevano in modo sensuale mentre Allison salutava Scott con un bacio.

« Sai che non posso, l'ultima volta stavo per buttarmi dalla finestra credendomi Superman. » rispose il ragazzo cercando di non cedere allo sguardo da cucciolo della Banshee. Lydia sbattè una mano sull'avambraccio già livido e Stiles dovette metterci tutte le sue forze per non sibilare di dolore.

« Solo perché abbiamo fatto ubriacare anche gli altri con vadka e strozzalupo! Questa volta ha detto Derek che non berrà e ci lascerà avere il nostro divertimento vegliando su di noi. » la rossa si portò una mano sul cuore come a giurargli che non avrebbe rischiato nulla questa volta e lui cedette perché aveva veramente bisogno di staccare, un po' di alcool non lo avrebbe ucciso. O almeno sperava.

« Ragazzi ho una cosa da raccontarvi! » l'urlo di Cora attirò l'attenzione di tutti i presenti nel corridoio perché era veramente raro vedere l'Hale sorridere « Vi ricordate quando mesi fa ho detto che forse a Derek piace qualcuno? » chiese e tutti annuirono « Ho guardato sul suo computer e c'è solo una cartella senza nome protetta da una password! Scommetto che li è pieno di foto di chiunque abbia fatto perdere la testa a mio fratello ed è datata 2010. » disse come se quella portasse una reale conferma per la sua – assurda – teoria.

« Magari è dove tiene i suoi porno. » intervenne Isaac, arrivato in quel momento con una tazza di caffè fumante tra le mani, suscitando una risata a tutti, compreso Stiles.

« Porta il PC da Danny, riuscirà sicuramente ad aprirla. » disse Lydia incamminandosi insieme a Stiles tenendolo sottobraccio, ormai era un gesto abituale e nessuno ne rimaneva più sorpreso.

Ora doveva parlare solo con Theo.


Theo lo tirò su dalla giacca facendolo finire seduto sopra il banco in fondo all'aula di spagnolo. La mano scese a stringergli con forza la coscia destra mentre l'altra finì dietro la nuca tirandogli violentamente la testa indietro.

Stiles chiuse gli occhi imponendosi di non piangere, timoroso che l'odore delle lacrime potesse attirare qualcuno dei suoi amici dall'olfatto sopraffino.

« Cosa vuol dire "oggi non possiamo vederci"? » la voce del giovane Raeken era roca dalla rabbia e gli occhi lucidi di una luce che Stiles aveva visto fin troppe volte e se non fossero a scuola sicuramente sarebbe finita in maniera decisamente peggiore.

« Quello che vuol dire è che questo pomeriggio ho altro da fare e non possiamo vederci. » forse aveva sbagliato ad usare quelle parole e il suo tono sarcastico e – dannazione – lo sapeva che infastidiva il suo fidanzato perciò il pugno che ricevette sullo stomaco fu più che meritato. Stiles boccheggiò in cerca di aria, ma ben presto si ritrovò con le labbra di Theo sulle sue in un bacio violento che faceva venire a Stiles voglia di dare di stomaco.

« Questa è la mia aula. » la voce furiosa di Derek fece sobbalzare entrambi gli adolescenti e la mano di Theoche stringeva la sua coscia scomparve lasciando però sicuramente il segno e Stiles sospirò pronto a vedere quei nuovi lividi una volta solo nella sua camera.

Theo si passò il dorso della mano sulle labbra pulendosi dalla saliva che era andata a bagnarle durante il bacio, guardava Derek con aria di sfida, come se sapesse cose che nessun'altro sapeva se non il diretto interessato « E questo è il mio banco. » rispose posando la mano sul banco dove aveva fatto sedere a forza Stiles, il quale passava lo sguardo tra i due senza sapere che dire.

Derek divenne rosso di rabbia e il giovane Stilinski temette di vederlo trasformarsi sotti i loro occhi « Detenzione con il professor Wilkenmann, Raeken. » dichiarò posando la sua pila di documenti sulla cattedra « Ed esca immediattamente da qui. » aggiunse indicandogli la porta. Theo strinse i denti e prese con prepotenza la mano di Stiles per trascinarlo fuori da lì « Stilinski vorrei parlare con Lei. » la voce di Derek era stranamente calma, ma il ragazzo sapeva che in realtà l'uomo non lo era nemmeno un po'.

Una volta rimasti soli Stiles rilassò appena le spalle « Dimmi. » lo incitò a parlare abbozzando un sorriso.

« Stiles, sei sicuro che vada tutto bene con quello lì? » domandò il licantropo, le mano posate a palmo aperto sulla cattedra mentre gli occhi erano fissi in quelli di Stiles. Derek sentiva che qualcosa non andava, sentiva il continuo odore di dolore e paura provenire da Stiles quando era insieme a Raeken.

« Oh Der–bear ti preoccupi per me? » scherzò Stiles facendo una piccola risata nervosa « Sto insieme a Theo da due anni, se non andasse tutto bene ci saremmo già lasciati, no? » domandò con fare ovvio, il battito el cuore regolare per non fargli capire le menzogne. Una volta aveva provato a lasciarlo, dopo il primo episodio di violenza, e fu in quel giorno che perse la verginità e purtroppo non era stato consenziente nemmeno per un misero secondo. Dopo quella volta la violenza carnale era diventata una routine e Dio solamente sapeva quante volte aveva pianto durante la notte sentendosi debole e patetico. Non aveva il coraggio di denunciare il fatto, sarebbe stato troppo difficile poi guardare ogni giorno suo padre o gli altri agenti che l'avevano visto che l'avevano visto crescere da quando era ancora in fasce. Se avesse denunciato Theo ci sarebbero state delle gravi conseguenze e lui non poteva permetterlo.

« Per qualsiasi cosa, Stiles, ricordati che hai un branco pronto ad aiutarti. » disse Derek con un sospiro, Theo non gli era mai piaciuto e non credeva fosse il ragazzo giusto per Stiles. Aveva un'aura negativa e il suo lupo riusciva a sentirla.

« Grazie, Derek, me ne ricorderò. » rispose avviandosi sorridente verso la porta, la mano alzata in segno di saluto. Appena varcò la soglia si guardò intorno, felice di non vedere Theo nei dintorni.


Alla terza bottiglia di vodka Stiles era decisamente fuori controllo, rideva ad ogni minimo rumore e continuava a singhiozzare tra una parola e l'altra. Derek era rimasto l'unico sobrio lì dentro e controllava quel branco di adolescenti svagarsi: Lydia edeva composta sul divano chiacchierando di limiti, equazioni e derivate con un Jackson voglioso di fuggire alla sua fidanzata; Scott e Allison si erano addormentati sul pavimento mentre Cora e Isaac giocavano a carte. C'era pure Peter seduto vicino a Stiles, pronto a riempirgli il bicchiere appena lo avesse svuotato. Derek inarcò un sopracciglio, quella scena non gli piaceva per niente, perciò si avvicinò pronto ad allontanare lo zio dal ragazzino.

« Dopo la strega ci mancava solo il "sospetto mostro quadrupede" che si aggira per Beacon Hills. Se fosse un centauro? » stava domandando il giovane guardando il liquido trasparente nel suo bicchiere « Dovrei avvertire mio padre e mettere delle protezioni intorno casa? ».

« Stilinski, se vuoi da me c'è una camera libera. » rispose Peter con tanto d'occhiolino facendo scoppiare a ridere Stiles sotto lo sguardo perplesso dell'uomo che non capiva cosa ci fosse di divertente.

Derek sospirò decidendo di togliere il bicchiere a Stiles e la bottiglia a Peter per evitare che l'adolescente assumesse troppo alcool « A dormire, tutti. » ordinò a quelli che erano ancora svegli. Vide con la coda dell'occhio Cora e Isaac mettere via le carte e Lydia trascinare Jackson verso il materasso gonfiabile che aveva portato quest'ultima ben sapendo che a nessuno se non Derek, Cora e Isaac era permesso salire al piano di sopra dove c'erano le camere da letto.

L'Hale più anziano sbuffò e alzando le mani si allontanò decidendo di prendere il divano; Stiles si alzò barcollando e ridendo « Jeep, dormirò nella mia Jeep! » esordì dopo aver notato che non c'era posto per lui nè sul divano nè per terra. Derek grugnì prendendolo a mo' di sacco sulle spalle perché sapeva che quel pazzo avrebbe provato a guidare fino a casa rischiando di morire in un incidente stradale. Lo portò di sopra nella sua camera depositandolo dolcemente sul letto, gli tolse le scarpe mettendole vicino alla porta, ma quando provò a sfilargli la camicia sporca di vodka il ragazzo iniziò a dimenarsi « No, no, questa lasciala. » biascicò più nel mondo dei sogni che in quello reale « Nessuno deve vedere cosa c'è sotto. » aggiunse stringendosi le braccia al petto e lasciando Derek con un'espressione interrogativa, ma decise di non indagare oltre.

L'Alpha chiuse le tende e spense la luce lanciando un'ultima occhiata all'umano. Sospirò dirigendosi verso la stanza di Cora, quel ragazzo non gliela raccontava giusta e lui avrebbe scoperto la verità.



Angolo me:

Hi guys!

Eccomi qua con una bella Sterek tutta originale, ormai mancano pochi capitoli per concludere Ils ne savent rien de nous e quindi posso permettermi di iniziare a pubblicare questa.

Cosa ne pensate? Qualche suggerimento?

Ah, giusto, questa fanfiction è dedicata a Hope che per settimane ha dovuto osservarmi in silenzio mentre scrivevo i primi capitoli di questa fanfiction sui fogli a scuola durante la ricreazione invece di parlare con lei. Hope questo è tutto per te!

A presto,

Sel

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Capitolo 2
*** Capitolo uno ***


Capitolo uno

Love is like a shot gun




Le ginocchia nude contro il parquet gli facevano male, sentiva il bisogno di alzarsi, rivestirsi e andarsene il più lontano possibile da quel appartamento, ma le mani grandi di Theo lo inchiodavano al pavimento. Aveva gli occhi pieni di lacrime, senza versarne nemmeno una perché Stiles non gli avrebbe mai dato la soddisfazione di vederlo piangere, né in quel momento né in qualsiasi altro. Teneva le labbra serrate, attento a non rispondere a nessuna delle provocazioni che il suo fidanzato gli lanciava. Non avrebbe vinto quella volta, Stiles non glielo avrebbe permesso a costo di rimanere lì in quella posizione per le prossime ore e perdendo la settimanale riunione del Branco.

Il collare che Theo gli aveva messo al collo era fastidioso e alquanto pesante che spesso lo obbligava a piegare la testa in segno di sottomissione. Era un kink che odiava, raramente attaccava anche un guinzaglio pretendendo che si comportasse come un cane e Stiles non si era mai sentito così umiliato come in quei momenti, Dio, lo aveva addirittura trascinato nel patio sul retro in quelle condizioni nel bel mezzo di una nevicata; era stato a casa con la febbre per le successive due settimane dopo quell'episodio.

Theo stava iniziando a perdere la pazienza, si vedeva chiaramente dal piccolo tic che gli era preso all'occhio sinistro, ma Stiles continuò a guardarlo in ostinato silenzio. Aveva accettato tutto nella loro relazione, ma quello era troppo, almeno quello voleva farlo con qualcuno di cui si fidava e che amava, qualcuno come Derek che negli anni si era dimostrato un uomo premuroso ed un ottimo Alpha.

« Ti darò fino al tre per aprire la bocca. » disse il biondo alzando la mano destra dalla sua spalla per mostrargli tre dita, l'altra a stringergli con forza la spalla. Stiles scosse la testa, non voleva sentire il conto del ragazzo ben sapendo che alla fine di essi sarebbero arrivati i primi pugni. Era pronto, ormai era un anno che sopportava tutto quello, un altro giorno non sarebbe stato nulla. Prima o poi avrebbe trovato la forza di non cedere alle sue minacce e denunciare il tutto a suo padre, avrebbe trovato la forza per essere uomo.

Il colpo sul viso lo prese completamente alla sprovvista, Theo era sempre stato attento a non fargli lividi in posti ben visibili, così da non destare sospetti, ma quella gionata sembrava andare decisamente per il verso sbagliato. Il secondo fu più violento del precedente tanto che il labbro si spaccò inevitabilmente. Si ritrovò sdraiato a terra, le mani sul viso per provare a sfuggire alle mani di Theo, il biondo per niente richiamato dalle urla del suo fidanzato iniziò anche a tirare caldi colpendolo più volte sulle costole e Stiles poteva solamente pensare ad una cosa: « Morirò. ».


Si lavò per la quarta volta consecutiva i denti provando a lavare via in cattivo sapore che Theo gli aveva lasciato in bocca, evitò accuratamente di guardarsi al piccolo specchio nel bagno del Raeken, sentiva ogni parte del viso gonfio e non sentiva il bisogno di confermare la situazione del suo viso. Voleva solamente tornare a casa e chiudersi nella sua stanza fino alla fine dei suoi giorni.

Theo lo stava guardando appoggiato allo stipite della porta, un ghigno soddisfatto in volto, le braccia incrociate sopra il petto nudo. Lo sguardo freddo causava a Stiles più brividi di quanto potesse provarne sotto una bufera di neve, era semplicemente agghiacciante. Si fissarono per diversi secondi in silenzio, lo Stilinski sentiva il cuore battergli fortemente, la paura di finire di nuovo sulle ginocchia a fare quella cosa disgustosa.

Si avvicinò cauto, un piccolo passo alla volta, e solamente quando furono uno davanti all'altro Theo sorrise dolcemente, come quelle volte durante i loro primi appuntamenti « Vieni qui, amore. » disse e Stiles lo fece. Il biondo tirò fuori una chiave dal cassetto dell'armadio posizionato vicino alla porta e la infilò nella serratura del collare, liberando il collo del giovane che per puro istinto si portò le mani dove sentiva il segno bruciante che l'oggetto gli aveva lasciato a causa dell'eccessivo sfregamento.

Theo lo baciò, un semplice contatto delle labbra « Scusami, non lo farò mai più. Non ti picchierò più sul viso. » e Stiles ci credette, come ci aveva creduto tutte le volte precedenti. Forse Theo lo amava veramente, forse era lui ad essere il problema e quelle cose se le meritava eppure ogni volta che vedeva Derek si sentiva strano, come se ogni pensiero triste non potesse traversargli la mente, costringendolo ad assaporare quei piccoli momenti di felicità che condivideva con l'uomo.

Annuì nascondendo il viso nell'incavo del collo del ragazzo più alto, non voleva parlare, voleva rimanere solo per un attimo così e pensare a cosa ne stava facendo della sua vita.

« Stiles guardami. » ordinò Theo prendendogli il viso tra le mani un po' bruscamente « Se dici a qualcuno quello che ti faccio ti ricordi cosa succede? » domandò scostandogli i capelli da davanti gli occhi, così da poter osservare meglio le iridi dorate del ragazzo.

« Mi–mio padre muore... lo uccidi tu. » rispose Stiles, tremende immagini dei possibili modi in cui Theo avrebbe potuto eliminare lo sceriffo gli passarono per la mente constringendolo a chiudere gli occhi nella vana speranza di eliminare anche il più piccolo dettaglio di quelle macabre fantasie. Theo lo baciò nuovamente ed entrò nel bagno chiudendosi la porta dietro, lasciando Stiles da solo nella stanza.

Lo Stilinski prese lentamente i suoi vestiti e gli indossò ben sapendo che aveva il permesso di uscire, una volta che Theo entrava nel bagno per fare la doccia era il suo momento per andarsene. Non c'erano mai stati momenti dopo l'abuso in cui Theo aveva anche solo provato a sdraiarsi accanto a lui e parlare, non che Stiles lo volesse, ma era umiliante essere trattato così, come una bambola per desideri sessuali da riporre sullo scaffale dopo averla usata.

Prese le chiavi della Jeep e sospirò, aveva una riunione a cui andare.


Il profumo che gli aveva dato Deaton era veramente efficace, riusciva a nascondere qualsiasi odore che non fosse il suo, ed era solo grazie a quello che nessuno dei licantropi aveva ancora scoperto il suo segreto.

Appena era entrato nel loft lo sguardo penetrante di Lydia gli aveva come perforato la testa, mentre gli altri si erano limitati a chiedergli cosa gli fosse successo « Sono caduto per le scale. » aveva risposto Stiles con non chalanche attento a non farsi smascherare dal suo stesso cuore. Ormai era diventato bravo a dire bugie, quasi sentiva il dovere di congratularsi con se stesso.

C'era anche il padre lì, tra le mani numerose denunce di avvistamenti di un cavallo per la Riserva con apparentemente un corno. Un Unicorno, fantastico! Stiles guardò attentamente tutti i fogli e le foto che erano state portate alla centrale sotto lo sguardo curioso di tutti i presenti. Lo sceriffo comunque non sembrava più interessato al caso quanto al motivo del perché il viso di suo figlio era completamente tumefatto.

L'umano accese il laptop e senza problemi riuscì ad accedere al deep web iniziando la sua ricerca sugli unicorni nel silenzio più totale, l'espressione concentrata perché se per Beacon Hills si aggirava veramente una creatura del genere erano veramente fottuti. Insomma, gli unicorni non erano certamente simpatici se non con i vergini e nel 2016 ce n'erano ben pochi.

Lydia era seduta al suo fianco e controllava le e–mail sul suo cellulare, Scott ed Allison stavano preparando la cena sotto la supervisione di Erika e Boyd perché l'ultima volta avevano dato fuoco al ripiano in legno. Cora ed Isaac stavano trascrivendo le parti più descrittive delle varie denunce e Derek stava fissando Stiles con la stessa intensità con cui si fissava l'oggetto più ambito al mondo.

Peter girovagava per l'open space mormorando tra sè e sè perché a quanto pare aveva già avuto a che fare con un unicorno e non era stata una esperienza piacevole. A quanto pare tendono ad usare il corno per provare ad impalare la gente, trafiggendola proprio all'altezza del cuore. Macabro a parere di tutti « Non ci credo che vomitano arcobaleni. » borbottò Isaac pensando a tutte quelle immagini che giravano sul web su quei animali considerati fantastici dalla maggior parte del Mondo.

« Qua la ricezione è pessima, posso andare al piano di sopra? Forse prende meglio e... » cominciò Stiles e prima che potesse perdersi in chiacchiere Derek gli disse di seguirlo e sotto lo sguardo malizioso di Peter e quello ammicante di Cora lo guidò fino alla sua stanza da letto dove effettivamente la rete prendeva meglio. Si misero seduti uno vicino all'altro e Derek prese un profondo respiro, la situazione era abbastanza straziante « Certo che devi essere caduto proprio male per ridurti la faccia in questo modo. » disse cercando di suonare del tutto casuale, non voleva certo sapere nel dettaglio cosa era successo. No, assolutamente no, infodno se Stiles aveva detto che era caduto doveva credergli, no? Avevano avuto una bella discussione sulla fiducia mesi prima ed era solo per quello che non lo stava addittando come bugiardo di prima categoria.

« La solita fortuna, ho preso quasi tutti i punti più duri e poi sono anche inciampato sul vialetto. Il cemento non è poi così morbido. » rispose guardandolo dritto negli occhi ed eccolo lì, il cuore che batteva più forte da suonare come un tamburo nelle sue stesse orecchie. Scosse la testa ritornando a guardare il suo laptop cercando di non arrossire ancora di più di quanto non fosse e Derek non disse nulla perché anche lui si sentiva così, anche il suo cuore ogni volta che faceva contatto visivo con Stiles iniziava a perdere il controllo e lui non poteva farci niente. Era più grande di nove anni, il suo insegnante di spagnolo, il suo Alpha e lui era fidanzato con quel Raeken, il chiaro segno che non provava lo stesso per lui. Forse aveva colto male tutti i segni, per un tempo indeterminato aveva sperato che Stiles si fosse innamorato di lui, che stesse per lasciare Theo per dichiararsi, ma così non fu.

« Okay, possiamo scendere, ho tutte le informazioni che mi servono. » disse alzandosi di scatto dal letto e Derek lo seguì.


« Oh mio Dio, Derek! Non sei l'unico che se l'è spassata a sedici anni, non puoi solo tu avere la tua dose di divertimento! » urlò Cora lanciando un vaso contro il fratello dopo che l'aveva proposta come esca per l'unicorno credendola ancora vergine, quando la ragazza aveva scosso la testa la sua reazione non era stata delle migliori e tutti poterono vedere Isaac sbiancare e cercare di nascondersi dietro lo sceriffo, il quale piuttosto imbarazzato per la piega che aveva preso il discorso guardava verso la finestra cercando di ricordarsi che era circondato da un Beanco di adolescenti.

« Oh, andiamo Derek, tanto abbiamo Stiles, il mio Batman vergine. » disse Erika alzandosi in piedi e molto sensualmente avvolte le spalle del ragazzo con il suo braccio, gli depositò un bacio sulla guancia lasciandogli il segno del rossetto color porpora. Stiles tratenne il respiro e cercando un modo molto carino per dire che no, non avrebbe fatto da esca, aprì la bocca, solo che venne preceduto.

« Nemmeno per sogno! » ruggì Derek illuminando gli occhi di rosso « Stiles è umano, non possiamo metterlo in una situazione di tale pericolo. » spiegò trovando un sostegno nel leggero annuire dello sceriffo.

« Si lamenta sempre di non fare nulla, questa è la sua occasione. Tanto al massimo si lascerà carezzare e poi noi entreremo in azione eliminandolo. » disse Jackson sbuffano annoiato, odiava perdere i pomeriggi per quelle riunioni, perché tanto alla fine Derek non si fidava di lui e lo lasciava sempre come piano di scorta.

« Allora tu non mi senti quando parlo! » sbottò Stiles buttandogli contro un plico di fogli « Se uccidiamo l'unicorno, un essere puro, porteremo sventura e sciagure su tutta Beacon Country! » ripeté perché era certo di averlo detto nella prima mezz'ora della sua esposizione delle notizie trovare su Internet.

« Per me ha ragione Jackson. » intervenne Scott, l'espressione concentrata, la mascella leggermente storta stretta tra le dita « Alla fine l'unico vergine del Branco è lui. » spiegò e lo sceriffo si nascose il viso tra le mani perché non aveva veramente bisogno di sentir parlare della vita sessuale di suo figlio.

Stiles scattò in piedi, completamente rosso dalla punta dei capelli fino alla base delle spalle e raccattò tutta la sua roba spingendola a forza nello zaino « Ci vado io! Farò questa stupida cosa dell'esca alla prossima Luna Piena! » urlò in un impeto di rabbia che nessuno riuscì a comprendere « Tanto alla fine servo solo a questo, quando sono l'ultima risorsa disponibile. » aggiunse in un tono talmente freddo che tutti ne rimasero sorpresi.

Senza nemmeno aspettare il padre Stiles uscì di corsa dal loft sentendo le urla di Derek verso il branco e lo sceriffo scusarsi per il comportamente strano del figlio per poi andargli subito dietro. Voleva solamente arrivare a casa e nascondersi sotto le coperte, voleva solo un po' di pace.


Alla fine si era fatto due giorni a casa, aveva creato un cerchiodi sorbo intorno all'abitazione per evitare a qualsiasi essere sovrannaturale di entrarvi, ma non per impedire a Theo di venire a fare i suoi comodi mentre lo sceriffo era in centrale.

Non gli aveva chiesto se stesse bene, il perché non si fosse presentato a scuola, era semplicemente entrato dalla finestra dopo essersi arrampicato sull'albero che – purtroppo – si trovava lì davanti e senza dira una parola lo aveva letteralmente strappato via dai suoi vestiti e girato sullo stomaco.

Il primo colpo della cintuta contra la sua schiena fu seguita da uno schiocco sordo e Stiles non urlò, si morse semplicemente le labbra per paura di attirare l'attenzione dei vicini se fosse stato troppo rumoroso. Theo continuava in un silenzio del tutto normale e non fu soddisfatto fino a quando non vide la prima striscia di sangue macchiare la pelle arrossata del giovane.

« Devi avvertirmi, Stiles, lo sai bene. » gli disse afferrandogli rozzamente i capelli tirandogli dietro il collo « Odio arrivare a scuola e non trovare la tua schifosissima Jeep. » spiegò mordendogli il lobo dell'orecchio più forte del necessario. Lo costrinse a uscire dal letto e un sorriso per niente rassicurante affiorò sulle labbra del giovane « Sai cosa succede ai bambini dissubedienti, Stiles? » domandò sedendosi sulla sedia il legno su cui tipicamente il ragazzo teneva i vestiti, si toccò due volte le ginocchia e Stiles deglutì a vuoto. Non aveva intenzione di assecondare quel kink, era semplicemente inconcepibile la quantità di cose disgustose che eccitavano il Raeken.

« Theo lasciami in pace. » mormorò il ragazzo rimanendo fermo in piedi vicino al letto, lo sguardo che andava dal fidanzato alla porta mentre cercava di calcolare quanto tempo aveva per correre e rifugiarsi nella camera del padre fino a quando il ragazzo non se ne sarebbe andato « Non è giornata. » aggiunse recuperando i pantaloni del pigiama con movimenti lenti per non far scattare qualche reazione violenta all'altro ragazzo.

« Sai cosa peggiorerebbe la tua giornata? » domandò Theo prendendosi il mento tra l'indice e il pollice. Stiles scosse a testa perché, veramente, non aveva idea di cosa ci fosse di peggio che dover sopportare un fidanzato come lui « Trovare il corpo esanime di tuo padre sul portico. Che dici, pallottola nel cuore o un bel colpo in mezzo agli occhi? » sorrise in modo cattivo Theo e adorò oltre ogni cosa l'espressione di puro orrore che si dipinse sul volto dello Stilinski.

« Ora, verrai di tua spontaneà volontà sulle mie ginocchia o devo trascinartici? ».


L'unicorno aveva fatto la sua prima vittima: un uomo di ventisette anni che era un cliente abituale del bar infondo a Oak street nel centro di Beacon Hills, tutti lo avevano descritto come un uomo serio, ma che al primo bicchiere di birra perdeva il controllo e che quindi non si meravigliavano più di tanto se ci era rimasto secco. Lo aveva trovato una ragazza mentre faceva jogging nella riserva, a pochi passi dal parco dedicato ai bambini della zona.

« Amico, che hai? Non stai un attimo fermo! » disse Scott dopo aver notato il migliore amico cambiare posizione sulla sedia per la decima volta. Erano tutti riuniti nel salotto di casa McCall, approffitanto dell'assenza di Melissa.

« Scottie bello, sono caduto e penso di essermi come minimo lesionato l'osso sacro. » rispose Stiles premendo un'altra volta sulla sua sbadataggine sperando solamente che se la bevessero senza ulteriori domande. In realtà era tutta colpa di Theo, non ci era andato per niente leggero quella mattina, la rabbia repressa di due giorni erano state scaricate sul suo fondoschiena (e la schiena) in meno di venti minuti. Eppure gli andava bene così, finché teneva suo padre ed il Branco al sicuro.

« Un giorno di questi attento a non inciampare in una ghigliottina, la tua testa è carina attaccata al collo. » disse Lydia prima di prendere un lungo sorso con la cannuccia del suo succo all'ananas. Forse era quella meno convinta di tutti sulle scuse che Stiles affibbiava loro da un anno a quella parte. Riusciva a vedere il modo con cui le spalle si irrigidivano e la posizione di difesa che assumeva.

« Forse non è nemmeno stato l'unicorno ad ucciderlo. Infondo dove è stato trovato il corpo gli alberi avevano più pezzi appunti e può essere stato quello a perforargli un polmone. » borbottò Isaac guardando la foto del cadavere della vittima. Si prese uno scalppellotto da parte di Cora che con molta calma gli spiegò che era impossibile in quanto – seguendo le leggi della fisica – dopo il corpo sarebbe dovuto rimanere con il pezzo di legno conficcato nel corpo e non disteso sul tappeto di foglie con gambe e braccia stese verso l'esterno. Stavano lavorande su più possibilità cercando di ricreare la dinamica, erano tutti concentrati e perfino Peter aveva per un attima messo da parte il suo solito atteggiamento da sbruffone per aiutarli.

La suoneria del telefono di Stiles prese tutti alla sprovvista, avevano deciso di comune accordo di spegnerli sempre durante le riunioni, era stata un'idea di Stiles stesso « Scusate, devo rispondere. » disse guardando il nome di Theo sul display, ma quando alzò lo sguardò incontrò gli occhi verdi di Derek e vi lesse un po' di delusione. Fu solo per quello che concluse la chiamata senza nemmeno iniziarla e spense il telefono, ricevendo sguardi dubbiosi da parte di tutti.

Avrebbe pagato le conseguenze quella sera, ora doveva pensare solamente a salvare il didietro ai suoi amici non–vergini e a se stesso.






About Satan and Hell:

Okay, merito l'Inferno.

No guys, ora seria, non so se questo è da rating arancione o rosso, alla fine dei conti non sono scesa in alcun dettaglio, ma voi consigliatemi, non voglio poi ritrovarmi con mille segnalazioni (anche se ormai anche le ragazze di 10 anni scrivono le peggio scene porno che io a 18 nemmeno mi sogno.).

So, capitolo un po' così, giusto per dare una spinta pria di incentrarci di più sulla Sterek!

Stay turned and let me know what you think,

Sel

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Capitolo 3
*** Capitolo due ***


Capitolo due


Love is like a shot gun



Deaton guardò l'orologio aspettando pazientemente che scattassero le 17. Ormai la clinica era vuota e Scott era andato a casa per poter ripassare in quanto il giorno successivo aveva un importante test di psicologia. Fuori stava diluviando, l'incessante cadere della pioggia contro il vetro delle finestre riempiva il silenzio presente all'interno.

Il campanello che annunciò l'entrata di un cliente risuonò per tutta la clinica e il veterinario sorrise cordialmente a Stiles. Mise sul bancone la boccetta con il profumo per neutralizzare gli odori e attese che il ragazzo si avvicinasse per prenderla.

Ogni secondo mercoledì del mese l'umano si presentava a ritirare la merce e Deaton non si era mai posto la domanda del cosa gli servisse, ma da quando Derek gli aveva fatto notare certi comportamenti ambigui da parte dello Stilinski gli era sorto qualche dubbio. Il castano si era presentato undici mesi prima chiedendogli qualcosa che potesse ripristinare il suo odore – suo soltanto – e Deaton gli aveva parlato del profumo credendo che gli servisse per questioni legate al branco e si era sbagliato.

« Grazie. » disse solamente il ragazzo mettendo la piccola ampolla nella tasca della giacca, pronto a girarsi e andarsene come qualsiasi altra volta.

« A cosa ti serve un neutrallizzatore di odori? » chiese facendo bloccare Stiles che quasi non cadde inciampando sui suoi stessi piedi. Era semplicemente ridicola la scoordinatezza del ragazzino, Deaton non si meravigliava se in quel momento aveva il viso pieno di lividi.

Stiles si schiarì la gola cercando di suonare sciolto, fortunatamente il dottore non era un licantropo e non poteva sentire il battito cardiaco farsi sempre più veloce, talmente tanto da rischiare di fargli male. Doveva pensare ad una scusa ed in fretta, non aveva molto tempo prima di insinuare il dubbio di una bugia nella mente di Deaton.

« Per quando vado fuori città. » disse e allo sguardo interrogativo del veterinario dovette per forza continuare e spiegare la menzogna che stava costruendo nella sua stessa testa « Theo è solito portarmi fuori città e per sicurezza, ovviamente, non vorrei avere addosso l'odore del branco per poi attirarmi contro l'Alpha della zona. Sai, infrangere i confini, trapassare il proprio territorio. Meglio avere sempre qualche precauzione in più. » spiegò sventolando una mano come a voler scacciare un moscerino fastidioso, una piccola goccia di sudore che gli scivolò lungo il collo. Era abbastanza bravo a raccontare bugie, magari se prima se l'era preparate, ma Deaton l'aveva preso completamente impreparato.

Alan annuì leggermente e Stiles lo colse come un permesso ad andarsene senza dover rispondere ad altre domande. Appena il ragazzo mise piede fuori dallo studio Deaton afferrò il telefono per chiamare Derek. Non aveva nulla di cui preoccuparsi.

Si era bevuto la bugia.


Quando si svegliò la prima cosa che vide fu il soffitto bianco che certamente non apparteneva alla sua stanza, nè tanto meno quelle luci a led. Si stava muovendo ad una velocità sostenuta e sentiva più mani al lato del suo corpo. Sbatté gli occhi più volte cercando di ricordarsi cosa stesse facendo prima di perdere i sensi.

Stava guidando per raggiungere il Branco a casa McCall dopo essere uscito dalla clinica di Deaton e improvvisamente tra la pioggia e le ruote che non aderivano perfettamente al suolo si era ritrovato a sbandare dopo che qualcosa gli era letteralmente caduto sul parabrezza.

Nella visuale entrò il viso preoccupato di Melissa e Stiles si ritrovò ad imprecare: era in ospedale. Sentì le voci dei vari infermieri che stavano spingendo la barella e non poté fare a meno di preoccuparsi. Avevano visto i lividi?

« Sei appena arrivato, Stiles. Devi rimanere tranquillo, dovremmo tagliarti i vestiti di dosso e assicurarci che non ci siano ferite gravi. » gli disse Melissa carezzandogli dolcemente la fronte.

Dio, quanto poteva essere sfortunato? L'ultima cosa di cui aveva bisogno era di finire in ospedale e aggiungere un'altra bolletta che lui e il padre non riuscivano a pagare. Tra l'altro c'era la possibilità che scoprissero degli abusi subiti da parte di Theo e lui doveva assolutamente evitarlo e sarebbe stata la fine per suo padre.

« Sto bene. » rispose con un po' di difficoltà e poté sentire un infermiere sbuffare tra lo scocciato ed il divertito « Come sta Roscoe? » domandò poi preoccupato per la sua auto, all'interno c'erano tutte le ricerche fatto per il Branco e la boccetta presa da Deaton.

« Nulla che un meccanico non possa riparare. » sorrise Melissa e prima che il ragazzo potesse aggiungere qualcosa entrarono in una stanza e un'altra infermiera entrò nel suo campo visivo « Dobbiamo addormentarlo, è troppo agitato. » disse tenendo in mano una siringa contenente sicuramente del sedativo. Stiles scosse la testa, doveva essere sveglio per spiegare i lividi prima che potessero costruire ipotesi e riferirle a suo padre.

Si ribellò per quanto poteva, gli faceva male ogni singolo muscolo e l'occhio nero che gli aveva regalato Theo giorni prima non aiutava in quanto continuava a pulsare dolorosamente. Melissa gli prese una mano stringendola forte e gli spigò che era necessario per il suo stesso bene, ma Stiles non voleva.

Desiderava tornare a casa e aspettare che il dolore passasse.


« Come sta? » Derek entrò come un tornado nel Beacon Hills Memorial Hospital e individuò in meno di due secondi Melissa seduta al banco accettazione. Aveva corso per tutta la strada appena lo sceriffo lo aveva chiamato dicendogli che Stiles aveva avuto un incidente: il corpo senza vita di un uomo era stato lanciato sul parabrezza facendolo sbandare e si supponeva fosse opera dell'unicorno.

Melissa si guardò intorno sicura che nessuno dei suoi colleghi la stesse sentendo, era contro la politica dell'ospedale dare informazioni sui pazienti a chi non fosse un famigliare, ma si stava parlando di Stiles e del Branco.

« Sta bene, più o meno. Si è rotto il polso sinistro – per fortuna, almeno potrà scrivere – e... » Melissa si fermò, forse quello era veramente troppo da dire « Il resto te lo dirà lo sceriffo, ti porto da lui. » concluse uscendo da dietro il bancone fino a portarlo nella stanza dove Stiles stava dormendo, il padre seduto al suo fianco con un'espressione preoccupata.

« Noah, è arrivato Derek. » lo annunciò distogliendo l'uomo dai suoi pensieri. Lo Stilinski si alzò per andare incontro loro e ringraziò Melissa per aver portato l'Alpha da lui.

Rimasero in silenzio ad osservare il ragazzo che dormiva con un'espressione tranquilla, le braccia stese lungo i fianchi. Derek lo trovò bellissimo nonostante l'occhio nero e le nuove ferite.

« Hanno trovato il resto del corpo completamente ricoperto di lividi. » ruppe il silenzio lo sceriffo che avvicinandosi al figlio con estrema cura gli sfilò il camice ospedaliero mostrando al licantropo il petto completamente violaceo « Quando si è svegliato e gli hanno chiesto come li ha avuti ha risposto dicendo che pratica box. Mio figlio, che fa box, non ci crederei nemmeno se lo vedessi. » continuò ricoprendo il figlio e sistemandogli il lenzuolo, nella stanza faceva abbastanza freddo.

Derek rimase senza parole, ora capiva perché quella notte non si era lasciato sfilare la camicia, perché odorasse continuamente di dolore ed evitasse il contatto fisico. Stava soffrendo e lui non era riuscito a rendersene conto in tempo.

« Non ci dirà mai chi è stato. » disse l'Alpha fissando dritto negli occhi l'uomo, leggendovi dentro la sofferenza nel vedere il proprio figlio in quello stato « Toccherà scoprirlo. ».


Tornare a casa il giorno dopo fu la cosa più bella che Stiles aveva fatto negli ultimi mesi. La sua Roscoe era dal meccanico e ci sarebbe rimasta come minimo per altre due settimane. Fortunatamente quando si era svegliato e aveva trovato il padre seduto al suo fianco non aveva ricevuto nessuna domanda scomoda e Stiles si appuntò che ora gli toccava veramente iscriversi a box perché dubitava che il padre non fosse stato informato da Melissa o dal dottore che gli aveva ingessato il polso.

Si sdraiò sul divano accendendo la TV per guardare qualche programma di cucina così da farsi venire qualche idea per la cena, non sarebbe stato di certo il suo polso rotto ad impedirgli di prendersi cura di suo padre e di se stesso e poi una mano gli bastava eccome. Aveva ricevuto una chiamata da Lydia la sera precedente in cui gli aveva urlato addosso i peggio insulti dopo che la Banshee aveva urlato sentendo la sua vita in pericolo e lui non aveva risposto a bene settantotto chiamate. Il suo orecchio destro non sarebbe mai più stato lo stesso. Così come Scott che entrando nella sua stanza sbattendo la porta e facendo spaventare lo sceriffo gli si era lanciato addosso coinvolgendolo in un abbraccio troppo stretto. Il suo migliore amico era stato così gentile da andare a recuperare la Jeep e portarla da meccanico più economico di Beacon Hills spingendola insieme ad Isaac e Boyd.

Stiles rimase un po' deluso dalla mancata visita/telefonata da parte di Derek, così come nemmeno Theo si era fatto sentire nonostante gli avesse mandato un messaggio spiegandogli che si trovava in ospedale e che quindi non si sarebbero visti. Oh, no, in realtà gli aveva risposto, con una minaccia, ma era una risposta. Praticamente gli aveva promesso che se avesse detto a qualcuno la vera origine dei suoi lividi si sarebbe ritrovato orfano in meno di dieci ore.

Lo sceriffo si sedette sulla poltrona vicino al divano e osservò il figlio che sorridente guardava un programma con Gordon Ramsey. Sospirò guardando la foto della moglie attaccata al muro chiedendosi cosa dovesse fare, non si sentiva per niente un buon padre.

« Domani puoi darmi uno strappo a scuola? » domandò Stiles mentre segnava sul cellulare il nome di una ricetta che avrebbe certamente fatto in futuro. Sembrava tranquillo, sereno con il mondo e Noah non sapeva cosa pensarne.

« Certo, ma dovrai svegliarti presto che ho il turno di mattina domani. » rispose passandosi una mano sul viso, stanco di tutto quel lavoro che quel unicorno gli stava dando. Fino ad allora c'erano stato sette vittime che riportano gli stessi segni, ma non riuscivano a trovare cosa gli legasse. Stiles annuì facendo una smorfia, purtroppo non era un tipo mattiniero quando si parlava di andare a scuola e fu per questo che gli venne in mente un'idea « Altrimenti puoi chiedere a Derek, accompagna Isaac e lavora nella scuola, non penso gli dispiaccia passare per di qua e prenderti. » propose sperando che il figlio accettasse e basta, così da permettere al licantropo di controllarlo e magari scoprire qualcosa.

Il cellulare del ragazzo trillò per un breve attimo e Noah provò a sbirciare chi fosse il mittente « Oh » disse il ragazzo attirando ancora di più l'attenzione del genitore « Theo mi ha appena scritto che passerà lui a prendermi fino a quando non riavrò la Jeep e potrò guidare. Mi accompagnerà anche a casa. » spiegò e lo sceriffo annuì. Il figlio e Raeken stavano insieme ormai da due anni e durante le cene che avevano fatto insieme gli era sempre sembrato un ragazzo a posto, se si toglieva qualche multa per eccesso di velocità. L'anno precedente per Natale gli aveva perfino preso un pensiero.

Stiles provò a rimanere sorridente, ma la verità era che stava letteralmente morendo di paura. Dentro la macchina di Theo non gli succedevano mai cose belle, in qualche modo finivano sempre in qualche posto appartato dove l'unico finale era lui piegato contro il cofano dell'auto mentre il Raeken si prendeva quello che voleva senza il suo consenso.

Rispose con un semplice "Okay" e riprese a guardare la TV passando ad un canale di sport per distrarre il padre che lo stava osservando troppo da quando erano tornati. C'era una partita di lacrosse in diretta e Stiles si colpì la fronte « Il coach mi butterà fuori dalla squadra! » disse rendendosi conto che con il polso ingessato non poteva giocare a lacrosse nemmeno volendo. Il campanello suonò sorprendendo i due Stilinski e quando lo sceriffo andò ad aprire la porta si ritrovò davanti tutto il branco con Lydia in testa che teneva un paio di palloncini a dir poco ridicoli, come quelli che il figlio le aveva comprato dopo esser stata morsa da Peter.

Entrarono salutando a gran voce e quando Stiles li vide non poté fare a meno di sorridere contento e saltare tra le braccia del suo migliore amico, pentendone subito dopo quando un dolore lancinante lo colpì al fianco destro. Non se lo aspettava per niente, se Lydia aveva portato i palloncini tutti gli altri avevano portato qualcosa da mangiare, salvandolo dal preparare la cena.

« Amico non sei una piuma. » scherzò Scott rimettendolo a terra e passandogli la teglia con la lasagna che aveva preparato Melissa, che sfortunatamente non era potuta venire a causa di un'emergenza all'ospedale, Stiles adorava la lasagna della signora McCall perché era una ricetta che la donna aveva ideato insieme a sua madre, aggiungendo un ingrediente segreto che ancora tentava di capire qual'era.

Isaac aveva portato il dolce, una torta al cioccolato con lamponi e panna; Erica si era cimentata per la prima volta in cucina riuscendo a preparare degli hamburger; Boyd si era procurato delle bibite mentre Jackson aveva del caviale; Allison aveva portato delle verdure per lo sceriffo ben sapendo quanto ci teneva il ragazzo.

Stiles guardò verso Derek aspettandosi che non avesse niente con sè ed invece lo sorprese: tra le mani aveva un pacchetto XXL di Reese's « Sono solamente per te. » disse facendo mettere il broncio agli altri ragazzi, tutti amavano quella prelibatezza di cioccolato e burro d'arachidi. Lo Stilinski lo ringraziò sentendo le guance andargli a fuoco e tutti poterono sentire l'imbarazzo che provava. Per Stiles non era semplice gestire l'amore che provava per l'Alpha, non quando stava per lasciare Theo per dichiararsi a lui, ma alla fine era rimasto intrappolato in una relazione abusiva. Avrebbe voluto baciarlo lì, davanti a tutti, ma non poteva.

Da buon padrone di casa qual'era Stiles fece accomodare tutti in salotto portandogli dei salatini e poi scomparì in cucina per poter apparecchiare la tavola. Okay, forse avere solo una mano a disposizione non era poi così comodo, infatti quando si mise in punta di piedi per raggiungere i piatti buoni che usava solamente quando avevano ospiti quasi non fece cadere l'intero ripiano. Fortunatamente Derek era andato a controllare cosa stesse facendo e aveva salvato la situazione « Non dovresti sforzarti. » gli disse prendendo i piatti senza alcuna difficoltà « Ci penso io a sistemare il tavolo. » aggiunse iniziando a posizionare i piatti « Ma tu sei l'ospite! » rispose Stiles allargando le braccia verso l'esterno come se quello che stava facendo l'uomo fosse meritevole di disonore. Nella cucina entrò anche lo sceriffo che aveva sentito il piccolo scambio di battute e decise di intervenire prima che il figlio decidesse di rompersi anche l'osso del collo « Stiles, tu sei appena uscito dall'ospedale, devi stare a riposo. » lo riguardì Derek prima che lo sceriffo potesse farlo e Stiles rimase senza parole, non si sarebbe mai aspettato così tanta cura da parte dell'Alpha « Quindi ora tu andrai lì a sederti con gli altri e qui ci penserò io. » ordinò facendo illuminare gli occhi di rosso nonostante non avessero alcun effetto sull'umano.

Stiles annuì sconfitto, non aveva veramente la forza per discutere con un lupo scorbutico e quindi indicandogli dove trovare la roba uscì dalla cucina per raggiungere i suoi amici.

Lo sceriffo rimase a guardare Derek appoggiato allo stipite della porta con le braccia incrociate davanti al petto « Gli vuoi bene. » disse spezzando il silenzio e Derek rischiò di spezzare un bicchiere. Dandosi del contegno e ben sapendo che il Branco poteva udirli perfettamente cercò un escamotage « Tutti noi vogliamo bene a Stiles, è solo grazie a lui se siamo insieme, ma soprattutto vivi. » rispose e lo sceriffo sorrise e iniziò a dargli una mano. Sperò solamente che il licantropo riuscisse a fare i conti con i suoi sentimenti e provare a guadagnarsi l'amore di suo figlio.


La situazione era imbarazzante oltre ogni limite, Stiles desiderava solamente scavarsi una buca sotto i piedi e scomparire dalla faccia della terra. Non solo aveva il polso sinistro ingessato, ora anche quello destro si rifiutava di collaborare e non riusciva nemmeno a prendere la forchetta in mano. Non voleva dire nulla, suo padre l'avrebbe portato certamente dritto in ospedale per farsi controllare e lui non voleva rovinare quella stramba cena.

Lydia gli diede un calcio sotto il tavolo come ad incitarlo ad iniziare dato che aspettavano tutti lui – chissà per quale motivo, poi – e con uno sforzo immane riuscì a portarsi una forchettata di lasagna alla bocca dando ufficialmente inizio alla cena. Tenne a fatica la forchetta per altri tre bocconi prima di lasciarla cadere sul piatto attirando l'attenzione di Derek.

« Qualche problema? » gli chiese osservando il polso del ragazzo che presentava diversi segni rossi e Stiles annuì piano guardando gli altri chiacchierare tra loro raccontandosi aneddoti e facendo ridere lo sceriffo.

« Nessuno ci sta guardando. » sussurrò Derek alzando la forchetta portandola alle labbra del ragazzo ed era per quello che voleva scavarsi la buca. Si stava facendo imboccare da Derek, non si era mai sentito così stupido in vita sua. Peccato che dopo due secondi cambiò motivo per cui voleva scavarsi una via fino all'Infermo perché dalla porta sul retro che dava direttamente sulla cucina entrò Theo rimanendo immobile ad osservare tutti i presenti nella stanza.

Lo sceriffo inarcò un sopracciglio domandandosi perché il ragazzo fosse entrato senza bussare, ma Stiles scattò in piedi andando verso di lui per prendergli per quanto poteva le mani tra le sue. Si girò verso i suoi amici « Io e Theo usciamo un attimo, torno subito. » disse prima di trascinarlo fuori in giardino e poi entrare nell'auto del Raeken dicendogli di guidare qualche isolato più avanti. Stranamente lo fece senza obbiettare, solo che finirono in un vicolo e Stiles capì immediatamente che la sua serata si era appena trasformata in un incubo.

« Theo– » venne bloccato ancora prima di poter realmente iniziare dalle labbra prepotenti del ragazzo e dalle mani che andarono a circondargli il collo. Gli rubò il respiro, talmente tanto che pensò di perdere i sensi prima che il fidanzato decidesse di staccarsi.

« Sei fortunato che sei appena uscito dall'ospedale. » gli disse prima di allontanarsi sedendosi sul suo sedile e slacciarsi i pantaloni « Ma la bocca vedo che la usi ancora benissimo. » aggiunse e Stiles capì subito dove voleva andare a parare. Scosse la testa, non voleva farlo, lo aveva odiato la prima volta, non credeva che la seconda sarebbe stata migliore « Sbrigati prima che a tuo padre venga qualche sospetto ed esca a cercarti. » sibilò prendendogli la base del collo e guidandolo verso il basso.

Stiles chiuse gli occhi e cercò di non pensare a quello che stava facendo, annullando il mondo intorno a lui e la mano di Theo che lo obbligava ad andare su e giù.


Quando tornò a casa tutti lo stavano aspettando seduti a tavola e ringraziò il cielo di essersi portato dietro un pacchetto di caramelle alla menta ed essersele mangiate tutte.

« Mi ha portato a fare un giro, ci siamo organizzati per i passaggi per le prossime settimane. » spiegò allo sguardo interrogativo del padre, il quale annuì senza chiedere oltre. Tutti ripresero a mangiare e così fece anche Stiles con l'aiuto di Derek. Sentiva che l'Alpha non gli credeva, glielo poteva leggere negli occhi, ma fece finta di nulla, finché il suo segreto era al sicuro anche gli altri lo erano e a lui stava bene così.

Sacrificarsi per chi si ama vale sempre la pena.

Quando finirono tutto – tranne il caviale disgustoso di Jackson – toccò al dolce che fu severamente vietato allo sceriffo, ma che in qualche modo grazie all'aiuto di Lydia riuscì a mangiarne una fetta senza essere beccato dal figlio vanificando gli sforzi di quella sera di fargli mangiare solo le verdure portate da Allison.

Stiles si alzò pronto a sparecchiare e a pulire i piatti, ma bastò uno sguardo da parte di Derek per fargli rimettere il piatto sul tavolo e andarsene in salotto insieme a Scott e Isaac.

Si misero a guardare un talent show aspettando che gli altri finissero di mettere tutto in ordine, ma Stiles sdraiato comodamente sul divano non riuscì a rimanere sveglio con l'unico risultato di addormentarsi.

Quando Lydia lo vide non potè resistere dal fargli una foto, anche con il viso tumefatto era irresistibilmente carino e la Martin sapeva esattamente a chi inoltrarla. Lo sceriffo si batté una mano sulla fronte borbottando un « Non posso lasciarlo sul divano. » e si piegò pronto a rompersi la schiena per portare il figlio al piano di sopra, ma – siano lodati i licantropi – si propose Scott che però venne preceduto da Derek.

« Non vedo l'ora che lasci Theo. » borbottò Allison osservando ammirata l'Alpha portare via l'umano mentre lo sceriffo gli seguiva a ruota « Insomma, lo vediamo tutti che non lo rende abbastanza felice. » aggiunse alzando leggermente le spalle e Scott la guardò con la fronte aggrottata « A me sembrano felici. » disse pensando al fatto che il suo migliore amico non si era mai lamentato della sua relazione e che infondo passavano un sacco di tempo insieme, non sembravano sul punto di lasciarsi.

Tutti lo guardarono sospirando e Isaac gli mise un braccio intorno alle spalle « Certo che tu non vedi oltre la punta del tuo naso, eh. » il biondo vide tutti annuire sconsolati e Allison coprirsi gli occhi con una mano, sicuramente chiedendosi come era finita con un ragazzo così.

Lydia prese la mano di Jakcson e salutò tutti, pronta ad avviarsi a casa e ringraziò tutti per averle appoggiato l'idea della cena a sorpesa e di salutarle Derek. Ben presto tutti abbandonarono casa Stilinski, contenti per la salute del loro amico.


Il mattina successivo Stiles attese pazientemente seduto sui gradini del portico l'arrivo di Theo con la sua Toyota, ma a soli venti minuti all'inizio delle lezioni di lui non ce n'era nemmeno l'ombra.

Prese il cellulare e senza alcuna esitazione cercò nella rubrica il numero del suo fidanzato. Rispose dopo ben cinque squilli e Stiles riconobbe subito i tipici rumori di armadietti che sbattevano e adolescenti che chiacchieravano « Dovevi passare a prendermi! » urlò senza nemmeno dargli il buongiorno o come minimo chiedergli dov'era. Dall'altro lato ricevette solamente silenzio e lo Stilinski si prese la testa tra le mani « Theo, perché non sei passato a prendermi? » domandò tenendo un tono calmo e neutro mentre in realtà ribolliva di rabbia. Se perdeva ancora altre lezioni rischiava di perdere l'anno e così si sarebbe ritrovato da solo senza i suoi amici, o forse Scott gli avrebbe fatto compagnia per come stavano andando le cose.

« Il professor Hale ieri mi sembrava ben disposto ad imboccarti, non vedo perché non possa passare lui a prenderti. » rispose Theo per poi subito agganciare senza dargli tempo di replicare o almeno spiegargli le dinamiche di quello che era successo la sera precedente.

Chiuse gli occhi cercando di regolarizzare il respiro e domandandosi chi poteva chiamare senza che facesse troppe domande e l'unica persona che faceva al caso suo era Boyd, ma era sicuramente con Erica. Scott aveva una moto su cui Stiles non sarebbe salito nemmeno sotto tortura. Lydia era un grande ed enorme NO perché era troppo intelligente e sarebbe arrivata la conclusione. Gli era rimasta solo una persona che avrebbe non gli avrebbe fatto domande, ma che lo avrebbe guardato con un sopracciglio alzato e l'espressione da "scoprirò ogni tuo piccolo segreto": Derek.

Lo chiamò prima che potesse cambiare idea e l'uomo ripose subito, come se aspettasse una telefonata « Stiles? » pronunciò il suo nome in modo preoccupato e questo addolcì un poco il cuore dello Stilinski « Derek non è che sei ancora in strada? » domandò speranzoso in una risposta positiva, ma l'Hale gli disse che era già nell'aula professori e gli chiese quale fosse il problema.

« Theo si è scordato di venirmi a prendere, non è che potresti venire tu. Per favore? » spiegò toccandosi con le punta delle dita il ponte del naso sperando che Derek non lo costringesse a chiamare suo padre o Parrish.

« Certo, arrivo in meno di cinque minuti. » rispose Derek e anche lui concluse la chiamata. Stiles dovette ammettere che l'uomo riuscì a mantenere la parola in quanto nemmeno tre minuti dopo Derek si fermò davanti al suo vialetto e uscì per raggiungerlo nonostante stesse « Cosa stai facendo? » rise Stiles vedendolo prendergli lo zaino e portarlo nell'auto « Ho il polso rotto, non una spalla. » gli ricordò quando l'uomo gli tenne lo sportello aperto per poi chiuderlo una volta seduto all'interno.

« Sei un impiastro, se aggiungiamo il peso dello zaino rischiamo che perdi l'equilibrio e ti rompi anche l'altro polso. » rispose con un sorriso Derek, in qualche modo felice che tra tutti Stiles avesse deciso di chiamare proprio lui. Pensando che solo qualche anno prima l'aveva fatto finire in carcere per omicidio ben due volte.

Raggiunsero la Beacon Hills High School e tutti li guardarono indicandoli. Fortunatamente tutti a Beacon Hills sapevano che Derek Hale era nella stretta cerchia di amici di Stiles e Scott e per il preside non c'era stato alcun problema al fine che non trattasse in modo priveliggiato i suoi amici, quindi nessuno si sorprese di vederli scendere dalla stessa auto e tanto meno che Derek stesse ancora tenendo in mano lo zaino del ragazzo.

« Amico, sul serio, pensi di portarmelo in ogni classe? » domandò vedendo che non era disposto a lasciarglielo. Forse quel polso rotto non era poi così male se poteva passare più tempo con Derek. La fortuna non era quasi mai dalla sua parte e fu per questo che d'un tratto venne voltato rudemente e baciato sulle labbra da Theo « Buongiorno. » lo salutò sorridendo calorosamente « Anche a lei professor Hale. » si girò verso Derek e senza tante cerimonie gli strappò lo zaino di Stiles dalle mani issandoselo sulla spalla insieme al proprio e lo guardò con tale aria di sfida che lo Stilinski temette sarebbe iniziata una discussione che ovviamente si sarebbe conclusa con una punizione per Theo e lui avrebbe dovuto aspettare il fidanzato per tornare a casa.

Fortunatamente Derek decise solamente di ricambiare il saluto e andarsene senza perdere troppo tempo, ma Stiles sorrise quando gli arrivò un suo messaggio che lo avvertiva che quel giorno lo avrebbe interrogato e lui non poteva che esserne grato, aveva un periodo libero prima di spagnolo e poteva prepararsi per fare un'interrogazione con i fiocchi.

« Vedo che non ti fai problemi a chiamarlo. » ruppe il silenzio Theo stringendogli il gomito mentre lo trascinava verso la loro prima lezione e Stiles glielo lasciò fare « Almeno lui è venuto a prendermi. » rispose lo Stilinski usando forse un tono troppo acido, ma ormai non gli interessava, finché erano a scuola non poteva fargli nulla, avrebbe dovuto aspettare fino alla fine delle lezioni.


A fine giornata Stiles poteva ritenersi soddisfatto di come erano andate le cose: l'interrogazione di spagnolo era stata perfetta, il coach Finstock non aveva sbraitato come aveva creduto e Theo dopo averlo accompagnato a casa se n'era andato.

Il ragazzo salì in camera sua e buttò lo zaino vicino alla scrivania, invece di iniziare a fare i compiti prese in mano tutti i fascicoli riguardanti le possibili vittime dell'unicorno per trovare qualcosa che potesse collegarli. Sfortunatamente non trovò nulla, erano persone molto diverse tra loro.

Quando chiuse tutto fuori era giù buio, chiaro segno che aveva passato tutto il pomeriggio su quelle carte. Si alzò dal letto stiracchiandosi e quasi non gli venne un infarto quando vide Derek entrare dalla finestra.

« Sai, potresti suonare il campanello, giuro che vengo ad aprirti. » disse nascondendo un mezzo sorriso, non gli dispiaceva per niente la visita da parte dell'Alpha, in qualche modo la sua presenza lo faceva sentire al sicuro.

« Scott e Erica sono sulle tracce dell'unicorno, dobbiamo raggiungergli. » rispose il moro anche se era ancora dell'opinione che Stiles non dovesse fare da esca. Lo Stilinski annuì piano e sperò vivamente che l'unicorno fosse abbastanza intelligente da non farsi seguire da quei due.

Il viaggio in auto fu piacevolmente silenzioso, entrambi concentrati sui possibili piano d'attacco. In realtà Stiles stava dando di matto, domandandosi perché diavolo avesse accettato di fare da esca ben sapendo di non essere vergine. Dio, la sua vita era un enorme casino.

« Cosa ci facciamo al Jungle? » domandò il ragazzo quando Derek parcheggiò davanti al locale.

« Le tracce portano fino a qui. » disse l'uomo slacciandosi la cintura di sicurezza e uscire dall'auto e Stiles lo imitò. Si avviarono insieme verso l'entrata, Erica e Scott erano già all'interno per cercare di capire chi sarebbe stata la prossima vittima.

Derek gli prese la mano, deciso a non perderselo tra la folla, e si fecero strada fino al bancone dove trovarono tutto il resto del branco. Lydia osservò le loro mani unite e sorrise senza darlo troppo a vedere, così come Allison.

« Ci saranno più di cinquecento persone, come facciamo a capire chi è l'obbiettivo? » chiese Isaac guardandosi intorno, era come cercare un ago in un pagliaio, poi notò una persona che conoscevano abbastanza bene, che si stava baciando con un altro ragazzo « Oh merda. » disse attirando l'attenzione di tutti che seguendo il suo sguardo capirono.

Tutto il Branco vide Theo baciarsi con un perfetto sconosciuto e Stiles rimase senza parole.






About Satan and Hell:

Salve guys.

Ecco qui come promesso il secondo capitolo di lunedì e – vi giuro – c'è stata una probabilità del 98% che la posticipassi in quanto mi è presa una febbre che ho addirittura raggiunto i 40.2, ma ormai avevo detto a tutti che aggiornavo oggi e ho fatto un piccolo sforzo.

Allora, apriamo delle scommesse: secondo voi con qualche criterio l'unicorno decide chi far fuori?

Su su, fatemi sapere.

Stay turned,

Sel


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Capitolo 4
*** Capitolo tre ***


Capitolo tre


Love is like a shot gun



Le mani di Theo non riuscivano a trovare pace, percorrevano il corpo del ragazzo senza sosta, il bacio in cui era travolto sapeva di vodka e rum. Il ragazzo che stava baciando era palesemente un sedicenne se non più giovane e non si era fatto scrupoli a comprare un drink anche per lui. Voleva solo rilassarsi dal tutto lo stress che gli causava Stiles, divertirsi un po' come solo lui sapeva fare.

Si tirò il ragazzino addosso nonostante la resistenza, gli posò le mani sul fondoschiena stringendolo appena, la lingua continuava ad imporsi nella bocca dell'altro ignorando i suoi tentativi di parlare.

Era pronto a trascinarlo nel bagni del Jungle quando una mano sulla spalla lo fece staccare dal ragazzino e si ritrovò faccia a faccia con Stiles. Non sapeva se esserne sorpreso o arrabbiato considerando che gli aveva severamente vietato di uscire senza il suo permesso.

« Andiamo fuori a parlare. » disse lo Stilinski. In realtà Stiles non voleva andare a parlargli, ma tutto il Branco lo stava guardando aspettandosi chissà quale scenata di gelosia o come minimo di andare lì da lui e rovesciargli addosso un bicchiere pieno di qualche bevanda alcolica rubata al primo di passaggio. No, Stiles voleva rimanere in disparte perché sapeva che Theo lo avrebbe punito vedendolo lì a quell'ora tarda e certamente non poteva lasciarlo o avrebbe fatto del male a suo padre senza pensarci due volte.

Arrivarono fino al retro del locale e Stiles si assicurò che nessuno del Branco fosse lì ad osservare. Prese un profondo respiro pronto a spiegargli tutto, ma il Raeken senza dargli tempo semplicemente gli tirò uno schiaffo in viso per poi afferrarlo per il colletto della camicia « Dovresti essere a casa. » gli disse e lo Stilinski sentì l'alito pesante del suo fidanzato che sapeva troppo di qualche strano mix di alcolici.

« Sono qui con i miei amici. » Stiles lo disse più come un avvertimento, non poteva essere toccato il quel momento, chiunque del suo gruppo sarebbe potuto arrivare nel momento sbagliato e se fosse stato Scott certamente Theo si sarebbe ritrovato con un occhio in meno e parecchi segni di artigli su tutto il corpo, purtroppo aveva ancora qualche problema a gestire la rabbia quando centravano persone a lui care.

Scacciò via la mano di Theo e si sistemò la camicia « So bene cosa accadrà questa notte quando verrai a casa mia, ma ora devo tornare dentro e far credere che abbiamo litigato o sospeteranno qualcosa. Non parlarmi a scuola per i prossimi giorni. » disse il ragazzo e si incamminò verso l'entrata « Ah » si girò guardandolo sorridendo « mi fai veramente schifo, tra l'altro, stavi per violentare anche quel ragazzino. Non ti basta rovinare la mia vita? » domandò ma senza aspettare una risposta. Entrò nel locale alla ricerca dei suoi amici, prima che riuscisse ad arrivare al bancone dove gli aveva lasciati si sentì trattenere per le spalle e poi girare a forza.

Theo lo stava baciando, con forza, una mano andò sul suo fondoschiena stringendolo dolorosamente e Stiles reagì d'istinto e lo schiaffo partì in automatico. Si guardarono negli occhi, la rabbia scintillante in quelli di Theo e Stiles ebbe paura che potesse fargli qualcosa lì, davanti a tutti.

« Allontanati Raeken. » sibbilò minaccioso Scott spingendolo lontano dal suo migliore amico « Hai già fatto abbastanza danni per oggi. » aggiunse e Stiles lo pregò con gli occhi di andarsene, non doveva assolutamente iniziare una rissa. Theo si pulì le labbra con il dorso delle mani « Ricordati che ti amo. » disse prima di andarsene e lo Stilinski era piuttosto preoccupato. Insomma, si vedeva che era chiaramente ubriaco e se avesse guidato ci sarebbe stato come minimo un incidente in cui qualcun altro poteva essere coinvolto.

« I–io credo di doverlo accompagnare a casa, non può guidare in quello stato. » disse aggrotando la fronte, veramente indeciso sul da farsi e Lydia lo guardò come se fosse matto « Lo hai appena visto baciarsi con un altro e tu pensi ancora alla sua salute? » domandò la rossa inarcando un sopracciglio, alcune volte proprio non iusciva a capire il suo amico.

Fortunatamente l'unico che riuscì a comprenderlo fu Derek che senza tante cerimonie ordinò a Boyd – il suo Beta con più buon senso – di seguirlo e assicurarsi che tornasse a casa sano e salvo per poi tornare al Jungle.

« Grazie. » disse Stiles sorridendogi appena e Derek ricambiò. Allison si stava guardando intorno e individuò come minimo sei persone che stava guardando della loro direzione e che lentamente si stava avvicinando « Stiamo destando sospetti, forse dovremmo ballare un po' anche noi. » disse e trascinò via Scott che voleva fare qualsiasi cosa ma non ballare in un locale gay con la sua ragazza. Erica si buttò nella mischia e senza tanti problemi iniziò una danza suodente con una giovane ragazza dai capelli neri con talmente pochi vestiti addosso che faceva prima a venire nuda. Lydia fece lo stesso mandando occhiate provocatorie a Jackson che persisteva nel rimanere seduto al suo posto. Stiles e Derek uscirono per cercare qualche traccia dell'unicorno, ma non trovarono nulla. Le orme si bloccavano vicino all'entrata sul retro del locale e non ce n'erano altro. Certamente un animale grosso quanto un cavallo e un corno tra gli occhi si sarebbe notato.

« Lo hai lasciato? » la domanda di Derek prese completamente di sorpresa tanto chi scivolò sul terreno ghiacciato finendo con lo sbattere il gomito « Dannazione. » borbottò rimettendosi in piedi e l'Alpha si sentì in colpa per non essere stato abbastanza veloce per impedire la caduta « Noi... noi ci siamo presi una pausa. » rispose togliendosi la terra di dosso e controllò il tutore al polso. Aveva forse colto una nota di speranza della voce di Derek?

Che l'Alpha volesse che lui fosse single?

« Io gli taglierei la gola con i denti. » disse il moro alzando appena le spalle facendo ridere l'adolescente « Hai freddo? » chiese notando Stiles stringersi la giacca leggere addosso e come nei peggiori dei cliché nei film romantici si tolse la sua giacca per darla al ragazzo « Vedi di fare il cambio di stagione, siamo a dicembre e ormai nevica anche in California, il tempo è completamente impazzito. » Stiles sorrise accettando la giacca e pensò che diventare insegnante aveva fatto veramente bene a Derek, da quando lavorava per la Beacon Hills High School aveva iniziato a parlare di più.

« Ti riporto a casa, ormai è inutile, lo abbiamo perso. » sospirò quando la prima goccia di pioggia scese dal cielo. Chiamarono Scott avvisandoli che dell'unicorno non ce n'era traccia. Si incontrarono tutti nel parcheggio e Lydia si propose per portare Stiles a casa mollando senza alcun senso di colpa Jackson a piedi. Il ragazzo accettò considerando che Derek avrebbe riportato Erica, Jackson e Isaac.

« Ci vediamo domani. » si salutarono e Stiles sapeva perfettamente perché Lydia aveva preso lui con lei, ovvero voleva fargli il terzo grado. Rispose ad ogni singola domanda con escamotage e quando arrivarono davanti casa Stilinski la rossa sospirò « Lo so che sei innamorato di Derek. » disse e Stiles non negò, non con lei « Insomma, lascia Theo! » aggiunse afferrandogli una spalla « Derek ti ama, si vede lontano un miglio! » rivelò ormai al massimo della sopportazione. Non poteva vedere due dei suoi amici farsi male a vicenda, soprattutto Stiles che continuava a stare con uno stronzo come Theo.

« Lui non mi ama! Theo mi ama, lui solo! » rispose il ragazzo rosso di rabbia, non gli serviva Lydia a dargli false speranze. Uscì dall'auto sbattendo la porta, sentì la Martin sgommare via ed entrò in casa filando dritto in camera sua dove non si sorprese affatto di trovare il Reaken ad aspettarlo.

Sulla scrivania c'erano tre diversi oggetti e Stiles sentì un nodo formarsi in gola: c'era il collare con attaccato al moschettone il guinzaglio, una candela in cera rossa ed infine un divaricatore. Il ragazzo era seduto sul bordo del letto. Teneva le mani unite sotto il mento, un'espressione concentrata e batteva lentamente il piede sinistro contro il tappeto blu che copriva il parquet.

« All'inizio pensavo di farti scegliere solamente uno di questi. » cominciò indicando gli oggetti disposti sulla scrivania « Ma poi c'è stato quello schiaffo e ho deciso di usarli tutti e tre nello stesso momento. » disse alzandosi in piedi e Stiles rimase fermo e disse solamente una cosa prima di cadere nel silenzio per il resto della sera: « Non colpirmi in viso, per favore. ».

Theo non lo sfiorò nemmeno sul viso, non lo baciò neanche con lo scopo di fargli male, semplicemente si divertì come solamente lui sapeva fare.

Lentamente gli sfilò i vestiti di dosso lasciandolo nudo sotto i suoi occhi, lo costrinse in ginocchio e gli mise il collare vermiglio al collo. Il guinzaglio venne legato ad uno dei piedi del letto costringendolo ad abbassare la testa fino al pavimento, il polso ingessato non poteva sorreggerlo e quindi dovette tenersi in equlibri con le spalle, e lasciare il fondoschiena alto in aria, alla mercé del suo aguzzino, le natiche leggermente separate che permettevano una ristretta visuale del suo orifizio a causa del divaricatore che lo costringeva a tenere le caviglie lontane. Stiles chiuse gli occhi lasciando che Theo facesse quel che voleva, mordendosi le labbra a forza per combattere l'umiliazione. Sarebbe mai riuscito a superare tutto quello se mai un giorno Theo decidesse di allontanarsi e lasciarlo finalmente in pace?

« Ad ogni verso di dolore equivale un colpo di cintura. » avvertì il biondo sfilandosi la cintura facendola scoccare contro il pavimento e Stiles annuì per far vedere che aveva capito e che dalle sue labbra non sarebbe uscito nemmeno un verso. La cera calda iniziò a colare sulla sua schiena ed era una sensazione sia piacevole che sgradevole, almeno finchè cadeva in punti non particolarmente dolorosi, ma Stiles sapeva che prima o poi Theo sarebbe arrivato a farla colare sulla sua apertura e sul membro. Non era la prima volta, sapeva come funzionava.

Cercò di pensare a Derek, al Branco e a qualsiasi altro ricordo felice per tenersi lontano da quel che stava accadendo. Amava così tanto il suo Branco e lo aveva dimostrato più volte, come quella volta che Gerard lo aveva picchiato per avere delle informazioni o quando una Fata del Gelo aveva lanciato un incantesimo contro Erica per congelarla e ci si era buttato contro rischiando di morire per ipotermia. Tutto quello che aveva passato aveva portato il loro legame a consolidarsi sempre di più e finalmente lavoravano come una squadra anche se Jackson continuava a fare l'altezzoso facendo imbestialire sempre più spesso Derek.

Cora come ultima arrivata si era adattata molto bene e anche se non aveva partecipato alla caccia di quella sera Stiles sapeva che si preoccupava allo stesso modo di Beacon Hills. Era simpatica alla fine dei conti, almeno quando non gli sbatteva la testa contro gli armadietti.

Se loro stavano bene allora anche lui stava bene.


« Certo che ha una bella faccia tosta. » borbottò Scott quando Stiles aprendo l'armadietto si ritrovò davanti un enorme bouquet di rose bianche. Le prese guardandole ammagliato, erano veramente belle e capiva perché le ragazze adoravano riceverne, ma lui era arrabbiato con Theo quindi dovette per forza afferrarli e buttarli nel cassonetto più vicino sotto gli occhi di tutti che bisbigliando già iniziavano a tirare giù le più strambe teorie sul perché la coppia Stilinski–Raeken fosse ai ferri corti.

« Dovrà fare di più per farsi perdonare. » disse l'umano prendendo i suoi libri e infilandoli grazie l'aiuto del suo migliore amico che lo guardò dubbioso « Lo vuoi perdonare? » domandò per niente convinto, finalmente anche lui aveva visto che tipo era Theo e non gli piaceva l'idea di saperlo con Stiles.

« Era ubriaco, sicuramente non voleva tradirmi, ma non per questo lo perdonerò in uno schiocco di dita. » rispose il giovane sospirando leggermente, non sapeva nemmeno lui più che bugie inventarsi « Stai veramente giustificando quello stronzo del tuo fidanzato? O meglio dovrei dire ex. » Cora gli aveva raggiunti e ovviamente era stata aggiornata da Isaac dopo una sessione di... studio molto intensa. L'Hale lo guardò con fare schifato e solamente perché alla fine grazie l'aiuto di Danny era riuscita ad aprire la cartella senza nome scoprendola piena zeppa di foto di Stiles e il Branco, ma principalmente del ragazzo. Dio, suo fratello era un incrocio tra uno stalker e un romanticone.

« Abbiamo preso una pausa, non ci siamo lasciati. » ripeté Stiles già stanco di dover sentire parlare del suo abusore. Poteva avere una giornata di pace, era forse chiedere troppo?

Insieme raggiunsero la classe di economia dove il coach stava già scarabocchiando qualcosa sulla lavagna e Scott mise su una faccia talmente spaventata che scappò a tutti una risata. Ormai era risaputo che il licantropo non fosse un gran intenditore di economia considerando i suoi voti e quindi tutti si chiedevano perché si ostinasse a frequentarla. Sarà lo charme di Bobby Finstock.

Stiles afferrò il cellulare sentendolo vibrare e si ritrovò più messaggi da Theo. Aggrottò la fronte notando che erano più di trenta video, ne aprì uno a casa e ringraziò il cielo di avere il telefono con il volume a zero.

Sullo schermo c'era lui con il collare stretto al collo e con la lingua che pendeva fuori dalle labbra, in un altro c'era Theo che lo stendeva lungo le sue ginocchia per sculacciarlo e tutti gli altri erano solamente la prova video di quello che Theo gli aveva fatto. Ogni singolo video documentava dall'inizio alla fine i loro rapporti. Sentì le mani tremare quando poi iniziarono ad arrivare le foto, ce n'erano alcune in cui si vedeva la sua apertura sporca del seme di Theo che lentamente colava verso le cosce.


Ho molti altri video, ho registrato TUTTO, non vorrai certo che finiscano su Internet, vero Stiles?

Potrei creare un sito solo per quello, che ne dici di chiamarlo "Slutty Stiles Stilinski"? Potrei monetizzare le visualizzazioni...


Theo che cosa vuoi? Non ho aperto bocca, nessuno sa nulla, perché mi stai facendo questo?


Voglio di più Stiles.


Cos'altro posso darti?


Abbiamo entrambi diciotto anni. Sposami. Sii mio per sempre.


Stiles non resistette e corse fuori dall'aula nonostante la lezione fosse già iniziata da dieci minuti, non sentì il coach urlargli dietro di riportare immediatamente le chiappe sulla sedia, nemmeno di Lydia gridare a gran voce il suo nome. Corse fino a raggiungere il bagno e chiudersi in un cubicolo, si buttò a terra riversando nel gabinetto la sua intera colazione.


Potrei mandare il primo video al professor Hale e ai tuoi amici se non mi rispondi, Stiles.


Lo Stilinski cominciò a piangere senza ritegno e poco gli importava se qualcuno era entrato nel bagno e molto probabilmente lo stava ascoltando. Si asciugò le lacrime con le maniche della camicia e con le dita che tremavano in modo incontrollabile digitò la risposta.


Lo farò, ti sposerò.


« Stilinski apri tu o butto io giù la porta? » la voce di Jackson lo sorprese molto, non si aspettava che fra tutti proprio lui si sarebbe avventurato fino al bagno per controllare come stava. Stiles si alzò e tirando su con il naso aprì la porta trovandosi davanti il licantropo che lo osservò dalla testa ai piedi « Fai schifo. » gli fece notare togliendosi di mezzo per permettergli di raggiungere i lavandini e pulirsi la bocca dal sapore rancido.

« Per fortuna che ci sei tu a dirmelo. » rispose guardandolo attraverso il riflesso dello specchio. Il ragazzo sbuffò distogliendo lo sguardo « Il coach a praticamente braccato McCall, gli si è buttato addosso e sono finiti entrambi a terra, Isaac non ha ottenuto il permesso di uscire ed ero rimasto solo io. » disse guardandosi le unghie « Non che mi interessi, ma Lydia mi ha costretto, sai quanto può fregarmene di te. » borbottò e Stiles sorrise riconoscendo la bugia. Insomma, lo aveva sentito quasi piangere quando aveva rischiato di morire durante l'attacco di un Poltengeist e quindi sapeva che anche lui sotto sotto a lui ci teneva e anche tanto.

« Comunque sto una meraviglia. » disse Stiles asciugandosi le mani con i fazzoletti di carta messi a disposizione dalla scuola.

« Allora riporta quel tuo per niente grazioso fondoschiena in classe. ».

Ah, Jackson lo amava, Stiles ne era certo.


Derek non voleva origliare, quella sera era andato a casa Stilinski per poter parlare con Stiles e magari iniziare a studiare uno schema per riuscire a capire chi sarebbe stata la prossima vittima, ma quando arrivò trovò i due abitanti e Theo Raeken seduti a tavola e lo sceriffo sembrava stesse per avere un infarto.

« Tu vuoi sposare mio figlio? Questo mese? » domandò alzando leggermente la voce e Derek cadde dall'albero sul quale si era arrampicato facendosi male, ma il dolore fisico non era nulla in confronto a quello che aveva sentito. Theo voleva sposare Stiles? Il suo Stiles?!

« Signore, la prego, studio e lavoro, vivo da solo, mi mantengo e posso permettermi di mantenere anche Stiles. Lo amo talmente tanto che non posso aspettare per sposarlo. » la voce dolce del biondo suscitò un ringhio al licantropo che in quel momento voleva solamente entrare e fare tutto a pezzi e poi far di Theo un ammasso di ossa irriconoscibile. Da dove diavolo era spuntata quella idea?

« E Stiles tu sei d'accordo? » chiese l'uomo obbligandosi a bere un sorso di vodka, non poteva sostenere quella conversazione da sobrio.

« Sì. » e Derek lo sentì, quel piccolo battito mancante, la conferma che Stiles non lo voleva veramente e che qualcosa non andava. Si concentrò sul ragazzo con l'olfatto e poté sentire l'odore di disperazione e speranza talmente tanto forte da fargli storcere il naso. L'adolescente stava sperando che il padre lo salvasse, che non permetesse a Theo di sposarlo e Derek era più che favorevole ad essere contrario al matrimonio.

« Non credo sia una buona idea. » rispose lo sceriffo perché anche lui sapeva cogliere i segnali, già dal fatto che per cena stava mangiando broccoli. Era sempre stata una loro cosa, quella di mettere dei broccoli a tavola quando c'era qualcosa che non andava a causa dell'ospite che avevano. Ingenioso, ma anche disgustoso per lo stomaco dello sceriffo.

« Signore... » provò ancora Theo, ma bastò una mano alzata da parte dell'uomo per farlo tacere « Ne riparleremo dopo il diploma. » sentenziò facendo cadere il silenzio e Derek sentì odore di lacrime. Le avrebbe riconosciute ovunque per quante volte era stato lì ad asciugarle con i polpastrelli durante i momenti più difficili. Stiles stava per piangere e dalla felicità.

Derek decise di non entrare per non peggiorare la situazione, ma si ripromise di andare alla cetrale il giorno seguente per parlare con lo sceriffo.


Peccato che così non fu in quanto il mattino dopo venne svegliato all'alba dallo sceriffo stesso che entrava del loft chiamandolo. Tutti si svegliarono e Peter dedicò un paio di colorite imprecazioni che Cora non aveva veramente bisogno di sapere, così come Isaac era saltato fuori dal letto della ragazza per correre nella propria prima che l'Alpha decidesse di staccargli la testa per essere stato con la sorella.

« Abbiamo un problema! » disse senza troppi preamboli e passandogli una tazza di caffè e la scatola di ciambelle « Theo vuole sposare Stiles e io non posso permetterlo. Per quanto sia un ragazzo simpatico qua ha superato il confine! Derek so che vuoi mio figlio, conquistalo, fallo innamorare di te, non lasciare che si rovini la vita con quel Raeken. Sembra troppo perfetto per essere vero, deve avere degli scheletri nascosti nell'armadio e io non posso scoprirli ma voi non vi fate mai scrupoli quindi sono certo che puoi farlo tu. Conosco mio figlio, anche lui prova qualcosa per te, ma Theo lo blocca e anche tu, insomma sei sempre così cupo e sembra che non ti interessi nulla e... » Dio, ora Derek capiva da chi aveva preso Stiles, anche se lo sceriffo aveva per la prima volta da quando lo conosceva parlato così tanto. Si vedeva che la preoccupazione per il suo unico figlio gli aveva fatto partire quasiasi freno.

« Theo vuole sposare Stiles!? » Cora corse giù dalle scale ancora in pigiama e con un'espressione talmente sconvolta che i due uomini la trovarono spaventosa « Non siamo giovani per sposarci? » Isaac comparve dietro la ragazza e Derek si schiaffò una mano sulla faccia « Quell'essere vuole sposare il mio Batman? » Erica era nelle stesse condizioni di Cora « Si rovinerebbe la vita. » ed eccolo lì anche Boyd, ma molto più calmo e decisamente l'unico che non era ancora in pigiama « Sarò il testimone? » ah, già, c'era anche Peter che ovviamente doveva uscirsene con una cretinata perché non ci sarebbe stato nessun matrimonio, nè quel mese nè mai.

« Andate a prepararvi e state fuori da questa discussione. » ordinò Derek e tutti risalirono le scale parlottando tra loro alquanto sgomenti per la notizia appena appresa e con il cellulare in mano per comunicarlo a Lydia, Allison, Scott e anche Jackson.

Derek fece accomodare lo sceriffo sul divano azzurro che Stiles stesso aveva comprato in una giornata di shopping insieme all'Alpha dall'Ikea per rendere quel posto più presentabile anche se Derek stava pensando di ristrutturare la villa in cui era cresciuto, così da dare spazio a tutti.

« Farò tutto ciò che è in mio potere per scoprire qual'è il problema, dovessi staccare la testa a morsi a quel ragazzino. » disse Derek e lo sceriffo annuì perché la prospettiva di un Theo morto non lo disturbava più di tanto, non dalla sera prima quando si era permesso di chiedergli la mano del suo unico figlio diciottenne. Stiles aveva qualcosa che non andava già da un anno, ma tutti avevano creduto fosse dovuto ai numerosi pericoli che correvano e sembravano non dargli tregua. Eppure adesso i pezzi si stavano mettendo al loro posto.


« Grazie, mi ci volevano un po' di curly fries, qui sono deliziose. » Stiles sorrise mettendosi in bocca le patatine e Derek lo guardò dolcemente, il suo lupo soddisfatto di essere riuscito a provvedere per il ragazzo. Lo aveva portato fuori a cena senza alcuna scusa, era andato dritto da lui dopo le lezioni prima che potesse salire in auto con Lydia (sì, avevano fatto pace e Lydia voleva tenerlo un po' sott'occhio) e gli aveva detto « Vorresti venire a cena con me? » con tanto di sorriso luminoso che Lydia definì stucchevole e Stiles dentro voleva saltare come un bambino e urlarlo a tutto il mondo, ma i video che aveva sul cellulare gli ricordavano che stava ancora con Theo « Mi piacerebbe molto. » rispose sorridendo appena e anche qui Lydia ebbe la sua da dire.

Lo aveva portato al Diner più delizioso di Beacon Hills dove c'era anche il jukebox che Stiles tanto adorava. Si era anche premurato di portarsi dietro un sacco di monetine da poter dare al ragazzo, per la cena avrebbe pagato con la carta di credito. Aveva corrotto lo chef per farsi cucinare quelle patatine e pagato la cameriera portare tutto al più presto e le curly fries ad intervalli di venti minuti sapendo quanto Stiles ne era ghiotto.

« L'ultima volta che sono venuto qui mi hanno detto che non le fanno, forse hanno cambiato il menu. » disse a bocca piena prendendo il foglio plastificato dove il menu in perfetto stile anni '80 e aggrottò la fronte quando non riuscì a trovare la sua ordinazione, nemmeno quel hambuger a tre piani e senza cetrioli. Derek arrossì capendo di essere stato scoperto e alla grande, ma non aveva nulla di cui vergognarsi, voleva solo regalare una serata tranquilla e speciale insieme a lui.

Stiles d'altro canto era lusingato oltre ogni limite, mai nessuno che non fossero i suoi genitori avevano fatto una cosa del genere per lui, sicuramente lo chef si sarebbe preso un bel extra per quel menu speciale. E poi c'era il jukebox e lui ne andava assolutamente matto, dentro c'erano i grandi successi che sua madre ascoltava mentre preparava la cena e lui amava ascoltarli a sua volta.

Erano lì, con una mano sul tavolo, talmente vicine che le punte delle dita si sfioravano e Stiles aveva paura di muoversi anche di un solo millimetro. Theo quel giorno se l'era presa talmente tanto con lui per il rifiuto del padre che l'aveva violentato nell'aula di spagnolo durante l'ora di pranzo e Stiles aveva dovuto spruzzare l'intera boccetta per togliere l'odore, soprattutto perché il biondo lo aveva piegato a forza contro la cattedra di Derek.

Scosse leggermente la testa decidendo che quella sera di Theo non doveva esserci nemmeno il più piccolo pensiero. Era lì con Derek in un quasi appuntamento e lui voleva goderselo fino infondo.

L'uomo sorrideva a sua volta osservando con occhi divertiti Stiles spazzolare via tutto ad una velocità assurda e voleva solamente allungare un altro po' la mano per prendere quella del ragazzo tra la sua, ma temeva una reazione negativa, quindi si accontentava di quello che aveva. Quel giorno a scuola si erano tutti comportati in modo strano e Stiles lo aveva notato anche se non aveva fatto commenti a riguardo, Scott era diventato talmente aggressivo che se non lo avesse richiamato più volte all'ordine sicuramente sarebbe andato da Theo per strappargli gli attributi con i suoi stessi artigli.

Erano tutti così protettivi nei confronti di Stiles che avrebbero fatto di tutto per tenerlo al sicuro, ma il ragazzo aveva la forza di tutti loro messi insieme e stava sopportando qualcosa di cui nessuno ne era a conoscenza, ma che tutti volevano sapere per poterlo aiutare.

La cameriera arrivò con una vasca piena di fragole ed un piatto stracolmo di cioccolata fusa, un altro con zucchero e infine la panna spray. Derek ghignò vedendo il sorriso di Stiles allargarsi e gli occhi brillare di puro stupore a quella vista. L'Hale aveva organizzato tutto alla perfezione, ormai conosceva bene i gusti dell'adolescente e sì, stava giocando sporco per conquistare il suo cuore e la via più facile era attraverso lo stomaco.

« Ti amo. » disse Stiles senza rendersene conto e Derek sentì il suo cuore battere regolarmente, chiaro segno che non stava mentendo. D'un tratto si fece più caldo ed entrambi i ragazzi si guardarno negli occhi cercando di non soffocare il quel mare di emozioni che gli aveva travolti. Stiles si tirò il colletto della camicia sentendosi come strozzare. Dio, era stato così stupido da lasciarsi sfuggire i suoi sentimenti e sapeva che Derek aveva sentito che stava dicendo la verità e non se la sentiva per niente di aggiungere un patetico « Come amico. » perchè no, lui assolutamente non vedeva l'uomo come un qualsiasi amico. Voleva così tanto, ma aveva così poco.

« Be' anch'io. » borbottò Derek prima di intrappolare tra le labbra la cannuccia con cui stava sorseggiando un frappè al mango e panna. Non sapeva esattamente perché aveva risposto in quel modo, ma gli sembrava abbastanza stupido ormai nascondere quello che provava dopo avergli regalato l'appuntamento perfetto e poco gli interessava se il ragazzino era ancora il fidanzato di Raeken, sarebbero stati insieme e lui lo sapeva.

Stiles posò la fragola che stava per addentare, lo stomaco improvvisamente chiuso perché sentiva che quello che stava facendo non era giusto nei confronti di Derek, gli stava dando false speranze così come a se stesso. Doveva mettere subito in chiaro che non ci sarebbe mai stato nulla tra loro due, che non era possibile e che dovevano entrambi depositare le armi e magari non vedersi per un po', per non farsi male. Certo, si sarebbero visti tutti i giorni, ma forse non parlando le cose sarebbero state molto più facili.

L'Alpha lo capì dallo sguardo che stava per arrivare una chiacchierata di cui lui non voleva sapere nulla, l'odore di Stiles era passato da felice a preoccupato e triste con un pizzico di rassegnazione e lui non voleva arrendersi. Cavolo, era stato da parte per quattro anni, ora pensava di meritare un po' di quello che aveva sempre bramato. Aveva atteso pazientemente che lo Stilinski raggiungesse la maggiore età, ma Theo era arrivato prima e glielo aveva rubato da sotto il naso sbattendogli la loro relazione ogni giorno sotto il naso perché quel ragazzino sapeva e godeva in modo particolare a farlo soffrire.

« Derek... » cominciò l'adolescente, ma il telefono cominciò a squillare ed era sia quello di Stiles che di Derek. Si scambiarono un'occhiata stranita prima di prenderli e controllare chi stesse disturbando il loro appuntamento. Sullo schermo di Stiles a grandi lettere compativa il nome di Scott mentre su quello dell'Alpha quello di Lydia.

Era stata una conversazione breve, Lydia aveva avuto un "attacco" da Banshee e sentiva che l'unicorno stava per uccidere qualcuno che loro conoscevano e che dovevano affrettarsi a raggiungere la riserva.

Stiles fece due più due, lui sapeva chi c'era nella riserva quella notte: Theo.







About Satan and Hell:

Hola amigos, come state?

Io alla grande, mi sono ripresa e sono arrivata con il secondo aggiornamento della settimana in quanto l'appuntamento con il lunedì sarebbe saltato e mi sono detta “Meglio prima che dopo!”

So, un po' di Sterek, lo sceriffo un po' OCC ma volevo dargli la parlantina di Stiles da nervoso ed eccolo qui e – ragazzi – sta mettendo insieme i pezzi! Un applauso per Noah!

I don't know cos'altro scrivere e lasciarvi con questo finale un po' così.

Riuscirà il Branco a salvare Theo?

Ah, no, aspettate, siamo sicuri che sarà Theo la vittima?

Ma Stiles è certo che Theo sia nella riserva?

Sì, vi sto rincogliondendo.

A presto,

Sel


P.S: Ora mi metto subito a rispondere alle vostre magnifiche recensioni del capitolo precedente.

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Capitolo 5
*** Capitolo quattro ***


Capitolo quattro


Love is like a shot gun



Derek voleva veramente uccidere quello stupido unicorno anche a costo di tirarsi dietro tutta la sfiga del mondo, non che gli fosse andata bene nella vita considerando la fine che aveva fatto la sua famiglia e quelle poche relazioni che aveva avuto. No, l'animale aveva deciso proprio la serata sbagliata per decidere di uccidere qualcuno che Lydia conosceva facendo scattare la "molla Banshee" che in quel momento arrancava accanto a lui nella riserva tenendo tra le mani una torcia illuminandosi la strada.

Stiles era sembrato piuttosto preoccupato, chissà cos'era finito a pensare, e purtroppo non era con lui in quanto Scott lo aveva preso per la ricerca mentre Erica era con Boyd, Isaac con Cora e Allison infine Jackson con Peter. Le coppie erano del tutto casuali o almeno così aveva detto suo zio, ma a lui sembrava una combutta contro di lui. Quella sera doveva essere tranquilla e senza pensieri per lo Stilinski e invece si ritrovavano puntualmente nella riserva a cercare qualcosa prendendo freddo e perdendo ore di sonno.

« Scusaci se ti abbiamo rovinato la serata. » Lydia ruppe il silenzio ben sapendo cosa stava facendo l'Alpha nella mezz'ora precedente, era stata lei stessa a suggerirgli di chiedere a Stiles di uscire e di fare in modo che fosse indimenticabile, non che Derek non ci avesse già pensato.

« Prima troviamo quel cavallo e prima questa storia finisce. » sbottò l'Alpha aiutando la Banshee a scavalcare un tronco caduto proprio nel mezzo del sentiero che stavano seguendo. Lo aveva attraversato talmente tante volte da piccolo, per tornare a casa, quella villa che aveva deciso di ristrutturare e che sarebbe diventata la dimora adatta per il Branco. Lydia strose il naso, anche se trovavano l'unicorno non sapevano come rimandarlo indietro o ucciderlo senza tirarsi dietro le promesse di sciagure lette nel bestiario. Certamente non potevano tenerlo in giardino pericoloso com'era.

Stavano camminando da parecchio tempo e Lydia sentiva ancora quella sensazione di pericolo che le si bloccava in gola e non ne sapeva di scendere fino al ritrovamento del corpo. Sapeva che Danny era lì fuori, Jackson gli aveva raccontato che il ragazzo era ad un appuntamento con una persona a loro ignota nella riserva per un paio di birre e Lydia aveva paura che fosse proprio lui la prossima vittima. Dovevano sbrigarsi.


Scott rise di cuore contro ogni regola di fratellanza quando Stiles cadde di faccia cercando di scavalcare un masso come aveva fatto il licantropo, così da tagliare la strada e raggiungere prima il post dove erano soliti andare ad ubriacarsi da soli, o almeno Stiles si ubriacava e iniziava a parlare di stelle, costellazioni e la sua omosessualità.

L'umano si tirò su tastandosi più volte in naso e vi trovò attaccate le foglie umide della notte che erano cadute durante l'autunno. Sapeva di essere un pericolo ambulante prima per se stesso e poi per gli altri, ma un'altra botta del genere non era proprio quello di cui aveva bisogno, però così aveva reso a Scott l'idea di come si faceva i lividi e alla fine andava a suo favore.

« Raccontalo a qualcuno e ti faccio sbranare da Jackson, sai che lo farebbe. » borbottò cercando di ripulirsi almeno un minimo e poi lo notò, il tipico sguardo di Scott da "non c'è nulla che devi raccontarmi" e Stiles lo sapeva che gli si leggeva in faccia che c'era qualcosa che non andava. Infondo aveva solo ricevuto una proposta – se così poteva definirla – dal ragazzo che per un anno lo aveva usato come una bambola gonfiabile e che ora lo ricattava con video che gli avrebbero rovinato certamente la fine se mai fossero finiti su Internet.

Sospirò pesantemente ben sapendo che doveva sgangiare la bomba e parlarne un po' con Scott, infondo erano migliori amici e si raccontavano tutto... o quasi.

« Theo mi ha chiesto di sposarlo. » disse in tono volutamente casuale e l'espressione di puro finto stupore sul viso del McCall fece capire a Stiles che già lo sapeva e che quindi anche il resto del Branco ne era a conoscenza « Gli ho detto di sì, ma papà non gli ha dato il permesso. Non che in realtà serva, ma credo che Theo voglia tenersi buono il suocero che per lavoro fa lo sceriffo. » aggiunse non avendo nemmeno la forza per chiedergli come fosse arrivato ad avere tale informazioni, forse il ragazzo ne aveva parlato a scuola con qualcuno e i licantropi erano riusciti a sentirlo. Sinceramente a Stiles non interessava, che lo sapessero tutti, tanto prima del diploma non sarebbe successo nulla.

« Non pensi che sia ora di lasciarlo? » domandò Scott ricevendo in risposta uno sguardo omicida e un coltello gocciolante di aconito contro « Voglio dire, mi sembra che lui non sia poi così serio con te. Lo abbiamo visto tutti al Jungle. » tenne a precisare alzando le mani per cercare di calmare l'umano ed erano così presi nella conversazione che non si resero conto che altre due persone stavano venendo proprio nella loro direzione.

Derek e Lydia erano lì davanti a loro e sembravano non aver parlato per niente a differenza di Scott e Stiles che forse avevano chiacchierato troppo facendo pure scappare l'unicorno. L'Alpha annusò attentamente l'aria e si schiaffò una mano sulla fronte « Stiles sei caduto? » chiese e l'adolescente arrossì fino alla punta delle orecchie, non voleva ammettere quanto fosse sbadato, ma annuì lentamente facendo scattare una piccola risata a Lydia che poteva solo immaginarsi la scena.

« Scambio coppia, questo musone si rifiuta di fare conversazione. » annunciò la Martin e fuggì letteralmente con Scott sotto braccio in modo da lasciare i due da soli e Stiles voleva darsela a gambe levata in quanto non avevano ancora chiarito quella specie di mezza dichiarazione avvenuta nel diner.

Si guardarono per diversi secondi prima che lo Stilinski si schiarì la gola e gli disse dove erano diretti prima del loro arrivo, il licantropo annuì seguendolo. Derek si stava preparando un discorso, voleva togliersi ogni dubbio e chiedergli cosa stesse accadendo con Theo perché gli sembrava che la loro relazione stesse prendendo una piega poco sana, ma voleva farlo nel modo più delicato possibile senza rischiare di far scattare qualcosa dell'adolescente che lo portasse a volersi allontanare.

Peccato si ritrovarono davanti a Theo e Stiles era veramente senza parole perché quello che era il suo fidanzato/aguzzino era con le ginocchia premute contro il tereno e sotto di lui c'era Danny – il suo Danny Bello – e certamente non stavano giocando a carte. No, almeno che il gioco non consistesse nel spingersi violentemente dentro Danny mentre quest'ultimo gemeva come la peggiori delle porno star.

Il ragazzo fu preso da una serie di emozioni che non riusciva a spiegare, si sentiva umiliato oltre ogni limite anche perché non era il solo che stava assistendo a quella scena, provava rabbia, disgusto, rancore e molti altri sentimenti negativi. Come poteva sposarlo se poi andava con il primo che passava? Poteva anche abusare di lui, minacciarlo, ma non reggeva il fatto che lo stesse facendo passare per un ragazzo non meritevole nemmeno della fedeltà del suo fidanzato.

Agì senza pensare, prese dal suo zaino il thermos con il caffè bollente e lo svuotò completamente addosso ai due che presi dalle loro attività furono presi alla sprovvista e l'urlo di Theo fu così dolce alle orecchie del ragazzo che quasi ebbe paura di se stesso. Lui non era così, non gioiva del dolore altrui, eppure non poteva che ritenersi soddisfatto dell'espressione dolorante di Danny e quella super incazzata di Theo.

Poi senza un reale motivo prese a correre verso il basso dove la riserva si faceva più fitta e sentì chiaramente Derek stargli dietro, ma lui voleva solamente un momento per se stesso e piangere ben sapendo che dopo questa scenata del caffè ci sarebbe stato ben poco da fare.

Arrivò fino al piccolo ruscello e senza pensarci vi immerse le mani sentendola ghiacciata e se la buttò contro il viso, calde lacrime in contrasto cominciarono a solcargli le guance.

« Sono un fottuto cervo, ho più corna io che qualsiasi abitante di Beacon Hills. » borbottava guardandosi le mani bagnate che tremavano per il freddo e con la coda dell'occhio vide nel riflesso del ruscello un cavallo in piedi vicino a lui: era l'unicorno.


Derek si ritenne una persona intelligente quando tirò dal portabagagli come minimo cinque coperte. Si affrettò ad avvolgerle una ad una intorno al corpo tremante di Stiles mentre gli altri cercavano di fargli calore con gli accendini che si erano portati dietro nel caso avvessero dovuto accendere un fuoco.

Stiles batteva i denti, ma questo non lo fermava dall'insultare l'unicorno che lo aveva spinto dentro il ruscello bagnadolo da testa a piedi e poi scomparire nel nulla proprio quando Derek era arrivato, giusto in tempo per vedere la coda scomparire ed aiutare il ragazzo ad uscire dall'acqua. Non gli interessava se avevano perso la creatura, la cosa più importante era il suo umano che stava per andare in ipotermia.

« Mi ci farò un candelabro con quel corno o userò la punta per pulire gli angoli a casa... » disse lo Stilinski facendo ridacchiare appena Jackson e Isaac. Fortunatamente Lydia non aveva urlato, chiaro segno che nessuno quella sera era stato vittima della creatura mitologica e Derek non aveva raccontato a nessuno di Theo e Danny, anche quando gli chiesero perché si fossero divisi.

« Ti porto a casa. » l'uomo prese l'adolescente da sotto le ginocchia e passo un braccio intorno alle spalle tirandolo su e Stiles arross' imbarazzato aspettandosi le risate da parte del Branco, ma nessuno lo stava facendo nonostante la scena da romanzo rosa.

« Io vi precedo, con la moto sarò più veloce, così riempo la vasca con acqua calda. » disse Scott e saltò in sella partendo subito dopo senza rendersi conto di aver lasciato la sua fidanzata senza un passaggio. L'Argent sorrise mestamente comprendendo quanto il suo fidanzato fosse per il suo migliore amico e quindi riuscì a rimediare uno strappo da Jackson e Lydia.

Nella Camaro Derek aveva attivato l'aria calda al massimo e aveva iniziato a sudare, il sua calore corporeo più quello opprimente dell'auto lo stavano soffocando, ma per Stiles avrebbe sopportato tutto e anche le multe che avrebbe preso per eccesso di velocità « Dovremmo uscire un'altra volta. » disse d'un tratto Stiles dal cumulo di coperte « Questa sera è stata bella. » aggiunse perché ora non gli importava più di Theo. Aveva finito con i giochetti, sarebbe riuscito a riprendersi quei video ed eliminarli per poi denunciare il tutto e dare finalmente a Theo quello che meritava. Era stanco, non ce la faceva più, voleva essere anche lui felice, sentirsi tutti i giorni come Derek lo aveva fatto sentire quella sera al Diner.

L'Alpha non gli rispose, era troppo concentrato a guardare la strada e anche se il suo lupo stava ululando felice per quelle parole non lo diede a vedere perché prima di tutto doveva preoccuparsi di far arrivare a casa il ragazzino e buttarlo nella vasca piena d'acqua calda che Scott sicuramente aveva già iniziato a riempire.

« Ti rigranzio anche per non aver detto perché ci siamo separati. » sussurrò chiudendo lentamente gli occhi, non ce la faceva più a tenerli aperti, sentiva un bisogno primordiale di dormire e spesso non era considerato un buon segno, fu per questo che non si stupì quando sentì la mano di Derek sul suo viso e sentì la sua voce chiedergli di non addormentarsi, poté percepire anche l'auto aumentare velocità e far scattare diversi flash di autovelox.

Arrivarono a casa Stilinski nemmeno cinque minuti dopo e l'umano si sentì tirare su da Derek e venire portato nel suo bagno personale dove Scott stava finendo proprio in quel momento di fermare il flusso d'acqua, la vasca piena di schiuma e un dolce odore di miele a riempire l'aria. Stiles si mise in piedi e iniziò a togliersi le coperte di dosso con fatica, il licantropo aveva veramente stretto bene « Volete rimanere o... » disse indicando con gli occhi la porta ed entrambi i licantropi si guardarono arrossendo per poi uscire anche se Derek non ne era del tutto convinto. Non voleva lasciarlo solo, ma nemmeno privarlo della privacy di cui aveva bisogno. Attese pazientemente diversi minuti prima di cacciare Scott di casa – e dovette usare il tono da Alpha – prima di bussare gentilmente contro la porta e chiedere il permesso di entrare. Non ricevendo una risposta verbale, ma solo un verso che sembrava invitarlo aprì la porta venendo avvolto dalla nuvola di vapore venutesi a creare.

Stiles era sdraiato, completamente coperto dalla schiuma e guardava il soffitto con espressione persa. Derek prese lo sgabello lì vicino e lo posizionò accanto alla vasca fermandosi ad osservare le spalle coperte di lividi del ragazzo, un piccolo morso a fare bella mostra di se tra la clavicola e la base del collo.

« Grazie. » disse l'adolescente socchiudendo appena gli occhi, poi si morse il labbro inferiore e Derek sapeva che stava per chiedergli qualcosa « P–po... » balbettò nascondendo il viso tra la schiuma e l'Alpha non sapeva cosa volesse, ma la sua immaginazione volò verso destinazioni vietate ai minori e si vergognò di se stesso. Si stava comportando da adolescente in piena crisi ormonale e la cosa lo destabilizzava, diamine!, lui era un professore della Beacon Hills High School non poteva permettersi certe visioni su di un suo studente.

Derek decise di andargli in contro « Vuoi che ti lavi la schiena? » domandò sperando che fosse quella la richiesta che il ragazzo si era vergognato a fargli e quando Stiles annuì non ci fu più tempo per pensarci, semplicemente si sfilò la giacca di pelle e alzò le maniche della maglia che indossava. Prese la piccola spugna verde mettendoci sopra del bagnoschiuma e con estrema delicatezza iniziò a lavare la schiena che un tempo aveva potuto ammirare pallida e ricca di nei, ma che in quel momento era un campo di macchie violacee.

Voleva baciarlo, tanto, volava promettergli che Theo non si sarebbe mai più avvicinato a lui, ma sapeva che non poteva, doveva aspettare che fosse lui a fare il primo passo in quanto il più giovane tra i due e con più dubbi. Lui sapeva cosa voleva, il suo lupo lo aveva riconosciuto come Compagno e anche la sua parte umana, ma non poteva imporsi e dirglielo, sarebbe stato giocare sporco, anche più di cercare di conquistarlo attraverso lo stomaco.

Sembrava una di quelle scene di quotidianità che a Stiles sarebbe piaciuta, Theo non gli aveva mai lavato la schiena, riusciva solo a sporcargliela e poi riderne osservandolo sotto la doccia cercare di arrivare nei punti più difficili. Voleva che quel momento durasse per sempre.

Voleva Derek, ma non poteva averlo.


Danny il giorno dopo a scuola aveva cercato di parlargli, ma Stiles lo aveva liquidato con un semplice « Non mi interessa. » e aveva tirato dritto fino al suo armadietto dove Theo gli aveva lasciato una scatola di cioccolatini e un bigliettino di scuse, quel ragazzo era malato e Stiles ormai lo aveva capito. Proprio non riusciva a rendersi conto di quello che faceva, come poteva tradirlo nella riserva insieme ad uno dei suoi amici e poi scrivergli "Ti amo" e pensare che sarebbe finito tutto lì.

Lydia gli aveva rubato la scatola e si era mangiata tutto senza farsi troppi problemi lasciando sia lui che Allison senza niente. L'altra ragazza la guardò a bocca aperta domandandosi perché la sua migliore amica stesse mangiando talmente tanto cioccolato, per di più non l'aveva vista insieme a Jackson e sembrava avessero litigato. Allison non poteva nemmeno immaginare per quale motivo, quei due discutevano praticamente per tutto.

« Mi devi del cioccolato, Martin. » sbuffò il ragazzo guardando sconsolato la scatola ormai vuota, almeno quelli se li sarebbe tenuti, non si diceva mai di no a del cioccolato. La sera precedente dopo che Derek gli aveva lavato la schiena aveva finito il resto del corpo e si era infilato il pigiama che Scott in precedenza gli aveva preparato, si era aspettato di trovare la stanza vuota, ma sul letto c'era Derek ad aspettarlo, un bellissimo Derek addormentato che stringeva tra le mani un giglio che Stiles pensò dovesse essere il regalo di fine serata. Con cura lo prese e trovando un vaso vuoto lo riempì d'acqua mettendo dentro il fiore, lo posò sulla scrivania vicino alla finestra e depositò un leggero bacio sulla guacia del mannaro domandandosi come mai stesse dormendo così pesantemente. Lentamente scostò le coperte e ci si infilò sotto insieme a Derek, sentì un brivido attraversarlo quando lo abbracciò affondando il viso tra le spalle, era la sensazione più bella che avesse mai provato.

Il mattino si era svegliato con l'Alpha che lo scuoteva leggermente e lo sceriffo che dalla porta gli sorrideva e gli alzava il pollice in chiaro segno di approvazione e Stiles non si era mai imbarazzato così tanto di suo padre. Avevano fatto colazione insieme e lo aveva accompagnato a scuola promettendogli di portarlo in ospedale per il controllo al polso dopo la botta del giorno prima, fortunatamente ci avrebbe pensato Melissa.

Ora, lui non voleva fare il pignolo, ma preferiva suo padre con lui all'opedale, sentiva già di star dando abbastanza problemi a Derek anche se non lo dava a vedere. Si preoccupava così tanto per lui che Stiles pensò che fosse finalmente diventato l'Alpha che aveva sognato di essere. Aveva un Branco che gli era fedele e insieme salvavano puntualmente Beacon Hills dal cattivo di turno.

« Amico, vuoi dirmi perché Danny è da questa mattina che mi prega di dirti che vuole parlarti? » l'arrivo di Scott fu completamente inaspettato in quanto in quel momento sarebbe dovuto essere nell'aula di psicologia e non nel corridoio a parlare con loro. Allison inarcò un sopracciglio chiedendosi perché il suo fidanzato non stesse frequentando le lezioni come gli aveva promesso dopo che era riuscita per un pelo a non farlo sbattere fuori dal liceo.

« Lo chiamerò io, non preoccuparti. » rispose Stiles prendendo i libri di spagnolo e dirigendosi nell'aula dove sapeva avrebbe trovato l'uomo intento a corregere qualche compito o a preparare la lezione per l'ora successiva, ormai si era studiato bene il suo orario e sapeva che in quel momento era libero e lui voleva chiedergli delle spiegazioni sull'ultima lezione.

I ragazzi si divisero nuovamente e Stiles notò con la coda dell'occhio Theo entrare nell'aula di francese con un'espressione per niente contenta in volto, sicuramente ancora gli bruciavano le parti basse e lo Stilinski lo sperava con tutti il cuore, così come per Danny. Non era tanto il fatto di essere stato tradito a farlo arrabbiare, ma che Theo aveva trascinato uno dei suoi amici nei suoi sporchi giochi facendogli perdere la fiducia che provava nel ragazzo.

L'aula di Derek era alla fine del corridoio principale al piano terra e fortunatamente non trovò nessuno, tutti quelli che avevano l'ora libera sicuramente si erano rintanati della biblioteca dove il riscaldamento funzionava una meraviglia, al contrario di quelli presenti nelle classi. Aprì la porta trovandosi davanti l'Alpha che con un'espressione disgustata correggeva un compito che già dalla porta si vedeva completamente pieno di scritte rosse.

« Disturbo? » domandò chiudendosi la porta dietro, Derek alz il viso sorridendogli « No, certo che no. » rispose mettendo giù la penna e facendogli segno di prendersi una sedia e mettersi vicino a lui. Stiles ne prese una con la mano buona e la depositò accanto alla cattedra dove vi fece cadere pesantemente il libro di spagnolo.

« Potresti rispiegarmi l'ultima lezione? » chiese aprendo a pagina 394 e Derek inarcò un sopracciglio facendo passare lo sguarda tra la pila di compiti da correggere al ragazzino che lo stava guardando con il labbro inferiore leggermente in fuori – ormai Stiles aveva capito come farlo cedere a qualsiasi sua richiesta – e sospirando mise da parte il compito di Raeken che stava letteralmente martoriando rischiando di giocarsi la penna rossa che aveva acquistato nemmeno una settimana prima. Gli avrebbe messo 0, poco ma sicuro.

« Prima vorrei parlare con te. » annunciò l'uomo ricordandosi che quella mattina lo sceriffo gli aveva fatto notare lo strano comportamento di Stiles a tavola in quanto non aveva, come suo solito, bevuto una tazza di succo all'ananas fresco. Certe cose poteva notarle solo chi conosceva ogni singola abitudine della persona e Derek era intenzionato a scoprirle tutte « Riguarda Theo, inizio a pensare che questa relazione non sia... bilaterale. » intavolò osservando il viso di Stiles farsi rosso di rabbia, lo si poteva capire dal forte odore che stava emanando e l'ultima cosa che voleva era litigare con Stiles.

« Stai insinuando che non sono consenziente? » sbottò l'adolescente guardando dritto negli occhi l'Alpha e il suo cuore aveva già preso a battere irregolarmente quindi il licantropo non sarebbe riuscito a captare la bugia nemmeno volendo « Perché diamine pensate tutti che non voglia stare con Theo? Lui... lui è l'unico che mi ama. » aggiunse corrugando la fronte, sapeva perfettamente che il suo fidanzato era malato e non provava nulla che si avvicinasse all'amore nei suoi confronti, ne era consapevole e sinceramente non si sarebbe mai fidanzato con lui se Derek non lo avesse invitato a farsi una vita al di fuori del Branco proclamando il bisogno di vivere come un qualsiasi adolescente.

« Non è l'unico, Stiles. » rispose Derek alzando un po' la voce, non era stato certamente Capitan Ovvio, ma pensava che ormai fosse palese che lo stesse corteggiando. L'uomo si alzò in piedi e così fece anche il ragazzo « Sono il ragazzino strano che parla troppo, è già tanto se ho degli amici, me lo dicono tutti. » e con "tutti" Stiles intendeva Theo, il suo abusore aveva inizianto anche con della violenza psicologica e per quanto lo Stilinski cercasse di non caderne vittima qualche volta le parole cattive del fidanzato gli attraversavano la mente facendogli perdere il sorriso.

Accadde tutto troppo in fretta, le mani di Derek andarono ad afferrare il viso di Stiles e le loro labbra si scontrarono in modo irruento, un bacio dettato dalla disperazione e dalla passione che aveva colpito Derek - e al Diavolo i buoni propositi di aspettare che fosse lui a fare il primo passo! - non sopportando più l'idea di non poter avere Stiles. Il suo lupo stava facendo versi di approvazione, estasiato dal contatto delle loro labbra e si sarebbe messo ad ululare alla Luna se fosse stata alta nel cielo.

Stiles sentì come se ogni pezzo della sua vita fosse finito nel posto giusto, incastrandosi alla perfezione l'uno con l'altro e capì subito cosa voleva dire quella breve fitta che aveva sentito al cuore. Ne aveva lette di storie su licantropi e i loro Compagni – il perfect match – e se tra lupi mannari si presentava con sensazioni legate al lupo interiore quando accadeva con un umano quest'ultimo sentiva una strana sensazione al cuore. Voleva piangere, aveva così tanto sperato di poter stare insieme a Derek e ora sapeva che loro erano stati destinati fin dalla loro nascita a stare insieme.

Insicuro divise leggermente le labbra desideroso di approfondire quel bacio che gli stava facendo tremare le ginocchia, per un attimo ebbe paura di ricevere un morso come era solito fare Theo, ma si ricordò che quello che lo stava baciando lo amava veramente e che non gli avrebbe mai fatto del male. Doveva solamente fidarsi e lasciare il cuore guidare le sue azioni.

L'Alpha con estrema lentezza approfondì il bacio non volento sopraffare il Compagno con gesti troppo bruschi, non voleva far scattare qualche reazione perché quei lividi erano il chiaro segno che qualcuno lo picchiava e non voleva assolutamente che scambiasse i suoi gesti come un tentativo di ferirlo.

Quando si staccarono gli occhi di Stiles erano lucidi ma l'aria intorno a loro odorava della paura del ragazzo. Derek lo guardò spaventato chiedendosi perché tale emozioni, così differenti dalla felicità che stava provando lui.

« I–io... » calde lacrime fuoriuscirono dagli occhi dell'adolescente perché sapeva di non poter stare con il suo Compagno se voleva tenere suo padre al sicuro, avrebbe rinunciato alla suo felicità pur di tenere in vita l'unico parente che gli era rimasto « Scusami. » borbottò prima di correre fuori senza nemmeno preoccuparsi di riprendere la sua roba. Corse più veloce che poteva, raggiunse la sua Jeep con l'unico obbiettivo di scappare e nascondersi dove nessuno lo avrebbe trovato.

Peccato che nessuno dei due si rese conto di una figura che gli aveva osservati dalla finestra. Una persona che stava tremando di rabbia.

Theo.






About Satan and Hell:

Tan tan taaaan!

Lo so, ogni capitolo finisce con Theo, ma che ci posso fare, lui è come il prezzemolo. Ovunque.

They kissed, sweet things, but come al solito c'è il problema che Stiles ha una sidrome del martire (misto ad orgoglio) e preferisce soffrire con Theo che chiedere aiuto al Branco o semplicemente al padre.

Danny Bello cosa cavolo di combina? Tutto sorriso e fossette e poi se la fa con i ragazzi fidanzati. Non prendetela a male, io adoro Danny, mi manca un sacco, mi chiedo perché diamine Jeff ci abbia lasciato con il fatto che lui sapeva dei licantropi e poi scomparire. Quell'uomo merita qualche pena capitale.

Cosa accadrà dopo questo grave oltraggio? Stiles che mette le corna a Theo è innamissibile, mentre il contrario è okay perché funziona così una relazione abusiva, chi è in controllo può sempre fare quello che vuole credendo di non doverne pagare le conseguenze.

Theo ucciderà lo sceriffo? Ucciderà Derek? Scott? Lydia? Insomma, ucciderà qualcuno?

Volete la risposta?

Be' non ve la do perché sennò è spoiler, mi piace tenervi sulle spine da brava stronza che sono.

Altrimenti potreste suggerire voi qualcosa, giuro che terrò in considerazione i vostri desideri, tranne quelli di morte per il mio Theo, lui mi serve vivo.

Dissi che avrei aggiornato mercoledì, ma avendo finito oggi... enjoy

A presto folks,

Sel

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Capitolo 6
*** Capitolo cinque ***


Capitolo cinque

Love is like a shot gun




Stiles guidò dritto fino a casa sua, non era certo il nascondiglio migliore, tutti lo avrebbero trovato lì, ma era l'unico posto sicuro che conoscesse. Chiuse tutte le finestre e si assicurò di aver bloccato tutte le porte, voleva solamente rimanere al buio fino al ritorno del padre e magari addormentarsi, per liberare la mente.

Derek lo aveva baciato.

Oh mio Dio.

Derek Hale lo aveva baciato! Lui che ci aveva sperato per quattro anni e quando ormai aveva perso ogni briciolo di speranza si era avverato lasciandolo con un mucchio di dubbi in testa.

Che fosse solo una strategia per farlo allontanare da Theo? Infondo l'Alpha era sempre stato con donne, psicopatiche o meno, e non sembrava interessarsi particolarmente di lui. Lo aveva sentito il Legame, ne aveva letto talmente tante volte nei libri di Deaton che nel momento in cui le loro labbra si erano incontrate aveva riconosciuto ogni singola emozione e sensazione descritta nei vecchi tomi. Doveva respirare, non lasciarsi prendere dal panico, ma soprattutto avvertire Theo che aveva lasciato la scuola. Non voleva certo farlo arrabbiare non facendosi trovare a pranzo.

Digitò velocemente un messaggio e ignorò tutti quelli di Scott e Lydia che gli chiedevano che fine avesse fatto. Voleva rimanere solo, mettere le carte in tavola e capire cosa fare perché se lo sentiva, gli sarebbe bastato chiedere semplicemente aiuto per liberarsi del fidanzato abusivo. Che fosse stato il padre o Derek, anche se quest'ultimo invece di sottoporlo ad un imparziale giudizio gli avrebbe squarciato la gola.

Si sdraiò sul letto e chiuse gli occhi aspettando pazientemente che Morfeo lo accogliesse tra le sue braccia.


Derek era furioso con se stesso, si era lasciato trasportare dagli ormoni come il peggiore degli adolescenti con l'unico risultato di spaventare Stiles e farlo correre via lasciando tutta la sua roba lì. Era un idiota, veramente, e sicuramente era stato il forte odore della sua rabbia a far convergere tutti i licantropi della scuola nella sua aula.

Cora entrò spalancando poco graziatamente la porta guardandosi intorno alla ricerca del pericolo e dietro di lei comparvero Isaac e Boyd. Poco dopo sopraggiunsero anche Erica, Jakcson, Lydia e Scott, la ragazza vedendo i tre alzarsi di scatto e quasi fare wrestling per uscire dall'aula di biologia aveva dovuto seguirli.

« Cosa succede? » domandò la Hale fissando con un sopracciglio alzato il fratello, poi notò la roba di Stiles e sent il suo odore ormai debole, segno che se n'era andato da minimo venti minuti.

« Niente! » sbottò l'Alpha mettendo la sua roba nella tracolla perché non aveva alcuna intenzione di tenere lezioni in quello stato, sarebbe stato in grado di mangiarsi uno studente alla prima risposta sbagliata. Voleva trovare Stiles e pregare per il suo perdono, voleva solo che non lo respingesse, se non poteva averlo come amante – Compagno – si sarebbe accontentato dell'amicizia che per anni aveva legato loro senza mai più provare anche solamente a toccarlo senza il suo consenso. Non era normale il modo in cui era scappato, doveva esserci un motivo per tale reazione e lui avrebbe scoperto quale fosse.

« Non pensare nemmeno per un secondo di tagliarci fuori. » intervenne Lydia, spavalda e molto più coraggiosa di qualsiasi altro licantropo « Centra sicuramente Stiles, quindi esigo delle spiegazioni. » aggiunse andando incontro al suo Alpha puntandogli contro l'indice. Era molto preoccupata per Stiles, si comportava sempre in modo strano negli ultimi tempi e Theo non le piaceva per niente in quanto era sicura che fosse tutta colpa sua. Rivoleva indietro il suo migliore amico chiacchierone e con il sorriso sempre sulle labbra, non chiedeva molto.

« L'ho baciato e lui è scappato. » rivelò Derek ben sapendo che quel gruppo di ragazzini non lo avrebbe lasciato libero se non avesse condiviso l'informazione « Mi sento già abbastanza un idiota, non mi serve anche il vosto parere. » minacciò illuminando gli occhi di rosso e in quel momento arrivò Allison che indicò semplicemente la finestra facendo voltare tutti.

Lì, sul limitare della riserva c'era l'unicorno.


Si svegliò di colpo, il rumore forse e secco di una mano che sbatteva contro la porta d'ingresso lo fece destare dal suo sonno senza sogni. Si affrettò ad alzarsi dal letto e correre giù per le scale, già sapendo chi c'era al di là della porta. Aprì trovandosi davanti Theo e da come era alto in Sole nel cielo non poteva che essere mezzogiorno, non aveva dormito nemmeno mezz'ora. Si scansò per lasciare entrare il ragazzo e da come stava tenendo stretti i pugni Stiles gemette già di dolore. Lo avrebbe picchiato senza alcun rimorso, come ogni singola volta, per poi tornare a sussurrargli che lo amava e che non lo avrebbe mai più toccato.

Quando volte aveva creduto alle sue bugie? Quante volte aveva ceduto alle sue minacce? Troppe.

« Apri le finestre. » ordinò il Raeken e Stiles obbedì senza fare domande aprendole in minot tempo possibile, l'aria fredda di dicembre entrò facendolo tremare. Cavolo, quello doveva essere l'inverno più freddo degli ultimi quindici anni.

Theo tirò fuori un piccolo telecomando dove c'erano solo due bottoni, uno blu e l'altro rosso. Sembrava estremamente pericoloso se si pensava a tutti i film polizieschi e Stiles purtroppo sapeva che quello a cui stava pensando era giusto.

« Vuoi fare la puttana, Stiles? » domandò facendosi più vicino, sovrastando lo Stilinski con il suo corpo « Cos'è, se ti lasci scopare allora il professor Hale ti mette tutte A+ fino al diploma? » chiese prendendo il cellulare mostrandogli le foto che aveva scattato quella mattina, Stiles si riconobbe dell'aula di spagnolo con le labbra di Derek attaccate alle sue.

« Io non volevo, è stato lui a baciarmi. » provò a giustificarsi mentendo spudoratamente perché lui aveva ricambiato più che volentieri quel bacio, assaporando quanto più poteva, ma sapeva che Theo avendo assistito alla scena era a conoscenza della verità e cioè che aveva ricambiato.

Theo gli prese il volto tra le mani e lo baciò con appena uno sfregamento di labbra « Mi dispiace, ma non ti credo più. » disse abbracciandolo, stava sussurrando come se gli stesse dicendo cose estremamente romantiche « Ti darò due opzioni: la prima è che ti perdono, ma tuo padre muore. » Stiles spalancò gli occhi, sapeva che quella giornata sarebbe finita nei peggiori dei modi « La seconda è che ora tu sali in camera tua e ti spogli, ci divertiamo un po', ma dopo metterò i nostri video online e tu potrai solamente sperare che nessuno dei tuoi amici li veda. » espose la seconda opzione e Stiles sceglieva senza dubbio quella. Preferiva morire di vergogna sapendo che sulla Rete c'erano video molto imbarazzanti di lui che lasciare quel pazzo uccidere la persona a cui lui teneva di più al mondo.

Theo lo lasciò andare e sorrise vittorioso quando lo vide salire le scale iniziando a sbottonarsi la camicia. Alla fine era lui quello che teneva le redini del gioco.


Erano riusciti a circondare l'unicorno e considerando che tra i presenti nessuno era un vergine l'animale non stava tentando di ucciderli come aveva fatto con le persone precedenti su cui avevano indagato. Stava fermo in mezzo al cerchio e guardava dritto davanti a sé dove si trovava Derek, i suoi occhi di giada sembravano voler perforare l'Alpha con tanta intensità lo stavano guardando.


Stiles morse il cuscino per non urlare, Theo ci stava andando veramente pesante e sentiva la sciena bruciare per come lo stava graffiando. Lo aveva frustato con la cintura sulle natiche prima di iniziare ricordandogli qual'era il suo posto, che non si sarebbe mai più dovuto azzardare ad intromettersi nelle sue tresche clandestine e Stiles aveva annuito.


« Insomma, come facciamo a liberarcene senza ucciderlo? » domandò Scott guardando l'unicorno trottare in circolo passando a pochi centimetri da loro, non sembrava spaventato e nemmeno intenzionato a scappare.

« Ci serve Stiles, è lui quello che ha fatto tutte le ricerche. » rispose Lydia stringendo tra le mani la polvere di sorbo che per precauzione teneva sempre nella borsa.


Theo aveva un coltello con sé e gli stava recidendo la pelle, sentiva il sangue colare fino a cadere con pesanti gocce sul lenzuolo bianco, macchiandolo. All'inizio erano senza senso, delle semplici linee lungo le braccia o sulle cosce, ma poi Stiles lo sentì chiaramente: gli stava incidendo una parola sul fondoschiena.


L'unicorno arrestò la sua camminata fermandosi proprio davanti a Derek. L'Alpha perse la posizione di difesa sentendo che l'animale non lo stava minacciando, sembrava quasi volesse aiutarlo.

Lo guardò dritto negli occhi e l'unicorno abbassò la testa in un chiavo invito a toccargli il corno. Derek alzò titubante la mano e ignorò ogni singolo componente del Branco che gli diceva di allontanarsi.


Stiles non riusciva più a respirare, vedeva solamente delle chiazze nere davanti a gli occhi e il suo cuore stava battendo troppo lentamente. Si sentiva ad un passo dalla morte e Theo continuava a spingersi in lui senza prestargli la minima attenzione.

Le mani lentamente lasciarono andare la presa sul cuscino, non sentiva nemmeno più un muscolo rispondere alla sua volontà e il ragazzo continuava a fargli domande a cui non riusciva a rispondere, era più vicino al buio che alla luce.

Poi lo sentì, il chiaro dolore di un osso che si spezzava e urlò ritrovando la voce. Le fitte arrivavano dalla gamba destra e si univano a quelle del polso su cui stava gravando maggior parte del suo peso.

« B–basta... basta... » pregò allo stremo delle forze, ma il Raeken non lo ascoltò talmente era perso nella sua rabbia.


Derek inalò con forza e si dovette mettere una mano sullo stomaco per non vomitare. Guardò l'unicorno e gli fece un piccolo cenno di capo, l'animale come era comparso sparì nel nulla e nessuno ebbe il tempo di chiedere cosa Diavolo fosse successo che Derek stava già correndo per la riserva nella direzione che tutti sapevano portava a casa di Stiles.


« Guardati, sei patetico. » Theo uscì dal corpo del ragazzo lasciando che il suo seme scivolasse dalla piccola apertura mischiandosi al sangue. Lo odiava, come aveva potuto tradirlo? Lui che aveva sempre cercato di renderlo felice, lui che non aveva mai torto un capello allo sceriffo per fare in modo che rimanesse con lui.

Eppure lo amava, lui amava Stiles a partire dai piccoli nei che formavano la forma di una stella a cinque punta sul fianco sinistro fino alle ciglia lunghe da sembrare femminili.

Gli aveva dato due anni della sua vita e lui lo ripagava così? Voleva sposarlo e farlo suo per sempre, perché aveva dovuto rovinare tutto tradendolo? Lui non lo faceva mai sul serio, né in discoteca né con Danny. Gli atri ragazzi erano solo un passatempo di cui si stancava subito, ma di Stiles non si sarebbe mai stancato, nemmeno a volerlo.

Nella cantina a casa sua aveva allestito un piccolo “santuario” pieno di foto del suo ragazzo e di alcuni oggetti che gli aveva rubato, che fosserro dei boxer o il fermacarte sulla scrivania. Teneva tutti i loro video nel computer e se voleva eccitarsi non andava sui siti porno, si limitava ad aprire la cartella nominata “Stiles” perché nulla più del suo ragazzo riusciva ad eccitarlo.

« Ora andrà tutto bene, tu non dirai nulla allo sceriffo e ci inventeremo una bella scusa, uhm? Va bene? » domandò al ragazzo che ormai aveva perso conoscenza e questo lo rese triste, pensava di aver dato il meglio di sé, di dover ricevere come minimo un bacio di ringraziamento per avergli donato tale piacere, ma Stiles era lì, completamente ricoperto di sangue e respirava a fatica.

Non aveva voluto fargli del male, ma le immagini di lui e Hale continuavano a passargli davanti agli occhi e non era riuscito a fermare la mano dal spezzargli il fermore con quanta più forza aveva e un brivido di eccitazione gli aveva attraversato la schiena quando aveva sentito l'urlo di dolore del suo fidanzato.

Prese un asciugamano e lo bagnò pronto a pulire le ferite di Stiles e poi infilarlo nei vestiti e portarlo in ospedale per farlo sistemare, sarebbe bastato un gesso alla gamba, niente di più. Iniziò con il lavare via il suo seme e magari sarebbe riuscito a disinfettargli le ferite se Derek Hale non fosse entrato nella stanza ad una velocità fuori dal normale prendendolo per il collo e sbattendolo contro il muro.

Theo doveva essere diventato pazzo perché giurò di aver visto gli occhi del professore illuminarsi di rosso e spuntarono dal nulla canini e artigli. Non poteva crederci, che razza di bestia era quella che lo stava tenendo inchiodato lì? Lui doveva prendersi cura del suo fidanzato.

« Derek, lascialo, lo stai uccidendo! » Scott entrò nella stanza insieme agli altri componenti sovrannaturali del Branco e a forza tutti e sei riuscirono a staccarli. Derek ruggì in chiaro segno di rabbia, ma appena sentì il piccolo e flebile lamento di Stiles i suoi tratti tornarono umani e si affrettò a cadere in ginocchio vicino al letto per assicurarsi che Stiles stesse abbastanza bene per essere spostato.

Jackson colpì con una gomitata Theo facendogli perdere i sensi mentre Erica si apprestava a chiamare lo sceriffo per denunciare il fatto, Theo Raeken non avrebbe mai più visto la luce del Sole con tutti i capi di accusa che potevano dargli. Boyd si chinò raccogliendo il piccolo telecomando e lo riconobbe subito grazie al suo addestramento ROTC, era collegato ad un esplosivo che sicuramente solo Theo sapeva dove si trovasse.

Derek avvolse Stiles intorno al lenzuolo e poi una coperta, non avrebbe aspettato una stupida abulanza, ci avrebbe messo troppo tempo, lo prese tra le braccia e senza dire nulla ai suoi Beta al piano inferiore e con un gesto automatico prese le chiavi della Jeep della piccola ciotola sul mobile vicino alla porta dove ben sapeva Stiles lasciava le chiavi ogni volta dopo essere tornato a casa.

Inclinò il sedile del passeggero così che potesse rimanere più sdraiato che seduto e una volta al posto del conducente mise in moto l'auto senza nemmeno lasciarla riscaldare il tempo necessario partì diretto al Beacon Hills Memorial Hospital dove sicuramente c'era già Melissa pronta a ricevere Stiles avvertita da Scott.

« Se muori giuro che troverò un modo di farti tornare in vita e ti faccio fuori io. » lo minaccio e solamente sentendo la sua voce tremare si accorse che stava piangendo. Aveva così tanta paura di non essere arrivato in tempo, di non essere stato un buon Alpha per non aver capito prima che Theo stesse abusando di lui, per non aver avuto il coraggio di dichiararsi prima ed evitare tutto quello stupido discorso sul vivere la sua adolescenza come un ragazzo qualsiasi, buttandolo letteralmente tra le braccia di quel bruto.

« Se muori, morirò anch'io. » sussurrò prima di spingere sull'acceleratore. Doveva fare in fretta.








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About Satan and Hell:

Okay guys, no panic, yes panic, maybe a little bit.

In realtà il capitolo lo aveva scritto in modo completamente differente, ciò comportava un altro bel po' di momenti Stheo, ma ho notato che non vi aggrada particolarmente quindi nel bel mezzo della notte con – di nuovo – la febbre a quaranta ho riscritto tutto.

Ora, credo che le vittime dell'unicorno siano ormai chiare. Abbiamo capito, no? In tal caso, se qualcuno ancora non ci è arrivato tranquilli che ce lo spiegherà Derek nel prossimo capitolo.

Sappiate che aggiorno oggi solo perché LarryBooHazzy mi ha chiestoun regalo di Natale, perché altrimenti sarebbe stato lunedì, come penso continuerà ad essere se magari non vengo sommersa dai compiti e riesco a scrivere un capitolo a settimana (anche se questa ne avete avuti due! Ricordatevelo per il futuro u.u)

Guys, vi adoro tutti, a presto,

Sel

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Capitolo 7
*** Capitolo sei ***


Capitolo sei

Love is like a shot gun




Peter entrò in casa Stilinski insieme al vicesceriffo Parrish in quanto lo sceriffo era andato dritto all'ospedale per assistere il figlio lasciando tutto nelle mani del Mastino Infernale.

La prima cosa che sentì attraversando la porta fu il forte odore di sangue e lacrime mischiate al liquido seminale, gli si strinse lo stomaco pensando che a Stiles fosse successa una cosa come quella. Poteva non darlo a vedere la maggior parte delle volte, ma lui a quel ragazzino ci teneva. Infondo gli aveva pure offerto il Morso quando era l'Alpha, un cervello come quello di Stiles non era da perdere, soprattutto per cose così stupide come un ragazzino umano che aveva molti disturbi mentali e che purtroppo aveva scelto la persona sbagliata da violentare.

Erano ancora tutti nella stanza ed Erica era trattenuta da Jackson e Isaac in quanto aveva perso completamente il controllo e voleva fare a pezzi Theo che giaceva senza sensi sul pavimento.

Boyd mostrò il telecomando a Jordan e spiegò che finché non spingevano nulla era tutto okay, ma che comunque dovevano trovare l'esplosivo in minor tempo possibile e fu lì che entrò in scena Peter.

In modo elegante e ghignando tirò fuori gli artigli dichiarando che avrebbe preso immediatamente l'informazione di cui avevano bisogno, Scott provò a fermarlo ritenendolo pericoloso, ma l'Hale non gli diede retta e affondò gli artigli nella morbida pelle del collo di Raeken.

« Nell'ufficio dello sceriffo, un pacco vicino alla finestra sopra il mobile contenente i documenti per le denunce. Inoltre suggerisco di mandare qualcuno a casa del ragazzo, troverete un sacco di cose interessanti. » rivelò lasciando cadere Theo senza alcun riguardo nuovamente sul pavimento e Lydia si assicurò che non si fosse svegliato perché altrimenti avrebbe dovuto metterlo KO con un bel calcio in faccia e il tacco che portava in quel momento come minimo gli avrebbe squarciato la pelle.

« Dovete uscire, tra poco arriveranno per fare le fotografie, dovrò interrogarvi tutti una volta arrivati in centrale. » disse il vicesceriffo mentre faceva partire una chiamata per contattare un agente e avvertirlo dell'esplosivo nell'ufficio del loro capo. Ancora non era abituato a quei tipi di metodi, ma lentamente ci si stava abituando. Era molto più comodo avere un Branco a fare quel lavoro, lui certamente non serviva a molto in quanto la sua unica funzionalità era quella di prendere fuoco e giocarsi anche l'ultima divisa che aveva nell'armadio.

Scott stava guardando il letto chiedendosi come avesse fatto ad non accorgersi che il suo migliore amico stesse passando un momento del genere, soprattutto ora che aveva i sensi più sviluppati. Si rimproverò per tutte le volte che non aveva insistito con Stiles, quando il ragazzo liquidava in modo sbrigativo una sua domanda o quando aveva iniziato a non inivitarlo più a casa sua per studiare o anche solo giocare qualche partita ai videogiochi. Si sentiva una persona orribile, non meritevole di avere affianco una persona così buona e forte come Stiles, che chissà per quanto tempo aveva sofferto senza dire niente a nessuno.

Guardò Theo e sentì una forte rabbia prendere il sopravvento, desiderò andare lì e squarciargli la gola, come avrebbe fatto Derek se lui stesso non l'avesse fermato. No, lui meritava qualcosa ben peggiore della morte e Scott si sarebbe assicurato che Theo Raeken ricevesse quello che si meritava.


Derek era in piedi davanti alla sala operatoria dove infermieri e dottori avevano portato Stiles. Guardava la luce rossa che segnava che stavano ancora operando e si chiese perché ci stessero mettendo così tanto. Erano passate ben più di due ore e lo sceriffo era andato via e tornato ben quattro volte per poter seguire le indagini e sbattere dietro le sbarre il colpevole di tutto quello.

Sentì i passi pesanti dell'uomo farsi vicini e si girò a guardarlo chiedendogli silenziosamente informazioni. L'uomo si passò una mano sul viso stanco e Derek percepì il pungente odore delle lacrime.

« Abbiamo perquesito l'appartamento di Theo. Era pieno di strumenti... di tortura. Sul computer abbiamo trovato dei video e delle foto che... » la voce gli si bloccò in gola, le immagini che aveva visto gli stavano ripassando davanti agli occhi e pregò solamente per il figlio. Voleva abbracciarlo e chiedergli scusa di tutto perché era colpa sua, in ogni singolo video si poteva sentire Theo minacciarlo di uccidere lo sceriffo se non avesse fatto come richiesto.

Derek strinse i pugni, anche lui era a conoscenza di tutto grazie all'unicorno. Quando nella riserva gli aveva toccato il corno era stato come trasportato nel passato e aveva visto tutti quei uomini compiere atti disgustosi, dalla prima vittima che avevano trovato che violentava una bambina vicino ad un parco giochi fino a Theo che stava ferendo Stiles. Ogni singola vittima dell'unicorno era stato un violentatore che l'animale aveva voluto punire per aver macchiato la purezza di altri individui. Lo raccontò allo sceriffo consigliandogli anche di archiviare i loro casi, non meritavano nemmeno una scusa ai famigliari per la loro morte prematura. Uomini viscidi come loro dovevano bruciare tra le fiamme dell'Inferno senza mai poter avere un briciolo di speranza. Eppure aveva risparmiato Theo affidando a lui il compito di dargli una punizione.

L'Alpha vide lo sceriffo prendere una cartellina con dei fogli bianchi « Devo prendere la tua testimonianza. » disse con voce stanca, si vedeva lontano un miglio che non voleva farlo, che l'unica cosa che volesse fare era irrompere nella sala ed abbracciare il figlio, magari baciargli la fronte e promettergli che nessuno lo avrebbe mai più neanche solo sfiorato.

Derek inventò una versione plausibile sul motivo per cui era andato a casa Stilinski e si era ritrovato davanti a quella scena, spiegò di aver trovato Theo intento a pulire uno Stiles in fin di vita minacciandolo di non dire niente allo sceriffo e che all'ospedale si sarebbero inventati una scusa. Descrisse come lo aveva sollevato di peso e schiacciato contro il muro, le mani strette al collo che volevano solamente stringersi fino a togliergli il respiro, ma che era stato fermato da Scott. Guardò l'uomo negli occhi « Non può cavarsela con così poco, deve soffrire almeno un decimo di quello che ha sofferto Stiles. » disse cercando di controllare la rabbia, poteva sentire i suoi occhi illuminarsi ad intermittenza di rosso e non poteva permetterselo se voleva rimanere nell'ospedale ed aspettare il ragazzo.

Lo sceriffo ricambiò lo sguardo, anche lui aveva voluto tirare fuori la pistola e come minimo sparargli ad una gamba per quello che aveva fatto al suo unico figlio, ma non poteva essendo tutore della legge, non gli era permesso mischiare lavoro e vita privata « A nessuno piace un violentatore, in carcere troverà sicuramente qualcuno che gli darà quel che si merita. » borbottò lo sceriffo ben conoscendo storie di uomini picchiati quasi fino alla morte in base ai delitti che avevano compiuto, ma questo a Derek non sembrò bastare e Noah annuì lentamente « Tra tre giorni verrà portato nel carcere di massima sicurezza di Riverside, potrai avere l'occasione che cerchi, sarà Parrish a guidare e tu... » lasciò la frase in sospeso non volendo nemmeno immaginare quali fossero i piani dell'Alpha per il ragazzo.

Annuì lentamente il licantropo tornando a fissare la porta e si concentrò sul battito ancora troppo lento del ragazzo, sentiva i medici parlare ma non ci fece caso, era completamente concentrato su Stiles. Lo avrebbe morso se fosse stato strettamente necessario, non poteva nemmeno per un secondo pensare di lasciarlo andare, nonostante sapesse quanto Stiles tenesse alla sua umanità.

Gli avrebbe insegnato a controllare i suoi istinti, la sua nuova forza, a trovare la sua ancora. Non lo avrebbe mai lasciato solo, a costo di trasferirsi a casa Stilinski.


Sentiva le palpebre pesanti, così come qualsiasi altra parte del corpo. Era forse morto? Ricordava poco di quello che era successo con Theo se non le urla, il dolore, il coltello e di aver desiderato di morire.

Che finalmente le sue preghiere si fossero avverate?

Però c'era un rumore che continuava a ronzargli nelle orecchie, come un bip continuo che spesso aveva dovuto sentire che fosse a causa di sua madre o di suo padre. Lentamente riuscì a muovere le dita della mano, ma ancora non poté aprire gli occhi.

« Sono passati due giorni Melissa, sono molto preoccupato. » la voce di suo padre era tesa, forse anche un po' stanca e Stiles desiderò potergli prendere la mano e rassicurarlo che sarebbe andato tutto bene.

« Devi portare pazienza, si sveglierà quando sarà pronto, è stato sotto i ferri per più di sedici ore. » Melissa tenne un tono professionale, ma per Stiles che la conosceva bene sapeva quanto in realtà fosse preoccupata.

Ed era tutta colpa sua.

Si fece forza e lentamente aprì gli occhi catturando subito nella visuale il triste soffitto bianco dell'ospedale e dalla macchia grigia sul terzo panello da destra poteva dire di essere nella stessa stanza in cui era finito dopo l'incidente con la Jeep.

Aveva sete, sentiva la gola secca, ma non riusciva ad alzare il braccio per attirare l'attenzione dei presenti nella stanza. Almeno così credeva dato che nemmeno due secondi dopo nella sua visuale comparvero i bellissimi occhi verdi di Derek. Sentì il respiro mancargli per quel movimento improvviso e un'ondata di panico si fece strada in lui.

Derek sentì l'odore della paura invadere la stanza e fece immediatamente tre passi indietro, infondo doveva immaginarlo che dopo un trauma del genere Stiles non sarebbe stato capace di farsi avvicinare da un altro ragazzo molto presto. Si sentì uno stupido per non averlo pensato prima.

Melissa si avvicinò all'adolescente e gli sorrise leggermente « Va tutto bene, ora nessuno ti farà mai più del male. » sussurrò carezzandogli dolcemente la fronte e Stiles le credette, annuì leggeremente e ancora prima di rendersene conto si addormentò nuovamente.


Theo rimase seduto dove lo sceriffo lo aveva lasciato sul camion trasporto detenuti. Non aveva nemmeno avuto un processo, troppe le prove della sua colpevolezza, e con una sentenza lampo fu condannato alla prigione a vita per violenza carnale, minacce, violenza psicologica e tentato omicidio.

Erano in viaggio da nemmeno venti minuti quando si fermarono e Theo sapeva per certo che non potevano già essere arrivati a Riverside. Gli sportelli si aprirono e vide entrare Scott McCall con dietro l'uomo che quattro giorni prima lo aveva sbattuto contro il muro di casa Stilinski facendo illuminare gli occhi di rosso.

« Non fate troppo casino. » la voce dell'agente Parrish arrivò ovatta alle orecchie del Raeken.

Rimase seduto immobile, forse si stava immaginando tutto, perché mai un agente di polizia avrebbe fatto entrare due persone sul camion. Doveva essere diventato completamente pazzo perché ora vedeva Scott con degli occhi gialli luminosi. Stava sognando?

« Nessuno tocca un componente del Branco senza ricevere una punizione. » sibilò minaccioso l'Alpha prendendo tra le mani artigliate il viso del ragazzo « Non meriti di avere certe cose, Theo Raeken, soprattutto quando non sai usarle. » disse e la mano scese al bordo dei pantaloni e il ragazzo capì.

Iniziò ad urlare, pregando Parrish di fermarsi ed aiutarlo, ma nulla sembrò funzionare. Guardò Scott « Ti prego, noi siamo amici, sono il fidanzato del tuo migliore amico, noi... » la voce gli tremava talmente tanto da sembrare quasi femminile. Il Beta lo colpì in faccia con un pugno per aver osato anche solamente pensare che fosse ancora il fidanzato di Stiles.

Parrish al posto di guida alzò il volume della radio.


« … poi le ho detto che aveva sbagliato a trascrivere la formula per trovare il Delta – forse una delle più stupide – e mi ha detto di uscire dalla classe. » Lydia raccontò quello che le era successo nell'aula di matematica quella mattina mentre si metteva uno smalto rosso scuro sulle unghie.

« E tu sei uscita veramente? » domandò Stiles con qualche difficoltà, era seduto con minimo quattro cuscini dietro la schiena a dargli sostegno. Sentiva ancora tutto fargli male, ma quello che provava a livello fisico non era nulla in confronto a quello che aveva provato quando l'agente Sarah Walker era entrata nella stanza per fare foto alle ferite e aveva scoperto di avere una parola incisa sul fondoschiena. Aveva quasi avuto un attacco di panico quando Melissa gli aveva spiegato che Theo con il coltello aveva inciso la parola “bitch” ma che era talmente superficiale che non avrebbe lasciato nemmeno l'ombra di una cicatrice.

« Ovvio che no, sono rimasta seduta al mio posto. » rispose Lydia sorridendogli dolcemente e Stiles ricambiò come meglio poteva. Non era veramente in vena di chiacchiere, ma apprezzava molto il fatto che solo le ragazze stessero venendo a trovarlo. Non voleva essere scortese verso i ragazzi del Branco, ma quando Derek gli si era avvicinato aveva sentito l'aria mancargli e non voleva ripetere con gli altri nonostante sapesse che sicuramente a quell'ora Scott aveva già avuto una crisi e tentasse di convincere Melissa con gli occhi da cucciolo ferito di farlo entrare.

Solo suo padre era autorizzato ad attraversare quella porta e Stiles aveva sentito il cuore spezzarsi quando lo aveva visto piangere tenendogli la mano e scusarsi dichiarando che fosse tutta colpa sua. Gli aveva promesso che non avrebbero mai più rivisto Theo.

« Sei la solita. » sbuffò il ragazzo osservando disgustato quello che gli avevano portato avendo il coraggio di chiarlo pranzo, non sembrava nulla di commestibile « Un giorno di questi Ms. Evans ti farà espellere. » aggiunse guardando l'amica ben sapendo quanto poco buon sangue scoresse tra quelle due.

Lydia sorrise furba e dalla borsa tirò fuori un pacchetto di curly fries e Stiles tornò con la mente al suo non–appuntamento con Derek « Grazie. » disse afferrandole e provando a mangiarle prima che qualche infermiera entrasse e linciasse la Marin per aver introdotto cibo dall'esterno.

« Sai quando ti dimetteranno? » domandò la ragazza osservando attentamente l'amico, non sembrava più essere messo così male. Certo la gamba rotta era un bel problema, ma un paio di stampelle sarebbero bastate. La maggior parte dei tagli stavano già guarendo e Melissa le aveva detto della parola incisa sulla parte bassa della schiena, perciò fece attenzione a non nominarla nemmeno.

Le dispiaceva molto per l'amico, ma ancora di più per Derek che soffriva molto da quando si era sentito in qualche modo respinto dal giovane. Peter aveva spiegato loro che dopo il fatidico bacio l'Alpha si era reso conto che Stiles era il suo Compagno e i sentimenti che provava per lui si erano tipo quadruplicati.

« Una settimana ancora e sarò libero di tornare a casa, da dove non ho intenzione di uscire mai più. » borbottò in quanto aveva deciso già dal secondo giorno dal suo riseglio che non sarebbe tornato a scuola, Beacon Hills era talmente piccola e le notizia giravano ad una velocità talmente elevata che immaginava già tutti sapessero di quello che gli era accaduto e sinceramente non voleva entrare in una lezione di economia dove il coach Finstock avrebbe iniziato a parlare dell'importanza del “no significa no”.

« Giusto in tempo per il tuo compleanno! » nella stanza entrò Cora con altro cibo da contrabbando: un pezzo di pizza. Tutti sapevano quanto il cibo dell'ospedale fosse scadente e dato che il ragazzo era lì già da sei giorni avevano deciso di non lasciarlo morire di fame se poi volevano anche contare quanto fosse dimagrito negli ultimi mesi a causa del troppo stress e di Theo che continuava a ripetergli che dovesse mangiare di meno.

Stiles rimase in silenzio, non voleva pensare al suo compleanno, sarebbe stato l'anniversario di quando erano cominciati gli abusi e non aveva la minima voglia di festeggiarlo. Sarebbe rimasto a casa con suo padre, entrambi seduti sul divano magari a guardare una vecchia partita dei Mets.

Parlando del Diavolo anche lo sceriffo entrò di fretta in quanto tra le mani teneva una busta del Burger King. Stiles rise di cuore vedendo quanto era riuscito a raccimolare.

« Io vi adoro. » disse sorridendo sinceramente al padre. In qualche modo si sentiva più leggero, l'incubo era finito, suo padre era sano e salvo e lui non avrebbe mai più dovuto spogliarsi per dare piacere a Theo.

« E noi adoriamo te. » rispose Cora con tanto di occhiolino e si sedè alla fine del letto calciando via le scarpe per poterle incrociare. Tirò fuori dalla tasca della giacca delle carte per giocare e Lydia mise via lo smalto.

Peccato che in quel momento entrò Melissa e guardò il cibo illegale depositato sul tavolino e lo sceriffo tento di coprirlo alzando le mani in segno di resa « Mel, andiamo, non è così grave e... » non riuscì a finire la frase che anche lei tirò fuori una busta con all'interno un cupcake.

« Prima e ultima volta. » annunciò, ormai era abituata ad infrangere le regole dell'ospedale, una più o una meno non cambiavano nulla « Questo lo manda Derek. » aggiunse dolcemente a Stiles, il quale arrossì fino alla punta delle orecchie e Cora sorrise per l'odore di imbarazzo e gratitudine che riempì la stanza.

Melissa si avvicinò e gli carezzò dolcemente la fronte « Stiles questo problema... quello di far entrare i ragazzi, forse dovresti parlare con lo psicologo dell'ospedale, andare in terapia... » provò a suggerire, ma Stiles la bloccò alzando una mano, ma non sembrava arrabbiato, più che altro divertito.

« Non credo sia necessario, è solo una questione di tempo. Insomma, anche se fosse non potrei raccontare tutto ad uno psicologo, mi prenderebbe per pazzo se iniziassi a parlare di licantropi, Kanima e streghe. » disse guardandosi distrattamente le dita delle mani « Salutami Scott e ringrazia Derek, okay? » domandò e addentò il pezzo di pizza.

Tutti annuirono in modo comprensivo, forse gli bastava veramente solo un po' di tempo.


Lo sceriffo si sedette sul divano allungando una birra a Derek, ormai cenavano sempre insieme, più che altro perché l'Alpha chiedeva giornalmente notizie del ragazzo in quanto Melissa non si lasciava scappare poi molto.

Il licantropo aveva raccontato all'uomo cosa lui e Scott avevano fatto a Theo e lui aveva semplicemente annuito, senza sentirsi per nemmeno un secondo disgustato da tale cosa.

« Si sta riprendendo, ha già preso in considerazione l'idea di rivedervi, magari potresti provare per il suo compleanno, sarà il giorno dopo la sua dimissione. » disse Noah in tono casuale, voleva bene a quel ragazzo e lo aveva sempre visto come una figura adatta per suo figlio, però temette di sbagliarsi come aveva fatto con Theo. Si era promesso che nessuno avrebbe mai più fatto del male al suo bambino, a costo di passare 24/7 insieme a lui.

« Credo sia meglio aspettare che mi contatti lui, non voglio imporgli la mia presenza. » rispose l'Alpha timoroso di essere mandato via un'altra volta, il suo lupo non avrebbe retto instabile com'era. Aveva già pensato al regalo per Stiles e doveva parlarne con lo sceriffo, infondo era una cosa abbastanza impegnativa e voleva avere il suo permesso.

« Vorrei regalare un cane a Stiles. » rivelò di punto in bianco facendo scattare la testa dello sceriffo verso la sua direzione, in volto un'espressione sopresa e confusa « Ho letto che aiuta a superare traumi, magari possiamo addestrarlo anche per proteggerlo quando noi non ci siamo. » si giustificò alzando lievemente le spalle. Aveva fatto una ricerca accurata e aveva già in mente la razza che voleva adottare: un Border Collie, una tra le razze più intelligenti.

« Stiles ha sempre voluto un cane. » rispose lo sceriffo e Derek annuì.


Nella notte si svegliava spesso riscosso dagli incubi dove il protagonista era Theo che lo bloccava contro il letto, la stanza d'ospedale era talmente buia che riusciva a vedere solo le piccole luci dei macchinari, ma puntualmente sentiva due braccia forti avvolgerlo e la voce calda di Derek sussurrargli che andava tutto bene, che era un incubo e doveva tornare a dormire. Sembrava un sogno, uno di quelli piacevoli e allora si faceva cullare fino a chiudere nuovamente gli occhi.

Eppure quella notte non aveva sentito nessuno stringerlo a sé e la voce di Derek non aveva riempito il silenzio. Tremava per il sudore freddo che gli colava dalla fronte fino ad arrivare al collo e poi scomparire sotto il camicie ospedaliero. Si portò una mano sul cuore per cercare di regolarizzare il battito cardiaco e capì che per tutte quelle notti l'Alpha si era introdotto nella sua stanza.

Non provò rabbia né panico, quasi rimpianse di averlo mandato via dopo il suo risveglio, ma aveva avuto paura di farsi male di nuovo.

Conosceva Derek da quattro anni ormai e nonostante avesse provato a farlo condannare ben due volte per omicidio erano diventati amici, no, lui lo aveva baciato quindi la zona amici era proprio da escludere. Aveva capito di provare qualcosa per lui fin da quando era stato l'unico oltre a Lydia ad accorgersi che Gerard lo aveva picchiato (Scott era stato troppo preso da Allison per anche solo notare il labbro spaccato dal pugno del vecchio).

Prese il telefono dal comodino con mani tremanti, aveva ancora addosso la sensazione del tocco di Theo e non era per niente piacevole. Le lacrime stavano spingendo per uscire, ma lui non voleva, si era ripromesso di smettere di piangere per colpa di quel ragazzo che gli aveva rovinato l'ultimo anno della sua vita e quasi ucciso.

« P–pronto Derek? » domandò appena sentì rispondere dall'altro lato e ringraziò il cielo che l'Alpha rispondesse anche alle due del mattino.

« Stiles? Stai bene? Devo venire? » la voce del licantropo era allarmata, in sottofondo il ragazzo riusciva a distinguere i diversi rumori di rami che si muovevano e delle foglie che venivano schiacciate dai piedi dell'Alpha.

« No, solo... parlami, per favore. » sussurrò posando nuovamente la testa sul cuscino con il telefono proprio sotto l'orecchio e ascoltò la voce di Derek raccontargli la sua giornata fino a quando non si addormentò nuovamente con un piccolo sorriso sulle labbra.

Dall'altro capo Derek si maledì per non essere andato anche quella notte in ospedale e di aver accettato di fare la ronda notturna nella riserva.







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About Satan and Hell:

Ciao a tutti miei ragazzuoli,

come state? Passato buon Natale e risposto alle tipiche domande dei parenti?

Allora, patti chiari amicizia stretta, vi prego non chiedetemi un altro aggiornamento, non ce la faccio più, vi ho dato tre capitoli nel giro di sette giorni. Sono esausta, quindi non aspettatevi nulla prima del 8 gennaio.

Allora, Scott e Derek hanno tagliato a suon di artigli gli attributi di Theo e stiamo sicuri che non potrà mai far nulla.

Stiles tesoro mio ha qualche problema con i ragazzi, ma è plausibile dato che è quasi morto a causa di uno, ma non preoccupatevi lui è forte e quindi non farà troppo la Drama Queen.

Per quanto riguarda il cane vorrei proporvi dei nomi, sceglietene uno:

  • Batman

  • William

  • Riley

  • Tucker

A voi l'ardua sentenza!

Guys, vi adoro tutti, a presto,

Sel

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Capitolo 8
*** Capitolo sette ***


Capitolo sette


Love is like a shot gun



Stiles odiava la sedia a rotelle, non avevano potuto dargli delle stampelle a causa del polso sinitro su cui non poteva assolutamente posare il peso per afferrare una stampella, non sarebbe riuscito a rimanere in piedi. Guardò le grandi ruote con astio, non poteva nemmeno muoversi da solo, doveva avere perennemente qualcuno che lo spingesse e la cosa lo faceva solamente arrabbiare. Mai nella sua vita si era sentito così inutile, era cresciuto facendo tutto da solo da quando la madre era morta e ore non poteva nemmeno preparare la cena al padre a causa delle ossa rotte e sicuramente sarebbero morti di fame perché Noah era tutto tranne che un cuoco. Prima che Stiles imparasse a cucinare ci aveva spesso pensato Melissa ai loro pasti e il bambino di allora solo otto anni aveva imparato osservando la donna ai fornelli.

Davanti al portico lo sceriffo si toccò la nuca passando lo sguardo dai gradini al figlio sulla sedia e si chiese quale fosse il modo migliore per portare su Stiles senza rischiare di far cadere entrambi. Sfortunatamente lui non era più forte come una volta e Stiles non era poi così leggero se poi si aggiungeva il peso della sedia a rotelle.

« Ti fidi di me? » domandò l'uomo al figlio e purtroppo il giovane capì subito cosa volesse fare « Ti prego, rischi di spezzarti la schiena, evitiamo, eh? » rispose l'adolescente ridendo appena perché era leggermente ironica la situazione. Nessuno dei due aveva pensato a come organizzare la casa per la sua nuova situazione e certamente non sarebbero arrivati a capo di niente continuando a guardarsi negli occhi. Stiles voleva solamente entrare e buttarsi sul suo letto e magari svegliarsi il mese successivo, quando gli avrebbero tolto il gesso e sarebbe potuto tornare alla sua vita, ma era leggermente impossibile.

Fortunatamente arrivarono le ragazze che da dentro la casa avevano sentito i due Stilinski parlare e Cora insieme ad Erica si proposero per portarlo su usando la loro forza lupesca. Stiles si vergognò come poche volte nella sua vita, non poteva credere che tutto quello stesse accadendo a lui.

Quando il padre fece per spingerlo dentro la casa, ad appena pochi centimetri dalla porta, Stiles iniziò a sentire una sensazione di panico prendere il sopravvento in quanto l'ultima volta che era stato lì dentro non era andata certamente bene. Dio, non sarebbe nemmeno riuscito ad entrare nella sua stessa stanza considerando che era stato lo scenario di tutti gli abusi, o perlomeno la maggior parte, e lui aveva pensato solamente due minuti prima al suo letto. Con la mano destra cercò si fermare una ruota finendo solamente con il farsi del male e non riusciva nemmeno a parlare.

Voleva andare via, non riusciva ad entrare e se ne dispiaceva perché era semplicemente irrazionale non voler rientrare nella propria casa, non poteva certo chiedere al padre di trovarne un altra a causa sua. Lì era pieno di ricordi legati a sua madre, come il muro del soggiorno che era stato dipinto interamente da lei o il soffitto della sua stanza in cui quando era piccolo la donna aveva dovuto attaccare una miriade di stesse luminose a causa della sua paura del buio dopo che Scott gli aveva raccontato la storia dell'Uomo Nero.

« Signor Stilinski si fermi! » disse Cora sentendo l'odore di panico avvolgere completamente Stiles e l'uomo lo fece immediatamente affrettandosi a fare il giro per essere faccia a faccia con suo figlio.

« N–non ce la faccio, non voglio entrare. » disse e lo sceriffo abbassò leggermente il capo, infondo se lo aspettava, una reazione del genere era il minimo dopo quello che gli era successo, lo psicologo aveva detto loro che sarebbe stato difficile farlo entrare in casa « Scusami papà, ma non ce la faccio. » aggiunse e tutti poterono vedere gli occhi farsi lucidi. Ora sulla porta c'erano anche Lydia ed Allison completamente ricoperte di farina. Era il giorno del suo compleanno e avevano pensato di fargli una festa sia per festeggiare la sua dimissione dall'ospedale che i suoi 19 anni, i ragazzi non erano stati invitati per non creare problemi, ma a quanto pare ora l'unico problema era la casa.

Gli prese il volto tra le mani e depositò un bacio sulla sua fronte « Non fa niente, Stiles, è normale. Che ne dici se andiamo da... » lo sceriffo non riuscì nemmeno a finire la frase che il figlio gli prese una mano tra le sue e lo guardò dritto negli occhi con una tale sicurezza che l'uomo ne fu sorpreso « Da Scott. » disse il giovane perché casa McCall era un po' come la sua seconda casa, lì non era mai successo niente che potesse fargli scattare un attacco di panico e poi gli mancava il suo migliore amico.

In quei giorni all'ospedale aveva avuto modo di pensare ai suoi amici, sapeva che non gli avrebbero mai fatto del male e che se allontanava loro dava solamente a Theo altra soddisfazione per avergli rovinato la vita. Non voleva perdere i suoi amici, per nulla al mondo, forse sarebbe stato particolarmente sensitivo ai contatti fisici, il suo cuore avrebbe iniziato a battere più velocemente ogni volta che un ragazzo si sarebbe avvicinato, ma voleva provarci. Si sentiva abbastanza in colpa per non averli fatti entrare in ospedale nella sua stanza, ma ora sentiva di potercela fare.

Cora sorrise e si piegò per essere alla stessa altezza del ragazzo « Spostiamo la tua festa da Scott, okay. Va bene se invitiamo anche gli altri? Manchi loro, Isaac mi chiede ogni volta come stai. » doveva aggiungere anche Derek alla lista, ma considerando come andavano le cose tra quei due non sapeva se fosse una buona idea dirglielo o meno.

Stiles la guardò e poi passò lo sguardo su tutti i presenti trovando particolarmente carina Lydia sporca di farina « Sì, mi mancano anche a me. » rispose ed era vero. Più volte aveva pensato a Boyd e le loro partite a scacchi, per non parlare del vizio di Isaac di mettergli una sciarpa al collo ogni volta che uscivano dicendogli che doveva ripararsi dal freddo e poi voleva vedere anche Derek, da quando lo aveva chiamato quella notte all'ospedale si era sentito molto meglio, tanto da non avere più incubi. Forse si sarebbero messi a chiacchierare e niente di più.

Veramente, Stiles ancora provava a non pensare al fatto che tutti lo avessero visto nudo, era già abbastanza mortificante che sapessero degli abusi, vederlo in quello stato non era stato certo un tocca sana per la sua autostima già sotto terra.

Lydia e Allison tornarono all'interno per per prendere tutta la roba che avevano preparato mentre Erica e Cora facevano scendere Stiles dal portico e lo accompagnarono fino alla macchina dove lo sceriffo lo fece salire aiutandolo nel sostenersi mentre si alzava scaricando il peso sulla gamba sinistra fino a quando non si sedé e lo aiutò a girarsi.

Nel frattempo Cora aveva già chiamato tutti avvisandoli del cambio di programma ed inutile dire che Scott aveva iniziato ad urlare di gioia per poi passare in modalità disperato in quanto dichiarò che la casa era un vero e proprio disastro. Isaac aveva imprecato per non aver incartato ancora il regalo, pensava di avere più tempo in quanto credeva di darglielo come minimo la settimana successiva. Boyd si limitò a dire che sarebbe arrivato appena finito il turno al palaghiaccio. Jackson disse che avrebbe fatto un po' tardi in quanto doveva comprare un regalo. Peter confermò la sua presenza e Derek nemmeno rispose, le attaccò dopo aver avuto la notizia e Cora giurò di aver sentito in sottofondo dei cani abbaiare.

« Papà guida piano, sono sicuro che Scott starà già correndo da una parte all'altra della casa per metterla in ordine, diamogli tempo. » rise appena l'adolescente ben conoscendo il suo migliore amico e lo sceriffo sorrise a sua volta vedendo finalmente il suo ragazzo un po' più sereno. Sapeva che i problemi non erano finiti, doveva trovare un posto per far dormire loro in quanto poco ma sicuro non lo avrebbe riportato a casa dopo il quasi attacco di panico di poco prima. Noah guardò le ragazze che caricavano la roba in macchina e si girò verso il figlio « Diamo tutti loro del tempo, che ne dici se prima di andare da Scott passiamo in centrale così avverto i miei colleghi che mi prendo una settimana libera? » domandò e Stiles inarcò un sopracciglio per niente convinto « Tu non prenderai una settimana libera per stare con me, già abbiamo abbastanza debiti. » disse pensando al conto dell'ospedale, quando lo aveva visto non poteva crederci, sembrava che gli avessero messo polvere di diamanti sul gesso per quanto era venuto a costare « E se proprio vogliamo dare loro tempo possiamo starcene qui a parlare un altro po'. » aggiunse alzando lievemente una spalla dato che l'altra era bloccata. Sicuramente non poteva rimanere da solo, non poteva nemmeno andare in bagno da solo, quindi avrebbe dovuto trovare qualcuno con cui stare, ma tutte le sue amiche erano decisamente impegnate con la scuola e Melissa aveva già di cui prendersi cura. Forse se si organizzava abbastanza bene sarebbe riuscito a sopravvivere ad un mese senza autonomia.


Fortunatamente a casa di Scott c'era una piccola rampa, in precedenza la casa era appertenuta ad una signora disabile e la signora McCall non aveva mai pensato di rimuoverla più che altro perché si aspettava che Scott prima o poi sarebbe finito per averne bisogno considerando quanto era vivace e quante ne combinava insieme a Stiles.

Quando entrò nel salotto dove c'erano quasi tutti sentì il cuore scaldarsi leggermente e fu grato del fatto che non gli vennero tutti in contro per fargli gli auguri. Scott quasi non si staccò da lui dopo avergli avvolto le braccia al collo, lo sceriffo fu costretto a tirarlo via e Stiles rise ammirando il faccino sconsolato del ragazzo. Lydia gli lasciò il segno del rossetto sulla guancia destra e si posizionò dietro di lui per guidarlo al tavolo dove c'erano tutti dolci fatti a mano e delle torte salate.

« Sembra tutto ottimo. » disse allungando la mano destra per prendere una forchetta di plastica e poi mettersi nel piatto una fetta di crostata al cioccolato. Forse non riusciva a fare tutto perfettamente, ma nessuno lo aiutò ben sapendo che se ne avesse avuto bisogno Stiles avrebbe chiesto e basta. Scott continuava a guardarlo sorridendo e lo Stilinski si chiese come avesse fatto a stare più di una settimana senza di lui. Isaac gli aveva già messo una sciarpa intorno al collo, ma non strinse come suo solito, lì si potevano vedere ancora abbastanza bene i segni lasciati dal collare che Theo gli faceva indossare.

Si era guardato più volte allo specchio da quando era uscito dall'ospedale e sperò vivamente che nessuno facesse foto quel giorno, era decisamente messo male e non voleva ricordarsi del suo 19esimo compleanno come quello a cui era riuscito ad arrivare per pura fortuna o meglio dire per merito di Derek e l'unicorno.

Era così assorto nei suoi pensieri che non notò Boyd e Jackson entrare insieme augurandogli un buon compleanno, stava pensando al loro Alpha e alla sua assenza. Forse non voleva vederlo, in fondo doveva ritenerlo un essere così debole da non riuscire nemmeno a ribellarsi al suo fidanzato manesco e che ci aveva quasi rimesso le penne. Cavolo, si era fatto salvare come una dama in pericolo, sicuramente non lo voleva vedere e quel bacio che si erano dati non voleva dire nulla.

« Io direi che è ora di aprire i regali. » disse Erica prendendo Stiles e portarlo davanti al tavolo su cui erano posati dei pacchetti e fu in quel momento che entrò anche Derek, un grosso pacco a forma circolare di un tenue blu tra le mani. Lo Stilinski sorrise sollevato di vederlo e nonostante l'imbarazzo agitò la mano nella sua direzione. L'Alpha ricambiò con un cenno di capo.

« Prima il mio! » urlò Scott affrettandosi a prendere il suo pacchetto e buttarlo letteralmente sulle gambe del ragazzo. Stiles guardò l'amico scuotendo leggermente la testa, ma aprì il regalo rivelando una maglietta nera con sopra scritta in rosso una citazione tratta dal libro “Il buio oltre la siepe”, l'aveva vista mesi prima online ma non aveva abbastanza soldi per comprarla e poi se ne era scordato.

« Sei sempre il migliore. » disse a mo' di ringraziamento ed Erica mise il broncio « Ma non hai ancora visto gli altri! » tenne a precisare, ma Stiles sapeva che niente poteva battere il fatto che Scott si fosse ricordato che voleva quella cosa, era la prova che allora quando parlava lo ascoltava sul serio.

Poi venne il regalo di suo padre: il solito pepe spray e un libro sugli effetti speciali usati nei film di Star Wars.

Erica gli aveva regalto una magliatta con su scritto “Sono il Batman della mia Catwoman” e lei ovviamente aveva quella con “Sono la Catwoman del mio Batman”, Stiles si chiese perché Boyd ancora non gli avesse staccato la testa. Quelle erano cose che facevano le coppie, non gli amici. Poi si ricordò che Erica provava un certo piacere nel tormentarlo, forse ce l'aveva ancora con lui per non aver capito che aveva una cotta nei suoi confronti anni prima, ma lui giocava decisamente per l'altro team. Comunque gli faceva piacere che non si comportasse in modo diverso, in qualche modo gli dava una sensazione di pace, come se nulla fosse successo.

Lydia dimostrando come al solito una certo livello gli aveva regalato un orologio da polso di classe, forse anche troppo considerando che con il suo solito agitarsi finiva sempre con il rompete il vetro dei suoi vecchi orologi. Ci avrebbe fatto attenzione a questo, senza ombra di dubbio.

Allison gli aveva regalato due biglietti per il cinema utilizzabili entro la fine dell'anno.

Cora si era decisamente impegnata a fare quel regalo perché non aveva mai visto in vita sua un peluche con il corpo di uno squalo, la testa di un cinghiale e le gambe da bambolla, tutto cucito a mano dalla licantropo. Forse avrebbe avuto gli incubi, sembrava uno dei giocattoli maltrattati da Sid in Toy Story.

Jackson facendo l'altezzoso come sempre gli passò il suo regalo che si rivelò essere una camicia elegante che sicuramente Stiles non avrebbe mai usato se non per eventi molto speciali.

Boyd aveva optato per un cesto di mele rosse e forse le apprezzò più degli altri regali perché lui andava matto per le mele, poteva mangiarne due ogni ora, soprattutto ora che gli era tornata finalmente la fame e non c'era Theo a dirgli che era troppo grasso per lui.

Isaac come da copione gli regalò una sciarpa, quest'anno il materiale era la lana, solitamente era qualcosa di leggero. Forse il ragazzo ancora non aveva capito che le indossava solamente quando c'era lui, tutte le altre erano nella sua camera chiuse in un cassetto.

Peter aveva puntato direttamente sui soldi, ben duecento dollari, e Stiles alzò gli occhi al cielo. Be' forse sarebbe riuscito a farsi sistemare qualcosa alla Jeep con quei soldi.

L'ultimo fu quello di Derek, l'uomo si avvicinò lentamente mentre gli altri facevano spazio per non stare troppo addosso al ragazzo. Si chinò appena e posò il pacco sulle gambe del ragazzo, le mani sopra il coperchio ricoperto di buchi « Se non ti piace ti basterà dirlo e giuro che lo porterò indietro. » disse guardandolo dritto negli occhi e lentamente tolse le mani permettendo così al giovane di aprire il pacco anche se titubante, non sapeva veramente cosa aspettarsi.

Appena alzò un lato del coperchio sentì sul dito qualcosa di umido e ritrasse la mano spaventato. Guardò Derek chiedendogli cosa diavolo fosse, ma prima che potesse ancora solo dire qualcosa il coperchio cadde rivelando un cucciolo di Border Collie completamente nero che scodinzolava in maniera esagerata.

Tutti rimasero in silenzio aspettando la reazione del ragazzo, Derek tratenne il respiro notando Stiles rimanere immobile a guardare il cucciolo. Ci aveva messo un'infinità di tempo a trovarlo, soprattutto era un cucciolo fuori dal comune in quanto di quella razza era praticamente impossibile trovarne uno completamente nero.

Lo sceriffo gli aveva suggerito di prendere un cucciolo pensando che forse l'esuberanza del cagnolino potesse strappare più di un sorriso al figlio, uno più grande e già addestrato avrebbe tolto il divertimento al ragazzo e non avrebbe creato un rapporto abbastanza profondo.

Stiles con la mano buona prese il piccolo animale e lo portò davanti al viso scrutandolo attentamente, Noah si sorprese di non sentire esultazioni, lo aveva pregato per anni di adottare un cane.

« Erica, credo che avremo un altro Batman nel Branco. » ruppe il silenzio Stiles lasciando il Border Collie leccargli il viso con entusiasmo. L'adolescente si sentiva felice, vedere il cane lì così piccolo e scodinzolante lo aveva fatto sorridere, gli faceva pensare un po' a Scott quando era entusiasta. Lo adorava e il fatto che glielo avesse regalato Derek aumentava solamente il livello di amore che provava per il suo Batman.

Anche lui aveva letto di quel tipo di terapia, avere un animale vicino poteva aiutare a rilasciare stress e distrarsi. Spesso la si usava dopo particolari traumi e be', lui era consapevole di aver subito un bel trauma. Non riusciva nemmeno ad entrare nella sua stessa casa.

Sorrise adocchiando Derek che lo fissava sorridendo appena, sicuramente soddisfatto per il regalo appena fatto, poi la sua espressione si incupì e lasciò nuovamente il cucciolo nella scatola circolare « Non posso prendermene cura. » disse indicando con un gesto vago la sua figura « Non riesco nemmeno a prendermi cura di me stesso. » aggiunse e tutti i licantropi poterono sentire l'odore pungente delle lacrime riempire l'aria, ma il ragazzo non ne stava versando nemmeno una.

Derek si scambiò un'occhiata con lo sceriffo e solamente dopo aver ricevuto un piccolo segno di assenso prese coraggio e allungò la mano per intercettare quella di Stiles. La strinse delicatamente tra la sua sperando di non far scattare un brutto ricordo che lo portasse ad un attacco di panico, ma lo Stilinski si limitò a guardarlo, le narici che si dilatavano per respirare profondamente.

Incurante del Branco intorno a loro, ormai deciso a non nascondere più i suoi sentimenti (anche se aveva scelto il momento peggiore per farlo, Stiles era troppo vurnerabile), e con altrettanta delicatezza lasciò un tenue bacio sul dorso della mano sorprendendo l'adolescente che arrossì violentemente. Poteva anche essere stato vittima delle violenze di Theo, ma i sentimenti che aveva provato per anni per Derek non erano certamente scomparsi e il ricordo del bacio della settimana prima nel giorno in cui Theo aveva perso completamente il controllo ancora gli faceva sentire le farfalle nello stomaco.

Tutti intorno a loro stavano trattenendo il respiro, Scott non era molto contento di quello che stava accadendo, preferiva mettere Stiles sotto una campana di vetro, ma il suo lupo gli diceva che poteva fidarsi del loro Alpha, che si sarebbe preso cura del suo migliore amico.

Il licantropo per nascita incatenò gli occhi con quelli dell'umano « Vorrei prendermi cura di voi. » disse alludendo anche al cane, non sarebbe poi stato molto difficile e poi quando lo sceriffo gli aveva mandato un messaggio dicendo che Stiles gli aveva vietato di prendere delle settimane da lavoro lo aveva fatto lui. Insegnare spagnolo a degli adolescenti non era stata certamente la sua più grande aspirazione, era entrato nel corpo insegnanti solamente per poter essere vicino al Branco, soprattutto Stiles.

Lo Stilinski lo guardò dubbioso, il labbro inferiore intrappolato tra i denti tanto da riapire una ferita, ma non se ne curò. Guardò il padre come a chiedergli il permesso di accettare, non voleva fare nuovamente la scelta sbagliata, più volte in passato lo sceriffo aveva cercato di spingerlo verso Derek anche se Theo gli stava simpatico. Il loro rapporto era molto migliorato dopo che erano stati rapiti dalle tre arpie e lavorando come una squadra erano riusciti a salvarsi senza un graffio e debellare la minaccia.

L'uomo annuì appuna, un caldo sorriso sulle labbra, e allora Stiles tornò a guardare l'Alpha « Okay. » mormorò in imbarazzo, non si sarebbe certamente aspettato una proposta del genere, almeno non di sua spontanea volontà.

Da quando aveva capito che erano Compagni la situazione nella sua testa si era fatta più incasinata, per quanto gli facesse piacere l'idea di aver trovato la persona con cui avrebbe passato il resto della sua vita, in qualche modo non riusciva a goderselo. Aveva paura che Theo potesse tornare indietro e vendicarsi, se lo vedeva felice gli avrebbe tolto tutto e quindi lui doveva fare di tutto per assicurarsi la sicurezza degli altri, a costo di sacrificare nuovamente la sua felicità.

Derek si rimise in piedi e Stiles tornò con l'attenzione sul piccolo cucciolo che cercava con le piccole zampe di raggiungere il viso per leccarlo, ma senza alcun successo. Si allontanò lentamente andando ad appoggiarsi contro il tavolo della cucina per venire subito affiancato da Peter che gli allungò un bicchiere di succo all'arancia rossa, l'unica bevanda che il Branco non aveva ancora esaurito.

« Credi di potercela fare? » domandò l'uomo al nipote osservando con sguarda altrettanto rapito Stiles giocare con Batman. Derek annuì prendendo il primo sorso della bibita, era sicuro di poter gestire un adolescente e un cane, non era certamente la prima volta che lo faceva.

« Non vuole entrare a casa sua, gli è quasi venuto un attacco di panico. » continuò lo zio parlando come se stesse commentando le previsioni del tempo « Come pensi di convincerlo a tornare nella sua stessa casa? » domandò quasi con aria di sfida e Derek dovette trattenersi con tutte le sue forze per non sbattere Peter contro il primo muro e ringhiargli contro, non voleva spaventare Stiles. Fortunatamente arrivò Cora che trascinò via lo zio ammonendolo, tutti i licantropi avevano sentito la loro piccola conversazione e non ne erano felici, non credevano Peter un tale stronzo.

Rimasero a casa McCall fino al ritorno di Melissa che fu molto sorpresa di vedere Stiles giocare con un cane insieme a Boyd ed Erica. Si avvicinò per fargli gli auguri lasciandogli un bacio sulla guancia e poi andò verso Noah « Credo che quei pochi incontri con lo psicologo che l'ho convinto a fare siano serviti, guardalo, è completamente tranquillo vicino a Vernon. » disse sorridendo per il risultato raggiunto in così poco tempo. Conosceva Stiles da quando era appena un bambino, sapeva quanto fosse forte, e vederlo così vuoto e impaurito durante i suoi primi giorni di ricovero le avevano spezzato un po' il cuore.

Lo sceriffo sorrise tenendo lo sguardo fisso sul figlio, ma la mano corse ad afferrare quella di Melissa, il pollice che lentamente le carezzava il dorso della mano « Grazie. » le disse in modo sincero, sapeva quanto la donna si fosse presa cura del suo ragazzo e non poteva che esserne grato.

Quando fu il momento di andare era quasi passata la mezzanotte e lo sceriffo era stanco oltre ogni limite. Con il sonno ad appesantirgli le palpebre afferrò il cellulare per controllare quale hotel avesse il prezzo inferiore, non avrebbe di certo portato Stiles a casa e non voleva disturbare ulteriormente Melissa. Non aveva molto con sé, l'ospedale gli aveva letteralmente svuotato le tasche, ma non lo avrebbe detto mai a suo figlio, non voleva fargli venire qualche strano senso di colpa.

Era così concentrato sullo schermo del cellulare che non si era reso conto che Derek era riuscito a far montare Stiles sulla sua auto insieme a Batman e che sui sedili posteriori erano già depositati tutti i regali che aveva ricevuto. Quando l'Alpha gli toccò la spalla bloccò lo schermo del cellulare per dargli attenzione « Signore » il licantropo suonava quasi ansioso e le gote leggermente arrossate erano fuori dal comune « Stiles... ecco, Stiles mi ha chiesto se può venire a dormire al loft. Mi ha spiegato che non vuole tornare a casa e che... be' non vuole che lei spenda altri soldi per un hotel. Oh, mi ha anche detto di dirle che lei può tornare a casa, che starà bene senza di lei. » disse tutto in un sol fiato e Noah era sorpreso da tutta quella formalità, Derek aveva smesso di dargli del lei da anni. Comunque non sapeva cosa pensarne dell'idea del figlio, non se la sentiva di lasciarlo da solo, ma Stiles era grande e capace di scegliere anche se in passato aveva scelto l'opzione sbagliata.

Considerò che forse l'idea di andare a dormire in una casa con quattro licantropi potesse dare un senso di sicurezza in più al figlio, con loro accanto non gli sarebbe successo nulla, cosa che lui anche volendo non sarebbe riuscito a fare se preso alla sprovvista.

Annuì lentamente facendo rilassare appena le spalle a Derek e mettendosi il cellulare in tasca si avviò verso l'automobile dell'Alpha « Tutto bene, Stiles? » domandò interropendo il momento di gioco tra lui e Batman che scherzosamente gli mordeva il dito con i piccoli denti da cucciolo. L'adolescente sorrise e annuì energicamente, stare lì con il Branco aveva avuto un effetto teraupetico, sentiva come se l'ultimo anno non fosse mai accaduto. Decise che una volta arrivato al loft avrebbe letto uno dei libri di Deaton sulle dinamiche di un branco, doveva esserci sicuramente una spiegazione.

« Solo perché starò per una settimana al loft non vuol dire che tu non dovrai seguire la tua dieta, vecchio mio. » disse puntandogli contro l'indice e lo sceriffo fece un verso strozzato, lui che sperava già di potersi godere del bacon « Se ti serve qualcosa sai dove trovarmi. » aggiunse il ragazzo facendogli l'occhiolino e l'uomo scosse la testa « Non dovrei essere io a dirti queste cose? » domandò divertito, suo figlio aveva questa capacità di scambiare i loro ruoli che non riusciva a comprendere.

Si salutarono con un abbraccio un po' impacciato e lo sceriffo guardò in silenzio suo figlio allontanarsi insieme a Derek « Andrà tutto bene, Noah, Derek si prenderà cura di Stiles. » lo rincuorò Melissa stringendogli la spalla e lui non poté fare altro che darle ragione.


Fortunatamente il palazzo che possedeva Derek aveva in dotazione un ascensore, altrimenti non sapeva come sarebbero riusciti a fare venti piani di scale. Normalmente le facevano, nessuno credeva che quell'aggeggio tutto arrugginito funzionasse, ma a quanto pareva Derek si era preoccupato di farlo rimettere in sicurezza, non voleva certo che Stiles rimanesse bloccato lì dentro come più di una volta era successo a lui.

Stiles era piuttosto silenzioso e continuava a giocare con Batman che era completamente sdraiato sulle sue gambe mostrando il ventre, la coda che si muoveva freneticamente a destra e sinistra.

Lo lasciò vicino al divano per andare a prendere dei bicchieri e delle bibite, ma non arrivò nemmeno alla porta che la voce di Stiles lo fece bloccare sul posto, il cuore che sembrava volergli scoppiare e le orecchie che non credevano a quello che avevano appena sentito. Si girò lentamente per poterlo guardare e magari cogliere qualche segno che il ragazzo stesse scherzando, ma la sue espressione era forse una tra le più serie che gli avesse visto in volto da quando lo conosceva. Lo stava fissando dritto negli occhi e Derek non riusciva a trovare la voce per rispondergli, la sua domanda suonava ancora così orrendamente irreale.

« Non voglio più essere debole. Mi morderesti per farmi diventare un licantropo? »





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About Satan and Hell:

Ciao a tutti miei ragazzuoli,

come state? Buon anno e che il 2017 vi vada bene!

Allora, eccoci qua con un Stiles già più in sé che rialaccia i rapporti con i membri maschili del Branco, soprattutto con Derek *^*

All'inizio non ha preso bene l'idea di Batman, ma fortunatamente ci ha pensato l'Alpha a rassicurarlo e a proporsi per prendrsi cura di loro. Non sono adorabili?

Oh, oh, vogliamo parlare del nuovo banner? Non è carino?

Ho scelto di cambiarlo delimitando la fine della storia con Theo, le ali che escono dalla gabbia stanno a simboleggiare la liberazione di Stiles e niente, il sorriso di Tyler è stupendo.

Derek morderà Stiles? ZAN ZAN ZAAAAN!

Lo scopriremo solo vivendo.

Guys, vi adoro tutti, a presto,

Sel

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Capitolo 9
*** Capitolo otto ***


Capitolo otto

Love is like a shot gun




Derek tornò lentamente sui suoi passi, vedeva solamente Stiles davanti a lui, il resto del loft scomparì in un istante. Arrivò davanti all'adolescente e si chinò flettendo le ginocchia, i tallone che sfioravano il retro delle sue cosce. Prese Batman e lo posò sul pavimento, il cucciolo ne approfittò subito per scappare e andare a scoprire il resto della sua temporanea sistemazione. Raccolse le mani fredde di Stiles tra le sue stringendole appena cercando di passargli quanto più calore.

« Tu non sei debole, Stiles. » disse sorridendo appena « Non lo sei mai stato e mai lo sarai. Sei umano e tu ami la tua umanità. » gli ricordò cercando nello sguardo dello Stilinski qualche segno che stesse ripensando alla sua richiesta « Non hai artigli o zanne, ma hai la tua mazza da baseball e il coraggio di tutto il Branco. Non ti serve essere licantropo per essere il nostro eroe... il mio eroe. » Stiles si morse leggermente il labbro inferiore e mosse leggermente le dita per afferrare meglio le mani dell'uomo.

Si sentiva completamente svuotato dalle sue parole, non aveva mai creduto che lo considerassero un eroe, lui stesso non si era mai considerato tale. Eppure voleva sentirsi anche lui veramente potente, sapere di non riuscire a non essere più toccato, che nessuno lo avrebbe mai più trattenuto contro un materasso con la forza di un solo braccio.

Troppe volte si era ribellato senza avere una vera opportunità di liberarsi e anche se Theo non c'era più nessuno gli assicurava che non sarebbe arrivato qualcun altro a fargli le stesse cose. Quelle cose che suo padre aveva dovuto vedere dal laptop del Raeken, quei video che erano stati usati come arma contro di lui. Perché Derek non riusciva a capire il suo bisogno di sentirsi più forte?

« Ora come ora non posso, Stiles, ma se quando starai meglio sarai ancora sicuro ti donerò il Morso. » gli promise alzandosi e lo Stilinski annuì lentamente senza trovare realmente le parole per esprimere la gratidunide che stava sentendo. Credeva che quel discorso fosse un preambolo per un secco no, ma si era sbagliato. L'Alpha si allontanò nuovamente cercando di non dare a vedere quanto in realtà fosse turbato, non si sarebbe mai aspettato una domanda del genere da Stiles. Lui era l'umano del Branco, aveva rifiutato il Morso da Peter, Erica lo adorava per la sua umanità. Lo avrebbe morso, avrebbe fatto qualsiasi cosa per renderlo felice, sperava solamente che poi non si sarebbe pentito. Questo tipo di decisioni andavano fatte a mente lucida e lui non lo era.

« Batman, Batman vieni qui! » lo sentì dire al cagnolino che scodinzolava vicino alla grande finestra, le zampe anteriori contro il vetro e la lingua a penzoloni, sembrava essere affascinato dalla visuale, da lì si poteva godere di una buona vista sulla maggior parte di Beacon Hills, ma appena Stiles lo chiamò corse da lui saltando goffamente sulle sue gambe. Derek guardò compiaciuto la scena, precedentemente usando la sua natura di lupo aveva potuto “comunicare” con il cucciolo e gli aveva semplicemente detto che doveva sempre obbedire a Stiles. Non credeva avrebbe funzionato trattandosi di una cane così piccolo, ma dovette ricredersi.

Mise l'acqua sopra il fuoco per farla bollire così da versarla nei bicchieri con erbe aromatiche all'interno, Deaton gli aveva detto che aiutavano a rilassarsi e be', entrambi avevano bisogno di sciogliersi un po'. L'adolescente stava giocherellando con le orecchie pelose di Batman e continuava a parlare di come sarebbero rimasti amici per sempre, proprio come con Scott.

Stiles stava straparlando come suo solito, aveva riacquistato la parlantina quattro giorni dopo il suo risveglio in ospedale, aveva tormentato tutte le infermiere perché quando le ragazze o il padre non erano con lì, lui si annoiava troppo e non gli piaceva guardare la TV, la comunicazione umana era molte volte meglio. Wendy – l'infermiera che ogni mattina gli disinfettava la scritta lasciatogli da Theo – era la più disponibile e rimaneva quanto più possibile per fare due chiacchiere anche se in realtà lei non parlava molto, si limitava ad ascoltare.

« Una medaglietta tonda classica secondo me è la migliore, non cose squallide come un osso. Che ne dici se scriviamo il tuo nome, il mio numero e quello di Derek? » domandò a Batman toccandogli scherzosamente con l'indice la punta del naso umido, gli era uscito spontaneo pensare ad aggiungere il numero di Derek, insomma, era solamente grazie a lui che se aveva Batman tra le mani e poi aveva detto che voleva prendersi cura di loro. Non stava mentando, no?

L'Alpha tornò con due tazze in mano, le posò sul piccolo tavolino in legno scelto da Lydia e poi lo guardò. Sembrava indeciso su cosa dire e Stiles alzò gli occhi al cielo, ma lo trovò anche adorabile, non credeva che avrebbe mai definito con un termine del genere l'uomo « Sì Der–bear, puoi mettermi sul divano. » disse togliendogli ogni dubbio e posò il Border Collie a terra, stese le braccia verso l'Hale facendo grabby hands sentendosi stranamente a suo agio all'idea di essere sollevato e spostato, sapeva che Derek non l'avrebbe buttato sul divano per poi spingerlo contro esso rischiando di soffocarlo mentre gli slacciava i pantaloni, si fidava del suo Alpha, sapeva che poteva lasciarsi accudire dall'uomo.

Sinceramente si sentiva abbastanza bene da permettersi di scherzare, Theo gli aveva già tolto troppe cose, non avrebbe continuato a rovinargli la vita anche quando era a più di venti chilometri da lui rinchiuso in chissà quale squallida cella. Temeva un suo ritorno, poteva vendicarsi in modi orribili e lui non sarebbe riuscito a fermarlo nemmeno volendo. Chiuse leggermente gli occhi quando Derek lo sollevò e tornò alla mente a quel faditico giorno che gli aveva cambiato la vita.


Due anni prima


Stiles chiuse l'armadietto dopo aver riposto tutti i libri che non gli servivano più, aveva sospirato leggermente deluso per l'ennesima brutta figura fatta a chimica con il professor Harris, quell'uomo lo odiava veramente, riusciva a farlo sembrare stupido davanti a tutti, chissà cosa andava dicendo nell'aula insegnanti. Ci credeva che Derek non lo guardasse nemmeno per due volte di seguito, Harris doveva averlo convinto che fosse stupido, peccato che l'unica materia in cui andava male fosse la sua e solamente perché quell'uomo gli metteva troppa ansia, aveva quello strano sguardo.

Il pomeriggio precedente alla riunione del Branco avevano affrontato l'argomento Big Foot (si ragazzi, esiste veramente e gira tutti gli USA, guarda caso in California doveva fermarsi proprio a Beacon Hills) e come sempre lui era stato messo da parte considerando la missione troppo pericolosa, poteva rimanere ferito, mutilato eccetera eccetera. Era arrabbiato, soprattutto con Derek per avergli detto di farsi una vita da normale adolescente, di uscire con gli amici, andare al cinema, trovarsi un fidanzato e non stare sempre tra i loro piedi. Okay, lo sapeva che non l'aveva detto con cattiveria, ma lui ci era rimasto male – tanto – e Scott aveva anche cercato di consolarlo dicendogli che un tipo come lui non si meritava il suo amore.

Sospirò nuovamente avviandosi verso gli spogliatoi per raggiungere i suoi compagni di squadra, una dura sessione di allenamenti aspettava loro e certamente non voleva arrivare in ritardo facendo arrabbiare il buon vecchio Bobby Finstock. No signore, lui sarebbe arrivato in anticipo.

Avete presente quando la vita vi odia così tanto da sconvolgere sempre i vostri piani? Ecco, ora Stiles era completamente sdraiato sul pavimento, un libro gli aveva colpito la testa, mille fogli erano volati in aria e aveva un ragazzo completamente spalmato contro il suo gracile corpo.

« Amico guarda dove... » le parole gli morirono in bocca quando incontrò un paio di iridi celesti chiare quanto il cielo d'estate. Wow, era un gran pezzo di ragazzo, e il suo sorriso di scuse lo aveva ammutolito. Sembrava quasi quello di Derek.

Il biondo si scostò immediatamente borbottando scuse perché lui era veramente di fretta e non lo aveva visto, aggiunse anche che era stato un errore non averlo mai notato e Stiles arrossì di botto, sorpreso da tale complimento, se così poteva definirlo.

Lo Stilinski completamente scordandosi del suo buon proposito di arrivare in anticipo si fermò ad aiutare il ragazzo a raccogliere la miriade di fogli cercando di salvare loro dai piedi degli altri studenti che incuranti ci camminavano sopra sporcando il bianco dei fogli originariamente macchiato solamente dall'inchiosto blu e rosso.

« Sono Theo, Theo Raeken. » si presentò il ragazzo regalandogli un largo e caldo sorriso, la mano tesa nella sua direzione in chiaro invito a stringerla.

« Stiles, Stiles Stilinski. » rispose e da quel giorno la sua vita cambiò.


Presente


Aprì gli occhi sentendoli umidi, se solamente quel giorno fosse rimasto un po' più di tempo al suo armadietto o se avesse raggiunto Scott alla mensa non avrebbe mai incontrato Theo e la sua vita sarebbe continuata come al solito, invece era arrabbiato con tutti i componenti del Branco e aveva deciso di rimanere solo e alla fine lo aveva incontrato. L'inizio della fine.

Lasciò che Derek lo sistemasse con la gamba ingessata sul tavolo italiano così da darle un sostegno. Lo guardò sorridendo appena mentre gli passava la tisana e un forte odore di verbena gli invase le narici. Aspirò a pieno i fumi sentendosi già più rilassato, un tenue calore all'altezza del petto.

Batman abbaiò più volte per attirare l'attenzione, ma i due umani erano troppo presi a guardarsi negli occhi in silenzio e il cucciolo era certo che il silenzio non gli piaceva, no, per niente, soprattutto non dopo aver ascoltato il suo nuovo padrone parlare a macchinetta, la sua voce era gradevole alle sue orecchie canine. Sconsolato per non avere più l'attenzione del padrone si sdraiò sul pavimento freddo e cominciò a piangere lentamente. Voleva essere preso in braccio e pretendeva delle carezze sul retro delle orecchie.

Purtroppo né Stiles né Derek se ne curarono. L'adolescente voleva avvicinarsi ancora un po' e sprofondare tra le braccia dell'uomo, affondare il viso nell'incavo del suo collo e assaporare l'odore di muschio bianco che caraterizzava da sempre l'Alpha. Eppure aveva paura di farlo, temeva di finire nuovamente con le labbra sulle sue e non esserne più capace di staccarsi.

Il licantropo si perse negli occhi color miele del giovane, era così espressivi da riuscire a capire quanta confusione e dolore provasse. Desiderava abbracciarlo e dirgli che sarebbe andato tutto bene, che Theo ormai era lontano e che se mai avesse sentito il suo odore nuovamente in città lo avrebbe ucciso con le sue stesse mani senza nemmeno pensarci due volte. Il suo unico obiettivo era rendere Stiles felice, costi quel che costi.

Il loro momento finì quando Peter e Cora seguiti da Isaac entrarono nel loft facendo scorrere la pesante porta, Batman in meno di due secondi era ai loro piedi scodinzolanti e saltava cercando di essere preso da qualcuno, ma i tre nuovi arrivati ignorarono l'animale scambiandosi occhiate imbarazzate, almeno per quanto riguardava Cora e Isaac mentre Peter sembrava annoiato da quella scenetta. Ormai abitavano insieme e non sarebbe di certo tornato nel suo vecchio appartamento solo per lasciare spazio.

Cora si avvicinò prendendo Batman tra le braccia per lasciarlo vicino a Stiles e insinuarsi tra il fratello e l'amico. Una volta accomodata sorrise in modo esagerato facendo inarcare un sopracciglio all'Alpha « Cosa facciamo per cena? » domandò con casualità in qualcosa che sembrava dare quotidianità al giovane Stilinski, ma che Derek trovò insopportabile. Si era decisamente scordato di dire agli altri tre abitanti del loft di andarsene e trovarsi un altro posto, desideroso di rimanere solamente con Stiles e Batman così da potersi prendere interamente cura del giovane senza ritrovarsi lo zio inquietante tra i piedi. Sfortunatamente era troppo tardi per cacciarli e poi sembrava che il ragazzo sembrasse più tranquillo e sereno con la presenza di altri, infondo doveva prevedere che la vicinanza con il Branco avrebbe avuto un effetto teraupetico.

Derek ne era convinto: avrebbe reso nuovamente felice Stiles.


Arrivata l'ora di mettersi a letto la situazione diventò un pelo imbarazzante in quanto Stiles non poteva mettersi il pigiama da solo e cosa ancora più grave doveva andare in bagno. Forse bere tutta quell'acqua durante la cena non era stata un'idea geniale. Nope.

Ora, Cora e Isaac erano letteralmente fuggiti decidendo di passare il sabato sera con un'uscita romantica al chiaro di Luna lasciando così solamente Stiles, Derek e Peter al loft. Il più anziano si era ritirato nella sua stanza dopo aver asciugato i piatti e aver borbottato un « Buonanotte. » non tanto cordiale, in qualche modo infastidito dal vedere il nipote insieme all'umano, così vicini e in qualche modo intimi.

Batman era balzato sul divano e dopo essersi girato attorno per più volte si era accocolato sul cuscino chiudendo gli occhi e Stiles non aveva avuto il cuore per svegliarlo e farlo spostare, così come neanche Derek che osservò la sua sistemazione per la notte essere rubata dall'animale. L'Alpha aveva deciso che Stiles avrebbe preso il suo letto mentre lui il divano, ma come sempre i piani non andavano come previsti e valutò seriamente l'idea di rubare nuovamente il letto a Cora, ormai aveva capito che la ragazza passava la maggior parte delle notti nella stanza di Isaac.

« Uhm, Derek? » chiamò titubante il giovane rosso in volto, lo sguardo fisso sulle mani intrecciate sopra le cosce, odorava di imbarazzo e il licantropo fu veloce a capire il perché. Da quando lo aveva visto non era andato nemmeno una volta in bagno, era ovvio che gli servisse. Nemmeno lui sapeva come affrontare la situazione, non voleva invadere così tanto la sua privacy, ma sapeva anche che non poteva lasciarlo solo, gli aveva promesso che si sarebbe preso cura di lui e così avrebbe fatto. Senza domandare nulla si avvicinò al ragazzo lasciandogli un tenue bacio sulla fronte e Stiles si sciolse, infondo sapeva che con Derek non servivano tante parole, lui in qualche modo riusciva a capirlo, sempre.

Lentamente lo prese tra le braccia, la sedia a rotelle l'avrebbero lasciata al piano inferiore, salire le scale strette a chiocciola fu faticoso, il licantropo cercò in tutti i modi di non far scontrare qualche parte del corpo di Stiles con il freddo metallo del corrimano. Una volta arrivati in cima entrarono nel piccolo bagno privato dell'Alpha adiacente alla camera da letto.

« Chiuderò gli occhi. » disse l'uomo per pure istinto, sapeva quanto Stiles fosse mortificato per essere stato visto nudo, rispettava la sua persona e anche se sembrava stupido da dire e da fare avrebbe veramente tenuto gli occhi chiusi. Lo Stilinski annuì contro il suo petto, grato per avere un Compagno che lo capisse così bene. Nonostante gli occhi chiusi Stiles si sentì in imbarazzo a causa del rumore, ma non poteva poi farci tanto e ricordò che aveva dovuto fare cose ben peggiori quando era con Theo.


Il collare gli stringeva troppo il collo, non riusciva quasi a respirare e Theo stava tirando il guinzaglio senza alcun riguardo. Le ginocchia gli dolevano e i palmi delle mani erano sporchi, chiaro segno che il suo fidanzato non avesse pulito il pavimento.

Si sentiva un idiota, lì, nudo e trattato come un cane, costretto a seguire il ragazzo senza poter dire nulla. Era completamente nelle sue mani, non aveva più alcun diritto sul suo corpo quando erano insieme e Stiles desiderò avere la forza per reagire, levarsi quella cosa di dosso e urlare tutta la sua rabbia, ma Theo era molto persuasivo, ormai sapeva tutti i turni del padre alla centrale e conosceva i posti che frequentava. Poteva ferirlo in qualsiasi momento e Stiles non lo avrebbe permesso.

Raggiunsero la piccola cucina e lo Stilinski si guardò intorno, timoroso di vedere qualcuno oltre le piccole finestre che osservasse la scena. Theo legò il guinzaglio al piede del tavolo e gli ordinò di mettersi seduto. Stiles chiuse gli occhi mentre assumeva la posizione imbarazzante che non gli permetteva di nascondere nulla: doveva tenersi in sequilibri solamente sui piedi e tenere le ginocchia flesse ad una distanza che permetesse al suo “padrone” di raggiungere il suo membro in qualsiasi momento.

Il ragazzo tornò con più bottigliette d'acqua e scoccò le dita per farlo avvicinare, Stiles gattonò fino ai suoi piedi con sguardo preoccupato, non sapeva veramente cosa aspettarsi e poi iniziava a sentire freddo. Quella specie di gioco sadico fatto in pieno inverno non era certo il massimo.

« Bevi. » ordinò versando il linquido della ciotola che aveva comprato appositamente per lui, di fatti sopra c'era inciso il suo nome e Stiles sperò con tutti il cuore che nessuno la trovasse. Non erano poche le volte che lui e Scott si fermavano da Theo per studiare e ogni volta lo Stilinski sudava freddo quando il migliore amico si allontanava per andare in bagno, temeva che il Raeken avesse lasciato la ciotola in un posto ben visibile.

Bevve senza fare obbiezioni, solamente dopo la quinta bottiglietta iniziò a sentire il bisogno impellente di dover usare il bagno e provò a farlo capire a Theo smettendo di bere. Il ragazzo sorrise trionfante carezzandogli i capelli, arruffandoli un poco « Devi fare i tuoi bisogni, Stiles? » domandò guardandolo dritto negli occhi e lo Stilinski annuì ricevendo in risposta una schiaffo « I cani non annuiscono, ci siamo capiti? » chiese afferrandogli un orecchio, lo tirò leggermente obbligandolo ad alzare ancora di più la testa. Stiles stava per annuire nuovamente, ma si fermò in tempo e abbaiò, un suono strano e strozzato pieno di vergogna e rabbia.

Theo slegò il guinzaglio dal piede del tavolo e cominciò a tirarlo nuovamente, ma non in direzione del bagno. A grandi passi raggiunse la grande porta finestra che dava sul giardino sul retro e Stiles si arrestò facendo sfuggire il guinzaglio da mano al fidanzato. Voleva portarlo fuori, fargli svuotare la vescica sul prato come se fosse un vero cane. Gli occhi si riempirono di lacrime, credeva di non poter reggere un'altra umiliazione del genere, ma Theo era più forte e lo portò di peso fuori all'aria fredda.

« Fai in fretta o ti congelerai. » rise Theo guidando Stiles vicino ad un albero e l'adolescente chiuse gli occhi come per chiudere fuori l'imbarazzo quando alzò una gamba di lato per non rischiare di urinarsi addosso.

Le risate di Theo lo perseguitarono per oltre due settimane.


Stiles fu grato a Derek quando decise di cambiargli solamente la maglietta, lasciandolo con i pantaloncini che aveva indossato per tutta la giornata, l'unica cosa che poteva indossare con l'ingombrante gesso alla gamba. Molti lividi dovevano ancora guarire e Derek quando li aveva visti non aveva potuto reprimere un basso ringhio che fece tremare loro la cassa toracica. Stiles non si era spaventato, al contrario si era sentito al sicuro, sapere che il suo Alpha si preoccupava con lui era una sensazione piacevole.

« Grazie per quello che stai facendo per me. » disse rompendo il silenzio e Derek sentì che era vero, il suo cuore non aveva saltato un battito.

« Non devi ringraziarmi. » rispose l'Hale coprendo l'umano con una coperta pesante, purtroppo il riscaldamento non funzionava e quindi aveva dovuto fare scorta di coperte e piumoni. Guardò Stiles socchiudere leggermente gli occhi, quella giornata era stata piena e sicuramente stancante. Si sedè sul bordo del letto ammirando la bellezza del ragazzo.

Stiles era distrutto, non credeva che sarebbe stata così dura, infondo era rimasto seduto per tutto il giorno, non aveva fatto un granché se non parlare e giocare con Batman. Eppure non riusciva a tenere gli occhi aperti da quando aveva sentito contro la schiena il materasso morbido che aveva l'odore di Derek. Però voleva risolvere una questione anche se era troppo presto « Cosa hai provato quando mi hai baciato? » domandò con voce assonnata, la mano che corse ad afferrare un lembo della maglietta dell'uomo.

Derek rimase colpito da quella domanda, non se l'aspettava per niente, credeva che Stiles avesse anche eliminato quel breve momento tra di loro, ma così non era stato. Osservò la gracile mano attanagliata alla sua maglia e poi alzò nuovamente lo sguardo per incontrare per l'ennesima volta lo sguardo color miele del giovane « Mi sono sentito felice, come quando la mia famiglia era ancora viva. » rispose sinceramente. Quando le loro labbra si erano incontrate era stato come se mille fuochi d'artificio fossero scoppiati nel suo petto ed era tornato dietro nel tempo quando correva per la riserva insieme a Laura giocando a nascondino o come quando Thalia era in cucina a preparare una crostata di mele canticchiando qualche vecchio successo degli anni '80. Felice, stare con Stiles lo rendeva felice, trovava in lui la sua famiglia, quello che Peter non riusciva a fargli sentire e forse nemmeno Cora.

« Ho avuto paura. » ammise il ragazzo « Sono scappato perché anch'io mi sono sentito felice e io... non posso esserlo, Theo non me lo permette. » continuò in tono sincero e non si accorse nemmeno di aver usato il presente, ma di certo a Derek non sfuggì.

« Non te lo permetteva, Stiles. Ora puoi fare quello che vuoi senza temere una... una punizione. » disse l'uomo, le immagini che gli aveva mostrato lo sceriffo che gli passavano davanti agli occhi. Vedere il Raeken forzare Stiles a sdraiarsi sulle sue ginocchia per poterlo colpire come si faceva ad un bambino lo avevano fatto diventare matto, ancora non realizzava completamente quanto Theo avesse distrutto il suo Stiles.

Lo Stilinski gli prese una mano e lo guardò timidamente, le guance rosse e gli occhi lucidi per il sonno « Non lasciarmi solo, rimani qui con me. » gli chiese per poi mordersi la lingua. Odiava rimanere al buio, soprattutto se da solo, non dopo che Theo lo aveva quasi ucciso. Quando aveva perso in parte i sensi e non riusciva a vedere altro che nero, ma sentiva ogni singolo movimento del suo violentatore, temeva l'oscurità forse più del tocco di un ragazzo sul suo corpo.

Derek annuì e non gli lasciò la mano, ma non si mise nemmeno sopra le coperte. Semplicemente quando Stiles si fu addormentato scivolò sul pavimento e si sdraiò, senza mai lasciarlo.


Il mattino dopo quando Stiles aprì gli occhi sentendo il bisogno di andare in bagno rimase piacevolmente colpito di trovare l'Alpha seduto sul pavimento a gambe incrociate con un libro tra le mani. Non lo aveva lasciato, era rimasto lì con lui per tutto il tempo e non sembrava nemmeno scocciato.

« Buongiorno. » disse il licantropo essendo accorto del cambio del ritmo del battito cardiaco del giovane. Posò il libro sul comodino e si alzò in piedi, pronto a prendere Stiles tra le braccia e portarlo in bagno. Peccato che Batman – arrivato nella camera nel bel mezzo della notte – era concora addormentato sulle gambe del padrone e Stiles non aveva davvero il cuore per svegliarlo e farlo spostare. Sapeva di star facendo la cosa sbagliata, viziare così il suo cucciolo, ma aveva ancora tempo per educarlo.

« Buongiorno a te. » rispose il giovane sorridendo mentre cercava di raggiungere il cellulare sul comodino per controllare se il padre o gli altri componenti del Branco gli avessero mandato un messaggio. Di fatti trovò più messaggi e rispose ad ognuno di loro, ma senza dilungarsi troppo.

Guardò l'Alpha e poi Batman che sembrava non volerne sapere di spostarsi. Annuì leggermente lasciando intendere al licantropo che sì, poteva spostare il Border Collie per poterlo prendere. Il cucciolo al primo movimento si risvegliò del tutto e scodinzolante corse a leccare la faccia del suo padrone strappandogli una risata. Derek non credeva che quel cane potesse fare così tanto, era stato scettico al riguardo, ma vedere come stava reagendo Stiles alla nuova compagnia gli scaldava il cuore. Lui non aveva potuto possedere un cane da bambino in quanto la maggior parte si spaventavano a causa della loro natura da lupo che da bambini era molto difficile da controllare.

Finito il tempo dei saluti Derek prese Stiles e lo condusse in bagno ripetendo le stesse azioni della sera precedente. Una volta finito lo portò al piano di sotto per poter fare colazione, fortunatamente Isaac aveva portato abbastanza varietà di cibo così da poter essere sicuri che Stiles avrebbe mangiato qualcosa. Il tavolo era ancora apparecchiato e Peter prima di uscire aveva lasciato del caffè, un gesto di gentilezza solamente nei confronti di Stiles. Sinceramente a Peter non interessava poi tanto di Derek, ricordiamoci che gli ha squarciato la gola senza ripensamenti prendendogli lo status da Alpha.

Mangiarono parlando, Stiles gli raccontò un po' di anneddoti della sua permanenza in ospedale e Derek lo ascoltò in silenzio come suo solito. Poteva funzionare, entrambi sentivano che quello poteva diventare già quotidianità.





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About Satan and Hell:

Hola miei ragazzuoli,

Here we are!

Sorry se non ho risposto alle vostre recensioni, ma sono rimasta senza Internet e fortunatamente oggi ho potuto riaverlo, giusto in tempo per farmi pubblicare in tempo come da programma il nuovo capitolo.

Piccoli flashback che nemmeno mi piacciono, so che vorreste avere un sacco di Sterek, ma la Steo persiste come è ovvio che deva. Il nostro Stiles deve ancora abituardi all'idea di non essere schiavo del suo aguzzino e Derek e Batman stanno facendo del loro meglio e per chi se l'è chiesto, sì, Peter ha un debole per Stiles e vorrebbe averlo tutto per sé. Ricordiamoci che gli ha offerto il Morso, guys!

Nel prossimo capitolo avremo un largo salto temporale, passeremo a due mesi dopo l'incidente e rimarrete sorpresi da quello che ho in serbo per voi! *Risate malefiche di sottofondo*

Guys, a presto,

Sel

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Capitolo 10
*** Capitolo nove ***


Capitolo nove

Love is like a shot gun




Il guinzaglio che teneva stretto nella mano sembrava in procinto di scappargli da un momento all'altro, purtroppo Batman tendeva ad essere troppo esuberante quando lo si portava fuori per la passeggiata pomeridiana post pranzo.

Cercava di stargli dietro senza inciampare sui suoi stessi piedi, ma le sue fatiche venivano vanificate dal cucciolo che continuava a zompettare da un parte all'altra come se fosse la prima volta che vedesse quel parco. Era tenero a guardare e Stiles non poteva lamentarsene, soprattutto se ogni volta che lo portava a spasso Derek si aggregava a lui e lo aiutava quando Batman gli sfuggiva o iniziava ad abbaiare contro gli altri cani e qualsiasi altra persona tentasse di parlargli avvicinandosi.

« Der–bear possiamo spostare il pop quiz di spagnolo alla prossima settimana? Ancora non ho capito ancora cose per poterlo affrontare. » domandò sbattendo più volte le ciglia sperando di incutere un minimo di pietà nel cuore dell'Alpha che però alzò un sopracciglio indispettito.

Stiles era tornato a scuola appena gli avevano tolto il gesso e purtroppo come aveva previsto tutti lo avevano guardato borbottando tra di loro, indicandolo di nascosto con l'indice, dicendo chissà cosa. I professori non erano certo stati migliori, Harris non gli aveva fatto nemmeno una domanda, come se non ci fosse e il coach Finstock aveva fatto un lungo e imbarazzante discorso sul conseso facendo desiderare a Stiles che si creasse una voragine sotto la sua sedia per inghiottirlo. Forse l'unica lezione normale a cui aveva partecipato era quelli di Derek, l'uomo si era comportato come suo solito e aveva zittito chiunque iniziasse a parlare dello Stilinski.

Non aveva mai creduto di finire sulla bocca di tutti, certo, lo aveva sperato, il tipico sogno d'adolescente che desiderava essere popolare, ma certamente non per essere “quello che si è fatto violentare dal suo ragazzo senza riuscire a difendersi”.

« Questa sera ti rispiego tutto quello che vuoi, ma non sposterò il quiz. » rispose l'uomo stringendo le spalle, sapeva che molti alunni erano senza voti e l'unica soluzione per sistemare la situazione era fare un quiz, sarebbe stato difficile e una parte sadica di lui ne era compiaciuto. Poteva vedersi mentre sorrideva meschino sfregando le mani tra loro, avrebbe messo un sacco di F in quel test.

Stiles annuì piano senza distogliere gli occhi dal suo cane, più che altro lo aveva chiesto per salvare Scott da una insufficienza sicura, il suo migliore amico aveva iniziato a seguire il corso di spagnolo solamente per stargli vicino. In realtà aveva completamente travolto il suo orario, non c'era lezione in cui Scott non era presente. La situazione era allo stesso tempo sia confortante che stressante, ma avere certe attenzioni in qualche modo lo facevano sentire bene. Era come quando Derek si sedeva al suo fianco e lo lasciava posare i piedi sulle sue cosce senza dire una parola, accetando la posa presa dall'adolescente.

Erano passati due mesi da quando Theo era stato colto sul fatto e la situazione sembrava essere tornata ad un minimo di normalità. Purtroppo ancora non era riuscito ad entrare in casa sua, ci aveva provato più volte nelle ultime settimane, ma appena arrivava ad un passo dall'attraversare la soglia era come se una forza sovrannaturale lo tirasse indietro facendolo allontanare a una velocità sorprendente dalla sua casa. Nemmeno Batman era riuscito a farlo entrare, spingendo il muso contro le gambe del ragazzo in un chiaro invito.

Lo sceriffo era forse quello che ci stava più male, due mesi in solitudine lo avevano segnato abbastanza bene, non avere suo figlio tra le scatole che lo riprendesse al primo pasto ipercalorico. Lo vedeva di rado, qualche volta passava i pomeriggi alla centrale con lui o si incontravano al loft. Solitamente Derek se ne andava lasciando loro del tempo da soli, ma vedeva come il figlio desiderasse che tornasse subito, guardando costantemente verso la porta.

L'Alpha aveva un effetto positivo sul giovane e Noah ne era consapevole, per quello aveva proposto loro quel pomeriggio di raggiungerlo entrambi sul suo portico. Sentiva che se Derek fosse stato presente Stiles sarebbe riuscito a rientrare in casa.

Derek guardò Batman illuminando brevemente gli occhi di rosso e il cucciolo smise di tirare così tanto il guinzaglio, finalmente Stiles riprese a camminare in modo normale e tirò un sospiro di sollievo non dovendo più correre dietro al cucciolo.

Gli avevano comprato insieme un collare rosso, una piccola medaglietta di forma sferica ad indicare il nome e i loro numeri di cellulare, l'Hale lo aveva accompagnato ovunque dovesse andare impuntandosi sempre per pagare lui le cose, il suo istinto da lupo che gli diceva di far vedere al suo Compagno che poteva essere in grado di provvedere a tutti i loro bisogni, peccato che non aveva fatto i conti con la testardaggine del suo umano, che per poco non gli strappava le banconote che aveva nel portafoglio quando si offrì di pagare l'ennesima cena fatta di curly fries e hamburgers.

Peter passava sempre meno tempo nel loft, così come Isaac e Cora, lasciando ai due fin troppo spazio, ma Derek non si lamentava di certo. Voleva conquistare Stiles a piccoli passi e certamente non poteva farlo con suo zio di mezzo che trovava ogni occasione per infilarsi in mezzo e rubare l'attenzione dello Stilinski. Non lo faceva frequentemente, ma quel poco gli bastava per farlo andare in bestia.

« Andiamo a casa? » domandò Stiles mentre Batman finiva di fare i suoi bisogni, l'espressione leggermente stanca, e Derek annuì perché nonostante fosse guarito ancora non riusciva a stare in piedi per troppo tempo senza sentire dolore al femore che Theo gli aveva rotto.


Stiles strinse la mano di Derek in una morsa dolorosa, piccole goccie di sudore scendevano lentamente dalla sua fronte, l'aria sembrava mancargli, ma la grande mano aperta di Derek sul centro della sua schiena in qualche modo gli dava molta sicurezza. Davanti a sé aveva suo padre, oltre la soglia di casa loro, che lo aspettava come quando si cerca di far imparare al proprio figlio a camminare senza l'aiuto di nessuno. Gli sorrideva incoraggiante, la mano destra tesa verso di lui ad attendere di essere presa.

« Va tutto bene, Stiles, dentro non c'è nessuno che ti farà del male. » sussurrò dolcemente Derek direttamente nel padiglione auricolare del giovane, le gambe che si muovevano lentamente verso la porta « Ci siamo io e tuo padre, andrà tutto bene. » aggiunse guadagnandosi uno sguardo spaventato dal ragazzo che non sapeva assolutamente a cosa pensare. Poteva fidarsi dai suoi uomini, ma cosa sarebbe successo una volta rimasto solo nel buio della sua stanza? Tornare a casa sua significava solo lasciare Derek e lui si era trovato così bene in sua compagnia in quei due mesi.

Stiles guardò verso la porta e vide Theo in cima alla scale, tratenne in fiato indicando con dito tremante dietro le spalle del padre, ma appena i due uomini si girarono la figura del suo abusore scomparve. Lo Stilinski aggrottò la fronte chiedendosi da quando era diventato visionario, non credeva che avrebbe sofferto di più una volta finito l'incubo reale, perché ora era tutto nella sua testa. Le mani di Theo non c'erano più, la cintura di pelle del ragazzo non lo colpiva più sulla schiena, le sue ginacchia non incontravano più il pavimento freddo. Ora erano tutte sensazioni, spiacevoli talmente tanto che gli si rigirava lo stomaco.

« T–tu non mi lasciare. » borbottò facendo un passo avanti, non voleva permettere a Theo di privarlo di suo padre, della sua casa, dei luoghi in cui aveva visto sua madre. Derek annuì sfregando dolcemente il naso contro i capelli del ragazzo e lo sceriffo dovette resistere all'impulso di urlargli di non importunare il suo bambino.

Lentamente i due arrivarono sulla soglia e Stiles sentì una ventata d'aria calda provenire dall'interno, Batman era già tra le gambe del padre ad attenderlo. Chiuse gli occhi prendendo un profondo respiro e lasciò la mano di Derek per afferrare quella di Noah che non esitò a stringere la presa cercando di rassicurarlo.

Poteva sentire il cuore battergli nelle orecchie, intorno a lui era diventato tutto sfocato. Mosse il piede in avanti, poi l'altro e d'un tratto era stretto nell'abbraccio del padre. Era dentro, ce l'aveva fatta.

Rise di cuore, piccole lacrime si formarono agli angoli degli occhi. Posò la fronte contro la spalla del genitore, le mani che stringevano il tessuto morbido della maglietta dell'uomo. L'aria sapeva di cannella, quello era il profumo di casa.

A spezzare il momento ci pensò Batman che comportandosi da cucciolo cominciò a saltare cercando di attirare l'attenzione del ragazzo, le zampe che incontravano le gambe di Stiles. Il padrone si staccò dal padre per poterlo afferrare « Benvenuto nella tua nuova casa. » gli disse guardando il cane piegare la testa di lato. Si girò per guardare Derek che sorrideva soddisfatto dallo stipite della porta, le braccia incrociate davanti al petto. Lo sceriffo lo ringraziò con un cenno del capo, grato per aver aiutato il figlio ad entrare, ma lo sguardo preoccupato di Stiles gli fece venire un'idea. Agì di puro istinto.

« Derek, ti andrebbe di passare alcuni giorni da noi? » gli chiese facendo spalancare gli occhi a Stiles, ne rimase molto sopreso considerando che Derek era stato schedato ben due volte. L'Alpha non se lo fece certo ripetere, non voleva separarsi dal suo Compagno, e congedandosi si avviò verso la sua macchina, pronto ad arrivare al loft per recuperare dei vestiti e della biancheria.

Rimasti soli i due Stilinski si spostarono nel salotto accogliente per poter parlare un po', Stiles si sedé accanto al padre e cercò di non pensare a quante volte Theo si era seduto sul quel divano sorridendo affabile allo sceriffo. Fortunatamente non erano state molte le volte che il Raeken si era fermato in casa loro mentre il padre era all'interno.

« Vedo che tu e Derek state bene insieme. » buttò lì Noah facendo arrossire il figlio in maniera esagerata « State... state forse insieme? » domandò l'uomo facendo muovere le sopracciglia in modo divertente, tanto da strappare una risata al giovane.

« Andiamo papà, Derek è Derek! » rispose Stiles leggermente giù di tono « Può avere qualsiasi donna o uomo, perché dovrebbe provare interesse per me? Si sta solo comportando da Alpha, un membro del suo Branco sta male e se ne sta prendendo cura. » lo giusitificò annuendo alle sue stesse parole, se n'era convinto abbastanza bene. Non riusciva a credere che l'uomo provasse qualcosa per lui, non valeva la pena aspettare una persona così danneggiata come lo era Stiles, solo Dio sapeva se mai sarebbe riuscito nuvamente a fidarsi di un ragazzo/uomo in momenti di intimità; temeva tremendamente di avere un flashback di Theo e di spaventare il suo partner. Veramente, non valeva la pena mettersi con lui, era destinato a rimanere da solo fino alla fine dei suoi giorni, magari Scott gli avrebbe permesso di fare da padrino ai suoi figli.

Noah scosse la testa sorpreso dalla stupidità del figlio e perciò provò a far tornare un po' di sale in zucca a Stiles « Non mi sembra di averlo mai visto così quando Lydia fu ferita dal Big Foot, o Allison da un Wendigo. Si comporta così solo con te, Stiles. » disse ricordandosi di come l'Alpha avesse fatto il minimo necessario per le altre due umane del Branco, lasciando più che altro i compiti da svolgere a Scott e Jackson o comunque altri componenti, ma con Stiles stava facendo tutto lui, ci stava mettendo il cuore in ogni gesto per l'umano e Noah ne era grato.

Stiles ci pensò su, effetivamente il padre non aveva tutti i torti, l'Alpha non era mai stato per molto tempo lontano da lui se non nell'orario scolastico, ma non per questo doveva illudersi di avere qualche possibilità con Derek Hale, c'era già la professoressa Blake che sembrava fargli la corte e certamente il licantropo non ne sembrava infastidito. Forse si era sbagliato quella mattina quando aveva riconosciuto i sintomi del riconoscimento del suo Compagno, poteva capitare, si era fatto prendere dall'emozione ed era arrivato a conclusioni affrettare. Per di più il fatto che Derek non gli avesse detto nulla gli faceva capire che era stato solamente frutto della sua immaginazione.

Rimasero seduti a chiacchierare, discutendo della prossima partita di lacrosse in cui finalmente il coach lo avrebbe riamesso come titolare e delle sue domande per il college. Non era più sicuro di voler continuare gli studi, allontanarsi dalle persone che lo facevano sentire al sicuro, ma aveva come il presentimento che Derek lo avrebbe seguito anche in capo al mondo solo per renderlo felice.


« Veramente, c'è una sirena nel lago in mezzo al bosco, ho sentito il suo canto! » sussurrò nervosamente Scott mentre lo accompagnava verso il suo armadietto. Purtroppo i problemi sembravano non finire mai a Beacon Hills e il Branco era sempre pronto ad intervenire, ma questa volta sembrava che solamente Scott avesse visto la fantomatica creatura di cui descriveva i luminosi capelli corvini, le labbra rosse quanto il sangue e la voce più dolce che avesse mai sentito in vita sua. A tratti sembrava una copia di Allison da come ne raccontava, ma la ragazza era umana al 100%. Insomma, non le era mai spuntata una coda una volta a contatto con l'acqua ed era stonata quanto una campana, sfortunatamente Lydia poteva confermarlo.

« Amico, mangia meno pesante prima di andare a dormire. » suggerì scherzosamente l'umano apprestandosi ad afferrare il lucchetto per inserire la combinazione. Era stranamente tranquillo quel giorno, la sera precedente Derek si era trasferito nella loro stanza degli ospiti e non sembrava affatto scocciato dal fatto che dovesse lasciare la sua “tana” per evitare che a Stiles venisse un attacco di panico.

Quando l'umano aveva messo piede nella sua stanza aveva notato che tutte le sue cose erano state spostate dando una nuova dimensione allo spazio. Il letto era nuovo, da una piazza e mezzo invece del singolo che aveva avuto precedentemente. Non sembrava nemmeno più il luogo in cui Theo lo aveva abusato, con i fantastici disegni di Lydia sui muri, le sagome dei componenti del Branco in cui si poteva benissimo riconoscere Derek dagli occhi rossi, Stiles dalla mazza da baseball che teneva in una mano e altri piccoli dettagli. Era semplicemente stupendo e non avrebbe mai ringraziato abbastanza la ragazza per quell'opera d'arte.

Entrare non fece scattare nessun flashback e sia Noah che Derek ne furono soddisfatti, avevano fatto il possibile per rendere la sua vecchia stanza un luogo sicuro che non innescasse alcun brutto ricordo. Avevano perfino aggiunto una grata alla finestra, così da impedire a chiunque da entrare dall'esterno. Certo, così nemmeno Derek poteva più usufruirne, ma Noah gli aveva fatto intendere che poteva entrare in qualsiasi momento, non per niente gli aveva dato una copia delle chiavi d'ingresso.

Scott sbuffò per non essere stato creduto, ma non si perse d'animo e cominciò a lamentarsi di quanto gli fosse andato male il test di spagnolo, maledicendo di tanto in tanto Derek sperando che dall'aula professori riuscisse a sentirlo. Il licantropo non poteva permettersi un'altra insufficienza, ne valeva del suo diploma. Melissa lo avrebbe squartato vivo se non sarebbe riuscito a passare l'anno insieme a tutti i suoi amici.

Stiles sorrise leggermente aprendo l'armadietto, il suo migliore amico non si smentiva mai. Quella sera sarebbero usciti alla ricerca della fantomatica sirena, voleva dargli il benificio del dubbio. Da quando aveva ricominciato a camminare lui e Scott avevano ricominciato ad addentrarsi di notte nella riserva e più volte Derek lo aveva scoperto, tanto da arrivare a minacciarli di non farli più vedere se continuavano a cacciarsi nei guai. Quando Stiles era con Scott in qualche modo tutti i problemi sembravano scomparire, ogni volta era come tornare alla notte in cui tutto era iniziato.

Con questo non voleva dire che con Derek non si trovasse bene, ma aveva perennemente paura di sbagliare con lui, che una parole fuori posto avrebbe portato l'Alpha ad abbandonarlo e lui non voleva.

« I Cyclones sono pronti per farci vincere questa sera? » domandò Lydia arrivando con un sorriso smagliante, completamente vestita di bordeaux e bianco in chiaro sostegno alla squadra di lacrosse. Con il tempo era diventata sempre più supportiva, ad ogni partita portava un cartellone per incitare i componenti del Branco e Allison non era da meno, ma ovviamente era Scott il suo #1.

Stiles scosse leggermente la testa. Non era ancora mentalmente pronto per affrontare una partita vera e propria. Durante gli allenamenti i suoi compagni di squadra ci erano andati molto leggeri con lui considerando i danni fisici che aveva subito, ma anche quelli psicologici. Era come se tutti avessero paura a toccarlo, le cose che gli aveva fatto Theo erano sulla bocca di tutti.

Però quella sera ci sarebbe stato anche Derek che solitamente evitava gli eventi sportivi, tutti sapevano che era per assicurarsi che Stiles ne uscisse illeso e anche perché lo sceriffo non poteva essere presente dovendo svolgere il turno serale alla centrale. Il fatto era che Stiles non sapeva se esserne felice o meno, aveva più volte sperato di farsi notare dall'uomo durante una partita, ma adesso temeva di fare una figura tremenda, non era nemmeno certo che le gambe lo avrebbero retto per tutta la durata della partita.

Parlando del Diavolo ecco che spuntavano le corna: Derek stava camminando verso di loro con sguardo furibondo, Stiles per poco non se la fece sotto, ma poi capì che era rivolto a Scott, il quale stava tranquillamente parlando con Lydia degli nuovi schemi di gioco. Ora, lui come migliore amico avrebbe dovuto avvertirlo e suggerirgli di scappare, ma se lo avesse fatto Derek non si sarebbe fermato e Stiles voleva averlo vicino per un po'.

« McCall spiegami questa schifezza. » disse senza alcun saluto sbattendo il compito di spagnolo davanti al viso del ragazzo che arrossì fino alle punte delle orecchie vedendo che non aveva azzeccato nemmeno una risposta. Allison passò dolcemente una mano lungo il braccio del fidanzato e Stiles gli mise una mano sulla spalla « Ora verrai con me a rifare questo test. » annunciò l'Alpha praticamente tirandolo per un orecchio e nessun componente del Branco poté fare nulla per impedirlo, l'umano gli mimò con le labbra degli auguri, ma Scott sembrava essere già sull'orlo della disperazione, era proprio negato in spagnolo.

« Allora Stiles, come procede la vita con Derek? » domandò maliziosamente Lydia dandogli un piccolo colpo sulla spalla. Ormai aveva capito che non doveva trattare diversamente l'amico nonostante quello che avesse passato, voleva tornare alla normalità e le domande fuori luogo di Lydia erano all'ordine del giorno.

Lo Stilinski arrossì lievemente scuotendo la testa. Tra lui e Derek non c'era assolutamente nulla se non un semplice rapporto tra Alpha e umano del Branco. Certo, più volte si era ritrovato tra le braccia dell'uomo mentre guardavano un film sdraiati sul divano, o spesso aveva sorpreso il licantropo entrare nel bel mezzo della notte nella sua camera per controllare che fosse coperto dalla coperta. Piccoli gesti che rendevano le aspettative del ragazzo sempre più alte.

Erica intervenne afferrando la testa del ragazzo tra le braccia e schiacciandogli il viso contro il seno prosperoso mentre gli carezzava i capelli e Stiles per poco non si strozzò con la sua stessa saliva. Non era ancora abituato a quel nuovo livello di intimità che aveva raggiunto con Erica, ma Deaton gli aveva spiegato che era il suo lupo interiore che le imponeva di tenere vicino il componente del Branco ferito, cercando di rassicurarlo attraverso il tatto. Peccato che solo Erica sentisse quello strano impulso, gli altri stavano tranquillamente al loro posto e si limitavano a toccargli di tanto in tanto un braccio.

« Lascia stare il mio Batman. » soffiò la Reyes facendo inarcare un sopracciglio alla Martin. Stiles sfuggì alla presa della bionda prima di far scattare la terza Guerra Mondiale, quelle due quando si mettevano contro l'altra diventavano come una bomba ad orologeria. Pronte ad esplodere al primo movimento sbagliato.

Cora intervenì mettendosi tra le due « Mio fratello è ancora in alto mare, no romance for the Sterek. » sbuffò infastidita, lei e Isaac avevano scommesso e non poteva assolutamente perdere 50 $ per colpa della stupidità del suo fratellone. Era leggermente preoccupata per la situazione, ormai quei due erano a stretto contatto da due mesi e nessuno dei due aveva ancora ceduto. Tutti sapevano che quei due provavano dei sentimenti per l'altro più o meno da quando si erano conosciuti e Stiles sembrava non pensare nemmeno più a Theo e a quello che gli aveva fatto.

Insomma, avevano tutte le carte in regola per cominciare una relazione.

Lo Stilinski prese un cipiglio pensieroso, non aveva la minima idea di cosa volesse dire Sterek e non aveva nemmeno le forze per pensarci. Era un tantino più preoccupato per l'imminente partita di lacrosse contro i figli di papà di Riverside. Lo scorso anno li avevano battuti per pochi punti, quest'anno voleva portare la propria squadra alla vittoria. Alzò gli occhi al cielo deciso a non farsi trascinare in discussioni inutili e afferrando Isaac per la sciarpa lo portò verso la loro prossima lezione.


L'aria era gelida quella sera, la racchetta sembrava non volergli stare tra le mani per quanto stava tremando. Spostò il peso da una gamba all'altra cercando di scaldarsi, lo sguardo fisso sul capitano della squadra avversaria che sembrava avere tutto meno che diciott'anni. Era enorme, lo avrebbe spezzato in due con la forza di un mignolo!

Sugli spalti c'erano già tutti, Derek sedeva tra Allison e Lydia leggermente imbronciato mentre teneva tra le mani un cartellone con su scritto “Stilinski 24” in rosso e un lupo disegnato all'angolo, sicuramente opera di Lydia. Sembrava leggermente imbarazzato, ma Stiles lo trovò adorabile, tanto che alzò una mano per salutarlo, venendo ripreso all'istante dal coach Finstock.

Scott, Isaac e Jackson erano nelle loro posizioni in posa pronti al fischio d'inizio, sicuri di poter vincere anche quella partita e Stiles non sapeva cosa pensare. D'un tratto sentiva un dolore lancinante al femore destro, le gambe gli tremavano più del solito e la voce di Lydia gli arrivava più lontana del solito.

« Okay, puoi farcela Stiles, il coach si fida di te. » si autoincoraggiò prima di far cadere rovinosamente la racchetta a terra facendo ridere più persone dalla tribuna dei Riverside. Arrossì violentamente maledicendosi, l'emozione lo stava prendendo troppo facendogli fare la figura dello stupido.

Il fischio d'inizio suonò facendo partire un coro di urli esagerato. Stiles corse verso il campo avversario cercando di non farsi travolgere. Sarebbe stata una lunga serata.


Mancavano esattamente due minuti alla fine della partita ed erano in parità. Fino a quel momento Stiles aveva segnato solamente due punti, il grosso lo avevano svolto Scott e Jackson dimostrando un grande gioco di squadra.

Stiles non ce la faceva quasi più, sentiva di pesare il doppio del normale, ma il tifo che stava facendo Derek dagli spalti gli dava l'incentivo per continuare. L'uomo aveva perso qualunque freno dopo l'inizio del secondo tempo, alzandosi in piedi mettendo le mani a megafono davanti alla bocca per farsi sentire, Cora che lo imitò incitando il suo fidanzato a rompere le ossa agli avversari. Il coach l'aveva guardata leggermente preoccupato, ma non aveva commentato.

« Tua! » Stiles si girò verso la voce – appartenente a Danny – e si ritrovò con la palla nella rete della racchetta. La guardò come per assicurarsi che fosse veramente lì e poi vide i ragazzi nella divisa gialla senape andargli contro.

Prese a correre nella direzione della porta avversaria più veloce che poteva, mancavano pochi secondi e lui doveva segnare il punto della vittoria. Intorno a lui era un coro di voci che sembrava volerlo assordare. Vedeva solamente la porta davanti a sé.

Corse schivando per un pelo un giocatore avversario, ma non arrivò mai a destinazione: il capitano della squadra di Riverside gli si buttò sopra schiacciandolo contro il terreno, una mano premuta violentamente contro il centro della sua schiena e le ginocchia premute contro le cosce dello Stilinski.

Stiles tratenne il respiro, cercò di girarsi per vedere chi fosse, per accertarsi che non fosse Theo, ma la mano lo spingeva violentamente contro l'erba umida del campo. L'aria non arrivava più ai suoi polmoni, era nel bel mezzo di un attacco di panico e nessuno sembrava notarlo, ma soprattutto il ragazzo sembrava non avere intenzione di levarsi da sopra il suo corpo.


« Possiamo provare questa cosa nuova. » sussurrò Theo passando lentamente l'indice lungo il braccio nudo del suo fidanzato. Erano sdraiati sul letto del Raeken privi di vestiti, l'aria calda d'agosto che entrava dalla finestra rendendo l'aria all'interno della stanza afosa.

Stiles era sdraiato di lato dando le spalle al ragazzo, gli occhi chiusi in un tentativo di addormentarsi prima che Theo cominciasse nuovamente ad approfittarsi di lui. Quella era stata la terza volta da quando aveva provato a lasciarlo, gli aveva fatto male come la prima volta, non lo aveva preparato prima di entrare con un'unica spinta dentro di lui e non aveva fatto uso di un preservativo.

Non aveva nemmeno la forza per dire qualcosa, ogni volta che provava ad aprire bocca riceveva una punizione e non voleva più, il suo fondoschiena era già bruciante per i colpi secchi che Theo gli aveva inferto nemmeno un quarto d'ora prima.

« Vieni qui, amore. » sussurrò dolcemente tirandoselo contro e Stiles non sapeva realmente cosa aspettarsi. Si ritrovò con il viso premuto contro il cuscino, tanto da non riuscire a respirare, una mano di Theo ferma nel mezzo della sua schiena per tenerlo giù mentre l'altra guidava l'erezione verso l'orifizio del giovane ancora arrossato per lo sfregamento eccessivo ricevuto precedentemente.

Entrò nuovamente in lui, il seme di Theo rimasto al suo interno operò da lubrificante e Stiles provò ad alzare il viso in cerca d'aria, ma la mano ormai libera dell'abusatore era sulla sua testa, tenendolo contro il cuscino.

Credeva di morire, non riusciva a respirare.


« Idiota, sta avendo un attacco di panico! » la voce di Scott era ovatta, ma poteva giurare che stesse urlando a pochi centimetri dal suo corpo. Cercò di tirarsi a sedere, togliersi il casco protettivo e trovare qualcuno che lo aiutasse a calmarsi. Voleva Derek, ma non riusciva a fare nulla.

Rimase lì sdraiato senza avere nessun potere sui suoi stessi muscoli, intorno a lui si era creata una piccola folla composta dai giocatori e i coach delle rispettive squadre. Qualcuno provò a prendergli il braccio per aiutarlo a tirarsi su, ma Stiles prese ad urlare. Fece uscire tutta l'aria che gli era rimasta nei polmoni spaventando chiunque fosse presente alla partita.

Stava delirando, tutti potevano comprendere le parole « Theo » « Non farmi del male » e « Sarò bravo » e Scott era troppo preso a fare a botte con il capitano della quadra avversaria.

Isaac fece allontanare tutti per dargli spazio, così creò anche un passaggio per far intervenire Derek che era sceso in campo appena aveva sentito l'urlo straziante del ragazzo. Bobby Finstock provò a far calmare Stiles chiedendogli di imitare il suo respiro, ma l'adolescente non lo stava ascoltando minimamente, perso nei ricordi.

« Robert, allontanati. » ordinò Derek per avere lo spazio necessario per prendere tra le braccia il suo umano. Appena passò un braccio sotto le ginocchia e l'altro sotto le spalle Stiles sembrò calmarsi. Lo Stilinski affondò il viso nell'incavo del collo dell'uomo sentendo l'odore di casa e sicurezza.

L'Alpha non fece conto di nessuno mentre portava via il ragazzo, non tento nemmeno di fermare Scott che sembrava non aver preso molto bene il comportamento dell'avversario. Prima della partita i giocatori avversari erano stati avvisati dell'instabilità emotiva del numero 24, Finstock aveva espressamente chiesto ai ragazzi di non andarci duri con lui per non far scattare qualche crisi, ma sembrava che non tutti fossero sullo stesso livello d'umanità.

« Voglio andare a casa. » bisbigliò Stiles chiudendo gli occhi stracolmi di lacrime. Credeva di averlo superato, di poter andare avanti, ma era bastato un piccolo incidente sul campo per farlo urlare come se lo stessero mutilando. Non sapeva se provare pietà per se stesso o vergogna.

Era rotto, Theo lo aveva rovinato.


La vasca da bagno era stata riempita con acqua calda e un bagnoschiuma alla lavanda. Il vapore riempiva la stanza facendo appannare lo specchio e le mattonelle rendendole scivolose.

Derek non aveva chiamato lo sceriffo sotto richiesta di Stiles, anche se sapeva che fosse sbagliato, ma non riusciva proprio a dirgli di no quando usava quello sguardo così distrutto da fargli desiderare di donargli il suo stesso cuore strappandoselo da petto. Era un effetto collaterale dell'essere vicino al suo Compagno senza Marchiarlo che lo rendevano talmente sottomesso ad ogni sua volontà. Non era salutare, ma non voleva nemmeno mettere pressione al giovane Stilinski.

Stiles guardò le bolle che ricoprivano il pelo dell'acqua, un bagno caldo era quello che gli ci voleva, sentiva le gambe completamente sporche di terra e i gomiti non erano messi meglio. Era rimasto seduto sul piccolo sgabello con la testa poggiata al muro mentre guardava l'Alpha preparare con cura il bagno.

Voleva tenerlo vicino, essere un tutt'uno con lui. Gli era bastato sentire il suo odore, sentire le sue mani per calmarsi e questa volta non era stata la sua immaginazione a giocargli un brutto scherzo. Era tutto vero, loro erano Compagni, ma Stiles non era sicuro se Derek volesse una persona danneggiata così tanto come lui.

Una volta pronto l'adolescente si spogliò della sua divisa senza aspettare che l'uomo uscisse, una scarica d'adrenalina lo percorse dandogli la forza di immergersi nella vasca venendo accolto dall'acqua calda prima di girarsi verso l'uomo e chiedergli con voce innocente di fare il bagno con lui.

Voleva sentire le sue mani carezzarlo direttamente contro la pelle, la barba sfregare contro il retro del suo collo, le gambe a contatto. Voleva essere amato come meritava, Theo non poteva portargli via tutto, ormai erano passati due mesi e non c'erano state sue notizie. Era al sicuro, poteva lasciarsi amare, Derek non gli avrebbe mai fatto del male.

L'Hale guardò con occhi sgranati l'adolescente chiedendosi se non avesse fatto uso di strozzalupo, perché era leggermente irreale il fatto che gli avesse chiesto di entrare nella vasca con lui. Gli era già capitato di vederlo senza vestiti, lo aveva lavato più volte, ma non era mai stato nudo a sua volta. Non sapeva come sentirsi al riguardo, ma lo sguardo di Stiles era così sicuro che lo convinse.

Lentamente si tolse i vestiti sentendo il cuore che gli batteva forte tanto da fargli male, tolse l'intimo senza il minimo imbarazzo, fortunatamente il Derek delle parti basse non si era risvegliato nonostante la forte attrazione che provava per l'adolescente.

Guardò Stiles farsi più avanti nella larga vasca lasciandogli lo spazio alle sue spalle, un chiaro invito a posizionarsi lì. L'acqua non era calda in confronto alla pelle di Stiles al contatto con la sua, il ragazzo repentino si era poggiato con la schiena contro il suo petto una volta sistematosi e aveva sospirato di sollievo dischiudendo leggermente le labbra.

Derek posò il mento al centro della testa dell'umano senza pesargli troppo, le mani che lentamente trasportavano il sapone lungo la parte superiore del corpo di Stiles in movimenti lenti e circolari. Non avevano bisogno di parlare, i loro gesti stavano già facendo tutto, per una volta Stiles trovò il silenzio perfetto, carico di emozioni. Perfino Batman si era sdraiato silenziosamente sopra la divisa del padrone chiudendo gli occhi, lasciandosi trasportare dalle emozioni positive che riempivano l'aria.

Lo Stilinski si rilassò completamente contro il corpo del licantropo lasciandosi lavare senza avere la forza per farlo da sé. Era semplicemente perfetto, era come avrebbe sempre dovuto essere.

Lui e Derek insieme.







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About Satan and Hell:

Ciao miei amatissimi,

scusate se questo capitolo è uscito un po' così (leggasi: estramamente schifoso) e soprattutto perché non c'è il colpo di scena che avevo in mente.

Sinceramente lo avevo scritto, ma era uscita una robetta talmente angst che m'era venuta voglia di saltare da un ponte e che avrebbe rovinato la Sterek in questa storia.

Ecco, la parte era venuta troppo triste perché avevo scaricato tutta la mia rabbia in quel pezzo. Sfortunatamente ho avuto un grande litigio con i miei compagni di classe che sono arrivati ad insultarmi pesantemente e diciamo che non ero nelle condizioni di scrivere, diciamo che ci sono rimasta parecchio male. Ragazzi, sinceramente, io non ho combinato nulla, ho solo detto loro la data del compito di letteratura e tra un po' mi incolpavano anche della Guerra Fredda.

By the way, era scritta troppo cattiva, mi avreste odiato oltre ogni limite ed è per questo che ho tagliato il pezzo e scritto un pezzo alternativo, sperando e pregando che vi piaccia, ma soprattutto per rispettare la scadenza del lunedì.

Non volevo deludervi guys.

Alla prossima,

Sel

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Capitolo 11
*** Capitolo dieci ***


Capitolo dieci


Love is like a shot gun



La notte era scesa lentamente lasciando ai due ragazzi il tempo di godersi il silenzio che quell'orario portava. Non si udiva nemmeno il rumore di un motore, perfino gli animali si erano ritirani nelle loro piccole cuccie per dormire. Le stelle nel cielo plumbeo sembravano più luminose e Stiles le stava ammirando dalla piccola finestra del bagno.

Erano ancora nella vasca, l'acqua bollente, non avevano alcuna fretta di alzarsi e spezzare quel momento così magico ed irreale. Derek stava tenendo gli occhi fissi sul ragazzo, perdendosi lo spettacolo di una stella cadente che tagliava il cielo facendo brillare gli occhi a Stiles. Il sorriso dello Stilinski era il vero spettacolo in quel momento, l'Alpha poteva rimanere per ore a fissare l'adolescente mostrare la fila di denti bianchi, le piccole fossette e non riusciva a togliergli l'occhi di dosso.

Le mani continuavano il massaggio, lentamente, portando il sapone dal filo dell'acqua, su per le braccia, carezzava dolcemente le clavicole e poi scendevano lungo il petto, fermandosi poco prima dell'ombelico. Tutto era così naturale, come se altre volte avessero già fatto una cosa del genere, i movimenti uscivano spontanei e Stiles non sembrava turbato da tale vicinanza.

Derek allungò leggermente il braccio per prendere il flacone di shampoo con l'unico obbiettivo di lavare i capelli di Stiles, poi forse anche i suoi. Si versò una dose adatta sulla mano e poi si dedicò al cuoio capelluto dello Stilinski. Aveva talmente timore di fargli del male che lo stava praticamente toccando solamente con le punta delle dita, in un tocco lieve e delicato.

Stiles chiuse nuovamente gli occhi lasciandosi trasportare dalle dita di Derek, inclinò la testa leggermente verso l'alto. Dischiuse la labbra lasciandosi scappare l'ennesimo sospiro, non si era mai sentito così bene come in quel momento. Le attenzioni dell'Alpha lo stavano facendo sciogliere, non sentiva nemmeno più i muscoli in tensione per quanto era rilassato. In quel momento sarebbe potuto entrare suo padre in bagno e a lui non sarebbe importato, sarebbe rimasto semplicemente sdraiato contro il petto dell'uomo godendosi le carezze.

Erano senza vestiti, pelle contro pelle e Stiles non riusciva ad averne paura, non come quando era con Theo. Sapeva – ne aveva la certezza – che l'uomo non gli avrebbe mai fatto del male, che lo avrebbe trattato come un prezioso oggetto della sua collezione preferita. Era al sicuro, poteva lasciar cadere ogni singolo muro che si era costruito intorno, senza vergognarsi di com'era.

All'inizio, quando si erano conosciuti, Stiles aveva messo in confronto i loro corpi e non si era trovato per niente virile. Aveva messo su un paio di muscoli negli anni con duri allenamenti di lacrosse, ma non era ancora paragonabile all'Alpha. Eppure, la prima volta che si era spogliato davanti a lui, l'uomo lo aveva guardato con uno sguardo talmente adorante che si era sentito quasi un'opera d'arte.

Ed erano quelle emozioni, quelle cose che Derek gli faceva provare, che gli faceva capire che lui era perfetto. Poteva vestirsi solamente della sua pelle e non sentirsi fuori posto, perché a Derek piaceva così com'era.

Lo aveva sempre protetto, anche quando non erano ancora ufficialmente un Branco, non lo aveva mai abbandonato nei momenti di difficoltà ed era riuscito a ridargli un briciolo di normalità quando la sua vita sembrava essere andata completamente a rotoli.

« Grazie. » sussurrò con un filo di voce, ma Derek riuscì a sentirlo ugualmente.


La squadra di Riverside era stata mandata via nei peggiori dei modi e la sua bacheca sui social ne era piena di prove, nessuno aveva preso bene il comportamento del capitano e si erano praticamente rivoltati contro ques'ultimo con una piccola conseguenza di portare dietro anche il coach e compagni.

Lydia, presente nella maggior parte dei video da diverse inquadrature, era stata filmata mentre con eleganza sorpassava i giocatori dirigendovi verso il loro pullman per poi bucare con un coltello – dove diavolo lo aveva preso? – una ruota e poi l'altra e ancora l'altra fino a bucarle tutte. Nessuno aveva provato a fermarla, anche perché c'era Jackson a farle da scudo.

Stiles si sentiva in colpa, se non avesse avuto un attacco di panico tutto quello non sarebbe successo, ma Scott gli aveva detto che se lo meritavano considerando il comportamento scorretto che avevano tenuto. Il Beta dovette quindi sputare il rospo e dire al suo migliore amico che il coach Finstock aveva chiesto a quelli di Riverside di andarci piano con lui.

L'umano non sapeva se esserne offeso o grato, almeno aveva avuto l'occasione di giocare quasi tutta la partita, sicuramente senza il discorso di Bobby si sarebbero buttati nei primi minuti contro di lui innescando l'attacco di panico.

Erano seduti nello spazio adibito a mensa all'aperto da soli, nessuno era così matto da pranzare all'esterno con quel freddo. Stiles aveva trascinato il suo migliore amico lì con l'intento di raccontargli quello accaduto tra lui e Derek la sera prima. Ancora non poteva crederci che Derek Hale si fosse spogliato per lui e che gli avesse lavato i capelli. Se solo ci pensava poteva ancora sentire le sue mani su di sé e non era per niente spiacevole.

Scott era sbiancato quando aveva rivelato l'arcano di tutta quella segretezza, il tenersi lontano da orecchie lupesche, tanto che Stiles temette che stesse per svenire e Scott pesava troppo per essere trasportato dalle sue esili braccia fino all'infermieria. Si mise l'indice davanti alla bocca chiedendogli di fare silenzio, sapeva che forse sarebbe stato meglio parlarne con Lydia, ma il codice di fratellanza gli imponeva di dirlo prima a Scott. Non che lo avesse sempre seguito considerando che non aveva detto nulla di Theo, ma quello era completamente un caso a parte.

« Amico, ora ho solo immagini sconce in mente! » disse il McCall passandosi le mai sopra gli occhi come a scacciare queste fantomatiche fantasie che l'adolescente stava avendo con protagonisti il suo migliore amico e il suo Alpha. Uhg, non sarebbe mai riuscito ad accettare la storia tra quei due, credeva che si odiassero o come minimo sopportassero. Comunque sapeva cosa provava Derek, il suo lupo doveva essere molto felice quel giorno, un po' come il suo dopo che Allison gli dedicava del tempo. Era questo il bello di avere un Compagno, il proprio lupo diventava esuberante e felice ogniqualvolta si riusciva a strappare un sorriso alla propria dolce metà.

Ora riusciva a spiegarsi il perché non avesse staccato la testa a morsi alla Blake quando gli aveva versato il caffè bollente sulla camicia bianca. Le aveva sorriso dicendole di non preoccuparsi ed Erica si era data un pizzicotto per cercare di capire se stesse sognando o meno. Sinceramente tutti si erano dati un pizzicotto, Derek che sorrideva alla Blake era estremamente inusuale considerando quanto la donna ci provasse e il Branco sapeva quanto in realtà il loro Alpha avesse occhi solamente per Stiles.

« Ora gli sembrerò di nuovo il patetico caso umano di cui deve predersi cura. » borbottò il castano imbronciandosi, la forchetta che spostava il piccolo broccolo da una parte all'altra del piatto. Era riuscito ad andare avanti per due mesi senza attacchi di panico ed erano bastati dieci secondi per annullare tutti i suoi progressi. La sera precedente dopo esser usciti dalla vasca e Stiles aveva potuto ammirare tutto quel ben di Dio, Derek lo aveva avvolto in un telo e gli aveva posato un asciugamano sulla testa per assorbire in minima parte le gocce che ancora erano incastrate sui suoi capelli. Non era sembrato per niente a disagio mentre si muoveva nudo per il bagno prendendo quello di cui avevano bisogno e Stiles era dell'idea che poteva lasciarsi coccolare ancora un po', perciò l'Alpha lo aiutò a vestirsi per poi sfregare i capelli con l'ascigamano fino a renderli asciutti.

Successivamente, forse cogliendo il suo odore di eccitazione, il licantropo aveva trovato il buon senso per coprirsi e poi trasportare Stiles e Batman nella camera da letto. Derek non aveva mai avuto problemi a mostrare il suo corpo, solitamente nel Branco era molto importante il contatto pelle a pelle, ma non aveva mai provato a farlo con il suo considerando che erano tutti adolescenti, di cui la maggior parte si vergognava del proprio corpo, forse solo Erica sarebbe stata disposta a togliersi i vestiti.

Ricordò com'era con la sua famiglia, quando il sabato sera si spogliavano di qualsiasi tessuto e rimanevano tutti sdraiati uno vicino all'altro, chi poteva nella versione lupo integrale facendo giocare i bambini con il proprio pelo. Chiunque gli avesse visti lo avrebbe considerato immorale, ma era una cosa che solo i licantropi per nascita potevano comprendere e quella sera, quando aveva fatto contatto con la pelle di Stiles si era sentito a casa e amato.

L'adolescente gli aveva dato talmente fiducia da lasciarsi avvicinare da un altro ragazzo senza vestiti, senza mai scappare al suo tocco, al contrario. Ricordò con piacere come Stiles si era subito aderito con la schiena contro il suo petto.

« Non credi he forse tu gli piaccia? » domandò Scott prima di prendere un lungo sorso del suo succo di futta in cartone, lo sguardo che vagava sulla zona circostante sperando di non vedere Derek pronto a staccargli la testa per star dicendo quelle cose a Stiles. Aveva espressamente detto a tutti i suoi Beta di non dire nulla allo Stilinski, considerandolo ancora troppo instabile per comprendere la situazione, ma Scott lo conosceva talmente bene da poter dire che il suo migliore amico sarebbe stato mille volte meglio sapendo la verità.

Infondo aveva solamente dovuto ascoltare per due anni della sua vita – prima dell'arrivo di Theo – di quanto Derek avesse una barba decisamente sexy e occhi stupendi. Se lui era stato pesante con Allison decisamente nemmeno Stiles scherzava con Derek. Ecco, l'unica cosa era che Scott non aveva accenato minimamente all'Alpha di tutto quello, aveva giurato solennemente a Stiles di non dire nulla e così avrebbe fatto, a costo di farsi staccare le unghie dall'Hale.

Il Branco si ritrovava tra le mani due persone che si amavano, ma senza la possibilità e la volontà di ammetterlo. Due idioti, insomma.

« Perché dovrebbe volere me se può avere chiunque? » chiese scoraggiato Stiles senza però perdersi veramente nelle parole di Scott. Lui lo conosceva Derek, ormai vivevano insieme da tre mesi e l'uomo non gli aveva mai dato l'impressione che provasse poi chissà quale sentimento per lui. Pietà più che altro.

Scott scosse leggermente la testa, sembrava di parlare con se stesso, credeva di essere lui quello delle mille paranoie, non Stiles! Spostò il vassoio con il suo pranzo avendo ormai perso l'appetito e si girò in modo da guardare in faccia il suo migliore amico. Doveva fargli entrare in quella bella testolina che non doveva sminuirsi così, era anche a causa di quello se era finito con il fidanzarsi con Theo e rovinarsi la vita.

« Lo dirò solo una volta, Stiles, quindi ascoltami bene: tu non sei chiunque, sei il mio migliore amico e per questo posso assicurarti che dovrebbe esserci una fila lunga quanto la Muraglia Cinese di ragazzi che vorrebbero conoscerti perché tu sei estremamente unico, solo un idiota non desidererebbe volerti, un idiota e tutti gli etero del mondo, me compreso. Però io ho la fortuna di averti come amico e Derek non è un idiota, si è accorto ormai da tempo di quanto vali. » Stiles rimase sorprendentemente senza parole, non gli era mai capitato di vedere Scott così serio fuori dalle situazioni sovrannaturali, solitamente aveva quell'espressione un po' persa e sognante, come se il mondo fosse tutti cioccolatini e cupcake, provando a portare l'ottimismo nel mondo come sua missione personale, manco fosse stato il presidente Obama in persona a dirglielo.

Sbattè più volte le palpebre chiedendosi se si fosse appena immaginato tutto, ma Scott era ancora lì che lo guardava seriamente e non poté sfuggire alla realtà. Inclinò leggermente il capo verso il basso e Scott si chiese cosa avesse detto di male, pensava che per una volta avesse detto la cosa giusta, ma così non sembrava perciò provò a rimediare. Si schiarì leggermente la gola tornando ad assumere un'espressione sorridente, gli batté una mano sulla spalla in modo leggero « Amico, vogliamo solo vederti felice. » disse suonando dispiaciuto.

« Io sono felice, state tutti bene e presto lo sarò anch'io. » rispose l'umano regalando al McCall un luminoso sorriso. Forse il suo migliore amico non aveva tutti i torti, forse Derek poteva veramente provare qualcosa per lui.


« Lydia, per l'amor del cielo, hai una casa, vai lì. » sbottò Derek mentre Stiles si apprestava ad aprire la porta di casa Stilinski, la biondo fragola giusto un passo dietro di loro con un sorriso smagliante. Un giorno sì e uno no, la Martin si introfulava in casa Stilinski per controllare la situazione, preoccupata che l'Alpha potesse rovinare tutto il percorso di recupero dell'amico.

« Oh, avanti, le cose sconce le farete quando me ne andrò. Ora voglio solo studiare con il mio amico, professor Hale. » scherzò Lydia sorprassandolo, la sua lingua più tagliente del solito. Forse l'Alpha aveva fatto un errore a raccontare a Cora cosa fosse successo la sera precedente nella vasca da bagno, la sorella era sicuramente corsa a raccontarlo a tutti i membri del Branco e lui ormai non poteva rimangiarsi nulla. Nonostante tutto continuò a sorridere, il suo lupo per poco non diventata un gatto che faceva le fusa ad ogni singolo tocco di Stiles. Avrebbe provato – molto più in là – a domandargli se gli piacerebbe fare dei puppy pile (così come amava definirli Peter) insieme, magari trascinando anche Scott e Lydia e lentamente tutto il Branco. Era veramente importante il rapporto pelle a pelle, aveva evitato nel corso dei quattro anni perché – hey! – erano minorenni e allo sceriffo non sarebbe piaciuto per niente sapere che un uomo come lui, insieme allo zio che era tre anni più grande, trascinassero degli innocenti adolescenti a spogliarsi per poi dormire tutti insieme. No grazie, ma lui in carcere non voleva tornarci.

Stiles alzò lievemente le spalle, come a dire che non aveva alcun controllo sulla ragazza, ma era comunque arrossito sul riferimento alle cose sconce perché sinceramente un altro bagno insieme a Derek se lo sarebbe rifatto con grande piacere.

« Puoi preparare tu la cena oggi, per favore? » domandò l'umano guardando l'Alpha, gli occhi grandi da cerbiatto a cui non riusciva a dire di no. L'uomo acconsentì informandolo che avrebbe preparato della carne – sottolineando che anche lo sceriffo l'avrebbe mangiata, perché lui aveva bisogno di punti e quell'uomo andava conquistato con dei pasti decenti – in quanto da quando viveva con Stiles aveva visto verdure in tutte le combinazioni e abbinazioni, raramente accompagnate da qualcosa di sostanzioso se non nelle serate ai fast food.

Chiusi nella camera del ragazzo, Lydia non gli diede nemmeno il tempo di sedersi che gli saltò letteralmente addosso venendo afferrata per puro caso dal ragazzo, le mani strette sui fianchi snelli dell'amica « Cosa ti salta in mente? » le domandò divertito, non aveva mai visto Lydia scomporsi così tanto, solitamente era più fredda e teneva la maggior parte delle emozioni dentro, nascondendole all'occhio umano.

« Tu, Derek, vasca da bagno. » rispose la biondo fragola « Non chiedermi come lo so, ma raccontami tutto. » ordinò con fare imperativo e il ragazzo sentì le punte delle orecchie andargli in fiamme, aveva paura che Derek dal piano inferiore potesse sentire loro e l'ultima cosa che voleva era che pensasse fosse un pettegolo.

Comunque sentiva sollievo nel sapere che Lydia era disposto ad ascoltarlo, sentiva di doversi confidare con la ragazza, forse sarebbe riuscita a dargli un consiglio diverso da quello di Scott perché faceva ancora fatica a credere che l'uomo dei suoi sogni fosse interessato a lui.

Al piano di sotto Derek sbattè la testa contro il muro e non volendo ascoltare nemmeno una parola accese la radio ad un volume decente per coprire le parole dei due adolescenti. No, non voleva assolutamente invadere la privacy del giovane e sapere cosa ne pensasse del loro bagno.

« Che tu sia maledetta, Cora! » righiò affondando il coltello nella carne.





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About Satan and Hell:

Surprise guys!

Eccomi qui con un piccolo capitolo giusto per non farvi aspettare lunedì e anche perché così chiudiamo il discorso “bagno insieme” per passare a cose più serie. Siete d'accordo avec moi?

Insomma, vogliamo la Sterek, quella vera, quindi il prossimo capitolo avremo della vera e propria Sterek che quasi mi congratulo con me stessa per esserci arrivata.

Aw, abbiamo confessioni tra amici e Derek che lo racconta a Cora (ma non è un tenerone?) per poi non scordarci di quella piccola parentesi sul comportamento dei licantropi in un Branco. Non so il perché ma mi sono sempre piaciute le fanfiction dove tutti si spogliano e dormono insieme per rafforzare il loro legame, i vestiti sono come una barriera.

Ora, non sono per il nudismo, nemmeno un po', ma credo che in una comunità di licantropi ci stia bene. Quindi la domanda è : fare o non fare un puppy pile? Diciamocelo, tutte vogliamo i nostri due protagonisti nudi senza altri intorno, è più intimo e romantico, ma comunque voglio metterci un po' del Branco anche se è strano a pensarlo. Uhg, forse meglio evitare.

Okay, basta con le note scritte a cavolo e vi lascio. Buon weekend ragazzuoli.

Alla prossima,

Sel

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Capitolo 12
*** Capitolo undici ***


Capitolo undici


Love is like a shot gun



Derek poteva dire di averne passate veramente tante, la sua natura sovrannaturale aveva la funzione di calamita per i disastri e guai, ma sedere davanti lo sceriffo Stilinski e aspettare una risposta era peggio che affrontare di nuovo il Kanima.

L'uomo stava pulendo il fucile – come in un stupido film – e lo guardava da sotto le ciglia « Quindi » iniziò lentamente con il panno che passava sulla bindella ventilata « mi stai chiedendo il permesso di corteggiare Stiles? ».

« Sì, signore. » rispose l'Alpha notando il tono abbastanza neutro che Noah aveva usato. Ingoiò a vuoto adocchiando i proiettili allo stozzalupo posati sul tavolo come avvertimento, forse non sarebbe più uscito da quella cucina. Il suo lupo l'aveva già scelta da tempo anche se la parte umana aveva opposto resistenza fino all'ultimo reputando sbagliato avere per compagno un ragazzino. La prima volta che lo aveva visto era stata la notte dell'incendio, alla centrale di polizia, seduto a disegnare aspettando che il padre finisse di lavorare. Ricordava i corti capelli, tagliati da poco in quanto la madre era morta solo poche settimane prima, i piedi che non arrivavano a toccare terra muovendosi avanti e indietro fendendo l'aria. La rabbia nei confronti di Kate era per un attimo sparita lasciando totale sorpresa e pace nell'osservare il bambino dal viso triste e aveva capito, ma non accettava di aver trovato il suo compagno proprio quando il suo branco era stato sterminato dalla sua “fidanzata”. Quando era tornato a Beacon Hills e lo aveva visto, i capelli ancora più corti di come se li ricordava, ma l'espressione meno triste, lo aveva riconosciuto subito. Lo aveva trattato male, la sua parte umana gli ripeteva che era un ragazzino, che a lui non interessava e che se lo sopportava lo faceva solo per il neo Beta.

« Di certo apprezzo il gesto, Derek » sospirò l'uomo mettendo via il fucile « Ma non penso che Stiles sia pronto a questo. Sinceramente, figliolo, sono passati solamente tre mesi da tutto quel casino, non saprei dirti se Stiles è disposto ad uscire con qualcuno. » aggiunse realmente dispiaciuto perché nonostante l'avesse arrestato, a lui l'Hale stava simpatico, era stato molto vicino a suo figlio quando ne aveva vuto più bisogno e lo apprezzava. Aveva dimostrato di non essere una persona spregevole o che volesse semplicemente approfittarsi della situazione.

Il licantropo guardò a terra annuendo, una risposta del genere se l'aspettava, quindi non si stupiva. Lo Stilinski sospirò vedendo l'Alpha piegare in quel modo la testa « Comunque » iniziò l'uomo sorridendo leggermente « dovresti parlarne con Stiles. Per quel che penso io non è pronto, ma se lui... » lasciò la frase in sospeso compiaciuto nel vedere Derek tornare a guardarlo con gli occhi lucidi di felicità.

Deciso a non sprecar ancora tempo l'Hale si alzò ringraziando lo sceriffo e promettendogli che non gli avrebbe mai fatto del male.

« Sarà meglio per te. » rispose lo Stilinski prendendo in mano i fantomatici proiettili e sì, Derek pensò di essere finito in un film « E vedi di ricordarti che è mio figlio, non mi fermerà nemmeno il tuo potere di auto–guarigione dal farti veramente del male. ».

Uscì dalla casa con un piccolo sorriso ad arricciargli le labbra, montò nella sua Camaro pronto per organizzare il miglior appuntamento di sempre.


Derek era stato molto chiaro con ogni singolo membro del Branco: nessuno doveva dire a Stiles il luogo del loro appuntamento.

Aveva organizzato tutto nei minimi dettagli e non avrebbe permesso a Cora o Erica di rovinargli la sorpresa, aveva dovuto usare il tono da Alpha per assicurarsi che realmente nessuno avrebbe aperto bocca, perfino su suo zio che sembrava volergli rovinare il programma. Non una novità, tra l'altro.

« Anche se dovesse cadere un meteorite su Beacon Hills non mi interesserebbe sul momento, per qualsiasi problema io non sarò disponibile. » disse l'Alpha chiudendo il borsone che aveva preparato per la giornata. Erano appena le quattro del mattino e si trovava al loft, giusto per dire ad Isaac e Boyd di non rovinare loro la giornata, voleva regalare a Stiles una giornata lontano da quella piccola cittadina, un luogo che non aveva mai visto in vita sua.

Isaac alzò gli occhi al cielo, già abbastanza scocciato per essere stato alzato prima dell'alba di sabato, tantomeno per una cosa così che poteva essere detta la sera prima o scritto su un bigliettino da lasciare sul tavolo. Poi era Scott il suo secondo, il Beta in comando quando l'Alpha era via, quindi il biondo non poteva fare a meno di domandarsi perché non stesse parlando con il McCall a quell'ora insana.

Boyd invece era più tranquillo, quella notte era rimasto con Erica nella loro stanza per passare un po' di tempo da soli senza i genitori opprimenti di lei che controllavano la stanza ogni ora, quindi non gli dava particolarmente fastidio essere stato svegliato dal suo Alpha che aveva ceduto loro la sua stanza per quel weekend. Era il minimo che poteva fare, oltre aver sopportato Stiles che cercava di cavare informazioni da lui e Erica.

« Abbiamo capito, nemmeno se dovesse salire Satana dall'Inferno siamo autorizzati a chiamarti. » sbadigliò Isaac allungando le braccia verso l'alto, desideroso di tornare nel suo letto e continuare a dormire con Cora tra le braccia, sapendo che quel pomeriggio Derek non gli avrebbe rotto tutte le ossa durante l'allenamento settimanale.

L'Hale salutò i due ragazzi uscendo dal loft, per direzione casa Stilinski dove sicuramente Stiles stava preparando la colazione allo sceriffo per il suo ritorno dal turno di notte. Aveva sempre aprezzato il modo con cui il giovane si prendeva cura di suo padre, il suo lupo lo vedeva come un perfetto Compagno capace di prendersi cura di eventuali bambini e gli altri membri del Branco.

In poche parole Stiles era perfetto e tutti lo sapevano. Nessuno si sarebbe mai permesso di sminuire il ruolo dell'umano nel Branco, non si era mai tirato via da un combattimento, anche non avendo artigli e zanne a proteggerlo. Stiles aveva la sua umanità e una mazza da baseball.



Trovarsi davanti Derek con un mazzo di fiori e l'espressione più divertente/imbarazzata in volto – prima dell'alba, per precisare – fece ridere di cuore Stiles che deciso a non dimenticare mai questa scena repentino scattò una foto con il cellulare urlando « Questa la stampo e l'attacco in camera! ».

L'Alpha prese un profondo respiro notando lo sceriffo che lo fissava torvo dalla porta della cucina consumando la sua colazione e certamente non aiutava. Chiuse gli occhi cercando di ricordarsi la frase ad effetto che aveva provato a casa sentendo Cora ridere come poche volte nella vita.

« Stiles » lo chiamò per ricatturare la sua attenzione « vorresti passare questa giornata con me? » chiese puntando per il classico, ma lo sguardo di Stiles si accigliò « Stiamo insieme praticamente ogni giorno. » borbottò portandosi una mano dietro la testa, toccandosi distrattamente i corti ciuffi di capelli.

Derek dovette veramente trattenersi dal ringhiare perché il ragazzo riusciva a rendere tutto tremendamente difficile. Era vero, ormai ogni giorno lo passavano insieme ma non per questo qualcuno gli vietava di portarlo fuori a passare una mattina di relax lontani da Beacon Hills.

« Vorrei portarti fuori. » specificò facendo un cenno con la testa verso la Camaro parcheggiata davanti la cassetta della posta « Per... per un appuntamento. » aggiunse facendo colorare le guance di Stiles in un delizioso rosso. Poteva sentire il suo cuore battere veloce e il respiro mozzarsi dall'emozione, gli occhi spalancati e la bocca leggermente aperta. Era semplicemente bellissimo.

« Io... » Stiles voleva tanto dire di sì e buttarsi tra le sue braccia, ma c'era un problema: suo padre. Si girò a guardarlo, il labbro inferiore intrappolato tra i denti, sapeva che non gli avrebbe permesso di uscire in quanto da quando aveva scoperto la verità gli aveva chiaramente detto che preferiva che non uscisse più da solo o anche solo con un ragazzo, era diventato ancora più protettivo di quanto non lo fosse prima.

Gli fece segno di aspettare e andò verso lo sceriffo torturandosi le dita delle mani, non sapeva come convincerlo, ma la soluzione si presentò da sola « A casa per le sette, Stiles, o dovrò arrestarlo. » gli disse prima di posargli un bacio sulla fronte e augurargli buon divertimento. Stiles ne rimase piacevolmente colpito e non riuscendo a frenare la lingua gli chiese perché lo stesse lasciando andare con un licantropo Alpha.

« Mi ha chiesto il permesso per corteggiarti, Stiles, ti rendi conto? Nessuno della tua generazione lo farebbe, è così gentiluomo... » rispose lo sceriffo sorridendo malefico vedendo Derek sulla porta che sbiancava per poi passare ad un rosso violento e, diamine, aveva appena visto l'Alpha arrossire come una scolaretta.

Dopo essersi vestito, infilato le scarpe e aver riposto i fiori in un vaso con la giusta quantità d'acqua seguì l'uomo fino alla macchina. Una volta dentro si premurò di allacciare la cintura notando il padre spiarli dalla finestra e sorrise leggermente. Il suo primo appuntamento con Derek Hale, stava forse sognando? A riportarlo alla realtà ci pensò la mano del licantropo che si posò leggera sulla sua « Tutto bene? » gli chiese premuroso sentendo il suo odore di fragole e zucchero macchiarsi di ansia mischiata a felicità.

Stiles annuì e sorrise veramente « Stavo solo pensando che questo è il nosto primo appuntamento, quindi... sì, be', io non so tu che fai di solito ai primi appuntamenti. Voglio dire, non sono certo come le persone che hai frequentato prima... » si bloccò vedendo Derek fissarlo con un sopracciglio inarcato, un chiaro invito a tacere.

Derek mise in moto l'auto e partì verso la loro destinazione.


Stiles corse dritto davanti a sé allargando le braccia, non gli importava se faceva freddo e che stava ridendo troppo forte sicuramente svegliando chi di sabato mattina voleva ancora dormire. Sentire la sabbia tra le dita fu stupendo e la grande distesa d'acqua che aveva davanti illuminata dai raggi del Sole nascente era semplicemente fantastica. Avevano appena fatto settantuno chilometri per arrivare da Beacon Hills fino a Seal Beach e lui fino all'ultimo non aveva saputo dov'erano diretti.

« Derek è stupendo! » urlò immergendosi fino alle caviglie – i pantaloni arrotolati fino alle ginocchia – nell'acqua congelata dell'Oceano Pacifico. L'uomo lo guardò da lontano vedendolo divertirsi per davvero dopo tanto tempo, era semplicemente lì con i piedi immersi e le mani che schizzavano l'acqua in aria. Rideva forte e Derek si sentì orgoglioso mentre tornava alla macchina per prendere il telo e le coperte che aveva nel portabagagli. Lo sceriffo gli aveva dato del pazzo nel voler andare al mare in pieno inverno, ma il giovane non si era fatto scoraggiare affermando che più volte Stiles aveva detto di non aver mai visto l'Oceano e che desiderava molto farlo (omettendo la parte in cui si lamentava che molto probabilmente un licantropo – o qualsiasi altro essere sovrannaturale – lo avrebbe ucciso prima di poterlo fare) e che in un periodo così brutto ne aveva bisogno.

Rimase seduto a guardarlo giocare come un bambino, gli occhi color miele illuminati dall'alba e dalla lucentezza dell'acqua erano ancora più belli del solito. Sorrise decidendo di immortalare il momento scattando delle foto per poi mandarle allo sceriffo, gli aveva promesso di catturare con una foto ogni qualvolta Stiles si stesse divertendo veramente.

« Derek vieni con me! » urlò Stiles girandosi a guardarlo, il viso leggermente bagnato ma un bellissimo sorriso a dipingergli il viso. Il ragazzo non si sentiva così da tanto tempo, da quando aveva scoperto dei licantropi non faceva qualcosa di nuovo di non estremamente pericoloso. Rise guardando Derek togliersi leggermente controvoglia le scarpe a tirarsi su i pantaloni per raggiungerlo, se glielo avesse chiesto un anno prima si sarebbe avvicinato solo per affogarlo, mentre ora non l'avrebbe fatto perché quello era un appuntamento!

Appena fu abbastanza vicino gli schizzò un po' d'acqua ricevendo uno sguardo scocciato e prima che potesse accorgersene era tra le sue braccia mentre lo minacciava di buttarlo in acqua con tutti i vestiti addosso « No, poi con questo freddo rischio di congelarmi o come minimo prendo la broncopolmonite! » disse allacciandogli le braccia al collo per non cadere, il naso schiacciato contro il suo collo. Era così normale essere tra le sue braccia, come se quel posto gli appartenesse.

« Grazie. » gli sussurrò direttamente nel padiglione auricolare mentre Derek stringeva la presa su di lui.


Seduti sulla spiaggia osservarono con piacere il Sole nascere da oltre l'orizzonte, le sfumature di giallo che coloravano la superficie dell'acqua rendendola ancora più bella.

Derek aveva portato della frutta per poter fare colazione, attento a prendere solamente quella che piaceva a Stiles e matura. In realtà aveva preparato anche il pranzo da consumare magari nuovamente sulla spiaggia, ma il ragazzo aveva dei cerchi neri intorno agli occhi che facevano intuire quanto fosse stanco. Sfortunatamente ancora non riusciva a dormire quando era solo, la paura di sentire qualche rumore sinistro e non essere completamente sveglio per potersi difendere. Derek quasi si sentì in colpa per averlo lasciato nella grande casa buia solo a se stesso, ma aveva preparato tutto al loft ed era stato obbligato a lasciarlo.

Doveva comunque essere fiero del fatto che Stiles non avesse chiamato nessuno, affrontando la notte con le sue stesse forze e l'Alpha sapeva che poteva farcela, anche se quella stessa notte sarebbe rimasto a dormire in casa Stilinski. Sorrise pensando a quello che poteva nascere da quel appuntamento, mancavano pochi mesi al diploma e lui non sarebbe più stato un professore del signor Stilinski andando in contro ad un sacco di problemi, ma sarebbe diventato unicamente il fidanzato di Stiles.

Erano Compagni, riusciva a sentire il loro legame che si era fatto sempre più forte dopo quell'unico bacio, ma non sapeva ancora se Stiles se ne fosse reso conto. Non voleva intrappolarlo contro la sua volontà in una relazione che a parer suo non avrebbe portato poi a così tante cose buone. Essere il Compagno di un Alpha era sempre stato ritenuto pericoloso per un umano, molti Branchi per cercare di conquistare territorio prendevano in ostaggio il Compagno per far cedere l'Alpha a cedere spazi senza dover incorrere in uno scontro corpo a corpo.

Insomma, erano le prede perfette, ma fortunatamente Derek sapeva che Stiles poteva difendersi da solo, con il suo cervello sarebbe riuscito a imrogliare interi Branchi senza nemmeno farsi un graffio.

Consumarono il loro pasto più che altro in silenzio, perfino Stiles aveva compreso la futilità delle parole in momenti come questi. Erano lì, seduti vicini, le mani intrecciate come unico contatto. Ed era bello guardare quello spettacolo, ma Derek trovò ancora più interessante e da togliere il fiato la luce negli occhi di Stiles. Sembrava essere rinato, come quando lo aveva appena conosciuto e il loro unico problema era scoprire chi avesse morso Scott e scoprire chi avesse assassinato Laura.

Era una luce che si era spenta con i passare degli anni, con il Kanima, Gerard e infine Theo. Stiles aveva ricominciato a vedere le cose sotto un'altra prospettiva, i colori erano tornati a far parte della sua vita, prima vedeva per lo più grigio. Derek aveva scavato in tutto quel grigio fino a riportare alla superficie tutti gli altri colori che Stiles aveva sempre amato.

Davanti a sé vedeva l'azzurro del mare, il giallo del Sole, la sabbia e se guardava verso il suo petto poteva immaginarsi il rosso del suo cuore pulsante. Quel cuore che batteva solamente grazie a Derek che l'aveva salvato, da Theo e da se stesso.

« Dovremmo portare anche gli altri, una volta. » ruppe il silenzio Stiles pensando al Branco che avevano lasciato a casa, sicuramente anche loro avrebbero apprezzato la vista. Nemmeno Scott aveva mai visto l'Oceano, era stato il loro piccolo sogno e quasi gli dispiaceva non averlo realizzato insieme a lui, ma evidentemente al suo migliore amico andava bene considerando che Derek aveva avvisato tutti della loro destinazione.

L'Alpha annuì, non gli dispiaceva l'idea di passare tutti del tempo insieme lì, magari per le vacanze estive dopo il diploma. Si sarebbero divertiti senza alcun dubbio, ormai conosceva i suoi Beta tanto da poter dire con certezza che perfino Jackson avrebbe messo da parte il suo atteggiamento da figlio di papà per poter passare dei bei momenti senza far venire la voglia a nessuno di ucciderlo.

Poteva diventare il loro posto, ma soprattutto quello di Stiles e Derek.


Durante il viaggio di ritorno Stiles non aveva chiuso la bocca nemmeno per un secondo, alternando chiacchiere senza senso a assoli degni di una star internazionale. Derek non aveva nemmeno più la forza per dirgli di stare zitto, come ai vecchi tempi.

Erano a pochi chilometri da Beacon Hills quando l'Hale decidette di fermarsi per il pranzo in un posto in cui era solito andare con la sua famiglia. Era un piccolo spazio verde con dei tavoli da pic–nic vicino ad una stazione di servizio.

Tirò fuori i panini che aveva preparato e le bottiglie con diverse bevande. Fortunatamente l'aria si era fatta più calda e il Sole illuminava il posto permettendo ai due ragazzi anche di aprire le giacche godendosi il dolce tepore della giornata. Si sedettero uno vicino all'altro posizionandosi in modo da potersi guardare.

Stiles stava sorridendo osservando silenziosamente Derek tirare fuori tutta la roba che aveva preparato per loro. Era come tornare indietro nel tempo a quando la madre trascinava lui e lo sceriffo nel giardino sul retro per poter consumare la merenda sdraiati sul prato.

« Che Alpha premuroso che abbiamo qui. » scherzò l'adolescente afferando il panino che Derek gli stava passando. Il licantropo inarcò un sopracciglio divertito, ma decise di rispondere alla provocazione « Solo per te. » disse facendo arrosire deliziosamente Stiles.

Il ragazzo si guardò brevemente le mani, poi passò alle labbra dell'uomo. Non ricordava nemmeno più com'era la sensazione di avere la bocca di Derek sulla sua, poteva solo pensare che gli era piaciuto, che era stato come se tutto si fosse messo al posto giusto.

Si avvicinò lentamente, senza farsi notare, timoroso che potesse scappare una volta compreso il suo intento. Sfiorò le ginocchia dell'uomo con le sue, attirando l'attenzione e poi scattò in avanti infrangendo le proprie labbra su quelle di Derek.

L'Alpha alzò e mani preso di sorpresa, gli occhi spalancati alla nuova sensazione. Forse aveva messo dello strozzalupo nel suo panino, perché gli risultava difficile credere che Stiles lo stesse baciando veramente.

Eppure erano le sue mani che erano andate a circondargli il collo, le suo ginocchia che toccavano le proprie e le sue labbra che stavano premendo creando scintille. Si risprese dallo shock spostando delicatamente le mani sui fianchi del giovane, allargando ancora di più le gambe per poterselo trascinare vicino e passò lentamente la lingua sulle labbra di Stiles per chiedergli il permesso di entrate.

Lo Stilinski era in estasi, non aveva le farfalle nello stomaco, ma tutto lo zoo! Si lasciò guidare fino ad aderire con il petto contro quello di Derek, le labbra dischiuse permettendo all'uomo di far introfulare la lingua per farla incontrare con la propria. Era un turbine di emozioni talmente piacevoli che non aveva mai trovato nemmeno quando aveva baciato per la prima volta Theo, quando ancora lo credeva un bravo ragazzo.

Intrappolò alcuni ciuffi di capelli corvini tra le dita, tirando leggermente e in qualche modo si fece ancora più vicino, come se volesse entrare a far parte del corpo di Derek. L'uomo dal canto suo non riusciva più a capire niente, sentiva solamente la sua lingua entrare in contatto con quella del suo Compagno in una lotta per la supremazia. Le mani si spostarono lente dai fianchi fino ad essere a palmi aperti sulle scapole, coprendogli maggior parte della schiena.

Quando si staccarono Stiles era più rosso di un peperone « Solitamente non bacio al mio primo appuntamento. » borbottò imbarazzato per come si era lasciato andare, non voleva sembrare un ragazzo facile a cui bastava un appuntamento per cadere completamente sulle ginocchia. Con Theo ci erano voluti tredici appuntamenti prima che accadesse qualcosa, invece con Derek gli era sembrato tutto più facile e giusto.

Erano Compagni, aveva sentito nuovamente il Legame formarsi ed avvolgerli in attesa che il licantropo mordesse un preciso punto per confermare la creazione di tale filo che avrebbe legato loro per sempre. Non c'erano dubbi, erano destinati ad amarsi fin dal principio, ma come aveva detto Scott entrambi si erano comportati da stupidi decidendo di prendere strade diverse e alla fine chi aveva sofferto di più era stato lui.

« Felice di essere la tua eccezione, allora. » rispose Derek senza spostarsi, il suo lupo che per poco non faceva le fusa. I canini allungati all'interno della bocca stavano duolento mostruosamente, desiderosi di affondare nella carne del giovane per marchiarlo come suo Compagno e si chiese se anche Stiles sentisse il suo stesso bisogno.

Con il fiato ancora corto restarono diversi secondi a guardarsi negli occhi, poi erano di nuovo labbra contro labbra.


« Oh mio Dio! » esclamò Scott appena aprì la porta di casa sua per far entrare l'amico « Puzzi letteralmente di Derek! » aggiunse chiudendosi il naso con due dita cercando di non pensare a diversi scenari in cui i due ragazzi potessero aver inciso l'odore uno dell'altro sui loro corpi. Nemmeno dopo l'episodio del famoso bagno il suo migliore amico aveva avuto un odore così forte.

Stiles dal canto suo sorrideva infischiandosene del disagio del Beta, troppo eccitato per quello che era accaduto nemmeno due ore prima. La restante parte del viaggio l'avevano trascorsa in silenzio tenendosi la mano sopra il cambio della Camaro, scambiandosi di tanto in tanto degli sguarsi con il finire per sorridere.

Si buttò sul letto di Scott stringendo il cuscino contro il petto, lo sguardo sognante che fece desiderare al licantropo di chiamare Lydia e darsela a gamba, ma come Stiles aveva dovuto subire le sue chiacchiere su Allison ora toccava a lui sorbirsi la dose di complimenti su Derek.

« Ci siamo baciati! » rivelò, la voce un'ottava più alta « Oddio, non posso crederci di averlo fatto. Io, io ho preso l'iniziativa e lui non mi ha rispinto! » spiegò muovendo le braccia in aria rinschiando di far cadere la lampada da comodino che lui stesso aveva regalato a Scott un sacco di anni prima.

Il McCall spalancò la bocca incredulo, non credeva che Stiles potesse esserne veramente in grado. Da come aveva affrontato in un primo momento tutta quella situazione aveva pensato che come minimo ci avrebbe messo metà anno prima di lasciarsi andare con un ragazzo. Ma lì stavano parlando di Derek Hale, non un ragazzo qualunque incontrato per puro caso tra i corridoi della Beacon Hills High School.

Balzò sul letto prendendo un cuscino a sua volta da stringere sul petto e con lo sguardo lo invitò a continuare. Sembravano due teenagers che si scambiavano confessioni mentre si sistemavano lo smalto alle unghie, mancava solo Katy Perry di sottofondo e avevano completato il quadro.

« E lui ha risposto e poi... oh Dio, poi ha messo la lingua. Eravamo praticamente appiccicati, non sentivo nemmeno più dove finiva il mio corpo e iniziava il suo, quando mi ha accompagnato a casa non ha avuto nemmeno il cuore di guardare negli occhi mio padre. Chissà cosa starà pensando adesso, spero tanto che non si stia pentendo. » raccontò ricordandosi di come l'Alpha era fuggito dopo aver salutato molto velocemente il padre promettendo di tornare per cena, ormai Derek aveva fatto residenza a casa Stilinski e Stiles aveva come il presentimento che quella notte avrebbero condiviso il letto.

« L'ho sentito, Scotty, siamo Compagni. Come tu ed Allison! » urlò buttandosi sull'amico preso forse troppo dall'euforia e Scott non poteva che esserne più felice. Era come riavere indietro il suo caro vecchio Stiles e non si sarebbe sorpreso se il ragazzo avrebbe cominciato a parlare di circoncisione e altre cose che a lui con tutta onestà non interessavano.

« Fantastico! » rispose sorridendo « Ma non credi di star correndo troppo? » domandò insicuro sull'evolversi della faccenda. Non voleva che Derek spezzase il cuore a suo fratello, poi sarebbe stato costretto a rompergli le ossa. Non dubitava certamente che i due fossero Compagni, avevano quella connessione emotiva che caraterizzava i perfect matchs ma a parer suo Stiles era ancora troppo emotivamente instabile per poter iniziare una relazione con Derek.

Conosceva l'uomo, i suoi trascorsi, e non voleva che per togliersi una voglia obligasse Stiles ad andare a letto con lui giocandosi la carta “Compagni”. Era scorretto, non lo avrebbe permesso.

« Ci giriamo intorno da quasi cinque anni, secondo me siamo stati anche fin troppo lenti! » rispose il castano buttandosi con la schiena contro il materasso, lo sguardo sognante che vagava sul soffitto.

« Se ti fa qualcosa dimmelo e io lo mando all'altro mondo. » sospirò Scott ben sapendo che ormai lo Stilinski era più bello che partito per Lovelandia.


Peter sputò una grande quantità di sangue mentre si rialzava. Con la manica della camicia si pulì le labbra sporche e guardò con astio suo nipote che veniva trattenuto da Isaac e Boyd mentre Erica e Cora erano nel mezzo come per dividerli.

« Non ti azzardare mai più a dire una cosa del genere, zio Peter. » lo riprese la nipote altrettanto furiosa con il fratello della madre. Alcune volte si chiedeva come fosse possibile che quei due fossero usciti dallo stesso utero, erano completamente diversi.

« Cosa? Che tuo fratello vuole solo entrare nelle mutande di Stiles per fare la stessa cosa che quel Raeken gli ha fatto? » domandò sorridendo strafottente, non riusciva a sopportare l'idea che Derek avesse tutto quello che desiderava lui. Era Derek l'Alpha. Era Derek il preferito di tutti. Era Derek che passava tutti i giorni con il Branco. Era Derek la persona che Stiles amava.

Gli aveva tolto tutto, così come sua sorella. Doveva essere lui a sposare Julia Hale e diventare l'Alpha del Branco più potente della California, ma sua sorella si era messa in mezzo e aveva dovuto sposare il fratello di Julia, Kyle e dare alla luce quei tre marmocchi che non avevano fatto altro che creare più divario tra lui e lo status da Alpha.

Voleva il potere quasi quanto voleva avere Stiles. Desiderava sentirlo sotto il suo corpo gemere di piacere, urlare il suo nome preso dalla passione, avere i segni delle sue unghie sulla schiena dopo aver fatto l'amore. Stiles Stilinski era semplicemente perfetto. Capace, intelligente, forte, leale, premuroso, sarebbe riuscito ad annientare tutti i branchi d'America senza nemmeno farsi sospettare.

Insieme potevano fare molto, ma suo nipote si era messo nuovamente in mezzo, desideroso solamente di infilargli i bastoni tra le ruote e sua sorella lo aiutava. Nessuno che pensasse mai a cosa volesse lui, nemmeno i suoi genitori si erano mai preoccupati, troppo presi ad osservare la loro figlia maggiore sposarsi e diventare Alpha.

« Sono Compagni, tu non puoi farci niente. » rispose Erica illuminando gli occhi di giallo, un avvertimento a non muoversi se non voleva ritrovarsi con i suoi artigli piantati in luoghi piuttosto dolorosi.

« Ricordatevi: qualsiasi Legame può essere spezzato. » avvertì Peter prima di uscire dal loft lasciandosi alle spalle un Derek furioso.







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About Satan and Hell:

It's Monday folks!

Oddio, ci siamo, si sono baciati. Hanno limonato duro e TA DAAA niente attacco di panico per Stiles perché loro sono Compagni, non c'è niente da fare u.u

Spero di non aver deluso le vostre aspettative, ma credo che qui di Sterek ce ne sia a fiumi, concordate?

Ma eccoci qua anche con Peter Hale pieno di rancore pronto a prendersi quello che vuole! Scherzo, dai, lo lasciamo marcire di gelosia da solo o – boom! – diventa un Omega a prova a rubarci il nostro caro Stiles?

Uhm, non saprei, ho diverse idee. E pensare che volevo un Good!Peter, purtroppo uno scrive e le cose escono così. Spero amiate il mio Peter anche se è uno stronzo con la patente <3

Al prossimo lunedì cuori miei,

Sel

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Capitolo 13
*** Capitolo dodici ***


Capitolo dodici


Love is like a shot gun



La stanza era nella totale oscurità, nemmeno una piccola finestra dalla quale capire se fosse giorno o notte. I polsi erano stretti da delle corde, sentiva le mani intorpidite per la mancanza di sangue, ma non poteva farci nulla senza poter vedere come minimo dove fosse il nodo.

Aveva freddo, il pavimento umido sotto la sua pelle, non aveva alcun vestito addosso. A ricoprirlo solamente il suo stesso sangue che fuoriusciva lentamente dalle ferite più profonde. Aveva la testa poggiata contro la parete irregolare, gli occhi chiusi nel tentativo di addormentarsi, ma sentiva troppo dolore.

Desiderò avere accanto suo padre, che qualcuno venisse a salvarlo da quell'incubo in cui era finito. Voleva Derek, sentire le sue mani sulle spalle mentre gli diceva che andava tutto bene e che non doveva avere paura, ma lì non c'era nessuno. Erano solamente lui e l'oscurità che sembrava volerlo inghiottire da un momento all'altro.

Pregò, pregò affinchè chiunque venisse a salvarlo, non sapeva nemmeno se qualcuno si fosse accorto della sua assenza. Da quanto tempo era lì? Gli sembrava un'eternità, ma non poteva che essere una settimana. Piccole lacrime scesero dagli occhi andando a tracciare lunghe scie d'acqua salata lungo le guance, poi lungo il collo. Voleva morire, non ce la faceva più, odiava sentirsi impotente, non potersi alzare e scappare da quell'Inferno.

Si stringe le ginocchia al petto cercando di non pensare al fatto che dovesse andare in bagno, il suo aguzzino gli aveva fatto bere due bottiglie intere d'acqua nemmeno due ore prima. L'aria era viziata, sembrava volerlo sopraffare fino a lasciarlo svenuto, ma sapeva di dover rimanere sveglio e provare a urlare quanto più fiato aveva in corpo sperando che qualcuno lo sentisse.

Sentì i tipici rumori di serrature che venivano aperte e si strinse ancora di più cercando di scomparire. Non era pronto, non voleva vederlo, gli faceva solamente del male e lui non riusciva a ribellarsi con le mani legate.

La porta si aprì lasciando entrare un po' di luce prodotta da una vecchia lampada a olio e il sorriso del ragazzo era così sinistro da fargli rizzare tutti i peli.

« L–lasciami andare. » disse Stiles cercando di non far tremare la voce « Lasciami andare, ti prego, Theo. ».


Si alzò di scatto urlando, ma le braccia di Derek erano già lì pronte a trattenerlo e dirgli che andava tutto bene, che non c'era nessuno a fargli del male. Il suo cuore era impazzito, batteva troppo velocemente e sentiva come se nonriuscisse a respirare.

Ormai era un'abitudine svegliarsi nel bel mezzo della notte a causa degli incubi che tempestavano il suo sonno da quando era uscito dall'ospedale tre mesi prima. Guardò la piccola luce da bambini attaccata alla presa della corrente sentendosi già più al sicuro. Odiava il buio, non gli permetteva di vedere e la sensazione che Theo fosse nell'ombra pronto a prenderlo sembrava non volerlo abbandonare. Strinse la braccia intorno al collo di Derek mentre affondava il viso nel suo petto assaporando l'odore di muschio bianco e aghi di pino che lo facevano sentire a casa.

Era passata una settimana da quando i due si erano baciati e Stiles gli aveva chiesto di dormire con lui ogni notte, così che il licantropo non dovesse correre per il corridoio per raggiungerlo dopo un incubo. Gli piaceva la sensazione di addormentarsi con le braccia di Derek strette intorno al suo busto mentre il respiro leggero gli carezzava la nuca in un ritmo rilassante. Suo padre non aveva preso tanto bene l'idea, avrebbe preferito dormire lui stesso insieme a suo figlio, ma Stiles aveva guardato l'Alpha con tale bisogno che non se l'era sentita di vietargli di dormire insieme. Sapeva che Derek non avrebbe allungato le mani, anche adesso che si erano fidanzati – Dio, ancora gli faceva strano dirlo – e fortunatamente i due non si erano mai baciati in sua presenza. L'Hale gli stava simpatico, certo, ma temeva che il suo bambino non fosse ancora pronto per iniziare una nuova relazione. Se da una parte era sollevato dal fatto che potesse ancora innamorarsi, da un'altra temeva tremendamente che anche Derek l'avrebbe fatto soffrire.

« Tranquillo, ci sono io qui con te. » la voce di Derek era calma, le mani che carezzavano lentamente la schiena del più giovane come una piuma « Nessuno ti farà del male, te lo prometto. » aggiunse lasciandogli un bacio sulla guancia e Stiles si rilassò sapendo che poteva credere alle parole del suo fidanzato. Aveva un intero Branco pronto a difenderlo, Deaton gli aveva insegnato qualche tecnica di difesa da druido che non comprendesse del sorbo, poteva prendersi cura di se stesso.

« Torna ogni notte, Der, non ce la faccio più. » sussurrò l'adolescente, la voce leggermente tremante a causa delle lacrime. Voleva una notte di sonno decente senza doversi prendere dei sonniferi che non facevano altro che annullare l'effetto del suo Adderall. Voleva eliminare completamente Theo dalla sua memoria, ma Lydia non era stata d'accordo dicendo che sarebbe potuto essere pericoloso eliminare tramite l'ipnosi quasi due anni della sua vita. La biondo fragola gli aveva sorrido dicendogli che era forte e che avrebbe risolto il tutto da solo.

L'Alpha strinse leggermente la presa mentre riportava entrambi i loro corpi a sdraiarsi sul piccolo letto del giovane, coprì loro nuovamente con la coperta attento a non lasciare nemmeno un lembo di pelle di Stiles coperto « Non tornerà più, credimi. » sussurrò l'uomo e guardò distrattamente verso la porta della stanza dove uno sceriffo in pigiama li stava osservando leggermente preoccupato, ma deciso a non intervenire osservando il modo semplice con cui Derek era riuscito a calmare suo figlio.


Derek entrò nell'ufficio del preside aggrottando la fronte, aveva già sentito l'odore, ma non si aspettava veramente di trovare anche Stiles lì, seduto con uno sguardo terrorizzato mentre si chiedeva sicuramente cosa avesse combinato. Da quando era accaduto tutto quel casino Scott e Stiles ci avevano dato un taglio con gli scherzi e marinare le lezioni per andare a cercare indizi sulla nuova creatura di turno a Beacon Hills.

« Professor Hale, si sieda. » disse il preside indicandogli la sedia accanto a quella di Stiles con tono fin troppo formale. Non riusciva proprio a capire perché fosse stato chiamato d'urgenza dovendo sospendere la sua lezione nel bel mezzo di un test importante. Odiava già abbastanza il suo lavoro, ma non per questo apprezzava essere disturbato mentre lo svolgeva nel migliore dei modi.

L'adolescente lo guardò interrogativo, nemmeno lui sapeva perché era stato convocato, ma dallo sguardo del preside non sembrava nulla di buono. Poi la presenza di Bobby Finstock non aiutava di certo, l'uomo era coach, professore di economia e vicepreside della Beacon Hills High School. Erano nei guai, lo sapevano, avere entrambi davanti voleva solamente dire che qualcosa di estremamente grave era successo e Derek sperò molto che Stiles non ne avesse combinata una delle sue.

« Mi dispiace avervi chiamato così senza preavviso, ma devo darvi una brutta notizia. » il preside si posò con la schiena completamente contro lo schienale della sedia imbottita, la penna tra le mani tenuta tra i due indici « So quanto successo al signor Stilinski sia stato traumatico » cominciò facendo irrigidire il giovane preso in questione mentre il lupo di Derek voleva prendere a morsi l'uomo per aver ritirato così fuori l'argomento « e so quanto lei lo stia aiutando, essendo stati amici fin da prima della sua assunzione come docente di spagnolo, ma determinate cose non possono accadere. » disse trafficando nel cassetto della scrivania fino a tirar fuori una busta che entrambi i giovani guardarono chiedendosi cosa diavolo centrasse « Dovrò prendere provvedimenti seri per questa cosa, sono molto dispiaciuto. » avvisò mentre il coach apriva la busta rivelando ai due il contenuto.

Sulla scrivania caddero come minimo una ventina di foto, erano tutte di Derek e Stiles che si baciavano. L'adolescente sentì le guance andargli a fuoco per l'imbarazzo, ma poi un sensore di panico si fece avanti chiedendosi chi diavolo avese fotografato loro. Se fosse Theo? Forse era riuscito a evadere da Riverside e tornare alla ricerca di vendetta.

Derek rimase impassibile mentre sentiva il cuore di Stiles battere a mille, ma guardò neutralmente il preside chiedendogli silenziosamente quali fossero le conseguenze. L'uomo più anziano si prese la testa tra le mani, odiava quella parte del suo lavoro, non era possibile che in ogni scuola fosse assegnato finisse con l'avere tra le mani un professore e un alunno in una relazione. Sembrava essere la sua maledizione personale e non capiva mai chi fosse quello giusto da punire. Il ragazzo per aver sedotto l'insegnate o l'insegnate per essersi lasciato sedurre da un ragazzino?

« C'era anche questo. » disse allungando sulla scrivania un piccolo pezzo di carta bianca dove vi si poteva leggere chiaramente una minaccia nei confronti del preside se non avesse risolto al più presto la situazione. Nessuno vedeva di buon occhio una relazione del genere, sembrava sbagliata e in una comunità piccola come quella di Beacon Hills non ci sarebbe voluto molto prima che tutti iniziassero ad additarlo come un cattivo preside per non aver evitato che un ragazzino si andasse a invischiare con un adulto che aveva come ruolo unicamente quello di educatore.

Lo Stilinski sentiva il respiro farsi leggermente irregolare, chi poteva star facendo questo? Con quale scopo? Era veramente Theo che cercava ancora di rovinargli la vita, come se non avesse già fatto abbastanza? Odiava quella situazione, suo padre si sarebbe arrabbiato senza alcun dubbio perché lo sapeva che il preside lo avrebbe sospeso, solitamente era sempre l'alunno che ci rimetteva e lui non poteva assolutamente permettersi di saltare altre ore se voleva diplomarsi.

« Ecco, le condizioni sono che voi due vi lasciate sull'immediato e dovrò sospendere per un mese il signor Stilinski per permettergli di ripensare all'errore che ha fatto. Per quanto riguarda lei signor Hale avrà solamente un'ammonizione. » esordì il preside facendo sbuffare Bobby che fino a quel momento era stato in completo silenzio « Errore, quale errore? » sbottò con la tipica voce che usava agli allenamenti quando i ragazzi smettevano di correre senza finire i dieci giri di campo « Sia ringraziato il cielo che Bilinski sia riuscito ad iniziare una relazione dopo tutto quello che ha passato. » disse e Stiles non si sarebbe mai aspettato di sentire il coach intervinire in suo favore, era un'esperienza fuori dal comune « E poi lo sapeva ancora prima di assumerlo che il professor Hale e Bilinski erano in stretti rapporti. Era inevitabile che finissero insieme. » sbuffò ricordandosi benissimo il primo giorno dell'Hale in cui Stiles non aveva fatto altro che guardarlo con gli occhi a cuore.

« Robert non ti disturbare. » lo interruppe Derek alzandosi dalla sua sedia « Qui non verrà preso alcun provvedimento senza senso. Ha paura delle minacce? Bene, la soluzione è questa: io mi licenzio, Stiles continua a frequentare le lezioni senza alcuna sospensione e noi continuamo ad essere una coppia. Non rinuncerò a Stiles per una stupida minaccia. » rispose l'Alpha guardando il giovane con sicurezza. Aveva aspettato anche troppo per far finire il tutto in una settimana solo perché un idiota li aveva beccati. Non aveva bisogno di quel lavoro, lo aveva accettato solamente per stare vicino a Stiles e ora che mancavano solamente pochi mesi prima del diploma poteva sopportare di non essere il suo insegnante di spagnolo, era sicura che Scott lo avrebbe controllato per lui.

Bobby inarcò un sopracciglio, ammirava veramente molto il collega per quello che stava facendo, ma non credeva fosse giusto. Diamine, lui si sarebbe volentieri fidanzato con Greenberg se non fosse che loro al contrario si fossero conosciuti a scuola e che il giovane fosse tremendamente etero. Sentiva come se Stiles fosse suo figlio tra l'altro, proprio come McCall, quei due erano i suoi figli che non aveva mai avuto e non avrebbe permesso che il primo idiota con una macchinetta fotografica si immischiasse.

Ormai nemmeno più faceva scandalo una cosa del genere, sarebbe bastato spostare Stiles al corso di spagnolo del professor Bender e tutto sarebbe andato per il verso giusto. Il ragazzo era praticamente con già un piede fuori dalla scuola, creare tutto quel casino sarebbe stato giusto solamente per un freshman o un sophomore, ma lì stavano parlando di un senior che aveva già abbastanza problemi, sicuramente non voleva aggiungere alla lista l'essere la causa del licenziamento del suo fidanzato.

Il coach prese le foto e le rimise nella busta « Sono venute bene, tienitele. » disse a Stiles buttandogliele addosso, l'adolescente decisamente sconcertato per quello che stava accadendo « Professor Hale lei non andrà da nessuna parte, non possiamo trovarle un sostituto. Sposteremo il Bilinski e McCall nella classe di Bender e il ricattatore può andare al diavolo per quanto mi riguarda. » disse ricevendo un'occhiataccia dal preside che era sul punto di intervenire dicendo che preferiva il licanziamento dell'uomo « Prenderò io qualsiasi responsabilità se mai dovesse diventare uno scandalo. » concluse prima di uscire sbattendo la porta, lasciando i tre a guardarsi straniti.

« Perché anche McCall deve essere spostato? » domandò il preside, ma gli altri due non lo stavano ascoltando, troppo presi a guardarsi negli occhi.


« Il preside Turner è un gran testa di c– » Stiles tappò la bocca a Erica prima che potesse finire la frase guardandosi intorno, assicurandosi che nessuno avesse ascoltato la loro conversazione. C'era tutto il Branco, curioso di sapere perché il giovane fosse stato convocato e nessuno aveva preso bene la notizia. Jackson aveva preso le foto per studiarle attentamente, cercare di notare magari da qualche parte un riflesso del fotografo, ma erano state fatte tutte alla perfezione in cui l'unica cosa che si poteva vedere erano i due che si scambiavano baci.

Stiles si sentiva tremendamente in colpa per quello che stava accadendo, forse non era stata una buona idea iniziare una relazione con Derek, nemmeno quella di baciarlo in luoghi pubblici senza pensare di poter essere visti. Amava la sensazione delle labbra di Derek sulle sue, era come se l'intero mondo si annullasse lasciando solamente loro due e si sentiva al sicuro, amato ma soprattutto felice.

Come sempre era a causa sua che accadevano le cose, era sempre stato così, fin da quando aveva trascinato Scott quella notte nel bosco a cercare il cadavere di Laura. Per un attimo pensò a come sarebbe potuta essere la sua vita se non fosse mai uscito di casa quella sera, molto probabilmente non avrebbe incontrato nemmeno Theo. Eppure così non avrebbe incontrato nemmeno il suo Compagno, sarebbe finito con il mettersi con qualcun altro e vivere una vita parzialmente felice con una persona che non lo avrebbe mai amato come stava facendo Derek.

Lui era disposto a perdere tutto per lui, mentre Stiles aveva pensato solamente al suo diploma, non preoccupandosi delle conseguenze su Derek. Diamine, l'uomo si era licenziato pur di non far sospendere Stiles, non che il lavoro gli servisse veramente ma lo Stilinski sapeva quanto ormai ci tenesse agli studenti e poi soldi in più non guastavano mai considerando che stava ristrutturando la vecchia villa Hale. Quella sarebbe divenuta la loro casa, gli aveva chiesto di andare a vivere insieme una volta finito il liceo e lui non aveva saputo dire di no.



Derek prese dolcemente la mano di Stiles guidandolo a sedersi sul divano nel soggirono, forse era troppo presto per affrontare una questione del genere, ma sapeva che prima o poi sarebbe arrivato il momento e che era inutile aspettare. Doveva dirgli tutto, essere completamente onesto e accettare qualsiasi risposta avrebbe ricevuto.

« Deaton ti avrà sicuramente spiegato come funziona l'amore per noi licantropi. » esordì guardando gli occhi color miele del giovane « Quando un licantropo ama, può decidere di farlo con la parte umana o con la parte del lupo. La differenza è che la parte umana è volubile, ho amato così Paige e poi... Kate, mentre la parte del lupo è monogama, sceglie solamente un Compagno per tutta la vita e una volta dopo aver amato con esso la parte umana viene come eliminata, lasciando spazio solamente alla persona scelta dalla parte licantropesca. » spiegò ricevendo uno sguardo comprensivo da parte del giovane, con un piccolo cenno del capo lo invitò a continuare, chiedendosi dove volesse andare a parare « Scott e Allison sono Compagni, il lupo l'ha scelta e ora si ameranno per sempre. È raro che possa accadere una cosa del genere, molti licantropi muoiono senza nemmeno sapere se esistesse il loro Compagno, ma senza privarsi dell'amore umano. » continuò stringendo forse un po' più forte la mano di Stiles, un gesto per darsi sicurezza, per dirsi che Stiles era lì e non sarebbe scappato « I miei genitori non erano Compagni, ma si amavano con la loro parte umana. Non è nulla di differente, forse non dovremmo nemmeno fare una distinzione, ma ecco... Stiles io credo di aver trovato il mio Compagno. » annunciò aspettandosi una qualche reazione, ma il giovane era lì che lo guardava con un piccolo sorriso saputo. Inarcò un sopracciglio chiedendosi perché non stesse come minimo dando di matto (ovviamente nel senso buono, era contenta di sapere che Scott non l'avrebbe mai lasciata) come aveva fatto Allison quando aveva capito che lei e Scott sarebbero rimasti insieme per sempre.

« L'ho capito la prima volta che ci siamo baciari, Der–bear. » disse Stiles avvicinandosi leggermente all'uomo, le labbra a pochi centimetri l'una dalle altre « È per questo che sono scappato, avevo paura di ferirti troppo dicendoti che sarei rimasto con Theo. » rivelò e lasciò che le loro bocche si incontrassero, sorprendendo piacevolmente l'Alpha che non si aspettava tale calma da parte del giovane. Lo aveva visto sussultare spaventato ai tocchi di Isaac o di un altro membro del Branco, perfino a quelli di suo padre, credendo ancora di sentire le mani di Theo afferrarlo, ma con lui non era mai successo. Aveva riposto sempre una completa fiducia nella sua persona, ben sapendo che non gli avrebbe mai fatto del male, nemmeno per sbaglio.

Stiles si alzò sovrastando Derek, le mani posate sui lati del collo come per tenerlo fermo, gli occhi chiusi mentre si assaporava appieno la sensazione di aver finalmente trovato la persona che lo avrebbe accompagnato fino al suo ultimo giorno. Poco importava che lui era umano e non sapeva amare come un lupo, era certo che mai e poi mai avrebbe tradito Derek, il suo cuore ormai gli apparteneva.



Scott gli mise una mano sulla spalla riportandolo al presente « Ci hanno completamente rifatto l'orario, il coach deve essersi fumato qualcosa per chimica, biologia e scienze applicate nella stessa giornata, per di più di lunedì! Ow, il professor Bender non sarà per niente magnanimo con me, sono completamente una schiappa in spagnolo, almeno Derek una mano me la dava per non avere un'altra insufficienza! » piagnucolò passandogli il foglio con i nuovi orari, a Stiles dispiaceva che il suo migliore amico dovesse subire talmente tanti cambiamenti, rinunciando anche a corsi che erano stati di suo interesse solamente per essere ad ogni singola lezione con lui. Apprezzava molto il gesto, ma c'erano anche gli altri membri del Branco, praticamente non aveva mai una lezione da solo.

Chiuse gli occhi sospirando. Ora voleva solamente scoprire chi fosse stato a scattare quelle foto.







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About Satan and Hell:

Es ist Montag Personen!

Capitolo corto, lo so, e anche piuttosto senza trama. Ho fatto come Jalals, butto la bomba e scappo e per di più ho un'altra brutta notizia da farvi.

Purtroppo l'esame si fa sempre più vicino e il mio tempo sempre più occupato, quindi credo che dovrò ridurre gli aggiornamenti ad un lunedì sì e uno no, altrimenti vengono tutti così brutti e corti.

Voglate perdonarmi, ma proprio non ce la faccio a studiare tutta quella caterba di roba e scrivere, potrei iniziare a svalvolare e uscirmene con scene che centrano con le mie materie d'esame (fuggite sciocchi!)

Però eccomi qua con un'altra idea: allora, ho creato un gruppo Facebook (qui) dove potete scrivermi e magari chiedermi se nel frattempo sono morta e a che punto sta il capitolo. Magari posso anche pubblicare piccoli pezzettini, giusto per tenervi sul fuoco.

Un'altra cosa raggi di Sole, è febbraio è questo vuol dire solo una cosa: San Valentino! Se volete qualcosa scritto da me (forse mi sto allargando, sto diventando megalomane?) potete scrivermi un prompt nella recensione e io farò di tutto per pubblicarlo per il giorno della festa dell'ammmmmmmore. Non è un segreto che prediligo la Fem!Stiles, ma posso accontentare tutti, voi datemi solo l'input u.u

Oh, oh, sì, non dimentichiamoci della domanda cruciale:

CHI HA FATTO LE FOTO?

Piccolo indizio: Matt non è stato. Ricordiamoci che il ragazzo è morto per mano di nonno Argent!

Quindi ragazzuoli, o ci vediamo con qualche OS a S. Valentino o lunedì 20.

Vi amo,

Sel

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Capitolo 14
*** Capitolo tredici ***


Capitolo tredici

Love is like a shot gun




Quella sera casa Stilinski era stranamente silenziosa e buia. Da fuori non si riusciva ad intravedere nemmeno una singola luce e non si udiva il solito baccano era solito fare Stiles a quell'ora nella disperazione per non aver finito in tempo un compito assegnato. Sembrava ci fosse nessuno nell'abitazione, ma così non era.

Lo sceriffo era andato via alle prime luci del tramonto lasciando soli gli altri due abitanti della casa. Stiles aveva preparato la cena come al solito, facendosi aiutare da Derek che più volte gli si era messo dietro facendo aderire il suo petto con la schiena dell'adolescente, una mano che dolcemente passava sulla lunghezza del braccio dello Stilinski. Non avevano parlato molto dopo quello che era accaduto nell'ufficio del preside, ma entrambi erano molto preoccupati.

Stiles arrivato a casa aveva estratto le foto dalla fantomatica busta e le aveva guardate constatando che il coach aveva ragione, era veramente ben fatto e quindi non si sentì per niente in colpa quando ne attaccò alcune sulla sua tabella in sughero dove già diverse foto facevano la bella figura di sé.

Derek aveva provato a cogliere un odore sulla busta, riconoscere la grafia, ma nulla sembrava funzionare. L'unico odore che sentiva era quello del preside, Finstock e Stiles mentre per quanto riguardava la scritta non gli sembrava di aver mai visto nessuno scrivere a quel modo.

Una volta dopo che anche l'ultima stoviglia fu messa al proprio posto i due salirono lentamente le scale tenendosi per mano, diretti verso quello che ormai era diventato il loro letto. L'Alpha si era mosso per aprire la piccola luce che lo sceriffo aveva acquistato per rendere più tranquillo il figlio quando si risvegliava dai suoi incubi, ma Stiles lo fermò trascinandolo verso il letto.

Non aveva voglia di mettersi a studiare, non voleva guardare la TV e tanto meno aveva voglia di avere paura. Si sistemò sopra il corpo di Derek scendendo a baciarlo sulle labbra leggermente dischiuse dell'uomo. Era sempre così da quando stavano insieme, il licantropo non aveva mai provato a sovrastare il giovane nemmeno durante un'innocente sessione di baci, ben sapendo quanto fosse alta la possibilità di far scattare qualche brutto ricordo a Stiles. Si lasciava muovere, non prendeva iniziativa, era il castano che comandava, era tutta una sua decisione.

Derek posò le mani sui suoi fianchi senza stringere la presa, poi lentamente le spostò fino a coprire con le mani la zona dove Theo mesi prima aveva inciso sulla pelle del suo Compagno quella parola che per settimane lo aveva fatto piangere. In silenzio aveva osservato Stiles pulirsi la zona lesa con i prodotti che Melissa gli aveva prescritto, calde lacrime che puntualmente scivolavano lungo le guance pallide fino a cadere al suolo mentre cercava di far guarire la pelle, eliminando il passaggio di Theo. Non gli aveva mai permesso di avvicinarsi, né lui né suo padre e Derek lo sapeva che si sentiva sporco, che credeva che il Raeken avesse ragione e che quello fosse solamente quanto meritava per come si era comportato.

Fortunatamente non c'era neppure il più piccolo segno, ma nessuno poteva dimenticarsi di quelle piccole incisioni.

Stiles lentamente scivolò via dal corpo del suo fidanzato cadendo su di un lato, la mano aperta contro il petto di Derek all'altezza del cuore. Si sentiva tremendamente in colpa, non era riuscito a dire nulla per difendere Derek dalle accuse, mentre lui si era alzato pronto a rinunciare a tutto per non fargli passare dei guai. Era stato egoista, aveva sperato che il preside accettasse la sua proposta, ma fortunatamente ci aveva pensato il coach a sistemare il tutto.

« Stiles. » Derek lo chiamò dolcemente, ma il ragazzo si era già addormentato, troppo stanco dopo una giornata passata a torturarsi a pensare chi fosse l'artefice delle foto.

L'Alpha sospirò pesantemente e con attenzione coprì entrambi con la coperta.


« Lydia, non mi serve la tua presenza da crocerossina. » sbuffò il liceale da sotto le coperte. Ne aveva abbastanza delle attenzione della Martin che – quando non aveva visto arrivare né Stiles né Derek – si era fiondata a casa Stilinski svegliando uno sceriffo che si era addormentato da solo due minuti.

Quella mattina quando l'Alpha si era alzato per prepararsi alla solita giornata lavorativa aveva captato un vago odore spiacevole, tanto da fargli arricciare il naso. Tornando sui suoi passi aveva capito che proveniva da Stiles – ed hey, licantropo dalla nascita! – per poco non gli prendeva un infarto. Non aveva mai avuto a che fare con persone malate, da quando aveva formato il Branco quando uno degli umani si ammalava non lo si vedeva fino alla guarigione. Almeno lui, ma sapeva perfettamente che Scott passava sempre dal suo migliore amico.

Quasi nel più completo panico aveva chiamato lo sceriffo chiedendogli dove trovare un termometro così da potergli misurare la febbre. Aveva svegliato dolcemente il ragazzo, quest'ultimo aprì gli occhi rivelando le iridi color miele completamente umide. Aveva mormorato un buongiorno prima di provare ad alzarsi, ma Derek lo spinse dolcemente contro il materasso per farlo tornare sdraiato.

« Non ti lascerò nelle mani di un licantropo che non sa nemmeno cosa sia un raffredore. » dichiarò la biondo fragola posandogli sulla fronte un panno umido per provare ad abbassargli la temperatura e Derek era letteralmente confinato alla scrivania per fare ricerche sulle sirene in quanto Scott continuava a decantare il suo incontro con la creatura. Alzò gli occhi al cielo a quel commento, ma non poteva pronunciarsi in disaccordo.

Stiles aveva sentito già dal pomeriggio precedente che qualcosa non andava e il modo in cui si era addormentato dopo aver passato interi minuti a baciare il suo fidanzato era stato anomalo. Aveva provato a madare Derek a scuola dicendogli che se la sarebbe cavata e che infondo c'era suo padre a casa, ma l'uomo era stato irremovibile.

Lydia si tolse le scarpe e salì incrociando le gambe sul fondo del letto, così da non rischiare di prendersi qualcosa « Oggi hai l'appuntamento dal terapista? » domandò la giovane tentando di fare conversazione. Stiles odiava la terapia, non gli serviva a nulla e ci andava solamente per rendere suo padre felice. Il buon vecchio sceriffo aveva messo in chiaro che dopo licantropi, kanima, torture, cacciatori, persone morte e Theo aveva bisogno di un terapista. Una persona dal quale andava due volte a settimana e si guardavano negli occhi perché certamente non poteva dirgli « Tutto è iniziato quando ho trascinato il mio migliore amico nella riserva nel bel mezzo della notte ed è diventato un licantropo. » nope, lo avrebbe sbattuto in un manicomio in meno di venti secondi.

« Fortunatamente sono malato. Lydia, io odio la terapia. » sbuffò il ragazzo « Sento come se ogni volta che apro la bocca lei mi giudichi, l'ultima volta mi ha chiesto della mia vita sessuale e le ho risposto di non averne una in quanto l'unico fidanzato che ho avuto mi ha praticamente portato ad un passo dalla morte e lei ha quasi sorriso mentro lo scriveva nel suo stupido quaderno. Che razza di terapista è? » raccontò il giovane muovendo le mani finendo con il colpirsi in faccia.

Lydia sorrise per l'essere maldestro del ragazzo « Stiles, sei tipo fatto al 95% di sarcasmo. Magari l'hai detto in modo divertente e ha provato a non ridere. » provò la Martin scorllando leggermente le spalle.

« Be' avendo la mia cartella e sapendo il perché ogni martedì e giovedì le scaldo la sedia sarebbe stato più professionale non chiedermi dello Stiles's time. Non dirò mai ad una sconosciuta se passo del tempo con Stiles Junior, sono affari miei. » disse il giovane chiudendo gli occhi stanco. Non si era mai toccato da quando gli abusi erano iniziati, aveva praticamente passato due anni senza un orgasmo e fino a quel momento non ne aveva sentito nemmeno la mancanza. Ricordò quasi con vergnogna quante volte si era dato piacere pensando a Derek prima di conoscere Theo.

« Credo che volesse solamente capire a quali livelli sono i tuoi problemi di intimità e piacerebbe saperlo anche a me. Infondo ero la tua fantasia prima che qualcuno mi rubasse il posto. » pronunciò Lydia nel chiaro tentativo di provocare una certa persona.

Derek sbattè la fronte contro la scrivania, le mani sulle orecchie « Basta, vi prego, riesco a sentirvi e... stop, per favore. » ma ovviamente le sue richieste vennero brutalmente ignorate.

« Lydia mi stai forse rifiutando per la seconda volta? » domandò quasi oltreggiato il ragazzo portandosi una mano all'altezza del cuore da sotto le coperte e facendo ridere Lydia.

« Oh andiamo, ti ho sempre visto come un amico, penso che la gente quando ti guarda pensi “Hey, andiamo a farci una soda” e non “andiamo a darci dentro nei sedili posteriori della tua Jeep”. » disse la Banshee facendosi più vicina all'amico e poté vedere il piccolo sorriso sulle labbra di Stiles scivolare lentamente via.

« Allora è una fortuna perché ci sono tre cose da mettere in chiaro: non voglio farlo, soprattutto nella mia Jeep e poi ho un fidanzato molto geloso che potrebbe staccare la testa a chiunque pensi una cosa del genere. » mormorò suonando particolarmente di cattivo umore, tanto che Lydia si morse la lingua.

Senza pensare si infilò sotto le coperte con Stiles e lo abbracciò, incurante della quantità di germi che albergava su quelle lenzuola « Scusami, niente più battute sul sesso. » disse carezzandogli il petto con le punte delle unghie.

Lo Stilinski si morse il labbro guardandola « Sai cosa mi dà più fastidio? » domandò stringendo i pugni « Finalmente posso stare con il ragazzo che amo da quando è iniziata questa avventura sovrannaturale e anche se mi sforzo non posso convincermi all'idea di farlo con lui. Potrebbe semplicemente uscire fuori dal bagno completamente senza vestiti e io invece di eccitarmi andrei nel più totale panico. La mia prima esperienza di sesso non è stata consenziente, nemmeno quello orale e credimi Lydia, è forse stata una delle esperienze più brutte della mia vita. » guardò distrattamente i capelli della ragazza che creavano onde sul suo petto, le palpebre che si facevano sempre più pesanti « Prima che conoscessi Theo le mie priorità erano: mangiare, occuparmi di mio padre e il Branco, ma soprattutto non farmi uccidere. Ora sono talmente traumatizzato da dover dormire con una luce accesa o come minimo qualcuno con me, non riesco a parlare di sesso da quando... e io voglio tornare ad essere un teenager che alla prima occasione si prende i gioielli di famiglia, capisci? Sono stanco di tutto questo, vorrei solamente tornare ad essere lo Stiles di tre anni fa. » rivelò più di quanto volesse e quando aprì nuovamente gli occhi vide Derek alzarsi dalla sedia e praticamente tirare fuori dal letto Lydia per prendere il suo posto.

Si lasciò abbracciare ricambiando, gli dispiaceva molto non poter essere completamente di Derek, sapeva che c'era il rituale da completare per diventare in tutto e per tutto Compagni per le politiche tra Branchi, ma questo comprendeva il sesso e Derek non si era nemmeno lontanamente immaginato di chiedergli una cosa del genere. A lui bastavano i baci che Stiles gli donava, le piccole carezze fugaci sulla pelle lasciata scoperta dall'orlo della maglietta. Era anche troppo dopo tutto quello che aveva passato, aveva letto di persone che nemmeno dopo anni erano riuscite anche solo a baciare una persona.

« Oh bene, l'Alpha sta diventando territoriale, penso che sia meglio che vada. A presto! » salutò la Martin capendo di lasciare spazio alla coppia, per un attimo si era scordata della presenza di Derek nella stanza, così come Stiles, altrimenti non avrebbe mai detto quelle cose.

« Ti amo. » sussurrò Stiles affondando il viso nell'incavo del collo del licantropo.

« Ti amo. » rispose Derek baciandogli la fronte.


Nel pomeriggio si erano spostati nel soggiorno, Derek aveva depositato Stiles sul divano coprendolo con più piumoni per tenerlo al caldo e avevano acceso la TV per vedere le sit–com che trasmettevano a quell'ora. Si era aggiunto anche lo sceriffo e insieme, come una famiglia, avevano guardato il televisore commentando di tanto in tanto il programma.

Derek aveva parlato con Noah nella mattina, raccontandogli della chiacchierata che l'adolescente aveva avuto con Lydia, suggerendogli di sospendere la terapia. Sarebbe andato lui in persona a comunicarlo, voleva vedere la donna che si era permessa di sorridere facendo a suo figlio una domanda tanto delicata come quella della sua vita sessuale.

« Ho voglia di gelato alla panna. » borbottò il ragazzo guardando Derek sbattendo più volte le ciglia come per ammagliarlo, ma non servivano quei trucchi con lui, l'Alpha era praticamente già con un piede fuori da casa per andare a comprare il gelato richiesto. Non era strano per Stiles avere voglie assurde durante l'influenza, l'ultima volta aveva chiesto al padre un pandoro in piena estate e il povero sceriffo si era girato tutti i negozi della contea fino a quando non l'aveva trovato. Sì, lo stava viziando decisamente troppo, ma era il suo unico figlio e legame con Claudia, ogni giorno andava a lavoro con la paura di non tornare a casa e quindi poteva permettersi di accontentarlo in tutto, almeno fino a quando si parlava di cibo.

Rimasti soli i due Stiliski si guardarono sorridendo leggermente « Allora, ho notato che con Derek... » l'uomo fece un gesto vago con la mano, i due ragazzi ancora non gli avevano detto nulla della loro relazione, Stiles aveva temuto che una volta svelata la loro storia il padre non avrebbe più permesso al licantropo di dormire in casa loro e non voleva che accadesse. Lo sceriffo comunque non era stupido e quella mattina entrando nella camera del figlio aveva notato le foto sulla tabella in sughero, vicino alla foto di un Stiles di sei anni seduto tra le gambe della madre mentre faceva le bolle di sapone.

Il ragazzo si sentì arrossire fino alle punte delle orecchie, non pensava che suo padre gli chiedesse una cosa del genere. Credeva di essere stato discreto negli ultimi tempi, sempre attento a non farsi sorprendere in atteggiamenti romantici con il licantropo, ma doveva aspettarsi da suo padre una cosa del genere. Non a caso era lo sceriffo della contea.

« Io... ecco... lui mi è sempre piaciuto. » rivelò guardando distrattamente la televisione, il naso nascosto sotto la coperta, come a volersi nascondere.



« Scott, ma Derek ti parla mai di me? » domandò il giovane al migliore amico mentre buttava un +4 facendo grugnire infastidito l'amico che ora teneva ben sedici carte in una mano. Era una delle loro serate dedicate ai giochi da tavolo, non c'erano minacce, Jackson e Lydia erano ad un appuntamento, Erica e Boyd chissà a fare cosa e gli altri del Branco al loft di Derek a guardare un film.

Il licantropo inarcò un sopracciglio, non sicuro di come dire a Stiles che no, l'Alpha non gli aveva mai parlato di lui. Non voleva certo spezzargli il cuore, era già bastata la volta in cui in preda alla Luna piena aveva baciato Lydia, aveva sentito l'odore di tradimento per giorni sul corpo di Stiles. Non voleva nemmeno mentirgli, ovviamente, sarebbe stato molto imbarazzante se lo Stilinski si fosse lasciato sfuggire qualche battuta credendo che Derek avesse mai parlato di lui a qualcuno del Branco.

Scosse leggermente la testa facendo abbassare le spalle sconsolato al migliore amico « Su amico, non è la fine del Mondo! Prova a convertire il piano che avevi per Lydia con Derek, forse ce la fai a conquistarlo. » provò a dargli un suggerimento il McCall battendogli una mano sulla spalla trattenendo la forza da licantropo, già più volte gli era capitato di esagerare senza volerlo e l'Alpha in cambia aveva spezzato a lui qualche ossa, come promemoria per ricordarsi che alcuni di loro erano umani.

« Non credo che funzioni con Derek, ma posso sempre provare... » borbottò il castano buttando un +2, quella partita gli stava andando piuttosto bene. Continuarono a giocare in silenzio fino a quando una presenza non si palesò davanti la sua finestra rischiando di fargli prendere un infarto. Stiles lanciò le carte in aria correndo ad aprire ad un Derek piuttosto insanguinato, lo aiutò a sedersi sul lato del suo letto prendendogli preoccupato il viso tra le mani « Cosa diamine ti è successo? » domandò freniticamente vedendo i numerosi tagli che costellavano la pelle del licantropo. Era mai possibile che per una sera che voleva passare solo con Scott dovesse piombargli qualcuno in casa, per di più sanguinante?

« Dobbiando andare nella riserva. » ordinò l'Alpha guardando principalmente Scott, ma Stiles non sarebbe certamente rimasto a casa ad aspettare. Oh no signore, aveva già la mazza da baseball in mano.


Era una posizione scomoda, non c'era altro da dire. Stiles si tirò leggermente il colletto della camicia chiedendosi come potesse fare così caldo in una grotta umida nel bel mezzo della riserva. Il fatto che fosse seduto sulle gambe di Derek Hale, poi, era un puro caso.

Praticamente tutto il Branco era bloccato dentro la fantomatica grotta, la creatura che gli aveva seguiti si era premurata di bloccare l'entrata con un macigno – da dove spuntava, Stiles ancora non sapeva rispondersi – e quindi le uniche speranze che erano rimaste loro era che Allison e Lydia, le uniche rimaste a casa perché umane, portassero i rinforzi per salvare la situazione.

Lo spazio era angusto, Erica era comodamente seduta sulle gambe di Boyd mentre Jackson, Scott ed Isaac occupavano spazio per uno. Stiles aveva provato a strisciare fino al suo migliore amico, ma l'Alpha l'aveva afferrato per i fianchi e messo seduto sopra di lui. Se fosse stato un licantropo molto probabilmente avrebbe sentito il suo stesso odore di imbarazzo, ma non lo era, quindi poteva ritenersi quasi fortunato.

Aveva caldo, ma era solo una sensazione apparente in quanto stava tremando come una foglia, tanto che Derek dovette togliersi la giacca per coprirlo per evitargli una crisi ipotermica. Tutto sotto gli occhi maliziosi di Erica che non faceva altro che toccargli la caviglia con la punta del piede dato che l'umano non vedeva un accidenti in quel buio.

Ricordò di aver posato per un attimo la testa contro la spalla di Derek, chiudendo lentamente gli occhi, stanco per la corsa e l'adrenalina che aveva rilasciato il suo corpo. Era rischioso addormentarsi, ma Stiles era veramente troppo stanco.

« Ragazzino, non ti azzardare. » sbottò l'Alpha scuotendolo con energia, tanto da fargli ballare la testa avanti e dietro « Arriveranno presto, devi resistere ancora un po'. » la voce si addolcì di colpo, le mani iniziarono a percorrere lentamente su e giù lungo le braccia dell'umano e quest'ultimo fece lo sforzo di rimanere sveglio.

Era con Derek, non poteva accadergli nulla.



« Credimi, ho ascoltato conversazioni con Scott che eliminerei volentieri dalla mia memoria. » rise l'uomo ben sapendo da anni i sentimenti del figlio per l'uomo che aveva arrestato ben due volte. Non aveva origliato o altro, era solamente che quei due quando parlavano alzavano la voce più del dovuto, tanto da sembrare che parlassero ad ultrasuoni.

Stiles arrossì ancora di più se era fisicamente possibile e nascose anche gli occhi sotto la coperta, non poteva credere di star avendo – di nuovo – una conversazione del genere con suo padre « Lui non è come Theo. » disse l'uomo facendo abbaiare Batman. Il cucciolo aveva capito che quel nome era collegato a sensazioni come paura e tristezza, ogniqualvolta lo si nominava il cuore del suo padrone batteva più velocemente in maniera sgradevole.

« Buono Batman. » sussurrò Stiles battendo la mano sul divano per invitare il Border Collie a salire sopra di esso, cosa che fece senza pensarci due volte, piegandosi a ciambella sopra gli strati di piumone del ragazzo, pronto a tornare alla sua dormita. Nei mesi il cane era cresciuto di taglia, tanto da essere diventato quasi alto fino ai fianchi del padrone, ma non aveva perso la vivacità di un cucciolo che cercava di infilarsi sotto il divano per tentare di prendere la palla di gomma.

« Lui è Derek. » disse rivolto al padre, come se spiegasse tutto e Noah annuì.


Scott si buttò senza alcuna premura addosso al suo migliore amico coinvolgendolo in un abbraccio spacca ossa « Mi sei mancato così tanto a scuola! » piagnucolò contro la sua spalla sfregandoci contro il naso « Harris se l'è presa con me dato che tu non c'eri. » aggiunse in tono tragico.

Derek ringhiò infastidito, vedeva il suo Compagno come un essere intoccabile, soprattutto ora che aveva la febbre, ma sapeva anche di dovergli dare i suoi spazi e quindi uscì dalla stanza lasciando i due adolescenti alle loro chiacchiere. Sarebbe uscito con Noah per fare la spesa, non voleva assistere ad un discorso simile come quello che aveva fatto con Lydia quella mattina.

« Ultimo anno Scottie, poi non sentiremo parlare mai più di Adrian Harris. » lo consolò Stiles battendogli amichevolmente una mano sulla spalla mentre Batman gli mordeva un polpaccio credendo che lo stesse aggredendo. Il McCall si mise seduto afferrando il cane per il collare per staccarselo di dosso, ma questo aveva stretto la presa scodinzolando la coda, come se stesse giocando con un osso di gomma « Dio, sembra Derek! » borbottò il padrone della gamba lasciando perdere il cane, sicuramente anche l'Alpha lo avrebbe morso con piacere considerando il ringhio di poco prima.

« Oggi è la giornata Nazionale del “andiamo a trovare Stiles”? » domandò lo Stilinski inarcando un sopracciglio, solitamente Scott si limitava ad una serie di messaggi durante il primo giorno, ma sembrava che ci fosse qualcosa che non andava.

« Ho sentito il bisogno impellente di venire a vedere come stavi, mi sono perfino scordato di dover accompagnare Allison a casa per correre qui. » disse con un'alzata di spalle il licantropo, come se fosse la cosa più natuale al mondo « E poi ti ho portato i compiti, così non rimani indietro. » aggiunse tirando fuori dallo zaino un paio di scartoffie e Stiles gli sorrise grato. Aveva perso intere settimane di scuola quando Theo aveva provato ad ucciderlo e quando era tornato non aveva capito una singola lezione, costringendo più insegnanti a rispiegare il tutto.

« Sei il migliore amico di sempre! » esclamò ridendo e Scott si unì a lui.


Poco più in là, appena visibile dalla finestra della camera di Stiles Stilinski, una persona era seduta sul ramo più alto dell'albero che delimitava la proprietà degli Stilinski da quella dei loro vicini.

Le labbra si estesero in un sorriso falso, quasi insano e folle mentre osservava attentamente il ragazzo steso sul letto scattando l'ennesima foto.






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About Satan and Hell:

Vi prego sopprimetimi,

non ce la faccio letteralmente più. Il capitolo è orribile e ho preso pure due settimane per farlo, mi sento un totale fallimento. Insomma, chi ha inventato l'esame di Stato ha mai pensato alla salute mentale degli studenti? Non mi pare proprio.

Ora, finito il mio sfogo pre–suicidio (quest'anno mi sta uccidendo) vorrei scusarmi veramente tanto con tutti voi lettori. Il capitolo è penoso, avrei dovuto cestinarlo e non pubblicarlo, ma se dico che aggiorno il 20 io lo faccio.

Purtroppo però da adesso mi dispiace avvisare la gentile utenza che ci sarà al massimo un capitolo al mese, forse nell'ultima settimana.

I know that vi ho lasciato con ancora più dubbi, but secondo me qualcuno può arrivarci se pensa bene che la storia “parte” dalla fine della seconda stagione, con l'unica differenza che Jackson rimane e abbiamo Cora... 10 punti per chi indovina!

Ora vado a sotterrarmi da qualche parte,

Sel

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Capitolo 15
*** Capitolo quattordici ***


Capitolo quattordici


Love is like a shot gun



Le mani scorrevano lungo il corpo in modo frettoloso, cercando di eliminare la stoffa che divideva le loro pelli in minor tempo possibile. La bocca toccava quanto più riusciva senza staccarsi dal calore dell'altro, facendo sfuggire di tanto in tanto la lingua in una lunga lappata dal basso verso l'alto.

Gli artigli passavano pesantemente lasciando striature rosse, da alcune fuoriuscivano anche piccola gocce di sangue, ma non gli importava. Voleva godersi quello che aveva, come gli spettava di diritto.

« Fe–fermati... » sussurrò il ragazzo sotto il suo corpo, il viso rosso per l'improvviso calore che lo aveva colto dopo la serie di baci, le labbra ancora lucide e gli occhi liquidi, ma una piccola smorfia di fastidio a incorniciargli il viso.

Non lo ascoltò, continuando il suo lavoro facendo scivolare via i pantaloni del pigiama, dalle gambe lunghe e affusolate del ragazzo più giovane, lasciandolo solamente con un boxer nero a coprirlo. Era eccitato, voleva solamente affondare in quel dolce calore che gli spettava di diritto, tanto che senza tante cerimonie si strappò via i vestiti di dosso, rimanendo nella stessa situazione dell'altro.

Morse quasi con rabbia la spalla lattea del fidanzato lasciando il segno dei suoi denti umani di un rosso così contrastante da spiccare sul resto della figura.

« Non voglio, fermati, ti prego. » supplicò il giovane nascondendo il viso tra le mani, l'imbarazzo per essere nuovamente troppo debole per difendersi dal suo aggressore. Voleva solamente che finisse in fretta, nascondersi sotto le coperte e non uscirne più.

« Va tutto bene, ti piacerà. » ansimò Derek facendo illuminare gli occhi di rosso come ad intimargli di stare fermo e prendersi quello che aveva da offrire. Odiava quando le sue vittime si muovevano come pesci fuori dall'acqua nella speranza di tornare nel luogo a cui appartengono. Doveva semplicemente rimanere fermo, al resto ci avrebbe pensato lui.

« Ti odio. » sputò con rabbia Stiles facendo scivolare calde lacrime lungo le guancie e a Derek non interessò, semplicemente strappò l'ultimo indumento che li divideva.


« Der, svegliati, Der–bear. » la voce di Stiles lo riportò lentamente alla realtà. L'orologio a led segnava le 3:46 del mattino e Derek si accorse guardandosi le mani di essersi trasformato nel sonno. Si girò lentamente per guardare il suo fidanzato che lo osservava leggermente spaventato, l'odore di preoccupazione che appestava l'aria.

Si alzò a sedere guardandosi intorno, come alla ricerca di vestiti buttati per terra, ma il pavimento era pulito e Stiles completamente vestito al suo fianco. Non aveva gli occhi pieni di lacrime, le labbra non erano lucide e gonfie, ma soprattutto non lo guardava con odio, solo leggermente spaventato e preoccupato. Si sfregò gli occhi con i palmi delle mani cercando di scacciare dalla memoria l'incubo appena fatto.

« Tutto okay? » domandò Stiles prendendogli una mano facendo intrecciare le loro dita, gli occhi d'ambra che sembravano volergli leggere l'anima. Era la prima volta che l'adolescente aveva visto l'Hale avere un incubo, tanto da muoversi come un ossesso tra le coperte fino a farle finire a terra.

Derek annuì lentamente « Solo un brutto sogno. » spiegò tornando a sdraiarsi portando Stiles con sé, le braccia che circondavano il torace del giovane come a volerlo difendere dal mondo esterno, senza accorgersi che anche lui poteva essere un pericolo.

« Dormi ancora, è presto. » sussurrò lasciando un bacio sulla nuca del Compagno. Non aveva il coraggio di addormentarsi, la paura di rifare quel sogno era troppa, avrebbe vegliato sullo Stilinski che aveva ancora una brutta febbre da mandare giù.


Stiles allungò le mani verso l'Alpha aprendo e chiudendo i pugni « Noooooo, non andartene! » biascicò mentre Derek accendeva la TV infilando del videoregistratore un classico Disney da fargli guardare durante la sua assenza. Stiles poteva anche avere diciottani, ma il suo Compagno sapeva quanto andasse matto per i cartoni di Walt, soprattutto La Bella e la Bestia.

Noah era in casa e dormiva tranquillamente al piano di sopra, godendosi il suo giorno libero dopo aver fatto doppi turni ogni singolo giorno nelle ultime tre settimane. Non lo stava lasciando solo, sarebbe stato via nemmeno due ore, doveva solamente andare a fare un paio di domande a Deaton e poi passare a scuola per chiedere al preside altri giorni di riposo, certamente guadagnandosi l'antipatia dell'uomo, ma non gli interessava, voleva rimanere con Stiles in un periodo del genere, soprattutto dopo quelle foto, non si fidava a lasciarlo da solo. Qualcuno lì fuori li stava spiando e lui doveva scoprire chi fosse.

« Tornerò prima che tu te ne accorga. » gli disse lasciando due bottiglie d'acqua ai piedi del divano e diversi snack sulla coperta che lo avvolgeva. Il ragazzo mise su il broncio, ma non provò più a farlo rimanere, sapendo che anche Derek aveva cose di cui occuparsi e doveva cercare di comportarsi come una persona matura.

L'uomo si chinò per lasciare un casto bacio sulle labbra dello Stilinski e poi uscì dalla villa avviandosi alla sua Camaro.

Arrivò da Deaton che l'orario delle visite era già cominciato e fu costretto ad aspettare, seduto nella piccola sala d'attesa, quando fu finalmente il suo turno per entrare non si preoccupò nemmeno di salutarlo, aveva veramente fretta di tornare a casa.

« Ho sognato di... »

« Di costringere Stiles ad accoppiarti con te, immagino. » concluse il druido per lui sembrando quasi annoiato, come se fosse una cosa normale sognare cose del genere. Inarcò un sopracciglio chiedendosi come facesse a saperlo, quel tipo era proprio strano e non riusciva a decidersi se fidarsi o meno.

Deaton posò con cura i suoi attrezzi e tornò a guardare l'Alpha « Hai trovato il tuo Compagno, avete vissuto per tre anni avventure pazzesche, vi siete fidanzati e vivete a stretto contatto. Il tuo lupo sente il bisogno impellente di sancire il Legame tramite il rituale, ma tu ti ribelli e lo costringi a trovare un modo per invogliarti, attraverso i sogni in questo caso. » spiegò pulendo il tavolo dai peli del pastore tedesco che due minuti prima era stato sdraiato lì « Sì, diventerà pericoloso, quindi ti consiglio o di allontanarti da Beacon Hills – anche se dubito che tu lo faccia – o di parlarne con Stiles e compiere il rituale. » disse come se non stesse riferendo all'Alpha che doveva praticamente forzare il suo fidanzato, che era appena uscito da una relazione abusiva basata solamente sulla violenza sessuale, ad avere un rapporto carnale per adempiere al rituale tra Compagni o il suo lupo avrebbe preso il sopravvento decidendo di violentarlo, proprio come aveva fatto Theo.

Rimase senza fiato, non credeva che le conseguenze fossero così gravi al suo rifiuto di anche solo nominare il rituale al suo Compagno. Il suo lupo era pericoloso, doveva assolutamente trovare una soluzione o avrebbe dovuto fare i bagagli e andarsene lasciando il Branco al suo Beta più fidato. Avrebbe lasciato tutto per Stiles, per non ferirlo.

« Diventerà ogni giorno sempre più insopportabile. » pronunciò seriamente il veterinario facendo scorrere un brivido freddo all'Alpha lungo tutta la schiena. Si poteva morire per una cosa del genere.

Se il Compagno rifiutava di legarsi non ci sarebbero state conseguenze, se non una vita destinata alla solitudine, ma nel loro caso erano entrambi innamorati e il non poter trarre dalla loro relazione un rapporto carnale rendeva il lupo come impazzito, insicuro sull'amore provato dal Compagno che non voleva accoppiarsi.

Strinse i pugni sentendo gli artirgli penetrargli la carne, la sua stessa natura lo stava tradendo per renderlo il mostro che non era.

« Troverò una soluzione. » disse l'Hale prima di uscire sbattendo la porta, come sempre Deaton non si dimostrava particolarmente utile per risolvere problemi.


Quando tornò a casa Stilinski trovò il salotto pieno di adolescenti che guardavano Alice nel Paese delle Meraviglie mangiando silenziosamente patatine e pop–corn mentre Stiles dormiva sereno sul divano. C'era anche lo sceriffo seduto sulla sua poltrona con un bicchiere in mano, gli abiti da civile che lo rendevano quasi meno intimidatorio.

« Noah, Scott, devo parlare con voi. » annunciò ricordandosi le lezioni di Stiles sull'onestà. Se diceva subito la verità avrebbe avuto qualcuno in più ad aiutarlo per risolvere il loro nuovo problema. I due chiamati in causa si alzarono senza fare troppe domande, mentre Erica e Lydia già erano partite per supposizioni, immaginandosi che Derek volesse chiedere la mano di Stiles.

Certo, voleva, ma solamente dopo il college. Non voleva mettergli alcuna fretta, sapeva che Stiles non lo avrebbe mai lasciato o almeno lo sperava.

« Abbiamo un problema. » annunciò posando le mani sul ripiano in marmo della cucina « Non alzare gli occhi al cielo, Scott, è una cosa seria. Si tratta di Stiles. » sbottò facendo scattare sull'attenti il giovane, mentre Noah strabuzzò gli occhi preoccupati « E il pericolo sono io. » rivelò sospirando pesantemente « Essendo Compagni il mio lupo vuole arrivare ad un rapporto fisico che la mia volontà umana impedisce. Se continuo di questo passo ci sono alte probabilità che perderò il controllo diventando quasi allo stesso livello di un animale selvatico e... e costringere Stiles a fare cose che non vuole. » disse stringendo con forza i pugni, tanto che gli artigli perforarono la pelle facendolo sanguinare « Se non troviamo una soluzione dovrò allontanarmi da Beacon Hills. » mise in chiaro facendo trattenere il respiro ai due uomini che erano pienamente consapevoli che una cosa del genere avrebbe spezzato il cuore di Stiles già troppo ferito.

Noah si mise seduto e guardò seriamente l'Alpha, chiedendosi cosa avrebbe potuto fare. Era quasi impossibile sconfiggere la propria natura, se per loro umani era indispensabile bere, per i lupo di Derek era indispensabile fare l'amore con Stiles, non vdeva vie d'uscita se non quella di adempiere al rito, ma non avrebbe mai forzato per nulla al mondo suo figlio a fare una cosa che non voleva, non che lui fosse felice di sapere suo figlio appena dicionovenne ad avere rapporti sessuali con un uomo nove anni più grande di lui. Voleva essere razionale, trovare il modo idoneo per risolvere la situazione senza rischiare di ferire qualcuno, che fosse il licantropo o il suo bambino.

Scott dal canto suo era pronto a dare di matto. Se non trovavano un modo per impedire al lupo di Derek di commettere violenze lo avrebbe portato lui stesso oltre il confine di Beacon Hills e in qualche modo insieme a Deaton avrebbe creato una barriera che gli impedisse di rimetterci piedi. Stiles era suo fratello, lo avrebbe protetto da tutto, anche dalla persona che era predisposta ad amarlo con tutto il cuore.


Il giovane Stilinski si alzò dal divano stiracchiandosi in modo per niente velato; tutti i suoi amici erano ancora lì e stavano guardando con interesse Big Hero 6. Sembravano tutto fuorchè dei ragazzi di 19 anni che ogni giorno combattevano contro il sovrannaturale, una massa di bambini, ecco cos'erano.

Notò con piacere che sul fondo del divano c'era Derek che aveva gli occhi chiusi, sicuramente addormentato dopo essersi annoiato a morte con il resto del Branco. Tutti sembravano avere un'espressione tesa, ma Stiles era troppo rintontito per farci veramente caso e chiedere qualcosa. Facendo il più piano possibile per non svegliare il suo Compagno si alzò desideroso di un bicchiere d'acqua e in meno di un secondo attirò l'attenzione di tutti i presenti su di sé.

Facendo finta di nulla – trascinandosi dietro le pesanti coperte come se fossero un mantello – il figlio dello sceriffo si avviò verso la cucina per poi essere raggiunto subito dopo da Scott.

« Scotty–boy hai la tipica espressione da “l'apocalisse sta per arrivare a Beacon Hills”. Hai forse qualcosa da dirmi? Devo fare ricerche su foletti irlandesi o della Cornovaglia? » domandò quasi divertito, in parte gli mancava fare ricerche sul mostro di turno, erano passati mesi dalla faccenda dell'unicorno. Scott sorrise come suo solito, la mascella storta che lo rendeva adorabile.

« No, non c'è alcun problema. » disse suonando allegro, fortunatamente il suo migliore amico non aveva l'udito capta–bugie ed era troppo raffreddato per dargli veramente importanza. Il Beta lo guardava sorridendo appena e Stiles si perse ad aprezzare quel momento di puro relax. Era da tante che lui e il suo migliore amico potevano permettersi un po' di tempo per non pensare a nulla.


Stiles non voleva essere rude, nemmeno insensibile, ma sentiva il bisogno di riprendersi la propria vita tra le mani è questo voleva dire che doveva liberarsi delle cose che prima non c'erano nella sua vita, a partire dalla luce da notte attaccata vicino al letto.

La tolse e con cura la ripose nel vecchio scatolone che teneva sopra l'armadio dove teneva la maggior parte dei suoi ricordi d'infanzia. Andò alla finestra e la spalancò senza aver timore che Theo potesse entrare nella sua stanza da un momento all'altro. Era andato via, per sempre, non avrebbe mai più rimesso piede a Beacon Hills. Aspirò a pieni polmoni l'aria fresca invadere la sua stanza e sorrise soddisfatto dei suoi miglioramenti.

Sentì Batman abbaiare dal letto mentre scodinzolava felice per chissà quale motivo e Stiles si ricordò che non doveva sbarazzarsi proprio di tutte le cose che avevano seguito la sua storia con Theo. Carezzò lo spazio tra le orecchie del suo Border Collie « Tranquillo, tu non andrai da nessuna parte, al contrario di un lupo scorbutico di nostra conoscenza. » disse prendendo il cucciolo tra le braccia e insieme si diresse verso il salotto dove ancora tutti il Branco meno Peter aspettavano la cena. Pensò attentamente alle parole da usare per non sembrare scortese e poco riconoscente per tutto l'aiuto ricevuto.

Vestito da piumone vivente e un cane tra le braccia Stiles fece il suo ingresso sorridendo come suo solito, forse anche troppo per uno che aveva la febbre alta – solitamente rimaneva sdraiato dicendo a Scott di prendere carta e penna per scrivere il suo testamento – ma a nessuno dei licantropi sfuggì l'odore di pura felicità che emanava il giovane. Derek lo guardò inarcando un sopracciglio, curioso di sapere cosa avesse portato tanta gioia al suo Compagno.

Il giovane Stilinski si sedè nello spazio tra Lydia e Erica facendo finire la coperta addosso a loro che scherzosamente spinsero via « Dobbiamo parlare, Der. Possiamo farlo qui o da soli in camera mia. » propose il ragazzo facendo incuriosire tutti e l'Alpha non aveva alcun segreto per il suo Branco e fu per questo che decise di rimanere seduto e fare un piccolo cenno al fidanzato per esordirlo a parlare.

« Ecco, credo che sia arrivato il momento che tu torni a casa tua, insieme a tua sorella e Isaac. » disse senza peli sulla lingua, schietto e sincero come sempre. Tutti si sorpresero e i due innamorati fecero un verso sofferente, il ritorno di Derek al loft voleva dire solamente una cosa: niente sesso tutte le notti.

Lo sceriffo entrò asciugandosi le mani in uno strofinaccio, attirato dalle parole del figlio « Voglio dire, ormai sto bene, posso camminare, guidare, prepararmi il cibo e sento di poter dormire sonni tranquilli senza che qualcuno mi sia accanto. » spiegò alzando le spalle, le mani intanto carezzavano senza sosta il pelo di Batman « Voglio tornare ad essere il ragazzo indipendente che ero prima, tutto qui. » rafforzò la sua tesi sfidando con lo sguardo chiunque a negare che fosse tornatu esattamente come tre mesi prima.

Derek si alzò, quasi sollevato dal sentirsi dire quelle parole, non credeva di essere in grado di resistere un'altra notte in un letto insieme a Stiles non non fargli assolutamente nulla, anche contro il suo volere, sentiva il lupo che gli artigliava il petto dall'interno. Lentamente prese una mano di Stiles e come un vero galantuomo la portò alle labbra per lasciarvici un casto bacio « Sono contento che tu non abbia più paura. » ammise sinceramente e vide immediatamente le spalle del ragazzo sciogliersi, sollevato dal fatto che nessuno lo stesse ostacolando. Si chinò leggermente in avanti con un sorriso divertito stampato in volto « Potremmo ricominciare con le mie irruzioni nella tua stanza attraverso la finestra. » bisbigliò in modo quasi seducente, senza nemmeno volerlo, ma il brivido che percorse la spina dorsale di Stiles gli fece capire che non era poi così tanto sgradito.

« Vedrò di lasciarla aperta, allora. » rispose cercando di suonare in qualche modo sensuale per poi arrossire quando si ricordò che tutti i licantropi avevano ascoltato quel piccolo scambio di battute, lasciando ignari solamente lo sceriffo, Lydia e Allison.


« Due settimane al massimo e perderà il controllo. » la donna camminò in cerchio intorno all'uomo più alto, i piedi nudi che calpestavano il pavimento sporco della casa abbandonata che faceva loro da rifugio.

« Theo Raeken ha rispettato la sua parte, dovremo dargli la ricompensa stabilita. » pronunciò l'uomo posando le mani sul tavolo che aveva davanti seguendo con le dita i solchi sulla superficie in legno, senza prestarci realmente attenzione, concentrato sul piano che aveva messo in atto.

La donna annuì e lasciò la stanza ben sapendo cosa dovesse fare. Rimasero nella stanza solamente quattro uomini, tra di loro dei gemelli.

« Qual è la prossima mossa, Deucalion? » domandò Ethan facendo un passo in avanti, anche se l'Alpha non poteva vederlo, ma certamente percepiva i suoi movimenti.

L'uomo prese il suo bastone dal tavolo e con un movimento secco lo allungò « Direi che è ora di conoscere Stiles Stilinski. ».


Spense anche l'ultima luce e con Batman che camminava stancamente vicino a lui si fece strada fino al suo letto. Si infilò sotto le coperte permettendo al cane di adagiarsi sul tappeto vicino ad esso. Chiuse gli occhi sereno sapendo che al primo rumore fuori posto ci avrebbe pensato Batman a svegliarlo, sicuramente abbaiando contro l'intruso.

Abbracciò la mazza da baseball al petto come era solito fare e sentì come una sensazione strana al pensiero che Derek non sarebbe entrato sotto le coperte insieme a lui, ormai ci aveva fatto l'abitudine che si era dimenticato come fosse dormire da solo. Sorrise sereno sapendo che appena finito il college lui e Derek sarebbero andati a vivere insieme, erano destinati a rimanere insieme per sempre, nulla poteva dividerli se non la Morte.

Batman si era già addormentato, il leggero ronfare che riempiva il silenzio della grande casa sua, suo padre era andato in centrale per un'emergenza e Derek come stabilito era tornare al loft.

Certamente l'ultima persona che si aspettò di vedere chiamarlo a quell'ora tarda fu Peter Hale. Inarcò un sopracciglio chiedendosi cosa volesse, non lo aveva più contattato da diversi mesi e – psicopatico o meno – ci era rimasto male. Lo trovava per quanto affascinante nche molto acuto e capace di sostenere una conversazione sarcastica senza perdere le staffe. Era l'amico perfetto, tolti i chiari disturbi mentali.

« Pronto? » rispose cercando di non svegliare il cane che aveva un udito delicato, tanto era sicuro che Peter lo sentisse lo stesso. Si mise a sedere, pronto a infilarsi un paio di jeans per uscire, non si ricevevano chiamate notturne senza alcun motivo. Il Beta doveva essere sicuramente nei guai.

« Stiles, devi venire subito qui, c'è una cosa che dovresti vedere. » la voce di Peter era ovatta, quasi come se stesse sussurando anche lui e la cosa fece solamente incoruisire ancora di più il giovane che – incurante della febbre ancora abbastanza alta – si alzò dal letto pronto a raggiungere il più anziano degli Hale « Sono vicino alla vecchia casa di mia sorella. » aggiunse rivelando la sua posizione e Stiles non perse nemmeno tempo a rispondere.

Si infilò velocemente calzini, jeans, scarpe ed una felpa. Corse a prendere le chiavi della Jeep che Derek aveva fatto aggiustare non badando a spese e come un pazzo corse fuori da casa. La vicina stava annaffiando i fiori quando partì a tutta velocità dal vialetto di casa, le fece prendere un tale spavento che gett all'aria l'annaffiatore rovesciandosi tutto il contenuto addosso e il ragazzo non poté fare altro che gridare delle scuse dal finestrino aperto.


C'era un odore strano nell'aria, ad ogni passo diventata sempre più forte e la sua presa sulla mazza si fece più salda, timoroso di incontrare qualche pericolo. Nonostante i sensi abbastanza fuori uso a causa del raffredore riuscì ad udire dei passi che velocemente si avvicinavano a lui. Pronto a colpire con la mazza si girò di scatto facendo scivolare Peter Hale sulle foglie bagnate.

« Mi hai spaventato a morte! » urlò a pochi secondi da un attacco di cuore, solo per ritrovarsi la mano del licantropo sulla bocca che per poco non lo soffocava.

« Zitto, potrebbe esserci qualcuno nei paraggi. » lo avvisò il Beta tirandoselo contro facendo aderire i loro corpi mentre si nascondevano dietro un albero. Stiles non riusciva a vedere nulla in quella posizione e il freddo pungente della notte lo stava facendo tremare, non a caso si stavano avvicinando le vacanze natalizie, caratterizzate da un clima gelido durante le ore buie.

Sentiva le voci di minimo altre tre persone avvicinarsi e divincolandosi dalla stretta ferrea del licantropo si sporse appena per controllare chi fosse. Vide chiaramente una donna camminare davanti ad un uomo calvo, seguito a sua volta da una figura incappucciata che trascinava a fatica i piedi sul terreno, Stiles riusciva ad intravedere solamente un polso sanguinante, chiaro segno che chi si nascondesse sotto il mantello fosse un semplice umano e non qualche strana creatura con il potere di rigenerarsi in un batter d'occhio.

« Riesci a riconoscere l'odore? » sussurrò Stiles con il minome della voce che potesse utilizzare per essere sentito solamente dall'ex Alpha. Peter tirò su con il naso più volte, ma poi scosse la testa. Erano chiaramente invasori, licantropi non autorizzati nella terra degli Hale. Doveva assolutamente avvertire Derek e Scott.

Peter dal canto suo stava veramente godendo di quel momento, aveva il ragazzino tra le braccia, erano soli – o almeno in parte – e Stiles non lo stava guardando con disprezzo come il resto del Branco. Lo faceva sentire a casa, come se il posto accanto a lui gli appartenesse e lo protegesse da qualsiasi pericolo anche essendo solamente un umano.

Delicatamente gli posò una mano sul fianco, come per schiacciarlo ancora un po' contro il suo corpo, ma anche per assicurarsi che non cadesse in avanti cercando di scrutare oltre l'albero che faceva loro da scudo. Si inebriò del suo profumo di fragole e zucchero, mischiato fastidiosamente con quello del nipote che sapeva di tabacco e menta.

« Dobbiamo andare a casa mia, Peter. » sussurrò Stiles iniziando a tirarlo via « Devo vestirmi con qualcosa di più pesante e poi torneremo ad investigare. » spiegò incapace di rimanere fuori al freddo con quel poco che aveva messo addosso, era ancora malato, in fin dei conti.

Velocemente arrivarono a casa Stilinski e Peter decise di non aspettare nell'auto. Salì le scale insieme a Stiles ed entrò nella sua camera, venendo subito attaccato da Batman, sicuramente Derek aveva messo il cane contro di lui, altrimenti non si spiegavano tutti quei ringhi.

« Batman, sta buono. » ordinò il padrone mentre si infilava alla svelta una felpa rossa e Peter dovette ammettere che quel colore gli stava veramente bene, rimetteva il rilasto il carnato pallido dell'umano, facendolo sembrare ironicamente Cappuccetto Rosso, solo che lui non temeva il lupo, ci andava direttamente in contro.

Stiles prese uno zaino e buttò all'interno più torce, qualcosa da mangiare e il cellulare. Insieme scesero nuovamente e a bordo della Jeep partirono verso il bosco, dove il nuovo problema di Beacon Hills si stava nascondendo.


Derek sentiva come se qualcosa non andasse e certamente non si stava riferendo alle mani intrecciate di Cora e Isaac proprio davanti ai suoi occhi mentre guardavano un film romantico alla TV.

Era come se mancasse qualcosa al loft, qualcosa di sgradito ma che andava tenuto. Si sedé sulle schiale a chiocciola e cominciò ad ispezionare con la vista l'open space, cercando l'elemento mancante per completare il quadro.

Notò con disappunto lo stato pietoso in cui versava quell'abitazione, poco consona per viverci, con i cavi dell'elettricità che fuoriuscivano dai muri crepati, la lampada che creava solamente una fioca luce e il pavimento costellato di macchie di sangue che non volevano sapersene di lavarsi. Guardò la sorella insieme al suo Beta e pensò che meritassero un posto migliore di quello in cui passare la propria adolescenza, lui aveva avuto la fortuna di avere Laura, l'Alpha perfetta, la degna erede di loro madre. Voleva veramente essere come loro, sapersi prendere cura di quelli che dipendevano da lui, ma i problemi continuavano a susseguirsi in maniera veloce, senza dargli un attimo per respirare.

Poteva ricostruire la sua vecchia casa, aveva abbastanza soldi per farlo, sarebbe diventata casa sua e di Stiles – un giorno – ma anche il rifugio per i componenti del Branco, un vero posto da chiamare casa e dove costruire un futuro.

« Se te lo stai domandando » la voce di Cora ruppe il filo dei suoi pensieri « Peter è uscito. ».

Peter.







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About Satan and Hell:

I'm back!

Ed ecco svelato chi è che spia il nostro cucciolo Stiles! Cosa ne pensate? Dovevo far rientrare l'Alpha Pack in qualche modo perché... oh, nulla, ve lo lascio come segreto, ma potete sempre provare a tirare ad indovinare!

Peter è coinvolto? Farà del male a Stiles? Theo cosa ha fatto per Deucalion? Quale sarà la sua ricompensa? Derek andrà a casa Stilinski per controllare Stiles o starà buono buono al loft? Io quanto sono cattiva da 1 a 10?

Per chiunque se lo chiedesse qui Cora è presente perché, secondo la mia logica, quando Derek è divenuto Alpha lei lo è andato a cercare senza essere rapita da Deucalion, quindi happy family and no drama.

No, okay, ci sarà del drama *partono urli terrorizzati*

So, my beautiful friends, alla prossima!

Sel




P.S.: ho scoperto da poco Riverdale. Nonostante sembri un miscuglio tra Teen Wolf, PLL e Gossip Girl è carino. Voi che lo avete visto, cosa ne pensate?


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Capitolo 16
*** Capitolo quindici ***


Capitolo quindici


Love is like a shot gun



Stiles sentiva il cuore battergli forte nel petto, era da mesi che non entrava in azione per il Branco e finalmente Peter gli aveva dato l'occasione di rimettersi in campo. Poteva dimostrare che tutto era tornato come prima, che non aveva bisogno di qualcuno che lo controlasse costantemente. Poteva tornare ad essere il combina guai che aveva trascinato nel bel mezzo della notte Scott nella riserva alla ricerca della metà di un corpo.

Peter dal canto suo non poteva che essere più sodisfatto di se stesso, sentiva l'odore della felicità di Stiles che stava quasi per sordirlo con i finestrini della Jeep chiusi per ripararsi dal freddo della notte. Erano in viaggio da quasi due ore sulle tracce di quel gruppo misterioso che si aggirava nella riserva, ma sembravano aver perso le tracce dopo aver superato Beacon Creek.

« Forse avremmo dovuto avvertire Derek, è lui l'Alpha. » disse Stiles svoltando a destra cercando di non sbandare troppo, era ancora un po' intontito dalla febbre, ma non aveva lasciato Peter guidare perché andava a lui, da quando era stato ricoverato non aveva più toccato volante avendo Derek e il padre pronti ad accompagnarlo ovunque.

Il cellulare era ancora nello zaino, lo avrebbe preso alle prime ore dell'alba se non fossero riusciti a tornare in tempo a Beacon Hills, giusto per non far prendere un infarto al padre. Certamente non voleva perdere la fiducia del suo vecchio dopo nemmeno ventiquattro ore dalla sua reclamata indipendenza.

Peter alzò gli occhi al cielo, non era possibile che anche quando erano soli il ragazzo pensasse a suo nipote « No, meglio lasciar perdere, forse erano solo di passaggio. Stiamo semplicemente indagando, non dobbiamo dirgli tutto. » sbuffò guardando fuori dal finestrino per nascondere gli occhi illuminati di azzurro per la rabbia. Doveva essere stato un nazista nella sua vita precedente per meritare tutto questo. Certo, non che fosse stato uno stinco di santo nella sua vita corrente, ma era tutto partito a causa di Thalia.

Se era diventato così lo doveva solamente a sua sorella che gli aveva rubato tutto nella vita, a partire dalla sua Compagna. Scosse la testa, non volendo più pensare a quella questione, era con Stiles e doveva fare tesoro di ogni momento senza perdersi in vecchi rancori.

« Hai ragione, non ci avrebbe mai fatto andare senza aver organizzato un piano. » borbottò Stiles stringendo le mani sul volante, non sapendo realmente dove andare. Sentiva gli occhi farsi pesanti, purtroppo con la febbre seguiva l'impellente bisogno di dormire.

Con un gesto secco della mano mise le quattro frecce e accostò sul lato della strada « Peter, tratta Roscoe con i guanti. » disse solamente, il licantropo era già al suo sportello avendo capito di dover prendere il suo posto, aveva percepito il lieve odore di stanchezza e stava proprio per offrirsi di prendere il suo posto.

« Certo, la tratterò come se fossi tu. » rispose l'uomo e Stiles non riuscì a rispondere che cadde tra le braccia di Morfeo.


Derek stava guardando il soffitto da più di un'ora cercando di non sentire i rumori sinistri che provenivano dalla stanza di Isaac. No, doveva assolutamente ricostruire la vecchia casa degli Hale con muri talmenti spessi da non sentire nemmeno se qualcuno stesse morendo nella stanza accanto.

Dio, quella era la notte peggiore della sua vita, non poteva credereche il suo Beta e sua sorella lo stessero facendo tranquillamente con lui in casa. Insomma, lui non avrebbe permesso a nessuno di sentire Stiles fare versi di piacere che dovevano essere solamente suoi.

Poi, tra le altre cose che lo tormentavano, c'era la questione di Peter. Ancora non era tornato e non aveva la minima idea di dove fosse andato a cacciarsi. Temeva per Stiles, sapeva i sentimenti che lo zio provava per il giovane. Ripensò alle sue parole, sul fatto che ogni Legame si potesse spezzare e temeva stesse architettando qualche modo per dividerlo per sempre dal suo Compagno. Era evidente che gli portasse rancore, infondo era colpa sua se erano rimasti solo in tre, e forse aveva ragione quando diceva che non meritava una persona come Stiles al suo fianco.

Prese il cellulare e la prima cosa che vide fu il volto sorridente del suo fidanzato che aveva come blocco schermo, insieme a quello di altri componenti del Branco. Era soprendente come si fosse legato a quei ragazzi, pensando a quali erano stati i suoi scopi all'inizio quando aveva trovato il corpo esanime di Laura. Il pensiero di sua sorella maggiore lo fece sorridere tristamente, lei avrebbe adorato Stiles e gli avrebbe messo un po' di buon senso in testa spronandolo a chiedergli un appuntamento prima che Theo arrivasse a rovinare la vita del suo Compagno.

Troppe cose erano accadute a causa sua e forse sarebbe stato meglio per tutti se non fosse mai esistito. I suoi genitori sarebbero ancora in vita, insieme al resto del Branco, Scott non sarebbe mai diventato un licantropo trascinando con se Stiles in questa avventura sovrannaturale, evitando loro pericoli che più volte avevano portato loro ad un passo dalla Morte.

Sospirò chiedendosi se fosse una buona idea chiamarlo e domandargli come stesse, non voleva sembrare opprimente. Fissò il numero di cellulare di Stiles timoroso, non voleva rovinare tutto – come suo solito – ma temeva che Peter gli stesse facendo qualcosa.

« Dannazione. » disse a denti stretti posando il braccio contro la fronte, la mano che lentamente si apriva e chiudeva in un movimento che sembrava tranquillizzarlo. Glielo aveva insegnato Lydia e doveva ammettere che funzionava piuttosto bene, forse non era poi così male ascoltare i suggerimenti di quella ragazza, sembrava saperne una in più del Diavolo.

Chiuse gli occhi e senza rendersene conto si addormentò.


Theo sorrise sprezzante posando i piedi sopra il tavolino del padrone di casa. Non voleva mostrarsi intimidito da tutto quel buio all'interno della casa e la tappezzeria decisamente gotica che gli faceva pensare ad un set di un film horror di pessima qualità.

Aveva fatto le sue ricerche, sapeva chi si trovava davanti e sapeva anche cosa voleva ed era disposto a fare qualsiasi cosa per ottenerlo.

Più volte nella sua vita si era sentito debole, sottovalutato, preso in giro e i suoi genitori – i suoi cari, dolci genitori – che più volte lo avevano chiamano una nullità. Voleva la sua vendetta su tutti quelli che anche solo una volta si erano permessi di parlare male di lui, voleva mostrare ai suoi genitori che era lui in controllo, uccidendoli lentamente, giorno dopo giorno ad osservare la loro caduta nel sonno eterno e rimanere solo, come in fondo lo era sempre stato.

« Avrai il Morso. » disse la donna scalza che lo osservava dal divano sul lato opposto, vicino a lei un uomo largo quanto un armadio « Ma vogliamo qualcosa in cambio. » aggiunse prima che Theo potesse scoprire il braccio per ricevere il Dono.

Il ragazzo inarcò un sopracciglio, non capendo dove volesse andare a parare la donna Alpha « Cosa? » domandò scocciato scattando in piedi, credeva che quei tizi fossero seri, altrimenti avrebbe cercato altrove.

« C'è un territorio che ci interessa. » cominciò Ennis sporgendosi in avanti, le mani intrecciate sotto il mento « Beacon Hills, sotto la protezione del Branco Hale. Noi sappiamo che l'Alpha ha trovato il suo Compagno, ma non vuole Marcarlo ed è per questo che ci servi tu. » dalla tasta della giacca estrasse diverse foto, alcune di un uomo dai capelli corvini e occhi verdi, mentre nelle altre c'erano due ragazzi. Uno aveva la mascella storta, mentre l'altro sembrava essere costellato di nei ovunque, ma la cosa che lo colpì maggiormente erano gli occhi: due iridi dello stesso colore dell'ambra, vispi e caldi. Sembrava essere perfetto e Theo non riuscì a vietarsi di pensare come sarebbe stato baciare quelle labbra sottili.

Ennis puntò l'indice sopra l'uomo « Questo è Derek Hale » spiegò e poi passò al ragazzo ricoperto di nei « questo invece è il suo Compagno, Stiles Stilinski. » e a Theo sembrò perfetto quel nome così particolare per un ragazzo così fuori dall'ordinario, talmente bello da rubargli il fiato.

« Devi fare in modo che il ragazzo non possa mai completare il rituale del Legame con Derek Hale quando ammetteranno i propri sentimenti l'uno per l'altro, così il suo lupo sarà più alla superficie, rendendolo quasi selvatico e sarà un gioco da ragazzi ucciderlo. » si intormise uno dei gemelli comparendo dal nulla, tanto che Theo si portò una mano sul cuore per quanto stava battendo forte.

L'umano ingoiò a vuoto « Dovrei... dovrei violentarlo? » chiese a mo' di conferma per vedere se avesse capito bene. Non sapeva ancora come sentirsi al riguardo, il ragazzo gli piaceva – almeno fisicamente – e non voleva fargli del male e Kali sembrò capirlo.

Si avvicinò sorridendo quasi amorevolmente, le mani che andarono a posarsi sulle sue spalle « Oh Theo, se non lo prendi con la forza come potrai mai averlo? È il Compagno di Hale, l'unico modo per te è importi. Non sentirti male per lui, alla fine – quando avrà capito cosa ha guadagnato – non potrà fare altro che innamorarsi di te. » disse e tutti i licantropi poterono sentire il suo cuore cambiare ritmo al momento della bugia. Nessuno del Branco Hale sarebbe sopravvisuto, Derek e Stiles sarebbero stati gli ultimi dopo aver visto Deucalion uccidere ogni singolo componente, a partira dalla Argent.

Theo comunque sembrò crederci. Quello che non si aspettò fu comunque l'amore morboso che iniziò a provare una volta dopo conosciuto Stiles, tanto da portarlo sull'orlo della pazzia.


L'acqua lo colpì all'improvviso, facendolo destare dal suo sonno già piuttosto turbato. La prima cosa di cui si accorse era il fatto che non si trovava nella sua Jeep e che Peter era seduto contro il muro, altrettanto bagnato, e con delle manette ai polsi.

Non ci voleva molto per capire che qualcosa era andato storto da quando aveva ceduto il volante al licantropo. Lui certamente non era messo meglio, aveva sia i polsi che le caviglie incatenate e non poteva nemmeno allungare abbastanza le mani per togliersi le ciocche di capelli da davanti agli occhi.

Sentiva la testa pesante, come se potesse scoppiare da un momento all'altro, e faceva fatica a respirare. Non gli piaceva essere legato o in quale modo bloccato, gli faceva pensare a...

« Ben svegliato, Stiles. » la voce di Theo fu ancora più agghiacciante dell'acqua e il ragazzo sentì l'attacco di panico nascere al centro del petto. Non guardò in alto, non voleva dare un volto a quella voce, forse era un altro dei suoi incubi, si sarebbe svegliato nella Jeep insieme a Peter, magari a Beacon Hills davanti a casa di suo padre.

La cassa toracica vibrò in reazione al ringhio di Peter e lo Stilinski iniziò a pensare che forse non era un sogno « Stai lontano da lui! » urlò cercando di attirare l'attenzione su di lui, per dare a Stiles l'occasione di calmarsi senza avere Theo a due passi da lui.

Il Raeken comunque non diede retta a Peter, piegando le ginocchia per essere alla stessa altezza del cotaneo. Si avvicinò lentamente prima di catturare le labbra di Stiles in un bacio violento e arrabbiato, si sentiva tradito, in tutti quei mesi non lo era andato a trovare nemmeno una volta, lasciandolo solo tra tutti quei malviventi che per giorni lo avevano picchiato, denigrato nei modi peggiori, non appena avevano scoperto il motivo per cui era stato mandato lì. Era stato doloroso sopportare il tutto senza avere qualcuno vicino e certamente non aiutava il fatto che Derek Hale e Scott McCall gli avevano tolto qualcosa di cui lui aveva bisogno.

Lo avevano privato dello strumento con cui donava piacere a Stiles, avevano privato entrambi del piacere, ma non voleva rinunciare al ragazzo, avrebbe trovato un altro modo. Poco gli importava che lui amasse Derek, doveva solamente capire che con lui non poteva essere al sicuro, che doveva fuggire con lui finché erano in tempo.

Si staccò e lo guardò negli occhi, leggendovi odio e disprezzo, ma poco imprtava. Decise di sorprenderlo, lasciarlo senza fiato, dimostrargli che era quasi allo stesso livello di quel Hale: illuminò gli occhi di blu.


Scott entrò nel loft spalancando la porta senza fare tanti complimenti, vide Cora, Isaac e Derek fare colazione e inarcò un sopracciglio notando la mancanza di Stiles, ma non disse nulla. Guardò distrattamente verso le scale a chiocciola, immaginando che fosse nel bagno a sistemarsi, perché da come erano messi i capelli di Derek pensò che si fossero trattenuti in una lunga serie di baci.

Salutò tutti e buttò lo zaino vicino al divano, pronto ad aspettare i tre compagni di scuola e l'insegnante di spagnolo per avviarsi insieme alla Beacon Hills High School « Dove hai lasciato Stiles? » domandò Cora stranita dal vedere il ragazzo arrivare da solo, quei due erano inseparabili e ogni volta arrivavano facendo un casino esagerato.

Scott fece scattare le sopracciglia in alto « Non è qui? » domandò facendo scattare subito Derek « Prima sono passato per casa sua, ma non c'era la Jeep. » disse per poi rendersi conto che non aveva visto l'automobile parcheggiata vicino la Camaro. Insomma, una macchina come quella del suo migliore amico era difficile da non notare, forse era l'unica in tutta la California ad avere quel colore. Ricordò Claudia, la madre, la precedente proprietaria della Jeep, e la sua unicità in tutto.

Il silenzio venutosi a creare venne spezzato dalla suoneria del cellulare di Derek, era lo sceriffo.

« Vuoi spiegarmi perché la stanza di mio figlio è completamente devastata? »

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Capitolo 17
*** Capitolo sedici ***


Capitolo sedici


Love is like a shot gun



Stiles guardò attentamente Theo muoversi per la stanza, sembrava essere a suo agio, sapeva dove trovare la roba senza pensarci due volte, come se non fosse evaso di prigione solamente la notte precedentemente.

Lo spazio non era molto, era sicuramente uno scantinato, aveva piccole finestrelle in alto con spesse sbarre di ferro a far filtrare la luce a strisce. Peter era incatenato al muro vicino alla porta che dava su una scala rendendo evidente il fatto che si trovassero al piano inferiore di un'abitazione.

Lo Stilinski rimase seduto sulla piccola sedia davanti al tavolo rettangolare, ancora non poteva credere che Theo lo avesse liberato, dandogli un bacio sulle labbra, e dicendogli di fare come se fosse a casa sua. Poteva muoversi a suo piacimento, l'unica restrizione era l'avvicinarsi a Peter e di conseguenza alla porta.

C'era un grande letto, aveva dormito lì quella notte, con le braccia di Theo strette intorno alla vita e gli era sembrata la sensazione più sbagliata al mondo. Non era come il tocco delicato e protettivo di Derek, quella era solamente una presa ferrea, come quella di un bambino al suo peluche per la paura del buio. Fortunatamente non si era spinto oltre, forse grazie ai continui ringhi da parte di Peter che non aveva chiuso occhio nemmeno un secondo, lo scandire delle ore era passato osservando l'elettricità nelle iridi del licantropo.

Theo interuppe il filo dei suoi pensieri posandogli davanti un piatto praticamente vuoto se non per una piccola fetta di pane « Sei ingrassato da quando ti ho visto l'ultima volta. » commentò semplicemente e Stiles arricciò il naso, non sicuro sul come sentirsi al riguardo. Non trovava di essere ingrassato e, nonostante si stesse ripetendo di non dargli peso, si sentì leggermente offeso.

« Magari vuoi dire che non è più in sottopeso. » sbuffò Peter dal suo piccolo angolo di prigionia facendo scattare per la prima volta il Raeken. Il nuovo licantropo snudò gli artigli e con velocità sovrannaturale si avventò contro Peter, la maglietta bianca venne squarciata e pesanti macchie rosse si formarono sul cotone.

Stiles si alzò velocemente, temendo che potesse finire molto peggio e con la mani corse a carezzare le spalle di Theo, le labbra si scontrarono contro la pelle del collo in un bacio languido « Lascialo stare. » mormorò prendendogli la mano, le dita intecciate a forza, non si incastravano perfettamente come con quelle di Derek. Stiles sapeva che Theo provava dei sentimenti per lui e quindi poteva essere corrutibile, non aveva più paura, non poteva minacciarlo ed era disposto a rischiare per assicurarsi che nessun membro del Branco si facesse male.

Theo si girò a guardarlo, gli occhi illuminati di blu, segno che aveva già ucciso un innocente « Perché dovrei? » domandò inarcando un sopracciglio, la mano posata con il palmo aperto sul petto di Peter, pronto a strappargli il cuore.

Lo Stilinski sorrise dolcemente, mettendosi in punta di piedi per colmare quei pochi centimetri che li dividevano, le labbra si posarono brevemente su quelle di Theo e rise come se non volesse farsi sentire da Peter « Possiamo andare a sederci sul letto e tu puoi raccontarmi quello che hai fatto, mi sei mancato molto, Theo. » sussurrò dritto nel suo padiglio auricolare per poi mordere dolcemente il lobo. Si sentiva uno schifo nel fare ciò, tutte le cose che Theo gli aveva fatto stavano riaffiorando nella sua mente facendogli provare il desiderio di correre in bagno e svuotare lo stomaco.

Il ragazzo sorrise vittorioso nel sentire quelle parole, Kali aveva avuto ragione, ora Stiles era solo e solamente suo, nessuno si sarebbe messo tra loro. Ghignò in direzione di Peter prima di afferrare Stiles per le natiche facendogli allacciare le gambe ai suoi fianchi e si incamminò verso il letto, pronto a buttarcisi sopra insieme al fidanzato e raccontargli tutto, a partire da quello che Scott e Derek gli avevano fatto.

Peter sentiva le mani prudergli, desideroso di mettere le mani sul Beta e tagliargli la gola come aveva fatto con Kate, ma le catene che lo tenevano ancorato al muro erano ricoperte di strozzalupo. Doveva trovare un modo per avvertire il Branco, trovare un modo per riportare Stiles a casa sano e salvo.


« So chi è stato. » disse Derek dando un'occhiata alla stanza del suo Compago completamente sotto sopra. Fortunatamente lo sceriffo non era entrato all'interno, lasciando tutto precisamente come era stato messo.

Di fatti, se si guardava l'ammasso di vestiti depositati al centro della stanza si poteva notare una forma che purtroppo Derek conosceva piuttosto bene, ma che non pensava di rivedere tanto presto. Con le camice in plaid di Stiles era stata disegnata una Triskele, differente da quella che aveva tatuata sulla schiena.

Scott annusò l'aria, cercando di captare qualche odore famigliare, ma l'interno odorava solamente di cannella e zucchero a velo: l'odore di Stiles. Non c'erano segni di uno scontro corpo a corpo e il fatto che la Jeep mancasse era già un indizio sul fatto che dovesse essere andato di sua spontanea volontà fuori e che solo successivamente qualcuno si fosse introdotto nella camera.

Erica controllò la finestra, cercando di cogliere qualche segno di scasso, ma sembrava essere stata lasciata aperta, forse Stiles non aveva mentito quando aveva detto a Derek che l'avrebbe lasciata per lui, per dargli la possibilità di entrare quando volesse.

Boyd e Jackson erano nel giardino alla ricerca di impronte e Lydia stava provando furiosamente a chiamare ad intervalli regolari sia Stiles che Peter dato che non si era riusciti a contattare nemmeno il più anziano degli Hale.

Cora si avvicinò al fratello e gli mise una mano sulla spalla, anche lei riconosceva quel simbolo, lo aveva visto qualche mese prima di tornare a Beacon Hills, quando un Branco aveva provato a rapirla per qualche strana ragione che ancora non aveva compreso. Isaac stava parlando con lo sceriffo cercando di calmarlo, era troppo agitato e tutti potevano sentire il suo cuore battere all'impazzata.

L'Alpha sospirò sapendo cosa doveva fare « Noah, Stiles tornerà a casa, glielo prometto. » disse avvicinandosi all'uomo « È stato un Branco a prenderlo. » rivelò facendo tratenere il fiato a tutti « Quasi due anni fa sono venuti da me, chiedendomi di uccidere il mio Branco per unirmi a loro: un Branco interamente di Alpha. Volevano ampliare il loro territorio, Beacon Hills è il centro del mondo sovrannaturale » qui si poté sentire chiaramente Allison borbottare un « Faremo prima a trasferirci dall'altra parte del Paese » ma nessuno le diede conto « Mi sono rifiutato, ovviamente, pensavo che fosse finita. Evidentemente non è così. » concluse il licantropo per nascita stringendo i pugni lungo i fianchi. Si sentiva un idiota, doveva sapere che non sarebbe stato così facile liberarsi di quel Branco.

Non aveva messo in pericolo solo i suoi Beta, ma anche i componenti umani, a partire da Stiles, che forse era l'unica ragione se Boyd e Erica non erano fuggiti nel cuore della notte, se Scott aveva accettato lui come Alpha e solamente grazie a lui Isaac aveva sconfitto la paura per i posti stretti.

Erano nulla senza Stiles, sia loro che lo sceriffo. Doveva fare di tutto per riportarlo a casa, anche a costo della sua stessa vita.


Deucalion scese entamente le scale conoscendo alla perfezione ogni scalino che lo divideva da quelle che erano due delle pedine più importanti del suo gioco per avere Beacon Hills e il Nemeton.

Aprì la porta senza bussare, ignorando la voce di Theo che bassa e rauca raccontavano senza fiato quello che gli era accaduto da quando si era separato dal giovane Stilinski. Sorrise beffardo facendosi strada all'interno della piccola abitazione temporanea e constatò con piacere che Theo era riuscito a non rovinare tutto come aveva fatto in precedenza.

Sentì il licantropo scattare in piedi e affrettarsi a mettersi davanti al suo Alpha, un movimento dell'aria gli fece capire che doveva essersi inchinato in chiaro segno di rispetto « Peter Hale e Stiles Stilinski. » disse annusando l'odori dei due, un mix perfetto che sapeva di vittoria, mancava solo la pungente aroma del sangue, quello di Derek Hale.

« Fammi indovinare, tu sei il pazzo di turno che cerca di prendere il territorio degli Hale? » la voce di Stiles arrivò limpidamente alle orecchie dell'uomo, il quale non poté evitare di sorridere. Era semplicemente perfetto, non c'era da meravigliarsi se era il Compagno di Alpha Hale o anche che Theo fosse completamente impazzito per lui.

Era bello anche senza poterlo vedere, poteva immaginarsi il suo viso, il calore nei suoi occhi illuminati dal fuoco della passione, quella fiamma che si accendeva per proteggere il suo Branco. Aveva sentito molto sul suo conto e ne era rimasto particolarmente affascinato, aveva aiutato un licantropo appena Morso ad affrontare la sua prima Luna Piena ed ad insegnarli come controllare la trasformazione, avevano sconfitto un Alpha con solo l'intelletto di due giovani umani, aveva trovato il modo per far tornare il Kanima un essere meno pericoloso e per quante volte fosse stato rapito e picchiato non aveva mai accenato a voler allontanarsi dal suo Branco. Era l'esempio ideale da seguire, il cuore perfetto che ogni gruppo di licantropi si sarebbe aspettato.

Era quasi un peccato pensare che molto presto i suoi artigli si sarebbero macchiati del suo sangue, era certo che nessuno dei tre del Branco Hale sarebbe tornato a Beacon Hills. Sarebbero rimasti senza Alpha, senza il Compagno dell'Alpha e senza uno dei più surbdoli licantropi della California. Deucalion assaporava già il momento in cui avrebbe sacrificato i loro corpi al Nemeton.

« Fai silenzio, Stiles! » urlò Theo come a rimettere il riga il suo fidanzato, ma ormai il giovane Stilinski non aveva nulla da perdere contro quel ragazzo, non doveva più rimanere in silenzio e subire. Si alzò dal letto e si avvicinò senza paura all'Alpha « Sai i nostri nomi, ma io non conosco il tuo. Ti dispiacerebbe presentarti? » domandò incrociando le mani al petto e vide appena con la coda dell'occhio Theo alzare le mani pronto a colpirlo, ma Deucalion lo fermò alzando semplicemente una mano.

« Non c'è bisogno di presentazioni, signor Stilinski, le basta sapere che lei è una pedina essenziale sulla mia scacchiera. » rispose pacato l'uomo, le mani sovrapposte sopra l'estremità del bastone, la posizione rilassata come se non stesse minacciando due componenti di un Branco nemico. Lentamente si girò verso Peter « Vorrei dire che è un piacere rivederti, ma come puoi notare ho qualche problema. » disse con voce quasi commossa facendo grugnire il Beta che strattonava leggermente i polsi facendo tintinnare le catene tra loro.

Stiles si passò le mani sul viso, stanco, e senza un piano ben definito in mente. Sarebbe uscito di lì insieme a Peter e – giurò su Dio – se Theo gli aveva rovinato la Jeep sarebbe tornato indietro con una mazza in frassino ricoperta di strozzalupo e vischio da infilargli su per il... okay, non era ancora detto, forse aveva fatto accostare Peter prima di rapirli e rinchiuderli in quel buco dove sembrava regnare solamente la muffa. Si sarebbe come minimo preso qualche malattia strana, il materasso su cui l'aveva buttato Theo aveva talmente polvere sopra e giurò di aver visto un ragno tessere la sua ragnatela all'angolo della testiera.

Doveva solamente capire con quale frequenza Theo si allontanava e se sopra ci fossero più persone. Poteva organizzare un piano, una volta liberato Peter l'avrebbe usato come ariete umano per sfondare le porte che dividevano loro dalla libertà, che lo dividevano da Derek e il suo Branco.

Osservò passivamente lo scambia di battute tra Peter e Deucalion, cercando di ignorare la mano insistente di Theo sulla sua natica destra che lentamente esercitava pressione per poi rilasciarla, una lenta tortura che rischiava di portarlo ad avere dei fashback piuttosto spiacevoli.

Sentiva le palpebre tremargli, la consapevolezza di essere nuovamente tra le grinfie del suo abusore in qualche modo lo spaventavano. Era riuscito a condurre il gioco, per poco, dimostrando di poter in qualche modo cavarsela e non lasciarsi prendere dal panico, ma la consapevolezza che una volta uscito di scena di Deucalion Theo decidesse di punirlo – come usava fare – lo spaventava. Sentiva nelle orecchie il suono della cintura che spaccava la pelle all'altezza dell'attaccatura tra le natiche e le cosce, o tra le clavicole. E la pelle iniziava a bruciare, le ferite che si erano chiuse sembravano aver ricominciato a sanguinare, piccole gocce rosse come rubini che scivolavano lungo il suo corpo fino a cadere sul pavimento con piccoli rumori sordi, come quelli di una pioggia leggera contro l'asfalto.

« Tutto bene, ragazzino? » Deucalion lo toccò sulla gamba con la punta del bastone, Stiles si rese conto di avere il respiro corto, la mano posata sul petto e un attacco di panico in corso. Cercò di respirare lentamente ricordandosi com'era quello di Derek contro la sua nuca, così dolce e tranquillizzante.

« Sta avendo un attacco di panico. » ripose Peter al posto suo, provò ad alzarsi per raggiungerlo, ma i polsi incatenati al muro glielo impedirono. Provò rabbia, una rabbia bruciante che lo fece trasformare, gli artigli che lentamente scavavano il loro sentiero attraverso la pelle dei palmi, il suo lupo che premeva per liberarsi e aiutare il ragazzo per cui provava dei sentimenti.

Ringhiò prima di sentire qualcosa colpirlo alla testa facendogli perdere i sensi.


La donna guardò loro sorridendo, i piedi scalzi con le unghie mostruosamente lunghe che graffiavano il pavimento creando un rumore fastidioso. Scott ci mise tutte le sue forze per non coprirsi le orecchie con le mani, così come tutti gli altri dall'udito sviluppato. Lydia stringeva i pugni, il bisogno di sapere dove si trovasse Stiles – il suo migliore amico – la stava tormentando, non credeva che tra tutti, proprio a lui potessero succedere tutte quelle cose.

Allison teneva stretto tra le mani l'arco, pronta a scoccare una freccia sulla donna che teneva impalato al pavimento il loro Alpha. L'odore del sangue si stava facendo pesante all'interno del loft, ma nessuno osava muoversi. Il respiro irregolare di Derek li teneva sospesi ad un filo, il timore di vedere l'Alpha finire la vita del loro amico a cui avevano imparato a voler bene con il tempo e i piccoli gesti.

« Ultima possibilità, Derek Hale, o uccidi il tuo Branco o tra meno di una settimana perderai il controllo, la lontananza dal tuo Compagno di renderà un essere senza freni, e farai del male a qualsiasi persona in questa patetica città. » Kali posò il ginocchio lungo l'osso iliaco, esercitando una lieve pressione come per spingerlo a sdraiarsi contro il suolo, ma Derek non voleva cadere ancora più in basso, essere umiliato in quel modo davanti al suo Branco, dimostrare di non essere in grado di poterlo proteggere.

Lydia fece un passo avanti, ignorando la mano di Jackson che provò ad afferrarla, voleva delle risposte e non si sarebbe nascosta quando poteva sapere dove diamine avevano portato Stiles. La licantropo mollò la presa sul palo metallico e con movimenti agili arrivò fino alla biondo fragola prendendole il mento tra l'indice e il pollice « Ma che cosa deliziosa abbiamo qui. » disse leccandosi le labbra, ma Lydia non si mosse di un centimetro sostenendo lo sguardo « Derek, credo che lei debba essere la seconda dopo il tuo Compagno a morire. » questo fece ringhiare il suo fidanzato che venne prontamente tenuto da Isaac e Boyd, Jackson non aveva alcuna possibilità di battersi con un'Alpha senza rimanere ucciso « Poi seguirei con la cacciatrice, insomma elimina prima tutti questi inutili umani. » rise lasciando andare la presa su Lydia e tornare a girarsi verso la vetrata dove Derek si era alzato lasciando cadere a terra il palo macchiato del suo sangue, la pelle che lentamente si marginava e gli occhi rossi che non promettevano niente di buono.

« Dove si trova il mio Compagno? » domandò suonando estremamente rauco, gli artigli snudati come un avvertimento che però Kali sembrò non cogliere, troppo spavalda e sicura delle sue abilità.

La donna alzò le spalle, sorridendo leggermente, dalla tasca dei jeans tirò fuori una piccola macchinetta fotografica digitale e con un movimento secco del polso la lanciò verso Scott che impacciatamente riuscì ad afferrarla. Il ragazzo la guardò confuso, ma decise di accenderla credendo di trovare la risposta.

Accedendo alla raccolta notò una quantità enorme di foto fatte al suo migliore amico, notò con preoccupazione una che riconobbe risalire a due anni prima, quando Stiles aveva ancora i capelli rasati. Ingoiò preoccupato andando alle ultime foto, troppo scure per vederle nella miniatura. Selezionò l'ultima dell'elenco e riuscì a vedere a malapena la sagoma di Stiles sdraiato su un letto, vicino a lui un'altra persona. In un primo momento non riuscì a capire chi era, ma da sopra le sue spalle Cora osservò con più attenzione la foto fino a trattenere il respiro.

Lì, sul letto insieme a Stiles, c'era Theo Raeken.

« Dimmi che stai scherzando. » ringhiò Scott lanciando la fotocamera a Derek, il quale stava fremendo per vedere di cosa diamine stesse parlando.

Kali afferrò il giovane Beta per la gola, la lingua che passava ripetute volte sulle labbra, deliziata dalla bellezza del giovane, ma prima che potesse fare qualsiasi altra cosa si sentì prendere per un spalla e sbattuta con violenza contro il muro. Derek le fu sopra il secondo dopo, le zanne pronte a recidere la carotide e far morire quella donna osì malata, ma le serviva viva se voleva arrivare a Stiles.

La donna, presa alla sprovvista, sicura che nessuno si sarebbe mosso in sua presenza si ritrov con un Branco intero a bloccarla. La sua arroganza era la causa della sua sconfitta, ora sapeva che molto probabilmente avrebbe fatto meglio a portarsi Ennis dietro.


La tisana calda che Theo gli aveva preparato aveva un sapore strano, ma non disse nulla al riguardo, timoroso che ora che Peter era fuori gioco il ragazzo decidesse di targliergli qualche arto in segno di vendetta nei confronti di Scott e Derek.

Deucalion se n'era andato una volta passato l'attacco di panico, sorridendo in modo dolce, aveva addirittura passato una mano tra i suoi capelli, arruffandoli un poco.

Non sapeva realmente cosa pensare, sembrava che qualsiasi licantropo psicopatico fosse interessato in lui. No, si sbagliava perché prima Theo non era un licantropo, ma solamente un umano dalla mente malata che evidentemente era stato mandato da questo Alpha degli Alpha per rovinargli la vita e tenerlo lontano da Derek. Il solo pensiero che per quel losco piano aveva perso la possibilità di stare con la persona che amava veramente e che non gli avrebbe mai fatto del male, se non tolte quelle volte accadute da appena conosciuti, quando la sua fronte e il volante della Jeep.

La vista gli si annebiò un poco, le palpebre si fecero leggermente pesanti e Stiles guardò Theo spaventato, finalmente capiva il perché di quel sapore nella sua tisana. Lo aveva drogato e non capiva il perché.

« Theo... » lo chiamò con la voce che usciva appena, sentiva tutti i muscoli intorpidirsi. Il ragazzo sorrise apertamente mentre sorseggiava la sua tisana « Non mi piace come sei diventato, Stiles. » disse scandendo bene le parole, come per essere sicuro che capisse tutto « Hai osato interrompermi mentre parlavo con Alpha Deucalion. Credo che ti serva un promemoria su chi comanda nella nostra relazione. » dichiarò posando la tazza in ceramica sul tavolo e Stiles capì appiena cosa quello voleva dire. Girò la testa alla ricerca degli occhi di Peter, l'unico che poteva salvarlo in quel momento, ma l'uomo era ancora privo di sensi, lasciandolo alla mercé del nuovo Beta.

Si sentì sollevare e non poté fare assolutamente niente per dimenarsi o anche solo cercare di schiaffeggiare il suo rapitore nonché violentatore. Non riusciva a muovere un dito, ma era comunque completamente cosciente, si rendeva conto di tutto quello che gli accadeva intorno. Sentì le mani ruvide di Theo strattonare la camicia dopo averlo posato sul letto, far saltare la maggior parte dei bottoni fino ad averlo a torso nudo.

« F–fermo » biascicò riuscendo a sollevare appena una mano, un vano tentativo a fermarlo « Sei un bastardo. » aggiunse quando il ragazzo slacciò la cintura cercando di spogliarlo completamente. Pensava di aver finito con gli abusi, di non dover più sentire le mani di Theo violarlo. Avrebbe tanto voluto farlo con Derek, provare come fosse realmente fare l'amore, ma non si era mai sentito abbastanza pronto, per un periodo si era addirittura autoconvinto di essere ancora vergine, che poteva ancora avere la possibilità di poter avere la sua prima volta speciale con il suo Compagno. Si era sentito uno stupido poche ore dopo, ormai tutti sapevano che non fosse vergine, che la sua purezza era stata strappata via nel modo più meschino di tutti.

Sentire le dita di Theo farsi strada nella sua apertura gli fece scappare un suono di fastidio e le lacrime gli salirono agli occhi, credeva di essere finalmente diventato abbastanza forte, ma era bastato un attimo di distrazione per finire nuovamente in quella situazione. Non incolpava di certo Peter, era sicura avesse provato in tutti i modi di difendere lui e la Jeep.

Il fiato di Theo era caldo contro la pelle del suo collo, talmente sgradevole da fargli salire la bile su per la gola, rischiando di rimanere soffocato. Voleva morire, voleva che tutto finisse.


Peter aprì gli occhi sentendo un forte dolore alla testa, Deucalion non ci era andato di certo piano. Il primo suonò che udì, purtroppo, fu un singhiozzo strozzato proveniente dalle sua destra, dove ben sapeva si trovasse il letto. Si girò di scatto rischiando di colpire il muro, ma poco gli importò quando vide il suo compagno di prigionia infliarsi lentamente la camicia iniziando ad abbottonarla con mani tremanti, aveva le lacrime agli occhi e di Theo non ce n'era traccia, chiaro segno che se ne fosse andato via una volta finito di torturare Stiles. Cercò di alzarsi, provare ad avvicinarsi e posare una mano sulla spalla del giovane, cercando di portargli via quel dolore che sicuramente sentiva.

Sapeva cosa suo nipote e Scott avevano fatto, non si sarebbe mai aspettato che il giovane riuscisse ugualmente ad molestarlo sessualmente. Il giovane rendendosi conto del risveglio del licantropo si girò dandogli la schiena, nascondendo il petto e lo stomaco segnati dagli artigli di Theo e sicuramente anche le lacrime.

« Sei stato fuori gioco per quasi due ore, Peter. » lo avvisò obbligandosi a far suonare la voce il meno tremolante possibile. Era vero, Theo era riuscito nuovamente a farlo sentire come una nullità, incapace di difendersi, ma questo non voleva dire che ora soffrisse come faceva prima. Questa volta era stata colpa della droga che Theo gli aveva somministrato, altrimenti era sicuro al 100% che sarebbe riuscito a ribbellarsi e sfuggire alle sue grinfie, almeno riuscire a rendergli le cose difficili.

« Stiles tu... » Peter venne zittito dal movimento secco della mano del giovane, non si faceva certo intimidire né tantomeno comandare, ma questa volta poteva fare un'eccezione, per Stiles « Theo è di sopra, si sentono i passi solamente di due persone, quindi deduco sia Deucalion. » disse infilandosi le scarpe seduto sul bordo del letto, ringraziando mentalmente il cielo di essere riuscito a vestirsi prima del risveglio dello zio del suo Compagno, poi prese un foglio di carta dalla libreria impolverata all'angolo della stanza, vicino al letto sfatto e fortunatamente trovò anche una penna con cui scrisse quello che non poteva dire al compagno di sventure.


Theo crede di avermi messo paura, per questo ci ha lasciati soli. Ora ti libero dalle catene e poi usciremo da qui.


Peter ne rimase quasi colpito considerando che il ragazzo aveva passato due anni senza dire nulla degli abusi, troppo spaventato per le eventuali conseguenze, ma vederlo così sicuro di sé mentre con la più delicatezza possibile lo liberava dalle catene gli fece battere forte il cuore e la voglia di baciarlo fu talmente troppa che non resistette.

Stiles si scostò come scottato e lo guardò con occhi confusi, sicuramente domandandosi cosa fosse appena successo. Perché il caro zio Peter aveva appena aggredito le sue labbra? Non bastava già Theo a prendersi quello che non era suo? Scosse lievemente la testa cercando di non farsi prendere da un totale crollo mentale, perché dovevano uscire di lì e poi, una volta tornati a Beacon Hills, si sarebbe sfogato su Peter.


Era veramente una fortuna che avesse intrapeso il percorso di druido facendosi insegnare qualche trucco da Deaton e ringraziò mentalmente l'apprensività di Scott che l'aveva convinto a tenere sempre dello strozzalupo a portata di mano, resa impercettibile ai licantropi attraverso un incantesimo che aveva trovato in uno dei vecchi libri del veterinario. Ne teneva sempre una piccola busta della mini tasca dei jeans e più volte l'aveva usata nei momenti critici durante le loro numerevoli missioni.

Aveva dalla sua parte la magia, la conoscenza, purtroppo mancava di agilità fisica e avere due licantropi piuttosto arrabbiati alle sue calcagna non lo rendeva certo più capace, anzi, inciampava ogni due passi.

Liberare Peter dalle sue restrizioni era stato facile, i licantropi avevano sottovalutato le sue capacità e il suo coraggio, quindi non avevano nemmeno preso in considerazione lìidea che potesse fare qualcosa di talmente rischioso come liberare l'Hale e darsi alla fuga passando dalla piccola finestra lasciata stupidamente aperta dai loro aguzzini.

Ecco, Peter sarebbe riuscito a scappare in due secondi netti corredno nel bosco, ma lui era un semplice umano con dei polmoni non messi proprio bene e tutti gli allenamenti del coach Finstock sembravano non essere nulla in confronto a quello. Riusciva a vedere dei palazzi in lontananza, lì avrebbero trovato aiuto per tornare a Beacon Hills.

« Buon Dio, non credo di farcela. » ansimò il giovane rallentando leggermente, le gambe che gli facevano male anche a causa del trattamento subito da Theo poco prima. Era sorprendente come fosse riuscito a scappare a due licantropi mentre, quando era stato rapito da Gerard, non era nemmeno riuscito a dare un pugno a quel vecchietto. Certe volte le cose andavano nella maniera più insolita.

Il licantropo non ci pensò due volte a prendere l'umano tra le braccia quando lo vide quasi fermarsi. Non lo avrebbe lasciato nelle mani di Theo e Deucalion o Derek lo avrebbe ucciso senza pensarci due volte e questa volta non avrebbe neppure provato a ribellarsi o obbligare Lydia a resuscitarlo. Se Stiles moriva anche lui lo faceva, se era rimasto a Beacon Hills, se si era comportato bene, era solamente per lui, per quel amore bruciante che provava nei suoi confronti.

Erano a pochi passi dalla strada, dalla civiltà, erano ad un passo dall'essere salvi.






Angolo me:

Here I'm!

Lo so, sembra che tutto va molto in fretta, ma non pensiete sia così! Non sottovalutiamo il mio caro Deucalion, please u.u

Peter a baciato Stiles, potrei quasi shipparli, ma Sterek a vita guys.

Cinque settimane alla maturità, potrei morire, soprattutto considerando che nessuno dei miei professori mi ha appoggiato la tesina su King Arthur. What a shame!

Allora, domande, dubbi, incertezze? Ovviamente non potrò rispondere chiaramente, sono il Deaton della situazione.

So, btw, il prossimo capitolo sarà incentrato su Derek e lo posterò la notte prima degli esami, giusto per fare l'ultima cosa bella prima di morire sotto le votazioni crudele della commissione.

Love you guys,

Sel

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Capitolo 18
*** Capitolo diciassette ***


Precisazioni:

Ci saranno una serie di flashback e non sono in ordine cronologico, quindi non pensateci troppo e godetevi la scena.

Forse leggermente OOC, più del normale, insomma...

Enjoy!


Capitolo diciassette

Love is like a shot gun




Derek annusò l'aria a pieni polmoni riconoscento l'odore delle vecchie gomme della Jeep di Stiles sull'asfalto. Era molto preoccupato, erano ormai quasi ventiquattr'ore che il suo Compagno e Peter erano scomparsi e il solo pensiero che Theo e Deucalion fossero con loro lo rendeva nervoso.

Respirò lentamente socchiudendo gli occhi, doveva concentrarsi se voleva trovare la persona a cui più teneva al mondo.


Fare il bagno insieme era diventata quasi un'abitudine, si spogliavano lentamente dei loro vestiti senza alcuna malizia, per poi immergersi nell'acqua calda con bolle a ricoprire la superficie. Tipicamente il prima ad entrare era Derek, così che dopo Stiles potesse posarsi contro il suo petto e rilassarsi, mentre l'Alpha gli passava delicatamente la mani lungo le braccia.

Il ragazzo aveva ripreso a parlare senza fermarsi, come ai vecchi tempi, riempendo la stanza con la sua voce mentre gli raccontava come aveva trascorso la sua giornata, denigrando in particolar modo il professor Harris che aveva ripreso a fargli domande ad ogni singola lezione.

Derek ascoltava in silenzio, sorridendo di nascosto, felice di vedere quanto Stiles si trovasse a suo agio insieme a lui, sentiva oltre l'odore del bagnoschiuma alla vaniglia l'inconfondibile aroma della felicità del suo Compagno.

« Der–bear, domani dopo scuola mi accompagneresti a fare la spesa? » domandò prendendogli una mano, stringendola un poco, come se servisse a farlo accettare. Derek lo avrebbe accompagnato ovunque.

« Certo, magari potremmo comprare del bacon per colazione. » propose pensando al povero sceriffo che non vedeva l'ombra di quella delizia da mesi, un po' glielo doveva, considerando che lo aveva accolto in casa sua a braccia aperte e gli dava completa fiducia con il figlio. Come minimo doveva riuscire a fargli preparare una colazione degna di quel nome.

Stiles rise, stringendosi ancora di più contro il suo petto, le mani posate con i palmi aperti sulle ginocchia dell'uomo « Vuoi corrompere lo sceriffo, forse? » domandò con tono divertito, ben sapendo quanto Derek ci tenesse a fare bella impressione sul padre. Inclinò la testa all'indietro, baciandogli la gola, sentendo la barba pungerlo « Okay, compreremo del bacon e chissà, forse anche una bistecca. » acconsentì sorridendo contro la spalla del suo Compagno.

Derek posò delicatamente un bacio sulla sua fronte.



Avevano preso Batman con loro, giusto per avere un olfatto sviluppato in più e avevano lasciato a Beacon Hills tutti gli umani nel caso Stiles e Peter tornassero, anche se lo dubitavano, soprattutto Jackson.

Derek camminò in silenzio insieme a Batman verso Sud, seguendo la strada che avrebbe portato loro al confine di Beacon Hills, il cane che annusava con dovizia l'alfalto alla ricerca della traccia del padrone.



Stiles si passò una mano tra i capelli cercando di sistemarli, ma le ciocche indomabili continuavano ad andare in ogni direzione facendogli quasi pentire di esserseli lasciati crescere.

Schiacciò i palmi contro la testa cercando di appiattire la massa di capelli, senza alcun risultato « Dovresti lasciarli così come sono. » la voce alle sue spalle lo facero sussultare. Si girò trovandosi faccia a faccia con Derek che stava seduto sul bordo del suo letto bevendo una lattina di Coca–Cola, una gamba piegata sotto l'altra in una posa decisamente accattivante per Stiles.

« Voglio provare ad essere decente. » rispose con uno sbuffo l'adolescente tornando a guardarsi allo specchio, un pettine in mano e in qualche modo si sentiva ridicolo nel provare a pettinarsi con l'Alpha che lo guardava da dove era seduto, lo sentiva lo sguardo giudicante puntato sulla schiena.

« Dove devi andare? » domandò l'uomo posando la lattina sul pavimento, gli occhi puntati sull'umano che era vestito troppo bene per uscire con Scott o qualsiasi altro membro del Branco. Da aggiungere che non era assolutamente attirato dalla curva del fondoschiena del ragazzo stretto in quel paio di skinny jeans.

Stiles arrossì fino alla radice dei capelli, imbarazzato di dire alla sua crush che aveva un appuntamente con un ragazzo che conosceva da solamente una settimana, ma ovviamente non poteva mentire per colpa del radar–capta–bugie che erano le orecchie del mannaro « Esco con... Theo. » ammise titubante, lasciando perdere il pettine e passare alla ricerca di un profumo adatto alla situazione. Uno dei vantaggi dell'uscire con un umano, spesso Scott e Isaac gli avevano detto quanto infastidisse loro l'odore del suo profumo, così aveva smesso di metterlo, per non urtare i loro nasi sensibili che apparentemente preferivano il suo odore naturale.

Il moro dovette mordersi la lingua per non dire qualcosa di cattivo o che facesse intendere la gelosia che provava in quel momento, con mola calma si alzò dal letto sistemandosi la giacca di pelle « Allora ti lascio prepararti, ci vediamo domani per l'allenamento. » e senza attendere una risposta uscì dalla finestra lasciando l'adolescente da solo.

Lo Stilinski si guardò allo specchio con aria corruciata, domandandosi perché si sentisse così triste per il fatto che Derek non lo avesse fermato dall'uscire con Theo, avevano messo in chiaro il fatto di essere amici e solo amici.



Batman abbaiò distogliendolo dai suoi ricordi e Derek lo guardò domandandogli silenziosamente cosa non andasse. Inarcò un sopracciglio notando come il cane annusasse l'aria e così fece anche lui notanto che ormai avevano perso le tracce della Jeep.

Sospirò abbassando le spalle e prese il cellulare per chiamare Lydia, nella speranza di avere buone informazioni, ma ovviamente non le ricevette.

« Lo troveremo, Batman, non preoccuparti. »



Stiles colpì con la mazza da baseball il licantropo che si era fiondato contro il loro Alpha con una forza sorprendente. L'Omega ringhiò nella direzione dell'umano e afferrò la mazza tirandola su in aria insieme al proprietario.

« Oh, andiamo, non peso così poco! » si lamentò il giovane mentre il licantropo sorrideva vittorioso, sicuro di aver afferrato la sua preda. Stiles approfittando della sua sospensione in aria tirò un calcio al viso del mutaforma, ma si fece solamente male al piede. Almeno poteva dire di averci provato.

« Lascialo andare. » ordinò Derek illuminando gli occhi di rosso in segno di dominanza contro quelli blu del nemico. Era in posizione d'attacco, così come tutti gli altri e Lydia sembrava sul punto di urlare e sinceramente Stiles sperava fosse per la morte dell'Omega e non la sua.

Scott si fece più vicino all'Alpha, pronto ad aiutarlo in caso di necessità, preoccupato per la sorte del suo migliore amico che ora aveva gli artigli del licantropo puntati alla gola.

Il castano chiuse gli occhi sentendo le palpabre tremargli, com'era possibile che queste cose capitavano solo a lui? A Lydia ed Allison non era mai accaduto nulla del genere, c'era forse un codice segreto dei cattivi che vietava la presa in ostaggio di ragazze?

« Okay, mettiamo via gli artigli e parliamo come persone civili, va bene? » domandò prendendo il polso del licantropo nel tentativo di allentare la presa, ma subì l'effetto contrario « Ho afferrato, non sei un uomo di tante parole. » sbuffò prima di ricevere un pugno e l'adolescente giurò di aver sentito un dente spaccarsi. Peccato che non finì lì in quanto Mr. Omega In Territorio Hale lo sbattè contro un albero con tutta la forza che aveva « Avvicinatevi e gli taglio la gola. » minacciò quando con la coda dell'occhio notò Derek farsi avanti per proteggere l'umano.

Stiles sospirò quando non sentì il braccio sinistro e l'occhio iniziare a gonfiarsi, sicuramente al termine di quell'impara battaglia Scott lo avrebbe portato al Beacon Hills Memoria Hospital perché aveva veramente bisogno di un gesso o come minimo una fasciatura.

Prima di perdere i sensi sentì chiaramente il tipico schiocco dell'arco di Allison.


Non si sentiva più un occhio e un braccio era troppo pesante anche solo per sollevarlo nella situazione in cui si trovava. Poteva sentire chiaramente il suono dei macchinari dell'ospedale e l'odore chimico talmente fastidioso da fargli storcere il naso. Il peso sulle gambe, però, era del tutto inaspettato.

Aprì con fatica gli occhi – l'occhio – e guardò verso il basso incontrando una massa di capelli mori che avrebbe riconosciuto ovunque. Posò delicatamente una mano sulla spalla dell'uomo scuotendolo leggermente.

Derek rimase con gli occhi chiusi, ma si girò leggermente verso di lui, le labbra leggermente divise « Se lo racconti a qualcuno sei morto, Stiles. » lo minacciò senza però smuoversi e il ragazzo non poté fare a meno di sorridere prima di spostare la mano tra i morbidi capelli dell'uomo, ben sapendo che non gliel'avrebbe staccata a morsi.

« È il nostro segreto. » sussurrò prima di richiudere gli occhi e addormentarsi nuovamente.



Quando il suo cellulare squillò notò che era un numero non registrato e quindi fu restio a rispondere, ma qualcosa dentro di lui lo spinse a farlo « Pronto? » rispose e sentì dall'altra parte della linea un respiro pesante « Chi è? » domandò mordendosi il labbro inferiore, la speranza di sentire quella voce.

« Der. »



(11.59 PM) Der, non ho sonno.

(00.00 AM) Dovresti scriverlo al tuo fidanzato.

(00.00 AM) A Theo dà fastidio quando lo sveglio.

(00.01 AM) Cosa ti fa credere che a me non dia fastidio?

(00.01 AM) Il fatto che tu mi risponda sempre.

(00.05 AM) Forse allora dovrei smettere.

(00.05 AM) Dai, Der–bear, non fare lo scorbutico.

(00.08 AM) Non sono scorbutico, sono assonnato.

(00.08 AM) Okay, allora ti lascio dormire.

Chiamata in corso da Der a Stiles

« Ti leggerò qualcosa finché non ti addormenti, chiaro? »

« Grazie. »



Stavano premendo l'accelleratore fino alla fine, rischiando quasi di romperlo, e certamente non stava badando ai limiti di velocità. Stiles stava bene, il suo magnifico ragazzo era riuscito a scappare, e aveva comunicato la sua posizione.

Erika dal sedile posteriore non faceva altro che battere le unghie sul finestrino, ansiosa di arrivare a destinazione e nemmeno sembrava preoccupata dell'altà possibilità di morire a causa della guida spericolata del suo Alpha.

Dietro di lui c'era la moto di Scott, l'auto di Jackson e quella di Allison, tutti pronti ad andare a recuperare il loro migliore amico. C'era la probabilità di scontrarsi con il Branco di Alpha, dovevano essere pronti ad intervenire per tirare in salvo Stiles e anche Peter.




Stiles sorrise mescolando l'impasto per i biscotti che aveva preparato insieme a Lydia. Erano al loft di Derek per una serata insieme al Branco e alla rossa era venuta voglia di qualcosa di dolce, ma purtroppo il loro Alpha non aveva nulla da offrire loro, costringendo così i due più volenterosi alla ricerca degli ingredienti per fare dei biscotti, rimanendo anche piacevolmente colpiti nel trovare delle gocce di cioccolato nasconste infondo alla dispensa.

Lydia, comunque aveva pensato bene di svignarsela appena terminato il lavoro semplice, dichiarando che il calore del forno le avrebbe sciolto il trucco, così anche se si fosse messa a mescolare. Fortunatamente era arrivato Derek a fargli un po' di compagnia, ma senza toccare nulla.

Se ne stva semplicemente seduto ad osservare l'umano girare con dovizia l'impasto, come se fosse la cosa più importante del mondo e gli venne quasi da sorridere al pensare quanto il ragazzo si preocupasse per il Branco, ad ogni richiesta sembrava entrare in modalità spoil rotten the kids e l'Alpha non era sicuro fosse una buona cosa viziare così tanto quella massa di adolescenti che sembrava volere sempre di più, bastava pensare ad Isaac che qualche sera prima gli aveva chiesto con tanto di occhioni dolci se fosse disponibile a portargli un bicchiere di latte caldo. Inutile dire che non l'aveva fatto, se Stiles giocava alla parte del genitore buono a lui toccava essere quello cattivo che diceva no.

« Allora » iniziò l'uomo picchiettando leggermente le dita contro il ripiano in legno « oggi ti ho visto a pranzo con Theo Raeken. » butto lì, come se non avesse osservato con aria omicida il ragazzo per il resto della giornata, desiderando tirarlo in uno stanzino e minacciarlo di non avvicinarsi mai più a Stiles, ma non lo aveva fatto solamente perché era stato lui stesso a dirgli di cercarsi degli amici completamente umani.

Solo che quel Theo sembrava voler essere tutto tranne che amici, lo aveva toccato decisamente troppo durante il pranzo, una mano sul ginocchio, una sulla spalla, un dito sul labbro con la scusa di ripulirla dal ketchup. Insomma, a quel ragazzo andavano tagliate le mani e Derek aveva già in mente come fare.

Stiles arrossì come un bambino beccato con le mani nella giara dei biscotti e distolse leggermente lo sguardo « Sì, è... un bravo ragazzo. » disse storcendo appena la bocca, non sicuro se potesse realmente definirlo così, infondo avevano passato solo un paio di pranzi insieme.

« Lo spero. » disse semplicemente Derek prima di alzarsi e tornare nell'open space insieme al resto del suo Branco, arrabbiato con se stesso per non essere stato egoista e aver dichiarato il suo amore al ragazzo.

E fu proprio per quella frase, detta con così tanta durezza, che Stiles non disse mai nulla quando iniziarono gli abusi. Non voleva dare una ragione a Derek di dire che aveva avuto ragione, quando con quel tono sprezzante gli aveva fatto capire che Theo non gli piaceva.



Parcheggiò sul ciglio del marciapiedi infischiandosene del cartello che vietava la sosta a qualsiasi ora del giorno. Scese davanti a quel ar con le luci spente, ma con la porta libera dalla saracinesca, quello era il luogo indicatogli da Stiles durante la loro breve telefonata. Purtroppo non avevano avuto molto tempo e poi il ragazzo non faceva altro che singhiozzare dicendo qualcosa in polacco che purtroppo non era riuscito a capire nonostante i suoi attenti studi della lingua – un mero tentativo di conquistare lo sceriffo – e quindi lo aveva lasciato assicurandogli che sarebbero stato insieme in non molto tempo.

Provò ad afferrare la maniglia, ma venne come scottato e solo allora notò la linea di sorbo posta davanti la porta « Lydia, rompila. » ordinò non appena la ragazza dai capelli rossi fu al suo fianco.

« Non so se lo vedi, Derek, ma all'interno c'è un tizio pronto a spararci con un fucile. » rispose la ragazza facendo puntare gli sguardi di tutti sull'uomo all'interno del bar seduto su una sedia davanti al bancone, le mani strette attorno al fucile, l'indice pericolosamente posato sul grilletto.

Non vi era alcuna traccia di Stiles e questo rese solamente più nervoso l'Alpha. Isaac si fece avanti, come a segnalare all'uomo armato che l'avevano visto e di farsi avanti. Quest'ultimo si alzò dallo sgabello e si avvicinò aprendo una piccola finestrella, in modo da poter comunicare con le persone al di fuori.

« Chi siete? » domandò squadrandoli uno ad uno, non fidandosi ovviamente di quelle facce mai viste.

« Sono Scott McCall, stiamo cercando Stiles. » rispose il Beta facendo un passo avanti, ricevendo in risposta la canula del fucile puntato contro.

« Dimostratemi che lo conoscete. Quando è nato? » chiese, come se avesse sottoposto Stiles ad un interrogatorio per avere tutte quelle informazioni, un modo per essere sicuro che fosse il suo Branco quello a bussare alla porta e non quello nemico.

« Il 6 febbraio 1998. » rispose Jackson facendo soprendere tutti, solitamente era quello che si scordava tutti i compleanni se non quello di Lydia.

« Il modello e la targa della sua auto. » pretese ancora, deciso a non lasciare loro passare alla prima risposta giusta.

« Una Jeep CJ–5 targata 60GM387. » disse Scott ripensando a quante volte aveva dovuto riempire moduli dal meccanico per la riparazione della Jeep mentre Stiles chiamava il padre per dargli la lieta novella.

L'uomo annuì, ma non demorse « Qual è stato il suo primo animale? ».

Derek alzò gli occhi al cielo, stufo di essere tenuto così a distanza dal suo Compagno « Questo! » rispose tirando su Batman per farlo vedere, era sicuro fosse la risposta semplice in quanto Stiles si era sempre lamentato che a causa della sua iperattività i genitori non gli avevano mai preso nemmeno un pesce non considerandolo adeguato a prendersi cura di un animale.

Sentendo l'abbaiare di Batman Stiles, nascosto nello stanzino dietro al bancone insieme alle scorte che il proprietario teneva per la propria attività. Aprì un piccolo spiraglio per assicurarsi che fossero i rinforzi e appena vide il viso arrabbiato di Derek non poté fare a meno di correre fuori e superare l'uomo che gli aveva offeto aiuto per buttarsi tra le braccia del suo uomo.

Derek fu subito pronto a stringere le braccia intorno alla figura più esile di Stiles, quasi subito però venne investito dall'odore del sangue proveniente dal suo fidanzato. Lo allontanò un poco osservando con terrore il viso e i vestiti di Stiles completamente macchiati di sangue, ma dall'odore poté constatare che la maggior parte non era il suo.

« Der, Der, loro... loro ci hanno preso e... » iniziò a raccontare, ma a Derek non interessava, non quando stava tremando, sporco e con gli occhi ancora così spaventati. Lydia nel frattempo ruppe la linea di sorbo, così l'Alpha poté prendere lo Stilinski guidandolo gentilmente verso il bagno mentre gli ripeteva che andava tutto bene, che non doveva più temere nulla e che una volta ripulito avrebbero parlato.

Lo fece sedere sul piccolo sgabello vicino al lavandino mentre azionava il getto d'acqua per farla raffreddare, Scott era già andato alla macchina a prendere un cambio.

« Stiles, non ti hanno fatto nulla, vero? » domandò più per la sua sanità mentale, era vero, era stato lui il primo a dire di non parlarne per adesso, ma doveva sapere se doveva guardare anche da qualche altra parte per assicurarsi che stesse bene. Il ragazzo guardò in basso, muovendosi a disagio cercando di non fare contatto visivo, vergognandosi di aver lasciato nuovamente Theo prendersi quello che non era suo, così come aveva fatto Peter.

L'uomo sospirò capendo benissimo la risposta e con gentilezza alzò il viso sporco di Stiles per baciarlo, fregandosene del sangue, desideroso solamente di far sapere al suo Compagno che lo voleva ancora, che lo amava nonostante tutto. Il più giovane ricambiò il bacio in modo quasi disperato, portando le mani dietro la nuca di Derek, le lunga dita macchiate di rosso si persero tra i riccioli scuri, tirandoli appena.



Stiles tese l'arco provando a prendere la mira, ma sembrava proprio che non ne fosse capace, tanto che cadde per l'ennesima volta facendo sospirare una Allison sconsolata e ormai senza speranze.

« Mi spieghi come vuoi diventare un poliziotto se non riesci a tenere in mano nemmeno un'arma? » domandò Boyd dand voce ai suoi pensieri, sotto lo sguardo severo di Erica che voleva sembrare staccargli la testa a morsi. Ormai era chiaro a tutti che Stiles avesse qualcosa che non andasse, ma a nulla erano serviti gli interrogatori dei vari membri del Branco.

« Ho ancora tempo per migliorare. » sbuffò il ragazzo iniziando ad odorare di stress e nervosismo, tanto che Allison vedendo la sua espressione tesa tolse di torno l'arco e gli propose di andarsi a fare una cioccolata calda mentre i mannari continuavano il loro allenamento con Derek e Lydia sbuffava mentre leggeva il libro che Deaton le aveva dato sulle Banshee.

Facendo partire la Jeep e ad un passo dall'ingranare la prima la figura di Derek si presentò davanti loro bloccando il passaggio. In silenzio lo osservò mentre si toglieva la canottiera sporca di sangue e si avvicinava alla portiera del passeggero « Allison, fai fare a quegli scansafatiche degli allenamenti, non sempre potranno usare artigli e zanne. » ordinò alla Argent aprendole lo sportello e – Stiles si chiese da dove – tirò fuori una maglietta pulita da mettersi.

« Dove la porto, oh grande Alpha? » domandò il giovane provando a suonare divertito, il cuore che batteva a mille per essere solo con la sua crush. La sua crush molto probabilmente etero, da non dimenticare.

« Ovunque tu voglia andare. » rispose l'Hale e accennò appena un sorriso. La cosa più bella che Stiles avesse mai visto.



L'uomo del fucile – che rispondeva al nome di Zac – passò a Stiles una tazza di tea alla menta fumante. L'adolesente lo ringraziò prima di guardare colpevole l'Alpha e prendere un grande respiro « Der, mi dispiace così tanto » disse, ora molto più calmo, tutte le lacrime lavate via dalle mani gentili del suo fidanzato « Anche per te Cora, so che non è mai stato il massimo, ma... » si bloccò, rendendosi conto che nessuno stesse capendo a cosa si riferiva, anche perché nessuno aveva chiesto di lui.

« Ragazzi, Peter è morto. »













Angolo autrice:

Guys, I'm back! Grazie a Dio non sono morta, sopravvisuta alle prove scritte, ma mi tengono bella sul fuoco fino al 12 per l'orale!

Non sono molto convinta, ma ho deciso di postare comunque, perch tanto peggio di così non poteva andare, no? Uhm, speriamo bene e di essere riuscita a farmi perdonare tutti questi lunedì di silenzio.

Dal prossimo capitolo, che ho già iniziato a scrivere, vedremo uno Stiles più deciso, sicuro e al comando ( sexy af).

Da qui un piccolo pezzettino:

[…] No, stava decisamente andando tutto male, ci mancavano solo l'Alpha ed il cacciatore che litigavano « Ora basta. » sbottò il giovane facendo sorridere fiero il padre, adorava quando il suo ragazzo prendeva il comando « Qui la mente del Branco sono io, per di più il futuro emissario, quindi chiudete le bocche e ascoltatemi. » mise in chiaro sfidando con lo sguardo chiunque a parlare […]

Fatemi sapere cosa ne pensate e se volete linciarmi per il caro e vecchio Peter!

Alla prossima,

Sel


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Capitolo 19
*** Capitolo diciotto ***


Capitolo diciotto


Love is like a shot gun



Stiles raccontò a grandi linee della chiamata di Peter, di come fossero usciti dalla città fino a quando, stanco di guidare non si fosse addormentato dopo essersi dati il cambio solo per poi risvegliarsi tra le grinfie di Theo e Deucalion.

Omise la parte peggiore, saltando direttamente alla loro fuga, a quando Peter ormai allo stremo delle forze lo stava trasporando per raggiungere la città.


« Dannazione. » Peter era stanco, troppo stanco, le ore passate senza cibo ed acqua, le manette ricoperte di aconito che ancora gli bagnava i polsi, il corpo di Stiles tra le braccia. Era tutto semplicemente troppo, sentiva le gambe quasi cedergli, deboli come mai lo erano state in vita sua.

Sentiva le mani del ragazzo stringere la stoffa della sua maglietta sporca di sangue, l'unica cosa che in quel momento gli dava l'energia per muoversi. La vedeva, la strada, una volta lì né Theo né Deucalion avrebbero potuto fare nulla loro, sarebbero stati al sicuro.

Una trentina di passi, nulla di più, ecco cosa separava loro dalla libertà, dal trovare un posto per chiamare qualcuno del Branco e farsi venire a prendere. Era semplice, trenta passi.

« Sei salvo, Stiles. » sussurrò all'adolescente con il fiato corto, il suono del suo battito cardiaco a riempirgli le orecchie ed a ricordargli quanto fosse spaventato.

Troppo facile.

Fu una frazione di secondo ed era a terra, il corpo di Stiles sotto il suo e quello di Theo sopra, gli artigli affondati nulla carne della sua schiena in una morsa dolorosa. Ruggì dal dolore, il potere di un licantropo appena morso era simile a quello di un Alpha, molto più amplificato di quello di un Beta qualsiasi.

Con forza riuscì a liberarsi dell'aversario e tirarsi in piedi, assunse senza indugio la posizione d'attacco, le gambe leggermente divaricate, il busto in avanti e le braccia tese leggermente in avanti con le unghie sostituite dai lunghi artigli che avevano il potere di uccidere qualsiasi essere vivente.

Stiles si girò spaventato, non si era aspettato l'impatto con il terreno, il viso sporco di foglie scattò a destra e sinistra alla ricerca di un'arma, un qualcosa per aiutare Peter a combattere quel mostro che aveva davanti, ma oltre dei rami non c'era nulla. Era praticamente indifeso e di nessun aiuto, se non altro una preoccupazione. Incontrò gli occhi vitrei di Deucalion che sembravano vedere più di quanto potesse fare lui, erano vuoti quanto profondi, tanto da fargli accapponare la pelle.

Si alzò pronto a mettersi vicino al suo compagno di sventure perché non esisteva in nessun modo la possibilità che non avrebbe combattuto, che fosse una persona che nemmeno venti minuti prima l'aveva ferito con un casto bacio che fosse il migliore tra i suoi amici. Erano un Branco, una composizione di note su un pentagramma che formavano una melodia travolgente e senza una di essa era inevitabile rovinare l'armonia.

Peter poteva anche essere il peggiore tra tutti, ma non meritava di essere lasciato solo nel momento del bisogno, tutt'altro, doveva dimostragli che poteva contare su di loro, che non sarebbe più rimasto senza una spalla su cui poggiarsi.

Era quel lupo da mettere davanti al Branco durante una marcia, seguita dai Beta pronti a proteggere in caso di pericolo quelli che si trovava davanti, così come l'Alpha che infondo alla fila controllava la situazione generale e proteggeva tutti da un agguato, come Orlando nella Chanson de Roland che muore combattendo i saraceni pronti a colpire l'esercito di Carlo Magno alle spalle, come dei vili.

Peccato che Peter era di tutt'altro avviso in quanto lo spintonò indietro, contro la sua schiena, come a volerlo nascondere alla vista di Theo. Provò a riposizionarsi al suo fianco, ma inutile dire che l'uomo era decisamente più forte di lui.

« Lascia andare il mio fidanzato, vecchio. » lo provocò il Raeken mostrando i denti affilati, pronto a mordere il collo del suo avversario fino a strappargli le corde vocali e mangiarsele, obbligando Stiles – quel traditore – a fare lo stesso. Lo aveva tradito, gli aveva dato fiducia lasciandolo libero di girare nella loro stanza e alla prima distrazione se l'era data a gambe con quel perdete di un Hale, quella famiglia era realmente la sua rovina. Non sopportava Cora, tantomeno Derek che gli aveva portato via il suo prezioso amore e ora che conosceva anche Peter, l'ultimo degli Hale, doveva ammettere che sembravano essere una maledizione.

« L'ultima volta che ho controllato è il Compagno di mio nipote. » sorrise Peter nonostante dire quella frase gli procurò una leggere fitta di dolore al cuore, voleva veramente dire che era suo, solo suo da amare e venerare, farlo sentire l'essere più fortunato del mondo, ma come sempre la Dea Bendata era spietata nei suoi confronti, maledicendolo ad una vita di sfortune, rovinando più volte la vita di suo nipote, quello che un tempo aveva definito suo migliore amico, prima di tutto quel casino con Page.

Theo scattò all'improvviso, entrambi i membri del Branco Hale si aspettavano ancora uno scambio di battute, ma il ragazzo sembrava essere mossa dalla rabbia più cieca. Peter fu altrettanto svelto nello spingere Stiles il più lontano possibile, tanto che finì con lo sbattere la schiena contro uno degli alberi, ma il licantropo non ebbe il tempo di sentirsi in colpa che si avventò contro il più giovane con l'unico intento di ucciderlo e seppellire il suo miserabile corpo – o di quello che ne sarebbe rimasto – in quel terreno in chissà quale posto della California.

Stiles riuscì a mettersi seduto premendosi una mano contro la testa, gli faceva male, così come delle costole sul lato destro. Era stato un brutto colpo, ma in quel momento l'unica cosa che lo preoccupava era lo spettacolo agghiciante che si ritrovò davanti.

Aveva visto più scontri in vita sua, ma nessuno feroce quanto quello. Gli si era letteralmente gelato il sangue nelle vene, non stavano combattendo per difendersi, ma per uccidere. Era una danza fatta di artigli affondati nella pelle il più profondo possibili e zanne alla ricerca del collo per recidere la carotide e porre fine alla vita del proprio avversario. Spaventoso, fu il primo aggettivo che venne alla mente di Stiles che provò ad alzarsi facendo strusciare la spalla contro il tronco macchiando la camicia di resina appiccicosa.

Deucalion rimase fermo, la mani posate sull'estremità del bastone come a godersi lo spettacolo che tutti sapevano non potesse vedere, almeno non con gli occhi. Il ragazzo pensò che forse sarebbe venuto a prenderlo mentre Peter era occupato, ma lui non si mosse di un solo centimetro, concentrato a sentire i rumori provocati dai due licantropi, assaporando con grande inalazioni l'odore del sangue che veniva trasportata dai primi venti primaverili.

Peter buttò a terra Theo fiodandosi sopra di lui, pronto a dare il colpo di grazia, ma un proiettile tagliò la traiettoria costringendolo a girarsi per vedere un uomo che impugnava un fucile puntato contro di lui.

Stiles scattò d'istinto, mettendosi davanti ai due per proteggere Peter da quel pazzo che sparava « Si fermi! » urlò prima di sentirsi afferrare per la caviglia finendo nuovamente con la faccia premuta contro il terreno umido della foresta. Era stato Theo che aveva approffitato di quel momento di stupore generale per attuare la sua mossa, approffitandosi dell'ingenuità del suo caro amato Stiles.

Il Beta più anziano ringhiò scattando a premere gli artigli in una morsa per circondare il cuore sul lato sinistro del petto del ragazzino, pronto a stapparlo via dalla cassa toracica e darlo in pasto agli animali del bosco, ma lo stesso fece Theo « Se muoio io, muori anche tu. » sputò il Raeken lasciando la presa su Stiles che con mosse svelte corse verso il cacciatore urlandogli di colpire il licantropo a terra, ma questi non lo fece, rimanendo come uno spettatore in silenzio.

Faceva male, sentiva le dita di Theo iniziare a trapassare lo strato esterno della sua pelle, era lento e doloroso, così come doveva essere per lui.

Pochi passi più in là Stiles aveva le lacrime agli occhi, vedeva chiaramente il sangue di Peter macchiare le foglie con gocce scarlatte « Non lo vede che si stanno uccidendo?! » urlò nuovamente verso l'uomo armato, ma lui rimase nuovamente in silenzio non degnandolo nemmeno di uno sguardo.

Theo era così sicuro di farcela, non poteva deludere Deucalion per nessuna ragione al mondo. Ancora un paio di centimetri e avrebbe sentito il cuore dell'Hale tra le sue dita, era una sensazione bellissima e si chiese come sarebbe stato fare lo stesso con Stiles, ad un certo punto, quando sarebbe stato troppo vecchio per accontentarlo o semplicemente quando si sarebbe stancato di lui e di quel suo buco ormai rovinato da lui stesso.

Poi ci fu lo sparo e vide l'Alpha deviare con il suo bastone la pallottola, ma questo non fermò il cacciatore dal riprovarci, tanto che dovette mollare la presa sul cuore di Peter e darsi alla fuga con l'uomo che gli aveva donato il Morso.

Stiles si precipitò sul corpo dell'uomo e senza badare al sangue posò l'orecchio all'altezza del cuore per sentirne il battito, ma non udì nulla « No, no, no, Peter. » sussurrò mentre provava a svegliarlo « Non ti azzardare a morire. » lo avvisò iniziando le procedure di rianimazione che suo padre gli aveva insegnato, ma non servirono a nulla, Peter continuò a non respirare e il suo cuore continuò a non battere.

« Lo hai ucciso! » urlò contro il cacciatore, il quale si era avvicinato mettendo via il fucile.

« Credevo vincesse. » fu l'unica cosa che disse prima di afferrare il ragazzo per portarlo nel suo locale.


Derek ascoltò in silenzo, la mano che leggermente carezzava la spalla del fidanzato mentre il lupo ringhiava, ordinandogli di compiere il rituale, di farlo suo lì, in quel momento, davanti gli occhi di tutti e morderlo alla base del collo, Marchiandolo. Chiuse gli occhi cercando di concentrarsi sull'odore di sua sorella, che sapeva di tristezza per la perdita di un altro membro della famiglia.

« Derek, Stiles ti ha fatto una domanda. » lo riscosse dai suoi pensieri la voce seria di Scott e l'uomo abbassò lo sguardo per fissare negli occhi il Compagno « Scusami, non stavo ascoltando. » ammise con sincerità, facendo sbuffare Jackson e Lydia, indispettiti dalla carenza di attenzione del loro Alpha.

« Sai cosa vuole Deucalion? Ha detto che sono una pedina importante e... » Stiles lasciò in sospeso la frase, invitando Derek a continuare per spiegargli perché fosse stato rapito per l'ennesima volta.

Il moro si alzò e posizionandosi al centro della stanza lasciò un pesante sospiro « C'è una cosa che ti ho tenuto nascosto da quando ci siamo messi insieme, Stiles. » rivelò colpevole « Deucalion e il Branco di Alpha sono venuti da me già un anno fa, chiedendomi di unirmi a loro, ma ho rifiutato. Pensavo se ne fossero andati, ma come sempre mi sono sbagliato. » disse arrabbiato con se stesso. La gente moriva e si faceva male a causa sua, forse sarebbe stato più semplice farla finita prima che anche Cora si facesse del male, aveva già dovuto soffrire tutti quei anni sola, con la certezza di non avere più nessuno al mondo.

Stiles si alzò un po' a fatica per raggiungerlo e prendergli una mano, per nulla imbarazzato che tutto il Branco e Zac stessero guardando loro, con lo sguardo lo invitò a continuare. Derek rilassò appena le spalle, il contatto fisico con la sua metà aveva sempre una funzione calmante « Quando un licantropo trova il suo soulmate deve compiere un rituale e se non lo fa in un limite di tempo, le conseguenze... » non riuscì a finire la frase, consapevole che Stiles si sarebbe allontanato da lui spaventato dal mostro che sarebbe diventato da lì a poco.

« Diventerà un lupo, senza alcun controllo, con l'unico obbiettivo di uccidere. Un elemento niente male per rendere ancora più potente quel Branco di Alpha. » spiegò Zac stringendo le spalle agli sguardi stupiti di tutti, come a dire “Cosa? Sono un cacciatore, queste cose le so!”.

Lo Stilinski chiuse gli occhi cercando di trovare un nesso, nella speranza di ricordarsi cosa aveva letto sui soulmates, ma nulla gli giunse « Der, di cosa si tratta? Di che rituale parliamo? Dimmi nulla in cui centri del sangue, ti prego. » blaterò perdendosi nelle sue stesse parole. Una volta aveva provato a fare un patto di sangue con Scott, ma alla vista dell'ago se l'era data a gambe.

Derek arrossì leggermente, non volendo dire davanti a tutto il Branco una cosa che riguardava solamente lui e Stiles, fortunatamente sembrarono capirlo in quanto in mezzo minuti furono lasciati soli.

L'uomo guidò Stiles verso uno dei divanetti del bar e gli strinse le mani « Il lupo quando trova il proprio Compagno sente il bisogno di marchiarlo, far sapere a tutti che è solamente suo e... »

« Oh, questo è molto dolce. »

« E per farlo deve morderlo alla base del collo, in una situazione particolare, Stiles. Una situazione in cui non voglio metterti perché è ancora troppo presto. » disse guardandolo dritto negli occhi e Stiles arrossì, capendo perfettamente dove voleva andare a parare e in parte si sentì in colpa. Se Derek diventava un lupo selvaggio in cerca di sangue sarebbe stata solamente colpa sua e lui non poteva permetterlo, doveva evitarlo ad ogni costo.

« F–facciamolo. » disse soprendendo l'uomo e anche quei impiccioni del Branco che erano rimasti ad origliare, pronti ad intervenire per qualsiasi cosa. Infondo c'era ancora Deucalion in giro e i due – molto intelligentemente – si erano andati a sedere vicino la vetrata.

Derek ringhiò, ordinando al gruppo di adolescenti di tornarsene di là, lasciando i due finire la loro conversazione.

« No. » disse l'Alpha « Non farò l'amore con te solo perché ti senti in dovere. Sono più forte del mio lupo, non prenderà il sopravvento, te lo prometto. Così come ti prometto che entro la fine della settimana avrò il cuore di Theo tra le mani, quel bastardo ha finito di farti del male. » dichiarò irremovibile. Lui era Derek Hale, umano quanto animale, nessuna delle due parti avrebbe mai preso il sopravvento sull'altra.

Stiles sentì gli occhi pizzicargli per le lacrime, nessuno gli aveva mai detto di voler fare l'amore con lui, era sempre stato sesso quello che Theo voleva. Si sporse in avanti per catturare le labbra del suo fidanzato tra le sue, eliminando il sapore di Theo e quello di Peter « Sono solo tuo. » bisbigliò come a rassicurare il lupo che non doveva temere nulla, che doveva rispettare il volere di Derek di non volerlo marchiare. Sapeva di non dover trattare le due entità come persone diverse, ma in quel momento sembrava la cosa giusta da fare.

Derek lo abbracciò, il naso premuto contro il collo per inalare l'odore dolce dello Stilinski « Ti porto a casa. ».


Quando lo sceriffo aprì la porta di casa si apettò di trovare solamente Stiles e Derek, ma davanti a lui si presentò l'intero Branco più uno strano tizio con un fucile. Lasciando perdere per un attimo quel dettaglio si affrettò a tirare a sé il figlio e stringerlo in un abbraccio spacca ossa « Non un biglietto, ragazzino, non un messaggio. Cosa devo fare con te? » domandò fintamente arrabbiato, ormai aveva capito che non c'era verso per tenere al sicuro Stiles. Quel ragazzo si sarebbe buttato tra le fiamme per salvare i suoi amici, nobile quanto stupido.

« Ma come? Non hai visto i segnali di fumo che ho fatto prima di uscire? » chiese l'adolescente ricambiando la stretta, felice di essere lì insieme al padre e lontano da Theo e le sue mani viscide.

Una volta tutti dentro e al caldo, Stiles salì in camera sua per sistemarsi nel bagno personale, aveva decisamente bisogno di acqua ossigenata e qualche cerotto. Certamente non si aspettò di vedere Scott entrare pensieroso.

« Scotty boy, cosa ti affligge? » domandò aprendo il piccolo armadietto con tutto il necessario per sistemarsi. Si girò a guardarlo solamente per vederlo in piedi, le braccia incrociate e il tipico sguardo da “sono tuo fratello, so che c'è qualcosa che non mi hai detto.” così, sospirando fortemente si sedette facendo segno al licantropo di fare lo stesso.

« Non devi dirlo a nessuno, intesi? » specificò prima di svuotare il sacco « Peter mi ha baciato. Non so realmente cosa pensare, se dirlo o meno a Derek, se pentirmi per averlo trattato così male dopo avermi salvato ed essere morto per permettermi di tornare da voi e... » buttò tutto fuori grato di aver insonorizzato la sua stanza e il suo bagno, impedento a chiunque con il super udito di origliare.

« Sono una persona orribile, voleva essere solamente amato e io l'ho rifiutato così, senza nemmeno lasciarlo parlare. » sospirò prendendosi la testa tra le mani, sconsolato oltre ogni limite per aver avuto un comportamento del genere. Poteva solamente immaginare come si era sentito l'ex Alpha, nessuno prendeva bene un rifiuto, anche tipi come Peter. Era stato scortese, i suoi ultimi attimi di vita gli aveva passati cercando di salvare un ragazzino ingrato che non gli voleva bene nemmeno un decimo di quello che doveva provare lui.

Scott gli posò una mano sulla spalla « Era Peter, Stiles, ha fatto le sue decisioni nella vita e certamente baciarti è stata la peggiore. Cosa ti dice che non l'abbia fatto solo per innervosire Derek e ora tu stai qui, a pensarci sentendoti uno schifo. » provò a consolarlo il Beta anche se sapeva che quanto provasse Peter fosse vero, lo aveva sentito più volte su di lui, quel lieve odore di eccitazione ogniqualvolta Stiles entrasse nella stanza, seguito da quello più dolce dell'affetto.

« Forse hai ragione. » si convinse l'umano mettendosi anche l'ultimo cerotto sul ginocchio sinistro, coprendo un grosso taglio che gli aveva causato un chiodo sporgente del letto di Theo.

Sistematosi e infilato un paio di pantaloni in cotone i due ragazzi tornarono al piano inferiore, Stiles notò con piacere come Derek e Zac stessero parlando, come se non solo qualche ora prima l'uomo avesse puntato un fucile contro l'Alpha.

« Mi sembra ovvio che non può rimanere qui. » stava dicendo Lydia, seduta sulle ginocchia di Jackson in modo estremamente elegante « Deucalion verrebbe a cercarlo qui per prima cosa, dobbiamo nasconderlo dove nessuno possa trovarlo. Anzi, dobbiamo nascondere entrambi. » precisò lanciando un'occhiata a Derek che stava osservando delle blue prints con Zac, sembrava essere la pianta della vecchia banca di Beacon Hills.

Stiles fece scattare un sopracciglio in alto, una brutta abitudine che aveva preso dal suo fidanzato, e palesò la propria presenza alla rossa « Lyds, non pensarci nemmeno. Nessuno di noi si nasconderà. » affermò fiero facendo scattare in alto la testa dell'Hale, cogliendo tra tutti i rumori solo le parole del Compagno.

Si avvicinò a lui guardando gli adolescenti occupanti il divano di casa Stilinski con un sopracciglio inarcato – « Diamine, sono una coppia perfetta. » bisbigliò Cora nell'orecchio di Isaac, ridacchiando appena – e precisò il suo disappunto per quel piano. Erano un Branco, avrebbero affrontato anche questo insieme, avevano già Kali in ostaggio, sicuramente l'avrebbero potuta usare per trarre in trappola Ennis, l'uomo che sembrava avere un interesse romantico nei confronti della donna.

Lo sceriffo si alzò dal divano tirando in su le mani « Finché tornate tutti vivi e senza osse rotte, fate quel che volete. » disse dando la sua più completa fiducia a quel gruppo un po' strambo che aveva già affrontato tanto, senza mai perdere.

Erica afferrò Stiles per un braccio, schiacciandolo per l'ennesima volta tra le sue protuberaze « Non si preoccupi, il mio Batman è troppo intelligente per finire ammazzato. » sorrise carezzando i morbidi capelli di Stiles graffiando appena la nuca con le unghie laccate di rosso. Lydia alzò gli occhi al cielo, esausta dall'infinite volte che aveva detto alla bionda di non stringere in quel modo il cotaneo, per il suo bene più che altro. Derek e Boyd non sembravano molto contenti di condividere.

Zac tossichiò, una mano dietro la schiena mentre l'altra stretta a pugno davanti la bocca « Nonostante il bellissimo e romanticissimo discorso fatto nel mio bar, mi dispiace informare il qui presente Alpha Hale che è, per il bene di tutti, consigliabile effettuare il rituale. Mia sorella era un'esperta di queste cose, ha letto milioni di libri sui licantropi e i loro Compagni, e non c'è mai stato nessuno in grado di resistere al richiamo del lupo. » annunciò facendo solamente indispettire l'Hale, che alzando il mento, in un movimento fiero e quasi arrogante, rispose con un bel: « Prima o poi arriva anche l'eccezione alla regola. ».

No, stava decisamente andando tutto male, ci mancavano solo l'Alpha ed il cacciatore che litigavano « Ora basta. » sbottò il giovane facendo sorridere fiero il padre, adorava quando il suo ragazzo prendeva il comando « Qui la mente del Branco sono io, per di più il futuro emissario, quindi chiudete le bocche e ascoltatemi. » mise in chiaro sfidando con lo sguardo chiunque a parlare « Il Branco di Alpha verrà sicuramente a riprendersi Kali e a provare a rendere selvaggio Derek, quindi dobbiamo principalmente occuparci di due cose. Scott, Allison, Boyd ed Erica andranno al loft e terranno in ostaggio la donna, ovviamente non possiamo lasciare nulla al caso quindi dovete inventarvi qualcosa per tenervi al sicuro – no, Scott, tu non pensare a nulla – mentre io, Derek, Jackson, Lydia, Cora ed Isaac settaceremo la riserva alla ricerca di loro tracce e magari ad impedire loro di entrare nel nostro territorio. Zac, tu rimarrai qui con mio padre e Chris, se vedete qualche movimento sospetto chiamate Scott e Derek, non posso credere di stare per dire una cosa del genere, ma sono i più affidabili. » ordinò spostando le persone come se fossero pedine su una scacchiera, formando infine tre gruppi.

Nessuno sembrò avere nulla da ridire quindi con i consuali saluti si separarono e Stiles in qualche modo si sentì potente, finalmente era come tornare vivo, quando tutto quel casino del mondo sovrannaturale era entrato nella sua vita e doveva escogitare periodicamente piani per non farsi uccidere e tenere in vita anche il suo migliore amico. Tutto il dolore provato negli ultimi anni sembrava essere scomparso e presto avrebbe sentito solo amore.







Angolo autrice:

Salve ragazzuoli!

Eccomi qui con il nuovo capitolo da matura ( 82/100 ragazzi, sapevo di poter fare meglio ma mi sono incasinata troppo all'orale) per non parlare che l'insegnante esterna di italiano mi ha detto che non so scrivere. Quindi, vogliate spiegarmi perché sono scritta nell'albo dei giornalisti scolastici e voi magnifiche creature recensite le mie storie, seriamente, qualcuno vi paga? Scherzo, ovviamente, ma devo dire che quel commento mi ha ferito nel profondo tanto da pensare di abbandonare completamente la scrittura e non immatricolarmi alla facoltà di Lettere e Filosofia.

Okay, basta con i drammi della mia vita reale.

Abbiamo la scena di come è morto Peter, ma prima che vi unite in gruppi con torice e forconi contro Zac sappiate che c'è un altro lato della storia che non conoscete. Lo so, sono una stronza, dare queste informazioni vaghe e lasciarvi con il dubbio, sono perfetti per la giusta dose di suspace.

Cosa ne pensate? Vi piace questo Stiles un po' più autoritario, uno Stiles che sta riprendendo tra le mani la propria vita, pronto a lasciarsi amare da tutti senza più dover pensare a Theo.

Ammettetelo, vi eravate scordati di Kali! Per un attimo anch'io, devo essere sincera.

Per quanto riguarda l'aggiornamenti non so che dirvi, il 24 parto per Berlino e tornerò dopo quattro giorni, quindi o aggiorno domenica – se riesco a scrivere mentre preparo tre itinerari (perché non si sa mai, ragazzi, e poi la considero una deformazione professionale dopo cinque anni al turistico) – o direttamente il 31.

Stay turned!

Sel


Vi invito nuovamente ad iscrivervi al gruppo per avere aggiornamenti, per fare domande o anche per chiacchierare.

Ecco il link


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Capitolo 20
*** Capitolo diciannove ***


Capitolo diciannove


Love is like a shot gun



Scott guardò con astio Kali che seduta a gambe incrociate nel centro dell'open space stava in silenzio, osservando i membri del Branco con i suoi occhi rossi. Aveva le mani legate dietro alla schiena con delle corde ricoperte di aconito e vischio, sanguinava leggermente dai polsi, ma a nessuno importò più di tanto. Allison teneva l'arco teso con una freccia in posizione pronta a scoccarla al primo movimento sbagliato della donna.

Boyd sedeva vicino ad Erica, gli artigli e le zanne in bella vista mentre facevano da guardia alla porta scorrevole dell'appartamento del loro Alpha. Lydia aveva fatto mettere una serratura funzionante, ma dubitavano Deucalion e gli altri Alpha si sarebbero messi a suonare il campanello per entrare.

« Strano che nessuno sia ancora venuta a cercarla. » borbottò il McCall prendendosi il mento tra l'indice ed il pollice, per niente convinto di tutto il tempo che si stava prendendo l'Alpha degli Alpha per riprendersi una del Branco. Insomma, doveva essere piuttosto importante se era stata mandata da sola da Derek ad affrontare un Branco intero.

« Forse tutto sommato non ne vale la pena. » disse Erica alzando le spalle, sinceramente non le interessava molto. Sentiva più il bisogno di sapere Stiles al sicuro e non a zonzo per la Riserva, anche se era con Derek, era estremamente pericoloso e non voleva succedesse nulla al suo Batman.

Kali sorrise, pensando a chissà cosa, ma non disse nulla. Continuava a muovere le dita dei piedi facendo graffiare le unghie contro il pavimento, creando un suono particolarmente sgradevole.

Boyd prese il cellulare dopo averlo sentito suonare e lesse il messaggio in silenzio « Stanno venendo tutti qui. » informò e fu allora che Kali smise di sembrare sicura di sé e mille dubbi le vennero alla testa. Forse non sarebbe finito tutto per il meglio.


« Hai fatto la tua parte, Theo, sono orgoglioso di te. » disse Deucalion toccando la testa del più giovane come se fosse un cagnolino. Era andato tutto secondo i suoi piani, nulla poteva andare storto.

Certo, aveva perso Kali, ma era un sacrificio valido per il suo piano. Voleva vendicarsi degli Hale, porre fine alla loro inutile esistenza. Era solamente colpa loro se aveva perso la vista e non aveva potuto avere la sua vendetta su quel Argent.

Sette anni prima, durante uno degli annuali incontri tra i Branchi della California, erano finiti tutti con il radunarsi a Beacon Hills, sotto la protezione di Thalia e Daniel Hale.

Protezione alquanto scadente se era finito con il rimanere senza vista e senza un Branco. Era rimasto solo ed in difficoltà e Thalia Hale aveva avuto il coraggio di negargli la vendetta che ancora desiderava ardentemente, ma che si era trasferita sugli unici membri di quella famiglia rimasti.

Derek e Cora Hale.

La ragazza non gli interessava più di tanto, ma l'Alpha era il suo obiettivo principale. All'inizio voleva convincerlo ad unirsi a lui, uccidere tutto il suo Branco e poi ucciderlo con le sue stesse mani, ma poi aveva scoperto che Derek faceva parte di quella piccola percentuale di licantropi che aveva un Compagno e l'unico desiderio che gli era venuto in mente era quello di rovinargli qualsiasi possibilità di essere felice.

Doveva soffrire come stava soffrendo lui, se non mille volte peggio.

« Alpha, ma non ho Stiles. » parlò l'adolescente cercando però di non sembrare irrispettoso, gli occhi bassi, le braccia lungo i fianchi. Deucalion alzò un sopracciglio, non credeva che il ragazzino avrebbe avuto il coraggio di dirgli qualcosa, ma dovette ammettere che dopo il suo ottimo lavoro meritava una ricompensa.

Posò una mano sulla spalla e lo guidò verso il centro della stanza « Avrai quello che ti spetta una volta dopo aver ucciso Derek Hale. » gli promise sorridendo sinistro.


Stiles sbuffò per l'ennesima volta mentre i licantropi cercavano di estrapolare qualche informazione da Kali, a loro umani era stato ordinato di rimanere indietro ed era per questo che si trovava con Lydia, Cora, Erica ed Allison in cucina con davanti un bicchiere di aranciata, mentre ascoltavano i vari ringhi provenire dall'open space.

« Sono un uomo, per la miseria, dovrei esserci anch'io di là. » borbottò giocando con il ghiaccio nel bicchiere. Dopo aver controllato la Riserva si erano riuniti tutti al loft e Derek entrando in piena modalità Alpha aveva ordinato di farsi da parte a quelli che non avevano poteri sovrannaturali – cioè lui – e le ragazze.

Erica gli circondò le spalle con un braccio e quasi fece le fusa, cercando di fargli capire che non doveva prendersela, che Derek voleva tenerlo solamente al sicuro, ma non disse nulla lasciando a fare a qualcun altro che era migliore con le parole.

Lydia prese posto sullo sgabello e accavallò le gambe assumendo un'espressione annoiata « Vai lì e fatti valere. » disse prima di posare le labbra intorno alla cannuccia per bere la sua limonata. Stiles la guardò sorpreso, non si aspettava un consiglio del genere. Sorrise drizzando la schiena e senza dare il tempo a nessuna delle ragazze di fermarlo afferrò la sua mazza da baseball e varcò la soglia che divideva la cucina dall'open space.

Fortuna voleva che avesse ricoperto l'amata mazza con strozzalupo, aconito e se si guardava attentamente si potevano notare della bacche di vischio sui lati. Era micidiale e nessun essere sovrannaturale avrebbe potuta toccarla. Era stata un'idea sua e con l'aiuto del padre e Deaton l'avevano messa a punto creando così un'arma perfetta per il giovane druido.

Erano tutti in cerchio intorno a Kali, gli occhi illuminati, chi di rosso, chi di blu e chi di giallo e non fecero assolutamente caso all'entrata in scena di Stiles. Temendo di poterla ferire mortalmente nessuno dei licantropi la stava colpendo, preferire un approccio più delicato che sinceramente aveva stancato il giovane. L'Alpha era stata crudele nei loro confronti, per colpa sua aveva rischiato di essere sospeso perché era stata proprio la donna a consegnare le foto al preside, cercando di creare una spaccatura nella relazione tra Stiles e Derek, ma le cose ovviamente non erano andate secondo i suoi piani.

Sentì la rabbia attraversargli il copro perché Peter era morto a causa loro. Nonostante fosse furioso con l'uomo per averlo baciato senza il suo consenso non riusciva a non pensare quanto infondo gli era sempre piaciuto. Aveva avuto i discorsi più sarcastici con l'uomo, avevano organizzato più volte insieme dei piani per sconfiggere il cattivo di turno. Era lo zio del suo Compagno e di Cora, l'ultima persona della loro famiglia ad essere rimasta in vita e per colpa sua – per colpa di Deucalion – era morto, lasciando i due da soli. Più volte avevano detto di non sopportarlo, con le sue strane manie e sete di potere, ma Stiles sapeva che infondo entrambi lo amavano in quanto fratello di loro madre.

Peter era famiglia e loro lo avevano portato via.

Si fece spazio tra Scott ed Jackson, passando per la piccola fessura lasciata aperta tra i due corpi, e senza nessuna delicatezza posò la punta della mazza sul braccio della donna. Kali iniziò ad urlare mentre la pelle si raggrinziva a causa del bruciore e gli occhi illuminati di rosso puntati al soffitto.

Derek fu in un attimo accanto a lui, una mano posata sulla spalla, ma non fece nulla per allontanarlo. Stiles si sentì in qualche modo orgoglioso, ma anche spaventato da se stesso. Nel corso degli anni non gli era mai capitato di tenere realmente la situazione in mano, solitamente la parte fisica la lasciava a Scott, e per un attimo tutto il suo coraggio sparì.

Il suo Compagno aveva avuto ragione, lui era inutile lì, il solo aver ferito il braccio dell'Alpha lo stava facendo sentire male. Non era tagliato per fare del male alle persone, era più piani e strategia. Però ora non poteva tirarsi indietro, voleva anche in qualche modo dimostrare al suo Branco che sapeva prendersi cura di loro, che era un degno membro e Compagno.

« Cosa sai? » domandò con voce tremante, la mazza ora stretta al petto. Kali alzò lo sguardo ed incontrò i suoi occhi, sembrava temerlo in qualche modo, ma Stiles non ne era poi così sicuro. La donna rimase in silenzio, sibilando di tanto in tanto per il dolore, la ferita non si stava rimarginando come dovuto.

« Ti ha fatto una domanda. » ringhiò Jackson infastidito, voleva avere quelle dannate risposte e tornarsene a casa. Quella storia stava sfinendo tutti, ma purtroppo non potevano semplicemente strappare il cuore a quei piantagrane, era contro la loro politica, adesso. Qualche volta gli mancava il Derek disposto ad uccidere qualunque cosa minacciasse la loro sicurezza, ma ovviamente Testicolo Destro e Testicolo Sinistro dovevano cambiarlo con cuoricini e pensieri pacifisti.

« Non so nulla. » ansimò in preda al dolore Kali, strinse i denti guardando preoccupata la bruciatura poco sopra il gomito. Non le era mai capitato di essere catturata, tantomeno di rimanere ferita. Quel Branco le stava veramente dando del filo da torcere.

Stiles premette nuovamente – ma con più gentilezza – la mazza contro la spalla della licantropo « Non voglio farti del male, quindi, per favore dicci cosa sai. » provò nuovamente suonando come sempre gentile, Derek era così orgoglioso di lui anche se aveva fatto di testa sua quando gli aveva ordinato di rimanere in cucina. Stava affrontando tutto come una persona matura, gentile di cuore ed altruista. Era il perfetto Compagno e Derek non avrebbe mai potuto desiderare di meglio.

Questa volta Kali non urlò, si limitò a versi di fastidio, ma tenne duro e non si lasciò scappare nemmeno la più piccola informazione. Continuava a tenere la bocca serrata, gli artigli piantati nei palmi delle mani e gli occhi chiusi per non vedere che un semplice ragazzino umano le stava infliggendo tutto quel dolore.

Dopo una buona mezz'ora Derek portò via Stiles, decidendo che aveva fatto anche troppo per cercare di aiutarli. Per tutto il tempo aveva sentito il suo odore mutare, dalla rabbia, al dispiacere fino all'esasperazione.

Tornarono in cucina e trovarono le ragazze a giocare a carte, come se non stessero torturando una donna nella stanza accanto « Sei stato bravissimo. » disse l'Alpha lasciando un bacio sulla fronte del fidanzato, fregandosene dei sorrisi inquietanti di Erica e Cora.

Stiles fece sporgere il labbro inferiore, le braccia incrociate al petto « Ma non abbiamo ottenuto nulla. » disse come a rimproverarsi « Dobbiamo sapere quali saranno le mosse di Deucalion, non voglio più aver paura. Dobbiamo... eliminare il problema. » aggiunse lasciando la mazza sul tavolo, pronta a intingerla di nuovo nella sua soluzione di strozzalupo e aconito. Il licantropo sorrise tristemente e passò una mano tra i suoi folti capelli « Non ti preoccupare, sistemerò tutto. » promise prima di lasciarlo e tornare indietro dagli altri.

Allison si alzò dallo sgabello e si affacciò verso l'open space « Tanto vale rinchiuderla ad Eichen House, se non la vogliono uccidere. » sospirò spostando da davanti al viso una ciocca fastidiosa, attirando l'attenzione di tutti, anche dei licantropi.

« Dove, scusa? » domandò Scott assumendo la sua espressione da cucciolo confuso.

« Oh, è una casa di cura qui a Beacon Hills. Ho sentito papà dire che hanno una sezione speciale per gli esseri sovrannaturali. » chiarì la giovane cacciatrice ricordandosi del padre al telefono con chissà chi che parlava di quella inquietante casa di cura al confine di Beacon Hills, ci era passata davanti quando era arrivata in città e nessun posto le aveva messo mai così tanti brividi, già il cancello faceva venire qualche strana sensazione, non immaginava come fosse l'interno.

Isaac aggrottò la fronte « Non possiamo certo andare lì e dire “abbiamo un Alpha da rinchiudere”. Insomma, rinchiuderebbero anche noi. » fece notare ricevendo l'appoggio di tutti. Sicuramente sarebbero finiti nei guai, come sempre.

« Chiamerò mio padre, lui saprà cosa fare. » disse Allison afferrando il cellulare, pronta a chiamare l'uomo.


Una volta dopo che Chris portò via Kali i membri del Branco si dileguarono velocemente, lasciando nel loft solamente Derek e Stiles, perfino Cora ed Isaac erano usciti, blaterando qualcosa su un appuntamento al chiaro di Luna.

I due ragazzi si mossero esausti verso il divano e una volta seduti con la testa inclinata indietro il più giovane tirò fuori il suo smartphone « Devo chiamare papà e dirgli che passo la notte qui. » borbottò più a sé stesso che al Compagno. L'Alpha allungò le braccia verso l'alto, si sentiva tutto indolenzito dopo aver tenuto a terra Kali per tutto il tempo che Chris ha provato ad iniettarle dello strozzalupo. Erano tutti esausti e Derek era contento che Stiles avesse deciso di passare la notte da lui, cosa che avrebbe fatto comunque anche perché lo sceriffo aveva dato chiari ordini: fino a quando non si sarebbero liberati del problema Deucalion/Branco Alpha/Theo Stiles non sarebbe mai dovuto rimanere senza un licantropo o essere sovrannaturale dall'incredibile forza, il che comprendeva anche Lydia, ora che Deaton le aveva spiegato come usare i suoi poteri insieme ad un'altra Banshee, Meredith.

Una volta conclusa la telefonata, l'adolescente sbadigliò sonoramente posando la testa sulla spalla del Compagno, una mano andò a stringere il bicipide e sembrò come se stesse abbracciando un enorme peluche. Derek sorrise e passò una mano tra i capelli del suo fidanzato, spingendo verso il basso il proprio lupo che premeva per uscire allo scoperto e Marchiare il giovane.

Si stava impegnando veramente tanto, talmente concentrato da non accorgersi delle labbra di Stiles sul suo collo. Lo Stilinski stava dando piccoli baci nei suoi punti più sensibili, come se sapesse esattamente dove andare, Derek non si mosse, godendosi quelle piccole attenzioni che desiderava da una vita, ma che si era sempre negato di avere a causa della sua stupidità e testardaggine. Il più grande mosse la mano destra portandola sul fianco del ragazzo, senza sapere se per inchiodarlo al suo posto o per incitarlo a salirgli a cavalcioni. Era in un turbine di emozioni contrastanti, gli sembrava di soffocare o addirittura che fosse un sogno, ma le labbra di Stiles erano reali ed erano sul suo collo.

Lo studente morse piano la pelle prima di iniziare a succhiare cercando di lasciare un succhiotto, cosa che non aveva mai fatto prima. Nel mentre riuscì in qualche modo a puntare le ginocchia sul cuscino del divano, così da essere più in alto rispetto a Derek con le spalle, quasi in un gesto di dominanza.

L'Alpha seguì il suo istinto e le mani volarono sul fondoschiena del Compagno, stringendo di tanto in tanto apprezzando la consistenza. Sentiva le labbra di Stiles lavorare la sua pelle tra il collo e la spalla, desiderò veramente tanto poter lasciare il meraviglioso succhiotto che gli stava facendo, ma purtroppo la sua natura avrebbe fatto scomparire il segno nel giro di pochi secondi una volta terminata l'operazione del giovane.

Trovando il divano un posto piuttosto scomodo per fare determinate attività, non volendo riempire il tessuto dei loro ferormoni alla portata di naso degli altri e – soprattutto – non pensando razionalmente a quello che stava facendo, il suo autocontrollo ormai andato a farsi benedire, l'uomo fece allacciare le gambe a Stiles intorno ai suoi fianchi mentre si tirava in piedi. L'adolescente sorrise contro la sua pelle, come se avesse appena ottenuto una piccola vittoria.

Il suo piano era quello di compiere il Rituale, togliersi quel fardello di mezzo e potersi concentrare su altro, l'ultima cosa che voleva era che Derek diventasse un lupo senza controllo a causa sua. Voleva rovinare i piani di Deucalion quasi quanto voleva fare l'amore con Derek. L'aveva sognato molto volte, in mille scenari diversi, in mille momenti diversi, ma tutti assolutamente fantastici. Anche ora, nel suo freddo loft che sembrava quasi vivibile, era perfetto.

Il licantropo con attenzione salì le scale a chiocciola e in meno di un batter di ciglia erano nella sua camera, la luce della Luna a benedire la loro unione. Voleva veramente fermarsi, fare l'adulto responsabile, ma l'odore di Stiles era così... così... era talmente indescrivibile che non trovava le parole. Voleva farlo suo, voleva cedere al volere del suo lupo, ma sapeva anche che non voleva ferire Stiles.

Si sedé sul bordo del letto, lasciando che fosse il ragazzo al comando, sopra di lui, voleva dargli tutto il controllo che poteva lasciargli. Per quanto volesse essere passionale e in qualche modo rude – come lo era stato con Kate e altre ragazze incontrare a New York – Derek non si azzardò nemmeno a passare le dita tra i folti capelli del ragazzino e tirare leggermente le ciocche. Temeva potesse fargli scattare qualche flashback ed era l'ultima cosa che voleva.

Stiles si staccò guardando fiero il segno rosso sulla pelle del proprio Compagno, ma non si intristì quando lo vide scomparire sotto i suoi occhi. Gli erano bastati quei pochi attimi, aveva sempre desiderato farne uno, lasciare un marchio su qualcuno, ed anche se era stato per pochi secondi ne erano valsi certamente la pena. Guardò Derek negli occhi, li vide lucidi, accessi d'amore e non poté non baciarlo. Gli circondò il viso con le mani, tirandolo di più a sé, come se volesse far unire i loro visi in un'unica entità. Erano fredde le sue dita contro la pelle bollente del licantropo, un contrasto piacevole che gli fece scivolare un brivido lungo tutta la schiena.

« Fai l'amore con me. » sussurrò a corto di fiato per tutte quelle sensazioni che mai aveva provato prima. Con Theo c'era sempre e solo stata la paura e il dolore, non era mai stato gentile e rispettoso come Derek che in quel momento gli stava lasciando fare solamente quello che si sentiva di fare. Nessuna pressione, nessun obbligo, erano solamente loro che provavano ad amarsi anche fisicamente.

Facendo pressione sulle spalle dell'amante, Stiles fece sdraiare Derek contro le lenzuola ancora fatte, seguendo a sua volta il movimento fino a ritrovarsi steso sopra l'uomo. Non sapeva esattamente cosa fare, non aveva mai avuto il controllo durante i rapporti carnali, e temeva che Derek potesse tirarsi indietro vedendo quanto fosse inesperto.

L'Alpha, decidendo di non lasciar fare tutto a lui, con un po' di coraggio mosse le mani per andare a sbottonare la camicia dell'adolescente, molto lentamente da dargli il tempo di capire cosa stesse accadendo. Più saliva e più pelle riusciva a toccare, sentendo di tanto in tanto la lieve protuberanza di qualche neo.

Quando anche l'ultimo bottone fu liberato dall'asola i due si staccarono, le labbra gonfie e rosse per i baci, e si guardarono negli occhi per secondi interminabili. Con un cenno della testa il giovane invitò il licantropo a sfilare via l'indumento, lasciandolo completamente senza alcun tessuto a coprire la parte superiore del suo corpo. Derek tornò in posizione seduta, portando con sé il ragazzo, e con un solo sguardo – e un movimento di sopracciglia – lo spronò a togliergli la maglietta.

Stiles aveva visto più volte l'Alpha a petto scoperto, che fosse per allenarsi o per pulire la macchina, e più volte Scott gli si era allontanato sentendo l'odore di eccitazione che non riusciva a sopportare, ma in quel momento era ancora più bello di quanto non lo fosse mai stato prima. Con la punta delle dita toccò da prima le spalle, per poi scendere verso i pettorali e ancora più giù verso la tartaruga ben definita. Si morse il labbro quando guardò verso il basso, le mani vicine alla fibbia della cintura, indeciso se intraprendere veramente quell'avventura o meno. Sentiva ancora dolore, ad essere onesti, Theo non ci era andato molto leggero con lui non più di ventiquattro ore fa, lo aveva punito a dovere per come aveva risposto a Deucalion e per averlo “tradito”. Chiuse gli occhi, non volendosi rovinare il momento con quei ricordi, ma ormai il suo odore era cambiato e Derek aveva assunto un'espressione preoccupata.

« Possiamo fermarci, lo sai. » disse con un filo di voce, ma suonando comunque dolce. Non voleva forzare Stiles in qualsiasi attività, se non se la sentiva doveva sapere che lui non lo avrebbe mai obbligato a fare nulla.

Lo Stilinski, ormai convinto nel bisogno di dover completare il Rituale, scosse la testa e con mani tremanti riuscì ad aprire la cintura del fidanzato. Prese un profondo respiro e sfilò anche il bottone dei jeans dall'asola, subito dopo abbassò la zip rivelando il rigonfiamento dell'erezione del suo Compagno.

Alzò finalmente lo sguardo e sorrise a Derek, facendogli capire che non c'era alcun problema, che potevano andare avanti. Lo baciò lentamente e lo guidò a sdraiarsi sopra di lui, lasciandogli il totale controllo della situazione, si fidava di Derek con la sua stessa vita. Prima di essere Compagni erano stati amici, pronti a coprirsi le spalle a vicenda, anche quando si odiavano e Stiles lo aveva denunciato al padre per omicidio.

L'Alpha fu preso alla sprovvista, non si sarebbe mai aspettato di avere tra le mani le redini della situazione, sicuro che lo Stilinski avrebbe preferito condurre i giochi seguendo i suoi ritmi. Deglutì a vuoto e con la stessa delicatezza ed insicurezza utilizzata dal ragazzo andò a sbottonargli i jeans, trovando i boxer del giovane nel suo stesso stato. Non che dovesse sorprendersi considerando il forte odore di eccitazione nella stanza.

Tornò a baciare le labbra del fidanzato decidendo che avevano tutta la notte, quindi non doveva mettere alcuna fretta perché oltre al dolce sapore della loro passione c'era quello più lieve ed aspro dell'insicurezza. Non importava quante volte Stiles gli avrebbe detto che andava tutto bene, voleva fare del suo meglio per lui, amarlo come nessuno aveva mai fatto prima.

« Der » il più giovane ansimò staccando le loro labbra « Per favore. » pregò alzando il bacino per incontrare il suo. Voleva di più, si sentiva scoppiare e Derek non stava facendo assolutamente nulla. Più volte aveva dovuto contro la sua volontà pregare Theo, implorare il suo violentatore per compiere azioni che gli procuravano solamente dolore, ma al Raeken piaceva sentirgli dire quelle cose, gli dava la sensazione che non stesse facendo niente di male e che Stiles fosse d'accordo.

Derek si passò la lingua sulle labbra, ammirando lo spettacolo sotto di sé. Il suo Compagno aveva gli occhi lucidi e semichiusi, le labbra talmente rosse da sembrare fragole. Lo sentiva spingersi contro il suo inguine, alla ricerca di frizione « Dimmi cosa fare. » sospirò prima di baciargli nuovamente il collo, questa volta lasciando lui un succhiotto proprio dove lo avrebbe morso per ufficializzare il loro Legame.

« I pantaloni. » disse lo Stilinski « Toglili. » ordinò tirando nuovamente in su la parte inferiore del corpo, permettendo al fidanzato di far scivolare via i jeans fino ad arrotolarli alle caviglie. L'Alpha si spostò per permettere al giovane di calciare via i pantaloni e si liberò anche dei suoi.

Rimasero solamente con l'intimo e l'aria si fece più pesante. Stiles arrossì, nonostante si fossero già visti numerose volte senza vestiti durante i loro bagni, quella situazione era completamente diversa. Non stavano per entrare in una vasca da bagno e finire ricoperti di schiuma, erano su un letto, nella stanza di Derek, pronti a fare l'amore per la prima volta.

Stiles dovette chiudere gli occhi e prendere un profondo respiro prima di ancorare le dita sull'elastico dei boxer del Compagno e poi tirare giù rivelando l'erezione congestionata dell'uomo. Strabuzzò gli occhi, sorprendendosi di quello che si ritrovò davanti agli occhi, era così grande... il panico prese il sopravvento e istintivamente strinse le gambe, sentendo un fastidioso bruciore intorno la sua apertura.

Cercò di scacciare vie le insicurezze e lasciò Derek sfilargli l'intimo concentrandosi su tutte le belle sensazioni che il suo Compagno gli aveva fatto provare, le mani gentili che continuavano ad accarezzargli il corpo come se fosse un vaso di pregiata porcellana cinese. Lo stava facendo sentire come mai prima, per una volta tutto sembrava essere concentrato su di lui, sul suo bene, ma non poteva veramente fare a meno di tremare e – purtroppo – non di piacere.

Aveva paura, sentiva per tutto il corpo dolore, come se una cintura colpisse ripetutamente la sua pelle.

« Hey » l'Alpha gli prese il volto tra le mani « possiamo sempre fermarci. » lo rassicurò, ma il ragazzo scosse la testa cercando di nascondere gli occhi colmi di lacrime.

L'erezione prima pronunciata dello Stilinski scomparse nel giro di pochi secondi, lasciandolo in uno stato miserabile.

Si sentiva inutile, voleva certamente tirarsi indietro e tornare a casa sua, magari trovare rifugio tra le braccia del padre, ma doveva completare il Rituale per il bene del Branco, per tenere tutti al sicuro, soprattutto Derek. Non si sarebbe mai perdonato se il suo Compagno sarebbe finito come un lupo selvatico, impossibilitato a tornare nella sua forma umana. Eppure gli sembrava di essere di nuovo con Theo, si aspettava solamente dolore, ma sapeva di essere con Derek e lo feriva veramente molto il fatto che non riuscisse a lasciarsi amare.

Era troppo presto, le ferite ancora non rimarginate e la paura ancora un sentimento troppo forte. Non erano passati nemmeno due giorni dall'ultimo abuso, era stato stupido e da presuntuosi pensare che potesse veramente avere un rapporto anche se si trattava di Derek.

« Scu–scusami. » singhiozzò lasciando cadere le lacrime senza rendersene conto « I–io voglio veramente f–farlo, ma... » venne tagliato dalle labbra di Derek, dolci e gentili. D'un tratto sentì qualcosa avvolgerlo e quando si staccò dal bacio vide il lenzuolo dell'Alpha a coprire il suo corpo.

Il licantropo gli dedicò un sorriso appena accennato « Non fa niente, Stiles. Sapevo che non eri ancora pronto. » disse posandogli le mani sulle spalle, cercando di non farlo sentire in nessun modo in colpa, perché non ne aveva alcuna. Aveva voluto provare, aveva messo in gioco la sua quiete per cercare di aiutarlo, di non far impazzire il suo lupo, doveva solo ammirarlo per quello. Lui stesso dopo il fiasco di Kate non era riuscito ad avere rapporti intimi per almeno un anno, non ci aveva nemmeno provato fino a quando Laura non lo aveva fatto andare in terapia.

« Ti amo. » gli disse incatenando i loro occhi « Non diventerò mai quello che Deucalion vuole, non devi preoccuparti. » cercò di rassicurarlo, ma il ragazzo scosse la testa, in chiaro disaccordo.

« Der, non possiamo rischiare, io non voglio... non voglio perderti. » borbottò il giovane cercando di asciugarsi le lacrime e di darsi un contegno. Non voleva sembrare per l'ennesima volta un bambino, non agli occhi di Derek. Aveva diciannove anni, era praticamente un adulto e purtroppo non sapeva comportarsi come tale. Si sentiva un totale fallimento, sicuramente perfino suo padre si vergognava di lui, il suo unico figlio maschio che era stato violentato, quasi ucciso dal suo violentatore e ancora troppo debole per voltare pagina.

Derek lo guardò con dolcezza, ancora più innamorato di prima, il cuore premuroso del suo Compagno lo sorprendeva sempre di più. Doveva trovare una soluzione, odiava vederlo in quello stato, soprattutto a causa sua.

« Possiamo fare così, se te la senti. » attirò la sua attenzione prendendogli le mani tra le sue « Potremmo ingannare il Rituale. » propose facendo incuriosire lo Stilinski che aggrottò le sopracciglia, ormai aveva smesso di piangere e le guance erano pulite dalle tracce delle lacrime « Ecco, Stiles, l'importante per il rituale è che il nostro seme riesca ad entrare nel nostro organismo. Quindi, la mia idea è questa: possiamo... masturbarci da soli, o anche a vicenda, come vuoi tu!, e quando arriveremo al culmine farò un piccolo taglio vicino al tuo inguine ed al mio, poi potremmo donarci il Morso e completare il Rituale. » spiegò e Stiles non lo aveva mai sentito parlare così velocemente o anche semplicemente così tanto.

Tirò su con il naso, arricciandolo un poco « Sei sicuro funzionerà? » domandò in quanto nessuno aveva mai parlato di quella possibilità, nemmeno Zac che sembrava essere particolarmente esperto in base agli studi effettuati dalla sorella.

Derek doveva ammettere che se l'era inventata sul momento, seguendo un ragionamento logico, quindi non era sicuro al 100% che avrebbe funzionato, ma valeva la pena provare. Stava cercando di tranquillizzare il suo fidanzato, troppo turbato da tutta quella situazione ed era veramente grato che non fosse un licantropo, così non poté sentire la sua piccola bugia « Te lo assicuro. ».

Stiles annuì e con un brusco movimento si liberò del lenzuolo « Facciamolo. » disse sentendosi pronto, almeno per quello. Da quando erano cominciati gli abusi non aveva più avuto un orgasmo, Theo aveva sempre e solo pensato al suo piacere, quasi aveva dimenticato com'era.

Fu piuttosto imbarazzante, trovarsi lì, nudi, seduto sul bordo del letto senza sapere realmente cosa fare. Erano entrambi rossi in volto per l'imbarazzo, indecisi sul da farsi fino a quanto Stiles non prese letteralmente la situazione in mano.

Ritrovando un po' della malizia che aveva caratterizzato i primi anni della sua adolescenza e cercando di non pensare a quanto fosse in certi versi ridicolo, lo Stilinski salì a cavalcioni sul suo Compagno e afferrò i loro membri « P–pronto? » domandò guardando ovunque tranne che i meravigliosi occhi verdi di Derek, non udì alcuna risposta, ma la mano dell'uomo andò a sovrapporsi alla sua. Stiles nascose il viso nell'incavo del collo dell'Hale, respirando con la bocca aperta contro la pelle dell'altro, creando in qualche modo una situazione ancora più bollente.

Derek strinse con la mano libera il lenzuolo, gli artigli crearono cinque fori, ma stava veramente facendo di tutto per non avviare completamente la trasformazione. La mano di Stiles intorno al suo sesso lo stava facendo impazzire, non aveva mai provato sensazioni così forti. Sembrava tutto così giusto, essere lì con la persona che lo avrebbe accompagnato per tutta la vita.

« Der. » anche Stiles si sentiva al limite, non credeva di aver mai provato tale sensazioni in vita sua. Sentiva il bisogno di venire, ma voleva durare ancora un altro po', non fare la figura dell'inesperto che non ce la faceva a durare più di due minuti.

« Lo so. » ansimò il più grande, la voce rauca e tremendamente sexy, tanto che bastò questo a Stiles per venire copiosamente macchiando entrambi e non dovette aspettare nemmeno tanto prima che l'Alpha lo seguisse.

Ancora con la vista appannata l'Hale usò un artiglio per recidere una piccola porzione di pelle su entrambi i corpi e poi toccando appena la pelle dell'altro spostò i loro semi verso l'apertura e fece lo stesso con se stesso.

« Pronto? » questa volta fu Derek a chiederlo e Stiles annuì, successivamente i denti del Compagno erano affondati nella sua pelle, lasciando il Marchio. Si sentiva tutto il corpo bruciare, come se potesse prendere fuoco da un momento all'altro. Certamente delle fiamme non comparvero sul suo corpo, ma i suoi occhi brillarono di rosso nel buio della stanza.

Quando Derek si staccò il Marchio prese la forma di una triskele, visibile solamente agli occhi dei mannari e componenti di un Branco, mentre per gli umani sarebbe stata una semplice cicatrice. Lo guardò con orgoglio, soddisfatto che la sua idea fosse andata a buon fine, per una volta nella vita sembrava che tutto stesse andando bene.

Quando alzò lo sguardo si sorprese di vedere gli occhi del Compagno rossi, proprio come i suoi « Sei bellissimo. » bisbigliò incantato « Ora è il tuo turno. » aggiunse piegando la testa all'indietro, rivelando la pelle del collo, dove molto presto ci sarebbe stato il Marchio. Eccolo, il momento che tutti i licantropi aspettavano e che solamente pochi avevano l'onore di vivere, aveva trovato la sua anima gemella e si sarebbe Legata a lui per sempre.

Stiles puntò i gomiti contro il materasso, dandosi la spinta per andare in alto, per ancora in contro al suo destino. Fu spontaneo affondare i denti nel punto prestabilito e non provò ribrezzo quando sentì l'odore del sangue. Era tutto così naturale, come se aspettasse quel momento da quando fosse nato. Percepì come un filo che si legava intorno al suo cuore, passando su fino ad uscire dal suo Marchio e entrare in quello di Derek.

Erano Legati.

Si sdraiarono uno accanto all'altro, guardando per un tempo indeterminato il soffitto. Avevano entrambi le labbra leggermente dischiuse mentre assimilavano lentamente il fatto, le conseguenze delle loro azioni.

Stiles si sentiva molto più tranquillo, adesso, sapendo che Derek era fuori pericolo, che sarebbe stato per sempre con lui fino alla fine dei suoi giorni.

L'Alpha sorrise leggermente sentendo la presenza del lupo quasi sparire, come era sempre stato quando era nella sua forma umana. Aveva funzionato e ora sentiva l'odore di Stiles cambiare, aggiungendo al suo aroma naturale di fragole e zucchero quella più forte del muschio appartenente a lui. Erano i loro odori che si mischiavano, rendendoli una cosa sola. All'inizio avrebbe creato un po' di confusione per i membri del Branco, ma con il tempo avrebbero colto quella sfumatura che gli avrebbe aiutati a distinguerli. Gli piaceva l'idea che Stiles avesse il suo stesso odore, lo faceva sentire suo.

L'adolescente si mise a sedere, gli occhi leggermente dischiusi mentre cercava di combattere la stanchezza « Hey, dove stai andando? » gli domandò il Compagno prendendogli delicatamente un polso « Uhm, vado a prendere un panno per pulirci... » rispose aggrottando le sopracciglia, Theo dopo ogni rapporto lo obbligava ad alzarsi e pulire tutto, non importava se lo aveva appena frustato o se lo aveva appena violentato con tale ferocia da farlo sanguinare dal suo orifizio. Lui doveva alzarsi e pulire, non doveva lasciare tracce dei loro rapporti.

Derek si alzò a sua volta, non meravigliandosi del fatto che Stiles non avesse mai avuto un po' di after care dopo i suoi rapporti con Theo. Voleva dimostrarsi un amante premuroso, fargli capire che non doveva preoccuparsi di nulla quando era con lui « Lascia, faccio io. » disse dandosi dello stupido per non averci pensato prima, era ovvio che dovevano lavarsi dallo sperma prima che diventasse secco contro i loro corpi. Una volta assicuratosi che Stiles fosse tornato a sdraiarsi andò nel suo bagno e bagno con dell'acqua calda un asciugamano e si pulì al meglio, così da poter tornare nella camera da letto e prendersi cura di Stiles.

Quando entrò nuovamente nella stanza trovò l'adolescente ormai addormentato e non poté evitare di sorridere. Si avvicinò lentamente e con altrettanta delicatezza per non svegliarlo lo ripulì. Quando finì fu indeciso se infilargli addosso dei pantaloni di cotone o semplicemente coprirlo con il lenzuolo, voleva che non si sentisse a disagio al risveglio.

Alla fine optò per coprire entrambi con il lenzuolo, si sdraiò soddisfatto, sfiorando con le punta delle dita il suo Marchio, seguendo le tre “onde” della triskele. Per un attimo pensò a sua madre, Thalia, che non aveva trovato il suo Compagno, ma che non voleva dire non avesse amato con tutto il cuore suo padre. Sarebbe stata fiera di lui, avrebbe adorato sicuramente Stiles, così come tutta la sua famiglia.

Fu distratto dai suoi pensieri quando sentì un braccio posarsi sul suo stomaco e poi sentì il viso del fidanzato schiacciarsi contro il suo fianco. Lo stava abbracciando nel sonno, sembrava così piccolo ed indifeso in quello stato, senza vestiti, addormentati, alla ricerca di contatto fisico, ma Derek lo conosceva bene e sapeva quanto in realtà fosse forte, non c'era nulla di fragile in Stiles.

Sorrise chiudendo gli occhi, pronto a dormire con il suo Compagno.


Isaac e Cora tornarono verso le otto del mattino al loft, avevano passato tutta la notte nella Riserva a guardare le stelle, giocando di tanto in tanto a rincorrersi per poi finire sdraiati contro l'erba e scambiarsi baci che di casto avevano ben poco.

Non erano tempi felici, con tutti i problemi che avevano, ma avevano cercato di godersi la loro serata sapendo Kali ad Eichen House e il resto del Branco di Alpha lontani, per il momento.

Avevano parlato parecchio, progettato il loro futuro, discusso i loro sogni e le loro paure trovandosi in accordo su un paio di cose. Entrambi volevano lasciare Beacon Hills per il college, ma non volevano ovviamente separarsi dal Branco, avevano solamente bisogno di allontanarsi da quella calamita per il sovrannaturale, e dovevano parlarne con Derek.

Si tennero per mano mentre salivano le scale per andare nella stanza dell'Alpha, sicuro di trovarlo a fare gli allenamenti del mattino, ma quando aprirono senza alcun preavviso la porta si trovarono davanti ad uno spettacolo che gli avrebbe segnati per sempre.

Il fatto era che i due adolescenti erano sicuri che Derek avesse accompagnato Stiles a casa, ad un certo punto, ma in quel momento davanti ai loro occhi c'erano i due completamente nudi addormentati nel grande letto del più anziano degli Hale. Fortunatamente erano ancora coperti dal lenzuolo, quindi furono graziati almeno su quel punto di vista.

Cora dovette coprire la bocca di Isaac prima che potesse lanciare un urlo, ma era troppo tardi per svignarsela in quanto quando fecero un passo indietro, pronti a chiudere la porta, gli occhi di Derek si aprirono con le iridi colorate di rosso. Al Beta biondo non prese quasi un infarto leggendovi la minaccia dentro.

« Fate silenzio. » sussurrò talmente piano che fecero fatica a sentirlo « E uscite dal loft. » ordinò non volendo nessuno a casa per il risveglio di Stiles, non voleva certo farlo sentire a disagio con una colazione altamente imbarazzante con i due che potevano sentire chiaramente quello che avevano fatto, non che il Marchio non fosse già una gran bella prova, ma voleva dargli il tempo per ricomporsi prima di affrontare il Branco.

La giovane Hale portò Isaac in cucina prima di lanciarsi in una serie di saltelli, mischiati ad urletti mentre batteva le mani come una foca, sembrava essere uscita fuori di testa e il Lahey giurò di non averla mai vista così, quasi le faceva paura « Oh mio Dio, devo scriverlo alle ragazze! » disse realizzando che il mondo doveva sapere, ma il fidanzato la bloccò prendendole le mani « Cora, vuoi veramente che tuo fratello ti tagli le mani? Sono sicuro che tutti se ne renderanno conto tra un paio d'ore quando verranno qui per la riunione. » l'ammonì leggermente, ritrovandosi a pensare che le ragazze erano delle vere pettegole, lui certamente non aveva pensato di scrivere ai ragazzi e raccontare il fatto, non era proprio nel loro stile. Le baciò la fronte quando la vide mettere il broncio « Su, ti porto a fare colazione da Luke's. » provò a rabbonirla ben sapendo quanto adorasse i waffle della tavola calda di Luke, il cibo era sempre la soluzione.

Cora sorrise, mettendosi sulle punte per poter baciare propriamente il suo fidanzato « Prima cambiamoci almeno i vestiti, odoriamo di foglie e cane bagnato. » rise ben sapendo che il loro odore non era dei migliori e che i suoi capelli erano unti, ma a quello ci avrebbe pensato più tardi.

Isaac alzò gli occhi al cielo, ma non poteva certo contraddirla il quanto aveva ragione, elegantemente le prese una mano e l'altra la posò sul fondo della schiena guidandola nuovamente verso le scale a chiocciola « Dopo di lei, mademoiselle. » disse cercando di darsi un accento francese, cosa che fece ridere la giovane licantropo « Goditi la vista, monsieur. » ammiccò provocante la ragazza, senza pensare che suo fratello poteva effettivamente sentirla.

Voleva rimanere nella sua bolla di felicità per un altro po', solamente lei, Isaac, suo fratello finalmente felice ed il resto del Branco. Le mancavano i bei tempi, quando la sua unica preoccupazione erano i compiti e non farsi beccare da Laura mentre provava i suoi vestiti. La sua infanzia era durata fin troppo poco, ma non per questo incolpava Derek.

Era stato ingannato, sedotto, Kate Argent si era approfittata di un ragazzino che aveva appena perso il suo primo amore. L'unica da incolpare era lei, nessun altro.

Cora Hale voleva avere di nuovo una famiglia e Derek, lentamente, ne stava creando una.


Noah versò il caffè nella tazza di Chris mentre leggeva la prima pagina del giornale appena preso dal portico. Non avevano dormito, loro due, decidendo di non fidarsi troppo di questo Zac.

Certo, aveva offerto protezione a Stiles e aveva evitato che Theo e Deucalion potessero riprenderselo, ma una cosa che avevano imparato negli anni era di non fidarsi di nessuno, soprattutto della gente che si mostrava troppo generosa nei loro confronti.

Chris gli aveva assicurato che non era da paranoici, che era del tutto normale preoccuparsi, soprattutto quando c'erano i figli di mezzo e poi – aveva confessato – di non aver mai sentito in vita sua parlare della famiglia di cacciatori Solano, né averne letto su uno degli archivi che suo padre teneva. Era sospetto, non c'era che dire, ma gli stavano ancora dando il beneficio del dubbio.

Non volevano commettere errori, era della vita dei loro ragazzi di cui stavano parlando, ed erano assolutamente certi che Melissa sarebbe stata d'accordo con loro su quanto Zac fosse sospetto. O forse no, considerando che era uscita con Peter, l'uomo con la faccia da “delinquente” per eccellenza.

« Credi siano rimasti tutti al loft? » domandò Chris in un tentativo di fare conversazione con lo sceriffo, fare colazione in silenzio non era mai stato il suo forte, Allison era quel tipo di ragazza che già appena sveglia era capace di riempirti la testa con parole e così poteva dirsi anche di Stiles, che a diciannove anni ancora non aveva capito cosa fosse il silenzio.

Noah posò il giornale sorridendo un po' « Be', spero proprio di sì, non vorrei che rimanendo soli Derek possa aver dato di matto e avergli fatto del male a causa di tutta questa questione del Rituale. » ammise l'uomo prendendo un lungo sorso di caffè, l'espressione preoccupata « Tu come hai reagito quando Allison ti ha detto che è la Compagna di Scott? » domandò curioso di come l'altro genitore aveva preso la notizia. Lui, tutto sommato, ne era stato contento, perché Derek si era dimostrato un uomo con dei sani valori e con l'unico obbiettivo di tenere al sicuro suo figlio e, per di più, non aveva mai provato un approccio con il giovane fino al compimento della maggiore età. Quindi no, lui l'aveva presa molto bene.

« Diedi di matto. » ammise l'Argent ricordandosi quella mattina dell'anno scorso – dopo esser entrato in modo ufficiale a far parte del Branco – in cui svegliandosi ed incontrando la figlia in cucina, la semplice cicatrice che aveva al collo – sicuro se la fosse procurata durante un allenamento – non si era trasformata in un simbolo. Due cerchi, uno dentro l'altro. Aveva provato il forte desiderio di prendere una pistola e sparare dritto in testa al giovane Scott McCall, perché lui di quella storia non aveva mai saputo nulla. Aveva creduto che fosse una semplice relazione, tra due anormali ragazzi delle superiori. Si passò una mano sulla fronte, abbozzando un sorriso « Non credevo che mia figlia facesse del sesso, io e Victoria le abbiamo sempre detto che è bene aspettare la prima notte di matrimonio più che altro per evitare gravidanze adolescenziali, ma quella mattina la notizia mi prese così di sorpresa che la trascinai fino dai McCall per mettere subito le cose in chiaro con Scott e mostrare tutto il mio disappunto. Melissa mi staccò quasi la testa a morsi per averla svegliata presto nel suo giorno di riposo e, per di più, sapeva tutto e non aveva mai pensato di dirmelo. » raccontò decidendo di perdere per un attimo la corazza da uomo silenzioso, decretando che parlare con un altro genitore a conoscenza di tutto quel mondo sovrannaturale fosse un bene prima di tutto per lui. Noah era sempre stato collaborativo da quando Stiles gli aveva raccontato tutto quando erano stati beccati sull'ennesima scena del crimine, non tutti avrebbero reagito allo stesso modo.

Melissa non scendeva quasi mai in campo con loro, ma offriva un sacco d'aiuto dalla sua posizione in ospedale, nonostante fosse una semplice infermiera sembrava comandare in quel posto, nessuno le diceva cosa poteva e non poteva fare. Insomma, era riuscita ad organizzarsi un piccolo stand nell'obitorio con elementi piuttosto rari e non era stata ancora scoperta.

Già, Beacon Hills non brillava certo per l'intelligenza dei suoi abitanti, eppure era il fulcro di tutta l'attività sovrannaturale grazie al Nemeton, l'antico albero che Erica e Boyd avevano trovato quando avevano avuto bisogno di riparo da un gruppo di cacciatori.

« Credo che avrei reagito anche peggio, se fosse accaduto qualcosa tra Stiles e Derek quando mio figlio era ancora un sedicenne. Hale sarebbe ancora dietro le sbarre, te lo assicuro. » commentò lo sceriffo toccandosi con la punta dell'indice il distintivo, ricordando all'uomo che non aveva assolutamente scrupoli ad usare la sua posizione per difendere il figlio.

I due continuarono a chiacchierare del più e del meno, lanciando di tanto in tanto occhiate verso il salone dove Zac dormiva ancora, chiedendosi di tanto in tanto se fosse il caso di svegliarlo.


Erica si strinse contro il corpo di Boyd, sorridendo con gli occhi ancora chiusi, grata del fatto che la nonna del suo ragazzo fosse ancora addormentata così da non dover sgattaiolare fuori dalla finestra come suo solito.

Era felice del loro rapporto, si amavano veramente tanto, ma la ragazza non poteva certo non rimanerci male quando l'unico parente in vita del suo fidanzato la odiava con così tanta passione da farle mancare il coraggio di presentarsi a casa loro, se non di nascosto.

L'anziana la prima volta che l'aveva incontrata non aveva accettato nemmeno di stringerle la mano, guardandola dall'alto al basso con sguardo disgustato, la mano stretta intorno al bastone su cui faceva affidamento per camminare. I suoi occhi color cioccolato trasmettevano solamente delusione, rivolti al suo unico nipote ed Erica aveva sentito perfettamente l'odore di Boyd cambiare, dispiaciuto per la reazione della nonna.

« Perché hai portato una sgualdrina in casa mia, Vernon? » aveva chiesto con voce arrochita e bassa, lo sguardo duro attraverso le lenti spessi quanto fondi di bottiglie, le labbra strette in una linea sottile tanto da farla sembrare una donna senza bocca. Erica aveva fatto un passo indietro, lasciando la mano del fidanzato, perdendo tutto l'entusiasmo che aveva avuto durante il loro viaggio in macchina quando Boyd le aveva annunciato che era il momento di presentarla alla sua famiglia. Si era guardata nel riflesso del mobile vetrato per la cristalleria, osservò la sua maglia rossa a maniche lunghe – una di quelle che le avevano comprato Stiles e Scott per il compleanno – e gli skinny jeans chiedendosi cosa ci fosse di sbagliato. Non si era nemmeno truccata eccessivamente come era solita fare appena dopo la trasformazione. Si sentiva bella, non una sgualdrina.

« Nonna, lei è la mia fidanzata. » aveva detto con calma il ragazzo, stringendo i pugni per non arrabbiarsi. Non sopportava l'idea che sua nonna odiasse la persona a lui più importante, l'unica che era riuscita a fargli battere forte il cuore. L'unica che si era accorta di lui quando poteva avere chiunque.

La signora assottigliò lo sguardo, dedicando per l'ultima volta l'attenzione alla ragazza bionda, bianca e decisamente troppo magra per suo nipote. Ne aveva viste di ragazze come lei, belle, che non si facevano problemi a spezzare i cuori di bravi ragazzi e questo lei non poteva ammetterlo, non voleva che nessuno ferisse il suo Vernon.

« Non portarla mai più qui. » ordinò prima di girarsi ed andare in camera sua, lasciando i due giovani senza parole, ma soprattutto tristi.

« Buongiorno. » la voce assonnata di Boyd la riportò alla realtà, seguita dal dolce contatto delle sue labbra contro la sua fronte, in un tenero bacio che le dedicava solamente in privato. La ragazza sorrise alzando lo sguardo per incontrare gli occhi del fidanzato « Buongiorno a te. » salutò tirandosi a sedere, privandosi del dolce torpore delle coperte in quella fredda mattina di quasi fine inverno. Aveva dormito con addosso solamente una maglietta del ragazzo, talmente grande che potevano starci altre due Erica dentro, ma le piaceva perché le lasciava il suo profumo addosso, un vero must per i licantropi, in cui tutto si basava sull'olfatto.

« Stavo pensando » iniziò la giovane, sorridendo fiduciosa, le mani intrecciate sopra il grembo mentre incrociava le gambe « se magari cominciassi ad andare in Chiesa tutte le domeniche, la stessa in cui va tua nonna, forse le starei più simpatica. » propose credendo nel suo lampo di genialità. La donna era molto religiosa, pregava prima di ogni pasto e di andare a dormire e Boyd le aveva detto che frequentava con regolarità la Chiesa. Voleva veramente piacerle, non voleva che alla fine Vernon sarebbe stato costretto a scegliere tra lei e la sua unica parente ancora in vita. Doveva conquistarla, anche se voleva dire iniziare a frequentare la Chiesa.

Boyd la guardò confuso per un paio di secondi, si passò una mano sul viso ancora troppo addormentato per stare realmente dietro alla ragazza « Non so, non credo tu abbia abiti adatti per andare in Chiesa. » riuscì a borbottare ricordando di non aver visto nell'armadio della giovane niente di adeguato per andare in un luogo Sacro. Non che gli dispiacesse il suo tentativo di far funzionare le cose con sua nonna, ma non voleva che si mettesse a fingere di essere una cristiana praticante per starle simpatica.

Il vero problema Boyd sapeva qual era: Erica Reyes era una donna americana, bionda, bianca quanto la neve e sua nonna voleva per lui una donna di colore, non ne aveva mai fatto segreto, ma non voleva dirlo alla licantropo.

« Posso farmi prestare qualcosa da mia madre. » disse la bionda constatando che la madre aveva numerosi abiti eleganti perfetti per andare in Chiesa la domenica. Certo, poi avrebbe dovuto spiegare ai genitori il perché di quel improvviso cambiamento, ma poco le importava.

A differenza della signora Boyd, i coniugi Reyes avevano adorato Vernon dal primo secondo che aveva messo piede in casa loro, trovandolo un ragazzo educato, intelligente e perfetto per la loro unica figlia. Più volte era stato invitato a cena e non aveva mai fatto o detto nulla che potesse far cambiare la loro opinione ai genitori di Erica.

Il ragazzo abbozzò un sorriso « Okay, andremo da ora in poi a tutte le messe domenicali. » decretò facendo sottintendere che sarebbero andati insieme. Vernon da quando aveva perso i genitori e la sorella aveva smesso in parte di credere e non aveva più messo piede in Chiesa dopo il loro funerale.

La ragazza si sporse per baciarlo, un lieve sfiorarsi delle labbra « Sei il migliore. » disse prima di alzarsi dal letto alla ricerca dei suoi jeans « Su, non c'è tempo per poltrire, abbiamo un Branco di Alpha da sconfiggere! » lo incitò poi ricordandosi che avevano un umano da difendere.


Stiles sentiva freddo, forse perché era nudo o forse perché Derek aveva appena lasciato il letto portando via tutto il calore in cui si era cullato durante la notte. Rimase con gli occhi chiusi, stringendosi la coperta al petto per proteggersi come meglio poteva, ancora in uno stato di semincoscenza per realizzare che da quel giorno in poi avrebbe avuto un Marchio sul collo a dimostrare che lui e Derek si appartenevano.

Ripensò a quello che avevano fatto la sera precedente, il suo essere incapace di andare fino infondo con il suo Compagno, nonostante ci avesse messo tutte le sue forze per non farsi influenzare dai brutti ricordi, ma il suo corpo doleva ancora per gli abusi e si era voluto proteggere, ignorando completamente i segnali che il cervello mandava.

Si sentiva uno schifo, voleva essere capace di amare come si deve il suo fidanzato, Compagno e futuro marito, lasciarsi travolgere dalla sua passione senza obbligarlo ad utilizzare i guanti con lui. Era stato molto dolce, offrendogli quell'alternativa, comprensivo e delicato, ma Stiles doveva ammettere che nella maggior parte delle sue fantasie l'uomo era più autoritario e come Lydia gli aveva detto più volte la sua immagine di Derek a letto si avvicinava al protagonista maschile di quella trilogia di libri erotici che aveva odiato dall'inizio alla fine, ma che aveva concluso perché infondo l'idea di un Derek così non gli dispiaceva, o almeno non gli era mai dispiaciuta prima dell'inizio degli abusi.

Quindi no, non voleva un Christian Grey con lui, voleva il vero Derek Hale, non quella che si era trattenuto reprimendo ogni suo desiderio, pensando solamente al piacere del più giovane. Doveva essere una preoccupazione reciproca e Stiles sarebbe tornato anche dalla sua odiosa terapista per riuscire a mettersi la testa a posto ed eliminare tutta quella paura che continuava a bloccarlo.

Prima di tutto, però, doveva liberarsi di Deucalio e Theo.













Angolo me:

Oh mio Dio sono tornata, quasi mi emoziono!

Veramente, scusatemi, ma ho avuto veramente un crollo nervoso per scrivere questo capitolo.

Lo scrivevo, lo leggevo, mi faceva schifo e lo cancellavo. Le peggiori tre settimane della mia vita, senza alcun dubbio.

Okay, spero di aver fatto un buon lavoro dopo tutto questo tempo di silenzio, lasciatemi sapere cosa ne pensate, mi raccomando! Sulla pagina Facebook ricevetti un consiglio: quello di scrivere un funerale per Peter, ma come puoi ben vedere non c'è, ma questo non vuol assolutamente dire che non vi sarà in futuro. Diciamo che ora la priorità è risolvere il problema, ma ti ringrazio molto in quanto mi hai sbloccata!

Love you!
E gli Sterek hanno fatto il primo passo! Coriandoli, trombette, tamburi, finalmente hanno compiuto il Rituale e quindi un pensiero in meno! Come mi avete suggerito nelle recensioni e nei messaggi privati era meglio non “far tentare la sorte” a Derek. Quindi ecco, hanno ingannato la procedura e si sono Legati.

Per quanto riguarda Zac, il cognome Solano viene dal fatto che mi sono appena messa in paro con Jane The Virgin e sto ancora versando lacrime, ero dannatamente Team Micheal! Oh, già, mi è quasi passata per la testa di scrivere una Fem!Stiles | Sterek basandomi su quel telefilm. Ditemi se è una buona idea!

Ho voluto dare un po' di spazio anche agli altri qui, perché non è che nella loro vita sia tutto rose e fiori o solamente con la preccupazione per Stiles. Nope, Isaac e Cora cercano di capire dove sarà il loro posto in un futuro molto vicino, Erica e Boyd vogliono far funzionare le cose con la benedizione dell'ama–acida nonna e un po' di riflessioni su come possa essere genitori di ragazzini che corrono letteralmente con i lupi.

Nel prossimo capitolo vedremo un po' di Scallison, Sciles partners in crimes ed Ennis.

Stay turned!

Sel

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Capitolo 21
*** Capitolo venti ***


Capitolo venti



Love is like a shot gun




Chiamando a sé tutte le sue forze Stiles decise di alzarsi dal letto, guardandosi intorno alla ricerca dei suoi vestiti, ma posata sopra una sedia notò una camicia di Derek. Sorrise, pensando di ricreare una scena vista e rivista nei film, poco gli importava se poi avrebbe fatto la figura della ragazza, ma desiderava coprire il suo corpo con un capo d’abbigliamento del suo Compagno.

Si alzò recuperando i suoi boxer e infilò la camicia rimanendo soddisfatto da come gli calzava, arrivando a metà coscia e le maniche a metà palmo. Non aveva mai visto il fidanzato usare una camicia come quella, unicamente magliette elastiche dai colori scuri.

Passò per il bagno per lavarsi i denti usando lo spazzolino di scorta che aveva lasciato un mese prima, non voleva di certo baciare Derek con l’alito mattutino. Guardandosi allo specchio sorrise nel vedere nel riflesso il Marchio, la piccola Triskele di un forte rosso in contrasto con la pelle candida dello Stilinski. Lo toccò con la punta delle dita sentendosi veramente felice, nel mentre accade una cosa che lo fece spaventare.

I suoi occhi erano rossi, ma appena staccò le dita tornarono del solito color ambra, si avvicinò alla superficie riflettente sbattendo più volte le palpebre incredulo. Doveva aver visto male, quel morso non era stato dato con l’intento di trasformarlo, ma solamente per Marchiarlo.

Si sciacquò il viso per darsi una svegliata e facendo il più silenziosamente possibile scese al piano di sotto, pronto a cogliere Derek in cucina a preparare la colazione, poteva già sentire l’odore delle frittelle alle mele che tanto amava.

Mordicchiò il labbro inferiore avvicinandosi in punta di piedi, ma il licantropo si girò quando fu abbastanza vicino, catturando immediatamente le sue labbra in un bacio mozzafiato. Stiles chiuse gli occhi lasciando l’uomo tirarlo contro il suo petto e coprire buona parte della schiena con le sue grandi mani. Era stato preso di sorpresa, non c’era dubbio, non gli dispiaceva affatto e non aveva fatto scattare nessun flashback sgradevole.

« Buongiorno. » sussurrò l’Alpha facendo sfiorare i loro nasi, gli occhi ancora semichiusi, riuscendo a guardare il viso del suo Compagno solamente attraverso le ciglia. Aveva percepito Stiles muoversi al piano di sopra e aveva impiegato tutti i suoi sensi per sentirlo ed essere pronto al suo arrivo, senza perdersi i battiti accelerati del suo cuore chiedendosi quale fosse il problema, ma non aveva pensato di salire a controllare, non voleva farlo sentire controllato.

« Buongiorno a te. » rispose l’adolescente allontanandosi per raggiungere il frigo e tirare fuori il cartone del latte, dello yogurt e sciroppo d’acero per guarnire le frittelle alle mele.

Derek inarcò un sopracciglio notando il ragazzo indossare una sua camicia, la portava con naturalezza, come se fosse sua e come se non fosse senza pantaloni. Dovette chiudere gli occhi e passarsi una mano sul viso per non avere una spiacevole erezione nel bel mezzo della cucina. Quel ragazzino era un tentatore, non c’era che dire.

Si girò dandogli la schiena, sistemandosi il cavallo dei pantaloni ricordandosi che doveva trattenersi e fortunatamente non aveva più il suo lupo che spingeva per prendere il controllo. Avevano compiuto il Rituale e quindi era fuori pericolo. Non voleva che Stiles lo vedesse in quello stato, come un uomo a cui bastavano vedere due belle gambe per perdere la testa.

« Isaac e Cora non sono tornati? » domandò l’adolescente sedendosi all’isola aspettando pazientemente che l’Alpha portasse le frittelle sul ripiano, facendo muovere le gambe avanti e indietro fendendo l’aria, come quando era bambino e attendeva la madre con la colazione mentre il padre leggeva il giornale con una tazza di caffè in mano.

Derek dovette sforzarsi per mantenere una faccia neutra, indeciso se dirgli la verità o meno, non volendo certamente iniziare il loro Legame con una bugia. Tra Compagni dovevano essere sinceri, condividere tutto, anche quello di cui si vergognava,

« Uhm » cominciò deglutendo « sì, sono passati questa mattina e ci hanno trovato a letto. Ho mandato loro fuori. » svuotò il sacco adorando il modo in cui le guance di Stiles si imporporarono, gli occhi spalancati e la bocca aperta per lo shock. L’aria si riempì dall’odore d’imbarazzo e Derek sorrise avvicinandosi al ragazzo, posò un bacio sulla fronte « Se te lo stai chiedendo non hanno visto nulla, eravamo coperti dal lenzuolo. » lo informò ricordandosi di quando era in ospedale, dopo che Theo aveva provato ad ucciderlo, mortificato che il Branco lo avesse visto senza vestiti, vergognandosi del suo corpo.

Quel corpo che la sera prima aveva avuto il piacere di vedere e toccare, ma che non aveva ancora potuto assaggiare, ma che sperava di poter far presto. Il Legame doveva infondergli coraggio, far coincidere le loro emozioni e una volta eliminato Theo si sarebbe proposto per eliminargli i ricordi, intrappolandoli per sempre nei suoi artigli.

Stiles sospirò sollevato, ma non per questo scomparve il rossore, e con eleganza si arrotolò le maniche della camicia fin sopra il gomito. Mostrarsi a Derek era stato quasi naturale, lasciarlo guardare tutto il suo corpo non gli aveva dato nessuna sensazione spiacevole come capitava con Theo, si sentiva a suo agio nel vestirsi solamente della sua pelle di fronte al suo Compagno.

« Prima mi è accaduta una cosa strana. » esordì addentando una frittella, lo zucchero a velo macchiò le sua labbra e il colletto della camicia « Mi sono guardato allo specchio e per un attimo ho visto i miei occhi rossi. » spiegò cercando di non suonare pazzo, ma nemmeno troppo tranquillo. Non poteva essere certo diventato un Alpha, giusto?

Derek si girò a guardarlo inarcando un sopracciglio, perché lui pensava di esserselo immaginato la notte precedente, magari troppo preso dal Rituale e dai suoi effetti da iniziare a vedere cose impossibili. Eppure Stiles gli stava dicendo che aveva visto la stessa cosa e non poteva che preoccuparsi. Il Morso aveva il solo fine di Legarli, non di trasformare il giovane. Dio, se aveva trasformato Stiles in un licantropo Noah gli avrebbe sparato dritto sul cuore.

Vedendo il proprio Compagno sbiancare l’umano si alzò dallo sgabello per andargli incontro « C’è sicuramente una spiegazione, Der–bear. Dopo la riunione andremo da Deaton perché non ho né superudito né superolfatto. Certamente nemmeno la superforza dato che a malapena riesco a tirare su una posata. » lo rassicurò prendendogli il viso tra le mani per baciarlo, le labbra distese in un leggero sorriso, adorava vedere Derek così umano, diverso dal lupo scorbutico che aveva conosciuto anni prima, ancora in lutto per la morte della sua famiglia e la recente perdita della sorella maggiore.

L’Alpha ricambiò il bacio, grato di avere un Compagno talmente fantastico da dire sempre la cosa giusta nel momento giusto « Ti amo. » sussurrò tirandolo contro di sé facendo aderire i loro corpi, i nasi che si toccavano appena e gli occhi incatenati in uno sguardo dolce ma allo stesso tempo passionali.

« Ti amo. » rispose Stiles posando la fronte contro la spalla dell’uomo, cercando di nascondere gli occhi lucidi colmi di lacrime per la felicità. Finalmente aveva quello che aveva sempre desiderato: stare con Derek.

♠♠♠

Theo si guardò gli artigli studiandone la forma, la consistenza e l’affilatura. Erano armi micidiali, bastava trovare il punto giusto, esercitare la pressione giusta e Derek Hale sarebbe morto per mano sua.

Lo odiava semplicemente perché aveva tutto quello che lui non poteva avere, a partire da Stiles. Derek aveva un Branco che lo rispettava ed amava, aveva una sorella che si sarebbe fatta in quattro per lui e aveva trovato il suo Compagno nel ragazzo che Theo amava con tutto il cuore. Lui non aveva nulla di tutto questo e anche se per tre anni gli era bastato solamente Stiles ormai non aveva nemmeno lui. Aveva perso tutto a causa sua e voleva vendetta.

Sarebbe diventato l’Alpha del Branco Hale, piegando tutti al suo volere a partire da Scott McCall perché se voleva Stiles dalla sua parte doveva prima di tutto avere tra le mani la persona a cui teneva di più. Purtroppo lo Stilinski era umano e questo lo escludeva dal suo potere di Alpha, avrebbe potuto urlare per ore ma Stiles sarebbe rimasto impassibile ai suoi ordini, al contrario di tutti gli altri ragazzi.

Non lo avrebbe trasformato, ovviamente, non poteva dargli del potere, doveva rimanere quel povero indifeso ragazzo che aveva avuto il piacere di amare per tre anni, continuare a vedere tutti i segni che gli lasciava sulla pelle.

Si portò una mano alla cintura ricordandosi com’era alzarla in alto e poi farla infrangere contro la schiena dello Stilinski, adorando i piccoli versi di dolore emessi dall’umano. Se si concentrava abbastanza poteva sentire ancora l’odore del sangue che riempiva a stanza e quello più salino delle lacrime che impregnavano la federa del cuscino.

Voleva riavere il controllo su quel ragazzo, farlo soffrire come aveva sofferto lui, senza alcuna pietà. Certo, non avrebbe potuto più avere un rapporto sessuale con Stiles a causa di Scott e Derek che brutalmente gli avevano asportato i genitali, senza anestesia e quando ancora era umano, ma questo non voleva dire che non poteva rovinargli ancora la vita. Avrebbe avuto un Branco stretto nel suo pugno, avrebbe costretto uno di loro a scopare quel cane in calore che era Stiles Stilinski, registrando il tutto, ovviamente.

La polizia aveva trovato tutto il suo materiale nel suo scantinato, eliminando ogni foto o video degli abusi in modo definitivo, quindi aveva bisogno di averne di nuovi e questa volta non ci avrebbe pensato due volte prima di metterli online monetizzandone la visione, voleva avere un mino di guadagno e far sentire Stiles ancora più sporco di quanto non lo sarebbe già stato.

« Raeken. » una voce alle sue spalle lo chiamò distogliendolo dai suoi piani di vendetta, poggiato contro la porta c’era Ennis, gli occhi rossi quanto il sangue e un’espressione furente. Doveva aver ricevuto la notizia dell’isolamento di Kali ad Eichen House, altrimenti non si sapeva spiegare il suo cattivo umore.

Non gli importava molto a Theo, dopotutto a lui interessava avere solamente Stiles, chi veniva sacrificato nel mentre non era affar suo. Poteva anche morire Deucalion per quello che gli interessava, ormai aveva ottenuto il Morso e quando non gli sarebbe servito più lo avrebbe ucciso incanalando i suoi poteri insieme a quelli di Derek.

« Cosa vuoi? » domandò ritirando gli artigli, l’espressione annoiata e la voglia insana di rispondere male a quell’Alpha che però lo avrebbe fatto fuori nel giro di pochi secondi. Doveva essere attento, calcolare ogni sua mossa, non poteva perdere il duro lavoro di tutti quei anni a causa della sua sfacciataggine. Doveva resistere ancora un altro po’.

 « Stiamo partendo per Beacon Hills, devi aiutare Ethan ed Aiden a preparare le trappole da piazzare nella riserva. » ordinò liberando il passaggio per la porta, guardandolo con gli occhi rossi mentre si muoveva lentamente per uscire. Non gli piaceva per niente quel ragazzino e voleva spezzargli ripetutamente le ossa perché a causa sua aveva perso Kali, l’unica donna per cui aveva mai provato dell’affetto.

Alla fine di quella settimana sarebbero rimasti in pochi e Theo non sarebbe stato uno di loro.

♠♠♠

Lydia si sistemò la gonna guardandosi allo specchio, era leggermente spiegazzata, ma non poteva farci nulla. Era rimasta a dormire da Jackson e non si era portata il cambio per il giorno successivo e si rifiutava categoricamente di farsi prestare una paio di pantaloni da ginnastica dal suo fidanzato. Non poteva certo indossarli con dei tacchi e poi farsi vedere in giro, le avrebbe rovinato la reputazione.

Quando sentì le mani di Jackson avvolgerle la vita sorrise posandosi contro il corpo del licantropo, una mano andò in alto per raggiungere il suo viso per poterlo guidare in un bacio.

Dopo aver lasciato il loft avevano deciso di godersi quella relativa pace regalandosi una cena in un ristorante nel centro città. Era stato strano sedersi e mangiare come facevano un tempo, senza preoccuparsi di nulla, godendosi una serata romantica, parlando del diploma, del college e del futuro. Ormai mancava poco, solo un paio di mesi e sarebbero andati via dalla Beacon Hills High School prendendo strade diverse.

Lydia voleva diventare una matematica, Jackson voleva diventare un avvocato come suo padre adottivo e studiare legge. Si sarebbero divisi, ma non per questo credevano la loro relazione sarebbe finita, avevano passato cose peggiori, non sarebbe stata certamente la distanza a spezzare la loro relazione.

« Pronto per la riunione? » domandò notando che fosse ancora con i pantaloncini che aveva usato per dormire, giusto per fargli notare che mancava meno di mezz’ora o Derek avrebbe morso loro la testa dal collo.

« Non vedo l’ora che finisca tutto. » sospirò il ragazzo allontanandosi per recuperare i jeans, stremato dalle continue lotte, qualche volte quasi si pentiva di aver richiesto il Morso a Derek. Se fosse rimasto umano forse a quell’ora non sarebbe del mirino di un Branco di Alpha, ma non avrebbe certo abbandonato Lydia, soprattutto non quando Deaton aveva capito fosse una Banshee.

Beacon Hills ospitava decisamente troppi esseri sovrannaturali, praticamente solamente gli Stilinski erano umani, tolti gli Argent che erano cacciatori. Forse dopo la loro partenza per il college le cose si sarebbero calmate, dopotutto erano loro la principale causa di caos lì, sarebbe rimasto solamente Derek a fare da guardia al suo territorio.

Se fosse andato tutto secondo i piani loro sarebbero tornati tra cinque anni.

♠♠♠

Scott si premette il cuscino sopra la testa cercando di tagliare fuori la voce di Allison che gli ordinava di alzarsi e vestirsi, si sentiva troppo a suo agio sotto le coperte ancora calde che odoravano di lui e la sua Compagna.

Erano andati a dormire tardi, passando la serata a fare ricerche sulla famiglia Solano in quanto Chris aveva confidato loro di non fidarsi di questo Zac ed Allison si fidava ciecamente del parere del padre. Avevano passato ore a leggere gli archivi di Gerard e Scott ora si rifiutava di lasciare il letto della fidanzata se non dopo mezzogiorno. Derek poteva anche fare la riunione senza di lui, tanto Stiles lo avrebbe aggiornato comunque.

« Oh, andiamo, non farmi prendere un bicchiere d’acqua ghiacciata. » sospirò Allison posandosi una mano sulla fronte, certe volte era convinta che il suo ragazzo fosse un bambino invece di un uomo di quasi vent’anni. Sentì il fidanzato piagnucolare e alzò gli occhi al cielo, piegandosi per tirare con forza la coperta color oceano spogliando dal calore Scott.

« Allison, ti prego! » il Beta si rannicchiò cercando di sfuggire alle mani dell’Argent che sembravano volerlo afferrare per tirarlo « Cinque minuti e mi alzo, lo giuro. » promise mettendosi una mano sul cuore e la ragazza decise di andarsene, ben sapendo che tra cinque minuti il ragazzo sarebbe sceso a fare colazione.

Scott poteva essere molte cose, ma quando faceva una promessa la manteneva, anche se si parlava di alzarsi dal letto. Melissa lo aveva educato in maniera perfetta, non c’era che dire, Scott McCall era un uomo di parola.

♠♠♠

Noah dovette sbattere più volte le palpebre per assicurarsi che non stesse avendo un’allucinazione, così come tutti gli altri membri del Branco fermi sulla soglia della porta con davanti un sorridente Stiles Stilinski che invitava loro ad entrare.

Si passò i pugni chiusi sugli occhi, talmente forte da iniziare a sentire dolore, ma doveva essere sicuro che sul collo di suo figli ci fosse veramente un simbolo uguale in ogni dettaglio a quello presente su Derek.

Suo figlio non aveva fatto l’amore con l’Alpha, era semplicemente troppo presto e Noah era sicuro che Stiles fosse ancora molto scosso per arrivare ad un certo livello d’intimità con l’uomo per quanto potesse amarlo.

In automatico la mano andò sulla sua pistola d’ordinanza pronto a sparare all’Hale per aver obbligato il suo bambino a fare cose che non voleva. Eppure dal sorriso di Stiles e da come si tenevano la mano non sembrava essere stato obbligato.

« Bene, ci siamo tolti un problema di mezzo. » parlò Zac facendo il primo passo dentro il loft, dando quasi una spallata a Chris « Spero tu abbia goduto. » commentò poi con un sorriso malizioso verso il più giovane che arrossì talmente tanto che sembrava stesse per prendere fuoco. Derek non fu poi così imbarazzato, anzi, ringhiò arrabbiato stringendo il Compagno contro il suo petto « Non ho ceduto al lupo. » dichiarò guadagnandosi sguardi dubbiosi dai licantropi e Noah.

Insomma, il Rituale era quello e se non avevano fatto l’amore allora come erano comparsi i Marchi?

Zac storse il naso diffidente « Certo, perché tu sei l’eccezione alla regola. » lo scimmiottò stanco di avere a che fare con quei ragazzini. Voleva solamente eliminare il Branco di Alpha e tornare nella sua città per continuare una vita tranquilla ed in pace, non farsi immischiare in questo strano Branco che aveva più di un problema.

Stiles sentì la rabbia prendere il sopravvento, arrabbiato per il fatto che Zac stesse mettendo in discussione la forza di volontà del suo Compagno. Derek era stato molto più che in controllo, era riuscito a trovare una soluzione quando lui non aveva potuto fare a meno di farsi prendere dal panico « Lo è. » disse con voce dura e sentì Erica trattenere il respiro mentre altri si portavano le mani alla bocca.

« Stiles » lo chiamò Lydia « i tuoi occhi sono rossi. » lo informò ammirando le iride vermiglie dell’amico. Erano ipnotizzanti.

Allison guardò Scott corrugando la fronte « Perché a me non vengono gli occhi gialli? » domandò più a se stessa che al Compagno. Dopo il Morso del Legame nulla era cambiato nel suo sistema, era rimasta umana con l’unica abilità di saper usare l’arco.

Chris sorrise posando una mano sulla spalla dello sceriffo « Abbiamo un True Alpha Mate. » disse ricordandosi di quando ne aveva ucciso uno per ordine del padre, quando era ancora giovane e desideroso di rendere fiero Gerard, cercando di mostrarsi migliore di Kate.

« Un umano che si mostra più forte di qualsiasi licantropo solamente con la sua forza d’animo, la persona perfetta per indicare all’Alpha le scelte giuste per guidare il Branco. Non ha superforza, superudito né superolfatto, solamente gli occhi di chi è destinato a comandare. » spiegò Cora guardando meravigliata il cognato, nel suo vecchio Branco – quello che l’aveva ospitata prima che Derek e Laura la ritrovassero – era guidato da un’Alpha che aveva sposato un umano. Sembravano piuttosto rari, ma da quando si era risvegliato il Nemeton qualche anno prima a causa di Jackson – storia lunga che nessuno voleva ricordare – sembrava che la popolazione sovrannaturale si fosse quadruplicata.

Stiles chiuse gli occhi e quando gli riaprì erano del solito color ambra caldo « Non lo abbiamo fatto. » borbottò imbarazzato, evitando con tutte le sue forze lo sguardo del padre « Non che debba interessarvi, per di più. » aggiunse premendosi indietro contro Derek, come se volesse entrare nella sua cassa toracica e scomparire.

Scott capendo il disagio del suo migliore amico incitò tutti ad entrare e sedersi sul divano per discutere della situazione, non senza lanciare uno sguardo leggermente storto a Zac. Non credeva fosse un pericolo, ma non gli era piaciuto per niente come aveva trattato suo fratello.

Il McCall trascinò letteralmente il ragazzo in cucina suscitando lo sguardo ingelosito delle ragazze che assetate di gossip voleva sapere cosa fosse successo, ma Scott aveva la precedenza. Accese il frullatore buttandoci dentro dei chiodi che tenevano lì vicino per quando qualcuno voleva avere una conversazione privata ed i loro poteri impedivano certi lussi.

« Dimmi tutto. » ordinò saltellando leggermente sembrando un fanboy davanti ad una scena romantica della sua OTP, shippava con tutto il cuore gli Stereo e doveva assolutamente sapere cosa diavolo avevano combinato. Lui aveva condiviso tutto su Allison, si aspettava che Stiles facesse lo stesso.

L’umano arrossì guardandosi intorno, assicurandosi che non ci fossero orecchie indiscrete ad ascoltare « Diciamo che ci… siamo dati una mano. » disse lo Stilinski suonando il meno volgare possibile, le punte delle orecchie talmente rosse da sentirle andare a fuoco. Scott batté le mani come una foca ritardata, la bocca spalancata e gli occhi brillanti di sorpresa; non si aspettava certo molta intraprendenza dal suo migliore amico, l’aveva sentito restio al contatto fisico l’ultima volta, soprattutto a causa anche di Peter che aveva osato baciarlo contro il suo volere.

Era felice per lui, non poteva negarlo, ma anche abbastanza preoccupato. Non voleva che corresse troppo e rischiare di ferirsi, specialmente se si trattava di Derek.

« Dopo voglio tutti i dettagli sporchi, dude. » sorrise il McCall per poi spegnere il frullatore e spronando l’umano a tornare nell’open space, così da ricongiungersi con gli altri. Trovarono tutti seduti a discutere se andare incontro al Branco di Alpha o aspettargli nel loro territorio, ed le opinioni erano a metà. Mancavano solamente Stiles e Scott a votare.

« Be’, io dico di andare loro incontro. Potremmo evitare certi danni alla città. » votò il licantropo prendendo posto tra Allison e Chris, per nulla intimorito dall’uomo ormai. Poteva puntargli quante pistole voleva, non avevano più alcun effetto ben sapendo che non gli avrebbe mai sparato o Allison gliela avrebbe fatta pagare cara.

Lo Stilinski rimase in piedi prendendosi il mento tra l’indice ed il pollice, il labbro inferiore intrappolato tra i denti piccoli e dritti. Lo sguardo sembrava perso, ma tutti sapevano quanto in realtà fosse concentrato, cercando sicuramente di trovare la giusta soluzione per la situazione. Non voleva essere affrettato, non potevano permettersi nemmeno un errore, ne andava delle loro vite e Stiles aveva finito di soffrire.

Nessuno si sarebbe ferito, nessuno sarebbe morto se non Deucalion ed il suo Branco. Non prediligeva l’abbattimento dei loro nemici, lui e Scott avevano impiegato mesi a convincere Derek che non era necessario ucciderli, ma trovare un modo per rieducarli. Sembrava così ipocrita desiderare ora la morte di Theo, solamente perché l’aveva ferito. Infondo al cuore voleva dare una seconda possibilità a quel ragazzo così malato d’amore da averlo tenuto ostaggio per due anni, minacciandolo e violandolo.

« Dobbiamo giocare in casa. » esordì guardando più che altro Derek « Loro non conoscono bene questo posto, possiamo rendere il palazzo un vero e proprio pericolo nascondendo armi ad autoscatto o qualcosa del genere. » si rivolse verso gli Argent « E qualcuno non potrà partecipare, ovviamente, come mio padre, Allison, Isaac, Cora, Erica e Lydia. » aggiunse facendo scattare in piedi i nominati.

« Cosa, perché anche io? » domandò Isaac alzandosi in piedi con lo sguardo sconcertato, lui era un valido Beta così come Cora. Dovevano scendere per forza in campo, non avrebbero lasciato nessuno andare senza di loro.

« Non voglio che voi partecipiate, se dovesse succederci qualcosa voi dovete fuggire e continuare le vostre vite, Cora diventerà la nuova Alpha nel caso. » spiegò Stiles mostrando nuovamente una certa saggezza da parte sua. Era ottimista, certo, ma non quanto Scott da credere che avrebbero vinto sicuramente, avevano bisogno di un piano di riserva e lasciare loro per continuare a far vivere il Branco Hale era il minimo che potevano fare.

Alzò semplicemente una mano per far cadere qualsiasi obbiezione, gli occhi nuovamente illuminati di rosso, non riusciva veramente a controllarlo, ma sembravano comparire ogniqualvolta provasse forte emozioni. Doveva imparare a celare i suoi occhi ed era sicuro che Derek sarebbe stato un ottimo insegnante.

« Si farà come è meglio che sia. » disse guardando Lydia che sembrava voler dire qualcosa, ma fu preceduta da Noah che certamente non si faceva comandare a bacchetta dal figlio. Poteva decidere cosa poteva o non poteva mangiare, ma era lui il padre e non gli avrebbe permesso di mettersi ancora nei guai per cercare di proteggerlo.

« Non ci penso nemmeno a lasciarti, o vengo anch’io o tu rimani con me in qualche posto sicuro. » ordinò l’uomo incrociando le braccia al petto, sfidando l’adolescente a contraddirlo ancora una volta.

Stiles si passò una mano tra i capelli, non sapendo come far mollare la presa al padre. Non voleva litigare con lui, sapeva che lo sceriffo era mosso solamente dall’immenso amore che provava nei suoi confronti, ma non voleva che si facesse del male. Aveva già perso sua madre, non poteva sopportare di essere la causa della morte del padre.

Derek si alzò posando le mani sulle spalle del Compagno « Noah, mi permetta » si introdusse educatamente non volendo farsi nemico il suocero « potremmo scendere ad un compromesso. Il vicesceriffo Parrish non fa parte del Branco, ma lei potrebbe convincerlo ad unirsi a noi per questa battaglia, un Hell Hound sarà veramente utile. » propose attirando l’attenzione di tutti. Jordan non si era mai tirato indietro quando c’era da aiutare, nonostante fosse a Beacon Hills da solo un anno ne aveva viste di tutti i colori, ma voleva prediligere la sua vita da umano ordinario, cercando di reprimere quella parte di sé che lo spaventava. Era stato Deaton a capire cosa fosse quando aveva preso fuoco da solo ritrovandosi nel bel mezzo di una missione del Branco, l’emissario lo aveva aiutato quanto più poteva e Jordan ricambiava il favore aiutando Derek e gli altri nei momenti di crisi.

« Così se ci sarà anche lui, Stiles ti lascerà venire senza fare storie. » concluse « Vero, Stiles? » domandò guardando con un sopracciglio alzato il Compagno, facendogli capire che era un ottimo compromesso e che se non avesse accettato suo padre si sarebbe messo in pericolo lo stesso, tanto valeva avere qualcuno in più.

« Sì, okay. » sbuffò lo Stilinski « Solamente se ci sarà anche Jordan. » precisò sentendosi in imbarazzo nel pronunciare il nome dell’agente che non vedeva da mesi. Si era rifiutato di andare a trovare il padre in centrale da quando era stato ricoverato, sapere che tutti lì dentro avevano avuto il file con il suo caso lo imbarazzava, ancora di più per quanto riguardava il vicesceriffo che aveva dovuto scattare foto al suo corpo ricoperto di ferite, anche nei posti più intimi.

Noah accettò e Stiles su sicuro che tutti fossero d’accordo, ma Isaac sembrava non voler mollare l’osso e mossi da qualche sentimento rivoluzionario anche Chris, Cora, Allison ed Erica iniziarono ad obbiettare, affermando che volevano esserci.

Derek sorrise orgoglioso dei suoi Beta, pronti a combattere per difendere il Branco, ma credeva anche che l’idea di Stiles fosse la più giusta da seguire. Se fosse successo qualcosa loro, Cora sarebbe riuscita a portare avanti la dinastia Hale, una delle più antiche famiglie di licantropi, direttamente dal ramo di una dei fratelli che furono maledetti alle origini, diventando schiavi della Luna.

« Der, tu cosa dici? » domandò Isaac chiamando in appello il vero Alpha, sicuro che gli avrebbe dato retta, ma non aveva calcolato che ora era letteralmente al guinzaglio di Stiles. Disposto a fare di tutto per compiacere il suo Compagno, ma non voleva darlo a vedere, aveva una reputazione da difendere dopotutto.

Sospirò pesantemente, non sapendo realmente che fare, ma poi sentì la mano di Stiles stringersi nella sua, dedicandogli uno sguardo rassicurante. Lo stava incitando a dire la sua, a non trattenersi, di fare come avevano sempre fatto. Nulla doveva cambiare.

« Combattiamo tutti insieme. » sancì infine facendo sorridere tutti.





Angolo autrice:

Hi guys!

Scusatemi se aggiorno così tardi, ma ho un sacco di problemi di connessione e quindi vivo praticamente come un eremita in mezzo alle montagne in quanto mi sono trasferita in una zona dimenticata da Dio.

Okay, cosa ne pensate del capitolo? Come credete si evolverà la situazione? Anche a voi Zac puzza di marcio? *Mi diverto a mettervi dubbi in testa*

Ragazzi, veramente non so a quando sarà il prossimo aggiornamento, ho veramente poca rete, ma così avrò più tempo per scrivere e quando avrò tra le mani una connessione Internet decente aggiornerò ogni lunedì com'era un tempo.

I love you guys,

Sel


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Capitolo 22
*** Capitolo ventuno ***


Capitolo ventuno

Love is like a shot gun


 

 

Derek si svegliò lentamente, la luce della Luna che entrava dalla grande vetrata illuminando la stanza di un tenue bianco. Piegò un braccio posando la testa sopra il palmo aperto, guardando il soffitto non riuscendo a togliersi dalle membra quella brutta sensazione che sentiva.

Il cuore gli pesava quanto un macigno e si sentiva incredibilmente stanco, come se non avesse più una qualche ragione per vivere. Socchiuse gli occhi prendendo un profondo respiro prima di girarsi ad osservare Stiles addormentato accanto a lui, sopra le coperte all’altezza dello stomaco c’era Batman che muoveva nel sonno la coda in lenti movimenti ondulatori.

Sorrise rendendosi conto che aveva la cosa più bella al mondo e sapere che Stiles lo ricambiava, che finalmente era veramente suo ed il Marchio sul collo a dimostrarlo, in qualche modo lo faceva sentire meglio come se non ci fosse un Branco di Alpha che voleva le loro teste. Gentilmente svegliò il cane per mandarlo sul pavimento, il suo lupo un pizzico geloso, e una volta liberato dell’animale si fece più vicino al ragazzo, sentendo quanto in realtà fosse freddo.

Il loft nonostante gli accorgimenti effettuati durante gli ultimi mesi ancora non era realmente agibile per gli umani, troppo freddo e Derek non aveva certo una scorta di coperte considerando che la temperatura corporea dei licantropi era superiore. Scostando leggermente il cuscino che si era frapposto tra loro, così da raggiungere quel ragazzino che era riuscito a conquistare lui ed il suo lupo, che non si era mai arreso anche quando aveva provato ad allontanare tutti.

Stiles al suo tocco si mosse, corrugando la fronte, ma al contrario di scansarsi si avvicinò ancora di più, finendo con il posare la testa sopra il petto del suo Compagno, circondandogli la vita con un braccio, le dita dai polpastrelli freddi entrarono in contatto con il suo fianco scoperto facendolo quasi rabbrividire.

Sorrise passando il dorso della mano lungo il profilo del fidanzato, non riuscendo a evitarsi di pensare come fosse stato la causa della maggior parte delle sue sofferenze. Se non si fosse impuntato a non voler ammettere i suoi sentimenti, se non lo avesse spinto via, Stiles non sarebbe mai finito tra le grinfie di Theo. Sarebbe il ragazzino spensierato, con la parlantina e il desiderio di perdere la verginità come la maggior parte dei suoi coetanei.

Doveva proteggerlo, ma senza dimenticarsi di non lasciarlo da parte perché Stiles non era un oggetto da mettere al sicuro su una credenza. Lui combatteva armato di mazza da baseball, lui pensava cercando di salvare tutti, lui ascoltava e voleva essere ascoltato. Stare insieme non voleva dire rinchiudere l’altro in una teca di vetro, ma collaborare e arrivare al traguardo insieme. Derek sapeva che sarebbe stato difficile affrontare il Branco di Deucalion, la sua mente sicuramente si sarebbe focalizzata su Stiles, preoccupato che qualcuno lo potesse ferire, così facendosi ferire a sua volta.

Nessuno doveva morire se non Theo, gli avrebbe direttamente tirato il cuore fuori dal petto a mani nude, per vendicarsi di Stiles e suo zio. Nonostante il rapporto complicato con il fratello della madre, non toglieva il fatto che fosse un suo parente, pessimo, ma pur sempre famiglia.

« Ti amo. » sussurrò baciando la fronte scoperta del fidanzato prima di concedersi di richiudere gli occhi, sperando che avere Stiles tra le sue braccia lo aiutasse a dormire.

♠♠♠♠

Era accaduto prima del previsto, non erano stati pronti per quell’evenienza. Era ancora piena notte quando sentirono la porta scorrevole del loft venire aperta con estrema forza, facendo riecheggiare il rumore di ferro sbattuto per tutto l’edificio.

Stiles era scattato seduto, guardando alla sua sinistra per cercare il Compagno, ma Derek era già saltato giù dal letto. Il ragazzo si catapultò fuori le lenzuola e infilò le scarpe senza preoccuparsi di mettersi i calzini, purtroppo rischiava di ritrovarsi qualche scheggia di vetro nel piede se camminava scalzo, ma non aveva molto tempo da perdere.

Chiamò suo padre, pregando che rispondesse, mentre recuperava la mazza da baseball da dietro il comodino. Doveva avvertire tutti, non potevano farcela da soli. Erano solamente lui, Derek, Cora ed Isaac, avevano bisogno di rinforzi ora. Provò a chiamare gli altri, ma sembravano non essere raggiungibili. Prima che potesse però uscire dalla stanza due persone gli si pararono davanti.

Erano gemelli, anche nel buio della notte poteva riconoscerne i volti grazie alla fioca luce della Luna, ma non si ricordava di aver visto loro durante il breve soggiorno da Theo e Deucalion. Strinse la presa sulla mazza, il labbro inferiore intrappolato tra i denti, aspettando che fossero loro a fare la prima mossa e giocarsi al meglio la sua conoscenza della casa. Lui e Derek avevano scoperto durante il restauro una stanza segreta, dentro la cabina armadio nella stanza di Cora, ma non ne avevano fatto parola con nessuno, come se fosse il loro piccolo segreto e lentamente – quando non c’era nessuno che poteva vederli – avevano radunato oggetti come un divano, una libreria e una piccola tivù da mettere all’interno. Non vi erano mai entrati, però, dopo averla tirata a lucido.

Sarebbe scappato lì, se la situazione sarebbe diventata pericolosa, ma fino a quel momento voleva combattere. Non poteva lasciare Derek ed i suoi amici da soli, più persone a combattere c’erano e meglio poteva concludersi questa storia.

Era pronto, lo era veramente, sentiva l’adrenalina scorrergli nelle vene, sentiva di poter battere due licantropi Alpha con la sua mazza. Ma poi, poi

Theo entrò nella stanza aprendosi un varco tra i due corpi, il sorriso smagliante e le sopracciglia che danzavano, sembrando quasi ridicolo, ma in quel momento sembrava solamente vittorioso.

« Ecco dov’era il mio giglio. » rise illuminando gli occhi di blu e quel soprannome gli fece trattenere il respiro. Era come tornare all’inizio.

 

Stiles fece una smorfia allontanando nuovamente la mano di Theo dalla sua cintura. Erano sdraiati sul letto in camera del proprietario di casa, approfittando dell’assenza dello sceriffo per scambiarsi dolci effusioni vietate ai minori.

Però Stiles non si sentiva pronto per fare veramente qualcosa, baciarsi era okay, toccarsi in posti dove non avrebbero dovuto mettere le mani era okay, ma togliersi i vestiti era decisamente un no.

Non voleva certo che poi tutto il Branco sentisse l’odore del suo fidanzato sulla sua pelle, avrebbe reso tutto molto imbarazzante, soprattutto con Derek che sembrava avercela perennemente con lui. Portare l’odore di un altro avrebbe sicuramente urtato il suo naso sopraffino e l’ultima cosa che voleva fare era litigare nuovamente.

Il biondo strinse i denti intorno al suo labbro inferiore, tirando lievemente e facendo mugolare il fidanzato dal dolore « Credo tu debba andare. » disse Stiles una volta liberatosi della sua stretta, spingendolo via da sopra il suo corpo per potersi alzare. Quando la situazione si faceva bollente si fermava sempre perché infondo sapeva di non voler perdere la propria verginità con un ragazzo che non amava veramente. Theo gli piaceva senza dubbio, ma sapeva che sarebbe finita in poco tempo, veramente non c’era futuro per loro.

« Ora basta. » sbottò il Raeken afferrandogli il polso tirandolo nuovamente sul letto « Ti diverti a provocarmi e poi svignartela? » domandò con voce dura, la stretta sempre più dolorosa e gli occhi spalancati come quelli di un pazzo.

Stiles sbatté più volte le palpebre, cercando di capire cosa stesse succedendo, ma non riuscì a seguire il filo « Cosa stai dicendo? Io non ti provoco. » disse cercando di rialzarsi, ma Theo lo spintonò nuovamente, flettendo il braccio in modo da poterlo spingere ancora di più contro il materasso, facendogli mancare il respiro.

« Oh Stiles, mio bellissimo giglio, » sorrise Theo muovendo la testa per scostare un ciuffo di capelli ribelle « ora avrò quel che voglio. » annunciò dando il via alla serie di baci che si sarebbe conclusa in maniera disgustosa

 

« N–non chiamarmi così. » balbettò Stiles ricordandosi dell’unica volta in cui era stato chiamato in quel modo, gli occhi d’un tratto più lucidi del dovuto e la presa sulla mazza non più così stretta.

Si sentiva svuotare in sua presenza, come se tutte le sue forze venissero risucchiate e non potesse più essere capace di far nulla se non fissare spaventato il ragazzo che gli aveva rovinato la vita.

Deglutì sentendo una goccia di sudore freddo scendergli lungo la schiena, la gola incredibilmente secca e le gambe molli quanto gelatina. Chiuse gli occhi sapendo di fare una stupidaggine, ma proprio non poteva vederlo, non voleva.

Si chiese come stesse Derek, perché doveva essere messo proprio male se ben tre persone erano riusciti a raggiungere la loro stanza. Sentì il panico annebbiargli la mente, la paura che prima di arrivare lì si fossero fermati a fare del male agli altri componenti del Branco considerando che nessuno aveva risposto alle sue chiamate. Temeva per suo padre, per Scotty, per Lydia e per… sé stesso. Aveva paura, come non ne aveva mai avuta perché sapeva che se quella volta era quella decisiva. Se Theo vinceva, lui era suo.

Avrebbe perso tutto e non poteva permetterlo, doveva lottare con tutte le sue forze per sconfiggere quel Branco di psicopatici. Si passò la manica della maglietta del pigiama sotto il naso, aprendo finalmente gli occhi pronto a fronteggiare i suoi nemici, prendendo nuovamente il controllo del suo corpo.

La sua mazza era micidiale, doveva solamente sfruttarla al meglio, ma accadde una cosa insolita: i gemelli si avvicinarono fino a fondersi in un’unica persona grottesca. Trattenne il fiato rendendosi conto che ora era veramente nei guai. Sembrava un armadio a sei ante, copriva completamente lo spazio della porta e Theo continuava a sorridere in modo inquietante.

« Oh Stiles, non sei adorabile? » domandò socchiudendo leggermente gli occhi, provando ad assumere un’espressione dolce, ma le zanne e gli occhi blu elettrico non facevano che urlare assassino « Possiamo uscire da questo casino ora, incolumi, o puoi farti male. » disse iniziando a camminare verso di lui, i pesanti scarponi da trekking che macchiavano il pavimento di fango « Potrei tagliarti le gambe, fare in modo che tu non possa scappare, tenerti per sempre con me come un piccolo trofeo in carne ed ossa. » sorrise mostrando tutta la fila dei denti superiori macchiati di rosso, segno che aveva già ferito qualcuno.

Pensò subito a Derek e l’immagine del suo Compagno a terra senza vita lo fece rabbrividire, ma sapeva che non poteva essere così altrimenti avrebbe sentito il Legame spezzarsi, quindi era completamente fuori questione.

Cercò di pensare velocemente, doveva tutelarsi perché non c’era modo che la sua misera mazza di legno riuscisse a scalfire due persone fuse insieme – oddio, come era strano pensarlo – così guardò distrattamente verso la porta del bagno e poi il suo comodino. Se avesse voluto farlo avrebbe dovuto essere veloce e confondere l’idee ai suoi avversari. Il suo piano era quello di recuperare il sorbo dal suo comodino e imprigionare i tre dentro un cerchio come Deaton gli aveva insegnato, per poi correre al piano di sotto ad assicurarsi che tutti stessero bene. Sentiva il rumore di oggetti che venivano frantumati, giù, tra i vari ringhi che facevano tremare tutte le finestre del loft.

L’essere creato dalla fusione dei gemelli fece un passo all’interno della stanza, rimanendo dietro a Theo, come per coprirgli le spalle. Guardavano tutti Stiles, aspettando la sua resa, senza rendersi conto che il giovane stava elaborando un piano per sfuggire alle loro grinfie.

Il Raeken sorrideva vittorioso, le sue minacce erano suonate così spaventose che non aveva alcun dubbio sul fatto che Stiles lo avrebbe seguito da bravo, senza fare alcuna obbiezione come era solito fare. Aveva già un posto pronto per loro due nella villa di Deucalion, in Texas, una piccola stanza nel seminterrato con solamente una piccola finestrella dalla quale gli sarebbe estremamente difficile evadere.

Aveva già pensato a tutto e Deucalion gli aveva assicurato che avrebbe avuto tutto una volta posta fine al Branco Hale. Aveva dato la sua parola e Theo gli credeva, altrimenti a quell’ora non sarebbe nemmeno lì. Rispettando la sua parte dell’accordo precedente aveva ricevuto il Morso e ora stava per prendersi Stiles, era impossibile che il suo Alpha gli negasse una piccola stanza o che si mangiasse la parola data.

Sentiva il cuore dello Stilinski battere più veloce di quello di una lepre in corsa, vedeva le gocce di sudore scendere lente lungo il collo pallido, proprio dove c’erano quei nei che formavano la costellazione di Cassiopea. Si leccò le labbra immaginando di poter catturare quella goccia salata per assaporarla, così come il dolce sapore del sangue che più volte aveva succhiato da una piccola ferita su quel corpo perfetto. Ora, con i suoi nuovi sensi, avrebbe sicuramente percepito mille volte meglio il sapore.

Fece un passo in avanti allungando la mano per Stiles, in modo che potesse afferrarla e uscire insieme dal loft. Il tempo di un battito di ciglia e il ragazzo aveva tirato la mazza in alto causando la frantumazione della lampada sopra le loro teste, facendoli piombare momentaneamente nel buio. Ci vollero troppi secondi per abituarsi alla nuova condizione, ormai quell’insulso umano aveva combinato quello che aveva programmato.

« Divertitevi, qui. » sorrise beffardo il giovane recuperando la mazza da terra, cercando al contempo di sgrullarsi di dosso i pezzi della lampada che si erano impigliati sulla maglietta. Aveva creato un cerchio di sorbo intorno ai due copri, intrappolandoli. Theo era furioso! Come aveva potuto farsi fregare in quel modo da un semplice umano, come era riuscito a muoversi più velocemente di loro? Si girò a guardare la fusione dei gemelli con gli occhi illuminati di blu, quasi scordandosi che loro erano Alpha, pronto a sputare fuori tutta la rabbia che provava. Se l’era fatto sfuggire un’altra volta e questo non poteva perdonarselo.

♠♠♠

Derek alzò il braccio a proteggersi il viso dal colpo di Ennis, lasciandosi squarciare la manica del maglione color cobalto che aveva fatto in tempo ad indossare prima di scendere, trovandosi davanti agli occhi il Branco di Alpha. Era stato raggiunto subito da Cora ed Isaac, ma nonostante tutto non erano riusciti ad evitare che tre di loro salissero al piano di sopra, dove Stiles era stato visto per l’ultima volta. Aveva provato a seguirli, ma Ennis lo aveva braccato e non gli lasciava nemmeno il tempo per respirare per la quantità di colpi che gli stava inferendo.

Con la coda dell’occhio vide Cora ed Isaac fare fatica a tenere testa a Deucalion, che tranquillamente muoveva il suo bastone come unica arma da combattimento. Derek trattenne il respiro rendendosi conto di quanto erano nei guai e il pensiero che al piano superiore c’era Theo con il suo Compagno non faceva che farlo distrare, perdendo solamente tempo utile. Era certamente messo male, con tutto il sangue che stava perdendo, e le gambe sembravano non volerlo reggere più per quanto era esausto dalla preoccupazione.

Era stata una pessima idea quella di far rimanere Stiles a dormire con lui, avrebbe dovuto mandarlo a casa sua e circondare il perimetro con del sorbo. Eppure l’idea di separarsi da lui gli aveva fatto così male che non aveva saputo dirsi di no, infilando come sempre quelli che amava in un enorme casino.

Deucalion lo voleva nel suo Branco, Ennis sembrava volere la sua testa a causa di Kali e Theo voleva il suo Compagno. Tre uomini fortemente motivati si erano introdotti nella sua abitazione e lui non riusciva a tenere loro testa, mostrandosi per quel che era: un Alpha fallito che non sapeva proteggere nessuno, nemmeno sé stesso. Non avevano alcuna possibilità di vincere, ma avrebbe fatto tutto quello di cui c’era bisogno per permettere a Stiles di scappare e poter raggiungere il resto del Branco per cercare rifugio.

Si buttò in avanti destabilizzando Ennis, muovendosi verso il basso in modo da poter allungare una gamba e farlo cadere indietro finendo inevitabilmente addosso a Deucalion, così da far respirare anche solo per poco sua sorella ed Isaac.

Aprì bene le dita e affondò gli artigli al centro dello stomaco di Ennis, fece pressione per darsi la forza per effettuare una ruota per cercare di colpire con le gambe Deucalion, ma l’uomo si spostò appena in tempo affondando la lama del suo bastone tra le costole dell’Alpha Hale, facendolo destabilizzare e finire a terra.

Ruggì dal dolore, sentendo chiaramente il veleno di cui era intrisa la lama farsi strada nel suo sistema circolatorio, come quella volta che Kate gli aveva sparato quando era tornata a Beacon Hills. Chiuse gli occhi cercando di tagliare fuori il dolore e rialzarsi in piedi. Era lui la causa di tutto quel casino e non avrebbe permesso a Deucalion di uccidere i suoi Beta.

Se lui moriva, allora l’Alpha degli Alpha se ne sarebbe andato a mani vuote, l’idea di farsi ammazzare si fece strada nella sua mente. Non poteva sconfiggere il Branco rivale, non se erano solo in tre e la sua testa era al piano di sopra, preoccupato per il suo Compagno oltre ogni limite. Stiles, lui non si sarebbe mai ripreso dalla sua morte, non poteva farlo soffrire ancora dopo tutto quello che aveva passato a causa sua.

Sfoderò gli artigli anche se barcollante, ormai allo stremo delle forze, gli occhi illuminati di rosso mentre si parava davanti ai suoi Beta per proteggerli. Ruggì nuovamente cercando di intimidire i suoi rivali, venendo seguito a ruota da Cora ed Isaac che non ne volevano sapere di lasciare il loro Alpha da solo. La cosa sorprendente, però, fu udire altri ululati e la porta del loft venire spalancata rivelando le figure degli altri componenti del Branco più Chris, lo sceriffo insieme a Jordan Parrish e Zac, tutti armati.

Le sopracciglia volarono in alto, chiedendosi come avessero fatto a sapere che il Branco di Alpha aveva attaccato in anticipo, ma la risposta venne da sola quando Stiles scese giù dalle scale tenendo in mano il cellulare e nell’altra la mazza da baseball. Derek riuscì a tirare un sospiro di sollievo nel vedere il suo Compagno in perfetta salute se non per delle schegge di vetro sul viso e spalle, ma di quello potevano preoccuparsene più tardi, facendo venire Melissa per medicare chi si sarebbe fatto male.

« Come hai fatto? » domandò Ennis che non si aspettava minimamente di vedere quell’insulso umano scendere sulle sue gambe ben sapendo che non c’erano possibilità di passare al controllo di Ethan ed Aiden fusi in un unico Alpha. Qualcosa doveva essere successo se quel essere tutto ossa era riuscito ad arrivare lì ed avvisare quella combriccola di idioti per intervenire.

Stiles sorrise tirando leggermente in su il mento, fiero di sé stesso e dello sguardo di pura ammirazione che stava ricevendo dai suoi amici. Scese gli ultimi gradini che lo separavano dall’open space dove tutto sembrava essersi bloccato e Deucalion si dipingeva lentamente un sorriso sul volto, come se fosse stato sicuro fin dall’inizio che quei tre non sarebbero riusciti a mettere nel sacco il liceale.

Lo Stilinski fece scivolare il cellulare nella tasca dei pantaloni e in un gesto che aveva sempre desiderato fare, con un abile movimento di polso fece rigirare la mazza nella sua mano, in modo che la punta finisse con il toccare la spalla, in una posa che voleva definire badass.

Si passò il polpastrello del pollice sotto il naso, dandosi quasi un’aria di superiorità, sodisfatto di essersi tirato fuori dai guai completamente da solo e per aver aiutato i suoi amici in difficoltà. Voleva perdersi in uno di quei monologhi in cui spiegava a tutti il suo ingegno – infondo sembravano aspettarlo da come pendevano dalle sue labbra – ma si riprese e con un semplice sguardo scambiato con Parrish fu come scongelare il tempo e tutti ripresero a combattere.

Stiles corse verso il padre e Zac, mettendo loro in mano la sua scorta personale di sorbo istruendoli su cosa fare. Il piano era quello di cercare di intrappolare Ennis e Deucalion come Theo ed i gemelli, ma anche se erano in maggioranza nulla assicurava loro la vittoria. Dovevano essere scaltri se volevano vincere quella guerra, la forza poteva servire, ma era inutile se usata senza il cervello.

Era l’ora della resa dei conti.









Angolo me♫

Oh mio Dio, guys, I'm fucking back!

Sono così felice, non potete rendervene conto. Ci è voluto tanto di quel tempo ma credo che ne valga la pena, poi fatemi sapere voi!

E così siamo arrivati alla resa dei conti e già lo dico ora: non sono brava a descrivere combattimenti, quindi se il prossimo capitolo farà ribrezzo sapete già il perché.

Devo ammettere che nemmeno questo mi convince, ma tra l'università, gli esami e l'abitare nella campagna ho avuto veramente poco tempo per scrivere, ma vi giuro che porter a termine questa storia, infondo non manca molto, giusto il prossimo capitolo e l'epigolo, quindi iniziate a prepararvi mentalmente che per la fine di gennaio Save you from bruises avrà la sua fine.

Così voglio darvi delle opzioni dato che qualcuno mi ha detto che solitamente i miei finali sono orribili (ogni riferimento ad Hope è puramente casuale):

A) Il Branco sconfigge gli Alpha e li rinchiudono tutti a Eichen House, ma nell'epilogo quando tutto sembra andare bene sbam, Stiles viene rapito e si conclude così la storia.

B) Il Branco sconfigge gli Alpha e li rinchiudono tutti a Eichen House, con nell'epilogo un salto temporale alla fine del college con Derek che fa la proposta di matrimonio.

                      C) Muioiono tutti.

                      Io opto per la C, poi ditemi voi, miei cari cosa volete che accada nei prossimi due capitoli (oddio mi fa strano pensare che questa fanfiction stia volgendo al termine).

                      Tanti baci e un sacco di cuori a voi,

                      Sel



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Capitolo 23
*** Capitolo ventidue ***


Capitolo ventidue



Love is like a shot gun




La polvere creava una nebbia innaturale all’interno del loft, creando un’ambientazione che poteva essere possibile solamente sul set di qualche film dal budget molto limitato degli anni ’80. Stiles dovette più volte passarsi la manica della maglia sopra gli occhi per liberarsi dei granelli di polvere che gli rendevano difficile vedere quello che stava accadendo.

C’erano troppi rumori e l’eco non aiutava l’umano a capire dove si trovasse chi, rendendolo solamente nervoso, senza riuscire a scegliere una direzione, con il pensiero di colpire con la sua mazza da baseball un suo alleato.

Girava su stesso sentendo la testa scoppiargli, poi l’abbaiare incessante di Batman – che protettivo rimaneva davanti a lui, pronto a difenderlo da eventuali pericoli – non aiutava in alcun modo. Desiderava tanto trovare un modo per farlo smettere, forse avrebbe dovuto addestrarlo, ma oramai era tardi per piangersi addosso.

Si chinò posando una mano sulla schiena di Batman, rendendosi conto che poteva perfettamente vedere i piedi dei presenti nel loft. Vide le inconfondibili Vans di Scott, e poco più in là le ballerine color oro di Lydia e non poté fare a meno di pensare che non erano certamente le migliori calzature per partecipare ad un combattimento, al contrario delle scarpe dalle punte rinforzate di suo padre e Parrish, quest’ultimo ancora non aveva preso fuoco e Stiles non sapeva se esserne contento o meno.

Finalmente vide delle scarpe eleganti a cui si accostava un bastone bianco con una lama che premeva contro il pavimento. Era Deucalion e lui doveva raggiungerlo, anche se era l’obbiettivo più difficile sapeva che se avessero battuto lui Ennis e gli altri si sarebbero semplicemente dati alla fuga o come minimo arresi. Strinse la mazza nella mano sinistra, cercando di avere una presa salda nonostante la mano sudata che non aiutasse in alcun modo.

Provò a farsi strada cercando di non inciampare su Batman che non voleva saperne di staccarsi dalle sue gambe, il pugno pieno di sorbo dell’uccellatori, pronto a intrappolare Deucalion. Era talmente vicino da poter sentire il suo sbuffare divertito, sicuramente gongolante su come stesse tenendo testa a Derek essendo cieco, ma prima che potesse fare qualsiasi cosa si ritrovò afferrato dal collo della maglietta e venire sollevato in alto, mezzo metro di aria tra i suoi piedi e il terreno. Batman iniziò ad abbaiare contro Ennis, provando anche a mordergli la gamba, ma l’uomo era fatto come d’acciaio e non voleva saperne di lasciarlo andare. Dovette reprimere la voglia di alzare gli occhi al cielo, rendendosi di quanto fossero scarsi, perché gli Alpha erano solamente due mentre loro in maggioranza e ancora non erano riusciti a sconfiggerli. Lui stesso, da solo, era riuscito a farne fuori due limitandoli al piano superiore, nella stanza di Derek.

Adorava tutti i suoi amici, ma se fossero sopravvissuti a tutto quello avrebbe imposto al suo Compagno di allenarli fino allo stremo delle forze ogni singolo giorno, così per la prossima crisi forse sarebbero stati accettabili nel combattimento. Mosse le gambe cercando di calciare ai gioielli di famiglia del bruto Alpha, ma c’era troppa distanza tra di loro. Pensò di lanciare il sorbo e creare una barriera per limitarlo in quello spazio nel soggiorno, ma questo avrebbe voluto dire rimanere tra le sue mani e nessuno dalla super forza sarebbe riuscito ad entrare per staccare la mano di Ennis dalla sua maglietta e non voleva mettere a rischio i componenti umani del Branco.

Guardò intorno a sé, rendendosi conto di quanto tutti fossero disorientati in quanto Isaac stava cercando di buttare a terra Erica e Boyd aveva appena morso la spalla a Scott. Erano un vero disastro, non c’era nient’altro da dire, e una bella cinquina sulla faccia se la sarebbe schiaffata se non fosse stato che, hei, era nei guai. Si guardò nuovamente il pugno colmo di sorbo e poi il pavimento, facendo dei brevi calcoli. Aveva veramente poche frazioni di secondo per fare quello che voleva, doveva essere agile e giocarsi tutto sull’effetto sorpresa.

Si mosse come un pesce fuor d’acqua muovendo la mazza fino a farla cadere a terra, guadagnandosi una risata divertita da parte dell’Alpha, completamente ignaro di quello che stava per succedere. Fece passare un poco di sorbo nella mano libera e chiuse gli occhi respirando lentamente. Non gli piaceva l’idea di quello che stava per fare, vergognandosi di quello che gli altri avrebbero visto una volta sgusciato fuori dalla presa di Ennis, ma doveva farlo se voleva salvare tutti e mettere un punto a quella storia che ormai aveva rovinato più che abbastanza le loro vite.

Si girò facendo attorcigliare la maglietta nella mano dell’uomo e con uno scottò buttò il sorbo sugli occhi del nemico cogliendolo di sorpresa, ma senza fargli mollare la presa, proprio come si era aspettato. Alzò le braccia scivolando via dalla maglietta, rimanendo a torso nudo, mentre l’altro pugno si apriva liberando la barriera che avrebbe delimitato lo spazio di Ennis.

Il ruggito frustrato e furente dell’Alpha fece vibrare le finestre del loft, ancora stretta nel pugno la maglietta del giovane umano che aveva avuto la meglio su di lui. Il ragazzo sorrise strafottente « Il lupo cattivo si è fatto fregare? » domandò divertito, cercando di non pensare al fatto che il suo torso e schiena fosse visibile a tutti nella stanza.

Si vergognava parecchio di tutte le cicatrici che Theo gli aveva lasciato, erano come un promemoria di tutto quello che aveva subito e non sapeva se mai un giorno sarebbe riuscito a guardarsi allo specchio senza provare disgusto verso sé stesso, per essersi lasciato fare tutte quelle cose quando avrebbe potuto benissimo denunciarlo al padre al primo episodio di violenza o chiedere aiuto a qualcuno del Branco. Non erano grandi, ma numerose e questo forse era anche peggio. Quando si immergeva nella vasca da bagno con Derek cercava di tenere solamente il viso sopra il pelo dell’acqua per nascondersi, ma l’Hale lo aveva sempre tirato su lasciando delicati baci sulle cicatrici a cui poteva arrivare in quella posizione. Solamente lui li aveva visti da quando era stato dimesso dall’ospedale, Stiles non si era più cambiato davanti a nessun altro, nascondendosi perfino da suo padre volendo evitare lo sguardo sofferente dell’uomo al pensiero di essere stato un genitore orribile per non essersi accorto di nulla.

Deucalion e Derek erano troppo impegnati a cercare di farsi fuori a vicenda per rendersi conto che intorno a loro tutto si era fermato. L’Alpha di Beacon Hills aveva le mani e la bocca sporca di sangue del suo nemico, essendo riuscito ad arrivare svariate volte all’uomo e provato a recidere la carotide con i denti, ma il più anziano era riuscito ogni volta a spingerlo via e Derek si stava veramente stufando. Voleva vederlo senza vita sotto la sua presa, come una bambola di pezza nel suo palmo, voleva fargli pagare così tanto da scordarsi che si era deciso di portare tutti ad Eichen House. Era lui la causa di tutti i mali che Stiles, il suo Compagno, aveva subito per mesi senza mai avere il coraggio di cercare aiuto. Tutto perché quel pazzo voleva fargliela pagare per aver rifiutato la sua stupida offerta colpendolo dove gli avrebbe fatto più male, prendendo di mira la persona che amava più al mondo dopo sua sorella, ferendo un umano innocente ingaggiando un ragazzino perverso promettendogli quello che doveva essere un Dono, non adatto a tutti.

Voleva guardarlo negli occhi mentre la sua anima abbandonava il suo corpo, vedere la fine di un uomo tanto malvagio che aveva avuto il coraggio di mettersi tra un licantropo ed il suo Compagno. Non era una novità, più volte nella storia era successo di qualcuno che provasse a mettersi in mezzo ad un Legame, ma non era mai finita bene e Derek credeva che Deucalion fosse una persona saggia, una che ragionava valutando attentamente le sue mosse, ma far soffrire Stiles era stata la cosa più stupida che potesse fare. Era furioso, sentiva i suoi occhi rossi come bruciare per l’intensità del loro colore, era come se tutta la sua forza fosse lì, ad ardere per farsi vedere da tutti.

Si buttò in avanti con le mani ben aperte, pronto ad affondare tutte e dieci le dita nel torace dell’altro Alpha, voglioso di tirare fuori il cuore ancora pulsante di quella bestia. Non vi arrivò mai in quanto il bastone di Deucalion lo sbloccò in modo da non poterlo raggiungere. Era semplicemente frustrante come riuscisse a cavarsela senza poter vedere quello che accadeva intorno lui, rendeva Derek particolarmente agitato.

Stiles osservava a bocca aperta quanto stesse succedendo, rendendosi contro che non sarebbe mai riuscito da solo a creare un cerchio di sorbo intorno all’Alpha non vedente, doveva farsi aiutare, ma era difficile organizzare un piano senza che Deucalion l’ascoltasse. Aveva studiato i suoi movimenti notato come le orecchie si muovessero eccessivamente, cercando di captare anche il più piccolo rumore. Ogni loro passo, ogni loro respiro, ogni spostamento d’aria era analizzato da Deucalion in un tempo impressionante, negando così a Derek di avvicinarsi.

Il giovane si guardò intorno e l’occhio gli cadde sulle tubature scoperte del loft che non avevano fatto in tempo a sistemare prima di tutto quel casino. Cercò con lo sguardo Scott e tutti gli altri, senza farsi notare da Ennis che stava ancora cercando di rompere la barriera che lo intrappolava. Doveva trovare un modo per far capire loro quale fosse il suo obbiettivo, cosa dovevano fare senza però dire esattamente cosa. Guardò la mazza che teneva in mano, il materiale che rifletteva la sua immagine in maniera sfuocata. Era un riflesso, il suo, e allora trovò il modo.

Non era sicuro, però dubitava che quei due Alpha conoscessero il film, doveva tentare e sperare solamente che tutti avrebbero colto la sua referenza, prese un respiro e con voce calma disse « Il Basilisco ci viaggia attraverso, colpitele. » ordinò guadagnandosi uno sguardo confuso da Ennis. La prima a capire fu Lydia che non ci pensò due volte a togliersi una scarpa e iniziare a colpire contro la tubatura più vicina a lei, venendo seguita subito da tutti gli altri.

C’era un frastuono infernale e Deucalion non riusciva più a capire cosa stesse succedendo intorno a lui. Non riconosceva gli spostamenti di Derek, era come tornare a molti anni fa, quando aveva appena perso la vista e non sapeva come orientarsi. Inutile dire che si ritrovò in pochi minuti con le spalle al muro, il bastone teso in avanti per allontanare chiunque cercassi di avvicinarsi, ma si rese conto da solo di quanto fosse patetico. Il rumore era insopportabile, non riusciva più a negarsi il sollievo di posarsi le mani sulle orecchie, desideroso di farlo smettere.

Era furioso, quel ragazzino era riuscito a sconfiggere un intero Branco solamente con l’astuzia, aveva battuto lui, Deucalion, l’Alpha degli Alpha. Colui che avrebbe ucciso chiunque si mettesse sul suo cammino, decimando la popolazione di cacciatori, piegando al suo volere ogni stupido umano.

« Hai perso. » disse Derek suonando particolarmente vicino e poi li sentì, gli artigli dell’altro Alpha, affondare nella pelle del petto, proprio all’altezza del cuore. Non poteva credere che sarebbe morto così, per mano di quell’incapace che non era riuscito a proteggere nemmeno il più debole del suo Branco, il suo Compagno. Era uno scherzo del destino e lui si sentiva umiliato.

Stiles corse al fianco del suo fidanzato posando una mano sul suo bicipite « Der. » lo chiamò dolcemente « Ricordi? Non possiamo ucciderlo, Chris lo porterà ad Eichen House. » disse cercando di salvare la vita a quell’essere che aveva causato troppo dolore, ma non poteva permettersi di far sporcare nuovamente di sangue le mani di Derek. Lui non era un assassino, nessuno meritava di morire anche perché era un gesto caritatevole. Stiles voleva vederli marcire fino alla fine dei loro tempi in quella casa di cura, voleva che sentissero ogni giorno il loro potere spegnersi e la loro anima abbandonare il loro corpo allo stremo delle forze. Con calma guidò la mano di Derek lontano dal corpo di Deucalion mentre Noah efficientemente imprigionava l’altro licantropo versando il sorbo intorno a lui.

Il più anziano degli Hale aveva ancora gli occhi illuminati di rosso, il respiro pesante e sembrava non capire cosa stesse succedendo. Stiles sorrise alzando appena gli angoli della bocca, le mani attente a non toccare nessun lembo di pelle in quanto sporche di sorbo, ma non per questo non riuscì a catturare la sua attenzione posando le labbra su quelle del più grande cercando di risvegliarlo dal suo sonno di rabbia e odio. Erano tutti okay, stavano bene e contava solo questo.

Quando si staccò trovò gli occhi verdi di Derek a guardarlo e si sentì soddisfatto per come era riuscito a riportarlo tra loro « Ora staremo bene. » sussurrò sentendo le lacrime salirgli agli occhi perché, finalmente, non avrebbe più avuto paura. Finalmente Theo sarebbe stato rinchiuso in un luogo dove difficilmente sarebbe potuto scappare e così come il Branco di Alpha. Potevano vivere le loro vite in pace e tranquillità e non poteva che esserne felice. Si lasciò sfuggire un singhiozzo buttando le braccia oltre il collo di Derek, ben sapendo che non lo avrebbe mai fatto cadere. Potevano avere il loro lieto fine.

L’Hale sorrise leggermente prima di posare un bacio sulla nuca del fidanzato, sentendo estasiato l’odore del giovane mutare da preoccupato a sereno. Chiuse gli occhi stringendo le mani contro i fianchi di Stiles, come ad assicurarsi che fosse reale, che tutto quell’incubo fosse finito.

Avevano vinto.





About Satan and Hell:

Ragazzi, che dire, è tutto finito. FINALMENTE IL BRANCO HA VINTO!

Ora manca solo il prologo e diremo ciao ciao a Save you from bruises, quasi piango, guys.

Come avevo già detto in precedenza non sono brava a descrivere lotte, quindi questo è quello che è uscito fuori, fate poi voi a giudicare e spero che nulla sia stato troppo scontato.

Pensavo di scrivere una OS rossa sulla prima volta di Derek e Stiles come spin-off di questa storia, ma vi avverto che non so assolutamente niente in campo romantico/fisico/sessuale. Faccio parte della gategoria di ragazze che a vent'anni non hanno mai baciato nessuno, quindi potrebbe uscire una cosa orribile, però se la volete mi impegnerò! Fatemelo sapere, mi raccomando!

Il prologo dovrebbe arrivare tra una settimana o giù di lì, sfortunatamente devo preparare un esame per l'università ed è una materia bella tosta, quindi mi sta portando via un sacco di tempo.

Non perdo l'occasione per ricordarvi del gruppo Facebook (spingete qui) iscrivetevi così da poter parlare della storia o fare richieste. Cercherò di esaudire qualsiasi vostro desiderio fellas!

Vi amo,

Sel


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Capitolo 24
*** Capitolo ventitrè - epilogo ***


Angolo autrice:

Ohimè siamo giunti alla fine miei prodi cavalieri, l'epilogo è giunto e io sono in un mare di lacrime. Non sarà come tutti gli altri, saranno più scene divise negli anni a seguire, con text and speak parts, alternate con quelle scritte in prosa.

Spero che vi piaccia e non scordatevi di lasciarmi un pensiero, come ultimo saluto a questa fanfiction.

Save you from bruises termina qui, ragazzi, spero che questo viaggia attraverso questa versione alternativa di Teen Wolf insieme a me sia riuscito ad emozionarvi, strappandovi sorrisi, lacrime e quant'altro.

Vi amo,

Sel



Love is like a shot gun




Capitolo ventitré – Epilogo

 

 

(01:12 AM) Der, credo che alla fine dei conti la Beacon University non sia così male…

(01:12 AM) Stiles, ne abbiamo già parlato, tu andrai in Virginia.

(01:15 AM) Non voglio lasciare mio padre, te e Batman.

(01:17 AM) E noi non vogliamo che rinunci al tuo sogno.

(01:17 AM) Posso sempre diventare un semplice agente di polizia, Der. Posso anche vivere senza diventare un federale.

(01:20 AM) Puoi dirmi adesso cosa ti preoccupa realmente? Sai che puoi dirmi tutto.

(01:21 AM) Uffa, non ti si può nascondere nulla, Der. Non voglio andare a Quantico, lì probabilmente sanno già tutto su di me e… e mi vergogno, okay? Non mi prenderanno mai sul serio. Che figura ci faccio, Der? Come posso diventare un agente se non sono nemmeno riuscito a denunciare il mio fidanzato abusivo?

(01:25 AM) Stiles, nessuno si farà gioco di te. Anzi, dovrebbero tutti ammirarti per come ti sei ripreso e di come nonostante tutto ti abbiano accettato per entrare nell’addestramento per diventare un agente dell’FBI. Sarai il più bravo, non ne ho dubbi. Ora dormi che tra meno di sei ore dobbiamo alzarci per andare a scuola.

(01:28 AM) Sissignor sì signore!

Stiles spense lo schermo del cellulare e guardò il soffitto della sua stanza sentendosi sereno, il suo Compagno riusciva sempre a rassicurarlo, anche se l’idea di partire per la Virginia ancora non lo entusiasmava. Dopo aver sistemato tutto il Branco di Deucalion ad Einche House, Stiles era tornato alla sua vita di sempre senza sentire più il bisogno ossessivo di avere Derek al suo fianco, sapere di Theo dietro a delle sbarre lo faceva sentire molto più tranquillo.

Batman posò il muso sulle sue gambe creando un dolce peso e il ragazzo prese a carezzargli lo spazio tra le orecchie, pensando a come avrebbe dovuto lasciarlo se avesse accettato di andare a Quantico. Non poteva portarlo con lui nel dormitorio e certamente non poteva permettersi di affittare un appartamento – o anche un posto letto – nei pressi dell’Accademia e non poteva nemmeno pensare di trovare un lavoro part–time in quanto era risaputo che non c’era alcun modo di far coincidere scuola e lavoro. Aveva messo qualcosa da parte, tra paghette e i lavori estivi che aveva svolto durante gli anni, ma non erano sufficienti considerando che l’80% dei suoi risparmi era finito tra le mani del meccanico per sistemare la sua amata Jeep.

Guardò l’orologio rendendosi conto che aveva fatto passare un’altra ora perso nei suoi pensieri e girandosi su un fianco si impose di chiudere gli occhi e di dormire.

♠♠♠

« Papà, dobbiamo parlare. »

« Okay… »

« Non credo di voler andare in Virginia. »

« E, se vuoi, potresti dirmi il perché? »

« Io… andiamo papà, sarò lo zimbello di tutti. Mi tratteranno in modo diverso e forse ho anche paura di… di non aver superato veramente la cosa. Cosa succederebbe se durante un allenamento di corpo a corpo mi venisse un flashback ed iniziassi ad urlare come alla partita di lacrosse? »

« Vorrà dire che hai ancora qualche cicatrice da far guarire e che i tuoi colleghi dovranno aiutarti. Non devi vergognarti del tuo passato, Stiles, nemmeno per un attimo. »

« È difficile, papà. »

« Va bene, figliolo, hai ancora un po’ di tempo per pensarci, ma ricordati che qualunque sia la tua decisione hai il mio pieno appoggio. »

« Grazie. »

♠♠♠

« Sono stato accettato alla Sacramento University! »

« Fantastico, Scott, sono così contento per te! Tutti i tuoi sforzi per avere una media decente sono stati ripagati. »

« Anche Allison, Boyd e Erica sono stati accettati, andremo insieme. Non è fantastico? »

« Già, prima mi ha chiamato Lydia per dirmi che è stata presa al MIT. »

« E tu, hai deciso cosa fare? »

« Uhm… »

« Stiles, sul serio? »

« Non ti ci mettere anche tu, per favore. »

« Oh, andiamo, è da quando abbiamo sette anni che dici di voler diventare un agente dell’FBI. Non importa quanto sia successo, nulla dovrebbe importare quando stai per realizzare il tuo sogno. Theo non può portarti via anche questo. »

« … »

« Non guardarmi così, e vedi di sbrigarti a rispondere che la scadenza è tra quattro giorni. »

♠♠♠

Staccò con i denti l’ultimo pezzo di nastro adesivo per chiudere il cartone dove aveva messo le ultime cose che gli servivano prima di partire. La sua stanza non si era svuotata, come aveva immaginato più volte durante gli anni, aveva preso solamente lo stretto necessario considerando che avrebbe dovuto condividere una stanza con un altro studente. Sapeva come andavano queste cose e per evitare problemi aveva preferito non esagerare, se poi gli sarebbe servito qualcosa lo avrebbe comprato.

Guardò Derek seduto sul pavimento a gambe incrociate mentre cuciva un bottone su una camicia che voleva portarsi, la punta della lingua appena fuori dalle labbra mentre concentrato faceva passare l’ago nei fori del bottone bianco. Sorrise mettendosi a terra a sua volta e gattonò fino ad arrivare dal suo fidanzato, disturbandolo di proposito, finendo con il sedersi tra le sue gambe ed allungare la schiena come se fosse un gatto, ridendo quando questi lasciò perdere il suo lavoro per prendergli il volto tra le mani e chinarsi per lasciare un bacio sulle sue labbra.

L’adolescente chiuse gli occhi gustandosi quel momento, spinse il viso verso quello del maggiore volendo approfondire il bacio, passando timidamente la lingua in richiesta di accesso, il quale venne accordato immediatamente. Dalla posizione in cui erano, Stiles si trovò improvvisamente con la schiena premuta contro il tappeto e Derek sopra di lui. Allacciò le mani dietro al collo del licantropo spingendolo ancora di più contro il suo corpo e quando l’aria si fece improvvisamente più calda i due innamorati udirono chiaramente qualcuno schiarirsi la gola.

Staccandosi come scottati dal fuoco i due si ritrovarono davanti uno sceriffo dallo sguardo divertito, anche se non troppo. Stiles arrossì fino alle punte delle orecchie ed iniziò a balbettare non sapendo realmente cosa dire perché non sapeva come spiegare a suo padre cosa stesse succedendo. Derek dal canto suo era come immobile, forse in attesa di essere sparato.

« Finite di preparare gli scatoloni, pelandroni. » ordinò Noah prima di agganciare il guinzaglio al collare di Batman, pronto a portarlo a fare una passeggiata nel parco per sgranchirsi le gambe in quella domenica ricca di Sole. Era così felice che finalmente Stiles sarebbe partito per il college e non quello penoso di Beacon Country.

Si chiuse la porta alle spalle sentendo Stiles scoppiare a ridere, un suono così genuino che fece sorridere a sua volta Noah, contento di rivedere il suo bambino felice, senza preoccupazioni e con un uomo che lo amava veramente.

♠♠♠

Fred era il suo compagno di stanza e come bonus veniva il fatto che fosse un completo stronzo. Stiles lo odiava e non faceva che ripeterlo a tutti i suoi amici ogni volta che parlava con loro. Era quel tipo di compagno che ti rubava i Reese’s dal comodino e che non puliva mai, costringendolo a fare tutto.

Cercava di non parlane troppo con Derek ed il padre, ben sapendo che il suo Compagno si sarebbe messo in viaggio nel preciso istante in cui avesse ricevuto un messaggio di troppo, pronto a staccare la gola a morsi a Fred.

Quello che però non sopportava affatto era il suo continuo mettere in dubbio l’esistenza di Derek « Andiamo, amico, non hai nemmeno una sua foto. » gli aveva detto un giorno quando Stiles aveva ripetuto per l’ennesima volta che non voleva un appuntamento al buio perché era fidanzato. Era vero, non aveva nessuna sua foto, Derek le odiava e Stiles non lo aveva mai spinto a farle se non per occasioni speciali, ma quelle purtroppo le aveva scattate con una Polaroid ed erano rimaste a casa, attaccate sulla testiera del letto.

L’Alpha non era potuto venire a trovarlo a causa di impegni lavorativi e Stiles non gliene faceva una colpa, sapeva quanto avesse preso a cuore la sua figura da professore, scoprendo di apprezzare realmente l’insegnamento, anche se più volte gli aveva detto che avrebbe mollato tutto per trasferirsi in Virginia con lui se ne avesse avuto il bisogno.

Ora, il problema era che quella sera, tornando nella sua stanza, aveva trovato Fred con la sua fidanzata ed un altro ragazzo. Aveva salutato educatamente e posato la sua roba sul letto, desideroso di togliersi la divisa e infilarsi il pigiama per farsi una bella dormita, ma Fred lo chiamò invitandolo a sedersi con loro sul pavimento dove stavano giocando a UNO.

Arricciò il naso, non volendo fare la figura dell’asociale si sedé tra il compagno di stanza ed il ragazzo sconosciuto. Non era mai stato particolarmente fortunato, quindi non si meravigliò quando si ritrovò tra le mani più di quindici carte, bombardato da una serie di +4 nel corso del turno. Non era poi competitivo, poco gli importava se perdesse, voleva solamente che i due ospiti se ne andassero lasciando la loro stanza libera.

« Io e Troian andiamo a fumarci una sigaretta, Vincent tu rimani qui con Stiles. » esordì Fred con tanto di occhiolino, il quale venne ricambiato dall’amico. Una volta rimasti soli Stiles si sentì doppiamente a disagio, non gli piaceva particolarmente rimanere solo in spazi chiusi con gente che non conosceva. Aveva fatto fatica ad abituarsi a Fred, ma la sicurezza di sapere che non avrebbe fatto nulla gli dava un senso di protezione. Ora invece si ritrovava da solo con Vincent del quale non sapeva nemmeno il cognome.

Il ragazzo si alzò e facendo come se fosse a casa sua aprì il piccolo frigo che i due ragazzi avevano comprato per tenerci bevande e snacks, prese due birre e ne passò una a Stiles. Lo Stilinski sorrise forzatamente non volendo essere scortese e non fece nessun commento, forse questo ragazzo passava un sacco di tempo nella loro stanza quando lui non c’era e Fred gli aveva detto di fare come voleva.

Stappò la bottiglia e prese un sorso prima di chiedersi come facessero ad avere delle birre in stanza. Nessuno dei due aveva ventuno anni e dubitava che Fred si fosse fatto fare un documento falso. Bevve un altro sorso nel silenzio più assoluto, chiedendosi quanti anni avesse questo Vincent perché ora che lo guardava meglio non sembrava averne diciannove come loro.

« Fa piuttosto freddo, stasera. » provò ad iniziare una conversazione l’altro, usando l’argomento più banale che si potesse scegliere. Stiles alzò gli occhi al cielo senza farsi vedere « Già, forse dovresti andare nel tuo dormitorio prima che faccia ancora più freddo. » provò ad invitarlo gentilmente ad andarsene e forse suonò anche acido, ma voleva veramente liberarsi di lui, gli dava delle strane vibrazioni. Vincent alzò un sopracciglio facendosi più vicino « Vuoi veramente che vada? » chiese abbassando di un tono la voce e prima che potesse anche solo urlare un forte e potente si ritrovò le labbra dell’uomo sulle sue.

Per istinto ruppe la bottiglia di vetro sulla testa del suo aggressore e prese a correre fuori dalla sua stanza, fermandosi solamente quando raggiunse l’esterno dove stavano fumando Fred e Troian. Sentiva il cuore martellargli nel petto, come se volesse fuggire dalla cassa toracica.

« Wo, wo, che hai combinato? Dov’è Vincent? » domandò il suo compagno di stanza spegnendo la sigaretta ancora a metà. Sembrava più preoccupato per lui che per Stiles.

« Hey, sei pallidissimo, stai bene? » chiese invece la ragazza notando lo stato pietoso del viso del coinquilino del suo fidanzato. Spense anche la sua sigaretta e prese la mano del coetaneo « Stiles, tutto bene? » insistette attirando la sua attenzione.

Lo Stilinski era furioso, sapeva che Fred era stato l’artefice di tutto, che probabilmente aveva detto al suo amico di provarci con lui. Era così arrabbiato che gli tirò un pugno giusto alla bocca dello stomaco facendolo piegare in due.

« Sei proprio uno stronzo. » gli disse prima di prendere a camminare verso l’esterno del campus, desideroso di mettere più spazio possibile tra loro. Come aveva previsto prima di scegliere di andare a Quantico, tutti sapevano della sua storia, nel primo periodo tutti lo indicavano borbottando chissà cosa. Un professore aveva perfino tenuto una lezione sui crimini legati alla violenza sessuale proiettando sullo schermo la pagina del Beacon Hills Daily che parlava del suo caso, ma senza nomi o foto, ma sembrava come se tutti sapessero che fosse di lui che stavano parlando, infondo era l’unico di Beacon Hills. Aveva fatto ricredere più persone quando negli allenamenti corpo a corpo era riuscito sempre a mettere a tappeto l’avversario, ringraziando mentalmente gli allenamenti svolti con Derek prima della sua partenza, e rivelandosi il più preciso al poligono nonostante il suo perenne inciampare e sbattere contro cose e persone. La sua storia era passata in secondo piano dopo poco più di un mese lasciandolo finalmente in pace.

Sentì il cellulare vibrare e guardò preoccupato lo schermo quando vi vide il nome di Derek. Rispose con il cuore in gola, rendendosi conto che a quell’ora molto probabilmente potevano esserci solamente cattive notizie. Derek non lo chiamava mai a tarda sera ben sapendo quanto fosse stanco dopo una giornata a Quantico, preferendo dargli il buongiorno nonostante a Beacon Hills fosse piena notte.

« Stiles stai bene? » domandò immediatamente senza troppi convenevoli e Stiles spalancò gli occhi, chiedendosi come facesse l’Alpha a sapere che non fosse certamente il momento migliore della sua settimana.

« Io… Der, perché me lo chiedi? » cercò di mantenere una voce calma, non sicuro di voler dire a Derek di questo Vincent, rischiando che venisse in Virginia solamente per strappargli la gola con i denti.

« Riesco a sentire il tuo battito cardiaco, Stiles, il Legame mi permette di sapere quando stai male. » gli ricordò con voce dolce, ma senza suonare troppo rilassato, ancora preoccupato di sapere cosa fosse successo al suo Compagno.

L’adolescente si morse il labbro, sentendo delle lacrime pizzicargli gli occhi, rendendosi conto di quanto volesse in quel momento poter abbracciare il suo fidanzato. Si lasciò fuggire un singhiozzo fermandosi sotto ad un lampione, la manica della camicia contro gli occhi per asciugarsi il viso.

« Non è niente di grave, Der. » borbottò tra un singhiozzo e l’altro « È solo che il mio compagno di stanza non crede che ho un fidanzato in quanto non ho nessuna foto con te e ha provato ad organizzarmi un appuntamento. » continuò tirando su con il naso, sentendosi un bambino per come si stava comportando, non decisamente un comportamento da agente dell’FBI « Gli ho detto di no non so quante volte, ma questa sera sono tornato in camera e c’erano lui, la fidanzata e questo altro tizio. » raccontò facendo uscire le parole come un fiume, non volendo nascondere nulla al suo Compagno « Poi loro sono andati a fumare e lui mi ha passato una birra. Nemmeno il tempo di finirla che mi sono ritrovato con le sue labbra sulle mie. Ho rotto la bottiglia sopra la sua testa e sono scappato via. » sussurrò sentendo l’adrenalina lasciare spazio ad una stanchezza sorprendente, tanto che scivolò lungo il lampione fino a sedersi a terra, voglioso di chiudere gli occhi e dormire « Non voglio tornare lì, Der. » piagnucolò sentendo dall’altra parte del telefono il rumore di una porta chiudersi ed il tintinnio di chiavi. Aggrottò la fronte chiedendosi se forse se lo fosse immaginato, perché non voleva assolutamente che Derek venisse in Virginia, per lo più era martedì, l’indomani avrebbe avuto andare alla Beacon Hills High School a fare lezione.

« Stiles, vai nel primo hotel che trovi e prendi una stanza, poi inviami la sua posizione. » ordinò e Stiles non ebbe veramente la forza di contraddirlo.

Il mattino dopo, quando Fred si svegliò quasi non gli prese un infarto nel vedere tutta quella gente nella stanza. Erano come minimo in sette e oltre Stiles non conosceva nessuno. C’era particolarmente un uomo, altro, capelli e barba scura, che lo guardava come se avesse sperato di non vederlo svegliarsi. Si schiarì la gola per attirare l’attenzione di Stiles, il quale si girò lasciando perdere la preparazione del suo zaino per la giornata.

« Uhm, Stiles, loro chi sono? » domandò sperando che il suo coinquilino non facesse parte di qualche setta e abbia deciso di usare lui come sacrificio umano. La risposta venne però dalla ragazza dai capelli rossi che stava frugando sulla sua scrivania, alla ricerca di chissà cosa « Io sono Lydia, loro sono Jackson, Scott, Isaac, Cora, Allison, Boyd, Erica e » si fermò un attimo prima di indicare il più grande « lui è Derek, il fidanzato di Stiles. » concluse sorridendo soddisfatta di vedere il colore abbandonare il viso di Fred. Tutto il Branco si era precipitato appena il loro Alpha aveva raccontato di quanto successo a Stiles, bisognoso di un puppy pile.

« Non ci è piaciuto affatto come hai trattato Stiles, Frederick. » disse Erica guardandosi le unghie dipinte di nero, pensando che poi macchiarle di sangue non sarebbe stato poi così male. Nessuno doveva permettersi di fare del male al suo Stiles, doveva pagare per quello che aveva fatto.

« Io… » borbottò l’adolescente guardandosi come in cerca di una via di fuga « pensavo che si stesse inventando tutto… sai, per la storia di Beacon Hills, volevo solo dargli una mano a rifarsi una vita. » provò a giustificarsi senza esplicitare che si stava riferendo alle violenze sessuali subiti dal giovane durante la sua adolescenza.

Derek fece un passo in avanti e Fred sentì come l’impulso di farsela nei pantaloni « Non provare mai più a fare una cosa del genere o dovrò nascondere il tuo corpo da qualche parte. » disse con la voce tranquilla, come se non lo stesse minacciando di morte. Fred deglutì e annuì lentamente guardando tutti uscire nella stanza seguendo Stiles.

Dannazione, doveva lavare le lenzuola.

♠♠♠

Casa Boyd era decorata in maniera sublime per le feste natalizie e tutti sapevano che c’era lo zampino di Erica, desiderosa di conquistarsi la simpatia della nonna del suo fidanzato. Stiles guardò meravigliato la quantità di luci sul portico, chiedendosi se magari un giorno avrebbe potuto fare qualcosa del genere anche lui. Notò quasi con orrore la quantità di vischio eccessiva e guardò in ansia i suoi licantropi, domandandosi se fossero completamente usciti fuori di testa per fare una cosa del genere, ma prima che potesse dare di matto ed allertare l’anziana signora Boyd il suo fidanzato lo prese gentilmente per mano tirandolo contro il suo petto, proprio sotto a del vischio, chinandosi per baciarlo come voleva la tradizione.

L’umano sorrise soddisfatto assaporano finalmente dopo mesi le labbra del suo Compagno, tanto che si scordò del pericolo per godersi quel momento. Ignorò perfino Batman che non faceva altro che passare tra le loro gambe, come se fossero un percorso ad ostacoli.

« Mi sei mancato. » sussurrò il licantropo sfiorando con le labbra l’orecchio del più giovane, regalandogli brividi giù per tutta la schiena. Stiles chiuse gli occhi appoggiandosi completamente contro il suo uomo, le mani che stringevano il tessuto del ridicolo maglione natalizio che lo aveva costretto ad indossare. A Stiles mancavano tutti e non importava se si scambiassero regolarmente messaggi, lui sentiva comunque la loro mancanza.

Sarebbero rimasti lì per altre ore, solo per guardarsi, se Isaac e Cora non fossero andati a recuperarli per trascinarli a tavola, dove sorprendentemente la nonna di Vernon sedeva tranquilla vicino alla licantropo bionda, parlando educatamente dell’ultima predicazione fatta dal prete nella Messa.

Tutti prima di accomodarsi andarono a depositare i regali sotto l’albero decorato in arancio e blu – con grande orrore di Lydia e con grande gioia di Stiles e qualsiasi fan dei Mets – pronti a scambiarseli una volta dopo scoccata la mezzanotte. Era bello poter passare del tempo tutti insieme, soprattutto durante le feste, fortunatamente aveva messo da parte abbastanza soldi con il suo lavoro part–time poco lontano dall’accademia per permettersi dei biglietti aeri andata e ritorno. Sapeva che se ne avesse avuto il bisogno Derek gli avrebbe comprati, ma non voleva certo fare la figura dello scroccone che non sapeva mantenersi ed in più il suo ruolo da barista gli piaceva un sacco, sentiva ogni giorno un sacco di storie e trovava sempre qualcuno disposto a chiacchierare.

« E comunque il vischio è finto. » sussurrò Derek facendogli notare che erano nuovamente sotto uno di essi. Stiles li guardò attentamente, notando finalmente la tipica lucentezza della plastica e si sentì un cretino per aver pensato anche solo per un secondo che Erica avrebbe messo a rischio la vita di tutti solo per una tradizione. Certo, una tradizione che andava onorata, quindi fu mandatorio sollevarsi leggermente per prendersi un altro bacio dal suo Compagno. Gli arruffò i capelli giusto per dispetto, prima di correre verso il salotto dove tutti gli stavano aspettando sorridendo sereni.

♠♠♠

(08:30 AM) Buongiorno, Sourwolf!

(05:30 AM) Buongiorno a te, ragazzino.

(08:33 AM) Sai oggi che giorno è?

(05:35 AM) No, perché?

(08:37 AM) Ma Der–bear è il nostro anniversario! Non posso credere che tu l’abbia scordato. Dovrei lasciarti solo per questo u.u

(05:40 AM) Credi veramente che mi sia scordato del giorno più bello della mia vita?

(08:47 AM) Be’ con te non si sa mai!

(05:49 AM) Se invece di svegliarti presto anche di domenica fossi rimasto a dormire, al tuo risveglio avresti trovato una sorpresa.

(08:53 AM) Una sorpresa? Non dirmi che stai venendo qui! C’è praticamente una tempesta di neve da settimane ed è molto pericoloso viaggiare in queste condizioni!

(05:58 AM) No, non sto venendo, tranquillo, sono sano e salvo con Batman dalla cara ed assolata California.

(09:00 AM) Okay, allora aspetterò!

(11:00 AM)OH MIO DIO DEREK! Mi hai fatto recapitare tre bouquet di rose bianche, venti pacchetti di Reese’s e un peluche gigante! Ti adoro, vorrei tanto riempirti di baci.

(08:01 AM) Sono contento che il fattorino sia stato puntuale come richiesto e sì, ecco i miei regali per il nostro anniversario.

(11:12 AM) Fred sarà così arrabbiato, questi mazzi sono enormi ed il peluche non sta nemmeno sdraiato sul letto. Poco importa, nessuno potrà rovinarmi questa giornata!

(08:15 AM) Ti amo, Stiles.

(11:15 AM) Ti amo, Derek.

♠♠♠

« Stiles, io non sono sicuro di volerlo fare. »

« Andiamo, Isaac, ti sto chiedendo un piccolo favore, nessuno si farà male! »

« Magari tu che sei a otto ore di auto da qui, ma io rischio e anche tanto! »

« Ti prego, devi solo fare una cosa semplice in meno di dieci minuti e poi ti ho già mandato tutto il necessario. »

« Oh mio Dio. Stiles, vuoi capire che se entro in camera sua mi taglia le mani? È super proibito, nemmeno Cora può metterci dentro piede. Solamente te e Derek stesso potete entrare. »

« Isaac Fletcher Lahey, entra lì e fai come Diavolo ti ho detto! »

« Okay, non c’è bisogno di usare il mio secondo nome, calmati. »

Un’ora dopo

« Stiles. »

« Der–bear, buon San Valentino! »

« Vuoi forse spiegarmi perché ci sono centinaia di petali di rose nella mia stanza e quelle sul letto formano la parola Sourwolf? »

« Voglio sorprenderti anch’io, scommetto che mai nessuno ti ha fatto una cosa del genere! »

« Già, considerando che le mie ex non erano poi così normali. »

« Hey, non si nominano le ex nel giorno dell’amore. »

« Certo, come dici tu. »

« Oddio, è come vederti alzare gli occhi al cielo. Non fare lo scocciato quando invece adori il mio regalo! »

« Effettivamente mi mancava una maglietta con sopra la tua faccia e una scritta intimidatoria. Forse la userò domani a scuola, giusto per vedere la reazione di Finstock. »

« Non farlo! Quella a scuola proprio no. »

« Non lo avrei fatto comunque, Stiles, tranquillo. Piuttosto, hai ricevuto il mio regalo? »

« Sì, ed è stupenda. Una cover per il cellulare con una nostra foto, questo sì che dovrebbe tenere lontani tutti quelli che ci provano con me. »

« E chi ci prova con te?! »

« Adoro quando fai il geloso! Comunque nessuno, Fred ha tipo fatto terra bruciata intorno a me, ancora non si è ripreso da quella mattina. »

« Bene, anzi, perfetto. »

« Ti amo, Der. »

« Ti amo, Miecz. »

♠♠♠

La luce del Sole entrò prepotente nella loro stanza costringendoli ad un fastidioso risveglio. Stiles provò a coprirsi il volto con le mani, ma non fu efficace, tanto che girò su sé stesso e affondò il viso contro il petto nudo di Derek, il quale avvolse istintivamente le braccia attorno al fidanzato, ancora con gli occhi chiusi, prima di lasciargli un bacio sulla tempia mormorando un buongiorno.

Derek aveva costruito insieme l’aiuto di Noah e Parrish, più occasionalmente l’aiuto di Isaac e Boyd, una casa fin dalle fondamenta, poco lontano da dove era stata eretta la sua casa d’infanzia. Aveva provato a non farla come quella, non volendo abitare in un luogo che gli avrebbe ricordato perennemente i suoi errori ed in più aveva progettato il tutto per dare degli spazi personali a tutti i componenti del Branco con qualche stanza in più nel caso si sarebbe allargato con qualche nuovo licantropo.

Ovviamente la loro stanza era la più bella, non si vergognava di ammetterlo, l’aveva fatta angolare, così che dalle grandi vetrate potessero vedere il Sole sorgere e tramontare. Stiles ne era stato entusiasta la prima volta che lo aveva visto durante le vacanze per il quattro di luglio, rimanendo a dormire da lui ben tre notti. Amava sentire il Sole riscaldargli la pelle, ma non per questo voleva dire che aveva voglia di alzarsi.

No, proprio no.

Gli piaceva lì, nel letto, abbracciato a Derek e lui non aveva assolutamente niente da ridire.

♠♠♠

Stiles allargò le braccia buttandosi sul suo letto, felice come non mai di essere tornato a casa definitivamente dopo tutti quei anni in Virginia. Gli era mancato così tanto che non si preoccupò di scendere nuovamente ad aiutare Derek a scaricare tutta la sua roba dalla macchina. Voleva godersi quel momento, perché finalmente era diventato un agente federale e poteva permettersi di riposare per un po’. Non lo avrebbero chiamato in servizio fino all’anno successivo, se non in caso di emergenze.

Strusciò la guancia contro il cuscino sorridendo beato, calciò via le scarpe dai piedi e si sdraiò completamente desideroso di un sonnellino. Peccato che Derek lo afferrò per la vita mettendolo in piedi « Andiamo a pranzo fuori, ti va? » domandò retoricamente in quanto lo stava già trascinando fuori dalla stanza, raccogliendo le sue scarpe da terra, diretto verso la Camaro.

Il ragazzo non obbiettò perché effettivamente non era poi così male l’idea di mangiare e poi dormire con lo stomaco pieno. Parlarono del più e del meno, organizzandosi per vedersi nel weekend e magari andare a fare un’escursione, approfittando delle belle giornate pre-estive.

Stiles arrossì quando vide Derek parcheggiare da Luke’s ricordandosi che era stato lì dove avevano avuto il loro primo vero appuntamento quando ancora stava con Theo. Quando entrarono Stiles notò subito un tavolo con i componenti del Branco, suo padre, Melissa e Jordan, una torta posata al centro con una candela accesa pronta per essere soffiata. Si nascose il viso tra le mani sentendosi in imbarazzo, anche se doveva aspettarselo considerando che lo avevano fatto per la laurea di tutti.

Si sedette nel mezzo, tra Derek e suo padre, chiudendo gli occhi per esprimere un desiderio prima di soffiare spegnendo la piccola fiamma. La cameriera portò un vassoio pieno di curly fries e lo Stilinski non fece complimenti, afferrandone quante più poteva nella mano prima di schiacciarsele in bocca, assaporando il loro sapore speziato. In Virginia non aveva trovato nessun posto meritevole della sua fedeltà sull’acquisto di curly fries e quando Derek e suo padre venivano a trovarlo – aumentando il numero di volte dopo tutto quel casino di Vincent – non mancavano mai di portarne come minimo tre sacchetti. Riscaldate non erano il massimo, ma sempre meglio di quelle locali.

Stava chiacchierando con Jordan quando sentì Derek alzarsi facendo strusciare la sedia sul pavimento, inusuale da parte sua considerando quanto ci tenesse ad essere silenzioso. Girando il viso per chiedergli dove stesse andando nel bel mezzo del loro pasto fu sorpreso di trovare l’uomo su un ginocchio solo ed una scatola di velluto rossa in mano. Stiles guardò Lydia, come a chiedergli se fosse uno scherzo, ma la ragazza sorrise alzando i pollici in alto.

« Stiles, vuoi sposarmi? » semplice e classico, Derek fece la sua proposta e tutti i licantropi poterono sentire il cuore dell’agente battere talmente forte da farli quasi spaventare. Comunque, ogni loro preoccupazione scomparì quando il ragazzo saltò praticamente addosso all’Hale urlando che sì, per la miseria, sì che ti sposo.

Rimettendosi in piedi e scambiandosi un bacio Derek guardò fuori dalla vetrata del fast–food e notò al limitare della strada, dove iniziava la riserva, l’unicorno. Era lo stesso animali che anni prima gli aveva mostrato Stiles nel momento più cruciale della sua vita, quello grazie a cui era riuscito a salvarlo. Chinò leggermente la testa in segno di ringraziamento e lo stesso fece l’unicorno prima di sparire.

L’Alpha posò una mano sulla spalla dell’umano, stringendola appena, felice di poter finalmente iniziare una vita con la persona che amava di più al mondo.



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