The mistery of Salt Lake City

di GiovanniLavapanni1
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Un nuovo arrivo ***
Capitolo 2: *** Il piano ***
Capitolo 3: *** Sospetti,sospettati e sospettabili ***



Capitolo 1
*** Un nuovo arrivo ***


La luna piena si rifletteva pallida sulla superficie del lago,e la sua immagine era leggermente increspata da un flebile soffio di vento,tutto intorno il silenzio della notte creava una cornice tetra e misteriosa alla fitta foresta che si dipanava tutta intorno al bacino d'acqua salato. Improvvisamente la calma piatta fu interrotta da un repentino rumore di passi,sempre più frequente,accompagnato da un respiro piuttosto affannoso;il rumore delle foglie e degli arbusti insieme al gracchiare di qualche corvo spaventato lasciavano intuire che qualunque cosa fosse si stava muovendo ed anche velocemente. Nel giro di poco la corsa fece posto ad una camminata ben più lenta e serena,dettata dalla stanchezza;ancora con un po di fiatone la ragazza si guardò intorno nervosamente,quasi come se stesse cercando qualcosa o magari qualcuno,ad ogni minimo rumore la povera Karen sobbalzava,i suoi occhi celesti scrutavano il buio,il sudore le rendeva madida la fronte e le scorreva lungo il viso ed il collo,bagnandole leggermente i biondi capelli alla base della nuca,tutto sembrava tornato tranquillo. Si ripetè che doveva tornare indietro al più presto,ma non sapeva come,gli alberi e la fitta vegetazione lasciavano passare a malapena i raggi lunari,la sua visuale era dunque offuscata,senza una torcia le sarebbe stato impossibile ritornare prima del sorgere del sole,decise dunque di continuare a camminare,senza una meta,finalmente si sentiva più sicura,forse aveva seminato il suo inseguitore,purtroppo da lì a poco avrebbe avuto una brutta sorpresa. Il terreno era infido,viscido a causa dell'umidità e numerose radici spuntavano dal terreno,non il suolo più adatto da affrontare con un paio di scarpe da ginnastica,ecco che le capitò di inciampare e cadere rovinosamente al suolo,lacerandosi la pelle delle ginocchia,dolorante si rialzò in piedi ma una figura misteriosa le si parò davanti. Era lui,il suo inseguitore.
-Perfavore non ho fatto niente!-urlò la ragazza -Sai Karen,è quando le mie vittime si sentono più al sicuro che io do loro un motivo per urlare- e così facendo le si avventò contro brandendo un affilatissima lama,squarciando in brandelli la sua divisa da cheerleader e imbrattandola del suo stesso sangue,l'aggressore infierì continuando ad affondare l'arma nel petto e nello stomaco della giovane,uccidendola brutalmente.

-Tutto ciò è estremamente spaventoso! Oggi è il mio primo giorno di scuola,un nuovo inizio,nuove amicizie,chissà anche nuovi amori...-si ritrovò a pensare mentre infilava la scarpa sinistra allacciandola con forza,ma i suoi pensieri furono bruscamente interrotti da un colpo secco proveniente dal piano inferiore.-Cosa è stato?- si interrogò il ragazzo -C'è sicuramente qualcuno di sotto,sento dei passi...-Mi serve un'arma per difendermi-pensò tra sè e sè,ma nella sua camera non c'era niente.-Sarà meglio passare per la cucina e prendere un coltello allora!- facendo attenzione a non far rumore scese le scale ed entrò in cucina,afferrò la lama e con fare minaccioso si diresse verso l'entrata dell'abitazione. Come al solito era stato fin troppo precipitoso,davanti alla sua porta c'era soltanto una graziosa ragazza dai capelli color castano chiaro,che lo stava osservando già da un po'con un sorrisetto sulle labbra. -Scusami,credevo fosse un ladro- si provò a giustificare,mentre posava il coltello in un cassetto,la ragazza sembrava piuttosto divertita e accettò le sue scuse tranquillizzandolo.
-Ciao,sono Lexie,scusa se sono entrata senza preavviso ma tua zia mi ha chiesto se potevo accompagnarti a scuola,e quindi eccomi qua-. Il giovane non aveva sentito una sola parola,era quasi incantato dal volto angelico della sua coetanea,completamente perso nei suoi occhioni verde smeraldo,e riuscì soltanto a blaterare il suo nome -Ehm...ciao...io sono Peter- e le allungò la mano per stringergliela -Sai mi hai spaventato a morte,ma è bello conoscere qualcuno,sono arrivato da poco qui a Salt Lake City-,la ragazza ancora divertita dal siparietto precedente,gli sorrise con fare amichevole e disse  -Facciamo che un giorno di questi mi faccio perdonare e ti offro un bel caffè,ora però sbrighiamoci o faremo tardi-.
Dato il grande spazio disponibile,le strade ed i quartieri sono molto ampi,spostarsi a piedi è difficoltoso,e nonostante il non elevato numero di abitanti la cittadina è molto estesa,fortunatamente la scuola non era troppo lontana dall'abitazione di sua zia e così dopo una breve camminata arrivarono a destinazione,in lontananza si potevano nitidamente scorgere le frastagliate montagne rocciose che adornavano il bellissimo paesaggio da cartolina,Peter ne fu letteralmente rapito,ma ancora una volta fu riportato alla realtà da Lexie.
-Quindi Peter,di tutti i posti in cui potevi andare perchè proprio qui?-gli chiese.
-Avevo bisogno di un netto cambiamento.L'anno scorso è stato decisamente il peggiore della mia vita...-rispose.
Lei stava per chiedergli il motivo ma furono interrotti dall'arrivo di alcuni compagni.
-Dove diavolo è finita Karen?- chiedeva inquisitoria una ragazza dall'aria piuttosto arrabbiata -E' da ieri che non mi risponde al cellulare- le rispose un ragazzo -E allora tu chiamala finchè non si sveglia!- sbraitò di contro quella -Io non posso stare qui dentro senza la mia migliore amica-.
Accanto a lei,la strinse in un abbraccio un giovane alto,dalla corporatura robusta,capello biondo ossigenato e occhi azzurri che la rassicurò dicendole: -Amore,vedrai che starà solo dormendo- e così facendo i tre si avviarono all'interno dell'edificio.
-Fammi indovinare- esordì Peter -Loro sono i "popolari"-.
-Oh si,hai indovinato! Christie,Arthur e Tom,non sono così male quando li conosci-.
Suonò la campanella. Era giunto il momento di entrare. Sorpassarono l'ingresso e si avviarono verso la classe.
-Benvenuto alla "Slashington George Town High School"-
-Slashington?-.
-Non mi crederesti se ti dicessi come abbiamo guadagnato questo soprannome-.
-E' per gli omicidi- sibilò alle loro spalle una ragazza,salvo poi scomparire velocemente.
-Chi era quella?-chiese Peter.
-Shane,è nuova qui,proprio come te...è abbastanza strana-rispose Lexie. -L'ho sentita parlare a malapena in questi giorni,comunque sarà meglio se entriamo in classe-.
Il professore era già seduto in cattedra,aspettando i suoi alunni,aveva un look moderno ed un'aria estremamente giovanile,portava i capelli lunghi raccolti all'indietro in codino ed indossava un paio di occhiali dalle lenti rettangolari. Appena li vide alzò leggermente lo sguardo,squadrandoli da capo a piedi.
-Che fossero in ritardo?-pensò Peter.
L'uomo si alzò in piedi,non era estremamente alto,ma sembrava in forma,le maniche corte lasciavano intravedere i muscoli delle braccia e la t-shirt attillata metteva in risalto i suoi pettorali. I ragazzi presero posto e questo cominciò a parlare.
-Allora ragazzi,mi presento al nuovo arrivato,io sono Mr.Tierney-.
-Per tutti gli altri,lui è Peter,fatelo sentire a casa,mi raccomando!-. Peter accennò un sorriso e salutò con un gesto della mano.
-Professore,prima di iniziare volevo avvisarla che Karen oggi non c'è- disse Christie.
-Quindi?-le fece eco una ragazza seduta al primo banco,con i capelli corti,la pelle ambrata e un paio di spesse lenti da topo da biblioteca a nasconderle gli occhi. -Alcuni sono qui per imparare,non per socializzare-
-Alcuni di noi,sono asociali e per "alcuni" intendo te,Jenna- ribattè la prima.
Peter si girò verso Lexie con fare sorpreso,dicendole:-Siamo nel bel mezzo di una lite fra stereotipi,la ragazza popolare con...-.
-Con la nerd,suppongo-aggiunse con tono saccente Jenna -Almeno non sono io la prima a morire...-.
-Questo ci porta alla lezione di oggi-intervenne Mr.Tierney -Qualcuno di voi mi sa dire un altro clichè da film dell'orrore?-.
-Uno "jump scare"-disse Peter.
-Siamo nell'ora dei dilettanti?-esclamò divertita Jenna.
-E tu Pete,chi saresti in un film dell'orrore?-chiese un ragazzo da uno degli ultimi banchi.
-Magari l'assassino-.
-E'spaventoso Pete!-.
-Questa conversazione a modo suo è construttiva,continuate così ragazzi-disse il professore.
-C'è poi il poliziotto alle prime armi-aggiunse Peter.
Mentre diceva così si sentì bussare alla porta ed una donna sulla quarantina in uniforme fece capolino all'interno della stanza,aveva i lunghi capelli castani legati a coda di cavallo,il trucco era appena accennato,contornandole gli occhi color nocciola,le labbra erano lunghe e sottili,gli abiti di servizio non lasciavano intravedere molto,ma si intuiva fosse ancora in splendida forma;la sua espressione era corrucciata,come se qualcosa la preoccupasse,in effetti lo sguardo assomigliava molto a quello di...
-Zia Jill?-urlò Peter
-E' ufficiale Brady quando sono in servizio Peter,te l'ho detto un milione di volte!-.
E aggiunse: -Qualcuno di voi oggi ha visto Karen Archer?-.
-L'ho chiamata molte volte ma non mi ha mai risposto-disse Arthur.
-Mi dispiace comunicarvelo ma è stata denunciata la sua scomparsa,se qualcuno dovesse avere sue notizie ce lo faccia sapere-
-Mr.Tierney,possiamo scambiare due parole in privato?-
-Certamente!-
Così facendo i due si avviarono fuori dalla classe,lasciando i ragazzi ad un'accesa discussione.
-Dobbiamo fare qualcosa per trovare Karen!-disse Christie.
-Scommetto che il colpevole è Pete-gongolò il ragazzo in fondo all'aula
-E'una cosa seria Ricky,Karen è scomparsa,lo capisci?-intervenne nuovamente Christie
Nel mentre rientrò in classe il professor Tierney che annunciò:-Ragazzi,mi dispiace ma per oggi le lezioni terminano qui-.
-Perchè?-sbottò disperata Jenna.
-L'ufficiale Brady deve farvi qualche domanda,poi potrete tornare a casa-.
Peter si era nuovamente perso nei suoi pensieri...-Magari potrei chiedere a zia Jill,cosa sanno esattamente-.
Dopo aver interrogato i suoi compagni,la zia gli si avvicinò raccomandandogli di stare alla larga dai guai.
-Resterai a casa stasera,non voglio che ti succeda niente,finchè non sapremo di più non puoi uscire da solo-.
-Ma...-blaterò di rimando Peter.
-Ma cosa?-.
-Ma non c'è niente che possa fare?. Vorrei dare una mano-
-Non se ne parla Pete,stanotte andremo nei boschi a fare delle ricerche ma stai tranquillo ti manderò un messaggio quando abbiamo finito,non aspettarmi sveglio,farò tardi- e si allontanò.
Stava per dirigersi a casa,quando fu intercettato dal gruppo dei "popolari".
-Ehi tu,ragazzo nuovo-lo fulminò Christie-Tua zia ti ha detto qualcosa di interessante?-.
-Be' mi ha detto che proveranno a cercare nei boschi-.
-Nei boschi hai detto?,quello era il nostro posto preferito...Ragazzi stanotte andremo a cercarla!- e si allontanò seguita dai due ragazzi.
Lexie gli si avvicinò e disse:-Andremo anche noi,più siamo meglio sarà. Verrai anche tu?-.
Non posso dirle di no o penserà che sono un fifone,pensò intanto Peter e alla fine rispose con un secco -Certo-.
-Ci vediamo stasera allora!-e così dicendo si salutarono.
Quella notte il gruppo di cinque persone si riunì ai margini della foresta,provvisti di torce e di un grande spirito di iniziativa,Christie in particolare era la più agguerrita di tutti,voleva trovare a tutti i costi la sua migliore amica,al contrario Arthur,che si venne a scoprire essere il fidanzato di Karen,non sembrava prendere la cosa così seriamente. Dopo una buona mezz'ora di camminata si ritrovarono davanti a qualcosa di davvero raccapricciante,il corpo senza vita e completamente insanguinato di Karen giaceva a terra,le sue interiora erano riversate sul terreno,il tanfo che emanava era nauseabondo.
-Oh merda!-urlò Arthur
-Non guardare piccola!-aggiunse Tom
-Oh mio Dio,Karen,cosa ti hanno fatto...-esclamò Christie sconvolta ed in preda alla disperazione.
-Ho paura,Peter-sussurrò Lexie.
-Prendi la mia mano-le rispose l'amico.
Cadde un silenzio tombale,interrotto da un rumore improvviso che fece sobbalzare tutti quanti.
-Ce ne dobbiamo andare-disse Arthur.
Il gruppo ancora sconvolto se ne andò alla svelta,e fece ritorno in città,del resto la zia di Peter non poteva scoprire che erano stati sulla scena del crimine,così dopo aver salutato i suoi compagni si diresse velocemente a casa;stava per salire in camera quando il suo cellulare cominciò a vibrare,lo prese dalla tasca e vide un nuovo messaggio da un numero sconosciuto,lo aprì e lesse:
-Sei solo a casa?-.
-Penso tu abbia sbagliato numero-rispose Peter.
-Non penso...Peter-.
Qualcuno si vuole divertire a farmi uno scherzo pensò il ragazzo,e posò il telefono sulla sua scrivania. Pochi secondi dopo fu costretto a riprenderlo.
-Vuoi fare un gioco?-.
-Chi sei? Non ti conosco-
-Ma io conosco te-.
-Smettila di scrivermi,non sei divertente-.
-Vuoi sapere cosa ho detto a Karen prima di ucciderla?-.
-Le ho detto...-.
-Adesso basta!Mi chiudo dentro!-.
-Chiuditi pure,ma mi chiuderai dentro o fuori?-.

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Capitolo 2
*** Il piano ***



Le porte erano tutte chiuse,così come le finestre ed in ogni stanza la luce era stata accesa a giorno,ma Peter non si sentiva ancora al sicuro,poteva essere semplicemente uno scherzo di cattivo gusto ma se non fosse stato così?. In preda al panico il ragazzo tremava e cercava disperatamente qualcosa con cui difendersi,innervosito dalla situazione e dalla tensone del momento esclamò -Dove diavolo è quella mazza da baseball quando serve?-. Il telefono tornò a vibrare. Era ancora lo sconosciuto.
-Primo,una mazza non mi fermerà di certo-.
-Secondo,raggiungerai i coltelli prima che lo faccia io?...Karen non c'è riuscita-.
-Esci fuori da casa mia!-urlò Peter.
-Sciocco non sono dentro casa! Non proferirai parola a nessuno di questo o ci sarà un altro cadavere!-.
Come aveva fatto a sentire quello che aveva detto,dove si nascondeva,chi era e soprattutto perchè stava scrivendo a lui,questi erano i tanti interrogativi che giravano nella sua testa. Che motivo c'era di prendersela con uno,che era appena arrivato in città,forse era per i suoi legami parentali,la zia Jill del resto era un poliziotto e vista la recente morte di Karen sicuramente avrebbe indagato sul caso. Oppure qualcuno voleva giocargli un brutto scherzo,magari quel simpaticone di Ricky che lo aveva pungulato tutto il giorno,rimaneva il fatto che scherzare su cose del genere fosse qualcosa di terribile,e poi lui non poteva sapere che Karen fosse morta,non faceva parte del loro gruppo.
Improvvisamente il rumore della serratura di casa che si apriva lo riportò alla realtà.
-Cazzo la zia Jill!-.
-Pete,cosa ci fai ancora in piedi?-.
-Ciao zia...ehm...non avevo molto sonno,sono un po' agitato per quanto successo oggi-si giustificò.
-Si,fai bene ad esserlo...ma perchè ci sono tutte le luci accese?-.
-No...niente,lascia stare,novità?-.
-Purtroppo abbiamo trovato il corpo di Karen,è morta-.
-O mio Dio!-esclamò quello con fare sorpreso.
-Si,sarò parecchio impegnata con questo caso,perciò cerca di restare fuori dai guai-.
-A proposito...-.
-Cosa?-.
Non poteva mentirle,lei avrebbe potuto aiutarlo,d'altro canto se glielo avesse detto avrebbe potuto preoccuparsi fin troppo e se chiunque gli avesse scritto lo fosse venuto a sapere avrebbe rischiato grosso. Decise perciò di optare per un compromesso.
-E'una sciocchezza in realtà...qualcuno si è divertito a prendermi in giro,guarda-disse con un falso sorrisetto che lasciava intravedere tutto il suo nervosismo e le mostrò il cellulare.
Furono attimi intensi,non sapeva come avrebbe potuto reagire un poliziotto ma soprattutto sua zia a quella notizia. Fu' sollevato,infine,nel vederla sorridere.
-AH!-esclamò -Il nuovo arrivato è stato subito messo nel sacco-. -Tranquillo Pete,sarà solo uno scherzo di qualche tuo compagno,ora vai a dormire è tardissimo-e così dicendo gli diede un bacio sulla fronte e si allontanò.
Peter fece ritorno nella sua stanza,era sollevato. Si svestì in fretta e si infilò sotto le coperte,la giornata era stata intensa.Non avrebbe mai pensato di vivere tutte quelle emozioni ed avventure in solo giorno.Voleva solo crollare ed entrare nel mondo dei sogni;stava per prendere sonno quando la vibrazione del suo telefono lo fece sobbalzare.
-Ciao sono Christie-recitava il primo messaggio. Ma il numero era sconosciuto.
-Come hai avuto questo numero?-rispose.
-L'ho preso dal gruppo di classe,ti ha inserito poco fa Lexie-. -Ad ogni modo,dobbiamo parlare di Karen,incontriamoci domani mattina alle otto al Grindhouse Cafè.-
-Ok,ci vediamo lì-.
Ancora una volta Peter si ritrovò a riflettere. Chiunque gli avesse scritto avrebbe potuto prendere il suo numero da quel gruppo,per farlo però doveva essere necessariamente un membro della classe,il numero non era visibile e non avrebbe potuto confrontarlo con gli altri. Ancora un po'scosso si impose di addormentarsi,il giorno dopo sarebbe stato ricco di sorprese,ma questo ancora non poteva saperlo.
Quella mattina si sbrigò presto ed uscì con sua zia per farsi accompagnare al Grindhouse Cafè,ancora non conosceva bene la città e sarebbe stato un azzardo mettersi a cercarlo da solo;in realtà scoprì che il luogo in questione si trovava nella grande piazza centrale,per l'orario era anche piuttosto frequentato;sceso dalla vettura riconobbe immediatamente la sagoma di Christie. Non era il suo tipo ma non si poteva dire non fosse attraente,anzi tutto il contrario.Alta,slanciata,dallo sguardo ammaliante,portava un profumo inebriante,da far girare la testa ed indossava sempre induumenti che mettevano ben in evidenza le sue forme perfette. Era il prototipo della ragazza perfetta,peccato per il suo caratterino decisamente sopra le righe,abituata ad essere viziata e sempre al centro dell'attenzione,critica su ogni minimo aspetto della vita quotidiana,sia verso se' stessa che soprattutto verso gli altri;insomma una "figlia di papà".
La salutò con un sorriso,presero un caffè e si accomodarono ad uno dei tavolini più in disparte del locale.
-Sei in ritardo!-gli aveva detto seccata questa.
-Ciao anche a te Christie...-aveva risposto lui con calma olimpica.
-Non posso fare a meno di pensare a Karen...qualsiasi cosa le sia successo non è stato un incidente!-.
-Cosa sai?-.
-Prometti di non dirlo a nessuno però...Arthur è convinto che Karen lo stesse tradendo-. -Mi ha detto che si comportava in modo strano ultimamente,gli nascondeva delle cose,cancellava i messaggi,roba del genere-.
-Pensi che Arthur l'abbia scoperta e l'abbia uccisa per questo?-.
-Be'nei film è sempre il fidanzato,il colpevole-.
-Non vorrei allarmarti ma potrebbero esserci altre vittime-.
-COSA?-
-Ieri sera qualcuno mi ha scritto dicendomi di aver ucciso Karen-.
-Lo hai detto a tua zia?-
-Le ho fatto pensare fosse uno scherzo e ci ha creduto,chiunque mi abbia scritto aveva minacciato di uccidere qualcun'altro-.
-Bene,abbiamo dei messaggi ed un sospettato,ora dobbiamo solo incastrarlo-.
-Potrei scrivergli in classe e vedere se è lui che risponde-.
-Bravo! Ottima idea-.
Arrivati a scuola i due si divisero,pronti per mettere in atto il loro piano;mancava ancora un po'al suono della campanella perciò Peter decise di esplorare il grande cortile al di fuori della struttura alla ricerca di Lexie e passare del tempo da soli. Mentre camminava si imbattè in Jenna,che seduta all'ombra di un grande albero,si trovava completamente immersa in uno dei suoi libri. La salutò,ma sembrava fin troppo presa dalla lettura per rispondergli,proprio quando stava per superarla e proseguire nella sua esplorazione questa balzò in piedi all'improvviso e lo bloccò afferandogli il polso.
-Aspetta!- disse -Ti ho visto stamattina con Christie,perchè parli con lei?-.
-Non mi sembra sia vietato-rispose quello con aria scocciata.
-Le persone come lei sono da evitare e Karen non era da meno-.
-Non è così male come sembra...-si difese Peter
-Si comporta bene solo quando vuole qualcosa in cambio-.
Stava per ribattere quando il suo telefono vibrò ripetutamente,qualcuno lo stava chiamando.
-Scusa ma devo rispondere,ci vediamo in classe-le disse e si allontanò.
Fortunatamente stavolta non c'era nulla di cui preoccuparsi,era solo la zia Jill. -Chissà cosa vorrà...-pensò.
-Pronto zia,cosa c'è?-
-Niente,volevo solo dirti che faremo un controllo per capire chi ti ha inviato quei messaggi-.
-Ma era solo uno scherzo no? Che bisogno c'è...- la sua voce si fece più nervosa.
-Tranquillo è solo per sicurezza,ti faccio sapere- e attaccò.
Girovagò ancora per qualche minuto nel giardino e alla fine entrò in classe. L'aula era ancora vuota e solo un singolo banco era occupato.
-Ciao Shane!- esclamò Peter -Sembra che oggi saltino tutti per la morte di Karen-.
-Vuoi dire il suo omicidio- rispose quella -La gente darà probabilmente la colpa al fantasma di William O'Brian-.
-Difficile dare la colpa ad un morto-scherzò di rimando Peter.
-Non mi sorprenderebbe se ci fosse in giro un impostore...-.
-Pensi davvero che qualcuno possa fare una cosa del genere?-.
-Dico solo che prima che Karen fosse ritrovata morta,era la cosa più interessante di questa città-.
-Ok...questo è parecchio strano-.
-No dai non volevo spaventarti,piuttosto come ti trovi qui?-.
-Be'mi sono trasferito qua solo da pochi giorni-.
-Se vuoi possiamo farci un giro in città uno di questi giorni-.
La proposta lo mise in imbarazzo,arrossì come un peperone e accettò accenando appena un sorriso;nel mentre entrarono in classe anche Christie,Arthur e Lexie.
-Buongiorno- disse Lexie -Posso sedermi accanto a te?-chiese.
-Sempre che non gli dispiaccia sedersi vicino la più sfigata della classe-intervenne sarcastica Shane.
-Hai qualche problema Shane?-ribattè acida quella.
Nel mentre che le due si fissavano in cagnesco,Christie e Peter erano pronti a mettere in atto il loro piano e la rumoroso suoneria del cellulare di Arthur gli offrì un assist a porta vuota.
-Arthur,devi proprio tenere questa fastidiosa suoneria a tutto volume?-chiese furbamente Christie.
-Sono troppo pigro per cambiarla-rispose quello divertito.
-Ora!-sussurrò Christie all'orecchio del suo complice,che mandò un nuovo messaggio al numero sconosciuto.
-Ehi? Come hai avuto questo numero?-scrisse. Ma nessuno rispose,ne'tantomeno il telefono di Arthur emise qualche tipo di suono. Che il loro piano fosse fallito? Magari Arthur non c'entrava niente a questo punto. Nel mentre fece il suo ingresso in classe il professor Tierney.
-Buongiorno ragazzi,vedo che oggi ci sono parecchi assenti-.
-Eccomi!- urlò Jenna,entrando di corsa nell'aula -Spero di non essere in ritardo- e prese posto al suo solito primo banco.
-Credo abbiate sentito tutti cosa è accaduto a Karen...- disse dispiaciuto il docente -Ho deciso perciò che per tirarci su di morale e compattare la classe avevamo bisogno di un bel lavoro di gruppo!-.
Nel mentre dalla porta ancora aperta stava entrando di soppiatto Tom,cercando di non farsi notare da Mr.Tierney,ma la sua stazza non gli permise di passare inosservato.
-Tom,sei in ritardo!-lo rimproverò -E stai sporcando tutto con quel fango-.
-Mi scusi Mr.T,sono passato in mezzo al bosco stamattina-si provò a giustificare quello.
-Ad ogni modo,il primo passo per un lavoro di gruppo è la ricerca di informazioni in biblioteca,seguitemi e vi illustrerò su cosa si baserà il vostro compito!-e così dicendo si precipitò fuori dalla stanza verso la biblioteca.
Mentre gli studenti lo seguivano,Christie prese in disparte Peter e con i suoi soliti modi "gentili" gli chiese se avesse fatto quanto pattuito quella mattina.
-Certo,ma il suo telefono non ha squillato...-le rispose quello -Potrebbe averlo messo in silenzioso,teniamolo d'occhio-.
-Lo terrò d'occhio io,le tue abilità da osservatore sono pessime-ribattè quella con una risatina.
-Ma di che parli scusa?-chiese incuriosito.
-Non ti sei accorto che Lexie e Shane si stanno battendo per te?-.
-Be'...come biasimarle sono nuovo e bellissimo-scherzò quello ancora una volta imbarazzato.
Mentre si apprestavano ad entrare in biblioteca,Christie non notò un'impronta di fango sul terreno e vi scivolò sopra,cadendo a terra e suscitando l'ilarità di Peter,che non si trattenne da una grassa risata mentre la aiutava a rialzarsi. Qualcosa però lo preoccupava,sin da quando Tom era arrivato in classe aveva pensato che non avrebbe avuto motivo di tornare nei boschi dopo quello che avevano visto la notte precedente,il tutto dunque risultava ai suoi occhi estremamente strano.
-Fango dal bosco...- le disse tornando serio -Si sa che il colpevole torna sempre sulla scena del crimine-.
-Cosa stai insinuando? Tom è il mio ragazzo,non mi mentirebbe mai e non è di certo un assassino- rispose alterata quella.
La loro discussione fu' però interrotta da Mr. Tierney,che corse verso l'uscita della scuola senza degnarli di una parola,così entrarono in biblioteca dove chiesero ai propri compagni il perchè di quell'atteggiamento così strano.
-Ha ricevuto una chiamata,sembrava importante- spiegò Lexie.
-Comunque questo tempo sarà importante per organizzarci-disse Jenna.
-Ho un'idea migliore,perchè non facciamo un gioco...obbligo o verità-rispose Christie,lanciando un'occhiatina a Peter.
-Ma dai è un gioco stupido-sbuffò Jenna.
-Christie cosa hai intenzione di fare?-chiese stupito ed imbarazzato Peter.
-Lo vedrai...-rispose quella.
Stavano per iniziare quando il telefono di Peter tornò a vibrare,ormai era rimasto traumatizzato dalla recente esperienza  e sobbalzava ogni qual volta riceveva un messaggio.
-Ho bisogno di vederti-era la zia Jill a scrivere -E' importante,ti sto aspettando qua fuori-.
-Ragazzi giocheremo un'altra volta,devo proprio scappare adesso,mi dispiace- e così dicendo si dileguò avviandosi velocemente verso l'uscita.
La zia Jill era parcheggiata con l'auto di servizio nella strada appena fuori il giardino della scuola.
-Grazie per essere venuto-esordì.
-Sei tu l'adulto qui-rispose Peter.
-Abbiamo controllato il numero che ti ha scritto e abbiamo scoperto a chi appartiene...-
-Sarà di Ricky,ieri era in vena di scherzi-disse quello sicuro di se'.
-No Pete,non è suo quel numero...chiunque ti abbia scritto...lo ha fatto con il telefono di Karen Archer!-.

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Capitolo 3
*** Sospetti,sospettati e sospettabili ***


Peter stava tornando verso la biblioteca,aveva mille pensieri per la testa come al solito,il sole stava lentamente lasciando spazio a grossi nuvoloni carichi di pioggia ed in lontananza il rumore roboante dei primi tuoni squarciava il silenzio di quella mattina di maggio. Era tutto così surreale nella sua testa,non riusciva proprio a farsene una ragione,non si sentiva neanche più dell'umore adatto,avrebbe solo voluto stendersi sul letto,addormentarsi e scoprire che tutto ciò che stava vivendo fosse solo un brutto sogno. Purtroppo non era così. Senza neanche accorgersene era già arrivato a percorrere il lungo corridoio centrale che faceva seguito all'entrata dell'edificio,quando alzò lo sguardo e vide Ricky parlare con Christie.
-Indagini? Gente morta che manda messaggi? Questo si che è un gran bel materiale per il mio blog!-affermò eccitato il ragazzo.
-Come diavolo hai fatto a saperlo?-chiese allora incuriosita quella.
-Avrà sentito la conversazione tra me e mia zia- intervenne seccato Peter,che nel frattempo si era avvicinato e aveva sentito il tutto -E poi da quando hai un blog?-.
-Da sempre! Si chiama "Lakewoke"-.
-Sei un avvoltoio!-
-La gente ha il diritto di sapere cosa succede nella sua città- e così dicendo si allontanò.
-E'veramente un personaggio sgradevole...comprerò il suo silenzio con qualche foto sexy-scherzò Christie,rassicurando l'amico -Apparte le battute,dimmi del telefono di Karen-.
-Mia zia mi ha preso il cellulare,quindi dobbiamo usare il tuo-.
-Così il killer saprà che sono coinvolta!-.
-Dammi il numero di Karen allora-.
-Non se ne parla è troppo pericoloso,dovrai trovare un altro modo...ci vediamo dopo- e anche lei se ne andò.
Peter sapeva che scrivere a quel numero poteva essere estremamente pericoloso,ma era l'unico modo per provare a capire chi fosse l'artefice di tutta questa brutta storia.
-Ehi,Pete so come risolvere il tuo problema...- gli bisbigliò a bassa voce Shane che aveva assistito a tutta la scena.
-Shane ma da dove sei sbucata fuori?-
-Non importa,ascoltami dobbiamo solo prendere il telefono di qualcuno della classe,sicuramente avranno il numero di Karen-.
-Intendi dire "rubare"?-
-Ma non è rubare,lo prenderemo solo in prestito-.
-E dimmi,a chi volevi prendere "in prestito" il cellulare?-rispose Peter facendole il verso.
-Non saprei,molti hanno il suo numero...ma ci dobbiamo sbrigare se vuoi risolvere il caso-.
Non poteva tirarsi indietro proprio adesso,aveva bisogno di un telefono da usare prima che qualcun'altro venisse ucciso,allo stesso tempo contattare il killer con un altro numero avrebbe probabilmente condannato a morte certa uno dei suoi compagni,cosa fare?. Alla fine optò per la strada più sicura.
-Senti è troppo rischioso,lasciamo stare- disse dispiaciuto a Shane che contrariata decise di uscire in giardino.
-Se cambi idea sai dove trovarmi-.
-Aspetta!-. -Perchè vuoi aiutarmi?-.
-Potrei dire che mi piace salvare la città o cose del genere,ma la verità è che...sei uno forte!-.
Nel mentre il prof Tierney era tornato e aveva richiamato tutti all'ordine spiegando loro il compito da svolgere.
-Dovrete fare una ricerca approfondita sul famoso pluriomicida William O'Brian,e dovrete delineare la sua psicologia,cercando di entrare nella mente di un assassino,la sua!.-
Un compito alquanto bizarro ma date le circostanze poteva anche starci,così tutti quanti si misero al lavoro,si divisero i compiti e dopo ore di produttivo e serio lavoro si ritrovarono sfiniti e con in mano soltanto alcune informazioni sulla sua vita e la lista degli omicidi compiuti 20 anni prima,ma soprattutto nessuno aveva la più pallida idea di come delinearne un profilo psicologico,perciò rimandarono la cosa al giorno seguente.
Mentre tutti quanti si apprestavano ad uscire,Christie fece segno a Peter di avvicinarsi.
-Ho fatto una cosa che non dovevo fare...-esordì.
-Oh no,hai scritto a Karen! Avevi detto che non lo avresti fatto-.
-E poi l'ho fatto comunque!-.
-E allora ti hanno risposto?-.
-Si...siamo stati fregati,qualcuno ci sta facendo uno scherzo,mi hanno cominciato a fare domande,sembrava mi stessero facendo il terzo grado-.
-Ma questo non vuol dire niente-.
-Comunque gli ho detto che li avrei denunciati alla polizia e si sono spaventati-.
-Non penso che possiamo stare tranquilli!-.
-Senti io ho creduto nel tuo piano,ora cerca di credere nel mio,va bene?...Mi hanno detto che restituiranno il telefono-.
Il suo tono di voce tradiva la sua solita espressione sicura e piena di se',sembrava sul punto di scoppiare in lacrime da un momento all'altro,era sull'orlo di una crisi di nervi,impossibile non notarlo,peccato che il nostro Peter viveva spesso in un mondo tutto suo e non colse i segnali che l'amica gli lanciava durante la loro breve conversazione,un errore imperdonabile che gli sarebbe costato caro,ma fino a che punto?.
Dopo aver pranzato in giardino con gli altri,preoccupato decise di scrivere a Christie per sapere come stesse.
-Ehi,va tutto bene?-. -Dove sei?- scrisse lui.
-Fai i compiti anche per me perfavore!-rispose lei e tagliò corto dicendo -Ci sentiamo!-.
Nel mentre accanto a lui Ricky stava aggiornando il suo blog come annunciato quella mattina,cosa che in quel momento diede estremamente fastidio a Peter che decise di riprenderlo.
-Ricky perchè non scrivi sul tuo blog qualcosa sulle nuove misteriose scomparse dei nostri compagni di classe?-. Ma quello fece finta di niente e continuò a digitare parole sullo schermo del suo smartphone.
Intervenne allora Tom che decise di affrontare a muso duro la questione,la sua espressione era torva,una vena sulla tempia gli pulsava pericolosamente e sembrava sul punto di esplodere e la sua pelle,di solito bianca come il latte,si tinse di un acceso color rosso. Il ragazzo si alzò in piedi con uno scatto e sbottò.
-Adesso basta! Ti diverti eh? Prova ancora una volta a scrivere qualcosa su Karen o sul killer e la prossima volta sarai a costretto a farlo da un letto d'ospedale!-. Prese la sua roba e se ne andò di fretta,abbandonando il plesso scolastico.
-Wow!- esclamò Ricky -Devo scrivere quanto è accaduto sul mio blog!-.
-Le minacce non ti hanno spaventato?-borbottò Jenna che era seduta lì con loro.
-Stai scherzando? Fammi il piacere...ora se volete scusarmi devo proprio andare-.
-Be'siamo rimasti solo noi,ti va di andare a prendere un caffè in centro?-disse Jenna.
-Certo,molto volentieri- rispose Peter.
Durante il tragitto non poteva fare a meno di pensare a come fosse sbottato Tom poco prima,senza nessun apparente motivo,sicuramente avrà avuto altro per la testa,magari anche lui era preoccupato per Christie. Stavano per sedersi quando il suo cellulare vibrò,era lei.
-Sono dentro qualcosa di grosso,ti farò sapere quando sarò più sicura-.
Jenna lo stava guardando male.
-Scusa ma era importante-si provò a giustificare quello.
-E'ancora la tua "amica" Christie?-.
-Si ma...-. Stava per dirle tutto quando una voce inconfondibile li fece sobbalzare entrambi.
-Jenna Radner!- esordì con tono inquisitorio l'ufficiale Brady.
-Mi dica- rispose con voce cortese quella.
-Devi venire con me,devo farti delle domande in caserma-.
-Jenna,che cosa hai fatto?-chiese Peter.
-Niente! Sono innocente!-.
-Cosa succede zia Jill?-.
-Ti ho già detto che mi devi chiamare ufficiale Brady quando sono in servizio-.
-Non capisco,cosa ha fatto Jenna?-.
-L'ultima chiamata effettuata dal numero di Karen è stata verso Jenna,dovrà spiegarci il perchè-.
-Senti Jenna non è il tipo,dovresti pensare come il killer per trovarlo e invece te la prendi con i miei amici!-.
-Non ti permettere di dirmi come fare il mio lavoro!-.
-Tom per esempio oggi è arrivato in ritardo e aveva del fango sotto le scarpe!-.
-La discussione finisce qui. Ora vai a casa e non ti immischiare più!.- -Signorina Radner,venga con me-.
-Ci vediamo Peter- disse sconsolata e spaventata quella.
-Si,ci vediamo Peter!- lo fulminò la zia.
Le vide allontanarsi,entrare nell'auto di servizio ed allontanarsi,non poteva credere che Jenna c'entrasse qualcosa in tutta questa storia,sperava solo che non finisse in prigione.
Stava per tornare verso casa quando incrociò Lexie.
-Ehi Lexie,hai...-.
-Sentito tutto?-. -Si,scusa-.
-Non fa niente...-.
-Posso fare qualcosa?-chiese con aria dispiaciuta.
-No,a meno che non abbia un alibi per Jenna-.
-Non ce l'ho,ma so qualcosa che potrebbe aiutarti-.
-Dimmi tutto-.
-So di un vecchio "scandalo" segreto di Salt Lake City e non mi sorprenderei se la persona coinvolta risultasse essere un sospettato migliore di Jenna-.
-Racconta allora-.
-No sarà meglio se lo vedi con i tuoi stessi occhi,ma nel posto in cui andremo non dovremo attirare troppo l'attenzione,quuindi dovremmo fare finta di essere ad un appuntamento...se ci stai-.
-Ok,dove dovremmo andare?-.
-In un bar dall'altro lato della città,vedrai ti piacerà-.
L'idea lo elettrizzava ma non voleva finire nei guai,la zia Jill sembrava parecchio arrabbiata stavolta e non poteva disobbedirle,così decise di rifiutare l'invito rimandandolo ad un altro giorno. Lexie non ne fu' sorpresa e sembrò accettare di buon grado,in realtà si sentiva morire dentro,era la sua occasione per passare del tempo da sola con Peter ed era andata letteralmente in frantumi. Lo salutò e se ne andò.
Meditava di tornare a casa ma era assillato dal pensiero di vedere Jenna finire in carcere e non poteva permettere quella che ai suoi occhi era un'ingiustizia;decise perciò di andare in caserma per dare conforto all'amica e parlare con più calma alla zia Jill. Doveva sbrigarsi però,i primi goccioloni di pioggia stavano cominciando a cadere e da lì a poco sarebbe venuto giù un acquazzone.
Arrivò giusto in tempo per salvarsi dall'ira funesta dell'acqua che ora veniva giù a catinelle,salì le scalette dell'edificio ma la vibrazione del suo telefono nella tasca dei jeans lo fece bloccare,era Christie finalmente.
-Ho trovato un nuovo telefono...indovina di chi è?-.
-Christie ma cosa stai dicendo?-rispose Peter.
Quello che seguì fu un'immagine che lo avrebbe sconvolto,una foto terrificante e macabra che immortalava il corpo di Christie,i suoi occhi erano girati completamente all'indietro e la sua gola era squarciata da un profondo taglio,era morta.

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