Error 404

di thisisgiulia
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Nome ***
Capitolo 2: *** Strano ***
Capitolo 3: *** Il villaggio Dali ***



Capitolo 1
*** Nome ***


- Numero 404, sei pronta? - 
La jenoma annuì debolmente alla voce del suo creatore, Garland. 
Chiuse gli occhi, aspettando il momento fatidico che ogni jenoma attendeva con ansia (se potevano provarla, l'ansia). 
Una dolce sensazione la pervase, sentiva un forte calore nelle vene e nel petto, rilassante. 
- Aspetta - disse Garland - Qualcosa non mi quadra - 
Una scossa, due scosse, tante scosse le percorsero ogni parte del corpo. 
Erano dolorose, forti, lancinanti. 
Numero 404 strinse gli occhi ed emise un gemito dal dolore, accasciandosi a terra e perdendo i sensi.

"Non pensavo si dovesse soffrire così per avere una nuova anima" fu la prima cosa che pensò quando riaprì gli occhi, trovandosi su un lettino (blu, ovviamente, come ogni cosa o dettaglio di Tera). 
- Come ti senti? - una voce familiare accanto a lei si materializzò in una figura piccola e dolce. 
- Ciao Mikoto - disse 404 - Mi sento... strana - 
- Hai ricevuto la tua anima - rispose Mikoto - Garland però dice che è successo qualcosa di strano, che non era mai successo - 
Mai successo? Ora che ci pensava però, 404 sapeva che solo altri due jenoma erano stati riempiti con un'anima, se non ricordava male si chiamavano Gidan e Kuja, forse loro sapevano cosa le era successo?
- Mikoto, sai quando tornerà qui Kuja? - domandò 404. 
- No, non lo so - rispose la piccola jenoma. 
404 si alzò dal letto, nonostante Mikoto le avesse detto di riposare, ma non voleva starsene ferma ora che aveva un'anima. 
- Non vuoi trovare un nome nuovo? - domandò Mikoto prima che 404 uscisse. 
Giustamente, ora poteva scegliere un nome nuovo, ma quale? 
- Lo troverò! - esclamò 404 ridendo. 
"Ridere? Si dice così? Stavo... ridendo?"

"Sai, sei davvero particolare, 404. Non solo hai qualcosa di strano come recipiente, ma sei la prima che assomiglia più a Kuja che a Gidan" 
404 ripensava spesso alle cose che Garland le diceva, soprattutto al fatto dell'assomigliare a Kuja. 
Si chinò su uno specchio d'acqua e osservò il suo riflesso: per prima cosa, era più alta degli altri jenoma. Aveva i capelli lunghi e color biondo platino, così come la sua coda, e gli occhi erano di un azzurro molto limpido e chiaro. 
Non aveva nemmeno la stessa carnagione degli altri jenoma. 
Si sentiva diversa, speciale. 
"S-pe-cia-le" pensò.

Man mano che il tempo passava, 404 si sentiva sempre più diversa: aveva voglia di correre, saltare, ridere, mangiare, esplorare... fare tantissime cose. 
Senza farsi vedere, uscì di nascosto dal villaggio. 
"Blu, blu, blu... uffa! È tutto blu qui!" Pensò sbuffando e cercando qualcosa di interessante da fare. 
Un rumore alle sue spalle la fece voltare di scatto, rivelando davanti a lei un mostro Okulum. 
- Fatti sotto! - esclamò cercando di evocare la magia Fire, ma i poteri sembravano non risponderle. 
Okulum stava per attaccare, così 404 senza riuscire a controllarsi urlò di paura. 
Un attimo dopo, Okulum svanì nel nulla. 
- Odio queste sudice creature - 
404 osservò la figura del suo salvatore, non c'erano dubbi: era Kuja. 
La jenoma si avvicinò a lui osservandolo attentamente: Garland aveva ragione riguardo alla somiglianza. 
- Saresti? - domandò Kuja. 
- Numero 404! - rispose la jenoma - Appena dotata di un'anima - proseguì sorridendo, di nuovo, cosa per fino a lei bizzarra. 
- Tu? Un'anima? Non ti ho mai vista prima - rispose lui - È strano, doveva essere Mikoto la prossima... - 
404 era confusa, cosa voleva dire che Mikoto era la prossima? C'erano dei turni? 
Kuja se ne stava già andando, ma 404 la seguì - Aspetta! Devo chiederti una cosa - 
- Non ho tempo, non seccarmi - rispose Kuja. 
- Certo che sei antipatico - disse 404, fermandosi a riflettere sul significato di quello che aveva detto. 
Pure Kuja si fermò, e si girò verso di lei - Come fai a... - 
- Cosa? - 
I due si guardarono per qualche secondo, poi Kuja riprese il suo cammino tornando al villaggio Branbal.
404 si fermò sulla scalinata che collegava il villaggio con il ponte per Pandemonium, la dimora di Garland. 
- Un nome... - disse 404 a bassa voce. 
Voleva a tutti i costi trovare un nome unico, bello, che le piacesse. 
"Sara? Viola? Teresa? Lavinia? Rosa? Bella?" 
Non sapeva nemmeno dove aveva sentito tutti quei nomi, forse erano i ricordi del vecchio possessore della sua anima? Era possibile?
Guardò in alto il cielo rigorosamente blu. 
"Chissà come sono il giorno e la notte su Gaya" pensò. 
Notte. Giorno. 
Notte. 
"La notte... il cielo..."
In quel momento, 404 scelse definitivamente il suo nuovo nome.

"Stella"

Ciao a tutti :)
Benvenuti al primo capitolo di questa nuova avventura con un personaggio totalmente inventato da me, curiosi di sapere cosa combinerà?
Il nome della storia mi è venuto in mente pensando proprio alla schermata del computer "Error 404" (quanti scleri quando veniva fuori... hahaha) 
Ho deciso di lasciare momentaneamente in sospeso l'altra storia "Sister" dato che non avevo molte idee (avevo scritto altri capitoli ma non li avevo ancora pubblicati)
Datemi i vostri pareri :)
Alla prossima!
- Giulia

 

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Capitolo 2
*** Strano ***


Il suo nuovo nome era deciso. 

Non sapeva nemmeno perché le piacesse tanto, forse la affascinavano le stelle, per lei erano speciali. 

Qualcuno si sedette accanto a lei sulla scalinata. 

Mikoto era sempre con lei, si sentiva più legata a lei ora che aveva un'anima. 

- Ehi - disse Stella, però le suonava strano quel saluto. 

- Hai trovato un nome? - domandò Mikoto. 

Stella annuì - Ora sono Stella - 

- Oh... è bello - rispose Mikoto - Ti piace? -

- Molto! - esclamò Stella. 

Mikoto la guardava con occhi vuoti, ma con una certa curiosità. 

Quella jenoma era strana, provava qualcosa di forte... aveva già delle emozioni e una personalità. 

Così presto? Aveva la sua anima da meno di due ore e già era in quello stato. 

- Garland sta cercando di capire cosa è successo con la tua anima - disse Mikoto - Hai paura? -

- Di cosa? - domandò Stella. 

- Che te la tolga - rispose la jenoma. 

Toglierle l'anima... subito? Stella ci pensò: in fondo, se c'erano rischi dannosi per lei era meglio toglierla... e se l'avesse lasciata vuota? Ancora? 

- Non lo so... - disse Stella - Mi piace questa anima - 

Mikoto si alzò e cominciò a scendere, e sempre dando le spalle a Stella disse - Se andrai su Gaya, ti auguro buona fortuna... per tutto - 

Mikoto se ne andò, lasciando Stella ad un bivio: restare, rischiando di perdere l'anima appena ricevuta, o scappare su Gaya? 

Stella voleva tenere quell’anima, ad ogni costo, quindi la seconda opzione era quella migliore. 

Ci sarebbero state tante conseguenze, troppe, ma ne valeva la pena secondo lei. 

Il problema era uno solo: come avrebbe raggiunto Gaya? 

Poi la sua mente si illuminò: sapeva benissimo dove andare. 

 

Era rischioso per lei attraversare Pandemonium, ma era l'unico modo per raggiungere l'idrovolante che Kuja prendeva per andare su Gaya. 

Passando di lì, sentì il jenoma discutere con Garland. 

- Come ti ho donato l'anima, posso anche togliertela! - esclamò Garland. 

- Certo, certo... ci sono solo due piccoli dettagli: tu sei vecchio e cadi a pezzi, io sono forte e posso ucciderti anche subito - disse Kuja. 

Garland rise - Uccidermi? Le conseguenze cadranno su di te, vedrai - 

Il creatore fece per lanciargli una magia, ma Kuja la evitò come niente. 

- Non ho tempo da perdere con te, voglio finire quello che ho iniziato - disse il jenoma dirigendosi verso un idrovolante diverso dal solito: di solito prendeva l'invincible, quello era... strano. 

Stella, sgattaiolò dentro prima che Kuja e Garland potessero vederla, finendo nella sala dei comandi. 

Sentì Kuja arrivare, ma prima che potesse nascondersi la jenoma inciampò su dei tasti della sala comandi. 

Il motore si accese e tutto barcollò. 

- Cosa ci fai qui? - esclamò Kuja mentre il rumore dei motori si faceva più forte. 

Stella rialzandosi inciampò su un altro pulsante, sembrava il rumore delle porte principali che si chiudevano. 

- Levati - disse Kuja prendendo il controllo dell'idrovolante. 

Stella si scansò osservando il mondo di Tera allontanarsi sempre di più. 

Rimase a lungo a fissare quello spettacolo, finché non si sentì svenire a causa di una magia lanciatale alle spalle. 

 

Quando rinvenne, Stella sentiva un forte dolore alla testa, e appena la vista le si fece più limpida si trovò davanti a Kuja.

- Ben svegliata - disse il jenoma, che sembrava molto furioso. 

Stella emise dei versi indefiniti, cercò di rialzarsi ma non aveva ancora le forze. 

- Avanti, parla, ti ha mandato Garland per sorvegliarmi? - domandò Kuja. 

Stella scosse la testa per dire no, senza riuscire a dire una parola. 

- Dimmi la verità - proseguì Kuja puntandole un dito sulla gola - Ti faccio fuori - 

- Lo... lo giuro! - disse Stella rialzandosi. 

Il jenoma sospirò e allontanò il dito - Cosa fai qui allora? Perché mi hai seguito? - 

Stella si era ripresa del tutto ormai, è decisamente disse - Voglio vedere Gaya, Tera non mi piace più - 

Kuja rimase in silenzio a fissarla: era molto simile a lui nell'aspetto, il che era bizzarro dato che tutti gli altri jenoma erano identici a Gidan. 

- Non ho tempo per te, e sinceramente non mi interessano i tuoi problemi - disse Kuja voltandosi e dirigendosi verso l'uscita. 

Stella lo seguì, parandosi davanti a lui poggiando le mani sui fianchi per darsi un tono. 

- Senti, lo so che hai chissà quali problemi con Garland, ma dovresti cominciare a pensare anche agli altri - disse Stella, mentre Kuja la squadrava da capo a piedi. 

- Sei davvero... strana - disse il jenoma. 

- È un complimento? - domandò Stella curiosa del suo improvviso interesse. 

- Cosa... ti sembra la faccia di uno che fa i complimenti? - Kuja si accorse di star parlando in un modo diverso dal solito, forse quella Stella lo stava influenzando un po' troppo. 

Stella doveva inventarsi qualcosa, da sola non ce l'avrebbe mai fatta, non sapeva niente della vita su Gaya. 

- Facciamo così: ti aiuterò, qualsiasi sia il tuo scopo - disse Stella. 

Kuja era ancora confuso dal comportamento di quella jenoma, e dal fatto che la sua presenza lo facesse sentire in quel modo... strano. 

Forse sarebbe stato un vantaggio contro Garland tenerla al suo fianco, magari era anche forte. 

- Va bene, ma alla minima cosa stupida che fai ti rispedisco su Tera - disse Kuja. 

Stella annuì e insieme uscirono dall'idrovolante. 

 

Strano.

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Capitolo 3
*** Il villaggio Dali ***


Stella guardò subito il cielo: era azzurro con qualche nuvola soffice e bianca. 
Allungò una mano come per volerle toccare, ma una leggera brezza attirò la sua attenzione. 
Attorno a lei era tutto così... verde. 
Verde, non più blu. 
La jenoma già adorava Gaya, era diversa e aveva più colori. 
- Sbrigati - disse Kuja osservandola mentre si guardava attorno. 
Stella lo seguì per un sentiero roccioso circondato da piante rigogliose. 
In lontananza si intravedeva un piccolo villaggio. 
- Dove siamo? - domandò curiosa. 
- Mi sono fermato vicino al villaggio Dali, ma stasera saremo ad Alexandria - 
- È un altro villaggio? - domandò Stella, non conoscendo Alexandria. 
- No, è molto più grande - disse Kuja - Stasera assisterai ad un grande spettacolo - 
"Spettacolo?" si domandò lei, ma i suoi pensieri si focalizzarono sul villaggio che aveva davanti. 
Era piccolissimo, ma molto bello.
Stella andò verso una piccola casa dalla porta di legno, e Kuja la seguì - Vuoi già riposare? -
Lei lo guardò - Perché? -
- È la locanda - disse il jenoma - Deciditi ora -
- Possiamo prendere una stanza, tanto devi andare stasera no? - disse Stella alzando le spalle. 
Kuja la guardò quasi scocciato, e infastidito dal suo modo di parlare.
- Fai come ti pare - disse. 
Stella impulsivamente lo trascinò per un polso nella locanda, e lui si ritrasse con disgusto. 
- Tranquillo, non sono un mostro velenoso - disse Stella, dirigendosi verso il bancone dove un uomo si era appisolato. 
Stella battè il pugno un paio di volte sul tavolo, facendo svegliare l'uomo. 
- Buongiorno - disse mezzo assonnato - Abbiamo solo quella stanza... per quanto vi serve? - 
Stella guardò Kuja alzare gli occhi al cielo, e lei disse - Per qualche ora, avviseremo noi quando dovremo andarcene - 
L'uomo si riaddormentò e Stella entrò nella stanza, dove c'erano quattro letti singoli. 
La jenoma si sdraiò su di uno, e Kuja subito la richiamò - Ti lascio qui se non ti sbrighi - 
- Sbrigarmi? - domandò Stella - Per cosa? Abbiamo tutto il tempo del mondo - 
- Tu hai tutto il tempo del mondo - disse Kuja - Smettila di pensare che saremo una squadra in ogni dove - 
A Stella venne in mente un'idea per capire davvero le vere intenzioni del jenoma: era impossibile che le volesse solo far piacere, Kuja aveva sempre qualcosa a scopo malefico in mente. 
- Se proprio sei così di fretta allora vai - disse lei. 
- Sei tu che hai insistito per starmi appresso - rispose lui. 
Stella rise - Quindi non vuoi più fare di testa tua? Riesci a ribellarti al tuo creatore e non a me? - 
Kuja rimase zitto: in realtà aveva in mente cosa farsene di Stella, aveva capito che lei era diversa da tutti i jenoma, qualcosa a che fare con la sua nuova anima le aveva concesso qualcosa di importante... ma che cosa? 
Per di più, Stella aveva già una forte personalità, nè lui nè Gidan erano riusciti a svilupparne una così velocemente.
- Stammi bene a sentire - disse Kuja puntandole di nuovo un dito alla gola - Lo vedi questo? Con un gesto posso farti fuori con una qualsiasi magia -
Stella sentiva molto caldo uscire da quel dito, come se stesse per rilasciare una magia fire. 
Spaventata, balbettò - A...Aspetta - 
Kuja si fermò - Allora, hai capito? -
Stella annuì in silenzio, ancora con gli occhi spaventati.

Era rimasta nella stanza da sola per qualche minuto, Kuja le aveva detto di non muoversi e aspettarlo lì, ma i minuti per lei diventavano interminabili. 
Prese la decisione azzardata di uscire a visitare il resto del villaggio. 
C'era un gruppo di bambini che correva avanti e indietro sorridenti e allegri, e una donna accanto ad una specie di pozzo. 
Stella decise di entrare in un piccolo negozio, al bancone c'era una donna sorridente e dall'aria gentile. 
- Benvenuta - disse la donna. 
Stella sorrise come segno di saluto, e osservò uno scaffale con la scritta "accessori". 
C'era una cosa che rendeva Kuja diverso da tutti i jenoma e da lei: la piuma sui capelli. 
Anche Stella voleva qualcosa che la rendesse diversa, unica. 
I suoi occhi caddero su un nastro rosa, e senza indugiare lo prese. 
- Sono 10 guil - disse la donna. 
"Cavolo" pensò Stella "Non ho soldi con me" 
Stella, cercando di non andare in panico, cercò di dire qualcosa, ma una presenza alle sue spalle disse - Lo offro io alla ragazza - 
Stella non riusciva a voltarsi dall'imbarazzo, una mano allungò 10 guil e Stella afferrò il nastro balbettando - Gr-Grazie... -
Quando si voltò verso la figura che l'aveva aiutata, quasi si paralizzò: un ragazzo biondo con la coda, identico ai jenoma. 
Anche il ragazzo rimase a fissarla, Stella non poté far altro che correre fuori. 
- Ehi maledetto! Aspetta! - urlò il ragazzo. 
Stella si fermò: "maledetto?" Pensò confusa. 
Si voltò verso il ragazzo, che rimase a fissarla ancora, poi sospirò dicendo - Scusami, ti ho scambiata per un'altra persona - 
Stella accennò una piccola risata, mentre il ragazzo se ne andava. 
Aveva capito benissimo chi era, l'unico jenoma oltre a lei e Kuja che aveva un'anima. 
Gidan.

 

ANGOLO AUTRICE

Perdonate la lentezza nell'aggiornare, spero siate pazienti e apprezzerete lo stesso la storia ^^

Alla prossima!

- Giulia

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