Introspection - A Kylo Ren story

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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** I. ***
Capitolo 3: *** II. ***
Capitolo 4: *** III. ***
Capitolo 5: *** IV. ***
Capitolo 6: *** V. ***
Capitolo 7: *** VI. ***
Capitolo 8: *** VII. ***
Capitolo 9: *** VIII. ***
Capitolo 10: *** IX. ***
Capitolo 11: *** X. ***
Capitolo 12: *** XI. ***
Capitolo 13: *** XII. ***
Capitolo 14: *** XIII. ***
Capitolo 15: *** XIV. ***
Capitolo 16: *** XV. ***
Capitolo 17: *** XVI. ***
Capitolo 18: *** XVII. ***
Capitolo 19: *** XVIII. ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


 
 

 
Introspection
A Kylo Ren Story

 
Prologo


Non so dove voglio andare a parare, non so dove mi porteranno i miei pensieri e cosa mi spingeranno a fare. So solo che è difficile andare avanti così. È difficile camminare, e parlare, a volte anche respirare. A volte l’ansia mi stringe così forte il cuore che ho paura possa fermarsi da un momento all’altro. Sento il Lato Oscuro che mi chiama, sento sulle spalle il peso delle responsabilità che mi si sono rovesciate addosso nel momento in cui ho deciso di finire ciò che mio nonno ha iniziato. Sento la paura che mi attanaglia, e la mente che mi dice “non ce la farai”. Ma sento anche il Lato Chiaro, sento Leia, e Rey. Qualcosa si è spezzato dentro di me quando mi sono risvegliato e lei non c’era, ma non è colpa mia! Stupida! Sarebbe dovuta restare, io e lei fianco a fianco avremmo potuto fare tutto, unificare la galassia, finire ciò che Darth Vader ha iniziato. Eppure ha scelto la Ribellione, ha scelto di mettersi contro di me. Non tenendo conto del fatto che io non potrei mai mettermi contro di lei. Ho un cuore anche io, e lei lo sa, e nonostante ciò mi ha allontanato. Ero disposto a donarle l’universo e mi ha voltato le spalle. Adesso che Snoke è morto ho preso io il comando, sono io il Leader Supremo, ma non posso avere l’unica cosa che voglio veramente, l’unica cosa di cui ho bisogno per restare a galla. La connessione che avevamo andava oltre ogni cosa, sapevo che lei era lì, e nonostante mi vedesse ancora come il mostro che ha ucciso Han Solo sapeva che avrei potuto essere perdonato. Il perdono, la redenzione, ne ho davvero bisogno? Ho davvero bisogno di tornare dalle persone che mi hanno sempre voltato le spalle? Da mia madre, e Luke, e Rey? No, non è questo ciò che voglio. Non voglio redimermi, voglio essere potente, e voglio esserlo con Rey, e per Rey. Ma senza la connessione che avevamo prima non potrò parlarle più, non mi permetterà più di creare quel legame. E mi odio perché è colpa mia, perché non riesco a staccarmi dal Lato Oscuro, ha infettato la mia anima e senza quel potere non mi sento nessuno. No, non posso. Non posso. Basta. "Lascia morire il passato, uccidilo se necessario, è l'unico modo per diventare ciò che devi”. Lo ripeto e lo ripeto e ogni volta sembra sempre più falso, ma devo! Non posso farmi vedere debole, ferito, dilaniato, grigio. Nessuno può schiacciarmi, non gli permetterò nemmeno di provarci. Ma Rey…Rey. Rey sarà la mia distruzione e ne sono consapevole, perché lei è la mia più profonda, reale debolezza.


Angolo autrice: 

Ehi there! Questa è la prima volta che mi inoltro nel mondo delle fan fiction, in genere scrivo storie introspettive per cui rimarrò molto sul mio genere, ma avevo bisogno di scrivere qualcosa su Kylo Ren perché trovo sia un personaggio con uno spessore importantissimo e necessario alla trilogia. Auguratemi buona fortuna e buona lettura!
- Ann 

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Capitolo 2
*** I. ***


I.



Me la sono fatta scivolare dalle mani, se n'è andata da ore ormai, dopo la mia proposta, e sto già impazzendo. Lei è andata via ma devo raggiungerla, so che è andata a cercare la Resistenza su quel pianeta, e io devo andare da lei. Voglio richiederglielo, devo richiederglielo! Le cose però non stanno andando come previsto su questa terra macchiata di morte.

"Portatemi da lui," ordino. 
Siamo io e Luke, uno di fronte all'altro. È dall'ultima notte al tempio che aspetto di ucciderlo per quello che mi ha fatto, l'ho cercato a lungo e alla fine è stato lui a trovare me. Mi sta bene lo stesso: adesso io ho un esercito, mentre lui è da solo. Io sono cresciuto, sono diventato più forte, lui invece ha passato gli ultimi dieci anni a cercare di chiudersi al di fuori della Forza. Lui parla, mi sfida, pensa di avere ragione, di avere già vinto e più lo guardo più la rabbia dentro di me cresce, e cresce.


"...e io non sarò l'ultimo jedi." mi dice fissandomi negli occhi con sguardo di sfida. Rey. Il suo volto si fa strada tra i miei pensieri, e il suo enorme potere.


"Distruggerò Rey, e te, e tutto il resto."sono fuori di me dalla rabbia, è Kylo Ren a parlare, non sono io. Ha preso il sopravvento, e l'odio per tutto, e il Lato Oscuro. È tutto così sfumato nella mia testa, come se vedessi attraverso un vetro opaco, vorrei farlo tacere ma sento solo l'ira che ho nel petto: pesante, cieca, immensa.


"No. Abbattimi con tutta la tua rabbia e io sarò sempre con te, come tuo padre." mi intima Luke come una sfida. È l'ultima goccia. Il petto mi esplode, e io con lui, in un urlo di puro odio. Corro, rabbia, la spada ruota, il movimento sembra quasi elegante, mi fermo, vittoria. No! Non è possibile! È ancora in piedi, illeso, come se non lo avessi nemmeno sfiorato. Mi ha preso in giro. "No!" urlo.

 
"Ci vediamo, ragazzino." Lo guardo con odio, è l'unica cosa che riesco a provare. Lui sparisce, io mi giro verso l'entrata della base. Mi ha ingannato per prendere tempo, per dare agli altri la possibilità di scappare. Ma l'odio che provavo per lui piano piano mi si riversa contro, e lo provo per me stesso. Come ho fatto ad essere così cieco, così stupido. Cerco di trattenermi, posso ancora raggiungerli se mi muovo, non ho tempo di soccombere alle mie emozioni. 


Gli stormtrooper mi raggiungono ed entriamo nella base ormai vuota. Guardandomi intorno vedo solo il mio fallimento. La sala principale così vuota, abbandonata, dove sarebbe dovuta esserci lei, mi urla che ho perso, ho fallito. Ho perso, ho fallito. Mi guardo in giro, non possono essere scappati attraverso queste gallerie, è una condanna a morte peggiore che dover affrontare me. Nella sala computer raccolgo da per terra i dadi di Han, quelli con cui ha vinto il Millennium, li guardo: sento la luce, e il buio, sento il corpo di mio padre sulla mia spada, la presenza di mia madre. Dentro di me è tutto grigio, è così difficile accettare tutto quello che sono e che ho fatto. Mentre guardo i dadi sento qualcosa: è Luke, e sta morendo. Sorrido malamente, pensavo che sarei stato contento però non lo sono, non sono soddisfatto. Le cose non dovevano andare così: sento pace nella sua morte, tranquillità. Doveva pagare per i suoi errori e invece...improvvisamente la scena cambia, c'è qualcos'altro, lentamente alzo lo sguardo: Rey. È sul Millennium Falcon, mi guarda: riesce a vedermi, e io vedo lei. Rey! Il legame esiste ancora, non importa che Snoke sia morto, siamo legati e lo saremo per sempre, e sono contento. Non sono solo, lei non è sola, c'è ancora speranza. Però quel barlume di felicità svanisce in fretta: nel suo sguardo c'è odio, mi odia, mi vede ancora come un mostro. Il cuore si appesantisce improvvisamente: sono un mostro. L'ho delusa, l'ho ferita, ha tutto il diritto di guardarmi così, di odiarmi, di volermi uccidere. In fondo al cuore so che non lo farebbe mai, lei non uccide. Però vorrei lo facesse, non voglio più soffrire, il dolore mi dilania. L'unico modo per fermare Kylo Ren è ucciderlo, e se devo morire voglio che sia per mano sua. L'ultima cosa che voglio vedere sono i suoi occhi nei miei, voglio essere guardato come Ben, non come Kylo Ren, e lei è l'unica a farlo, a guardare oltre la maschera. Lo sportello della stiva si chiude, separandoci. La guardo negli occhi attraverso un velo di lacrime: me la sto facendo scivolare dalle mani. Prima che sparisca alla mia vista, però, riesco a vedere la sua espressione cambiare impercettibilmente, e il suo cuore trema assieme al mio. Non mi odia, non del tutto almeno. Lei vede Ben, lo sente, sa che sono qui.  



Angolo autrice
Direttamente dall'ultima scena del film: il primo capitolo. Un capitolo difficile da scrivere in realtà: Kylo Ren si ritrova il suo maestro davanti ma Luke lo prende in giro; nella base non c'è più nessuno, ma Rey...la vede, e lei vede lui. E c'è ancora un barlume di speranza. Il legame non si è sciolto con la morte di Snoke! Ben ha ancora una speranza. Però il dolore non lo lascia mai, nemmeno il Lato Oscuro. Fanno parte di lui, e sa che deve fare qualcosa. 
Come inizio non da molte informazioni sulla storia, me ne rendo conto. Però era una scena importante che mi sentivo di dover raccontare. Spero che il capitolo vi sia piaciuto, a presto! 
- Ann 

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Capitolo 3
*** II. ***


II.



La cicatrice che ho sul viso fa male, Rey la guarda con il cuore pieno di sensi di colpa, piano piano si apre, ma con mia sorpresa non esce sangue come mi aspettavo: sento qualcosa che si contorce sotto la mia pelle, piano e con delicatezza tiro quello che penso sia un lembo di pelle morta, pronto a staccarsi. Guardo inorridito il piccolo essere che ho in mano: un verme, nero come la pece, si attorciglia su se stesso sul mio palmo. Immediatamente riporto le mani al viso e ne tiro fuori un altro, e un altro ancora, e sembra non finiscano mai. Tremo, sono terrorizzato. "Rey, ti prego. Aiutami!" Lei alza la mano in direzione del mio viso e a fatica tira fuori dalla cicatrice l'ennesimo verme. Non si muove più, non mi guarda nemmeno. Mi lascia sofferente, mentre quegli esseri orridi mi escono da sotto la pelle. 


Mi sveglio sudato, con le lacrime agli occhi. La prima cosa che riesco a pensare è che non ho nessuna possibilità di redimermi, di ricominciare, di rinascere. La seconda è che Rey non potrà aiutarmi, e forse le spezzerà il cuore, forse non gliene fregherà niente, ma non potrà aiutarmi. Il male si è insidiato così in profondità dentro di me che non potrò estirparlo come un'erba cattiva, continuerà a rinascere e a crescere intorno al mio cuore e io non vedrò mai più la luce. 


Mi vesto, infilo la spada nella cintura e nascondo il mio viso sofferente dietro la maschera. In sala comandi Hux mi chiede quale sarà la prossima mossa, io però mi sento perso. "Trovateli! Trovate il Falcon! Trovate la Jedi!" Ancora una volta Kylo Ren, cieco di rabbia, pensa a Rey: la vuole uccidere, deve ucciderla. Deve mettere fine alla Ribellione, ai Jedi, a tutto! Questa guerra deve finire, è vero, ma non così. Non posso permettere che Ren vinca e Rey muoia. 

Lascio Hux a preparare la partenza, pensa di essere in grado di individuarli. Lo spero per lui, è davvero questione di vita o di morte. Mi chiudo nella mia stanza, e non appena chiudo la porta sento la sua voce: "Toglila, fatti vedere." Per un attimo rimango immobile, è la seconda volta che me lo chiede, ma è la prima richiesta che mi fa con un tono così dispotico. Depressurizzo la maschera e la faccio cadere ai miei piedi, tenendo gli occhi fissi per terra. "Ben," la sua voce si è addolcita un poco, "cosa pensi di fare adesso? Cosa dovrei fare io? Luke è morto, la Ribellione non resisterà ancora a lungo. Come finirà? Ben, guardami. Ascoltami." La sto ascoltando, ma non  posso guardarla perché non conosco la risposta e non conosco un modo per dirglielo. "Non riuscirai a salvarmi Rey, l'ho visto." Lentamente tolgo anche i guanti, poi sento le sue dita scorrere lungo la mia cicatrice. "Sì, invece. Ho avuto una visione anche io. Tornavi a casa, Ben." Stringo i pugni, e i denti, e cerco ti tenere la cattiveria a bada, sotto chiave, ma è più forte di me. "A casa? Dalle persone che mi hanno tradito? Quella non è casa mia, questa è casa mia! È qui che sono rispettato, e temuto. È qui che ho potere! Perché non capisci? Ti avevo chiesto di unirti a me e hai rifiutato e adesso ne pagherete le conseguenze!" Sono riuscito ad alzare lo sguardo e l'espressione sul suo viso mi ha colpito come un pugno nello stomaco. È ferita, è delusa, ed è colpa mia. "Sei tu che non capisci, Ben." Non vorrei farmi vedere vulnerabile, e debole, ma una lacrima, una singola lacrima, scivola via senza il mio permesso poco prima che lei sparisca. Tiro un pugno alla porta. Sbaglio sempre, sbaglio tutto. Devo trovare un modo, il modo di tornare da lei, di parlarle. Ho bisogno di fare chiarezza su questa storia. Ho bisogno che lei mi aiuti a capire. Solo lei può farlo. Mi pento di quello che ho detto, non potrei mai farle del male. Non voglio che viva anche lei nella paura, e nella convinzione che un giorno arriverò e metterò fine a tutto, a tutti. Lei non lo merita, lei deve uccidere Kylo Ren. 


Lascio la maschera sul pavimento e torno in sala comandi. 

"Li avete trovati?" 

"Sì, Leader Supremo. Sono nel sistema di Dantooine, nell'orlo esterno" mi informa Hux con sguardo fiero.
"Bene" dico soltanto, mentre i piloti iniziano a prepararsi per la velocità luce. 



 

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Capitolo 4
*** III. ***


III.




Il viaggio sembra infinito, mi torturo le mani camminando avanti e indietro per la mia stanza da ore ormai. Non arriveremo mai, mi dico, e lo spero. Sento che ci stiamo avvicinando, la sento sempre più vicina, e non so cosa succederà. Sono spaventato, ho paura di ferirla ulteriormente e non voglio. Il Lato Oscuro mi chiama, mi dice che il momento è arrivato: porrò fine alla guerra. Nessuno soffrirà più, dopo oggi nessuno morirà più, ci sarà pace nell'universo sotto il comando del Primo Ordine. Fottuta Resistenza, questo loro non lo capiscono! Devono sempre mettersi in mezzo, con i loro pensieri democratici, convinti che una Repubblica sia la risposta. Ma io so di essere dalla parte della ragione, io non sono cattivo. Qualcuno bussa alla porta e mi distoglie dai miei pensieri. 


"Leader supremo, siamo in prossimità del sistema di Dantooine, Signore," sento dire da dietro la porta. "Bene", recupero la spada laser, guardo la maschera. Prenderla o non prenderla? Kylo Ren o Ben Solo? Un piccolo sorriso contorto mi appare sul viso senza che me ne renda conto: Ben Solo è morto. 


Riesco a vedere il Millennium Falcon dalla sala comando, tutti e quindici i piloti e il generale Hux stanno aspettando un mio ordine. Siamo cinque Star Destroyer contro un'astronave da carico, non hanno nessuna possibilità di sopravvivere. Qualcosa dentro di me mi dice di dare ordine di fuoco, di distruggerli in un millesimo di secondo, di vederli sparire. Ma a bordo c'è anche Rey e non posso permetterlo. 


"Generale Hux si metta in contatto con il Millennium Falcon, voglio parlare con il Generale Organa." Le parole escono come un sibilo, non so se sono pronto a farlo, non so a che cosa sto andando incontro né che conseguenze dovrò affrontare, ma devo farlo, devo provarci. 


"Ma...Leader Supremo, non..." il generale prova a contestare il mio ordine. 


"ORA!" urlo girandomi verso di lui, sono tentato dal Lato Oscuro, mi dice di fargli capire chi comanda, ma non posso, non stavolta. Non sono cattivo.
 

Hux urla qualche ordine ai piloti mentre io mi giro a guardare di nuovo l'astronave che abbiamo di fronte. Sento che intorno a me la gente si muove, fa ciò che ho ordinato, ma l'unica cosa che riesco a vedere davvero è Rey. È seduta al posto del co-pilota eppure c'è qualcosa che non va, è strano, è come se non riuscisse a vedermi. Perchè, perché non si gira? Perché non sente che sono qui? Forse mi ha definitivamente chiuso fuori, si è arresa. Sa anche lei che non passerò mai più al Lato Chiaro, sa che non combatteremo mai più fianco a fianco. Sa che è tutto una bugia e ha ragione. Continuo a guardarla: c'è preoccupazione nei suoi occhi, come se sapesse che la fine sta arrivando. Ora più che mai mi sento in dovere di dare a quelle persona un'ultima possibilità, per Rey. 


"Signore, siamo in collegamento con il Generale Organa" Rey sparisce di colpo. Non so chi mi stia parlando, non mi interessa: essere interrotto così mi fa innervosire e non poco. Non poteva sapere, ovviamente, che cosa stava succedendo in realtà, e aveva un buon motivo per venire ad avvisarmi di quello che stava succedendo. Trattenni il respiro per qualche secondo per raccogliere tutto il coraggio che avevo in corpo e andai verso il computer.


Per un momento non dissi niente, non sapevo, in effetti, cosa avrei potuto dirle. Erano anni che non parlavo con mia madre, l'unico contatto che ho avuto con lei è stato quando ho sentito la sua presenza su una nave della Resistenza e quel giorno è quasi morta. Rabbia, e odio si fanno strada dentro di me, digrigno i denti. Debole.


"Ben," la sua voce è dura, ma c'è un istinto materno che la ricopre, come se non volesse ferirmi. 


"Ben è morto. Non sono qua per parlare di redenzione Generale Organa, sono qua perché voglio darvi un'ultima possibilità per arrendervi, entrambi sappiamo che non avete nessuna speranza di uscirne vivi: arrendetevi senza opporre resistenza e finiamola qua." Cerco di usare un tono freddo e distaccato, fortunatamente la maschera mi aiuta: non voglio lasciar trapelare nessuna emozione. 


"E una volta che ci saremo arresi cosa farete? Ci ammazzerete uno alla volta? Non voglio condannare questi uomini senza aver lottato, Ben. Prova a capire la mia situazione." Il tono si è addolcito un po', eppure la cosa non mi tocca. 


"I soldati semplici e i piloti verranno rilasciati su Dantooine. Lei, la Jedi e chiunque abbia un qualunque grado, sarete ospiti del Primo Ordine" dico, cercando di sembrare il più autoritario possibile. Non voglio Leia sulla mia nave, non voglio nessun comandante, nessun capitano. Voglio solo Rey, è lei che deve essere fermata, perché è l'unica in grado di fermare me. 


"Con ospiti intendi dire prigionieri?" mi chiede, ma non sembra preoccupata, anzi: è più tranquilla di prima. 


"Avete un'ora per decidere cosa fare, allo scadere del tempo apriremo il fuoco," non voglio più sentire una parola, "chiudete il collegamento" ordino prima di andarmene. 



Angolo scrittrice: 
Ciao a tutti! Innanzitutto volevo ringraziarvi per le recensioni! E anche perchè nel giro di tre giorni abbiamo superato le 140 visualizzazioni! Mi fa un sacco piacere sapere che vi interessa ciò che scrivo, per me qualsiasi storia è importante ma questa soprattutto. Star Wars è sempre stato presente nella mia vita fin dall'infanzia, ricordo di essermi messa a guardare la trilogia prequel intorno agli 8 anni, e fu amore a prima vista! 
Comunque sto divagando in chiacchiere: i capitoli cominciano a diventare sempre più lunghi, da 700 parole che mi ero imposta stanno arrivando a 1000 per capitolo. In realtà non me ne accorgo nemmeno, scrivere questa storia è come scivolare sull'acqua, io metto le mani sulla tastiera e poi si scrive da sola, come se sapesse già. 
La storia, inoltre, si sta formando un po' di più, finalmente! Come promesso! 
Se volete che i capitoli tornino ad essere più corti fatemelo sapere,
un bacio, 
- Ann 

Ps: per chiunque fosse interessato ho anche un account wattpad, dove sono sempre @sofismi! Se mi aggiungete ditemelo che ricambio il follow! 

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Capitolo 5
*** IV. ***


IV.

 

Sono nella sala di Snoke, è ancora tutto distrutto da quando io e Rey abbiamo combattuto contro le sue guardie. Qua e là c'è ancora qualche macchia di sangue, sul trono soprattutto, e le pareti sono impregnate di ricordi, e di lei. Ho voltato le spalle al mio maestro per salvarla e poi lei le ha voltate a me. La rabbia piano piano cresce, sono stato uno stupido. Non avrei dovuto metterla davanti ad una decisione simile, non subito perlomeno. Se avessi aspettato un po', se l'avessi ascoltata...forse le cose sarebbero andate diversamente. È colpa di Snoke, è solo colpa sua! Ho la mia spada in mano, incompleta, come me: la stringo con tutta la forza che ho, spinto dall'odio e dall'ira. Faccio un passo verso il trono, lentamente, poi un altro, e un altro ancora, sempre più veloce. Quando gli sono vicino alzo la spada e la abbasso con tutta la forza che ho, urlando. Di nuovo, di nuovo. E continuo ad urlare, per far uscire dal mio corpo tutta quella rabbia, quel malessere. E gli occhi bruciano ma la spada continua a colpire quello stupido oggetto, un fendente, e poi un'altro. Di nuovo, ancora, e ancora! Quando finalmente ho finito, mentre cerco di riprendere fiato, guardo ciò che è rimasto del mio maestro: un mucchio di polvere e macerie, piccole, insulse macerie di un passato ormai morto. Ce l'ho fatta, l'ho ucciso. L'ho ucciso di nuovo, l'ho estirpato completamente. Sono libero, sono una persona nuova, un individuo distinto. Il mio passato ormai non c'è più, ormai sono solo il frutto delle mie esperienze, sono me stesso. Ho raggiunto mio nonno, e poi l'ho superato. Sono riuscito nel suo intendo, e finalmente sono orgoglioso di me stesso. Un leggero sorriso si dipinge sul mio viso come una smorfia: sono orgoglioso ma non sono contento. Siamo arrivati alla resa dei conti, con oggi la guerra sarà finita. La Ribellione è ormai morta e una volta distrutta la Repubblica la galassia sarà finalmente sotto il controllo supremo del Primo Ordine, il mio controllo. Ma cosa me ne faccio di tutto questo potere, se non posso usarlo per avere l'unica cosa di cui mi importa davvero? Immediatamente mi sento perso, e l'odio che provo per me stesso mi attanaglia il cuore e la mente. "Rey..." ormai non riesco a pensare ad altro. L'ultima volta che l'ho vista lei non riusciva a vedermi, e non riesco a spiegarmene il motivo, mi consuma dentro. Qualcosa in quel momento si è spezzato dentro di me: ho paura che mi abbia definitivamente lasciato alle spalle, come un giocattolo rotto, irrecuperabile. E la odio per questo. La odio, la odio! La odio eppure non riesco a far altro che pensare a come salvarla. Che stupido sono stato, che debole! Avrei dovuto ascoltare Snoke fin dall'inizio: trovare il droide, trovare Luke, ucciderlo. La guerra sarebbe finita da molto, molto tempo. Invece ho ceduto al Lato Chiaro, mi è entrata nel cuore e non ne è più uscita. Mi ha trasformato in qualcosa che non sono! Non voglio più essere debole, Rey. Non voglio più. Mi dispiace. 


Il tempo è scaduto, sto aspettando una risposta da parte del Generale Organa e tarda ad arrivare. La cosa comincia a farmi innervosire, mi sta mettendo a dura prova: ho detto una cosa e quella deve essere, non voglio che pensino che sono buono e che non li distruggerò se non avrò la risposta che aspetto, ma non posso fare del male a Rey. 


Il Generale Hux, in piedi poco dietro di me, è impaziente, riesco a percepirlo. Non vede l'ora di dare l'ordine e di vedere l'ultima scintilla della resistenza spegnersi come se non fosse mai esistita, senza lasciare traccia del suo passaggio. 


"Signore..." mi intima. 

"Mancano ancora quattro minuti, Generale Hux. Io mantengo la parola data." Gli rispondo con freddezza, svogliatamente. Non ho intenzione di sprecare tempo a spiegargli le mie intenzioni, lui non è nessuno. 


"Il Generale Organa ha una comunicazione per lei, Leader Supremo" mi informa un pilota dalla sua postazione. 


"Ben," la voce che proviene dal computer non è quella di Leia però, è Rey. Incompetenti. Rimango spiazzato, sotto la maschera sento il mio respiro bloccarsi per un secondo, perché c'è lei e non Leia? 


"Rey," le dico, senza aggiungere altro. 


"Abbiamo preso una decisione: io, il Generale Organa e l'ammiraglio Ackbar siamo pronti a salire sul vostro caccia stellare senza opporre resistenza a patto che lasciate i soldati, i piloti e i droidi su Dantooine." Per la seconda volta usa un tono più che autoritario con me, e non mi va proprio giù quando qualcuno mi da degli ordini, nemmeno se quel qualcuno è Rey. Rifletto prima di rispondere: se li lascio andare tutti arriveranno alla base dell'alleanza ribelle di Dantooine e non ci metteranno molto a trovare dei caccia e tornare qui. Ma per quel momento noi saremo già lontani, e non hanno nessuna possibilità di trovarci. È fattibile, posso farlo. Questo posso concederglielo. 


"Va bene, Jedi," dico con tono di sfida, "incaricherò i miei soldati di scortare i suoi amici sul pianeta. Tu, il Generale e l'ammiraglio potete raggiungerci con il Millennium Falcon. Io mi fido di te, Rey." Spero vivamente che prenda a cuore le mie parole e che capisca che non deve scappare, non avrebbe speranze di sopravvivere: la voglio avere qui, viva, per volontà propria. Cerco di spaventarla per non rischiare di vederla andare via, una parte di me mi dice che non è il modo migliore per tenerla vicina, però non posso far altro che ascoltare il Lato Oscuro, non ho altro modo. 
Rey, dal Falcon, chiude il collegamento. Il cuore mi batte così forte che mi sembra di averlo in gola. Tra poco sarà qui, saremo insieme, di nuovo. Non so che cosa succederà ma saremo insieme, e questo mi basta.


"Non appena salgono a bordo date al Generale una stanza e uccidete l'ammiraglio. Mi occuperò io personalmente della Jedi," ordino dirigendomi verso l'hangar principale con una decina di stormtrooper. 


È arrivato il momento, finalmente.  


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Capitolo 6
*** V. ***


V.



La rabbia mi scorre liquida nelle vene: sono di fronte a Rey, finalmente, e non riesco a non provare queste emozioni così contrastanti tra loro. Mi guarda con odio, ancora. Mi guarda come quando mi ha definito un mostro. Io non sono un mostro, è lei che continua a non capire. Ho dovuto farlo, sono stato costretto. Tutto ciò che ho fatto era necessario, io volevo farlo. 


"Ben, cosa stiamo facendo? Perché siamo qui?" È arrabbiata anche lei, lo sento e lo capisco. Non merita di stare in una cella ma non ho altro modo, non voglio che se ne vada. Ben, dentro di me, dice che trattenerla con la forza non è giusto, che lei vorrà sempre scappare se continuo a trattarla come un animale, come un prigioniero, un nemico. Ma è necessario! 


"Voglio ancora che tu ti unisca a me, Rey. Io e te insieme potremo fare cose grandissime." Cerco di convincerla, voglio ancora convincerla. 


"È per questo che sono legata?" mi sfida, ha tirato su un muro e io non riesco ad attraversarlo. Ed è lo stesso muro che le ha impedito di vedermi quando era ancora sul Falcon. 


"Sei legata perché..." non posso permettermi di lasciarmi scivolare fuori quelle parole, cosa le dico? Come glielo spiego? "perché hai un potere immenso, e io posso farti diventare qualcuno. Posso mostrarti il tuo posto in tutto questo." Spero che lei non riesca a percepire quello che sento veramente, non ho la maschera e ho paura che qualche emozione possa trapelare dalla mia voce, dalla mia espressione. È la verità, comunque, lei è molto forte e io voglio essere il suo maestro. 


"Che ne sarà di Leia? Ben, è tua madre!" urla lei, quasi disperata. 


"Mi ha voltato le spalle! Non le è mai fregato niente di me!" rispondo io, urlando più forte di lei, avvicinandomi di qualche passo fino a respirarle sul viso contorto da emozioni che conosco molto bene. "Non mi hanno mai capito, non sono mai stato preso in considerazione! Mi hanno abbandonato" la mia voce è più calma, ma dentro mi sento esplodere.


"Eppure la stai tenendo in vita, o sbaglio? Ben, non passerò mai al Lato Oscuro. Sono stata abbandonata anche io, lo sai, lo hai visto tu stesso. Ma non per questo mi sono arresa. Ho aspettato, ho lottato per la mia sopravvivenza" anche lei si è calmata un poco, le sue braccia distese lungo i fianchi, però, mi fanno capire che si è arresa davvero: sa che non ci sono più speranze per me. "Tu ti sei perso durante la strada, ma posso ancora aiutarti, non mi arrenderò mai." Adesso parla con sicurezza, e io mi rendo conto di aver sbagliato tutto. Tentenno, per un secondo mi sento perso, come se stessi oscillando appeso per un filo sottilissimo. Come fa ad avere ancora così tanta speranza, per me soprattutto? Ha spazzato via la mia unica convinzione con poche semplici parole e adesso il mio ultimo appiglio è sparito. Sono in bilico, di nuovo. Sono in un limbo tra luce e oscurità e non ho le forze, né la capacita di scegliere un lato. Dentro di me una tempesta di emozioni mi fa tremare le mani, ho bisogno di distruggere qualcosa ma non posso farlo qua davanti a lei, cosa penserà di me? 


"Non posso essermi perso se non ho un posto dove andare" sibilo con cattiveria, rabbia, e odio prima di andarmene. 


"Non puoi incolpare me se non riesci a perdonare te stesso!" sento urlare alle mie spalle nel momento il cui attraverso la porta. Ha ragione. Chiudo la cella alle mie spalle, inspiro, espiro, chiudo la mano a pugno e subito si contra violentemente con il metallo freddo. Da dentro si sente un sussulto, sotto i guanti le nocche bruciano per la pelle scorticata. Ne avevo bisogno. 


Vado dritto verso la mia stanza, Hux prova a fermarmi per chiedermi quale sarà la nostra prossima mossa, se deve andare a cercare gli altri della Resistenza e ucciderli o se ho altro in mente. Io, in risposta, alzo una mano e lo spingo contro la parete, sono stanco di tutte queste stronzate. 


Mi sento male, mi sento fisicamente debole, cerco di resistere fino al mio alloggio e quando finalmente entro e chiudo la porta mi accascio per terra. Ogni parola che mi ha detto Rey in quella dannata cella è vera, ed è una cosa che non riesco più a tenere dentro. Gli occhi bruciano e una piccola lacrima scorre sulla mia guancia, prima di essere interrotta dalla cicatrice. Cerco di alzare lo sguardo, per costringermi a non piangere, ma vedo qualcosa che non dovrebbe esserci, che speravo non ci sarebbe stata, non adesso perlomeno. A pochi metri da me c'è Rey, rannicchiata, con le guance bagnate di lacrime e lo guardo perso. Sono completamente paralizzato, non riesco a muovere nemmeno un muscolo, solo le lacrime continuano a scivolare giù. Dentro di me sto pregando:"non guardarmi, non guardarmi". In fondo al mio cuore sto sperando che il muro che ha costruito sia ancora lì, e che le sia impossibile vedermi. Non posso permetterle di vedermi così, però io vedo lei, e i sensi di colpa mi schiacciano. Continuo a rimanere immobile, non so da quanto tempo la sto guardando. Lei non si muove, infondo: cosa potrebbe mai fare nella cella asettica, buia, e vuota, nella quale l'ho lasciata? Probabilmente questa volta ho ragione: lei non riesce davvero a vedermi, non mi percepisce, non sente la mia presenza. Non riesco a capire, però, perché io sia ancora collegato a lei, sebbene questo mi renda, in un certo senso, felice. 


"Rey...scusami" sussurro, lei non si muove: non può sentirmi. Sorrido malamente e mi alzo, mi spoglio e mi metto a letto. Domani ci riproverò. Nemmeno io ho intenzione di arrendermi. 


Angolo scrittrice:
Dato che sono un po' indietro con la publicazione ho deciso di mettere un secondo capitolo oggi! Fatemi sapere che ne pensate, un bacino a tutti quelli che hanno recensito i capitoli precedenti con tanta, tanta pazienza! 
Ann

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Capitolo 7
*** VI. ***


VI.



Anche stanotte dormo male, il sonno è disturbato da incubi e visioni e sento Rey così vicina che è come se il mio cuore volesse uscirmi dal petto e correre da lei. Non mi riconosco più, non so cosa sono diventato. Non sono una persona affettuosa, anzi. Quindi cos'è quest'attrazione che provo? Da dov'è nata? Io non posso farmi distrarre così da una ragazzina, una nemica. Se non fosse per lei la Resistenza sarebbe morta da tempo e io sarei il Leader Supremo di tutta la galassia. Sarei potente, invincibile. Sarei temuto da tutti e tutti mi porterebbero rispetto. Mi sono indebolito, è questa la verità. Non sento più il Lato Oscuro come lo sentivo prima, adesso sento la Luce che mi chiama, e tentenno, e prendo decisioni che mai avrei pensato di prendere. E, cosa peggiore di tutte, riesco a sentire Rey come se fosse qua affianco a me. Sento i suoi incubi sulla mia pelle, e mi rendo di essere io il suo incubo peggiore. Non ce la faccio in questa situazione, non voglio che lei sia spaventata da me, io la voglio mia. Una parte di me mi dice di andarla a prendere, ma sono dominato dalla paura, e dal Lato Oscuro, e a quella parte di me non gliene frega niente che Rey stia soffrendo, e singhiozzando da sola, al buio, al freddo. Ecco cosa sento sulla mia pelle: freddo, tantissimo freddo. Possibile che in quella cella non ci sia nemmeno uno straccio per coprirsi? Il tuo cuore è diventato debole, Kylo Ren. Verrai distrutto da quella sporca scavenger. Lo so, lo so che sono diventato debole, ma non posso lasciarla lì, o i sensi di colpa mi mangeranno vivo. Debole!


Ignoro le voci nella mia testa, mi vesto velocemente e corro fuori dalla mia stanza per andare da lei. Appena sono davanti alla porta della cella, però, mi rendo conto di cosa sto facendo: Kylo Ren è davvero capace di compiere un gesto simile? È decisamente troppo per i miei standard, non mi è mai successa una cosa del genere, dovrei fregarmene, è una nemica, una mia prigioniera. È Rey. Apro la porta il più silenziosamente possibile e faccio qualche passo verso di lei. Sta dormendo ma ha le guance umide, e trema di freddo. Mi chiedo come abbia fatto ad addormentarsi in queste condizioni. La prendo in braccio sperando che non si svegli, e sperando che non mi veda nessuno andare in giro per i corridoi con la Jedi che abbiamo appena catturato in braccio. Camminando a passo leggero ma spedito, per non rischiare di svegliarla, mi dirigo verso la mia camera, apro la porta e la appoggio delicatamente sul letto, coprendola e assicurandomi che sia comoda. Dovrebbe essere tutto a posto, ora, no? Le scarpe! Non le ho tolto le scarpe, non può dormire nel mio letto così. Le scosto di nuovo le coperte dai piedi e comincio a toglierle il primo stivale. 


"Cosa stai facendo?" mi chiede preoccupata. Alzo immediatamente gli occhi verso di lei, con quello che penso sia lo sguardo più idiota di sempre. Non mi ero accorto che si fosse svegliata, ormai pensavo che nulla avrebbe potuto farlo. 


"Ho pensato che sarebbe stato meglio farti avere una stanza, con un letto..." mi sento come un bambino di sette anni che dopo essere stato sgridato mille e mille volte ricomincia a fare ciò che stava facendo e che poi viene beccato di nuovo con le mani nel sacco dai suoi genitori.


"Oh, ma che gentile," mi dice lei con astio, "grazie, ma faccio da sola." Detto ciò mi prende dalle mani il suo stivale e si toglie l'altro. È così bella. Dopo aver finito lascia gli stivali affianco al letto, come se fosse necessario averli così vicini, e alza lo sguardo. 


"Quindi?" mi chiede. Ha ragione, in effetti lei non sa che questa è la mia camera, probabilmente starà pensando che è sua. In realtà non mi dispiace sapere che dorme nel mio letto, ma è anche comprensibile che non mi voglia qua. Decido quindi di girarmi, sebbene non voglia farlo, e mi dirigo lentamente verso la porta, sperando di ricevere anche il più piccolo segno che mi dica di restare. 


"Buonanotte," dico, con un cenno della testa, prima di uscire dalla stanza. 


Debole, debole, debole! Verrai distrutto, Ren,e sarà solo colpa tua! Ti sei appena mostrato vulnerabile. Stai zitto! È giusto così, va bene così, non meritava quella tortura! Sono arrabbiato con me stesso, nonostante sia contento che adesso lei sia comoda e al caldo. Vorrei dormire, o perlomeno riposarmi, però non posso tornare nella mia stanza. Sto fissando la porta, aspettando di sentire la sua voce, un suono, qualsiasi cosa, ma dentro è tutto tranquillo, ovviamente, ma cosa mi passa per la testa? A passo deciso vado verso la sala addestramento, giusto per non stare qua a torturarmi davanti alla porta della mia stessa camera nella speranza che Rey mi chiami disperata, come se avesse bisogno di me. 


Dopo un veloce riscaldamento decido di prendere la spada, affianco alla mia, però, c'è quella di Rey, la spada di Anakin. Vederla lì, spezzata a metà mette tristezza. Sento come se il mio cuore avesse subito la stessa sorte: spezzato, rotto, apparentemente irrecuperabile. Ma io so aggiustarla, io posso farlo. E ci impiego una notte ma alla fine ci riesco. È tornata come nuova, ho cercato di cambiare meno pezzi possibile, e il resto l'ho saldato insieme. È ancora la stessa spada che usava mio nonno, prima che diventasse Darth Vader. Ma io chi ero prima di diventare Kylo Ren? Ero Ben Solo? Non lo so, non so più niente. Ogni mia certezza mi si è sgretolata davanti da molto tempo e non sono ancora riuscito a trovare me stesso, a diventare pienamente Kylo Ren. O Ben Solo. 


Torno nella sala di addestramento che è quasi l'alba: la mia mano si muove da sola verso la spada, la guardo attentamente, ricordo quando nel tempio di Luke la usavo per allenarmi. La accendo, un fascio di luce blu illumina la stanza semi-buia. La amo, la adoro. Averla in mano mi fa sentire potente. Sorrido, inspiro, espiro, poi, con quanta più eleganza mi è concessa, creo un movimento fluido e leggero, e la spada segue il mio corpo. Finalmente.
 


Angolo autrice: eccomi qua finalmente! In realtà speravo (e volevo) che questo capitolo fosse più corto rispetto agli altri perché mi dilungo sempre di più e ho paura che siano troppo pesanti. Voi li vorreste più corti? Magari posso spezzarli a metà! Anyway, mi sento in dovere di spiegare una cosa: pian piano che la storia va avanti Kylo\Ben si sposta sempre di più nella zona grigia della forza, e tutte le frasi che provengono dalla sua testa sono sempre più contrastanti, ho deciso quindi di evidenziarne alcune e sono proprio quelle che sente Kylo\Ben nella sua testa, e nella sua testa gli risponde. Non so se sono stata chiara, ma comunque per qualsiasi cosa chiedete pure! 

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Capitolo 8
*** VII. ***


VII.


Reduce da una notte insonne mi dirigo verso la stanza dove è stata chiusa Leia. In realtà non vorrei andare, sono un po' intimorito da quel che potrei trovare dietro quella porta, però è un mio dovere. Inoltre, la mia maschera è ancora nella mia stanza, e nella mia stanza ci sta dormendo Rey: non posso permettermi di entrare come se fosse casa mia, anche se, effettivamente, lo è. Certe cose non si possono fare - né dire - alla luce del sole, sebbene nello spazio il sole non ci sia, per cui dopo essermi rivestito in fretta nella sala addestramento sono corso qua, senza la mia maschera. Fisso la porta senza aprirla, non ho abbastanza coraggio per entrare, e sicuramente lei sa che sono qui, e sto facendo la figura del debole, ma non posso. Non posso. Se entro cosa dico? Cosa faccio? Stringo gli occhi e i denti, poi alzo una mano e schiaccio il bottone per aprire la porta. Mi sarebbe piaciuto di più poterla distruggere, quella dannata porta, ma sfortunatamente non me lo posso permettere, mi accontento del bottone. Quando entro lei è seduta affianco alla finestra, con la sua postura regale e lo sguardo serio. È una bella donna, non posso dire il contrario: è bella, è intelligente, ed è mia madre. 


"Ben," mi dice abbozzando un sorriso, "finalmente." 


Sono come paralizzato, non siamo così vicini da tanto, troppo tempo. Le emozioni dentro di me si scontrano, e si attorcigliano tra loro come i miei pensieri. Non posso rischiare che lei veda questo attraverso i miei occhi. 


"Lo sai che vedo molto altro, Ben. Anche a distanza di anni luce, ti sento sempre. Conosco bene il conflitto che hai dentro, l'ho sempre percepito, fin da quando eri bambino: non sei mai stato tranquillo, non sei mai stato totalmente sicuro di te, avevi bisogno del consenso di tutti, però volevi far credere che facessi sempre tutto di testa tua. E vedo che non sei cambiato molto." 


"Non ho bisogno del consenso di nessuno! So quello che devo fare e lo sto facendo. Non ho bisogno di una tua predica, hai perso questo privilegio molti anni fa!" dico, sperando in fondo al cuore di ferirla, e allo stesso tempo di non farle troppo male. 


"È per questo che non sei riuscito ad ucciderci? Perché non è quello che vuoi fare, e quindi non lo fai? Ben, ragiona, e rispondimi: perché ci hai portate qui nonostante tu non abbia intenzione di ucciderci? Ci vuoi vive, però non vuoi che ti mettiamo i bastoni tra le ruote, non vuoi essere fermato. E questo lo capisco. Eppure cerchi ancora il nostro consenso, vuoi ancora Rey al tuo fianco, hai ancora bisogno di lei. Perché?" Il suo tono serio e allo stesso tempo dolce mi confonde, non riesco ad inquadrare bene le sue parole nemmeno se guardo dentro di lei. Non riesco a capire se mi odia, o se mi vuole con sé, o se vuole vedermi morto, o se vuole che torno al Lato Chiaro. Non lo so, non lo so! Ogni parola che ha detto mi sembra sbagliata, ma anche tremendamente giusta. Ogni parola mi ha colpito dritto al cuore e ho come la sensazione che tra i due quello ferito sono io. Lei sembra di marmo, una bellissima statua marmorea. Mentre io non sono altro che un ragazzino perso, come ha detto Rey.


"Tu non sai niente di me," sibilo, cercando di guardarla con lo sguardo più intimidatorio e crudele che riesco a tirare fuori.


"Lo sai che ho ragione, invece. Se devi uccidermi fallo, non ho paura della morte. Però ascolta Rey, guarda infondo al tuo cuore e segui quella piccola scintilla che brilla dentro di te. Non sarà una strada facile ma non sarai da solo." 


Esco dalla stanza infuriato, bollente di rabbia, pieno di odio e di ira. Tiro un pugno a quel bottone maledetto e me ne vado il più lontano e il più veloce possibile. Arrogante! Crede di sapere tutto ma non è così. Ho bisogno di calmarmi, o di distruggere immediatamente qualcosa. Scelgo la prima opzione, devo trattenermi un pochino e piano piano, ogni giorno che passa, me ne rendo conto sempre di più. Vado in camera mia per fare una doccia, e magari riposare un po', ma non appena spalanco la porta vedo il mio elmo sul pavimento, lo guardo con tutta la cattiveria che ho in corpo: non resisto più. Lo tiro su e lo scaravento contro la parete con tutta la forza che ho, prima di ricordarmi una cosa fondamentale: non sono solo. 



Angolo autrice: Buon Anno Nuovo a tutti! Inizio questo 2018 con il settimo capitolo di una delle storie a cui tengo di più e non potrei essere più contenta. Sfortunatamente è un po' corto, è stato un capitolo difficile da scrivere. Stamattina, inoltre, rileggendo i capitoli mi sembra di dover apportare qualche modifica. E non so se farla ora, oppure aspettare qualche mese e riscrivere tutto, piango. Odio essere troppo perfettina, però se due parole non mi piacciono insieme non c'è santo che tenga, uff. Vabbhe, vedremo poi! 
Ancora auguri a tutti, e grazie per le recensioni, sono contentissima che la storia stia piacendo! 
Un bacio, 
- Ann

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Capitolo 9
*** VIII. ***


VIII.


Rey mi guarda spaventata, c'è terrore nei suoi occhi, nel suo cuore. E il fatto che io riesco a sentire tutto così vividamente fa venire paura anche a me. 


"Ben...cosa ci fai nella mia camera?" mi chiede lei dopo qualche momento di silenzio. 


"La tu..." mi interrompo subito, non voglio dirle che in realtà sta dormendo nel mio letto, c'è qualcosa che ancora mi frena, "ero venuto a prendere la mia maschera." Lo so che non sembra plausibile, lo so che è una bugia grossa come una casa e che ce l'ho scritto in faccia che sto mentendo, però sul momento non riesco a pensare a niente di intelligente: un po' per le emozioni che mi annebbiano il cervello, e un po' perché sto parlando con lei. 


"Cos'è che ti turba così tanto? Lo sento anche io, Ben, è un dolore tremendo. Posso aiutarti, se vuoi." Mi dice lei con tono rassicurante, un tono che non sentivo da molto tempo. Che lei avesse un cuore buono l'ho sempre saputo, ma mascherare la paura che prova per me in questo modo, solo per provare ad aiutarmi, va oltre ogni cosa. E io non lo merito, non la merito. 


Non mi sono ancora mosso da quando sono entrato nella stanza, mi sento paralizzato, come mi succede spesso in sti giorni. Non so cosa fare, ho così tante cose brutte dentro di me, e le trattengo con così tanta gelosia e paura che mi stanno facendo affogare. Lo so che a lei basta guardarmi negli occhi per capire che qualcosa non va, però non riesco comunque a liberarmi di questo peso nemmeno con lei, e la causa è il mio orgoglio: me ne vergogno troppo. 


"Non voglio uccidervi, ma non posso tenervi qua per sempre. Scusami, Rey." Non dico altro, non aspetto nemmeno una sua risposta: mi giro e mi chiudo la porta alle spalle. 


Sei un codardo, continui a scappare piuttosto che affrontare il problema. Verrai distrutto anche facendo così, o ci metti una pietra sopra e le uccidi entrambe, o sarai destinato a non essere niente per tutta la vita. 


È vero: scappo al posto che affrontare il problema. 


Mentre torno indietro sento il Lato Oscuro opporsi, e sento il Lato Chiaro, quello debole, espandersi e crescere dolorosamente dentro di me. Questa volta, però, quando apro la porta non c'è paura nei suoi occhi, c'è sorpresa, e sembrerebbe esserci un briciolo di contentezza, ma non voglio illudermi. 


"Ho aggiustato la tua spada," le dico soltanto, sebbene non sia questo il motivo per cui sono tornato indietro. Sul suo viso adesso c'è un'adorabile ombra di stupore, gioia. È così che vorrei vederla sempre. 


"Ci sei riuscito?" mi chiede entusiasta. 


"Con chi credi di stare parlando? Luke non ti ha insegnato niente?" forse esagero con la modestia, ma ho bisogno di addolcire un po' l'atmosfera, non voglio rischiare di dire cose di cui potrei pentirmi, o piangere, o peggio: chiederle aiuto. 

"Tieni, è tua," dico, mentre le porgo la spada che ho tenuto appesa alla cintura tutta la mattina. Lei la prende delicatamente e la guarda estasiata. Riesco a sentire il suo cuore accelerare, e il respiro farsi più veloce, però di colpo si incupisce e mi costringe a indietreggiare un po'. 


"Che cosa vuoi in cambio? Non puoi corrompermi aggiustandomi la spada. Non è così che funziona!" mi rimprovera come ha appena fatto Leia. Possibile che nessuno mi tratti più come un adulto? Nessuno teme più Kylo Ren perché ormai si sa che si è indebolito, e il pensiero che devo far tornare la paura nel cuore di tutti mi travolge, sebbene io stia provando ad ignorarlo.

"Non posso costringerti a passare al Lato Oscuro della Forza e tu non puoi costringere me." Il mio tono è tornato quello duro di sempre, ora so che cosa devo fare, e cosa devo dirle. 


"Perché no? È solo una tua convinzione, Ben, c'è ancora speranza!" mi dice alzandosi finalmente dal letto e avvicinandosi a me. 


"Perché è la verità, Rey! È la verità! Io e te siamo agli antipodi, se fossimo dalla stessa parte non ci sarebbe più equilibrio nella Forza e creeremmo un mostro ancora più grande di Snoke! Un mostro più grande di me!" adesso la mia rabbia è tangibile su pelle, riempie la stanza, il mio cuore, i miei occhi.


"E cosa vuoi fare, darmi la caccia per sempre? Giocare al gatto col topo finché non ci uccideremo a vicenda? È questo che vuoi? Nessuno di noi due sarà mai solo buono o solo cattivo, possiamo completarci in qualsiasi situazione ma tu sei troppo cieco e troppo arrabbiato e hai troppa sete di potere per vederlo!" Mi urla lei, a pochi centimetri dal viso. Nelle sue vene scorre la mia stessa rabbia, e nel momento in cui la percepisco mi rendo conto che ha ragione: lei non è completamente nel Lato Chiaro, quindi io non sono completamente schiavo del Lato Oscuro. Ci completiamo. "E adesso vattene, non voglio più vederti. Decidi se uccidermi con le tue mani o lasciarmi morire qua dentro, ma fallo. Addio, Ben." È seria, lo so che crede davvero in ciò che ha detto: non c'è nemmeno un tremolio nel suo cuore, solo dolore. 




Angolo scrittrice: dopo questo capitolo non me la sento di aggiungere altro.....troppi feels. 
Spero vi piaccia! 
Un bacio, 
- Ann

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Capitolo 10
*** IX. ***


IX.


Ci siamo sfiorati, un'altra volta, solo per allontanarci di nuovo, e forse adesso siamo addirittura più lontani di prima e non so se lei capisca quanto male mi faccia questa situazione. Io so che cosa c'è sotto, semplicemente non voglio ammetterlo, non posso ammetterlo. Sono stato una delusione per i miei genitori, per Luke, per Snoke, e adesso lo sono anche ai suoi occhi. Un ragazzino stupido, cocciuto, testardo, arrabbiato, viziato, che vuole avere potere senza poi riuscire a capire che cosa farsene. Diglielo. Potrei farlo, ma cos'è che mi ferma? Il Lato Oscuro è ancora molto potente dentro di me, sento che vuole trascinarmi giù ma io non sono solo quel mostro, io sono molto altro, potrei esserlo, se solo Rey mi aiutasse. Finché non glielo chiedi non ti aiuterà mai, ha troppa paura di te. È vero, la intimorisco. È sempre stato questo il mio scopo, e adesso che mi rendo conto che le persone hanno paura di me mi sento in colpa, perché non vorrei essere guardato così, non da lei. Da quando è salita sul mio Star Destroyer ho capito tre cose: che la connessione esiste anche se lei non può percepirmi, che non mi odia, e che saremo sempre due esseri complementari tra loro. 
Mi ha detto che non vuole vedermi, mi ha detto addio, eppure è ancora qua davanti a me e mi guarda come a dirmi "resta". Di nuovo, non so cosa fare: vado, resto, o la uccido seduta stante? Dentro di me rido ironicamente, non potrei mai né andare via né ucciderla. Non dopo che mi ha aperto gli occhi in questo modo. 


"Ho bisogno di dormire," le dico. In effetti è vero, stanotte non ho chiuso occhio perché lei mi stava occupando il letto e non potevo stare con lei, ovviamente. Ma penso che d'ora in avanti le cose cambieranno. Mi avvicino all'armadio, allontanandomi da lei per la prima volta da quando sono entrato nella stanza distruggendo la mia maschera, e comincio a spogliarmi. 


"No, no, ehi! Ma che diavolo stai facendo? Fuori di qui!" urla Rey, visibilmente scossa e arrabbiata. Viene vicino a me e prova a tirarmi via, a spingermi fuori dalla sua stanza, ma quando l'occhio le cade sul contenuto dell'armadio mi lascia immediatamente il braccio e non stacca lo sguardo dagli abiti neri appesi e dagli elmetti appoggiati sulla mensola. Dopo un tempo che sembra interminabile, finalmente mi guarda. Ho le braccia infilate per metà nella maglietta che stavo per indossare, e i pantaloni della mia solita divisa ancora abbottonati. Aspetto pazientemente che dica qualcosa prima di azzardarmi a muovermi, la sua reazione mi preoccupa e non poco, ma per adesso sta andando meglio di quanto mi aspettassi. 


"Ma è...il tuo alloggio?" chiede sbigottita, guardando prima me, poi l'armadio, e infine girandosi verso il letto. La sua voce calma è come un via libera, finalmente finisco di mettermi la maglietta, e tolgo gli stivali. 


"Sentivo che avevi freddo e mi sentivo in colpa per averti lasciata...là" sussurro. Finalmente l'ho detto, il gomitolo di pensieri che ho nella testa adesso è più leggero, e io ho una cosa in meno di cui preoccuparmi. Mi infilo velocemente sotto le coperte e chiudo gli occhi, come se non vedendola riuscissi ad auto-convincermi di essere da solo nella mia stanza come ogni altra notte. Ma questa non è una notte qualunque, non è nemmeno notte, saranno al massimo le tre del pomeriggio ma io non mi reggo più in piedi e questa vita non voglio viverla più. Mi addormento in fretta, senza aspettare una risposta di Rey, né nulla. Dormo come se fosse la mia unica salvezza, e dormo per ore e ore. E come sempre: nel mio sonno appaiono le mie paure più grandi.


 

Angolo autrice: 
Questo capitolo è più corto degli altri, me ne rendo conto. Diciamo che è un po' un capitolo di transizione, finalmente iniziamo a capire che cosa pensa davvero Kylo della situazione in cui sono, e di conseguenza conosciamo anche l'opinione di Rey.
Il prossimo, prometto, sarà lungo come gli altri! Fatemi sapere che ne pensate!  



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Capitolo 11
*** X. ***


X.



Appena si è appoggiato sul cuscino ha chiuso gli occhi, e il suo respiro è diventato subito regolare e profondo. Ha passato la notte sveglio, a riparare la mia spada probabilmente, perché il suo letto era occupato. Da me. L'ho cacciato via senza pensarci, non lo volevo con me e adesso me ne pento. Vederlo sul letto con un'espressione dolce, appena appena corrucciata, per la prima volta dopo tanti sguardi colmi di negatività, mi fa sentire al mio posto, come se fossi stata destinata a finire in questa stanza con lui. E subito mi rendo conto di aver sbagliato tutto: sono sempre stata cattiva con lui, sebbene volessi salvarlo, aiutarlo, gli ho sempre urlato contro. Avevo bisogno di sfogare la frustrazione che ho accumulato in questa situazione così anomala per me che dovrei essere su Jakku ad aspettare i miei genitori, e ho usato lui come capro espiatorio. È il Lato Oscuro che agisce dentro di me, che mi spinge a tirare fuori tutta la rabbia e l'odio per creare un muro di difesa, come uno scudo deflettore. Ma io non mi sento appartenere a quel lato della Forza, io ho bisogno di calma per poter utilizzare tutto il mio potenziale, e Ben, che è il mio opposto, fa la stessa cosa. Agisce seguendo il Lato Oscuro ma è attratto anche dal Lato Chiaro, sebbene non ne sia completamente soggiogato: sente che non è quello il potere che fa per lui. Lo capisco, adesso lo capisco pienamente: so cosa lo ha portato a diventare quello che è, e so che cosa lo costringe a rimanere lì, senza possibilità di evoluzione, di cambiamento.

Mi avvicino piano al letto e mi sdraio affianco a lui, sul bordo, in modo da stargli vicino ma non eccessivamente vicino. Anche se ho lo sguardo rivolto verso la parete riesco comunque a sentire il calore del suo corpo, e i suoi incubi. Se mi concentro vedo quello che vede lui: buio, morte, decomposizione, marciume, dolore, insetti, tradimento. Sento quell'insieme di cose terribili anche nella mia testa, e il cuore mi fa male se penso che questa è la sua vita da chissà quanto tempo. Nessuno dovrebbe vive in queste condizioni, nemmeno lui. Soprattutto lui. Ricordo quando l'ho chiamato "mostro", a quanto devo averlo ferito dicendogli una cattiveria simile. Lui non è un mostro, soffrire e fare degli sbagli non ti fa diventare un mostro. Io capisco le sue motivazioni, e le accetto. E mi rendo conto che forse, però, sono anche io nel torto a pensare ad una cosa del genere, forse è il Lato Oscuro che me lo fa credere, è il grigio che abbiamo intorno che ci tiene in questo limbo. Siamo vicini alla fine, alla soluzione, lo sento. Però ci sono ancora delle questioni sospeso e questo non mi sta bene. Tra me e Ben c'è ancora un divario troppo grande, l'equilibrio c'è, ma non tra di noi. Non voglio più essere il suo opposto, o finiremo sempre con lo scontrarci, voglio essere la sua parte complementare: ho bisogno di simmetria, ho bisogno che i due piatti della bilancia abbiano lo stesso peso, ho bisogno di equilibrio tra di noi, non solo nella forza. La realizzazione di questo pensiero mi lascia senza fiato: io voglio stare al suo fianco. Mi ha chiesto tante volte di unirmi a lui, e ho sempre rifiutato per paura dell'Oscurità, ma adesso mi rendo conto che io voglio davvero stare al suo fianco, sebbene questo voglia dire far crescere il Lato Oscuro dentro di me. Non so se sono pronta, in realtà, ma abbracciare quel lato che temo così tanto potrà far capire a Ben che anche lui può tornare a comprendere e non temere il Lato Chiaro. 


Mi sembra di avere la soluzione in mano, ma metterla in atto sarà molto più complicato. Lui, nel frattempo, inizia a respirare in modo meno regolare e più profondo. Cerco di non pensarci, di ignorarlo, perché so di non poterlo aiutare. Ho paura di non poterlo proprio fare: sono solo una mercante di rottami, lo sono sempre stata. Io non capisco niente della Forza, delle visioni che abbiamo, del legame che condividiamo. Come potrei mai aiutarlo? Eppure, nel momento in cui prova a pronunciare qualche parola mi giro, con tutti i sensi in allerta pronta a qualsiasi evenienza, sentendomi un'ipocrita. Tento di capire cosa sta dicendo ma è tutto troppo confuso, non riesco a collegare niente di quello che dice in modo da riuscire a dargli un senso. E quando mi avvicino per provare a sentire meglio lui apre gli occhi. Trattengo il fiato, mi ha colta su fatto. Mi sento le gote e le punte delle orecchie andare in fiamme dal momento in cui il suo sguardo si scontra violentemente con il mio.


"Rey," mi dice delicatamente con una voce che non ho mai sentito prima. Quella voce, dannazione Ben, ti prego, ridillo. Ben, ridillo. È la voce di cui ho bisogno. Dimmelo un'altra volta. 


"Rey..." dice di nuovo, come se sapesse a cosa stavo pensando - non che non fosse plausibile - e il mio cuore trema, e si scioglie, e gli occhi pure, e il mio labbro inferiore ha uno spasmo, e finalmente: crollo.






Angolo autrice: dato che oggi mi sento magnanima ho deciso di postare il secondo capitolo del giorno! È il primo che contiene i pensieri di Rey, non me la sentivo di scrivere in alto cose del tipo "rey'r pov" o cose del genere, cioè mi sembra che stonino proprio, non mi piacciono per niente. Ho cercato di renderlo il più chiaro possibile che fossero i pensieri di Rey, mi scuso se ho messo in difficoltà qualcuno! Per quanto riguarda il capitolo in sè: pare che abbiamo la soluzione in mano! Ma ho come l'impressione che non sarà una strada semplice!
Un bacino a tutti, Ann.

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Capitolo 12
*** XI. ***


Rey è sdraiata affianco a me e singhiozza con le mani sul viso, vorrei rassicurarla ma non so come fare, come muovermi o cosa dirle

 

XI.

 



Rey è sdraiata affianco a me e singhiozza con le mani sul viso, vorrei rassicurarla ma non so come fare, come muovermi o cosa dirle. Vorrei esserle utile in qualche modo, ma non mi sento la persona adatta a farlo, dopotutto: è colpa mia se soffre. Mi rendo conto di essere la cosa peggiore che le sia mai capitata ma non posso stare lontano da lei. E vederla così mi spezza il cuore. 
Le appoggio una mano sulla spalla, è così piccola.

"Rey, che succede?" le chiedo mantenendo questo tono dolce, sebbene non penso mi si addica. 
Lei continua a piangere, sembra inconsolabile. Decido di non dire più niente, se le andrà di parlare sono qua, affianco a lei. Meglio che si sfoghi subito, poi possiamo provvedere a trovare una soluzione. Intanto, però, non tolgo la mano dalla sua spalla, la faccio scorrere sul suo braccio con delicatezza sperando che sia abbastanza. Non sono mai stato bravo nelle dimostrazioni d'affetto, è una cosa che non mi è mai servita, non ho mai sentito la necessità di dimostrare le mie emozioni perché non avevo nessuno a cui rivolgerle, sono sempre stato solo. Però adesso che lei è di fronte a me, in lacrime, riesco solo a sentirmi inutile, cattivo, colpevole.

"Sono una persona cattiva, Ben. Mi dispiace, per tutto. Ti ho detto che sei un mostro, ti ho odiato, ti ho ferito fisicamente ed emotivamente. E tu adesso ti sei preso cura di me, mi hai lasciato il tuo letto a costo di non dormire tutta la notte, hai aggiustato la mia spada...io cos'ho fatto per te? Non sono nemmeno lontanamente riuscita ad aiutarti. Non ho mantenuto la mia promessa..." riesce a dirmi tra un singhiozzo e l'altro. Incredibile, nonostante si compari a me, si definisce lei quella cattiva. Lei che non ha fatto altro che provare ad aprirmi gli occhi per riportarmi dalla mia famiglia, sebbene nessuno glielo abbia chiesto, semplicemente perché si sentiva in dovere di farlo. 


"Non sei una persona cattiva, Rey. Stai soffrendo, è diverso. Ti sei ritrovata in una brutta situazione, ti sei addossata tantissime responsabilità, ti sei posta degli obiettivi impossibili da raggiungere. E nonostante le difficoltà sei riuscita ad aprirmi gli occhi, mi hai insegnato a non ascoltare le voci nella mia testa. Mi stai insegnando ad essere buono," le dico con sincerità, anche se in realtà vorrei dirle molto altro. 


"Ben, ho fatto una cosa brutta. Una cosa molto brutta." continua a singhiozzare lei. 


"Le tue brutte azioni non sono neanche lontanamente paragonabili alle mie. Quello che deve sentirsi in colpa e una brutta persona, tra i due, sono io," provo a consolarla, senza sapere cosa aspettarmi. Cosa potrà mai aver fatto, per finire così, in lacrime davanti al suo nemico? 


"Ti ho chiuso fuori! Ti vedevo e ti ignoravo! Mi hai chiesto scusa e non ti ho nemmeno guardato!" urla. Vedo la sua disperazione, chiara come la luce del sole. Tolgo inconsciamente la mano dalla sua spalla mentre si mette a sedere e la guardo, mentre le sue parole mi entrano nel cuore e mi feriscono l'anima. "Ho fatto finta di non vederti, riuscivo a sentire il dolore che provavi e non ho fatto niente. Niente! Non merito di stare qui." L'espressione sul suo volto si è trasformata in qualcosa di terribile: le sopracciglia aggrottate, gli occhi stretti, la bocca disegnata come un bellissimo sorriso pieno di rimpianti, e rabbia. La mia stessa rabbia, il mio stesso odio, scorrono nelle vene di Rey tanto quanto nelle mie. Non siamo mai stati più simili, più vicini. 


"Mi dispiace," riesco a dirle soltanto, un vuoto mi dispiace che però sento fino in fondo all'anima. 
Lei continua a piangere e scuote la testa, inginocchiata davanti a me con le braccia abbandonate lungo il corpo come a dire che si è arresa. Mi siedo anch'io e mi avvicino un poco a lei. 


"Io ti conosco, Rey. Mi hai mostrato chi sei veramente e so che non ti arrenderai mai. Cercherai sempre di far tornare Ben a casa, cercherai sempre di salvarmi," non so cosa sto dicendo, vorrei solo farla stare meglio. Voglio vedere di nuovo il suo viso illuminato dallo stesso sorriso che mi ha mostrato quando le ho ridato la sua spada, sebbene io non sappia come si fa a far sorridere le persone, non so che cosa bisogna fare per renderle felici. In tutta la mia vita sono stato avvolto solo da distruzione, e silenzio, e adesso non so come comportarmi. Mi ha cambiato, non sono più il Kylo Ren di prima, forse non sono più nemmeno Kylo Ren in questo momento. Lo ero quando ho parlato con Leia, lo ero quando me ne sono andato dalla stanza l'ultima volta. Ma quando sono rientrato ero già Ben, e lo sono tuttora, seduto su questo letto di fronte a lei.

"Mostrami le vie della Forza, Ben. Mostramele nel modo in cui le conosci tu," mi chiede sussurrando, guardandomi dritto negli occhi senza più piangere. Sono basito, le parole mi muoiono in bocca. Non riesco a credere che me lo stia davvero chiedendo. Perché adesso? 


"No, Rey...non posso," le dico con la voce piena di tristezza. Non posso. Non posso trasformare l'unica luce della mia vita in qualcosa di buio e sofferente. La ucciderei, ucciderei la Rey che conosco, ucciderei l'ultima scintilla in grado di salvare l'equilibrio della Forza. 


"Non mi ucciderai, Ben. È questo che intendevo prima che ti addormentassi," mi spiega. Adesso è calma, non piange più, sebbene abbia ancora il viso molto arrossato e gli occhi lucidi. "Se vogliamo mantenere l'equilibrio nella Forza e salvare la galassia non posso continuare ad essere la tua nemesi, devo essere uguale a te, devo essere al tuo pari. Snoke ha detto che se il Lato Oscuro cresce, cresce in egual misura anche il Lato Chiaro, giusto?" chiede, convinta del suo punto di vista, orgogliosa del suo ragionamento. 


"Si," le rispondo mio malgrado. Non capisco dove voglia andare a parare. 


"Ecco, quindi se io non posso essere solo luce, e tu non puoi essere solo buio, dobbiamo incontrarci a metà strada. Io imparerò ad utilizzare il Lato Oscuro, e tu ti riavvicinerai al Lato Chiaro. Sarà più difficile per te che per me, me ne rendo conto, ma mi troverai sempre di fronte a te, pronta ad aiutarti. Ci incontreremo a metà strada. Saremo Luce e Buio insieme. Lotteremo insieme, se necessario. Manterremo l'equilibrio nella Forza e la guerra finirà, potremo tornare a casa. Con Leia. Sarai perdonato, non ci sarà bisogno di spiegare cos'è cambiato, ti perdoneranno, e perdoneranno anche a me. E saremo fianco a fianco, come volevi tu. Me lo hai chiesto tante volte, Ben, adesso ho la soluzione. Possiamo farcela." Dalla sua voce capisco che ci crede davvero, crede davvero che potrebbe funzionare, ma io sono titubante. Il dubbio si fa strada tra i miei pensieri e sul momento non so cosa risponderle, non riesco nemmeno a reggere il suo sguardo, che piano piano si spegne, perdendo quel barlume di speranza che era appena apparso. 


"Va bene," sussurro debolmente. 


Sul suo viso appare un sorriso che non ho mai visto, e come uno specchio si riflette anche sul mio volto, e sebbene sia non luminoso come il suo sono sinceramente contento. 
Senza dire niente mi abbraccia all'improvviso, cogliendomi impreparato. Dopo un momento di smarrimento, respirando piano, appoggio le mani sulla sua schiena per ricambiare e chiudo gli occhi, sentendomi finalmente al mio posto. 

Angolo scrittrice: 



Angolo scrittrice: Schifosamente lungo: il fatidico e tanto agognato capitolo undici. È stato quasi un parto, ma ce l'ho fatta, e sono contenta di come si stanno risolvendo le cose. Ben è più in pace con se stesso, e Rey è pronta a sacrificarsi per lui. Possono farcela, io credo in loro!

[[È probabile che ci siano delle imperfezioni nel testo, se le notate potreste avvisarmi? Scusatemi!]]

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Capitolo 13
*** XII. ***


XII.



Mentre Rey dorme sgattaiolo fuori dalla stanza, non perché lei non mi volesse, o perché io non volessi lei, ma semplicemente perché ho bisogno di ragionare un po' in solitudine. Ciò che ha detto potrebbe anche essere vero, potremmo riuscire a rimanere nella zona grigia, ma non verrò mai accettato, né perdonato. Inoltre, se tradissi il Primo Ordine mi si rivolterebbe contro, non verrei seguito, né tantomeno temuto, e sicuramente proverebbero a farci fuori. Un esercito, un enorme esercito, contro noi due da soli. E nonostante il nostro enorme potere sarà difficile vivere in pace. Non voglio latitare e nascondermi fino alla fine dei miei giorni, non è questa la vita che voglio per Rey. Io ormai sono condannato, ma lei può ancora salvarsi. 


Non sono totalmente convinto di questa sua scelta, ho paura che potrebbe cedere al Lato Oscuro senza sapersi trattenere e allora saremmo punto e a capo. Sono anche un po' intimorito dal Lato Chiaro, da Ben Solo, da quello che sono diventato in un lasso di tempo così breve, e da quello che potrebbe succedermi nel futuro. Hai paura dei cambiamenti, Kylo Ren. Ricordati chi sei. Io so chi sono. No, non lo sai. Se no non saresti qui a rimuginare sul da farsi e ti metteresti al lavoro. Con lei. Non so da dove arrivi questa voce, ma in un certo senso mi da una scossa. Sono un ipocrita, è vero; non so chi sono, anche questo è vero. E l'ennesima verità è che dovrei essere con Rey, e invece sono qua a parlare da solo, come se sistemasse le cose. Ormai il seme del dubbio è piantato dentro di me e crescerà finché non riuscirò ad estirparlo, e potrò farlo solo grazie all'aiuto di Rey. 


Torno verso la mia camera, lei è sveglia, seduta sul letto. E non appena metto la testa dentro la stanza mi guarda intensamente. 


"Pensavo avessi cambiato idea," mi dice tristemente, ma nonostante il tono di voce riesco a percepire che è sollevata. 


"Sono andato a fare due passi. Come mai sei sveglia?" Domando mentre mi spoglio per rimettermi a letto. 


"Pensieri," mi dice vaga, "visioni." 


"Cos'hai visto?" Sono sinceramente preoccupato, ho paura che abbia visto qualcosa inerente alle nostre ultime decisioni e ho come l'impressione che non sia stato niente di buono. Ma lei non risponde, il suo sguardo è perso e io mi sento inutile. Non farlo, Ren, non è la strada giusta. Devi rimanere al potere, tu soltanto sai cosa devi fare. Stringo gli occhi...maledetta voce! Ogni volta mi dice una cosa diversa e io sono sempre più confuso. Kylo Ren o Ben Solo, Buio o Luce, Rey o...è questo il momento in cui mi rendo conto che non c'è un'alternativa a Rey. O sto con lei o sto da solo. Ma è una cosa sana da pensare? Io non lo so, non lo capisco e non me ne renderei comunque conto, essendo stato tutta la vita da solo. Le mani serrate a pungo tremano. . Corro di nuovo fuori dalla stanza. Non posso farcela, sono una persona tossica. Non merita questo, merita di vivere nella Luce, nella pace. Con me non farà altro che affondare, annegare. E io sono ancora dilaniato, e non so come comportarmi. L'unica cosa che so fare è distruggere tutto quello che tocco, e so che non riuscirò a trattenermi neanche questa volta. 

Cammino velocemente con la mano sull'elsa e cerco di allontanarmi il più possibile, mi fermo solo quando arrivo in una saletta solitamente vuota, che contiene solo dei vecchi macchinari che non usiamo più. Corro dentro quella stanza buia e la illumino con la luce cremisi della mia spada. Respiro a fatica, vorrei prendere questi vecchi computer e accartocciarli con le mie stesse mani. Voglio soffrire, distruggere, ma anche salvare la sua anima innocente, ed essere come lei mi vuole. 


Alzo la spada e la infilo violentemente nel grosso macchinario spento che ho davanti, ma non la tiro fuori, non continuo a scatenare la mia rabbia come mi succede di solito. Questa volta appoggio la testa sui polsi, mentre le mani stringono l'elsa con eccessiva forza. Cosa sono diventato? Perché non riesco a voltare pagina? Perché sono fermo in questo punto e non riesco a cambiare, a evolvere, a fare qualcosa di diverso oltre uccidere, e distruggere? Una piccola mano fredda mi si appoggia su una spalla, poi sento due braccia passarmi intorno al petto, e infine un viso, il suo viso, avvicinarsi alla mia schiena per appoggiarcisi delicatamente. Io sono incapace di muovermi, sono una delusione anche per Lei. 


"Ben," mi dice soltanto, con voce sicura, "ti va di fare una cosa insieme?"

Allento la presa sulla spada e mi tiro su, titubante ritraggo la spada e la riappendo alla cintura, ma non sono ancora pronto a girarmi. Non posso permettere che lei mi veda così. 
La sua mano sinistra rimane sul mio petto, mentre la destra si sposta sul diaframma. 


"Adesso inspira con il naso, l'aria va nella pancia, senti il diaframma che si gonfia, continua ad ispirare lentamente, riempi anche il petto, i polmoni. E piano piano espira con la bocca," mi spiega dolcemente, "ecco, adesso appoggia le mani sopra le mie e rifacciamolo insieme. Inspira, così, bravo. Adesso espira."

 La sua voce calma riesce a tranquillizzarmi, quando sento che le emozioni cominciano a ritirarsi nelle loro tane mi giro verso di lei per guardarla negli occhi. 


"Come ti senti?" mi chiede preoccupata. 


La guardo come non ho mai guardato nessuno, non penso di aver mai provato una cosa del genere, e capisco che non ho paura di stare solo: ho paura di non poter stare con Rey. Sarei tossico per lei, ma i miei sentimenti sono sinceri. Sono pronto a seguire la mia strada, per potermi incontrare con lei, nel mezzo di tutto.

 
"Adesso," sussurro "sto bene." 


E, per la prima volta, è vero. 





 

Angolo scrittrice: 
Non vi ringrazierò mai abbastanza per tutte le bellissime recensioni che mi state scrivendo! 
Ho raggiunto da poco le 11000 parole e non potete capire quanto sono contenta! 
Questocapitolo è stato difficilino da scrivere, però era necessario. Kylo Ren c'è ancora, ma Rey riesce a tirare fuori Ben, che diventa sempre più forte. Speriamo che duri! 

Un bacino a tutti, 
- Ann 

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Capitolo 14
*** XIII. ***


XIII.


 

Siamo ancora uno di fronte all'altro, nessuno dei due sa come muoversi. Penso sia una situazione completamente estranea a entrambi, dopo essere stati abbandonati siamo rimasti da soli, e adesso che siamo qua non sappiamo far altro che stare da soli insieme. Che sia una cosa buona o cattiva, questo non lo so. So che adesso mi sento al posto giusto, e questo mi basta, nonostante abbia ancora molte domande a pesarmi sul cuore. 


"Vieni con me," le dico interrompendo il contatto visivo. Sono stato quasi costretto ad distogliere lo sguardo, cominciavo a sentirmi in imbarazzo e non a mio agio. Ma non era una sensazione brutta, era piacevole essere guardato così, eppure era come se lei mi stesse chiedendo qualcosa che non potevo darle. E che ancora non so cos'è. 


Cammino sicuro davanti a lei per non destare sospetti mentre Hux e due stormtrooper ci passano affianco guardandoci, continuo imperterrito per la mia strada senza nemmeno guardarli. Infondo:non sono affari loro, io sono il Leader Supremo e nessuno può contestare i miei ordini, né le mie scelte. 


Apro la porta della mia stanza e la faccio passare, una volta dentro si siede sul letto e si gira verso di me mentre io chiudo, per poi raggiungerla. 


"E adesso cosa dovremmo fare?" mi chiede preoccupata, "forse dovremmo parlare con Leia, lei sicuramente saprebbe gestire la situazione." 


"Se riuscissimo effettivamente nel nostro intento tradirei il Primo Ordine, sarei condannato per alto tradimento, e tu con me," ragiono ad alta voce, "e non abbiamo nessuna certezza che verrò accolto dai Ribelli come se non fosse successo niente. Anzi: è abbastanza improbabile che mi accolgano come se non fossero morti tutti a causa mia," le dico in preda allo sconforto. "Rey, non sono sicuro che questa sia la strada giusta. Il tuo ragionamento potrebbe anche essere giusto, potremmo sistemare le cose, però siamo in una situazione troppo delicata, ho paura che sia troppo rischioso." Liberare finalmente la mente da questi pensieri mi fa sentire meglio, però penso che così facendo potrei ferirla. 


"Andiamo da Leia, Ben. Saprà come sistemare questa cosa! La Ribellione si fida di lei, se tornassimo tutti e tre insieme non potranno opporsi, né obiettare." Lei è sempre sicura di sé, delle sue scelte ed è sempre fedele ai suoi princìpi. Mentre io non so far altro che mettere in dubbio ogni parola che esce dalla sua bocca a causa di tutte le insicurezze che mi tormentano. Non sono sicuro che parlare con Leia sarebbe una buona idea, sono un po' bloccato perché presentarmi da lei con Rey significherebbe che ho perso: ho ascoltato le sue parole, ho seguito quel barlume di Luce che avevo ancora dentro, e ho seguito Rey. Ho fatto esattamente, parola per parola, tutto ciò che mi aveva chiesto lei. Non voglio mostrarmi così debole, non voglio farle vedere che alla fine ho ceduto, sono troppo orgoglioso. 


"Non lo so, Rey...io mi vergogno." le dico infine. Lei mi si avvicina, siamo seduti sul letto uno affianco all'altra ma ognuno sta guardando in una direzione diversa da quando siamo tornati qui. Mi appoggia una mano sulla gamba, e appena sento che mi sta toccando mi irrigidisco, non sono abituato. Guardo prima la sua mano, poi mi giro verso di lei. 


"Non sei da solo, Ben." 


Ormai mi sono abituato ad essere chiamato così, è come se Ben fosse tornato in vita, ormai è ritornato in superficie. Ed è stata Rey a far sì che succedesse, e non so ancora se essergliene grato oppure odiarla per ciò che mi ha fatto. 


"È tardi adesso, dormiamoci su," le dico mettendomi sotto le coperte. Lei subito mi segue, ma stavolta non si mette sul bordo del letto, mi viene vicina e si sdraia con il viso rivolto verso di me. Sono sorpreso, non mi aspettavo questo cambiamento. L'ho sentita molto vicina sin dal nostro primo incontro ma ho sempre percepito la sua volontà di mantenere le distanze, adesso ha finalmente abbattuto il muro che ci divideva e mi sta chiamando a sé e io non so se seguirla o meno. Il Lato Oscuro è ancora presente dentro di me e mi dice di non farlo, ma è Rey. Lei è Rey, è vero, ma io non so ancora chi sono; lei è qua affianco a me eppure io non so come comportarmi sebbene abbia aspettato questo momento per più tempo di quanto pensassi. 


Alla fine, nonostante l'insicurezza, con un piccolo e impercettibile movimento pelvico inizio ad avvicinarmi, e mentre avvicino anche la parte superiore del corpo faccio scivolare un braccio sotto la sua testa in modo tale da farla appoggiare al mio petto. Tutto è calmo intorno a me, ma non nella mia testa. Con lo sguardo rivolto verso il soffitto continuo a ragionare, ma sono distratto dal respiro di Rey, e dal battito del suo cuore, e alla fine il sonno ha la meglio su di me. Ci addormentiamo così: abbracciati, con i cuori vicini e pieni di preoccupazione e ansia per il futuro. Eppure, in questo momento, ogni emozione negativa sembra scemare, non mi importa di niente se non di lei. Voglio tenerla al sicuro, voglio che sia felice, voglio che stia affianco a me. 



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Capitolo 15
*** XIV. ***


XIV.



"Sai, non so se ti ricordi, però dopo quella giornata su Crait, dopo che te ne sei andata e io sono tornato sulla nave, durante quell'ultima connessione in cui abbiamo parlato, hai fatto scorrere il dito sulla mia cicatrice," le dico imitando il suo gesto, "ed è stato bello. Però, sai, quel che mi sto chiedendo è...perché lo hai fatto?" Lei mi guarda stupita, con gli occhi gonfi e stanchi di chi si è appena svegliato. A me il sonno, invece, mi ha abbandonato un bel po' di tempo fa, però non ho voluto svegliarla subito, ho aspettato. E non appena ho sentito che stava per aprire gli occhi e ho cercato negli angoli più remoti della mia mente il coraggio che mi mancava. Adesso che gliel'ho chiesto ho paura, non so precisamente di cosa, forse di fare la figura dello scemo, eppure sono contento di averglielo chiesto. Piano piano mi sta aiutando a fare chiarezza sui miei dubbi, come sapevo sarebbe successo. 


"Certo, sì. Me lo ricordo," risponde assonnata. "È stata la seconda volta che ci siamo toccati grazie alla Forza. Non so, dopo la prima volta che ci siamo sfiorati ci ho messo un po' per convincermi che ti sarebbe stato bene se lo avessi rifatto. E poi, quella sera, ho visto la cicatrice e qualcosa dentro di me ha iniziato a tremare, mi sentivo in colpa." 


Non rispondo, non ne sento il bisogno, come risposta mi sta più che bene. E mi spiace che stia così, però ha dovuto, sono stato io a metterla in quella situazione e a costringerla a farlo. Se non lo avesse fatto, se il terreno non ci avesse divisi, uno dei due sarebbe morto. Però già lì, sulla Starkiller, avevo visto il suo potenziale, il suo enorme potere, e il Lato Oscuro fare la sua prima comparsa dentro di lei, sebbene non avesse mai ricevuto nessun addestramento. Già lì capii che non avrei potuto ucciderla. Penso a dove siamo arrivati adesso: dopo averla imprigionata l'ho portata nel mio letto, e adesso siamo qua insieme abbracciati. Cosa mi è successo? Cos'è cambiato, in così poco tempo? Il mio cuore si è indebolito, piano piano sto lasciando entrare la luce, o la sto facendo uscire, mostrandola agli altri non senza vergogna. Eppure dovrei essere arrabbiato, mi ha preso in giro anche lei! La forza ci collegava, lei vedeva che soffrivo, che avevo bisogno della sua voce rassicurante, e invece mi ha ignorato, ha fatto finta. È tutto una menzogna, non avrebbe dovuto. Le ho chiesto scusa, aprendo il mio cuore e lei è rimasta zitta, senza guardarmi. Ma averla qua tra le mie braccia placa ogni desiderio di distruzione che sento nascere dentro di me, e se prima non sapevo se fossi Kylo Ren o Ben Solo adesso non riesco più a riconoscermi in nessuno dei due. 


"Quindi, secondo te dovremmo parlare con Leia?" chiedo con riluttanza. 


"È la cosa migliore, sì." risponde sicura di sé. 


Mi alzo a fatica dal letto, ancora caldo del suo calore, e mi vesto mentre lei fa lo stesso. 


"Più tardi ti cerco dei vestiti puliti," le dico evitando il contatto visivo, per non farle notare quanto difficile mi risulti pronunciare queste parole. Sento il suo sguardo addosso, sembra che sorrida. 


"Grazie," mi dice soltanto. E a me sorride il cuore. Non è da te, Ren. 

"Sta zitto," sussurro senza rendermene conto. 


"Cosa?" chiede stranita. Ovviamente mi ha sentito, però non posso dirle che sento ancora quella voce in modo così violento e penetrante.


"Nulla," rispondo vago. È ancora dentro di me, e per la prima volta lo odio. Vorrei che andasse via, non vorrei più sentirlo. Il richiamo del Lato Oscuro è forte e ho paura di cedere. 


Come ieri sera, cammino con sicurezza davanti a lei, senza far trapelare dal mio viso nessuna emozione davanti ai miei sottoposti. Non mi faccio vedere da giorni, sicuramente Hux si sta godendo questi pochi momenti di potere assoluto come un dannato, però non mi interessa. 


Entro nella stanza del Generale Organa con sguardo fiero, per celare quel che realmente provo entrando in questa camera, con Rey al mio fianco. Quando vede entrare anche Rey ha uno sguardo strano sul volto, un'espressione indecifrabile.

"Leia," dice Rey andandola ad abbracciare. Io non guardo, con gli occhi scruto quello che ho intorno evitando volutamente le due figure che ho davanti. "Abbiamo bisogno di te." 


Mentre Rey racconta ciò che abbiamo in mente io me ne sto in disparte a braccia conserte, questa è la prova del mio fallimento: ho definitivamente perso. Leia la guarda seriamente, e a volte si gira furtivamente verso di me, per poi tornare con lo sguardo su Rey. Mi sento un'estraneo, sento di non centrare nulla in questa situazione sebbene Leia sia mia madre e Rey sia...Rey. Non so come definirla, osservandola mentre parla riesco a vedere la sua determinazione e non posso far altro che pensare che è con lei che voglio passare la mia vita. 


"È una mossa un po' azzardata, la vostra, rischiosa. Però credo in voi: non dovrete far parola con nessuno di questa cosa, tenetela nascosta allo sguardo di tutti," dice Leia non appena Rey finisce di parlare. "Ben, il tuo sarà il compito più difficile: dovrai allenare Rey, e dovrai imparare a mantenere l'equilibrio tra Luce e Buio dentro di te. Dovrai continuare a comportarti come Kylo Ren, e agli occhi degli altri Rey deve ancora essere la tua prigioniera. È di vitale importanza mantenere questa facciata, se i tuoi soldati dovessero iniziare a sospettare di te sarebbe finita ancor prima di incominciare. E tu Rey, fidati di lui." Sentire quel tono di voce provenire dalla sua bocca mi fa sentire strano, e mentre dice a Rey di riporre la sua fiducia in me sento sulle spalle il peso delle responsabilità, e la fiducia per me stesso - quella a cui dovrebbe aggrapparsi Rey - vacilla: ho paura di non essere all'altezza delle loro aspettative. 


"Andiamo, Rey," le dico senza rivolgere nemmeno uno sguardo a mia madre. 


"Un ultima cosa, Ben," mi ferma, "dovrete inviare un messaggio alla Ribellione da parte mia." Sono un po' titubante ma accetto, e finalmente esco da quella stanza.

Mi sembrava di non riuscire a respirare, era tutto così caldo, e avvolto da una sorta di aura che non so come definire. Non mi trovavo in un ambiente così familiare da tanto tempo e mi sentivo estraneo a quella situazione, ma una volta fuori da lì ricomincio a respirare, e a ragionare: il nostro piano è rischioso e non posso permettermi di mettere in pericolo Rey. 


"Ti riporto nella mia stanza, e vado ad inviare il messaggio del Generale," le dico freddamente. Lei mi segue zitta, turbata. Sento che c'è qualcosa che non va in lei, ma non posso chiedergli niente finché non arriviamo nel mio alloggio. 

Poi lo vedo anch'io. 






Angolo scrittrice:
Cari lettori,
l'ho rifatto.
Mi dispiace tantissimo ma ho dovuto! Ho spezzato di colpo il capitolo!! CHIEDO VENIA!! 
Anyway: mi scuso anche per non aver pubblicato ieri, e ho come l'impressione che anche domani sarà dura...Con il ritorno della vita di tutti i giornitorno alla mia routine da studentessa universitaria e mi rimane ben poco tempo....
Un abbraccio grande a tutti! 
Ann

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Capitolo 16
*** XV. ***


XV.



Davanti a me vedo solo distruzione, e cadaveri, sia di stormtrooper che di ribelli. Io sono solo, l'unico in piedi, ma sono coperto di sangue, come se avessi preso parte a questo massacro. Il mio primo pensiero va a Rey, la chiamo, ma lei però non mi risponde, non c'è, e la paura che possa essere morta mi paralizza. Piano piano il paesaggio cambia, siamo nel mezzo di una tempesta, non riesco a tenere gli occhi aperti a causa del vento e della sabbia ma sento che Rey è qua affianco a me, ci teniamo stretti ma improvvisamente qualcosa ci divide, e la sua mano scivola via dalla mia, urliamo entrambi. E una volta divisi l'unica cosa a cui riesco a pensare è che l'ho persa per sempre e non potrò mai più riaverla. 


"Rey..." le dico fermandomi in mezzo al corridoio. Lei, in piedi qualche passo dietro di me, non dice nulla, il suo viso sembra neutro ma so che sta provando solo paura. 

"Muoviamoci," dico soltanto, riprendendo a camminare, stavolta però più velocemente e con meno sicurezza. Non so cosa pensare, non so cos'ho visto e ho paura di cosa potrebbe significare. Pensavo di aver trovato la risposta, invece ogni mia sicurezza è appena stata spazzata via da un leggerissimo soffio di vento. 


Non appena chiudo la porta Rey comincia ad urlare cose senza senso, in preda all'ansia e alla rabbia. E io non so come tranquillizzarla perché mi sento esattamente come lei. 


"Rey, spiegami cos'hai visto," le chiedo. Voglio sapere dov'era lei mentre io ero in piedi in mezzo al campo di battaglia, circondato da morte e desolazione. 


"Non lo so...era buio, e poi c'è stata una tempesta e qualcosa ci divideva e...ho paura, Ben. Ho paura di quello che potrebbe succedere, stiamo sbagliando qualcosa." Mi dice ancora visibilmente scossa. 


Buio, ha visto buio. Cosa vuol dire? Perché c'ero solo io, e lei ha visto solo buio? L'idea che possa essere morta, o che possa averla uccisa io mi impedisce di risponderle, di spiegarle. 


"L'ho visto anche io," sussurro soltanto, convincendomi che una mezza verità non sia necessariamente una bugia. 


"Cosa facciamo, Ben?" mi chiede affranta e spaventata. 


"Ciò che abbiamo visto è solo un possibile futuro, non è detto che sia quello che ci aspetta." 
Mi rendo conto che non lo sto dicendo per lei, ma che lo sto dicendo per convincere me stesso. Non potrei mai ucciderla, o far sì che muoia. Dev'esserci per forza qualcosa che non ho notato, qualcosa a cui non ho ancora pensato. Cerchi di auto-convincerti ma sai che è colpa tua, Ren. È questo quello che sei e che sei predestinato a fare. Per quanto io possa ignorarla la sento, quella maledetta voce, e mi fa arrabbiare, e ho la testa piena di domande e nessuna risposta, e il cuore pesante di paura e forse di qualcos'altro e guardo Rey e tremo. Devo calmarmi. 


"Vado ad inviare il messaggio del Generale alla Ribellione," dico incamminandomi verso l'uscita. 
"Torna," la sento dire poco dopo alle mie spalle, come un lamento. Mi giro verso di lei e la guardo in tutta la sua interezza: è forte, è pronta a combattere. Lo percepisco debolmente ma è qualcosa di solido, e sicuro. È così che nasconde le sue debolezze e io la ammiro. 


"Certo," la rassicuro, poi mi giro e vado verso la sala comandi. 


Mentre cammino metto la maschera e mi chiudo nel mantello. Lei sa che l'ho presa e ho paura di quello che possa pensare, però non posso lasciare che il dubbio si insinui nelle menti dei soldati, o di Hux. 


Quando entro cala il silenzio, il Generale Hux mi guarda impaurito, stupito, ma anche sollevato. 


"Devo inviare un messaggio," dico ad un sottoposto, "spostati." La mia voce modificata dalla maschera fa impallidire il poverino, però mi ritrovo a non dispiacermene, anzi: mi piace. 


Scrivo in fretta e poi cancello ogni segno del mio passaggio, fortunatamente tutti in questa stanza sono così intimoriti dalla mia figura che non si sono nemmeno azzardati ad allungare l'occhio per cercare di capire cosa stessi facendo. Solo Hux mi segue mentre me ne vado. 


"Leader Supremo," inizia, ma io lo interrompo subito. 


"Generale Hux, lo so che ha avuto il suo momento di gloria facendo le mie veci, ma sono io al comando. Ha fatto un lavoro discreto, glielo concedo, e adesso le consiglio di tornare al suo posto. La Resistenza sta reclutando nuovi soldati, voglio che lei faccia lo stesso. E voglio che riprenda il progetto della nuova base, deve essere operativa al più presto." Ordino continuando per la mia strada. Sento Hux farfugliare qualcosa dietro di me per poi girarsi e tornare nella sala principale. 


"Perfetto," penso, sebbene sia ancora scosso dalla visione di prima. Voglio proseguire per questa strada, voglio fidarmi di Rey, però ho comunque paura che sia la strada sbagliata e che la Forza stia cercando di farcelo capire. 


"È arrivato il momento," dico a Rey dalla porta. Lei sussulta sentendo la mia voce metallica, però si ricompone subito e mi segue. 


"Dove stiamo andando?" chiede preoccupata. 


"A portare a termine il nostro addestramento," rispondo compiaciuto. 


 

Angolo scrittrice: 

Credo venia per il capitolo corto e sbrigativo, ma sto in una bruttissima situazione con lo studio, devo preparare due esami e non sto facendo nulla, piango....

Un bacino a tutti, e spero vi piaccia! 

- Ann

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Capitolo 17
*** XVI. ***


XVI.



"Tieni i piedi allineati, rischi di perdere l'equilibrio così," le dico osservandola mentre le spiego le tecniche di base per il combattimento. Siamo in palestra da un'oretta scarsa, eppure ha già fatto dei progressi sbalorditivi. Mentre la osservo noto che molti dei suoi movimenti sono simili hai miei, mi rendo conto solo adesso che durante i nostri scontri lei stava imparando a combattere imitando i miei movimenti, e nonostante non avesse mai impugnato una spada è riuscita a sconfiggermi ugualmente sulla Starkiller. La ammiro molto per le sue capacità di apprendimento e sono sinceramente sbalordito: ciò che ho fatto io in mesi, anni, lei lo sta facendo in poche ore. 


"Brava, così," si muove elegantemente e con sicurezza e io mi ritrovo a pensare che farei qualsiasi cosa per questa donna. 


"Vuoi provare a combattere contro di me?" le chiedo gentilmente, se non se la sentisse lo capirei però io vorrei provare, vorrei vedere di che cosa è davvero capace. 


"Si, d'accordo," risponde abbassando la spada e guardandomi negli occhi, mentre si tira su in posizione eretta. Non capisco cosa ci sia dipinto sul suo viso, sembrerebbe curiosità, o timore. Il suo sguardo mi segue mentre mi posiziono davanti a lei e prendo la mia spada. 


"Basta che metti insieme i movimenti che abbiamo provato prima, Rey. Non aver paura di farmi male," la incito a cominciare, nella speranza che non si trattenga per paura di ferirmi, io so difendermi, lei deve solo dimostrarmi la sua potenza. Sono impaziente di vederla cominciare, di sentire la sua rabbia contro la mia spada, però lei sembra titubare.


"Rey?" le chiedo, "tutto bene?" 


"Si, è che...non so come cominciare," mi risponde affranta. Io sorrido e abbasso la guardia. "Non sono in pericolo, avessi davanti qualcuno che vuole uccidermi mi verrebbe naturale. Però davanti a me ci sei tu." 


"Non mi sembra che ti sia stato difficile sulla Starkiller," le rinfaccio scherzando. Come previsto si offende, ha uno sguardo tremendo sul viso, so che sta per attaccarmi.


"Usa quella rabbia, Rey. Usala contro di me ma non lasciare che calma e lucidità ti abbandonino," è difficile insegnare due tecniche opposte in una volta sola, mi sento un ipocrita a dirle di arrabbiarsi ma di stare calma, però sembra funzionare. Tra respiri profondi e qualche grugnito per lo sforzo, con lo sguardo fisso nei miei occhi, fa calare violentemente la sua spada contro di me. Non so come, ma ce la sta facendo, riesce a mischiare emozioni così distinte per ottenere una tecnica di combattimento che sembrerebbe infallibile. Presto non ce la faccio più, tra lo stupore per i suoi colpi e l'effettiva potenza che rinchiude in sé quella donna mi ritrovo presto con le spalle al muro. A fatica schivo i suoi ultimi fendenti e mi allontano da lei, la osservo da lontano con il fiatone, la fronte imperlata di sudore e un mezzo sorriso stampato in faccia. 

"Ben...scusami," sussurra lei spegnendo la spada, "questa non sono io, non sono così. Ho paura di questa cosa, Ben. Faccio fatica a controllarla." 


Mi tiro su a fatica e appoggio una mano sul mio addome dolorante a causa dello sforzo, sono ancora in iperventilazione, sono ancora stupito, e sto ancora sorridendo.

"No, Rey, non lo vedi? Non lo hai visto? È questo che stiamo cercando, è esattamente questo." Lei non risponde, e si siede a terra. Io, dal canto mio, ancora stupito della scoperta appena fatta, mi avvicino. 
"Devi essere fiera di quello che hai fatto, ci sei riuscita," le dico dolcemente. Non so cosa le stia passando per la testa, non riesco a decifrane né percepire nulla, è tutto confuso: è sia arrabbiata che spaventata, e in egual misura, tranquilla e calma. Io non riuscirei mai a raggiungere un risultato simile, sono marcio dentro da fin troppo tempo ormai. 
Le appoggio una mano sul braccio per rassicurarla, come quando eravamo nel mio letto qualche giorno prima. Lei mi sorride timidamente e quell'accenno di sorriso, di comprensione, e di amore, mi spiazza. 

"Prova tu adesso," mi incita. Non rispondo al suo sorriso, prendo le distanze e mi incupisco. 


"Non potrei mai fare quello che hai fatto tu, Rey," le dico con quanta più sincerità possibile. 


"Hai ancora paura del Lato Chiaro," sussurra abbattuta. So che sto per deluderla, le procurerò un dolore immenso se non metto da parte il mio passato. Ma è vero, ne ho ancora paura, ho paura che possa portarmi via il potere che ho acquisito in questi anni, e il terrore che provoco nei miei sottoposti e nei miei nemici con la sola presenza. Non è questo quello che vuoi, Ben, adesso c'è altro per cui lottare. Mi sento ancora spinto in due direzioni diverse, solo che adesso è arrivato il momento in cui sono costretto a fare una scelta. Devo scegliere tra Rey e la nomina di Leader Supremo, tra la Ribellione e il Primo ordine, tra l'amore o il potere. Ma come potrei? Cosa dovrei fare? 


"Insegnami," le dico soltanto, rassegnato, impaurito, "insegnami ad usare la forza come la sai usare tu. Insegnami la calma, la meditazione, la pace." 


Angolo autrice: 
Mi scuso per il ritardo, è una cosa SPAVENTOSA lo so, me ne rendo conto e chiedo venia. Tra influenza e studio e cazzi e mazzi non sono proprio riuscita a fare più in fretta, scusatemi! Ci ho messo tre giorni a scrivere sto capitolo e ho paura sia venuta fuori una schifezza....Probabilmente non aggiornerò più tutti i giorni però farò del mio meglio per evitare di saltare 4\5 giorni di fila.
Un bacino, scusatemi ancora
- Ann 

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Capitolo 18
*** XVII. ***


XVII.

 

Di notte vedo sempre le cose sotto un’altro aspetto, penso a Vader, a Snoke, alla mia famiglia. Mi sento un fallimento, avevo fatto una promessa e non l’ho mantenuta, mi sto tirando indietro come un codardo. Ma perché? È cambiato tutto in così poco tempo, non ero pronto. Eppure ho sempre saputo che questo momento sarebbe arrivato, ho sempre visto nelle mie visioni una bambina, una ragazza, e sapevo che sarebbe entrata nella mia vita per stravolgerla, sapevo che avrebbe avuto un ruolo importante in tutto questo e adesso è addormentata qua affianco a me. Mi chiedo se abbia mai sentito la mia voce dirle che non era sola, che c’ero io. Spesso nelle mie visioni vedevo questa bambina in un camminatore AT-AT, sola, molte volte i lacrime, e il Ben che ero si immedesimava in quella ragazzina e non poteva far altro che cercare di consolarla. E adesso che lei è qui sta facendo la stessa cosa con me. È come se fossimo due facce di una stessa medaglia. Luce e Oscurità, i due pesi sui piatti della bilancia che mantengono l’Equilibrio nella Forza. Io e lei, ormai soli ma insieme.
“A che pensi?” mi chiede con gli occhi ancora chiusi.
“È tardi, dovresti dormire,” la sgrido dolcemente, domani sarà un’altra giornata pesante. 
“Ti sento rimuginare sulle tue cose e non riesco a dormire” risponde sorridendomi. Non c’è cattiveria nella sua voce, non è arrabbiata, sento solo un velo di preoccupazione.
“Tutti questi cambiamenti sono difficili da metabolizzare. Sono stato schiacciato da tutti per tutta la vita, e poi arrivi tu a regalarmi una libertà che pensavo non esistesse nemmeno. È strano capisci? Inaspettato. Ho più potere di qualsiasi altra persona della galassia e non me ne faccio niente, non adempio ai miei doveri. Prima o poi le conseguenze di quello che stiamo facendo ci travolgeranno e non so come ne usciremo.”
Si avvicina lentamente a me con uno sguardo che non le ho mai visto, il suo sguardo è serio ma dolce. Piano piano appoggia la sua bocca all’angolo della mia e lascia un bacio leggero. Sento il cuore esplodermi nel petto, non ho mai avuto così tanta voglia di baciarla come ora. Mi giro verso di lei e, appoggiandole una mano sul fianco, la bacio come non ha avuto il coraggio di fare lei con me. Mi passa una mano tra i capelli e ricambia. C’è passione, e amore, e tutti i sentimenti che abbiamo represso da quando ci siamo sfiorati le dita quella sera. La voglio mia, l’ho sempre voluta. Non ho mai voluto nient’altro come adesso voglio lei. Rey, la mia Rey. L’unica che riesce a farmi tirare fuori il vero me. Vorrei non finisse mai, però ad un certo punto lei si allontana.
“Potremmo andarcene, sai?” sussurra.
Io la bacio di nuovo, e ancora, e ancora.
“Sì,” rispondo tra un bacio e l’altro, “potremmo.”
La spoglio piano piano, accertandomi che lo voglia anche lei. E la notte passa in fretta, tra baci e gemiti, tra noi finalmente felici e sudati. Sento che il mio posto è con lei, sento che se fosse dall’altra parte della galassia la raggiungerei, sento che potrei seguirla ovunque. Se vuole andare via a me sta bene, basta lottare, niente più guerre, niente più Luce o Oscurità. Solo noi. 
“La galassia è grande, cerchiamo un pianeta che non faccia parte della Repubblica e che non sia sotto il comando del Primo Ordine. Andiamo via.”
“Apriamo un tempio di Jedi grigi, insegniamo il nostro nuovo credo, insegniamo a stare a metà tra Luce e Buio, tra passione e calma,” risponde lei entusiasta, “è l’unica scelta che abbiamo.”
La mia mente, intanto, sta già elaborando un piano. Potremmo partire di notte, quando ci sono meno guardie e meno stormtrooper in giro. Rubiamo una navicella che abbia abbastanza autonomia per allontanarsi da qua per iniziare una nuova vita. È fattibile, salvo imprevisti.
“Va bene, Rey, mi fido di te.” le dico rubandole l’ultimo bacio prima di addormentarci.
Dormiamo nudi, rapiti da un sonno profondo, uno abbracciata all’altra. Finalmente nella Forza c’è equilibrio, è una percezione così forte che si può toccare con mano. Io ho ancora i miei dubbi e le mie paure, ma c’è lei al mio fianco, con la sua sicurezza, e questo mi basta. 


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Capitolo 19
*** XVIII. ***


XVIII.




Appoggio delicatamente una mano sulla spalla di Rey per svegliarla.
“Andiamo,” la incito dolcemente.
È arrivato il momento, sono le quattro di mattina e se non andiamo adesso non andremo mai più. Mi sono alzato poco dopo che lei si è addormentata e dopo aver pensato a ciò che ci eravamo detti  sono andato a fare delle ricerche. Mi sembra di averci messo una vita ma alla fine i miei sforzi hanno prodotto dei risultati: Q’rief, un piccolo pianeta al di fuori dell’Orlo Esterno, al di fuori di qualsiasi Dittatura o Repubblica. La popolazione è pacifica e a bassa densità, è praticamente il posto perfetto.
“Dove mi stai portando?” chiede lei mentre mi affaccio alla porta della mia stanza per controllare che non ci sia nessuno.
“Q’rief, un piccolo pianeta fuori dall’Orlo Esterno,” le dico sottovoce.
“Cosa?!”
“Seguimi.”
Corro di soppiatto e controllando che a destra non ci sia nessuno imbocco il corridoio con lei dietro di me, stupita e spaesata.
“E il Generale?” domanda preoccupata.
“Ho già pensato a tutto, i tuoi amici stanno venendo a prenderla,” rispondo tranquillo, sicuro di me e nella riuscita del piano.
La stanza del Generale è a pochi metri di distanza, ma come previsto ci sono degli stormtrooper che fanno il giro di ronda. La spingo indietro e ci appiattiamo dietro una colonna nella speranza che non ci vedano. Non mi rendo conto di averla tra le braccia finché non riprendo a respirare, è così piccola, e improvvisamente il terrore di non riuscire a proteggerla mi attanaglia il cuore.
“Ben,” sussurra. La prendo per mano e riprendo a correre.
Quando finalmente arriviamo davanti alla porta della stanza di mia madre tiro un sospiro di sollievo, poi apro la porta e spingo Rey dentro. Una volta chiusa la porta mi avvicino a Leia, è sotto le coperte e dorme, non ha idea di che cosa le aspetta. Le appoggio una mano sulla spalla come ho fatto una decina di minuti fa con Rey e aspetto che apra gli occhi.
“Mamma, dobbiamo andare,” pronunciare quella parola non è stato difficile come mi aspettavo, anzi, mi è venuto quasi spontaneo chiamarla così.
“Ben…” ci mette qualche minuto a rendersi conto chi siamo e cosa le stiamo chiedendo, però è abbastanza tranquilla. “È tanto che non mi chiami così,” sorride.
“Dobbiamo sbrigarci, Finn e Dameron stanno venendo a prenderti,” le spiego mentre mi dirigo verso la porta per accertarmi che non ci sia nessuno. Leia rimane spiazzata da ciò che le ho appena detto e questo mi delude un po’, speravo sarebbe stata contenta di lasciare questo posto eppure non mi sembra convinta.
“Generale abbiamo pensato a tutto noi, presto sarà al sicuro ma adesso dobbiamo andare,” le dice Rey. Nella mia mente la ringrazio per l’aiuto che mi sta dando, e spero che percepisca la mia gratitudine. Leia non risponde ma ci segue fuori, e a passo svelto ci spostiamo verso un hangar secondario. So che una volta arrivati sarò costretto ad eliminare le guardie per far entrare il pilota della Resistenza però non ho altra scelta.
“Aspettatemi qui,” ordino prima di entrare. Sia Rey che Leia non dicono nulla e mi lasciano andare, sanno che è una cosa che devo fare da solo: dopo i prossimi minuti il mio tradimento sarà definitivo e verrò condannato a morte. Se non dovessimo farcela moriremo tutti, e tutti ne siamo consapevoli, ma dobbiamo almeno tentare.
Prendo la spada laser e apro la porta richiudendola subito alle mie spalle, i tre soldati vedendomi non fanno una piega, intimoriti, ma quando accendo la spada e uccido il primo di loro si allarmano e portano subito le mani ai loro blaster. Sfortunatamente per loro non abbastanza in fretta, e nel giro di pochi secondi sono tutti e tre per terra. Dopo averli spostati contro la parete faccio entrare Rey e Leia senza riuscire a guardarle in faccia.
“Rey controlla se sono già arrivati, io nel frattempo mi preparo ad abbassare lo scudo per farli entrare,” senza aver finito la frase mi metto al lavoro, e Rey mi segue.
“Trovati,” dice poco dopo, “mi metto in contatto con loro.”
Aspetto pazientemente che gli spieghi dove siamo, nel frattempo riprendo coscienza del mio corpo: sento l’ansia bruciarmi il petto, non va bene. Devo riuscire a liberarmi di qualsiasi emozione, se no non riusciremo mai ad andarcene da qui indenni. Mentre formulo questo pensiero una mano mi tocca la schiena, mi aspetto di vedere Rey dietro di me ma non appena mi giro il mio sguardo si scontra con quello di mia madre, e sento che mi sta dicendo di stare tranquillo.
“Abbassa gli scudi,” mi dice Rey. Obbedisco subito e vedo una navicella della Resistenza entrare. E dopo pochi secondi, come mi aspettavo, partono dei colpi di blaster.
“Abbiamo pochissimo tempo,” dico mentre mi giro pronto per correre giù ed entrare nella prima navicella che trovo. Dietro di me Rey aiuta Leia mentre io gli apro la strada, assicurandomi che nessuno intralci il nostro cammino.
“Aspettate qui,” dico una volta arrivati all’entrata dell’hangar. Nessuna delle due protesta, come prima, e mi preparo di nuovo per il combattimento.
Ci sono una decina di soldati che sparano verso la navicella che è appena entrata, ma nessuno si gira verso di me. Essendo il Leader Supremo sono in vantaggio, nessuno di loro si aspetta un tradimento da parte mia, ciò mi permette di coglierli di sorpresa e con qualche fendente riesco a metterli tutti fuori gioco. Do a Rey e Leia il via libera e mi avvicino alla navetta. Lo sportello della plancia si abbassa e riconosco subito FN-2187, Finn, il traditore. Mi lancia uno sguardo a metà tra l’ostile e il grato e mi supera, correndo verso le due donne dietro di me. Io non dico una parola e guardo la scena da lontano: saluta il Generale con riverenza e rispetto e poi abbraccia Rey. Vederli così mi fa aggrovigliare le budella, ma cerco di stare tranquillo.
“Niente rancore?” sento dire alle mie spalle. Dameron, il pilota della resistenza, è in piedi dietro di me con affianco la famosa unità BB che mi ha fatto perdere la fiducia di Snoke. Dopo averlo squadrato, sulla difensiva, annuisco. Lui, in risposta, mi da un’amichevole pacca sulla spalla che mi fa rizzare tutti i peli. Ma come si permette?
“Dobbiamo muoverci!” urlo spazientito all’amorevole trio impegnato nei saluti. Al suono della mia voce tutti si girano e corrono verso di noi.
“Ci rivedremo,” dice Rey ai suoi amici prima di salutarli di nuovo. Una piccola lacrima scivola giù dalla sua guancia, ma io so che non è tristezza, lo sento. Percepisco gioia dentro di lei, e gratitudine, e subito sono contento anche io.


 

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