La città degli aeroplanini di carta

di MielChan
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Avete mai desiderato  diventare famosi? Avere una vita facile? Diventare bellissimi e ricchi? Bhe in questa città puoi farlo, ti basta lanciare un aeroplanino di carta, la grandezza che vuoi, il modello che vuoi, il colore che vuoi, non importa, l’importante è che sia un aeroplanino, lanciatelo in un posto alto, il più alto che riuscite a trovare, ma anche se il posto è basso non fa differenza, però rimane un aeroplanino e la cosa bella di loro è il fatto di poterli lanciare e vederli volare no? Quindi un posto alto è sicuramente cento volte meglio, ah giusto, per far si che il proprio desiderio si avveri dovete scriverlo sopra, anche qua ritorna il discorso di prima, qualsiasi colore, qualsiasi grandezza, l’importante è che ci sia scritto, una volta fatto tutto ciò il vostro desiderio si avvererà, non ci vorrà tanto, qualche settimana o qualche mese dovrebbero bastare, le regole poi son semplici:
niente desideri irrealizzabili, come ad esempio riportar in vita delle persone, cerchiamo di mantener un po’ di realismo!
La seconda regola, quella che mantiene questa città così piena di aeroplanini sparsi, mai rompere o aprire gli aeroplanini altrui, in molti scrivono il loro desiderio all’interno e mi dispiace ma non potrete leggerli.
La terza: semplicemente potrete avere solo un desiderio in tutta la vostra vita, quindi occhio a non sprecarlo.
Infine la quarta ed ultimissima regola, la più importante, quella decisiva, non potrete mai e ripeto mai ritirare il desiderio espresso, e questa fidatevi è una regola mostruosa, soprattutto se anche voi, come me, lancerete il vostro aeroplanino da ubriachi e in totale incoscienza.
Lanciai il mio primo aeroplanino all’età di diciotto anni, totalmente ubriaco, ricordo solamente di essermi svegliato sopra il tetto/terrazza della mia casa, con di fianco bottiglie di vodka vuote e un terribile ed indimenticabile mal di testa, quella volta non mi presentai nemmeno a scuola, ancora oggi mi chiedo che razza di desiderio io abbia scritto visto che la mia vita sembra star andando a rotoli pian piano, alcuni amici scomparsi, zia dannatamente severa ma giusta (perché sì, i miei genitori sono morti tempo fa), ed io con i miei attuali venti anni senza aver combinato uno straccio della mia vita, nessun diploma, nessuna laurea e indovinate un po’? Nessuna master o altre robe cartacee, lavoro come cameriere nella pasticceria di mio cugino,  se non fosse stato per lui a quest’ora non avrei ancora combinato nulla, troppi curriculum mandati a vuoto, troppi colloqui andati male, troppe ma davvero troppe cose cui pensare.
Ma non sono qui per lamentarmene o altro, so benissimo che c’è chi sta peggio, mia zia ad esempio è una di quelle persone, ex marito che la maltrattava, genitori troppo oppressivi che le hanno negato tutto, tante altre piccole che non sto nemmeno a raccontare, quando morì mia madre lei stette più male di chiunque altra persona, mi ricordo ancora un giorno, durante i miei quindici anni, mentre ritornavo da scuola intravidi un aeroplanino in mezzo ai cespugli e lo raccolsi, un po’ come fan tutti per curiosità no? Ed era lì la scrittura tremolante di mia zia, ed era lì la scritta quasi illeggibile, fioca e trasparente, ed erano lì le parole ‘’vorrei riabbracciare mia sorella’’; ma ritorniamo a prima, perché questa non è la storia di mia zia, ma la mia.
Innanzitutto credo sia giusto presentarmi meglio, da come avrete ben capito ho venti anni, mi chiamo Thomas, ho normalissimi capelli castano scuro, ho dei normalissimi occhi scuri, sono totalmente normale e banale con solamente un piccolissimo dettaglio, sono gay, quando scoprii di esserlo? Quando alle medie tutti mi chiedevano chi fosse la ragazza più attraente e a me venne in mente il mio vicino di casa, come l’ho presa? Inizialmente ero stranito da me stesso, non è facile, non a quell’età poi, ma sono cresciuto, le persone a me care mi hanno accettato senza problemi ma soprattutto mi sono accettato io e credo che questa sia la cosa più importante, accettarsi per come si è fregandosene degli altri, perché ammettiamolo, non sono gli altri a determinare la nostra vita.
Ed ora eccomi qui! La solita sveglia che suona per ricordarmi di andare a lavorare, e i soliti problemi che sfociano quando mi alzo, benvenuti nel mio racconto.
‘’Thomas svegliati! Io devo andare a lavoro, vedi di non far tardi anche te.’’ Mia zia, e fidativi di me quando vi dico che mi sveglia così ogni giorno.
‘’Adesso scendo.’’ So benissimo di mentire quando lo dico, mi devo ancora preparare, cambiare, darmi una sciacquata ma soprattutto mangiare.
‘’Poi non prendertela con me.’’
‘’Forse è meglio iniziare a prepararsi.’’ Mi faccio una doccia alla svelta per svegliarmi un po’, mi cambio incastrandomi dalle tre alle quattro volte nei jeans e finalmente scendo per mangiar qualcosa, e fin qua niente di anormale.
‘’Hey Thomas fa pure con calma, tanto oggi apriamo più tardi.’’
‘’JONH! Mi hai fatto spaventare pensavo fossi già in pasticceria.’’ John, mio cugino, il classico ragazzo amato da tutte, a quanto pare i mori con gli occhi verdi attraggano molto.
‘’Ti ho lasciato un biglietto ieri sera.’’
‘’Pensavo non fosse importante.’’
‘’Pensavi male.’’ Si avvicina e mi scombussola i capelli, non che ci tenga tanto eh! Solo che già sono ribelli di loro quindi un cugino che me li arruffa per punizione non credo sia necessario. ‘’Comunque ieri ho incontrato Brenda è ritornata in città e vorrebbe salutarti, tranquillo le ho già raccontato tutto.’’
‘’Lei… quando è successo?’’
‘’Un anno fa, è la migliore amica di Teresa.’’
‘’Brenda e Teresa… Teresa e Brenda, scusa ma non  mi viene davvero niente in mente.’’
‘’Tranquillo è tutto okkei, comunque sia, Brenda e Teresa venivano spesso al locale, avete immediatamente stretto un’amicizia molto forte, partirono entrambe per continuare gli studi ma Brenda è ritornata per prendersi qualche pausa, anche se in realtà penso l’abbia fatto per te.’’
‘’L’incidente è avvenuto un paio di mesi fa, non credo sia qui per me.’’ Lo dico quasi sbuffando.
‘’Volevano ritornare subito e lo sai quanto me, sei te quello che ha deciso di troncare i rapporti, sinceramente non ti ho mai capito per quel gesto.’’
‘’Volevo restare solo, e in quel momento non mi servivano delle amiche a me sconosciute.’’    
‘’Un po’ egoistica come cosa non trovi?’’
‘’Sì lo so, scusa.’’
‘’Non devi dirle a me le tue scuse.’’
‘’So anche questo… vado a fare un giro.’’
‘’Puoi prenderti un giorno libero per oggi se non te la senti.’’
‘’Va bene, grazie.’’
Un po’ tutto troppo incasinato? Un po’ troppe domande a vuoto? Bhe, non siete gli unici! Alcuni mesi fa, a marzo probabilmente, ebbi un incidente, nulla di grave visto che sono ancora qua a raccontare tutto… ma forse un po’ lo è; in quell’incidente persi me stesso, o meglio dire, persi il me stesso di una durata di due anni, ricordi, sensazioni, pensieri, ho perso qualsiasi cosa che vada intorno ai miei diciotto e attuali venti anni, amiche di cui non sapevo l’esistenza, foto di cui non ricordo nessun particolare, troppe cose di cui non so più nulla, fu abbastanza terribile ritrovarsi in mezzo a tutto quel caos, ovviamente ancora oggi nessuno mi da delle risposte e nessuno mi è d’aiuto, i medici non ne capiscono il motivo, gli psicologi non ne parliamo, io sono completamente in alto mare, ed è bizzarro ricordare cose avvenute all’età di sei anni mentre cose fatte l’anno scorso nemmeno un po’.
Girando e rigirando mi ritrovo nel vecchio centro della città,  un posto piuttosto piccolo e lasciato abbandonato, un po’ come ogni cosa vecchia, un po’ come ogni cosa che viene superata da un altro modello, perché sì, ormai questo è un posto dimenticato e sorpassato dalla piazza centrale decorata e più grande.
 ‘’E io che questa piazza me la ricordavo viva e piena di persone.’’ Sospiro e proseguo dritto, è l’unica cosa che io possa fare, proseguir dritto…
‘’Ora che ci penso dovrebbe essere da queste parti.’’ Comincio a correre senza un motivo, non so, ho la sensazione che debba cercare quella scuola.
E la trovo, ritrovo la mia vecchia scuola delle elementari, in tutti questi anni non ne ho mai avuto la necessità, ma da quando ho perso i miei 2 anni di ricordi ho come la sensazione di dover rivivere tutto per accertarmi che in fondo vada tutto bene.
‘’Forse è meglio che avverto John e gli faccio sapere che non andrò a lavoro oggi.’’ Prendo il cellulare, inizio a comporre e mi blocco. ‘’Non vengo a lavoro perché voglio esplorare un posto inutilizzato, suona male… ‘voglio tuffarmi nei ricordi quindi non vengo’, peggio di prima… ‘scusami ma ho voglia di ritornare alla mia vecchia scuola, oggi non ci sarò’, direi perfetto’’.
Invio il messaggio e lentamente mi avvicino a quella scuola, come potrei descriverla? Era una scuola già abbastanza antica quando ero piccolo, oramai è diventata praticamente inutilizzabile, apro il cancelletto e rimango lì… lì immerso nella nostalgia del passato.
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‘’Thomas corri!’’
‘’Eddaii che l’intervallo poi finisce e ci verrà a cercare.’’
‘’Seriamente ragazzi, questa è la volta buona che la maestra ci sospende per l’intero anno scolastico!’’
Che giorno era? Un giorno caldo e afoso, un giorno della mia infanzia allegra, il giorno in cui conobbi il mio migliore amico, proprio lì, in quella scuola nei miei 9 anni.
‘’Vi ricordate tutti quanti le regole?’’ Gridai come non mai ai miei compagni di giochi.
‘’SE LA MAESTRA ARRIVA, L’ULTIMO SI SUBIRA’ LA SUA IRA!’’ Urlammo in coro per abitudine, a chi ci riferivamo per ‘’ultimo’’ nemmeno adesso lo comprendo.
Da bambini in fondo si è così, spensierati e senza troppi problemi, noi eravamo soliti a cercar l’avventura, ogni volta che suonava l’intervallo correvamo immediatamente fuori per dirigerci al boschetto più in la, inventavamo storie, creavamo basi segrete, eravamo semplicemente liberi.
‘’Quindi la strega ci ha distrutto la fortezza!’’
‘’Se vi sente che la chiamate così, la strega distruggerà anche le nostre vite!’’
‘’L’hai chiamata strega anche te!’’
‘’Tanto lei non ci sent-‘’ Si interruppe di colpo, inutile spiegar il motivo del suo gesto.
‘’Seriamente! Non solo vi cacciate qua senza permesso! In più mi chiamate anche strega!?’’ Sì, la nostra maestra ci seguì, e sì, iniziammo a correre verso la scuola per sfuggire da lei, in quel giorno io fui ‘’l’ultimo’’ e come da regolamento dovetti subirmi la sua ira.
Ritornai verso scuola con la testa china, la maestra continuava a sbraitare da sola, sinceramente non m’importava molto, anche se un po’ mi dispiacque per lei che ci doveva sopportare.
 
‘’Voglio tua zia a scuola questo pomeriggio! Devo parlare anche con lei.’’
‘’Va bene signora maestra.’’
‘’Avrai doppi compiti per domani!’’
‘’Va bene signora maestra.’’
‘’E porta qua anche gli altri! La ramanzina aspetta anche a loro!’’ disse ciò e io sempre con la testa china uscii dall’aula.
  Mentre m’incamminai verso la mia classe il mio sguardò si fermò su uno degli alberi maestosi che ci facevano ombra, alzai il mio sguardo lentamente, e vidi lì ciò che mi avrebbe portato ad altre avventure, impigliato in mezzo ai rami intravidi un oggetto tondeggiante rosso, affacciai la mia testa fuori dalla finestra e sgranando meglio gli occhi riconobbi quell’oggetto… una palla, una normalissima palla rossa.
‘’Appena le lezioni finiscono vado a prenderla!’’ Sorrisi all’idea, una delle mie migliori idee.
Quando bussai alla porta della mia classe vidi immediatamente i miei amici alzarsi e uscir fuori, sapevamo tutti quanti cosa li attendeva, ci demmo una pacca quasi per consolazione e ritornai al mio banco, e pensare che quel banco all’epoca mi sembrava immenso, mentre ora è talmente piccolo che a fatica riesco a starci seduto.
‘’Bene potete andare!’’ La frase  che a quei tempi adoravo sentire, delle semplici parole che ti portavano alla libertà.
Mi ricordai della palla e corsi fuori, corsi sbattendo qua e la con i miei compagni, corsi fino a non aver fiato, raggiunsi l’albero, e sorpreso incontrai lui… un ragazzo più grande di me di un anno, un ragazzo con dei capelli biondissimi e degli occhi color nocciola, un ragazzo con uno sguardo talmente triste.
‘’Tu chi sei?’’ Mi avvicinai a lui passo dopo passo.
‘’Newt!’’ Disse tutto ad un fiato fiero di se.
‘’Io sono Thomas! Anche tu hai visto la palla?’’
‘’No, io l’ho lanciata li!’’
‘’E’ tua?’’
‘’Sì! E vorrei riaverla…solo che le altezze, le odio.’’ Distolse lo sguardo rammaricato.
‘’Aspetta qua.’’ E senza accorgermene ero già in cima,  feci cadere la palla e scesi immediatamente giù.
‘’Se cadevi ti facevi male!’’
‘’Ma non sono caduto.’’
‘’Hai un modo strano di ragionare… comunque grazie per la palla.’’ E mi mostrò un sorriso talmente puro da far invidia.
‘’Senti! Io e i miei amici non abbiamo una palla, vuoi entrare nel nostro gruppo?’’ Chiesi sperando in una risposta positiva.
‘’E subirmi le grida che ogni tanto sento?’’
‘’EHM… Come non detto.’’
‘’CI STO.’’
‘’DAVVERO!?’’
‘’Certo! Siete troppo divertenti a volte.’’
‘’Allora benvenuto nel club Newt.’’
‘’Grazie Tommy, posso chiamarti Tommy, vero?’’ E risfoderò quel sorriso.
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Ed eccomi qui, davanti a quell’albero, oggi più immenso che mai, pensare di aver incontrato il mio migliore amico in un posto come questo, con una questione come quella, ammetto che mi diverte un po’.
‘’Quindi intendevi la scuola elementare, e io che come uno stupido sono andato fino a quelle delle superiori.’’
‘’Newt! Che ci fai qua?’’
‘’Mi ha avvertito John, sai l’ultima volta hai quasi avuto un mancamento dai troppi ricordi.’’
‘’Sì ma ormai mi sono fatto l’abitudine a questa situazione, inutile che mi state appresso, ormai ho diciotto anni!’’
‘’Ne hai venti...’’
‘’Dannata abitudine.’’
‘’Comunque sia, come mai le elementari?’’ Chiede osservando l’albero. ‘’Ah, il giorno in cui ci siamo incontrati era qui! Quanto siamo romantici.’’ Inizia a scherzare mostrando quel sorriso che tanto apprezzo.
‘’Te lo ricordi anche te! Quindi  ‘quanto siamo romantici’ ad entrambi.’’
‘’Solo per oggi, su andiamo ora.’’
Newt, quanti racconti ho su di lui, quante risate e quanta tristezza girano intorno a lui, il suo aspetto, il suo carattere, non è mai mutato in tutti questi anni, ed è una cosa che ho apprezzato tantissimo, alcune volte le persone cambiano in peggio, ma lui… lui è rimasto semplicemente ‘Newt’, e spero rimarrà così per tanto tempo.
 
 
Angoletto personale:
Questa storia è presente anche su wattpad!
Shalve gente! Innanzitutto mi scuso per gli errori grammaticali TT, chiedo davvero venia.
Inizialmente avevo in mente una storia angst, ma siccome questi due poveri picci hanno avuto già abbastanza angst, ho optato per una Au! Questo capitolo, ovviamente, è solo un inizio per dare un’idea, spero vi piaccia lo stesso! Alla prossima :3
AH! Ho fatto copia e incolla da world, quindi se risulta troppo attaccato/ staccato/ bho Chiedo venia >__<

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


La sveglia che suona rumorosa per ricordarmi di andare a lavoro non è proprio il massimo per iniziare una giornata, ma ovviamente tocca abituarcisi, non fraintendete, non è il lavoro in se a darmi fastidio anzi posso ritenermi fortunato perché in fondo amo il mio lavoro, l’unica cosa che detesto sono le sveglie! Rumorose e fastidiose, ti svegliano la maggior parte delle volte sul momento più bello del sogno, ti svegliano nel momento in cui riesci a dormire quando hai passato la notte in insonnia e alcune ti svegliano per farti ricordare e vivere una vita che nemmeno vorresti.
Lavorare nella pasticceria di mio cugino mi mette allegria, amavo cucinare fin da ragazzo, e vedere i volti delle persone illuminarsi quando assaggiano i miei dolci mette davvero una grandissima soddisfazione, è stato Newt a consigliarmi di seguire la strada del pasticciere, inizialmente la seguii ma poi, da come avrete ben capito, abbandonai gli studi, solamente in seguito grazie a mio cugino riuscì a combinare qualcosa… meno male che aveva le stesse mie passioni!
‘’Thomas svegliati!’’ Mi viene a svegliare mia zia questa volta in ritardo visto che sono già pronto.
‘’Sì zia!’’
‘’John non ti coprirà anche oggi.’’
‘’Ma infatti sono già pronto!’’ Esco dalla stanza e saluto mia zia baciandola sulla guancia.  
‘’Buon lavoro.’’ E sorride tristemente; mia zia… ho talmente un sacco di cose da raccontare su di lei che penso non finirò mai, riassumendo il tutto lei è la sorella gemella di mia madre , il fatto che siano gemelle mi rattrista e mi riscalda il cuore allo stesso tempo, sono felice di poterla vedere ogni volta, sono felice di veder come sarebbe stata esteticamente mia madre col passare degli anni ma la stessa cosa mi rattrista infinitamente, mi prese sotto la sua custodia subito dopo che i miei genitori morirono, e dopo numerose e numerose pratiche, visite dal giudice, visite dal tutore e tutto il resto finalmente potetti restare da lei.
Arrivo finalmente nel posto in cui lavoro, è un locale molto carino e semplice, puoi scegliere se rimanere a mangiare qualche torta nei tavolini oppure prendere e portare via, una cosa semplicissima; entro, saluto i miei colleghi e mi metto immediatamente al lavoro, ogni volta ci sono un sacco di clienti, la maggior parte sono tutte ragazzine innamorate di mio cugino, ma non ha importanza, a quanto pare il bell’aspetto attira clientela!
‘’Thomas c’è una ragazza che ti cerca.’’ Mi interrompe dal lavoro un mio collega.
‘’Ragazza?’’
‘’Sì, ha dei capelli cortissimi marrone.’’
‘’Non conosco nessuna ragazza così…’’
‘’Ha detto che è una tua amica, dovresti controllare forse.’’ Annuisco e mi dirigo fuori.
‘’Thomas!’’ mi salta praticamente addosso e a fatica riesco a star in piedi.
‘’Ti offendi se ti dico che non ho la più pallida idea di chi tu sia?’’  Le dico staccandola da me.
‘’Sono Brenda! Quindi è vero che hai perso la memoria, John mi aveva detto qualcosa! Oh scusa sono indiscreta come sempre.’’
‘’AH! Sei quella che ha cercato di contattarmi… scusa, ecco come dire…’’ Scioccato e senza parole, non ho la più pallida di cosa fare.
‘’Sì John mi ha pure detto che volevi allontanarti e bla bla tutte quelle cose lì, ma da me non fuggirai!’’ si avvicina e mi stringe la mano. ‘’Ti farò ricordar tutto!’’
‘’Ora come ora mi stai solo spaventando…’’
‘’Ho lanciato un sacco di aeroplanini per farti ritornar la memoria! ma ho già sprecato il mio desiderio…’’
‘’Ti prego dammi tregua un attimo!’’ Le tappo la bocca con la mano, come diamine ho fatto a diventare amica di una persona così solare!? Se è questo il giusto termine da usare…
Un attimo di pausa… Brenda, di lei ricordo solamente le cose che mi disse mio cugino, dopo il mio incidente lei e una certa, Terri? Tamara!? Bhe, non ricordo… mi contattarono per chiedermi come stetti e altro, ma come già dissi  in precedenza non avevo nessuna intenzione di rilegare con persone di cui non ricordavo assolutamente nulla, quindi ignorai tutti i loro messaggi…lo so! ‘ cosa egoistica da parte tua’ ma in quel periodo mi sentivo così.
‘’Brenda! Senti, ho cercato di ignorarti perché davvero non ricordo niente di te…’’
‘’Tranquillo, non mi sono offesa, cioè io no, Teresa un pochetto forse sì.’’ Ah ecco si chiamava Teresa…
‘’Resta il fatto che non ricordo assolutamente nulla! quindi ti prego parliamone con molta calma, tra poco finisco il turno… ti va di aspettarmi?’’
‘’Tanto ti aspettavo sempre!’’
‘’Va bene.’’
Inutile dire che i miei dolci stanno uscendo malissimo, ed è inutile dire che ora come ora vorrei solamente buttarmi fuori dalla finestra e scappare il più lontano possibile, seriamente, come diamine ho fatto a legare con una ragazza così iperattiva? Io che cerco sempre la semplicità nelle cose e nelle persone, mah... proverò a parargli con calma e vedere se ritorno ad andare d’accordo con lei o cose simili, forse potrò ricavarne qualcosa di positivo.
Finisco di metter in ordine la cucina e quando esco la ritrovo seduta su una panchina ad aspettarmi con un sorriso luminosissimo stampato in faccia.
‘’Stacchi precisissimo ogni volta!’’
‘’Così sembrerebbe… camminiamo un po’?’’
‘’Certamente!’’ ed iniziamo a camminare per la città senza una meta precisa.
‘’Quindi io e te ci siamo conosciuti come?’’
‘’Avevo una cotta tremenda per John, ma un giorno lo vidi baciarsi con una ragazza e ci rimasi demoralizzata per settimane, continuavo comunque a venire al locale mangiando solamente torte al cioccolato, tu lo notasti e mi offrissi un dolce alla vaniglia con un biglietto ‘la cioccolata prima o poi ti stuferà’ è partito tutto da li.’’
‘’In pratica mi hai fatto pena.’’
‘’ESATTO! Più avanti me lo dissi proprio così!’’ Ed inizia a ridere, sono il solo a pensare che in fondo non sia la cosa più carina da dire? 
‘’Quindi abbiamo iniziato ad andare d’accordo in questo modo?’’
‘’Sì! Poco a poco abbiamo poi legato e vi ho fatto conoscere Teresa.’’
‘’Vi…?’’
‘’Tu e…. NEWT!’’ intravediamo Newt a distanza e vedo Brenda piombarsi addosso a lui nello stesso identico modo di prima. ‘’Newt! Finalmente riesco a incontrarti!’’
‘’Brenda, sei già arrivata?’’
‘’Sono arrivata l’altro giorno e tu non sei cambiato nemmeno un po’ in questi mesi!’’
‘’Tommy vedo che avete riappacificato i rapporti.’’
‘’Ci siamo trovati da poco…’’
‘’Tanto ridiventerà mio amico!’’ Si avvicina stringendomi la mano. ‘’Adesso vado! I miei genitori hanno invitato dei parenti e non posso tardare!’’ Bacia sia me sia Newt sulla guancia e quasi correndo se ne va via.
‘’Tu… spiegami tutto ti prego.’’ Si mette a ridere e con calma inizia a spiegarmi meglio le cose.
Brenda a quanto pare mi fece ‘paura’ anche la prima volta che la incontrai, mentre Newt non si è mai fatto problemi, lui va d’accordo  praticamente con tutti quanti, a Brenda  mi sono avvicinato per pietà la prima volta, inizialmente mi limitai ad offrirle una torta, nulla di più e nulla di meno, ma pian piano, da quello che mi è sembrato di capire dal racconto di Newt, lei si comportò da perfetta amica, perché nonostante tutto semplicemente c’era, se ti accadeva qualcosa di male lei c’era, se avevi bisogno di una mano o volevi chiacchierare… lei c’era, ed è per questo che divenne una delle mie migliori amiche, prima del mio incidente si trasferì per continuare gli studi, ci contattavamo spesso, ma dopo l’incidente io cambiai, spero di ricordarmi di lei presto.
‘’Tranquillo prima o poi la memoria ti ritornerà.’’ Mi dice interrompendo i miei pensieri, non avevo detto assolutamente nulla, ma lui riesce a capirmi solamente guardandomi.
‘’Per il momento i medici sono tutti confusi quanto me.’’
‘’Proviamo con la tecnica di ieri allora.’’
‘’Ovvero?’’
‘’Semplicemente andiamo in un posto con dei ricordi e vedi se si attiva qualcosa, tentar non costa nulla, no?’’
‘’Era quello che volevo provare infatti… forse passo dalla ‘base’, vieni con me?’’
‘’Pensi ci sia ancora?’’
‘’Ah bho, se le cose sono andate come dovevano… direi di sì.’’
‘’Spero ci sia.’’
‘’Tentar non costa nulla.’’
‘’Non copiarmi le frasi!’’ Lo spintono e proseguiamo.
‘La base’, in altre parole la nostra casetta sull’albero,  la costruimmo quando io ero in quarta e Newt in quinta, la costruimmo noi e degli altri compagni nel boschetto in cui scappavamo durante l’intervallo, era una piccola casetta, le storie d’orrore, le cotte infantili, i racconti fantasy, i giochi di società e molto altro… tutte queste cose accaddero dentro quella casetta, per noi fu come una seconda dimora, ed è proprio lì che io e Newt diventammo più amici che mai, lì dove ci scambiammo i nostri segreti più profondi.
Passo dopo passo il sentiero si fece sempre più riconoscibile, i maestosi alberi, il profumo dei frutti di bosco, il rumore del ruscello in lontananza, stava ancora tutto lì, nulla era invariato, ed amavo tutto ciò.
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Presentai Newt ai miei amici il giorno dopo della questione con la palla, avevamo delle nostre ‘regole’ per i nuovi arrivati, e  la primissima diceva che ogni nuovo membro doveva sottoporsi alla prova per vedere se fosse stato ‘degno’ di restare nel gruppo, anche se in verità la prova consisteva nel dover subire per una settimana le urla della maestra se riusciva a trovarci… i bambini a volte sono davvero crudeli! Comunque sia, la passò senza troppi problemi, e col passare degli anni ci affezionammo più che mai…soprattutto quel giorno, il giorno del nascondino.
  ‘’Allora le regole sono le solite! Si conta fino a cento e poi il gioco parte, è vietato mettersi dietro a quello che conta! PRONTI?’’
‘’ADESSO Sì!’’ Urlammo in coro io e gli altri.
‘’Perfetto! Inizio.’’ E prese a contare ad alta voce.
Nascondino, chi non ci ha mai giocato da piccolo? Nel boschetto poi è ancora più bello, più posti dove nascondersi, più ostacoli per scappare da chi ci trova, più divertimento insomma, ricordo che quel giorno il mio solito nascondiglio fu occupato da un altro ragazzo, quindi agitato iniziai a correre da una parte all’altra sperando in un qualche rifugio, non so verso a che punto mi venne la brillante idea di arrampicarmi fino alla base, ma a quanto pare tardissimo visto che chi doveva contare era già alla ricerca degli altri.
‘’Tommy?’’
‘’Newt! Diamine il posto è già occupato… però Gally ha già iniziato a cercar in giro… posso restare qua?’’
‘’Certo, tanto finché è Gally non verrà mai fin qua su a cercarci.’’
‘’Troppo pigro?’’
‘’Esattamente!’’ E ci facemmo quasi scovare a causa delle nostre risate.
‘’Shhh.’’ Gli tappai la bocca con la mano. ‘’Parliamo piano o se no ci tocca correre! E sinceramente non mi va proprio.’’
‘’Concordo con te oggi.’’ Sorrise.
‘’Comunque, non odiavi i posti alti? Di solito non ci volevi mai salire, ti è passata la paura delle altezze?’’
‘’Non è che avevo paura o altro…odio i posti alti e basta.’’
‘’Per quale motivo?’’ Chiesi incuriosito e in quel preciso istante  momento mi scordai del nascondino.
‘’Mio padre è morto anni fa, mia madre cadde in depressione ed un giorno, stanca di tutto, si buttò da un posto alto…’’ Vidi il suo sorriso spegnersi, vidi  lacrime scendere dai suoi occhi, vidi troppa sofferenza, a quanto pare lui era come me, troppo piccoli per sopportar certi pesi, troppo piccoli per poter accettare la cosa, troppo piccoli per tutto... entrambi però sapevamo che dovevamo andare avanti, entrambi sapevamo che bisognava resistere.
‘’Odio i posti alti per questo…’’ Mi disse infine cercando di non scoppiare a piangere.
‘’I-io m-mi dispiace.’’ E senza accorgermene mi misi a piangere più di lui. ‘’I-io non volevo farti ricordare qualcosa di brutto.’’
‘’Se piangi anche te, poi io che mi trattengo a fare?’’ mi asciugò le lacrime con la manica della sua felpa. ‘’Poi anche te mi hai raccontato dei tuoi genitori… mi sembrava giusto dirtelo.’’
‘’S-sì p-però io.’’ E continuai a piangere, per precisione piansi per tutto il resto della giornata, quando i nostri compagni ci trovarono, Newt mantenne un sorriso un po’ impacciato mentre io attaccato al bordo della sua felpa non smisi mai di lacrimare.
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‘’Alla fine la casa vista adesso non sembra poi tanto grande…’’ Dico avvicinandomi di più per osservarla meglio.
‘’Se allungo la mia mano ci arrivo senza problemi…’’
‘’Eravamo degli idioti da piccoli?’’
‘’Eravamo molto più bassi, poco ma sicuro!’’ Ci guardiamo impacciati ed iniziamo a ridere come degli idioti.
‘’Ora che ci penso è qui dove hai lanciato il tuo aeroplanino giusto?’’ Chiedo per continuare un po’ la conversazione.
‘’Sì dalla finestra della basa, mi hai tipo obbligato a lanciarlo da qua.’’
‘’Perché un posto alto è decisamente meglio! Cosa scrivesti?’’
‘’E’ un segreto! Poi lanciato a quell’età che spreco…’’
‘’Almeno tu non eri ubriaco!’’
‘’Sei stato abbastanza idiota quella volta.’’
‘’Non farmi di nuovo la ramanzina! Spero soltanto sia stato un desiderio sensato e felice, forse  ho fatto la stupidaggine di esprimere l’incidente, che so…’’
‘’Io credo che tu abbia espresso qualcosa di sincero, niente idiozie, niente incidenti, il tuo desiderio sarà stato sicuramente qualcosa di profondo e vero.’’
‘’Lo pensi per davvero?’’ Chiedo rattristito.
‘’Più di quanto tu possa immaginare.’’ E mi rivolge quel sorriso che tutti adorano.
‘’Grazie.’’ Sorrido anche io, anche se i miei sorrisi sembrano per lo più delle smorfie uscite malissimo.
Dopo alcuni minuti decidiamo di ritornare a casa visto l’orario, lo saluto e mi dirigo verso il mio quartiere a passo veloce.
Arrivo a casa, corro immediatamente nella mia stanza e mi stendo sul letto per  pensare al mio gesto di quei 18 anni, in questa città il proprio aeroplanino a momenti è più importante della propria vita,  so che non sono l’unico ad aver espresso il desiderio nel modo sbagliato, per quanto ne so molte persone si sono poi pentite, so di aver combinato un disastro e spero sia come dice Newt, ovvero qualcosa di sincero e profondo, diamine, spero di non dovermene pentire anche io…
 
 Angoletto personale:
Shalve gente! spero vi sia piaciuto anche questo capitolo,  ora si sa qualcosina anche su Newt! yay! Chiedo venia come sempre se ci sono errori, e chiedo venia se anche in questo capitolo la storia vera non è del tutto partita. (Hehehe fidatevi sarà un casino!) 
Eh nulla- Grazie a voi che state leggendo :3 

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


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‘’Zia! Zia!’’
‘’Thomas, ti ho detto che non devi urlare, cosa c’è?’’
‘’Oggi Newt compie 11 anni, posso cucinargli una torta? A lui piacciono.’’
‘’D’accordo, ti aiuto io però, non vorrei combinassi casini.’’
‘’Grazie Zia.’’
Corsi in cucina sorridendo e iniziai metter sul tavolo tutti gli ingredienti necessari, Newt adorava  le torte che creava mia zia, quindi volli realizzarne una che gli potesse piacere altrettanto, dopo venti minuti finimmo di preparare la base e la inserimmo nel forno per cuocerla, restai tutto il tempo con la testa attaccata al vetro a fissarla, non vedevo l’ora che fosse cotta, quando finalmente mia zia la tolse dal forno mi divertii a farcirla e a decorarla, bhe, a quell’epoca facevo davvero pena a decorare le torte, esteticamente non era il massimo… ma quel giorno mi sembrò un capolavoro.
‘’HO FINITO!’’ Urlai alzando il piatto dal tavolo. ‘’Cosa ne pensi zia?’’ Chiesi con il piatto ancora alzato.
‘’Dico che se non la appoggi rischi di farla cadere.’’ Rispose severamente. ‘’Comunque, hai fatto un ottimo lavoro Tom.’’ Concluse guardandomi soddisfatta e se ne andò dalla cucina.
La festa di Newt si sarebbe tenuta da lui verso sera, avevo già avvertito i suoi nonni che la torta l’avrei portata io, ero entusiasta all’idea, ricordo di essermi anche vestito in modo elegante, quel giorno conobbi  quello che sarebbe poi diventato uno dei miei migliori amici: Minho, un ragazzo asiatico che andava nella stessa classe di Newt. 
Quando arrivò l’ora stabilita presi in fretta il regalo, un gioco per la play che amava, mi misi la giacca e corsi giù per le scale.
‘’Zia sono pronto!’’
‘’Io mi chiedo perché tutta questa velocità non la hai di mattina per andare a scuola, inizia a salire in macchina che io prendo la torta.’’
‘’Va bene.’’ Risposi e di nuovo correndo uscii dal portone entrando in auto.
La casa di Newt non era molto distante dalla mia, giusto 10 minuti a piedi, ma siccome dovevo portare alcune cose mia zia decise di accompagnarmi in macchina, una volta arrivati scattai immediatamente fuori e in un lampo mi trovai davanti al suo portone sorridente, da bambino adoravo le feste di compleanno, ma quel giorno ero più felice che mai, suonai il campanello e mi aprì sua nonna.
‘’Oh Ciao Thomas, sei arrivato subito vedo.’’ Mi disse allegramente.
‘’Ciao! Eh sì, ho fatto in fretta, ah! Questa è la torta che ho preparato.’’ Le porsi il contenitore ed insieme la portammo in cucina.
‘’Grazie mille Thomas, Newt è con un suo amico in sala, puoi raggiungerlo.’’
Non me lo feci ripetere due volte che già mi stavo incamminando da lui, arrivai in sala e lo vidi parlare con un suo amico, mi avvicinai piano per spaventarlo ma il mio piano fallì miseramente.
‘’Ciao Tommy.’’ Disse ancora girato di schiena.
‘’Come hai fatto a sapere che ero io!?’’ 
‘’Sei troppo scontato a volte.’’  Si girò guardandomi. ‘’Comunque lui è Minho!’’ Concluse indicandomi il ragazzo davanti a se.
‘’E’ lui il pive di cui mi parlavi?’’ Domandò il ragazzo asiatico guardandomi sorridente.
‘’Pive?’’
‘’E’ un modo di dire che usiamo in classe nostra, comunque piacere io sono Minho.’’ Mi porse la mano e la strinsi un po’ titubante.
‘’Io sono Thomas.’’
‘’Sì, Newt mi ha parlato di te e degli altri radurai.’’
‘’Radurai?’’ Stavo sentendo troppi termini nuovi tutti insieme!
‘’Oh sì scusa, mi ha parlato del bosco in cui andate durante l’intervallo, io quel posto lo chiamo la radura,  quindi voi siete i radurai.’’
‘’Radurai eh? Suona bene, puoi venire anche te se vuoi.’’ Gli dissi con aria autorevole. 
‘’Sembra divertente, perché no.’’
Restammo a parlare del più e del meno per un po’, scoprii che i genitori di Minho si trasferirono in questa città quando lui era ancora piccolo, dicevano che la leggenda degli aeroplanini li attirava parecchio.
Minuti dopo arrivarono anche gli altri, tra tutta quella gente riuscì ad intravedere Gally, Frypan e Winston, alcuni, invece, non li conoscevo nemmeno, cercai di chiacchierare un po’ con tutti ma alla fine restai con Newt e Minho; la nonna di Newt ci venne a portare la torta quando furono arrivati tutti, ero emozionato ma allo stesso tempo nervoso, se non gli fosse piaciuta avrei fatto una figuraccia che me la sarei ricordata per il resto dei miei giorni, ma, fortunatamente, quello che accadde dopo mi portò all’essere quello che sono oggi.
‘’Tommy è buonissima!’’ Disse Newt guardandomi con quel luccichio negli occhi.
‘’Newt non mi aveva detto che sapevi cucinare!’’ Intervenne Minho.
Poco a poco erano tutti riuniti davanti alla mia torta chiedendone un altro pezzo, adoravo sentirmi apprezzato per qualcosa, ma soprattutto adoravo che Newt mi apprezzasse per qualcosa, quel giorno decisi di esercitarmi ogni volta che ne avevo l’opportunità, seguivo le ricette, le modificavo, ne creavo delle mie e, una volta arrivato alle superiori, decisi di optare per una scuola di pasticceria.
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Mi capitava spesso di sognare eventi passati, da quando ho perso la memoria i miei unici sogni riguardano delle vecchie vicende del passato e i ricordi dovuti grazie a degli oggetti o a delle persone sembrano così vicini da poterli toccare, so che i ricordi sono intoccabili, ma li vivo talmente profondamente che sembra il contrario… ricordo in passato di aver letto della differenza tra memoria volontaria e involontaria, ecco, la mia memoria involontaria credo si sia altamente potenziata!*
Mi sveglio un po’ intontito e mi stiracchio per prendere lucidità, oggi è domenica, e domenica significa niente lavoro! In queste settimane sono uscito parecchie volte con Brenda e Newt, di Brenda, sfortunatamente, non mi comparivano ricordi, ma, pian piano, ne stavamo creando dei nuovi quindi mi dicevo che dopotutto andava bene anche così; la suoneria del mio telefono mi riporta alla realtà, rispondo senza leggere chi è, e delle urla mi piombano nell’orecchio.
‘’Hey pive! Indovina chi sta per ritornare dalla Corea?’’
‘’Minho! Ero rimasto che dovevi arrivare la prossima settimana.’’
‘’Mia nonna adesso sta meglio, quindi sono riuscito a convincere i miei di farmi partir prima, e sai cosa significa questo? Casa libera per una settimana! Oggi superfesta da me, ho già organizzato tutto a distanza, dovrebbero incoronarmi il re delle feste .’’
‘’Sempre il solito!’’ Dico ridacchiando all’idea che fosse tutto come sempre.
‘’Il sedicenne che è in me non morirà mai! Finché sono giovane mi diverto!’’ Non potevo vederlo, ma scommetto che se fosse stato qui vicino a me avrebbe fatto quella sua solita espressione euforica.
‘’Va bene, ma io non toccherò mai più dell’alcool, dopo quella volta che sprecai il mio desiderio, stop.’’
‘’Ma come!? Newt non ti ha detto nulla?’’
‘’Newt? Dirmi cosa…?’’
‘’No dico... ehm sì, che sarei ritornato oggi, o bhe si sarà scordato, dai che stacco che prendo un taxi, ci vediamo appena arrivo!’’
‘’Hey, no, Minho aspetta!’’ Come previsto ha subito staccato la chiamata, è sospetto… molto sospetto, ma so anche che Minho a mantenere le cose all’oscuro è una roccia quando s’impegna, decido di lasciar perdere per questa volta, forse ho capito male io… perché mai Newt dovrebbe nascondermi delle cose? 
Siccome di domenica non ho molto da fare mi metto a sistemare camera per distrarmi un po’, Minho sarebbe arrivato tra qualche ora e so che riguardo alla festa non mentiva,  finisco di mettere in ordine quel poco che avevo lasciato sparso e scelgo cosa indossare.
‘’Qua ci vorrebbe Brenda, è lei che mi aiutava con queste cose.’’ Borbotto tra me e me senza accorgermene, aspetta... ho appena detto che Brenda mi aiutava? Che finalmente mi stia per ricordare qualcosa? Bhe, ma perché solo adesso? Scuoto la testa cercando di non pensarci, è inutile che mi riempio di domande se nemmeno io so la risposta!
Alla fine opto per qualcosa di semplice, dei jeans neri con una felpa altrettanto scura, perdendo tempo davanti allo specchio ad un tratto sento suonare alla porta, corro immediatamente ad aprire e mi ritrovo un Minho tutto sorridente.
‘’Pive, che bello rivederti.’’ Mi abbraccia per salutarmi. ‘’Scusa se non sono rimasto con voi quella volta dell’incidente…’’
‘’Tranquillo Minho, so che tua nonna non si sentiva bene e sei dovuto partire subito.’’
‘’Prometto che mi farò perdonare, ti starò addosso tutti i giorni!’’
‘’Senza offesa amico, ma davvero sto bene così.’’ Gli dico mettendoci quasi a ridere.
‘’Bene, ti aspetto alla festa di stasera allora! Io devo subito ritornare a casa a sistemare, guai se manchi.’’
‘’Non mancherò tranquillo.’’ Mi stringe a se un ultima volta e scappa via salutandomi con la mano.
Minho è dovuto partire per la Corea il giorno dopo del mio risveglio all’ospedale, non voleva assolutamente andarsene ma sua nonna sembrava stare in grave condizioni quindi lo convinsi a partire comunque, sono contento che sia ritornato, lui sa sempre come farti tornare su il morale, in questi mesi ho sentito parecchio la sua assenza.
Nelle ore rimanenti mi metto a temporeggiare con qualsiasi cosa, cucino qualcosa di buono, guardo la tv, passeggio per la città e nel mentre mi metto d’accordo  con Newt per la festa, Minho abitava un po’ fuori città  e, siccome non mi fido ancora di guidare, ho chiesto a Newt se mi avrebbe portato lui.
Verso sera sento il rumore di una macchina parcheggiare nel mio vialetto, era per forza Newt, saluto mia zia e mi dirigo fuori.
‘’Tommy stavo per suonare.’’
‘’Ti ho sentito parcheggiare.’’ Dico facendo spallucce, mi soffermo un attimo a guardarlo, ed è… bello.. dannatamente bello, ha dei jeans scuri che mettono in mostra le sue gambe e bhe, qualcos’altro, indossa una maglia bianca con sopra una giacca nera, gli sarei saltato addosso all’istante, non ricordo quando ho iniziato a guardarlo in questo modo, non ricordo nemmeno quando ho iniziato a volerlo vicino a me, a voler che lui mi toccasse, che mi baciasse e che mi strinse a se… ma sapevo che ciò non sarebbe mai accaduto.
‘’Tommy tutto bene?’’ Chiede portandomi alla realtà dei fatti.
‘’Sì, mi sono un attimo fermato a pensare.’’
‘’Bhe dai andiamo adesso però.’’ Si dirige verso la portiera dell’auto ma si ferma all’istante. ‘’Tommy… devo dirti una cosa importante dopo.’’  Dice quasi sussurrando.
‘’Perché non adesso?’’
‘’Non so come la prenderai, preferisco più tardi, tranquillo non è una cosa grave.’’ Si volta verso di me sorridendomi, quel suo solo sorriso mi basta per sentirmi a mio agio e togliermi tutte le preoccupazioni.   
Arriviamo a destinazione alcuni minuti più tardi, Minho salta addosso a Newt per salutarlo e finalmente entriamo dentro casa, c’erano già un mucchio di persone, alcune sembrano avere 16 anni, Minho era famoso per le sue feste ad entrata libera, con lui c’erano Ben e Gally, loro di solito si occupavano di tener d’occhio la situazione per evitare casini, entrata libera ok, ma niente gente strana!  
‘’Ho tenuto libero il divano e le poltrone! Abbiamo un sacco di cose da raccontarci, Brenda si è già accomodata.’’ Ci urla Minho a causa della musica alta, io come sempre occupo l’angolo del divano e Newt si siede affianco a me.
Iniziamo a parlare del più e del meno finché Newt non si alza per andare a salutare un’altra persona, arriva alcuni minuti più tardi con una ragazza stretta intorno al suo braccio che rideva ad ogni frase del mio migliore amico, riesco a riconoscerla subito…
E’ Harriet…
La fidanzata di Newt.
Lui e Harriet si fidanzarono poco prima dei miei 18 anni, non ricordo nient’altro visto che l’incidente mi ha fatto scordare tutto il resto, ricordo solamente che Newt me la presentò in un bar giorni prima e li vidi baciarsi la prima volta durante la mia festa di compleanno, quel giorno mi crollò il mondo addosso, sentii pure un dolore fortissimo al petto che cercai di mandar via attraverso l’alcool, insieme alla sbornia giunse anche la brillantissima idea del lanciare il mio aeroplanino di carta, così espressi il mio unico desiderio… ma quale?
‘’Ciao ragazzi!’’ Saluta lei sedendosi in una delle poltrone, perché non vicino a Newt? Lo spazio c’era, le coppiette si siedono vicine no? Inizio ad innervosirmi e sentirmi tradito, non ci voglio pensare… prendo un bicchiere dal tavolino davanti a me e ci verso dentro qualcosa.
‘’Hey Thomas, sbaglio o avevi detto niente alcool?’’ Mi interrompe Minho scherzosamente, molto probabilmente aveva bevuto qualcosa anche lui.
‘’Ho cambiato idea.’’ Dico un po’ scontroso iniziando a bere un bicchiere dopo l’altro.
‘’Tommy non dovresti esagerare…’’
‘’Oh sta zitto Newt, smettila di fare la mamma radura.’’ Decido di ignorarlo per il resto della serata, hai Harriet no? Pensa a lei allora, mi ripeto questa frase tra me e me.
‘’Hey Brenda andiamo a ballare?’’
‘’Sono con te Thomas!’’ Urla lei con un bicchiere in mano, do una rapita occhiata a Newt e lo vedo  infastidito dal mio comportamento, so che la colpa non è sua, ma non volevo proprio ricordare di lui e Harriet.
Io e Brenda iniziamo a ballare in mezzo alla sala insieme a tutti gli altri, nel mentre continuavo a prendere un bicchiere dopo l’altro finché, come previsto, non arrivò il silenzio e l’oscurità.
 
*Thomas si riferisce al libro di Proust: Alla ricerca del tempo perduto, in questo racconto Proust distingue due tecniche o gradi di recupero: memoria volontaria e memoria spontanea/ involontaria.
Angoletto personale:
Che dire-  da qui sarà tutto un bel casino! Poi volevo ringraziare le persone che hanno messo tra le preferite/seguite questa storiella! (ho notato da poco che esisteva questa funzione già.. TT) Spero come sempre che il capitolo vi sia piaciuto :3 Alla prossima.

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


‘’Pive alzati.’’ Sento urlare di prima mattina e rispondo con un verso strano. ‘’Ben svegliato principessa!’’
‘’Minho, dove sono? Cos’è successo? Sto iniziando a scordare troppe cose…’’ Mi alzo da quello che sembra il suo divano e mi metto seduto composto, ho un mal di testa assurdo, cosa diamine ho combinato?  
‘’Caspio amico! Hai bevuto un sacco, poi ti sei messo a fare una sceneggiata con Newt ed entrambi vi siete messi a bere di nuovo, pensa che Newt voleva ritornare a casa in macchina! Lo dovuto portare di peso nella stanza degli ospiti, tu, invece, sei stato incollato a Brenda per tutta la serata poi sei crollato sul mio divano.’’
‘’Perché mi hai permesso di bere?’’
‘’Tu eri incacchiato con qualcosa, arriva Harriet e puf! improvvisamente cambi umore.’’
‘’Giusto.. Harriet.. Newt è di sopra?’’ Chiedo cercando di sviare il discorso massaggiandomi la testa, questo dolore assurdo sembra non voglia passare…
‘’Lui sta ancora dormendo, Tieni.’’ Mi porge un bicchiere d’acqua. ‘’Se vuoi ho delle aspirine per il mal di testa.’’
‘’No, sto bene, tra poco passa, grazie lo stesso.’’
‘’Come vuoi.’’ Fa spallucce e si siede accanto a me. ‘’E’ successo qualcosa con Harriet per caso?’’ Chiede a bassa voce, forse lo fa per evitare che Newt si svegli sentendo rumore, ora che ci penso però, perché Caspio Newt non è ritornata a casa con lei? Poteva riaccompagnarlo, è proprio una pessima fidanzata,  se fossi io il fidanzato di Newt di certo non lo lascerei in questo modo!
‘’Hey pive ci sei ancora? Smettila di fissare il mio tavolino con quell’aria sconvolta, se non vuoi parlarmi di Harriet fa lo stesso.’’ Mi risveglia Minho dai miei pensieri sventolandomi una mano davanti agli occhi.
 ‘’Scusa, no, non mi va di parlare di lei.’’
‘’Come vuoi, ma.. ehm senti, posso farti un’altra domanda? Questa è un po’ particolare, non sei obbligato a rispondermi.’’
‘’Parla.’’
‘’Per caso ti piace Newt?’’ Lo guardo con occhi sgranati e il panico inizia a prendere il sopravvento su di me, cosa gli devo rispondere!? Se gli dico la verità rischio di complicare tutto, Newt è fidanzato con Harriet ormai da anni, ed è palesemente etero, so che Minho non andrebbe mai dirgli nulla, ma non mi va che anche lui iniziasse a guardarmi come  se fossi un cane bastonato, lo avevano già fatto in troppi! La mia insegnate quando scoprì dei miei genitori, i giudici, gli psicologi, i dottori, tutti mi guardavano con quell’aria dispiaciuta.
‘’No.’’ Dico sforzandomi di mentire. ‘’Io e lui siamo solo amici, non potrà mai nascere nulla fra di noi, sbaglio o questa domanda me l’hai già fatta!?’’
‘’Sì, qualche anno fa, pensavo solo, sì ecco, che questa volta mi avresti risposto diversamente.’’
‘’Non cambierà‘’ Mi zittisco un attimo sentendo dei passi provenire dal piano di sopra, probabilmente si è svegliato Newt, la conferma infatti mi arriva subito dopo.
‘’Tommy, Minho, buongiorno.’’ Mi ritrovo davanti un Newt con dei capelli tutti scompigliati, una maglietta tutta stropicciata e con delle occhiaie orribili, molto probabilmente io ero messo anche peggio, c’è soltanto un’unica differenza tra noi due… lui è dannatamente bello anche in quel modo. 
‘’Giorno…’’ Dico mugugnando cercando di togliermelo dalla testa. ‘’Devo andare a lavoro, meglio se vado a casa e inizio a prepararmi.’’
‘’Tommy ti accompagno io.’’
‘’No, preferisco camminare, ci vediamo dopo.’’ Li saluto  frettolosamente con un gesto della mano e in un attimo sono subito fuori, molto probabilmente sembro uno zombie che cammina, puzzo pure d’alcool, dovevo per lo meno darmi una ripulita, ma ormai è andata così, ora che ci penso Newt doveva parlarmi di qualcosa, probabilmente si vorrà sposare con quella, già me l’immagino tutti e due vestiti di punta sull’altare! Dovrei proprio smetterla di sembrare una ragazzina isterica e gelosa.
Cammino ormai da quelle che sembrano ore, quando vedo la mia casa in lontananza  quasi non esulto dalla gioia, prendo le chiavi e apro il portone lentamente, mia zia probabilmente è già a lavoro, io tra meno di mezz’ora devo stare al locale ed ho un aspetto terribile, meno male non mi hanno messo a fare assistenza clienti! Raggiungo a stento il bagno e mi butto sotto la doccia, ho troppi pensieri tra la testa, e in tutti c’è sempre Newt.  
Raggiunto il locale decido di staccarmi dalla realtà e concentrarmi esclusivamente sul mio lavoro, non posso deludere anche John e di certo ora come ora non posso permettermi di far sparire la clientela perché i dolci sono immangiabili!
‘’Buongiorno.’’ Saluto i miei colleghi che stavano già iniziando a sistemare la sala e mi metto al lavoro anche io.
‘’Buongiorno Thomas, ho già preparato tutto proprio come mi hai chiesto e visto che c’ero ho anche aiutato i ragazzi con la sala, posso fare qualcos’altro?’’
‘’Chuck potevi fare con calma, stai tranquillo non ti metteremo un rapporto negativo.’’ Chuck è un ragazzino di 16 anni venuto a far stage da noi qualche mese prima, adora i dolci quanto me, sia a prepararli e sia a mangiarli! Non so il perché, ma ho subito legato con lui appena è arrivato, anche se più piccolo di me a volte sa davvero dimostrarsi il più saggio qua dentro, l’ho praticamente accolto sotto la mia ala protettiva e a momenti arrivo a considerarlo quasi come un fratellino più piccolo.
‘’Voglio comunque rendermi utile in qualche modo.’’
‘’Potresti aiutarmi con gli ordini di stasera.’’
‘’Subito!’’ Lo vedo correre verso l’agenda dove scriviamo gli ordini del giorno e tutto entusiasta ritorna indietro comunicandomi le consegne.
‘’Qua c’è scritto bisogna fare 3 torte per dei compleanni, la signora Wilson vuole qualche ‘ciambella glassata come piace a lei’, bhe c’è scritto così, e infine abbiamo una richiesta dalla signora Paige per una cheesecake al limone, c’è scritto viene a ritirarla per le 15 propongo di iniziare con quella.’’
‘’E’ La sua preferita…’’ Dico borbottando.
‘’Eh? A me aveva detto che la sua preferita era quella alla fragola.’’
‘’E’ la preferita di Newt.’’
‘’Newt?’’
‘’No scusa, stavo parlando tra me e me, non è nessuno, iniziamo a lavorare.’’ Newt di qua, Newt di la, perché diamine il mio cervello si sofferma sempre su di lui? Di una cosa almeno son sicuro, nel mio aeroplanino non ho espresso il desiderio di togliermelo dalla testa, avrei dovuto esprimere quello! 
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Al  liceo scelsi una scuola di cucina, precisamente nel ramo della pasticceria, Newt, che era un genio dello studio, invece scelse un indirizzo scientifico, seppur d’istituti diversi le nostre scuole erano tutte vicine tra di loro, con la mia e quella di Newt ci separava solo un piccolo vialetto; durante l’intervallo eravamo liberi di uscire fuori e se i bidelli  non ti beccavano si poteva benissimo entrare dentro le altre scuole e farsi un giretto.
‘’Quanto vi invidio ragazzi.’’
‘’Non è colpa mia se la tua scuola si trova da tutt’altra parte Minho.’’
‘’Sapevo che dovevo sceglierlo io il mio indirizzo, ma i miei sono fissati con la questione del portar avanti il  lavoro di famiglia e tutto il resto.’’
‘’Non vedo davvero l’ora di vederti in giacca e cravatta.’’
‘’Amico è meglio che te lo scordi, sarò famoso per il mio abbigliamento informale, gli altri seguiranno il mio esempio e saremo tutti felici e comodi.’’
‘’Newt la pensa diversamente.’’
‘’Quel pive fissato con le camicie e tant’altro non conoscerà mai la vera comodità, ora mi tocca spegnere anche il telefono, non datemi buca per questa sera.’’
‘’Tranquillo Minho, noi tutti non vediamo l’ora di passare una giornata davanti alla tv con popcorn e qualche birra.’’
‘’Perché caspio sento del sarcasmo nelle tue parole?’’
‘’Sto scherzando! Dai stacco anche io che ho cucina, a stasera.’’ Chiusi la chiamata e mi misi il telefono in tasca, i genitori di Minho avevano una società che si occupava di pubblicità e Minho fu costretto a seguire le loro ombre, quasi mi dispiaceva.   
Nel mio stesso corso c’era  Frypan, anche lui faceva parte dei radurai, ogni tanto uscivamo tutti noi  radurai insieme, ma la serata film e popcorn era esclusivamente mia, di Minho e di Newt, iniziò tutto per puro caso, un giorno a me non andò di sgattaiolare a delle feste, Minho, incacchiato, si buttò offeso sul mio letto e decise di accendere la tv per non rivolgermi parola, quel giorno diedero un film davvero interessante e, senza accorgermene, ci trovammo tutti  tre sul letto con una scatola di popcorn in mano, la serata non andò poi così male, quindi decidemmo di inserire la serata film nel nostro programma settimanale.
Appena entrò il nostro professore di cucina ci mettemmo tutti davanti alle nostre postazioni, adoravo quell’aula, c’erano abbastanza posti per tutti e il mio spazio non andava ad incastrarsi con quello degli altri. 
‘’Bene ragazzi, oggi vorrei iniziare con qualcosa di non troppo difficile, le cheesecake, avete qualche preferenza per il gusto?’’
‘’Al limone?’’ Chiese la ragazza davanti a me.
‘’Sì, può andare, è sempre tra le più richieste, bene iniziamo.’’
Alla fine optammo per la cheesecake al limone, quella volta decisi di rifarla a casa e di portarla alla serata film, anziché salato avremmo mangiato del dolce davanti a un bel film e magari con aggiunta di qualche tazza di the, una serata adatta per l’inglesino Newt! Mi appuntai ogni minima cosa, seguii la lezione passo per passo e una volta finita  fui soddisfatto di me stesso, ricordo che la mangiammo all’ultima ora quando si era raffreddata abbastanza, era buonissima, pensai che Newt l’avrebbe apprezzata tantissimo, bhe.. sì, anche Minho certo.
All’intervallo decisi di uscire a cercare Newt, c’erano un sacco di persone ma nessuna di queste era lui.
‘’Hey, ma dove sei?’’ Gli mandai un messaggio.
‘’In biblioteca.’’ Rispose velocemente.
‘’E’ l’intervallo e tu stai in biblioteca!?’’  
 ‘’Ho da studiare per un compito importante, ieri non ho aperto libro, è dalle 4 di mattina che sto sveglio.’’
‘’Posso farti compagnia?’’
‘’Se ti diverte  non fiatare e guardarmi imprecare sui libri, fa come vuoi.’’
‘’Arrivo!’’
Senza dare troppo nell’occhio accedetti nel suo istituto, tempo fa aveva detto che la sua biblioteca si trovava al secondo piano subito dopo le macchinette, non fu difficile trovarla, entrai cercando di non far rumore  e lo vidi da solo in uno dei tavoli vicino alla finestra, era circondato da libri e quaderni, mi sedetti sulla sedia davanti a lui e rimasi imbambolato a fissarlo.
‘’Tu sei strano.’’ Affermò togliendo quel silenzio tra di noi.
‘’E’ perché mai?’’
‘’Hai l’intervallo e lo passi qui con me guardandomi studiare.’’ Sentendolo arrossii violentemente e mi voltai a guardar fuori.
‘’N-non ti sto fissando, volevo riposarmi un po’ e son venuto qua.’’
‘’Come vuoi.’’ Mi guardò un’ultima volta e ritornò con la testa tra i suoi libri, cercai di scrutarlo con la coda dell’occhio, aveva l’aria stanca si vedeva chiaramente, mangiucchiava una matita mentre con l’altra mano sfogliava pagine su pagine, stavo bene in sua compagnia anche senza dire nulla; Finito l’intervallo lo salutai velocemente ricordandogli la serata da Minho ma da lui arrivò soltanto un verso strozzato che lo presi come un ‘sì’.
Terminate le lezioni mi fermai al supermercato vicino casa per procurarmi gli ingredienti necessari per la cheesecake, quasi mi scordai di pranzare dalla voglia di prepararla; per la serata a casa di Minho, non avendo una macchina, sarebbe venuto a prendermi Newt verso le otto di sera, a quell’ora la cheesecake era senz’altro pronta.
‘’Ciao Tommy.’’ Mi salutò tra uno sbadiglio e l’altro quando mi venne a prendere.
‘’Hey Newt, stanco?’’
‘’Quel test mi ha stressato abbastanza.’’
‘’Bhe, almeno adesso sei libero.’’ Conclusi e per il resto del tragitto stemmo in silenzio.
‘’Pive! Eccovi finalmente.’’ Ci salutò Minho appena arrivammo.
‘’Ciao Minho, senti hai già preparato i popcorn? Ho fatto un dolce, possiamo mangiare questo se vi va.’’
‘’Tommy, non assaggio delle cose create da te ormai da anni.’’ Intervenne Newt guardandomi stupito.
‘’L’abbiamo fatta in classe ed ho pensato che forse vi sarebbe piaciuta.’’ Gli risposi omettendo il fatto che in realtà l’avessi fatta per vedere la sua espressione.
‘’Ottimo lavoro Thomas!’’
Una volta che ci accomodammo sul divano, Minho avviò il film e io mi misi a tagliare la torta, come sperai vidi nei loro occhi lo stesso luccichio di tempo fa, Newt l’adorava, ammise più volte che quella cheesecake fu la sua preferita; la serata proseguì anche meglio, Newt verso metà film crollò dal sonno e appoggiò la testa sulla mia spalla, Minho fortunatamente non notò nulla, sarebbe stato difficile spiegare il perché del mio volto arrossito e del mio battito accelerato se no.
 
Angoletto personale:
Chiedo scusa se questo capitolo è più corto degli altri ma ci tenevo ad approfondire la loro relazione maggiormente >_<
Che dire! Thomas si sta facendo un sacco di complessi lo so, ma è anche vero che li fa perché tiene tantissimo a Newt, il cervello umano fa come gli pare quando si è innamorati! Voi come la pensate :3?
Bhe, mi scuso ancora e ci vediamo alla prossima settimana!  

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


Perso tra i ricordi non ho nemmeno notato che il mio turno era finito, Chuck se n’era andato qualche ora fa, e io, probabilmente, sono rimasto alcuni minuti fermo a fissare il vuoto, finisco di lavare quello che avevo usato  e infine chiudo il locale, uscendo mi soffermo a guardare una ragazza seduta sulla panchina vicina, non so perché ma ha qualcosa di familiare, si volta verso di me in modo tale da vederla meglio, ha dei capelli lunghi neri con dei bei occhi azzurri.
‘’Tom!’’ Saluta lei alzandosi dal suo posto per venirmi in contro.
‘’Ci conosciamo?’’ Chiedo cercando di farmi venire in mente chi è ma, ovviamente, non mi esce nulla.
‘’Sono Teresa, oh Tom sei stato davvero uno stupido fattelo dire.’’
‘’Ah! Sei la migliore amica di Brenda.’’
‘’E anche la tua.’’ Termina la mia frase con fare autoritario. ‘’Non posso credere che hai ignorato ogni mia singola chiamata, ed hai perfino sistemato con Brenda! E di me non hai più chiesto, non ti perdonerò tanto facilmente.’’
‘’Scusa.’’ E’ l’unica cosa che riesco a dire in mezzo a tutte quelle frecciate, non ha nemmeno tutti i torti in effetti, Brenda ogni tanto mi parlava di Teresa, ma se io non ricordo nulla cosa posso farci?
‘’Non azzardarti mai più ad ignorarmi.’’ Termina soddisfatta dopo avermi maledetto una quindicina di volte.
‘’Ehm… scusa di nuovo.’’
‘’Le tue scuse non mi sembrano vere!’’
‘’Se ti chiedo scusa e intanto ti offro un dolce così abbiamo modo di parlare?’’ Con Brenda aveva funzionato, seppur non ricordo ancora molto su di lei.
‘’Intanto entriamo, poi valuterò la questione.’’  Mi sorpassa ed entra nel locale mettendosi seduta nelle sedie davanti al bancone, come se fosse già abituata.
Mentre provavo a preparare qualcosa di veloce inizia a parlarmi di come ci siamo conosciuti e di come siamo diventati amici, essendo la migliore amica di Brenda era inevitabile non conoscerla, infatti fu proprio lei a farci incontrare, mi ha anche detto che aveva una specie di cotta per me e si era addirittura dichiarata! Disse che… quella volta fui davvero impacciato a rifiutarla e a spiegarle il mio orientamento sessuale, devo dire che per la prima volta son felice di aver dimenticato qualcosa!
‘’Ero veramente imbarazzata.’’ Conclude così il suo racconto.
‘’Tranquilla, tanto non ricordo nulla.’’
‘’Tom, mi dispiace per quello che ti è successo, ma sinceramente sono felice di vederti di nuovo ridere.’’ Mi rivolge un sorriso timido, è davvero una bella ragazza, credo abbia centinaia di ammiratori.
‘’Cosa vorresti dire con ‘vederti di nuovo ridere’?’’
‘’Newt mi aveva detto che ti avrebbe parlato, non lo ha fatto?’’ Il suo sguardo è cambiato in totale panico.
‘’Newt? Cosa ha fatto lui?  Perché nessuno mi sta dicendo null-‘’ Mi blocco immediatamente pensando al mio migliore amico, prima della festa a casa di Minho ha detto di dovermi parlare e io, come un idiota, mi sono messo a bere per ignorare Harriet! ‘’E’ tutta colpa mia… mi doveva parlare ieri ma mi sono ubriacato vedendolo con Harriet.’’ Ammetto con velocità.
‘’Tom, ho promesso di non dirti nulla, è una cosa che ti deve spiegare lui.’’
‘’Peccato  che io mi sia comportato come un deficiente…’’
‘’E’ normale quando ti piace una persona.’’ Dice cercando di rassicurarmi, ma un attimo! Io non le ho mai detto della mia cotta per Newt.. e aspetta! Ho anche praticamente ammesso di essere geloso di Harriet.
‘’C-come fai a sapere che mi piace Newt?’’ Le chiedo titubante.
‘’Tom, sono la tua migliore amica per un motivo, no? Vedevo come lo guardavi, notavo le attenzioni che gli davi, l’anno scorso me ne hai dato perfino la conferma.’’
‘’Chi altro lo sa?’’
‘’Direi tutti…’’
‘’Perché caspio Minho mi ha fatto quella domanda allora!’’
‘’Stai tranquillo, parlane con calma con Newt, vedrai che capirai, anche se… se devo darti un mio parere, penso sia meglio che tu rimanga all’oscuro, ti ho visto davvero a pezzi, non voglio vederti di nuovo soffrire così tanto.’’
Mi soffermo sulle sue parole senza dire nulla, ‘ero a pazzi’, ‘tutti sapevano che mi piaceva Newt’, probabilmente anche Newt stesso, Harriet lo sapeva, forse non ha voluto infierire e si è staccata apposta, io mi sono dichiarato a Newt e lui ovviamente mi ha rifiutato… questa è l’unica conclusione possibile.
‘’Credo di aver capito.’’ Dico dopo alcuni minuti di silenzio.
‘’No Tom, non è come sembra.’’
‘’Teresa davvero, credo di aver capito la situazione, andrò a chiarire con Newt, gli dirò che va bene così e che va bene rimanere come siamo adesso.’’
‘’Le cose sono più complicate di quello che pensi…’’
‘’Le cose son già complicate.’’
Rimaniamo al locale senza dire nulla per un altro po’, mi saluta appena le arriva una chiamata importante e, dispiaciuta, se ne va, io rimango un attimo a pensare a tutto ciò che mi ha detto, Teresa dice che non è come  penso, ma è l’unica opzione possibile.
‘’Credo… credo che andrò a chiarire con lui.’’ Mormoro a bassa voce, dovrei pensare anche lui, se lascio le cose così come stanno soffriremo entrambi, mi metto la giacca, esco dal locale e chiamo Newt al telefono.
‘’Tommy…’’
‘’Newt, i-io ho bisogno di parlarti.’’ Gli chiederò di rimanere così come siamo adesso,  nessuno dei due soffrirà più.
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 Credo di essermi reso conto dei miei sentimenti troppo tardi, ricordo dovevo andare all’ennesima festa di Minho ma, per vari motivi, gli dieti buca, lui poi mi fece una domanda e io ne rimasi così colpito, i giorni successivi ci pensai e ripensai finché, finalmente, non arrivai alla conclusione; ripensandoci, quella giornata fu un totale disastro, ricordo di aver fatto un macello durante la lezione di cucina, ricordo di aver fallito miseramente il test di storia e ricordo la mia prima bocciatura nella teoria per la patente di guida.
‘’Amico non è un problema, io ho sbagliato il pratico 3 volte prima di riuscire a prenderla, non ti scoraggiare.’’
‘’Ma Minho, ho 17 anni e non mi sono ancora dato una mossa, tu e Newt dovete praticamente farmi da servizio taxi ogni volta che bisogna uscire perché io non ho modo di spostarmi, e mi dispiace davvero un sacco.’’
‘’Pive eddai smettila! Tu e Newt abitate vicini, anche se tu avessi la macchina non avrebbe senso venire con due separate, poi non è un peso per noi portarti, siamo amici, mi prenderei perfino un fulmine per te.’’
‘’Ti stai dichiarando?’’  Chiesi quasi ridendo.
‘’Ti piacerebbe.’’ Rise anche lui dandomi delle pacche sulla schiena. ‘’Che ne dici se oggi organizzo un’altra festa a tuo onore per tirarti su il morale?’’
‘’L’avresti organizzata a prescindere.’’
‘’Caspio, non rovinare il momento.’’
‘’Scherzavo, ci sarò.’’ Conclusi accennando un sorriso, lui sapeva sempre come tirarmi su il morale.
Quando arrivò il mio autobus salutai in fretta Minho e mi sbrigai ad entrare per prendere i posti migliori, appena varcai la soglia di casa avvenne il peggio un’altra volta, mia zia era davanti all’ingresso con il foglio del mio test di storia tutto accartocciato, in quel test presi 10/100, cercai di non guardarla negli occhi ma sentivo chiaramente il suo sguardo pungente addosso, ero chiaramente fregato!
‘’Questo come me lo spighi Thomas?’’ Disse tenendo il foglio alzato con lo sguardo piombato su di me.
‘’Te ne avrei parlato, con più calma.’’ Cercai di convincerla arrampicandomi sugli specchi.
‘’Era nel tuo cestino. Buttata, e guardami quando ti parlo!’’
‘’Mi dispiace, io volevo davvero dirtelo, ho buttato il foglio solo per sfogo, ma l’avrei poi ripreso!’’ 
‘’In punizione per un mese Thomas, e scordati di uscire.’’
‘’Possiamo fare da domani? Ho promesso a Minho che oggi sarei andato da lui.’’  Chiesi supplicandola più volte.
‘’Fila in camera tua.’’
‘’Va bene…’’ Conclusi riabbassando lo sguardo a terra  incamminandomi verso la mia stanza.
Mi buttai sul letto cercando di non pensare più a nulla, presi il telefono che avevo in tasca con me e avvertii Minho che per quella sera non ci sarei stato, mi rispose immediatamente.
‘’Dai non puoi mancare!’’ E’ l’ultima cosa che mi disse quando finii di spiegargli la situazione.
‘’Minho non posso, mi dispiace.’’
‘’Hai detto che tua zia oggi ha il turno di notte no? Aspettiamo che esca di casa, vieni da me, ci divertiamo e prima che lei ritorni ti riportiamo a casa, nessuno saprà nulla e nessuno sospetterà di nulla!’’      
‘’Non lo so Minho, ho un brutto presentimento.’’
‘’Eddai Pive non fare la femminuccia! Avverto Newt e gli spiego il piano, tu fatti trovare pronto.’’ Concluse staccando la chiamata immediatamente, quando si imponeva un’idea, nessuno era capace più di smuoverlo, come previsto, mia zia se ne andò verso le 22  e poco più tardi sentii la macchina di Newt parcheggiare nel vialetto, John di solito mi copriva se facevo qualche cavolata, ma non potevo metterlo in mezzo questa volta! Uscii di casa e vidi Newt in piedi appoggiato alla portiera della sua macchina.
‘’Hey Tommy.’’ Mi salutò con un sorriso.
‘’Newt…’’
‘’Senti sarò sincero, credo che questo sia un pessimo piano.’’    
‘’Sinceramente, lo penso anche io… infatti sono sceso per dirti di andare senza me.’’
 ‘’Io ho un’idea migliore.’’
‘’Ovvero?’’ Chiesi guardandolo negli occhi ma voltai lo sguardo subito dopo, non credo se ne sia mai accorto.
‘’Ovvero salgo da te e stiamo un po’ insieme come ai vecchi tempi.’’
‘’E Minho?’’
‘’Ci inventeremo qualcosa, mi vuoi far entrare o preferisci che me ne vado?’’
‘’No, no, entra!’’ Mi affrettai a rispondere, lo vidi rivolgermi un sorriso malizioso e, lentamente, si avvicinò al mio volto, avevo il cuore che batteva a mille, riuscivo a sentire il suo caldo respiro penetrarmi fin dentro le ossa!
‘’Bene…’’ Soffiò ad un palmo dal mio naso ‘’Perché non vedo l’ora di batterti a COD’’  Concluse sogghignando per poi entrare in casa lasciandomi nel vialetto ancora disorientato.
‘’Caspio.’’ Mormorai a bassa voce cercando di riprender fiato.
Quella sera non accadde più nulla di equivocabile, restammo praticamente tutto il tempo a giocare all’xbox, ricordo che Minho ci chiamò più volte per chiederci che fine avessimo fatto, ma gli rispondemmo quando la festa fu praticamente finita, non seppi mai perché Newt si comportò in quel modo, era stato piuttosto strano come scherzo, di solito due amici non fanno queste cose, vero? Se facessi una cosa simile con Minho, di certo mi tirerebbe un pugno in faccia.
‘’Credo che ora possiamo rispondere a Minho, che ne pensi?’’ Chiesi appoggiando il jooystick a terra mostrandogli il telefono che squillava.
‘’Va bene, ma ci parli tu.’’ Sorrise dandomi una pacca sulla spalla per poi alzarsi e uscire dalla stanza. ‘’Vado a prendere da mangiare per entrambi!’’ Sbuffai per risposta.
‘’Ciao Minho! Come va?’’
‘’DOVE CASPIO SIETE?’’ Urlò e quasi non mi ruppe il timpano dell’orecchio.
‘’Scusaci, ma non me la sono sentito di scappare di nascosto, Newt è qui con me, stiamo giocando all’xbox.’’    
‘’Siete degli amici di sploff! Domani mi vendicherò, state a vedere.’’ Risi, sapevo stesse scherzando.
‘’Ti voglio bene anche io Minho.’’
‘’Vedi di combinare qualcosa però, guai se sprechi questa opportunità.’’
‘’Di cosa stai parlando!?’’
‘’Scusa, ma non ti piace Newt?’’ Al sentire quella domanda impallidii.
 
‘’Io e Newt siamo solo amici, i-io non…’’ Mi fermai un attimo per pensarci, a quei tempi non ci feci mai caso, certo, Newt mi faceva provare dei sentimenti inspiegabili, ma mai mi soffermai prima di allora per chiedermi il perché, e Minho, con quell’unica domanda, mi fece aprire gli occhi, quello che provavo stando vicino a Newt  di certo andava ben oltre ad una semplice amicizia.
‘’Non mi piace.’’ Negai velocemente, avrei voluto pensarci attentamente prima di ammettere una cosa simile. ‘’I-io e lui saremo soltanto amici, stacco… ci vediamo domani’’ Conclusi chiudendo la chiamata e mi sentii ferito dalle mie stesse parole.
‘’Hey Tommy, guarda cos’ho trovato.’’ Piombò Newt subito dopo nella mia stanza con una confezione di cioccolato in mano.
‘’NEWT!’’  Esultai dallo spavento. ‘’H-hai, ehm, sentito qualcosa?’’
‘’Uhm? No, perché?’’
‘’C-chiedevo soltanto.’’  Cercai di sviare il discorso e, in qualche modo, funzionò, in quella serata non accadde nient’altro, Newt sembrò perso tra i suoi pensieri per tutto il tempo.
 
Angoletto personale:
Innanzitutto buona festa della donna <3
-Poi, parlando del capitolo in se, io adoro Minho, Thomas, invece, continua a farsi un sacco di paranoie, in più è comparsa Teresa a complessarlo ulteriormente!
Ehehe Anywayy (come sempre) grazie per aver letto il capitolo :3 Alla prossima.  

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


‘’Newt ho bisogno di parlarti, possiamo vederci?’’
‘’Va bene.’’ Risponde dopo alcuni secondi di silenzio. ‘’Dove sei?’’
‘’Nei tavoli fuori davanti al mio locale.’’
‘’Arrivo.’’
Ho deciso, gli dirò di aver compreso la situazione e di essermi ricordato di tutto quello che accadde in passato, gli dirò che non volevo fare ciò che ho fatto e che mi basta averlo come migliore amico, infine ci faremo una bella risata e dimenticheremo il tutto, andrà bene così.
Alcuni minuti più tardi lo intravedo scendere dall’auto ed incamminarsi verso il locale, ha i capelli tutti arruffati, probabilmente è uscito appena ha chiuso la chiamata.
‘’Hey Tommy…’’ Mi saluta prendendo posto sulla sedia davanti a me.
‘’Newt, scusami se ti ho fatto venire fin qui, ma dovevo davvero parlarti.’’
‘’Non è nulla, ti ascolto.’’
‘’Prima ho incontrato Teresa, lei mi ha detto delle cose.’’ Non faccio in tempo a finire la frase che Newt scatta dalla sua sedia con aria sconvolta.
‘’Cosa ti ha detto?’’ La sua voce tremava.
 
‘’Quasi nulla, mi ha detto che l’anno scorso stavo a pezzi e che era contenta di rivedermi sorridere, io credo di essermi ricordato quello che ho fatto, volevo scusarmi con te, non volevo… è stata una cosa impulsiva, cioè, in realtà non lo so, ma davvero non volevo, per favore ignoriamo tutto e rimaniamo migliori amici come lo siamo sempre stati.’’
Concludo cercando di apparir il più convincente possibile, in realtà non voglio tutto ciò, io da Newt voglio ben altro che una semplice amicizia, voglio più di un semplice ‘ti voglio bene’, ma non posso di certo dirglielo, devo accettare il fatto che lui sia etero e felicemente fidanzato, non posso rovinar tutto con i miei stupidi sentimenti.
‘’Davvero vuoi questo Thomas!?’’ Chiede rammaricato rimettendosi a sedere.
‘’I-io..’’
‘’Come pretendi io possa ignorare tutto dopo quello che è successo? Il giorno dopo mi sono sentito un mostro, sono scappato come un codardo per paura della tua reazione.’’  
‘’Sei scappato?’’ Chiedo titubante, forse stavo male per questo, io mi sono dichiarato  e Newt, non sapendo cosa rispondere, è scappato, Teresa ha detto che ero a pezzi, stavo a pezzi per il rifiuto di Newt, è l’unica soluzione.
‘’Thomas, davvero ti ricordi tutto!?’’
‘’Sì, ricordo tutto, Newt davvero, qualsiasi cosa hai fatto va bene così, sono stato io il primo a sbagliare.’’
‘’Tu non hai sbagliato nulla, è stato tutto un mio schifosissimo errore!’’
‘’Newt ti prego… amici come prima?’’ Chiedo porgendogli la mia mano.
‘’Se questo è quello che vuoi veramente.’’
‘’Lo è.’’
‘’D’accordo…’’ Dice ricambiando la mia stretta di mano con il volto a pezzi…   
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Incontrai la fidanzata di Newt  pochi mesi dopo la fatidica domanda di Minho, quella domanda mi riecheggiava in testa continuamente, a momenti sentivo solo lei, non so quando finalmente accettai i miei sentimenti, ma credo che quello fu il giorno definitivo.
Mancava poco al mio compleanno, forse una settimana o poco più, Minho, come sempre, volle organizzare ‘la festa perfetta’, io a quei tempi cercai d’impegnarmi il massimo a scuola per ottenere così l’approvazione di mia zia, lei infatti notò i miei miglioramenti e mi permise di festeggiare, a patto che non avessimo distrutto casa al suo ritorno, ovvio.
Quel giorno io e Minho eravamo al centro commerciale per comprare tutto ciò che servisse per una festa, doveva esserci anche Newt, ma ci avvertì di un impegno importante, quindi ci andammo solamente noi due.
‘’Secondo me quel pive ci ha dato buca apposta!’’ Borbottò Minho tenendo a fatica le 4 buste che aveva.
‘’Minho, davvero servono tutte queste cose?’’ Chiesi messo altrettanto peggio con le buste.
‘’Amico, è una festa di compleanno! Serve del cibo, degli alcolici, qualcosa che non sia alcolico per quei poveretti destinati a guidare, molti bicchier-‘’ Lo interruppi immediatamente.
‘’Ok Minho mi affido a te! L’importante è che la casa resti intatto.’’ 
‘’Fidati di me! Le mie feste sono sempre andate a buon fine, poi ci saranno  Gally e Ben a tenere in ordine la situazione, nessun vandalo e nessuna gente troppo ubriaca!’’
‘’Ma se io quando venivo alle tue feste mi svegliavo il giorno dopo distrutto? Altro che farmi bere poco.’’
‘’Oh pive, un conto è ospitare il mio migliore amico, un altro è ospitare smarmocchi a caso!’’
‘’D’accordo, mi hai convinto.’’ Cercai di sollevare le braccia in segno di resa ma le buste me lo impedirono.
Alla fine comprammo le ultime cose e finalmente ci dirigemmo verso casa, Minho mi aiutò a sistemare la spesa e cercò di nascondere gli alcolici di troppo, solamente verso sera ci buttammo sul divano per riposarci.
‘’Se quel pive ci da buca un'altra volta finirà in un mare di sploff!’’ Borbottò Minho sdraiato a pancia in giù.
‘’Ha detto aveva un impegno importante.’’ Mugolai dalla poltrona con il volto rivolto vero l’alto fissando il soffitto.
‘’Bhe, io adesso lo chiamo.’’ Si alzò di scatto dal divano mettendosi seduto composto e lo vidi comporre il numero di Newt.  ‘’Pive! Che stai facendo?’’ Chiese e gli feci segno di mettere il vivavoce.
‘’Minho, Thomas è lì con te? Vi stavo giusto per chiamare.’’
‘’Sì è qui, cosa devi dirci?’’
‘’Volevo farvi conoscere una persona, così per evitare di presentarvela al compleanno in mezzo a tutto il casino.’’ Sussultai alle sue parole, se voleva presentarci qualcuno si trattava sicuramente di una persona importante, o se no l’avrebbe portata alla festa e ce l’avrebbe presentata sul momento senza troppe attenzioni, il mio cuore iniziò a battere all’impazzata.
‘’Ci siamo.’’ Minho si girò guardandomi per chiedere conferma e io annuii ancora un po’ titubante.
‘’Bene, vi aspettiamo al bar vicino alla scuola.’’
Minho dopo la chiamata si girò verso di me guardandomi con fare interrogatorio, ma io mi limitai a fare spallucce non sapendo cosa dire.
Il bar non si trovava molto lontano, quando arrivammo nemmeno me ne accorsi, ero troppo in ansia riguardo a quella persona.
Non fu difficile trovare Newt, bhe, io riuscivo a trovarlo anche in mezzo a tante persone, il mio sguardo restò concentrato esclusivamente su di lui, solamente quando lo raggiungemmo notai la ragazza accanto.
Harriet.
La mia rovina.
‘’Minho, Tommy eccovi.’’ Ci salutò quando ci vide. ‘’Volevo presentarvi Harriet, io e lei… ci stiamo frequentando.’’ E sorrise quando ce lo disse, quel sorriso che prima era per me, ora era per lei.
Sentendo quelle parole entrai automaticamente in una bolla, la mia mente non riusciva a pensare a nient’altro. Harriet… esteticamente era davvero una bella ragazza, se fossi stato etero di certo l’avrei adocchiata anche io, i suoi occhi brillavano quando rideva, iniziai a domandarmi perché Newt scelse proprio lei, cosa trovava di affascinante Newt in lei, cosa pensava Newt guardandola e a quanto ormai fossi dannatamente preso da questo ‘Newt’!
‘’Quindi Thomas, cosa ne pensi?’’ Mi riportò Minho alla realtà appena fummo un attimo da soli al tavolo.
‘’Penso che pagherà lui per mettersi in mostra…’’ Risposi infastidito, ero geloso, e non poco.
‘’Non parlavo di quello, ma di loro come ‘coppia’ o di lei in generale.’’
‘’Carina.’’ Terminai il discorso distogliendo lo sguardo da Minho che mi guardava preoccupato fin da prima.
‘’Tommy! Sei stato zitto per tutto il tempo, eppure sei uno che parla molto.’’ Ci raggiunse Newt quando finì di pagare tenendo Harriet a braccetto.
‘’Oh scusate, è solo che oggi sono stanco.’’  Dovevo dire qualcosa o se no si sarebbe accorto della mia gelosia,  quello che dissi, però, fu peggio del previsto. ‘’Harriet, non so se lo sai, ma tra poco è il mio compleanno, farò una festa a casa mia, se vuoi sei la benvenuta.’’ Mi ero letteralmente dato dell’idiota da solo.
‘’Volentieri, grazie per l’invito.’’ Già odiavo la sua voce stridula, bhe, non era esattamente stridula, ma per me era fastidiosa.
  ‘’Bene, allora noi andiamo.’’ Ci salutò Newt e in un lampo se ne andarono via.
In seguito non dissi più nulla, Minho provò più volte a conversare, ma da me uscivano solamente dei suoni indecifrabili, avevo il cuore che faceva male, dannatamente male. Quello schifosissimo giorno non riuscii nemmeno a dormire.
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 Sono passati alcuni giorni dalla discussione con Newt, ogni tanto lo vedevo in giro con Harriet, quando accadeva cambiavo subito direzione o mi nascondevo dentro il primo bar che trovavo, so che sono stato io a chiedergli di rimanere amici come prima, ma ancora non me la sento di vederlo insieme a qualcuno che non sono io.
Mi metto le cuffie con il tentativo di scacciare tutti i miei pensieri e anche se poco stava funzionando.
Oggi devo incontrarmi con Brenda e Teresa, l’altro giorno abbiamo deciso di vederci per il fine settimana per parlare del più e del meno come ai vecchi tempi. Appena arrivo davanti al  palazzo di Brenda  noto un aeroplanino rosso tra i cespugli, in questa città non era raro trovarne alcuni, ma questo aveva una forma davvero particolare, lo prendo per curiosità, come previsto non si vede nessuna scritta, probabilmente sta all’interno.
‘’Chissà cosa caspio ho espresso io…’’ Borbotto tra me e me.
‘’Thomas, cosa stai facendo?’’ Chiede Brenda appena esce dal portone insieme a Teresa.
‘’Guardavo e basta.’’ Riappoggio l’aeroplanino e decidiamo d’incamminarci, oggi a quanto pare c’è la festa di paese, gli anni scorsi a fine serata facevano esplodere alcuni fuochi d’artificio, hanno detto era tradizione andare a questa festa tutti insieme, ma, Newt probabilmente lo passa con Harriet e Minho ha il ciclo, già, non si è impegnato a cercare una scusa migliore.
‘’Io vi dico che questa leggende dell’aeroplanino è una cavolata!’’
‘’Teresa, solo perché tu lo hai sprecato per un cucciolo non vuol dire che è una cavolata.’’ Interviene Brenda per contraddirla.
‘’Penso soltanto che le persone prima lo lanciano, e poi si impegnano per realizzarlo, non funziona a caso!’’    
‘’Comunque sia funziona, alcune volte può capitare anche a caso.’’
‘’Oh fammi un esempio.’’
‘’Ragazze state davvero discutendo per questa cosa!?’’ Le interrompo prima che la situazione prenda una brutta piega.
‘’Oddio Tom scusaci.’’
‘’Non fa nulla, andiamo dai.’’
‘’Vedrai, questi saranno i migliori fuochi d’artificio della tua vita.’’ Cambia discorso cercando di non farmi deprimere ulteriormente e le sorrido per tranquillizzarla.
La festa di paese non è poi così brutta, ha musica meno assordante rispetto a quella che mette Minho e le persone sembrano divertirsi anziché scolarsi litri e litri di alcool. Inizio a guardarmi in giro cercando di capire se conosco qualcuno o meno, ma ad essere sinceri sto cercando solamente una persona in particolare….
‘Fidatevi di me, questo è il posto migliore per vedere i fuochi.’’ Interviene Brenda una volta raggiunti la collinetta vicino alla famosa radura.
‘’Non sei l’unica a pensarla così.’’ Dice Teresa indicando gli altri gruppi di persone.
I fuochi stavano per iniziare da un momento all’altro, le vedo cacciare un telo dalla borsa e stenderlo a terra per non sporcarsi, ci stendiamo giusto in tempo per vederli, ok, potrò sembrare anche una ragazzina, ma adoro vedere questi spettacoli. Una telefonata improvvisa mi fa distogliere lo sguardo dal cielo, mi balza all’istante la parola ‘Newtie’ sullo schermo e rispondo immediatamente.
‘’Hey Tommy, girati a sinistra.’’
Mi giro e lo vedo, è da solo in piedi lontano dalla folla, ed è mille volte  più bello lui che i fuochi in cielo.
‘’Arrivo subito.’’ Avverto le altre due che mi rispondono a mugolii e mi avvicino a lui. ‘’Newt… pensavo fossi con Harriet.’’
‘’Harriet?’’
‘’Bhe, tu e lei siete…’’ Non riesco a dirlo, mi fa ancora troppo male. ‘’Nulla…’’
‘’Sempre il solito misterioso, eh Tommy?’’ Conclude mentre sorride. ‘’Smettila di guardarmi così.’’ Mi rimprovera continuando però a sorridere.
‘’S-scusa.’’ Distolgo immediatamente lo sguardo arrossendo.
 ‘’Se arrossisci in quel modo sarà difficile per me considerarti solo un amico.’’
‘’Eh!?’’
Non faccio in tempo a voltarmi che sento le sue morbide labbra sulle mie, mi stava baciando! Stava baciando me e non Harriet, perché caspio stava baciando me? Perché sta qua con me e non con la sua fidanzata? Tutti i miei pensieri si volatizzano appena sento la sua lingua chiedermi accesso.
‘’Al diavolo Harriet…’’ Dico mugugnando dischiudendo la mia bocca per approfondire meglio il bacio, le sensazioni che provo sono incontrollabili, mi sento come se fossi finalmente a casa, lentamente inizio a portare le mie braccia dietro al suo collo mentre lui mi stringe meglio a se tenendomi per la vita.
‘’N-Newt.’’ Ripeto tra un bacio e l’altro finché all’improvviso non mi stacca allontanandomi.
‘’Tommy io.. io.. scusa non volevo, non doveva accadere… ti prego Tommy, ti prego, dimentica tutto.’’
E mi lascia lì, lì in mezzo al più totale nulla.
 
Angoletto Personale:
Chiedo davvero venia! So di stare accelerando un po’ le cose, ma mi conosco bene e so che progetti troppo lunghi raramente li porto a termine, quindi preferisco così anziché non concluderne un’altra  (ne ho molte lasciate nel dimenticatoio nel pc >_<).
Nulla! spero vi piaccia lo stesso, alla prossima :3 

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


‘’NEWT COSA?’’
‘’Minho è la quarta volta che te lo spiega, vuoi un disegno per capire meglio?’’
‘’Lascia stare Brenda, Tom continua il discorso.’’
 ‘’Aspettate dai, è scappato quindi? DI NUOVO!? QUESTA VOLTA ALTRO CHE PUGNO IN FACCIA! GLI ROMPO QUALCHE OSSA A QUELLA FACCIA DI CASPIO!’’
‘’Oh Minho, smettila! Sì, è scappato! E rompere ossa non aiuterà nessuno a parte il tuo senso di soddisfazione.’’
‘’Prima dici a me di lasciarlo perdere e poi lo assecondi te?’’
‘’Ragazzi sono qui…’’ Intervengo fermando tutto quel casino.
Li ho chiamati tutti e tre così da dover spiegare la situazione soltanto una volta, ma non pensavo si sarebbe creata tutta questa confusione, Minho, continua ad avere una faccia sconvolta e interrompe il mio discorso per chiarimenti palesi, Teresa, dall’altra parte del divano, è infuriata nera con Newt e Brenda, per il momento, sembra l’unica a capir a volo le cose ma si ostina a perdere tempo con gli altri due.    
‘’Che razza di problemi ha quel pive?’’ sbotta Minho dal suo minuscolo angolo del divano.
‘’Io vi ho già detto come la penso… mentre mi baciava avrà pensato a Harriet, avrà considerato il bacio come tradimento e si è ritirato.’’ Conclusi la frase sospirando. 
‘’Tom la vuoi smettere di arrivare a conclusioni affrettate!? Hai già commesso un sacco di casini con i tuoi ragionamenti insensati… oh diamine, ho promesso a Newt che non avrei detto nulla, ma questa situazione mi sta facendo infuriare e non poco!’’ Mi sgrida addosso Teresa.
‘’Teresa, sono d’accordo con te, ma queste cose riguardano Newt e Thomas, credo sia meglio lasciare a lui questo compito…’’ Interviene Brenda cercando di calmarla, io intanto sono seduto sulla mia poltrona non capendo più nulla.
‘’Sappiamo tutti che quel pive non dirà mai nulla! Poi.. caspio Thomas! Lui e Harriet!? Non mi dire che credi che loro stiano ancora insieme, lui ama te!’’
‘’MINHO.’’ Urlano in coro Teresa e Brenda guardandolo male… aspetta!? Ho sentito bene? Newt e Harriet non stanno più insieme? Ma perché caspio sto qui a pensarlo e non a chiederlo!
‘’NON STANNO INSIEME?’’ Urlo alzandomi dalla poltrona… ma aspetta di nuovo! Minho ha appena detto che lui ama me!?
‘’AMA ME!?’’ Concludo più sconvolto di prima.
‘’Ragazzi la vogliamo smettere?’’ Sbotta Brenda alzandosi a sua volta. ‘’ I medici hanno chiaramente detto di evitare troppe informazioni d’impatto tutte insieme, stiamo soltanto peggiorando la situazione, tutto ciò non fa bene alla riabilitazione di Thomas! Senti Tom, smettila di farti tante paranoie mentali su lui e Harriet, su voi come semplici amici, o altre cose altrettanto stupide create dalla tua mente. Chiaritevi una volta per tutte, fatti spiegare cosa è successo in realtà, prenditi un attimo per ragionare e poi va a parlarci con calma, e questa volta non scappate.’’ Finisce di parlare abbracciandomi per poi andarsene via.
‘’Brenda ha ragione Tom, ti lasciamo pensare in tranquillità, ti vogliamo bene.’’ Sorride per calmarmi e, insieme a Minho, se ne va.
Mi riappoggio di peso sulla poltrona per schiarirmi un attimo le idee, tutto questo casino è avvenuto a causa dei miei ragionamenti affrettati, non posso andare avanti così.
Prendo il telefono, lo chiamo, ma da lui non ricevo nessuna risposta, decido quindi di presentarmi sotto casa sua, mi aveva detto che i suoi nonni erano partiti per andare a trovare sua zia, perciò non posso nemmeno sperare di farmi aprire da loro! Bhe, se sono fortunato ancora non si è tolto l’abitudine di lasciare le chiavi extra dentro la pianta, tentar non nuoce.   
Prendo la giacca e mi dirigo velocemente a casa sua, correndo ci metterò meno di 10 minuti ed eviterò anche di pensare. Arrivo esausto davanti al suo portone, provo a citofonare ma, come previsto, da Newt non ricevo nessuna risposa, vorrei evitare di sembrare un vandalo ma non mi lascia altra scelta se non quella di cercare pianta per pianta finché non trovo le chiavi!
‘’Trovate!’’ Urlo al terzo tentativo mentre cerco di pulirmi le mani in qualche modo.
Irrompo dentro casa e corro verso la sua stanza rischiando di inciampare sugli scalini, non andavo a casa di Newt da tantissimo tempo quindi apro qualche porta sperando di beccare quella giusta e finalmente la trovo, la sua stanza è in perfetto stato ma di Newt nessuna traccia.
‘’Dove diamine ti sei cacciato…’’ Sibillo a denti stretti.
‘’Tommy?’’ Sento chiamare da dietro.
‘’Newt! Allora eri qu-‘’ Mi blocco guardandolo, è appena uscito dalla doccia! Ha un asciugamano legato in vita mentre le gocce dei suoi capelli ancora bagnati scendono sul suo petto ben format-… DIAMINE  THOMAS CONTIENITI! 
 ‘’Tommy che ci fai qui?’’
‘’Ti dovevo parlare ma tu non rispondevi al telefono, quindi sono venuto di corsa ma non mi hai aperto il portone ed ho trovato le chiavi.’’ Rispondo parlando a raffica cercando di non guardarlo, sentivo il mio corpo a fuoco e la mia mente salutarmi!
‘’Mi cambio in fretta e poi parliamo, ok?’’
‘’C-certo.’’ Concludo cercando di prendere aria e nel l’unico istante in cui mi giro a fissarlo ammicca un sorriso seducente, ok… forse non era poi così seducente, ma nel contesto in cui si trova anche un suo starnuto sarebbe seducente!
Mi rivolto di scatto e decido di ignorarlo finché non è pronto, lentamente mi dirigo verso la scrivania che si trovava dall’altra parte rispetto l’armadio e, per aspettarlo, faccio scorrere le mie dita sui suoi libri, sul mobile, sulle foto appese quando ad un certo punto mi imbatto in un cassetto semi aperto, m’inchino per intravederlo meglio e, con la coda dell’occhio, riesco a scorgere un aeroplanino di carta blu, non può essere il suo, ero con lui il giorno in cui lo lanciò, senza pensarci lo porto fuori dal suo cassetto e lo rigiro tra le mani finché una scritta non mi cattura completamente.
‘Thomas’.
E’ la mia calligrafia.
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Non so perché quel giorno invitai Harriet, diamine… sarebbe stato il MIO compleanno, la MIA festa, l’unico giorno dove potevo ubriacarmi per finta e con la scusa passare tutta la giornata attaccato a Newt, ma no! La mia brillante testolina decise d’invitare lei, poche ore prima della festa avvertii il presentimento di una catastrofe imminente, ed avevo ragione!
Ero  insieme a Minho, Frypan, Winston ed altri ragazzi che non ricordo, stavamo preparando tutto l’occorrente, Minho stava cacciando fuori gli alcolici che nascose giorni prima, mentre Frypan si organizzava con il cibo aiutato da Winston che da poco aveva finito di montare tutte le possibili casse sparse per la stanza.
‘’Hey pive, tutto bene?’’ Chiese Minho tenendo nella mano due bottiglie di vodka che pose minuziosamente sul tavolo, era fin troppo fissato con l’ordine delle bevande, per me poco importava, tanto le avrei ritrovate sparse per la cucina!
‘’Sì che sto bene, perché questa domanda?’’
‘’Bhe, hai una penna in mano senza nessun motivo apparente e giri per la casa in stile zombie non combinando nulla.’’ 
‘’Sono solo agitato.’’ Risposi camminando avanti indietro per la cucina.
‘’Per via di Harriet, giusto?’’ Mi fermai al sentir di quelle parole.
‘’Harriet!? No, cosa centra, perché questa domanda?’’
‘’Non mi sembrava di stesse tanto a genio.’’
‘’E’ simpatica.’’ Conclusi velocemente.
‘’Thomas, la guardavi male, non avete avuto modo di conversare, ogni parte di te mandava scariche di odio verso la sua direzione, perché caspio l’hai invitata?’’
‘’E’ la fidanzata di Newt, Minho! Non potevo non invitarla.’’
‘’Certo che potevi! Caspio è la tua festa e te la stai rovinando da solo, non mi va di vedere il mio migliore amico soffrire per amore durante il suo compleanno!’’
‘’S-soffrire per a-amore?’’ Sbiancai completamente, se l’aveva capito Minho, perfino un cieco se ne sarebbe accorto! Figurarsi Newt. ‘’Soffrire per amore!? Io e lui siamo solo amici Minho, te lo già spiegato.’’ Gli dissi cercando di non urlare per non farmi sentire dagli altri nell’altra stanza.
‘’Come vuoi Thomas, a me non sembra tu lo stia trattando come un semplice amico, ma se preferisci esser testardo a te la scelta.’’ Concluse ritornando a rimetter a posto gli alcolici.
Minho aveva ragione, ero troppo testardo e orgoglioso per ammettere i miei sentimenti, ignorai il mio migliore amico per il resto della serata e mi diressi in sala per aiutare gli altri, non ne volevo più sapere nulla, ne di Minho, ne di Harriet e ne di Newt, mi sarei divertito e avrei accartocciato momentaneamente la questione.
Doveva andare così!
Ma ovviamente non accadde…
Gli ospiti sbucarono come conigli poche ore più tardi, la sala, in un lampo, si riempì senza che me ne accorgessi, non so a che ora arrivò di preciso Newt con quella, ricordo solo che era dannatamente bello, aveva una camicia bianca e dei jeans neri aderenti, pettinatura perfetta, e sguardo da far invidia, l’unica pecca che lo rovinava? Quella sottospecie di confetto blu di nome Harriet che si teneva a presso. 
Non ci dovevo pensare! Andai a salutarlo per cortesia e mi dileguai subito dopo andando a parlare con gli altri ragazzi, notai del dispiacere nei suoi occhi, ma mi autoconvinsi fosse solo una mia impressione.
La musica cambiava e ricambiava, quando  per scherzo inserirono un lento, sentii fischi di disdegno provenire dall’intera massa, pochi ne approfittarono per ballare col la propria ragazza e in quei pochi intravidi lui, Newt.
Harriet lo teneva a se mentre con lo sguardo ebete continuava a fissare i suoi occhi, mentre io ero lì, lì dall’altra parte della stanza incapace di fare nulla, e infine avvenne quel bacio, una stretta mi colpì al petto e, silenziosamente, mi avviai verso l’angolo degli alcolici, pensare che nemmeno mi piacevano chissà quanto! Ho amici che si ubriacano ogni venerdì sera mentre le volte che sono successe a me probabilmente sono state due, e tutte esclusivamente per sopprimere momentaneamente i miei sentimenti verso Newt!
‘’Thomas…’’ Era Minho.
‘’Hai ragione te… sono un’idiota.’’ Gli dissi dopo quella che credo fu la seconda bottiglia che mi scolai. ‘’Andiamo, la musica è cambiata.’’ Conclusi avviandomi in mezzo a tutta quella folla, riuscii solamente a udire un ‘Thomas aspetta’, prima di scomparire definitivamente nella mia stanza.
Il mal di testa cominciò a farsi sentire, l’intera stanza continuava a muoversi sotto i miei piedi, inciampai perfino su me stesso e, alla fine, trovai  quel foglio di carta blu in mezzo a tutti i libri, mi avvicinai a gattoni ed estrassi la penna che per la fretta inserii nella tasca dei miei jeans poco prima, e così esaudii il mio desiderio… il mio unico desiderio.
Non ricordo come arrivai nella terrazza, non ricordo in che condizioni ero e non ricordo cosa scrissi.
‘Ricordo solamente di essermi svegliato sopra il tetto/terrazza della mia casa, con di fianco bottiglie di vodka vuote e un terribile ed indimenticabile mal di testa.’

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Capitolo 8
*** Capitolo 8 ***


Newt Pov.
Conobbi Thomas per puro caso, un giorno, per sbaglio, lanciai la mia palla sopra un albero, non mi arrampicai per prenderla, avevo il terrore dei posti alti, mia madre morì a causa di quelli… ma Thomas no, lui in un lampo si arrampicò e mi aiutò, era dannatamente pazzo!
‘’Vuoi entrare nel nostro gruppo?’’ Chiese subito dopo, era da tempo che l’osservavo da lontano, lui sembrava sempre così felice nonostante tutto, sempre così energico, e anche se più piccolo di me, lui era il modello che seguivo.
Alle superiori scegliemmo indirizzi diversi, ma questo non ci impediva di vederci, lui era sempre con me, con me in quella biblioteca che consideravo ormai nostra.
‘’Vengo qua per riposarmi.’’ Diceva come scusa, ma amavo quella scusa.
Non so quando iniziai di preciso a considerare Thomas più di quel che era, l’ho sempre avuto intorno a me, non mi sarei mai aspettato di provare per lui emozioni così forti.
Quando Thomas mi disse di non essere etero la prima cosa che mi balenò nella mente fu un: ‘’ posso diventare il suo possibile fidanzato’’, a quei tempi ignorai subito l’opzione e mi pentii più volte di averlo solamente pensato.
Mi credevo etero, da piccolo mi era capitato di considerare alcune ragazze fisicamente belle, ma Thomas mi attraeva diversamente, le altre ragazze potevano anche essere belle e stupende caratterialmente, ma nessuna di loro mi ha mai attirato come Thomas, o meglio, nessuna di loro era Thomas!
Etero o meno, mi piaceva Tommy.
Una parte di me pensava che  anche lui provasse le stesse emozioni nei miei confronti, che presunzione da parte mia…
Le mie idee crollarono tutte in una volta il giorno in cui andai da lui per una sera, Thomas quel giorno finì in punizione e Minho concepì una delle sue idee insensate, ovviamente ne io ne Tommy gli demmo retta.
Stavamo giocando alla xbox quando accadde, io mi offrii per andare a prendere da mangiare e quando ritornai, senza volere, sentii la conversazione tra lui e Minho.
‘’Io e Newt siamo soltanto amici, lui non mi piace.’’ Mi si fermò il mondo, restai imbambolato davanti alla sua porta per non so quanto tempo,  sul momento quindi scelsi di fingere, fingere di non aver sentito nulla…
E fingere che i miei sentimenti non esistettero.
Quella sera ne io ne lui dicemmo nient’altro, probabilmente Thomas non era a conoscenza dei miei sentimenti, tanto meglio così,  il nostro rapporto non sarebbe mai peggiorato.
Il ‘’fingere’’ andando avanti divenne sempre più difficile, un giorno a scuola una ragazza notò il mio pessimo umore, lei si chiamava Harriet, siamo sempre stati in classe insieme fin dalle elementari, era una delle poche ragazze che consideravo ‘’belle’’, aveva degli occhi scuri molti intensi, la pelle scura e dei capelli tenuti quasi a rasta, da piccolo mi colpì il suo carattere, alcuni ragazzi della classe accanto presero di mira un certo Aris e lei fu l’unica ragazza pronta a sostenerlo, era simile a Thomas in questi aspetti, sempre pronta ad aiutare gli altri, era simile a lui… ma non era lui....
‘’Tutto bene?’’ Chiese vedendomi giù di tono, le risposi un semplice ‘’amore non corrisposto’’ e mi guardò come se mi capisse.
Io e Harriet dopo quella banale conversazione diventammo molto amici, i nostri corsi erano gli stessi, quindi mi capitava più volte di averla come compagna di classe e come compagna di banco, era simpatica pensai, fisicamente bella ed era un ottima persona, nulla di ridire su questo.
‘’Newt mi piaci.’’ Mi disse un giorno mentre ritornavamo a casa da scuola, non me lo aspettavo, andavamo d’accordo sì, ma non pensavo mi guardasse in quel modo.  
‘’Mi dispiace, non credo funzionerebbe.’’
‘’E’ ancora per quell’amore non corrisposto, giusto?’’ Annuii senza dir nulla. ‘’Che ne dici di provarci comunque?’’ Chiese, probabilmente con tutto il suo coraggio. ‘’Possiamo vedere come va, e se proprio non funziona ritorniamo ad essere amici come adesso, nessun rancore.’’ Concluse guardando in basso per timidezza.
Pensai a lungo alla sua proposta, con Harriet stavo bene, probabilmente ciò che provavo per Thomas era dovuto al fatto che lo conoscessi da tempo, quindi pensai che con Harriet forse col tempo avrei provato le stesse cose, perché non provarci?
Accettai qualche giorno più tardi, non doveva essere una relazione vera e propria, era più un conoscersi meglio.
Presentai Thomas e Minho a Harriet settimane più tardi, avevo parlato spesso di loro con lei, quindi era molto curiosa di conoscerli, Minho sembrò andar d’accordo con lei, invece da Thomas non me la sarei mai aspettata  tutta quella freddezza, lui mi considerava un amico, non poteva essere geloso, non avrebbe avuto senso!
Le cose poi peggiorarono drasticamente, le conversazioni tra me e Tommy lentamente si facevano sempre più rare, delle uscite anche peggio, quando mi presentai al suo compleanno, ricevetti solamente un ‘ciao’ frettoloso e scomparve immediatamente a parlare con gli altri ragazzi, non capivo il perché di quel suo atteggiamento.
‘’Hey, andiamo a ballare?’’ Domandò Harriet ad un certo punto della serata, senza pensarci accettai, ma non mi resi conto che anziché una musica movimentata ci fosse un lento, durante il ballo notai Tommy guardandomi ferito dall’altra parte della pista, ero pronto a staccarmi da Harriet ma lei improvvisamente mi baciò, rimasi paralizzato e scioccato per qualche istante dopodiché la staccai rapidamente.
‘’Scusami non posso.’’ Le dissi con gentilezza, lei parve capire e mi ammiccò un sorriso abbassando lo sguardo come segno di scusa per poi allontanarsi verso delle sue conoscenti.
Troppo tardi però, Tommy era sparito, lo cercai in giro, salii nella sua stanza ma di lui nessuna traccia, alla fine mi arresi e uscii da tutto quel caos, stavo salendo in macchina quando mi resi conto di un aeroplanino in mezzo ai cespugli, lo sollevai, c’era scritto ‘Thomas’, sentii un tuffo al cuore, mi girai per cercarlo ma non vidi nessuno, non so perché, ma decisi di prender quell’aeroplanino con me.
Come previsto, ne lui ne Harriet si presentarono a scuola i giorni dopo, cercai più volte di mettermi in contatto con loro ma non funzionò.
Harriet si presentò di nuovo a scuola una settimana più tardi, il suo volto era distrutto, come se non avesse mai dormito in questi giorni, mi scusai meglio e le spiegai tutta la situazione, credevo che col tempo mi sarebbe piaciuta nello stesso modo in cui io piacevo a lei,  ma i miei sentimenti per Thomas ormai erano difficili da ignorare.
‘’Non ti preoccupare. È colpa mia, non avrei dovuto forzarti in quel modo.’’ Fu l’ultima cosa che disse  Harriet prima di ritornare dei semplici amici, era davvero una brava ragazza, si meritava qualcuno che la potesse amare sul serio.
Riuscii a parlare con Tommy solamente una settima più tardi, fu un’impresa bloccarlo, in tutti quei giorni non faceva altro che correre per ritornare a casa e durante l’intervallo si barricava in aule in cui mi era impossibile entrare.
‘’Perché caspio stai scappando?’’ Gli urlai contro quando riuscii finalmente a bloccarlo al muro.
‘’N-non sto scappando, ho solamente un sacco da studiare.’’
‘’Mi reputi davvero così idiota?’’
‘’I-io… va bene.’’ Sospirò rassegnato. ‘’Avevo paura che Harriet potesse rovinare… la nostra amicizia.’’ Quell’ultima parola mi riportò alla dura verità dei fatti, ‘amicizia’ tra me e Thomas non ci sarebbe stato nient’altro che un’amicizia… mandai giù a fatica quell’ennesimo rifiuto indiretto e gli rivolsi un sorriso.
‘’L’ho lasciata, nemmeno io voglio rovinare la nostra… amicizia, Tommy.’’ Gli dissi continuando a mantenere quell’orribile sorriso di facciata, lo vidi sgranare gli occhi e guardarmi con fare confuso.
‘’Caspio… io, scusa non volevo che arrivassi così a tanto, mi dispiace… io v-volevo-‘’
‘’TOMMY! L’ho deciso io, non eravamo abbastanza compatibili, non sentirti in colpa.’’ Lo interruppi velocemente e riuscì quasi a scorgere del sollievo da parte sua.
Dopo quella discussione ritornammo ad essere amici esattamente come prima, non cambiò nulla tra di noi, io decisi di tenermi per me questi sentimenti con la speranza che prima o poi sarebbero scomparsi.
Tutta questa normalità durò per quasi un anno, finché un giorno non conoscemmo Brenda e la sua migliore amica Teresa.
 
Teresa… lei appena conobbe Thomas non ci si staccò più, ero dannatamente geloso di lei, lei poteva abbracciarlo senza ricevere occhiatacce, poteva baciarlo sulla guancia senza creare scalpore, poteva fare assolutamente quello che voleva, a causa sua tutti i miei sforzi andarono in fumo, tutti quei mesi fingendo di non provare nulla distrutti.
Inutile dirlo, ma non ressi più, cercai quindi di ignorare Tommy quando potevo, cercai scuse per non uscire, cercai metodi e metodi per smettere di amarlo… ma non ci riuscii, Thomas poi cominciò a notare il mio cambiamento, divenne più sospetto verso le mie scuse, più titubante verso le mie frasi e infine non resse nemmeno lui.
Si presentò una sera a casa mia totalmente ubriaco.
Lui iniziò a farneticare cose incomprensibili, iniziò a lamentarsi di un amore non corrisposto, cercai più volte di calmarlo ma da lui ricevetti solo urla di frustrazione.
‘’Non hai mai capito nulla Newt!’’ Fu la goccia che fece traboccare il vaso.
‘’Ah, sarei io quello che non capisce Tommy!? Davvero non ti sei mai reso conto di niente!? Sei addirittura qui ubriaco… nella tana del nemico.’’ Stavo letteralmente impazzendo, oltretutto con un pive ubriaco che probabilmente il giorno dopo non si sarebbe ricordato nulla!
‘’Che vorresti dire!?’’
‘’STO DICENDO CHE VORREI SALTARTI ADDOSSO.’’ Urlai tutto ad un fiato, meno male che i miei nonni erano sempre via a trovare parenti sparsi per il mondo!
‘’ALLORA FALLO.’’ A quel punto iniziai a dubitare seriamente sulla sua sanità mentale.
‘’Ma ti senti Tommy? Andiamo, ti riporto a casa.’’ Dissi cercando di mantenere un briciolo di autocontrollo, presi le chiavi della mia auto e cercai di aiutarlo a uscire dalla mia stanza, ma non me lo permise, con velocità prese le chiavi dalle mie mani e le lanciò da qualche parte,  con l’altro braccio mi bloccò il polso e avvicinò la sua fronte alla mia.
‘’Fallo Newt.’’ Concluse prima di unire le nostre labbra, un bacio atteso da anni, un bacio desiderato da non so quanto tempo, mandai al diavolo il mio autocontrollo e approfondii quel dannato bacio, avvolsi le mie mani in mezzo a suoi capelli mentre le sue scorrevano tutto il mio petto, amavo l’intrecciarsi delle nostre lingue, amavo i morsi impacciati o lo scontrarsi dei denti, ero letteralmente in estasi.
Con un passo lo feci indietreggiare fino a farlo sdraiare sul letto, mi posizionai a cavalcioni su di lui continuando a baciarlo, i nostri vestiti improvvisamente iniziarono a farsi stretti, iniziarono ad essere invadenti, Tommy si tolse velocemente la sua maglia e fece lo stesso con la mia, caspio se era ben proporzionato! Iniziai a baciarlo sulla fronte, sulla bocca, sul collo, sul petto, continuando lentamente a scendere sempre più in basso, finché improvvisamente non mi vomitò letteralmente addosso e crollò a dormire.
Quello che avvenne dopo fu tutto uno sbaglio, in qualche modo riuscii a pulirlo e a metterlo sdraiato composto, rimasi interminabili minuti sotto l’acqua bollente a pensare al mio gesto, stavo per avere un preliminare con Tommy! lui probabilmente il giorno dopo non si sarebbe ricordato nulla, senza contare il fatto che da ubriaco forse avrebbe baciato anche Minho! E lì avvenne il mio gesto avventato, scappai da lui, scappai dalle mie azioni, scappai semplicemente da tutto quel casino che creai, e con i sensi di colpa che letteralmente mi distruggevano dentro mi feci ospitare da mia zia che abitava fuori città.
Non so cosa accadde a Thomas in seguito, ricevetti non so quante chiamate, non so quanti messaggi, sia da parte sua che da Minho, ma ero troppo spaventato, spaventato dalla reazione di Thomas per ciò che gli avevo fatto…
Ciò che mi fece smuovere da quei mesi di vuoto e di silenzio fu un messaggio da parte di Minho.
‘’Hey testa di caspio, non so quanto te ne possa fregare, ma Thomas ha subito un incidente, e scivolato dalle scale e ora sta all’ospedale, non so cosa è successo tra voi pive, ma appena ti rivedo sappi che ti mollo un pugno in faccia che ricorderai per il resto della tua vita.’’         
E non scherzava affatto! Quando mollai tutte le mie paure e corsi verso l’ospedale appena arrivato Minho mi scagliò per davvero un pugno in faccia, e me lo meritavo! Eccome se me lo meritavo.
Vedere Thomas sopra quel letto dell’ospedale mi fece malissimo, stavo per perdere l’unica persona che io avessi mai amato veramente per cosa? Paura!? Non ricordo per quanto tempo restò in ospedale, a me però sembrarono anni, lo andavo a trovare ogni singolo giorno, ed ogni singolo giorno rimanevo sulla sedia davanti al suo letto stringendo la sua mano chiedendo scusa tra le lacrime sperando ad un suo risveglio.
  ‘’Hey Newt.’’ Il dolce suono che ricolorò il mio mondo.
‘’TOMMY.’’ Urlai abbracciandolo cercando di non fargli male. ‘’Mi dispiace Tommy, mi dispiace, non dovevo andarmene.’’
‘’Quanto caspio ho bevuto ieri per ritrovarmi qui?’’ Chiese ancora stordito.
‘’Tommy, ma cosa stai dicendo?’’
‘’Ieri al mio compleanno, credo di aver esagerato con gli alcolici.’’
‘’Tommy tu… aspetta.’’ Mi alzai per cercare un infermiera ma ovviamente quelle spariscono quando c’è ne il bisogno, appena riuscii finalmente a trovarne una lei chiamò immediatamente altri colleghi e di corsa si diressero verso la stanza di Thomas.
Ovviamente non mi fecero entrare, poco dopo arrivarono anche sua zia, Minho e tutti gli altri preoccupati, i dottori uscirono poche ore più tardi dopo avergli fatto non so quanti controlli, ci informarono delle sue condizioni, ci dissero della sua perdita di memoria che stranamente andava dai suoi 18 anni in su, infine ci avvertirono di evitare di informarlo subito su argomenti spiacevoli o traumatici e che la sua memoria sarebbe dovuta comunque ritornare col tempo, ma ciò sembrò non arrivare mai.   

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Capitolo 9
*** Capitolo 9 ***


‘Thomas’
Quella scritta inizia ad offuscarmi la mente, non ho mai cercato il mio areoplanino per paura del suo contenuto, ed ora eccolo qui, in mano mia!
Il mio corpo inizia a tremare, voglio ma allo stesso tempo non voglio sapere cosa ho scritto, senza pensare mi volto di scatto verso la direzione di Newt, come per trovare conforto e sostegno per le mie azioni, lui è girato e si sta ancora cambiando, deglutisco rivoltandomi di nuovo verso il mio aereoplanino blu e, con le mani tremolanti, lentamente inizio ad aprirlo, essendo il mio non dovrei violare nessuna regola…
Poi il buio, il buio che ricopre l’intera stanza e fa sparire ogni cosa, e delle immagini, pezzi d’immagini che mi tartassano la mente, fitte tremendi mi fanno mugolare dal dolore e perdendo l’equilibrio cado a terra, nel tentativo di non farmi male mi sono aggrappato alla prima cosa che ho sentito, ma è stata un’idea stupida visto che adesso mi ritrovo a terra disteso con dei libri addosso, era la libreria!
‘’Tommy ma cosa caspio!?’’ Si avvicina a causa di tutto quel frastuono, ha indosso un paio di jeans ma è ancora a torso nudo.
‘’I-io’’ Ed improvvisamente i miei occhi percepiscono come ‘già vista’ la sua camera, percepiscono una scena avvenuta un anno fa, e alla mia testa torna tutto in mente.
‘’TU TE NE SEI ANDATO!’’ Inizio ad urlare senza volerlo, le parole escono da sole, ormai trattenute da troppo tempo. ‘’Ci siamo baciati e diamine se ero felice, finalmente mi ricambiavi dopo anni! Poi cosa? Te ne sei andato! Sparito per mesi.’’ Concludo alzandomi dolorosamente da quel pavimento.
‘’Tommy tu…’’ Il suo volto immediatamente assume un aria sconvolta.
‘’Sì Newt, adesso ricordo tutto per davvero.’’ Lo interrompo. ‘’Ricordo quel letto e ricordo anche cosa stavamo per fare!’’ Continuo urlando. ‘’Perché… perché mi hai lasciato in quel modo?’’ chiedo questa volta con voce spezzata e quasi non mi metto a piangere.
‘’Mi dispiace Tommy, io avevo paura… avevo paura di un altro rifiuto, della tua reazione il giorno dopo, dicevi sempre che mi consideravi un semplice amico, e poi caspio, eri ubriaco! E io stavo per approfittare di te! Mi sono sentito uno schifosissimo verme.’’
‘’Te l’avevo chiesto io! Va bene, ero sotto effetto dell’alcool, sinceramente non so nemmeno come faccio a ricordarmi ogni singolo dettaglio, ma lo volevo! Lo voglio da anni!’’ Ammetto tutto ad un fiato e una volta terminato il discorso divento rosso dall’imbarazzo, è la prima volta che gli dico ciò che provo, e c’è da dire che, vista la situazione in cui ci troviamo, ha un non so che di comico misto ad imbarazzo.
‘’Tommy.’’ Ripete lui con un filo di voce, la situazione inizia a sfuggirmi di mano, ed ecco anche il panico prendere il sopravvento, ma, con forza, cerco di ritornare in me, ormai lo sa, non ha più senso nascondere.
‘’Non l’avrei chiesto a nessun altro.’’ Dico a bassa voce .‘’Ti amo Newt, amo i sorrisi che usi per confortarmi, amo le attenzioni che mi rivolgi quando commetto sciocchezze, amo la parte stupida di te che cerca sempre di sembrare forte anche quando non lo è, amo i gesti che fai quando sei nervoso e amo dannatamente il modo in cui mi guardi mentre sorridi, caspio ti amo e basta…’’
Concludo abbassando lo sguardo a terra, la sua mano calda delicatamente si posa sulla mia guancia e con gentilezza mi alza il volto facendo incatenare i miei occhi con i suoi, un brivido mi percuote su tutta la schiena e i sentimenti che provo paiono inarrestabili.
Poi un bacio, un lieve bacio a stampo voluto da entrambi, un bacio senza timori e senza ripensamenti.
‘’Ti amo anche io Tommy.’’ Mi sussurra sulle labbra. ‘’Ti chiedo scusa per tutto, per non aver mai ammesso i miei sentimenti prima.’’ Mi bacia. ‘’Per esser stato un codardo.’’ Un altro bacio. ‘’Per esser scappato.’’ Ancora uno. ‘’E per non averti baciato in questo modo fin da subito.’’ Conclude mentre la sua lingua chiede silenziosamente accesso, e così, quel lieve bacio a stampo si trasforma in qualcosa di più magico e passionale.
Il profumo post doccia sulla sua pelle, il suo battito accelerato, il suo respiro caldo sul mio collo, le sue tiepide mani che mi stringono la vita, è tutto così perfetto.
E in un attimo finiamo di nuovo su quel letto, ignorando i libri caduti a terra, l’armadio ancora aperto, l’asciugamano appoggiato sul mobile e quel mio pezzo di carta blu stropicciato, siamo solamente io e lui, in quella stanza, la migliore dei mondi possibili.*
Newt, a cavalcioni sopra di me, inizia a baciare con foga le mie labbra fino ad arrivare sul collo e lasciarmi dei segni dannatamente evidenti, quasi volesse marcare il territorio, le sue mani, invece, stringono l’orlo della mia maglietta al quanto invadente in quella situazione, ci separiamo giusto il tempo di levarmela per poi ritornare a quei baci poco casti, le sue mani, questa volta, strette con le mie.
‘’N-Newt.’’ Ansimo cercando di riprendere fiato, anche se con addosso dei jeans stretti  posso chiaramente percepire la sua erezione scontrarsi con la mia. ‘’F-fammi tuo.’’ Quasi lo imploro mordendomi il labbro inferiore per evitare di far uscire gemiti troppo imbarazzanti.
‘’T-Tommy, sei sicuro?’’ Chiede ansimante ancora sopra di me con la fronte appoggiata sulla mia in modo tale da guardarci meglio.
‘’Voglio essere tuo in tutto i sensi Newt.’’ Rispondo e mi bacia un ultima volta prima di staccarsi il giusto per arrivare a frugare nel cassetto vicino e prendere un pacchetto di preservativi, fortunatamente Minho era solito regalarceli in momenti imbarazzanti davanti a tutti i parenti giusto per farsi due risate.
Appena li trova la sua lingua torna a scontrarsi con la mia, una mano mi accarezza la guancia e l’altra, timidamente, scende sempre più in basso.
‘’E’ stato doloroso, ma è stata la cosa più bella che avessi mai fatto.’’ E’ la prima cosa che dico appena concludiamo ciò che attendevamo ormai da anni, siamo ancora entrambi nudi, io con la testa appoggiata sul suo petto e la mano intersecata con la sua.
‘’Non volevo farti male, la prossima volta cercherò di fare più piano.’’ Risponde mentre con la mano libera continua ad accarezzarmi con gentilezza e io sorrido all’idea dell’esistenza di una  prossima volta.
‘’Se solo ci fossimo dichiarati prima, avrei anche evitato di lanciare quello stupido aeroplanino, per fortuna nemmeno si è avverato!’’
‘’Che intendi?’’
‘’Aspetta.’’ Mi stacco controvoglia da quell’abbraccio e, un po’ indolenzito, mi alzo per raccogliere il mio aeroplanino ormai trasformato in un pezzo di carta blu tutto piegato, ‘’Tieni, ma… ti prego non dire nulla, non volevo realmente esprimere quello… cioè non in modo così drastico, ero ubriaco e…’’
‘’Tommy non potrei mai odiarti.’’ Dice lasciandomi un dolce bacio a stampo appena mi sdraio sul letto accanto a lui. ‘’Sicuro posso leggerlo?’’
‘’C-certo.’’ Mi sorride dolcemente incominciando a leggere. ‘’Ti amo Newt, e se mai questo sentimento iniziasse a farmi dannatamente male, eliminami per favore ogni singolo ricordo che ho di lui.’’ Mormoro a  bassa voce citando il mio stupido desiderio.
‘’Tommy tu… scusa se ti ho fatto stare così male.’’
‘’Non ci pensiamo più, ma come vedi non si è avverato, forse l’incidente serviva a quello ma non è accaduto.’’
‘’Sai cosa ho espresso io?’’ Chiede appoggiando il pezzo di carta.’’
‘’C-cosa?’’ Ho sempre voluto saperlo ma lui ogni volta cambiava argomento.
‘’Fa che Tommy sia sempre felice… e se è possibile, fa che resti sempre al mio fianco non abbandonandomi mai, penso si sia avverato il secondo, quindi il tuo non poteva avverarsi, avrebbe in qualche modo annullato il mio, per questo ha avverato una sorte di compromesso, ti ha fatto scordare gli ultimi anni, ma non tutti per non abbandonarmi.’’
‘’Davvero!?’’ Chiedo incredulo.  ‘’Newt… come primo desiderio hai chiesto la mia felicità, era il tuo aeroplanino… doveva essere una cosa per te!’’
‘’Sai Tommy, da piccolo avevo paura di subire un altro abbondono, dopo la morte di mia madre mi chiusi in me stesso, rifiutavo di legarmi a qualcun altro per poi dover soffrire di nuovo, stavo sempre per conto mio, mi sentivo così solo ma allo stesso tempo avevo così paura, tu Tommy il giorno in cui trovasti la mia palla su quel albero mi salvasti per davvero, grazie a te sono riuscito a sbloccarmi, sono riuscito a relazionarmi meglio con la classe, ho conosciuto Minho e tutti gli altri, ma soprattutto ho conosciuto te Tommy,  tu che eri sempre pronto ad aiutare gli altri, tu che sei sempre stato lì con me per darmi sostegno, volevo davvero ringraziarti in qualche modo, perciò optai per quel desiderio, e mentre ero lì a scriverlo mi voltai un attimo verso te, e caspio se ti avrei voluto lì con me per sempre, quindi egoisticamente aggiunsi il continuo, mi spiace non si sia avverato il primo.’’
‘’Non devi chiedermi scusa Newt,  mi hai davvero salvato, ho rischiato di perdere un sacco di ricordi, un sacco di bellissimi ricordi, ma soprattutto stavo per scordarmi di te, il mio migliore amico, avrei provato un senso di vuoto orribile per il resto della mia vita, quindi non scusarti mai più.’’ Concludo il discorso tirandolo verso di me per abbracciarlo.
‘’Non avresti scordato il tuo migliore amico.’’
‘’Eh?’’
‘’Avresti scordato il tuo ragazzo.’’ Sorride lasciandomi un dolce bacio a stampo.
‘’Suona meglio, sì.’’ Affermo stringendolo un po’ di più.
 
*piccola citazione a Leibniz
N.A:
Non mi uccidete vi prego! E’ da quando ho scritto il primo capitolo che ho pensato al desiderio di Thomas come una cosa (scusate il termine) altamente stupida! –Poi.. la lunghezza del capitolo si è rilevata più corta del previsto. Se ho tagliato la scena smut è perché, onestamente, non le so proprio scrivere e mai le ho scritte, poi non volevo scendere troppo nei particolari, volevo far emergere il loro amore inteso a ‘’sentimento’’ anziché carnale (mi sto complicando da sola! Spero abbiate capito).
Anywayy, sì, è l’ultimo capitolo, non ho voluto scrivere un epilogo o altre robe simili perché, come dire.., in questo capitolo ci sono solo Thomas e Newt, è il loro capitolo! Non mi andava proprio di scrivere di anni dopo o altro…
Quindi dopo questo poema di chiarimenti e scuse! Vi dico un immenso GRAZIE! Per aver seguito la storia e per aver letto le mie note noiose ehehe.   

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