Cross-Hogwarts e la scoperta del mondo magico

di jarmione
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1 Settembre ***
Capitolo 2: *** Hogwarts Express ***
Capitolo 3: *** In viaggio verso il Castello ***
Capitolo 4: *** Lo smistamento ***
Capitolo 5: *** Primo giorno - Parte 1 ***
Capitolo 6: *** Primo giorno - Parte 2 ***



Capitolo 1
*** 1 Settembre ***


I personaggi (a parte Amy ed Evelyn) non mi appartengono ne ho diritto di spacciarli tali. Essi sono di proprietà di chi li ha creati, io mi limito solo a muoverli in contesti diversi da quelli a cui sono abituati e/o a fargli cambiare forma.
 
Salve a tutti.
CROSSOVER!!! Tra Harry Potter, Supercar, I Dalton e Star Wars (diciamo che ho preso solo i personaggi, che è meglio) gli insegnanti saranno quelli della saga originale ma i protagonisti saranno altri.
ATTENZIONE! Amy ed Evelyn sono MIE, nel senso che ho inventato questi personaggi in altre storie e le sto utilizzando per quasi ogni cosa che mi venga in mente. Non serve che leggiate le storie da cui provengono (se lo fate mi fa comunque piacere)
NB: Ogni tanto potrebbe sfuggirmi qualche citazione di film in generale, spero mi perdoniate
 
 
Un leggero rumore di piedi si infondeva nella stanza.
Al minimo scricchiolio del pavimento, cessava e riprendeva pochi istanti dopo.
Una piccola figura si stava avvicinando ad un letto, dove qualcuno stava dormendo e non sembrava intenzionato a svegliarsi.
Il cielo si stava lentamente rischiarando mostrando uno spiraglio di luce, segno che ci sarebbe stato il sole.
La piccola figura si arrampicò sul letto e, con molta delicatezza, diede una scossa al dormiente.
“Kitt, psss” si avvicinò all’orecchio del bambino, che mugugnò e si accovacciò ancora di più sotto le coperte “Kitt svegliati” mormorò.
Uno sbuffo “Amy, torna a dormire”
“Non posso” Amy si sdraiò al suo fianco “si è svegliato il cielo, perciò io sono sveglia!”
“Non mi sembra…una scusante” biascicò Kitt, soffocando uno sbadiglio e mettendosi a sedere, ormai consapevole che non avrebbe più dormito.
“Ma oggi è il primo settembre!” Amy sorrise smagliante
“E quindi?”
“Iniziamo la scuola!” Kitt le fece segno di abbassare la voce e lei annuì eseguendo “iniziamo la scuola” mormorò “il nostro primo anno! Andremo ad Hogwarts!”
“Ah…” Kitt si stropicciò gli occhi, poi fece un lieve sorriso “mi ero quasi dimenticato”
“Meno male che ci sono io” Amy si mise in ginocchio, sempre sorridente e con i capelli tutti spettinati.
Kitt sorrise ancora e poi si alzò
“Vai in camera prima che arrivino mamma e papà”
Amy sbuffò ed eseguì, tenendo la testa bassa e il broncio.
Ma nel momento in cui raggiunse la porta, essa si aprì.
Dopo un attimo di perplessità, una donna dai lunghi capelli mori ed ondulati la osservava “Amy!” la guardò “sei già sveglia e…” guardò Kitt “hai svegliato anche tuo fratello?”
“Ero già sveglio mamma”
Amy, grata di quel sostegno, guardò la donna e sorrise con fare innocente
“Se vi dico che non ci credo?”
Amy ri abbassò lo sguardo
“Scusa mamma”
La donna sospirò “Ok, va in camera a vestirti e poi scendi, la colazione è pronta”
“Si mamma” e se ne andò, lasciando la donna e Kitt soli
“Vale anche per te, vestiti e scendi”
“Si mamma, comunque buongiorno”
“Buongiorno a te ometto” sorrise la donna, richiudendo la porta.
Scese le scale e andò in cucina.
Un uomo, alto e moro, osservò la donna “Fammi indovinare, la potente ed eccellente strega Bonnie Barstow è stata nuovamente battuta sul tempo da sua figlia, che ha provveduto a svegliare Kitt almeno mezz’ora prima”
“Non so quanto, ma ci hai azzeccato” la donna si sedette al tavolo, pronto per la colazione grazie al marito che, con un colpo di bacchetta, aveva apparecchiato e messo a scaldare il pentolino sul fuoco.
“Sempre le vie facili, vero Michael?”
Lui sorrise “Lo sai che a volte mi piace fare il pigro”
“Quasi sempre direi” ribattè la donna, senza riuscire a trattenere una risata “come fai a non essere nervoso?”
Michael si avvicinò e si sedette accanto a lei “Bonnie” le prese il volto fra le mani “sono nervoso, tu non hai idea quanto” disse “ma ad Hogwarts saranno protetti e al sicuro e poi sono felici di andare, molti studenti del primo anno danno i numeri quando scoprono che staranno nove mesi da soli vedendoci solo per le vacanze di natale”
Questo non aiutò Bonnie, che prese le mani di Michael e le strinse “Kitt riuscirebbe a sopportarlo ma Amy? È così legata a te che…”
“Che Kitt le darà una mano” la interruppe lui “sta tranquilla, andrà tutto bene”
Bonnie fece per ribattere ma lui la zittì con un bacio “Stai tranquilla” e si alzò andando al piano di sopra.
“Perché mi sento ancora meno sicura di prima?”
“Perché sei ansiosa!” esclamò Michael dal piano di sopra.
Bonnie sbuffò e iniziò a sistemare la cucina.
 
*****************************
 
“Evelyn” una dolce scossa sulla spalla fece mugugnare qualcuno da sotto le coperte “Evelyn svegliati”
Un altro mugugno.
“Oh siamo difficili stamattina, a quanto vedo” dopo un attimo di esitazione, la madre della piccola tirò via le coperte.
Evelyn fu obbligata a rannicchiarsi per sentire caldo.
“Ma mamma!”
“Niente ma signorina” ribattè la donna “oggi è il tuo primo giorno di scuola ad Hogwarts e non voglio rischiare di fare tardi come accadeva con i tuoi fratelli”
Evelyn si mise seduta, la faccia assonnata e i capelli che non stavano in ordine.
Voleva rispondere ma la madre era già scesa a preparare la colazione.
Sospirò e si alzò, molto contro voglia.
Il cielo stava iniziando lentamente a schiarirsi e lei non era per niente dell’umore giusto.
Si vestì, indossando ciò che la madre le aveva preparato obbligatoriamente la sera prima.
Aveva già pronta la divisa di scuola.
I suoi tentativi di convincerla a farla partire con vestiti normali era risultata vana.
Era già tanto se non la obbligava a mettere la mantella con lo stemma di Hogwarts.
Aveva sempre sognato di andare in quella scuola, non vedeva l’ora di imparare la magia.
La tentazione di usare la sua nuova bacchetta magica era tale da farla andare in crisi.
Ma quel giorno, tanto atteso, era diventato il giorno più brutto di tutti e chissà quanti altri giorni simili ci sarebbero stati.
Sarebbe stata sola, la mamma avrebbe dovuto andare al lavoro e non le avevano concesso il permesso per accompagnarla.
Ma ad Evelyn andava bene così, era già tanto che la donna avesse un lavoro dopo alcuni vissuti della loro famiglia, non voleva che si mettesse a piangere disperatamente mentre l’abbracciava davanti ad una marea di gente.
E poi sapeva che sua madre non era molto propensa a mostrarsi in pubblico da quasi un anno.
L’unico che l’avrebbe accompagnata alla stazione del treno sarebbe stato un amico di famiglia che, a parte sua madre, tutti odiavano.
Il suo non era un vero e proprio odio, era solo scocciatura.
In fondo gli voleva bene e, a volte, glielo dimostrava, anche se si sentiva in imbarazzo quando stava vicino a lui.
Una volta pettinata, scese al piano di sotto a fare colazione.
Mentre inzuppava una fetta biscottata con la marmellata nel the, sua madre le fece una treccia ben ordinata dietro la testa.
“Sembra ieri che ti ho stretta fra le braccia la prima volta” commentò commossa “adesso sei una signorina e andrai ad Hogwarts”
Evelyn sbuffò “Posso andare domani ad Hogwarts?”
“Che dici?”
“Oggi è il primo del mese” mormorò “voglio venire con te da Joe e gli altri, fammi partire domani”
Mamma Dalton sospirò.
Sapeva quanto la figlia amasse i fratelli.
“Ti porterei ma il treno parte oggi e non partirà più” rispose “Luke dovrebbe arrivare a momenti”
“Allora non voglio andare ad Hogwarts!” mise sul piatto il resto della fetta biscottata, che si spezzò, si alzò di scatto e salì in camera sua.
L’ultima cosa che udì, prima di chiudere la porta, fu un sonoro POP in salotto.
Luke era arrivato e ci avrebbe scommesso la barba di merlino che sarebbe salito a parlarle.
Alla fine, Evelyn lo vedeva come una figura paterna e la pazienza che l’uomo di mostrava era tale da suscitare in lei una forma di affetto.
Ma quel giorno, quel primo settembre, voleva tutto tranne che un dialogo tranquillo con Luke.
Ma i suoi desideri si rivelarono vani.
Luke bussò ed entrò poco dopo.
“Ehi Evy” salutò amichevolmente lui “non mi saluti?”
Lei se ne stava seduta sul letto a gambe incrociate e con lo sguardo basso
“Ciao Luke” borbottò
“Sei già in divisa?” il suo tono era sorpreso, ma Evelyn sapeva che stava cercando di spronarla.
Annuì
“Fatti vedere”
Lei sbuffò e si alzò, assumendo una postura rigida e imbarazzata.
“Sei splendida Evy” era un complimento…il complimento più sincero che aveva udito quella mattina.
Alzò la testa e sorrise lievemente.
“Ecco la Evelyn che conosco”
Lei, per tutta risposta, lo osservò bene e si lasciò scappare un risolino “Ma come sei vestito?”
Aveva una tenuta in jeans e camicia, con stivali e cappello che lo facevano assomigliare ad un cow-boy.
Lui si passò una mano fra i capelli e si sistemò il ciuffo “Non ti piaccio?”
“No no, stai bene” sorrise ancora e poi tornò seria.
Luke sorrise a sua volta, in modo comprensivo, avvicinandosi “Tua madre mi ha detto la vostra ultima conversazione”
Evelyn distolse lo sguardo “Non mi vuole portare con lei”
“Ti porterebbe in capo al mondo, lo sai…”
“Ma oggi no” concluse la bambina “quando sarò ad Hogwarts, però, chiederò il permesso!”
Luke scosse la testa “Non funziona così”
“Ma non è giusto!”
“Ti ricordo che esistono i gufi”
“E se si perdono?”
“I gufi di Hogwarts non si possono perdere, fidati” rispose.
Lei non seppe cosa dire.
Era sempre convinta di non voler andare ad Hogwarts, però non poteva deludere mamma Dalton e nemmeno Luke, Joe e i suoi fratelli.
Anche se non c’erano, lei doveva dimostrare che faceva la brava bambina e che studiava.
Alla fine cedette
“Dobbiamo smaterializzarci per forza?”
Luke scoppiò a ridere.
Aveva la licenza per smaterializzarsi e portare altre persone con se, ma la prima volta che si era smaterializzato con Evelyn per provare lei era svenuta a causa dei capogiri che provocati dal trasporto.
Dopo un po’ di prove, non era più accaduto anche se i capogiri persistevano alcuni istanti.
Lei non era comunque favorevole.
Avrebbe preferito a piedi.
“Non subito, prima dobbiamo fare alcune commissioni”
Evelyn sospirò di sollievo, si era risparmiata la sofferenza…per un po’ almeno.
“Prendi il tuo baule, partiamo tra dieci minuti”
“Si” si avvicinò al letto “Luke…” lui si voltò “grazie”
Luke ammiccò e chiuse la porta, lasciandola sola.
Dieci minuti esatti dopo, Evelyn era all’ingresso.
La madre stava già piangendo disperata, come se stesse per partire in guerra.
La bambina non ebbe il tempo di parlare che la donna la strinse quasi a soffocarla
“Mi raccomanda fai la brava, non sudare troppo e non ingozzarti di caramelle tutti i gusti più uno e…”
“Mamma starò bene, lasciami” appena venne lasciata, riprese fiato “starò bene mamma”
“Portala via” disse rivolta a Luke “prima che la rinchiudo in camera”
La cosa non sarebbe dispiaciuta ad Evelyn, ma era meglio andare, non voleva perdere tempo.
“Mi mancherai mamma”
La donna riprese a piangere
“Ci vediamo Evelyn” salutò “e non scordare di usare le calze di flanella!”
Le porse il baule e li lasciò andare.
Appena scomparvero dietro alla curva, chiuse la porta.
“Se solo potessi rapinare il nuovo macellaio” esclamò sempre in lacrime “che cosa faccio adesso che Evelyn mancherà?”
 
*****************************
 
“Eddai Kitt l’ultima volta ci sei stato tu!” brontolò Amy
“Amy non fare la bambina” la ammonì la madre
“Ma io sono una bambina!”
“E molto fastidiosa” puntualizzò Kitt
“Senti chi parla”
“Ok ragazzi basta così” li fermò Michael, mentre metteva i bauli nel bagagliaio “ci vorrà almeno un’ora per raggiungere Londra, perciò salutate la mamma e salite in macchina”
Kitt sospirò “Non può venire con noi?”
“Tesoro verrei ovunque ma ho il primo turno al Ministero e non mi è permesso uscire”
“Si lo so…”
“Mammina!” Amy si fiondò fra le braccia della donna “mi mancherai mamma”
“Oh tesoro anche tu mi mancherai” i suoi occhi erano lucidi ma non sarebbe scoppiata a piangere, non prima che i figli si fossero allontanati.
“Mi scriverai vero?”
“Tutte le settimane”
“Promesso?”
“Croce sul cuore”
Amy le fece un enorme sorriso e salì in macchina sistemandosi la divisa di Hogwarts, che aveva già indossato per non perdere tempo.
Stessa cosa aveva fatto Kitt.
“Ciao Mamma”
“Ciao ometto” gli diede un bacio sulla fronte “mi raccomando tieni d’occhio tua sorella e non farle mangiare troppi zuccotti di zucca”
“Va bene mamma, ti voglio bene”
“Anche io” e lo lasciò andare.
Lo fece contro voglia, lo fece debolmente.
Stavano crescendo e lei non riusciva ad impedirlo.
Quando la macchina si allontanò dal vialetto, si lasciò andare in un pianto sconsolato.
Sarebbe andato tutto bene?
Lo sperava.
E sperava che Natale arrivasse presto.
 

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Capitolo 2
*** Hogwarts Express ***


Giunti a Londra, Amy era tutta frenetica.
Erano andati spesso in città, se non altro per raggiungere Diagonalley e comprare il materiale scolastico, doveva essere abituata.
Pensava di aver visto tutto della magia, ma Hogwarts era Hogwarts.
Ne aveva sentito parlare in lungo e in largo.
Si chiese che amici avrebbe avuto, che cosa avrebbe imparato, quanti bambini strani ci fossero.
Suo padre le aveva raccontato di un ragazzo che frequentava con lui la scuola e che aveva i capelli che cambiavano colore.
Se avesse potuto, lei se li sarebbe fatti rossi.
Entrarono nella stazione di King’s cross.
Il via vai di gente era incredibile.
Michael si guardava attorno e cercava di non perdere di vista i bambini ma, soprattutto, cercava di non mostrare l’ansia che aveva nel mandarli a scuola da soli e di non vederli per i prossimi mesi.
C’erano anche altre cose, ma non poteva lasciarsi travolgere da esse o i suoi figli non sarebbero mai partiti.
“Kitt guarda” Amy, che era tutta un’euforia, indicò in lontananza una donna con il figlio ed una famiglia al completo con tre ragazzi più grandi di loro.
Tutti quanti trasportavano un carrello da bagaglio, come quello che Kitt ed Amy tenevano, e avevano persino una gabbietta con un gatto e gabbiette con gufi.
“Quelli li vanno ad Hogwarts!”
“Shh!” la zittì Kitt “non dobbiamo farci scoprire dai babbani!”
“Perché? Andiamo a scuola come i loro figli, che cosa c’è di strano?”
“Nessun figlio di babbano va in una scuola magica Amy”
Amy sbuffò e continuò a seguire il padre, senza però smettere di guardarsi attorno curiosa.
Era bello vedere quanti studenti come lei stavano cercando il treno.
Ad un certo punto vide persino una bambina, che sarà stata sì e no della sua età, con la divisa e che camminava a testa bassa, accompagnata da un tizio che aveva tutta l’aria di assomigliare ad un cowboy.
Anche quest’ultimo, come Michael, si guardava attorno con fare pensieroso e sembrava sul punto di tirare fuori la bacchetta.
“Ragazzi siamo arrivati” annunciò Michael, sorridendo ai figli “vedete quel muro?” indicò la colonna di pietra tra i binari 9 e 10 “dovete correre dritti contro al muro, senza esitazione alcuna”
Kitt annuì, mentre Amy lo guardò perplessa.
I genitori non li avevano informati su come raggiungere il binario e, per un attimo, credette che il padre fosse impazzito.
“Ma papà ci sfracelleremo!”
“Non ci faremo niente!” l’ammonì Kitt “io mi fido di papà”
Michael si sentì orgoglioso, poi si chinò fino a raggiungere l’orecchio di Amy “Ti fidi di me?”
Lei annuì
“Allora mettiti in posizione, chiudi gli occhi e vai con decisione, non ti accadrà nulla…te lo giuro”
Amy deglutì e si scrollò le spalle, posizionandosi dietro a Kitt.
“Posso andare?” chiese lui
“Vai Kitt!”
Kitt fece un respiro profondo e iniziò a correre con decisione dritto contro al muro.
Appena fu vicino, scomparve al suo interno.
Amy sgranò gli occhi “Dov’è Kitt?”
“Esattamente dall’altra parte e…” tornò vicino all’orecchio di Amy “se non ci sbrighiamo, si godrà il divertimento da solo”
Amy tentò di calmarsi, poi sentì la mano di Michael sulla sua.
“Pronta?”
“Insieme?”
“Insieme”
Ed entrambi iniziarono a correre, fino ad attraversare il muro
*****************************************
“Che muso lungo” disse Luke, mettendo una mano sulla spalla di Evelyn “tutto bene?”
“Mi sento sottosopra” borbottò la bambina, sentendo ancora lo stomaco in subbuglio dopo la smaterializzazione.
Luke sorrise poi tornò a guardarsi attorno.
Aveva intravisto da lontano un suo collega di lavoro ma, vedendolo impegnato con i figli e intento a guardarsi attorno con fare vigile.
Stessa cosa faceva lui.
Dopotutto, che altro poteva fare un Auror del Ministero in giro per Londra?
Evelyn, a parte il malessere che stava lentamente passando, non sapeva come definire la giornata.
Fosse stato per lei non sarebbe nemmeno uscita di casa.
Vedeva tanti ragazzi e bambini con la divisa di Hogwarts e senza che cercavano il binario o attendevano gli amici per andarci.
Lei sapeva solo che doveva attraversare un muro.
Ma quel muro, invece che non arrivare come sperava, arrivò fin troppo in fretta.
Fece in tempo a vedere un papà e una bambina scomparire al suo interno.
Il suo respiro si fece affannoso ed indietreggiò, trascinandosi dietro il carrello, fino a toccare con le schiena il muro alle sue spalle.
Luke si mise subito al suo fianco.
“Luke ho paura”
L’uomo le sorrise “Se hai paura il muro lo sente” disse “se passerai senza esitazione lui non ti bloccherà”
Evelyn deglutì.
“Luke…” esitò un attimo “se dovessero mettermi in una casa che non sia quella di famiglia?”
Luke si accigliò “Che vuoi dire?”
“La mamma, Joe, Jack, William ed Averell sono tutti stati dei Serpeverde…e se mi mettono in qualche casa che non sia questa? La mamma mi odierà”
“Niente affatto Evelyn” la rassicurò Luke “nessuno ti odierà e nessuno ti farà nulla perché sei in una casa diversa da quella tipica” le accarezzò i capelli “vai tranquilla…ti fidi di me?”
“Si…”
“E allora corri contro quel muro”
Evelyn fece un paio di respiri profondi.
Poi afferrò il manico del carrello con presa ben salda ed iniziò a muoversi.
Il muro la inghiottì.
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Amy andò quasi a sbattere contro Kitt quando passò il muro.
Quest’ultimo era intento a fissare ciò che gli si era presentato davanti.
Michael li fece spostare, per consentire il passaggio ad altri eventuali studenti in arrivo.
L’enorme treno rosso e nero iniziava a sbuffare e, ogni tanto, emetteva dei suoni di tromba per annunciare che ormai mancava poco.
Il capo treno fischiava e intimava gli studenti a mettere i bagagli a posto.
“Voi due restate qui e non muovetevi” ordinò Michael che, dopo aver ottenuto conferma, si allontanò con i carrelli e fece caricare i bagagli.
“Hai visto Kitt!?” esclamò Amy a voce alta “questo è il treno per Hogwarts”
“Questo lo vedo Amy”
“Sei sempre così serio”
“Non sono serio!”
“Si lo sei!” e per concludere gli fece la linguaccia.
“Non è un comportamento da femmine”
“Ma io sono tua sorella, quindi non conto”
“Sei comunque femmina”
Amy sbuffò e continuò a guardarsi in giro con aria meravigliata.
C’erano un sacco di studenti.
Chi vestito normalmente e chi già con la divisa.
Maghi e streghe di ogni età e genitori di alunni vestiti con gli abiti da lavoro.
Riconobbe un sacco di gente che aveva intravisto un giorno al ministero con suo padre.
“Non vedo di conoscere qualcuno”
“Amy, Hogwarts è una scuola e dovremo studiare”
“Ok ma avrò diritto di fare amicizia”
“Mamma vuole che studiamo e anche papà”
“Ma…”
“Ragazzi di che discutete?” chiese Michael, tornando da loro
“Niente” risposero in coro, lasciando Michael perplesso.
“Ok…” sospirò “ho messo i bagagli al loro posto, ora dovete solo salire”
“Ma mancano ancora dieci minuti!”
“Se vuoi prendere i posti devi sbrigarti” puntualizzò Kitt
Amy sbuffò “Papà voglio stare con te, non puoi proprio venire?”
Michael scosse la testa “Mi spiace Amy, ma questo è un viaggio che dovrete fare da soli”
La bambina abbassò la testa sconsolata.
“Coraggio Amy” sorrise Michael “sei una Knight e i Knight non fanno quella faccia”
Subito, Amy sorrise a trentadue denti
“Molto meglio” la strinse forte a se “Fai la brava mi raccomando e appena arriva scrivici” guardò Kitt “anche tu”
“Si papà” dissero nuovamente in coro
“Papà mi mancherai”
“Anche tu Amy”
E la lasciò andare.
“Kitt vado a prendere i posti!” lui annuì e la video sparire fra la folla.
“Papà…”
“Si Kitt?”
“Mi mancherai”
Michael gli sorrise dolcemente “Anche tu figliolo e…mi raccomando, ricordati che Hogwarts ci mette alla prova non…”
“Non fare niente che possa compromettermi”
“Esatto” confermò l’uomo “tu sei mio figlio e non voglio che succeda niente…fallo per Amy”
“Si papà”
“Bravo figliolo” e lo strinse “su vai adesso” e lo fece salire sul treno.
Rimase in attesa.
Lo sguardo sorridente e fiero, ma il cuore in pezzi.
Vedere i suoi figli andare via era una sofferenza.
*********************************
“Io mi sposterei se fossi in te” disse Luke ad Evelyn, che si era incantata a guardare il treno
“E’ enorme!”
“Anche troppo”
Si fecero largo fra la gente e raggiunsero la carrozza dei bagagli.
Diedero il baule di Amy all’addetto e poi si allontanarono.
“Quando ti libererai scrivi a tua madre, sarà in pensiero”
Evelyn annuì e poi si buttò fra le braccia di Luke “Mi mancherai Luke”
“Anche tu Evy, ma vedrai ci rivedremo a Natale”
“Davvero?”
“Certo! Verrò a prenderti io appena arrivi, mi troverai esattamente qui” ed indicò il punto dove stava.
“Di alla mamma di salutarmi Joe e gli altri e…” si staccò “sei davvero sicuro che mamma non mi odierà? E stessa cosa Joe?”
“Se ti odiassero non sarebbero la tua famiglia” precisò “comunque scrivi anche a loro quando vuoi”
“Si Luke”
“Molto bene” si chinò e le diede un bacio sulla fronte “arrivederci Evy”
“Arrivederci…cowboy”
Luke scoppiò a ridere “Cambierò look!”
“No!” lo fermò Evelyn “a me piace”
“Allora lo manterrò”
Si diedero l’ultimo saluto e poi la lasciò salire.
La salutò con la mano.
Pian piano il treno iniziò a muoversi e scomparve al di fuori della galleria di ingresso.
Sospirò e assunse uno sguardo pensieroso.
“Anche tu preoccupato?” una voce alle sue spalle lo fece sobbalzare
“Michael!” lo salutò “un po’” disse “dopotutto è il suo primo anno e non ha la famiglia che l’accompagna”
“Immagino” sospirò “anche i miei sono nervosi ed io non so quanto resisterò”
“Amy ancora non sa niente?”
“Perché dirglielo?” chiese Michael “gli si spezzerebbe il cuore e non voglio che stia male, Kitt sta bene e non vedo perché debba sbandierare tutto ai quattro venti”
Luke annuì “Fa onore ai Knight”
“Decisamente” poi iniziarono ad allontanarsi dalla piattaforma “ed Evelyn?”
“Oggi è il primo del mese…lo sai”
“Ah già giusto”
“La cosa che mi preoccupa è che Evelyn è troppo diversa dai suoi fratelli, se la mettono in una casa differente da Serpeverde Joe farà un disastro”
“Gli sarà difficile vista la sua situazione”
“Lo so…ad ogni modo sua madre dice che una casa vale l’altra e…le ha detto di scrivere ai fratelli ma ho paura che non accadrà”
“La madre non glielo dirà vero?”
“Mamma Dalton non farà e non dirà nulla se non sarà Evy a parlare” precisò “sa il legame che c’è fra i figli e quindi non si intrometterà”
“Capisco” entrambi sospirarono all’unisono mentre oltrepassavano di nuovo il muro per tornare sui binari nove e dieci di King’s Cross.
“Coraggio si va al lavoro”
“Sarà una lunga giornata” constatò Michael “se ci occorre aiuto da un cowboy”
“Cammina Knight!”

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Capitolo 3
*** In viaggio verso il Castello ***


Terzo capitolo tutto per voi! Spero vi piaccia.
Sono molto amante dei Crossover e questo, ripeto, è solo un tentativo di mescolare più storie fra loro e farle interagire anche se totalmente diverse.
Vi auguro buona lettura e…il prossimo capitolo tutti ad Hogwarts!
 
 
Il treno si allontanò dalla stazione.
Dapprima lentamente, poi sempre più veloce.
Amy e Kitt fissavano dal finestrino e osservavano il loro papà, che diventava sempre più piccolo e lontano.
Amy si sentiva sconsolata, ma sapeva di non essere sola e che si sarebbe trovata più che bene.
Non voleva farsi prendere dallo sconforto, voleva dimostrare ai genitori che sapeva cavarsela e già faceva progetti su come passare il tempo al di fuori delle lezioni ed a fare le selezioni per il Quidditch.
Kitt, dal canto suo, era entusiasta di entrare ad Hogwarts ma sapeva che ci sarebbero stati parecchi problemi per lui.
Ambientarsi sarebbe stato difficile.
Con Michael c’era un legame speciale, lui era l’unico a capirlo assieme a Bonnie.
A volte avrebbe voluto che i suoi undici anni non fossero mai arrivati.
Si mise a cercare uno scompartimento, seguito da Amy che saltellava allegramente.
Ne trovarono uno completamento vuoto e si infilarono al volo.
“Cavolo siamo sul treno!”
“Pensavo fossimo ancora a casa”
“Quanto sei spiritoso Kitt” sbuffò Amy “ma che ti prende oggi? Non sembri felice”
Kitt sospirò “E’…è solo che…non importa”
Amy lo guardò sospettosa.
Le stava nascondendo qualcosa
“Kitt…a me puoi dire tutto, lo sai vero? Non dirò niente a mamma e papà, non sono una spia”
Kitt sorrise appena “So che non fai la spia ma…non saprei come dirtelo…”
“Vediamo se indovino” Amy si avvicinò a lui “sei nervoso da paura!”
Kitt sgranò gli occhi.
Nervoso si, motivazione nota solo a lui ma era così.
“Azzeccato”
Amy fece un piccolo esulto e mormorò – Si! –
“Andrai bene a Divinazione”
“Detesto Divinazione” borbottò Amy
“Ma se non l’hai nemmeno studiata!”
“Allora la detesto a prescindere” e il discorso si concluse lì, con una piccola risata da parte di Kitt.
“A che pensi?” domandò lui
“A quale casa verremo smistati”
Kitt alzò le spalle “Sarà il cappello parlante a decidere”
“Io vorrei essere messa nella stessa casa di papà”
“Come fai a dire di esserne all’altezza?”
Amy assunse un’espressione offesa “Perché, un giorno, voglio diventare…anzi no, voglio essere come lui”
Kitt annuì “Lo sarai”
Lo sguardo di Amy si illuminò.
Era il più bel complimento che Kitt le avesse mai fatto.
“Torno subito” Kitt si alzò
“Dove vai?”
Il ragazzino le lanciò uno sguardo divertito “Vuoi davvero saperlo?”
Amy emise un BLEAH molto sonoro “No grazie” e lo lasciò andare.
Dopo essersi ripresa da quella scoperta, si mise a guardare fuori dal finestrino “Hogwarts arrivo!”
******************************
Evelyn osservava Luke allontanarsi.
Ogni volta che la figura del cowboy si rimpiccioliva, una parte di lei si spezzava e moriva.
Chiuse gli occhi e sperò di riaprirli e trovarsi a casa sua, con sua madre.
Voleva andare a trovare i fratelli, voleva fare qualsiasi cosa che non fosse starsene su quel treno.
Ma non fu così.
Quando li riaprì era ancora lì, nel corridoio del treno che l’avrebbe portata lontano dalla sua vita.
Si sentì sola.
Sospirò e si mise a cercare uno scompartimento.
C’erano un sacco di ragazzi che stavano in compagnia e chiacchieravano.
Chi faceva progetti, chi si divertiva con oggetti magici, ognuna delle persone presenti su quel treno emanava gioia da tutti i pori.
Forse lei era l’unica che non era felice.
Continuò a cercare facendosi largo fra gli studenti che camminavano nel corridoio.
Si imbatté persino in un ragazzo, più o meno della sua età, con i capelli neri che si recava in bagno.
Quest’ultimo venne spinto da un gruppo di ragazzi, con la divisa di Serpeverde, finendo addosso ad Evelyn.
I ragazzi se ne andarono, ridendo e prendendolo in giro.
Il bambino li ignorò e guardò Evelyn
“Scusami, ti ho fatto male?”
Evelyn non aveva capito bene l’accaduto, ma scosse la testa “No tranquillo” sorrise appena
“Meno male…allora…ciao e…scusa ancora” la superò e andò a chiudersi in bagno.
Evelyn lo osservò andarsene.
Almeno qualcuno di gentile c’era sul treno.
Camminò ancora, finchè trovò uno scompartimento dove c’era solo una persona.
Una ragazza dai lunghi capelli mori, anche lei avrà avuto sì e no la sua stessa età.
Il treno era tutto occupato, quello era l’unico scomparto più libero.
Allungò la mano e bussò.
La bambina all’interno si girò.
“Ciao scusami” disse Evelyn “posso sedermi qui? Il treno è tutto occupato”
“Ma certo!” sorrise felice la mora “vieni pure!”
Evelyn ricambiò e si sedette subito all’inizio.
“Anche tu al primo anno?” chiese, sperando di avviare una conversazione tale da farle dimenticare la mancanza della madre, dei fratelli e di Luke.
“Si! Non vedo l’ora” esultò l’altra bambina “io mi chiamo Amy, Amy Knight” allungò la mano.
Evelyn la strinse “Io sono Evelyn, Evelyn Dalton”
Amy ebbe un sussulto e uno strano pensiero aleggiò nella sua mente.
Non volle essere indiscreta e non disse nulla, ma la curiosità rimase.
“Che bel nome”
Evelyn arrossì “Grazie…anche il tuo”
“Va a punti di vista” puntualizzò
Un gruppo di ragazzi sfrecciò nel corridoio, urlando e schiamazzando, seguendo una luce multicolore.
“Ma saranno tutti così ad Hogwarts?” ridacchiò Amy
“Oddio speriamo di no altrimenti sai che disastro per parlarsi”
Le bambine risero.
Poco dopo, un ragazzo dai capelli neri, lo stesso che era finito contro Evelyn, fece il suo ingresso nello scompartimento.
“Ciao” sorrise il ragazzo ad Evelyn
“Ehi!” ricambiò la bionda
“Questa è la circostanza giusta”
“Si infatti”
“Ehi un momento” intervenne Amy “vi conoscete di già?”
“Le sono finito addosso in corridoio”
“Causa gente stupida” aggiunse Evelyn “ma vedo che anche voi due vi conoscete”
“E’ mio fratello gemello” spiegò Amy
“Mi chiamo Kitt” strinse la mano di Evelyn “Kitt Knight e tu sei?”
“Evelyn Dalton”
Dopo le presentazioni, Kitt si sedette accanto ad Amy.
“Primo anno?” chiese rivolto ad Evelyn.
Lei annuì “Anche tu?”
“Si”
“Voi avete già un idea della casa in cui verrete smistati?”
“Io si!” esclamò Amy
“Io no” rispose Kitt “sarà il cappello parlante a decidere, non vedo perché dobbiamo farci fantasie adesso”
“E’ solo per sognare Kitt”
“E se poi non finite nella casa sperata?”
“Sei un guasta feste fratellone”
“Non ha tutti i torti” ridacchiò Evelyn “è solo per parlare, meglio farlo adesso visto che non sapremo quanto potremo farlo ad Hogwarts”
“Finalmente qualcuno che mi sostiene!” Amy era esasperata, meno male che Evelyn sembrava sulla sua stessa lunghezza d’onda.
“Dai Kitt, prova ad immaginare in che casa ti manderanno”
Kitt ci pensò.
Non era una cosa su cui aveva meditato.
Lui accettava la vita così come veniva, benevola o malevola che fosse, non aveva mai fatto dei veri e propri progetti.
Non che un ragazzi di undici anni potesse farne tanti ma non aveva sogni, ne ambizioni.
Lui voleva solo crescere e studiare.
Per altri era monotono, per lui era tutto.
A volte si chiedeva come facesse Amy a sopportarlo ma, in fondo, era sua sorella.
Doveva sopportarlo per forza.
Alla fine non doveva essere così male sognare e progettare.
“Non lo so…non ci ho mai pensato” disse
“Io dico che sei talmente pignolo da finire in Corvonero”
“Tu meriteresti Serpeverde”
“Almeno divento cattiva, avrò potere e ci sarà una taglia sulla mia testa, diventerò famosa e finirò ad Azkaban dove tutti mi porteranno rispetto”
Evelyn sgranò gli occhi e rise nel vedere Amy e Kitt fare certi discorsi.
Non erano discorsi belli da fare, non per lei, non per Evelyn.
Per fortuna si vedeva che scherzava.
Cercò di intervenire e partecipare alla conversazione.
“Se ti dicessi che hai tutto tranne che l’aria di essere una Serpeverde?”
“Direi che ti ringrazio e che diventeremo ottime amiche”
“Lo spero”
“Non stavate sognando le case?” le interruppe Kitt
“Ah già giusto” proseguì Amy “io spero di finire in Grifondoro come mio padre, un giorno diventerò come lui”
“E’ una cosa carina” disse Evelyn “io penso che finirò nella stessa casa della mia famiglia, Serpeverde”
“Nah!” dissero in coro Kitt ed Amy “impossibile, troppo normale per essere Serpeverde”
Evelyn fece per ribattere ma si interruppe quando un ragazzino, anch’esso sugli undici anni e con i capelli neri, si fermò davanti allo scomparto.
Aveva lo sguardo spento, quasi triste.
Fissò il trio con aria stupita, poi scosse la testa e si allontanò a grandi passi.
Evelyn restò a fissare la porta ad occhi sgranati.
“Lo avete visto anche voi?” domandò Amy
“Avrà sbagliato”
“Ma chi è?”
“Benjamin Solo” mormorò Evelyn
“Lo conosci?”
“Da un paio di anni ma…solo di vista”
Non fu convincente, se ne rese conto.
Sperò che nessuno le facesse domande e si ripromise di fare più attenzione a ciò che diceva.
Era difficile per lei fare una faccia diversa, era sempre stata sincera.
Amy capì che c’era qualcosa sotto ma non chiese niente e se lo fece bastare, per la gioia di Evelyn.
Qualche minuto dopo passò nel corridoio una signora anziana.
“Qualcosa dal carrello!?” esclamava “zuccotti di zucca, bacchette di liquirizia!”
“Era ora!” Amy scattò in piedi, ma Kitt la fermò “che c’è?”
“Non prendere le tutti i gusti più uno”
“O ma dai!”
“Lo sai che se ti capita quella al gusto di arachidi ti viene la faccia gonfia”
Amy sbuffò e si risedette “Maledetta allergia”
Evelyn le battè una mano sulla spalla “Tranquilla anche a me capita la stessa cosa con le carote e pensa che le adoro”
“Almeno sono in compagnia”
“So io cosa ci vuole per tutti” Kitt si alzò ed uscì nel corridoio.
Rientrò poco dopo lanciando fra le mani di Amy ed Evelyn un pacchetto a testa di Bolle Bollenti
“Caspita grande!” Amy lo aprì subito
“Grazie Kitt” Evelyn guardò il pacchetto “ma…al momento non ho come ripagarti”
“Non preoccuparti, te le offro volentieri”
“Sei molto gentile Kitt” scartò il pacchetto “ti ringrazio”
Per alcuni istanti ci fu silenzio, poi Amy lo interruppe.
“Tu che progetti hai?” chiese a bruciapelo ad Evelyn “si, insomma, cosa vorresti fare nel tempo libero?”
“Amy!”
“Voglio solo fare conversazione”
“Tranquillo Kitt, non mi dà fastidio” guardò Amy “forse mi farò lunghe passeggiate nei dintorni di Hogwarts, mi hanno detto che ci sono delle cose fantastiche che lo circondano e voglio scoprirle tutte”
“Che fico”
“Amy modera il linguaggio”
“Fico non è una parolaccia, ma un frutto molto dolce”
“Ah…quindi ciò che Evelyn ha detto è un frutto molto dolce?”
Evelyn non riuscì a non ridere
“Oggi passi da momenti di simpatia a momenti in cui ti vorrei uccidere”
“E’ il mio compito di fratello maggiore”
“Maggiore di dieci minuti e 23 secondi” precisò
“Ma pur sempre maggiore”
Amy sbuffò e poi tornò a guardare Evelyn, ignorando il fratello “Io pensavo di fare le selezioni per il Quidditch”
“Grande” rispose “però ho sentito dire che non prendono al di sotto dei dodici anni da secoli a causa di incidenti”
“Vorrà dire che sarò la prima dopo secoli” Amy alzò le spalle con indifferenza e si alzò “torno subito”
“Dove vai?”
Amy sbuffò “A mangiare tutte le caramelle del carrello…secondo te?”
“Ho capito grazie” e la lasciò andare, sospirando
“Vorrei avere io la sua ambizione”
“Ed io vorrei che ne avesse di meno”
“Posso chiederti una cosa Kitt?”
“Certo”
Evelyn esitò.
Li aveva appena conosciuti, fare domande indiscrete era troppo, ma quella le frullava in testa da un po’.
“Non…non so perché ma…non c’è molta somiglianza fra voi due”
Kitt sembrò irrigidirsi e distolse lo sguardo.
“Scusami” Evelyn si sentì in imbarazzo e capì di aver sbagliato.
Se qualcuno le avesse fatto domande simili, anche lei avrebbe reagito così.
“Non fa niente…” sospirò “sai mantenere un segreto?”
Evelyn annuì e Kitt iniziò a parlare.
Il resto del viaggio proseguì tranquillo.

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Capitolo 4
*** Lo smistamento ***


Il treno giunse alla stazione poco dopo il calar del sole.
Il cielo era terso e le stelle sembravano brillare di più.
“Finalmente! Era ora!” esclamò Amy, infilandosi il mantello della divisa e scendendo dal treno in tutta fretta.
Fece per seguire la maggior parte degli studenti, ma venne fermata da Kitt.
“Non devi andare di là”
“E perché?”
Kitt indicò, in lontananza, una figura enorme che chiamava gli studenti del primo anno
“Primo anno! Da questa parte!” diceva “primo anno! Su muovetevi!”
Evelyn li raggiunse e tutti e tre si avvicinarono.
“Per la barba di Merlino!” Amy, appena fu davanti, osservò la figura di un enorme uomo, alto si e no tre metri, con barba e capelli ricci e spettinati che cercava di raggrupparli tutti.
“E’ un mezzo gigante” sussurrò all’orecchio di Amy
“Lo vedo” confermò lei, che non smetteva di guardarlo senza tenere aperta la bocca.
Non era l’unica, anche Evelyn e tutti gli altri studenti erano con le teste all’insù.
“Primo anno! Ci siete tutti?” si guardò attorno il gigante, cercando se ci fossero altri studenti dispersi.
Quando il suo sguardo si posò sul trio sorrise amichevolmente “Ciao Kitt!”
Tutti si voltarono verso l’interessato, che sorrise appena e abbassò lo sguardo imbarazzato
“Ciao Hagrid”
Il gigante ammiccò “Bene, seguitemi forza!” e si incamminò, seguito dalla massa di studenti meravigliati.
Nel giro di due secondi, Kitt si ritrovò in mezzo tra Evelyn ed Amy
“Tu conosci quell’uomo?”
Kitt alzò le spalle “C’è qualche problema?”
“Oh scusami” alzò le mani in segno di resa “conosci un mezzo gigante e non me lo dici?”
“Eddai Amy non fare tante domande” Kitt aumentò il passo e andò qualche fila più avanti.
“Ma…” sospirò “che ho detto di male?”
Evelyn fece segno di –boh– con la testa e continuarono a camminare.
Che gli era preso?
Amy non voleva offenderlo, voleva solo curiosare.
Percorsero un lungo sentiero sterrato fino a raggiungere una rimessa di barche.
Tutto intorno c’era un immenso lago, che rifletteva la luce della luna piena in tutto il su splendore.
“Ok, adesso formate gruppi da cinque e salite sulle barche, uno di voi reggerà la lanterna che troverete dentro” annunciò Hagrid “quelli che avanzano con me”
Il risultato fu che rimasero scoperti due ragazzini, che salirono con Hagrid.
Amy ed Evelyn salirono, assieme ad altre tre ragazze, su una barca.
Notarono che mancavano i remi.
“Ehm…signore!” Evelyn richiamò l’attenzione del gigante “nella nostra mancano i remi”
“Anche nella nostra” dissero un altro gruppo
“Anche qui” e così dicendo.
Hagrid rise di gusto “Non servono i remi” diede un colpetto sulla sua ed essa partì, senza che nessuno l’aiutasse.
Le altre barche si mossero di conseguenza e da parte dei ragazzi si elevò un ooh generale.
Tutte le bambine facevano commenti su quanto fosse romantico fare una gita in barca sotto un cielo stellato.
I maschi, invece, guardavano in direzione del castello.
Alto, immenso, possente.
Una fortezza impenetrabile.
Era così maestoso che era quasi impossibile immaginare che fosse una scuola.
Evelyn ed Amy si scambiavano sguardi complici ed entusiasti.
“Studieremo in un castello!” disse Amy, coinvolgendo anche le altre tre ragazze della barca “come facevano le principesse tanti secoli fa”
E tra le cinque si elevarono un sacco di commenti e opinioni.
Evelyn, nel frattempo, si guardava attorno e osservava le altre barche.
In una di esse vide Kitt e in un'altra vide Ben.
Lo guardò per un istante e, appena lui la notò, le fece un lieve cenno con la mano.
Lui sembrò sorriderle e poi tornò a guardare l’acqua del lago.
Evelyn sospirò e riprese a parlare con Amy.
Con Ben avrebbe parlato più avanti.
Il viaggio con le barche fu breve ma intenso.
Tutti erano eccitati e qualcuno sembrava sul punto di svenire talmente era felice.
Raggiunsero il molo del castello ed entrarono in un arcata che li portò, finalmente, all’interno del castello.
Hagrid li avvisò di entrare da una porticina, che per lui sarebbe stata troppo piccola, di salire le scale e attendere.
Gli studenti eseguirono.
Vennero accolti da un bel calduccio e da tutti i bagagli degli studenti, compresi i loro rispettivi animali.
Gufi, gatti, rospi e chi più ne ha più ne metta.
Salirono lungo una scalinata, illuminata solo da delle torce accese.
Era una zona molto spoglia, non era come la maggior parte di loro sperava.
O forse era solo quella parte, dentro sarebbe stato diverso.
“Dicono che la sala grande è…grande!” Amy ormai non aveva più parola.
Gia adorava quel castello.
“A me hanno detto che il soffitto è pieno di stelle e ci sono delle candele che fluttuano” commentò Evelyn
“Fico” e mentre guardava in giro si incrociò con Kitt, che distolse lo sguardo.
Amy sbuffò.
“Non è ancora cominciato l’anno scolastico che già mi detesta”
Evelyn alzò le spalle “Dagli tempo”
“Ma se non so nemmeno cosa gli ho fatto!”
“Lo sai come sono i maschi” alzò gli occhi al cielo la bionda “sono lunatici”
“Me ne sono accorta”
Finita la scalinata, trovarono una signora anziana che li attendeva.
Aveva una lunga veste color verde e un paio di occhiali a mezza luna che stavano fermi sulla punta del naso.
Un cappello a punta, con tanto di veli, ornava la sua testa ed uno chignon se ne stava ordinato e ben fisso dietro di essa.
Aveva un aria severa ma, allo stesso tempo, ispirava fiducia.
“Su forza!” li intimò.
Appena furono tutti vicini, si schiarì la voce “Mi sentite tutti? Molto bene” fece una brevissima pausa “Benvenuti al vostro primo anno ad Hogwarts, io sono la professoressa McGranitt e sarò la vostra insegnante di trasfigurazione”
Qualcuno sbuffò, altri mormorarono curiosi.
“Tra poco apriremo queste porte” indicò l’enorme portone dietro di lei, che nessuno aveva notato talmente erano immersi a fissare l’immensità del soffitto “e una volta dentro verrete smistati nelle vostre Case che sono Tassorosso, Corvonero, Grifondoro e Serpeverde”
Molti ragazzini già sapeva dove sarebbero finiti e sorridevano soddisfatti, pregustando il momento in cui sarebbero stati smistati.
“Ora attendete qui, tra poco vi farò entrare” e scomparve attraverso un’altra piccola porticina, lasciando soli gli studenti.
Iniziarono mormorii e ipotesi di ciò che avrebbero trovato dentro la sala.
“E’ vero allora!” esclamò un ragazzino, sovrastando tutti e facendoli quasi zittire.
Tutti si voltarono verso di lui.
Aveva i capelli biondi e pettinati all’indietro con il gel.
Aveva tutta l’aria di essere un figlio di papà, a giudicare da come si atteggiava.
Persino la voce risultava odiosa.
“Mi hanno riferito giusto!” continuò “Il famoso Kitt Knight è giunto ad Hogwarts”
I mormorii divennero più alti e frequenti.
“Kitt Knight?”
“Davvero?”
“Dov’è?”
Kitt, che si sentiva in imbarazzo e quasi male, fece finta di niente.
Il biondo, che non sembrava intenzionato a fare altrettanto, si avvicinò.
Amy, che non capiva perché tutti parlassero di Kitt, teneva d’occhio il ragazzino che si stava avvicinando.
“Io sono Malfoy…Draco Malfoy” disse con tono fiero.
Evelyn si sentì rabbrividire e i suoi occhi divennero lucidi.
Amy lo notò “Che hai?”
“Niente…ne parliamo dopo”
“Scoprirai che certe persone sono meglio di altre e non voglio che tu faccia amicizia con quelle sbagliate” tese la mano “se vuoi io sono disponibile”
Kitt osservò la mano di Malfoy “So riconoscere da solo le persone sbagliate”
Draco cambiò espressione.
Era furioso.
Nessuno diceva di no ad un Malfoy.
Fece per ribattere ma la professoressa McGranitt era tornata.
“Siamo pronti per ricevervi” annunciò, sorridendo ai nuovi alunni.
Amy approfittò ad avvicinarsi al fratello.
“Kitt…”
“Non ora Amy” l’ammonì, stringendole appena la mano, in segno che andava tutto bene.
La ragazza rimase senza parole.
Si sentiva morire.
Non credeva che il primo giorno di Hogwarts sarebbe stato così difficile.
Perché Kitt la respingeva?
Sospirò e seguì la professoressa all’interno della sala grande.
Era davvero immensa come le avevano raccontato e c’erano centinaia di candele per tutto il soffitto che illuminavano la sala.
Il soffitto era un cielo stellato, limpido e senza nuvole.
“E’…meraviglioso” mormorò Evelyn, che faceva di tutto per non pensare a Draco Malfoy
“Si hai ragione” aggiunse Amy.
Anche lei cercava di non pensare a Kitt.
Percorsero il lungo corridoio centrale, sotto gli occhi di tutti gli altri studenti.
Qualcuno scommetteva su chi sarebbe andato dove.
Si fermarono sul fondo, poco distanti dal tavolo dove erano seduti i professori e il preside.
“Fermi qui” disse la McGranitt “ora il preside, professor Silente, dirà alcune parole”
Il preside si alzò e raggiunse un leggio che, appena l’uomo fu vicino, si aprì mostrando due ali da gufo.
“Grazie professoressa McGranitt” poi guardò gli studenti, in particolare quelli del primo anno “benvenuti a tutti voi e ben tornati a tutti gli altri, spero che abbiate passato bene le vostre vacanze”
Qualcuno disse che voleva tornare in vacanza, facendo sorridere il professore.
“Vorrei inoltre avvisarvi che il nostro custode, il signor Gazza…” indicò un uomo molto vecchio sul fondo della sala “mi ha chiesto di ricordarvi che il corridoio del terzo piano è zona preclusa a tutti coloro che non desiderano fare una fine molto dolorosa”
Gli studenti più grandi ridacchiavano, mentre quelli al primo anno erano più propensi a tornare a casa che stare lì.
“Vi lascio allo smistamento” lasciò spazio alla professoressa McGranitt e tornò a sedersi.
Il leggio si richiuse.
La professoressa fuori una pergamena e la srotolò.
Saranno state sì e no due pagine.
Amy sentì una morsa allo stomaco.
“Mi sento male”
“Non dirlo a me” si accodò Evelyn “Amy, anche se ci metteranno in case diverse…saremo ancora amiche?”
“Scherzi!?” Amy sembrò scandalizzata “è ovvio che lo saremo ancora, perché non dovremmo esserlo?”
“Evelyn si sentì più sollevata.
Aveva bisogno di un amica.
Luke era suo amico, ma lei cercava qualcuno della sua età.
Amy era l’unica e stessa cosa Kitt.
Voleva che lo fosse anche Ben, ma non sapeva se lui avrebbe accettato o meno.
Sorrise ad Amy e poi guardò verso Kitt e si accorse che aveva un’espressione corrucciata, come se sentisse dolore.
Si stava massaggiando il petto.
“Amy” diede un colpetto all’amica “che cos’ha?”
Amy si voltò e vide la scena.
Si fece largo e gli andò vicino.
“Kitt stai male?” domandò preoccupata
“No…sto bene”
“Ti fa male?” domanda stupida, ma altro non le veniva in mente.
Kitt non sapeva cosa rispondere.
“Kitt…rispondimi”
Lui fece un respiro profondo, poi la guardò e sorrise appena
“Ora sto meglio, vai da Evelyn”
Amy scosse la testa “Neanche per sogno”
“Evelyn Dalton!” chiamò la professoressa McGranitt, facendo abbassare le voci.
Evelyn iniziò a tremare visibilmente e si fece largo fra gli studenti, fino a raggiungere lo sgabello posto al centro.
Sotto cenno della professoressa, si sedette e si fece mettere il cappello parlante in testa.
“Oh oh!” esclamò il cappello, facendo sussultare Evelyn e tutti i presenti “una Dalton! E non una Dalton qualsiasi…tu sei diversa! So esattamente cosa fare con te…TASSOROSSO!”
Il tavolo dei Tassorosso scoppiò in un fragoroso applauso, stessa cosa fecero gli studenti in attesa di smistamento.
Gli altri tavoli sbuffarono sconsolati.
Amy notò che Evelyn aveva tutto, tranne che l’aria felice.
La bionda andò a sedersi sul tavolo a lei predestinato.
“Amelia Jean Knight” Amy sgranò gli occhi e la morsa allo stomaco si fece più forte.
Strinse ancora la mano del fratello, poi avanzò.
Si sedette e attese.
“Un cuore puro e fiero, non sarà difficile smistarti” comunicò il cappello “GRIFONDORO!”
E il tavolo dei Grifondoro esultò.
Amy sorrise.
Era proprio la casa dove voleva finire.
Saltellò fino al suo tavolo, venendo accolta da un sacco di studenti che le davano il benvenuto e la informavano su quanto Grifondoro fosse la casa giusta per lei.
Amy era troppo eccitata per seguirli tutti.
Intravide Evelyn al suo tavolo, ma non guardava in giro, non esultava e non sembrava capire perché fosse stata messa lì.
Cercavano tutti di coinvolgerla ma lei sorrideva appena e ascoltava fino ad un certo punto.
“Benjamin Solo”
I Serpeverde già mormoravano.
Sembravano convinti che venisse smistato lì.
“SERPEVERDE!”
Molto breve e conciso, non aggiunse altro il cappello.
Con sguardo basso e cupo andò al tavolo dei Serpeverde.
“Draco Malfoy”
Il biondo con cui Kitt aveva parlato poco prima, si andò a sedere.
La McGranitt non fece in tempo a mettere il cappello parlante sulla testa del ragazzo che esso disse…
“SERPEVERDE!”
I Serpeverde applaudirono di nuovo.
Comunque Malfoy non era un nome nuovo per Amy o per gli studenti in generale.
I Malfoy erano famosi per essere molto potenti e tutti Serpeverde.
“Kitt Knight!” calò il silenzio.
Nemmeno i Serpeverde mormoravano.
Un silenzio tombale che faceva raggelare il sangue.
Amy non capiva.
Erano sempre assieme e non riusciva a trovare un senso alle parole che aveva pronunciato Draco Malfoy e sul perché quasi tutti conoscevano Kitt.
Ma se lei non li aveva mai visti!
Kitt avanzò lentamente e si andò a sedere.
Il cappello parlante esitò.
“Difficile ragazzo mio, molto difficile”
Il preside sembrava avere il fiato sospeso.
Amy pregò che andasse tutto bene.
Vide che persino Evelyn si era tirata su, anche lei curiosa di scoprire dove sarebbe andato il suo amico.
“Hai coraggio e talento, desideri metterti alla prova ed hai una conoscenza al di fuori della norma, il che lascerebbe presumere che tu un giorno potrai essere un perfetto professore ma…non divaghiamo…dove posso collocarti”
Kitt chiuse gli occhi.
-Non Serpeverde- pensò –Non Serpeverde ti prego-
“Ne sei sicuro?” chiese il cappello.
Kitt sussultò.
Non aveva idea che leggesse anche la mente.
“Sai che se ti smisto lì potresti diventare grande e potente?”
Kitt restò serio, non sapeva cosa pensare.
“Mi baserò sulle informazioni che sono riuscito a prendere e ho deciso…CORVONERO!”
I Corvonero esultarono.
Evelyn sembrò solleva ed Amy…non aveva parole.
“Kitt!” lo chiamò, ma lui non riuscì a sentirla.
C’era troppo fracasso, anche perché i Corvonero, a confronto delle altre case, iniziarono ad esultare in coro
“Abbiamo Knight! Abbiamo Knight!”
Sembrava quasi che Kitt fosse un leader.
Lo smistamento procedette veloce, Amy quasi non si accorse.
Mentre tutti guardavano gli studenti smistati, lei era immersa ad osservare il fratello che, ogni tanto, si massaggiava il petto.
Finito lo smistamento, il preside si alzò “Si dia inizio al banchetto” e battè le mani.
I tavoli si riempirono di ogni ben di Dio, lasciando a bocca aperta gli studenti del primo anno e i golosi, che dissero “Budino!”
Amy mangiò contro voglia.
Aveva tutto fuorchè fame.
Si accorse, dopo aver sentito un paio di urla, che c’erano anche dei fantasmi che vagavano per i tavoli e per la sala.
Sussultò quando uno di essi spuntò dal piatto delle cosce di pollo.
“Salve! Come andiamo? Benvenuti a Grifondoro”
Tutti salutarono il fantasma.
“Tu sei Nick quasi senza testa!” esclamò uno degli studenti, anch’esso al primo anno
“Sir Nicholas, se non ti spiace”
“Come puoi essere quasi senza testa?” domandò Amy, che era stata colta dalla curiosità.
O sei senza testa o sei con.
“Così” si prese i capelli e tirò la testa da un lato, mostrando la carne e le ossa del collo.
Se già aveva poca fame, ora ne aveva anche di meno.
Sussultò “Per la barba di Merlino” rabbrividì e lo lasciò andare.
Evelyn, che aveva assistito, aveva una faccia schifata mentre Kitt, che era riuscito a spostarsi ed a sedersi esattamente dietro di lei, rideva.
“Era orribile”
“Sei tu che glielo hai chiesto” puntualizzò lui
“La domanda è sorta spontanea!”
Lui rispose ridendo ancora.
“Kitt sei sicuro di stare bene?”
“Si Amy sto bene ma adesso mangia”
“Ma siamo in due case diverse!”
“E con questo?”
“Io volevo stare con te” mormorò Amy abbassando lo sguardo
“Siamo sempre assieme, non saranno le nostre case a dividerci” la rassicurò
“Echi ti verrà a svegliare al mattino?”
“Decisamente beh, visto che la mia sveglia per tutti questi anni è stato un barbagianni spero che qualcuno ne abbia uno in camera con me così non perdo il ritmo”
“Spiritoso”
“Sempre” ammiccò e tornò a mangiare.
Amy gli fece la linguaccia mentre era voltato, ma fu lieta di vedere che nonostante il dolore al petto era ancora il vecchio Kitt di sempre.
Evelyn, seduta al suo tavolo, aveva Ben seduto dietro di lei.
Si voltò e lo chiamò.
Lui la guardò e sorrise appena, prima di tornare serio.
“Ciao…”
“Ciao” rispose lui
“Stai bene?”
“Si”
Non era di molte parole.
Evelyn voleva solo mostrargli che, anche se erano in case diverse, lei voleva ancora essergli amica.
“Come sta la tua famiglia?”
Lui non disse nulla
“Scusami…pessima domanda”
“Stanno bene”
“Sei arrabbiato con me?”
“Perché dovrei?”
“Perché mi parli come se non mi conoscessi”
“Siamo in due case differenti” rispose Ben “un Serpeverde non può essere amico di un Tassorosso”
“Ma noi eravamo amici prima…non conta nulla?”
Ben sospirò e si voltò
“Ben…ma…”
E non ottenne altre risposte.
Perché la respingeva?
Finito di mangiare, tutte le case si divisero.
Alcuni studenti più grandi furono incaricati di portare quelli del primo anno nei loro dormitori e spiegargli come funzionano le poche regole vigenti.
Amy si sentì quasi morire appena si divise da Kitt ma sapeva che l’indomani l’avrebbe rivisto a lezione.
Quando fu nel suo dormitorio, assieme ad altre cinque ragazze del primo anno, si accorse che tutti i suoi effetti erano sul suo letto e che, sulla sponda, c’era una sciarpa con i colori dei Grifondoro.
Si accorse solo in quel momento che la sua divisa era cambiata e, invece del marchio di Hogwarts, c’era il marchio della sua Casa.
“Che fico!”
Si sistemò le sue cose e lo stesso fecero le altre ragazze, una di loro aveva un gatto nero come animale.
Zuzzolo.
Era un nome strano ma lei diceva che era un tipo molto zuzzurellone e quindi lo considerava il nome più adatto.
Rimasero a parlare per un po’.
Qulaucna voleva usare subito il gufo che davano a disposizione in ogni stanza per inviare le lettere ai parenti, ma lasciarono perdere e decisero di usarlo il giorno dopo.
Si misero ognuna a letto.
Tirarono le tende e si misero a dormire.
Amy si mise il pigiama e si sedette sul letto.
Non aveva sonno anzi, tutt’altro.
Era preoccupata e aveva bisogno di sfogarsi con qualcuno.
Lo avrebbe fatto con Evelyn ma lei era in Tassorosso ed era in un dormitorio diverso.
Frugò nel baule, facendo attenzione a non fare rumore.
Prese un foglio di pergamena e la piuma d’oca che aveva comprato a Diagonalley.
Si mise subito a scrivere, sia per avvisare i genitori che stava bene sia per sfogarsi.
 
Carissimi mamma e papà,
Sto bene, il viaggio è stato fantastico, anche se Kitt mi ha impedito di prendere le gelatine tutti i gusti più uno.
Hogwarts è bellissima, proprio come mi avevate detto.
Sono stata smistata in Grifondoro!
Diventerò come te papà! E sarai fiero di me e ti prometto che non ti deluderò!
Anche per te mamma, farò di tutto per dimostrarti quanto valgo, spero che tu non te la prenda perché sono in una Casa che non è quella da cui arrivi tu.
Io ti vorrò sempre bene.
Però non sono così felice.
Kitt ha sentito dei dolori al petto molto forti ma dice che va tutto bene.
Io però sono preoccupata.
Cosa posso fare per aiutarlo?
Ora vado a dormire, che domani ho lezione presto.
Buona notte, vi voglio bene
 
Vostra Amy
 
Piegò la pergamena e la mise in una busta.
Se le altre non usavano il gufo, lo utilizzava lei.
Guardò il gufo e vide il nome sul trespolo
“Thor, che bel nome”
Il gufo emise un verso di approvazione
“Che carino che sei” gli diede la busta e gli disse l’indirizzo “mi raccomando, mi fido di te”
Lui mosse le ali e, visto che faceva ancora caldo, volò fuori dalla finestra aperta.
Amy lo vide scomparire nel buio.
 
************************************
Evelyn era a letto, con le tende chiuse.
Piangeva silenziosamente e tremava, nel tentativo di soffocare i singhiozzi.
Le altre ragazze già dormivano.
Non riuscì a resistere a lungo e prese carta e piuma.
Doveva urgentemente scrivere a Luke.
Non aveva nessun altro con cui sfogarsi.
 
Caro Luke,
Ho conosciuto due nuovi amici, Amelia Knight e Kitt Knight, due fratelli.
Lei è fantastica e mi ha promesso che saremo ancora amiche anche se siamo in due Case differenti.
Ho visto anche Benjamin Solo, il figlio di Han.
Lui non vuole più essere mio amico perhè un Serpeverde non può fare o essere amico di qualcuno che non sia della sua casa.
Ma non è questo il problema.
Il problema è ben più grave e non so con chi altro sfogarmi se non con te.
Mi hanno smistato a TASSOROSSO!
Ti prego non dirlo alla mamma e non dirlo neanche a Joe e agli altri.
Non voglio che mi odino.
Se vorrò, un giorno glielo dirò ma adesso non voglio.
Te lo avevo detto che sarebbe stato un errore venire qui.
Voglio tornare a casa.
Ho bisogno di te.
Luke vienimi a prendere per favore!
 
Evelyn
 
Ad ogni parola sentiva il cuore spezzarsi.
Chiuse la lettera e la diede a Biscotto, il gufo che c’era in camera sua.
Vide la lettera volare via nella notte.
 
******************************
Dopo essersi assicurato che tutto era in ordine e che nessuno lo stesse osservando, Kitt si mise seduto sul letto ed iniziò a scrivere.
Aveva promesso ai genitori che si sarebbe fatto sentire e così stava facendo.
 
Cara mamma e caro papà,
Sto bene, sono giunto ad Hogwarts e devo ammettere che è bella come mi avevate descritto.
Sono stato smistato in Corvonero, spero di portare onore alla mia casa come voi lo avete portato quando andavate a scuola.
Oggi mi sono accorto di essermi comportato male con Amy, la respingevo senza capire e, in più, mi ha fatto male la cicatrice.
Bruciava.
Non ho potuto dire niente ad Amy però sappiate che, anche adesso, mi dà fastidio.
Appena posso cercherò un rimedio in biblioteca.
Abbiamo fatto amicizia con una ragazza che è stata messa in Tassorosso.
Si chiama Evelyn.
Vi voglio bene.
 
Kitt
 
Diede la lettera a Leopoldo, il gufo della sua camera, lasciando che esso la consegnasse ai genitori.
Chissà se la lettera sarebbe arrivata tutta intera.
Si mise a letto e sospirò.
Era strano dormire in un posto che non fosse casa sua ed era strano dormire in un dormitorio lontano da Amy.
Alla fine non gli dispiaceva essere svegliato dalla sua sorellina.
Chissà se stava bene.
Non voleva che si preoccupasse per lui.
Un altro sospiro e si massaggiò la cicatrice.
Si alzò la maglietta e la osservò.
Era più rossa del solito.
Un segno parecchio evidente che andava da un lato all’altro del suo petto.
Sperò che gli passasse alla svelta.
 
 
 
NB:
1)Non sto dicendo molto di Ben Solo ma state tranquilli che prima o poi lo farò interagire meglio.
2)La cicatrice di Kitt, per chi conosce la serie TV di Supercar, sarebbe la luce che fa avanti e indietro sul suo cofano
3)Zuzzolo…quanti di voi hanno capito da dove l’ho tirato fuori? Eheheheheh
 
Ok fine, spero vi sia piaciuto.
Ciauuuuuuuuuuuuu
 
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Capitolo 5
*** Primo giorno - Parte 1 ***


“Mamma guarda!” esclamò Amy correndo verso il negozio di scope a Diagonalley “la nuova Nimbus 2000!”
Bonnie sorrise nel vedere la figlia così entusiasta di fare compere.
Quando la portavano a Diagonalley era difficile trascinarla via dai negozi.
Si incantava su tutto.
“Ti immagini se un giorno andrò su questa scopa e batterò tutte le squadre di Quidditch?”
“Oh sarebbe fantastico tesoro”
“E noi verremo a tutte le partite” aggiunse Michael, suo padre.
“Conoscendo il tuo equilibrio…”si intromise Kitt “per me cadrai giù a un metro da terra” ridacchiò
“Kitt!” lo rimproverò Bonnie “non si dicono queste cose!”
“Ma è vero che non ha equilibrio” ribattè “allo stesso modo che io non so divertirmi come lei vorrebbe”
“Confermo!” disse Amy
“Ok ragazzi adesso basta” si intromise Michael “siamo qui per fare le ultime compere della scuola e non accetto che il pomeriggio venga sprecato a litigare”
“Scusa papà” dissero i due bambini in coro
“Molto bene” si voltò e fece strada, mentre Kitt ed Amy si fecero la linguaccia a vicenda.
“Badate che vi vedo” ridacchiò Michael, facendoli smettere subito.
Girarono per i negozi, recuperando i libri mancanti e la divisa di Amy.
Poi toccò alla bacchetta di Kitt.
Quest’ultimo si immobilizzò davanti al negozio e si portò una mano al petto, mentre Amy si spiaccicò contro al vetro a guardare dentro.
Michael si avvicinò a Bonnie “Ho un presentimento, porta Amy lontano”
“Che succede?” si preoccupò la donna
“Nulla di grave ma fidati, non vorrei che spuntasse fuori qualcosa…capisci che intendo”
Bonnie annuì e si avvicinò ad Amy “Tesoro verresti con me?”
“Dove andiamo?”
“A prendere qualche caramella per i ragazzi ed a chiedere informazioni sulla scopa vista”
“Siii!” e saltellò dietro a Bonnie.
“Coraggio figliolo, entriamo”
Entrarono nel negozio di Olivander, uno dei più famosi venditori di bacchette.
La campanella trillo, segnalando il loro arrivo.
Si udivano dei pasi dietro agli enormi scaffali che adornavano il negozio.
“Buongiorno…signor Olivander?”
Altri passi e un uomo molto anziano fece il suo ingresso.
“Michael Knight” sorrise “non la vedevo in questo negozio da…cinque anni ormai”
“Mi hanno rimpiazzato” ricambiò il sorriso
“O lo so, adesso mandano il suo collega, il signor Lucky” si avvicinò “a cosa devo l’onore?”
“Devo acquistare la bacchetta per mio figlio, Kitt”
Kitt fece un passo avanti e deglutì.
Olivander sgranò gli occhi.
“Kitt…quel Kitt?” Michael annuì “mi domandavo quando e se l’avrei vista, signor Knight” disse, poi, rivolto a Kitt.
Senza aggiungere altro, iniziò a frugare fra gli scaffali, alla ricerca della bacchetta che lui stesso considerava adatta al giovane ragazzo.
Fu un lavoro difficile.
Gliene fece provare alcune ma il risultato fu che alcuni oggetti finirono in pezzi, Michael li riparava subito.
“Mi chiedo se…” osservò Kitt e osservò anche un pacchetto in mano sua.
Lo aprì e porse a Kitt la bacchetta che conteneva.
L’aria si mosse.
La luce sembrò più luminosa.
Kitt avvertì un brivido lungo la schiena.
“Curioso…davvero curioso”
“Mi scusi…” intervenne Kitt “perché curioso?”
“Ho venduto molte bacchette ma questa è particolare…è curioso che lei sia destinato a questa bacchetta” se la fece ridare e la esaminò per bene.
“Legno di agrifoglio…nucleo di piuma di fenice…bella flessibile…lei è destinato ad una bacchetta il cui nucleo ha generato un'altra piuma di fenice” spiegò “una sola e basta e la sua gemella è colei che le ha inferto la sua cicatrice”
Kitt si portò istintivamente una mano al petto.
Nessuno disse niente.
Olivander non aggiunse altro.
Michael pagò la bacchetta ed uscì, seguito da Kitt che sembrava un cagnolino bastonato.
“Papà…”
“Si kitt?”
“Non mi piace essere considerato il bambino sopravvissuto” mormorò
Michael sospirò e lo portò fino alla panchina più vicina.
“Tu non sei il bambino sopravvissuto” gli disse “tu sei Kitt Knight, sei nostro figlio, niente e nessuno potrà metterlo in dubbio”
“Però io so di non esserlo realmente”
“Perché? È il sangue che determina una famiglia? A me non risulta” sorrise Michael, mettendo un braccio intorno alle spalle di Kitt.
“Qualunque cosa accada, non dubitare mai di te stesso”
Kitt annuì “E…con Amy?”
“Per lei sei il suo fratellone” gli passò una mano fra i capelli e glieli sistemò.
“Grazie papà”
“Di nulla Kitt” gli baciò la fronte.

 
************************
Il mattino fu un supplizio per quasi tutti, specie per gli studenti del primo anno.
Amy era abituata ad alzarsi presto e così fu anche quel giorno.
La problematica si rivelò più avanti quando, dopo colazione, doveva cercare l’aula di trasfigurazione.
Appena sveglia aveva trovato un rotolo di pergamena in cui c’erano scritti gli orari e le lezioni da seguire.
L’aula si trovava al primo piano.
Lei si era ritrovata al secondo, nonostante stesse scendendo.
Non capiva come fosse possibile.
Poco dopo, al suo fianco, apparvero due ragazzi più grandi che correvano come matti con i libri in mano.
“Dannatissime scale!” urlò uno di loro
“Gli lancerei un immobilus se non fosse che mi tornerebbe indietro!”
“Esatto al diavolo se a loro piace cambiare”
Amy scosse la testa, cercando di ricomporre meglio il discorso, prima che i due scomparvero.
Alle scale piaceva cambiare? E perché nessuno glielo aveva detto?
Ah già…la sera prima, mentre veniva scortata nella torre dei Grifondoro, non aveva prestato la minima attenzione al prefetto, talmente intenta a guardarsi attorno.
Era già tanto che avesse ascoltato la parola d’ordine.
Attese alcuni istanti poi iniziò a correre, raggiungendo finalmente il primo piano.
Trovò Ben Solo, il ragazzo Serpeverde che conosceva Amy.
Entrambi stavano correndo nella stessa direzione.
“Da quando una Grifondoro fa tardi alle lezioni?”
“Potrei farti la stessa domanda, Serpeverde”
Ben sorrise appena e fra i due si scatenò una specie di gara a chi arrivava primo.
Raggiunsero l’aula all’unisono e, prima di entrare, ripresero un attimo fiato.
“Corri veloce…”
“Benjamin…Benjamin Solo” rispose alla domanda muta di Amy “anche tu non scherzi…”
“Amy”
“Ah…la sorella di Knight”
“Qualcosa non va?”
“Come ci si sente ad essere sorella di una celebrità?”
Amy non capì
“Kitt è…mio fratello! Che celebrità può essere?”
Ben fece un altro piccolo sorriso
“Ne riparleremo Grifona” detto questo, non la lasciò ribattere e spalancò la porta.
C’erano tutti gli studenti del primo anno già seduti ai loro posti e che scrivevano, sorvegliati solo da un gatto.
Mancava la professoressa.
“Ti immagini la faccia della McGranitt se ci vedeva arrivare a quest’ora?” mormorò Ben.
Ma la risposta giunse velocemente.
Il gatto fece un balzo in avanti e, a metà strada, si trasformò in una donna.
Si trasformò nella professoressa.
“Un animagus!” si lasciò sfuggire Ben
“Caspita…fantastico!”
“Oh grazie signorina Knight” rispose la professoressa “forse dovrei trasformarla in un orologio da taschino, almeno uno di voi due sarebbe puntuale”
“Ci siamo persi” si giustificò Ben
“Vi occorrerà una mappa” tagliò corto la McGranitt “spero troviate i vostri posti”
Amy e Ben cercarono di trattenere le risate e andarono a sedersi.
Ben vicino ad Evelyn ed Amy in mezzo fra lei e Kitt.
“Ciao Evelyn”
“Ciao Amy”
“Dov’eri finita?” domandò Kitt con sguardo serio
“Sono finita al secondo piano a causa delle scale”
“Non sei stata attenta ieri sera?”
“Non farmi la paternale Kitt” sbuffò Amy “e comunque buongiorno”
“Ciao” e tornò a scrivere
“Che state facendo?” chiese ad Evelyn
“Devi leggere il primo capitolo e prendere gli appunti più importanti senza dimenticare di copiare il nome degli incantesimi”
Amy annuì ed iniziò a lavorare.
Quando la professoressa si ri tramutò in un gatto, Evelyn si voltò verso Ben.
“Ridi con i Grifondoro e non con i Tassorosso?”
Non era una domanda posta per invidia, ma non capiva il motivo per cui con Amy avesse avuto la forza di parlare mentre con lei no.
L’aveva respinta in malo modo.
“Che c’è? Sei gelosa?” ridacchiò lui.
Evelyn non sapeva cosa dire e non sapeva se prendere bene il fatto che lui ridesse oppure no.
Ben si guardò attorno, assicurandosi che nessuno li stesse ascoltando o guardando.
“Mi prendi in giro?” chiese Evelyn.
Ben ridacchiò poi le fece l’occhiolino.
Evelyn si sentì leggermente più tranquilla, ma lo tenne d’occhio.
Finita la lezione, che sembrò infinita, la McGranitt si trasformò di nuovo e si sistemò le vesti.
“La lezione è finita, prendete le vostre cose e correte a pozioni”
Tutti gli studenti sospirarono di sollievo e, dopo aver raccolto i loro effetti, uscirono dall’aula.
Si sentivano solamente commenti e osservazioni.
Amy fu sollevata di uscire.
L’amante delle lezioni era Kitt, non lei.
“Bel modo di cominciare le lezioni”
Per l’appunto
“Eddai Kitt, non accadrà più”
“Se papà sapesse del tuo ritardo…”
“Ma non lo saprà se non sarai tu a fare la spia”
“Un Corvonero che fa la spia?” si intromise Ben, camminando vicino ad Evelyn “mi aspettavo le spiate dai Grifoni e non da voi”
“Sono affari nostri…”
“Benjamin Solo”
“Si giusto” si era scordato del suo nome, sarebbe stato un genio ricordarseli tutti “e comunque non ti riguarda”
Ben rise “Scusami Corvo”
“Mi chiamo Kitt”
“Oh lo so benissimo, ti conoscono tuti” e affrettò il passo.
Evelyn sospirò “Me lo ricordavo meno odioso”
“Perché era simpatico?” domandò Amy con tono sarcastico.
“Un tempo”
“E tu invece” Amy tornò a rivolgersi a Kitt “come mai ti conosco tutti?”
“Io non conosco loro” anche lui affrettò il passo.
Raggiunti i sotterranei, dove si trovava l’aula, Amy rimase un attimo fuori.
Evelyn fece lo stesso.
“Qualcosa non va?”
“Perché ho la sensazione che mio fratello mi stia nascondendo qualcosa?”
“E’ un maschio!” rispose l’amica “e i maschi sono tutti uguali”
“Buono a sapersi”
Ed entrarono.
Poco dopo, quando tutti furono al loro posto, l’insegnante fece il suo ingresso.
Un uomo vestito interamente di nero, i capelli lunghi sino alle spalle e dall’aria unta, il naso più lungo di lui e uno sguardo omicida stampato in volto.
Ad Amy stette subito antipatico e stessa cosa sembrò per tutti tranne che per i Serpeverde.
“Io sono il professor Piton e il primo che parlerà e sventolerà una bacchetta finirà dritto nelle segrete di questo castello!” sbottò mentre raggiungeva la sua cattedra.
“Non mi aspetto che voi capiate la sottile arte del preparare pozioni e non mi aspetto nulla di diverso che un mucchio di disastri”
Ben si guardò con Evelyn ed Amy guardò Kitt, che era pronto a prendere appunti.
“Io posso insegnarvi come stregare la mente, irretire i sensi, posso dire come imbottigliare la fame, approntare la gloria fino anche mettere un fermo alla morte”
Lievi –wow– si levarono da tutti quanti.
“Qualcuno sicuramente si crederà al di sopra di tutti e con un talento tale…da NON prestare attenzione!”
Il suo sguardo si posò su Kitt, che stava prendendo appunti.
Amy se ne accorse e diede una leggera gomitata al fratello.
Lui, dopo un attimo di sgomento, capì e guardò il professore.
“Signor Knight” Piton si allontanò dalla scrivania e si avvicinò “la nostra nuova celebrità”
Amy sentì un prurito alle mani tale da farle stringere i pugni.
“Dimmi Knight, cosa ottengo se verso dell’asfodelo in un infuso di artemisia?”
Kitt deglutì e divenne rosso dall’imbarazzo.
Lui sapeva sempre tutto ma, in quel momento, non aveva idea di che cosa gli stessero parlando.
Tremò visibilmente.
“Non lo sai? Bene Knight e se ti chiedessi di trovarmi un Bezoar?”
“Non lo so signore”
Amy restò senza parole.
Come poteva suo fratello non conoscere qualcosa?
“E qual è la differenza tra Conit e Luparia?”
Ancora niente.
Kitt sembrò andare in panico.
“Non lo so signore”
“Peccato” rispose Piton con lo stesso tono di uno che sapeva benissimo che Kitt non aveva idea dell’argomento trattato “la fama non è tutto e adesso lo sa”
Tornò alla sua scrivania “E adesso seguite le istruzioni e preparate una pozioni anti odore, a pagina dieci trovate gli ingredienti”
Tutti eseguirono ed iniziarono a lavorare.
Kitt sembrava sentirsi male.
“Kitt che hai?” domandò Evelyn
“Ehi Corvo che ti prende?” chiese Ben, seduto al suo fianco, anche lui preoccupato.
Ignorò gli altri Serpeverde, che non facevano altro che commentare su di lui e su Kitt.
Perché un Serpeverde non poteva parlare con qualcuno delle altre case?
Si era pentito di aver trattato male Evelyn la sera prima, voleva rifarsi e mostrare che non la detestava.
Ad ogni modo, Kitt non rispose.
“Non ama non sapere” mormorò Amy
“Un Corvo che fa la spia e che non sa la lezione?” domandò Ben “ora sì che le ho viste tutte”
 
****************************
 
L’ora di pranzo passò lentamente.
Kitt non mangiò niente ed Amy non potè spronarlo perché stava nel tavolo opposto.
Persino Evelyn e ben lo guardarono sperando di sostenerlo a distanza.
Un piccolo aiuto giunse a metà.
Uno stormo di gufi, civette e barbagianni fece il suo ingresso dalle finestre della sala grande.
Volavano per tutto il soffitto e qualcuno degli studenti si alzò in piedi.
I gufi avevano pacchetti, buste e oggetti vari.
Evelyn ricevette un pacchetto e una busta, Amy una busta, Kitt anche e Ben niente.
La sua amica si accorse.
“I tuoi non ti hanno scritto?”
Lui scosse la testa
“Mia madre è troppo impegnata nel lavoro e papà…non lo so”
“Mi spiace Ben”
“Tu invece? Ti hanno scritto i tuoi fratelli?”
Evelyn controllò.
La busta era da parte di Luke e il pacchetto da parte dei fratelli.
Evelyn sentì una morsa al cuore “Si…pare di si”
“Non sembri felice”
“Non sanno che sono Tassorosso” spiegò “non gliel’ho detto”
Ben capì e non disse altro.
Si voltò e lasciò Evelyn immersa nei suoi pensieri.
Evelyn scartò per prima cosa la busta della madre e di Luke.
La lettera era piccola ma era scritta da entrambi.
Luke aveva detto tutto a Mamma Dalton.
 
Mia dolcissima Evelyn,
Luke mi ha detto tutto, mi dispiace sapere che pensi che io ti odio.
Sappi che non è così e il primo che parla lo rinchiudo in una cassaforte! (Dopo averla svuotata, ovviamente)
Non c’è Casa di Hogwarts che possa farmi smettere di volerti bene.
Sono fiera di te tesorino mio e renderai fieri anche i Tassorosso.
 
Ti Voglio bene, Mamma
 
Ciao Evy!
Congratulazioni, sei una Tassorosso.
In qualità di ex prefetto mi sento onorato.
Non ho potuto non dire nulla a tua madre, lo sai che ha degli ottimi metodi persuasivi.
Come vedi non è stato un errore andare ad Hogwarts, hai chi ti vuole che ancora ti adora.
Io e tua madre ti possiamo assicurare che non diremo niente a Joe e agli altri ma tu cerca di farlo il prima possibile.
Averell era curioso di saperlo e Joe fremeva.
Manchi tanto anche a loro.
 
A presto Evy, Luke
 
PS: insieme alle nostre lettere dovrebbe esserti arrivato un pacchetto da parte di Averell.
 
Evelyn si sentì più rilassata, ma il solo pensiero di dover dire a Joe di essere Tassorosso la faceva impazzire.
Strinse la lettera e la rimise nella busta.
Osservò il pacchetto.
Aveva quasi paura ad aprirlo.
Se lo mise nel mantello, senza scartarlo.
Lo avrebbe letto più tardi.
Era comunque contenta di aver saputo che la madre non la odiava.
Si sentiva più sollevata.
Felice.
 
**************************
Kitt prese al volo la sua lettera e la scartò quasi con foga.
Iniziò a leggere, ignorando chiunque gli stesse attorno.
 
Caro Kitt,
Congratulazioni per essere un Corvonero!
È la Casa giusta per te e sono fiero di ciò.
Tua madre, appena lo ha saputo, è scoppiata in lacrime di gioia.
Per quanto riguarda la cicatrice stai tranquillo.
Quello che senti è solo un fastidio ma vedrai che passerà presto.
Con Amy cerca di andare d’accordo, sai quanto sia impulsiva ma sai anche quanto ti vuole bene.
Mi raccomando fate pace e guai se sento che litigate ancora.
 
Ci sentiremo presto
 
Papà e mamma
 
PS: Bravo! Ti sei fatto una nuova amica, è una cosa buona! Circondati di amici Kitt e vivi.
 
Sospirò e mise via la lettera.
 
*****************************************
Amy scartò la busta, arrivando persino a romperla.
Poco le importò, a lei interessava il contenuto.
Iniziò a leggere riga per riga.
 
Carissima Amy,
Congratulazioni tesoro, sapevo che saresti finita in Grifondoro rendendo fieri me e tuo padre.
Non temere, non mi offendo per niente! Qualunque Casa va bene, a me basta che la mia Amy rimanga semprela meravigliosa bambina solare di sempre
Per quanto riguarda Kitt stai tranquilla.
Lo sai com’è fatto.
Avrà avuto tanta ansia da sentirsi male, nulla di cui preoccuparti.
Ad ogni modo sosteniamo Kitt, non devi prendere le gelatine tutti i gusti più uno.
Ti ricordi cosa è successo due anni fa?
Ci sentiremo presto amore mio e, mi raccomando, fa la brava!
 
Ti voglio bene bambina mia.
 
Un bacio, Mamma
 
Amy rimise a posto la busta e sorrise.
Sua madre era fiera e suo padre pure.
Quasi non badò che sostenevano Kitt sul fatto che lei non doveva mangiare le gelatine tutti i gusti più uno.
Se erano fieri così, li avrebbe resi ancora più fieri.
Non si sarebbe arresa.

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Capitolo 6
*** Primo giorno - Parte 2 ***


Il resto del pomeriggio fu tranquillo, o forse…così sembrava.
Kitt si era ripreso dal suo “vuoto di memoria” ed era tornato a sorridere.
“Che primo giorno emozionante!” cinguettò Amy “siamo appena arrivati e già abbiamo la nostra prima lezione di volo!” saltellava frenetica e non era l’unica.
Persino Evelyn sembrava intenzionata ad imparare, se non altro per poter volare via da li.
Passò una mano sulla sua borsa di scuola e si assicurò che ci fosse ancora il pacchetto che le aveva mandato Averell.
Fece un sospiro di sollievo.
Quanto avrebbe voluto che il suo fratellone fosse lì.
“Emozionato, Knight?” domandò Ben a Kitt
“E’ solo una lezione”
“Se lo dici tu” alzò le spalle l’altro “vedremo chi dei due cadrà per primo”
“Sembri così sicuro di te”
Ben sorrise e aumentò il passo.
Kitt scosse la testa ma sorrise anche lui.
Di solito i Serpeverde guardavano gli altri come se fossero delle nullità.
Era strano vederne uno diverso.
Forse era per via dell’amicizia che aveva con Evelyn, vedendo lei amica sua lui faceva altrettanto.
Giunsero nel cortile principale del castello.
Era enorme e dotato di tutto ciò che serviva per la loro prima lezione di volo.
C’erano tante scope quanti erano gli studenti.
“Su forza!” incitò la professoressa, che già li aspettava.
“Una professoressa che mista già simpatica” commentò Amy “ha l’aria più amichevole”
“E’ madama Boomb” spiegò Evelyn “è l’arbitro di tutte le partite di Quidditch della scuola e si dice che per un periodo ha giocato con le Holiday’s Arpies”
“Che fico!”
“Avanti venite tutti qui!” ultima incitazione “e mettevi ognuno alla sinistra della scopa”
Tutti quanti eseguirono e il vociferare si placò in un istante.
“Buon pomeriggio” disse infine l’insegnante, con tono calmo e dolce
“Buon pomeriggio madama Boomb” esclamarono in coro.
La donna li osservò tutti, dal primo all’ultimo.
Non era certa di vedere in loro potenziali studenti bravi a volare.
Qualcuno soffriva di vertigini e non sembrava convinto.
“Benvenuti alla vostra prima lezione di volo” disse “per cominciare dovrete prendere confidenza con la scopa e far sì che essa vi obbedisca”
Tese la mano destra in avanti
“Tendete la mano destra, come faccio io, sulla scopa e di SU! Con decisione e sentimento”
Tutti fecero ciò che era stato ordinato.
Qualcuno riuscì al primo colpo altri ancora tentavano.
Kitt osservò la sua scopa “SU!” ed essa obbedì…al primo colpo.
Amy guardò Kitt a bocca spalancata.
Se ci riusciva lui doveva riuscirci anche lei.
“SU!” esclamò Draco Malfoy e persino lui riuscì subito.
Un sorriso compiaciuto apparve sul suo volto ed Amy non riuscì a non mostrare la sua voglia di saltargli addosso.
“Su! Su! Su! SU!” ma nulla.
Persino Ben ci stava litigando “SU!” ma la scopa obbedì ma…non nel modo giusto.
Si alzò in piedì e colpì Ben in piena fronte, per poi tornare giù.
Kitt, al sua fianco, rise
“Sta zitto Knight!”
Dopo vari tentativi riuscirono tutti, anche Ben.
Evelyn era riuscita al quinto.
“Molto bene, non male per essere la prima volta” annunciò madama Boomb “adesso salite a cavallo della scopa” attese che tutti facessero ciò che era stato ordinato “quando suonerò nel fischietto vi darete una spinta e vi solleverete, poi vi inclinerete leggermente in avanti e ritoccherete terra”
“Professoressa” una ragazzina di Corvonero alzò la mano “se una persona ha paura di volare è comunque obbligato a seguire queste lezioni”
Qualche studente rise, per lo più Serpeverde, altri, invece, concordarono.
“Se volete evitare di ripetere l’anno a causa di un solo Troll” Troll era il voto più scarso che Hogwarts avesse mai creato “si, siete obbligati”
Sospiri sconsolati si elevarono dai poveretti che non volevano volare.
“Al mio fischio” disse madama Boomb portanto il fischietto all’altezza della bocca “tre, due, uno” ed il fischio risuonò per tutto l’ambiente.
Gli studenti esitarono, tranne uno.
Quest’ultimo, dalla foga, si levò in aria ma non si inclinò in avanti e la scopa si alzò da terra un po’ troppo.
“Neville!” esclamò un ragazzo di Grifondoro, già terrorizzato alla perdita di punti.
“Neville sei partito troppo presto!” disse Amy
“Signor Paciock!” madama Boomb lo guardò con aria severa “scenda giù!”
Ma la scopa non obbediva al povero Neville.
“GIU’! GIU’!” urlava in preda al panico, mentre la scopa si allontanava.
“Torni qui immediatamente!”
Ma il povero Neville volò via, con la scopa che era impazzita.
Fece un giro completo delle torri del castello che erano lì vicino finchè la scopa non passò accanto ad alcune statue di pietra.
Neville si impigliò ad esse.
La scopa proseguì il volo mentre lui rimase appeso.
“Aiuto!”
Era un ragazzo molto robusto e tutti si chiesero come facesse a restare appeso senza cadere.
Ultime parole.
La mantella di Neville si strappò e il bambino cadde a terra.
Per fortuna non beccò colpi gravi ma solo una frattura del polso.
“Fatemi passare!” ordinò la professoressa.
Si assicurò che Neville non avesse altri danni fisici e poi lo portò in infermeria
“Porto Paciock in infermeria” disse agli altri “se quando torno vedo qualcuno sulla scopa, verrà espulso da Hogwarts prima che riesca a dire Quidditch”
E si allontanò.
Evelyn corse nel punto in cui era caduto Neville e raccolse la sua mantella.
Amy la seguì.
“E’ ridotta male” commentò
“Già” confermò Evelyn “però ho sentito mia madre pronunciare un incantesimo sulle cose rotte ed esse si riparavano”
“Provalo”
Evelyn prese la bacchetta e la puntò sulla mantella tutta strappata “Reparo”
In men che non si dica la mantella tornò come nuova.
Gli strappi non si notavano, anzi, non sembrava che nemmeno che si fosse rotta.
“Grande Evy!”
Evelyn sentì il respiro bloccarsi “Scusa?”
“Oh, perdonami non credevo che non ti piacesse Evy”
“No no!” la fermò la bionda “è solo…che un amico di famiglia mi chiama così, nessun’altro me lo aveva ai detto”
“E’ una cosa carina ma…ti dà fastidio?”
“Al contrario, finchè sono gli amici ha chiamarmi così va bene” sorrise dolcemente
“Avete visto!?” esclamò Draco Malfoy, da lontano, attirando l’attenzione di tutti.
Alzò la mano e mostrò una piccola sfera.
“Che ha in mano?”
“Mi sembra una ricordella” disse Amy “una volta mia madre me ne aveva regalata una, ma non ricordo dove l’ho messa”
Evelyn rise “Non ricordi dove hai messo la ricordella? Come suona strano”
“Già”
“Se l’avesse stretta bene” continuò Malfoy “si sarebbe ricordato di cadere sulle chiappone”
Tutti i Serpeverde risero.
Amy notò che a Kitt prudevano le mani.
“Oh no” vide che le strinse a pugno
“Che c’è?”
“Sta per fare qualcosa di estremamente stupido” si avvicinò a Kitt.
“Dammela Malfoy” disse Kitt in tono severo.
Il biondo non sembrava intenzionato ad ottemperare alla sua richiesta
“Per quanto mi riguarda, Knight, Paciock dovrà cercarsela…sul tetto” comunicò mettendosi a cavallo della scopa e levandosi in aria.
A Kitt venne ancora più rabbia e si mise anche lui a cavalcioni.
Amy gli mise una mano sulla spalla
“Kitt no” tentò di fermarlo “non sai volare”
“Sta lontano Amy” e prese il volo
“Kitt!” ma lui non l’ascoltò.
Amy volle commentare ma rimase sbalordita nel vedere come il fratello riuscisse a volare senza averlo mai fatto.
Kitt volò accanto a Malfoy, un po’ barcollando ma deciso
“Dammela Malfoy o ti butto giù da quella scopa!”
“E’ davvero arrabbiato” constatò Evelyn
“E’ impressionante vedere un Corvonero arrabbiato” aggiunse Ben “conosco tuo fratello da neanche un giorno e già ha distrutto tutte le mie credenze sui Corvi”
“Questo spiega la tua scarsa capacità di giudizio, Solo” commentò Amy
“Staremo a vedere Knight”
Nel frattempo, ai piani alti, Malfoy non aveva ascoltato Kitt.
“Prendila” e con un lancio deciso spedì la ricordella lontano.
Kitt, dopo un attimo di confusione, non si perse d’animo e sfrecciò dietro alla sfera.
Volò veloce e lo fece deciso.
“Sta andando contro la torre!” gridò una ragazza di Tassorosso
“Oh cavolo” Amy iniziò a tremare “e poi dice a me di non fare cose stupide!”
Malfoy intanto era sceso, circondato dai Serpeverde che lo acclamavano.
“Ehi Solo!” lo chiamò il biondo “non viene ad acclamare?”
Ben lo guardò con sguardo quasi schifato.
Essere un Serpeverde significava quello? Acclamare chi faceva i migliori dispetti agli altri?
Non gli piaceva per niente.
Lo ignorò e tornò a dare retta ad Amy
“E’ troppo veloce”
“Quando si infuria non dà retta a nessuno” spiegò Amy “Kiiiiiitt!” provò a chiamarlo ma sapeva di non essere udita.
Pochi istanti dopo lo videro fare una capriola in aria e fermarsi di colpo.
Amy si era portata le mani alla bocca.
Kitt iniziò ad avvicinarsi lentamente e, quando fu più vicino, alzò il braccio destro e mostrò la ricordella che aveva acchiappato al volo.
Tutti gli studenti, tranne i Serpeverde, iniziarono ad esultare ed a corrergli incontro.
“Grande Kitt!”
“Bravissimo Knight”
“Knight! Knight! Knight!”
Kitt aveva un sorriso soddisfatto, ma non perché era riuscito a volare ma perché aveva aiutato un compagno di scuola.
“Kitt!” Amy gli fu addosso e lo abbracciò “non farlo mai più razza di stupido!”
“Hai visto che fico Amy?” sussurrò all’orecchio della sorella “ho volato!” e gli diede la ricordella, nella speranza che Amy la desse al suo compagno.
Amy rimase sbalordita e scoppiò a ridere.
“Bravissimo Kitt!” si congratulò Evelyn
“Sei un grande Knight” ammise Ben “non sei così tonto come sembri”
“Bel complimento, Solo”
Le esultanze continuarono per pochi istanti.
“Knight!”
Gli studenti si zittirono e si voltarono.
La voce della professoressa McGranitt aveva risuonato per tutto il cortile.
“Seguimi” disse “subito”
Kitt deglutì e pensò ai modi peggiori in cui poteva essere punito, tra cui avvisare i genitori.
Ben gli diede una pacca sulle spalle, per infondergli coraggio, lasciandolo andare.
“Non lo espelleranno…vero?” chiese Evelyn
“Non credo”
“Ne sei sicuro?”
“Mi conosci, me ne intendo di punizioni” Ben abbassò lo sguardo “se vogliono espellerti lo fanno subito, non ti portano via”
I commenti cessarono.
Madama Boomb tornò poco dopo assieme a Neville e si accorse dell’assenza di kitt.
Non dissero cos’era accaduto ma solo che la McGranitt lo aveva portato con se.
La donna non fece domande e concluse la lezione, con Neville esonerato.
“Tieni Neville” Evelyn ed Amy si avvicinarono al ragazzo e gli diedero la mantella aggiustata e la ricordella, compresa la sua borsa di scuola.
“Grazie” pigolò
“Su col morale, hai ancora tutte le tue cose e sono anche intere”
“Malfoy è solo uno stupido” gli disse Evelyn “ignoralo e goditi questo magico castello”
Neville accennò un sorriso
“Perché siete gentili con me?”
“Perché vogliamo essere tue amiche” precisò Amy “se ti serve qualcosa, noi siamo qui”
Non era abituato alle attenzioni e non era abituato ad avere amici.
Era sempre stato il povero bambino bullizzato.
Finalmente aveva qualcuno su cui contare.
Volo era l’ultima lezione del giorno.
Finita quella, tutti gli studenti poterono andare a svagarsi o ad iniziare e/o finire qualche compito.
Amy andò a cercare Kitt, mentre Ben andò a rifugiarsi nell’aula di pozioni.
“Le lezioni sono finite”
“Si ma devo esercitarmi con la pozioni anti odore o la prossima volta non saprà più solo di muffa”
Amy rabbrividì e lo lasciò andare.
Evelyn si andò a chiudere in biblioteca.
Rimasta sola e assicuratasi che nessuno la osservava, tirò fuori il pacchetto che le era arrivato quella mattina.
Era avvolto nella carta della Gazzetta del Profeta e attaccato alla buona con dello scotch.
Lo scartò e trovò un disegno, creato dal suo fratellone Averell, in cui erano ritratti lei e i fratelli nel giardino di casa.
Joe era uguale all’originale, lo stesso sguardo scorbutico.
Alcune lacrime scesero dal suo volto, ma le asciugò subito.
Prese la lettera allegata e la lesse.
“Joe…”
La calligrafia era quella del fratello maggiore, Joe.
La riconobbe perché era tutta storta e grande.
Per averle scritto, significava che gli altri tre non erano nei paraggi e quindi lui poteva esternare il suo vero IO.
Lo mostrava solo a lei ed era dolcissimo…a volte.
Notò che la carta era stropicciata, segno che Joe si era infuriato mentre scriveva.
Non fu difficile capire perché.
 
Hey Pulce,
Approfitto che gli altri imbecilli sono in mensa.
Sono contento che tu sia ad Hogwarts e sono orgoglioso che in famiglia ci sia un’altra Serpeverde.
Perché sei una Serpeverde vero?
Ma sì che lo sei, come potrebbe essere altrimenti?
Che fastidio sapere che quel Lucky Luke ti ha portata alla stazione, avrebbe dovuto farlo la mamma e non lui!
Chi è lui se non quello che ha detto agli altri auror dove ci nascondevamo!?
Un giorno gli stacco la testa! E lo crucio fino allo sfinimento!
Vedi di fare la brava e di darci conferma che va tutto bene.
E confermarmi che sei Serpeverde hai capito!?
 
Tuo Joe
 
PS: ti voglio bene
 
Il PS era scritto di fretta ma con il cuore.
Però Evelyn lesse più di una volta la lettera e il solo pensiero di dovergli dire “no non sono una Serpe ma un Tasso” la fece rabbrividire.
Ringraziò di essere in un angolo della biblioteca e scoppiò in lacrime.
Come poteva dare una delusione a Joe?
 
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“Kitt!” verso sera, mentre Amy raggiungeva la sala grande, vide finalmente il fratello “ti ho cercato ovunque!”
Ben l’aveva raggiunta poco prima “Tutto bene?”
Kitt era inespressivo.
“Beh?” incalzò Amy “allora? Parla Kitt ti prego”
“Mi hanno nominato cercatore dei Corvonero”

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