Un tuffo nel passato.

di Chiaroscura69
(/viewuser.php?uid=337869)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** L'apparizione mistica. ***
Capitolo 2: *** Il messaggio guastafeste. ***
Capitolo 3: *** Sarà destino? ***
Capitolo 4: *** Una sola possibilità. ***



Capitolo 1
*** L'apparizione mistica. ***


Sono sdraiata sul letto e penso. Mi capita spesso in quest'ultimo periodo, ad un certo punto della giornata lascio il telefono da qualche parte e stacco i legami con il mondo. A volte è un bene, a volte mi fa star male.
Questa volta non sta andando molto bene. Dicono che la parte più difficile quando si viene lasciati è l'accettazione. Il punto è che nel mio caso la questione è particolarmente complicata dato che non c'è una ragione precisa.
La mia mente continua a ripercorrere istante dopo istante tutto ciò che è successo fra noi, dalla prima volta che ci siamo incontrati. Sono così immersa fra i miei pensieri che nemmeno mi accorgo che ho iniziato a piangere.
Mi alzo di scatto e vado a recuperare un fazzoletto, non voglio trovarmi anche oggi con gli occhi gonfi e rossi. A nessuno importa se sto male? Allora nessuno deve sapere che sto male.
Prima che riesca ad arrivare al fazzoletto una lacrima prepotente mi sfugge dagli occhi e atterra sul pavimento. Alla fine trovo il mio fazzoletto e tampono piano i miei occhi. Ho deciso di smettere di pensare per un po', mi darò alla lettura di quel libro che non ho mai finito.
Mentre vado a cercare il mio libro, sepolto dalla catasta informe delle mie dispense universitare, mi accorgo che si sta diffondendo uno strano odore nell'aria. E' un misto di zolfo e odore di bosco incontaminato.
Potrebbe essere il condotto dell'aria condizionata che non funziona, ma di solito ha un odore molto più disgustoso.
All'improvviso nel punto esatto dove era caduta la mia lacrima inizia a venir fuori un filo di fumo leggero che sa di incenso. Incredula passo la mano sul pavimento cercando di capire come quel fumo si sia generato ma non vi trovo nulla.
Sto impazzendo...
Il fumo nel frattempo aumenta fino a diventare una vera e propria nube. Inizio a tossire e i miei occhi iniziano a lacrimare copiosamente.
Mi allontano mettendomi una mano sul volto e ad un tratto sento una voce.
''Sssalve Clara'' sussurra una voce sibilante.
Apro gli occhi con titubanza e mi ritrovo davanti una piccola donna ossuta con una nuvoletta di capelli biondi ed enormi, spaventosi, occhi verdi.
''C-come è arrivata q-qui? E come sa il mio nome?''chiedo impaurita.
''Oh non ha la minima importanza questo, sssignorina'' mi risponde facendomi l'occhiolino.
''A-allora c-cosa vuole da me?''
Se devo essere sincera, non incuteva paura nel suo aspetto, eppure aveva qualcosa di sinistro.
''Io sssono la sssaldatrice dei debiti. Appaio alle persssone che sssoffrono orribilmente e che non hanno colpa. Do una sssola occasssione, una sola possssibilità''.
''Non capisco...''
''Vedi tessssoro, poco fa stavi pensando a qualcosa che ti fa star male giusto?''
''Mmmm sì...e allora?''
''E allora io ti do la possssibilità di tornare indietro nel tempo, nel giorno in cui tutto quello che ti ha fatto sssoffrire poteva essssere evitato, e tu potrai decidere come gessstire la sssituazione''
''M-ma questo è-è impossibile...''balbetto arretrando di qualche passo.
''Oh piccola, invece è posssibilissssimo. Ricorda, hai sssolo una posssibilità''
Inizio a sentire gli occhi pesanti e la testa prende a girarmi vorticosamente.
''Fai la tua ssscelta e non parlarne con nessssuno oppure non potrò più aiutarti'' urla qualcuno nella mia testa, e poi non sento più nulla.


Mi sveglio di soprassalto sul mio letto. Che sogno orribile.
Sono le 10. Lo so perchè la mia sveglia del cellulare è precisissima. La lascio suonare ancora un po', voglio riprendermi del tutto. Che idea malsana quella di tornare indietro nel tempo. Mangiare troppo formaggio a cena mi sta facendo male. Promemoria per me: cercare di mangiare leggero prima di dormire.
Dopo una mezz'ora buona mi decido ad alzarmi e vado a spegnere la sveglia. Per pura curiosità controllo il calendario e mentre lo faccio mi do già della stupida.
Eppure, sotto il mio sguardo esterrefatto, scopro di trovarmi nel 15 ottobre dell'anno precedente. Stropiccio gli occhi ma non cambia nulla.
Esco di corsa dalla camera e salgo di corsa quattro piani di scale. Irrompo in camera di Davide e gli urlo:''Davi che giorno è oggi?''
Il mio amico mi guarda esterrefatto e balbetta:'' Q-quindici di ottobre Clara, perchè?''
Sto impazzendo.
''Niente, niente...scusa''mormoro e me ne torno nella mia stanza.
Io e Davide all'epoca stavamo alla casa dello studente, perciò praticamente vivevamo insieme.
Ho molti ricordi del 15 ottobre e con un fremito di eccitazione e ansia pura mi rendo conto che è il giorno in cui io e Roberto ci siamo baciati la prima volta.
E' molto semplice ciò che devo fare oggi; non devo proporre a Davide di andare alla festa universitaria. Una parte di me spasima al solo pensiero di poter baciare ancora Roberto ma l'altra, quella ragionevole, sa che in futuro me ne pentirò.
Inoltre so che devo resistere solo oggi, perchè se oggi non bacio Roberto quando tornerò alla realtà non soffrirò più, perchè la storia fra noi non sarà mai cominciata e di conseguenza mai finita.
Non ricordavo che questa giornata si fosse svolta in maniera così lenta, forse perchè il ricordo di tutto quello che era successo di sera aveva cancellato il resto.
A mezzogiorno io e Davide siamo andati in mensa ma lui mi guardava di sottecchi come se mi stesse analizzando.
''Beh che c'è che non va?''gli ho chiesto ad un certo punto un po' scocciata.
''Stavo per chiederti la stessa cosa. Sei molto strana oggi, Clara''
Vorrei parlargli della situazione in cui mi trovo  ma non posso, oppure non sarà servito a nulla.
''Sono solo molto stanca...Stanotte credo che andrò a letto presto''dico e mimo uno sbadiglio.
''Coomeee! Eh dai oggi avevamo deciso che saremo usciti a ubriacarci un po'''protesta.7
In effetti avevamo organizzato questa serata da un mese e glielo avevo promesso. Dopotutto se fossimo stati in giro per la città, non saremmo andati comunque alla festa universitaria.
''Okay, però ce ne stiamo un po' a zonzo, nessun locale fisso''
''Finalmente ti riconosco!''esclama dandomi un bacio sulla guancia.
Oh, adoro questo ragazzo.
Il pomeriggio riposo qualche ora e per un attimo tentenno, ho una voglia matta di vedere Roberto. E poi mi chiedo se il mio ricordo sia realmente uguale a come si era svolta la serata. Mi do nuovamente della stupida. Clara, a nessuno capita di avere una seconda occasione davvero vuoi sprecarla così? Per qualcuno che nemmeno ti vuole?
 

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Il messaggio guastafeste. ***


Sono ancora intrappolata nel passato. Non che la cosa mi dispiaccia, in effetti.
Sono in biblioteca in facoltà, con Davide. Fumo una sigaretta lentamente lasciando andare le boccate di fumo insieme ai miei pensieri.
Riesco quasi a percepire la musica della festa. Nei miei ricordi la festa non era granchè, tant'è che io e il mio amico stavamo per andare via. Poi è successo quel che è successo.
''Ehi, Clara''mi saluta una voce familiare. Mi volto e Roberto mi passa accanto con i suoi amici.
Rimango impietrita. Non ci salutiamo da mesi. Poi mi ricordo che ancora non è accaduto nulla.
''C-ciao''balbetto senza guardarlo.
E' proprio bello... Non è affatto il mio tipo fisicamente, non lo è mai stato.
Ho sempre scelto al mio fianco ragazzi che, onestamente, non sono mai stati belli. Credo che sia dovuto ad un mio complesso di inferiorità.
Lui invece è oggettivamente bello. Ha gli occhi azzurri incorniciati da folte e curve ciglia nere, carnagione pallida e capelli neri. E poi, diciamocelo, ha un fondoschiena da copertina. (Okay, questa potevo evitarmela)
Ma non è stato solo il suo aspetto fisico a colpirmi. E' il classico ragazzo misterioso che ti fa morire dalla curiosità, vorresti capire che diavolo gli passa per la testa. Intelligente e taciturno, un po' in disparte da tutti gli altri.
''Oi Cla, quando hai intenzione di tornare a studiare?''mi riprende Davide rompendo il filo dei miei pensieri.
''Ho finito, ora salgo''.
Verso le sette decidiamo di andare a mangiare.
''Uff, vorrei incontrare Stefano stasera, secondo te dove esce?''si lamenta Davide mentre mangiamo.
Mi sento un pochino in colpa, io so perfettamente che stasera andrà alla festa universitaria.
''Mmm non saprei...ma poi Davi, non sai nemmeno se sia gay...''
''Lo so...ma da ubriaco magari scopre di avere gusti più aperti''ridacchia.
Ridacchio anche io anche se so che le sue speranze sono purtroppo vane.
''E con Alessio novità?''mi chiede facendomi l'occhiolino.
''Alessio chi?''chiedo confusa.
''Oh adesso fai la timida?Ne abbiamo parlato anche ieri, non ti ricordi? Il mio coinquilino''
Frugo nella mia testa ma non ricordo nulla. Lui legge la confusione nei miei occhi e mi aiuta.
''Certo che oggi sei proprio fuori eh. Sei tu che mi hai detto che non ti dispiacerebbe affatto averci a che fare in modo più intimo'' dice sorridendo con malizia.
All'improvviso mi ricordo. Il motivo per cui quella sera avevamo deciso di andare alla serata universitaria era proprio Alessio. Io volevo incontrarlo e sapevo che lui ci sarebbe andato. Ma come facevo a saperlo? Più ci penso, meno me lo ricordo.
''Nessuna novità con Alessio''sospiro. Col senno di poi Davide mi aveva sempre detto che se avessi incontrato lui e non Roberto le cose sarebbero andate molto meglio.
''Mi sa che siamo nella stessa situazione''ride Davide. Sapessi, penso io.


''Non ci credo che vuoi uscire così''esclama Davide alle nove quando mi viene a prendere.
''Beh che ho che non va?''
''Non ti ho mai vista struccata nella mia vita, nè tanto meno ti ho mai vista uscire con i jeans''
''E allora? Oggi non mi va di mettermi in tiro, tanto non incontreremo nessuno''
Meglio andare in giro in modo irriconoscibile, mi sono detta.
''Oh avanti, torna sù e renditi quantomeno presentabile''mi ha imposto.
Ho sbuffato e sono tornata a cambiarmi ma Davide ha preferito salire con me per aiutarmi a scegliere cosa mettere, o controllare che non uscissi di nuovo in versione clochard.
''Davi puoi consigliarmi qualsiasi vestito, ma quello no. Quello non me lo metto!''ho protestato quando mi ha proposto lo stesso vestito che avevo usato quel lontano 15 ottobre.
''Non voglio sentire storie, questo è perfetto. E poi non so perchè ma sento che è il vestito giusto per oggi''
Decido di non litigare per uno stupido vestito, in fondo non è lui che mi porterà alla festa universitaria.
Alla fine alle dieci usciamo di casa.
''Wow, sei uno schianto così, rossa del mio cuore''mi dice facendomi l'occhiolino.
''Sì come no''ridacchio dandogli una pacca sul braccio.
''Se non fossi dell'altra sponda saresti già sul mio letto''continua dandomi una pacca sul sedere.
''Brutto porcone''rispondo ridendo.
''Beh proprongo di andare in centro'' mi dice ad un certo punto.
''Perfetto''esclamo sollevata.
Mentre siamo sul pullman il telefono di Davide vibra per un messaggio.
''Hei ragazzi, stasera ci siete alla festa universitaria? Io e Alessio dobbiamo andare e siamo soli...chi si vuole aggiungere lo dica'' scrive Stefano.
Mi si gela il sangue nelle vene, ecco come avevamo saputo della festa e di Alessio.
Guardo Davide sperando che il nostro piano rimanga invariato ma vedo nei suoi occhi la felicità dell'aspettativa. E ora come convinco il mio migliore amico a non andare alla festa?

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Sarà destino? ***


''Davi non me la sento cerca di capire''provo a convincerlo con aria supplicante.
''Mi spieghi dove sta il problema? Tu vedi Alessio, io Stefano. Balliamo, beviamo, ci divertiamo''
''Non mi va di incontrare i nostri colleghi e poi non ho voglia di ballare''
''Non prendermi per il culo, Clara. Da quando ti conosco non c'è mai stato un giorno in cui non hai avuto voglia di andare a ballare''
''Ho una brutta sensazione, okay?''
''Non puoi fare uno sforzo? Te lo sto chiedendo in ginocchio''
Dovevo tante cose al mio migliore amico. Lui mi aveva sempre fatto tanti favori, mettendo da parte se stesso e per una volta in cui me ne chiedeva uno lui, io e il mio egoismo volevamo avere la meglio.
In fondo andare alla festa non mi avrebbe buttato fra le braccia di Roberto.
''Oh d'accordo allora. Ma se vediamo qualche collega che non mi piace ce ne andiamo, promesso?''
Lui mi abbraccia forte tanto che non riesco a respirare.
''Sei la migliore Clara!''

Arriviamo alla festa già brilli, il che è un bene considerando che meno sono cosciente meno mi farà star male.
Non c'è traccia nè di Alessio, nè di Stefano ma Davide è sicuro che verranno perciò non si scoraggia. Io invece, so perfettamente che loro non verranno ma non mi ascolterebbe, perciò non glielo dico.
E poi c'è la musica che mi sta stordendo insieme all'effetto dell'alcol quindi sono felice, in parte.
''Vedi, nessun collega''mi grida all'orecchio per farsi sentire.
Gli sorrido accondiscendente e prendo a strusciarmi su di lui al ritmo di musica.
Ci siamo, sta avvenendo la trasformazione che la musica mi provoca. Non capisco più nulla, mi lascio guidare solo da lei.
''Hei Clara, anche tu qui'' dice qualcuno passandomi accanto.
Sento il mio corpo vibrare, è arrivato.
Faccio un cenno nella sua direzione e gli volto le spalle decisa ad ignorarlo.
''Ma quello non è Roberto?''dice Davide indicandolo.
Abbasso subito la sua mano cercando di non farmi notare.
''Eh sì''borbotto.
''Sbaglio o avevi una cotta per lui da un anno e mezzo?''
''Acqua passata''borbotto ancora.
''Certo che è proprio carino''commenta squadrandogli il culo.
''Non ci pensare neanche, tanto è uno stronzo come tutti gli altri''lo freddo.
Mi guarda aggrottando le sopracciglia.
''Ma se ci hai parlato tre volte e hai sempre detto di trovarlo simpatico e intelligente?''
Merda.
''Beh non nego che lo sia, dico solo che probabilmente con le ragazze si comporta come tutti gli altri''
''Secondo me dovresti dargli una possibilità''
''Tanto non gli interesso''rispondo e per mettere fine alla conversazione vado ad ordinare un altro drink.


''Sarà destino secondo te? Io non vado mai a queste feste universitarie''sussurra qualcuno al mio orecchio mentre sono in fila per il drink.
Il suo profumo è inconfondibile.
''Mah, non credo nel destino''lo freddo senza voltarmi.
''Io neppure, però è strano''commenta Roberto.
''Un gin e lemon per favore'' chiedo al barista.
Appena mi viene servito mi volto per tornare da Davide e incrocio i suoi occhi.
Errore fatale.
Qualcosa nel mio stomaco si ribella e si contorce. Distolgo subito lo sguardo e accelero il più possibile.
Riesco a ritrovare Davide e butto giù il mio drink tutto d'un fiato. La testa inizia a girarmi ma sono ancora abbastanza cosciente.
Perdo di vista Roberto e mi distraggo ballando con il mio migliore amico che, a differenza mia, ha riacquisito la sua lucidità mentale.
''Oggi Clara, succederà una cosa mai vista prima''mi urla all'orecchio mentre balliamo.
''Che cosa?''chiedo incuriosita e con la risata facile.
Davide mi prende all'improvviso e mi bacia a stampo per un istante.
''Un gay bacia la sua migliore amica''decreta soddisfatto qualche momento dopo.
Io inizio a ridere a crepapelle, è stato come baciare mio fratello.
''Mi dispiace, se qui ci fosse l'amore della tua vita ora penserebbe che stiamo insieme e non ci proverebbe più''mi prende in giro.
Continuo a ridere sempre di più e mi rendo conto di avere bisogno di andare in bagno il prima possibile.
''Davi, aspettami qui, torno subito''biascico allontanandomi nella mischia.
La fila per il bagno è immensa ma anche la mia voglia di andarci lo è, perciò aspetto. Saranno passati almeno 25 minuti prima che riesca ad entrare ma alla fine ce la faccio.
Come mi sento libera ora, potrei volare.
Esco dal bagno e ritorno nello stesso punto dove io e Davide eravamo prima ma lui è sparito.
Mi guardo intorno e a passo veloce mi faccio spazio fra la folla. Non vedo il piede di qualcuno e inciampo. Sto per cadere a faccia in terra ma per fortuna qualcuno mi afferra.
''Clara, non avrai bevuto troppo?''chiede Roberto ad un centimetro dal mio viso.

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Una sola possibilità. ***


I suoi occhi sono davvero troppo vicino, mi abbagliano.
''Non ho bevuto abbastanza''mugugno cercando di liberarmi dalla sua stretta.
Roberto ridacchia e una sensazione familiare mi riscalda il cuore. Ha sempre avuto una risata contagiosa.
''Ti sei persa?''dice con il tono del lupo cattivo che incontra cappuccetto rosso da sola nel bosco.
Ed è così che mi sento,inerme.
''No, in verità starei cercando Davide''
''Ah, è lì nel muretto''dice e lo indica con una mano.
Finalmente lo vedo e lui mi fa l'occhiolino. Lo fulmino con lo sguardo e cerco di dirgli di venire a prendermi ma sembra non capire.
Decido che dopo lo ammazzerò.
''Bene, allora vado. Grazie'' rispondo a Roberto facendo un passo indietro.
''Perchè non resti un po' con me e il mio amico? Si chiama Luca''dice presentandomelo.
''Vorrei ma non voglio lasciare Davide solo, magari un'altra volta''dico e prima che possa rispondermi sono già da Davide.
''Per quale cavolo di motivo ti sei spostato da lì?!''sbotto appena gli sono vicino.
''C'era troppa gente e mi sentivo scemo a ballare da solo''
''Mmm, propongo di andarcene, sono stanchissima''
''Oh avanti, rimaniamo solo un'altra oretta...Sono sicuro che stanno per arrivare''
''Solo un'altra ora...''concedo.
Ho la situazione sotto controllo, ho già sventato due attacchi frontali.
''Roberto ti sta fissando''mi dice Davide con malizia.
Mi sento avvampare e mi volto verso di lui.
All'improvviso mi viene da piangere. E' così triste averlo ad un passo e sapere di averlo già perso prima che possa iniziare qualcosa.
Lo fisso di rimando. Sembra che tutto il resto del mondo scompaia in quel momento. Siamo solo io e lui.
''Dobbiamo riuscire a farti limonare con lui prima di andare via''mi sussurra Davide all'orecchio.

Quella frase.

E' la stessa che mi aveva detto un anno prima.

Sta per succedere.

E in quel momento capisco. Capisco che non mi importa affatto se lo perderò. La mia seconda occasione non è quella di non far accadere ciò che poi mi farà soffrire, la mia seconda opportunità è quella di baciarlo un'ultima volta, cosa che nella mia realtà non sarebbe mai stato possibile.
Prendo Davide per la mano e mi avvicino a Roberto ed il suo amico. Mentre loro si presentano io continuo a fissare la mia preda e all'improvviso lui mi sorride.
Ho già visto questa scena, ho già vissuto questo momento. Eppure non è una scena che devo sforzarmi di ripetere, non sto recitando.
Mi nasce un sorriso spontaneo sulle labbra e mi avvicino di un passo.
Lui posa le sue labbra sulle mie e una scossa elettrica mi scuote profondamente. Non credo che nessuno di quelli che abbia mai conosciuto o che conoscerò nel fututo sappia baciare in questo modo.
Non ricordo più nemmeno chi sono.
Il nostro bacio dura un istante, poi inizio a sentire gli occhi pesanti e la testa prende a girarmi vorticosamente.
''Hai fatto la tua ssssceltaaa''urla una voce nella mia testa, e poi non vedo più nulla.


Cado sul letto in preda alle lacrime.
''Non ci credo l'ho fatto di nuovo, sono una stupida''impreco fra un singhiozzo e l'altro.
La donna è ancora lì e mi guarda con una certa compassione.
''Coraggio, bambina, coraggio''mi dice accarezzandomi i capelli.
''No...Lei non capisce, avevo una sola possibilità di cambiare il futuro''mi lamento.
''Non lo fa mai nessuno alla fine''sussurra la donna.
''Davvero?''chiedo alzando il viso umido verso di lei.
''Non è questo lo scopo dell'opportunità''risponde dolcemente.
''E' qual è allora?''chiedo confusa.
''Lo scopo è rendersi conto che per quanto sbagliata ci sembri ora, l'azione che ha generato tutto nel passato, era l'unica cosa che avremmo potuto fare. L'obiettivo è renderci conto che ne è valsa la pena nonostante tutto il dolore che ci ha causato, e attraverso questo perdonarci. Infine aiutarci ad arrivare all'accettazione e al superamento del dolore''.
Rimasi muta per un istante, assorbendo le sue parole.
''Sarebbe troppo facile cambiare il nostro passato e resettare il nostro futuro, non trovi? Il nostro futuro deve essere il frutto delle nostre scelte, impulsive o ragionate che siano''.
''Ma...''
''Non c'è ma, bambina. Adesso ti sveglierai e crederai che questo sia stato un sogno. Se te lo stai chiedendo ora, no, non lo è stato. Spero che ti serva di lezione e che ti aiuti. Non serve a niente rifugiarsi nel passato, ti impedisce di essere felice  nel futuro''disse la donna.
''Mi scusi, ma lei non aveva la 's' sibilante prima?''
''Oh non ci far caso, la uso solo per sembrare più esoterica''risponde ridacchiando.
''In sostanza allora, tu chi sei?''
''La tua coscienza, tesoro.''

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3745369