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01: I am addicted to the prison that is you.
La
tazza giace abbandonata sul bancone della cucina, il contenuto ormai
abbastanza freddo da risultare quasi imbevibile.
Il
caffè in genere è ottimo per svegliarsi a dovere e
prepararsi all’ennesima giornata piena di impegni, tuttavia
quella bevanda malefica porta anche una certa propensione al
nervosismo, cosa di cui Jimin è più che sicuro di non
avere alcun bisogno, anzi.
Si
è svegliato inquieto quella mattina, inquietudine aumentata a
dismisura nel momento in cui si è reso conto che Hoseok hyung
non ha passato la notte nella loro stanza.
Inizia
a sbocconcellare rapidamente l’ennesimo biscotto, pensando a
quanto sia patetico e ipocrita preoccuparsi così tanto per
Hoseok quando sa che per un buon cinquanta percento è lui la
causa della sua sofferenza.
Il
biscotto termina prima del previsto ma lui, prima di rendersene
davvero conto, si mordicchia l’interno del labbro fino a
farselo quasi sanguinare. Il dolore improvviso lo risveglia e afferra
l’ennesimo dolce.
«
… ingrasserò… » pigola sconsolato al vuoto
di cui è invasa la cucina, tuttavia non smette di mangiare,
sfogando in quel modo il nervosismo che gli striscia sottopelle e
che, in effetti, sembra affievolirsi leggermente man mano che le
mandibole svolgono il loro lavoro.
È
quasi tentato di andare ad aprire il frigo alla ricerca di qualcosa
per farsi un panino, è certo che quello gli darebbe molta più
soddisfazione di un continuo susseguirsi di biscotti praticamente
insapori, tuttavia prima ancora che possa attuare il proprio piano o
darsi dell’idiota per l’ennesima volta, la porta della
cucina si apre e si richiude rapidamente.
Taehyung,
che da come è entrato nella stanza sembra avere una gran
fretta, non si accorge nemmeno della sua presenza. Si dirige
direttamente al frigo, ne spalanca la portiera per poi appropriarsi
del cartone del latte. È solo quando si gira alla ricerca di
un qualcosa in cui versarlo che i suoi grandi occhi si posano sulla
figura di Jimin.
Si
immobilizza di conseguenza e i due si guardano a lungo senza una
parola, c’è un’atmosfera strana, Taehyung in quel
momento gli sembra un bambino che è stato colto con le mani in
un vasetto di marmellata.
«
Ehm, ciao? » tenta, senza smettere di scrutare con aria
incuriosita l’altro, che ancora stringe al petto il cartone del
latte.
Nel
notare questo, Jimin si accorge che c’è qualcosa di
strano nel petto dell’altro, c’è una specie di
bitorzolo, come se avesse infilato qualcosa sotto la felpa spessa, un
qualcosa che proprio in quel momento inizia a muoversi indispettito
per poi… miagolare?
«
Tae… »
«
Hai sentito male, niente e nessuno ha appena miagolato. »
Jimin
si lascia sfuggire un sorriso divertito, per poi avvicinarsi
all’altro abbastanza da poter accarezzare il “niente e
nessuno” che l’altro nasconde sotto la felpa. Tanto per
la cronaca, Niente-e-Nessuno ricambia subito il gesto
iniziando a fare delle fusa abbastanza rumorose da indurre Taehyung a
guardarsi attorno, reso irrequieto dalla possibilità che
qualcuno possa entrare in cucina in qualsiasi istante.
Gli
occhi già enormi sono spalancati oltre misura, tanto da fare
tenerezza all’altro, che decide di assecondarlo nonostante
sappia perfettamente quanto la situazione sia assurda e non
sostenibile a lungo termine.
Smette
di coccolare quello che è evidentemente un gattino, per poi
recuperare una delle ciotole che usano per il riso e fare cenno
all’amico di seguirlo.
Lo
guida nella propria stanza e richiude la porta alle loro spalle, per
poi afferrare il cartone del latte dalle mani dell’altro per
versarne un po’ nella ciotola.
«
Avanti, fallo uscire, starà soffocando. »
Taehyung
lo guarda sospettoso per qualche istante. « Hobi hyung? »
Al
ragazzo non rimane che stringersi nelle spalle, anche volendo non
saprebbe cosa rispondere. « Non ha passato la notte qui »
si limita a dire, incupendosi leggermente.
La
risposta, in ogni caso, sembra bastare all’altro, perché
tira giù la cerniera della felpa quel tanto che basta a
permettere ad un musetto nero di spuntare fuori.
Niente-e-Nessuno
ha gli occhioni verdi più adorabilmente grandi ed espressivi
che Jimin abbia mai visto e subito sa che saranno la sua rovina, si
arrende irrimediabilmente al fatto che non potrà resistere
alla tenerezza di quel gattino, consapevolezza che trova ulteriore
fondamento nel momento in cui questo decide di saltare giù dal
petto di Taehyung per avvicinarsi alla ciotola di latte.
Niente-e-Nessuno
annusa con circospezione ciò che gli è stato offerto,
per poi iniziare a lappare il contenuto della ciotola una volta
convintosi che si tratti di qualcosa di innocuo. Nel frattempo gli
occhi di Jimin si spostano nuovamente sulla figura di Taehyung, che
ha appoggiato la schiena contro la porta della stanza, come a voler
impedire ad Hoseok di entrare all’improvviso, cosa che avrebbe
tutto il diritto fare, in effetti.
«
Tae, lo sai che non possiamo tenere animali » sospira Jimin,
cercando di suonare abbastanza ragionevole. Si dice che, di sicuro,
sarebbe riuscito meglio nel suo intento se non fosse già
completamente pazzo di Niente-e-Nessuno… a cui, per
inciso, devono sbrigarsi a trovare un nome, perché per il
ragazzo comincia ad essere deleterio rivolgersi al gatto chiamandolo
in quel modo.
«
Non possiamo fare un sacco di cose, eppure le facciamo ugualmente »
obbietta Taehyung e – maledizione a lui – il suo
ragionamento è così sensato che Park rimane qualche
istante con la bocca aperta nel tentativo di tirare fuori una replica
che, tuttavia, non vuole proprio saperne di fare la sua comparsa. Lo
guarda con espressione profondamente offesa, non riuscendo a credere
di essersi fatto zittire tanto facilmente.
Be’,
il suo più grande “non posso, ma lo faccio
ugualmente” risponde al nome di Min Yoongi e Taehyung lo sa
benissimo, esattamente come sa quanto sia un tasto abbastanza
dolente, Jimin fa fatica a credere che l’altro lo abbia usato
contro di lui per potersi tenere un gatto.
“Probabilmente
intendeva la situazione generale. Tae non userebbe mai l’argomento
Yoongi contro di me” si dice, quindi, tornando a serrare le
labbra per poi concedersi un lungo sospiro.
«
Dove hai intenzione di nasconderlo? » Domanda, passandosi una
mano tra i capelli con aria improvvisamente stanca.
«
Ci serve Jungkook-ah e la sua camera singola. »
La
soluzione geniale di Taehyung, a quella che dovrebbe essere una
situazione segreta, è coinvolgere altra gente. Ovviamente.
Adesso
Jimin rimpiange disperatamente la tazza di caffè che ha
abbandonato in cucina.
[…]
Jin
è seduto davanti allo specchio della stanza che condivide con
Yoongi. Stranamente non è per un qualche moto di vanità,
non questa volta almeno.
Si
tasta cautamente la guancia destra, come se avesse paura di vedere
una crepa spuntare all’improvviso sul suo volto, proprio come
nel video di Blood Sweat & Tears.
Sa
perfettamente quanto la cosa sia assolutamente impossibile, tuttavia
non può proprio fare a meno di pensarlo dopo aver passato
giorni e giorni a tenersi stampato addosso un sorriso che gli è
del tutto estraneo in questo periodo. Ha forzato il suo viso in
quell’espressione così tanto che ha davvero paura di
vedere la sua maschera ricoprirsi improvvisamente di crepe
profonde e insanabili.
Scuote
la testa, ripetendosi che non accadrà, che non può
accadere, poi torna a forzare quel sorriso. All’inizio gli
viene abbastanza difficile, ma dopo qualche minuto ottiene un
risultato soddisfacente.
“Io
sto bene, io sto bene, io sto bene, io sto ben-” si ripete
mentalmente, come se fosse un mantra, salvo poi essere interrotto
dalla voce strascicata di Suga.
«
Dovresti smetterla di torturati e dirglielo » suggerisce,
avvicinandosi da dietro all’altro ragazzo, abbastanza da venir
riflesso nello specchio.
Jin
non si gira nemmeno, si limita a guardare qualche rapido istante il
riflesso del compagno di stanza.
«
Tu sei l’ultima persona che può rimproverarmi il fatto
di non parlare » sbotta infine, facendo crollare il sorriso
costruito ad arte solo qualche attimo prima.
Yoongi
non dice nulla, non fa altro che inarcare un sopracciglio, causando
un lieve sospiro all’altro.
«
Scusa » sussurra Seokjin, correggendo il tiro. In realtà
pensa davvero che Suga non abbia assolutamente nulla da
recriminargli, tuttavia sa che discuterne non porterebbe a nulla e
l’altro sa essere così ostinatamente cocciuto che gli
viene male alla testa solo a pensare di iniziare quella
conversazione. « In ogni caso, non ho niente da dire a nessuno.
»
Yoongi
sbuffa divertito, piegando le labbra un un sogghigno. Questa volta è
Jin ad inarcare le sopracciglia e l’altro, in tutta risposta,
gli concede uno sguardo di compatimento che gli fa quasi venir voglia
di prenderlo a schiaffi. Quasi, perché dopotutto adora
il suo compagno di stanza nonostante sia un grandissimo stronzo.
«
Hyung, seriamente. Qui tutti sanno i cazzi di tutti… be’,
tranne lo stesso Namjoon, evidentemente; è troppo occupato a
morire d’infarto ogni volta che qualcuno di noi esagera nel
“fanservice” » dice, la sua voce è un
curioso miscuglio tra divertimento e noia, tuttavia Seokjin non ci fa
troppo caso, è più impegnato a cercare di mantenere a
bada i battiti cardiaci dal momento in cui l’altro ha nominato
Namjoon.
Non
va bene, affatto. Non c’è assolutamente nulla che vada
bene se basta semplicemente il nome del loro leader a causargli
quella reazione, deve sbrigarsi a mettere un punto fermo alla
discussione e tornare a barricarsi dietro la sua maschera, oppure non
sopravvivrà alla giornata.
«
Parlerò a Namjoon quando tu parlerai ad Hoseok » lo
sfida, concedendosi un sorrisetto compiaciuto all’aria
improvvisamente sconvolta dell’altro
«
Cosa… Come fai a...? »
«
Qui tutti sanno i cavoli di tutti, no? » gli ritorce
contro, soddisfatto, scegliendo una versione più educata della
frase pronunciata prima da Yoongi.
Suga
boccheggia qualche istante, per poi digrignare i denti, « Giuro
su tutte le tue maledettissime magliette rosa che un giorno di questi
vado a dire a Namjoon che sono mesi che ti struggi dietro a lui come
una tredicenne alla prima cotta. »
Seokjin
ridacchia, fin troppo consapevole del fatto che l’altro non
attuerà mai davvero la minaccia. « Ieri sera hai
mangiato poco, se non vai a fare colazione non arriverai vivo a
questa sera » lo rimprovera bonariamente, mettendo
implicitamente in chiaro la chiusura della discussione.
Yoongi
esce dalla stanza, borbottando qualcosa di incomprensibile; l’altro
si concede una breve risatina per festeggiare la vittoria appena
ottenuta, poi torna a concentrarsi sul proprio riflesso.
Non
è qualcosa di cui va fiero, tuttavia sapere di non essere
l’unico ad affrontare una situazione difficile lo fa sentire un
po’ meglio, gli dà la sensazione di non essere solo.
La
giornata, forse, non sarà troppo buia.
[…]
Alla
fine, lui e Hoseok Hyung si sono addormentati contro il muro della
sala prove, con ancora le mani strette tra loro e la testa del
maggiore sulla spalla del più piccolo.
Appena
ritornati al dormitorio, Hoseok si è prevedibilmente fiondato
in bagno per una doccia ristoratrice mentre lui, dopo aver rubato un
paio di biscotti dal pacco aperto che ha trovato sul tavolo della
cucina, si sta dirigendo verso la propria stanza.
Questo
prima di essere afferrato a tradimento per un braccio e trascinato
dentro una delle stanza, senza nemmeno il tempo materiale per capire
quale. Apre bocca, pronto a protestare in modo sicuramente
poco educato, per poi bloccarsi di colpo nello scoprire che ad averlo
“rapito” sia stato Taehyung.
Lo
guarda perplesso, sentimento che cresce ancora di più nel
rendersi conto che quella in cui è stato rinchiuso non sia la
stanza di Tae.
Abbassa
lo sguardo e vede la figura di Jimin accovacciata sul pavimento,
intento a giocare con un gattino completamente nero.
Lo
sguardo di Jungkook passa da Jimin a Taehyung per poi tornare a
Jimin.
«
No. »
Jimin
alza lo sguardo su di lui. « Non sai nemmeno cos- » Non
fa in tempo a terminare che l’altro prende nuovamente la
parola.
«
Qualsiasi cosa vi siate messi in testa di fare, non voglio essere
coinvolto. » mette in chiaro, incrociando le braccia al petto.
Taehyung
inarca le sopracciglia e in quel modo i suoi occhi sembrano ancora
più grandi del normale, « Da quand’è che ti
tiri indietro in queste cose? »
Preso
in contropiede, Jungkook cerca di simulare il cipiglio severo che ha
Seokjin dopo le loro bravate peggiori. È abbastanza sicuro che
il risultato sia alquanto patetico, perché vede chiaramente
Jimin strozzarsi nel tentativo di soffocare una risata.
In
realtà il problema è proprio Jimin: Ha arbitrariamente
deciso di avercela con lui dopo la chiacchierata di quella notte con
Hoseok hyung e, come se non bastasse, gira davvero troppo
attorno a Tae, quindi ha deciso di non voler avere niente a che fare
in qualcosa che riguarda anche lui.
Questo,
però, non lo ammetterà mai ad alta voce perché
ormai gli è dolorosamente chiaro il fatto di non avere
l’esclusiva su Taehyung. Purtroppo.
Il
suddetto, tra l’altro, ha iniziato a guardarlo con aria
vagamente supplichevole e lui sa già che non sarà in
grado di dirgli no ancora per molto, tuttavia se deve cedere almeno
opporrà una strenua resistenza.
«
È un gatto, non possiamo tenerlo nascosto. »
«
Tu hai una camera singola. »
«
Miagolerà. »
«
Le pareti sono abbastanza spesse da impedire a tutto il vicinato di
sentire Namjoon hyung russare, nessuno sentirà il miagolio. »
Jungkook
deve ammettere che quella è decisamente una buona
argomentazione, tanto che si ritrova a non sapere cosa rispondere,
cosa che dissimula concedendosi un lungo sospiro.
«
E per quando saremo in tour? Non possiamo portarcelo dietro e lo sai
» dice, una volta recuperate le sue facoltà
linguistiche. È sicuro di aver trovato l’argomentazione
vincente, salvo poi scoprire che Tae ha una soluzione anche per
questo punto.
«
Corromperemo qualcuno dello staff in modo che se ne prenda cura, non
dovrebbe essere troppo difficile. »
In
realtà a Jungkook non sembra una soluzione particolarmente
solida, tuttavia si è già stancato di fare l’adulto
della situazione, senza contare che gli è balenata una certa
idea in testa e forse quel casino può rivelarsi a suo completo
vantaggio.
«
Bene, perfetto. Però non ho affatto voglia di fare da
babysitter al tuo gatto, quindi dovrai passare molto tempo da
me per prendertene cura. Puoi usare Overwatch come scusa, non
dovrebbe essere troppo complicato, no? »
Jimin
sorride furbo, capendo dove vuole arrivare Jungkook, mentre Taehyung
inclina la testa di lato, esibendosi in un’espressione
vagamente confusa, « Cosa ti fa dire che sia il mio gatto?
Potrebbe essere di Jiminie. »
Quel
“Jiminie” dà più fastidio a Jungkook di
quanto gli piaccia ammettere, tanto da portarlo a passarsi
nervosamente la lingua contro l’interno della guancia, in un
lieve cenno di stizza, « Perché Jimin hyung è
troppo intelligente per imboscare clandestinamente un gatto nel
dormitorio » sbotta, più duro di quanto avrebbe voluto
essere.
Taehyung
incrocia le braccia al petto e mette su un’espressione offesa,
tuttavia non obbietta nulla, mentre Jimin ridacchia bofonchiando un «
Grazie », senza smettere di giocare pigramente con il gattino.
Il
più grande decide di portare la discussione su argomenti
decisamente più importanti « Come lo chiamiamo? »
«
Gucci! »
Due
occhiate perplesse si spostano su Taehyung, anche se sotto sotto sia
Jungkook che Jimin non possono dirsi davvero troppo sorpresi.
Entrambi stanno per dire qualcosa ma alla fine si arrendono al fatto
che se l’altro è riuscito a trascinarli nella follia di
nascondere un gatto in dormitorio, di certo non riusciranno a
distoglierlo dal dare a quelle povera creaturina un nome assurdo come
quello.
«
Be’, benvenuto tra i BTS, Gucci… » mormora Jimin,
tra l’ironico e lo sconsolato.
Taehyung
sembra non prendere in considerazione nemmeno per un momento
l’ipotesi che gli altri due possano davvero avere qualcosa da
ridire sul nome, quindi borbotta qualcosa circa il controllare che in
corridoio non ci sia nessuno, in modo da poter portare Gucci in
camera di Jungkook, poi sparisce dietro la porta.
Nella
stanza rimangono solo Jungkook, Jimin, Gucci e un improvviso silenzio
assordante. Il più piccolo sta per raggiungere fuori Taehyung
per assicurarsi che non ci sia davvero nessuno, quando la voce
dell’altro lo raggiunge.
«
Hey, Kookie, dimmi la verità… ti sembro ingrassato? »
Jungkook
si blocca nell’atto di mettere la mano sulla maniglia della
porta, per poi girarsi perplesso verso il più grande, non
riuscendo a cogliere il motivo di quella domanda improvvisa,
soprattutto dal momento che sembra aver aspettato proprio l’assenza
di Taehyung per chiederlo.
“Tae
mentirebbe a prescindere per non farlo stare male”
realizza, cosa che non fa che aumentare la sua già
profondissima gelosia.
Gli
viene in mente che effettivamente negli ultimi tempi Jimin ha
iniziato a mangiare più del solito, spesso anche fuori pasto,
in maniera nervosa. Per un istante è seriamente tentato di
rispondergli di sì, giusto per dare un po’ di libero
sfogo alla sua vena vendicativa, poi si ricorda di cosa gli ha detto
Hoseok la notte appena trascorsa: Jimin si sente in colpa.
Forse
mangiare così tanto è il suo modo di sfogarsi, anzi,
dev’essere così per forza.
Accenna
un breve sospiro, perché nonostante tutto vuole molto bene
all’altro e non potrebbe davvero fare pressione su un punto per
lui tanto dolente come quello del peso.
«
No, hyung, non sei ingrassato. Stai benissimo come sempre. »
Accenna
un sorriso sintetico; sanno tutti e due quanto sia falso, tuttavia
decidono che per il momento possa andare bene così.
Possono
farselo bastare.
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