Corrispondenza Segreta

di Kia_1981
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Julian ***
Capitolo 2: *** Megan ***



Capitolo 1
*** Julian ***


L’olio della lampada accanto a me si consuma rapidamente e il fuoco sta morendo poco a poco nel caminetto. Dovrei studiare, lo so, ma fuori piove e non posso fare a meno di pensare a te, all’unica volta in cui ti sei intrufolata in camera mia: anche quella notte pioveva.
Non posso fare a meno di sorridere, ricordando come ti ho trovata: addormentata proprio dove mi trovo adesso, con la testa appoggiata alla scrivania, tra fogli sparsi e libri di testo. Ricordo di aver pensato che avrei voluto svegliarti con un bacio, ma suppongo che ti avrei fatta infuriare. Mi avresti spedito immediatamente a ripulire le camere mortuarie, magari saresti riuscita ad escogitare una punizione anche peggiore: ammetto che, sotto questo aspetto, la fantasia non ti manca.

Ma sotto altri punti di vista… oh, Megan! Quanta poca immaginazione riesci ad avere!

Perché diavolo mi hai interrotto quella notte, ad Aldenor? Non potevi lasciarmi finire di parlare? Dovevi proprio fraintendere completamente quello che stavo cercando di dirti?

Ti avrei detto che ti amo, che sei l’unica donna con cui vorrei passare il resto della mia vita. Ti avrei detto quante volte ti ho sognata, quante volte il desiderio di averti accanto ha cullato i miei momenti di solitudine, quante volte la speranza di riuscire a vederti, anche solo per pochi minuti, mi ha trascinato fuori dal letto ad orari immondi, per arrivare presto, per riuscire ad incrociare la tua strada mentre finivi il turno di notte, o iniziavi il primo del mattino. 

Conoscendoti, però, forse non mi avresti permesso di arrivare a confessarti tanto. Mi avresti zittito dopo poche parole, incapace di accettare la possibilità che forse, da qualche parte dentro di te, qualcosa stia cambiando. Tra di noi ci sono sempre stati più sguardi che parole.

All’inizio mi bastava guardarti negli occhi (i tuoi meravigliosi occhi, che mi hanno incantato fin dal primo momento) per capirti; per sapere fino a che punto potevo stuzzicarti, o quanto la mia insolenza sarebbe stata tollerata.

Ora non è più così. Ora ti guardo e ho paura di quello che potrei vedere. Ho paura di illudermi, ho paura di aver compreso male, di essermi ingannato.

Mi hanno sempre dato dell’illuso, mi hanno sempre detto che, con te, non avrei mai avuto speranze.

Eppure, quando ripenso alla notte del mio compleanno, al modo in cui hai preso la mia mano fra le tue, a come hai appoggiato la testa alla mia spalla, non posso fare a meno di dirmi che sono gli altri che sbagliano, che una speranza ce l’ho perchè l’ho sentita scorrere fra le nostre dita intrecciate e la scorgo, qualche volta, perfino nel tuo sguardo. La scopro nella tua voce, mascherata da insicurezze che non hai mai avuto e che, forse, ti disturbano.

Ci sono altri momenti, però, in cui torni quella di sempre: distaccata, controllata, severa. In quelle circostanze mi ritrovo a dubitare di me stesso, delle conclusioni che ho tratto. Ho l’impressione di aver combinato un enorme pasticcio.

Sapessi quante volte sono stato sul punto di confessarti il fraintendimento che c’è stato. Ma se lo facessi, poi, cosa succederebbe? Saresti pronta a lasciarti andare? A fidarti di me? A concedermi il tuo cuore?

Forse no. Forse mi respingeresti e io non mi sento ancora pronto ad affrontare il dolore che ne deriverebbe. Tempo fa una persona mi ha predetto che, per averti, avrei dovuto essere disposto a perderti. Non capisco di preciso cosa significhi, ma ti assicuro che ne sono terrorizzato: ci sono così tanti modi per perdere qualcuno e io, in questo caso, non voglio prenderne in considerazione nessuno.

Quello che non sono riuscito a spiegarti quella notte è che la differenza fra essere innamorati e amare è quello che si desidera nei confronti dell’oggetto dei propri sentimenti. Quando sei innamorato vuoi che l’altra persona ti renda felice; quando ami vuoi rendere felice l’altro, a dispetto di quanto possa costare. La mia unica certezza è questa: ti amo, al punto che desidero solo la tua felicità. Se poi la tua felicità non dovesse essere accanto a me… dovrò riuscire a farmene una ragione.

Dubito che leggerai mai questa lettera: la metterò al sicuro, insieme a tutte le altre che ho scritto ogni volta che ho sentito il bisogno di parlarti.

Mi piace immaginare che, prima o poi, riuscirò a confessarti quello che provo. Mi piace pensare che ne sarai felice e che ricambierai i miei sentimenti.

Starti lontano si rivela ogni giorno più difficile; quando ti sono vicino, invece, stare al mio posto diventa praticamente impossibile. Vorrei tenerti stretta, come quella maledetta notte. Maledetta, sì, ed anche la più bella notte della mia vita.

Gli occhi mi si chiudono, mia adorata. Ti sognerò anche stanotte, o almeno spero. E spero che arrivi anche il giorno in cui qualcuno di questi sogni possa diventare realtà.
 
Con amore
 
Julian.

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Capitolo 2
*** Megan ***


Davanti a me ci sono libri e appunti che dovrei studiare. Conosco pressoché a memoria ogni riga, al punto che potrei tranquillamente trascrivere ogni volume; eppure non mi sento mai abbastanza preparata. Ho passato ore ed ore rinchiusa in camera a studiare, o almeno questo è ciò che mi racconto. In realtà mi nascondo, se da me stessa o da te, lo devo ancora capire.

Accantono lo studio, tanto lo so che ogni volta che i miei pensieri prendono questa strada, non riesco a combinare più niente.

Mi sento confusa, Lord, piena di dubbi. Tu ne sei la causa e, con ogni probabilità, anche la soluzione.

Non so dire di preciso quando tutto questo sia cominciato. Forse in quella notte d’estate, sulla riva del fiume, quando sei rimasto con me perché non stavo bene. O forse è cominciato poco più tardi, davanti alla porta di camera mia, quando le tue labbra hanno inaspettatamente sfiorato le mie.

Quante cose ha cambiato il tuo gesto! Prima di te nessuno aveva mai osato tanto: si limitavano a guardarmi e sospirare, irritandomi a morte con il loro stupido atteggiamento.

Invece tu non hai mai sospirato o, se lo hai fatto, hai avuto almeno la decenza di non farlo davanti a me. Le tue provocazioni non mi hanno mai permesso di restare indifferente, ho sempre sentito la necessità di cercare di risponderti a tono, se non altro per evitare che la mia autorità venisse messa in discussione. I tuoi sguardi sono sempre stati una sfida silenziosa, che ho raccolto ogni volta e che ogni volta mi hanno lasciato la sensazione che da quei confronti non sarei mai uscita vittoriosa: quando distogli lo sguardo dal mio, lo fai solo perché hai già trovato tutte le risposte che stavi cercando, non è così? Ti piace parlare, ma sai quando le parole diventano superflue e, più di tutto, capisci quando sono completamente inutili.

Dovrei odiarti.

Quando sono entrata allo Studium, avevo ben chiaro quale volevo fosse il mio futuro, quali priorità dovessi avere. Ma il tempo che ho passato con te ha cambiato tante cose, ha fatto vacillare le mie certezze, mi ha messa di fronte a possibilità che non avevo preso – né pensato di prendere - in considerazione. Sì: è stata proprio quella notte a sconvolgere tutto; è stato quel bacio così spontaneo, così privo di malizia… o forse un po’ di malizia c’era, ma io non l’ho avvertita.

Sei stato una presenza costante al mio fianco per così tanto tempo, che credo di aver cominciato a pensare, ad un certo punto, che tu ci saresti sempre stato, che avrei sempre potuto contare su di te. Quanto mi sbagliavo! Ora che so che i tuoi pensieri sono rivolti altrove, ora che un’altra ha preso il posto che è stato mio fino a pochi mesi fa, mi rendo conto di cosa significhi, per me, averti vicino. Vorrei poter dire che sei sempre stato utile solo per eseguire i miei ordini, ma mentirei, perché in quel caso potrei facilmente sostituirti con il primo idiota che mi capitasse a tiro.

Sto facendo una fatica terribile per cercare di immaginare come sarà quando finalmente avrai confessato a questa donna straordinaria e misteriosa quello che provi per lei.

Sarò sola.

Per la prima volta in vita mia, questa prospettiva mi angoscia. Credevo non avrei mai desiderato niente, al di fuori delle soddisfazioni derivate dal mio lavoro, invece adesso mi rendo conto che ci sono anche alte cose che desidero: trovarti ad aspettarmi dopo il turno, vedermi rivolgere uno dei tuoi sorrisi, ascoltare le tue folli proposte e lasciarmi convincere ad accettare la tua compagnia.

Senza di te stavo bene, ma con te sto decisamente meglio.    

Mi ritrovo la testa piena di queste idee assurde che si mescolano a certi ricordi che custodisco gelosamente: il picnic, il bacio, la sciarpa che mi hai prestato e non ti ho mai restituito, i regali che mi hai fatto (gli unici che ho conservato, tra tutti quelli che ho ricevuto da individui inutili che non avevano di meglio da fare a parte cercare di suscitare il mio interesse). E poi quella giornata a pattinare sul ghiaccio, il ritratto che ti ho rubato, quella notte ad Aldenor.

Quella notte. Quando ti ho chiesto di scaldarmi, perché il freddo che sentivo, sapevo che sarebbe svanito solo tra le tue braccia: sono il luogo più sicuro che conosca. Non sono più riuscita a dormire bene dopo quella notte, dopo aver scoperto che non ci saranno mai più le tue braccia ad accogliermi.
I tuoi sorrisi saranno per un’altra che io non conosco, le tue carezze sfioreranno la sua pelle, i tuoi baci si concederanno alle sue labbra e io mai avrei pensato che sarei arrivata a desiderare tutto questo.

Forse il mio è solo un capriccio, il desiderio di qualcosa che non ho mai avuto, la curiosità per qualcosa di nuovo e solo vagamente assaporato. Devo ammettere, però, che il boccone si sta rivelando piuttosto amaro.

Il regalo che avevo scelto per il tuo compleanno, è ancora qui, in attesa di essere consegnato. Chissà se lo farò mai. A volte lo apro e rimango a lungo ad osservare il ritratto che ho fatto riprodurre al suo interno. Il ritratto che tu mi hai fatto. Mi torna in mente l’osservazione dell’incisore, che sosteneva che il disegno originale fosse opera di qualcuno davvero innamorato. Quel disegno l’hai fatto solo poche settimane prima di dirmi che l’innamoramento passa e diventa… altro.

Dimmi, Jules, come è potuto succedere che in così poco tempo i tuoi sentimenti cambiassero tanto?

Non ho mai avuto alcun interesse riguardo l’amore: ho scelto la mia strada tempo fa e quello non rientrava nei miei piani. Non era previsto. Non eri previsto. Perciò andrò avanti per la strada che avevo scelto, cercando di non pensare all’impressione che ora mi manchi qualcosa. Che mi mancherai tu.

Questa lettera andrà ad aggiungersi alla mia collezione di tutte quelle stupide lettere che ti scrivo ogni tanto, quando proprio non ne posso più e ho bisogno di sfogarmi. Di sicuro non potrei mai raccontare queste cose a Eloise. Mi prenderebbe in giro per decenni.

Si è fatto troppo tardi per studiare. Spengo la luce e vado a dormire. Il ricordo delle tue braccia che mi stringono sarà, come al solito, il rimedio per riuscire a prendere sonno mentre mi domando se le cose potranno mai cambiare di nuovo e se riuscirò a venire a capo di questa confusione che mi porto dentro.

Buona notte, Jules. Chissà se ti vedrò domani.
 
M.  

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