Generazione Millennials: una vacanza può cambiare tante cose

di lmpaoli94
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Lasciare la propria casa ***
Capitolo 2: *** Madre e figlio ***
Capitolo 3: *** Una vacanza inaspettata ***
Capitolo 4: *** Consigli e avvertimenti ***
Capitolo 5: *** Partenza e arrivo ***
Capitolo 6: *** Finali a sorpresa ***



Capitolo 1
*** Lasciare la propria casa ***


Erano le 10 del mattino.
Era una bellissima giornata di primavera nella città di Lucca.
I fiori sbocciavano sotto quella luce solare che voleva dire rinascita.
Ma questo a Saverio non importava.
Lui voleva solo dormire tutto il giorno e non pensare mai a niente.
Ma per quanto poteva andare avanti così?
Saverio si era ritirato da scuola a causa della sua pigrizia.
Era in attesa di trovare un lavoro.
Ma chi avrebbe offerto un lavoro ad un giovane che non aveva minimamente voglia di sacrificarsi e di studiare?
«Saverio, sei sempre a letto?»
«Mamma, ma cosa…»
«Svegliati immediatamente. Stamattina vai al centro dell’impiego.»
«A fare cosa? Ci sono andato ieri» protestò il ragazzo.
«Non m’interessa. Oggi non è ieri. Alzati subito e renditi utile in qualcosa.»
Scocciato, Saverio si alzò dal letto e si vestì con tutto quello che gli capitò a tiro.
Aveva la faccia assonnata.
Non aveva voglia di fare nulla.
Tranne che dormire.
Prima di scendere di sotto a fare colazione, Saverio accese il computer per vedere gli ultimi aggiornamenti avuti su Facebook, tweeter e Instagram.
“Niente di interessante” pensò.
Sconsolato, spense il computer e si diresse in cucina dove lo aspettava una madre molto arrabbiata.
«Ce l’hai fatta ad arrivare fin qui» fece sua madre scocciata «Ma come ti sei vestito? Sembri uno straccione.»
«Ma se sono gli stessi vestiti che avevo ieri.»
«Levateli immediatamente. Vado io a prenderti qualcosa di pulito.»
«Ma mamma, mi sono appena cambiato…»
«E con ciò? Ti senti così pigro da non volerti più svestire? Avanti, fai quello che ti ho detto e non discutere.»
Sbuffando, Saverio si rimise in mutande aspettando i vestiti da sua madre.
«Guarda che pancia. Non mi stupirebbe se tra qualche tempo diventerai grasso impallato.»
«Hai finito di offendere?» domandò Saverio scocciato.
«La verità fa male, eh?»
Il ragazzo decise di non rispondere, limitandosi ad indossare i vestiti datagli dalla madre.
«Ecco. Così va bene… Cosa vuoi per colazione?»
«Niente. Non ho fame.»
«Non fare colazione, fa molto male alla salute. Almeno mangia qualcosa.»
«Mangerò qualcosa dentro città. Adesso non ne ho voglia.»
Saverio si apprestava ad uscire di casa.
Non voleva più parlare con sua madre.
Gli urtava il sistema nervoso.
«Saverio?»
«Che cosa c’è adesso, mamma?»
«Ti ricordi che oggi non tornerò a casa?»
«Grazie. Bella risposta.»
«Oh mamma, cosa dovrei dirti?»
«Almeno promettimi che cercherai di non far esplodere la cucina come l’ultima volta.»
Saverio ripensò assiduamente a quel momento.
Non era stata colpa sua, ma del suo amico Gabriele che aveva tentato di fare un esperimento con il gas, rischiando di far saltare l’intera abitazione.
«Ti prometto che non farò nessuna azione stupida. Te lo prometto.»
«Bene. Adesso sono più tranquilla. Ci vediamo stasera. Buona giornata, figliolo.»
«Altrettanto, mamma» fece il ragazzo prima di richiudere la porta dietro di sé.
 
 
Mentre si stava dirigendo verso il centro per l’impiego della città, Saverio s’imbatté in uno dei suoi amici: Paolo.
«Ehi Saverio! Cosa ci fai già in piedi?» gli domandò il ragazzo dandogli una pacca affettiva sulla spalla.
«Mia madre mi ha buttato giù dal letto ricordandomi che devo al più presto trovare un lavoro.»
«Che noia. Meno male che i miei genitori non sono come i tuoi, altrimenti dovrei discuterci tutto il giorno.»
«Già. Tu sei un tipo molto fortunato. Ti danno quello che vuoi senza batter ciglio.»
«Purtroppo non siamo tutti uguali, Saverio.»
«Puoi ben dirlo.»
«Sei già stato al centro per l’impiego?»
«No, non ne ho minimamente voglia.»
«Quello che gli ho detto ieri, e cioè che non c’era nessuna offerta interessante per candidarsi a quel lavoro.»
«Bravo. È questo lo spirito giusto.»
Paolo, il tipico ragazzo dove ti condurrebbe verso la strada dei nulla facenti.
«Stavi cercando qualcosa in questo negozio di elettronica?»
«Sì, cercavo un nuovo computer.»
«Ma se l’ha comprato qualche mese fa’.»
«Lo so, ma ormai quel modello è obsoleto. Ne voglio uno nuovo.»
«E cosa te ne fai?»
«Tu non ti preoccupare.»
«Se non userai più il tuo computer di ora, potresti regalarlo a me?»
«Regalarlo a te? Mi dispiace, ma ho già pensato di venderlo a qualcuno?»
«E a chi?»
«A Gabriele. Mi ha offerto più di 600 €. Un’offerta allettante, non trovi?»
«Preferisci venderlo a quel manichino da strapazzo piuttosto che venderlo al tuo migliore amico?»
«Scusa, Saverio. Ma i soldi sono soldi.»
«Non posso crederci… Dopo tutto quello che ho fatto per te… Ti ricordi quando ti ho regalato il mio Spyro year of the dragon per Playstation?»
«Avanti Saverio, non fare il melodrammatico. In quel tempo eravamo solo bambini.»
«E con questo? Mi avevi promesso che avresti fatto qualsiasi cosa per me. Ti ricordi?»
«Sinceramente no.»
«Va bene, lasciamo perdere. Oggi ho capito che le persone come te non meritano la fiducia degli altri» fece Saverio uscendo dal negozio di elettronica senza degnare di uno sguardo il suo ormai ex amico.
“Amici… Una parola che non ha più valore.”
 
 
Ancora furioso per come Paolo l’aveva trattato, Saverio ritornò immediatamente a casa richiudendosi in camera sua.
Fortunatamente poteva rimanere a casa da solo per tutto il giorno, senza la presenza di sua madre.
Per passare la giornata, si mise al computer per guardare tutti i suoi programmi preferiti.
Prima che si stesse per addormentare, il suo telefono si mise a squillare.
Era la sua migliore amica Jessica.
«Ciao Jessie, come stai?» domandò il ragazzo con tono insonnolito.
«Wow, Saverio. Ti disturbo?»
«No, tranquilla. Non sto facendo niente d’importante. A parte dormire, s’intende…»
«Pensavo che eri un gran dormiglione, ma non fino a questo punto» ripose Jessica prendendolo in giro.
«Ah ah ah simpatica. Che cosa volevi?»
«Volevo dirti che domani ritorno a casa. Ne ho abbastanza della mia vacanza.»
«Di già? Ma se sei partita meno di una settimana fa’!»
«Lo so. Ma questa città, s’eppur una delle più grandi d’Italia, mi sta molto annoiando. Mi manca la mia città… E tu.»
Nel sentire l’importanza che Jessica gli dava, Saverio arrossì all’istante.
Rimase in silenzio alcuni minuti, ripensando a tutti i bei momenti avuti con lei.
«Saverio? Ci sei?»
«Sì, certo… Allora chiamami quando arrivi alla stazione di Lucca. Ti passo a prender e andiamo a mangiare qualcosa insieme, ok?»
«Grande. Ci vediamo domani. Ciao.»
«Ciao» fece Saverio rimanendo sempre imbambolato dalle parole di Jessica.
“Smettila di pensare a lei. È una tua amica. Solo una tua mica” si disse prima di tornare alle sue serie tv.
 
 
Lo sbattere della porta svegliò di soprassalto Saverio.
“Ma che diavolo…”
«Saverio? Sei in casa?»
“Mia madre. Ma che cos’ha da urlare?”
Il giovane ragazzo si alzò di scatto dal suo letto per precipitarsi di sotto.
«Mamma, perché urli in questo modo?»
Appena il ragazzo girò lo sguardo, vide che dietro sua madre c’era la sua amica Cristina.
«Cristina! Cosa ci fai qui?» domandò Saverio sorpreso di vederla.
«Sono venuta a riconsegnarti la sciarpa che ti era dimenticato a casa mia» rispose la ragazza con tono gentile e flebile.
«Grazie, ma non occorreva un simile disturbo.»
«Nessun disturbo, Saverio. Il mio ufficio si trova proprio vicino a casa tua. Quindi ho pensato: “Perché non riconsegnare la sciarpa a quel testone di Saverio?”
«Grazie anche da parte mia, Cristina. Da qualche tempo a questa parte, non riesco a capire dove Saverio possa avere la testa.»
«Non si preoccupi, signora. L’ho fatto per dovere e per piacere… Adesso me ne ritorno a casa. Sono molto stanca. Oggi è stata una giornata infernale in ufficio.»
«Ti fanno lavorare molto, non è vero?»
«Mi preparano per quello che spero sia il mio lavoro. Non mi voglio lamentare come la maggior parte dei tirocinanti là dentro. Preferisco fare il mio e basta.»
«Ben detto, Cristina. Mi piace la tua determinazione.»
«È così che ho convinto il mio capo» rispose la ragazza con sorrisetto compiaciuto «Adesso è meglio che vada. I miei genitori saranno in pensiero. A presto.»
«Ciao Cristina» risposero in coro Saverio e sua madre.
Mentre il ragazzo era intento a mettersi a posto la sua sciarpa, sua madre stava parlottando da sola.
«Mamma, che cos’hai? Perché parli da sola?»
«Stavo pensando ad alta voce… Quella Cristina. È una magnifica ragazza, non trovi anche tu?»
«È un vero peccato che tu ti sprechi con ragazze che non hanno voglia di concludere niente dalla mattina alla sera… In un certo senso mi ricorda te, purtroppo.»
«E questo cosa centra?»
«Niente. Si fa solo per parlare… Ci sei stato stamattina al centro per l’impiego come ti ho detto?»
«Sì, ma non c’era nessuna offerta che mi potesse interessare.»
«Dici sempre così. Secondo me è perché non ti impegni abbastanza.»
«Questo non è vero, mamma. Anche oggi ho ricercato offerte su internet, ma non c’è niente che riguardi la mia professione.»
«Lo sai, Saverio? Anche se sono tua madre, non ho ancora capito quale possa essere la tua professione. Hai fatto tre istituti superiore senza riuscire ad arrivare al terzo anno. Mi dici cosa potresti fare nella vita?»
«Non lo so. Ma qualcosa troverò…»
«È questo il problema della vostra generazione. Siete appoggiati da genitori che lavorano dalla mattina alla sera per non far mancare niente al proprio figlio come me. Ma i tempi stanno per cambiare, caro mio. O fai qualcosa di utile alla società, oppure da me non beccherai la bellezza di un quattrino. Mi sono spiegata?»
Saverio non riusciva a capire del perché sua madre si stava comportando in questa maniera.
«Cosa?! Ma dici sul serio? Lasceresti tuo figlio senza un euro in tasca?»
«Puoi dirlo forte. Hai visto come si impegna la tua amica Cristina? Anche se non guadagna molto, almeno lei ci mette la forza di volontà. Tu invece preferisci poltrire dalla mattina alla sera senza fare il minimo sforzo di cercare lavoro. Almeno riesco a starti dietro io… Hai quasi 18 anni Saverio e…»
«Adesso basta! Ne ho abbastanza di sentirmi offendere ogni sera perché non trovo lavoro!» gridò Saverio spazientito «Se io sono una totale nullità nel cercare lavoro, perché non me lo trovi tu? Hai molte conoscenza in questa città. Perché non li usi per aiutarmi?»
«Perché devi cavartela da solo. Non l’hai ancora capito?»
«Molto bene. Se non vuoi aiutarmi, è meglio se me ne vado da questa casa.»
La madre del ragazzo rimase allibita dalle sue parole.
«Cos’hai detto? Che non ti ho aiutato? Da quando sei nato ho cercato di non farti mai mancare nulla. Ed è questo il tuo ringraziamento? Sei davvero un ingrato.»
«No. La colpa è tua che non mi hai dato un vero motivo per cercare le mie ambizioni… Se sei così contenta di Cristina, perché non la adotti?»
Quest’ultimo discorso di Saverio fu la goccia che fece traboccare il vaso.
Inorridita, la madre del ragazzo gli mollò un sonoro ceffone.
«Sei davvero sicuro di andartene da questa casa?»
«Adesso più che mai.»
«Molto bene. Voglio vedere come farai per guadagnarti da vivere… Presto capirai cosa significa andare avanti e sentirti che ti mancherà qualcosa.»
Il ragazzo preferì non rispondergli.
Era troppo arrabbiato con lei.
Prese le sue poche cose e si diresse verso la porta di casa.
«Dov’è che andrai?»
«Non lo so… Ma vedrai che qualcuno mi ospiterà. Non ti preoccupare» rispose Saverio prima di richiudere la porta dietro di sé.

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Capitolo 2
*** Madre e figlio ***


Saverio non sapeva dove andare.
Era praticamente solo al mondo.
Solo e senza l’aiuto dei suoi genitori.
“Forse c’è una sola persona che può aiutarmi in questo momento” pensò il ragazzo.
Arrivò dinanzi al portico di Jessica, bussando ripetutamente alla sua porta di casa.
“Perché Jessica non risponde? Che non sia ancora tornata dal suo viaggio? Eppure oggi mi aveva detto che si annoiava in quella città…”
Stanco della lunga giornata che aveva trascorso, Saverio si accovacciò sulle umide scale della sua casa in attesa dell’arrivo della ragazza.
Nel mentre la stava aspettando, il giovane ragazzo ripensò alla cruenta litigata che aveva avuto con sua madre.
“Perché continua a trattarmi come un bamboccio? Perché non riesce a capire che sono grande? E soprattutto, perché non riesco a cambiare il mondo come piace a me?”
Tante domande e nessune risposte.
Era arrivato ad un periodo cruciale della sua vita.
Capire cosa avrebbe fatto da grande.
“Mi piacerebbe diventare scienziato… Ma se non ho una laurea, o peggio ancora il diploma di scuola superiore, non potrò mai diventarlo… Potrei diventare un calciatore… Ma faccio schifo in ogni zona del campo in cui sarei impiegato… Che cosa potrei fare, allora? Sono arrivato ad un punto della mia vita che non ho nessuna idea. Eppure qualche anno fa’ era tutto così diverso. Sembrava che il mondo mi potesse sorridere. Che potesse avere un posto per me… Ma adesso guarda dove sono finito. A chiedere aiuto ad una mia amica se mi ospita per la notte. La mia vita è un vero schifo.”
Saverio ripensò a tutto questo per un paio d’ore, fino a quando Jessica non si fermò con la sua auto dinanzi la sua casa.
«Saverio!»
Il ragazzo si svegliò di soprassalto cadendo dallo scalino.
«Che diavolo ci fai dinanzi casa mia?»
«Ti stavo aspettando.»
«E per quale motivo?»
«Vedi, ho litigato con mia madre…»
«Ancora?»
«Sì, ma questa volta è diverso…»
«Anche le altre volte mi hai detto così, e sei sempre ritornato a casa. Perché stasera dovrebbe essere diverso?»
«Perché io e mia madre abbiamo litigato di brutto sulla mia situazione di vita. Mi ha rinfacciato ancora una volta che io non faccio niente tutto il giorno e che non m’impegno a trovare un lavoro.»
«Perché? Non ha forse ragione?»
«Credevo che tu fossi una mia amica e non che tu mi remassi contro.»
«Purtroppo è la verità, Saverio.»
«Grazie tante… Visto che non ho il tuo appoggio, devo cercare un posto dove mi vogliono davvero.»
«E sarebbe?»
«Ancora non lo so. Ci devo pensare…»
Ma mentre Saverio stava lasciando il vialetto di casa della sua amica, Jessica lo prese per il colletto della camicia.
«Fermati. Dove credi di andare? Puoi rimanere.»
«Sul serio?»
«A patto che tu mi aiuti a risistemare le mie cose.»
«Sarà fatto!»
«Molto bene. Entriamo. Qui fuori si gela.»
 
 
Dopo due ore che aveva incontrato Jessica, era ancora intento a mettere apposto la sua roba.
«Ma quanta roba ti sei portata per stare via due settimane?»
«Tutto l’occorrente. Nella valigia di una donna non deve mancare niente» replicò Jessica mentre si stava sistemando il trucco.
«Così siete davvero esagerate… 25 paia di vestiti, 14 paia di completo intimo, 6 paia di scarpe. Per non parlare del trucco.»
«Tu sei un uomo, Saverio. Non puoi capire la razza femminile.»
«Ecco perché litigo sempre con mia madre…»
«Questo non centra niente.»
«Tu dici?»
«Ogni donna è diversa. Come lo è ogni uomo…»
Jessica si avvicinò all’uomo accarezzandogli il ginocchio.
Il cuore di Saverio cominciò a battere all’impazzata.
Avrebbe voluto saltargli addosso.
Quella ragazza gli faceva provare sentimenti che non riusciva a provare con un’altra.
«Domani… andrai a scuola?»
«Sì. Perché?»
«Quindi posso rimanere da solo nel tuo appartamento?»
Lo sguardo della ragazza si rabbuiò all’istante.
«No, Saverio. Tu domani dovrai cercare il perdono di tua madre, tornandotene immediatamente a casa tua.»
«Ma Jessica, io…»
«Niente ma. Tu lo farai e basta. È così che deve andare.»
Jessica non diede nemmeno il tempo a Saverio di controbattere.
«Buonanotte, Saverio. Ci vediamo domattina… Ah, va bene se ti ho sistemato sul divano in salotto?»
«Sì. Certo.»
«Bene. Buonanotte.»
 
 
Erano le sette del mattino.
Appena Jessica si alzò, vide che Saverio non era più lì.
Dove aveva dormito, trovò una lettera di lui.
“Grazie per la bella serata e per le belle parole. Spero solo che tu abbia ragione su tutto.
Ti voglio bene.
Saverio.”
Dopo averla letta un paio di volte, Jessica tirò un sospiro di sollievo.
“Meno male che una volta tanto mi ha ascoltata.”
 
 
Una volta ritornato a casa sua, Saverio lasciò una lettera per sua madre in cucina.
Stanchissimo, il ragazzo si gettò sul divano addormentandosi all’istante.
«Ma, Saverio…»
«Ciao mamma» fece il ragazzo con voce assonnata.
«Mi hai spaventato. Quando sei rientrato?»
«Poco fa’.»
«Non riuscivi a stare lontano da me?»
«Come del resto in tutte le cose» replicò il ragazzo ritrovando il sorriso.
«Vieni qui.»
Madre e figlio si lasciarono andare in un lungo abbraccio dimenticando tutte le loro dispute.
«È molto tardi. Devo andare al lavoro.»
«Se mi dai cinque minuti usciamo insieme. Vado a sistemarmi, ok?»
«Hai fatto colazione?»
«No… Ma non importa. La farò fuori. Oggi è una bella giornata. Ed è qui che inizierà definitivamente la mia vita.»
La madre di Saverio era emozionata dalle parole del figlio.
Credeva quasi che non fosse nemmeno lui.
«Ok. Vai, ti aspetto.»
Nel mentre Saverio era di sopra, sua madre lesse la lettera che gli aveva scritto suo figlio.
“Ti voglio bene.
Saverio.”
Semplici parole ma piene di sentimento.
«Eccomi. Sono pronto.»
«Sistemati la camicia. Oggi devi essere impeccabile.»
Quest’ultimo ordine di sua madre non fu pieno di rabbia come le altre volte.
In fondo, era per il suo bene.
«Fatto. Andiamo.»
 
 
Nel corso della giornata, Saverio fece numerosi colloqui di lavoro.
Purtroppo nessuno dei quali andò a buon fine.
Tutti volevano esperienza e un diploma di scuola superiore.
Rientrò in casa stanco e sconsolato e in colpa con se stesso per non aver concluso niente d’importante.
«Ciao tesoro. Com’è andata oggi?»
«Sono uno stupido… Un idiota e uno stupido…»
«Perché dici questo?»
«Ho fatto un errore madornale abbandonando la scuola… Se solo l’avessi conclusa, non mi troverei in questa situazione.»
La madre, accarezzandogli il volto, cercò di consolare il suo unico figlio.
«Ormai è acqua passata. Ora non ci pensare più.»
«Tu la fai facile…»
«No, non la faccio facile. Vedrai che con il passare del tempo, riuscirai a trovare un lavoro. Basta metterci un po’ di buona volontà.»
«Spero che tu abbia ragione.»
«Fidati… Cambiando discorso, oggi cosa mangiamo?»
«Non ne ho la minima idea.»
«Io invece ne avrei una… Che ne dici se usciamo a mangiare qualcosa?»
«Cosa?»
«Sì. Un appuntamento madre e figlio. Che ne dici?»
«Mamma, l’ultima volta che mi hai portato a cena fuori avevo dieci anni e ho distrutto un calice, due bicchieri e due piatti.»
«Lo so. Ma credo che dopo quasi otto anni tu sarai cambiato, no?»
«Credo proprio di sì» replicò Saverio mettendosi a ridere.
«Benissimo. Andiamo?»
«Ok. Mi hai convinto.»

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Capitolo 3
*** Una vacanza inaspettata ***


«È stata una bella serata» fece la madre di Saverio appena varcò la porta di casa.
«Sì, concordo.»
«Hai mangiato bene?»
«Sì sì. Ma l'importante era passare una serata in compagnia.»
«Infatti.»
Mentre madre e figlio parlottavano tra di loro, la donna fissò l'orologio.
«Accidenti come è tardi. È quasi mezzanotte. Forse è meglio se me ne vado a letto.»
«A quest'ora?»
«Saverio, lo sai bene che io domani devo andare al lavoro. Il riposo è molto importante.»
«Lo so, stavo scherzando. Vai pure a letto.»
«Tu non vieni?»
«Ci vado più tardi.»
«Ok, come vuoi tu. Buonanotte.»
«Notte, mamma.»
Appena la donna fu in camera sua, Saverio prese il suo computer recandosi subito su facebook.
Mentre sbirciava tutte le cavolate che le persone caricavano su internet, egli notò una foto che lo fece riflettere alquanto.
"Ma quella è... Jessica. In compagnia di Paolo e Gabriele."
Vedendo i commenti che gli altri ragazzi avevano fatto a quella foto, Saverio rimase alquanto sorpreso.
«No! Non ci posso credere!»
Senza nemmeno rendersene conto, Saverio aveva urlato talmente forte da svegliare sua madre e metterla in allarme.
«Saverio, cosa succede? Perchè hai gridato?»
«I miei amici... Hanno prenotato una vacanza alle Isole Canarie per il mese prossimo.»
«Addirittura alle Isole Canarie? Se non ricordo male, il prossimo mese...»
«È il compleanno di Jessica.»
«Però. Che bella vacanza si è regalata.»
"Non ci credo... Perché Jessica non me ne ha parlato ieri sera mentre ero da lei?"
«Saverio, cos'è che ti preoccupa?»
«A me?»
«Hai una faccia sconvolta. Che cosa succede?»
«Niente... È solo che questa notizia non me l'aspettavo...»
La donna conosceva molto bene suo figlio.
La sua faccia era tutta un programma.
«Saverio, vorresti esserci anche tu con loro, non è vero?»
«Che cosa te lo fa' pensare?»
«Ci credo che ti dispiace. I tuoi migliori amici vanno in vacanza mentre tu dovrai rimanere qui. Anch'io ci sarei rimasta molto male... Vabbé, buonanotte.»
"Non è detta l'ultima parola."
Saverio stava riflettendo ad un piano per fare una bella sorpresa ai suoi amici.
"Ma certo! Cristina! Lei sì che mi può aiutare!"
Prese il suo cellulare componendo il suo numero.
Il Telefono squillava ma lei non rispondeva.
"Credo che stia ancora lavorando a quello stupido progetto. Ci parlerò domani a quattr'occhi" penso tra sé prima di spegnere il computer e andarsene a letto.
 
 
Saverio non aspettò che sua madre si svegliasse.
Voleva raggiungere Cristina appena lei attaccava in ufficio.
Senza farsi accorgere della sua presenza, Saverio l'aveva pedinata fino al lavoro.
«Allora è qui che lavori» fece Saverio facendo spaventare la ragazza.
«Saverio! Ma sei impazzito?!»
«Scusa. Non volevo spaventarti a morte.»
«Però l'hai fatto... Cosa ci fai qui?»
«Non so se hai notato la foto che ieri pomeriggio Jessica ha caricato su facebook...»
«Perchè avrei dovuto?»
«Lei, insieme a Paolo e Gabriele, hanno organizzato un viaggio alle Isole Canarie per il suo compleanno.»
«E quindi?»
«E quindi? Cristina, non ci hanno nemmeno menzionato. Da qualche tempo a questa parte, è come se di noi non gli importassero niente.»
«E allora cosa vorresti fare?»
«Se non ricordo male, tu hai le ferie nel periodo del suo compleanno...»
«Vuoi raggiungerli alle Isole Canarie? Non se ne parla nemmeno.»
«Ma perchè? Giusto per fargli capire che razza di amici sono.»
«Ma cosa te ne importa di loro? Vivi la tua vita e non pensarci.»
«Cristina, io...»
«Ascolta Saverio, lo sai meglio di me che non voglio confondermi con loro per nessuna ragione. La faccenda è chiusa. Se vuoi andare alle Isole Canarie, dovrai andarci da solo. Mi dispiace.»
«Ti prego. Potresti venire con me facendomi il regalo di compleanno.»
«Ah proposito di regalo di compleanno... Ecco qua» fece Cristina porgendogli un pacchetto.
«Accidenti. Quindi la speranza che tu venga con me e che tu mi offra il biglietto è sfumata per sempre?»
«Cosa?! Volevi che ti pagassi il biglietto? Ma cos'hai in quella testa? Cemento armato?»
«Ok, so benissimo di aver pensato l'impossibile...»
«Hai pensato una cosa che non accadrebbe nemmeno tra un miliardo di anni! Sei davvero incredibile, lo sai? Hai una gran faccia tosta.»
«Non sei la prima che me lo dice» replicò il ragazzo sconsolato «Possiamo parlarne dinanzi ad un caffè fumante?»
«Magari più tardi. Devo finire di sistemare questa roba e ho già perso molto tempo con te. Ti faccio sapere se avrò la possibilità di avere una pausa.»
Saverio non disse nulla, limitandosi di uscire dal suo ufficio e salutare la sua amica velocemente.
 
 
Mentre si incamminava verso casa sua, Saverio decise di fermarsi dinanzi al centro per l’impiego.
Ma non avrebbe mai immaginato di incontrare i suoi “amici” Paolo e Gabriele.
«Ehi Saverio, cosa ci fai qui?»
«Quello che si presuppone fa una persona che entra qua dentro: cercare lavoro.»
«Uno come te che cerca lavoro? Non l’avrei mai detto» rispose Paolo con sorrisetto compiaciuto «Di solito ti vedo che sei su facebook o instagram.»
«Quel ragazzo ha deciso che finalmente deve trovarsi un lavoro… Tu invece cosa ci fai qui? Un riccone come te non dovrebbe avere di questi problemi.»
«Infatti non ne ho. Ho solo accompagnato Gabriele alla ricerca di un lavoro.»
«Ah, ciao Gabriele. Non ti avevo visto> fece Saverio senza considerarlo nemmeno.
«Ciao Saverio. Come stai?»
«Abbastanza bene. Credevo che tu fossi impegnato con il tuo lavoro di cameriere…»
«Mi sono licenziato all’incirca due settimane fa’. Mi rubava troppo tempo e non potevo permettere di rimanere sempre al lavoro. Quello che sto cercando è un lavoro dove si guadagni dignitosamente e che si lavori il meno tempo possibile.»
«Allora ti do un consiglio, Gabriele. Esci pure di qui. Questo posto non è fatto per te.»
«Non l’avrei mai detto ma Saverio ha ragione» rispose Paolo con tono scocciato.
«Allora perché non me lo trovate voi un buon lavoro?»
«Te l’ho detto prima. Potremmo chiedere aiuto a mio padre.»
«Paolo, lo sai che non mi piace chiedere aiuto a tuo padre. Noi due non andiamo molto d’accordo.»
«Perché non mettete da parte i vostri asti e ognuno per la vostra strada?»
«E’ troppo complicato, Paolo.»
«Vabbe’… Hai finito il tuo giro di offerte?»
«Sì. Non ho trovato niente d’interessante… Possiamo pure andarcene.»
«Ci vediamo in giro, Saverio. Sempre che tu non rimanga incollato al computer.»
Saverio si limitò a lanciargli un’occhiataccia senza dire una parola.
Avrebbe voluto volentieri smascherarli sulla vacanza alle Canarie e sul fatto che non l’avevano interpellato minimamente.
Ma decise che prima doveva parlare con una persona.
 
 
Il posto in cui Saverio avrebbe trovato Jessica era a fare compere in piena città.
«Ciao, Saverio. Che giri?»
«Facevo una passeggiata… Visto che ci siamo incontrati, che ne dici se scambiano due chiacchere?»
«Per quale motivo?»
«Devo parlarti di un avvenimento che ho scoperto ieri sera…»
Jessica non avrebbe mai immaginato di cosa Saverio avesse da dirgli.
Ma sicuramente non gli dava molta importanza.
I due ragazzi si fermarono in uno dei bar che affollavano la via più lunga del centro città: Via Fillungo.
«Salve ragazzi. Che cosa posso portarvi?»
«Per me un caffè» rispose Saverio.
«Anche per me.»
«Benissimo> replicò la cameriera segnando l’ordine.
«Allora Saverio, di cosa volevi parlarmi?»
Il giovane ragazzo tirò fuori la foto in questione che aveva fatto stampare.
«Presto verrà il tuo compleanno… Ma non sapevo che ti avevi fatto un bellissimo regalo insieme a questi due.»
Jessica notò subito con quale tono di disprezzo iniziò l’argomento Saverio.
«E quindi? La cosa ti disturba?»
«Molto. Come avete potuto prenotare una vacanza senza interpellare anche me e Cristina?»
«Cristina è sempre al lavoro, quindi non l’abbiamo presa nemmeno in considerazione. Mentre per quanto riguarda te…»
Jessica si era interrotta sul più bello.
«Continua. Sono molto curioso.»
«L’altra sera quando sei rimasto a dormire da me te ne volevo parlare… Ma poi Paolo e Gabriele mi hanno detto di non dirti nulla. Inizialmente credevo che volevano farti una sorpresa… Ma poi capii che non era così.»
«E tu hai preferito lo stesso non parlartene, giusto?»
«L’avresti presa molto male.»
«E di fatti è proprio così.»
Saverio si alzò con tale impeto che quasi scaraventò la sua sedia per terra.
«Mi dispiace. Se vuoi sei ancora in tempo a venire con noi.»
«Non ci penso nemmeno. Non verrei mai in vacanza con chi non mi vuole. Divertitevi pure. Di voi non mi interessa.»
Saverio prese il suo portafoglio per pagare i due caffè ordinati e per pagare il servizio.
Subito dopo, uscì dal locale senza salutare Jessica.
«Saverio! Aspetta!»
Ma Saverio non l’ascoltò.
Era ancora furioso per come non l’aveva considerato.
Prima di tutto il menefreghismo di Paolo e Gabriele, passando per il piccolo sotterfugio di Jessica.
Tutto questo Saverio non lo sopportava.
Ma la vita va avanti.
Doveva preparare una sorte di vendetta.
Una vendetta in stile millennials.
 
 
Era pieno pomeriggio quando Saverio rincasò.
Sua madre era appena tornata da una stressante giornata di lavoro.
«Accidenti. Era da un sacco di tempo che non avevo una giornata del genere.»
«Giornata storta?»
«Direi più stressante.»
«Non sei la sola… Oggi ho scoperto che i miei amici non gli importa minimamente di me. Che gli possa…»
«Lo sai come la penso degli accidenti, Saverio. Ti prego di non continuare.»
Per calmare i suoi nervi tesi, Saverio si avvicinò a sua madre.
«Mamma, ti sembra giusto tutto questo?»
«Saverio… Cosa c’è di giusto nella vita?»
«Se io avessi organizzato un viaggio del genere, li avrei considerati tutti e quattro. E non come hanno fatto loro.»
«Purtroppo, o per fortuna, non siamo tutti uguali. E i tuoi amici non sono uguali a te. Devi fartene una ragione, Saverio.»
Nel ripensare alle parole della madre, a Saverio gli balenò un’id»a alquanto bizzarra.
«E se anch’io me ne andassi in un vacanza in un posto esotico?»
«Cosa?»
«Credo che le Canarie siano un luogo perfetto per quel periodo. C’è caldo tutto l’anno con una temperatura mite. Che idea strabiliante!»
Senza perdere ulteriormente tempo, Saverio prese il suo computer per prenotare subito il viaggio.
«No, Saverio. Non ci pensare nemmeno.»
«Ma, mamma…»
«Non ti permetterò di usare i pochi risparmi che hai per andare in vacanza.»
«Ma sono i soldi che i miei parenti mi hanno fatto per natale.»
«Ben appunto che quei soldi dovranno servirti per altri scopi… E poi vorresti prenotare la vacanza con il rischio di incontrarvi? E solo per fare un torto a loro?»
«Le Canarie sono un arcipelago di un paio di isole. Non sceglierò la loro stessa destinazione.»
«Ma se non sai nemmeno dove andranno!»
«Questo non ha importanza. Le isole sono abbastanza grandi per non incontrarsi… Fatto!»
«Cosa? Hai prenotato il viaggio?»
«Certamente. Partirò a Pisa il 5 febbraio e rientrerò una settimana più tardi.»
Sua madre non ebbe nemmeno la forza di rispondere che si era stramazzata a terra per la notizia subita.
“Tanto si riprenderà da sola” pensò Saverio mentre richiudeva il computer.

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Capitolo 4
*** Consigli e avvertimenti ***


Il giorno dopo, era una giornata molto diversa per Saverio.
Sembrava che potesse solo migliorare.
Niente gliel’avrebbe rovinata.
O forse no?
Appena scese le scale per dirigersi in cucina a fare colazione, sua madre si reggeva la testa con la mano.
«Mamma, cos’hai?»
La donna non rispose subito.
Era profondamente immersa nei suoi pensieri.
«Tutto bene?»
«Come fa ad andare tutto bene se in tutte le occasioni prendi delle decisioni stupide?»
«Mamma, ancora con questa storia?»
«Una vacanza del genere quanto ti potrebbe venire a costare?»
«Ho fatto i conti: tra aereo e un piccolo appartamento vicino al mare nemmeno 500 €.»
«E ti sembrano pochi? Senza contare che ti dovrai fare la spesa» brontolò sua madre «E per uno che mangia tanto come te, sarà un bello spendere.»
«Di questo non ti devi preoccupare. Sarò talmente impegnato a seguire i miei “amici” che mi passerà la fame.»
Sua madre scosse la testa sconsolata.
«Perché ho cresciuto un figlio senza cervello?» si domandò sua madre prima di scomparire dalla vista del figlio.

Saverio, nelle sue giornate libere, stava preparando tutto l’occorrente per portarselo in vacanza.
Doveva stare attento a chi incontrava.
Non voleva che lo sapessero in molti.
Doveva tenere il segreto per pochi.
«Saverio, anche tu a fare compere?»
La voce stridula di una donna lo mise subito in allarme.
«Zia! Che sorpresa!»
«E’ difficile trovarti in simili negozi. Di solito incontro sempre tua madre.»
«Già. Ma oggi ho deciso di venirci personalmente da solo.»
«Bravo, fai bene. Che fai chiuso 24 ore su 24 in casa al computer? Vuoi diventare come Leopardi?»
«Che centra Leopardi, scusa?»
“Da quando in qua mia zia è divenuta una dottoressa? E comunque non si deve preoccupare. Presto respirerò tutta l’aria aperta del mondo.”
Dopo questa nozione di storia che a Saverio non gliene poteva fregare minimamente, salutò rapidamente sua zia e lasciare il negozio.
“Ci mancava che potessi incontrarla. Spero solo di non incontrare qualcun altro che mi conosca.”
«Saverio, sei tu?»
“E adesso chi è?”
Nel girare la testa, il ragazzo vide che era la sua amica Cristina.
«Tu che fai spese in un negozio di sport? Ma ti senti bene?»
“Perché nessuno mi prende mai sul serio?”
«Ecco, devo compare qualche vestito per…»
Ma il ragazzo s’interruppe sul più bello.
«Per fare cosa?»
«Per andare in vacanza.»
«In vacanza? Parti con tua madre?»
«In verità no… Parto per le Isole Canarie.»
Appena glielo dissi, Cristina cadde come dallo sconforto.
«Hai deciso di seguire quei tre stupidi?»
«Sì. Voglio vedere come faranno a divertirsi senza di me»
«Ma a te cosa importa? Vivi e lascia vivere dice il detto.»
«Non ci penso nemmeno. Essendo amici, questo sgarbo non me lo dovevano fare.»
Cristina guardava Saverio come se stesse facendo una stupidaggine in piena regola.
«Stai sbagliando tutto, Saverio. quando lo capirai?»
«Mi sembra di parlare con mia madre... Ma vi assicuro che non sto sbagliando nulla.»
«E invece sì. Stai buttando via i tuoi pochi risparmi... Ma è inutile. Se non lo capisci ora, non lo capirai mai.»
Cristina se ne andò lasciano immerso nei suoi pensieri Saverio.
«Cristina, aspetta.»
«Ho molto da fare al contrario di te. Ho un lavoro da portare avanti e non posso permettermi distrazioni, capito?»
«Cristina...»
Ma la ragazza non rispose, limitandosi a sparire con la sua macchina per sparire dietro il vialetto del negozio.
Una volta rincasato, ad attenderlo non c'era nessuno.
Nemmeno sua madre era ancora tornata.
Una volta posate le sue cose che aveva con sé, si mise ad ascoltare se nella segreteria telefonica c'erano dei messaggi per lui.
L'unico messaggio disponibile era di Jessica.
"Jessica? Cosa potrebbe mai volere?"
«Ciao, Saverio. Ho provato a chiamarti che chiederti scusa. Sono stata una sciocca a comportarmi così. Spero che un giorno tu mi possa perdonare... Ah, se vuoi puoi ancora prenotare per le Isole Canarie. Vedrai che io, Paolo e Gabriele riusciremo a trovare un posto per te. Ciao e a presto.»
Nel sentire quel messaggio, il nervosismo di Saverio non si placò minimamente.
"Non so cosa farmene delle tue scuse. Faremo i conti quando ci ritroveremo faccia a faccia. Parola mia."

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Capitolo 5
*** Partenza e arrivo ***


Il giorno tanto atteso era arrivato.
Saverio stava per mettere in valigia le sue ultime cose.
«Sei ancora intenzionato a partire?» gli domandò sua madre sull'uscio di camera.
«Mamma, ormai ho prenotato. Non posso più tornare indietro.»
«Se vuoi i soldi posso rimborsarteli io.»
«Sarebbero lo stesso soldi buttati» rispose Saverio.
«Ma almeno rimarresti qua.»
«Mamma, ti prego di non insistere ulteriormente. Ormai ho preso la mia decisione e non c'è niente che mi farà cambiare idea, chiaro?»
La voce di Saverio fu talmente perentoria che sua madre non si azzardò a controbattere.
«Vorresti almeno accompagnarmi?»
«Devo proprio?»
«No. Il mio è solo un invito, non un ordine. Se non vuoi venire, ci andrò da solo.»
«Certo che ti accompagno, permaloso che non sei altro.»
«Grazie mille, mammina» rispose il ragazzo con tono sarcastico.

Una volta entrati dentro l'aeroporto di Pisa, era giunto il momento che sua madre salutasse suo figlio.
«Bene. È arrivato il momento dei saluti...»
«Ti prego di non essere troppo triste per me.»
«Non sono triste. Sono solo rammaricata.»
«Perchè parto senza di te?»
«Lo sai bene il perchè... Spero solo che non farai dei colpi di testa e che ti divertirai.»
«Non ti preoccupare, mamma.»
«Bene... Allora ciao figliolo. Spero di venirti a riprendere all'aeroporto tutto intero tra una settimana.»
«Mamma!»
«Sto scherzando, Saverio. Perchè non hai un pizzico di senso d'umorismo?»
«Perchè fai sempre le battute nei momenti sbagliati.»
«Non è vero.»
Mentre Saverio e sua madre stavano parlando tra di loro, ci fu l'annuncio che i partenti per Fuerteventura di prepararsi per dichiarare i bagagli.
«Devo andare, mamma.»
«Ok... Stai attento, va bene?»
«Certo.»
Mentre Saverio si stava dirigendo dove gli aveva detto la voce al microfono, sua madre gli saltò addosso un ultima volta.
«Abbi cura di te» fece la donna mentre lo stava abbracciando.
«Mamma, così mi stritoli.»
«Oh, scusa...»
«Stai tranquilla. Avrò gli occhi bene aperti. A presto» disse infine il ragazzo prima di sparire in mezzo alla folla.

Dopo un paio d'ore d'aereo, Saverio arrivò all'Isola di Fuerteventura.
Erano circa le 16 del pomeriggio e in cielo splendeva un sole che sembrava di essere in piena primavera.
Per non fare preoccupare ulteriormente sua madre, gli mandò un sms dicendogli che era arrivato sano e salvo.
La cosa che l'aveva sorpreso di più, è che sul suo aereo non aveva incontrato i suoi tre amici.
Che fossero su di un altro volo?
Al di fuori dell'aeroporto, vide che c'era la navetta aeroportuale che l'avrebbe accompagnato fino al suo appartamento che aveva prenotato.
"I miei amici non sono nemmeno qui... Spero solo di non aver sbagliato isola."
Una volta arrivato al suo appartamento, Saverio trovò il proprietario dell'immobile che lo stava aspettando per dargli le chiavi.
«Ola, giovane. Tutto a posto durante il viaggio?»
«Lei parla italiano?»
«Non mi dia del lei. Dammi pure del tu... Ecco le chiavi.»
«Grazie. Questo invece è l'importo» rispose Saverio porgendogli i soldi.
«Molte grazie. Spero che tu ti possa divertire a Fuerteventura.»
«Lo spero anch'io... A presto.»
Una volta entrato nel suo appartamento, Saverio si gettò sul letto stremato.
Il viaggio in aereo gli aveva prosciugato tutte le energie.
Avrebbe aspettato ancora un po' prima di mettersi alla ricerca dei suoi amici.
Prima doveva pensare come fare nel rintracciarli.

Era in un pub a bere un drink analcolico.
A Saverio non piaceva molto bere.
Preferiva di gran lunga un aperitivo alla frutta.
Mentre se lo stava gustando, vide tre giovani ragazzi che stavano ridendo fino allo sfinimento.
Inizialmente non riuscì a capire chi potessero essere.
Ma dopo un’attenta occhiata, Saverio capì che erano Jessica, Paolo e Gabriele.
“Eccoli lì.”
Senza perdere ulteriore tempo, il giovane ragazzo gli andò incontro.
Quando Jessica, Paolo e Gabriele lo videro, egli rimasero alquanto sorpresi.
«Saverio, sei davvero tu?»
«Credevi che fossi un fantasma, Jessica?»
«No, è solo che…»
«Non te l’aspettavi, vero?»
«Saverio! Che cosa ci fai qui?» gli domandò invece Paolo.
«Quello che ci fai te, razza di buono a nulla. Mi diverto… E lo farò anche senza di voi.»
«Te lo auguro. Addio» replicò invece Gabriele.
«Ah Jessica? Buon compleanno.»
Saverio se n’andò lasciando i suoi ormai tre ex amici.
Ma Jessica non voleva darsi per vinta.
Voleva capire le sue reali intenzioni.
«Saverio, fermati!»
«Che cosa vuoi?»
«Perché sei venuto fin qui? Che cosa vuoi da noi?»
«Siete solo degli ingrati. Non meritate il mio rispetto… E tu che preferisci andare in vacanza con loro che con me!»
«Cosa?! Da quando in qua devo rendere conto a te sulle mie vacanze?»
«Non mi devi rendere conto…. Ci sono solo rimasto male.»
«Allora fattene una ragione, piccolo stupido nerd. Questa è la mia vita e me la voglio godere con chi voglio e quando voglio.»
Jessica lasciò Saverio andandosene furiosa come non mai.
Il giovane ragazzo avrebbe voluto piangere.
Ma si rese conto che non ne vale va la pena.
Doveva dimenticarla.
Trovarsi nuovi amici.
Doveva non pensare più a lei.
Ma sarebbe davvero stato così facile?
Tornò nel suo appartamento con mille pensieri in testa.
Nel mentre era immerso nei suoi pensieri, qualcuno bussò alla porta del suo appartamento.
«Ma che diavolo… Tutto questo era solo un sogno?»
Saverio non riusciva a muoversi.
Era ancora scosso per i giochi che faceva la sua mente.
Intanto la persona dietro la porta del suo appartamento continuava a bussare con insistenza.
Alzandosi con fatica, il ragazzo prese i primi vestiti che gli capitarono tra le mani.
E una volta aperta la porta, la sua sorpresa toccò l’apice.
«Pensavi di andare in vacanza senza di me?»

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Capitolo 6
*** Finali a sorpresa ***


«Cristina… Ma, sei davvero tu?»
«E chi sennò?»
«Ma io…»
«Mi fai entrare? Il bagaglio a mano mi pesa un po’.»
«Oh, sì certo. Entra pure.»
«Grazie.»
La giovane amica di Saverio appoggiò tutta la sua roba sopra una sedia.
«Quale pensiero ha fatto sì che tu venissi fin qui?»
«Nessun pensiero. Mi dispiaceva soltanto che tu fossi venuto in vacanza da solo. Ed eccomi qui.»
«Ma il tuo lavoro?»
«Ho preso le ferie anticipate.»
«Potevi farlo?»
«Certo! Ho molte ferie arretrate.»
«Non è che per caso ti ha mandato mia madre a spiarmi?»
«È proprio vero che ogni tanto il tuo cervello fa cilecca… Secondo te spendevo i miei pochi risparmi per venire fin qui a Fuerteventura a spiarti?»
«Non si sa mai…»
«Allora questo vuol dire che non mi conosci ancora. Con tutto il rispetto, prima di spendere una simile cifra, ci penso. Al contrario di te…»
«Possibile che nessuno riesca a capire le mie reali intenzioni?» fece Saverio con tono spazientito.
«Lo sanno tutti quali sono le tue reali intenzioni: seguire un gruppo di amici che non ti merita per il solo piacere di farlo. Non è così?»
«Ascoltami bene: se sei venuta fin qui per farmi la paternale, puoi benissimo tornartene a Lucca.»
Cristina fu dispiaciuta per le parole appena dette.
Non voleva ferire l’ego del suo amico.
«Scusa, Saverio…»
«Sei venuta fin qui per divertirti, giusto? Allora smettiamola di pensare ai soldi e alle spese e divertiamoci, ok?»
«Certo.»
«Per esempio, che programmi hai stasera?»
«Innanzitutto farmi una bella doccia… E poi ci penserò.»
«Mica vorrai rimanere chiusa fin qui tutta la sera, eh?»
«Certo che no. Dopo te lo dirò.»
Nel mentre la sua amica Cristina era a farsi la doccia, Saverio stava sistemando le sue cose dentro l’armadio.
“Accidenti. Ho un bisogno impellente di andare in bagno.”
Il ragazzo non ce la faceva più ad attendere che Cristina avesse finito.
Fortunatamente, la ragazza non aveva chiusa la porta del bagno, permettendo così a Saverio di entrare.
Stando molto attento a non fare rumore, Saverio poté svuotare la sua vescica.
Nel mentre stava per uscire dal bagno, il ragazzo si dimenticò di tirare lo sciacquone, tornando così indietro.
Ma egli non pensò che una volta tirato lo sciacquone avrebbe tolto l’acqua calda alla sua amica.
«Accidenti! È fredda!» gridò la ragazza.
Incuriosita, Cristina uscì dalla doccia tutta nuda, trovando Saverio con il suo organo maschile penzolante.
«Saverio! Cosa ci fai in bagno?!»
«Stavo solo…»
«Vai subito fuori da qui!»
Il ragazzo era profondamente imbarazzato per la scena di poco fa’.
Addirittura si vergognava di guardare negli occhi la sua amica.
«Adesso il bagno è libero.»
«Scusami, Cristina. Non volevo.»
«Lo credo bene. Ma l’hai fatto.»
«Avevo un assoluto bisogno di andare al bagno.»
«E i tuoi bisogni non potevano attendere?»
«Assolutamente no.»
«Uomini… Chi vi capisce, è bravo.»
 
 
Malgrado il “piccolo” inconveniente di Saverio e Cristina, i due decisero di uscire fuori per andare a prendere un aperitivo.
«Lo sai che cosa ho sognato prima che arrivassi tu? Che avrei incontrato Jessica, Paolo e Gabriele.»
«Sei proprio fissato, Saverio.»
«Non è colpa mia se la mia mente fa brutti scherzi.»
«Sei troppo ossessionato da loro. Ma perché non lasci vivere la loro vita?»
«No. Mi devono dare spiegazioni. Con gli amici non si fa così.»
«Fregatene. Ci sono io qui con te.»
«E cosa vorresti dire con questo?»
Appena gli sguardi dei due ragazzi s’incontrarono, Cristina fu presa da un balbettio improvviso.
«Ecco… niente di che… Ho solo detto che con la mia presenza, farò in modo che tu non possa pensare a loro.»
«Sarà un po’ difficile…»
«Adesso smettila, va bene? Brindiamo a noi. Ad un’amicizia inossidabile.»
«Evviva» rispose Saverio senza un briciolo d’entusiasmo.
«Come sei noioso. Bevi il tuo drink e non pensare affatto.»
 
 
Dopo un drink bevuto in un pub, i due ragazzi si diressero verso la spiaggia per contemplare il loro primo tramonto alle Isole Canarie.
«È davvero bellissimo, non trovi?»
«Sì. Molto romantico» replicò Saverio.
«In Italia è molto difficile vedere questi tramonti.»
«Questo non è vero. Su una ricerca che ho fatto su internet, ho visto che questo tipo di tramonto che stiamo vedendo, succede molto in autunno.»
«Saverio, perché devi sempre rovinare tutto?»
«Perchè? Cosa ho detto di male?»
 Cristina, annoiata dal comportamento del suo amico, decise di allontanarsi da lui.
«Aspetta! Che cos’hai?»
Appena Saverio le prese un braccio per fermarla, la ragazza iniziò inspiegabilmente a piangere.
«Cristina…»
«Perché non riesci mai a pensare a noi due? Perché pensi sempre a cose stupide?!»
«Ma io…»
«Tu non mi guardi mai. Sembro inesistente per te. Preferisci pensare agli altri tuoi amici che non ti considerano nemmeno e alle tue ricerche di internet. Quando imparerai a vivere nel mondo reale?!»
Saverio fu talmente scosso che non riuscì nemmeno a rispondere.
«Siamo dinanzi ad un bellissimo tramonto… Ce la fai a non pensare a qualcosa di stupido e insensato?»
A causa delle parole forti pronunciate da Cristina, anche Saverio cominciò ad arrabbiarsi inspiegabilmente.
«Ah sì? Non faccio altro a che pensare a cose stupide e senza senso? Magnifico! Mi sembra di parlare ancora una volta con mia madre.»
«Ma io non sono tua madre.»
«Questo lo vedo!... Visto che sei molto più intelligente di me, che ne dici di dirmi cosa dovrei pensare?»
«Magari a questo.»
Con uno scatto fulmineo, Cristina si avvinghiò a Saverio per baciarlo sulle sue labbra.
Il lungo gesto d’amore durò più di un minuto.
E una volta distaccati, la sorpresa si dipinse sul volto di Saverio.
«Sei sicura che al pub hai preso un aperitivo analcolico?»
Adirata per la reazione di Saverio, Cristina mollò uno schiaffo al suo amico, lasciandolo in preda al dolore.
«Cristina!»
«Lasciami in pace! Non cambierai mai!» disse infine la ragazza prima di scappare lontano da lui.
 
 
Senza sapere cosa fare, Saverio decise di tornare al suo appartamento.
“Prima l’arrivo di Cristina nel mio appartamento di Fuerteventura… E adesso il bacio. Ma cosa diavolo sta succedendo nella sua mente?”
Saverio non riusciva a comprendere le intenzioni della sua amica.
“Forse il troppo lavoro l’ha completamente frastornata… Deve essere per forza così.”
Una volta arrivato dinanzi alla porta d’ingresso del suo appartamento, Saverio cercò la sua chiave nelle sue tasche, senza però riuscire a trovarla.
Spaventato, iniziò a guardare in ogni singolo buco di tasca che i suoi Jeans avevano.
Niente.
Inavvertitamente, Saverio notò che la porta dell’appartamento era aperta.
Che ci fosse un ladro al suo interno?
Con sorpresa, vide che i bagagli di Cristina non c’era più.
“Cristina…Se n’è andata?”
Cercando più a fondo per vedere se lei si trovava ancora lì, vide che era sul balcone della casa intenta a piangere.
«Allora sei qui…»
La ragazza smise di piangere appena vide chi era.
«È tutto quello che riesci a dire?»
«Dove sono le chiavi dell’appartamento?»
La ragazza le fece vedere che l’aveva in mano.
«Non ti azzardare mai più a farmi uno scherzo del genere! È chiaro?»
«In qualche modo dovevo punirti, no?»
«Tu sei pazza.»
«Mai quanto te.»
«Dove hai messo i tuoi bagagli?»
«Li ho buttati…»
«Buttati? E dove?»
«Fuori da questo balcone. Tanto non mi servono. Andrò nuda in tutta l’isola in attesa che qualcuno possa scoparmi come si deve.»
«Pensavo che non ci stavi con la testa… Ma questo è troppo!... Cristina, ti prego… Torna in te.»
«Ma io sto bene. Sei tu quello che non va.»
«Sei completamente ubriaca.»
«E anche se fosse? Riusciresti lo stesso a resistermi?»
Una volta messasi in piedi, Cristina si levò i vestiti di dosso, rimanendo con solo il reggiseno e le mutandine.
«Allora, Saverio? Ti piaccio così?»
«Cristina, rivestiti immediatamente.»
«Ecco, lo sapevo! Sapevo che eri solo una mezza sega. Nessun uomo dice ad una donna vogliosa di sesso di rivestirsi!»
«Cosa? Tu vuoi fare sesso?»
«Finalmente l’hai capito. Alleluja.»
«Non credo che sia una buona idea, Cristina.»
«Perché no?»
«Sei una mia amica, cazzo!»
«E con questo? Anche gli amici fanno sesso tra di loro.»
«Sì ma poi la loro amicizia finisce. Ed io non voglio che la nostra prenda una tale direzione.»
«Tu pensi solo all’amicizia… Hai visto che cosa hanno fatto i tuoi amici, no? Bene. È giunto il momento di divertirci anche noi, non ti pare?»
«Cristina, smettila.»
Ormai Saverio era in trappola.
Era a pancia in su steso sul letto.
«Davvero? Non lo vuoi nemmeno un po’?»
«Tutto questo è uno sbaglio.»
«Anche questa vacanza doveva esserlo… Ma tu hai voluto andarci lo stesso. Quindi…»
«Cristina, ti prego.»
Ma la ragazza non si voleva fermare per nessuna cosa al mondo.
Strappò tutti i vestiti di dosso del suo amico, facendolo rimanere completamente nudo.
«Ora tocca a me.»
Subito dopo, anche lei era tutta nuda.
«Cristina, non farlo.»
«Adoro quando mi implori. E mi adorerai ancora di più quando ti avrò fatto questo.»
Cristina iniziò a prendere il suo organo maschile e a fare eccitare sempre di più il suo amico.
Il loro momento erotico durò all’incirca dieci minuti.
Cristina si era addormentata dalla stanchezza, mentre Saverio era inondato da pensieri su di lei e sulla sua vacanza.
“Allora è questo il mio destino?”
 
 
Non riuscendo a guardare la sua amica per tutto quello che aveva fatto, Saverio decise di passare la sua prima mattinata a Fuerteventura sulla spiaggia.
Essendo ancora le otto del mattino, la spiaggia era completamente deserta.
“Qui nessuno mi darà fastidio.”
Ma il suo pensiero fu smentito immediatamente.
Una giovane ragazza con il vestito rosso si era avvicinato a lui.
«Saverio?»
«Jessica…»
«E tu cosa ci fai qui?»
«Ecco io… volevo prendere un po’ di sole.»
«Volevo intendere su questa isola.»
«Jessica, perché ci metti tanto?»
La voce di Paolo attirò l’attenzione di Saverio.
«Come hai fatto tu, volevo prendermi una vacanza.»
«Una vacanza sull’isola che ho scelto? E per di più gli stessi giorni?»
«Ciao Saverio. Che bella sorpresa» fece Paolo interrompendo la conversazione tra lui e Jessica.
«Ciao, Paolo. Come te la passi?»
«Direi molto bene. Fuerteventura è magnifica. E tu?»
«Saverio mi stava appunto dicendo cosa ci faceva i soliti giorni della nostra vacanza.»
«Chi ti ha detto che sono i soliti?»
«Andiamo, Saverio. Lo sanno tutti che sei un tipo morboso e geloso. Tu ci hai seguiti. Dicci la verità.»
«Ehi! Anche Saverio qui! Facciamo una partita a beach volley?»
«Non ora, Gabriele. Saverio stava per dirci una cosa.»
Saverio stava per essere smascherato sul più bello.
Se non fosse per un piccolo aiuto insperato.
«Saverio si trova qui a Fuerteventura in mia compagnia.»
«Cristina? Anche tu qui?» domandò Jessica.
«Vedo che le sorprese non finisco mai» disse Paolo.
«Ciao ragazzi… Se io e Saverio siamo qui, è perché ho preso alcuni giorni di ferie dal mio lavoro e volevo festeggiarli in sua compagnia su un’isola che da qualche tempo a questa parte, fa al caso mio. »
«Veramente strano…»
«Quindi voi due…»
«Sì, Gabriele. Noi due ci siamo fidanzati ufficialmente.»
Mentre la sorpresa s’impadroniva dei tre ragazzi, per gran parte della loro conversazione, Saverio rimase ammutolito.
«È la verità, Saverio?» domandò Paolo.
«Perché dovrei mentire? Non avrebbe senso» replicò in fretta Cristina.
«Questa storia non mi convince… E non mi convincete nemmeno voi.»
«Fattene una ragione, carina. Questa è la nostra vacanza. E voi non centrate niente. Buon divertimento.»
«Aspettate un attimo…»
«Che cosa c’è adesso, Jessica?»
Jessica e Saverio si scambiarono occhiate enigmatiche.
«Scusami, Saverio. Non volevo accusarti in questo modo.»
«Fa lo stesso, Jessica. Come ha detto Cristina, la vostra vacanza non è affar nostro.»
«Meglio così… Volete giocare con noi?»
«Grazie, magari un’altra volta. Andiamo a farci un bagno. L’acqua è splendida.»
«Ok. A presto e divertitevi pure voi.»
«Senz’altro.»
Appena Cristina e Saverio furono a distanza di sicurezza, il giovane la bloccò all’istante.
«Perché l’hai fatto?»
«Non potevo permettere che ti cogliessero con le mani nel sacco. Non l’avresti meritato.»
«Cosa faccio nella mia vita, non è affar loro. Sarò libero di seguire chi voglio?»
«Certo che sì… Ma devi riconoscere che sarebbe stato un tantinello imbarazzante, non trovi?»
«E la faccenda del nostro fidanzamento ufficiale?»
«Anche quello l’ho fatto per coprirti… Non mi sognerei mai di dire una cosa in pubblico senza il tuo permesso.»
«E chi ti ha detto che io non l’avrei voluto?»
«Cosa?»
Gli occhi di Saverio divennero sempre più vogliosi e pieni d’emozione.
In quel momento non si poté più trattenere, baciandola davanti agli occhi dei suoi amici che avevano ripreso a giocare qualche metro più in là.
«Anche tu lo vuoi davvero?»
«Ieri sera mi hai fatto capire un sacco di cose sul nostro conto. Anche se eri ubriaca.»
«E chi ti ha detto che lo ero?»
«Ma su, smettila. Non è vero.»
«Scommetti? Se voglio, ti racconto ogni particolar della nostra “notte”.»
«No no, lascia stare. Ti credo.»
«Meglio così.»
«Già… meglio così» disse infine Saverio prima di gettare la sua amata nelle fredde acque dell’oceano.
«Ma sei impazzito?! È freddissima!»
«Sì, sono pazzo di te» replicò il ragazzo prima che Cristina potesse schizzarlo e tentare di affogarlo per il gesto sconsiderato che aveva fatto.
 
 
Saverio non si sarebbe mai sognato che la sua amica, colei che gli era rimasta sempre accanto, potesse rivelare i suoi sentimenti in quell’isola esotica.
Ma in fondo, è questa la generazione dei millennials: ragazzi senza un soldo, ma ragazzi pieni d’emozione e con la voglia di vivere come se non ci fosse un domani.

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