Il segreto di un'abbraccio

di Ely_Dan_Potter
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Il sottoscala ***
Capitolo 2: *** L'incontro inaspettato ***
Capitolo 3: *** L'infermeria ***
Capitolo 4: *** Antibiotici e coccole ***
Capitolo 5: *** Visita e cambiamenti ***
Capitolo 6: *** Chiarimenti ***
Capitolo 7: *** Sesto anno ad Hogwarts ***
Capitolo 8: *** Nuovi problemi ***
Capitolo 9: *** Le conseguenze delle proprie azioni ***
Capitolo 10: *** Punizione ***
Capitolo 11: *** Una mente vulnerabile ***



Capitolo 1
*** Il sottoscala ***


Quella giornata a Privet Drive fu molto faticosa per Harry che, invaso dalla stessa voglia che lo torturava per cinque lunghe estati a quella parte, dovette pulire per ordine dello Zio Vernon l’intera camera di Dudley, l’auto, la cucina e la tela del divano del salotto, che era ormai diventata multicolore da tutte le macchie che aveva lasciato il cugino Dudley.
Il quindicenne, non si era mai preoccupato della sofferenza che gli affliggevano i Dursley né aveva intenzione di avere qualcuno che lo consolasse.
Doveva ammettere pure lui però, che la consapevolezza di avere delle persone che avevano conosciuto i suoi genitori e che ne parlavano alquanto bene, non era poi così male.
 
Zio Vernon, finita la cena, decise di mandarlo nello sgabuzzino del sottoscala trascinandolo per i capelli, perché quel giorno aveva lasciato una macchia sulla tela del divano.
“Zio..zio..ti prego..non riesco a toglierla..non posso fare altro..” erano sempre le stesse parole che costringevano Harry a supplicare lo zio e a umiliarlo davanti a tutta la sua famiglia.
 
Famiglia forse non era il termine adeguato. Almeno non per lui.
 
“Ora vai di sopra a lavarti! Ti voglio di sotto entro otto minuti e non un secondo in più! Altrimenti Marge si occuperà di te” rispose urlando zio Vernon.
 
Harry sapeva bene chi era Marge e sapeva bensì bene cosa era in grado di fare quella donna.
Harry corse di sopra, entrò in doccia, e si lavò con l’acqua fredda (i Dursley non volevano che venisse sprecata acqua calda per lui).
Si infilò i suoi nuovi vestiti e controllò di non aver schizzato l’acqua sulle piastrelle del bagno.
Tutto era in ordine, anche se avrebbe voluto con tutto sé stesso una goccia di acqua calda.
Si costrinse a non cedere e scese giù per le scale, fino ad arrivare al salotto.
 
Zio Vernon si stava rilassando con un po’ di sana televisione (questo aggettivo era usato dai Dursley per tutto quello che a Harry era ASSOLUTAMENTE vietato fare), Dudley stava provando la sua nuova Playstation e zia Petunia stava provando i suoi nuovissimi stivali rosa.
 
Rosa, come tutti i vestiti e le gonne della Umbridge.
 
Harry ebbe svariati flash. La mano scintillante della scritta “Non devo dire bugie”, Voldemort che lo guardava al binario, Piton che lo usava come cavia alla Legilimanzia, Nagini che attaccava Arthur, lo specchio del primo anno che rifletteva i suoi genitori, Black che svaniva fra le voci dell’arco..confusione, molta confusione. La sua testa stava per spaccarsi in due.
 
Aveva l’impulso di urlare, ma si trattenne. Fu costretto ad aggrapparsi alla mensola che aveva alla sua sinistra.
Brutta mossa. Davvero brutta mossa.
Forse era meglio urlare.
 
Tutti i vasi di cristallo, le statuette di vetro della zia, i souvenir che avevano collezionato di tutti i loro viaggi..tutto in frantumi.
 
Zia Petunia emanò uno strillo acuto.
Ma la cosa che impressionò di più Harry fu la reazione dello zio.
Alzò il suo grosso fondoschiena dal divano, si diresse verso Harry, lo prese per i capelli e lo schiaffeggiò per ben cento volte, affinché sul viso si vedessero dei tagli.
Harry non voleva mettersi a piangere di fronte a loro, odiava essere sottomesso.
 
Dovette adattarsi alla situazione.
 
“IO E PETUNIA TI ABBIAMO ALLEVATO PER QUINDICI ANNI E TU CI RIPAGHI COSI’?? OH NO RAGAZZO!” disse Vernon facendo quasi uscire dal suo viso tondo gli occhietti porcini.
Dopo aver finito il nobile trattamento degli schiaffi, proseguì sbattendolo a terra sui vetri dei vasi, facendo diventare le mani e il dorso di Harry pieno di schegge.
 
“E ora..nello sgabuzzino!” concluse lo Zio infuriato.
 
Harry fu scaraventato dentro allo sgabuzzino, con le mani insanguinate e il dorso scheggiato. Non parliamo della faccia che era ridotta quasi allo stato del dorso.
Harry pensò che le probabilità di uscire vivo da quello sgabuzzino erano una su cento.
Forse non ce n’erano.
 
Sperò che qualcuno lo venisse a prendere o lo liberasse.
Si sforzò di non pensare a Voldemort, anche se dopo pochi istanti diventò impossibile.
La cicatrice si fece di un dolore sfavillante.
Harry rimase sveglio fino alle tre e dieci della mattina seguente.
Sentì dei passi dirigersi verso di lui. Non erano passi dello zio..sembravano di qualcun altro..sembravano..strani..
 
Sentì l’aurea di un’ incantesimo invaderlo e di colpo la porta del suo sgabuzzino venne aperta..
Una figura alta, con il mantello avanzava verso di lui..
 
Cominciò a sudare..
Dei brividi gli percorrevano la schiena e sentì il gusto del sangue in bocca..
 
 
 
SPAZIO AUTRICE
Ciao a tutti! Premetto che questa è la mia prima fanfic e vi prego di segnalare se qualcosa non va, dal momento che (dopo aver letto tutti i Regolamenti) non ho molta esperienza.
Ma mi raccomando: vi voglio numerosi a recensire!
Comunque, come avrete già notato, vi ho lasciati sulle spine, anche se capirete che sarà molto frequente.
Questo è un capitolo leggero e breve, i prossimi saranno di sicuro più lunghi..va beh..vi saluto!
Al prossimo capitolo!

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Capitolo 2
*** L'incontro inaspettato ***


Cominciò a sudare..
Dei brividi gli percorrevano la schiena e sentì il gusto del sangue in bocca..
 
FINE CAP.1
 
Nei pochi istanti che Harry ebbe per pensare di chi fossero quei passi venne a crearsi una tale confusione nella sua testa da poter esplodere.
 
Uno, due, tre...
 
Una voce glaciale ruppe il silenzio.
Quella voce era fin troppo familiare a Harry che non ebbe alcun dubbio su chi fosse.
 
“Potter! Che ci fai alle tre e dieci del mattino nello sgabuzzino del sottoscala?” chiese niente di meno che il suo professore di Pozioni a Hogwarts, Piton.
La risposta parve a Harry così scontata che gli uscì dalle labbra senza controllo.
“Cosa ci fa lei qui alle tre e dieci del mattino?” chiese Harry fissandolo nell’oscurità
“Faccio il mio lavoro, quello che non fai tu di notte” rispose acido Severus “Fuori da qui! Non stiamo giocando a nascondino!” riprese
“Io non me ne vado da qui! Chi mi può assicurare che lei mi porti in un posto sicuro? Nessuno mi ha avvertito del suo arrivo!” disse Harry alquanto confuso dal fatto che Piton fosse dai Dursley.
 
Harry temeva che Piton non lo  proteggesse, anzi.. Come faceva a fidarsi di un uomo che lo aveva trattato male per cinque anni a quella parte?
 
“O tiri fuori il tuo nobile fondoschiena da lì o sarò costretto a farlo con le maniere forti!” disse Piton
 
Beh, Harry non aveva molta scelta, non che ne avesse mai avuta, ma dovette ubbidire.
 
Piton lo prese per un braccio e lo spinse alla porta, facendolo per poco inciampare.
 
“Hey! Questa è casa mia, non se lo dimentichi!” disse Harry protestando.
Per lui questa situazione era davvero troppo.
 
Prima il dolore alla cicatrice, poi Piton che entra in una casa di babbani e lo costringe ad uscire, e adesso le sue gambe che stavano imprecando aiuto. Tutto il suo corpo stava gridando aiuto.
 
Uscirono dal numero quattro di Privet Drive fino al giardino, dove Piton azionò il Deluminatore che raccolse la luce di tutti i lampioni, per non attirare l’attenzione dei vicini.
 
Harry pensò alla magia del Deluminatore di Silente..un oggetto insolito faceva una cosa così straordinaria.
 
“Potter, dato che tuo padre era così bravo nel fare le cose prima degli altri, dimmi..hai fatto l’esame di materializzazione?” chiese Piton con una voce fredda e deprimente.
“Se dice un’altra cosa contro mio padre io..” iniziò Harry ma fu interrotto da Piton.
“Tu cosa? A mala pena ti reggi in piedi! Sporco mezzosangue!” disse Piton.
Sapeva di essere andato troppo in là.
Il ragazzo non si sarebbe sicuramente sottomesso a quelle parole.
 
Harry reagì d’impulso.
La sua mano ebbe l’impulso di tirare un pugno al professore.
E lo fece.
 
Il professore si voltò dalla potenza del pugno e cominciò a scendere sangue dal naso.
Lui, un professore di pozioni, abbassato ad un principiante figlio di James.
 
Puntò slealmente la bacchetta contro il ragazzo, dal momento che era disarmato, e fece salire delle funi che gli legarono mani e piedi.
Harry si dimenò, ma peggiorò solo la situazione. Le funi si stringevano in base a quanta forza lui imprimeva per liberarsi.
 
Piton si avvicinò e insieme si smaterializzarono ai confini di  Hogwarts.
Proseguirono fino all’entrata dell’Ufficio Preside, dove Piton slegò Harry.
“Ora immagino che tu sappia tenere la tua bocca di fogna chiusa mentre il preside ti parla. Spero di non dover prendere provvedimenti inadeguati alla tua età” disse Piton in tono di ammonimento.
 
Piton aprì la porta. Harry entrò e riconobbe subito quell’Ufficio circolare in cui aveva passato molti anni, parte dei quali a vedere ricordi.
 
In fondo, dietro alla solita immensa scrivania, c’era Silente. Un uomo mediamente alto, con una lunga barba bianca, occhiali a mezzaluna e, generalmente, un vestito azzuro che arrivava ai piedi.
 
“Buongiorno, Harry!” disse Silente con un cenno.
“Buongiorno professore” rispose Harry al saluto
“Io sto qui fuori dalla porta nel caso Potter abbia degli attacchi improvvisi di panico” disse Piton uscendo.
Silente fece cenno ad Harry di sedersi.
 
Harry aveva completamente perso il senso del tempo e neppure capiva il motivo del suo arrivo lì, così prematuramente.
Il Preside però, sembrò aver capito cosa stava pensando il ragazzo.
 
“Confuso?” domandò il preside
“Sì..cioè..No..cioè..perché sono qui?” disse Harry non riuscendo a trovare le parole.
“Ti confesso che a questa domanda non c’è un risposta precisa. Per il momento tutto quello che ti posso dire è che i Dursley non sono più ritenuti una famiglia adatta al tuo caso.” Disse Silente.
 
“Come??” domandò esterrefatto Harry “Non vorrete mica farmi stare nei sotterranei con Piton!”
“Il professor Piton, Harry! Non dimenticare che sei a Hogwarts. Ancora non sappiamo cosa dovrai fare ma è sicuro che per ora dovrai trovare una sistemazione qui, ad Hogwarts” rispose Silente
Harry rimase incantato negli occhi azzurri del preside
 
Il suo sguardo vagò per la stanza, finchè non vide il diaro di Ridde posato sopra la scrivania.
Flash, uno dopo l’altro. Sembrava aver rivissuto tutta la sua vita. Sentì la cena di ieri sera salire alla gola, ma non lo fece notare.
 
“E’ chiaro ovviamente che puoi scegliere tu la stanza. Purchè non costringa la Signora Grassa a cambiare la parola d’ordine ogni secondo” disse ironicamente Albus.
 
Harry vomitò sopra la cattedra del Preside.
Silente rimase impassibile, come sempre.
Harry fece conati di vomito fino quasi a sciuparsi.
 
Silente non esitò a chiamare Piton che era fuori dalla porta dell’Ufficio.
Piton invece impallidì alla scena.
 
“Sta male, Severus. Deve essere portato subito in infermeria. Prima però aspetta..”disse il Preside lasciando la frase sospesa
“La cicatrice?” chiese Severus dubbioso.
 
Silente si avvicinò a Harry che era seduto sulla sedia e gli tenne la testa fino a toccare la cicatrice.
 
Harry si dimenò per un buon quarto d’ora mentre Severus lo teneva fermo.
 
“Perdonami Harry, prima o poi mi ringrazierai..” disse Silente continuando a toccare e esaminare la cicatrice.
 
Quando Silente ebbe finito, evocò una barella e lo accompagnarono insieme in infermeria, da Poppy, l’infermiera che conosceva sin troppo bene la cartella clinica di ogni suo paziente.
 
 

SPAZIO AUTRICE

Ciao ragazzi! Questo capitolo non finiva più! Mi sentivo particolarmente ispirata..Mi dispiace che ci sia tutto questo disprezzo per Harry, ma vedrete che prima o poi verrà tutto ricompensato. IL viaggio è ancora lungo. Non so quanto lunga sarà la FF, ma vi prometto che cercherò di farvi sognare!
Ora vorrei fare un po’ di ringraziamenti..
Grazie a alexiell, flor83, glenfry91, HikaruUzumaki, Phoebhe76 per aver inserito la mia storia nelle seguite!
Un ringraziamento particolare a Phoebhe76 che ha recensito: ti prometto che farò capitoli sempre più lunghi..ci devo solo prendere mano!
Infine vorrei ricordarvi di recensire perché usufruite di un minuto del vostro tempo per riflettere sulla storia e aiutarmi a migliorare!
Al prossimo capitolo (che spero arriverà presto!)! Ciao!

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Capitolo 3
*** L'infermeria ***



“Chips, potersti occuparti di lui, per favore?” chiese Silente con il suo solito tono pacato e tranquillo.
Madama Chips, come al solito, cominciò a fare un lungo interrogatorio al Preside e al professore, che non ebbero margine di protesta contro le accuse di Chips.
“Ora, spero che vi rendiate conto che il ragazzo poteva morire!” disse l’infermiera in tono accusatorio
“Ma come siamo protettivi, fra poco penso che mi metterò alle spalle di Potter in caso richi di morire” disse Severus sarcastico.
Il viso di Poppy cominciò a diventare di un intenso color violaceo.
A quel punto, Silente si disse di non potersi intrattenere a lungo e di dover lasciare il piccolo (piccolo?!) Harry a riposare.
“Ok, Poppy, non ti preoccupare, confidiamo tutti nel fatto che tu sia all’altezza per curare Potter..ora se mi vuoi scusare, io e Severus dobbiamo sbrigare delle pratiche molto importanti” disse Albus prendendo la parola.
Con un colpò di bacchetta, il corpo inanimato di Harry si posò su un letto alle spalle dell’infermiera.
“Manderò Severus a controllare più tardi. Ci vediamo” disse Silente, e così facendo se ne andò con Piton alle calcagna.
 
Poppy non ebbe nessun tipo di problema per curare le ferite di Harry, ma il difficile era curare la sua bronchite. Sarebbe la prima cosa che avrebbe detto a Severus. Di certo quel ragazzo non era stato molto accolto dalla sua famiglia babbana.
Il termometro segnava 38.5 di febbre, e Poppy si era chiesta come diamine avrebbe potuto fare a, innanzitutto, farlo stare a letto una volta essersi svegliato. Chips sapeva bene cosa sapeva e poteva fare Potter, aveva già fatto molta esperienza negli anni passati.
Passarono molte ore, e arrivarono le sette di sera. Fino a quel momento non aveva visto altro che un corpo mingherlino steso sul letto che si rigirava nel letto per trovare sollievo. Il ragazzo era sveglio, questo si capiva, ma non era molto contento della situazione. In fondo, chi lo sarebbe stato?
 
Alle sette e mezza arrivò Severus, affiancato da un vassoio con la cena di Harry.
Poppy si avvicinò al letto di Harry, dove il professore, con soli due passi, era già arrivato.
“Sono stato incaricato da Silente di darti da mangiare, Potter, e vedi di finire tutto” disse Piton.
“Ehm..io..devo parlarti Severus..di Potter.” Disse Poppy timidamente.
“Va bene. Facciamo tutto dopo nel mio ufficio.”
 
Harry non aveva neanche lontanamente la voglia di mangiare, e sicuramente non si sarebbe fatto imboccare da nessuno, tanto meno da Piton in persona.
Severus prese il cucchiaio e lo riempì di minestra. Aveva un odore molto gradevole, ma che non fece compassione allo stomaco di Harry.
“Potter, se non mangi io non mi muovo di qui. Usiamo le maniere forti?”disse Piton.
Io neanchepensò Harry in tutta risposta.
Il cucchiaio premette sulle labbra serrate di Harry, ma il cucchiaio non ebbe la minima speranza di entrare.
“Potter, devo chiamare il Preside per un cucchiaio di minestra o ti decidi a mangiare?” chiese più tranquillamente Severus.
Harry rispose “Signore, non ho fame”
“io invece ti dico che devi mangiare o chiamo il Preside” disse Piton con fermezza.
“Va bene, chi tace acconsente. Vado a chiamare il Preside” continuò Piton e alzandosi andò in Sala Grande, dove Silente si era fermato per parlare con la prof.ssa McGranitt.
 
Dopo cinque minuti il professore di Pozioni era ai piedi del letto di Harry con Silente.
La questione non si risolse per niente, se mai si aggravò.
“Sei sicuro di non voler niente Harry? Ormai hai quindici anni, non puoi fare storie per un piatto di minestra. Sei troppo magro, e di questo passo diventerai come la Dama Grigia!” disse Silente.
“Non vuoi che sfoderiamo le nostre maniere forti vero, Harry?”
Harry non si mosse. Non fece né sì, ne no. Si limitò a fissarli. Poppy continuava a guardare la sua scorta di farmaci nello scaffale.
“Apri la bocca” disse Silente con in mano il cucchiaio colmo di minestra.
“Per favore, Harry” ribattè il preside.
Le labbra di Harry rimasero, come previsto, serrate.
Fecero una cosa che non avevano intenzione di fare, ma dopotutto, era stato Harry a scegliere le maniere forti.
Con un colpo di bacchetta, Piton fece spalancare la bocca di Harry, e mettè le mani sui palati per evitare che Harry la richiudesse.
Beh, che dire, Harry rimase spiazzato. Fortemente spiazzato.
Silente gli fece mandar giù tutta la minestra: fino all’ultima goccia.
Harry contò fino al tre per non rimettere quello che aveva appena mandato giù a fatica. Nulla da fare. Proprio nulla.
Tutto quello che aveva appena deglutito venne espulso con una tale violenza che il viso del quindicenne divenne violaceo.
 
Madama Chips corse al letto e ripulì tutto.
“Ve l’avevo detto di non sforzarlo. Ora, vi devo parlare con urgenza” disse Poppy e li portò nel suo ufficio.
 
“UNO: questo ragazzo ha una bronchite molto pesante, non mi pare il caso di fare quello che avete appena fatto!
DUE: soffre molto di solitudine e non mi pare il modo di parlargli come gli hai parlato prima Severus! Non hai visto che era agitato? Ho capito che tu e Potter non siete un gran che, ma cerca almeno di non fare queste scenate!
TRE: se lo spaventate così continuerà a vomitare tutto quello che gli darete!
Questo per concludere che gli serve ASSOLUTAMENTE una persona che gli stia vicino giorno e notte. Non può continuare così! Qui è solo, non ha nessuno a parte me”
“Non è il caso di urlare così Poppy” disse Silente tranquillo.
“Era solo per far entrare meglio il concetto” rispose l’infermiera
“Severus, sarai tu quello che si occuperà di Harry. Nessuna discussione” disse Silente e alzandosi si avviò nel suo studio senza proferire parola.
“Sempre a me. Quello lì le pensa di notte!” disse Severus che cominciava a preoccuparsi sul serio.

 SPAZIO AUTRICE
Vorrei ringraziare tutti coloro che hanno recensito, in particolare Phoebhe76, Piccola_Lady, Snapelove, D_A_I_S_Y e tutti coloro che seguono la mia storia. Chiedo umilmente perdono per il ritardo, ma il computer portatile non andava (e non va ancora adesso -.-) e ho la chiavetta per connettermi.. Come avete potuto vedere è stato un capitolo molto terribile per Harry ma un pò coinvolgente (spero) per il lettore. Diciamo che la mia personalità mi ha spinto a far diventare Severus un minimo più buono del solito. 
Beh, ora vi saluto, spero di rivedervi presto..ciao!!!
 
PS: il Capitolo è un pò più corto perchè sto preparando il prossimo, che sarà molto più lungo! 
..E mi raccomando: voglio MOLTE recensioni!!!

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Capitolo 4
*** Antibiotici e coccole ***



 
Severus e Poppy rimasero a fissarsi per parecchi secondi. Il primo pensava a come diamine preoccuparsi per Potter, d’altra parte..aveva alternative?
La seconda invece pensava a quello che il preside aveva detto..Era stata una scelta impulsiva per scrollarsi di dosso al ragazzo o pensava veramente il vecchio professore di pozioni potesse aiutarlo?
Tutti interrogativi che non accennavano a risposte.
 
“Bene” disse Poppy per rompere quel silenzio carico di tensione “A Harry serve una bella tabella per quanto riguarda i suoi bisogni alimentari e tu, mio caro Severus, ti assicurerai che il ragazzo li rispetti”
“A Potter conviene non essere James..le cose potrebbero non mettersi bene. In qualità di suo tutore mi assicurerò che Harry rispetti ogni tuo ordine. E, oltretutto, lo controllerò in caso abbia intenzione, come credo avverrà non appena si reggerà in piedi, di uscire a fare una passeggiatina per il castello.” Rispose Severus.
“Vedo che per te le regole non sono un’opinione. Una riconferma di quello che conosco del tuo carattere” disse l’infermiera, che preso pergamena e piuma, si accingeva a creare una tabella.
“Per prima cosa, Severus, Potter deve assolutamente prendere degli antibiotici sia per la sua bronchite, sia per la sua condizione, e con ciò intendo dire il suo stomaco per il quale hai avuto prova tu stesso.”
Severus nascose una smorfia. “Non vorrà prendere neanche una goccia dei farmaci che gli prescriverai!” sbottò Piton.
“Devi andarci piano, Signor-so-tutto-io! Per Harry è stato molto duro quello che ha passato, e non lo dimenticherà tanto facilmente!” rispose a tono Madama Chips.
 
“Poi, dopo ventiquattr’ore dall’assunzione del farmaco deve mangiare. Non come avete tentato di fare prima tu e Albus, perché avete visto le conseguenze. Il ragazzo, come ti ripeto per l’ennesima volta, ha bisogno di persone che gli stiano accanto. Prima Harry non ha mangiato, è stato forzato a mangiare, e questo non va per niente bene. Specialmente nella sua condizione-”
“Ok, ok, niente forzature. Ma se non vuole mangiare neanche dopo quarantott’ore? Insomma, rischi di farlo morire disidratato!” ribattè Severus.
“Se mi fai finire di parlare magari ti spiego tutto! Appena dopo gli antibiotici dovrai dargli da bere, è fondamentale per lui.. Questo non vuol dire che dovrai forzarlo ma-”
“-ma andarci con la calma” continuò Severus.
“Esattamente.. vedo che repetita iuvant”finì Poppy.
“Ora” continuò l’infermiera “ tieni queste siringhe e queste boccette. Dovrai iniettarle sul braccio del ragazzo SOLO quando sarà sveglio. Altrimenti sarà soltanto inutile.”
Severus a quel punto venne invaso da un bel po’ di medicinali. Annuì in gesto di consenso e si avviò verso la porta.
“E ricorda Severus: mantieni la calma. E’ tuo figlio, non agitarlo.” Ricordò Poppy a quello che lei definiva Il Pipistrello di Hogwarts.
 
***
Harry era sveglio e, seppur desiderando ardentemente di ascoltare la conversazione, non riusciva a capire nulla. La sua testa pulsava e la cicatrice bruciava da morire.
Sentiva per la prima volta il desiderio di avere qualcuno che gli stesse accanto, che gli volesse bene e lo coccolasse quando sentiva dolore.
Anche se non aveva mangiato per settimane (o mesi, tanto non se ne rendeva conto) il suo stomaco era riluttante a qualsiasi cosa fosse solido o liquido.
***
Piton uscì dall’ufficio di Madama Chips e si avviò verso il letto di Potter in uno svolazzare di vesti neri e con un’espressione dura in viso.
Il magico equilibrio che creava alla pila di medicinali non stupiva molto Harry, che era preoccupato per quello che stava per accadere, anche se non sapeva bene cosa.
 
“Potter!” chiamò il professore.
“Uumh?” rispose Harry un po’ assonnato e stanco.
“Dammi un braccio” disse Severus notando che Harry era sveglio anche se- a suo parere – il ragazzo non voleva darlo a vedere.
Dopo una ventina di secondi nei quali il ragazzo non mosse un mignolo, Severus si rese conto che il ragazzo era riluttante alla siringa che aveva appena riempito con del liquido verde.
“Adesso” aggiunse Severus.
“Pro-professore..non è che potremmo farlo un altro giorno? Non mi sento tanto bene da poter-”
“-Quello che puoi o non puoi lo decido io, Potter. Ora ti chiedo solo di darmi il tuo braccio, farò veloce, non sono qui per farti del male. Serve a guarire la tua, ehm..stanchezza” disse Severus non volendo dire subito al ragazzo della sua bronchite.
“N-no!” disse harry voltando la testa che doleva ormai da parecchio tempo.
Severus si sedette sul letto e mise due dita sotto al mento di Harry, in modo tale da fargli voltare la testa.
“Guardami quando ti parlo” disse Severus in tono calmo e rassicurante.
Il professore prese il braccio del ragazzo, prese la siringa e iniettò il liquido nella vena.
Harry non emise alcun gemito, ma una grossa lacrima cadde dai suoi occhi verdi.
“Shhhh..va tutto bene Harry! Tutto questo finirà subito..stà calmo..” detto questo il ragazzo sentì un dito scorrergli la guancia e asciugargli la lacrima.
Oh, Merlino! Il professore più odiato lo aveva chiamato Harry! E per di più lo stava rassicurando!
 
Il ragazzo si avvicinò di più al professore, mordendosi il labbro. Con quel dolore ne erano affiorati degli altri..per meglio dire ricordi di dolori.. così intensi..così..dolorosi..
Harry non voleva che Piton sapesse  di come lo avevano trattato a casa Dursley..anche se aveva visto le ferite..tutto, ma non che Piton vedesse ciò che aveva provato.
 
Severus evocò un bicchiere colmo d’acqua e lo porse al ragazzo. Potter era ancora molto debole, si vedeva. Le mani tremavano al contatto col bicchiere e Piton lo aiutò a bere.
Harry non bevve tutto il bicchiere, ma vide che il volto del professore era soddisfatto.
Tuttavia, Severus non potè abbandonare il ragazzo alla solitudine, così decise di evocare una sedia e di star a guardare il ragazzo (lo chiamava ancora ragazzo, non è ora di chiamarlo figlio?) mentre il sonno lo avvolgeva.
 
Più tardi Madama Chips tornò a controllare la situazione che a quanto pareva, era sotto controllo.
“Severus..dovrei controllare il Signor Potter..dovresti allontanarti dal letto.” Disse Chips in tono di ammonimento.
“Sono il suo tutore, non vedo il perché non possa vedere il suo stato attuale.” Rispose Piton.
“Sentiamo cosa ne dice Harry.” Disse Poppy.
“Harry..sveglia dormiglione! Sono qui per una visitina, poi ti lascerò ancora dormire!” disse Poppy.
Harry aprì gli occhi e vide un’alta figura nera ai piedi del letto..ma come poteva essere? Piton non poteva assistere ai suoi controlli! Non se voleva tener nascosto il suo stato e i maltrattamenti dei Dursley!
“..Harry? Acconsenti che il Professor Piton resti per vedere la tua visita?”
“Ehm..io..ehm..no” disse Harry.
Era una situazione davvero imbarazzante.
“Il Signor Potter è un po’ confuso in questo momento, non riesce a capire. Sono certo che non c’è nulla che impedisca la mia presenza, Poppy” disse Severus, secco.
Confuso? CONFUSO? Ma di chi stiamo parlando???Pensò Harry sentendo la rabbia salire gradualmente.
 
 “Io non sono confuso! E’ lei che è un impiccione!” disse Harry a Piton. Harry odiava essere ritenuto debole.
“Modera il tono con me Signor Potter! Dal momento che io sono il tuo tutore, ho il diritto di vedere tutte le tue visite” rispose Piton.
Harry rimase a bocca aperta.
“Lei..cosa?” chiese stupito il giovanotto.
“Sì,  e che ti piaccia o no questa è la realtà..ora Poppy, procedi.”
“Ehm..sì.” disse l’infermiera e tirò fuori la bacchetta.

SPAZIO AUTRICE
Ciao ragazzi! Grazie per le recensioni che fate..sono quelle che mi tengono su di morale! In questo capitolo Severus ha mantenuto sia il suo ruolo di vecchio pippistrello sia pochi istanti di dolcezza! Volevo anche dirvi della novità di cui avevo accennato in una risposta alle recensioni..
Ho deciso di iniziare un'altra storia, con qualcun altro a cui magari piace scrivere (e ho pensato: Qualcuno su EFP, no?). La storia la vorrei sempre su Harry e Severus (Severus come tutore, magari). Sapete, senza nè sorelle nè fratelli, io sono figlia unica e dopo un pò mi annoio a scrivere da sola.. Beh, a chiunque piacesse l'idea e volesse provare a scrivere insieme a me, mandi una e-mail alla mia posta: eli.turato@gmail.com 
Vi aspetto..spero che qualcuno venga! A presto! 

PS: il prossimo capitolo sarà molto più veloce di questo, lo sto già facendo!

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Capitolo 5
*** Visita e cambiamenti ***


 
“Videt corpus!” disse la medimaga ed ecco che l’incanto diagnostico scorse sul corpo magro di Harry, evidenziando molte fratture: una al polso, una alla costola e una al pollice del piede destro.
Harry si sentiva osservato: percepiva lo sguardo analitico del professore su di sé.
Magnifico, pensò Harry, adesso ci vuole una battuta sarcastica di Piton!
 
“Rilassati, Harry. Non riesco a vedere tutte le tue fratture se ti agiti!” lo rimproverò Madama Chips.
“Umh, sì, scusi..” disse Harry, svegliato dal suo monologo interiore.
“Così va meglio, tesoro!” disse la medimaga tentando di essere un po’ più dolce dato il rimprovero di un attimo prima.
 
“Allora..è arrivato il momento di parlare della tua situazione, Harry. O vuoi che te ne parli Severus?”
Benissimo, proprio qua ti voglio!, pensò Harry.
“Ehm..bè, dato che è stata lei a iniziare il discorso..credo sia lei a doverlo finire..in fondo..è lei la più esperta in questo ambito” rispose Harry educatamente, senza voler offendere il professore.
 
“Devo innanzitutto dirti che hai una bronchite, ora ti spiegherai il motivo di tutte quelle pozioni. Non è da sottovalutare per niente. La tua tosse è molto pesante, a mio riguardo, e credo che debba essere curata a dovere. Già ora hai visto che senza la febbre è solo la tosse a farsi sentire, ma una tua uscita all’aria aperta potrebbe rivelarsi come dire..non collaborativa con quello che stiamo facendo.” Spiegò Poppy e con lo sguardo indugiò un momento su Severus, come per avvertirlo delle conseguenze.
 
Come se non conoscessi Potter abbastanza bene, si disse la medimaga fra sé.
 
“In più,” aggiunse “volevo dirti che le tue fratture possono scomparire benissimo con una pozione ricostituente, o con un po’ di OssoFast, anche se è preferibile usare la pozione” disse finendo con l’incontrare quegli occhi verdi di Harry.
 
“Domande, Potter?” chiese Severus, che avendo avuto un po’ di anni a sua disposizione, poteva quasi prevedere ogni mossa del moccioso.
 
“Ehm..sì. Io..io..mi chiedevo se potevo..stare nella Torre di Grifondoro..nella mia Sala Comune..mentre-”
“No, Potter. La Sala Comune è aperta ma per un individuo come te non è sicura. Inoltre qui in infermeria sarai sotto la supervisione di un adulto che potrà aiutarti in caso di difficoltà” lo interruppe Severus.
 
“Ma..io-”
“Ma niente, Potter. Ti devo ricordare chi è che comanda qui?”
“no” disse, ma poi, vedendo lo sguardo bieco del professore si affrettò ad aggiungere “no, signore”
“Molto bene. Ora devi dormire. Sono le dieci e mezza passate, e tutti meritiamo un bel riposo.”
 
Severus fece per andarsene quando all’uscio Madama Chips gli si pose davanti.
“Perché non gli rimbocchi le coperte?”
“Suvvia! Ha sedici anni ormai, non lo posso trattare come un bambino da quattro!”
“Corri subito da lui..sembri uno sconosciuto, piuttosto che un padre!”
“..E tu sembri una vecchia racchia al posto di una medimaga!”
Ma Severus sapeva che stava sbagliando e non voleva ammettere che in effetti Poppy aveva ragione.
No, si disse il pozionista, lo tratterò come figlio solo in privato, non davanti a questa sottospecie di medimaga.
Piton sorpassò una Poppy molto stupita e si diresse ai suoi sotterranei.
 
Harry non voleva starsene a letto, tutto solo per di più. Gironzolare per il castello di notte era molto più..entusiasmante che stare su di un letto d’infermeria!
Così scese dal letto appoggiando i suoi piedi nudi e caldi al pavimento freddo; ma non gli importava, almeno era una distrazione in più.
Uscì con passo felpato dall’infermeria e salì piani e piani di scale, fino a ritrovarsi al ritratto della Signora Grassa. Non intendeva né svegliarla e né entrare. Sapeva che Severus Piton sarebbe stato decisamente..infuriato se l’avrebbe scoperto..di notte per di più!
Chissà se lui aveva mai pensato a cosa stava provando Harry.
 
Passò altre due ore fuori dal letto, nelle quali andò a vedere l’ingresso delle altre Sale Comuni, tranne quella dei Serpeverde, perché era troppo vicina agli appartamenti del professore di Pozioni.
 
Harry stava per svoltare in un altro piano di scale, quando una mano sulla spalla lo fermò.
Dall’ombra non prometteva niente di buono, proprio niente.
Un mantello nero, gli bastò vedere quello.
Adesso mi punirà anche per quando non è riuscito a toccarmi,pensò Harry impaurito.



ANGOLO AUTRICE
Ciao! Non sono morta, non sono stata rapita dagli alieni e non sono nemmeno morta dal caldo, non vi preoccupate. 
Ho avuto un "inceppo" scolastico (spero capiate) dovuto alla mia primina in prima superiore non ben accettata dagli insegnanti.. 
Ma vabbè, parliamo di questo capitolo.
Un Severus molto duro con sè stesso e con Harry, non trovate? 
Volevo ringraziare i lettori silenziosi e tutti coloro che recensiscono.
In particolare Phoebe76, potteriana96, D_A_Y_S_Y, snapelove, mrs_riddle, irenerenei e Erika97...GRAZIE PER IL VOSTRO SOSTEGNO!!
Andrò in vacanza dal 26/8 al 8/9, quindi penso che un altro capitolo riuscirò a pubblicarlo.
Un bacione a tutti e spero che le recensioni aumentino! 
Al prossimo aggiornamento!


PS: andate a guardare anche "le magiche avventure dell'Ordine della Fenice", dal mio profilo. Recensite!

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Capitolo 6
*** Chiarimenti ***


6. CHIARIMENTI
 
Il professore non degnò nemmeno di uno sguardo Harry, che fu scortato senza nemmeno una parola fino all’infermeria.
A distanza di un piano dalla destinazione, Piton prese Harry per le spalle e lo bloccò al muro.
“Senti, io ti voglio bene e non ho alcuna intenzione di farti la romanzina perché sei uscito dal castello di notte, intesi?” disse il professore.
Harry rimase un po’ stupito della domanda..come mai il più odiato professore di Hogwarts, nonché suo tutore non aveva urlato e, con molta probabilità, non lo aveva affatturato e lanciato in infermeria?
Harry annuì debolmente. Ora che ci pensava, si sentiva molto più debole di quando aveva avuto la strabiliante idea di farsi un giretto per il castello.
“Adesso vieni con me in infermeria, voglio vedere se hai la febbre, comunque sia ti aspettano cinque calderoni da pulire dopo che ti sarai rimesso dall’infermeria” disse Severus ammorbidendo la stretta sul ragazzo.
“Se-severus?” chiese una vocina timida che uscì, per grande orrore di Piton, dalla bocca del ragazzo di fronte a lui.
Ma sei completamente rincitrullito? L’hai chiamato Severus! Adesso vedrai la furia nera! Certo che te le cerchi!Disse una vocina dentro Harry..la coscienza.
Severus stava invece facendo, anzi, subendo una lotta interiore fra cosa fare e cosa non fare.
Alla fine decise che il ragazzo aveva preso la strada della fiducia. Ciò voleva dire che il ragazzo era pronto a fidarsi del suo tutore, anche se con un po’ di timidezza.
“Sì..Harry?” chiese Severus con dolcezza e sentì nel petto una fonte di calore inesauribile che non avrebbe mai detto di avere.
“Mi prendi in braccio?” chiese Harry arrossendo visibilmente per una stupida domanda.
“Vieni qui” disse Severus e prese Harry in braccio, come fosse un bambino piccolo che ha bisogno di cure.
La verità era che Harry non aveva mai avuto tanto affetto, e forse quella notte era stata la prima per la quale poteva dire di aver avuto qualcuno vicino.
Una lacrima scese dalla guancia di Harry, andando a bagnare la tunica del professore.
A quella ne seguirono altre.
Solitudine, gioia per un nuovo tutore, un mix di emozioni che erano veramente pesanti per Harry.
Piangendo, si addormentò fra le braccia del suo tutore, sperando in una nuova vera vita.
 
***
 
La mattina dopo Harry si svegliò nel letto dell’Infermeria. Per un momento pensò che fosse stato tutto un sogno, ma un attimo dopo si accorse che non lo poteva essere.
Severus Piton era seduto accanto al suo letto con il termometro in mano e un’espressione piuttosto severa in viso.
“Buongiorno dormiglione” disse Severus vedendo che Harry era ormai seduto sul letto.
“’Giorno professore” rispose Harry con uno sbadiglio.
“Articolato come sempre, eh?” chiese sarcastico Piton.
“Da questo termometro risulta che il tuo viaggetto notturno abbia portato la tua febbre a 38°” spiegò il professore.
“Ehm..” disse Harry arrossendo visibilmente “Credo che le devo delle scuse” disse Harry.
“Se posso correggerti Harry, io direi ‘credo che TI devo delle scuse’” lo corresse Severus facendo notare che voleva che Harry gli dasse del tu e non più del lei.
“Scusami” disse Harry.
“Per non avermi dato del Tu o per la tua disobbedienza?”
“Entrambe”
“Scuse accettate. Ti ricordo però che la tua punizione non cambia, sai?”
“Va bene” disse Harry sorridendo.
“Ora” cominciò Severus “bevi questa” disse stappando una boccetta verde “è una pozione che ti abbasserà la febbre. E stenditi per favore, ti farai solo venire un’emicrania in quella posizione” disse Severus dandogli la boccetta.
Harry la bevve tutto d’un fiato e poi si stese godendosi le attenzioni del Suo Severus.
 
***
 
DUE MESI DOPO..
Harry era stato dimesso dall’infermeria ed era stato mandato per un paio di giorni fino all’inizio della scuola dai Weasley, Severus diceva che aveva bisogno di rivedere i suoi amici.
La scuola sarebbe iniziata esattamente il giorno dopo, sarebbe stato un anno diverso con lui come tutore per Harry.
Severus aveva anche promesso che la punizione l’avrebbe cominciata non appena il ragazzo fosse arrivato a scuola.
Sul volto di Severus si dipinse un ghigno.
Insieme si sarebbero divertiti.
 
***
 
“Ehi Harry! Come va?” chiese Ron vedendo Harry alla Tana.
“Bene, sono solo stanco, ma sono felicissimo di vedervi” disse guardando anche Hermione, che era entrata con Grattastinchi in braccio, seguita dai gemelli e da Ginny.
“Vieni qui!” disse la Signora Weasley stringendo Harry in un forte abbraccio da mamma.
“Come va?” chiese nuovamente Molly.
“Bene, sono stato dal Professor Piton in questi mesi estivi, spero vi abbia detto tutto” disse Harry un po’ imbarazzato.
Come la avrebbero presa i suoi amici?
“Mi ha già detto tutto, non ti preoccupare, adesso pensa a divertirti. Arthur arriverà per l’ora di cena, se vuoi salutarlo.”
“Oh sì, con molto piacere!” disse Harry e si avviò in camera con Ron, Hermione, Ginny, Fred e George, che erano intenzionati a saperne di più sul professor Piton.
 
CONTINUA…
 
 
SPAZIO AUTRICE
Eccomi! Non sono riuscita (come spero avrete capito) a postare il capitolo prima delle vacanze, spero mi perdonerete!
Spero vi sia piaciuto, adesso gli aggiornamenti saranno un giorno sì e uno no, quindi preparatevi!
Come vedete Harry e Severus stanno procedendo discretamente..chissà come andrà a finire.
Questa storia ho deciso che continuerà per almeno altri 40 capitoli, quindi..Scusate se è un capitolo breve, sapete come sono fatta :)
E’ un mistero anche per me il finale di questa storia, dipende cosa fa la mia immaginazione..
Recensite in tanti..le vostre recensioni aiutano spesso!
Grazie a McGuinness che beta qualche volte le mie storie e mi da qualche dritta e..
Erika97, Phoebhe76, snapelove e tutti quelli che seguono la storia!

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Capitolo 7
*** Sesto anno ad Hogwarts ***


Harry non disse niente a Ron e Hermione quella sera. Avrebbe raccontato tutto una volta che fossero stati a quattr’occhi: in pratica ad Hogwarts.
Harry non se la sentiva di parlare con i gemelli, Ginny e tutti gli altri che gli mettevano pressione, così aveva scelto il male minore.
Chissà se Severus abbia approvato la mia scelta, spero di sì. Pensò Harry guardando fuori dalla finestra.
***
Quella fresca mattina di Settembre, Harry si svegliò presto a causa delle nuovissime caccabombe dei gemelli Fred e George, che stavano sperimentando per il loro ultimo anno.
Ron si svegliò praticamente insieme a Harry, e i due scesero per la colazione, lasciando i gemelli alle macchinazioni.
In cucina Harry notò che Hermione e Ginny erano già sveglie e attive a dare una mano con le uova.
Quando tutto fu pronto tutti si accomodarono a tavola.
Non fu una colazione tanto lenta, perché come ogni anno –almeno per quanto ne sapeva la signora Weasley- tutti i ragazzi non preparavano mai la valigia la sera prima e al mattino c’era la solita confusione con i bagagli.
Harry non ci metteva mai troppo tempo a preparare la sua, di solito un’oretta era più che sufficiente.
Prima di partire, un gufo planò con un biglietto in mano per Harry.
Quest’ultimo lesse l’intestazione..era da parte di Severus.
Aprì il biglietto e lesse:
 
Ciao Harry,
so che starai partendo, quindi vorrei augurarti buon viaggio e cerca di non farti male. Comportati bene, e ringrazia i signori Weasley, non essere scortese. Lo so che te l’avevo già detto, ma è sempre meglio ricordartelo.
Il treno parte alle 11 in punto come ogni anno, non dimenticare il tuo biglietto.
Ho delle novità da darti, ma te le dirò una volta che sarai arrivato.
Ci vediamo al banchetto o forse anche prima,
Severus
 
In quel momento Harry si sentì veramente coccolato. Al solo pensiero che per cinque anni Piton l’aveva ritenuto uno stupido e l’aveva trattato come tale, Harry si sentì decisamente meglio.
Prese un pezzo di pergamena strappato, e scrisse:
 
Caro Severus,
sto partendo, hai la puntualità di un orologio svizzero. Seguirò alla lettera le tue indicazioni, come sempre.
Ci vediamo stasera,
Harry

 
Legò il tutto alla zampetta del gufo e lo vide scomparire.
Arrivati alla stazione, consegnarono i bagagli e andarono dai Signori Weasley per i saluti e gli ultimi ringraziamenti.
“Harry caro, fai buon viaggio” disse Molly con un largo sorriso.
“Certo Signora Weasley e..volevo ringraziarvi, tutti e due per questi giorni, sono stai decisamente belli” disse Harry.
“Non ti preoccupare Harry, puoi venire da noi quando vuoi, questo sia chiaro. Non farti male, stà lontano dai guai” disse Arthur.
Harry fece per ribattere, ma la Signora Weasley lo affogò in un largo abbraccio.
“Ora andate, o perderete il treno” disse Molly dando una spintarella a Harry, Ron, Hermione.
I tre scelsero uno scompartimento tutto per loro, come quasi ogni anno.
“Harry, cosa ci volevi dire di importante su Piton?” chiese Hermione che aveva fatto finta di non ricordarsene.
“Sì, giusto, cosa volevi dirci?” chiese Ron a ruota.
“Proprio di questo vi volevo parlare. Piton mi ha curato.”
“COME?” chiesero in coro i due amici.
“Sì, mi ha portato ad Hogwarts quest’estate perché..i Dursley abusavano di me, insomma, vi ricordavate..”
I due annuirono ansiosi.
“Mi ha curato da una broncopolmonite e.. ora è il mio tutore”
La faccia di Ron e Hermione era pressoché indescrivibile.
“Ma..insomma..non è..cattivo?” chiese Ron con un certo distacco.
“Beh, non più del dovuto. E’ molto tenero, e certe volte mi abbraccia, come per consolarmi. Non è facile capirlo, ma ha un cuore grande.” Disse Harry come per giustificare Severus.
Il viaggio proseguì senza troppe domande sul rapporto di Harry con Severus.
Quando arrivò il momento di prendere le carrozze, i tre incontrarono Luna e Neville intenti a trovare i Nargilli.
“Sono creature rare, è ovvio che non ce ne siano tanti” disse Luna con la sua solita voce calma e tranquilla.
“Capisco” disse Neville confuso.
Arrivati al banchetto, Harry incrociò lo sguardo del suo tutore, che per un momento sembrò essere sereno. Ma forse era solo quello che pensava Harry.
 
 
ANGOLO AUTRICE!
Grazie ovviamente a tutti quelli che seguono la storia, lunadistruggi, snapelove, phoebe, Eliana, Erika 97 e tutti quelli che sono lettori silenziosi.
Beh, che dire..un Severus troppo col fiato sul collo di Harry?
Ah, ricordo che gli avvenimenti del sesto libro non c’entrano nulla, a chi venisse il dubbio.
Vedremo come si svolgerà la storia.
Alle recensioni da ora in poi risponderò ogni volta che posto un capitolo.
Bacioni e grazie delle recensioni!
Ely

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Capitolo 8
*** Nuovi problemi ***


Finita la cena, Harry, Ron ed Hermione  si diressero alla Sala Comune dove potevano finalmente godersi un po’ di tranquillità. Il viaggio era stato come sempre lungo ma piacevole , in compagnia degli amici e dei loro aneddoti vissuti durante l’estate.
Ma Harry aveva ancora stampato nella mente la faccia del suo professore:  apparentemente serena, ma mai tale da riuscire a convincerlo; lo conosceva troppo bene e ormai il temibile pozionista non poteva – o meglio, non riusciva- a nascondere alcuna delle sue emozioni.
***
Girarsi e rigirarsi nel letto non portava a nulla. I pensieri vorticavano nella mente di Harry e si formavano domande alla quale nemmeno lui riusciva a dare risposta, e nel caso ci fosse riuscito, a catena ne apparivano delle nuove, che lo assillavano fino a fargli cambiare argomento.  Ormai aveva deciso: doveva andare da Severus. Il modo più semplice per arrivarci? Con il mantello.  Scese dal letto a baldacchino del proprio dormitorio e facendo ben attenzione a non svegliare né Ron né i suoi compagni di camerata, scese fino ad arrivare davanti al caminetto. Si coprì con il mantello e uscì, consapevole che se qualcuno lo avesse beccato si sarebbe ritrovato in guai grossi. Ma forse quello sarebbe stato solo il minimo.
Scese, quasi correndo, le rampe di scale per arrivare ai sotterranei e una volta giunto davanti alla Sala Comune Serpeverde non seppe cosa fare. Di certo gli appartamenti del professore non erano lì dentro, ma allora? Come faceva a trovarlo?
Bene si disse  seguirò il mio istinto e lo troverò.
Girò un paio di volte a destra, un paio a sinistra, ma di Severus nessuna traccia.
Ma ad un tratto, sentì una voce gelida e molto arrabbiata provenire, probabilmente, da alcuni corridoi più un là. La riconosceva: quella era la voce del temibile professore di pozioni.
Così, silenziosamente, percorse i corridoi che bastarono per sentire bene il discorso, o meglio, la predica che il professore stava facendo a quelli che sembravano un gruppo di ragazzini del primo anno.
“Ma professore noi-“
“Noi niente! Siete fuori dalla vostra Sala Comune ben due ore dopo il Coprifuoco! Come vi permettete! E mi meraviglio di voi!”
I due ragazzini cercarono di ribattere ma ancora una volta la voce del professore sovrastò la loro.
“Cosa c’è, eh?! Non avrete mica visto un fantasma per essere qui fuori?! Ora voglio che spariate dalla mia vista all’istante, altrimenti potreste ritrovarvi in un calderone prima di quanto voi possiate immaginare!” esclamò il professore con un tono di chi vuole imporre qualcosa.
“..E.. non credete di passarla liscia! Domani alle 18 vi voglio nel mio ufficio per una punizione” aggiunse con un tono soddisfatto.
Harry pensò che qualche volta il professore si divertiva ad assegnare queste punizioni.. o almeno apparentemente sembrava così.
Bene, ora la cosa era fatta! Bastava seguire Piton per arrivare ai suoi appartamenti!
E così Harry lo seguì, fino ad arrivare al ritratto dei suoi appartamenti.
Lì però la faccenda si complicava.
Decise di non cercare di imbrogliare Severus, gli avrebbe fatto capire che c’era anche lui, o il professore si sarebbe potuto irritare.
Si accostò al professore e, prima che potesse riprendere a camminare, lo prese per mano.
Il professore fece una smorfia a metà tra una sorpresa e un arrabbiato,  ma non disse nulla.
Insieme si avviarono verso gli appartamenti.
***
“Severus, lo so che c’è qualcosa che non va.. ma me ne potresti anche parlare..” disse Harry fissandolo.
 I due si erano seduti sul divano e, dopo una bella predica da parte di Severus sugli orari poco adatti alle visite extra, Harry aveva cominciato a bombardarlo di domande.
“Harry, non va bene che tu spifferi ai quattro venti il nostro rapporto” disse Severus con tono severo.
“Quattro venti? Quattro venti?!?! I miei amici sarebbero quattro venti?!” chiese Harry un po’ deluso e amareggiato dalla risposta del professore.
“Harry, non intendevo questo. Ma ti avevo chiesto di non farne parola con nessuno” disse il professore e questo non lo si poteva negare.
“Severus! Sono i miei amici! Sono gli unici amici che ho avuto sin da quando sono ad Hogwarts! Non puoi proibirmi di parlargli della mia situazione! Se non lo sanno, lo verranno a sapere!” disse, e guardò spostò lo sguardo sul pavimento, quasi sul punto di piangere.
“Harry! Non usare con me questo tono, è chiaro? Io sono pur sempre il tuo tutore e se ti chiedo di non fare qualcosa ho i miei validi motivi e, credimi, non lo faccio per puro piacere, ma perché cerco di non aggravare ulteriormente la tua situazione!” disse Severus e a quelle parole, con grande sorpresa di Piton, il ragazzino si alzò di scatto e corse via, urlando “Ti odio!”.
 
Nel petto del professore sembrava essersi aperta una ferita non marginabile, non curabile né con le pozioni e né con la medi magia.  Era una ferita emotiva, quelle parole erano state peggio di una doccia fredda. Peggio, molto peggio.



ANGOLO AUTRICE
Sono tornata! :) Con un pò di tempo, ma si sa, gli impegni babbani non sono posticipabili.
Comunque.. da cosa cominciare? Ah, sì! I ringraziamenti! 
Intanto ringrazio tutti coloro che hanno recensito e hanno inserito questa storia fra le seguite o addirittura fra le favorite!
Grazie, grazie, grazie infinitamente grazie! :D
E un ringraziamento speciale va anche a coloro che, nonostante il tempo passato, hanno continuato a ricordarmi di aggiornare! Grazie veramente di cuore! :D
E ora.. un commentino sul capitolo!
Aria di tempesta fra Harry e Severus eh? xD Da che parte siete? Dalla parte di Harry, che cerca un supporto in chi ha sempre avuto fiducia, o in Severus, che cerca di non far trafelare nulla? 
Al prossimo capitolo che arriverà prestissimo! :)
Ely 

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Capitolo 9
*** Le conseguenze delle proprie azioni ***


Dannazione! Il ragazzo non solo aveva il coraggio di alzare il tono ad una semplice richiesta, ma gli riusciva tremendamente facile cacciarsi nei guai girovagando per il castello durante la notte.
Un discorsetto sull’educazione non glielo leverà nessuno, su questo potrà starne certo, pensó Severus lasciandosi cadere sul divano dei suoi appartamenti. Potter avrebbe imparato a controllarsi e ad agire con coscienza o avrebbe rimpianto il caro vecchio professore di pozioni. D’altronde anche un Grifondoro avrebbe dovuto capire le basi dell’educazione, sebbene la sua mente non sia esattamente una delle più brillanti.
Eccetto la Signorina Granger, ma lei avrà avuto sicuramente qualche ascendente Corvonero, si disse, pensieroso.
Severus sapeva benissimo che il comportamento di Harry era stato dettato dall’impulsività, ma tutto questo spirito ribelle avrebbe dovuto tenerlo per sè, tanto più in quelle circostanze.

***

Harry sfrecció fra i corridoi sotto al mantello, la mente ancora all’ufficio di Piton. 
Quel “Ti odio” gli era costato tantissimo, eppure gli era uscito dalla bocca con una facilità impressionante. 
Severus non gliel’avrebbe mai perdonato, lo sapeva bene, soprattutto dopo tutte le difficoltà che avevano affrontato per ricostruire il loro rapporto durante l’estate. 
Io avró i sensi di colpa per due parole buttate là, ma almeno gli ho detto chiaro e tondo che i miei amici non li includo o li escludo a piacimento. Loro mi hanno sempre detto tutto, in ogni situazione, e io mi sono comportato di conseguenza, pensó Harry rimembrando il motivo scatenante della sua rabbia. Come poteva per permettersi Severus di decidere come e quando Harry poteva parlare ai suoi amici? D’altronde la lealtà è ciò che contraddistingue i Grifondoro, perciò Ron ed Hermione non avrebbero mai e poi mai tradito il segreto di Harry. 

Ad un tratto, dopo una decina di minuti, Harry arrivó davanti al ritratto della Signora Grassa, pronunció la parola d’ordine ed entró, ritenendo saggio rimanerci per il resto della notte e cercando nel sonno una soluzione a quella situazione.

***

Il mattino successivo Harry si svegliò, inforcó gli occhiali e si preparó ad una nuova giornata ad Hogwarts. Quella mattina stranamente Ron si era svegliato senza che nessuno lo chiamasse, perció, almeno per una volta, erano puntuali per la colazione. 
Quando Harry fece per aprire la porta del proprio dormitorio e scendere, Ron gli fece notare una lettera sopra al proprio letto. Nella confusione della stanza, evidentemente, non era stata nemmeno vista. 
“Temo di sapere di cosa si tratta” disse Harry fissando la lettera. 
“Piton?” chiese il rosso.
“Suppongo di sì” rispose, “ieri sera mi sono presentato nel suo ufficio e.. beh, l’intenzione era quella di chiarire.. il risultato è stato l’opposto” aggiunse Harry con un nota triste nella voce.
Il ragazzo aprì la lettera e ne lesse ad alta voce il contenuto, cosicché potesse ascoltare anche Ron:

Caro Sig. Potter, 
La aspetto nel mio ufficio alle ore 18, per una punizione con il sottoscritto, dal momento che ieri sera ha ritrovato saggio aggirarsi per il castello dopo il coprifuoco. 
Porti anche il mantello di cui si serve per fare queste escursioni notturne, ad Hogwarts non sono ammessi tali
oggetti, tanto più se finalizzati a questi scopi. 


S.Piton

“Miseriaccia, Harry! E ora come farai senza mantello?” chiese Ron allibito dalle poche parole lasciate dal pipistrello.
“Ron, non lo so, e non ne ho la più pallida idea. Pochi giorni ad Hogwarts e sono già in punizione, con l’ultimo professore che vorrei vedere, per di più!” si lamentò il ragazzo.

***
Harry, sconsolato, uscì dal dormitorio con il suo migliore amico ed insieme ad Hermione, che li aspettava in Sala Comune, si diressero alla Sala Grande per la colazione.  
La ragazza aveva subito notato le facce dei due amici e aveva chiesto il motivo di quei musi lunghi. Harry e Ron avevano spiegato esaurientemente quanto successo, ma l’umore della ragazza sembrava non essersi scalfito. 
“Hermione, sei sotto effetto della Felix Felicis o ti rendi conto di quello che è successo?” chiese Ron “Niente più uscite la sera, niente più visite ad Hagrid, niente più Harry ad Hogsmeade 
o-” 
“Su Ron, lo sai benissimo anche tu che per la sicurezza di Harry questo sarebbe stato necessario, prima o poi! E a dirla tutta, sai bene anche tu che questo si sarebbe dovuto fare già al primo anno! Quanto volte è successo che Harry si mettesse in pericolo con quel mantello? Piton è stato duro, ma a questo prima o poi ci saremmo dovuti abituare.” disse la ragazza interrompendo bruscamente il ragazzo dai capelli rossi.
“Ron, Hermione ha ragione. Cioè, Piton lo sa che chiedermi il mantello è come togliermi la maggior parte delle infrazioni alle regole in questo castello, ma forse è la cosa più giusta, al momento.” disse Harry quasi in un sussurro, affogando lo sguardo nella sua colazione.
“Bravo Harry, vedo che sai capire qual’é la retta via, ogni tanto. Non essere triste, sai che il professor Piton vuole solo il meglio per te, altrimenti non ti avrebbe chiesto di essere tuo tutore. E poi, con la Umbridge che ti svolazza intorno sarebbe meglio essere prudenti.” disse Hermione incoraggiandolo.
“Già” fu la risposta di Harry, la mente affogata nei pensieri. 
Certo, Piton vuole solo il meglio per me, peccato che per come l’ha messa lui, un prigioniero ad Azkaban avrebbe piú libertà di me. Al diavolo la Umbridge! Quella donna sará anche impicciona e crudele, ma non andrebbe mai ad interferire con il rapporto fra lui e Severus, pensò il ragazzo trangugiando in silenzio il resto di colazione, mentre Ron ed Hermione davano un’occhiata all’orario del giorno.
“Uh, abbiamo Trasfigurazione oggi!” esclamò la riccia con un sorriso stampato in faccia. 
Ron invece fece un sospiro che sembrò quasi uno sbuffo. 
“Ronald, é inutile che mascheri la tua noia, é la stessa reazione che hai tutte le mattine quando annuncio la prima lezione del giorno” disse di rimando Hermione, e i tre ragazzi risero di gusto.

CONTINUA..






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Capitolo 10
*** Punizione ***


Terminata l’intensa giornata di lezione, il trio Grifondoro si diresse verso la Sala Grande per la cena. 
“Ragazzi, purtroppo vi devo lasciare, Piton mi aspetta nel suo ufficio fra.. cavolo, mancano solo 10 minuti!” esclamò Harry arrivando sulla soglia della Sala Grande.
“Oh, giusto.. Ma, Harry, non mangi?” chiese Ron stupito, considerando mentalmente che forse anche questo facesse parte della punizione. 
“Ron, Piton si farebbe torturare dal Tu-Sai-Chi in persona piuttosto che affamare Harry!” disse Hermione al rosso, roteando gli occhi.
“Hermione, io non ci metterei troppo la mano sul fuoco, per quanto io debba ammettere che Piton sia molto cambiato nei miei confronti negli ultimi mesi..” disse Harry sospirando “Ora vado, altrimenti temo che la mia punizione si allungherá inevitabilmente” aggiunse.
“Ah Harry, hai preso il mantello, vero?” chiese la riccia vedendo Harry allontanarsi, ma non ricevette risposta perché nel rumore della folla che si dirigeva in Sala Grande per Harry era impossibile sentire la domanda. 

***
Harry si diresse ad ampie falcate nell’ufficio del professor Piton, zigzagando nella folla per velocizzare i tempi. Il suo tutore teneva al tempo più di ogni altra cosa, e ne odiava gli sprechi, soprattutto se l’appuntamento é per una punizione.
Arrivato davanti alla porta dell’ufficio si fermò, prese un bel respiro e bussò.
“Avanti” disse una voce gelida proveniente dall’interno della stanza. 
Harry aprí la porta e la richiuse alle sue spalle, sputando uno stentato “Buongiorno” al professore.
“Vedo che le maniere non sono affatto cambiate, Signor Potter.” disse il pozionista inchiodando con lo sguardo Harry al pavimento. 
Il ragazzo si guardò intorno e notò che vi era solo lui nella stanza, nessun altro sembrava essere in punizione. Allora come mai il professore era tornato a chiamarlo “Potter”? 
“Severus, siamo soli, potremmo-”
“Potremmo cosa, Potter? Per quanto mi riguarda siamo a scuola, non nei miei appartamenti, e tu sei qui per svolgere una detenzione, non per un’allegra chiacchierata fra amici” disse Piton guardando il ragazzo negli occhi. Giurava di aver quasi ghignato nel vedere negli occhi del ragazzo un velo di tristezza per aver anche solo tentato di tornare ai toni confidenziali. 
“Tornando a noi, Signor Potter, prima di tutto mi consegni il mantello dell’invisibilitá, poi passiamo al resto.” aggiunse il professore indicando un punto esatto della cattedra in cui appoggiare il mantello.
Il ragazzo, che nel frattempo aveva abbassato lo sguardo deluso dal ritorno del “lei” del suo professore, tirò fuori il mantello dalla tasca e lo appoggiò con delicatezza sulla cattedra, in silenzio. Parlare non avrebbe fatto altro che peggiorare la situazione, considerando la già precaria situazione in cui si trovava.
“Molto bene, noto con estremo piacere che il suo carattere Grifondoro sembra plasmarsi molto bene con un po’ di sana disciplina. Ora, vorrei che interagisse con me per il resto del discorso, dal momento che sembra aver perso la lingua.” disse Severus alzandosi, ma rimanendo sempre dietro la cattedra. 
“La ascolto.” borbottò in tutta risposta il ragazzo, non riuscendo a trovare parole piú gentili per dare il suo consenso.
“Ottimo. Vorrei mettere in chiaro un paio di punti. Il primo riguarda ciò che è successo ieri sera nel mio ufficio: Potter, non azzardarti mai più a violare il coprifuoco per venire a parlare con me. Se necessiti di venire da me, per qualsiasi motivo, puoi mandarmi un gufo o un elfo domestico, e sarò ben felice di darti la facoltà o meno di venire qui. È chiaro o devo fartelo entrare in quel tuo minuscolo cervello facendoti scrivere 200 volte questa frase?”
“No, signore, è chiarissimo.” disse Harry, lo sguardo fisso sul pavimento. 
“Potter, guardami mentre ti parlo!” disse il Serpeverde con una punta di irritazione nella voce, ed Harry alzó subito lo sguardo, affogando negli occhi color ossidiana del suo tutore. 
“Secondo punto: il mantello resterá qui con me finchè non mi dimostrerai di avere un comportamento più maturo e responsabile. Un mantello si presume venga utilizzato nelle situazioni di pericolo, non per girovagare per il castello di notte! A questo proposito, dal momento che converrai con me che su questo punto non posso lasciar correre, verranno detratti 50 punti a Grifondoro e ti presenterai nel mio ufficio alle 20 in punto di ogni giorno, per una settimana a partire da domani, per riflettere sulle tue azioni con la pulizia di alcuni calderoni.” concluse Severus.
“Domande?” chiese, quasi retoricamente.
“Sì” disse Harry con un velo di rabbia nella voce “Perchè lo fa? Perchè tutto questo teatrino per essere il mio tutore se poi non fa altro che ostacolarmi? Passiamo dal tu al lei come fosse niente, interi mesi buttati al fuoco, solo perché lei deve salvare la sua reputazione da professore di pozioni che ama torturare gli studenti come Lord Vold-”
“Signor Potter, veda di moderare i termini, o le conseguenze non saranno piacevoli. Io sono il suo tutore, è vero, ma lo sono nei miei appartamenti. Io non confondo la vita professionale con quella privata, al contrario di lei” disse, acido.
“Ovviamente” disse seccamente Harry, le lacrime che sentiva premere per uscire. 
“Eccellente. Puó recarsi in Sala Grande per la cena, la aspetto qui domani sera e mi raccomando la puntualità, se non vuole che altri preziosi punti vengano detratti alla sua Casa.” aggiunge il professor Piton. 
Harry annuì e silenziosamente si voltò per aprire la porta, quando una grossa lacrima gli solcó il volto, ma per fortuna stava già dando le spalle a Severus. 
Fece per chiudere la porta dietro di sè quando una voce lo fece esitare.
“Potter, non ho detto che non saró più il tuo tutore, ho detto che lo saró quando mi chiederai di esserlo. Aspetto un tuo gufo a riguardo, metti da parte il tuo orgoglio Grifondoro ferito e vedi di non deludermi.” disse Piton ed Harry capì.
In fondo, le abilità del suo tutore nel leggere nella mente di Harry erano sufficienti da aver visto tutta la sofferenza e il controllo che il ragazzo aveva dovuto tenere mentre il suo professore rimarcava i suoi errori. Errori che peraltro erano ormai considerati normali, dal momento che nei 5 anni precedenti nessuno gli aveva mai severamente impartito una lezione per queste sue passeggiatine notturne. 

CONTINUA..
*Angolo autrice*
Un grazie di cuore a coloro che nonostante gli anni trascorsi da un capitolo all’altro sono ancora qui a seguire e a recensire la storia. Spero vi piaccia e che possiate darmi ottimi consigli e spunti per i capitoli successivi.. See you soon!

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Capitolo 11
*** Una mente vulnerabile ***


Il mattino seguente Harry si svegliò presto, in punta dei piedi uscì dalla stanza e si diresse in guferia, per scrivere a Severus. In poche righe chiese al professore quando avrebbero potuto vedersi, magari negli alloggi del pozionista, per parlare in modo più informale. Piegò il biglietto, lo pose nel becco della sua fidata civetta, Edvige, e la vide scomparire nella nebbia che avvolgeva l'esterno di Hogwarts.
Tornò alla Torre e, una volta rientrato in camera, notò che nessuno dei suoi amici si era ancora svegliato, così decise di recuperare qualche prezioso minuto di sonno: si lanciò sul letto ancora vestito, provocando non pochi scricchiolii, e cadde in un sonno leggero.

***

Purtroppo, il sonno sembrava disturbare Harry più del dovuto. Cominciò a sentire una presenza estranea nella sua testa: il corpo di Harry cominciò a tremare, i nervi si fecero più tesi sulla superficie cutanea e piccole gocce di sudore avevano cominciato ad imperlare la sua fronte. Tuttavia, i suoi amici non essendosi ancora destati non avevano notato i movimenti del ragazzo.
"Harry Potter.. ci rivediamo" disse una voce gelida nella sua mente.. Sarebbe stata riconoscibile fra mille, era Voldemort. "Ah, riesci ancora a stare dentro le mura di questo castello con una coscienza sporca? Macchiarsi dell'omicidio di un altro studente è una grave colpa.. E Silente cosa ne dice? Oh, sicuramente per il suo pupillo questo ed altro.. quel vecchio sciocco!" E una risata pervase la mente di Harry come una doccia d'acqua fredda. Le immagini che invasero la mente di Harry gli stavano facendo rivivere gli orrori di quella notte al cimitero, durante la terza prova del torneo tremaghi. 
Il corpo del Grifondoro ora era pervaso da tremiti ed Harry aveva cominciato anche a biascicare frasi che ad un ascoltatore esterno avrebbero potuto apparire senza senso: "B-basta.. N-non n-n-ne hai il di-diritto.. S-smettila ora" 
E proprio con queste parole Ron si era destato ed era accorso al letto del suo migliore amico, notando il sonno agitato. Cominciò da subito a scuotere l'amico per svegliarlo, ma Harry continuava a contorcersi come se ciò in cui era coinvolto fosse qualcosa di più di un semplice incubo. Ron chiese a Neville, il quale nel frattempo si era svegliato e stava osservando la scena, di andare a chiamare la professoressa McGranitt. 
Intanto Harry continuava a combattere con la voce nella sua testa..
"Ma Harry.. dimmi una cosa.. come sta Severus?.. Da ciò che vedo sembra che il mio amato e fedele servitore sia diventato la balia del nostro ero del mondo magico.. Non è così?.. Ah, Severus non te l'aveva detto?.. Harry, Harry.. Dovresti cominciare a pretendere di più da chi ti circonda.. Ti trattano come un bambino piccolo.. Ti nascondono la verità.. Ma non temere, Potter, tornerò presto per informarti di altro e anche se ora devo andarmene, mi vorrei assicurare che tu non debba sentire troppo la mia mancanza.. Crucio!" 
Il corpo di Harry aveva cominciato a contorcersi in maniera copiosa, tanto da cadere quasi dal letto, se Ron non lo avesse contenuto in tempo. Quando entrò nella stanza la professoressa McGranitt, seguita a ruota da Neville, trovò il ragazzo in condizioni tremende, aveva capito subito che fosse opera del Signore Oscuro. Tuttavia non fu necessario alcun incantesimo, perchè il ragazzo si stava già svegliando, madido di sudore e tremante. 
La vista era un pò annebbiata, ma non più del dovuto poichè notò con piacere che gli occhiali con cui si era addormentato erano ancora al loro posto. 
"Ch-che ore sono?" chiese Harry notando una certa folla attorno a sè. E che cosa ci faceva la McGranitt accanto al suo letto?
"Sono le 7.30 della mattina, Potter, e sì, sono qui perchè sono stata chiamata dai tuoi compagni di stanza.. Era un incubo, vero?" chiese la professoressa al suo alunno.
"Credo.. Credo di sì. Anche se questa volta sembrava essere qualcosa di più profondo." disse Harry con un velo di paura nella voce. 
"Bene.. Potter, alzati da qui, andiamo dal Professor Silente, vorrà essere informato a riguardo. Weasley, posso chiederti di scendere nei sotterranei e informare il Professor Piton dell'accaduto? Ah, e chiedigli di raggiungerci nell'Ufficio del Preside."
"Ehm.. Professoressa.. io.." balbettò Ron.
"5 punti a Grifondoro possono bastare per convincerla, Signor Weasley?" 
"Oh, beh.. vado e vengo, professoressa." disse allegramente Ron, e uscì alla volta dei Sotterranei.

***

Come ogni dannato giorno passato dentro quelle mura, Severus si era svegliato presto per preparare delle pozioni che servivano per la sua scorta personale. 
Dopo un paio di ore, era piombato nel suo ufficio un gufo - che poteva riconoscere essere quello di Potter - ed aveva lasciato un messaggio. 
Quel ragazzo ogni tanto sa usare quel piccolo cervello che si ritrova si disse il professore fra sè. Era molto soddisfatto che Potter avesse capito il messaggio che aveva voluto dargli Severus con la punizione. ovviamente un gesto simile sicuramente non l'avrebbe cancellata, ma era già un bel passo avanti. 
Dopo quella che sembrò essere un'ora, bussò nel suo ufficio Weasley, il migliore amico di Potter, che tra un respiro affannato e l'altro cercava di spiegargli l'accaduto. 
Diamine! Il Signore Oscuro sta cercando un modo più efficace per avvicinare il ragazzo.. Dovevo immaginarlo. 
"Weasley, tu hai capito qualcosa di ciò che il Signore Oscuro stava dicendo al Signor Potter?" chiese Piton con tono autoritario. "Sempre che gli stesse solo parlando, i metodi che utilizza il Signore Oscuro non sono tra i più ortodossi." aggiunse.
"Mi dispiace, signore, tutto quello che potevo sentire erano i lamenti di Harry, era come se mi stesse supplicando di far finire tutto." disse il rosso brevemente.
"Capisco. Bene, può tornare alla sua sala comune, del Signor Potter ce ne occuperemo noi." disse il pozionista, e lo congedò, dirigendosi verso l'Ufficio del Preside.

*ANGOLO AUTRICE*
Capitolo brevissimo, ma spero vi piaccia lo stesso! Dal momento che gli aggiornamenti sono più frequenti qualche capitolo sarà sicuramente più breve :)
 

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