Episodi di clandestinità

di Misatona
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Una fredda giornata di metà gennaio ***
Capitolo 2: *** Oggi è il tuo compleanno?! ***
Capitolo 3: *** Fly me to the moon ***



Capitolo 1
*** Una fredda giornata di metà gennaio ***


L’ampio ufficio di Bulma dava su una splendida vista della Città, sulla quale iniziavano a cadere i primi timidi fiocchi di neve.
“Accidendi, le previsiodi hanno azzeggado quesda volda. Etcì.”

***

La sera precedente, Bulma si era recata nel suo posto speciale per fumarsi l’ultima sigaretta della giornata in santa pace. Da quando aveva 10 anni, il piccolo dondolo della depandance posta nel retro di proprietà Brief, era il suo angolo di tranquillità dove potersi rifugiare dal mondo intero.
Incappottata e con coperta alla mano, si accese la sigaretta prima di girare l’angolo della depandance e trovarsi sul giardinetto nel retro.
“e tu che cosa ci fai qui?” chiese allibita di trovare qualcuno nel suo posto.
“potrei farti la stessa domanda” disse Vegeta staccando un auricolare dall’orecchio per poter ascoltare la donna.
“sono venuta a fumarmi l’ultima sigaretta della giornata”
“vai da un’altra parte, ci sono già io qui”
Bulma mutò espressione da sorpresa ad arrabbiata in un secondo “bello, questo è il mio posto da quando ho 10 anni. Sei arrivato un po’ tardi, non credi?” disse poi con un sorrisetto di supremazia. Si avvicinò e fece scansare l’uomo con un colpo d’anca. Aprì la coperta e se la mise addosso coprendo anche il Saiyan.
“Che modi” disse Vegeta che per tutta risposta si beccò un’occhiataccia dalla turchina.
“Come mai sei qui anche tu?” chiese la donna.
“Pensavo”
“A cosa?”
Vegeta si voltò verso la ragazza, tolse la sigaretta dalla bocca e sputò fuori una boccata di fumo. Non gli avrebbe mai detto che stava pensando proprio a lei, alla loro relazione clandestina e a quanto si stesse irrimediabilmente bruciando con un sentimento che sulla Terra chiamavano amore.
“A niente”
Bulma fece roteare gli occhi al cielo. Sapeva perfettamente che non voleva dirle il vero motivo per cui si trovava proprio li. “Se non vuoi dirmi a cosa pensi, mi puoi almeno dire cosa stai ascoltando?” sorrise.
“Tsk” sbuffò Vegeta passandole un auricolare.
 
Ma quando poi ti vedo c'e qualcosa che mi blocca
E non riesco a dire neanche come stai


Come stai bene con quei pantaloni neri
Come stai bene oggi


Come non vorrei cadere in quei discorsi
Già sentiti mille volte
E rovinare tutto


Come vorrei poter parlare senza preoccuparmi
Senza quella sensazione che non mi fa dire

 
Che mi piaci per davvero
Anche se non te l'ho detto
Perché è squallido provarci
Solo per portarti a letto
E non me ne frega niente
Se dovrò aspettare ancora
Per parlarti finalmente
Dirti solo una parola
Ma dolce più che posso
Come il mare come il sesso
Finalmente mi presento

 
(“Oggi sono io” Alex Britti)
 
“Non ti facevo uno da Alex Britti” disse lei entusiasta. “Etcì”
“Cos’era?” chiese allarmato Vegeta.
“Etcì. Oh no, mi sa che mi sto prendendo il raffreddore” disse Bulma soffiandosi il naso.
“E che diavoleria è?”
“Non hai mai preso il raffreddore? Etcì. Bhè adesso che ci penso anche Goku non l’ha mai preso. Etcìììì. È una malattia terrestre.”
Vegeta la guardava stranito ad ogni starnuto.
“Devo aver preso freddo”
“Per forza, vai in giro mezza nuda a metà gennaio con questo freddo” disse lui tornando a guardare dritto avanti a sé.
Bulma lo guardò offesa avvicinandosi pericolosamente al suo volto “Non mi sembra ti dispiaccia che vada in giro mezza nuda, scimmione”
Vegeta arrossì “la lieta visione che ho io non c’entra nulla col dato di fatto che ti ho esposto, saputella!”
Bulma sorrise: Vegeta era davvero tenero quando voleva per forza fare il duro nei suoi momenti d’imbarazzo. Lo baciò fugacemente. Un dolce bacio a stampo che fece arrossire ancora di più il Saiyan.
“E-e-etcììì. Ah, io torno dentro”

***
 
La mattina passò velocemente e Bulma peggiorava di ora in ora: il naso arrossato e le borse sotto gli occhi lucidi, la facevano assomigliare sempre di più ad uno zombie. Il cerchio alla testa iniziava a diventare insopportabile e stare davanti al pc non l’avrebbe di certo aiutata.
“Oh Kabi saba. Forse è meglio che bada a casa” sbuffò la turchina.
Cliccò il tasto dell’interfono per poter parlare con la segretaria “Bex. Mi buò gangellare gli abbundamendi di oggi bomeriggio? Non sdo moldo bene”
“Certo signorina Bulma.”
“Bandabi una bail con tutti gli abbundamendi della seddimana, per favore”
“Certo signorina. Dovrò cancellare anche quelli?”
“Don lo so. De lo faccio sabere.”
“D’accordo signoria”
Chiusa la comunicazione Bulma prese la sua inseparabile Michael Kors nera e si recò ai laboratori del pian terreno, dove suo padre e Vegeta lavoravano. Cliccò l’interfono che dava al loro laboratorio “Babà?”
“Bulma, tesoro sei tu?”
“Di. Vado a casa, non mi sendo moldo bene. Etcììì. Se esci un segondo ti lascio la documendazione che mi abebi chiesdo” disse affannosamente mentre cercava di respirare.
“Ti mando Vegeta, non posso allontanarmi dal pc. Sto seguendo un calcolo. Riguardati figliola”
Bulma attese qualche minuto finchè le porte scorrevoli blindate non si aprirono e ne sbucò un Vegeta con un ghigno stampato in faccia. Quando alzò lo sguardo, quasi si spaventò. “Hai un aspetto terribile”
“lo do. Tieni quesdi. Dalli a babà. Etcìììì” rispose risentita Bulma che girò subito i tacchi per andarsene a casa “Etcììì. Baledizione!”
 
La sera, mentre Vegeta tornava a casa a bordo della sua fiammante testa rossa, ricevette una telefonata da Bulma.
“Stavo proprio pensando a te, stronza”
“Ah si? e come mai pensi alla mia ragazza Vegeta?” disse acido Yamcha.
Ma che diavolo voleva il mollusco?
“Perché la stronza mi ha attaccato la vostra diavoleria terrestre. Etcììì.”
“e tu come fai a sapere che Bulma ha il raffreddore?” chiese circospetto il fidanzato della turchina.
“Emh, non so se te ne sei reso conto razza di idiota, ma io vivo e lavoro con la tua fidanzata.” Disse con tono sarcastico ed ovvio Vegeta. Si, certo. La scopava anche, ma questo era un dettaglio.
“Ah.. Giusto” gli sembrava plausibile.
“Etcììììì. Oh, maledizione! Dimmi che diavolo vuoi mollusco! Ho già questo raffreddore che mi da sui nervi, non ti ci mettere pure tu”
“Bulma non sta bene e non si sente di cucinare. Così visto che sei fuori mi ha detto di chiamarti per le pizze”
“E cosa ti fa credere che io vada a prenderle?”
“Il fatto che o vai a prenderle oppure resterai a digiuno perché non ci sono i genitori di Bulma e di certo io non cucinerò per te” disse vittorioso Yamcha.
Quanto gli dava sui nervi.
“D’accordo. Etcì. Oooh, al diavolo!”
“Bene. Ti mando un messaggio con le pizze da ordinare… fattorino” detto questo riagganciò velocemente. Sapeva di aver mandato su tutte le furie il principe.
“Fai il furbo eh? Vedremo chi è più furbo” un ghigno malefico si era stampato sul volto del Saiyan che lesse il messaggio con le pizze ed accelerò sfrecciando verso la pizzeria.
 
“Ma quanto ci mette per 3 pizze?” sbuffò Yamcha intento a giocare con la playstation “ho una fame..oh no! Ho perso di nuovo!”
“Bazienda angora un bò” disse Bulma raggomitolandosi sotto la coperta nell’ampio divano del salotto.
Il tintinnio delle chiavi di casa che aprivano la porta destò Yamcha dal regno di Super Mario Bros e Bulma da quello degli inferi.
“Ce ne hai messo di tempo” disse Yamcha spegnendo la console. Non ricevette risposta ma solo un’occhiataccia. Vegeta posò le chiavi sulla mensolina di fianco all’ingresso e diede la borsa con le birre al mollusco guardandolo negli occhi “è già indecente che debba cenare con il tuo volto sotto al naso, almeno stai zitto”.
Lo sfregiato per tutta risposta, grugnì. Bulma li raggiunse avvolta nella coperta.
“Etcì.”
“Di sei raffreddado anghe du?” chiese Bulma sedendosi al tavolo aprendo il cartone della sua pizza.
“Non mi avevi detto che era contagiosa questa roba.” Vegeta imitò i gesti di Bulma, sedendosi di fronte a lei senza smettere di guardarla in cagnesco.
Yamcha si sedette a capotavola, lontano dai due infetti “Sarà meglio che io stia alla larga da voi due”
“Don sei simbadico”
“No, ma non posso ammalarmi. Se salto a lavoro sono finito...Non sono fortunato come voi due” disse un po’ risentito. Insomma lui era il fidanzato storico di Bulma e il suocero non aveva mai cercato un posto per lui in azienda, mentre arriva il primo bell’imbusto scorbutico e trova subito un posto per lui? Non era affatto giusto.
Yamcha si affrettò a tagliare la pizza e ad assaggiarne la prima fetta. Iniziò a masticare finchè il salamino piccante non si fece sentire in tutta la sua piccantezza. “Accidenti se picchia” disse scolandosi quasi un’intera bottiglia di birra. Vegeta lo guardò di sottecchi ridendo sotto i baffi: forse aveva detto al pizzaiolo di mettere il salame più piccante che aveva e di aggiungere anche dell’olio al peperoncino nella pizza di Yamcha? Forse.
“Che c’è? Un uomo che prende una pizza del genere non dovrebbe fare tutte queste scene” disse Vegeta ghignando.
“Non è mai stata così piccante” Yamcha si alzò e si diresse al frigorifero per prendere altra birra in soccorso alla sua gola in fiamme. Bulma guardò male Vegeta e gli tirò un calcio.
“Che c’è?” chiese sottovoce e nervoso Vegeta.
“Dei sdado du?!”
“Ha cominciato lui, mi ha dato del fattorino al telefono”
“uhhhhh ora va meglio” disse Yamcha dopo essersi rinfrescato.
 
Finita la pizza, Yamcha si offrì di sistemare la cucina al posto della sua ragazza che stava veramente male. La turchina si andò a sdraiare sul divano e si riavvolse nella coperta guardando la tv.
La raggiunse Vegeta tremando, che si sedette di fianco a lei. “Etcì. Dammi un po’ di coperta,  donna. Ho freddo.”
“Brendine un’aldra. Ho drobbo freddo Vegeta”
Il Saiyan sbuffò “non mi va più di alzarmi, dai fammi spazio” tirò a sé un po’ di coperta.
“Ghe modi. Lasciami un bò di goberta. De la sdai brendendo dudda du!” disse arrabbiata Bulma tirando la coperta dalla sua parte.
Vegeta non mollava “vorrei ricordarti che me l’hai attaccato tu il raffreddore”
“Ghe cendro io? Abrai breso freddo” Bulma tirava dalla sua.
Yamcha intanto era incredulo sulla porta della cucina ad osservare la scena di quei due. Gli facevano un po’ pena e un po’ rabbia. Vegeta tappò il naso a Bulma: questa dapprima arrabbiata, cominciò a ridere come una matta cercando di fare lo stesso a Vegeta che per tutta risposta rise divertito anche lui. Yamcha decise che era il momento di intervenire: così vicini e complici non li aveva mai visti e ciò gli fece ribollire il sangue nelle vene dalla rabbia.
Si mise in piedi di fronte ai due che si bloccarono all’istante e tornarono seri “Tieni la dannatissima coperta”
Vegeta prese la coperta e si mise all’altro lato del divano lasciando sedere nel mezzo Yamcha. Passarono la serata a guardare la televisione in silenzio: si era creata una tensione che si poteva tagliare con il coltello. Lo sfregiato guardò l’ora: le 22.00.
“Tesoro hai bisogno ancora di qualcosa? Io andrei, domani mattina mi sveglio presto” si alzò dal divano carezzando una guancia di Bulma. “Do, grazie desoro. Dra boco vado a leddo” sorrise lei.
Yamcha si abbassò e le diede un bacio sulla fronte “Riposati”
Tornando in posizione eretta, si voltò a guardare il principe che lo stava osservando da sotto la coperta senza farsi vedere. Come si voltò, lui riportò gli occhi sulla televisione. “Ciao fattorino”
“Vaffanculo. Etcìììì”
Bulma e Vegeta rimasero per un po’ in silenzio. Lei guardava la tv e lui la osservava. Certo che quel raffreddore l’aveva ridotta proprio ad uno straccio. E che colorito. Non era per niente attraente così conciata, ma lui la trovava comunque irresistibile. Si fece più vicino alla turchina “certo che sei proprio brutta col raffreddore” disse serio.
“De sono gosi brudda, berchè non de ne dorni da dobe sei benuto?” indicando l’altro capo del divano. Vegeta si accocolò meglio vicino alla turchina con un sorriso sghembo da vero bastardo.
“Ho freddo”
“Dei sicudo di non abere la febbre?” avvicinò le sue labbra alla fronte del Saiyan che arrossì violentemente. Non era ancora abituato a tutti quei riguardi che avevano l’uno per l’altra. Era solo sesso il loro, ma si stava pian piano trasformando in qualcosa di più senza che loro se ne rendessero conto.
“Ma dei bollende!” disse Bulma alzandosi e prendendo il termometro.
Vegeta sbuffò: perché si era dovuta alzare e interrompere quel contatto così piacevole? Prese il termometro e si misurò la temperatura scoprendo di avere la febbre alta.
“Brendi guesta. Domani sdarai meglio” Bulma gli allungò un blister con la tachipirina.
“Che roba è?”
“uda medicina. Dai brendila e non bare sdorie” si risedette vicino al Saiyan che prese la medicina e coprì poi la turchina con la sua coperta. Vegeta arrossì al sorriso che Bulma gli aveva donato.
“Hai lasciato la tua coperta in giro” disse per togliersi dalla situazione d’imbarazzo. Lei non rispose, ma si accoccolò vicino a lui ed entrambi si addormentarono l’uno sulla spalla dell’altro.
 
La mattina seguente Vegeta si sentiva molto meglio: quella medicina doveva aver stroncato sul nascere l’influenza. Guardò la sua turchina che durante la notte si era adagiata al suo petto e sorrise. Sciolse l’abbraccio in cui l’aveva legata a sé e cercò di svegliarla il più delicatamente possibile “hey, bella addormentata”
Bulma si stropicciò gli occhi. Vegeta aveva avuto una delicatezza che nemmeno lui credeva di possedere. “Come ti senti?”
“Beglio.” Sorrise lei “e du?”
“Io sto bene” disse sorridendole e alzandosi dal divano. Bulma si poggiò al bracciolo e si riappisolo. Dopo qualche minuto Vegeta tornò con due tazze di thè fumanti.
“Hey, biancaneve! Sveglia” disse con un po’ meno delicatezza rispetto a prima. Insomma, ormai era sveglia.
Gli mise la tazza sotto al naso e Bulma aprì gli occhi al profumo dell’agrumato thè e si sorprese di un gesto tanto gentile del principe.
“buoi fare nebicare?” disse Bulma mettendosi composta per bere il thè, lasciando un po’ di spazio a Vegeta che si riaccoccolò vicino a lei.
“siamo a pari ora” sorrise soffiando sulla tazza, riferendosi al soccorso prestato la sera precedente. Bulma sorrise di rimando.
“Dai Vegeta, non è brobrio bale il raffreddore se bosso abere dudde gueste addenzioni da de” Bulma si girò a guardarlo. Vegeta si perse in quegli occhi cristallini. La tirò a sé poggiando la sua mano sulla nuca di lei e la baciò, facendo intrecciare le loro lingue in una lenta danza di passione. Si staccò e le carezzò la testa regalandole un sorriso dolcissimo che fece arrossire la turchina lasciandola di stucco. Ma era davvero Vegeta?
“Non abituartici.” Si girò e soffiò di nuovo sul suo thè bollente chiudendo gli occhi con un’espressione tra il serio e il disgustato. “E usa un po’ di trucco, per la miseria. Sei un mostro.”
“ghe gooosaaaa?” urlò furiosa Bulma. “de lo faggio vedere io il mosdro! Etcììì”
Starnutì facendo scoppiare Vegeta in una grossa risata.
“Oohh, baledizione!”


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Buongiorno! Lo so, dovrei continuare l'altra fanfic ma volevo legare qualche momento tenero tra Bulma e Vegeta così ho iniziato questa raccolta.
Non sarà lunghissima, 3/4 capitoli al massimo.
Sono ad un punto "critico" nell'altra e dovevo staccare un attimo il cervello. ^^'
Spero possa piacervi anche questa raccolta.

Alla prossima,
Misato

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Capitolo 2
*** Oggi è il tuo compleanno?! ***


Marzo inoltrato. La primavera era alle porte e Bulma quel giorno era su di giri perché sarebbe finalmente andata a farsi tatuare. Aveva scelto di onorare il suo adorato papà facendosi tatuare sotto l’orecchio destro, il logo della Capsule Corporation: l’azienda fondata dal genio del dottor Brief e ciò che legava di più padre e figlia. Non stava più nella pelle.
“Che cos’hai da essere tanto felice di prima mattina?” Vegeta fece il suo ingresso nell’ampia cucina di casa Brief, squadrando la turchina.
“Niente, ci vediamo dopo” gli sorrise afferrando gli occhiali da sole. Corse fuori casa, posando un leggero bacio sulla guancia del Saiyan.
“Tsk. Terrestri!”
Bulma aveva colto occasione per prendersi tutta la giornata libera e passarla insieme alle sue amiche. Rientrò la sera tardi piena di pacchetti e con una benda sul tatuaggio coperta dai suoi lunghi capelli.
“Hai derubato qualcuno?” chiese il Saiyan sarcastico.
“È il compleanno di Hikari tra qualche giorno, ho preso qualcosa per lei… e qualcosa per me” disse guardando con soddisfazione i pacchetti di Victoria Secrets.
“Tsk. È passato il mollusco a cercarti” disse Vegeta facendo finta di non provare alcun interesse al riguardo.
“ah, vorrà vedere il tatuaggio…” prese il telefono e chiamò Yamcha stando per una buona mezz’ora al telefono. L’ira del principe saliva a dismisura. Voleva fare il sostenuto, fare finta che non gli interessasse che lei era ancora la ragazza del mollusco e che lui fosse l’amante, ma non ci riusciva più. Anche se era stato lui ad insistere che non si sarebbero dovuti lasciare, che dovevano mantenere le cose esattamente come stavano perché il loro era solo sesso, ora si pentiva di quello che aveva detto. Così si alzò di scatto dal divano e si diresse all’ultimo piano dell’edificio giallo, sul terrazzo coperto e s’immerse con solo i boxer nella jacuzi piena di acqua bollente. Aveva bisogno di distendere i nervi.
Poco dopo fu raggiunto dalla turchina.
“Posso?” chiese raccogliendosi i capelli.
“Tsk. Fa come ti pare” disse Vegeta spostando lo sguardo dalla parte opposta rispetto a lei.
Bulma si spogliò, restando completamente nuda ed entrò nella vasca porgendo poi a Vegeta una bottiglia di birra.
Il principe guardò Bulma nei suoi occhi azzurri e prese la bottiglia con stizza, provocando nella ragazza una lieve risata.
“Che modi. Sei proprio uno scimmione.” Disse Bulma avvicinando la sua bottiglia a quella del Saiyan per un “cin cin”.
“mph.” fece tintinnare la sua bottiglia contro quella di Bulma e bevve un sorso di birra.
Lei si voltò incrociando le braccia sul bordo della vasca e posandovi poi il mento con un’espressione rilassata ad occhi chiusi. Lo spettacolo che stava regalando a Vegeta era bastato a fargli passare ogni minima incazzatura. Come un felino si mosse verso di lei, poggiandosi di schiena al bordo vicino alla ragazza, guardandola. Bulma si voltò verso di lui sorridendogli.
“Ti sei fatta male?” chiese Vegeta osservando il collo coperto dalla benda.
“Ah, questo? No. Ora ti faccio vedere” disse togliendosi la benda. Spostò una ciocca di capelli per far osservare meglio al Saiyan il suo capolavoro. Due piccole C concentriche.
“Sei così egocentrica da esserti tatuata il logo della tua azienda?” chiese Vegeta incredulo e anche un po’ indifferente.
“No, razza d’imbecille” disse ricoprendosi la ferita “l’ho fatto per onorare il legame che c’è tra me e mio padre. Non potevo scegliere che il logo della Capsule, è la cosa che rappresenta di più entrambi” si riappoggiò nella posizione di prima.
Vegeta osservava il collo dell’azzurra: aveva fatto un bel gesto nei confronti di suo padre. Quel vecchiaccio era in gamba e Vegeta, anche se non lo avrebbe mai detto, provava stima per quell’uomo.
“Tuo padre è un brav’uomo” disse sorseggiando la birra.
Bulma si voltò verso il suo amante “tuo padre che tipo era?” chiese spensierata.
Quell’argomento per Vegeta non era semplice da trattare, nemmeno con lei che condivideva più di chiunque altro gran parte della emozioni del principe. Emozioni che erano nascoste ai più. Solo lei aveva il coraggio e il tacito permesso di chiedere determinate cose.
“è una storia lunga” disse serio voltandosi e sistemandosi nella stessa posizione di Bulma, guardando dritto avanti a sé.
“io ho tempo” disse sorridendogli.
Vegeta la guardò. Non sapeva come ogni volta riuscisse a convincerlo a parlare di sé. Doveva essere una strega quasi sicuramente. Iniziò a raccontare riportando lo sguardo di fronte a sé.
“Era un uomo molto intelligente e orgoglioso. Un'icona per i Saiyan. Era un comandante militare spietato che ha sconfitto molti nemici e ha liberato il nostro popolo dal controllo degli Tsufuru.” Fece una pausa. Ricordare faceva male.
“Ha sposato mia madre e, ironia della sorte, quella povera donna mi ha dato alla luce nel giorno del suo compleanno. Poi è arrivato Freezer che gli ha ucciso la moglie per dimostrare la sua superiorità. Ha dovuto sottomettersi al suo volere per salvare i suoi sudditi e i suoi figli. Ha dovuto lasciare il suo primo genito a quella lucertola schifosa per permettergli la sopravvivenza e ha inviato il secondo, in un pianeta remoto per non far sapere della sua esistenza.”
Bulma guardava Vegeta con apprensione e tristezza. Si fece più stretta a lui poggiando un braccio sulle sue possenti spalle.
“Quando il verme schifoso uccise mia madre, mio padre impazzì. Mise in salvo i suoi figli e poi cercò di ribellarsi affrontando quel maledetto tiranno ottenendo solo la morte. Di lui mi resta solo il suo orgoglio.” Si voltò nuovamente a guardare Bulma “che tipo di persona ti sembra?”
Lei sorrise tristemente e lo baciò.
Vegeta posò la sua mano dietro la nuca di lei e approfondì il bacio che divenne presto un turbinio di emozioni. Fece voltare Bulma spalle al bordo per poter ispezionare quel corpo più agilmente, le sollevò appena una gamba e la tirò verso il suo bacino facendo presa sul gluteo sodo di lei e premendo la sua eccitazione sul ventre della ragazza. Bulma poggiò le sue braccia sul collo taurino di Vegeta facendosi trasportare dalla passione.
Si staccarono per riprendere fiato appoggiando le loro fronti l’una contro l’altra.
“Domani avrebbe compiuto 60 anni”
Bulma allontanò il principe sorpresa spintonandolo sul suo grande petto “e quindi è anche il tuo compleanno?!”
Vegeta annuì.
“Perché non me l’hai detto Vegeta?” chiese lei tutta agitata.
“L’ho appena fatto”
“Si ma ora è tardi. Non posso uscire ora a prenderti un regalo” disse lei sconsolata.
Vegeta sbuffò sonoramente alzandosi.
“Sei frivola, donna” Sapevo che non avrei dovuto parlare pensò il principe tornando nella sua stanza.
 
Il giorno seguente il principe fu svegliato dal profumo di caffè che si stava espandendo per tutta la sua stanza.
“Buongiorno scimmione” disse Bulma con un vassoio in mano “ti ho portato la colazione”.
Vegeta si alzò svogliatamente dal letto maledicendosi per essersi confidato con l’azzurra, si stropicciò gli occhi e li strabuzzò fuori dalle orbite: Bulma aveva portato la colazione a Vegeta in intimo. Un intimo che lasciava poco all’immaginazione. Questa Victoria Secrets gli stava simpatica.
“Vuoi prima la colazione, o il tuo regalo?” chiese lei maliziosa poggiando a terra il vassoio.
Vegeta ghignò e la tirò per un braccio a sé “la colazione” disse sensuale al suo orecchio, leccandole il lobo per poi fiondarsi su di lei.
Dopo l’amplesso, e la vera colazione, Bulma porse a Vegeta una busta “tieni”.
“Cos’è?”
“Il mio regalo” sorrise lei addentando un biscotto ed uscendo della stanza.
Vegeta guardò incredulo la busta, indeciso se aprirla o meno. Prese coraggio e ne lesse il contenuto.
“Tuo padre è una persona da onorare.”
Vegeta sorrise. Il biglietto dentro a quella busta era un appuntamento per un tatuaggio per il giorno stesso. Vegeta decise di tatuarsi la parola “pride” sul petto, lato cuore.
Quando Bulma rientrò la sera corse dal suo amante ed iniziò ad ispezionarlo.
“Ma che fai?” chiese Vegeta stizzito e anche un po’ in imbarazzo. La casa a cupola a quell’ora era un po’ troppo popolata per i suoi gusti e quelle attenzioni alla luce del sole lo destabilizzavano un pochino.
“Allora? Voglio vederlo”
“Devi aspettare”
“Perché?” chiese lei mettendo il broncio.
“Lo vedrai dopo, quando ti scopo” disse lui ghignando al suo orecchio, per non farsi sentire da nessuno.
Bulma sorrise maliziosa, facendo l’occhiolino al principe e congedandosi da lui.
Lui la fermò per un polso e la tirò a sé. “Hey” la abbracciò. “Grazie”.
Bulma sgranò gli occhi sorpresa da quel gesto e arrossì ricambiando l’abbraccio. Si accoccolò meglio sui suoi grandi pettorali, poggiando la testa vicino al suo cuore “Di niente”.

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Capitolo 3
*** Fly me to the moon ***


Fine Maggio. Il caldo in città stava diventando sempre più afoso e i ragazzi in palestra erano già a torso nudo facendo ammirare alle ragazze il loro fisico scolpito.
“Accidenti Tenebra” disse Lazuli palpando il pettorale sinistro di Vegeta “hai più tette di me” proseguì sconsolata.
“Bhè, non che ci voglia molto bionda” ghignò il principe togliendo bruscamente la mano di Lazuli dal suo petto.
“Hey, voi due! Così sotto il mio naso?” disse Crillin raggiungendo fidanzata e amico con finto fare sospettoso.
“Non ti farei mai una cosa del genere, pelatino mio” Lazuli baciò dolcemente il suo uomo davanti a tutti i presenti e Crillin sembrò quasi prender fuoco, da quanto era diventato rosso.
“Un nano da giardino che s’intimidisce così non l’ho mai visto” disse Vegeta incrociando le braccia al petto.
“Tu sta zitto! Com’è che non ti ho ancora visto con una donzella?” Crillin tirò una gomitata ammiccando al suo amico.
“Tsk” Vegeta si tinse di rosso “perché non è mio costume urlare ai quattro venti dove infilo il mio uccello, caro il mio gazzettino di Satan City!”
“Che cosa? Non sono mica un pettegolo io” disse Crillin risentito.
“Ah no?” chiese sarcastico il saiyan facendo scoppiare a ridere tutti i presenti.
“ma tu guarda che amici..” disse offeso il piccoletto.
“Ma vi allenate voi o battete la fiacca?” Bulma entrò in palestra con il borsone sulla spalla già in completo sportivo: shorts, tank top corto e calzettoni lunghi fino al ginocchio. Una dolce e piacevole visone per il principe.
“Proprio tu mi servivi, Bulma!” disse Crillin entusiasta “Allora quante donne si è già portato a casa lo scimmione qui?” disse indicando sornione l’amico.
Bulma arrossì e iniziò a sudare freddo “Che vuoi che ne sappia io?” disse abbassando lo sguardo proseguendo a passo spedito verso lo spogliatoio.
“Ma cosa ho detto?” Crillin rimase incredulo alla reazione dell’amica.
 
“Mi stai dietro per favore?” Bulma era intenta con degli esercizi pesanti con il bilanciere appoggiato sulle spalle. Chiese a Vegeta di seguirla nelle ultime ripetizioni, nel caso non fosse riuscita a risalire dalla buca. Il moro si avviò verso la ragazza.
“Vai” disse posizionandosi dietro di lei “Sai, non dovresti avere certe reazioni se non vuoi che ci scoprano”
“Mi ha colta alla sprovvista. Di che diavolo stavate parlando?” disse lei acida.
“Di dove metto il mio uccello” disse avvicinandosi all’orecchio della ragazza “Non appena vanno via tutti questi idioti, te ne do una dimostrazione” ghignò il principe palpandole una natica.
“Vegeta!” disse l’azzurra allarmata.
“Oh andiamo, sta tranquilla! Non ci vede nessuno” alitò sensuale sul suo collo provocando dei brividi di piacere alla turchina.
Bulma si girò mollandogli un pugno sui pettorali che fu prontamente fermato dal principe, stringendola delicatamente per i polsi.
“Che cosa vorresti fare?” disse sorridendo da bastardo.
“Accidenti!” disse dimenandosi per liberarsi dalla sua presa.
Lui le incrociò le braccia e la avvolse a sé in una presa letale che sapeva più di un dolce abbraccio.
“Non ce la farai mai a liberarti” disse sorridendo.
“Lasciamiiiii” Bulma implorava pietà mentre rideva come una matta.
La palestra si stava pian piano svuotando. Gli ultimi ad uscire furono Tensing e Crillin che si fermarono ad osservare i due amanti intenti a “giocare”.
“Che bambini che sono” disse Crillin scuotendo la testa “Ciao ragazzi, noi andiamo”
Vegeta e Bulma alla voce di Crillin si ricomposero e li salutarono “ciao, ci vediamo stasera Crillin” disse la turchina.
Tensing guardò Vegeta seriamente, con uno sguardo quasi di odio. Era molto amico di Yamcha e sicuramente avrebbe fatto la spia sui comportamenti dei due. Vegeta contraccambiò lo sguardo, alimentando i sospetti che i due amici avevano sulla relazione di amicizia del principe con la turchina.
“Hey, ma mi senti?” disse Bulma sventolando la mano davanti al volto di Vegeta. Quest’ultimo si ridestò dai suoi pensieri e sollevò la ragazza di peso allacciandosela alla vita.
“Wah, ma sei impazzito?” disse lei ridendo e poggiando le sue braccia al collo di lui.
“Andiamo, strega! Ti do una ripassatina” disse Vegeta ghignando e dirigendosi verso gli spogliatoi ormai vuoti.
 
Nel tardo pomeriggio Bulma era d’accordo con la sua amica Hikari di prepararsi nella grande casa a Cupola per la festa in maschera organizzata da Jirobey, proprietario di un bar molto frequentato.
Drin.
Drin.
Drin.
Accidenti ma non c’è mai nessuno in questa casa? Pensò Vegeta con una tazza di caffè fumante tra le mani.
Drin.
“Dannazione!” a petto nudo si precipitò alla porta ad aprire: quel campanello gli dava sui nervi.
La ragazza, che si trovò di fronte un adone, ne arrossì alla vista.
“Chi diavolo sei tu?” chiese scortese il principe.
“Emh..ah…io..” scrollò la testa e si riprese dall’imbarazzo iniziale. “Piacere, io sono Hikari. Bulma è in casa?” disse civettuola.
Vegeta la squadrò da capo a piedi. Accettabile. Ma niente a che vedere con la turchina.
“Donna! È per te” disse lasciando aperta la porta e dirigendosi sul divano.
“Hikari? Vieni! Sono di sopra” urlò la turchina.
La giovane castana raggiunse l’amica lanciando occhiate furtive al principe: cavolo se era bello.
“Bulma tu vivi con quell’adone in casa?” chiese sognante Hikari.
“Stai parlando di Vegeta?” disse Bulma mettendosi il mascara appiccicata allo specchio del bagno.
“Quello… quello è Vegeta?” chiese incredula. Bulma parlava spesso di quel suo “amico” e collega di lavoro. Si era solo dimenticata di descriverlo come un figo pazzesco.
“Bulma! Ma è un figo assurdo” disse mettendosi il suo costume.
“E allora?”
“è impegnato?”
Bulma si girò di scatto allibita. Ma che razza di domande!
“Certo che è imp…” si bloccò. Che diavolo stava dicendo? Avrebbe voluto dirle che si, Vegeta era impegnato con lei, ma avrebbe rovinato tutto. E poi con Vegeta era solo sesso. Non c’era sentimento. Questi erano i loro accordi.
“In effetti no. Non lo è” si corresse la turchina.
Hikari si illuminò “Dice che ci viene alla festa con me?”
“Chiediglielo” tornò a guardarsi allo specchio.
Hikari pronta e vestita da sexy Belle de “la bella e la bestia” corse giù dalle scale per invitare Vegeta alla festa.
“Scusa, Vegeta giusto?” chiese cortese.
Il moro si voltò appena nella sua direzione squadrandola di nuovo: carina. Un po’ meglio rispetto a prima con quei vestiti. Ma nulla in confronto allo schianto che stava scendendo le scale con quell’espressione incazzata sul volto.
“Allora gliel’hai chiesto?” chiese Bulma quasi isterica.
“Stavo per farlo eheh”
“Che cosa?” chiese Vegeta alzando un sopracciglio.
Bulma scosse i capelli e chiusi gli occhi incrociando poi le braccia al petto, mettendo in evidenza la sua scollatura “Hikari vuole chiederti di accompagnarla alla festa”.
Vegeta guardò la turchina-coniglietta incredulo della sua reazione: era gelosa. E questa situazione la stava mandando in collera. Era tormentata nell’animo e questo il principe lo notò subito. Posò poi gli occhi sulla castana visibilmente in imbarazzo. Sorrise con il suo sorriso sghembo: questa situazione poteva tornargli utile in fin dei conti.
“Ok ma non ho un costume”
“Visto? Te l’ho detto che… COSA?” chiese Bulma incredula alla risposta del saiyan.
Vegeta sorrideva sempre di più: Bulma era gelosa. Era gelosa che lui potesse avere qualcun altro e questo lo rallegrava perché significava che anche lei era presa almeno quanto lo fosse lui. Non sopportava più che il ragazzo di Bulma fosse Yamcha e quella era un’ottima occasione per farle capire che era ora di porre fine a quel gioco che lui stesso aveva iniziato e di fare sul serio.
“Il costume da bestia non ti serve: mettiti dei pantaloncini strappati e vieni a petto nudo… Sarai perfetto” disse Hikari entusiasta.
Bulma sgranò gli occhi. Non era possibile.
Arrivò Yamcha a prendere le due ragazze “Bulma, siete pronte?”
La ragazza adirata si avviò verso l’uscio “Sei di ottimo umore, vedo” disse ironico Yamcha che venne fulminato all’istante dalla fidanzata.
“Andiamo. È tardi!” disse isterica l’azzurra.
Hikari attaccata al braccio di Vegeta raggiunse i due fidanzati.
“Oh, ma guarda.. la bella e lo scimmione” disse Yamcha sarcastico.
Il principe alzò un dito medio allo sfregiato sorridendo da bastardo.
“Vegeta?” Crillin restò a bocca aperta nel vedere il suo scorbutico amico a quella festa. Non era proprio da lui. “Allora è qui che lo fai volare eh?” disse ammiccando verso la ragazza.
“Taci, imbecille” mollò la presa dal braccio di Hikari e andò verso il pelato “dov’è il bar in questo posto?”
Dopo qualche cocktail Yamcha, già su di giri, portò la turchina sulla pista da ballo “dai tesoro, balliamo un pochino”
“Yamcha sei già brillo?” cercò di allontanarlo da sé.
Vegeta alla vista di Yamcha che ispezionava il corpo di Bulma si infuriò, prese la castana che lo stava sfinendo con un straziante monologo e la baciò. Un turbinio di lingue senza alcun sentimento. Asettico. Un bacio che la castana corrispose immediatamente.
Bulma si girò proprio in quel momento, rimase di sasso. Non poteva essere. Faceva male ma non voleva darlo a vedere. In fondo tra lei e Vegeta non c’era nulla. Lui lo ripeteva in continuazione. Nessun sentimento, solo sesso.
“Perché non andiamo ad appartarci di là?” disse civettuola, mettendo le braccia al collo del suo fidanzato. Yamcha sorrise felice “ottima idea tesoro” prese per mano la turchina che diede un’ultima occhiata al principe. Lui la guardò allontanarsi con la coda dell’occhio senza staccarsi dalla sua amica. Un senso di nausea lo pervase: che diavolo succedeva? Quella gelosa doveva essere lei quella sera, non lui. Perché questa situazione gli si stava ritorcendo contro?
Si staccò da quel bacio. Hikari sorrise al moro che la guardò serio per qualche secondo e se ne andò, lasciandola senza parole.
“Hey, Crillin” Vegeta cercò il suo amico, aveva bisogno di sfogarsi “ho bisogno di fare due passi”
“Hai bevuto troppo? Non mi chiami mai per nome..ahah” disse sorridendo al moro. Quest’ultimo aveva un’espressione talmente seria da preoccupare il piccoletto.
“Che.. cosa succede amico?”
Si sedettero a bordo piscina, in un punto buio e appartato della festa sorseggiando una birra.
“Allora vuoi stare qui in silenzio per il resto della festa?” chiese Crillin rompendo il silenzio che si era creato.
Vegeta aveva lo sguardo basso a fissare i suoi piedi in acqua. La bottiglia di birra tra le mani. Sorseggiò il contenuto e tornò a guardarsi i piedi. “Crillin..” prese ancora un po’ di coraggio e poi si girò appena a guardare l’amico “ho fatto sesso con Bulma”.
Silenzio.
Silenzio.
Interminabili minuti di silenzio e poi una fragorosa risata “dai amico! Te l’ho già detto una volta al telefono: dovresti proprio andare in uno di quei programmi per comici” disse alzandosi e tirando una pacca sulla spalla di Vegeta. “è proprio bella questa.. e fa ridere ogni volta” si alzò ridendo e tornò in pista lasciando Vegeta a riflettere a bordo piscina guardando i suoi piedi a mollo. I suoi pensieri furono ridestati da una voce a lui famigliare.
“Non pensavo di trovarti qui solo” Bulma si sedette vicino al saiyan, togliendosi i tacchi vertiginosi e le orecchie da coniglietta. Immerse i suoi piedi in acqua e mise le mani sotto le cosce.
“Tsk. Mi annoiavo” disse senza guardarla.
“E tu che cosa fai da sola?” proseguì il principe.
 
Fly me to the moon
And Let me play among the stars

 
Come in ogni festa ben riuscita, un lento era d’obbligo per permettere alle coppiette un momento più intimo. Il deejay chiamava a raccolta donne e uomini a suon di “momento del limone”.

Let me see what spring is like
On a-Jupiter and Mars

 
“Alla fine… restiamo sempre soli noi due” disse dando una spallata al principe che si voltò a guardarla.
 
In other words, hold my hand
In other words, darling, kiss me

 
Vegeta la guardò intensamente sorridergli, poi posò la sua fronte sulla sua e chiuse gli occhi.
 
Fill my heart with song
And let me sing for ever more
You are all I long for
All I worship and adore

In other words, please be true
In other words, I love you

 
Bulma posò una mano sul volto di Vegeta e lui si aggrappò con la sua al suo polso. Aprì gli occhi e vide una lacrima sul volto della ragazza. Decise così di alzarsi e porgendole una mano la invitò a ballare.
Bulma si asciugò la lacrima sorridendo “Stai scherzando?” disse ridendo.
Vegeta le sorrise “potrei stupirti”
 
Fill my heart with song
Let me sing for ever more

 
Portò una mano di Bulma sulla sua spalla, le cinse un fianco con una mano e con l’altra fece intrecciare le dita con quelle della ragazza. Il principe iniziò a ballare e a condurre l’azzurra che si stupì della sua bravura.
“Allora non solo i principi delle fiabe sanno ballare” disse lei guardandolo negli occhi.
“mh” annuì impercettibilmente lui.
La fece volteggiare allungandosi e guardandola sempre intensamente, tenendola per una mano.
 
You are all I long for
All I worship and adore
In other words, please be true

 
La riportò a sé ed entrambi sentirono una scossa che li percorse in tutto il corpo al loro impatto. I volti vicinissimi e il loro respiro affannato l’uno sulla bocca dell’altro.
 
In other words, in other words
I love... you
(“Fly me to the moon” – Frank Sinatra)
 
Si baciarono in un bacio passionale, colmo di amore che nemmeno loro sapevano di provare l’uno per l’altra.
Un bacio dolce e durato un’eternità sotto la visione attenta di quell’immensa luna piena. Solo loro due estraniati dal mondo intero.
Sciolsero quella dolce effusione facendo entrare in contatto le loro fronti.
“Bulma..” Vegeta mise le mani sul collo della turchina.
Lei scosse la testa “sh”.
Si lasciò scappare ancora qualche lacrima sorridendo e poggiando le su mani sui polsi di Vegeta “non dire nulla”.
Vegeta sorrise amaramente.
“Restiamo così ancora per un po’” disse guardandolo negli occhi felice.
“D’accordo” sorrise lui asciugandole le lacrime “ma smetti di piangere”.
Bulma annuì e si adagiò meglio tra le sue possenti braccia che la abbracciarono. Proseguirono con una lenta danza in solitaria, in quella posizione, lontani dal rumore della vita. Nel loro mondo perfetto, fatto di piccoli e semplici gesti. Fatto solo di loro due.


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Buongiorno ^^' Avevo finito la raccolta martedì ma ero molto indecisa sul rating. L'ho alzato a rosso, per sicurezza.
Spero che questi momenti di intimità vi siano piaciuti.
Ho cercato di far capire come i due fossero già innamorati l'un l'altro.
Ringrazio Summer ed Elema che hanno commentato la storia e tutti voi che l'avete letta e messa tra le seguite! <3
A breve riprenderò con l'altra fic, basta "zucchero". L'ho esaurito per ora XD

Un abbraccio
la vostra Misato :*

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