Di Anakin, Obi-Wan e il loro immenso amore

di ame tsuki
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Vero, Obi-Wan? ***
Capitolo 2: *** In fondo la neve è come la sabbia, solo più bella ***
Capitolo 3: *** Controllo ***



Capitolo 1
*** Vero, Obi-Wan? ***


Rieccomi in questo fandom con la prima OS di una raccolta che vedrà protagonisti Anakin, Obi-Wan e il mio immenso amore per loro e per questa ship. Vi dico subito che questa storia sarà abbastanza triste ma che la raccolta prevedrà storie perlopiù comiche.
Saranno piccole OS o, a volte, Flashfic stupide e inutili XD Siccome ho molte idee in testa ma poco tempo e poca ispirazione, non so quanto spesso potrò aggiornare ma saranno tutte slegate tra loro, quindi almeno non dovrete rileggere i capitoli precedenti dopo esserveli scordati XD
Detto ciò, vi auguro semplicemente una buona lettura ^^
Ci vediamo alla fine della storia XD

 
 
 
 
 
Vero, Obi-Wan?
 
 
 
 
L’opprimente calore della lava di Mustafar ti avvolge quando esci dalla sala comandi, dove colui che è ormai diventato Darth Vader ha appena fatto strage dei capi Separatisti rimasti.
Il sudore che t’imperla la fronte va a unirsi a quello gelido che ti scende lungo la schiena ogni volta che vibra un colpo verso di te. Vorresti piangere, o urlare, o porre fine a tutto questo con un affondo deciso, contro di lui o contro di te.
 
Ma ti manca il coraggio per lasciarlo andare. Vero, Obi-Wan?
 
Ti limiti semplicemente a parare, colpire, parare, colpire… In un ciclo infinito di meccanici movimenti disumanizzanti, così come è disumano lo sguardo che ti lancia il tuo avversario.
E ti chiedi se ci sia ancora Anakin là dentro.
 
Conosci tutto di lui. Vero, Obi-Wan?
 
Sì. Più di qualsiasi altro uomo nella galassia.
Conosci il suo stile di combattimento; il modo in cui arriccia il labbro superiore quando crede di poter sferrare l’attacco vincente; il lampo di luce nei suoi occhi, specchio dell’adrenalina che gli scorre nelle vene. Conosci la sua voce, il suo profumo, il suo sorriso. Conosci ogni sfumatura del ragazzo che tu stesso hai allenato, cresciuto, amato.
 
Persino in quel modo vietato che hai sempre taciuto. Vero, Obi-Wan?
 
Il ricordo dello sgomento di Padmé quando le hai riferito del massacro al Tempio Jedi è solo un fantasma dello sgomento che provi tu, ora.
Il Signore dei Sith che hai davanti non ha fisicamente nulla di diverso dal tuo Anakin, eppure non è più riconoscibile.
Nei suoi occhi cogli un bagliore giallo.
 
E tu sai che è sbagliato. Ti sei consumato la vista pur di specchiare le tue iridi nelle sue.
Riconosceresti quella sfumatura di grigio ovunque.
Vero, Obi-Wan?
 
Il modo in cui urla e sfoga la sua rabbia nel combattimento non è poi così distante dal passato, eppure senti vibrare il suo odio verso di te nelle tue ossa stanche.
La sua spada, quella che tu stesso l’hai spinto a forgiare, è dello stesso blu di prima, ma ora risulta troppo pura per le azioni che è costretta a compiere. Dovrebbe essere rossa, come la lava che vi circonda e ingloba ogni cosa, come il sangue che ti pulsa furioso nelle arterie.
 
Come il colore della passione che ancora ti brucia quando lo guardi, nonostante tutto. Vero, Obi-Wan?
 
Stringi i denti parando l’ennesimo colpo. Senza nemmeno rendertene conto, hai indietreggiato, saltato e corso fino ad arrivare su un enorme pezzo di metallo galleggiante sulla lava. Un solo passo falso basterebbe a porre fine allo scontro. Sarebbe la via più semplice e sicuramente la più rapida.
 
È fin troppo allettante. Vero, Obi-Wan?
 
Senti quasi il richiamo del fuoco incandescente sotto di te. Sai quale sarebbe il tuo dovere, sei ben consapevole della richiesta che ti ha fatto Yoda ma ancora sei convinto di non essere all’altezza.
 
Non potresti mai lasciare il tuo Anakin a morire. Vero, Obi-Wan?
 
E poi succede.
Uno scoppio tra il magma sottostante.
Uno scossone che mina l’equilibrio di entrambi.
Agiti le braccia per non crollare ma non sei tu quello in pericolo.
In un secondo il tuo avversario perde la presa, si sbilancia e cade all’indietro, lì dove c’è solo aria a separarlo dalla morte.
 
Sarebbe stato tutto molto più semplice. Vero, Obi-Wan?
 
Non hai neanche il tempo di pensarci. Senti il tuo corpo muoversi automaticamente in avanti, i muscoli bruciare per lo sforzo di guadagnare attimi preziosi.
La prima cosa che vedi è quella stessa lama che ti è stata brandita contro precipitare verso il fuoco liquido e restarne inglobata. L’ultimo bagliore azzurro prima che sparisca ti fa temere il peggio.
Ma poi senti la mano sinistra pesante e devi fare forza sugli addominali per non farti trascinare giù.
Guardi in basso e riconosci i suoi occhi grigi. Privi di qualsiasi sbavatura gialla, pieni d’incredulità e ammirazione e sollievo e… di Anakin.
Riponi la spada e lo aiuti, stringendo la stoffa dei suoi vestiti con tanta forza da provocarti dolore. Ma ne vale la pena.
Perché inginocchiato davanti a te, stremato, confuso, ansimante e vicino non c’è più Darth Vader: c’è il tuo allievo, il tuo amico, il tuo tutto.
Apri la bocca per pronunciare il suo nome, come per poter afferrare di nuovo quel suo lato buono che sembrava svanito, come a voler incatenare per sempre la sua anima ai Jedi e non ai Sith.
Anakin, però, ti anticipa.
«Mi hai salvato»
È poco più di un sussurro. Ancora incredulo, dubbioso, incerto, carico di aspettative, speranze, vergogna e colpe. Pianta i suoi occhi limpidi nei tuoi e, nonostante il fumo e l’aria tremula per il caldo, tu riesci a leggerne ogni emozione.
E il cuore ti si spezza per la gioia.
La consapevolezza del fatto che non saresti mai stato in grado di ucciderlo l’ha riportato da te, facendo riaffiorare quel legame consolidato da anni di rimproveri, sorrisi, battute arroganti, dolori ai muscoli, missioni, fatica, ferite e crescita.
Vorresti poter piangere, abbracciarlo, rispondergli, ridere, urlare, prenderlo a pugni e poi ancora stringerlo a te.
 
Vorresti. Vero, Obi-Wan?
 
Vorresti ma non lo fai. Hai ancora il respiro spezzato da quando hai temuto di perderlo tra la lava. O forse non sei più riuscito a respirare da quando si è tolto il mantello e ha sferrato il primo attacco contro di te.
Non ricordi. E nemmeno t’interessa.
Anakin ti sta guardando, con i capelli biondi incollati alla fronte per il sudore, la cicatrice che gli solca il volto sporco di fuliggine e le pupille ancora dilatate. Ed è bellissimo.
Per la metà di un battito di cuore, dimentichi di essere un Cavaliere Jedi, dimentichi di essere il suo maestro, dimentichi di essere suo amico.
E lo baci.
Qualcosa in te si frantuma, come un dolore fuori luogo. Senti le lacrime bagnare le tue labbra e le sue ma le lasci scorrere mentre approfondisci quel contatto che hai desiderato per troppo tempo.
 
Hai sempre voluto scoprire che sapore avesse. Vero, Obi-Wan?
 
Anakin resta fermo, lasciandoti gustare questo piccolo momento di totale egoismo. Non ti è dato conoscere il motivo. Forse l’ha sempre sospettato, forse non sa come reagire, forse è semplicemente sconvolto, forse lo voleva anche lui.
 
Forse non è mai realmente accaduto. Vero, Obi-Wan?
 
È soltanto quando interrompi il bacio salato e agrodolce che ti ricordi di Padmé e del bambino che porta in grembo. E torni al tuo dovere di amico, consigliere e saggio.
«Torniamo a casa» mormori semplicemente, deglutendo i sentimenti che stanno per esploderti in petto.
Ti alzi e gli porgi la mano.
Anakin la afferra, ti sorride, e insieme vi incamminate verso un futuro migliore.
 
Oh, sarebbe stato così bello. Vero, Obi-Wan?
 
Ti svegli di colpo, con l’affanno e la voglia di piangere. Passi una mano fra i tuoi capelli bianchi e li senti madidi di sudore.
Ti sei imposto di non pensarci ma nemmeno il tuo essere Jedi riesce a risparmiarti dagli incubi. Ogni notte, da vent’anni, rivivi quel duello e lo rielabori. Ogni notte cambi qualcosa, un piccolo istante che modifica la vostra storia e che brucia sempre di più il giorno dopo.
Ogni notte lo baci e provi a catturare il gusto di un frutto che non hai mai assaggiato.
Perché ogni mattina, al tuo risveglio, tu sei un vecchio su Tatooine e l’hai lasciato bruciare sulla nera, arida terra di Mustafar.
Ogni mattina, al tuo risveglio, lui è Darth Vader e comanda l’Impero insieme a Palpatine.
Ogni mattina, al tuo risveglio, sai che il passato non si può cambiare. Sai di averlo amato e sai che lui ti ha odiato e ti odia ancora, come tu ancora lo ami. Eppure speri con tutto te stesso di rivederlo per l’ultima volta.
 
E forse lo rivedrai, Obi-Wan. Forse questa mattina non è come le altre, perché una giovane principessa ha affidato un messaggio importante a un droide che tu conosci bene.
E un giovane di nome Luke è uscito nel deserto a cercarlo e avrà bisogno del tuo aiuto.
Forse il momento in cui lo rivedrai, in cui rivedrai Anakin, non è poi così lontano.
Vero, Obi-Wan?
 
 
 
 
Angst. È la prima parola che mi viene in mente per descrivere questo esperimento. Non credo di aver mai scritto nulla di così triste in vita mia ed è persino la prima volta che uso la seconda persona, anche se mi è venuto spontaneo. Ci ho messo persino troppo tempo per scriverla, per i miei gusti, e ho dovuto fare una pausa di un giorno per rileggerla e correggerla perché a un certo punto ero talmente depressa che il mio ragazzo si è preoccupato seriamente XD
Non so e allo stesso tempo so (?) come mi sia venuta in mente.
Mi spiego: di solito non scrivo cose di questo tipo. I miei “generi tipo” sono la Commedia, l’Erotico e (quando gira bene) il Comico. Mi è capitato di scrivere qualcosa di più “pesante” ma non credo di aver mai raggiunto questi livelli. Eppure, sarà per colpa di Hold the door (i fan di Game of Thrones capiranno ç__ç), sarà perché ho rivisto il III episodio da poco, sarà perché sono masochista in fondo al cuore… Sta di fatto che mi è venuta voglia di scrivere tutto ciò e ho cercato di esprimere al meglio le idee confuse che avevo in testa.
Il concetto di Obi-Wan che ripensa allo scontro finale con Anakin e desidera cambiarne il finale deriva direttamente dal mio desiderio (e, penso, quello di tanti altri) di veder finire tutto in un altro modo decisamente più felice. Al di là della ship, mi basterebbe anche solo una riconciliazione come amici, con tanto di viaggio verso Naboo e Obi-Wan a fare lo zio rompipalle con Leia e Luke (XD). Però le cose vanno diversamente e, siccome non possiamo farci niente, ho deciso di non cambiarle.
Fin dall’inizio Obi-Wan sta sognando lo scontro e, questa volta, cambia un piccolo particolare: Anakin scivola e rischia di cadere. Il salvataggio che ne consegue fa “svegliare” la parte buona di Skywalker, dato che capisce quanto il maestro ci tenga a lui (e quanto non sia in grado di ucciderlo veramente, così come lui non è in grado di vederlo morire). La “voce fuori campo”, quella a destra, è come se fosse la voce della verità che, anche nel sogno, instilla il dubbio nella mente di Obi-Wan, fino a fargli capire che tutto quello che ha immaginato non è mai successo. Quando il maestro Jedi si sveglia, infatti, torna alla realtà, dove non ha mai salvato Anakin (anzi, l’ha lasciato in fin di vita) e dove non ha mai confessato i suoi veri sentimenti. È anche per questo che, quando nel sogno riesce a baciare l’allievo, questo non si muove: perché Obi-Wan non ha idea della reazione che avrebbe potuto avere, non avendo mai provato a baciarlo per davvero.
E sì, tutto questo è molto triste, me ne rendo conto Spero di aver spiegato tutto, se avete domande (?) chiedete pure!
Detto ciò, alla prossima. E spero con tutto il cuore di scrivere qualcosa di allegro XD
P.S. In omaggio con la recensione regalo barattoli di Nutella a tutti per superare la tristezza :3
Tsuki
(Prendetevi del tempo per pensare al fantasma di Obi-Wan che, dopo l’episodio IV, si diverte a tormentare Darth Vader prendendolo in giro per ogni cosa che fa XD)

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Capitolo 2
*** In fondo la neve è come la sabbia, solo più bella ***


25-02-2018
Fuori nevica e io avevo in mente questa fanfiction da un sacco di tempo. Quale miglior giorno per darle finalmente luce?
Come le altre, questa One Shot va letta da sola, non è il seguito o il prequel di niente: solo un piccolo flash di uno dei momenti condivisi tra Anakin e Obi-Wan. Qui li troviamo insieme su Ilum che, per chi non lo sapesse, è il pianeta dove i Padawan vanno a prendere i cristalli Kyber, cioè il cuore della propria spada laser. È il turno di Anakin, appunto: costruirà la spada laser più famosa di sempre!
Non è esattamente materiale da ship. Che vuol dire? Non si baciano, non fanno dichiarazioni d’amore discutibili e nemmeno si sfiorano con un dito. Obi-Wan ha venticinque anni, Anakin appena dieci: ci sarà tempo e modo per farli innamorare, ma non è questo il giorno (-cit.) XD

 
 
 
In fondo la neve è come la sabbia, solo più bella
 
 
 
Uscirono dalla velocità luce davanti a Ilum, il mondo dei cristalli Kyber. Dopo qualche mese passato a imparare le basi con bastoni e spade da allenamento, per Anakin era giunto il momento di costruirsi la propria spada laser, una di quelle vere. Obi-Wan percepiva l’eccitazione del Padawan vibrare nella Forza attorno, come volesse comunicare alla galassia intera l’importanza di quel giorno. Sorrise, pensando al se stesso di quell’età: impaziente, avventato, ottimista, così desideroso di dimostrare il proprio valore ai maestri del Consiglio da non riuscire a stare fermo. Proprio come il piccolo Skywalker, che adesso quasi saltava sulla poltrona, gli occhi incollati al vetro in attesa di entrare nell’atmosfera del pianeta.
«Metti su il cappuccio: atterriamo» lo avvisò il maestro non appena intravide la bianca superficie. Ilum era un posto sempre freddo, spesso coperto da un soffice strato di neve.
Ed era proprio la neve ad aver totalmente catturato l’attenzione di Anakin, che la osservava con la bocca socchiusa e quella luce nello sguardo che solo un bambino di dieci anni poteva ancora sfoggiare. Sordo al consiglio del Jedi, era paralizzato dalla visione, come se l’aria gelida all’esterno avesse congelato l’euforia all’interno. Obi-Wan atterrò con cautela per non disturbare la sorpresa dell’allievo, ricordando solo ora il suo pianeta natale, arido come la sabbia di cui era fatto. Sicuramente quella era la prima nevicata che il Padawan avesse mai visto. Commenti confusi e battute ironiche gli affollarono la mente ma rimasero inespressi per insicurezza; il giovane Cavaliere ancora non era riuscito a vincere l’imbarazzo nel trovarsi a crescere più in fretta del previsto, costretto dalla volontà di apparire un maestro saggio e capace, almeno agli occhi dell’allievo. Il più delle volte si scopriva in conflitto con se stesso, senza sapere cosa dire o come dirlo, desiderando scavalcare il muro d’indifferenza che aveva eretto nei confronti del piccolo quando ancora pensava a lui come un’altra patetica forma di vita raccolta da Qui-Gon. Cercava disperatamente un appiglio per la connessione: era certo che ci fosse ma non riusciva a vederlo, smorzando anche l’iniziale esuberanza del bambino. Skywalker si era rivelato molto furbo, intelligente, intraprendente e straordinariamente chiacchierone, ma le conversazioni tra loro risultavano vuote, di circostanza, necessarie ai propri scopi senza sforzarsi di essere di più.
Il silenzio si protrasse fino alla rampa d’accesso, già aperta verso l’aria pungente del pianeta. Una fitta nevicata turbinava attorno a loro: ancora pochi passi e avrebbero lasciato la copertura dell’astronave per affrontarla. In un impeto che solo l’ancóra giovane età poteva dargli, Obi-Wan posò la mano sulla spalla del minore per fermarlo.
«Aspetta» disse. «Guarda». Alitò lentamente verso l’alto e la nuvola di vapore creata dal suo respiro caldo si disperse in piccole volute. L’altro lo osservò, troppo affascinato per sorridere, e decise di imitarlo.
«Divertente» esclamò dopo aver compiuto il gesto qualche volta, piegando le labbra all’insù.
Kenobi annuì e finalmente avanzò per scendere a terra, seguito dal Padawan. Il primo passo del bambino sul terreno imbiancato fu incerto, la fronte aggrottata allo scricchiolio che la neve aveva provocato sotto il peso dello stivale. Dopo qualche metro si guardò indietro, scoprendo di aver lasciato impronte nette al suo passaggio. Col cappuccio ancora appoggiato sulle spalle, i capelli biondi stavano iniziando a bagnarsi, ma Anakin sembrava non curarsene, assorto nei suoi pensieri.
«Sai, maestro» iniziò, col palmo della mano pronto a catturare piccoli fiocchi. «In fondo la neve è come la sabbia, solo più bella».
Il Jedi rise al commento. «E decisamente meno irritante». Cercò di scambiare uno sguardo complice col bambino ma lo trovò col viso rivolto verso l’alto, le labbra socchiuse e gli occhi spalancati davanti allo spettacolo della natura, in un’espressione dipinta come la personificazione della meraviglia. Lo invidiò un poco per questa capacità di incantarsi davanti a cose che ormai, per lui, erano banali.
«Sembra di stare facendo il salto nell’iperspazio. Vero?» aggiunse poi Skywalker, sempre rapito dalla nevicata. Fu il turno del Cavaliere di stupirsi. «Non l’avevo mai vista in questo modo» confessò. «Ma hai ragione». Alzò anche lui il volto, lasciando scivolare via il cappuccio. Fianco a fianco, maestro e allievo si erano persi ad ammirare qualcosa di lieve, candido e puro e, per la prima volta, il silenzio non fu affatto un peso.
Il maggiore fu il primo a interrompere il momento, spinto dal dovere. «Andiamo, Anakin, hai un cristallo da trovare» ricordò con un sospiro. «E alzati il cappuccio».
L’altro fece come ordinato, arricciando il naso infastidito dal doversi sistemare dritta la treccia da Padawan. Non si era abituato a portarla, mentre Obi-Wan ancora cercava la sua. Insieme, erano l’incarnazione del troppo presto e del troppo tardi, entrambi spaventati dal dover affrontare cose più grandi di loro.
Ma, in fondo, Obi-Wan Kenobi era un ottimista. La promessa a Qui-Gon ormai era diventata una promessa a se stesso: avrebbe insegnato ad Anakin e imparato da lui e, insieme, sarebbero diventati due metà della stessa persona.

 

 
Ammetto di essere confusa sul genere di questa cosa XD Pensavo fosse Fluff ma, boh, ha dei toni un po’ più seri rispetto alla mia idea iniziale. Spero di essere riuscita almeno in un intento: trasmettere l’incertezza di Obi-Wan nel dover insegnare pensando di non essere pronto a farlo.
Stavolta non ho davvero molto altro da dire (strano: di solito le note sono più lunghe della fanfiction stessa XD). Spero solo vi sia piaciuta e mi auguro di tornare a scrivere tante cose Obikin per voi. Ho un sacco di idee in cantiere e – questa volta – ho anche iniziato a scriverle!
Quindi, a presto!
Tsuki ♥



 

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Capitolo 3
*** Controllo ***


Ogni due (circa) anni torno su EFP con una storia senza senso e in genere va bene così.
Questa volta torno con poco più di una Drabble (il limite di 110 parole è impossibile da rispettare, per una che aggiunge aggettivi come se piovesse). Sempre Obikin, sempre a caso.
Ci sarà un seguito? Chi può dirlo.

 
 
Controllo
 
 
 
È il controllo a piacergli.
Anakin lo sente nelle spinte del maestro e nella Forza – e in quella salda presa tra i suoi capelli.
Obi-Wan non è posato né calmo al buio della stanza; lo tiene fermo con prepotenza, piegato sul tavolo e al suo volere. Nessuna gentilezza o comprensione nei suoi gesti: semplice sfogo d’istinti – egoismo feroce e puro.
E Anakin si arrende al crudele piacere di catene che Obi-Wan passa dai propri polsi ai suoi. Accetta quello scambio temporaneo con pazienza e dedizione, in un atto di paradossale rispetto del proibito; subisce e pretende quella ferocia che sa essere anche una vendetta – taciuta e confinata in quei momenti di sudore e carne, amaro risultato di un rapporto in disequilibrio da sempre.
Il sesso è un palliativo, facile alternativa a parole troppo cariche di passione, e la verità rimane soffocata insieme ai gemiti.
 
 

 
(Si capisce che non avevo idea di come finirla?)
Alla prossima (?),
Ame Tsuki

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