The Game Of Shadows

di AryaDream
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** L'inizio o la fine? ***
Capitolo 2: *** Un amico speciale ***
Capitolo 3: *** Il gioco delle ombre ***
Capitolo 4: *** La mano del destino ***
Capitolo 5: *** Comincia l'avventura ***
Capitolo 6: *** Alla ricerca della vita ***
Capitolo 7: *** L'ultima possibilità ***
Capitolo 8: *** Una madre severa ***
Capitolo 9: *** Fine del gioco? ***
Capitolo 10: *** Coincidenze ***
Capitolo 11: *** Il segreto di Richard ***
Capitolo 12: *** Bugie & Segreti ***
Capitolo 13: *** Ritorno nel Gioco ***
Capitolo 14: *** La prima battaglia ***
Capitolo 15: *** La stanza dei misteri ***
Capitolo 16: *** Missione Completata ***
Capitolo 17: *** Bugie ***
Capitolo 18: *** Madre e Figlia ***
Capitolo 19: *** La decisione della mamma ***
Capitolo 20: *** Il primo bacio ***
Capitolo 21: *** Il piano ***
Capitolo 22: *** Unione ***
Capitolo 23: *** Il Segreto di Edward ***
Capitolo 24: *** Mary ***
Capitolo 25: *** Nuova Vita ***



Capitolo 1
*** L'inizio o la fine? ***


Il mio nome è Daphne.
Molte persone mi hanno detto che il mio nome era speciale per diversi motivi, ma io non mi sono mai sentita cosi.
Per di più, avrei voluto avere un nome normale che sarebbe più in linea con ciò che sono.
La scuola è finita, ma non è la cosa più difficile oggi.
Odio questa strada!E' piena di gente che va di fretta e mi spinge mentre cercano di superarmi...
Camminavo con la testa bassa, portando dei libri e osservavo i piedi che continuavano ad apparire uno dopo l'altro...
Uomo...Donna...poi una donna di nuovo, anziana, a giudicare dalle sue scarpe.
Poi c'era lui, arrivava da dietro..Non ha nemmeno provato a girarmi intorno! Mi ha spintonato con la spalla e mi ha messo da parte.
-Spostati!-
-Cosa?!-
-Ti sei persa?-
Sentendo le sue prime parole, rimasi bloccata a terra.
Ma è Edward Walden!
Mi spostai e mi voltai cosi che non vedesse l'eccitazione che avevo dipinta sul volto.
-Scusami, sono di fretta- Si voltò è continuò il suo cammino
-Oh! finalmente, sta andando via. Rimani in piedi Daphne.
Edward Walden è il ragazzo più popolare della scuola. Certamente non sono degna di lui, ma tutto il mio essere è ossessionato da lui..Non riesco a parlare, non riesco nemmeno a respirare quando lui è vicino a me.-
Appena andò via, mi nascosi dietro l'angolo per riprendere fiato. Mi avvicinai e lo vidi entrare in un negozio di videogiochi. Mi ritrovai nuovamente nella folla, ma questa volta ero io che mi facevo strada. 
-Devo vederlo.. Sta acquistando attrezzature per la realtà virtuale?!Perché dovrebbe interessargli una cosa del genere? Lui che ha tutto...Popolare e voluto da tutte, il che lo rende irraggiungibile per me. Questo è un gioco per persone come me. Per quelli che vorrebbero cambiare la loro vita, essere diversi.-
Uscì dal negozio con la sua attrezzatura e rapidamente scomparve dietro l'angolo. 
Non pensavo molto, anzi non pensavo affatto!Entrai subito nel negozio e comprai la stessa attrezzatura.
L'attrezzatura era fornita di una chiave digitale per un gioco online: Il Gioco delle ombre.
Solo quando arrivai nel mio appartamento, mi resi conto che l'attrezzatura era troppo grande per stare nel mio zaino.
-La mamma non deve scoprire ciò che ho comprato perché è sempre stata contro i giochi di realtà virtuale. Per questo motivo non ho mai avuto questo tipo di apparecchiature: Ed ora cosa le dirò?
Mamma?Sembra che non sia qui...O sta dormendo. Non sono mai stata molto affezionata a mia madre e non mi ricordo di mio padre, ci ha lasciate quando ero una bambina almeno è quello che dice la mamma, anche se siamo state solo io e lei, l'una sempre presente per l'altra, non ho mai avvertito il suo affetto. Farei di tutto per essere qualcun altro e vivere una vita che fosse molto meno deprimente della mia anche solo per un attimo. Chiuderò a chiave la porta della mia stanza cosi che mia madre non mi vede mentre provo la mia nuova attrezzatura.-
Aprii la scatola: Tirai tutto fuori e lo sparsi su tutto il pavimento. La funzione principale dell'apparecchiatura è quella di individuare i nostri impulsi neurali e trasmettere i nostri movimenti nel mondo virtuale. La parte essenziale dell'apparecchiatura sono gli occhiali con tutti i sensori necessari. 
-Cosa faccio per primo? 
Naturalmente, innanzitutto collegherò l'apparecchiatura.
Scansionerò il codice e inizierò l'installazione.-
Dopo un pò mi svegliai e vidi un messaggio lampeggiare sul mio computer portatile: "Il gioco delle ombre" Mi alzai dal letto e mi diressi verso la porta cosi da sentire se mia madre fosse tornata.
-sembra tutto tranquillo...-
Avviai il gioco e ricevetti una notifica che indicava di indossare occhiali e guanti e sedersi comodamente, non appena misi i guanti, si adattarono alle mie mani.
-Sorprendente ed eccitante! Mi piace!-
Infine, ho messo l'ultima parte, ed erano gli occhiali. 
Era tutto buio. Volevo toglierli e verificare se avessi collegato tutto quando iniziarono ad adattarsi al mio viso. 
Un messaggio lampeggiava davanti a me...
"Benvenuto nel gioco delle ombre"


Nota autore: Di solito questo non è il mio genere, ma volevo provare a scrivere una storia romantica mettendo contesto un gioco online Alcune parti sono state prese dal "ShodowTime" un giochino del cellulare, per il resto è tutto inventato da me

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Capitolo 2
*** Un amico speciale ***


Creai il mio personaggio e come sempre, scelgo di essere un mago. Il combattimento corpo a corpo non ha mai fatto per me.
Finii di creare il mio avatar di nome Halexis, ed ero pronta per iniziare a giocare quando un avviso è apparso davanti ai miei occhi:"Sono stati rilevati movimenti nel mondo esterno"
-Questo può significare solo una cosa: Mia madre è a casa!Devo nascondere tutto!-
 
Un paio di giorno dopo...
Trovai un appunto in cucina di mia madre
"Vai al negozio e compra un pò di cibo. La lista della spesa e sul retro"
C'erano un pò di soldi accanto, non li contai, presi tutto dal tavolo e andai a fare la spesa.
Una volta al supermercato stavo prendendo le cose una ad una e le mettevo nel cestino, ma non riuscivo a trovare l'ultima cosa nell'elenco.
Non avevo altra scelta che trovare il coraggio di chiedere a un commesso. Mi diressi verso la cassa, non c'erano molte persone in cassa quindi non aspettai troppo a lungo che arrivasse il mio turno.
Il cassiere mi comunicò l'importo dello scontrino e mi chiese se pagassi in contanti o con la carta.
Comunque, sapevo che non avevo abbastanza soldi per pagare tutto
-Oh!Aspetti un secondo per favore,,,-
Mentre arrossivo e frugavo nel mio zainetto fingendo di cercare denaro, sentii una voce familiare.
Richard era in piedi dietro di me
-Ciao Daphne.-
-Ciao-
-Va tutto bene?-
-No, sembra che io non abbia abbastanza denaro per pagare la spesa.-
-Tranquilla, Pandora, ci penso io-
-E' cosi imbarazzante!-
Il mio amico Richard, era una di quelle persone con cui potevo avere una comunicazione normale.
Sapeva che ero cresciuta senza amore e che neanche la mia vita fino a quel momento non era stata tanto ricca di affetto, ma non ne parlavamo mai.
Ci sono stati momenti in cui non parlavamo di niente e stavamo seduti in silenzio
-Dai, ti aiuto io-
-Grazie, Richard-
-Hai comprato più di quanto tu possa portare: Perché non hai chiesto a tua madre di aiutarti?-
-Non era a casa, come sempre-
-Avresti potuto chiamarmi per tenerti compagnia-
-Non ci ho pensato-
-Passavamo più tempo insieme prima-
-Hai ragione.Sono più occupata ora-
Guardai in basso e Richard sapeva che non volevo più parlare. Naturalmente, dovemmo attraversare quella strada per arrivare al nostro edificio.
Richard camminava rapidamente e sicuro di sé quindi tutti gli passavano accanto, mi sentivo al sicuro camminando vicino a lui. Stavamo superando il negozio di videogiochi quando si fermò.
Un poster de gioco delle ombre era affisso sulla vetrina del negozio
-Daphne, guarda, finalmente è uscito il gioco delle ombre! Ci hai giocato?-
-Ci ho giocato, ma non a lungo. In realtà, sono riuscita a malapena a capire di cosa trattasse-
-Spero tu trovi il tempo per provarlo di nuovo-
-Forse anche oggi-
-Ho preso parte al progetto del gioco delle ombre anche se non per molto-
-Non lo sapevo, ma so che sei un bravo programmatore-
-Ho solo creduto in me stesso Daphne-
-Vorrei sapere di più su questo gioco-
-Certo. Sai che hai bisogno di un'attrezzatura particolare per il gioco.-
-Si-
-La mia idea è di collegare l'apparecchiatura con gli impulsi neurali di un giocatore. Tutti i sensi verranno attivati. Sentirai tutto odori, tatto e dolore-
-Sei un genio-
-Grazie Daphne-
Inclinò leggermente la testa da un lato e mi guardò.
A quanto pare, ero stata nuovamente fraintesa, ma come al solito, quando mi trovavo in una situazione simile, perdevo le parole.
Richard mi accompagnò alla porta: Aprii la porta e lo ringraziai per la sua gentilezza.
Era in piedi davanti a me e non aveva intenzione di muoversi
-Grazie Richard, per il tuo aiuto-
-Di nulla, ci sono sempre per te-
Presi le buste con il cibo e le portai dentro
-Ciao Daphne-
Corsi nella stanza e chiusi la porta, non so mai come reagire in queste situazioni
-Oh no, mi sono dimenticata di restituirgli i soldi-
Gli mandai un messaggio e mi rispose subito di non preoccuparmi. Misi apposto la spesa e preparai la cena. La mamma era ancora al lavoro, quindi l'appartamento era estremamente silenzioso, ecco perché accesi la tv e alzai il volume e andai a prendere il mio computer portatile e trovai un altro messaggio di mia madre sul monitor
"Daphne, sarò in viaggio per lavoro per due giorni. Troverai i soldi in cucina con la lista della spesa"
Mi era sfuggito questo messaggio da parte di mia madre, ma questo significa che sarò sola per due giorni e non esitai un momento e feci doppio clicc sull'icona e avviai il gioco delle ombre. Indossai guanti e occhiali e non vedevo l'ora di creare il mio mondo e la mia nuova "Me"

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Capitolo 3
*** Il gioco delle ombre ***


La seconda volta che entrai nel gioco andai più avanti nella personalizzazione dell'avatar
L'unica cosa che riuscivo e distinguere erano tre porte: Feci qualche passo e sentii una voce: "Benvenuta Halexis. Prima di iniziare il tuo viaggio , devi scegliere quale strada intraprendere. scegli accuratamente, perché questa occasione ti sarà data solo una volta"
-Dovrebbe essere facile: La prima porta ha un triangolo su essa,la seconda da un cerchio e la terza è contrassegnata da tre linee verticali. Non capisco come tutto questo possa significare qualcosa?-
"Halexis, è tempo di scegliere il tuo percorso. C'è un cofanetto con dei segni per tutte le porte davanti a te. Tutto il resto dipende da te"
Andai verso il cofanetto e lo aprii e c'erano tre carte con dei simboli sopra e corrispondevano ai simboli delle porte.
-Quale carta devo leggere?-
La carta con il cerchio sul retro vi era una frase scritta: "Sono tutti i benvenuti, ma nessuno rimane troppo a lungo"
Lessi anche le altre due: La carta contrassegnata con le linee verticali aveva la seguente nota: "Ti nascondi, ma è forse per l'eternità "
Mentre quella con il triangolo: "Il posto di tutti, ma la casa di nessuno"
-Mmm devo decidere...Attraverserò la porta contrassegnata dal cerchio-
Mi fermai davanti alla porta e la toccai con la mano e fu allora che la stanza cominciò a dissolversi, davanti ai miei occhi, creando cosi uno scenario mozzafiato.
La stanza buia era scomparsa.
-"Sono tutti i benvenuti, ma nessuno rimane troppo a lungo" I miei primi passi nel mondo virtuale del gioco delle ombre non mi portano da nessuna parte. Mi trovo in uno spazio aperto e sono un bersaglio troppo facile se rimango qui. Sento lo scontrarsi delle spade e sembra che si sia una grande battaglia in corso-
Mi guardai intorno confusamente cercando un rifugio. In lontananza potevo distinguere i contorni di una fortificazione protetta da una recinzione di pietra e l'unico accesso era attraverso un enorme cancello di ferro. Dall'altra parte c'erano prolungamenti di legno sporgenti, ideali per nascondersi, ma non necessariamente sicuri.
-Potrei andare da qualche parte, ma dove?-
Non appena raggiunsi la fortificazione, vidi delle guardie in pesanti armature davanti al cancello chiuso.
-Tempo che siano un problema troppo grande per me, dovrò attendere finché permetteranno a tutti di entrare nel villaggio. Sarà meglio conoscere l'ambiente che mi circonda e tutto quello che riesco a trovare.
Wow! impressionante! Ho giocato a molti giochi, ma nessuno di questi può essere paragonato alla sensazione che trasmetto questo gioco-
Le informazioni sul mio stato nel gioco sono appare davanti ai miei occhi.
-Naturalmente questo è il primo livello: E' abbastanza deludente, ma sono sicura che procederò molto velocemente, potrei giocare a questi giochi a occhi chiusi-
Mi rilassai perché il mondo in cui mi trovavo sembrava cosi attraente e sicuro, avevo notato qualche trambusto prima e poi un gruppo di giocatori che duellavano. Una ragazza stava cercando di liberarsi 
-Qualcuno la sta inseguendo!-
In quel momento suonò il mio allarme e visualizzavo a lettere rosse sull'angolo destro dello schermo: "Giocatore di livello superiore nelle vicinanze! Cautela!"
-Grazie mille per l'avvertimento. So cosa devo fare in casi come questi-
Ad un giocatore di livello superiore mancava davvero poco per raggiungere la ragazza, ma la sua armatura era più leggera e si muoveva velocemente. La spada del giocatore superiore, la mancò per un soffio, ma poi successe qualcosa di insolito scomparve..-
-Come ha fatto? E' invisibile..-
Il guerriero esperto aveva perso il bersaglio ed era furioso. Ed ecco che mi individuò!
-Devo correre, non posso fare altro!-
Che altro potevo fare, se non correre verso il bosco e nascondermi
-Devo ammetterlo, anche se non è stato molto coraggioso, io ho intenzione di sopravvivere! Da che parte vado? Vedo un sacco di rami secchi e arbusti caduti. Di recente deve essere passato qualcuno di qui e non sono sicura se il giocatore esperto mi stia seguendo o no, non posso rischiare.-
Trovai un posto adatto e corsi al riparo e mi misi all'ascolto,,.
-Se mi stesse seguendo, lo avrei sentito per la grossa armatura-
Tirai un sospiro di sollievo, ma fu troppo preso.Notai tardi che i cespugli nelle vicinanze cominciarono a muoversi e qualcuno si avvicinò a me da dietro e mi mise un pugnale alla gola
-Tu chi sei? perché mi segui?
-Sono Halexis, sono entrata nel gioco e ti ho vista scappare nei boschi-
-Non stavo scappando..Io non scappo da nessuno..-
-Non mi sembrava cosi, ma non ti biasimo..-
-Parla...Perché mi stai seguendo?-
-Metti giù quel pugnale e possiamo parlare-
-Non sei tu a dettare le regole-
-Fidati di me, sono appena entrata nel gioco e non so niente-
Lasciò la presa e riuscii a respirare, ma solo per un breve momento. Il momento dopo persi tutta l'aria dei polmoni quando mi gettò a terra.
Mi premeva sui polmoni con il piede
-Parla-
-Non ti conosco e non so nemmeno dove mi trovo-
-Mi aspettavo di più da te-
-Ti aspettavi una lotta?-
-Combatti con quello che hai, ma vedo che sei una principiante e hai visto abbastanza per essere l'inizio-
-Pensi che il fatto che ti abbia visto sia un male?-
Non potevi esattamente vedere me, ma mi hai visto scappare-
-E quindi? anche io sono scappata quando ho visto quel giocatore esperto-
-Avrei potuto batterlo, ma non avevo il tempo-
Mise il pugnale al suo posto e si spostò in fretta da me.
-Mi lascerai andare?-
-Vuoi un consiglio? Non seguirmi-
-Aspetta come hai fatto a diventare invisibile?-
Mi alzai e mi tolsi la polvere dai vestiti e sapevo che non potevo restare nel bosco e che avevo bisogno di armi e vidi la ragazza andarsene.
-Che inizio infame!Nessuno come me..
Non permetterò a nessuno di mettermi in un angolo.
Troverò qualsiasi tipo di arma-
Sapevo che l'unico modo per ottenere un' arma era comprarla o vincerla in una lotta, e non potevo fare nessuna delle due cose. Lasciai il bosco e mi fermai per dare un occhiata nei dintorni, sembrava tutto tranquillo, ma tuttavia, avevo ancora paura. Presi coraggio e mi gettai in avanti e presi a correre fino a raggiungere la fortezza con le guardie. Una breve notifica apparve sul mio schermo:"Ora sei in una zona sicura"
-Che sollievo!C'è un villaggio dietro queste mura dove la lotta non è consentita, ma i cancelli sono ancora chiusi. Come faccio ad entrare?-
Mi avvicinai al cancello e le guardie si fermarono davanti a me
-ehi, scusatemi..
Stupidi bot..-
Ero in piedi davanti al cancello sperando che altri giocatori arrivassero e mi facessero entrare.
-Avrei dovuto chiedere a Richard di giocare con me, lui saprebbe cosa fare per guadagnarsi l'ingresso nel villaggio. Avrò bisogno di un compagno per il gioco-
Il mio sensore di pericolo suonò di nuovo. qualcuno si stava avvicinando a me, ma questa volta non avevo nessun posto dove nascondermi. Teneva il suo elmetto in una mano e una spada enorme con traccie di sangue nell'altra. Mi notò e mi puntò la spada contro
-Di nuovo tu?-
-Chi sei tu?-
-Sono Ares e non fingere con me di essere coraggiosa, sei solo una principiante-
-Cosa vuoi da me?-
Si avvicinava, ma mi ignorò 
-Aprite il cancello ora. Sono ferito.-
Venne cosi vicino a me che lo riconobbi: Era edward Walden. L'avevo riconosciuto e ero terrorizzata di averlo vicino a me
-Edward, come ha fatto a progredire cosi in poco tempo?!-
Mi passò vicino e mi guardò: Era furioso e io ero di nuovo in mezzo. Agitò la spada e tagliò a metà una delle guardie e spinse l'altra e passò attraverso il cancello. Il pensiero che questa volta non riuscissi a scappare mi spaventava. Cercai di disconnettermi e ci riuscii.

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Capitolo 4
*** La mano del destino ***


Giocare al gioco delle ombre era stato stancante.
Arrivai a scuola addormentata e stanca ed era difficile concentrarsi sulla lezione e non pensare al gioco sapendo che c'era la possibilità che Edward, mi riconoscesse.
-Daphne ciao, non sembri in ottima forma oggi-
-Richard, ciao e che sono rimasta sveglia fino a tardi la scorsa notte-
-Non riuscivi a dormire?-
Scrollai le spalle e girai la testa verso l'altro lato
-Daphne, puoi dirmi qualunque cosa che ti preoccupi.
-Va tutto bene...Ho solo giocato al gioco delle ombre fino a tardi-
-Ti è piaciuto?-
-E' stato eccezionale-
-Felice di sentirlo: Il gioco delle ombre è uno dei miei giochi preferiti-
Cercai di spiegare brevemente a Richard, la mia esperienza di gioco e lui ascoltava molto attentamente. Improvvisamente cominciai a balbettare e guardarmi intorno nervosamente.
I miei occhi puntarono su Edward che stava venendo verso di noi.
Richard vide che stavo guardando qualcosa dietro di lui e si voltò: Guardò me e poi Edward.
-Daphne, che ti succede?-
-Mi sono appena ricordata una cosa devo andare..-
-Aspetta, volevo dirti una cosa..-
Non aspettai che Richard, mi dicesse quello che aveva da dirmi perché Edward si avvicinava.
Corsi nella direzione opposta
-Non la capisco-
-La tua ragazza è appena fuggita? Chi le capisce?-
-Intendi Daphne?-
-Non conosco il suo nome, ma mi sembra familiare-
-Non penso che lei ti conosca..Hai bisogno di qualcosa?-
-Si, ho combinato un guaio-
-Devi risolverlo da solo, non rischierò di nuovo per te-
-Un ultima volta. Sei la persona che meglio conosce il gioco delle ombre-
-Non ti dirò nulla-
-Sai bene che ti ricompenserò e mantengo sempre le mie promesse-
Richard aveva paura che questo sarebbe successo. Man mano che il gioco diventava famoso, la notizia che lui avesse preso parte alla sua programmazione si sarebbe diffusa tra gli studenti e cosi tutti vorranno conoscere le posizioni nascoste e scorciatoie nel gioco. Aveva promesso di aiutare Edward a patto che lui mantenesse il segreto.
-Ti ho detto che non so tutto, non faccio più parte del progetto-
La campanella salvò Richard da ulteriori discussioni. Io stavo guardando tutto dall'altra parte del cortile-
-Richard e Edward! Si conoscono? Sicuramente Richard mi dirà qualcosa, devo solo trovare il modo di chiederlo, ma non voglio che scopra quello che provo per Edward.-
Non potevo aspettare che l'ultima lezione finisse. Uscii dall'aula tra i primi studenti in modo tornare a casa e poter giocare al gioco delle ombre. La mamma tornerà presto dal suo viaggio e poi chissà quando potrò giocare di nuovo.
-Che folla! Di nuovo..Odio questa strada-
Mi spostai di lato cercando di farmi spazio tra le persone occupate nei loro completi da business e stringevo saldamente i miei libri davanti a me come uno scudo.
-Daphne, aspettami..-
-Richard, mi hai spaventata-
-Scusa, Daphne, non volevo, ma ti ho chiamata e non mi hai sentito-
-Va bene. Mi avevi già detto che volevi dirmi una cosa-
Si, ecco qui-
Mi diede una lettera aperta
-Mi hai scritto una lettera?-
-No no! E' stata spedita a tua madre, ma il postino l'ha messa nella mia cassetta delle lettere e mi dispiace di averla letta-
Temevo di scoprire quello che c'era scritto nella lettera e guardando l'espressione di Richard non sembrava nulla di bello. Misi la lettera nello zaino e continuai a camminare in silenzio. Avrei voluto parlare di Edward, ma come potevo senza suscitare dubbi.
-Parlavi del gioco questa mattina?-
-Ti ho detto quasi tutto, non ci ho giocato molto.-
-Non mi hai detto tutto perché sei scappata non appena è comparso Edward-
Il mio cuore sussultò nel sentire quel nome e avevo paura che la mia voce mi tradisse, ma ora è il momento giusto per chiederlo a Richard.
-Conosci Edward?-
-Non molto, abbiamo delle lezioni in comune tutto qui: Ora capisco il motivo per cui sei andata via stamattina-
-Non puoi saperlo Richard-
La mia reazione lo spaventò e smise di parlare: Che altro potevo fare per scoprire altro.
-Non mi stai dicendo di cosa avete parlato e pensavo fossimo amici-
-Lo pensavo anche io, Daphne, ma eviti di confidarmi con me-
Non potevo più tenerlo nella suspense: Richard era un buono amico mi aveva sempre aiutato in qualsiasi occasione e non si meritava di essere trattato cosi e quindi gli dissi tutto, dell'incontro con Edward nel gioco e del non essere stata riconosciuta sul gioco e la mia paura e di essere ridicolizzata da lui, ma ciò che gli dissi era parzialmente vero.
Voglio mantenere i miei sentimenti e desideri per me stessa. Avevo desiderio ardente di incontrare nuovamente Edward nel mondo del gioco delle ombre.
-Ehi, non capisco perché sei cosi preoccupata ed hai appena iniziato a giocare-
-Cercherò di mettercela tutta, ma ho solo bisogno di tempo-
-sai che ci sono sempre se avessi bisogno di aiuto-
-Lo so e ti ringrazio, Richard-
Tornata a casa e entrai nel mio appartamento cupo e vuoto e gettai i libri sul pavimento. Presi la lettera dal mio zaino e la aprii.
"Gentile Signora, le invitiamo l'ultimo avvertimento per pagare il debito.
Le diamo un mese a partire dal giorno di ricreazione di questa lettera per pagare l'intera somma del debito, altrimenti sarete costrette a lasciare l'appartamento, e tutti i vostri bene saranno venduti per coprire il debito"
-Che cos'è questo? La mamma non mi ha mai detto che avevamo dei debiti, ma com'è potuto succedere? La mamma sarà stata cosi occupata che probabilmente si è dimenticata di pagare. Spiegherò tutto a Richard-
Chiamai Richard
-Hey Daphne-
-Ho letto la lettera..-
-Mi dispiace Daphne-
-No, sono sicura che si tratti di un errore-
-spero che tu abbia ragione-
Chiusi la chiamata, mi sembrava di avere una nuvola di pioggia sopra la mia testa che non si esauriva mai. Avrei semplicemente iniziare a giocare e dimenticare la realtà. Tenevo ancora il telefono in mano e cercavo di capire se chiamare la mamma o aspettare che tornasse.
-Un messaggio di Richard-
-"Ti aiuto io, Daphne"-
Risposi velocemente di come avrebbe fatto ad aiutarmi e supponevo che volesse prestarmi dei soldi e non potevo accettarlo. Poco dopo mi arrivò la risposta di Richard
-"Ti spiegherò tutto ci vediamo domani a scuola"
Il giorno dopo:
Arrivai a scuola poco prima dell'inizio delle lezioni per evitare che Richard, mi chiedesse della lettera.
Tutta la situazione mi aveva messo in imbarazzo e l'ultima cosa di cui avevo bisogno era Richard che mi prestasse i soldi. E poi alla pausa pranzo, eccolo, proprio di fronte a me.
-Eccoti Richard-
-Ascolta, Daphne!-
Era di buon umore il che mi rallegrava e ovviamente mi portava buone notizie e non pensavo che fossero collegate a me.
-Devi avere delle buone notizie-
-Ho grandi notizie! So che sei brava con i videogiochi-
-Si-
-Perché non usi questa capacità per guadagnare soldi?-
-Non capisco, cosa intendi?-
-Ascoltami. Nel gioco delle ombre c'è la possibilità di guadagnare soldi veri. Alcune missioni speciali o artefatti possono portare un sacco di soldi-
-Non ho ancora armi come posso fare le missioni?-
-Ecco qui entro in gioco io..-
-Giocheremo insieme?-
-In un certo senso...Posso rivelarti le posizioni esatte dei manufatti rari e il modo più veloce per raggiungerli, ma deve rimanere un nostro segreto-
-Va bene, sembra interessante-
-Potrebbe non essere consentito, ma tutti i giocatori esperti sanno già quello che ti ho detto. Sarò un piccolo aiuto per il tuo personaggio. Tutto quello che ora devi fare è raggiungere il livello 5-
-Non sarò difficile arrivarci-
Trascorsi il resto della giornata pensando alle parole di Richard. Tornando a casa da scuola passai davanti al negozio di videogiochi e vicino alla locandina del gioco delle ombre vi era un altro poster: Era un invito a tutti i giocatori per partecipare a missioni speciali per guadagnare soldi veri. Questo è quello di cui Richard mi aveva parlato. Mi affrettai a tornare a casa per poter giocare al gioco delle ombre e raggiungere il livello 5 come mi aveva consigliato Richard.

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Capitolo 5
*** Comincia l'avventura ***


-Pronto?-
-Ciao Richard, sono passata davanti al negozio di videogiochi ed ho visto il poster-
-Cosa hai deciso?-
-Ci proverò! Sarò a casa tra poco e accederò al più presto al gioco delle ombre. Conto sul tuo aiuto-
-Certo Daphne...Chiamami quando vuoi-
-Grazie Richard-
Attaccai e non avevo tempo da perdere cosi avviai il gioco appena arrivai a casa.
-Manca solo un giorno al ritorno della mamma dal suo viaggio e lo sfrutterò al massimo-
 
Nel Gioco
 
"Bentornata Halexis"
-Sembra che abbia più fortuna questa volta-
Non ci sono guardie davanti al cancello quindi raggiunsi rapidamente il villaggio nascosto dietro la muraglia di pietra .
Una notifica mi apparve sullo schermo
"Zona non di combattimento"
Questo voleva dire che non potevo essere attaccata o attaccare altri giocatori
-Il luogo più logico dove posso trovare informazioni sulle nuovi missioni è sicuramente la locanda-
Entrai nella locanda e fui immediatamente sopraffatta dall'odore di tabacco e vino. Un giocatore con il personaggio di un elfo era sdraiato sul pavimento, un nano all'altro tavolo stava ridendo a voce altissima e nella parte più scura della locanda ..
-E' lui Edward, speravo di trovarlo qui..-
Non prestava attenzione alle persone in arrivo perché era occupato una tazza nelle sue mani.
-Ciao benvenuta posso aiutarti?-
Il locandiere era in piedi di fronte a me, dietro il bancone, feci qualche passo e mi avvicinai.
-Grazie signore-
-Come posso aiutarti? Qualcosa da bere?.-
-Ho bisogno di informazioni sulle missioni che posso completare. Dove posso trovarle?-
-Sei nel posto giusto, ma non vorrei essere scortese, ma dovresti sapere che le missioni possono essere fatali,e, per quanto posso vedere non hai un arma-
-Ma per comprare un'arma ho bisogno di soldi che devo guadagnare attraverso le missioni-
-Un piccolo consiglio: Procurati un'arma qualsiasi tipo di arma.-
-Lo so: Troverò un'arma, ma prima devo trovare i soldi..Hai qualche missione per me?-
-Puoi trovare tutte le missioni disponibili sulla bacheca: In bocca al lupo-
La bacheca era appesa nella parete vicino al tavolo dove era seduto il personaggio di Edward. cercai di sembrare sicura di me, mentre camminavo verso di lui, ma lui non sollevò neppure la testa mentre passavo accanto a lui.
Cercai di trovare delle missioni adatte a me.
Scelsi una missione che diceva:Per i più coraggiosi.
 
"Abbiamo bisogno di aiuto da un eroe come te.
Tutte le fattorie nelle vicinanze sono in pericolo e i contadini non possono combattere il crescente numero di cinghiali che distruggono tutto il loro raccolto.
Siamo disperati!Ti daremo una bella ricompensa"
 
-Bene, se i cinghiali distruggono la vita dei contadini allora dovrò combatterli.-
Avevo scelto una missione che poteva darmi esperienza per salire di livello e soldi. Prima di lasciare la locanda controllai il mio inventario avevo una pozione salute e una di rigenerazione mana per lanciare gli incantesimi. Al mio livello potevo lanciare pochi incantesimi: Le frecce di fuoco e un incantesimo curativo.
Andai verso l'uscita, ma fui fermata dal braccio di qualcuno in armatura
-Tu, quindi ci incontriamo di nuovo!-
Era Edward, con il suo personaggio: Ares, il personaggio di Edward, era appoggiato alla, porta, in attesa di una risposta, non indossava l'elmetto, quindi riuscivo a vedere bene il viso.
Era bellissimo anche nel gioco.
Il suo personaggio era simile a com'era nella realtà: Sentivo il mio viso arrossire, ed ero sicura che questo sarebbe successo anche il mio personaggio
-Ciao-
-Sembra che tu abbia bisogno di aiuto-
-No-
-Ti conosco?-
Gli passai vicino senza rispondere ed ero sicura che dopo questo incontro si sarebbe ricordato di me.
Edward, non si sarebbe arreso, mi segui per tutto il tempo e camminava a qualche metro di distanza da me e ogni volta che mi giravo, faceva finta di vedere altro. Non mi dispiaceva che mi seguiva finché eravamo nel villaggio, ma non so cosa potrebbe fare quando saremo fuori dalla zona di non combattimento.
Mi resi conto che ero in una posizione difficile: Potevo semplicemente uscire dal gioco o aspettare che Edward se ne andasse.
Mi voltai e notai che non mi stava più seguendo. La missione che avevo scelto ora era nel mio diario delle missioni.
Corsi verso il cancello senza guardarmi indietro cosi lascia la zona sicura e iniziai la mia avventura
Di nuovo una notifica lampeggiante sullo schermo dicendomi che avevo lasciato la zona sicura: Segnai le missioni come attive e potevo vederle ora sulla mini mappa.
-Secondo la mappa, avrei andare a nord per 100 metri
La solitudine che si prova nell'esplorare una terra selvaggia in un mondo virtuale e l'eccitazione di quando incontri il tuo nemico sono proprio ciò che definisce questo tipo di gioco ...Che esperienza indimenticabile!Rallentai, guardandomi intorno ed era un posto desolato..Tuttavia, ad una decina di metri in fondo alla strada, vidi i cinghiali. Calcolai la distanza e lanciai l'incantesimo delle frecce di fuoco
Un rombo acuto ruppe il silenzio!
-L'ho colpito-
L'incantesimo che avevo utilizzato ora non era disponibile e come sempre in giochi come questi, deve passare un pà di tempo prima di dover utilizzare di nuovo l'attacco e il tempo di attesa diminuiva man mano che i giocatori progredivano .
Passai le ultime tre ore a uccidere cinghiali o qualsiasi cosa che potesse farmi guadagnare esperienza. Dopo aver raggiunto il livello 3 prendevo pochissima esperienza ed era inutile continuare: Tornai al villaggio esausta ed entrai nella sezioni missioni e ricevetti soldi per averle terminate: Lasciai il personaggio nella locanda e uscii dal gioco.

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Capitolo 6
*** Alla ricerca della vita ***


Ore 18:00
Sono esausta: Ho raggiunto il livello 3 in poche ore, ma non è ancora abbastanza e le missioni che danno soldi saranno disponibili dal livello cinque
-Dovrò dire a Richard che ho fallito..-
Presi il cellulare per chiamarlo
-Ciao Daphne-
-Ehi Richard...-
-Sei di cattivo umore è successo qualcosa?-
-No! Ho fallito..Sono riuscita da arrivare solo al livello tre-
-Ma è fantastico Daphne-
-Più gioco e meno punti esperienza ricevo e non riesco ad arrivare al livello cinque-
-Ascoltami bene tra poco ti invierò una mail-
Mi spiegò brevemente cosa voleva e che mi avrebbe mandato i dettagli nella mail. Subito dopo aver concluso la chiamata sullo schermo del computer notai una notifica che mi mostrava l'arrivo di una mail. Era da parte di Richard che mi aveva inviato un disegno di una mappa con segnati sopra dei luoghi dove potevo trovare le armi di cui avevo bisogno.
La mail oltre il disegno conteneva alcune informazioni riguardanti il boss che avrei dovuto affrontare: Un orso gigante di livello sette.
 
Nel gioco
Non appena mi rientrai nel gioco, mi ritrovai nella locanda e stranamente era vuota.
-Buon pomeriggio locandiere.-
-Oh, sei tu? Vuoi qualcosa da bere?-
-Non ho molto tempo e avrei bisogno di un pò di cibo-
Il cibo nel gioco serve a rigenerare i punti salute e mana e considerando che mi stavo preparando per una missione dovevo portarli con me
-Posso offrirti del pane che rigenera 10 punti salute, polli arrosto che rigenerano 50 punti salute e frutta che rigenera sia mana che salute: Cosa vuoi comprare?-
-Della frutta-
-Scelta intelligente-
Il cibo comparve nell'inventario e controllai ancora una volta tutti gli incantesimi disponibili :
Avevo ottenuto due nuovi incantesimi: Il primo era "Evocazione che consente di evocare un mostro che combatte per me una volta al giorno e l'altro e "Sfera di Fuoco"che è più forte delle frecce.
Ci volle una buona mezz'ora per trovare la scorciatoia che mi aveva indicato Richard ed avevo scoperto che dovevo solo salire su una collina.
Stavo cercando di non fare rumore, non appena trovai il luogo.
Stavo distesa per terra, ad osservare i dintorni e non molto lontano da me qualcosa cominciò a muovere nei cespugli e riuscii a vedere l'orso: Era il doppio di me, ma questo lo rendeva anche più lento e quella era la mia unica possibilità.
Dovevo essere veloce.
Aspettai che si girasse per poi scendere e trovare l'arma a cui sta facendo la guardia.
Ero pronta, scesi lungo il pendio e corsi rapidamente verso l'orso e come aveva detto Richard, vicino al grande animale vi erano arco e frecce.
Avevo trovato l'arma, ma improvvisamente un forte ruggito risuonò attraverso la foresta: L'orso aveva sentito il mio odore e cosi mi preparai alla battaglia: Prima di prendere l'arma, evocai un mostro al mio fianco pronto per combattere, ma l'incantesimo non era molto forte al mio livello attuale . Il mio piano divenne realtà il mostro che avevo evocato che in realtà era uno spirito del vento cominciò ad attaccare il l'orso, cosi ebbi tempo per prendere arco e frecce. Puntai la freccia e colpii il bersaglio al primo tentativo.
L'orso era ancora in vita e feci la prima cosa che mi sembrava giusta da fare in quel momento.
Lanciai l'incantesimo "Sfera di fuoco" e dopo aver lanciato quel colpo sconfissi il gigantesco animale, ma tutto a me vi erano delle fiamme.
Dovevo fuggire e non avevo altre opzioni se non quella di tornare indietro.
Il pendio era molto ripido ed era difficile risalire: Afferrai le radici e lentamente cominciai a salire , mi voltai e vidi che tutto aveva preso fuoco. Scivolai e rimasi aggrappata alle radici con una mano e il fuoco era cosi vicino che cominciai a perdere punti salute:
Non potevo rinunciare ora che avevo ottenuto un arma e cosi raccolsi tutte le mie forze e afferrai radici sopra la mia testa, ma la salute era al minimo. Era incredibile l'esperienza del gioco che si fa percepire tutto ai nostri sensi.
Il mio personaggio stava perdendo le forze e poco dopo sentii qualcuno che mi sollevava e tutto quel fumo mi rese la vista annebbiata e non potevo vedere chi mi aveva salvato.
L'aiuto arrivò giusto in tempo: Rotolai a terra e cominciai a tossire violentemente
-Quindi ci incontriamo di nuovo?-
-Tu come ci sei riuscita?-
-Sei debole e leggera come una piuma e stavo pensando di rubarti la borsa e spingerti nel fuoco-
Quella era la ragazza che avevo conosciuto la prima volta che ero entrata nel gioco delle ombre, ma non appena lei mi minacciò presi una freccia dalla faretra e mi stavo preparando a tendere l'arco quando un pugnale volò proprio accanto alla mia testa.
-Non pensarci neanche!Se avessi voluto, saresti già morta-
-Cosa vuoi da me?-
-Un pò di gratitudine per averti salvato e sdebitarti in qualche modo. Cos'hai nella borsa?-
-Niente che ti possa interessare-
-Vediamo-
-Lasciala, Erika.Ti darò un vantaggio e conterò fino a cinque prima di darti la caccia-
Non sapevo da quanto tempo Edward, con il sui personaggio Ares, si trovasse li.
Erika, era la ragazza che aveva perso a causa della sua velocità e dell'invisibilità, ma questa volta era stata trovata impreparata.
-Bene, bene guarda chi abbiamo qui..-
-Quattro-
-Andrò via, ma solo dopo che avrò preso quello che mi appartiene -
Erika, prese la borsa che avevo trovato accanto all'arma e la svuotò nell'erba e quella fu la prima volta che vidi quello che vi era dentro. La ragazza era interessata solo alla moneta d'oro.
-Sono mie! Le ho guadagnate e tu Ares, non mi prenderai-
-Sei morta-
Ares, fece solo un passo e raggiunse Erika e la prese per il braccio, agito la sua spada, ma ella sparì
-Dov'è andata?-
-Tipico di lei. Ha attivato un teleporter e può essere andata in qualsiasi luogo.-
Mi alzai e andai verso la borsa che Erika, aveva svuotato ed ogni passo che facevo significava uno sforzo troppo grande.
Tutto quello che successe dopo, fu un mistero per me e sentii un suono di avvertimento
"Sei stata disconnessa errore"

 

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Capitolo 7
*** L'ultima possibilità ***


La sfortuna mi perseguitava, anche nei videogiochi e il gioco si era interrotto proprio nel momento peggiore
-Nooo, non ora! se non torno subito nel gioco il mio personaggio morirà. E poi, la mia occasione di guadagnare denaro andrà in frantumi.-
Il mio portatile stava ancora funzionando e l'apparecchiatura e montata correttamente.
C'era solo una cosa che avrebbe potuto rovinarmi cosi, ed era interruzione della connessione.
Chiamai Richard, ma non rispose.
Lanciai il telefono sul letto e andai a controllare il computer portatile ed era tutto come prima senza connessione internet.
Camminavo nervosamente per la stanza, pensando a cosa fare...Pensai che Richard, mi avrebbe fatto giocare da lui.
Qualche minuto dopo stavo piangendo sul mio letto e mi sentivo sola.
Mia madre sarebbe tornata presto e conoscendola dirà
"Non abbiamo bisogno di internet"
Ero persa nei miei pensieri più oscuri che vagavano nella mia mente, se un messaggio sul telefono non avesse interrotto i miei pensieri: Era Richard.
-Mi hai chiamato Daphne? Mi dispiace non averti risposto stavo giocando al gioco delle ombre.
Sei sveglia?-
Lo chiamai
-Ciao Daphne, come sta andando sul gioco?-
-Non posso giocare-
-Non perdere le speranze, sai che sono qui per te se hai bisogno-
-Ero nel gioco quando si è interrotta la connessione e non so cosa sia successo al mio personaggio-
-Ci occuperemo di questo, stai tranquilla-
-Ma come?-
Richard, trovò una soluzione molto semplice e riuscì a condividere con me la sua rete WiFi.
Inserii di nuovo la password e mi ritrovai di nuovo nel mondo del gioco delle ombre.
 
Nel gioco:
Tornai nel gioco e mi ritrovai con il viso a terra e la prima cosa che sentii fu un segnale che mi avvertiva che la mia salute era al minimo, e poi nei passi pesanti.
Cercai di alzarmi, ma persi l'equilibrio e caddi di nuovo.
-Ti muovi, è un bene...Pensavo che il fuoco avesse avuto la meglio-
-Ares-
-Permettimi di aiutarmi..-
-Grazie-
-Prendi la mia mano-
Mi protesi verso di lui e rimasi sorpresa dalla facilità con cui mi teneva ed essere cosi vicino a lui mi folgorò cosi tanto che quasi dimenticai perché ero tornata nel gioco
-Aspetta, non ho preso le mie cose-
-Me ne sono occupata io, almeno della parte che Erika ti ha lasciato, mi dispiace per il cibo ho dovuto mangiarlo-
-Il mio cibo..-
-Fidati di me, ti ho salvato dall'avvelenamento e dove hai preso quel cibo è disgustoso-
-Nella locanda-
-Ogni principiante fa la stessa cosa-
Raccolse la mia borsa dal suolo e mi passò una pozione di rigenerazione. La bevvi tutta e recuperai la maggior parte della mia salute cosi cercai di alzarmi e stavolta almeno potevo camminare.
-La prossima volta non comprare nulla dal locandiere-
-Perché?-
-Penso che abbia voluto sabotarti...Sei nuova qui e quindi sei un bersaglio facile -
-Sono impressionato per ciò che hai fatto: Ti sei guadagnata l'arco del vento e questo è il miglior arco che puoi trovare nel gioco-
-Ecco perché era ben custodito-
Presi tutto ciò che Erika, mi aveva lasciato: Aveva preso delle monete d'oro, ma si era dimenticata di una cosa una piccola pietra rossa che brillava.
-Ci vediamo in giro Ares, ciao e grazie-
-ehi, aspetta un attimo, mi lasci cosi?-
-Si, vado di fretta-
Lo vedo. Anche perché tu conosci il mio nome, ma tu non ti sei presentata-
Sentivo il calore sulle mie guance e pregavo che il mio personaggio non mostrasse ciò che stavo provando realmente
-Scusami, sono Halexis-
-Piacere di conoscerti Halexis-
Dopo la conversazione con il personaggio di Edward, raggiunsi il villaggio in dieci minuti.
Decisi di vendere la pietra rossa a un commerciante che in cambio mi diede un bel sacco di monete d'oro, per poi andare alla locanda.
Il locandiere era in piedi, beffardo.
-Bentornata e vedo che hai seguito il mio consiglio di procurarti un'arma-
-Si, l'ho fatto questo è l'arco del vento-
-impressionante, ma suppongo che sei qui per candidarti per le missioni speciali-
-esatto-
-L'iscrizione costa cinquanta monete d'oro-
-Ti pagherò-
Pagai cosi fui iscritta per partecipare alle missioni speciali e sullo schermo apparse un messaggio
 
"Complimenti Halexis, la tua iscrizioni alle missioni speciali ti ha fatto guadagnare 1000 punti esperienza"
 
Decisi di restare nella locanda in modo che non appena sarei tornata a giocare sarei stata in un posto sicuro e cosi terminai di giocare..
 
Il giorno seguente a scuola durante la pausa pranzo mi fermai al solito posto cosi potevo aspettare Richard e raccontargli di cosa era accaduto nel gioco e che avevo finalmente un'arma.
Qualche minuto dopo eccolo:
-Scusami per il ritardo Daphne-
-Non ti scusare Richard e grazie per avermi aiutata-
-Ci sei riuscita? Raccontami..-
-Ho fatto domanda per le missioni speciali ed ho fatto tutto ne modo che mi ha consigliato-
-Ottimo lavoro Daphne-
 
Ore 16:00
 
Ero tornata a casa e andai nella mia camera, gettai i libri sul letto.
Era bello essere felici per qualcosa, anche se era per un gioco.
Andai a prendere la scatola con l'attrezzatura, ma era vuota e immaginai che fu mia madre a prenderla
Mi coprii il viso con le mani e temevo una sua reazione.
Ormai non potevo più giocare al gioco delle ombre.

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Capitolo 8
*** Una madre severa ***


Richard, si precipitò da me e rimase con me per consolarmi, non gli avrei mai confidato che il modo in cui mi trattava aveva risvegliato in me sentimenti e ricordi della mia infanzia a lungo repressi.
-Richard, grazie per essere rimasto con me-
-Non devi ringraziarmi, Daphne-
Mi spaventai quando sentii la porta d'ingresso chiudersi con un forte rumore. Mia madre era tornata.
Sia io che Richard osservammo mia madre, sulla porta della mia stanza con le braccia incrociate
-Dovete dirmi qualcosa voi due?-
Lasciai che Richard parlasse con mia madre
-Buon pomeriggio, Signora Marta-
-Ciao Richard, mia figlia è in punizione e non le è permesso di vedere nessuno-
-Signora Marta, mi permetta di spiegarle perché Daphne stava giocando al gioco delle ombre-
-E' stata una tua idea? Daphne, sai bene cosa penso dei giochi virtuali, e comunque sei andata a comprarne uno-
-Mamma, mi dispiace-
-Signora Marta, vostra figlia aveva un buon motivo per farlo-
-Un buon motivo?Cioè perdere tempo? Daphne, di cosa sta parlando Richard e perché parla al tuo posto?
-Richard è qui perché sapevo che non mi avresti ascoltata.
Hai portato via la mia attrezzatura senza neanche chiedermi perché l'avessi comprata-
-Daphne,questo è tra me e te-
-Mi scusi se mi intrometto di nuovo, andrò via se lo vuole, ma per favore ci ascolti prima che io vada-
Mia madre alzò un sopracciglio e mi guardò ansiosamente
-Mamma, conosco la situazione finanziaria in cui ci troviamo e c'è la possibilità che io riesca a guadagnare denaro nel gioco delle ombre ed è questo il motivo per cui ho comprato l'attrezzatura-
-Hai sempre avuto tutto ciò di cui hai bisogno Daphne. Lavoro tutto il giorno per guadagnare abbastanza per la tua istruzione, e tu trascuri cosi il tuo tempo-
-Lo so, mamma, ma sembra che non abbiamo ancora abbastanza soldi. Ho letto la lettera e anche Richard, in cui parlava dello sfratto-
Fu la prima volta che vidi mia madre spaventata: Il suo muro di difesa era crollato e potevo vedere delle rughe sul suo viso che non avevo visto prima.
-Scusaci Richard, ma ora devo parlare con mia figlia-
-Mi dispiace volevo solo essere di aiuto-
sentimmo Richard, chiudere silenziosamente la porta d'ingresso, come se avesse paura di rompere il silenzio che regnava nell'appartamento
-Usciamo fuori per cena-
Mi aspettavo una litigata, con urla e porte che sbattono, ma non successe nulla di questo e non ricordo l'ultima volta che abbiamo trascorso una serata insieme.
Quasi un' ora dopo eravamo nel ristorante dove andavamo da sempre ed ero sempre felice perché avevo la sua totale attenzione. I sentimenti di felicità, desiderio e ansia stavano avendo il sopravvento su di me.
-Pensavo fosse una buona idea uscire per cena e trascorrere del tempo a parlare tra noi-
-E' un'ottima idea mamma-
-Dimmi come va a scuola?-
-I miei voti sono eccellenti-
annui in segno di approvazione e guardò il menù cosi da non aver più bisogno di parlare.
Solo guardandola, non potevo fare a meno di chiedermi se sarei diventata esattamente come lei un giorno fredda e riservata, ma stavo già diventando come lei, ma poi ho cominciato a giocare al gioco delle ombre e mi sono svegliata da quel sonno profondo,
-Daphne, cosa vuoi per cena?-
-Vorrei ordinare del pesce alla griglia-
-Prederò lo stesso-
I minuti passarono in silenzio perché nessuna di noi voleva essere la prima a parlare di denaro, non pensavo che la mamma fosse una persona sensibile, ma quando guardai nei suoi occhi e vidi i primi segni di lacrime, tutto cambiò.
-Mamma-
-Si, Daphne?-
-Stai bene?-
-Certo che sto bene, sono solo un pò stanca-
La cameriera ci portò la cena e interruppe il nostro discorso, sempre se possiamo chiamarlo discorso.
Mezz'ora dopo...
finimmo di mangiare e la mamma non aveva ancora detto nulla sull'attrezzatura.
Ero pronta a urlare e difendere il mio punto di vista, persino inginocchiarmi e supplicarla.
-La cena è stata gustosa. E' piaciuta anche a te?-
-Si, molto-
-Allora possiamo tornare a casa-
-Mamma, non abbiamo finito il nostro discorso. Dobbiamo parlare del gioco delle ombre-
-Capisco...Va bene, ti ascolto-
-Mamma, ti prego fammi giocare...Per favore. Richard ha fatto parte del team che ha creato il gioco e questo è uno dei motivo per cui ho voluto provare il gioco-
-No, Daphne. Non posso permetterti di rovinare te stessa e sostituire il mondo reale con uno virtuale-
-Mamma, quel gioco può aiutarci e tu ti rifiuti di ascoltarmi e di accettare la verità-
La rabbia prese il controllo del mio corpo e non riuscivo più a controllarmi. alzai la voce davanti a mia madre e quando mi ricomposi e capii quello che avevo fatto, era già troppo tardi.
-Daphne, sai dove siamo e con chi stai parlando?Questa è la prima volta che ti vedo cosi..sei sempre stata una figlia obbediente e con i piedi per terra e non capisco cosa ti stia succedendo negli ultimi giorni-
-Non mi è successo nulla..E non succederà nulla se rimaniamo qui sedute e lasciamo decidere al destino-
-Sei sconvolta, sopratutto per la nostra situazione-
La mia insoddisfazione non era attuale, ma risaliva a molti anni prima. Anno dopo anno passato a costruire un muro sempre più alto che mi aveva aiutata a nascondermi, stare tranquilla e sopportare ogni cosa. E poi un pomeriggio all'interno del gioco delle ombre avevo indossato delle ali e volato oltre quel muro. Non volevo tornare indietro!
-Mamma perché non mi credi?-
-Non è vero che non ti credo. Un giorno quando sarai anche tu una madre, ti renderai conto cosa vuol dire occuparsi del futuro di tuo figlio-
Sapevo che avevamo finito di parlare per quella sera, non appena la mamma prese la sua borsa e si allontanò dal tavolo.
Mentre stavamo camminando verso l'uscita, mi sembrava di aver visto Richard, attraverso la finestra, che camminava per strada di fretta
-Richard? Cosa ci fa qui? spero non sia qui per parlare con mia madre-
Camminavo dietro mia madre, mentre i miei occhi seguivano Richard. Camminò vicino al ristorante e arrivò fino in fondo alla strada prima di girare dietro l'angolo.
Non osavo seguire Richard, anche perché avrei fatto insospettire la mamma, inoltre non volevo che pensasse che Richard, mi stesse aiutando a recuperare una nuova attrezzatura.
Tornammo a casa e la mamma andò subito nella sua stanza e potevo tirare un sospiro di sollievo.
Guardai l'orologio e vidi che era quasi mezzanotte era tardi per chiamare Richard, ma decisi di mandargli un messaggio scrivendogli che non avevo ancora la mia attrezzatura, mi rispose subito dicendomi che avremmo parlato a scuola perché era il modo più sicuro e l'ultima cosa che volevo era che la mamma mi scoprisse che cercavo di tornare a giocare al gioco delle ombre.

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Capitolo 9
*** Fine del gioco? ***


La mattina dopo a scuola, entrai nel cortile in compagnia di Richard.
Eravamo stati per conto nostro per tutto il tragitto: Richard parlò per primo, ma solo dopo esserci fermati sotto l'albero, che ci nascondeva con la imponenza dallo sguardo indesiderato degli altri studenti.
-Abbiamo appena il tempo sufficiente perché tu mi racconti brevemente cos'è successo dopo che sono andato via-
-A dirti la verità, non è successo niente...La mamma non vuole ancora vedere le cose a modo mio..Tranne che per il fatto che ora controlla ogni mio passo-
-C'era da aspettarselo, ma quello che mi ha sorpreso è stato che la mia parola, non ha significato nulla per lei-
-Anche io...Ma questo non significa che lei non ti rispetti sa che sei un ragazzo onesto e che lavori sodo-
E di nuovo compresi il peso delle mie parole solo quando le avevo già pronunciate.
-Sono contento che sia quello che tu pensi di me...Anche io ho molto rispetto per te e tua madre.-
-Ti sono grata per la tua amicizia-
-Gli amici si aiutano a vicenda. Quindi troverò una soluzione per il nostro piccolo problema.-
-Piccolo?Non lo chiamerei piccolo..-
-Incontriamoci qui durante la pausa pranzo e ti racconterò tutto-
Non potevo nemmeno ipotizzare a cosa stesse pensando Richard, mi aspettavo che mi offrisse la sua attrezzatura o che mi prestasse il suo accaunt nel gioco, ma non avevo la più pallida idea che Edward, avrebbe fatto parte del piano.
Le ore di lezione andarono a rilento e ogni volta che aspetti impazientemente che arrivi un certo momento, continui a controllare l'orologio e le lancette non sembrano muoversi. E poi, quando non pensi più all'orario il momento finalmente arriva. Questo è ciò che è successo a me non appena suonò la campanella della scuola ad indicare la pausa pranzo.
ero in ritardo ed avevo la sensazione che il piano di Richard potesse mettermi nei guai e speravo che mi stesse ancora aspettando.
Andai vicino all'albero e lo vidi da dietro, appoggiato al tronco. Arrivai di soppiatto vicino a lui e mi appoggiai anche io al tronco dell'albero.
-Ciao Richard, sono qui scusami per il ritardo-
Si affacciò da dietro l'albero e mi guardò:
-Odio i ritardatari!anche se, questo non si riferisce alla ragazze dato che è nella loro natura... Ma Richard..Sono deluso-
Non era Richard, ma bensì Edward...Volevo respirare, ma non entrava aria nei polmoni, mi sembrò di stare un'eternità l'uno di fronte all'altro e che sarei crollata a terra da un momento all'altro.
-Dov'è Richard?-
-Ottima domanda e un'altra buona domanda sarebbe: Cosa ci faccio ancora qui. Richard, non ha rispettato il nostro appuntamento-
-Non parlare cosi di Richard, sono sicura che abbia un buon motivo per non essere arrivato qui in tempo-
-Deve piacerti davvero tanto Richard se lo difendi a spada tratta-
In quel modo Edward mi provocò e volevo prenderlo a pugni perché aveva detto la verità ad alta voce e avrei potuto prenderlo a pugni solo per avermi parlato. Inoltre, l'avrei preso a pugni perché non mi aveva riconosciuta, ma riuscii a controllare la mia rabbia. Lo guardai con disprezzo e non risposi.
Per quanto mi piaceva Edward,non gli avrei mai permesso di parlare di Richard in quel modo davanti a me. Feci qualche passo indietro e già mi sentii sollevata..Quella sensazione durò fino a momento in cui mi prese la mano: Il tempo si fermò e la sua voce si abbassò e sembrò provenire da lontano.
-Aspetta! Ti è caduto qualcosa dallo zaino-
-Ovviamente..Stai rubando di nuovo il mio cibo-
-In che senso di nuovo?-
I nostri occhi si incrociarono e tutto fu perfettamente chiaro : Vidi gli occhi di edward spalancarsi per l'incredulità e la consapevolezza per poi sorridere e in quel momento avrei potuto sorridere anche io...Fui portata alla realtà quando vidi Richard passarci accanto con la testa bassa.

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Capitolo 10
*** Coincidenze ***


La voce di Edward risuonava nella mia testa, mentre guardavo Richard andare via.
Volevo restare Edward, ma la parte più sensibile di me sapeva che non potevo lasciare che Richard andasse via cosi.
-Quindi non hai intenzione di ringraziarmi?-
-Si...Scusa, cosa?-
-Non mi stavi ascoltando vero?Stavi guardando Richard-
Vide che mi stavo arrabbiando perché Richard ci ignorava e capì che non volevo stare li con lui.
Tuttavia, non lasciava ancora andare la mia mano.
-Non hai voglia di parlare...Capisco...Quindi non hai molto bisogno del mio aiuto, vero?-
Tornai in me solo quando lasciò andare la mia mano. Riuscivo di nuovo a riflettere chiaramente: Sapevo che Richard aveva un piano per aiutarmi, e sono sul punto di rifiutarlo a causa di Edward.
Intanto Edward raccolse con rabbia il suo zaino e si affrettò a tornare in classe, avevo la possibilità di fermarlo e aspettare Richard, ma ugualmente lo feci andare via.
Dovevo raggiungere Richard e chiedergli il perché ha voluto l'aiuto di Edward.
-Richard! Aspetta!-
Mi sentì e si fermò. Lo raggiunsi e cominciai a fargli tante domande.
-Perché non sei venuto quando mi hai visto li con Edward? Portarlo qui è stato un tuo piano, ricordi?-
-Hai ragione. Era un mio piano, ma ho visto che voi ve la stavate cavando benissimo anche senza di me-
-Di cosa stai parlando? Mi sono sentita cosi a disagio quando ti ho visto passare -
-Comunque ero in ritardo e non avremmo avuto abbastanza tempo per organizzare tutto per bene.-
-Vuoi dirmi cosa stavi pensando di dirci?-
-Ok! Per dirla in breve puoi prendere la mia attrezzatura la mia attrezzatura o quella di Edward.
Edward, mi deve un favore e non può dirmi di no-
-Davvero?Ma se hai la tua attrezzatura, perché dovrei prendere in prestito quella di Edward?-
-Stavo pensando che forse potremmo giocare insieme a casa mia e potrei aiutarti con le missioni-
Ciò che seguì fu la fine della nostra pausa pranzo e fui salvata dalla campanella.
Salutai Richard e gli promisi di pensare al suo suggerimento.
Erano passati pochi giorni dall'ultima volta che ero entrata nel gioco delle ombre ed ero impaziente di tornarci.
Richard aveva suggerito di giocare insieme e mi andava bene, ma prima di tutto, dovremmo prendere l'attrezzatura di Edward.
Dopo la lezione, Richard ed io ci ritrovammo a camminare un pò più lentamente del solito e stranamente non mi dispiaceva più la folla per strada, ma dopo tutto è la compagnia che ti fa sentire rilassata, ma io non ero di buona compagnia, ma notavo che a Richard piaceva la mia compagnia.
Stavamo passando vicino al supermercato quando improvvisamente Richard si fermò.
-Perché ti sei fermato?-
-Bene, bene, bene...Guarda chi c'è...Parli del diavolo -
-Cosa intendi?-
Mi avvicinai alla vetrina del negozio e misi le mani intono al viso per vedere meglio: Edward era davanti allo scaffale delle bevande energetiche.
-Dai entriamo e parliamo con Edward per la sua attrezzatura-
-E se si rifiuta di darcela? In fondo non sa nulla di me, quindi perché dovrebbe aiutarmi?-
-Fidati di me Daphne-
L'incontro tra Richard e Edward, si trasformò in una situazione pressoché strana. I due erano in piedi uno di fronte all'altro, ma nessuno di loro voleva stringere la mano all'altro.
-ehm...-
-Scusa, bella...Speravo che Richard fosse più contento di vedermi o mi sbaglio amico?-
-Perché la chiami cosi? Ha un nome-
-Ma lo volete tenere segreto-
-Non ti sei preoccupato di domandarmi il mio nome!-
-Non è troppo lontano dalla verità e speravo che il tuo amico ci avrebbe presentati prima o poi, ma ovviamente, non lo ha ancora fatto e non so il perché-
-E' solo perché pensavo che voi due vi conoscevate già...Daphne conosci Edward?-
-Non ci siamo mai presentati ufficialmente-
-Vedi?-
-Colpa mia. Daphne, questo è Edward-
Edward, si avvicinò e mi offrì la mano inclinando leggermente la testa.
-Non sei più la ragazza senza nome...Piacere di conoscerti finalmente, Daphne-
-Il piacere è mio-
Trovando questa situazione abbastanza divertente solo perché Edward non sapeva nulla di me, se non il mio nome, ma io sapevo molto di lui. Nonostante venisse da una famiglia benestante, Edward, non si vantava mai: Una volta ero passata davanti alla sua casa sperando di vederlo e quel giorno, stava suonando il violino. Riuscivo a sentire la melodia che stava suonando risuonare in tutta la stanza e raggiungere lentamente il mio cuore attraverso la finestra aperta.
La risata di Richard interruppe i miei pensieri..
-E' fantastico, non avrei mai pensato che tu e io avremmo avuto un argomento in comune di cui parlare-
-Allora, è tutto deciso!-
-Che cosa avete deciso?-
-Ne abbiamo appena parlato, Daphne.-
-Si...Sorridevi e annuivi tutto il tempo-
-Potreste ripetere quello di cui stavate parlando?-
-Daphne,stai bene?-
-Si-
-Stavamo dicendo che Edward ha accettato di giocare al gioco delle ombre con noi-
-Ti prometto che non ti deluderò Daphne-
Uscimmo dal supermercato e Edward mantenne la porta per me come un vero gentiluomo. A volte un pizzico di attenzione da parte di qualcuno è sufficiente per farti sentire speciale.
-Giocheremo al gioco delle ombre a casa di Edward. Questa è l'opzione più sicura, nel caso che tua madre decisa di andare a trovare i miei genitori-
-Dovremmo andare a casa di Edward oggi?-
-Si, oggi e anche Richard porterà la sua attrezzatura. Decidi tu con chi giocherai-
-Ci sto! Giocheremo insieme-
-Perfetto! Richard, mi aspetto che siate puntuali-
-Ci puoi contare-
-Dopo questo favore saremo pari-
-Si, questo era l'accordo-
-Bene, ci vediamo più tardi ragazzi-
Vidi Edward andare via e sentii l'ansia prendere il sopravvento su di me. Il cuore mi batteva forte nel petto come un uccellino intrappolato in una gabbia e non potevo far capire a Richard quello che stavo provando, cosi continuavo a camminare senza mostrare alcun cenno di ansia..

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Capitolo 11
*** Il segreto di Richard ***


Io e Richard, stavamo camminando per tornare a casa quando quest'ultimo si fermò.
-Mi piacerebbe parlare con te delle missioni del gioco. Ci sono alcune cose che valgono il tuo tempo e denaro, e altre, che possono portarti più denaro che benefici.-
-Ne sono consapevole Richard, non farò nulla che richieda un livello più elevato del mio-
-Non si tratta solo di quanto siano forti i tuoi nemici...Ci sono altre cose, più pericolose.-
-Più pericolose? Ma è solo un gioco...No?-
-Già è vero, ma ci sono alcune missioni che non ti permetteranno di uscire dal mondo virtuale finché non le completi-
-Cosa intendi? So che ti consigliano di stare in un posto sicuro prima di uscire, ma non so nulla di tutto questo-
-Queste missioni sono per i giocatori tosti che vogliano maggiori sfide. I giocatori ricevano una notifica che dice che, se si tolgono l'attrezzatura da soli questo può causare loro danni a certi neuroni o all'apparecchiatura.-
-Ma è assurdo! Mi hai detto che il gioco era sicuro-
-E' sicuro, ma quando si tratta di competizioni e grandi somme di denaro, vengono proposte anche questo tipo di missioni, ma non sono obbligatorie-
-Ma è una follia! Sono sicura che nessuno accetterebbe-
-Non esserne cosi sicura: Ci sono giocatori che pagherebbero per ottenere queste missioni ogni giorno.-
-Ancora non lo capisco...Chi ha pensato a delle missioni che possono danneggiare i giocatori? E poi, come ha fatto questa idea ad essere approvata?-
Richard piegò la testa in un modo timido, ma poi mi resi conto: Questo discorso non era solo per mettermi in guardia.
-Mi dispiace, Daphne. E' tutta colpa mia-
-Stai scherzando? Per favore dimmi di si-
-No, ma ho fatto del mio meglio per distogliere gli altri programmatori d questa idea.-
-Ecco perché hai smesso di sviluppare con loro, perché stavi incoraggiando una cosa non giusta per i giocatori del gioco delle ombre.-
-Sembra che per alcune persone anche la vita reale è solo un gioco...Questa è la nostra dura realtà.-
-Odio questa realtà-
-Andrà tutto bene, ora che sai come funzionano queste cose-
-Grazie per essere stato onesto con me, Richard-
Trascorremmo il resto della nostra passeggiata in silenzio e lo trovai molto piacevole.
Pensavo a tutto quello che Richard mi aveva detto e poi capii quello che aveva dovuto affrontare in quel periodo.
Tuttavia, il suo volto non lasciava trasparire niente: Gli piaceva sempre uscire, a differenza mia.
Ora capisco...Rispetto alla responsabilità che Richard portava sulle sue spalle, I miei problemi sembravano infantili e insignificanti.
Salutai Richard e promisi di arrivare a casa di Edward puntuale.
Ebbi appena il tempo di mangiare un boccone e far sapere a mia madre che avrei trascorso il pomeriggio con Richard. Tutto sommato, avevo più paura di incontrare Edward che parlare con mia madre.

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Capitolo 12
*** Bugie & Segreti ***


Ogni giorno tornavo dopo la scuola in un appartamento vuoto, ma non quel giorno.
Mi madre mi stava aspettando...
-Ciao mamma, sei già tornata a casa dal lavoro?-
-Non sono andata al lavoro oggi, ho preso un giorno di riposo-
-Ci vuole ogni tanto-
-Com'è andata a scuola?-
-Benissimo! Non abbiamo avuto nessun compito in classe-
-Per fortuna, perché i giochi sono stati più importanti per te ultimamente -
-Non ti preoccupare, mamma ho dei voti eccellenti-
-Bene, ti prenderò in parola dato che non mi hai mai mentito-
-Grazie per la tua fiducia mamma-
-Che ne dici di trascorrere un pò di tempo insieme?-
Mia madre ha un tempismo perfetto ed ora dovevo inventarmi una scusa per poter uscire di casa...
-Mi dispiace, mamma, ma ho degli impegni per la serata-
-Scusa? Con chi stavi pensando di passare la serata?-
Mi resi conto di essere nei guai, quindi dovevo trovare rapidamente una soluzione e ovviamente il mio primo pensiero fu Richard.
-Richard, mi ha promesso di aiutarmi con la ricerca che devo consegnare domani-
-Non dirmi che hai problemi a scuola?-
-No, mamma, ma prenderò un voto migliore se aggiungo altri riferimenti che troverò nei libri della biblioteca-
Mi osservava, cercando di capire se stessi dicendo la verità in base al mio comportamento.
-Va bene, ma non tornare tardi-
-Certo mamma-
Qualche minuto dopo ricevetti una chiamata da Richard
-Ciao Richard-
-E' ora di andare da Edward...Hai il suo indirizzo?-
-Beh..Più o meno, ma pensavo che ci andassimo insieme-
-Farò un pò tardi, ma ci sarò. Ti manderò la posizione esatta di casa sua, non puoi sbagliare-
-Sono sicura di trovarla, ma posso anche aspettarti e possiamo andare insieme-
-No ci bruceremo la nostra possibilità se arriveremo in ritardo e Edward, non ci darà una seconda occasione-
-Va bene. Ehi Richard, se ti capita di incontrare mia madre, potresti dire che ci stiamo incontrando in biblioteca?-
-Tua madre è a casa?
-Si lo so è incredibile ha sorpreso anche me-
-Va bene se dovessi incontrarla io ti raggiungo in biblioteca...Ci vediamo più tardi-
Conoscevo bene la strada per andare a casa di Edward perché ero passata di li alcune volte.
La sua casa era la più bella del quartiere con un bellissimo cortile, appena entrai nel cortile Edward, si presentò alla porta e mi guidò attraverso la casa fino alla sua stanza e mi fece segno di entrare.
-Benvenuta Daphne..-
-Grazie-
-Sei venuta senza Richard?-
-Ha detto che avrebbe fatto tardi come al solito, ma non ti preoccupare arriverà-
-Richard è le sue promesse vuote-
-Lui mantiene sempre le sue promesse e non sono mai vuote-
-Sapevo che avresti reagito cosi Daphne-
-Cosa c'è di divertente?-
-Il fatto che ti lo difenda cosi tanto-
Edward, mi prendeva in giro di proposito, il che mi faceva veramente arrabbiare.
Ero cosi vicina ad andarmene e tornare a casa, ma poi mi ricordai delle parole di Richard-
-Mi dispiace Daphne, volevo solo farmi due risate con te e mi sono reso conto di aver superato il limite.
Posso offrirti qualcosa da bere?-
-Un succo di frutta va benissimo grazie-
Edward, uscì dalla sua stanza e mi sentii sollevata perché potevo respirare di nuovo normalmente.
Sfruttai il momento che ero rimasta sola per guardarmi intorno nella sua stanza cosi da memorizzare quanti più dettagli della sua vita.
Tuttavia, guardando tutte le cose tecnologiche che aveva occupavano gran parte dello spazio della camera e potevo solo constatare ciò che già sapevo bene: Era un appassionato di tecnologia e di giochi online.
Qualche minuto dopo Edward tornò e rapidamente prima che lui potesse entrare nella stanza tornai allo stesso posto di prima.
Stava in piedi sulla porta, con un bicchiere in mano e si guardava nervosamente intorno
-Eccomi. Sei ancora in piedi potevi sederti-
-Va bene-
-Scusa i miei modi Daphne.
Fammi poggiare il bicchiere sul tavolo-
Poggiò il bicchiere, ma lo riprese immediatamente, non riusciva a decidersi per una ragione ovvia: Se lasciava il bicchiere, c'era una buona probabilità che cadesse accidentalmente sul telefono, sul tablet o peggio sul computer.
-Sai non mi dispiacerebbe berlo cosi terrò il bicchiere in mano-
-Certo, sarebbe meglio-
Sorrisi e questo sorprese Edward e ciò servì a distrarlo per un secondo e non faceva attenzione dove metteva i piedi e inciampò su un mucchio di cavi. Istintivamente allungai la mano e presi il bicchiere, ma in qualche modo mi scivolò e tutta la bevanda finì addosso a Edward.
Prima che avessi tempo di pensare a quello che stavo facendo, mi ritrovai a pulirgli la camicia con le mani, mi bloccai per la paura quando sentii il campanello e mi allontanai, imbarazzata e impaurita e notai che non ero l'unica in quella camera con le guance rosse.
 
 
 
Note autrice: In questo capitolo non succede nulla di particolare, ma volevo giocare un pò con i personaggi facendo uscire un pò di divertimento e imbarazzo.
Sperò di riuscire a pubblicare il prossimo capitolo la prossima settimana e sarà molto più interessante.

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Capitolo 13
*** Ritorno nel Gioco ***


Imbarazzata dal pasticcio che avevo combinato, mi scusai e gli chiesi di perdonarmi.
Edward, era imbarazzato quanto me, ma aveva un sorriso affettuoso sul viso e sembrava divertito da tutta quella situazione.
I miei occhi si fissarono sulla sua camicia sbottonata e non mi resi conto di balbettare mentre parlavo con lui.
Il campanello suonò di nuovo e Edward, si affrettò per andare a vedere chi fosse.
Lo sentivo parlare con qualcuno e la voce mi sembrava familiare.
Ero sollevata.
-Entra Richard, ti stavamo aspettando-
-Ehi, Richard-
-Ciao, scusate il ritardo, ma ero impegnato-
-Occupato a fare cosa Richard?Non mi hai detto nulla, avremmo potuto rimandare ad un altro giorno-
-Non sono arrivato in orario perché dovevo chiamare un amico per chiedere qualche consiglio sul gioco, Vi spiegherò tutto.-
-Perfetto.-
Richard, guardava di tanto in tanto Edward che si stava ancora pulendo la camicia e si rese conto che era successo qualcosa prima del suo arrivo e mi guardò in modo confuso.
-Cos'è successo qui?-
-Nulla di grave la tua amica mi ha versato addosso del succo di frutta-
Sentivo la tensione tra Edward e Richard e questa era l'ultima cosa che mi serviva, quando invece avevo bisogno del loro aiuto.
-Vi sarei molto grata se poteste rimandare la vostra lite, non posso stare qui tutta la notte-
-Non c'è nessuna lite Daphne-
-Ragazza ora basta se continuate cosi me ne vado-
Non c'era tempo da perdere, la scelta del mio compagno di gioco era già stata fatta in precedenza.
Poco dopo i due ragazzi installarono la seconda attrezzatura e avviarono il gioco.
 
 
Nel gioco
 
Finalmente! Effettuai il login e ripresi il gioco da dove l'avevo interrotto ed ero nel posto giusto al momento giusto.
La prossima cosa da fare era candidarmi per una missione speciale.
In passato avevo giocato ad altri giochi simili e sapevo che le missioni che avrebbero portato soldi non potevano essere facili, ma non avevo paura perché questa volta non ero da sola.
-Hey ci siamo, sei pronta Halexis?-
-Certo, che lo sono-
-Allora possiamo fare domanda per le missioni speciali.
Controlla il tuo inventario, dobbiamo assicurarci di avere molto cibo e bevande , chissà dove stiamo per finire?-
-Giusto!me ne ero quasi dimenticata!Sono cosi eccitata di essere tornata nel gioco..
La regola fondamentale del gioco delle ombre e di avere sempre con se una scorta di pozioni, cibi, una mappa e una buona arma.
Io era fiera del mio arco e non vedevo l'ora di iniziare ad usarlo.
-Potrei prendere alcune frecce in più..Cosa ne pensi?-
-Ottima idea Halexis-
Controllai il mio inventario per controllare quanti soldi mi erano rimasti.
-Ho 50 monete-
Dopo un pò il locandiere decise di avvicinarsi
-Ciao, benvenuti..Cosa posso fare per voi?-
-Nulla.-
-Che peccato, ma forse posso aiutare la tua amichetta-
Avendo imparato dai miei errori precedenti, decisi di ignorarlo.
-Un piccolo consiglio Halexis, non comprare pozioni economiche ci equipaggeremo più tardi dal mercante e dal fabbro-
-Sei sicuro che troveremo tutto quello di cui abbiamo bisogno?-
-Certo-
Ci rivolgemmo al locandiere e gli chiedemmo di dirci qualcosa sulle missioni speciali.
Ci indicò la bacheca e continuò a pulire il suo bancone.
Ci allontanammo di qualche passo e lo sentimmo dirci...
-Buona fortuna ragazzi, se solo fosse venuti un pò prima, vi sono rimaste solo le missioni che non ha voluto nessuno-
La bacheca era quasi vuota ed erano disponibili solo due missioni speciali e a giudicare dal contenuto erano abbastanza difficili da portare a termine.
Scelsi una missione a caso.
 
"Caro eroe, ho bisogno del tuo aiuto e ne ho bisogno ora.
La fortuna vuole che , la mia missione non abbia avuto successo.
Tutto quello che voglio da te è liberarmi di quei mostri.
Vorrei venire con te, ma mi sono ferito gravemente nel combattimento e, inoltre, credo che non avrai bisogno del mio aiuto.
Sconfiggili e riporta l'artefatto bel custodito alla locanda.
Sarai felice della ricompensa.
Buona fortuna"

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Capitolo 14
*** La prima battaglia ***


Dopo aver scelto la missione, uscii dalla locanda, mi diressi dal mercante.
Tuttavia il mio compagno di gioco aveva un altro piano, mise la mano sulla mia spalla e sussurrò.
-No, non compreremo nulla da quel mercante-
-Perché?-
-E’ un intermediario. Abbiamo bisogno di commercianti che realizzano pozioni e armi da soli-
Il nostro discorso fu interrotto da un avvertimento del gioco
“Tempo rimasto: 2 ore e 50 minuti”
-Il tempo inizia a scorrere dal momento in cui accettiamo la missione?-
-Cosi sembra, ma non lo sapevamo. Ciò significa che non lo sprecheremo più parlando-
Comprammo le pozioni e le frecce per il mio arco e lasciammo la zona sicura della città.
-Secondo la mappa, l’artefatto che cerchiamo è nascosto in una prigione, situata sull’altro lato del bosco: Prima arriviamo, più tempo avremmo per cercare.-
-Il modo più veloce è attraversare il bosco-
-Esatto Halexis, ma non è la strada che prenderemo-
-Ma perché?-
-Perché tutti gli altri giocatori scelgono esattamente lo stesso percorso e questo significa che il luogo non è sicuro e quindi pericoloso-
Non perdemmo tempo e appena dopo pochi minuti a piedi ci imbattemmo nel primo bersaglio
-Preparati Halexis-
Mi misi in posizione, tirai fuori una freccia dalla faretra e scagliai la freccia con l’arco verso il bersaglio.
-Sei un buon tiratore-
Iniziammo a correre attraverso il prato che circonda il bosco. Ci volle una buona mezz’ora per raggiungere la prigione.
Mezz’ora dopo arrivammo alla prigione del cavaliere nero
“Fate attenzione sono state rilevati nemici di livello superiore”
-Il gioco deve sempre metterti ansia-
-Halexis, siamo nel posto giusto-
-Non vedo nulla, ma come faremo a trovare qualcosa qui?-
Si sentiva il suono di passi di qualcuno in armatura pesante provenire da lontano: Procedemmo in quella direzione con grande cautela, cercando di non farci notare.
Il rumore che le guardie facevano marciando nella loro armatura ci permise di avvicinarsi senza essere notati.
I miei occhi si adattarono rapidamente al buio e riuscii ad individuare la porta dietro le guardie.
-Guarda! Le guardie proteggono l’entrata della prigione-
-Prepara il tuo arco, li attaccheremo!-
Nascosta nell’ombra, sollevai il mio arco e mirai.. La freccia sfrecciò verso una delle guardie, ma, purtroppo colpì la porta.
-Uffa!-
-Halexis, veloce, lancia una freccia ora..-
-Posso farcela-
Ci avevano visto! Le guardie si giravano verso di me ed a passi lenti cominciarono ad avvicinarsi.
Questo mi diede abbastanza tempo per tendere l’arco e tirare un’altra freccia.
-Bene, uno è andato-
-Ora nasconditi Halexis-
Feci qualche passo indietro e mi preparai a lanciare un’altra freccia, ma questa volta dovevo essere più precisa.
Avvertii Ares, si allontanarsi  prima di poter scagliare la freccia.
Vidi il mio compagno di gioco che attaccava la guardia con tutta la sua forza  e il suo metallico che si scontrava riempì la stanza, ero li in piedi che miravo alla guardia e aspettavo il momento perfetto per scagliare la freccia.
Poco dopo scagliai la freccia che finì sull’armatura della guardia esattamente sull’articolazione tra la spalla e il braccio.
-Ottimo colpo Halexis-
Con alcune mosse e colpi vincenti, vincemmo lo scontro contro le guardie.
Ci preparammo e ci avvicinammo con attenzione alla porta.
Cercammo di aprirla solo per poi scoprire che era chiusa a chiave.

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Capitolo 15
*** La stanza dei misteri ***


Perdemmo un po' di tempo nell'ispezionare l'armatura delle guardie, ma farlo nel buio era molto difficile.
Non avevamo altra scelta che sfondare la porta, cosi mi allontanai e lascia ad Ares il compito di occuparsi della porta.
Inizialmente, diede un calcio alla porta con tutta la sua forza, ma la porta oscillò un po', ma non successe nient'altro: Alcuni calci sui cardini servirono ad allentarli un po', ma provocarono un terribile rumore.
Ares, corse e si schiantò contro la porta con tutta la sua forza e con un rumore orribile e una nuvola di polvere, la porta era stata buttata giù.
Entrammo con cautela nella stanza davanti a noi e passammo sopra la porta che era a terra e ci mettemmo in ascolto: La stanza era completamente vuota e silenziosa e ogni nostro passo echeggiava nella stanza.
A differenza della stanza precedente, qui c'erano delle fiaccole tremolanti che illuminavano le pareti.
-Non sembra giusto-
Disse Ares, con voce amareggiata
-Non c'è nulla in questa stanza. E' completamente vuota, siamo stati ingannati?-
-Zitta Halexis-
-Perché? Chi potrebbe sentirci?-
-Non si è mai troppo prudenti-
Facemmo alcuni passi in avanti ed esaminammo attentamente ogni angolo, tenendo le nostre armi pronte.
-Ancora niente-
-Non mi sembra Halexis-
-Ok, uomo saggio, che cosa c'è che io non vedo?-
-Siamo entrati in una grande stanza completamente vuota e solo una via porta alla sua parte centrale-
-Stai dicendo che abbiamo raggiunto il nostro obiettivo?-
-Si, Halexis. E' la stanza del ragno gigante-
Nella parte più lontana della stanza, quella più oscura qualcosa era in agguato e aspettava la sua preda: Noi.-
-Tieniti pronta, Halexis. Una volta raggiunta la parte centrale della stanza, la battaglia avrà inizio.-
-Sarò pronta...-
Camminavamo davanti alla parete, passo dopo passo, quando sentii qualcosa e subito guardai verso il soffitto.
Continuai a camminare senza guardare di fronte a me e inaspettatamente, pestai qualcosa di morbido e sentii dei brividi correre la schiena.
-Penso di aver schiacciato un topo morto-
-Guarda dove vai Halexis-
Ares, inciampò e quasi perse la sua arma, finì in ginocchio con le mani appoggiate al pavimento.
-Aspetta, Halexis-
Toccò accuratamente qualcosa che era su pavimento in un angolo non illuminato.
-Smettila di spaventarmi Ares-
-Non è un topo quello che ha schiacciato...Guarda meglio-
Mi inginocchiai e vidi dei vestiti, un bracciale e delle gambe: Era li appoggiata al muro, svenuta.
-Erika..E' viva?-
-Si, ma è svenuta e dobbiamo portarla fuori da qui..-
-Si, ma non possiamo rischiare la nostra missione-
-se dovesse essere necessario porterò via voi due da qualche parte al sicuro e troverò l'artefatto da solo-
Erika, si mosse lentamente e scoppiò in un grido di dolore, mentre sia io che Ares, discutevamo.
-Erika, mi senti? Stai bene?-
-Correte, scappate-
La ragazza, era spaventata e in quel momento, si udirono dei leggeri rumori tutt'intorno a noi.
Era difficile dire da dove provenissero quei rumori sinistri: Rimanemmo pietrificati e completamente paralizzati, incapaci di muovere qualsiasi parte del corpo.
Sapevamo che il ragno era sveglio e si stava preparando per attaccarci... La leggera scossa del pavimento annunciò il suo arrivo e vedemmo un paio di zampe pelose scendere dal soffitto e poi degli occhi gialli che sembravano aver trovato le loro prede.

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Capitolo 16
*** Missione Completata ***


Gli scossoni diventavano sempre più forti, mentre l'enorme ragno scendeva da soffitto.
Allo stesso tempo, dozzine di piccoli ragni strisciavano verso di noi.
Fu subito chiaro che avevamo a che fare con la regina dei ragni.
-Resta vicino a me, Halexis e andrà tutto bene-
-Va bene-
-Tutto ciò di cui ho bisogno è che tu rimanga calma-
-Farò del mio meglio Ares-
Man mano che i piccoli ragni si avvicinavano a noi in gruppi, mentre noi indietreggiavamo verso il muro.
Il mio compagno stava di fronte a me, pronto a combattere.
-Si stanno avvicinando, Halexis, stai pronta-
-Non ho tempo per usare l'arco-
-Non hai bisogno di un'arma, usa la magia. I ragni hanno pochissima protezione contro il fuoco-
Lancia una palla di fuoco con un gruppo di quei piccoli ragni neri che si stavano scagliando contro di noi e ne colpii la maggior parte: Ero consapevole del rischio, ma comunque il fine giustifica i mezzi.
-La maggior parte sono morti! C'è l'ho fatta-
-Bella mossa, Halexis!Bella, ma rischiosa-
-Non ho tempo di pensare al rischio-
Alcuni ragni erano ancora vivi e si stavano avvicinando a noi, ma usai di nuovo la magia per eliminarli.
-Ci siamo liberati dei piccoli ragni, ma ora dobbiamo affrontare qualcosa di molto più grosso-
-Lo so, Ares-
Il terreno tremò annunciando l'arrivo del ragno gigante al centro della stanza.
Le pietre cadevano dal soffitto e dalle pareti, minacciando di seppellirci vivi: Riuscimmo a scivare alcuni massi.
-Odio i ragni-
-Tranquilla Halexis, li distruggeremo e possiamo usare a nostro vantaggio il fatto che si muove molto lentamente-
Diedi un'occhiata alla parete dove Erika, era ancora appoggiata e mi resi conto che il muro stava iniziando a sgretolarsi e sarebbe potuta facilmente rimanere seppellita li sotto.
In quel momento udimmo uno strillo assordante.
-Dobbiamo uscire di qui-
Ares, non fece in tempo a finire la frase che mi afferrò e mi buttò a terra: Il ragno gigante stava lanciando delle ragnatele e una ci mancò per pochi centimetri.
Riuscì a salvarmi solo grazie ai buoni riflessi del mio compagno di gioco.
Mi tenne tra le sue braccia per qualche secondo, per poi alzarsi.
-Ci è davvero mancato poco-
-Si. Grazie Ares, per avermi salvata-
-Idioti-
-Erika stai bene?-
-Smettetela voi due, non abbiamo tempo per le chiacchiere-
-Ha parlato il grande guerriero... Va incontro alla morte, io vado via da questo posto-
-Stai scappando Erika?-
-Non mi interessa quello che dici Halexis, ma almeno resterò viva a differenza vostra-
I miei occhi intravidero il mio compagno che correva verso il centro della stanza, per occuparsi da solo del ragno gigante.
Erika, mi aveva già fatto perdere troppo tempo, ma se lei intendeva scappare, lo farà di certo essendo una vigliacca.
La ignorai e mi precipitai ad aiutare Ares, perché quella non era solo la sua battaglia, ma anche la mia.
Mi trovavo in una distanza ragionevole e avevo una buona visione del bersaglio, presi il mio arco ed ero pronta a scagliare una freccia contro quella creatura.
-Halexis, colpiscilo-
Il ragno era stato colpito molte volte, ma la sua vita non sembrava diminuire evidentemente era resistente ai danni inflitti a distanza ravvicinata.
Scagliai una freccia e lo colpii: Fu in quel momento che quell'orribile creatura posò i suoi piccoli occhi gialli su di me, saltò e atterrò proprio di fronte a me.
-Vi avevo detto di fuggire idioti-
Non ascoltammo le parole di Erika, ma dopo essere saltata a terra, la creatura provocò uno scossone ancora più forte e le pareti cominciarono a sgretolarsi ancora di più.
Erika, si precipitò verso la porta, ma questa venne immediatamente sepolta dalle pietre e l'uscita era bloccata.
-No...E' tutta colpa vostra...Moriremo tutti-
Erika, era arrabbiata con tutto il mondo, ma quella scontrosità poteva essere sfruttata nel combattimento che stava per iniziare.
Tirò fuori i suoi pugnali, alla velocità della luce e colpì il ragno con grande precisione: Sfruttai quel momento per fare un passo indietro di qualche centimetro e raggiunsi la giusta posizione per attaccare da lontano.
La battaglia era solo all'inizio e le nostre forze erano al minimo, ma il mio colpo riuscì a sconfiggerla.
“Complimenti! La regina dei ragni è stata sconfitto.
Hai raggiunto un nuovo livello”
-E' finita! Abbiamo vinto-
Saltai per la gioia e l'abbracciai: Lui ricambiò il mio abbraccio e sentivo che nessuno di noi voleva che quel momento di felicità finisse.
Tuttavia, ricordai che non eravamo soli e feci un passo indietro.
-Sono contento di poterti aiutare Halexis, ma lasciamo i festeggiamenti alla fine quando avremmo ottenuto ciò per cui siamo qui-
 
Fuori dal mondo virtuale:
Mentre stavo festeggiando il successo nel gioco, Richard stava seduto nella stanza di Edward e ci guardava dal monitor e si era accorto che il gioco aveva portato me e Edward ad avvicinarci e che la colpa di tutto era proprio la sua.
Io e Edward eravamo seduti comodamente sulle poltrone con indosso i nostri occhiali VR, quindi non potevamo sapere cosa stesse accadendo nella testa di Richard.
-Ce l'hanno fatta! Ma cosa sta facendo Daphne?Avrei dovuto immaginare che questo sarebbe potuto succedere prima o poi...Ho fatto tutto il possibile per aiutarla e conquistare il suo cuore e lei è stata sempre innamorata di Edward, fin dall'inizio-
Non avevo la minima idea che Richard, fosse cosi arrabbiata da voler staccare la spina e interrompere il gioco sia a me che a Edward.
Teneva la mano sopra la spina e ci osservava: Gli sembrava che io e Edward, non avessimo bisogno di compagnia e anche Erika, la pensava allo stesso modo.
-Il telefono di Daphne sta squillando ed è sua madre.
Che risponda o meno, lei finirà ugualmente nei guai-
Tutto era nelle mani di Richard, poteva rispondere a mia madre e dire che ero in biblioteca o semplicemente di impedirmi di completare il gioco e la missione.
 
 
Nel gioco:
Era stata una lotta epica e si era conclusa con la nostra vittoria e il ragno gigante era morto grazie al nostro lavoro di squadra.
Inoltre, ero rimasta sorpresa dalle abilità di lotta di Erika: I suoi attacchi erano più rapidi e, indipendentemente dal fatto che i suoi pugnali infliggevano meno danni al ragno, era riuscita a resistere per l'intera lotta e causare più danni in meno tempo rispetto a me.
Erika, ci ignorò per tutto il tempo, e i limito a rimettere velocemente i pugnali nella cintura rivolgendomi uno sguardo beffardo.
-Erika, non sei felice per la vittoria?-
-Voi due, mi avete messo a rischio, solo per il vostro piacere personale-
-Per quello che so, tu sei arrivata qui per prima ed eri in uno stato di incoscienza e ti abbiamo salvata-
-si come no. Ora se volte scusarmi ho delle cose da fare...Addio babbei-
Erika, utilizzò quel suo vecchio trucco, come al solito e scomparve.
“Tempo rimasto per il completamento della missione:1 ora”
Ci separammo e iniziammo a cercare una qualche traccia del manufatto: Controllammo ogni centimetro della stanza, per poi tornare nella sua parte centrale.
Iniziai a prendere a calci delle pietre, delusa del nostro fallimento e una pietra volò nell'aria e finì nell'altra parte della stanza con un tonfo, poi si udì un rumore sordo e una delle mattonelle si spostò verso il basso.
Ci avvicinammo con attenzione verso quel punto e lo ripulimmo dalla polvere con le mani.
Quella mattonella di pietra recava un'incisione del cavaliere ombra che era in realtà il logo del gioco delle ombre.
Iniziammo a cercare e trovammo altre pietre con i simboli.
Mi venne in mente che avremmo avuto bisogno di qualcun altro che poteva prendere il manufatto e che il meccanismo poteva facilmente disattivarsi se ci fossimo spostati dalle nostre posizioni.
Ero in piedi sul punto segnato e udii un rumore sordo e poi aspettai che il mio compagno attivasse gli altri due: Le mattonelle del pavimento si mossero e rivelarono uno scomparto segreto al centro della stanza.
-Ci siamo riusciti-
Tolsi prima uno e poi l'altro piede dalla mattonella e non successe nulla ed ero cosi sollevata.
“Tempo rimasto 30 minuti”
Mi avvicinai con cautela al punto nascosto e guardai dentro: A prima vista, non c'era nulla. Tolse la polvere con le mani per essere sicura che non ci fosse nulla li.
La gioia che avevo provato per la fine della missione era completamente svanita e aveva lasciato il posto al panico.
Alzammo la testa e ci scontrammo.
Ares, tirò fuori la sua arma e cercò sul fondo e saltammo per la gioia quando sentimmo la sua arma toccare un oggetto di metallo.
Prendemmo una torcia per illuminare e rimasi colpita da ciò che vedemmo: Illuminato da una debole luce, l'artefatto lampeggiò per un secondo e poi tornò di nuovo invisibile.
Allungai la mano verso il luogo in cui l'artefatto giaceva nascosto e non appena lo toccai, brillò e divenne visibile.
Quello era l'artefatto dell'invisibilità.
Sapendo di avere poco tempo per portare a termine la missione, usammo l'artefatto e riuscimmo a uscire da quel luogo.
Mancavano 15 minuti alla fine della missione e per nostra fortuna, l'artefatto ci portò nel bosco.
Corremmo il più velocemente possibile, ma il combattimento ci aveva indebolito, non volevamo fermarci ed ero ad un passo al compimento della missione: continuai a correre, ma Ares, non mi stava più seguendo era caduto in una trappola di alcuni banditi, ma non potevo aiutarlo e continuai a correrei verso il mio obiettivo: La locanda.
Una volta arrivata nella locanda e cercai il locandiere e gli mostrai con orgoglio l'artefatto.
Il locandiere contrassegnò la mia missione come completata.
“Missione completata”
Dopo alcuni secondi arrivò un secondo messaggio.
“Congratulazioni Halexis! Hai completato la tua prima missione con successo”

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Capitolo 17
*** Bugie ***


Dopo essermi disconnessa dal gioco, mi ritrovai di nuovo nella stanza di Edward: Guardai l mio amico e indossava ancora la sua attrezzatura della realtà virtuale.
Dall'altra parte della stanza, Richard era seduto e teneva il mio telefono in mano.
-Ben fatto, Daphne...Congratulazioni-
-Grazie Richard, ma è stato molto difficile, ma fortunatamente Edward, mi ha aiutata-
-Bene, ma lo hai lasciato ad occuparsi dei banditi da solo quando lui ti ha aiutato a superare la missione-
-Mi dispiace, ma dovevo consegnare la missione speciale, ma è stato lui a dirmi di andare-
-Si è sacrificato per te? Ma penso che volesse sembrare solo coraggioso-
Si alzò e si avvicinò a me con cautela, mi diede il telefono e mi rivolse uno sguardo serio.
-Ho preso il tuo cellulare perché stava squillando e non volevo distrarti dal gioco-
-Non hai risposto, vero?-
Controllai il registro delle chiamate ed una era quella di mia madre.
-Tranquilla, Daphne, non ho risposto, sapevo che se avessi risposto ti avrei messo nei guai-
Non avevo nessun motivo di dubitare di Richard dato che era il mio amico e con me era sempre sincero.
-Ora devo andare a casa, la mamma si starà chiedendo che fine ho fatto e non vorrei finire di nuovo nei guai-
-Andrà tutto bene Daphne, dimmi solo se devo dire qualcosa per coprirti-
-Ti devo cosi tanto Richard, hai fato tantissimo per aiutarmi e un giorno ricambierò il favore-
Sapevo perfettamente che Richard non mi avrebbe mai chiesto un favore ed aveva persino rinunciato ai suoi principi ed era pronto a mentire per aiutarmi.
-Daphne guarda...-
Indicò il monitor: edward stava combattendo con i banditi e la sua energia si stava esaurendo.
-Edward, sta perdendo, devo entrare e aiutarlo-
Vidi Richard entrare nel gioco e aiutare Edward, ma erano passare tre ore da quando avevo detto a mia madre che ero andata in biblioteca e non potevo rimanere un minuto di più.
Uscii da casa di Edward e corsi velocemente verso casa.
Tornai a casa più tardi del solito e non fui sorpresa nel trovarla nella mia stanza che mi stava aspettando.
-Daphne, sei in ritardo-
-Scusa mamma ho perso la cognizione del tempo stavamo studiando e...-
-Daphne, sei consapevole del fatto che stai perdendo la fiducia che ripongo in te?-
Guardai in basso e sapevo di non avere scuse.
-E' tardi e ora dovresti andare a letto e la prossima volta non ti sarà concesso di uscire a tarda sera, nemmeno se si tratta di qualcosa che riguarda la scuola-
-Va bene, mamma-
-Spero che hai finiti tutti i compiti, mentre eri in biblioteca. Fammi vedere l'ultima cosa che hai fatto in classe-
Mi voltai confusa cercando di ricordare dove avessi messo lo zaino. E poi, quando me ne resi conto, mi sentii completamente impotente, avevo lasciato il mio zaino a casa di Edward.
-Mamma, penso di averlo lasciato in biblioteca-
-Daphne, non smetti mai di sorprendermi...cosa ti sta succedendo?-
-Sono stata troppo sotto pressione in questi giorni a causa dei troppi compiti e esami e sto facendo del mio meglio per stare dietro a tutto.-
-Va bene, tesoro, ti posso capire. So che i tuoi voti sono buoni, quindi non prenderò in considerazione tutto ciò-
-La prima cosa che farò domani e andarlo a prendere-
-La biblioteca apre tardi e tu devi andare a scuola prima.
Prenderò io il tuo zaino-
-Non ce né bisogno mamma, posso anche andarci io dopo la scuola-
-Spero che stai dicendo sul serio Daphne?-
-Certo che dico sul serio, mamma-
Per ammorbidirla, mi avvicinai e l'abbracciai e in quel momento mi sentii una bambina.
Per fortuna avevo evitato la punizione e messo di buon umore mia madre, ma mi resi conto che una bugia, portò un'altra bugia.

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Capitolo 18
*** Madre e Figlia ***


La mattina dopo, mi alzai molto stanca e mentre stavo facendo colazione sentii suonare alla porta.
Mia madre, andò ad aprire la porta e vidi Richard, davanti alla porta, che parlava con mia madre.
-Buongiorno signora-
-Buongiorno a te Richard-
Mia madre, fece entrare Richard e iniziò subito a fare domande.
-Daphne è diventata cosi irresponsabile ultimamente, lo hai notato anche tu Richard?-
-L'ho notato, Signora, ad esempio, ieri sera ha lasciato lo zaino in biblioteca-
Richard, posò a terra il mio zaino e feci un respiro di sollievo: Senza che mi madre lo notasse Richard, mi fece l'occhiolino.
Dopo molto tempo, mi sentivo finalmente sollevata e anche la strada per andare a scuola sembrava più corto del solito e anche Richard, aveva notato un cambiamento nel mio comportamento.
C'erano tanti motivi per festeggiare: Avevo guadagnato una ricompensa e giocato di nuovo al gioco delle ombre, ed ero riuscita ad evitare la punizione.
Mentre entravo nel cortile della scuola ricevetti altre buone notizie: Mi era arrivata una e-mail riguardo alla mia ricompensa che diceva che dovevo recarmi al negozio di videogiochi per lasciare loro alcune informazioni per ricevere la ricompesa.
In quel momento vidi Edward, entrare nel cortile: Mi ero allontanata di qualche passo e quando mi voltai, notai che mi stavano fissando, cosi mi affrettai e entrai dentro l'edificio scolastico.
Dopo la fine delle lezioni il mio buon umore continuava e non mi importava della folla che di solito mi infastidiva per tornare casa.
-Aspetta Daphne-
-Scusami Richard, ma ero impaziente di andare al negozio di videogiochi-
-Stai tranquilla, nessuno può prenderla-
-Lo so, ma la voglio il prima possibile-
Nessuno poteva fermarmi neanche Richard.
Quando arrivammo vicino al negozio vidi Edward appoggiato al muro con le mani nelle tasche che mi sorrideva.
-Hey Daphne, questa mattina ti sei precipitata a scuola-
Lo oltrepassai fingendo di non averlo sentito e questo ferì molto l'orgoglio di Edward: Entrai nel negozio e lascia fuori i due ragazzi
Dopo qualche minuto uscii dal negozio sorridente.
-Fatto. I soldi saranno trasferiti sul mio conto oggi-
-Ottimo, ma mi aspetto qualcosa in cambio, visto che senza la mia attrezzatura non avresti mai potuto giocare-
-Hey Edward, non esagerare...Hai avuto da me moltissimi consigli sul gioco e questo era il patto per aiutare Daphne-
Poco dopo i due cominciarono a parlare della lotta contro i banditi che non sembravano difficili da battere, ma il personaggio di Edward era già ferito e non vi era nessuna possibilità che riuscisse a vincerli e anche con l'aiuto di Richard, non erano riusciti a sconfiggerli, anche perché erano in superiorità numerica.
E Edward, aveva perso molto denaro e io mi sentivo in colpa.
Stavo per dire qualcosa ai due quando il mio telefono cominciò a squillare.
-Mamma ciao-
-Daphne, sei tornata a casa?-
-Sono quasi arrivata-
-Non devi andare a casa, vieni al solito ristorante-
-Va bene mamma-
Quando finì di parlare, vidi Edward e Richard che mi fissavano.
-Perché mi fissate?-
-Tutto ok Daphne?-
-Devo cenare con lei-
-Bene, allora ci vediamo domani -
I due mi salutarono ed io mi recai da mia madre
-Eccomi mamma-
-Volevo cenare con te-
-Sono contenta-
-Ed io tesoro, sono contenta di vederti di buon umore-
Stava andando tutto bene e mi sentivo davvero bene e pensavo che mia madre mi averebbe restituito la mia attrezzatura visto che i miei voti a scuola era ottimi, ma in quel momento il telefono di mia madre iniziò a squillare.
Prese il suo cellulare e prese a guardare e notai che la sua espressione era completamente cambiata.
-Daphne, puoi spiegarmi questo?-
posò il telefono sul tavolo cosi da vedere il messaggio sul suo telefono e mi resi conto che il premio del gioco delle ombre era andato sul conto di mia madre e come al solito io avevo sbagliato.
Oltre che la somma di denaro c'era anche il nome del mittente che era il gioco delle ombre.
-Daphne, guardami! Come mai ho ricevuto questi soldi?-
-Ho vinto una ricompensa del gioco delle ombre-
In quel momento a mia madre fu tutto chiaro.
-Hai trovato il modo di giocare?-
-Abbiamo bisogno di soldi e questo era l'unico modo-
-Non hai rispettato il nostro accordo-
-Mamma tu sei troppo orgoglioso e troppo all'antica per capire-
Per fortuna eravamo al ristorante e questo impedì a mia madre di fare una scenata e questo fu un bene perché non sapevo fino a che punto si poteva spingere il nostro litigio.

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Capitolo 19
*** La decisione della mamma ***


La mamma mi stava urlando contro senza rendersi conto che qualcuno si stava avvicinando al nostro tavolo, ma io mi ero resa conto del suo arrivo.
-Ciao Daphne-
-Ciao...-
-Sei triste...Chi l'avrebbe detto che saresti stata più felice nel mondo virtuale che in quello reale?-
Alzai lo sguardo verso di lui scioccata, e poi si voltò verso la mamma, che lo guardava con grande curiosità.
Edward aveva semplicemente messo tutte le mie carte in tavole ed ora non vi erano più segreti.
Lui si trovava in piedi accanto al nostro tavolo e sorrideva, non rendendosi conto delle conseguenze di ciò che aveva appena detto a mia madre.
Appariva onesto e amichevole e sembrava non volermi fare torto, ma al contrario voleva essere solo spiritoso.
-Posso sapere il tuo nome,giovanotto?-
-Sono Edward, un amico di scuola di Daphne-
-Piacere di fare la tua conoscenza Edward-
Mi sentivo patetica e fuori luogo perché non partecipavo alla loro conversazione, ma sembrava che tutto andasse abbastanza bene, senza che io interferissi.
-Stavo passando di qui ed ho visto Daphne e non potevo semplicemente passarla davanti senza salutare.-
-E' molto gentile da parte tua. Sai Edward, sono molto curiosa di scoprire di più su quella realtà virtuale che hai nominato.
Per favore siediti con noi-
Era inutile parlare e cercare di divincolarmi da quella situazione perché sapevo che mia madre non si sarebbe mai fatta scappare per niente al mondo.
-Grazie per il gentile invito-
Edward, si sedette vicino a mia madre e solo allora capì che stava facendo qualcosa che non avrebbe dovuto.
-Sono contenta che Daphne, abbia altri amici oltre Richard-
-Mamma...-
-Daphne, tua madre ha ragione! Ogni volta che ti vedo sei con Richard-
-E quindi? Richard e io, abbiamo gli stessi interessi e andiamo d'accordo.
Guardai Edward e notai un segno di gelosia nei suoi occhi, benché molto bene nascosta dietro al suo sorriso.
-Allora Edward, hai detto che Daphne è più felice nel mondo virtuale, e questo mi porta a concludere che abbia giocato di nuovo a quel gioco-
-Il gioco delle ombre-
-Si, esattamente quello-
-Mamma...-
-Daphne, ne parleremo a casa, ora voglio parlare con Edward-
-Ho incontrato Daphne quando è entrata per la prima volta nel mondo virtuale, e ho scoperto che frequentavamo la stessa scuola solo dopo e sono stato molto contento-
-Anche io ero molto felice di scoprire che anche qualcun altro oltre a Richard piacesse giocare al gioco delle ombre-
-Ogni volta che avrai bisogno di un compagno per giocare, io ci sarò...-
-Sapevo che Daphne non avrebbe potuto combinare semplicemente tutto da sola-
-Non gliene faccia una colpa, stava solo cercando di aiutarla.-
-Esatto mamma! Volevo solo sentirmi utile-
-Interessante, ma ora vorrei sapere come abbia fatto mia faglia a guadagnare tutti quei soldi nel gioco?-
La mamma stava ascoltando attentamente Edward, mentre spiegava tutti i dettagli...
-Quando Richard mi ha chiesto di aiutare Daphne a tornare nel gioco, non potevo dire di no e mi dispiace che lei l'abbia scoperto in questo modo-
-Sei un ragazzo onesto e molto coraggioso Edward ed io apprezzo molto queste qualità-
-Grazie mille signora-
-E, Daphne, per quanto ti riguarda, ho solo una cosa da dire...-
Il mio cuore batteva come un martello ed ero terrorizzata e imbarazzata da ciò che avrebbe potuto dire di fronte ad Edward.
-Daphne ho sempre pensato che tu fossi troppo sensibili per questo mondo e temevo che non saresti riuscita ad affrontarlo, ma mi hai dimostrato che avevi torto: Hai trovato degli amici fantastici.-
Volevo saltare per la gioia e abbracciare mia madre con tutte le mie forze perché mi aveva dato la speranza che tutto potesse andare per il meglio e che non ci sarebbe stato bisogno di giocare al gioco delle ombre senza mentire.
-Ora dovrei andare...E' stato un vero piacere conoscerla signora-
-Il piacere è stato tutto mio Edward-
-Ci vediamo a scuola-
Appena Edward se ne andò, l'umore di mia madre cambiò immediatamente.
Terminammo il pranzo in silenzio e tornammo a casa.
Non appena uscimmo dal ristorante la mamma cominciò a tempestarmi di domande e sapevo che avrei fatto meglio a dire la verità.
-Daphne, so perché ti sei appassionata cosi alla realtà virtuale, volevi fuggire da questa realtà e trovare un rifugio perché non l'hai mai trovato casa tua-
-Si mamma-
-Ora che ho parlato con Edward, capisco molto bene la tua situazione e ciò che più conta che tu abbia degli amici che ci saranno sempre per te-
-Lo so-
-Tutta questa faccenda della realtà virtuale mi sembra cosi indistinta e non ho idea di come funzioni-
-Mi lascerai giocare?-
-Si, ma faremo un accordo e spero che tu lo rispetterai-
-Va bene mamma-
-Ti restituirò la tua attrezzatura, ma solo ad una condizione-
-Quale?-
-Puoi usarla solo nei fine settimana e devi andare bene a scuola-
-Grazie mamma-
-Farai bene a non tradire la mia fiducia.-

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Capitolo 20
*** Il primo bacio ***


La mamma mi restituì la mia attrezzatura e mi ricordò la regola del “solo nel fine settimana”.
Nel momento in cui lasciò la mia stanza, cominciai a saltare per la gioia per tutta la stanza sebbene fosse solo mercoledì.
-Sono felicissima, posso finalmente giocare al gioco delle ombre senza paure e rimproveri-
Dovevo dirlo subito a Richard che sarebbe stato felice per me.
A meno che...Edward non gli dica che ha incontrato mia madre.
Saltai sul letto e presi il cellulare e decisi si chiamare Richard, dopo tutto, è lui che mi ha spiegato come giocare e guadagnare soldi.
-Ciao, Daphne!Aspettavo una tua chiamata-
-Davvero?-
-Mi sono preoccupato quando improvvisamente ci hai salutato dopo scuola e sei andata via-
-Mia madre mi aveva chiamata e dovevo andare via...Comunque, ho delle ottime notizie e volevo che fossi il primo a saperle-
-Sembri felici quindi non vedo l'ora di sentirle-
-E' successo qualcosa di grandioso!Ho riavuto la mia attrezzatura-
-Finalmente!E' quello che speravo, dopo tutto, sei riuscita a guadagnare soldi grazie al gioco-
-Hai parzialmente ragione, ma non è questo il motivo principale per cui mia madre mi ha restituito l'attrezzatura-
-Qual è allora?-
-Si è resa conto che stavo facendo amicizia e socializzando mentre giocavo-
-Cosa le hai detto esattamente?-
Raccontai a Richard di quello che era accaduto qualche ora prima e di come Edward, si fosse presentato e avesse parlato con mia madre del gioco.
-Come fai a essere sicura che lo abbia fatto per puro caso?-
-Ho visto che si è sentito a disagio quando ha capito che ha potuto mettermi nei guai-
-E' stato bravo come al solito-
-Ora vado a letto che sono stanchissima-
-Buonanotte Daphne-
Dopo la conversazione con Richard, andai a letto serena e senza preoccupazioni, ma non riuscivo ad addormentarmi e continuavo a guardare la mia attrezzatura e combattevo contro il desiderio di indossarla.
 
Il giorno seguente dopo scuola
La giornata più lunga della settimana era finita e stavo aspettando Richard al cancello della scuola.
Controllai il telefono per eventuali messaggi, ma nulla cosi mi diressi verso casa.
Passai davanti al grande albero che era il nostro punto d'incontro e scorsi Richard e Edward: Erano di spalle e non potevano vedermi e cosi decisi di salutarli.
-Hey ragazzi-
-Ciao Daphne-
-Mi stavo giusto chiedendo quando ti saresti fatta vedere-
-Lo dubito Richard...Sarei potuta facilmente passarvi accanto senza salutare-
-Lo sai che non sarei tornato a casa senza la mia amica-
-Di cosa stavate parlando?-
-Del gioco e di andare a sconfiggere i banditi-
-Visto che mia madre mi ha consegnato l'attrezzatura potremmo andare a festeggiare e parlare anche di come sconfiggere i banditi-
-Sono d'accordo con te e tu Richard-
-Va bene-
Decidemmo di andare a mangiare fuori quella sera e l'appuntamento era per le 20:00 davanti al ristorante.
 
Ore 20:00
Richard e Edward, mantennero la loro promessa e arrivarono in orario e Richard, mi porse un bellissimo mazzo di fiori.
Nessuno mi aveva mai regalato dei fiori prima di allora e non sapevo cos'altro dire se non grazie.
Edward invece mi offrì la mano e mi aiuto a sedermi.
Ordinammo e parlammo di come sconfiggere i banditi e riprendere ciò che avevano rubato.
Mi stavo divertendo cosi tanto che non avevo prestato attenzione all'orario.
Improvvisamente Richard si alzò.
-Daphne io devo andare-
-Richard torno con te-
-bene-
-Daphne, non devi andare via cosi presto: Posso accompagnarti io a casa-
-Grazie Edward, ma farei meglio ad andare a casa, non voglio far arrabbiare mia madre-
-Per me va bene allora-
Mentre io e Richard camminavamo verso casa, mi sembro che lui si volesse confidare con me.
-Sono stata bene stasera-
-Assolutamente-
-La prossima uscita sarà per aver festeggiare la vittoria contro i banditi-
-In realtà, stavo pensando di uscire insieme senza una ragione particolare-
-Non mi dispiacerebbe!-
Eravamo a metà strada verso casa quando si fermò e mi prese la mano: Io rimasi ferma ad aspettare la sua prossima mossa.
-Sono pronto per essere preso a pugni-
-Perché dovrei prenderti a pugni?-
-Per questo...-
Si avvicinò e il mio cure iniziò a martellarmi nel petto e temevo che potesse sentirlo anche lui.
Guardavo il mio riflesso nei suoi occhi e mi sentivo completamente incantata.
Posò rapidamente le sue labbra sulle mie e sfruttò quel momento per baciarmi più intensamente avvicinandosi a me.
Mi lasciai andare.

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Capitolo 21
*** Il piano ***


Eravamo l'uno di fronte l'altro senza dire una parola.
Ero rimasta colpita dalla sua audacia, ma cercavo di non darlo a vedere: Forse la vecchia Daphne sarebbe scappata senza pensarci, ma la nuova me era piuttosto eccitata di scoprire cosa avrebbe portato questa nuova avventura.
-Sei silenziosa...-
-Mi hai baciata...Perché?-
-Credo sia ovvio-
-Non voglio supporre nulla, voglio sapere se lo hai fatto per divertimento o...-
-Credi che l'abbia fatto per divertimento?-
-Quindi vuol dire che io ti piaccio?-
-Si!E so che anche io ti piaccio, altrimenti non saresti qui con me, ma con lui-
Lo disse avvicinandosi lentamente al mio viso e mi diede un tenero bacio sulla guancia e mi augurò la buonanotte.
Corsi nel mio appartamento e salutai mia madre, fortunatamente, era al telefono e non poteva farmi nessuna domanda.
Andai nella mia stanza e chiusi velocemente la porta.
-Richard mi ha baciata-
Ero in piedi con la schiena contro la porta e mi toccai le guance che stavano bruciando.
-Se la mamma mi vedesse cosi, capirebbe che è successo qualcosa-
Mi allontanai dalla porta e mi stesi sul letto: L'immagine di lui che mi baciava e che mi diceva “mi piaci” continuava a saltar fuori dalla mia mente.
Dopo una mezz'oretta il suono di una notifica sms mi fece tornare in me e il messaggio veniva da Richard.
-Sei sveglia Daphne?-
Ancora assonnata, presi il telefono per rispondere e risposi di si.
Subito dopo mi arrivò un altro messaggio:
-Scusa se ti ho disturbata, ma volevo chiederti una cosa: Stai bene?-
Non feci in tempo a rispondere che ricevetti una sua chiamata.
-Ciao-
-Scusa se ti ho chiamato, ma volevo parlare con te e sapere come stavi-
-Sto bene-
-Ero sincero riguardo a tutto quello che ti ho detto-
-Lo so! E' solo che non sono abituata-
-Dobbiamo uscire insieme un'altra volta, solo noi due-
-Mi piacerebbe-
-Ci vediamo domani a casa mia per giocare-
-A domani Richard-
Erano passati alcuni minuti da quando avevo chiuso la telefonata e mi mancava la sua voce e in quel momento potevo dire di essere innamorata.
Il giorno dopo preparai la mia attrezzatura e la portai a casa di Richard e non era la prima volta che andavo a casa sua, ma mi sentivo esattamente come se lo fosse.
-Ciao Richard-
-Benvenuta Daphne-
Prese la mia attrezzatura per poterla collegare e ammettevo che mi sarei aspettata un bacio, ma quali erano le possibilità che Richard osasse farlo di nuovo?
La risposta era quasi nessuna, lo conoscevo fin troppo bene.
-Ascolta Richard, voglio dirti una cosa prima di entrare nel gioco-
-Dimmi tutto-
Intanto finì di collegare l'attrezzatura e capii che stava evitando il mio sguardo.
Quando si avvicinò a me, mi alzai in punta di piedi e gli diedi un bacio e nello stesso momento lui mise le mani intorno alla mia vita e ricambiò il bacio.
In quel momento ci dimenticammo di tutto.
Poco dopo diedi un occhiata al monitor di Richard e notai la finestra di una chat era aperta e l'ultimo messaggio era di Edward:
“Vi ho visti!Sapevo che stava succedendo qualcosa tra voi due: Solo un consiglio la prossima volta spegni la webcam”
-Scusa Daphne, ma mi ero completamente dimenticato della webcam.
-Non scusarti-
Ero felice che Richard avesse trovato il coraggio di rivelarmi i suoi veri sentimenti per me.
Da quel momento era molto più rilassato e notai che sorrideva di più.
-Sei pronto Richard ad entrare nel gioco?-
-Certo! Abbiamo delle questioni in sospeso-
Richard, inviò un messaggio a Edward per invitarlo a unirsi al gruppo e mi sentì cosi sollevata quando lui accettò l'invito.
Poco dopo ci ritrovammo nel gioco delle ombre.
 
Nel gioco
 
La prima cosa che Richard fece con il suo pg una volta entrato nel gioco era chiedere informazioni riguardo i banditi, ma il tentativo fu inutile.
-Per darci delle informazioni l'oste vuole delle monete in cambio-
-Pensavo che ti avessi già queste informazioni Zafiro-
Mentre Ares e Zafiro parlavano io pensavo ad un modo per ottenere le informazioni necessarie.
-Rubiamo la mappa-
-Dici sul serio Halexis, come sai che ce l'ha?-
-Vuole dei soldi è normale che lui abbia una mappa-
Mentre Zafiro era pensiero, Ares era d'accordo con me.
-Proviamoci non abbiamo nella da perdere...-
-Ares, Halexis è pericoloso-
-Zafiro, se non rischi, non potremmo guadagnare nulla-
Zafiro si rifiutò di prendere parte al nostro piano di rubare la mappa e lasciò la locanda.
-Ascolta, Halexis, preparati a recitare...Cercheremo di ottenere alcuni dettagli da lui-
-Una volta che si sarà interessato al discorso, cercheremo di ottenere informazioni e prendere la mappa-
Il locandiere fece esattamente come aveva previsto Ares e tirò fuori la mappa, ma non ci permise di dare un'occhiata.
Stavo per dire qualcosa quando vidi la mappa sul tavolo davanti a me, ma poco dopo Ares, afferrò la mappa e mi trascinò con sé e corremmo via dalla locanda.
Zafiro correva dietro di me e Ares, anche se non aveva la minima idea di cosa stesse succedendo:
Poco dopo ci fermammo per riprendere fiato e Ares, mostrò la mappa con la posizione dei banditi e per prenderli alla sprovvista avremmo dovuto usare il manufatto dell'invisibilità.
Zafiro si trovò a malincuore ad essere d'accordo con Ares e non aveva altra scelta e sapeva che dovevamo riprenderci quello che i banditi avevano rubato.
Dopo qualche ora stavamo osservando i banditi da una distanza di sicurezza: In lontananza potevamo vedere la luce che proveniva dal loro accampamento.
Un paio di banditi stavano pattugliando attorno al fuoco e sorvegliando l'accampamento.
Camminavano a caso e quindi evitarli sarebbe stato più difficile.
Improvvisamente sentimmo dei passi e poi un pianto e rimanemmo congelati nel vedere i banditi prendere in ostaggio qualcuno.
Era Erika.
Le sue mani erano legate e cercava di divincolarsi senza successo: I banditi trovarono le sue cose tra cui il manufatto del teletrasporto e lo misero dentro uno scrigno chiuso a chiave.
-Quella ragazza continua a creare problemi-
Ora il campo era pieno di banditi e il nostro piano era diventato impossibile.

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Capitolo 22
*** Unione ***


Ci eravamo nascosti e riuscivamo a vedere cosa stesse succedendo nell'accampamento dei banditi.
Erika, stava cercando di liberarsi, ma invano.
Non aveva scampo poiché era in minoranza numerica rispetto ai banditi.
Continuammo ad osservare e feci cenno a Zafiro e Ares, che sugli alberi vicini vi erano degli arceri e che per prima cosa dovevamo farli fuori.
Il bandito che aveva perquisito Erika e le aveva sottratto il manufatto del teletrasporto, andò verso la cassa dietro la tenda e lo lasciò li.
Non avevamo tempo da sprecare parlando, quindi semplicemente cominciai ad azionare il nostro piano.
Dovevo concentrarmi sul mio compito di eliminare i nemici.
I miei due compagni presero le loro posizioni, quindi rimasi da sola: Mirai al primo arciere e poi agli altri.
Poco dopo scoppiò il caos quando tutti gli avversari vennero eliminati.
I banditi nell'accampamento iniziarono a urlare e chiamare i rinforzi.
La lotta era iniziata.
Zafiro, mi avvertì che avrebbe usato il manufatto dell'invisibilità e si sarebbe diretto verso il baule, mentre io creai un diversivo e lanciai una palla di fuoco nell'altra direzione in modo che il mio compagno di squadra potesse avere campo libero.
Ares, cominciò ad attaccarli da dietro, mentre io sfruttai quel momento di caos, per andare a liberare Erika.
Mi avvicinai alla gabbia in cui era imprigionata Erika e vidi che era chiusa a chiave.
-Erika-
-Cosa ci fai qui?-
-Ti libero, ma devi aiutarci a sconfiggere i banditi-
-Non mi importa dei banditi, voglio il mio manufatto del teletrasporto-
-Possiamo trattare, ma se non ci aiuterai, non lo riavrai...Chi trova tiene...-
-Ti odio Halexis-
-Odio ricambiato, ma ora dov'è la chiave?-
-Non sono riuscita a vedere quale bandito avesse la chiave e quindi dovrai ucciderli tutti da sola-
-Ci puoi scommettere e spero che vivrai abbastanza da festeggiare con noi-
Rinunciai a litigare con Erika e mi voltai a combattere contro i banditi.
I nemici rimanenti si stavano radunando attorno a Ares e si stavano preparando per attaccarlo e si vedeva che era esausto e aveva una buona ragione per esserlo.
Ares usò le sue abilità speciali per brandire la sua spada come meglio poteva, e spazzò via i banditi che lo circondavano.
Tutti i banditi man mano lasciarono cadere le loro armi e lasciarono l'accampamento.
Prima di liberare Erika le chiesi se voleva unirsi al nostro gruppo e con titubanza accettò.
-E' giunto il momento di scoprire cosa c'è nella cassa. A te l'onore Zefiro-
-Spero che tutte le mie monete sono in quella cassa-
-In ogni caso la lotta contro i banditi ci ha ripagato-
Zafiro, andò verso la cassa con il mazzo di chiavi e dopo alcuni tentativi falliti, trovò la chiave giusta.
La cassa si aprì con uno scricchiolio e poco dopo ci fu una grande esplosione che ci gettò indietro di una decina di metri.
Troppo presi dalla nostra vittoria, ci eravamo dimenticati di ciò che era tipico dei banditi: Le trappole.
-Halexis,mi senti?-
Zafiro, mi trovò a terra e si inginocchiò davanti a me.
-Andrà tutto bene-
Stavo lentamente tornando in me, mentre lui vegliava su di me.
Una volta che mi ripresi andammo a cercare gli altri e dopo un po' li trovammo.
In quel momento l'unica cosa che volevo era uscire dal gioco, ma non potevo dovevo finire ciò che avevo iniziato.
Zafiro prima dell'esplosione aveva messo al sicuro i due manufatti che erano di forma diversa, ma se uniti erano pericolosi.
In quel momento Erika prese la parola per raccontarci la storia dei manufatti.
-Ho ottenuto il manufatto del teletrasporto nello stesso modo in cui Halexis ha ottenuto quello dell'invisibilità.
Supponevo che ogni missione speciale avesse un potente manufatti e quindi li volevo tutti ed è per questo che mi avete trovato nella prigione.
Quello che non sapete che questi due preziosi oggetti sono delle chiavi ed ora manca solo uno per completare il set dei manufatti e aprire il cancello del cavaliere nero.-

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Capitolo 23
*** Il Segreto di Edward ***


Il pensiero di essere cosi vicini ad affrontare il cavaliere nero ci rendeva nervosi.
Ci guardavamo l'un l'altro, aspettando di vedere chi avrebbe parlato per primo o si sarebbe messo a ridere che era tutto solo un gioco.
Tuttavia, ciò non accadde...
Proprio come i membri del mio gruppo, anch'io volevo scoprire e sperimentare tutto ciò che il gioco delle ombre avesse da offrire.
-Erika sai davvero sicura che manchi solo una chiave per aprire il cancello del cavaliere nero?-
-Sicurissima! Ti ricordi la prima volta che hai seguito l'accesso e la domanda che ti è stata fatta?-
-Ricordo la stanza buia e le carte con gli enigmi-
-Quelle carte indicano la posizione dei manufatti:
Cerchio-Invisibilità che era nella prigione del cavaliere-
-Ora che mi ci fai pensare la stanza aveva la forma di un cerchio-
-Triangolo il teletrasporto che ho trovato al villaggio ed era nascosto nella casa che era appartenuto al cavaliere nero.-
-L'ultimo manufatto o chiave probabilmente ha la forma di un quadrato-
-Il che significa che dobbiamo trovare la posizione sulla mappa che possiamo associare ad un quadrato-
Erika tirò fuori una mappa dallo zaino e la stese a terra.
Indicò il punto in cui aveva trovato il manufatto del teletrasporto e poi segnammo la prigione del cavaliere nero.
Erika infine segnò anche il castello come ultima destinazione.
Ares disegnò le linee, collegando le posizioni e arrivammo alla conclusione che eravamo ugualmente lontani dal castello.
Poi Zafiro, segnò la quarta posizione e la collegò con le altre posizioni formando un quadrato sulla mappa.
Zafiro prese entrambi i manufatti e li guardò con attenzione e li posizionò sulla mappa per cercare altre informazioni, ma poi accadde qualcosa di imprevedibile: I manufatti si accesero e poi una nuvola nera si formò nel cielo sopra di noi.
Ci fu un'improvvisa raffica di vento, che trasportava con sé suoni terrificanti.
Alzammo gli occhi al cielo e quello che vedemmo ci pietrificò.
C'erano ombre nere sopra di noi e l'oscurità si stava diffondendo nel cielo.
-Nascondetevi-
Gridò Zafiro, mentre le ombre che volavano mi fecero provare dei brividi di terrore.
Non vedevo più i miei compagni e non riuscivo a sentirli, ma poi sentii la presa forte di una mano di qualcuno.
-Rilassati Halexis, sono io-
-Zafiro, dove sono gli altri?-
-Non lo so, ma li troveremo-
Ci tenevamo per mano e ci facevamo strada tra i cespugli e guardavamo il cielo, ma a malapena riuscivamo a vedere qualcosa attraverso i rami degli alberi.
-Perché le ombre non ci hanno attaccato?-
-E' semplice Halexis, non siamo abbastanza interessanti per loro-
-Mi prendi in giro?-
-In realtà queste ombre sono anime perse, anime crudeli, per essere più precisi.
Il loro scopo e di formare un esercito di non morti, che combatterà per il cavaliere nero.-
-Fammi indovinare e le abbiamo evocate grazie ai manufatti?-
-Si il gioco delle ombre è iniziato realmente e finirà solo quando il cavaliere nero non sarà sconfitto-
-Sai cosa potremmo disconnetterci e penso che anche Ares e Erika hanno fatto la stessa cosa-
-Possiamo farlo, ma la prossima volta che entreremo nel gioco ci troveremo in grave pericolo-
-Lo so e sarò pronta a combattere.
Come avevo immaginato Erika, aveva disconnesso il gioco e mi sentivo una perdente per lasciare il gioco ed era ovvio che il gioco si stava facendo più interessante e pericoloso.
Uscì dal gioco come fece Richard e Edward con il loro personaggi.
 
Mondo Reale:
Ero nella stanza di Richard quando mi squillò il cellulare ed era mi madre.
Risposi e le dissi che stavo andando.
-A dopo Richard-
Gli diedi un bacio e corsi a casa.
-Mamma sono a casa?-
-Sei tornata da sola Daphne?-
-Si-
-Stavi giocando con qualcuno?-
-Ero a casa di Richard a giocare-
-Gioca anche lui ecco perché state sempre insieme-
-Mamma, vive nella casa accanto-
-Trascorri molto tempo con i tuoi amici-
-Giochiamo solo nei fine settimana-
-Potresti invitarli a cena-
-Va bene-
La mamma mi lasciò sola e sapevo che non si sarebbe fatta scappare l'occasione di parlare con i miei amici ed era troppo presto dire alla mamma che tra me e Richard c'era qualcosa di importante.
Poco dopo mi squillò il telefono ed era Richard.
-Hey Richard-
-Devo dirti cosa ho scoperto-
-Anche io devo dirti una cosa-
-Va tutto bene?-
-La mamma ha invitato sia te che Edward a cena-
-Per me va benissimo e penso anche per Edward-
-Tu invece cosa vuoi dirmi?-
-Ero curioso di sapere chi fosse Erika, e quindi ho fatto del mio meglio per trovarla-
-Cosa hai scoperto?-
-Dato che fa parte della nostra squadra ho deciso di rintracciarla e tramite il suo indirizzo IP ho fatto una scoperta molto interessante-
-Cosa?-
-L'indirizzo IP con cui Erika ha effettuato l'accesso è in realtà lo stesso di Edward-
-Che cosa?-
Non riuscivo a crederci ci avesse ingannati o nascosto qualcosa, eppure pensandoci capii che non lo conoscevo cosi bene da poterlo difendere.
 
Casa di Edward
 
Mentre parlavo con Richard al telefono Edward stava seduto nella sua stanza, e ripensava a tutto quello che era successo.
L'uscita ingloriosa dal gioco non era qualcosa di cui un buon giocatore si poteva vantare, ma era la mossa più ragionevole in quel momento.
Io sapevo quanto Erika gli desse sui nervi e che c'erano delle questioni in sospeso tra loro, ma non mi era mai passato per la testa che la conoscesse nella vita reale.
-Posso entrare?-
-No, non puoi-
-Ti prego-
-Mary, voglio stare da solo-
-Vuoi stare sempre da solo Edward e non mi vuoi mai parlare-
-Va bene Mary entra e dimmi cosa vuoi?
-Del gioco-
-Sapevo che non dovevo permetterti di giocare-
-Sei solo geloso perché sono più brava di te-
-Ammetto che mi hai battuto in astuzia qualche volta, ma mia cara sorella, la pagherai-
-Ora siamo pari...Siamo nella stessa squadra-
-Allora vuoi incontrare Daphne e Richard...Cosa ne dici, Mary?-
-Mi piacerebbe tanto-
Io ero impaziente di sapere se Richard stesse dicendo la verità anche se non avrei mai dubitato di lui, ma volevo ascoltare la sua versione e fu questo il motivo per cui lo chiamai, ma fu inutile non rispose.

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Capitolo 24
*** Mary ***


Cercai di contattare Edward tutto il giorno, ma non rispose mai alle mie chiamate.
Ero impaziente di scoprire se Richard avesse ragione.
Il tempo stranamente scorreva più lentamente.
Mentre mi preparavo per andare a letto, controllai il mio telefono, ma non vi era nessuna risposta di Edward.
La mattina seguente mi svegliai tardi e dovetti sbrigarmi per uscire di casa per non arrivare tardi a scuola.
Uscii dalla mia stanza con la borsa piena di libri e guardai il telefono e Edward, non aveva ancora risposto.
-Buongiorno Daphne-
-Buongiorno mamma-
-Vieni a fare colazione-
Lasciai cadere la borsa sul pavimento e posai il telefono sul tavolo e cominciai a mangiare, ma mia madre si era accorta che qualcosa non andava.
-Cosa ti preoccupa? Problemi a scuola?-
-Non sono preoccupata per la scuola-
-Allora cosa ti succede?-
-Nulla di cosi importante-
Senza rendermene conto, controllai il telefono per la quinta volta...
-Stai aspettando la chiamata di qualcuno?-
-No! -
-Daphne, se hai bisogno di un consiglio io ti ascolto-
Speravo che mia madre non cominciasse a incolpare il gioco per il mio cattivo umore.
Il gioco delle ombre era la ragione principale per ciò che mi stava accadendo sia in positivo che in negativo, ma ora c'erano altre cose più importanti: Amicizia, amore e fiducia.
-Non preoccuparti mamma-
-Cambiando discorso Daphne hai invitato i tuoi amici?-
-Ho invitato Richard e appena lo vedo inviterò anche Edward-
Presi la mia borsa dal pavimento e mi diressi verso la porta, ma la voce seria della mamma mi fece fermare-
-Daphne-
Mi voltai che mi guardava pensierosa.
-Dimmi-
-Mi sembra che tu non sei del tutto sveglia-
I miei libri erano caduti tutti a terra e mentre ero a raccogliere i libri, mi resi conto di averne presi alcuni che non mi servivano per quel giorno.
Mentre stavo uscendo il mio telefono cominciò a squillare e naturalmente la mamma si accorse che la chiamata veniva da Edward, ma mi accorsi che il telefono era rimasto sul tavolo e rispose mia madre.
-Pronto Edward-
-Daphne?-
-Sono sua madre-
-Buongiorno signora c'è Daphne?-
-Si è qui. Sta finendo di prepararsi per la scuola-
-Bene! Ho trovato alcune chiamate-
-Probabilmente voleva invitarti alla cena...Ti va bene questa sera?-
-Grazie per l'invito, ma temo di non poter venire...Mia sorella dovrebbe rimanere a casa da sola-
-In tal caso, siete invitati entrambi-
-Allora va bene-
Presi il mio telefono non appena la chiamata fu terminata, per poi correre a scuola.
Mia madre decise di prendersi il giorno libero per fare la spesa per la cena e mentre era fuori passò davanti al negozio di videogiochi e si avvicinò ed entrò nel negozio e vide molte persone della sua età comprare l'attrezzatura sia per i loro figli che per sé stessi.
-I genitori giocano al gioco delle ombre con i loro figli?-
Sebbene la mamma fosse contro i giochi e le nuove tecnologie, fu in quel momento che iniziò a cambiare idea.
-Ho la sensazione che mi stia perdendo qualcosa di molto importante nella vita di mia figlia-
Quel giorno le lezioni non volevano finire e all'uscita della scuola vidi Richard e tornammo a casa insieme.
Durante il tragitto mi prese la mano e mi guardava con sguardo pieno d'amore.
Una volta tornata a casa trovai la mamma che aveva iniziato a preparare la cena e mi chiese di apparecchiare.
Mia madre sembrava più felice di me per quella cena.
Dopo un po' il campanello suonò e andai ad aprire la porta pensando che fosse Richard in fono abitavamo vicini ed era normale che arrivasse per primo, ma era Edward.
-Ciao Daphne-
-Ciao Edward-
Tuttavia continuava a stare in piedi all'entrata.
-Non entri?-
Fu allora che la vidi per la prima volta ed era in piedi dietro ad Edward aspettando che venisse presentata.
-Mary vieni-
-Daphne questa è mia sorella-
-Non sapevo avessi una sorella-
-Edward ha pensato di portarmi cosi potevamo conoscerci meglio-
-Piacere di conoscerti Mary-
-So tutto di te Daphne-
Rimasi un po' perplessa, ma non era il momento delle spiegazioni e i due entrarono e poco dopo arrivò anche Richard.
Non appena anche lui entrò si fermò di colpo nel vedere Edward con una ragazza.
-Lui è Richard-
-Si, Mary-
La mamma andò in cucina a prendere il cibo, mentre noi stavamo seduti in silenzio.
-Perché siete cosi silenziosi?-
-Niente di preoccupante, ma perché non ci racconti un po' di te Mary?-
-Daphne perché le hai chiesto di parlare ora non la finirà più di vantarsi-
-Beh Edward in questo è uguale a te-
Mary era divertita e ci guardava per poi prendere a parlare.
-Posso dire che sono più brava di Edward, nei videogiochi-
In quel momento scoprimmo che Mary in realtà era Erika.
Poco dopo mia madre arrivò con la cena e in fondo fu una serata abbastanza tranquilla e divertente ora che sapevamo che la sorella di Edward era Erika, nel gioco delle ombre.
Dopo un paio d'ore tornarono a casa e sapevo che si erano divertiti e io pensavo che mi fossi preoccupata per nulla.
Mi occupai io di pulire e quando ebbi finito andai nella mia camera per riposare, ma mia madre aveva altri piani.
La trovai seduta sulla mia scrivania con l'attrezzatura.
-Mamma cosa stai facendo?-
Guardai il monitor e vidi Halexis che si trovava nello stesso luogo dove vi erano le ombre nere.
In quel momento mia madre cominciò a urlare per la paura ed io dovevo fare qualcosa per aiutarla.

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Capitolo 25
*** Nuova Vita ***


Disperata uscii dal mio appartamento e andai da Richard.
Ero disperata mia madre entrò nel gioco ed io non sapevo cosa fare e l'unica opzione che avevo era chiedere aiuto a Richard.
-Richard aiutami...-
-Hey Daphne cos'è successo?-
-Mia madre è entrata nel gioco ti prego aiutala ad uscire e salvare il mio personaggio-
-Va bene-
-Grazie, Richard-
Richard non perse tempo ed indosso la sua attrezzatura per entrare nel gioco delle ombre e salvare mia madre.
Ero preoccupata per mia madre, ma anche per Halexis: Tornai a casa per assistere da li al salvataggio di mia madre.
Mi concentrai sul monitor dove potevo vedere l'attuale localizzazione del mio personaggio.
Vidi il personaggio di Richard.
Stava facendo del suo meglio per liberarsi delle ombre nere e quando i nemici erano alti nel cielo cose da mio personaggio.
Prima che potesse raggiungere Halexis una delle ombre nere si calò davanti a lui e lo avvolse.
Il viso di Zafiro era terrorizzato, mentre mia madre guardava.
Mia madre ne panico più totale cominciò a lanciare attacchi a caso e con grande sorpresa riuscì a far scappare le ombre nere.
Una volta liberi, Richard con il suo personaggio spiegò a mia madre come uscire dal gioco e dopo una decina di minuti riuscì ad uscire dal gioco delle ombre.
Mia madre dopo uscita dal gioco mi chiese scusa e pensavo che non mi avrebbe più permesso di giocare, ma in realtà mi fece capire che era colpa sua e che doveva chiedermi il permesso per entrare nel gioco delle ombre.
Passò una settimana dalla piccola avventura passata da mia madre e fu il momento di tornare nel gioco.
Come avvenne la scorsa volta andai a casa di Richard e entrammo nel gioco delle ombre.
Ritrovai il mio personaggio nella zona sicura e trovai anche i miei compagni di avventura e iniziammo a muoverci per dirigersi verso il castello del cavaliere nero.
Sulle ricerche fatte da Zafiro dovevamo recarci in una vecchia cattedrale e una volta arrivati nel luogo entrammo e vedemmo il cavaliere nero seduto sul suo trono e ci guardava come se stesse scegliendo la sua prossima mossa.
Molte ombre nere giravano intorno al cavaliere nero, trasformando quel posto nel posto più buio e tetro del gioco.
Non avevamo tempo per pensare dovevamo difenderci dal nostro nemico.
Tirammo fuori le nostre armi e ci preparammo ad attacco, sebbene, in realtà, volevamo solamente nasconderci perché quella battaglia sarebbe stata molto dura e difficile da vincere.
Ma il cavaliere nero ci fece capire che non era quello il momento per la battaglia finale, ma ci voleva dimostrare di essere il più forte.
Non appena il cavaliere nero svanì noi uscimmo dalla cattedrale, ma prima di uscire, io aprii una cassa e da li una luce mi avvolse e il terzo manufatto apparì.
Con la preziosa reliquia tra le mani, pensai che il cavaliere nero ci aveva risparmiati di proposito e voleva solo vedere quanto i suoi avversari erano forti e pericolosi.
Decidemmo allora di recarci al castello del cavaliere nero e usammo il manufatto del teletrasporto per arrivarci.
Eravamo preoccupati, ma allo stesso tempo felici per aver trovato il terzo tesoro.
Il manufatto del teletrasporto ci condusse nei sotterranei del castello ed tutti eravamo spaesati, e dovevamo trovare un modo per uscire da li.
Pensammo a un modo per uscire poi Erika, trovò la soluzione.
-Dobbiamo uscire dall'altro-
Guardando in alto vi erano delle vie d'uscita e cominciammo ad arrampicarci.
Mentre mi arrampicavo pensai che la fine era vicine e che il gioco mi sarebbe mancato, ma che ora avevo Richard come ragazzo e che insieme avremmo potuto fare tante cose, ma mi resi anche conto che anche le scuole superiori stavano per finire e che io e Richard saremmo andati all'università.
Non appena il gioco sarebbe finito avrei deciso di parlare con lui, ma ora dovevo concentrarmi sul gioco.
Raggiungemmo la superficie e ci trovammo all'entrata del castello.
La grossa porta di ferro del cavaliere ombra era chiusa.
Non avevamo idea di ciò che ci aspettava dentro o se avevamo finito il gioco, ma quell'incertezza non ci scoraggiò, ma ci unì ancora di più.
Zafiro, tirò fuori i manufatti e si avvicinò alla grossa porta di ferro.
La porta aveva tre punti segnati a forma di triangolo, quadrato e cerchio.
Mise i primi due senza problema, ma quando mise il terzo, si girò verso di noi per vedere la nostra reazione e il terzo manufatto quello del volo andò al suo posto e dopo pochi secondi si sentì un forte rumore e il cancello del castello iniziò ad aprirsi.
Eravamo pronti a mettere piede dentro il castello.
Una volta dentro il cavaliere nero ci stava aspettando e ci accorgemmo che la porta del castello si chiuse alle nostre spalle una volta entrati.
Cominciammo lo scontro e fu durissimo, ma nessuno di noi voleva arrenderci: Attaccavamo di continuo, ma il cavaliere nero resisteva a tutti i nostri attacchi.
Eravamo stremati fino a quando non decidemmo di unire le nostre ultime forze e attaccammo insieme e quell'attacco riuscì a sconfiggere il cavaliere ombre.
Prima che il nostro nemico scomparse sentimmo la sua voce
-Grazie per avermi liberato-
Subito dopo un messaggio del gioco
“Complimenti giocatori siete i primi ad aver finito il gioco delle ombre.
Ora avrete vite illimitate e sarete voi i padroni del castello”
Eravamo felici e poco dopo ci arrivarono le ricompense e decidemmo di uscire felici.
Io e Richard una volta fuori dal gioco ci abbracciammo e scrivemmo a Edward e Mary di incontrarci la sera per festeggiare in più il gioco per essere stati i primi ci avrebbe inviato in anteprima la seconda versione del gioco.
Posammo la nostra attrezzatura e decisi che era il momento di parlare con i suo ragazzo.
-Richard hai pensato che fare dopo le superiori-
-Si, prenderò informatica all'università...Tu?-
-Immagino che andrai in quella fuori città giusto? -
-Si, ma tu non i hai risposto-
-Mi sono iscritta nella tua stessa università ed ho deciso di prendere la tua stessa facoltà, solo nella sezione di grafica per i giochi e tutto quello che riguarda la grafica-
-E' bellissimo e staremo insieme-
-Si, è non voglio stare lontano da te-
Richard mi abbracciò e grazie al gioco delle ombre la mia vita era cambiata e chissà forse un giorno vi racconterò la storia su gioco online creato da me.


Note Autrice: Ecco la fine di questa storia.
Ringrazio tutti i lettori che hanno letto in silenzio e coloro che leggendo mi hanno lasciato una recensione.

 

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