Natale a casa Hale

di SerenaTheGentle
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Arrivi, nuovi e vecchi ***
Capitolo 2: *** Regali ***



Capitolo 1
*** Arrivi, nuovi e vecchi ***


-Piccola, cosa faresti se fossi spaventata?- chiese Scott alla piccola Stilinski.
 
-Uhm. Griderei!- rispose vivace la bambina. -Perché mi guardate in quel modo?- chiese poi a suo padre e a suo zio Scott, con la stessa vivacità e curiosità dello stesso Stiles.
 
-Ah, niente tesoro, giusto per sapere...- la informò il lupo mannaro, guardando l'amico preoccupato.
 
-Vedi? Vedi?! Tale madre, tale figlia. Sono sempre pronte per urlare!- esclamò esasperato Stiles, mentre Scott cercò di trattenere una leggera risata.
 
-Questa è la mia bambina!- esordì fiera Lydia, mentre la piccola la ringraziava gonfiando il petto, fiera di aver fatto contenta la madre.
 
-Andiamo Stiles, non è poi così grave, almeno non tenterà di mangiarti!- il commento pungente di Malia fece girare i presenti verso di lei, ma le perdonarono quella battuta infelice alla vista del suo pancione. Mancavano pochi mesi ormai e Scott non vedeva l'ora.
 
-Oppure non tenterà di di strapparti la gola con i suoi dentini...- ora ci si metteva anche Derek a rompere, ma per Stiles era veramente troppo.
 
-Okay, ho afferrato il concetto!- il ragazzo si passò una mano sul viso, mentre sua moglie lo abbracciava da dietro, passandogli il braccio destro sul petto e far incrociare le loro mani.
 
Accanto a Derek c'era Peter, che guardava sua figlia con dolcezza e un filo di malinconia negli occhi, sperando che nessuno notasse quel particolare.
 
All'appello mancavano pochi partecipanti, ma la serata si prospettava davvero interessante, specialmente perché la piccola Claudia, di appena cinque anni era la vera anima della festa, dispettosa e intuitiva come suo padre, ma anche estremamente intelligente e piena di vita come sua madre. Aveva preso solo i lati più belli di entrambi i genitori, anche se Stiles continuava a dire che era tutta Lydia.
 
Claudia Stilinski era però non solo una bella bambina, ma anche una piccola manipolatrice. Riusciva a far fare a suo padre tutto quello che volesse, che fosse semplicemente un giro in più sulla giostra, piuttosto che restare altri cinque minuti accanto a lei prima di andare a dormire. Mentre con Lydia si capivano al volo, senza volerlo la donna sapeva che Claudia avrebbe preso un pò del suo potere, o almeno lo sperava. Dopotutto essere una banshee non era così male.
 
Spesso la signora Stilinski si fermava a pensare a come sarebbe cresciuta la sua bambina, se avrebbe retto il "dono" che le avrebbe trasmesso, oppure se ne fosse stata sovrastata. Lydia incrociò lo sguardo di Stiles dall'altra parte della stanza intento a parlare con Scott e subito si rassicurò. Se c'era lui, potevano affrontare tutto. Senza Stiles lei non era niente, lui era la sua fortezza, per quanto forte dicesse di essere, e lui lo sapeva.
 
D'altro canto, Stiles non sarebbe mai stato più grato di tutto quello che la vita gli aveva riservato. Era cambiata ogni cosa da quella notte nel bosco con il suo migliore amico, ma non tutto era stato così tremendo, anzi avevano contribuito a qualcosa di grande e lui ne andava fiero. Guardava Claudia ammirare le luci dell'albero di Natale e il suo cuore si stringeva in una morsa d'affetto, la amava con tutto il suo cuore e ammetteva di non poter resistere al suo faccino dispettoso. Era bella come la sua Lydia, ma si riconosceva nella sua bambina più di quanto volesse.
 
-Papi, quando possiamo aprire i regali?- gli chiese la piccola Stilinski con la speranza, negli occhi, di poterli aprire subito.
 
-Quanta fretta tesoro!- rispose lo zio Scott per Stiles, prendendola in braccio. Claudia adorava l'Alpha e aveva incominciato a capire che lì dentro, vuoi o non vuoi, era lui a "comandare".
 
-Sai zio, non è fretta, ma solo voglia di perdere il minor tempo possibile, così dopo posso andare a letto presto come vuole la mamma.- Claudia non si faceva problemi a rispondere prontamente agli adulti e come volevasi dimostrare le sue risposte erano spesso la replica esatta delle risposte di Stiles.
 
-Che lingua lunga! Stiles, le hai dato i geni peggiori!- esordì Derek entrando in salotto e accomodandosi sulla sua poltrona preferita. Difatti, per quel Natale, aveva generosamente elargito casa sua come punto di ritrovo per il vecchio branco. Gesto carino da parte sua, ma Derek non era mai carino. Per questo Stiles si era insospettito quella sera, quando gli era arrivato quel famoso messaggio.
 
"-Tutto questo è molto strano...- sussurrò l'uomo appoggiando il telefono sul ripiano accanto al lavandino. -Non credi che sia strano?- si rivolse poi a Lydia cercando una conferma.
 
-Tesoro, è Derek. Però è stato gentile da parte sua.- esordì Lydia riponendo un piatto sulla credenza alla sua destra.
 
-Derek non è gentile, Lydia.- Stiles non riusciva a credere ai suoi occhi, ma Derek li aveva veramente invitati per Natale.
 
-Mieczyslaw! Smettila di preoccuparti!- sua moglie ridacchiò appoggiandosi al lavello e sfidandolo con gli occhi.
 
-Odierò fino alla morte mio padre per avervi rivelato il mio vero nome.- Stiles si avvicinò a Lydia furtivamente e la incastrò in un bacio poco casto. Avrebbe continuato a intrattenersi con lei quella notte, ma Derek decise di spiegare il perché dell'invito, rovinando tutto.
 
"Non so come liberarmi dell'invito di una mia vicina di casa, sia chiaro."

 
-Devo ammettere che io avrei fatto un lavoro migliore.- si pavoneggiò Derek ritornando al discorso "geni".
 
-E io devo ammettere che non avrei mai frequentato una mia vicina di casa per poi mollarla dopo una notte, idiota!- Stilinski provocò Hale in maniera disarmante, ma a parte qualche occhiataccia non ci fù alcuna replica e la velata critica alla vita spericolata di Derek, e motivo di quella festa organizzata all'improvviso, morì prima ancora di iniziare con l'entrata di un personaggio poco amato dalla comitiva, ma pur sempre presente. 
 
-Di certo le avresti elargito il tuo incredibile senso dell'umorismo Derek! Mentre tu- disse Theo indicando Stilinski, ed entrando nella stanza senza fare complimenti- le avrai dato anche l'arguzia, ma io le avrei dato la mia incredibile bellezza.-
 
-Oh certo, oltre che alla tua incredibile modestia, vero Theo?- Stiles era veramente esterrefatto.
 
-Ovviamente.- Theo si accomodò sul divano con in mano una bottiglia di birra, pur sapendo che non avrebbero sortito l'effetto da lui sperato. Non sapeva neanche perché fosse andato a quella stupida festa, a lui ovviamente non piaceva il Natale, ma ormai c'era e doveva rimanerci. Dopotutto non avrebbe perso l'occasione di stuzzicare Liam, ma non voleva far sapere a tutti dei suoi piani, perciò si promise di rendersi indifferente a tutto per tutta la serata.
 
-Papi, perché zio Derek ha mollato la vicina dopo una notte?- a Stiles si gelò il sangue nelle vene. Come sempre la colpa era di Derek e lui non sapeva come uscire da quella situazione.
 
-Perché Derek è una persona orribile!- esplose poi il genitore, non avendo, stranamente, una risposta pronta per la figlia.
 
-Ma zio Derek è dolce.- quell'affermazione smosse un pò il licantropo interessato, ma lo sguardo esterrefatto di Stiles, spinse Scott a riportare la piccola Stilinski da sua madre.
 
-Derek, piccolo dolce puffoloso Derek...- Theo non perse l'occasione per sfottere il padrone di casa, che lo guardò inutilmente in cagnesco.
 
-Zio Scott, come avrebbe fatto zio Theo a darmi la bellezza? Non sono bella io?- domandò improvvisamente Claudia durante il tragitto salotto-cucina, provocando in Scott un moto di tenerezza, che lo spinse a rassicurarla.
 
-Tu sei la più bella bambina sulla faccia della terra, Claudia.- la piccola gli sorrise, lasciandogli un bacino sulla guancia destra, ricoperta di una leggera barba.
 
-Ma mi raccomando, non far sapere a tuo padre che chiami Theo come "zio"!- ricordò lo zio alla nipotina ignara di tutto.
 
Scott non poteva che ridere tutte le volte e reggendo Claudia si rese conto che presto anche lui avrebbe avuto quel tipo di preoccupazioni. Ne aveva, per carità, in continuazione, ma non era ancora arrivato al timore di dover sentire il proprio figlio chiamare "zio" Theo.
 
-Mami, papi non vuole che chiami Theo "zio".- esordì Claudia in braccio al lupo mannaro entrando in cucina.
 
-Forse per questa volta possiamo passargliela tesoro, sai non sono molto amici.- chiarì Lydia a sua figlia e Scott appoggiò Claudia sulla penisola in legno della cucina. Incrociò lo sguardo di Malia seduta sullo sgabello, la pancia bella in vista, e un sorriso a trentadue denti stampato sul viso.
 
Avevano aspettato tanto quel bambino, sembrava quasi non voler arrivare, ma alla fine era successo. Ricordava ancora il giorno in cui Malia glielo aveva rivelato. Era nel panico, perché aveva appena fatto il test ed era uscito positivo, come le prime due volte.
 
Come le precedenti volte avevano deciso di non dirlo a nessuno fino almeno al terzo mese, dopo aver avuto due aborti spontanei era difficile accettare di non ricascare nell'illusione di nuovo. Questa volta però era andato tutto bene, ma a mantenere il segreto erano stati in tre, dopo che Lydia lo aveva accidentalmente scoperto grazie ai suoi poteri.
 
-Tutto bene?- chiese Scott a Malia. Entrambi non amavano moltissimo le etichette e avevano deciso di non sposarsi, ma dopo quel bambino avrebbero dovuto pensare anche ad un ipotetico matrimonio. Guardando i loro amici, il matrimonio non era affatto una cosa semplice, e spaventava soprattutto Malia.
 
Lydia e Stiles si erano sposati con una cerimonia semplice, organizzata durante la gravidanza, al settimo mese per la precisione, erano giovani, ma non meno intenzionati a creare una famiglia. Avevano entrambi venticinque anni e non avevano ancora finito gli studi, ma era successo all'improvviso, fuori dai piani.
 
Malia ricordava quel giorno con gioia, ma anche con ammirazione. Loro avevano avuto il coraggio di farlo, mentre lei aveva troppa paura, anche se adesso non avrebbe più potuto tirarsi indietro con Scott, e sapeva che anche lui lo voleva.
 
-Tutto bene.- rispose sorridendo alla sua domanda. Sapeva che era sempre spaventato, sempre all'erta, sempre pronto a sostenerla e a reggerle la mano prima di salire in macchina, per questo cercava di evitargli situazioni stressanti più del dovuto.
 
-Ho una sorpresa per te.- esordì Scott fissandola intensamente. Malia capitolava sempre quando lui la fissava così, con quello sguardo liquido e penetrante.
 
-Il mio regalo di Natale?- chiese lei curiosa come una bambina.
 
-E' molto di più...- sospirò lui enigmatico, baciandole la guancia con fare furtivo, per poi ritornare in salotto, senza però evitare di sorriderle sulla soglia della porta.
 
Malia si riscosse sentendo suo figlio, sì, era un maschio, scalciare per richiamare la sua attenzione. Forse anche lui odiava suo padre quando faceva il misterioso in questo modo, oppure sapeva in anticipo cosa le avrebbe regalato. Ad un pensiero del genere Malia rise per la sua stupidità, non rendendosi conto che Peter la stesse osservando da tutta la sera.
 
Dal canto suo, Peter non riusciva ad accettare il fatto che stesse invecchiando. Presto suo nipote l'avrebbe chiamato "nonno", non era pronto a sopportare una cosa del genere, ma soprattutto non riusciva a sopportare che sua figlia stesse crescendo e lui non avesse fatto tutto quello che era necessario fare per ricucire i rapporti. I suoi pensieri furono interrotti da Derek, che cercando di evitare la piccola Claudia, per ovvi motivi, si era imbattuto in suo zio. Di male in peggio.
 
-Peter, come procede la serata?- chiese l'uomo sorridendo sornionamente, sapendo quello che Peter avesse in mente.
 
-Sono disperatamente sobrio.- commentò lui non togliendo lo sguardo da sua figlia.
 
-Secondo me dovresti parlarle, dirle che non sei pronto a fare il nonno.- suggerì Derek appoggiandosi all'entrata della cucina, lanciando uno sguardo alle tre donne in cucina: Lydia girava il sugo della pasta distrattamente, mentre Malia giocava con Claudia a qualche gioco strano con le parole. "Sicuramente opera di Stiles" pensò il licantropo.
 
Peter titubante decise di raccogliere un pò di coraggio e di farsi avanti, mentre Derek decise di fuggire dalla piccola Stilinski per il bene dell'umanità. Altrimenti i suoi genitori, ma Stiles in particolare, l'avrebbero tormentato a vita.
 
-Malia, posso parlarti un attimo?- Peter si fece avanti, mantenendo comunque una distanza di sicurezza.
 
-Certo papà.- lo aveva chiamato papà e Peter quasi si commosse. Sia chiaro, "quasi". Era raro per lui quell'appellativo. Lydia chiese gentilmente a Claudia di andare a giocare in salotto, mentre lei continuava a controllare il tacchino nel forno.
 
-Ho deciso di non mancare nella vita di mio nipote, proprio come mi avevi chiesto.- il licantropo non riusciva a guardare sua figlia negli occhi.
 
-Potresti riperterlo, per favore, magari guardandomi negli occhi?- chiese la donna senza esitazione come aveva sempre fatto nella sua vita.
 
-Malia non- Peter fu brutalmente interrotto dalla figlia.
 
-No, papà. Voglio che me lo dici guardandomi negli occhi.- il suo sguardo reggeva quello del padre senza fatica, temendo che sarebbe scappato neanche questa volta. Invece, Peter la stupì.
 
-Ho deciso di essere presente per il tuo bambino.- Peter cedette all'ultima parola, ma per Malia era sufficiente. Sapeva che avrebbe mantenuto quella pseudo promessa e ne era felice.
 
-Però non voglio che mi chiami "nonno", sai, mi fa sembrare vecchio.- esordì l'uomo poi abbassando lo sguardo debolmente. Una risata strozzata proveniente da Lydia fece sembrare tutto meno serioso e anche Malia si lasciò andare ad una risata liberatoria. Peter non la prese bene, ma aveva comunque fatto troppe azioni buone per quel giorno, quindi era giustificato.
 
Il rumore del campanello mise all'erta la comitiva. La piccola Claudia sfrecciò all'ingresso, urtando Derek e causando un attacco di cuore a suo padre.
 
-Claudia stai attenta!- si raccomandò Noah Stilinski entrando in casa. Era arrivato da nemmeno un minuto e sua nipote già causava incidenti. Pensare di essere chiamato "nonno", al contrario di Peter, riempiva lo sceriffo d'orgoglio ed ogni volta che la bambina pronunciava quelle quattro parole, il suo cuore scoppiava di gioia.
 
-Buonasera Sceriffo!- salutò Lydia, seguita da Derek ed infine da suo figlio.
 
-Lydia, lo sai che puoi chiamarmi Noah ormai!- sorrise lui a sua nuora, per poi riporre l'attenzione sulla peste dai riccioli biondo-fragola tra le sue braccia. Lydia ridacchiò, per poi accoccolarsi tra le braccia di Stiles e ammirare la sua bambina felice come mai. Dentro di sé si ricordò che presto non sarebbero stati più in tre, ma forse in quattro. Suo marito ancora non lo sapeva, ma aveva deciso che quello sarebbe stato il suo regalo di Natale, una gran bell'impegno, ma sapeva che Stiles ne sarebbe stato felicissimo.
 
-Lo sai nonnino che zio Derek e zio Theo avrebbe fatto un lavoro migliore con me?!- disse innocente la piccola a Stilinski senior, il quale guardò il primo zio con poca simpatia.
 
-Zio Theo?- sussurrò Stiles già sul piede di guerra, mentre i presenti ridacchiavano sommessamente.
 
-Forse è meglio spostarci in salotto, tra poco arriveranno anche gli altri nonni!- suggerì Malia giungendo all'ingresso con non poca fatica. Il campanello suonò un'altra volta, testimoniando quanto detto da Malia, Melissa ed Argent erano arrivati.
 
I due erano diventati ufficialmente una coppia circa dieci anni prima, senza però convolare a nozze, anche se l'anulare di Melissa era contornato da una bellissima fedina in oro bianco. Non avevano avuto altri figli, ma erano felici così e insieme potevano contare l'uno sull'altra ed esserci sempre per il branco ogni qualvolta fosse necessario.
 
Per Argent l'idea di diventare nonno non era affatto stressante, considerava Scott come un figlio e in cuor suo sapeva che se mai avesse avuto una bambina l'avrebbero chiamata Allison. Melissa invece non vedeva l'ora di stringere tra le braccia quella piccola creaturina e di curarsi di lei come se fosse di vetro. Ne sapeva qualcosa Scott, che per ogni problema si rivolgeva a lei anche quando non c'era bisogno.
 
Liam fu l'ultimo ad arrivare, mentre la signora Martin si trovava dall'altra parte del paese con il suo nuovo compagno. Corey e Mason avrebbero partecipato via Skype per gli auguri. All'appello mancavano ancora Jackson ed Ethan, i quali erano alle prese con il loro primo figlio, di sette anni più grande di Claudia. Difatti, la coppia aveva scelto di adottare e, a Londra, dopo tre anni di battaglie avevano ricevuto in affido il piccolo Colin, di soli dieci anni, ed ora erano alle prese con un tredicenne a dir poco problematico, come tutti gli adolescenti. Si sarebbero comunque sentiti per telefono, Lydia ci teneva moltissimo e in più Jackson teneva moltissimo alla sua Claudia. Con non poca gelosia di Stiles ovviamente.
 
-Ce l'hai fatta ad arrivare, vedo che la tua lentezza non è migliorata negli anni.- disse Theo all'entrata di Liam nel salotto. Il fuoco scoppiettava vivo nel camino e tutto sembrava così natalizio, ma il lupo mannaro non poté negare la malizia negli occhi del suo interlocutore. Come sempre si perdeva in quegli occhi ogni volta che li incrociava e non riusciva a fare a meno di quel sentimento che lo legava a Theo. Liam impazziva vicino a lui, per questo dopo esserci cascato una prima ed unica volta, avevano deciso di prendere le distanze da lui, ma a quanto pare Theo non aveva intenzione di mollare così presto. Il loro rapporto era sempre stato un pò particolare ed entrambi avevano faticato a capire cosa li legasse così tanto.
 
-Zio Liam!- lo chiamò Claudia dal fondo della stanza, mentre il ragazzo lanciava uno sguardo alla sua nipotina preferita, nonché unica.
 
-Tesoro, non credi che Claudia dovrebbe imparare a rivedere il termine "zio"?- chiese uno Stiles preoccupato, appoggiato all'entrata del salotto, alla moglie, accanto a lui. Lei lo rassicurò del fatto che erano una grande famiglia, ed era normale che la loro figlia socializzasse dando un'etichetta a chi si trovava intorno a lei.
 
-Sei così intelligente, e molto sexy.- le sussurrò Stiles in un'orecchio, passandole un braccio sul fianco, provocando in Lydia una brivido di piacere.
 
-Prendetevi una camera per favore, non voglio assistere a tutta questa felicità da diabete!- li riprese Theo dal divano.
 
-Di certo a te non serve, tu sei refrattario alla felicità!- lo sfidò Liam, mentre seduto dalla parte opposta del divano teneva sulle sue gambe la piccola Stilinski. Tutti i presenti si resero conto dell'elettricità nell'aria e nessuno proferì parola, fino a quando lo stomaco di Peter non richiamò l'attenzioni di tutti.
 
Melissa invitò il branco a sedersi, aiutata da Malia nel portare in tavola le portate, così tutti presero posto. Scott aiutò la sua donna a sedersi, per poi mettersi a capo tavola, solo come un vero alpha sapeva fare. Prima di iniziare la cena, chiese gentilmente ai presenti di fare un brindisi.
 
-Vorrei augurare a tutti un Buon Natale, ringraziandovi di essere qui stasera.- disse Scott semplicemente -Inoltre, vorrei fare un brindisi a Derek, che ci ha gentilmente messo a disposizione la casa per motivi di causa superiore.- a questa battuta c'era chi rideva e chi non vedeva che Scott finisse di parlare. -Detto ciò, voglio aggiungere solo che sono molto felice di essere qui con voi e di poter condividere questa serata in tranquillità- Scott fu interrotto da Peter. L'atmosfera era fin troppo seria per il lupo mannaro.
 
-Non far sbrilluccicare gli occhi Scott, non fare il figo a Natale per favore che non sei credibile.- esclamò quest'ultimo senza un minimo di tatto e dopo aver tracannato il contenuto all'interno del suo bicchiere si dedicò al tacchino davanti a lui.
 
-Ma io non l'avrei fatto!- esclamò Scott, senza sapere se essere offeso o prendere la cosa sul ridere.
 
-Sì l'avresti fatto.- infierì Stiles, chiedendo perdono un secondo dopo con gli occhi, mentre Malia acconsentiva iniziando a mangiare.
 
-Andiamo! Non sono così prevedibile!- il licantropo non riusciva a credere alle sue orecchie.
 
-Non ti preoccupare, è normale che non ti sia passata la mania di grandezza!- esordì Derek cogliendo l'occasione per sfottere il capobranco.
 
-Senti chi parla!- disse con risentimento Peter, non aveva ancora perdonato a suo nipote di avergli squarciato la gola. Entrambi si misero a bisticciare su chi dovesse essere offeso e chi no, causando una risata generale all'interno della tavolata.
 
Il suono di un campanello però fece tendere le orecchie di Scott, il quale si mostrò molto sorpreso di vedere Isaac alla porta quando andò ad aprire.
 
-Vi sono mancato?- chiese il giovane allargando le braccia e  sorridendo al vecchio amico come se nulla fosse.
 
 
 
 
 
~ Angolino Autrice ~
 
Allora, questa è in assoluto la mia prima fanfiction, perciò siate clementi! L'ho scritta per 3 motivi: uno, volevo scrivere una storia natalizia; due, ne volevo scrivere una breve; tre, volevo salutare in qualche mondo di Teen Wolf. Premetto che con "salutare" intendo "rendere omaggio", perché è un fandom che mi ha accompagnata in tanti momenti e nonostante lo abbia scoperto tardi, mi ha regalato molte emozioni. Inutile dire che il mio personaggio preferito è Stiles e che la #Stydia è vita, ma ovviamente cercherò di dare spazio a tutti i personaggi e tante ship. Come noterete abbiamo una #Sterek lievemente accennata e una #Thiam in preparazione, mentre per quanto riguarda gli #Scalia, devo ammettere che non mi sono mai piaciuti molto, ho trovato la loro storia molto affrettata, ma abbastanza piacevole, per non parlare della #Allisaac, ho in mente un bel finale per loro. E così via per tanti personaggi. Ovviamente sarà una fanfiction molto breve, ma credo in questo mio contributo!
 
Un abbraccio e tanti auguri di buona Natale,
 
Serena.

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Capitolo 2
*** Regali ***


-Vi sono mancato? – chiese il ragazzo sorridendo al vecchio amico come se nulla fosse. Indossava una giacca di pelle e la sua immancabile sciarpa. Scott non ricordava da quando era iniziata quella passione per Isaac, ma l'ultima cosa che voleva fare era soffermarsi su quel piccolo dettaglio.

Non si vedevano da almeno tre anni, l'ultima volta Isaac si era trasferito in Europa, nessuno sapeva dove di preciso, tranne Stiles, che grazie al suo lavoro all'FBI aveva scoperto facilmente dove il lupo mannaro si trovasse. Nonostante avesse promesso di tacere, grazie al suo intervento Isaac avrebbe potuto partecipare con gioia a quella cena di "famiglia".

Dopo la morte di Allison, Isaac si era chiuso in sé stesso, preferendo viaggiare per colmare quel senso di vuoto. 

Gli mancava terribilmente, ma aveva imparato a vivere senza pensare a lei, adesso la ricordava spesso nei suoi racconti come l'unica donna che lo aveva confuso talmente tanto da non poter provare più emozioni per nessun'altra. Una cosa che non era riuscito a superare per molto tempo però era il suo amore incondizionato per Scott, sapeva di non poter competere con lui, ma in cuor suo aveva sempre sperato di poter conquistare l'amore di Allison. 

Il suo ricordo era quindi sfocato, pieno di punti interrogativi, ma allo stesso tempo pieno di sussurri, momenti messi in pausa e attimi di indugio su quelle labbra che aveva bramato così tanto.

-Isaac?- il tono in cui Scott pronunciò il nome del ragazzo era un pò sconcertato, ma ormai la normalità era un optional nelle loro vite. La comitiva lo salutò con gioia da una parte e indifferenza dall'altra, mentre Chris Argent aggiungeva un posto in più per il licantropo ritardatario. 

-Chi è Isaac, mamma?- chiese la piccola Stilinski sottovoce a sua madre, la quale le rispose amorevolmente che era uno dei suoi tanti "zii", ma che avrebbero fatto le presentazioni più tardi. Claudia guardava il nuovo arrivato con grande curiosità, mentre mangiava lentamente il suo tacchino arrosto.

-Allora Isaac, dove sei stato di recente?- chiese Melissa. Tutti sapevano dei viaggi del ragazzo e in molti non vedevano l'ora di saperne di più.

-Oh andiamo, davvero dobbiamo stare a sentire dove è andato a piangere?!- e qualcuno voleva deliberatamente evitare l'argomento, inutile dire che quel qualcuno era Theo, ma anche Peter gli avrebbe dato man forte volentieri se mai si fosse arrivati ad una discussione.

-Sei il solito cinico, non riesco a capire come facciano le persone a starti vicine!- sussurrò Liam vicino a lui, purtroppo. 

-E tu che mi dici Liam? Dopotutto quello che è successo sei ancora qui...- Theo lo guardò di sottecchi, alludendo a qualcosa che gli altri non potevano capire. Non c'era malizia nella sua voce, stranamente, ma era ferma e decisa, consapevole di quello che stesse dicendo, e questo mise a disagio Liam, che non aprì bocca per la restante parte della cena.

Nonostante l'uscita poco solidale di Theo, Isaac incominciò a raccontare dei suoi viaggi, aveva girato l'Europa, era andato in molti posti e aveva conosciuto molta gente e spesso era finito in brutti guai. Le orecchie di Scott colsero poi un nome, Chloe, una ragazza francese all'apparenza innocua, ma una grande cacciatrice a detta di Isaac, che aveva catturato la sua attenzione. Ma Scott intuì che forse questa Chloe aveva aperto quella ferita che il suo amico aveva faticato a ricucire. 

Finita la cena, gli uomini si alzarono per andare in salotto, Derek in particolare aveva voglia di staccare un pò da tutta quell'aria di famiglia, così come suo zio Peter. Osservandolo meglio, il licantropo capì che in fondo erano uguali e pronti a tutti, allo stesso tempo una cosa li divideva: il diverso tipo di amore che entrambi erano disposti a provare per una persona. 

La piccola Claudia distolse Derek dai suoi pensieri, e vedendo la sua gioia una parte del suo cuore si sciolse, dopotutto non era l'insensibile che voleva far credere.

-Zio Derek, posso farti una domanda?- Claudia salì sul divano e si mise seduta vicino allo zio acquisito, il quale controllò se ci fosse o meno la presenza molesta del padre della bambina prima di permetterglielo, onde evitare crisi di qualsiasi tipo.

-Certo.- rispose lui senza troppo entusiasmo, doveva pur mantenere una reputazione.

-Tu credi in Babbo Natale?- Stilinski junior era piena di sorprese, come suo padre, ma era pur sempre una bambina di soli cinque anni e il licantropo non era certo indifferente alle cose tenere. 

O in questo caso, alle bambine tenere.

-Ehm... Io credo di essere troppo grande per credere in Babbo Natale.- la guardò con poca sicurezza e lei se ne accorse.

-Papà dice che non si è mai troppo grandi per credere in qualcosa, ma è anche vero che tu sei molto grande. Credi che anche io divento come te?- Claudia posò i suoi occhi sulla mano di suo zio e prendendola si accorse era almeno cinque volte più grande della sua.

-"Diventerò" non "divento". Comunque no, non diventerai grossa come me, sarai ehm... molto più piccola.- Derek faticò a trovare le parole giuste e sperava anche di averla corretta giustamente sulla grammatica, altrimenti Lydia lo avrebbe linciato. Tra lei e il suo amato marito era come trovarsi tra l'incudine e il martello quando si parlava della loro primogenita.

Nel frattempo che Claudia monopolizzava Derek, gli altri uomini della comitiva se la prendevano comoda. Peter sempre in un angolino, a spiare sua figlia, o meglio a vegliarla, mentre sedeva in cucina e conversava con le altre signore; Theo che stuzzicava Liam con il solo sguardo e quest'ultimo che cercava di ignorarlo, senza successo; Scott e Isaac che parlavano dei bei vecchi tempi e della passione del secondo per le sciarpe, mentre lo sceriffo e Argent stavano confrontando i diversi gusti dei loro drink. Almeno loro potevano apprezzare l'alcool in circolazione come era giusto che fosse. 

E Stiles? Beh, Stiles era Stiles e non perdeva occasione per stare con sua moglie, ma soprattutto aiutare anche Malia e Melissa. Dopo aver sparecchiato si rifugiò in salotto, ma non prima di lasciare un bacio fugace sulle labbra di Lydia.

La signora McCall li spiava teneramente, mentre Malia non poteva far altro che ammirare l'uomo a cui aveva affidato la sua vulnerabilità un tempo, e la donna che l'aveva capita davvero. Ammirava il loro modo di amarsi e sperava in futuro anche lei e Scott potessero amarsi come se fosse il primo giorno. 

Per Lydia e Stiles era così, ogni giorno era il primo, nonostante le litigate, le incomprensioni e i momenti negativi. C'erano sempre l'uno per l'altra e niente li poteva separare. 

Mentre per lei e Scott era diverso, entrambi molto indipendenti, ma lei per prima, spesso aveva paura di rovinare tutto e di non riuscire a gestire le sue emozioni. 

-Ma si può sapere come fate ad essere così fastidiosamente adorabili?- chiese infine, quando Stiles uscì dalla stanza. Lydia ridacchiò, mentre con un panno asciugava un bicchiere.

-Non so come facciamo ad essere così, non credo esista una spiegazione totalmente razionale, per quanti io le adori, ma semplicemente, lo amo.- il sorriso della signora Stilinski diceva tutto e in qualche modo Malia comprese, anche se non credeva che lei e Scott sarebbero potuti arrivare a quel tipo di effusioni. Chissà come li vedevano da fuori. Ma forse il punto della questione non era come si amavano, ma quanto si amavano, e su quello era sicura, lei amava moltissimo Scott.

-Lydia, metteresti a fare il caffè, per favore?- la domanda di Melissa doveva apparire innocente, ma lo sguardo della banshee non presagiva niente di buono. In quel momento si ritrovò a maledire le tendenze europee importate da Isaac. Aveva detto solo a sua madre di essere incinta, quella sera voleva fare una sorpresa a Stiles e l'unico modo per farlo era rimanere lontana dal caffè. Le dava la nausea e giramenti di testa, gli stessi sintomi che l'avevano accompagnata durante la gravidanza di Claudia.

-Ehm... io credo che continuerò ad asciugare i piatti, dopotutto qualcuno deve pur farlo.- era brava a raccontare bugie, ma Malia era molto più brava a scoprire una menzogna, specialmente se era una sua cara amica a mentirle.

-Lydia, il tuo battito sta accelerando.- diciamo che la donna aveva una determinata abilità nel mettere le persone a loro agio.

-Questo è perché ho molto caldo e perché è molto più importante finire di asciugare i piatti piuttosto che fare il caffè!- con l'ultima affermazione Melissa e Malia si guardarono negli occhi e capirono all'istante.

-Sei incinta!- esclamò la signora McCall lasciando andare il piatto che teneva in mano, che fece un gran rumore quando toccò il suolo, rompendosi in mille pezzi. 

Un "Tutto bene?" urlato da Scott attirò la loro attenzione per poco, ma riuscirono a tranquillizzarlo.

-Quando pensavate di dircelo?- sussurrò Malia, cercando di non farsi sentire, dopotutto quasi tutti in quella casa avevano un udito superiore alla media.

-In realtà non l'ho detto ancora a Stiles, volevo che fosse una sorpresa!- Lydia cercò di mantenere il controllo, ma l'idea di diventare mamma per la seconda volta la rendeva euforica più che mai.

-Oh mio Dio, speriamo che non abbiano sentito niente!- Melissa sperò con tutto il cuore che i licantropi non avessero udito quanto si fosse lasciata scappare, altrimenti avrebbero potuto spifferare qualcosa al futuro secondo genitore.

-Allora dimmi, di quanto sei?- Malia era così contenta, per qualche mese avrebbero potuto condividere la gravidanza, e non c'era niente di più bello che condividerlo con la sua migliore amica.

-Sono tre mesi, me ne sono accorta da poco, e non grazie al caffè, anche se mi aveva dato comunque fastidio!- Lydia ricordava ancora quel giorno.

Teoricamente Stiles sarebbe dovuto essere via per lavoro, per l'esattezza a Washington D.C., mentre lei e Claudia erano rimaste in California. Sua madre era venuta a trovarla, e si era concessa un momento per sé. Aveva deciso di farsi un bagno caldo, quando ebbe una visione, o meglio un ricordo, quello in cui Stiles le annunciava di aspettare un bambino, e la sua faccia sorpresa, ma allo stesso tempo felice come mai. Lydia aveva deciso di dare retta al suo istinto e dopo un rapido controllo al calendario, fece  il test. Non c'erano molti dubbi, ma niente avrebbe potuto renderla più felice. La prospettiva di avere un altro figlio le metteva gioia e le regalava pensieri positivi.

Le donne parlarono ancora un pò della lieta notizia, fino a quando uno Scott preoccupato a causa del baccano fatto precedentemente fece capolino alla porta della cucina.

-...è normale sentirsi così durante la gravidanza, anche se non è la prima, ma spero che tu possa superare la tua avversione per il caffè!- era sua madre che parlava e Scott rimase parecchio confuso. Entrando in cucina, l'alpha smorzò le risate delle signore, accendendo sorrisi di circostanza.

Qualcosa non quadrava e lui era pronto a fare domande.

-Non credo di aver sentito male, ma qualcuna qui è incinta...- Scott ci mise tre secondi a collegare tutto.

La sua futura moglie era fin troppo incinta, sua madre non poteva esserlo visto che si stava rivolgendo a qualcuno, perciò rimaneva solo lei.

-Sei incinta?!- il sorriso a trentadue denti di McCall, rese Lydia ancora più euforica e si stava trattenendo a fatica per correre da suo marito e rivelargli tutto.

-Così pare...- sussurrò lei, alzando le spalle e intimandogli di non dire nulla all'amico. Scott non vedeva l'ora di essere un padre certo, ma l'idea di essere di nuovo zio lo accese. La sua testa partì, viaggiando verso ogni scenario possibile, suo figlio con il figlio di Stiles, mentre li accompagnavano al parco insieme, mentre festeggiavano il quattro luglio insieme, mentre condividevano la loro vita in ogni momento e attimo.

Scott abbracciò la banshee, commossa da quel piccolo gesto, mentre Malia era già in prenda a fiumi di lacrime. Anche lei, come Scott, si era proiettata nel futuro, immaginandosi ogni dettaglio della loro vita insieme, colorata di mille sfumature.

-Inutile dirti che deve rimanere un segreto figlio mio, è il suo regalo di Natale!- mamma McCall scosse suo figlio, sorridendo ai ragazzi e rendendosi conto di quanto il tempo passasse per tutti. Nonostante lei e Chris avessero condiviso molti bei momenti, il suo preferito sarebbe rimasto quello in cui il suo compagno guarda Scott come se fosse veramente suo figlio, donandogli tutto il suo supporto e amore. Non c'era felicità più grande per una madre che come lei aveva cresciuto il suo bambino da sola.

-Non potevi scegliere regalo migliore Lyds!- Scott abbracciò ancora la sua amica, mentre uno Stilinski junior entrava in cucina.

-Che regalo?- Stiles non perdeva occasione per fare domande, era la cosa che preferiva di più al mondo.

-Non ti riguarda Stilinski!- Malia decise che tutti quei sentimentalismi erano fin troppi per lei e che doveva assolutamente andare a sedersi su una superficie più morbida. Quella sedia di legno non era certo l'ideale per la sua schiena dopotutto. Da bravo fidanzato, Scott supportò la sua amata con non poca fatica, mentre Melissa li seguiva a ruota, lasciando i due innamorati da soli.

Stiles si avvicinò furtivo a sua moglie, bloccandola tra il suo corpo e la superficie della cucina.

-E così il mio regalo è qualcosa di fantastico?- sfacciato come pochi, solo lui poteva fare domande del genere accompagnate da uno sguardo tutt'altro che innocente.

-Ebbene sì, tua moglie è piena di risorse.- Lydia posò le sue sue braccia sulle spalle di Stiles, intrecciando le mani dietro il suo collo.

-Di questo ne sono consapevole.- finalmente Stiles la baciò. Lydia non desiderava che quello in quel momento, mentre le mani dell'uomo risalivano lungo il suo corpo, lei si avvicinava sempre di più. Non riusciva a spiegarsi come potessero amarsi così tanto, ogni volta si innamorava sempre di più del suo sorriso e del suo sarcasmo. 

Non vedeva l'ora di rivelargli il suo regalo. 

Ricordava ancora quando la prima volta era stato lui a rivelarle che avrebbero avuto un bambino. Quel giorno era tornata tardi dall'università, ma aveva trovato il salotto pieno di fiori. Per la precisione erano margherite gialle. Stiles era al centro della stanza, con uno di questi fiori tra le mani, la sorpresa di Lydia era stata tanta, era venuto da Quantico solo per lei. Lo faceva tutte le volte che poteva, ma non così spesso come lei avrebbe voluto. La accolse con parole semplici, ma poi lanciò la bomba senza pensarci troppo. 


-Sono incinto- a queste parole Lydia rimase confusa, che cose le avrebbe voluto dire?

-Amore, sono felicissima che tu sia qui, ma che intendi...?- la ragazza si era avvicinata di più al suo ragazzo, era molto agitato, ma non riusciva, allo stesso tempo, a togliersi quel sorriso ebete dalla faccia.

-Siamo incinti! Cioè, tu sei incinta!- Stiles le porse la margherita e poi proseguì, incurante delle lacrime che Lydia stava trattenendo. -Non sapevo cosa portarti, così sono entrato dal fioraio all'angolo e ho comprato tutte le margherite gialle che aveva...- finalmente i loro occhi si incrociarono ed entrambi stavano prendendo piano piano coscienza di quello che stava accadendo, di come sarebbero cambiate le loro vite.

-Ma tu come...- la banshee cercò di parlare, ma la voce rotta dall'emozione non le permetteva di continuare. 

-La tua ginecologa ha chiamato stamattina, ma ha risposto Malia e le ha rivelato accidentalmente della gravidanza. Malia lo ha detto a Scott, che a sua volta lo ha detto a sua madre, che lo ha detto ad Argent, che lo ha detto a mio padre, il quale mi ha fatto le congratulazioni, e lamentandosi anche del fatto che fosse stato l'ultimo a saperlo!- Stiles non aveva preso fiato e incominciò a stringere le mani della donna che amava in maniera compulsiva.

-Volevo essere io a dirtelo! Dio Lyds sono così felice!- entrambi sorrisero e Stiles abbracciò forte Lydia, quasi come se avesse paura a lasciarla andare, ma in quell'abbraccio aveva messo l'intensità necessaria per far sentire a suo figlio che già lo amava, nonostante fosse solo un fagiolino ancora.


L'aveva saputo in modo strano, ma mai si sarebbe dimenticata l'amore che Stiles le aveva dato e che le dava continuamente. Quella sera avrebbe ricreato quella scena in parte, sperando che l'emozione non la tradisse.

La loro attenzione fu velocemente attirata dalla loro primogenita, che li richiamava a gran voce gridando la parola "regali"

In salotto un Peter apprensivo faceva di tutto per non dare a vedere quanto stesse in pena per la figlia e per il suo futuro nipote. Chissà come lo avrebbero chiamato, non lo aveva mai chiesto, ma per un millesimo di secondo non gli sarebbe dispiaciuto sentire il suo nome associato a quello del piccolo McCall. Ripensando però a tutto quello che aveva fatto nella sua vita, Peter, che non si pentiva di nulla in particolare, ebbe paura. Ebbe paura di essere giudicato da suo nipote, puara che lo potesse allontanare, paura che sua figlia non glielo avrebbe fatto vedere. 

Da lei aveva ottenuto molto, il solo fatto che lo chiamasse "papà" era un grande passo, ma entrambi orgogliosi non riuscivano ad ammettere che si volevano bene.

Purtroppo per Peter, in molti si erano accorti di come guardava Malia e in molti erano rimasti soddisfatti di quel cambiamento, forse adesso avrebbe trovato un pò di pace. 

Scott guardava Peter e rivedeva a volte in lui il mostro, ma allo stesso tempo qualcuno che gli aveva letteralmente cambiato la vita. Se era vero che il morso era un dono, forse era anche vero che Scott era stato benedetto, forse era vero che era destinato, forse era davvero la sua strada, ma soprattutto, era vero che il branco non si forma solo di licantropi, ma di persone, di amici, di coloro che si meritano di essere nel branco. 

Se Stiles lo avesse sentito in quel momento probabilmente lo avrebbe disconosciuto, ma a distanza di anni l'alpha era convinto che Peter si fosse meritato in parte quel diritto, dopotutto era passato dalla parte dei buoni per sua figlia nel momento del bisogno, e quello gli bastava.

Ironia della sorte fu proprio Malia a ricevere il primo regalo, ed era quello di suo padre. Gli altri avevano provveduto con il tempo a regalare qualsiasi cosa fosse necessario per suo figlio, ma da Peter non si aspettava molto. E invece la stupì. 

Peter Hale non era di certo tipo da regali, difatti lo aveva fatto solo a sua figlia, ma se si impegnava in qualcosa lo faceva a fondo e aveva consegnato a Malia un ciondolo ed una lettera. Le aveva raccomandato di leggerla in privato e lei avrebbe rispettato le sue volontà, era curiosa certo, ma allo stesso tempo capiva i desideri di suo padre.

A loro volta, lei e Scott avevano deciso il secondo nome del bambino. Per il primo ancora niente, ma avrebbero comunque fatto una sorpresa ad uno dei nonni.

-Abbiamo scelto "Peter" come secondo nome.- esordì Malia -Ecco il mio regalo per te papà.- le lacrime agli occhi erano un tratto distintivo della gravidanza della donna. Ormai ci avevano fatto l'abitudine, ma non avevano fatto l'abitudine agli occhi lucidi del vecchio licantropo.

-Ehi zietto non è che ti metterai a piangere vero?- Derek era davvero crudele e si divertiva ad esserlo, ma sapeva che suo zio avrebbe apprezzato il gesto.

-Ovvio che non mi metto a piangere idiota! Mi è solo entrato un moscerino in un occhio.- Peter cercò di asciugarsi gli occhi il più rapidamente possibile, ma non poteva mancare il commento pungente di Stiles.

-E' normale che ti sia finito un moscerino nell'occhio, dopotutto non siamo in inverno...- c'era chi tratteneva a stento una risata e chi sorrise soltanto, ma alla fine Peter non riusciva a prendersela, sua figlia avrebbe dato il suo nome a suo figlio. Cosa poteva esserci di meglio?

-Ora tocca a me!- Scott richiamò l'attenzione di tutti e poi tirò fuori una scatolina ricoperta di velluto rosso. Tutti sapevano cosa contenesse, tranne Malia. Scott si inginocchiò, facendo del suo meglio chiese alla sua donna di sposarlo, ma lei aveva già accettato saltandogli addosso in malo modo. Aveva sentito suo figlio scalciare e aveva già capito, ma soprattutto non riusciva a credere che Scott avesse bisogno di chiederglielo.

-Dovevo esserne sicuro!- replicò lui.

-E un figlio non ti aveva convinto?- le risate erano assicurate, ma la dolcezza della scena era troppa per alcuni.

Liam uscì dal salotto senza dare nell'occhio, ma gli unici occhi di cui si sarebbe dovuto preoccupare erano quelli di Theo. In qualche modo lui riusciva sempre a farlo sentire a disagio, inadeguato, dubbioso. Ma quegli stessi occhi lo rendevano anche irrequieto, non riusciva a decifrare il suo sguardo, così enigmatico, non riusciva a farne a meno e non capiva cosa li attirasse così tanto. 

-Dove credi di andare?- Theo lo colse di sorpresa, raggiungendolo lungo il corridoio.

Liam gli fece cenno di entrare in una stanza, l'unica stanza della casa a quanto pare. Il letto di Derek era disordinato e i vestiti erano per lo più sparsi per il pavimento. La precisione non era una delle qualità del licantropo.

-La devi smettere.- Dunbar era partito decisamente aggressivo.

-Di fare cosa, esattamente?- Theo si avvicinava pericolosamente e Liam non poteva permetterglielo. La vicinanza tra loro era come una mina pronta a esplodere. Scattava la scintilla, il sentimento e l'emozione avevano il predominio sulla razionalità, niente tornava più come prima.

Era già successo anni prima. Liam non voleva farlo succedere ancora. Era attratto da Theo, sentiva di essergli vicino, sentiva di poterlo capire meglio di chiunque altro. Si sentiva capito a sua volta, desiderato, e forse, amato.

Ma erano come numeri primi. Terribilmente vicini, ma eternamente divisi.

-Non succederà ancora Theo.- Liam faceva fatica a pronunciare quelle parole, ma sentiva che erano giuste.

-Non succederà, o non vuoi che succeda?- il licantropo era consapevole di essere sul filo del rasoio, di stare al posto di un equilibrista, ma avrebbe percorso quel sentiero spinato fino alla fine.

-Cosa ti aspetti che ti dica?- Liam indietreggiò fino ad incontrare il muro alle sue spalle, era esasperato,pieno di punti interrogativi in testa e non si era nemmeno accorto di essersi messo in trappola.

-La verità.- Theo sapeva di non meritarsela, ma confidava nell'animo buono di Liam.

-La verità è che non so più niente. Ogni cosa nella mia vita non ha senso, ma lo acquista quando sto con te. Sembrerà impossibile, ma stare con te mi fa sentire meglio.- Liam aveva aperto il suo cuore e per Theo era più che sufficiente. Gli aveva fatto un grande regalo di Natale.

-Mi dispiace.- erano le scuse più sentite che Liam gli aveva sentito rivolgere ad una persona. 

Entrambi erano confusi, entrambi non sapevano cosa fare, ma erano sicuri che quel bacio di molto tempo prima aveva cambiato tutto. Aveva cambiato tutto e niente. Erano rimasti sempre loro, ma allo stesso tempo qualcosa nel loro rapporto era cambiato.

Non provavano attrazione per altri ragazzi o ragazze, esistevano solo loro. 

Theo si rese conto di essere più vulnerabile con Liam accanto, e anche il quel momento avrebbe solo voluto posare le sue labbra su quelle dell'uomo di fronte a lui.

Erano così vicini, bastava un movimento impercettibile di uno dei due e probabilmente sarebbe cambiato tutto un'altra volta.

Liam percepiva il respiro corto di Theo, e Theo percepiva il battito furioso del cuore di Liam.

Non ricordavano chi avesse preso coraggio per primo, ma un flebile bacio riscaldò i cuori di entrambi. Era appena accennato, forse non si poteva nemmeno chiamare bacio, ma bastò. Guardandosi negli occhi non sapevano se avrebbero chiarito la natura del loro rapporto, ma forse per quella sera poteva bastare.

Tornarono in salotto appena in tempo per la sorpresa di Lydia. Molti regali erano stati aperti e la piccola Claudia giocava con una bambola in un angolino del salotto, seduta sulle ginocchia di nonno Stilinski.

Metà dei presenti sapevano già della sua gravidanza, grazie a Melissa, tra cui anche Noah. Guardando sua nipote, non poteva chiedere di meglio dalla vecchiaia. Tutto stava andando meravigliosamente ed era felice di far parte di quella vita.

-Allora Lyds? Dov'è il mio meraviglioso regalo?- Stiles aspettava ansioso vicino all'albero di Natale, con le braccia conserte e il suo migliore amico al suo fianco.

Lydia tirò fuori una margherita gialla e il sorriso di Stiles si fece a poco a poco più sospettoso.

-Ho voluto scegliere questo fiore perché è stato il primo fiore che mi hai regalato in assoluto e che hai tirato fuori per tutte le occasioni speciali. Ebbene, il mio regalo consiste in sole due parole...- Lydia aveva catturato anche l'attenzione di sua figlia, che ero era in piedi accanto a lei. 

Stiles aveva capito, ma aveva bisogno di sentire quelle due parole.

-Siamo incinti!- il sorriso di Lydia era la cosa più bella che Stiles avesse mai visto in vita sua, ma il sorriso di una Lydia incinta era qualcosa di magico, di forte, di unico.

Si congratularono tutti con i neo-genitori e Claudia salterellò dappertutto urlando al mondo che avrebbe avuto un fratellino.

-Certo che ti dai da fare eh Stilinski!- Derek non poté reprimere quel commento, ma allo stesso tempo era felice. Se fosse nata un'altra piccola Claudia a lui non sarebbe di certo dispiaciuto.

-Che vuoi dire zio Derek?- magari fosse stata meno curiosa di Claudia allora sarebbe stato meglio, ma eludendo la sua domanda, il lupo mannaro prese la bambina e la adagiò sulle sue spalle. 

Ciò non causò in Stiles un momento di gelosia, era una serata troppo bella per lasciarsi trasportare da quel sentimento e per di più non riusciva a staccarsi da sua moglie. La abbracciava da dietro, entrambe le mani sulla sua pancia, unite a quelle di Lydia, mentre guardavano la loro bambina giocare felice con Derek.

Claudia era felice, non ricordava Natale migliore di quello, ma i suoi genitori sapevano che crescendo ne avrebbe avuti di più belli, o almeno speravano. 

Guardandola, anche Scott e Malia si ritrovarono a pensare al loro bambino, speravano di averlo al più presto tra le loro braccia, speravano di veder passare il tempo lentamente, speravano di non vederlo scivolare via tra le loro dita.

 

 

~ Angolino Autrice ~

Ed eccoci al secondo capitolo di questa piccola storia. Mi scuso per il ritardo, ma ho avuto davvero tante cose da fare e tante idee da riordinare.

Manca solo un ultimo capitolo per finire questa avventura, ma non escludo un possibile ritorno con altre Fanfiction. Ad ogni modo,  mancano ancora altri regali da scartare e tante altre piccole sorprese. Molti personaggi devono entrare in scena e non vedo l'ora di riservare un pò di spazio anche a loro.

Vi lascio con un grande abbraccio virtuale!

Serena.

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