The scars of the past

di Rox008
(/viewuser.php?uid=992333)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** #1 ***
Capitolo 3: *** #2 ***
Capitolo 4: *** #3 ***
Capitolo 5: *** #4 ***
Capitolo 6: *** #5 ***
Capitolo 7: *** #6 ***
Capitolo 8: *** #7 ***
Capitolo 9: *** #8 ***
Capitolo 10: *** #9 ***
Capitolo 11: *** #10 ***
Capitolo 12: *** #11 ***
Capitolo 13: *** #12 ***
Capitolo 14: *** #13 ***
Capitolo 15: *** #14 ***
Capitolo 16: *** #15 ***
Capitolo 17: *** #16 ***
Capitolo 18: *** #17 ***
Capitolo 19: *** #18 ***
Capitolo 20: *** #19 ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Era passato già più di un anno dalla morte di Ishiin.
Era stato un periodo difficile per tutti, da cui però ne erano usciti più uniti e con un'importante lezione: la vita è unica, e la si può perdere da un momento all'altro.

L'ispettore Goto e sua moglie Atsuko avevano adottato Nao, e tra loro andava finalmente tutto bene. 
Goto e Ishii avevano anche ricevuto una promozione, ma l'avevano rifiutata, non sentendosi pronti ad affrontare carichi di lavoro maggiori e desiderando invece pensare alle persone più care, almeno per il momento. 
Nao aveva trovato una madre in Atsuko, e questo l'aveva aiutata a superare la morte di Ishiin, per quanto le mancasse tanto. 

Haruka si era dedicata anima e corpo nello studio e nel tirocinio, ed ormai le mancava poco per finire l'università. 
Yakumo aveva iniziato ad aprirsi di più, ad accettare sia la luce che l'oscurità, pur continuando a sentirti ancora in colpa per ciò che accadeva attorno a sé.
I primi mesi erano stati difficili, aveva passato dei giorni chiuso in se stesso, ma lentamente si era rialzato ed aveva ripreso a camminare a testa alta e senza più problemi a mostrare il suo occhio rosso, ormai incurante degli sguardi terrorizzati o orripilati della gente.
Aveva inoltre capito quanto tutto potesse cambiare improvvisamente, quanto fosse facile perdere le persone care, e per questo aveva iniziato a mostrare maggiormente quanto tenesse a loro e addolcito il suo carattere schivo, seppur con qualche difficoltà.

Haruka posando i fiori sulla tomba di Ishiin sorrise, pensando che lui sarebbe stato felice di tutto ciò, dato che il suo desiderio più grande era vedere Yakumo sereno e finalmente libero dagli orrori del passato. 
Nonostante Yakumo le avesse detto che Ishiin era andato via, lei continuava a sentirlo nel vento, e dunque gli parlava.
Gli raccontava di come Yakumo battibeccasse con Goto, di come Nao imparasse a scrivere aiutata da Atsuko, e dei suoi studi all'università.

E gli raccontava anche del suo rapporto con Yakumo.

Nell'ultimo anno si erano avvicinati, e parecchio anche, nei momenti difficili lei aveva fatto forza al ragazzo e soprattutto lui si era fatto aiutare, aprendosi poco per volta con lei, nei momenti più duri Haruka lo aveva abbracciato ascoltando i suoi silenzi, gli ripeteva sempre che non era solo, che aveva tante persone che gli volevano bene e che lo sostenevano, e talvolta lui stesso l'aveva abbracciata. 
Lei andava ogni giorno a trovarlo, portandogli cibo di ogni tipo, soprattutto dolci, distraendolo e talvolta portandogli piccoli casi, che lui risolveva ormai con il sorriso. 

Yakumo aveva capito che quell'occhio rosso, che lui tanto aveva odiato, oltre ai molti problemi gli aveva anche dato dei doni, delle persone che lo amavano così com'era, ed era grazie a quell'occhio che aveva conosciuto Haruka, proprio lei lo aveva definito bellissimo, lasciando così un segno indelebile dentro Yakumo. 

Ma... 
Ma Haruka non aveva ancora trovato il coraggio di dire a Yakumo ciò che provava, non tutto almeno, ed il ragazzo sembrava non capire che lei si fosse innamorata ormai da tempo di lui.
Né tantomeno Yakumo ammetteva quanto fosse in realtà irrimediabilmente legato alla ragazza, e lei sembrava non capire i piccoli gesti e le piccole dimostrazioni dietro cui il ragazzo nascondeva i suoi sentimenti.

Così, quando Goto faceva qualche battuta su una possibile storia tra i due, lei diventava rossa e negava tutto mentre il ragazzo rispondeva con un'altra battuta, possibilmente più tagliente.

Eppure era chiaro a tutti quanto quei due si amassero e non potessero stare lontani l'uno dall'altra. 
Solo loro due sembravano non vederlo. 

<< Così Yakumo e Nao hanno riso di Goto che non riusciva a levarsi il foglio con scritto "sono un'orso brontolone" dalla schiena>> raccontò Haruka alla foto sorridente di Ishiin << Adesso devo andare, Yakumo aspetta i suoi dolci. Pochi giorni fa sono arrivata in ritardo e lui ha borbottato "Sei arrivata in ritardo, credevo non venissi più" ma poi ha mangiato tutto felice la torta che gli avevo fatto. Avrei voluto approfittare del suo buonumore per dirgli finalmente ciò che provo per lui, ma è arrivato Goto con un caso di furto avvenuto, secondo una signora anziana, da parte di sua sorella morta. È stato divertente vedere Yakumo alle prese con un' ultrasettantenne con un bel caratterino e dei problemi di udito, lo ammetto, ma avrei preferito avvenisse un altro giorno, perché poi ho perso il poco coraggio che avevo raccolto per parlargli>> sospirò infine la ragazza.
Poi guardò il cielo, limpido dopo giorni di tempesta, si portò dietro l'orecchio una ciocca di capelli, adesso lunghi fino a poco sotto le spalle, e sorrise baciata dal sole. 
<< Tornerò presto Ishiin, così ti racconto delle novità di Yakumo, ciao >> disse con un sorriso.

Trovò il ragazzo dall'occhio rosso sdraiato sul divano, con la sua solita espressione annoiata sul viso ed una lieve ruga sulla fronte mentre leggeva un libriccino.
<< Ciao!>> lo salutò allegra
<< Ed anche oggi è finita la pace>> disse lui poggiandosi una mano sulla fronte e guardando in alto, mostrando in modo melodrammatico il suo ironico fastidio, per poi riprendere a leggere
<< Ehi!! Potresti essere più cordiale una volta tanto, sai?>> 
<< E tu potresti anche farti una passeggiata invece che venire ogni giorno qui>>
<< Ma a me piace venire qui!>> bisbigliò lei.
Lui la guardò, distogliendo finalmente l'attenzione dalla sua lettura e passando da sdraiato a seduto sul divano.
<< Avanti, parla. Devi chiedermi qualcosa, ormai ti conosco>> 
<< Non devo chiederti niente invece>> 
<< Io dico di sì. Hai salutato più allegramente del solito, ma senza la voce più acuta che hai quando c'è un problema da risolvere, questo significa che devi parlarmi di qualcosa che non c'entra però con i classici casi>>
La ragazza si stupì delle piccole cose a cui il ragazzo aveva fatto attenzione quando invece le sembrava totalmente distratto.
<< Io non ti devo chiedere niente, ma solo informare che tra una settimana è il mio compleanno e che l'ispettore Goto con Ishii passerà a prenderti per venire a casa mia. La mia non è una richiesta o una domanda, come vedi>> disse lei alzando il mento, felice di poterlo contraddire.
Lui si passò una mano sul viso.
<< Ma perché a me??>> sbuffò
<< Farò la torta al cioccolato aromatizzato alla cannella, come piace a te>> 
Lui la guardò per un po', attratto dalla luce di speranza che brillava nei suoi occhi e sperando che non si spegnesse mai.
<< Potrei esserci>>
Lei sorrise, capendo di averla vinta anche questa volta.

E lui non riuscì a trattenere a sua volta un sorriso, vedendola felice.

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** #1 ***


Haruka guardò con ansia l'orologio appeso in cucina.
Controllò per quella che doveva essere la millesima volta che tutto fosse a posto, prima di riportare il suo sguardo sull'orologio.
Il suono del campanello la fece prima sobbalzare e poi sorridere mentre andava ad aprire ai suoi ospiti.
<< Auguri Haruka-chan! >> la salutò l'ispettore Goto entrando
<< Grazie ispettore, non doveva! >>
<< Non si compiono gli anni tutti i giorni! >>
Dietro l'ispettore Goto il signor Ishii era rigido e sull'attenti
<< Bu-buongiorno signorina, le porgo i mie ipiù se-sentiti auguri!!>>
<< Possibile mai che anche fare dei semplici auguri sia un problema per te?? >> esclamò irritato l'ispettore, dando uno scappellotto ad Ishi ed entrando
<< Buongiorno combinaguai, spero che invecchiando tu diventa meno imbranata>> le disse invece Yakumo, entrato con Goto e Ishii.
<< Ehi! Io non sto invecchiando!!>> ribatté Haruka però ridendo.
Stava per chiudere la porta quando un ragazzo la chiamò
<< Haruka-chan!!>>
<< Jeremiah! >> lo salutò allegra la ragazza. 
<< Auguri piccoletta!!>> le disse dandole un buffetto sulla guancia facendola ridacchiare.
Il ragazzo appena arrivato era di qualche centimetro più alto di Yakumo, aveva i capelli molto corti, quasi radi, occhi blu penetranti ed i muscoli ben scolpiti.
Quando Haruka incontrò lo sguardo di Yakumo arrossì senza un apparente motivo.
<< Si giusto scusate, non vi ho presentati! Loro sono Yakumo, l'ispettore Goto e il suo assistente Ishii, lui invece è un mio grande amico, Jeremiah Honto. Quando eravamo piccoli giocavamo spesso assieme, poi ci siamo un po' persi di vista, ma adesso che è tornato vogliamo recuperare la nostra amicizia>> disse la ragazza mentre i suoi ospiti si salutarono con un inchino, a differenza di Yakumo che si limitò ad un lieve cenno della testa e sembrò esaminare con lo sguardo il nuovo arrivato.
<< Non abbiamo mai sentito parlare di te >> disse infine.
<< Di te invece ho sentito molto parlare. A quanto pare Haruka non ha reso molto bene il tuo carattere, sei più scontroso di quanto pensassi >>
La tensione tra i due fu subito palese a tutti, specialmente ad Haruka che si trovava tra i due e guardava prima uno poi l'altro con ansia, come se si aspettasse una rissa tra i due da un momento all'altro. 
Jeremiah come se nulla fosse appoggiò un braccio sulle spalle di Haruka sorridendole e abbassandosi lievemente verso di lei, le chiese sfiorandole la guancia con le labbra:
<< Che ne dici se ci sediamo?? >>
Lei, che intanto era arrossita fino alla punta dei capelli, scattò in avanti portandoli nella sala da pranzo. 
L'ispettore intanto se la ridacchiava a vedere le facce contrite di Ishii e con sua grande sorpresa di Yakumo.
Nonostanete l'inizio, il pranzo passò tranquillamente ed arrivò il momento di scartare i regali. 
<< Questo è di Ishii >> disse Haruka per poi aprire il regalo e ringraziare
<< Questo invece è il mio, mi ha aiutato mia moglie a sceglierlo>> disse Goto
<< Invece questo qua è il mio, piccoletta >> disse Jeremiah passandole il regalo. 
Mentre Haruka scartava l'ultimo regalo, Goto nell'osservare Yakumo notò che stava prendendo qualcosa dalla propria tasca, ma quest'ultimo, vedendo il sorriso che Haruka stava rivolgendo a Jeremiah, esitò.
Goto stava per dire qualcosa per spingerlo a darle il regalo, ma il suo telefono squillò.
<< Pronto? >>
"Goto mi spiace disturbarti nella tua giornata libera, ma abbiamo bisogno di te" disse il direttore Miyagawa
<< Se ti spiace disturbarmi, perché l'hai fatto?? >>
"Perché hanno chiesto espressamente di te"
<< Ok arriviamo >> disse seccato prima di chiudere la chiamata
<< Haruka-chan mi dispiace terribilmente ma chiedono di me a lavoro. Yakumo tu vieni con me o resti qua?>>
<< Vengo con lei >> rispose lui guardando storto Jeremiah.
Haruka sembrò un po' spegnersi a quelle parole.
<< Sicuro?>> gli chiese Goto notando la reazione della ragazza
<< Sicurissimo.>> rispose Yakumo fermo
<< Va bene... Allora ci vediamo domani Haruka-chan, grazie per l'ottimo pranzo e ancora auguri>> disse l'ispettore
<< Grazie a lei! A domani!» rispose lei ricambiando il sorriso
<< Signor Goto che ne dice se andiamo??>> borbottò Yakumo
Haruka lo guardò tristemente, per poi accompagnarli alla porta e salutarli

Dentro la macchina regnava il silenzio, Goto era completamente girato verso Yakumo mentre Ishii, che si trovava alla guida, lanciava solo delle occhiate allo specchietto retrovisore per guadare il ragazzo.
<< Allora Yakumo, simpatico quel ragazzo vero??>> disse sarcastico Goto, aspettandosi una risposta acida. Invece niente.
Fece per accendersi una sigaretta quando Yakumo diede finalmente segno di essere presente
<< Quando lo capirà di non fumare in mia presenza??>> 
<< E tu quando capirai che devi darti una mossa prima che tu la perda??>> 
Nuovamente non ottenne risposta.
Si girò verso il ragazzo pronto a prenderlo in giro quando vide che aveva lo sguardo puntato verso una scatolina rossa tra le sue mani
<< Quello è il regalo per Haruka-chan, vero??>>
Nessuna risposta
<< Yakumo, ora tu torni da lei e le porti quel regalo>>
<< Non credo proprio. Ha già il regalo di quel bellimbusto. Le ha regalato quel libro che piace tanto alle ragazze di oggi, "Amore e altri guai", che sembra abbia gradito molto >>
<< A me non è sembrato>> intervenne Ishii
<< Come prego?? >> chiese Yakumo
<< Il suo era un sorriso forzato. Penso che quello non sia il suo genere preferito di libri ma non abbia detto niente per educazione>>
<< Lei cosa le ha regalato, signor Ishii?? >>
<< Non lo hai notato?? È stato il primo che ha aperto! Comunque l'imbecille le ha regalato un'agenda, mentre io e mia moglie le abbiamo regalato una sciarpa, e sua madre le ha mandato un giubbotto>> rispose al suo posto Goto
Ci furono altri attimi di silenzio, prima che l'ispettore riprendesse a parlare
<< Yakumo Saito, devi darle quel regalo! >> gli disse con decisione
<< Ma non oggi. Lei, nel caso l'avesse dimenticato, è stato chiamato dal suo direttore. Inoltre magari non vuole essere disturbata mentre è finalmente sola con il suo caro amichetto. Dunque si faccia i fatti suoi e mi porti all'università >>
<< Ops... l'ho superata da un po'!>> disse imbarazzato Ishii 
<< Ma come fai a essere così idiota!!!>> gli sbraitò contro Goto, mentre il povero Ishii si scusava

Dopo essere tornati indietro e fatto scendere Yakumo, i due arrivarono al dipartimento, dove il direttore Miyagawa li aspettava in compagnia di Makoto Hijikata* ed un'altra ragazza.
<< Signorina Makoto, vorrei dirle che è un piacere vederla ma se è qui non deve essere per una bella notizia >>  disse Goto
<< Esattamente signor Goto >> rispose la giornalista, poi vide Ishii dietro di lui e gli sorrise << Buongiorno signor Ishii!>>
<< B-buongiorno signorina Ma-Makoto!!>> salutò lui balbettando e arrossendo lievemente 
Goto si portò una mano sulla fronte e borbottò qualcosa come "Sembra una femminuccia alla sua prima cotta!"
<< Ora che l'ispettore è arrivato io mi congedo, ho delle faccende da risolvere. Buon lavoro Goto, arrivederci signorine>> disse il direttore, ed uscì.

<< Dunque, ditemi tutto >> disse Goto
<< Si, le presento una mia amica, Mamiko Komoshira. È lei ad aver bisogno d'aiuto, in realtà >> spiegò Makoto indicando la ragazza accanto a lei, dai lunghi capelli rossi mossi, gli occhi di un brillante verde smeraldo ed il fisico slanciato, doveva avere non più di 35 anni.
<< Mi dica pure signorina Komoshira>>  
<< Vede signor Goto, un mese fa uscita dalla palestra incontrai un bambino di non più di 10 anni da solo per strada poco prima che scoppiasse un temporale. Gli parlai, mi disse di chiamarsi Ichiro e di essersi perso. Così lo aiutai a tornare a casa e incontrai la madre che lo stava aspettando. Ma una volta tornata a casa mia vidi che il bimbo aveva dimenticato il suo pupazzetto nella mia macchina e pensai di riportarglielo. Stavolta incontrai suo fratello che quando gli dissi che avevo da poco visto il bambino e la madre iniziò a dirmi che io gli mancavo di rispetto, dato che erano anni che il fratello e la madre erano morti. Gli mostrai allora il pupazzetto e lui iniziò a piangere a dirotto. Mi fece entrare in casa e mi raccontò che la sua famiglia era rimasta uccisa in un rogo scoppiato in cucina e lui stesso si era salvato per miracolo>>  spiegò la ragazza.
<< Pover'uomo, dev'essere stato terribile! Ma non capisco come mai le serve il mio aiuto >> chiese l'ispettore, che in realtà aveva un presentimento.
<< La storia non è finita ispettore. Continua Mamiko>> rispose Makoto
<< Da quel giorno vedo spesso questo bambino in giro per strada, ed ogni sera in macchina trovo quel pupazzetto! Inoltre, sono andata nuovamente a casa del fratello ma non l'ho trovato. Makoto mi ha detto che lei conosce una persona pratica di esorcismi che potrebbe aiutarmi...>> 
Goto sospirò, per poi guardare la giornalista leggermente contrariato.
<< Si, conosco chi può aiutarla, ma la signorina Makoto dovrebbe sapere che quella persona non si occupa di veri e propri "esorcismi". Inoltre io e Ishii abbiamo visto poco fa quella persona ed era di pessimo umore, quindi non oso immaginare quanto brontolerà. >> poi tornò a guardare l'altra donna << ma gli parlerò e vedrà che l'aiuterà.>>

Una volta che le due donne si furono congedate, Goto si alzò, prese la sua giacca e si accese l'ennesima sigaretta.
<< Ishii, muoviti! Andiamo a casa>>
<< Ma è ancora presto! >>
<< Teoricamente oggi abbiamo il giorno libero, quindi non intendo restare qui un altro minuto. Domani andremo da Yakumo, stasera è meglio evitarlo visto il suo cattivo umore. E gli porteremo anche un dolcetto, chissà che non lo addolcisca! >>
<< S-si!>> rispose alzandosi anche lui e correndogli dietro. 
Ed inciampò.

<< Quindi questo è il pupazzetto in questione??>> chiese Yakumo con la sua solita espressione annoiata indicando il peluche sul tavolino davanti a lui
<< Si, questo è quello di stamattina, in quella busta lì in fondo ci sono tutti gli altri.>> rispose Mamiko indicando una grande busta nera riposta in un angolo.
Il ragazzo fece scorrere lo sguardo lungo la stanza, prima che la donna ricominciasse a parlare 
<< Mi dica, sono stata posseduta?? O maledetta??>> 
Goto si preparò al solito discorso sulle anime di Yakumo, ma il ragazzo lo sorprese
<< No, non è stata posseduta, anzi. Probabilmente quel bambino si è semplicemente affezionato a lei. Non le farà del male>> le disse poggiandole perfino una mano sulla spalla e facendole un sorriso rassicurante. 

<< Mi spieghi quel discorso che le hai fatto?? Come può un fantasma affezionarsi a qualcuno??>> domandò l'ispettore Goto una volta saliti in macchina 
<< Era terrorizzata, dovevo dirle qualcosa per tranquillizzarla. >>
<< Ma hai visto il fantasma?>> 
<< In realtà no >> rispose Yakumo << Comunque, Ishii-san può portarmi a casa di Haruka??>> 
<< Eh?? Si certo!>> rispose quello
<< Ma cosa pensi che sia la mia macchina?? Un taxi??>> urlò allora Goto verso il ragazzo
<< Assolutamente no, su un taxi non avrei trovato un orso che sbraita>>

Goto stava per rispondere, ma erano arrivati a casa di Haruka.
Presero l'ascensore ed arrivarono davanti alla porta, e sentirono la risata cristallina di Haruka e la voce di Jeremiah. Goto e Ishi videro Yakumo immobilizzarsi con la mano ancora sollevata, per poi ritirarla e tornare indietro.
<< Signor Ishii, potrebbe riaccompagnarmi all'università?>>
<< V-va bene.>>
Goto guardò preoccupato Yakumo.




* Makoto Hijikata è una giornalista che talvolta aiuta Yakumo ed il suo gruppo nelle indagini che via via si trovano a svolgere; suo padre è un pezzo grosso della polizia. Nel manga, nel secondo volume esattamente, verrà posseduta da un fantasma il cui desiderio di continuare ad esistere lo porta a manifestarsi attraverso il suo corpo: la sua anima dovrà lottare per un bel po' di tempo contro questo intruso, ma verrà successivamente salvata da Yakumo. Nell'anime invece la vediamo per la prima volta nell'episodio 3, quando parlerà a Goto della foto di un bambino fantasma.
In entrambe le versioni, diventerà amica dei protagonisti e li aiuterà in alcuni casi successivi.

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** #2 ***


Il giorno dopo Goto e Ishii si ritrovarono nuovamente nella palazzina della signorina Mamiko, stavolta perchè quest'ultima aveva trovato i cadaveri dei suoi vicini di casa.

<< Erano marito e moglie, Selena Honto in Kowayashi, 36 anni, lavorava in una compagnia teatrale mentre Yuri Kowayashi, 37 anni, era il direttore della rinomata palestra "Gym". Presentano entrambi ferite da arma da taglio, che non è stata ancora trovata però. Probabilmente il decesso è avvenuto tra ieri e avantieri, dato che la donna è stata vista l'ultima volta due giorni fa. Ovviamente con l'autopsia sapremo di più>> commentò con un irritante sorrisino il dottore Hata. 
<< Va bene vecchiaccio, ma levati quel sorrisino dalla faccia, è irritante. Cercami non appena finiti gli accertamenti>> disse Goto.

Intanto Ishii parlava con la signorina Komoshira.
<< Due ore fa il gatto dei vicini, Silly, è entrato nella mia cucina passando dal balcone. Era sporco di sangue e mi sono preoccupata, allora ho bussato e suonato alla porta dei Kowayashi ma non ha risposto nessuno. Ho chiesto al portinaio se li aveva visti uscire e lui ha detto che aveva visto solo la moglie Selena due giorni fa. Ci siamo preoccupati e abbiamo aperto la porta con la chiave di riserva, e li abbiamo trovati in camera da letto... È stato terribile! >> raccontò Mamiko tra le lacrime.
<< Va bene può bastare, si tenga comunque reperibile per ogni evenienza >> disse Goto
<< Aspetti, c'è dell'altro. Il bambino mi ha detto di stare attenta! Ho paura!>>
<< Non si preoccupi, lo riferirò al ragazzo che ha incontrato ieri>>
<< Grazie ispettore>>
Poi Goto si rivolse a Ishii << Andiamo a parlare con il portinaio e sua moglie, vediamo se confermano la versione della signorina, dopodiché passiamo dal gattaccio. Di nuovo. >> 

Intanto Haruka era nuovamente con Jeremiah.
<< Sono stato in Italia, è davvero un posto meraviglioso!! Un giorno dovresti andarci, magari se vuoi ti accompagno io!! Comunque...>>
Haruka era felice di recuperare il tempo perso con l'amico, ma quel pomeriggio aveva pensato di andare da un certo ragazzo che aveva visto strano il giorno del suo compleanno.
Come se le avesse letto nel pensiero, Jeremiah disse di dover andare
<< Magari avevi qualche impegno ed io ti ho annoiata con le mie storie! >>
<< Ma no tranquillo, ci vediamo presto!!>>
<< Sicuro!!>>
Dopo che il ragazzo andò via, Haruka diede una rapida sistemata alla casa, e dimenticandosi anche di prendere una giacca uscí quasi correndo in direzione dell'università.

Arrivata davanti al Circolo degli amici del cinema bussò, ma non ricevette risposta. Bussò nuovamente, per poi aprire la porta con circospezione. 
<< Yakumo?? Ci sei??>>
Lo vide in un angolo, nel sacco a pelo, raggomitolato a dormire. Gli si avvicinò piano e gli toccò il fianco con un dito, facendolo balzare in aria.
<< Ahahahaha è sempre divertente >>
Lui la guardò borbottando e stropicciandosi gli occhi.
<< Credevo che saresti stata tutto il tempo con il tuo fidanzatino>> 
Lei lo guardò perplessa, per poi scoppiare a ridere.
<< Non ti piace proprio Jeremiah, eh??>> disse tra le risate
<< Non capisco cosa ci sia da ridere. Ora lasciami dormire, gentilmente.>> disse lui.
Haruka notò subito che non era il suo solito tono sarcastico, sembrava davvero infastidito dalla sua presenza, e questo le fece male.
<< Ok! Se ti do così fastidio me ne vado! >> disse lei e si voltò per uscire, poi si fermò con la mano sulla maniglia e senza nemmeno voltarsi a guardarlo gli disse <> e andò via sbattendo la porta. 
Yakumo restò fermo a guardare dove un attimo prima c'era lei, indeciso se seguirla o no. 
Ma quando corse fuori a cercarla, si ritrovò davanti l'ispettore Goto e l'ispettore Ishii che guardavano verso la strada.
<< Perché Haruka-chan stava piangendo? Che cosa è successo?>> gli chiese Goto preoccupato.
Yakumo si irrigidì sentendo le sue parole. 
Non aveva notato che lei avesse iniziato a piangere.

<< Niente che la riguardi! Piuttosto, come mai è qui??>> rispose brusco
<< Come siamo nervosi oggi. Ecco perchè avete litigato, come sempre del resto >> cercò di sdrammatizzare l'ispettore, ma vedendo che Yakumo invece restava a guardare verso il punto da dove Haruka era andata via lasciò perdere << Comunque c'è stato un duplice omicidio, ed è stato scoperto da Mamiko Komoshira>>
Solo a quel punto Yakumo gli dedicò attenzione, guardandolo con un sopracciglio alzato.
<< Entri e mi spieghi bene>> disse sbuffando.
Una volta dentro Goto notò una busta a terra. 
<< Credo ti sia caduta questa>> disse porgendola al ragazzo
<< Non è mia. Forse è sua...>> disse Yakumo rabbuiandosi e poggiando la busta sul tavolino << Comunque mi parli del caso>>
<< Si>> 
L'ispettore raccontò ciò che gli aveva detto Mamiko, mentre Ishii gli disse le informazioni raccolte sulle due vittime.
<< Sono marito e moglie, Selena e Yuri Kowayashi. I condomini li descrivono come una bellissima coppia che con il tempo si è distrutta, i litigi erano all'ordine del giorno, si dice a causa dei continui tradimenti dell'uomo>>
<< E con la Komoshira in che rapporti erano?>> 
<< Lui era il suo maestro di yoga, mentre con lei non aveva molta confidenza>>
<< Ma perché siete qui adesso? Cosa c'entro io?>>
<< Perché la signorina Mamiko ha detto che il solito bambino le ha detto che l'assassino la stava cercando e di stare attenta, e quindi ci tocca per la terza volta andare da lei>>
<< Ho capito, andiamo>>
<< Aspetta un attimo Yakumo>> gli disse Goto poggiandogli una mano sulla spalla per non farlo alzare << Cosa è successo con Haruka-chan?>>
<< Niente. E la prego di non insistere, o rimango qua>> taglio corto alzandosi ed uscendo dalla porta.

<< E-era proprio lì>> disse lei indicando un punto vicino alla porta dell'appartamento sotto sequestro.
Yakumo guardò la zona indicata, si strinse la radice del naso tra pollice e indice e corrugò lievemente la fronte, poi si avvicinò e guardò un punto fisso. Goto pensò che avesse visto il fantasma, ma seguendo il suo sguardo vide che invece stava osservando una ragazza. E non una qualsiasi.
<< Haruka-chan, cosa ci fai qui??>> chiese l'ispettore avvicinandosi.
<< Io...>> guardò con gli occhi lucidi Yakumo, per poi puntarli in basso << cercavo Jeremiah...>>
<< Quel tuo amico presente al tuo compleanno?>> 
<< Si.. Mi ha detto che per ora sta dalla sorella Selena. Ma che è successo?>>
Goto si irrigidì preparandosi a darle la cattiva notizia.
<< Mi dispiace che tu lo sappia così, ma sono stati trovati due cadaveri, marito e moglie, e la moglie forse è proprio sua sorella, Selena Kowayashi.>>
<< O mio Dio! E Jeremiah lo sa??>>
<< Il ragazzo è uscito stamattina ma ancora non è tornato>> disse Mamiko che intanto era rimasta a guardare curiosa la nuova arrivata, poi si rivolse all'ispettore << Avevo dimenticato di dirglielo ma l'ho riferito ad un altro agente... >> 
Yakumo si massaggiò il mento, per poi sbadigliare.
Goto lo guardò male per poi rivolgersi nuovamente alla ragazza sulla porta di casa.
<< Noi ci congediamo, dobbiamo tornare in commissariato. Arrivederci signorina>> per poi rivolgersi ad Haruka << Vieni con noi?>>
Lei guardò Yakumo, che però era già di spalle e si stava avviando all'ascensore senza nemmeno salutarla.
<< Non vorrei creare disturbo...>> disse con voce triste
Goto stava per risponderle che non c'erano problemi quando Yakumo, rimasto zitto dall'arrivo di Haruka, finalmente parlò.
<< Su, andiamo tutti in macchina, non ho mica tutta la giornata>>
<< Ma guardalo! Fa come se la macchina fosse sua!!>> disse Goto, nascondendo un sorriso e notando che anche Haruka aveva un mezzo sorriso.

In macchina Goto le chiese:
<< Haruka, hai provato a contattare Jeremiah?>>
<< Si ma non mi ha risposto, per questo sono andata a casa di sua sorella, pensavo fosse lì>>
<< Molto strano.. Se dovesse farsi sentire digli che deve passare dal commissariato, purtroppo devo interrogarlo, potrebbe sapere qualcosa>> le rispose. 
Poi si rivolse a Yakumo
<< Per caso hai visto qualcosa? >> 
<< Niente di diverso da voi >> rispose il ragazzo guardando fuori dal finestrino.
Haruka e Goto lo guardarono, capendo che stava riflettendo su qualcosa. Ma mentre l'uomo pensava che fosse qualcosa riguardo al caso, la ragazza pensò che si trattasse della discussione avuto poche ore prima, che magari fosse ancora seccato, per cui cercò di stargli lontana e di non disturbarlo.

Arrivati davanti all'università, Yakumo scese, ma non chiuse la portiera e si rivolse ad Haruka
<< Potresti passare un attimo? >>
Lei annuì e scese dalla macchina, ringraziando Goto e Ishii per il passaggio.

Entrati nella sede del Circolo degli amici del cinema, dove Yakumo viveva, lei si sedette su una sedia mentre lui si sedette sul divano. Per un po' restarono in silenzio, Yakumo la guardava di sottecchi osservarsi attorno come se fosse entrata per la prima volta lì dentro, pur di non incrociare lo sguardo del ragazzo. Poi vide la busta che le era caduta poco prima e la prese. 
<< Questa è mia! Nemmeno avevo notato di...>> iniziò lei ma lui la interruppe.
<< Forse prima ho esagerato un po'... Scusa... >> le disse grattandosi il naso imbarazzato.
Lei lo guardò sorpresa e con la bocca aperta poco elegantemente. 
<< Non c'è bisogno che fai quella faccia da pesce lesso>> disse lui con un mezzo sorrriso.
<< Si, scusa. È che è strano sentirti dire parole come "Scusa" >>
Yakumo alzò gli occhi al cielo e scosse la testa, facendo ridere Haruka.

Yakumo la guardò attento, come se avesse visto qualcosa di nuovo in lei, per poi alzarsi e avvicinarsi a lei. Lei smise di ridere e trattenne il respiro quando lo vide avvicinare la mano al suo viso come per una carezza, per poi poggiarla semplicemente sulla spalla.
<< Se vuoi possiamo fare un giro e poi ti riaccompagno a casa>> le disse porgendole la busta e prendendo la giacca
<< V-va bene>> rispose lei arrossendo lievemente

Camminarono per un po' in silenzio, poi lui sembrò ricordarsi di qualcosa.
<< E cosa c'è in quella busta?>>
<< Ah, quella busta... Ci sono due biglietti omaggio per andare al cinema>>
<< E pensavi di andarci con lui vero?>> chiese con voce assente, come niente fosse, ma stringendo i pugni dentro le tasche
<< Veramente no... Pensavo di andarci con... qualcun'altro...>> 
Avrebbe voluto dirgli che quel pomeriggio era andata da lui anche per invitarlo, ma non trovò il coraggio.

Lui non rispose e continuarono a camminare fino a casa di lei.
<< Ti va una cioccolata?>> gli chiese lei sull'uscio della porta
Sembrò rifletterci su prima di risponderle, come se gli avesse fatto una domanda filosofica
<< Va bene>>
Così entrarono, ma già davanti alla porta capirono che c'erano problemi
<< Qualcuno ha forzato la serratura>> notò Yakumo
<< Chiama Goto e aspettami qui fuori>> le disse lasciandogli il suo telefono ed entrando guardingo
<< Aspetta Yakumo! Non lasciarmi qua da sola!>> lo fermò lei tenendolo per l'orlo della camicia.
Lui allora la guardò, vide i suoi occhi lucidi e le sue mani tremolanti e tornò indietro.
<< Va bene, aspettiamo quell'orso, ma dobbiamo stare fuori per non contaminare le possibili prove >>
Così aspettarono in corridoio che arrivasse l'ispettore Goto con altri agenti, per poi uscire nel cortile antistante la palazzina per non essere d'intralcio.

Intanto la sera era arrivata e con lei l'umidità, e la ragazza iniziò a sfregarsi le braccia per contrastare il freddo. Yakumo se ne accorse e le porse la sua giacca.
<< Mettitela, a me non serve>> 
Lei indossandola si trovò circondata dal suo profumo di cannella e cioccolato, un' essenza che Haruka trovò perfetta per lui. Yakumo nascose un sorriso guardandola mentre lei, cercando di non farsi vedere, annusava la sua giacca.

Gli agenti perlustrarono l'appartamento di Haruka, dove stranamente non mancava niente, e soprattutto non trovarono prove. 
Yakumo era rimasto accanto a lei nonostante il freddo che sentiva arrivargli fino alle ossa, dato che lui dando la sua giacca alla ragazza era rimasto in camicia. 
Finiti gli accertamenti, Goto, Ishii e Yakumo aiutarono Haruka a risistemare casa ed in poco tempo fu come se niente fosse successo.

<< Purtroppo la serratura è stata rovinata e a quest'ora non c'è nessuno che possa cambiarla o ripararla, c'è il pericolo che qualcuno ne approfitti per entrare, per cui due uomini resteranno qua di guardia. Tu hai un altro posto dove stare per stanotte?>> chiese Goto ad Haruka

<< A quest'ora non troverei nessun treno per andare da mia madre, e purtroppo lei non può guidare perchè proprio ieri si è slogata una caviglia, potrei chiedere a... >>
<< Starà da me>> la interruppe Yakumo.
<< Ma cos...??> rispose la ragazza sorpresa
<< Penso sia il posto migliore dove potresti stare. Poi domani starai dove preferisci.>>
Goto sospirò, chiedendosi come facesse quel ragazzo ad essere apprensivo e stronzo al tempo stesso.
<< Ok per stasera resti da Yakumo, domani sistemeranno la serratura e potrai tornare a casa tua>> disse infine l'ispettore.

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** #3 ***


 

Le luci dei lampioni illuminavano il viso sorridente e lievemente arrossato dal freddo di Haruka mentre parlava di una nuova pasticceria del centro mentre Yakumo camminava silenziosamente al suo fianco senza ascoltarla. La guardava semplicemente gesticolare e ridere talvolta, di tanto in tanto le rispondeva con un monosillabo e poi riprendeva ad osservarla, finchè lei non disse qualcosa indicando il parco popolato da bambini che, gioiosi, pattinavano sulla pista di ghiaccio. 
<< Yakumo mi stai ascoltando??>> 
<< Eh? Certo che si, andremo in quella pasticceria>>
<< Veramente ti avevo chiesto di andare sulla pista di ghiaccio>>
<< Così dovrò tirarti su quando cadrai con la tua innata eleganza??>>
<< Per tua informazione io sono un'ottima pattinatrice, ogni Natale nel mio quartiere allestivano una pista ed io e... be, io e mia sorella Ayaka andavamo sempre...>> rispose lei inizialmente allegra e poi piano piano più triste. 

Yakumo notò il repentino cambio d'umore e, come ogni volta, sentì come una stretta al cuore vedendo i suoi occhi spegnersi.

<< E va bene, andiamo a pattinare>> disse il ragazzo ridando gioia alla ragazza.
Con sorpresa -e divertimento- di Haruka, quello a non saper pattinare era Yakumo, che quindi restò a lungo aggrappato al bordo. Allora la ragazza intenerita gli si avvicinò.
<< Dammi le mani, ti aiuto io>>
Lui la guardò inizialmente imbronciato, ma lei continuò a sorridergli e alla fine lui pensò che forse, per una volta, poteva accontentare quell'imbranata, e quindi le diede le mani. Lei lo guidò lungo la pista aiutandolo a restare in equilibrio e restarono per almeno mezz'ora a pattinare piano finchè Haruka non lo sentì tremare lievemente. 
In quel momento si rese conto che lei aveva la sua giacca e che probabilmente lui stava sentendo parecchio freddo stando sul ghiaccio. Guardandolo meglio notò che aveva le guance arrossate e gli occhi lucidi, così lo portò a bordo pista e, senza prima avvertirlo per evitare che lui si opponesse, gli poggiò rapida una mano sulla fronte.
<< Ma tu scotti!! Ora andiamo dritti dritti a casa, e sarà meglio avvertire tuo zio che... oh..>>  si rese conto solo dopo di ciò che stava dicendo, e calò il silenzio tra i due, che presero la strada per l'università.  

Qualche minuto dopo Haruka ruppe il silenzio.
<< Ancora non mi sembra vero che Ishiin non ci sia più, per questo ancora capita che io parli di lui come se fosse ancora vivo...>>
Yakumo non rispose subito, ma la ragazza capì cosa stava provando e rispose ai pensieri di lui.
<< Manca tanto anche a me...>>

Forse fu per merito della febbre, o magari per il fatto che la ragazza provasse le sue stesse sensazioni, fatto sta che Yakumo la abbracciò stretta, facendola arrossire.
Poi come nulla fosse lui sciolse l'abbraccio e guardando dritto davanti a se riprese a camminare, notando solo dopo che la ragazza era ancora ferma, con le guance arrossate come due mele ed un piccolo sorriso sulle labbra. Yakumo pensò che era adorabile quando si imbarazzava e avrebbe voluto stringerla di nuovo a sé.

E che per pensare queste cose doveva avere la febbre molto alta.

Così tornò indietro e le schioccò le dita davanti agli occhi per avere la sua attenzione.
<< Si, è decisamente il caso di tornare a casa>> le disse ridacchiando
<< S-si! Così ti metti sotto le coperte e ti preparo un brodo>> rispose lei balbettando leggermente e avviandosi quasi a passo di marcia
<< La vedo difficile dato che non ho fatto la spesa. Ho il frigo vuoto. Domattina vado in qualche supermercato casomai>>
<< No no, adesso andiamo all'università, ti metti a letto ed io vado a fare la spesa. È il minimo visto che mi ospiti da te>>


<< Cos'è questa roba??>> chiese scettico Yakumo
<< Un brodo di pollo con verdure. Mangialo, ti aiuterà a guarire>> gli rispose sorridendo Haruka
<< Non sembra buono...>>
<< Yakumo Saitou, mangia e basta!>> disse decisa Haruka, con le mani sui fianchi
<< No!! Piuttosto ho visto che hai portato dei dolci>>
<< Niente brodo, niente dolci!!>>
<< Ehi, non trattarmi come un bambino!!>> brontolò Yakumo
<< In questo momento lo sembri proprio!>>
Dopo aver cenato -e con gioia di Yakumo mangiato un pasticcino al cioccolato- fu il momento di andare a dormire.


E anche lì nacquero problemi.
<< Mi faresti davvero dormire nel sacco a pelo sul pavimento??>>
<< Faresti davvero dormire una persona con 39.5 di febbre in un sacco a pelo sul pavimento?>>
<< Assolutamente no!>>
<< Dunque o ci dormi tu o dormiamo assieme sul divano>>

A quelle parole la ragazza arrossì furiosamente e sbarrò gli occhi, per poi riprendersi
<< Ma non ci stiamo tutti e due sul divano!>>
<< È un divano letto, me lo ha portato un mese fa Goto per farmi stare più comodo. Basta aprirlo>>
<< Potevi dirlo subito!! Ci risparmiavo mezz'ora di battibecchi!>>
<< Come se a te non piacesse battibeccare con me!>>
Lei evitò di ribattere solo perché lui aveva la febbre e lei era stanca.
Così spostarono il tavolo con le sedie e aprirono il divano letto.
<< Ok ora a letto!!>> ordinò Haruka mettendosi sotto le coperte
<< Va bene>> rispose il ragazzo imitandola
Si era appena messa su un fianco quando un braccio la strinse dalla vita e sentì il petto caldo di Yakumo sulla schiena, mentre il suo fiato le solleticava il collo. Lei si sentì le guance andare a fuoco mentre il ragazzo copriva entrambi con la coperta.
<< Buonanotte stupida crocerossina>>
<< Buonanotte Yakumo>> balbettò lei cercando di ignorare il battito decisamente accellerato del proprio cuore

Era ancora notte quando Yakumo si svegliò, ma cercando di riaddormentarsi tenne gli occhi chiusi e strinse di più a sé il cuscino che aveva tra le braccia, prima di rendersi conto che non era un cuscino. Il ragazzo allora aprì gli occhi e si ritrovò Haruka accoccolata al petto, che dormiva come un bimba. Le lunghe ciglia solleticavano le guance rosate, le labbra rosee erano socchiuse e aveva una mano con cui stringeva forte la maglietta del ragazzo. Lui sorrise a quella scena, mentre i fatti della sera precedente tornava alla sua memoria facendolo sorridere.

Dopo la morte di Ishiin, i due si erano avvicinati molto, Yakumo aveva accettato di provare qualcosa per Haruka, ma pensava fosse solo affetto, amicizia che si era creata solo perché avevano passato tanto tempo e tante avventure assieme, niente di più. Eppure doveva ammettere, almeno a se stesso, che vederla così vicina a quel Jeremiah lo infastidiva ma pensava fosse solo perché quel tipo non gli piaceva, sentiva che avrebbe potuto farle del male.

La guardò ancora, e nella penombra della stanza si concesse di pensare -dando ovviamente la colpa alla febbre che ancora sentiva di avere- che era carina, specie in quel momento mentre dormiva, e che l'avrebbe sempre protetta da tutto, sarebbe stato "la sua guardia del corpo per sempre", come gli aveva chiesto lei durante il loro primo caso*. La strinse maggiormente a sé e si riaddormentò.

Haruka intanto stava sognando. 
Era su un bel prato verde, il sole era alto nel cielo limpido e terso, ed un leggero venticello rinfrescava l'aria facendo muovere piano i suoi capelli, che le accarezzavano le guance. Ma si rese presto conto che non erano i suoi capelli ad accarezzarla, bensì una mano, una mano a lei ben conosciuta. Sollevò piano la testa e vide che era poggiata sul petto di Yakumo, che le sorrideva dolcemente.
Sentì il bisogno di avvicinarsi al viso del ragazzo e di accarezzarlo, mentre si perdeva in quell'occhio rosso che lei tanto amava. Yakumo si avvicinò maggiormente facendo sfiorare i loro nasi, senza mai smettere di accarezzarla.
<< Sai, volevo dirti che riiing>>
<< Cosa??>>
<< Ho detto che riiing>> 
<< Non ho capito!>>

<< Ma le sembra questa l'ora di chiamare???>>
A parlare stavolta era stato il vero Yakumo, rispondendo sicuramente all'ispettore Goto che gli stava dicendo qualcosa che Haruka ancora presa dal sonno non capì, ma a giudicare dall'espressione di Yakumo non doveva essere una bella cosa.
<< Va bene, più tardi potrà passare da me per parlarne, ma adesso abbia pietà di un povero ragazzo con la febbre>> e staccò.

La ragazza sentendo le ultime parole di ricordò della sera precedente, la pista di ghiaccio, Yakumo con la febbre, l'abbraccio, i battibecchi per fargli prendere il brodo e per dormire, ed il braccio del ragazzo attorno ai suoi fianchi.

Si rese anche conto che ora una mano del ragazzo era sulla sua schiena, come per abbracciarla, e soprattutto che l'altra mano era la sua guancia, mentre lei era appoggiata al petto di Yakumo, riusciva a sentirne anche i battiti del cuore, come nel suo sogno. 
Il ragazzo, ignorando che la ragazza stesse andando in tachicardia, continuò ad accarezzarla ad occhi chiusi, forse senza rendersi subito conto che lei si fosse svegliata.
<< Torna a dormire invece di fissarmi, abbiamo ancora un po' di tempo prima di doverci alzare>> le sussurrò socchiudendo gli occhi per osservarla.
Lei cercando di essere naturale si schiarì la gola, che sentiva secca.
<< Cosa ha detto l'ispettore Goto??>> chiese con la voce impastata dal sonno.
<< Ne parleremo dopo, ora dormiamo>> rispose lui smettendo di accarezzarle la guance e spostando la mano dalla sua schiena, per cercare le coperte che si erano spostate.
Lei pensò invece che fosse per farla spostare, ma quando lei si mosse Yakumo riportò rapidamente la mano sulla sua schiena e la strinse a sè.
Fu così che si ritrovarono con i visi vicini, facendo nuovamente ricordare il sogno fatto ad Haruka, che prima arrossì e poi si perse nell'occhio rosso del ragazzo, che se ne accorse.
<< Ancora non capisco come faccia a piacerti>> bisbigliò 
<< Eh?? Cosa?? Chi ha detto che mi piaci??>> disse subito lei allarmata
<< Intendevo l'occhio... >> rispose allora lui arrossendo lievemente e distogliendo lo sguardo dalla ragazza, capendo solo dopo il malinteso. Poi riprese a parlare, guardando un pungo indefinito accanto al letto << Una volta ti dissi che uso dividere le persone in chi guarda il mio occhio con orrore e chi invece ne approfitta*, tu non fai parte di nessuno dei due però, sei l'unica persona al mondo ad averlo definito "bellissimo". Ed io non riesco a capire perché. >>
<< Ah... Bè non so spiegartelo, ma lo trovo davvero bellissimo... Resterei ore ad ammirarlo>> 
Stavolta fu il turno di Haruka di arrossire mentre Yakumo riportava lo sguardo su di lei, pensieroso.

<< Controlliamo la febbre>> disse la ragazza per cambiare discorso, e appoggiò la mano sulla fronte del ragazzo. 
Ma agitata com'era invece di appoggiare delicatamente la mano sulla fronte, gliela schiaffeggiò sopra.
<< Delicata come un elefante>> borbottò lui
<< Scusa!! >> disse lei imbarazzata, poi tornò seria << comunque tu oggi non ti muovi da sotto le coperte, hai ancora la febbre alta>> 
<< Allora possiamo tornare a dormire senza problemi, buonanotte>> rispose lui alzando deciso le coperte sulle spalle di lei e tornando ad abbracciarla. 
Poi pensò che la febbre gli faceva davvero male, per farlo comportare così.
<< Buonanotte>> sussurrò lei stringendosi di più a lui.

Goto e Ishii passarono in tarda mattinata, scuri in volto.
<< Haruka-chan, qualcuno ti ha lasciato una lettera. E non è assolutamente amichevole. >>

 

*Sono entrambi riferimenti all'anime, esattamente alla prima puntata e alla quarta

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** #4 ***


Nella sede del club del cinema dell'università, la luce naturale che filtrava dalla finestra e quella artificiale del neon creavano un curioso intreccio di luci e ombre sui volti seri e preoccupati di Haruka, Yakumo, l'ispettore Goto e Ishii.
<< A quanto pare qualcuno ce l'ha con te, Haruka-chan. La scientifica sta già esaminando la lettera minatoria che hanno lasciato davanti la tua porta stanotte>> disse Goto con in mano una sigaretta, come al suo solito.
<< Ma non dovevano esserci degli agenti di guardia??>> chiese Yakumo 
<< Si, ma una signora ha iniziato ad agitarsi e urlare "avete già preso mio figlio, cosa volete ora??", i vicini si sono lamentati della confusione e gli agenti sono stati costretti a rimanere dentro l'appartamento>> gli rispose l'ispettore 
<< Sicuramente era la signora Myhori>> spiegò Haruka imbarazzata portandosi una mano sulla fronte e sospirando << anni fa arrestarono suo figlio per bancarotta fraudolenta, ne ha sofferto così tanto da impazzire con il tempo, ed ora crede che presto verranno ad arrestare anche lei>>

<< Mi ridica cosa c'era scritto nella lettera>> chiese Yakumo.
<< "Sarai la prossima a pagare">> rispose Goto.
Yakumo impallidì e sentì un brivido lungo la schiena. L'ispettore si rivolse poi ad Haruka
<< Come se non bastasse, secondo la legge non ci sono prove sufficienti per darti un domicilio segreto, al massimo puoi avere due uomini di scorta, io ed Ishii ci siamo già proposti per questo incarico, basta che tu sia d'accordo. >> 
Dopo qualche minuto fece un ghigno e aggiunse << Ho pensato però che nessuno ti vieta di venire a stare a casa mia per qualche giorno, Atsuko e Nao ne sarebbero entusiaste e tu saresti più al sicuro. E poi qui stiate un po' scomodi in due, no?>> 
Yakumo guardò Haruka di sottecchi mentre lei si tormentava le mani, indecisa su cosa dire.

<< La ringrazio signor Goto, ma non vorrei disturbare. E tutto sommato qua non si sta tanto male >> rispose la ragazza.
Yakumo trattenne una risata, guadagnandosi un'occhiataccia di Haruka.
<< Cosa ho detto di strano?? >>
<< Sei incoerente! Tempo fa mi avevi chiesto come facessi a vivere qui, con disappunto, e ora dici che si sta bene. >> le spiegò
<< Non sono incoerente, semplicemente ho visto che non è poi tanto male stare quì! Solo gli sciocchi non cambiano mai idea!>> Rispose Haruka incrociando le braccia sotto il seno

Goto sorrise divertito dal loro comportamento.
<< Scusate se vi interrompo, piccioncini, ma vorrei dirti, Haruka, che se il gattaccio è d'accordo, verrà con te, d'altronde quella è anche casa sua>> disse l'ispettore, intuendo quale fosse il vero motivo della titubanza della ragazza. 
Haruka guardò speranzosa Yakumo, aspettando una sua risposta. Lui sospirò e si portò una mano alla fronte, mentre si alzava per prendere una bottiglia d'acqua dal frigo.
<< Mi sembra di capire che dovrò sopportare ancora per un po' la tua costante presenza, cerca di non essere troppo fastidiosa!>> 
<< Ehi!! Non mi sembrava ti dessi tanto fastidio ieri sera!!!>> 
Goto e Ishii spalancarono gli occhi e guardarono stupiti i due, mentre Yakumo quasi si strozzò con l'acqua ed iniziò quindi a tossire. 
La ragazza capendo il malinteso arrossì e cercò di spiegare.
<< Non è come sembra!! Ieri sera aveva la febbre e quindi gli ho preparato un brodo...>>
<< Tremendo tra l'altro>> disse il ragazzo tra un colpo di tosse e l'altro.
<< ... Gli ho misurato la febbre e sono stata paziente con lui, gli ho anche dato un dolcetto!>>

Il ragazzo stava per ribattere a proposito della sua "pazienza", quando al telefono della ragazza arrivò un sms. Lei guardò il nome sul display e spalancò gli occhi, per poi leggere il contenuto del messaggio.
<< È Jeremiah, dice di chiamarlo il prima possibile perchè ha bisogno di parlarmi >> disse.
<< Gentilmente, chiamalo e metti il vivavoce>> chiese Goto ad Haruka.
Il telefono fece tre squilli prima che il ragazzo rispondesse.
" Pronto?"
<< Ciao Jeremiah >>
" Ciao, come va??"
<< Non dirgli degli ultimi fatti>> sussurrò Yakumo all'orecchio della ragazza, facendola arrossire nel sentire il suo respiro sulla pelle.
<< Tutto bene, a te??>> 
" Insomma, volevo parlartene di persona. Possiamo incontrarci da qualche parte?? "
Goto annuì
<< Ma certo, quando??>>
"Io sono ad un parco giochi, vicino alla stazione, quindi se vuoi anche ora"
<< Digli domani>> sussurrò Goto 
<< Preferirei domani, stavo per farmi la doccia e poi stasera ho un impegno>> mentì lei
"Va bene, a dopo allora" 
<< A dopo>> 
"Ah, non dire a nessuno che sono qui, poi ti spiego" e chiuse la chiamata
<< Quel tipo non mi convince affatto, e deve ancora essere interrogato>> disse Goto grattandosi il mento << Noi veniamo con te senza farci vedere e se succede qualcosa interveniamo>>
<< V-va bene, anche se non penso che Jeremiah possa farmi qualcosa di male>> 
Yakumo si portò una mano tra i capelli
<< Capisco che l'amore renda cechi, ma non puoi non notare quanto sia sospetto quel ragazzo>> disse alzandosi in piedi
<< Mi duole ammetterlo, ma ha ragione il gattaccio. I vicini hanno sentito Jeremiah Honto e la sorella litigare furiosamente ed hanno visto il ragazzo uscire di casa molto arrabbiato, poco prima dell'omicidio.>>

Per un po' nella sede del club del cinema nessuno parlò, ognuno immerso nei propri pensieri, finchè Goto non si batté una mano sulla fronte.
<< Quasi dimenticavo!! Mia moglie Atsuko stasera vi vuole a casa nostra per cena!! E non accettiamo un no come risposta!! Specialmente Nao non accetta un no!>>
Yakumo sorrise sentendo il nome della cugina.
<< Se l'imbranata è d'accordo, ci saremo>> disse indicando Haruka
<< Quest'imbranata ha anche un nome, a volte puoi usarlo sai??>> rispose lei al ragazzo, per poi rivolgersi all'ispettore << Certo che ci saremo!>> 
<< Ottimo! Allora avverto mia moglie, dopodiché ci organizziamo per l'incontro con Jeremiah, non voglio che tu lo veda da sola>> 
<< Ehm signor Goto, avrei bisogno di prendere dei vestiti da casa, ieri ho preso solo un cambio pensando di stare fuori casa solo una notte, potrebbe accompagnarmi?>> 
<< Ma certo, stavo per dirtelo io!>>

Mentre Haruka preparava una valigetta con dei vestiti di ricambio, Yakumo prese da parte Goto 
<< Ha avuto i risultati dell'autopsia sui due coniugi? >>
<< Si. A quanto pare l'uomo è stato ucciso poco dopo pranzo, non aveva ancora digerito, mentre la donna in un secondo momento. Pensiamo sia stata proprio lei ad ucciderlo, dato che nel coltello che aveva in mano sono presenti tracce del sangue del marito. Inoltre sembrerebbe che l'uomo abbia avuto un rapporto sessuale poco prima di essere ucciso, ma non con la moglie. Sembrerebbe che si tratti fa pensare che si tratti del solito caso di omicidio-suicidio passionale: la moglie ha scoperto che il marito la tradiva, hanno litigato, e lei lo ha ucciso, per poi suicidarsi. >> 
Yakumo si premette l'indice in mezzo alle sopracciglia senza rispondere, per cui Goto continuò a parlare.
<< Hai anche tu l'impressione che ci sia qualcosa di strano, vero? >>
<< Esatto, secondo me l'assassino vuole farci credere che le cose stiano così per fare in modo che le indagini si chiudano nel più breve tempo qualsiasi. Sotto c'è qualcosa di più grande. >> rispose Yakumo
<< La stessa cosa che pensavo io. >>

Dopodichè Yakumo si guardò intorno, notando su un mobile in soggiorno una foto di Haruka con sua sorella Ayaka e Jeremiah, un'altra di Haruka con dei suoi amici e poi, con sua sorpresa, una foto di loro due con Makoto, il bimbo che frequentava la scuola dove Haruka aveva fatto tirocinio, e che credeva di essere maledetto. 

Sfiorò la foto con le dita, sorridendo, senza accorgersi di Haruka che gli si avvicinava.
<< Dobbiamo ancora andare a trovarlo>> gli disse poggiandogli una mano sul braccio per avvertirlo della sua presenza.
<< Già. Quando le acque si saranno calmate, ci andiamo. Promesso>> le rispose posando una mano sulla sua.
La ragazza annuì. 

Intanto Goto si avvicinò ai due.
<< Hai preso tutto? Possiamo andare??>> chiese ad Haruka
<< Sisi, possiamo andare>>

<< Io devo tornare a lavoro a sistemare delle scartoffie, ci vediamo stasera alle 9 a casa mia, Yakumo sa dov'è. Mi dispiace non potervi passare a prendere io ma devo accogliere gli ospiti. Ishii starà di guardia qua fuori. Voi preparate le vostre cose così dopo la festa restate a casa mia >>
<< Va bene, non si preoccupi ispettore, a più tardi!>> salutò Haruka mentre Yakumo era semplicemente sceso dall'auto.
Arrivati alla sede del club che Yakumo usava come casa, prepararono le borse e le valigie con le loro cose, in realtà poche, ed una volta finito Haruka iniziò a prepararsi per la serata, chiedendo di tanto in tanto pareri a Yakumo.

<< Non ti sei mai preoccupata tanto del tuo aspetto, come mai oggi invece sembri quasi in ansia per come vestirti??>> aveva chiesto dopo un po' il ragazzo, vedendo Haruka agitarsi sempre più.
<< Perché Goto e sua moglie devono dare una notizia importante>> aveva risposto lei da dietro la tenda che avevano montato per avere un minimo di privacy quando ci si cambiava
<< Non ci credo, anche tu con la tua testa bacata l'hai capito!!>> esclamò lui sorpreso
<< Ah ah, divertente come sempre!! Era ovvio, Goto è più che felice! Secondo te qual'è la notizia??>> 
<< Non ne ho idea, al momento>> 

<< Forse ho trovato il vestito giusto!!>> disse dopo qualche minuto Haruka
<< Era ora!! Sono le 8 e mezza, e casa di Goto è dall'altro lato della città!!>> rispose Yakumo
<< Solo che... Ecco... Avrei bisogno di una mano... Puoi alzarmi la cerniera??>> quasi bisbigliò lei.

Yakumo allora si alzò dal divano dove si era sdraiato nell'attesa e si avvicinò alla tenda.
<< Posso?>>
<< Si...>> 

Yakumo restò un attimo bloccato a guardare Haruka, che mal interpretò il suo comportamento
<< Mi sta così male??>>
<< No, anzi. Ti sta davvero bene>> la rassicurò Yakumo con la gola stranamente secca.
L'abito nella sua semplicità era perfetto. Era un tubino rosso che arrivava fino alle ginocchia, con le maniche a tre quarti e lo scollo a barca. La cerniera era proprio sulla schiena e Yakumo, tirandola su, sfiorò leggermente la pelle della ragazza, leggero come una piuma, ma ad entrambi mancò per un attimo il respiro.
Haruka restò a guardare il loro riflesso davanti allo specchio, per poi incrociare lo sguardo di Yakumo
Il ragazzo ricambiò lo sguardo per qualche istante, poi andò verso il cassetto di un armadietto e ne uscì una scatolina incartata con della carta rossa e argento.
<< Questo... Era il tuo regalo di compleanno. Non te l'ho dato l'altro giorno perché... Bè perché no, comunque te lo do ora, spero ti piaccia>> e glielo porse
<< Grazie>> disse lei con un sorriso, iniziando a scartare il regalo.
Quando poi aprì la scatoletta, le si mozzò il respiro e non riuscì a dire niente.
<< Ti piace??>> 
<< È... Meravigliosa! Puoi agganciarla​??>> gli chiese uscendo dalla confezione una collana con un ciondolo a forma di cuore con incastonati dei piccoli rubini di mille sfumature. 

Yakumo agganciò il gioiello e nel farlo si ritrovò ad accarezzare nuovamente la pelle soffice di Haruka, sentendo ancora una volta il cuore battere più forte.
Haruka si girò verso di lui.
<< Sono pronta>> gli disse, e lui annuì semplicemente.
Restarono qualche attimo a guardarsi negli occhi, prima di notare che stavano tardando per la cena a casa dell'ispettore Goto.

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** #5 ***


Arrivati a casa di Goto, Yakumo e Haruka furono accolti da un'euforica Nao che si lanciò tra le braccia del cugino, il quale la afferrò al volo e le sorrise dolcemente, felice di vederla così serena. Haruka guardandoli si intenerì e sorrise a sua volta, contenta di vedere che, nonostante i difficili fatti accaduti un anno prima, la bimba non avesse perso il suo sorriso.

Intanto, Nao si era girata verso di lei e aveva allungato le braccia verso di lei. Haruka allora le si avvicinò e l'abbracciò, grata per queste dimostrazioni d'affetto che la bimba le dava ogni volta che si vedevano. 
"Ciao Nao" pensò per comunicare con la bimba 
"Ciao Haruka-chan! Sono felice di vederti!!" le rispose mentalmente la bimba*

Dopo la morte di Ishiin, Goto aveva adottato Nao, e talvolta anche Yakumo restava a casa loro. Era quindi stato necessario comprare un appartamento più grande, con una camera da letto matrimoniale e due singole, una per Nao ed una per Yakumo, ma Haruka non ebbe modo di vederle subito.

<< Haruka, Yakumo, eccovi finalmente! Nao vi ha visto arrivare e ha voluto aprire lei. Adesso manca solo mia sorella con la sua famiglia!>> li salutò allegra Atsuko, la moglie di Goto.

Pochi minuti dopo suonarono al campanello e Goto andò ad aprire la porta. Tornò con una donna dai capelli castani a caschetto, un uomo basso e lievemente in sovrappeso dai capelli neri ed una ragazza della stessa età di Haruka dai lunghi capelli mossi e biondi.
<< Loro sono mia sorella Fumiko, suo marito Kikuro e la loro figlia Seiko>> li presentò Atsuko.
Haruka notò che la ragazza non accennava a distogliere lo sguardo da Yakumo, che discuteva di qualcosa con Ishii senza dare attenzione ai nuovi arrivati.

Infatti, poco dopo Seiko si avvicinò al ragazzo.

<< Ciao, tu devi essere Yakumo. Lo zio parla spesso di te. >> disse con voce suadente tendendogli la mano 
<< Sono io. Tu invece sei?>> le rispose lui
<< Seiko, mia madre è la sorella di Atsuko>>

Da quel momento, per Haruka iniziò una serata parecchio tesa. Al tavolo, Seiko si sedette accanto a Yakumo, mentre lei era seduta di fronte, vicino un ragazzo con un anno in più di lei, figlio del fratello di Goto, che si chiamava Masuhiro, o almeno così le era sembrato di capire. 
Masuhiro le parlava di una squadra di baseball americano che lui adorava, ma lei non lo ascoltava nemmeno, interessata al modo in cui Seiko cercasse l'attenzione di Yakumo avvicinandosi sempre più a lui.

Il ragazzo dall'occhio rosso sentendo lo sguardo di Haruka su di sé la osservò a sua volta.
<< Se stringi ancora più forte quella forchetta, la piegherai>> disse Yakumo ad Haruka, notando le nocche della ragazza quasi bianche dallo sforzo di stringere tra le dite la posata. 
<< Ah già, scusa>> sussurrò lei. 
<< Dovresti chiedere scusa a lei, non a me>> disse ironico, ma lei sembrò non sentirlo nemmeno.
Yakumo si chiese cosa avesse, e decise di parlarle non appena possibile, magari quando quella tizia che gli si era incollata accanto lo avesse onorato della sua assenza.
Anche Goto notò lo strano comportamento di Haruka, ma davanti agli altri preferì non dire niente.

Alla fine della cena, Goto e Atsuko attirarono l'attenzione degli ospiti alzandosi in piedi.
<< Vi abbiamo invitati tutti qui per darvi una bella notizia. Vuoi dirla tu Atsuko??>>
<< Va bene. Io e Goto abbiamo pensato di rinnovare le promesse coniugali. Abbiamo passato dei periodi difficili, ma da un anno, grazie a Nao, siamo ritornati più uniti di prima, ed abbiamo pensato di consacrare così questa rinascita.>> 
Gli ospiti applaudirono felici e brindarono.

Finita la serata, mentre Goto e Atsuko salutavano gli ospiti, Haruka restò in un angolo a guardare fuori dalla finestra. Yakumo la vide e decise di avvicinarsi per parlarle.
<< Stasera ti ho visto strana, cos'hai?>> le chiese
<< Niente, niente d'importante>> rispose la ragazza senza però incrociare il suo sguardo.
Lui non rispose subito, rimanendo a guardarla in viso per provare a capire cosa stesse pensando. 

Riusciva a risolvere i casi più complicati, comunicare con le anime più travagliate dei defunti, capire le intenzioni delle persone più strambe, ma quando si trattava di lei, non sempre riusciva a comprendere cosa si nascondesse dietro i grandi occhi castani di lei. 
E questo lo faceva dannare.

Avrebbe voluto insistere, ma Atsuko si avvicinò ai due.
<< Scusate il disturbo. Haruka, prima non ho avuto modo di farti fare il giro della casa, dato che c'erano gli ospiti e siamo rimasti in salotto, per cui adesso ti faccio vedere le altre stanze, e soprattutto quella in cui dormirai. >> le disse la donna facendole l'occhiolino alla fine.
La ragazza capì solo dopo il perchè di quel gesto e del tono divertito usato dalla donna.

La prima camera che videro fu quella di Nao. I muri erano decorati da della carta da parati con dei fiori disegnati, mentre i mobili erano rosa chiaro. Sulla scrivania c'erano delle foto della bambina con Ishiin, Goto e Atsuko, e addirittura una con Haruka e Yakumo, scattata poco tempo prima. 
Nella camera da letto matrimoniale invece regnava il bianco panna, dai muri con in rilievo dei fiori ai mobili lucidi ed eleganti, e Haruka vide su un muro delle foto di famiglia, alcune con dei colleghi di lavoro, addirittura una con Goto e Ishii, ed una con lei, Nao e Yakumo.

Infine, vide la camera di Yakumo.
I muri erano blu scuro ed i mobili neri in legno, tutto il contrario delle altre stanze, luminose e colorate. Si avvicinò alla scrivania sotto la finestra, e vide che sopra c'erano una foto con Yakumo, Goto, Nao e Atsuko che aveva scattato proprio lei, una foto di suo zio e Nao, la foto con lui da piccolo tra sua madre e Takeda-san, e con sua sorpresa la stessa foto che aveva lei a casa, con Yakumo, lei e Masato.
Si sorprese nuovamente a vedere il biglietto per il suo concerto di almeno un anno e mezzo prima. Sorrise dolcemente tra sé e pensò che, ancora una volta, Yakumo si dimostrava più dolce di quanto sembrasse.

<< Tu dormirai qui >> disse Atsuko mentre tornavano in cucina, dove avevano lasciato gli uomini
<< Cosa? E Yakumo??>> chiese allarmata Haruka
<< Ecco... Pensavo che avreste dormito assieme>> 
<< Credo sia meglio chiedere a lui>> disse la ragazza imbarazzata 
<< Io non credo che si opporrà>> rispose la donna entrando in cucina

<< Chi dovrebbe opporsi e a cosa??>> chiese Goto, mentre con Yakumo e Ishii sorseggiava un the
<< No niente nessuno ahahah>> disse arrossendo e gesticolando imbarazzata Haruka
<< Yakumo, è vero che puoi dividere la tua stanza con Haruka??>> chiese Atsuko ignorandola
Lui poggiò con grazia la tazzina al tavolo e guardò la ragazza
<< Per me va bene, anche perché il divano è scomodo e potrebbe servire a Goto, se voi due litigaste>> 
<< Brutto gattaccio dei miei stivali!!>> disse allora Goto
<< Visto cara?? Quindi ora sistemiamo le tue cose di là>> disse Atsuko ad Haruka (ancora rossa) << Goto tu vieni con me, devi montare quel mobile che abbiamo lasciato nel ripostiglio, potrebbe servire ad Haruka. Vieni anche tu Ishii>> e trascinò l'ispettore e l'assistente con sé.

Haruka e Yakumo rimasero da soli in cucina.
<< Sicura che vada tutto bene?>>
<< Si si>> rispose lei vaga
Lui la guardò per un po' in silenzio, per poi alzarsi da tavola ed uscire dalla stanza. 
Ormai rimasta sola, Haruka sospirò e si alzò a sua volta, andando verso la stanza di Yakumo, dove trovò Goto che rimproverava Ishii perché non riusciva a montare il mobile. Lei, Atsuko e Nao iniziarono a ridere per la scena .

D'un tratto la ragazza si sentì osservata, così alzò lo sguardo e dal riflesso delle finestre vide Yakumo a pochi passi da lei.

Si girò per guardarlo direttamente in viso e gli fece un lieve sorriso, non ricambiato. 
Così il sorriso le si spense ed uscì dalla stanza, sentendosi improvvisamente senz'aria lì dentro. 
Andò nel salotto, da cui si poteva uscire sul balcone, dove andò, appoggiò le mani sulla ringhiera e respirò a fondo.

Una folata di vento la fece rabbrividire, così si strinse a sé, quasi ad abbracciarsi. 
Sobbalzò quando si sentì poggiare qualcosa sulle spalle.
<< Se hai freddo perché stai qua fuori?>> 
<< Avevo bisogno di un po' d'aria>> rispose lei.

Da lì si aveva una splendida visuale della città di notte, gli abbaglianti delle macchine evidenziavano le strade, le luci delle case sembravano lucciole e le stelle brillavano alte nel cielo, gli unici rumori che si sentivano erano quelli della città, con i clacson delle auto, e quelli dentro casa, con Goto e Ishii alle prese con il mobile e Atsuko e Nao a ridere.

<< Non so cos'hai, non lo capisco, però quando vorrai parlarne io ci sarò>> disse Yakumo
<< Grazie...>> rispose la ragazza sorridendogli lievemente.
<< Adesso però rientriamo stupida, o dovrai di nuovo curarmi la febbre>>
<< Ah no caro, te lo scordi che ti curi di nuovo!>> disse lei ridacchiando 
E rientrarono battibeccando.

Al momento di andare a letto, Haruka si sdraiò nel lato destro del letto, dando le spalle a Yakumo
<< Buonanotte>> le disse lui
<< Notte...>> sussurrò lei in risposta
Ma dopo qualche minuto, parlò nuovamente
<< Quella ragazza, Seiko... Era carina, vero??>>

Yakumo allora capì cosa era preso alla ragazza, e cercando di non ridere le rispose per vedere dove voleva arrivare.
<< Abbastanza, si. Perchè?>>
<< No niente... Vabbè buonanotte>> e si chiuse nuovamente nel suo silenzio.
Lui allora le si avvicinò e le passò un braccio sulla vita, abbracciandola da dietro, per poi parlarle piano all'orecchio.
<< Ma non è un granchè come compagnia, troppo frivola per i miei gusti. Diciamo che non mi fiderei a farmi curare da lei. Buonanotte>>
Haruka sorrise, grata al buio per nascondere le sue guance rosse e i suoi occhi lucidi, e si addormentò.

Yakumo invece rimase ancora un po' sveglio, beandosi del suo calore e del suo profumo di fiori di ciliegio, da sempre segno di rinascita. 
E lui era come rinato quando l'aveva incontrata, e rinasceva ogni volta che lei sorrideva. 
Yakumo aveva paura di tutto ciò, perché non era sicuro di poterle dare tutto ciò che meritava, e per questo cercava di mantenere sempre una, seppur ogni giorno minore, distanza tra loro due.

Ma in contraddizione con i suoi pensieri, si addormentò stringendo un po' più a sé la ragazza.

 

 

*Ricordo che Nao, la figlia di Ishiin, è sorda ma ha sviluppato un modo tutto suo di comunicare con le persone, ovvero tramite i pensieri. Questo si nota maggiormente nel manga, mentre è quasi assente nell'anime. Ed è un vero peccato.

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** #6 ***


Ciao!
Scusate la prolungata assenza, ma dopo aver finito di scrivere il finale... mi sono resa conto di voler cambiare alcune cose! Purtroppo è un classico per me!
Però ok, sto pian piano sistemando tutto, e quindi ecco a voi questo (sudato) capitolo!
Spero vi piaccia!

Al suo risveglio Haruka si trovava ancora stretta tra le braccia di Yakumo, mentre quest'ultimo dormiva profondamente.

Si girò più piano possibile per non svegliarlo e lo osservò dormire.
Senza rendersene conto, iniziò ad accarezzargli piano il volto, con molta delicatezza, e gli sfiorò le labbra distese nel solito sorriso che aveva quando dormiva. Prese a tracciarne il contorno con la punta della dita, chiedendosi se fossero davvero così morbide come sembravano e rendendosi conto che avrebbe voluto sapere che gusto avessero.

Persa nei suoi pensieri, non aveva notato che Yakumo si era svegliato e la fissava con gli occhi socchiusi, godendosi le sue carezze e la sensazione di pace che gli trasmettevano e desiderando di restare in quel modo ancora a lungo.
Haruka sentendosi osservata alzò lo sguardo ed incrociò quello di Yakumo.

In quel momento notò quanto fossero vicini, i loro nasi si sfioravano ed i loro respiri si mischiavano, se lui avesse abbassato di poco la testa avrebbe potuto poggiare le sue labbra su quelle della ragazza, e lei a quel pensiero sentì i brividi sulla pelle.

Ma lui invece si allontanò e si alzò dal letto.
<< Preparo il caffè, ne vuoi un po'?>> le chiese sulla porta.
Lei ci rimase un po' male, ma non lo diede a vedere.
<< Si grazie>>

Poco dopo, la ragazza andò in cucina dove trovò, oltre a Yakumo, Goto e Ishii che parlavano, ma quando la videro si zittirono.
<< Va tutto bene??>> chiese timidamente
<< Dobbiamo organizzare l'incontro con Jeremiah.>> Rispose il ragazzo dall'occhio rosso
<< Si, me lo ricordavo. Anche se secondo me è inutile preoccuparci tanto, lui non mi farebbe mai del male, è un bravo ragazzo>> disse lei sedendosi
<< Haruka-chan, magari sarà inutile ma è comunque meglio prevenire che curare. Qualcuno là fuori ce l'ha con te, e questo incontro potrebbe essere l'occasione adatta per lui di farti del male. Noi vogliamo solo trovare un modo per esserti accanto se dovesse accadere qualcosa>> le spiegò Goto con fare paterno
<< Ma...>> cercò di protestare lei
<< Fallo per noi, per farci stare più tranquilli >>
Yakumo sospirò pesantemente
<< Ti fidi sempre troppo delle persone, tu>> le disse poggiandosi una mano sulla fronte, nervoso
<< E tu troppo poco>> rispose lei
<< Infatti tra i due sei tu quella che finisce più spesso nei guai, e a me tocca puntualmente salvarti>>
Lei, sentendosi ferita e ricordando ancora troppo bene la delusione di vederlo allontanarsi ad un soffio dal baciarla quella mattina, si alzò in piedi di scatto.
<< Nessuno ti costringe a farlo, se ti dà così tanto fastidio. Tanto per te sono solo un peso, no??>> gli urlò contro, mentre gli occhi le si riempivano di lacrime.
<< Dai ragazzi, calmatevi>> cercò di tranquillizzarli l'ispettore, mentre Ishii guardava preoccupato i due ragazzi
<< Perché ti ostini a difendermi e a salvarmi se poi non sopporti la mia presenza?? Sarebbe meglio per te non avere più a che fare con me! >> continuò Haruka tremando, ed una lacrima sfuggì al suo controllo per bagnarle leggermente il viso.

Per qualche attimo nessuno fiatò o si mosse, poi Yakumo parlò con la voce bassa, quasi sussurrando e senza guardarla.
<< Davvero pensi questo di me??>>

Haruka non rispose subito, improvvisamente tutta la rabbia di prima aveva lasciato posto al dolore e al pentimento per ciò che aveva detto, ma non riuscì a parlare.

Né a dirgli di non andarsene, mentre lo vedeva uscire dalla stanza e sentiva poi la porta di casa sbattere.

Fuori pioveva, ma Yakumo non se ne preoccupò.
Sentì quasi confortante la sua compagnia, mentre camminava tra la gente che frenetica correva per andare a lavoro, o a scuola, o semplicemente al bar.
Vide una coppia seduta ad un tavolino, si tenevano per mano.

Lui la guardò con un lieve sorriso a increspargli le labbra, mentre lei parlava gesticolando e ridendo di tanto in tanto.

Per un attimo al loro posto vide sé stesso e Haruka, per poi scuotere la testa e continuare a camminare.
Non le aveva mai detto che ci teneva a lei, o cose simili, ma sperava che lei lo avesse capito comunque.

Quella mattina, quando si era svegliato e l'aveva trovata così vicina, aveva sentito l'impulso di baciarla, di sfiorare le sue labbra così invitanti, ma era subito stato sostituito dalla paura di sbagliare e si era allontanato.
Solo ora si rendeva conto che lei doveva aver pensato che lui non volesse quel tipo di contatto tra loro, probabilmente aveva pensato che lui fosse addirittura infastidito da quella vicinanza, ma non si sarebbe preso il disturbo di dirle la verità, o comunque non a breve.

Perché se era vero che lei non aveva paura del suo occhio né se ne approfittava, se era vero che dalla morte di suo zio era cambiato nel profondo, se era vero che stava iniziando ad accettare di provare qualcosa per quella ragazza che era entrata per caso nella sua vita scombussolandola, era anche vero che lui aveva paura di tutto ciò, aveva paura di quello che provava, di come si sentiva con lei accanto, aveva paura della sua vicinanza, paura di ferirla e di farla stare male.
Ma soprattutto, aveva paura di perderla.

Ed era questo a spingerlo continuamente verso di lei, a farlo correre in suo soccorso, perché lei era diventata fondamentale per lui, il suo punto di riferimento, ma al tempo stesso non voleva che gli si avvicinasse troppo, perché l'avrebbe ferita.

Decise di tornare a casa quando il suo orologio da polso segnava l'una meno un quarto. Aveva passato quasi tutta la mattinata fuori sotto la pioggia.

Goto e Ishii dovevano essere ancora a lavoro, dato che non c'era la macchina. Preferì salire le scale anziché prendere l'ascensore per sfogare ancora un altro po' il nervosismo, ed aprì la porta di casa silenziosamente.

Haruka lo stava aspettando in cucina, davanti ad una torta ancora calda sul tavolo. Quando vide Yakumo si alzò e gli andò incontro con gli occhi ancora lucidi, segno che aveva pianto.
<< Ehi... Volevo scusarmi per prima... Non volevo urlarti contro, soprattutto non quelle cose... Non le penso assolutamente...>> gli sussurrò
Lui non rispose subito, ma rimase fermo sulla porta, per poi abbracciarla, cogliendola di sorpresa.

Dopo qualche minuto, sciolse l'abbracciò e le parlò guardandola negli occhi e con le mani poggiate sulle sue spalle.

<< Me la sono un po' cercata, non dovevo trattarti in quel modo. È solo che... mi innervosisco quando sei in pericolo. Prima o poi potrei non riuscire a correre da te per salvarti. Se ti accadesse qualcosa non riuscirei più a guardare tua sorella in faccia, questo te l'ho già detto una volta*. Non solo, non mi perdonerei mai di aver fallito >> poi distolse lo sguardo dagli occhi di lei e guardò fuori dalla finestra.
Restarono qualche in minuto in silenzio, finchè Yakumo non indicò il dolce sul tavolo sorridendo.

<< E quella torta??>>
<< È per te>> disse lei arrossendo.
Lui ne prese una fetta, diede un morso e poi fissò la ragazza.
<< È buona. Falla più spesso>>

Lei sorrise dolcemente, Yakumo ricambiò e poi andò nella sua camera a cambiarsi i vestiti zuppi d'acqua.

Poco dopo pranzo, Goto, Yakumo, Ishii e Haruka si prepararono per l'incontro con Jeremiah.
<< Sei pronta? È ora di andare>> chiese l'ispettore alla ragazza
<< Credo di sì>> rispose sentendosi le mani sudate.

Lui annuì e andò verso la porta, seguito da Ishii.
Stava andando anche lei, quando si sentì prendere per un polso.
<< Stai tranquilla, vedrai che andrà tutto bene>> le sussurrò Yakumo all'orecchio, poi la lasciò andare e uscì di casa.
Lei sentendo quelle parole si sentì più sicura e andò decisa verso la porta, ma fu nuovamente bloccata, stavolta da Atsuko e Nao.
<< Stai attenta>> le disse la donna abbracciandoola assieme alla bambina.
Haruka le sorrise ed annuì, prima di uscire definitivamente.

* Yakumo lo dice ad Haruka nella quarta puntata dell'anime, "Spiriti di collegamento: possesso", dopo aver saputo che Haruka è caduta nel fiume per cercare di risolvere da sola un caso.

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** #7 ***



Il parco giochi vicino alla stazione era pieno, come ogni giorno, di bambini urlanti, genitori che chiacchieravano tra loro, adolescenti con gli skateboard, anziani seduti sulle panchine e uomini che leggevano giornali. 
Tra tutta quella gente, Haruka individuò Jeremiah seduto al tavolino del piccolo chiosco al centro del parco, e gli si avvicinò. 
Poco dietro di lei, seduto su una panchina con un giornale a coprirgli il volto, c'era Yakumo, con accanto Goto con un cappello e degli occhiali da sole, mentre Ishii era sulla macchina pronto a partire. 
Sapeva che in caso di pericolo sarebbe intervenuti, e questo la faceva sentire più tranquilla, ma ciò nonostante avvertiva i battiti accelerati del suo cuore e il sudore freddo sulla schiena, e sperò che Jeremiah non notasse la sua agitazione.
Si sedette di fronte all'amico abbozzando un sorriso.

<< Ciao Jeremiah>> disse la ragazza accompagnando alle parole un gesto della mano
<< Ciao Haruka, come stai??>> rispose lui con un sorriso dolce ma triste.
<< Bene grazie, tu??>> 
Con Goto avevano deciso che per il momento non avrebbe detto a nessuno dell'intrusione in casa sua, né della lettera, e soprattutto non doveva rivelare a nessuno che si era momentaneamente trasferita a casa dell'ispettore.
<< Diciamo che potrebbe andare meglio... Sai che dovrei essere interrogato sul caso di mia sorella?? Pensano che possa essere stato io a ucciderla... Io, che la adoravo e per lei avrei fatto di tutto...>>
<< A proposito, mi dispiace davvero tanto, so che eravate molto legati...>> disse lei, evitando volontariamente di rispondere alla domanda.
Lui sospirò, guardando poi attorno a sè con sguardo però assente.

Poi parlarono di varie altre cose, e Haruka si convinse maggiormente che il ragazzo dolce e affettuoso davanti a sè non poteva essere un efferato assassino che la minacciava, pur non riuscendo a rilassarsi ma anzi, sentendosi anzi parecchio agitata e pensando quasi maniacalmente a cosa fare o dire in sua presenza.
Ciononostante il resto dell'incontro fu tranquillo, almeno finchè Jeremiah non disse:
<< Ti ricordi com'eravamo felici da piccoli? Com'era bello il sorriso di Ayaka.. Mi manca tanto >>
Lei a quelle parole si irrigidì, non aspettandosi quel discorso così difficile all'improvviso. Si schiarì la gola e con le mani tremanti rispose:
<< Penso a lei ogni giorno... Manca terribilmente anche a me e farei di tutto per riaverla, ma so che non è possibile. >> vedendolo rattristirsi ulteriormente si sporse verso di lui, gli prese le mani e gli parlò con la voce ridotta ad un sussurro, sia per il nodo alla gola che le bloccava il respiro che per il segreto che gli stava per dire, che non aveva mai rivelato a nessun altro << Voglio rivelarti una cosa che mi aiuta a star meglio: tempo fa Yakumo mi ha permesso di vederla, e lei era sorridente, serena. Sapere che lei nonostante tutto è felice mi aiuta, mi basta ricordare il suo sorriso per star meglio. >>
Il ragazzo la guardò con un lieve sorriso, per poi abbracciarla.
<< Grazie per avermelo detto, davvero. Mi fa stare meglio.>> 

Lei arrossì visibilmente, mentre Yakumo nascosto poco lontano sentì un fastidio bruciore all'altezza dello stomaco e strinse i pugni fino a farsi sbiancare le nocche.
Goto accanto a lui lo notò e ridacchiò piano, senza farsi notare.
<< Tutto bene Yakumo?? Sembri teso >> gli disse con nonchalance
<< Si, tutto a posto, solo che non riesco a sentire cosa si dicono, magari potrebbe dire qualcosa di utile per il caso>> 
L'ispettore lo guardò serio.
Anche lui, come Haruka, iniziava a credere che forse Jeremiah era davvero innocente. D'altronde, al momento non avevano prove contro di lui, anzi, non avevano nessuna prova in generale (cosa molto snervante per lui). Eppure il ragazzo accanto a lui sembrava fermamente convinto che fosse lui il colpevole. Ma d'un tratto, ecco che gli venne un'illuminazione che lo fece ghignare e trattenere nuovamente una risatina.
<< Yakumo, ma secondo te Jeremiah Honto è colpevole di aver ucciso la sorella ed il cognato o di essere decisamente in confidenza con Haruka-chan??>> gli chiese quindi.
<< Goto-san, trovo la sua domanda semplicemente inopportuna, senza alcun senso logico e decisamente immeritevole di risposta>> rispose quello.

Intanto i due amici avevano ripreso a parlare di argomenti più leggeri, finchè dovettero salutarsi.
<< Ci vediamo presto! >> disse la ragazza sorridendo
<< Senz'altro! Ciao Haruka!>> rispose il ragazzo
<< A presto, Jeremiah>> e guardò l'amico allontanarsi in silenzio.
Poco dopo, anche lei andò verso l'uscita, dove Ishii la aspettava a bordo della berlina, ed una volta saliti anche Yakumo e Goto raccontò loro della conversazione con l'amico.

<< Non capisco perchè non poteva parlartene via telefono... >> disse infine Yakumo.
<< Geloso, gattaccio?? >> gli chiese Goto con un ghigno divertito che non aveva ancora abbandonato la sua faccia. 
Haruka diventò rossa come un peperone aspettando la risposta del ragazzo.
Ma sia lui che Goto divvenero invece di colpo seri.
<< Signor Ishii, giri a destra alla prossima curva, e dopo il ponte vada a sinistra>> ordinò il ragazzo con gli occhi bicromatici puntati sullo specchietto retrovisore della macchina.
Ishii fece come richiesto, e Goto disse:
<< L'hai notato anche tu allora>>
<< Notato cosa??>> chiese Haruka allarmata
<< Ci stanno seguendo>> rispose Yakumo
<< Che cosa?? Chi??>> chiese allarmato Ishii
<< Una macchina grigia, con tre uomini a bordo. Cerchi di seminarli signor Ishii>> disse Yakumo 
<< É quello che sto provando a fare!>> rispose quello con la voce resa acuta dal panico.
<< Mantieni la calma, puoi farcela!>> gli disse Goto, stranamente gentile e premuroso per una volta.

Fecero vari cambi di direzione, fino ad arrivare fuori città, in una galleria
<< Accelleri, all'uscita vedrà una piccola rientranza, accosti là e senza l'auto>> 

La spensieratezza di pochi attimi prima era svanita nel nulla, lasciando posto ad'una grande agitazione.

Il cuore di Haruka batteva così forte che temette che anche gli altri potessero sentirlo, mentre aspettavano che la macchina grigia passasse.

Si sentì in colpa verso Yakumo, Goto, Ishii, Atsuko e Nao, rendendosi conto solo in quel momento di quando fossero in pericolo per restarle accanto, ed iniziò a pentirsi di aver accettato di andare a vivere a casa dell'ispettore, di accettare la sua protezione e anche quella di Yakumo, per l'ennesima volta costretto a risolvere i suoi problemi.

Lo guardò osservare concentrato la strada, e notò anche che una piccola goccia di sudore gli stava accarezzando il viso. La fronte era segnata da una profonda ruga, il pomo d'adamo si alzava ed abbassava di continuo, come se il ragazzo cercasse inutilmente di inghiottire, ed il respiro era irregolare, da attimi in cui era calmo diventava quasi affannoso, ed Haruka pensò che forse stesse cercando di controllarlo inutilmente, per poter mantenere il suo solito atteggiamento distaccato. Goto invece aveva una mano sulla pistola d'ordinanza, pronto ad usarla se necessario, durante la breve corsa aveva lanciato la sua fidata sigaretta ma continuava a tenere le labbra strette come se dovesse trattenerla, il respiro innaturalemente calmo di un cecchino pronto a colpire, mentre Ishii quasi tremava,  ma aveva lo sguardo deciso, anche lui con la pistola in mano pronto a difendere le persone a cui teneva maggiormente.

Yakumo si girò a guardare la ragazza, era pallida e si mordeva le labbra nervosamente. 
D'istinto allora allungò una mano per stringere la sua, e lei gli sorrise riconoscente.
<< Fortuna che conosco questa zona, uscendo da quella galleria non riusciranno a vederci con facilità, per cui non appena passano saremo liberi di tornare a casa>> le disse con voce calma e quasi dolce, che per Haruka fu come un balsamo rinfrescante sulle ferite della sua coscenza che lei sentiva irrimediabilmente sporca per aver messo in pericolo le persone che ormai considerava la sua famiglia.

Come aveva detto Yakumo, la macchina grigia uscì dalla galleria e continuò dritta, cosicchè Ishii fece inversione e tornarono a casa.

Mentre Goto raccontava l'accaduto ad Atsuko, Haruka disse di aver bisogno di farsi una doccia, per poi chiudersi in camera, dicendo di voler restare un po' da sola, e si addormentò.
Quando si svegliò c'era un grande silenzio. Uscì dalla stanza e andò in cucina, dove trovò Yakumo.
<< Goto e Atsuko sono andati a fare la spesa, Nao è andata con loro. Dovrebbero tornare tra poco>> spiegò il ragazzo vedendola guardarsi intorno. Lei annuì soltanto.
<< Prendi un po' di the, oggi è stata una giornata intensa per te>> disse dopo un po' Yakumo porgendole una tazza fumante
<< Grazie>> rispose lei sedendosi, per poi sorseggiare il the 
Lui la guardò, trovandola strana, troppo silenziosa. 
<< Vuoi parlare un po' di cosa ti turba? >> le chiese.
Lei sospirò, non sentendosi pronta a parlargli dei suoi veri pensieri, e decise di dirgli solo parte delle sue preoccupazioni.
<< Io e Jeremiah siamo amici da quando eravamo piccoli, è molto dolce e gentile con me. Sento che lui non potrebbe mai aver ucciso Selena Kowayashi, eppure ho comunque avvertito una lieve tensione nell'aria quando ero accanto a lui, mi sentivo agitata e avevo paura di dire o fare qualcosa di sbagliato...>> 

Lui la ossevò attentamente, poi con un nodo in gola le disse:
<< Sicura che pensi che sia innocente e senti questa tensione solo perchè sei.. innamorata di lui? >>
Lei lo guardò con le sopracciglia alzate.
<< Non sono innamorata di lui!! È qualcos'altro!! So cosa si prova quando si è innamorati, e non è ciò che provo con lui! >>
<< A me invece sembra che tu sia cotta di lui! >>
<< Ma quanto puoi essere stupido a volte?? Non sono innamorata d lui!!>>
<< E di chi allora?? >> chiese lui con un mezzo ghigno ed un inspiegabile batticuore.

Il rumore della porta d'entrata che si apriva interruppe il loro discorso. 
<< Siamo tornati!! >> disse allegra Atsuko, seguita da Goto che teneva sulle spalle Nao.
<< Yakumo, Ishii ha preparato i documenti che gli hai chiesto>> lo informò Goto consegnandogli un fascicolo di fogli che il ragazzo iniziò a sfogliare.
<< Lo ringrazi da parte mia, ha fatto un ottimo lavoro >>
<< Adesso ceniamo, basta parlare di lavoro! >> ordinò Atsuko ironica.
<< Ai suoi ordini capo!>> rispose divertito Goto, mentre Yakumo, Haruka e Nao li guardavano ridacchiando

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** #8 ***


Ciaoo!! 
Scusate se sono sparita ma tra il mio compleanno e il fatto che sto riscrivendo alcune parti ho potuto aggiornare solo ora :/ 
Spero di aver fatto un buon lavoro! 
Buona lettura!

 

Dopo cena, Haruka rimase con Atsuko a chiacchierare in cucina mentre i maschi e Nao guardavano un film alla tv,  quando ad un tratto la donna chiese:
<< Ma tra te e Yakumo cosa c'è?>> 
<< Siamo amici>>
<< Amici??>> 
<< Si, amici>>
Per un po' rimasero in silenzio, ma quando Haruka pensava che il discorso fosse ormai chiuso, Atsuko riprese
<< Quindi per te Yakumo è solo un amico, come tutti gli altri?>>
<< Beh, è il mio più caro amico>>
<< E tu per lui??>>
<< Penso che ormai possa definirmi una sua amica stretta >> rispose la ragazza con la voce che tradiva una lieve malinconia
<< Tu vorresti essere di più per lui, non è così?>> chiese la donna con un ghigno malizioso molto simile a quelli di Goto.
Haruka strabuzzò gli occhi, arrossì e disse quasi urlando allarmata:
<< No no no, ho capito dove vuoi andare a parare e no, non sono innamorata di lui!>> 
La donna rise piano, per poi appoggiarle una mano sulla spalla
<< Sarà. Comuque chedo che tu che non vedi quanto lui sia legato a te. Osservalo adesso, mentre è sul divano>> le due si avvicinarono alla porta del soggiorno, guardando da dietro il ragazzo << È evidentemente sovrappensiero, non è là con la testa. Quando è con te invece è sempre attento, non perde un minimo particolare>> 
<< Starà pensando al caso, figurati>>
<< Il caso a cui sei legata TU>> 
<< Coincidenza. Anzi, dato che è di me che si parla, è più che altro la mia solita fortuna>> disse la ragazza rattristendosi.  
Poi tornarono in cucina, dove Atsuko riprese quella che aveva deciso sarebbe stata la sua battaglia nei prossimi giorni, anche e soprattutto per distrarre Haruka.
<< Approfitta di questi giorni di stretta vicinanza per osservarlo meglio e vedrai tutti i piccoli accorgimenti che ha nei tuoi confronti!! Capirai che anche lui è innamorato di te!>> 
<< Ma cosa diciii??>> urlò la ragazza imbarazzatissima, facendo ridere a crepapelle la donna.

Le parole di Atsuko rimbombarono nella testa di Haruka fino al momento di andare a letto. 
Si sdraiò dal lato destro del letto, in silenzio e con le guance lievemente arrossate dando le spalle a Yakumo che si sdraiò invece sul lato sinistro del letto.
La luce dei lampioni in strada filtrava attraverso le serrande illuminando lievemente la stanza.

Haruka si girò a pancia in su e guardò Yakumo, che aveva le mani sotto la testa e gli occhi chiusi.
<< Sei inquietante quando mi fissi in silenzio, sai??>> disse lui dopo un po'.
<< Non ti stavo fissando!!>> negò lei con la faccia di ogni sfumatura di rosso. 
<< No no, era l'armadio a fissarmi>> rispose lui. 
Lei sbuffò, facendo sorridere divertito il ragazzo. 
<< Ci conosciamo da già due anni, ci pensi??>> gli disse dopo un po'.
<< Già, due anni tra l'altro molto tranquilli, passati per metà tempo a risolvere casi e per l'altra metà a non farci uccidere>> rispose lui sarcastico.
<< Non essere così negativo! Ci sono stati anche dei bei momenti!>> borbottò lei.
Yakumo aprì gli occhi e la guardò per un po', riflettendo.
<< Forse hai ragione, ma non puoi negare che siano stati di più i momenti negativi. Da quando mi conosci, hai passato i momenti probabilmente peggiori della tua vita>>
<< Ma anche i migliori. Tu piuttosto, da quando mi conosci hai affrontato il doppio dei tuoi soliti problemi. Ad esempio adesso siamo qui perché qualcuno ce l'ha con me>> poi guardò il soffitto della stanza << Tanto per cambiare, ho messo tutti in pericolo... >> 
Lui sorrise intenerito e le scompigliò i capelli.
<< Non essere così pessimista! >> le disse citandola, poi divenne serio << Sei l'unica eccezione, chi non vede il mio occhio per qualcosa di speciale*, ricordatelo. In più mi sei rimasta sempre accanto, soprattutto nei momenti peggiori>>
I due rimasero a guardarsi per un po', poi Haruka sbadiglió e Yakumo ghignò a metà tra l'intenerito e il divertito.
<< Adesso dormiamo, domani mattina devo andare con Goto dal dottor Hata per sapere i risultati delle analisi sulla lettera. Tu rimarrai qua a casa con Atsuko che fortunatamente domani mattina non lavora>> fece una pausa, poi riprese a parlare guardandola dritto negli occhi << Posso stare tranquillo che non ti metterai nei guai e che rimarrai a casa al sicuro?? >>
<< Si, rimarrò dentro casa... come sempre >>
<< Lo so che non ti piace restare chiusa dentro, ma per il momento è meglio così >>
<< Mh... Va bene... Buonanotte Yakumo>>
<< Buonanotte imbranata>>
Poco dopo, Haruka si addormentò.

Ma non passò una notte tranquilla.

<< Dove mi trovo?? E come sono arrivata fin qui?>>
La ragazza, seduta a terra, si guardò intorno, cercando di capire dove si trovasse.
Sembrava si trovasse dentro una casetta di legno. 
Haruka rabbrividì quando notò che fosse la stessa dove più di un anno prima aveva trovato Yakumo gravemente ferito. 
<< C'è una porta, forse posso uscire>>
Ma prima che lei potesse anche solo alzarsi, una figura incappucciata entrò nella stanza trascinando un'altra persona, dopodiché la spinse ai piedi di Haruka, e lei vide con terrore che si trattava di Yakumo, con un occhio pesto e il labbro inferiore spaccato.
<< Chi sei?? Cosa gli hai fatto??>> urlò la ragazza alla figura incappucciata
Quella le si avvicinò ridendo, e scoprì il capo ed il viso, facendo sobbalzare la ragazza
<< Jeremiah! Perché?? Perché gli hai fatto del male??>>
Lui invece di rispondere tirò per i capelli Yakumo facendolo inginocchiare, per poi puntargli in faccia una pistola
<< Ti prego non farlo, Jeremiah ti prego, no, lascialo stare, spara a me, non fargli del male>> 
Il rumore dello sparo rimbombò nella casetta di legno.

<< NOOO>> urlò Haruka alzando il busto di scatto.
<< Cosa succede??>> chiese subito Yakumo poggiandole le mani sulle spalle e guardandola negli occhi arrossati e pieni di lacrime.
<< Yakumo, sei qui>> sussurrò lei guardandolo, per poi buttarsi tra le sue braccia riprendendo a piangere.
Lui allora la abbracciò e, stringendola a sé come una bambina, coprì entrambi con le coperte.
<< Shh era solo un incubo, solo un brutto​ incubo, io sono qui con te>> cercò di calmarla lui accarezzandole piano la testa. 
Pian piano lei si calmò, e alzò piano la testa per guardare Yakumo, per poi realizzare una cosa che non aveva notato prima.
<< Yakumo, perché sei senza maglietta??>>
<< Avevo caldo e l'ho levata. Ti da fastidio?>> rispose lui con non-curanza
<< N-no>> 
Lei guardò il petto del ragazzo, e vide alcune piccole cicatrici
<< È quello che è rimasto delle ferite che mi hanno fatto quando sono stato rapito*>> spiegò lui seguendo la traiettoria del suo sguardo. 
Poi rimasero in silenzio, ancora stretti nell'abbraccio. 
<< Vuoi raccontarmi l'incubo??>> 
Lei annuì, poi prese un respiro profondo e gli raccontò tutto.
<< Mi dispiace, ma come vedi sono qui, vivo e vegeto. Ed inoltre, sai già che ci vuole ben altro per farmi fuori.>>
<< Lo so, ma sembrava così reale... Ho avuto paura>>
<< Adesso sei al sicuro>>
<< Ma non avevo paura per me...>> sussurrò lei arrossendo lievemente.
Yakumo ci rimase di stucco e ridacchiò, poi la accarezzò piano 
<< Sei proprio una stupida, sai?>>  
Poi tenendola stretta a sé si sdraiò e la coprì bene con le coperte. 
<< Torniamo a dormire, che ne dici?>>
Lei annuì con gli occhi già chiusi, prossima a riaddormentarsi.
Nel dormiveglia le sembrò di sentire Yakumo dirle
<< Stai tranquilla, non ti lascerò mai da sola>>

La sveglia suonò anche troppo presto per Yakumo, che a differenza di Haruka non si era riaddormentato tanto facilmente. Allungò il braccio per staccare l'aggeggio infernale, ben attento a non svegliare la ragazza stretta a lui. 
Osservò il suo viso dove ancora c'erano i segni del pianto notturno, come il colletto del pigiama lievemente umido e gli occhi gonfi. 
Un rumore sull'uscio della porta lo distrasse, e vide che si trattava di Nao.
"Buongiorno Nao" pensò lui comunicando con lei
La bimba non rispose, ma rimase a guardarlo con un piccolo sorrisino imbarazzato e intrecciando le manine. Il ragazzo allora sorrise a sua volta capì cosa voleva la bimba.
"Vuoi venire anche tu qui??" 
"Si"
"Allora vieni, da questo lato c'è Haruka ma dall'altro puoi metterti tu"
La bimba si accoccolò a lui sorridendo.

Poco dopo Goto si affacciò alla porta, e vide Nao e Haruka dormire accoccolate a Yakumo.
<< Beato tra le donne, eh??>> bisbigliò l'ispettore al ragazzo, per non svegliare le due addormentate
<< Già. Solo che non so come fare ad alzarmi senza farle svegliare>>
<< Non farlo, io intanto vado in ufficio, poi prima di andare da Hata passo a prenderti, così nel frattempo loro ti avranno liberato>>
<< Va bene, a più tardi allora>>

Un'ora dopo circa, Yakumo si svegliò sentendosi toccare la spalla. Aprì un occhio e vide Nao guardarlo
"Ho fame, vado a mangiare" 
"Va bene, tra poco arrivo anch'io" 
La bimba scese dal letto e andò verso la cucina.

Yakumo invece restò ancora un po' a letto, poi cercò di sfilarsi piano dall'abbraccio di Haruka che non l'aveva mai lasciato durante la notte, e si alzò dal letto, per poi coprire meglio con le coperte Haruka.
In cucina trovò Nao con Atsuka. 
<< Buongiorno Yakumo, dormito bene??>> 
<< Diciamo di sì, Haruka ha avuto un incubo e l'ho dovuta tranquillizzare.>>
<< Oh poverina>>
<< Tutta questa situazione non le fa bene>> disse dopo un po' mentre inzuppava un biscotto al cioccolato nel cappuccino.
<< È normale. Tu però puoi aiutarla standole accanto.>> gli rispose Atsuko
Lui la guardò, per poi tornare al suo cappuccino.
<< E dimmi>> riprese lei << Cosa provi per lei?? Cos'è lei per te??>> 
A Yakumo quasi andò di traverso il biscotto , ma mantenne il suo solito atteggiamento disinvolto
<< Scusa se te lo dico, ma è una domanda stupida. Siamo amici, tutto qua>> 
<< Solo questo?? Amici??>>
Lui non rispose
<< Va bene, va bene. Comunque, nel caso in cui tu provassi qualcosa per lei, forse dovresti farglielo capire, magari con qualche gentilezza, qualche gesto carino. Comunque io vado a fare la spesa, non ci sto tanto.>> poi indicò la bimba << Nao viene con me, così compriamo i suoi biscotti preferiti, a dopo >> 
<< A dopo>>
Una volta rimasto solo, Yakumo lavò le tazze usate e iniziò a sistemare il tavolo, per poi bloccarsi alla vista di un vassoio su una mensola. 
Cercò di scacciare l'idea che gli ronzava in testa, ma senza successo.

<< Ehi, svegliati dormigliona, ti ho portato la colazione>>
Haruka si girò piano tra le coperte, si mise a sedere e si stropicciò gli occhi
<< Buongiorno bella addormentata>> le disse ironico Yakumo
Lei lo guardò, incuriosita dal vassoio che aveva tra le mani, con sopra una tazza fumante di cappuccino, dei biscotti e della frutta, e interrogativa alzò un sopracciglio
<< È per te...>> spiegò lui lievemente in imbarazzo mentre le porgeva il vassoio, per poi sedersi accanto a lei
<< Per... Per me?? Grazie!! Ci sono anche i biscotti al cioccolato!! Sono i miei preferiti >>  
Yakumo sorrise
<< Sono anche i miei preferiti>> 
Dopo aver mangiato, ad Haruka tornò in mente la discussione avuta con Yakumo prima di addormentarsi 
<< Ma tu non dovevi andare con Goto??>>
<< Passa più tardi a prendermi, stamattina oltre a te avevo anche Nao addosso e per non svegliarvi sono rimasto bloccato nel letto>> 
<< Oh...>> Sussurrò lei arrossendo

Il campanello di casa suonò, interrompendo il momento per Haruka lievemente imbarazzante.
<< Devono essere Atsuko e Nao, mezz'ora fa sono uscite per fare una piccola spesa e prendere dei biscotti per Nao>> 
Infatti poco dopo la bimba arrivò correndo da Haruka e l'abbracciò 
"Buongiorno Nao"
"Buongiorno cuginona"
Haruka sorrise a sentirsi chiamare in quel modo dalla bimba. 
Il telefono di Yakumo squillò
<< È Goto, probabilmente sarà sotto>> spiegò prima di rispondere << Sto  scendendo>> 
"Ok, ti aspetto" e chiuse la chiamata.
<< Devo andare, mi promettere di fare le brave?>> 
<< Noi siamo brave, vero Nao??>> 
La bimba rise mentre Yakumo le scompigliava i capelli.

 

Mentre erano fermi ad uno stop, Goto si voltò serio verso Yakumo. Il ragazzo notò che l'ispettore stringeva forte le mani sul volante, segno che qualcosa lo preoccupava.
<< Yakumo, c'è una cosa che ho preferito non dire ad Haruka riguardo alla lettera...>> disse infatti cupo l'uomo.
<< Mi dica>>
<< Il messaggio... Era scritto con il sangue. Le analisi ci diranno se si tratta di sangue umano...>>
Yakumo si sentì rabbrividire.
<< Capisco...>> disse soltanto, per poi restare a lungo in silenzio.
<< La proteggeremo, stai tranquillo, non le accadrà nulla>> disse sicuro Goto.
<< Vorrei poterle credere... Vorrei tanto poterle credere>> sussurrò Yakumo con lo sguardo perso fuori dal finestrino. 



 

*Ho riletto di recente "Psychic Detective Yakumo: Akai hitomi wa shitteiru" , ovvero la versione disegnata da Ritsu Miyako nel 2007-2008 e di cui purtroppo ho trovato online solo fino al "vol.2 capitolo 9: File 3: Messaggio dai morti parte 3". Questa frase in particolare si trova nel Vol.2, capitolo 5: File 2: The Dark tunnel parte 2, episodio riportato poi nell'anime. Penso quindi che l'anime si sia ispirato più a questa versione che a quella di Suzuka Oda, ma non posso dirlo con certezza dato che finora non ho letto la continuazione.
L'immagine in apertura è proprio la pagine in cui Yakumo dice questa frase.

*Quest'altra citazione è invece riferita all'episodio 7 dell'anime. Una giornalista stava esplorando un vecchio edificio per un servizio televisivo su un caso di omicidio, risalente a 15 anni prima, in cui morì un'intera famiglia, la famiglia Nanase, quando appare un fantasma. Yakumo vede le riprese del servizio e scopre che il fantasma in questione è sua madre, per cui decide di andare in quell'edificio ad indagare, ma arrivato lì viene rapito. Nel manga accade più o meno la stessa cosa, cambiano poche cose, nel "volume 4, capitolo 40: Connected feelings" e successivi.

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** #9 ***


Il dottor Hata come al solito non nascose il suo interesse quasi morboso verso l'occhio rosso di Yakumo, che però non se ne curò molto, dando più importanza a ciò che il dottor stava dicendo.

<< Purtroppo si tratta di sangue umano, tra pochi giorni forse riusciremo anche ad identificare a chi appartiene. In ogni caso, ci troviamo di fronte a qualcuno di pericoloso>> decretò il dottor Hata
<< Che casino... >> disse allora Goto
<< Già. Per arrivare ad un gesto del genere, una persona deve provare un profondo odio... >> sussurrò Yakumo
<< Potrebbe trattarsi di qualcuno che cerca vendetta, ma chi potrebbe prendersela con una ragazza come Haruka-chan?? >> chiese più a sé stesso l'ispettore Goto
<< Bè, diciamo che lei sembra avere una naturale attrazione verso i guai, inoltre è rimasta spesso coinvolta nei casi che abbiamo affrontato. Forse ha dato fastidio a qualcuno senza accorgersene nemmeno >> propose Yakumo con sguardo assente.
Goto lo guardò, capendo ciò che stava pensando.


<< Non è detto, dobbiamo prima parlare con lei e chiederle se di recente ha avuto problemi con qualcuno. Adesso andiamo, magari quell'idiota di Ishii è tornato in ufficio e si sta chiedendo dove siamo finiti >>
<< A proposito, come mai non è con voi?? >> chiese Hata con un sorriso sghembo
<< Ha chiesto due ore libere, doveva vedersi con la signorina Makoto >> rispose Goto sogghignando
<< E bravo il ragazzo, fa tanto il timido ed intanto si è trovato la ragazza >> rispose il dottore
<< A differenza di qualcun'altro che non ha il coraggio di ammettere i suoi sentimenti >>
Yakumo sospirò scuotendo la testa.
<< Quest'orso non imparerà mai a farsi i fatti suoi >>
<< Magari se lo vivisezionassi potrei trovare qual'è il suo problema >> propose Hata ridacchiando.
<< Stupido vecchio pervertito! Nemmeno nei tuoi sogni!! >> rispose Goto.
Yakumo si alzò e andò alla porta
<< Se avete finito di litigare come due comari, io vorrei andare a casa da quell'imbranata. >>
Goto e Hata si guardarono ridacchiando.
<< Mi sa che gli manca la sua bella! >> disse Goto
<< Muoviti orso!! >> urlò Yakumo dal corridoio

 

Intanto Haruka era rimasta a casa da sola, dato che Nao era a scuola e Atsuko era andata a lavoro. La donna di recente aveva ricominciato a lavorare, erano piccoli incarichi, certo, per non dover trascurare la famiglia, ma la rendevano felice e soddisfatta.

Avendo del tempo libero prima che tornasse qualcuno a casa, Haruka pensò di ascoltare un po' di musica mentre sistemava la stanza che ultimamente condivideva con Yakumo.
Era così presa da una canzone che non sentì nemmeno la porta di casa aprirsi.

Goto e Yakumo erano tornati a casa prima del solito per non lasciare Haruka da sola. Sentendo la musica provenire dalla camera da letto di Yakumo (e momentaneamente) di Haruka, capirono che lei fosse lì.
Infatti, il ragazzo la trovò proprio in camera, con una canottiera rosa, una camicia bianca sbottonata e dei pantaloni della tuta grigia a canticchiare una canzone mentre si muoveva a tempo.
Dovette ricorrere a tutto il suo autocontrollo per non scoppiare a ridere, ma fu comunque inutile.
Quando lei lo notò divenne rossa dalla vergogna.
<< D-da quanto tempo sei lì?? >> gli chiese
<< Da abbastanza per vederti muovere come una scimmia! >> rispose lui divertito.
Poi notò un particolare che gli era sfuggito prima.
<< Ma quella è la mia camicia >> disse Yakumo con il sopracciglio sinistro alzato.
<< Oh... Ehm... avevo freddo e mi è capitata tra le mani questa camicia, così l'ho messa... >> cercò di giustificarsi lei.
<< Perché prendere una giacca tua o mettere qualcosa di più pesante non ti piaceva, vero?? >> ribatté lui con un mezzo sorriso ironico.


D'un tratto però si ricordò della discussione con il dottor Hata e capì che il momento di leggerezza che stavano passando doveva finire.
<< Io e Goto dobbiamo parlarti, vieni in soggiorno. >>
Arrivati in soggiorno, Yakumo si rivolse all'ispettore che, fumando, li aspettava sul divano.
<< Goto, spiegale tu >> gli disse
<< Non sono il tuo segretario! >> si lamentò Goto
<< Ma dato che sei tu l'ispettore, questo è compito tuo... >> rispose Yakumo.
Goto sapeva che in un qualunque discorso, Yakumo avrebbe avuto la meglio, così preferì non rispondere e spiegare piuttosto la situazione ad Haruka.
<< Vedi Haruka, ho evitato di dirti una cosa prima che fosse certa, ma le analisi l'hanno confermato ed è giusto tu sappia tutto, visto che ti riguarda >>
La ragazza capendo che si trattava di qualcosa di grave sentì lo stomaco andare in subbuglio ed avvertì un nodo alla gola.
<< Mi dica ispettore >> disse con voce debole.

<< Vedi, non ti abbiamo detto tutto sulla lettera che ti hanno recapitato... Ma adesso siamo costretti a farlo... >> iniziò lui.
Poi prese un profondo respiro e riprese a parlare
<< La lettera è scritta con il sangue... E secondo le analisi, si tratta di sangue umano >>
<< Oh mio Dio... >> disse lei coprendosi la bocca con una mano
<< La scientifica tra pochi giorni saprà dirci di più, forse riusciamo anche a risalire alla persona a cui appartiene il sangue, o comunque alla sua famiglia. Hai idea di chi possa avercela con te?? >>
<< Io... Ho pensato a lungo a chi potrebbe avercela con me, ma non mi viene nessuno in mente... Ultimamente non ho avuto litigi o incomprensioni con nessuno... >> rispose la ragazza.
<< Allora è come pensavamo noi... Dev'essere qualcuno con cui hai avuto problemi in passato, non di recente >> disse Goto rivolgendosi a Yakumo.
Il ragazzo annuì pensieroso, per poi rivolgersi ad Haruka.
<< Chiunque sia il colpevole, prova un profondo odio nei tuoi confronti. Questo vuol dire che è molto pericoloso. Se ti venisse in mente anche solo un minimo sospetto dillo, noi intanto investigheremo su ciò che gli altri pensano e dicono di te, Ishii è già all'università a chiedere in giro >>


 

Ciao!
Scusate per la lunga assenza, ma sto lavorando per il cosplay di un mio amico, che mi prende molto tempo, per cui nonostante il capitolo fosse già pronto ho potuto pubblicarlo soltanto  ora e anche la revisione è momentaneamente sospesa.
Spero comunque che la storia vi stia piacendo e che questo capitolo sia venuto bene, ma se qualcosa non vi convince fatemi sapere. Spero di pubblicare il prossimo capitolo il 4 Giugno e di non assentarmi più così a lungo.
Ringrazio a chi sta seguendo questa storia e al prossimo capitolo!

Ritorna all'indice


Capitolo 11
*** #10 ***


Haruka si era svegliata nel cuore della notte, tra le braccia di Yakumo. 
Non sapeva bene come ci fosse arrivata, né quando si fosse addormentata, ricordava che stava parlando con Yakumo, e poi più niente.
La stanza era avvolta nell'oscurità, l'unica luce era quella del lampione fuori che filtrava dalle persiane della finestra. Guardò l'orologio sul comò e vide che erano le due di notte.

Yakumo accanto a lei dormiva profondamente, con quel suo solito sorriso che la inteneriva tanto. 
Si rese conto che avrebbe voluto vedere quel sorriso sulle sue labbra sempre.

Cercò di riaddormentarsi, ma senza successo. Sentiva come un peso sul petto, come se dovesse succedere qualcosa di brutto, ed aveva la gola secca. 
Cercando di non svegliare Yakumo, si alzò dal letto. 
Si sedette alla scrivania, intravedendo le foto poste sopra e sfiorandole con la punta delle dita. Si strinse le ginocchia al petto, poggiando i piedi sulla sedia, e guardò Yakumo dormire.
Istintivamente si portò una mano al ciondolo che le aveva regalato per il suo compleanno. 
Da quando glielo aveva dato, non lo aveva più tolto, lo teneva sempre con sé. Era diventato parte di lei.
Così come, si rese conto, Yakumo era diventato parte della sua vita.

Erano ormai due anni che si conoscevano, eppure ricordava bene il giorno in cui lo aveva incontrato la prima volta.
Inizialmente aveva pensato che fosse un truffatore, per di più con un caratteraccio e senza un minimo di delicatezza. 
Poi si era dovuta ricredere, aveva scoperto che in realtà fosse la persona migliore che avesse mai conosciuto, che il suo caratteraccio era solo un modo per difendersi, dopo aver sofferto tanto. 
Aveva visto quanto sapesse essere gentile, premuroso, persino dolce, e si era affezionata inevitabilmente a lui. Pian piano quell'affetto era cambiato, e si era resa conto di essersi innamorata di lui.
Si era innamorata del suo occhio rosso, per tanti orribile ma per lei meraviglioso, si era innamorata del suo carattere schivo, dei suoi modi di fare schietti, si era innamorata persino dei suoi silenzi, che tanto la facevano soffrire ma che sapeva fossero parte di lui.

Ma non voleva dirglielo.
Non voleva dirglielo perché non voleva perderlo.
E lei era sicura che se gli avesse rivelato i suoi sentimenti, lui ne avrebbe riso, per poi dirle che non l'amava, che non poteva amare una combinaguai come lei, e che si sarebbe allontanato.
Non era la ragazza adatta a lui. Per lui serviva una ragazza intelligente, furba, che non lo facesse mai annoiare, mai stancare, qualcuno capace di tenergli testa, e lei non si sentiva una persona così. 
In quei giorni di forzata convivenza avevano passato bei momenti insieme, alcuni anche intensi, ma lei dentro sé sapeva che non potevano continuare così, o lei ne sarebbe uscita a pezzi. Eppure non c'era luogo migliore per lei delle sue braccia, soprattutto quando si sentiva in pericolo o triste, solo con lui accanto era serena, quando la guardava negli occhi si sentiva forte.
Provò un brivido di terrore quando si rese conto di quanto fosse diventata dipendente da lui.

Ma un movimento di Yakumo la distrasse. Aveva mosso il braccio, quasi a cercare qualcosa accanto a lui.
Poi di colpo si era messo a sedere, guardandosi intorno. Infine, nell'oscurità aveva visto i suoi occhi fermarsi su di lei.
<< Come mai sei sveglia? >> le chiese
<< Non riuscivo a dormire... >> rispose lei. 
L'occhio rosso sembrava brillare di luce propria.
Restarono a fissare per dei minuti, poi lui accese la bajour sul comodino accanto al letto.
La stanza fu investita da una luce calda gialla, che diede agli oggetti un aspetto dorato e morbido, avvolgente. 
<< Cos'hai?? >> le chiese Yakumo
<< Niente, niente >> aveva risposto lei guardandosi la punta dei piedi.
<< Non sai mentire, sai? >>
<< Di solito dicono che sono brava a recitare, che potrei fare l'attrice >> scherzò lei
<< Puoi fregare qualche stupido, ma non me, capisco quando mi nascondi qualcosa. E questo mi preoccupa, perché di solito mi nascondi qualcosa di pericoloso >>
<< Non pensarci, non è niente di importante >> 
Lui la guardò, soppesando le sue parole e cercando di capire cosa le frullasse in quella testolina. 
<< Vieni a letto dai, è notte fonda >> le disse infine.
Lei si alzò dalla sedia e si sdraiò a letto con estrema lentezza, quasi come se fosse in un campo minato, sotto lo sguardo interrogativo di Yakumo.
Restarono entrambi a guardare il soffitto, uno accanto all'altra, poi Yakumo girò la testa verso di lei.

Haruka sentendosi osservata si voltò, e incrociò il suo sguardo insistente.
<< Tutto bene?>> gli chiese lei girandosi su un fianco per vederlo meglio
<< Si si>> rispose Yakumo
<< Ormai ti conosco, so che stai pensando a qualcosa. Hai la tua classica rughetta sulla fronte. >>
<< Come prego?? >> chiese lui alzando un sopracciglio.
<< Quando qualcosa ti preoccupa, ti si forma una rughetta al centro della fronte, come una piccolissima "v" in mezzo alle sopracciglia, dove talvolta appoggi l'indice >> gli spiegò lei.
Lui la guardò, per poi ridere piano
<< Ok, ora dobbiamo proprio andare a dormire >> disse ancora divertito.
<< Buonanotte rughetta >> disse Haruka.
<< Buonanotte stupida >> le rispose Yakumo.

La mattina dopo, quando Haruka e Yakumo si svegliarono, Atsuko, Nao e Goto erano già usciti, per cui erano soli in casa.
Mentre lei inzuppava dei biscotti al cioccolato nel suo cappuccino, lui la osservava.

Ricordava ogni dettaglio del primo giorno in cui lei era entrata nel circolo degli amici del cinema. 
Aveva capito da subito che fosse un'impicciona, sbadata ed impacciata per giunta, capace di attirare guai come una calamita. 
Poi aveva scoperto il suo passato difficile, aveva visto il fantasma di sua sorella Ayaka, aveva capito che sotto quel costante sorriso, quel carattere allegro, c'era molto di più, c'era un grande dolore, ma nonostante questo lei non si era lasciata abbattere, i suoi occhi avevano sempre una luce di speranza, brillavano come due stelle, erano pieni di vita. 
Lui era rimasto molto sorpreso da tutto ciò, e se in un primo momento voleva che non tornasse più, man mano si era ritrovato quasi ad apprezzare i momenti assieme, ovviamente senza mai ammetterlo.
Né mai avrebbe ammesso che si fosse innamorato di lei. 
Non lo avrebbe mai fatto, lui stesso non lo aveva ancora accettato a pieno: lui, che aveva sempre cercato di non affezionarsi, di non legarsi mai a nessuno, che era sempre stato così solitario, non poteva essersi innamorato. 
Inoltre, lei aveva bisogno di qualcuno che la facesse sentire importante, che la riempisse di attenzioni e premure, che fosse dolce con lei, qualcuno che la facesse sentire al sicuro. Lei era troppo pura, troppo luminosa, per uno come lui, sarebbe stato capace di spegnere quella luce che tanto amava nei suoi occhi. Con lui, sarebbe sempre stata in pericolo, come avevano dimostrato gli ultimi fatti.
Ma nonostante questo, lui l'amava.

Haruka sentì il suo sguardo addosso ma per un po' non disse niente, continuando la sua colazione come nulla fosse, poi si voltò verso il ragazzo.
<< Perché mi fissi?? >> gli domandò facendolo lievemente sobbalzare.
<< Stavo riflettendo... Ti sei mai fidanzata?? >> chiese lui con nonchalance.
Lei, che intanto stava bevendo il cappuccino, si affogò ed iniziò a tossire, riuscendo per poco a non sputare la bevanda addosso a Yakumo, seduto di fronte a lei, che la guardava preoccupato.
<< Non vorrai mica sputarmi tutto addosso?? Questa camicia l'ho messa per la prima volta stamat...>> disse lui ma Haruka lo interruppe.
<< Ma che razza di domande sono queste?? >> 
<< Semplice curiosità... Comunque, rispondi alla mia domanda>> tagliò corto lui.
<< Ho avuto una storia, molto tempo fa, quando ero ancora alle medie>> rispose lei ridacchiando << lui era figlio di due pasticceri e ogni giorno mi portava un pasticcino, ma poi si è innamorato di un'altra ragazza. >> 
<< E con Jeremiah invece?? >> chiese lui.
<< Non c'è mai stato niente, lo vedo solo come un amico, un carissimo amico, ma nient'altro >> rispose lei. 
<< E se lui invece fosse innamorato di te?? Si sentirebbe quanto meno offeso da te, che invece non dimostri questo tipo di affetto nei suoi confronti >>
<< Ho capito dove vuoi andare a parare e no, non penso che arriverebbe a minacciarmi di morte per così poco. Né lui né qualcun'altro, sarebbe un motivo troppo futile secondo me >>
<< Tu capiresti se qualcuno è attratto da te?? Capiresti se, ad esempio io, fossi attratto da te?? Se mi fossi innamorato di te?? >> chiese lui grattandosi il mento, come se stesse chiedendo del tempo.
Lei lo guardò spalancando gli occhi e con le mani tremanti. Sentiva il cuore battere forte, così forte che temette di stare per avere un infarto, per non parlare della stomaco in subbuglio e dei brividi lungo la schiena.
<< Io... Ecco... >> balbettò lei .
<< È solo un esempio, non mettermi strane idee >> disse lui con il suo solito modo di fare.
A quel punto Haruka si irrigidì, sentendosi profondamente delusa e con un peso sul cuore.
<< Lo capirei se tu provassi qualcosa per me, se qualcuno provasse qualcosa per me. Ed al momento nessuno sembra interessato a me in quel senso >> disse quindi mantenendo il contatto visivo, per poi alzarsi dalla sedia e mettersi a lavare le stoviglie nel lavabo, dandogli le spalle.
Lui rimase a guardarla, non capendo la sua reazione, sembrava quasi arrabbiata, offesa. 
Dopo qualche minuto lei si voltò di scatto con le lacrime agli occhi.
<< Non c'è il pericolo che qualcuno si innamori di una come me! Nessuno vorrebbe una stupida come me, non credi?? >> 
Poi uscì dalla cucina e si chiuse in bagno. Lui la inseguì fino a prendersi la porta in faccia.
<< Aspetta, esci un attimo, fammi spiegare! >> le disse da dietro la porta.
<< Esattamente cosa dovresti spiegarmi?? >> chiese lei senza però aprire la porta 
<< Non lo so... >> 
Non ricevette risposta, così si sedette a terra e continuò a parlare.
<< Non sarebbe tanto difficile innamorarsi di te, non sei tanto male infondo. Stavo solo pensando che forse chi ce l'ha con te è una persona che prova qualcosa di non corrisposto per te >>
<< Nessuno mi ha mai dimostrato qualcosa del genere >> rispose lei sedendosi dall'altro lato della porta con i singhiozzi a scuotere le spalle.
Rimasero qualche attimo in silenzio, divisi solo dalla porta. Poi Yakumo ridacchiò.
<< Non ci trovo nulla da ridere, non è bello!! >> urlò lei offesa e con la voce ancora rotta dal pianto di poco prima.
<< Rido perché Ishii fino a poco tempo fa aveva un'incredibile cotta per te! >>
<< Cosa?? Davvero?? Non lo avevo mai notato!! >>
<< È questo il problema. Era palese che fosse innamorato di te, ma tu non lo hai notato. Potresti non aver notato che qualcun'altro fosse innamorato di te >> disse lui pensieroso, poi si alzò in piedi << Che ne dici di uscire di lì?? Non è bello parlare con una porta! >>

Dopo pochi minuti, Haruka uscì dal bagno con gli occhi ancora lievemente rossi e tirando su con il naso.
<< Comunque l'idea dell'innamorato vendicativo non regge. Ultimamente l'unico ragazzo che sto vedendo spesso sei tu, gli altri amici maschi è da molto che non li vedo e sono quasi tutti già fidanzati, quindi secondo me è da escludere questa probabilità >>
Yakumo non seppe spiegarsi perché, ma quelle parole lo resero lievemente felice.
<< E Jeremiah?? >> chiese poi ricordando come lui cercasse un qualsiasi contatto fisico con Haruka.
<< Ma perché ce l'hai tanto con lui?? Comunque l'ho rivisto dopo tanto tempo al mio compleanno, non credo che in così poco tempo poteva innamorarsi, capire che non sono innamorata di lui e pensare a vendicarsi >>
<< Questo è anche vero. Ma magari prova qualcosa da prima, ed è tornato apposta per vendicarsi >> 
Lei alzò gli occhi al cielo. 
<< Non pensavo che saremmo arrivati al punto in cui tu spari idee senza senso ed io ti faccio ragionare. Abbiamo parlato si e no due volte prima che lui tornasse, dopo anni di lontananza, e ci siamo solo accordati per vederci. Lascia da parte la tua antipatia per Jeremiah e pensa lucidamente>>
<< È quello che sto facendo! >> sbottò lui
<< Io non credo >> gli rispose ridacchiando lei.
Lui la guardò imbronciato con le braccia incrociate.
<< Allora pensaci tu a chi potrebbe avercela con te>> borbottò.

A lei sembrò tanto un bambino capriccioso e scoppiò a ridere, facendo scappare un sorriso anche a Yakumo.

Ritorna all'indice


Capitolo 12
*** #11 ***


Yakumo era sotto la doccia quando il suo cellulare, dimenticato in camera, iniziò a squillare e Haruka lo avvertì dall'altra stanza.
<< Yakumo ti suona il telefono >>
<< Dimmi chi è ed in caso rispondi tu >>
Sentì dei passi affrettati passare davanti alla porta e poi nuovamente la voce della ragazza.
<< È Goto >>
<< Rispondi tu >>

<< Pronto? >>
"Haruka-chan, dov'è Yakumo??"
<< È sotto la doccia, sta arrivando >> rispose la ragazza, mentre sentiva la porta del bagno aprirsi.
Così si girò verso l'entrata della stanza e si ritrovò a Yakumo alle spalle, coperto dal solo asciugamano stretto in vita e con i capelli bagnati. 


Si perse momentaneamente a seguire le goccioline d'acqua scivolare dolcemente sul petto del ragazzo, mentre quest'ultimo se la rideva, divertito dalla reazione di Haruka. 


Deciso a giocare ancora un po' con la ragazza, si avvicinò ulteriormente a lei, arrivandole ad un palmo dal naso, per poi chiedergli:
<< Mi passi il telefono?? >>

Lei si riscosse dallo stato di trance in cui era caduta, arrossendo furiosamente e quasi sbattendogli addosso il telefono.
<< Che è successo adesso? >> disse Yakumo poggiato il telefono all'orecchio, mentre guardava di sottecchi la ragazza ancora rossa al suo fianco che di tanto in tanto lo osservava
" Mi ha chiamato Mamiko Komoshira, la signorina che abbiamo incontrato per quella storia del fantasma del bambino. Ha detto che lo ha rivisto, mentre guidava se l'è trovato nel sedile posteriore, mi ha chiesto di andare da lei"
<< Mi dia il tempo di vestirmi e andiamo >> e riattaccò.

 

Yakumo si girò verso la ragazza con un mezzo sorriso e incrociando le braccia la fissò.
<< Dovrei vestirmi, preferisci uscire o rimanere qui? >>
<< Cos... No! Ovvio che esco!! >> rispose lei agitata, sbattendo anche la porta per sbaglio.
Yakumo ridacchiò per la sua reazione, mentre prendeva l'immancabile camicia bianca dall'armadio.

 

 

Quando Goto arrivò, Yakumo era già pronto all'entrata dell'appartamento, in attesa dell'arrivo di Ishii per non lasciare sola Haruka.
Nel tragitto tra la casa dell'ispettore e quella della signorina Komoshira c'era una grande curva su uno strapiombo.
Fu lì che videro una macchina con lo sportello ancora aperto, quasi addosso al guard-rail, e sull'asfalto erano presenti dei marcati segni di frenata.
<< Diamo un'occhiata >> disse Goto accostando.
Girarono attorno all'auto ma la trovarono vuota. Il portaoggetti era aperto, le chiavi ancora attaccate al cruscotto ed una borsa da donna era appoggiata al sedile passeggero.
Yakumo guardò giù dal dirupo e vide una scarpa rossa col tacco, poco distante da un corpo nascosto da un cespuglio.
<< Goto temo di aver trovato l'autista>> disse all'ispettore indicando la scarpa
<< Come arriviamo là? >>
<< Hai delle funi, o dei cavi?? >>
<< No, però ho delle lenzuola che Atsuko mi ha chiesto di prendere stamattina dalla lavanderia, potremmo usare quelle. Lei mi ucciderà, ma non abbiamo altra scelta>>
<< Perfetto, due piccioni con una fava. Chiamiamo un'ambulanza e scendiamo lì, tu tieni le lenzuola da sopra ed io mi calo. >>
<< Va bene, ma sta attento>>

 

Ma era troppo tardi, era ormai un cadavere.
Con sgomento, Yakumo scoprì inoltre che si trattava di Mamiko Komoshira.

 

 

<< Mi sembra inutile dire che non si tratta di suicidio. Ma se tu, stupido orso, avessi pensato il contrario, ti informo che sui polsi della donna c'erano dei lividi, oltre ad esserci dei graffi sulle braccia e del sangue sotto le unghie. Insomma, la poveretta si è difesa fino alla fine >> disse il dottor Hata con un mezzo sorriso.
<< Grazie vecchietto, anche se già avevo capito che non si trattasse di suicidio >> precisò l'ispettore.
<< Ci vediamo tra due giorni per i risultati dell'autopsia, buona giornata e buon lavoro a tutti.>> salutò il coroner andando via tutto allegro, per poi parlare tra sé << Mai che mi facciano vedere un bel cadavere pulito ed in buono stato... >>

<< Mi mette i brividi ogni volta... >> borbottò Goto prima di guardare all'interno dell'auto.


Nel portaoggetti trovò qualcosa che lo fece sbiancare in viso.
<< Yakumo, guarda qui... >>
L'ispettore teneva tra le mani, indossando i guanti per non lasciare impronte, una lettera con scritto "È solo l'inizio" con quello che sembrava sangue.
Yakumo sentì il gelo farsi strada nelle sue vene, una forte nausea contorcergli lo stomaco, la testa pulsargli di dolore, mentre il cuore era diventato troppo pesante per battere normalmente.
Rimase immobile, guardando quella lettera, e inghiottì a vuoto un paio di volte.
Goto non era da meno, bianco come un fantasma e con gli occhi sbarrati, mentre avvertiva il panico prendere il sopravvento su di lui.
I due si guardarono e lessero il terrore negli occhi dell'altro.
<< Chiama Ishii, chiedigli dove ha messo i documenti che gli avevo chiesto prima sulla Komoshira, voglio rivederli >> disse con voce funerea Yakumo.


Goto chiamò Ishii, che si trovava da Haruka, e gli spiegò l'accaduto, chiedendogli poi dei documenti nominati da Yakumo.

 

<< Ishii mi ha detto che i documenti sulla Komoshira sono assieme alle ricerche svolte su quell'incendio in cui è morto il bambino, daremo un'occhiata anche a quelli>> disse Goto salendo in macchina una volta staccata la chiamata. << Ho detto di non dire niente ad Haruka, sarebbe meglio dirglielo di persona. Ora ti riporto a casa così Ishii viene con me e tu parli con Haruka. Probabilmente farò tardi stasera, non aspettatemi per cena >>
Yakumo annuì, tenendo lo sguardo verso il finestrino. Goto riprese quindi a parlare.
<< Lo so che sei preoccupato, hai paura, ce ne ho anch'io, ma ho promesso di proteggerla, non permetterò che le accada qualcosa >>
<< La ringrazio per questo, signor Goto >> rispose il ragazzo, senza però cambiare espressione o posizione
<< C'è qualcos'altro che ti ronza in testa >>
<< La signorina Komoshira non ha mai detto niente a proposito della lettera, giusto?>>
<< Esatto >>
<< Eppure ti ha chiamata per il fantasma.>>
<< Si ma non capisco cosa vuoi dire >>
<< Perché non dirci della lettera di minacce quando si era rivolta a noi per la storia del fantasma?? >>
<< Giusto, ottimo ragionamento! >>
<< Inoltre, secondo me il portabagagli non è stato lasciato aperto per caso o dimenticanza, lei voleva farci trovare la lettera >>
<< E questo come puoi dirlo?? >>
Ma lui, come suo solito, non rispose.
<< Ok ok, anzi che hai detto qualcosa del tuo ragionamento>> disse infatti Goto con una smorfia.

 

Quando arrivarono sotto casa, Yakumo prese un profondo respiro aprendo la portiera. Prima che scendesse, Goto gli mise una mano sulla spalla.
Yakumo si girò a guardarlo e lesse nei suoi occhi un incoraggiamento, annuì ed uscì dalla macchina più sicuro di sé.

 


Entrato in casa, Yakumo trovò Haruka ed Ishii in cucina a bere del the.
<< Ben tornato, com'è andata?? >> chiese la ragazza.
<< Ishii, l'ispettore la sta aspettando sotto, in macchina, ed è meglio che faccia in fretta, avete del lavoro da sbrigare >> disse Yakumo ignorandola.
<< Si... A dopo>> rispose Ishii
<< È successo qualcosa?? >> chiese Haruka preoccupata. 


Quando Ishii chiuse la porta di casa lasciando Yakumo e Haruka da sola, il ragazzo dall'occhio rosso sospirò.
<< Un omicidio >>
<< Un omicidio?? Oddio chi è morto?? >> chiese Haruka preoccupata.
Yakumo la guardò, immaginando già quanto ciò che stava per dirle l'avrebbe spaventata.
<< Mamiko Komoshira >>
Le raccontò che stavano andando da lei quando avevano visto che la macchina, di come avevano poi raggiunto il corpo, delle informazioni date da Hata, ed infine della lettera.

La ragazza ascoltò tutto attentamente, in silenzio, e alla notizia della lettera impallidì.


<< Quindi chi ha ucciso quella donna, è la stessa persona che mi ha minacciata >>
<< Così sembra >> disse Yakumo stropicciandosi gli occhi.
Seguirono lunghi attimi di silenzio, poi Haruka si alzò dalla sedia e, sempre in silenzio, uscì dalla cucina. Dopo qualche attimo di tentennamento, Yakumo decise di raggiungerla.


La trovò sul letto, a pancia in giù, abbracciata al proprio cuscino, piena di tristezza e le si sedette accanto in silenzio. Lei lasciò il cuscino, si girò su un fianco e cercò la mano di lui.
Yakumo la lasciò fare e anzi strinse la presa sulla sua mano
<< Tu non farai la sua stessa fine>> le disse con voce ferma.
<< Non voglio che tu rimanga coinvolto in tutto questo, potrebbe accaderti qualcosa>> gli rispose Haruka mettendosi a sedere.
<< Sono ormai da tempo coinvolto >>
<< Perché? >>

La domanda le era scappata dalle labbra quasi come un sospiro, ma Yakumo l'aveva sentita fin troppo bene.


Il problema era che non poteva dirle tutta la verità, per cui si limitò a rispondere con una mezza verità, guardando un punto indefinito del pavimento.

<< Perché è così, e ormai non si può cambiare questo.>> rispose lui.
Lei lo guardò intensamente, quasi a volergli leggere nella mente.


Probabilmente stava per fargli un'altra domanda, ma prima che aprisse bocca, lui rialzò lo sguardo serio.

<< Haruka >> disse con voce ferma, decisa, quasi dura.
Lei ormai sapeva che quando la chiamava per nome, era per dirle qualcosa di importante e per certi versi unico. 
Così annuì soltanto, per farlo continuare a parlare.
<< Penso che quella donna sapesse di star andando incontro alla persona che le aveva mandato quella lettera, ma per un motivo che mi sfugge non ci ha detto niente a riguardo. Se avesse parlato, magari ora non sarebbe morta. Per favore non fare lo stesso, se hai anche il minimo sospetto devi dircelo. E soprattutto stai attenta e permettici di proteggerti sempre e comunque>> 


Lei lo accarezzò sorridendogli dolcemente, cogliendolo impreparato.
Yakumo si aspettava che lei gli dicesse che sapeva cavarsela da sola, che non era una stupida, si aspettava addirittura che avrebbero litigato, ma sicuramente non si aspettava tutta quella dolcezza che vedeva nei suoi occhi.
<< Te lo prometto. Non aver paura >> e lo abbracciò.
Lui preso alla sprovvista inizialmente restò bloccato, per poi stringerla a sua volta.

 

<< E comunque un'idea sul perché non abbia detto niente forse io ce l'ho>> disse tristemente dopo qualche minuto Haruka, guardando a terra.
Yakumo la guardò interrogativo, con un sopracciglio alzato, e le fece segno di continuare
<< La persona che la minacciava è qualcuno a lei caro, ha voluto proteggerlo mettendo a rischio se stessa. O forse non pensava che sarebbe stato capace di ucciderla. Sicuramente si fidava di lui e lo amava profondamente.>> disse lei con gli occhi lucidi ed un nodo alla gola.


Dopo qualche minuto, Yakumo disse la sua.
<< Alla seconda opzione avevo pensato anch'io, potrebbe essere stata una morte accidentale. Quella donna e il suo assassino hanno avuto un grosso litigio, e nella foga lui l'ha spinta, facendola cadere giù.  >>
<< Secondo quanto ha scritto nel suo ultimo messaggio, lei voleva parlargli di qualcosa di importante, forse voleva trovare una soluzione. Peccato che il destinatario del messaggio era Yuri Kowayashi, che come sappiamo è stato ucciso una settimana fa e di cui non abbiamo trovato il cellulare. Questo vuol dire che i due casi sono collegati >> disse Yakumo.
<< Di bene in meglio >> sospirò sarcastica Haruka.

 

Yakumo la guardò con un mezzo sorriso
<< E questo sarcasmo da dove viene?? >> le chiese
<< A stare con lo zoppo si impara a zoppicare, non lo sapevi? >> rispose lei facendogli la linguaccia.

 

 

 

Ciao!
Avevo completato questo capitolo già giorni fa, ma mercoledì sono partita e non ho avuto modo di pubblicarlo, per cui ci ha pensato il mio meraviglioso ragazzo alla pubblicazione (grazie amore).
E niente, spero che questo capitolo vi piaccia :*
A presto :3

Ritorna all'indice


Capitolo 13
*** #12 ***


Erano passati alcuni giorni dalla morte di Mamiko Komoshira.

Dai risultati dell'autopsia, la donna era morta sul colpo, quindi almeno non aveva sofferto e il sangue sulla sua lettera, uguale a quella per Haruka, apparteneva a Yuri Kowayashi.
Avevano pensato quindi di aver trovato finalmente chi aveva mandato quella lettera ad Haruka, mancavano solo ulteriori prove.
Così avevano fatto nuovamente un sopralluogo nell'appartamento di Yuri e Selena Kowayashi, ma nella spazzatura avevano trovato una lettera con scritto "Pagherete per tutto", e questo cambiava nuovamente le carte in tavola.

Quella lettera era per loro o per un'altra persona da minacciare??
Dovevano capirlo, e per questo Goto e Ishii avrebbero incontrato nuovamente Jeremiah Honto per domandargli se sapesse qualcosa su quella faccenda, se magari la sorella gli avesse mai detto di aver ricevuto quella lettera.

Quando avevano raccontato le novità ad Haruka, lei era impallidita e da quel momento Yakumo aveva notato che era diventata più silenziosa, meno solare del solito, mangiava di meno, e anche la luce nei suoi occhi si era affievolita. Capiva che fosse per la situazione in cui si trovava, ma non riusciva comunque ad accettare questo suo abbattimento, il suo lasciarsi andare alla tristezza e alla paura. 
Notava che anche un rumore qualunque, come uno sportello della cucina che sbatteva, la facesse sobbalzare, che spesso si guardasse le spalle, e spesso l'aveva guardare con tristezza lui, Goto, Nao, Atsuko e talvolta persino Ishii, li guardava tutti con l'aria colpevole, ma non capiva il perchè, nè come aiutarla.

Pochi giorni dopo, Haruka aveva avuto un lieve capogiro e Yakumo le aveva consigliato di andare a sdraiarsi e l'aveva accompagnata nella sua camera.

<< Però... Puoi restare con me? >> gli aveva chiesto lei con le lacrime agli occhi e la voce tremante.
Lui allora le si era sdraiato accanto e aveva consolato il suo pianto accarezzandole la testa, senza parlare, perché sapeva che le parole non sarebbero servite.  
Dopo un po' si era addormentata, lui l'aveva messa sotto le coperte, ed era rimasto ad osservarla e a riflettere.

Aveva paura di perderla, così tanta paura di perderla che non riusciva a pensare lucidamente come al suo solito. 
Nell'ultimo anno, trascorso senza suo zio, lei gli era rimasto accanto, l'aveva consolato, non l'aveva mai lasciato solo, non aveva lasciato che il dolore lo facesse a pezzi ma anzi, gli aveva fatto forza, gli aveva dato speranza, come solo lei poteva fare. 
Ed ora toccava a Yakumo restarle accanto, consolarla, rassicurarla e proteggerla, farle capire che doveva ancora lottare.

Ed era importante scoprire chi era l'assassino al più presto, perché solo così Haruka sarebbe stata al sicuro.

Yakumo riteneva fondamentale capire cosa legasse quei casi così diversi tra loro, accomunati solo da una lettera. 
Cosa aveva spinto Yuri Kowayashi a minacciare Haruka e Mamiko Komoshira? Chi aveva ucciso marito e moglie?? E chi Mamiko Komoshira?? C'era qualcos'altro a legare quei casi tra loro??
La situazione era troppo confusa, qualcosa non tornava. 
A meno che...

A Yakumo venne in mente un'idea, e fece per alzarsi, ma Haruka, ancora addormentata, proprio in quel momento disse un nome sospirando.
<< Yakumo...>> 
Il ragazzo sentì come se il suo cuore stesse esplodendo, ed un dolce calore si propagò dal petto allo stomaco, alla testa, che subito sentì più leggera. 
Haruka stava forse sognando Yakumo? Lui pensò che, se fosse così, doveva essere un bel sogno perchè lei sorrideva dolcemente pur tenendo gli occhi ben chiusi.

E capì che quella ragazza lo avrebbe fatto impazzire, se non era già diventato pazzo. 
Si chiese se fosse quello l'amore, per poi darsi dello stupido. 
Ormai aveva capito da tempo che quello che provava per Haruka era amore.

Non riuscendo ad andarsene in quel momento si rimise comodo accanto a lei, giocando con una sua ciocca di capelli, e aspettò che fosse Goto a venire da lui. 
D'altronde, era anche giusto che fosse quell'orso a cercare lui e non viceversa.

Difatti, poco tempo dopo l'ispettore passò.
<< Io sto andando... >> sussurrò sulla porta per non svegliare la ragazza.
<< Goto, aspetta. Yuri Kowayashi aveva un complice. Probabilmente è quest'ultimo a minacciare Haruka e ad aver ucciso Mamiko Komoshira, e forse anche Yuri e Selena Kowayashi. L'assassino e Yuri Kowayashi hanno avuto un litigio, una discussione, o forse si tratta di omicidio premeditato, la moglie ha colto sul fatto l'assassino, ed è stata quindi messa a tacere.>>
<< È quello che penso anch'io. Dobbiamo trovare questo complice, è lui quello pericoloso.>> 
<< Mi riferisca tutto quello che Jeremiah Honto le dirà>>
Goto aveva annuito ed era andato via.

Yakumo guardò ancora la ragazza addormentata accanto a sé e si chiese per l'ennesima volta chi potesse mai avercela con lei.

Haruka si svegliò un'ora dopo, ma non aprì subito gli occhi, godendosi ancora un po' il tepore che la circondava. Lentamente riprese coscienza della realtà, fino a rendersi conto che qualcuno la stava accarezzando molto delicatamente, come se fosse fatta di cristallo. Aveva allora aperto gli occhi, scoprendo di essere sotto le coperte, quando ricordava di essersi addormentata sopra, e che ad accarezzarla era Yakumo, che ora la guardava con la sua solita espressione annoiata, ma gli occhi pieni di un'emozione che non aveva mai visto prima nei suoi occhi.

Quando i loro sguardi si incontrarono, Yakumo si bloccò, restando con solo la punta delle dita a sfiorare la sua guancia, come se fosse stato scoperto a fare qualcosa di quasi sbagliato. Lei aveva quindi poggiato la sua mano, piccola e delicata, su quella più grande e forte di Yakumo in una muta richiesta di continuare. Allora lui aveva ripreso, restando sempre in silenzio, facendo dubitare ad Haruka che fosse la realtà. 
<< Yakumo.. >> aveva sussurrato con la voce ancora impastata di sonno
<< Shh. Per una volta goditi il silenzio>> aveva risposto lui con la voce bassa e lievemente roca, come se avesse la gola secca.

Ma lei iniziava a ricordare quello che era successo nell'ultimo periodo, e le si era formato un nodo alla gola, gli occhi le si erano fatti lucidi. Li serrò per trattenere le lacrime che sentiva formarsi, ma inutilmente: una scappò via. Yakumo non disse niente, semplicemente strinse la ragazza a sé.

<< Sono la prossima, me lo sento>> aveva detto dopo qualche minuto Haruka, singhiozzando sul petto di Yakumo.
Lui si era irrigidito e le aveva afferrato i polsi, per poi puntare i suoi occhi bicromi in quelli castani della ragazza.
<< Non dirlo mai più, non devi nemmeno pensarci! >> le aveva poi detto con fermezza.
<< Lo sai anche tu! Ha già ucciso tre persone, io sono la prossima! Presto verrà qui! >> aveva risposto tra le lacrime lei.

Yakumo era rimasto a guardarla con risentimento, per poi alzarsi dal letto ed uscire dalla stanza sbattendo la porta. Haruka dopo un attimo di sorpresa, causata dal vedere Yakumo perdere il suo abituale autocontrollo come mai prima d'ora, nemmeno nelle situazioni più difficili, lo aveva seguito, trovandolo in cucina a guardare fuori dalla finestra.

<< Yakumo... >> aveva mormorato lei. 
Lui non le aveva nemmeno risposto, continuando a guardare la pioggia abbattersi sulla città. Haruka allora gli si era avvicinata e aveva poggiato quasi con timore una mano sulla sua schiena.
<< Io... >> provò a dire, ma lui la interruppe parlando a voce bassa, come se fosse rivolto a sé stesso.

<< Se mi sono arrabbiato con te, anzi, se sono arrabbiato con te, è perché tu ti stai abbandonando all'idea che, alla fine, chi ti ha mandato quella lettera riuscirà a farti del male, senza lottare come fai di solito. Sono arrabbiato con te perché di solito sei tu quella che non perde mai la speranza, mentre stavolta sei stata la prima a farlo. E a me non va bene. Questa non sei tu.>> le aveva spiegato.
Haruka prese un respiro profondo prima di rispondere, puntando lo sguardo sulla sua mano poggiata sulla sciena del ragazzo.

<< Non ho paura per me, ho paura per voi. Per te, Goto, Atsuko, Ishii e Nao. State rischiando la vostra vita per me, ed io non so cosa fare per aiutarvi, mi sento inutile. È colpa mia se siete in questa situazione. Siete in pericolo a causa mia, e questo non mi dà pace >> 
Yakumo era rimasto colpito da quelle parole, non sapendo nemmeno cosa rispondere. Si girò piano verso di lei, ritrovandosi a pochi centimetri dal suo viso. 
Haruka lo guardò con gli occhi pieni di lacrime, e lui si sentì impotente davanti a tanta tristezza.

<< Nessuno mi ha mai obbligato a salvarti, nessuno mi obbliga a proteggerti, sono io a volerlo fare, e come me anche Goto, Atsuko, Ishii e persino Nao. Le avevo chiesto se voleva andare dai suoceri di Goto con Atsuko finché non si sistemava la situazione, ma lei ha detto che non ti avrebbe lasciata sola. È una nostra scelta proteggerti, solo nostra, abbiamo deciso noi di restarti accanto, a nostro rischio e pericolo. Tu puoi aiutarci cercando di capire chi potrebbe provare del risentimento nei tuoi confronti, e portando un po' di buon umore >> prese un respiro profondo prima di continuare a parlare << Anch'io paura, ma per te. Volente o nolente, mi sono affezionato a te, e non voglio perderti, per cui farò di tutto per proteggerti.>>

Haruka sgranò gli occhi e si perse in quelli di Yakumo, nel castano scuro del destro e nel rosso vivo del sinistro, così belli per lei, addirittura meravigliosi, e poggiò una mano sulla sua guancia, sorridendogli dolcemente. 

<< Grazie>> aveva poi sussurrato.
Lui aveva semplicemente sorriso ed annuito con la testa.
<< Non devi arrenderti, non devi mai farlo. Intesi?? >> le disse.
<< Intesi >> rispose lei sorridendogli dopo giorni in cui sembrava essere diventata apatica.
E finalmente Yakumo rivide la luce che tanto amava nei suoi occhi. 

Forse fu proprio quella luce, che tanto lo attirava ogni singola volta in cui la scorgeva, a fargli azzerare la poca distanza tra i loro visi, andando ad appoggiare le sue labbra su quelle di Haruka, prima con delicatezza e quasi timore di vederla scappare via e poi con maggior sicurezza sentendo le mani di lei andare a giocare con i suoi capelli alla base della nuca.
Le passò una mano dietro la schiena ed una tra i capelli, attirandola maggiormente a sè mentre la sentiva sorridere sulle sue labbra. 

Sentendo la serratura della porta d'entrata scattare si allontanarono bruscamente, in tempo per vedere entrare nella stanza Atsuko e Nao con delle borse della spesa. 
<< Haruka, ti senti meglio?? >> le chiese la donna sorridendole.
<< Io? Si si, magnificamente>> rispose lei annuendo più volte con le guance rosse come ciliegie, il cuore che batteva impazzito ed il respiro accellerato.

Yakumo poggiato sul tavolo poco distante da lei sorrise, anche lui con il viso lievemente arrossato ed un leggero fiatone.

 

Rieccomi!
Sono tornata con il botto proprio! Spero che vi sia piaciuto questo capitolo, a me ha fatto venire il batticuore e spero di essere riuscita a far emozionare un po' anche voi! 
Alla prossima!

 

Ritorna all'indice


Capitolo 14
*** #13 ***


La sera, dopo cena, Goto portò delle novità sul caso a Yakumo e Haruka.
<< Il ragazzo sostiene di non sapere niente della lettera, si è anche sentito male quando gliene ho parlato>>
<< Immagino... Adorava Selena, è stata quasi una madre per lui >> disse Haruka.
<< È quello che ha detto anche lui. E dai documenti ho visto che non era un modo di dire, dato che sua madre li ha abbandonati quando lui aveva ancora 16 anni. Ma ho notato anche un'altra cosa interessante: suo padre, Kaito Honto, è stato arrestato per aver investito ed ucciso una bambina di 7 anni... E non era una bambina qualsiasi>>
Haruka lo guardò interrogativa,e Yakumo al suo fianco ebbe un brutto presentimento.
<< Chi era quella bambina?>> chiese allora il ragazzo.
<< Ayaka Ozawa>> rispose con voce grave Goto.

Quelle due parole rimbombarono nella testa di Haruka al ritmo del suo battito cardiaco accellerato, prima che la ragazza scoppiasse in lacrime e si stringesse a Yakumo che prontamente l'abbracciò, lanciando un'occhiataccia a Goto.
<< Delicato come un orso!>> sbottò Yakumo.
<< Mi... mi dispiace, non pensavo che avrebbe reagito così... >> rispose profondamente dispiaciuto l'ispettore.
<< Non mi sorprende il fatto che non abbia pensato...>>
<< Stia tranquillo ispettore.... e non essere troppo duro con lui, Yakumo >> rispose Haruka asciugandosi gli occhi e riprendendosi.
Il ragazzo sbuffò.

<< Non sapevo che fosse stato suo padre... In realtà in quel periodo pensavo di essere la sola responsabile della morte di mia sorella...>> spiegò lei ad occhi bassi.
<< A quanto pare stava parlando al telefono e si è reso conto solo dopo di averla investita... c'era anche un testimone: Ushio Komoshira,padre di Mamiko Komoshira. Alla fine Kaito Honto finì in carcere a scontare vent'anni di reclusione, ma proprio un anno prima di uscire si sentì male, lo portarono ad un ospedale vicino ma non ci fu nulla da fare>>
Haruka aveva ancora gli occhi lucidi, ma Yakumo doveva a malincuore chiedergli un favore.
<< Sarebbe utile sentire anche i tuoi genitori... Se non te la senti, parlo io con loro >> le disse quindi.
<< No, voglio parlargli io. Devo sapere perchè non mi hanno mai detto che fosse stato il padre di Jeremiah. >> rispose lei determinata ed evidentemente offesa con i suoi genitori.
<< Non prendertela con loro. Probabilmente non volevano che tu ci stassi male e credevano che non lo avresti mai saputo, anche perché lo stesso Honto non voleva parlarne, affermando di non avere un padre >> intervenne Goto.
<< Quando mia sorella è morta mi sono chiusa in me, inizialmente fu questo a dividere me e Jeremiah, e non mi sono resa conto che attorno a me c'erano anche altre persone che stavano male... >> pensò a voce alta Haruka.
Restarono a lungo in silenzio, prima che Yakumo parlasse.
<< Andiamo a dormire, è stata una giornata intensa, che ne dici?? >> disse il ragazzo ad Haruka.
​Lei gli sorrise arrossendo ed annuì.

Arrivati in camera, Yakumo si era sdraiato sul letto mentre Haruka si era seduta alla scrivania, a guardare fuori dalla finestra.
<< Yakumo, ho bisogno di sapere una cosa>> gli disse senza guardarlo.
Lui pensò che volesse parlare del bacio, e si sentiva già un nodo alla gola.
<< Dimmi>> disse comunque.
<< Finora ho capito che gli spiriti rimangono tra di noi quando hanno qualcosa a tenerli qui. Cosa tiene qui mia sorella?? >>

Lui non rispose subito, immerso nei suoi pensieri.
<< Si tratta solo di una mia teoria, non posso confermarla, ma la maggior parte degli spiriti cerca disperatamente di andarsene, mentre tua sorella è un caso a parte, lei sembra semplicemente decisa a restare tra i vivi. Posso sapere come mai queste domande? >>
<< Niente di che, solo che ogni tanto mi chiedo se non soffra a stare qui, bloccata tra i vivi e i morti>> gli rispose girandosi a guardarlo.
<< Non posso dirlo con sicurezza, tua sorella però non sembra essere triste. Sembra quasi... serena >>
Haruka tornò a guardare fuori dalla finestra e Yakumo approfittò della sua distrazione per osservarla in silenzio, tornando irrimediabilmente a pensare al bacio che si erano scambiati poche ore prima.

Sembrava quasi che per lei non fosse successo niente, al punto che Yakumo si chiese se non lo avesse solo immaginato. Eppure avvertiva ancora la sensazione delle sue labbra morbide posate sulle sue secche, sentiva ancora la sua pelle sotto la sua mano, i suoi capelli tra le dita.
No, non lo aveva immaginato.

Lei sentendosi osservata si voltò verso di lui.
<< Tutto bene?>> gli chiese.
<< Si si. Dovremmo andare a dormire adesso, è tardi e tu sarai stanca dopo oggi>> le disse Yakumo.
<< In realtà non sono molto stanca.>> disse lei, prima di sbadigliare.
<< No no, assolutamente>> ribatté lui ghignando, per poi spostare le coperte al suo fianco e osservarla sdraiarsi.
Una volta sotto le coperte, Haruka gli si avvicinò.
<< Posso dormire abbracciata a te?? Solo per stanotte>>
Yakumo alzò gli occhi al cielo, per poi aprire le braccia verso di lei, che si accoccolò nel suo abbraccio con un lieve sorriso.
<< Come se finora non ti avessi mai trovata avvinghiata a me come un koala.. >> sbuffò ironico Yakumo.
<< Ehi! Non sono un koala! >> ribattè lei.

La mattina dopo Haruka chiamò sua madre Keiko assieme a Yakumo e Goto, e le raccontò ciò che avevano scoperto.
<< Mi dispiace che tu l'abbia saputo così, ma all'epoca eri troppo provata >> disse la donna sentendosi in colpa.
<< Ti capisco, anche se avrei comunque preferito sapere la verità, soprattutto su Ayaka voglio sapere la verità... >> rispose Haruka.
<< Forse sarebbe stato più facile spiegartelo...>> sussurrò la madre addolorata.
<< Mi perdoni signora ma devo farle delle domande... >> disse Goto imbarazzato.
<< Diamoci del tu, ispettore. Sarà più facile parlare >> rispose la madre di Haruka avvertendo il disagio di Goto.
<< Va bene. Ho bisogno di sapere esattamente come andarono le cose allora, in particolare voglio sapere di Keiko Honto >>rispose lui.

Ci fu un lungo silenzio, prima che Keiko iniziasse a raccontare.
<< Kaito Honto era un caro amico mio e di mio marito Kazuhiro, non era raro che uscissimo con lui e sua moglie Aiko, per questo quando scoprimmo che era stato lui ad investire Ayaka pensammo di ritirare la denuncia, sicuri che fosse tremendamente dispiaciuto. Ma lui invece osò dire che Ayaka se la fosse cercata, non guardando la strada prima di attraversare e, peggio ancora, che fosse stata colpa di Haruka, che lei voleva farla morire di proposito. Io e Kazuhiro restammo di stucco, profondamente feriti e sdegnati dalle sue parole, e decidemmo di portarlo in tribunale. Anche Aiko ci rimase male, decidendo di divorziare da un uomo capace di pensare una cosa così cattiva. Ricordo ancora che quando Kaito fu arrestato, lei gli siavvicinò e disse ad alta voce "Per me tu non sei più nessuno, marcisci pure in prigione". Da allora di lui non abbiamo più saputo niente fino alla sua morte, mentre con Aiko continuammo a sentirci per alcuni mesi prima di perdere i contatti>>

<< Grazie mille, ciò che ci hai raccontato è molto importante>> disse Goto.
<< Posso chiedere io una cosa? >> chiese Yakumo
<< Certo, dimmi pure>> 
<< Che lei sappia, Aiko Honto ha avuto una nuova relazione dopo questi fatti?? Anche di breve durata>> 
<< Mmh... Non ne sono sicura, in una delle ultimissime lettere mi aveva detto di essersi innamorata di un uomo, ma non saprei dirti con sicurezza se hanno avuto una relazione, nè il nome di quell'uomo... Mi dispiace>> 
<< Non si preoccupi, mi basta sapere questo>>

Finita la chiamata con la madre di Haruka, nella stanza ci fu un lungo silenzio, ognuno preso dai propri pensieri, finchè la ragazza non si alzò dal divano.
<< Preparò del the, ne volete? >> chiese.
<< Io si, grazie mille Haruka-chan>> rispose Goto.
<< Anche per me...>> aggiunse Yakumo.

Rimasti soli, Yakumo e Goto si guardarono. 
<< A cosa stai pensando?>> chiese l'ispettore.
<< Ho ancora le idee confuse, potrebbe fare una ricerca su Aiko Honto e su Ushio Komoshira?>>
<< Ushio Komoshira?? Perchè su di lui?>>
<< Se non lo riesci a capire tu che sei l'ispettore!>> rispose con un ghigno Yakumo.
<< Stupido gattaccio!! Spiegami cosa ti passa per la testa!!>> gli sbraitò contro Goto, mentre il ragazzo si tappava le orecchie.
<< Che sei rumoroso... Tra l'altro, lo sai che russi?? Di notte ti senti solo tu in tutta la casa!>> 
<< Ma cos... Io ti ammazzo un giorno di questi!>>
<< E poi come risolvi i tuoi casi??>> 
Goto affondò maggiormente nel divano mentre brontolava, conscio di non poter avere mai l'ultima parola con Yakumo.

Haruka rientrò poco dopo con un vassoio con sopra tre tazze di the e dello zucchero.
<< Vedi Yakumo, vedi com'è gentile Haruka-chan?? Non potresti essere come lei??>> disse Goto sorridendo ad Haruka.
<< Io sono anche troppo gentile con te, risolvendo i tuoi casi!>> rispose Yakumo prendendo una tazza tra le mani. 
Goto sbuffò mentre Haruka ridacchiò guardandoli. L'ispettore però aveva appena realizzato di avere un asso nella manica.
<< E dire che state assieme da così tanto tempo che ormai pensavo che Yakumo si fosse un pò addolcito!>> 
Stavolta toccò a lui ridere,mentre sia Yakumo che Haruka si strozzavano con il loro thè e diventavano, soprattutto la ragazza, rossi in viso.
<< Noi ancora... >> iniziò Haruka, ma Yakumo le parlò quasi sopra.
<< Stiamo da poco assieme>>

Sia Goto che Haruka sgranarono gli occhi, mentre Yakumo aveva riacquistato la sua compostezza e sorseggiava tranquillo il thè
<< CHE COSA?? VOI?? DA QUANDO?? PERCHÈ NON NE SAPEVO NIENTE??>> urlò Goto alzandosi di colpo dal divano e guardandoli con gli occhi sgranati. 
<< Cos'è questa confusione??>> chiese ridacchiando Atsuko rientrando a casa asssieme. 
<< Loro due stanno assieme!!>> rispose Goto indicandoli.
<< CHE COSA?? VOI?? DA QUANDO?? >> chiese la donna, senza sapere di star ripetendo quasi completamente le parole del marito.

I due diretti interessati, invece, si guardavano negli occhi in silenzio, con un lieve sorriso sulle labbra. 
<< In realtà non ne abbiamo parlato molto... >> disse quasi ridendo Haruka.
<< Dovresti imparare che a volte non serve parlare molto>> rispose guardando verso la finestra Yakumo, sorridendo con le guance lievemente arrossate.

Nao guardava tutti e quattro sorridendo, pensando che suo padre Ishiin sarebbe stato molto felice di vederli così. 
Proprio mentre lo pensava, gli sembrò di sentire una mano sulla sua spalla e fece in tempo a voltarsi per vedere un'ombra al suo fianco sorridere. Lei ricambiò il sorriso mentre vedeva Ishiin sparire gradualmente. 
Tornò a guardare le due coppie, che non avevano notato niente presi dalle loro discussioni. 
Nao rise allegra.

"Che famiglia strana che siamo!" pensò.

Ritorna all'indice


Capitolo 15
*** #14 ***


Ciaoo!!
Si, è imperdonabile questa mia assenza ma ho avuto una serie di imprevisti e dunque eccomi dopo più di un mese dall'ultimo capitolo pubblicato. 
Spero di non dover aspettare nuovamente un mese prima di pubblicare un capitolo e che ciò che sono riuscita faticosamente a buttar giù vi piaccia! 
Buona lettura e a presto! :)
 


Yakumo e Haruka sono davvero una strana coppia! -pensò Goto guardandoli.

Da quando aveva scoperto (o meglio, da quando Yakumo lo aveva spiazzato dicendogli) che stavano insieme, aveva iniziato ad osservarli.
Li osservava da sempre in realtà, lo affascinava vedere quanto quei due fossero così stupidi da non vedere quanto fossero legati ed innamorati; ora che finalmente lo avevano capito li osservava invece per capire quanto sarebbero cambiate le cose tra di loro.

Aveva così notato che Yakumo ed Haruka, da quando erano diventati una coppia, semplicemente non erano cambiati di una virgola. 
Continuavano a battibeccare, come prima; uno osservava l'altro quando quest'ultimo era distratto, come prima; avevano piccole attenzioni, quasi invisibili, verso l'altro, come prima.

Lui si aspettava che una volta diventati una coppia sarebbero diventati un tutt'uno, uniti in tutto e per tutto, si aspettava che si completassero a vicenda le frasi, che Yakumo finalmente si lasciasse andare a gesti d'amore espliciti come il portarle ogni giorno dei fiori o robe simili, che Haruka gli preparasse ogni giorno torte al cioccolato, insomma si aspettava che si comportassero come le giovani coppie dei tempi d'oggi, che si sbaciucchiano giorno e notte o si chiamano con nomignoli diabetici e discutibili. 
Loro invece no.

Certo, non metteva in dubbio l'amore che c'era tra loro (sarebbe stato stupido e cieco a non vederlo nei loro occhi), con Haruka che preparava sempre due thè, uno alla vaniglia per lei ed uno al bergamotto che poi lasciava sul tavolo in attesa che Yakumo passasse "per caso" da lì e poggiasse una scatola di biscotti al cioccolato di cui "per caso" Haruka andava pazza.

<< Goto, è ovvio che non si comportino come dei ragazzi qualunque: loro non sono ragazzi qualunque! Yakumo non è come tutti gli altri ragazzi e Haruka non è come tutte le altre ragazze! Ed io penso che questo sia bellissimo!>> gli aveva detto una sera Atsuko dopo che lui le aveva espresso i suoi pensieri.
Lui si era sentito un imbecille a non averci pensato prima, e si era ripromesso di osservarli non più come due ragazzi qualsiasi ma solo come Yakumo e Haruka.

La prima occasione per osservarli in una nuova prospettiva, ovvero non come semplice coppia , si presentò il giorno dopo.
Erano seduti entrambi sul divano, ai lati opposti con in mezzo Nao. 
Yakumo leggeva un libro di filosofia, la bambina disegnava e Haruka leggeva un libro fantasy. 
La ragazza ad un tratto aveva starnutito ed iniziato a cercare dei fazzoletti. Yakumo prontamente aveva allungato un braccio e gli aveva porto una scatola intera di fazzoletti, senza staccare gli occhi dal suo libro.

<< Grazie>> aveva detto lei.
<< Prego. Comunque, non ti saresti raffreddata se l'altro giorno mi avessi ascoltato>> aveva risposto Yakumo.
<< Non ricominciare con quella storia! Stava iniziando a piovere, non potevo lasciare i vestiti stesi fuori!>>
<< Stava diluviando, ormai i vestiti erano impregnati d'acqua. C'ero anche io a raccoglierli, ti ricordo>> aveva ribattuto lui, mentre passava ad un'altra pagina del libro.

La piccola Nao capendo di trovarsi proprio nel mezzo di due fuochi si spostò in punta di piedi accanto a Goto, iniziando a osservare i due piccioncini e a ridacchiare con lui.

<< Esagerato! Erano solo quattro gocce>>
<< Vallo a dire ai tuoi capelli fradici e a quelle povere pantofole zuppe d'acqua! Quelle povere pantofole non ti avevano fatto niente di male, e tu le hai annegate>>
<< Ti ho già chiesto scusa per quelle pantofole! E te le ho anche lavate ed asciugate! Tant'è che ora ce le hai di nuovo tu ai piedi!>>
<< Scusate la domanda ma... Haruka, perchè avevi la pantofole di Yakumo?>> chiese confuso Goto.
<< Semplicemente perchè lei aveva i piedi freddi e le mie pantofole sono più calde delle sue, ed io ho avuto la malsana idea di prestagliele>> spiegò Yakumo con il suo solito tono distaccato.<< Mmh.. Capito... >> 
<< La prossima volta preferisco congelarmeli i piedi, pur di non doverti chiedere nuovamente un favore!>> aveva borbottato Haruka incrociando le braccia.
<< Non ce ne sarà bisogno, perchè se fossi solo un pò' più sveglia avresti notato che nella tua scarpiera ho messo un nuovo paio di pantofole per te>> 
<< Ma cos... Quando??>> 
<< Ieri sera>> 
<< Perchè non me lo hai detto subito?? >> 
<< Credevo le avessi viste. Evidentemente ho sopravvalutato le tue capacità visive>> disse Yakumo con un mezzo ghigno, mentre Haruka alzava gli occhi al cielo.
Goto sbattè gli occhi perplesso. Come diavolo fa quel ragazzo ad essere scontroso anche quando fa una gentilezza??
Haruka si alzò dal divano e andò verso la scarpiera dentro cui, effettivamente, c'erano delle pantofole rosse con dei pois bianchi, con all'interno del tessuto felpato dall'aria morbida e calda.
La ragazza li indossò timidamente, sorridendo come una bimba mentre apre un pacco di Natale e con le guance che facevano quasi concorrenza al colore delle pantofole.
<< Grazie>> aveva sussurrato piano, e Goto aveva notato un sorrisetto ammorbidire i tratti solitamente rigidi di Yakumo.

Quella sera stessa ci fu la seconda occasione.
Goto passando davanti al salotto intravide Haruka cercare con difficoltà di posare un libro (forse lo stesso che stava leggendo pomeriggio -si disse l'ispettore) su un ripiano alto della libreria, mentre Yakumo dal divano la guardava sghignazzando.
<< Sembri una scimmia>> commentò il ragazzo.
<< Cosa?? Ma non è assolutamente vero!>> ribatté lei voltandosi a fronteggiarlo.
<< Si invece>>
<< Invece di prendermi in giro perchè non mi aiuti??>> 
<< Perchè mi piace guardarti>> 
Entrambi arrossirono realizzando ciò che Yakumo aveva detto.
<< Intendevo dire che è divertente!>> provò a giustificarsi lui, ma ormai era tardi.
Haruka gli si avvicinò con le braccia incrociate sul petto e lo stesso mezzo ghigno divertito che Goto aveva scorto talvolta in Yakumo mentre si burlava di qualcuno ( troppo spesso proprio di lui).
<< Abbiamo entrambi capito cosa hai detto!>> 
<< No no, hai decisamente frainteso a causa della tua testa vuota>> 
Lei annuì divertita, finchè lui non si alzò e gli si avvicinò fino a far sfiorare i loro nasi.
<< Dammi quel libro che te lo poso>> le soffiò sulle labbra, lasciandola stordita.
Dopodichè come niente fosse le prese il libro dalle mani, lo posò al suo posto e si risedette sul divano, mentre Haruka lo fissava ancora rossa e immobile in mezzo alla stanza.
Tra l'altro, il giorno dopo Yakumo andò a comprare una scaletta e non appena tornato a casa la porse alla ragazza dicendole che era decisamente più comoda e sicura dell'arrampicarsi sui mobili.
<< Data la tua caratteristica imbranataggine, rischi di farti male nel tentativo di prendere un libro>> aveva aggiunto scompigliandole i capelli.

Goto li osservò anche mentre erano affacciati al balcone a vedere il tramonto, vide Yakumo poggiarle una giacca sulle spalle sussurrandole qualcosa come "sei sempre la solita"; notò anche che entrambi cercavano spesso un contatto fisico con l'altro forse inconsciamente.
Così, quando Atsuko si avvicinò al marito per chiedergli se avesse finalmente notato quanto loro assieme fossero unici, lui sorrise indicandole con il mento i due che avevano, tanto per cambiare, iniziato a battibeccare tra loro.

A rovinare però quel bel momento ci fu lo squillare del telefono di Goto.
<< Ishii, per quale cavolo di motivo mi chiami a quest'ora? Tra l'altro è anche dom.... Arriviamo subito.>> disse rispondendo al telefono, prima seccato e poi palesemente preoccupato. 
<< Cos'è successo?>> gli chiese Yakumo avvicinatosi a lui.
<< Un altro omicidio. E non solo: un'altra lettera>> rispose tetro l'uomo. 
Yakumo guardò Haruka al suo fianco, le posò un braccio sulle spalle con cui la strinse e le diede un rapido bacio sulla fronte.

<< Torno tardi, non aspettarmi sveglia>> le disse, per poi dirigersi al portone d'ingresso seguito da Goto.
 

Ritorna all'indice


Capitolo 16
*** #15 ***


Ciao!!
Rileggendo mi sono resa conto di alcuni errori di distrazione che ho fatto da questo capitolo in poi, per cui sto correggendo e ripubblicando i capitoli.
Comunque la storia sta per finire, per cui ormai pazientate ancora un po' e magari nel frattempo leggetevi la mia prima one-shot "Monster" sempre su PDY, è una song-fic ispirata dalla canzone "Monster" degli Imagine Dragons ambientata dopo il manga/anime ma che non segue gli avvenimenti delle light-novel.
La trovate sia sul mio profilo Wattpad che su quello EFP.
Ora vi lascio leggere in pace, grazie infinitamente per la pazienza che avete per seguire questa mia storia!
A presto!

<< Keito Takahasi, 63 anni. È stato colpito ripetutamente con un'arma da taglio per ben 7 volte, a quanto si vede, alla schiena e sul torace, dove è stata inferto il colpo letale, e con un corpo contundente alla testa, che potrebbe averlo tramortito. In tasca, aveva una lettera con scritto "Mantengo sempre le promesse". >> spiegò il dottore Hata con un sorrisino entusiasta nel vedere quel cadavere, facendo rabbrividire Ishii e innervosire Goto << Ma c'è dell'altro. Yakumo, tu che sei il più sveglio dei tre, hai notato cosa? >>
<< I vestiti.>> rispose Yakumo accovacciandosi accanto al cadavere.
<< Che significa "i vestiti"??>> chiese Goto perplesso.

<< È vero!! I vestiti!>> squittì Ishii dopo qualche istante di silenzio.
Hata ghignò vedendo l'ispettore incupirsi ed incrociare le braccia sul petto.
<< Goto, sei davvero sicuro che il tuo lavoro ideale sia l'ispettore?>>
<< Stupido vecchio, certo che sono sicuro! E voi due, sareste così gentili da spiegarmi che volete dire??>> rispose scocciato.
<< Se non fossi così ottuso lo avresti già notato>> gli disse placidamente Yakumo rialzandosi in piedi e stirandosi.
<< Ciò che Yakumo intende dire è che i vestiti sono stati indossati dopo l'omicidio >> spiegò Ishii sistemandosi gli occhiali sul naso.
<< E da cosa lo capite?>>
<< Semplice: la camicia non presenta tagli in corrispondenza delle ferite, e le macchie di sangue sono troppo poco estese, addirittura i pantaloni sono puliti. La vittima non aveva questi vestiti quando è stato colpito. Lo capirebbe anche un bambino. >>
<< E c'è dell'altro>> aggiunse Hata.
<< Ancora??>> sbuffò Goto.
<< C'è dell'acqua attorno al corpo.>> continuò il medico ignorando Goto. << I vestiti stessi sono umidi e freddi.>>
<< Forse si era fatto una doccia prima di morire.>> ipotizzò l'ispettore.
<< Con i vestiti?>> chiese Yakumo con un sopracciglio alzato.
Il dottor Hata ridacchiò.
<< Allora lo hanno lavato dopo.>>
<< Le macchie di sangue sarebbero annacquate ed estese.>>
<< Allora non lo so! Dimmelo tu perchè i vestiti di questo tizio sono bagnati!>>
<< Non sono io l'ispettore qui...>> gli disse Yakumo.
<< È stato scongelato!>> si intromise Ishii scattando sul posto e agitando l'indice in aria.
<< Scongelato? Come una confezione di piselli surgelati? E perchè mai?? >> chiese Goto scettico.
<< Il perchè devi scoprirlo tu Goto! Io posso solo dirti che in queste condizioni è più difficile decretare l'ora del decesso. Ciao! >> rispose ridacchiando Hata, prima di andarsene.
<< Come "ciao"? Torna qui! dimmi altro!! >>
<< Non ho altro da dire!>>
<< Dannato vecchio!>>borbottò l'ispettore.
<< Ti ho sentito!>>

<< Il corpo è stato ritrovato dalla moglie, Seira Takahasi. Era fuori città per lavoro da una settimana, doveva tornare tra due giorni ma è riuscita a finire prima e ha pensato di fare una sorpresa al marito. Ora è fuori, molto scossa. >> spiegò Ishii leggendo dal suo onnipresente taccuino.
<< Che lavoro fa?>> chiese Yakumo.
<< È una guida turistica per un'agenzia di viaggio, per cui manca spesso da casa.>>
<< Andiamo a parlarle>> disse Goto andando verso l'esterno.

La donna era seduta su una panchina, ricurva su stessa con la testa tra le mani ed i capelli a sfiorarle le ginocchia.
<< Signora, capiamo che questo sia per lei un momento terribile, ma dobbiamo farle delle domande...>>
<< S-si, vi dirò tutto! Ma prima dovete sapere una cosa importante!!>> rispose lei torturandosi l'orlo della gonna.
<< Che suo marito aveva ricevuto una lettera minacciosa? Lo sappiamo, l'abbiamo trovata nella tasca dei suoi pantaloni>> disse Goto.
<< Si! Volevo dirvi proprio questo!>>
<< Vorremmo sapere quando l'avete ricevuta. >> si aggiunse Yakumo.
<< Circa un mese fa. Una sera siamo rientrati a casa e abbiamo trovato quella lettera sotto la porta. >>
<< Ha idea di chi poteva avercela con suo marito?>> chiese Goto.
<< Io si, anche se lui... aveva sempre negato... diceva che non lo avrebbe mai fatto... ma io l'ho sempre saputo, lo sapevo che sarebbe finita così... lui non mi ha ascoltato, ha sottovalutato la situazione, ed ecco cosa è successo... >>
La donna scoppiò nuovamente in lacrime, e Ishii imbarazzato le porse un fazzoletto.
Quando si calmò, continuò a parlare.
<< Mio marito era una brava persona, gentile e altruista con tutti, ma... aveva anche lui i suoi difetti, come tutti d'altronde... e mesi fa mi confessò di avermi tradita con un'altra donna. Mi disse che era successo solo una volta, che era stato un errore, e che aveva chiarito subito alla donna che non sarebbe riaccaduto, ma lei iniziò a tormentarlo, a riempirlo di messaggi e chiamate, un giorno venne pure sotto casa nostra...>>
<< Come si chiamava quella donna?>> domandò Goto.
<< Mamiko Komoshira>>
L'ispettore, il suo assistente e Yakumo si scambiarono un'occhiata incredula.
In contemporanea, il telefono del ragazzo suonò.

Haruka era rimasta a casa con Atsuko e Nao.
Erano sedute sul divano in silenzio, guardando la tv accesa ma senza seguire il film, finchè non suonò il cellulare di Haruka.
<< Pronto?>>
"..."
<< Pronto?? Chi è??>>
"..."
<< Chi ha tel..>>
"Tu sei la prossima" rispose finalmente una voce profonda, prima di staccare.
Haruka rimase immobile, con il telefono in mano e gli occhi sgranati.
<< Chi era??>> le chiese Atsuko.
Lei non rispose.
<< Haruka??>> riprovò la donna.
<< Era lui. L'assassino. L'uomo che vuole uccidermi.>> rispose meccanicamente la ragazza.
<< Cosa? Ne sei sicura??>>
<< Si. Ha detto solo "Tu sei la prossima">>
<< O mio dio... Chiamo subito Goto!!>>
Quando Atsuko si allontanò, Haruka avvertì una lieve vibrazione del suo cellulare. Lo guardò svogliatamente e vide che aveva ricevuto un messaggio.
Lo aprì controvoglia, ritrovandosi subito dopo a boccheggiare.
Lasciò cadere il telefono sul soffice tappeto bianco, che attutì il rumore della caduta, e corse alla porta d'ingresso per uscire fuori.
Arrivò al cortile esterno del condominio e si guardò attorno, girando su se stessa.
<< Dove sei??>> gridò con la voce rotta dal pianto << Vieni qua! Vieni a prendermi! Prendi me, ma lascia stare loro! Non hanno fatto niente di male! Uccidimi se vuoi, ma stai lontano da loro!!>>
Riuscì ad avvertire un movimento improvviso alle sue spalle prima di essere colpita alla testa.
Cadde a terra, si sforzò di tenere gli occhi aperti nonostante la testa pulsare dolorosamente e vide un uomo piegato su di lei con un coltello in mano, che le sussurrò poche parole all'orecchio.
Il suo volto era coperto da un passamontagna, solo gli occhi erano lasciati scoperti, due occhi azzurri e luminosi, freddi come il ghiaccio.
L'uomo portò il pugnale in alto, pronto a colpirla con tutta la sua forza, quando si sentirono dei passi in rapido avvicinamento.
<< Haruka-chan!!>> urlò qualcuno nella sua mente.
L'uomo sgranò gli occhi, prima di alzarsi e correre via. Haruka vide Atsuko accanto a lei con il telefono all'orecchio, aveva le lacrime agli occhi e la mani sulla bocca a trattenere i singhiozzi, tentando di dire qualcosa. Mentre il dolore alla testa diventava insopportabile, un fischio fastidioso le invadeva le orecchie e tutto intorno a lei diventava buio.
Prima di svenire riuscì a sospirare una sola parola, un nome: << Yakumo>>
Poi fu il nulla.

Quando Haruka riaprì gli occhi, si trovava in quella che era senza dubbio una stanza ospedaliera.
Era tutto bianco, dai muri agli infissi, dalle lenzuola ai mobili, e lei si sentì soffocare da tutta quella luminosità, ma per fortuna in mezzo a tutto quel bianco c'era una nuvola di capelli neri poggiata sul letto.
Di solito Yakumo quando dormiva aveva un'espressione serena, con un lieve sorriso a ingentilirgli i lineamenti ed una vaga somiglianza con un gatto; in quel momento invece aveva la fronte corrugata, era pallido e sul dorso della mano, intrecciata con quella della ragazza, spiccavano dei graffi e delle escoriazioni.
D'un tratto lui sollevò le palpebre di scatto, incrociando lo sguardo con quello di lei.
Haruka si sentì trascinare nel quiete castano e nel tormentato rosso dei suoi occhi, vedendoci dentro ansia, paura, sollievo e un qualcosa che non seppe identificare, e quasi non si accorse della sua stessa mano che andava ad accarezzare in punta di dita il viso di Yakumo, nè che lui si stava avvicinando lentamente.
Se ne rese conto solo quando le sue labbra si poggiarono sulle sue con delicatezza; la sua mano che andava tra i capelli castani ed il suo respiro sulla pelle le donarono lievi brividi.
Quando si staccarono, lei si sentiva le guance in fiamme, mentre Yakumo sentiva il cuore andare fin troppo velocemente dal suo solito, mentre il peso degli ultimi avvenimenti cadevano su di loro.
<< Mi spieghi per quale motivo sei letteralmente corsa incontro al tuo aggressore?? Sei davvero così tanto stupida??>> le chiese Yakumo, diviso tra la rabbia per lo scampato pericolo ed il sollievo di averla ancora davanti a sé, viva.
<< Voglio tornare a casa mia. A Nagano. >>

​E Yakumo sentì il cuore precipitare in fondo allo stomaco. 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 17
*** #16 ***


Era passata una settimana dalla partenza di Haruka, ma a Yakumo sembravano mesi.
Quando accade qualcosa di molto bello o molto brutto, è normale che il tempo sembri deformato, i minuti diventano giorni, i giorni diventano minuti, la realtà viene alterata e la mente a volte fatica un po' prima di riadattarsi.
Così il ragazzo dall'occhio rosso stava disteso su quel letto da un po', ma non avrebbe saputo dire se erano passate ore o minuti o giorni. Tutto era statico, avvolto nell'apatia, un sottile velo che abbracciava luci ed ombre di quella stanza fino a poco tempo prima condivisa da Yakumo e Haruka.
In realtà a lui quella stanza non era mai piaciuta molto, era arredata per farlo sentire a casa, ma lui una casa vera e propria non l'aveva mai avuta.
Non sentiva "casa" nel tempio di suo zio, non sentiva "casa" nella stanza dell'università che ospitava il fittizio Circolo del Cinema, non sentiva "casa" in quelle quattro mura.
In realtà, un posto che per lui sarebbe sempre stato "casa" ce l'aveva eccome, ma in quel momento era lontano, troppo lontano. Perchè lui "casa" la sentiva tra le braccia di Haruka, nei suoi sorriso, nella sua risata. E lei era lontana.

Quando lei aveva detto di voler tornare da sua madre, Yakumo non aveva detto niente, aveva soltanto abbassato la testa e annuito, accettando la sua decisione senza ribellarsi. Accettando quella che lui vedeva come una sconfitta, una vergogna: non era riuscita a proteggerla come le aveva promesso, quando l'avevano attaccata non c'era lui, ed era quindi giusto che adesso fosse lei ad andarsene.
Non le aveva chiesto spiegazioni, e lei non ne aveva date.
Neanche Goto e Atsuko le avevano fatto domande, anche loro avevano accettato senza dire niente.
L'avevano accompagnata a casa della madre, e dopo essersi accertati che la lasciavano in buone mani e con una sufficiente scorta di polizia, se n'erano andati.
Da allora non avevano più parlato, non una chiamata, non un messaggio, niente, com'era giusto che fosse, data la situazione.

E mentre il profumo di Haruka svaniva dalle lenzuola, dalla stanza, dalla casa, ma non dai pensieri di Yakumo, lui si era prima chiuso nella sua -prima loro- camera da letto in casa di Goto e poi nel Circolo del Cinema, sdraiato sul divano a guardare la porta da cui sapeva che lei non sarebbe rientrata a breve.
Dai rapporti che arrivavano alla polizia sapeva che stava bene, e questo gli bastava.
D'altronde, lui aveva sempre e solo voluto questo: che lei stesse bene, con o senza di lui.

Finchè un giorno Goto non entrò nella stanza dell'università scuro in volto.
<< Haruka è scomparsa. L'hanno rapita. >>
Ed il tempo si era fermato completamente.


Ciao!
La correzione dei capitoli continua, questo fortunatamente non aveva errori di trama e non ho dovuto fare grandi modifiche.

Mi scuso ancora per questo inconveniente della ripubblicazione.
Questo capitolo è stato difficilissimo da scrivere, volevo trasmettere la sensazione del tempo che rallentava e accelerava di continuo, il senso di abbandono di Yakumo, la sua totale accettazione della scelta di Haruka nonostante il dolore della sua assenza, perchè lui mette sempre prima lei di se stesso.
Quindi è un capitolo corto, in cui non accade molto, se non alla fine. Dal prossimo capitolo si entra nella parte fondamentale della storia, i nodi vengono al pettine e i colpevoli vengono finalmente allo scoperto.

Ritorna all'indice


Capitolo 18
*** #17 ***


Il vuoto.
Non sentiva... niente.
Dopo le parole di Goto, Yakumo si sentiva prosciugato di ogni sensazione, come se qualcuno gli avesse strappato via ogni emozione con violenza.
Si portò una mano al petto e si sorprese di sentire ancora il battito del suo cuore. 
Chiuse gli occhi, cercando di regolarizzare il suo respiro che era diventato quasi affannoso.
Ma dovette riaprirli subito, perché l'immagine di lei in pericolo gli invadeva la mente, poteva sentire le sue urla, le sue richieste d'aiuto, e le sue mani tremavano per l'impossibilità di aiutarla subito.

Goto era rimasto davanti a lui in silenzio, aspettando che incassasse il colpo, prima di riprendere a parlare.
<< Voglio andare di persona a vedere il luogo da dove è stata prelevata. Dicono sia un parco giochi vicino casa. Vieni con me?>>
Yakumo sgranò leggermente gli occhi ed annuì, uscendo per andare già alla macchina.
<< Gli agenti che erano con lei cosa hanno detto?>>
<< Che erano rimasti indietro perché lei glielo aveva chiesto. Hanno fatto appena in tempo a vederla salire su una macchina grigia, prima che questa partisse a tutta velocità. L'hanno inseguita a lungo, ma inutilmente. Non solo: anche Jeremiah Honto sembra essere stato rapito, poco prima di lei. >>

Il ragazzo annuì di nuovo mentre Goto metteva in moto la macchina e partiva sfrecciando.

<< Dunque... Finora tutte le vittime sono collegate al passato che lega Jeremiah Honto e Haruka>> disse dopo un po' l'ispettore.
<< Non esattamente, sono collegate al passato che lega Jeremiah Honto e la sorella di Haruka, Ayaka Ozawa, più precisamente all'incidente in cui morì quest'ultima. Sappiamo che è stato Kento Honto, ovvero il padre di Jeremiah, ad investirla, e che stato arrestato grazie alla testimonianza del padre di Mamiko Komoshira. >> puntualizzò Yakumo.
<< La prima domanda che sorge spontanea è: perché colpire la figlia e non il padre? E forse ho la risposta: perché voleva far soffrire quell'uomo e fargli provare cosa significa perdere qualcuno di caro. Infatti, a seguito dell'arresto del padre, Jeremiah Honto si è sentito senza un padre, in più Ayaka era una sua cara amica, e deve aver sofferto molto per la sua morte. Quindi potremmo dire che l'omicidio di Mamiko Komoshira ha un movente. E forse anche quello della sorella ed il cognato. Il cognato era inizialmente suo complice, e quando ha cambiato idea è stato necessario ucciderlo. La sorella purtroppo è stata testimone dell'omicidio e ha dovuto uccidere anche lei>> spiegò Goto.
<< Su questo ho i miei dubbi. Sappiamo che sono stati uccisi a diverse ore di distanza, se fosse come ha detto lei sarebbero morti quasi assieme. Invece penso che l'assassino abbia deliberatamente aspettato che Selena Kowayashi tornasse a casa, per poi ucciderla. E probabilmente perché era lei la complice, prima di pentirsene. Ma non ne sono sicuro, sono solo supposizioni>>
Il telefono di Goto squillò.
<< Pronto Ishii, dimmi>>
"Ispettore, ho trovato delle informazioni molto interessanti."
<< Ottimo, metto il vivavoce così sente anche Yakumo. >>
" Si. Keito Takahasi anni fa era una guardia carceraria proprio nel carcere in cui fu detenuto Kento Honto, ma non solo: fu lui a trovarlo sofferente nella cella, e non lo portarono in un ospedale qualsiasi, ma in quello dove lavorava sua sorella, Rumiko Takahasi. Fu lei a decretare la morte di Kento Honto."
<< Non è un caso. >> disse Goto.
<< Decisamente no. >> sussurrò Yakumo.
Il resto del viaggio fu nel completo silenzio.


Quando arrivarono sul luogo del rapimento, trovarono la madre di Haruka che parlava con un agente e le si avvicinarono. 
<< Signor Goto, grazie per essere venuto! Yakumo! Ci sei anche tu!>> gli disse la donna, facendo un sorriso triste.
Lui annuì soltanto, non riuscendo nemmeno a parlare.
<< Riuscirete a trovarla, vero??>>
<< Io... Lo spero>> riuscì solo a risponderle.
<< Sono sicura che lei sapesse che non l'avresti abbandonata >>
Yakumo evitò il suo sguardo, rabbuiandosi.
<< Come mai era venuta qui? >> le chiese.
<< Non lo so. Era appena tornata a casa dopo aver fatto visita ad una mia amica in ospedale... >>
<< Un classico di Haruka-chan>> disse con un mezzo sorriso Goto
<< Oh non è come pensa, la mia amica ci lavora in ospedale! È andata a trovarla perchè pochi giorni fa è morto suo fratello, la notizia era su tutti i giornali. >>
<< Come si chiamava suo fratello? >> chiese Yakumo con un brutto presentimento.
<< Keito Takahasi. Lei invece si chiama Rumiko Takahasi.>>
Yakumo e Goto si guardarono allarmati.
<< Dopo aver incontrato quella donna cosa ha fatto??>> chiese l'ispettore.
<< È andata in camera sua, per poi uscirne dopo pochi minuti senza dirmi dove andava.
<< È possibile vedere la camera di Haruka? >> domandò il ragazzo dall'occhio cremisi grattandosi un sopracciglio, perplesso.
<< Si certo, casa nostra è qui vicino>>

<< È esattamente come l'ha lasciata lei>> spiegò la donna entrando nella stanza.
Era una camera molto luminosa seppur piccola, con un semplice armadio ad ante scorrevoli ed una libreria. Tutto era perfettamente in ordine, tranne la scrivania che era invece piena di fogli.
Yakumo si avvicinò per dargli un'occhiata e sgranò gli occhi.
<< Goto, guarda qui>>
L'uomo si avvicinò e si sorprese a sua volta.
<< Ha risolto il caso! >> esclamò l'uomo.
<< Si ma è anche andata ad incontrarsi con chi la voleva morta. Perché quella ragazza dev'essere così impulsiva?! >> sbottò Yakumo.
<< Perché quando c'è in pericolo qualcuno a cui tiene, non può fare a meno di intervenire, esattamente come te! >> gli rispose l'ispettore mentre uscivano correndo verso la macchina.
<< Aspettate, dove state andando?? >> chiese confusa la madre di Haruka.
<< A salvare sua figlia! >> urlò Goto sfrecciando con la macchina.

~~~

Haruka conosceva bene quella casa, ci aveva passato i momenti più belli della sua infanzia, con Jeremiah e Ayaka.
Conosceva il giardino retrostante con una vecchia altalena cigolante, ad occhi chiusi avrebbe potuto riconoscere quale albero stava toccando; ricordava perfettamente le tonalità che le foglie assumevano quando il sole le illuminava. 
Sorrise amaramente pensando che almeno sarebbe morta in un posto che le ricordava dei momenti felici.
Certo, gli anni di abbandono si sentivano, ed ora era una casa spoglia e fredda, senza traccia della felicità e della vita che era passata di là, ma per lei rimaneva una casa bellissima, la sua casa.
Lo scatto della serratura dietro di lei la risvegliò dai suoi pensieri, riportandola bruscamente alla realtà, dove lei era legata ad una sedia, imbavagliata e con una caviglia slogata, se non rotta, senza considerare i lividi e i graffi che aveva lungo il corpo.

Quando era stata portata lì, infatti, aveva provato a scappare, ma lui era stato più veloce di lei, l'aveva presa ed una volta legata l'aveva picchiata, per darle una lezione.
<< Ma ciao piccola. Ti sono mancato?>> le chiese l'uomo appena entrato, legandole il bavaglio sulla bocca.
<< Per niente. >> rispose lei guerrigliera.
Lui le diede uno schiaffo.
<< Vedi di essere più rispettosa. Comunque ora non sono qui per te, ma per lui. >> le disse avvicinandosi all'altra persona rinchiusa nella stanza, legata a sua volta ad una sedia di fronte ad Haruka.
<< Lascialo stare!>> gridò lei
<< Grida pure, mi piacciono le tue urla!>> le rispose.
Schiaffeggiò l'altro prigioniero per farlo rinvenire. Questo aprì aprì gli occhi e quando vide l'uomo davanti a sé gli sputò in faccia.
<< Sei solo un pezzo di merda>> gli disse con la voce resa roca dal dolore.
L'uomo gli diede un pugno.
<< Porta rispetto a chi è più grande di te, ragazzo. Come si vede che sei cresciuto senza un padre! >> e rise diabolicamente << Ora mi divertirò con te, vediamo quanto resisti. >>
Iniziò a picchiarlo a lungo, rompendogli il naso. In poco tempo, il viso del ragazzo fu una maschera di sangue, mentre Haruka gridava di lasciarlo stare. L'uomo continuò ancora a picchiarlo, finché il ragazzo non perse nuovamente i sensi.
<< Che mammoletta, è svenuto>> disse divertito.
Haruka pianse, guardando il suo amico Jeremiah steso a terra privo di sensi.
L'uomo uscì dalla stanza e chiuse la porta, lasciando nel buio i ragazzi.

~~~

Goto e Yakumo arrivarono all'ospedale.
Trovarono la dottoressa Takahasi al bar dell'ospedale, seduta su un tavolino a bere un caffè.
<< Buongiorno dottoressa. >> salutò Goto
<< Ispettore, cosa la porta qui?>> chiese lei.
<< Lei stamattina ha incontrato Haruka Ozawa, vero?? >> 
<< Be... Si, stamattina è passata a trovarmi, è rimasta per una mezz'oretta. Perché?>>
<< Perché poco dopo averla incontrata è stata rapita>>
<< Come?? Oh povera ragazza!>> esclamò la donna portandosi una mano sul viso.
<< Già, ma prima di sparire ha fatto in tempo ha lasciare un messaggio in cui diceva che lei sapeva benissimo chi la stava minacciando e che, molto probabilmente, l'ha rapita>>
<< Io?? No, vi sbagliate! Io non so niente!! >> cercò di difendersi lei.
<< Le conviene parlare! Lei sa benissimo chi è stato! Era sua complice insieme a suo fratello! >> disse con voce tagliente Yakumo.
<< Signora Takahasi, abbiamo abbastanza prove per poterla arrestare, ma se lei parla forse avrà uno sconto di pena>> bluffò Goto.
La dottoressa sgranò gli occhi, per poi sospirare.

<< Io... E va bene, vi dirò tutto. >>

Ciaoo!
Altro capitolo corretto!
Ormai mancano 3/4 capitoli più l'epilogo alla fine, quindi tenete duro!

 

Ritorna all'indice


Capitolo 19
*** #18 ***


L'uomo tornò un'ora  dopo con una pistola.

Iniziò a girare attorno ad Haruka come uno squalo, parlandole con voce calma, quasi suadente.
<< Sai, cara Haruka-chan, avrei potuto rapire Jeremiah tempo fa, ma poi ho pensato che non mi sarei divertito abbastanza, volevo che tu vedessi cosa hai fatto, cosa hai causato quel giorno. Io non ho avuto modo di frenare, e così l'ho presa in pieno. Non immagini quanto mi abbia fatto male vederla morire tra le mie braccia poco dopo. Io mi sentivo un mostro, ho perso la mia amata moglie, il mio adorato figlio, e poi cosa scopro?? Che quella bambina, Ayaka, mi è piombata davanti perché tu hai lanciato quella fottutissima palla lontano, per farle un dispetto. Ma questo l'ho scoperto dopo, quando ormai ero dietro le sbarre, mentre mio figlio lo scoprì dopo, parlando con te. Che cosa ingiusta: tu hai fatto un dispetto a tua sorella, ed io ne ho pagato le conseguenze! Poi un uomo venne a trovarmi in carcere, e mi disse che poteva aiutarmi a fare giustizia. Mi spiegò che una guardia del carcere era fratello di una dottoressa che lavorava nell'ospedale in cui portavano i detenuti, e che aveva parecchi debiti. Bastò offrirgli del denaro per avere il suo aiuto, feci finta di stare male e mi dovettero portare all'ospedale, dove sua sorella finse la mia morte e mi operò per cambiare alcuni tratti del mio volto. Così iniziai a pianificare la mia vendetta. Inizialmente questo qui >> disse indicando Jeremiah << mi aiutò, ma poi come un cretino dopo averti rivista si è pentito, dicendo che non meritavi alcun male. Così ora sono costretto ad ucciderlo! >> 
Infine alzò la testa al ragazzo tirandolo per i capelli e gli puntò la pistola alla tempia.
<< No, ti prego non farlo >> urlò lei, mentre leggeva il terrore negli occhi del ragazzo.
<< Stai tranquilla, lo raggiungerai presto, devi solo aspettare che quel ragazzo dall'occhio rosso, Yakumo Saito, arrivi qui. Perchè sai, l'uomo che mi aiutò in carcere ha chiesto solo una cosa in cambio: farlo soffrire. Sicuramente tu avrai trovato il modo di fargli sapere della tua chiacchierata con Rumiko Minohita, sarà andato ad interrogarla assieme al suo amico poliziotto e lei avrà fatto la spia. Come avrai saputo da lei stessa, quella donna è la dottoressa che affermò la mia morte, ed il fratello era quella guardia. Di recente il fratello aveva deciso di raccontare tutto alla polizia, ma prima di farlo andò da mia figlia Selena, senza sapere che, appena uscito dal carcere, l'avevo cercata, le avevo raccontato la verità dei fatti e anche lei voleva vendetta. Per cui mi avvisò ed io lo uccisi. >>
<< Se tua figlia era tua complice, perchè l'hai uccisa? >>  
<< Lei e suo marito litigavano spesso perchè quell'idiota non era d'accordo con mia figlia ed un giorno le disse che sarebbe andato a denunciarci. Lei presa dal panico lo ha ucciso, per poi pentirsene e dare di matto, voleva consegnarsi alla polizia e raccontargli tutto, anche di me. Mi chiamò disperata e mi raccontò tutto, mi disse che mi dava il tempo di scappare per non essere arrestato. Era completamente fuori controllo, non potevo lasciarla vivere. >>

<< Ma non l'hai uccisa tu: l'hai fatta uccidere da Mamiko Komoshira. Perchè lei ha accettato? >>
<<  Semplice: lei e Yuri erano amanti. Lui le prometteva da tempo che avrebbe lasciato mia figlia per stare con lei, ma non lo ha mai fatto e lei dopo un anno si è stancata. Così aveva deciso di chiudere i rapporti con lui, ma Selena aveva capito da tempo che tra loro c'era qualcosa e me ne aveva parlato. Io ho immaginato che Mamiko ce l'avesse con loro due, soprattutto con mia figlia che era l'ostacolo tra lei e Yuri, per cui mi è bastato farle sapere che Selena aveva ucciso quel buono a nulla per farla correre ad uccidere mia figlia. Devo anche dire che è stata intelligente: non ha lasciato indizi che potessero ricondurla a lei. >> 
<< Perciò il loro è stato un omicidio non premeditato come gli altri, loro non erano minacciati come me. Ma allora perchè a casa loro c'era quella lettera? >> 
<< L'ho aggiunta io dopo, per far credere che fosse come gli altri omicidi, e quegli idioti della polizia ci sono cascati, pensando che non avevano fatto caso a quella lettera. Era comunque mia figlia, volevo passasse per innocente.  Ma ora ti faccio io una domanda: come mi consigli di uccidere questo stupido del tuo amico qui presente? >> le chiese tirando i capelli a Jeremiah.
Lei non rispose, sentendo gli occhi riempirsi di lacrime.
<< Non rispondi? Allora scelgo io>> disse ancora l'uomo, e puntò la pistola alla testa del ragazzo.
Poi scosse la testa e puntò l'arma all'altezza del petto.
<< No, non gli sparo in testa. Meglio al cuore, perchè è proprio per il suo buon cuore che morirà. Ha deciso di non ucciderti, e aveva addirittura minacciato di denunciarmi se mi fossi avvicinato a te, credendo che io non avrei avuto il coraggio di uccidere il mio figlio prediletto. Ma come ho fatto morire mia figlia, ucciderò lui. E tu assisterai alla scena>> 
Con mala grazia buttò il ragazzo a terra e caricò la pistola.
Jeremiah capì che stava per morire, ma decise che l'avrebbe fatto con dignità, ucciso da chi la dignità invece l'aveva persa. 
Per cui non pianse, non pregò di essere salvato, ma sorrise e disse: 
<< Ci rivediamo all'inferno, papà >> poi guardò Haruka e le regalò il suo ultimo sorriso. << Abbi cura di te, Haruka-chan. >>
<< No, ti prego non farlo!! >> urlò con tutto il suo fiato la ragazza all'uomo.

~~

Le volanti della polizia arrivarono appena in tempo per sentire un urlo ed uno sparo rimbombare nel buio della sera.
Yakumo sgranò gli occhi e aprì di fretta lo sportello, pronto a correre all'interno della casa, ma Goto lo fermò stringendolo da dietro.
<< Yakumo fermo, non dobbiamo fargli sapere del nostro arrivo.>> 
<< Haruka è in pericolo! >>
<< Lo sarà di più se lui saprà che siamo qui! >>
Il ragazzo dovette dare ragione all'ispettore, chiuse gli occhi, prese un profondo respiro e tentò di ignorare il dolore che sentiva diffondersi nel petto per la paura. 
Goto fece segno agli altri agenti di avvicinarsi.
<< Circondate la zona, il bastardo non deve fuggirci. E quattro di voi vengano dentro con me. Yakumo, tu resta qui. >>
<< Io vengo con lei. >> 
<< Yakumo... >>
<< Goto... >>
<< Non è il momento di battibeccare Yakumo! Tu resti qua, è un ordine!>> 
I due si guardarono fissi negli occhi, decisi a non darla vinta all'altro, finchè Yakumo non cedette.
<< Non può chiedermelo davvero. >> gli rispose sussurrando.
<< Resta qui. >> 
Yakumo dovette obbedire all'ispettore, che si sorprese di vederlo così accondiscendente. 
<< Vedrai che la salverò, tra poco la rivedrai e torneremo tutti a casa. >> gli disse Goto poggiandogli le mani sulle spalle.
Il ragazzo lo guardò negli occhi ed annuì. 
<< Cerca di non farti ammazzare. >> 
L'uomo lo guardò con un sorriso.
<< Ti sei intenerito anche tu, alla fine. >> gli rispose ghignando.
E andò verso la casa.

In silenzio aprì la porta, trovandosi in un lungo corridoio con il pavimento in legno, che sotto il peso dei poliziotti scricchiolò lievemente. 
Controllarono dentro le varie stanze, ma non ci trovarono nessuno. Andarono allora verso le scale, una rampa andava al piano superiore ed una al piano inferiore.
Tesero le orecchie per sentire se ci fossero rumori a tradire la presenza di qualcuno, ma non sentirono niente.
Poi, ad un tratto, sentirono una risata provenire dal seminterrato.
Scesero la scala in silenzio, guardinghi, fino a ritrovarsi davanti ad un altro corridoio con tre porte, una a destra, una a sinistra, ed una in fondo, frontale. 
Con attenzione aprirono le prime due, ma ci trovarono solo vecchi oggetti accatastati. 
Goto allora andò verso la terza porta e, con la pistola stretta in mano, l'aprì.

~~

Yakumo, rimasto fuori, per distrarsi osservò la casa ed il giardino circostante.
Gli alberi, che un tempo dovevano essere rigogliosi, erano adesso spogli, i cespugli un tempo fioriti e curati erano ora allo stato brado, i muri esterni della casa erano incrostati, i vetri rotti, la piccola veranda all'ingresso era stata rovinata dalla pioggia e dal vento.
Quello che un tempo doveva essere un luogo felice, era diventato un posto lugubre e dall'aria tetra.
Dei fiocchi di neve scesero lenti, ed uno si posò sul palmo aperto di Yakumo. Lo osservò sciogliersi e sparire, lasciando solo il freddo e una piccola traccia di bagnato come segno del suo passaggio. 
Si strinse nel suo cappotto, infilò le mani in tasca e sentì la collana con il ciondolo a forma di cuore rosso di Haruka: nel momento in cui era stata aggredita, non la stava indossando e quando le avevano preparato i bagagli per andare da sua madre non l'avevano vista. L'aveva poi trovata Yakumo, mentre cercava un block notes nel cassetto della sua scrivania. 
La tenne stretta in mano mentre guardava la porta della casa, aspettando che Goto uscisse da lì con lei, sana e salva.

~~

Goto aperta la porta si trovò davanti Haruka legata su una sedia ed imbavagliata, con Keito Honto che le teneva la pistola premuta sulla tempia. 
<< Ispettore, sono felice di vederla, ma dov'è il ragazzo?? >> gli chiese il rapitore.
<< Levale le mani di dosso stronzo >> rispose Goto puntandogli la pistola contro.
<< Ah ah ah, non rispondi così ispettore, o questa bella ragazza finirà come il suo amico. >> 
Dietro le spalle di Keito Honto, Goto vide il corpo di Jeremiah con una ferita al petto, che il ragazzo si stringeva. Era pallido e Goto capì che a breve sarebbe morto.
<< È tuo figlio, come hai potuto fargli del male?? >> 
<< Io non ho più dei figli, non sono più loro padre da anni. >> 
<< Sei senza cuore! >>
<< Sbagliato, ce l'ho eccome, e loro l'hanno spezzato. Ed io allora ho puntato proprio al cuore per uccidere quello lì, e ho chiesto a Mamiko il favore di fare lo stesso con Selena. Si, è stata lei ad uccidere quei due. >> 
<< Lo so, Rumiko Minohita mi ha raccontato tutto. Ormai non hai scampo, la casa è circondata, lascia andare quella ragazza! >>
<< Fai venire qui Yakumo Saito. La lascerò andare solo quando lui sarà qui! >>

Haruka guardò Goto, sperando che non lo avrebbe ascoltato.
<< Lui non è venuto qui. >> disse Goto a Keito Honto.
<< Ed io uccido la ragazza! >> e caricò la pistola.
<< No, fermo! >> urlò Goto, poi sospirò arreso e si rivolse ad uno dei poliziotti con lui << Vai a chiamare il ragazzo, digli di sbrigarsi. >> 
Haruka si agitò sul posto, ma la corda che la teneva legata era troppo stretta per consertirle anche piccoli movimenti.
<< Haruka, siamo qui per salvarti, stai tranquilla. >> disse l'ispettore
Lei scosse la testa, con le lacrime a rigarle il viso.

Pochi minuti dopo, Yakumo entrò nella stanza.
Sussultò vedendo Haruka agitarsi sulla sedia con una pistola puntata alla testa, e strinse i pugni.
<< Sono qui, come volevi tu. Ora lasciala andare. >> disse con voce calma, e aprendo le braccia in segno di resa camminò lento verso l'uomo.
aHaruka tremò vedendolo consegnarsi e con una grande spinta si buttò sull'uomo, portandosi dietro anche la sedia, ma ottenendo solo l'ira di Keito Honto, che subito se la levò di dosso.
Goto approfittò della sua distrazione per avvicinarsi all'uomo e provare a disarmarlo, mentre Yakumo andò da Haruka per liberarla.
<< È quasi tutto finito, va tutto bene, stai tranquilla>> le sussurrava mentre la slegava.
Ma Honto si liberò della presa di Goto e sparò, senza ben mirare, verso Haruka e Yakumo.

I due si guardarono negli occhi, prima che Haruka abbassasse lo sguardo sul fianco ferito, e svenisse. 
Goto si avventò nuovamente sull'uomo, riuscendo finalmente a disarmarlo e a mettergli le manette, mentre lui rideva nel vedere Yakumo, pallido come un lenzuolo, soffrire guardando Haruka.
<< Presto, portate via quest'uomo e soccorrete il ragazzo là dietro e la ragazza. Veloci!!>> urlò Goto.

Yakumo avvertì tutti i suoni ovattati, gli sembrò di non essere lì mentre lo allontanavano a forza da Haruka e portavano la ragazza su una barella.
Non avvertì il braccio di Goto poggiarsi sulle sue spalle, e le sue parole gli arrivarono lontane.
<< È solo ferita, la salveremo Yakumo. >> 
Il ragazzo cadde sulle sue ginocchia piangendo, fragile come non mai.

Un poliziotto invece annunciò che Jeremiah Honto era appena morto, e stavano portando via il suo cadavere.
Usciti da quella casa, Yakumo e Goto videro che la neve aveva lentamente riempito a chiazze l'esterno ed una folla di curiosi era attorno alla staccionata che delimitava il giardino. Videro il volto pallido e spaventato della madre di Haruka mentre vedeva la figlia andare via su un'ambulanza, il viso deformato dalle risate sadiche di Keito Honto mentre veniva portato via da una volante, e quello desolato di Rumiko Minohita che con le manette ai polsi guardava la scena da dentro un'altra volante con degli agenti a sorvegliarla.

La madre di Haruka vide Yakumo e gli corse incontro per abbracciarlo.
Goto posò un braccio sulle loro spalle e gli disse: << Saliamo in macchina, così andiamo da lei>>

Ritorna all'indice


Capitolo 20
*** #19 ***


L'operazione di Haruka era andata bene, ma la ragazza aveva bisogno di assoluto riposo. 
Yakumo la guardò stesa tra le lenzuola bianche dell'ospedale, bianche quasi quanto il suo volto, e non poté fare a meno di notare che anche in quel momento restava bellissima.
Andò piano vicino al letto e allungò una mano verso il suo viso, per poi fermarsi a mezz'aria, indeciso sul da farsi.
Infine raccolse il suo coraggio e la accarezzò piano, come quel giorno a casa di Goto, se non con più delicatezza per la paura di ferirla o svegliarla. Si sedette su una sedia accanto a lei e rimase al suo capezzale a lungo, continuando ad accarezzarla con dolcezza mista al dolore di vederla così debole lì stesa.
Avvicinò piano il suo viso al suo, osservando quasi incantato i più piccoli particolari del suo volto, dalle ciglia scure lunghe che le accarezzavano le guance ora pallide ma di solito rosee, al piccolo naso lievemente a punta, alle labbra dall'aspetto così morbide ed invitanti.

<< Fermo lì! Rubare un bacio a chi dorme è un atto da vigliacchi!* >> disse la madre di Haruka entrando nella stanza.
<< Cosa?? No, non è come pensa!! >> si difese il ragazzo imbarazzato.
La donna lo guardò con un sorriso materno, e gli si avvicinò.
<< Dissi la stessa cosa ad Haruka, quando eri tu su un letto di ospedale, dopo essere stato salvato da quel rapimento. Anche lei aveva lo stesso sguardo che hai tu ora, serena di vederti finalmente salvo>> 
Lui guardò la ragazza sorridendo e sfiorandole una mano, per poi alzarsi per dare posto alla donna.
<< È più giusto che ci stia lei accanto, e sicuramente ne sarà più felice. >> 
Fece per andarsene, ma la donna lo bloccò dal polso.
<< Yakumo, resta qui. Lei è te che vorrebbe accanto. Io mi siederò in quell'altra sedia. >>
Così il ragazzo tornò a sedersi sulla sedia e a guardare Haruka.
<< Cos'è che ti tormenta? >> gli chiese d'un tratto la donna. << Sembri afflitto. >>
Lui si irrigidì, e non riuscendo a reggere lo sguardo della donna guardò fuori.
<< Lei non è adatta a me, o meglio, io non sono quello giusto per lei. Haruka ha bisogno di qualcuno che la riempia di attenzioni, di amore, qualcuno che la faccia sentire al sicuro, qualcuno che la renda felice. Lei ha bisogno di qualcuno che la faccia sentire speciale anche solo con uno sguardo, con un piccolo gesto. Ed io non sono tutto ciò, io non so neanche bene cosa sia l'amore, me l'ha insegnato lei restandomi accanto per tutto questo tempo. Non sono il tipo da grandi dimostrazioni d'affetto, non sono il tipo di ragazzo che si farà trovare sotto casa sua con un mazzo di fiori per portarla fuori a cena, non le dirò mai frasi del tipo "sei l'unica per me" perché non sarebbe da me, fingerei di essere un altro, e lei invece deve avere accanto una persona sincera, dolce, apprensiva, che a differenza mia la sappia proteggere e rendere felice. Io non sono tutto ciò, non potrò mai esserlo nemmeno se ci provassi, lei è come una stella, la più brillante, ed io sarei solo la nuvola che copre la sua luce. Mi sono innamorato di lei, mi sono innamorato della luce dei suoi occhi, così pieni di amore, di dolcezza, ed io non voglio veder spegnere quella luce, soprattutto a causa mia. Mi sono innamorato di lei, dei suoi sorrisi e del suo mettersi sempre in disparte per dar posto ad altri, mi sono innamorato della sua dolcezza e della sua gentilezza, e proprio per questo devo allontanarmi da lei, perché al mio fianco non avrebbe ciò che merita. Non sono neanche riuscito a proteggerla, ho rischiato di perderla. >>
<< Lascia a me decidere chi amare, lascia a me dire di cosa ho bisogno>>
Yakumo trasalì, sentendo la voce di Haruka così ferma e decisa nonostante fosse su un letto d'ospedale, debole e fragile.
<< Haruka-chan! Piccola mia!! >> disse la madre accarezzandola e abbracciandola con delicatezza per la paura di farle del male.
La ragazza le sorrise dolcemente, per poi tornare a guardare Yakumo che era rimasto a guardarla senza parole.
I due si guardarono negli occhi, mentre la madre di Haruka li lasciava soli nella stanza. 
<< Haruka... >> sussurrò Yakumo avvicinandosi piano a lei.
<< Ho sentito tutto >> disse lei.
Lui sgranò gli occhi, per poi guardare in basso e sospirare. 
Haruka provò a mettersi a sedere ma sentì una fitta al fianco che la fece impallidire ulteriormente. Yakumo scattò verso di lei e la fece ristendere.
<< I dottori hanno detto che devi stare ferma, hai bisogno di riposo >>
Lei annuì, per poi chiudere gli occhi e concentrarsi sul suo respiro aspettando che il dolore passasse.
Yakumo si sentì stringere il cuore a vederla sofferente senza poter fare niente.
Haruka aprì lievemente gli occhi e allungò una mano verso di lui, per farli avvicinare.
La mente gli disse di non farlo, di andarsene, ma il cuore lo portò a stringere la sua mano così piccola e debole.
<< Non è colpa tua ciò che mi è successo. Non è mai stata colpa tua, soprattutto stavolta tu non c'entri niente. Penso che tu abbia trovato i miei appunti e parlato con Rumiko Minohita e sappia quindi cosa è successo. >>
<< Si, ho letto. Ma non ho capito come ci sei arrivata. >>
<< Ho visto gli occhi di chi mi ha aggredita, e ho pensato subito a lui. Non ne ero sicura, ma il mio sesto senso mi diceva così, ed aveva ragione. C'è solo una cosa che non mi torna: mia madre ha detto anche che Keito Honto pronunciò delle parole davvero cattive contro mia sorella, eppure lui mi ha detto che ha sofferto molto quando l'ha vista morire. Non riesco a immaginare due reazioni così diverse in una persona, un cambio del genere in così breve tempo. >> 
<< Vedi Haruka, gli uomini sono egoisti, e Keito Honto non fa eccezione: avrà anche sofferto quando ha visto Ayaka morire, ma quando è stato arrestato, ha pensato solo a ciò che lui aveva perso. >> 
<< Eppure io non riesco a odiarlo completamente. Aveva una famiglia e degli amici a cui teneva, e li ha persi da un giorno all'altro per un errore, si è sentito il solo colpevole per aver causato la morte di una bambina, per poi scoprire che la colpa non era solo sua, e che l'altra persona colpevole era libera e continuava la sua vita, secondo lui, come se nulla fosse. >> 
<< Stai per caso dicendo che perdoni quell'uomo per ciò che ti ha fatto passare? >>
<< No, e soprattutto non lo perdono per il male che ha fatto ai suoi figli. Però lo capisco. Lo capisco perchè anche io, quando è morta Ayaka, per un attimo ho desiderato il peggio per la persona che l'aveva investita. >>
<< Tu non avresti mai osato fargli davvero del male, mentre lui l'ha fatto. >>
<< Ma io ho avuto il sostegno della mia famiglia prima e di te dopo, mentre lui no. >>
<< Non ti capisco comunque, però accetto il tuo pensiero. Al momento mi importa solo che tu sia qui. >>
<< E a me che tu sia qui. E riguardo a quello che hai detto a mia madre, sappi che non mi sono mai piaciuti i ragazzi troppo sdolcinati, che dicono in continuazione frasi dolci e smielate. Preferisco i ragazzi antipatici, scontrosi e un po' acidi, che però mi dimostrano con i piccoli gesti che ci tengono a me. In particolare ho di recente sviluppato una lieve ossessione verso gli occhi eterocromi, soprattutto se uno dei due è rosso. >> 
Yakumo ridacchiò e le scompigliò i capelli giocosamente.
<< Sei sempre la solita stupida. >> 
<< E tu il solito antipatico. E non ti camberei per niente al mondo. >>

Yakumo la accarezzò dolcemente, per poi guardare la finestra e tornare serio.
<< Haruka, devi sapere una cosa... >> 
<< Dimmi. >> 
<< Jeremiah è... >> 
<< Lo so, è morto. Con una ferita del genere non poteva sopravvivere. >> sussurrò lei. Poi chiuse gli occhi e lasciò scorrere una lacrima sul viso, asciugata da Yakumo. 
<< Mi dispiace, davvero. >> 
<< Era un buon amico ed un bravo ragazzo. >> 
<< L'ho capito anche io, seppur tardi. >> 
<< Prima che Keito gli sparasse, mi ha sorriso e mi ha chiesto di avere cura di me. Ora lo immagino accanto a mia sorella, magari sorridente. >> 
<< È esattamente come hai detto tu. Adesso sono accanto alla finestra, mano nella mano. >>

Haruka si voltò provando a vederli, ma a lei non era permesso. Sospirò sconfitta, prima che Yakumo le prendesse la mano. 
<< È passato tanto tempo da quella volta, ma penso tu ti ricorda come si faceva. >> le disse.
<< Cosa? >> 
Lui si avvicinò, fino a far sfiorare i loro nasi. 
<< Chiudi gli occhi. >>
 
Haruka obbedì, e dopo pochi istanti vide sua sorella Ayaka.
Era esattamente come la ricordava, con lo stesso sorriso gentile e gli occhi dolci.
Accanto a lei c'era Jeremiah, e si tenevano la mano. Lui era felice, sorrideva sereno e salutava Haruka con la mano. 
Sentì la sua voce nella testa dirle: "Adesso mi prenderò io cura di lei" poco prima di svanire.

Quando riaprì gli occhi, una lacrima scese sulla sua guancia ma Yakumo la asciugò con una carezza.
<< Grazie. >> 

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3749194