Come un girasole

di Goten
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


CIAO a tutti!! ^^ Lo so, lo so, non vedevate l'ora di liberarmi di me, vero?! ^_^ No, scherzi a parte, so che in molti mi aspettavano con queste nuove ficci ^^ ragazzi e ragazze, non so come chiedervi scusa per questa mia assenza, ma sono certa di saper rimediare. Vi ringrazio da morire per le vostre mail che in questi giorni mi sono arrivate, sono state tutte molto belle e molto impazienti di riavermi XD ... non pensavo di esservi mancata tanto! ^^ Bene, direi che è il caso di non rubarvi altro tempo. Sono curiosa di sapere cosa ne pensate di questa ficcina che adesso vado a postare ^^ è la prima di sei fiction che vedranno la luce dalla mia mente bacata! XD Un bacione! A presto!!

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Scuola, a Edward non piaceva la scuola! Spesso si domandava perché suo padre e sua madre non lo capissero! Sbuffò sonoramente. ‹‹ Devo proprio andarci? ›› Domandò con voce lamentosa.

‹‹ Edward, per favore, ne abbiamo già parlato. ›› Sua madre gli lanciò uno sguardo significativo. ‹‹ Adesso, ti prego. Me lo hai presso, niente disastri. ››

La sua manina era stretta in quella grande e bianca della madre.

Edward Cullen, sette anni, figlio di Esme e Carlisle Cullen, una famiglia intera di vampiri.

I Cullen amavano definirsi vegetariani, il loro sostentamento era solo il sangue animale, vivevano a Forks, una cittadina piovosa e nuvolosa. Edward adorava quella cittadina dove il sole osava mostrarsi solo due o tre giorni all'anno.

Carlisle, suo padre, era medico all'ospedale della piccola cittadina, il suo ruolo era quello di far nascere i vampiri. Esattamente come gli umani, i vampiri avevano lo stesso modo di nascere, serviva solo un piccolo aiuto per rompere la placenta.

Esme invece, sua madre, lavorava all'asilo come insegnante. I lunghi capelli color caramello e il suo viso dolce, unito all'incredibile amore che sapeva donare, la rendevano la maestra più amata dell'intera cittadina.

Sicuramente ci sarebbero stati Alice e Jasper, i suoi migliori amici. Rosalie e Emmett, sempre appiccicati. Edward sapeva che Jasper aveva una cotta per Alice. L'aveva letto nella sua mente...

Ma il suo migliore amico, agli aveva fatto giurare di non dirlo a nessuno. Neanche ad Alice, come se lei non l'avesse saputo...

Se Edward leggeva nella mente, Alice invece vedeva il futuro. Era raro trovare dei vampiri con delle capacità extra, ma in quella cittadina c'è ne erano addirittura tre. L'ultimo, era proprio Jasper, con il suo potere, poteva sentire e modificare gli stati d'animo di chiunque lo circondasse.

‹‹ Siamo arrivati. ›› Annunciò suo padre.

‹‹ Fantastico... ›› Sibilò a bassa voce, ma per quanto fosse stato silenzioso, l'udito dei vampiri era veramente imbattibile

Una pacca amorevole sulla schiena era il massimo che Edward aveva concesso a suo padre, non gli piaceva fare smancerie davanti alla scuola. Non lo sopportava.

Forza Edward, sono solo poche ore e poi, di nuovo a casa a caccia nel bosco! Il pensiero di suo padre lo rincuorò.

Si lagnò entrando nell'edificio. Fece schioccare la lingua contro i piccoli canini.

Gli umani sapevano della loro presenza, non erano obbligati a rimanere nascosti, i vampiri ormai erano amalgamati con loro. Ma Forks rimaneva comunque il posto migliore per i piccoli vampiri in erba. Potevano tranquillamente scorrazzare nei boschi e cacciare, senza avere paura di incontrare e ferire gli umani.

Edward entrò con un leggero broncio in classe, vide subito il suo banco, era lo stesso dell'anno prima. Posò il piccolo zaino per terra e si sedette. Sperava sinceramente di passare l'intero anno senza un compagno.

La campanella suonò e l'insegnante fece il suo ingresso. La signorina Vittoria era sempre molto appariscente, con quella sua lunga chioma rossa ricciolosa... fu così che la sua prima lezione dell'anno ebbe finalmente inizio.

Quasi sei ore dopo, Edward stava aspettando con ansia l'arrivo dei suoi genitori, finalmente la scuola per quella giornata era finita e lui non vedeva l'ora di tornarsene a casa.

La Mercedes di Carlisle si fermò davanti all'edificio, molti degli altri piccoli vampiri erano già sulla strada del ritorno verso casa.

‹‹ Ciao papà. ›› Lo salutò entrando in macchina. ‹‹ Dov'è mamma? ›› In quel momento si accorse che Esme non era con loro.

‹‹ Ci sta aspettando a casa, abbiamo ospiti. ›› Rispose suo padre, ingranando la prima e avviandosi verso la grande casa immersa nel verde. Ad un certo punto Carlisle rise. ‹‹ Edward, è inutile che ci provi, non sto pensando a chi ti aspetta a casa. ›› Ridacchiò ancora, notando lo sforzo di suo figlio per leggergli nella mente.

‹‹ Uffa. ›› Mise il broncio, mentre una manina passava nervosa fra i capelli ramati.

Fremeva dall'eccitazione, chi poteva esserci a casa che lo stava aspettando? Mille e mille altri pensieri gli affollavano la mente, e quando pochi attimi dopo la grande casa bianca immersa nel verde comparve sulla loro visuale, la sua agitazione aumentò ancora.

Carlisle parcheggiò nel garage, suo figlio non attese nemmeno che il motore fosse spento, aprì di slancio la portiera, dimenticandosi anche lo zaino in macchina e si fiondò in casa.

‹‹ Mamma! ›› Urlò ai quattro venti, emozionato.

Esme comparve dalla cucina con il suo solito sorriso, poi volse di poco la testa dietro si se. ‹‹ Su, venite. ›› Dalle sue spalle, comparve un piccolo bambino dalla pelle olivastra; Jacob Black, e poco dopo di lui, una piccola ragazzina dallo sguardo impaurito.

<< Jake! ›› Esclamò contento il piccolo vampiro, smettendo di respirare, mentre correva incontro al suo amico licantropo.

<< Eddy! ›› Lo atterrò per gioco, scoppiando a ridere con lui. Sapeva bene che il piccolo Edward avrebbe potuto evitarlo leggendo nella sua mente le sue intenzioni.

<< Che bello! Era tanto che non venivi a trovarmi! ›› Erano amici per la pelle, un po come il rapporto che si era instaurato fra lui ed Alice. Poi osservò la piccola bambina che rimaneva vicina a sua madre, anche Jake notò il suo sguardo e sorrise amichevole verso di lei.

‹‹ Lei è Bella. ›› La presentò Jacob, facendole cenno di avvicinarsi. << E' una mia amica. Vive con me a La Push. ››

Era carina, sembrava timida, i capelli le arrivavano alle spalle, gli occhi castani lo guardavano timorosi. ‹‹ C..ciao... ›› Mormorò salutandolo piano con la manina.

Lo sguardo di Edward era confuso. ‹‹ E' un licantropo femmina? Come Leah? ›› Domandò con voce sospettosa, senza mai staccare gli occhi di dosso a Isabella.

Esme spinse gentilmente con la mano la bambina. ‹‹ No Edward, lei è umana. ›› Spiegò.

‹‹ Non è una di noi!? ›› Esclamò indignato osservando sua madre con i grandi occhi dorati sgranati per la sorpresa di trovarsi una piccola umana così vicina. Era raro per loro piccoli vampiri avvicinarsi così tanto agli umani e adesso, una di loro era addirittura a casa sua!

Esme si avvicinò al suo piccolo. ‹‹ Edward. ›› Sospirò, cercando di fargli capire un po di cose. ‹‹ Lo sappiamo che Bella non è una di noi. E anche lei lo sa, ma non puoi cercare di essere carino con lei? Comportati bene e cerca di farla sentire a suo agio. ›› Sorrise comprensiva. ‹‹ Sono sicura che diventerete ottimi amici. ›› Scompigliò i suoi capelli ramati, donandogli un ultimo sorriso.

Il suo discorso non aveva proprio convinto il piccolo vampiro al cento per cento, Edward fece schioccare la sua linguetta contro i canini, ma decise comunque di fare quel piccolo favore a sua madre. Storse un pochino il naso e si dedicò completamente alla piccola umana.

<< Ciao, io sono Edward. ›› Disse schifato, come se stesse parlando ad una cosa molto disgustosa.

Gli occhietti della bambina lo guardavano tristi, non le piaceva quel vampiro, capiva lontano un miglio che non la voleva li con loro.

Esme prese una mano di Bella e le fece fare un ulteriore passo avanti verso Edward. << Edward, perché tu e Jacob non mostrate a Bella la tua stanza? ›› Propose, sperando di rompere il ghiaccio che si era formato fra di loro. << Magari, giocate un po assieme. ››

Gli occhi dorati del piccolo vampiro la guardarono allibiti, ma nessuna protesta uscì dalle sue labbra. << Vieni. ›› Sbuffò, camminando lentamente tendendo l'orecchio per ascoltare i passi di Bella seguirlo.

Arrivarono nella sua stanza. << Entra. ›› Le fece un cenno, i passi di Bella erano timidi, impacciati perfino. Edward la guardava fra il curioso e l'annoiato. << Quanti anni hai? ››

Di scatto la bambina si voltò verso di lui. << Sette. E tu? ››

<< Sette. ›› Rispose tranquillo, aggiungendo poi... ‹‹ Quando raggiungiamo il massimo dello sviluppo, la nostra crescita si ferma, si congela. Non è uguale per tutti, alcuni di noi si fermano ancora bambini, altri crescono, come mio padre fino ai trent'anni. ›› Spiegò Edward, osservandola attento.

<< Ah. ›› Fu l'unica cosa che riuscì a dire la piccola Bella, mentre osservava incuriosita la stanza di Edward. << Dov'è il tuo letto? ›› La sua vocina fu più che altro un sussurro.

Il piccolo vampiro sghignazzò. << Noi non abbiamo il letto. ››

Fu in quel momento che le sopracciglia di Bella si arcuarono in una muta domanda. << Come fai a dormire? ››

L'espressione del suo viso era fonte di divertimento per Edward, si stava ricredendo un po su quella piccola umana, forse avrebbe potuto davvero essere suo amico. << Noi non dormiamo mai. ›› Le svelò con fare saccente.

Le labbra della bambina si aprirono in una O muta, come era possibile per loro non dormire mai? Era così strano per lei, una cosa assurda, Jacob dormiva un sacco di tempo!

Fu in quel momento che Edward si accorse di una cosa strana. << A cosa stai pensando? ›› Domandò sospettoso, mentre con un paio di passi si era portato vicino alla bambina, tutto sotto lo sguardo curioso di Jake.

Gli occhi di Bella saettarono verso il suo amico di La Push, in risposta Jake fece spallucce, non capiva nemmeno lui cosa volesse fare Edward. << Ehm, sto pensando che è strano... ›› Cominciò ad ammettere con le guance che piano piano diventavano sempre più rosse.

<< Cosa è strano? ›› Assottigliò gli occhi dorati, fissandola in modo duro.

In reazione, Bella si spostò di un passo indietro. << Che tu non dormi. Jacob dorme sempre! ›› Sollevò le piccole spalle sbattendo più volte i suoi occhioni castani.

Per una frazione di secondo, Edward abbandonò la sua posizione rimanendo stupito del sua risposta.

<< E russa. ›› Aggiunse, facendo sorridere per un breve attimo il piccolo vampiro che si stava immaginando la scena, mentre Jake le rifilò un piccolo scappellotto sulla testa. << Ahio! ›› Si massaggiò la testolina castana, osservandolo con il broncio.

<< Io non russo. ›› Obbiettò il piccolo licantropo, incrociando le braccia.

<< Certo, come no. ›› Soffiò ancora leggermene dolorante Bella, mentre la sua mano continuava a massaggiarsi la testa.

Al piano di sotto, Alice, Rosalie, Jasper ed Emmett avevano appena fatto il loro ingresso. Ci misero pochi secondi ad arrivare nella stanza di Edward e tutti i loro pensieri vennero focalizzati su Bella.

Alice già si vedeva sua amica, Rosalie la stava studiando come se fosse stata una bambola pronta per il trucco, Emmett la vedeva troppo fragile per poter giocare con lui, ed infine Jasper la fissava curioso, gravitandole attorno come un satellite, osservando ogni tanto anche il suo amico dai capelli ramati che sprizzava gelosia da ogni poro.

Da quel giorno cominciarono a passare le settimane, poi i mesi ed infine gli anni. La situazione per tutti passava dalla comicità dell'essere piccoli ai primi problemi dell'essere adolescenti, ma su tutte le variabili della vita che capitavano al gruppo, una cosa sola rimase costante, l'indisposizione di Edward verso Isabella e la remissività di Bella verso Edward.

Nonostante le suppliche di Esme, qualcosa aveva scatenato nel piccolo vampiro una vera e propria ostilità verso la piccola umana, era passato dal tirarle i capelli, a farle i dispetti, poi crescendo, i dispetti si erano trasformati in derisione e a volte in persecuzione. Bella subiva senza mai ribellarsi al gioco cattivo di Edward che, dal canto suo sembrava non riuscisse più a sopportare la presenza della piccola umana.

Quante volte assieme a Tanya, l'aveva derisa e umiliata. Quante volte le aveva ripetuto che lei non era una di loro! Quello che però nessuno capiva era perché Bella non reagisse... finché un giorno, Jacob si presentò davanti alla porta di casa Cullen come tutte le mattine e, quando Edward gli aprì la porta, rimase per un attimo interdetto.

<< Che c'è? >> Domandò Jake notando il suo strano silenzio.

Edward prese una piccola porzione di aria. << Dov'è l'umana? >>

Jake gli diede una pacca scherzosa ed entrò in casa, seguito dall'amico. << Edward, sono dieci anni che la chiami così, ha un nome sai? >> Scherzò, ma non rispose alla sua domanda.

Edward assottigliò lo sguardo. << Si lo so che ha un nome, ma perché non è con te? >> Questo voleva sapere, dove fosse finita Bella! Perché non era li con Jake?

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Capitolo 2
*** Capitolo2 ***


Sinceramente sono rimasta allibita! Siete stati in tantissimi a postare un commento e in tantissimi a metterla fra i preferiti e le seguite! GRAZIE!!! ç__ç mi avete commossa!! Sono veramente felicissima! Ringrazio anche chi mi ha fatto notare alcuni errori nella storia ^^ oggi appena ho tempo sistemerò subito quelle orrende schifezze ^^ promesso! Bene, ora vi lascio al secondo capitolo. Il prossimmo sarà martedì. La mia intenzione è quella di postare ogni martedì e giovedì. Ok, ora vi lascio. Buona giornata a tutti!

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Da due ore stavano giocando alla play-station e da due ore Edward stava perdendo clamorosamente. ‹‹ Edward! Dai impegnati! ›› Sbuffò Jacob, tentando di far venire un po di sana competizione nella gara di auto che stavano facendo.

Lo sguardo duro che l'amico gli rivolse lo fece innervosire. ‹‹ Senti, la smetti di pensare a Bella! Sta con Seth! Che vuoi che le succeda?! ›› Esclamò, non rendendosi conto di aver scatenato una miriade di pensieri negativi contro il giovane licantropo.

‹‹ Seth? Seth Clearwather?! ›› La voce di Edward saliva ad ogni singola parola.

Oh cavolo! Ma possibile che non sto mai zitto! Che diavolo fa se scopre che del loro appuntamento!... Merda! Spalancò gli occhi, rendendosi conto di averlo pensato.

‹‹ Appuntamento?! ›› Sibilò il giovane Cullen, spezzando senza accorgersene il joystick della consolle di Emmett.

‹‹ Hey amico, calmati. ›› Sorrise teso Jake, mentre sul volto di Edward si dipingeva una smorfia di rabbia e furia omicida.

‹‹ Ti rendi conto che quei due sono assieme in questo momento?! ›› Sibilò nuovamente.

‹‹ Si. ›› Depositò con un movimento molto lento il joystick per terra.

‹‹ E tu, non mi hai detto nulla?! ›› I suoi occhi si strinsero come due fessure.

Jacob prese un piccolo respiro profondo. ‹‹ Non pensavo che la cosa ti interessasse, dopotutto, lo ripeti da quasi dieci anni. Bella è umana, non è una di noi... ››

‹‹ E allora? ›› Il suo sguardo solitamente dorato era divenuto nero.

‹‹ E allora, è noto a tutti che tu non sopporti Isabella. Perché avrei dovuto dirtelo? ›› Lasciò che le sue parole entrassero bene nella mente del vampiro dai capelli rossicci. ‹‹ Bella non è la tua ragazza. Nonostante lei sopporti i tuoi continui sbalzi di umore e le tue angherie nei suoi confronti. Seth, le vuole molto bene e adesso... ›› Osservò il grande orologio bianco sulla parete. ‹‹ Adesso credo che anche Bella sia al corrente dei suoi sentimenti. ›› Sospirò.

Nulla poté evitare ad un ringhio particolarmente potente di uscire dalla sua bocca.

Ad un tratto, Jacob spalancò gli occhi scuri. ‹‹ Non sarai mica geloso?! ›› Rimase a bocca aperta, come se ad un tratto la verità di quei lunghi dieci anni trascorsi con il suo migliore amico gli fosse stata finalmente svelata.

‹‹ Ma è ovvio che non sono geloso! ›› Ruggì infastidito.

Oh mio Dio! Edward tu sei geloso! Continuò a pensare mentre un sorriso enorme gli compariva sul volto.

‹‹ NON LO SONO! ›› Urlò esasperato il vampiro, mentre dalla porta di casa entrarono due ospiti inattesi.

<< Cosa non sei? >> La voce Jasper arrivò accompagnata dalla sua figura assieme, come sempre, ad Alice. In un attimo i suoi occhi dorati volano sulla manetta distrutta. << Sei morto lo sai? Emmett non te lo perdonerà mai. >> Ghignò nella sua direzione, mentre gli occhi seri di Alice lo osservavano immobili.

<< Jacob, a che ora tornano Seth e Bella? >> Le parole magiche pronunciate dalla vampira catturarono l'attenzione di Edward.

<< Tu lo sapevi? >> Sibilò stupito.

<< Naturale... L'ho vestita io. >> Sorrise compiaciuta, trascinando Jasper fuori per una corsetta fra innamorati.

Io ancora non posso crederci, sei geloso di Seth... e io che credevo che tu odiassi Bella. Ghignò ancora estasiato dalla sua scoperta, Jacob.

Con uno scatto veloce, Edward afferrò il colletto della maglia del suo migliore amico. << Stammi bene a sentire. >> Sibilò ad un centimetro dalla sua faccia, non facendo caso alla porta che si era aperta nuovamente. << A me non piace Bella, è goffa, puzza e per di più umana. Chiaro?! >>

Che bastardo! Il pensiero schietto gli arrivò come un pugno in pancia.

Sia Jake che Edward si voltarono, notando per la prima volta Seth che reggeva in braccio la causa della loro discussione. Entrambi li guardavano stupiti, ma Bella oltre allo stupore, aveva una traccia di tristezza negli occhi.

<< Il dottor Cullen è in casa? >> Domandò Seth, stringendo la ragazza un po di più. Edward notò solo in quel momento che si stava tenendo il polso con una mano.

<< No, è in ospedale. Che cosa è successo? >> Indicò con uno sguardo il polso.

Seth fece per rispondere, ma Isabella lo batté sul tempo. << Nulla... solo una piccola slogatura. >> Abbassò lo sguardo, mordicchiandosi il labbro inferiore. << Seth, ti dispiace portarmi a casa? >> Aggiunse con voce bassa.

Il giovane licantropo annuì, ma Edward aveva tutt'altra idea in quel momento. << Fammi vedere. >> Ordinò, mollando la presa sulla maglia di Jake, avvicinandosi a quella coppia così strana.

<< Non serve, davvero. >> Cercò di controbattere Bella, nascondendo il polso sotto la manica del maglioncino.

Edward osservò duramente Seth e poi Bella. << Dammi la mano e fammi vedere. >> Il suo tono freddo non ammetteva repliche, come sempre, dopo qualche secondo di titubanza, Isabella gli porse il braccio incriminato.

Era una cosa assurda, per quanto Edward la trattasse male, lei obbediva sempre ad ogni suo volere.

Quando le dita fredde e gelide le sfiorarono il polso ormai viola, un leggero sibilo fuoriuscì dalle sue labbra rosse.

Edward sospirò. << Tu non vai da nessuna parte. >> Sollevò lo sguardo verso Seth. << Portala su in camera mia e mettila sul divano. >>

Gli occhi scuri di Seth osservarono la ragazza, in attesa di una sua parola, la vide annuire mesta e, con un leggero sbuffo contrariato, fece esattamente come gli era stato detto.

Pochi istanti dopo, comparve Edward con una piccola valigetta. << Puoi anche andare, Bella rimarrà qui. >> Cominciò ad armeggiare con i vari tubetti di creme e fasce.

<< Guarda che può benissimo tornare a casa con me. Si è solo slogata un polso, non vedo perché debba rimanere qui. >> Cercò di protestare, ma Edward non lo stava degnando di uno sguardo, i suoi occhi dorati erano rivolti a Bella e al suo polso malandato.

<< Seth, se non te ne vai, ti stacco un arto. >> Furono le sue uniche parole, mentre con calma cominciava a medicarle il polso, spalmandole sopra una pomata.

<< Va bene, non ti preoccupare. >> Gli sorrise Bella, cercando di allentare un po la tensione.

Lo sguardo di Seth non era del tutto convinto, ma non poteva nulla contro quel dolce sorriso. << Va bene... ma se ti serve, chiamami. >>

Un altro sorriso timido si formò sul volto di lei. << Si, tranquillo. >>

Edward continuava la sua opera in silenzio. Sentì un po la tensione svanire, quando Seth abbandonò definitivamente la casa. Senza accorgersene, aveva rilasciato un piccolo sospiro di sollievo.

<< Mi dispiace. >> Sussurrò Bella, con lo sguardo rivolto al suo polso ormai bendato alla perfezione. << Non volevo recarvi disturbo. >>

Edward la guardò in silenzio. << E' stato Seth, vero? Non ha dosato la forza... >> La sua non era una domanda, ma un'affermazione.

<< N..no... >> Tentennò Bella.

Edward prese un piccolo respiro. << Non sono un idiota, Bella. Quella non è una slogatura, li sopra c'è stampata a grandezza naturale la mano di Seth. >>

Si umettò le labbra impacciata.

Edward si alzò spazientito. << Stanotte rimani qui, domani vediamo come va il polso. >>

<< Posso andare a casa e tornare domani a farlo vedere a tuo padre... >>

<< Non se ne parla proprio. Stavolta si tratta del polso, ma tu, non vuoi proprio capire che sei umana e mortalmente fragile?! Non sei come noi! >> Il suo sguardo freddo e la sua voce le fecero male, abbassò la testa, non riuscendo a sopportare oltre. << Senza contare la tua goffaggine incredibile. >>

<< Mi dispiace. >> Riuscì solamente a mormorare piano.

<< Per stanotte rimani qui, ti faccio portare la tua roba da Jacob. Preferisco tenerti d'occhio. Così forse riuscirai a stare fuori dai casini per un po. >>

Bella non poteva immaginare che Edward intendesse proprio in senso letterale quel tenere d'occhio. Quando erano rientrati i signori Cullen, si erano stupiti di vedere Bella ospite da loro, da sola per giunta, ma non indagarono oltre, sapevano che Edward mal sopportava la giovane umana, il loro sgomento crebbe quando il loro unico figlio annunciò senza alcun problema, che Bella avrebbe dormito nella sua camera, con lui.

Lei, che stava cenando tranquilla, fece cadere la forchetta per la comprensione delle sue parole, e adesso si trovava nel letto di Edward, con lui steso accanto che non smetteva di fissarla.

Passò tutta la notte immobile accanto a lei, mentre Bella alla fine aveva ceduto all'oscurità del sonno profondo.


Anche quel giorno le nubi coprivano il cielo di Forks, Edward sapeva che a breve, Alice sarebbe venuto a chiamarlo, come ogni volta, ed infatti... ‹‹ Edward, è ora di andare! ›› La voce di Alice lo raggiunse come uno stiletto.

Osservò Bella dormire ancora fra le lenzuola, sorrise sghembo. Si era fatta davvero una bellissima donna. Le baciò la spalla. ‹‹ Ci vediamo dopo. ›› Mormorò sulla sua pelle liscia. ‹‹ Non uscire! ›› Ordinò chiudendosi la porta alle spalle.

Se un'altra giornata di scuola attendeva Edward, per Bella era l'ennesima giornata a casa da sola. Erano tre giorni che ormai abitava a casa Cullen. Tre lunghissimi giorni. La sua permanenza era dettata a quanto pare dalla condizione del suo polso. Sbuffò un po contrariata. Sentiva ancora sulla sua pelle il profumo di Edward, era stordente, seducente forse suonava meglio.

La grande parete di vetro lasciava ormai entrare tutta la luce di quel giorno. Sospirò voltandosi nel grande letto. Il copriletto dorato e la struttura in ferro battuto lo rendevano veramente impareggiabile. Forse un po troppo esagerata la scelta delle rose che lo attorniavano, ma nel complesso era bellissimo.

Quanti anni erano passati dal suo incontro con Edward? La risposta era facile, dieci lunghi anni. Isabella si alzò mettendosi seduta, le gambe ciondolavano fuori dalle coperte. I signori Cullen l'avevano sempre adorata, come se fosse stata una loro figlia, ma sapevano bene che non era così, Edward lo rimarcava sempre. L'aveva sempre sottolineato che lei non era una Cullen; lei non era una di loro.

Sicuramente era diversa, aveva dei tratti assolutamente normali, umani, non aveva quella bellezza devastante che caratterizzava l'aspetto dei vampiri. I suoi capelli avevano un debole riflesso rossiccio e anche i suoi occhi erano di un castano assolutamente comune.

Si attorcigliò una ciocca di capelli attorno al dito. Edward era il più difficile da capire. Non l'aveva mai sopportata, Bella lo sapeva, in dieci anni non le aveva mai fatto un sorriso amichevole, non le aveva mai rivolto la parola in modo cortese e gentile come faceva spesso con Rosalie, Alice e a volte anche con Tanya. Ci soffriva per questo, ma non aveva mai osato chiedere nulla di più.

Quello però che non capiva, era perché Edward si ostinasse a volerla sorvegliare, soprattutto mentre dormiva. Stava li a guardarla, non faceva nulla, era freddo, immobile. In quei momenti, Bella si illudeva che magari lui potesse provare una briciola d'affetto nei suoi confronti, ma la sua speranza si scontrava la mattina con la dura realtà.

Decise finalmente di scendere in cucina, dove sapeva che l'abbondante colazione di Esme la stava attendendo. Brioches calde, latte e cioccolato facevano bella mostra di se sul grande tavolo ovale. Prese con la mano sana la tazza con il latte e cominciò a servirsi di tutto. Era difficoltoso per lei usare la sinistra, ma purtroppo la destra era ancora fasciata.

Non c'era niente da fare, per quanto si fosse sforzata in tutti quegli anni di essere carina e gentile con Edward, i suoi sforzi non erano stati premiati. Al contrario, ormai era sicura che se un giorno se ne fosse andata, lui avrebbe finalmente tirato un sospiro di sollievo. A quel pensiero, la fame svanì. Lo stomaco si era chiuso.

Sparecchiò la tavola pulendo e rassettando, non aveva nulla da fare quel giorno, a dire il vero, non poteva fare granché con la mano ridotta in quel modo. Sbuffò contrariata, prendendo a salire con cautela la scala, raggiunse la propria stanza, che altri non era che quella di Edward. Un altra cosa che non riusciva a capire era perché lui si ostinasse tanto a volerla nella sua stanza. D'accordo che così la controllava meglio per colpa della sua sbadataggine, ma ora rasentava l'assurdo! Anche lei aveva bisogno di privacy ogni tanto!

Era inutile che ci rimuginasse così tanto, lei non aveva la forza e la volontà di andare contro a quello che lui le diceva. Esattamente come quella mattina, aveva sentito benissimo la sua voce ordinarle di non uscire...

Premette play sul lettore cd e le melodie da pianoforte invasero l'ambiente. Adorava quando Edward si metteva al piano suonando alcuni pezzi classici, anche se i suoi preferiti erano di gran lunga quelli che componeva lui, aveva un talento particolare per la musica. Ed eccola finalmente, la sua melodia preferita! Una ninna nanna che Edward aveva composto tempo addietro.

Un sorriso si formò sulle sue labbra, lasciò che gli occhi si chiudessero e che quelle dolci note la cullassero nella sua solitudine.

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Capitolo 3
*** Capitolo3 ***


Ragazzi e ragazze, sono sempre più colpita da voi e dai vostri commenti! *_* Non so davvero che dire... sono sinceramente onorata che la mia storia vi piaccia! ^__^ Adesso farò di tutto per renderla migliore e cercare di togliere le schifezze grammaticali. Spero di migliorare in ogni capitolo, ma se ci fossero, non esitate a segnalarmelo, appena avrò tempo, li correggerò ^^.
Ora vi lascio alla lettura. Ci vediamo Giovedì. Bacioni Goten ^^

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Arrivarono al parcheggio della scuola in perfetto orario, Alice, Jasper ed Edward aspettarono solo pochi istanti prima di veder apparire Emmett e Rosalie, ed infine, per chiudere il cerchio; Tanya.

<< Giorno a tutti. >> Salutò la vampira dai capelli biondo rossicci.

<< Hey, Tanya. Com'è andata la serata? >> Domandò curiosa Rosalie, mentre si beava dell'enorme abbraccio di Emmett.

<< Oh tutto bene. Garrett è stato sublime. >> Esclamò con un sorriso soddisfatto, mentre i suoi occhi si illuminavano al solo nominare quel vampiro.

<< Devi assolutamente raccontarmi tutto, nei minimi particolari! >> Si intromise Alice, allontanandosi con le altre due vampire lasciando i maschietti da soli.

Jasper non perse tempo ed assieme all'amico nerboruto si avvicinarono ad Edward. << Allora... non hai nulla da raccontarci? >> Il braccio pallido del vampiro biondo si posò sulle sue spalle.

<< No. Nulla. >> Rispose pacato, sapendo già dove volessero andare a parare.

Oh andiamo! Sono tre giorni che Bellina è rinchiusa a casa tua, e tu sprizzi ottimismo da tutti i pori! I pensieri di Emmett erano abbastanza fastidiosi.

<< Sono ottimista perché grazie alla mia supervisione, quell'impiastro umano non si è ancora fatta male. >> Sbuffò rispondendo.

<< Ad ogni modo, dopo passeremo da te per trovare la nostra amica. >> Aggiunse Jasper, percependo l'irritazione provenire da Edward.

<< E se io non avessi piacere? >> Buttò la prima risposta che gli era venuta in mente.

<< Tu forse no, ma Bellina dopo averti sopportato per tre giorni avrà voglia di vedere qualcuno oltre a te. >> Sorrise sapiente Emmett, mentre varcavano l'aula della loro prima lezione.

Lo sguardo di Edward si fece più scuro, non disse più nulla e si apprestò a seguire il resto delle lezioni.

Seduta a gambe incrociate sul divano bianco della sala stava guardando l'ennesimo documentario, era annoiata a morte. Aveva anche saltato il pranzo, non che di solito mangiasse molto, ma ultimamente la sua voglia di vivere era ridotta a zero.

La porta d'ingresso si spalancò all'improvviso. ‹‹ Ciao scricciolo! ›› Esclamò Emmett, entrando veloce e caricandosela sulle spalle. Il mondo cominciò a vorticare attorno a loro, le risate di Rosalie e Alice si spandevano nell'ambiente.

‹‹ Emmett! Mettimi giù! ›› Urlò Bella, sentendo già il mal di mare affiorare.

‹‹ Emmett, lasciala! Prima che vomiti sul tappeto di mia madre. ›› Sibilò tagliente Edward, infastidito dalla troppa vicinanza del suo amico con Bella.

Appena lasciata libera, Bella dovette premersi le mani sugli occhi e evitare di cadere, le sembrava di esser ancora fra le mani del gigante. Mentre tentava ancora di riprendersi, il campanello suonò, Edward sbuffò contrariato. << Entra Jacob. >>

Il giovane Quileutes entrò con un sorriso da orecchio a orecchio. << Hey! Come va gente?! >>

<< Bene, finché l'umana non vomita. >> Esclamò stizzito, Edward.

<< Wow! Bells sei verde! Lo sai? >> Sghignazzò Jake, mentre si avvicinava divertito alla ragazza.

<< Si... lo so... >> Sospirò profondamente Bella, notando che finalmente l'ondeggiamento era finito.

Jasper si accorse divertito di come in realtà Edward fosse irritato dalla presenza di tutti. Scommetto che vorresti che c'è ne andassimo... Insinuò malizioso.

Lo sguardo dorato del vampiro dai capelli rossicci lo squadrò in malo modo.

Solo in quel momento Edward notò il plico di fogli in mano al licantropo. Veloce, li sfilò dalle sue mani. << Hey! >> Cercò di riafferrarli Jake, ma con scarsi risultati.

<< Cosa sono? >> Domandò Emmett, mentre notava che mancava un joystick alla sua preziosa consolle.

<< I compiti di Bella... >> Disse, scattando a sinistra sperando di riprenderli, ma Edward si spostò senza fatica a destra, prevedendo le sue mosse. << A scuola… >> Scattò di nuovo, ma lo mancò di un soffio. << Mi hanno detto... >> Avanzò ma quello indietreggiò. << Di farle recuperare le lezioni. Vuoi stare fermo! >> Esclamò spazientito alla fine, mentre Edward sollevava finalmente lo sguardo da quei fogli.

<< Come pensi che possa farli? La sua mano è fuori uso. >> Disse tranquillo, mentre osservava apparentemente distratto la fasciatura stretta di Isabella.

<< Po..posso sempre provare ad usare la sinistra. >> La voce timida di Bella si immise nella loro piccola discussione.

Edward si voltò verso di lei, serio e freddo. << Scherzi?! Già scrivi male con la destra, mi immagino con la sinistra! E poi rischiamo che magari tu ti faccia male da sola. Preferisco evitare che il tuo soggiorno si allunghi più del previsto. >> Scocciato tornò a guardare il suo amico licantropo, che lo fissava con un leggero sguardo di rimprovero.

Isabella aveva abbassato lo sguardo mortificata, le guance colorate di rosso e gli occhi leggermente lucidi. << Si... hai ragione. >> Mormorò piano, conscia comunque che tutti l'avrebbero sentita.

Alice e Rosalie allargarono gli occhi per la sorpresa, mentre Jacob stava per controbattere qualcosa, Emmett scattò in un urlo molto poco vampiresco. << Che diavolo è successo alla mia piccolina?! >> I resti del joystick giacevano scomposti fra le sue grandi mani.

<< Jacob l'ha rotta! Non ha retto alla sconfitta. >> Mentì candidamente Edward, sapendo che tutto ciò avrebbe portato solo ad una cosa...

Emmett lasciò cadere i pezzetti di plastica per terra e si avvicinò con fare minaccioso al giovane licantropo. << Ti aspetto fuori. >> Sibilò, mentre Rosalie lo seguiva per calmarlo un po.

Jacob si voltò verso Edward. << Sei uno stronzo, lo sai? >>

Il vampiro ghignò in risposta. << Fai felice Emmett. E' da un po che vuole batterti in uno scontro all'aperto. >>

<< Certo, certo... >> Bofonchiò, mentre il suo cervello pensava a mille modi diversi per vendicarsi del suo migliore amico, distruttore di joystick altrui.

Tutti quanti uscirono dalla casa, pronti per assistere allo scontro del secolo; Emmett contro Jacob, ovvero Vampiro VS Licantropo.

<< Io punto un centone su Em. >> Sghignazzò Jasper, tentando di evitare il suo potere.

<< Dieci a uno che Jacob gli stacca un braccio. >> Sibilò in risposta Alice, tentando di vedere il futuro, ben sapendo che con un licantropo vicino era pressoché impossibile.

L'unica che non disse nulla fu Rosalie, troppo preoccupata per la sorte del suo scimmione.

Dentro a casa Cullen, Isabella era ancora a testa china, mentre Edward la fissava sospirando leggermente. << Questi li faremo dopo. >> Disse riferendosi ai compiti che stringeva ancora in mano, Isabella annuì, per nulla spaventata dai rumori mortali che avvenivano poco fuori la porta. << Li faremo assieme, così non userai la mano. >> Continuò freddo Edward, mentre la testa mora di Isabella annuiva ancora e un altro forte rumore pari ad un masso rotto si faceva strada fra le pareti.

<< Po.. potrei lo stesso leggerli? Così... dopo non ti ruberò molto tempo. >> Domandò con un filo di voce, inghiottendo a vuoto, temendo una sua risposta.

Edward si avvicinò di un paio di passi. << No. Li faremo assieme. >> Sentenziò, lasciando i fogli sul divano. << Preferisco seguire tutto per bene. >>

<< Ce.. certo. >> Annuì ancora, mentre non riusciva a capire perché Edward dovesse essere sempre così freddo e distaccato nei suoi confronti.

La odiava, questo ormai lo aveva capito, ma non riusciva a spiegarsi il perché. Non ricordava di avergli mai fatto nulla di male. Non si era mai lamentata di niente, né dei suoi scherzi, né delle sue malefatte nei suoi confronti, eppure, Edward non riusciva a tollerare la sua presenza.

Lasciò che un leggero sospiro scivolasse fuori dalle sue labbra. Avrebbe dato tutto quello che poteva per allontanarsi da quel posto, da lui, che la rendeva così insicura e fragile. << Comunque, la mano, sta meglio... non sento più dolore. >> Si azzardò a sollevare il viso, incrociando quello serio e composto di lui. << Presto potrò andarmene da qui. >> Gli sorrise gentilmente, notando invece il volto di Edward indurirsi.

<< Lo decido io quando sarà il momento, umana. >> Sibilò nuovamente arrabbiato, assottigliando lo sguardo dorato.

<< Hey ragazzi! Venite a fare il tifo?! >> La voce di Alice arrivò come un balsamo per le orecchie di Bella. Edward fece schioccare la lingua contro i canini, come suo gesto personale per dichiarare che la conversazione fra loro era conclusa, e Bella rilasciò finalmente un sospiro di sollievo. Si, aveva decisamente bisogno di andarsene da li.

Quando uscirono, si trovarono Emmett e Jacob stretti in una morsa stritolatrice, mentre le voci di Alice e Jasper facevano il tifo chi per uno chi per l'altro, Rosalie era in pensiero per il suo adorato Emmett, ma stava anche pensando al premio di consolazione che avrebbe potuto offrirgli.

Senza pensarci, Edward afferrò il braccio sano di Bella, tirandola verso Alice. << Stammi vicino, se quei due esagerano, almeno non sarai coinvolta. >> Spiegò, mentre Emmett, con una mossa degna di un lottatore di Wrestling era riuscito a scaraventare Jacob lontano una decina di metri.

<< Grande Emm! >> Urlò Rosalie in preda all'euforia.

Bella prestava il minimo della sua attenzione alla lotta amichevole fra i due amici, aveva notato che la mano fredda di Edward era ancora stretta in modo gentile attorno al suo braccio.

<< Forza Jacob!! Ho scommesso su di te! >> Urlò Alice, con le mani attorno alla bocca per amplificare il suono della sua voce.

Il giovane licantropo, si rialzò, nonostante la botta subita e caricò tutta la sua forza per poi schiantarsi contro il vampiro che lo aspettava con un sorriso estasiato sul viso. << Forza cucciolino, fammi vedere che sai fare! >> Lo incitò anche Emmett, mentre con le sue manone afferrava i lembi della maglietta di Jake.

Cucciolino a chi? Razza di gigante mal riuscito?! Pensò Jake, aggiungendo anche... Cazzo, Edward! Questa è tutta colpa tua! Il vampiro in questione non poté far alto che sogghignare. Oh, ma un giorno me la pagherai! Continuò Jacob, mentre la forza mostruosa di Emmett lo metteva al tappeto per la decima volta.

Fu grazie all'arrivo di Esme e Carlisle, che il match ebbe fine. Ormai il sole era sceso e lo stomaco di Bella aveva cominciato a brontolare. Felicissima, la madre di Edward si era prodigata in una cena spettacolare. Adorava Isabella, così come Carlisle, mentre Edward continuava a scrutarla, guardandola schifato ogni volta che mangiava le pietanze disposte in bella vista sul tavolo.

Dopo aver assaggiato anche la torta alle mele, Isabella si dichiarò sazia. << Grazie, Esme, è stato tutto buonissimo. >> Le sorrise gentile, cercando di tralasciare lo sguardo che Edward aveva puntato addosso a lei dall'inizio della sua cena.

<< Aspetta, c'è ancora una cosa. >> La fermò la dolce Esme, aprendo lo scompartimento dei gelati, porgendone uno a Bella. << Ecco, spero che ti piaccia. >> Le sorrise con fare materno, mentre gli occhi della ragazza si illuminarono per un istante.

Quello era senza alcun dubbio ilo suo gelato preferito, non si accorse neanche di come sembrasse in estasi mentre spezzava con i suoi morsi la cioccolata croccante e abbracciava con le labbra il gelato al suo interno. << Delizioso. >> Sussurrò con un tono di voce sensuale, mentre gli occhi di Edward passavano dal giallo dorato al nero più cupo.


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Capitolo 4
*** Capitolo4 ***


ed eccoci arrivati al capitolo 4, ragazzi e ragazze, è stato un vero parto questo capitolo! Edward mi ha fatto disperare... spero vivamente che vi piaccia ^^ Ora scappo, devo andare in piscina e poi al lavoro. Un bacione!!

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<< Bella! E' la terza volta che te lo spiego! Vuoi cercare di capire?! >> Sbottò irritato Edward, mentre sbatteva la mano sulla scrivania, facendo sobbalzare dalla paura la ragazza.

<< Mi.. mi dispiace.. io... >> Non riuscì a trattenere un singhiozzo.

Il vampiro si alzò di scatto, camminando avanti e indietro per la stanza, cercando di calmare i suoi nervi. << Bella, non mi sembra così difficile! E' solo una stupida formula di trigonometria! >> Accompagnò la sua lamentela con dei gesti secchi delle mani.

Con un gesto veloce, Isabella si asciugò le lacrime che ormai avevano preso a scorrere veloci sulle sue guance. Aveva paura di Edward quando faceva così, dannatamente paura. Sapeva che già la sua presenza bastava ad irritarlo e adesso, sapeva anche che aveva ben poca pazienza. Ma non ci poteva fare nulla, il solo fatto di averlo così vicino, la mandava nel panico più totale... ed il suo cervello si rifiutava di collaborare. Stava facendo una pessima figura, e tutto questo perché lui le metteva terrore.

Avevano svolto diverse materie dopo cena, inglese, biologia e adesso erano arrivati alla trigonometria. Erano le due del mattino, Bella era esausta, ma non osava dire nulla per non attirare su di se ancora di più le ire del giovane Cullen.

Edward, basta. Guarda che ore sono, Isabella sarà stremata. Lasciala dormire. E' un umana, ne ha bisogno. I pensieri dolci di sua madre per Bella gli fecero notare che in effetti, la ragazza, si reggeva la testa con la mano sana, ma non aveva accennato nulla sulla sua stanchezza.

<< Bah! Lasciamo stare per stasera. Fila a cambiarti. >> Sbottò, buttandosi sul letto, osservando distrattamente il soffitto bianco.

Isabella non se lo fece ripetere due volte, afferrò il suo pigiama e cercando di non inciampare nei suoi stessi piedi, si diresse in bagno.

Edward sentiva i suoi pensieri vorticare furiosamente. Stare vicino a Bella era un sollievo per la sua mente vampiresca. Con lei si sentiva più normale, nessun pensiero molesto o fastidioso poteva dargli il tormento, al contrario di quello che accadeva spesso in compagnia degli altri.

Ma nonostante questo, ogni volta che Isabella faceva qualcosa, sentiva scattare una molla dentro di se. C'era una smania di averla sempre sotto la sua supervisione che lo faceva innervosire, con l'unico risultato di mettere ansia e paura alla ragazza.

Sentì la porta del bagno aprirsi e Bella fare la sua piccola apparizione. Sembrava così fragile... decisamente inadatta al loro mondo.

<< Vuoi dormire in piedi? Su, muoviti! >> La sua voce dura la riscosse. Con un passo decisamente lento, Bella si avviò verso il grande letto, scostò le coperte e si infilò sotto, cercando di coprirsi il più possibile. Esattamente come le ultime tre notti passate, si mise su un fianco, volgendo la schiena al vampiro, certa che anche quella sera si sarebbe limitato ad osservarla dormire.

<< A cosa pensi? >> La voce di Edward le arrivò vicinissima. Il suo cuore si mise a battere forte. Non si aspettava che fosse così vicino. E soprattutto, non si aspettava che le rivolgesse la parola.

Socchiuse le labbra, non sapendo bene cosa rispondere, ma alla fine decise di dirgli la verità. Con Edward non era mai riuscita a mentire, la sua mente si rifiutava di farlo.

<< A nulla. >> Sussurrò con voce incerta, mentre il fiato freddo di Edward le scivolava sulla pelle del collo. Si sorprese quando capì che la sua voce stava per porre una domanda ad Edward. << Perché non mi sopporti? >> Spalancò gli occhi, quando si accorse di averlo detto veramente.

Se solo si fosse girata, avrebbe visto una smorfia sul volto di Edward, lui così impassibile, era rimasto colpito nel sentire quelle parole.

Prese un piccolo sospiro, facendole aumentare il battito... << Bella... cerca di dormire. >> Le disse solamente, lasciando che la delusione filtrasse completamente in lei.

Non poteva darle una risposta, perché nemmeno lui sapeva cosa dirle. Sentiva solamente un miscuglio di sensazioni e di emozioni talmente forti da lasciarlo indispettito.

Se lui si sentiva indisposto quella notte, per Bella era lo stesso. Si sentiva inquieta, delusa, triste e stanca. Decisamente un mix di emozioni orribili.

Arrivarono le tre e passarono, Bella sospirò leggermente, quella notte le sembrava ancora più difficile riuscire ad addormentarsi, con lui così vicino.

<< Perché non dormi? >> La sua voce gli trasmise i brividi sulla pelle.

<< Non... ci arrivo. >> Ammise, deglutendo piano. << Sono stanca... ma non riesco a dormire. >> Ecco, adesso chissà cosa avrebbe detto. Passarono i secondi, ma dalle labbra di Edward non uscì alcun suono, la cosa stupì non poco Bella che, trovato il coraggio, si voltò verso di lui, scoprendolo fissarla molto intensamente.

Le sue guance presero fuoco.

In quello stesso momento, Edward sentiva dentro di se una infinità di emozioni nuove, e la frustrazione per il fatto di non saperle riconoscere, tornò prepotente in lui. Al diavolo! Strinse le mani a pugno lungo il proprio corpo. << Con della musica riusciresti a dormire? >> Stava cercando di essere un po più comprensivo nei suoi confronti, dopotutto, non era colpa di Bella se lui non riusciva a gestire quelle emozioni così forti.

La vide umettarsi le labbra, e la sua frustrazione crebbe.

<< Credo di si. >> Mormorò piano, mentre le sue dita sottili torturavano il lenzuolo.

Con uno scatto veloce, Edward si alzò dal letto e raggiunse la porta, si voltò verso la sua ospite. << Forza. Scendi dal letto. >> Rimase li ad osservarla, i suoi movimenti impacciati gli fecero intuire che se solo avesse messo un piede sulle scale, sarebbe rotolata direttamente al primo piano. << Aspetta. >> Sbuffò con una nota di leggero fastidio.

Si avvicinò a Bella che lo guardava con occhi spalancati. Doveva proprio essere terrorizzata da lui, rifletté, mentre con un movimento veloce, ma aggraziato, la prendeva fra le sue braccia. << Sempre meglio che cadere dalle scale. >> Spiegò alla sua muta domanda, mentre con velocità vampiresca si recava nel candido salotto, dove con gentilezza la depositò sul divano bianco.

<< Gr..grazie. >> Sussurrò con la faccia rossa, Isabella. Mentre si rannicchiava contro lo schienale e osservava Edward prendere posto al pianoforte. Le sue dita bianche stavano per sfiorare i tasti in avorio, quando... << Aspetta. >>

Edward la fissò contrariato.

<< Non.. >> Si umettò le labbra. << non disturberemo i tuoi? >>

Con il suo miglior tono da saputello, le rispose. << Sono caccia. Siamo solo io e te. >> E con quelle ultime parole, prese a suonare le melodie che Bella adorava.

Le note si perdevano melodiose per tutta la casa, Isabella si mise più comoda sul divano, chiuse gli occhi e si lasciò trasportare... non si accorse di sorridere felice, mentre le mani di Edward continuavano imperterrite a sfiorare i tasti in avorio.

Più volte si era messo a fissare il volto di Bella. In quei momenti le sembrava così tranquilla, felice. Cosa che non aveva mai visto in sua presenza. Nella sua mente, sapeva di aver impresso tutti i suoi anni passati anche in compagnia di Bella e la mostravano sempre tesa e sottomessa.

La velocità della sua esecuzione divenne più lenta, le note di una ninna nanna cominciarono a volteggiare per la stanza.

<< Bellissima... >> Sussurrò sempre ad occhi chiusi, Bella. Mentre si godeva le note di quella che era in assoluto la sua preferita.

Edward non riuscì a trattenere un piccolo sorriso. Si sentiva fiero, quella che stava suonando l'aveva composta lui, esclusivamente per... bé, non era il caso di pensarci...

Quando anche l'ultima nota risuonò nella stanza e poi si spense, Bella aprì gli occhi. La prima cosa che notò Edward, è che erano tristi.

<< Che peccato... >> Sussurrò piano.

Le sopracciglia rossicce si corrugarono. << Cosa? >> Decisamente non riusciva a capirla.

Solo in quel momento, Isabella si accorse di aver parlato ad alta voce. << Che.. sia finita... è un peccato. E' molto bella. >> E di nuovo il rossore le imporporò le guance, ma stavolta, decise di osare; le sue labbra si aprirono in un tenue sorriso. << Sei molto bravo. >> Aggiunse, raggiungendo il massimo dell'imbarazzo e della paura di sentire una delle sue solite rispose.

Edward rimase piacevolmente colpito dalle sue parole, ma si limitò solamente a scuotere la testa lasciando che un sorriso appena accennato si dipingesse sul suo viso. << Adesso riesci a dormire? >> Non si era neppure accorto di aver abbandonato il suo tono duro e distaccato, ma Bella si, se ne era accorta. Felice e ancora un po titubante annuì.

<< Credo di si. >> Fece per alzarsi, ma Edward la fermò con un gesto della mano.

<< Ferma. Non ti muovere. >> Si alzò e con movimenti eleganti, estrasse dal mobile della sala una coperta dall'aspetto morbido e caldo. << Tieni. >>

Bella afferrò la coperta non capendo, il suo sguardo doveva essere abbastanza eloquente, perché Edward si mise a sbuffare. << Rimettiti sul divano, copriti e cerca di dormire. >>

Sotto lo sguardo spalancato della ragazza, si rimise al pianoforte, riprendendo quelle melodie che tanto l'avevano colpita.

Isabella sentì che qualcosa di nuovo e di piacevolmente caldo era nato quella sera, dentro di se, qualcosa di troppo acerbo per avere un nome.

E così, cullata dalle note melodiche e tranquille che Edward stava suonando per lei, chiuse gli occhi e si lasciò trasportare nel mondo dei sogni, dove tutto era perfetto, anche lei...


§


Non si ricordava che fosse così morbido il divano della sala. Aprì un occhio sonnacchioso, trovandosi davanti il volto perfetto di Edward. Solo tre secondi dopo ricordò perfettamente la serata particolare che aveva vissuto. I suoi occhi si spalancarono, ormai era completamente sveglia.

<< Giorno. >> La salutò Edward.

<< Buon giorno... >> Mormorò piano Bella, con il timore che Edward rinnegasse i piccoli passi avanti che avevano fatto poche ore prima.

Passi... non è che avessero fatto chissà cosa, ma per la prima volta, avevano parlato e la sua freddezza era sparita, eppure anche in quel momento, lui era li davanti a lei, si mostrava come sempre freddo e distaccato.

Si guardò attorno, era di nuovo nella stanza di Edward. << Mi hai portato tu? >> Domandò sottovoce.

<< Si. >> Disse solo, senza aggiungere altro.

<< Grazie... >> Il rosso di ieri sembrava fosse tornato al suo posto sulle sue guance. Sollevò la mano fasciata, grattandosi distratta il lato sinistro del naso, era un piccolo tic che aveva fin da bambina.

Edward lo notò e prese un piccolo respiro. << Vediamo il polso. >> Allungò la mano fredda e sciolse la benda, Isabella lo osservava in silenzio, aveva quasi paura di respirare. Le mani fredde di Edward erano delicate, fredde, ma gentili. Tutto il contrario di come si poneva lui di solito. Ma nuovamente, il ricordo della notte appena trascorsa arrivò potente. Aveva visto un altro Edward, uno più gentile e forse... non era sparito del tutto.

<< Che ne pensi? >> Domandò ansiosa, visto che lui non diceva nulla.

Con gesti automatici, riprese le bende e le rifasciò il polso. << Migliora... >> Finì il suo operato perso in chissà quali pensieri.

<< Edward! >> La voce di Alice arrivò come ormai tutte le mattine.

<< Vado. >> Sbuffò, afferrando lo zaino uscendo dalla stanza, ma sulla porta si voltò nuovamente verso Bella. << Non.. >>

<< Tranquillo, lo so, non uscire. >> Lo interruppe, rivolgendogli un debole sorriso. << Buona giornata. >> Lo salutò con la mano sana, mentre un piccolo ghigno si formava sul volto di Edward.

<< Esatto. A dopo. >> E uscì di casa, non pensando minimamente che suo padre fosse a casa quel giorno...

Passarono solo pochi minuti, quando la mano bianca di Carlisle bussò gentile sulla porta, Bella aggrottò le sopracciglia. << Avanti. >> Era curiosa, chi poteva essere? Esme.. << Carlisle? Ciao... non sei al lavoro? >>

Le sorrise come un padre amorevole. << Non oggi, giornata libera. >> Si mise seduto sulla sedia vicino al letto. << Allora, come va stamattina? >>

Si sentiva a suo agio con lui, era davvero una persona così gentile e buona, lui e Esme erano davvero eccezionali. << Molto bene, Edward mi ha controllato il polso, dice che va meglio. >> Sorrise mostrandogli la fasciatura rifatta.

<< Davvero? Ne sono contento. >> Si schiarì la voce. << Bella, posso dargli anche io un occhiata? >> Carlisle aveva il sospetto che il polso di Bella fosse in realtà più che guarito, ma che suo figlio lo usasse come scusa per tenerla li con loro, con lui.

Lo sguardo di Bella sembrava timoroso. << Certo. >> Gli porse il polso e con una calma che non possedeva affatto, osservò Carlisle compiere gli stessi movimenti di Edward.

Carlisle represse un sospiro. Esattamente come sospettava, il polso di Bella era perfettamente guarito. Cosa doveva fare? Si era sempre ritenuto una persona leale... << Bella, il tuo polso... >>

<< Stà meglio?! >> Lo interruppe la ragazza, portandoselo al petto, sorridendo.

<< Si ma vedi... >> Carlisle venne interrotto di nuovo.

<< Lo so, Edward me lo ha detto. >>

<< Bella, io direi che è completamente guarito. >> Disse pacatamente, mentre aspettava la sua reazione.

Nello stesso momento, Edward ed Alice, stavano ascoltando una lezione noiosa di storia, almeno finché gli occhi della vampira si tinsero di nero ed Edward si trovò ad osservare la visione del futuro che a breve si sarebbe compiuto.

Con la rabbia in corpo, afferrò il cellulare e uscì dalla classe, beccandosi un rimprovero da record dal loro professore, ma di quello non gli importava, adesso doveva solo fare quella importantissima telefonata... Il futuro che Alice gli aveva mostrato non era nitido, quindi lui aveva ancora una possibilità...

Il telefono squillò libero, uno squillo, due squilli... << Pronto? >> La voce di Bella lo accolse dall'altra parte del cellulare.

Edward sibilò come un serpente. << Dimmi dove sei e vengo io a prenderti. >>

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Capitolo 5
*** Capitolo5 ***


Bene, io credevo di aggiornare giovedì, invece, grazie al lavoro di chi ha spostato tutto in tempi brevissimi posso postare ancora oggi ^_^.

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Isabella d'istinto deglutì. << Edward... sono a casa... >>

Nuovamente la voce del vampiro serpeggiò nel cellulare. << Dove? >>

Bella sentì distintamente il suo stomaco tremare, le metteva paura sapere che Edward poteva essere arrabbiato, soprattutto con lei, ma in quel momento non capiva perché lo fosse. Non aveva fatto nulla di male. << Sono in cucina, con Carlisle... mi sta facendo la colazione. >>

Edward rilasciò un filo d'aria. << Sei ancora a casa mia? >> Cominciava a sentirsi meglio.

<< Si. >> Pigolò la voce tremolante di Bella.

Si passò una mano sul volto bianco marmoreo. <<< Bene. Ricordati di non uscire. >> Ribadì nuovamente, mentre cercava spiegazioni nella mente di Alice.

<< Si, lo so... >> Edward sentì chiaramente Bella prendere un piccolo respiro, segno che avesse qualcosa da aggiungere... ed infatti... << Tuo padre mi ha controllato il polso... >>

E la terrà cominciò a mancare sotto i piedi di Edward. Che diavolo...

<< Dice che è a posto, completamente... guarito. >>

Ed ecco spiegato la visione di Alice che vedeva Bella andare via da casa Cullen, ma nonostante tutto, la rabbia e l'imbarazzo presero possesso di Edward. << E allora che diavolo ci fai ancora li?! Non è ora che te ne torni a casa?!! >> Sbottò all'improvviso, rendendosi conto solo pochi secondi dopo che la comunicazione con Bella era stata interrotta.

<< Sono un coglione... >> Sospirò osservando ancora il telefonino nella sua mano.

Isabella stava guardando con occhi tristi e con un nodo alla gola che le impediva di parlare, il volto gentile di Carlisle. Aveva sentito chiaramente cosa aveva detto suo figlio, non c'era bisogno per lei di ripetere le sue parole, depositò il cellulare che aveva preso dalle mani della ragazza, interrompendo la telefonata.

Si sentiva così stupida... sapeva che non doveva creare castelli in aria, sapeva che Edward non poteva sopportarla, eppure, per un momento, si era davvero convinta che tutto potesse migliorare. Che stupida...

<< Bella... >> Cominciò Carlisle, accogliendo fra le sue braccia la ragazza che ancora non aveva detto una sola parola. << Bella, sono sicuro che Edward non intendesse davvero dire quello che hai sentito. >> Cercò di porre rimedio all'ennesimo scatto di suo figlio.

Possibile che quando Isabella fosse coinvolta in qualcosa, il buon senso di Edward andasse a farsi benedire?!

<< Hey... su dai, non fare così... >> Le sfregò con calma le sue mani bianche sulla schiena, mentre i singhiozzi avevano preso ad uscire in maniera incontrollata.

Ma la mente di Bella ormai, era ferma ad un punto preciso, prendere le sue poche cose e lasciare casa Cullen prima dell'arrivo di Edward. Non avrebbe sopportato la sua cattiveria. Non dopo aver visto quello spiraglio di gentilezza la sera prima.

In quel momento, la visione di Alice divenne limpida. Il futuro era deciso, Bella sarebbe partita e non sarebbe tornata indietro.

La giovane vampira si riscosse dalla sua visione, solo quando il futuro della sua amica umana divenne un buco nero. << Ha scelto di tornare nella riserva... >> Sospirò affranta. << Oh Edward, come puoi essere così stupido. >> Soffiò a bassa voce, mentre il futuro di Bella rimaneva nascosto alle sue visioni.

§

Finalmente era tornata a casa! Jacob e Billy sarebbero rientrati a momenti, ma il pensiero che Edward non l'avrebbe trovata nella sua stanza, le trasmise un senso di soffocamento. Credeva davvero che avessero fatto un piccolo passo avanti, invece, era stata solo una mera illusione. Per essere sicura che sbollisse un po la sua rabbia, non si sarebbe allontana dalla riserva per qualche giorno e avrebbe accuratamente evitato i Cullen. Tutti i Cullen.

Aveva ancora una mezz'ora comoda da passare da sola. Il dottor Carlisle l'aveva accompagnata a casa, le dispiaceva di non aver salutato Esme, ma aveva preferito evitare di vedere Edward.

Sospirò mentre con gesti automatici riprendeva possesso della sua stanza. << Eccomi a casa. >> Mormorò al nulla, mentre un'insolita tristezza prendeva piede dentro di se. << Basta, devo proprio essere una stupida. >> Si riscosse, dandosi due piccoli schiaffetti sulle guance pallide. Afferrò il piccolo lettore mp3 e agganciò le casse che Jacob le aveva regalato per il suo compleanno. Selezionò una musica ritmata e lasciò che il silenzio venisse spazzato via.

Con la nuova idea di pensare sempre in positivo, Bella si avviò in cucina a preparare ogni ben di Dio per i suoi uomini di casa.

E mentre le salse ed i piatti prendevano vita a La Push, a Forks, Edward Cullen si stava prendendo una ramanzina dall'ultima persona che mai si sarebbe aspettato: Rosalie.

<< Ma come diavolo hai potuto?! Ti rendi conto di come l'hai trattata?!! Alice mi ha raccontato tutto! Sei un idiota! >> Sbottò furente la vampira bionda, mentre Emmett tentava con scarsi risultati di farle sbollire la rabbia.

<< Amore dai... non vedi che.. >>

<< Amore un corno! Emmett! E' ora che il signorino capisca che Bella non è un giocattolino! L'ha sempre trattata male, fin dal loro primo incontro! Quella ragazza non gli ha mai fatto nulla! Non ha mai neanche reagito agli scherzi crudeli che lui le faceva! E adesso?! Mi spieghi perché diavolo l'hai cacciata?! >> Gli occhi d'oro della bionda erano ormai neri. Aveva talmente tanta rabbia in corpo da poter demolire una città intera.

<< Nemmeno io ti capisco, amico. >> Si intromise Jasper. << Stamattina mi sembravi tranquillo, non credevo che la trattassi così. >> Si guadagnò un'occhiataccia da Edward, ma proseguì imperterrito. << Senza contare, che come dice Alice, il futuro non era deciso, quindi Bella non aveva ancora scelto di andarsene. E adesso, grazie alla tua gentilissima telefonata, quella ragazza si trova nuovamente alla riserva. >> Sospirò. << Spero solo che non si faccia male. >> Ammise Jasper. << Alice non può prevedere niente con i lupi di mezzo. >>

Quel pensiero folgorò la mente di Edward. Era rimasto talmente arrabbiato dalla possibilità che Bella potesse scegliere di andarsene via, che era stato proprio lui a decidere per lei. E adesso, con quella piccola rivelazione, Jasper gli stava mettendo i brividi.

E se davvero Bella si fosse fatta male di nuovo? Sarebbe tornata da Carlisle a farsi curare? Ne dubitava fortemente.

Lasciò che dalle sue labbra scappasse un sospiro frustrato. << Sentite, dateci un taglio, va bene! >> Esclamò cercando di non immaginarsi episodi catastrofici in cui potesse essere coinvolta Isabella, ma la mente di Alice non era proprio di aiuto in quel momento. La vampira continuava ad immaginarsela mentre affogava in mare, oppure mentre inciampava nella foresta e si rompeva una gamba... << Alice, per favore... >> La guardò Edward con un sopracciglio arcuato.

<< Vuoi dirmi che non sei in ansia?! >> Sbottò con un tono di voce leggermente alto.

Stava per risponderle, ma la vampira fu più veloce. << Rispondi al cellulare. >> E pochi secondi dopo il telefonino di Edward prese a vibrare.

Lo sfilò dalla tasca e lesse sul display: Jake.

Ci mancava solo lui con le sue ramanzine... però in quel momento, la sua mente partorì un'idea portentosa. Aprì lo sportellino. << Jake. >> Lo salutò cordiale, se immaginava giusto, doveva rabbonire il suo amico.

<< Sei morto, lo sai vero?! >> Esclamò la voce profonda di Jacob.

<< Più di così, non posso esserlo, Jake. >> Rispose con un ghigno sulle labbra che sparì poco dopo. << Sta bene? >> Doveva almeno sapere quello, stava bene? Era tutto a posto?

Sentì il respiro grosso del suo migliore amico infrangersi contro il microfono del telefono. << Si. Adesso è di sopra che studia. >>

Bé, non era molto, ma almeno la sapeva al sicuro con lui, questo almeno finché Jake non aggiunse... << Ovviamente Seth le sta dando una mano. >>

Il cellulare di Edward emise uno scricchiolio sinistro, la plastica che ricopriva la batteria si era crepata. << Che diavolo ci fa lui li?! >> Sbottò seriamente arrabbiato.

<< Siamo tornati da scuola assieme, puoi immaginarti la sorpresa nel trovare Bells a casa... comunque è andata bene, doveva essere parecchio depressa, ha cucinato per almeno dieci licantropi. >> Ridacchio, cominciando ad elencare i piatti di Isabella. << C'era la pasta con il sugo, pollo al limone, pesce marinato... >>

<< Jake ti prego, basta... lo sai che per me è orribile il vostro cibo. >> Mugugnò Edward, mentre un vago senso di colpa gli stava lambendo il cervello. << Avrei... un favore da chiederti. >> Si guardò attorno, notando che tutti stavano li ad ascoltare la sua telefonata. Con uno scatto veloce si allontanò da quella piccola folla di curiosi.

<< Dimmi tutto succhiasangue? >> Sentiva chiaramente Jake sgranocchiare qualcosa. << Mmm... Bells è davvero insuperabile, fortunato chi se la sposa. >>

E con quella battuta infelice, un ringhio uscì dalla gola di Edward.

<< Hai la gola irritata? >> Domandò innocentemente Jake, mentre cercava di trattenere le risate

<< No. >> Sibilò in risposta, cercando di trattenere la sua furia omicida, in quel momento doveva mantenere la calma. << Potresti, per cortesia, tenere d'occhio Bella? Evitare che si cacci nei guai? >>

Lo sgranocchiare continuo di Jake gli dava sui nervi. << Non sono il suo baby sitter, e poi, mi pare abbastanza grandicella per arrangiarsi da sola. >>

Un piccolo ringhio di Edward lo costrinse a mettere una mano sulla cornetta per non fargli sentire il suo sghignazzare. Aveva perfettamente capito che quell'impiastro di vampiro dai capelli rossicci aveva un'attenzione particolare per Bells, ma trovava alquanto divertente stuzzicarlo, visto che l'amico era così tonto da non averlo capito da solo. << Comunque, se ti fa stare tranquillo, chiederò a Seth di controllarla ogni secon.. >>

<< NON PROVARCI NEMMENO! >> L'urlo di Edward gli aveva spaccato i timpani. << Tienile lontano quel sacco di pulci! >>

E le risa di Jacob arrivarono anche alle orecchie di Bella. Trovava alquanto strano che Jake ridesse così di gusto, stava per alzarsi e andare a vedere, quando il suo cellulare prese a vibrare. Lo prese e rispose. << Pronto? >>

<< Sono Alice, alza il telefono e ascolta. >> La chiamata si interruppe e lei si trovò ad osservare il cellulare bianco nella sua mano. Prendere il telefono? Voltò la testa verso l'apparecchio che faceva bella mostra di se sul comodino. Se Alice le aveva detto di prenderlo, doveva essere un buon motivo... e così fece. Rimase in rigoroso silenzio, dosò perfino il respiro, mentre la voce di Edward le arrivava chiara e netta al suo orecchio.

<< Jake dacci un taglio! Smettila di ridere! >> Sbottò sempre più arrabbiato.

<< Scusami, no davvero, scusa amico. Ma è veramente assurda la situazione! >> Sghignazzò nuovamente.

<< Fai ridere anche me. >> Sibilò. << Perché io non ci trovo niente da ridere. >>

Jacob respirò a pieni polmoni, calmando le risate, fino a farle cessare. << Edward, sarai anche un genio in tutto quello che fai, ma sei proprio un'idiota in fatto di ragazze. Hai mai pensato che il tuo comportamento sia dovuto al fatto che sei schifosamente innamorato? >>

La mano di Bella tremolò, mentre il suo battito aumentava improvvisamente.

<< Sei impazzito?! >> Esclamò invece il vampiro, mentre un turbinio di emozioni contrastanti lo rendevano ancora più irritato.

<< Ascolta, sei iperprotettivo nei suoi confronti, vuoi averla sempre sotto la tua supervisione, quando non c'è diventi insopportabile e quando ti dico una balla, come quella che c'è Seth con lei in questo momento, diventi isterico! >> Ridacchiò ancora.

<< Jake, tu hai bevuto! >> Esclamò duro Edward. << Io non sono innamorato di Bella! Non potrei mai esserlo! Se la controllo è solo perché è una attira sciagure! Vorrei evitare che si faccia male, come invece accade sempre quando sta con gli altri! Magari in questo modo, evito anche a voi il peso di averla sempre in mezzo ai piedi infortunata! >>

Per Bella quello che aveva sentito era abbastanza, non le interessava più nascondere la sua presenza, con un gesto veloce ma decisamente poco silenzioso, riattaccò il telefono.

<< Cosa è stato? >> Domandò Edward.

<< Oh no... aspetta... >> Jake posò la cornetta sul mobile. << Bella! >> Urlò dal piano di sotto, mentre una sensazione gelida aveva invaso il petto del vampiro... Ti prego, fa che non abbia sentito... fu il suo unico pensiero.

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


Ciao a tutti ^^ vi ringrazio sempre infinitamente per i vostri bellissimi consigli ^_^ mi fa sempre piacere vedere cosa ne pensate di questa ficci ^^ Ho notato che siete tutti concordi nel dire che Edward è un cretino XD chissà perché... XD Bene, ora è giusto che vi lasci alla lettura. Buona giornata a tutti ^^.

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Erano ormai arrivate le tanto venerate vacanze Natalizie, Bella, dopo un periodo di assoluto isolamento nella riserva durato circa un mese, aveva ripreso la sua vita quasi normale. Era tornata a frequentare gli amici di La Push e Leah l'aveva presa sotto la sua ala protettiva, assieme al suo ragazzo: Jake.

Una settimana dopo il ritorno di Bella nella riserva, Seth, nonostante tutti gli avessero consigliato di non farlo, le aveva dichiarato apertamente i suoi sentimenti, e fu in quel momento che Bella decise che forse era il caso di mettere in chiaro le cose, soprattutto con se stessa. << Mi dispiace Seth, non riesco a considerarti più di un amico. >> Queste erano le parole che aveva usato.

Anche Edward era venuto a sapere della dichiarazione del giovane licantropo, fortunatamente Jacob ed Emmett erano riusciti a fermarlo prima che varcasse il confine della riserva. E grazie all'aiuto di Jasper, la calma era tornata sovrana...

<< Sei impazzito?! Che diavolo credevi di fare?! >> Sbottò Jacob, mentre gli occhi neri di Edward fissavano vuoti il terreno.

<< Cosa... cosa è successo dopo? >> Domandò con voce spenta. Stupidamente si era scagliato verso la riserva, prima ancora che il ricordo di Jacob potesse rivelargli la risposta di Bella.

<< Se stai buono te lo mostro. >> Sospirò Jake, mentre i suoi ricordi cominciavano di nuovo ad inondare la mente del giovane Cullen.

<< Quindi l'ha... rifiutato?! E' così? >> La nota speranzosa che stava impregnando la sua voce era divenuta chiara per tutti.

<< Si razza d'idiota! >> Jake si lasciò cadere seduto vicino al suo migliore amico, non gli sfuggì il respiro di sollievo che Edward aveva rilasciato. << Sei proprio uno stupido, sai Edward. >>

<< Certe volte lo credo anche io. >> Ridacchiò infelice.

Dal quel momento ne passarono ben sessanta di lunghi giorni. Nei quali, le telefonate di Edward a casa Black si erano intensificate, fino ad arrivare ad esser quasi un appuntamento quotidiano.

E anche quel giorno sembrava essere cominciato esattamente come gli altri. Erano quasi le otto, quando il telefono cominciò a suonare.

Bella sbuffò innervosita. Sapeva benissimo chi fosse, ma come sempre lasciò che Jacob rispondesse al telefono, e come sempre, si fece negare.

Non voleva più saperne di Edward Cullen, non voleva più essere considerata da lui, in nessun modo. Quelle parole che si erano scambiati lui e Jake al telefono erano ormai impresse nella sua mente.

<< Si Edward, sta bene... No, non vuole parlarti... si certo glie lo dirò... si si... ciao... >> Bella lo osservava senza alcuna espressione sul volto.

<< Sai che non puoi continuare così, vero? >> Cominciò, cercando di perorare la causa del suo migliore amico, avevano perfino staccato la segreteria telefonica, Edward l'aveva riempita tutta in due giorni.

<< Jake, ti prego... non me la sento. Sono convinta che quando mi vedrà... se mi vedrà mai... ricomincerà a trattarmi come ha sempre fatto. Io, sono stanca di questo... io... >> Abbassò lo sguardo, sapendo che stava per lanciare una grossa bomba. << Io... ho chiamato mia madre... >>

Lo sguardo di Jacob si fece più attento, sentendo all'improvviso una gran brutta aria tirare. << Dimmi che non stai per fare quello che penso... >> Posò le sue mani grandi abbronzate sulle spalle minute di lei.

<< Ho prenotato il volo, partirò questa sera. >> Quasi la sussurrò l'ultima frase.

Jacob lasciò libere le sue spalle e si scompigliò i capelli con gesto nervoso. << Bells... non puoi fuggire o rintanarti qui. Affrontalo. >> Le lanciò uno sguardo serio. << Tu non l'hai visto in questi giorni, sembra davvero deperito. Lo so che è assurdo perché è un vampiro! Ma ti giuro, non l'ho mai visto così. >>

Gli occhi di Bella si fecero dispiaciuti, ma non disse nulla.

<< Se tu adesso vai via... io non credo che Edward la prenderebbe bene... sono sicuro che commetterebbe qualche stronzata. >> Si passò le mani sul volto, sembrando improvvisamente stanco.

Bella rimase in silenzio, non le piaceva il discorso che Jacob stava affrontando con lei, non si sarebbe mai perdonata se Edward avesse commesso qualche sciocchezza per colpa sua. Ma era certa che nonostante tutto, sarebbe stato sicuramente meglio senza di lei attorno. << Jake... sono sicura che starete tutti sicuramente molto meglio, senza di me. Ne sono certa. >>

<< Oh andiamo Bella! >> Sbottò Jacob improvvisamente. << Non puoi dirlo sul serio! Possibile che tu e Edward siate così stupidi?! >>

Le sopracciglia di Bella si corrugarono. << Non mi sembra che ci sia molto da chiarire Jake. Edward non mi sopporta e io... non lo so. >> Sospirò sulle ultime parole. << Davvero Jake, non so più cosa provo. Sono... confusa. Amareggiata, delusa... >> Sorrise stanca al suo amico. << Voglio ritrovare me stessa, voglio avere la possibilità di risollevarmi. Per dieci lunghi anni ho sperato che le cose cambiassero, ma non è successo. Quindi perché pensare che possano cambiare? >> Prese un piccolo respiro. << Andrò dai miei genitori a Phoenix, passerò li le feste e poi, vedrò cosa fare. >>

<< Tornerai? >> La domanda di Jake racchiudeva in se un infinità di cose.

<< Non lo so. >> Era la risposta più sincera che Bella potesse dargli in quel momento. << Davvero Jacob, non lo so. >>

Quando Jacob uscì di casa per andare come sempre dai Cullen, Isabella ne approfittò per finire le sue valige. Chiuse l'ultimo borsone e si guardò attorno con aria soddisfatta. << Perfetto, tutto pronto. >> Adesso le sarebbe servito solo un passaggio verso l'aeroporto. Non poteva chiederlo a Jake, di sicuro in quel momento era con lui... Però, sicuramente, c'era una persona che non avrebbe mai fatto storie sulla sua partenza. Afferrò il cellulare e compose il numero...

§

Le sue valige erano state caricate nella spaziosa Mercedes, Esme le sorrise rassicurante. ‹‹ Allora, sei emozionata? ››

‹‹ Abbastanza. ›› Sospirò Bella, più che emozionata era impaurita, aprì la portiera della macchina e prese posto. In meno di un'ora sarebbero arrivate all'aeroporto, dove il volo per Phoenix la stava attendendo.

La strada scorreva tranquilla, gli alberi e le case del paese sembravano così irreali con tutta quella neve.

<< Ancora non capisco perché non hai chiamato Alice. Sai quanto ci tiene a te. Le dispiacerà da matti non averti salutato. >> Sospirò Esme, mentre imboccava l'uscita di Forks.

<< Perché sapevo che avrebbe cercato il modo di fermarmi. >> Sussurrò Bella, sentendo di poter parlare liberamente con lei. Con Esme era sempre stato facile parlare e capirsi, era davvero come una mamma. Una splendida mamma.

<< Capisco. Non temi che anche io possa farti cambiare idea? >> Le lanciò un piccolo sguardo indagatore.

Gli occhi di Bella la osservarono incerti. << Perché dovrebbe? >>

Il sorriso gentile della vampira non arrivò a toccare i suoi occhi. << Bella, tu per me, sei sempre stata come una figlia. Vederti partire, è doloroso... e non solo per me, anche Carlisle ti vuole bene. E a modo suo, anche Edward. >>

Esme stava toccando un tasto molto dolente, Bella preferì rimanere in silenzio, questo almeno finché il telefono della madre di Edward cominciò a suonare. Ovviamente la Mercedes era provvista di tutti i comfort, vivavoce compreso. Il dito affusolato di Esme lo premette e la voce di suo figlio invase il piccolo abitacolo.

<< Mamma? >> Dio mio, quanto le era mancata quella voce.

<< Si caro, dimmi. >>

<< Dove sei? Pensavo che tornassi a casa. >>

Bella lanciò uno sguardo ad Esme.

<< Sto andando a prendere alcune cose... Edward, perché mi hai chiamato? >>

Il cuore di Bella prese a battere più veloce.

<< Jake è stato qui. >> Bella trattenne il respiro. << Bella vuole andarsene... stasera. Partirà per Phoenix. >> La voce di Edward aveva veramente un tono triste. Sembrava dispiaciuto.

<< Capisco. Bé, è normale, la c'è la sua famiglia. >> Cercò di tirare su di morale Edward.

<< E noi? Cosa siamo scusa?! >> Cominciò ad alterarsi.

Esme stava per rispondere, quando la mano di Bella si posò leggera sul suo braccio.

<< Siete anche voi la mia famiglia, Edward. >> Rispose con voce titubante, mentre un dolce sorriso spuntava sul volto di Esme.

<< Bella? >> Esclamò la voce sorpresa di Edward. << Cosa... Mamma! >>

<< Tua madre mi sta gentilmente accompagnando all'aeroporto. >> Non sapeva cosa dire, si sentiva anche imbarazzata. << Bé... ti auguro delle buone feste, Edward... >>

Il silenzio dall'altra parte le fece quasi temere che avesse attaccato la linea.

Aveva il dito quasi sul tasto rosso che avrebbe messo fine alla chiamata, quando... << Aspetta... >> La voce di Edward arrivò triste e piena di un qualcosa che Bella non sapeva ancora definire. << Ti prego, non andare via... resta. >>

Bella socchiuse le labbra e spalancò gli occhi. Non poteva davvero aver detto quello? No, vero?!

<< Bella. Ascoltami, non partire. Rimani. Torna qui. >> La sua voce non aveva nulla a che vedere con quello che era abituata a sentire. Questa nuova voce, aveva una nota malinconica, quasi una supplica, che mai aveva udito in Edward.

Se solo avesse osservato Esme, si sarebbe accorta, di come la donna si mordicchiasse le labbra con ansia, di come i suoi occhi aspettassero una risposta che avrebbe cambiato probabilmente la vita di suo figlio.

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Capitolo 7
*** Capitolo7 ***


Ciao a tutti, bene, rieccoci con il nostro appuntamento! ^^ Sono sempre felicissima di vedere i vostri commenti! E mi fa sempre molto piacere vedere che c'è un ottima coalizione contro Edward XD. Ma ora, bando alle ciance, vi lascio leggere il capitolo! Spero che vi piaccia ^^.

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Per un breve e fugace attimo era stata tentata di far fermare l'auto e di tornare indietro, ma i dieci anni passati a fare esattamente quello che lui le diceva, le passarono davanti agli occhi. Abbassò lo sguardo e prese un debole respiro. << Edward... è tardi. Mi sono lasciata travolgere dai sentimenti che provavo per te, ma purtroppo, mi sono resa conto che non potevano essere abbastanza e piano piano, si sono spenti. >> La sua voce era debole, il suo respiro quasi tremolante.

Dall'altra parte del telefono, Edward Cullen teneva gli occhi chiusi e ascoltava quelle parole infliggergli un dolore quasi mortale. Avrebbe voluto interromperla, ribattere contro qualcosa, ma nella sua gola, un groppo gli stava impedendo di parlare, e Bella continuò. << Io, sono certa che esista qualcuno migliore di me, che meriti il tuo affetto e tutto quello che tu sai dare. Magari qualcuno che non sia tremendamente goffo... >> Cercò di sdrammatizzare. << Ti prego solo di non fare cose stupide. Non cercarmi... se ci tieni un po a me, lasciami libera. >>

Passarono forse solo un paio di secondi, prima che la voce fredda di Edward rispondesse. << Come vuoi Bella, non ti cercherò, se è questo che vuoi. Sei libera. >> E con un click, il telefono rimase muto.

Adesso era veramente libera, e allora, perché stava piangendo?

Esme era rimasta silenziosa, non riusciva a dire nulla, le mani di Bella continuavano ad asciugare quelle lacrime impertinenti che uscivano senza controllo dai suoi occhi.

Il viaggio proseguì silenzioso e carico di tristezza, Bella si sentiva così stupida, così triste e così avvilita. Ma non poteva fare diversamente, era davvero stanca di tutto quello, aveva cercato con la gentilezza e la pazienza di sperare che un giorno i suoi sentimenti fossero ricambiati, ma era chiaro per tutti che ne era uscita sconfitta e distrutta. Adesso aveva solo bisogno di trovare se stessa e di rimettere assieme i cocci della sua anima.

<< Sei sicura di aver presto la scelta giusta? >> La dolce voce di Esme la fece riemergere dal buco nero in cui stava affogando.

Con lentezza esasperante annuì, mentre ancora le lacrime continuavano a scendere. << Si. >> Le tremò la voce. << E' giusto così. >> Respirò profondamente, cercando di calmare le lacrime, mentre invece i singhiozzi cominciavano ad uscire.

Esme accostò la macchina. << Piccola mia. >> L'abbracciò teneramente, lasciando che si sfogasse. << Quell'impiastro di mio figlio è proprio un idiota. >> La sua voce era come un balsamo, così dolce e confortevole. Le sue mani l'accarezzavano sulla schiena, proprio come avrebbe fatto la sua vera mamma. << Mi dispiace che ti abbia fatto soffrire per tutto questo tempo. >> Le depositò un bacio sulla testa. << Tutti noi abbiamo visto fin dal vostro primo incontro la sua attenzione particolare verso di te. Speravamo che con il tempo il suo carattere si ammorbidisse un po, lasciando trapelare il suo affetto per te. >>

<< Sei la seconda persona che lo dice. >> Singhiozzò Bella fra le sue braccia.

<< Davvero? >> Mormorò Esme, mentre sentiva il suo affetto crescere a dismisura per quella fragile ragazza.

<< Si. Anche Jake era convinto che Edward fosse innamorato di me. >> Si separò dal suo abbraccio. << Ma non è così. La verità è che io ero innamorata di lui, Edward per me prova solo un vago senso di amicizia. Purtroppo, sono goffa e attiro sciagure in una maniera atroce. Si è sempre sentito in dovere di proteggermi. >> I suoi occhi tristi osservarono quelli della dolce vampira. << Io non sono una di voi. >> Sorrise triste. << Adesso l'ho capito. >> Si avvicinò dandole un bacio sulla guancia. << Sei stata come una mamma per me. >>

Esme odiò la propria natura in quel momento, avrebbe tanto voluto piangere e anche strangolare suo figlio. Come poteva essere stato così idiota per tutto quel tempo?! Si era dato una mossa solo quando aveva saputo che Bella aveva deciso di andarsene. Era stato uno stupido asino! Ah, ma quando sarebbe arrivata a casa, niente lo avrebbe salvato dalla sua ira. Niente.

<< Ti senti meglio adesso? >> Le domandò gentile.

<< Si. >> Le rivolse un piccolo sorriso. << Grazie Esme. >>

Ripresero la via dell'aeroporto cercarono di parlare di cose diverse, per evitare di tornare sull'argomento “Edward”, e di questo, Bella glie ne era veramente grata.

Quando arrivarono, Esme accettò volentieri di accompagnarla fino al gate d'imbarco, le valige erano già state consegnate agli addetti ed ora Isabella, con il suo zainetto in spalla stava per salutare la sua mamma di Forks. << Bé, arrivederci, Esme. >> L'abbracciò di slancio.

<< Cerca di stare attenta bambina mia. >> Le prese il viso fra le mani bianche.

<< Lo farò, mamma. >>

Quello fu il loro ultimo saluto, prima che Bella varcasse la soglia del metal detector ed entrasse nell'area riservata.

Si guardò attorno intimorita, adesso era veramente da sola.

E mentre lei attendeva che venisse chiamato il volo, Esme Cullen stava ripercorrendo la strada di casa, pensando a tutti i modi possibili per punire e per far ragionare suo figlio.

Il cellulare squillò nuovamente, premette il pulsante del viva voce. << Pronto? >>

<< Esme, sono Alice. >> La vocetta squillante di Alice la fece sorridere.

<< Ciao tesoro. >>

<< Esme, hai in mano la Mercedes? >> Domandò, mentre il rumore dell'aria faceva da sottofondo.

<< Si certo. Perché? >> domandò ignara della catastrofe che stava per arrivare.

<< Ottimo, allora sei tu. Fermati un attimo. >> E chiuse la comunicazione.

Esme accostò al lato della strada e tempo pochi secondi dopo, Alice comparve al suo fianco. << Ciao. >>

<< Alice! Che stai facendo? >> Era chiaramente stupita. La piccola vampira si era comodamente seduta sul lato passeggero, mentre con i suoi occhioni dorati la osservava.

<< Ti porto a fare shopping, è ovvio. >> Sorrise. << Ho avuto una fugace visione di te che facevi una ramanzina con i fiocchi ad Edward. Fidati, non c'è né bisogno. E' già distrutto di suo. Direi di impiegare meglio il tempo, per esempio con un po di sani acquisti al centro commerciale. >>

<< Che cosa intendi quando dici che Edward è già distrutto di suo? >> Il sospetto era ben tangibile nella sua voce. Che diavolo aveva combinato quel disastro di suo figlio?!

<< Oh, l'ho lasciato nelle mani di Rose e Jaz, sembrava fosse stato sbranato da un licantropo. >> Visto che Esme non accennava ad accendere la macchina, Alice allungò la mano e girò la chiave. << Vuoi che guidi io? >>

<< Alice, stai parlando di mio figlio. Sta bene? Non ha fatto niente di stupido, vero?! >>

<< Tranquilla, direi che sta facendo la cosa più intelligente che abbia mai fatto in questi lunghi anni. >> Le sorrise tranquilla. << Forza, c'è un bellissimo vestito che mi sta aspettando. >>

<< Alice, cosa... >> Ma rinunciò a chiedere altro, se Edward fosse stato nei guai sicuramente Alice glielo avrebbe detto. << Va bene. >> acconsentì, facendo così che un Si gioioso uscisse dalle labbra di quella piccola peste.

Nello stesso momento, a casa Cullen, Rosalie e Jasper stavano guardando con circospezione uno show in tv.

<< Mi sento un po in colpa. >> Esclamò Rosalie, mentre con il telecomando abbassava un po il volume del televisore.

<< Perché? >> Lo sguardo nero di Jasper le fece inarcare le perfette sopracciglia.

<< Come perché? Non è casa nostra, e noi stiamo qui a sfruttare le cose degli altri! >> Sbottò irritata.

<< Ti dispiace solo che Edward ti abbia vietato di guardare l'armadio di sua madre. E poi, è stato lui a dirci di fare come a casa nostra. >> Finì tranquillo, usando una piccola dose del suo potere per calmarla.

<< Forse hai ragione... dici che Bella ritornerà? >> Quello era decisamente l'argomento del giorno. Cosa avrebbe deciso Isabella Swan.

<< Non lo so. Edward l'ha sempre trattata male per tutto questo tempo, non so cosa deciderà. Fossi in lei non tornerei più indietro. >> La sua voce era seria.

<< Scherzi?! E Edward?! Lo hai visto?! Jasper, hai dovuto usare tutto il tuo potere prima per evitare che commettesse qualche stronzata! >>

<< Lo so Rose, lo so... Ma è anche vero che è dovuto arrivare al limite per ammettere che quella ragazza gli piace. Si è bruciato ogni possibilità. >> Prese il telecomando dalle mani della vampira e cominciò a fare un po di zapping.

Rosalie lo fissava. << Dici che se la supplicasse come si deve, tornerebbe indietro e gli darebbe una seconda possibilità? >>

Jasper sospirò. << Questa è una domanda che dovresti fare ad Alice, non a me. >> Rimasero in silenzio per un po. << Anche io vorrei che tornasse, comunque. Tutti noi l'abbiamo sempre considerata una di noi, anche Edward, nel profondo, le ha sempre voluto bene. >>

La bionda vampira si sistemò meglio sul divano. << Doveva proprio arrivare a questo punto quel salame dai capelli rossi? >>

<< A quanto pare, si. >> E ripresero a guardare in silenzio la tv, mentre le sfilate Italiane riempivano lo schermo.

Ormai era arrivato il momento, il volo era stato finalmente annunciato, Isabella si era alzata e dopo aver fatto controllare alla hostess il suo biglietto, aveva preso possesso del suo posto. In poco meno di due ore, sarebbe arrivata a casa dai suoi genitori.

Un miscuglio di emozioni vagavano incessanti nella sua mente, il ricordo delle parole di Edward era talmente forte da farle tremare l'anima.

Non aveva mai ammesso neanche a se stessa di amare quello stupidissimo vampiro. Edward possedeva il suo cuore e lo aveva sempre calpestato. Si era illusa come una sciocca che forse avrebbero potuto essere amici, ma neanche quello era successo. D'altronde, Edward le aveva sempre ribadito che lei non era una di loro. Anche se una piccola speranza in lei aveva sempre creduto che quella frase, forse un giorno sarebbe potuta cambiare. Illusa.

L'aereo decollò e perfettamente in orario atterrò a Phoenix, dove il sole caldo e la temperatura di 40° l'accolsero a braccia aperte.

Ritirò con un po di fatica il suo bagaglio, con il suo zaino in spalla e le due valige si accinse ad uscire dall'aeroporto. Ma anche li in quel posto caldo la sua goffaggine ebbe la meglio, inciampò in una piega inesistente del pavimento perfettamente dritto.

Fu una presa salda e fredda ad evitarle l'impatto con il suolo. << Attenta, potresti farti male. >> Le sussurrò una voce dolce all'orecchio.

Si voltò di scatto, lasciando che le sue labbra si schiudessero in una O muta.

Edward sorrise mostrandole i denti bianchi perfettamente taglienti. << Avevo detto che eri libera, ma sono molto egoista, Bella. >> I suoi occhi dorati non accennavano a lasciarla andare e così anche le sue mani sui suoi fianchi. << Non sei una di noi, sei molto più fragile, goffa ed impacciata. >> La sua voce roca le stava mandando i brividi. << Per questo, mi piaci. >> Edward sapeva di mettere in gioco tutto in quel momento. Ma aveva capito che per lei, ne sarebbe valsa la pena. Le lasciò i fianchi e le prese la mano, intrecciando le dita con le sue. << Andiamo, tua madre ci sta aspettando. >> Per la prima volta, le sorrise in modo talmente dolce da farle mancare qualche battito.

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Capitolo 8
*** Capitolo8 ***


Ciao a tutti ^^ eccoci arrivati con il capitolo 8. Adesso ho due cose da dirvi... tranquilli, la ficci prosegue, non allarmatevi! ^_^
Allora, punto primo, vorrei ringraziarvi come sempre per i vostri favolosi commenti! Vi ho visti tutti belli uniti contro Eddy e tutti a sciogliervi non appena lui si è fatto avanti con Bella! hahah ma che potere che ha su di voi questo vampiro! ^^
Punto secondo: ammirate quì! Immagine alloggiata da servimg.com io lo trovo bellissimo! *_* E' stato fatto da Barby&marco! Veramente grazie di cuore!!! Aspetto anche quello per le altre ficci io!
Punto terzo: Mi è stato chiesto di postare la fiction LA SPOSA sempre su Twilight. Quella ficci è stata creata IN ESCLUSIVA per il gruppo di facebook, lo potete trovare quì:
http://www.facebook.com/group.php?gid=89140027720
Se volete un consiglio, iscrivetevi. E' uno spasso! Fanno sempre un sacco di cose carine e coinvolgenti! Non avete idea delle risate che ci siamo fatte quando hanno trasmesso gli mtv movie awards! Eravamo tutti in linea assieme! Non finirò mai di ringraziare Barbara e Amalia per lo splendido impegno che ci mettono per far andare bene il gruppo! ^_^
bene, adesso credo di aver detto tutto. Ora vi lascio, un bacione!! e come sempre buona lettura!
p.s. Il capitolo non è betato, lo farò correggere al più presto!

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Il corpo di Edward prese a brillare sotto il sole incandescente di Phoenix, molte teste si girarono ad osservarle, in quelle zone i vampiri erano abbastanza rari, soprattutto quelli come Edward Cullen, con una bellezza impressionante anche per la sua razza.

Ad attenderli fuori c'era Reneé che non appena li vide, andò incontro ai due ragazzi abbracciandoli. << Oh Bella! Sono così felice di vederti! E tu devi essere Edward! E' un vero piacere conoscerti! >> Per tutta la durata del viaggio Edward non lasciò mai la mano di Bella, cosa che non era sfuggita agli occhi felici di sua madre. Reneé aveva continuato a parlare senza sosta e anche i suoi pensieri erano in fermento. Edward trovava la cosa veramente buffa.

Più volte si lasciò scappare qualche sorriso, ma Bella non sapeva se in quel momento poteva gioire o mettersi a piangere.

Perché adesso lui era li?! Non poteva lasciarla in pace?! Era venuto li per renderle la vita un inferno?!

In aeroporto le aveva confessato di piacerle, una volta forse avrebbe fatto davvero i salti dalla felicità, ma adesso... tutto era diverso. Quello che sentiva per lui, si era davvero spento. Lo aveva sepolto bene sotto lastre d'acciaio e chiuso ben stretto con le catene nel suo cuore. Non voleva più soffrire. E non avrebbe mai permesso ad Edward di far rifiorire quei sentimenti. Mai.

Lasciò che un sospiro uscisse involontario dalle sue labbra, Edward rimase in silenzio ad osservarla, non era felice, si vedeva lontano un miglio e sapeva di essere lui la causa della sua infelicità. Strinse a pugno la mano libera. Era uno stronzo, lo sapeva, ma avrebbe dato tutto se stesso per far tornare il sorriso su quel volto e lei lo avrebbe dedicato solo a lui.

Arrivarono nella deliziosa casetta poco distante dal mare, il centro della città era solo un ricordo vago. << Veramente bello, signora Swan. >> Si complimentò Edward, facendo arrossire Reneè.

Nonostante i suoi sforzi di far mollare la presa sulla propria mano, Isabella si vide costretta a prendere il suo zaino con la sinistra, la destra era ancora intrecciata con quella di Edward.

<< Edward, ti dispiace... >> indicò le mani intrecciate.

<< Si molto. Preferisco stare così. >> Si limitò a sorriderle, facendole alzare gli occhi al cielo.

Con la mano libera, Edward aveva afferrato il resto del bagaglio, ed assieme ad una infelice Bella, era entrato nella piccola villetta.

<< Bella, mostra a Edward dove posare le valige. >> Intanto Reneè apriva gli armadietti della cucina.

<< Andiamo. >> Mormorò Bella, tirandosi appresso Edward che non aveva ancora mollato la presa sulla mano. << Questa è la mia stanza... e questa... >> Aprì una porta vicino alla sua. << E' la tua. >> Si voltò di scatto verso di lui. << Perché se venuto, Edward. >> Stava per scoppiare non c'è la faceva più.

Il vampiro la osservò serio, appoggiò le valige sul pavimento e si avvicinò verso di lei sicuro. << Perché mi piaci, Bella. Sono stato un idiota. Lo so. Ma non voglio perderti. >> Le accarezzò la guancia, notando con piacere una striscia di rosso dipingersi su di essa. << Mi piaci. >> Si avvicinò con il viso. << Tanto. >> Mormorò suadente, depositandole un bacio lieve sulla guancia.

Con un ultimo sprazzo di lucidità, Bella riuscì a sottrarsi alle sue dolci carezze. << E' tardi, Edward. Te l'ho già detto. >> Provò ad allontanarsi, ma non aveva fatto i conti con la testardaggine di lui.

<< No! Non è tardi... io lo sento Isabella. Tu provi ancora qualcosa per me. Ed io riuscirò a riportarlo in vita... io.. >>

<< E poi?! >> Scattò adesso arrabbiata. << Cosa farai?! Quando ti sarai stancato mi lascerai da parte e tornerai ad insultarmi?! >>

Edward era rimasto sorpreso, non l'aveva mai vista reagire così. Bella aveva non solo un lato romantico e dolce, ma anche aggressivo e forte. << Non lo farei mai. >> Si avvicinò nuovamente prendendole il viso fra le mani. << Non voglio più correre nessun rischio con te, Bella. >> Sciolse la presa sulla sua mano, portandosela all'altezza del cuore. << Cosa senti? >>

Bella distolse lo sguardo.

<< Che cosa senti? >> Scandì nuovamente le parole.

<< Niente. >> Mormorò piano, leggermente imbarazzata.

<< Esatto, non c'è niente, perché il mio cuore l'ho dato a te, Bella. >> E il battito di lei aumentò la frequenza.

Che cosa doveva fare? Edward le stava dicendo una cosa importante, molto, troppo importante... Il suo torace freddo, duro e scolpito in quello che sembrava marmo, era sotto la sua mano. E lui, era li davanti a lei che aspettava una sua semplice parola.

<< Ragazzi, scusate ma non ho fatto la spesa, faccio un salto in centro. Edward per te, cosa devo prendere? >> Reneè arrivò con il suo fido cappellino di paglia, interrompendo la loro piccola bolla personale.

La scena che si presentò ai suoi occhi era alquanto bizzarra. I due ragazzi erano in piedi in mezzo alla stanza e la mano di sua figlia era appoggiata sul torace del vampiro. Ma questo non scandalizzò né preoccupò la donna.

<< Potrebbe recuperare delle sacche di sangue, per cortesia? >> Le sorrise mostrando i denti perfetti.

<< Certo, faccio un salto all'ospedale, dovrebbero avere delle scorte per i vampiri. >> Annuì la donna, sorridendogli in risposta e sparendo poco dopo giù per le scale.

Lo sguardo di Edward tornò su Bella. << Ti prego, dammi una possibilità. Una sola. >>

Il viso di dei fissava un punto imprecisato del muro dietro di lui. << Non voglio, Edward. Non voglio soffrire. >> Staccò la mano dal suo petto.

<< Non ho intenzione di farti soffrire, Bella. >> I suoi occhi color oro erano sicuri e seri. << Tu per me sei troppo importante. >> Si avvicinò sussurrando al suo orecchio. << Riuscirò a dimostrartelo. >> E si staccò lasciandola sola nella stanza.

Per un folle momento, Isabella aveva veramente pensato di cedere, di mandare al diavolo i suoi propositi e di lasciarsi nuovamente travolgere dalle forti emozioni che solo lui sapeva scatenare dentro di lei.

Scosse la testa cercando di ricomporsi. Si prospettavano dei giorni molto difficili.

Perse un po di tempo a disfare le valige, Edward non si era fatto vedere in quelle ore, probabilmente era al piano di sotto ad escogitare qualcosa per farsi perdonare del suo comportamento. Un piccolo sorriso le scappò sul viso. Sembrava tenerci veramente tanto.

Solo in quel momento avvertì delle risate provenire dal piano di sotto. Scese le scale cercando di essere il più silenziosa possibile, rimase piacevolmente colpita nel vedere sua madre ridere, probabilmente ad una battuta di Edward. Notò poi con la coda dell'occhio una terza figura.

<< Papà! >> Urlò entrando come un fulmine nella stanza, avvinghiandosi in un abbraccio stritolatore su suo padre.

<< Bells! >> L'accolse stringendola forte contro di se. << Piccola mia! Ma fatti guardare! Sei veramente bellissima! >> Sorrise, felice di rivedere dopo tutti quegli anni la sua bambina.

In quel momento, Edward percepì lo stesso tipo di calore che i suoi genitori sprigionavano a casa sua. Gli sembrava di non essersi mai mosso da Forks, perché era più che ovvio notare l'amore che i coniugi Swan provassero l'uno per l'altra.

Il tempo cominciò a scorrere tranquillo quel giorno, Edward si stava limitando ad osservare Bella, cosa alquanto sospettosa per lei, non poteva immaginare quante cose stesse imparando in quel momento. Non si rendeva conto di non essere mai stata così felice a Forks, i suoi occhi scuri avevano perso quell'aria malinconica che l'aveva sempre caratterizzata. Ma ad Edward, queste piccole sfumature non passavano certo inosservate.

Ascoltava perfino il timbro della sua voce, gli sembrava così brillante rispetto a quello che conosceva alla perfezione. Giurò a se stesso che in qualche modo, anche lui sarebbe riuscito a far splendere quegli occhi e a far vibrare di gioia quella voce che tanto gli piaceva.

E mentre la famiglia Swan guardava un programma in tv, Edward afferrò il proprio cellulare, scoprendo di avere diversi messaggi:

  • Usa il cervello prima di agire, Jasper

  • Falla soffrire e sei morto! Voglio la gonna verde che c'è in centro. Alice

  • Ti stacco la testa se non tornate entrambi. Rose

  • Comportati da vampiro maturo. Papà

  • Sarai salvo dalla mia punizione se Bella diventa la tua fidanzata. Mamma

  • Eddy, è tensione sessuale quella che c'è fra voi! Vuoi un consiglio per scaricarla?! Emmett.

  • Dai retta ad un amico: dille quello che provi per lei, e fallo bene! Jake

Edward sorrise. Il messaggio di tutti era chiaro; razza di idiota non fartela sfuggire!

<< Tutto bene? >> La voce di Bella gli arrivò alle spalle, chiuse di scatto il cellulare e si voltò a guardarla.

<< Si, tutto bene. Stavo leggendo dei messaggi dei miei genitori. >> Gli veniva semplice sorriderle adesso, aveva messo in chiaro le cose con se stesso e ora, doveva solo farle capire quanto lui le volesse bene.

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Capitolo 9
*** Capitolo 9 ***


Giorno a tutti! Siamo giunti al capitolo 9 ^^ chissà cosa accadrà oggi ^________^... dai non voglio dilungarmi troppo, vi lascio leggere... per me alla fine direte che Bella è masochista! XD

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A Reneé sembrava strano che un essere vivente non avesse bisogno di dormire, ma quando anche sua figlia confermò che Edward non avrebbe mai potuto addormentarsi come uno di loro, si mise il cuore in pace.

Per Edward quella notte fu interminabile, aveva la ragazza dei suoi sogni che dormiva tranquilla nella stanza accanto e lui, rimaneva li, immobile, aspettando con impazienza che il sole si decidesse a sorgere. Voleva rivederla, passare con lei tutto il tempo per farle capire quanto fosse importante per lui.

<< Forza sorgi e brilla! >> Disse con un tono di voce normale, si voltò quando sentì la porta della sua stanza aprirsi.

<< Non puoi credere che il sole faccia quello che gli ordini tu. >> Rimase piacevolmente colpito dalla visione che Bella stava offrendo di se; pantaloncini corti e magliettina poco coprente. Deglutì un fiotto di veleno, era normale che lei si vestisse così in quel posto. Faceva un caldo infernale, niente a che vedere con la fredda e umida cittadina di Forks.

<< Edward ti sei imbambolato? >> Avanzò verso di lui di qualche passo. Arrivò perfino a sventolargli una mano davanti agli occhi.

<< Si. >> Rispose solo.

<< Si, cosa? >> Domandò smettendo di sventolare la mano davanti al volto del vampiro.

<< Si, mi sono imbambolato. >> Spiegò tranquillo, mentre aggiungeva con un sorriso malizioso. << E' impossibile non rimanere abbagliati dalla tua bellezza. >>

Per un attimo il cuore di Bella mancò un battito, ma poi, sollevò gli occhi nocciola al cielo. << Ti prego, risparmiami le frasi da cioccolatino. >>

<< Non ti piacciono? >> Domandò seriamente curioso, doveva imparare alla svelta tutto ciò che poteva darle fastidio ed evitarlo.

<< No, per niente. Mi imbarazzano e mi infastidiscono. >> Rispose schietta.

Edward prese nota mentalmente, poi notò una cosa. << Come mai sei già in piedi? Il sole non è ancora sorto. >> Notò osservando con la coda dell'occhio il cielo ancora scuro.

<< Lo so, ma fa caldo. Stavo andando a prendere un bicchiere d'acqua. >> Lo osservò assottigliando gli occhi. << E poi ti ho sentito parlare da solo e mi sono... >>

<< Preoccupata? >> Domandò speranzoso.

<< No, incuriosita direi. Non è da te parlare da solo. Magari il sole di oggi ti aveva dato alla testa. >> ironizzò.

<< Ha ha ha. Molto divertente. >> Assottigliò gli occhi, tornando per un attimo il solito Edward.

<< Mai quanto te che ordini al sole di sorgere. >> Lo punzecchiò ancora Bella.

Edward sospirò. << Avevo un buon motivo. >> Lo sguardo dorato si era assottigliato ancora di più, il cuore di Bella prese a battere forte e il suo respiro accelerò.

<< Ah si? >> Le tremò la voce. Aveva davanti nuovamente il vecchio Edward, quello che la faceva piangere e sentire insicura a Forks... quello che le aveva rubato il cuore. Non c'era traccia dell'Edward dolce che tentava a tutti i costi di farla innamorare con frasi dolci e comportamenti non suoi.

<< Si. >> Sibilò il vampiro, mentre con un piccolo movimento era arrivato ad poca distanza dalle sue labbra. << Un ottimo motivo. >> Sibilò ancora, mandando in fibrillazione il cuore di Bella.

Abbassò il suo sguardo dorato sulle labbra succose della ragazza e questo gesto bastò per farle capire di essere ad un passo da quello che per lei poteva essere irreparabile.

Di scatto si allontanò facendo un passo indietro, mettendo una buona distanza fra loro. Se Edward avesse voluto prenderla non ci avrebbe messo molto, ma quella distanza serviva a lei per riprendere possesso del proprio corpo e della propria mente.

Si voltò uscendo da quella stanza diventata improvvisamente troppo piccola per entrambi, scese con attenzione le scale, ma il buio di certo non aiutava... mancò il gradino sbilanciandosi in avanti. Non toccò mai terra, dato che due braccia fredde di sua conoscenza l'avevano presa al volo e portata in cucina sana e salva.

<< La solita imbranata. >> Commentò con un piccolo ghigno, ed ecco ancora il suo cuore battere forte. << Se ti lascio in piedi, sei sicura di non cadere? >>

Bella annuì, troppo stupita delle sue reazioni per parlare. I suoi piedi toccarono nuovamente il pavimento, mentre con tranquillità, Edward, afferrava dal frigorifero una bottiglia d'acqua per lei e una sacca di sangue per lui.

Non le rivolse più la parola, ma nonostante tutto, Bella si sentiva osservata, studiata. Afferrò la bottiglia, svitò il tappo e si versò un bicchiere abbondante di acqua fresca. Decisamente ci voleva. Tutto quel caldo e la vicinanza di Edward erano un connubio difficile da gestire.

Lo osservò distratta, mentre finiva di bere il suo sangue, il silenzio in quella casa era così diverso dal silenzio che c'era a La Push e a Forks...

Prese un piccolo respiro. << Perché sei qui, Edward? >> Sapeva di averglielo già domandato, ma ancora non riusciva a credere alle sue parole.

Il volto del vampiro si sollevò osservandola serio. << Ho già risposto a questa domanda, Bella. >>

Lei scosse la testa facendo ondeggiare i suoi capelli lunghi. << No, non posso crederci, Edward. >> sospirò. << Se vuoi il mio perdono per il tuo comportamento... va bene. C'è l'hai. Ma non raccontarmi la favoletta che ti sei accorto di provare qualcosa per me... perché non posso crederci. >>

Edward abbandonò la sacca di sangue ormai vuota sul tavolo. Nonostante avesse saziato la sua sete, gli occhi erano di un color oro scuro. << Mettiamo in chiaro due cose, Isabella. >> Si avvicinò a lei suadente e sicuro. Prese fra le sue dita una ciocca dei suoi capelli. << Quello che ti ho detto è vero, tu mi piaci. >> Non c'era traccia di dolcezza nelle sue parole, ma nonostante questo, il respiro di Bella si fece rapido. << Non ho alcuna intenzione di lasciarti andare in giro liberamente, facendo credere a chiunque di poterti anche solamente sfiorare con lo sguardo. >> Il suo tono era non solo serio, ma tradiva una buona dose di gelosia. << Tu, se non lo hai ancora capito, sei importante per me. Così dannatamente importante da essere praticamente vitale. >> Era ad una spanna dal suo viso, poteva chiaramente sentire il battito furioso del suo cuore. E fu in quel momento che capì.

Isabella aveva detto che provava dei sentimenti per lui, per come era veramente, non aveva senso cambiare in un essere dolce e stucchevole, a lei non sarebbe piaciuto. Glie lo aveva detto prima. Lei odiava quelle smancerie, ma il suo cuore batteva impazzito quando tornava ad essere il solito Edward Cullen.

Quella piccola verità gli fece rialzare il suo umore, forse aveva una possibilità.

Allungò una mano posandola sulla sua guancia, con il pollice le tracciò una linea immaginaria. Adorava sentire la sua pelle morbida. << Credo sia ora di andare a nanna. >>

Bella si umettò le labbra, pronta per rispondere, ma Edward fu più veloce di lei. << Non provarci nemmeno. >> Ghignò, con un gesto veloce la prese nuovamente in braccio e salì le scale.

In un batter d'occhio, Isabella si ritrovò nel suo letto ma non più da sola. << Edward, potresti andare nella tua stanza? >> Pigolò piano, non riuscendo a trovare sicurezza nella propria voce.

<< No. >> Rispose secco, stringendola fra le braccia fredde. << Adesso dormi. >>

E come diavolo faceva a dormire con lui così vicino?! Certo, a Forks non si era fatta tutti questi problemi, ma a Forks, Edward non le aveva mai detto di provare qualcosa per lei.

Si mosse un po a disagio.

<< Hai freddo? >> Domandò subito il vampiro, sentendo i suoi movimenti.

<< N..no... sto bene. >> Sentiva caldo sul viso e credeva ormai di essere color rosso rubino.

<< Sicura? Sento un gran calore provenire da te... >> Mormorò piano al suo orecchio, mentre il rosso aumentava sul viso di Bella.

Bella sbatté più volto gli occhi, cercando di darsi un contegno. << Allora, se senti caldo, perché mi domandi se ho freddo?! >> Era fiera di se stessa, non aveva balbettato neanche una volta.

Non poté vedere il ghigno sul viso di Edward, ma sentì le sue labbra sfiorarle l'orecchio. << Perché visto che hai caldo... >> Calcò bene sull'ultima parola. << Ti stringerò di più fra le mie braccia fredde... >> E così fece.

Bella si trovò con il volto appoggiato al torace fresco di Edward, il suo cuore sembrava impazzito.

Non riusciva a dire nulla, e sinceramente non voleva dire nulla. Stava bene li. Le braccia di Edward erano così dannatamente giuste attorno al suo corpo, che per quella sera poteva anche smettere di resistergli.

Edward sorrise trionfante quando sentì il suo corpo rilassarsi e lasciarsi andare finalmente ad un sonno ristoratore.

<< Dormi mia Bella, veglio io su di te. >> Le sussurrò depositandole un bacio sulla spalla, sentendo che forse avrebbe potuto davvero conquistare il suo cuore.

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Capitolo 10
*** Capitolo 10 ***


Buon giorno a tutti! ^^ Sapete una cosa? Non manca molto alla fine... eh si! Ma non temete, presto ne posterò delle altre, anzi, colgo l'occasione per dirvi che dal giorno 8 agosto fino al 17 io non ci sarò. Quindi prima dell'8 Come un girasole sarà terminata. ^_^ Ecco, adesso vi lascio alla vostra lettura. Un bacione e grazie davvero per i vostri commenti. Mi hanno davvero spiazzato in alcuni casi, perché molti di voi preferiscono l'Edward un po stronzetto a quello dolce e smelenso! XD Non l'avrei mai detto! ^^ Ok ok, ora basta cianciare. Ciao a tutti!!
Ah, quasi mi dimenticavo, il capitolo non è betato...

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Aveva dormito bene, schifosamente bene, ma non lo avrebbe mai ammesso! Quando aprì gli occhi quella mattina, lo sguardo color caramello di Edward l'aveva fatta sentire perfetta. E fu li che capì che se non lo avesse allontanato il prima possibile da se stessa, gli avrebbe ceduto tutto, perfino l'anima.

<< Buon giorno, come siamo silenziose. >> Ironizzò Edward, chiedendosi per la milionesima volta cosa diavolo pensasse Bella.

Tutto quello che ottenne fu una semplice occhiata, la ragazza sgusciò via dalla sua presa chiudendosi in bagno. Detestava quel comportamento, vedeva la freddezza di Bella gettarsi contro di lui, e questo gli dava un immenso fastidio.

Udiva chiaramente i discorsi fra Phil e Reneé, nessuno dei due aveva intenzione di venirli a disturbare, nonostante fosse una gran casinista, sua madre aveva notato che c'era qualcosa di irrisolto fra lui e Bella e aveva deciso di non intromettersi. Donna saggia! Si trovò a pensare Edward, mentre cominciava a contare i minuti in cui la sua Bella rimaneva chiusa in bagno.

Decisamente la giornata non era cominciata bene, Bella non gli rivolgeva la parola, il sole splendeva e lui si sentiva tanto un diamante con le gambe. Ma la cosa che lo infastidiva era vedere la gente voltarsi a guardarlo. D'accordo che li i vampiri scarseggiavano, ma ora si sfiorava il ridicolo!

<< Guarda che puoi tornare a casa. >> Gli suggerì Bella, afferrando il gelato da un chiosco poco distante dalla spiaggia.

<< Finalmente mi rivolgi la parola! >> Esclamò duro Edward. << Comunque, no. Non ho intenzione di perderti di vista neanche per un attimo. >> E non lo avrebbe fatto! Aveva sentito chiaramente i pensieri di tutti quelli che avevano incontrato per strada. Era già tanto che non l'avesse caricata a forza in spalla e fosse tornato a Forks rinchiudendola nella sua stanza!

<< Edward, per favore. Lasciami in pace. >> Sospirò Bella impadronendosi del gelato.

<< Non intendo farlo. >> L'affiancò il vampiro, occhieggiando male chiunque osasse guardare la SUA Isabella. << Ma dovevi proprio vestirti così?! >> Esclamò ad un certo punto, osservando per l'ennesima volta i suoi pantaloncini ridotti e la misera maglietta.

<< Non ci vedo niente di male. Siamo al mare... e sotto ho il costume. >> Rispose atona, stanca di dover sempre dare una spiegazione a tutto. Anche se una piccola parte di lei gioiva del fatto che lui fosse geloso.

Camminarono ancora per un po. La sabbia sotto i loro piedi scottava, Bella indossava un paio di occhiali da sole, le coprivano completamente gli occhi. Il che per Edward era decisamente un bene, almeno nessuno li avrebbe visti. Adorava i suoi occhi, così profondi ed espressivi. Impazziva quando si posavano sulla sua figura. Sentiva di potersi perdere li dentro.

Notò solo in quel momento che Bella si era fermata a poca distanza dal mare. << Che diavolo hai intenzione di fare? >> Possibile che non riuscisse ad essere un po più gentile?!

Bella si sfilò la maglietta e fece cadere sulla sabbia anche i pantaloncini. << Vado a fare il bagno. >> Rispose candidamente, mentre Edward passava in rassegna chiunque ci fosse sulla spiaggia. No, decisamente non era il caso di farla andare da sola. Il bikini di Bella era da considerare illegale, secondo Edward. Quei miseri laccetti si sarebbero sciolti o strappati con niente!

Veloce, si tolse i calzoni e la maglietta bianca, con indosso un costume scuro, seguì Bella dentro le onde dell'oceano. << Bella, ti prego non fare stronzate! >> Le urlò sovrastando il rumore dell'acqua, avvicinandosi alla ragazza.

Le onde erano enormi, per Edward non era un problema, nulla poteva minimamente scalfirlo, ma per lei, non era così. Se Edward fosse stato umano, probabilmente il suo cuore non avrebbe retto alla tensione. Bella non si rendeva conto di quanto fosse fragile, quelle onde potevano portarla via in pochissimi istanti...

<< Dai Edward! Che vuoi che succeda?! Divertiti un po! >> Il suo umore sembrava migliorato. E per una volta, Edward decise che avrebbe tentato di non rovinarglielo.

<< Va bene... va bene... >> Si arrese, nuotandole accanto, mentre i surfisti facevano gara per cavalcare le onde, loro due nuotavano tranquillamente. Per la prima volta si trovò a ridere e scherzare con Bella. Era una sensazione nuova, piacevole. Più volte aveva afferrato Bella prima che venisse portata lontano da lui dalle onde, ma lei sorrideva e rideva con lui. Si sentiva felice. Bella gli stava riservando per la prima volta i suoi sorrisi, le sue risate, la sua felicità.

<< Attenta! >> Si parò davanti a lei, prima che un onda particolarmente forte si abbattesse sul corpo della ragazza. Isabella, d'istinto chiuse gli occhi e si rannicchiò contro il corpo freddo e statuario di Edward. Stava bene li, era al sicuro. Sapeva che lui non avrebbe mai permesso a niente e nessuno di farle del male.

Avvertì l'acqua sbattere con violenza contro Edward, ma si sorprese quando le sue braccia fredde la tennero ben salda contro di lui. Non poté evitare al suo cuore di battere furioso.

<< Bella! Bella! >> La voce di Edward era dura ma melodiosa. Sollevò lo sguardo verso di lui, osservando i suoi occhi colore dell'oro. << Stai bene? >> La mano di Edward le stava accarezzando la testa, scendendo poi sulla sua guancia.

<< Si... sto bene, grazie. >> Gli sorrise arrossendo sulle guance, non capì perché, ma all'improvviso gli occhi di lui divennero neri. << Edward... va tutto bene? >> Allungò una mano verso il viso di lui, ma Edward fu più veloce. Con uno scatto fulmineo la tirò verso di se, abbracciandola forte. << Edward! Che succede?! >>

Sentiva il respiro di lui vicino al proprio orecchio. << Sei... bellissima... >> Le sussurrò a fatica, mentre Isabella cominciò a sentire nuovamente un calore immane salire verso il proprio viso. << Ti conviene... coprirti. >>Le mormorò nuovamente Edward accarezzandole la schiena nuda.

Fu in quel momento che Isabella capì. L'onda di prima, con la sua forza le aveva slacciato quel semplice costume che aveva indossato. Abbassò lo sguardo, notando con orrore e imbarazzo che la parte superiore del suo bikini era inesorabilmente persa in mare da qualche parte.

Le sue braccia si incrociarono davanti al seno, coprendo la visuale più sensuale che Edward avesse mai visto. ‹‹ Ti spiace voltarti? ›› Esclamò seccata Bella, mentre con passo incerto si allontanava da Edward, avanzando verso la spiaggia asciutta. Fece solamente qualche passo ma ad un certo punto si sentì sollevare e ad una velocità impressionante si ritrovò con i piedi sulla sabbia calda. << Grazie. >> Mormorò, senza mai districare le braccia. << Potresti... infilarmi la maglietta? >> Indicò con un gesto del volto la maglietta abbandonata sulla sabbia.

Edward si chinò a raccoglierla, le infilò la testa e poi, le cinse il busto con le proprie braccia. << Edw... >> Le labbra di lui si erano posate sulle sue. Era stato così rapido e veloce. Bella non si era resa conto delle intenzioni del vampiro. E adesso, non solo non poteva muoversi da quella situazione, ma non voleva neppure farlo!

La sua mente si stava domandando ancora, perché dovesse resistergli. Lui aveva detto di provare qualcosa per lei. Isabella sapeva perfettamente che i cambiamenti nei vampiri erano rari ed eterni. E allora perché non smetteva di opporre resistenza?!

Perché lui è Edward Cullen! Ti ha sempre trattato male! Tornerà a farlo!

Ecco cosa le rispondeva la vocina nella sua mente.

Il bacio finì, le dita di Edward stavano tracciando il suo profilo. << Bella, apri gli occhi... >>

Solo in quel momento si era resa conto di averli chiusi. Li aprì, lasciando che la luce accecante del sole la infastidisse. Edward brillava riflettendo tanti arcobaleni. << Credo sia meglio tornare a casa. >> Suggerì Edward, notando l'improvvisa freddezza di lei nei suoi confronti.

Bella annuì solamente, sistemandosi meglio la maglietta, afferrò i suoi pantaloncini e dopo essersi sistemata cominciò ad avviarsi verso casa, non le serviva di voltarsi per vedere se Edward fosse al suo fianco. Sapeva che c'era. Lui ci sarebbe sempre stato.

Si fermò in mezzo alla strada, come colpita da un'improvvisa folgorazione. I vampiri subiscono raramente i cambiamenti, ma quando cambiano è per sempre... Tu mi piaci Isabella... Questi frammenti di pensieri continuavano a ronzarle nella mente. Edward non l'avrebbe mai abbandonata. Lui non sarebbe cambiato caratterialmente, non serviva... era lei che non era stata capace di reagire o di vedere le cose in maniera differente. Lui l'aveva sempre protetta, l'aveva sempre tenuta al sicuro per evitare che si facesse male... perché... lei non era una di loro... non era forte e indistruttibile come lui. No, lei era fragile, come tutti gli esseri umani. Ecco cosa intendeva dire Edward. Si voltò verso di lui che la guardava curioso. << Bella?... va tutto bene? >>

Aveva sempre sbagliato nel giudicare il comportamento di Edward. Prese un piccolo respiro, si avvicinò a lui e lo prese per mano. << Andiamo a casa... >>

Sentiva di aver fatto la cosa giusta, il sorriso sghembo che le regalò Edward le fece battere il cuore all'impazzata. << Andiamo a casa... >> Concordò il vampiro, stringendole la mano.

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Capitolo 11
*** Capitolo 11 ***


Bene, eccoci arrivati all'ultimo capitolo. Mi dispiace che anche questa storia sia finita ^^ ma è normale. Al rientro delle ferie, ci saranno le altre ficci che spero vi terranno compagnia come hanno fatto fino ad ora le altre mie storie. Vi ringrazio ancora tantissimo per i vostri commenti e per il vostro sostegno. Grazie anche alla mia infaticabile beta: Giusy!! ^_^ E ora, vi lascio alla lettura dell'ultimo capitolo. Un bacione a tutti e buone ferie, ci vediamo dopo il 20 agosto! ^_^ CIAO.
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Le vacanze di Natale erano finite da tempo. Lei e Edward erano tornati a Forks e tutto aveva ripreso a scorrere nel solito modo. In quel momento, stava stendendo il bucato, Jake ultimamente le stava dando parecchio lavoro. Non passava giorno senza che quel ragazzo sporcasse irrimediabilmente i propri vestiti. A nulla erano valse le sue lamentele, era diventata una equazione normale: Jake sporco=doppio lavoro per Bella.

Si lasciò andare ad un sospiro teatrale, mentre l'ennesima maglietta veniva stesa con cura dalle sue abili mani.

Edward e Jacob erano usciti, ultimamente lo facevano spesso, il vampiro stava affinando le sue abilità di caccia. Fortunatamente lei non rimaneva mai sola. Sorrise accarezzandosi l'enorme pancia.

<< Hey ciao. >> Le braccia calde di Seth l'avvolsero come un bozzolo.

Nonostante lo spavento, Bella si lasciò andare in quell'abbraccio così gentile. << Seth! >> lo rimproverò. << Mi hai spaventato! >> Gli diede un piccolo schiaffetto sul braccio.

La risata di lui riempì la lavanderia. << Scusa. Non volevo spaventarti. >> Ammise, schioccandole un bacio sulla guancia.

Bella lo abbracciò stretto, per quanto la sua enorme pancia glielo permettesse. << Non fa niente. >> Si lasciò coccolare per un po.

<< Allora, come stanno le mie donnine? >> Ridacchiò, abbassandosi verso il pancione di Bella, parlando con la piccola creaturina al suo interno.

<< Dai Seth! >> Sorrise imbarazzata. << Stiamo bene, non preoccuparti. Hai fame? >> Lo osservò sorridente.

<< Eccome! >> Con gentilezza l'aiutò ad arrivare in cucina, dove parecchie padelle erano già sui fornelli a fuoco basso. << Che profumino! >> Sospirò annusando l'aria.

In quel momento la porta si aprì, Jake e Edward entrarono ridacchiando. << Ti dico che ne ho azzannate quattro! >> Sbuffò Edward, beccandosi una pacca amichevole dal Quileute.

<< Hey Bells! Come stai? >> Le sorrise Jake, raggiungendo Seth a tavola, aspettando ovviamente il loro pasto quotidiano.

<< Ciao. >> Le sussurrò Edward avvicinandosi, baciandola dolcemente sulle labbra. << Mi sei mancata. >> Mormorò sulle sue labbra, accarezzandole con amore la pancia rotonda.

<< Anche tu mi sei mancato. >> Gli sorrise in risposta, godendosi quelle piccole attenzioni che la rendevano felice. << Come è andata la caccia? >> Domandò, mentre le braccia di Edward la tenevano, per quanto possibile, stretta contro di lui.

<< Bene, sono migliorato molto. >> Le sorrise. << Almeno non dovrai più avere tutta la mia roba da lavare. Non ho sporcato nulla. >> Ammise fiero di se.

Isabella non poté evitare di ridacchiare. << Ottimo. Adesso dovresti insegnare a Jake un po della tua arte. Oggi ho fatto ben cinque lavatrici, ed era solo roba sua. >>

Il volto di Edward si corrugò. << Bella. >> L'ammonì. << Lo sai che non devi stancarti. >> Sciolse il suo abbraccio osservandola. << Sei sempre la solita testona. Sai benissimo che tu non... >>

<< Non sono come voi. >> Sbuffò Bella interrompendolo.

<< Appunto. >> La guardò il vampiro, riducendo gli occhi a due fessure. << Dovresti stare attenta. Non puoi più pensare solo a te. Devi pensare che dentro di te, c'è una piccola parte anche di me. >> La sua mano fredda si posò sulla pancia.

<< Edward, ci penso e oggi mi sono sentita in forze per.. >> Ma venne interrotta.

<< No. Adesso, mettiamo in chiaro le cose. Da adesso, tu non ti muoverai più da camera tua, al massimo il bagno ti concedo. >>

<< Edward... >> Provò a ribattere, ma l'occhiata che lui le degnò la fece zittire.

<< Non devi affaticarti. Non voglio che con la tua goffaggine capiti qualcosa alla nostra piccolina. Manca così poco alla sua nascita. Non rovinare tutto. >> Si beccò un sonoro sbuffo infastidito da quella che ormai era sua moglie da quasi quattro mesi.

<< Sono fortunata che la gravidanza duri solo cinque mesi. >> Bofonchiò Bella, stanca delle continue lamentele di Edward.

<< Hey Bella, io ho fame. >> La voce di Seth arrivò irritando profondamente il vampiro.

<< Arrivo Seth. >> Alzò un po la voce, tornando poi a guardare suo marito. << Finisco con loro e poi.. >> Non finì neppure di parlare che le braccia di Edward la sollevarono e la trasportarono vicino ai due Quileute.

<< Seth, mia moglie. >> E calcò bene sulle parole “mia moglie”. << Ha già fatto troppo per voi. Adesso, muovete quel culo enorme che voi cani vi trovate e vi arrangiate. >> Sbottò guardandoli freddo. << Bella adesso torna a casa e se uno di voi prova solo ad avvicinarsi per chiederle qualunque tipo di favore, gli stacco la testa! >> Finì osservando i loro visi tentare di trattenere le risate.

Sei un po troppo ansioso Eddy. Edward ringhiò. << Non rompere Jake. >> Si voltò verso l'altro licantropo. << E tu renditi utile. Finisci quello che stava facendo Bella. >>

<< Va bene... va bene... >> Acconsentì Seth, mentre un sorrisone gli comparve sul viso.

Isabella non riuscì neppure a salutare i suoi amici. Edward era uscito con lei in braccio, senza alcuna intenzione di rimanere in quella casa un secondo di più.

<< Potevi farmeli salutare. >> Si lamentò, appoggiandosi meglio contro il torace solido di suo marito. Uno sbuffo fu tutto quello che ottenne come risposta. E mentre la foresta scorreva veloce sotto il suo sguardo, non poté evitare alla sua mente di tornare indietro a quattro mesi prima...

Era sdraiata a pancia in giù sul suo letto morbido, Jacob e Billy non erano ancora tornati. Edward l'aveva lasciata a casa, era andato dai suoi genitori per qualche ora, sarebbe tornato presto.

Fino a due giorni prima si trovavano a Phoenix, e adesso, erano tornati nella fredda e gelatissima Forks, dove la neve la faceva da padrone.

Si avvolse meglio nel suo piumone invernale. Aveva accettato Edward, gli aveva consegnato il suo cuore, adesso si augurava solo di aver fatto la scelta giusta. Sapeva che il vampiro aveva un caratteraccio, ma aveva ormai capito che lo adorava anche per quello.

Chiuse gli occhi, provando a fare un piccolo sonnellino nell'attesa del suo ritorno.

<< Bella... lo so che sei sveglia... >> Mormorò la sua voce vicino al suo orecchio.

Spalancò gli occhi trovandolo di fronte a se, con qualche fiocco di neve fra i capelli. << Sei tornato presto. >> Arrossì senza distogliere gli occhi dalla sua figura.

Ghignò sedendosi sul letto. << Bella... >> Cominciò a parlare. << Non sono bravo in queste cose. >> E già questa ammissione la spinse a spalancare di più gli occhi e a sollevarsi. Con calma apparente si mise seduta. Che diavolo stava provando a dirle? << Tu, sei il tipo di persona che attira una catastrofe dietro l'altra. E io... >> Si passò nervosamente la mano fra i capelli color bronzo. << … io ammetto che adoro tirarti fuori dai tuoi casini. Afferrarti al volo quando cadi, evitare che qualunque cosa possa ferirti o farti del male. >>

Bella era certa che se non fosse stato impossibile, probabilmente Edward sarebbe arrossito. << Edward, cosa vuoi dirmi? >> Temeva quasi la sua risposta.

Il vampiro prese un secondo per riordinare le idee, il che era strano per lui. << Sto cercando di dirti che vorrei provare a fare le cose per bene... >> Per un breve attimo Isabella notò che Edward aveva abbassato il suo sguardo dorato, per poi risollevarlo più sicuro che mai. << Non mi piace quando gli altri ti guardano e fanno certi pensieri su di te. Mi viene voglia di staccargli la testa a morsi. >> La ragazza arrossì incredibilmente. << Vorrei che tutti capissero che nessuno può pensare di portarti via da me. >> Il suo cuore prese a battere forte, aveva cominciato ad intuire dove Edward stesse andando a finire con quel discorso. << Vorrei che tu diventassi solo mia. Vorrei che solo le mie mani ti potessero sfiorare, accarezzare e che... fossero solo per me, i tuoi pensieri, i tuoi baci... e il tuo cuore. >>

Eccoli entrambi al limite dell'imbarazzo più totale. Lei rossa aragosta e lui arrogante fuori, ma timoroso di una sua risposta.

Le labbra di Bella si aprirono e si chiusero più volte, non riusciva a dare un senso concreto alle parole che le affollavano la mente.

Cercò di calmarsi ed all'ennesimo respiro profondo, si sentì pronta. << Io, mi sono sempre sentita come un girasole, Edward. Ti ho sempre considerato il mio sole. Gravitavo attorno a te, sempre, considerandoti irraggiungibile. >> Con lentezza sollevò una mano, posandola sulle sue occhiaie che sembravano ustioni. << I tuoi occhi neri, mi hanno sempre attirato, ma quelli dorati mi hanno sempre affascinato. >> La sua mano si spostò sulle sue labbra. << Ho sempre sognato sfiorare le tue labbra. Mi chiedevo spesso che sapore avessero. >> Arrossì, rendendosi conto che stava rivelando a lui i suoi pensieri più intimi, ma proseguì lo stesso. Il piumone giaceva sulle sue gambe, mentre con un coraggio che nemmeno lei credeva di avere si era sollevata sedendosi sulle gambe di Edward, le piaceva essere guardata da quegli occhi. Allacciò le braccia dietro al suo collo freddo e bianco e si avvicinò fino a mormoragli sulle labbra. << Ti amo, Edward. >> E lo baciò.

Avevano saltato a piedi pari la fase del fidanzamento. Bella aveva scoperto durante l'organizzazione delle nozze, quanto potesse essere possessivo e ossessivo Edward. Ma nel suo intimo, ne era pazzamente felice.


<< Siamo a casa. >> Annunciò la voce melodica di suo marito, mentre con un gesto veloce apriva la porta della loro casetta situata in mezzo al boschetto. Poco distante dalla casa dei genitori di lui. << Stai bene? >>

Bella adorava anche questo suo lato premuroso. << Si. Con te vicino, va sempre bene. >>

Il suo cuore incominciò a battere forte, quando le labbra di Edward si posarono dolci sulle sue. << Ti amo, Isabella. >> Le disse, abbassandosi poi verso la sua pancia. << Amo già anche te, piccola mia. >> Baciò il pancione, facendo ridacchiare imbarazzata la futura mamma.

<< Come pensi che sarà? >> Gli domandò, con occhi adoranti.

La fronte fredda di Edward si appoggiò contro la sua. << Sarà bellissima, avrà il tuo fascino e spero il mio equilibrio. >> Scherzò, gioendo nel sentirla ridere.

<< Sono così fortunato. Ho te, presto ci sarà anche la nostra piccolina... e poi... >> Le prese il volto fra le mani. << Diventerai una splendida vampira. >> Quello era il suo desiderio più grande, avere Bella per l'eternità.

<< Potresti stancarti di me. >> Lo punzecchiò.

E quasi si sciolse quando il sorriso di Edward si aprì mostrandole i denti perfetti. << Non mi stancherò mai di te. Sei tutta la mia vita. >>

Le loro labbra tornarono a baciarsi avide, mentre la loro storia sarebbe proseguita per sempre.


FINE

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