Dov’è sempre estate

di Perez9115
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 4 ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Va bene.
Siamo qui, sono qui io, è qui lui, ora cosa facciamo?
Pensiamo: io sono stanco, lo zaino pesa, il cellulare è scarico, è tardi e i fagioli mi sembrano pesanti a quest’ora. La torcia si sta scaricando, siamo su una spianata che è più sasso che terra. Non sarebbe un problema passare la notte sotto le stelle, ma l’odore di pioggia è mai tanto forte che quasi quasi sono preoccupato di svegliarmi in mezzo all’acqua.
Quindi? Che facciamo?
A cosa pensi?” mi chiede.
“Ad una birra…”
Con questo freddo?
“Con questa fatica…”
 
Cosa facciamo?
“Che ore sono?” l’orologio non lo porto da anni.
Le 2 e 40. Mancano una quindicina di chilometri per il prossimo paese
“Altre tre ore quindi”
Anche quattro, di sto passo, tra il buio e lo zaino. Dovrei anche cagare
“Siamo soli in mezzo al buio, va qualche metro più in là e falla…”
Nah…
“Come sarebbe a dire nah?”
Metti che arriva un cinghiale: scappare coi pantaloni calati e il culo sporco non mi sembra comodo…
“Ci sta…”
Già
“Allora cosa facciamo?”
L’ho chiesto prima io a te
“Giusto… Dormiamo?”
E se arriva il cinghiale?
“Montiamo la tenda”
Sassi
“Che palle…”
Già…
Ancora qualche minuto di silenzio e la voglia di birra sale. Ora anche la voglia di cinghiale, grazie a quel patacca di Gio e alla sua fobia di carne nera ancora viva.
Cosa cavolo vuoi che faccia un cinghiale che passa? Basta che non mi pisci in testa e basta.
“Facciamo ancora un po’ di strada, troviamo un posto per la tenda, se in mezz’ora non troviamo niente di buono dormiamo e basta. Se hai paura stai sveglio, io me la dormo”
Vedremo
Ripartiamo.
Passo dopo passo l’aria si fa sempre più umida, la strada più sassosa e le stelle scompaiono sempre più velocemente dietro le nubi.
Ecco di nuovo quel bellissimo pensiero: birra. Dove sei mia ambrata amica?
Domani troverò un bar, un pub, un chiosco… basterebbe anche un barbone sbronzone a cui rubare la scorta di alcool.
Non è vero, scherzo. Voglio essere il primo ad aprire la lattina.
Qua la strada peggiora!
“Io dormo, quasi quasi non monto neanche il poncho…”
Non sarebbe neanche un lavoro né lungo né pesante: un filo tirato e un poncho sopra, ma chi ne ha voglia? Inoltre mancano gli alberi…
“Notte”
Ma io…
“Notte”
Lo zaino cade a terra e ci svengo sopra.
Dormo come non mai: la stanchezza, la fame e la sete creano un cocktail straordinario servito direttamente dalle mani di Morfeo.
Non sento i rumori di ciò ce ci circonda, non sento i mugolii di Gio, passo sopra all’umidità che si posa su di me e anche ai sassi che mi si piantano nella schiena.
Dormo e basta. Niente sogni, di alcun genere.
Figata.

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Capitolo 2
*** Capitolo 1 ***


Alla fine è facile.
Basta lasciarsi andare un po’, non pensarci.
Mentre cammini per strada e vedi tutta le gente felice e contenta, in fila per un gelato, a guardare una vetrina, mentre compra le sigarette o si beve una cosa al bar. Questo è il momento ideale: la serenità altrui.
Cosa hai da essere felice stronzo? Cosa hai da mangiare tranquillo il tuo gelato, con tutta la merda che c’è dentro? Cosa cazzo hai da bere la tua birra del bar, che è come piscio di cane? Sì, bravo rilassati fumando una sigaretta, chiodi di bara.
Rimanete pure lì a passare sereni la vostra vita mentre vi avvelenate con questa società del cazzo che vi circonda. Sotto il vostro sole.

"A cosa pensi?"
"Solite cose"

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Capitolo 3
*** Capitolo 2 ***


È bello questo bosco, pioggia a parte. Anzi no, è bella anche la pioggia, è il poncho che ho addosso che la rende brutta, mi fa sudare il doppio e sono così bagnato che se non l’avessi sarei probabilmente più asciutto. Me lo tolgo, almeno starò fresco.
È bello sentire l’acqua scorrere dalla fronte giù per le guance ed entrare con calma dentro la maglia attraverso il collo. Rilassa quasi.
È bello sentire le gocce suonare le foglie e i rami.
La musica di dio.
Mi voglio fermare un momento, sentire ogni singola lacrima del cielo sciogliersi su di me. Godermi la mia pioggia.

“A cosa pensi?”
“Credo al bello”
Sì, probabilmente penso al bello.
“Cioè?”
“A niente, credo”
Fa la solita faccia di chi pensa gli sia stata data la solita risposta del cazzo.
Però è vero, non penso a niente. Voglio solo sentire la pioggia, il profumo della terra bagnata, vedere quel grigiore stranamente colorato del bosco. Non c’è bisogno di pensare quando c’è questo attorno, sai solo che ciò che attorno è bello.

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Capitolo 4
*** Capitolo 3 ***



Guardatevi sotto questo sole, tutto il mondo tanto colorato da sembrare finto. Cosa avete da trovare bello qui? 
Questa vostra estate vi fa dimenticare che tra poco può tornare la pioggia, perché è ovvio che non si pensa mai al peggio quando va tutto al meglio.
E a me, che cammino in mezzo a voi, cosa aspetta? Non voglio che la vostra felicità, se così possiamo chiamarla, mi tocchi.
Non la voglio.
Quei sorrisi, quei saluti di circostanza, quella beatitudine che arriva dopo aver fatto il proprio dovere nell’avere scambiato due chiacchiere con il vecchio amico che non si vedeva da qualche giorno.
È questo sole che ve lo fa fare, se piovesse neanche guardereste vostro figlio. Allora perché dovrei volere una cosa così fragile? Per poi poter dire, come fate voi, oggi sono stato felice? Così gli altri non vi guardano male.

“A cosa pensi?”
“Non sai davvero chiedere nient’altro?”
Probabilmente no.
Potrei anche capirlo, ma non ne ho voglia, dovrei distogliere lo sguardo e il pensiero da ciò che mi circonda.

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Capitolo 5
*** Capitolo 4 ***


Ha smesso di piovere, siamo usciti dal bosco ed entrati tra i campi che disegnano la costa.
Si vede il mare.
Non mi piace il mare, ma credo di capire il perché: troppa gente. Guardalo ora, alla luce dell’alba, appena appena arrivata, quella luce che traspare ma che non vorrebbe farsi vedere.
Non piove più ma le nuvole nascondono ancora il Sole che lancia la sua luce sull’acqua grigia.
La luce diretta del Paradiso.
Le onde suonano la loro musica e la salsedine porta il suo profumo fino in fondo alla gola: sento il sapore puro del mare.
Sono in pace con ogni mio pensiero e, almeno per ora, non voglio sentire nient’altro.

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