SUGAR PULP

di Jason_dal_profondo
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1. ***
Capitolo 2: *** 2. ***



Capitolo 1
*** 1. ***




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AVVERTENZE!

Nel racconto che segue è presente una relazione amorosa di tipo incestuoso tra due personaggi minorenni. Qualora la tematica possa in qualche modo urtare la sensibilità di chi legge, si consiglia di non proseguire.


Nella storia NON vi è alcuna descrizione dettagliata di sesso o violenza, nonostante questi siano temi ricorrenti all'interno della trama.


Tutti i personaggi sono frutto di fantasia. Ogni riferimento a luoghi, vicende o persone reali è puramente casuale.

Ai più curiosi, auguro una buona lettura!




 

1.

 

Partiamo dall'inizio.
Io e Kai ci siamo conosciuti da bambini quando eravamo ancora in casa-famiglia. Io avevo sei anni e lui quattro quando fummo adottati da Angela e Massimo Marchesi. Prima ancora che condividessimo un legame familare, io avevo piacere nel guardare a Kai come a un fratello minore. Il nostro morboso legame di amicizia, unito al fatto che tra i due ci fosse un'effettiva somiglianza - entrambi abbiamo origini tedesche e i capelli biondi - portava spesso i visitatori dell'istituto a pensare che fossimo fratelli. L'idea di avere un fratello, per un bambino di sei anni cresciuto in un istituto, è una dolce e gioiosa soddisfazione difficile da spiegare. Credo che la scintilla d'amore nei suoi confronti si sia accesa quando, un anno prima, quella che era all'epoca la nostra tutrice entrò in camera da letto, mano nella mano con un bimbo di tre anni e mi disse: - "Lui d'ora in poi dormirà nel lettino sotto al tuo. Mi raccomando, trattalo come se fosse il tuo fratellino!"
Presi le sue parole alla lettera, tracciando le basi di quello che sarebbe poi diventato il nostro indissolubile rapporto d'amore. Io e Kai Iniziammo a giocare sempre insieme, a sederci a tavola sempre vicini e a comportarci come se fossimo (fisicamente, emotivamente) dipendenti l'uno dall'altro.
Quando in un giorno di primavera, dopo che ero tornato da scuola, vennero a dirmi che una giovane e ricca coppia di Ancona era intenzionata ad adottare il mio Kai, fui invaso da un'atroce sconsolatezza di cui ancora oggi ricordo il dolore. Piansi tutto il giorno pensando che avrei perso l'amico a cui tenevo così tanto. Non volli giocare nè parlare con Kai per tutte le settimane seguenti, quasi volessi incolparlo di quello che stava accadendo.
Ricordo bene il giorno in cui vidi Massimo e Angela per la prima volta. Eravo venuti a fare visita all'istituto ed ebbi dunque modo di vedere chi erano i cattivi, coloro che avrebbero portato via mio fratello. Quando entrarono nel salone dei giochi, li accolsi a braccia conserte e con il broncio. Io ero su una sedia all'angolo della stanza, mentre Kai giocava da solo con le sue macchinine sul pavimento. Serena, la tutrice, mi presentò ai due come "l'amico del cuore del piccolo Kai" ed essi notarono subito che nutrivo del risentimento nei loro confronti.
Circa un mese dopo, venni a sapere che il signore e la signora Marchesi avevano intenzione di adottare anche me.
Apro una piccola parentesi che mi sembra alquanto dovuta: ci tengo a sottolineare che nonostante tutto ciò che è avvenuto in seguito alla nostra adozione, compresi i crimini e tutto il sangue che è stato versato, non ringrazierò mai abbastanza quest'uomo e questa donna per avermi accolto nella loro famiglia, per la compassione che hanno avuto nei miei confronti e per non avermi separato dal mio piccolo amore. Credo che nulla di tutto ciò che leggerete nelle seguenti pagine sarebbe successo, se solo Angela e Massimo avessero deciso di prendere sotto il loro tetto un unico figlio.

 

 

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Capitolo 2
*** 2. ***




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2.


Io e Kai crescemmo dunque insieme. Ci ritrovammo d'un tratto ad avere due genitori benestanti, una villa vicino al mare e una vita ricca di lussi e affetti. Ma la cosa più importante era che, in quella vita, eravamo insieme. Vivemmo felici e spensierati il resto della nostra infanzia; Massimo era un ricco avvocato e Angela una professoressa di lettere all'università, così ci potemmo permettere un'adeguata istruzione, tanti divertimenti e una vasta collezione di viaggi in giro per l'Italia e per l'Europa. Di noi poteva dirsi che fossimo stati particolarmente fortunati. Angela fu una dolcissima mamma e Massimo un vigente papà, sempre disposti ad ascoltarci e a soddisfare le nostre volontà. Oltretutto, il tenero legame che si era formato tra me e Kai non sfiorì mai, divenne anzi sempre più profondo. Kai sviluppò un carattere alquanto introverso: era quasi sempre silenzioso e dedito al gioco solitario e io ero l'unico di cui riusciva a fidarsi completamente; ero anche il solo che riuscisse a ottenere dimostrazioni fisiche di affetto da parte sua. Io sono invece sempre stato un tantino più spigliato rispetto a lui, complice la responsabilità di essere il più grande. Tuttavia, ero anchio un tipo solitario; non avevo particolari amicizie e il mio più grande sostegno fu sempre e solo Kai.
Da sempre vivemmo il nostro rapporto di fratellanza con una certa intimità: dormivamo spesso insieme - il più delle volte abbracciati, - scambiavamo tenere effusioni e alle volte baci segreti. Per noi tutto ciò era più che normale, e i nostri genitori ci lasciarono liberi di dormire nello stesso letto fino a una certa età. Arrivato ai nove-dieci anni, mi fu fatto capire che la condivisione dello stesso letto era diventata una cosa non necessaria, oltre che scomoda. Ma noi continuammo a dormire insieme segretamente. Il più delle volte era Kai che, nel mezzo della notte, veniva nella mia camera con la pretesa di intrufolarsi sotto le lenzuola. E io lo lasciavo fare.
Diventati più grandi, il contatto carnale tra noi si fece via via sempre più affiatato e nascosto. Con l'arrivo della pubertà - prima per me e poi per lui - le effusioni che eravamo soliti scambiarci acquistarono una certa passionalità che divenne poi sistematica e ricercata. A quattordici anni, durante una calda notte d'estate, detti a Kai il mio primo vero bacio. Questo evento, culmine spirituale della passione a cui accennavo poche righe fa, sancì una volta per tutte - senza mai ufficializzarla o discuterla - la nostra controversa relazione amorosa.
Portammo avanti il segreto senza troppi problemi. Le notti continuavamo a passarle insieme e capitava che ci concedessimo scambi di carezze furtive anche durante il giorno, se lontani da sguardi indiscreti. Quando arrivai all'età di sedici anni, il nostro equilibrio amoroso fu disturbato per la prima volta. E fu perchè - per la prima volta - mi ritrovai a frequentare una ragazza, colei che in seguito contribuì a portare scompiglio nella mia vita. Fu l'anno in cui le cose precipitarono.

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