Lost Memories

di Miki87
(/viewuser.php?uid=6489)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1 Capitolo ***
Capitolo 2: *** Capitolo2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 12 ***
Capitolo 13: *** Capitolo 13 ***
Capitolo 14: *** Capitolo 14 ***
Capitolo 15: *** Capitolo 15 ***
Capitolo 16: *** Capitolo 16 ***
Capitolo 17: *** Capitolo 17 ***
Capitolo 18: *** Capitolo 18 ***
Capitolo 19: *** Capitolo 19 ***
Capitolo 20: *** Capitolo 21 ***
Capitolo 21: *** Capitolo 20 ***



Capitolo 1
*** 1 Capitolo ***


Ebbene sono tornata con questa nuova fanfiction che ho iniziato a scrivere in un momento di follia e noia a dirla tutta non so come mi sia venuta in mente!!! Comunque vi lascio alla lettura della mia Fic, ovviamente spero di leggere molti commenti, sia positivi che negativi!!!

Baci Miki87


L’unica cosa  che poteva percepire era il freddo sotto di se, non riusciva a vedere nulla e i suoi muscoli sembravano totalmente intorpiditi, chissà da quanto tempo era in quella posizione?! Riuscì ad aprire gli occhi, ma dovette richiuderli velocemente a causa della luce, lentamente li riaprì e per un primo momento vide tutto sfuocato, cercò di mettere a fuoco fino a quando vide due bellissimi ragazzi davanti a se, uno era moro con gli occhi azzurro ghiaccio, dimostrava meno di diciotto anni, mentre l’altro era biondo con gli occhi coloro caramello, era più basso del moro  e non dimostrava più di sedici anni,però una cosa entrambi avevano in comune ed erano dei denti bianchissimi con i canini più appuntiti. Il moro la ridestò dai suoi pensieri dicendogli “Finalmente ti sei svegliata, come ti chiami straniera?” già bella domanda, come diavolo si chiamava?! Cercò di ricordarsi il suo nome, ma dentro la sua testa vi era il buoi più totale, cercò con gli occhi qualcosa che gli ricordasse chi fosse, ma davanti a se aveva soltanto un paesaggio completamente innevato e un fitto bosco, cercò ancora una volta di ricordare, un leggero mal di testa si impossessò di lei e riuscì soltanto a ricordare un nome “Mi chiamo Isabella”

 

Erano passati cinque lunghi anni da quando sono tornato un semplice e stupido vampiro, da quando lei se ne è andata, ogni giorno che passaa è come un’atroce agonia, come una punizione per il mio egoismo, tutto ciò che mi rimaane di lei è il suo dolce ricordo.
Ricordo ogni singolo istante di quel giorno, quando l’aveva lasciata davanti a casa perché dovevo andare a caccia con i miei fratelli, il nostro ultimo bacio che come al solito era stato fugace a causa dei miei istinti vampireschi e il suo profumo, dio era una delle cose che gli mancavano più al mondo. Per tutto il tempo della caccia avevo avuto addosso una strana sensazione che l’aveva reso inquieto, Emmet e Jasper lo presero in giro dicendogli che non riusciva a stare più di un’ora senza la sua dolce metà, eppure non riusciva a liberarsene di quella angoscia. Arrivarono a casa verso sera e da lontano potè scorgere la macchina dello sceriffo, ogni passo che faceva la sua angoscia aumentava di più e non riusciva ad usare il suo potere per leggere nella mente del padre della sua ragazza, poi il colpo di grazia “Edward dimmi che Isabella è con voi” La cercò dovunque, a scuola, nel negozio di articoli sportivi, nella loro raduna, ma era come se si fosse volatilizzata nel nulla, poi gli venne in mente la possibilità che il suo angelo fosse stato rapito dalla vampira dai capelli color del fuoco, eppure erano mesi che non avevano sue notizie, che sciocco aveva abbassato la guardia e il cacciatore se ne era approfittato. Tornò velocemente a casa e iniziò a preparare i suoi bagagli, doveva trovarla, doveva ancora credere che la sua Bella fosse ancora viva, mentre stava facendo il suo zaino entrò nella sua camera Carlisle con Emmet e Jasper “Prendetelo e immobilizzatelo” non riuscì neanche a fare un millimetro che i due lo bloccarono prontamente legandolo con delle catene “Ma che diavolo state facendo? Lasciatemi devo andare a prendere Bella, è sicuramente in mano a quella pazza di Victoria” il suo mentore non si scompose più di tanto, gli si avvicinò cauto “Lo credo anche io Edward… ascoltami aspettiamo che Alice abbia una visione o almeno aspettiamo di trovare qualche traccia concreta” no non voleva assolutamente aspettare, perché Carlisle non capiva la gravità della situazione, perché nessuno lo appoggiava?! Dopo poco Emmet riuscì a trovare delle tracce della vampira che portavano verso il Canada, chiedemmo a tutti i vampiri che incontrammo se avevano notato la vampira e Bella, ma sembrava che nessuno avesse visto niente, fino a quando dopo una settimana riuscimmo a trovare Victoria. Sembrava contenta e più spavalda del solito, non aveva perso la sua area felina e selvaggia, ci guardò tutti sorridendo “Bene bene alla fine siete riusciti a raggiungermi, ma purtroppo per voi è troppo tardi, ormai la tua amichetta umana è morta, sai il sapore del suo sangue era estremamente buono, quasi fruttato. Pensate prima di morire mi ha chiesto di lasciare in pace la vostra bella famigliola, che  sciocca piuttosto di pensare a se stessa ha pensato a voi, ma sapete che qual è la cosa più divertente?! È stata quella di vederla morire agonizzante e poi farla a brandelli” non avevo mai provato un sentimento d’odio così profondo, tutti i miei istinti vampireschi che avevo man mano sopito si risvegliarono, mi avventai velocemente su quel mostro, non gli lasciai nemmeno il tempo di reagire o di chiedere pietà, gli affondai una mano sul cranio, la sentii soltanto urlare dal dolore, poi gli staccai un braccio urlandogli tutto il mio odio. Continuai a inveire sul suo corpo senza tregua, furono Emmet e Jasper a staccarmi dai resti della vampira, anche se continuavo a urlargli di lasciarmi andare, non volevo neanche che esistesse più una sola cellula di quel corpo, mi calmai quando vidi Crlisle avvicinarsi ai resti gettandogli un accendino acceso dicendo “Brucia all’inferno mostro” se avessi potuto avrei pianto, ma noi vampiri non possiamo piangere, ecco un’altra condanna della nostra esistenza, noi non possiamo esprimere il nostro dolore umanamente. Guardai per ore le miei mani tinte dal sangue, chiedendomi come sarebbe stata la vita di Bella se non ci fossimo mai conosciuti o semplicemente se l’avessi lasciata nella convinzione che l’odiassi, forse si sarebbe sposata con Jacob Black o con Mike Newton, infine arrivai alla domanda di chi l’avesse uccisa realmente, Victoria o io?. Fui riscosso dai miei pensieri da mio padre che sedendosi di fianco a me mi disse gentilmente “Torniamo a casa, forse Alice potrebbe avere qualche visione su dove sia il corpo di Bella” tremai al solo pensiero di vedere quel corpo senza vita, che non sarebbe arrossito al mio sguardo e al suo cuore che non avrebbe più battuto velocemente a un mio contatto, Emmet mi prese per un braccio e mi sorresse per tutto il tempo. Appena arrivammo a casa Esme, Rosalie e Alice ci vennero incontro, guardai disperatamente la sorella veggente, ma a un suo segno negativo capii che non aveva avuto nessuna visione sul mio angelo, preso da un impeto di rabbia iniziai a prendere a pugni il terreno urlano come un ossesso dato che era la mia unica forma di sfogo, questa volta nessuno cercò di fermarmi, quando ormai i miei pugni avevano creato una piccola voragine Esme mi fermò abbracciandomi forte iniziando a sussurrarmi parole di conforto. Caddi in uno stato apatico, facevo tutto per forza d’inerzia, fino a quando presi la decisione di tornare in Italia dai Volturni per fare ciò che dovevo fare molto tempo fa, volevo morire e rincontrare colei che era riuscita a farmi provare che cosa era il vero amore, fu Alice a farmi cambiare idea, ricordo perfettamente la sua scenata, mi aveva schiaffeggiato con tutta la forza che aveva e mi aveva urlato contro che era solo un debole e che Bella non avrebbe mai voluto che morissi, perché così avrei soltanto disonorato la sua morte. Fu solo per questo che decisi di rimanere in vita, se questa si può chiamare così, come unica magra consolazione ogni notte mi intrufolo nella sua stanza sperando di vederla in trepidazione per il mio arrivo o solamente vederla nel suo letto che dorme, ma ogni volta rimane solo una semplice speranza.

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Capitolo2 ***


Dunque ringrazio tutti coloro che hanno lasciato una recensione e anche coloro che l'hanno solo letta, devo ammettere che non mi aspettavo che sarebbe piaciuta e di riceve delle recensioni così belle!!!! Vi lascio a questo nuovo apitolo e aspetterò con trpidazione i vostri commenti!!!!

Baci Miki87

Era da cinque anni che viveva in quel castello eppure ancora oggi ogni tanto si perdeva nei suoi corridoi, doveva trovare quei due assolutamente, li aveva visti parlare fittamente mentre Sean faceva lezione e questo voleva dire che i due ne stavano combinando una delle loro. Già viveva in quel castello da quando l’avevano trovata in mezzo alla neve e senza memoria, purtroppo ancora oggi non ricordava chi fosse, la sua memoria iniziava dal giorno in cui si era svegliata, il resto era solo buoi totale. Dopo che i due ragazzi si furono assicurati che fosse in grado di camminarono si presentarono, il moro si chiamava Vergil e il biondo Cain, dopo i convenevoli la portarono al castello, si chiese come mai ci fosse un castello in mezzo a quel deserto di neve, appena entrarono notò che vi erano alcune persone, tutte con un aspetto bellissimo come i due ragazzi, arrivarono poi davanti a una grande porta imponente  in ciliegio, il biondo bussò delicatamente e aspettò una risposta, era nervosa e curiosa, chissà chi c’era dietro a quell’enorme porta “Non ti preoccupare non ti vogliamo fare del male” gli aveva detto Vergil con un sorriso biricchino. Dietro alla porta vi era uno studio, dove vi erano delle enormi librerie, cartine appese ai muri, un’enorme scrivania sempre in ciliegio e una poltrona in pelle dove vi era seduto un uomo sulla trentina che stava leggendo un libro, appena si accorse della loro presenza alzò gli occhi dal libro e li guardò incuriosito, più che altro fissò lei incuriosito. Cain gli raccontò come l’avevano trovata e il fatto che non ricordasse nulla a parte il suo nome, l’uomo si alzò e cautamente si avvicinò a lei poi gli porse la mano “Il mio nome è Julian Robert Loowen , sei la benvenuta nel nostro castello e potrai restarci tutto il tempo che vorrai” rimase affascinata dalla sua voce calda e profonda, dai suoi capelli color grano e gli occhi color caramello, anche lui come gli altri era bellissimo, dopo essersi ripresa dai suoi pensieri strinse la mano diafana. Una domanda gli balenò alla mente “Ma voi che cosa siete, insomma siete tutti bellissimi e sembrate angeli” tutti e tre risero leggermente, Cain gli fece il gesto di avvicinarsi a lui, titubante gli si avvicinò, quando gli fu accanto gli toccò una spalla per girarla verso un enorme specchio “Bene ora specchiati”, davanti a se aveva una creatura bellissima, i capelli castano rossiccio, i lineamenti leggermente spigolosi, ma armoniosi, un corpo slanciato, ma la cosa più affascinate e allo stesso tempo inquietante erano i suoi occhi color sangue, vedendo la sua espressione sbalordita il biondo gli disse “È vero noi siamo creature bellissime, ma siamo decisamente lontanissime dagli angeli, noi siamo creature maledette che si cibano di sangue, noi siamo vampiri e tu sei una di noi” Da quel momento aveva vissuto con loro e con il resto della comunità di vampiri che avevano abbracciato l’ideale di Julian, cioè quello di cibarsi di sangue animale e non umano “Per non sentirsi completamente dei mostri” diceva sempre il suo mentore, che ormai considerava come un padre. “Ciao Bella per caso hai visto in giro il mio ragazzo?” a distoglierla dai suoi pensieri era stata Sarah, la compagna di Vergil, da quanto sapeva i due facevano coppia fisa ormai da 50 anni ed erano una coppia bellissima. Sarah era alta si e no un metro e sessantacinque, un corpo armonioso, i capelli lunghi castano scuro che incorniciavano il suo viso a cuore risaltavano i suoi lineamenti delicati  e come Vergil non aveva cambiato il colore dei suoi occhi che erano di un verde scuro, aveva subito fatto amicizia con la ragazza dato che aveva un carattere dolcissimo “Si l’ho visto nell’aula di chimica che stava parlando fitto fitto con Cain e la cosa non mi piace molto” la mora annuì e si misero insieme a cercare quei due, dopo poco li trovarono nel salone a giocare a scacchi “Ecco dove eravate”  Vergil sorrise ad entrambe mentre Cain sembrava totalmente concentrato sulla scacchiera, Sarah si sedette tutta felice sulle gambe del suo fidanzata che gli circondò la vita per tenerla più stretta a se per poi baciargli la nuca in segno d’affetto, mentre lei si sedette sulla sedia di fianco a Cain, senza grandi giri di parole chiese ad entrambi “Di che cosa stavate parlando a lezione?” il biondo fece un gesto vago con la mano mentre muoveva la sua regina, così concentrò la sua attenzione sul moro che alzò leggermente le spalle, se pensavano che avrebbe lasciato perdere la faccenda si sbagliavano di grosso, così afferrò la mano del biondo e iniziò ad avere delle visioni, vide Cain e Vergil che ascoltavano una conversazione tra Julian e Antea, poi i due a chimica che parlavano di andare a prendere una spilla in un museo “Ma bravi volete andare a rubare una spilla in un museo, lo sapete vero che se Julian lo venisse a sapere voi due sareste nei guai, perciò diteci esattamente che volete fare se no un uccellino andrà a cantare dal grande capo” Cain la incenerì con lo sguardo, odiava quando lei usava la sua capacità su di lui costringendolo a raccontargli tutto “Lo sai che lo odio”. Era successo tutto una settimana dopo il suo arrivo che aveva iniziato ad avere visioni sul passato delle persone, ma tutto ciò funzionava solo se aveva un contatto con loro, all’inizio ne era completamente impaurita e non ne parlò con nessuno, ma quando seppe che non era l’unica ad avere quella sorta di dono e che vi erano altri vampiri ad avere una capacità sviluppata lo raccontò al suo mentore e pian piano grazie al suo aiuto e a quello di Cain era riuscita a controllarlo, che strano il destino gli aveva tolto la sua memoria e gli aveva dato il dono di vedere il passato degli altri. “Tutti sappiamo che tra un mese Antea compierà gli anni, così io e Cain volevamo andare a chiedere consiglio a Julian su cosa regalargli e guarda caso senza volerlo abbiamo sentito i due che parlavano di una vecchia spilla a cui Antea era molto affezionata e che ha perso quando è stata trasformata.” Poi proseguì Cain “Sappiamo che Antea faceva parte di una nobile casata Inglese, perciò ho fatto qualche ricerca e ho scoperto che al museo di Port Angeles hanno una spilla appartenente alla sua casata, che ne dite di andarla a riprenderla?” Antea era la compagna di Julian e avrebbe fatto qualsiasi cosa per lei, orami la considerava come una madre, fin dal primo momento l’aveva trattata come una figlia ascoltando tutti i suoi tormenti e dandogli conforto, perciò ielo doveva “Qual è il piano per andare a Port Angeles?” i due la guardarono sorridenti, mentre Sarah la guardava ardir poco scioccata “Siete impazziti? Io non voglio rubare in un museo e poi pensate che cosa succederebbe se Julian lo venisse a sapere?!” il biondo come al solito aveva una risposta pronta per tutto “Primo non stiamo proprio rubando, vedila sotto un altro punto di vista stiamo riportando un oggetto smarrito alla sua legittima proprietaria e secondo se stiamo uniti Julian non saprà mai niente.”
Alla fine erano riusciti a convincere anche Sarah, ora sarebbe avvenuta la parte più difficile del piano cioè quella di convincere il loro mentore a lasciarli andare fino a Port Angeles da soli, ovviamente ci avrebbero pensato Cain e Vergil, dato che erano gli unici due che sarebbero riusciti a convincere Julian, entrarono tutti e quattro nello studio del vampiro che stava leggendo delle carte a suo avviso molto antiche. Julian non alzò di un solo millimetro i suoi occhi dai fogli, ma si accorse subito della loro presenza “Ditemi che cosa posso fare per voi?” Cain si sedette mollemente sulla poltrona in pelle di fronte a Julian e lo guardò con il suo solito sguardo furbetto “Volevamo chiederti il permesso di poter andare a Port Angeles, ovviamente tutti e quattro” Julian continuò a guardare le sue carte per poi alzare il suo sguardo su tutti loro, sembrava che cercasse di leggergli dentro, ma nessuno di loro si lasciò intimidire “Come mai questa richiesta?” “Ho delle faccende da sbrigare in quella città, ho ordinato delle sostanze chimiche che servono a un mio progetto, purtroppo il fornitore mi ha detto che dovrei andarle a prendere di persona e ho bisogno di qualcuno che venga con me, così ho pensato a loro tre” il vampiro più anziano guardò con fare indagatore Cain “Per quanto riguarda te, Vergil e Sarah va bene, ma Bella non può, non è ancora abituata alla vicinanza delle persone e non possiamo rischiare che provochi una strage” presa dall’impulso disse “Ma non è giusto! È vero non ho avuto molti contatti di lunga durata con gli umani, ma ne ho avuto di breve tempo e sono sicura che sotto il loro stretto controllo potrei tenere a bada i miei istinti, ne sono più che sicura, ti prego Julian abbi fiducia in me” sembrava che il vampiro stesse per cedere alla sua richiesta, si alzò dalla sua poltrona e si portò di fronte alla grande vetrata di fianco alla scrivania, stette in silenzio per diversi minuti per poi dirgli“Va bene ma a tre condizioni la prima è che dovrete tornare entro una settimana, se no vi vengo a prendere di persona, secondo mi dovrete chiamare due volte al giorno e la terza, la più importante, Bella non dovrà mai essere lasciata sola in presenza di umani” Per la felicità abbraccio l’uomo perché quella concessione significava che aveva fiducia in lei e per lei era importantissimo.

Il giorno seguente partirono all’alba, Vergil aveva deciso di usare la sua macchina, dato che era una delle poche con i vetri scuri ovviamente si mise lui al posto di guida, dopo un’accesa discussione tra lui e Cain su chi dovesse guidare, alla fine il biondo era riuscito a strappare al fratello la promessa che avrebbe guidato lui da metà strada, mentre lei e Sarah si erano messe comode nei sedili posteriori, si sentiva stranamente euforica era la prima volta che viaggiava, in quei cinque anni usciva dal castello solo per  andare a caccia con i suoi fratelli.
Dopo quattro ore di viaggio il paesaggio davanti a loro cambiò leggermente, oltre alla montagna di neve si potevano scorgere il verde dei prati o il marrone della terra e soprattutto la vista di qualche paesino, la sua euforia si stava man mano accentuando, appoggiò la testa al finestrino e chiuse gli occhi immaginandosi un prato verde con una marea di fiori colorati e degli alberi molto folti, poi vide una sagoma dietro a un albero sembrava un ragazzo, ma non riusciva a vederlo in volto a causa dell’ombra, gli si avvicinò cautamente, iniziò a vedere una parte del suo viso dove sopra vi era dipinto un sorriso sghembo “Che bel motivetto di chi è?”a quelle parole sbarrò velocemente gli occhi, dannazione se solo Sarah avesse aspettato qualche altro minuto forse avrebbe visto il volto di quel ragazzo che ogni tanto entrava nei suoi pensieri, ma che non riusciva mai a vedergli il volto “Non lo so di chi sia, so solo che lo conosco da quando mi sono risvegliata” la sorella gli prese tutta euforica le mani dicendogli “Ma è meraviglioso questo significa che è un ricordo del tuo passato, chissà magari i tuoi genitori erano dei musicisti, oppure tu eri una musicista!” “Non so può essere chi lo sa” vedendo la sua espressione poco convinta Sarah lasciò perdere e continuò a concentrarsi sul paesaggio. Verso sera riuscirono a scorgere il primo scorcio di mare e verso mezzanotte arrivarono a destinazione, grazie alla guida spericolata dei due fratelli che facevano segnare sempre al contachilometri i 210 km/h. Cain aveva prenotato in un hotel poco lontano dalla città, per deviare qualsiasi possibile sospetto e dopo essersi sistemati tutti nelle proprie stanze si ritrovarono nella stanza del biondo, che stava guardando il suo computer e delle mappe davanti a lui, si sedettero per terra in cerchio attorno alle mappe per sentire il piano di Cain “Per nostra fortuna sono riuscito a recuperare delle mappe dettagliate del museo, da quanto ho visto dal loro sito la spilla si trova al secondo piano nella terza stanza, mentre il loro sistema dall’arme consiste in telecamere a circuito chiuso, sensori sulle finestre e sui vetri degli oggetti e su due guardie per piano. Il piano è questo, io entro nel loro sistema dall’arme e lo disattivo, Vergil e Sarah invece terranno d’occhio le guardie, mentre tu Isabel entrerai dalla finestra del terzo piano e prenderai la spilla” sembrava tutto troppo semplice, stava per dirlo al fratello, ma la anticipò Vergil “Mi sembra tutto troppo semplice e poi perché dovrebbe essere Bella a prendere la spilla?” Cain assunse la sua solita espressione da so tutto io che tutti odiavano, quel suo ghigno beffardo non prometteva nulla di buono “Non è mica colpa mia se la spilla si trova in un museo di seconda categoria e non a Louvre e poi deve essere Bella a prendere la spilla perché lei può dirci se è realmente la spilla di Antea, basta che ti concentri un po’ di più del solito” dannazione Cain sapeva perfettamente che era alquanto difficile usare il suo potere sugli oggetti, richiedeva uno sforzo di energie molto elevato, ma dovette accettare se voleva ridare il gioiello alla legittima proprietaria.

Per loro fortuna il giorno seguente il tempo non era dei migliori, dei folti nuvoloni scuri coprirono tutta la baia, così poterono fare un giro per tutta la città e comprare qualche suvenir ai loro amici, infine decisero di fare un sopraluogo al museo, strano gli sembrava di esserci già stata in quella città . Verso sera si prepararono adeguatamente, Cain gli aveva anche dato dei microfoni per potersi sentire tra di loro nel caso ci fosse stato bisogno, dopo aver ricevuto il segnale dal fratello riuscì agilmente ad entrare nella sala, silenziosamente e velocemente tolse il vetro che proteggeva l’oggetto dei loro desideri e lo toccò, vide numerose immagini, non riusciva a ben distinguerle, infine si concentrò su una. Davanti a lei c’era una bella ragazza davanti a uno specchio che si stava pettinando i suoi lunghissimi capelli, sembravano color argento talmente erano biondi, poi posò la spazzola e con gesti eleganti prese in mano la spilla per appuntarla sul suo abito, si rimirò per diversi minuti fino a quando una voce la richiamò “Antea sbrigati se no ti lasciamo a casa”, non poteva crederci quella ragazzina era sua madre. Quando tornò al presente sentì dei passi che si avvicinavano, dannazione dovevano essere le guardie, velocemente si nascose dietro a una statua, i passi si fecero sempre più vicini, poteva sentire il battito cardiaco dell’uomo, l’odore e il pulsare del suo sangue che la richiamavano, i suoi sensi si stavano tutti risvegliando, no non doveva attaccare quell’uomo, Julian gli aveva concesso la sua fiducia non voleva deluderlo, cercò di sopire il mostro dentro di lei. A un certo punto sentì un rumore, come se qualcuno fosse caduto “È mai possibile che tu ti caccia sempre nei guai?” a parlargli era stato Vergil, che la guardava con fare divertito “Non è colpa mia se i guai mi perseguitano e poi tu avevi il compito di controllare la guardia… lasciamo perdere andiamo prima che qualcuno ci scopri” corsero velocemente verso la finestra, nella corsa vide l’uomo a terra vedendo la sua faccia preoccupata il moro gli disse “L’ho solo fatto svenire”, appena furono tutti e quattro nella macchina partirono velocemente, diede il loro premio al biondo che la guardò raggiante “Ottimo, che ne dite di andare a caccia? Poco distante c’è un grande bosco dove ci sono molte specie animali”

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Finalmente sono riuscita ad aggiornare, ovviamente vi chiedo scusa per questo leggero ritardo, ma a causa di gravissimi problemi personali non sono riuscita a postare prima, a dirla tutta non mi convince ancora il capitolo, ma data la situazione è il massimo che sono riuscita a fare e spero che vi soddisfi.
Grazie mille a ROo cullen, roby88,flydreamer, Silvietta e PIPER_73, i vostri commenti mi sono veramente d'aiuto e sostegno e ovviamente a chi legge la mia fanfiction.
Ora vi lascio alla vostra lettura aspettando un qualsiasi votro commento
Baci Miki87





Come al solito si era rifugiato nella sua stanza, dopo la scomparsa di Bella non riusciva a stare a contatto con la sua famiglia per oltre tre o quattro ore, non amava molto i loro pensieri, non facevano altro che provare pena per lui, persino Rose ogni tanto pensava a lei e tutto ciò lo faceva soffrire letteralmente. Si di stese completamente sul divano e accese lo stereo dove dentro vi era un cd di musica classica, la sua preferita perchè l’aiutava a distendere i nervi, chiuse gli occhi ed entrò nel suo mondo di ricordi dove vi era lei che gli sorrideva, arrossiva e lo abbracciava, avrebbe dato qualsiasi cosa per riaverla al suo fianco solo per qualche ora. Un leggero bussare interruppe il suo filone di ricordi, dopo il suo consenso nella stanza entrò Alice, sembrava più allegra degli altri giorni “Hey Ed stiamo per andare a giocare a baseball ti va di venire?” non si era neanche accorto che la leggere pioggia si era trasformata in un temporale, non aveva nessunissima voglia di uscire fuori, ma l’allegria della sorella gli aveva messo addosso la voglia di trascorrere del tempo col resto della sua famiglia “Ok ma questa volta io e Jasper staremo in squadra assieme”

Avevano lasciato la macchina in un luogo poco visibile, così non avrebbe attirato l’attenzione di nessuno, dopo qualche km Cain si fermò e gli disse “Da qui vado da solo, ci troviamo in questo punto tra due ore” detto questo non aspetto neanche una risposta e si mise a correre nel folto della foresta,dato che non aveva voglia di fare il terzo in comodo seguì l’esempio del fratello e lasciò la dolce coppietta da sola.
Dopo due cervi e un cinghiale si sentiva completamente sazio, controllò l’orologio e constatò che aveva ancora più di tre quarti d’ora di tempo prima di ritrovarsi con gli altri, iniziò così a girare per il bosco. Poi qualcosa attirò la sua attenzione, aveva visto un lampo ma aveva sentito due tuoni e tra l’altro il secondo era molto vicino, guardò per un po’ il cielo e risentì lo stesso rumore che però proveniva dalla foresta, seguì il rumore e quando si fece più forte si arrampicò su un albero per proseguire il suo tragitto, non voleva che quella cosa che provocava quel baccano lo notasse. Quello che vide lo lasciò sbalordito, davanti a se aveva un gruppo di vampiri che stava giocando a baseball, erano in tutto in sette, sembravano innocui, l’unico che poteva intimorirlo era il più grosso, ma decise di rimanere sull’albero a gustarsi la partita. Stette li per diverso tempo, li trovava alquanto interessanti era la prima volta che vedeva un clan di vampiri così affiatato, vide il più grosso che era alla battuta e quello con i capelli rossicci tirargli la palla, come aveva previsto il moro riuscì senza tanti problemi a colpire la pallina, che per sua sfortuna si stava dirigendo nella sua direzione, istintivamente si sporse col corpo e rimase a penzoloni attaccato al ramo, sperò vivamente che non si fossero accorti di lui “Hey che ne diresti di scendere da li e di presentarti anziché spiarci?” sotto di se vi erano la vampira dai capelli corvini e corti e il vampiro biondo con la chioma leonina, non sapeva che fare da una parte avrebbe voluto scendere e conoscere quei vampiri, ma dall’altra potevano essere pericolosi dopotutto erano in sette contro uno, di conseguenza non aveva molte vie di fuga, alla fine spinto dalla sua irrefrenabile curiosità decise di scendere e di conoscerli. Nel frattempo arrivò tutto il resto del clan, non si sentì per nulla intimorito, anzi si sentiva a suo agio “Ma è solo un ragazzino” disse il vampiro enorme “Per caso ti sei perso piccolo?” gli chiese la vampira bionda, a quelle parole non ci vide più nessuno in vita sua l’aveva mai trattato come un poppante “Ragazzino? Piccolo? Per vostra informazione io ho più di 150 anni!!” alla sua reazione la vampira più bassa, quello biondo e quello enorme si misero a ridere, mentre il più anziano gli si fece vicino “Mi spiace per la maleducazione dei miei figli, ma a volte si comportano come dei bambini, il mio nome è Carlisle Cullen” poi indicò in senso orario tutti i componenti della loro famiglia “Lei è la mia compagna Esme, poi vi sono tutti i miei figli Emmett, Rosalie, Alice, Jasper e infine Edward” tutti gli fecero un cenno di saluto, dopo di che si presentò a sua volta “Il mio nome è Cain Lowell” poi vide Vergil dietro a una albero che stava seguendo la scena incuriosito, ma allo stesso tempo pronto ad agire “Non ti preoccupare Vergil, loro sono come noi” detto questo la famiglia Cullen vide uscire dalla boscaglia un ragazzo e una ragazza “Vi presento i miei due fratelli, Vergil e Sarah” dopo i convenevoli Edward gli chiese “Vi fermerete per molto?” anticipò i due fratelli “No, ci siamo solo fermati per cibarci, ripartiremo tra meno di mezzora” al che Esme cercò di convincerli a fermarsi da loro per ristorarsi, ma decise di rifiutare la proposta della vampira, non voleva che Isabel si incontrasse con un altro clan di vampiri, non sapeva come si sarebbe comportata e per di più non poteva fidarsi completamente di quei vampiri dato che erano in minoranza numerica, Vergil dovette capire la sua preoccupazione così cercò di aiutarlo “Davvero ci piacerebbe molto fermarci, ma abbiamo delle persone che ci aspettano in Alaska, è stato un piacere incontrar” non riuscì neanche a terminare la frase che sentì dietro di loro Bella che gli urlava contro “Ecco dove eravate! Vi ho aspettato per più di un quarto d’ora davanti alla macchina” –merda- pensò, guardò l’altra sorella e velocissimamente gli disse “Sarah usa il tuo potere” detto e fatto la mora cercò di attirare l’attenzione dei sette vampiri, sembrò funzionare, ma poi il vampiro con i capelli color rame disse “Non è possibile, Isabella” a quelle parole Sarah si deconcentrò e l’incanto svanì, nel frattempo Edward corse incontro alla nuova arrivata e l’abbracciò forte.

Da lontano aveva visto che oltre ai suoi fratelli vi era un altro gruppo di vampiri, sembravano pacifici, a un tratto vide uno di loro corrergli incontro, non aveva mai visto un essere tanto bello quasi come un angelo, eppure gli sembrava così familiare, quando gli fu vicino l’abbracciò a quel contatto mille immagini passarono nella sua mente, sentiva la testa scoppiare, vi erano immagini dove lei e il vampiro parlavano, ridevano e si baciavano, il panico l’assalì ed iniziò a urlare per la paura e per il dolore. Alle sue urla intervenì Cain che staccò con un solo strattone Edward, poi abbracciò dicendogli “Isabel guardami sono io Cain, non ti preoccupare ci sono io” la ragazza sembrò calmarsi, anche se tremava come una foglia. Edward guardò tutta la scena sbigottito, che diavolo era successo? Perché il suo angelo si era messo a urlare in quel modo? Cercò di avvicinarsi ai due per capire che cosa avesse fatto per spaventarla in quel modo, ma a un suo solo passo il biondo gli ringhiò contro mettendo bene i vista i suoi canini, se pensava di intimorirlo aveva proprio sbagliato di grosso ora che l’aveva ritrovata niente e nessuno iela avrebbe portata via.
Vedendo che la situazione stava degenerando intervenì anche Vergil che si girò verso la famiglia “Che diavolo sta succedendo? Come fate a conoscere nostra sorella?” aveva notato l’espressione di tutti quando avevano visto Bella in lontananza, sembravano sbigottiti e allo stesso tempo felici, Carlisle lo guardò negli occhi mentre gli diceva “È una lunga storia, vi prego venite a casa nostra, li vi spiegheremo tutto” gli sembrava così dannatamente sincero e affranto, si girò verso la sua fidanzata che gli fece un leggero cenno d’assenso, così decise di convincere i suoi due fratelli a seguirli, si avvicinò cauto a Isabella, che era prontamente protetta da Cain, che sembrava volerla far scomparire dalla vista dell’altro vampiro, stava ancora tremando come una foglia e aveva il viso nascosto nel torace del biondo, si chinò alla sua altezza “Bella ti va di seguirli? Da quanto ho capito potremmo scoprire qualcosa del tuo passato non ti preoccupare staremo tutti al tuo fianco, non ti lasceremo mai sola” sembrò pensarci per qualche minuto per poi annuire leggermente, mentre Cain lo guardò malissimo, sembrava alquanto adirato della sua scelta, ma dovette cedere.
Durante tutto il tragitto tenne per mano Cain, come per paura che potesse lasciarla li sola da un momento all’altro, mentre Vergil e Sarah camminarono dietro di lei, ma sentì ugualmente addosso lo sguardo del vampiro con i capelli color rame, doveva ammetterlo si sentiva terribilmente attratta da lui, ma allo stesso tempo ne aveva paura. Dopo un quarto d’ora arrivarono alla casa dei Cullen, era ardir poco bellissima, circondata dalla natura del bosco e da un ruscello, quel posto gli sembrava così familiare. Entrò per ultima con Cain, appoggiò una mano sul mobile di fronte e vide diverse scene tra cui una in cui lei correva dentro casa ridendo  e il ragazzo coi capelli color rame la inseguiva per poi braccarla nel suo abbraccio e baciarla, un’altre dove lei, la ragazza coi capelli corvini e il ragazzo mastodontico guardavano la tv insieme e infine un’altra dove lei seduta sul divano che parlava con la donna con i capelli color caramello, cercò di riprendere velocemente il controllo di se stessa, il suo corpo non faceva altro che tremare e il respiro gli sembrava che gli mancasse, il fratello gli appoggiò soltanto una mano sulla spalla per calmarla e fargli sentire la sua vicinanza, si sorrisero leggermente e raggiunsero tutti i componenti della famiglia nel salotto. Vide quasi tutta la famiglia Cullen seduta sui due divani, mentre Edward era in piedi di fronte all’immensa vetrata che innondava il ragazzo della sua meravigliosa luce rendendolo più incantevole, si sedette tra Vergil e Cain, dopo pochi minuti Carlisle iniziò a raccontare di come lei e lo loro famiglia si fossero incontrati, di come il suo rapporto d’amicizia con Edward si fosse trasformato in amore e infine della loro disperazione alla sua scomparsa, se prima era confusa ora era peggio “io… Io non so cosa dire… chi mi dice che tutto questo sia vero? E poi perché nessuno è venuto a cercarmi?” sentì un leggero spostamento d’aria e si trovò di fronte Edward, sembrava disperato e affranto “Io e gli altri ti abbiamo cercato per un mese, poi abbiamo incontrato Vittoria che ci ha detto che ti aveva uccisa, così abbiamo cercato il tuo corpo, ma non l’abbiamo trovato, questi anni sono stati i dieci anni più brutti della mia vita, senza di te sono diventato un essere apatico che tirava avanti solo per forza di inerzia… nel mio profondo sapevo che non eri morta, credevo che fosse solo una mia auto convinzione per tirare avanti, ma ora che ti ho ritrovata, ora che tu sei qui di fronte a me e posso toccarti posso dire che avevo ragione” i suoi occhi sembravano così dannatamente sinceri, non sapeva che cosa rispondere, una parte di lei gli diceva di fidarsi completamente a quel vampiro, mentre l’altra gli diceva di stare attenta “All’ora perché non ricordo nulla di ciò che mi dite?” Carlisle attirò la sua attenzione con un leggero sospiro “Anche Alice ricorda nulla del suo passato, a mio avviso esiste una tecnica che induce durante alla trasformazione a dimenticare il proprio passato, credo che Vittoria l’abbia appresa da James” si sentiva mancare l’aria, sapeva benissimo che i vampiri ne potevano fare a meno eppure in quel momento ne aveva assolutamente bisogno, si portò velocemente di fronte alla vetrata e cercò di mettere insieme tutti i suoi pensieri. Quando si girò per vedere in faccia i suoi fratelli la sua attenzione fu catturata dal bellissimo piano forte che aveva di fianco, era così familiare, si avvicinò e lo toccò con cautela, come se avesse paura che scottasse, ma prima che potesse usare il suo potere intervenì Edward che si sedette di fronte ad esso “Ti piaceva molto sentirmi suonare, a volte passavamo interi pomeriggi qui” poi iniziò a suonare una dolce melodia, ne rimase turbata era la stessa melodia che ogni tanto canticchiava, istintivamente si girò verso Sarah che sbigottita e felice gli disse “Isabella è la stessa melodia che ogni tanto canti” Edward la guardò con pura gioia per poi dirgli speranzoso “Questa è la ninna nanna che ho composto per te, la conosciamo solo noi” il mal di testa si accentuò di più, sentiva che la sua testa stava per esplodere, l’aria gli mancava e la vista si stava oscurando, senza pensarci su uscì dall’enorme vetrata e corse a perdifiato nel bosco, non voleva più stare in quella stanza, non voleva più sentire nessuna parola, voleva solo essere lasciata in pace per riflettere, corse fino a quando le sue gambe cedettero, urlò con tutto il fiato che aveva in gola, perché un’altra condanna dei vampiri è che non possono piangere. Si rannicchiò contro un albero sperando si plasmarsi con esso, ripensò che i primi anni avrebbe voluto sapere il suo passato, ma dopo vane ricerche decise di lasciar perdere e aveva vissuto nella rassegnazione decidendo di non pensare più al passato, ma di vivere alla giornata programmando anche il suo futuro, mentre ora dopo aver saputo tutto ciò non sapeva che fare, non sapeva più se doveva tornare al castello o rimanere con i Cullen, anche se non era certa che la rivolessero con loro. Stette in quella posizione fino a quando sentì dei passi provenienti dal folto della foresta, dopo qualche minuto ne uscì Cain e si fermò a pochi centimetri da lei, la guardò con uno sguardo strano, come se volesse leggergli dentro, al solo pensiero di lasciare Cain Sarah e Vergil sentì una strana morsa al petto, erano loro la sua famiglia ne era certa, si alzò velocemente e abbracciò il biondo, senza volerlo iniziò a singhiozzare e a stringerlo più forte, mentre lui da vero fratello gli accarezzò dolcemente i capelli “Cosa devo fare Cain?” “Non lo so, questo lo dovrai decidere tu, che ne dici se torniamo indietro a riprendere quei due e torniamo in albergo, così potrai riposare” al pensiero di rivedere il vampiro con i capelli color rame un brivido percorse tutta la sua spina dorsale “Va bene”
Cain non parlò per tutto il tragitto e iene fu grata, si limitò soltanto a tenerla per mano come se avesse paura che potesse scappare in qualsiasi momento, arrivati di fronte alla casa, dalla vetrata potè scorgere la figura di Edward che li stava aspettando, un leggero tremore si impossessò di lei “Hai freddo? Tieni la mia felpa” entrambi sapevano benissimo che i vampiri non potevano sentire freddo, ma decise ugualmente di indossare la sua felpa ispirando il dolce profumo del biondo.
Vedendo quella scena una morsa gli prese il petto, sapeva benissimo che cosa era quel sentimento, era pura gelosia, aveva visto come Cain fosse protettivo nei confronti della sua Bella, se avesse potuto quel pomeriggio l’avrebbe fatto fuori volentieri e poi come Bella si fosse aggrappata al biondo, sembrava che fosse la sua ancora di salvezza, non riusciva a capire quale fosse la natura del loro rapporto, se si considerassero semplicemente dei fratelli o due amanti, aveva tentato di leggere nella mente di entrambi, ma era come se avessero messo un blocco mentale. Di una cosa era assolutamente certo, anche se i due fossero stati amanti lui si sarebbe ripreso ad ogni costo il suo angelo, anche a costo della sua vita, i suoi pensieri furono interrotti dalla vampira mora“Per anni tutti abbiamo sperato che quei due diventassero una coppia, invece il loro rapporto è rimasto di quello tra un fratello e una sorella” detto questo Sarah se ne andò dal suo fidanzato senza aspettare una sua risposta. Quando i due entrarono nel salone l’attenzione dei presenti si rivolse a loro, dio quanto era bella in quel momento, avrebbe voluto essere lui al posto di quella pulce e prendere tra le sue braccia quell’angelo, quando sentì le parole del biondo tentennò un attimo “Noi torniamo in albergo, se per voi non è un problema torneremo qui domani verso le nove” senza chiedere il permesso ai suoi genitori si affrettò a dire “Se volete riposarvi qui vi sono abbastanza stanze”aveva una paura folle che lei potesse scomparire un’altra volta, voleva averla accanto anche se lei non lo voleva, ma il biondo non lo degnò di uno sguardo, continuò a fissare Carlisle che fece solo un leggero segno d’assenso con la testa, poi i quattro vampiri accompagnati da Esme si diressero verso l’uscita, ma prima che Isabella l’oltrepassasse si girò verso di lui e gli fece un timido sorriso sussurrando un leggero “A domani” avrebbe aspettato con trepidazione di rivederla.

 

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Capitolo4 ***


Anche se l'influenza mi ha colpito sono riuscita ad aggiornare!!! Grazie ai vostri commenti sono riuscita a trovare la forza di continuare la storia!!!! Dunque spero che questo capitolo vi piaccia e non vedo l'ora di leggere i vostri commenti!!!! Ora vi lascio alla lettura
Baci Miki87




Nell’abitacolo della macchina regnava il silenzio più assoluto, Vergil era totalmente concentrato nella guida, Cain guardava fuori dal finestrino mentre Sarah la teneva stretta in un caldo abbraccio, l’aveva vista più volte aprire bocca, ma senza emettere alcun suono per poi richiuderla. La situazione stava diventando esasperante, voleva sentire le voci dei suoi fratelli per capire che cosa ne pensavano, stava per chiederglielo quando suonò il cellulare del biondo che prima di rispondere emise un leggero sospiro nervoso “Pronto… si Julian è tutto ok, non ti ho chiamato prima perché eravamo a caccia… certo ci sentiamo domani in mattinata salutaci Antea e gli altri” dalla telefonata passarono altri dieci minuti in assoluto silenzio, fu Vergil a spezzarlo“Perché non hai detto nulla a Julian?” Cain staccò il suo sguardo dal paesaggio e rivolse al fratello uno sguardo eloquente, come se la risposta fosse semplice “Hai ragione la prossima volta gli dirò hey Julian sai forse abbiamo scoperto il passato di Isabella, ma non ti preoccupare abbiamo tutto sottocontrollo…. sai che si precipiterebbe qui, fino a quando non saremo sicuri che questa storia sia completamente vera non gli diremo niente” il moro dovette dargli ragione, mentre lei e Sarah fecero solo un leggero cenno d’assenso. Arrivati in albergo Vergil andò a prendere le chiavi delle loro stanze, si accorse subito dello sguardo adorante della ragazza alla recepsion, se avesse potuto gli sarebbe saltata addosso, ovviamente il moro ci giocò sopra sorridendo sensualmente alla ragazza, sperò per lui che Sarah non se ne fosse accorta, ma purtroppo la sua dolce fidanzata aveva visto tutta la scena. Come da copione nell’abitacolo dell’ascensore Sarah fece una vera e propria sfuriata al suo ragazzo, urlandogli anche che quella sera non voleva neanche vederlo nella sua stanza “Su via Sarah non ho fatto niente, mi sono solo divertito un pochino a prendere in giro quella ragazza” anziché calmare la ragazza quelle parole la fecero infuriare ancora di più “A si, all’ora stasera vatti a divertire con quella ragazza e non farti vedere mai più” detto questo la vampira corse velocemente nella sua stanza chiudendo fuori il suo compagno che iniziò a intimargli di aprire “Cain, Bella datemi una mano, cercate di farla ragionare” “Mi spiace ma questa volta te la sei cercata” dissero in coro lei e il biondo che poi si chiusero nelle loro stanze lasciando attonito il vampiro. Sapeva che le litigate dei due duravano per poco tempo, il massimo era di un’ora,poi finivano a sbaciucchiarsi e a fare cose tra fidanzati, per questo ne lei e ne Cain erano preoccupati.

Si buttò sotto il getto caldo della doccia, i suoi muscoli si rilassarono all’istante, amava sentire l’acqua scorrere sul suo corpo, senza volerlo la sua mente vagò nei ricordi di quella giornata, per poi soffermarsi sul viso di Edward, quel viso riusciva a emettergli una marea di sentimenti, confusione, paura, dolcezza e passione, a quell’ultimo pensiero scosse vigorosamente la testa maledicendosi. Uscì velocemente dalla doccia avvolgendosi nella grande spugna bianca per poi posizionarsi di fronte allo specchio, con una mano pulì il vapore formatosi su esso per specchiarsi meglio, analizzò la sua immagine notando che non era poi cambiata  poi molto da quando era umana, tranne forse che era leggermente più magra, almeno era così dalle visioni di Edward, ecco che i sui pensieri tornavano a lui -Chi sei in realtà Isabella?- si chiese, poi una vocina dentro di lei gli rispose -Lo sai benissimo, basta solo che ti lasci andare ai ricordi, piuttosto sei sicura di essere nella famiglia giusta? Sei sicura di essere realmente felice?- a quel pensiero il suo corpo ebbe un fremito, che domande erano poi queste,certo che era nella famiglia giusta, lei adorava Cain, Vergil, Sarah, Julian, Antea e tutti gli altri abitanti del castello, non c’era stato un solo momento che non si era sentita amata da loro, la vocina tornò ancora prepotente nei suoi pensieri -Ne sei proprio sicura? Insomma dopotutto non sapevi nulla del tuo passato e ti sei dovuta accontentare- la rabbia si impossessò di lei, non era vero, non si era affatto accontentata, avrebbe potuto andarsene in qualsiasi momento dal castello, nessuno l’aveva mai costretta a rimanere, senza volerlo tirò un pugno allo specchio, vide la sua mano piena di rigoli di sangue, non provava alcun dolore, poi velocemente le ferite si erano rimarginate facendo tornare la sua mano come era prima. Sentì il telefono della sua camera squillare “Pronto?” “Sono io, ci vediamo tra dieci minuti nella mia camera” detto ciò Cain chiuse la loro conversazione, sembrava ancora leggermente scocciato. Velocemente mise a posto il disastro che aveva combinato, avrebbe dovuto inventare un’ottima scusa, indossò un paio di jeans e una maglia ed andò nella camera del fratello, la porta era stata lasciata aperta, lo trovò seduto sul suo letto con il suo inseparabile portatile e senza staccare gli occhi dal monitor gli fece segno di sedersi di fronte a lui. Notò che aveva ancora i capelli leggermente bagnati, dato che non li aveva spettinati come al solito “Dovresti asciugarti i capelli” sorrise leggermente alla sua esclamazione “Guarda che noi vampiri non ci ammaliamo e poi sto bene così… chissà che fine avranno fatto quei due conigli?!” dopo poco entrarono anche gli ultimi due, come previsto i due avevano fatto pace, a volte si era chiesta come sarebbe stata la sua vita insieme a un compagno, chissà se anche lei avrebbe litigato con lui per poi fare pace e amarsi ancora di più, a quei pensieri l’immagine di Edward fece capolinea nella sua mente, doveva assolutamente smetterla di pensare a lui “Ho fatto delle ricerche, da quanto ho scoperto i Cullen hanno detto la verità, il tuo vero nome è Isabella Marie Swan e sei la figlia dello sceriffo della città” una strana sensazione si impossessò di lei, era felice ma allo stesso tempo triste, finalmente aveva ritrovato il suo passato e i Cullen non gli avevano mentito, ma dall’altro canto che cosa avrebbe dovuto fare?! Come al solito Cain l’anticipò “Direi di aspettare i prossimi quattro giorni per decidere il da farsi, per ora manteniamo la calma e tu Isabel cerca di rilassarti, non pensare al futuro, pensa al presente” se avesse potuto avrebbe volentieri pianto, “Cain ha ragione, cerca di pensare meno alle conseguenze e pensa più a capire ciò che cerchi, noi ti saremo sempre vicino” detto questo Vergil l’abbracciò teneramente, mentre lei gli scocchiò un leggero bacio sulla guancia, poi fece lo stesso con gli altri due, dio quanto li amava non avrebbe mai voluto deluderli.

Da quando la sua amata e i suoi fratelli avevano lasciato casa sua non aveva fatto altro che guardare l’orologio aspettando pazientemente che arrivasse l’ora fatidica, non vedeva l’ora di poterla vedere e di immaginare di tenerla tra le sue braccia “Edward la vuoi piantare di guardare l’orologio?” dicendo ciò Emmett gli lanciò un cuscino sulla faccia, non si era accorto che tutta la sua famiglia l’aveva raggiunto nel salone, chissà come doveva sembrare patetico ai loro occhi, ma nelle loro menti non era passato neanche per un secondo quel pensiero, erano tutti troppo felici di aver ritrovato Bella, l’unica che non ne era totalmente contenta era Rosalie, si concentrò di più sulla sua mente e vi lesse –Speriamo che vada tutto bene- “Rose qual è il problema?” tutta la famiglia si girò verso la bionda che era rimasta leggermente in disparte, la vide fare la sua solita espressione scocciata “Mi spiace fare la solita guasta feste, ma nessuno di voi ha mai preso in considerazione il fatto che Bella possa scegliere di stare con la sua famiglia?” il gelo calò nella stanza, tutti ci rifletterono, dopotutto la domanda della bionda era più che lecita, l’unica che non sembrò non sembrò tener da conto quella ipostesi fu Alice che si animò “La sua famiglia siamo noi! Ed non prenderla minimamente in considerazione questa folle ipotesi” Rosalie per risposta rise, la sua risata per la sorella fu peggio di cento schiaffi “Come sei ingenua Alice… dimmi in questi cinque lunghi anni con chi diavolo ha vissuto Isabella? Mi spiace dirlo, ma a mio avviso sarà molto dura che lasci la sua famiglia per andare a vivere con altra famiglia di cui non ricorda nulla e poi avete visto come è stato protettivo quel Cain con lei, non mi stupirei se quei due stessero insieme” per risposta la mora iniziò a ringhiare contro la bionda, nel frattempo sia Jasper che Emmett si misero in posizione per dividerle in caso tra le due fosse scoppiata una rissa, a quella vista non sapeva se ridere o piangere “No non stanno insieme” alle sue parole le due sembrarono calmarsi, Alice fece un ampio sorriso di vittoria contro la bionda che per riposta la guardò malamente, senza aggiungere altro andò al piano forte e si mise a sonare la dolce ninna nanna che aveva composto per lei.

Fissò i suoi vestiti per un quarto d’ora, chiedendosi perché mai non aveva mai chiesto in vita sua che cosa bisognava indossare per andare a trovare la famiglia che aveva ritrovato, infine optò per un paio di jeans e una camicia blu, gli piaceva quel colore, faceva risaltare al meglio la sua pelle diafana. Appena finì di vestirsi sentì un leggero bussare alla sua porta e vi trovò dietro Sarah, era ardir poco adorabile, indossava un semplice vestito color lampone che gli arrivava appena sotto le ginocchia e un copri spalle nero “Sono venuta a vedere come stavi… prima non ho potuto chiederti determinate cose a causa della presenza di quei due” adorava sua sorella quando faceva la parte della mamma preoccupata, la sua sola presenza gli infondeva una dolcezza infinita “Bene… turbata, ma sto bene” a quelle parole la vampira assunse un lampo birichino “Turbata per la situazione o per un bel vampiro coi capelli color rame? hehe mia cara a me non sfugge nulla” “Per entrambe… insomma io non ho mai provato un’attrazione così profonda per qualcuno e non so come comportarmi” dicendo ciò non riuscì a guardare in faccia la sua interlocutrice, che nel frattempo si era avvicinata di più a lei per poi abbracciarla dicendogli soltanto “Se seguirai il tuo istinto andrà tutto bene”.
Arrivarono puntuali davanti alla casa dei Cullen, senza aspettare oltre Vergil suonò il campanello, in un  nano secondo la porta di casa si aprì e davanti a loro vi era Edward in tutta la sua bellezza, i loro sguardi sembrarono incatenarsi, ma l’incanto finì quando Cain lo fece scostare per entrare, infine quando gli passò accanto gli sembrò che la mano del vampiro gli avesse sfiorato apposta la sua, lo guardò leggermente imbarazzata mentre lui gli sorrise dolcemente. Come l’altra volta trovarono tutta la famiglia riunita nel salotto, Alice gli corse subito incontro “Finalmente siete arrivati!” detto ciò la prese per mano e la fece accomodare di fianco a se, l’aveva trovata subito simpatica quella vampira che assomigliava a un folletto, nel frattempo Vergil e Sarah si era accomodati di fianco a Emmett, mentre Cain si avvicinò a uno scaffale pieno di libri “Così avete anche voi in famiglia vampiri che possiedono doti più sviluppate, dunque Jasper po’ mutare le emozioni degli altri, l’ho notato nella foresta quando mi sono avvicinato a voi per la prima volta e mi sono sentito stranamente calmo, poi abbiamo Alice che possiede il dono della preveggenza, ho sentito quando Edward ti ha chiesto se saremmo tornati l’indomani e infine Edward po’ leggere nella mente degli altri, l’ho notato quando hai risposto a Carlisle che ero pacifico senza che lui ti chiedesse niente” dicendo ciò si girò verso i Cullen con un ghigno dipinto sul volto, sapeva che quel ghigno non prometteva nulla di buono, prima che i vampiri potessero chiedergli qualsiasi cosa aggiunse “Anche noi quattro possediamo doti più sviluppate, come avete visto Sarah può manipolare l’attenzione delle persone, Isabella al contatto con le persone e gli oggetti può vedere il passato e Vergil riesce a percepire le presenze” al suo tono strafottente sentì Emmett rispondergli acidamente “E tu che dono possiedi oltre alla sfrontataggine?!” il biondo per risposta fece un lungo sospiro, poi si avvicinò alla grande vetrata senza degnare di una risposta il vampiro mastodontico che si stava sempre più irritando, ma prima che potesse scoppiare qualche altro diverbio Vergil rispose alla curiosità di Emmett “Cain possiede una delle doti più pericolose che possano esistere, può creare campi di energia, se avesse voluto avrebbe potuto disintegrarvi all’istante” a quelle parole tutta la famiglia Cullen non potè trattenere un brivido di paura.

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


Vi chiedo umilmente scusa per il mio imperdonabile ritaro, ma a causa delle feste, degli esami che sto preparando e di svariati e strampalati problemi, non sono riuscita ad aggiornare prima, perciò perdonatemi vi prego!!!!! Ovviamente spero che continuiate a leggere la mia storia e a rilasciare i vostri commenti, sinceramente vorrei sapere che cosa ne pensate dei miei personaggi, premetto io adoro Cain, lo so sembra uno stronzo, ma poi vedrete eheheh!!!! Ok la smetto e vi lascio alla vostra lettura!!!!
Baci Miki87




Per tutto il giorno la famiglia Cullen non fece altro che raccontare vari aneddoti sulla  sua vita mortale con loro, ma la sua memoria non sembrava fargli ricordare niente, per lei era tutto nuovo come se fosse stata un’estranea, aveva addirittura pensato che il suo corpo avesse ospitato un’altra ragazza che non era lei. Vedendo gli scarsi risultati Edward gli propose di fare un giro per la casa, dopo aver ricevuto un segno d’assenso da Cain che era intento a leggere un libro si alzò e seguì il vampiro. Come si era immaginata anche il resto della casa era bellissimo, Edward nel frattempo gli parlava del più del meno, gli piaceva parlare con lui, era un vampiro interessante oltre che affascinante “Ed eccoci arrivati nell’ultima stanza, che è la mia” trovò che la camera di Edward fosse la più bella e che rispecchiasse a pieno il suo essere, in un angolo vi era un impianto stereo con accanto degli scaffali pieni di cd, il pavimento era ricoperto da un tappeto dorato e infine vi era un divano in pelle nera, ma fu attratta subito dai cd, iniziò a scorrere il dito sulle copertine “Li ho messi in” non gli fece neanche finire la frase che rispose lei al suo posto “In ordine di anno, e poi per preferenze personali”, rimase più sbalordita di lui dalla sua frase, si guardarono entrambi sbigottiti e imbarazzanti, non riusciva più  muovere un muscolo, mentre lui si avvicinò cautamente,come per paura di una sua qualsiasi reazione, poi mi l’abbracciò di impeto. Senza pensarci su lo abbracciò a sua volta, quell’abbraccio era così protettivo, il suo odore era buonissimo e allo stesso tempo familiare, sentì la sua mano accarezzarle dolcemente il capo, mentre l’altra la teneva stretta a se, rimasero così per svariati minuti “Forse è meglio tornare dagli altri” sussurrò, per risposta Edward fece un sospiro contraddittorio “Aspetta, dammi qualche minuto per riuscire a staccarmi da te” pian piano lo sentì allontanarsi da lei, sembrava muoversi a rallentatore, non riuscì a trattenere una risata, Edward la guardò leggermente offeso, per poi seguirla a ruota. Scesero velocemente le scale, ma prima di entrare dentro il salone il bel vampiro gli sussurrò in un orecchio “Sento già la mancanza del tuo contatto” detto ciò la superò e gli fece un occhiolino, se avesse potuto sarebbe arrossita a dismisura. Trovarono Sarah intenta a parlare con Alice e Rosalie,mentre di Vergil e Cain non vi era traccia, al suo sguardo leggermente allarmato su dove potessero essere quei due fiaccanaso Sarah gli disse “Vergil è andato con Emmett e Jasper a vedere le loro macchine,sai che è un patito di motori, mentre Cain ha seguito a ruota Carlisle nel suo studio, stavano parlando di chimica e medicina” dicendo ciò marcò le ultime parole roteando gli occhi, sapeva che chimica e medicina erano gli argomenti più noiosi per Sarah, “Che ne dici se andiamo in giardino” vedendo l’espressione allegra del bel vampiro non seppe resistere. Si sedettero sotto il gazebo, che si trovava dietro la casa vicino al ruscello, Edward iniziò a tempestarla di domande su quali fossero i suoi hobby, la musica che gli piaceva e infine sulla sua famiglia “Diciamo che il nostro clan è molto numeroso, anche se molte volte alcuni di noi partono e tornano dopo alcuni anni. Ho legato molto con Cain e Vergil, non solo perché sono state le prime persone che ho visto al mio risveglio, ma perché mi hanno trattato subito come una sorella, con Sarah invece si è subito creato un legame complice, in lei non ho solo trovato una sorella, ma anche un’amica fidata, non feci neanche in tempo presentarmi che lei mi trattò subito come una di loro, come se ci conoscessimo da una vita. Infine vi sono i miei genitori, li considero così anche se non sono i miei genitori biologici, Julian è un vampiro fantastico, saggio, buono, altruista, estremamente intelligente e carismatico, è lui che guida la nostra comunità e al suo fianco vi è Antea, incarna perfettamente l’ideale di mamma, un po’ come Esme, quando mi abbraccia mi sento così protetta e al sicuro…. Scusa sto parlando un po’ troppo” alle sue parole Edward gli sorrise dolcemente, chinò leggermente la testa da un lato come per guardarla meglio “No continua a parlare, mi piace troppo sentirti parlare, sono stato per troppi anni senza sentire il suono della tua voce” a quelle parole si rattristai leggermente, la vocina  dentro di lei tornò prepotente – rivuole la sua Isabella, non vuole te – era vero Edward stava cercando la ragazza che era scomparsa cinque anni fa, non lei. Dovette accorgersi del suo cambiamento d’umore “Bella è tutto a posto, ho detto qualcosa di sbagliato?” non gli piaceva quell’espressione cupa sul volto di quell’angelo “No, stavo pensando se posso toccarti per vedere qualche strascico della mia vita antecedente” senza aspettare una risposta si sporse verso di lui per toccarli il braccio, ma lui si allontanò bruscamente, sembrava offeso e non ne capiva il motivo “Non voglio che ti ricordi di me in base alle tue visioni, voglio che ricordi tutti i nostri bei momenti spontaneamente, come hai fatto prima nella mia stanza” si vergognò profondamente della sua azione, si alzò velocemente per correre dentro, ma lui la bloccò per un braccio e l’abbracciò da dietro sussurrandogli dolcemente “Non volevo offenderti, lo so che ti stai sforzando di ricordare, ma vedrai pian piano la memoria tornerà” detto ciò gli depositò un casto bacio dietro l’orecchio.

Si trovava bene a parlare con Carlisle, lo trovava alquanto interessante, insomma non capitava tutti i giorni di incontrare un vampiro medico, stimava la sua determinazione a voler essere il più possibile simile agli umani, nonostante i suoi anni di astinenza sicuramente lui non avrebbe resistito alla tentazione del sangue fresco in una sala operatoria, prediligeva sicuramente la teoria alla pratica “Se vuoi posso prestarti qualche libro” gli sorrise leggermente “Carlisle non c’è bisogno che trovi una scusa per rivederci il giorno seguente, abbiamo deciso di restare, non scapperemo di certo” un sorriso imbarazzato spuntò sul viso del medico, da quel poco che aveva visto Edward era il suo figlio preferito ed era più che normale che cercasse di aiutarlo, poi la sua espressione si fece più seria “Quando avete intenzione di partire?” “Tra tre giorni, dobbiamo assolutamente rientrare e   Isabella ritornerà con noi” senza volerlo marcò le ultime parole, in modo da mettere in chiaro la situazione, Carlisle si sedette sulla poltrona in pelle, lo guardò deciso “E se Isabella decidesse di restare?” a quella domanda si mise a ridere leggermente, poi si alzò lentamente per mettersi di fronte alla grande vetrata dove scorse Isabella e Edward “Certo è una possibilità, ma sicuramente tornerà con noi per dare l’ultimo saluto a Julian, gli vuole troppo bene , ne è estremamente riconoscente e poi il futuro si vedrà,a dirla tutta sono estremamente curioso di vedere come si evolveranno le cose” dopo poco Carlisle si mise al suo fianco, aveva dipinto sul suo viso un’espressione felice “Credo che se nessuno di noi metterà il proprio zampino quei due si ritroveranno di nuovo, il loro amore è troppo forte” un sorriso amaro spuntò sulle sue labbra “Non sempre l’amore vince, a volte prende il sopravvento la ragione” il medico per risposta lo guardò divertito, come se sapesse qualcosa che a lui era ignoto “Scusa la franchezza della mi domanda, ma Cain tu hai mai provato un amore così profondo da superare di gran lunga la razionalità?” era inutile rispondergli, perché sapeva che Cralisle aveva già intuitola sua risposta “Chissà magari un giorno lo troverò anche io…. Anche se ho i miei dubbi” .

A differenza di Cain li trovava estremamente simpatici i Cullen, soprattutto Emmett, più o meno si assomigliavano caratterialmente, adoravano i motori, le belle ragazze e soprattutto le battute di caccia “Allora che ne pensi del nostro garage?” “Bè non è male” alla sua risposta sia il moro che il biondo fecero un ghigno di vittoria, poi Jasper gli chiese “Scusa la domanda, ma volevamo sapere che tipo di rapporto lega Isabella e Cain?”, aveva percepito per tutto il tempo l’impazienza dei due a chiedergli quella domanda, fece un lungo sospiro, non riusc “E’ senza dubbio un rapporto fraterno, come vi ha già detto Sarah tutti noi speravamo che tra i due sbocciasse qualcosa, ma purtroppo nisba, quei due si vedono solo come fratelli… Cain è iperprotettivo con lei perchè credo che nella sua vita da umano abbia perso i suoi cari  perciò credo che non voglia perderla, a volte mi chiedo come faccia a rimanere da solo, è vero ha noi, ma non è la stessa cosa di avere una compagna... comunque vi chiedo di avere pazienza con lui, è così acido perché in realtà ha solo paura per Bella… Scusate parlo sempre troppo” per risposta Emmett gli diede una sonora pacca sulle spalle, ringraziò il cielo di essere un vampiro se no sarebbe morto all’impatto “Sei proprio un  bravo ragazzo, perdon un bravo vampiro” detto ciò si misero a ridere insieme sotto lo sguardo divertito di Jasper.

Quando l’orologio segnò le undici Cain decretò che fosse l’ora di tornare a casa, come la sera antecedente Edward cercò di convincerli a rimanere facendo notare che i vampiri non avevano bisogno di dormire e che era uno spreco di tempo quel continuo avanti indietro, ma il biondo fu irremovibile. Arrivarono in poco tempo all’albergo, questa volta fu Sarah a recuperare le chiavi aggiungendo un’occhiataccia alla povera ragazza alla recepsion, la scena scatenò una certa ilarità tra loro, persino Cain ne sembrava divertito, prima che ognuno entrasse nelle proprie camere disse “Domani non potrò venire con voi dai Cullen, ho alcune commissioni da fare, ci rivediamo domani sera qui verso le undici” detto ciò si chiuse nella sua stanza senza aspettare una risposta.
Aveva passato una giornata bellissima con Edward, al suo pensiero istintivamente si portò una mano dietro l’orecchio dove aveva depositato il suo bacio, dannazione sembrava una scolaretta delle medie che si era presa la sua prima cotta, si buttò a peso morto sul letto coprendosi il viso col cuscino per la vergogna. Stette in quella posizione per un po’ di tempo fino a quando non sentì uno strano rumore provenire dal balcone della sua stanza, scattò velocemente verso la porta finestra, sperò vivamente che non fosse un ladro, prese un bel respiro e aprì velocemente la portafinestra pronta ad attaccare, ma di fronte si trovò Edward che la fissava leggermente sorpreso. Se fosse stata umana sicuramente sarebbe arrossita o avrebbe avuto di sicuro un infarto, si fissarono per alcuni secondi “Posso entrare o devo rimanere tutta notte qua fuori?” si riscosse velocemente dal suo stato zombi “Cer-Certo” prima di richiudere la finestra controllò che ne Cain e ne gli altri due avessero visto o sentito nulla. Lo trovò seduto sul suo letto, sembrava un fotomodello con quei jeans blu, la maglietta bianca che risaltava i suoi muscoli e la giacca in pelle marrone, era ardir poco una tentazione enorme “Che cosa sei venuto a fare da me? Aspetta i tuoi familiari sono in pericolo? E’ successo qualcosa?” la risata cristallina del vampiro riempì la sua stanza, sarebbe rimasta ore ad ascoltarlo e a vederlo ridere “No, niente del genere… solo che mi mancavi… forse non sarei dovuto venire, è meglio se me ne vado” l’agitazione si impossessò di lei, non voleva che se ne andasse, lo fermò prendendolo per un braccio, non riuscì a guardarlo in faccia mentre lo pregava di restare, quanto si sentiva scema, poi sentì le dita di lui scivolargli sulla guancia fino sotto il mento per alzare la sua faccia in modo che potesse incatenarla nel suo sguardo color caramello “Non sai come mi fa piacere sentire queste parole da te, piuttosto volevo invitarti per una passeggiata in città” bè se ielo diceva con quegli occhioni non sarebbe mai riuscita a dirgli di no. Sgattaiolarono come due ladri dalla finestra, pregò in tutte le lingue che i suoi fratelli non si accorgessero della sua assenza, all’iniziò si sentì estremamente agitata, non era la prima volta che stava sola con lui, eppure non riusciva a sciogliersi completamente, era come se si sentisse fuori luogo, fino a quando risero insieme dopo una storia su Emmett che gli aveva raccontato, passeggiarono per tutto il lungo mare, ogni tanto qualche ragazza si fermava a fissare Edward, dopotutto era più che normale essendo un ragazzo bellissimo, dall’altra parte ne era gelosa, anche se non ne capiva il motivo dato che lui non era il suo compagno. Arrivarono fino al grande molo dove lui la prese per mano, si sentì felice in quel momento avrebbe voluto che quella notte non finisse mai, avrebbe voluto che quei tre giorni non finissero mai, avrebbe voluto che il destino non gli avesse mai cancellato la memoria.    

 

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


Evviva sono riuscita ad aggiornare, come sono contenta!!! Rongrazio tutti coloro che hanno letto e recensito la mia storia, ora vi lascio alla lettura del nuovo capitolo!!!
Baci Miki87

Era passato per salutare Cain prima di andare dai Cullen, ma non lo aveva trovato, doveva già essere uscito dall’albergo, quando chiese alla ragazza della recepsion a che ora era uscito suo fratello gli rispose che l’aveva visto uscire verso le sette del mattino. Chissà con chi doveva vedersi, non gli piaceva l’idea di Cain da solo per la città, per carità aveva più volte mostrato un autocontrollo eccezionale in presenza degli umani, eppure si sentiva inquieto. Sentì lo sguardo di Sarah, capì che anche lei era preoccupata per Cain come lo era lui, erano state poche le occasioni in cui loro tre erano stati lontani o che Cain li tenesse all’oscuro di qualcosa, istintivamente strinse quella mano candida nella sua, come per cercare sostegno che trovò immediatamente nel suo sorriso “Hem hem mi dispiace rovinare questo momento idillico, ma vi pregherei di lasciare a più tardi queste smancerie e di concentrarvi sulla strada” sia lui che la sua ragazza si lasciarono andare a una risata, adorava mettere in imbarazzo Bella “Scusaci, per caso sei gelosa? Non ti preoccupare tra poco arriveremo dal tuo bello” a quella domanda la vampira gli fece una linguaccia, chissà che cosa provava Isabella per quel vampiro?! Ne aveva parlato l’altra notte con la sua compagna, che come al solito fu molto evasiva, sapeva benissimo che loro due ne avevano parlato e che non avrebbe mai tradito la confidenza della sorella. Anche i Cullen rimasero alquanto sorpresi dalla mancanza di Cain, solo Edward ne sembrava contento, tanto che gli chiese se poteva portare Bella in un luogo a loro caro, sperando che acquistasse la memoria, vedendo gli occhi di sua sorella illuminarsi non potè negargli quel favore e dopotutto si fidava di Edward.

Stavano correndo nel bosco da parecchi minuti, quel bosco gli sembrava familiare, come se ci fosse già passata, istintivamente chiuse gli occhi, assaporò la dolce brezza che odorava di resina e del dolce profumo del suo accompagnatore, poteva percepire anche il calore dei tenui raggi che filtravano dai rami “Siamo arrivati”, miracolosamente non andò a sbattere contro il vampiro si guardò attorno e non vide nulla di diverso da prima, tranne uno spiraglio di luce che non gli permetteva di vedere oltre, Edward la prese per mano e la condusse verso di essa e quello che vide la lasciò completamente spiazzata. Davanti a se aveva una bellissima raduna, sembrava a forma quadrangolare, ma la cosa che la lasciò più stordita furono i dolci aromi prodotti dai meravigliosi fiori che sembravano formare un bellissimo tappeto colorato, ora era sicura al cento per cento di esserci stata in quel posto, si girò verso Edward, chissà cosa si aspettava, dannazione era anche tremendamente bello sotto la luce del sole, la sua pelle diafana emanava tanti luccichii come se fosse ricoperto di diamanti, il bellissimo paesaggio al confronto perdeva qualsiasi valore, nel frattempo aveva cercato di decifrare la sua reazione lo vide aprir bocca, ma velocemente gli mise sopra un suo dito “Aspetta, non parlare… io sono sicura di esserci già stata in questo posto, fammi solo mettere a posto le idee e i ricordi” stettero in silenzio per parecchi minuti, tanto che pensò fossero passate ore, il vampiro fece ciò che gli aveva chiesto, non si mosse neanche di un millimetro, la sua mente potè vagare fino ai suoi ricordi più intimi che aveva celato “Ora ricordo, questa è al nostra raduna è qui che mi hai fatto vedere di ciò che eri capace e mi ricordo il bellissimo bagliore che emanava la tua pelle, cercavi in tutti i modi di intimorirmi, tanto da farmi sentire come un uccellino in gabbia, ma ti amavo già troppo per lasciarti andare” quando aprì gli occhi trovò Edward con un’espressione indecifrabile sul volto, come una furia la prese tra le sue braccia e la baciò, si sentì subito stordita al contatto delle loro labbra, quel contatto così intimo gli mise addosso una nuova sensazione, si sentiva in defibrillazione e allo stesso tempo intimorita. Quando si staccarono nascose velocemente il suo viso nel petto del vampiro, non sapeva che cosa avrebbe letto in quei pozzi color ambra, Edward la teneva ancora stretta a se, avrebbe voluto stare in quella posizione per sempre, sentì una mano di lui posarsi su una sua guancia poi scivolò lentamente sotto il suo mento per alzare il suo viso, quando i loro sguardi si incrociarono vi lesse dentro pura passione, come se fosse stato a rallentatore il bel vampiro posò di nuovo le sue labbra sulle sue, questa volta fu lei a essere più passionale, portò le sue mani sulla chioma ramata per imprimere più pressione, la sua lingua scivolò dolcemente nella bocca di lui che la accolse con altrettanta dolcezza, fortunatamente per loro i vampiri potevano anche non respirare, ma dopo qualche minuto, che a lei sembrarono un’eternità, si staccarono. “Cavoli, mi sento quasi svenire” alle sue parole Edward la sostenne ancora di più, facendosi scappare una risata “Ahaha non pensavo che ti avrei fatto  ancora questo effetto una volta diventata vampira, non ti nascondo che la cosa mi rende alquanto felice” dio come era bello quando rideva, avrebbe voluto vederlo sempre ridere, senza accorgersene portò una sua mano sulla guancia di quel dio greco, accarezzò dolcemente la pelle marmorea, sapeva già che gli sarebbe mancato una volta tornata a casa, sentì una strana morsa al petto, come se qualcuno gli avesse conficcato un coltello “Cosa c’è che non va Isabella?” si stava mentalmente insultando, perché diavolo non riusciva a nascondere le sue emozioni?! Sarah gli diceva sempre che lei era come un libro aperto e che non era difficile capire che cosa pensasse “Stavo pensando che tra qualche giorno tutto ciò mi mancherà” senza che se ne accorgesse Edward si staccò velocemente da lei e si nascose nel buio della foresta, per poi apparire sul limitare della raduna, a causa dell’ombra di un albero non riuscì a guardare l’espressione del suo viso, ma notò che i muscoli delle braccia erano tesissimi e che teneva le mani chiuse a pugno, “Edward…” la sua voce fu un leggero sussurro, ma era conscia che lui l’avesse sentito, si avvicinò lentamente alla figura del vampiro, quel tanto per vedere la sua espressione e ciò che vide la lasciò leggermente scossa, la faccia di quell’angelo si era quasi trasformata in quella di un demone, un bellissimo demone, i lineamenti perfetti erano contratti, la mascella rigida e gli occhi prima color ambra erano due carboni ardenti, avrebbe dovuto impaurirsi e invece si sentiva perdutamente attratta da quel demone “Edward io non volevo farti arrabbiare ma” non riuscì a finire la frase perché il vampiro si era catapultato su di lei, non fece neanche in tempo a reagire, velocemente l’aveva trascina sul terreno, per poi chiuderla nella sua morsa tenendole ferme le braccia con le sue mani da pianista, si fissarono per parecchio tempo negli occhi poi lui iniziò a parlare come un fiume in pena “Io non voglio che tu te ne vada, dopo tutti questi anni di angosce e dolori, ora che ti ho ritrovato non lascerò che tu sparisca di nuovo dalla mia vita, se sarà necessario ti seguirò in capo al mondo, anche se tu non mi vorrai e mi dirai di andarmene io ti starò incollato per l’eternità perché tu sei tutta la mia vita, io ti amo” per l’ennesima volta ringraziò il cielo di non essere umana, se no sarebbe morta d’infarto, era la prima dichiarazione che aveva ricevuto in tutti quei cinque anni, sapeva che non era la prima volta che lui gli dichiarava il i suoi sentimenti, ma non riusciva a non provare quell’emozione travolgente e sconvolgente, era forse quel sentimento che chiamano amore?! Sembrava che aspettasse una sua riposta, non sapeva che cosa rispondere, avrebbe voluto dirgli anche lei che lo amava, ma aveva ancora dei dubbi che non riusciva a risolvere, così lasciò che fosse il suo corpo a parlare e lo baciò con trasporto.

Rimase affascinata dal quadro che era esposto, raffigurava un paesaggio autunnale, i colori caldi creavano un perfetto contrasto tra loro, si vedeva che il pittore amava quel luogo “Ti piace? L’ho dipinto qualche anno fa, è una foresta del Canada, è li che io e Carlisle abbiamo fatto la nostra prima vacanza insieme” “È  bellissimo… è da molti anni che non vedo più un paesaggio autunnale, nella zone in cui siamo noi la foresta è completamente formata da pini. Scusa Esme ma sai dove è finito il mio fidanzato?” Esme la guardò dolcemente “Credo che sia andato a caccia con Emmett e Jasper, quei tre si sono proprio trovati, ti andrebbe di andare a fare un giro con me e Alice?” “Certo” trovava Esme e Alice molto simpatiche, la prima gli ricordava sua madre, entrambe avevano quella voglia di amare il prossimo senza mai chiedere nulla in cambio, mentre Alice era così esuberante e dolce, che lasciava tutti spiazzati. Parlarono  del più e del meno, fino a quando Alice gli chiese “All’ora quando partirete?” notò la nota malinconica nella voce della ragazza, mentre Esme la guardava leggermente ansiosa, aveva capito che tutta la famiglia Cullen era molto legata a Isabella, ma anche lei si sentiva strappare via una parte del suo essere al solo pensiero che la sorella prendesse la decisione di abbandonare lei e gli altri, non voleva neanche immaginare la sua reazione e quella di Cain e Vergil erano tutti e quattro troppo legati, ormai facevano quasi tutto insieme, sicuramente il dolore che poteva solo immaginare i Cullen l’avevano provato alla scomparsa di Bella “Partiremo domani verso le prime ore del pomeriggio… mi spiace” riuscì a dire solo quello, mentre le due vampire assunsero un’aria addolorata, se avessero potuto piangere sicuramente lo avrebbero fatto. Per tutto il resto della passeggiata Esme non disse nulla, mentre Alice cercò di essere la stessa, ma si notava lontano un miglio che stava fingendo, quando tornarono a casa trovò Vergil giocare a sacchi con Jasper, i due dovettero capire immediatamente dai volti delle tre che qualcosa non andava, il moro si avvicinò a lei e in sussurro che potesse solo udire lei gli chiese che cosa c’era che non andasse, tentò di eludere il discorso chiedendogli che cosa avessero fatto per tutto quel tempo “Emmett e Jasper mi hanno portato in una riserva di orsi, hehe dovevi vederci ne abbiamo abbattuto uno in soli due minuti, era da tanto che non mi divertivo così… piuttosto Bella?” la vampira scosse leggermente le spalle, entrambi si girarono vero Alice “Edward l’ha portata nella loro raduna, saranno qui tra meno di cinque minuti”.

Avevano trascorso una giornata stupenda, entrambi avevano sperato che la giornata non finisse mai, ma il crepuscolo arrivò velocemente e dovettero tornare a casa prima che Vergil e Sarah venissero a cercarli. Trovarono tutta la famiglia Cullen e i due vampiri in sala attenti a seguire il racconto di Emmett sulla loro caccia, Edward lesse nella mente del fratello che era stata una delle sue migliori battute di caccia e che Vergil era un predatore eccezionale “Grazie a Vergil siamo riusciti subito a individuare dove fosse quell’orso, era uno dei più grandi che abbia mai cacciato, dovevi esserci Ed” “Sarà per una prossima volta” isabella nel frattempo si era avvicinata a Sarah “Per caso avete sentito Cain?” già il biondo non si era fatto sentire per tutto il giorno, cosa che non passò inosservata a nessuno, il vampiro dagli occhi di ghiaccio prese il suo cellulare e sparì in cucina, per poi tornare dopo due minuti “Ha detto che farà tardi, ha avuto problemi col fornitore … non ci crederai Bella ma ha anche aggiunto che non ha nulla in contrario se vuoi passare la notte dai Cullen e che passerà lui domani mattina con  tutti i nostri bagagli, ovviamente se per voi non è un problema” l’intera famiglia assunse un’espressione raggiante e se avesse potuto Edward avrebbe anche fatto i salti di gioia, ma mantenne la sua compostezza, Esme rispose immediatamente che per loro non vi era nessun problema e ch se avessero voluto sarebbero potuti stare anche Vergil e Sarah, i due guardarono Isabella prima di dare qualsiasi risposta “Se non è un disturbo, piuttosto qui gatta ci cova che diavolo avrà combinato per volerci lontani da lui?” al che i tre assunsero un’aria pensierosa, poi Sarah  azzardò un’ipotesi “Che abbia gravi problemi con la” ma si bloccò subito vedendo che la famiglia Cullen era ancora intenta a fissarli, per sua sfortuna Edward lesse nella sua mante, ma decise di non dire nulla e di mentenere il loro segreto.

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


Si erano chiusi nella camera che Esme aveva preparato per Vergil e Sarah, i tre stavano cercando di capire lo strano comportamento del fratello, non era da lui lasciare queste concessioni, Sarah era quella più preoccupata, mentre il suo compagno sembrava calmo e Isabella era rimasta in un angolo a pensare. Vedendo i due così rilassati la vampira dagli occhi verdi sbottò “E se la polizia gli fosse alle calcagna? Magari hanno capito che siamo stati noi a rubare la spilla e adesso Cain è intento a seminare qualsiasi sospetto!” certo non potevano scartare quell’ipotesi, ma dopotutto non vi era stato quel forte clamore alla scomparsa dell’oggetto, Vergil cercò di calmare la sua ragazza “Non credo tesoro, insomma se fosse realmente così Cain avrebbe dovuto scappare dalla città e non rimanerci e ricordiamoci che nessuno ci ha visto…. A mio parere qui vi è in mezzo una ragazza e bravo il mio fratellino,finalmente è cresciuto” le due vampire guardarono in malo modo il ragazzo, come per fargli capire che quella ipotesi era assolutamente assurda, Isabella si mosse dal suo angolino avvicinandosi alla porta mentre diceva “È totalmente inutile rimanere qui a fare ipotesi, dobbiamo avere solo fiducia in Cain e aspettare che arrivi, se vorrà ci racconterà lui che cosa è successo” dicendo ciò uscì dalla stanza.

Guardò fuori dalla grande vetrata, il paesaggio era bellissimo e la luna risplendeva  in alto nel cielo, quella notte era totalmente piena, la sua luce si espandeva sul bosco creando un’atmosfera ultraterrena, come se quel bosco fosse incantato. Si  girò verso Vergil per dirgli di raggiungerla per poter godere insieme di quello spettacolo, ma lo vide disteso su letto, sembrava totalmente rilassato, invece notò che era tutto il contrario, le braccia tese con le mani chiuse a pugno e il volto contratto in una morsa nervosa. Era tipico di Vergil, cercava sempre di passare per il giullare per  cercare di smorzare la situazione e invece era il più teso e preoccupato, gli si avvicinò velocemente e gli si sedette sopra, lo sentì sussultare leggermente mentre i suoi occhi color ghiaccio la fissarono stranita “Dimmi che cosa ti preoccupa, non tenerti tutto dentro e non dirmi che va tutto bene perché lo sento e lo vedo che non è così” il vampiro gli sorrise dolcemente, mentre una sua mano andò a insinuarsi tra i lunghi capelli della fidanzata, era l’unica oltre a Cain a conoscerlo così bene, non riusciva a nascondergli nulla “Stavo pensando a un’altra ipotesi del perché quello stronzo non ci voglia tra i piedi … spero che non sia così” Sarah lo fissò ancora più intensamente, come per incitarlo ad andare avanti “ Premettiamo che è solo un’ipotesi …E se Cain avesse attaccato qualcuno e lo avesse ucciso? lo so è il più anziano tra noi e più di una volta si è dimostrato all’altezza della situazione, ma ricordiamoci che è altrettanto facile cedere alle tentazioni” la sua mente lo riportò a quando qualche anno dopo alla sua trasformazione, credendo di essere sicuro al cento per cento di controllare la sua sete, aveva attaccato una ragazza innocente in mezzo a un bosco, ricordava la lussuria e il piacere che aveva provato nell’uccidere quella creatura così fragile, ma era durato tutto un attimo in confronto allo schifo che aveva provato verso se stesso, dopo aver prosciugato la sua vittima, non voleva più tornare da Julian e gli altri, era troppa la vergogna e sicuramente lo avrebbero cacciato via… invece arrivò Cain che lo aiutò a far scomparire il cadavere e a pulirsi del sangue della sua preda, non lo aveva guardato con odio, ma con comprensione dicendogli “Ti stai chiedendo perché non provo ribrezzo nei tuoi confronti? Semplice l’odio che stai provando per te stesso è già abbastanza … non ti preoccupar sarà un nostro segreto” se quello che aveva supposto fosse stato vero, avrebbe aiutato senza esitazioni il fratello a far scomparire il misfatto e avrebbe custodito il suo segreto, ma Cain aveva preferito lasciarlo fuori da ciò. Sarah non si era spostata un millimetro dalla sua posizione, continuò a fissarlo con il suo sguardo dolce, accarezzò la sua guancia per attirare l’attenzione su di se “Non ti devi preoccupare, come ha detto Isabella dobbiamo avere fiducia in Cain, vedrai andrà tutto bene” si sorrisero a vicenda, poi Vergil assunse un’aria furbetta “Di la verità ti sei messa in questa posizione per provocarmi a volte sei più lussuriosa di me” alle sue parole Sarah gli tirò un leggero ceffone per poi alzarsi dicendo “Sei il solito cretino, non sei capace di rimanere serio per oltre cinque minuti, vado a farmi un giro” “Ma amore stavo scherzando”

Era ferma davanti alla sua porta con la mano sospesa da ben cinque minuti, non sapeva se a Edward avesse fatto piacere averla tra i piedi, magari aveva bisogno della sua intimità, eppure sentiva il bisogno di vederlo, di poterlo toccare e baciare “Che stai facendo?” “Mi stavo chiedendo se era il caso di disturbare Edwa-“ ma si bloccò a metà frase perché notò che la voce alle sue spalle apparteneva al bellissimo vampiro, ecco ora di sentiva una perfetta cretina, mentre lui continuava a ridacchiare, non aveva neanche avuto il coraggio di girarsi per vedere il suo bellissimo viso. Ci pensò lui a prendere in mano la situazione, si avvicinò di più a lei, poteva sentire il suo petto scolpito attaccato alla sua schiena, la sua faccia che si insinuava tra il suo collo e la spalla e la sua mano che andò ad aprire la porta, rimase spiazzata dall’ultimo gesto, poi con l’altra mano la sospinse all’interno di essa, per poi richiudersi la porta alle spalle, farla girare verso di lui e baciarla come solo lui poteva fare. Ogni sua particella era in estasi, le sue mani vagarono su quella schiena ampia, la sua bocca non voleva assolutamente staccarsi da lui, mentre tutto il resto del suo corpo reclamava la totale vicinanza con quel dio greco, come se si volesse plasmare con esso. Senza rendersene conto si ritrovò distesa sul divano in pelle con Edward sopra di lei, quando sentì una mano di lui intrufolarsi sotto la sua maglietta un leggero panico si impossessò di lei, stava accadendo tutto troppo velocemente “Ed-Edward aspetta …. Stiamo correndo un po’ troppo” alle sue parole il vampiro di staccò subito dalle sua labbra la guardò intensamente negli occhi, sembrava leggermente dispiaciuto “Mi spiace mi sono fatto prendere dalla foga del momento, non capiterà mai più” dannazione non voleva che andasse a finire così, non voleva vedere quell’espressione su quel viso angelico, tanto che si ritrovò a dire con foga “No, non volevo offenderti…. È che per me è successo tutto così rapidamente … e poi sarebbe la mia prima volta, almeno credo non so se noi due” le ultime parole le sussurrò, sperò che lui le avesse sentite, non avevano mai parlato del grado d’intimità che avevano raggiunto loro due, prima che sparisse, dovette averlo compreso perché la guardò dolcemente “No non siamo arrivati fino a quel punto” poi gli baciò una guancia e scese verso il suo collo, sentì tutte le sue difese rompersi come una diga in piena, cavoli si sarebbe fatta fare di tutto da quell’angelo, ma improvvisamente lui si staccò da lei sedendosi sul divano portandola seduta sulle sue  gambe, stettero parecchio tempo in quella posizione “Allora domani parti?” notò la nota di malinconia nella sua voce, si strinse più a lui come per imprimergli la sua presenza “Partiremo nel primo pomeriggio, ma non ti preoccupare massimo due mesi e ritornerò da te, devo soltanto sistemare delle cose, partecipare al compleanno di Antea e salutare la mia famiglia” poi lui gli baciò la nuca successivamente la fronte per poi  avvicinarsi lentamente alle sue labbra per sussurrargli sopra “Sarà un incubo stare senza di te per altri due mesi, ma ce la farò e nel caso non rispettassi la scadenza ti verrò a prendere io con la forza” a quelle parole non riuscì a trattenere una risata, sapeva benissimo che ne sarebbe stato capace e questo la rendeva estremamente felice “Piuttosto è per quella donna che chiamate Antea che avete rubato la spilla al museo?” dannazione si era completamente dimenticata che Edward poteva leggere nel pensiero, di conseguenza aveva sentito i pensieri suoi e degli altri suoi fratelli, chissà ora che pensava di loro?! alzò velocemente il suo sguardo su quello del vampiro dicendogli “Sì, ma non è che l’abbiamo proprio rubata, l’abbiamo solo presa per restituirla alla legittima proprietaria, vedi la spilla era di mia madre prima che fosse trasformata in un vampiro e…” Edward non la fece finire di parlare, gli mise un dito sulle labbra, il suo sguardo non era cambiato per niente, la guardava ancora con affetto infinito “Ti credo, comunque non ne farò parola con nessuno, sarà il nostro segreto” dicendo ciò suggellò il loro patto con un casto bacio sulle sue labbra per poi continuare a tenerla stretta a se, rimasero in quella posizione per tutta la notte, ogni tanto si scambiavano qualche bacio e si sussurravano parole dolci, non vedeva già l’ora che quei due mesi passassero in fretta, per poter rimanere accanto a lui per l’eternità.

Spero che il nuovo capitolo vi sia piaciuto, vi ringrazio tantissimo per i vostri commenti, ad alucuni sono anche arrossita!!!! Ovviamente sono felicissima che molti di vuoi continuino a seguirla e a lasciarmi commenti, anche se a volte ci metto un eternità per postare, perciò vi ringrazio ancora tantissimo!!!!

Baci Miki87

 

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** Capitolo 8 ***


Era da quasi due giorni che non vedeva i suoi fratelli, il giorno prima aveva lasciato l’albergo prima che loro si muovessero verso casa Cullen e quando Vergil l’aveva chiamato per chiedergli se potevano rimanere a casa del clan di vampiri per tutta la notte, aveva lasciato senza troppi problemi il permesso, cosa che dovette stupire gli altri tre. Cercò di essere il più rilassato possibile, tra qualche minuto sarebbe arrivato a destinazione, sicuramente Vergil lo avrebbe tartassato di domande, a quel pensiero non potè non sbuffare, a volte suo fratello era davvero petulante, la cosa lo irritava parecchio, poi vi era Edward che poteva leggere il suo pensiero e capire che cosa aveva fatto il giorno e non voleva assolutamente far sentire a un estraneo che cosa aveva fatto, non sapeva neanche se poteva dirlo ai suoi fratelli. Prima di entrare dentro il vialetto accostò la macchina per poter riprendere il controllo di se stesso, le sue mani erano strette in una morsa convulsa sul volante, i suoi occhi erano nero pece e gli faceva ancora un male cane la spalla destra, cercò di rilassarsi appoggiandosi completamente al sedile, per riordinare i suoi pensieri.
Il giorno prima aveva incontrato il fornitore di materiali chimici, era andato tutto bene, non vi era stato nessun intoppo, poi aveva deciso di farsi un giro da solo per la città, amava vagare senza una meta, lo faceva rilassare, all’improvviso sentì un urlo provenire da un vicolo buoi, quello che vide lo lasciò basito, un gruppo di quattro ragazzi attorno a una ragazza indifesa. Istintivamente si gettò sui quattro, dopotutto lui era un vampiro contro quattro esseri umani, in meno di dieci minuti i quattro scapparono capendo di non aver speranza contro di lui “Ti ringrazio, ahi mi sono tagliata con un vetro” la poveretta si era tagliata un ginocchio son dei vetri che erano a terra, il suo naso percepì il dolce aroma del sangue di quell’essere indifeso, la sua bocca si riempì di veleno e la bestia che era in lui reclamava quel sangue, dopotutto erano solo loro due in un vicolo buio e poi era nettamente in vantaggio, vedendo la sua espressione la ragazza si avvicinò a lui “Hey tutto bene?”mentre lui indietreggiò, per poi correre via, fino ad arrivare dall’altra parte della città. Cercò di calmarsi, ma il suo istinto continuava a urlargli di tornare indietro e prendere ciò che gli spettava, sentiva che la testa gli pulsava e l’animale che era stava per prendere il sopravvento, ma la sua parte razionale cercava di combattere il suo istinto, non potendone più di quella tortura prese una bottiglia rotta li accanto a lui e se la conficcò nella spalla destra. Sentì un dolore atroce, il vetro aveva lacerato anche il muscolo, la sua maglietta si imbrattò velocemente di sangue, il dolore aveva occupato tutta la sua mente, ormai il ricordo del dolce odore del sangue della ragazza era stato sostituito dal dolore e dall’odore del suo sangue rarefatto, sentendo che le forze gli stavano venendo a meno si appoggiò contro il muro, per poi scivolarci addosso tenendo pigiata la ferita, il dolore pian piano stava scomparendo e la ferita si stava rimarginando, lasciando intravedere solo un lembo di carne più viva, segno della carenza di cibo. A quei pensieri si toccò ancora la ferita, doveva assolutamente sfamarsi prima di farsi vedere dai Cullen e dai suoi fratelli, si girò verso i sedili posteriori per prendere la sua borsa dove dentro vi era una sacca di sangue, era la sua scorta in caso di necessità, la divorò in pochi minuti, i suoi occhi ritornarono color ambra e le sue occhiaie diminuirono, ma il dolore alla spalla non scomparì del tutto, però ora si sentiva pronto per affrontarli.
Appena parcheggiò la macchina Vergil e quasi tutti i componenti della casa gli corsero in contro, il fratello guardò ammaliato il nuovo mezzo, che era poco di meno il nuovissimo Suv della BMW “E questo da dove salta fuori?” alla sua espressione meravigliata si lasciò scappare un sorrisino “Vacci piano non è mio, è di Constantin, mi ha chiesto di ritirarglielo e di portarglielo in buono stato, ribadendomi per ben ventimila volte che lo devo guidare solo io” il vampiro dagli occhi di ghiaccio lo guardò scocciato, per poi assumere il suo sguardo da bambino, che faceva cedere qualsiasi persona che lo vedeva, ma che con lui non funzionava di certo “Te lo puoi scordare Vergil, quando è no è no” alle sue parole il moro corse tra le braccia della fidanzata dicendo “Sarah, Cain non vuole farmi guidare il nuovo Suv di Constantin” la vampira alzò gli occhi al cielo, mentre gli altri sorrisero a quella scena.
Lei ed Edward erano rimasti indietro, era ora di salutarsi, la sua volontà era divisa in due, da una parte avrebbe voluto rimanere li con quell’angelo per tutto il resto della sua esistenza, mentre dall’altra non voleva abbandonare i suoi fratelli, alzò il suo sguardo per incontrare quei pozzi color dell’ambra che la lasciavano sempre senza fiato, ma non li incontrò perché il vampiro teneva il capo chino, il suo bel volto era dipinto da un’area triste e malinconica, non voleva vedere quell’espressione su quel volto angelico, dolcemente gli prese una mano “Edward tornerò presto, l’ho promesso e io mantengo sempre le mie promesse” in un nano secondo l’abbracciò forte “Lo so… ti aspetterò” le loro labbra si trovarono subito, per non cadere nella tentazione di non partire corse a salutare tutti gli altri componenti della famiglia, mentre lui rimase fermo in veranda, fino a quando le loro macchine non scomparirono dalla proprietà Cullen.

Nella loro macchina regnava il silenzio più assoluto, l’unico rumore era quello della radio che stava trasmettendo una canzone pop, sembrava che la sua attenzione fosse rivolta al paesaggio che vedeva attraverso il finestrino, mentre la sua mente stava vagando nei momenti più belli che aveva trascorso in quei giorni con Edward, il filo dei suoi pensieri si spezzò quando sentì il suo cellulare suonare la suoneria dei messaggi e quando lesse di chi fosse un largo sorriso spuntò sul suo viso “Immagino che sia pel di carota” rimase piuttosto stupita dal soprannome che aveva utilizzato il biondo “Il suo nome è Edward e ti pregherei di non prenderlo più in giro …. Piuttosto vorrei essere io a raccontare tutto a Julian” Cain fece solo un gesto di assenso con la testa, non sembrava affatto interessato dal suo discorso, sembrava che fosse in un altro posto, solo ora si rendeva conto quanto fosse più pallido e le sue occhiaie fossero più marcate, che erano i tipici segni della fame “Cain va tutto bene, cuoi che ci fermiamo a cacciare?” alle sue parole il fratello si riscosse, si guardò velocemente nello specchietto retrovisore e notò i segni che aveva visto Bella “No non ce ne è bisogno, mi sfamerò a casa, piuttosto non ti preoccupare Jul sarà contento per te” detto ciò la guardò con il suo solito sguardo dolce e il suo sorriso furbetto, quello era il vero Cain, il vampiro che l’aveva salvata e amata come una sorella “Grazie, credo che tu l’abbia capito ormai che tornerò da Edward e la sua famiglia” lo vide stringere di più il volante, il suo viso era diventato una maschera fredda e i suoi occhi neri come il carbone “Lo so e so anche che sarebbe inutile chiederti di non farlo, ma dopotutto è la tua vita Isabella, io non posso far altro che augurarti buona fortuna” ed ecco che era tornato il vampiro freddo e arrogante, le sue parole l’avevano lasciata di sasso, si sarebbe aspettata una sfuriata o una supplica a rimanere e invece lui l’avrebbe lasciata andare senza cercare di trattenerla, tipico di Cain preferiva ferire le persone prima che esse ferissero lui, così da farsi odiare, ma lei lo conosceva troppo bene e non sarebbe caduta nel suo gioco “Grazie, ti voglio e ti vorrò sempre bene, non mi dimenticherò mai di te e degli altri e poi non sentirai molto la mia mancanza, vedrai prima che te ne renderai conto sarò di nuovo al castello” detto ciò si sorrisero entrambi sapendo che il loro legame sarebbe stato più forte della lontananza. 




Spero che anche questo capitolo vi sia piaciuto anche se era soprattutto incentrato su Cain, lo so molte di vuoi pensavano che Cain architettasse qualcosa e invece... Ringrazio tutti voi per le vostre bellissime recensioni e all'affetto che dimostrate alla mia storia, spero di riuscire a postare altrettanto velocemente, Grazie ancora Baci
Miki87

 

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** Capitolo 9 ***


lost memories

Ecco che dire... imploro il vostro perdono, è da più di un mese che non aggiorno, comunque alla fine ce l'ho fatta!!! 
Come al solito vi ringrazio per le vostre bellissime recensioni che mi fanno sorridere e venir voglia di continuare a scrivere la mia storia. Ora vi lascio alla vostra lettura!!!
Baci Miky87


Arrivarono il giorno seguente a casa, ad aspettarli vi era Costantin che guardava già con occhi colmi d’amore il suo nuovo mezzo, all’inizio non li degnò di uno sguardo, ma controllò che la sua nuova adorata auto fosse in perfetto stato, per poi ringraziare il biondo per l’ottimo lavoro “Piuttosto non fate aspettare Julian, questa settimana è stata un inferno non faceva altro che borbottare tra se, non invidio per niente la povera Antea” Velocemente tutti e quattro arrivarono nello studio del vampiro più anziano, appena li vide si alzò velocemente dall’enorme poltrona in pelle per abbracciarli uno a uno, solo Cain si ritrasse dal suo abbraccio dicendo che era più che sufficiente una stretta di mano, passarono gran parte della mattinata a parlare della città e di come si fossero trovati in mezzo a tanti umani, solo lei era quasi totalmente assente dal discorso, non faceva altro che pensare al modo per raccontare a Julian la scoperta del suo passato “Bella tutto bene?” suo padre la stava guardando con uno sguardo leggermente preoccupato, pensò che fosse quello il momento giusto per raccontare tutto, ma appena aprì bocca entrò nello studio Antea, come al solito era bellissima e dolcissima “Finalmente siete arrivati, oh dovete raccontarmi tutto” dicendo ciò li baciò tutti sulla guancia e questa volta Cain non si ritrasse, l’unica persona da cui si faceva coccolare era la bellissima vampira bionda, notò che il viso del fratello allo sguardo materno assunse un’espressione dolce, come se davanti a lui ci fosse realmente sua madre, a primo impatto i due sembravano realmente madre e figlio, entrambi biondi e bellissimi, Cain si girò verso di lei e capendo che voleva parlare in privato con Julian disse alla vampira bionda “ Ti ho portato dei bellissimi suvenir, che ne diresti di andarli a prendere?” a quella richiesta Antea sorrise felice e precedette Cain, mentre Sarah e Vergil li seguirono a ruota. Non ci fu neanche il bisogno di girarsi perché Julian la precedette chiedendogli che cosa non andava “È una storia un po’ lunga, è meglio che ti metti comodo” gli raccontò quasi tutto nei minimi particolari, ovviamente non gli aveva raccontato nulla del museo, per tutto il racconto Julian non cambiò mai espressione, era serio e attento, non l’aveva mai interrotta e di quello gli fu estremamente grata, il momento più brutto fu quando gli disse che voleva ritornare dai Cullen “Sarei una bugiarda a dire che non voglio tornare per Edward, ma è anche vero che voglio tornare per capire e conoscere meglio il mio passato e nel mio passato fanno parte anche i Cullen e la città di Forks, di conseguenza devo tornare la per rimettere a posto tutti i tasselli mancanti” stettero in silenzio per diversi minuti, l’espressione del vampiro non era per nulla cambiata, si alzò lentamente dalla sua poltrona in pelle e si sedette nella sedia a fianco alla sua, gli prese dolcemente le mani e gli parlò “Sono molto felice per te, finalmente hai trovato qualcuno che può darti le risposte che cercavi, se credi che la cosa più giusta sia quella di ritornare dai Cullen io non ti impedirò di andare, lo sai la pria regola di questo castello è che ognuno di voi può andarsene quando vuole, ma allo stesso tempo può tornare quando meglio crede, perciò sarai sempre la benvenuta e ora togliti dal viso quell’espressione preoccupata e fammi un bel sorriso” l’ansia che l’aveva oppressa per tutto il viaggio era svanita come una bolla di sapone alle parole di colui che considerava come un padre, lo abbraccio di slancio ringraziandolo con il suo affetto, Julian lo contraccambiò subito, era così con lui, non servivano le parole lui riusciva a capire tutto al volo e sapeva infonderti quell’affetto e sicurezza che nessun’altro riusciva a darti "Ti devo chiedere un ultimo favore, potresti rimandare la tua partenza a dopo il compleanno di Antea?” lesse negli occhi del vampiro un leggero imbarazzo “Non ti preoccupare, partirò tra due mesi, il tempo di sistemare due o tre cose e darò la notizia della mia partenza ad Antea dopo il suo compleanno” con un tenue e dolce sorriso suo padre la ringraziò di cuore.

Sentiva già la straziante mancanza della sua adorata Bella, non aveva fatto altro che crogiolarsi nei suoi nuovi ricordi, sperava soltanto che quei due mesi passassero in fretta. Il filone dei suoi pensieri si interruppe quando sentì il suo cellulare squillare, lo prese velocemente e vide che era un messaggio del suo angelo “Siamo arrivati a destinazione, già sento la tua mancanza e non vedo l’ora di riabbracciarti” alla lettura di quel breve testo non riuscì a non sorridere, poi qualcosa scattò in lui, era arrivato il momento di incontrare e parlare con una certa persona, compose velocemente il numero, non dovette aspettare molto perché la persona in questione rispose subito “Se per te non è un problema vorrei incontrarti tra un ora al solito posto… Bene” Scese velocemente all’entrata per prendere la sua giacca e le chiavi dell’auto “Esco fuori ci vediamo più tardi” non attese nessuna risposta, sapeva benissimo che i componenti della casa l’avevano sentito, quando entrò in garage trovò Emmett intento a riparare una delle loro tante macchine d’epoca “Hey dove stai andando?” “Vado a farmi un giro, ci si vede” prima che potesse entrare in macchina il suo mastodontico fratello lo afferrò per un braccio “Ed sono felice che tu e Bella vi siate finalmente ritrovati … chi l’avrebbe mai detto, quella ragazza riesce sempre a sorprendermi … comunque volevo dirti di non preoccuparti prima o poi la memoria gli tornerà” notò il leggero imbarazzo del moro, Emmett poteva sembrare un ragazzo superficiale e un buffone, ma in realtà era un ragazzo dal cuore d’oro, gli diede una leggera pacca affettuosa sulla spalla “Grazie Emmett”.
Arrivò con un leggero anticipo al confine con La Push, si sedette comodamente su un’enorme roccia gustandosi la leggera brezza che gli accarezzava il viso, dopo poco sentì nell’area lo sgradevole odore del licantropo, dannazione non riusciva ancora ad abituarsene, da un folto cespuglio uscì fuori il suo miglior nemico Jacob Black.

Era successo tutto un anno dopo la scomparsa di Bella, una notte mentre girovagava per i confini dei loro territori si imbatte nell’enorme lupo, come di consuetudine all’inizio si erano insultati a malo modo, il licantropo lo aveva accusato della morte di Bella e del dolore di Charlie “Hai ragione la colpa è tutta mia, dovevo lasciarla perdere fin dall’inizio, ma il mio egoismo è stato talmente forte che non ho resistito” alle sue parole Jacob si scaraventò contro di lui e iniziarono ad azzuffarsi, smisero soltanto quando entrambi furono stremati, il licantropo si calmò e poi iniziò a parlargli civilmente, dopotutto avevano una cosa in comune, entrambi avevano amato Isabella. Da quella sera lui e il licantropo si trovavano qualche volta a parlare insieme in quel piccolo spazio verde, rimanendo sempre a debita distanza “ Come mai mi hai chiamato, è in vista un nuovo nemico?” trovava alquanto divertente la voglia di combattimento che avevano i licantropi “No, ma è successo qualcosa di altamente inaspettato, qualcosa che credevo ormai impossibile … Isabella è viva” quelle tre parole lasciarono sbigottito il licantropo, i suoi occhi si dilatarono dalla sorpresa e il suo respiro accellerò“Non è un bello scherzo sanguisuga”, sapeva quanto Jacob aveva fatto fatica a dimenticare Bella, ma a differenza sua era riuscito ad andare avanti, forse anche grazie al fatto che aveva avuto l’imprinting con una ragazza del college che frequentava, ma non poteva nascondere di certo l’effetto che gli procurava ancora quel nome “Non lo è, anche se non è totalmente viva dato che è diventata un vampiro” gli raccontò tutto, dove l’aveva incontrata, della storia di Victoria e della amnesia di Isabella “E’ per questo che per tutti questi anni Isabella non è mai tornata a casa e Victoria è stata davvero abile a ingannarci” Jacob stette zitto per parecchio tempo, l’unico rumore che proveniva da lui era il suo forte respiro, le mani e il resto del corpo tremavano leggermente e i suoi occhi erano rimasti chiusi, lo riportò alla realtà quando gli chiese di chiedere ai saggi di La Push di permettere a Bella di poter vivere a Forks dato che anche lei seguiva la loro dieta e sarebbe ritornata tra due mesi per vivere con lui  “Proverò a chiedere il consenso” si incamminò verso il limitare della foresta, ma prima di sparire all’interno di essa pensò “Com’è diventata? Insomma è cambiata tanto?” si aspettava già questa domanda”È diventata ancora più bella, ma il suo carattere è rimasto sempre lo stesso, dolce, insicura ed estremamente cocciuta” potè scorgere un leggero sorriso e una sola lacrima di felicità solcare il viso del licantropo prima che sparisse nel folto della foresta.




Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** Capitolo 10 ***


 Ogni giorno lei ed Edward si mandavano una marea di messaggi e almeno due chiamate al giorno, era davvero dura nascondere il suo entusiasmo alla sua madre adottiva, avrebbe tanto voluto parlare con lei del suo passato ed avere dei consigli materni, ma aveva fatto una promessa a Julian e l’avrebbe mantenuta. Per sua fortuna quella sera si sarebbe svolta la festa di compleanno della padrona di casa, si rimirò per l’ultima volta allo specchio, indossava un lungo abito blu notte che aveva una leggera scollatura, i capelli li aveva lasciati sciolti, per dargli un tocco in più aveva solo aggiunto delle mollette d’argento, poi si era truccata leggermente e infine aveva indossato un paio di decolté dello stesso colore dell’abito. Quando uscì dalla sua camera trovò fuori ad aspettarla Cain, doveva ammetterlo era davvero elegante, indossava un bel completo nero con sotto un dolcevita bianco, i capelli di solito in disordine erano stati tirati all’indietro col gel, gli fece il suo solito sorriso biricchino “Potrei avere la fortuna di essere il suo cavaliere questa sera?” dopo il loro arrivo al castello il biondo gli era stato piuttosto distante, a volte sembrava che addirittura la evitasse, all’inizio ci era rimasta male, ma poi il suo orgoglio aveva preso il sopravvento e aveva iniziato ad evitarlo anche lei “Non saprei, sai in questo mese non sei stato molto carino nei miei riguardi” in un attimo Cain gli fu di fronte, dai suoi occhi lesse un leggero dispiacere “Mi spiace, ma avevo delle cose da fare, mi puoi perdonare?” non gli diede nessuna risposta, ma lo prese velocemente sottobraccio per poi avviarsi insieme nel salone.
Il salone era addobbato con palloncini e festoni, a differenza delle solite feste non vi era nessun tipo di cibo umano, ma vi erano delle brocche con il loro nettare preferito, da quanto aveva saputo era stato Vergil con altri tre vampiri a procurare tutto quel sangue animale. Poco lontano dal tavolo notò Vergil e Sarah, entrambi bellissimi nei loro abiti eleganti, Vergil indossava un semplice paio di pantaloni color ghiaccio e una camicia nera con la cravatta dello stesso colore dei pantaloni, mentre Sarah indossava un abito a palloncino color rosa antico, come al solito era perfettamente truccata e i suoi capelli avevano creato un’acconciatura particolare “Stasera sei uno splendore Bella e anche tu Cain non sei da meno” dopo pochi minuti fece il suo ingresso la regina della serata, Antea quella sera sembrava una creatura ultraterrena, il suo bellissimo corpo era fasciato da un lungo abito bianco sbracciato con le spalline d’argento, che creavano un leggero luccichio,vi era una generosa scollatura sul decoltè e uno spacco che faceva intravedere le sue lunghe gambe, i sandali col tacco la rendevano ancora più slanciata, il viso perfetto era truccato con estrema cura e i suoi crini biondi erano raccolti in uno chignon. Quando arrivò alla fine delle scale Julian con addosso il suo smoking nero gli porse il suo braccio, insieme erano bellissimi, tutta la sala rimase ipnotizzata dalla bellezza della coppia che si muoveva leggiadra in mezzo alla pista, nei loro occhi si poteva leggere solo amore nei riguardi dell’altro, chissà se anche lei ed Edward avrebbero potuto fare lo stesso effetto in mezzo a una sala gremita di gente, chissà se il loro amore era così palpabile come quello dei suoi genitori?
“Ti va di ballare?” non seppe neanche a lei perché ma accettò l’invito di Cain, di solito odiava ballare, eppure ora si ritrovava a muoversi a tempo con il biondo, forse aveva accettato il suo invito perché da li a poco sarebbe partita per Forks “Sai in questi giorni ti sono stato lontano perché devo iniziare a non dipendere dalla tua presenza, perciò per me è più facile allontanarmi per primo” nei suoi occhi lesse mille scuse e un dolore antico, non aveva mai saputo la storia di Cain, ma sapeva che la sua malinconia e le sue pene provenivano dal suo passato “Non ti preoccupare tornerò presto, perché voi siete la mia famiglia…. Mi mancherete tantissimo” dolcemente appoggiò il suo capo sul petto del fratello, mentre lui gli diede un buffetto sulla nuca. Quando diedero il loro regalo ad Antea la bella vampira sembrava sul punto di piangere, li abbracciò tutti e quattro ringraziandoli dello splendido regalo, poi Cain invitò la madre a ballare con lui, anche se non producevano lo stesso effetto di Antea con Julian, la coppia era comunque bellissima, in un certo senso era invidiosa della grazia di suo fratello e di sua madre, in ogni loro piccolo gesto sprizzava da tutti i pori nobiltà e grazia, forse anche lei avrebbe avuto quell’innata eleganza se fosse nata nel loro secolo “Mi concederebbe l’onore di questo ballo?” a parlare era stato Julian, senza farsi pregare accettò volentieri l’invito, era una delle poche persone con cui riusciva a ballare, dato che conduceva la danza in modo impeccabile “Ti ringrazio Bella di aver esaudito il mio desiderio, lo so che per te è stata dura non dir niente ad Antea, ma non volevo che la sua festa fosse rovinata, sai quanto tiene a tutti voi” istintivamente portò il suo sguardo sulla festeggiata che stava ancora ballando con Cain, poi sentendosi probabilmente osservata si girò verso si lei e gli fece uno dei suoi soliti sorrisi bellissimi che irradiavano tutta la stanza, non potè non ricambiarlo, in un certo senso si sentiva un mostro, li a poche ora avrebbe fatto perdere a quella creatura angelica quel bellissimo sorriso e l’avrebbe fatta soffrire.
La trovò a leggere un libro nella biblioteca sotto un’enorme vetrata, i colori del manufatto si riflettevano nei crini biondi creando un gioco di luce magnifico, sembrava una donna angelicata un attrazione troppo pura e bella che avrebbe attratto chiunque. Senza fare troppo rumore gli si avvicinò, con un leggero colpo di tosse attirò la sua attenzione, come al solito la salutò con un ampio sorriso invitandola a sedersi accanto a lei “Dovrei parlarti”alle sue parole la vampira bionda perse la sua espressione allegra e la sostituì con una stupita. Come Julian per tutto il resto del racconto rimase zitta, ma le sue emozioni gli si potevano leggere in viso, quando gli raccontò di Edward la sua espressione era estasiata, ma quando gli disse della sua imminente partenza il suo viso si dipinse con un’espressione triste e addolorata “Sono contenta che tu abbia trovato il tuo passato e l’amore della tua vita, ma non ti nascondo il mio dispiacere per la tua partenza” detto questo l’abbracciò forte, il suo odore di gelsomino gli inebriò la testa e le sue dolci carezze sulla nuca la fecero sentire amata “Promettimi Isabella che tornerai un giorno da noi, che mi presenterai i Cullen e soprattutto Edward” non ricordava ancora nulla della sua vera madre naturale, ma sperava in cuor suo che fosse come Antea, dolce, sensibile e che provasse quell’amore materno indissolubile, che non si spegneva neanche con la distanza “Certo mamma te lo prometto”

Visitò per un’ultima volta il castello, sapeva già che quel posto e tutte le persone che vi vivevano gli sarebbero mancate, in quei cinque anni aveva conosciuto persone fantastiche, sempre pronte a dare una mano a chi ne aveva bisogno, ma soprattutto aveva trovato una famiglia. Quando arrivò dentro l’enorme garage una leggera morsa prese il suo petto, una parte di lei sarebbe rimasta per sempre in quel luogo, ma aveva preso la sua decisione ed era intenzionata a portarla a termine, sentiva l’enorme bisogno di stare con Edward e di riprendere i ricordi del passato. Alla fine Julian l’aveva convinta a prendere la sua macchina, dicendogli che così aveva un pretesto sicuro per tornare, mise nell’ampio bagagliaio le sue due valige, quando aprì la portiera del conducente per poco non gli venne un coccolone, davanti a se aveva seduto Cain che gli disse “Alla buon ora ti stiamo aspettando da ben tre ore, muoviti a salire” alla sua espressione dubbiosa il biondo sorrise leggermente e gli indicò la macchina di Vergil dove vi erano su il moro e Sarah che gli sorridevano giocosamente “Ma questo cosa significa?” Cain sospirò stancamente, ma senza perdere la sua allegria gli disse “Secondo te sciocchina?! Veniamo anche noi con te, sarà divertente vivere al si fuori del castello, non ti preoccupare ho già parlato con Julian e Carlisle e sono tutti e due d’accordo” a quelle parole un enorme sorriso si stampò sul suo volto, salì velocemente in macchina, mentre Cain partì spedito verso la loro meta, la strana morsa era totalmente scomparsa dal suo animo e fu sostituita da gioia pura.

Quella mattina era estremamente felice e non era il solo, Esme non faceva altro che preparare la stanza per Isabella, cercando di mettere tutti i confort possibili, anche se sapeva che ne avrebbe usati ben pochi essendo una vampira, Alice invece era più elettrizzata del solito, il suo volto era radioso e non perdeva mai il sorriso, mentre lui si era posizionato in sala per fissare il pendolo, gli aveva scritto un messaggio dove gli diceva che sarebbe arrivata entro tre ore. Dopo un po’ lo raggiunse anche Rosalie che si posizionò di fronte a lui per leggere una rivista di moda, non sembrava felice come tutto il resto dei familiari, ma leggendo la sua mente capì che in realtà non vedeva l’ora che Isabella arrivasse, dopo aver letto i suoi pensieri era molto più rilassato, in passato la bionda non aveva mai nascosto il suo astio verso la sua ragazza, ma dopo quell’ orribile tragedia la sua mentalità sul suo angelo era completamente cambiata “Scusa Rose, ma dove sono Emmett e Jasper?” la sorella non alzò neanche un secondo gli occhi dalla rivista, ma gli rispose cordialmente “Sono andati a caccia, ma dovrebbero arrivare entro dieci minuti, da quello che mi ha detto Alice”non avendo i due fratelli con cui passare il tempo rimanente decise di andare da Carlisle che era nel suo studio, lo trovò intento a sistemare il suo enorme scaffale di libri, strano di solito lo faceva Esme, così iniziò ad aiutarlo parlando del più e del meno “Scusa Edward mi potresti passare quello scatolone?” notò che in esso vi erano dei libri che non aveva mai visto, dato che parlavano di chimica e fisica “Da quando di interessi alla fisica?” alla sua domanda suo padre cercò di evaderla , dicendo che era ora di allargare i suoi orizzonti, ma aveva palesemente notato che stava mentendo e per di più aveva chiuso la sua mente, Carlisle  fu enormemente fortunato, perché lasciò da parte il discorso dato che sentì Alice urlare “Sta arrivando, sarà qui tra cinque minuti” velocemente uscì in veranda dove trovò il restante della famiglia, poco dopo dal folto degli alberi sbucarono due jeap nere, ma non vi diede molto peso, dato che la sua attenzione si concentrò tutta sulla bellissima figura che uscì da una di esse, la raggiunse in un nano secondo e l’abbracciò forte, per poi guardarsi intensamente. Il loro momento idillico finì quando sentì Emmett urlare “Che diavolo ci fai qui pulce?!” dalla stessa macchina di Isabella era sceso anche Cain, che con fare strafottente disse “Ho chiesto il permesso a Carlisle di venire a vivere qui insieme a Isabella e ha dato la sua approvazione, poi si sono aggregati anche loro due” Emmett sgranò gli occhi, mentre Cain andò a salutare Esme e Carlisle, nel frattempo Vergil e Sarah stavano salutando i suoi fratelli, si girò von un enorme punto interrogativo sul volto verso la sua ragazza “Non chiedermi nulla, ho trovato Cain nella mia macchina e Vergil e Sarah in garage dicendomi che anche loro sarebbero venuti a vivere da voi” ora capiva molte cose, il motivo della comparsa dei libri di fisica e chimica, la riservatezza dei suoi genitori e l’idea di Esme di aprire e rimodernare le stanze degli ospiti, dopotutto doveva ammetterlo era contento che anche gli altri tre vampiri avessero deciso di unirsi alla loro famiglia, così Isabella si sarebbe sentita meno sola e spaesata, anche se aveva un certo timore per il biondo, che non faceva altro che stuzzicarlo.

Spero che questo capitolo vi sia piaciuto, finalmente i nostri due piccioncini si sono ritrovati definitivamente, purtroppo per voi ne accadranno ancora delle belle!!!! Come sempre vi ringrazio per i vostri complimenti e continuate a dirmi cosa ne pensate!!!

Baci Miki87

 

Ritorna all'indice


Capitolo 11
*** Capitolo 11 ***


Era rimasta piacevolmente sorpresa dalla stanza che gli aveva preparato Esme, le pareti erano di un caldo color pesca, grazie ai pochi raggi di sole, che filtravano dalla grande vetrata, la stanza sembrava molto più luminosa, di fronte a se aveva un grande letto da una piazza e mezzo con affianco un comodino, mentre sulla parete di sinistra vi era una grande scrivania e una piccola libreria “Spero che ti piaccia cara” dal tono di voce della vampira potè notare una lieve sfumatura d’ insicurezza “Scherzi?! È bellissima, ti ringrazio Esme”, alle sue parole Esme gli fece un largo sorriso e l’abbracciò leggermente, poco dopo fecero capolinea anche Edward ed Emmett con i suoi bagagli e scatoloni “Vi ringrazio, ma non era necessario avrei potuto benissimo portarli da sola” Emmett per risposta gli fece un sorrisetto di scherno “Si come no, come minimo saresti caduta almeno una ventina di volte” alla sua espressione confusa e imbarazzata il vampiro mastodontico e il suo angelo si misero a ridere, mentre Esme cercava di non imitarli dicendo che aveva delle commissioni da fare e che Emmett doveva aiutare anche gli altri arrivati a portare le loro cose “Per Vergil e Sarah non c’è problema, ma per il nano avrei qualcosa da ridire” ovviamente non mancò la risposta acida del biondo che dal piano terra gli urlò “Non ti preoccupare, non ho bisogno di un pachiderma che mi aiuti” “Cosa ha detto quel moccioso?!” ed anche Emmett sparì dalla sua stanza, sotto le sue risate “Non ti dispiace se ti aiuto a sistemare le tue cose?!” gli era mancata la sua voce calda e avvolgente, anche se si chiamavano per telefono, non era la stessa cosa sentirlo dal vivo “Certo, aiutami con questo scatolone” non ci misero molto a sistemare il tutto, grazie alla loro velocità vampiresca, nel frattempo parlarono del più e del meno, di come avevano preso la notizia della sua partenza i suoi genitori e della sua reazione alla vista dei suoi tre fratelli nel garage  “Se fossi stata umana sarei morta certamente d’infarto” Dopo aver messo via le ultime cose si lasciò cadere sul letto, non era per niente stanca, ma a volte gli piaceva oziare sul letto chiudendo gli occhi e lasciando viaggiare la sua mente, non sentendo più la presenza di Edward aprì gli occhi e lo trovò seduto sulla poltrona di fianco al suo letto, il suo sguardo era tremendamente dolce e affascinante, tanto che si sentì un po’ in soggezione sotto di esso, ma allo stesso tempo non riuscì a staccarsi dalla catena che l’aveva legata ad esso “Edward se voi puoi sederti o sdraiarti di fianco a me” rimase sorpresa lei stessa delle sue parole, gli erano uscite senza che se ne fosse accorta, lo vide sorridergli dolcemente “Aspetta, voglio rimanere a fissarti ancora un pò, fino a qualche mese fa tutto ciò mi sembrava impossibile, non riesco ancora a credere che tu sia realmente qui con me” ad un tratto lo trovò accanto a lei, il suo viso era a pochi millimetri dal suo poteva sentire il suo fiato freddo come il ghiaccio e i loro nasi che si sfioravano “Io conosco un modo per testare se questo è realmente un sogno o è la realtà” non pensava di poter essere così maliziosa, non lo era mai stata fino a quando non aveva conosciuto il bel vampiro, lentamente posò le sue labbra su quelle marmoree di Edwatd, era un bacio casto e puro che pian piano divenne passionale, le sue mani andarono a toccare quei crini color rame e il suo corpo si modellò a quello del compagno, ma il loro attimo romantico terminò a causa delle grida che provenivano dal piano di sotto da Emmett “Hey piccioncini muovetevi a scendere che andiamo tutti a caccia” sentì Edward sbuffare leggermente, per poi sussurrargli in un orecchio “Magari se lo ignoriamo se ne andrà” ma purtroppo per loro Emmett continuò a urlare come un’aquila, al che il suo ragazzo imprecò leggermente contro il fratello, mentre lei si avviò all’uscita ridendo a crepapelle.      
Arrivarono in pochi minuti nel bosco, poteva percepire la gioia e l’eccitazione di tutti i vampiri per la caccia, persino Cain era estremamente euforico, tanto che rimase sempre qualche metro avanti a loro per poi fermarsi in uno spazio e urlare “Vergil senti qualche presenza umana intorno” il vampiro dagli occhi color ghiaccio chiuse per qualche secondo con gli occhi rimanendo in totale silenzio, mentre tutto il resto del gruppo lo guardò incuriosito “Non vi sono essere umani per almeno due miglia, ma posso dirvi che vi è un branco di cervi a settecento metri da noi e un enorme orso a un kilometro” alla parola orso Emmett sorrise beffardo mentre si girava verso Jasper ed Edward “Quello è nostro!” “Non credo proprio” a parlare fu Cain che si portò di fronte al vampiro mastodontico “Propongo una gara, chi riuscirà ad abbattere per primo l’orso si vince tutto il bottino” per risposta sia Emmett che Jasper si misero a ridere mentre Sarah si portò di fianco al biondo “Ottima idea, chi ci sta?” solo Cralisle, Esme, Rosalie ed Alice se ne tirarono fuori, mentre lei e Sarah non vedevano l’ora di entrare in azione, cosa che fece obbiettare Edward dicendo che fosse troppo pericoloso per le due ragazze, ma alla fine dovette cedere “Allora ci divideremo in due gruppi, direi che sarebbe carino fare Cullen contro Lowell?” dopo essersi messi d’accordo su determinate regole, come il non dover usare i propri poteri iniziarono la loro battuta di caccia.
Cain guidò il loro gruppo, era il più esperto di loro  sul seguire le tracce, dato che in media Vergil si faceva guidare dal suo dono, non ricordava di aver mai corso così velocemente e di sentirsi tanto elettrizzata a una battuta di caccia, a un certo punto Cain si fermò di botto e diede il solito segnale di divisione, in media quando andavano a caccia avevano un piano ben preciso, lei e Sarah distraevano la preda per poi far entrare in scena gli altri due predatori per far soccombere del tutto la loro vittima. Lei e la sorella si nascosero dietro un cespuglio, notò Cain e Vergil su due accovacciati su due rami, l’orso nel frattempo si stava grattando contro un tronco, sentiva chiaramente i battito del cuore dell’animale e l’odore forte e squisito del suo sangue, ma qualcos’altro attirò la sua attenzione, l’odore nell’aria si fece più dolce, segno che anche gli altri tre vampiri stavano per arrivare. Aspettò con trepidazione il segnale d’inizio quando l’ottenne sia lei che la mora uscirono allo scoperto, l’animale le guardò da prima incuriosito per poi guardarle inferocito sentendo il pericolo, si scagliò su di loro, ma con movimenti veloci lo schivarono, Sarah riuscì addirittura a tirargli un pugno, facendo finire l’animale dall’altra parte, cosa che lo fece inferocire ancora di più. Quando la povera vittima fu sotto l’albero in cui erano posizionati gli altri due, l’orso si ritrovò Cain sul suo dorso che gli bloccava il collo, mentre Vergil gli si posizionò di fronte bloccano gli le zampe anteriori, con un gesto veloce e pratico il biondo gli spezzò il collo dopo di che l’animale si accasciò a terra “È morto, abbiamo vinto noi Cullen” i tre uscirono allo scoperto, sembravano abbastanza demoralizzati, Emmett non riusciva ancora a credere che il loro gruppo avesse perso, dopo essersi sfamati dell’orso decisero di continuare la loro battuta di caccia, dove potè vedere Edward in azione, non rimase tanto sorpresa dall’eleganza e della forza del vampiro mentre attaccava le sue prede, ormai aveva capito che in ogni gesto di Edward sprizzava nobiltà e bellezza.
Ritornarono a casa tutti entusiasti e sazi, ormai non vi era più alcun imbarazzo tra loro e i Cullen, persino Rosalie sembrava più rilassata e disponibile nei loro confronti, l’aveva addirittura vista scambiare quattro chiacchiere con Sarah, l’unico che sembrava sentirsi ancora a disagio era Cain, il biondo parlava solo quando si sentiva tirato in causa e rimaneva sempre leggermente in disparte. Decise di seguirlo in camera sua, quando disse che doveva finire di sistemare due scatoloni, lo trovò intento a mettere in ordine alfabetico tutti i suoi libri nell’enorme libreria, tipico di suo fratello, era un vero e proprio maniaco dell’ordine “Ti serve una mano?” per risposta scosse leggermente il capo, senza degnarla di uno sguardo “Mi vuoi dire che cosa c’è che non va? Prima sembravi così contento e adesso sembri arrabbiato” Cain si girò lentamente verso di lei, il suo sguardo sembrava dispiaciuto e malinconico “Niente, davvero è solo che mi manca Antea e la mia vecchia camera, per carità Esme ha fatto un bellissimo lavoro, mi devo solo abituare” dicendo ciò gli prese una mano e iela accarezzò in segno di scusa, sapeva quanto era doloroso per il biondo rimanere lontano dalla vampira che considerava come una madre, da quello che gli avevano raccontato Sarah e Vergil il rapporto tra i due era sempre stato molto forte, forse Antea era l’unica donna che aveva scaldato leggermente il cuore gelido di Cain. Furono interrotti dall’arrivo di Edward, che li risvegliò dal loro tepore con un leggero colpo di tosse, Cain teneva ancora stretta la sua mano, mentre parlava con l’altro vampiro “Ti piace la mia camera Edward? Stavo giusto parlando con Isabel dell’ottimo lavoro di Esme” ecco che usava il suo solito tono strafottente e puntiglioso, per sua fortuna il vampiro dai capelli color rame aveva un autocontrollo eccezionale “La trovo adatta alla tua personalità, volevo chiedere a Bella se voleva venire a sentire un cd di musica classica” immediatamente lasciò velocemente la mano di Cain e si diresse con Edward nella sua camera, durante il loro tragitto notò un certo sorriso di vittoria stampato su quel volto angelico “Perché stai sorridendo?” il bel vampiro cercò di cambiare discorso, ma vedendo che non demordeva dovette cedere “Niente, non mi piaceva il modo in cui vi stringevate la mano, io vorrei che stringessi la mano in quel modo soltanto a me, vorrei che le tue attenzioni fossero solo per me, quando vi vedo insieme mi sento scoppiare dalla gelosia” si sentì stranamente euforica e dispiaciuta allo stesso tempo dalle sue parole, non si aspettava una simile reazione da Edward “Non ti preoccupare i miei sentimenti per Cain sono solo di tipo fraterno e la stessa cosa vale per lui e poi già i miei pensieri sono soltanto per te” non si era neanche accorta di essere a due mm dalle labbra del bel vampiro, che si incatenarono velocemente alle sue.

Per l’ennesima volta Emmett era sfuggito alle sue grinfie, gli aveva chiesto semplicemente di aiutarla a prendere un vecchio mobile in soffitta, non voleva di certo sporcarsi le mani e i suoi abiti di polvere, ma per risposta il suo adorato maritino era scappato dicendo che doveva finire di aggiustare una macchina insieme a Jasper e Vergil e ora come avrebbe fatto a recuperare il vecchio mobile?! Era inutile chiederlo a Edward, sicuramente era insieme a Isabella, Calisle era invece in spedale per il turno serale e non se la sentiva proprio a chiederlo ai nuovi arrivati, poco male avrebbe tenuto in astinenza Emmett per almeno due settimane “Che stai facendo?” per lo spavento fece un leggero salto, dietro di lei vi era Cain con in mano un enorme libro, cavolo era talmente presa dai suoi pensieri che non l’aveva sentito arrivare “Stavo per salire in sofitta per prendere un vecchio mobile e tu?” per risposta il biondo alzò le spalle aggiungendo “Niente di che, ho preso in prestito un libro da Carlisle, se vuoi ti do una mano” non se lo fece ripetere due volte, così lo condusse in soffitta e lo aiutò alla ricerca della sua vecchia specchiera, quando la trovarono  il biondo non gli permise di alzare un solo dito, prese facilmente il grande specchio e lo portò nella sua camera “Grazie Cain, sei stato molto gentile” come al solito il ragazzo rispose con gesto vano, così per riconoscenza decise di fargli compagnia in salotto, mentre lui leggeva il suo enorme papiro, lei si era messa comodamente accanto a lui sul divano e aveva iniziato a sfogliare una delle sue bellissime riviste di moda. Si era sempre chiesta se il carattere del ragazzo fosse realmente così duro e deciso o se fosse soltanto una maschera per difendersi dagli altri, quando si girò verso di lei si sentì in un leggero imbarazzo, la stava guardando con uno sguardo dubbioso “C’è qualcosa che non va?” cavoli doveva assolutamente salvarsi da quella figuraccia “No, niente volevo solo chiederti che cosa ne pensavi di questo vestito” sotto il suo sguardo sbalordito si sentì un’emerita deficiente, ma con stupore il biondo gli rispose “E’ molto bello, sicuramente addosso a te sarà ancora più bello” finì così che lei e il biondo iniziarono a parlare del più e del meno e capì che la sua intuizione non era per nulla sbagliata, in realtà Cain era un ragazzo simpatico, intelligente e forse leggermente timido.

Ed ecco un nuovo capitolo, spero  che vi sia piaciuto, come sempre ringrazio tutti coloro che hanno letto e recensito la mia fanfiction, alcuni dei vostri commenti mi hanno lasciato davvero senza parole e commossa.     Sono felice che a qualcuno di voi piaccia molto Cain, sopratutto a  Ransie88219 ,mi spiace  deluderti, ma tra Cain e Isabella non sboccerà l'amore, dato che entrambi provano  soltanto un amore fraterno, ma più avanti nella storia farò capire il perchè di questo legame così forte da parte del biondo, perciò svelerò anche il suo passato e anche di quello di Sarah e Vergil.

Grazie ancora e Baci da Miki87

Ritorna all'indice


Capitolo 12
*** Capitolo 12 ***


Erano rimasti a parlare del più e del meno fino all’arrivo di Carlisle, che si precipitò subito da loro “Buon pomeriggio ragazzi, Cain dovrei parlarti” il vampiro più giovane lo invitò con un gesto vano a parlare, così si sedette comodamente sul divanetto di fronte a loro “Pensavo che sarebbe interessante e costruttivo se ti iscrivessi alla scuola superiore di Forks, potresti interagire con gli esseri umani e portare avanti le tue ricerche” nel frattempo alla loro conversazione si aggiunse anche Esme che si era accoccolata di fianco al marito, che prontamente aggiunse “Sai tutti i nostri figli hanno frequentato l’istituto di Forks, ora tutti pensano che loro siano all’università, io credo che potresti trovarti bene e capire e conoscere meglio il lato umano dei giovani adolescenti della tua età umana” Cain sembrò pensarci su, non sembrava che l’idea lo attirasse molto, dopotutto poteva anche non importargli niente della vita degli adolescenti, poi con enorme sorpresa disse “Perché no, è un modo come un altro per impiegare il tempo, ci pensate voi per l’iscrizione?” il dottore gli spiegò le due regole basilari, la prima era quella di non attirare troppo l’attenzione e la seconda era quella di non uccidere nessuno, cosa che Cain considerò scontate, poi arrivò il problema dell’identità “Potresti essere il fratello di Rosalie e Japer, dopotutto siete tutti e tre biondi e con lo stesso colore degli occhi” l’idea non dispiacque molto al nuovo arrivato che aggiunse “Non male come idea, sarò il ragazzo venuto da Seattle, che dopo la morte del loro sconsiderato padre ha scoperto di avere due fratellastri e non vedeva l’ora di conoscere e passare del tempo con loro” Rosalie accettò volentieri il ruolo di sorella maggiore, anche Jasper non sembrò contrariato del ruolo, anche se con meno enfasi. Alice, Sarah e Rosalie decisero che Cain doveva assolutamente rimodernare il suo guardaroba, per poter affrontare al meglio la nuova esperienza, ovviamente furono vane le proteste del biondo, che in pochi minuti si ritrovò insieme alle tre ragazze ed Esme a bordo della macchina di Rosalie, diretta a Port Agel. Entrarono in almeno trenta negozi, le ragazze si divertivano a fargli provare un’innumerevole quantità di vestiti, facendogli anche improvvisare qualche piccola sfilata, la loro allegria contagiò persino le commesse, che oltre ai vestiti gli portarono accessori e scarpe, all’inizio il biondo si sentì in un enorme imbarazzo, ma poi si lasciò andare, era da tempo che non rideva in quel modo, così decise di regalare, in segno di riconoscenza, alle belle vampire qualche capo, cosa che le lasciò tutte contente ed estasiate.
In pochi minuti erano arrivati alla loro raduna, si sdraiarono al centro di essa rimanendo abbracciati l’uno all’altro, a nessuno dei due importò della leggera pioggerellina che cadeva su di loro, per entrambi il tempo si era come fermato, ripensandoci che cosa importavano quei lunghi cinque anni di lontananza, se ora aveva davanti a se l’eternità?! Bella ogni tanto seguiva col dito le piccole venature dei muscoli del braccio del dio greco che la teneva stretta, per risposta lui chiudeva gli occhi e si lasciava a un lungo sospiro, per poi affondare il suo viso tra l’incavo del collo e della spalla e aspirando il profumo dei suoi capelli, non credeva che Edward potesse essere tanto dolce “Stasera mi assenterò per qualche ora, non ti preoccupare farò il prima possibile” pensò che dovesse andare a caccia, ma i suoi occhi erano color ambra e talmente limpidi che poteva rispecchiarsi dentro ad essi “Non potrei venire anch’io?” si sentiva già vuota e triste al solo pensiero della sua lontananza, da quanto tempo era così assuefatta della sua presenza?! Sentiva dentro di se uno strano presentimento, come se dovesse fare qualcosa di altamente pericoloso, ma lui la guardò sorridendo dicendo “No, devo solo accompagnare Carlisle a prendere dei macchinari per lo spedale” – Bugiardo – pensò, quando gli mentiva i suoi occhi non brillavano e si formava una piccola fossetta vicino al labbro nella parte destra, fece finta di credergli ritornando nella sua posizione antecedente continuando a seguire i muscoli del suo braccio, ma a differenza di prima si concentrò e vide nel suo passato. Si trovavano nello studio del dottore, i due stavano parlando tranquillamente vicino alla finestra  “Ho sentito Jacob, l’appuntamento con gli anziani è per le sei, vogliono parlare anche con te ed ha chiesto esplicitamente la presenza di Jasper, nel caso gli animi si infiammassero” il vampiro biondo acconsentì, ma non potè vedere altro dato che Edward la risvegliò. Ora si trovavano in piedi uno di fronte all’altro, gli occhi del bel vampiro erano pieni di delusione, come se gli avesse fatto uno dei peggiori torti, sotto quello sguardo si sentì una stupida, ma come gli era venuto di usare il suo potere su Edward “Immagino che tu ora sappia dove andrò stasera” anche la sua voce era tinta di una leggera nota di irritazione, dopotutto doveva essere lei quella arrabbiata, era lui che gli aveva mentito, nonostante quella situazione una domanda gli continuava a ronzare nella testa “Chi è Jacob?”
Solo con lei tra le sue braccia si sentiva completo, il suo profumo era leggermente variato, era diventato ancora più dolce e inebriante, sarebbe stato ora ad assaporarlo. Aveva notato la sua espressione delusa al suo rifiuto, non voleva che la sua Bella potesse essere in pericolo, era ancora troppo inesperta per poter stare in mezzo a un branco di licantropi, sperò soltanto che non avesse capito che la scusa dei macchinari era solo una balla, avrebbe dovuto assolutamente farsi perdonare. Quando la abbracciò come prima sentì qualcosa di strano, era come se il suo angelo non fosse li con lui, eppure la stava stringendo a se “Bella, c’è qualcosa che non va?” non gli rispose era come se fosse in trance, come Alice quando aveva le sue visioni, capì solo in quell’istante che la bella vampira stava usando il suo potere su di lui per vedere qualcosa del suo passato, qualcosa che gli dicesse dove sarebbe andato quella sera. Si alzò velocemente in piedi e la scosse leggermente, in un minuto era tornata in se, non riuscì a non guardarla con uno sguardo di rimprovero, si sentiva leggermente offeso, non aveva avuto nessuna fiducia in lui, senza volerlo le parole gli uscirono leggermente sprezzanti “Immagino che tu ora sappia dove andrò stasera” ma quando vide i suoi occhioni pieni di scuse la sua rabbia si sbollì in fretta, ma la domanda che gli fece lo colpì in pieno stomaco “Chi è Jacob?” cosa avrebbe dovuto rispondergli, che era stato il suo migliore amico, l’altro ragazzo che occupava l’altra metà del suo cuore o uno dei licantropi di La Push? Alla fine decise di raccontargli tutto, Bella lo ascoltava affascinata, come se quella fosse stata una favola per bambini e la protagonista non fosse lei, alla fine della storia Isabella stette zitta per parecchi muniti, per poi dire “Io ero amica di un licantropo, dannazione ha ragione Vergil a dire che sono una vera calamita per guai … potrei venire anch’io stasera, magari vedendolo potrei ricordare qualcosa del mio passato?” come poteva dire di no a quegli occhioni imploranti?! E poi sarebbe stato inutile discutere con lei, sapeva quanto era testarda e temeraria.
Ormai era quasi arrivata l’ora dell’incontro, purtroppo anche Cain aveva saputo dell’incontro con i licantropi ed era venuto con loro, non c’era stato niente da fare, voleva assolutamente vedere quelle creature mitologiche, ma perché doveva essere così curioso?! Arrivarono con un leggero anticipo al luogo dell’incontro, Bella era leggermente tesa, più di una volta Julian gli aveva raccontato le storie sui lican, di come le loro razze fossero nemiche naturali, il perché di quell’odio reciproco, a suo parere senza senso, non aveva trovato nessuna risposta. Edward era accanto a lei, le teneva una mano teneramente, mentre il suo sguardo era rivolto verso il buio della foresta, sembrava leggermente teso, non sapeva se per come si sarebbero comportati lei e Cain davanti ai loro nemici naturali o per la sua reazione alla vista di questo Jacob. Sentì uno strano odore nell’aria, era leggermente acre e forte, le sembrava quasi familiare “Stanno arrivando, mi raccomando voi due fate fare a noi” Cain alzò gli occhi al cielo, mentre Jasper ridacchiò leggermente e Carlisle sorrise bonario. Dal folto della foresta si vedevano le fronte degli alberi piegarsi, poi un ululato e infine tre enormi lupi di fronte a loro, senza che volesse iniziò a ringhiere contro quei botoli ringhiosi “Bella ti prego calma i tuoi istinti” dicendo ciò Edward le mise una mano sulla spalla, altrettanto fece Jasper per poterla calmare “Scusatela, ma è la prima volta che si trova a stesso contatto  con dei licantropi” “Non preoccuparti Edward, dunque loro fanno parte dei quattro vampiri che sono entrati nella vostra famiglia?” a parlare fu un ragazzo altissimo, che era seduto su una roccia davanti a loro, la sua pelle era leggermente olivastra, i capelli neri come la notte e i suoi occhi neri e così familiari, qualcosa nel suo animo gli diceva che l’aveva già conosciuto, che fosse lui Jacob?! “Già, dunque voi siete i licantropi di La Push, interessante davvero, non ho mai visto la vostra razza da così vicino. Che maleducato il mio nome è Cain Lowell, lei è mia sorella Isabella, mentre gli altri due che sono assenti sono un vampiro, di nome Vergil e una vampira di nome Sarah, sono una coppia. Carlisle ci ha già spiegato il vostro patto e giuriamo che lo rispetteremo” erano state del tutto inutili le parole di Edward, Cain faceva sempre e solo di testa sua, si avvicinò maggiormente ai lupi, mentre questi gli ringhiavano leggermente contro, non riusciva a capire come facesse a stargli così vicino, lei li avrebbe volentieri uccisi sul momento, invece lui li guardava come se fossero le cose più affascinanti “Vi prego, non abbiate paura di me, sono del tutto innocuo e stupidamente curioso, vorrei solo vedervi da più vicino” la galanteria del vampiro lasciò tutti i lupi sbigottiti, mentre Jacob lo guardò divertito “Spero che non sia un problema per i vostri anziani che questi vampiri abitino nel nostro territorio, tutti e quattro sono come noi, vegetariani” Carlisle marcò l’ultima parola, per far capire ai lupi che i quattro non avrebbero creato problemi “Per loro va benissimo, ma al primo errore dovranno lasciare Forks” Isabella guardò per tutto il tempo quel ragazzo, gli sembrava così familiare, ma la sua mente rifiutava di ricordarsi di lui, forse il suo ricordo era troppo dolorose, eppure lei voleva ricordare, gli si avvicinò lentamente, era impaurita dalle dimensioni gigantesche di quel giovane uomo, sentiva lo sguardo di Edward attento e pronto ad intervenire “Tu sei Jacob?” gli occhi del lican si addolcirono, aveva ragione Edward, era ancora più bella, peccato che il suo odore dolciastro gli bruciasse le narici, purtroppo un  leggero tremolio si impossessò delle sue mani, a causa del suo istinto “Si, Edward mi ha detto che hai perso la memoria” che strano quelle parole gli causarono un forte dolore al petto “Lo so che sembra una richiesta strana, ma potrei toccarti, sai io ho il dono di guardare il passato e magari potrei ricordarmi di te” Jacob fece un segno negativo e gli si allontanò maggiormente “E’ meglio di no fidati, non sono stato un buon amico, anzi sono stato uno dei peggiori” non capiva quelle parole, il suo vampiro gli aveva detto che lei e il licantropo erano grandi amici, mentre il ragazzo di La Push diceva il contrario, prima che potesse dire qualsiasi altra cosa il branco e Jacob sparirono nella foresta, lasciandosi dietro il loro odore.

Arrivati a casa Vergil gli ordinò di farsi una doccia, dicendo che puzzava in una maniera terribile, bè non aveva tutti i torti, l’odore di quei cani gli si era impregnato nei vestiti. Si fece una lunga doccia, dopo essersi asciugato prese un paio di jeans e una camicia bianca, quando arrivò in salotto trovò soltanto Carlisle, immerso nella lettura di un libro “Mi chiedevo, quando inizierò ad andare a scuola?” il medico lo fissò stupito, forse non sia aspettava da parte quella voglia di andare a scuola “Anche a oggi, Esme ha già avvisato la scuola, più tardi ti accompagnerò io prima del mio turno in ospedale” guardò l’orologio e notò che erano solo le tre del mattino, non aveva voglia leggere un libro o di passare tutto il tempo nella sua stanza, andò alla ricerca di Vergil e lo trovò insieme ad Emmett, Jasper e Rosalie nel garage, i tre vampiri erano intenti ad aggiustare un motore di una macchina, mentre la vampira li guardava divertiti, si sedette di fianco a lei per pregustarsi lo spettacolo “Cain ti stanno benissimo i nuovi vestiti, andrai vestito così a scuola?” “Già, ovviamente dovrò portarmi una giacchetta leggera se non voglio far sospettare nessuno” la vampira ci pensò un po’ su, anche se erano solo a settembre, la temperatura a Forks doveva essere bassa a causa delle continue piogge “Direi quella blu, aspetta un secondo” dicendo ciò sistemò una ciocca di capelli del biondo, che gli cadeva distratta sulla fronte, quel gesto gli sembrò così materno, vide con la coda dell’occhio Emmett che lo guardava con fare cattivo, così decise di stuzzicarlo un pochino “Grazie sorellona” e baciò la guancia di Rosalie, il vampiro mastodontico a quel gesto iniziò a urlargli di non toccare sua moglie e a rincorrerlo per tutto il garage, gli altri tre invece, ridevano divertiti, sapendo che Emmett era caduto nella trappola di Cain.

Eccomi qua, purtroppo a causa degli esami all'università e di altre mille fattori, tra cui una crisi creativa, non sono riuscita a postare prima, ma finalmente oggi ci sono riuscita. Purtroppo vi annuncio che tra pochi giorni partirò in ferie e se tutto andrà bene, il prossimo capitolo lo posterò verso fine Agosto! Ringrazio pazzarella-92, clodiiina85, ski_eyes_vampire e alisanNLH per i vostri commenti, mi hanno fatto moto piacere e sono contenta che la mia storia vi piaccia! Ovviamente ringranzio anche coloro che l'hanno solo letta.

Baci Miki87

Ritorna all'indice


Capitolo 13
*** Capitolo 13 ***


Anche quella mattina pioveva, del resto erano davvero rare le giornate di sole a Forks, la scuola distanziava parecchi chilometri, ma Carlisle ci mise solo un quarto d’ora, per tutto il tragitto il medico gli aveva ripetuto le regole, ormai ne aveva letteralmente la nausea. L’ufficio della segreteria era piccolo e riscaldato, la donna sui quarant’anni guardava in modo ammaliato il suo tutore, chissà quali pensieri osceni stava facendo “Così questo sarebbe il giovane Cain Hale, il fratello minore dei due gemelli” Cain fece un leggero sorriso di cortesia, compilò alcuni moduli, mentre Carlisle parlava amabilmente con la donna “Ti verrà a prendere Rosalie alla fine delle lezioni” “Ottimo, allora ci vediamo stasera” detto ciò entrò nell’edificio, come prima ora aveva matematica, notò alcuni studenti che lo guardavano in modo curioso, bè dopotutto era normale dato che era nuovo, quando entrò nella classe vi era già la professoressa, gli consegnò il foglio della segreteria “Bene ragazzi quest’anno avrete un nuovo compagno, Cain Hale, bene siediti di fianco a Pirson” il ragazzo si fece individuare facendo un veloce segno della mano, era un ragazzo moro, dai lineamenti forti e marcati, magrolino, ma con due grandi occhi color nocciola “Ciao io sono Spencer Pirson, non ti preoccupare tra due giorni nessuno ti fisserà più come un alieno” sembrava anche piuttosto simpatico, anche se aveva un sorrisino che lo irritava parecchio, dovette far forza a tutta la sua volontà per essere il più cordiale possibile. Anche nelle tre ore successive fu in compagnia di Spencer, che gli fece conoscere altri tre ragazzi, John McCay, il miglior giocatore di football della scuola, osannato da una marea di ragazze e Richard Klein il più normale dei tre, alto, biondo e con due occhi color dell’ebano, i tre lo invitarono a mangiare con loro e dovette mangiare una fetta di pizza per non far sospettare nessuno. Al loro tavolo si aggiunsero due ragazze Alicia Pirson, la cugina di Spencer, i due si assomigliavano parecchio e Martha Robbinson, la quale lo guardava con fare malizioso, fu grato di non avere lo stesso potere di Edward. Stava parlando con loro del più e del meno, quando un forte odore di mughetto lo investì, era l’odore più buono che avesse mai sentito, si girò leggermente e vide chi ne era l’appartenente, per sua sfortuna si sedette al loro stesso tavolo. Non era una ragazza bellissima, anzi era del tutto normalissima, lunghi capelli biondi, due occhi castani, bassa e minuta, indossava un semplice paio di jeans e una maglietta nera, seduta di fianco a Martha sembrava insignificante, ma per il suo demone interiore non era così “Cain lei è Haley Johnston, Haley lui è Cain Hale, lei frequenta la stessa classe di trigonometria e scienze di mia cugina” timidamente la ragazza gli porse la mano in segno di saluto, la strinse leggermente, ma la lasciò subito “Mamma mia quanto sei freddo, sei sicuro di stare bene?” dannazione aveva fatto in tempo ad accorgersene “Sto benissimo, scusate inizio ad avviarmi in classe, ci vediamo domani” detto ciò schizzò letteralmente fuori dalla mensa, si chiuse in un bagno e rimise la pizza che aveva nel suo stomaco, purtroppo non avrebbe mai saputo che diavolo di sapore aveva, si sciacquò il viso e notò che le sue mani tremavano leggermente, come faceva quella ragazzina a turbarlo così con solo il suo profumo?! Non poteva assolutamente far uscire il mostro che era in lui, troppe persone si fidavano ciecamente del suo autocontrollo e non voleva assolutamente deludere nessuno della sua nuova famiglia. Dopo essersi calmato entrò nell’aula di chimica, il professor Robbinson era un uomo sulla cinquantina, pelato e con una pancia enorme, ma sembrava abbastanza capace nel suo mestiere “Benvenuto signor Hale, dunque l’unico posto libero è con la signorina Johnston, voi due farete coppia fissa per tutto il semestre” no non poteva essere, la sfortuna lo stava perseguitando, gli si avvicinò lentamente e mantenne una distanza di sicurezza adeguata, per cercare di non sentire il suo odore, ma la povera ingenua gli si avvicinò dicendo “Bene compare che ne dici di iniziare il nostro esperimento?” la vide muoversi velocemente tra le fiale e leggere qualche volta il libro, mentre lui gli si avvicinava quel minimo dispensabile, anche se una parte della sua mente gli urlava di ucciderla, di lacerare quella pelle morbida e invitante e di cibarsi del suo nettare color rubino, a quei pensieri scosse velocemente la testa, sicuramente la ragazza pensava che fosse un pazzo, ma in realtà non sapeva che tutto ciò lo stava facendo per la sua incolumità. Quando la campanella suonò uscì come un razzo dall’aula, consegnò il modulo firmato alla segretaria e si avviò nel cortile dove potè finalmente respirare, l’odore della pioggia e dei pini cancellarono leggermente il dolce aroma di mughetto e la sua attenzione fu attirata dalla berlina rossa di Rosalie, la bionda lo aspettava vicino alla macchina, la sua bellezza aveva attirato gli sguardi di tutto il genere maschile che si trovava in cortile, al suo confronto ogni ragazza diventava insignificante. La stava per raggiungere con passo deciso e con un leggero sorriso che scomparì all’odore di Haley che gli si era piazzata di fronte “Hale ti sei dimenticato di prendere il foglio dei compiti per la prossima lezione” dannata perché non si era fatta i fatti suoi! Senza volerlo gli uscì un grazie strascicato a causa dell’enorme quantità di veleno che aveva in bocca, con un gesto fulmineo prese il foglio e la superò, entrando velocemente in macchina ordinando a Rosalie di allontanarsi dal parcheggio il più presto possibile, Rose lo guardò stranita, ma fece ciò che gli aveva chiesto. Le ruote slittarono leggermente a causa dell’asfalto bagnato, mentre Haley era rimasta nella stessa posizione in cui l’aveva lasciata e lo guardava con uno sguardo confuso, piccola strega non poteva sapere che effetto aveva provocato in lui.
La bionda continuò a guidare senza fiatare, forse aveva capito tutto, i sintomi erano più che palesi, gli occhi neri, il pallore più forte e le occhiaie più marcate, dopo pochi chilometri tirò fuori dal suo zaino una sacca di sangue, alla vista dell’oggetto Rosalie si lasciò sfuggire un sospiro “Scusa, ma se non mi sfamo potrei impazzire” “E’ per colpa di quella ragazza? Quella del parcheggio?” fece solo un gesto d’assenso e continuò a sfamarsi “Ti porti sempre dietro una sacca?” il suo tono sembrava leggermente divertito “Non sempre, ho preferito portarmela dietro per qualsiasi imprevisto, dopotutto dovevo stare a contatto con centinaia di ragazzi” la vampira si mise a ridere e gli promise che non ne avrebbe fatto parola con nessuno, di quel piccolo inconveniente ed infine si lasciò sfuggire una frase a lui strana “Speriamo che la storia non si ripeti”.
Edward era riuscito a convincere Bella a seguirlo in una battuta di caccia, non erano andati troppo lontani, aveva capito quanto ci tenesse la sua amata ad esserci al ritorno da scuola del fratello. La osservò mentre leggiadra scivolava da un ramo all’altro, nessuno avrebbe mai potuto immaginare che l’impacciata Isabella potesse diventare un vampiro tanto abile ed agile, dopo essersi cibati si sdraiarono sull’erba, la vampira aveva appoggiato la sua nuca sul petto di Edward, che aveva iniziato ad accarezzarle i capelli “Sai Edward, mi chiedevo se un giorno anch’io potrò frequentare una scuola piena di adolescenti, come fa Cain” “Penso proprio di si, da quanto mi hanno detto Sarah e Vergil quando eri a Port Angel non hai avuto problemi a stare in mezzo alla gente, il problema era che qualcuno poteva riconoscerti” per un po’ Bella stette zitta, come se stesse formulando una domanda troppo importante e non riuscisse a trovare le parole “Io… insomma… volevo sapere, i miei genitori sono ancora vivi?… sai nella mia mente ci sono tante immagini sfuocate che non riesco a mettere a fuoco” “Tua madre Reneè vive in Florida col suo compagno, Philip e hanno avuto una bambina, che si chiama April, mentre tuo padre non vive più a Forks, ma a La Push, con Jacob e gli altri licantropi, qualche volta mi danno il permesso di andarlo a trovare” Edward notò l’espressione gioiosa negli occhi della sua amata, sicuramente avrebbe voluto rincontrare il padre, ma se lo avesse fatto la loro copertura sarebbe saltata e non poteva permetterlo, anche se a chiederglielo era stata la sua fonte di vita, troppe vite erano in gioco, prima che potesse dirle qualsiasi cosa Isabella l’anticipò dicendo “Mi piacerebbe rivederlo, ma so che sarebbe sbagliato e che metterei tutti voi nei guai, almeno potresti darmi una loro foto?” “Certo, per la mia regina questo e altro” a quelle parole il volto di Isabella si illuminò di felicità.
Vergil stava camminando avanti e indietro per il salone ormai da un’ora, sembrava un leone in gabbia, mentre Sarah e Alice stavano guardando un film “ Vergil, caro la vuoi piantare? Stai facendo innervosire sia me che Alice!” in quel momento sentirono la macchina di Rose entrare nel cortile, in un nano secondo il moro si mise vicino alla porta “Sembra un cane che ha appena sentito arrivare il suo padrone” disse Sarah all’altra vampira, che si mise a ridere forte. Appena Cain entrò in casa il fratello lo tempestò di domande, il biondo per risposta gli lanciò contro lo zaino intimandolo di farlo respirare, poco dopo li raggiunsero anche Edward e Isabella, anche la vampira fece un mucchio di domande, cosa che fece di nuovo innervosire il biondo “Sì, è andato tutto bene, ho conosciuto un gruppo di ragazzi e no non ho sbranato nessuno, ora posso andare in camera mia?” solo Edward capì che c’era qualcosa che non andava in Cain, l’aveva intuito da uno strascico dei suoi pensieri, nella sua mente vi era l’immagine di una ragazza, forse anche lui come Jasper aveva problemi con la dieta, se era in mezzo a molte persone, dopotutto non tutti i vampiri riuscivano a seguire il loro regime alimentare e conoscendo l’orgoglio del biondo non lo avrebbe mai ammesso o semplicemente come lui aveva trovato la sua cantante. Quando gli passò vicino Cain gli sibilò “Non farne parola con nessuno, ho bisogno di parlare con te, quando puoi raggiungimi nella mia stanza”.
Era riuscita a trovare le foto della sua famiglia, Edward le aveva conservate gelosamente nel suo armadio, alcune ritraevano lei da piccola insieme a una donna dai lunghi capelli castani, altre di lei adolescente insieme a un uomo vestito da sceriffo e infine una di lei con Edward e suo padre, chissà che rapporto aveva con i due genitori, chissà che figlia era e che aspettative avevano di lei per il futuro? Non riusciva a immaginare la sua vita d’umana, a come sarebbe stata in quei cinque lunghi anni senza la sua famiglia di vampiri, come non riusciva a immaginare la sua vita senza Edward“Se vuoi io ne ho altre di te e Charlie” Alice la stava fissando con i suoi occhi pieni di vita e allegria, sotto il suo braccio destro aveva un’enorme album di fotografie, si sedette di fianco a lei e le fece vedere altre foto, mentre le raccontava di Charlie, da quanto aveva capito erano state rare le volte in cui l’aveva chiamato papà ed era da lui che aveva preso la sua testardaggine e la sua timidezza, le si strinse il cuore quando Alice le raccontò il suo stato d’animo quando avevano sospeso e dichiarato fine alle sue ricerche “Sai in un primo momento credeva che il colpevole fosse Edward, ma poi vedendo quanto li accumunava il loro dolore, capì che lui non c’entrava nulla. Dopo due anni ha deciso di lasciare la vostra casa e di trasferirsi a La Push, dicendo che era troppo piena di ricordi e che sentiva la tua presenza ovunque” guardò ancora per un po’ quella fotografia che ritraeva lei e Charlie, Alice dovette alzarsi dalla sua postazione a causa di Jasper che la chiamava dal piano di sopra “Torno subito” appena la vampira se ne fu andata, uno strano pensiero le arrivò alla mente, si guadò un paio di volte in giro, dopo che fu certa che non ci fosse nessuno nelle vicinanze, mise una mano sulla foto, si concentrò e lasciò che le immagini le scorressero davanti agli occhi.
Dopo aver dato le fotografie ad Isabella raggiunse il biondo nella sua stanza, lo trovò intento a lavorare al computer, non riusciva ancora a ben capire cosa facesse delle intere ore davanti a quel marchingegno, dopo pochi secondi spense il monitor e gli si avvicinò dicendogli “Giurami che ciò che ti dirò non uscirà da questa stanza!” notò che le iridi degli occhi di Cain non erano del tutto limpide, vi erano alcune striature nere, erano ancora più inquietanti del solito “Te lo giuro, ora dimmi che succede” Cain si morse nervosamente il labbro, sembrava un bambino che era sul punto di raccontare una marachella “Oggi è successa una cosa strana a scuola, non mi era mai successa, ho provato un forte desiderio di sangue, ma solo per una ragazza, il suo odore era così talmente invitante e inebriante, che stavo per perdere il controllo… non so come ho fatto a resisterle, tu come hai fatto per Isabella?” avrebbe sicuramente segnato quel giorno sul calendario, Cain che gli chiedeva un consiglio, trovò la cosa talmente buffa che stava per mettersi a ridere, ma decise di mantenere il controllo “All’inizio sono scappato, anche per me era una tentazione troppo forte, ma quando sono arrivato al confine con l’Alaska sono tornato indietro, è del tutto inutile scappare. Dunque ti consiglio di cibarti più spesso, di non respirare in sua presenza e di non stare mai solo con lei, per nessuna ragione al mondo devi perdere il controllo” il biondo si sedette sulla poltrona, si passò stancamente le mani sulla faccia e gli disse “Credo di potercela fare, anche se la tentazione è forte, una parte di me vorrebbe ancora andare a casa sua e ucciderla, chiederò a Vergil o a Sarah di venire a caccia con me… a comunque… si insomma… grazie” era un vampiro di 150 anni ed era così impacciato a ringraziarlo, era in quei momenti che Cain dimostrava gli anni del suo aspetto, sembrava un quindicenne alla prima cotta, anche se in realtà voleva uccidere la ragazza, prima di uscire gli scompigliò leggermente i capelli color grano e corse giù nel salone, per scappare dalla furia del biondo.

Non so davvero come scusarmi per questo enormissimo ritardo, ma questa volta non è stata colpa mia, purtroppo mi avevano anticipato ben due esami, perciò non ho avuto neanche un momento libero, dato che ero indietrissimo con lo studio e per finire ho persino avuto dei bei problemi personali. Comunque spero che questo capitolo vi sia piaciuto, anche se era più concentrato su Cain ^^. Ringrazio vivamente sky_eyes_vampire e algin91 per i loro consigli, davvero le critiche mi fanno piacere, così posso migliorare la mia scrittura, sky_eyes_vampire purtroppo dovrò aspettare l'uscita di Breaking Dawn per leggerlo, ma non vedo l'ora, e infine ROo cullen che mi fa sempre tanti complimenti^^ ovviamente ringrazio anche tutti coloro che seguono la mia fanfic, spero di postare al più presto il prossimo capitolo, grazie ancora baci Miki87

Ritorna all'indice


Capitolo 14
*** Capitolo 14 ***


Si era ripresa poco prima che arrivasse Edward, quello che aveva visto era stato stravolgente, potè sentire ancora la voce dei suoi genitori, avrebbe tenuto quel ricordo per tutta la vita, Edward le sedette accanto e le prese una mano per poterla baciare “Vedo che sei di buon umore e questo rende allegro anche me” rimasero in quella posizione per svariati minuti, poi lei si avvicinò al vampiro e lo baciò dolcemente sulle labbra, fu un bacio casto, dolce e fresco come la pioggia, che purtroppo fu interrotto dall’arrivo di Vergil ed Emmett “Hey piccioncini andate a tubare da qualche altra parte, noi dobbiamo vedere la partita di basket” così furono costretti a rifugiarsi nella camera della vampira, Edward notò che sulla scrivania vi era un porta foto che non aveva mai visto, ritraeva Isabella con un vampiro alto che dimostrava una trentina d’anni e i capelli color grano, al suo fianco vi era una donna dai lineamenti bellissimi e dai capelli biondissimi “Sono Julian e Antea, i miei genitori adottivi, sono persone incredibili, aiutano i neonati a seguire la dieta vegetariana, un po’ come Carlisle ed Esme. Un giorno mi piacerebbe farteli conoscere” detto ciò la vide sdraiarsi sul letto e gli fece segno di imitarla, Edward non si fece pregare, le fu subito accanto e iniziò ad accarezzarle i capelli “Ti manca molto la tua famiglia?” lo fissò per qualche secondo negli occhi “A volte, ma abbiamo tutta l’eternità per incontrarci, non mi pento della mia scelta” e lo baciò come prima, poi il loro bacio divenne più appassionato, le sue mani vagarono in quei crini color rame e la sua testa ormai non faceva altro che ripetere il nome del suo ragazzo, questa volta non ebbe paura quando la mano di Edward si intrufolò sotto la sua maglietta, ma sentì uno strano piacere quando le accarezzò la pelle, per la prima volta in vita sua si sentiva ribollire dentro, fu la sua mano questa volta a intrufolò sotto la maglietta del vampiro, gli occhi di Edward erano diventati neri per la passione e le disse “Ti amo” “Ti amo anche io” le era uscito così spontaneo, non era mai stata così felice in vita sue e non aveva mai desiderato una persona così tanto da star male. I loro vestiti si sparsero a terra, le loro mani accarezzavano il corpo dell’amante e i loro occhi si cercavano, accade tutto naturalmente, sentì solo un leggero dolore quando entrò dentro di lei, ma passò tutto in fretta, Edward non staccò mai gli occhi dai suoi e fu dolcissimo, si sentiva al settimo cielo, avrebbe voluto che quella sensazione non se ne andasse mai via dal suo essere.
Rimasero abbracciati, per un po’ senza parlare, continuando ad accarezzarsi a vicenda “Vorrei che questo momento non finisse mai” gli disse mentre strofinava il suo naso sul collo dell’amante, per risposta Edward la strinse più a se dicendole “Non credevo che fare l’amore fosse così bello, dannazione aveva ragione Emmett” la vampira non credeva alle sue orecchie, pensava che Edward avesse fatto delle esperienze prima di lei, invece anche per lui quella era stata la sua prima volta, sentì una strana euforia attraversarle tutto il suo essere, appoggiò la testa sul petto del bel vampiro e si fece ancora coccolare, mentre lui le cantava la sua ninna nanna.
Jasper entrò nella stanza del suo nuovo fratello, lo trovò sdraiato sul divanetto a leggere un libro, si sedette di fronte a lui e aspettò che lo guardasse per parlargli, di solito non era della sua natura impicciarsi nei fatto altrui, ma questa volta vi era in gioco l’incolumità della sua famiglia, ma sopratutto quella di Alice, sapeva quanto il suo unico amore amasse la sua vita a Forks. Aveva notato i chiari segni di astinenza in Cain, era più scontroso, le occhiaie più marcate e i suoi occhi non totalmente limpidi, la cosa che l’aveva insospettito di più era stato il suo nervosismo e il suo avvicinamento a Edward “Che cosa vuoi Jasper?” a differenza di Emmett, trovava Cain un vampiro interessante e intelligente, era raro vedere vampiri con sembianze così giovani “Volevo sapere se stavi bene, sai anche io ho qualche problema con questa dieta, a volte vorrei lasciar perdere e scappare, insomma il sangue umano è come una droga, quando lo assaggi non riesci più a farne a meno” Cain chiuse di scatto il suo libro, lo guardò intensamente e fece un bel respiro prima di rispondergli “Non ho problemi con la dieta, ho problemi solo con una insignificante essere umana, credo di aver trovato una cantante, ma niente di preoccupante non le torcerò un solo capello e se vedo che la situazione è troppo pesante, me ne andrò dalla scuola. Ora sei più tranquillo?” dannazione anche lui, come Edward ed Emmett l’aveva trovata, da quanto gli avevano raccontato i fratelli era un vero supplizio, Edward era riuscito a controllarsi, mentre per Emmett non era andata così bene, aveva ucciso entrambe le ragazze, ma si fidava di Cain “Ok ti credo, solo se hai bisogno di aiuto fammi sapere” detto ciò fece per andarsene, ma il vampiro lo trattenne chiedendogli se gli andava di andare a caccia con lui “Magari lo diciamo anche a Sarah e Alice”.
Trovarono le due vampire nella camera di Sarah e Vergil, la camera sembrava un vero e proprio campo di battaglia, vi erano vestiti, scarpe, cappelli e altri oggetti sparsi per la stanza, Alice indossava un vecchio abito degli anni cinquanta nero, con un enorme cappello, mentre Sarah indossava un vestitino da cocktail blu, le due si sorridevano complici mentre Jasper si avvicinò a sua moglie altrettanto divertito “Ma che cosa state facendo?” Alice gli depositò un bacio su una guancia e gli disse “Niente di che, Sarah mi stava facendo vedere una parte della collezione dei suoi vestiti, non trovi che questo cappello sia adorabile?” il compagno la squadrò leggermente, poi le fece fare una leggera piroetta su se stessa prima di dire il suo commento “Tutto su di te è adorabile, comunque io e Cain andiamo a caccia volete seguirci o preferite continuare a divertirvi?” le due decisero di seguirli, ma prima dovettero cambiarsi, perciò i due vampiri scesero in veranda ad aspettarle dove trovarono Rosalie che stava leggendo un libro, alla fine si aggiunse anche lei alla comitiva, dicendo che si stava annoiando troppo e che Emmett e Vergil stavano facendo troppo baccano.
La battuta di caccia fu abbastanza lunga, stettero fuori almeno cinque ore tornando a notte fonda, ad attenderli in salotto vi era Carlisle con Esme, il medico stava leggendo un libro, mentre la moglie stava cucendo dei bottoni a una camicia “Allora come è andata la prima giornata a scuola Cain?” il biondo decise di non raccontargli nulla sul suo problema e anche Jasper e Rose non ne fecero parola, ma andarono nelle loro stanze “A proposito, dovrò avere un certificato medico che attesti che non posso fare attività fisica, non vorrei destare dei sospetti” “Ottima idea, domani passa da me in ospedale e ti darò un certificato medico” l’attenzione del medico ricadde sul libro che stava leggendo, mentre Esme gli si avvicinò e gli chiese se gli piacesse quella camicia “Sai era di Jasper, ma non la usa più, ho pensato che ti sarebbe piaciuta” come Antea, Esme gli ricordava le attenzioni premurose di una madre, era sempre così attenta a coloro che considerava suoi figli, il suo amore incondizionato gli regalava un moto di dolcezza che gli scaldava il cuore “Certo, grazie”.
Aveva lasciato Edward sotto la doccia ed era andata alla ricerca dei fratelli, trovò Emmett e Cain intenti a giocare alla playstation e Vergil intimare al bruno di non perdere contro il fratello, ma sembrava proprio che il biondo stesse vincendo al gioco di lotta “Nooo maledizione ho perso, devi darmi assolutamente la rivincita!” Cain iniziò a gongolare dalla felicità mentre gli altri due sembravano abbastanza demoralizzati, la bocca di Emmett assunse la posa di un broncio, a vederli così sembravano dei bambini, anzi che dei vampiri di quasi cento anni, Vergil si accorse della sua presenza e la invitò a sedersi di fianco a lui, mentre gli altri due continuarono a giocare, ma come prima vinse Cain “Dannato vedrai che prima o poi ti batterò” il biondo lasciò il suo posto al fratello e si sedette di fianco a lei, ma continuò a guardare lo schermo, si era accorta come ultimamente il loro rapporto si fosse freddato, ora la sua attenzione era quasi totalmente rivolta a Edward, di conseguenza non aveva avuto molto tempo per parlare col fratello, ma dall’altro canto sembrava che Cain preferisse la compagnia di Rosalie e doveva ammetterlo ne era leggermente gelosa, decise di provare a parlargli “Com’è andare a scuola, insomma è tanto difficile stare insieme a tutti quegli umani?” “Diciamo che non è facile, ma è sopportabile e a te come è andata la giornata?” di certo non poteva raccontargli di cosa era successo tra lei ed Edward, sicuramente avrebbe fatto fuori il suo ragazzo e insieme a lui si sarebbe aggiunto anche Vergil, gli raccontò che era stata a caccia, che aveva visto delle foto della sua famiglia e che aveva visto qualche film.
Il giorno seguente fu Jasper ad accompagnare Cain a scuola, per tutto il tragitto stettero zitti, entrambi erano due vampiri che amavano stare anche in silenzio, si salutarono e Jasper gli disse che sarebbe venuto lui a prenderlo, doveva assolutamente comprarsi un’auto, di certo l’auto di Julian era troppo vistosa per un ragazzino di 16 anni. In aula vi erano già Spencer e Richard, il primo chiamò fin troppo rumorosamente la sua attenzione e lo costrinse a sedersi di fianco a lui, mentre Richard lo guardava con uno sguardo rassegnato e comprensivo. Le tre ore passarono velocemente, cercò di trovare qualche scusa per non andare in mensa, ma il suo nuovo amico sembrava essere diventato sordo e l’aveva trascinato all’interno della sala, sperò vivamente che quel giorno Haley non si unisse a loro, invece la ragazza si sedette al loro tavolo, per giunta di fianco a lui che dovette far forza a tutto il suo auto controllo per non assalirla “Dopo abbiamo chimica, Hale sei riuscito a fare il compito?” “Certo, scusate inizio ad avviarmi in aula” non aspettò nessuna risposta, doveva assolutamente stare il più lontano da quella ragazzina, ma dopo pochi passi in corridoio se la trovò di fianco, vedendo la sua espressione stupita si affrettò a dire “Abbiamo la stessa lezione e poi volevo ricontrollare il compito, prima che arrivasse il professore” sembrava una vera e propria persecuzione, più voleva starle lontano più lei si avvicinava, perché non lo lasciava in pace?! Un ragazzo che passava velocemente urtò la ragazza che si appoggiò a lui, potè percepire il dolce calore che proveniva dal corpo di Haley e il suo profumo inebriante, le sue difese stavano crollando, la bestia che era in lui stava per prendere il sopravvento e stava per mandare tutto a rotoli, a fatica riuscì a trovare un piccolo barlume di lucidità e la scansò leggermente, cercò di non essere brusco, ma Haley lo guardò torvo, aumentò il passo, per non guardare la sua espressione furiosa “ Che diavolo hai contro di me? È da ieri che non fai altro che starmi alla larga, come se avessi la peste” “Non ho nulla contro di te, davvero è solo che sono parecchio nervoso per fatti miei” sembrò crederci, non gli fece altre domande e stette zitta per tutta la lezione, gli parlò solo lo stretto necessario e quando pensò che il peggio fosse passato, il professore annunciò che entro la prossima settimana dovevano fare una relazione con il proprio compagno di banco e che non accettava nessun cambiamento.
Ottimo, pensò il biondo mentre si affrettava verso il parcheggio, non aveva dato modo alla ragazza di mettersi d’accordo con lui, dato che era scappato come un fulmine, era troppo intossicato per poter stare ancora li in quella stanza per oltre dieci minuti. Nel parcheggio trovò una volvo grigio metallizzato e appoggiata ad essa Edward, l’effetto che fece era lo stesso che aveva prodotto Rosalie il giorno prima, ma in questo caso con il sesso opposto, entrò in macchina senza neanche un saluto e aprì la bocca solo per dirgli “Portami all’ospedale, devo ritirare una cosa da Carlisle” il tono della sua voce non piacque per niente a Edward che stizzito gli disse “Guarda che non sono di certo il tuo autista e un saluto sarebbe stato apprezzato” ma il biondo non rispose alla sua provocazione e continuò a fissare il paesaggio, nell’abitacolo vi era il silenzio più assoluto, interrotto solo dalla musica jazz che usciva dallo stereo “Perché devi andare da Carlisle?” “Perché mi deve dare una ricetta medica per esonerarmi da educazione fisica” l’altro vampiro assunse un’area pensierosa, come se volesse fare una domanda, il ticchettio del suo dito sul volante lo fece esasperare e gli intimò di sputare fuori il rospo se non voleva che gli strappasse il dito “Volevo solo sapere come è andata la giornata e se è stata meno pesante di ieri” Cain appoggiò la testa al finestrino, socchiuse gli occhi e fece un bel respiro, poi si girò verso di lui “Guardami, i segni sono più che evidenti, ma posso resisterle…. Almeno finche posso”

Sono davvero sorpresa di me stessa, sono riuscita a postare molto prima del previsto^^, comunque spero che questo capitolo vi sia piaciuto!! Sono felice che la storia piaccia anche a te Anthy e che tu abbia lo stesso nome di uno dei miei personaggio (io adoro Antea, anche se non ha molto spazio). Spero di leggere i vostri commenti, perciò commentate!!!!!

Baci Miki87

Ritorna all'indice


Capitolo 15
*** Capitolo 15 ***


Edward lo condusse allo studio di Carlisle, ci misero più del dovuto, dato che il vampiro gli aveva intimato di sfamarsi, l’infermiera li informò che il dottore era occupato con un familiare di uno dei suoi pazienti e di aspettarlo sulle scomode poltroncine del corridoio. Sentì pel di carota sogghignare leggermente, sicuramente a causa dei pensieri dell’infermiera, che erano ben visibili dallo sguardo che aveva lanciato a entrambi “ Non ho ancora fatto l’abitudine sui pensieri sconci delle donne” “Chissà cosa ne penserebbe Isabel” alle sue parole il vampiro smise di sogghignare e tornò serio facendo finta di sfogliare una rivista. Si sorprese quando vide uscire dallo studio del medico Haley, era una vera e propria persecuzione, come se qualcuno ce l’ha avesse a morte con lui, notò che anche lei aveva il suo stesso sguardo stupito, si fissarono per qualche minuto, entrambi non sapevano cosa dire “Ah Cain sei già arrivato, noi ci vediamo domani Haley” la ragazza fece un sorriso imbarazzato, cercò di sorpassarla senza degnarla di un saluto, sapeva che faceva la figura da cafone, ma ne andava della sua salute mentale e fisica, ma la ragazza non fu dello stesso parere, lo afferrò dolcemente per un braccio e lo fissò con i suoi occhini da cerbiatta, notò la leggera piega della sua bocca rivolta verso il basso, pessimo segno “Ecco… a lezione te ne sei andata velocemente… si insomma mi chiedevo… quando facciamo la nostra relazione?! Io non ho molto tempo libero, posso il mercoledì e il venerdì dalle cinque in poi, perciò dopo che ti sarà passato questo tuo perenne malumore fammi sapere dove e quando” detto ciò se ne andò. Notò l’espressione divertita di Edward, lo stava deridendo – ti consiglio di far sparire quel sorrisino dal tuo volto se non voi che ti spacchi la faccia -  pensò, ma per risposta pel di carota aumentò il sorriso “Scusate l’attesa ragazzi, dunque ti ho fatto un certificato medico dicendo che hai una grave forma d’asma e che non puoi fare nessuna attività fisica” lesse attentamente il pezzo di carta, nel frattempo il medico e il figlio parlavano del più e del meno, ripensò all’espressione di Haley, quella ragazza aveva un bel caratterino e non aveva nessun timore verso di lui. Alzò il viso verso le radiografie appese, vi impresso un torace, probabilmente di un uomo adulto, ben in vista vi erano i polmoni che erano quasi totalmente ricoperti di macchie nere e idem era per il fegato affianco “Sono del padre di Haley, da quanto ho capito siete compagni di scuola” si avvicinò meglio al vetro luminoso, le masse tumorali erano ben estese, non invidiava di certo quel poveraccio “Gli rimangono massimo tre mesi di vita, pensare che a guardarla a scuola non sembrerebbe che gli stia morendo il padre” come faceva a essere così serena e a sorridere a tutti?! Sicuramente lui sarebbe entrato in un baratro nero e se la sarebbe presa col mondo intero, maledicendo tutti “ E’ una ragazza forte, speriamo che riesca a superare anche questa” non voleva sapere altro, non voleva iniziare a interessarsi a quella ragazza, non voleva provare nessun tipo di affetto per lei, neppure la commiserazione, ringraziò un’ultima volta Carlisle ed uscì con Edward per tornare a casa.

Bella si stava annoiando a morte, Edward e Cain non erano ancora tornati, Esme era al lavoro, Vergil, Emmett e Jasper erano a caccia e Sarah, Alice e Rosalie stavano provando una marea di vestiti, era stata in loro compagni per un pò, ma dopo una mezzora si stufò di guardare quei mille vestiti, non sapeva chi ne aveva di più tra le tre. Girovagò un po’ per casa e infine decise di entrare nella stanza di Edward per ascoltarsi un cd, in un certo senso il suo ragazzo e Cain si assomigliavano per quanto riguardava l’ordine, troppo ordinati per i suoi gusti. Fece scorrere il dito sulla collezione di cd cercando un titolo che le piacesse, poi notò un cd completamente diverso dagli altri, sembrava un cd masterizzato, strano Edward li aveva tutti completamente originali, lo prese velocemente tra le sue mani e lesse “For Bella”, un cd per lei strano non ne ricordava ne il contenuto e ne l’evento in cui ielo aveva regalato, doveva essere estremamente importante se lo teneva nella sua collezione. Decise di usare il suo potere, voleva ricordare quell’occasione importante, le immagini non erano nitide, Edward e Alice che le davano il regalo, la sua contentezza, poi lei che veniva scaraventata dall’altra parte del tavolo Japer ed Edward che si ringhiavano contro, sangue tanto sangue, successivamente lei e il bel vampiro in un bosco “ Non sono la persona giusta per te, Bella” “Bella, non voglio che tu venga con me” “Tu non sei la persona giusta per me, Bella” Edward di schiena che se ne andava e infine il buio. Stava tremando, che cosa significavano quelle immagini, perché Edward l’aveva abbandonata?! Voleva sapere, voleva capire che cosa era successo, possibile che tutto ciò che le aveva raccontato fosse una menzogna?! Sentì la volvo entrare nel vialetto di casa, le sue mani tremavano ancora, i passi di Edward che si stavano avvicinando e la sua rabbia che stava aumentando, cercò di sembrare calma quando lo vide entrare, il sorrisino che il dio greco aveva stampato in faccia la fece rabbrividire, poi l’espressione felice di Edward svanì quando vide il cd tra le sue mani “Credo che tu non mi abbia raccontato una parte della nostra relazione, quando ero ancora umana e mi hai lasciata in un bosco, aspetta non dirmi niente non parlare, devo prima sfogarmi” doveva assolutamente sbriciolare qualcosa, un albero, una roccia o un orso, non vi era nessuna differenza in quel momento, lui cercò di trattenerla per un braccio, ma lo scaraventò contro il muro e gli sibilò “Non mi toccare” corse giù per le scale, Edward tentò ancora una volta di fermarla, ma anche quel tentativo fu vano, lo staccò da se e gli ringhiò contro, in un attimo tutti componenti di casa Cullen erano li a osservarli chiedendosi cosa fosse successo “Non provare a seguirmi, in questo momento non sono in me” e poi uscì dalla porta finestra. Edward tentò di seguirla, ma Cain si mise in mezzo sibilandogli “Che cosa le hai fatto?” gli occhi del biondo erano carichi d’odio e la sua bocca tremava leggermente facendogli vedere i canini “Niente, è tutto un equivoco, ha trovato il cd che le avevamo regalato al suo diciottesimo compleanno e ha rivisto tutto ciò che era legato ad esso” a quelle parole Esme si portò una mano alla bocca e Alice urlò contro il fratello “Non le hai mai raccontato di quel periodo?! Edward ti rendi conto di come si deve sentire adesso?!” il vampiro dai capelli bronzei abbassò lo sguardo colpevole, sapeva che aveva fatto una sciocchezza, egoisticamente le aveva fatto ricordare solo i momenti più belli del loro passato “Sarah va tu da lei” alle parole del biondo la sorella corse nella stessa direzione della sua amata, Vergil tentò di fare lo stesso, ma un solo gesto di Cain lo fece demordere dall’impresa “Sarah è l’unica che possa farla ragionare… Carlisle mi ha raccontato di quando hai abbandonato Isabell, vedrai che si sistemerà tutto” era la prima volta che il biondo sembrava avere parole di conforto per Edward, poi senza aspettare una qualsiasi risposta si avviò verso la sua camera.  
Correva a perdifiato, non voleva fermarsi, non voleva chiedere che tutto ciò che aveva vissuto fino adesso fosse tutta una farsa, non dopo quello che era successo il giorno prima, aveva dato tutta se stessa a quel ragazzo, si era lasciata andare e aveva conosciuto il significato della parola amore. Credeva realmente di aver trovato la sua anima gemella, come Sarah e Vergil o Antea e Julian, invece ora si ritrovava con mille dubbi eppure tutto il suo essere lo amava ancora. Si fermò solo quando sentì un odore a lei familiare farsi vicino, era Sarah, quando la raggiunde la guardò con un’espressione che era mista tra il preoccupato e l’arrabbiato “Finalmente ti sei fermata, mi vuoi dire che cosa è successo?” si misero a parlare in riva a un fiumiciattolo, con i piedi immersi nel ruscello e il sole che le filtrava leggermente dagli alberi, Isabella le raccontò cosa aveva visto, di come si sentiva tradita e offesa, la sorella l’ascoltò senza mai interromperla “Capisci, ora non so più a cosa credere, insomma chi mi dice che non mi lascerà come quella volta?” “Non credo, prima di tutto gli hai lasciato il tempo di spiegarti?” Isabella abbassò colpevolmente lo sguardo, mentre Sarah ridacchiava allegra “In questo assomigli a me, siamo così cocciute, ti ho mai raccontato di quando io e Vergil ci siamo lasciati?” a quella domanda l’altra vampira sbarrò gli occhi leggermente stupita, li aveva sempre visti insieme e così affiatati, tanto che a volte sembravano una persona sola,  Sarah fece un lungo sospiro e rivolse il suo sguardo verso la chioma di un albero “ E’ successo molto tempo fa, precisamente quarantotto anni fa, a quel tempo era arrivata una nuova vampira al castello, il suo nome era Hellen, minuta, estremamente bella e con i capelli color grano. Ogni volta la trovavo di fianco a lui, avevo notato lo sguardo con cui guardava il mio vampiro,carico di devozione e amore, mi sentivo rodere di gelosia e lui mi continuava a ripetere che erano tutte mie fissazioni e che non avevo fiducia in lui, alla fine litigammo furiosamente e Vergil lasciò il castello. Il periodo più brutto della mia esistenza, senza lui mi sentivo così vuota e sola, davanti a tutti facevo finta di niente, come se non avessi mai conosciuto quel bel vampiro dagli occhi di ghiaccio, ma quando ero sola una strana morsa mi prendeva il petto e singhiozzavo maledicendo la mia gelosia e quella maledetta Hellen. Dopo due lunghi anni Vergil tornò al castello, bello e fiero come lo ricordavo, capii che avevo sbagliato che dovevo aver fiducia in lui e amarlo per l’eternità. Perciò Isabella non aver paura di amare, non lasciare che le tue paure compromettano il vostro rapporto, lascia che Edward ti spieghi cosa è successo e poi trai le tue conclusioni” Bella le sorrise dolcemente e poi abbracciò la sorella ringraziandola “Scusa, ma che fine ha fatto questa Hellen? Non ricordo di averla mai conosciuta” Sarah assunse un sorrisino sadico che non prevedeva nulla di buono e che le metteva paura “Semplicemente ha deciso di lasciare il castello di sua spontanea volontà, ovviamente con un leggero e piccolissimo aiuto”
Trovò Edward ad aspettarla seduto sui gradini del porticato, il viso dipinto da un’espressione infelice e addolorata, le mani contratte a pugno e i suoi occhi pieni di paura, come poteva avercela ancora con lui se assumeva quell’espressione?! non voleva vedere quell’angelo soffrire! Sarah le diede un leggero colpetto sulla spalla, per poi sparire dentro casa, ma non prima di aver sorriso ad Edward per incoraggiarlo. Rimasero alcuni minuti ad osservarsi, per poi avvicinarsi reciprocamente, tutto il loro essere reclamava la vicinanza all’altro “Isabella, io ti devio delle spiegazioni, ti prego ascoltami” anche la sua voce sembrava disperata, non era limpida e sonora come al solito, Bella fece un lungo sospiro, non sapeva come comportarsi una parte di lei avrebbe accettato qualsiasi spiegazione, ma il suo orgoglio le diceva di mandarlo al diavolo, ripensò alle parole di Sarah, no lei non poteva vivere senza Edward, era come chiederle di vivere senza una parte di se “Va bene, ma voglio tutta la verità, non tralasciare niente” il bel vampiro le raccontò cosa era accaduto, del suo abbandono, spinto soltanto dal desiderio di proteggerla e del suo amore, voleva che lei vivesse la sua vita umana e che potesse avere una famiglia normale, che potesse avere dei figli ed invecchiare, le parlò anche dell’amicizia che si era instaurata tra lei e il licantropo e infine della sua corsa disperata a Volterra per salvarlo dai Volturni,  Edward aspettò qualsiasi risposta, ma la sua ragazza stette zitta, troppo presa dai ricordi e dal racconto, poi alzò lo sguardo sorpreso e disse “Che diamine allora è vero che sono una calamita per i guai, dannazione ho conosciuto addirittura i Volturni… comunque ti credo e scusami per prima, ma ho avuto paura che il mio passato fosse stato un’illusione. Per cinque anni non ho conosciuto niente di esso, infine ho incontrato voi e la cosa mi ha lasciato felice, ma allo stesso piena di dubbi, chi mi dice che questo sia tutto vero? Ma devo imparare a lasciare da parte le paure e credere in te, perché io ti amo e non voglio perderti” sul viso del vampiro spuntò un bel sorriso, forse il più luminoso che avesse mai visto, ne fu stordita e si sentì così felice quando le accarezzò una guancia e la sollevò in aria girando su se stesso, per poi baciarla con passione.

 

Salve a tutti, dato che sono stata a casa per colpa di una brutta influenza e annoiandomi a morte, ho deciso di creare una chicca tutta per voi! Ho creato questa immagine, dove vi sono gli attori che mi hanno ispirato (fisicamente) per i miei personaggi!!! Spero che vi piaccia ^^ vi prego recensiteeeeeeee!!

Un baci Miki87 


Ritorna all'indice


Capitolo 16
*** Capitolo 16 ***


Le note della sua ninna nanna si erano propagate in tutto il salone, Edward sembrava ancora più eterno sotto la luce tenue del sole, che filtrava dai grandi nuvoloni neri, sarebbe rimasta per sempre a guardarlo mentre suonava. Quando la melodia terminò, la invitò a sedersi di fianco a lui “Cosa vuoi che suoni adesso?” ci mise qualche secondo a formulare una risposta coerente, il suo volto era così maledettamente perfetto e vicino, bastava solo che lei si sporgesse leggermente per baciarlo, detto e fatto, le loro bocche erano incollate. Il momento idillico finì quando sentirono Vergil correre giù per le scale urlando “Sono tornati” sembrava un bambino che aspettava in trepidazione l’arrivo di Babbo Natale, lo seguirono e si trovarono davanti casa Cain, Rose e Carlisle con una Porsche Carrera 911 blu scuro “E questa dovrebbe dare meno nell’occhio?” gli chiese sarcastica Bella, ma Cain si giustificò dicendogli “Era un affarone, non ho resistito era come se mi chiamasse e mi dicesse Comprami sono tua” Vergil girò attorno alla macchina con gli occhi di un bambino che aveva appena ricevuto un regalo “Bella, vero che me la fai provare?” per risposta il biondo gli lanciò le chiavi della macchina, che il moro afferrò prontamente e salì nell’auto. Dopo che Vergil, insieme a Rose ed Emmet scompari dal vialetto entrarono in casa, Cain sembrava un po’ agitato e chiese ai due se dovevano uscire “No, perché ce lo chiedi?” gli aveva domandato Bella, che per risposta ricevette un’alzata di spalle, ma la sorella lo guardò ancora insospettita fino a quando il biondo non cedette “Tra poco arriverà una mia compagna di corso e dovremmo fare una relazione, non credo che sia il caso che tu stia in casa, dopotutto potrebbe riconoscerti” ecco cosa stava tramando, dopotutto Bella dovette dargli ragione così decise insieme ad Edward di uscire “Che ne dici se andiamo nella nostra raduna?”.
Era riuscito a mandare fuori casa tutta la famiglia, tranne Esme e Carlisle che erano gli unici due di cui si poteva fidare, già si immaginava i commenti di Vergil ed Emmett prendendolo in giro per quella strana situazione, mentre Sarah e Alice sarebbero state appollaiate sulle scale per vedere la scena, come due persone che guardavano un film al cinema. Carlisle gli diede i libri che gli servivano, anche se ormai quelle nozioni le conosceva a memoria “Ricorda Cain, le apparenze contano nel nostro caso” il loro discorso cadde a causa dell’arrivo di Haley “Ben arrivata cara, io sono Esme è un piacere conoscerti” la dolcezza della vampira lasciava sempre tutti ammaliati, scorse Haley sorriderle dolcemente e leggermente imbarazzata “ Grazie, è un piacere conoscerla, io sono Haley” Cain e Carlisle raggiunsero le due “Haley che piacere averti in casa mia, dimmi come sta tua zia?” la ragazza fece un ampio sorriso verso il dottore “Salve dottore, la zia sta benissimo” dopo i soliti convenevoli fece strada alla ragazza e la portò nel salone, dove vi era già la tavola piena di libri, l’atmosfera non era delle migliori, erano rimasti a dedita distanza l’uno dall’altro e si parlavano il minimo necessario. Dopo un’oretta Esme entrò nel salone con un vassoio dove vi era una tazza di tea e una fetta di torta per la ragazza “La ringrazio signora Cullen, ma tu Cain non prendi niente?” Esme si rivolse verso di lui allarmata, i suoi occhi gli chiedevano scusa, dopotutto non doveva essere abituata ad avere ospiti umani in casa, ma il biondo con un mezzo sorriso le disse “Non mi piacciono i dolci e il tea non è la mia bevanda preferita” alla sua risposta la ragazza iniziò a ridacchiare, gli piaceva quell’espressione così rilassata “Come immaginavo sei anche di gusti difficili anche col cibo” a quelle parole Esme iniziò a ridacchiare e sentì anche la risata cristallina del dottore che arrivava dal suo studio, si sentì così imbarazzato, arrabbiato ed euforico allo stesso tempo, tanto che fu contagiato dalla risata della ragazza.
Prima di andare nella loro raduna Edward e Bella decisero di andare a caccia, amavano cacciare insieme, vedere i movimenti agili e felini dell’altro, dopo aver “cenato” si ritrovavano sempre stretti l’uno all’altro, per poi fare l’amore come se solo in quei momenti fosse tutto perfetto. Rimase ancora abbracciati per parecchio tempo, poi Isabella aveva iniziato a tracciare con un dito i lineamenti perfetti del suo amante, Edward stette immobile a gustarsi quel contatto, il dito di lei scivolò sulle labbra perfette del vampiro e seguì il contorno del suo sorriso “A cosa stai pensando?” gli occhi color ambra di Edward la guardarono dolcemente “Niente di che, pensavo a come stia andando l’appuntamento di tuo fratello” Bella lo guardò stupita, si mise a pancia in giù assumendo un’aria pensosa, strappò un piccolo fiore che le era vicino e lo esaminò, come se fosse la prima volta che lo vedesse “Adesso dimmi a cosa stai pensando tu” la bella vampira fece un lungo sospiro, come se non volesse rivelargli i suoi pensieri, ma sotto il tocco della sua mano che le accarezzava la schiena cedette “Primo non è un appuntamento, ma un incontro per fare i compiti, secondo chissà come deve essere questa ragazza e terzo cosa sai tu di questa ragazza, ho notato il vostro sguardo complice!” la sua voce fu dura e tagliente, il che era un brutto segno, il bel vampiro tentò di eludere il discorso, ma la compagna non demorse, così Edward le raccontò tutto, spiegandole che Haley non era altro che la cantante di Cain “Perché non si è confidato con me? Perché sono l’ultima a sapere le cose?” “Forse non ti ha detto nulla per non farti preoccupare e farti trovare tranquillamente i tuoi ricordi” la vampira si calmò, si rannicchiò ancora contro quel corpo marmoreo “Sai sono davvero curiosa di vedere questa ragazza, in questi anni in cui ho vissuto con Cain non l’ho mai visto perdere la sua solita freddezza, deve essere buffo, dimmi lei è carina?” Edward ridacchiò leggermente a quella domanda, aveva notato una leggera nota di gelosia, ma non se ne preoccupò, orami aveva capito che tra i due vi era solo un rapporto fraterno “E’ bionda, minuta e ha due occhi color cioccolato e molto espressivi, una volta l’ho incontrata per caso e devo dire che ha un bel caratterino” Isabella sembrava persa nei suoi pensieri, la vide alzarsi e vestirsi velocemente “Devo assolutamente vederla, insomma non capita tutti i giorno di vedere Cain in difficoltà” Purtroppo quando arrivarono a casa la ragazza se ne era già andata e il biondo era immerso nella lettura di un libro fin troppo voluminoso, sembrava apparentemente tranquillo, la sorella gli sedette accanto e iniziò a scrutare il volto del fratello, che faceva finta di nulla, Edward invece si era seduto sulla  poltrona di fronte e anche lui come la fidanzata aveva iniziato a fissarlo “La volete smettere voi due e volete dirmi che diavolo volete?” Isabella strappò dalle mani del ragazzo il libro e gli si avvicinò pericolosamente al viso, quella poca distanza fece innervosire leggermente il suo compagno “Dimmi la verità a te piace quella ragazza? Non mentire, sai che quando lo fai ti si forma una leggera fossetta sotto il labbro” il biondo si allontanò da lei scocciato e tentò di uscire dalla stanza, ma la sorella lo bloccò per un braccio “Dimmelo, se no dico a Vergil che c’era una ragazza qui e che ti piace un casino, lo sai quanto lui sia petulante per queste cose!” Cain imprecò leggermente “Dannata, non ti facevo così perfida.. comunque è solo una compagna di scuola e sarebbe più giusto dire che mi piace più il suo sangue che lei, è una ragazza così banale, scontrosa e troppo piena di se, non la sopporto proprio!” il viso della mora assunse una strana espressione, si portò una mano sulla bocca e iniziò a ridacchiare, cosa che fece anche il rosso, invece Cain li guardò come due pazzi, non riusciva a capire perché ridessero, notando la sua espressione imbronciata la sorella gli disse “Ma sei te in versione femminile, piuttosto ti piace perché prima ti si è formata la fossetta” sgomento, ecco quale espressione era dipinta sul viso del biondo, non credeva che potesse piacerle quell’insignificante ragazetta, insomma nella sua vita aveva conosciuto vampire e donne bellissime e non aveva provato proprio nulla per loro, a volte si erano offerte loro stesse e le aveva rifiutate, mentre Haley l’aveva attratto dal primo momento –No il suo sangue mi attrae, la sua persona mi lascia del tutto indifferente- vedendo che le risate dei due non cessavano li mandò al diavolo e si rifugiò nella sua stanza.

L’ora di spagnolo era tremendamente noiosa per Cain, che sapeva perfettamente la lingua, anche meglio della signorina Salvatores, di origini ispaniche, così l’attenzione del biondo si spostò su Haley, che guarda caso era poco distante da lui, a separarli erano solo tre banchi di distanza. La fisso per tutto il tempo, senza farsi accorgere dalla ragazza e dalla professoressa, era ancora infastidito dalle parole di Bella ed Edward, a lui non piaceva assolutamente quella ragazza, non lo attraeva per niente fisicamente –allora perché continui a fissarla? Perché provi uno strano movimento nello stomaco quando si sposta una ciocca di capelli dietro l’orecchio?- ok stava decisamente impazzendo, forse era a causa dell’aula troppo piccola che lo costringeva a sentire in modo amplificato l’odore di quell’umana. Fu grato quando suonò la campanella, poteva finalmente tornare a casa, si avviò tranquillamente nel parcheggio, trovò dei ragazzi di prima fissare la sua macchina, forse aveva ragione Bella, anche quella non era una macchina adatta a un ragazzo della sua età, eppure non voleva liberarsene, appena si avvicinò alla sua macchina tutte le persone attorno si allontanarono intimoriti dalla sua persona –Istinto di sopravvivenza- pensò Cain. Sistemò i libri nei piccoli sedili dietro, il venditore gli aveva detto che volendo potevano starci anche quattro persone, ovviamente se i due che dovevano stare dietro erano minuti e magrissimi, ma era sicuro che non avrebbe portato nessuno con se, prima che avviasse la sua auto notò Haley imprecare contro la sua macchina, istintivamente le si avvicinò e le chiese cosa c’era che non andava “Non parte questo catorcio, adesso come faccio?” “Ti accompagno io, dai Sali” la ragazza lo guardò sospettoso, dopotutto non aveva tutti i torti, fino a qualche giorno prima l’aveva trattata malissimo, ma alla fine cedette e lo seguì, dicendogli che doveva andare all’ospedale della città. Nell’abitacolo calò un silenzio imbarazzante, la ragazza guardava fuori dal finestrino, anche se qualche volta sbirciava il volto del ragazzo che stava guidando, sembrava totalmente concentrato sulla strada, non potendone più la bionda gli chiese se poteva accendere la radio e fu stupita di trovarvi dentro un cd di Queen “E’ uno dei pochi gruppi che sopporto” “ Scherzi? Io adoro i Queen, Freddie Mercury era un grande, un vero mostro da palcoscenico lui si che se la mangiava la folla” continuarono a parlare di musica per il resto del tragitto, la tensione era alquanto migliorata tra i due. Cain lasciò che la ragazza raggiungesse il padre, dicendole che lo avrebbe trovato da Carlisle, trovò il dottore intento a compilare delle scartoffie “Ciao come mai da queste parti?”gli raccontò il tutto, ovviamente il dottore lo guardò con una strana espressione negli occhi, doveva aver capito tutto, per fortuna del biondo il bel dottore fu chiamato per un’emergenza e lo lasciò da solo nei suoi pensieri.




Ritorna all'indice


Capitolo 17
*** Capitolo 17 ***


Fuori vi era un vero e proprio temporale, il vento soffiava fortissimo e la pioggia cadeva come una cascata, Cain era sdraiato su divano intento a leggere un libro svogliatamente, mentre Sarah, Alice e Rosalie erano intente a guardare un nuovo catalogo di moda e Bella era intenta a sentire Edward suonare il piano. l’orologio segnava le sette quando arrivò Carlisle dal lavoro, ma quella volta non era solo, insieme a lui vi era Haley, al suono della sua voce Cain si alzò allarmato, mentre Sarah e Bella assunsero un’aria birichina “Non osate neanche avvicinarvi a lei”le minacciò il fratello, ma le due si sorrisero complici e il medico insieme alla ragazza entrò in sala “Buona sera ragazzi, questa sera abbiamo un ospite a cena” la biondina sorrise imbarazzata verso i sei vampiri, le sue guance si tinsero di rosso e si morse il labbro inferiore “Ciao, io sono Sarah, la sorella di Cain” a quelle parole Haley assunse un’aria interrogativa e pensierosa “Siamo fratellastri, stessa madre e diverso padre, loro sono Alice, Jennifer, mia sorella Rosalie ed Edward lo conosci già” al nome Jennifer tutti i vampiri lo guardarono stralunati, poi capirono che non potevano dire il vero nome di Isabella, la ragazza nel frattempo aveva salutato tutti e si era seduta di fianco al compagno di scuola per parlare del più e del meno “Come mai sei venuta a casa mia?”Cain si accorse solo dopo che il tono della voce gli era uscito leggermente duro, ma Haley ormai abituata ai suoi sbalzi d’umore gli rispose “Perché la mia macchina mi ha abbandonata per l’ennesima volta, per fortuna davanti all’ospedale il dottor Cullen mi ha visto e mi ha invitata a casa vostra, dopo aver saputo che mia zia è tornata a casa sua” fece vedere alla loro ospite le varie parti della casa, notò come fosse entusiasta dell’enorme studio di Carlisle “E davvero bello e guarda quanti libri” la bionda si soffermò per qualche secondo su qualche libro, notando il loro valore e la loro età, gli piaceva quando aveva quell’aria trasognata e felice, il suo viso si illuminava di una luce propria e i suoi occhi erano pieni di gioia. Alla fine arrivarono in cucina dove Esme aveva preparato la cena per la sua ospite “Spero che sia di tuo gradimento cara” “La ringrazio signora Cullen, ma lei e gli altri non mangiate?” per loro fortuna la vampira aveva una buona scusa “Mi spiace cara, ma io e mio marito stasera andremo a teatro e mangeremo qualcosa in strada, mentre i ragazzi stanno uscendo per vedere un film e anche loro ceneranno fuori” per aggiungere maggiore credibilità Cain le chiese “Se vuoi ci possiamo unire a loro, anche se a me non piacciono molto i film di fantascienza” la ragazza fece un segno negativo, aggiungendo che sarebbe stato un vero spreco buttare via quel ben di dio che le aveva preparato Esme, così si ritrovarono da soli in casa con il povero vampiro che dovette mangiare il cibo umano per non destare alcun sospetto alla ragazza. “Ti va di vedere un film? Qui abbiamo un’ampia scelta di dvd” dicendo ciò la condusse davanti all’enorme armadio in sala di fianco alla tv, per poco a Haley non cadde la mascella quando vide l’enorme quantità di film “Cavoli potreste aprire una videoteca” dicendo ciò fece scorrere il dito su una fila di dvd e alla fine ne scelse uno I misteri delle pagine perdute, il tesoro dei templari, per tutta la prima metà del film stettero in silenzio, ogni tanto Cain si lasciava sfuggire uno sguardo alla sua vicina, che era tutta intenta a guardare il film, poi quando si girò per la quarta volta per poco non gli venì un infarto, dietro al loro divano, con la faccia appoggiata al bordo vi erano Vergil ed Emmett al suo leggero gridolino si girò anche Haley che si lasciò sfuggire un urlo, mentre gli altri due ridevano a crepapelle “Ma voi non dovevate andare al cinema con gli altri?” gli occhi di Vergil si riempirono di curiosità e il suo sorriso si aprì in maniera furbetta “Si ma non ve ne era neanche uno interessante, così abbiamo pensato di tornare a casa” alle sue parole entrarono nel salone anche gli altri, Sarah aveva uno sguardo carico di scuse e con un sussurro non udibile all’orecchio umano gli disse “Mi spiace ma quando Vergil ed Emmett hanno saputo che qui vi era Haley hanno voluto assolutamente vederla” ok li avrebbe uccisi più tardi quando la ragazza sarebbe tornata a casa. Il resto della serata lo passarono a guardare il film, ogni tanto notava le occhiate di quei due deficienti, ma faceva finta di nulla, notò che anche Bella guardava con fare curioso la sua cantante, velocemente le chiese “Per caso hai fame?” la sorella scrollò leggermente le spalle, mentre Edward le strinse le spalle sussurrandole qualcosa, le sue supposizioni furono interrotte dall’arrivo di Carlisle ed Esme “Il temporale è peggiorato, perciò cara questa sera ti fermerai a dormire da noi” “Veramente io…” ma Esme non la fece neanche finire “Per carità per di più sei sola a casa e poi qui lo spazio non manca” -Ma si facciamola rimanere in una casa piena di vampiri dove due di essi fanno fatica a resistere al suo sangue- pensò Cain che si affrettò a dire “Se vuoi puoi dormire nella mia stanza, io dormirò sul divano a letto” alle sue parole Vergil iniziò a ridacchiare insieme allo scimmione, ok stavano andando un po’ oltre, senza che Haley potesse vederlo lanciò in pieno viso al fratello un cuscino che lo tramortì leggermente a causa della velocità.

Ormai erano tutti a letto, ovviamente per dire, l’unica che poteva dormire era la loro ospite, Cain stette immobile nel divano a letto a fissare il soffitto, la sua mente continuava a elaborare un solo pensiero ed era quello di percorrere il corridoio ed entrare nella stanza della ragazza per guardarla mentre dormiva. Quando Emmett e il fratello gli avevano sussurrato quell’idea nell’orecchio li aveva mandati a quel paese, insomma lui era un ragazzo di altri tempi che rispettava le donne e la loro pivacy, non era di certo come loro un guardone, eppure quel pensiero non faceva altro che annidarsi nella sua mente, chissà come era il suo viso rilassato, le sue labbra piene distese in un sorriso e i suoi capelli color grano sparsi sul cuscino, no non doveva pensarci. Sentì un leggero rumore provenire dalla cucina, pensando che fosse uno dei suoi fratelli o uno dei Cullen andò a vedere, ma fu sorpreso di vedere la sua piccola tentazione davanti a lui con una camicia da notte rosa antico, che a suo parere non lasciava nulla all’immaginazione, con in mano un bicchiere di latte “O mio dio che spavento, ma è mai possibile che tu sia silenzioso come un gatto?” la fissò ammutolito per qualche secondo, poi vide il viso di Haley dipingersi di rosso e si ricordò che lui indossava solo un paio di boxer rossi e una canotta bianca “Scusa pensavo fossero o Vergil o Emmett  che volevano farmi qualche scherzo, aspetta vado a mettermi qualcosa di presentabile” il vampiro si sentì per la prima volta le gambe molli e uno strano calore a basso ventre, mentre si metteva i pantaloni della tuta notò sulle scale Bella, Alice ed Sarah che sghignazzavano, maledette ora ci si mettevano pure loro, giurò che un giorno si sarebbe vendicato. Tornò in cucina, dove la ragazza si era seduta su uno degli sgabelli e guardava la pioggia al di là della finestra “Come mai sei in piedi a quest’ora?” le chiese gentilmente, a quella domanda lei si morse leggermente il labbro inferiore e quando gli rispose le sue gote si tinsero di rosso “Perché faccio una fatica tremenda ad abituarmi al tuo letto, ma è così in generale, ogni volta che vado da qualche parte non riesco a dormire la prima notte” mentre sorseggiava il suo bicchiere notò che Haley tremava leggermente, così da galantuomo le porse la sua felpa che accettò immediatamente “E tu perché sei ancora alzato?” –in realtà sono da 150 anni che non dormo- “Non dormo mai molto, massimo tre o quattro ore a notte” la ragazza gli sorrise leggermente, la vide fissare ancora fuori dalla finestra, assorta chissà in quale pensiero, poi si girò verso di lui e sorridendogli gli chiese “ Posso farti qualche domanda? Tanto per conoscerti meglio, giuro che poi risponderò a tutte le tue domande” quel gioco lo allettava, le fece segno di seguirlo e si portarono in sala sull’altro divano sedendosi a qualche cm di distanza per guardarsi in viso. Haley lo fissò per qualche secondo e poi iniziò il suo interrogatorio “Da quanto hai scoperto di avere altri fratelli oltre a Sarah?” il biondo non voleva mentirle, ma era necessario per la loro copertura, sapeva che se le avesse detto la verità sarebbe scappata a gambe levate “Da l’anno scorso, dopo che sono morti i miei genitori ho scoperto che mio padre aveva già un’altra famiglia prima di sposarsi con mia madre, così ho fatto qualche ricerca e ho scoperto di avere due fratelli” lo guardò con uno strano sguardo, non di compatimento, ma di tristezza “Immagino che ne sei rimasto scioccato, insomma i tuoi due fratelli abitavano a poche miglia di distanza e tu non lo sapevi neanche, ma tuo padre non te ne aveva mai parlato?” perché voleva assolutamente conoscerlo meglio? Perché non tentava di rimanere semplicemente una sua compagna di scuola? Ma soprattutto perché non la allontanava? Si chiese Cain, troppe emozioni lo stavano travolgendo, emozioni assopite e troppo umane “No non me ne ha mai parlato, credo che per lui fosse più semplice ignorare il tutto, tipico di mio padre, lui era un uomo assolutamente egoista e poco attento alla sua famiglia, preferiva pensare a se stesso che agli altri. Mi chiedo ancora come si possa abbandonare una moglie e dei figli per il proprio piacere” alle sue parole Haley si avvicinò maggiormente a lui, gli prese una mano e gli sorrise comprensiva, poi spinta sempre dalla curiosità umana continuò con le sue domande “Jasper e Rosalie come l’hanno presa?” “Bene, anzi fin troppo bene, mi hanno fatto sentire subito come uno di famiglia, mentre io ci ho messo un po’ a metabolizzare il tutto, così Carlisle ha avuto la brillante idea di invitarmi a vivere qui per conoscerci meglio. Mi trovo bene con tutti loro, Esme è come una seconda mamma, così premurosa e attenta e anche tutti gli altri si preoccupano sempre l’uno dell’altro” il vampiro notò un certo lampo d’invidia passare negli occhi della ragazza “Ora tocca a me, hai sempre vissuto a Forks?” Cain non voleva andare sul personale, Carlisle gli aveva già accennato la storia familiare della ragazza e non voleva intristirla maggiormente”Si, i miei genitori sono originari della città, mia mamma era una maestra elementare, mentre mio padre era un dipendente della grande fabbrica fuori città. Dopo la morte di mamma abbiamo deciso di rimanere qua, siamo troppo attaccati alla nostra casa piena di ricordi” non passò mai un alone di tristezza sul volto di Haley, il suo viso era disteso in un’espressione neutra, come se ormai i ricordi più dolorosi non facessero più male “Hai già deciso in che college andrai?” “No, ma pensavo alla Morgan o a Yale e tu?” –Io non potrò mai andare al college- pensò Cain, ma fece finta di pensarci su “Non saprei non mi piacerebbe allontanarmi molto, ma vedrò in futuro” continuarono a parlare del più e del meno fino a quando la ragazza non si addormentò sulla sua spalla, il calore che emanava il suo corpo fece passare una corrente elettrica per tutto il suo corpo, ma quando la prese in braccio per depositarla nel suo letto una forte emozione prese il suo essere, non riusciva ancora a capire cosa fosse, oppure semplicemente faceva finta di non conoscerla. Tornò in sala e vi trovò quelle tre arpie “O Cain come siete carini insieme” gli disse Sarah, mentre Alice e Bella sogghignavano divertite “Fatevi gli affari vostri” ma Bella gli saltò in spalla e nell’orecchio gli disse “Anche tu meriti di essere felice e poi tu gli piaci, me lo ha detto Edward” come diavolo si era permesso pel di carota di leggere nella mente della ragazza e poi dirlo alla sua compagna, ma quando fece per scrollarsi di dosso la sorella una strana consapevolezza gli balenò nella mente, anche a lui piaceva Haley e quel sentimento si chiamava amore “Era ora che te ne accorgessi” urlò Edward dal piano di sopra, mentre le altre ridevano a crepapelle per la sua espressione.




Dopo un mese e mezzo sono riuscita a postare, devo dire che questa volta la colpa è solamente mia, ho avuto una bella crisi interiore, dove ormai volevo cancellare questa fiction e non scrivere più niente, ma poi mi sono detta "Hai iniziato e ora finisci", non è mai nella mia natura lasciare le cose in sopeso e poi non mi sembrava assolutamente corretto per chi leggeva la fic, perciò aimè dovrete sopportarmi ancora un pò.
A  franci_cullen : Non sai quanto piacerebbe anche a nme trovare un bel vampiro vegetariano, ma sembra che la fortuna giri solo dalla parte di Bella!
Aspetterò con ansia le vostre recensioni
Baci Miki87


Ritorna all'indice


Capitolo 18
*** Capitolo 18 ***


Quella mattina Bella era estremamente euforica, finalmente tutto stava andando nel verso giusto, tra lei ed Edward andava tutto a gonfie vele, tutte le persone accanto a lei erano felici e soprattutto anche Cain aveva scoperto l’amore, anche se lui continuava a negare lei e le altre avevano ben capito che il biondo era rapito dalla piccola Haley. Le veniva ancora da ridere a ripensare ciò che avevano combinato lei, Sarah e Alice, le due more l’avevano invitata a guardare uno spettacolo unico nel suo genere, Cain e Haley che parlavano amorevolmente sul divano, non aveva mai visto suo fratello così preso e premuroso verso qualcuno, lei e le altre si erano messe ad ascoltare, poco dopo le raggiunsero anche Emmett e Vergil “Baciala idiota” continuava a ripetere sotto voce Vergil, eppure a lei quei due ragazzi le facevano provare un’emozione intensa solo a guardarli, anche senza un contatto fisico i due si attraevano. Il momento più dolce fu quando il biondo prese in braccio l’umana per metterla a letto, non aveva perso le sue mani che la attraevano a se come un oggetto prezioso e i suoi occhi pieni d’amore. Appena Cain uscì dalla loro visuale lei e le altre due vampire corse nel salotto ad attenderlo e quando lo vide estremamente imbarazzato gli saltò in spalla sussurrandogli “Anche tu meriti di essere felice e poi tu gli piaci, me lo ha detto Edward”. Cercò Edward per casa e lo trovò in giardino intento a leggere un libro, decise di fargli uno scherzo si acquattò in posizione di attacco e quando gli fu abbastanza vicino gli saltò letteralmente addosso, il libro cadde ad alcuni metri da loro e la faccia di Edward era dipinta di puro stupore, era talmente buffa che non potè non ridergli in faccia “Come sei buffo con quell’espressione” il suo angelo personale si mise a ridere con lei mentre si mise a sedere con ancora lei in braccio “Vedo che questa mattina sei di buon umore” poi le baciò una guancia, per poi scendere sulla sua bocca, lo strinse più a se sarebbe rimasta così per sempre “Sono così felice, insomma siamo tutti così contenti e sereni e poi Cain finalmente ha trovato l’amore” alle sue ultime parole Edward perse il suo sorriso, le mise una ciocca dietro i capelli e poi iniziò a parlare “Non credo che Cain la trasformerà mai, ho paura che quei due soffriranno” “NO, perché non possono stare insieme… a è vero  lei invecchierà e poi morirà” tutta l’euforia che aveva fino a qualche minuto fa lasciò spazio a un’enorme tristezza, a volte il destino era proprio ingiusto.
Cain si avviò a malavoglia verso l’aula, dopo la notte che Haley aveva passato da loro aveva tentato di evitarla in tutti i modi, ma quando lei gli si presentava davanti con quel sorriso e gli occhi pieni di felicità, la sua volontà si annullava, il suo essere interiore voleva passare tutto il suo tempo con la ragazza. Ripensandoci non vi era nulla di male, il loro rapporto era fermo all’amicizia, lei troppo timida per farsi avanti e lui troppo preoccupato della sua reazione alla scoperta che fosse un vampiro, nonostante sapesse che Haley provava una certa simpatia per lui, aveva deciso di non approfittarsene e di lasciare li tutto fermo e immobile. Trovò già la ragazza seduta ad aspettarlo, di fianco a lei c’era Martha, tutte e due non si erano accorte della sua presenza, si tenne appena fuori dall’aula per poter sentire la loro conversazione “Allora ti sei decisa a farti avanti?” “No, poi Cain per me è solo un amico” da una parte il vampiro si sentì sollevato, ma dall’altra ci rimase un po’ male, insomma Edward aveva detto che lui le piaceva e invece lo considerava solo un amico “Bene allora non ti dispiacerà se mi faccio avanti io” “No, non puoi… insomma io non credo che sia il caso” sentì un sospiro irritato da parte della mora “Insomma Haley o ti decidi oppure sono cavoli tuoi, non puoi vivere nell’eterna indecisione” quando Cain sentì il rumore della sedia che si spostava dal banco decise che poteva entrare, si sedette di fianco a lei facendo finta di niente e la salutò come al solito. Per tutta la lezione non si guardarono mai in faccia, ognuno era assorto nei propri pensieri, quando suonò la campanella il vampiro prese tutte le sue cose e si avviò all’uscita “Cain aspetta” a chiamarlo fu Haley, la guardò con un grande punto interrogativo stampato sul volto “Ti devo chiedere un favore, potresti accompagnarmi in ospedale, sai mia zia ha preso la mia macchina” –Di di no- pensò la sua mente “Ok” –Stupido- durante tutto il tragitto nell’abitacolo ci fu il silenzio più assoluto interrotto solo dalla musica del cd, decise di non seguire la ragazza dentro l’edificio, ma di aspettarla in macchina, quando Haley scese mise su un cd di musica classica e rimase ad occhi chiusi ad ascoltarla.  Dopo un’ora Haley tornò alla macchina, i suoi occhi erano lucidi e sul suo viso si era dipinta un’espressione ansiosa, non le chiese niente, durante il ritorno notò che qualche lacrima era scesa sulle sue gote, senza pensarci su Cain le prese una mano “Grazie Cain, sai le condizioni di mio padre sono peggiorate e secondo il dottore manca poco” non sapeva cosa dirle, sapeva che un “mi dispiace” era troppo poco, appena si fermarono nel vialetto di casa della ragazza l’abbracciò a se, non voleva vederla soffrire, il  destino era stato troppo ingiusto con lei, prima la madre e ora il padre, rimasero così qualche minuto poi lentamente Haley si scostò da lui, stava per aprire la portiera quando gli disse “Scusami se puoi” e lo baciò sulle labbra, Cain sentì il dolce sapore delle labbra della ragazza sulle sue, la bestia che era in lui la voleva prendere e cibarsene, ma la sua parte umana ebbe il sopravvento avrebbe voluto rispondere, ma ormai lei era già volata via dall’abitacolo e stava correndo in casa.
Sarah era comodamente seduta sul divano a leggere un libro, mentre Vergil aveva appoggiato la testa sulle gambe della ragazza e rimaneva placidamente sdraiato sul divano, a causa della sua altezza le sue gambe sporgevano dal mobile, mentre Edward e Bella erano davanti al piano, lui intento a suonare e lei intenta ad osservarlo, la quiete regnava sovrana nella stanza, fino a quando sentirono entrare Cain che sbattè la porta d’ingresso. Il biondo entrò velocemente nella sala e con voce tetra chiese dove fosse Carlisle “E’ fuori per qualche commissione con Esme” Cain sembrava sconvolto, i suoi occhi erano neri come la pece e le sue mani tremavano leggermente “Forse è il caso che vai a nutrirti” gli suggerì il fratello, che come risposta ottenne un’occhiata omicida e un “Fatti i cazzi tuoi” Isabella sgranò i suoi occhi e lo stesso fece anche Sarah, era nella normalità che Cain rispondesse con sarcasmo agli altri quando era particolarmente scocciato, ma era rarissimo che cadeva sul volgare, dato che era lui stesso che diceva di non voler usare mai parolacce. Vergil si alzò di scatto dl divano e con voce alterata rispose “Ehy se hai le balle girate cerca di fartele passare, io mi stavo solo preoccupando per te” “E chi te la chiesto? Sei il solito rompi coglioni, più che un uomo sembri una comare” la discussione tra i due attirò i restanti abitanti della casa nel salone, nel frattempo il vampiro dagli occhi di ghiaccio iniziò a ringhiare contro il fratello, che fece altrettanto, Sarah tentò di calmare la situazione “Adesso basta vi state comportando come due bambini” “Te stanne fuori, nessuno ha chiesto la tua stupida opinione” alle parole di Cain, Vergil gli si scagliò contro dandogli un poderoso pugno in faccia e facendo volare il biondo contro la libreria, ma Cain si rialzò immediatamente e tirò un calcio nello stomaco del moro, a dividerli furono Emmett e Jasper “Cain ma che diavolo ti prende?” gli chiese Isabella che era stata trattenuta da Edward, il fratello la guardò con uno sguardo pieno d’odio, la mascella contratta e la bocca che sibilava un ringhio “Che mi prende? Mi prende che mi sono rotto di stare ad ascoltare le vostre stupide domande, mi sono rotto di comportarmi come una persona normale, mi sono rotto di dover essere sempre sotto esame e mi sono rotto di dover reprimere una parta di me io non ce la faccio più, me ne ritorno a casa” nel salone calò il gelo, nessuno fiatava, Jasper liberò Cain dalla sua stretta, anche lui era rimasto scioccato dalle parole del biondo, stava andando tutto così bene, invece quel giorno una tempesta si era abbattuta sulla loro casa. Isabella si girò verso Edward e con fare minaccioso gli chiese “Tu sai la verità, lo so che gli hai letto nella mente, perciò o tu o lui mi dite la vera motivazione” Edward girò il suo sguardo sul biondo, i due si fissavano senza dire una parola, come se avessero una comunicazione telepatica “Haley si è innamorata di me, io non voglio che lei sappia cosa sono, la situazione è ancora contenibile, se me ne vado ora non soffrirà più di tanto” le disse Cain, che la guardava con uno sguardo indecifrabile “Magari se gli dirai che cosa siamo veramente lei capirà oppure vorrà farsi trasformare” gli suggerì Bella che gli si era avvicinata, ma sul viso del biondo comparve un sorriso amaro “No, non la trasformerò per un mio capriccio, lei deve continuare a vivere una vita normale, così potrà avere un ragazzo che non sentirà il bisogno di ucciderla ogni volta che lo sfiora” lentamente Cain si portò una mano sugli occhi, sembrava così estremamente stanco e sofferente, che Isabella non potè non trattenersi e lo abbracciò singhiozzando.
La segreteria della scuola era completamente vuota, le uniche persone al suo interno erano Carlisle, Cain e il preside, il capo famiglia Cullen spiegò al preside che il ragazzo doveva assolutamente tornare a Seattle a causa dei suoi zii,  perché suo zio era finito in ospedale a causa si un infarto e il ragazzo, molto legato a entrambi, aveva deciso di tornare a casa loro per aiutare sua zia ad accudire l’ammalato “Certo capisco, mi spiace molto perdere un così bravo studente, ma se la situazione è così precaria, è stato un vero piacere averla con noi signor  Cain Hale” l’uomo strinse velocemente la mano al ragazzo e a Carlisle per poi tornare nel suo ufficio. I due vampiri percorsero il corridoio che portava all’uscita nel tragitto incontrarono i nuovi amici di Cain, i quali lo salutarono con calore e gli chiesero di mantenersi in contatto. Gli mancava poco per arrivare in macchina, ma una voce lo fece arrestare Cain “Ti aspetto in macchina” gli sussurrò Carlisle, si girò lentamente verso la ragazza, gli si strinse il petto quando vide la sua espressione addolorante “Io… io mi chiedevo se era a causa mia la tua partenza, io… lo so ho fatto una cazzata, insomma noi due siamo solo amici e quella sera io mi sentivo così sola, avevo solo bisogno di affetto e tu eri li… non ti preoccupare non volevo che diventasse una cosa seria… ma  chi sto prendendo in giro, io ti amo, ma giuro che mi va bene anche essere solo tua amica, non te ne andare” anche in quel momento così tragico Haley riusciva a farlo sentire così bene, il suo profumo lo inebriava e il suo essere voleva stargli accanto, ma non poteva, doveva per forza fare ciò che non voleva, l’unico modo in cui le non poteva soffrire era quello di mentire “Non sei tu la causa, mio zio sta realmente male. Sono davvero lusingato dei tuoi sentimenti, ma non provo quello che tu provi per me, io ti vedo solo come un’amica” gli occhi di lei si riempirono di lacrime, Haley tentò di fare un sorriso, ma quello che ottenne fu solo una strana smorfia e il suo cuore batteva forsennato “Bè allora ci sentiamo” “No, non credo sia il caso, davvero Haley dimenticarmi è la cosa giusta, addio” si allontanò velocemente da lei, ma anche dall’abitacolo la sentì singhiozzare, le aveva spezzato il cuore –Dopotutto era quello che volevi- già pensava che si sarebbe sentito meglio, ma allora perché quel macigno nel suo petto non se ne voleva andare?! Carlisle parcheggiò la macchina in garage, lo seguì mestamente fino al salone dove si trovava Esme, inutile dire che appena entrarono tutti si materializzarono nella stanza per sapere cosa era successo “Parto domani mattina all’alba, è la cosa migliore” Sarah lo guardò contrariata, anche la sera precedente gli aveva fatto una bella ramanzina, dicendogli che non doveva scappare, perché non capiva quanto gli costava andarsene?! “Sei sicuro che sia la scelta giusta? Non le hai dato modo di scegliere!” i vetri della sala iniziarono a tremare, come se qualcosa fosse andata a sbatterci sopra, quando Cain fece un lungo sospiro tutto cessò “Mi spiace, non volevo spaventarvi, vado a preparare la mia roba” .
Bella si era chiusa nella sua stanza,era così arrabbiata e delusa, non riusciva a capire perché Cain voleva per forza fare il martire, insomma lui l’amava e lei lo amava, perché doveva rinunciare ad essere felice?! L’aveva visto quella notte come guardava quella ragazza, come se fosse la cosa più preziosa del mondo, non lo aveva mai visto così coinvolto da una persona e ora che faceva scappava, per paura di un rifiuto?! “A cosa stai pensando?” le chiese il suo angelo personale, Isabella non si mosse dalla sua posizione, continuò a guardare il soffitto mentre gli rispondeva “A Cain, insomma come può andarsene senza dirle cosa prova e senza darle una scelta?” Edward si sdraiò di fianco a lei mettendosi nella medesima posizione e guardando il soffitto “Forse perché non vuole privarla della sua vita umana rendendola una vita piena di rimpianti, credo che tuo fratello la ami veramente per prendere una decisione così difficile e non sta scappando perché è un codardo” in quel preciso momento la vampira si sentì una perfetta deficiente, non aveva mai pensato a come potesse sentirsi veramente Cain e di quanto potesse capirlo Edward, entrambi avevano sacrificato il loro amore per rendere felice la persona a loro cara, mentre lei era stata una vera e propria egoista e quante volte nella vita era stata fortunata? Troppe, si girò velocemente verso il suo compagno e lo abbracciò forte inspirando il suo profumo “Edward tu credi che Cain se ne pentirà un giorno?” il suo dio greco sospirò sui suoi capelli, mentre la sua mano destra la strinse forte a se “Si, ma lo consolerà il fatto che lei abbia vissuto una vita normale” Bella lo fissò per parecchio tempo, poi con un dito iniziò a tracciare il contorno del viso di Edward, che nel frattempo teneva gli occhi chiusi e ogni tanto lanciava un piccolo ringhio di piacere, si soffermò più a lungo sulle sue labbra fini e perfette, sentì il bisogno impellente di baciarlo e di sentirlo vicino a se, detto e fatto lo stava baciando e lui rispose subito al suo bacio “Ti amo Edward” “Ti amo Isabella”.
L’alba arrivò presto, quella mattina il cielo era limpido senza una sola nuvola, segno che quel giorno vi sarebbe stato bel tempo, Cain diede una veloce occhiata alla sua stanza e per il resto della casa per imprimersi al meglio il luogo dove aveva vissuto per ben sei mesi, inevitabilmente lo sguardo gli cadde sul divano dove lui e Haley avevano passato un’intera nottata a parlare, era inutile pensarci sopra aveva preso la sua scelta e non sarebbe tornato indietro. Davanti alla sua macchina, che era già nel vialetto trovò tutta la famiglia Cullen e i suoi fratelli che li aspettavano, li salutò uno a uno, notò lo sguardo sofferente di Esme, gli dispiaceva da morire darle quella sofferenza “Bè pulce ci si vede” gli disse Emmett prima di dargli una stretta di mano poderosa, gli dispiacque salutare persino quell’orso con cui all’inizio aveva litigato parecchio “Ci si vede fratellino” gli disse in modo scherzoso Rose, l’abbracciò leggermente e poi fu la volta dei suoi fratelli, Sarah l’aveva abbracciato a se con forza, Vergil fece altrettanto nonostante le proteste del biondo e infine fu la volta di Bella, si sorrisero come sapevano solo loro e si abbracciarono per qualche minuto “Ci vediamo presto Isabel, mi raccomando porta anche i Cullen con te, sai che Antea vuole conoscere il tuo Edward” “Certo e tu non fare troppi casini con Constantin” diede un’ultima occhiata, ma prima di entrare in macchina si rivolse a Carlisle “Avevi ragione tu Carlisle e grazie di tutto” detto ciò la macchina del biondo partì, in pochi minuti fu al confine di Forks e prima che il cartello potesse sparire ai suoi occhi sussurrò “Addio amore mio”.  

Spero che questo capitolo vi sia piaciuto, nonostante fosse un pò tristarolo, ma giuro che mi farò perdonare^^

Ringrazio franci_cullen, mistica88 spero che continuerete a recensire e ebbene si mi sono ispirata a lei per il personaggio di Haley, anche se il colore degli occhi è diverso!!

Ringrazio anche coloro che hanno solo letto la mia storia e mi raccomando recensite!!

Un Bacio Miki87

Ritorna all'indice


Capitolo 19
*** Capitolo 19 ***


Erano già passate due ore da quando Cain era partito, in casa Cullen regnava il silenzio più assoluto, nessuno credeva ancora che il biondo fosse partito “Non posso crederci che se ne sia andato realmente, insomma Cain non è mai scappato di fronte alle difficoltà” disse Vergil, lui era quello più affezionato a Cain, lo conosceva da ben 52 anni e non erano mai stati separati a lungo “Ma questa volta è diverso Vergil, qui c’è in ballo la vita di un essere umano” Sarah aveva pienamente ragione e suo fratello aveva deciso di lasciare in vita la piccola Haley piuttosto che assecondare i suoi capricci, non sapeva se lui ne sarebbe stato capace. A un certo punto Alice iniziò a urlare, tutti accorsero attorno a lei che era seduta sul divano, Jasper l’abbracciò forte e le chiese “Che cosa hai visto Alice?” la vampira sgranò i suoi occhi, strinse ancora di più la mano con cui teneva Jasper e iniziò a parlare “Haley avrà un incidente in macchina, lei morirà se non facciamo qualcosa” “Dove?” le chiese suo marito, la veggente socchiuse gli occhi come per vedere meglio, poi fece un lungo sospiro “In una strada provinciale, in mezzo a un bosco, vicino c’è un ponticello e l’orologio dell’auto segna le 11.15” poi si afflosciò sul divano tremante, Jasper si affrettò ad abbracciarla per tranquillizzarla “È la strada che porta a Seattle, abbiamo solo mezz’ora, Esme prova a sentire Carlisle al lavoro, magari è ancora in ospedale dal padre, Rose prova a sentire Cain e noi altri andiamo nel luogo dell’incidente” “Aspettate vengo anche io” Bella li seguì a ruota, mentre Edward cercava di correre il più velocemente possibile.
Per Cain fu strano fare la strada del ritorno da solo, si era immaginato di percorrerla insieme ai suoi fratelli e ai Cullen, dove al loro ritorno Julian ed Antea li avrebbero accolti con calore e invece il destino aveva voluto diversamente, alla fine aveva deciso di prendere la strada provinciale, anche se era la più lunga, ma dopotutto non aveva nessuno che gli correva dietro. Cercò di non pensare più al suo piccolo angelo, ma ogni stazione radio non faceva altro che trasmettere canzoni d’amore e tutta la musica che aveva nei suoi cd gli ricordava lei, per la prima volta aveva provato l’amore, nei suoi 150 anni il suo cuore morto non aveva provato nulla se non affetto verso la sua famiglia, ma nessuna vampira gli aveva provocato quell’effetto che gli produceva Haley. Sapeva di averla ferita, ma era stato necessario per poterla salvare da lui e dal suo egoismo,quante volte si era immaginato di affondare i suoi canini in quel collo morbido e bianco, per trasformarla come lui, ma al solo pensiero di doverla trasformare in un mostro il suo istinto scemava e provava ribrezzo per se stesso. Fu riportato alla realtà dal suo cellulare che suonava, notò il nome di Rosalie e uno strano brivido gli percosse la spina dorsale “Cain meno male che hai risposto, Haley è in pericolo, tra meno di venti minuti avrà un incidente automobilistico nella strada provinciale che stai percorrendo tu, Alice ha visto che è vicino a un ponticello” –merda-  pensò il biondo, senza volerlo gli uscì un ringhio “Ho capito è a quaranta minuti da dove sono ora, di a Vergil ed a Edward di affrettarsi verso il posto, loro potrebbero rintracciarla prima” perché quella stupida aveva deciso di seguirlo? “Carlisle mi ha detto di dirti che il padre di Haley è morto questa mattina” ora capì il perché, che essere egoista, il suo ego aveva pensato che lo stesse facendo per lui e non perché voleva fuggire dalla cittadina dove i suoi due genitori erano morti. Fece subito inversione e schiacciò al massimo l’acceleratore, doveva assolutamente arrivare in tempo, doveva salvarla, non si sarebbe mai perdonato se lei fosse morta, maledì il destino, guardò il suo orologio e vide che purtroppo mancavano solo due minuti, nella sua esistenza da vampiro non aveva mai pregato, ma quella volta lo fece, purtroppo iniziò a sentire l’odore di pneumatici bruciati e a vedere un leggero fumo provenire da dietro alla curva e li vide una macchina completamente sfasciata contro un albero. Scese velocemente dall’auto iniziando a urlare il nome della ragazza, si avvicinò cautamente alla portiera anteriore e attraverso il vetro vide Haley riversa sul sedile del guidatore, il viso era una maschera di sangue, la sua disperazione fu più forte dell’istinto da predatore, con una sola mano sradico la portiera e la tirò fuori dalle lamiere. Si allontanò di qualche metro dalla macchina per sedersi contro il tronco di un albero “Haley piccola mi senti?” il corpo della ragazza ebbe un piccolo fremito, lentamente aprì gli occhi, le pupille erano dilatate, Cain le tolse con una dolce carezza i capelli impregnati di sangue che gli si erano appiccicati al viso, la vide aprire la bocca un paio di volte, la sua piccola mano si posò sul viso del vampiro e con un sospiro gli disse “Sono in paradiso… Cain ti amo” “Shh non parlare tra poco arriverà Carlisle e ti curerà” ma sul volto di Haley spuntò un sorriso amaro, il sorriso di chi aveva capito che ormai non vi era più nulla da fare, nella disperazione più totale Cain si chinò su di lei e iniziò a singhiozzare.
“Merda siamo arrivati troppo tardi” urlò Vergil, davanti a loro trovarono la macchina di Haley completamente sfasciata, Isabella vide anche la macchina del fratello, si guardò in giro freneticamente e notò la figura di Cain vicino a un albero, velocemente gli si avvicinò seguita dagli altri. Sapeva che non si sarebbe mai dimenticata della scena che le si era presentata di fronte, Cain chino sul corpo inerme della ragazza di cui si era innamorato che singhiozzava “Cain non è ancora morta, portiamola da Carlisle così potrà trasformarla”gli urlò tutti percepivano il debole battito del cuore di Haley, ma il biondo scosse la testa “Piantala di fare il coglione, lo so a cosa stai pensando, che diventerà un mostro, ma dimmi preferiresti che morisse o che continuasse ad amarti nella dannazione? Saresti capace a vivere per l’intera esistenza con questo peso e senza di lei?” alle parole di Vergil il biondo alzò il suo sguardo e sembrò rinvenire, la guardò un’ultima volta “Hai ragione, forza muoviamoci” “Non arriveremmo in tempo, devi trasformarla qui e ora” gli disse Edward, che gli si avvicinò sussurrandogli “Non ti preoccupare ti fermerò io nel caso non riuscissi a staccarti da lei” Isabella nel frattempo dovette allontanarsi insieme a Jasper, Vergil ed Emmett, l’odore di tutto quel sangue le aveva leggermente annebbiato la mente, ma grazie all’odore di fumo riuscì ad acquistare un po’ di lucidità, tanto che potè seguire la scena da lontano.
Cain passò per un’ultima volta la sua mano sul viso della ragazza, poi si abbassò lentamente sul collo della ragazza “Perdonami se puoi” le sussurrò, affondando i canini in quella carne tenera, immediatamente il dolce nettare inondò la sua bocca, non aveva mai assaggiato del sangue così buono, si sentì preso da una certa frenesia mentre il mostro di lui non faceva altro che gioire “Cain basta o la ucciderai” in lui si scatenò una lotta interiore, il mostro non voleva staccarsi, ma la sua coscienza gli diceva di mollare la presa, poi nella mente gli apparve il viso di Haley che gli sorrideva e riuscì a staccarsi. Edward lo guardò con orgoglio, lo aiutò ad alzarsi, ma quando cercò di prendere la ragazza tra le sue braccia gli disse che non ve ne era bisogno, Vergil salì nell’auto del fratello dicendo che l’avrebbe riportata a casa, mentre Jasper ed Emmett si sarebbero preoccupati di far cadere la macchina nella scarpata “Per il certificato di morte ci penserà Carlisle, ora andiamo a casa” Bella guardò il fratello contenta, dopotutto lei sapeva che non avrebbe mai rinunciato a Haley e iniziò a correre davanti ai due ragazzi. Purtroppo il viaggio di ritorno fu più difficile, il veleno aveva già iniziato a propagarsi nel corpo di Haley, che si agitava tra le braccia di Cain, Esme li aspettava già davanti all’ingresso, si portò una mano alla bocca, ma riacquistò subito la sua lucidità “Carlisle si sta già occupando di tutto, Cain portala pure nella mia stanza” gli disse la mamma vampiro, ma lui la ignorò portandola in camera sua, la stese delicatamente sul letto, mentre la bionda non faceva altro che dimenarsi e a urlare di dolore “Sarah prendimi la siringa numero due, Vergil tu prendi la fiala numero tre nel mio frigo, Bella, Esme ed Edward tenetela ferma” i Cullen guardarono straniti Cain, mentre Bella gli fece segno di eseguire, in un nano secondo i due portarono gli oggetti al biondo, sia Edward che Esme notarono lo strano liquido verde nella siringa, velocemente Cain fece una iniezione nel braccio di Haley, dopo qualche secondo la ragazza smise di dimenarsi e a iniziare a respirare quasi normalmente “Che cosa le hai dato?” gli chiese il vampiro dai capelli color rame “E’ un siero creato dal nostro veleno, permette di attenuare il dolore, l’abbiamo creato al castello” poi Cain si sedette a terra vicino al letto, prese una mano inerme di Haley e la baciò tenendola stretta a se, in quel momento a tutti parve che il biondo dimostrasse la sua vera età, era la rappresentazione vivente della stanchezza. Alice entrò nella stanza come se stesse danzando, tra le mani teneva un vestito rosa, mentre Rosalie la seguì a ruota con in mano una bacinella d’acqua “Scusate ma credo che sia il caso di lavarla” disse innocentemente il folletto per far allontanare il biondo dal corpo di Haley. A malincuore Cain uscì dalla stanza lasciando all’interno solo le vampire, tranne Bella che aveva preferito uscire dalla stanza dicendo che vi era troppo odore di sangue, poco dopo arrivarono anche Carlisle, Emmett e Jasper, tutti e tre cercarono di rassicurare la famiglia “Abbiamo provveduto a tutto, la zia di Haley era disperata, in poche ore ha perso sia il fratello che la nipote” sintetizzò il più anziano dei vampiri, sembrò che Cain non lo avesse neanche sentito, non faceva altro che rimanere immobile sul divano a fissare le sue mani che erano tinte di sangue, come la sua maglietta blu, Isabella gli si avvicinò lentamente e lo abbracciò a se baciandogli la nuca “Non è colpa tua, è stato il destino a volerlo, tu l’hai salvata” il corpo di Cain ebbe un fremito, dalla sua gola scaturì un ringhio mostruoso, per poi ridere istericamente, sembrava quasi un pazzo “Salvata? L’ho condannata vorrai dire, io sono un essere abominevole, ho preferito trasformarla per un mio capriccio anziché lasciarla andare” un sonoro schiaffo arrivò sulla guancia del biondo a farlo fu Bella, gli occhi della vampira lo guardavano duramente e le sue mani tremavano, Edward le si avvicinò ma prima che potesse toccarla sibilò al fratello “Piantala di fare la vittima! Piantala di sentirti un mostro! Perché una volta nella tua vita non provi a essere felice? Da quando ti conosco non hai fatto altro che startene rintanato nel tuo guscio, ma da quando hai incontrato quella ragazza non fai altro che essere più rilassato e felice, dio mio Cain lasciati amare”
Immobile, Haley sembrava una bambola di porcellana stesa sul letto, il vestito rosa la rendeva ancora più bella e i capelli color grano erano sparsi come una nuvola sul cuscino, Cain si era seduto per terra con la schiena contro il letto e teneva in una sua mano la mano destra della ragazza, rimase in quella posizione per tre giorni interi,qualche volta Carlisle o Edward sbirciavano dalla porta per vedere se tutto andava per il verso giusto. Vergil aveva spiegato a tutta la famiglia Cullen la nascita del siero, che Cain aveva iniettato alla bionda, da quanto avevano capito a crearli furono lo stesso Cain e Julian, i due avevano estratto il loro veleno e con delle composizioni chimiche “A me arcane” aveva sottolineato il moro, infine avevano ottenuto un siero che era capace di alleviare il dolore causato dal veleno della loro specie “Non lo hanno mai testato su esseri umani in fase di trasformazione” ribadì con enfasi Vergil “Ma allora come faceva sapere Cain che il siero sarebbe funzionato?” chiese con curiosità Carlisle, che sembrava totalmente affascinato dalla scoperta di Cain e di Julian, Sarah fece un mezzo sorriso per poi rispondere “L’hanno testato su loro stessi, quei due pazzi si sono quasi massacrati a vicenda, avevano ferite per tutto il corpo, soprattutto morsi, quando si sono ritenuti maciullati a sufficienza si sono iniettati il siero. Erano così euforici per la loro scoperta, peccato che il divertimento finì a breve, quando Antea scoprì cosa avevano fatto gli fece una strigliata di capo” Isabella iniziò a ridere fortemente, mentre Vergil rabbrividì sul posto “Nostra madre quando si arrabbia è una belva” il discorso finì li, dato che Alice aveva appena visto che Haley si sarebbe svegliata tra due minuti.
Vergil ed Emmett costrinsero il resto della famiglia a posizionarsi dietro di loro, mentre Cain e Jasper erano a pochi metri dalla ragazza, sembrava che dormisse ancora, ma a un certo punto inarcò la schiena e dopo venti secondi si alzò di scatto portandosi in posizione di difesa vicino all’armadio. Gli occhi di Haley vagarono per tutta la stanza, sembrava incuriosita ma allo stesso tempo intimorita dalla loro presenza, poi il suo sguardo si puntò su Cain, i due si fissarono in silenzio per qualche secondo, pian piano il biondo iniziò ad avvicinarsi alla neonata, mentre Jasper gli sussurrava di fare movimenti cauti “Haley ti ricordi di me?” la neo vampira assottigliò lo sguardo, come se lo stesse studiando, quando Cain le fui abbastanza vicino passò una sua mano sul viso del vampiro, uno strano sorriso si dipinse sul suo volto, mentre il biondo stava immobile, anche se la voleva toccare “Cain” la voce della ragazza era molto più armoniosa, come un dolce campanellino, Haley si portò una mano sulla gola quasi spaventata per quel cambiamento di tonalità, mentre il vampiro le prese una mano e sorridendole le disse “Si sono io, cosa ricordi?” la vampira chiuse gli occhi, la sua fronte si aggrottò leggermente, ma riaprì gli occhi dieci secondi dopo “Ricordo te, i Cullen, io che guido e un cervo mi taglia la strana e l’impatto, tu che mi porti fuori dalla macchina e poi il buoi, mio padre… o mio dio mio padre è morto devo andare all’ospedale, aspetta ma io non dovrei essere morta?” Emmett scoppiò in una fragorosa risata e fu seguito a ruota da Vergil, i due si beccarono un’occhiata minacciosa da Cain, che sembrò cercare le parole giuste “Cain fa in fretta, non so per quanto tempo Haley possa resistere al richiamo della sete” gli suggerì Edward che era in ascolto della mente della bionda “Si, in teoria sei morta, mentre in pratica sei una non morta” il biondo capì che Haley non stava per nulla capendo a causa della sua espressione interrogativa, mentre gli altri sghignazzavano –Maledetti dopo ve la faccio pagare- pensò rivolto ad Edward, fece un bel respiro e le buttò di getto “Noi siamo vampiri, ci cibiamo di sangue, ma noi siamo diversi dagli altri, ci cibiamo di sangue animale, credo che tu ora stia sentendo un bruciore fortissimo alla gola, bene quello è uno dei sintomi della sete” la neo vampira lo guardò sbalordita, poi posò il suo sguardo sul resto della famiglia “Ora capisco perché siete così belli, ma perché mi avete trasformata?” -Domanda da un milione di dollari- pensò il biondo, che deviò la risposta dicendo che prima doveva nutrirsi, in  effetti il corpo della vampira era scossa da leggeri tremori sia Edward che Jasper poterono percepire una certa impazienza nella vampira. Ad andare a caccia con la nuova vampira furono Cain, Edward e Jasper, portarono Haley vicino a un branco di cervi e la lasciarono cacciare, la ragazza non aveva lasciato il tempo a nessuno dei tre di spiegarle come fare, appena aveva annusato l’odore del sangue proveniente dagli animali si era lanciata nella caccia, tanto che alla fine sterminò tutto il branco, Haley riuscì anche a trovare un grosso leone di montagna e abbatté pure lui. La neo vampira tentò di allontanarsi, ma i tre vampiri non ielo permisero, presa da quella frenesia iniziò a ringhiare contro di loro e saltò addosso a Cain, quando lui la prese per un braccio, fortunatamente Jasper ed Edward riuscirono a staccarla da lui, quando Haley notò la grossa ferita che aveva inferto sul petto di Cain si accasciò a terra e iniziò a singhiozzare ripetendo di scusarla “Haley guardami, non mi hai fatto niente, in pochi minuti la ferita si rimarginerà, guarda ho già smesso di sanguinare. È normale essere colti da questa frenesia all’inizio, anzi tu sei stata molto più brava di me. La prima volta che Julian tentò di fermarmi gli staccai un braccio” la bionda si tuffò tra le sue braccia, mentre lui la accarezzò amorevolmente i capelli “Sono sazia possiamo tornare a casa” sussurrò ancora nelle braccia di Cain.
Quando arrivarono a casa Alice emise un urletto di disgusto “Ma dove l’avete portata?” in effetti il vestito rosa si era tagliato in vari punti e le gambe, le mani e i capelli della ragazza erano sporche di fango, Esme con fare materno passò un braccio attorno alle spalle di Haley e con dolcezza iniziò a parlarle “Non ti preoccupare, alla prima caccia capita a tutti, Emmett la prima volta era ricoperto quasi completamente di fango e della camicia rimase solo qualche brandello, mentre io avevo i capelli completamente scompigliati e pieni di foglie. Adesso fai una bella doccia così poi possiamo parlate tranquillamente” dicendo ciò accompagnò la neo vampira al bagno di sopra, era tipico di Esme si era già affezionata come una madre a quella ragazza. Nel frattempo tutti aspettarono con trepidazione il ritorno della nuova sorella e di Esme, mentre Alice corse al piano di sopra dicendo “Voglio farle mettere quel bel vestito” ormai l’intera famiglia aveva capito che Haley sarebbe stata la nuova bambola di Alice, l’unica cosa che poterono fare era pregare per lei. Dopo un’ora Haley si ripresentò nel salone, sembrava leggermente intimorita, Cain staccò immediatamente gli occhi dal suo libro per guardare la creatura che aveva di fronte –Bellissima- pensò “Haley sta qui ferma al centro della stanza” dicendo ciò Alice portò un’enorme specchio davanti alla ragazza, che rimase stupita da ciò che si riflette, una bellissima ragazza di sedici anni, con un bel vestitino bianco, i capelli color grano dritti come spaghetti, i lineamenti spigolosi, ma allo stesso tempo armoniosi, solo gli occhi la inquietarono, rossi color rubino “Non ti preoccupare, tra qualche mese diventeranno come i miei” le disse Cain, ma Haley puntò il suo sguardo su Vergil e Sarah che erano teneramente abbracciati sul divano “Perché non torneranno più del mio coloro naturale, insomma loro due non hanno il tuo stesso colore degli occhi?” Vergil ridacchiò leggermente, poi si avvicinò allo specchio dove la diversità tra i loro occhi si poteva vedere benissimo, l’ora fuso di Cain, il color rubino di Haley e il cielo di Vergil “Ne io e ne Sarah sappiamo perché abbiamo mantenuto il coloro naturale dei nostri occhi, secondo Cain può essere per un diverso processo della trasformazione, ma secondo Julian può essere perché eravamo legati in qualche modo ad essi nel nostro passato. Bene io vado in garage se avete bisogno di me fate un fischio” in pochi minuti il salone si svuotò, ognuno si era inventato qualcosa da fare e lasciarono da soli i due ragazzi, uno strano imbarazzo era sceso nel salone, Haley iniziò a torturarsi il labbro inferiore e con una mano iniziò a stropicciare un lembo del vestito, mentre Cain continuava a fissarla “Mi spiace, non avrei dovuto trasformarti e lo capisco se mi stai odiando” immediatamente la bionda alzò lo sguardo sul suo interlocutore, ognuno si immerse negli occhi dell’altro “Ti sei pentito di avermi trasformata? Io invece ti ringrazio, sai quando mi tenevi tra le tue braccia, vicino all’albero, ho desiderato con tutte le mie forze di vivere, volevo continuare ad amarti. Non ti preoccupare non ti starò tra i piedi, capisco che tu non mi ami e non voglio costringerti a rimanermi accanto per pietà e” ma Cain non la lasciò finire le mise un dito sopra le labbra e con uno strano sorriso iniziò a parlare “Quanto sei sciocca, pensavo fossi più acuta, veramente credi che non ti ami? Insomma tutti i segnali erano più che chiari” la vampira strabuzzò gli occhi, si guardò in giro in modo confuso “Ma allora perché te ne sei andato e mi hai rifiutato?” Cain alzò gli occhi al cielo divertito mentre le rispondeva “Perché avevo paura di ucciderti, oggi hai avuto su te stessa la prova di quanto siamo potenti noi vampiri, con una sola carezza potevo spezzarti il collo e per non parlare della tentazione del tuo sangue, ti amo così tanto che ero disposto a lasciarti andare per poter permetterti di avere una vita normale e invece il destino ha messo il suo zampino, ma adesso ti chiedo, tu vuoi ancora veramente passare l’eternità con me?” Haley sorrise felice a quel ragazzo, perdon vampiro, dall’espressione perennemente scocciata, ma allo stesso tempo tanto dolce e bisognoso di essere capito e amato, gli mise una mano sul viso e l’altra sul petto dicendogli “Non posso immaginare la mia esistenza senza di te” Cain sospirò rumorosamente, poi col suo sorrisino furbetto le rispose “ Allora credo che dovremmo sopportarci per l’eternità, perché neanche io posso immaginare un mondo senza di te” infine suggellò le sue parole con un casto bacio sulle labbra della sua compagna, poi si guardarono ancora una volta con amore “Haley ti dispiace scusarmi un attimo, dovrei andare ad occuparmi di quegli spioni dei miei famigliari che ci stanno spiando da tutto il tempo da dietro la cucina” dicendo ciò il biondo gli diede un ultimo bacio e partì all’inseguimento degli altri che scappavano ridendo dalla furia del biondo.
  


Spero che questo capitolo vi sia piaciuto., devo ammettere che ormai mi sono innamorata della coppia Cain Hley (come se non si era capito!") . Ringrazio Shinalia per i complimenti e ilaila95 quando ho iniziato a scrivera la storia mi sono suibito ispirata ad Alex Pettyfer, che è un attore bellissimo!! Grazie anche a chi ha messo la mia storia tra i suoi preferiti e infine vi prego continuate a recensire^^!!  Dimenticavo di dirvi che nel prossimo capitolo scriverò sul passato di Cain, Sarah e Vergil ! Un  Bacio Miki87



Ritorna all'indice


Capitolo 20
*** Capitolo 21 ***



Erano partiti molto presto, le loro macchine sfrecciavano sull’autostrada che li avrebbe portati in Alaska, Cain stava guidando la macchina di Julian, dove a brodo vi erano Isabella, Haley ed Edward, nell’abitacolo dell’auto echeggiavano le note delle sinfonie di Beethoven, le preferite del biondo “Non posso ancora crederci, Vergil e Sarah che si sposano!” disse tutta felice Isabella, mentre Cain le sorrideva dallo specchietto retrovisore “Era anche ora, insomma stanno insieme da cinquant’anni, se Vergil non si decideva Sarah lo avrebbe mollato a breve, così il mio bambino è cresciuto” ridacchiò il biondo facendo ridere anche gli altri, Isabella ripensò alla settimana prima quando una sera Vergil, davanti a tutti, si era inginocchiato di fronte a Sarah chiedendole di sposarlo, Sarah era diventata ancora più bianca del normale, mentre Vergil la guardava agitatissimo e dopo ben cinque minuti di silenzio la vampira  aveva detto si. Ora erano in viaggio verso il castello dove si sarebbe tenuto il matrimonio, purtroppo anche lei era alquanto agitata, i suoi genitori avrebbero conosciuto Edward e la cosa la rendeva alquanto inquieta Chissà se il suo ragazzo sarebbe piaciuto a Julian ed Antea, chissà se loro sarebbero piaciuti a Edward e alla sua famiglia, spostò la sua attenzione su Haley anche lei sembrava piuttosto inquieta, forse aveva il terrore di conoscere la loro famiglia. Arrivarono al castello all'alba, Cain azionò il passaggio per i garage ed entrarono in esso, dove trovarono Costantin insieme a Patrick intenti ad aggiustare una macchina, i due lasciarono da parte quel catorcio e si fiondarono su di loro, salutandoli calorosamente, Costantin fece anche fare un paio di giravolte a Sarah "Così i piccioncini si sposano, Sarah sei ancora in tempo" Vergil lanciò un'occhiata di fuoco al vampiro, mentre Patrick si presentò all'intera famiglia Cullen "Lasciate pure qui i bagagli, io e gli altri li porteremo nelle vostre stanze, vi consiglio di salire nel salone, sia Julian che Antea sono in defibrillazione per il vostro ritorno" Mentre percorrevano il lungo corridoio che li avrebbe condotti nel salone, Isabella notò come tutti i Cullen ed Haley si guardassero attorno, Esme sembrava piacevolmente sorpresa dei grandi quadri che troneggiavano sulle pareti, a volte poi incontravano qualche vampiro intento nei propri affari che li salutava velocemente. Nel salone trovarono Julian intento a parlare con un gruppo di giovani vampiri, ma appena li vide gli andò subito incontro, sul viso del bel vampiro vi era un enorme sorriso che illuminava il suo volto perfetto, quel giorno indossava solo una semplice camicia azzurrina e un paio di pantaloni color ghiaccio, abbracciò per prime le figlie, poi Vergil, quando fu il turno di Cain si fissarono per qualche secondo, Julian aprì le sue braccia e il biondo lo abbracciò "Ben tornato figliolo" a tutti e tre i fratelli uscirono fuori gli occhi dalle orbite era la prima volta che Cain si lasciava abbracciare da Julian, di solito liquidava quei gesti d'affetto dicendo che bastava una semplice stretta di mano "Voi dovete essere i Cullen, è un piacere conoscervi e vi ringrazio di aver ospitato i miei figli, anche se vi hanno creato dei problemi"dicendo ciò il capo clan fissò Cain, che per risposta borbottò qualcosa di incomprensibile "Nessun problema, davvero, anche per noi è un grande piacere conoscerla" tutti fissarono i due capi branco, dopotutto erano molto simili, entrambi biondi gentili e premurosi. La loro conversazione fu interrotta dalle grida di qualcuno che provenivano dal corridoi sopra il salone, dove si affacciò dalle scale Antea, la vampira indossava un abito dell'ottocento color celeste con dei ricami in argento, i capelli biondissimi erano acconciati in una raffinata acconciatura, i suoi occhi guizzarono su loro "Finalmente siete tornati" dicendo ciò corse a loro incontro, abbracciò di slancio Cain che contraccambiò qual gesto d'affetto, poi la vampira gli baciò una guancia e fece lo stesso anche con gli altri figli, per poi andare vicino a Julian che le abbracciò la vita e le depose un bacio sulla nuca "Cara loro sono i Cullen" sul volto di porcellana di Antea spuntò un bellissimo sorriso, la sua attenzione si concentrò su Edward e Haley "Come sono felice di conoscervi, le email di Sarah  non vi rendono giustizia, tu devi essere Edward" per la prima volta tutti videro Edward abbastanza imbarazzato "Si, è un piacere conoscerla" la vampira poi spostò il suo sguardo su Haley che era stata tutto il tempo al fianco di Cain, si avvicinò a lei lentamente e l’abbracciò a se, sulle prime la giovane vampira si irrigidì, ma quando vide il sorriso di Cain al di là della spalla di Antea si rilassò “Cara tu non sai quanto ti sono debitrice, bene vi accompagno nelle vostre stanze” detto ciò prese sottobraccio Cain e si avviarono al piano di sopra. Haley notò la forte complicità che vi era tra Antea e Cain, si potevano ben scambiare per madre e figlio, così biondi e belli, i gesti nobili e il portamento fiero, provò una certa invidia per quella donna, sicuramente lei non avrebbe mai provocato lo stesso effetto al fianco del compagno, Isabella la prese dolcemente sottobraccio e le sussurrò in un orecchio “Non ti preoccupare lui non ha occhi che per te” involontariamente un sorriso spuntò sul volto della bionda, nel loro tragitto furono fermati da Pierre “Antea cara non abbiamo ancora finito il dipinto” Isabella aveva sempre trovato simpatico quel vampiro eccentrico, che parlava con un lieve accento francese e si dichiarava da sempre il miglior vampiro pittore, più di una volta lei e Sarah avevano posato per lui e doveva ammettere che si era divertita a fargli da modella “Pierre ti prego abbiamo ospiti e in più i ragazzi sono appena tornati” ma il vampiro fece un veloce gesto con lamano “Mi cara se vuoi che questo benedetto dipinto sia pronto tra una settimana devi posare ora, lo sai che odio dipingere di fretta” la vampira fece un lungo sospiro di rassegnazione, si girò verso i suoi ospiti scusandosi dell’imprevisto e diede il compito ai suoi figli di portare gli altri nelle rispettive stanze.
Bella si guardò attorno, non era cambiato nulla da quando era partita, l’enorme libreria faceva sfoggio di se contro la parete destra, il letto a due piazze con il copriletto azzurro al centro della stanza, la scrivania in noce di fianco alla vetrata “E così questa è la tua stanza?” Edward non faceva altro che guardarsi attorno, ogni tanto alzava qualche oggetto sulla scrivania o si perdeva in qualche particolare, mentre Bella continuava a torturarsi il labbro inferiore, era sempre stata molto gelosa della sua stanza, non amava che gli altri invadessero il suo piccolo mondo “Come ti pare?” “Degna di te, vedo che Cime tempestose è consumatissimo” la vampira sussultò leggermente, tentò di nascondere il libro, ma Edward non ielo permise, le posò delicatamente una mano sulle sue e con l’altra le accarezzò il viso, poi si avvicinò e la baciò delicatamente “Non mi hai ancora detto cosa ne pensi del letto” non era mai stata tanto audace, eppure sentiva l’infrenabile voglia di lui, il tutto il suo essere bramava di essere parte di quel vampiro e lui non si fece di certo pregare.
Sarah fece vedere la cappella del castello ad Alice ed Esme, che ne rimasero estasiate, al centro vi era un altare in pietra con dietro una croce in oro, le vetrate colorate raffiguravano alcuni santi della bibbia e davano una certa luce alla navata centrale, ma la cosa che le lasciò più estasiate era il soffitto, dove erano raffigurati dei cherubini intenti a volare o a riposarsi su delle nuvole “E’ stato Pierre a restaurarla” Alice iniziò a saltellare allegra, aveva già visto come poteva addobbare la cappella, con nastri in raso bianco, rose bianche e calle, mentre Esme si immaginò già Edward all’organo di fianco all’altare suonare la marcia nuziale “Ho già disegnato il vestito, su per giù ci vorranno due giorni a confezionarlo, ovviamente Alice l’avrà già visto in una delle sue visioni” il folletto fece un ampio sorriso, poi a passo di danza si avviò verso l’uscita dicendo “Be che aspettiamo abbiamo solo una settimana per preparare il tutto” 
Antea aveva preparato una bellissima festa per il loro ritorno e per i nuovi ospiti, dicendo che era anche per festeggiare il fidanzamento tra Sarah e Vergil, il povero vampiro non faceva altro che essere preso in giro dagli altri, ma anche Cain era oggetto dei continui scherni di Costantin e Patrick, che continuavano a chiedere ad Haley cosa ci avesse trovato in quel vampiro brontolone, ovviamente lei rideva come una matta, innescando l’irritazione del compagno “A parte gli scherzi, io pensavo che fossi gay fratello, per carità non c’è nulla di male,voglio dire con tutte le vampire che ti venivano dietro e che hai liquidato il sospetto c’era” gli disse Costantin che come risposta ottenne un sibilo da parte di Cain, Emmett non faceva altro che tenersi la pancia dal ridere, mentre Haley guardò in malo modo il biondo “Vampire? Quali vampire ti hanno fatto la corte?” “Almeno una ventina” rispose Costantin, facendo alterare la bionda che si allontanò arrabbiata “Ma bravo deficiente, ricordami di darti in pasto ai lican” e inseguì la sua amata, che bloccò prontamente vicino al balconcino, ma quando la fece girare verso di non vi era nessuna espressione alterata, ma un sorriso biricchino “Ti sei presa gioco di me, non la passerai tanto liscia” detto ciò la strinse a se e affondò il suo viso nei capelli di Haley, mentre lei si strinse più a lui baciandogli il collo “Non mi importa delle altre, perché ora sei solamente mio” il biondo rise tra i suoi capelli, quella ragazzina riusciva solo con la sua voce a farlo sentire felice, a cacciare vi quell’eterna tristezza che logorava il suo animo, per anni si era sentito così sbagliata e frustato, i suoi cari erano riusciti a morire e a passare oltre, mentre lui era rimasto imprigionato in un corpo di un mostro che dimostrava sedici anni “Ti amo” le aveva detto, era la prima volta che ielo diceva così apertamente, la bionda si scostò leggermente da lui, lo issò negli occhi per cercare una minima traccia di scherno, ma quello che vide erano due pozzi color ambra totalmente limpidi “Ti amo” gli rispose.
Edward non faceva altro che stringere a se la sua Isabella, l’abito color amaranto fasciava perfettamente il suo corpo sinuoso e i capelli raccolti metteva in bella mostra il suo candido collo. Anche se ballavano in mezzo agli altri vampiri per i loro occhi non vi era altro che loro, Bella ogni tanto faceva scivolare la sua mano sul viso perfetto del suo amato, che lui coglieva prontamente per portarla alle labbra per baciarla, amore ecco che cosa esprimevano “Posso avere un ballo con mia figlia?” Edward fece un leggero sorriso a Julian, per poi andare verso i suoi fratelli che stavano parlando con i futuri sposi e Antea, Isabella si fece condurre dal padre in un valzer, per tutto il tempo si sorrisero a vicenda “Edward sembra proprio un bravo ragazzo, ti ama sul serio, lo vedo dai suoi occhi” la mora gli sorrise imbarazzata, fece vagare il suo sguardo fino al compagno che li guardava sorridendo, mentre parlava amabilmente con Antea “Già, anche io lo amo, sono contenta che il destino ci abbia fatto rincontrare” “Un amore eterno, cosa farete dopo il matrimonio di Sarah e Vergil?” Isabella ci pensò su, in realtà ne lei e ne Edward ne avevano parlato, ma erano talmente assorbiti nella loro nuvola rosa piena d’amore “Non saprei, credo che rimarremo qui per un po’ di tempo e poi chissà magari faremo un lungo viaggio, dopotutto abbiamo l’eternità davanti” Julian scoppiò in un’allegra risata, le baciò leggermente la guancia prima di dirle “Qui sarete sempre i benvenuti e ricordati che il nostro legame non si spezzerà mai, tu sei come una figlia per me Isabella e grazie per aver reso migliore la vita di Cain e di tutti noi” abbracciò quell’uomo che l’aveva accolta nella sua vita come una figlia, non sarebbe mai bastata l’eternità per sdebitarsi con lui ed Antea, l’unica cosa che poteva fare era quella di volergli bene per l’eternità.
Sarah era bellissima nel suo abito bianco, Alice aveva creato una vera opera d’arte, l’abito era formato da un corpetto leggermente lavorato con qualche perla, la gonna sembrava una nuvola di zucchero filato e aveva un leggero strascico e per finire il velo era davvero fine, Rosalie si era occupata dell’acconciatura, alcuni boccoli ricadevano sul volto della sposa. Sarah prese un bel respiro, le sue damigelle tentarono di calmarla “Forse è meglio che vada a chiamare Jazz” propose Alice, ma Rose la bloccò dicendo che stava pensando allo sposo, che era ardir poco agitato, dopo poco arrivò Julian per poter accompagnare la sposa, alla sua vista Sarah iniziò a tremare dall’emozione, ma riuscirono a convincerla ad uscire dalla stanza. La chiesa era addobbata secondo le indicazioni di Sarah ed Esme, gli occhi degli invitati erano rivolti verso la sposa, che aveva stampato sul suo viso di porcellana un sorriso tirato dall’emozione, ma quando il suo sguardo cadde sullo sposo che l’aspettava all’altare la vampira si rilassò e fissò affascinata il compagno, che era perfetto nel suo smoking.  Isabella guardò affascinata per tutto il tempo la cerimonia, ogni tanto la sua mente vagava su un suo possibile matrimonio con Edward, ma non ne fece parola con nessuno per paura di essere presa in giro, si ridestò a causa dello scroscio di applausi per il bacio tra i due fratelli, che erano finalmente diventati due sposi .
Nel salone continuarono i festeggiamenti, Vergil e Sarah avevano aperto le danze e poco dopo quasi tutte le coppie avevano seguito il loro esempio, tranne Cain ed Haley che si erano rifugiati nel balconcino dell’altra volta, i due erano intenti a fissare l’aurora boreale “E’ bellissima” sussurrò la vampira “Già, ma niente in confronto a te” le rispose il compagno con il solito sorriso che usava per ammaliarla “Che adulatore, stai diventando un po’ troppo romantico per i miei gusti” lo rimbeccò la vampira, Cain per risposta assottigliò il suo sguardo, segno che se l’era presa, ma cosa poteva farci se a lei piaceva tanto provocarlo, per farsi perdonare Haley lo abbracciò e tentò di baciarlo, ma il vampiro scostò il suo viso dicendo “Non vorrei attaccarti questa malattia del romanticismo” a volte Cain sembrava davvero un bambino, ma per sua fortuna la compagna sapeva sempre come farsi perdonare “Hai ragione, ma non mi importa, preferisco beccarmi questa malattia che stare senza i tuoi baci” Cain le rise in faccia, lasciando la povera Haley stordita e scioccata “Scusa ma credo di averti già contagiata, mi sa che dovremmo stare in quarantena da soli per un bel po’, non vorremo di certo contagiare gli altri” alla vampira partì un leggero brivido, lei non faceva altro che bramare di stare da sola con il suo dio personale, strusciò le sue labbra su quelle del compagno per poi sussurrargli su esse “Dimmi hanno già trovato una cura per questa malattia?” “No, e non credo che la troveranno facilmente, potrebbero passare anche cento o mille anni” la baciò con passione, mentre le mani di lei andarono tra i suoi capelli color grano, le mani di lui strinsero più a se quel corpo minuto “Che ne diresti se iniziassimo già adesso la nostra quarantena” le suggerì lui, che come risposta ottenne un sorrisino furbetto per poi trovarsi a correre nei corridoi verso la loro stanza.
Ogni tanto Bella si ritrovava ancora a fantasticare sul suo futuro matrimonio con Edward, chissà se anche loro sarebbero stati così belli come Vergil e Sarah, i due sembravano così felici e innamorati come se niente e nessuno potesse separarli, qualcuno l’abbracciò da dietro, non dovette neanche girarsi per capire che fosse, il suo odore di miele sole e lillà lo avrebbe riconosciuto in mezzo a un milione “Dobbiamo salutare i tuoi fratelli, tra poco partiranno per la luna di miele” che non era altro che il regalo di matrimonio di Antea e Julian, un viaggio per una località di montagna dove c’era un’enorme casa a disposizione dei novelli sposini, abbracciò prima Vergil, che poi fu assediato dai ragazzi, soprattutto da Emmett  e poi Sarah che le sussurrò “Spero di rivedervi al nostro ritorno, sii felice anche tu Bella” poi la loro macchina sfrecciò verso il loro nido d’amore “Un giorno potremmo essere noi due i futuri sposi” le disse Edward col suo sorriso sghembo che ogni volta la lasciava stordita “Non c’è fretta, abbiamo l’eternità davanti, però potremmo iniziare a  provare i piaceri della luna di miele” Edward non se lo fece ripetere due volte, la prese in braccio e in pochi secondi si ritrovarono nella loro camera per amarsi.

Trovò il giorno seguente Cain ad aiutare gli altri a pulire il salone, gli si avvicinò contenta e lo aiutò a mettere via i festoni “Bella festa vero” gli disse la sorella che come risposta ottenne un sorrisino divertito “Già, chissà se quei sue sono arrivati sani e salvi senza litigare” Isabella iniziò a ridere, mentre si immaginava i due piccioncini intenti a discutere “Cosa farai ora?” quella domanda inaspettata fece fermare le sue risate, mentre il fratello la guardava serio, non vi era più nessuna traccia di ilarità nel suo volto, era serio ma allo stesso tempo sereno “Non lo so, io ed Edward non ne abbiamo ancora parlato, credo che rimarremo ancora un po’ di tempo qui e poi si vedrà, magari un bel viaggio” Cain puntò i suoi occhi color ambra nei suoi, un tempo vi avrebbe solo letto un’enorme tristezza , mentre ora avevano una luce particolare e quella luce iela aveva donata Haley, ora Isabella sapeva di non temere più che il suo adorato fratello si sentisse abbandonato, perché grazie a quella ragazza aveva riacquistato la felicità e la speranza per il futuro “Non ti preoccupare Isabella noi saremo uniti per sempre, il nostro legame non si scioglierà mai, noi rimarremo per sempre fratelli” era strano pensarlo e averlo capito solo in quel momento, ma ora Bella aveva scoperto cosa la legava realmente a quel vampiro quasi perennemente imbronciato, era un filo chiamato amore, ma non di quello passionale e unico, no quel filo forse era anche più resistente di quello che la legava ad Edward, quel filo era l’amore fraterno e quel filo non si fermava solo a Cain ma si propagava fino a Sarah, Vergil, a tutti i Cullen, Haley e ai suoi genitori adottivi, sapeva anche che quel filo non si sarebbe mai spezzato, ma allo stesso tempo capì che non avrebbe mai potuto continuare la sua vita senza il suo grande amore. Con quella nuova consapevolezza abbracciò il fratello, si girò verso Haley abbracciò anche lei “Ti chiedo un enorme favore, sopporta questo fratello brontolone e amalo più che puoi”  “Non c’è neanche bisogno di chiedermelo, ormai non me lo faccio più scappare” detto ciò la mora  continuò la  sua corsa e arrivò alla sua meta, Edward, gli si buttò letteralmente addosso lo baciò con passione “A cosa devo ciò?” “Niente, solo che volevo farti capire che ti amo e ti amerò per sempre” anche se il destino li aveva separati e aveva cercato di tenerli lontani, ma  il loro amore era stato più forte e insieme ora niente e nessuno, neanche il destino in persona li avrebbe separati.

E con questo la mia fic è finita, sopero che il finale vi sia piaciuto e che anche i miei personaggi vi siano piaciuti ( alcune hanno veramente apprezzato Cain) ^^ Ringrazio tutti coloro che hanno recensito e letto la mia fanfiction!!! A volte scrivere una fanfictio ti può far capire tante piccole cose, come l'amore incondizionato per delle persone che credi che la loro presenza sia semplicemente scontata, perciò ringrazio anche la mia famiglia!!
Grazie davvero a tutti!
Un Kiss Miki87




Ritorna all'indice


Capitolo 21
*** Capitolo 20 ***


Ormai tutto procedeva per il meglio a casa Cullen, Haley aveva accettato la sua nuova condizione da vampira e Cain la riempiva di attenzioni, soprattutto quando la neo vampira aveva una delle sue crisi isteriche a causa della mancanza di sangue. Bella non faceva altro che seguire divertita le nuove vicende del fratello, non l’aveva mai visto così premuroso e innamorato e la cosa la rendeva felice, tutto stava girando per il verso giusto, eppure sentiva una vaga nota amara quando vedeva Cain da solo senza Haley, ogni tanto lo vedeva fissare un punto lontano all’orizzonte come se fosse perso nei suoi ricordi. Non aveva mai saputo nulla sua vita prima della trasformazione, persino Sarah e Vergil ne sembravano all’oscuro, solo una volta aveva tentato di usare il suo potere su di lui, ma aveva scorto solo due immagini, una felice di lui in un campo di fiori insieme a una bambina e poi una stanza piena di sangue, l’ultima immagine le aveva messo addosso uno strano brivido che non accennava a sparire quando ci ripensava, purtroppo il contatto era stato breve e Cain ringhiando le aveva detto di non riprovarci mai più. A ridestarla dai suo pensieri fu l’entrata nel salone di Haley insieme a Sarah, le due stavano parlando del più e del meno, mentre Edward stava suonando il suo adorato piano, Esme stava disegnando, Carlisle leggeva un libro, Vergil, Cain, Emmett e Jasper stavano giocando con un videogioco e Alice e Rosalie stavano guardando l’ultimo catalogo di moda “Voi da quanto tempo siete dei vampiri? Scusate, ma mi piacerebbe molto conoscere la vostra storia” chiese timidamente la neo vampira, pian piano tutti i Cullen le raccontarono le loro storie personali, Carlisle quando era un inquisitore, Edward della febbre spagnola, Esme del suo bambino, Rose della sua aggressione, Emmett del salvataggio di Rose,Jasper delle faide nel Mexico, Alice invece non ricordava niente, quando fu il turno di Bella Haley la fissò con occhi trasognati mentre le diceva “Deve essere stato Edward a trasformarti, voi due eravate fidanzati quando tu sei sparita dalla circolazione” ma Isabella scosse tristemente la testa e le raccontò di Victoria e del suo vuoto di memoria. Poi fu il turno dei Loowen, persino i Cullen rimasero in ascolto dato che non conoscevano nulla della loro storia personale, la prima fu Sarah “Sono nata nel 1911 in un piccolo paesino della Provenza, i miei genitori erano degli umili contadini, gente per niente colta ma di gran cuore, io ero la seconda di quattro figli. Ricordo che vivevamo di stenti, a volte capitava con avevamo addirittura da mangiare e mia madre dava quel poco a me e ai miei fratelli, tanto che quando avevo tredici anni si ammalò gravemente e muori. Mio padre cercò in tutti i modi di lavorare per permetterci di mangiare, ma le sue fatiche sembravano del tutto inutili, così iniziai a lavorare nell’emporio del paese dove la padrona mi mise a servire le donne nobili del paese, dio quanto le invidiavo, così belle e raffinate. Per mia fortuna ero molto abile nel cucito, tanto che la padrona mi faceva cucire personalmente gli abiti delle nobildonne, un giorno una contessa entrò di passaggio nel negozio, il suo nome era madam Delluc e vedendo quanto fossi brava nel cucito mi chiese di seguirla a Parigi e di lavorare nel negozio di sartoria di una sua cara amica, ero così felice, finalmente potevo andarmene da quell’insulso paesino e potevo guadagnare abbastanza per mandare dei soldi alla mia famiglia. Passarono ben tre anni dal mio arrivo a Parigi, mi trovava bene nel negozio avevo persino fatto amicizia con altre ragazze della zona e la padrona mi trattava benissimo, tanto che mi lasciava le stoffe ormai vecchie per crearmi dei vestiti. Era il 25 Aprile del 1929, ricordo che fu una giornata di pioggia, erano le sei di sera quando entrò quell’uomo bello come un dio, alto, magro ma allo stesso tempo possente e dai lineamenti perfetti, la padrona quel giorno era andata a trovare la sorella e io ero sola, l’uomo mi chiese gentilmente di prendergli le misure per una giacca di seta, nel frattempo mi faceva molti complimenti e io civettuolamente stavo al suo gioco. Senza accorgermi mi punsi leggermente un dito, in un secondo quell’uomo mi prese per un braccio, ovviamente mi spaventai per la sua forza, tentai di liberarmi, ma fu tutto inutile, i suoi occhi mi guardarono famelici come se fossi stata il suo pranzo, tentai persino di urlare ma la voce non voleva uscire. Mi accarezzò con foga il collo mentre diceva che ero troppo bella per lasciare che il tempo mi logorasse poco a poco, infine ricordo solo un gran dolore, mi risvegliai in un grande magazzino e dell’uomo non ve ne era più traccia. Vagabondai per diversi anni fino a quando non incontrai Cain e Julian durante una loro battuta di caccia nelle montagne Canadesi, mi chiesero se volevo unirmi al loro clan, spigandomi che loro erano dei vampiri diversi che non si cibavano di sangue umano e che poteva esserci una speranza per tutti noi, infine dopo ben vent’anni entrò nel nostro clan anche Vergil e ci innamorammo” detto ciò i due vampiri si diedero un casto bacio sulla bocca, tutti li guardavano sorridendo e potevano palpare il grande amore tra i due. Vergil fece un lungo sospiro, si torturò leggermente le mani, Sarah vedendo l’imbarazzo del compagno appoggiò una mano su quella del compagno che strinse forte a se “Non so di preciso il giorno in cui sono nato, so solo che il mio anno di nascita è il 1918, i primi otto anni della mia infanzia li passai in un orfanotrofio, le suore non ci trattavano poi tanto male e in più avevo molti fratelli. Un giorno arrivò un uomo di nome Spencer Gibbons, era un noto proprietario terriero che cercava giovani braccianti, essendo già per quell’età molto alto e robusto decise di prendermi con se insieme a mio fratello David, fummo così felici di avere una famiglia adottiva, già mi immaginavo la mia stanza e quella di David,ma la delusione arrivò troppo presto. Il signor Gibbons ci mise a dormire nel capanno insieme agli animali e mangiavamo si e no una volta al giorno, quel bastardo ci diceva che dovevamo essergli grati solo perché ci aveva dato un tetto sopra la testa e dei pasti caldi, peccato che pativamo spesso il freddo e dovevamo difenderci dai topi, così io e mio fratello facemmo una sorta di patto, all’età di diciotto anni ce ne saremmo andati via insieme e avremmo aperto una nostra fattoria. I dodici anni rimasti passarono lentamente, più di una volta avevamo subito i soprusi di quell’uomo, quando beveva diventava particolarmente violento, al posto di prendersela con la moglie e le figlie se la prendeva con noi, tutte le volte che arrivava a me e a David venivano i brividi, una volta mio fratello aveva rischiato il dissanguamento a causa delle botte ricevute, alla fine lo provocavo più io e lui se la prendeva solo con me, doveva essere estremamente eccitante per lui malmenare un ragazzo alto come me che non rispondeva a nessun colpo. Mancava solo una settimana al compleanno di David e finalmente avremmo potuto andarcene, ma quello stupido si era innamorato di Tracy, la figlia minore, di notte i due si trovavano clandestinamente e alla fine li trovò anche Gibbons, lo vidi picchiare a sangue mio fratello mentre la figlia lo pregava di lasciarlo stare, senza pensarci mi fiondai su quell’uomo, inizia a malmenarlo mentre urlavo ai due amanti di scappare. Non so come ma Gibbons smise di respirare, le mie mani erano piene di lividi e sangue, sapevo che la polizia non solo mi avrebbe incriminato, ma mi avrebbe messo sulla forca, la paura mi invase e inizia a correre verso il bosco, corsi fino a quando a causa del terreno fangoso non scivolai in un burrone. Pensai che ormai la morte mi avrebbe portato all’inferno e invece un angelo arrivò vicino a me, un uomo dalle fattezze perfette mi disse soltanto se volevo continuare a vivere, che domanda assurda pensai, certo che volevo vivere e si chinò su di me, poi sentii un dolore allucinante. Quando mi sveglia mi ritrovai in un castello, sulla poltrona di fronte a me trovai Cain che stava leggendo con aria annoiata un libro e senza staccare gli occhi da esso mi disse “Era ora che ti svegliassi” da li diventammo inseparabili, Julian mi spiegò che cosa eravamo, della sua convinzione che potevamo non essere dei mostri e poi vidi la nuova ragione della mia vita Sarah. Infine cinque anni fa io e Cain abbiamo trovato l’ultima nostra sorella Isabella” la storia di Vergil lasciò tutti leggermente spossati, chi avrebbe mai immaginato che dietro la vita di quel vampiro perennemente allegro fosse stata così dura?! Haley si sentì leggermente spaesata, ora era il turno di Cain, ma il vampiro dall’aria perennemente imbronciata era girato verso l’enorme vetrata con lo sguardo perso nell’orizzonte, come se volesse sfuggire da quella stanza. Anche Isabella guardò a lungo il fratello, lei ormai le conosceva tutte a memoria le storie personali dei due fratelli e dei Cullen, finalmente avrebbe scoperto che cosa era successo nella vita da umano di Cain che l’aveva reso così diffidente verso il mondo intero. Cain si girò verso di loro, appoggiò la schiena contro il muro vicino alla vetrata, il suo sguardo vagò sul voto di tutti i vampiri per poi fermarsi su quello della sua compagna, strinse la mano destra a pugno e deglutì rumorosamente prima di iniziare a raccontare “Sono nato nel 1843 a Boston da una delle famiglie più facoltose della città, mia madre era la figlia di un noto medico che era anche il proprietario del miglior ospedale della città, mio padre invece era il figlio del proprietario della banca centrale di Boston, i miei nonni decisero che l’unione tra le due famiglie sarebbe stata perfetta e combinarono il miglior affare della loro vita facendo sposare i miei. Dopo solo un anno dalla loro unione nacqui io, poi vi era mio fratello Edmund più piccolo di me di  sei anni e infine la mia sorellina Isabel, avevamo dieci anni di differenza. Per tutta la comunità cittadina e le famiglie altolocate eravamo la famiglia perfetta, la mia vita era perfetta, ricevetti la migliore istruzione che un ragazzo altolocato potesse avere, possedevo dei beni terrieri e finanziari ed ero uno dei ragazzi più invidiati della scuola e ottenevo tutto ciò che volevo, bastava una mia sola parola che tutti eseguivano i miei ordini, viziato ecco che cosa ero. Ammiravo moltissimo mio padre, nonostante possedesse tutto ciò che uomo voleva, una bella casa, soldi, potere e una bellissima moglie, non smetteva mai di cercare un nuovo obbiettivo, mentre mia madre l’amavo perdutamente, una donna bellissima dai lunghi capelli color grano, gli occhi azzurri come il cielo e la voce più dolce che potessi sentire, amava i suoi figli più della sua stessa vita. Il giorno prima del trentasettesimo compleanno di mio padre io e lui litigammo furiosamente, aveva deciso di utilizzare la sua festa di compleanno come pretesto per annunciare il mio fidanzamento con la figlia di un suo cliente, dicendomi che dovevo iniziare a prendermi le mie responsabilità, che era un dovere di famiglia e che col tempo avrei imparato ad amare quella sconosciuta come lui amava mia madre, alla fine ottenne ciò che voleva chinai il capo e mi rifugia fino al giorno seguente nella mia stanza. La sera successiva il nostro maniero in campagna era gremito di gente, tutti i ricchi della città erano a festeggiare mio padre e io dovetti stare accanto alla mia futura moglie, una ragazzetta insignificante dai capelli neri e dal viso pieno di lentiggini, lei non faceva altro che tenermi stretto il braccio esibendomi come un trofeo, mentre io maledicevo mio padre. Andammo a dormire molto tardi, ricordo che faceva molto caldo e che dovetti tenere la finestra aperta, non so quanto tempo passò, ma a un certo punto sentii l’urlo agghiacciante di mia madre, senza pensarci su corsi nella camera dei miei genitori e quello che vidi mi fece raggelare il sangue, il corpo martoriato di mia madre dove non riuscivo più a riconoscere il suo viso e il corpo di mio padre sul letto con un pugnale in mezzo al cuore. Dopo qualche secondo corsi nella camera di Edmund, ma non lo trovai, sicuramente era andato nella stanza di Isabel per rassicurarla e proteggerla, la porta della cameretta di mia sorella era socchiusa, la paura mi invase e iniziai a pregare Dio che i miei fratelli stessero bene, dopotutto loro erano delle creature innocenti, ma le mie preghiere furono vane, il corpo di Edmund era riverso a terra in una pozza di sangue e vi era una donna davanti a me girata di spalle, poi si girò lentamente verso di me, aveva le fattezze di un angelo, era la donna più bella che avessi visto, ma quando vidi ciò che stava facendo capii che in realtà era un demone. Tra le sue braccia vi era la mia sorellina e la sua bocca stava bevendo il sangue di Isabel dal suo piccolo e tenero collo, i suoi occhi mi guardavano imploranti, mi fiondai sulla donna ma questa appena mi toccò mi scaravento contro una parete e mi ruppi una gamba, sentii l’ultimo singulto provenire dalla mia sorellina e poi i suoi occhi si chiusero per sempre. Dopo aver finito con mia sorella getto il suo corpicino in un angolo, si avvicinò lentamente a me, come un serpente con la sua preda, mi prese per i capelli e avvicinò il suo volto al mio per poi sussurrarmi all’orecchio “Tu gli assomigli moltissimo” infine arrivò il dolore, come se il fuoco mi stesse bruciando lentamente, quando mi risveglia mi ritrovai nella clinica privata di mio nonno, uccisi tutti gli infermieri e brucia il reparto. Vagabondai per anni alla ricerca di quella donna, conobbi molti nomadi della nostra specie che  mi insegnarono come uccidere uno della nostra specie e dopo ben vent’anni la trovai, ma non la uccisi subito, no lei doveva morire lentamente e soffrire come i miei familiari, più volte la smembrai e la feci ricomporre, godevo delle sue grida di dolore e delle sue suppliche di morte, riuscii a farmi dire perché aveva colpito proprio la mia famiglia “Semplice, io ero l’amante di tuo padre e odiavo la vostra famigliola felice perché dovevo vivere nell’ombra”. Tutta la mia vita da umana era stata basata sulla menzogna, sull’adorazione di una persona che in realtà era solo un codardo, lui aveva portato la distruzione della nostra famiglia, era a causa sua che mia madre e i miei fratelli erano morti e delle mie attuali condizioni, per un intero secolo evitai di guardarmi allo specchio a causa della nostra forte somiglianza. Per anni vagai vivendo al minimo sforzo, mi nutrivo solo quando il mio corpo era allo stremo e poi arrivò finalmente la mia salvezza, incontrai Antea in mezzo a un bosco della bretagna che stava raccogliendo dei fiori, sembrava una dea con l’abito bianco e i capelli color argento, per un attimo pensai che fossi in preda alle allucinazioni. Si mosse verso di me con un enorme sorriso stampato sul volto, mi prese una mano e si presentò, solo allora vidi le sue iridi color oro, mi raccontò della sua dieta e di quella di suo marito e mi sentii tremendamente sporco “Non temere ora starai con me e mio marito figliolo” i due  mi trattarono subito come un figlio e mi ripromisi di vivere seguendo i loro ideali e di aiutare Julian a creare una specie di comunità per vampiri che avevano deciso di seguire il loro esempio” Ora Isabella aveva capito il tormento che si lacerava nell’animo di Cain, il perche cercava sempre di allontanare le persone e mettesse tra di loro un muro invisibile, aveva paura di perdere di nuovo le persone che amava sotto i suoi occhi, per lui era più facile rimanere a dedita distanza per non soffrire una seconda volta, non poteva neanche immaginare il dolore che aveva subito vedendo i propri familiari morire davanti i suoi occhi. Nessuno osava fiatare, mentre Cain si girò verso l’enorme vetrata e con un sorriso amaro, si sentì stringere in un abbraccio, il profumo di Haley gli inebriò la mente e per qualche minuto dimenticò il passato, non aveva mai pensato al suo futuro, da quando era diventato un vampiro non aveva fatto altro che vivere giorno per giorno, solo Antea, Julian, i suoi fratelli e i Cullen erano riusciti a dargli conforto, ma Haley ora stravolgeva totalmente la sua vita, con lei finalmente aveva deciso di guardare anche al futuro.     

Spero che questa immagine vi piaccia, grazie a tutti coloro che hanno messo la mia storia tra i loro preferiti e chi la sta continuando a seguire!

                   

Haley Cain 2

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=179191