Lost Memories di Miki87 (/viewuser.php?uid=6489)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1 Capitolo ***
Capitolo 2: *** Capitolo2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 12 ***
Capitolo 13: *** Capitolo 13 ***
Capitolo 14: *** Capitolo 14 ***
Capitolo 15: *** Capitolo 15 ***
Capitolo 16: *** Capitolo 16 ***
Capitolo 17: *** Capitolo 17 ***
Capitolo 18: *** Capitolo 18 ***
Capitolo 19: *** Capitolo 19 ***
Capitolo 20: *** Capitolo 21 ***
Capitolo 21: *** Capitolo 20 ***
Capitolo 1 *** 1 Capitolo ***
Ebbene
sono tornata con questa nuova fanfiction che ho iniziato a scrivere in
un momento di follia e noia a dirla tutta non so come mi sia venuta in
mente!!! Comunque vi lascio alla lettura della mia Fic, ovviamente
spero di leggere molti commenti, sia positivi che negativi!!!
Baci Miki87
L’unica cosa
che poteva percepire era il freddo sotto di
se, non riusciva a vedere nulla e i suoi muscoli sembravano totalmente
intorpiditi,
chissà da quanto tempo era in quella posizione?!
Riuscì ad aprire gli occhi, ma
dovette richiuderli velocemente a causa della luce, lentamente li
riaprì e per
un primo momento vide tutto sfuocato, cercò di mettere a
fuoco fino a quando
vide due bellissimi ragazzi davanti a se, uno era moro con gli occhi
azzurro
ghiaccio, dimostrava meno di diciotto anni, mentre l’altro
era biondo con gli
occhi coloro caramello, era più basso del moro
e non dimostrava più di sedici
anni,però una cosa entrambi avevano in
comune ed erano dei denti bianchissimi con i canini più
appuntiti. Il moro la
ridestò dai suoi pensieri dicendogli “Finalmente
ti sei svegliata, come ti
chiami straniera?” già bella domanda, come diavolo
si chiamava?! Cercò di
ricordarsi il suo nome, ma dentro la sua testa vi era il buoi
più totale, cercò
con gli occhi qualcosa che gli ricordasse chi fosse, ma davanti a se
aveva
soltanto un paesaggio completamente innevato e un fitto bosco,
cercò ancora una
volta di ricordare, un leggero mal di testa si impossessò di
lei e riuscì
soltanto a ricordare un nome “Mi chiamo Isabella”
Erano
passati
cinque lunghi anni da quando sono tornato un semplice e stupido
vampiro, da
quando lei se ne è andata, ogni giorno che passaa
è come un’atroce agonia,
come una punizione per il mio egoismo, tutto ciò che mi
rimaane di lei è il
suo dolce ricordo.
Ricordo ogni
singolo istante di quel giorno, quando l’aveva lasciata
davanti a casa perché
dovevo andare a caccia con i miei fratelli, il nostro ultimo bacio che
come al
solito era stato fugace a causa dei miei istinti vampireschi e il suo
profumo,
dio era una delle cose che gli mancavano più al mondo. Per
tutto il tempo della
caccia avevo avuto addosso una strana sensazione che l’aveva
reso inquieto,
Emmet e Jasper lo presero in giro dicendogli che non riusciva a stare
più di
un’ora senza la sua dolce metà, eppure non
riusciva a liberarsene di quella
angoscia. Arrivarono a casa verso sera e da lontano potè
scorgere la macchina
dello sceriffo, ogni passo che faceva la sua angoscia aumentava di
più e non
riusciva ad usare il suo potere per leggere nella mente del padre della
sua ragazza,
poi il colpo di grazia “Edward dimmi che Isabella
è con voi” La cercò dovunque,
a scuola, nel negozio di articoli sportivi, nella loro raduna, ma era
come se
si fosse volatilizzata nel nulla, poi gli venne in mente la
possibilità che il
suo angelo fosse stato rapito dalla vampira dai capelli color del
fuoco, eppure
erano mesi che non avevano sue notizie, che sciocco aveva abbassato la
guardia
e il cacciatore se ne era approfittato. Tornò velocemente a
casa e iniziò a
preparare i suoi bagagli, doveva trovarla, doveva ancora credere che la
sua
Bella fosse ancora viva, mentre stava facendo il suo zaino
entrò nella sua
camera Carlisle con Emmet e Jasper “Prendetelo e
immobilizzatelo” non riuscì
neanche a fare un millimetro che i due lo bloccarono prontamente
legandolo con
delle catene “Ma che diavolo state facendo? Lasciatemi devo
andare a prendere
Bella, è sicuramente in mano a quella pazza di
Victoria” il suo mentore non si
scompose più di tanto, gli si avvicinò cauto
“Lo credo anche io Edward…
ascoltami aspettiamo che Alice abbia una visione o almeno aspettiamo di
trovare
qualche traccia concreta” no non voleva assolutamente
aspettare, perché
Carlisle non capiva la gravità della situazione,
perché nessuno lo appoggiava?!
Dopo poco Emmet riuscì a trovare delle tracce della vampira
che portavano verso
il Canada, chiedemmo a tutti i vampiri che incontrammo se avevano
notato la
vampira e Bella, ma sembrava che nessuno avesse visto niente, fino a
quando
dopo una settimana riuscimmo a trovare Victoria. Sembrava contenta e
più
spavalda del solito, non aveva perso la sua area felina e selvaggia, ci
guardò
tutti sorridendo “Bene bene alla fine siete riusciti a
raggiungermi, ma
purtroppo per voi è troppo tardi, ormai la tua amichetta
umana è morta, sai il
sapore del suo sangue era estremamente buono, quasi fruttato. Pensate
prima di
morire mi ha chiesto di lasciare in pace la vostra bella famigliola,
che sciocca
piuttosto di pensare a se stessa ha
pensato a voi, ma sapete che qual è la cosa più
divertente?! È stata quella di
vederla morire agonizzante e poi farla a brandelli” non avevo
mai provato un
sentimento d’odio così profondo, tutti i miei
istinti vampireschi che avevo man
mano sopito si risvegliarono, mi avventai velocemente su quel mostro,
non gli
lasciai nemmeno il tempo di reagire o di chiedere pietà, gli
affondai una mano
sul cranio, la sentii soltanto urlare dal dolore, poi gli staccai un
braccio
urlandogli tutto il mio odio. Continuai a inveire sul suo corpo senza
tregua,
furono Emmet e Jasper a staccarmi dai resti della vampira, anche se
continuavo
a urlargli di lasciarmi andare, non volevo neanche che esistesse
più una sola
cellula di quel corpo, mi calmai quando vidi Crlisle avvicinarsi ai
resti
gettandogli un accendino acceso dicendo “Brucia
all’inferno mostro” se avessi
potuto avrei pianto, ma noi vampiri non possiamo piangere, ecco
un’altra
condanna della nostra esistenza, noi non possiamo esprimere il nostro
dolore
umanamente. Guardai per ore le miei mani tinte dal sangue, chiedendomi
come
sarebbe stata la vita di Bella se non ci fossimo mai conosciuti o
semplicemente
se l’avessi lasciata nella convinzione che
l’odiassi, forse si sarebbe sposata
con Jacob Black o con Mike Newton, infine arrivai alla domanda di chi
l’avesse
uccisa realmente, Victoria o io?. Fui riscosso dai miei pensieri da mio
padre
che sedendosi di fianco a me mi disse gentilmente “Torniamo a
casa, forse Alice
potrebbe avere qualche visione su dove sia il corpo di Bella”
tremai al solo
pensiero di vedere quel corpo senza vita, che non sarebbe arrossito al
mio
sguardo e al suo cuore che non avrebbe più battuto
velocemente a un mio
contatto, Emmet mi prese per un braccio e mi sorresse per tutto il
tempo.
Appena arrivammo a casa Esme, Rosalie e Alice ci vennero incontro,
guardai
disperatamente la sorella veggente, ma a un suo segno negativo capii
che non
aveva avuto nessuna visione sul mio angelo, preso da un impeto di
rabbia
iniziai a prendere a pugni il terreno urlano come un ossesso dato che
era la
mia unica forma di sfogo, questa volta nessuno cercò di
fermarmi, quando ormai
i miei pugni avevano creato una piccola voragine Esme mi
fermò abbracciandomi
forte iniziando a sussurrarmi parole di conforto. Caddi in uno stato
apatico,
facevo tutto per forza d’inerzia, fino a quando presi la
decisione di tornare
in Italia dai Volturni per fare ciò che dovevo fare molto
tempo fa, volevo
morire e rincontrare colei che era riuscita a farmi provare che cosa
era il
vero amore, fu Alice a farmi cambiare idea, ricordo perfettamente la
sua
scenata, mi aveva schiaffeggiato con tutta la forza che aveva e mi
aveva urlato
contro che era solo un debole e che Bella non avrebbe mai voluto che
morissi,
perché così avrei soltanto disonorato la sua
morte. Fu solo per questo che
decisi di rimanere in vita, se questa si può chiamare
così, come unica magra
consolazione ogni notte mi intrufolo nella sua stanza sperando di
vederla in
trepidazione per il mio arrivo o solamente vederla nel suo letto che
dorme, ma
ogni volta rimane solo una semplice speranza.
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Capitolo 2 *** Capitolo2 ***
Dunque ringrazio
tutti coloro che hanno lasciato una recensione e anche coloro che
l'hanno solo letta, devo ammettere che non mi aspettavo che sarebbe
piaciuta e di riceve delle recensioni così belle!!!! Vi
lascio a questo nuovo apitolo e aspetterò con trpidazione i
vostri commenti!!!!
Baci Miki87
Era da cinque
anni che viveva in quel castello eppure ancora oggi ogni tanto si
perdeva nei
suoi corridoi, doveva trovare quei due assolutamente, li aveva visti
parlare
fittamente mentre Sean faceva lezione e questo voleva dire che i due ne
stavano
combinando una delle loro. Già viveva in quel castello da
quando l’avevano
trovata in mezzo alla neve e senza memoria, purtroppo ancora oggi non
ricordava
chi fosse, la sua memoria iniziava dal giorno in cui si era svegliata,
il resto
era solo buoi totale. Dopo che i due ragazzi si furono assicurati che
fosse in
grado di camminarono si presentarono, il moro si chiamava Vergil e il
biondo
Cain, dopo i convenevoli la portarono al castello, si chiese come mai
ci fosse
un castello in mezzo a quel deserto di neve, appena entrarono
notò che vi erano
alcune persone, tutte con un aspetto bellissimo come i due ragazzi,
arrivarono
poi davanti a una grande porta imponente
in ciliegio, il biondo bussò delicatamente e
aspettò una risposta, era
nervosa e curiosa, chissà chi c’era dietro a
quell’enorme porta “Non ti
preoccupare non ti vogliamo fare del male” gli aveva detto
Vergil con un
sorriso biricchino. Dietro alla porta vi era uno studio, dove vi erano
delle
enormi librerie, cartine appese ai muri, un’enorme scrivania
sempre in ciliegio
e una poltrona in pelle dove vi era seduto un uomo sulla trentina che
stava
leggendo un libro, appena si accorse della loro presenza
alzò gli occhi dal
libro e li guardò incuriosito, più che altro
fissò lei incuriosito. Cain gli
raccontò come l’avevano trovata e il fatto che non
ricordasse nulla a parte il
suo nome, l’uomo si alzò e cautamente si
avvicinò a lei poi gli porse la mano
“Il mio nome è Julian Robert Loowen , sei la
benvenuta nel nostro castello e
potrai restarci tutto il tempo che vorrai” rimase affascinata
dalla sua voce
calda e profonda, dai suoi capelli color grano e gli occhi color
caramello,
anche lui come gli altri era bellissimo, dopo essersi ripresa dai suoi
pensieri
strinse la mano diafana. Una domanda gli balenò alla mente
“Ma voi che cosa
siete, insomma siete tutti bellissimi e sembrate angeli”
tutti e tre risero
leggermente, Cain gli fece il gesto di avvicinarsi a lui, titubante gli
si
avvicinò, quando gli fu accanto gli toccò una
spalla per girarla verso un enorme
specchio “Bene ora specchiati”, davanti a se aveva
una creatura bellissima, i
capelli castano rossiccio, i lineamenti leggermente spigolosi, ma
armoniosi, un
corpo slanciato, ma la cosa più affascinate e allo stesso
tempo inquietante
erano i suoi occhi color sangue, vedendo la sua espressione sbalordita
il
biondo gli disse “È vero noi siamo creature
bellissime, ma siamo decisamente
lontanissime dagli angeli, noi siamo creature maledette che si cibano
di
sangue, noi siamo vampiri e tu sei una di noi” Da quel
momento aveva vissuto
con loro e con il resto della comunità di vampiri che
avevano abbracciato
l’ideale di Julian, cioè quello di cibarsi di
sangue animale e non umano “Per
non sentirsi completamente dei mostri” diceva sempre il suo
mentore, che ormai
considerava come un padre. “Ciao Bella per caso hai visto in
giro il mio
ragazzo?” a distoglierla dai suoi pensieri era stata Sarah,
la compagna di
Vergil, da quanto sapeva i due facevano coppia fisa ormai da 50 anni ed
erano
una coppia bellissima. Sarah era alta si e no un metro e
sessantacinque, un
corpo armonioso, i capelli lunghi castano scuro che incorniciavano il
suo viso
a cuore risaltavano i suoi lineamenti delicati e
come Vergil non aveva cambiato il colore dei
suoi occhi che erano di un verde scuro, aveva subito fatto amicizia con
la
ragazza dato che aveva un carattere dolcissimo “Si
l’ho visto nell’aula di
chimica che stava parlando fitto fitto con Cain e la cosa non mi piace
molto”
la mora annuì e si misero insieme a cercare quei due, dopo
poco li trovarono
nel salone a giocare a scacchi “Ecco dove eravate” Vergil sorrise ad entrambe
mentre Cain
sembrava totalmente concentrato sulla scacchiera, Sarah si sedette
tutta felice
sulle gambe del suo fidanzata che gli circondò la vita per
tenerla più stretta
a se per poi baciargli la nuca in segno d’affetto, mentre lei
si sedette sulla
sedia di fianco a Cain, senza grandi giri di parole chiese ad entrambi
“Di che
cosa stavate parlando a lezione?” il biondo fece un gesto
vago con la mano
mentre muoveva la sua regina, così concentrò la
sua attenzione sul moro che
alzò leggermente le spalle, se pensavano che avrebbe
lasciato perdere la
faccenda si sbagliavano di grosso, così afferrò
la mano del biondo e iniziò ad
avere delle visioni, vide Cain e Vergil che ascoltavano una
conversazione tra
Julian e Antea, poi i due a chimica che parlavano di andare a prendere
una
spilla in un museo “Ma bravi volete andare a rubare una
spilla in un museo, lo
sapete vero che se Julian lo venisse a sapere voi due sareste nei guai,
perciò
diteci esattamente che volete fare se no un uccellino andrà
a cantare dal
grande capo” Cain la incenerì con lo sguardo,
odiava quando lei usava la sua
capacità su di lui costringendolo a raccontargli tutto
“Lo sai che lo odio”.
Era successo tutto una settimana dopo il suo arrivo che aveva iniziato
ad avere
visioni sul passato delle persone, ma tutto ciò funzionava
solo se aveva un
contatto con loro, all’inizio ne era completamente impaurita
e non ne parlò con
nessuno, ma quando seppe che non era l’unica ad avere quella
sorta di dono e
che vi erano altri vampiri ad avere una capacità sviluppata
lo raccontò al suo
mentore e pian piano grazie al suo aiuto e a quello di Cain era
riuscita a
controllarlo, che strano il destino gli aveva tolto la sua memoria e
gli aveva
dato il dono di vedere il passato degli altri. “Tutti
sappiamo che tra un mese
Antea compierà gli anni, così io e Cain volevamo
andare a chiedere consiglio a
Julian su cosa regalargli e guarda caso senza volerlo abbiamo sentito i
due che
parlavano di una vecchia spilla a cui Antea era molto affezionata e che
ha
perso quando è stata trasformata.” Poi
proseguì Cain “Sappiamo che Antea faceva
parte di una nobile casata Inglese, perciò ho fatto qualche
ricerca e ho
scoperto che al museo di Port Angeles hanno una spilla appartenente
alla sua
casata, che ne dite di andarla a riprenderla?” Antea era la
compagna di Julian
e avrebbe fatto qualsiasi cosa per lei, orami la considerava come una
madre,
fin dal primo momento l’aveva trattata come una figlia
ascoltando tutti i suoi
tormenti e dandogli conforto, perciò ielo doveva
“Qual è il piano per andare a
Port Angeles?” i due la guardarono sorridenti, mentre Sarah
la guardava ardir
poco scioccata “Siete impazziti? Io non voglio rubare in un
museo e poi pensate
che cosa succederebbe se Julian lo venisse a sapere?!” il
biondo come al solito
aveva una risposta pronta per tutto “Primo non stiamo proprio
rubando, vedila
sotto un altro punto di vista stiamo riportando un oggetto smarrito
alla sua
legittima proprietaria e secondo se stiamo uniti Julian non
saprà mai niente.”
Alla fine erano
riusciti a convincere anche Sarah, ora sarebbe avvenuta la parte
più difficile
del piano cioè quella di convincere il loro mentore a
lasciarli andare fino a
Port Angeles da soli, ovviamente ci avrebbero pensato Cain e Vergil,
dato che
erano gli unici due che sarebbero riusciti a convincere Julian,
entrarono tutti
e quattro nello studio del vampiro che stava leggendo delle carte a suo
avviso
molto antiche. Julian non alzò di un solo millimetro i suoi
occhi dai fogli, ma
si accorse subito della loro presenza “Ditemi che cosa posso
fare per voi?”
Cain si sedette mollemente sulla poltrona in pelle di fronte a Julian e
lo
guardò con il suo solito sguardo furbetto
“Volevamo chiederti il permesso di
poter andare a Port Angeles, ovviamente tutti e quattro”
Julian continuò a
guardare le sue carte per poi alzare il suo sguardo su tutti loro,
sembrava che
cercasse di leggergli dentro, ma nessuno di loro si lasciò
intimidire “Come mai
questa richiesta?” “Ho delle faccende da sbrigare
in quella città, ho ordinato
delle sostanze chimiche che servono a un mio progetto, purtroppo il
fornitore
mi ha detto che dovrei andarle a prendere di persona e ho bisogno di
qualcuno
che venga con me, così ho pensato a loro tre” il
vampiro più anziano guardò con
fare indagatore Cain “Per quanto riguarda te, Vergil e Sarah
va bene, ma Bella
non può, non è ancora abituata alla vicinanza
delle persone e non possiamo
rischiare che provochi una strage” presa
dall’impulso disse “Ma non è giusto!
È
vero non ho avuto molti contatti di lunga durata con gli umani, ma ne
ho avuto
di breve tempo e sono sicura che sotto il loro stretto controllo potrei
tenere
a bada i miei istinti, ne sono più che sicura, ti prego
Julian abbi fiducia in
me” sembrava che il vampiro stesse per cedere alla sua
richiesta, si alzò dalla
sua poltrona e si portò di fronte alla grande vetrata di
fianco alla scrivania,
stette in silenzio per diversi minuti per poi dirgli“Va bene
ma a tre
condizioni la prima è che dovrete tornare entro una
settimana, se no vi vengo a
prendere di persona, secondo mi dovrete chiamare due volte al giorno e
la terza,
la più importante, Bella non dovrà mai essere
lasciata sola in presenza di
umani” Per la felicità abbraccio l’uomo
perché quella concessione significava
che aveva fiducia in lei e per lei era importantissimo.
Il giorno
seguente partirono all’alba, Vergil aveva deciso di usare la
sua macchina, dato
che era una delle poche con i vetri scuri ovviamente si mise lui al
posto di
guida, dopo un’accesa discussione tra lui e Cain su chi
dovesse guidare, alla
fine il biondo era riuscito a strappare al fratello la promessa che
avrebbe
guidato lui da metà strada, mentre lei e Sarah si erano
messe comode nei sedili
posteriori, si sentiva stranamente euforica era la prima volta che
viaggiava,
in quei cinque anni usciva dal castello solo per
andare a caccia con i suoi fratelli.
Dopo quattro ore
di viaggio il paesaggio davanti a loro cambiò leggermente,
oltre alla montagna
di neve si potevano scorgere il verde dei prati o il marrone della
terra e
soprattutto la vista di qualche paesino, la sua euforia si stava man
mano
accentuando, appoggiò la testa al finestrino e chiuse gli
occhi immaginandosi
un prato verde con una marea di fiori colorati e degli alberi molto
folti, poi vide
una sagoma dietro a un albero sembrava un ragazzo, ma non riusciva a
vederlo in
volto a causa dell’ombra, gli si avvicinò
cautamente, iniziò a vedere una parte
del suo viso dove sopra vi era dipinto un sorriso sghembo
“Che bel motivetto di
chi è?”a quelle parole sbarrò
velocemente gli occhi, dannazione se solo Sarah
avesse aspettato qualche altro minuto forse avrebbe visto il volto di
quel
ragazzo che ogni tanto entrava nei suoi pensieri, ma che non riusciva
mai a
vedergli il volto “Non lo so di chi sia, so solo che lo
conosco da quando mi
sono risvegliata” la sorella gli prese tutta euforica le mani
dicendogli “Ma è
meraviglioso questo significa che è un ricordo del tuo
passato, chissà magari i
tuoi genitori erano dei musicisti, oppure tu eri una
musicista!” “Non so può
essere chi lo sa” vedendo la sua espressione poco convinta
Sarah lasciò perdere
e continuò a concentrarsi sul paesaggio. Verso sera
riuscirono a scorgere il
primo scorcio di mare e verso mezzanotte arrivarono a destinazione,
grazie alla
guida spericolata dei due fratelli che facevano segnare sempre al
contachilometri i 210 km/h.
Cain aveva prenotato in un hotel poco lontano dalla città,
per deviare
qualsiasi possibile sospetto e dopo essersi sistemati tutti nelle
proprie
stanze si ritrovarono nella stanza del biondo, che stava guardando il
suo
computer e delle mappe davanti a lui, si sedettero per terra in cerchio
attorno
alle mappe per sentire il piano di Cain “Per nostra fortuna
sono riuscito a
recuperare delle mappe dettagliate del museo, da quanto ho visto dal
loro sito
la spilla si trova al secondo piano nella terza stanza, mentre il loro
sistema
dall’arme consiste in telecamere a circuito chiuso, sensori
sulle finestre e
sui vetri degli oggetti e su due guardie per piano. Il piano
è questo, io entro
nel loro sistema dall’arme e lo disattivo, Vergil e Sarah
invece terranno
d’occhio le guardie, mentre tu Isabel entrerai dalla finestra
del terzo piano e
prenderai la spilla” sembrava tutto troppo semplice, stava
per dirlo al fratello,
ma la anticipò Vergil “Mi sembra tutto troppo
semplice e poi perché dovrebbe
essere Bella a prendere la spilla?” Cain assunse la sua
solita espressione da
so tutto io che tutti odiavano, quel suo ghigno beffardo non prometteva
nulla
di buono “Non è mica colpa mia se la spilla si
trova in un museo di seconda
categoria e non a Louvre e poi deve essere Bella a prendere la spilla
perché
lei può dirci se è realmente la spilla di Antea,
basta che ti concentri un po’
di più del solito” dannazione Cain sapeva
perfettamente che era alquanto
difficile usare il suo potere sugli oggetti, richiedeva uno sforzo di
energie
molto elevato, ma dovette accettare se voleva ridare il gioiello alla
legittima
proprietaria.
Per
loro fortuna
il giorno seguente il tempo non era dei migliori, dei folti nuvoloni
scuri
coprirono tutta la baia, così poterono fare un giro per
tutta la città e
comprare qualche suvenir ai loro amici, infine decisero di fare un
sopraluogo
al museo, strano gli sembrava di esserci già stata in quella
città . Verso sera
si prepararono adeguatamente, Cain gli aveva anche dato dei microfoni
per
potersi sentire tra di loro nel caso ci fosse stato bisogno, dopo aver
ricevuto
il segnale dal fratello riuscì agilmente ad entrare nella
sala, silenziosamente
e velocemente tolse il vetro che proteggeva l’oggetto dei
loro desideri e lo
toccò, vide numerose immagini, non riusciva a ben
distinguerle, infine si
concentrò su una. Davanti a lei c’era una bella
ragazza davanti a uno specchio
che si stava pettinando i suoi lunghissimi capelli, sembravano color
argento
talmente erano biondi, poi posò la spazzola e con gesti
eleganti prese in mano
la spilla per appuntarla sul suo abito, si rimirò per
diversi minuti fino a
quando una voce la richiamò “Antea sbrigati se no
ti lasciamo a casa”, non
poteva crederci quella ragazzina era sua madre. Quando tornò
al presente sentì
dei passi che si avvicinavano, dannazione dovevano essere le guardie,
velocemente si nascose dietro a una statua, i passi si fecero sempre
più
vicini, poteva sentire il battito cardiaco dell’uomo,
l’odore e il pulsare del
suo sangue che la richiamavano, i suoi sensi si stavano tutti
risvegliando, no
non doveva attaccare quell’uomo, Julian gli aveva concesso la
sua fiducia non
voleva deluderlo, cercò di sopire il mostro dentro di lei. A
un certo punto
sentì un rumore, come se qualcuno fosse caduto
“È mai possibile che tu ti
caccia sempre nei guai?” a parlargli era stato Vergil, che la
guardava con fare
divertito “Non è colpa mia se i guai mi
perseguitano e poi tu avevi il compito
di controllare la guardia… lasciamo perdere andiamo prima
che qualcuno ci
scopri” corsero velocemente verso la finestra, nella corsa
vide l’uomo a terra
vedendo la sua faccia preoccupata il moro gli disse
“L’ho solo fatto svenire”,
appena furono tutti e quattro nella macchina partirono velocemente,
diede il
loro premio al biondo che la guardò raggiante
“Ottimo, che ne dite di andare a
caccia? Poco distante c’è un grande bosco dove ci
sono molte specie animali”
|
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Capitolo 3 *** Capitolo 3 ***
Finalmente
sono riuscita ad aggiornare, ovviamente vi chiedo scusa per questo
leggero ritardo, ma a causa di gravissimi problemi personali non sono
riuscita a postare prima, a dirla tutta non mi convince ancora il
capitolo, ma data la situazione è il massimo che sono
riuscita a fare e spero che vi soddisfi.
Grazie mille
a ROo cullen, roby88,flydreamer, Silvietta e PIPER_73, i vostri
commenti mi sono veramente d'aiuto e sostegno e ovviamente a chi legge
la mia fanfiction.
Ora vi lascio
alla vostra lettura aspettando un qualsiasi votro commento
Baci Miki87
Come
al solito si
era rifugiato nella sua stanza, dopo la scomparsa di Bella non riusciva
a stare
a contatto con la sua famiglia per oltre tre o quattro ore, non amava
molto i
loro pensieri, non facevano altro che provare pena per lui, persino
Rose ogni
tanto pensava a lei e tutto ciò lo faceva soffrire
letteralmente. Si di stese
completamente sul divano e accese lo stereo dove dentro vi era un cd di
musica
classica, la sua preferita perchè l’aiutava a
distendere i nervi, chiuse gli
occhi ed entrò nel suo mondo di ricordi dove vi era lei che
gli sorrideva,
arrossiva e lo abbracciava, avrebbe dato qualsiasi cosa per riaverla al
suo
fianco solo per qualche ora. Un leggero bussare interruppe il suo
filone di
ricordi, dopo il suo consenso nella stanza entrò Alice,
sembrava più allegra
degli altri giorni “Hey Ed stiamo per andare a giocare a
baseball ti va di
venire?” non si era neanche accorto che la leggere pioggia si
era trasformata
in un temporale, non aveva nessunissima voglia di uscire fuori, ma
l’allegria
della sorella gli aveva messo addosso la voglia di trascorrere del
tempo col
resto della sua famiglia “Ok ma questa volta io e Jasper
staremo in squadra
assieme”
Avevano
lasciato
la macchina in un luogo poco visibile, così non avrebbe
attirato l’attenzione
di nessuno, dopo qualche km Cain si fermò e gli disse
“Da qui vado da solo, ci
troviamo in questo punto tra due ore” detto questo non
aspetto neanche una
risposta e si mise a correre nel folto della foresta,dato che non aveva
voglia
di fare il terzo in comodo seguì l’esempio del
fratello e lasciò la dolce
coppietta da sola.
Dopo due cervi e
un cinghiale si sentiva completamente sazio, controllò
l’orologio e constatò che
aveva ancora più di tre quarti d’ora di tempo
prima di ritrovarsi con gli
altri, iniziò così a girare per il bosco. Poi
qualcosa attirò la sua
attenzione, aveva visto un lampo ma aveva sentito due tuoni e tra
l’altro il
secondo era molto vicino, guardò per un po’ il
cielo e risentì lo stesso rumore
che però proveniva dalla foresta, seguì il rumore
e quando si fece più forte si
arrampicò su un albero per proseguire il suo tragitto, non
voleva che quella
cosa che provocava quel baccano lo notasse. Quello che vide lo
lasciò
sbalordito, davanti a se aveva un gruppo di vampiri che stava giocando
a
baseball, erano in tutto in sette, sembravano innocui,
l’unico che poteva
intimorirlo era il più grosso, ma decise di rimanere
sull’albero a gustarsi la
partita. Stette li per diverso tempo, li trovava alquanto interessanti
era la
prima volta che vedeva un clan di vampiri così affiatato,
vide il più grosso
che era alla battuta e quello con i capelli rossicci tirargli la palla,
come
aveva previsto il moro riuscì senza tanti problemi a colpire
la pallina, che
per sua sfortuna si stava dirigendo nella sua direzione, istintivamente
si sporse
col corpo e rimase a penzoloni attaccato al ramo, sperò
vivamente che non si
fossero accorti di lui “Hey che ne diresti di scendere da li
e di presentarti
anziché spiarci?” sotto di se vi erano la vampira
dai capelli corvini e corti e
il vampiro biondo con la chioma leonina, non sapeva che fare da una
parte
avrebbe voluto scendere e conoscere quei vampiri, ma
dall’altra potevano essere
pericolosi dopotutto erano in sette contro uno, di conseguenza non
aveva molte
vie di fuga, alla fine spinto dalla sua irrefrenabile
curiosità decise di
scendere e di conoscerli. Nel frattempo arrivò tutto il
resto del clan, non si
sentì per nulla intimorito, anzi si sentiva a suo agio
“Ma è solo un ragazzino”
disse il vampiro enorme “Per caso ti sei perso
piccolo?” gli chiese la vampira
bionda, a quelle parole non ci vide più nessuno in vita sua
l’aveva mai
trattato come un poppante “Ragazzino? Piccolo? Per vostra
informazione io ho
più di 150 anni!!” alla sua reazione la vampira
più bassa, quello biondo e
quello enorme si misero a ridere, mentre il più anziano gli
si fece vicino “Mi
spiace per la maleducazione dei miei figli, ma a volte si comportano
come dei
bambini, il mio nome è Carlisle Cullen” poi
indicò in senso orario tutti i
componenti della loro famiglia “Lei è la mia
compagna Esme, poi vi sono tutti i
miei figli Emmett, Rosalie, Alice, Jasper e infine Edward”
tutti gli fecero un
cenno di saluto, dopo di che si presentò a sua volta
“Il mio nome è Cain
Lowell” poi vide Vergil dietro a una albero che stava
seguendo la scena
incuriosito, ma allo stesso tempo pronto ad agire “Non ti
preoccupare Vergil,
loro sono come noi” detto questo la famiglia Cullen vide
uscire dalla boscaglia
un ragazzo e una ragazza “Vi presento i miei due fratelli,
Vergil e Sarah” dopo
i convenevoli Edward gli chiese “Vi fermerete per
molto?” anticipò i due
fratelli “No, ci siamo solo fermati per cibarci, ripartiremo
tra meno di
mezzora” al che Esme cercò di convincerli a
fermarsi da loro per ristorarsi, ma
decise di rifiutare la proposta della vampira, non voleva che Isabel si
incontrasse con un altro clan di vampiri, non sapeva come si sarebbe
comportata
e per di più non poteva fidarsi completamente di quei
vampiri dato che erano in
minoranza numerica, Vergil dovette capire la sua preoccupazione
così cercò di
aiutarlo “Davvero ci piacerebbe molto fermarci, ma abbiamo
delle persone che ci
aspettano in Alaska, è stato un piacere incontrar”
non riuscì neanche a
terminare la frase che sentì dietro di loro Bella che gli
urlava contro “Ecco
dove eravate! Vi ho aspettato per più di un quarto
d’ora davanti alla macchina”
–merda- pensò, guardò l’altra
sorella e velocissimamente gli disse “Sarah usa
il tuo potere” detto e fatto la mora cercò di
attirare l’attenzione dei sette
vampiri, sembrò funzionare, ma poi il vampiro con i capelli
color rame disse
“Non è possibile, Isabella” a quelle
parole Sarah si deconcentrò e l’incanto
svanì, nel frattempo Edward corse incontro alla nuova
arrivata e l’abbracciò
forte.
Da
lontano aveva
visto che oltre ai suoi fratelli vi era un altro gruppo di vampiri,
sembravano
pacifici, a un tratto vide uno di loro corrergli incontro, non aveva
mai visto
un essere tanto bello quasi come un angelo, eppure gli sembrava
così familiare,
quando gli fu vicino l’abbracciò a quel contatto
mille immagini passarono nella
sua mente, sentiva la testa scoppiare, vi erano immagini dove lei e il
vampiro
parlavano, ridevano e si baciavano, il panico
l’assalì ed iniziò a urlare per
la paura e per il dolore. Alle sue urla intervenì Cain che
staccò con un solo
strattone Edward, poi abbracciò dicendogli “Isabel
guardami sono io Cain, non
ti preoccupare ci sono io” la ragazza sembrò
calmarsi, anche se tremava come
una foglia. Edward guardò tutta la scena sbigottito, che
diavolo era successo?
Perché il suo angelo si era messo a urlare in quel modo?
Cercò di avvicinarsi ai
due per capire che cosa avesse fatto per spaventarla in quel modo, ma a
un suo
solo passo il biondo gli ringhiò contro mettendo bene i
vista i suoi canini, se
pensava di intimorirlo aveva proprio sbagliato di grosso ora che
l’aveva
ritrovata niente e nessuno iela avrebbe portata via.
Vedendo che la
situazione stava degenerando intervenì anche Vergil che si
girò verso la
famiglia “Che diavolo sta succedendo? Come fate a conoscere
nostra sorella?”
aveva notato l’espressione di tutti quando avevano visto
Bella in lontananza,
sembravano sbigottiti e allo stesso tempo felici, Carlisle lo
guardò negli
occhi mentre gli diceva “È una lunga storia, vi
prego venite a casa nostra, li
vi spiegheremo tutto” gli sembrava così
dannatamente sincero e affranto, si
girò verso la sua fidanzata che gli fece un leggero cenno
d’assenso, così
decise di convincere i suoi due fratelli a seguirli, si
avvicinò cauto a
Isabella, che era prontamente protetta da Cain, che sembrava volerla
far
scomparire dalla vista dell’altro vampiro, stava ancora
tremando come una
foglia e aveva il viso nascosto nel torace del biondo, si
chinò alla sua
altezza “Bella ti va di seguirli? Da quanto ho capito
potremmo scoprire
qualcosa del tuo passato non ti preoccupare staremo tutti al tuo
fianco, non ti
lasceremo mai sola” sembrò pensarci per qualche
minuto per poi annuire
leggermente, mentre Cain lo guardò malissimo, sembrava
alquanto adirato della
sua scelta, ma dovette cedere.
Durante tutto il
tragitto tenne per mano Cain, come per paura che potesse lasciarla li
sola da
un momento all’altro, mentre Vergil e Sarah camminarono
dietro di lei, ma sentì
ugualmente addosso lo sguardo del vampiro con i capelli color rame,
doveva
ammetterlo si sentiva terribilmente attratta da lui, ma allo stesso
tempo ne
aveva paura. Dopo un quarto d’ora arrivarono alla casa dei
Cullen, era ardir
poco bellissima, circondata dalla natura del bosco e da un ruscello,
quel posto
gli sembrava così familiare. Entrò per ultima con
Cain, appoggiò una mano sul
mobile di fronte e vide diverse scene tra cui una in cui lei correva
dentro
casa ridendo e il
ragazzo coi capelli
color rame la inseguiva per poi braccarla nel suo abbraccio e baciarla,
un’altre dove lei, la ragazza coi capelli corvini e il
ragazzo mastodontico
guardavano la tv insieme e infine un’altra dove lei seduta
sul divano che
parlava con la donna con i capelli color caramello, cercò di
riprendere
velocemente il controllo di se stessa, il suo corpo non faceva altro
che
tremare e il respiro gli sembrava che gli mancasse, il fratello gli
appoggiò
soltanto una mano sulla spalla per calmarla e fargli sentire la sua
vicinanza,
si sorrisero leggermente e raggiunsero tutti i componenti della
famiglia nel
salotto. Vide quasi tutta la famiglia Cullen seduta sui due divani,
mentre
Edward era in piedi di fronte all’immensa vetrata che
innondava il ragazzo
della sua meravigliosa luce rendendolo più incantevole, si
sedette tra Vergil e
Cain, dopo pochi minuti Carlisle iniziò a raccontare di come
lei e lo loro
famiglia si fossero incontrati, di come il suo rapporto
d’amicizia con Edward
si fosse trasformato in amore e infine della loro disperazione alla sua
scomparsa, se prima era confusa ora era peggio
“io… Io non so cosa dire… chi mi
dice che tutto questo sia vero? E poi perché nessuno
è venuto a cercarmi?”
sentì un leggero spostamento d’aria e si
trovò di fronte Edward, sembrava
disperato e affranto “Io e gli altri ti abbiamo cercato per
un mese, poi
abbiamo incontrato Vittoria che ci ha detto che ti aveva uccisa,
così abbiamo
cercato il tuo corpo, ma non l’abbiamo trovato, questi anni
sono stati i dieci
anni più brutti della mia vita, senza di te sono diventato
un essere apatico
che tirava avanti solo per forza di inerzia… nel mio
profondo sapevo che non
eri morta, credevo che fosse solo una mia auto convinzione per tirare
avanti,
ma ora che ti ho ritrovata, ora che tu sei qui di fronte a me e posso
toccarti
posso dire che avevo ragione” i suoi occhi sembravano
così dannatamente
sinceri, non sapeva che cosa rispondere, una parte di lei gli diceva di
fidarsi
completamente a quel vampiro, mentre l’altra gli diceva di
stare attenta
“All’ora perché non ricordo nulla di
ciò che mi dite?” Carlisle attirò la
sua
attenzione con un leggero sospiro “Anche Alice ricorda nulla
del suo passato, a
mio avviso esiste una tecnica che induce durante alla trasformazione a
dimenticare il proprio passato, credo che Vittoria l’abbia
appresa da James” si
sentiva mancare l’aria, sapeva benissimo che i vampiri ne
potevano fare a meno
eppure in quel momento ne aveva assolutamente bisogno, si
portò velocemente di
fronte alla vetrata e cercò di mettere insieme tutti i suoi
pensieri. Quando si
girò per vedere in faccia i suoi fratelli la sua attenzione
fu catturata dal
bellissimo piano forte che aveva di fianco, era così
familiare, si avvicinò e
lo toccò con cautela, come se avesse paura che scottasse, ma
prima che potesse
usare il suo potere intervenì Edward che si sedette di
fronte ad esso “Ti
piaceva molto sentirmi suonare, a volte passavamo interi pomeriggi
qui” poi
iniziò a suonare una dolce melodia, ne rimase turbata era la
stessa melodia che
ogni tanto canticchiava, istintivamente si girò verso Sarah
che sbigottita e
felice gli disse “Isabella è la stessa melodia che
ogni tanto canti” Edward la
guardò con pura gioia per poi dirgli speranzoso
“Questa è la ninna nanna che ho
composto per te, la conosciamo solo noi” il mal di testa si
accentuò di più,
sentiva che la sua testa stava per esplodere, l’aria gli
mancava e la vista si
stava oscurando, senza pensarci su uscì
dall’enorme vetrata e corse a
perdifiato nel bosco, non voleva più stare in quella stanza,
non voleva più
sentire nessuna parola, voleva solo essere lasciata in pace per
riflettere,
corse fino a quando le sue gambe cedettero, urlò con tutto
il fiato che aveva
in gola, perché un’altra condanna dei vampiri
è che non possono piangere. Si
rannicchiò contro un albero sperando si plasmarsi con esso,
ripensò che i primi
anni avrebbe voluto sapere il suo passato, ma dopo vane ricerche decise
di
lasciar perdere e aveva vissuto nella rassegnazione decidendo di non
pensare
più al passato, ma di vivere alla giornata programmando
anche il suo futuro,
mentre ora dopo aver saputo tutto ciò non sapeva che fare,
non sapeva più se
doveva tornare al castello o rimanere con i Cullen, anche se non era
certa che
la rivolessero con loro. Stette in quella posizione fino a quando
sentì dei
passi provenienti dal folto della foresta, dopo qualche minuto ne
uscì Cain e
si fermò a pochi centimetri da lei, la guardò con
uno sguardo strano, come se
volesse leggergli dentro, al solo pensiero di lasciare Cain Sarah e
Vergil
sentì una strana morsa al petto, erano loro la sua famiglia
ne era certa, si
alzò velocemente e abbracciò il biondo, senza
volerlo iniziò a singhiozzare e a
stringerlo più forte, mentre lui da vero fratello gli
accarezzò dolcemente i
capelli “Cosa devo fare Cain?” “Non lo
so, questo lo dovrai decidere tu, che ne
dici se torniamo indietro a riprendere quei due e torniamo in albergo,
così
potrai riposare” al pensiero di rivedere il vampiro con i
capelli color rame un
brivido percorse tutta la sua spina dorsale “Va
bene”
Cain non parlò
per tutto il tragitto e iene fu grata, si limitò soltanto a
tenerla per mano come
se avesse paura che potesse scappare in qualsiasi momento, arrivati di
fronte
alla casa, dalla vetrata potè scorgere la figura di Edward
che li stava
aspettando, un leggero tremore si impossessò di lei
“Hai freddo? Tieni la mia
felpa” entrambi sapevano benissimo che i vampiri non potevano
sentire freddo,
ma decise ugualmente di indossare la sua felpa ispirando il dolce
profumo del
biondo.
Vedendo quella
scena una morsa gli prese il petto, sapeva benissimo che cosa era quel
sentimento, era pura gelosia, aveva visto come Cain fosse protettivo
nei
confronti della sua Bella, se avesse potuto quel pomeriggio
l’avrebbe fatto
fuori volentieri e poi come Bella si fosse aggrappata al biondo,
sembrava che
fosse la sua ancora di salvezza, non riusciva a capire quale fosse la
natura
del loro rapporto, se si considerassero semplicemente dei fratelli o
due
amanti, aveva tentato di leggere nella mente di entrambi, ma era come
se
avessero messo un blocco mentale. Di una cosa era assolutamente certo,
anche se
i due fossero stati amanti lui si sarebbe ripreso ad ogni costo il suo
angelo,
anche a costo della sua vita, i suoi pensieri furono interrotti dalla
vampira
mora“Per anni tutti abbiamo sperato che quei due diventassero
una coppia,
invece il loro rapporto è rimasto di quello tra un fratello
e una sorella”
detto questo Sarah se ne andò dal suo fidanzato senza
aspettare una sua
risposta. Quando
i due entrarono nel
salone l’attenzione dei presenti si rivolse a loro, dio
quanto era bella in
quel momento, avrebbe voluto essere lui al posto di quella pulce e
prendere tra
le sue braccia quell’angelo, quando sentì le
parole del biondo tentennò un
attimo “Noi torniamo in albergo, se per voi non è
un problema torneremo qui
domani verso le nove” senza chiedere il permesso ai suoi
genitori si affrettò a
dire “Se volete riposarvi qui vi sono abbastanza
stanze”aveva una paura folle
che lei potesse scomparire un’altra volta, voleva averla
accanto anche se lei
non lo voleva, ma il biondo non lo degnò di uno sguardo,
continuò a fissare
Carlisle che fece solo un leggero segno d’assenso con la
testa, poi i quattro
vampiri accompagnati da Esme si diressero verso l’uscita, ma
prima che Isabella
l’oltrepassasse si girò verso di lui e gli fece un
timido sorriso sussurrando un
leggero “A domani” avrebbe aspettato con
trepidazione di rivederla.
|
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Capitolo 4 *** Capitolo4 ***
Anche se
l'influenza mi ha colpito sono riuscita ad aggiornare!!! Grazie ai
vostri commenti sono riuscita a trovare la forza di continuare la
storia!!!! Dunque spero che questo capitolo vi piaccia e non vedo l'ora
di leggere i vostri commenti!!!! Ora vi lascio alla lettura
Baci Miki87
Nell’abitacolo
della macchina regnava il silenzio più assoluto, Vergil era
totalmente
concentrato nella guida, Cain guardava fuori dal finestrino mentre
Sarah la
teneva stretta in un caldo abbraccio, l’aveva vista
più volte aprire bocca, ma
senza emettere alcun suono per poi richiuderla. La situazione stava
diventando
esasperante, voleva sentire le voci dei suoi fratelli per capire che
cosa ne
pensavano, stava per chiederglielo quando suonò il cellulare
del biondo che
prima di rispondere emise un leggero sospiro nervoso
“Pronto… si Julian è tutto
ok, non ti ho chiamato prima perché eravamo a
caccia… certo ci sentiamo domani
in mattinata salutaci Antea e gli altri” dalla telefonata
passarono altri dieci
minuti in assoluto silenzio, fu Vergil a
spezzarlo“Perché non hai detto nulla a
Julian?” Cain staccò il suo sguardo dal paesaggio
e rivolse al fratello uno
sguardo eloquente, come se la risposta fosse semplice “Hai
ragione la prossima
volta gli dirò hey Julian sai forse abbiamo scoperto il
passato di Isabella, ma
non ti preoccupare abbiamo tutto sottocontrollo…. sai che si
precipiterebbe
qui, fino a quando non saremo sicuri che questa storia sia
completamente vera
non gli diremo niente” il moro dovette dargli ragione, mentre
lei e Sarah
fecero solo un leggero cenno d’assenso. Arrivati in albergo
Vergil andò a
prendere le chiavi delle loro stanze, si accorse subito dello sguardo
adorante
della ragazza alla recepsion, se avesse potuto gli sarebbe saltata
addosso,
ovviamente il moro ci giocò sopra sorridendo sensualmente
alla ragazza, sperò
per lui che Sarah non se ne fosse accorta, ma purtroppo la sua dolce
fidanzata
aveva visto tutta la scena. Come da copione nell’abitacolo
dell’ascensore Sarah
fece una vera e propria sfuriata al suo ragazzo, urlandogli anche che
quella
sera non voleva neanche vederlo nella sua stanza “Su via
Sarah non ho fatto
niente, mi sono solo divertito un pochino a prendere in giro quella
ragazza”
anziché calmare la ragazza quelle parole la fecero infuriare
ancora di più “A
si, all’ora stasera vatti a divertire con quella ragazza e
non farti vedere mai
più” detto questo la vampira corse velocemente
nella sua stanza chiudendo fuori
il suo compagno che iniziò a intimargli di aprire
“Cain, Bella datemi una mano,
cercate di farla ragionare” “Mi spiace ma questa
volta te la sei cercata”
dissero in coro lei e il biondo che poi si chiusero nelle loro stanze
lasciando
attonito il vampiro. Sapeva che le litigate dei due duravano per poco
tempo, il
massimo era di un’ora,poi finivano a sbaciucchiarsi e a fare
cose tra
fidanzati, per questo ne lei e ne Cain erano preoccupati.
Si buttò
sotto il
getto caldo della doccia, i suoi muscoli si rilassarono
all’istante, amava
sentire l’acqua scorrere sul suo corpo, senza volerlo la sua
mente vagò nei
ricordi di quella giornata, per poi soffermarsi sul viso di Edward,
quel viso
riusciva a emettergli una marea di sentimenti, confusione, paura,
dolcezza e
passione, a quell’ultimo pensiero scosse vigorosamente la
testa maledicendosi.
Uscì velocemente dalla doccia avvolgendosi nella grande
spugna bianca per poi
posizionarsi di fronte allo specchio, con una mano pulì il
vapore formatosi su
esso per specchiarsi meglio, analizzò la sua immagine
notando che non era poi
cambiata poi molto
da quando era umana,
tranne forse che era leggermente più magra, almeno era
così dalle visioni di
Edward, ecco che i sui pensieri tornavano a lui -Chi sei in
realtà Isabella?-
si chiese, poi una vocina dentro di lei gli rispose -Lo sai benissimo,
basta
solo che ti lasci andare ai ricordi, piuttosto sei sicura di essere
nella
famiglia giusta? Sei sicura di essere realmente felice?- a quel
pensiero il suo
corpo ebbe un fremito, che domande erano poi queste,certo che era nella
famiglia
giusta, lei adorava Cain, Vergil, Sarah, Julian, Antea e tutti gli
altri
abitanti del castello, non c’era stato un solo momento che
non si era sentita
amata da loro, la vocina tornò ancora prepotente nei suoi
pensieri -Ne sei
proprio sicura? Insomma dopotutto non sapevi nulla del tuo passato e ti
sei
dovuta accontentare- la rabbia si impossessò di lei, non era
vero, non si era
affatto accontentata, avrebbe potuto andarsene in qualsiasi momento dal
castello, nessuno l’aveva mai costretta a rimanere, senza
volerlo tirò un pugno
allo specchio, vide la sua mano piena di rigoli di sangue, non provava
alcun
dolore, poi velocemente le ferite si erano rimarginate facendo tornare
la sua
mano come era prima. Sentì il telefono della sua camera
squillare “Pronto?”
“Sono io, ci vediamo tra dieci minuti nella mia
camera” detto ciò Cain chiuse
la loro conversazione, sembrava ancora leggermente scocciato.
Velocemente mise
a posto il disastro che aveva combinato, avrebbe dovuto inventare
un’ottima
scusa, indossò un paio di jeans e una maglia ed
andò nella camera del fratello,
la porta era stata lasciata aperta, lo trovò seduto sul suo
letto con il suo
inseparabile portatile e senza staccare gli occhi dal monitor gli fece
segno di
sedersi di fronte a lui. Notò che aveva ancora i capelli
leggermente bagnati,
dato che non li aveva spettinati come al solito “Dovresti
asciugarti i capelli”
sorrise leggermente alla sua esclamazione “Guarda che noi
vampiri non ci
ammaliamo e poi sto bene così… chissà
che fine avranno fatto quei due conigli?!”
dopo poco entrarono anche gli ultimi due, come previsto i due avevano
fatto
pace, a volte si era chiesta come sarebbe stata la sua vita insieme a
un
compagno, chissà se anche lei avrebbe litigato con lui per
poi fare pace e
amarsi ancora di più, a quei pensieri l’immagine
di Edward fece capolinea nella
sua mente, doveva assolutamente smetterla di pensare a lui
“Ho fatto delle
ricerche, da quanto ho scoperto i Cullen hanno detto la
verità, il tuo vero
nome è Isabella Marie Swan e sei la figlia dello sceriffo
della città” una
strana sensazione si impossessò di lei, era felice ma allo
stesso tempo triste,
finalmente aveva ritrovato il suo passato e i Cullen non gli avevano
mentito,
ma dall’altro canto che cosa avrebbe dovuto fare?! Come al
solito Cain
l’anticipò “Direi di aspettare i
prossimi quattro giorni per decidere il da
farsi, per ora manteniamo la calma e tu Isabel cerca di rilassarti, non
pensare
al futuro, pensa al presente” se avesse potuto avrebbe
volentieri pianto, “Cain
ha ragione, cerca di pensare meno alle conseguenze e pensa
più a capire ciò che
cerchi, noi ti saremo sempre vicino” detto questo Vergil
l’abbracciò
teneramente, mentre lei gli scocchiò un leggero bacio sulla
guancia, poi fece
lo stesso con gli altri due, dio quanto li amava non avrebbe mai voluto
deluderli.
Da quando la sua
amata e i suoi fratelli avevano lasciato casa sua non aveva fatto altro
che
guardare l’orologio aspettando pazientemente che arrivasse
l’ora fatidica, non
vedeva l’ora di poterla vedere e di immaginare di tenerla tra
le sue braccia
“Edward la vuoi piantare di guardare
l’orologio?” dicendo ciò Emmett gli
lanciò
un cuscino sulla faccia, non si era accorto che tutta la sua famiglia
l’aveva
raggiunto nel salone, chissà come doveva sembrare patetico
ai loro occhi, ma
nelle loro menti non era passato neanche per un secondo quel pensiero,
erano
tutti troppo felici di aver ritrovato Bella, l’unica che non
ne era totalmente
contenta era Rosalie, si concentrò di più sulla
sua mente e vi lesse –Speriamo
che vada tutto bene- “Rose qual è il
problema?” tutta la famiglia si girò verso
la bionda che era rimasta leggermente in disparte, la vide fare la sua
solita
espressione scocciata “Mi spiace fare la solita guasta feste,
ma nessuno di voi
ha mai preso in considerazione il fatto che Bella possa scegliere di
stare con
la sua famiglia?” il gelo calò nella stanza, tutti
ci rifletterono, dopotutto
la domanda della bionda era più che lecita,
l’unica che non sembrò non sembrò tener
da conto quella ipostesi fu Alice che si animò “La
sua famiglia siamo noi! Ed
non prenderla minimamente in considerazione questa folle
ipotesi” Rosalie per
risposta rise, la sua risata per la sorella fu peggio di cento schiaffi
“Come
sei ingenua Alice… dimmi in questi cinque lunghi anni con
chi diavolo ha
vissuto Isabella? Mi spiace dirlo, ma a mio avviso sarà
molto dura che lasci la
sua famiglia per andare a vivere con altra famiglia di cui non ricorda
nulla e
poi avete visto come è stato protettivo quel Cain con lei,
non mi stupirei se
quei due stessero insieme” per risposta la mora
iniziò a ringhiare contro la
bionda, nel frattempo sia Jasper che Emmett si misero in posizione per
dividerle in caso tra le due fosse scoppiata una rissa, a quella vista
non
sapeva se ridere o piangere “No non stanno insieme”
alle sue parole le due
sembrarono calmarsi, Alice fece un ampio sorriso di vittoria contro la
bionda
che per riposta la guardò malamente, senza aggiungere altro
andò al piano forte
e si mise a sonare la dolce ninna nanna che aveva composto per lei.
Fissò i
suoi
vestiti per un quarto d’ora, chiedendosi perché
mai non aveva mai chiesto in
vita sua che cosa bisognava indossare per andare a trovare la famiglia
che
aveva ritrovato, infine optò per un paio di jeans e una
camicia blu, gli
piaceva quel colore, faceva risaltare al meglio la sua pelle diafana.
Appena
finì di vestirsi sentì un leggero bussare alla
sua porta e vi trovò dietro
Sarah, era ardir poco adorabile, indossava un semplice vestito color
lampone
che gli arrivava appena sotto le ginocchia e un copri spalle nero
“Sono venuta
a vedere come stavi… prima non ho potuto chiederti
determinate cose a causa
della presenza di quei due” adorava sua sorella quando faceva
la parte della
mamma preoccupata, la sua sola presenza gli infondeva una dolcezza
infinita
“Bene… turbata, ma sto bene” a quelle
parole la vampira assunse un lampo birichino
“Turbata per la situazione o per un bel vampiro coi capelli
color rame? hehe
mia cara a me non sfugge nulla” “Per
entrambe… insomma io non ho mai provato
un’attrazione così profonda per qualcuno e non so
come comportarmi” dicendo ciò
non riuscì a guardare in faccia la sua interlocutrice, che
nel frattempo si era
avvicinata di più a lei per poi abbracciarla dicendogli
soltanto “Se seguirai
il tuo istinto andrà tutto bene”.
Arrivarono
puntuali davanti alla casa dei Cullen, senza aspettare oltre Vergil
suonò il
campanello, in un nano
secondo la porta
di casa si aprì e davanti a loro vi era Edward in tutta la
sua bellezza, i loro
sguardi sembrarono incatenarsi, ma l’incanto finì
quando Cain lo fece scostare
per entrare, infine quando gli passò accanto gli
sembrò che la mano del vampiro
gli avesse sfiorato apposta la sua, lo guardò leggermente
imbarazzata mentre
lui gli sorrise dolcemente. Come l’altra volta trovarono
tutta la famiglia
riunita nel salotto, Alice gli corse subito incontro
“Finalmente siete
arrivati!” detto ciò la prese per mano e la fece
accomodare di fianco a se,
l’aveva trovata subito simpatica quella vampira che
assomigliava a un folletto,
nel frattempo Vergil e Sarah si era accomodati di fianco a Emmett,
mentre Cain
si avvicinò a uno scaffale pieno di libri
“Così avete anche voi in famiglia
vampiri che possiedono doti più sviluppate, dunque Jasper
po’ mutare le
emozioni degli altri, l’ho notato nella foresta quando mi
sono avvicinato a voi
per la prima volta e mi sono sentito stranamente calmo, poi abbiamo
Alice che
possiede il dono della preveggenza, ho sentito quando Edward ti ha
chiesto se
saremmo tornati l’indomani e infine Edward po’
leggere nella mente degli altri,
l’ho notato quando hai risposto a Carlisle che ero pacifico
senza che lui ti
chiedesse niente” dicendo ciò si girò
verso i Cullen con un ghigno dipinto sul
volto, sapeva che quel ghigno non prometteva nulla di buono, prima che
i
vampiri potessero chiedergli qualsiasi cosa aggiunse “Anche
noi quattro
possediamo doti più sviluppate, come avete visto Sarah
può manipolare
l’attenzione delle persone, Isabella al contatto con le
persone e gli oggetti può
vedere il passato e Vergil riesce a percepire le presenze” al
suo tono
strafottente sentì Emmett rispondergli acidamente
“E tu che dono possiedi oltre
alla sfrontataggine?!” il biondo per risposta fece un lungo
sospiro, poi si
avvicinò alla grande vetrata senza degnare di una risposta
il vampiro
mastodontico che si stava sempre più irritando, ma prima che
potesse scoppiare
qualche altro diverbio Vergil rispose alla curiosità di
Emmett “Cain possiede
una delle doti più pericolose che possano esistere,
può creare campi di
energia, se avesse voluto avrebbe potuto disintegrarvi
all’istante” a quelle
parole tutta la famiglia Cullen non potè trattenere un
brivido di paura.
|
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Capitolo 5 *** Capitolo 5 ***
Vi
chiedo umilmente scusa per il mio imperdonabile ritaro, ma a causa
delle feste, degli esami che sto preparando e di svariati e strampalati
problemi, non sono riuscita ad aggiornare prima, perciò
perdonatemi vi prego!!!!! Ovviamente spero che continuiate a leggere la
mia storia e a rilasciare i vostri commenti, sinceramente vorrei sapere
che cosa ne pensate dei miei personaggi, premetto io adoro Cain, lo so
sembra uno stronzo, ma poi vedrete eheheh!!!! Ok la smetto e vi lascio
alla vostra lettura!!!!
Baci Miki87
Per
tutto il
giorno la famiglia Cullen non fece altro che raccontare vari aneddoti
sulla sua vita
mortale con loro, ma la
sua memoria non sembrava fargli ricordare niente, per lei era tutto
nuovo come
se fosse stata un’estranea, aveva addirittura pensato che il
suo corpo avesse
ospitato un’altra ragazza che non era lei. Vedendo gli scarsi
risultati Edward
gli propose di fare un giro per la casa, dopo aver ricevuto un segno
d’assenso
da Cain che era intento a leggere un libro si alzò e
seguì il vampiro. Come si
era immaginata anche il resto della casa era bellissimo, Edward nel
frattempo
gli parlava del più del meno, gli piaceva parlare con lui,
era un vampiro
interessante oltre che affascinante “Ed eccoci arrivati
nell’ultima stanza, che
è la mia” trovò che la camera di Edward
fosse la più bella e che rispecchiasse
a pieno il suo essere, in un angolo vi era un impianto stereo con
accanto degli
scaffali pieni di cd, il pavimento era ricoperto da un tappeto dorato e
infine
vi era un divano in pelle nera, ma fu attratta subito dai cd,
iniziò a scorrere
il dito sulle copertine “Li ho messi in” non gli
fece neanche finire la frase
che rispose lei al suo posto “In ordine di anno, e poi per
preferenze
personali”, rimase più sbalordita di lui dalla sua
frase, si guardarono
entrambi sbigottiti e imbarazzanti, non riusciva più muovere un muscolo, mentre
lui si avvicinò cautamente,come
per paura di una sua qualsiasi reazione, poi mi
l’abbracciò di impeto. Senza
pensarci su lo abbracciò a sua volta,
quell’abbraccio era così protettivo, il
suo odore era buonissimo e allo stesso tempo familiare,
sentì la sua mano
accarezzarle dolcemente il capo, mentre l’altra la teneva
stretta a se,
rimasero così per svariati minuti “Forse
è meglio tornare dagli altri” sussurrò,
per risposta Edward fece un sospiro contraddittorio “Aspetta,
dammi qualche
minuto per riuscire a staccarmi da te” pian piano lo
sentì allontanarsi da lei,
sembrava muoversi a rallentatore, non riuscì a trattenere
una risata, Edward la
guardò leggermente offeso, per poi seguirla a ruota. Scesero
velocemente le
scale, ma prima di entrare dentro il salone il bel vampiro gli
sussurrò in un
orecchio “Sento già la mancanza del tuo
contatto” detto ciò la superò e gli
fece un occhiolino, se avesse potuto sarebbe arrossita a dismisura.
Trovarono
Sarah intenta a parlare con Alice e Rosalie,mentre di Vergil e Cain non
vi era
traccia, al suo sguardo leggermente allarmato su dove potessero essere
quei due
fiaccanaso Sarah gli disse “Vergil è andato con
Emmett e Jasper a vedere le
loro macchine,sai che è un patito di motori, mentre Cain ha
seguito a ruota
Carlisle nel suo studio, stavano parlando di chimica e
medicina” dicendo ciò
marcò le ultime parole roteando gli occhi, sapeva che
chimica e medicina erano
gli argomenti più noiosi per Sarah, “Che ne dici
se andiamo in giardino”
vedendo l’espressione allegra del bel vampiro non seppe
resistere. Si sedettero
sotto il gazebo, che si trovava dietro la casa vicino al ruscello,
Edward
iniziò a tempestarla di domande su quali fossero i suoi
hobby, la musica che
gli piaceva e infine sulla sua famiglia “Diciamo che il
nostro clan è molto
numeroso, anche se molte volte alcuni di noi partono e tornano dopo
alcuni
anni. Ho legato molto con Cain e Vergil, non solo perché
sono state le prime
persone che ho visto al mio risveglio, ma perché mi hanno
trattato subito come
una sorella, con Sarah invece si è subito creato un legame
complice, in lei non
ho solo trovato una sorella, ma anche un’amica fidata, non
feci neanche in
tempo presentarmi che lei mi trattò subito come una di loro,
come se ci
conoscessimo da una vita. Infine vi sono i miei genitori, li considero
così
anche se non sono i miei genitori biologici, Julian è un
vampiro fantastico,
saggio, buono, altruista, estremamente intelligente e carismatico,
è lui che
guida la nostra comunità e al suo fianco vi è
Antea, incarna perfettamente
l’ideale di mamma, un po’ come Esme, quando mi
abbraccia mi sento così protetta
e al sicuro…. Scusa sto parlando un po’
troppo” alle sue parole Edward gli
sorrise dolcemente, chinò leggermente la testa da un lato
come per guardarla
meglio “No continua a parlare, mi piace troppo sentirti
parlare, sono stato per
troppi anni senza sentire il suono della tua voce” a quelle
parole si
rattristai leggermente, la vocina
dentro
di lei tornò prepotente – rivuole la sua Isabella,
non vuole te – era vero
Edward stava cercando la ragazza che era scomparsa cinque anni fa, non
lei.
Dovette accorgersi del suo cambiamento d’umore
“Bella è tutto a posto, ho detto
qualcosa di sbagliato?” non gli piaceva
quell’espressione cupa sul volto di
quell’angelo “No, stavo pensando se posso toccarti
per vedere qualche strascico
della mia vita antecedente” senza aspettare una risposta si
sporse verso di lui
per toccarli il braccio, ma lui si allontanò bruscamente,
sembrava offeso e non
ne capiva il motivo “Non voglio che ti ricordi di me in base
alle tue visioni,
voglio che ricordi tutti i nostri bei momenti spontaneamente, come hai
fatto
prima nella mia stanza” si vergognò profondamente
della sua azione, si alzò
velocemente per correre dentro, ma lui la bloccò per un
braccio e l’abbracciò
da dietro sussurrandogli dolcemente “Non volevo offenderti,
lo so che ti stai
sforzando di ricordare, ma vedrai pian piano la memoria
tornerà” detto ciò gli
depositò un casto bacio dietro l’orecchio.
Si
trovava bene a
parlare con Carlisle, lo trovava alquanto interessante, insomma non
capitava
tutti i giorni di incontrare un vampiro medico, stimava la sua
determinazione a
voler essere il più possibile simile agli umani, nonostante
i suoi anni di
astinenza sicuramente lui non avrebbe resistito alla tentazione del
sangue
fresco in una sala operatoria, prediligeva sicuramente la teoria alla
pratica
“Se vuoi posso prestarti qualche libro” gli sorrise
leggermente “Carlisle non
c’è bisogno che trovi una scusa per rivederci il
giorno seguente, abbiamo
deciso di restare, non scapperemo di certo” un sorriso
imbarazzato spuntò sul
viso del medico, da quel poco che aveva visto Edward era il suo figlio
preferito ed era più che normale che cercasse di aiutarlo,
poi la sua
espressione si fece più seria “Quando avete
intenzione di partire?” “Tra tre
giorni, dobbiamo assolutamente rientrare e Isabella
ritornerà con noi” senza volerlo
marcò le ultime parole, in modo da mettere in chiaro la
situazione, Carlisle si
sedette sulla poltrona in pelle, lo guardò deciso
“E se Isabella decidesse di
restare?” a quella domanda si mise a ridere leggermente, poi
si alzò lentamente
per mettersi di fronte alla grande vetrata dove scorse Isabella e
Edward “Certo
è una possibilità, ma sicuramente
tornerà con noi per dare l’ultimo saluto a
Julian, gli vuole troppo bene , ne è estremamente
riconoscente e poi il futuro
si vedrà,a dirla tutta sono estremamente curioso di vedere
come si evolveranno
le cose” dopo poco Carlisle si mise al suo fianco, aveva
dipinto sul suo viso
un’espressione felice “Credo che se nessuno di noi
metterà il proprio zampino
quei due si ritroveranno di nuovo, il loro amore è troppo
forte” un sorriso
amaro spuntò sulle sue labbra “Non sempre
l’amore vince, a volte prende il
sopravvento la ragione” il medico per risposta lo
guardò divertito, come se
sapesse qualcosa che a lui era ignoto “Scusa la franchezza
della mi domanda, ma
Cain tu hai mai provato un amore così profondo da superare
di gran lunga la
razionalità?” era inutile rispondergli,
perché sapeva che Cralisle aveva già
intuitola sua risposta “Chissà magari un giorno lo
troverò anche io…. Anche se
ho i miei dubbi” .
A
differenza di
Cain li trovava estremamente simpatici i Cullen, soprattutto Emmett,
più o meno
si assomigliavano caratterialmente, adoravano i motori, le belle
ragazze e
soprattutto le battute di caccia “Allora che ne pensi del
nostro garage?” “Bè
non è male” alla sua risposta sia il moro che il
biondo fecero un ghigno di
vittoria, poi Jasper gli chiese “Scusa la domanda, ma
volevamo sapere che tipo
di rapporto lega Isabella e Cain?”, aveva percepito per tutto
il tempo
l’impazienza dei due a chiedergli quella domanda, fece un
lungo sospiro, non
riusc “E’ senza dubbio un rapporto fraterno, come
vi ha già detto Sarah tutti
noi speravamo che tra i due sbocciasse qualcosa, ma purtroppo nisba,
quei due
si vedono solo come fratelli… Cain è
iperprotettivo con lei perchè credo che
nella sua vita da umano abbia perso i suoi cari
perciò credo che non voglia perderla, a volte
mi chiedo come faccia a
rimanere da solo, è vero ha noi, ma non è la
stessa cosa di avere una
compagna... comunque vi chiedo di avere pazienza con lui, è
così acido perché
in realtà ha solo paura per Bella… Scusate parlo
sempre troppo” per risposta
Emmett gli diede una sonora pacca sulle spalle, ringraziò il
cielo di essere un
vampiro se no sarebbe morto all’impatto “Sei
proprio un bravo
ragazzo, perdon un bravo vampiro” detto
ciò si misero a ridere insieme sotto lo sguardo divertito di
Jasper.
Quando
l’orologio
segnò le undici Cain decretò che fosse
l’ora di tornare a casa, come la sera
antecedente Edward cercò di convincerli a rimanere facendo
notare che i vampiri
non avevano bisogno di dormire e che era uno spreco di tempo quel
continuo
avanti indietro, ma il biondo fu irremovibile. Arrivarono in poco tempo
all’albergo, questa volta fu Sarah a recuperare le chiavi
aggiungendo
un’occhiataccia alla povera ragazza alla recepsion, la scena
scatenò una certa
ilarità tra loro, persino Cain ne sembrava divertito, prima
che ognuno entrasse
nelle proprie camere disse “Domani non potrò
venire con voi dai Cullen, ho
alcune commissioni da fare, ci rivediamo domani sera qui verso le
undici” detto
ciò si chiuse nella sua stanza senza aspettare una risposta.
Aveva passato una
giornata bellissima con Edward, al suo pensiero istintivamente si
portò una
mano dietro l’orecchio dove aveva depositato il suo bacio,
dannazione sembrava
una scolaretta delle medie che si era presa la sua prima cotta, si
buttò a peso
morto sul letto coprendosi il viso col cuscino per la vergogna. Stette
in
quella posizione per un po’ di tempo fino a quando non
sentì uno strano rumore
provenire dal balcone della sua stanza, scattò velocemente
verso la porta
finestra, sperò vivamente che non fosse un ladro, prese un
bel respiro e aprì
velocemente la portafinestra pronta ad attaccare, ma di fronte si
trovò Edward
che la fissava leggermente sorpreso. Se fosse stata umana sicuramente
sarebbe
arrossita o avrebbe avuto di sicuro un infarto, si fissarono per alcuni
secondi
“Posso entrare o devo rimanere tutta notte qua
fuori?” si riscosse velocemente
dal suo stato zombi “Cer-Certo” prima di richiudere
la finestra controllò che
ne Cain e ne gli altri due avessero visto o sentito nulla. Lo
trovò seduto sul
suo letto, sembrava un fotomodello con quei jeans blu, la maglietta
bianca che
risaltava i suoi muscoli e la giacca in pelle marrone, era ardir poco
una
tentazione enorme “Che cosa sei venuto a fare da me? Aspetta
i tuoi familiari
sono in pericolo? E’ successo qualcosa?” la risata
cristallina del vampiro
riempì la sua stanza, sarebbe rimasta ore ad ascoltarlo e a
vederlo ridere “No,
niente del genere… solo che mi mancavi… forse non
sarei dovuto venire, è meglio
se me ne vado” l’agitazione si
impossessò di lei, non voleva che se ne andasse,
lo fermò prendendolo per un braccio, non riuscì a
guardarlo in faccia mentre lo
pregava di restare, quanto si sentiva scema, poi sentì le
dita di lui
scivolargli sulla guancia fino sotto il mento per alzare la sua faccia
in modo
che potesse incatenarla nel suo sguardo color caramello “Non
sai come mi fa
piacere sentire queste parole da te, piuttosto volevo invitarti per una
passeggiata in città” bè se ielo diceva
con quegli occhioni non sarebbe mai
riuscita a dirgli di no. Sgattaiolarono come due ladri dalla finestra,
pregò in
tutte le lingue che i suoi fratelli non si accorgessero della sua
assenza,
all’iniziò si sentì estremamente
agitata, non era la prima volta che stava sola
con lui, eppure non riusciva a sciogliersi completamente, era come se
si
sentisse fuori luogo, fino a quando risero insieme dopo una storia su
Emmett
che gli aveva raccontato, passeggiarono per tutto il lungo mare, ogni
tanto
qualche ragazza si fermava a fissare Edward, dopotutto era
più che normale
essendo un ragazzo bellissimo, dall’altra parte ne era
gelosa, anche se non ne
capiva il motivo dato che lui non era il suo compagno. Arrivarono fino
al
grande molo dove lui la prese per mano, si sentì felice in
quel momento avrebbe
voluto che quella notte non finisse mai, avrebbe voluto che quei tre
giorni non
finissero mai, avrebbe voluto che il destino non gli avesse mai
cancellato la
memoria.
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Capitolo 6 *** Capitolo 6 ***
Evviva sono riuscita
ad aggiornare, come sono contenta!!! Rongrazio tutti coloro che hanno
letto e recensito la mia storia, ora vi lascio alla lettura del nuovo
capitolo!!!
Baci Miki87
Era passato per
salutare
Cain prima di andare dai Cullen, ma non lo aveva trovato, doveva
già essere
uscito dall’albergo, quando chiese alla ragazza della
recepsion a che ora era
uscito suo fratello gli rispose che l’aveva visto uscire
verso le sette del
mattino. Chissà con chi doveva vedersi, non gli piaceva
l’idea di Cain da solo
per la città, per carità aveva più
volte mostrato un autocontrollo eccezionale
in presenza degli umani, eppure si sentiva inquieto. Sentì
lo sguardo di Sarah,
capì che anche lei era preoccupata per Cain come lo era lui,
erano state poche
le occasioni in cui loro tre erano stati lontani o che Cain li tenesse
all’oscuro di qualcosa, istintivamente strinse quella mano
candida nella sua, come
per cercare sostegno che trovò immediatamente nel suo
sorriso “Hem hem mi
dispiace rovinare questo momento idillico, ma vi pregherei di lasciare
a più
tardi queste smancerie e di concentrarvi sulla strada” sia
lui che la sua
ragazza si lasciarono andare a una risata, adorava mettere in imbarazzo
Bella
“Scusaci, per caso sei gelosa? Non ti preoccupare tra poco
arriveremo dal tuo
bello” a quella domanda la vampira gli fece una linguaccia,
chissà che cosa
provava Isabella per quel vampiro?! Ne aveva parlato l’altra
notte con la sua
compagna, che come al solito fu molto evasiva, sapeva benissimo che
loro due ne
avevano parlato e che non avrebbe mai tradito la confidenza della
sorella.
Anche i Cullen rimasero alquanto sorpresi dalla mancanza di Cain, solo
Edward
ne sembrava contento, tanto che gli chiese se poteva portare Bella in
un luogo
a loro caro, sperando che acquistasse la memoria, vedendo gli occhi di
sua
sorella illuminarsi non potè negargli quel favore e
dopotutto si fidava di
Edward.
Stavano correndo nel
bosco da parecchi minuti, quel bosco gli sembrava familiare, come se ci
fosse
già passata, istintivamente chiuse gli occhi,
assaporò la dolce brezza che
odorava di resina e del dolce profumo del suo accompagnatore, poteva
percepire
anche il calore dei tenui raggi che filtravano dai rami
“Siamo arrivati”,
miracolosamente non andò a sbattere contro il vampiro si
guardò attorno e non
vide nulla di diverso da prima, tranne uno spiraglio di luce che non
gli
permetteva di vedere oltre, Edward la prese per mano e la condusse
verso di
essa e quello che vide la lasciò completamente spiazzata.
Davanti a se aveva
una bellissima raduna, sembrava a forma quadrangolare, ma la cosa che
la lasciò
più stordita furono i dolci aromi prodotti dai meravigliosi
fiori che sembravano
formare un bellissimo tappeto colorato, ora era sicura al cento per
cento di
esserci stata in quel posto, si girò verso Edward,
chissà cosa si aspettava,
dannazione era anche tremendamente bello sotto la luce del sole, la sua
pelle
diafana emanava tanti luccichii come se fosse ricoperto di diamanti, il
bellissimo paesaggio al confronto perdeva qualsiasi valore, nel
frattempo aveva
cercato di decifrare la sua reazione lo vide aprir bocca, ma
velocemente gli
mise sopra un suo dito “Aspetta, non parlare… io
sono sicura di esserci già
stata in questo posto, fammi solo mettere a posto le idee e i
ricordi” stettero
in silenzio per parecchi minuti, tanto che pensò fossero
passate ore, il
vampiro fece ciò che gli aveva chiesto, non si mosse neanche
di un millimetro,
la sua mente potè vagare fino ai suoi ricordi più
intimi che aveva celato “Ora
ricordo, questa è al nostra raduna è qui che mi
hai fatto vedere di ciò che eri
capace e mi ricordo il bellissimo bagliore che emanava la tua pelle,
cercavi in
tutti i modi di intimorirmi, tanto da farmi sentire come un uccellino
in
gabbia, ma ti amavo già troppo per lasciarti
andare” quando aprì gli occhi
trovò Edward con un’espressione indecifrabile sul
volto, come una furia la
prese tra le sue braccia e la baciò, si sentì
subito stordita al contatto delle
loro labbra, quel contatto così intimo gli mise addosso una
nuova sensazione,
si sentiva in defibrillazione e allo stesso tempo intimorita. Quando si
staccarono nascose velocemente il suo viso nel petto del vampiro, non
sapeva
che cosa avrebbe letto in quei pozzi color ambra, Edward la teneva
ancora
stretta a se, avrebbe voluto stare in quella posizione per sempre,
sentì una
mano di lui posarsi su una sua guancia poi scivolò
lentamente sotto il suo
mento per alzare il suo viso, quando i loro sguardi si incrociarono vi
lesse
dentro pura passione, come se fosse stato a rallentatore il bel vampiro
posò di
nuovo le sue labbra sulle sue, questa volta fu lei a essere
più passionale,
portò le sue mani sulla chioma ramata per imprimere
più pressione, la sua
lingua scivolò dolcemente nella bocca di lui che la accolse
con altrettanta
dolcezza, fortunatamente per loro i vampiri potevano anche non
respirare, ma
dopo qualche minuto, che a lei sembrarono
un’eternità, si staccarono. “Cavoli,
mi sento quasi svenire” alle sue parole Edward la sostenne
ancora di più,
facendosi scappare una risata “Ahaha non pensavo che ti avrei
fatto ancora questo
effetto una volta diventata
vampira, non ti nascondo che la cosa mi rende alquanto
felice” dio come era
bello quando rideva, avrebbe voluto vederlo sempre ridere, senza
accorgersene
portò una sua mano sulla guancia di quel dio greco,
accarezzò dolcemente la
pelle marmorea, sapeva già che gli sarebbe mancato una volta
tornata a casa,
sentì una strana morsa al petto, come se qualcuno gli avesse
conficcato un
coltello “Cosa c’è che non va
Isabella?” si stava mentalmente insultando,
perché diavolo non riusciva a nascondere le sue emozioni?!
Sarah gli diceva
sempre che lei era come un libro aperto e che non era difficile capire
che cosa
pensasse “Stavo pensando che tra qualche giorno tutto
ciò mi mancherà” senza
che se ne accorgesse Edward si staccò velocemente da lei e
si nascose nel buio
della foresta, per poi apparire sul limitare della raduna, a causa
dell’ombra
di un albero non riuscì a guardare l’espressione
del suo viso, ma notò che i
muscoli delle braccia erano tesissimi e che teneva le mani chiuse a
pugno,
“Edward…” la sua voce fu un leggero
sussurro, ma era conscia che lui l’avesse
sentito, si avvicinò lentamente alla figura del vampiro,
quel tanto per vedere
la sua espressione e ciò che vide la lasciò
leggermente scossa, la faccia di
quell’angelo si era quasi trasformata in quella di un demone,
un bellissimo
demone, i lineamenti perfetti erano contratti, la mascella rigida e gli
occhi
prima color ambra erano due carboni ardenti, avrebbe dovuto impaurirsi
e invece
si sentiva perdutamente attratta da quel demone “Edward io
non volevo farti
arrabbiare ma” non riuscì a finire la frase
perché il vampiro si era
catapultato su di lei, non fece neanche in tempo a reagire, velocemente
l’aveva
trascina sul terreno, per poi chiuderla nella sua morsa tenendole ferme
le
braccia con le sue mani da pianista, si fissarono per parecchio tempo
negli
occhi poi lui iniziò a parlare come un fiume in pena
“Io non voglio che tu te
ne vada, dopo tutti questi anni di angosce e dolori, ora che ti ho
ritrovato
non lascerò che tu sparisca di nuovo dalla mia vita, se
sarà necessario ti
seguirò in capo al mondo, anche se tu non mi vorrai e mi
dirai di andarmene io
ti starò incollato per l’eternità
perché tu sei tutta la mia vita, io ti amo” per
l’ennesima volta ringraziò il cielo di non essere
umana, se no sarebbe morta
d’infarto, era la prima dichiarazione che aveva ricevuto in
tutti quei cinque
anni, sapeva che non era la prima volta che lui gli dichiarava il i
suoi
sentimenti, ma non riusciva a non provare quell’emozione
travolgente e
sconvolgente, era forse quel sentimento che chiamano amore?! Sembrava
che
aspettasse una sua riposta, non sapeva che cosa rispondere, avrebbe
voluto
dirgli anche lei che lo amava, ma aveva ancora dei dubbi che non
riusciva a
risolvere, così lasciò che fosse il suo corpo a
parlare e lo baciò con
trasporto.
Rimase
affascinata dal quadro che era esposto, raffigurava un paesaggio
autunnale, i
colori caldi creavano un perfetto contrasto tra loro, si vedeva che il
pittore
amava quel luogo “Ti piace? L’ho dipinto qualche
anno fa, è una foresta del
Canada, è li che io e Carlisle abbiamo fatto la nostra prima
vacanza insieme”
“È bellissimo…
è da molti anni che non
vedo più un paesaggio autunnale, nella zone in cui siamo noi
la foresta è
completamente formata da pini. Scusa Esme ma sai dove è
finito il mio
fidanzato?” Esme la guardò dolcemente
“Credo che sia andato a caccia con Emmett
e Jasper, quei tre si sono proprio trovati, ti andrebbe di andare a
fare un
giro con me e Alice?” “Certo” trovava
Esme e Alice molto simpatiche, la prima
gli ricordava sua madre, entrambe avevano quella voglia di amare il
prossimo
senza mai chiedere nulla in cambio, mentre Alice era così
esuberante e dolce,
che lasciava tutti spiazzati. Parlarono del
più e del meno, fino a quando Alice gli chiese
“All’ora quando partirete?”
notò
la nota malinconica nella voce della ragazza, mentre Esme la guardava
leggermente ansiosa, aveva capito che tutta la famiglia Cullen era
molto legata
a Isabella, ma anche lei si sentiva strappare via una parte del suo
essere al
solo pensiero che la sorella prendesse la decisione di abbandonare lei
e gli altri,
non voleva neanche immaginare la sua reazione e quella di Cain e Vergil
erano
tutti e quattro troppo legati, ormai facevano quasi tutto insieme,
sicuramente
il dolore che poteva solo immaginare i Cullen l’avevano
provato alla scomparsa
di Bella “Partiremo domani verso le prime ore del
pomeriggio… mi spiace” riuscì
a dire solo quello, mentre le due vampire assunsero un’aria
addolorata, se
avessero potuto piangere sicuramente lo avrebbero fatto. Per tutto il
resto
della passeggiata Esme non disse nulla, mentre Alice cercò
di essere la stessa,
ma si notava lontano un miglio che stava fingendo, quando tornarono a
casa
trovò Vergil giocare a sacchi con Jasper, i due dovettero
capire immediatamente
dai volti delle tre che qualcosa non andava, il moro si
avvicinò a lei e in
sussurro che potesse solo udire lei gli chiese che cosa c’era
che non andasse,
tentò di eludere il discorso chiedendogli che cosa avessero
fatto per tutto
quel tempo “Emmett e Jasper mi hanno portato in una riserva
di orsi, hehe
dovevi vederci ne abbiamo abbattuto uno in soli due minuti, era da
tanto che
non mi divertivo così… piuttosto
Bella?” la vampira scosse leggermente le
spalle, entrambi si girarono vero Alice “Edward
l’ha portata nella loro raduna,
saranno qui tra meno di cinque minuti”.
Avevano
trascorso
una giornata stupenda, entrambi avevano sperato che la giornata non
finisse
mai, ma il crepuscolo arrivò velocemente e dovettero tornare
a casa prima che
Vergil e Sarah venissero a cercarli. Trovarono tutta la famiglia Cullen
e i due
vampiri in sala attenti a seguire il racconto di Emmett sulla loro
caccia,
Edward lesse nella mente del fratello che era stata una delle sue
migliori
battute di caccia e che Vergil era un predatore eccezionale
“Grazie a Vergil
siamo riusciti subito a individuare dove fosse quell’orso,
era uno dei più
grandi che abbia mai cacciato, dovevi esserci Ed”
“Sarà per una prossima volta”
isabella nel frattempo si era avvicinata a Sarah “Per caso
avete sentito Cain?”
già il biondo non si era fatto sentire per tutto il giorno,
cosa che non passò
inosservata a nessuno, il vampiro dagli occhi di ghiaccio prese il suo
cellulare e sparì in cucina, per poi tornare dopo due minuti
“Ha detto che farà
tardi, ha avuto problemi col fornitore … non ci crederai
Bella ma ha anche
aggiunto che non ha nulla in contrario se vuoi passare la notte dai
Cullen e
che passerà lui domani mattina con
tutti
i nostri bagagli, ovviamente se per voi non è un
problema” l’intera famiglia
assunse un’espressione raggiante e se avesse potuto Edward
avrebbe anche fatto
i salti di gioia, ma mantenne la sua compostezza, Esme rispose
immediatamente
che per loro non vi era nessun problema e ch se avessero voluto
sarebbero
potuti stare anche Vergil e Sarah, i due guardarono Isabella prima di
dare
qualsiasi risposta “Se non è un disturbo,
piuttosto qui gatta ci cova che
diavolo avrà combinato per volerci lontani da
lui?” al che i tre assunsero
un’aria pensierosa, poi Sarah
azzardò
un’ipotesi “Che abbia gravi problemi con
la” ma si bloccò subito vedendo che la
famiglia Cullen era ancora intenta a fissarli, per sua sfortuna Edward
lesse
nella sua mante, ma decise di non dire nulla e di mentenere il loro
segreto.
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Capitolo 7 *** Capitolo 7 ***
Si erano chiusi
nella camera che Esme aveva preparato per Vergil e Sarah, i tre stavano
cercando di capire lo strano comportamento del fratello, non era da lui
lasciare queste concessioni, Sarah era quella più
preoccupata, mentre il suo
compagno sembrava calmo e Isabella era rimasta in un angolo a pensare.
Vedendo
i due così rilassati la vampira dagli occhi verdi
sbottò “E se la polizia gli
fosse alle calcagna? Magari hanno capito che siamo stati noi a rubare
la spilla
e adesso Cain è intento a seminare qualsiasi
sospetto!” certo non potevano
scartare quell’ipotesi, ma dopotutto non vi era stato quel
forte clamore alla
scomparsa dell’oggetto, Vergil cercò di calmare la
sua ragazza “Non credo
tesoro, insomma se fosse realmente così Cain avrebbe dovuto
scappare dalla
città e non rimanerci e ricordiamoci che nessuno ci ha
visto…. A mio parere qui
vi è in mezzo una ragazza e bravo il mio
fratellino,finalmente è cresciuto” le
due vampire guardarono in malo modo il ragazzo, come per fargli capire
che
quella ipotesi era assolutamente assurda, Isabella si mosse dal suo
angolino
avvicinandosi alla porta mentre diceva “È
totalmente inutile rimanere qui a
fare ipotesi, dobbiamo avere solo fiducia in Cain e aspettare che
arrivi, se
vorrà ci racconterà lui che cosa è
successo” dicendo ciò uscì dalla
stanza.
Guardò
fuori
dalla grande vetrata, il paesaggio era bellissimo e la luna risplendeva in alto nel cielo, quella
notte era
totalmente piena, la sua luce si espandeva sul bosco creando
un’atmosfera
ultraterrena, come se quel bosco fosse incantato. Si
girò verso Vergil per dirgli di raggiungerla
per poter godere insieme di quello spettacolo, ma lo vide disteso su
letto,
sembrava totalmente rilassato, invece notò che era tutto il
contrario, le
braccia tese con le mani chiuse a pugno e il volto contratto in una
morsa
nervosa. Era tipico di Vergil, cercava sempre di passare per il
giullare per cercare
di smorzare la situazione e invece era
il più teso e preoccupato, gli si avvicinò
velocemente e gli si sedette sopra,
lo sentì sussultare leggermente mentre i suoi occhi color
ghiaccio la fissarono
stranita “Dimmi che cosa ti preoccupa, non tenerti tutto
dentro e non dirmi che
va tutto bene perché lo sento e lo vedo che non è
così” il vampiro gli sorrise
dolcemente, mentre una sua mano andò a insinuarsi tra i
lunghi capelli della
fidanzata, era l’unica oltre a Cain a conoscerlo
così bene, non riusciva a
nascondergli nulla “Stavo pensando a un’altra
ipotesi del perché quello stronzo
non ci voglia tra i piedi … spero che non sia
così” Sarah lo fissò ancora
più
intensamente, come per incitarlo ad andare avanti “
Premettiamo che è solo un’ipotesi
…E se Cain avesse attaccato qualcuno e lo avesse ucciso? lo
so è il più anziano
tra noi e più di una volta si è dimostrato
all’altezza della situazione, ma
ricordiamoci che è altrettanto facile cedere alle
tentazioni” la sua mente lo
riportò a quando qualche anno dopo alla sua trasformazione,
credendo di essere
sicuro al cento per cento di controllare la sua sete, aveva attaccato
una
ragazza innocente in mezzo a un bosco, ricordava la lussuria e il
piacere che
aveva provato nell’uccidere quella creatura così
fragile, ma era durato tutto
un attimo in confronto allo schifo che aveva provato verso se stesso,
dopo aver
prosciugato la sua vittima, non voleva più tornare da Julian
e gli altri, era
troppa la vergogna e sicuramente lo avrebbero cacciato via…
invece arrivò Cain
che lo aiutò a far scomparire il cadavere e a pulirsi del
sangue della sua
preda, non lo aveva guardato con odio, ma con comprensione dicendogli
“Ti stai
chiedendo perché non provo ribrezzo nei tuoi confronti?
Semplice l’odio che
stai provando per te stesso è già abbastanza
… non ti preoccupar sarà un nostro
segreto” se quello che aveva supposto fosse stato vero,
avrebbe aiutato senza
esitazioni il fratello a far scomparire il misfatto e avrebbe custodito
il suo
segreto, ma Cain aveva preferito lasciarlo fuori da ciò.
Sarah non si era
spostata un millimetro dalla sua posizione, continuò a
fissarlo con il suo
sguardo dolce, accarezzò la sua guancia per attirare
l’attenzione su di se “Non
ti devi preoccupare, come ha detto Isabella dobbiamo avere fiducia in
Cain,
vedrai andrà tutto bene” si sorrisero a vicenda,
poi Vergil assunse un’aria
furbetta “Di la verità ti sei messa in questa
posizione per provocarmi a volte
sei più lussuriosa di me” alle sue parole Sarah
gli tirò un leggero ceffone per
poi alzarsi dicendo “Sei il solito cretino, non sei capace di
rimanere serio
per oltre cinque minuti, vado a farmi un giro” “Ma
amore stavo scherzando”
Era ferma
davanti
alla sua porta con la mano sospesa da ben cinque minuti, non sapeva se
a Edward
avesse fatto piacere averla tra i piedi, magari aveva bisogno della sua
intimità, eppure sentiva il bisogno di vederlo, di poterlo
toccare e baciare
“Che stai facendo?” “Mi stavo chiedendo
se era il caso di disturbare Edwa-“ ma
si bloccò a metà frase perché
notò che la voce alle sue spalle apparteneva al
bellissimo vampiro, ecco ora di sentiva una perfetta cretina, mentre
lui
continuava a ridacchiare, non aveva neanche avuto il coraggio di
girarsi per
vedere il suo bellissimo viso. Ci pensò lui a prendere in
mano la situazione,
si avvicinò di più a lei, poteva sentire il suo
petto scolpito attaccato alla
sua schiena, la sua faccia che si insinuava tra il suo collo e la
spalla e la
sua mano che andò ad aprire la porta, rimase spiazzata
dall’ultimo gesto, poi
con l’altra mano la sospinse all’interno di essa,
per poi richiudersi la porta
alle spalle, farla girare verso di lui e baciarla come solo lui poteva
fare.
Ogni sua particella era in estasi, le sue mani vagarono su quella
schiena
ampia, la sua bocca non voleva assolutamente staccarsi da lui, mentre
tutto il
resto del suo corpo reclamava la totale vicinanza con quel dio greco,
come se
si volesse plasmare con esso. Senza rendersene conto si
ritrovò distesa sul
divano in pelle con Edward sopra di lei, quando sentì una
mano di lui
intrufolarsi sotto la sua maglietta un leggero panico si
impossessò di lei,
stava accadendo tutto troppo velocemente “Ed-Edward aspetta
…. Stiamo correndo
un po’ troppo” alle sue parole il vampiro di
staccò subito dalle sua labbra la
guardò intensamente negli occhi, sembrava leggermente
dispiaciuto “Mi spiace mi
sono fatto prendere dalla foga del momento, non capiterà mai
più” dannazione
non voleva che andasse a finire così, non voleva vedere
quell’espressione su
quel viso angelico, tanto che si ritrovò a dire con foga
“No, non volevo
offenderti…. È che per me è successo
tutto così rapidamente … e poi sarebbe la
mia prima volta, almeno credo non so se noi due” le ultime
parole le sussurrò,
sperò che lui le avesse sentite, non avevano mai parlato del
grado d’intimità
che avevano raggiunto loro due, prima che sparisse, dovette averlo
compreso
perché la guardò dolcemente “No non
siamo arrivati fino a quel punto” poi gli
baciò una guancia e scese verso il suo collo,
sentì tutte le sue difese
rompersi come una diga in piena, cavoli si sarebbe fatta fare di tutto
da
quell’angelo, ma improvvisamente lui si staccò da
lei sedendosi sul divano
portandola seduta sulle sue gambe,
stettero parecchio tempo in quella posizione “Allora domani
parti?” notò la
nota di malinconia nella sua voce, si strinse più a lui come
per imprimergli la
sua presenza “Partiremo nel primo pomeriggio, ma non ti
preoccupare massimo due
mesi e ritornerò da te, devo soltanto sistemare delle cose,
partecipare al
compleanno di Antea e salutare la mia famiglia” poi lui gli
baciò la nuca
successivamente la fronte per poi avvicinarsi
lentamente alle sue labbra per sussurrargli sopra
“Sarà un incubo stare senza
di te per altri due mesi, ma ce la farò e nel caso non
rispettassi la scadenza
ti verrò a prendere io con la forza” a quelle
parole non riuscì a trattenere
una risata, sapeva benissimo che ne sarebbe stato capace e questo la
rendeva
estremamente felice “Piuttosto è per quella donna
che chiamate Antea che avete
rubato la spilla al museo?” dannazione si era completamente
dimenticata che
Edward poteva leggere nel pensiero, di conseguenza aveva sentito i
pensieri
suoi e degli altri suoi fratelli, chissà ora che pensava di
loro?! alzò
velocemente il suo sguardo su quello del vampiro dicendogli
“Sì, ma non è che
l’abbiamo proprio rubata, l’abbiamo solo presa per
restituirla alla legittima
proprietaria, vedi la spilla era di mia madre prima che fosse
trasformata in un
vampiro e…” Edward non la fece finire di parlare,
gli mise un dito sulle
labbra, il suo sguardo non era cambiato per niente, la guardava ancora
con
affetto infinito “Ti credo, comunque non ne farò
parola con nessuno, sarà il
nostro segreto” dicendo ciò suggellò il
loro patto con un casto bacio sulle sue
labbra per poi continuare a tenerla stretta a se, rimasero in quella
posizione
per tutta la notte, ogni tanto si scambiavano qualche bacio e si
sussurravano
parole dolci, non vedeva già l’ora che quei due
mesi passassero in fretta, per
poter rimanere accanto a lui per l’eternità.
Spero
che il nuovo capitolo vi sia piaciuto, vi ringrazio tantissimo per i
vostri commenti, ad alucuni sono anche arrossita!!!! Ovviamente sono
felicissima che molti di vuoi continuino a seguirla e a lasciarmi
commenti, anche se a volte ci metto un eternità per postare,
perciò vi ringrazio ancora tantissimo!!!!
Baci
Miki87
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Capitolo 8 *** Capitolo 8 ***
Era da quasi due
giorni che non vedeva i suoi fratelli, il giorno prima aveva lasciato
l’albergo
prima che loro si muovessero verso casa Cullen e quando Vergil
l’aveva chiamato
per chiedergli se potevano rimanere a casa del clan di vampiri per
tutta la
notte, aveva lasciato senza troppi problemi il permesso, cosa che
dovette
stupire gli altri tre. Cercò di essere il più
rilassato possibile, tra qualche
minuto sarebbe arrivato a destinazione, sicuramente Vergil lo avrebbe
tartassato di domande, a quel pensiero non potè non
sbuffare, a volte suo
fratello era davvero petulante, la cosa lo irritava parecchio, poi vi
era
Edward che poteva leggere il suo pensiero e capire che cosa aveva fatto
il
giorno e non voleva assolutamente far sentire a un estraneo che cosa
aveva
fatto, non sapeva neanche se poteva dirlo ai suoi fratelli. Prima di
entrare
dentro il vialetto accostò la macchina per poter riprendere
il controllo di se
stesso, le sue mani erano strette in una morsa convulsa sul volante, i
suoi
occhi erano nero pece e gli faceva ancora un male cane la spalla
destra, cercò
di rilassarsi appoggiandosi completamente al sedile, per riordinare i
suoi
pensieri.
Il giorno prima
aveva incontrato il fornitore di materiali chimici, era andato tutto
bene, non
vi era stato nessun intoppo, poi aveva deciso di farsi un giro da solo
per la
città, amava vagare senza una meta, lo faceva rilassare,
all’improvviso sentì
un urlo provenire da un vicolo buoi, quello che vide lo
lasciò basito, un
gruppo di quattro ragazzi attorno a una ragazza indifesa.
Istintivamente si
gettò sui quattro, dopotutto lui era un vampiro contro
quattro esseri umani, in
meno di dieci minuti i quattro scapparono capendo di non aver speranza
contro
di lui “Ti ringrazio, ahi mi sono tagliata con un
vetro” la poveretta si era
tagliata un ginocchio son dei vetri che erano a terra, il suo naso
percepì il
dolce aroma del sangue di quell’essere indifeso, la sua bocca
si riempì di
veleno e la bestia che era in lui reclamava quel sangue, dopotutto
erano solo
loro due in un vicolo buio e poi era nettamente in vantaggio, vedendo
la sua
espressione la ragazza si avvicinò a lui “Hey
tutto bene?”mentre lui indietreggiò,
per poi correre via, fino ad arrivare dall’altra parte della
città. Cercò di
calmarsi, ma il suo istinto continuava a urlargli di tornare indietro e
prendere ciò che gli spettava, sentiva che la testa gli
pulsava e l’animale che
era stava per prendere il sopravvento, ma la sua parte razionale
cercava di
combattere il suo istinto, non potendone più di quella
tortura prese una
bottiglia rotta li accanto a lui e se la conficcò nella
spalla destra. Sentì un
dolore atroce, il vetro aveva lacerato anche il muscolo, la sua
maglietta si
imbrattò velocemente di sangue, il dolore aveva occupato
tutta la sua mente,
ormai il ricordo del dolce odore del sangue della ragazza era stato
sostituito
dal dolore e dall’odore del suo sangue rarefatto, sentendo
che le forze gli
stavano venendo a meno si appoggiò contro il muro, per poi
scivolarci addosso tenendo
pigiata la ferita, il dolore pian piano stava scomparendo e la ferita
si stava
rimarginando, lasciando intravedere solo un lembo di carne
più viva, segno
della carenza di cibo. A quei pensieri si toccò ancora la
ferita, doveva
assolutamente sfamarsi prima di farsi vedere dai Cullen e dai suoi
fratelli, si
girò verso i sedili posteriori per prendere la sua borsa
dove dentro vi era una
sacca di sangue, era la sua scorta in caso di necessità, la
divorò in pochi
minuti, i suoi occhi ritornarono color ambra e le sue occhiaie
diminuirono, ma
il dolore alla spalla non scomparì del tutto,
però ora si sentiva pronto per
affrontarli.
Appena parcheggiò
la macchina Vergil e quasi tutti i componenti della casa gli corsero in
contro,
il fratello guardò ammaliato il nuovo mezzo, che era poco di
meno il nuovissimo
Suv della BMW “E questo da dove salta fuori?” alla
sua espressione meravigliata
si lasciò scappare un sorrisino “Vacci piano non
è mio, è di Constantin, mi ha
chiesto di ritirarglielo e di portarglielo in buono stato, ribadendomi
per ben
ventimila volte che lo devo guidare solo io” il vampiro dagli
occhi di ghiaccio
lo guardò scocciato, per poi assumere il suo sguardo da
bambino, che faceva
cedere qualsiasi persona che lo vedeva, ma che con lui non funzionava
di certo
“Te lo puoi scordare Vergil, quando è no
è no” alle sue parole il moro corse
tra le braccia della fidanzata dicendo “Sarah, Cain non vuole
farmi guidare il
nuovo Suv di Constantin” la vampira alzò gli occhi
al cielo, mentre gli altri
sorrisero a quella scena.
Lei ed Edward
erano rimasti indietro, era ora di salutarsi, la sua volontà
era divisa in due,
da una parte avrebbe voluto rimanere li con quell’angelo per
tutto il resto
della sua esistenza, mentre dall’altra non voleva abbandonare
i suoi fratelli,
alzò il suo sguardo per incontrare quei pozzi color
dell’ambra che la
lasciavano sempre senza fiato, ma non li incontrò
perché il vampiro teneva il
capo chino, il suo bel volto era dipinto da un’area triste e
malinconica, non
voleva vedere quell’espressione su quel volto angelico,
dolcemente gli prese
una mano “Edward tornerò presto, l’ho
promesso e io mantengo sempre le mie
promesse” in un nano secondo l’abbracciò
forte “Lo so… ti aspetterò”
le loro
labbra si trovarono subito, per non cadere nella tentazione di non
partire
corse a salutare tutti gli altri componenti della famiglia, mentre lui
rimase
fermo in veranda, fino a quando le loro macchine non scomparirono dalla
proprietà Cullen.
Nella
loro
macchina regnava il silenzio più assoluto, l’unico
rumore era quello della
radio che stava trasmettendo una canzone pop, sembrava che la sua
attenzione
fosse rivolta al paesaggio che vedeva attraverso il finestrino, mentre
la sua
mente stava vagando nei momenti più belli che aveva
trascorso in quei giorni
con Edward, il filo dei suoi pensieri si spezzò quando
sentì il suo cellulare
suonare la suoneria dei messaggi e quando lesse di chi fosse un largo
sorriso
spuntò sul suo viso “Immagino che sia pel di
carota” rimase piuttosto stupita
dal soprannome che aveva utilizzato il biondo “Il suo nome
è Edward e ti
pregherei di non prenderlo più in giro ….
Piuttosto vorrei essere io a
raccontare tutto a Julian” Cain fece solo un gesto di assenso
con la testa, non
sembrava affatto interessato dal suo discorso, sembrava che fosse in un
altro
posto, solo ora si rendeva conto quanto fosse più pallido e
le sue occhiaie
fossero più marcate, che erano i tipici segni della fame
“Cain va tutto bene,
cuoi che ci fermiamo a cacciare?” alle sue parole il fratello
si riscosse, si
guardò velocemente nello specchietto retrovisore e
notò i segni che aveva visto
Bella “No non ce ne è bisogno, mi
sfamerò a casa, piuttosto non ti preoccupare
Jul sarà contento per te” detto ciò la
guardò con il suo solito sguardo dolce e
il suo sorriso furbetto, quello era il vero Cain, il vampiro che
l’aveva
salvata e amata come una sorella “Grazie, credo che tu
l’abbia capito ormai che
tornerò da Edward e la sua famiglia” lo vide
stringere di più il volante, il
suo viso era diventato una maschera fredda e i suoi occhi neri come il
carbone
“Lo so e so anche che sarebbe inutile chiederti di non farlo,
ma dopotutto è la
tua vita Isabella, io non posso far altro che augurarti buona
fortuna” ed ecco
che era tornato il vampiro freddo e arrogante, le sue parole
l’avevano lasciata
di sasso, si sarebbe aspettata una sfuriata o una supplica a rimanere e
invece
lui l’avrebbe lasciata andare senza cercare di trattenerla,
tipico di Cain
preferiva ferire le persone prima che esse ferissero lui,
così da farsi odiare,
ma lei lo conosceva troppo bene e non sarebbe caduta nel suo gioco
“Grazie, ti
voglio e ti vorrò sempre bene, non mi
dimenticherò mai di te e degli altri e
poi non sentirai molto la mia mancanza, vedrai prima che te ne renderai
conto
sarò di nuovo al castello” detto ciò si
sorrisero entrambi sapendo che il loro
legame sarebbe stato più forte della lontananza.
Spero
che anche questo capitolo vi sia piaciuto anche se era soprattutto
incentrato su Cain, lo so molte di vuoi pensavano che Cain
architettasse qualcosa e invece... Ringrazio tutti voi per le vostre
bellissime recensioni e all'affetto che dimostrate alla mia storia,
spero di riuscire a postare altrettanto velocemente, Grazie ancora Baci
Miki87
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Capitolo 9 *** Capitolo 9 ***
lost memories
Ecco che dire...
imploro il vostro perdono, è da più di un mese
che non aggiorno, comunque alla fine ce l'ho fatta!!!
Come al solito vi ringrazio per le vostre bellissime recensioni che mi
fanno sorridere e venir voglia di continuare a scrivere la mia storia.
Ora vi lascio alla vostra lettura!!!
Baci Miky87
Arrivarono il
giorno seguente a casa, ad aspettarli vi era Costantin che guardava
già con
occhi colmi d’amore il suo nuovo mezzo, all’inizio
non li degnò di uno sguardo,
ma controllò che la sua nuova adorata auto fosse in perfetto
stato, per poi
ringraziare il biondo per l’ottimo lavoro
“Piuttosto non fate aspettare Julian,
questa settimana è stata un inferno non faceva altro che
borbottare tra se, non
invidio per niente la povera Antea” Velocemente tutti e
quattro arrivarono
nello studio del vampiro più anziano, appena li vide si
alzò velocemente
dall’enorme poltrona in pelle per abbracciarli uno a uno,
solo Cain si ritrasse
dal suo abbraccio dicendo che era più che sufficiente una
stretta di mano,
passarono gran parte della mattinata a parlare della città e
di come si fossero
trovati in mezzo a tanti umani, solo lei era quasi totalmente assente
dal
discorso, non faceva altro che pensare al modo per raccontare a Julian
la
scoperta del suo passato “Bella tutto bene?” suo
padre la stava guardando con
uno sguardo leggermente preoccupato, pensò che fosse quello
il momento giusto
per raccontare tutto, ma appena aprì bocca entrò
nello studio Antea, come al
solito era bellissima e dolcissima “Finalmente siete
arrivati, oh dovete
raccontarmi tutto” dicendo ciò li baciò
tutti sulla guancia e questa volta Cain
non si ritrasse, l’unica persona da cui si faceva coccolare
era la bellissima
vampira bionda, notò che il viso del fratello allo sguardo
materno assunse
un’espressione dolce, come se davanti a lui ci fosse
realmente sua madre, a
primo impatto i due sembravano realmente madre e figlio, entrambi
biondi e
bellissimi, Cain si girò verso di lei e capendo che voleva
parlare in privato
con Julian disse alla vampira bionda “ Ti ho portato dei
bellissimi suvenir,
che ne diresti di andarli a prendere?” a quella richiesta
Antea sorrise felice
e precedette Cain, mentre Sarah e Vergil li seguirono a ruota. Non ci
fu
neanche il bisogno di girarsi perché Julian la precedette
chiedendogli che cosa
non andava “È una storia un po’ lunga,
è meglio che ti metti comodo” gli
raccontò quasi tutto nei minimi particolari, ovviamente non
gli aveva
raccontato nulla del museo, per tutto il racconto Julian non
cambiò mai
espressione, era serio e attento, non l’aveva mai interrotta
e di quello gli fu
estremamente grata, il momento più brutto fu quando gli
disse che voleva
ritornare dai Cullen “Sarei una bugiarda a dire che non
voglio tornare per
Edward, ma è anche vero che voglio tornare per capire e
conoscere meglio il mio
passato e nel mio passato fanno parte anche i Cullen e la
città di Forks, di
conseguenza devo tornare la per rimettere a posto tutti i tasselli
mancanti”
stettero in silenzio per diversi minuti, l’espressione del
vampiro non era per
nulla cambiata, si alzò lentamente dalla sua poltrona in
pelle e si sedette
nella sedia a fianco alla sua, gli prese dolcemente le mani e gli
parlò “Sono
molto felice per te, finalmente hai trovato qualcuno che può
darti le risposte
che cercavi, se credi che la cosa più giusta sia quella di
ritornare dai Cullen
io non ti impedirò di andare, lo sai la pria regola di
questo castello è che
ognuno di voi può andarsene quando vuole, ma allo stesso
tempo può tornare quando
meglio crede, perciò sarai sempre la benvenuta e ora togliti
dal viso
quell’espressione preoccupata e fammi un bel
sorriso” l’ansia che l’aveva
oppressa per tutto il viaggio era svanita come una bolla di sapone alle
parole
di colui che considerava come un padre, lo abbraccio di slancio
ringraziandolo
con il suo affetto, Julian lo contraccambiò subito, era
così con lui, non
servivano le parole lui riusciva a capire tutto al volo e sapeva
infonderti
quell’affetto e sicurezza che nessun’altro riusciva
a darti "Ti devo
chiedere un ultimo favore, potresti rimandare la tua partenza a dopo il
compleanno di Antea?” lesse negli occhi del vampiro un
leggero imbarazzo “Non
ti preoccupare, partirò tra due mesi, il tempo di sistemare
due o tre cose e
darò la notizia della mia partenza ad Antea dopo il suo
compleanno” con un
tenue e dolce sorriso suo padre la ringraziò di cuore.
Sentiva
già la
straziante mancanza della sua adorata Bella, non aveva fatto altro che
crogiolarsi nei suoi nuovi ricordi, sperava soltanto che quei due mesi
passassero in fretta. Il filone dei suoi pensieri si interruppe quando
sentì il
suo cellulare squillare, lo prese velocemente e vide che era un
messaggio del
suo angelo “Siamo arrivati a destinazione, già
sento la tua mancanza e non vedo
l’ora di riabbracciarti” alla lettura di quel breve
testo non riuscì a non
sorridere, poi qualcosa scattò in lui, era arrivato il
momento di incontrare e
parlare con una certa persona, compose velocemente il numero, non
dovette
aspettare molto perché la persona in questione rispose
subito “Se per te non è
un problema vorrei incontrarti tra un ora al solito posto…
Bene” Scese
velocemente all’entrata per prendere la sua giacca e le
chiavi dell’auto “Esco
fuori ci vediamo più tardi” non attese nessuna
risposta, sapeva benissimo che i
componenti della casa l’avevano sentito, quando
entrò in garage trovò Emmett
intento a riparare una delle loro tante macchine d’epoca
“Hey dove stai
andando?” “Vado a farmi un giro, ci si
vede” prima che potesse entrare in
macchina il suo mastodontico fratello lo afferrò per un
braccio “Ed sono felice
che tu e Bella vi siate finalmente ritrovati … chi
l’avrebbe mai detto, quella
ragazza riesce sempre a sorprendermi … comunque volevo dirti
di non
preoccuparti prima o poi la memoria gli tornerà”
notò il leggero imbarazzo del
moro, Emmett poteva sembrare un ragazzo superficiale e un buffone, ma
in realtà
era un ragazzo dal cuore d’oro, gli diede una leggera pacca
affettuosa sulla
spalla “Grazie Emmett”.
Arrivò con un
leggero anticipo al confine con La Push, si sedette
comodamente su un’enorme roccia gustandosi
la leggera brezza che gli accarezzava il viso, dopo poco
sentì nell’area lo
sgradevole odore del licantropo, dannazione non riusciva ancora ad
abituarsene,
da un folto cespuglio uscì fuori il suo miglior nemico Jacob
Black.
Era
successo
tutto un anno dopo la scomparsa di Bella, una notte mentre girovagava
per i
confini dei loro territori si imbatte nell’enorme lupo, come
di consuetudine
all’inizio si erano insultati a malo modo, il licantropo lo
aveva accusato
della morte di Bella e del dolore di Charlie “Hai ragione la
colpa è tutta mia,
dovevo lasciarla perdere fin dall’inizio, ma il mio egoismo
è stato talmente
forte che non ho resistito” alle sue parole Jacob si
scaraventò contro di lui e
iniziarono ad azzuffarsi, smisero soltanto quando entrambi furono
stremati, il
licantropo si calmò e poi iniziò a parlargli
civilmente, dopotutto avevano una
cosa in comune, entrambi avevano amato Isabella. Da quella sera lui e
il
licantropo si trovavano qualche volta a parlare insieme in quel piccolo
spazio
verde, rimanendo sempre a debita distanza “ Come mai mi hai
chiamato, è in
vista un nuovo nemico?” trovava alquanto divertente la voglia
di combattimento
che avevano i licantropi “No, ma è successo
qualcosa di altamente inaspettato,
qualcosa che credevo ormai impossibile … Isabella
è viva” quelle tre parole
lasciarono sbigottito il licantropo, i suoi occhi si dilatarono dalla
sorpresa
e il suo respiro accellerò“Non è un
bello scherzo sanguisuga”, sapeva quanto
Jacob aveva fatto fatica a dimenticare Bella, ma a differenza sua era
riuscito
ad andare avanti, forse anche grazie al fatto che aveva avuto
l’imprinting con
una ragazza del college che frequentava, ma non poteva nascondere di
certo l’effetto
che gli procurava ancora quel nome “Non lo è,
anche se non è totalmente viva
dato che è diventata un vampiro” gli
raccontò tutto, dove l’aveva incontrata,
della storia di Victoria e della amnesia di Isabella
“E’ per questo che per
tutti questi anni Isabella non è mai tornata a casa e
Victoria è stata davvero
abile a ingannarci” Jacob stette zitto per parecchio tempo,
l’unico rumore che
proveniva da lui era il suo forte respiro, le mani e il resto del corpo
tremavano leggermente e i suoi occhi erano rimasti chiusi, lo
riportò alla
realtà quando gli chiese di chiedere ai saggi di La Push
di permettere a Bella di
poter vivere a Forks dato che anche lei seguiva la loro dieta e sarebbe
ritornata tra due mesi per vivere con lui
“Proverò a chiedere il
consenso” si incamminò verso il limitare della
foresta, ma prima di sparire all’interno di essa
pensò “Com’è diventata?
Insomma è cambiata tanto?” si aspettava
già questa domanda”È diventata ancora
più bella, ma il suo carattere è rimasto sempre
lo stesso, dolce, insicura ed
estremamente cocciuta” potè scorgere un leggero
sorriso e una sola lacrima di
felicità solcare il viso del licantropo prima che sparisse
nel folto della
foresta.
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Capitolo 10 *** Capitolo 10 ***
Ogni
giorno lei
ed Edward si mandavano una marea di messaggi e almeno due chiamate al
giorno,
era davvero dura nascondere il suo entusiasmo alla sua madre adottiva,
avrebbe
tanto voluto parlare con lei del suo passato ed avere dei consigli
materni, ma
aveva fatto una promessa a Julian e l’avrebbe mantenuta. Per
sua fortuna quella
sera si sarebbe svolta la festa di compleanno della padrona di casa, si
rimirò
per l’ultima volta allo specchio, indossava un lungo abito
blu notte che aveva
una leggera scollatura, i capelli li aveva lasciati sciolti, per dargli
un
tocco in più aveva solo aggiunto delle mollette
d’argento, poi si era truccata
leggermente e infine aveva indossato un paio di decolté
dello stesso colore
dell’abito. Quando uscì dalla sua camera
trovò fuori ad aspettarla Cain, doveva
ammetterlo era davvero elegante, indossava un bel completo nero con
sotto un
dolcevita bianco, i capelli di solito in disordine erano stati tirati
all’indietro col gel, gli fece il suo solito sorriso
biricchino “Potrei avere
la fortuna di essere il suo cavaliere questa sera?” dopo il
loro arrivo al castello
il biondo gli era stato piuttosto distante, a volte sembrava che
addirittura la
evitasse, all’inizio ci era rimasta male, ma poi il suo
orgoglio aveva preso il
sopravvento e aveva iniziato ad evitarlo anche lei “Non
saprei, sai in questo
mese non sei stato molto carino nei miei riguardi” in un
attimo Cain gli fu di
fronte, dai suoi occhi lesse un leggero dispiacere “Mi
spiace, ma avevo delle
cose da fare, mi puoi perdonare?” non gli diede nessuna
risposta, ma lo prese
velocemente sottobraccio per poi avviarsi insieme nel salone.
Il salone era
addobbato con palloncini e festoni, a differenza delle solite feste non
vi era
nessun tipo di cibo umano, ma vi erano delle brocche con il loro
nettare
preferito, da quanto aveva saputo era stato Vergil con altri tre
vampiri a
procurare tutto quel sangue animale. Poco lontano dal tavolo
notò Vergil e
Sarah, entrambi bellissimi nei loro abiti eleganti, Vergil indossava un
semplice paio di pantaloni color ghiaccio e una camicia nera con la
cravatta
dello stesso colore dei pantaloni, mentre Sarah indossava un abito a
palloncino
color rosa antico, come al solito era perfettamente truccata e i suoi
capelli
avevano creato un’acconciatura particolare “Stasera
sei uno splendore Bella e
anche tu Cain non sei da meno” dopo pochi minuti fece il suo
ingresso la regina
della serata, Antea quella sera sembrava una creatura ultraterrena, il
suo
bellissimo corpo era fasciato da un lungo abito bianco sbracciato con
le
spalline d’argento, che creavano un leggero luccichio,vi era
una generosa
scollatura sul decoltè e uno spacco che faceva intravedere
le sue lunghe gambe,
i sandali col tacco la rendevano ancora più slanciata, il
viso perfetto era
truccato con estrema cura e i suoi crini biondi erano raccolti in uno
chignon.
Quando arrivò alla fine delle scale Julian con addosso il
suo smoking nero gli
porse il suo braccio, insieme erano bellissimi, tutta la sala rimase
ipnotizzata dalla bellezza della coppia che si muoveva leggiadra in
mezzo alla
pista, nei loro occhi si poteva leggere solo amore nei riguardi
dell’altro,
chissà se anche lei ed Edward avrebbero potuto fare lo
stesso effetto in mezzo
a una sala gremita di gente, chissà se il loro amore era
così palpabile come
quello dei suoi genitori?
“Ti va di
ballare?” non seppe neanche a lei perché ma
accettò l’invito di Cain, di solito
odiava ballare, eppure ora si ritrovava a muoversi a tempo con il
biondo, forse
aveva accettato il suo invito perché da li a poco sarebbe
partita per Forks
“Sai in questi giorni ti sono stato lontano perché
devo iniziare a non
dipendere dalla tua presenza, perciò per me è
più facile allontanarmi per
primo” nei suoi occhi lesse mille scuse e un dolore antico,
non aveva mai
saputo la storia di Cain, ma sapeva che la sua malinconia e le sue pene
provenivano dal suo passato “Non ti preoccupare
tornerò presto, perché voi
siete la mia famiglia…. Mi mancherete tantissimo”
dolcemente appoggiò il suo
capo sul petto del fratello, mentre lui gli diede un buffetto sulla
nuca.
Quando diedero il loro regalo ad Antea la bella vampira sembrava sul
punto di
piangere, li abbracciò tutti e quattro ringraziandoli dello
splendido regalo,
poi Cain invitò la madre a ballare con lui, anche se non
producevano lo stesso
effetto di Antea con Julian, la coppia era comunque bellissima, in un
certo
senso era invidiosa della grazia di suo fratello e di sua madre, in
ogni loro
piccolo gesto sprizzava da tutti i pori nobiltà e grazia,
forse anche lei
avrebbe avuto quell’innata eleganza se fosse nata nel loro
secolo “Mi
concederebbe l’onore di questo ballo?” a parlare
era stato Julian, senza farsi
pregare accettò volentieri l’invito, era una delle
poche persone con cui
riusciva a ballare, dato che conduceva la danza in modo impeccabile
“Ti
ringrazio Bella di aver esaudito il mio desiderio, lo so che per te
è stata
dura non dir niente ad Antea, ma non volevo che la sua festa fosse
rovinata,
sai quanto tiene a tutti voi” istintivamente portò
il suo sguardo sulla
festeggiata che stava ancora ballando con Cain, poi sentendosi
probabilmente
osservata si girò verso si lei e gli fece uno dei suoi
soliti sorrisi
bellissimi che irradiavano tutta la stanza, non potè non
ricambiarlo, in un
certo senso si sentiva un mostro, li a poche ora avrebbe fatto perdere
a quella
creatura angelica quel bellissimo sorriso e l’avrebbe fatta
soffrire.
La trovò a
leggere un libro nella biblioteca sotto un’enorme vetrata, i
colori del
manufatto si riflettevano nei crini biondi creando un gioco di luce
magnifico,
sembrava una donna angelicata un attrazione troppo pura e bella che
avrebbe
attratto chiunque. Senza fare troppo rumore gli si avvicinò,
con un leggero
colpo di tosse attirò la sua attenzione, come al solito la
salutò con un ampio
sorriso invitandola a sedersi accanto a lei “Dovrei
parlarti”alle sue parole la
vampira bionda perse la sua espressione allegra e la
sostituì con una stupita.
Come Julian per tutto il resto del racconto rimase zitta, ma le sue
emozioni
gli si potevano leggere in viso, quando gli raccontò di
Edward la sua
espressione era estasiata, ma quando gli disse della sua imminente
partenza il
suo viso si dipinse con un’espressione triste e addolorata
“Sono contenta che
tu abbia trovato il tuo passato e l’amore della tua vita, ma
non ti nascondo il
mio dispiacere per la tua partenza” detto questo
l’abbracciò forte, il suo
odore di gelsomino gli inebriò la testa e le sue dolci
carezze sulla nuca la
fecero sentire amata “Promettimi Isabella che tornerai un
giorno da noi, che
mi presenterai i Cullen e soprattutto Edward” non ricordava
ancora nulla della
sua vera madre naturale, ma sperava in cuor suo che fosse come Antea,
dolce,
sensibile e che provasse quell’amore materno indissolubile,
che non si spegneva
neanche con la distanza “Certo mamma te lo prometto”
Visitò per
un’ultima volta il castello, sapeva già che quel
posto e tutte le persone che
vi vivevano gli sarebbero mancate, in quei cinque anni aveva conosciuto
persone
fantastiche, sempre pronte a dare una mano a chi ne aveva bisogno, ma
soprattutto aveva trovato una famiglia. Quando arrivò dentro
l’enorme garage
una leggera morsa prese il suo petto, una parte di lei sarebbe rimasta
per
sempre in quel luogo, ma aveva preso la sua decisione ed era
intenzionata a
portarla a termine, sentiva l’enorme bisogno di stare con
Edward e di
riprendere i ricordi del passato. Alla fine Julian l’aveva
convinta a prendere
la sua macchina, dicendogli che così aveva un pretesto
sicuro per tornare, mise
nell’ampio bagagliaio le sue due valige, quando
aprì la portiera del conducente
per poco non gli venne un coccolone, davanti a se aveva seduto Cain che
gli
disse “Alla buon ora ti stiamo aspettando da ben tre ore,
muoviti a salire”
alla sua espressione dubbiosa il biondo sorrise leggermente e gli
indicò la
macchina di Vergil dove vi erano su il moro e Sarah che gli sorridevano
giocosamente “Ma questo cosa significa?” Cain
sospirò stancamente, ma senza
perdere la sua allegria gli disse “Secondo te sciocchina?!
Veniamo anche noi
con te, sarà divertente vivere al si fuori del castello, non
ti preoccupare ho
già parlato con Julian e Carlisle e sono tutti e due
d’accordo” a quelle parole
un enorme sorriso si stampò sul suo volto, salì
velocemente in macchina, mentre
Cain partì spedito verso la loro meta, la strana morsa era
totalmente scomparsa
dal suo animo e fu sostituita da gioia pura.
Quella
mattina
era estremamente felice e non era il solo, Esme non faceva altro che
preparare
la stanza per Isabella, cercando di mettere tutti i confort possibili,
anche se
sapeva che ne avrebbe usati ben pochi essendo una vampira, Alice invece
era più
elettrizzata del solito, il suo volto era radioso e non perdeva mai il
sorriso,
mentre lui si era posizionato in sala per fissare il pendolo, gli aveva
scritto
un messaggio dove gli diceva che sarebbe arrivata entro tre ore. Dopo
un po’ lo
raggiunse anche Rosalie che si posizionò di fronte a lui per
leggere una
rivista di moda, non sembrava felice come tutto il resto dei familiari,
ma
leggendo la sua mente capì che in realtà non
vedeva l’ora che Isabella
arrivasse, dopo aver letto i suoi pensieri era molto più
rilassato, in passato
la bionda non aveva mai nascosto il suo astio verso la sua ragazza, ma
dopo
quell’ orribile tragedia la sua mentalità sul suo
angelo era completamente
cambiata “Scusa Rose, ma dove sono Emmett e
Jasper?” la sorella non alzò neanche
un secondo gli occhi dalla rivista, ma gli rispose cordialmente
“Sono andati a
caccia, ma dovrebbero arrivare entro dieci minuti, da quello che mi ha
detto
Alice”non avendo i due fratelli con cui passare il tempo
rimanente decise di
andare da Carlisle che era nel suo studio, lo trovò intento
a sistemare il suo
enorme scaffale di libri, strano di solito lo faceva Esme,
così iniziò ad
aiutarlo parlando del più e del meno “Scusa Edward
mi potresti passare quello
scatolone?” notò che in esso vi erano dei libri
che non aveva mai visto, dato
che parlavano di chimica e fisica “Da quando di interessi
alla fisica?” alla
sua domanda suo padre cercò di evaderla , dicendo che era
ora di allargare i
suoi orizzonti, ma aveva palesemente notato che stava mentendo e per di
più
aveva chiuso la sua mente, Carlisle fu
enormemente fortunato, perché lasciò da parte il
discorso dato che sentì Alice
urlare “Sta arrivando, sarà qui tra cinque
minuti” velocemente uscì in veranda
dove trovò il restante della famiglia, poco dopo dal folto
degli alberi
sbucarono due jeap nere, ma non vi diede molto peso, dato che la sua
attenzione
si concentrò tutta sulla bellissima figura che
uscì da una di esse, la
raggiunse in un nano secondo e l’abbracciò forte,
per poi guardarsi intensamente.
Il loro momento idillico finì quando sentì Emmett
urlare “Che diavolo ci fai
qui pulce?!” dalla stessa macchina di Isabella era sceso
anche Cain, che con
fare strafottente disse “Ho chiesto il permesso a Carlisle di
venire a vivere
qui insieme a Isabella e ha dato la sua approvazione, poi si sono
aggregati
anche loro due” Emmett sgranò gli occhi, mentre
Cain andò a salutare Esme e
Carlisle, nel frattempo Vergil e Sarah stavano salutando i suoi
fratelli, si
girò von un enorme punto interrogativo sul volto verso la
sua ragazza “Non
chiedermi nulla, ho trovato Cain nella mia macchina e Vergil e Sarah in
garage
dicendomi che anche loro sarebbero venuti a vivere da voi”
ora capiva molte
cose, il motivo della comparsa dei libri di fisica e chimica, la
riservatezza
dei suoi genitori e l’idea di Esme di aprire e rimodernare le
stanze degli
ospiti, dopotutto doveva ammetterlo era contento che anche gli altri
tre
vampiri avessero deciso di unirsi alla loro famiglia, così
Isabella si sarebbe
sentita meno sola e spaesata, anche se aveva un certo timore per il
biondo, che
non faceva altro che stuzzicarlo.
Spero che questo
capitolo vi sia piaciuto, finalmente i nostri due piccioncini si sono
ritrovati definitivamente, purtroppo per voi ne accadranno ancora delle
belle!!!! Come sempre vi ringrazio per i vostri complimenti e
continuate a dirmi cosa ne pensate!!!
Baci Miki87
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Capitolo 11 *** Capitolo 11 ***
Era rimasta
piacevolmente sorpresa dalla stanza che gli aveva preparato Esme, le
pareti
erano di un caldo color pesca, grazie ai pochi raggi di sole, che
filtravano
dalla grande vetrata, la stanza sembrava molto più luminosa,
di fronte a se
aveva un grande letto da una piazza e mezzo con affianco un comodino,
mentre
sulla parete di sinistra vi era una grande scrivania e una piccola
libreria
“Spero che ti piaccia cara” dal tono di voce della
vampira potè notare una
lieve sfumatura d’ insicurezza “Scherzi?!
È bellissima, ti ringrazio Esme”,
alle sue parole Esme gli fece un largo sorriso e
l’abbracciò leggermente, poco
dopo fecero capolinea anche Edward ed Emmett con i suoi bagagli e
scatoloni “Vi
ringrazio, ma non era necessario avrei potuto benissimo portarli da
sola” Emmett
per risposta gli fece un sorrisetto di scherno “Si come no,
come minimo saresti
caduta almeno una ventina di volte” alla sua espressione
confusa e imbarazzata
il vampiro mastodontico e il suo angelo si misero a ridere, mentre Esme
cercava
di non imitarli dicendo che aveva delle commissioni da fare e che
Emmett doveva
aiutare anche gli altri arrivati a portare le loro cose “Per
Vergil e Sarah non
c’è problema, ma per il nano avrei qualcosa da
ridire” ovviamente non mancò la
risposta acida del biondo che dal piano terra gli urlò
“Non ti preoccupare, non
ho bisogno di un pachiderma che mi aiuti” “Cosa ha
detto quel moccioso?!” ed
anche Emmett sparì dalla sua stanza, sotto le sue risate
“Non ti dispiace se ti
aiuto a sistemare le tue cose?!” gli era mancata la sua voce
calda e
avvolgente, anche se si chiamavano per telefono, non era la stessa cosa
sentirlo dal vivo “Certo, aiutami con questo
scatolone” non ci misero molto a
sistemare il tutto, grazie alla loro velocità vampiresca,
nel frattempo
parlarono del più e del meno, di come avevano preso la
notizia della sua
partenza i suoi genitori e della sua reazione alla vista dei suoi tre
fratelli
nel garage “Se
fossi stata umana sarei
morta certamente d’infarto” Dopo aver messo via le
ultime cose si lasciò cadere
sul letto, non era per niente stanca, ma a volte gli piaceva oziare sul
letto
chiudendo gli occhi e lasciando viaggiare la sua mente, non sentendo
più la
presenza di Edward aprì gli occhi e lo trovò
seduto sulla poltrona di fianco al
suo letto, il suo sguardo era tremendamente dolce e affascinante, tanto
che si
sentì un po’ in soggezione sotto di esso, ma allo
stesso tempo non riuscì a
staccarsi dalla catena che l’aveva legata ad esso
“Edward se voi puoi sederti o
sdraiarti di fianco a me” rimase sorpresa lei stessa delle
sue parole, gli
erano uscite senza che se ne fosse accorta, lo vide sorridergli
dolcemente
“Aspetta, voglio rimanere a fissarti ancora un pò,
fino a qualche mese fa tutto
ciò mi sembrava impossibile, non riesco ancora a credere che
tu sia realmente
qui con me” ad un tratto lo trovò accanto a lei,
il suo viso era a pochi
millimetri dal suo poteva sentire il suo fiato freddo come il ghiaccio
e i loro
nasi che si sfioravano “Io conosco un modo per testare se
questo è realmente un
sogno o è la realtà” non pensava di
poter essere così maliziosa, non lo era mai
stata fino a quando non aveva conosciuto il bel vampiro, lentamente
posò le sue
labbra su quelle marmoree di Edwatd, era un bacio casto e puro che pian
piano
divenne passionale, le sue mani andarono a toccare quei crini color
rame e il
suo corpo si modellò a quello del compagno, ma il loro
attimo romantico terminò
a causa delle grida che provenivano dal piano di sotto da Emmett
“Hey
piccioncini muovetevi a scendere che andiamo tutti a caccia”
sentì Edward
sbuffare leggermente, per poi sussurrargli in un orecchio
“Magari se lo
ignoriamo se ne andrà” ma purtroppo per loro
Emmett continuò a urlare come
un’aquila, al che il suo ragazzo imprecò
leggermente contro il fratello, mentre
lei si avviò all’uscita ridendo a crepapelle.
Arrivarono in
pochi minuti nel bosco, poteva percepire la gioia e
l’eccitazione di tutti i
vampiri per la caccia, persino Cain era estremamente euforico, tanto
che rimase
sempre qualche metro avanti a loro per poi fermarsi in uno spazio e
urlare
“Vergil senti qualche presenza umana intorno” il
vampiro dagli occhi color
ghiaccio chiuse per qualche secondo con gli occhi rimanendo in totale
silenzio,
mentre tutto il resto del gruppo lo guardò incuriosito
“Non vi sono essere
umani per almeno due miglia, ma posso dirvi che vi è un
branco di cervi a
settecento metri da noi e un enorme orso a un kilometro” alla
parola orso Emmett
sorrise beffardo mentre si girava verso Jasper ed Edward
“Quello è nostro!” “Non
credo proprio” a parlare fu Cain che si portò di
fronte al vampiro mastodontico
“Propongo una gara, chi riuscirà ad abbattere per
primo l’orso si vince tutto
il bottino” per risposta sia Emmett che Jasper si misero a
ridere mentre Sarah
si portò di fianco al biondo “Ottima idea, chi ci
sta?” solo Cralisle, Esme,
Rosalie ed Alice se ne tirarono fuori, mentre lei e Sarah non vedevano
l’ora di
entrare in azione, cosa che fece obbiettare Edward dicendo che fosse
troppo
pericoloso per le due ragazze, ma alla fine dovette cedere
“Allora ci
divideremo in due gruppi, direi che sarebbe carino fare Cullen contro
Lowell?”
dopo essersi messi d’accordo su determinate regole, come il
non dover usare i
propri poteri iniziarono la loro battuta di caccia.
Cain guidò il
loro gruppo, era il più esperto di loro sul
seguire le tracce, dato che in media Vergil si faceva
guidare dal suo dono, non ricordava di aver mai corso così
velocemente e di
sentirsi tanto elettrizzata a una battuta di caccia, a un certo punto
Cain si
fermò di botto e diede il solito segnale di divisione, in
media quando andavano
a caccia avevano un piano ben preciso, lei e Sarah distraevano la preda
per poi
far entrare in scena gli altri due predatori per far soccombere del
tutto la
loro vittima. Lei e la sorella si nascosero dietro un cespuglio,
notò Cain e
Vergil su due accovacciati su due rami, l’orso nel frattempo
si stava grattando
contro un tronco, sentiva chiaramente i battito del cuore
dell’animale e
l’odore forte e squisito del suo sangue, ma
qualcos’altro attirò la sua
attenzione, l’odore nell’aria si fece
più dolce, segno che anche gli altri tre
vampiri stavano per arrivare. Aspettò con trepidazione il
segnale d’inizio
quando l’ottenne sia lei che la mora uscirono allo scoperto,
l’animale le
guardò da prima incuriosito per poi guardarle inferocito
sentendo il pericolo,
si scagliò su di loro, ma con movimenti veloci lo
schivarono, Sarah riuscì
addirittura a tirargli un pugno, facendo finire l’animale
dall’altra parte,
cosa che lo fece inferocire ancora di più. Quando la povera
vittima fu sotto
l’albero in cui erano posizionati gli altri due,
l’orso si ritrovò Cain sul suo
dorso che gli bloccava il collo, mentre Vergil gli si
posizionò di fronte
bloccano gli le zampe anteriori, con un gesto veloce e pratico il
biondo gli
spezzò il collo dopo di che l’animale si
accasciò a terra “È morto, abbiamo
vinto noi Cullen” i tre uscirono allo scoperto, sembravano
abbastanza
demoralizzati, Emmett non riusciva ancora a credere che il loro gruppo
avesse
perso, dopo essersi sfamati dell’orso decisero di continuare
la loro battuta di
caccia, dove potè vedere Edward in azione, non rimase tanto
sorpresa
dall’eleganza e della forza del vampiro mentre attaccava le
sue prede, ormai
aveva capito che in ogni gesto di Edward sprizzava nobiltà e
bellezza.
Ritornarono a casa
tutti entusiasti e sazi, ormai non vi era più alcun
imbarazzo tra loro e i
Cullen, persino Rosalie sembrava più rilassata e disponibile
nei loro confronti,
l’aveva addirittura vista scambiare quattro chiacchiere con
Sarah, l’unico che
sembrava sentirsi ancora a disagio era Cain, il biondo parlava solo
quando si
sentiva tirato in causa e rimaneva sempre leggermente in disparte.
Decise di
seguirlo in camera sua, quando disse che doveva finire di sistemare due
scatoloni, lo trovò intento a mettere in ordine alfabetico
tutti i suoi libri
nell’enorme libreria, tipico di suo fratello, era un vero e
proprio maniaco
dell’ordine “Ti serve una mano?” per
risposta scosse leggermente il capo, senza
degnarla di uno sguardo “Mi vuoi dire che cosa
c’è che non va? Prima sembravi
così contento e adesso sembri arrabbiato” Cain si
girò lentamente verso di lei,
il suo sguardo sembrava dispiaciuto e malinconico “Niente,
davvero è solo che
mi manca Antea e la mia vecchia camera, per carità Esme ha
fatto un bellissimo
lavoro, mi devo solo abituare” dicendo ciò gli
prese una mano e iela accarezzò
in segno di scusa, sapeva quanto era doloroso per il biondo rimanere
lontano
dalla vampira che considerava come una madre, da quello che gli avevano
raccontato Sarah e Vergil il rapporto tra i due era sempre stato molto
forte,
forse Antea era l’unica donna che aveva scaldato leggermente
il cuore gelido di
Cain. Furono interrotti dall’arrivo di Edward, che li
risvegliò dal loro tepore
con un leggero colpo di tosse, Cain teneva ancora stretta la sua mano,
mentre
parlava con l’altro vampiro “Ti piace la mia camera
Edward? Stavo giusto
parlando con Isabel dell’ottimo lavoro di Esme”
ecco che usava il suo solito
tono strafottente e puntiglioso, per sua fortuna il vampiro dai capelli
color
rame aveva un autocontrollo eccezionale “La trovo adatta alla
tua personalità,
volevo chiedere a Bella se voleva venire a sentire un cd di musica
classica” immediatamente
lasciò velocemente la mano di Cain e si diresse con Edward
nella sua camera,
durante il loro tragitto notò un certo sorriso di vittoria
stampato su quel
volto angelico “Perché stai sorridendo?”
il bel vampiro cercò di cambiare
discorso, ma vedendo che non demordeva dovette cedere
“Niente, non mi piaceva
il modo in cui vi stringevate la mano, io vorrei che stringessi la mano
in quel
modo soltanto a me, vorrei che le tue attenzioni fossero solo per me,
quando vi
vedo insieme mi sento scoppiare dalla gelosia” si
sentì stranamente euforica e
dispiaciuta allo stesso tempo dalle sue parole, non si aspettava una
simile
reazione da Edward “Non ti preoccupare i miei sentimenti per
Cain sono solo di
tipo fraterno e la stessa cosa vale per lui e poi già i miei
pensieri sono
soltanto per te” non si era neanche accorta di essere a due
mm dalle labbra del
bel vampiro, che si incatenarono velocemente alle sue.
Per
l’ennesima
volta Emmett era sfuggito alle sue grinfie, gli aveva chiesto
semplicemente di
aiutarla a prendere un vecchio mobile in soffitta, non voleva di certo
sporcarsi le mani e i suoi abiti di polvere, ma per risposta il suo
adorato
maritino era scappato dicendo che doveva finire di aggiustare una
macchina
insieme a Jasper e Vergil e ora come avrebbe fatto a recuperare il
vecchio
mobile?! Era inutile chiederlo a Edward, sicuramente era insieme a
Isabella,
Calisle era invece in spedale per il turno serale e non se la sentiva
proprio a
chiederlo ai nuovi arrivati, poco male avrebbe tenuto in astinenza
Emmett per
almeno due settimane “Che stai facendo?” per lo
spavento fece un leggero salto,
dietro di lei vi era Cain con in mano un enorme libro, cavolo era
talmente
presa dai suoi pensieri che non l’aveva sentito arrivare
“Stavo per salire in sofitta
per prendere un vecchio mobile e tu?” per risposta il biondo
alzò le spalle
aggiungendo “Niente di che, ho preso in prestito un libro da
Carlisle, se vuoi
ti do una mano” non se lo fece ripetere due volte,
così lo condusse in soffitta
e lo aiutò alla ricerca della sua vecchia specchiera, quando
la trovarono il
biondo non gli permise di alzare un solo
dito, prese facilmente il grande specchio e lo portò nella
sua camera “Grazie
Cain, sei stato molto gentile” come al solito il ragazzo
rispose con gesto
vano, così per riconoscenza decise di fargli compagnia in
salotto, mentre lui
leggeva il suo enorme papiro, lei si era messa comodamente accanto a
lui sul
divano e aveva iniziato a sfogliare una delle sue bellissime riviste di
moda. Si
era sempre chiesta se il carattere del ragazzo fosse realmente
così duro e
deciso o se fosse soltanto una maschera per difendersi dagli altri,
quando si
girò verso di lei si sentì in un leggero
imbarazzo, la stava guardando con uno
sguardo dubbioso “C’è qualcosa che non
va?” cavoli doveva assolutamente
salvarsi da quella figuraccia “No, niente volevo solo
chiederti che cosa ne
pensavi di questo vestito” sotto il suo sguardo sbalordito si
sentì un’emerita
deficiente, ma con stupore il biondo gli rispose
“E’ molto bello, sicuramente
addosso a te sarà ancora più bello”
finì così che lei e il biondo iniziarono a
parlare del più e del meno e capì che la sua
intuizione non era per nulla
sbagliata, in realtà Cain era un ragazzo simpatico,
intelligente e forse
leggermente timido.
Ed ecco un nuovo
capitolo, spero che vi sia piaciuto, come sempre ringrazio
tutti coloro che hanno letto e recensito la mia fanfiction, alcuni dei
vostri commenti mi hanno lasciato davvero senza parole e commossa.
Sono felice che a qualcuno di voi piaccia molto
Cain, sopratutto a Ransie88219 ,mi
spiace deluderti, ma tra Cain e Isabella non
sboccerà l'amore, dato che entrambi provano
soltanto un amore fraterno, ma più avanti nella
storia farò capire il perchè di questo legame
così forte da parte del biondo, perciò
svelerò anche il suo passato e anche di quello di Sarah e
Vergil.
Grazie ancora e Baci
da Miki87
|
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Capitolo 12 *** Capitolo 12 ***
Erano rimasti a
parlare del più e del meno fino all’arrivo di
Carlisle, che si precipitò subito
da loro “Buon pomeriggio ragazzi, Cain dovrei
parlarti” il vampiro più giovane
lo invitò con un gesto vano a parlare, così si
sedette comodamente sul
divanetto di fronte a loro “Pensavo che sarebbe interessante
e costruttivo se
ti iscrivessi alla scuola superiore di Forks, potresti interagire con
gli
esseri umani e portare avanti le tue ricerche” nel frattempo
alla loro
conversazione si aggiunse anche Esme che si era accoccolata di fianco
al marito,
che prontamente aggiunse “Sai tutti i nostri figli hanno
frequentato l’istituto
di Forks, ora tutti pensano che loro siano
all’università, io credo che
potresti trovarti bene e capire e conoscere meglio il lato umano dei
giovani
adolescenti della tua età umana” Cain
sembrò pensarci su, non sembrava che
l’idea lo attirasse molto, dopotutto poteva anche non
importargli niente della
vita degli adolescenti, poi con enorme sorpresa disse
“Perché no, è un modo
come un altro per impiegare il tempo, ci pensate voi per
l’iscrizione?” il
dottore gli spiegò le due regole basilari, la prima era
quella di non attirare
troppo l’attenzione e la seconda era quella di non uccidere
nessuno, cosa che
Cain considerò scontate, poi arrivò il problema
dell’identità “Potresti essere
il fratello di Rosalie e Japer, dopotutto siete tutti e tre biondi e
con lo
stesso colore degli occhi” l’idea non dispiacque
molto al nuovo arrivato che
aggiunse “Non male come idea, sarò il ragazzo
venuto da Seattle, che dopo la
morte del loro sconsiderato padre ha scoperto di avere due fratellastri
e non
vedeva l’ora di conoscere e passare del tempo con
loro” Rosalie accettò
volentieri il ruolo di sorella maggiore, anche Jasper non
sembrò contrariato del
ruolo, anche se con meno enfasi. Alice, Sarah e Rosalie decisero che
Cain
doveva assolutamente rimodernare il suo guardaroba, per poter
affrontare al
meglio la nuova esperienza, ovviamente furono vane le proteste del
biondo, che
in pochi minuti si ritrovò insieme alle tre ragazze ed Esme
a bordo della
macchina di Rosalie, diretta a Port Agel. Entrarono in almeno trenta
negozi, le
ragazze si divertivano a fargli provare un’innumerevole
quantità di vestiti,
facendogli anche improvvisare qualche piccola sfilata, la loro allegria
contagiò persino le commesse, che oltre ai vestiti gli
portarono accessori e
scarpe, all’inizio il biondo si sentì in un enorme
imbarazzo, ma poi si lasciò
andare, era da tempo che non rideva in quel modo, così
decise di regalare, in
segno di riconoscenza, alle belle vampire qualche capo, cosa che le
lasciò
tutte contente ed estasiate.
In pochi minuti
erano arrivati alla loro raduna, si sdraiarono al centro di essa
rimanendo
abbracciati l’uno all’altro, a nessuno dei due
importò della leggera
pioggerellina che cadeva su di loro, per entrambi il tempo si era come
fermato,
ripensandoci che cosa importavano quei lunghi cinque anni di
lontananza, se ora
aveva davanti a se l’eternità?! Bella ogni tanto
seguiva col dito le piccole
venature dei muscoli del braccio del dio greco che la teneva stretta,
per
risposta lui chiudeva gli occhi e si lasciava a un lungo sospiro, per
poi
affondare il suo viso tra l’incavo del collo e della spalla e
aspirando il
profumo dei suoi capelli, non credeva che Edward potesse essere tanto
dolce
“Stasera mi assenterò per qualche ora, non ti
preoccupare farò il prima
possibile” pensò che dovesse andare a caccia, ma i
suoi occhi erano color ambra
e talmente limpidi che poteva rispecchiarsi dentro ad essi
“Non potrei venire
anch’io?” si sentiva già vuota e triste
al solo pensiero della sua lontananza,
da quanto tempo era così assuefatta della sua presenza?!
Sentiva dentro di se
uno strano presentimento, come se dovesse fare qualcosa di altamente
pericoloso, ma lui la guardò sorridendo dicendo
“No, devo solo accompagnare
Carlisle a prendere dei macchinari per lo spedale”
– Bugiardo – pensò, quando
gli mentiva i suoi occhi non brillavano e si formava una piccola
fossetta
vicino al labbro nella parte destra, fece finta di credergli ritornando
nella
sua posizione antecedente continuando a seguire i muscoli del suo
braccio, ma a
differenza di prima si concentrò e vide nel suo passato. Si
trovavano nello
studio del dottore, i due stavano parlando tranquillamente vicino alla
finestra “Ho
sentito Jacob, l’appuntamento con gli
anziani è per le sei, vogliono parlare anche con te ed ha
chiesto
esplicitamente la presenza di Jasper, nel caso gli animi si
infiammassero” il vampiro
biondo acconsentì, ma non potè vedere altro dato
che Edward la risvegliò. Ora
si trovavano in piedi uno di fronte all’altro, gli occhi del
bel vampiro erano
pieni di delusione, come se gli avesse fatto uno dei peggiori torti,
sotto
quello sguardo si sentì una stupida, ma come gli era venuto
di usare il suo
potere su Edward “Immagino che tu ora sappia dove
andrò stasera” anche la sua
voce era tinta di una leggera nota di irritazione, dopotutto doveva
essere lei
quella arrabbiata, era lui che gli aveva mentito, nonostante quella
situazione
una domanda gli continuava a ronzare nella testa “Chi
è Jacob?”
Solo con lei tra
le sue braccia si sentiva completo, il suo profumo era leggermente
variato, era
diventato ancora più dolce e inebriante, sarebbe stato ora
ad assaporarlo.
Aveva notato la sua espressione delusa al suo rifiuto, non voleva che
la sua
Bella potesse essere in pericolo, era ancora troppo inesperta per poter
stare
in mezzo a un branco di licantropi, sperò soltanto che non
avesse capito che la
scusa dei macchinari era solo una balla, avrebbe dovuto assolutamente
farsi
perdonare. Quando la abbracciò come prima sentì
qualcosa di strano, era come se
il suo angelo non fosse li con lui, eppure la stava stringendo a se
“Bella, c’è
qualcosa che non va?” non gli rispose era come se fosse in
trance, come Alice
quando aveva le sue visioni, capì solo in
quell’istante che la bella vampira
stava usando il suo potere su di lui per vedere qualcosa del suo
passato,
qualcosa che gli dicesse dove sarebbe andato quella sera. Si
alzò velocemente
in piedi e la scosse leggermente, in un minuto era tornata in se, non
riuscì a
non guardarla con uno sguardo di rimprovero, si sentiva leggermente
offeso, non
aveva avuto nessuna fiducia in lui, senza volerlo le parole gli
uscirono
leggermente sprezzanti “Immagino che tu ora sappia dove
andrò stasera” ma quando
vide i suoi occhioni pieni di scuse la sua rabbia si sbollì
in fretta, ma la
domanda che gli fece lo colpì in pieno stomaco
“Chi è Jacob?” cosa avrebbe
dovuto rispondergli, che era stato il suo migliore amico,
l’altro ragazzo che
occupava l’altra metà del suo cuore o uno dei
licantropi di La
Push? Alla fine decise di
raccontargli tutto, Bella lo ascoltava affascinata, come se quella
fosse stata
una favola per bambini e la protagonista non fosse lei, alla fine della
storia
Isabella stette zitta per parecchi muniti, per poi dire “Io
ero amica di un
licantropo, dannazione ha ragione Vergil a dire che sono una vera
calamita per
guai … potrei venire anch’io stasera, magari
vedendolo potrei ricordare
qualcosa del mio passato?” come poteva dire di no a quegli
occhioni
imploranti?! E poi sarebbe stato inutile discutere con lei, sapeva
quanto era
testarda e temeraria.
Ormai era quasi
arrivata l’ora dell’incontro, purtroppo anche Cain
aveva saputo dell’incontro
con i licantropi ed era venuto con loro, non c’era stato
niente da fare, voleva
assolutamente vedere quelle creature mitologiche, ma perché
doveva essere così
curioso?! Arrivarono con un leggero anticipo al luogo
dell’incontro, Bella era
leggermente tesa, più di una volta Julian gli aveva
raccontato le storie sui
lican, di come le loro razze fossero nemiche naturali, il
perché di quell’odio
reciproco, a suo parere senza senso, non aveva trovato nessuna
risposta. Edward
era accanto a lei, le teneva una mano teneramente, mentre il suo
sguardo era
rivolto verso il buio della foresta, sembrava leggermente teso, non
sapeva se
per come si sarebbero comportati lei e Cain davanti ai loro nemici
naturali o
per la sua reazione alla vista di questo Jacob. Sentì uno
strano odore
nell’aria, era leggermente acre e forte, le sembrava quasi
familiare “Stanno
arrivando, mi raccomando voi due fate fare a noi” Cain
alzò gli occhi al cielo,
mentre Jasper ridacchiò leggermente e Carlisle sorrise
bonario. Dal folto della
foresta si vedevano le fronte degli alberi piegarsi, poi un ululato e
infine
tre enormi lupi di fronte a loro, senza che volesse iniziò a
ringhiere contro
quei botoli ringhiosi “Bella ti prego calma i tuoi
istinti” dicendo ciò Edward
le mise una mano sulla spalla, altrettanto fece Jasper per poterla
calmare
“Scusatela, ma è la prima volta che si trova a
stesso contatto con
dei licantropi” “Non preoccuparti Edward,
dunque loro fanno parte dei quattro vampiri che sono entrati nella
vostra
famiglia?” a parlare fu un ragazzo altissimo, che era seduto
su una roccia
davanti a loro, la sua pelle era leggermente olivastra, i capelli neri
come la
notte e i suoi occhi neri e così familiari, qualcosa nel suo
animo gli diceva
che l’aveva già conosciuto, che fosse lui Jacob?!
“Già, dunque voi siete i
licantropi di La
Push,
interessante davvero, non ho mai visto la vostra razza da
così vicino. Che
maleducato il mio nome è Cain Lowell, lei è mia
sorella Isabella, mentre gli
altri due che sono assenti sono un vampiro, di nome Vergil e una
vampira di
nome Sarah, sono una coppia. Carlisle ci ha già spiegato il
vostro patto e
giuriamo che lo rispetteremo” erano state del tutto inutili
le parole di
Edward, Cain faceva sempre e solo di testa sua, si avvicinò
maggiormente ai
lupi, mentre questi gli ringhiavano leggermente contro, non riusciva a
capire
come facesse a stargli così vicino, lei li avrebbe
volentieri uccisi sul
momento, invece lui li guardava come se fossero le cose più
affascinanti “Vi
prego, non abbiate paura di me, sono del tutto innocuo e stupidamente
curioso,
vorrei solo vedervi da più vicino” la galanteria
del vampiro lasciò tutti i
lupi sbigottiti, mentre Jacob lo guardò divertito
“Spero che non sia un
problema per i vostri anziani che questi vampiri abitino nel nostro
territorio,
tutti e quattro sono come noi, vegetariani” Carlisle
marcò l’ultima parola, per
far capire ai lupi che i quattro non avrebbero creato problemi
“Per loro va
benissimo, ma al primo errore dovranno lasciare Forks”
Isabella guardò per
tutto il tempo quel ragazzo, gli sembrava così familiare, ma
la sua mente
rifiutava di ricordarsi di lui, forse il suo ricordo era troppo
dolorose,
eppure lei voleva ricordare, gli si avvicinò lentamente, era
impaurita dalle
dimensioni gigantesche di quel giovane uomo, sentiva lo sguardo di
Edward
attento e pronto ad intervenire “Tu sei Jacob?” gli
occhi del lican si
addolcirono, aveva ragione Edward, era ancora più bella,
peccato che il suo
odore dolciastro gli bruciasse le narici, purtroppo un
leggero tremolio si impossessò delle sue
mani, a causa del suo istinto “Si, Edward mi ha detto che hai
perso la memoria”
che strano quelle parole gli causarono un forte dolore al petto
“Lo so che
sembra una richiesta strana, ma potrei toccarti, sai io ho il dono di
guardare
il passato e magari potrei ricordarmi di te” Jacob fece un
segno negativo e gli
si allontanò maggiormente “E’ meglio di
no fidati, non sono stato un buon
amico, anzi sono stato uno dei peggiori” non capiva quelle
parole, il suo
vampiro gli aveva detto che lei e il licantropo erano grandi amici,
mentre il
ragazzo di La
Push
diceva il contrario, prima che potesse dire qualsiasi altra cosa il
branco e
Jacob sparirono nella foresta, lasciandosi dietro il loro odore.
Arrivati
a casa
Vergil gli ordinò di farsi una doccia, dicendo che puzzava
in una maniera
terribile, bè non aveva tutti i torti, l’odore di
quei cani gli si era
impregnato nei vestiti. Si fece una lunga doccia, dopo essersi
asciugato prese
un paio di jeans e una camicia bianca, quando arrivò in
salotto trovò soltanto
Carlisle, immerso nella lettura di un libro “Mi chiedevo,
quando inizierò ad
andare a scuola?” il medico lo fissò stupito,
forse non sia aspettava da parte
quella voglia di andare a scuola “Anche a oggi, Esme ha
già avvisato la scuola,
più tardi ti accompagnerò io prima del mio turno
in ospedale” guardò l’orologio
e notò che erano solo le tre del mattino, non aveva voglia
leggere un libro o
di passare tutto il tempo nella sua stanza, andò alla
ricerca di Vergil e lo
trovò insieme ad Emmett, Jasper e Rosalie nel garage, i tre
vampiri erano
intenti ad aggiustare un motore di una macchina, mentre la vampira li
guardava
divertiti, si sedette di fianco a lei per pregustarsi lo spettacolo
“Cain ti
stanno benissimo i nuovi vestiti, andrai vestito così a
scuola?” “Già,
ovviamente dovrò portarmi una giacchetta leggera se non
voglio far sospettare
nessuno” la vampira ci pensò un po’ su,
anche se erano solo a settembre, la
temperatura a Forks doveva essere bassa a causa delle continue piogge
“Direi
quella blu, aspetta un secondo” dicendo ciò
sistemò una ciocca di capelli del
biondo, che gli cadeva distratta sulla fronte, quel gesto gli
sembrò così
materno, vide con la coda dell’occhio Emmett che lo guardava
con fare cattivo,
così decise di stuzzicarlo un pochino “Grazie
sorellona” e baciò la guancia di
Rosalie, il vampiro mastodontico a quel gesto iniziò a
urlargli di non toccare
sua moglie e a rincorrerlo per tutto il garage, gli altri tre invece,
ridevano
divertiti, sapendo che Emmett era caduto nella trappola di Cain.
Eccomi qua, purtroppo
a causa degli esami all'università e di altre mille fattori,
tra cui una crisi creativa, non sono riuscita a postare prima, ma
finalmente oggi ci sono riuscita. Purtroppo vi annuncio che tra pochi
giorni partirò in ferie e se tutto andrà bene, il
prossimo capitolo lo posterò verso fine Agosto! Ringrazio
pazzarella-92, clodiiina85, ski_eyes_vampire e alisanNLH per i vostri
commenti, mi hanno fatto moto piacere e sono contenta che la mia storia
vi piaccia! Ovviamente ringranzio anche coloro che l'hanno solo letta.
Baci Miki87
|
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Capitolo 13 *** Capitolo 13 ***
Anche
quella
mattina pioveva, del resto erano davvero rare le giornate di sole a
Forks, la
scuola distanziava parecchi chilometri, ma Carlisle ci mise solo un
quarto
d’ora, per tutto il tragitto il medico gli aveva ripetuto le
regole, ormai ne
aveva letteralmente la nausea. L’ufficio della segreteria era
piccolo e
riscaldato, la donna sui quarant’anni guardava in modo
ammaliato il suo tutore,
chissà quali pensieri osceni stava facendo
“Così questo sarebbe il giovane Cain
Hale, il fratello minore dei due gemelli” Cain fece un
leggero sorriso di
cortesia, compilò alcuni moduli, mentre Carlisle parlava
amabilmente con la
donna “Ti verrà a prendere Rosalie alla fine delle
lezioni” “Ottimo, allora ci
vediamo stasera” detto ciò entrò
nell’edificio, come prima ora aveva
matematica, notò alcuni studenti che lo guardavano in modo
curioso, bè
dopotutto era normale dato che era nuovo, quando entrò nella
classe vi era già
la professoressa, gli consegnò il foglio della segreteria
“Bene ragazzi
quest’anno avrete un nuovo compagno, Cain Hale, bene siediti
di fianco a Pirson”
il ragazzo si fece individuare facendo un veloce segno della mano, era
un
ragazzo moro, dai lineamenti forti e marcati, magrolino, ma con due
grandi
occhi color nocciola “Ciao io sono Spencer Pirson, non ti
preoccupare tra due
giorni nessuno ti fisserà più come un
alieno” sembrava anche piuttosto
simpatico, anche se aveva un sorrisino che lo irritava parecchio,
dovette far
forza a tutta la sua volontà per essere il più
cordiale possibile. Anche nelle
tre ore successive fu in compagnia di Spencer, che gli fece conoscere
altri tre
ragazzi, John McCay, il miglior giocatore di football della scuola,
osannato da
una marea di ragazze e Richard Klein il più normale dei tre,
alto, biondo e con
due occhi color dell’ebano, i tre lo invitarono a mangiare
con loro e dovette
mangiare una fetta di pizza per non far sospettare nessuno. Al loro
tavolo si
aggiunsero due ragazze Alicia Pirson, la cugina di Spencer, i due si
assomigliavano parecchio e Martha Robbinson, la quale lo guardava con
fare
malizioso, fu grato di non avere lo stesso potere di Edward. Stava
parlando con
loro del più e del meno, quando un forte odore di mughetto
lo investì, era
l’odore più buono che avesse mai sentito, si
girò leggermente e vide chi ne era
l’appartenente, per sua sfortuna si sedette al loro stesso
tavolo. Non era una
ragazza bellissima, anzi era del tutto normalissima, lunghi capelli
biondi, due
occhi castani, bassa e minuta, indossava un semplice paio di jeans e
una
maglietta nera, seduta di fianco a Martha sembrava insignificante, ma
per il
suo demone interiore non era così “Cain lei
è Haley Johnston, Haley lui è Cain
Hale, lei frequenta la stessa classe di trigonometria e scienze di mia
cugina”
timidamente la ragazza gli porse la mano in segno di saluto, la strinse
leggermente, ma la lasciò subito “Mamma mia quanto
sei freddo, sei sicuro di
stare bene?” dannazione aveva fatto in tempo ad accorgersene
“Sto benissimo,
scusate inizio ad avviarmi in classe, ci vediamo domani”
detto ciò schizzò
letteralmente fuori dalla mensa, si chiuse in un bagno e rimise la
pizza che
aveva nel suo stomaco, purtroppo non avrebbe mai saputo che diavolo di
sapore
aveva, si sciacquò il viso e notò che le sue mani
tremavano leggermente, come
faceva quella ragazzina a turbarlo così con solo il suo
profumo?! Non poteva
assolutamente far uscire il mostro che era in lui, troppe persone si
fidavano
ciecamente del suo autocontrollo e non voleva assolutamente deludere
nessuno
della sua nuova famiglia. Dopo essersi calmato entrò
nell’aula di chimica, il
professor Robbinson era un uomo sulla cinquantina, pelato e con una
pancia
enorme, ma sembrava abbastanza capace nel suo mestiere
“Benvenuto signor Hale,
dunque l’unico posto libero è con la signorina
Johnston, voi due farete coppia
fissa per tutto il semestre” no non poteva essere, la
sfortuna lo stava
perseguitando, gli si avvicinò lentamente e mantenne una
distanza di sicurezza
adeguata, per cercare di non sentire il suo odore, ma la povera ingenua
gli si
avvicinò dicendo “Bene compare che ne dici di
iniziare il nostro esperimento?”
la vide muoversi velocemente tra le fiale e leggere qualche volta il
libro,
mentre lui gli si avvicinava quel minimo dispensabile, anche se una
parte della
sua mente gli urlava di ucciderla, di lacerare quella pelle morbida e
invitante
e di cibarsi del suo nettare color rubino, a quei pensieri scosse
velocemente
la testa, sicuramente la ragazza pensava che fosse un pazzo, ma in
realtà non
sapeva che tutto ciò lo stava facendo per la sua
incolumità. Quando la
campanella suonò uscì come un razzo
dall’aula, consegnò il modulo firmato alla
segretaria e si avviò nel cortile dove potè
finalmente respirare, l’odore della
pioggia e dei pini cancellarono leggermente il dolce aroma di mughetto
e la sua
attenzione fu attirata dalla berlina rossa di Rosalie, la bionda lo
aspettava
vicino alla macchina, la sua bellezza aveva attirato gli sguardi di
tutto il
genere maschile che si trovava in cortile, al suo confronto ogni
ragazza
diventava insignificante. La stava per raggiungere con passo deciso e
con un leggero
sorriso che scomparì all’odore di Haley che gli si
era piazzata di fronte “Hale
ti sei dimenticato di prendere il foglio dei compiti per la prossima
lezione”
dannata perché non si era fatta i fatti suoi! Senza volerlo
gli uscì un grazie
strascicato a causa dell’enorme quantità di veleno
che aveva in bocca, con un
gesto fulmineo prese il foglio e la superò, entrando
velocemente in macchina
ordinando a Rosalie di allontanarsi dal parcheggio il più
presto possibile,
Rose lo guardò stranita, ma fece ciò che gli
aveva chiesto. Le ruote slittarono
leggermente a causa dell’asfalto bagnato, mentre Haley era
rimasta nella stessa
posizione in cui l’aveva lasciata e lo guardava con uno
sguardo confuso,
piccola strega non poteva sapere che effetto aveva provocato in lui.
La bionda
continuò a guidare senza fiatare, forse aveva capito tutto,
i sintomi erano più
che palesi, gli occhi neri, il pallore più forte e le
occhiaie più marcate,
dopo pochi chilometri tirò fuori dal suo zaino una sacca di
sangue, alla vista
dell’oggetto Rosalie si lasciò sfuggire un sospiro
“Scusa, ma se non mi sfamo
potrei impazzire” “E’ per colpa di quella
ragazza? Quella del parcheggio?” fece
solo un gesto d’assenso e continuò a sfamarsi
“Ti porti sempre dietro una
sacca?” il suo tono sembrava leggermente divertito
“Non sempre, ho preferito
portarmela dietro per qualsiasi imprevisto, dopotutto dovevo stare a
contatto
con centinaia di ragazzi” la vampira si mise a ridere e gli
promise che non ne
avrebbe fatto parola con nessuno, di quel piccolo inconveniente ed
infine si
lasciò sfuggire una frase a lui strana “Speriamo
che la storia non si ripeti”.
Edward era
riuscito a convincere Bella a seguirlo in una battuta di caccia, non
erano
andati troppo lontani, aveva capito quanto ci tenesse la sua amata ad
esserci
al ritorno da scuola del fratello. La osservò mentre
leggiadra scivolava da un
ramo all’altro, nessuno avrebbe mai potuto immaginare che
l’impacciata Isabella
potesse diventare un vampiro tanto abile ed agile, dopo essersi cibati
si
sdraiarono sull’erba, la vampira aveva appoggiato la sua nuca
sul petto di
Edward, che aveva iniziato ad accarezzarle i capelli “Sai
Edward, mi chiedevo
se un giorno anch’io potrò frequentare una scuola
piena di adolescenti, come fa
Cain” “Penso proprio di si, da quanto mi hanno
detto Sarah e Vergil quando eri
a Port Angel non hai avuto problemi a stare in mezzo alla gente, il
problema
era che qualcuno poteva riconoscerti” per un po’
Bella stette zitta, come se
stesse formulando una domanda troppo importante e non riuscisse a
trovare le
parole “Io… insomma… volevo sapere, i
miei genitori sono ancora vivi?… sai
nella mia mente ci sono tante immagini sfuocate che non riesco a
mettere a
fuoco” “Tua madre Reneè vive in Florida
col suo compagno, Philip e hanno avuto
una bambina, che si chiama April, mentre tuo padre non vive
più a Forks, ma a La Push, con Jacob e gli
altri
licantropi, qualche volta mi danno il permesso di andarlo a
trovare” Edward
notò l’espressione gioiosa negli occhi della sua
amata, sicuramente avrebbe
voluto rincontrare il padre, ma se lo avesse fatto la loro copertura
sarebbe
saltata e non poteva permetterlo, anche se a chiederglielo era stata la
sua
fonte di vita, troppe vite erano in gioco, prima che potesse dirle
qualsiasi
cosa Isabella l’anticipò dicendo “Mi
piacerebbe rivederlo, ma so che sarebbe
sbagliato e che metterei tutti voi nei guai, almeno potresti darmi una
loro
foto?” “Certo, per la mia regina questo e
altro” a quelle parole il volto di
Isabella si illuminò di felicità.
Vergil stava camminando
avanti e indietro per il salone ormai da un’ora, sembrava un
leone in gabbia, mentre
Sarah e Alice stavano guardando un film “ Vergil, caro la
vuoi piantare? Stai
facendo innervosire sia me che Alice!” in quel momento
sentirono la macchina di
Rose entrare nel cortile, in un nano secondo il moro si mise vicino
alla porta
“Sembra un cane che ha appena sentito arrivare il suo
padrone” disse Sarah
all’altra vampira, che si mise a ridere forte. Appena Cain
entrò in casa il
fratello lo tempestò di domande, il biondo per risposta gli
lanciò contro lo
zaino intimandolo di farlo respirare, poco dopo li raggiunsero anche
Edward e
Isabella, anche la vampira fece un mucchio di domande, cosa che fece di
nuovo
innervosire il biondo “Sì, è andato
tutto bene, ho conosciuto un gruppo di
ragazzi e no non ho sbranato nessuno, ora posso andare in camera
mia?” solo
Edward capì che c’era qualcosa che non andava in
Cain, l’aveva intuito da uno
strascico dei suoi pensieri, nella sua mente vi era
l’immagine di una ragazza, forse
anche lui come Jasper aveva problemi con la dieta, se era in mezzo a
molte
persone, dopotutto non tutti i vampiri riuscivano a seguire il loro
regime
alimentare e conoscendo l’orgoglio del biondo non lo avrebbe
mai ammesso o
semplicemente come lui aveva trovato la sua cantante. Quando gli
passò vicino
Cain gli sibilò “Non farne parola con nessuno, ho
bisogno di parlare con te,
quando puoi raggiungimi nella mia stanza”.
Era riuscita a
trovare le foto della sua famiglia, Edward le aveva conservate
gelosamente nel
suo armadio, alcune ritraevano lei da piccola insieme a una donna dai
lunghi
capelli castani, altre di lei adolescente insieme a un uomo vestito da
sceriffo
e infine una di lei con Edward e suo padre, chissà che
rapporto aveva con i due
genitori, chissà che figlia era e che aspettative avevano di
lei per il futuro?
Non riusciva a immaginare la sua vita d’umana, a come sarebbe
stata in quei
cinque lunghi anni senza la sua famiglia di vampiri, come non riusciva
a
immaginare la sua vita senza Edward“Se vuoi io ne ho altre di
te e Charlie”
Alice la stava fissando con i suoi occhi pieni di vita e allegria,
sotto il suo
braccio destro aveva un’enorme album di fotografie, si
sedette di fianco a lei
e le fece vedere altre foto, mentre le raccontava di Charlie, da quanto
aveva
capito erano state rare le volte in cui l’aveva chiamato
papà ed era da lui che
aveva preso la sua testardaggine e la sua timidezza, le si strinse il
cuore
quando Alice le raccontò il suo stato d’animo
quando avevano sospeso e
dichiarato fine alle sue ricerche “Sai in un primo momento
credeva che il
colpevole fosse Edward, ma poi vedendo quanto li accumunava il loro
dolore,
capì che lui non c’entrava nulla. Dopo due anni ha
deciso di lasciare la vostra
casa e di trasferirsi a La Push,
dicendo che era troppo piena di ricordi e che sentiva la tua presenza
ovunque” guardò
ancora per un po’ quella fotografia che ritraeva lei e
Charlie, Alice dovette
alzarsi dalla sua postazione a causa di Jasper che la chiamava dal
piano di
sopra “Torno subito” appena la vampira se ne fu
andata, uno strano pensiero le
arrivò alla mente, si guadò un paio di volte in
giro, dopo che fu certa che non
ci fosse nessuno nelle vicinanze, mise una mano sulla foto, si
concentrò e
lasciò che le immagini le scorressero davanti agli occhi.
Dopo aver dato le
fotografie ad Isabella raggiunse il biondo nella sua stanza, lo
trovò intento a
lavorare al computer, non riusciva ancora a ben capire cosa facesse
delle
intere ore davanti a quel marchingegno, dopo pochi secondi spense il
monitor e
gli si avvicinò dicendogli “Giurami che
ciò che ti dirò non uscirà da questa
stanza!” notò che le iridi degli occhi di Cain non
erano del tutto limpide, vi
erano alcune striature nere, erano ancora più inquietanti
del solito “Te lo
giuro, ora dimmi che succede” Cain si morse nervosamente il
labbro, sembrava un
bambino che era sul punto di raccontare una marachella “Oggi
è successa una
cosa strana a scuola, non mi era mai successa, ho provato un forte
desiderio di
sangue, ma solo per una ragazza, il suo odore era così
talmente invitante e
inebriante, che stavo per perdere il controllo… non so come
ho fatto a
resisterle, tu come hai fatto per Isabella?” avrebbe sicuramente segnato
quel giorno sul
calendario, Cain che gli chiedeva un consiglio, trovò la
cosa talmente buffa
che stava per mettersi a ridere, ma decise di mantenere il controllo
“All’inizio sono scappato, anche per me era una
tentazione troppo forte, ma
quando sono arrivato al confine con l’Alaska sono tornato
indietro, è del tutto
inutile scappare. Dunque ti consiglio di cibarti più spesso,
di non respirare
in sua presenza e di non stare mai solo con lei, per nessuna ragione al
mondo
devi perdere il controllo” il biondo si sedette sulla
poltrona, si passò
stancamente le mani sulla faccia e gli disse “Credo di
potercela fare, anche se
la tentazione è forte, una parte di me vorrebbe ancora
andare a casa sua e
ucciderla, chiederò a Vergil o a Sarah di venire a caccia
con me… a comunque…
si insomma… grazie” era un vampiro di 150
anni ed era così impacciato a ringraziarlo, era in quei
momenti che Cain
dimostrava gli anni del suo aspetto, sembrava un quindicenne alla prima
cotta,
anche se in realtà voleva uccidere la ragazza, prima di
uscire gli scompigliò
leggermente i capelli color grano e corse giù nel salone,
per scappare dalla
furia del biondo.
Non so davvero come
scusarmi per questo enormissimo ritardo, ma questa volta non
è stata colpa mia, purtroppo mi avevano anticipato ben due
esami, perciò non ho avuto neanche un momento libero, dato
che ero indietrissimo con lo studio e per finire ho persino
avuto dei bei problemi personali. Comunque spero che questo capitolo vi
sia piaciuto, anche se era più concentrato su Cain ^^.
Ringrazio vivamente sky_eyes_vampire e algin91 per i loro
consigli, davvero le critiche mi fanno piacere, così posso
migliorare la mia scrittura, sky_eyes_vampire purtroppo
dovrò aspettare l'uscita di Breaking Dawn per leggerlo, ma
non vedo l'ora, e infine ROo cullen che mi fa sempre tanti
complimenti^^ ovviamente ringrazio anche tutti coloro che
seguono la mia fanfic, spero di postare al più presto il
prossimo capitolo, grazie ancora baci Miki87
|
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Capitolo 14 *** Capitolo 14 ***
Si era
ripresa
poco prima che arrivasse Edward, quello che aveva visto era stato
stravolgente,
potè sentire ancora la voce dei suoi genitori, avrebbe
tenuto quel ricordo per
tutta la vita, Edward le sedette accanto e le prese una mano per
poterla
baciare “Vedo che sei di buon umore e questo rende allegro
anche me” rimasero
in quella posizione per svariati minuti, poi lei si avvicinò
al vampiro e lo
baciò dolcemente sulle labbra, fu un bacio casto, dolce e
fresco come la
pioggia, che purtroppo fu interrotto dall’arrivo di Vergil ed
Emmett “Hey
piccioncini andate a tubare da qualche altra parte, noi dobbiamo vedere
la
partita di basket” così furono costretti a
rifugiarsi nella camera della
vampira, Edward notò che sulla scrivania vi era un porta
foto che non aveva mai
visto, ritraeva Isabella con un vampiro alto che dimostrava una
trentina d’anni
e i capelli color grano, al suo fianco vi era una donna dai lineamenti
bellissimi e dai capelli biondissimi “Sono Julian e Antea, i
miei genitori
adottivi, sono persone incredibili, aiutano i neonati a seguire la
dieta
vegetariana, un po’ come Carlisle ed Esme. Un giorno mi
piacerebbe farteli
conoscere” detto ciò la vide sdraiarsi sul letto e
gli fece segno di imitarla, Edward
non si fece pregare, le fu subito accanto e iniziò ad
accarezzarle i capelli
“Ti manca molto la tua famiglia?” lo
fissò per qualche secondo negli occhi “A
volte, ma abbiamo tutta l’eternità per
incontrarci, non mi pento della mia
scelta” e lo baciò come prima, poi il loro bacio
divenne più appassionato, le
sue mani vagarono in quei crini color rame e la sua testa ormai non
faceva
altro che ripetere il nome del suo ragazzo, questa volta non ebbe paura
quando
la mano di Edward si intrufolò sotto la sua maglietta, ma
sentì uno strano
piacere quando le accarezzò la pelle, per la prima volta in
vita sua si sentiva
ribollire dentro, fu la sua mano questa volta a intrufolò
sotto la maglietta
del vampiro, gli occhi di Edward erano diventati neri per la passione e
le disse
“Ti amo” “Ti amo anche io” le
era uscito così spontaneo, non era mai stata così
felice in vita sue e non aveva mai desiderato una persona
così tanto da star
male. I loro vestiti si sparsero a terra, le loro mani accarezzavano il
corpo
dell’amante e i loro occhi si cercavano, accade tutto
naturalmente, sentì solo
un leggero dolore quando entrò dentro di lei, ma
passò tutto in fretta, Edward
non staccò mai gli occhi dai suoi e fu dolcissimo, si
sentiva al settimo cielo,
avrebbe voluto che quella sensazione non se ne andasse mai via dal suo
essere.
Rimasero
abbracciati, per un po’ senza parlare, continuando ad
accarezzarsi a vicenda “Vorrei
che questo momento non finisse mai” gli disse mentre
strofinava il suo naso sul
collo dell’amante, per risposta Edward la strinse
più a se dicendole “Non
credevo che fare l’amore fosse così bello,
dannazione aveva ragione Emmett” la
vampira non credeva alle sue orecchie, pensava che Edward avesse fatto
delle
esperienze prima di lei, invece anche per lui quella era stata la sua
prima
volta, sentì una strana euforia attraversarle tutto il suo
essere, appoggiò la
testa sul petto del bel vampiro e si fece ancora coccolare, mentre lui
le
cantava la sua ninna nanna.
Jasper entrò
nella stanza del suo nuovo fratello, lo trovò sdraiato sul
divanetto a leggere
un libro, si sedette di fronte a lui e aspettò che lo
guardasse per parlargli,
di solito non era della sua natura impicciarsi nei fatto altrui, ma
questa
volta vi era in gioco l’incolumità della sua
famiglia, ma sopratutto quella di
Alice, sapeva quanto il suo unico amore amasse la sua vita a Forks.
Aveva
notato i chiari segni di astinenza in Cain, era più
scontroso, le occhiaie più
marcate e i suoi occhi non totalmente limpidi, la cosa che
l’aveva insospettito
di più era stato il suo nervosismo e il suo avvicinamento a
Edward “Che cosa
vuoi Jasper?” a differenza di Emmett, trovava Cain un vampiro
interessante e
intelligente, era raro vedere vampiri con sembianze così
giovani “Volevo sapere
se stavi bene, sai anche io ho qualche problema con questa dieta, a
volte
vorrei lasciar perdere e scappare, insomma il sangue umano è
come una droga,
quando lo assaggi non riesci più a farne a meno”
Cain chiuse di scatto il suo
libro, lo guardò intensamente e fece un bel respiro prima di
rispondergli “Non
ho problemi con la dieta, ho problemi solo con una insignificante
essere umana,
credo di aver trovato una cantante, ma niente di preoccupante non le
torcerò un
solo capello e se vedo che la situazione è troppo pesante,
me ne andrò dalla
scuola. Ora sei più tranquillo?” dannazione anche
lui, come Edward ed Emmett
l’aveva trovata, da quanto gli avevano raccontato i fratelli
era un vero
supplizio, Edward era riuscito a controllarsi, mentre per Emmett non
era andata
così bene, aveva ucciso entrambe le ragazze, ma si fidava di
Cain “Ok ti credo,
solo se hai bisogno di aiuto fammi sapere” detto
ciò fece per andarsene, ma il
vampiro lo trattenne chiedendogli se gli andava di andare a caccia con
lui
“Magari lo diciamo anche a Sarah e Alice”.
Trovarono le due
vampire nella camera di Sarah e Vergil, la camera sembrava un vero e
proprio
campo di battaglia, vi erano vestiti, scarpe, cappelli e altri oggetti
sparsi
per la stanza, Alice indossava un vecchio abito degli anni cinquanta
nero, con
un enorme cappello, mentre Sarah indossava un vestitino da cocktail
blu, le due
si sorridevano complici mentre Jasper si avvicinò a sua
moglie altrettanto
divertito “Ma che cosa state facendo?” Alice gli
depositò un bacio su una
guancia e gli disse “Niente di che, Sarah mi stava facendo
vedere una parte
della collezione dei suoi vestiti, non trovi che questo cappello sia
adorabile?” il compagno la squadrò leggermente,
poi le fece fare una leggera
piroetta su se stessa prima di dire il suo commento “Tutto su
di te è
adorabile, comunque io e Cain andiamo a caccia volete seguirci o
preferite
continuare a divertirvi?” le due decisero di seguirli, ma
prima dovettero
cambiarsi, perciò i due vampiri scesero in veranda ad
aspettarle dove trovarono
Rosalie che stava leggendo un libro, alla fine si aggiunse anche lei
alla
comitiva, dicendo che si stava annoiando troppo e che Emmett e Vergil
stavano
facendo troppo baccano.
La battuta di
caccia fu abbastanza lunga, stettero fuori almeno cinque ore tornando a
notte
fonda, ad attenderli in salotto vi era Carlisle con Esme, il medico
stava
leggendo un libro, mentre la moglie stava cucendo dei bottoni a una
camicia
“Allora come è andata la prima giornata a scuola
Cain?” il biondo decise di non
raccontargli nulla sul suo problema e anche Jasper e Rose non ne fecero
parola,
ma andarono nelle loro stanze “A proposito, dovrò
avere un certificato medico
che attesti che non posso fare attività fisica, non vorrei
destare dei
sospetti” “Ottima idea, domani passa da me in
ospedale e ti darò un certificato
medico” l’attenzione del medico ricadde sul libro
che stava leggendo, mentre
Esme gli si avvicinò e gli chiese se gli piacesse quella
camicia “Sai era di
Jasper, ma non la usa più, ho pensato che ti sarebbe
piaciuta” come Antea, Esme
gli ricordava le attenzioni premurose di una madre, era sempre
così attenta a
coloro che considerava suoi figli, il suo amore incondizionato gli
regalava un
moto di dolcezza che gli scaldava il cuore “Certo,
grazie”.
Aveva lasciato
Edward sotto la doccia ed era andata alla ricerca dei fratelli,
trovò Emmett e
Cain intenti a giocare alla playstation e Vergil intimare al bruno di
non
perdere contro il fratello, ma sembrava proprio che il biondo stesse
vincendo
al gioco di lotta “Nooo maledizione ho perso, devi darmi
assolutamente la
rivincita!” Cain iniziò a gongolare dalla
felicità mentre gli altri due
sembravano abbastanza demoralizzati, la bocca di Emmett assunse la posa
di un
broncio, a vederli così sembravano dei bambini, anzi che dei
vampiri di quasi
cento anni, Vergil si accorse della sua presenza e la invitò
a sedersi di
fianco a lui, mentre gli altri due continuarono a giocare, ma come
prima vinse
Cain “Dannato vedrai che prima o poi ti
batterò” il biondo lasciò il suo posto
al fratello e si sedette di fianco a lei, ma continuò a
guardare lo schermo, si
era accorta come ultimamente il loro rapporto si fosse freddato, ora la
sua
attenzione era quasi totalmente rivolta a Edward, di conseguenza non
aveva
avuto molto tempo per parlare col fratello, ma dall’altro
canto sembrava che
Cain preferisse la compagnia di Rosalie e doveva ammetterlo ne era
leggermente
gelosa, decise di provare a parlargli
“Com’è andare a scuola, insomma
è tanto
difficile stare insieme a tutti quegli umani?”
“Diciamo che non è facile, ma è
sopportabile e a te come è andata la giornata?” di
certo non poteva
raccontargli di cosa era successo tra lei ed Edward, sicuramente
avrebbe fatto
fuori il suo ragazzo e insieme a lui si sarebbe aggiunto anche Vergil,
gli
raccontò che era stata a caccia, che aveva visto delle foto
della sua famiglia
e che aveva visto qualche film.
Il giorno
seguente fu Jasper ad accompagnare Cain a scuola, per tutto il tragitto
stettero zitti, entrambi erano due vampiri che amavano stare anche in
silenzio,
si salutarono e Jasper gli disse che sarebbe venuto lui a prenderlo,
doveva
assolutamente comprarsi un’auto, di certo l’auto di
Julian era troppo vistosa
per un ragazzino di 16 anni. In aula vi erano già Spencer e
Richard, il primo
chiamò fin troppo rumorosamente la sua attenzione e lo
costrinse a sedersi di
fianco a lui, mentre Richard lo guardava con uno sguardo rassegnato e
comprensivo. Le tre ore passarono velocemente, cercò di
trovare qualche scusa
per non andare in mensa, ma il suo nuovo amico sembrava essere
diventato sordo
e l’aveva trascinato all’interno della sala,
sperò vivamente che quel giorno
Haley non si unisse a loro, invece la ragazza si sedette al loro
tavolo, per
giunta di fianco a lui che dovette far forza a tutto il suo auto
controllo per
non assalirla “Dopo abbiamo chimica, Hale sei riuscito a fare
il compito?” “Certo,
scusate inizio ad avviarmi in aula” non aspettò
nessuna risposta, doveva
assolutamente stare il più lontano da quella ragazzina, ma
dopo pochi passi in
corridoio se la trovò di fianco, vedendo la sua espressione
stupita si affrettò
a dire “Abbiamo la stessa lezione e poi volevo ricontrollare
il compito, prima
che arrivasse il professore” sembrava una vera e propria
persecuzione, più
voleva starle lontano più lei si avvicinava,
perché non lo lasciava in pace?!
Un ragazzo che passava velocemente urtò la ragazza che si
appoggiò a lui, potè
percepire il dolce calore che proveniva dal corpo di Haley e il suo
profumo
inebriante, le sue difese stavano crollando, la bestia che era in lui
stava per
prendere il sopravvento e stava per mandare tutto a rotoli, a fatica
riuscì a
trovare un piccolo barlume di lucidità e la
scansò leggermente, cercò di non
essere brusco, ma Haley lo guardò torvo, aumentò
il passo, per non guardare la
sua espressione furiosa “ Che diavolo hai contro di me?
È da ieri che non fai
altro che starmi alla larga, come se avessi la peste”
“Non ho nulla contro di
te, davvero è solo che sono parecchio nervoso per fatti
miei” sembrò crederci,
non gli fece altre domande e stette zitta per tutta la lezione, gli
parlò solo
lo stretto necessario e quando pensò che il peggio fosse
passato, il professore
annunciò che entro la prossima settimana dovevano fare una
relazione con il
proprio compagno di banco e che non accettava nessun cambiamento.
Ottimo, pensò il
biondo mentre si affrettava verso il parcheggio, non aveva dato modo
alla
ragazza di mettersi d’accordo con lui, dato che era scappato
come un fulmine,
era troppo intossicato per poter stare ancora li in quella stanza per
oltre
dieci minuti. Nel parcheggio trovò una volvo grigio
metallizzato e appoggiata
ad essa Edward, l’effetto che fece era lo stesso che aveva
prodotto Rosalie il
giorno prima, ma in questo caso con il sesso opposto, entrò
in macchina senza
neanche un saluto e aprì la bocca solo per dirgli
“Portami all’ospedale, devo
ritirare una cosa da Carlisle” il tono della sua voce non
piacque per niente a
Edward che stizzito gli disse “Guarda che non sono di certo
il tuo autista e un
saluto sarebbe stato apprezzato” ma il biondo non rispose
alla sua provocazione
e continuò a fissare il paesaggio, nell’abitacolo
vi era il silenzio più
assoluto, interrotto solo dalla musica jazz che usciva dallo stereo
“Perché
devi andare da Carlisle?” “Perché mi
deve dare una ricetta medica per esonerarmi
da educazione fisica” l’altro vampiro assunse
un’area pensierosa, come se
volesse fare una domanda, il ticchettio del suo dito sul volante lo
fece
esasperare e gli intimò di sputare fuori il rospo se non
voleva che gli
strappasse il dito “Volevo solo sapere come è
andata la giornata e se è stata
meno pesante di ieri” Cain appoggiò la testa al
finestrino, socchiuse gli occhi
e fece un bel respiro, poi si girò verso di lui
“Guardami, i segni sono più che
evidenti, ma posso resisterle…. Almeno finche
posso”
Sono
davvero sorpresa di me stessa, sono riuscita a postare molto prima del
previsto^^, comunque spero che questo capitolo vi sia piaciuto!! Sono
felice che la storia piaccia anche a te Anthy e che tu abbia lo stesso
nome di uno dei miei personaggio (io adoro Antea, anche se non ha molto
spazio). Spero di leggere i vostri commenti, perciò
commentate!!!!!
Baci Miki87
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Capitolo 15 *** Capitolo 15 ***
Edward lo
condusse allo studio di Carlisle, ci misero più del dovuto,
dato che il vampiro
gli aveva intimato di sfamarsi, l’infermiera li
informò che il dottore era
occupato con un familiare di uno dei suoi pazienti e di aspettarlo
sulle
scomode poltroncine del corridoio. Sentì pel di carota
sogghignare leggermente,
sicuramente a causa dei pensieri dell’infermiera, che erano
ben visibili dallo
sguardo che aveva lanciato a entrambi “ Non ho ancora fatto
l’abitudine sui
pensieri sconci delle donne” “Chissà
cosa ne penserebbe Isabel” alle sue parole
il vampiro smise di sogghignare e tornò serio facendo finta
di sfogliare una
rivista. Si sorprese quando vide uscire dallo studio del medico Haley,
era una
vera e propria persecuzione, come se qualcuno ce l’ha avesse
a morte con lui,
notò che anche lei aveva il suo stesso sguardo stupito, si
fissarono per
qualche minuto, entrambi non sapevano cosa dire “Ah Cain sei
già arrivato, noi
ci vediamo domani Haley” la ragazza fece un sorriso
imbarazzato, cercò di
sorpassarla senza degnarla di un saluto, sapeva che faceva la figura da
cafone,
ma ne andava della sua salute mentale e fisica, ma la ragazza non fu
dello
stesso parere, lo afferrò dolcemente per un braccio e lo
fissò con i suoi
occhini da cerbiatta, notò la leggera piega della sua bocca
rivolta verso il
basso, pessimo segno “Ecco… a lezione te ne sei
andata velocemente… si insomma
mi chiedevo… quando facciamo la nostra relazione?! Io non ho
molto tempo
libero, posso il mercoledì e il venerdì dalle
cinque in poi, perciò dopo che ti
sarà passato questo tuo perenne malumore fammi sapere dove e
quando” detto ciò
se ne andò. Notò l’espressione
divertita di Edward, lo stava deridendo – ti
consiglio di far sparire quel sorrisino dal tuo volto se non voi che ti
spacchi
la faccia - pensò,
ma per risposta pel
di carota aumentò il sorriso “Scusate
l’attesa ragazzi, dunque ti ho fatto un
certificato medico dicendo che hai una grave forma d’asma e
che non puoi fare
nessuna attività fisica” lesse attentamente il
pezzo di carta, nel frattempo il
medico e il figlio parlavano del più e del meno,
ripensò all’espressione di
Haley, quella ragazza aveva un bel caratterino e non aveva nessun
timore verso
di lui. Alzò il viso verso le radiografie appese, vi
impresso un torace,
probabilmente di un uomo adulto, ben in vista vi erano i polmoni che
erano
quasi totalmente ricoperti di macchie nere e idem era per il fegato
affianco
“Sono del padre di Haley, da quanto ho capito siete compagni
di scuola” si
avvicinò meglio al vetro luminoso, le masse tumorali erano
ben estese, non
invidiava di certo quel poveraccio “Gli rimangono massimo tre
mesi di vita,
pensare che a guardarla a scuola non sembrerebbe che gli stia morendo
il padre”
come faceva a essere così serena e a sorridere a tutti?!
Sicuramente lui
sarebbe entrato in un baratro nero e se la sarebbe presa col mondo
intero,
maledicendo tutti “ E’ una ragazza forte, speriamo
che riesca a superare anche
questa” non voleva sapere altro, non voleva iniziare a
interessarsi a quella
ragazza, non voleva provare nessun tipo di affetto per lei, neppure la
commiserazione, ringraziò un’ultima volta Carlisle
ed uscì con Edward per
tornare a casa.
Bella si stava
annoiando a morte, Edward e Cain non erano ancora tornati, Esme era al
lavoro,
Vergil, Emmett e Jasper erano a caccia e Sarah, Alice e Rosalie stavano
provando una marea di vestiti, era stata in loro compagni per un
pò, ma dopo
una mezzora si stufò di guardare quei mille vestiti, non
sapeva chi ne aveva di
più tra le tre. Girovagò un po’ per
casa e infine decise di entrare nella
stanza di Edward per ascoltarsi un cd, in un certo senso il suo ragazzo
e Cain
si assomigliavano per quanto riguardava l’ordine, troppo
ordinati per i suoi
gusti. Fece scorrere il dito sulla collezione di cd cercando un titolo
che le
piacesse, poi notò un cd completamente diverso dagli altri,
sembrava un cd
masterizzato, strano Edward li aveva tutti completamente originali, lo
prese
velocemente tra le sue mani e lesse “For Bella”, un
cd per lei strano non ne
ricordava ne il contenuto e ne l’evento in cui ielo aveva
regalato, doveva
essere estremamente importante se lo teneva nella sua collezione.
Decise di
usare il suo potere, voleva ricordare quell’occasione
importante, le immagini
non erano nitide, Edward e Alice che le davano il regalo, la sua
contentezza,
poi lei che veniva scaraventata dall’altra parte del tavolo
Japer ed Edward che
si ringhiavano contro, sangue tanto sangue, successivamente lei e il
bel
vampiro in un bosco “ Non sono la persona giusta per te,
Bella” “Bella, non
voglio che tu venga con me” “Tu non sei la persona
giusta per me, Bella” Edward
di schiena che se ne andava e infine il buio. Stava tremando, che cosa
significavano quelle immagini, perché Edward
l’aveva abbandonata?! Voleva
sapere, voleva capire che cosa era successo, possibile che tutto
ciò che le
aveva raccontato fosse una menzogna?! Sentì la volvo entrare
nel vialetto di
casa, le sue mani tremavano ancora, i passi di Edward che si stavano
avvicinando e la sua rabbia che stava aumentando, cercò di
sembrare calma
quando lo vide entrare, il sorrisino che il dio greco aveva stampato in
faccia
la fece rabbrividire, poi l’espressione felice di Edward
svanì quando vide il
cd tra le sue mani “Credo che tu non mi abbia raccontato una
parte della nostra
relazione, quando ero ancora umana e mi hai lasciata in un bosco,
aspetta non
dirmi niente non parlare, devo prima sfogarmi” doveva
assolutamente sbriciolare
qualcosa, un albero, una roccia o un orso, non vi era nessuna
differenza in
quel momento, lui cercò di trattenerla per un braccio, ma lo
scaraventò contro
il muro e gli sibilò “Non mi toccare”
corse giù per le scale, Edward tentò
ancora una volta di fermarla, ma anche quel tentativo fu vano, lo
staccò da se
e gli ringhiò contro, in un attimo tutti componenti di casa
Cullen erano li a
osservarli chiedendosi cosa fosse successo “Non provare a
seguirmi, in questo
momento non sono in me” e poi uscì dalla porta
finestra. Edward tentò di
seguirla, ma Cain si mise in mezzo sibilandogli “Che cosa le
hai fatto?” gli occhi
del biondo erano carichi d’odio e la sua bocca tremava
leggermente facendogli
vedere i canini “Niente, è tutto un equivoco, ha
trovato il cd che le avevamo
regalato al suo diciottesimo compleanno e ha rivisto tutto
ciò che era legato
ad esso” a quelle parole Esme si portò una mano
alla bocca e Alice urlò contro
il fratello “Non le hai mai raccontato di quel periodo?!
Edward ti rendi conto di
come si deve sentire adesso?!” il vampiro dai capelli bronzei
abbassò lo
sguardo colpevole, sapeva che aveva fatto una sciocchezza,
egoisticamente le
aveva fatto ricordare solo i momenti più belli del loro
passato “Sarah va tu da
lei” alle parole del biondo la sorella corse nella stessa
direzione della sua
amata, Vergil tentò di fare lo stesso, ma un solo gesto di
Cain lo fece
demordere dall’impresa “Sarah è
l’unica che possa farla ragionare… Carlisle mi
ha raccontato di quando hai abbandonato Isabell, vedrai che si
sistemerà tutto”
era la prima volta che il biondo sembrava avere parole di conforto per
Edward, poi
senza aspettare una qualsiasi risposta si avviò verso la sua
camera.
Correva a
perdifiato, non voleva fermarsi, non voleva chiedere che tutto
ciò che aveva
vissuto fino adesso fosse tutta una farsa, non dopo quello che era
successo il
giorno prima, aveva dato tutta se stessa a quel ragazzo, si era
lasciata andare
e aveva conosciuto il significato della parola amore. Credeva realmente
di aver
trovato la sua anima gemella, come Sarah e Vergil o Antea e Julian,
invece ora
si ritrovava con mille dubbi eppure tutto il suo essere lo amava
ancora. Si
fermò solo quando sentì un odore a lei familiare
farsi vicino, era Sarah,
quando la raggiunde la guardò con un’espressione
che era mista tra il
preoccupato e l’arrabbiato “Finalmente ti sei
fermata, mi vuoi dire che cosa è
successo?” si misero a parlare in riva a un fiumiciattolo,
con i piedi immersi
nel ruscello e il sole che le filtrava leggermente dagli alberi,
Isabella le
raccontò cosa aveva visto, di come si sentiva tradita e
offesa, la sorella
l’ascoltò senza mai interromperla
“Capisci, ora non so più a cosa credere,
insomma chi mi dice che non mi lascerà come quella
volta?” “Non credo, prima di
tutto gli hai lasciato il tempo di spiegarti?” Isabella
abbassò colpevolmente
lo sguardo, mentre Sarah ridacchiava allegra “In questo
assomigli a me, siamo
così cocciute, ti ho mai raccontato di quando io e Vergil ci
siamo lasciati?” a
quella domanda l’altra vampira sbarrò gli occhi
leggermente stupita, li aveva
sempre visti insieme e così affiatati, tanto che a volte
sembravano una persona
sola, Sarah fece un
lungo sospiro e
rivolse il suo sguardo verso la chioma di un albero “
E’ successo molto tempo
fa, precisamente quarantotto anni fa, a quel tempo era arrivata una
nuova
vampira al castello, il suo nome era Hellen, minuta, estremamente bella
e con i
capelli color grano. Ogni volta la trovavo di fianco a lui, avevo
notato lo
sguardo con cui guardava il mio vampiro,carico di devozione e amore, mi
sentivo
rodere di gelosia e lui mi continuava a ripetere che erano tutte mie
fissazioni
e che non avevo fiducia in lui, alla fine litigammo furiosamente e
Vergil
lasciò il castello. Il periodo più brutto della
mia esistenza, senza lui mi
sentivo così vuota e sola, davanti a tutti facevo finta di
niente, come se non
avessi mai conosciuto quel bel vampiro dagli occhi di ghiaccio, ma
quando ero
sola una strana morsa mi prendeva il petto e singhiozzavo maledicendo
la mia
gelosia e quella maledetta Hellen. Dopo due lunghi anni Vergil
tornò al
castello, bello e fiero come lo ricordavo, capii che avevo sbagliato
che dovevo
aver fiducia in lui e amarlo per l’eternità.
Perciò Isabella non aver paura di
amare, non lasciare che le tue paure compromettano il vostro rapporto,
lascia
che Edward ti spieghi cosa è successo e poi trai le tue
conclusioni” Bella le
sorrise dolcemente e poi abbracciò la sorella ringraziandola
“Scusa, ma che
fine ha fatto questa Hellen? Non ricordo di averla mai
conosciuta” Sarah
assunse un sorrisino sadico che non prevedeva nulla di buono e che le
metteva
paura “Semplicemente ha deciso di lasciare il castello di sua
spontanea
volontà, ovviamente con un leggero e piccolissimo
aiuto”
Trovò Edward ad
aspettarla seduto sui gradini del porticato, il viso dipinto da
un’espressione
infelice e addolorata, le mani contratte a pugno e i suoi occhi pieni
di paura,
come poteva avercela ancora con lui se assumeva
quell’espressione?! non voleva
vedere quell’angelo soffrire! Sarah le diede un leggero
colpetto sulla spalla,
per poi sparire dentro casa, ma non prima di aver sorriso ad Edward per
incoraggiarlo. Rimasero alcuni minuti ad osservarsi, per poi
avvicinarsi
reciprocamente, tutto il loro essere reclamava la vicinanza
all’altro
“Isabella, io ti devio delle spiegazioni, ti prego
ascoltami” anche la sua voce
sembrava disperata, non era limpida e sonora come al solito, Bella fece
un
lungo sospiro, non sapeva come comportarsi una parte di lei avrebbe
accettato
qualsiasi spiegazione, ma il suo orgoglio le diceva di mandarlo al
diavolo,
ripensò alle parole di Sarah, no lei non poteva vivere senza
Edward, era come
chiederle di vivere senza una parte di se “Va bene, ma voglio
tutta la verità,
non tralasciare niente” il bel vampiro le raccontò
cosa era accaduto, del suo
abbandono, spinto soltanto dal desiderio di proteggerla e del suo
amore, voleva
che lei vivesse la sua vita umana e che potesse avere una famiglia
normale, che
potesse avere dei figli ed invecchiare, le parlò anche
dell’amicizia che si era
instaurata tra lei e il licantropo e infine della sua corsa disperata a
Volterra per salvarlo dai Volturni, Edward
aspettò qualsiasi risposta, ma la sua ragazza stette zitta,
troppo presa dai
ricordi e dal racconto, poi alzò lo sguardo sorpreso e disse
“Che diamine
allora è vero che sono una calamita per i guai, dannazione
ho conosciuto
addirittura i Volturni… comunque ti credo e scusami per
prima, ma ho avuto
paura che il mio passato fosse stato un’illusione. Per cinque
anni non ho
conosciuto niente di esso, infine ho incontrato voi e la cosa mi ha
lasciato
felice, ma allo stesso piena di dubbi, chi mi dice che questo sia tutto
vero?
Ma devo imparare a lasciare da parte le paure e credere in te,
perché io ti amo
e non voglio perderti” sul viso del vampiro spuntò
un bel sorriso, forse il più
luminoso che avesse mai visto, ne fu stordita e si sentì
così felice quando le
accarezzò una guancia e la sollevò in aria
girando su se stesso, per poi
baciarla con passione.
Salve
a tutti, dato che sono stata a casa per colpa di una brutta influenza e
annoiandomi a morte, ho deciso di creare una chicca tutta per voi! Ho
creato questa immagine, dove vi sono gli attori che mi hanno ispirato
(fisicamente) per i miei personaggi!!! Spero che vi piaccia ^^
vi prego recensiteeeeeeee!!
Un baci
Miki87
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Capitolo 16 *** Capitolo 16 ***
Le note della sua
ninna nanna si erano propagate in tutto il salone, Edward sembrava
ancora più
eterno sotto la luce tenue del sole, che filtrava dai grandi nuvoloni
neri,
sarebbe rimasta per sempre a guardarlo mentre suonava. Quando la
melodia
terminò, la invitò a sedersi di fianco a lui
“Cosa vuoi che suoni adesso?” ci
mise qualche secondo a formulare una risposta coerente, il suo volto
era così
maledettamente perfetto e vicino, bastava solo che lei si sporgesse
leggermente
per baciarlo, detto e fatto, le loro bocche erano incollate. Il momento
idillico finì quando sentirono Vergil correre giù
per le scale urlando “Sono
tornati” sembrava un bambino che aspettava in trepidazione
l’arrivo di Babbo
Natale, lo seguirono e si trovarono davanti casa Cain, Rose e Carlisle
con una Porsche
Carrera 911 blu
scuro “E questa dovrebbe dare meno
nell’occhio?” gli chiese sarcastica Bella,
ma Cain si giustificò dicendogli “Era un affarone,
non ho resistito era come se
mi chiamasse e mi dicesse Comprami sono tua” Vergil
girò attorno alla macchina
con gli occhi di un bambino che aveva appena ricevuto un regalo
“Bella, vero
che me la fai provare?” per risposta il biondo gli
lanciò le chiavi della
macchina, che il moro afferrò prontamente e salì
nell’auto. Dopo che Vergil,
insieme a Rose ed Emmet scompari dal vialetto entrarono in casa, Cain
sembrava
un po’ agitato e chiese ai due se dovevano uscire
“No, perché ce lo chiedi?”
gli aveva domandato Bella, che per risposta ricevette
un’alzata di spalle, ma
la sorella lo guardò ancora insospettita fino a quando il
biondo non cedette
“Tra poco arriverà una mia compagna di corso e
dovremmo fare una relazione, non
credo che sia il caso che tu stia in casa, dopotutto potrebbe
riconoscerti”
ecco cosa stava tramando, dopotutto Bella dovette dargli ragione
così decise
insieme ad Edward di uscire “Che ne dici se andiamo nella
nostra raduna?”.
Era riuscito a
mandare fuori casa tutta la famiglia, tranne Esme e Carlisle che erano
gli
unici due di cui si poteva fidare, già si immaginava i
commenti di Vergil ed
Emmett prendendolo in giro per quella strana situazione, mentre Sarah e
Alice
sarebbero state appollaiate sulle scale per vedere la scena, come due
persone
che guardavano un film al cinema. Carlisle gli diede i libri che gli
servivano,
anche se ormai quelle nozioni le conosceva a memoria “Ricorda
Cain, le
apparenze contano nel nostro caso” il loro discorso cadde a
causa dell’arrivo
di Haley “Ben arrivata cara, io sono Esme è un
piacere conoscerti” la dolcezza
della vampira lasciava sempre tutti ammaliati, scorse Haley sorriderle
dolcemente e leggermente imbarazzata “ Grazie, è
un piacere conoscerla, io sono
Haley” Cain e Carlisle raggiunsero le due “Haley
che piacere averti in casa
mia, dimmi come sta tua zia?” la ragazza fece un ampio
sorriso verso il dottore
“Salve dottore, la zia sta benissimo” dopo i soliti
convenevoli fece strada
alla ragazza e la portò nel salone, dove vi era
già la tavola piena di libri,
l’atmosfera non era delle migliori, erano rimasti a dedita
distanza l’uno
dall’altro e si parlavano il minimo necessario. Dopo
un’oretta Esme entrò nel
salone con un vassoio dove vi era una tazza di tea e una fetta di torta
per la
ragazza “La ringrazio signora Cullen, ma tu Cain non prendi
niente?” Esme si
rivolse verso di lui allarmata, i suoi occhi gli chiedevano scusa,
dopotutto
non doveva essere abituata ad avere ospiti umani in casa, ma il biondo
con un
mezzo sorriso le disse “Non mi piacciono i dolci e il tea non
è la mia bevanda
preferita” alla sua risposta la ragazza iniziò a
ridacchiare, gli piaceva
quell’espressione così rilassata “Come
immaginavo sei anche di gusti difficili
anche col cibo” a quelle parole Esme iniziò a
ridacchiare e sentì anche la
risata cristallina del dottore che arrivava dal suo studio, si
sentì così
imbarazzato, arrabbiato ed euforico allo stesso tempo, tanto che fu
contagiato
dalla risata della ragazza.
Prima di andare
nella loro raduna Edward e Bella decisero di andare a caccia, amavano
cacciare
insieme, vedere i movimenti agili e felini dell’altro, dopo
aver “cenato” si
ritrovavano sempre stretti l’uno all’altro, per poi
fare l’amore come se solo
in quei momenti fosse tutto perfetto. Rimase ancora abbracciati per
parecchio
tempo, poi Isabella aveva iniziato a tracciare con un dito i lineamenti
perfetti del suo amante, Edward stette immobile a gustarsi quel
contatto, il
dito di lei scivolò sulle labbra perfette del vampiro e
seguì il contorno del
suo sorriso “A cosa stai pensando?” gli occhi color
ambra di Edward la
guardarono dolcemente “Niente di che, pensavo a come stia
andando
l’appuntamento di tuo fratello” Bella lo
guardò stupita, si mise a pancia in
giù assumendo un’aria pensosa, strappò
un piccolo fiore che le era vicino e lo
esaminò, come se fosse la prima volta che lo vedesse
“Adesso dimmi a cosa stai
pensando tu” la bella vampira fece un lungo sospiro, come se
non volesse
rivelargli i suoi pensieri, ma sotto il tocco della sua mano che le
accarezzava
la schiena cedette “Primo non è un appuntamento,
ma un incontro per fare i
compiti, secondo chissà come deve essere questa ragazza e
terzo cosa sai tu di
questa ragazza, ho notato il vostro sguardo complice!” la sua
voce fu dura e
tagliente, il che era un brutto segno, il bel vampiro tentò
di eludere il
discorso, ma la compagna non demorse, così Edward le
raccontò tutto,
spiegandole che Haley non era altro che la cantante di Cain
“Perché non si è
confidato con me? Perché sono l’ultima a sapere le
cose?” “Forse non ti ha
detto nulla per non farti preoccupare e farti trovare tranquillamente i
tuoi
ricordi” la vampira si calmò, si
rannicchiò ancora contro quel corpo marmoreo
“Sai sono davvero curiosa di vedere questa ragazza, in questi
anni in cui ho vissuto
con Cain non l’ho mai visto perdere la sua solita freddezza,
deve essere buffo,
dimmi lei è carina?” Edward ridacchiò
leggermente a quella domanda, aveva
notato una leggera nota di gelosia, ma non se ne preoccupò,
orami aveva capito
che tra i due vi era solo un rapporto fraterno “E’
bionda, minuta e ha due
occhi color cioccolato e molto espressivi, una volta l’ho
incontrata per caso e
devo dire che ha un bel caratterino” Isabella sembrava persa
nei suoi pensieri,
la vide alzarsi e vestirsi velocemente “Devo assolutamente
vederla, insomma non
capita tutti i giorno di vedere Cain in
difficoltà” Purtroppo quando arrivarono
a casa la ragazza se ne era già andata e il biondo era
immerso nella lettura di
un libro fin troppo voluminoso, sembrava apparentemente tranquillo, la
sorella
gli sedette accanto e iniziò a scrutare il volto del
fratello, che faceva finta
di nulla, Edward invece si era seduto sulla poltrona
di fronte e anche lui come la
fidanzata aveva iniziato a fissarlo “La volete smettere voi
due e volete dirmi
che diavolo volete?” Isabella strappò dalle mani
del ragazzo il libro e gli si
avvicinò pericolosamente al viso, quella poca distanza fece
innervosire
leggermente il suo compagno “Dimmi la verità a te
piace quella ragazza? Non
mentire, sai che quando lo fai ti si forma una leggera fossetta sotto
il
labbro” il biondo si allontanò da lei scocciato e
tentò di uscire dalla stanza,
ma la sorella lo bloccò per un braccio “Dimmelo,
se no dico a Vergil che c’era
una ragazza qui e che ti piace un casino, lo sai quanto lui sia
petulante per
queste cose!” Cain imprecò leggermente
“Dannata, non ti facevo così perfida..
comunque è solo una compagna di scuola e sarebbe
più giusto dire che mi piace
più il suo sangue che lei, è una ragazza
così banale, scontrosa e troppo piena
di se, non la sopporto proprio!” il viso della mora assunse
una strana
espressione, si portò una mano sulla bocca e
iniziò a ridacchiare, cosa che
fece anche il rosso, invece Cain li guardò come due pazzi,
non riusciva a
capire perché ridessero, notando la sua espressione
imbronciata la sorella gli
disse “Ma sei te in versione femminile, piuttosto ti piace
perché prima ti si è
formata la fossetta” sgomento, ecco quale espressione era
dipinta sul viso del
biondo, non credeva che potesse piacerle quell’insignificante
ragazetta,
insomma nella sua vita aveva conosciuto vampire e donne bellissime e
non aveva
provato proprio nulla per loro, a volte si erano offerte loro stesse e
le aveva
rifiutate, mentre Haley l’aveva attratto dal primo momento
–No il suo sangue mi
attrae, la sua persona mi lascia del tutto indifferente- vedendo che le
risate
dei due non cessavano li mandò al diavolo e si
rifugiò nella sua stanza.
L’ora
di spagnolo
era tremendamente noiosa per Cain, che sapeva perfettamente la lingua,
anche
meglio della signorina Salvatores, di origini ispaniche,
così l’attenzione del
biondo si spostò su Haley, che guarda caso era poco distante
da lui, a
separarli erano solo tre banchi di distanza. La fisso per tutto il
tempo, senza
farsi accorgere dalla ragazza e dalla professoressa, era ancora
infastidito
dalle parole di Bella ed Edward, a lui non piaceva assolutamente quella
ragazza, non lo attraeva per niente fisicamente –allora
perché continui a
fissarla? Perché provi uno strano movimento nello stomaco
quando si sposta una
ciocca di capelli dietro l’orecchio?- ok stava decisamente
impazzendo, forse
era a causa dell’aula troppo piccola che lo costringeva a
sentire in modo
amplificato l’odore di quell’umana. Fu grato quando
suonò la campanella, poteva
finalmente tornare a casa, si avviò tranquillamente nel
parcheggio, trovò dei
ragazzi di prima fissare la sua macchina, forse aveva ragione Bella,
anche
quella non era una macchina adatta a un ragazzo della sua
età, eppure non
voleva liberarsene, appena si avvicinò alla sua macchina
tutte le persone
attorno si allontanarono intimoriti dalla sua persona
–Istinto di
sopravvivenza- pensò Cain. Sistemò i libri nei
piccoli sedili dietro, il
venditore gli aveva detto che volendo potevano starci anche quattro
persone,
ovviamente se i due che dovevano stare dietro erano minuti e
magrissimi, ma era
sicuro che non avrebbe portato nessuno con se, prima che avviasse la
sua auto
notò Haley imprecare contro la sua macchina, istintivamente
le si avvicinò e le
chiese cosa c’era che non andava “Non parte questo
catorcio, adesso come
faccio?” “Ti accompagno io, dai Sali” la
ragazza lo guardò sospettoso,
dopotutto non aveva tutti i torti, fino a qualche giorno prima
l’aveva trattata
malissimo, ma alla fine cedette e lo seguì, dicendogli che
doveva andare
all’ospedale della città. Nell’abitacolo
calò un silenzio imbarazzante, la
ragazza guardava fuori dal finestrino, anche se qualche volta sbirciava
il
volto del ragazzo che stava guidando, sembrava totalmente concentrato
sulla strada,
non potendone più la bionda gli chiese se poteva accendere
la radio e fu
stupita di trovarvi dentro un cd di Queen “E’ uno
dei pochi gruppi che
sopporto” “ Scherzi? Io adoro i Queen, Freddie
Mercury era un grande, un vero
mostro da palcoscenico lui si che se la mangiava la folla”
continuarono a
parlare di musica per il resto del tragitto, la tensione era alquanto
migliorata tra i due. Cain lasciò che la ragazza
raggiungesse il padre,
dicendole che lo avrebbe trovato da Carlisle, trovò il
dottore intento a
compilare delle scartoffie “Ciao come mai da queste
parti?”gli raccontò il
tutto, ovviamente il dottore lo guardò con una strana
espressione negli occhi,
doveva aver capito tutto, per fortuna del biondo il bel dottore fu
chiamato per
un’emergenza e lo lasciò da solo nei suoi pensieri.
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