Protecting Hermione di GattyP (/viewuser.php?uid=1044091)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Da Lily in Scozia ***
Capitolo 2: *** In giro per MacDonald Castle ***
Capitolo 3: *** Una voce dal passato ***
Capitolo 4: *** Sorprese ad Hogwarts ***
Capitolo 5: *** Difesa contro le Arti Oscure ***
Capitolo 6: *** Durmstrang e Beauxbatons ***
Capitolo 7: *** A San Mungo ***
Capitolo 8: *** La richiesta di Silente ***
Capitolo 9: *** Seguendo Hermione... ***
Capitolo 10: *** La terza prova del Torneo Tremaghi ***
Capitolo 11: *** Attentato ad Hermione ***
Capitolo 12: *** Epilogo ***
Capitolo 1 *** Da Lily in Scozia ***
Premessa:
La vicenda (sono ormai arrivato alla terza fanfic,
dopo Ritorno a Spinner’s End e Lily Anderson: primo anno ad Hogwarts)
si intreccia con i libri della Rowling riguardanti Harry Potter.
Protagonista della storia è Lily Anderson, Corvonero, figlia di Severus Piton e
di Milly Anderson: la madre è una “respingente”, cioè una umana non
condizionabile dalla magia (non esiste tale tipologia nel mondo della Rowling,
l’ho introdotta io nella prima fanfic). Lily ha capacità magiche, come il padre
(è molto abile in vari incantesimi, è una buona legilimens) e ha anche alcune
imprecisate caratteristiche materne. E’ convinta che parli di lei un’antica
profezia (che la menziona come aiutante “segreta” del Prescelto, che ucciderà
l’Oscuro Signore e libererà il mondo magico, di lì a qualche anno) ed è in
possesso di uno dei due importanti anelli magici un tempo appartenuti a
Priscilla Corvonero (che Lily ed il suo amico Peter hanno trovato nella
precedente fanfic).
Abbiamo naturalmente altri personaggi le cui vicende si intrecciano con quelle
di Lily. Da ricordare soprattutto Peter O’Neil (amico di Lily, irlandese del
Connemara, Corvonero, in possesso dell’altro anello di Priscilla Corvonero,
narratore della vicenda e coprotagonista), ma anche alcuni personaggi della
Rowling (Hermione e Luna); tra gli “avversari” gli odiosi Eva Blockade e Adrian
Whyte (entrambi inventati, naturalmente Serpeverde… poteva essere diverso?).
La
presente storia è parallela alle vicende narrate dalla Rowling nel quarto libro
della serie: “Harry Potter e il Calice di Fuoco”, la cui vicenda viene
integralmente rispettata.
Grazie per l’attenzione, un saluto a tutti e… buona lettura! GattyP :)
Capitolo 1
Da Lily in Scozia
Beh, l’estate era stata bella… un po’ piovosa, se non ricordo
male, ma mi ero rilassato a girovagare, con una vecchia scassata bicicletta,
lungo i sentieri del Connemara National Park, insieme a Kevin Walsh (il mio
migliore amico non magico, o “babbano”, come si usa dire in Ighilterra), e ad
esplorare le colline intorno. Si univano alle nostre scorribande, spesso, i miei
cugini e la mia stressante sorella Elizabeta (“un maschiaccio”, diceva mia
madre; “una rottura di scatole”, dicevo io)… Unico inconveniente di quell’estate
le interminabili prese in giro sulla mia presunta fidanzatina, Lily, che mi
aspettava - dicevano i miei familiari e, soprattutto, mia sorella (almeno
quindici volte al giorno) - impaziente di rivedermi il 1 settembre, quando
saremmo ritornati a scuola ad Hogwarts per darmi tanti bacetti (sempre secondo
quella cretina di mia sorella)… Come erano divertenti!
Lily era solo la mia migliore amica e con lei avevo perlustrato i
sotterranei del castello di Hogwarts, l’anno precedente, riuscendo anche a
trovare due importanti anelli magici, con straordinari poteri (tra cui quello di
permetterci di diventare invisibili… l’avevo provato anche in Irlanda, con
successo, facendo qualche innocuo scherzo ai vicini: a differenza del Regno
Unito, infatti, nel nostro paese non c’è la “traccia” per i maghi adolescenti e
possiamo compiere qualche magia non autorizzata anche prima dei diciassette
anni). Altro che bacetti!!! Il guaio che, tra anelli (ufficialmente dataci dal
prof. Silente, colpito dalla nostra “amicizia”) e allontanamenti furtivi per
esplorare il castello (che i nostri compagni scambiavano per momenti in cui ci
appartavamo per stare in intimità), tutti pensavano che fossimo fidanzati… cosa
a cui (allora) neanche pensavo: avevo dodici anni!!!
Tuttavia Lily mi era mancata e, ogni tanto, ci scrivevamo
raccontandoci quello che facevamo e affidando le nostre lettere ad Occhialuto,
il mio gufo orbo. Sì, lo so, è bizzarro avere un gufo orbo, ma è una storia
lunga...
Inutile dire le prese in giro quando arrivava la lettera dalla
Scozia, in cui Lily innocentemente mi raccontava le sue giornate: secondo Eliza,
che cercava disperatamente di leggerle, da ficcanaso che era, Lily era
follemente innamorata di me ed io di lei… Nell’ultima lettera, in particolare,
Lily mi aveva scritto sui suoi progetti per il successivo anno scolastico e mi
aveva invitato a passare qualche giorno da lei, in Scozia:
Carissimo Peter,
ci avviciniamo all’inizio dell’anno scolastico e sono contenta di
riprendere lo studio (e ricominciare a fare quello che cercavamo di fare l’anno
scorso, naturalmente…). Ho provato l’oggetto che sai diverse volte quest’estate
(è “magia antica”, non tracciabile, come ho scoperto: può essere quindi
utilizzata senza problemi, a differenza di quella legata alle bacchette!) e
sembra che funzioni piuttosto bene. Devo farti vedere anche una nuova
applicazione… non ci crederai!
Qui è tutto tranquillo… a parte ciò che è successo a Spinner’s
End il mese scorso, prima della partenza di Occhialuto: il tuo gufo è fuggito
dalla gabbia, dove lo avevo messo prima di spedirti la mia precedente lettera,
ed è entrato nel laboratorio di mio padre… facendo cadere alcune decine di
provette contenenti varie pozioni, alcuni rarissime e complicate. Non ti dico la
“gioia” del mio caro genitore quando l’ha scoperto… per fortuna avevo già
spedito lontano il povero Occhialuto, altrimenti avrebbe dovuto vedersela con i
propositi omicidi di mio padre! Ora però tutto è tranquillo: mio padre, che non
è più arrabbiato (non ha neanche cercato di trasfigurare Occhialuto, l’ultima
volta che l’ha visto!), è tornato ad Hogwarts e io e mia madre siamo da due
settimane a MacDonald Castle, da mia zia, a cui ho chiesto, con il permesso di
mia madre, di poterti invitare, se avrai il consenso dei tuoi genitori, a
passare qualche giorno, prima dell’inizio dell’anno scolastico. Ti piacerebbe?
La Scozia è bellissima in questa stagione e, se verrai, ti farò vedere tutti i
luoghi che ho scoperto nelle mie esplorazioni (sì, anche qui ho quest’hobby!)…
Ho conosciuto anche un simpatico fantasma, che abita nelle segrete del castello
e che mi ha raccontato un sacco di interessanti avventure e curiosità sulla
regina Elisabetta (quella del Cinquecento, non l’attuale)! Inoltre, se giungerai
per il 25 di agosto, potrai partecipare ad una grande festa che viene qui
organizzata ogni anno! Se riuscirai a venire, sarò veramente molto contenta!!!
Se non puoi, non preoccuparti: in ogni caso, ci rivedremo ad Hosgmeade il 1
settembre (io non prendo l’Espresso da Londra, dato che MacDonald Castle è
vicinissima a Hogwarts, come sai).
Un abbraccio e fammi sapere se potrai venire. Ti aspetto
Lily
Insieme alla lettera, c’era una busta per i miei genitori, in cui
la mamma e la zia di Lily dicevano di essere felici di invitarmi a passare
qualche giorno in Scozia e, se la cosa faceva piacere ai miei genitori, di
accompagnarmi personalmente ad Hogsmeade il 1 settembre.
Così, dato che i miei si sarebbero spostati a Londra con Eliza
(che in quell’anno avrebbe frequentato il primo anno ad Hogwarts) a comprare il
necessario per lei e per me a Diagon’s Alley, ho avuto il permesso di recarmi,
il 31 agosto 1994, il giorno prima dell’inizio della scuola (e diversi giorni
dopo la festa di cui parlava Lily), a MacDonald Castle, dalla mia “fidanzatina”
(come dicevano, tra sorrisi divertiti, mio padre e mia madre) “a sbaciucchiarla”
(come continuava a ripetere la mia noiosissima sorella)… Io ormai ero abituato
alle battute e non reagivo neanche più…
Così, all’ufficio postale di Derryclare, salutati i miei genitori
ed Eliza (che comunque avrei visto il giorno dopo direttamente ad Hogsmeade) e,
mentre i miei bagagli (e il mio fedele gufo) venivano spediti direttamente ad
Hogwarts, utilizzai la passaporta per giungere a Milton, la cittadina più vicina
a MacDonald Castle.
La passaporta (un quadro raffigurante un paesaggio agreste), che
si scambiava con uno analogo collocato nella località di destinazione, mi portò
diritto in una dimora di Milton (la cittadina era abitato anche da molti
non-magici, e bisognava prendere tutte le precauzioni possibili… anche perché in
Gran Bretagna sono molto paranoici sulla segretezza del mondo magico), dove mi
stavano aspettando Lily e sua madre, che stavano parlando con la padrona di
casa, Miss Scott, nel cui salotto si materializzavano quanti chiedevano di
giungere nel villaggio: un’uscita sul retro, con passaggio nella strada
comunale, permetteva di allontanarsi poi con discrezione.
Subito, appena mi materializzai, mi trovai Lily al collo che mi
abbracciava.
- Ciao, Peter! Mi sei mancato! Tutto bene? - mi chiese
sorridendo.
Sorrisi anch’io, contento di averla ritrovata e un po’
imbarazzato per l’abbraccio con cui si stringeva a me, sotto gli occhi bonari
della madre. Mi sembrava che fosse cresciuta in quei due mesi e mi aveva
praticamente raggiunto; il viso si era un po’ smagrito, ma le erano rimasti
bellissimi gli occhi, e incantevole il sorriso. Nella stretta sentii che anche
il suo corpo si era modificato, o forse era solo una mia impressione… ma
ricacciai subito indietro il pensiero per paura che riuscisse a leggerlo (Lily
era una legilimens molto abile…)
Dopo aver salutato Lily, salutai la madre e la proprietaria
dell’abitazione. Avevo già visto, un paio di volte, la madre di Lily, la signora
Milly Anderson (Lily aveva lo stesso cognome della madre, che non si era
sposata): era una donna elegante, giovane (34-35 anni), magra ed assomigliava
molto alla figlia nel modo di muoversi (Lily era però più effervescente) e, a
parte i capelli (castano chiari, tendenti al rosso, mentre Lily aveva occhi e
capelli scuri, come il padre), nel viso.
- La salutano i miei genitori e mi hanno detto di ringraziarla
per l’ospitalità - le dissi.
- Nessun problema, Peter. Lily non ha fatto altro che parlare di
te quest’estate - mi disse - Fa piacere, a me e alla mia amica Mary, ospitarti,
anche se solo per oggi e domani. Peccato che hai perso la festa di fine estate…
- Dispiace anche a me, signora Anderson… Ma sono molto contento
di essere stato invitato. Lily parla sempre di voi e del castello…
- Adesso andiamo subito a vederlo. Sono sicuro che non ti
deluderà - mi disse.
Salutammo la signora Scott e scendemmo in garage: ci stava
aspettando un aitante giovanotto che subito mise in moto l’automobile, appena ci
vide.
- Tranquillo, Sskarr - disse la signora Anderson - Non abbiamo
fretta. Ti presento Peter O’Neil, un caro amico di Lily.
- Lily mi ha fatto l’onore di parlare di lei, signorino O’Neil -
disse con molto ossequio il ragazzo. Era molto servizievole, non c’è che dire…
- Sskarr è un elfo domestico, però è trasfigurato per non
spaventare i babbani! - mi sussurrò nelle orecchie Lily ridacchiando, come
avesse letto nella mia mente il mio stupore.
Sorrisi. In Irlanda non abbiamo elfi domestici, ma solo colonie
di elfi liberi, che vivono nelle brughiere e nei boschi e che sono in buoni
rapporti sia con noi maghi, sia con i non-magici (naturalmente anch’essi
assumono aspetto umano quando sono in contatto con loro). In Gran Bretagna,
invece, le famiglie nobili, ma anche la nostra scuola, hanno al loro servizio
“elfi domestici”, molto mansueti e contenti di servire tutta la vita i loro
datori di lavoro.
- Andiamo al Castello - disse la signora Anderson. E così, saliti
sulla macchina (io e Lily dietro, la signora Anderson davanti) ci inoltrammo
verso la campagna aperta. Lily mi sorrideva parlottando del più e del meno:
chiedeva dei miei genitori, di mia sorella, del mio gufo, dell’Irlanda; mi
raccontava un’altra volta le sue avventure estive… e io mi sentivo sereno: avevo
sentito un po’ la sua mancanza nei mesi precedenti, ed ora, insieme a lei, mi
accorgevo di quanto fosse importante la nostra amicizia.
Intanto il nostro bravo autista (Sskarr, ma io lo vedevo ancora
come umano) guidava in luoghi sempre più sperduti, in mezzo alle montagne della
Scozia. Intervenne nella conversazione anche la signora Anderson ricordando
anche che anche lei era Irlandese, anche se della Contea di Kerry (situata più a
sud del Connemara): si era però allontanata piccolissima dall’Irlanda e non
ricordava troppo della sua permanenza nella nostra isola.
Ad un certo punto lo stretto sentiero di montagna in cui ci
stavamo inerpicando si trasformò in una ampia strada asfaltata, fiancheggiata da
eleganti alberi, al posto del giovane autista comparve il brutto elfo che,
invece di guidare la macchina, la dirigeva mentalmente… evidentemente avevamo
passato una barriera magica anti-intrusione che proteggeva MacDonald Castle e si
erano disattivate tutte le trasfigurazioni prima esistenti.
- Guarda là, sulla sinistra! - mi disse Lily.
Rivolsi lo sguardo sul colle sulla sinistra e, dove prima c’era
soltanto un ammasso di rocce ed alberi, vidi un magnifico castello, con alte
torri svettante e una grande cinta muraria intorno.
- Benvenuto a MacDonald Castle, signorino O’Neil - mi disse in
tono molto professionale Sskarr.
Appuntamento
sabato prossimo con il secondo capitolo: In giro per MacDonald Castle.
Un abbraccio.
GattyP :)
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Capitolo 2 *** In giro per MacDonald Castle ***
Capitolo 2.
In giro per MacDonald Castle
Oltrepassato un imponente ponte levatoio, entrammo dentro un
vasto cortile, dirigendoci verso la costruzione principale. Sskarr fermò
l’automobile e tutti noi scendemmo. Ci stavano aspettando Mary MacDonald (quella
che Lily chiamava “zia”, anche se, tecnicamente, non era sua parente) e sua
sorella Katye (che Lily chiava invece con il solo nome di battesimo, forse
perché era più giovane di Mary di diversi anni). Salutai educatamente e
ringrazia per l’invito fattomi.
- Peccato che domani dovrete subito ripartire per Hogwarts -
disse Mary - Intanto, però, Lily, fagli vedere il castello… Sai, Peter, abbiamo
una meravigliosa biblioteca; oggi però c’è l’annuale riunione dell’AMAC, cioè
dell’Associazione dei Maghi dell’Antica Caledonia, proprio nella nostra
biblioteca (mia sorella è presidente dell’Associazione e anch’io sarò impegnata
con loro). Rimandate a domani mattina la visita? So che, voi Corvonero,
impazzite al solo pensiero di poter studiare e leggere…,
Questa era una leggenda, pensai, dato che io, se possibile (cioè
se non ero costretto dagli insegnanti, o da Lily), non avevo alcun particolare
desiderio di leggere o studiare… o il Cappello Parlante aveva sbagliato con me…
o aveva ascoltato troppo Lily che, mi ricordavo, mi aveva confessato una volta
di avergli chiesto di metterlo nella sua casa per avere un aiuto nei suoi
grandiosi progetti di salvare il mondo magico e il Prescelto…
- Viene, Peter, ti faccio vedere la tua stanza - disse Lily - e
poi tutto il castello! C’è un fantasma gentilissimo che devi proprio conoscere!
Salii con Lily alcune rampe di scale e mi inoltrai in un
corridoio, mentre lei mi spiegava e mi descriveva i luoghi che attraversavamo.
Il castello era imponente, ricco di quadri e di armature (i primi erano tipici
quadri magici, come ne avevo visti tanti ad Hogwarts, con i personaggi che si
muovevano e si spostavano da un quadro all’altro; le seconde sembravano semplici
armature non magiche, dato che, a differenza di quelle di Hogwarts, non si
muovevano, né parlavano, né cantavano). La mia stanza era situata in un’ala del
castello, riservata agli ospiti. Lily mi spiegò che nel castello, oltre a Mary e
Katye e ai loro “compagni” (non erano sposate: evidentemente i MacDonald erano
più liberi degli Irlandesi, che rigorosamente convolavano a nozze, spesso
prestissimo, come i miei genitori… anche i genitori di Lily non erano sposati,
ricordai), erano alloggiati altri esponenti del clan MacDonald: si trattava di
due cugini di Mary, Duncan e Judith, con le loro famiglie (erano sposati
questi?), compresi i loro figli, uno dei quali, mi disse Lily, avrebbe
frequentato Hogwarts quell’anno. Sarebbe forse capitato nella stessa casa di mia
sorella?
- Questa è la tua camera - mi disse Lily, aprendo una porta.
Certo è che i MacDonald non badavano a spese… C’era un magnifico
letto a baldacchino e, sui lati della camera, un salottino, una scrivania,
alcune librerie piene di riviste e libri (ancora!); alle pareti quadri ed
arazzi; oltre una tenda, che Lily aprì, una grande finestra, che si affacciava
su un meraviglioso panorama.
- Qui c’è il tuo bagno privato - disse Lily aprendo una porta.
Inutile dire che tutto era pulito e scintillante. Poi continuò: - Se hai bisogno
di qualcosa, basta suonare il campanello che trovi sul comodino e subito si
materializzerà un elfo… Ci sono una decina di elfi qui, tutti molto gentili!
Che bella la vita dei nobili scozzesi! Peccato che sarei dovuto
partire il giorno dopo per Hogwarts! Avrei rimpianto quelle comodità…
- Ora devo dirti una cosa… anzi più di una - mi sussurrò Lily
chiudendo la porta.
- Sono tutt’orecchi… - le dissi
- Primo: ho scoperto una nuova applicazione degli anelli: guarda!
Lily tirò fuori la bacchetta e la puntò sull’anello. Mi
spaventai: - Attenta! Non puoi usare la magia prima dei diciassette anni fuori
da Hogwarts: il Ministero ti controlla! Rischi l’espulsione!
Infatti in Gran Bretagna era prevista, prima della recente
abolizione, la “traccia”, con il quale il Ministero controllava i minorenni. Io,
in quanto irlandese, non ero tracciabile in Irlanda (il mio paese è notoriamente
più tranquillo dell’Inghilterra e non abbiamo avuto recentemente guerre magiche:
pertanto non è stato mai pensato di applicare quella stupida legge del
tracciamento dei minorenni), ma Lily, in quanto suddita inglese, lo era dalla
nascita.
- Già provato, non preoccuparti. Te l’ho anche scritto
nell’ultima lettera, non ricordi? Gli anelli producono magia antica, diversa e
superiore a quella moderna, non rilevabile dal Ministero. La traccia non viene
coinvolta. E non è la prima volta che lo faccio, fidati. Ora guarda.
Lily appoggiò la bacchetta sull’anello, pronunciò una breve
formula (Transfero) e subito scomparve… materializzandosi sopra il mio
letto!
- Ma… come hai fatto?
- E’ uno dei poteri dell’anello, e quindi anche del tuo, che è
gemello del mio: devo pensare ad un luogo… non troppo lontano, altrimenti non
funzione, a dire il vero… al massimo un centinaio di metri.. e pronunciare
l’opportuna formula e subito ci si materializza in quel luogo… - mi spiegò Lily.
- Figo! - Esclamai. - Posso provare anch’io?
Avevo sentito spesso parlare, anche dai miei, della difficoltà
della materializzazione, tanto che la tecnica non era troppo usata (si preferiva
ricorrere a passeporte o trasporto via scopa); addirittura in Gran Bretagna
bisognava superare un esame per potersi liberamente materializzare. Inoltre,
dicevano, la pratica comportava fastidiose conseguenze fisiche, come nausea e
mal di stomaco.
Tuttavia provai a spostarmi nell’altro capo della stanza: era
semplicissimo! E non avevo avuto nessun problema, neanche fisico!
- Ma è fantastico! Come hai fatto a scoprirlo? - chiesi
sbalordito
Questo può esserci utilissimo ad Hogwarts - mi spiegò Lilly. - E
ora la seconda informazione: mia madre, come sai, è una respingente e pertanto
su di lei niente funziona e, in particolare, mi vede perfettamente quando metto
il mio anello tra le labbra. Per lei rimango visibilissima! Lei e gli altri non
si sono mai accorti di niente, ma dobbiamo stare molto attenti qui a MacDonald
Castle con gli incantesimi… su lei non funzionano… conviene non utilizzarli…
- Non preoccuparti, Lily, non ne farò nessuno e non me ne andrò
in giro per il Castello completamente invisibile! - dissi sorridendole. In
effetti non è che fossi particolarmente brillante in incantesimi e l’idea di
fare magie di nascosto non mi aveva neanche sfiorato.
- Terzo: … - continuò Lily.
Ma, in quel momento, qualcuno bussò alla porta. Aprimmo e
trovammo due ragazzi, un maschio (grosso modo della nostra età) e una femmina
(decisamente più piccola): la bimba era agitatissima e rivolgendosi a Lily, le
disse che avevano perso non so cosa. Lily ci presentò velocemente: erano Aileen
Montague (figlia della cugina di Mary) e Cain MacDonald (figlio del cugino). La
prima era una bimbetta magra, dal viso simpatico e pieno di lentiggini, di
sette/otto anni; il secondo, un ragazzo un po’ sovrappeso con lo sguardo non
troppo sveglio: sì, quello che avrebbe frequentato quell’anno Hogwarts. La
piccola Aileen era agitatissima.
- Scusa, Peter - mi disse -, dobbiamo andare a cercare Jilly,
che è di nuovo fuggita…-
Era un altro dei suoi animaletti? Magari un coniglietto?
- Mi dispiace tantissimo, eravamo in cortile e non so come sia
successo… - diceva Aileen preoccupata.
- Nessun problema, - la tranquillizzò Lily - ora vi aiuto a
cercarla… Vieni anche tu, Peter!
Così andai anch’io a recuperare l’animaletto, ma non era un
coniglietto: si trattava di un cucciolo di Thestral (alcuni animali erano
ospitati nelle stalle del Castello, mi spiegò Lily), a cui era particolarmente
affezionata Aileen, che l’aveva “visto” nascere (in realtà i Thestral non si
vedono, a meno che uno non abbia assistito alla morte di una persona cara, e
questo non era, per fortuna, il suo caso, né il caso di nessuno di noi). I due
ragazzi l’avevano fatta uscire per fargli fare il solito giretto, legandolo con
una cavezza, ma Jilly si era sciolto e ora stava vagando, completamente
invisibile, da qualche parte del cortile…
- Dobbiamo chiamare Mary o tua madre? - chiese Cain. Infatti non
tutti vedono i Thestral, ma solo quelli che hanno subito un lutto… e forse i
respingenti, o i mezzi respingenti, pensai. Mary evidentemente aveva perso i
suoi genitori. Forse anche Lily poteva vederla in quanto figlia di una
respingente?
- No, aspetta, penso che sia laggiù… - disse Lily. In effetti
poco dopo lo trovammo… Si fece mettere di nuovo la cavezza e i due continuarono
a portarlo a spasso (e io vedevo muoversi solo la corda… buffo!).
- Dai, ti faccio vedere il Castello… - mi disse Lily, prendendomi
per mano.
_____________________________________________
Visitammo per tutta la mattinata (e buona parte del pomeriggio)
il Castello, dalle torri ai sotterranei, dove il gentile fantasma di famiglia
(tale “Sir Nicholas di Spoonrouge”) ci raccontò alcuni graziosi aneddoti sulla
regina Elisabetta (quella dei secoli passati). Ampio spazio fu anche dedicato al
“serraglio”, cioè ad una dipendenza in cui erano collocati tutti gli animaletti
di Mary e degli altri ragazzi (tra cui un nutrito numero di coniglietti,
discendenti dal coniglietto zoppo che Lily aveva comprato a Londra l’anno
precedente, quando ci eravamo conosciuti), per fortuna quasi tutti innocui
(unici animali inquietanti i vari serpenti di proprietà di Cain, che stavano in
apposite gabbie magiche).
Lily mi fece poi entrare anche in camera sua: era molto ampia
(come tutte le camere del castello), molto luminosa ed aveva, oltre ai libri e
a qualche giocattolo (soprattutto peluche), numerose foto (magiche e non) di
Lily e dei suoi genitori (compreso l’inquietante professor Piton, che non
riuscivo ancora ad immaginare nel ruolo di padre amorevole della mia amica).
C’era anche, nel comodino, una foto che avevamo fatto ad Hogwarts, in cui io,
Lily, Luna, Anthony Goldstein, Padma Patil, Cho Chang, Marietta ed altri
ragazzi di Corvonero sorridevamo contenti. Ne avevo una copia anch’io e l’avevo
messo nel mio album di ricordi di Hogwarts… Lily invece l’aveva collocata in un
cornicetta e la teneva in bella vista.
A pranzo ci organizzammo con dei panini, che un elfo domestico ci
portò, insieme a bottigliette di acqua e succhi vari (niente burrobirra: lì era
proibita), dato che gli adulti erano impegnati in un importante pranzo sociale
(con i Maghi della Caledonia, ci dissero gli elfi). Poi continuammo a
girovagare nel Parco e nel Castello, insieme a Aileen, che si era unita a noi,
mentre Cain si era rifugiato non so dove. Dovemmo giocare con la piccola a non
so quanti giochi (magici e non): tortura a cui Lily si sottopose volentieri e
che anch’io non potei fare a meno di subire.
Verso le 6.00 ci lasciammo per prepararci per la cena: salii in
camera, feci una un bel bagno (non so perché, ma nell’Inghilterra magica è poco
utilizzata la doccia e si prediligono lunghi bagni con saponi profumati e
bagnoschiuma) e mi cambiai. Alle 7.30 mi venne a bussare Lily per andare a cena.
Eravamo una quindicina di persone, disposte sui due lati lunghi di un grande
tavolo rettangolare. Al centro c’erano, su un lato, Mary MacDonald, la signora
Anderson (la madre di Lily) e il compagno di Mary, tale John Wayne (sì, si
chiamava come l’attore americano, era in effetti di quel paese; era un tipo
sulla quarantina, molto silenzioso, stempiato); nell’altro lato Katye con il
compagno (Groag Muller, medimago, gentile e molto educato) e una bimbetta
(Sybilla), loro figlia. Da un lato della tavolata le famiglie di Aileen Montague
e Cain MacDonald; dall’altro io, Lily e gli altri due ragazzi.
La cena (quasi un banchetto, forse in onore di noi ragazzi che,
l’indomani, saremmo partiti per Hogwarts, o forse cenavano sempre in quel modo a
MacDonald Castle) fu eccezionale: gli elfi si erano impegnati particolarmente e
tutto era ottimo.
- Mi raccomando, Cain, - disse ad un certo punto Conan MacDonald,
padre di Cain e cugino di Mary - ad Hogwarts cerca di andare d’accordo con tutti
e fatti degli amici… Gli daresti un’occhiata, Lily?
In effetti tutti i genitori sono apprensivi (miei compresi) e i
genitori di Cain non erano diversi.
- Certo, Conan, non preoccuparti. Andrà tutto benissimo, ne sono
sicura. - disse Lily. Poi, rivolgendosi a Cain: - Forse capiterai a Serpeverde,
come Kain Montague, il cugino di Aileen, o a Corvonero, con noi…
Si chiamavano tutti Cain/Kain in quella famiglia? Kain Montague
lo conoscevo di vista: era un Serpeverde del quarto o quinto anno, ben piantato
e abbastanza litigioso. Se non sbaglio era nella squadra di Quidditch…
- Spero proprio a Serpeverde - disse tranquillamente Cain. -
Serpeverde è la casa dei veri maghi. Non so quanto potrei resistere in un’altra
casa, scusami Lily…
- Cambia atteggiamento, Cain - disse la zia, Judith MacDonald,
intervenendo nella discussione - e cerca di farti apprezzare, dovunque andrai.
Non è detto che andrai a Serpeverde. E, se capiti in un’altra Casa, non
cominciare a parlare dei tuoi serpenti, che tra l’altro sono animali oscuri e
malvisti, o delle stupide idee della purezza di sangue dei MacDonald…
- E, qualunque sia la casa - continuò il padre, con un volto
serio - impegnati al massimo! E non perdere tempo, come fai di solito. Devi
essere sempre vigile. E ricordati che il professor Piton ci informerà sul tuo
comportamento….
Cain non ribatté e continuò, lentamente, a mangiare. Era
effettivamente grassoccio, un po’ apatico, ma non sembrava un cattivo ragazzo…
Se solo avesse avuto un altro nome…
Dopo cena, poi, rimanemmo un po’ insieme parlando del più e del
meno, poi ci spedirono in camera: i piccoli a dormire, i più grandi a fare i
bagagli per il giorno dopo. Salutai tutti e mi diressi verso la mia camera. Lily
mi accompagnò fino alla porta e mi augurò la buona notte.
Un doveroso
ringraziamento a Barbie_Ettelenie_91 e ad ace95 che, gentilissime come sempre,
mi aiutano con i loro commenti e le loro impressioni. Grazie naturalmente anche
a tutti coloro che ricordano, preferiscono o semplicemente leggono la fanfic.
Appuntamento a sabato prossimo con il terzo capitolo (Una voce dal passato).
A presto.
GattyP :)
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Capitolo 3 *** Una voce dal passato ***
Capitolo 3.
Una voce dal passato
Mi svegliai presto, la mattina, e subito mi preparai per la
colazione. Quello stesso giorno, nel pomeriggio, saremmo dovuti andare ad
Hogwarts. Verso le 8.00 Lily bussò alla mia porta e poi, insieme, scendemmo in
cucina.
- Oggi ti porto a vedere la biblioteca! E’ famosissima, grande
più di quella di Hogwarts, e forse più antica… e non puoi immaginare che cosa vi
ho trovato… - mi disse Lily.
In effetti l’ultima affermazione aveva suscitato un po’ di
curiosità… altrimenti l’idea di passare la mattinata in mezzo ai libri mi creava
una certa inquietudine…
Scendemmo di nuovo in sala da pranzo per la colazione.
Evidentemente non c’era un’ora stabilita per vedersi intorno alla tavola e
ognuno poteva arrivare quando voleva. C’era in quel momento in sala la madre di
Lily e tutto era ottimamente apparecchiato. La tavola era fornita di ogni ben di
Dio: era presente sia i tipici cibi di una colazione inglese (pancetta, uova,
pomodori, salsicce, funghi, pane tostato), sia succhi di frutta, cereali, burro,
marmellata… cominciavo ad apprezzare la vita dei nobili inglesi e l’utilità
degli elfi domestici…
- Ciao, Peter. Hai dormito bene? - mi chiese la signora Anderson.
- Benissimo, grazie. Effettivamente mi dispiace di non potermi
fermare più a lungo: il Castello è veramente bello…
- Sì, è vero. I MacDonald sono molto uniti e tengono molto a
conservare nel migliore dei modi l’antico maniero di famiglia. Tra l’altro non
ci abitano sempre e, nella maggior parte dell’anno, rimangono solo gli elfi
domestici. E’ comunque una famiglia molto unita… - disse la signora Anderson.
Poi, mentre la madre si era allontanata, Lily mi disse: - Ad
essere sinceri, una volta i MacDonald litigavano spesso, specialmente zia Mary
con i cugini, ma ultimamente sembra che si siano riconciliati…
Poi tornò la madre e lasciammo cadere il discorso. Dopo
colazione, Lily mi guidò in biblioteca. Come detto, non sono stato mai un amante
dei libri, ma quella volta, appena entrato, non potei che provare un senso di
stupore per il luogo in cui ero entrato: la biblioteca era organizzata intorno
ad un pozzo centrale ottogonale, che si alzava, dal piano terra, fino al sesto
piano; sul pozzo si affacciavano otto diverse stanze, ognuna delle quali piena
di libri, disposti su armadi, tavoli, scaffali, anche su sgabelli e per terra.
Notai che alcune stanze erano piene di libri magici, altri di libri “babbani”,
per altro illustrati e, sembrava, molto interessanti.
- E’ veramente bello qui! - dissi, sinceramente meravigliato.
- Vieni, ti faccio vedere cosa ho scoperto - mi disse Lily.
Salimmo sei rampe di scale (non sarebbe stato meglio
materializzarci senza fare nessuna fatica?) e giungemmo al quarto piano. Qui
Mary si diresse verso una parete, in cui c’era un grande quadro di una
biblioteca (bizzarro: il quadro rappresentava la biblioteca stessa). Pronunciò
una formula (Aperio) e subito il quadro si trasformò in un corridoio
dove noi, scavalcata la cornice, entrammo tranquillamente.
- E’ fortissimo! Non ho mai visto niente del genere. Dove siamo?
- chiesi a Lily.
- In una parte privata della biblioteca, dove ci sono le memorie
dei MacDonald… - spiegò Lily.
- Tu sei autorizzata ad entrare, vero? - gli chiesi.
- Beh, praticamente sì. Ho il permesso di prendere qualsiasi
libro… e ho trovato per caso il modo di entrare qui… cioè me l’ha detto Cain
qualche tempo fa… e non mi sono trattenuta. - confessò Lily -Guarda qui cosa ho
trovato…
Sulla copertina di un manoscritto, vergata con una bella
calligrafia, c’era la scritta: “Memorie di Lily Evans”.
- Il nome non mi giunge nuovo… si chiama come te. E’ una tua
parente? - le chiesi. Poi ebbi un’illuminazione: - Ma è la madre di Harry
Potter!
Sì, avevo una passione per il Prescelto e mi ero informato su di
lui prima ancora di andare ad Hogwarts. Dove poi, l’anno precedente, l’avevo
conosciuto, anche se molto superficialmente (avevo anche scambiato con lui,
qualche volta, qualche parola).
- Sì, bravo, è proprio la madre di Harry Potter, che si chiamava
Evans prima di sposarsi. E parla diffusamente della sua vita… e anche di mio
padre. Ho scoperto infatti, leggendolo, che è la ragazza che mio padre amava,
prima di conoscere mia madre, e, penso, anche dopo è rimasto molto legato a lei…
- Caspita! Ma… ci seri rimasta male, quando hai letto di tuo
padre e… Lily Evans? - le chiesi
- All’inizio le informazioni mi hanno sconvolta… poi… no, ho
accettato tutto… e ho capito tante cose. Come l’attaccamento che mio padre ha
per Harry Potter… - disse Lily.
- Cosa dici? Ma… tuo padre non può vedere Harry Potter! Non fa
altro che punirlo… lo sanno tutti… - non potei fare a meno di dirle, stupito.
In effetti era vero: tutti conoscevano ad Hogwarts il malanimo,
il profondo disprezzo, addirittura l’odio che il prof. Piton manifestava
continuamente contro i Grifondoro in generale e contro Harry Potter e i suoi
amici (Ron Weasley ed Hermione Granger) in particolare. Ma soprattutto contro
Harry: lo puniva continuamente, lo umiliava, godeva nel vederlo in difficoltà…
Non potevo dire apertamente a Lily che suo padre era un sadico arrogante, ma la
realtà era quella.
- Lo fa per un motivo molto semplice, me l’ha detto lui stesso
qualche tempo fa. Harry è un pessimo occlumante ed è facile leggergli la mente:
mio padre non vuole che Tu-sai-chi (che non è morto e prima o poi ritornerà) o
altri lo considerino un amico di Harry, quindi finge di odiarlo…
Ci credeva veramente, Lily? Io avevo assistito, in un paio di
occasioni, al comportamento del prof. Piton e dovevo ammettere che, se era
finzione, era veramente bravo! Sembrava veramente odio, odio puro nei confronti
di Harry. Era sicuramente una scusa che il padre di Lily le aveva rifilato per
giustificare il suo spregevole comportamento. Ma non insistetti: Lily ne era
veramente convinta.
- E cos’altro c’è scritto nel diario? - chiesi, cambiando
discorso.
- Un sacco di cose interessanti. Lily Evans ha scritto queste
memorie poco prima di morire e racconta la sua vita dall’infanzia. Lo sai che
lei e mio padre si sono conosciuti in un parco giochi vicino a casa loro, a
Spinner’s End? Lei lo attendeva ogni giorno e lui gli parlava del mondo magico e
di Hogwarts. Erano grandi amici, mentre la sorella della Evans, una certa
Petunia, non lo sopportava. Poi sono andati insieme ad Hogwarts e il suo più
grande dolore è stato aver visto mio padre in un’altra casa: lei a Grifondoro,
mio padre a Serpeverde. Comunque rimasero amici, malgrado l’antipatica sempre
esistita tra le due case, ed erano studenti brillanti, soprattutto a Pozioni,
che entrambi adoravano. Si sono voluti bene, poi ad un certo punto si sono
lasciati in modo traumatico e doloroso per entrambi. Nel diario non spiega cosa
sia successo, ma Lily attribuisce la colpa a se stessa, ad un sorriso in un
momento sbagliato… non ho capito… Ma secondo me è anche per qualcosa che ha
fatto mio padre, anche se non ho capito bene cosa…
- Caspita! E tuo padre sa che tu hai letto… - le chiesi
- Se lo sapesse, mi strozzerebbe! - disse Lily scherzando (ma,
conoscendo il prof. Piton, ho paura che non fosse andata troppo lontana dalla
verità). - No, non sa niente e non deve sapere niente.
- Certo! - confermai. Per fortuna i ricordi riguardanti Lily non
erano intercettabili da un legimens (in quanto lei era una mezza respingente),
altrimenti…
- E c’è qualcos’altro di interessante? - le chiesi
- Sì: c’è la storia di un’ultima avventura che hanno vissuto
insieme: la Evans, zia Mary, mia madre e mio padre… Ma rimetto il libro a posto.
Te la racconto in camera mia, dai andiamo!
Lily mise il manoscritto al suo posto. Uscimmo quindi dal quadro.
- Proviamo a materializzarci in camera mia? - propose Lily.
- Ok, proviamo - le dissi, un po’ emozionato. E se non ci fossi
riuscito? Era uno spostamento notevole…
Lily prese la sua bacchetta, la avvicinò all’anello e,
sussurrando la parola Transfero svanì. Io feci lo stesso, pensando alla
sua camera. Un attimo dopo ero in quella stanza, insieme a lei.
Lily si buttò nel letto, mentre io mi sedetti su una poltroncina
nei pressi, spostando un grosso peluche che occupava il posto.
- Qui possiamo parlare liberamente o qualcuno può sentirci? - le
domandai.
- No, qui è tutto sotto controllo… Sai, ho inserito protezioni
permanenti che si attivano automaticamente quando entro in camera…
Ormai Lily non mi stupiva più.
- … Ti stavo dicendo - continuò - che, alla fine del 1977, cioè
diciassette anni fa, Lily Evans, mio padre e zia Mary sono giunti in un luogo
chiamato Imo Nemore dove hanno ascoltato una profezia.
- Quella di cui parlavi l’anno scorso, quella che ti vedeva
collaborare con Harry Potter a salvare il mondo magico da un grande pericolo?
- Sì quella, che però ora conosco integralmente: l’anno scorso
l’avevo ricostruita dai discorsi dei miei genitori e di zia Mary. Una volta,
come ti ho detto, li avevo sentiti parlare e sono stata ad ascoltarli. Ora l’ho
trovata proprio scritta… e l’ho anche trascritta nel mio diario… - disse Lily.
Prese poi un piccolo diario che teneva nel cassetto, pieno di fogli bianchi. Li
toccò con l’anello e subito apparvero le parole. Lily lo sfogliò velocemente…
- La profezia è del 1997, come viene espressamente specificato…
Aspetta, la cerco… Ecco è qui. Te la leggo tradotta. - disse - L’originale è in
latino, ma la Evans ha trascritto anche la traduzione: Dopo vent’anni il
malvagio signore che pensa di essere padrone della morte e che dominerà il mondo
magico sarà schiacciato dalla prole della prima. La prole della prima sarà
aiutata da due amici e dalla prole della quarta, ma di nascosto. La seconda e il
terzo li proteggeranno. La prole della quarta utilizzi gli Inferia (le cose
più basse?). Poi ci sarà la pace. Prima giglio, seconda
principe/essa (“princeps”), terzo serpente, quarta aiutante.
- Beh, non si capisce quasi niente. - dissi - Se è stata scritta
nel 1997, cioè poco prima che Lily Evans e James Potter morissero, mancano
ancora tre anni al compimento della profezia, che si compierà quando noi saremo
nel quinto anno ed Harry Potter nel settimo. Il resto però è praticamente
incomprensibile. La prole della prima, che è il giglio, è forse Harry Potter,
ok, ci sono arrivato: Lily in inglese vuol dire “giglio”, ma chi sono gli altri?
- Beh, la profezia dovrebbe riferirsi a quelli che sono entrati
in quel posto misterioso, che erano in tutto tre, cioè, oltre a Lily Evans, zia
Mary e mio padre; inoltre la quarta dovrebbe essere mia madre, dato che, anche
se non è entrata con loro, in quell’occasione li ha aiutati, a quel che ho
capito leggendo il racconto di Lily Evans. Se il ragionamento è giusto, io
dovrei essere “la prole della quarta” … almeno penso. Zia Mary non ha poi figli,
quindi non ha figli in grado di agire tra tre anni…. - concluse Lily.
- Quando è stato scritto il diario, dicevi?
- All’inizio di ottobre 1981, poco prima che morisse - disse
Lily.
Sì, sapevo anch’io che Lily e James Potter erano stati uccisi da
Voldemort nella notte tra 31 ottobre e 1 novembre 1981: c’era scritto anche sui
libri di storia…
- E nell’ultima pagina - continuò Lily - la Evans specificava che
avrebbe lasciato il diario a zia Mary affinché il figlio di Milly Anderson (non
sapeva che sarei stata una femmina) ne fosse informato, quando a Mary fosse
sembrato opportuno. C’è infine anche una minuta di una lettera inviata a mio
padre, in cui gli confessa di volergli bene “come ad un fratello” e lo implora
di proteggere il piccolo Harry, se fosse capitato qualcosa a lei e a suo marito.
- Ma tua zia Mary non te l’ha mai fatto vedere… - aggiunsi
- Sì, forse perché i miei genitori non vogliono coinvolgermi.
Hanno paura per me. Mio padre è apprensivo, ma non è niente in confronto a mia
madre e a zia Mary… Per loro dovrei vivere nella mia camera di MacDonald Castle
circondata dagli elfi domestici e dalle loro potenti protezioni. Non so come si
siano convinti a mandarmi ad Hogwarts. Ti sembrerà strano quello che sto per
dirti… Comincio a pensare che Lily Evans, dall’Aldilà, mi abbia fatto scoprire
il suo diario perché vuole che aiuti suo figlio. E ho bisogno del tuo aiuto…
forse insieme riusciamo a combinare qualcosa di buono…
- Naturalmente a tuo padre non diciamo niente… - aggiunsi -
altrimenti lui e tua madre mi scuoiano e mi danno in pasto ai Thestral di tua
zia Mary…
- Ti voglio bene! - mi disse Lily, e mi abbracciò. Anch’io la
strinsi.
- Ti voglio bene anch’io - le dissi istintivamente. I suoi
capelli profumavano di erica, una piantina molto diffusa in Irlanda e Scozia...
Erano solo un abbraccio fraterno e parole generiche, pensai. Ma era vero che mia
sorella non l’avrei mai abbracciata, né le avrei detto che le volevo bene…
Termina con questo capitolo la prima sezione della
fanfic (che ha complessivamente 14 capitoli): troveremo, nella prossima puntata,
Lily e Peter ad Hogwarts, alla presa con la consueta vita nella Scuola di Magia,
dove rincontreranno tutti i vecchi amici (e nemici) e avranno subito qualche
nuova sorpresa…
Un saluto a tutti e il solito grande ringraziamento ad
ace95 e a Barbie_Ettelenie_91 per il prezioso scambio di opinioni. Appuntamento
a mercoledì 28 marzo (provo a pubblicare due volte a settimana, mercoledì
e sabato) con il quarto capitolo (Sorprese ad Hogwarts). Alla prossima. GattyP:)
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Capitolo 4 *** Sorprese ad Hogwarts ***
Capitolo 4
Sorprese ad Hogwarts
Il ritorno ad Hogsmeade non fu semplice. Era scoppiato un
fortissimo temporale e scendeva acqua a catinelle, le strade erano allagate,
la visibilità quasi nulla.. Io, Lily e Cain, dopo aver salutato tutti,
accompagnati dal solito Sskarr (efficientissimo come sempre: non era una
cattiva idea avere al proprio servizio qualche elfo domestico…), eravamo
fortunatamente arrivati nel salotto di Miss Scott. Per fortuna i bagagli di
Lily e Cain erano già stati trasportati all’ufficio postale di Hogsmeade,
dove erano già arrivati (o stavano arrivando) anche i miei, che i miei
genitori avevano affidato a mia sorella Elizabeta.
Cain sembrava tranquillo: la sua faccia rotonda e il suo
aspetto appesantito non sembravano in grado di mostrare alcuna emozione. Né
cercò di intavolare un discorso, ma al massimo rispondeva con pochissime
parole alle domande che Lily gli faceva. Non mostrava un gran voglia di
socializzare, anzi… comunque non era neanche ostile. Semplicemente sembrava
ignorarci, perso in un mondo tutto suo.
Miss Scott ci accolse affabilmente e ci offrì dei pasticcini
che lei stessa aveva preparato. Poi, tutti insieme toccammo la cornice di un
quadro e, un attimo dopo, ci trovammo nell’Ufficio Postale di Hogsmeade.
- Eccoci, finalmente! - disse Lily.
- Perché non ci siamo trasportati direttamente ad Hogwarts? -
chiese Cain, mostrando un minimo di interesse per qualcosa.
- Perché Hogwarts è protetta da numerosi incantesimi magici e
nessuno può trasportarsi o materializzarsi al suo interno - disse Lily.
Pensai però che noi, con i nostri anelli e la magia antica, precedente a
quella di Hogwarts, forse saremmo riusciti a farlo…
- Andiamo in stazione e aspettiamo l’arrivo dell’Espresso?
C’è mia sorella… - proposi.
- Sì, volentieri, così la conoscerò - rispose Lily. Cain
sembrava del tutto indifferente alla prospettiva di incontrare altra gente,
ma ci seguì docilmente.
Sulla banchina, Lily strinse la sua mano nella mia. Non lo
faceva spesso.
- Sono un po’ emozionata - disse - E se poi a tua sorella non
piaccio?
- Non puoi non piacere a qualcuno. Sei adorabile - Le dissi,
non accorgendomi di averle fatto un complimento. Subito arrossii. Lily mi
ringraziò contenta.
Finalmente arrivò il treno, mentre intorno a noi il cielo
stava scendendo, con secchi di acqua fredda, su di noi (per fortuna eravamo
coperti dalla pensilina, ma avevo paura di quello che avremmo passato per
giungere nel castello… e a cosa aspettava Cain e Eliza: i ragazzi non
sapevano che avrebbero attraversato il lago in burrasca su fragili
imbarcazioni…
Vedevo qua e là alcuni insegnanti, giunti a sorvegliare
l’arrivo dei ragazzi, tra cui il professor Hagrid che aspettava i ragazzi di
prima. Non passava sicuramente inosservato, dato che la sua stazza gli
permetteva di farlo riconoscere da lontano. Malgrado il suo aspetto
imponente e una certa espressione severa, era particolarmente gentile e
socievole e, già l’anno prima, anche se non frequentavamo le sue lezioni
(era insegnante di Cura delle Creature Magiche, una materia che sarebbe
particolarmente piaciuta a Lily, pensavo), avevamo cominciato a salutarlo
quando lo incontravamo e anche lui rispondeva gentilmente. Pertanto lo
salutammo intavolando un breve discorso. Poi a lui affidammo Cain, sapendo
che avrebbe portato tutti i ragazzi di prima direttamente ad Hogwarts.
- Se hai bisogna di qualcosa, in qualunque Casa sarai, vieni
a trovarci - gli disse Lily.
- Sì, saremo felici di parlare un po’ con te… Possiamo farti
vedere il castello. Ci sono un sacco di zone interessanti - aggiunsi io.
- La guferia è fantastica. Peter ha anche un simpatico gufo…
quello di cui ti ho parlato… ma possiamo anche farti vedere la bibloteca e
il lago… dove c’è una grande piovra…- aggiunse Lily.
Pensai fugacemente che, dopo il passaggio sul lago che lo
attendeva (e il lago era in tempesta), questo sarebbe stato l’ultimo luogo
che Cain avrebbe voluto vedere il giorno dopo…
- Grazie. Eventualmente vi contatterò. Penso di ambientarmi
nella Casa in cui sarò smistato, i primi giorni. Comunque grazie - fu la
placida risposta di Cain.
Finalmente infatti arrivò l’Espresso e tutti i ragazzi che vi
erano sopra stipati scesero, tra il diluvio che li avvolgeva, e cercarono di
rifugiarsi tutti insieme sotto la pensilina. Naturalmente rivedemmo tutti i
nostri amici del nostro anno (oltre a Giorgia, che fu molto felice di
vederci, Jerry, Luke, Jonathan, Betty, Camilla e Floriana), gli altri
Corvonero che conoscevamo più o meno bene (Luna, sempre svagata, aveva un
eccentrico foulard fuxia con boccini e pesciolini verdi e teneva in mano un
ombrello “babbano”, con la parte superiore rovesciata però; Padma Patil ci
abbracciò espansiva informandosi sulle nostre vacanze e raccontando
velocemente quella che lei e la sorella avevano fatto in India; Cho Chang
ci esortò a fare i provini per entrare nella squadra di Quidditch, dato che
quell’anno si sarebbero liberati un paio di posti, malgrado sapesse che né
io né Lily avessimo alcuna predisposizione per quel gioco).
Vedemmo anche Hermione Granger, che ci salutò allegra (“Ehi,
ragazzi. Tutto bene? Non vedo l’ora di confrontarmi con voi sulla storia di
Hogwarts. Ho letto il sesto tomo dell’Historia Pittorum e si parla
anche della fondazione del Castello, con particolari che non conoscevo…”),
mentre Ron Weasley e Harry Potter ci fecero da lontano un cenno di saluto,
circondati dagli altri Grifondoro.
Le nostre compagne Camilla Colin e Betty Miller, mentre ci
abbracciavano, non mancarono di fare le solite maliziose battutine (“Avete
passato la notte sotto lo stesso tetto, abbiamo saputo…”). Ma come facevano
gli appartenenti al mondo magico a sapere tutto quello che facevamo?
Finalmente vedemmo anche Eliza, che veniva avanti con un
ragazzino, che ci presentò: era un certo Denis Canon, che aveva un fratello
più grande a Grinfondoro, grande amico di Harry Potter… Le presentai Lily e
le due cominciarono a parlare tranquillamente. Eliza stranamente non fece
nessuna allusione sconveniente sulla nostra presunta “relazione” (era stata
fastidiosissima e mi aveva tormentato tutta l’estate). La chiacchierata fu
però brevissima, dato che il professor Hagrid chiamava quelli del primo anno
per attraversare il lago con le minuscole imbarcazioni (“Con quel tempo!” -
pensai - “Non vorrei essere nei loro panni”) e pertanto mia sorella ci
lasciò quasi subito.
Fuori della stazione erano pronti dei carri (coperti per
fortuna), che, apparentemente senza essere guidati da alcun animale (in
realtà Lily mi aveva già spiegato che erano guidati da Thestrall), ci
avrebbero portati ad Hogwarts. Stavamo salendo sul primo quando una voce
tagliente e polemica si rivolse a noi: - Qui non ci sono posti, O’Neil,
andate da un’altra parte.
Era Eva Blockade, che ci guardava con la sua solita aria
arrogante ed il suo piglio aggressivo. Non si era dimenticata evidentemente
dell’ultimo scontro del passato anno scolastico. Non potei non notare che
era sempre molto bella, anzi ancora più bella dell’anno precedente… ma
nell’animo era rimasta la solita. Poi, con una battuta, riferendosi anche a
Lily: - Irlandesi e Sanguemarcio… non so chi puzzi di più!
Intorno a lei tutte le Serpi ridevano. Quant’era cretina!
Ebbi un attimo di esitazione nel risponderle e Lily mi precedette: - Per
fortuna tu sei sempre molto profumata. Ti è servito il profumo mentre pulivi
la guferia?
Lily alludeva alla punizione che il professor Piton le aveva
assegnato l’anno precedente (lei è il suo gruppo di serpi avevano dovuto
portare fuori, senza uso di mezzi magici, il letame dalla guferia per averci
attaccati) e quella stupida ci guardò in cagnesco: se avesse potuto, ci
avrebbe polverizzato…
- Dai, andiamo in un altro carro - dissi a Lily. Entrammo nel
carro seguente, dove già si erano posizionati Jonathan, Giorgia e Floriana.
Parlando delle nostre vacanze, arrivammo ad Hogwarts.
___________________________________
Eravamo finalmente giunti in Sala Grande, mentre fuori
scendeva ancora pioggia a fiumi. Alzai gli occhi verso il soffitto, che
rappresentava il cielo in tempesta… per fortuna un piacevole tepore
aleggiava della stanza, facendo asciugare gli abiti umidi. Sopra le
tavolate, piene già di piatti e calici d’oro, senza però pietanze dentro,
galleggiavano a mezz’aria centinaia di candele.
Avevamo appena preso posto quando entrarono i ragazzini del
primo anno, guidati dalla McGranitt: erano completamente zuppi, dalla testa
ai piedi (sembrava che avessero fatto il bagno con i vestiti addosso) e
Denis Canon (il ragazzino che mi aveva presentato mia sorella) era avvolto
nel grande cappotto di pelliccia del professor Hagrid. Tra i ragazzi c’era
Eliza, che tremava (per il freddo e per la tensione) e che ci fece un
nervoso cenno di saluto.
Speravo tanto che venisse nella nostra casa! Oppure in
un’altra… purché non fosse Serpeverde! Tutto, ma non la Casa di Whyte e
della Blockade… Beh, mancava poco e avrei saputo dove il cappello la avrebbe
inserita.
- Non preoccuparti, Peter - mi disse Lily. - Dovunque vada,
vedrai che si troverà bene… e speriamo di averla con noi a Corvonero!
La McGranitt aveva cominciato a chiamare i ragazzi, che
venivano smistati nelle varie Case. Il piccolo Dennis Canon capitò a
Grifondoro. Poi, dopo altri ragazzini, fu la volta Cain MacDonald che capitò
a Serpeverde (“Beh, almeno sarà contento - pensai. Serpeverde era la casa
dei maghi oscuri, degli studenti più odiosi di Hogwarts, arroganti palloni
gonfiati).
- Elizabeta O’Neil - urlò la McGranitt. Subito mi concentrai
sulla scena: mia sorella, ancora tutta tremante, avanzò e si sedette sullo
sgabello. La professoressa le mise in testa il cappello. Il silenzio era
assoluto. Dopo alcuni interminabili secondi il Cappello Parlante urlò il
nome che non avrei mai voluto sentire: SERPEVERDE!
Eliza era un po’ sconcertata (le avevo parlato di quanto
odiosa fosse quella Casa) e mi guardò con la faccia perplessa. Sorrisi
(anche se dentro avevo un’angoscia…) e cominciai ad applaudire (insieme a
Lily e a qualche altro mio amico, che mi appoggiò per solidarietà). Ely si
tranquillizzò, fece un piccolo sorriso e corse al tavolo delle Serpi, dove i
suoi compagni di casa la festeggiarono.
Io, malgrado le avessi sorriso e avessi applaudito, mi
sentivo morire. Come era stato possibile? Lily, sempre sensibile, mi disse
sottovoce: - Non preoccuparti, starà bene. Anche mio padre è un Serpeverde…
ed è la persona più buona e sensibile che esista…
Non so perché, ma il discorso non mi convinse per niente… Il
professor Piton buono e sensibile? In quale pianeta viveva Lily? Comunque
ormai il male era fatto. Maledissi mentalmente quel vecchio Cappellaccio
che, ne ero sicuro, cominciava a sclerare per l’età e distribuiva a caso gli
alunni nelle varie Case…
Poi, per fortuna, fummo tutti presi dal banchetto, e il
clima si rasserenò. Eliza venne anche al nostro tavolo e io le feci i
complimenti mentendo spudoratamente e dicendo che Serpeverde era un’ottima
Casa. Lily fu anche più carina, invitandola, per il giorno dopo, ad una
passeggiata nel Parco: le disse che c’era una simpatica piovra gigante che
voleva farle conoscere, a cui portavamo anche del cibo… (tra l’altro anche
lei l’aveva intravvista in quella disgraziata traversata del Lago che aveva
appena fatto… ci disse velocemente che un tentacolo aveva recuperato Denis
Canon quando era scivolato dalla barca…).
Dopo il banchetto, ricco e buono come al solito, ci fu
l’abituale discorso del Preside che ci informò della novità di quell’anno:
non ci sarebbe stato l’abituale torneo di Quidditch per lasciare spazio al
Torneo Tremaghi, organizzato ad Hogwarts dall’Ufficio per la Cooperazione
Internazionale Magica e dall’Ufficio per i Giochi egli Sport Magici. Al
torneo avrebbe potuto partecipare un alunno maggiorenne della nostra scuola,
cioè un alunno che avesse già compiuto diciassette anni. Il nostro campione
avrebbe sfidato i campioni che sarebbero venuti da altre due scuole magiche,
Beauxbatons e Durmstrang. Il premio consisteva, oltre alla gloria, in mille
galeoni: una somma niente male!
Il discorso fu interrotto, ad un certo punto, dall’arrivo del
professor Malocchio Moody, un famoso Auror che, quell’anno, ci avrebbe
insegnato Difesa contro le Arti Oscure: lo avrei conosciuto meglio nel corso
dell’anno, ma aveva un aspetto sicuramente inquietante (in modo diverso dal
prof. Piton, ad esser sincero): il volto era coperto di cicatrici, non aveva
una parte del naso e un occhio era sostituito da un occhio magico che girava
continuamente da una parte all’altra. Si sedette alla destra del Preside.
Io, in quanto minorenne e in quanto poco interessato agli
sport e alle competizioni magiche, non mi lasciai coinvolgere più di tanto
dal Torneo; invece alcuni miei compagni di Casa erano letteralmente
elettrizzati: chi sarebbe stato il campione della Scuola?
Era quindi ora di andare verso i dormitori. Salutai con la
mano Eliza, che andava in quelli di Serpeverde, situati in qualche parte dei
sotterranei (ecco, ne ero sicuro, prima o poi Lily mi avrebbe fatto
esplorare anche quelli) e ci spostammo nei nostri: rividi con un certo
affetto il volatile che, sulla porta, ci fece l’ennesimo improbabile
indovinello per farci passare (La mia vita può durare qualche ora,
quello che produco mi divora); qualcuno, non io, che sono negato per
questi indovinelli, trovò subito la soluzione (la candela). La sala
comune ci aspettava con le luci e un bel fuocherello acceso. Arrivarono
anche i ragazzi di prima e sentimmo l’abituale discorso del prof. Vitious…
Tutto si svolgeva come sempre, ad Hogwarts…
__________________________
Salimmo finalmente in camera (ora eravamo al penultimo piano,
più caldo di quello dell’anno precedente, dato che non era esposto
completamente alle intemperie). Volevo stare un attimo a pensare a quello
che era successo in quella giornata, e che non avevo ancora metabolizzato…
mia sorella a Serpeverde, in quella maledetta Casa di Maghi Oscuri e
ragazzini arroganti… Dovevo riflettere… per fortuna, rispetto ai dormitori
delle altre Case, in quello di Corvonero c’era una forte privacy e ci si
poteva isolare tranquillamente: ogni letto era separato dagli altri da alti
armadi e librerie. Eh, sì, “ai Corvonero piace studiare e leggere”, come
ripetevano tutti in continuazione; inoltre pesanti cortine, che scendevano
dal soffitto, potevano isolare il blocco dal corridoio che, girando intorno
alla torre, collegava i singoli letti.
Rimasi un attimo sveglio a pensare, ma poi abbandonai le
preoccupazioni per Eliza (magari non sarebbe stato brutto come sembrava) e
cominciai a rivolgere il mio pensiero a Lily. Fuori infuriava ancora il
temporale. Sapevo che Lily aveva una paura folle dei tuoni e dei fulmini:
era una delle poche cose di cui aveva paura…Mi aveva raccontato che era
rimasta traumatizzata da piccola, quando si era persa mentre scoppiava un
temporale. L’avevano trovata poco dopo, terrorizzata, in un portone…
Povera Lily… ma, improvvisamente, me la ritrovai, in piedi,
vicino al letto! Si era materializzata usando i poteri del suo anello,
bypassando l’incantesimo che impediva alle ragazze di entrare nella camera
dei ragazzi!!!
Aveva una lunga camicia da notte, bianca, con piccoli
fiorellini, fino ai piedi, ancora la ricordo. Si avvicinò a me tutta
agitata.
- Scusa, Peter! Ho tanta paura. Posso dormire con te? Non
occupo molto spazio. Nessuno se ne accorgerà… - mi sussurrò.
- Ma certo! - le dissi. E, con un colpo di bacchetta chiusi
le cortine che separavano il mio baldacchino dal resto della stanza, mentre
lei si infilava veloce sotto le coperte. Ci mancava solo che ci vedesse
qualcuno…
Il letto per fortuna era grande e potevamo stare comodamente
entrambi. Lily, senza più parlare, mi prese la mano (tremava per la paura)
e, piano piano, il suo respiro divenne regolare, smise di tremare e si
addormentò. Io rimasi sveglio, non per la pioggia che batteva contro i muri
e le finestre della torre o per i tuoni che sentivo in continuazione, ma per
la vicinanza del corpo di Lily, ipnotizzato nel sentirla respirare,
elettrizzato dal suo profumo, tenendo ancora la sua mano… No, quell’anno non
si sarebbe svolto come quello precedente…
____________________________
Sicuramente Peter non si aspettava quest’inizio di
anno scolastico… Un grosso saluto e grazie a tutti coloro che preferiscono,
ricordano, seguono o semplicemente leggono la fanfic e, in particolare ad
ace95 e a Barbie_Ettelenie_91 che ogni volta gentilmente mi comunicano le
loro impressioni. Appuntamento a sabato con il quinto capitolo (Difesa
contro le Arti Oscure). A presto. GattyP:)
|
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Capitolo 5 *** Difesa contro le Arti Oscure ***
Capitolo 5
Difesa contro le Arti Oscure
Non so dopo quante ore mi addormentai. Quando mi svegliai, il
temporale era passato (da un pezzo, probabilmente) e Lily se ne era già andata.
La rividi poco dopo, nella Sala Grande per colazione, e mi fece un grande
sorriso.
- Scusa per stanotte - mi disse sottovoce - ma avevo molto paura…
- Non preoccuparti! Mi ha fatto piacere esserti stato d’aiuto… -
le risposi.
Vidi arrivare anche mia sorella: mi sembrava serena e ci salutò
con la mano.
- Oggi, vedrai, riusciamo ad andare a fare una passeggiata, -
disse Lily, immaginando che fossi preoccupato per cose fosse stata accolta dalle
Serpi - così conosceremo le sue impressioni.
- Speriamo bene… Ho paura che la cambino - le sussurrai - E’
veramente un’impicciona noiosa… ma a modo nostro ci vogliamo bene…
- Vedrai, sarà andato tutto bene! - mi fece coraggio Lily. Si
alzò quindi ed andò da Eliza, al tavolo dei Serpeverde, tra gli sguardi di
curiosità (o anche di ostilità, in qualche caso) delle Serpi. Parlò un pochino
con mia sorella e poi ritornò vicino a me - Ha passato una bella serata ieri
sera e ha fatto un sacco di nuove conoscenze. Oggi pomeriggio alle tre ci
vediamo davanti alla porta d’ingresso per fare una passeggiata, se sei
d’accordo…
Intanto, mentre facevamo colazione, venne il prof. Vitious con il
nostro nuovo programma. Bene: cominciavamo quest’anno con Difesa contro le Arti
Oscure. Avremmo subito conosciuto il nuovo insegnante, l’ex auror Moody, insieme
ai nostri “amici” Serpeverde…
La prima lezione del prof. Moody fu memorabile. Entrato come un
treno in aula e fatto l’appello scrutandoci con il suo strano occhio, ci disse:
- Ragazzi. I libri non servono… Un mago oscuro non vi darà il
tempo di leggere… Bisogna agire d’istinto, senza pensare, e la pratica è la
migliore difesa. Dividetevi a coppie.
Sentii l’eccitazione nei miei compagni (e anche in me):
finalmente pratica! Nell’anno precedente avevamo studiato solo teoria. Guardai
Lily. Avrei fatto coppia con lei? Ma fui prevenuto dalla voce del prof. Moody: -
Coppie miste Corvonero-Serpeverde. Vi voglio cattivi! Faccio io le coppie!
Probabilmente riusciva a percepire l’ostilità tra di noi, perché
ci abbinò con le persone che non avremmo voluto incontrare: capitai così con la
Blockade, mentre a Lily toccò Whyte. Eva mi guardò dura con un sorrisetto di
scherno: pregustava già di colpirmi in qualche modo, magari approfittando degli
esercizi che l’insegnante ci avrebbe insegnato…
- Incantesimo base di difesa è quello di Protezione - disse il
prof. Moody - : il “sortilegio Scudo” crea uno scudo di energia magica che, se
ben fatto, fa rimbalzare indietro l’incantesimo d’attacco verso l’aggressore. Se
il sortilegio è impreciso, lo scudo viene attraversato o il raggio viene deviato
sul lato, con la possibilità di colpire altre persone. Per questo lavorerete a
coppie, con gli altri dietro di me… Naturalmente l’incantesimo non protegge da
maledizioni di potenza maggiore, ad esempio le Maledizioni Senza Perdono, ma,
per quest’anno, queste non le affronterete… Osservate il movimento del mio
braccio… La formula è Protego!
Dicendo così si mosse velocemente, facendo uscire, dalla sua
bacchetta, uno scudo di energia magica che, per un istante, si presentò come un
muro trasparente di fronte a lui.
Il prof. Moody intanto continuava: - Naturalmente un aggressore
utilizzerà un incantesimo di disarmo o di attacco, come lo Schianesimo: qualcuno
di voi forse li saprà già utilizzare…
Sì, in effetti, io e Lily c’eravamo un po’ allenati, o meglio,
lei, che era stata un po’ istruita al padre, mi aveva allenato, con risultati
non eccessivamente brillanti per quanto mi riguardava… lei invece era molto
dotata e molto più brava di me
- …Oggi proviamo con il primo. La formula è Expelliarmus e
permette di far volare dalla mano la bacchetta. Il movimento è questo…
E subito, velocemente pronunciando la parola (e sono sicuro che
ci sarebbe riuscito anche con un incantesimo non verbale), fece volare in alto
le bacchette di due o tre miei compagni.
Eravamo sbalorditi ed eccitati: finalmente una vera lezione di
Difesa!
- Forza: prima coppia: Miller-Greengras! Venite qui al centro e
mettetevi in posizione. Miller, tu per prima attacchi, poi cambierete i ruoli!
Toccò quindi a tutti noi, a turno, mentre il prof. Moody
controllava ogni particolare, dalla posizione delle gambe al movimento del
braccio. Lily riuscì a difendersi egregiamente da Whyte, creando uno degli scudi
più compatti fatti da noi ragazzi, tanto che l’incantesimo di disarmo di Adrian
gli rimbalzò perfettamente contro colpendolo alla mano, che lasciò cadere la
bacchetta.
- Ottimo. Cinque punti per Corvonero! Questo - disse rivolgendosi
a noi tutti - è un vero sortilegio Scudo! Brava, Anderson. Whyte, niente da
rimproverarti: l’attacco era buono, ma ti sei scontrato con uno Scudo di ottimo
livello. Un punto anche a te…
Molto più blando fu invece il Disarmo lanciato da Lily a Whyte,
che fu respinto senza particolari problemi… ma ebbi l’impressione che la mia
amica l’avesse di proposito lanciato debole e impreciso. Nessuno comunque se ne
accorse…
- O’Neil all’attacco, Blockade alla difesa. Forza! - disse Moody
e ci posizionammo al centro dell’aula.
A differenza di ciò che aveva fatto Lily (almeno pensavo), il mio
incantesimo non fu volutamente debole e impreciso, ma, anche se mi impegnai
totalmente, fu facilmente parato dalla Blockade con un elegante gesto del
braccio: il mio stesso incantesimo, tornato indietro, mi colpì la mano, anche se
non fu così forte da farmi cadere la bacchetta.
- Ottimo, Blockade. Cinque punti anche a te. Male, O’Neil:
sortilegio impreciso, movimento impacciato, forza limitata. Con quello non
faresti del male neanche ad un bambino. Da migliorare! Ora invertite i ruoli!
Beh, andò come doveva andare. Il mio scudo non resse l’attacco
della Blockade che, uno dopo l’altro, mi lanciò tre incantesimi di disarmo e,
per non farsi mancare nulla, un incantesimo a me sconosciuto che mi colpì,
tagliandola in due parti… la cintura dei pantaloni, tra le risate delle Serpi lì
assiepate.
- Molto divertente, signorina Blockade. Cinque punti in meno a
Serpeverde per aver disubbidito al mio comando (uno solo incantesimo, avevo
detto, di disarmo…) e dieci punti in meno per aver umiliato un suo compagno.
Cosa voleva dimostrare? - disse calmo il prof. Moody. Poi, rivolgendosi a me: -
O’Neil, devi migliorare! La prossima volta devi fargliela vedere… D’ora in poi
voi due farete coppia fissa!
Che figuraccia avevo fatto! Eva ghignava divertita, insieme a
quella maledetta cricca di Serpi sfigate. Maledetta Blockade!
__________________________
Dopo altre due ore di lezione (Trasfigurazione e Storia della
Magia), finalmente finì quella prima giornata di scuola: andammo tutti in Sala
Grande per il pranzo. Poi, dopo pranzo, io con Lily, Eliza e qualche altro
ragazzo appartenente a diverse Case andammo a fare una passeggiata fino al Lago.
Il tempo si era rimesso, per fortuna, e passeggiammo
tranquillamente fino allo sperone di roccia, da dove, l’anno precedente,
lanciavamo panini e polpette al pesce alla Piovra Gigante del Lago Nero. Eliza
era elettrizzata della serata precedente e, un momento in cui eravamo soli, ci
raccontò di quello che aveva provato: dapprima paura, sentendo il nome della
Casa di Serpeverde, poi si era rasserenata vedendomi applaudire (per fortuna
l’avevo fatto! In cuor mio, tuttavia, ancora lanciavo maledizioni a quel vecchio
cappellaccio). I suoi compagni di casa, comunque, erano stati molto gentili e si
erano fatti in quattro per fare sentire a loro agio sia lei, sia gli altri
ragazzini di prima. In particolare, mi aveva detto, le avevano accompagnate fino
in camera due ragazze del secondo anno, Astoria Greengras (la mia “serpe”
preferita: freddissima come un iceberg, ma molto signorile) e Eva Blockade.
Sentendo il nome, subito il cuore mi era balzato nel petto. Quella “bulla” della
Blockade cosa stava combinando? Voleva vendicarsi su mia sorella di ciò che il
professor Piton aveva fatto loro fare, come punizione, nel passato anno
scolastico? Eliza aveva avuto comunque un’ottima impressione: le aveva fatto
vedere la biblioteca dei Serpeverde, i piccoli salotti che si trovavano tra le
varie camere, addirittura alcuni passaggi segreti per arrivare direttamente in
vari luoghi del castello. Era stata “adorabile” (testuali parole sue). Aveva
anche conosciuto alcuni ragazzi di quarta, Draco Malfoy, Blaise Zabini e Gregory
Goyle, ed era rimasta molto impressionata dal primo (“E’ anche molto gentile”,
diceva ingenuamente); non le avevano fatto invece particolare impressione né
Cain MacDonald (il nipote della “zia” di Lily), né (per fortuna) quel deficiente
di Adrian Whyte …
Beh, mi faceva piacere che si trovasse bene… ma se ci fosse stato
sotto qualcosa? Non conoscevo, se non di nome, i più grandi, ma quelli del mio
anno sì… e a parte la Greengrass non avrei dato uno zellino per nessuno.
Arrivati sulla rupe ci attendeva una bella sorpresa: accanto alla
Piovra Gigante, che alzava i suoi tentacoli per ricevere i panini e le polpette
che Lily aveva portato, si vedeva una piccola Piovra, che seguiva la madre. Lily
non stava in lei nella pelle: un altro “animaletto” da curare!
Le settimane successive volarono letteralmente: avevamo ripreso
le nostre abituali attività (lezioni, studio, lezioni, studio, lezioni,
studio…), intervallate da qualche momento in cui avremmo dovuto rilassarci… In
realtà Lily mi aiutava a migliorare negli incantesimi di protezione e disarmo.
Lei in effetti era un po’ avanti a tutti (anche se cercava, nelle
lezioni, di non farlo vedere), anche perché suo padre, da diversi anni, le aveva
insegnato i fondamenti della disciplina.
- O’Neil, tua sorella vale tre volte te - disse una sgradevole
voce alle mie spalle, uno dei giorni successivi, appena usciti da Difesa - e non
si fa proteggere come una femminuccia dalla sua ragazza!
Mi girai. Era naturalmente la Blockade con Whyte e un altro paio
di serpi.
- Sta’ calmo, Peter. Non accettare provocazione. Fa’ finta di non
aver sentito! - mi sussurrava Lily al mio fianco
- Scommetto che vola meglio di te (non ci vuole molto per questo)
oltre a combattere molto meglio di te, che fai veramente schifo: solo in una
cosa la superi, forse: nel correre velocemente a nasconderti dietro la sua
gonnella … - disse Eva, con l’intenzione di provocarci a iniziare una rissa.
- Oh, sai? Ho conosciuto tua sorella… Dice che si vergogna di te
- aggiunse Whyte - e ho dovuto consolarla…
Quant’era cretino. Fremevo, ma non reagii, anzi gli girai le
spalle.
- Come ti permette, Irlandese! Ti faccio vedere io - disse Whyte
arrabbiato. - Ti faccio saltare la cintura dei pantaloni…
Improvvisamente, però, apparve il prof. Moody: - Tutto bene,
ragazzi? - Ci disse scrutandoci con il suo occhio magico che sembrava
attraversarmi.
Le Serpi non risposero e si defilarono…
- Non preoccuparti, O’Neil - mi disse, comprensivo, il professore
- è solo questione di allenamento. Prova a fare esercizi supplementari…
_____________________________________
- Devi darmi una mano! - dissi a Lily, lasciati quegli idioti. -
Quelle carogne della Blockade e di Whyte non aspettano altro che umiliarmi!
- Non prendertela, Peter. Sono solo degli stupidi… Comunque, se
vuoi, ti aiuto volentieri - mi disse Lily (aiutava gli sconosciuti e tutti gli
animaletti che incontrava… perfino la Piovra Gigante del Lago Nero: non avrebbe
aiutato me?) -, e poi sono ormai abituata a passare per la tua morosa…
continuerò a trascorrere un po’ di tempo libero con te!
Mi venne da sorridere. In effetti, pensandoci, erano i momenti
più belli di Hogwarts, quelli che avevo passato e che stavo passando insieme a
lei… Ma non glielo dissi, limitandomi a dire: - Benissimo! Dobbiamo però trovare
un posto dove allenarci. Non possiamo lanciare incantesimi nei corridoi…
- No, penso di no: altrimenti Gazza ci appenderebbe per i piedi…
- disse, scherzando
- Non lo farebbe mai! - e poi sottovoce: - … altrimenti chiamiamo
tuo padre ad aiutarci!
- Ah, adesso sei contento quando lo vedi! - esclamò divertita…
Oddio, proprio contento non ero. A lezione avevo la sgradevole
impressione di essere perennemente sotto esame da parte del prof. Piton, che mi
faceva continuamente domande, mi riprendeva appena facevo uno sbaglio (e ne
facevo parecchi) e sottolineava continuamente, guardandomi, l’importanza della
sua disciplina. Però per fortuna non mi aveva mai tolto punti… e questo, dato il
suo carattere (severo, sbrigativo, rancoroso…), poteva essere una attestazione,
se non di stima, almeno di mancanza di ostilità aperta. Ma era inutile parlare
di queste cose a Lily, dato che stravedeva per il padre, e lo vedeva (come
faceva???) come un uomo perfetto. Inoltre era vero che, in un paio di occasioni,
le sue apparizioni erano state provvidenziali per salvarci da qualche attacco
delle Serpi…
- Beh, effettivamente… - dovetti ammettere.
Però il problema della stanza per allenarci era importante. Come
potevamo fare? Chiedemmo discretamente in giro… ma nessuno sapeva consigliarci.
Finché Lily ebbe un’idea: durante una delle nostre discese in cucina (dove ci
rifornivamo di polpette e panini per la Piovra), Lily provò ad accennare ad un
elfo domestico, Gyngyl (uno dei tanti che la accoglievano a braccia aperte), se
conosceva un luogo dove potevamo allenarci senza problemi.
- C’è la stanza Va-e-vieni, chiamata anche “Stanza delle
Necessità”, signorina Lily: è una stanza magica in cui può entrare solo chi ne
ha veramente bisogno e contiene tutto ciò che a lui serve. - disse Gyngyl. - La
utilizziamo anche noi elfi, quando ci serve qualcosa per le pulizie del Castello
e non l’abbiamo a portata di mano
- Oh, e dove si trova? - chiesi incuriosito.
- Al settimo piano, davanti all’arazzo di Barnaba il Babbeo -
disse il gentile elfo.
- Ma c’è una stanza in quel corridoio? - chiese Lily.
- In realtà è una stanza magica e compare solo se qualcuno ne ha
veramente la necessità… e se nessuno l’ha già occupata, naturalmente, signorina
Lily. - rispose Gyngyl - Per farla apparire bisogna pensare intensamente a ciò
di cui si ha bisogno e passare per tre volte davanti all’arazzo…
-Grazie, Gyngyl - disse, e poi, rivolto a me: - Che ne dici:
andiamo a dare un’occhiata?
_________________________________
Avere la possibilità di materializzarci in una parte all’altra
del castello è molto comodo, ma anche pericoloso: ad Hogwarts non è possibile
tale tipo di magia e solo noi facevamo un’eccezione perché era magia antica,
preesistente alla stessa creazione del castello e alle difese organizzate dai
fondatori… Ma non potevamo apparire improvvisamente di giorno in un corridoio,
con il rischio che qualcuno ci vedesse. Facemmo così sette piani a piedi, mente
le scale si spostavano più volte da una posizione all’altra.
Giunti (finalmente) al settimo piano, trovammo Gazza intento a
sorvegliare i corridoi e dovemmo nasconderci in uno stanzino delle scope. Qui
aspettammo in assoluto silenzio che il custode, e il suo malefico gatto,
passassero. Eravamo vicinissimi. Sentivo il profumo dei capelli e della pelle di
Lily… poi, quando il campo fu libero, uscimmo e ci recammo davanti all’arazzo
del povero Barnaba bastonato dai Troll.
- Pensiamo intensamente alla stanza che ci serve - dissi,
muovendomi avanti e indietro nel corridoio.
In effetti, poco dopo, proprio davanti all’arazzo si trovava una
porta. La aprimmo e giungemmo in una stanza spaziosa, insonorizzata, con cuscini
alle pareti e vari oggetti da lanciare o utilizzare in vario modo. C’erano anche
un tavolo, due sedie e alcuni libri riguardanti gli incantesimi.
Così, da quel giorno, quello diventò uno dei nostri “posti
speciali” in cui allenarci, ogni tanto, senza problema che qualcuno ci vedesse.
Riuscivamo anche a materializzarci nello stanzino delle scope lì vicino, da dove
uscivamo e, se non c’era nessuno in giro, entravamo nella “Stanza delle
necessità”.
In breve migliorai notevolmente. In effetti potevo parare senza
nessun problema gli incantesimi di disarmo lanciati dalla Blockade… anche perché
il prof. Moody controllava che ne lanciasse uno alla volta (ho i miei dubbi che
avrei resistito altrettanto bene ad un attacco continuativo)… Per non rendere
troppo semplice la cosa, comunque, il prof. Moody ora pretendeva che
utilizzassimo incantesimi non verbali… che sono difficilissimi, almeno per
ragazzi di seconda! Lui era convinto che, dato che bisognava impararli,
conveniva impararli bene e, se fosse servito più tempo, non c’era particolare
problema: al massimo avremmo ripetuto l’anno (!)
Nei nostri allenamenti, ero diventato abbastanza bravo con gli
incantesimi di disarmo e avevo anche cominciato, insieme a Lily, a provare gli
schiantesimi (su dei pupazzi che erano comparsi nella Stanza). Insomma, anche se
non avevo raggiunto Lily (al massimo i miei incantesimi, se centravano il
bersaglio, provocavano un lieve sbandamento nel pupazzo; quelli di Lily lo
facevano volare per tutta la sala), ero sicuramente migliorato.
Avevamo anche tastato la combinazione tra oggetti magici:
effettivamente, nella combinazione anello+bacchetta, riuscivo a scardinare lo
scudo di Lily, se usava solo la bacchetta (non parliamo poi di quello che poteva
fare lei nei miei confronti!) e, anche usato singolarmente, riuscivo ad ottenere
buoni risultati. Tuttavia quelli non potevamo utilizzarli nei combattimenti
nell’aula di Difesa in presenza del prof. Moody!
Un paio di volte fummo ad un passo dal farci scoprire: una volta
da Gazza, che minacciò di portarci dal Preside (fuggimmo subito), un’altra da
Hermione Granger che ci stava cercando: ci voleva convincere a comprare due
spille di una bizzarra associazione che aveva fondato, con il buffo nome di
C.R.E.P.A., per migliorare la condizione degli elfi domestici. Subito
acconsentimmo (l’iscrizione costava appena due zellini), anche se non avevo
notato particolare sofferenza negli elfi quando andavamo a trovarli: sembravano
felici di lavorare ad Hogwarts!
___________________________
Un grosso abbraccio e auguri di Buona Pasqua a
Barbie_Ettelenie_91, ace95 e agli altri lettori della fanfic. Appuntamento a
mercoledì con il sesto capitolo (Durmstrang e Beauxbatons).
Ciao! GattyP :)
|
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Capitolo 6 *** Durmstrang e Beauxbatons ***
Capitolo 6
Durmstrang e Beauxbatons
Tra compiti (molti), allenamenti (pochi) e passaggiate
(pochissime), eravamo arrivati al 30 di ottobre, giorno in cui sarebbero giunti
ad Hogwarts gli allievi delle due scuole di Durmstrang e Beauxbatons, che si
sarebbero confrontati con il nostro campione (ancora da scegliere) nel famoso
Torneo Tremaghi.
Quando siamo scesi a colazione, ci siamo subito accorti che la
Sala Grande era stata completamente ripulita ed addobbata con enormi stendardi
rappresentanti le quattro Case. E non solo: nei giorni precedenti, infatti,
anche il resto del castello era stato tirato a lucido (quadri, armature e statue
comprese). Evidentemente il preside Silente non voleva fare cattiva impressione
ai nostri ospiti, il cui arrivo era previsto per le 6.00 del pomeriggio di quel
giorno. Verso le 5.00, pertanto, tutte le lezioni terminarono e fu “consigliato”
(in realtà imposto dalla severissima McGranitt) a tutti noi studenti di metterci
ad aspettare l’arrivo dei ragazzi di Durmstran e Beauxbatons fuori della porta
del Castello (era anche molto freddo).
Finalmente arrivarono gli alunni di Beauxbatons, insieme alla
loro insegnante, con una enorme carrozza volante, trainata da grandi cavalli
dorati, e si sistemarono non lontano dalla capanna del professor Hagrid: erano
in tutto una dozzina. Subito dopo apparvero quelli di Durmstrang, giunti con un
scheletrica oscura inquietante nave, che emerse e poi si ormeggiò sulle sponde
del Lago Nero (ricordo che Lily, nell’occasione, si preoccupò che non avesse
spaventato la piovra e il suo piccolo: che, per fortuna, nelle settimane
successive, continuarono come sempre a farsi vedere).
Ad essere sinceri, gli allievi delle due scolaresche erano
vestiti con abbigliamento poco adatto al nostro clima: i francesi con abiti
troppo leggeri, i russi (presumendo che quella scuola sia russa, perché ne è
difficile la collocazione geografica: in ogni caso avevano la propria residenza
nell’Europa dell’Est) con grossi pelliccioni, che poi, dentro il castello, si
tolsero perché troppo ingombranti.
I ragazzi e le ragazze di Beauxbatons all’inizio sembravano
spaesati e un po’ imbronciati. In realtà erano solo intimoriti dal nostro
castello (e dal nostro numero, dato che eravamo molto più numerosi di loro) e,
quando li conoscemmo, ci trovammo tutti d’accordo sul fatto che fossero tutti
gentili e molto simpatici: si appoggiarono subito nel nostro tavolo e guardavano
meravigliati non solo la sala (la nostra scuola, come detto, non aveva infatti
badato a spese e si era messa da tempo a tirare tutto a lucido), ma anche le
portate del banchetto, che apparve non appena gli ospiti si erano messi seduti
(gli elfi avevano preparato numerosi e buonissimi piatti non solo inglesi ma di
cucina internazionale, tra cui diverse strane pietanze francesi). Alcune
ragazze, soprattutto, avevano molto freddo (si erano coperte con sciarpe e
scialli di seta e la loro divisa sembrava dello stesso tessuto: possibile che
non avessero immaginato che in Inghilterra il clima fosse diverso?) e così, io,
Jonathan e Luna, andammo con il prof. Vitious a recuperare le vecchie divise di
Corvonero (un vecchio modello di cui avevamo alcune decine di esemplari in
magazzino): eliminate con un semplice incantesimo i segni della nostra Casa, ne
uscirono una dozzina di giacconi che portammo ai nostri nuovi amici. Ci
ringraziarono calorosamente… specialmente una paio di ragazze carinissime (una
in particolare, Fleur Delacour, che avrebbe poi sposato uno dei Weasley), che ci
diedero anche, per ringraziarci, dei baci sulle guance. Dato che Lily guardava
con diffidenza tale manifestazione di affetto (le francesine erano un po’
esuberanti, in effetti), subito Betty Miller e Camilla Colin si affrettarono a
spiegare a tutti i francesi che io e Lily stavamo insieme dall’anno precedente!
Perfetto, ora il mio presunto fidanzamento era conosciuto in tutta Europa, non
solo nelle Isole Britanniche!
- Mi sa che ci manca solo il matrimonio… - dissi a Lily con un
mezzo sorriso, ironicamente, quando mi sedetti di nuovo vicino a lei.
- Che ne sai del futuro? Magari avremo anche tanti bambini… -
continuò lei, scherzandoci su.
E io dissi, per fare lo spiritoso e per metterla un pochino in
imbarazzo: - Oddio, mi sfugge un particolare. Come si fanno i bambini?
- Quante cose devi imparare, Peter! - mi disse sorridendo -
Pensavo di non doverti insegnare tutto io…
Touché! Non so perché, ma mi sentivo sereno, felice. E, per un
attimo, un pensiero mi attraversò la mente: Lily era più di un’amica? Ricacciai
subito quel pensiero in fondo, dentro di me: era solo un’amica, ne ero sicuro.
Nel frattempo i ragazzi di Dumstrang (sette-otto, se non ricordo
male), tra cui c’era Viktor Krum (famoso giocatore di Quidditch, che però era
stato sconfitto, nell’ultima Quidditch World Cup, proprio dall’Irlanda), si
erano sistemati nel tavolo di Serpeverde e socializzavano con le nostre Serpi, o
almeno con quelle più grandi (mia sorella era una primina e, logicamente, passò
inosservata).
Ad un certo punto il Preside prese la parola, spiegando le norme
che dovevano selezionare i campioni delle tre scuole al Torneo Tremaghi: spiegò
che la selezione sarebbe stata effettuata da un oggetto magico di enorme
importanza, il “Calice di Fuoco”, che sarebbe stato collocato nell’ingresso e in
cui, tutti coloro che desideravano essere designati campioni della loro Scuola
per il torneo, dovevano inserire il proprio nome. E dovevano essere maggiorenni:
non era possibile ingannare il Calice (cosa di cui si accorse il giorno dopo la
povera Lia Fawcett, a cui crebbe una bella barba bianca per aver cercato di
ingannare il calice con una pozione invecchiante)! Quella sera molti miei
compagni andarono a dormire tutti eccitati. Chi sarebbe stato il campione di
Hogwarts? Io invece ero decisamente stanco e, senza troppo pensare al torneo,
verso cui mostravo comunque un certo interesse, mi addormentai subito.
Il giorno dopo, a pranzo, vennero scelti i campioni, e, come
orami tutti sanno (la storia del Torneo, legato al ritorno di Voldemort, è ormai
scritta anche sui libri riguardanti la seconda guerra magica), quell’anno il
torneo Tremaghi ebbe quattro campioni, perché il quarto (dopo il campione
“ufficiale” della nostra scuola, Cedric Diggory, di Tassorosso) fu proprio Harry
Potter.
Ricordo ancora il momento di silenzio che seguì la lettura del
quarto biglietto uscito dal Calice, fatta dal Preside tra lo stupore generale.
Rimasi perplesso anch’io… era minorenne! Come aveva fatto ad ingannare il
Calice?
Subito cominciarono a girare le voci più fantasiose (“utilizza la
magia oscura”; “ha usato un biglietto trasfigurato”; “si è trasformato in
animagus e ha gettato il biglietto dentro”…) e le critiche più aspre (“Vuole
sempre essere al centro dell’attenzione…”; “Cedric Diggory è molto più
simpatico…”; “E’ disturbato mentalmente”…). Harry sembrava francamente stupito e
più volte, quel giorno e nei giorni successivi, disse di non aver inserito il
suo nome nel calice… ma quasi nessuno gli credeva, anzi quasi tutti gli erano
ostili. I Serpeverde per principio (c’era molta competizione tra loro e i
Grifondoro), i Tassorosso per sostenere il loro compagno di casa Cedric, ma
anche molti Corvonero.
In effetti, in quei giorni il buon senso non era troppo diffuso
e, a parte qualche eccezione (Luna, Cho e la sua amica Marietta, Betty - che in
quell’occasione litigò con la sua amica Camilla - e Jonathan Osborne) tutti gli
altri nostri compagni di Casa, esasperati da quello che consideravno una
manifestazione eccessiva di egocentrismo da parte di Harry Potter, si
arruolarono nella Crociata Anti-Potter, capitanata dalle solite Serpi. E anche
il suo amico Ron, se non ricordo male, litigò con lui e si riappacificò solo
dopo la Prima Prova del Torneo Tremaghi…
- Buona fortuna, Harry - gli dissi un giorno, mentre passava, con
la sua amica Hermione, diretto in Biblioteca.
- Sta’ attento, mi raccomando! - Aggiunse Lily - Dicono che le
prove siano molto pericolose…
- Grazie, ragazzi - Disse Harry Potter, mentre Hermione ci
sorrideva riconoscente. Poi Harry amaramente continuò - Con voi il numero dei
miei sostenitori non Grifondoro sale forse a cinque….
Un gruppetto di ragazzi del quarto anno, infatti, capitanato da
Draco Malfoy e da Pansy Parkinson, aveva creato una spilla magica che, appuntata
sulla divisa, permetteva di leggere la scritta “Tifate per Cedric Diggory - il
vero campione di Hogwarts”. La spilla, premuta nella parte superiore, si
modificava però in un “Potter fa schifo”. La spilla venne messa poi in vendita,
a quattro zellini e, mi dispiace dirlo, anche Eliza se la mise nella divisa.
Cercai di farla ragionare, quando gliela vidi. Le spiegai che
Potter non si era iscritto, ma che qualcuno voleva screditarlo o forse
danneggiarlo e che, in ogni caso, non era bello insultare un ragazzo di
quattordici anni…
- Tu non capisci, Peter - mi disse. - Tutti i miei amici sono
convinti che Harry Potter sia un presuntuoso arrogante… e lo credo anch’io... E
non rompere, per favore, non sono una bambina, e posso fare come mi pare! E non
farmi la predica! Tu non fai altro che fare quello che vuole la tua ragazza! E
poi non ho speso soldi per la spilla, non l’ho neanche comprata, me l’ha
regalata Adrian…
Adrian era naturalmente Whyte, che compariva ogni tanto nei
discorsi di Eliza a rovinarmi la giornata. Rimasi (quasi) calmo e provai ancora
a convincerla: - Lo sai che sei proprio str…? Guarda che neanche Cain
MacDonald la porta, e neanche Astoria Greengrass, e sono Serpeverdi…
- Sì, ma Cain è un idiota, isolato e bistrattato da tutti i
Serpeverdi, e Astoria Greengrass è troppo superba per avere qualcosa in comune
con gli altri. E io faccio come mi pare! Non rompere! - concluse, elegantemente,
andandosene.
Era impossibile farla ragionare. Mia sorella era stata sempre un
po’ idiota (qualche volta molto), a dire il vero, ma non era mai stata cattiva.
Le Serpi, o almeno alcune di loro, l’avevano cambiata… ora ragionava come loro.
Mi riempì l’animo un’enorme tristezza. Volevo bene a mia sorella, anche quando
era insopportabile, come in quel momento.
________________________________
Ero nel frattempo diventato bravo negli incantesimi di Difesa,
cosa di cui si accorse anche il prof. Moody: - Bravo, O’Neil, ti sei allenato,
vedo. Riesci senza difficoltà a parare gli incantesimi che la Blockade ti
lancia.
Sì, infatti, ero sempre in coppia con Eva Blockade, che, con
malanimo, cercava di colpirmi quando possibile… ma non poteva fare quello che
voleva perché attentamente sorvegliata dal prof. Moody.
- Ora, ragazzi, vediamo alcuni incantesimi minori di attacco, da
respingere sempre con l’Incantesimo Scudo: si tratta dell’incantesimo
Petrificus Totalus, dell’Immobilius e dell’Everte statim:
vediamo un po’ cosa vogliono dire queste parole e come devono essere lanciati
gli incantesimi… - continuò il prof. Moody.
In effetti la materia più interessante era diventata proprio
Difesa, nella quale avevo fatto, grazie al professor Moody e al suo approccio
alla disciplina, e naturalmente anche grazie agli allenamenti con Lily nella
Stanza delle Necessità, grandi progressi. Molto più difficile era
Trasfigurazione, con quell’arpia della McGranitt, che continuamente si lamentava
del mio impegno e metteva in dubbio le mie capacità. Lily invece, anche se non
emergeva mai, riusciva ad ottenere una dignitosa sufficienza … avevo capito da
un pezzetto che lo faceva apposta: lei era una strega molto dotata e aveva
affinato i suoi poteri anche prima di entrare a scuola. Come era possibile che
non emergesse? In effetti un giorno, quando eravamo da soli, glielo chiesi.
- Non voglio che qualcuno mi noti, Peter! Se devo aiutare Harry
Potter, prima o poi, è meglio essere sottovalutati. Se fossi straordinariamente
brillante (ma non lo sono), sarei tenuta d’occhio e avremmo minore libertà
d’azione… - mi disse.
Era ancora fissata con la sua idea di dover salvare il Prescelto
e il Mondo magico… Io le credevo perché le volevo bene (come amica… o forse come
qualcosa di più, anche se ancora non volevo riconoscere i miei sentimenti), ma
poteva anche sbagliarsi… pensavo a volte, razionalmente. Poi facevo tutto quello
che lei voleva perché volevo che fosse serena e felice.
In Pozioni, invece, le cose andavano decisamente meglio. Il mio
“status” di “moroso” di Lily (a questo punto da noi implicitamente avvallato e
da tutti creduto) mi aveva assicurato, insieme ad alcuni aspetti negativi
(battutine, doppi sensi, ecc., che comunque andavano scemando, dato che erano
mesi che giravano), anche una certa paradossale mancanza di ostilità da parte
del prof. Piton, che sembrava non accanirsi particolarmente contro di me (forse
non voleva nessun motivo di contrasto con la figlia?). Ero allora più sereno a
lezione, comprendevo di più e facevo meno errori (anche perché Lily mi aiutava,
ogni tanto). Ero comunque ben lontano da Adrian Whyte, il genio in Pozioni, che
cordialmente mi odiava e che io, cordialmente, ricambiavo.
- Non è cattivo come sembra - mi diceva Lily - E’ solo stato
cambiato dalla Blockade. Ma c’è del buono in lui…
Povera Lily. Vedeva sempre del buono in tutti, dalla Piovra
Gigante (che, in effetti, era diventata una presenza costante e rassicurante
durante le nostre gite al Lago, purtroppo rare e che, tutto sommato, era
simpatica) alle Serpi più spregevoli… Ma mi piaceva anche per questo.
Poi arrivò presto la prima prova del Torneo Tremaghi. Ma io non
assistetti all’epico scontro tra i Campioni e i quattro draghi… perché
ricoverato al San Mungo, come vi dirò.
___________________________
Vi lascio con il dubbio (cosa avrà combinato Peter
per essere ricoverato?). I soliti ringraziamenti per i commenti e le impressioni
a Barbie_Ettelenie_91 (che ha anche individuato una mia svista!) ed ad ace95.
Appuntamento a sabato con il settimo capitolo. A presto. Ciao!
GattyP :)
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Capitolo 7 *** A San Mungo ***
Capitolo 7
A San Mungo
Tra noi studenti la tensione era altissima ed Harry Potter era
preso in giro quotidianamente da parte dei soliti Serpeverde (in particolare
quelli del quarto anno), che avevano il dente avvelenato contro di lui; si
accodavano però anche i Tassorosso e molti Corvonero (non tutti, per fortuna).
Finalmente si arrivò alla prima prova del torneo, che era prevista per il 24
novembre. Prova che, purtroppo, non riuscii a vedere, dato che ero… al San
Mungo! E per colpa di mia sorella. Ma partiamo dall’inizio.
Due giorni prima della prova, la sera, stavo tranquillamente in
Sala Comune, questa volta da solo: Lily si era recata dal padre, nel suo ufficio
(lo andava a trovare ogni tanto e scambiava con lui le impressioni della
settimana). Stavo piacevolmente sdraiato davanti al focolare, non facendo
assolutamente niente e guardando le fiamme (ero eccezionalmente senza compiti!
Evidentemente la McGranitt era impazzita…), quando arrivò Luna Lovegood,
dicendomi che un primino di Serpeverde stava cercando me e Lily: l’avrebbe fatto
entrare, ma il primino le aveva detto che avrebbe preferito che uscissimo noi.
Pensai a Cain… l’unico Serpeverde che potesse cercarci. Che cosa voleva da noi?
Ringraziai Luna, mi alzai ed uscii subito.
In effetti era lui. Gli dissi che Lily non era nella Sala Comune
e se potevo fare qualcosa per lui.
- Non so se faccio bene a dirtelo… Si tratta di tua sorella… -
disse Cain.
- Mia sorella? Cosa ha fatto Eliza? - chiesi allarmato.
- Beh, lei è “popolare” nella nostra casa… a differenza mia, che
appena sono tollerato. Tutti la apprezzano e le hanno proposto di entrare nel
gruppo di quelli che “dirigono” la Casa…
- In che gruppo? - chiesi
- Si tratta dell’élite dei Serpeverde, quelli “in”: si raccolgono
intorno a Pansy Parkinson e Draco Malfoy, due ragazzi di quarta, appartenenti a
due importanti famiglie magiche… Hanno il loro bagno privato, il loro salottino,
i loro piccoli privilegi… Sono tipi molto sicuri di loro stessi… e del gruppo
fanno parte anche alcuni ragazzi di seconda e di terza. Forse conosci quelli di
seconda: Eva Blockade, Adrian Whyte…
- Sì, purtroppo li conosco. Di’ un po’ di Eliza - chiesi
preoccupato.
- Beh, è un grande onore far parte dell’élite della Casa… Questo
le hanno detto… e lei è felicissima… Ma questa sera deve fare la sua prova
d’iniziazione…
- Che cosa deve fare? - gli chiesi, sempre più allarmato.
- Sì, io ero lì vicino e non badavano a me… generalmente nessuno
bada a me… e ho sentito, se non ho capito male, che doveva rubare a casa del
prof. Hagrid non so che cosa. Hagrid è ancora nel castello, ora, ma potrebbe
rientrare a casa da un momento all’altro… e loro sono uscite da un pezzetto… E’
strano che non siano ancora tornate…
- Ma si può essere più stupidi? - dissi ad alta voce, pensando ad
Eliza.
- E’ un pezzo che le due sono uscite…- ripeté Cain - e comincio a
preoccuparmi. Non so se faccio bene ad avvisarti. Non voglio che il prof. Piton
la scopra e la punisca… e ho paura che possa succederle qualcosa di brutto… la
casa di Hagrid è vicino alla foresta proibita…
Avevo sottovalutato quel ragazzo. Era affezionato a mia sorella,
sembrava, e si fidava di me e di Lily. Ed era molto più responsabile di Eliza,
che per un po’ di popolarità stava facendo una cosa estremamente stupida. Lo
ringraziai dicendo che ci avrei pensato io e gli dissi di non preoccuparsi.
Appena andato, senza troppo pensarci, usai i poteri dell’anello e
in un istante mi materializzai nei pressi della capanna del prof. Hagrid. Non
c’era nessuno, né il professore, né il suo cane (un cagnone, molto buono, che
chiamava Thor: lo conoscevamo dato che, qualche volta, l’avevo incontrato quando
passeggiavo insieme a Lily, e faceva subito le feste scodinzolando
allegramente), né mia sorella, né quella sciagurata della Blockade. Ma sentii
guaire poco lontano, all’interno della foresta.
Mi diressi velocemente verso quel luogo in cui, fino ad allora,
non ero mai penetrato. I latrati del cane si facevano più vicini, come se stesse
correndo verso di noi. Poi li vidi: prima Thor, che correva a più non posso
verso la casa del prof. Hagrid, poi Eva Blockade, anche lei in corsa affannosa.
Era agitatissima e la bloccai. Sembrava sotto choc e non riusciva quasi a
parlare.
- Dov’è mia sorella? - le urlai.
Riuscì a farfugliare poche parole: - Non volevo… il cane… Eliza…
c’è un troll!... E’ rimasta indietro…
Eliza era in pericolo. Dovevo aiutarla, troll o non troll. Non
avevo nessuna esperienza di troll, conoscevo solo quello che si ripete nelle
leggende (che sono alti tre metri; orribilmente puzzolenti; difficili da
sconfiggere; che mangiano, quando riescono, carne umana…), ma non avevo altra
scelta: Eliza era rimasta indietro!
- Va’ dal prof. Piton e raccontagli tutto, o da qualcun altro, da
chiunque! - le urlai -. Io cerco di raggiungerla!
Così mi inoltrai nel bosco, facendo luce con la mia bacchetta.
Poco dopo sentii, poco lontano, un urlo disumano di una ragazza… era
evidentemente mia sorella. Mi precipitai e la vidi: Eliza era chiusa tra pareti
rocciose, praticamente in trappola e tendeva vanamente la bacchetta davanti a
sé, mentre un essere gigantesco, grigiastro, pelato, con un’enorme bastone tra
le mani, si muoveva verso di lei.
- Bella bambina, - diceva con la sua orribile graffiante voce -
non preoccuparti, non ti farò male. Ti sfonderò il cranio, così non soffrirai
più… Non ti accorgerai di niente…
Sembrava un orrendo incubo!!! Non potevo non intervenire. Mi
lanciai verso di lui lanciando uno schiantesimo. Non fece alcun effetto, se non
quello di fargli girare la testa, infastidito.
- Lascia stare mia sorella! - urlai, più spaventato di Eliza,
probabilmente.
Il mostro fece un orribile ghigno e disse: - Oggi cena doppia… Ma
la ragazzina sembra più tenera… dopo penserò a te…
Spostai la bacchetta sulla sinistra e il potere dei miei
incantesimi si rafforzò, grazie all’anello. Lanciai un altro schiantesimo e,
anche se non riuscii a fargli troppo male, questa volta sentì il colpo che gli
avevo lanciato.
- Ragazzino cattivo… - disse l’orrenda creatura - Allora ti
ucciderò per primo e mangerò il tuo cervello come antipasto…
E si lanciò verso di me, con un’agilità insospettata. Mosse
velocemente il grosso bastone e mi avrebbe preso in pieno, se non avessi avuto
il tempo di avvicinare la bacchetta all’anello e pronunciare un Trasfero.
Subito svanii e mi materializzai dietro le sue spalle. L’essere gigantesco
rimase sorpreso non trovandomi spiaccicato nel punto in cui aveva calato quella
specie di clava. Io, dietro di lui, cominciai a lanciargli, in modo scomposto,
tutti gli incantesimi di cui ero a conoscenza. Uno ebbe successo: un
Evanescit, combinato per caso con un Wingardium Leviosa fece sparire
uno spuntone di roccia sotto il suo piede sinistro e il mostro si sbilanciò,
cadendo malamente a terra e ferendosi al volto, ad un occhio.
Mentre lui urlava per la rabbia e il sangue gli colava dalla
faccia, cercò ancora di colpirmi, menando colpi con il bastone. Io però mi
materializzai vicino a mia sorella e, presala per mano, le dissi: - Presto,
fuggiamo!
Era sotto choc. Riuscii comunque a trascinarla, passando a fianco
del mostro, che però, poco dopo, con l’occhio insanguinato, riprese a
inseguirci: - Cattivi ragazzi, mi avete fatto male, ora vi ucciderò. Prima vi
staccherò le braccia, poi vi staccherò le gambe…
Mentre urlava, muoveva quella specie di clava a destra e a
sinistra e si avvicinava sempre più. Non potevo smaterializzarmi lasciando Ely
da sola. Le dissi: - Corri, avvisa gli insegnanti - e mi girai aspettandolo. Non
sarei riuscito forse a fuggire, ma mia sorella poteva salvarsi…
Il mostro arrivò ad un passo da me e sollevò la clava. Mi
smaterializzai di nuovo dietro di lui, ma il mostro aveva capito il trucco:
l’avevo sottovalutato, mi sembrava fosse più stupido... Irritato si girò e,
velocissimo, con il suo grosso bastone mi colpì il braccio destro,
frantumandomi braccio e mano e facendo volare la bacchetta… Sentii un dolore
immenso e indietreggiai, incespicai e caddi in mezzo ad un gruppo di ninfee
colorate.
- Sei mio: ti stacco gli arti uno per uno! …- Diceva il bestione
avvicinandosi. Ma, improvvisamente, urlò per il dolore e la rabbia. Vicino a me
c’era il prof. Piton che gli aveva lanciato un incantesimo all’occhio, quello
sano. Ancora più arrabbiato, il bestione cercò di colpirci, dando fendenti con
il bastone a destra e a manca. Il prof. Piton, molto lucido, fece un potente
incantesimo Scudo, proteggendo entrambi, poi lo colpì di nuovo al volto. Il
mostro, allora, pazzo per il dolore, scappò via.
- Non ci darà più fastidio. Ci penseranno i Centauri, ora, che
stanno venendo anche loro. Il Troll è condannato. Come stai, O’Neil?
Non mi sembrava vero. Ero vivo. Anche se un dolore lancinante mi
saliva dal braccio.
- Mia sorella? - gli chiesi, prima di perdere i sensi.
Mi risvegliai in un letto d’ospedale. Riuscivo a vedere chi mi
stava intorno: mia madre (che piangeva, tanto per cambiare, per l’emozione),
Lily e mia sorella. Poco più in là una figura maschile, che feci fatica a
focalizzare. Poi lo riconobbe: era il prof. Piton.
- Bene, O’Neil. Il vaccino sta facendo effetto. Dobbiamo però
aspettare il ricambio completo del sangue, che necessita di alcuni giorni -
disse
E, al mio sguardo interrogativo, riprese a parlare: - Il tuo
sangue è entrato in contatto con le Nimphaeae horribiles, che sono
velenosissime… Quando sei caduto nella pozza d’acqua, durante l’attacco del
troll. Avevi un braccio lesionato… Per il braccio non ci sono problemi
particolari, ma il lattice delle Nimphaeae è altamente tossico e provoca
la morte nel giro di poche ore. Ma ho fatto in tempo a darti l’antidoto. Poi
Silente ti ha fatto trasportare subito al San Mungo…
Cominciavo ad avere le idee più chiare. Lily mi teneva la mano;
mia madre singhiozzava ancora.
- Non preoccuparti, mamma. Sto bene… - provai a dire
- Non sforzarti, Peter - disse mia madre - Parliamo noi. Sei
stato molto coraggioso. Ed Ely ti deve la vita.
- Sì, sono stata una cretina - disse Eliza. - Scusami, Peter.
- Condivido quanto dice la signorina O’Neil - aggiunse il
professor Piton -, che insieme alla sua amica Eva, e a qualche altro
appartenente alla mia Casa, è in punizione. Ha avuto un permesso eccezionale dal
Preside per venire qui oggi, ma la riporterò presto ad Hogwarts.
Effettivamente aveva ragione. Era stata un’incosciente. Volevo
chiederle come le era venuto in mente di ficcarsi nella foresta… ma Ely mi
precedette: - Ero andato a rubare un furetto morto nella casa del prof. Hagrid…
Una stupida prova di coraggio che mi avevano proposto i miei compagni. Ero con
Eva, quando è uscito l’enorme cane del prof. Hagrid e si è messo ad abbaiare.
Noi abbiamo avuto paura e siamo fuggite nella foresta, ma il cane ci ha
inseguito. Forse voleva solo farci le feste, ma abbiamo avuto paura.. Abbiamo
cominciato a correre, fino a quando abbiamo visto il troll… - continuò mia
sorella.
- Quel troll non doveva trovarsi così vicino al castello. Troll e
altri esseri oscuri non possono avvicinarsi troppo né possono circolare
liberamente nella foresta proibita - intervenne a questo punto il professor
Piton - I Centauri fanno la guardia intorno ad Hogwarts. Ma tre giorni fa,
quegli esseri erano concentrati a sud, per i draghi…
- I draghi? - chiesi. Avevo perso qualche passaggio?
- Sì, servivano per la prima prova del torneo Tremaghi, ma hanno
catalizzato l’attenzione dei Centauri, che non hanno sorvegliato adeguatamente
le altre zone della foresta, e il troll è arrivato vicino al Castello… Il
Preside è arrabbiatissimo…
- Tu però sei riuscito ad arrivare in tempo e mi hai salvato -
continuò Elizabeta - Appena visto il troll siamo fuggite, ma sono rimasta
indietro e, per sbaglio, mi sono infilata in un vicolo cieco. Ho pensato di
morire… Non so come ringraziarti…
- Sei mia sorella… Non devi ringraziarmi… - dissi… poi,
rivolgendomi a Lily, che mi stringeva ancora la mano - Tutto bene, Lily?
- Ora sì - mi disse sottovoce - ma ho avuto paura anch’io… per
te.
- Beh, signorina Anderson - intervenne il padre, che aveva
sentito tutto - E’ stato incosciente, ma si è comportato come doveva
comportarsi. Non trovo niente di criticabile nel suo comportamento.
Beh, era un bel complimento da parte di quell’insegnante. Poi si
rivoltose a me: - E, a proposito, quello che ti è successo deve rimanere
top-secret. Ufficialmente hai preso una lieve forma di vaiolo di drago, il che
spiegherà il colorito verdastro, conseguenza del veleno delle ninfee. Corvonero
non riceverà neanche un punto, né Serpeverde li perderà…
- Perché, professore? - provai a chiedere - Non che mi importi
dei punti…
- E’ arrivato un gufo urgente dal Ministero, dall’Ufficio
Cooperazione Magica Internazionale: Percy Weasley, il direttore pro tempore,
quello che l’anno scorso era fidanzato con quella Penelope Light, di Corvonero,
forse lo conoscete, ci invita a non divulgare la notizia per non screditare il
Ministero. Ha paura delle critiche della stampa, che ultimamente li sta
attaccando per l’insufficienza delle misure intraprese per assicurare
l’incolumità ai partecipanti al Torneo Tremaghi…
Beh, ero una specie di eroe, ma quasi nessuno l’avrebbe saputo.
Andava bene lo stesso, almeno ero vivo…
- La mia bacchetta… il mio anello? - chiesi
- Sono sul comodino, non preoccuparti - Disse mia madre - Ci
tieni all’anello, vero?
Logicamente anche lei, come tutti, pensava che ci tenessi perché
era un anello di fidanzamento…
Rimasi in ospedale altri tre giorni e, un paio di giorni dopo,
ritornarono a trovarmi mia sorella e Lily: avevano avuto un permesso speciale
per assentarsi da Hogwarts dal preside Silente in persona. Le due mi descrissero
ancora il Torneo Tremaghi, la cui prima prova era già avvenuta, i combattimenti
dei campioni con i Draghi, la brillante prova di Harry Potter. Ad un certo
punto, perplessa, Eliza mi chiese: - Scusa, Peter, posso farti una domanda?
- Certo. Dimmi, Eliza - le dissi.
- Peter, ho visto come hai affrontato il troll. Ti sei
smaterializzato due o tre volte…Come hai fatto?
- Eliza, devo chiederti un favore: è un segreto, e non dovrai mai
raccontarlo a nessuno, neanche ai nostri genitori. Non lo sa nessun altro, se
non noi tre. Ti prego, per noi è molto importante - dissi.
Lily, al mio fianco, aggiunse: - Sì, Eliza, nessuno deve saperlo.
Un giorno poi ti spiegheremo tutto…
Mia sorella era molto curiosa, ma in quell’occasione si comportò
correttamente: - Tu sei mio fratello, tu sei la sua ragazza, Peter mi ha salvato
la vita: come potrei non fare ciò che mi chiedete? Se volete, poi, un giorno me
lo direte. E perdonami ancora per quello che ho fatto, Peter.
- Non preoccuparti, Ely. A proposito, che punizione hai avuto da
Piton? - chiesi
- Io, Eva e tutti coloro che hanno avuto la bella idea di ideare
la prova d’iniziazione, da Pansy e Draco in giù, siamo stati precettati per
pulire, per tutto il mese, i bagni della nostra Casa… senza uso di magia. E
Piton ci ha minacciato, se avessimo raccontato qualcosa in giro, di farci
dormire per tutto l’anno in guferia…
Quando voleva, il padre di Lily, era geniale… almeno quando
tormentava le Serpi!
___________________________
Sto descrivendo un Piton troppo simpatico? Boh. Il
personaggio mi piace, comunque, e spero di non stravolgere troppo l’originale!
Da mercoledì prossimo si entra in tema (altrimenti vi chiederete che senso abbia
il titolo della fanfic!) con l’ottavo capitolo, La richiesta di Silente.
Ringrazio tutti voi che leggete e soprattutto ace95 e Barbie_Ettelenie_91, che
ogni volta mi scrivono le loro impressioni. A presto. Ciao! GattyP:)
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Capitolo 8 *** La richiesta di Silente ***
Capitolo 8
La richiesta di Silente
Dopo tre o quattro giorni di convalescenza, fui rimandato ad
Hogwarts, sebbene avessi ancora un inquietante colorito verdognolo… mentre mia
madre tornava in Irlanda raccomandandoci di non farla più spaventare.
Di nuovo a scuola, notai subito che il clima era cambiato: Harry
Potter non era più malvisto, ma, anzi, era salutato da tutti e tutti si
mostravano gentili e comprensivi nei suoi confronti: meglio così! Mi dispiaceva
la situazione precedente!
. Mi imbattei anch’io in lui e gli feci i miei complimenti per
come aveva superato la prova. Purtroppo non avevo potuto assistere, ma me la
avevano raccontata abbondantemente Lily ed Eliza.
- Grazie, Peter - mi disse - Peccato che stavi male. Tutto bene
adesso?
- Sì, tutto bene. Un leggera forma di vaiolo di drago. Non ha
migliorato il mio aspetto…
Ringraziai anche Cain MacDonald, lo stesso giorno, quando lo
vidi.
- Sono contento di
aver fatto la cosa giusta - disse tranquillamente Cain. Poi aggiunse - Ma ora
sono considerato una specie di spia…
- Non da Eliza,
spero… aggiunsi
- No, da lei noi.
Mi è addirittura riconoscente…
Cain, a dispetto del nome e del fatto che si trovava a
Serpeverde, era proprio un bravo ragazzo. Lo salutai e mi avviai verso la Sala
Grande
- Tu non riesci mai a farti gli affari tuoi, vero, O’Neil? -
sentii dire, con un tono offensivo, dietro di me.
Mi girai. Era Whyte che, con gli occhi socchiusi dietro le spesse
lenti, cercava di fulminarmi con lo sguardo: - Toh, era un po’ che non ti
vedevo, Irlandese. Hai lo stesso colore dei trifogli della tua squallida isola…
e sei molto migliorato. Mi ha detto Eva che hai fatto la spia a Piton, prima di
nasconderti in Ospedale… Bravo! Hai trovato un altro luogo in cui rintanarti…
Non sei che un fifone… mi fai schifo.
- Vai a farti f-----e, idiota - gli risposi - Sei un povero
demente sfigato
Nel frattempo altri ragazzi, Serpi e non, si fermarono intorno a
noi. Arrabbiato con Whyte, tirai fuori la bacchetta e continuai: - Va’ a
rintanarti nella tua tana, Serpeverde di m---a, a pulire i cessi, e non rompere,
altrimenti…
- Cinque punti in meno a Corvonero per gli insulti, e altri
cinque per le minacce - disse in quel momento Minerva McGranitt, che era apparsa
al mio fianco - Mi meraviglio di lei, O’Neil: non pensavo usasse un linguaggio
del genere. E’ veramente disgustoso insultare gratuitamente gli alunni delle
altre Case… O in giro con le ragazze a mostrare atteggiamenti sconvenienti… o,
quando è solo, ad insultare gli alunni delle altre Case… lei mi ha veramente
deluso…
Era possibile che dovessi sempre incontrarre quell’insegnante
che, ne ero sicuro, ce l’aveva con me… E poi andavo in giro solo con Lily, non
“con le ragazze”! Ma non dissi nulla, tanto era inutile con lei cercare di
spiegare la situazione: era una persona ottusa e sessuofobica e, non so per
quale motivo, ce l’aveva con me… Veramente, non faccio vittimismo: anche a
lezione non faceva altro che rimproverarmi!
Whyte e le due o tre Serpi che si erano aggiunte si allontanarono
con sorrisini ironici e, mentre se ne andavano, Whyte mi si avvicinò e sibilò: -
Se hai un po’ di coraggio, vigliacco, stasera alle sette vicino alle serre: noi
due soli.
- Non vorrai andare, Peter? - mi disse Lily quando la informai,
più tardi, di quello che aveva proposto quella serpe da strapazzo. -
Infrangeresti le regole. E poi Whyte non gioca pulito, lo sai. Ti ricordi
dell’aggressione dell’anno scorso?
- Non mi importa. Più tardi vado - dissi con stupida incoscienza.
Aveva ragione Lily, naturalmente: non valeva la pena ascoltare quell’idiota. Ma
ero giovane e pensavo che il mio “onore” sarebbe stato infangato se non avessi
accettato.
Lily era andata a trovare il padre, raccomandandomi di non
recarmi all’appuntamento. Naturalmente, da incosciente, alle sette ero già
vicino alle serre, da solo.
- Petrificus Totalus! Ragazzi, prendetelo! - Sentii dire
dall’ombra, alle mie spalle Non feci in tempo a girarmi che mi trovai
completamente bloccato, mentre due Serpi venivano verso di me.
- Vigliacco! “Da soli”, aveva detto! - pensai, mentre Whyte
sbucava dall’ombra.
Sembrò quasi avermi sentito. - Toh, mi ero scordato che dovevo
venire da solo… - disse con un ghigno. - Ma quanto sei brutto, oggi, O’Neil! Sei
tutto verde! Ma non preoccuparti del tuo aspetto: ora provo a migliorarlo,
magari con un densaugeo… Vediamo se quella gattamorta della tua
corvettina ti apprezzerà di più…
Ma, improvvisamente, le due Serpi che mi avevano bloccato si
allontanarono, velocissimamente, lasciandomi. Io mi sentii libero (potevo
muovermi!), estrassi la bacchetta e la puntai verso quell’idiota.
Whyte mi guardò esterrefatto… ma non provò neanche a difendesi…
anche lui sbarrò gli occhi e fuggì via, senza dire niente.
Avevo capito.
- Lily, puoi farti vedere! - dissi.
Infatti, sulla mia sinistra, apparve Lily ridendo, dopo aver
tolto l’anello dalla bocca, che rimise subito al dito.
- Cosa gli hai fatto? - chiesi.
- Un simpatico incantesimo non verbale… Sono stata brava? …Non
preoccuparti, passerà presto, fra qualche decina di minuti… Ho trovato scritto
questo incantesimo in un libro appartenuto a mio padre… Secondo mio padre
provoca solo un fastidioso disturbo intimo… tipo succo di peperoncini in parti
molto delicate…
Non potei fare a meno di mettermi a ridere anch’io: - Sei
impagabile! - dissi - Grazie.
________________________
Dopo Natale, che passammo lontano da Hogwarts, ognuno a casa sua,
ci rivedemmo nei primi di Gennaio per riprendere le nostre normali attività
scolastiche, consistenti nel frequentare le lezioni, studiare (molto) e, quando
possibile, allenarci in Difesa nella Stanza delle Necessità. Un giorno però,
verso la metà di gennaio, trovammo ad aspettarci, in una delle poltrone del
nostro posticino (dove ogni tanto andavamo), Fanny, la fenice del Preside: stava
ferma, appollaiata sullo schienale di una poltroncina e, appena ci vide, si alzò
in volo guardandoci, come se ci chiedesse di seguirla.
- Ci vorrà il preside? - dissi.
- Vediamo… - disse Lily.
Naturalmente ci condusse verso il solito tendaggio, vicino a
Babbanologia, dove era già aperta una porta che, lo sapevamo, conduceva allo
Studio del Preside. C’eravamo già stati l’anno precedente: percorremmo il
corridoio, bussammo alla solita porta e, ottenuto il permesso, entrammo in
Presidenza. Rispetto all’anno precedente era stato un po’ riordinato (prima
aveva quasi l’aspetto di un magazzino, tanti erano gli oggetti magici collocati
in ogni dove) e il Preside si trovava, come al solito, dietro la scrivania, e ci
sorrideva affabilmente: - Buon pomeriggio, ragazzi. E scusatemi se non mi sono
ancora fatto vivo, con voi.
Lo salutammo rispettosamente.
- Prego, miei giovani Corvonero, sedetevi. Volete del the? - ci
disse
- No, Grazie - disse Lily.
- Grazie, sono a posto - confermai.
Dopo alcuni convenevoli e dopo avermi chiesto della mia avventura
e del troll, arrivò a parlare del motivo della convocazione.
- Vi chiedete perché vi ho fatto chiamare… - disse il preside
Silente e, dato che il nostro sguardo indicava che evidentemente eravamo curiosi
di saperlo - Mi serve il vostro aiuto.
- Dica, preside - dissi subito io.
- Direi, per prima cosa, di giocare a carte scoperte… - disse il
Preside - Conosco la profezia… Me l’ha detta, poco prima di morire, Lily Evans
Potter, che ha parlato anche di un’amica chiamata Anderson, che dovrebbe essere
tua madre, Lily: non ho mai avuto il piacere di conoscerla, malgrado abbia
tentato di avvicinarla, ma, per congettura, penso di sapere cosa, secondo quella
profezia, dovresti fare, di qui a qualche anno, tu, Lily Anderson: aiuterai
Harry Potter a sconfiggere il Singore Oscuro, anche se non è ben chiaro come.
Immagino che anche voi conosciate la profezia: o meglio lo immaginavo, ma il
fatto che mi ascoltate tranquillamente mentre ve ne sto parlando, mi assicura
che è proprio così...
- Sì, è vero - convenne Lily - conosciamo la profezia, anche se
non in modo preciso.
Il Preside sorrise, poi continuò, con un tono di voce sereno: - E
so che avete gli anelli di Corvonero e, tutto sommato, sono contento che mi
abbiate bellamente preso in giro, l’anno scorso….
Oh, questa non ce l’aspettavamo. Come faceva a saperlo?
- Ci dispiace, Preside - disse Lily -, ma pensavamo che avremmo
potuto utilizzarli per aiutare Harry Potter, quando sarebbe arrivato il momento…
- In ogni caso, “cosa fatta, capo ha”, come dice un proverbio
babbano. - continuò il Preside -. Ora gli anelli obbediscono a voi, e nessun
altro potrebbe utilizzarli, me compreso. Ho immaginato che ne foste entrati in
possesso da alcuni piccoli particolari… i vostri spostamenti immediati da un
luogo all’altro del castello (sì, ho i miei mezzi per scoprirlo)… la velocità
con cui tu, Peter, sei andato a salvare tua sorella (a piedi avresti impiegato
almeno venti minuti, se non di più)… qualche strano bizzarro incidente capitato
a due/tre serpeverde che vi stavano dando fastidio… Ho collegato i fatti e, con
un po’ di ritardo (evidentemente sto invecchiando), ho capito che avevate
trovato gli anelli. Per curiosità, dov’erano?
- Sotto gli altri, Preside - dissi -. Lily ha immaginato che
fossero collocati nello stesso luogo degli altri…
- Molto intelligente, per Priscilla Corvonero - convenne il prof.
Silente -, bel modo di ingannare Salazar Serpeverde, se fosse arrivato ai primi
due anelli… e complimenti a te, Lily.
Lily ringraziò nervosa.
- Il vostro segreto non verrà divulgato, non preoccupatevi -
continuò - anche io lotto per il Bene… o almeno per non fare prevalere il Male…
e chi può aiutare ad eliminarlo avrà sempre il mio appoggio… ed ora devo
chiedervi aiuto.
- Certo, Preside, la stiamo a sentire - disse Lily.
- Leggete questi biglietti, giunti ad Hogwarts via gufo… Anche se
nessuno lo sa, c’è un potente incantesimo Geminus che duplica i biglietti gufici
quando i volatili entrano ad Hogwarts e le copie si materializzano nella mia
scrivania… Sì, lo so, non è proprio il massimo che il Preside legga la
corrispondenza degli studenti, ma, anche se non lo sa nessuno, questo
incantesimo è sempre stato attivo, da secoli. Generalmente non mi interessano
più di tanto, né ho il tempo di leggere tutto quello che viene inviato dagli
studenti, anche perché ci sono tante di quelle stupidaggini… Lascio il compito
al mio collaboratore più fidato… - e indicò il Cappello Parlante.
- Wow - disse Lily - Il Cappello Parlante legge le lettere?
- Beh, sì, - aggiunse il Preside - purché qualcuno gli inserisca
sotto la falda la missiva. Ma a questo pensa Fanny…
Beh, mi venne quasi da ridere nel pensare alla scena: la Fenice
che col becco prendeva un clone di ogni biglietto gufico e l’infilava sotto il
cappello…. Beh, il vecchio cappello aveva trovato il modo di occupare il tempo,
tra uno Smistamento e l’altro…
- Queste due lettere - continuò il Preside - mi sono state
segnalate dal Cappello Parlante. L’ultima è di ieri. Effettivamente sono
preoccupanti: qualcuno, dentro Hogwarts, cerca di uccidere Harry Potter e
un’altra persona…
Nel frattempo aveva fatto volare verso di noi due biglietti, che
si posarono sulle nostre gambe.
La prima lettera riportava poche frasi:
Sono felice che il piano proceda bene. Servirebbe anche un altro atto eclatante,
per spaventare i Sanguemarcio, ma non prima della morte di quell’idiota di
Potter, mi raccomando. Pensa a chi potresti colpire.
Anche la seconda era molto breve: Va
benissimo la Granger, che tra l’altro è la spregevole amica di quell’idiota di
Potter. Ma assolutamente non prima di Potter. Qualsiasi azione avventata
potrebbe compromettere il piano principale.
- Ma chi ha spedito questi biglietti. E a chi? - chiesi.
- Penso che sia stato Voi-sapete-chi, ad un suo complice dentro
Hogwarts… che non so chi sia. Potter viene costantemente sorvegliato da me, dal
prof. Moody e dagli altri professori, ma, come vedete, l’Oscuro Signore pensa
anche di uccidere, dopo Potter, Hermione Granger, che rappresenta tutto quello
che lui odia del mondo magico: una brillante studentessa nata da una famiglia
babbana… Attenzione: il pericolo per la Granger non è imminente: come avete
letto, l’attacco dovrebbe avvenire dopo quello a Potter e, come vi ho detto, su
di lui io e il prof. Moody stiamo esercitando una discreta, ma molto efficace,
opera di sorveglianza. Inoltre nelle ore di lezione, gli insegnanti sono stati
avvisati e tutti presteranno la loro opera per proteggerli. Quando entrerà nella
Casa di Grifondoro, il prof. Moody, che ha fatto un controllo accurato, mi ha
assicurato che sarò al sicuro e che nessuno potrà toccarla: una serie di potenti
incantesimi magici, che lui stesso ha rinforzato, proteggono in modo particolare
gli alunni dentro le loro Case… anche se l’anno scorso Blake è riuscito ad
entrare (ma è un Grifondoro e non ha usato la magia). Rimangono però scoperte
alcune ore in cui potrebbe essere più vulnerabile: ad esempio i fine giornata,
quando i ragazzi possono liberamente muoversi per Hogwarts, e, soprattutto, i
fine settimana, quando Hermione potrebbe andare ad Hogsmeade. Vi chiedo pertanto
di seguirla con discrezione, visibili se possibili, ma all’occorrenza invisibili
(sì, so anche di questo potere degli anelli), facendo attenzione soprattutto ai
momenti in cui si trova da sola. Ripeto, non dovrebbe correre alcun pericolo,
però potreste avvisarmi nel caso vedeste qualcosa di sospetto, qualunque cosa, o
capiste qualcosa del nostro misterioso nemico…
- Certo, Preside, conti su di noi - disse Lily, e anch’io
assentii.
- Ha idea di chi possa essere? - chiesi.
- No, purtroppo no. Sono sicuro degli insegnanti… di tutti gli
insegnanti. Ma abbiamo i ragazzi di Durmstrang e di Beauxbatons e, nella prima
specialmente, si studia Magia Oscura… Inoltre non posso escludere che qualche
nostro ragazzo… di una Casa generalmente collegata ai Maghi Oscuri, per esempio…
ma non voglio neanche pensarci… possa essere coinvolto. Qualche ragazzo del
sesto o settimo anno, in effetti, potrebbe, anche per contatti familiari, essere
collegato a qualche Mangiamorte… Vi assicuro però che non ho alcuna idea
precisa, a differenza del professor Moody, che invece punta su un paio di
Serpeverde… ma penso sbagli.
- Va bene, Preside, terremo gli occhi aperti e controlleremo i
movimenti di Hermione Granger nei tardi pomeriggi e durante i fine settimana -
dissi.
- Ma non siete autorizzati a recarvi ad Hogsmeade: voi
frequentato solo il secondo anno, sia chiaro. Certo, se qualcuno di voi fosse
invisibile…
- Compreso, Preside - disse Lily.
- Siete due bravi ragazzi, fatti l’uno per l’altra - disse
Silente, e Lily divenne tutta rossa. - Grazie, ragazzi, ora potete andare… e, mi
raccomando, d’ora in poi niente più segreti con me.
- Certo, Preside - disse, mentendo spudoratamente, Lily.
Arruolati come “agenti segreti” da Silente e “guardiaspalle” di
Hermione Granger. Se qualcuno me l’avesse detto qualche mese prima, non ci avrei
proprio creduto…
_______________________________
Certo, Lily sta bluffando… non ha intenzione di
raccontare tutto, ci mancherebbe! Riusciranno Lily e Peter a stare incollati ad
Hermione senza che se ne accorga? Intanto grazie a tutti coloro che mi
accompagnano, con la lettura, in questa mia fanfic e, soprattutto, a chi
continua a mandarmi graditissimi commenti (ace95 e Barbie_Ettelenie_91). A
sabato con il prossimo capitolo (Seguendo Hermione…). Ciao! GattyP:)
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Capitolo 9 *** Seguendo Hermione... ***
Capitolo 9
Seguendo Hermione…
Pensavamo che seguire Hermione Granger non fosse particolarmente
difficile: ci sbagliavamo. Se non avessimo avuto le normali attività scolastiche
(con i vari insegnanti che ci riempivano di compiti, tanto per cambiare, anche
e soprattutto perché “i Corvonero amano studiare”, come ogni tanto ci
ripetevano), ci saremmo anche riusciti; invece cercare di ottemperare agli
impegni scolastici e ai compiti di sorveglianza era quasi impossibile.
Per fortuna poi Hermione si recava spesso in Biblioteca o andava
subito nella Casa di Grifondoro: in entrambi i casi cercavamo di approfittare
del tempo a disposizione o studiando (non so come Hermione non si sia mai
accorta che, quando lei era in biblioteca, c’eravamo anche io e Lily, o almeno
uno di noi) o correndo nella nostra Casa a fare i compiti, per i quali eravamo
sempre in ritardo.
Ogni volta che ci vedeva, era sempre molto espansiva: - Ciao,
Peter; ciao Lily. Tutto bene? Anche oggi a studiare? Eh, sì, è vero… I Corvonero….
(bla, bla, bla). Ogni tanto approfittava della nostra presenza per parlare della
Storia di Hogwarts (pensava che io, in particolare, fossi particolarmente
interessato all’argomento) o della C.R.E.P.A, l’associazione per il
miglioramento della condizione degli elfi domestici a cui ci eravamo
(malauguratamente) iscritti e di cui era presidentessa. Inutile dire che, in
queste giornate passate in Biblioteca, non successe niente, né avemmo il più
piccolo indizio che fosse sorvegliata, seguita o minacciata da qualcuno o
qualcosa.
Un maggiore problema costituivano, per noi, i fine settimana
(tempo prezioso per metterci in pari con i compiti), quando i ragazzi di quarta
(ma non noi) potevano recarsi ad Hogsmeade: decidemmo che, a turno, l’avremmo
seguita, diventando invisibili. Per fortuna tutto, anche in queste uscite, filò
liscio: Hermione, con Ron ed Harry, si recava generalmente in un Pub, dove i tre
chiacchieravano e bevevano una burrobirra. Mi accorsi che Silente aveva disposto
un efficiente, ma discreto, sistema di protezione su Harry: c’era sempre qualche
insegnante nelle vicinanze (spesso il prof. Moody, ma anche altri) che, senza
dare nell’occhio, lo sorvegliava attentamente (e contemporaneamente sorvegliava
Hermione). Insomma, anche se non ci fossimo stati, non sarebbe successo ad
Hermione niente di brutto: però noi occupavamo buona parte del tempo libero in
quella che sembrava un’attività senza alcun risultato.
Ulteriori problemi poi cominciarono a sorgere quando Hermione
cominciò a uscire con Krum: il campione bulgaro aveva invitato la nostra amica
al Ballo del Ceppo, prima di Natale e, da gennaio in poi, usciva ogni tanto con
lei. Generalmente i due passeggiavano lungo le rive del Lago e talvolta si
univano a loro altri ragazzi di Durmstrang con amiche e/o fidanzate. Anche se
avremmo preferito essere mille anni lontano, non potevamo non seguirla. Non
eravamo comunque a nostro agio “spiarli” in qualche angolino nascosto, ci
sembrava straordinariamente disgustoso violare la loro privacy, come se fossimo
una specie di guardoni. Quando possibile, pertanto, dato che eravamo anche noi
una “coppia” (almeno nell’immaginazione di tutti), ci aggiravamo nei pressi,
perfettamente visibili, mano nella mano, come se anche noi volessimo un po’ di
intimità…
Con il passare delle settimane, cominciai anche a individuare i
posti più appartati (cosa che mi sarebbe servita un giorno, ad essere sincero) e
a conoscere tutte le coppiette che si aggiravano lungo le sponde del Lago. C’era
Luna Lovegood, la mia bizzarra compagna di Casa, che si appartava con Sergej
Poliakoff, un ragazzo di Durmstrang amico di Krum; c’era la sorella di Ron
Weasley, Ginny (quella che poi sarebbe diventata la moglie di Harry Potter), che
usciva con Michael Corner, un simpatico Corvonero. Una volta fummo anche
“salvati” da Cedric Diggory e Cho Chang.
Era una bella domenica di marzo, se non sbaglio, e tutti i
ragazzi erano sciamati dal castello e si erano dispersi nei prati vicini. Anche
io e Lily seguivamo, questa volta visibili, da lontano, Hermione e Krum, che
passeggiavamo tranquillamente lungo la riva del lago. Erano abbastanza lontano
quando fummo apostrofati da una abituale voce sgradevole… : - Ecco cos’era la
puzza che sentivo… una sanguemarcio! Toh, c’è anche l’irlandese del c-----, che
sta sempre attaccato alla sua gonnella - diceva sghignazzando.
Ci voltammo e vedemmo la solita insopportabile Blockade (uffa! ma
queste Serpi non la smettono mai con le provocazioni gratuite?) con un ragazzo
di quarta (un certo Zabini, molto ricco e popolare, quasi quanto Malfoy) e una
coppia di Serpi del sesto o settimo anno. La ragazza più grande, una specie di
armadio con i tratti scimmieschi, anche se non ci conosceva personalmente,
intervenne subito a fare la prepotente: - Questa è la nostra zona, pidocchi,
quindi tornate indietro! E tu, sanguemarcio, cerca di non infettare come un
parassita i maghi… va bene che gli irlandesi sono poco più dei sanguemarcio….
Mentre quegli idioti sghignazzavano, tirai velocemente fuori la
bacchetta.
- Ehi, i pidocchi vogliono una lezione - disse Zabini e, in un
attimo, ci trovammo tutti con le bacchette sguainate.
- Cosa dite? Li buttiamo nel lago? - diceva Eva Blockade.
- Ottima idea - rispose l’orango - Prima però facciamo loro un
petrificus!
Improvvisamente il ragazzo più grande lanciò un incantesimo non
verbale, ma Lily velocissima (anche lei aveva nel frattempo estratto la
bacchetta), lo deviò con uno scudo.
- Non mi sembra leale, quattro contro due - disse una voce sulla
nostra destra, fuori però dal nostro campo visivo. Era Cedric Diggory, una dei
due campioni della scuola del Torneo Tremaghi, che evidentemente si trovava nei
pressi, insieme alla nostra campagna di Casa, Cho Chang: entrambi si
avvicinarono con le bacchette pronte ad attaccare.
Nel frattempo dietro a noi qualcun altro ci aveva raggiunto: si
trattava di Ginny Weasley e Michael Corner, che fissavano ammutoliti la scena.
Se le Serpi fossero state intelligenti, avrebbero desistito dall’attacco, se non
altro perché c’erano in giro troppi testimoni e si trovavano ora in inferiorità
numerica. Tuttavia il livello intellettivo dei quattro non doveva essere
eccessivo, dato che, vistisi scoperti, i due più grandi attaccarono Cedric e
Cho, mentre Zabini e Blockade si dedicavano a noi… In un attimo però la
situazione si rovesciò: Lily parò agilmente l’incantesimo di Eva, poi,
utilizzando la sinistra (cioè sommando alla potenza della bacchetta quella
dell’anello, dei cui poteri nessuno, a parte noi, era a conoscenza), scardinò lo
scudo protettivo della sua antagonista e la pietrificò. Io, più semplicemente,
schiantai Zebini, che si era scoperto un po’ troppo. Guardai che fine avessero
fatto gli altri due Serpeverde: correvano qua e là, affaccendati a scacciare
esseri invisibili che sembrava stessero attaccandoli.
- Uau! E’ la più bella fattura orcovolante che ho visto - diceva,
rivolgendosi a Cedric, Ginny Weasley, che aveva assistito allo scontro, insieme
a Michael Corner, senza intervenire, come se si trattasse di uno spettacolo. La
fattura orcovolante era un incantesimo leggendario utilizzato, secondo la
tradizione, fin dai tempi di Merlino per ridicolizzare gli avversari. Era di
difficile realizzazione, dato che un piccolo errore avrebbe provocato la
comparsa dei mostruosi esseri alati intorno al mago che l’aveva lanciato
piuttosto che intorno al suo avversario.
- Tutto bene, ragazzi? - ci disse Cedric, avvicinandosi. Al suo
fianco una raggiante Cho, felice di trovarsi accanto al campione della scuola.
Noi non lo conoscevamo personalmente. Ci presentammo e lo
ringraziammo per il suo intervento. Era stato davvero provvidenziale: forse
avremmo anche resistito un po’ quattro contro due, ma alla fine ci avrebbero
prima o poi sopraffatto.
- Non sopporto i bulli e i prepotenti - disse Cedric. Poi,
guardando un’estasiata Ginny Weasley, che si era avvicinata a noi, sempre
guardando sbalordita le due Serpi che cercavano ancora di scacciare gli esseri
invisibili, Cedric aggiunse: - Sì, qualcuno dice che è Magia Oscura, ma io la
trovo divertente… A me l’ha insegnata mia nonna… La volete imparare? Potremmo
fare degli esperimenti su questi due… basta innervarli di nuovo….
Continuammo a sorvegliare Hermione anche nelle settimane
successive. Di nuovo seguimmo Hermione fuori Hogwarts, nelle romantiche
passeggiate con Krum. Non avemmo più nessun incontro fastidioso… le Serpi ora
giravano al largo se ci vedevano. Tuttavia la Blockade era quasi una presenza
costante in zona (ora usciva con un altro ragazzo, una Serpe più grande, un
certo Salazar Nott, che non conoscevo se non di vista), tanto che cominciai a
pensare che si trovasse nella stessa zona in cui passeggiava Hermione per un
motivo meno coinvolgente dal punto di vista sentimentale… Era possibile che
fosse lei, una ragazzina di seconda, l’interlocutrice di Voldemort? O, più
verosimilmente, che lo fosse Salazar Nott? La ragione mi diceva che era
improbabile (se non altro perché stavano avvinghiati con molta foga l’uno
all’altra e non sembrava controllassero il passaggio delle altre coppie,
tantomeno Hermione), ma l’antipatia che provavo per quella Serpe mi consigliava
di tenerli costantemente d’occhio…
L’operazione di sorveglianza fu massacrante e andò avanti
praticamente fino a maggio. Naturalmente ogni tanto avevamo qualche “giorno di
riposo”, il primo dei quali fu il 23 febbraio, dato che il giorno dopo ci
sarebbe stata la seconda prova del Torneo Tremaghi. Io e Lily sorvegliavano
Hermione, che, ad un certo punto fu chiamata in Presidenza. Ci chiedevamo cosa
fosse successo, quando vedemmo Fanny volare vicino a noi e capimmo che il
Preside voleva parlarci. Ci recammo nel suo ufficio, come al solito, e il
professor Silente ci informò che tutto precedeva regolarmente e che la scomparsa
di Hermione era legata alla seconda prova del Torneo Tremaghi: potevamo quindi
stare tranquilli. Per il resto, non c’erano altre novità di alcun genere e,
soprattutto, non si era fatto vivo Voldemort con altri messaggi.
Eravamo quindi liberi da compiti segreti o altro fino a tutto il
giorno successivo!
- Andiamo a fare una passeggiata al Lago, a trovare la Piovra
Gigante domattina? - proposi a Lily.
- Ottima idea. Abbiamo un giorno di vacanza! - disse Lily
contenta.
Mi fermai un attimo a riflettere sulla nostra condizione. Eravamo
fidanzati? Tutti erano convinti di sì (anche le battutine erano diminuite, dato
che si erano tutti abituati all’idea che stessimo sempre insieme) e noi non
negavamo più da un pezzo, ma neanche avevamo mai parlato, tra di noi, della
nostra situazione. Beh, non facevamo quello che di solito fanno i ragazzi
insieme (baciarsi, stringersi), anche se qualche volta ci pensavo… Ci stimavamo
molto, ci volevamo bene (solo come amici?), ci comprendevamo subito…Avevo una
grande confusione in testa. Ma non ebbi, ancora, il coraggio di chiarire i miei
sentimenti con me stesso e con Lily.
Così, come al solito, passeggiammo fino alla Rupe lanciando le
solite polpette alla Piovra, che, quando ci vedeva, faceva affiorare tranquilla
dall’acqua i suoi tentacoli.
Poi passeggiammo lungo il lago: c’era grande attività, anche
perché la prova, avevamo saputo, si sarebbe svolta proprio in quello specchio
d’acqua. Fu una bella passeggiata. Andammo poi a pranzo nella Sala Grande e ci
recammo ad assistere alla prova. Che giornata rilassante, senza sorveglianza,
senza anelli, senza obbligo di salvare Harry Potter e il mondo magico! Non
potevamo passare il nostro tempo libero sempre così?
Come tutti sanno, Harry arrivò in ritardo, correndo come un
forsennato: poi usò l’algobranchia, cercò di salvare tutti gli “ostaggi” delle
Sirene (uno dei quali era Hermione) e riuscì, bene o male, a superare la prova.
Non ci fu naturalmente nessun attacco di nessun tipo nei confronti del
Prescelto: effettivamente le contromisure messe in atto dal Preside e dal prof.
Moody sembravano funzionare perfettamente e nessuno era riuscito, fino a quel
momento, ad attentare alla vita del Ragazzo-che-è-sopravvissuto. Il Preside era
stato efficientissimo ed anche molto scrupoloso… anche la nostra discreta
sorveglianza intorno ad Hermione sembrava essere più una ulteriore precauzione
(che ci faceva perdere un sacco di tempo) che una effettiva necessità… Insomma,
Hermione era in una botte di ferro e nessun pericolo imminente la sovrastava. Se
solo avessimo capito chi era il misterioso interlocutore di Voldemort dentro
Hogwarts… Forse Nott, il fidanzato della Blockade? Su di lui si appuntavano i
nostri sospetti…
Nel frattempo tutto procedeva normalmente: studio (forsennato) e
sorveglianza (noiosa, senza che capitasse alcunché, a parte l’episodio con
Zebini e Blockade, che ho già raccontato). Ad aprile il prof. Silente ci convocò
di nuovo, tramite Fanny, e facemmo il punto della situazione. Nessuna novità per
quanto riguardava Potter, efficacemente sorvegliato; erano quindi ancora nulli i
pericoli per Hermione, il cui attacco sarebbe avvenuto, eventualmente, dopo
quello al Prescelto. Tuttavia il Preside aveva una copia di un altro messaggio
inquietante, ma di difficile comprensione inviato dal Signore Oscuro, a quanto
sembrava, al suo misterioso alleato dentro le mura di Hogwarts: Chi sai è
fuggito. Risolvi la questione, con ogni mezzo. Ci chiedemmo cosa volesse
dire. Anche il Preside brancolava nel buio.
Poco dopo si sparse la voce che uno dei giudici, il signor
Crouch, avesse aggredito Krum. Non riuscimmo però a capire che i due fatti erano
collegati.
Passò anche aprile. Vedevo decisamente in modo diverso quella
che, fino a poco prima, era solo un’amica, la mia migliore amica: stavamo quasi
sempre insieme e la sua vicinanza mi rendeva felice; quando eravamo separati,
pensavo a lei; mi dava fastidio ipotizzare lei insieme ad un altro, a chiunque
altro. Ripensavo continuamente alla sua pelle, al suo sorriso, al suo profumo, a
lei addormentata durante un furioso temporale, nel mio letto. In effetti, dopo
quella prima volta in cui Lily, spaventata, era venuta, c’erano state un paio di
altre occasioni, sempre in connessione con temporali, in cui avevamo “dormito”
insieme… o meglio, Lily, tranquillizzata, dormiva, mentre io stavo sveglio a
pensare a lei e a sentire il suo respiro… o il suo profumo… che mi penetravano
nel cervello…Insomma, vedevo insomma con un’altra ottica quello che, fino a quel
momento, avevo sempre evitato. Decisi finalmente di chiarirmi con lei: dovevo
parlarle dei miei sentimenti, di quello che provavo per lei, confrontarmi con
lei, sapere cosa pensava di me.
Una sera di maggio, tornati al nostro dormitorio, ci fermammo sul
divanetto del nostro piano per parlare un po’ della giornata insieme ai nostri
amici della Casa. Pian piano tutti andarono a dormire e rimanemmo solo noi.
Intavolai un discorso che era un po’ che mi ronzava nella testa e che era un
pezzo che stavo preparando:
- Lily, devo dirti una cosa - cominciai.
- Dimmi, Peter - mi disse Lily, con il suo solito tono gentile,
guardandomi negli occhi. Eravamo vicinissimi. Sentivo il suo profumo.
- Tutti pensano che… andiamo insieme… che siamo fidanzati… noi
però siamo amici… solo amici? - le chiesi.
- Tu cosa pensi? - mi disse sorridendo. Si avvicinò di più. Le
sue pupille erano dilatate.
- Beh, io sto bene con te - la guardavo negli occhi, eravamo
ancora più vicini -… mi piaci e… ho voglia di baciarti…
Non so come mi fosse venuto in mente quest’ultima affermazione.
Avevo preparato un discorsetto per chiarirle i miei sentimenti, ma non ne
ricordavo neanche una parola. E l’ultima affermazione, nel discorso che avevo
preparato, non c’era! Ma eravamo soli, vicini, i suoi occhi sembravano
ipnotizzarmi, e sentivo il suo profumo…
- Beh, puoi farlo, se vuoi… - mi disse semplicemente.
- Ma…io non l’ho mai fatto… - dissi, completamente partito, con
il cuore che batteva a mille.
- Neanch’io…
Mi avvicinai ancora di più e le nostre labbra si unirono, poi le
nostre lingue si cercarono. Era il primo vero bacio della mia vita, avevamo
tredici anni, e ancora oggi, a distanza di tanti anni, ricordo le sensazioni che
ho provato. Non pensavo fosse così bello.
- Secondo me, non siamo solo amici… - disse sorridendo Lily. E di
nuovo le nostre labbra si avvicinarono….
Capitolo importante per Lily e Peter (finalmente!) e
di passaggio per la storia; dal prossimo si va verso la conclusione (ho
organizzato la fanfic su dodici capitoli: mancano quindi gli ultimi tre, che ho
immaginato durante la terza prova del torneo Tremaghi, con qualche colpo di
scena anche per Lily e Peter). Dopo, naturalmente, inizierò subito il seguito,
ambientato nel successivo anno scolastico, quello caratterizzato dalla perfida e
ottusa Dolores Umbridge (personaggio veramente odioso!)
Grazie ancora a tutti quelli che leggono (siete
tantissimi!) e che commentano (Barbie_Ettelenie_91 ed ace95, sempre
gentilissimi!). A mercoledì con il decimo capitolo (La terza prova del Torneo
Trmaghi)! GattyP:)
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Capitolo 10 *** La terza prova del Torneo Tremaghi ***
Capitolo 10
La terza prova del Torneo Tremaghi
Si avvicinava finalmente la fine dell’anno scolastico (fissata al
30 di giugno, come al solito) e, poco prima, si sarebbe concluso anche il famoso
torneo Tremaghi con l’ultima prova: i campioni avrebbero dovuto affrontare una
serie di avversità all’interno di un labirinto, che era stato preparato nel
campo di Quidditch. Tutto era strettamente sorvegliato da Silente e dal prof.
Moody, e questo ci faceva stare tranquilli. Più per scrupolo che per
convinzione, continuavamo a sorvegliare Hermione.
Tutto stava procedendo bene… anche troppo bene. E presto saremmo
tornati a casa… Mi dispiaceva lasciare Lily, ma facevamo intanto vari progetti
per rivederci nell’estate successiva (in Irlanda, invitata dai miei; in Scozia,
a MacDonald Castle…).
La mattina del 24 giugno 1995, finalmente, avremmo assistito
all’ultima prova del Torneo Tremaghi e poi, qualche giorno dopo, avremmo
terminato anche quell’anno scolastico: io e Lily eravamo effettivamente stanchi
per lo stress della protezione ad Hermione (ma potevamo anche dire che, tutto
sommato, eravamo riusciti a controllarla, senza che nessuno se ne accorgesse) e
per tutte le ultime attività di fine anno scolastico. Eravamo comunque quasi
agli sgoccioli e c’era una atmosfera serena ad Hogwarts che me la rendeva ancor
più affascinante. O forse era il momento che vivevo, quello che provavo per
Lily, a farmela sembrare sempre più bella.
Il 24 mattina mi alzai presto, andai in bagno e mi vestii. Poi,
come facevo di solito, aspettai Lily nel salottino del nostro piano. Poco dopo
lei uscì, mi sorrise e mi diede un bacetto, come faceva sempre, vedendomi lì ad
aspettarla.
Sembrava proprio una bella giornata… Il nostro umore però cambiò
subito quando scendemmo in Sala Grande per far colazione. Incrociammo prima
Cain, poi mia sorella che, con strani movimenti degli occhi e leggeri segni
delle sopracciglia ci avvisavano che qualcosa non andava. Avrei messo la mano
sul fuoco che le Serpi stavano preparando qualcosa…
- Cosa diavolo stanno preparando i Serpentacci? - dissi a Lily.
- Andiamo a dare un’occhiata? - mi chiese interrogativa.
- Invisibili? - le sussurrai.
Ci spostammo in un corridoio vicino e, entrati in un’aula,
mettemmo tra le labbra gli anelli: così invisibili ci spostammo velocemente
verso i sotterranei dove, sapevamo, si trovava la Casa di Serpeverde..
Arrivammo davanti alla Casa dei Serpeverde, dopo aver attraversato i soliti
corridoi bui, mentre stavano uscendo alcuni ragazzi di quarta (Malfoy, Tiger,
Goyle, Parkinson), di terza (Jefferson, Aufrey) e di seconda (Whyte, Blockade).
- Mi raccomando - stava dicendo Draco Malfoy alla Parkinson e
alla Blockade - mentre io litigo con Potter, voi vi avvicinate con la scusa di
separarci e mettete la pozione nel bicchiere di quell’idiota.
- Se quell’impiccione di Moody se ne accorge… - diceva Whyte, che
si era subito unito al terzetto.
- Non se ne accorgerà nessuno - disse sogghignando Draco Malfoy -
Farà solo la figura dell’idiota con un po’ di Revertor. Basta
buttargliela addosso, in qualunque parte del vestito…
Dovevamo agire. Dovevamo bloccarli prima che arrivassero in Sala
Grande, altrimenti con la confusione avrebbero messo non so quale porcheria
addosso a Potter e avrebbero sabotato la sua gara: volevano farlo perdere.
Dovevamo muoverci. Ad esempio… ma in quel momento Lily mi strinse
la mano e vidi chi si stagliava davanti a noi, sulla scalinata che conduceva in
Sala Grande.
- Non ti è bastata la lezione, Malfoy? Vuoi tornare a fare il
furetto, saputello? - disse la voce, che riconobbi subito, del prof. Moody.
Fui felicissimo della sua apparizione (lo sarei stato molto meno
nei giorni successivi, quando venni a conoscenza del diabolico piano escogitato
da Voldemort per avere in suo potere Harry Potter)
- P..prof. Moody… Buongiorno… Stavamo andando a fare colazione… -
biascicò Malfoy, che era tuttavia sbiancato - P… possiamo p.. passare?
Il prof. Moody si era frapposto tra le Serpi e l’uscita e aveva
tirato fuori la bacchetta, con cui giocherellava nervosamente battendola sul
palmo dell’altra mano. Tutte le Serpi si erano fermante, preoccupate, quasi
ipnotizzate dai movimenti della bacchetta.
- Prova a dirlo un’altra volta e tuo padre ti dovrà venire a
trovare allo zoo, permanentemente. - disse con una voce gelida il professor
Moody, mentre il suo occhio magico indugiava, scrutando unoa d uno i Serpeverde.
Poi: - Dammi quella fiala, che tra l’altro è forse magia oscura…
e ringrazia che oggi sono di buon umore e non ho voglia di punirti, dato che
l’anno è quasi finito. Questa volta farò finta di non averti visto…
I Serpeverde si fermarono, Malfoy provò a dire qualcosa, poi ci
ripensò e tirò fuori una boccetta dalla tasca, che consegnò al professore.
Tuttavia Moody continuo a squadrarli con l’occhio finto.
- Vorrei anche l’altra fiala, che la fanciulla ha nascosto nel
reggiseno - disse indicando la Parkinson, che diventò tutta rossa e, infilata la
mano sotto la divisa, estrasse la pozione e la consegnò.
- Imbecilli. E se oggi farete anche un solo respiro contro
Potter, uno solo, vi giuro che vi do in pasto alla Piovra Gigante, almeno quello
che di voi resterà dopo avervi trasfigurati! Sono stato chiaro? - disse, con una
voce spaventosa.
- S..s..sì - dissero tutti, annuendo velocemente Erano
effettivamente terrorizzati.
- E ora via! - urlò il prof. Moody.
Subito, con la coda tra le gambe, le Serpi si allontanarono,
senza avere neanche il coraggio di guardare in faccia il prof. Moody, che fece
un grande sorriso, si diresse verso un grande vaso lì vicino e spezzò le due
provette, una dopo l’altra, versandone il contenuto nella terra. Poi,
fischiettando, si girò e si diresse verso la Sala Grande.
Bene. Tutto era stato risolto dal professor Moody. Silente aveva
fatto proprio bene ad affidare la protezione di Harry Potter a quell’uomo: era
sbrigativo (ma questo era il solo modo per farsi obbedire dalle Serpi), ma molto
efficiente.. Nessuno avrebbe potuto avvicinare Harry Potter; quindi il
misterioso nemico non avrebbe neanche toccato Hermione, che doveva essere
attaccata dopo Potter.
La mattinata passò tranquilla: vedemmo Harry ed i suoi amici
durante la colazione. Silente aveva permesso ai quattro campioni di passare il
periodo precedente la gara insieme alle loro famiglie. Date che non si erano
presentati i parenti di Harry (sapevo che aveva uno zio), ne avevano preso le
veci la madre e uno dei fratelli del suo amico Ron. Harry sembrava molto sereno,
per nulla preoccupato della prova che avrebbe dovuto affrontare qualche ora
dopo. Anche io ero tranquillo… tutto stava procedendo perfettamente
___________________________________
Era il tardo pomeriggio e ci stavamo avviando tutti al Campo di
Quidditch, dove i campioni avrebbero iniziato, entro breve tempo, l’ultima
prova. Io e Lily, cercando di non dare nell’occhio, stavamo seguendo (da
lontano, per una delle ultime volte, speravamo) Hermione e Ron, che stavano
andando anch’essi, insieme ad Harry Potter e ad altri due o tre altri personaggi
(se non sbaglio la madre di Ron e uno dei suoi fratelli), al Campo… eravamo
insieme a Cain, Eliza e un paio di loro amici Serpeverde del primo anno: mi
faceva piacere che Cain non fosse più isolato e che Eliza avesse trovato un vero
amico, che, avevo capito, era anche un bravo ragazzo…
Improvvisamente ci raggiunse Luna Lovegood tutta trafelata. Aveva
gli occhi fuori dalle orbite ed era tutta scarmigliata.
- Ragazzi, avete visto Sergej? - disse, mentre cercava di
riprendere fiato.
Sergej Poliakoff era un compagno di Krum, con cui Luna
ultimamente usciva. C’eravamo più volte imbattuti in loro intorno al lago o in
qualche altro posto di solito frequentato dagli innamorati. No, nessuno di noi
l’aveva visto e questo la preoccupò ulteriormente.
- Tranquilla, Luna - disse Lily - E’ successo qualcosa di grave?
- Oggi Sergej non si è presentato… - disse, e scoppiò a piangere
- Dovevamo vederci un’ora fa per andare insieme al campo di Quidditch… ed è
un’ora che lo aspetto… Sicuramente gli è successo qualcosa! Forse è morto! E’
allergico ai nargilli…
- No, vedrai - cercai di tranquillizzarla. Mi sembrava una
situazione surreale: confortare una ragazza del quarto anno mandata in bianco
dal ragazzo… - Sarà successo un imprevisto. Hai visto se è nella nave?
- Non c’è più nessuno. Non so dove sia. Gli è successo qualcosa!
- Era sull’orlo di una crisi isterica. Effettivamente si mostrava un po’ troppo
apprensiva (mi ricordava mia madre), e cercai di tranquillizzarla: - Sta’
tranquilla, vedrai che arriverà presto!
- Vai con lei, Peter - mi disse sottovoce Lily - io seguo
Hermione e la controllo da lontano. Tanto non penso che ci sia qualche pericolo
dentro il Campo di Quidditch, circondata da tutti. Ci sono Silente, il prof.
Moody, mio padre, gli altri insegnanti…
- Ok, io e Luna torniamo indietro, troviamo Sergej e poi ti
raggiungo - le dissi.
Quindi, insieme a Luna, ritornammo indietro verso Hogwarts, tra
gli sguardi curiosi dei nostri compagni: eravamo gli unici che, al posto di
spostarci verso il campo di Quidditch, ce ne allontanavamo!
- Dove dovevate vedervi? - le chiesi.
- Di fianco alla Guferia… - disse la Lovegood - lui di solito di
raggiunge costeggiando la torre oppure, risalendo sul sentiero dal lago…
Andammo lì, e perlustrammo entrambi i sentieri (prima uno e poi
l’altro). La nave era normalmente attraccata sul lago, ma non c’era nessuno o
almeno nessuno ci rispondeva: evidentemente tutti erano andati al campo di
Quidditch per assistere all’ultima prova del Torneo Tremaghi. Insomma, di Sergej
Poliakoff non c’era nessuna traccia.
- Forse ha fatto un’altra strada e ora ti aspetta al Campo di
Quidditch… - le dissi - Facciamo così: tu dirigiti là, io provo a controllare
dentro il castello, tante volte ti stesse aspettando lì. Eventualmente lo
accompagno io. Sta’ tranquilla!
Così Luna tornò preoccupata al Campo ed io, più per rispettare
ciò che le avevo detto che con la vera convinzione di trovarlo, entrai nel
Castello. Il castello era quasi disabitato, a parte (presumevo) gli elfi
domestici e Gazza, che sapevo odiava il Quidditch e i tornei e pensava solo a
pulire il Castello e a punire gli studenti. Non si vedevano neanche i fantasmi e
anche parecchie figure nei quadri sembravano scomparse: erano andati tutti a
vedere la terza prova del Torneo? Come diavolo avevano fatto a sparire? In Sala
Grande e nell’ingresso non c’era nessuno. All’entrata del nostro dormitorio
c’era solo il solito corvo/batacchio che, vedendomi, tutto contento, cominciò a
propormi uno dei suoi strampalati indovinelli. Lo salutai spiegandogli che non
dovevo entrare, che ero solo di passaggio. Più per scrupolo che per altro feci
un giro nelle altre Case. Nei sotterranei, dove era collocato la Casa di
Serpeverde, non c’era anima viva; neanche nei pressi dell’ingresso di Tassorosso
notai alcun segno di Sergej, né di nessun altro. Provai anche a passare in
cucina e interrogare gli elfi, ma nessuno di loro aveva visto un ragazzo russo
aggirarsi, nell’ora precedente, dentro il castello. Andai infine nella Casa di
Grifondoro, sempre per scrupolo: sicuramente Sergej aspettava Luna al campo di
Quidditch…
Tuttavia notai subito qualcosa di strano. Sapevo che per entrare
nella Casa bisognava pronunciare la parola d’ordine ad un ritratto di quella che
chiamavano “La signora grassa”. Ma l’immagine non sembrava in sé… guardava in
avanti con uno sguardo ebete… Oddio. Non avevo idea di come fosse lo sguardo
abituale di quell’immagine.
Allora dissi, rivolto al quadro: - Tutto bene?
La Signora grassa mi guardò con lo sguardo vacuo e disse: -
Perfetto. Puoi entrare - e fece scattare l’apertura alla Casa.
Rimasi interdetto… Avevo fatto solo una domanda. Provai a
richiudere la porta e dissi la prima parola che mi veniva in mente (Gufo
malato). E sentii di nuovo le stesse parole: - Perfetto. Puoi entrare”. Che
diavolo di protezione era quella? C’era evidentemente qualcosa che non andava e
chiunque poteva entrare nella Casa di Grifondoro!
Avrei dovuto chiedere aiuto a qualcuno? Ma chi era rimasto nel
castello? Gazza? E se non l’avessi trovato? E se avessi messo nei guai qualcuno?
E se ci fosse stato bisogno del mio aiuto in quel momento? Sfilai l’anello dal
dito, lo misi tra le labbra e, diventato invisibile, mi diressi verso la porta
ed entrai.
Ormai siamo quasi alla fine (-2)!. Un abbraccio a
tutti quelli che mi hanno seguito fino a qui e a coloro che mi hanno aiutato con i lori
commenti e le loro impressioni (Barbie_Ettelenie_91 ed ace95). Ci vediamo sabato
con l’undicesimo capitolo (Attentato ad Hermione). GattyP:)
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Capitolo 11 *** Attentato ad Hermione ***
Capitolo 11
Attentato ad Hermione
Ero nella Sala comune di Grifondoro: c’ero già stato un paio di
volte, invitato da alcuni ragazzi di quella casa. Ora non c’era naturalmente
nessuno, a parte un grosso gatto rosso che dormiva beato sopra una poltrona:
tutti erano andati a vedere l’ultima prova del Tornei Tremaghi. Ero invisibile
e, pensavo, avrei potuto superare anche eventuali protezioni magiche poste nella
varie zone della Casa: mi avevano detto, ad esempio, che i ragazzi non potevano
accedere alla zona destinata alle ragazze. Un po’ come nella nostra Casa, dove
tuttavia, grazie alla magia antica degli anelli, era per noi possibile eludere
gli incantesimi.
Mi aggirai per la sala comune, poi, cautamente, mi diressi nel
corridoio a sinistra ed entrai in quelle che sembravano le camere dei ragazzi.
Le perlustrai tutte, una dopo l’altra, senza notare niente di particolare: tutto
sembrava in ordine… per quanto possano essere in ordine delle camere di
adolescenti di esso maschile, che lasciavano qualche vestito in giro, le scarpe
sopra l’armadio o i libri sotto il letto. Mi apprestavo a continuare la
perlustrazione, quando rividi lo stesso gatto rosso di prima, che si era nel
frattempo diretto verso un gruppo di camere sulla sinistra (che, per congettura,
dovevano essere quelle delle ragazze), soffiare e fuggire via spaventato. C’era
evidentemente qualcosa che non andava.
Mi diressi verso quella zona, cautamente salii alcuni scalini e
mi affacciai in un corridoio su cui si trovavano le varie stanze. Alcune porte
erano chiuse, altre aperte. Entrai nella prima, dopo aver aperto la porta: non
vidi niente di allarmante. Effettivamente erano le stanze delle ragazze, forse
anche di ragazzine piccole: c’erano peluche, foto, letti in ordine. Passai
quindi a quella successiva: c’era un certo disordine, forse dovuto alle ragazze
che vi abitavano (meno ordinate delle precedenti), ma niente comunque di
inquietante o preoccupante.
Andai nella terza: la porta era socchiusa e riuscii a scivolare
dentro senza muoverla troppo. Avvertii un vago senso di pericolo. La camera era
grande, ordinata: c’erano quattro letti e, accanto ad uno di questi, uno
sgabello con sopra quindici-venti libri, ammonticchiati con cura. Sorrisi:
doveva essere la camera di Hermione, quella “fanatica” dei libri, pensai.
Mi girai e vidi Sergej Poliakoff. Si trovava seduto, nel lato
opposto della camera, tra due letti a baldacchino, con lo sguardo perso,
immobile, seminascosto nella penombra. Cosa diavolo ci faceva nella camera delle
ragazze? E poi, come era riuscito ad entrare? Forse il ritratto della Signora
grassa era guasto e faceva entrare chiunque? Sì, ma lui apparteneva addirittura
ad un’altra scuola; era inoltre un ragazzo… e nessun ragazzo poteva entrare
nelle camere delle ragazze… Sì, va bene, anch’io lo ero, ma la magia dell’anello
che avevo bypassava le protezioni magiche… Dovevano esserci le protezioni
magiche: me ne aveva parlato più di una persona… Qualcosa non tornava.
Cautamente mi avvicinai, cercando di non far rumore: sembrava tranquillo, seduto
sullo sgabello. Decisi di uscire, tornare nella Sala Comune e chiamarlo: non
potevo palesarmi lì: tutti sapevano che non è possibile materializzarsi ad
Hogwarts e si sarebbe chiesto come mai riuscivo a fare quello che nessun altro
poteva effettuare.
Mi stavo per girare e dirigermi verso la porta per tornare il
Sala Comune, quando sentii dei passi leggeri di qualcuno che si stava dirigendo
verso la stanza. Mi girai appena in tempo per vedere la figura di Hermione
stagliarsi sulla porta. Non doveva essere a vedere la terza prova del Torneo?
Mi rigirai verso il punto in cui si trovava Sergej e per poco non
urlai dall’orrore. Il russo era scattato subito in piedi, aveva impugnato la
bacchetta e, in una frazione di secondo, prima che potessi fare qualsiasi cosa,
l’aveva puntata verso Hermione pronunciando velocemente la formula della
maledizione senza perdono più pericolosa: Avada Kedavra!
Un lampo verde attraversò la stanza e, prima che potessi pensare
a qualche reazione, colpì la povera Hermione in pieno petto, passandola da parte
a parte. La ragazza, trafitta da quel lampo, cadde subito, inanimata, a terra.
Ero sotto choc per l’orrore di ciò che avevo visto, la scena mi
aveva gelato il sangue. Poi, un istante dopo, schiantai il Russo con la
bacchetta che avevo in mano. Subito cadde a terra, senza neanche accorgersi da
che parte era venuto l’attacco.
Sputai l’anello e me lo infilai nel dito e subito mi precipitai
su Hermione. Era morta! Era stata colpita dall’Avada Kedavra, la più orribile
“maledizione senza perdono”. Non ce l’avevo fatta… Mi veniva da piangere. Era
morta! Davanti ai miei occhi! Silente aveva affidato a me e a Lily il compito di
difenderla ed io avevo lasciato che un maledetto russo pazzo (ecco chi era il
complice di Voldemort dentro Hogwarts!) uccidesse quella ragazza gentile,
generosa e sensibile! E Silente mi aveva anche detto di guardarmi dagli alunni
di Durmstrang, che praticavano le Arti Oscure! Avrei dovuto schiantarlo subito!
Che idiota ero stato! Che maledetto errore avevo fatto! Ora non potevo più
rimediare…
Ma, mentre ero agghiacciato, letteralmente,… Hermione si mosse
appena: ancora a terra, aprì debolmente gli occhi. Poi, mentre io la guardavo
stupito, provò a rialzarsi appoggiandosi su un gomito e si lamentò debolmente.
Io non capivo più niente: nessuno sopravvive all’Anatema che uccide! Solo Harry
Potter era sopravvissuto ad un Avada Kedavra… Da una maledizione senza
perdono non ci si salva…
- Uh, che botta! Sono completamente sconvolta… - mi disse, poi,
quando mi mise a fuoco con gli occhi stralunati. - Sono stata schiantata?
- Sei viva!- esclamai felice. Non potevo crederci, ma stava
muovendosi e stava parlano a me!
- Oh, Peter. Ci siamo riusciti, l’abbiamo salvata… - disse. Non
capii subito cosa stesse dicendo, probabilmente il colpo l’aveva sconvolta,
diceva frasi senza senso. Ma mai mi sarei aspettato quello che successe poco
dopo.
Hermione mi mise le braccia al collo, avvicinò le sue labbra alle
mie e… mi baciò! Rimasi un attimo perplesso, poi mi allontanai spaventato: che
stava succedendo? Non mi sarei mai aspettato una cosa del genere! Che le era
preso?
- Peter, sono io, sono Lily! - mi disse Hermione, sorridendo. Non
capivo più niente.
- Co..cosa dici? Hermione? - Poi improvvisamente collegai. Lily.
Pozione Polisucco. Era possibile?
- Sono Lily, non Hermione! Ho pensato bene di raggiungerti.
Quando Luna è venuta al Campo di Quidditch, i campioni erano già entrati da un
pochino, ma non si era ancora visto Sergej. Ho pensato che potessi aver bisogno
di aiuto e, dato che Hermione era con i suoi amici e con tutti i suoi compagni,
l’ho lasciata. Ho girato un po’ per il Castello, poi sono venuta qui. Ho visto
la porta socchiusa. Ho pensato che forse eri dentro… ma prima ho beuto la
fialetta della Polisucco che da un pezzo porto con me… magari poteva servire nel
caso mi avessero sorpreso dentro la Casa di Grifondoro… e, se c’era un pericolo,
avrei potuto fare da esca… Sì, lo so, non te ne ho mai parlato, perché pensavo
che non saresti stato d’accordo. Immagino cosa avresti detto… che era pericoloso
sostituirmi ad Hermione…
- Ma sei tutta matta! Certo che è pericolosa. Sergej voleva
ucciderti! Tu hai rischiato la vita! - le urlai, ancora sconvolto. Era la mia
Lily e aveva rischiato la vita!!!
- Beh, in effetto ho avuto una bella botta, ma io, te lo ricordi,
sono figlia di una respingente, e le maledizioni senza perdono non fanno alcun
effetto su mia madre, te l’ho già detto... Oddio, non avevo mai provato un’Avada
Kedavra, ma un Imperius sì, te l’ho detto. Ora ho scoperto che la più pericolosa
delle maledizioni senza perdono qualche effetto ce l’ha … per fortuna limitato…
è come se fossi stata schiantata, penso… sono ancora tutta scombussolata - mi
disse, con lo sguardo ancora intontito
- Ma la pozione Polisucco…? Come fai ad averla? - dissi, ancora
sconvolto.
- L’ho presa dalla riserva di mio padre.. Prima che il tuo
Occhialuto la sconvolgesse e buttasse a terra, rompendole, non so quante
fialette, prima dell’inizio di quest’anno. Te l’ho scritto anche in una
lettera... E’ un po’ che ce l’ho. Mio padre non si è accorto di niente… e io
pensavo che, prima o poi, potesse servire… ho messo da parte un capello di
Hermione perché… non si sa mai… - disse Lily. Poi, guardando la mia faccia
ancora sconvolta (l’aveva fatta grossa! Non dirmi niente) - E ora ti prometto
che non faccio più niente a tua insaputa!
Era veramente impossibile! La sgridai: - Tu sei completamente
matta! Potevi morire! Mi hai fatto morire dalla paura! Come stai ora?
- Bene. Oddio, un po’ frastornata, ad essere sincera - disse -
Come quando mi hai baciato la prima volta…
Mio malgrado, sorrisi. Stava bene, e questo era importante.
E lei, cambiando discorso, sorrise e mi chiese maliziosa: -
Com’è baciare Hermione Granger? Chi bacia meglio, io o lei?
Mi venne da ridere. Non riuscivo a rimanere arrabbiato con lei.
- Non ho capito bene… forse dovrei riprovare a baciare entrambe…
- dissi, e le feci l’occhiolino
Mi diede un pugno scherzoso sullo stomaco. Poi si fece seria:
- Pensi che abbiano cercato di uccidere Harry Potter? - mi chiese
- Non lo so. Ma è sorvegliato dal prof. Moody, da Silente, da tuo
padre, dalla McGranitt. Vedrai che la situazione è sotto controllo. E’ difficile
ingannare Moody, l’abbiamo visto prima…
Non sapevo quanto mi sbagliavo. Ma questo lo seppi dopo. Nel
frattempo ci recammo da Sergej, ancora schiantato bellamente dal mio
incantesimo.
- Però, bel colpo! Hai fatto tanti progressi dall’anno scorso! -
mi disse Lily.
- Ma ho lasciato partire il colpo che ti avrebbe potuto uccidere…
- le dissi.
- Sì, ma anch’io dovevo provare almeno uno Scudo - aggiunse Lily.
- Non fartene una colpa. E’ stato velocissimo.
- Perché Sergej voleva uccidere Hermione? - chiesi poi a Lily -
Te lo immagini?
- Non mi è sembrato un ragazzo cattivo. Forse è sotto un Imperius.
Ma ci conviene consegnarlo al Preside. Ci penserà lui.
Poi, finalmente, realizzai quello che era successo. Qualcuno
aveva disattivato tutti gli incantesimi di protezione presenti nella Casa di
Grifondoro (entrata, ala delle ragazze): doveva essere stato un mago con grandi
poteri, che poteva muoversi liberamente dentro il Castello… un insegnante!
Qualcuno di cui ci si poteva fidare completamente! Non uno studente… Mi
tornarono subito in mente le parole che Silente ci aveva detto in uno dei
precedenti colloqui: “Quando Hermione entrerà nella Casa di Grifondoro, il prof.
Moody, che ha fatto un controllo accurato, mi ha assicurato che sarò al sicuro e
che nessuno potrà toccarla: una serie di potenti incantesimi magici, che lui
stesso ha rinforzato, proteggono in modo particolare gli alunni dentro le loro
Case”…. Era possibile? Il professor Moody… era evidentemente sotto Imperius!
- Lily, dobbiamo subito avvisare Silente - dissi - senza perdere
un attimo.
La vicenda è ormai quasi conclusa (spero di aver sorpreso
qualcuno con il colpo di scena dell’apparente morte di Hermione! Per fortuna era
quella scapestrata di Lily… come le sarà venuta in mente? Va bene che è una
mezza respingente, ma farà venire l’infarto a quel poveretto di Peter!). Vi
aspetto mercoledì prossimo per l’epilogo e, contemporaneamente, posto anche
l’inizio nella successiva fanfic (la quarta della serie!) che è ambientata
nell’anno scolastico successivo (quello della Umbridge): si intitolerà Lily
Anderson e il bosco degli Inferi (con riferimento ad una ambigua parola
presente nella famosa profezia che riguarda la protagonista). Ho intenzione
infatti di seguire i nostri amici, a cui mi sono affezionato (e spero anche voi
che leggete), anche nei successivi tre anni, fino ad arrivare alla “Battaglia
Finale”, con cui si concluderà tutta la storia. E’ un progetto impegnativo, ma
sono a buon punto e, cosa più importante, mi diverto a scrivere…
Il solito grande ringraziamento ad ace95 e
Barbie_Ettelenie_91 che mi inviano regolarmente le loro opinioni. Un abbraccio a
tutti e… a mercoledì! GattyP:)
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Capitolo 12 *** Epilogo ***
Capitolo 12
Epilogo
Dal Preside poi non riuscimmo ad andare perché nel frattempo, al
campo di Quittich, era capitato di tutto e anche nel castello c’era una grande
confusione.
Presa la bacchetta a Sergej, Lily lo innervò: era ancora del
tutto sfasato (ripeteva debolmente parole incomprensibili in russo), ma ci
seguiva docilmente, come un automa. Lo trascinammo fuori dal Dormitorio; Lily
nel frattempo aveva ripreso il suo normale aspetto (non so se fosse per il fatto
che fosse una mezza respingente, o per la reazione all’Avada Kedavra o perché
aveva bevuto solo un sorso della pozione). Usciti dalla Casa di Grifondoro,
notammo che c’erano molti ragazzi, evidentemente giunti dal campo di Quidditch,
e nessuno badava a noi. Cosa diavolo era successo? Alcune ragazze piangevano,
altre si muovevano in modo scomposto…
Fermammo Giorgia che vagava stralunata, tornando alla sua Casa
con due sue amiche Tassorosso in lacrime, e le chiedemmo cosa fosse successo. Ci
raccontò che Harry e Cedric si erano improvvisamente materializzati fuori del
labirinto, ma Cedric… era morto, e nessuno sapeva come o perché.
- Stai scherzando? - chiesi, agitatissimo.
Il suo pianto mi fece capire che non era uno scherzo… Tuttavia
non riuscivo ancora a crederci, poi, pian piano, arrivammo a comprendere
l’enormità di quello che era successo e ciò ci sconvolse: Cedric, che ci aveva
anche salvato, qualche tempo prima, dall’aggressione di quei fastidiosi
Serpeverde, era un ragazzo gentile, generoso e coraggioso e c’eravamo
affezionati a lui, lo stimavamo. Alcune lacrime scivolarono lungo il viso di
Lily, che tuttavia, con gli occhi lucidi, cercava di controllarsi.... Io, come
detto, ero sconvolto e non volevo crederci… Magari era solo ferito… avevano
visto male… Insomma, quella notizia provocò un vero e proprio choc in noi due…
E’ bruttissima la morte improvvisa di un ragazzo, di una persona buona, gentile,
che stimi… che hai visto un attimo prima…
- Ed Harry Potter? E dove sono Moody e Silente? - chiesi a
Giorgia.
Sempre piangendo ci disse anche che Harry era vivo: l’avevano
visto allontanarsi con il prof. Moody, che evidentemente voleva proteggerlo… Poi
li avevano seguiti quasi tutti gli insegnanti, dopo aver coperto il corpo di
Cedric con un lenzuolo. Il prof. Hagrid era rimasto lì, accanto al … cadavere, e
aveva mandato via tutti dalla zona, ordinando di tornare al Castello. Cho Chang
era svenuta ed era stata portata via dagli amici. Altri, ragazzi e ragazze,
specialmente più piccoli, soprattutto Tassorosso, piangevano...
Moody e Harry: poteva esserci pericolo: ci dirigemmo verso la
Presidenza, ma i corridoi erano stati sbarrati con incantesimi; inoltre facevano
la guardia, a parte Gazza (che in malo modo ci mandò via), alcune armature e
diversi Gargoyle: nessuno poteva entrare.
- Proviamo a materializzarci al di là della barriera? - proposi a
Lily.
- Sì, Peter - concordò Lily.
Poco lontano c’erano due ragazzi di Durmstrang: ci avvicinammo e
consegnammo a loro Serge , dicendo che non si sentiva bene… Poi cercammo un
posto appartato per smaterializzarci e, qualche secondo dopo, eravamo al di là
della barriera tesa dai Gargoyle. Sempre invisibili ci dirigemmo verso la
Presidenza. Tuttavia non ci arrivammo, dato che, poco prima di arrivare, provai
un’enorme sensazione di gelo nello stomaco e una grande angoscia… mi sembrava
che non sarei mai potuto essere felice. Lily si accorse del mio stato, o se lo
immaginò, e mi disse con un filo di voce: - Spostiamoci in quella nicchia… sta
arrivando qualcosa di brutto...
Mi fermai in una rientranza, dietro ad alcune armature e Lily mi
strinse forte…. stava passando il primo ministro inglese, accompagnato da due
funzionari (uno dei quali era il nostro “amico” Percy Weasley) e… da un
dissennatore! L’immondo essere fluttuava a mezz’aria, poco lontano, contenuto da
un paio di Patronus (un topo e una faina), evidentemente dei due funzionari.
- Non è stata colpa mia - diceva stizzoso Caramell, il primo
ministro inglese - qualunque cosa pensi quel demente di Silente… L’ha fatta
grossa! Aveva un mangiamorte ad Hogwarts e non se n’è accorto! E’ decisamente
invecchiato…
- Ha ragione, Ministro - diceva servilmente Percy - Anche io ho
pensato la stessa cosa… E ho paura che Potter…
- Ah, non parlarmi di quel ragazzino…Per fortuna non è morto ed è
ora in infermeria… Ma chissà cosa ha combinato dentro il labirinto… E’ instabile
mentalmente… Hai letto l’articolo della Skeeter? -
Poi continuò: - Fortuna che Silente se n’è andato… magari fosse
per sempre! Non so come ho fatto a sopportarne la sua presenza… Ma gliela farò
pagare… Che arrogante!
I tre, e l’entità malefica, si allontanarono. Io respirai. Mi
ero, più o meno inconsciamente, stretto a Lily… avevo avuto paura, non lo nego.
- Torniamo indietro, Peter - mi disse Lily - Silente non c’è.
Harry è salvo, un mangiamorte è stato catturato… Non possiamo fare più niente…
Poco dopo ci radunammo tutti noi alunni in Sala Grande: c’era
un’atmosfera funerea, era quasi ora di cena (ma nessuno aveva voglia di
mangiare) e aspettavamo qualche chiarimento dai professori; tuttavia tutti erano
reticenti, né si vide il Preside.
I ragazzi di Durmstrang erano anch’essi sbigottiti, anche perché
Igor Karkaroff, preside della loro scuola di magia, era scomparso
improvvisamente. Con loro si trovava Sergej, che non sembrava ancora rientrato
in possesso delle sue normali capacità intellettiva, ma che cominciava a dare
qualche sprazzo di lucidità… ci salutò debolmente agitando la mano… e salutò
anche Luna, che si precipitato da lui.
Poi, dopo una triste cena, ancora più tristemente tornammo nella
nostra Casa. Rimanemmo a lungo svegli, in sala comune, a pensare a ciò che era
successo. Poi, sul tardi, la stanchezza ci vinse e ci buttammo, prima l’uno, poi
l’altro, sui letti per un breve e agitato sonno.
Il giorno dopo ancora confusione, ancora congetture, ancora
orrore e nessuno ebbe il coraggio di riprendere le normali attività scolastiche:
Silente si vide a colazione, brevemente, solo per dire a tutti noi alunni di non
importunare Harry Potter. Poi, velocemente, sparì. Ci spostammo fuori del
cancello: era una splendida giornata estiva, che strideva terribilmente con
l’angoscia che noi tutti provavamo. Ci raggiunse ad un certo punto Sergej, che
aveva riacquistato la sua lucidità, accompagnato da Luna: non ricordava però
niente di quello che aveva fatto la sera prima
Era inutile ricordargli quello che aveva fatto. Ne avremmo
parlato il prima possibile con il Preside. Se fosse stato possibile.
Lily provò a contattare suo padre per avere ulteriori
spiegazioni, ma il professor Piton le disse solo di non preoccuparsi e che
presto avremmo avuto informazioni dal Preside.
Poi trapelò la voce, dapprima creduta del tutto inverosimile, che
il prof. Moody fosse stato imprigionato dal figlio di Crouch (un Mangiamorte
creduto da tutti morto), e che quest’ultimo fosse il responsabile di tutto: si
era trasfigurato, con la Polisucco, in Moody e aveva in quei mesi preso in giro
tutti, da Silente a noi alunni. Era l’uomo di Voldemort dentro il castello. E a
lui Silente aveva affidato la protezione di Harry Potter… Ci aveva ingannati
tutti!
I pochi giorni successivi di scuola furono ugualmente tristi.
Harry Potter cercava di evitare i momenti in cui eravamo riuniti… Lo vidi un
paio di giorni dopo, affiancato da Ron ed Hermione. Ci recammo a salutarlo e,
senza dire una parola, Lily lo abbracciò. Io gli strinsi semplicemente la mano.
Non c’erano parole da dire, in quel momento, e immaginavo come potesse sentirsi.
Qualcuno, notai, lo guardava con diffidenza.
In quei giorni non riuscimmo a vedere il Preside, che era molto
impegnato ad organizzare la resistenza contro Voldemort. Gli inviammo comunque
una lettera, via Occhialuto, in cui spiegavamo brevemente quello che era
successo. Ci inviò poche parole, sempre via gufo, ringraziandoci e cercando di
tranquillizzarci.
Il prof. Silente si presentò a tutti noi qualche giorno dopo,
prima della partenza, quando fece un breve discorso mentre eravamo riuniti in
una Sala Grande listata a lutto: dappertutto si vedevano, al posto dei colorati
stemmi delle case, stendardi neri nelle pareti. Silente ci parlò brevemente:
ricordò Cedric, dicendo che era una bellissima persona, ci chiese di brindare
per lui e affermò esplicitamente che era stato ucciso da Voldemort (pronunciò a
voce alta quel nome, che tutti gli inglesi temono di pronunciare). E ci disse
(mi ricordo ancora le sue parole, a distanza di tanti anni) che in futuro,
quando avremmo dovuto scegliere tra la via facile e la via giusta, avremmo
dovuto pensare a Cedric. Lily aveva gli occhi lucidi e anch’io sentivo un nodo
in gola, non mi ero mai sentito così triste…
Il prof. Silente inoltre elogiò Harry Potter, invitando ad alzare
i calici anche per lui. Io e Lily ci alzammo subito in piedi, come quasi tutti i
ragazzi della Sala Grande: notai, con grande disappunto, che un gruppo di
Serpeverde era rimasto seduto… ma non mia sorella Eliza, né Cain MacDonald, che
si erano alzati, e partecipavano alla dimostrazione di affetto e stima per
Harry. Ci guardammo negli occhi per un istante e, quello sguardo era la conferma
di ciò che pensavo: ci aspettavano tempi difficili, ma, qualsiasi cosa fosse
successa, l’avremmo affrontato tutti insieme.
Termine della fanfic: sì, lo so, è un capitolo
triste, ma non potevo modificare quello che scrive la Rowling!.
A voi tutti, grazie!!! A voi tutti che mi avete
sostenuto con le vostre opinioni e consigli (ace95 e Barbie_Ettelenie_91: vi
sono riconoscente!!!); a voi che avete preferito, seguito, ricordato la storia;
a voi che avete semplicemente letto e seguito questa mia terza FF e vi siete un
po’ affezionati ai personaggi.
Aspetto i vostri commenti, se volete, e, sempre se
volete, vi do appuntamento alla quarta fanfic della saga, che posto subito
(Lily Anderson e il Bosco degli Inferi). Prometto che arriverò fino alla
sesta, quando ci sarà la battaglia finale (!!!!): nel frattempo Lily e Peter
cresceranno e avranno altre avventure, sempre in parallelo con quelle di Harry e
c. descritte nel Canon. Se voleste seguirmi, sarei contento! :)
Un abbraccio e… alla prossima! GattyP:)
|
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