Protecting Hermione

di GattyP
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Da Lily in Scozia ***
Capitolo 2: *** In giro per MacDonald Castle ***
Capitolo 3: *** Una voce dal passato ***
Capitolo 4: *** Sorprese ad Hogwarts ***
Capitolo 5: *** Difesa contro le Arti Oscure ***
Capitolo 6: *** Durmstrang e Beauxbatons ***
Capitolo 7: *** A San Mungo ***
Capitolo 8: *** La richiesta di Silente ***
Capitolo 9: *** Seguendo Hermione... ***
Capitolo 10: *** La terza prova del Torneo Tremaghi ***
Capitolo 11: *** Attentato ad Hermione ***
Capitolo 12: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** Da Lily in Scozia ***


Premessa: La vicenda (sono ormai arrivato alla terza fanfic, dopo Ritorno a Spinner’s End e Lily Anderson: primo anno ad Hogwarts) si intreccia con i libri della Rowling riguardanti Harry Potter.

Protagonista della storia è Lily Anderson, Corvonero, figlia di Severus Piton e di Milly Anderson: la madre è una “respingente”, cioè una umana non condizionabile dalla magia (non esiste tale tipologia nel mondo della Rowling, l’ho introdotta io nella prima fanfic). Lily ha capacità magiche, come il padre (è molto abile in vari incantesimi, è una buona legilimens) e ha anche alcune imprecisate caratteristiche materne. E’ convinta che parli di lei un’antica profezia (che la menziona come aiutante “segreta” del Prescelto, che ucciderà l’Oscuro Signore e libererà il mondo magico, di lì a qualche anno) ed è in possesso di uno dei due importanti anelli magici un tempo appartenuti a Priscilla Corvonero  (che Lily ed il suo amico Peter hanno trovato nella precedente fanfic).

Abbiamo naturalmente altri personaggi le cui vicende si intrecciano con quelle di Lily. Da ricordare soprattutto Peter O’Neil (amico di Lily, irlandese del Connemara, Corvonero, in possesso dell’altro anello di Priscilla Corvonero, narratore della vicenda e coprotagonista), ma anche alcuni personaggi della Rowling (Hermione e Luna); tra gli “avversari” gli odiosi Eva Blockade e Adrian Whyte (entrambi inventati, naturalmente Serpeverde… poteva essere diverso?).

La presente storia è parallela alle vicende narrate dalla Rowling nel quarto libro della serie: “Harry Potter e il Calice di Fuoco”, la cui vicenda viene integralmente rispettata.

Grazie per l’attenzione, un saluto  a tutti e… buona lettura! GattyP :)

 

 

 

Capitolo 1

 

Da Lily in Scozia

 

 

Beh, l’estate era stata bella… un po’ piovosa, se non ricordo male, ma mi ero rilassato a girovagare, con una vecchia scassata bicicletta, lungo i sentieri del Connemara National Park, insieme a Kevin Walsh (il mio migliore amico non magico, o “babbano”, come si usa dire in Ighilterra), e ad esplorare le colline intorno. Si univano alle nostre scorribande, spesso, i miei cugini e la mia stressante sorella Elizabeta (“un maschiaccio”, diceva mia madre; “una rottura di scatole”, dicevo io)… Unico inconveniente di quell’estate le interminabili prese in giro sulla mia presunta fidanzatina, Lily, che mi aspettava - dicevano i miei familiari e, soprattutto, mia sorella (almeno quindici volte al giorno) - impaziente di rivedermi il 1 settembre, quando saremmo ritornati a scuola ad Hogwarts per darmi tanti bacetti (sempre secondo quella cretina di mia sorella)… Come erano divertenti!

Lily era solo la mia migliore amica e con lei avevo perlustrato i sotterranei del castello di Hogwarts, l’anno precedente, riuscendo anche a trovare due importanti anelli magici, con straordinari poteri (tra cui quello di permetterci di diventare invisibili… l’avevo provato anche in Irlanda, con successo, facendo qualche innocuo scherzo ai vicini: a differenza del Regno Unito, infatti, nel nostro paese non c’è la “traccia” per i maghi adolescenti e possiamo compiere qualche magia non autorizzata anche prima dei diciassette anni). Altro che bacetti!!! Il guaio che, tra anelli (ufficialmente dataci dal prof. Silente, colpito dalla nostra “amicizia”) e allontanamenti furtivi per esplorare il castello (che i nostri compagni scambiavano per momenti in cui ci appartavamo per stare in intimità), tutti pensavano che fossimo fidanzati… cosa a cui (allora) neanche pensavo: avevo dodici anni!!!

Tuttavia Lily mi era mancata e, ogni tanto, ci scrivevamo raccontandoci quello che facevamo e affidando le nostre lettere ad Occhialuto, il mio gufo orbo. Sì, lo so, è bizzarro avere un gufo orbo, ma è una storia lunga...

Inutile dire le prese in giro quando arrivava la lettera dalla Scozia, in cui Lily innocentemente mi raccontava le sue  giornate: secondo Eliza, che cercava disperatamente di leggerle, da ficcanaso che era, Lily era follemente innamorata di me ed io di lei… Nell’ultima lettera, in particolare, Lily mi aveva scritto sui suoi progetti per il successivo anno scolastico e mi aveva invitato a passare qualche giorno da lei, in Scozia:

Carissimo Peter,

ci avviciniamo all’inizio dell’anno scolastico e sono contenta di riprendere lo studio (e ricominciare a fare quello che cercavamo di fare l’anno scorso, naturalmente…). Ho provato l’oggetto che sai diverse volte quest’estate (è “magia antica”, non tracciabile, come ho scoperto: può essere quindi utilizzata senza problemi, a differenza di quella legata alle bacchette!) e sembra che funzioni piuttosto bene. Devo farti vedere anche una nuova applicazione… non ci crederai!

Qui è tutto tranquillo… a parte ciò che è successo a Spinner’s End il mese scorso, prima della partenza di Occhialuto: il tuo gufo è fuggito dalla gabbia, dove lo avevo messo prima di spedirti la mia precedente lettera, ed è entrato nel laboratorio di mio padre… facendo cadere alcune decine di provette contenenti varie pozioni, alcuni rarissime e complicate. Non ti dico la “gioia” del mio caro genitore quando l’ha scoperto… per fortuna avevo già spedito lontano il povero Occhialuto, altrimenti avrebbe dovuto vedersela con i propositi omicidi di mio padre! Ora però tutto è tranquillo: mio padre, che non è più arrabbiato (non ha neanche cercato di trasfigurare Occhialuto, l’ultima volta che l’ha visto!),  è tornato ad Hogwarts e io e mia madre siamo da due settimane a MacDonald Castle, da mia zia, a cui ho chiesto, con il permesso di mia madre, di poterti invitare, se avrai il consenso dei tuoi genitori, a passare qualche giorno, prima dell’inizio dell’anno scolastico. Ti piacerebbe? La Scozia è bellissima in questa stagione e, se verrai, ti farò vedere tutti i luoghi che ho scoperto nelle mie esplorazioni (sì, anche qui ho quest’hobby!)… Ho conosciuto anche un simpatico fantasma, che abita nelle segrete del castello e che mi ha raccontato un sacco di interessanti avventure e curiosità sulla regina Elisabetta (quella del Cinquecento, non l’attuale)! Inoltre, se giungerai per il 25 di agosto, potrai partecipare ad una grande festa che viene qui organizzata ogni anno! Se riuscirai a venire, sarò veramente molto contenta!!! Se non puoi, non preoccuparti: in ogni caso, ci rivedremo ad Hosgmeade il 1 settembre (io non prendo l’Espresso da Londra, dato che MacDonald Castle è vicinissima a Hogwarts, come sai).

Un abbraccio e fammi sapere se potrai venire. Ti aspetto

                                                                       Lily

Insieme alla lettera, c’era una busta per i miei genitori, in cui la mamma e la zia di Lily dicevano di essere felici di invitarmi a passare qualche giorno in Scozia e,  se la cosa faceva piacere ai miei genitori, di accompagnarmi personalmente ad Hogsmeade il 1 settembre.

Così, dato che i miei si sarebbero spostati a Londra con Eliza (che in quell’anno avrebbe frequentato il primo anno ad Hogwarts) a comprare il necessario per lei e per me a Diagon’s Alley, ho avuto il permesso di recarmi, il 31 agosto 1994, il giorno prima dell’inizio della scuola (e diversi giorni dopo la festa di cui parlava Lily), a MacDonald Castle, dalla mia “fidanzatina” (come dicevano, tra sorrisi divertiti, mio padre e mia madre) “a sbaciucchiarla” (come continuava a ripetere la mia noiosissima sorella)… Io ormai ero abituato alle battute e non reagivo neanche più…

Così, all’ufficio postale di Derryclare, salutati i miei genitori ed Eliza (che comunque avrei visto il giorno dopo direttamente ad Hogsmeade) e, mentre i miei bagagli (e il mio fedele gufo) venivano spediti direttamente ad Hogwarts, utilizzai la passaporta per giungere a Milton, la cittadina più vicina a MacDonald Castle.

La passaporta (un quadro raffigurante un paesaggio agreste), che si scambiava con uno analogo collocato nella località di destinazione, mi portò diritto in una dimora di Milton (la cittadina era abitato anche da molti non-magici, e bisognava prendere tutte le precauzioni possibili… anche perché in Gran Bretagna sono molto paranoici sulla segretezza del mondo magico), dove mi stavano aspettando Lily e sua madre, che stavano parlando con la padrona di casa, Miss Scott, nel cui salotto si materializzavano quanti chiedevano di giungere nel villaggio: un’uscita sul retro, con passaggio nella strada comunale, permetteva di allontanarsi poi con discrezione.

Subito, appena mi materializzai, mi trovai Lily al collo che mi abbracciava.

- Ciao, Peter! Mi sei mancato! Tutto bene? - mi chiese sorridendo.

Sorrisi anch’io, contento di averla ritrovata e un po’ imbarazzato per l’abbraccio con cui si stringeva a me, sotto gli occhi bonari della madre. Mi sembrava che fosse cresciuta in quei due mesi e mi aveva praticamente raggiunto; il viso si era un po’ smagrito, ma le erano rimasti bellissimi gli occhi, e incantevole il sorriso. Nella stretta sentii che anche il suo corpo si era modificato, o forse era solo una mia impressione… ma ricacciai subito indietro il pensiero per paura che riuscisse a leggerlo (Lily era una legilimens molto abile…)

Dopo aver salutato Lily, salutai la madre e la proprietaria dell’abitazione. Avevo già visto, un paio di volte, la madre di Lily, la signora Milly Anderson (Lily aveva lo stesso cognome della madre, che non si era sposata): era una donna elegante, giovane (34-35 anni), magra ed assomigliava molto alla figlia nel modo di muoversi (Lily era però più effervescente) e, a parte i capelli (castano chiari, tendenti al rosso, mentre Lily aveva occhi e capelli scuri, come il padre), nel viso.

- La salutano i miei genitori e mi hanno detto di ringraziarla per l’ospitalità - le dissi.

- Nessun problema, Peter. Lily non ha fatto altro che parlare di te quest’estate - mi disse - Fa piacere, a me e alla mia amica Mary, ospitarti, anche se solo per oggi e domani. Peccato che hai perso la festa di fine estate…

- Dispiace anche a me, signora Anderson… Ma sono molto contento di essere stato invitato. Lily parla sempre di voi e del castello…

- Adesso andiamo subito a vederlo. Sono sicuro che non ti deluderà - mi disse.

Salutammo la signora Scott e scendemmo in garage: ci stava aspettando un aitante giovanotto che subito mise in moto l’automobile, appena ci vide.

- Tranquillo, Sskarr - disse la signora Anderson - Non abbiamo fretta. Ti presento Peter O’Neil, un caro amico di Lily.

- Lily mi ha fatto l’onore di parlare di lei, signorino O’Neil - disse con molto ossequio il ragazzo. Era molto servizievole, non c’è che dire…

- Sskarr è un elfo domestico, però è trasfigurato per non spaventare i babbani! - mi sussurrò nelle orecchie Lily ridacchiando, come avesse letto nella mia mente il mio stupore.

Sorrisi. In Irlanda non abbiamo elfi domestici, ma solo colonie di elfi liberi, che vivono nelle brughiere e nei boschi e che sono in buoni rapporti sia con noi maghi, sia con i non-magici (naturalmente anch’essi assumono aspetto umano quando sono in contatto con loro). In Gran Bretagna, invece, le famiglie nobili, ma anche la nostra scuola, hanno al loro servizio “elfi domestici”, molto mansueti e contenti di servire tutta la vita i loro datori di lavoro.

- Andiamo al Castello - disse la signora Anderson. E così, saliti sulla macchina (io e Lily dietro, la signora Anderson davanti) ci inoltrammo verso la campagna aperta. Lily mi sorrideva parlottando del più e del meno: chiedeva dei miei genitori, di mia sorella, del mio gufo, dell’Irlanda; mi raccontava un’altra volta le sue avventure estive… e io mi sentivo sereno: avevo sentito un po’ la sua mancanza nei mesi precedenti, ed ora, insieme a lei, mi accorgevo di quanto fosse importante la nostra amicizia.

Intanto il nostro bravo autista (Sskarr, ma io lo vedevo ancora come umano) guidava in luoghi sempre più sperduti, in mezzo alle montagne della Scozia. Intervenne nella conversazione anche la signora Anderson ricordando anche che anche lei era Irlandese, anche se della Contea di Kerry (situata più a sud del Connemara):  si era però allontanata piccolissima dall’Irlanda e non ricordava troppo della sua permanenza nella nostra isola.

Ad un certo punto lo stretto sentiero di montagna in cui ci stavamo inerpicando si trasformò in una ampia strada asfaltata, fiancheggiata da eleganti alberi, al posto del giovane autista comparve il brutto elfo che, invece di guidare la macchina, la dirigeva mentalmente… evidentemente avevamo passato una barriera magica anti-intrusione che proteggeva MacDonald Castle e si erano disattivate tutte le trasfigurazioni prima esistenti.

- Guarda là, sulla sinistra! - mi disse Lily.

Rivolsi lo sguardo sul colle sulla sinistra e, dove prima c’era soltanto un ammasso di rocce ed alberi, vidi un magnifico castello, con alte torri svettante e una grande cinta muraria intorno.

- Benvenuto a MacDonald Castle, signorino O’Neil - mi disse in tono molto professionale Sskarr.

 

 

Appuntamento sabato prossimo con il secondo capitolo: In giro per MacDonald Castle.

Un abbraccio. GattyP :)

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Capitolo 2
*** In giro per MacDonald Castle ***


Capitolo 2.

 

In giro per MacDonald Castle

 

 

Oltrepassato un imponente ponte levatoio, entrammo dentro un vasto cortile, dirigendoci verso la costruzione principale. Sskarr fermò l’automobile e tutti noi scendemmo. Ci stavano aspettando Mary MacDonald (quella che Lily chiamava “zia”, anche se, tecnicamente, non era sua parente) e sua sorella Katye (che Lily chiava invece  con il solo nome di battesimo, forse perché era più giovane di Mary di diversi anni). Salutai educatamente e ringrazia per l’invito fattomi.

- Peccato che domani dovrete subito ripartire per Hogwarts - disse Mary - Intanto, però, Lily, fagli vedere il castello… Sai, Peter, abbiamo una meravigliosa biblioteca; oggi però c’è l’annuale riunione dell’AMAC, cioè dell’Associazione dei Maghi dell’Antica Caledonia, proprio nella nostra biblioteca (mia sorella è presidente dell’Associazione e anch’io sarò impegnata con loro). Rimandate a domani mattina la visita? So che, voi Corvonero, impazzite al solo pensiero di poter studiare e leggere…,

Questa era una leggenda, pensai, dato che io, se possibile (cioè se non ero costretto dagli insegnanti, o da Lily), non avevo alcun particolare desiderio di leggere o studiare… o il Cappello Parlante aveva sbagliato con me… o aveva ascoltato troppo Lily che, mi ricordavo, mi aveva confessato una volta di avergli chiesto di metterlo nella sua casa per avere un aiuto nei suoi grandiosi progetti di salvare il mondo magico e il Prescelto…

- Viene, Peter, ti faccio vedere la tua stanza - disse Lily - e poi tutto il castello! C’è un fantasma gentilissimo che devi proprio conoscere!

Salii con Lily alcune rampe di scale e mi inoltrai in un corridoio, mentre lei mi spiegava e mi descriveva i luoghi che attraversavamo. Il castello era imponente, ricco di quadri e di armature (i primi erano tipici quadri magici, come ne avevo visti tanti ad Hogwarts, con i personaggi che si muovevano e si spostavano da un quadro all’altro; le seconde sembravano semplici armature non magiche, dato che, a differenza di quelle di Hogwarts, non si muovevano, né parlavano, né cantavano). La mia stanza era situata in un’ala del castello, riservata agli ospiti. Lily mi spiegò che nel castello, oltre a Mary e Katye e ai loro “compagni” (non erano sposate: evidentemente i MacDonald erano più liberi degli Irlandesi, che rigorosamente convolavano a nozze, spesso prestissimo, come i miei genitori… anche i genitori di Lily non erano sposati, ricordai), erano alloggiati altri esponenti del clan MacDonald: si trattava di due cugini di Mary, Duncan e Judith, con le loro famiglie (erano sposati questi?), compresi i loro figli, uno dei quali, mi disse Lily, avrebbe frequentato Hogwarts quell’anno. Sarebbe forse capitato nella stessa casa di mia sorella?

- Questa è la tua camera - mi disse Lily, aprendo una porta.

Certo è che i MacDonald non badavano a spese… C’era un magnifico letto a baldacchino e, sui lati della camera, un salottino, una scrivania, alcune librerie piene di riviste e libri (ancora!); alle pareti quadri ed arazzi; oltre una tenda, che Lily aprì, una grande finestra, che si affacciava su un meraviglioso panorama.

- Qui c’è il tuo bagno privato - disse Lily aprendo una porta. Inutile dire che tutto era pulito e scintillante. Poi continuò: - Se hai bisogno di qualcosa, basta suonare il campanello che trovi sul comodino e subito si materializzerà un elfo… Ci sono una decina di elfi qui, tutti molto gentili!

Che bella la vita dei nobili scozzesi! Peccato che sarei dovuto partire il giorno dopo per Hogwarts! Avrei rimpianto quelle comodità…

- Ora devo dirti una cosa… anzi più di una - mi sussurrò Lily chiudendo la porta.

- Sono tutt’orecchi… - le dissi

- Primo: ho scoperto una nuova applicazione degli anelli: guarda!

Lily tirò fuori la bacchetta e la puntò sull’anello. Mi spaventai: - Attenta! Non puoi usare la magia prima dei diciassette anni fuori da Hogwarts: il Ministero ti controlla! Rischi l’espulsione!

Infatti in Gran Bretagna era prevista, prima della recente abolizione, la “traccia”, con il quale il Ministero controllava i minorenni. Io, in quanto irlandese, non ero tracciabile in Irlanda (il mio paese è notoriamente più tranquillo dell’Inghilterra e non abbiamo avuto recentemente guerre magiche: pertanto non è stato mai pensato di applicare quella stupida legge del tracciamento dei minorenni), ma Lily, in quanto suddita inglese, lo era dalla nascita.

- Già provato, non preoccuparti. Te l’ho anche scritto nell’ultima lettera, non ricordi? Gli anelli producono magia antica, diversa e superiore a quella moderna, non rilevabile dal Ministero. La traccia non viene coinvolta. E non è la prima volta che lo faccio, fidati. Ora guarda.

Lily appoggiò la bacchetta sull’anello, pronunciò una breve formula (Transfero) e subito scomparve… materializzandosi sopra il mio letto!

- Ma… come hai fatto?

- E’ uno dei poteri dell’anello, e quindi anche del tuo, che è gemello del mio: devo pensare ad un luogo… non troppo lontano, altrimenti non funzione, a dire il vero… al massimo un centinaio di metri.. e pronunciare l’opportuna formula e subito ci si materializza in quel luogo… - mi spiegò Lily.

- Figo! - Esclamai. - Posso provare anch’io?

Avevo sentito spesso parlare, anche dai miei, della difficoltà della materializzazione, tanto che la tecnica non era troppo usata (si preferiva ricorrere a passeporte o trasporto via scopa); addirittura in Gran Bretagna bisognava superare un esame per potersi liberamente materializzare. Inoltre, dicevano, la pratica comportava fastidiose conseguenze fisiche, come nausea e mal di stomaco.

Tuttavia provai a spostarmi nell’altro capo della stanza: era semplicissimo! E non avevo avuto nessun problema, neanche fisico!

- Ma è fantastico! Come hai fatto a scoprirlo? - chiesi sbalordito

Questo può esserci utilissimo ad Hogwarts - mi spiegò Lilly. - E ora la seconda informazione: mia madre, come sai, è una respingente e pertanto su di lei niente funziona e, in particolare, mi vede perfettamente quando metto il mio anello tra le labbra. Per lei rimango visibilissima! Lei e gli altri non si sono mai accorti di niente, ma dobbiamo stare molto attenti qui a MacDonald Castle con gli incantesimi… su lei non funzionano… conviene non utilizzarli…

- Non preoccuparti, Lily, non ne farò nessuno e non me ne andrò in giro per il Castello completamente invisibile! - dissi sorridendole.  In effetti non è che fossi particolarmente brillante in incantesimi e l’idea di fare magie di nascosto non mi aveva neanche sfiorato.

- Terzo: … - continuò Lily.

Ma, in quel momento, qualcuno bussò alla porta. Aprimmo e trovammo due ragazzi, un maschio (grosso modo della nostra età) e una femmina (decisamente più piccola): la bimba era agitatissima e rivolgendosi a Lily, le disse che avevano perso non so cosa. Lily ci presentò velocemente: erano Aileen Montague (figlia della cugina di Mary) e Cain MacDonald (figlio del cugino). La prima era una bimbetta magra, dal viso simpatico e pieno di lentiggini, di sette/otto anni; il secondo, un ragazzo un po’ sovrappeso con lo sguardo non troppo sveglio: sì, quello che avrebbe frequentato quell’anno Hogwarts. La piccola Aileen era agitatissima.

- Scusa, Peter - mi disse -,  dobbiamo andare a cercare Jilly, che è di nuovo fuggita…-

Era un altro dei suoi animaletti? Magari un coniglietto?

- Mi dispiace tantissimo, eravamo in cortile e non so come sia successo… - diceva Aileen preoccupata.

- Nessun problema, - la tranquillizzò Lily - ora vi aiuto a cercarla… Vieni anche tu, Peter!

Così andai anch’io a recuperare l’animaletto, ma non era un coniglietto: si trattava di un cucciolo di Thestral (alcuni animali erano ospitati nelle stalle del Castello, mi spiegò Lily), a cui era particolarmente affezionata Aileen, che l’aveva “visto” nascere (in realtà i Thestral non si vedono, a meno che uno non abbia assistito alla morte di una persona cara, e questo non era, per fortuna, il suo caso, né il caso di nessuno di noi). I due ragazzi l’avevano fatta uscire per fargli fare il solito giretto, legandolo con una cavezza, ma Jilly si era sciolto e ora stava vagando, completamente invisibile, da qualche parte del cortile…

- Dobbiamo chiamare Mary o tua madre? - chiese Cain. Infatti non  tutti vedono i Thestral, ma solo quelli che hanno subito un lutto… e forse i respingenti, o i mezzi respingenti, pensai. Mary evidentemente aveva perso i suoi genitori. Forse anche Lily poteva vederla in quanto figlia di una respingente?

- No, aspetta, penso che sia laggiù… - disse Lily. In effetti poco dopo lo trovammo… Si fece mettere di nuovo la cavezza e i due continuarono a portarlo a spasso (e io vedevo muoversi solo la corda… buffo!).

- Dai, ti faccio vedere il Castello… - mi disse Lily, prendendomi per mano.

_____________________________________________

 

Visitammo per tutta la mattinata (e buona parte del pomeriggio) il Castello, dalle torri ai sotterranei, dove il  gentile fantasma di famiglia (tale “Sir Nicholas di Spoonrouge”) ci raccontò alcuni graziosi aneddoti sulla regina Elisabetta (quella dei secoli passati). Ampio spazio fu anche dedicato al “serraglio”, cioè ad una dipendenza in cui erano collocati tutti gli animaletti di Mary e degli altri ragazzi (tra cui un nutrito numero di coniglietti, discendenti dal coniglietto zoppo che Lily aveva comprato a Londra l’anno precedente, quando ci eravamo conosciuti), per fortuna quasi tutti innocui (unici animali inquietanti i vari serpenti di proprietà di Cain, che stavano in apposite gabbie magiche).

Lily mi fece poi entrare anche in camera sua: era molto ampia (come  tutte le camere del castello), molto luminosa ed aveva, oltre ai libri e a qualche giocattolo (soprattutto peluche), numerose foto (magiche e non) di Lily e dei suoi genitori (compreso l’inquietante professor Piton, che non riuscivo ancora ad immaginare nel ruolo di padre amorevole della mia amica). C’era anche, nel comodino, una foto che avevamo fatto ad Hogwarts, in cui io, Lily, Luna, Anthony Goldstein, Padma Patil, Cho Chang,  Marietta ed altri ragazzi di Corvonero sorridevamo contenti. Ne avevo una copia anch’io e l’avevo messo nel mio album di ricordi di Hogwarts… Lily invece l’aveva collocata in un cornicetta e la teneva in bella vista.

A pranzo ci organizzammo con dei panini, che un elfo domestico ci portò, insieme a bottigliette di acqua e succhi vari (niente burrobirra: lì era proibita), dato che gli adulti erano impegnati in un importante pranzo sociale (con i Maghi della Caledonia, ci dissero gli elfi). Poi continuammo a girovagare  nel Parco e nel Castello, insieme a Aileen, che si era unita a noi, mentre Cain si era rifugiato non so dove. Dovemmo giocare con la piccola a non so quanti giochi (magici e non): tortura a cui Lily si sottopose volentieri e che anch’io non potei fare a meno di subire.

Verso le 6.00 ci lasciammo per prepararci per la cena: salii in camera, feci una un bel bagno (non so perché, ma nell’Inghilterra magica è poco utilizzata la doccia e si prediligono lunghi bagni con saponi profumati e bagnoschiuma) e mi cambiai. Alle 7.30 mi venne a bussare Lily per andare a cena. Eravamo una quindicina di persone, disposte sui due lati lunghi di un grande tavolo rettangolare. Al centro c’erano, su un lato, Mary MacDonald, la signora Anderson (la madre di Lily) e il compagno di Mary, tale John Wayne (sì, si chiamava come l’attore americano, era in effetti di quel paese; era un tipo sulla quarantina, molto silenzioso, stempiato); nell’altro lato Katye con il compagno (Groag Muller, medimago, gentile e molto educato) e una bimbetta (Sybilla), loro figlia. Da un lato della tavolata le famiglie di Aileen Montague e Cain MacDonald; dall’altro io, Lily e gli altri due ragazzi.

La cena (quasi un  banchetto, forse in onore di noi ragazzi che, l’indomani, saremmo partiti per Hogwarts, o forse cenavano sempre in quel modo a MacDonald Castle) fu eccezionale: gli elfi si erano impegnati particolarmente e tutto era ottimo.

- Mi raccomando, Cain, - disse ad un certo punto Conan MacDonald, padre di Cain e cugino di Mary - ad Hogwarts cerca di andare d’accordo con tutti e fatti degli amici… Gli daresti un’occhiata, Lily?

In effetti tutti i genitori sono apprensivi (miei compresi) e i genitori di Cain non erano diversi.

- Certo, Conan, non preoccuparti. Andrà  tutto benissimo, ne sono sicura. - disse Lily. Poi, rivolgendosi a Cain: - Forse capiterai a Serpeverde, come Kain Montague, il cugino di Aileen, o a Corvonero, con noi…

Si chiamavano tutti Cain/Kain in quella famiglia? Kain Montague lo conoscevo di vista: era un Serpeverde del quarto o quinto anno, ben piantato e abbastanza litigioso. Se non sbaglio era nella squadra di Quidditch…

- Spero proprio a Serpeverde - disse tranquillamente Cain. - Serpeverde è la casa dei veri maghi. Non so quanto potrei resistere in un’altra casa, scusami Lily…

- Cambia atteggiamento, Cain - disse la zia, Judith MacDonald, intervenendo nella discussione - e cerca di farti apprezzare, dovunque andrai. Non è detto che andrai a Serpeverde. E, se capiti in un’altra Casa, non cominciare a parlare dei tuoi serpenti, che tra l’altro sono animali oscuri e malvisti, o delle stupide idee della purezza di sangue dei MacDonald…

- E, qualunque sia la casa - continuò il padre, con un volto serio - impegnati al massimo! E non perdere tempo, come fai di solito. Devi essere sempre vigile. E ricordati che il professor Piton ci informerà sul  tuo comportamento….

Cain non ribatté e continuò, lentamente, a mangiare. Era effettivamente grassoccio, un po’ apatico, ma non sembrava un cattivo ragazzo… Se solo avesse avuto un altro nome…

Dopo cena, poi, rimanemmo un po’ insieme parlando del più e del meno, poi ci spedirono in camera: i piccoli a dormire, i più grandi a fare i bagagli per il giorno dopo. Salutai tutti e mi diressi verso la mia camera. Lily mi accompagnò fino alla porta e mi augurò la buona notte.

 

Un doveroso ringraziamento a Barbie_Ettelenie_91 e ad ace95 che, gentilissime come sempre, mi aiutano con i loro commenti e le loro impressioni. Grazie naturalmente anche a tutti coloro che ricordano, preferiscono o semplicemente leggono la fanfic. Appuntamento a sabato prossimo con il terzo capitolo (Una voce dal passato).

A presto. GattyP :)

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Capitolo 3
*** Una voce dal passato ***


Capitolo 3.

 

Una voce dal passato

 

 

Mi svegliai presto, la mattina, e subito mi preparai per la colazione. Quello stesso giorno, nel pomeriggio, saremmo dovuti andare ad Hogwarts.  Verso le 8.00 Lily bussò alla mia porta e poi, insieme, scendemmo in cucina.

- Oggi ti porto a vedere la biblioteca! E’ famosissima, grande più di quella di Hogwarts, e forse più antica… e non puoi immaginare che cosa vi ho trovato… - mi disse Lily.

In effetti l’ultima affermazione aveva suscitato un po’ di curiosità… altrimenti l’idea di passare la mattinata in mezzo ai libri mi creava una certa inquietudine…

Scendemmo di nuovo in sala da pranzo per la colazione. Evidentemente non c’era un’ora stabilita per vedersi intorno alla tavola e ognuno poteva arrivare quando voleva. C’era in quel momento in sala la madre di Lily e tutto era ottimamente apparecchiato. La tavola era fornita di ogni ben di Dio: era presente sia i tipici cibi di una colazione inglese (pancetta, uova, pomodori, salsicce, funghi, pane tostato), sia succhi di frutta, cereali, burro, marmellata… cominciavo ad apprezzare la vita dei nobili inglesi e l’utilità degli elfi domestici…

- Ciao, Peter. Hai dormito bene? - mi chiese la signora Anderson.

- Benissimo, grazie. Effettivamente mi dispiace di non potermi fermare più a lungo: il Castello è veramente bello…

- Sì, è vero. I MacDonald sono molto uniti e tengono molto a conservare nel migliore dei modi l’antico maniero di famiglia. Tra l’altro non ci abitano sempre e, nella maggior parte dell’anno, rimangono solo gli elfi domestici. E’ comunque una famiglia molto unita… - disse la signora Anderson.

Poi, mentre la madre si era allontanata, Lily mi disse: - Ad essere sinceri, una volta i MacDonald litigavano spesso, specialmente zia Mary con i cugini, ma ultimamente sembra che si siano riconciliati…

Poi tornò la madre e lasciammo cadere il discorso. Dopo colazione, Lily mi guidò in biblioteca. Come detto, non sono stato mai un amante dei libri, ma quella volta, appena entrato, non potei che provare un senso di stupore per il luogo in cui ero entrato: la biblioteca era organizzata intorno ad un pozzo centrale ottogonale, che si alzava, dal piano terra, fino al sesto piano; sul pozzo si affacciavano otto diverse stanze, ognuna delle quali piena di libri, disposti su armadi, tavoli, scaffali, anche su sgabelli e per terra. Notai che alcune stanze erano piene di libri magici, altri di libri “babbani”, per altro illustrati e, sembrava, molto interessanti.

- E’ veramente bello qui! - dissi, sinceramente meravigliato.

- Vieni, ti faccio vedere cosa ho scoperto - mi disse Lily.

Salimmo sei rampe di scale (non sarebbe stato meglio materializzarci senza fare nessuna fatica?) e giungemmo al quarto piano. Qui Mary si diresse verso una parete, in cui c’era un grande quadro di una biblioteca (bizzarro: il quadro rappresentava la biblioteca stessa). Pronunciò una formula (Aperio) e subito il quadro si  trasformò in un corridoio dove noi, scavalcata la cornice, entrammo tranquillamente.

- E’ fortissimo! Non ho mai visto niente del genere. Dove siamo? - chiesi a Lily.

- In una parte privata della biblioteca, dove ci sono le memorie dei MacDonald… - spiegò Lily.

- Tu sei autorizzata ad entrare, vero? - gli chiesi.

- Beh, praticamente sì. Ho il permesso di prendere qualsiasi libro… e ho trovato per caso il modo di entrare qui… cioè me l’ha detto Cain qualche tempo fa… e non mi sono trattenuta. - confessò Lily -Guarda qui cosa ho trovato…

Sulla copertina di un manoscritto, vergata con una bella calligrafia, c’era la scritta: “Memorie di Lily Evans”.

- Il nome non mi giunge nuovo… si chiama come te. E’ una tua parente? - le chiesi. Poi ebbi un’illuminazione: - Ma è la madre di Harry Potter!

Sì, avevo una passione per il Prescelto e mi ero informato su di lui prima ancora di andare ad Hogwarts. Dove poi, l’anno precedente, l’avevo conosciuto, anche se molto superficialmente (avevo anche scambiato con lui, qualche volta, qualche parola).

- Sì, bravo, è proprio la madre di Harry Potter, che si chiamava Evans prima di sposarsi. E parla diffusamente della sua vita… e anche di mio padre. Ho scoperto infatti, leggendolo, che è la ragazza che mio padre amava, prima di conoscere mia madre, e, penso, anche dopo è rimasto molto legato a lei…

- Caspita! Ma… ci seri rimasta male, quando hai letto di tuo padre e… Lily Evans? - le chiesi

- All’inizio le informazioni mi hanno sconvolta… poi… no, ho accettato tutto… e ho capito tante cose. Come l’attaccamento che mio padre ha per Harry Potter… - disse Lily.

- Cosa dici? Ma… tuo padre non può vedere Harry Potter! Non fa altro che punirlo… lo sanno tutti… - non potei fare a meno di dirle, stupito.

In effetti era vero: tutti conoscevano ad Hogwarts il malanimo, il profondo disprezzo, addirittura l’odio che il prof. Piton manifestava continuamente contro i Grifondoro in generale e contro Harry Potter e i suoi amici (Ron Weasley ed Hermione Granger) in particolare. Ma soprattutto contro Harry: lo puniva continuamente, lo umiliava, godeva nel vederlo in difficoltà… Non potevo dire apertamente a Lily che suo padre era un sadico arrogante, ma la realtà era quella.

- Lo fa per un motivo molto semplice, me l’ha detto lui stesso qualche tempo fa. Harry è un pessimo occlumante ed è facile leggergli la mente: mio padre non vuole che Tu-sai-chi (che non è morto e prima o poi ritornerà) o altri lo considerino un amico di Harry, quindi finge di odiarlo…

Ci credeva veramente, Lily? Io avevo assistito, in un paio di occasioni, al comportamento del prof. Piton e dovevo ammettere che, se era finzione, era veramente bravo! Sembrava veramente odio, odio puro nei confronti di Harry. Era sicuramente una scusa che il padre di Lily le aveva rifilato per giustificare il suo spregevole comportamento. Ma non insistetti: Lily ne era veramente convinta.

- E cos’altro c’è scritto nel diario? - chiesi, cambiando discorso.

- Un sacco di cose interessanti. Lily Evans ha scritto queste memorie poco prima di morire e racconta la sua vita dall’infanzia. Lo sai che lei e mio padre si sono conosciuti in un parco giochi vicino a casa loro, a Spinner’s End? Lei lo attendeva ogni giorno e lui gli parlava del mondo magico e di Hogwarts. Erano grandi amici, mentre la sorella della Evans, una certa Petunia, non lo sopportava. Poi sono andati insieme ad Hogwarts e il suo più grande dolore è stato aver visto mio padre in un’altra casa: lei a Grifondoro, mio padre a Serpeverde. Comunque rimasero amici, malgrado l’antipatica sempre esistita tra le due case, ed erano studenti brillanti, soprattutto a Pozioni, che entrambi adoravano. Si sono voluti bene, poi ad un certo punto si sono lasciati in modo traumatico e doloroso per entrambi. Nel diario non spiega cosa sia successo, ma Lily attribuisce la colpa a se stessa, ad un sorriso in un momento sbagliato… non ho capito… Ma secondo me è anche per qualcosa che ha fatto mio padre, anche se non ho capito bene cosa…

- Caspita! E tuo padre sa che tu hai letto… - le chiesi

- Se lo sapesse, mi strozzerebbe! - disse Lily scherzando (ma, conoscendo il prof. Piton, ho paura che non fosse andata troppo lontana dalla verità). - No, non sa niente e non deve sapere niente.

- Certo! - confermai. Per fortuna i ricordi riguardanti Lily non erano intercettabili da un legimens (in quanto lei era una mezza respingente), altrimenti…

- E c’è qualcos’altro di interessante? - le chiesi

- Sì: c’è la storia di un’ultima avventura che hanno vissuto insieme: la Evans, zia Mary, mia madre e mio padre… Ma rimetto il libro a posto. Te la racconto in camera mia, dai andiamo!

Lily mise il manoscritto al suo posto. Uscimmo quindi dal quadro.

- Proviamo a materializzarci in camera mia? - propose Lily.

- Ok, proviamo - le dissi, un po’ emozionato. E se non ci fossi  riuscito? Era uno spostamento notevole…

Lily prese la sua bacchetta, la avvicinò all’anello e, sussurrando la parola Transfero svanì. Io feci lo stesso, pensando alla sua camera. Un attimo dopo ero in quella stanza, insieme a lei.

Lily si buttò nel letto, mentre io mi sedetti su una poltroncina nei pressi, spostando un grosso peluche che occupava il posto.

- Qui possiamo parlare liberamente o qualcuno può sentirci? - le domandai.

- No, qui è tutto sotto controllo… Sai, ho inserito protezioni permanenti che si attivano automaticamente quando entro in camera…

Ormai Lily non mi stupiva più.

- … Ti stavo dicendo - continuò -  che, alla fine del 1977, cioè diciassette anni fa, Lily Evans, mio padre e zia Mary sono giunti in un luogo chiamato Imo Nemore dove hanno ascoltato una profezia.

- Quella di cui parlavi l’anno scorso, quella che ti vedeva collaborare con Harry Potter a salvare il mondo magico da un grande pericolo?

- Sì quella, che però ora conosco integralmente: l’anno scorso l’avevo ricostruita dai discorsi dei miei genitori e di zia Mary. Una volta, come ti ho detto, li avevo sentiti parlare e sono stata ad ascoltarli. Ora l’ho trovata proprio scritta… e l’ho anche trascritta nel mio diario… - disse Lily. Prese poi un piccolo diario che teneva nel cassetto, pieno di fogli bianchi. Li toccò con l’anello e subito apparvero le parole. Lily lo sfogliò velocemente…

- La profezia è del 1997, come viene espressamente specificato… Aspetta, la cerco… Ecco è qui. Te la leggo tradotta. - disse - L’originale è in latino, ma la Evans ha trascritto anche la traduzione: Dopo vent’anni il malvagio signore che pensa di essere padrone della morte e che dominerà il mondo magico sarà schiacciato dalla prole della prima. La prole della prima sarà aiutata da due amici e dalla prole della quarta, ma di nascosto. La seconda e il terzo li proteggeranno. La prole della quarta utilizzi gli Inferia (le cose più basse?). Poi ci sarà la pace. Prima giglio, seconda principe/essa (“princeps”), terzo serpente, quarta aiutante.

- Beh, non si capisce quasi niente. - dissi - Se è stata scritta nel 1997, cioè poco prima che Lily Evans e James Potter morissero, mancano ancora tre anni al compimento della profezia, che si compierà quando noi saremo nel quinto anno ed Harry Potter nel settimo. Il resto però è praticamente incomprensibile. La prole della prima, che è il giglio, è forse Harry Potter, ok, ci sono arrivato: Lily in inglese vuol dire “giglio”, ma chi sono gli altri?

- Beh, la profezia dovrebbe riferirsi a quelli che sono entrati in quel posto misterioso, che erano in tutto tre, cioè, oltre a Lily Evans, zia Mary e mio padre; inoltre la quarta dovrebbe essere mia madre, dato che, anche se non è entrata con loro, in quell’occasione li ha aiutati, a quel che ho capito leggendo il racconto di Lily Evans. Se il ragionamento è giusto, io dovrei essere “la prole della quarta” … almeno penso. Zia Mary non ha poi figli, quindi non ha figli in grado di agire tra tre anni…. - concluse Lily.

- Quando è stato scritto il diario, dicevi?

- All’inizio di ottobre 1981, poco prima che morisse - disse Lily.

Sì, sapevo anch’io che Lily e James Potter erano stati uccisi da Voldemort nella notte tra 31 ottobre e 1 novembre 1981: c’era scritto anche sui libri di storia…

- E nell’ultima pagina - continuò Lily - la Evans specificava che avrebbe lasciato il diario a zia Mary affinché il figlio di Milly Anderson (non sapeva che sarei stata una femmina) ne fosse informato, quando a Mary fosse sembrato opportuno. C’è infine anche una minuta di una lettera inviata a mio padre, in cui gli confessa di volergli bene “come ad un fratello” e lo implora di proteggere il piccolo Harry, se fosse capitato qualcosa a lei e a suo marito.

- Ma tua zia Mary non te l’ha mai fatto vedere… - aggiunsi

- Sì, forse perché i miei genitori non vogliono coinvolgermi. Hanno paura per me. Mio padre è apprensivo, ma non è niente in confronto a mia madre e a zia Mary… Per loro dovrei vivere nella mia camera di MacDonald Castle circondata dagli elfi domestici e dalle loro potenti protezioni. Non so come si siano convinti a mandarmi ad Hogwarts. Ti sembrerà strano quello che sto per dirti… Comincio a pensare che Lily Evans, dall’Aldilà, mi abbia fatto scoprire il suo diario perché vuole che aiuti suo figlio. E ho bisogno del tuo aiuto… forse insieme riusciamo a combinare qualcosa di buono…

- Naturalmente a tuo padre non diciamo niente… - aggiunsi - altrimenti lui e tua madre mi scuoiano e mi danno in pasto ai Thestral di tua zia Mary…

- Ti voglio bene! - mi disse Lily, e mi abbracciò. Anch’io la strinsi.

- Ti voglio bene anch’io - le dissi istintivamente. I suoi capelli profumavano di erica, una piantina molto diffusa in Irlanda e Scozia... Erano solo un abbraccio fraterno e parole generiche, pensai. Ma era vero che mia sorella non l’avrei mai abbracciata, né le avrei detto che le volevo bene…

 

 

Termina con questo capitolo la prima sezione della fanfic (che ha complessivamente 14 capitoli): troveremo, nella prossima puntata, Lily e Peter ad Hogwarts, alla presa con la consueta vita nella Scuola di Magia, dove rincontreranno tutti i vecchi amici (e nemici) e avranno subito qualche nuova sorpresa…

Un saluto a tutti e il solito grande ringraziamento ad ace95 e a Barbie_Ettelenie_91 per il prezioso scambio di opinioni. Appuntamento a mercoledì 28 marzo (provo a pubblicare due volte a settimana, mercoledì e sabato) con il quarto capitolo (Sorprese ad Hogwarts). Alla prossima.  GattyP:)

 

 

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Capitolo 4
*** Sorprese ad Hogwarts ***


Capitolo 4

 

Sorprese ad Hogwarts

 

 

Il ritorno ad Hogsmeade non fu semplice. Era scoppiato un fortissimo temporale e scendeva acqua a catinelle, le strade erano allagate, la visibilità quasi nulla.. Io, Lily e Cain, dopo aver salutato tutti, accompagnati dal solito Sskarr (efficientissimo come sempre: non era una cattiva idea avere al proprio servizio qualche elfo domestico…), eravamo fortunatamente arrivati nel salotto di Miss Scott. Per fortuna i bagagli di Lily e Cain erano già stati trasportati all’ufficio postale di Hogsmeade, dove erano già arrivati (o stavano arrivando) anche i miei, che i miei genitori avevano affidato a mia sorella Elizabeta.

Cain sembrava tranquillo: la sua faccia rotonda e il suo aspetto appesantito non sembravano in grado di mostrare alcuna emozione. Né cercò di intavolare un discorso, ma al massimo rispondeva con pochissime parole alle domande che Lily gli faceva. Non mostrava un gran voglia di socializzare, anzi… comunque non era neanche ostile. Semplicemente sembrava ignorarci, perso in un mondo tutto suo.

Miss Scott ci accolse affabilmente e ci offrì dei pasticcini che lei stessa aveva preparato. Poi, tutti insieme toccammo la cornice di un quadro e, un attimo dopo, ci trovammo nell’Ufficio Postale di Hogsmeade.

- Eccoci, finalmente! - disse Lily.

- Perché non ci siamo trasportati direttamente ad Hogwarts? - chiese Cain, mostrando un minimo di interesse per qualcosa.

- Perché Hogwarts è protetta da numerosi incantesimi magici e nessuno può trasportarsi o materializzarsi al suo interno - disse Lily. Pensai però che noi, con i nostri anelli e la magia antica, precedente a quella di Hogwarts, forse saremmo riusciti a farlo…

- Andiamo in stazione e aspettiamo l’arrivo dell’Espresso? C’è mia sorella… - proposi.

- Sì, volentieri, così la conoscerò - rispose Lily. Cain sembrava del tutto indifferente alla prospettiva di incontrare altra gente, ma ci seguì docilmente.

Sulla banchina, Lily strinse la sua mano nella mia. Non lo faceva spesso.

- Sono un po’ emozionata - disse - E se poi a tua sorella non piaccio?

- Non puoi non piacere a qualcuno. Sei adorabile - Le dissi, non accorgendomi di averle fatto un complimento. Subito arrossii. Lily mi ringraziò contenta.

Finalmente arrivò il treno, mentre intorno a noi il cielo stava scendendo, con secchi di acqua fredda, su di noi (per fortuna eravamo coperti dalla pensilina, ma avevo paura di quello che avremmo passato per giungere nel castello… e a cosa aspettava Cain e Eliza: i ragazzi non sapevano che avrebbero attraversato il lago in burrasca su fragili imbarcazioni…

Vedevo qua e là alcuni insegnanti, giunti a sorvegliare l’arrivo dei ragazzi, tra cui il professor Hagrid che aspettava i ragazzi di prima. Non passava sicuramente inosservato, dato che la sua stazza gli permetteva di farlo riconoscere da lontano. Malgrado  il suo aspetto imponente e una certa espressione severa, era particolarmente gentile e socievole e, già l’anno prima, anche se non frequentavamo le sue lezioni (era insegnante di Cura delle Creature Magiche, una materia che sarebbe particolarmente piaciuta a Lily, pensavo), avevamo cominciato a salutarlo quando lo incontravamo e anche lui rispondeva gentilmente. Pertanto lo salutammo intavolando un breve discorso. Poi a lui affidammo Cain, sapendo che avrebbe portato tutti i ragazzi di prima direttamente ad Hogwarts.

- Se hai bisogna di qualcosa, in qualunque Casa sarai, vieni a trovarci - gli disse Lily.

- Sì, saremo felici di parlare un po’ con te… Possiamo farti vedere il castello. Ci sono un sacco di zone interessanti - aggiunsi io.

- La guferia è fantastica. Peter ha anche un simpatico gufo… quello di cui ti ho parlato… ma possiamo anche farti vedere la bibloteca e il lago… dove c’è una grande piovra…- aggiunse Lily.

Pensai fugacemente che, dopo il passaggio sul lago che lo attendeva (e il lago era in tempesta), questo sarebbe stato l’ultimo luogo che Cain avrebbe voluto vedere il giorno dopo…

- Grazie. Eventualmente vi contatterò. Penso di ambientarmi nella Casa in cui sarò smistato, i primi giorni. Comunque grazie - fu la placida risposta di Cain.

Finalmente infatti arrivò l’Espresso e tutti i ragazzi che vi erano sopra stipati scesero, tra il diluvio che li avvolgeva, e cercarono di rifugiarsi tutti insieme sotto la pensilina. Naturalmente rivedemmo tutti i nostri amici del nostro anno (oltre a Giorgia, che fu molto felice di vederci, Jerry, Luke, Jonathan, Betty, Camilla e Floriana), gli altri Corvonero che conoscevamo più o meno bene (Luna, sempre svagata, aveva un eccentrico foulard fuxia con boccini e pesciolini verdi e teneva in mano un ombrello “babbano”, con la parte superiore rovesciata però; Padma Patil ci abbracciò espansiva informandosi sulle nostre vacanze e raccontando velocemente quella che lei e la sorella avevano fatto in India;  Cho Chang ci esortò a fare i provini per entrare nella squadra di Quidditch, dato che quell’anno si sarebbero liberati un paio di posti, malgrado sapesse che né io né Lily avessimo alcuna predisposizione per quel gioco).

Vedemmo anche Hermione Granger, che ci salutò allegra (“Ehi, ragazzi. Tutto bene? Non vedo l’ora di confrontarmi con voi sulla storia di Hogwarts. Ho letto il sesto tomo dell’Historia Pittorum e si parla anche della fondazione del Castello, con particolari che non conoscevo…”), mentre Ron Weasley e Harry Potter ci fecero da lontano un cenno di saluto, circondati dagli altri Grifondoro.

Le nostre compagne  Camilla Colin e Betty Miller, mentre ci abbracciavano, non mancarono di fare le solite maliziose battutine (“Avete passato la notte sotto lo stesso tetto, abbiamo saputo…”). Ma come facevano gli appartenenti al mondo magico a sapere tutto quello che facevamo?

Finalmente vedemmo anche Eliza, che veniva avanti con un ragazzino, che ci presentò: era un certo Denis Canon, che aveva un fratello più grande a Grinfondoro, grande amico di Harry Potter… Le presentai Lily e le due cominciarono a parlare tranquillamente. Eliza stranamente non fece nessuna allusione sconveniente sulla nostra presunta “relazione” (era stata fastidiosissima e mi aveva tormentato tutta l’estate). La chiacchierata fu però brevissima, dato che il professor Hagrid chiamava quelli del primo anno per attraversare il lago con le minuscole imbarcazioni (“Con quel tempo!” - pensai - “Non vorrei essere nei loro panni”) e pertanto mia sorella ci lasciò quasi subito.

Fuori della stazione erano pronti dei carri (coperti per fortuna), che, apparentemente senza essere guidati da alcun animale (in realtà Lily mi aveva già spiegato che erano guidati da Thestrall), ci avrebbero portati ad Hogwarts. Stavamo salendo sul primo quando una voce tagliente e polemica si rivolse a noi: - Qui non ci sono posti, O’Neil, andate da un’altra parte.

Era Eva Blockade, che ci guardava con la sua solita aria arrogante ed il suo piglio aggressivo. Non si era dimenticata evidentemente dell’ultimo scontro del passato anno scolastico. Non potei non notare che era sempre molto bella, anzi ancora più bella dell’anno precedente… ma nell’animo era rimasta la solita. Poi, con una battuta, riferendosi anche a Lily: - Irlandesi e Sanguemarcio… non so chi puzzi di più!

Intorno a lei tutte le Serpi ridevano. Quant’era cretina! Ebbi un attimo di esitazione nel risponderle e Lily mi precedette: - Per fortuna tu sei sempre molto profumata. Ti è servito il profumo mentre pulivi la guferia?

Lily alludeva alla punizione che il professor Piton le aveva assegnato l’anno precedente (lei è il suo gruppo di serpi avevano dovuto portare fuori, senza uso di mezzi magici, il letame dalla guferia per averci attaccati) e quella stupida ci guardò in cagnesco: se avesse potuto, ci avrebbe polverizzato…

- Dai, andiamo in un altro carro - dissi a Lily. Entrammo nel carro seguente, dove già si erano posizionati Jonathan, Giorgia e Floriana. Parlando delle nostre vacanze, arrivammo ad Hogwarts.

 

___________________________________

 

 

Eravamo finalmente giunti in Sala Grande, mentre fuori scendeva ancora pioggia a fiumi.  Alzai gli occhi verso il soffitto, che rappresentava il cielo in tempesta… per fortuna un piacevole tepore aleggiava della stanza, facendo asciugare gli abiti umidi. Sopra le tavolate, piene già di piatti e calici d’oro, senza però pietanze dentro, galleggiavano a mezz’aria centinaia di candele.

Avevamo appena preso posto quando entrarono i ragazzini del primo anno, guidati dalla McGranitt: erano completamente zuppi, dalla testa ai piedi (sembrava che avessero fatto il bagno con i vestiti addosso) e Denis Canon (il ragazzino che mi aveva presentato mia sorella) era avvolto nel grande cappotto di pelliccia del professor Hagrid. Tra i ragazzi c’era Eliza, che tremava (per il freddo e per la tensione) e che ci fece un nervoso cenno di saluto.

Speravo tanto che venisse nella nostra casa! Oppure in un’altra… purché non fosse Serpeverde! Tutto, ma non la Casa di Whyte e della Blockade… Beh, mancava poco e avrei saputo dove il cappello la avrebbe inserita.

- Non preoccuparti, Peter - mi disse Lily. - Dovunque vada, vedrai che si troverà bene… e speriamo di averla con noi a Corvonero!

La McGranitt aveva cominciato a chiamare i ragazzi, che venivano smistati nelle varie Case. Il piccolo Dennis Canon capitò a Grifondoro. Poi, dopo altri ragazzini, fu la volta Cain MacDonald che capitò a Serpeverde (“Beh, almeno sarà contento - pensai. Serpeverde era la casa dei maghi oscuri, degli studenti più odiosi di Hogwarts, arroganti palloni gonfiati).

- Elizabeta O’Neil - urlò la McGranitt. Subito mi concentrai sulla scena: mia sorella, ancora tutta tremante, avanzò e si sedette sullo sgabello. La professoressa le mise in testa il cappello. Il silenzio era assoluto. Dopo alcuni interminabili secondi il Cappello Parlante urlò il nome che non avrei mai voluto sentire: SERPEVERDE!

Eliza era un po’ sconcertata (le avevo parlato di quanto odiosa fosse quella Casa) e mi guardò con la faccia perplessa. Sorrisi (anche se dentro avevo un’angoscia…) e cominciai ad applaudire (insieme a Lily e a qualche altro mio amico, che mi appoggiò per solidarietà). Ely si tranquillizzò, fece un piccolo sorriso e corse al tavolo delle Serpi, dove i suoi compagni di casa la festeggiarono.

Io, malgrado le avessi sorriso e avessi applaudito, mi sentivo morire. Come era stato possibile? Lily, sempre sensibile, mi disse sottovoce: - Non preoccuparti, starà bene. Anche mio padre è un Serpeverde… ed è la persona più buona e sensibile che esista…

Non so perché, ma il discorso non mi convinse per niente… Il professor Piton buono e sensibile? In quale pianeta viveva Lily? Comunque ormai il male era fatto. Maledissi mentalmente quel vecchio Cappellaccio che, ne ero sicuro, cominciava a sclerare per l’età e distribuiva a caso gli alunni nelle varie Case…

Poi, per fortuna, fummo  tutti presi dal banchetto, e il clima si rasserenò. Eliza venne anche al nostro tavolo e io le feci i complimenti  mentendo spudoratamente e dicendo che Serpeverde era un’ottima Casa. Lily fu anche più carina, invitandola, per il giorno dopo, ad una passeggiata nel Parco: le disse che c’era una simpatica piovra gigante che voleva farle conoscere, a cui portavamo anche del cibo… (tra l’altro anche lei l’aveva intravvista in quella disgraziata traversata del Lago che aveva appena fatto… ci disse velocemente che un tentacolo aveva recuperato Denis Canon quando era scivolato dalla barca…).

Dopo il banchetto, ricco e buono come al solito, ci fu l’abituale discorso del Preside che ci informò della novità di quell’anno: non ci sarebbe stato l’abituale torneo di Quidditch per lasciare spazio al Torneo Tremaghi, organizzato ad Hogwarts dall’Ufficio per la Cooperazione Internazionale Magica e dall’Ufficio per i Giochi egli Sport Magici. Al torneo avrebbe potuto partecipare un alunno maggiorenne della nostra scuola, cioè un alunno che avesse già compiuto diciassette anni. Il nostro campione avrebbe sfidato i campioni che sarebbero venuti da altre due scuole magiche, Beauxbatons e Durmstrang. Il premio consisteva, oltre alla gloria, in mille galeoni: una somma niente male!

Il discorso fu interrotto, ad un certo punto, dall’arrivo del professor Malocchio Moody, un famoso Auror che, quell’anno, ci avrebbe insegnato Difesa contro le Arti Oscure: lo avrei conosciuto meglio nel corso dell’anno, ma aveva un aspetto sicuramente inquietante (in modo diverso dal prof. Piton, ad esser sincero): il volto era coperto di cicatrici, non aveva una parte del naso e un occhio era sostituito da un occhio magico che girava continuamente da una parte all’altra. Si sedette alla destra del Preside.

Io, in quanto minorenne e in quanto poco interessato agli sport e alle competizioni magiche, non mi lasciai coinvolgere più di tanto dal Torneo; invece alcuni miei compagni di Casa erano letteralmente elettrizzati: chi sarebbe stato il campione della Scuola?

Era quindi ora di andare verso i dormitori. Salutai con la mano Eliza, che andava in quelli di Serpeverde, situati in qualche parte dei sotterranei (ecco, ne ero sicuro, prima o poi Lily mi avrebbe fatto esplorare anche quelli) e ci spostammo nei nostri: rividi con un certo affetto il volatile che, sulla porta, ci fece l’ennesimo improbabile indovinello per farci passare  (La mia vita può durare qualche ora, quello che produco mi divora); qualcuno, non io, che sono negato per questi indovinelli, trovò subito la soluzione (la candela). La sala comune ci aspettava con le luci e un bel fuocherello acceso. Arrivarono anche i ragazzi di prima e sentimmo l’abituale discorso del prof. Vitious… Tutto si svolgeva come sempre, ad Hogwarts…

__________________________

 

Salimmo finalmente in camera (ora eravamo al penultimo piano, più caldo di quello dell’anno precedente, dato che non era esposto completamente alle intemperie). Volevo stare un attimo a pensare a quello che era successo in quella giornata, e che non avevo ancora metabolizzato… mia sorella a Serpeverde, in quella maledetta Casa di Maghi Oscuri e ragazzini arroganti… Dovevo riflettere… per fortuna, rispetto ai dormitori delle altre Case, in quello di Corvonero c’era una forte privacy e ci si poteva isolare tranquillamente: ogni letto era separato dagli altri da alti armadi e librerie. Eh, sì, “ai Corvonero piace studiare e leggere”, come ripetevano tutti in continuazione; inoltre pesanti cortine,  che scendevano dal soffitto, potevano isolare il blocco dal corridoio che, girando intorno alla torre, collegava i singoli letti.

Rimasi un attimo sveglio a pensare, ma poi abbandonai le preoccupazioni per Eliza (magari non sarebbe stato brutto come sembrava) e cominciai a rivolgere il mio pensiero a Lily.  Fuori infuriava ancora il temporale. Sapevo che Lily aveva una paura folle dei tuoni e dei fulmini: era una delle poche cose di cui aveva paura…Mi aveva raccontato che era rimasta traumatizzata da piccola, quando si era persa mentre scoppiava un temporale. L’avevano trovata poco dopo, terrorizzata, in un portone…

Povera Lily… ma, improvvisamente, me la ritrovai, in piedi, vicino al letto! Si era materializzata usando i poteri del suo anello, bypassando l’incantesimo che impediva alle ragazze di entrare nella camera dei ragazzi!!!

Aveva una lunga camicia da notte, bianca, con piccoli fiorellini, fino ai piedi, ancora la ricordo. Si avvicinò a me tutta agitata.

- Scusa, Peter! Ho tanta paura. Posso dormire con te? Non occupo molto spazio. Nessuno se ne accorgerà… - mi sussurrò.

- Ma certo! - le dissi. E, con un colpo di bacchetta chiusi le cortine che  separavano il mio baldacchino dal resto della stanza, mentre lei si infilava veloce sotto le coperte. Ci mancava solo che ci vedesse qualcuno…

Il letto per fortuna era grande e potevamo stare comodamente entrambi. Lily, senza più parlare, mi prese la mano (tremava per la paura) e, piano piano, il suo respiro divenne regolare, smise di tremare e si addormentò. Io rimasi sveglio, non per la pioggia che batteva contro i muri e le finestre della torre o per i tuoni che sentivo in continuazione, ma per la vicinanza del corpo di Lily, ipnotizzato nel sentirla respirare, elettrizzato dal suo profumo, tenendo ancora la sua mano… No, quell’anno non si sarebbe svolto come quello precedente…

 

 

____________________________

 

Sicuramente Peter non si aspettava quest’inizio di anno scolastico… Un grosso saluto e grazie a tutti coloro che preferiscono, ricordano, seguono o semplicemente leggono la fanfic e, in particolare ad ace95 e a Barbie_Ettelenie_91 che ogni volta gentilmente mi comunicano le loro impressioni. Appuntamento a sabato  con il quinto capitolo (Difesa contro le Arti Oscure). A presto.  GattyP:)


 

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Capitolo 5
*** Difesa contro le Arti Oscure ***


Capitolo 5

 

 

Difesa contro le Arti Oscure

 

 

 

Non so dopo quante ore mi addormentai. Quando mi svegliai, il temporale era passato (da un pezzo, probabilmente) e Lily se ne era già andata. La rividi poco dopo, nella Sala Grande per colazione, e mi fece un grande sorriso.

- Scusa per stanotte - mi disse sottovoce - ma avevo molto paura…

- Non preoccuparti! Mi ha fatto piacere esserti stato d’aiuto… - le risposi.

Vidi arrivare anche mia sorella: mi sembrava serena e ci salutò con la mano.

- Oggi, vedrai, riusciamo ad andare a fare una passeggiata, - disse Lily, immaginando che fossi preoccupato per cose fosse stata accolta dalle Serpi - così conosceremo le sue impressioni.

- Speriamo bene… Ho paura che la cambino - le sussurrai - E’ veramente un’impicciona noiosa… ma a modo nostro ci vogliamo bene…

- Vedrai, sarà andato tutto bene! - mi fece coraggio Lily. Si alzò quindi ed andò da Eliza, al tavolo dei Serpeverde, tra gli sguardi di curiosità (o anche di ostilità, in qualche caso) delle Serpi. Parlò un pochino con mia sorella e poi ritornò vicino a me - Ha passato una bella serata ieri sera e ha fatto un sacco di nuove conoscenze. Oggi pomeriggio alle tre ci vediamo davanti alla porta d’ingresso per fare una passeggiata, se sei d’accordo…

Intanto, mentre facevamo colazione, venne il prof. Vitious con il nostro nuovo programma. Bene: cominciavamo quest’anno con Difesa contro le Arti Oscure. Avremmo subito conosciuto il nuovo insegnante, l’ex auror Moody, insieme ai nostri “amici” Serpeverde…

 

La prima lezione del prof. Moody fu memorabile. Entrato come un treno in aula e fatto l’appello scrutandoci con il suo strano occhio, ci disse:

- Ragazzi. I libri non servono… Un mago oscuro non vi darà il tempo di leggere… Bisogna agire d’istinto, senza pensare, e la pratica è la migliore difesa. Dividetevi a coppie.

Sentii l’eccitazione nei miei compagni (e anche in me): finalmente pratica! Nell’anno precedente avevamo studiato solo teoria. Guardai Lily. Avrei fatto coppia con lei? Ma fui prevenuto dalla voce del prof. Moody: - Coppie miste Corvonero-Serpeverde. Vi voglio cattivi! Faccio io le coppie!

Probabilmente riusciva a percepire l’ostilità tra di noi, perché ci abbinò con le persone che non avremmo voluto incontrare: capitai così con la Blockade, mentre a Lily toccò Whyte. Eva mi guardò dura con un sorrisetto di scherno: pregustava già di colpirmi in qualche modo, magari approfittando degli esercizi che l’insegnante ci avrebbe insegnato…

- Incantesimo base di difesa è quello di Protezione - disse il prof. Moody - : il “sortilegio Scudo” crea uno scudo di energia magica che, se ben fatto, fa rimbalzare indietro l’incantesimo d’attacco verso l’aggressore. Se il sortilegio è impreciso, lo scudo viene attraversato o il raggio viene deviato sul lato, con la possibilità di colpire altre persone. Per questo  lavorerete a coppie, con gli altri dietro di me… Naturalmente l’incantesimo non protegge da maledizioni di potenza maggiore, ad esempio le Maledizioni Senza Perdono, ma, per quest’anno, queste non le affronterete… Osservate il movimento del mio braccio… La formula è Protego!

Dicendo così si mosse velocemente, facendo uscire, dalla sua bacchetta, uno scudo di energia magica che, per un istante, si presentò come un muro trasparente di fronte a lui.

Il prof. Moody intanto continuava: - Naturalmente un aggressore utilizzerà un incantesimo di disarmo o di attacco, come lo Schianesimo: qualcuno di voi forse li saprà già utilizzare…

Sì, in effetti, io e Lily c’eravamo un po’ allenati, o meglio, lei, che era stata un po’ istruita al padre, mi aveva allenato, con risultati non eccessivamente brillanti per quanto mi riguardava… lei invece era molto dotata e molto più brava di me

- …Oggi proviamo con il primo. La formula è Expelliarmus e permette di far volare dalla mano la bacchetta. Il movimento è questo…

E subito, velocemente pronunciando la parola (e sono sicuro che ci sarebbe riuscito anche con un incantesimo non verbale), fece volare in alto le bacchette di due o tre miei compagni.

Eravamo sbalorditi ed eccitati: finalmente una vera lezione di Difesa!

- Forza: prima coppia: Miller-Greengras! Venite qui al centro e mettetevi in posizione. Miller, tu per prima attacchi, poi cambierete i ruoli!

Toccò quindi a tutti noi, a turno, mentre il prof. Moody controllava ogni particolare, dalla posizione delle gambe al movimento del braccio. Lily riuscì a difendersi egregiamente da Whyte, creando uno degli scudi più compatti fatti da noi ragazzi, tanto che l’incantesimo di disarmo di Adrian gli rimbalzò perfettamente contro colpendolo alla mano, che lasciò cadere la bacchetta.

- Ottimo. Cinque punti per Corvonero! Questo - disse rivolgendosi a noi tutti - è un vero sortilegio Scudo! Brava, Anderson. Whyte, niente da rimproverarti: l’attacco era buono, ma ti sei scontrato con uno Scudo di ottimo livello. Un punto anche a te…

Molto più blando fu invece il Disarmo lanciato da Lily a Whyte, che fu respinto senza particolari problemi… ma ebbi l’impressione che la mia amica l’avesse di proposito lanciato debole e impreciso. Nessuno comunque se ne accorse…

- O’Neil all’attacco, Blockade alla difesa. Forza! - disse Moody e ci posizionammo al centro dell’aula.

A differenza di ciò che aveva fatto Lily (almeno pensavo), il mio incantesimo non fu volutamente debole e impreciso, ma, anche se mi impegnai totalmente, fu facilmente parato dalla Blockade con un elegante gesto del braccio: il mio stesso incantesimo, tornato indietro, mi colpì la mano, anche se non fu così forte da farmi cadere la bacchetta.

- Ottimo, Blockade. Cinque punti anche a te. Male, O’Neil: sortilegio impreciso, movimento impacciato, forza limitata. Con quello non faresti del male neanche ad un bambino. Da migliorare! Ora invertite i ruoli!

Beh, andò come doveva andare. Il mio scudo non resse l’attacco della Blockade che, uno dopo l’altro, mi lanciò tre incantesimi di disarmo e, per non farsi mancare nulla, un incantesimo a me sconosciuto che mi colpì, tagliandola in due parti… la cintura dei pantaloni, tra le risate delle Serpi lì assiepate.

- Molto divertente, signorina Blockade. Cinque punti in meno a Serpeverde per aver disubbidito al mio comando (uno solo incantesimo, avevo detto, di disarmo…) e dieci punti in meno per aver umiliato un suo compagno. Cosa voleva dimostrare? - disse calmo il prof. Moody. Poi, rivolgendosi a me: - O’Neil, devi migliorare! La prossima volta devi fargliela vedere… D’ora in poi voi due farete coppia fissa!

Che figuraccia avevo fatto! Eva ghignava divertita, insieme a quella maledetta cricca di Serpi sfigate. Maledetta Blockade!

 

__________________________

 

Dopo altre due ore di lezione (Trasfigurazione e Storia della Magia), finalmente finì quella prima giornata di scuola: andammo tutti in Sala Grande per il pranzo. Poi, dopo pranzo, io con Lily, Eliza e qualche altro ragazzo appartenente a diverse Case andammo a fare una passeggiata fino al Lago.

Il tempo si era rimesso, per fortuna, e passeggiammo tranquillamente fino allo sperone di roccia, da dove, l’anno precedente, lanciavamo panini e polpette al pesce alla Piovra Gigante del Lago Nero. Eliza era elettrizzata della serata precedente e, un momento in cui eravamo soli, ci raccontò di quello che aveva provato: dapprima paura, sentendo il nome della Casa di Serpeverde, poi si era rasserenata vedendomi applaudire (per fortuna l’avevo fatto! In cuor mio, tuttavia, ancora lanciavo maledizioni a quel vecchio cappellaccio). I suoi compagni di casa, comunque, erano stati molto gentili e si erano fatti in quattro per fare sentire a loro agio sia lei, sia gli altri ragazzini di prima. In particolare, mi aveva detto, le avevano accompagnate fino in camera due ragazze del secondo anno, Astoria Greengras (la mia “serpe” preferita: freddissima come un iceberg, ma molto signorile) e Eva Blockade. Sentendo il nome, subito il cuore mi era balzato nel petto. Quella “bulla” della Blockade cosa stava combinando? Voleva vendicarsi su mia sorella di ciò che il professor Piton aveva fatto loro fare, come punizione, nel passato anno scolastico? Eliza aveva avuto comunque un’ottima impressione: le aveva fatto vedere la biblioteca dei Serpeverde, i piccoli salotti che si trovavano tra le varie camere, addirittura alcuni passaggi segreti per arrivare direttamente in vari luoghi del castello. Era stata “adorabile” (testuali parole sue). Aveva anche conosciuto alcuni ragazzi di quarta, Draco Malfoy, Blaise Zabini e Gregory Goyle, ed era rimasta molto impressionata dal primo (“E’ anche molto gentile”, diceva ingenuamente); non le avevano fatto invece particolare impressione né Cain MacDonald (il nipote della “zia” di Lily), né (per fortuna) quel deficiente di Adrian Whyte …

Beh, mi faceva piacere che si trovasse bene… ma se ci fosse stato sotto qualcosa? Non conoscevo, se non di nome, i più grandi, ma quelli del mio anno sì… e a parte la Greengrass non avrei dato uno zellino per nessuno.

Arrivati sulla rupe ci attendeva una bella sorpresa: accanto alla Piovra Gigante, che alzava i suoi tentacoli per ricevere i panini e le polpette che Lily aveva portato, si vedeva una piccola Piovra, che seguiva la madre. Lily non stava in lei nella pelle: un altro “animaletto” da curare!

 

Le settimane successive volarono letteralmente: avevamo ripreso le nostre abituali attività (lezioni, studio, lezioni, studio, lezioni, studio…), intervallate da qualche momento in cui avremmo dovuto rilassarci… In realtà Lily mi aiutava a migliorare negli incantesimi di protezione e disarmo.

Lei in effetti era un po’ avanti a tutti (anche se cercava, nelle lezioni, di non farlo vedere), anche perché suo padre, da diversi anni, le aveva insegnato i fondamenti della disciplina.

- O’Neil, tua sorella vale tre volte te - disse una sgradevole voce alle mie spalle, uno dei giorni successivi, appena usciti da Difesa - e non si fa proteggere come una femminuccia dalla sua ragazza!

Mi girai. Era naturalmente  la Blockade con Whyte e un altro paio di serpi.

- Sta’ calmo, Peter. Non accettare provocazione. Fa’ finta di non aver sentito! - mi sussurrava Lily al mio fianco

- Scommetto che vola meglio di te (non ci vuole molto per questo) oltre a combattere molto meglio di te, che fai veramente schifo: solo in una cosa la superi, forse: nel correre velocemente a nasconderti dietro la sua gonnella … - disse Eva, con l’intenzione di provocarci a iniziare una rissa.

- Oh, sai? Ho conosciuto tua sorella… Dice che si vergogna di te - aggiunse Whyte - e ho dovuto consolarla…

Quant’era cretino. Fremevo, ma non reagii, anzi gli girai le spalle.

- Come ti permette, Irlandese! Ti faccio vedere io - disse Whyte arrabbiato. - Ti faccio saltare la cintura dei pantaloni…

Improvvisamente, però, apparve il prof. Moody: - Tutto bene, ragazzi?  - Ci disse scrutandoci con il suo occhio magico che sembrava attraversarmi.

Le Serpi non risposero e si defilarono…

- Non preoccuparti, O’Neil - mi disse, comprensivo, il professore - è solo questione di allenamento. Prova a fare esercizi supplementari…

 

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- Devi darmi una mano! - dissi a Lily, lasciati quegli idioti. - Quelle carogne della Blockade e di Whyte non aspettano altro che umiliarmi!

- Non prendertela, Peter. Sono solo degli stupidi… Comunque, se vuoi, ti aiuto volentieri - mi disse Lily (aiutava gli sconosciuti e tutti gli animaletti che incontrava… perfino la Piovra Gigante del Lago Nero: non avrebbe aiutato me?) -, e poi sono ormai abituata a passare per la tua morosa… continuerò a trascorrere un po’ di tempo libero con te!

Mi venne da sorridere. In effetti, pensandoci, erano i momenti più belli di Hogwarts, quelli che avevo passato e che stavo passando insieme a lei… Ma non glielo dissi, limitandomi a dire: - Benissimo! Dobbiamo però trovare un posto dove allenarci. Non possiamo lanciare incantesimi nei corridoi…

- No, penso di no: altrimenti Gazza ci appenderebbe per i piedi… - disse, scherzando

- Non lo farebbe mai! - e poi sottovoce: - … altrimenti chiamiamo tuo padre ad aiutarci!

- Ah, adesso sei contento quando lo vedi! - esclamò divertita…

Oddio, proprio contento non ero. A lezione avevo la sgradevole impressione di essere perennemente sotto esame da parte del prof. Piton, che mi faceva continuamente domande, mi riprendeva appena facevo uno sbaglio (e ne facevo parecchi) e sottolineava continuamente, guardandomi, l’importanza della sua disciplina. Però per fortuna non mi aveva mai tolto punti… e questo, dato il suo carattere (severo, sbrigativo, rancoroso…), poteva essere una attestazione, se non di stima, almeno di mancanza di ostilità aperta. Ma era inutile parlare di queste cose a Lily, dato che stravedeva per il padre, e lo vedeva (come faceva???) come un uomo perfetto. Inoltre era vero che, in un paio di occasioni, le sue apparizioni erano state provvidenziali per salvarci da qualche attacco delle Serpi…

- Beh, effettivamente… - dovetti ammettere.

Però il problema della stanza per allenarci era importante. Come potevamo fare? Chiedemmo discretamente in giro… ma nessuno sapeva consigliarci. Finché Lily ebbe un’idea: durante una delle nostre discese in cucina (dove ci rifornivamo di polpette e panini per la Piovra), Lily provò ad accennare ad un elfo domestico, Gyngyl (uno dei tanti che la accoglievano a braccia aperte), se conosceva un luogo dove potevamo allenarci senza problemi.

- C’è la stanza Va-e-vieni, chiamata anche “Stanza delle Necessità”, signorina Lily: è una stanza magica in cui può entrare solo chi ne ha veramente bisogno e contiene tutto ciò che a lui serve. - disse Gyngyl. - La utilizziamo anche noi elfi, quando ci serve qualcosa per le pulizie del Castello e non l’abbiamo a portata di mano

- Oh, e dove si trova? - chiesi incuriosito.

- Al settimo piano, davanti all’arazzo di Barnaba il Babbeo - disse il gentile elfo.

- Ma  c’è una stanza in quel corridoio? - chiese Lily.

- In realtà è una stanza magica e compare solo se qualcuno ne ha veramente la necessità… e se nessuno l’ha già occupata, naturalmente, signorina Lily. - rispose Gyngyl - Per farla apparire bisogna pensare intensamente a ciò di cui si ha bisogno e passare per tre volte davanti all’arazzo…

-Grazie, Gyngyl - disse, e poi, rivolto a me: - Che ne dici: andiamo a dare un’occhiata?

 

_________________________________

 

Avere la possibilità di materializzarci in una parte all’altra del castello è molto comodo, ma anche pericoloso: ad Hogwarts non è possibile tale tipo di magia e solo noi facevamo un’eccezione perché era magia antica, preesistente alla stessa creazione del castello e alle difese organizzate dai fondatori… Ma non potevamo apparire improvvisamente di giorno in un corridoio, con il rischio che qualcuno ci vedesse. Facemmo così sette piani a piedi, mente le scale si spostavano più volte da una posizione all’altra.

Giunti (finalmente) al settimo piano, trovammo Gazza intento a sorvegliare i corridoi e dovemmo nasconderci in uno stanzino delle scope. Qui aspettammo in assoluto silenzio che il custode, e il suo malefico gatto, passassero. Eravamo vicinissimi. Sentivo il profumo dei capelli e della pelle di Lily… poi, quando il campo fu libero, uscimmo e ci recammo davanti all’arazzo del povero Barnaba bastonato dai Troll.

- Pensiamo intensamente alla stanza che ci serve - dissi, muovendomi avanti e indietro nel corridoio.

In effetti, poco dopo, proprio davanti all’arazzo si trovava una porta. La aprimmo e giungemmo in una stanza spaziosa, insonorizzata, con cuscini alle pareti e vari oggetti da lanciare o utilizzare in vario modo. C’erano anche un tavolo, due sedie e alcuni libri riguardanti gli incantesimi.

Così, da quel giorno, quello diventò uno dei nostri “posti speciali” in cui allenarci, ogni tanto, senza problema che qualcuno ci vedesse. Riuscivamo anche a materializzarci nello stanzino delle scope lì vicino, da dove uscivamo e, se non c’era nessuno in giro, entravamo nella “Stanza delle necessità”.

In breve migliorai notevolmente. In effetti potevo parare senza nessun problema gli incantesimi di disarmo lanciati dalla Blockade… anche perché il prof. Moody controllava che ne lanciasse uno alla volta (ho i miei dubbi che avrei resistito altrettanto bene ad un attacco continuativo)…  Per non rendere troppo semplice la cosa, comunque, il prof. Moody ora pretendeva che utilizzassimo incantesimi non verbali… che sono difficilissimi, almeno per ragazzi di seconda! Lui era convinto che, dato che bisognava impararli, conveniva impararli bene e, se fosse servito più tempo, non c’era particolare problema: al massimo avremmo ripetuto l’anno (!)

Nei nostri allenamenti, ero diventato abbastanza bravo con gli incantesimi di disarmo e avevo anche cominciato, insieme a Lily, a provare gli schiantesimi (su dei pupazzi che erano comparsi nella Stanza). Insomma, anche se non avevo raggiunto Lily (al massimo i miei incantesimi, se centravano il bersaglio, provocavano un lieve sbandamento nel pupazzo; quelli di Lily lo facevano volare per tutta la sala), ero sicuramente migliorato.

Avevamo anche tastato la combinazione tra oggetti magici: effettivamente, nella combinazione anello+bacchetta, riuscivo a scardinare lo scudo di Lily, se usava solo la bacchetta (non parliamo poi di quello che poteva fare lei nei miei confronti!) e, anche usato singolarmente, riuscivo ad ottenere buoni risultati. Tuttavia quelli non potevamo utilizzarli nei combattimenti nell’aula di Difesa in presenza del prof. Moody!

Un paio di volte fummo ad un passo dal farci scoprire: una volta da Gazza, che minacciò di portarci dal Preside (fuggimmo subito), un’altra da Hermione Granger che ci stava cercando: ci voleva convincere a comprare due spille di una bizzarra associazione che aveva fondato, con il buffo nome di C.R.E.P.A., per migliorare la condizione degli elfi domestici. Subito acconsentimmo (l’iscrizione costava appena due zellini), anche se non avevo notato particolare sofferenza negli elfi quando andavamo a trovarli: sembravano felici di lavorare ad Hogwarts!

 

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Un grosso abbraccio e auguri di Buona Pasqua a Barbie_Ettelenie_91, ace95 e agli altri lettori della fanfic. Appuntamento a mercoledì con il sesto capitolo (Durmstrang e Beauxbatons).

Ciao!  GattyP :)

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Capitolo 6
*** Durmstrang e Beauxbatons ***


Capitolo 6

 

Durmstrang e Beauxbatons

 

Tra compiti (molti), allenamenti (pochi) e passaggiate (pochissime), eravamo arrivati al 30 di ottobre, giorno in cui sarebbero giunti ad Hogwarts gli allievi delle due scuole di Durmstrang e Beauxbatons, che si sarebbero confrontati con il nostro campione (ancora da scegliere) nel famoso Torneo Tremaghi.

Quando siamo scesi a colazione, ci siamo subito accorti che la Sala Grande era stata completamente ripulita ed addobbata con enormi stendardi rappresentanti le quattro Case. E non solo: nei giorni precedenti, infatti, anche il resto del castello era stato tirato a lucido (quadri, armature e statue comprese). Evidentemente il preside Silente non voleva fare cattiva impressione ai nostri ospiti, il cui arrivo era previsto per le 6.00 del pomeriggio di quel giorno. Verso le 5.00, pertanto, tutte le lezioni terminarono e fu “consigliato” (in realtà imposto dalla severissima McGranitt) a tutti noi studenti di metterci ad aspettare l’arrivo dei ragazzi di Durmstran e Beauxbatons fuori della porta del Castello (era anche molto freddo).

Finalmente arrivarono gli alunni di Beauxbatons, insieme alla loro insegnante, con una enorme carrozza volante, trainata da grandi cavalli dorati,  e si sistemarono non lontano dalla capanna del professor Hagrid: erano in  tutto una dozzina. Subito dopo apparvero quelli di Durmstrang, giunti con un scheletrica oscura inquietante nave, che emerse e poi si ormeggiò sulle sponde del Lago Nero (ricordo che Lily, nell’occasione, si preoccupò che non avesse spaventato la piovra e il suo piccolo: che, per fortuna, nelle settimane successive, continuarono come sempre a farsi vedere).

Ad essere sinceri, gli allievi delle due scolaresche erano vestiti con abbigliamento poco adatto al nostro clima: i francesi con abiti troppo leggeri, i russi (presumendo che quella scuola sia russa, perché ne è difficile la collocazione geografica: in ogni caso avevano la propria residenza nell’Europa dell’Est) con grossi pelliccioni, che poi, dentro il castello, si tolsero perché troppo ingombranti.

I ragazzi e le ragazze di Beauxbatons all’inizio sembravano spaesati e un po’ imbronciati. In realtà erano solo intimoriti dal nostro castello (e dal nostro numero, dato che eravamo molto più numerosi di loro) e, quando li conoscemmo, ci trovammo tutti d’accordo sul fatto che fossero tutti gentili e molto simpatici: si appoggiarono subito nel nostro tavolo e guardavano meravigliati non solo la sala (la nostra scuola, come detto, non aveva infatti badato a spese e si era messa da tempo a tirare tutto a lucido), ma anche le portate del banchetto, che apparve non appena gli ospiti si erano messi seduti (gli elfi avevano preparato numerosi e buonissimi piatti non solo inglesi ma di cucina internazionale, tra cui diverse strane pietanze francesi). Alcune ragazze, soprattutto, avevano molto freddo (si erano coperte con sciarpe e scialli di seta e la loro divisa sembrava dello stesso tessuto: possibile che non avessero immaginato che in Inghilterra il clima fosse diverso?) e così, io, Jonathan e Luna, andammo con il prof. Vitious a recuperare le vecchie divise di Corvonero (un vecchio modello di cui avevamo alcune decine di esemplari in magazzino): eliminate con un semplice incantesimo i segni della nostra Casa, ne uscirono una dozzina di giacconi che portammo ai nostri nuovi amici. Ci ringraziarono calorosamente… specialmente una paio di ragazze carinissime (una in particolare, Fleur Delacour, che avrebbe poi sposato uno dei Weasley), che ci diedero anche, per ringraziarci, dei baci sulle guance. Dato che Lily guardava con diffidenza tale manifestazione di affetto (le francesine erano un po’ esuberanti, in effetti), subito Betty Miller e Camilla Colin si affrettarono a spiegare a tutti i francesi che io e Lily stavamo insieme dall’anno precedente! Perfetto, ora il mio presunto fidanzamento era conosciuto in tutta Europa, non solo nelle Isole Britanniche!

- Mi sa che ci manca solo il matrimonio… - dissi a Lily con un mezzo sorriso, ironicamente, quando mi sedetti di nuovo vicino a lei.

- Che ne sai del futuro? Magari avremo anche tanti bambini… - continuò lei, scherzandoci su.

E io dissi, per fare lo spiritoso e per metterla un pochino in imbarazzo: - Oddio, mi sfugge un particolare. Come si fanno i bambini?

- Quante cose devi imparare, Peter! - mi disse sorridendo - Pensavo di non doverti insegnare tutto io…

Touché! Non so perché, ma mi sentivo sereno, felice. E, per un attimo, un pensiero mi attraversò la mente: Lily era più di un’amica? Ricacciai subito quel pensiero in fondo, dentro di me: era solo un’amica, ne ero sicuro.

Nel frattempo i ragazzi di  Dumstrang (sette-otto, se non ricordo male), tra cui c’era Viktor Krum (famoso giocatore di Quidditch, che però era stato sconfitto, nell’ultima Quidditch World Cup, proprio dall’Irlanda), si erano sistemati nel tavolo di Serpeverde e socializzavano con le nostre Serpi, o almeno con quelle più grandi (mia sorella era una primina e, logicamente, passò inosservata).

Ad un certo punto il Preside prese la parola, spiegando le norme che dovevano selezionare i campioni delle tre scuole al Torneo Tremaghi: spiegò che la selezione sarebbe stata effettuata da un oggetto magico di enorme importanza, il “Calice di Fuoco”, che sarebbe stato collocato nell’ingresso e in cui, tutti coloro che desideravano essere designati campioni della loro Scuola per il torneo, dovevano inserire il proprio nome. E dovevano essere maggiorenni: non era possibile ingannare il Calice (cosa di cui si accorse il giorno dopo la povera Lia Fawcett, a cui crebbe una bella barba bianca per aver cercato di ingannare il calice con una pozione invecchiante)! Quella sera molti miei compagni andarono a dormire tutti eccitati. Chi sarebbe stato il campione di Hogwarts? Io invece ero decisamente stanco e, senza troppo pensare al torneo, verso cui mostravo comunque un certo interesse, mi addormentai subito.

Il giorno dopo, a pranzo, vennero scelti i campioni, e, come orami tutti sanno (la storia del Torneo, legato al ritorno di Voldemort, è ormai scritta anche sui libri riguardanti la seconda guerra magica), quell’anno il torneo Tremaghi ebbe quattro campioni, perché il quarto (dopo il campione “ufficiale” della nostra scuola, Cedric Diggory, di Tassorosso) fu proprio Harry Potter.

Ricordo ancora il momento di silenzio che seguì la lettura del quarto biglietto uscito dal Calice, fatta dal Preside tra lo stupore generale. Rimasi perplesso anch’io… era minorenne! Come aveva fatto ad ingannare il Calice?

Subito cominciarono a girare le voci più fantasiose (“utilizza la magia oscura”; “ha usato un biglietto trasfigurato”; “si è trasformato in animagus e ha gettato il biglietto dentro”…) e le critiche più aspre (“Vuole sempre essere al centro dell’attenzione…”; “Cedric Diggory è molto più simpatico…”; “E’ disturbato mentalmente”…). Harry sembrava francamente stupito e più volte, quel giorno e nei giorni successivi, disse di non aver inserito il suo nome nel calice… ma quasi nessuno gli credeva, anzi quasi tutti gli erano ostili. I Serpeverde per principio (c’era molta competizione tra loro e i Grifondoro), i Tassorosso per sostenere il loro compagno di casa Cedric, ma anche molti Corvonero.

In effetti, in quei giorni il buon senso non era troppo diffuso e, a parte qualche eccezione (Luna, Cho e la sua amica Marietta, Betty - che in quell’occasione litigò con la sua amica Camilla - e Jonathan Osborne) tutti gli altri nostri compagni di Casa, esasperati da quello che consideravno una manifestazione eccessiva di egocentrismo da parte di Harry Potter, si arruolarono nella Crociata Anti-Potter, capitanata dalle solite Serpi. E anche il suo amico Ron, se non ricordo male, litigò con lui e si riappacificò solo dopo la Prima Prova del Torneo Tremaghi…

- Buona fortuna, Harry - gli dissi un giorno, mentre passava, con la sua amica Hermione, diretto in Biblioteca.

- Sta’ attento, mi raccomando! - Aggiunse Lily - Dicono che le prove siano molto pericolose…

- Grazie, ragazzi - Disse Harry Potter, mentre Hermione ci sorrideva riconoscente. Poi Harry amaramente continuò - Con voi il numero dei miei sostenitori non Grifondoro sale forse a cinque….

Un gruppetto di ragazzi del quarto anno, infatti, capitanato da Draco Malfoy e da Pansy Parkinson, aveva creato una spilla magica che, appuntata sulla divisa, permetteva di leggere la scritta “Tifate per Cedric Diggory - il vero campione di Hogwarts”. La spilla, premuta nella parte superiore, si modificava però in un “Potter fa schifo”. La spilla venne messa poi in vendita, a quattro zellini e, mi dispiace dirlo, anche Eliza se la mise nella divisa.

Cercai di farla ragionare, quando gliela vidi. Le spiegai che Potter non si era iscritto, ma che qualcuno voleva screditarlo o forse danneggiarlo e che, in ogni caso, non era bello insultare un ragazzo di quattordici anni…

- Tu non capisci, Peter - mi disse. - Tutti i miei amici sono convinti che Harry Potter sia un presuntuoso arrogante… e lo credo anch’io... E non rompere, per favore, non sono una bambina, e posso fare come mi pare! E non farmi la predica! Tu non fai altro che fare quello che vuole la tua ragazza!  E poi non ho speso soldi per la spilla,  non l’ho neanche comprata, me l’ha regalata Adrian…

Adrian era naturalmente Whyte, che compariva ogni tanto nei discorsi di Eliza a rovinarmi la giornata. Rimasi (quasi) calmo e provai ancora a convincerla: - Lo sai che sei proprio str…? Guarda  che  neanche Cain MacDonald la porta, e neanche Astoria Greengrass, e sono Serpeverdi…

- Sì, ma Cain è un idiota, isolato e bistrattato da tutti i Serpeverdi, e Astoria Greengrass è troppo superba per avere qualcosa in comune con gli altri. E io faccio come mi pare! Non rompere! - concluse, elegantemente, andandosene.

Era impossibile farla ragionare. Mia sorella era stata sempre un po’ idiota (qualche volta molto), a dire il vero, ma non era mai stata cattiva. Le Serpi, o almeno alcune di loro, l’avevano cambiata… ora ragionava come loro. Mi riempì l’animo un’enorme tristezza. Volevo bene a mia sorella, anche quando era insopportabile, come in quel momento.

 

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Ero nel frattempo diventato bravo negli incantesimi di Difesa, cosa di cui si accorse anche il prof. Moody: - Bravo, O’Neil, ti sei allenato, vedo. Riesci senza difficoltà a parare gli incantesimi che la Blockade ti lancia.

Sì, infatti, ero sempre in coppia con Eva Blockade, che, con malanimo, cercava di colpirmi quando possibile… ma non poteva fare quello che voleva perché attentamente sorvegliata dal prof. Moody.

- Ora, ragazzi, vediamo alcuni incantesimi minori di attacco, da respingere sempre con l’Incantesimo Scudo: si tratta dell’incantesimo Petrificus Totalus, dell’Immobilius e dell’Everte statim: vediamo un po’ cosa vogliono dire queste parole e come devono essere lanciati gli incantesimi… - continuò il prof. Moody.

In effetti la materia più interessante era diventata proprio Difesa, nella quale avevo fatto, grazie al professor Moody e al suo approccio alla disciplina, e naturalmente anche grazie agli allenamenti con Lily nella Stanza delle Necessità, grandi progressi. Molto più difficile era Trasfigurazione, con quell’arpia della McGranitt, che continuamente si lamentava del mio impegno e metteva in dubbio le mie capacità. Lily invece, anche se non emergeva mai, riusciva ad ottenere una dignitosa sufficienza … avevo capito da un pezzetto che lo faceva apposta: lei era una strega molto dotata e aveva affinato i suoi poteri anche prima di entrare a scuola. Come era possibile che non emergesse? In effetti un giorno, quando eravamo da soli, glielo chiesi.

- Non voglio che qualcuno mi noti, Peter! Se devo aiutare Harry Potter, prima o poi, è meglio essere sottovalutati. Se fossi straordinariamente brillante (ma non lo sono), sarei tenuta d’occhio e avremmo minore libertà d’azione… - mi disse.

Era ancora fissata con la sua idea di dover salvare il Prescelto e il Mondo magico… Io le credevo perché le volevo bene (come amica… o forse come qualcosa di più, anche se ancora non volevo riconoscere i miei sentimenti), ma poteva anche sbagliarsi… pensavo a volte, razionalmente. Poi facevo tutto quello che lei voleva perché volevo che fosse serena e felice.

In Pozioni, invece, le cose andavano decisamente meglio. Il mio “status” di “moroso” di Lily (a questo punto da noi implicitamente avvallato e da tutti creduto) mi aveva assicurato, insieme ad alcuni aspetti negativi (battutine, doppi sensi, ecc., che comunque andavano scemando, dato che erano mesi che giravano), anche una certa paradossale mancanza di ostilità da parte del prof. Piton, che sembrava non accanirsi particolarmente contro di me (forse non voleva nessun motivo di contrasto con la figlia?). Ero allora più sereno a lezione, comprendevo di più e facevo meno errori (anche perché Lily mi aiutava, ogni tanto). Ero comunque ben lontano da Adrian Whyte, il genio in Pozioni, che cordialmente mi odiava e che io, cordialmente, ricambiavo.

- Non è cattivo come sembra - mi diceva Lily - E’ solo stato cambiato dalla Blockade. Ma c’è del buono in lui…

Povera Lily. Vedeva sempre del buono in tutti, dalla Piovra Gigante (che, in effetti, era diventata una presenza costante e rassicurante durante le nostre gite al Lago, purtroppo rare e che, tutto sommato, era simpatica) alle Serpi più spregevoli… Ma mi piaceva anche per questo.

Poi arrivò presto la prima prova del Torneo Tremaghi. Ma io non assistetti all’epico scontro tra i Campioni e i quattro draghi… perché ricoverato al San Mungo, come vi dirò.

 

___________________________

Vi lascio con il dubbio (cosa avrà combinato Peter per essere ricoverato?). I soliti ringraziamenti per i commenti e le impressioni a Barbie_Ettelenie_91 (che ha anche individuato una mia svista!) ed ad ace95. Appuntamento a sabato con il settimo capitolo. A presto. Ciao!  GattyP :)

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Capitolo 7
*** A San Mungo ***


Capitolo 7

 

A San Mungo

 

 

Tra noi studenti la tensione era altissima ed Harry Potter era preso in giro quotidianamente da parte dei soliti Serpeverde (in particolare quelli del quarto anno), che avevano il dente avvelenato contro di lui; si accodavano però anche i Tassorosso e molti Corvonero (non tutti, per fortuna). Finalmente si arrivò alla prima prova del torneo, che era prevista per il 24 novembre. Prova che, purtroppo, non riuscii a vedere, dato che ero… al San Mungo! E per colpa di mia sorella. Ma partiamo dall’inizio.

Due giorni prima della prova, la sera, stavo tranquillamente in Sala Comune, questa volta da solo: Lily si era recata dal padre, nel suo ufficio (lo andava a trovare ogni tanto e scambiava con lui le impressioni della settimana). Stavo piacevolmente sdraiato davanti al focolare, non facendo assolutamente niente e guardando le fiamme (ero eccezionalmente senza compiti! Evidentemente la McGranitt era impazzita…),  quando arrivò Luna Lovegood, dicendomi che un primino di Serpeverde stava cercando me e Lily: l’avrebbe fatto entrare, ma il primino le aveva detto che avrebbe preferito che uscissimo noi. Pensai a Cain… l’unico Serpeverde che potesse cercarci. Che cosa voleva da noi? Ringraziai Luna, mi alzai ed uscii subito.

In effetti era lui. Gli dissi che Lily non era nella Sala Comune e se potevo fare qualcosa per lui.

- Non so se faccio bene a dirtelo… Si tratta di tua sorella… - disse Cain.

- Mia sorella? Cosa ha fatto Eliza? - chiesi allarmato.

- Beh, lei è “popolare” nella nostra casa… a differenza mia, che appena sono tollerato. Tutti la apprezzano e le hanno proposto di entrare nel gruppo di quelli che “dirigono” la Casa…

- In che gruppo? - chiesi

- Si tratta dell’élite dei Serpeverde, quelli “in”: si raccolgono intorno a Pansy Parkinson e Draco Malfoy, due ragazzi di quarta, appartenenti a due importanti famiglie magiche… Hanno il loro bagno privato, il loro salottino, i loro piccoli privilegi… Sono tipi molto sicuri di loro stessi… e del gruppo fanno parte anche alcuni ragazzi di seconda e di terza. Forse conosci quelli di seconda: Eva Blockade, Adrian Whyte…

- Sì, purtroppo li conosco. Di’ un po’ di Eliza - chiesi preoccupato.

- Beh, è un grande onore far parte dell’élite della Casa… Questo le hanno detto… e lei è felicissima… Ma questa sera deve fare la sua prova d’iniziazione…

- Che cosa deve fare? - gli chiesi, sempre più allarmato.

- Sì, io ero lì vicino e non badavano a me… generalmente nessuno bada a me… e ho sentito, se non ho capito male, che doveva rubare a casa del prof. Hagrid non so che cosa. Hagrid è ancora nel castello, ora, ma potrebbe rientrare a casa da un momento all’altro…  e loro sono uscite da un pezzetto… E’ strano che non siano ancora tornate…

- Ma si può essere più stupidi? - dissi ad alta voce, pensando ad Eliza.

- E’ un pezzo che le due sono uscite…- ripeté Cain - e comincio a preoccuparmi. Non so se faccio bene ad avvisarti. Non voglio che il prof. Piton la scopra e la punisca… e ho paura che possa succederle qualcosa di brutto…  la casa di Hagrid è vicino alla foresta proibita…

Avevo sottovalutato quel ragazzo. Era affezionato a mia sorella, sembrava, e si fidava di me e di Lily. Ed era molto più responsabile di Eliza, che per un po’ di popolarità stava facendo una cosa estremamente stupida. Lo ringraziai dicendo che ci avrei pensato io e gli dissi di non preoccuparsi.

Appena andato, senza troppo pensarci, usai i poteri dell’anello e in un istante mi materializzai nei pressi della capanna del prof. Hagrid. Non c’era nessuno, né il professore, né il suo cane (un cagnone, molto buono, che chiamava Thor: lo conoscevamo dato che, qualche volta, l’avevo incontrato quando passeggiavo insieme a Lily, e faceva subito le feste scodinzolando allegramente), né mia sorella, né quella sciagurata della Blockade. Ma sentii guaire poco lontano, all’interno della foresta.

Mi diressi velocemente verso quel luogo in cui, fino ad allora, non ero mai penetrato. I latrati del cane si facevano più vicini, come se stesse correndo verso di noi. Poi li vidi: prima Thor, che correva a più non posso verso la casa del prof. Hagrid, poi Eva Blockade, anche lei in corsa affannosa. Era agitatissima e la bloccai. Sembrava sotto choc e non riusciva quasi a parlare.

- Dov’è mia sorella? - le urlai.

Riuscì a farfugliare poche parole: - Non volevo… il cane… Eliza… c’è un troll!... E’ rimasta indietro…

Eliza era in pericolo. Dovevo aiutarla, troll o non troll. Non avevo nessuna esperienza di troll, conoscevo solo quello che si ripete nelle leggende (che sono alti tre metri; orribilmente puzzolenti; difficili da sconfiggere; che mangiano, quando riescono, carne umana…), ma non avevo altra scelta: Eliza era rimasta indietro!

- Va’ dal prof. Piton e raccontagli tutto, o da qualcun altro, da chiunque! - le urlai -. Io cerco di raggiungerla!

Così mi inoltrai nel bosco, facendo luce con la mia bacchetta. Poco dopo sentii, poco lontano, un urlo disumano di una ragazza… era evidentemente mia sorella. Mi precipitai e la vidi: Eliza era chiusa  tra pareti rocciose, praticamente in trappola e tendeva vanamente la bacchetta davanti a sé, mentre un essere gigantesco, grigiastro, pelato, con un’enorme bastone tra le mani, si muoveva verso di lei.

- Bella bambina, - diceva con la sua orribile graffiante voce - non preoccuparti, non ti farò male. Ti sfonderò il cranio, così non soffrirai più… Non ti accorgerai di niente…

Sembrava un orrendo incubo!!! Non potevo non intervenire. Mi lanciai verso di lui lanciando uno schiantesimo. Non fece alcun effetto, se non quello di fargli girare la testa, infastidito.

- Lascia stare mia sorella! - urlai, più spaventato di Eliza, probabilmente.

Il mostro fece un orribile ghigno e disse: - Oggi cena doppia… Ma la ragazzina sembra più tenera… dopo penserò a te…

Spostai la bacchetta sulla sinistra e il potere dei miei incantesimi si rafforzò, grazie all’anello. Lanciai un altro schiantesimo e, anche se non riuscii a fargli troppo male, questa volta sentì il colpo che gli avevo lanciato.

- Ragazzino cattivo… - disse l’orrenda creatura - Allora ti ucciderò per primo e mangerò il tuo cervello come antipasto…

E si lanciò verso di me, con un’agilità insospettata. Mosse velocemente il grosso  bastone e mi avrebbe preso in pieno, se non avessi avuto il tempo di avvicinare la bacchetta all’anello e pronunciare un Trasfero. Subito svanii e mi materializzai dietro le sue spalle. L’essere gigantesco rimase sorpreso non trovandomi spiaccicato nel punto in cui aveva calato quella specie di clava. Io, dietro di lui, cominciai a lanciargli, in modo scomposto, tutti gli incantesimi di cui ero a conoscenza. Uno ebbe successo: un Evanescit, combinato per caso con un Wingardium Leviosa fece sparire uno spuntone di roccia sotto il suo piede sinistro e il mostro si sbilanciò, cadendo malamente a terra e ferendosi al volto, ad un occhio.

Mentre lui urlava per la rabbia e il sangue gli colava dalla faccia, cercò ancora di colpirmi, menando colpi con il bastone. Io però mi materializzai vicino a mia sorella e, presala per mano, le dissi: - Presto, fuggiamo!

Era sotto choc. Riuscii comunque a trascinarla, passando a fianco del mostro, che però, poco dopo, con l’occhio insanguinato, riprese a inseguirci: - Cattivi ragazzi, mi avete fatto male, ora vi ucciderò. Prima vi staccherò le braccia, poi vi staccherò le gambe…

Mentre urlava, muoveva quella specie di clava a destra e a sinistra e si avvicinava sempre più. Non potevo smaterializzarmi lasciando Ely da sola. Le dissi: - Corri, avvisa gli insegnanti - e mi girai aspettandolo. Non sarei riuscito forse a fuggire, ma mia sorella poteva salvarsi…

Il mostro arrivò ad un passo da me e sollevò la clava. Mi smaterializzai di nuovo dietro di lui, ma il mostro aveva capito il trucco: l’avevo sottovalutato, mi sembrava fosse più stupido... Irritato si girò e, velocissimo, con il suo grosso bastone mi colpì il braccio destro,  frantumandomi braccio e mano  e facendo volare la bacchetta… Sentii un dolore immenso e indietreggiai, incespicai e caddi in mezzo ad un gruppo di ninfee colorate.

- Sei mio: ti stacco gli arti uno per uno! …- Diceva il bestione avvicinandosi. Ma, improvvisamente, urlò per il dolore e la rabbia. Vicino a me c’era il prof. Piton che gli aveva lanciato un incantesimo all’occhio, quello sano. Ancora più arrabbiato, il bestione cercò di colpirci, dando fendenti con il bastone a destra e a manca. Il prof. Piton, molto lucido, fece un potente incantesimo Scudo, proteggendo entrambi, poi lo colpì di nuovo al volto.  Il mostro, allora, pazzo per il dolore, scappò via.

- Non ci darà più fastidio. Ci penseranno i Centauri, ora, che stanno venendo anche loro. Il Troll è condannato. Come stai, O’Neil?

Non mi sembrava vero. Ero vivo. Anche se un dolore lancinante mi saliva dal braccio.

- Mia sorella? - gli chiesi, prima di perdere i sensi.

 

Mi risvegliai in un letto d’ospedale. Riuscivo a vedere chi mi stava intorno: mia madre (che piangeva, tanto per cambiare, per l’emozione), Lily e mia sorella. Poco più in là una figura maschile, che feci fatica a focalizzare. Poi lo riconobbe: era il prof. Piton.

- Bene, O’Neil. Il vaccino sta facendo effetto. Dobbiamo però aspettare il ricambio completo del sangue, che necessita di alcuni giorni - disse

E, al mio sguardo interrogativo, riprese a parlare: - Il tuo sangue è entrato in contatto con  le Nimphaeae horribiles, che sono velenosissime… Quando sei caduto nella pozza d’acqua, durante l’attacco del troll. Avevi un braccio lesionato… Per il braccio non ci sono problemi particolari, ma il lattice delle Nimphaeae è altamente tossico e provoca la morte nel giro di poche ore. Ma ho fatto in tempo a darti l’antidoto. Poi Silente ti ha fatto trasportare subito al San Mungo…

Cominciavo ad avere le idee più chiare. Lily mi teneva la mano; mia madre singhiozzava ancora.

- Non preoccuparti, mamma. Sto bene… - provai a dire

- Non sforzarti, Peter - disse mia madre - Parliamo noi. Sei stato molto coraggioso. Ed Ely ti deve la vita.

- Sì, sono stata una cretina - disse Eliza. - Scusami, Peter.

- Condivido quanto dice la signorina O’Neil - aggiunse il professor Piton -, che insieme alla sua amica Eva, e a qualche altro appartenente alla mia Casa, è in punizione. Ha avuto un permesso eccezionale dal Preside per venire qui oggi, ma la riporterò presto ad Hogwarts.

Effettivamente aveva ragione. Era stata un’incosciente. Volevo chiederle come le era venuto in mente di ficcarsi nella foresta… ma Ely mi precedette: - Ero andato a rubare un furetto morto nella casa del prof. Hagrid… Una stupida prova di coraggio che mi avevano proposto i miei compagni. Ero con Eva, quando è uscito l’enorme cane del prof. Hagrid e si è messo ad abbaiare. Noi abbiamo avuto paura e siamo fuggite nella foresta, ma il cane ci ha inseguito. Forse voleva solo farci le feste, ma abbiamo avuto paura.. Abbiamo cominciato a correre, fino a quando abbiamo visto il troll… - continuò mia sorella.

- Quel troll non doveva trovarsi così vicino al castello. Troll e altri esseri oscuri non possono avvicinarsi troppo né possono circolare liberamente nella foresta proibita - intervenne a questo punto il professor Piton - I Centauri fanno la guardia intorno ad Hogwarts. Ma tre giorni fa, quegli esseri erano concentrati a sud, per i draghi…

- I draghi? - chiesi. Avevo perso qualche passaggio?

- Sì, servivano per la prima prova del torneo Tremaghi, ma hanno catalizzato l’attenzione dei Centauri, che non hanno sorvegliato adeguatamente le altre zone della foresta, e il troll è arrivato vicino al Castello… Il Preside è arrabbiatissimo…

- Tu però sei riuscito ad arrivare in tempo e mi hai salvato - continuò Elizabeta - Appena visto il troll siamo fuggite, ma sono rimasta indietro e, per sbaglio, mi sono infilata in un vicolo cieco. Ho pensato di morire… Non so come ringraziarti…

- Sei mia sorella… Non devi ringraziarmi… - dissi… poi, rivolgendomi a Lily, che mi stringeva ancora la mano - Tutto bene, Lily?

- Ora sì - mi disse sottovoce - ma ho avuto paura anch’io… per te.

- Beh, signorina Anderson - intervenne il padre, che aveva sentito tutto - E’ stato incosciente, ma si è comportato come doveva comportarsi. Non trovo niente di criticabile nel suo comportamento.

Beh, era un bel complimento da parte di quell’insegnante. Poi si rivoltose a me: - E, a proposito, quello che ti è successo deve rimanere top-secret. Ufficialmente hai preso una lieve forma di vaiolo di drago, il che spiegherà il colorito verdastro, conseguenza del veleno delle ninfee. Corvonero non riceverà neanche un punto, né Serpeverde li perderà…

- Perché, professore? - provai a chiedere - Non che mi importi dei punti…

- E’ arrivato un gufo urgente dal Ministero, dall’Ufficio Cooperazione Magica Internazionale: Percy Weasley, il direttore pro tempore, quello che l’anno scorso era fidanzato con quella Penelope Light, di Corvonero, forse lo conoscete, ci invita a non divulgare la notizia per non screditare il Ministero. Ha paura delle critiche della stampa, che ultimamente li sta attaccando per l’insufficienza delle misure intraprese per assicurare l’incolumità ai partecipanti al Torneo Tremaghi…

Beh, ero una specie di eroe, ma quasi nessuno l’avrebbe saputo. Andava bene lo stesso, almeno ero vivo…

- La mia bacchetta… il mio anello? - chiesi

- Sono sul comodino, non preoccuparti - Disse mia madre - Ci tieni all’anello, vero?

Logicamente anche lei, come tutti, pensava che ci tenessi perché era un anello di fidanzamento…

 

Rimasi in ospedale altri tre giorni e, un paio di giorni dopo, ritornarono a trovarmi mia sorella e Lily: avevano avuto un permesso speciale per assentarsi da Hogwarts dal preside Silente in persona. Le due mi descrissero ancora il Torneo Tremaghi, la cui prima prova era già avvenuta, i combattimenti dei campioni con i Draghi, la brillante prova di Harry Potter. Ad un certo punto, perplessa, Eliza mi chiese: - Scusa, Peter, posso farti una domanda?

- Certo. Dimmi, Eliza - le dissi.

- Peter, ho visto come hai affrontato il troll. Ti sei smaterializzato due o tre volte…Come hai fatto?

- Eliza, devo chiederti un favore: è un segreto, e non dovrai mai raccontarlo a nessuno, neanche ai nostri genitori. Non lo sa nessun altro, se non noi tre. Ti prego, per noi è molto importante - dissi.

Lily, al mio fianco, aggiunse: - Sì, Eliza, nessuno deve saperlo. Un giorno poi ti spiegheremo tutto…

Mia sorella era molto curiosa, ma in quell’occasione si comportò correttamente: - Tu sei mio fratello, tu sei la sua ragazza, Peter mi ha salvato la vita: come potrei non fare ciò che mi chiedete? Se volete, poi, un giorno me lo direte. E perdonami ancora per quello che ho fatto, Peter.

- Non preoccuparti, Ely. A proposito, che punizione hai avuto da Piton? - chiesi

- Io, Eva e tutti coloro che hanno avuto la bella idea di ideare la prova d’iniziazione, da Pansy e Draco in giù, siamo stati precettati per pulire, per tutto il mese, i bagni della nostra Casa… senza uso di magia. E Piton ci ha minacciato, se avessimo raccontato qualcosa in giro, di farci dormire per tutto l’anno in guferia…

Quando voleva, il padre di Lily, era geniale… almeno quando tormentava le Serpi!

 

___________________________

Sto descrivendo un Piton troppo simpatico? Boh. Il personaggio mi piace, comunque, e spero di non stravolgere troppo l’originale! Da mercoledì prossimo si entra in tema (altrimenti vi chiederete che senso abbia il titolo della fanfic!) con l’ottavo capitolo, La richiesta di Silente. Ringrazio tutti voi che leggete e soprattutto ace95 e Barbie_Ettelenie_91, che ogni volta mi scrivono le loro impressioni. A presto. Ciao!  GattyP:)

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Capitolo 8
*** La richiesta di Silente ***


Capitolo 8

 

 

La richiesta di  Silente

 

 

Dopo tre o quattro giorni di convalescenza, fui rimandato ad Hogwarts, sebbene avessi ancora un inquietante colorito verdognolo… mentre mia madre tornava in Irlanda raccomandandoci di non farla più spaventare.

Di nuovo a scuola, notai subito che il clima era cambiato: Harry Potter non era più malvisto, ma, anzi, era salutato da tutti e tutti si mostravano gentili e comprensivi nei suoi confronti: meglio così! Mi dispiaceva la situazione precedente!

. Mi imbattei anch’io in lui e gli feci i miei complimenti per come aveva superato la prova. Purtroppo non avevo potuto assistere, ma me la avevano raccontata abbondantemente Lily ed Eliza.

- Grazie, Peter - mi disse - Peccato che stavi male. Tutto bene adesso?

- Sì, tutto bene. Un leggera forma di vaiolo di drago. Non ha migliorato il mio aspetto…

Ringraziai anche Cain MacDonald, lo stesso giorno, quando lo vidi.

- Sono contento di aver fatto la cosa giusta - disse tranquillamente Cain. Poi aggiunse - Ma ora sono considerato una specie di spia…

- Non da Eliza, spero…  aggiunsi

- No, da lei noi. Mi è addirittura riconoscente…

Cain, a dispetto del nome e del fatto che si trovava a Serpeverde, era proprio un bravo ragazzo. Lo salutai e mi avviai verso la Sala Grande

- Tu non riesci mai a farti gli affari tuoi, vero, O’Neil? - sentii dire, con un tono offensivo, dietro di me.

Mi girai. Era Whyte che, con gli occhi socchiusi dietro le spesse lenti, cercava di fulminarmi con lo sguardo: - Toh, era un po’ che non ti vedevo, Irlandese. Hai lo stesso colore dei  trifogli della tua squallida isola… e sei molto migliorato. Mi ha detto Eva che hai fatto la spia a Piton, prima di nasconderti in Ospedale… Bravo! Hai trovato un altro luogo in cui rintanarti… Non sei che un fifone… mi fai schifo.

- Vai a farti f-----e, idiota - gli risposi - Sei un povero demente sfigato

Nel frattempo altri ragazzi, Serpi e non, si fermarono intorno a noi. Arrabbiato con Whyte, tirai fuori la bacchetta e continuai: - Va’ a rintanarti nella tua tana, Serpeverde di m---a, a pulire i cessi, e non rompere, altrimenti…

- Cinque punti in meno a Corvonero per gli insulti, e altri cinque per le minacce - disse in quel momento Minerva McGranitt, che era apparsa al mio fianco - Mi meraviglio di lei, O’Neil: non pensavo usasse un linguaggio del genere. E’ veramente disgustoso insultare gratuitamente gli alunni delle altre Case… O in giro con le ragazze a mostrare atteggiamenti sconvenienti… o, quando è solo, ad insultare gli alunni delle altre Case… lei mi ha veramente deluso…

Era possibile che dovessi sempre incontrarre quell’insegnante che, ne ero sicuro, ce l’aveva con me… E poi andavo in giro solo con Lily, non “con le ragazze”! Ma non dissi nulla, tanto era inutile con lei cercare di spiegare la situazione: era una persona ottusa e sessuofobica e, non so per quale motivo, ce l’aveva con me… Veramente, non faccio vittimismo: anche a lezione non faceva altro che rimproverarmi!

Whyte e le due o tre Serpi che si erano aggiunte si allontanarono con sorrisini ironici e, mentre se ne andavano, Whyte mi si avvicinò e sibilò: - Se hai un po’ di coraggio, vigliacco, stasera alle sette vicino alle serre: noi due soli.

- Non vorrai andare, Peter? - mi disse Lily quando la informai, più tardi, di quello che aveva proposto quella serpe da strapazzo. - Infrangeresti le regole. E poi Whyte non gioca pulito, lo sai. Ti ricordi dell’aggressione dell’anno scorso?

- Non mi importa. Più tardi vado - dissi con stupida incoscienza. Aveva ragione Lily, naturalmente: non valeva la pena ascoltare quell’idiota. Ma ero giovane e pensavo che il mio “onore” sarebbe stato infangato se non avessi accettato.

 

Lily era andata a trovare il padre, raccomandandomi di non recarmi all’appuntamento. Naturalmente, da incosciente, alle sette ero già vicino alle serre, da solo.

- Petrificus Totalus! Ragazzi, prendetelo! - Sentii dire dall’ombra, alle mie spalle Non feci in tempo a girarmi che mi trovai completamente bloccato, mentre due Serpi venivano verso di me.

- Vigliacco! “Da soli”, aveva detto! - pensai, mentre Whyte sbucava dall’ombra.

Sembrò quasi avermi sentito. - Toh, mi ero scordato che dovevo venire da solo… - disse con un ghigno. - Ma quanto sei brutto, oggi, O’Neil! Sei tutto verde! Ma non preoccuparti del tuo aspetto: ora  provo a migliorarlo, magari con un densaugeo… Vediamo se quella gattamorta della tua corvettina ti apprezzerà di più…

Ma, improvvisamente, le due Serpi che mi avevano bloccato si allontanarono, velocissimamente, lasciandomi. Io mi sentii libero (potevo muovermi!), estrassi la bacchetta e la puntai verso quell’idiota.

Whyte mi guardò esterrefatto… ma non provò neanche a difendesi… anche lui sbarrò gli occhi e fuggì via, senza dire niente.

Avevo capito.

- Lily, puoi farti vedere! - dissi.

Infatti, sulla mia sinistra, apparve Lily ridendo, dopo aver tolto l’anello dalla bocca, che rimise subito al dito.

- Cosa gli hai fatto? - chiesi.

- Un simpatico incantesimo non verbale… Sono stata brava? …Non preoccuparti, passerà presto, fra qualche decina di minuti… Ho trovato scritto questo incantesimo in un libro appartenuto a mio padre… Secondo mio padre provoca solo un fastidioso disturbo intimo… tipo succo di peperoncini in parti molto delicate…

Non potei fare a meno di mettermi a ridere anch’io: - Sei impagabile! - dissi - Grazie.

 

________________________

 

 

Dopo Natale, che passammo lontano da Hogwarts, ognuno a casa sua, ci rivedemmo nei primi di Gennaio per riprendere le nostre normali attività scolastiche, consistenti nel frequentare le lezioni, studiare (molto) e, quando possibile, allenarci in Difesa nella Stanza delle Necessità. Un giorno però, verso la metà di gennaio, trovammo ad aspettarci, in una delle poltrone del nostro posticino (dove ogni tanto andavamo), Fanny, la fenice del Preside: stava ferma, appollaiata sullo schienale di una poltroncina e, appena ci vide, si alzò in volo guardandoci, come se ci chiedesse di seguirla.

- Ci vorrà il preside? - dissi.

- Vediamo… - disse Lily.

Naturalmente ci condusse verso il solito tendaggio, vicino a Babbanologia, dove era già aperta una porta che, lo sapevamo, conduceva allo Studio del Preside. C’eravamo già stati l’anno precedente: percorremmo il corridoio, bussammo alla solita porta e, ottenuto il permesso, entrammo in Presidenza. Rispetto all’anno precedente era stato un po’ riordinato (prima aveva quasi l’aspetto di un magazzino, tanti erano gli oggetti magici collocati in ogni dove) e il Preside si trovava, come al solito, dietro la scrivania, e ci sorrideva affabilmente: - Buon pomeriggio, ragazzi. E scusatemi se non mi sono ancora fatto vivo, con voi.

Lo salutammo rispettosamente.

- Prego, miei giovani Corvonero, sedetevi. Volete del the? - ci disse

- No, Grazie - disse Lily.

- Grazie, sono a posto - confermai.

Dopo alcuni convenevoli e dopo avermi chiesto della mia avventura e del troll, arrivò a parlare del motivo della convocazione.

- Vi chiedete perché vi ho fatto chiamare… - disse il preside Silente e, dato che il nostro sguardo indicava che evidentemente eravamo curiosi di saperlo - Mi serve il vostro aiuto.

- Dica, preside - dissi subito io.

- Direi, per prima cosa, di giocare a carte scoperte… - disse il Preside - Conosco la profezia…  Me l’ha detta, poco prima di morire, Lily Evans Potter, che ha parlato anche di un’amica chiamata Anderson, che dovrebbe essere tua madre, Lily: non ho mai avuto il piacere di conoscerla, malgrado abbia tentato di avvicinarla, ma, per congettura, penso di sapere cosa, secondo quella profezia, dovresti fare, di qui a qualche anno, tu, Lily Anderson: aiuterai Harry Potter a sconfiggere il Singore Oscuro, anche se non è ben chiaro come. Immagino che anche voi conosciate la profezia: o meglio lo immaginavo, ma il fatto che mi ascoltate tranquillamente mentre ve ne sto parlando, mi assicura che è proprio così...

- Sì, è vero - convenne Lily - conosciamo la profezia, anche se non in modo preciso.

Il Preside sorrise, poi continuò, con un tono di voce sereno: - E so che avete gli anelli di Corvonero e, tutto sommato, sono contento che mi abbiate bellamente preso in giro, l’anno scorso….

Oh, questa non ce l’aspettavamo. Come faceva a saperlo?

- Ci dispiace, Preside - disse Lily -, ma pensavamo che avremmo potuto utilizzarli per aiutare Harry Potter, quando sarebbe arrivato il momento…

- In ogni caso, “cosa fatta, capo ha”, come dice un proverbio babbano. - continuò il Preside -. Ora gli anelli obbediscono a voi, e nessun altro potrebbe utilizzarli, me compreso. Ho immaginato che ne foste entrati in possesso da alcuni piccoli particolari… i vostri spostamenti immediati da un luogo all’altro del castello (sì, ho i miei mezzi per scoprirlo)… la velocità con cui tu, Peter, sei andato a salvare tua sorella (a piedi avresti impiegato almeno venti minuti, se non di più)… qualche strano bizzarro incidente capitato a due/tre serpeverde che vi stavano dando fastidio… Ho collegato i fatti e, con un po’ di ritardo (evidentemente sto invecchiando), ho capito che avevate trovato gli anelli. Per curiosità, dov’erano?

- Sotto gli altri, Preside - dissi -. Lily ha immaginato che fossero collocati nello stesso luogo degli altri…

- Molto intelligente, per Priscilla Corvonero - convenne il prof. Silente -, bel modo di ingannare Salazar Serpeverde, se fosse arrivato ai primi due anelli… e complimenti a te, Lily.

Lily ringraziò nervosa.

- Il vostro segreto non verrà divulgato, non preoccupatevi - continuò - anche io lotto per il Bene… o almeno per non fare prevalere il Male… e chi può aiutare ad eliminarlo avrà sempre il mio appoggio… ed ora devo chiedervi aiuto.

- Certo, Preside, la stiamo a sentire - disse Lily.

- Leggete questi biglietti, giunti ad Hogwarts via gufo… Anche se nessuno lo sa, c’è un potente incantesimo Geminus che duplica i biglietti gufici quando i volatili entrano ad Hogwarts e le copie si materializzano nella mia scrivania… Sì, lo so, non è proprio il massimo che il Preside legga la corrispondenza degli studenti, ma, anche se non lo sa nessuno, questo incantesimo è sempre stato attivo, da secoli. Generalmente non mi interessano più di tanto, né ho il tempo di leggere tutto quello che viene inviato dagli studenti, anche perché ci sono tante di quelle stupidaggini… Lascio il compito al mio collaboratore più fidato… - e indicò il Cappello Parlante.

- Wow - disse Lily - Il Cappello Parlante legge le lettere?

- Beh, sì, - aggiunse il Preside - purché qualcuno gli inserisca sotto la falda la missiva. Ma a questo pensa Fanny…

Beh, mi venne quasi da ridere nel pensare alla scena: la Fenice che col becco prendeva un clone di ogni biglietto gufico e l’infilava sotto il cappello…. Beh, il vecchio cappello aveva trovato il modo di occupare il tempo, tra uno Smistamento e l’altro…

- Queste due lettere - continuò il Preside - mi sono state segnalate dal Cappello Parlante. L’ultima è di ieri. Effettivamente sono preoccupanti: qualcuno, dentro Hogwarts, cerca di uccidere Harry Potter e un’altra persona…

Nel frattempo aveva fatto volare verso di noi due biglietti, che si posarono sulle nostre gambe.

La prima lettera riportava poche frasi: Sono felice che il piano proceda bene. Servirebbe anche un altro atto eclatante, per spaventare i Sanguemarcio, ma non prima della morte di quell’idiota di Potter, mi raccomando. Pensa a chi potresti colpire.

Anche  la seconda era molto breve:  Va benissimo la Granger, che tra l’altro è la spregevole amica di quell’idiota di Potter. Ma assolutamente non prima di Potter. Qualsiasi azione avventata potrebbe compromettere il piano principale.

- Ma chi ha spedito questi biglietti. E a chi? - chiesi.

- Penso che sia stato Voi-sapete-chi, ad un suo complice dentro Hogwarts… che non so chi sia. Potter viene costantemente sorvegliato da me, dal prof. Moody e dagli altri professori, ma, come vedete, l’Oscuro Signore pensa anche di uccidere, dopo Potter, Hermione Granger, che rappresenta tutto quello che lui odia del mondo magico: una brillante studentessa nata da una famiglia babbana… Attenzione: il pericolo per la Granger non è imminente: come avete letto, l’attacco dovrebbe avvenire dopo quello a Potter e, come vi ho detto, su di lui io e il prof. Moody stiamo esercitando una discreta, ma molto efficace, opera di sorveglianza. Inoltre nelle ore di lezione, gli insegnanti sono stati avvisati e tutti presteranno la loro opera per proteggerli. Quando entrerà nella Casa di Grifondoro, il prof. Moody, che ha fatto un controllo accurato, mi ha assicurato che sarò al sicuro e che nessuno potrà toccarla: una serie di potenti incantesimi magici, che lui stesso ha rinforzato, proteggono in modo particolare gli alunni dentro le loro Case… anche se l’anno scorso Blake è riuscito ad entrare (ma è un Grifondoro e non ha usato la magia). Rimangono però scoperte alcune ore in cui potrebbe essere più vulnerabile: ad esempio i fine giornata, quando i ragazzi possono liberamente muoversi per Hogwarts, e, soprattutto, i fine settimana, quando Hermione potrebbe andare ad Hogsmeade. Vi chiedo pertanto di seguirla con discrezione, visibili se possibili, ma all’occorrenza invisibili (sì, so anche di questo potere degli anelli), facendo attenzione soprattutto ai momenti in cui si trova da sola. Ripeto, non dovrebbe correre alcun pericolo, però potreste avvisarmi nel caso vedeste qualcosa di sospetto, qualunque cosa, o capiste qualcosa del nostro misterioso nemico…

- Certo, Preside, conti su di noi - disse Lily, e anch’io assentii.

- Ha idea di chi possa essere? - chiesi.

- No, purtroppo no. Sono sicuro degli insegnanti… di tutti gli insegnanti. Ma abbiamo i ragazzi di Durmstrang e di Beauxbatons e, nella prima specialmente, si studia Magia Oscura… Inoltre non posso escludere che qualche nostro ragazzo… di una Casa generalmente collegata ai Maghi Oscuri, per esempio… ma non voglio neanche pensarci… possa essere coinvolto. Qualche ragazzo del sesto o settimo anno, in effetti, potrebbe, anche per contatti familiari, essere collegato a qualche Mangiamorte… Vi assicuro però che non ho alcuna idea precisa, a differenza del professor Moody, che invece punta su un paio di Serpeverde… ma penso sbagli.

- Va bene, Preside, terremo gli occhi aperti e controlleremo i movimenti di Hermione Granger nei tardi pomeriggi e durante i fine settimana - dissi.

- Ma non siete autorizzati a recarvi ad Hogsmeade: voi frequentato solo il secondo anno, sia chiaro. Certo, se qualcuno di voi fosse invisibile…

- Compreso, Preside - disse Lily.

- Siete due bravi ragazzi, fatti l’uno per l’altra - disse Silente, e Lily divenne tutta rossa. - Grazie, ragazzi, ora potete andare… e, mi raccomando, d’ora in poi niente più segreti con me.

- Certo, Preside - disse, mentendo spudoratamente, Lily.

Arruolati come “agenti segreti” da Silente e “guardiaspalle” di Hermione Granger. Se qualcuno me l’avesse detto qualche mese prima, non ci avrei proprio creduto…

 

_______________________________

 

Certo, Lily sta bluffando… non ha intenzione di raccontare tutto, ci mancherebbe! Riusciranno Lily e Peter a stare incollati ad Hermione senza che se ne accorga? Intanto grazie a tutti coloro che mi accompagnano, con la lettura, in questa mia fanfic e, soprattutto, a chi continua a mandarmi graditissimi commenti (ace95 e Barbie_Ettelenie_91). A sabato con il prossimo capitolo (Seguendo Hermione…). Ciao!  GattyP:)

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Capitolo 9
*** Seguendo Hermione... ***


Capitolo 9

 

Seguendo Hermione…

 

 

Pensavamo che seguire Hermione Granger non fosse particolarmente difficile: ci sbagliavamo. Se non avessimo avuto le normali attività scolastiche (con i vari insegnanti che ci riempivano di compiti,  tanto per cambiare, anche e soprattutto perché “i Corvonero amano studiare”, come ogni tanto ci ripetevano), ci saremmo anche riusciti; invece cercare di ottemperare agli impegni scolastici e ai compiti di sorveglianza era quasi impossibile.

Per fortuna poi Hermione si recava spesso in Biblioteca o andava subito nella Casa di Grifondoro: in entrambi i casi cercavamo di approfittare del tempo a disposizione o studiando (non so come Hermione non si sia mai accorta che, quando lei era in biblioteca, c’eravamo anche io e Lily, o almeno uno di noi) o correndo nella nostra Casa a fare i compiti, per i quali eravamo sempre in ritardo.

Ogni volta che ci vedeva, era sempre molto espansiva: - Ciao, Peter; ciao Lily. Tutto bene? Anche oggi a studiare? Eh, sì, è vero… I Corvonero…. (bla, bla, bla). Ogni tanto approfittava della nostra presenza per parlare della Storia di Hogwarts (pensava che io, in particolare, fossi particolarmente interessato all’argomento) o della C.R.E.P.A, l’associazione per il miglioramento della condizione degli elfi domestici a cui ci eravamo (malauguratamente) iscritti e di cui era presidentessa. Inutile dire che, in queste  giornate passate in Biblioteca, non successe niente, né avemmo il più piccolo indizio che fosse sorvegliata, seguita o minacciata da qualcuno o qualcosa.

Un maggiore problema costituivano, per noi, i fine settimana (tempo prezioso per metterci in pari con i compiti), quando i ragazzi di quarta (ma non noi) potevano recarsi ad Hogsmeade: decidemmo che, a turno, l’avremmo seguita, diventando invisibili. Per fortuna tutto, anche in queste uscite, filò liscio: Hermione, con Ron ed Harry, si recava generalmente in un Pub, dove i tre chiacchieravano e bevevano una burrobirra. Mi accorsi che Silente aveva disposto un efficiente, ma discreto, sistema di protezione su Harry: c’era sempre qualche insegnante nelle vicinanze (spesso il prof. Moody, ma anche altri) che, senza dare nell’occhio, lo sorvegliava attentamente (e contemporaneamente sorvegliava Hermione). Insomma, anche se non ci fossimo stati, non sarebbe successo ad Hermione niente di brutto: però noi occupavamo buona parte del tempo libero in quella che sembrava un’attività senza alcun risultato.

Ulteriori problemi poi cominciarono a sorgere quando Hermione cominciò a uscire con Krum: il campione bulgaro aveva invitato la nostra amica al Ballo del Ceppo, prima di Natale e, da gennaio in poi, usciva ogni tanto con lei. Generalmente i due passeggiavano lungo le rive del Lago e  talvolta si univano a loro altri ragazzi di Durmstrang con amiche e/o fidanzate. Anche se avremmo preferito essere mille anni lontano, non potevamo non seguirla. Non eravamo comunque a nostro agio “spiarli” in qualche angolino nascosto, ci sembrava straordinariamente disgustoso violare la loro privacy, come se fossimo una specie di guardoni. Quando possibile, pertanto, dato che eravamo anche noi una “coppia” (almeno nell’immaginazione di tutti), ci aggiravamo nei pressi, perfettamente visibili, mano nella mano, come se anche noi volessimo un po’ di intimità…

Con il passare delle settimane, cominciai anche a individuare i posti più appartati (cosa che mi sarebbe servita un giorno, ad essere sincero) e a conoscere tutte le coppiette che si aggiravano lungo le sponde del Lago. C’era Luna Lovegood, la mia bizzarra compagna di Casa, che si appartava con Sergej Poliakoff, un ragazzo di Durmstrang amico di Krum; c’era la sorella di Ron Weasley, Ginny (quella che poi sarebbe diventata la moglie di Harry Potter), che usciva con Michael Corner, un simpatico Corvonero. Una volta fummo anche “salvati” da Cedric Diggory e Cho Chang.

Era una bella domenica di marzo, se non sbaglio, e tutti i ragazzi erano sciamati dal castello e si erano dispersi nei prati vicini. Anche io e Lily seguivamo, questa volta visibili, da lontano, Hermione e Krum, che passeggiavamo tranquillamente lungo la riva del lago. Erano abbastanza lontano quando fummo apostrofati da una abituale voce sgradevole… : - Ecco cos’era la puzza che sentivo… una sanguemarcio! Toh, c’è anche l’irlandese del c-----, che sta sempre attaccato alla sua gonnella - diceva sghignazzando.

Ci voltammo e vedemmo la solita insopportabile Blockade (uffa! ma queste Serpi non la smettono mai con le provocazioni gratuite?) con un ragazzo di quarta (un certo Zabini, molto ricco e popolare, quasi quanto Malfoy) e una coppia di Serpi del sesto o settimo anno. La ragazza più grande, una specie di armadio con i tratti scimmieschi, anche se non ci conosceva personalmente, intervenne subito a fare la prepotente: - Questa è la nostra zona, pidocchi, quindi tornate indietro! E tu, sanguemarcio, cerca di non infettare come un parassita i maghi… va bene che gli irlandesi sono poco più dei sanguemarcio….

Mentre quegli idioti sghignazzavano, tirai velocemente fuori la bacchetta.

- Ehi, i pidocchi vogliono una lezione - disse Zabini e, in un attimo, ci trovammo tutti con le bacchette sguainate.

- Cosa dite? Li buttiamo nel lago? - diceva Eva Blockade.

- Ottima idea - rispose l’orango - Prima però facciamo loro un petrificus!

Improvvisamente il ragazzo più grande lanciò un incantesimo non verbale, ma Lily velocissima (anche lei aveva nel frattempo estratto la bacchetta), lo deviò con uno scudo.

- Non mi sembra leale, quattro contro due - disse una voce sulla nostra destra, fuori però dal nostro campo visivo. Era Cedric Diggory, una dei due campioni della scuola del Torneo Tremaghi, che evidentemente si trovava nei pressi, insieme alla nostra campagna di Casa, Cho Chang: entrambi si avvicinarono con le bacchette pronte ad attaccare.

Nel frattempo dietro a noi qualcun altro ci aveva raggiunto: si trattava di Ginny Weasley e Michael Corner, che fissavano ammutoliti la scena. Se le Serpi fossero state intelligenti, avrebbero desistito dall’attacco, se non altro perché c’erano in giro troppi testimoni e si trovavano ora in inferiorità numerica. Tuttavia il livello intellettivo dei quattro non doveva essere eccessivo, dato che, vistisi scoperti, i due più grandi attaccarono Cedric e Cho, mentre Zabini e Blockade si dedicavano a noi… In un attimo però la situazione si rovesciò: Lily parò agilmente l’incantesimo di Eva, poi, utilizzando la sinistra (cioè sommando alla potenza della bacchetta quella dell’anello, dei cui poteri nessuno, a parte noi, era a conoscenza), scardinò lo scudo protettivo della sua antagonista e la pietrificò. Io, più semplicemente, schiantai Zebini, che si era scoperto un po’  troppo. Guardai che fine avessero fatto gli altri due Serpeverde: correvano qua e là,  affaccendati a scacciare esseri invisibili che sembrava stessero attaccandoli.

- Uau! E’ la più bella fattura orcovolante che ho visto - diceva, rivolgendosi a Cedric, Ginny Weasley, che aveva assistito allo scontro, insieme a Michael Corner, senza intervenire, come se si trattasse di uno spettacolo. La fattura orcovolante era un incantesimo leggendario utilizzato, secondo la tradizione, fin dai tempi di Merlino per ridicolizzare gli avversari. Era di difficile realizzazione, dato che un piccolo errore avrebbe provocato la comparsa dei mostruosi esseri alati intorno al mago che l’aveva lanciato piuttosto che intorno al suo avversario.

- Tutto bene, ragazzi? - ci disse Cedric, avvicinandosi. Al suo fianco una raggiante Cho, felice di trovarsi accanto al campione della scuola.

Noi non lo conoscevamo personalmente. Ci presentammo e lo ringraziammo per il suo intervento. Era stato davvero provvidenziale: forse avremmo anche resistito un po’ quattro contro due, ma alla fine ci avrebbero prima o poi sopraffatto.

- Non sopporto i bulli e i prepotenti - disse Cedric. Poi, guardando un’estasiata Ginny Weasley, che si era avvicinata a noi, sempre guardando sbalordita le due Serpi che cercavano ancora di scacciare gli esseri invisibili, Cedric aggiunse: - Sì, qualcuno dice che è Magia Oscura, ma io la trovo divertente… A me l’ha insegnata mia nonna… La volete imparare? Potremmo fare degli esperimenti su questi due… basta innervarli di nuovo….

 

Continuammo a sorvegliare Hermione anche nelle settimane successive. Di nuovo seguimmo Hermione fuori Hogwarts, nelle romantiche passeggiate con Krum. Non avemmo più nessun incontro fastidioso… le Serpi ora giravano al largo se ci vedevano. Tuttavia la Blockade era quasi una presenza costante in zona (ora usciva con un altro ragazzo, una Serpe più grande, un certo Salazar Nott, che non conoscevo se non di vista), tanto che cominciai a pensare che si trovasse nella stessa zona in cui passeggiava Hermione per un motivo meno coinvolgente dal punto di vista sentimentale… Era possibile che fosse lei, una ragazzina di seconda, l’interlocutrice di Voldemort? O, più verosimilmente, che lo fosse Salazar Nott? La ragione mi diceva che era improbabile (se non altro perché stavano avvinghiati con molta foga l’uno all’altra e non sembrava controllassero il passaggio delle altre coppie, tantomeno Hermione), ma l’antipatia che provavo per quella Serpe mi consigliava di tenerli costantemente d’occhio…

L’operazione di sorveglianza fu massacrante e andò avanti praticamente fino a maggio. Naturalmente ogni tanto avevamo qualche  “giorno di riposo”, il primo dei quali fu il 23  febbraio, dato che il giorno dopo ci sarebbe stata la seconda prova del Torneo Tremaghi. Io e Lily sorvegliavano Hermione, che, ad un certo punto fu chiamata in Presidenza. Ci chiedevamo cosa fosse successo, quando vedemmo Fanny volare vicino a noi e capimmo che il Preside voleva parlarci. Ci recammo nel suo ufficio, come al solito, e il professor Silente ci informò che tutto precedeva regolarmente e che la scomparsa di Hermione era legata alla seconda prova del Torneo Tremaghi: potevamo quindi stare tranquilli. Per il resto, non c’erano altre novità di alcun genere e, soprattutto, non si era fatto vivo Voldemort con altri messaggi.

Eravamo quindi liberi da compiti segreti o altro fino a tutto il giorno successivo!

- Andiamo a fare una passeggiata al Lago, a trovare la Piovra Gigante domattina? - proposi a Lily.

- Ottima idea. Abbiamo un giorno di vacanza!  - disse Lily contenta.

Mi fermai un attimo a riflettere sulla nostra condizione. Eravamo fidanzati? Tutti erano convinti di sì (anche le battutine erano diminuite, dato che si erano tutti abituati all’idea che stessimo sempre insieme) e noi non negavamo più da un pezzo, ma neanche avevamo mai parlato, tra di noi, della nostra situazione. Beh, non facevamo quello che di solito fanno i ragazzi insieme (baciarsi, stringersi), anche se qualche volta ci pensavo… Ci stimavamo molto, ci volevamo bene (solo come amici?), ci comprendevamo subito…Avevo una grande confusione in testa. Ma non ebbi, ancora, il coraggio di chiarire i miei sentimenti con me stesso e con Lily.

Così, come al solito, passeggiammo fino alla Rupe lanciando le solite polpette alla Piovra, che, quando ci vedeva, faceva affiorare tranquilla dall’acqua i suoi tentacoli.

Poi passeggiammo lungo il lago: c’era grande attività, anche perché la prova, avevamo saputo, si sarebbe svolta proprio in quello specchio d’acqua. Fu una bella passeggiata. Andammo poi a pranzo nella Sala Grande e ci recammo ad assistere alla prova. Che giornata rilassante, senza sorveglianza, senza anelli, senza obbligo di salvare Harry Potter e il mondo magico! Non potevamo passare il nostro tempo libero sempre così?

Come tutti sanno, Harry arrivò in ritardo, correndo come un forsennato: poi usò l’algobranchia, cercò di salvare tutti gli “ostaggi” delle Sirene (uno dei quali era Hermione) e riuscì, bene o male, a superare la prova. Non ci fu naturalmente nessun attacco di nessun tipo nei confronti del Prescelto: effettivamente le contromisure messe in atto dal Preside e dal prof. Moody sembravano funzionare perfettamente e nessuno era riuscito, fino a quel momento, ad attentare alla vita del Ragazzo-che-è-sopravvissuto. Il Preside era stato efficientissimo ed anche molto scrupoloso… anche la nostra discreta sorveglianza intorno ad Hermione sembrava essere più una ulteriore precauzione (che ci faceva perdere un sacco di tempo) che una effettiva necessità… Insomma, Hermione era in una botte di ferro e nessun pericolo imminente la sovrastava. Se solo avessimo capito chi era il misterioso interlocutore di Voldemort dentro Hogwarts… Forse Nott, il fidanzato della Blockade? Su di lui si appuntavano i nostri sospetti…

Nel frattempo tutto procedeva normalmente: studio (forsennato) e sorveglianza (noiosa, senza che capitasse alcunché, a parte l’episodio con Zebini e Blockade, che ho già raccontato). Ad aprile il prof. Silente ci convocò di nuovo, tramite Fanny, e facemmo il punto della situazione. Nessuna novità per quanto riguardava Potter, efficacemente sorvegliato; erano quindi ancora nulli i pericoli per Hermione, il cui attacco sarebbe avvenuto, eventualmente, dopo quello al Prescelto. Tuttavia il Preside aveva una copia di un altro messaggio inquietante, ma di difficile comprensione inviato dal Signore Oscuro, a quanto sembrava, al suo misterioso alleato dentro le mura di Hogwarts: Chi sai è fuggito. Risolvi la questione, con ogni mezzo. Ci chiedemmo cosa volesse dire. Anche il Preside brancolava nel buio.

Poco dopo si sparse la voce che uno dei giudici, il signor Crouch, avesse aggredito Krum. Non riuscimmo però a capire che i due fatti erano collegati.

 

Passò anche aprile. Vedevo decisamente in modo diverso quella che, fino a poco prima, era solo un’amica, la mia migliore amica: stavamo quasi sempre insieme e la sua vicinanza mi rendeva felice; quando eravamo separati, pensavo a lei;  mi dava fastidio ipotizzare lei insieme ad un altro, a chiunque altro. Ripensavo continuamente alla sua pelle, al suo sorriso, al suo profumo, a lei addormentata durante un furioso temporale, nel mio letto. In effetti, dopo quella prima volta in cui Lily, spaventata, era venuta, c’erano state un paio di altre occasioni, sempre in connessione con temporali, in cui avevamo “dormito” insieme… o meglio, Lily, tranquillizzata, dormiva, mentre io stavo sveglio a pensare a lei e a sentire il suo respiro… o il suo profumo… che mi penetravano nel cervello…Insomma, vedevo insomma con un’altra ottica quello che, fino a quel momento, avevo sempre evitato. Decisi finalmente di chiarirmi con lei: dovevo parlarle dei miei sentimenti, di quello che provavo per lei, confrontarmi con lei, sapere cosa pensava di me.

Una sera di maggio, tornati al nostro dormitorio, ci fermammo sul divanetto del nostro piano per parlare un po’ della giornata insieme ai nostri amici della Casa. Pian piano tutti andarono a dormire e rimanemmo solo noi. Intavolai un discorso che era un po’ che mi ronzava nella testa e che era un pezzo che stavo preparando:

- Lily, devo dirti una cosa - cominciai.

- Dimmi, Peter - mi disse Lily, con il suo solito tono gentile, guardandomi negli occhi. Eravamo vicinissimi. Sentivo il suo profumo.

- Tutti pensano che… andiamo insieme… che siamo fidanzati… noi però siamo amici… solo amici? - le chiesi.

- Tu cosa pensi? - mi disse sorridendo. Si avvicinò di più. Le sue pupille erano dilatate.

- Beh, io sto bene con te - la guardavo negli occhi,  eravamo ancora più vicini -… mi piaci e… ho voglia di baciarti…

Non so come mi fosse venuto in mente quest’ultima affermazione. Avevo preparato un discorsetto per chiarirle i miei sentimenti, ma non ne ricordavo neanche una parola. E l’ultima affermazione, nel discorso che avevo preparato, non c’era! Ma eravamo soli, vicini, i suoi occhi sembravano ipnotizzarmi, e sentivo il suo profumo…

- Beh, puoi farlo, se vuoi… - mi disse semplicemente.

- Ma…io non l’ho mai fatto… - dissi, completamente partito, con il cuore che batteva a mille.

- Neanch’io…

Mi avvicinai ancora di più e le nostre labbra si unirono, poi le nostre lingue si cercarono. Era il primo vero bacio della mia vita, avevamo tredici anni, e ancora oggi, a distanza di tanti anni, ricordo le sensazioni che ho provato. Non pensavo fosse così bello.

- Secondo me, non siamo solo amici… - disse sorridendo Lily. E di nuovo le nostre labbra si avvicinarono….

 

Capitolo importante per Lily e Peter (finalmente!) e di passaggio per la storia; dal prossimo si va verso la conclusione (ho organizzato la fanfic su  dodici capitoli: mancano quindi gli ultimi tre, che ho immaginato durante la terza prova del torneo Tremaghi, con qualche colpo di scena anche per Lily e Peter). Dopo, naturalmente, inizierò subito il seguito, ambientato nel successivo anno scolastico, quello caratterizzato dalla perfida e ottusa Dolores Umbridge (personaggio veramente odioso!)

Grazie ancora a tutti quelli che leggono (siete tantissimi!) e che commentano (Barbie_Ettelenie_91 ed ace95, sempre gentilissimi!). A mercoledì con il decimo capitolo (La terza prova del Torneo Trmaghi)! GattyP:)

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Capitolo 10
*** La terza prova del Torneo Tremaghi ***


Capitolo 10

 

La terza prova del Torneo Tremaghi

 

 

Si avvicinava finalmente la fine dell’anno scolastico (fissata al 30 di giugno, come al solito) e, poco prima, si sarebbe concluso anche il famoso torneo Tremaghi con l’ultima prova: i campioni avrebbero dovuto affrontare una serie di avversità all’interno di un labirinto, che era stato preparato nel campo di Quidditch. Tutto era strettamente sorvegliato da Silente e dal prof. Moody, e questo ci faceva stare tranquilli. Più per scrupolo che per convinzione, continuavamo a sorvegliare Hermione.

Tutto stava procedendo bene… anche troppo bene. E presto saremmo tornati a casa… Mi dispiaceva lasciare Lily, ma facevamo intanto vari progetti per rivederci nell’estate successiva (in Irlanda, invitata dai miei; in Scozia, a MacDonald Castle…).

La mattina del 24 giugno 1995, finalmente, avremmo assistito all’ultima prova del Torneo Tremaghi e poi, qualche giorno dopo, avremmo terminato anche quell’anno scolastico: io e Lily eravamo effettivamente stanchi per lo stress della protezione ad Hermione (ma potevamo anche dire che, tutto sommato, eravamo riusciti a controllarla, senza che nessuno se ne accorgesse) e per tutte le ultime attività di fine anno scolastico. Eravamo comunque quasi agli sgoccioli e c’era una atmosfera serena ad Hogwarts che me la rendeva ancor più affascinante. O forse era il momento che vivevo, quello che provavo per Lily, a farmela sembrare sempre più bella.

Il 24 mattina mi alzai presto, andai in bagno e mi vestii. Poi, come facevo di solito, aspettai Lily nel salottino del nostro piano. Poco dopo lei uscì,  mi sorrise e mi diede un bacetto, come faceva sempre, vedendomi lì ad aspettarla.

Sembrava proprio una bella giornata… Il nostro umore però cambiò subito quando scendemmo in Sala Grande per far colazione. Incrociammo prima Cain, poi mia sorella che, con strani movimenti degli occhi e leggeri segni delle sopracciglia ci avvisavano che qualcosa non andava. Avrei messo la mano sul fuoco che le Serpi stavano preparando qualcosa…

- Cosa diavolo stanno preparando i Serpentacci? - dissi a Lily.

- Andiamo a dare un’occhiata? - mi chiese interrogativa.

- Invisibili? - le sussurrai.

Ci spostammo in un corridoio vicino e, entrati in un’aula, mettemmo tra le labbra gli anelli: così invisibili ci spostammo velocemente verso i sotterranei dove, sapevamo, si  trovava la Casa di Serpeverde.. Arrivammo davanti alla Casa dei Serpeverde, dopo aver attraversato i soliti corridoi bui, mentre stavano uscendo alcuni ragazzi di quarta (Malfoy, Tiger, Goyle, Parkinson), di terza (Jefferson, Aufrey) e di seconda (Whyte, Blockade).

- Mi raccomando - stava dicendo Draco Malfoy alla Parkinson e alla Blockade - mentre io litigo con Potter, voi vi avvicinate con la scusa di separarci e mettete la pozione nel bicchiere di quell’idiota.

- Se quell’impiccione di Moody se ne accorge… - diceva Whyte, che si era subito unito al terzetto.

- Non se ne accorgerà nessuno - disse sogghignando Draco Malfoy - Farà solo la figura dell’idiota con un po’ di Revertor. Basta buttargliela addosso, in qualunque parte del vestito…

Dovevamo agire. Dovevamo bloccarli prima che arrivassero in Sala Grande, altrimenti con la confusione avrebbero messo non so quale porcheria addosso a Potter e avrebbero sabotato la sua gara: volevano farlo perdere.

Dovevamo muoverci. Ad esempio… ma in quel momento Lily mi strinse la mano e vidi chi si stagliava davanti a noi, sulla scalinata che conduceva in Sala Grande.

- Non ti è bastata la lezione, Malfoy? Vuoi tornare a fare il furetto, saputello? - disse la voce, che riconobbi subito, del prof. Moody.

Fui felicissimo della sua apparizione (lo sarei stato molto meno nei giorni successivi, quando venni a conoscenza del diabolico piano escogitato da Voldemort per avere in suo potere Harry Potter)

- P..prof. Moody… Buongiorno… Stavamo andando a fare colazione… - biascicò Malfoy, che era tuttavia sbiancato - P… possiamo p.. passare?

Il prof. Moody si era frapposto tra le Serpi e l’uscita e aveva tirato fuori la bacchetta, con cui giocherellava nervosamente battendola sul palmo dell’altra mano. Tutte le Serpi si erano fermante, preoccupate, quasi ipnotizzate dai movimenti della bacchetta.

- Prova a dirlo un’altra volta e tuo padre ti dovrà venire a trovare allo zoo, permanentemente. - disse con una voce gelida il professor Moody, mentre il suo occhio magico indugiava, scrutando unoa d uno i Serpeverde.

Poi: - Dammi quella fiala, che tra l’altro è forse magia oscura… e ringrazia che oggi sono di buon umore e non ho voglia di punirti, dato che l’anno è quasi finito. Questa volta farò finta di non averti visto…

I Serpeverde si fermarono, Malfoy provò a dire qualcosa, poi ci ripensò e tirò fuori una boccetta dalla tasca, che consegnò al professore. Tuttavia Moody continuo a squadrarli con l’occhio finto.

- Vorrei anche l’altra fiala, che la fanciulla ha nascosto nel reggiseno - disse indicando la Parkinson, che diventò tutta rossa e, infilata la mano sotto la divisa, estrasse la pozione e la consegnò.

- Imbecilli. E se oggi farete anche un solo respiro contro Potter, uno solo, vi giuro che vi do in pasto alla Piovra Gigante, almeno quello che di voi resterà dopo avervi trasfigurati! Sono stato chiaro? - disse, con una voce spaventosa.

- S..s..sì - dissero  tutti, annuendo velocemente Erano effettivamente terrorizzati.

- E ora via! - urlò il prof. Moody.

Subito, con la coda tra le gambe, le Serpi si allontanarono, senza avere neanche il coraggio di guardare in faccia il prof. Moody, che fece un grande sorriso, si diresse verso un  grande vaso lì vicino e spezzò le due provette, una dopo l’altra, versandone il contenuto nella terra. Poi, fischiettando, si girò e si diresse verso la Sala Grande.

Bene. Tutto era stato risolto dal professor Moody. Silente aveva fatto proprio bene ad affidare la protezione di Harry Potter a quell’uomo: era sbrigativo (ma questo era il solo modo per farsi obbedire dalle Serpi), ma molto efficiente.. Nessuno avrebbe potuto avvicinare Harry Potter; quindi il misterioso nemico non avrebbe neanche toccato Hermione, che doveva essere attaccata dopo Potter.

La mattinata passò tranquilla: vedemmo Harry ed i suoi amici durante la colazione. Silente aveva permesso ai quattro campioni di passare il periodo precedente la gara insieme alle loro famiglie. Date che non si erano presentati i parenti di Harry (sapevo che aveva uno zio), ne avevano preso le veci la madre e uno dei fratelli del suo amico Ron. Harry sembrava molto sereno, per nulla preoccupato della prova che avrebbe dovuto affrontare qualche ora dopo. Anche io ero tranquillo… tutto stava procedendo perfettamente

 

___________________________________

 

 

Era il tardo pomeriggio e ci stavamo avviando tutti al Campo di Quidditch, dove i campioni avrebbero iniziato, entro breve tempo, l’ultima prova. Io e Lily, cercando di non dare nell’occhio, stavamo seguendo (da lontano, per una delle ultime volte, speravamo) Hermione e Ron, che stavano andando anch’essi, insieme ad Harry Potter e ad altri due o tre altri personaggi (se non sbaglio la madre di Ron e uno dei suoi fratelli), al Campo… eravamo insieme a Cain, Eliza e un paio di loro amici Serpeverde del primo anno: mi faceva piacere che Cain non fosse più isolato e che Eliza avesse trovato un vero amico, che, avevo capito, era anche un bravo ragazzo…

Improvvisamente ci raggiunse Luna Lovegood tutta trafelata. Aveva gli occhi fuori dalle orbite ed era tutta scarmigliata.

- Ragazzi, avete visto Sergej? - disse, mentre cercava di riprendere fiato.

Sergej Poliakoff era un compagno di Krum, con cui Luna ultimamente usciva. C’eravamo più volte imbattuti in loro intorno al lago o in qualche altro posto di solito frequentato dagli innamorati. No, nessuno di noi l’aveva visto e questo la preoccupò ulteriormente.

- Tranquilla, Luna - disse Lily - E’ successo qualcosa di grave?

- Oggi Sergej non si è presentato… - disse, e scoppiò a piangere - Dovevamo vederci un’ora fa per andare insieme al campo di Quidditch… ed è un’ora che lo aspetto… Sicuramente gli è successo qualcosa! Forse è morto! E’ allergico ai nargilli…

- No, vedrai - cercai di tranquillizzarla. Mi sembrava una situazione surreale: confortare una ragazza del quarto anno mandata in bianco dal ragazzo… - Sarà successo un imprevisto. Hai visto se è nella nave?

- Non c’è più nessuno. Non so dove sia. Gli è successo qualcosa! - Era sull’orlo di una crisi isterica. Effettivamente si mostrava un po’ troppo apprensiva (mi ricordava mia madre), e cercai di tranquillizzarla: - Sta’ tranquilla, vedrai che arriverà presto!

- Vai con lei, Peter - mi disse sottovoce Lily - io seguo Hermione e la controllo da lontano. Tanto non penso che ci sia qualche pericolo dentro il Campo di Quidditch, circondata da tutti. Ci sono Silente, il prof. Moody, mio padre, gli altri insegnanti…

- Ok, io e Luna torniamo indietro, troviamo Sergej  e poi ti raggiungo - le dissi.

Quindi, insieme a Luna, ritornammo indietro verso Hogwarts, tra gli sguardi curiosi dei nostri compagni: eravamo gli unici che, al posto di spostarci verso il campo di Quidditch, ce ne allontanavamo!

- Dove dovevate vedervi? - le chiesi.

- Di fianco alla Guferia… - disse la Lovegood - lui di solito di raggiunge costeggiando la torre oppure, risalendo sul sentiero dal lago…

Andammo lì, e perlustrammo entrambi i sentieri (prima uno e poi l’altro). La nave era normalmente attraccata sul lago, ma non c’era nessuno o almeno nessuno ci rispondeva: evidentemente tutti erano andati al campo di Quidditch per assistere all’ultima prova del Torneo Tremaghi. Insomma, di Sergej Poliakoff non c’era nessuna traccia.

- Forse ha fatto un’altra strada e ora ti aspetta al Campo di Quidditch… - le dissi - Facciamo così: tu dirigiti là, io provo a controllare dentro il castello, tante volte ti stesse aspettando lì. Eventualmente lo accompagno io. Sta’ tranquilla!

Così Luna tornò preoccupata al Campo ed io, più per rispettare ciò che le avevo detto che con la vera convinzione di trovarlo, entrai nel Castello. Il castello era quasi disabitato, a parte (presumevo) gli elfi domestici e Gazza, che sapevo odiava il Quidditch e i tornei e pensava solo a pulire il Castello e a punire gli studenti. Non si vedevano neanche i fantasmi e anche parecchie figure nei quadri sembravano scomparse: erano andati tutti a vedere la terza prova del Torneo? Come diavolo avevano fatto a sparire? In Sala Grande e nell’ingresso non c’era nessuno. All’entrata del nostro dormitorio c’era solo il solito corvo/batacchio che, vedendomi, tutto contento, cominciò a propormi uno dei suoi strampalati indovinelli. Lo salutai spiegandogli che non dovevo entrare, che ero solo di passaggio. Più per scrupolo che per altro feci un giro nelle altre Case. Nei sotterranei, dove era collocato la Casa di Serpeverde, non c’era anima viva; neanche nei pressi dell’ingresso di Tassorosso notai alcun segno di Sergej, né di nessun altro. Provai anche a passare in cucina e interrogare gli elfi, ma nessuno di loro aveva visto un ragazzo russo aggirarsi, nell’ora precedente, dentro il castello. Andai infine nella Casa di Grifondoro, sempre per scrupolo: sicuramente Sergej aspettava Luna al campo di Quidditch…

Tuttavia notai subito qualcosa di strano. Sapevo che per entrare nella Casa bisognava pronunciare la parola d’ordine ad un ritratto di quella che chiamavano “La signora grassa”. Ma l’immagine non sembrava in sé… guardava in avanti con uno sguardo ebete… Oddio. Non avevo idea di come fosse lo sguardo abituale di quell’immagine.

Allora dissi, rivolto al quadro: - Tutto bene?

La Signora grassa mi guardò con lo sguardo vacuo e disse: - Perfetto. Puoi entrare - e fece scattare l’apertura alla Casa.

Rimasi interdetto… Avevo fatto solo una domanda. Provai a richiudere la porta e dissi la prima parola che mi veniva in mente (Gufo malato). E sentii di nuovo le stesse parole: - Perfetto. Puoi entrare”. Che diavolo di protezione era quella? C’era evidentemente qualcosa che non andava e chiunque poteva entrare nella Casa di Grifondoro!

Avrei dovuto chiedere aiuto a qualcuno? Ma chi era rimasto nel castello? Gazza? E se non l’avessi trovato? E se avessi messo nei guai qualcuno? E se ci fosse stato bisogno del mio aiuto in quel momento? Sfilai l’anello dal dito, lo misi tra le labbra e, diventato invisibile, mi diressi verso la porta ed entrai.

 

 

Ormai siamo quasi alla fine (-2)!. Un abbraccio a tutti quelli che mi hanno seguito fino a qui e a coloro che mi hanno aiutato con i lori commenti e le loro impressioni (Barbie_Ettelenie_91 ed ace95). Ci vediamo sabato con l’undicesimo capitolo (Attentato ad Hermione). GattyP:)

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Capitolo 11
*** Attentato ad Hermione ***


Capitolo 11

 

Attentato ad Hermione

 

 

Ero nella Sala comune di Grifondoro: c’ero già stato un paio di volte, invitato da alcuni ragazzi di quella casa. Ora non c’era naturalmente nessuno, a parte un grosso gatto rosso che dormiva beato sopra una poltrona: tutti erano andati a vedere l’ultima prova del Tornei Tremaghi. Ero invisibile e, pensavo, avrei potuto superare anche eventuali protezioni magiche poste nella varie zone della Casa: mi avevano detto, ad esempio, che i ragazzi non potevano accedere alla zona destinata alle ragazze. Un po’ come nella nostra Casa, dove tuttavia,  grazie alla magia antica degli anelli, era per noi possibile eludere gli incantesimi.

Mi aggirai per la sala comune, poi, cautamente, mi diressi nel corridoio a sinistra ed entrai in quelle che sembravano le camere dei ragazzi. Le perlustrai tutte, una dopo l’altra, senza notare niente di particolare: tutto sembrava in ordine… per quanto possano essere in ordine delle camere di adolescenti di esso maschile, che lasciavano qualche vestito in giro, le scarpe sopra l’armadio o i libri sotto il letto. Mi apprestavo a continuare la perlustrazione, quando rividi lo stesso gatto rosso di prima, che si era nel frattempo diretto verso un gruppo di camere sulla sinistra (che, per congettura, dovevano essere quelle delle ragazze), soffiare e fuggire via spaventato. C’era evidentemente qualcosa che non andava.

Mi diressi verso quella zona, cautamente salii alcuni scalini e mi affacciai in un corridoio su cui si trovavano le varie stanze. Alcune porte erano chiuse, altre aperte. Entrai nella prima, dopo aver aperto la porta: non vidi niente di allarmante. Effettivamente erano le stanze delle ragazze, forse anche di ragazzine piccole: c’erano peluche, foto, letti in ordine. Passai quindi a quella successiva: c’era un certo disordine, forse dovuto alle ragazze che vi abitavano (meno ordinate delle precedenti), ma niente comunque di inquietante o preoccupante.

Andai nella terza:  la porta era socchiusa e riuscii a scivolare dentro senza muoverla troppo. Avvertii un vago senso di pericolo. La camera era grande, ordinata: c’erano quattro letti e, accanto ad uno di questi, uno sgabello con sopra quindici-venti libri, ammonticchiati con cura. Sorrisi: doveva essere la camera di Hermione, quella “fanatica” dei libri, pensai.

Mi girai e vidi Sergej Poliakoff. Si trovava seduto, nel lato opposto della camera, tra due letti a baldacchino, con lo sguardo perso, immobile, seminascosto nella penombra. Cosa diavolo ci faceva nella camera delle ragazze? E poi, come era riuscito ad entrare? Forse il ritratto della Signora grassa era  guasto e faceva entrare chiunque? Sì, ma lui apparteneva addirittura ad un’altra scuola; era inoltre un ragazzo… e nessun ragazzo poteva entrare nelle camere delle ragazze… Sì, va bene, anch’io lo ero, ma la magia dell’anello che avevo bypassava le protezioni magiche… Dovevano esserci le protezioni magiche: me ne aveva parlato più di una persona… Qualcosa non tornava. Cautamente mi avvicinai, cercando di non far rumore: sembrava tranquillo, seduto sullo sgabello. Decisi di uscire, tornare nella Sala Comune e chiamarlo: non potevo palesarmi lì: tutti sapevano che non è possibile materializzarsi ad Hogwarts e si sarebbe chiesto come mai riuscivo a fare quello che nessun altro poteva effettuare.

Mi stavo per girare e dirigermi verso la porta per tornare il Sala Comune, quando sentii dei passi leggeri di qualcuno che si stava dirigendo verso la stanza. Mi girai appena in tempo per vedere la figura di Hermione stagliarsi sulla porta. Non doveva essere a vedere la terza prova del Torneo?

Mi rigirai verso il punto in cui si trovava Sergej e per poco non urlai dall’orrore. Il russo era scattato subito in piedi, aveva impugnato la bacchetta e, in una frazione di secondo, prima che potessi fare qualsiasi cosa, l’aveva puntata verso Hermione pronunciando velocemente la formula della maledizione senza perdono più pericolosa: Avada Kedavra!

Un lampo verde attraversò la stanza e, prima che potessi pensare a qualche reazione, colpì la povera Hermione in pieno petto, passandola da parte a parte. La ragazza, trafitta da quel lampo, cadde subito, inanimata, a terra.

Ero sotto choc per l’orrore di ciò che avevo visto, la scena mi aveva gelato il sangue. Poi, un istante dopo, schiantai il Russo con la bacchetta che avevo in mano. Subito cadde a terra, senza neanche accorgersi da che parte era venuto l’attacco.

Sputai l’anello e me lo infilai nel dito e subito mi precipitai su Hermione. Era morta! Era stata colpita dall’Avada Kedavra, la più orribile “maledizione senza perdono”. Non ce l’avevo fatta… Mi veniva da piangere. Era morta! Davanti ai miei occhi! Silente aveva affidato a me e a Lily il compito di difenderla ed io avevo lasciato che un maledetto russo pazzo (ecco chi era il complice di Voldemort dentro Hogwarts!) uccidesse quella ragazza gentile, generosa e sensibile! E Silente mi aveva anche detto di guardarmi dagli alunni di Durmstrang, che praticavano le Arti Oscure! Avrei dovuto schiantarlo subito! Che idiota ero stato! Che maledetto errore avevo fatto! Ora non potevo più rimediare…

Ma, mentre ero agghiacciato, letteralmente,… Hermione si mosse appena: ancora a terra, aprì debolmente gli occhi. Poi, mentre io la guardavo stupito, provò a rialzarsi appoggiandosi su un gomito e si lamentò debolmente. Io non capivo più niente: nessuno sopravvive all’Anatema che uccide! Solo Harry Potter era sopravvissuto ad un Avada Kedavra… Da una maledizione senza perdono non ci si salva…

- Uh, che botta! Sono completamente sconvolta… - mi disse, poi, quando mi mise a fuoco con gli occhi stralunati. - Sono stata schiantata?

- Sei viva!- esclamai felice. Non potevo crederci, ma stava muovendosi e stava parlano a me!

- Oh, Peter. Ci siamo riusciti, l’abbiamo salvata… - disse. Non capii subito cosa stesse dicendo, probabilmente il colpo l’aveva sconvolta, diceva frasi senza senso. Ma mai mi sarei aspettato quello che successe poco dopo.

Hermione mi mise le braccia al collo, avvicinò le sue labbra alle mie e… mi baciò! Rimasi un attimo perplesso, poi mi allontanai spaventato: che stava succedendo? Non mi sarei mai aspettato una cosa del genere! Che le era preso?

- Peter, sono io, sono Lily! - mi disse Hermione, sorridendo. Non capivo più niente.

- Co..cosa dici? Hermione? - Poi improvvisamente collegai. Lily. Pozione Polisucco. Era possibile?

- Sono Lily, non Hermione! Ho pensato bene di raggiungerti. Quando Luna è venuta al Campo di Quidditch, i campioni erano già entrati da un pochino, ma non si era ancora visto Sergej. Ho pensato che potessi aver bisogno di aiuto e, dato che Hermione era con i suoi amici e con tutti i suoi compagni, l’ho lasciata. Ho girato un po’ per il Castello, poi sono venuta qui. Ho visto la porta socchiusa. Ho pensato che forse eri dentro… ma prima ho beuto la fialetta della Polisucco che da un pezzo porto con me… magari poteva servire nel caso mi avessero sorpreso dentro la Casa di Grifondoro… e, se c’era un pericolo, avrei potuto fare da esca… Sì, lo so, non te ne ho mai parlato, perché pensavo che non saresti stato d’accordo. Immagino cosa avresti detto… che era pericoloso sostituirmi ad Hermione…

- Ma sei tutta matta! Certo che è pericolosa. Sergej voleva ucciderti! Tu hai rischiato la vita! - le urlai, ancora sconvolto. Era la mia Lily e aveva rischiato la vita!!!

- Beh, in effetto ho avuto una bella botta, ma io, te lo ricordi, sono figlia di una respingente, e le maledizioni senza perdono non fanno alcun effetto su mia madre, te l’ho già detto... Oddio, non avevo mai provato un’Avada Kedavra, ma un Imperius sì, te l’ho detto. Ora ho scoperto che la più pericolosa delle maledizioni senza perdono qualche effetto ce l’ha … per fortuna limitato… è come se fossi stata schiantata, penso… sono ancora tutta scombussolata - mi disse, con lo sguardo ancora intontito

- Ma la pozione Polisucco…? Come fai ad averla? - dissi, ancora sconvolto.

- L’ho presa dalla riserva di mio padre.. Prima che il tuo Occhialuto la sconvolgesse e buttasse a terra, rompendole, non so quante fialette, prima dell’inizio di quest’anno. Te l’ho scritto anche in una lettera... E’ un po’ che ce l’ho. Mio padre non si è accorto di niente… e io pensavo che, prima o poi, potesse servire… ho messo da parte un capello di Hermione perché… non si sa mai… - disse Lily. Poi, guardando la mia faccia ancora sconvolta (l’aveva fatta grossa! Non dirmi niente) - E ora ti prometto che non faccio più niente a tua insaputa!

Era veramente impossibile! La sgridai: - Tu sei completamente matta! Potevi morire! Mi hai fatto morire dalla paura! Come stai ora?

- Bene. Oddio, un po’ frastornata, ad essere sincera - disse - Come quando mi hai baciato la prima volta…

Mio malgrado, sorrisi. Stava bene, e questo era importante.

E lei, cambiando discorso, sorrise e mi chiese maliziosa:  - Com’è baciare Hermione Granger? Chi bacia meglio, io o lei?

Mi venne da ridere. Non riuscivo a rimanere arrabbiato con lei.

- Non ho capito bene… forse dovrei riprovare a baciare entrambe… - dissi, e le feci l’occhiolino

Mi diede un pugno scherzoso sullo stomaco. Poi si fece seria:

- Pensi che abbiano cercato di uccidere Harry Potter? - mi chiese

- Non lo so. Ma è sorvegliato dal prof. Moody, da Silente, da tuo padre, dalla McGranitt. Vedrai che la situazione è sotto controllo. E’ difficile ingannare Moody, l’abbiamo visto prima…

Non sapevo quanto mi sbagliavo. Ma questo lo seppi dopo. Nel frattempo ci recammo da Sergej, ancora schiantato bellamente dal mio incantesimo.

- Però, bel colpo! Hai fatto tanti progressi dall’anno scorso! - mi disse Lily.

- Ma ho lasciato partire il colpo che ti avrebbe potuto uccidere… - le dissi.

- Sì, ma anch’io dovevo provare almeno uno Scudo - aggiunse Lily. - Non fartene una colpa. E’ stato velocissimo.

- Perché Sergej voleva uccidere Hermione? - chiesi poi  a Lily - Te lo immagini?

- Non mi è sembrato un ragazzo cattivo. Forse è sotto un Imperius. Ma ci conviene consegnarlo al Preside. Ci penserà lui.

Poi, finalmente, realizzai quello che era successo. Qualcuno aveva disattivato tutti gli incantesimi di protezione presenti nella Casa di Grifondoro (entrata, ala delle ragazze): doveva essere stato un mago con grandi poteri, che poteva muoversi liberamente dentro il Castello… un insegnante! Qualcuno di cui ci si poteva fidare completamente! Non uno studente… Mi tornarono subito in mente le parole che Silente ci aveva detto in uno dei precedenti colloqui: “Quando Hermione entrerà nella Casa di Grifondoro, il prof. Moody, che ha fatto un controllo accurato, mi ha assicurato che sarò al sicuro e che nessuno potrà toccarla: una serie di potenti incantesimi magici, che lui stesso ha rinforzato, proteggono in modo particolare gli alunni dentro le loro Case”…. Era possibile? Il professor Moody… era evidentemente sotto Imperius!

- Lily, dobbiamo subito avvisare Silente - dissi - senza perdere un attimo.

 

 

La vicenda è ormai quasi conclusa (spero di aver sorpreso qualcuno con il colpo di scena dell’apparente morte di Hermione! Per fortuna era quella scapestrata di Lily… come le sarà venuta in mente? Va bene che è una mezza respingente, ma farà venire l’infarto a quel poveretto di Peter!). Vi aspetto mercoledì prossimo per l’epilogo e, contemporaneamente, posto anche l’inizio nella successiva fanfic (la quarta della serie!) che è ambientata nell’anno scolastico successivo (quello della Umbridge): si intitolerà Lily Anderson e il bosco degli Inferi (con riferimento ad una ambigua parola presente nella famosa profezia che riguarda la protagonista). Ho intenzione infatti di seguire i nostri amici, a cui mi sono affezionato (e spero anche voi che leggete), anche nei successivi tre anni, fino ad arrivare alla “Battaglia Finale”, con cui si concluderà tutta la storia. E’ un progetto impegnativo, ma sono a buon punto e, cosa più importante, mi diverto a  scrivere…

Il solito grande ringraziamento ad ace95 e Barbie_Ettelenie_91 che mi inviano regolarmente le loro opinioni. Un abbraccio a tutti  e… a mercoledì! GattyP:)

 

 

 

 

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Capitolo 12
*** Epilogo ***


Capitolo 12

 

Epilogo

 

 

Dal Preside poi non riuscimmo ad andare perché nel frattempo, al campo di Quittich, era capitato di tutto e anche nel castello c’era una grande confusione.

Presa  la bacchetta a Sergej, Lily lo innervò: era ancora del tutto sfasato (ripeteva debolmente parole incomprensibili in russo),  ma ci seguiva docilmente, come un automa. Lo trascinammo fuori dal Dormitorio; Lily nel frattempo aveva ripreso il suo normale aspetto (non so se fosse per il fatto che fosse una mezza respingente, o per la reazione all’Avada Kedavra o perché aveva bevuto solo un sorso della pozione). Usciti dalla Casa di Grifondoro, notammo che c’erano molti ragazzi, evidentemente giunti dal campo di Quidditch, e nessuno badava a noi. Cosa diavolo era successo? Alcune ragazze piangevano, altre si muovevano in modo scomposto…

Fermammo Giorgia che vagava stralunata, tornando alla sua Casa con due sue amiche Tassorosso in lacrime, e le chiedemmo cosa fosse successo. Ci raccontò che Harry e Cedric si erano improvvisamente materializzati fuori del labirinto, ma Cedric… era morto, e nessuno sapeva come o perché.

- Stai scherzando? - chiesi, agitatissimo.

Il suo pianto mi fece capire che non era uno scherzo… Tuttavia non riuscivo ancora a crederci, poi, pian piano, arrivammo a comprendere l’enormità di quello che era successo e ciò ci sconvolse: Cedric, che ci aveva anche salvato, qualche tempo prima, dall’aggressione di quei fastidiosi Serpeverde, era un ragazzo gentile, generoso e coraggioso e c’eravamo affezionati a lui, lo stimavamo. Alcune lacrime scivolarono lungo il viso di Lily, che tuttavia, con gli occhi lucidi, cercava di controllarsi.... Io, come detto, ero sconvolto e non volevo crederci… Magari era solo ferito… avevano visto male… Insomma, quella notizia provocò un vero e proprio choc in noi due… E’ bruttissima la morte improvvisa di un ragazzo, di una persona buona, gentile, che stimi… che hai visto un attimo prima…

- Ed Harry Potter? E dove sono Moody e Silente? - chiesi a Giorgia.

Sempre piangendo ci disse anche che Harry era vivo: l’avevano visto allontanarsi con il prof. Moody, che evidentemente voleva proteggerlo… Poi li avevano seguiti quasi tutti gli insegnanti, dopo aver coperto il corpo di Cedric con un lenzuolo. Il prof. Hagrid era rimasto lì, accanto al … cadavere, e aveva mandato via tutti dalla zona, ordinando di tornare al Castello. Cho Chang era svenuta ed era stata portata via dagli amici. Altri, ragazzi e ragazze, specialmente più piccoli, soprattutto Tassorosso, piangevano...

Moody e Harry: poteva esserci pericolo: ci dirigemmo verso la Presidenza, ma i corridoi erano stati sbarrati con incantesimi; inoltre facevano la guardia, a parte Gazza (che in malo modo ci mandò via), alcune armature e diversi Gargoyle: nessuno poteva entrare.

- Proviamo a materializzarci al di là della barriera? - proposi a Lily.

- Sì, Peter - concordò Lily.

Poco lontano c’erano due ragazzi di Durmstrang: ci avvicinammo e consegnammo a loro Serge , dicendo che non si sentiva bene… Poi cercammo un posto appartato per smaterializzarci e, qualche secondo dopo, eravamo al di là della barriera tesa dai Gargoyle. Sempre invisibili ci dirigemmo verso la Presidenza. Tuttavia non ci arrivammo, dato che, poco prima di arrivare, provai un’enorme sensazione di gelo nello stomaco e una grande angoscia… mi sembrava che non sarei mai potuto essere felice. Lily si accorse del mio stato, o se lo immaginò, e mi disse con un filo di voce: - Spostiamoci in quella nicchia… sta arrivando qualcosa di brutto...

Mi fermai in una rientranza, dietro ad alcune armature e Lily mi strinse forte…. stava passando il primo ministro inglese, accompagnato da due funzionari (uno dei quali era il nostro “amico” Percy Weasley) e… da un dissennatore! L’immondo essere fluttuava a mezz’aria, poco lontano, contenuto da un paio di Patronus (un topo e una faina), evidentemente dei due funzionari.

- Non è stata colpa mia - diceva stizzoso Caramell, il primo ministro inglese - qualunque cosa pensi quel demente di Silente… L’ha fatta grossa! Aveva un mangiamorte ad Hogwarts e non se n’è accorto! E’ decisamente invecchiato…

- Ha ragione, Ministro - diceva servilmente Percy - Anche io ho pensato la stessa cosa… E ho paura che Potter…

- Ah, non parlarmi di quel ragazzino…Per fortuna non è morto ed è ora in infermeria… Ma chissà cosa ha combinato dentro il labirinto… E’ instabile mentalmente… Hai letto l’articolo della Skeeter? -

Poi continuò: - Fortuna che Silente se n’è andato… magari fosse per sempre! Non so come ho fatto a sopportarne la sua presenza… Ma gliela farò pagare… Che arrogante!

I tre, e l’entità malefica, si allontanarono. Io respirai. Mi ero, più o meno inconsciamente, stretto a Lily… avevo avuto paura, non lo nego.

- Torniamo indietro, Peter - mi disse Lily - Silente non c’è. Harry è salvo, un mangiamorte è stato catturato… Non possiamo fare più niente…

 

Poco dopo ci radunammo tutti noi alunni in Sala Grande: c’era un’atmosfera funerea, era quasi ora di cena (ma nessuno aveva voglia di mangiare) e aspettavamo qualche chiarimento dai professori; tuttavia tutti erano reticenti, né si vide il Preside.

I ragazzi di Durmstrang erano anch’essi sbigottiti, anche perché Igor Karkaroff, preside della loro scuola di magia, era scomparso improvvisamente. Con loro si trovava Sergej, che non sembrava ancora rientrato in possesso delle sue normali capacità intellettiva, ma che cominciava a dare qualche sprazzo di lucidità… ci salutò debolmente agitando la mano… e salutò anche Luna, che si precipitato da lui.

Poi, dopo una triste cena, ancora più tristemente tornammo nella nostra Casa. Rimanemmo a lungo svegli, in sala comune, a pensare a ciò che era successo. Poi, sul tardi, la stanchezza ci vinse e ci buttammo, prima l’uno, poi l’altro, sui letti per un breve e agitato sonno.

Il giorno dopo ancora confusione, ancora congetture, ancora orrore e nessuno ebbe il coraggio di riprendere le normali attività scolastiche: Silente si vide a colazione, brevemente, solo per dire a tutti noi alunni di non importunare Harry Potter. Poi, velocemente, sparì. Ci spostammo fuori del cancello: era una splendida giornata estiva, che strideva terribilmente con l’angoscia che noi tutti provavamo. Ci raggiunse ad un certo punto Sergej, che aveva riacquistato la sua lucidità, accompagnato da Luna: non ricordava però niente di quello che aveva fatto la sera prima

Era inutile ricordargli quello che aveva fatto. Ne avremmo parlato il prima possibile con il Preside. Se fosse stato possibile.

Lily provò a contattare suo padre per avere ulteriori spiegazioni, ma il professor Piton le disse solo di non preoccuparsi e che presto avremmo avuto informazioni dal Preside.

Poi trapelò la voce, dapprima creduta del tutto inverosimile, che il prof. Moody fosse stato imprigionato dal figlio di Crouch (un Mangiamorte creduto da tutti morto), e che quest’ultimo fosse il responsabile di tutto: si era trasfigurato, con la Polisucco, in Moody e aveva in quei mesi preso in giro tutti, da Silente a noi alunni. Era l’uomo di Voldemort dentro il castello. E a lui Silente aveva affidato la protezione di Harry Potter… Ci aveva ingannati tutti!

I pochi giorni successivi di scuola furono ugualmente tristi. Harry Potter cercava di evitare i momenti in cui eravamo riuniti… Lo vidi un paio di giorni dopo, affiancato da Ron ed Hermione. Ci recammo a salutarlo e, senza dire una parola, Lily lo abbracciò. Io gli strinsi semplicemente la mano. Non c’erano parole da dire, in quel momento, e immaginavo come potesse sentirsi. Qualcuno, notai, lo guardava con diffidenza.

In quei giorni non riuscimmo a vedere il Preside, che era molto impegnato ad organizzare la resistenza contro Voldemort. Gli inviammo comunque una lettera, via Occhialuto, in cui spiegavamo brevemente quello che era successo. Ci inviò poche parole, sempre via gufo, ringraziandoci e cercando di tranquillizzarci.

Il prof. Silente si presentò a tutti noi qualche giorno dopo, prima della partenza, quando fece un breve discorso mentre eravamo riuniti in una Sala Grande listata a lutto: dappertutto si vedevano, al posto dei colorati stemmi delle case, stendardi neri nelle pareti. Silente ci parlò brevemente: ricordò Cedric, dicendo che era una bellissima persona, ci chiese di brindare per lui e affermò esplicitamente che era stato ucciso da Voldemort (pronunciò a voce alta quel nome, che tutti gli inglesi temono di pronunciare). E ci disse (mi ricordo ancora le sue parole, a distanza di tanti anni) che in futuro, quando avremmo dovuto scegliere tra la via facile e la via giusta, avremmo dovuto pensare a Cedric. Lily aveva gli occhi lucidi e anch’io sentivo un nodo in gola, non mi ero mai sentito così triste…

Il prof. Silente inoltre elogiò Harry Potter, invitando ad alzare i calici anche per lui. Io e Lily ci alzammo subito in piedi, come quasi tutti i ragazzi della Sala Grande: notai, con grande disappunto, che un gruppo di Serpeverde era rimasto seduto… ma non mia sorella Eliza, né Cain MacDonald, che si erano alzati, e partecipavano alla dimostrazione di affetto e stima per Harry. Ci guardammo negli occhi per un istante e, quello sguardo era la conferma di ciò che pensavo: ci aspettavano tempi difficili, ma, qualsiasi cosa fosse successa, l’avremmo affrontato tutti insieme.

 

 

Termine della fanfic: sì, lo so, è un capitolo triste, ma non potevo modificare quello che scrive la Rowling!.

A voi tutti, grazie!!! A voi tutti che mi avete sostenuto con le vostre opinioni e consigli (ace95 e Barbie_Ettelenie_91: vi sono riconoscente!!!); a voi che avete preferito, seguito, ricordato la storia; a voi che avete semplicemente letto e seguito questa mia terza FF e vi siete un po’ affezionati ai personaggi.

Aspetto i vostri commenti, se volete, e, sempre se volete, vi do appuntamento alla quarta fanfic della saga, che posto subito (Lily Anderson e il Bosco degli Inferi). Prometto che arriverò fino alla sesta, quando ci sarà la battaglia finale (!!!!): nel frattempo Lily e Peter cresceranno e avranno altre avventure, sempre in parallelo con quelle di Harry e c. descritte nel Canon. Se voleste seguirmi, sarei contento! :)

Un abbraccio e… alla prossima! GattyP:)

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