Un Gattino da Salvare

di Miss_McCall
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1 Parte ***
Capitolo 2: *** 2 Capitolo ***



Capitolo 1
*** 1 Parte ***


Buona Sera (o dovrei dire buonanotte!)
Inizio subito col dire che questo non è il mio solito Fandom ( volevo fare una prova quindi siate clementi), inoltre e da moltissimo tempo che non pubblico qualcosa su EFP.
(questa volta la storia non è stata betata,o senza contare che è stata scritta di getto e non ho nemmeno riletto... quindi chiedo scusa in anticipo)

 
Piccola premessa:
 
Questa storia mi è entata in testa leggendo un manga “Neko”( personaggi con alcuni aspetti di animali)….
(devo smetterla di leggere certe cose) concordi Beta?
In questo racconto i ragazzi gatto( come amo chiamarli io) sono una cosa più unica che rara, perciò sono tutelati e protetti dal Governo Inglese. I pochi ragazzi che nascono con sembianze feline, sono considerati rari… Sherlock ( in questo caso non ne ancora un famoso Detective… lo diventerà alla fine)  è un bellissimo esemplare di ragazzo/gatto, ma con qualche problema di fiducia verso gli altri, ha bisogno di qualcuno che lo protegga, anche contro la sua volontà, e si prenda cura di lui…

 
   Mini prologo:                                                                                                      

John, un giovane medico/ veterinario  benestante, si trova ad accettare un’uscita tra colleghi in un pub esclusivo.
Questo Pub sembra essere nulla di spettacolare,solo un normale luogo d’incontro, con gente ricca, per bere in compagnia.
Questa, però, è solo la faccia esteriore.
Dietro questa facciata sobria, si nasconde un lato oscuro e pericoloso.
John ne viene a conoscenza , quasi per caso, parlando col suo amico Greg Lastrange, ispettore di polizia di Scotland Yard,  il quale sta investigando, in incognito, su un caso di torture e abusi per ordine di un rappresentante del Governo inglese: Mycroft Holmes.


 


1 Parte
 
-Greg amico! Cosa ci fai in un posto del genere? – chiese Erick, un rinomato chirurgo, accennando un saluto, seguito da John Wotson( medico/veterinario  ) e Molly Cooper( infermiera ).
-Ragazzi! Prego sedetevi! -  ricambiò l’uomo sorridendo.
I tre si sedettero  senza fare complimenti. –Cosa prendete? – chiese Erick offrendosi di andare al bancone per ordinare.
-Io una birra fredda ! – rispose John mentre aggiornava il suo blog. –Io una Cola! – rispose Molly alzandosi a sua volta, accompagnando il Chirurgo.
-Come va John? – chiese l’ispettore non appena gli altri erano fuori ascolto. –Abbastanza bene grazie… vuoi dirmi cosa ci fai qui e perché mi hai mandato quel messaggio prima? – chiese l’uomo  mostrando il cellulare all’amico.
“ John, esci a bere qualcosa con Erick e Molly… portali al nuovo Pub… ci vediamo là…”
John e Greg erano amici di lunga data, si conoscevano dai tempi del militare: John era capitano della squadra medica mentre Greg un semplice soldato.
-Sto seguendo un caso di sparizione e violenza, un rappresentante del Governo Inglese mi ha dato delle informazioni riguardanti un caso di Neko scomparsi e mai ritrovati… sto indagando da qualche settimana e ogni indizio mi ha condotto in questo posto! – spiegò Greg.
-E io a cosa ti servo? – chiese ancora.
-Sono sicuro che, i ragazzi rapiti, sono da qualche parte in questo edificio… tu sei l’unico medico di cui mi fido cecamente, e vorrei  poter contare sul tuo aiuto in caso qualcuno di loro fosse ferito! – spiegò finendo il suo bicchiere di liquore tutto d’un fiato.
-Va bene, hai il mio supporto cosa devo fare? – chiese John guardandosi attorno. –Tieni gli occhi aperti, fatti un giro, balla con Molly… qualunque cosa ti permetta di avere una visuale perfetta del locale – spiegò l’uomo, fingendo di ridere quando Erick e Molly tornarono con le ordinazioni.
-Cosa ci siamo persi? – chiese Molly passando il bicchiere di birra fredda a John mentre sorseggiava la sua cola.
-Niente di importante, io e Greg stavamo ricordando i vecchi momenti passati nel esercito – rispose prontamente John, iniziando a bere bocconi di birra ghiacciata.
-Che noia!  - disse Erick mentre un cercapersone iniziava a suonare. –Scusate è il mio, purtroppo devo tornare all’ospedale c’è un codice rosso in arrivo! – disse Erick scusandosi.
-Tranquillo vai, accompagno io Molly a casa! – rispose John passandogli il cappotto. –Grazie John, ci vediamo domani e non fate nulla che io non farei! – scherzò l’uomo uscendo dal locale.
-Molly ti va di ballare? – chiese John, porgendo la mano alla donna.
-Andate pure ragazzi,io mi guardo un po’ attorno! – insistette Lastrange, alzandosi dal divanetto.
-Va bene, grazie John! – rispose la donna seguendo l’amico.
-Allora cosa state organizzando voi due? – chiese ad un tratto la ragazza scrutando, con sguardo indagatore, l’uomo.
-Chi? – rispose evasivo John –Non fare lo stupido, tu e Lastrange, conosco quello sguardo… ti stai di nuovo immischiando negli affari  di Scotland Yard? – chiese la donna.
Conosceva bene i suoi due amici.
-Hai vinto, questa volta non c’entra Scotland Yard Greg sta lavorando sotto ordine del Governo Inglese… - iniziò a spiegare John, continuando a ballare come se nulla fosse.
Il medico impiegò 10 minuti per spiegare tutto il caso a Molly. –In cosa ti sei cacciato amico? – chiese esasperata la donna.
-Non direniente a nessuno… - Non dirò nulla idiota, anzi, vi darò una mano per quanto possa. – si offrì Molly sorridendo.
-Se vuoi aiutare allora stai vicino a me e seguimi – disse ad un tratto l’uomo mentre si avvicinava al bancone.
-Che succede? – chiese la donna –Manda un messaggio a Greg e digli di raggiungerci – disse semplicemente John, spostando lo sguardo verso una porta secondaria.
-Allora? Cosa avete scoperto? – chiese il poliziotto avvicinandosi ai due ragazzi. –A ore 10…. Vedi quel quadro? – disse John ricevendo un cenno d’assenso dall’uomo.
-Non è un quadro… è una porta secondaria, due uomini sono appena entrati! – continuò il medico, scambiandosi uno sguardo con Greg.
-Ricordi ancora come si spara soldato? –chiese ghignando Lastrenge passandogli una pistola. –Puoi contarci amico… Molly tu resta qui! – disse subito John non notando lo sguardo omicida della donna.
-Col cazzo John, io vengo con voi! So difendermi bene da sola non dovete preoccuparvi – rispose risoluta la donna.
-Va bene! Andiamo – disse arrendendosi Greg.

……………………………………………………………………………………….

-Cavolo qui potrebbe venire fuori una seconda sala disco! – si lasciò scappare la Molly mentre entravano in una grandissima sala.
-Già chissà perché è nascosta! – rispose John mentre apriva una delle tante porte del corridoio.
-Oddio, ragazzi venite a vedere! – disse Molly mentre guardava orripilata l’interno della stanza. –Cos’…. Oddio questa è tortura bella e buona. – disse Greg entrando ad esaminare la stanza.
-John queste…. O mio Dio‼ non possono volerlo fare sul serio! – disse Molly mostrando ai due compagni alcuni schemi.
-Che roba è? –chiese Greg, non capendoci quasi niente di medicina. –Sono appunti su come amputare orecchie e code di Neko! – rispose con voce incazzata John, esaminando con attenzione i fogli.
I Neko erano persone indifese e deboli, questo fece montare nell’uomo una rabbia incontrollata.
-Le orecchie e la coda dei Neko sono le parti più sensibili! –spiegò Molly, passando un altro mucchio di fogli all’ispettore di polizia.
-Sta arrivando qualcuno! – disse ad un tratto John nascondendosi, insieme agli altri, sotto la scrivania.
-Non vedo l’ora che il capo dia una lezione a quel gattino insolente… forse potrebbe fare qualcosa anche per quella linguaccia lunga che si ritrova… - imprecò un uomo mentre recuperava i fogli dal tavolo.
-Sono curioso di vedere quanto sarà mansueto una volta privato della coda e le orecchie ! – ghignòun secondo uomo prendendo qualcosa dalla scrivania.
-Seguiamoli! – disse sottovoce Molly dopo che i due energumeni lasciarono la stanza. –Ho chiamato rinforzi, Donovan e una squadra d’assalto sta entrando adesso nell’edificio, gli ho dato le coordinate! – disse Greg iniziando a seguire i due.
-Molly aspetta qui Donovan e gli altri e poi raggiungici! – disse allora John seguendo l’amico.
-Sono entrati in quella stanza! – bisbigliò Greg, avvicinado l’orecchio alla porta.
Un forte rumore di urla e imprecazioni arrivava ovattata da dietro la porta chiusa, qualcuno stava urlando nelle vicinanze della porta.
-Eccoci Capo! –urlò l’agente Donovan mentre due agenti aprivano la porte con un calcio.
La scena che vi si parò davanti era a pari con un film dell’orrore.
4 cuccioli di Neko, ( di appena 6 anni l’uno)  rinchiusi in una gabbia d’acciao, urlavano spaventati  con le orecchie abbassate e la coda tra le gambe nude.
Un corpo senza vita di una donna/gatto giaceva a pochi passi dai bambini… sul corpo vi erano chiari segni di percosse e violenze, un altro ragazzo, tentava di aprire la gabbia, miagolando e implorando.
-Molly! Donovan! Andate a liberare i bambini… voi 4 levatevi le giacche e passatele ai cuccioli! Steve, Bob! liberate il ragazzo! – urlava ordini Greg, mentre la seconda parte dei rinforzi arrestavano tutte le persone convolte in quel Caos.
-Ehi… piccolo, non aver paura! Sei al sicuro, adesso ti riportiamo a casa! - Disse Molly mentre si apprestava a soccorrere il ragazzo nella seconda gabbia.
-No! Aiutatelo‼! – urlava il ragazzino, rifiutando le cure –Chi? Chi dobbiamo aiutare? – chiese allora John avvicinandosi
-Lui! Gli hanno fatto male… tanto gridava… - cercava di spiegare il ragazzino tra le lacrime –Shhhh non ti preoccupare, ora la dottoressa Molly ti controlla le ferite e io mi occupo del tuo amico… - disse amorevolmente John allontanandosi.
-Greg! Deve esserci un altro Neko! Dobbiamo trovarlo! – disse John focalizzando la sua attenzione su un cumulo di coperte logore e sporche che si muovevano leggermente.
-NOOOOOO! – urlò il piccolo ragazzino, sfuggendo dalla presa di Molly, mettendosi a protezione del cumulo di coperte.
Spronati dalle azioni del ragazzino, più grande, anche i 4 cuccioli si avvicinarono, soffiando minacciosi con le orecchie e le code dritte.
-Ehi ragazzi, vogliamo solamente aiutare il vostro amico a stare bene! Non credo che si senta tanto a suo agio sotto quelle coperte sporche. – disse calmo e pacato John, sorridendo al senso di protezione dei Neko.
-No fai male? – chiese un bambina con lunghi capelli biondi e due orecchie bianche. –No, non voglio fargli male, voglio aiutarlo a sentirsi bene! – spiegò l’uomo senza perdere il sorriso.
-Va bene! – dissero in coro i 5 neko allontandosi guardinghi.
-Portate i bambini al sicuro…Molly tu va con loro  - ordinò l’ispettore, congedando anche gli altri agenti. 
-Siamo solo noi John… - disse l’uomo alzando lentamente la coperta. –Ma cosa?.... –si lasciò scappare John scostando definitivamente la coperta.
In posizione fetale vi era un ragazzo-gatto nudo e tremante. – Greg trova le chiavi! – disse John notando che il ragazzo aveva un collare, a maglie larghe di metallo, chiuso stretto attorno al collo, ad una prima diagnosi ,approssimativa, vi era sicuramente una spalla slogata.
-E’ ancora vivo! Dobbiamo portarlo in ospedale al più presto! – disse  John mentre Greg  si apprestava a liberare il ragazzo.
-Nessun ospedale! Lui ne ha paura! – s’intromise una voce alle loro spalle –Mycroft!  - salutò Greg.
-Ispettore, Dottor Watson vi ringrazio, a nome del governo, per il vostro aiuto… - disse Mycroft avvicinandosi al ragazzo inerme a terra.
-Aspetti, non sappiamo cosa gli hanno fatto! –tentò John
-E’ mio fratello Watson, non lo voglio in questo posto un secondo di più! – lo bloccò l’uomo prendendo il ragazzo tra le braccia, incurante di sporcarsi i vestiti.
-Deve lo stesso andare in ospedale! – protestò il medico. –Lei è un medico/ veterinario… può controllarlo lei, non metterò mio fratello in un ospedale con il rischio di farlo scappare! – chiese il Signor Holmes.
-Va bene, posso farlo… lo terrò a casa mia fino alla sua completa ripresa. – accettò John mentre seguiva gli altri fuori.
Nel giro di una notte la sua vita era cambiata drasticamente  il suo nome era Sherlock Holmes.

 
Note finali:
Spero che il capitolo vi sia piaciuto, (chiedo ancora scusa per gli ORRORI GRAMMATICALI).
Se vi va di commentare, anche per farmi sapere cosa ne pensate, ne sarei felice...
Baci

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Capitolo 2
*** 2 Capitolo ***


Buon pomeriggio, 
oggi non mi fermo molto sui saluti, volevo solo informarvi che questo è il mio ultimo capitolo della ff... spero che vi piaccia e che sarete così gentili da lasciarmi un commentino( anche per eventuali errori di scrittura, o se il testo è troppo sbrigativo)
Inoltre ringrazio Night_Angel per avermi lasciato l'unico commento (molto apprezzato) 
Un grazie di cuore va anche a chi ha semplicemente letto. 
Buona lettura




 


2 Capitolo
 
Dopo una meritata pulita, John si ritrovò a prendersi cura di un bellissimo ragazzo-gatto, con capelli ricci e neri che ornavano un paio di orecchie morbide del medesimo colore.
Il povero gattino era rimasto incosciente per tutta la durata della pulizia, nel quale John e Mycroft si erano prodigati  amorevolmente.
-Dott Watson, ora devo tornare al mio lavoro, le affido il mio fratellino! –disse Mycroft congedandosi prima che il dottore iniziasse a controllare suo fratello.
-A presto Signor Holmes! – salutò l’uomo avvicinandosi, con la sua borsa medica, al giovane ragazzo-gatto, appoggiato su di un nido di coperte calde.
-Iniziamo… - disse a se stesso John imbevendo un batuffolo di cotone con un po’ di disinfettante –Scusami piccolo, questo non sarà divertente! – disse al ragazzo addormenteto, sperando che rimanesse tale fino a lavoro finito, mentre tamponava velocemente una delle tante ferite su quel corpo martoriato e denutrito.
-mhmmm… - un piccolo lamento doloroso uscì dalle labbra screpolate nello stesso momento in cui il disinfette venne messo sull’ennesima ferita.
-Shhhh! Bravo gattino… va tutto bene, non devi avere paura, essuno ti farà più del male… -continuava a ripetere John mentre mentre fasciava il busto di Sherlock amorevolmente.
-No! Basta… mi fate male! – urlò Sherlock svegliandosi di colpo iniziando a tremare spaventato, guardandosi a torno.
Un odore di disinfettante copriva tutti gli altri odori nella stanza.
Non era una delle celle dove veniva buttato puntualmente e malmenato, no era una stanza calda e accogliente.
Lo avevano messo su un nido di coperte caldo, anche se aveva i brividi di freddo per essere nudo.
-Ehi, cucciolo, calmati… sei al sicuro! È finita non dovrai più tornare lì… -
Sherlock non riusciva a ricordare la voce o l’odore della persona che parlava.
 Aveva paura anche se, ora che ci ragionava, poteva sentire ,nell’aria, il leggero profuno di Mycroft. Ma chi stava parlando?
-Non piangere gattino, va tutto bene… - disse questa volta John posando una mano leggera sulla spalla del ragazzo.
-N…Non farmi male! – sbiascicò spaventato mentre iniziava a piangere. –Non lo farei mai cucciolo, voglio solo rimetterti in sesto. –cercò di calmarlo il dottore sedendosi affianco al ragazzo.
-Vuoi raccontarmi cosa ti hanno fatto? – chiese Watson continuando ad accarezzare i capelli del ribelli del ragazzo, ricevendo come risposta  un mugolio spaventato.
-Va bene micino, ora devo riposizionarti la spalla, purtroppo è slogata, non ti piacerà – disse senza aspettare il consenso tirando la spalla, riposizinando definitivamente l’osso nella giusta posizione.
-ahhhhhhh! – urlò Scherlock scappando dalla presa dell’uomo, arruffando, per quanto permesso, la coda minaccioso, prima di ricadere nell’oblio dell’incoscienza.
-Scusami piccolo – disse John, rimettendo il ragazzo sulle coperte, approfittandone per finire le ultime medicazioni e bloccare il braccio.
………………………………………………………………………………………….
La seconda volta che Scherlock riprese i sensi, gli era stata messa un coperta calda addosso, sentiva uno strano rumore ma non se ne preoccupò.
Dopo tanto tempo era al caldo, senza contare che il corpo gli doleva e non riusciva a muovere un muscolo, senza provare una fitta dolorosa.
-Finalmente ti sei svegliato… - la voce di John arrivò alle spalle facendolo miagolare indignato
-Lo so che sei spaventato, qui non verrà a cercarti nessuno ma, devi restare al caldo per un po’! – disse sorridendo il medico porgendogli una tazza di latte caldo, con una cannuccia. –Perché non bevi un po’ di latte caldo? ti farà bene … -
L’odore del latte caldo e miele era paradisiaco, Scerlock non faceva un pasto caldo da mesi.
Lo stomaco del ragazzo parlò per lui con un rombo affamato che fece sorridere John ed imbarazzare Sherlock.
-Puoi berlo se vuoi, non c’è niente dentro, però prima vorrei controllare le bende posso? – chiese l’uomo, non volendo spaventare il suo ospite, iniziando ad allentare la coperta. –Il mio nome è John Watson! Sono un medico/ veterinario. –
-Sherlock! Il mio nome è Sherlock! – rispose fissando l’uomo chestava poggiando la tazza di latte sul tavolino, prendendo la sua borsa medica.
-Ora non spaventarti, devo pulire di nuovo le tue ferite, brucerà un po’ ma farò presto te lo prometto! – lo informò John mentre preparava tutto e allentava le bende.
L’uomo rimase fedele alla sua parola, ripulì le ferite più in fretta che poteva, sentendo il gattino sibillare per il dolore.
Una volta completato il tutto rinfasciò il corpo del ragazzo con delle bende pulite – hai fame Sherlock? – chiese nuovamente l’uomo.
-No! – rispose  velocemente il ragazzo/gatto venendo subito smentito dal suo stomaco che emise un brontolio arrabbiato.
-E’ normale avere fame piccolo, puoi bere il latte per ora, ci sono anche dei biscotti. – lo consolò John porgendogli di nuovo la tazza calda. –Non ci riesco… mi fa male tutto! – replicò il gattino con gli occhi lucidi.
-Vuoi che ti aiuti? Almeno fino a quando non ti sarà passato il dolore? – chiese sorridendo l’uomo, al piccolo accenno affermativo, accarezzando quei ricci neri, soffermandosi dietro le orecchie sensibili.
-Va bene cucciolo apri la bocca per me… - disse John portando la cannuccia alle labbra del ragazzo che iniziò a bere avidamente.
Il latte caldo lo stava ricaldando all’interno alleviando un poco la fame, poteva piangere solo per questa gentilezza.
-Sherlock! Bevi lentamente… nessuno te lo porta via! – lo riprese bonariamente John allontando un po’ la tazza solo per sostituirla con un biscotto.
Dopo una tazza di latte e una decina di biscotti, John si allontanò in cucina mentre Sherlock stava cedendo, di nuovo, alla stanchezza.
…………………………………………………………………………………..
-Dott. Watson, come sta Sherlock? – chiese Mycroft, entrando nel salotto dell’uomo. –Sono passati solo due giorni Mycroft! Sta migliorando molto in fretta… adesso sta  riposando, vuoi vederlo? – chiese il dottore avvicinandosi alla stanza degli ospiti.
-Perché sta dormendo per terra in quel mucchio di coperte? – chiese l’uomo, osservando il suo fratellino, in un pigiama caldo, dormire su un nido di piumioni nell’angolo della stanza.
-Credimi, ci ho provato a farlo dormire nel letto ma non ci riesce… prima o poi tornerà a dormire normalmente, dobbiamo dargli tempo, ha subito dei traumi… - spiegò John, lasciando i due fratelli soli nella camera.
-Sherlock! Fratellino riesci a sentirmi? – disse sottovoce il più grande, accarezzando la spalla del più piccolo.
-Myc! – sussurrò il ragazzo strusciandosi sulla mano tesa del fratello.
-Mi dispiace fratellino, dovevo trovarti prima… mi sono occupato personalmente di quelle persone, non ti faranno più del male! – disse il maggiore, prendendo tra le braccia il fratellino, stando attento al tutore presente sul braccio.
-Mi hai trovato… e mi hai portato da John… - rispose ancora nel dormiveglia, godendosi il calore emanato dal fratello.
-Ti piace stare qui? – chiese tornando serio Mycroft –Non è male, John è gentile e mi fa da mangiare… -rispose il minore.
-Scusate il disturbo, Sherlock ho qui l’antidolorifico e una zuppa di pollo calda… - interruppe il medico, posando  il piatto sulla scrivania.
-Grazie dottor Watson, ora io devo andare ma prima vorrei parlarle in privato! – disse Mycroft, riposando suo fratello nel suo nido di coperte  uscendo.
-Cosa vuoi chiedermi Mycroft? -  Volevo chiederti se ti andrebbe di prenderti carico di mio fratello,  ha detto che con te si trova bene e si sente al sicuro… - chiese l’uomo.
-Mi piace prendermi cura di Sherlock, ma non dobbiamo scegliere noi… è lui che deve decidere – ribattè l’uomo mentre accompagnave Mycroft alla porta, senza notare Sherlock origliare dietro la porta della sua camera.
-Parlavi sul serio con mio fratello prima? – chiese Sherlock non appena John tornò nella stanza. –Hai origliato gattino impertinente? – chiese sorridente il dottore avvicinandosi, prendendo la zuppa tiepida dal tavolo.
-Siete troppo rumorosi! – si difese imbarazzato il ragazzo, aprendo la bocca non’appena John avvicinò il cucchiaio, pieno di brodo, alla bocca.
-Comunque si, se vuoi rimanere con me, a me fa piacere prendermi cura di te! – rispose l’uomo continuando ad imboccare il ragazzo-gatto
-Mi piacerebbe restare… ma… - Sherlock c’è tempo, non devi darmi una risposta  adesso – lo bloccò l’uomo accarezzandogli le orecchie mentre il ragazzo faceva le fusa.
epilogo
Una settimana dopo, finalmente Sherlock potè togliere il tutore.
Mycroft era venuto a trovare suo fratello un paio di volte portandogli, pian piano, vestiti e altre cose utili per prendersi cura di un gattino iperattivo.
-Sherlock! Scendi subito dal tavolo! –lo richiamò John  -Non voglio andare! – protestò il ragazzo-gatto imbronciandosi.
-Sher! Dobbiamo andare… è solo un prelievo, Molly ci aspetta in ospedale. – riprovò John ma era come scontrarsi con un muro.
-Non voglio andare sto bene! – protestò ancora il ragazzo
-Tesoro, non c’è niente di male ad aver paura… dai cucciolo, appena abbiamo finito torniamo subito a casa, te lo prometto! – disse John
-Va bene ma tu non te ne vai! – accettò arrendendosi, sapendo di non avere via di scampo.
………………………………………………….
-Salve ragazzi! Ciao gattino… vieni abbiamo questa sala solo per noi! – disse molly sorridendo mentre entrava, seguita da Mycroft e John e un riluttante Sherlock.
-Sherlock perché non ti sdrai sul lettino? – chiese la donna mentre prendeva un carrello con alcuni strumenti base.
-John! – piagnucolò il gattino spaventato.
-Sherlock! Non fare il bambino! – lo riprese Mycroft –Myc! non dargli addosso è solo spaventato… - lo riprese John avvicinandosi al ragazzo.
-Vieni con me cucciolo, nessuno ti farà del male te lo prometto… - ripetè John aiutandolo a stendersi sul lettino.
-Ora devo farti un prelievo di sangue – disse Molly prendendo una siringa vuota –No, John mi fa male‼ - protestò il gattino
-Non è vero micino, non sentirai niente, solo un pizzichino te lo prometto. – rispose il medico mentre Molly iniziava il prelievo all’insaputa del ragazzo.
-Tutto fatto! Non ti ho fatto male vero? – chiese la dottoressa sorridendo alla faccia sconvolta di Sherlock –John ora vado a casa? – chiese non rispondendo alla risposta della donna.
-Si cucciolo, ora andiamo a casa! – rispose Watson scombigliandogli i capelli.
-Allora io vado, Sherlock non fare i capricci con John, adesso sei affidato a lui, - disse Mycroft togliendo il disturbo.
-A presto Molly, e grazie! – ringraziò John abbracciando la donna. –Figurati tesoro, vieni a trovarci a Baker Street, noi ti aspetteremo! – disse John sorridendo.
-Si ma senza siringhe! – affermò Sherlock.
-Promesso cucciolo, ora sparite prima che vi ricoveri entrambi! – disse con finta minaccia la donna cacciandoli dalla stanza.
Finalmente anche John Watson aveva il suo da fare!

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