Teddy boy di kamy (/viewuser.php?uid=60751)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Cap.1 Boss of the gang ***
Capitolo 2: *** Cap.2 Incontro di mezzanotte ***
Capitolo 3: *** Cap.3 Sensual ***
Capitolo 4: *** Cap.4 L'incontro con Tony Stark ***
Capitolo 5: *** Cap.5 Compromesso ***
Capitolo 1 *** Cap.1 Boss of the gang ***
Ringrazio anche solo chi legge.
Teddy boy
Cap.1 Boss of the gang
Steve allargò le gambe sul cofano della macchina,
succhiò il chupa chupa piegando il capo all'indietro; il
ciuffo biondo scintillò per la brillantina strofinando
contro il volto roseo. Osservò le orecchie del peluche a
forma di coniglio rosa davanti a lui, lo afferrò
stringendolo alla maglia a dolcevita con collo alto e sorrise spostando
il chupa chupa da una guancia all'altra. Vide un braccio muscoloso
dalla pelle scura, saltò giù dal cofano della
macchina facendo oscillare i bordi dei pantaloni a sigaretta strappati;
sorrise sporgendosi e afferrò il braccio con la mano libera,
issandosi. Unì le gambe, fece una capriola e si mise sul
bicipite rigonfio. Sulla pelle nera della sua base si potevano vedere
le vene rigonfie e la luce del sole faceva brillare il sudore. Steve si
piegò di lato e appoggiò la testa sulla spalla di
Luke Cage. Si tolse il chupa chupa e lo ticchettò su una
delle catene che avvolgevano l'addome del gigante. Si
sollevò gli occhiali da sole e alzò e
abbassò un paio di volte i piedi, le scarpe di cuoio erano
sporche di olio di motori. Tolse dalla tasca dei jeans a sigaretta
usurati un fazzoletto e ci mise dentro il chupachupa, rinfilandocelo.
"Si può sapere cosa vuoi nella nostra zona?"
domandò.
Bucky caricò la pistola facendola scattare,
inspirò il fumo della sigaretta ed espirò dal
naso. Lucke digrignò i denti, corrugando la fronte e
socchiudendo gli occhi. Howard alzò il capo guardando Steve
seduto sul braccio di Luke, voltò il capo verso Bucky e
sogghignò osservando le catene avvolgere il petto di Cage.
Si lisciò il pizzetto brillante per la gelatina, si
leccò le labbra sorridendo.
"Voglio proporvi un affare, se sarete così gentile da
ascoltarmi" disse, con tono amichevole.
Steven infilò la mano nella tasca del gilet in broccato, ne
tirò fuori un sacchetto e lo aprì. Ne prese una
chewingum e se la mise in bocca. La masticò rumorosamente,
gonfiò una bolla e la fece esplodere.
"Ritorna alla tua tana d'oro, riccastro" sibilò Bucky.
Sollevò la pistola e la puntò verso la sua testa.
Howard guardò la canna della pistola, schioccò la
lingua e dietro di lui entrarono una decina di militari che si
fermarono alle sue spalle. Howard sorrise, le iridi brillarono e
incrociò le braccia.
"Voglio risolverla amichevolmente. Ci sono fin troppe armi che
potrebbero capitare da queste parti".
Steve saltò giù dal braccio muscoloso di Cage,
masticò rumorosamente e mise le mani nelle tasche dei jeans.
Avanzò e ghignò, socchiudendo gli occhi.
"Se vuoi convincere i miei ragazzi, devi sganciare i verdoni. Non far
vedere un paio di soldati, non a me comunque" disse.
Fece l'occhiolino a Howard. Howard sorrise malizioso, si sporse in
avanti e avvicinò le labbra all'orecchio di Steve; socchiuse
gli occhi.
"Sono a tua disposizione, dolcezza. Io, i miei soldi e perfino i miei
soldati" sussurrò.
Steve gli ticchettò sul basso ventre e ridacchiò.
Si sentirono Bucky e Luck ringhiare, da dietro le macchine tutt'intorno
si sentirono delle pistole caricate.
"Cosa mi proponi?" domandò.
Howard sogghignò, gli avvicinò una mano al fianco
e gli sfiorò il sedere con la punta delle dita; socchiudendo
gli occhi brillanti di riflessi castano scuro.
"Cosa vuoi, lolly?"
chiese di rimando.
Steve socchiuse gli occhi azzurri.
"Prima dimmi cosa vuoi dalla mia gang, poi magari vederti nel parco a
mezzanotte" soffiò.
Indietreggiò, raggiunse una motocicletta e si sedette sul
sellino. Accavallò le gambe e sporse il bacino in fuori.
Howard schioccò le dita, i soldati fecero il saluto e si
voltarono uscendo a passo di marcia; i loro passi rimbombarono. Howard
sorrise, si leccò le labbra.
"Voglio che facciate delle consegne per me, dove vi dirò io.
Niente domande e il guadagno di metà di ogni cassa
consegnata resta a voi" disse.
Accentuò il sorriso, piegò il capo di lato.
"Se fate domande, invece, solo un terzo".
Steve alzò il sedile della moto, ne tirò fuori un
fumetto in bianco e nero, aprendolo.
"Nessuna domanda" ribatté.
Lucke sbatté a terra la catena e Bucky pestò la
sigaretta sotto il piede.
"Siamo professionisti, noi" sibilò.
Howard osservò Steve aprire il fumetto, si leccò
le labbra e piegò il capo di lato.
"Allora, ti aspetto a mezzanotte, lolly" disse, suadente.
Guardò gli altri due, inarcò un sopracciglio,
batté le palpebre sporgendo le labbra.
"Per il primo carico".
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Capitolo 2 *** Cap.2 Incontro di mezzanotte ***
Ringrazio
anche solo chi legge.
Cap.2 Incontro di mezzanotte
Steve masticò rumorosamente la masticante e
incrociò le braccia. Guardò
Howard uscire dalla macchina, la luce della luna si rifletteva sulla
carrozzeria nera.
"Mezzanotte
precisa, sei puntuale riccastro" sussurrò seducente.
Howard
strinse le labbra, avanzò e socchiuse gli occhi.
“Sembrava
allettante venire qui ...”.
Lanciò
un'occhiata alla macchina, si morse il labbro e tornò a
guardare
il biondo.
“...
Da solo, ovviamente”.
Steve
si tolse la masticante dalla bocca, la lasciò cadere per
terra e la
pestò sotto la scarpa.
"Vuoi
finire di parlare di lavoro o prima il piacere?" domandò.
Si
sporse in avanti e fece l'occhiolino. Howard si slacciò la
cravatta,
deglutì sentendo il sudore aderire alla pelle.
“Prima
il dovere, temo”.
Si
slacciò la giacca, socchiuse gli occhi scuri.
Lanciò un'altra
occhiata alla macchina, inspirò e si tolse la giacca.
“Se
si attende, il piacere aumenta” sibilò.
Steve
schioccò le dita. Bucky lo raggiunse correndo con la schiena
bassa e
la mano sulla fascia del fucile che teneva sulle spalle.
"La
zona è libera, il riccastro non ha portato i suoi scagnozzi
soldatini e non ci sono piedipiatti" sussurrò.
Steve
annuì. Luck uscì da dietro una serie di cespugli
e alberi con dei
ragazzini e si diressero verso la macchina.
"Dove
sono le casse?" domandò il gigante nero.
Stringeva
in una mano una catena e Bucky mise la mano sulla fondina della
pistola. Howard strinse i pugni assottigliando le labbra.
“Non
molto leale da parte tua farmi venire da solo e portarti
metà banda”
si lamentò.
Indicò
verso la macchina, sorrise amichevole.
“Fortunatamente,
non sono un tipo che porta rancore”.
Piegò
il capo socchiudendo gli occhi scuri.
“Visto
che sai che la zona è sicura, vieni a vedere”.
Steve
si tolse un chupa-chupa dalla tasca del gilet in broccato.
"Il
carico consiste in casse numerose e pesanti. I miei ragazzi sono
qui solo per trasportarle" ribatté secco.
Succhiò
rumorosamente, sporcandosi le labbra rosa con una striscia
zuccherina. Howard raggiunse il bagagliaio, guardò
attraverso il vetro
posteriore notando una chioma castana. Ringhiò, diede un
forte colpo alla
macchina e la chioma all'interno sparì. Howard
annuì, tirò su il
bagagliaio.
“Prego,
fai pure caricare il tutto”.
Steve
batté le mani facendo schioccare la lingua ed i suoi uomini
iniziarono a svuotare le case dalla macchina, caricandole sopra le loro
motociclette.
"Suppongo
che il carico si sia ridotto perché è la prima
volta e vuoi
vedere se ti puoi fidare di no, ma sappi che vogliamo la stessa grana
che
ci sarebbe spettata se fosse stato tutto il carico".
Howard
allargò le braccia con un sorriso.
“Tu
non ti sei fidato di me, e io di te. Quando saprò che queste
sono state
consegnate, avrete metà dei soldi e io resto del carico.
Quando tutto sarà
finito, avrete l'altra metà e il nostro accordo
sarà concluso” disse.
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Capitolo 3 *** Cap.3 Sensual ***
Ringrazio
anche solo chi legge.
Cap.3 Sensual
"Anche
se sei stato di parola sul pagamento, non sei stato sincero sul fatto
che sei venuto da solo" disse Steve. Accavallò le gambe e si
sedette su una cassa vuota, giocherellò con il bastoncino
del chupa-chupa consumato.
"Ho
visto una chioma castana nella tua macchina. Il maggiordomo?"
domandò.
Accavallò
le gambe e assottigliò gli occhi.
Howard
incrociò le braccia stringendo le labbra, distolse lo
sguardo e si leccò le labbra.
"Il
maggiordomo mi aspetta con la macchina poco lontano" rispose.
Gli
osservò le gambe accavallate, schiuse le labbra grattandosi
i baffetti.
"Due
macchine? Spero che questo non significhi che vuoi darmi buca con
l'altra metà del carico" sibilò Rogers.
Howard
si passò le mani tra i capelli e sogghignò
allargando le braccia, si mosse sul posto in tondo scuotendo il capo.
"Pensavo
fosse più saggio non andare e venire con la stessa macchina,
nel caso qualcosa fosse andato storto".
Steve
si rialzò in piedi e raggiunse la propria motocicletta. Il
vento smuoveva la polvere che copriva le strade e un giornale
ondeggiò facendo rumore, volando sotto la luce di un
lampione.
"Aspettando
il resto del carico, visto che i miei uomini non sono vicinissimi, ti
va di divertirti?" domandò. Si tolse un accendino dalla
tasca, si sedette a cavalcioni sulla moto ed iniziò a far
scattare l'accendino.
Howard
lo raggiunse, lo guardò dall'alto in basso e sorrise
suadente socchiudendo gli occhi scuri.
"Ho
infranto la regola e vengo premiato?", chiese, "mi meraviglio che la
tua gang funzioni".
Steve
si accese una sigaretta e gliela premette sulla mano, ridacchiando.
"Tirami
una fregatura e ti ritroverai senza testa" ringhiò.
Howard
piegò il capo all'indietro sentendo la pelle bruciare, si
morse la lingua e socchiuse gli occhi.
"Quindi
non credi sia un poliziotto" sussurrò, roco.
Steve
si portò la sigaretta alle labbra rosee e aspirò,
espirando dal naso.
"I
poliziotti mi avrebbero arrestato perché mi faccio trom**re
dagli uomini e da lì mi avrebbero obbligato a parlare sul
resto" rispose. Il fumo gli uscì dalle narici.
Howard
gli sfiorò la guancia liscia con la mano avvicinandosi
maggiormente, socchiuse gli occhi e sorrise.
"Posso
dirtelo, se davvero ti interessa".
Steve
si tolse la sigaretta dalle labbra, abbassandola, espirandogli del fumo
in viso.
"Dirmi
cosa?" domandò roco.
Howard
socchiuse gli occhi sentendoli arrossarsi, aderì a lui e
deglutì sentendo la gola secca.
"Cosa
nascondo" sussurrò.
Gli
poggiò una mano sulla coscia e la carezzò con
movimenti circolari.
"Sei
un premio che va meritato".
Steve
si piegò all'indietro, aprendo di più le gambe e
gli avvicinò quella che gli stava accarezzando.
"Perché
no, così magari ti dico qualcosa anche io" soffiò.
Howard
si leccò le labbra deglutendo a vuoto, si passò
le mani sui capelli e gli strinse i fianchi con forza fino ad arrossare
la pelle chiara.
"Da
cosa cominciamo, diavoletto tentatore?" sussurrò.
Steve
appoggiò le mani sulla moto e si sollevò su di
esse, con le gambe gli strinse i fianchi, strofinando l'inguine contro
l'altro.
"Dimmi
tutto" mugolò con voce roca.
Howard
gemette piano, lo avvicinò a sé con uno scatto e
gli leccò le labbra sentendo il sapore di nicotina.
"In
macchina c'è il mio fratellino" sussurrò.
Steve
lo baciò, approfondì il bacio fino ad arrossarsi
le labbra, affondò la sua lingua nella bocca dell'altro
mugolando ripetutamente di piacere. Iniziò a strusciarsi
all'altro, facendo ondeggiare la motocicletta e dimenò
freneticamente il bacino.
Howard
gemette, si strusciò su di lui con foga sentendo i pantaloni
stringere e gli passò le mani sui fianchi, si
scostò e ansimò.
"L'idea
di una cosa a tre ti eccita?" scherzò.
Steve
scrollò le spalle, un rivolo di sudore gli scendeva dalle
labbra sottili.
"Dipende
da com'è il fratellino". Lo stuzzicò.
Howard
gli leccò il rivolo di sudore, gli infilò le mani
nei pantaloni e mugolò.
Si
agitò sul posto strofinandosi ripetutamente contro Steve.
"Un
povero idiota che deve essere trasportato da un posto all'altro, lo
tengo solo per pubblicità".
Steve
si scese i pantaloni, gli prese la mano infilandosela nei boxer e
gliela strinse fino a fargliela scricchiolare, aiutandolo a
massaggiarlo.
"Così
m'incuriosisci" sibilò.
Howard
gemette, si tese verso di lui con tutto il corpo e gettò il
capo all'indietro.
"Cosa
... cosa vuoi sapere?" chiese, annaspando.
"C'è
una fregatura o lo posso conoscere?" gli domandò
all'orecchio. Glielo mordicchiò, mentre il sudore iniziava a
scendergli lungo il collo pallido.
Howard
ansimò, mugolò spingendosi verso di lui con il
bacino e socchiuse gli occhi liquidi.
Steve
gli mordicchiò il labbro, iniziando a sfilarsi il resto dei
vestiti.
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Capitolo 4 *** Cap.4 L'incontro con Tony Stark ***
Ringrazio
anche solo chi legge.
Cap.4
L'incontro con Tony Stark
Steven
si era infilato in macchina, indossava solo dei boxer.
"Tu
saresti il fratellino?" chiese. La sua bocca puzzava di
nicotina, ma con un retrogusto dolciastro.
Tony
sollevò gli occhi verso di lui, sulle ginocchia teneva un
robot di
metallo, viti e pezzi meccanici erano sparsi sotto al sedile.
"Tu
saresti il gangstar".
Steve
scrollò le spalle.
"Sono
uno che vuole occuparsi dei suoi ragazzi" disse, mordicchiandosi
l'indice.
<
Allora tra i due è lui il più intelligente, ma il
fratellone non
vuole perdere il primato > rifletté
Tony
si chinò, raccolse dei bulloni e riprese a unire fili, con
le dita
sporche d'olio nero.
"Non
fargli notare di essere un tipo sveglio. Potrebbe detrartelo dalla
paga".
Lanciò
uno sguardo di sottecchi al giovane accanto a lui.
<
Si vede subito che è uno abituato a capire gli altri e ad
usare
quello che capisce. I tipi che Howard adora avere legati ad un letto
> pensò.
Steve
appoggiò il viso sulla mano, guardandolo con sguardo
intenso, le sue
iridi azzurre avevano dei riflessi che tendevano al blu. Le sue
labbra sottili si erano arrossate, i suoi capelli biondo grano gli
ricadevano scomposti sul viso accaldato. Sulle spalle pallide aveva
delle efelidi, su tutto il corpo segni di morsi e succhiotti. I suoi
glutei sodi erano stretti da dei boxer verde scuro.
"Tranquillo,
per me il più sveglio è chi paga"
soffiò.
Tony
tornò a guardare il suo robot, osservando cavi a cui stava
lavorando.
"Allora
dovresti essere lì a sedurlo".
Steve
si tolse una morbida ciocca dal viso con un movimento lento.
"Si
stava riposando un po'" rispose.
<
Voglio capire perché non è venuto da solo
nonostante fosse nelle
regole > pensò.
Tony
mugugnò, tirò fuori un cacciavite lungo un indice
e prese a svitare
delle piccole viti.
"Se
vuoi sapere perché sono qui, è per la
qualità delle armi. E perché
sono il migliore".
Steve
socchiuse gli occhi e si tirò indietro, appoggiandosi alla
portiera.
"Che
fai? Leggi nel pensiero o tiri a indovinare?" chiese. Si mise le
mani sulle cosce definite.
Tony
scrollò le spalle, tolse tutte le viti aprendo uno
sportellino con
dei tasti e si mise a digitare.
"Rispondo
alle domande scontate. 'Chi è?', 'Perché Howard
lo porta con sé?',
'Perché dovrei mantenere gli accordi se Howard non lo fa?'.
Cose
così".
Steven
ridacchiò e alzò le sopracciglia.
"Quale
sarebbe la successiva?" chiese con tono curioso.
Tony
digitava sui tasti, gli occhi fissi sul robottino che emetteva lievi
bip ad ogni comando.
"Quella
che hai appena fatto. E per inciso non prevedo il futuro, solo le
probabilità. E se dai a Howard quello che vuole fingendo io
non
esista, lui ti darà quello che vuoi, fingendo lo stesso".
Steve
si massaggiò il collo.
"Sei
complicato per me" ammise. Aprì la portiera.
"Però sei
interessante. Sembri uscito da un fumetto". Fece scivolare le
gambe fuori e appoggiò i piedi nudi per terra.
<
Sembra seccato dalla mia presenza. Che peccato, tipi così di
solito
non s'incontrano >.
Tony
sollevò lo sguardo dal robottino, si sporse e gli prese il
polso.
Sollevò il capo, con un mezzo sorriso.
"Scusa.
Le persone non capiscono che io non so come si fa a non andare in
giro come se possedessi ogni posto in cui vado".
Gli
fece un cenno con il capo verso l'interno della macchina.
"Resta
e chiedi. Sono un amante del multitasking".
Steve
avvertì il battito cardiaco accelerare, mentre vedeva il suo
riflesso negli occhi color nocciola dell'altro, dai riflessi dorati.
"Dipende.
Cosa ne pensi dei disegnatori?" chiese.
Tony
sorrise, guardandolo negli occhi, con le ciglia che fremevano.
"Li
adoro".
Steve
gattonò avvicinandoglisi: "Allora abbiamo qualcosa di cui
parlare".
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Capitolo 5 *** Cap.5 Compromesso ***
Ringrazio anche solo chi legge.
Cap.5
Compromesso
Steven
si avvicinò alla grande vetrata e
vi poggiò la mano, osservando lo strapiombo con il mare
sottostante.
"Questi
posto non sembra vero"
sussurrò.
Howard
sogghignò, avvicinandosi a lui.
"Naturalmente.
È
il mio regno fatato".
Tony
roteò gli occhi, sedendosi sul
divano che occupava metà del soggiorno dietro di loro.
"Che
ho costruito io".
Rogers
si appoggiò la mano sul fianco.
"Stark kingdom?" lo rinominò.
Howard
annuì, allargò teatrale le
braccia.
"Tutto
quello che vedi oltre queste
finestre, è mio" disse.
Tony
buttò le gambe sul bracciolo del
divano, un robot fece capolino dal corridoio trasportando un cartone di
pizza.
"Costruito
con i soldi che guadagno
io".
Howard
gli lanciò un'occhiataccia.
"La
finisci?".
Steven
si nascose il viso con la mano e
ridacchiò.
"Sono
convinto che entrambi
portiate cose utili".
<
Non so quanto questa lotteria della
fortuna durerà.
Devo
approfittarne al massimo per i miei
ragazzi >.
Howard
sogghignò, gli avvolse un fianco
con il braccio.
"Oh,
mio fratello è un incredibile
ingenuo. Se non ci fossi io, venderebbe armi a chiunque pensando che le
usino
solo per difendersi".
Tony
morse una fetta di pizza, con un
sopracciglio inarcato.
"Io
almeno non penso che Teddy Boy
sia davvero interessato a noi".
Steven
si appoggiò al vetro con la
schiena.
"Io
sono una merce con scadenza non
molto rara.
Però
non dipingo con tutti, da parte mia
l'interesse per il vostro regno c'è tutto".
Howard
gli passò le mani sui fianchi,
scendendo fino al fondoschiena.
"Se
vuoi le chiavi del mio regno,
dovrai guadagnartele, baby".
Tony
ingoiò la pizza, scosse il capo.
"Mio
Dio, prendetevi una
stanza".
Howard
lo guardò, sogghignando.
"Vieni
anche tu, fratellino. Stevvy potrebbe
insegnarti qualche
trucchetto".
"Sarebbe
il minimo per quelle
chiavi" disse Steve, piegandosi in avanti.
<
Un posto così lo vorrei dare a
tutti quei ragazzi che si ritrovano in mano a quei maledetti
sfruttatori delle
altre gang >.
Guardò
la grande radio di legno
modificata accanto a un morbido divanetto bianco.
Tony
sventolò l'ennesima fetta di pizza
in aria.
"Lo
fa per i suoi ragazzi, Howard. È
sfruttamento".
Howard
sbuffò, si scostò da Steve e
raggiunse il fratello.
"Senti,
io mi divertirò con lui che
tu ci sia o no. Vuoi continuare a borbottare, o ti unisci a noi?".
Steve
si mordicchiò il labbro.
Giocherellando
col ciuffo disse:
"Non potete proprio stare senza litigare?'.
Tony
rise.
"No,
siamo geneticamente
programmati per non andare d'accordo".
Howard
sbuffò, divertito.
"Gli
Stark non hanno mai due figli.
Noi siamo un caso unico".
"Suppongo
sia unico anche il suo
fingersi interessato allo sfruttamento delle persone"
insinuò Steve.
Howard
rise, raggiunse Steve e gli
carezzò un fianco.
"Oh,
no, gli interessa davvero: è
quella la parte peggiore. Per fortuna ci sono io a fargli godere la
vita".
Tony
sospirò sconsolato, si mise in
piedi e li raggiunse.
"Basta
tu sappia che ci toccherà
ospitare tutte le gang di Brooklyn e dintorni" disse.
Steven
raggiunse Tony e lo baciò.
"Non
oserei tanto".
Tony
sogghignò, gli poggiò un leggero
bacio sulle labbra.
"Io
scommetto di sì".
Howard
roteò gli occhi, con un ghigno.
"E
se deve essere, che sia"
disse.
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