Innamorata di un genio

di Roylove
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** L’inizio, ricordando il passato ***
Capitolo 2: *** Nessuno dovrà saperlo ***
Capitolo 3: *** Regali ***
Capitolo 4: *** Scoperti ***
Capitolo 5: *** Incontri ed inconvenienti ***
Capitolo 6: *** Problemi di coppia? ***
Capitolo 7: *** Operazione ***
Capitolo 8: *** Lila Archer ***



Capitolo 1
*** L’inizio, ricordando il passato ***


È la mia prima storia su criminal minds , sono una fan di Spencer Reid quindi la storia sarà incentrata maggiormente su di lui e su una new entry , Emily Ward.  Spero vi piaccia.
 
 
 
Pov Emily 
 
Erano appena le 7 del mattino quando mi svegliai, per un attimo rimasi spaesata, era così da tre giorni, ma dopotutto è normale quando ti trasferisci in una nuova casa, in un nuovo stato per di più completamente da sola.
Io Emily Ward nata e cresciuta in un piccolo paese del Kansas, ora mi trovavo a quantico per il mio nuovo lavoro come agente dell'FBI, ero una profiler di soli 25 anni, sarei stata la più piccola e magari quella presa di mira dai colleghi, me lo sentivo.
Così alle 7 mi alzai, feci colazione , mi sistemai ed ero pronta per le 7.30, il mio orario iniziava alle 8 quindi ero in perfetto orario.
Optai per un pantalone nero, una camicia marrone con un coprispalle nero e degli stivali neri con un minimo di tacco. I miei capelli castani chiaro li avevo lasciati sciolti, erano lunghi ma lisci come degli spaghetti. 
Mi avvisi e dopo 20 minuti mi ritrovai nel mio nuovo posto di lavoro.
Una volta dentro cercai l'ufficio di quello che sarebbe divenuto il mio superiore, l'agente Aaron Hotchner, mi indirizzario verso una porta, bussai e fui invitata ad entrare.
-Salve, è l'agente Hotchner?-
-In persona, lei deve essere l'agente Ward.-
-Si signore.-
-Sono felice che abbia accettato la nostra domanda. Ci servono menti come la sua, ne abbiamo già una, ma come si dice "due sono meglio di una".- Era abbastanza simpatico, ma era anche molto distaccato.
-Ha ragione!- Risi.
-Ora ti presenterò alla squadra, abbiamo l'abitudine di darci del tu, so che all'inizio può essere un po' difficile, ma ti ci abituerai molto presto.-
-Ok.- 
Ci avvisammo fuori dall'ufficio e ci dirigemmo verso le scrivanie che si trovavano qualche scalino più in basso. Ci avvicinammo ad un gruppo di persone tre donne e tre uomini, solo uno era seduto, quello che pareva il più giovane di tutti, poi mi arrivó qualcosa sulla fronte , un contenitore piccolo e rotondo simile a quelli che contengono i rullini.
-Oh scusi!- Disse il più giovane .
-Reid!- Lo rimproveró Hotchner.
-Scusi! Stavo provando un trucco di scienza e magia.- Venne verso di noi, i suoi occhi mi ricordarono quelli di un cucciolo di cane erano chiari.
-Sai come la penso... comunque volevo presentarvi il nuovo membro della squadra , l'agente Emily Ward.-
-Un'altra Emily! Speriamo che non sia come quella di adesso!- Disse un uomo di colore.
-Che vorresti dire?-Ribatté una donna con i capelli lunghi e neri.
-Niente niente.... comunque molto piacere tesoro, sono Derek Morgan. Chiamami se ti servo.-Allora l'uomo di colore era Derek.
-Io invece sono Emily Prentiss , forse dovremmo darci un soprannome per riconoscerci.-La donna con i capelli neri si chiamava come me, sarebbe stato facile da ricordare.
-Forse è meglio.- Risi assieme a lei.
-Io sono Jennifer Jareau, ma puoi chiamarmi JJ, lo preferisco.- JJ era bellissima e molto aperta a quanto vedevo.
-Io sono Penelope Garcia , non starò sul campo con voi, ma vi sarò molto utile anche da qui.- Penelope era vestita davvero in modo strano, lei era strana e questo mi piaceva molto.
-É un piacere averti qui, sono David Rossi.-
L'uomo mi diede due baci, uno per ogni guancia, Non ero abituata al contatto umano, ma per quella volta ci passai sopra, forse rossi era il più anziano del gruppo.
-Mi avete lasciato per ultimo... sono Spencer Reid, piacere.... ah e scusami ancora per il razzo di prima.-
Lui era chiuso, più me, notavo che non amava il contatto fisico , non mi aveva stretto neanche la mano come avevano fatto gli altri, era rimasto lì con le braccia lungo i fianchi.
-Bene, vi lascio fare la sua conoscenza .- Hotchner mi lasciò nelle loro mani e JJ inizió subito a fare domande.
-Allora, sei di Quantico?-
-No vengo dal Kansas, sono qui per questo lavoro.-
-Dal Kansas? Ma quanti anni hai?- Chiese Morgan.
-25, lo so sono giovane.-
-Nah tranquilla il nostro Reid quando è entrato qui era più giovane.- Emily indicò Reid che ci guardò strano.
-Davvero?- Chiesi sorpresa .
-Lui è un vero genio.- Disse David.
-In realtà ho una memoria eidetica che mi fa memorizzare tutto quello che leggo, questo mi facilita molto l'apprendimento delle cose, in più ho un QI di 187 .- Rimasi allibita e meravigliata da quel ragazzo.
-Un geniaccio in poche parole...- Constató Morgan.
-Incredibile!- Esclamai e Reid ne era alquanto compiaciuto.
-Peró ora che ci penso per avere 25 anni ed essere qui devi essere un piccolo genio anche te.- Disse Penelope.
-Beh, in un certo senso, sono molto portata per la matematica e la letteratura. In più mi dicono che ho una sorta di dono, pensare come un serial killer, immedesimarmi in Lui, fin da quando ero piccola.-
-Una sorta di empatia.- Constató Rossi.
-Se vogliamo definirla così . ..- Dissi.
-Bene ragazzi, io torno alla mia postazione, a dopo!-Garcia se ne andò con il sottofondo di Morgan che gli diceva "ciao bambolina!".
-La scrivania di fronte a Reid è libera , puoi metterti lì.- JJ era dolce con me, saremmo diventate ottime amiche .
Mi accomodati, Cacciai i miei libri dalla borsa che avevo con me, presto avrei personalizzato il mio spazio a modo mio.
-Hai Arthur Conan Doyle! Lo adoro! Anche se il segno dei quattro mi sembra molto blando.- Reid notò i miei libri ed inizió a parlare di quello.
-Concordo , il mio preferito è il mastino di baskerville .-
-Se ti piace questo genere ti posso dare qualche nome di alcuni libri che mi piacciono e che potrebbero piacerti!- Reid era euforico più di me, amavo parlare con una persona che amava la letteratura.
-Si magati, Non trovo più libri soddisfacenti in giro!-
Mentre parlavamo gli altri ci fissarono quasi sbalorditi , noi ce ne accorgemmo e Reid li riportò alla realtà.
-Che c'è? Qualcuno che parla la mia lingua! Voi a malapena leggere Harry Potter!-
-Lasciamo perdere....- Disse Morgan tornando al monitor del computer.
- Hai detto che sei portata con la matematica, quindi immagino ti piacciano anche gli scacchi.-
-Li adoro! Ma da dove vengo nessuno ci gioca, quindi ho dovuto giocare contro me stessa per un bel po'. -
-Quando vuoi puoi giocare con me, sono molto bravo.-
-Volentieri!-
E così inizió il mio primo giorno di lavoro.
Passarono i mesi 6 per essere precisi, di crimini e serial killer ne vidi a palate, conobbi bene tutti, soprattutto JJ , Morgan e Reid, con Reid avevo un legame speciale, amavamo le stesse cose e ci scambiavamo molti libri, in più le nostre partite a scacchi erano molto lunghe e molte volte avevano anche gli altri come spettatori.
Era dicembre , inizio mese quando ci chiamarono per un caso, JJ ci convocò tutti nella sala riunioni .
-Abbiamo un caso nel Kansas , a Paola con precisione.- Hotchner mi guardò negli occhi.
Era la mia città, ero nata e cresciuta lì, chi poteva essere a commettere omicidi? 
- Butta le vittime in un lago ghiacciato, poi ne esporta gli organi, non sono state trovate tracce , sappiamo solo che per ora usa un coltello vecchio, poco affilato.- 
-Serial killer inesperto.- Constató Morgan. 
-Forse toglie gli organi alle vittime per rivenderli al mercato nero?- Proposi.
-Dobbiamo scoprirlo, avete l'elenco delle vittime .-
Lessi quei nomi e per poco non mi venne un infarto, 3 nomi e tre ragazzi che conoscevo.
-Emmy conosci qualcuno di questi?- Hotchner mi aveva chiamato col nomignolo che mi avevano affibbiato. 
-Tutti e tre.- La reazione della squadra fu di sbigottimento. 
-Sai cosa possono avere in comune?-Chiese Rossi. 
-In questo momento non mi viene in mente niente , solo che eravamo tutti vicini di casa , non di famiglie benestanti e andavamo tutti alla stessa scuola.-
-Il serial killer per come uccide le sue vittime prova un senso di rabbia verso di loro, come se avesse un conto in sospeso con loro, una sorta di vendetta. Magari gli avevano fatto un torto.-
-Al jet tra 15 minuti.-
Quella storia mi sconvolse non poco, e sul jet cercai di trovare un nesso tra le vittime.
Dopo aver deciso sul da farsi Spencer mi si avvicinò. 
-Tutto bene?-
-Si, credo di si.-
-Eravate molto amici ? Te e le vittime intendo.-
-Veramente non ci siamo mai sopportati, ma non gli avrei mai augurato una fine del genere.-
-Quindi non andate d'accordo. -
-Erano i miei aguzzini , a scuola e fuori.-
-Avevi problemi con i bulli?-
-Ogni singolo giorno della mia vita.-
- Ti capisco.-
-Stiamo atterrando, mettetevi le cinture.- Morgan sbucó dal bagno e noi obbedimmo.
Una volta nella mia città andammo subito al dipartimento di polizia, li mi riconobbero tutti e cosi iniziammo a lavorare insieme al caso.
-Dovremmo parlare con le famiglie. - Disse JJ. 
-Reid, Emmy e Morgan voi andate dalle famiglie, io e Rossi andremmo su luogo degli omicidi e JJ con Prentiss voi aiuterete a trovare qui in centrale.-
Io , Spencer e Morgan ci avviammo verso la casa dell'ultima vittima, ovvero Trevor Koock.
La casa era in mezzo alle campagne, poco distante anche dalla mia, o meglio la mia la vidi passando per la strada principare, era tutto pieno di neve, da noi gli inverni erano molto rigidi.  
-Hai avvertito i tuoi che sei qui?- Chiese Morgan. 
-No.- 
-Perché no?- Chiese Spencer. 
-Gli farò una sorpresa.- 
-Eccoci arrivati.-
Ci fermammo sul vialetto e bussammo alla porta.
-Emily?- La signora Koock mi aveva riconosciuta subito, come tutti in città. 
-Salve signora Koock, sono qui per conto dell'FBI , indichiamo sul caso di Trevor. -
-Venite dentro...-
-Il signor Koock è in casa?- Chiesi.
-No... mio marito è fuori per lavoro, tornerà domani.-
-Le dispiace se gli facciamo qualche domanda?- 
-No , prego accomodatevi.-
-Ha mai notato comportamenti strani in suo figlio?-
-In che senso strani?-
-Se si guardava attorno, rientrava più tardi del solito o se aveva cambiato atteggiamenti o routine.- Spiegò Spencer. 
-No, tutto nella norma . Rientrava alle solite ore, per questo ieri quando non l'ho visto rientrare mi sono preoccupata.- La donna era quasi in lacrime.
-Possiamo vedere la sua stanza? - chiesi.
-Perché?-
-Pensiamo che l'assassino si sia messo in contatto con lui, Magari troviamo qualcosa nel suo computer o tra la sua roba.- Spiegò Morgan.
-Capisco... vi accompagno.-
Salimmo al piano di sopra , la camera era modesta e molto ordinata, il computer era sulla scrivania e mi misi nella sua postazione.
-Qui ci serve Garcia.- constatai.
-Ci penso io!- Morgan prese il telefono e dopo qualche secondo la ragazza rispose .
Ci aiutò a sbloccare il computer e lì scoprimmo che Trevor aveva ricevuto una mail da un indirizzo non rintracciabile dove c'era scritto "tu sarai il prossimo".
-Non sono vittime casuali questo è certo, devono avere molto più in comune di quanto immaginiamo.
-Torniamo in centrale, Magari ci viene in mente qualcosa.- Dissi.
In centrale c'erano di nuovo tutti , non avevano trovato niente di nuovo, poi arrivó una chiamata, anonima.
-Chi parla?- Chiese Hotchner.
-L'ho fatto per April!- La voce era modificata computericamente. 
-Chi è April?-
-L'agente Ward sa chi era April. - Mi conosceva? Chi diavolo era? Cercai di concentrarmi su questa April, ma non mi venne niente in mente .
La chiamata finì e tutti gli sguardi andarono su di me.
-Chi è April?- Chiese Hotchner. 
-Non ne ho idea.- Dissi più confusa di tutti.
-Devi ricordare! - Disse Prentiss .
-Non ci riesco! Non ricordo nessuno con questo nome!- Esclamai.
Ero stanca, era quasi mezzanotte e avevo fame, il mio cervello non riusciva ad elaborare il tutto.
-Credo sia meglio andare a riposare , domani continueremo.- Rossi e JJ mi parlarono il mio bel sederino, Andammo in un B&B vicino la stazione di polizia, io dovetti stare in camera con Spencer, letto matrimoniald, chissà se anche agli altri era toccato il matrimoniale.
-Non posso credere che non ricordi chi è April. -
-Non so perché, ma i ricordi che ho dalla mia infanzia sono ben pochi e sfocati.-
-Magari dovresti parlare con i tuoi ,forse loro la ricordano questa April.-
-Domani andrò da mio padre e gli farò qualche domanda, ma adesso ti prego, dormiamo? La mia mente non reggerebbe oltre.-
-Si ok! Buonanotte.- Spencer si era messo di spalle a me è molto lontano, quasi sul bordo del letto, so che stare così vicino a qualcuno in una cosa così intima come il sonno gli dava fastidio.
La mattina però mi ritrovai con un suo braccio sulla mia faccia, e lui che russava beatamente, che carino quando dormiva, certo magari non era il massimo il braccio sulla mia faccia ma alla fine non aveva fatto niente di male.
Mi alzai con tutta calma facendo attenzione a non svegliarlo, andai in bagno , stava dormendo quindi non chiusi la porta a chiave, o meglio la porta non aveva neanche una chiave.
Stavo facendo la doccia quando vidi Spencer entrare ci fu un attimo di silenzio e lui mi guardò quasi pietrificato.
-FUORI!!!- Esclamai coprendomi il più possibile con la tendina semitrasparente della doccia.
-SCUSA!!- Urlò lui uscendo di corsa dal bagno.
Finii la doccia e tornai in camera avvolta da un asciugamano , Spencer era visibilmente sconvolto dell'accaduto e cerco di scusarsi in tutti i modi possibili finché non entró in bagno a farsi una doccia.
Quella mattina avrei finalmente rivisto mio padre dopo mesi, così mi sistemati alla meno peggio e quando Spencer fu pronto ci avvisammo assieme al resto della squadra verso la centrale.
-Io vorrei andare da mio padre, magari lui sa dirmi qualcosa di più su April, io non riesco proprio a ricordare.-
Hotchner acconsentì a patto che Spencer e JJ venissero con me.
Così mi ritrovai a bussare alla porta di casa mia o meglio di mio padre.
Quando mi aprì ci fu un attimo di silenzio dopodiché parlai.
- Ciao papà. -
-Emily... sei Qui! Come mai?- Mi abbracció.
s-sono qui per un caso, loro sono i miei colleghi, Spencer e JJ.-
-Molto piacere signor Ward. - Disse JJ.
-Venite entrate, ho appena fatto una crostata, metto su la cioccolata calda.- Mio padre ci fece passare e ci mettemmo in salotto, l'arredamento non era cambiato sempre la carta da parati ocra, i mobili di noce e il vecchio divano dove caddi e mi scheggiai un dente. Ero felice di vedere che dopo la mia partenza non si era buttato giù. 
-Questa eri tu? -Chiese Spencer notando delle foto appese.
-Si, sono figlia unica, perciò troverete solo mie foto in questa casa.-
-Tua madre dov'è?- Chiese JJ. 
-Lei è morta quando avevo 13 anni, tumore al cervello.- 
- Mi dispiace.- JJ ci rimase male ma gli dissi che non doveva.
-eccomi , prego prendete.Crostata all'albicocca e cioccolata calda , niente di meglio per questo freddo.-
-Grazie papà. -
-Grazie infinite signor Ward. -
-State lavorando sul caso dei tre ragazzi trovati morti?- 
-Si papà e mi serviva il tuo aiuto per ricordare.-
-Cosa devi ricordare?-
-Ho mai conosciuto una certa April?-
A quel nome mio padre diventò serio.
-Era da tantissimo tempo che non sentivo parlare di lei... -
-Quindi conoscevo una ragazza che si chiamava April, perché io non mi ricordo?-
-Non era una ragazza, era una bambina di due anni più grande di te. Era una delle tue migliori amiche.-
-Davvero?-
-Si, morí affogata nel lago dove sono stati ritrovati i ragazzi, era il 20 dicembre, la trovarono sventrata. Tu eri lì con lei.-
-Come? Io non ricordo nulla di questa faccenda , quanti anni avevo? Chi è stato? Come? -
-Avevi 4 anni, eri lì con lei quando la trovarono morta, eri sotto shock e zuppa dalla testa ai piedi.-
-Forse per questo non ricordi, la tua mente era sotto shock ed ha rimosso ogni ricordo dell'accaduto.- Constató Spencer.
-Da quel giorno avevi paura di fare il bagno, io e tua madre non sapevamo che fare, poi ci dissero che fu un branco di cani selvatici ad aver sventrato il corpo di April. -
-Ed io non ricordo niente.-
-Almeno adesso sappiamo chi è questa April, anche se non sappiamo ancora come sia morta di preciso.- Disse JJ. 
-Invece ci sarebbe un modo.- Disse Spencer. 
-Ricordo in trans...- Spencer aveva avuto la mia stessa idea.
-Se eri lì con lei sapremmo anche come è morta e magari troviamo anche il colpevole.-
-Si, lo farò.-
-Dobbiamo dirlo agli altri.- Disse JJ. 
-Noi ora andiamo papà, ti passo a trovare prima di ripartire.-
-Che ne dite di fare una cena tutti assieme prima che ripartiate?-
-Ne saremmo molto felici.-Disse JJ.
Ci avvisammo alla centrale ed una volta lì volle provare a farmi ricordare, con l'aiuto di Spencer.
-Ok Emmy  , sei al venti dicembre di quando avevi 4 anni, sei sulla neve... riesci a capire dove sei?- Spencer... la sua voce era come ipnotica che era come se stessi sognando, ma funzionava, ero davvero lì quando ero piccola sulla neve.
-Sono sulla sponda dalla parte del bosco, vicino il lago.-
-Chi c'è con te?-
In lontananza vidi una bambina di circa  6 anni.
-Una bambina, non so chi sia.-
Poi sento lei chiamarmi e io che gli rispondo chiamandola per nome "April ".
-É April. -
-Cosa sta facendo?-
-é sulla piattaforma per attraversare il lago, la superficie è ghiacciata.-
Poi vidi in lontananza tre ragazzi, Trevor, Jeremy e Liam , quelli che sono stati uccisi.
-Ci sono anche Trevor , Jeremy e Liam, stanno infastisendo April. - Iniziavo ad essere agitata.
-Che gli stanno facendo?- 
-La stanno spintonando... April. -
Vidi che i tre le fecero perdere l'equilibrio e stava per cadere dalla piattaforma.
Trevor allora mi diede uno sguardo e poi disse di non dirlo a nessuno, sennò avrei fatto la sua stessa fine.
-April... sta cadendo dalla piattaforma. Non posso muovermi... ho paura.-
Così April cadere e solo allora riuscii a muovermi e andai dalla parte opposto del lago e mi accasciai sul ghiaccio per poter riuscire a prenderla.
-Sta chiamando aiuto!-
-Chi? April?-
-Si!  Non riesco a raggiungerla, fa troppo freddo, il ghiaccio sotto di me si sta rompendo.  Non si muove più!- Ero in lacrime.
Poi mentre mi volta per cercare aiuto, notai solo una figura bassa che se ne andava via, aveva dei capelli lunghi .
-Basta!- Quasi lo Urlai e mi alzai di colpo come svegliatami da un incubo.
-Tranquilla! Tranquilla, sei con noi adesso!- Esclamó Spencer mettendomi le mani sulle spalle.
-Tutto bene?- Chiese Prentiss. 
-Non sono riuscita a fare niente per aiutarla...- Dissi in lacrime.
-Eri una bambina avevi fatto con troppo .- Disse JJ. 
-C'era qualcun altro con Noi, una bambina, ma non sono riuscota a vederla bene, era nascosta tra gli alberi.-
-È già molto.- Disse Hotchner con un sorriso. 
-Devo avere tutti i nomi di chi frequentava la scuola elementare della zona in quel periodo.-
Disse Rossi seguito da Hotchner. 
-Hey dolcezza stai bene?-Chiese Morgan. 
-Si, ho solo bisogno di riordinare le idee. Almeno abbiamo scoperto che la persona lo ha fatto per una ragione.-
-Di sicuro la persona che ha fatto questo era quella che ha assistito alla morte di April. - Disse Prentiss.
- Non ricordi nessun dettaglio di quella persona oltre ai capelli lunghi?- Spencer insisteva, a volte mi dava i nervi quando lo faceva, ma alla fine non riuscivo mai ad essere arrabbiata con lui.
-No... vado al bar di fronte a prendermi un caffè. - Mi alzai ed uscii dalla centrale.
Il bar di fronte era poco affollato, ordinai un caffè e latte sperando che mi facesse ritornare la lucidità, quando la ragazza mi servì la bevanda la riconobbi era Amanda Bridge, era in classe con me fino alla fine del liceo.
-Amanda!-
-Oh mio dio Emily! Da quanto tempo , come mai qui?-
Strano che non la riconobbe subito, eppure era sempre uguale, magra, pelle bianchissima, capelli neri e trucco pesante.
-Lavoro per l'FBI ora, sono qui per un caso.-
-Di Trevor e gli altri due trovati morti? Gli sta bene, ci hanno sempre fatto soffrire, a tutte e tre.-
-Giá ma una morte così non l'avrei augurata a nessuno.-
-Scusatemi... - Era Spencer, appena entrato nel locale.
-Salve!-
-Amanda lui è un mio amico, nonché collega , il dottor Spencer Reid .-
-Molto piacere dottore. Posso portarle qualcosa da bere?-
- No grazie sto bene così. -
-Allora ci vediamo Emily.  Ciao!-
-Ciao. -
Spencer si sedé di fronte a me e mi fissava.
-Lo sai che mi metti a disagio se mi fissi.-
-Scusa, cercavo di capire come ti sentissi.-
-Chiedere semplicemente No?-
-A quale scopo? Tu mi avresti risposto che stai bene.  Ma vedo che l'episodio di prima ti ha scossa molto.-
-Si è vero. Ma me ne sto facendo una ragione quindi tra poco passerà. -
- Ti va di tornare in centrale? Hotch ti cerca.-
-Si andiamo.-  Pagai il caffè e una ciambella che prese Spencer e tornai alla centrale.
 
 
Continua che ne pensate? 
 

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Capitolo 2
*** Nessuno dovrà saperlo ***


Pov Emily 
 
 
Quando tornai in centrale Hotch mi diede tre pagine da leggere con dei nomi, tutti quelli che avevano quasi la mia stessa età e che erano venuti a scuola con me. 
-Qualche nome in particolare? Qualcuno che odiava Trevor o gli altri tre?- Chiese Hotch.
- Nessuno in particolare... un momento, questi due, Anita Gold e Carlos Rivera, anche loro erano presi di mira da Trevor e gli altri.-
-Andiamo da loro. - Stavamo per uscire quando mi arrivó una chiamata da un numero sconosciuto.
-Pronto!-
- Tu sarai la prossima!- La voce metallica , era l'assassino, mi bloccai e gli altri lo notarono.
-Chi sei!-
-Sarai la prossima! Soffrirai Come ha sofferto April!-
Detto questo riattaccó.
-Che ti ha detto?- Chiese Morgan. 
- Che io sarò la prossima.-
-Ok, tu rimani qui! JJ e Rossi resteranno con te. Non muoverci da qui.-
-Va bene.- Disse JJ, io feci la faccia scocciata. 
-Emmy, guai a te se ti muovi da qui.- Continuò Hotch. 
-Si ho capito!-
-Torniamo presto.-
Quell'attesa fu infinita, ma mi diede il tempo di riflettere, quando incontrai Amanda e gli avevo parlato del caso, aveva detto che Trevor ci aveva sempre torturate a tutte e tre.
Quella cosa non mi quadrava,conoscevo Amanda dai 5 anni e a scuola eravamo sempre insieme , Non parlava con altri, mi venne il dubbio che stesse parlando di April, così spiegai il tutto alla squadra non appena tornó. 
Spencer fece una delle sue solite teorie e schemi , e alla fine capiamo che era Amanda la colpevole. Purtroppo non mi diedero il permesso di andate con loro neanche ad arrestarla, la vidi solo quando entró in centrale , mi lanciò uno sguardo che voleva dire solo una cosa "ti uccideró!".
Mentre Morgan e Hotch interrogavano  Amanda io ero dietro lo specchio con Reid.
-Perché lo hai fatto?-
-Quei bastardi ci hanno sempre fatte soffrire, è stata colpa loro se April, la mia migliore amica è morta.-
- Tu li hai visti farlo?-
-Ho visto che la fecero cadere e lei scivoló, stava chiedendo aiuto ma la vostra cara collega era rimasta lì a fissarla, non ha fatto niente per salvarla, l'ha tirata fuori solo dopo che era morta e i cani arrivarono per sbranarla. Quanto avrei voluto che anche Emily morisse quel giorno.- 
A quelle parole mi ritornarono i sensi di colpa e Spencer lo notò, eravamo tutti un libro aperto per lui. 
- Non è colpa tua. Smettila di sentirti in colpa.-
- Era meglio se rimanevo all'oscuro di tutto.-
-Forse è un bene o forse no, Chi può dirlo! Ma per ora ci ha aiutati a risolvere il caso.-
-Hey.... come procede l'interrogatorio?- JJ era arrivata con Morgan e Prentiss. 
-A quanto pare a confessato.-
-Ormai aveva le spalle al muro, non posso credere che sono stata amica di una che voleva che morissi. -
-Bambolina hai gusti particolari in fatto di amicizie.-
-Puoi dirlo forte.- 
In quel momento uscirono Hotch e Rossi dalla sala.
-Verrá messa in un carcere di massima sicurezza, la sua mente non è del tutto lucida. Ma sta tranquilla, non arriverà mai a te.- Spiegò Hotch .
-Grazie. -
Quando trasferirono Amanda tirai un sospiro di sollievo , mi dispiaceva non essere entrata in azione con gli altri, ma forse da una parte era meglio così. Sfortunatamente partimmo subito verso Quantico , quindi non potei cenare con mio padre , il che mi rattristó un bel po', ma fortunatamente ci pensarono Spencer e Derek a tirarmi su di morale, si perché tra i due si era ingaggiata una gara di scherzi , e adesso Derek si ritrovava le urla di Spencer nelle cuffiette del lettore mp3. 
Una volta a Quantico andai nel parcheggio assieme agli altri , ognuno aveva la propria macchina e dato che era quasi mezzanotte chiesi un passaggio a qualcuno, prontamente Spencer me lo diede .
-Grazie! Non mi fido a tornare da sola con la metro , Non a quest'ora almeno.-
-Ma figurati! Io in primis non mi fiderei a mandarti da sola .-
Giuro che non me lo ricordavo così carino di profilo.... un momento! Che diavolo stavo dicendo? Era Spencer e anche se fosse non avremmo mai potuto avere una storia felice dato che tra colleghi non si può avere un rapporto al di fuori del lavoro.
Ero talmente immersa nei miei pensieri che non mi accorsi che mi aveva chiesto qualcosa.
-Allora ti Va?-
-Cosa?-
-Il cinema con gli altri domani sera, mi stavi ascoltando?-
-Si, scusa ero solo un po' sovrappensiero.  Comunque si mi va di andare al cinema.- Sorrisi, mi sarei sotterrata.
-Allora domani ti passo a prendere alle 9 di sera.-
-Va bene! Un momento, domani è sabato?-
-Si, sicura di star bene?-
-Domani abbiamo il giorno libero ed anche domenica!-
Sembravo una ragazzina.
-Si, come sempre... sei proprio sicura di star bene?-
-Benissimo! -
-Se lo dici tu. Eccoci arrivati.-
-Grazie ancora Spencer. -
-Nessun problema! A domani Allora!-
-A Domani!-
Rimase finché non entrai nel portone , poi lo sentii andarsene.
Una volta nel mio appartamento mi sdraiai sul letto a pensare, si a mezzanotte pensavo, è indovinare a chi... A Spencer ovvio! 
Impossibile che pensassi a lui in quel senso, insomma era Spencer Reid! Ragazzo simpatico ma logorroico , strano ma carino e gentile, in più sempre disponibile, con degli occhi penetranti e.... oddio ero cotta di lui!
- No è impossibile!- Dissi tra me e me.
Iniziai a vagare per casa fino all'una finché non mi addormentai sul divano .
La mattina fui svegliata dal campanello , erano appena le 7 , chi era a quell'ora ?
Aprii la porta e mi ritrovai Derek tutto ginnico e con due caffè in mano.
-Pronta?-
-Scusa? Per cosa?-
Lui mi guardò con uno sguardo severo poi mi spiegò. 
-La settimana prossima hai la prova fisica, ricordi? E mi avevi chiesto se nel fine settimana ti aiutavo con l'allenamento .-
-Oh si.... Scusa mi ero dimenticata.-
-Forza , butta giù questo caffè, cambiati e andiamo. Non sarà una giornata leggera mia cara.-
Detto fatto! Iniziammo con una corsa di 3 kilometri , 100 addominali, 100 flessioni in più saltare dei vecchi copertoni di auto.
-Basta ti prego!-
Ero distrutta , ed erano solo le 11! 
-Hai resistito a lungo bellezza! Ma credo che saresti stata più attiva se dormivi un po'. -
-Si lo so...-
-Cosa c'è che non Va? -
-Niente...- Mi guardò con uno sguardo che mi fece parlare subito.
- Ok... toglimi una curiosità... che faresti se ti piacesse una persona, ma come dire...é un po' particolare?-
-Aspetta! Ti piace una persona? La conosco?-
-Beh....- Diventati rossa a ripensare a Spencer in macchina la sera prima.
- Un momento! È Spencer?-
Io rimasi a bocca aperta e sconvolta , rossa in viso .
-Ci ho preso!- Rise lui .
-Ok come diavolo hai fatto?-
-Bambolina, sono un profiler , é il mio lavoro! Ma spiegami come.-
- Non ne ho idea... sono stata tutta questa notte a rifletterci , Ma è successo e basta!-
-Ok ok! Ma sai anche tu che non potreste mai stare insieme.-
-Ne sono consapevole... anche perché di sicuro Spencer non ricambierebbe .-
-Perché dici questo?-
-oh andiamo! Solo io notò che sono strana e con gusti anormali?-
-Vediamo morti squartati o peggio e non ci fa nessuna impressione, Non sei l'unica strana con strani gusti. -
A quella frase risi di cuore e lui con me , lo conoscevo da neanche un anno e con lui usciva il peggio di me, letteralmente , abbiamo fatto una gara di rutti una sera io e lui... ho detto tutto!
- Che mi consigli di fare?-
-Questo non so dirlo, prova a seguire il tuo istinto.-
-Se lo dici Tu! Andiamo?- Mi alzai tutta scattante.
-Dove?-
-A mangiare, muoio di fame! Su dai muoviti!-
Mangiammo dei pancake alla banana e poi mi riaccompagnó a casa, mi feci una doccia a crollai, mi risvegliati solo alle 19.30, dovevo sbrigarmi a prepararmi.
Sinceramente optai per una cosa molto semplice, camicia blu , pantaloni neri, stivali con del tacco neri ed il mio cappotto lungo e nero, si ero un'amante del nero.
Mi truccati molto poco, solo un po' di mascara e lucidalabra niente di più.
Spencer arrivó in perfetto orario e quando citofonó scesi subito.
- Ciao!- Dissi con un sorriso.
-Hey!- Disse lui sorridendomi, un momento di silenzio imbarazzante si impadroní di noi, ma poi lo ruppi.
-Allora andiamo?-
-Oh si certo! Vieni.-
Mi aprì lo sportello del passeggero, era pure galante.
-Allora che film vediamo stasera?- Chiesi sperando non fosse un horror.
- Halloween di terrore.-
-É horror! Scommetto lo ha scelto Derek !- Odiavo i film horror , avevo paura.
-Oh andiamo non dirmi che hai paura! -
-Degli horror? Ho una paura matta!-
Lui rise di cuore, che ci trovava da ridere? Io avevo paura e già iniziavo a sudare freddo.
-Vediamo serial killer ogni giorno, ora hai paura di un film.-
-Gli horror specialmente quelli che riguardano la religione mi mettono paura perché ci credo! Poi soprattutto se dicono tratto da una storia vera. Ma un film di fantascienza No? Sono belli quelli!-
- No mia cara! Horror affermato da tutti, dai che il 50% delle volte che dicono tratto da una storia vera in realtà mentono.-
-A quanto pare non ho via di scampo, starò con gli occhi chiusi per quasi due ore.-
-Eccoci arrivati! Pronta?-
-Come No! Andiamo dai!-
Entrammo nel cinema e ad attenderci c'erano JJ, Derek, Penelope ed Emily.
-Gli altri?- Chiesi, credevo che c'era la squadra al completo, invece no.
-Hotch è con il figlio e Rossi non gli andava di venire .- Spiegò JJ.
-Allora? Pronti per una serata di terrore?- Chiese Derek .
-Prontissimi!- Esultó Spencer. 
-Ecco i vostri biglietti, ora ci prendiamo una pizza ed entriamo.- Disse Penelope dandoci i biglietti.
Gli altri stavano avanti mentre io e Spencer stavamo ancora aspettando le bibite .
-Dai non ti preoccupare, al massimo ti bendi gli occhi con la mia sciarpa. -
- Mi servirà, questo è sicuro!- Risi prendendo la mia bottiglia d'acqua. 
-Allora tieni!- Sorrise , si tolse la sciarpa e me la mise al collo, aveva il suo odore, muschio bianco.
-Grazie.- 
-Ecco a voi signori.- La ragazza ci diede tutte le bibite e ci avviammo verso la sala.
-Potevano aspettarci!- Esclamai controllando le sale.
-Quando si tratta di cinema diventano come i bambini.-
-Eccola.-
Entrammo e li trovammo seduti al centro, io ero all'ultimo posto e tra me e Derek c'era Spencer, A quanto pare eravamo gli unici in sala, beh era l'ultimo giorno di programmazione del film.
Durante il film stretti tutto il tempo con gli occhi chiusi, con la sciarpa di Spencer che mi copriva il volto.
-Hey, guarda che ora stanno solo facendo colazione.- Constató Spencer abbassandomi la sciarpa e notando che stavo piangendo dalla paura come una bambina.
-Tanto l'SI spunterà dal nulla e rovinerà anche la loro colazione! E mangerà i pancake fatti con le loro interiora! - Avevo ancora gli occhi chiusi e sentii Spencer darmi un bacio sulla tempia e avvicinarmi la testa alla sua.
-Prima di tutto l'SI nei film si chiama cattivo... secondo Derek ti sta filmando!-
-Cosa ?- Aprii di scatto gli occhi e mi trovai la testa mozzata di uno sullo schermo .
-Oddio!- Esclamai coprendomi la faccia con le mani.
-Sorridi in camera tesoro!- Esclamó Derek puntandomi il telefono in faccia. Che bastardo!
-Dai adesso basta.- Esclamó Penelope assieme a JJ e Prentiss.
Quando il film finì non me ne resi conto , Spencer mi disse di aprire gli occhi.
-Emmy è finito, puoi aprire gli occhi.-
-Sicuro? Non è che poi mi ritrovo una scena da crepacuore davanti?-
-Sicuro.-
Aprii gli occhi e me li ritrovai tutti a fissarmi.
-Bentornata tra di noi !- Esclamó Morgan.
-Andiamo?- Chiesi supplicandoli.
-Si, tranquilla.- Rise Prentiss.
Mentre uscivamo dalla sala si stupirono del fatto che  mi spaventarsi per un filmetto horror mentre a lavoro non mi disturbava per niente la cosa.
- Che ne dite di andare a bere qualcosa?- Propose Prentiss. 
-Una birra ci starebbe tutta!- Esclamó Derek. 
-Io passo, Will attacca tra poco e devo stare con Henry. Ci vediamo lunedì. - Beh già era tanto che JJ era riuscita a stare due ore con  noi era un record.
-Siamo rimasti solo noi! Andiamo al pub qui di fronte?- Chiese Penelope.
-Va bene!-
Prendemmo una birra per uno, ma anche con quella mi ero sciolta, così Spencer e gli altri ebbero la brillante idea di farmi ubriacare, a fine serata Spencer mi dovette portare sulle spalle fino in camera mia, strano tutto quel contatto fisico da parte sua, alla fine io e lui eravamo contro il troppo contatto fisico, ma al diavolo, Mi piaceva Spencer quindi ne approfittavo. 
Non ricordo nulla di quello che successe dopo , solo che la mattina mi ritrovai sul letto e con gli occhi chiusi, sentivo l'odore di Spencer e il morbido della sua sciarpa di sicuro.
-Quanto amo il profumo di Spencer...- Dissi tra me e me.
-Grazie, in realtà me lo ha regalato mia madre, one milion credo. Non ne ho idea.-
A quella frase sbarrai gli occhi , mi ritrovai abbracciata a Spencer che stava leggendo un libro , inevitabilmente diventai rossa es iniziai a balbettare.
- Tu, io, che diavolo ci fai qui?-
- Non ricordi?-
Al solo pensiero di ricordare mi venne il mal di testa. 
- Non ricordo niente.- 
- Beh di certo non mi sono annoiato a sentirti parlare nel sonno. -
-Ho parlato nel sonno?- 
-Oh si! Gran bei discorsi!- Rise.
- Che discorsi?-
-Vuoi proprio saperlo?-
-Credo di no! Ò forse si? Ma tu come mai sei rimasto?-
-Mi hai implorato, hai detto che avevi paura del serial killer di Halloween, ricordi il film di ieri? Così sono rimasto e ne è valsa la pena.-
-Dammi una vanga che mi sotterro!-
Dissi dolorante.
-Stai bene?-
- No! -
-Ho preparato il caffè e dei pancake alla nutella.-
-Nutella? Io non ho nutella in casa.-
-Ieri ci siamo fermati al market aperto 24 ore perché volevi dei donuts e alla fine hai preso anche la nutella.-
-oh...-
Mi alzai e andai in cucina ancora con la testa dolorante.
- Non dovresti bere più così tanto.-
-Da quanto mi ricordo siete stati voi a farmi bere troppo!-
-Idea di Morgan. -
-Come no....-
-Davvero ti piace il mio profumo?-
Ma che cavolo di domande faceva? Stavo per mettere un pancake in bocca quando fece la domanda.
- Beh.. . Io... si insomma è particolare! Buono.-
-Sai si dice che se a qualcuno piace l'odore di un'altra persona , allora è innamorata di quella.-
Sapeva qualcosa che io non sapevo? Ò meglio non ricordavo dato che ero ubriaca come pochi.
-Quanto ho detto ieri sera?- 
La sua faccia furba mi fece intuire che forse ho parlato troppo.
-Come ti ho detto... tanto! Soprattutto su di me..-
Stava diventando rosso anche lui, mi ero impiccata da sola praticamente.
-Ora capisco... qualche commento a tal proposito?-
-Sono molto ... Come dire... lusingato, insomma, sei bellissima e siamo migliori amici... ma sai anche tu che non possiamo avere contatti intimi tra di noi.-
- Un momento, quindi stai dicendo che se non ci fosse il vincolo del lavoro, tu ci proveresti con me?- Adesso era lui che era in imbarazzo ed io stavo prendendo in mano la conversazione.
-Beh... ecco non è da escludere... ma avrai già ammiratori su ammiratori. -
A quella frase scoppiai a ridere di cuore e Spencer mi guardava perplesso.
-Perché adesso ridi?-
-Scusami... ma la frase sugli ammiratori mi ha fatto ridere. Spencer, Io non ho mai avuto ammiratori ne tantomeno fidanzati.-
-Davvero?- La sua faccia era quasi sconvolta.
-Si, non ho mai avuto un ragazzo, Non ho neanche mai dato il mio primo bacio! Nessuno voleva una ragazza che era più intelligente di loro o che li correggesse in tutto.-
-A me piace quando correggi la gente! Lo faccio anche io... si insomma , correggere la gente.-
Si stava imbrogliando, buon segno per me.
-E lo fai in modo adorabile. Però tu ti preoccupi dei vincoli del lavoro, quindi dovrò aspettare ancora un bel po' prima di trovarne un altro come te.-
Stava cadendo nella mia rete, da quando ero così subdola e amavo flirtare?
-Come me?-
- Esatto!-
-Ma io non sono un palestrato, so solo stare sui libri, amo dottor who e la fantascienza , sono strano. Come posso piacerti? Non sono come gli altri.-
-Per questo mi piaci Spencer, non sei come gli altri! Amiamo le stesse cose, se parlo di Edgar Allan Poe tu sai rispondermi, sai tutto a differenza di altri che pensano solo all'aspetto fisico. Poi a me i tipi troppo muscolosi non piacciono.- Mi ero messa di fronte a lui e lo  fissavo.
-Sei la prima persona che dice cose carine su di me, senza contare JJ. Davvero ti piaccio per questo?-
-Si, e non ti cambierei per nulla al mondo.-
Lo baciai, lui all'inizio rimase basito, poi ricambió ci staccammo solo quando avevamo esaurito l'ossigeno. 
- Non dobbiamo dirlo agli altri però. -
Disse lui guardandomi negli occhi.
-Mai.-
Mi diede un altro bacio .
-Sei la prima persona che non mi fa ragionare lucidamente.-
-É un mio dono.- Tornai ad addentare i miei pancake.
Quella mattina ci mettemmo sul letto a parlare di noi,  con annessa maratona del dottor who. Poi a pranzo dovette andare, aveva degli appuntamenti che non poteva rimandare.
Io ero combattuta nel dirlo a Morgan o meno , ma alla fine pensai a quello che mi aveva detto Spencer, nessuno lo doveva venire a sapere, così lasciai perdere e mi misi a sistemare casa.
Credo che quello fosse il più bel giorno della mia vita.
La sera messaggio con Spencer, disse che mi sarebbe venuto a prendere lui la mattina dopo con la macchina, che gentiluomo!
Detto fatto la mattina me lo ritrovai alle 7 puntuale sotto casa.
-Buingiorno!- Dissi salendo in macchina.
-Buongiorno a te!-
Devo essere sincera, all'inizio era un po' restio al contatto fisico come baci e abbracci, lo capivo benissimo perché bene o male ero anche io così, quindi se quella mattina non mi bació non me feci un dramma, alla fine si stava solo comportando da Spencer Reid, quello della quale mi ero innamorata.
-Speriamo di non essere scoperti subito.-
Mi prese la mano mentre stava guidando.
-Aria neutra come sempre, poi appena iniziamo a parlare di omicidi allora sei te stesso.- Sorrisi fissandolo.
-Hai ragione! -
Arrivammo nel nostro ufficio, e mi ritrovai Derek che faceva vedere il filmato del cinema l'altra sera, quello dove piangevo ed indovinate a chi? A Hotch e Rossi.
- Non posso crederci!- Rise Rossi.
-Ma dai hai paura degli horror?-Chiese Hotch molto divertito, ma aveva sempre un'espressione seria.
-Grazie Derek! Comunque si ho paura degli horror.-
-Peró dopo è stata capace di scolarsi 7 birre.- Disse Prentiss. 
-Ed io ho fatto allenamento per portarla fino sopra al suo appartamento.- Disse Spencer cacciando dalla sua borsa un libro.
-Idea vostra!- Dissi solamente.
Quel giorno non fu molto emozionante, compilando varie scartoffie che avevamo lasciato dei casi precedenti , tutto il giorno così, andammo avanti di insalate e caffè, ma almeno mi rifacevo gli occhi guardando Spencer concentrato sul suo lavoro, era davvero bello.
 
 
Continua!
 
 
 
 
 
 
 

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Capitolo 3
*** Regali ***


Pov Emily
 
 
 
Era passato solo un mese da quando io e Spencer ci eravamo fidanzati, o meglio, non credo sia stato proprio ufficiale, ma notare tutte le attenzioni che mi dava ogni giorno soprattutto fuori dal lavoro, mi faceva pensare che eravamo una coppia a tutti gli effetti.
Oltre alla notte che passammo insieme dove io ero ubriaca, non passammo più una notte insieme, anche perché eravamo sempre indaffarati con il lavoro che a malapena vedevamo casa nostra.
In fatto di contatti fisici avevamo ancora molto su cui lavorare, sia io che Spencer eravamo molto restii a contatti fisici , ogni tanto c'era un bacio, ma solo quando era a casa mia, io ancora non avevo visto casa sua, come mi dicevo sempre "un passo alla volta! La vita è lunga!".
Quella mattina andai a lavoro senza che Spencer mi accompagnasse, JJ mi aveva proposto di fare colazione insieme , così dopo un bel caffè ed in muffin al cioccolato andammo a lavoro.
C'erano tutti, ad eccezione di Spencer , perché lui non c'era?
-Dov'é Spencer? - Chiese JJ.
- Mi ha chiamato stanotte , è dovuto andare di corsa a Las Vegas dalla mamma, sta poco bene.- Rispose Morgan.
Capisco che erano migliori amici o meglio come fratelli , ma perché non avvertire me?
-Speriamo che ora stia bene.- Disse JJ andando nel suo ufficio.
Io mi misi alla mia scrivania e sospirai, forse pure troppo rumorosamente.
-Accidenti che sospiro! Problemi di cuore?-
Emily si affiancó a me con la sua tazza di caffè. 
-Cosa? No, è che stanotte non ho chiuso occhio, il cane del vicino ha abbaiato per tutta la notte.-
-Sicura.-
-Si si! -
- Beh se continua anche questa notte prendi provvedimenti.- Continuò lei con un sorriso.
- Lo farò!-
Quella mattina dovetti sbrigare delle noiosissime pratiche , purtroppo quando mancava Spencer dovevo sbrigare io le pratiche più complesse , erano quasi tutti ragionamenti logici e quindi mi estraniai da tutti per un bel po' di ore, finché Derek non mi portò una tazza di caffè.
-Ragazzina stacca un attimo, così diventerai pazza . E poi oggi sei anche di pessimo umore , sicura di star facendo un ottimo lavoro?-
-Il mio umore non influisce sul lavoro... e poi non sono di pessimo umore. Ah grazie per il caffè. -
Lui per tutta risposta prese la sedia dalla sua scrivania e si mise vicino a me.
-Allora, come va con la questione di tu sai chi?-
Si riferiva a Spencer, me lo immaginavo che prima o poi mi avrebbe fatto quella domanda.
-Normale, siamo solo amici.-
-Davvero?-
-Si, sai per il fatto del lavoro ho preferito non dirgli niente, forse è meglio così. - Gli sorrisi.
- Beh se tante volte vuoi parlarne sai dove trovarmi. Ah tieni, sono i risultati delle tue prove fisiche.-
Mi diede una lettera chiusa, la aprii sotto il suo sguardo, era più curioso di me.
-Allora?-
-Passata per un pelo! Grazie Derek!-
Lo abbracciai euforica, se supera le prove fisiche potevo fare l'esame per ottenere la pistola.
-Cosi si fa ragazzina ! Ma quello dell'Arma sarà ancora più difficile, consiglio di farti dare delle dritte da Hotch. -
-Lo farò!- Sorrisi.
Morgan tornó alla sua scrivania e io mi rimisi a lavoro, finché non mi arrivó una chiamata, la regola del chiamarci a lavoro tra me e Spencer era non rispondere subito, ma riattaccare e richiamare.
- Non rispondi?- Chiese JJ che era li vicino a me , fortunatamente nessuno vide che era Spencer. 
-C'é un posto dove il telefono prende bene qui dentro?- 
-Qui non va bene?-
-Il mio qui prende poco e non sentirei niente....-
-Puoi andare nel mio ufficio.- JJ sorrise, ma c'era qualcosa che forse aveva capito.
Andai a passo spedito nel suo ufficio ed una volta dentro richiamai Spencer, non appena rispose non mi diede il tempo di parlare.
-Lo so sei arrabbiata perché non ti ho avvertito. Ma lasciami spiegare.-
-Ti ascolto.- Dissi con nonchalance .
-Mia madre stanotte si è sentita male e ho preso il primo volo per Las Vegas, ho avvertito Morgan perché stavi dormendo e so che ti da fastidio se qualcuno ti sveglia.-
- Non se mi svegli tu... comunque lasciamo stare. Come sta ora tua madre? Che hanno detto i dottori?- Spencer mi aveva sempre detto che la madre era una delle persone più importanti nella sua guida, la ammirava, era stata lei ad iniziarlo alla letteratura e con tutta la sua malattia era riuscita a crescere un figlio . Ammirava anche io quella donna e speravo con tutto il cuore che prima o poi Spencer me la facesse conoscere.
-Per ora sembra che stia migliorando, ma i dottori hanno detto che forse nelle prossime 24 ore può avere una ricaduta.- La sua voce era triste, ma il mio compito era tirarlo su di morale in quel momento.
-Sta tranquillo, si sistemerá tutto. In più da come mi racconti , tua madre è forte, quindi ce la farà. -
-Grazie...- Quella semplice parola poteva sembrare fredda e distante per qualcun altro, ma io sapevo che quella frase significava molte cose e tutto l'affetto che Spencer potesse avere nei miei confronti.
-Ora vado a finire dei rapporti, sai quando manchi devo fare il tuo lavoro.- Cercai di tirarlo su di morale e infatti si fece una piccola risata .
-Va bene, ci sentiamo quando torno. Qui il telefono non prende molto.-
-Va bene, tienimi aggiornata su tua madre... Ti voglio bene.-
-Anche io.-
Non so perché ma quella telefonata mi mise tristezza , ero contentissima che la madre di Spencer ora stesse meglio , ma sentirlo così giù di morale mi aveva messo tristezza.
Uscii dall'ufficio di JJ cercando di essere più felice possibile.
-Allora ha preso il telefono?-
-Si grazie. Mi dovevano far sapere dei risultati di alcuni esami .-
-Degli esami? Stai male?- Chiese Penelope preoccupata.
- No tranquilla, solo devo tenere sotto controllo la mia anemia . Tutto qui.-
Ok la storia degli esami dell'anemia era vera, ma avevo ricevuto le risposte due giorni prima , non erano proprio come speravo ma come mi disse il dottore la soluzione era.mangiare tanta carne rossa.
-Sei anemica?- Chiese Morgan .
-Si nulla di grave!-
-Meno male.- Disse Prentiss sollevata.
-Io ora tornerei a lavoro...- Dissi rimettendomi su quelle scartoffie, gli altri mi seguirono a ruota a finire il loro di lavoro.
Quella sera Spencer mi chiamó prima di andare a letto , mi disse che la sera successiva sarebbe tornato così lo inviati a casa mia e lui accettò. 
Il giorno dopo a lavoro sprizzavo gioia da tutti i pori , non c'era molto lavoro così mi studiai qualche vecchio caso per entrare nella mente di un serial killer.
Quando staccai tornai a casa, avevo fatto la spesa il giorno prima così avevo il frigo pieno.
Preparai una bella cenetta con pollo al forno , purea di patate , una bella bottiglia di vino ed ebbi anche il tempo di fare un dolce, in realtà avevo pan di Spagna e crema pronti , ma almeno li dovevo solo assemblare assieme ai lamponi.
Quando Spencer arrivó mi salutò un grosso sorriso ed io lo abbracciai felice di rivederlo.
- Che bello che sei Qui!- 
- Che bello rivederti!- In quel momento mi diede un bacio, devo essere sincera rimasi un po' spaesata perché non era da lui fare un gesto tanto spontaneo, ma lo gradii .
- Mi sei mancata.-
- Anche tu.-
-Hai fatto tutta questa roba per me? -
-Si, ero felice che tornavi che mi sono data alla cucina .-
- Anche il vino... sono davvero lusingato!- Rise lui.
Ci accomodammo a tavola e lui serví il vino ad entrambi .
Durante la serata parlammo maggiormente della madre, lo vedevo molto più sollevato, mi aveva detto che si era ripresa abbastanza bene e che era stata lei ad ordinargli di tornare a casa , gli parló anche di me , e mi disse che era curiosa di conoscermi.
Poi passammo ai miei fatti, sapeva che avevo fatto le analisi per l'anemia, mi ci aveva accompagnato lui e volle sapere i risultati.
- Non sono andate proprio come speravo.- Dissi sparecchiando.
- Neanche un lieve miglioramento?- Chiese preoccupato.
-A quanto pare no... se non funziona con la carne il prossimo mese dovrò riniziare con le fiale di ferro.- feci una faccia disgustata e lui rise e mi abbracció.
s-sono sicuro che mangiando un po' più di carne andrà meglio...-
-Ti va di vedere un film?- Chiesi di punto in bianco.
-Perché No! Scegli tu!-
Optai per solar, un vecchio film che lui amava , anche io lo sapevo a memoria , ma lui continuava a dirmi "guarda ora quello che fa!" Ed io non potei fare a meno di ammirarlo in tutto il suo splendore, era come un bambino felice .
Solo quasi alla fine mi accorsi che si era addormentato sul divano abbracciato a me.
Era stanco morto, ma per non disturbarlo mi accoccolai a lui e mi  addormentai anche io.
La mattina dopo mi svegliai e trovai Spencer che mi carezzava il braccio che avevo libero.
-Buongiorno.- Mi disse baciandomi.
-Buongiorno... da quanto sei sveglio?-
-Da circa 10 minuti, ma mi piaceva vederti russare.-
Mi misi a ridere e lo abbracciai .
-Colazione?- Chiesi alzandomi.
-Va bene.-
-Hai notato che è la prima volta che abbiamo dormito insieme da quando stiamo insieme?- Stavo preparando il caffè mentre lui metteva un po' di marmellata su una fetta di pancarré.
-Si...-
-Come ti è sembrato?- Ero curiosa di vedere la sua reazione.
-Molto bello... rilassante. Anche se la prossima volta però sarebbe meglio il letto.- Rise mangiando la fetta di pane e marmellata.
-Concordo.- Risi mettendo il caffè nella sua tazza e anche nella mia.
-Speriamo che anche oggi sia una giornata rilassante.- Sorseggió il suo caffè e tornó al pane con la marmellata.
-Dubito, sono stati due giorni noiosi, ma se proprio non c'è niente da fare possiamo giocare a scacchi, abbiamo lasciato l'ultima partita in sospeso.-
-Ci sto, devo dire che mi hai messo all'angolo con l'ultima mossa.-
-Tutta questione di matematica ...-
-Gli scacchi sono come la vita... stai definendo la vita come una formula matematica?- 
-Forse... chi può dirlo.Ora peró sbrighiamoci che sennò arriviamo tardi.- 
Andammo a lavoro con la macchina di Spencer, come quasi tutte le volte, è quando stavamo per entrare mi disse di andare avanti che doveva fare una chiamata.
Così arrivai in ufficio e lui poco dopo di me.
-Ragazzi sono arrivate le valutazioni psicologiche e in più a Emmy il modulo per l'esame di tiro per l'arma. - Hotch mi diede due fogli, la quale uno era da compilare e rifarlo a lui.
- Beh sono andate bene...- Disse JJ. 
-Tende ad essere troppo irruento? Non è affatto vero!- Disse Derek lamentandosi.
-Si lo è!- Dimmo in coro noi.
-Bello avere una squadra che ti sostiene!- Disse dopo piegando il foglio.
Il mio diceva che era tutto in ordine, ero calma ed equilibrata .
-Siamo solo realisti Morgan!- Esclamó Penelope. 
-Ma non sono irruento!-
-A volte forse tendi ad essere un pochino....- Emily non trovava le parole adatte ed intervenne Spencer. 
-Irruento.-
-Comunque siete tutti idonei, Emmy mi aspetto quel modulo il prima possibile.-
Hotch tornó nel suo ufficio ed io iniziai a compilare il modulo.
Un'ora dopo lo portai ad Hotch e gli chiesi aiuto proprio come mi aveva suggerito Derek. 
-Sei pronta?- Mi chiese con un sorriso.
-Proprio di questo volevo parlarti....- 
-Ricorda che se non sei pronta puoi anche lavorare senza un'arma.  I profiler non sono costretti ad averla.-
- No non si tratta di quello, sono pronta ad impugnare un'arma . Il fatto è che non l'ho mai tenuta neanche in mano e quindi non saprei da dove inizoare, quindi mi chiedevo se potevi darmi qualche lezione al poligono.-
-Perché lo chiedi a me?-
-Derek mi ha detto che sei uno dei migliori in fatto di armi, quindi...-
-Va bene, se per te non è un problema alle 5 del mattino apre il poligono , a quell'ora non ci sono persone e poi non si accorgono se userai qualche munizioni in più. -
-Quindi è un Si?-
-Domani mattina alle 5 al poligono, puntuale o me ne vado.-
-Saró puntuale! Grazie ancora!-
Uscii euforica dal suo ufficio ma mi ritrovai Penelope con un mazzo di fiori tra le mani.
-Uh che belli! Fortunata! - Dissi vedendo le rose blu, erano le mie preferite.
-Veramente questi sono per te... -
-Per me?-  Mi porse i fiori e li accettai con un sorriso.
-Si, ci sarebbe un bigliettino, tranquilla non l'ho letto.-
-Grazie!-
Se ne andò ed io andai  alla mia postazione dove gli altri erano raggruppati , compreso Spencer. 
- Chi te li manda?- Chiese JJ. 
- Non lo so.- 
Lessi il bigliettino, c'era solo una frase , la mia preferita "La rosa parla di amore silenziosamente, in un linguaggio che comprende solo il cuore."
Immaginavo fosse stato Spencer a farmeli recapitare, poi quando parlò e vidi la sua faccia capii che era stato lui. 
- Magari un ammiratore segreto.- Disse Spencer leggendo il bigliettino e poi guardandomi.
-E brava la nostra Emmy, così giovane e già accalappia uomini.- Rise Derek dandomi una pacca sulla spalla.
-Ah ricordo quando Will mi regalava dei fiori, bei momenti! Ora il massimo che ricevo é il biberon di Henry da lavare...-
-Servirá un vaso con dell'acqua per quei fiori.-
Rossi ci aveva raggiunti.
-Appena arrivo a casa li metto subito nell'acqua. - Dissi con un sorriso. 
-Brava! Sono stupende queste rose, tre... il numero dell'amore. - Continuò Rossi. 
In effetti in molti libri il numero 3 era definito il numero dell'amore. 
-Vero!-
Beh parlammo un altro pó dei fiori e poi tornammo alle nostre postazioni.
Proprio quando mi misi seduta mi arrivó un messaggio da Spencer sul telefono.
"Stasera vieni da me? Questa volta ti faccio trovare un bel banchetto."
Io risposi che andava bene e poi dopo che ci scambiammo un sorriso tornammo al nostro lavoro. Non avevamo un vero e proprio caso, però Hotch ci chiese di valutare il profilo di un serial killer, la polizia di Miami ci aveva chiesto una mano, Ma non ci voleva lì, certo avevano delle vere facce toste, fortunatamente per me il serial killer usava formule matematiche al computer per decidere la prossima vittima , così dopo che Hotch diede le direttive alla polizia di Miami,tornammo al nostro lavoro, o meglio staccammo dato che ci aveva impegnati tutto il giorno quel caso.
-Sei stata grande ragazzina! Ma come hai fatto a capire che si trattava di un codice binario che corrispondeva ad una formula?-
Derek era simpatico e tutto, Ma a volte non era molto sveglio.
-Vuoi la spiegazione scientifica che durerebbe un'ora, forse due o quella semplice da due secondi?- Chiesi ridendo mentre mettevo le mie cose in borsa.
-Visto che muoio di fame quella breve grazie...-
-Ok, i codici si ripetevano troppo spesso.-
-Tutto qui?- Chiese Emily.
-Ve lo spiegherò un altro giorno , ora muoio di fame e quindi adieu!- Uscii , Spencer era andato via poco prima di me, io sarei passata comunque a casa per posare i fiori e darmi una sistemata.
Così feci, ed arrivai a casa di Spencer per le 20 precise, morivo di fame.
Lui mi aprì la porta con un sorriso, la tavola era apparecchiata e un profumo delizioso era nell'aria. La cosa che mi stupì di più era che quella fu la prima volta che mi trovavo a casa sua ed era una sensazione bella, Ma strana.
-Oh questo dallo a me.- Disse aiutandomi a togliere il cappotto.
-Grazie. E grazie anche per i fiori questa mattina.- Gli sorrisi e lui ricambió. 
-Speravo che ti sarebbero piaciuti! Solo che il bigliettino scritto a mano era meglio se lo facevano al computer.... nessuno studia più la calligrafia?-
Scoppiai a ridere e lo abbracciai per poi baciarlo.
- Era tutto perfetto!- 
-Ne sono felice. Ora vieni, ho preparato qualcosa di veramente buono!-
Dal forno cacció un'aragosta in crosta di pane con delle patate, e poi un risotto alla crema di scampi, Non potei notare però che in un angolo della sua cucina c'era la busta di un ristorante che faceva cucina da asporto, non uno squallido, ma uno da almeno 5 stelle .
-Hai cucinato tutto tu? Da tanto che cerco di fare questo piatto, mi dai la ricetta?-
- Si beh.... c'è il pane... l'aragosta  e...- Mi guardò e notò che stavo ridendo sotto i baffi.
-Hai già capito tutto?- 
-La prossima volta elimina le prove del ristorante.- Risi indicando le buste.
-Ed io che speravo che credessi che avevo preparato tutto io. Deco essere sincero, in cucina so preparare ben poco , volevo fare qualcosa di squisito come hai fatto tu ieri sera.-
- Non c'è bisogno di piatti sofisticati o di regali, a me basta stare con te.-
-Davvero?-
- Si, ora muoio di fame, mangiamo?-
-Certo!-
Il cibo quella sera era squisito! Non potei fare a meno di notare che il salone di Spencer aveva una libreria immensa piena zeppa di libri, ed una collezione di film non indifferente.
Infatti dopo cena lo aiutai a mettere in ordine e una volta finito rimasi incantata dalla sua libreria.
-Ed io credevo di avere tanti libri.-
- Si, ne ho dovuti dare via un bel po', ma questi sono i miei preferiti.- Spencer mi abbracció da dietro, eravamo alquanto stanchi perciò decisi di andare a casa.
-É tardi, credo che sia ora che vada.-
-Resta.- Mi voltai verso di lui non mi aveva mai fatto una proposta del genere.
-Sei sicuro?- Chiesi con un sorriso.
-si, in fondo siamo o no fidanzati? Quindi non é strano se rimani qui con me e ci dedichiamo a .... beh a noi!- Era alquanto agitato.
-Hai ragione, va bene, rimango. Ma non ho un pigiama.- 
-Oh di quello non ci sono problemi!- Esclamó avvicinandosi a me.
Non vi starò a dire nei dettagli cosa accadde quella notte ma sappiate solo che quella sera scoprimmo molto di più l'uno dell'altra e fu davvero magico.
 
 
Continua! Volevo ringraziare la mia amica Michela che legge le mie storie in anteprima e le adora, diciamo che la sto scrivendo per lei questa storia, anche perché pure lei è una fan sfegatata di criminal minds e soprattutto come me del nostro caro Spencer Reid! 
 
 

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Capitolo 4
*** Scoperti ***


Pov Spencer
 
 
Quella sera avevo deciso di dedicarmi ad Emmy, ultimamente l'avevo trascurata con il fatto di mia madre e del lavoro.
Così comprai quella deliziosa cena e gli regalati le rose blu che a le piacevamo davvero molto.
La mattina dopo mi ritrovai da solo nel letto , sentivo l'acqua scorrere in bagno , si stava facendo la doccia.
-Emmy posso entrare?- Bissau, ricordandomi della nostra prima missione dove entrai in bagno senza bussare.
-Entra pure!-
Così feci, era sotto la doccia e decisi di unirmi a lei.
-Buongiorno.- Dissi abbracciandolo da dietro.
-Buongiorno a te!- Mi bació.
-Se continuiamo così faremo tardi a lavoro...- Dissi continuandola a baciare.
Proprio in quel momento squillarono i nostri telefoni, era Hotch e a Emmy era JJ.
Avevamo un caso a New Orleans, avrei rivisto un mio caro amico almeno.
-La mattinata è iniziata bene!- Esclamó lei lanciandomi un asciugamano.
-Stavo quasi per abituarsi alla calma.- Scherzai.
Una volta sistemati ci dirigemmo a lavoro, praticamente erano appena le 7 e noi già eravamo pronti a partire, la notte per ovvi motivi non è che avessi dormito così tabto, anche Emmy, ma lei sembrava sveglia e pimpante.
Sul jet Hotch ci ragguaglió sul caso, uno dei peggiori, un rapitore di bambini dai 3 ai 6 anni, odiavo quando si trattava di bambini . Notai che Prentiss non era presente e JJ mi spiegò che aveva un permesso di una settimana .
Una volta ragguagliati mi andai a prendere un caffè con dello zucchero.. . Anzi meglio dire dello zucchero con un po' di caffè.
-Cosí ti farai venire il diabete!- Disse Derek prendendosene un po' anche lui.
-Ho bisogno di zuccheri per svegliarmi. - Dissi notando la dose di zucchero che stavo mettend.
-Fatto nottata? - Chiese il mio amico.
- Si.. . Ho studiato un bel po'. -
-Anatomia femminile?- Scherzó lui.
-Spiritoso!-
- Ti conviene dare un po' di caffè anche a Emmy, o forse si è già addormentata. -
-Avrá fatto nottata anche lei...- Dissi bevendo del caffè, cercavo di essere il più neutro possibile.
-Forse ,chi lo sa!- 
Il viaggio non durò molto, Ma quella dose di zuccheri mi diede una carica, forse troppa dato che ero abbastanza euforico.
-Ma che gli avete dato da bere?- Chiese Rossi vedendomi pimpante.
-Zucchero con un po' di caffè. - Rise Morgan. 
-Vorrei avere un minimo della sua vitalità...- Rise JJ. 
 
 
Pov Emily
 
 
Dovevo ricordarmi di non far più bere a spendere tutto quello zucchero nel caffè, era euforico, Ma forse ora che ci penso era meglio se ne prendevamo un po' tutti dato il nostro stato attuale.
Io avevo il compito di andare con JJ in centrale mentre gli altri erano sui luoghi del rapimento.
- Che ne pensi? - Mi chiese JJ mentre guardavo il tabellone con le foto delle vittime.
-Sembra che non abbiano niente in comune , ma forse cerchiamo in maniera sbagliata...-
-Cosa intendi dire?-
- Magari non si ricollega proprio ai bambini, ma forse ai genitori.-
-Meglio chiamare Garcia.-
Presi il telefono e feci il suo numero.
-Parla l'oracolo! Cosa posso fare per te.-
-Garcia, mi servirebbero tutti i dati dei genitori dei bambini rapiti.-
-Li trovo e te li mando più veloce della luce!-
-Sei unica Garcia!-
-Dillo di nuovo!-
Riattaccai ridendo e 5 minuti dopo arrivarono tutti i documenti che avevo richiesto alla mia collega.
JJ mentre esaminato i fogli era con dei parenti per fare delle domande, quindi io mi stavo scervellando per scoprire qualcosa in comune tra i genitori dei quattro bambini.
Quando la squadra tornó ero ancora su dei fogli con JJ. 
-Trovato qualcosa ?- Chiese Hotch. 
-Niente per ora.- Dissi.
-Voi?- Chiese JJ. 
-A quanto pare li rapisce di notte, quando sono nelle loro case, tutte le camere erano facilmente raggiungibili da una persona ben allenata. - spiegò Hotch.
-Quindi cerchiamo qualcuno che frequenta palestre o va a correre al parco.- Disse Derek.
-Tiene molto all'igiene e all'ordine, quando sono stati rapiti i letti erano rifatti e l'uscio della finestra disinfettato.- Spiegò Rossi.
-Deve aver stordito i bambini per portarli via ma allo stesso tempo rifare il letto e disinfettare la finestra.- Dissi.
- Magari li ha anestetizzati.- Disse Hotch.
-Quindi questo restringe di molto il campo.- Disse Spencer.
-Potrebbe essere un dottore... insomma chi altri può avere accesso a degli anestetici?- Chiesi.
-Ok . Facciamo che io e Emmy vediamo cosa troviamo in comune tra i genitori e voi vi dividete per gli ospedali, ce ne sono due , vedete chi ha accesso ad anestetici e disinfettanti.- Quando Hotch dava gli ordini tutti eseguivano subito.
-Allora... questa mattina ti sei dimenticata del poligono.-
-Scusa... è che questa notte ... è stata un po', come dire.... movimentata. E con tutto quello che è successo mi sono dimenticata di avvertirti...-
Lui sorrise e mi guardò. 
-Sei stata fortunata che neanche io mi sono presentato, Jack è stato male tutta la notte quindi questa mattina ti ho inviato un messaggio, che tu ovviamente non hai letto.-
- Un messaggio?-
- Si , dicendo di rimandare, Ma tanto poi ci hanno chiamato ... l'unica cosa... non ridurmi Reid così stanco, credo che un'altra dose di zucchero e caffè lo mandi in coma diabetico.-
-Aspetta.... cosa? Tu lo sai?-Chiesi incredula.
-Tutti lo sanno! Siamo profiler ... che ti aspettavi? Ultimamente tu e Reid eravate troppo felici.-
-Beccati... Ma quindi ora siamo nei guai?-
-Cosa? No! Non dirmi che credi alla regola che se lavori non puoi intrattenere una relazione con un collega? Che dovrei dire allora tra Garcia e il ragazzo della manutenzione?-
- Non posso crederci!- Iniziai a ridere .
-Siete entrambi fortunati. Ora però mettiamoci a lavoro.-
Mentre stavamo dando un'occhiata ai fogli, non potei fare a meno di notare che tutte le mamme avevano subito un intervento alle ovaie , tutte nello stesso ospedale.
- Hotch guarda! Tutte le donne sono state operate alle ovaie, dopo la nascita dei loro piccoli. Tutte nello stesso ospedale.-
-Dopo quell'operazione  una donna non puó più avere figli... giusto?-
-Esatto! Forse ci siamo.-
Era sera quando richiamammo la squadra in centrale.
 -Novitá?- Chiese Rossi.
-Tante!- Esclamó Hotch.
-A quanto pare tutte le mamme dei bambini sono state operate alle ovaie, tutte nello stesso ospedale. -
-Quindi ora si va all'ospedale St. Juliard (inventato da me ovvio)   , e chiediamo informazioni sui loro interventi, chi c'era e chi aveva accesso al materiale.- Spiegò Hotch. 
-Di norma ora che ci penso , a quel materiale possono accedere anestesisti, chirurghi o infermieri , gli altri nessuno.- Spiegò Spencer. 
-Ottimo! Siamo vicini. - Esclamó JJ. 
-Emmy tu rimani qui con JJ. - Praticamente a questo caso non ero mai uscita dalla centrale.
-Perché non posso venire con Voi?-
-Se il sospettato reagisse, magari è anche armato, tu cosa faresti?- Chiese Hotch.
Io rimasi in silenzio capendo la situazione , sarei stata un peso per la squadra.
-Appunto... Sei più utile qui!- E se ne andarono.
- Che seccatura!-Esclamai rimettendo in ordine le scartoffie.
- Dai non te la prendere, quando passerai l'esame per l'arma allora potrai andare con loro.-
-Intanto devo stare qui... un momento! Mi è venuta un'idea. -
- Che idea?-
Io intanto stavo già chiamando Garcia. 
- Anche di sera tardi, devo mancarti proprio.-
-Garcia, puoi farmi avere delle informazioni riguardanti gli interventi alle ovaie fatti nei mesi di maggio, luglio e novembre delle mamme dei bambini?-
-Ci sarà un bloccò al computer...-
-Garcia tu sei unica, ce la fai a sbloccare un computer di un ospedale .-
-Tesoro hai perfettamente ragione, cosa ti serve? -
-I nomi dei medici che hanno seguito l'operazione.-
-Arrivano! Caldi caldi dal fax!-
-Penelope sei grande!-
-Come sempre!-
-Guarda , solo tre nomi ci sono sempre ... il chirurgo, l'anestesista e l'infermiera. -
-Uno dei tre è quello che cerchiamo.-
JJ chiamó Hotch e gli spiegò quello che avevamo intuito anche noi.
Il caso di lì a poco si risolse , alla fine era stato un anestesista psicopatico che voleva una famiglia numerosa dopo la morte della moglie, così inizió a rapire bambini che sapeva sarebbero rimasti figli unici.
I bambini li ritrovarono nello scantinato di casa sua, stavano tutti bene ed erano ben tenuti fortunatamente.
Quando fu ora di tornare a casa era pomeriggio del giorno dopo. 
-Sono stanchissima!- Esclamai.
-A chi lo dici... appena torno a casa mi faccio una bella bistecca e una bottiglia di vino, almeno dormo fino al giorno dopo.- Rise Morgan.
-Io starò un po' con Henry e Will.- Disse JJ.
-La forza delle mamme! Anche quando sono stanche si prodigano sempre per la loro famiglia.- Risi.
-É provato che nelle mamme un forte livello di stress può portare all'esaurimento  nervoso.- Disse Spencer. 
-Quello già me lo porti tu Spence!- Rise JJ scompigliando i lunghi capelli del mio ragazzo.
-Ma che dici!- Disse mettendosi in ordine i capelli.
-Approposito di Spencer.... non dovete dirci qualcosa?- Chiese Hotch facendomi l'occhiolino , Spencer non sapeva ancora che la squadra sapeva tutto.
- Non dirmi che...- Disse verso di me.
-Sanno tutto.- Dissi rassegnata.
-Glielo hai detto?- 
-Io? No! -
-Ragazzino, siamo profiler , quante volte ve lo dobbiamo ricordare? Troppe cose non andavano in questi giorni.- Rise Derek. 
-Quindi adesso?- Chiese Spencer spaventato.
- Beh voi sapete che non si può avere un rapporto tra colleghi... perciò credo che-
Neanche il tempo di finire la frase che Spencer bloccò Rossi. 
- Un momento! Io non voglio lasciare Emmy per il lavoro! A questo punto mi licenzio!- 
-Stavo per dire....perció credo che quella regola ppssiamo anche bandirla, ormai i tempi sono cambiati. Lasciami finire la prossima volta ragazzo!- Esclamó Rossi ridendo.
-Quindi non ci sono problemi?- Chiese Spencer quasi rincuorato.
-Nessun problema!- Disse Hotch con un sorriso. 
-Grazie al cielo!- Sospiró di sollievo quando sentì quella frase.
Il rientro a casa fu pieno di emozioni, JJ che voleva dei jipotini, Derek che voleva fare da testimone in un futuro matrimonio, ed io non ce la facevo più per il mal di testa.
Infatti quella sera chiesi a Spencer di riaccompagnarmi solo a casa.
-Se vuoi ti cucino qualcosa, Non sono eccellente ma qualcosa la so cucinare.-
- No ti ringrazio, credo mi metterò subito a letto , dopo una bella doccia. Domani ho anche la prova di tiro con Hotch.- Dissi dolorante.
-Alle 5 vero?- Disse lui carezzandomi la testa, in quel momento provai un po' di sollievo.
- Si... -
Forse mi vedeva dolorante , fin troppo dolorante così prese una decisione per entrambi.
-Rimango con te.... stai male, ti fai una doccia e poi ti faccio un bel massaggio.- Disse con un sorriso.
-Ma sarai stanco.-
- Non quanto te.- 
-Va bene.-
Salimmo a casa e dopo una bella doccia mi fece un massaggio alla cervicale e alle spalle a dir poco favoloso, era davvero bravo! Questa volta non dimenticai di mettere la sveglia alle 4.30, fortunatamente il poligono era vicino casa mia.
La mattina mi svegliai e Spencer per quanto era stanco non sentì neanche la sveglia. 
Mi preparai e gli lasciai un bigliettino prima di andare.
 
 
 
Pov Spencer
 
 
Mi svegliai , La parte del letto di Emmy era vuota, in compenso c'era un bigliettino.
"Non so se è la tua vicinanza o i tuoi massaggi, Ma oggi sto molto meglio. Grazie! Ci vediamo a lavoro, fai colazione al bar che non ho niente in  frigo. Ti amo, A dopo!"
Ti amo... aveva scritto di amo... credo che in quel momento stavo sorridendo come un ebete, Ma vidi l'ora e mi resi conto che io stavo facendo tardi a lavoro.
In 15 minuti riuscii a fare tutto e arrivare a lavoro solo 10 minuti dopo dover attaccare.
Trovai Emmy alla sua scrivania con un tè a parlare con JJ e Hotch. 
-Buongiorno!- Dissi salutando tutti.
-Buongiorno!- Esclamativo gli altri con un sorriso.
-Come mai così allegri questa mattina?- Chiesi con un sorriso.
- oggi ho provato a sparare per la prima volta, ho una mira da far paura.- Disse Emmy con un grosso sorriso.
-Se continua di questo passo la settimana prossima passerà l'esame. - Disse Hotch. 
-É fantastico!- Esclamai.
- Si!-
-Io torno al mio ufficio, buona giornata ragazzi.- JJ se ne andò. 
- Si anche io! Rapporti sulla mia scrivania entro stasera...- Anche Hotch se ne andò e rimanemmo solo io e Emmy.
-Allora la prova di tiro è andata bene...- Dissi baciandola.
-Benissimo! Anche se per altri due giorni dovrò alzarmi la mattina alle 5.-
- Beh un sacrificio per una buona causa.- Risi.
-Hai fatto Colazione?- Chiesi con un sorriso mettendo la mia borsa sulla sedia.
- Un té.... tra poco credo andrò a svaligiare la macchinetta degli snack .-
-Per questo ti ho portato un cupcake. Cioccolato e vaniglia!- Lo Cacciai dalla mia borsa e non appena vide cosa ci fosse dentro la bustina per poco non mi saltò addosso.
-Grazie! È il mio preferito!-
-Lo sapevo... -
-Cosa? Arrivó anche morgan.
- Che il cupcake cioccolato e vaniglia è il suo preferito.-
Intanto Emmy se ne era messo quasi metà on bocca lasciando me e Derek basiti.
-Ricorda di masticare ragazzina.- Rise .
Quel giorno fu doverso, potremmo parlare di noi tranquillamente, metterci d'accordo per la sera , cose del genere.
-Senti Emmy... stavo pensando, visto che ormai dormiamo spesso insieme , che ne diresti di venire a vivere da me? Alla fine sono molto più vicino al lavoro e il mio appartamento è più grande del tuo. -
-Dici davvero?- Chiese incredula.
Eravamo in macchina, avevamo deciso che saremmo stati a cena da lei quella sera.
-Si, alla fine sarebbe ora? Sempre se tu ti senti pronta a fare questo passo.-
-Certo che sono pronta! Non sai quanto sono felice!- 
In realtà lo immaginavo , perché anche io ero davvero felice di quella scelta.
Da quella sera per circa 4 giorni non facemmo altro che imballare cose e portarle a casa mia, aveva poca roba , infatti impiegano molto tempo per i libri . Ma era giunto il momento, stava iniziando una nuova vita.
 
 

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Capitolo 5
*** Incontri ed inconvenienti ***


Pov Emily 
 
 
Era arrivato il giorno del mio esame di tiro, era talmente ansiosa che la notte non avevo dormito, a differenza di Spencer che russava alla grande.
Ero lì pronta per il percorso, la squadra era lì a vedermi, questo metteva ancora più ansia, se sbagliavo in qualcosa Derek mi avrebbe presa per il culo a vita. Di norma non ci sono spettatori, Ma il capo del poligono, vecchio amico di Hotch fece un'eccezione e li fece assistere tutti dalla postazione del valutatore.
Iniziai, e dopo il primo colpo la tensione si allentó, presi anche esempio dalle parole di Prentiss, cioè "pensa a qualcuno che ti fa veramente infuriare e spara."
In effetti aveva ragione, non sbagliai mai un colpo evita i soggetti da evitare e a fine esame arrivó il valutato, un uomo sulla quarantina.
-Molto bene signorina Ward , a quanto pare i manichini l'hanno fatta arrabbiare.- Scherzó. 
-Sono andata bene?-
-Direi più che bene, ha avuto il massimo punteggio, congratulazioni, il suo capo le consegnerà l'arma di ordinanza una volta in ufficio. Si ricordi però che non è un giocattolo.-
- Si signore ! Grazie!- Mi diede il foglio che avrei consegnato ad Hotch e tornai dalla squadra .
-Sei stata grande ragazzina!- Disse Derek alzandomi come se nulla fosse, il tutto srritolandomi in un abbraccio.
-Ho seguito le parole di Emily. -
-Ottimo lavoro!- Emily mi abbracció, così come JJ,  Rossi e Hotch, Spencer invece mi bació, un bacio sulle labbra semplice e casto, la sua espressione era fiera, forse era fiero di me.
- Beh direi che è ora di tornare in ufficio... qualcuno a qualcosa di nuovo da prendere.- Scherzó Hotch.
-Quindi da oggi farò anche io parte dell'azione? - Chiesi speranzosa.
-Si.- 
- Non uno, ma due ragazzini da seguire.- Scherzó Morgan. 
-Hey io non sono da seguire!- Dimmi in coro io e Spencer. 
-Scusate non parlo più. - 
Tornammo in ufficio e Hotch mi chiamó nel suo ufficio per consegnarmi l'arma, anche la fondina per contenerla, dio com'ero contenta .
La giornata passó velocemente e ben presto mi ritrovai distesa sul letto mentre Spencer era in bagno a farsi la doccia.
-A cosa pensi?- Mi chiese Spencer tornando in camera.
-Al futuro... come ti immagini tra 5 anni?-
-mmmhh vediamo,  con il nostro lavoro, sposato e forse anche con dei figli.- Si era sdraiato affianco a me ancora semi bagnato e con solo un asciugamano in vita.
-Te?- Continuò poi.
-Uguale, vorrei dei figli, almeno due.- 
-Due?-
- Beh meglio prima uno... forse...-
- No forse, meglio uno per iniziare.- Rise lui.
- Mi ti immagino a fare il papà... sarebbe il bambino più fortunato del mondo.-
-Per non parlare della sua mamma.- 
-Stavo pensando... questo fine settimana andiamo a trovare tua madre? Vorrei conoscerla e poi te è un po' che non la vedi. In più vorrei visitare Las Vegas. -
-Vuoi conoscere mia madre?- Era quasi incredulo a quella frase.
- Si. Da come me ne parli è una donna speciale. Con la malattia è riuscita comunque a crescere un figlio meraviglioso come te.-
Lui sorrise, era visibilmente imbarazzato.
-Va bene, allora sabato mattina partiamo .-
-Grazie!-
Inutile dire che la sera crollammo sul letto , ma la mattina dopo eravamo belli pimpanti e pronti a lavorare.
Arrivammo in ufficio e trovammo dei dottori a chiamare per delle analisi ed altre visite mediche, un ufficio vuoto era adibito a sala visite.
- Che succede?- Chiesi a JJ.
-Visite mediche a sorpresa, si sono attrezzati bene stavolta.- Rispose JJ.
-In cosa consistono?- Chiese Morgan.
-Analisi, ecografie solo per donne e lastre. Ai maschi ci sarà anche un endocrinologo credo.-
- Fantastico, credete che dovrei avvertirli che ho l'anemia ?- Chiesi.
-In teoria ci sarebbe scritto sul tuo fascicolo. Loro sono autorizzati ad avere tutte le nostre cartelle cliniche.- Spiegò Spencer. 
-Ragazzi, tornate a lavorare come sempre, quando è il vostro vi chiameranno.- Hotch era uscito dalla sala delle visite, ci diede dei fascicoli subito dopo e ci mettemmo subito a lavoro.
Chiamarono tutti, compresa me ovvio, fecero ecografie, lastre e analisi, tutto quello che serviva per vedere se eravamo sani.
I risultati sarebbero arrivati solo il lunedì prossimo , fortunatamente noi fummo impegnati fino al venerdì sera a Chicago per due serial killer che lavoravano in coppia e colpivano prostitute .
Il venerdì sera tornammo a casa e preparammo subito la valigia con le nostre cose, non dormimmo neanche, perché partimmo alle 4 del mattino per arrivare lì a Las Vegas alle 7.
Una volta in hotel mi feci una doccia e mi misi il vestito più carino che avevo, uno leggero nero con un giacchetto slanciato di jeans e dei sandali, mentre Spencer stranamente era meno formale del solito, non indossava neanche la cravatta.
-Ti avverto, mia madre potrà dire cose senza senso, forse a volte può essere un po' offensiva. Quindi ti chiedo scusa in anticipo per quello che dirà . -
Stavamo aspettando che Diana venisse portata da noi in salone quando Spencer mi avvertì di questo.
- Non ti preoccupare Spencer. -
-Spencer....- la voce della madre scaturì un grosso sorriso a Spencer, credo di non averlo mai visto così felice.
-Mamma!- andò ad abbracciarla ed io rimasi un po' in disparte , era bello vederlo così felice con sua madre.
-Mamma ti presento Emily Ward , la mia ragazza.- Spencer mi prese per mano presebtandomi e la madre corse ad abbracciarmi.
- Che bello! Finalmente mio figlio si è fidanzato.-
-É davvero un piacere conoscerla signora Reid! Spencer mi ha parlato tanto di lei.-
-Oh ti prego danni te tu. Chiamami Diana, sei parte della famiglia adesso.-
-Ok!- Dissi con un grosso sorriso.
-Venite, andiamo nel giardino, si sta davvero bene lì. -
Andammo tutti e tre in giardino mentre parlavamo di libri .
-Spencer mi ha accennato poco di te nelle lettere, ha detto solo che eri una sua collega con la quale aveva una grossa affinità. -
-Mamma, sarebbero lettere private.- Disse Spencer imbarazzato.
-Diciamo che volevamo aspettare un po' a dirlo a tutti che stiamo insieme, credevamo facessero storie sul lavoro, ma alla fine sono felici per noi.- Spiegai.
-E come possono non esserlo, state davvero bene insieme. Spencer caro, potresti andarmi a prendere un po' di acqua? Ho la gola secca.-
-Va bene mamma. Tu amore vuoi qualcosa?-
- No grazie, sto bene così. - quando la madre di Spencer su sicura che il figlio fosse lontano rinizió a parlare.
-Spencer ti ha detto della mia malattia...-
- Si e per questo l'ammiro molto. Ha cresciuto un figlio meraviglioso da sola anche se era malata.-
-Ti ringrazio cara... Spencer ha paura di avere anche lui la schizofrenia, ne è terrorizzato, come dargli torto...-
-Di questo non me ne aveva mai parlato.-
-Spencer a volte è molto riservato, anche quando era piccolo. Ma una madre sa ... promettimi che gli starai vicino, sempre, anche se dovesse avere la schizofrenia.  Non sopporterei che rimanesse solo per una malattia.-
-Diana , amo Spencer più di qualsiasi altra cosa al mondo, non oserei mai lasciarlo solo. Se proprio dovrà ammalarsi, affronteremo insieme la malattia.- Ero seria, amavo Spencer talmente tanto che neanche la malattia mi avrebbe allontanata da lui, anche perché da quando lo conoscevo non potevo fare a meno di lui.
- Non sai quanto sono felice di sentirti dire queste cose.- Disse Diana quasi commossa.
- Che Cose?- Chiese Spencer tornando con una bottiglietta d'acqua.
-Cose da donne.- Disse Diana con un sorriso.
-Ho come la sensazione che voi due mi stiate nascondendo qualcosa ...- Disse perplesso.
- Non nascondiamo niente!- Esclamai con un sorriso.
-Ma dimmi, ti ha portato a vedere un po' la città?-
-Ancora no veramente.- Dissi, ma prima che la madre di Spencer potesse ribattere sulle maniere poco educate del figlio, lo stesso figlio la rabboní.
-Siamo arrivati, ci siamo fatti una doccia e siamo venuti qui da te.-
- Beh allora dovete andare! Las Vegas è bellissima tesoro, questa sera ti consiglio di farti portare al planetario. -
-La porterò ovunque.- Rise Spencer.
-E allora che ci fate ancora qui? La città è grande ed il tempo è poco! Su su andate! Io sto benone!-
-Va bene! Andiamo, Ma torneremo prima di ritornare a Quantico .-
-Va bene.-
-Grazie ancora della chiacchierata, mi ha fatto davvero piacere conoscerti.- Dissi con un sorriso.
- Anche io sono davvero felice che Spencer si sia deciso a presentarci .-
Lasciammo la clinica e andammo in giro per la città, Diana aveva ragione, era bellissima e piena di casinò. 
Quella sera Spencer mi portò al planetario, era stupendo e romantico, anche perché lì c'erano solo coppiette di innamorati di tutte le età. 
Poi quando tornammo all'hotel ci dedicano alle attenzioni che una coppia deve avere.
Sfortunatamente il Week end passó subito ed in men che non si dica eravamo già in viaggio verso casa, dove arrivammo stanchi e sudati.
Spencer si buttò sul letto e neanche il tempo di entrare anche io in camera che già si era addormentato, da come mi ha sempre detto i viaggi lo stancavano molto.
Così gli tolsi le scarpe e gli misi una coperta sopra, io intanto andai a farmi una doccia e Mangiai anche qualcosa che avevo in dispensa, poi dopo aver sistemato tutto andai a letto.
La mattina di quasi tragica alzarsi, quei due giorni ci eravamo abituati a poltrire, quindi alle 6 del mattino la reattivitá non era molta.
-Ieri ho dormito vestito?-
-Si sei crollato sul letto, non ti ho voluto svegliare , ti ho tolto le scarpe e ti ho messo la coperta sopra.-
-Scusa, dovevamo sistemare le cose insieme.-
-Tranquillo, ci ho messo poco.-
-Sei pronta?- Chiese guardando l'orologio della cucina.
- Si andiamo!-
-Oggi danno i risultati delle visite.- Disse Spencer ricordandomelo.
-Giusto! Me ne ero dimenticata.-
Arrivammo al quartier generale e trovammo gli altri a ridere e scherzare su un'imitazione che stava facendo Derek. 
-Ma chi sta facendo?- Chiesi tra le risate.
- Un agente che ha lavorato con noi per qualche mese, era totalmente incapace e poi non appena vedeva le vittime dava di stomaco.- Rise Emily. 
-Davvero?- Chiesi ridendo.
- Si bellezza! Ha fatto saltare i nervi anche al tuo bel ragazzo.- Disse Derek prendendo un sorso di caffè 
-Ma dai! - Esclamai guardando Spencer. 
-Affermava teorie che non stavano ne in cielo ne in terra... come potevo stare calmo in quelle occasioni?-
Ci fu una risata collettiva da parte di tutti, poi arrivó Hotch con i risultati delle visite.
Li diede a tutti, tranne che a me.
- Hotch, la mia?- Chiesi quando diede l'ultima a Rossi.
-Nel mio ufficio... andiamo!- Disse serio.
Io guardai gli altri preoccupata e loro anche erano preoccupati, soprattutto Spencer, ma rimanemmo tutti in silenzio ed io seguii quasi terrorizzata Hotch nel suo ufficio.
Lí dentro c'era anche la dottoressa che mi aveva fatto tutte le visite.
-Emmy siediti.- Disse Hotch. 
-Cosa succede?- Chiesi ormai terrorizzata.
-Signorina Ward, lei è a conoscenza del suo stato di salute completa?- Chiese la dottoressa.
- Beh sono anemica, questo non lo nascondo, ma per il resto sto bene, sono sana.-
-É quello che immaginavo... da quanto non fa un'ecografia oltre a quella che le abbiamo fatto qui?-
- Beh ne ho fatta una quando avevo 11 anni e poi basta... Cosa c'è che non va?- 
I due si cambiarono un'occhiata e poi inizio Hotch a speigare.
-Le tue analisi sono risultate alterate, mentre l'ecografia ha notato qualcosa che non andava.-
- Che cosa? Ho fatto le analisi qualche tempo fa per l'anemia e stavano bene.-
-Abbiamo riscontrato una massa non identificata nelle ovaie... un tumore.-
-Tumore?- Mi stava mancando il fiato, il cuore batteva a mille ed ero impallidita.
- Si ma stia tranquilla! A giudicare dalla grandezza e dalle sue ultime analisi è appena apparso, si può benissimo operare dopo un mese di terapia.- Spiegò la dottoressa.
- Mi dice che ho un tumore e non mi dovrei preoccupare?- Ecco stavo diventando agitata, e quando diventano agitata andavo sui nervi.
- Lo so che è dura da digerire , ma in un mese farai la cura e se ti riterranno pronta ti opereranno.- Disse Hotch.
-Le lascio il mio bigliettino , la seguiró personalmente, Ma decida in fretta. Ha la possibilità ti toglierlo subito e non intaccare niente... Ha una possibilitá che pochissime persone hanno, non perda tempo.-  Mi diede il bigliettino da visita e uscì dall'ufficio salutando.
-Emmy....-
Hotch mi richiamó dai miei pensieri.
- Si?-
- Non c'è bisogno di dire che se fai la cura non potrai lavorare...-
-Cosa!?-
- Non è una cura leggera tipo quella dell'influenza, sarà pesante, ti debiliterá e non sarai molto lucida.-
-Ma non posso stare un mese o forse più a casa! -
-Prendilo come un periodo di riposo, puoi andare a trovare tuo padre, fare le cose per casa, andare a fare shopping, un mese tutto per te.-
-Dovrei accettare la cura quindi?-
-La scelta è solo tua, ma non voglio perdere un agente capace come te solo perché è cocciuto e  vuole lavorare.-
-Ma ... come lo dico agli altri?- Li guardai fuori dalla finestrella e notai che fissavano noi.
-Glielo diremo insieme, è solo finché non ti operi, dopo ti rivoglio qui a tutti i costi, in quel momento la pacchia sarà finita.- Quella frase mi fece sorridere e lui strano ma vero mi abbracció con fare paterno.
Uscimmo dall'ufficio e andammo verso i ragazzi.
-Allora ?- Chiese JJ preoccupata.
-Hanno trovato delle cose che non andavano nelle analisi e nell' ecografia...- Stavo trovando delle parole meno cattive per dirlo, Ma queste cose non hanno belle parole.
- Che Cosa? Devono fare accertamenti?- Chiese Derek. 
-Giá li hanno fatti e sanno già cos'è ...- Non riuscivo a dirlo, non ci credevo ancora neanche io.
-E allora che cos'è?- Chiese Emily. 
-Avanti parla.- Disse Derek. 
- Un tumore.- A quella frase guardai fissò Spencer che era più bianco di me, non disse nulla, si limitò a guardarmi preoccupato.
- Un Tumore? Ma come ?- Chiese Rossi. 
- Non lo so... É appena uscito.-Spiegai.
- Ma si può curare?- Chiese Derek. 
-Questo è il punto, dato che è appena spuntato, si può togliere senza problemi e senza che intacchi altro, ma dovrà fare un mese di cura e poi essere operata.- Spiegò Hotch.
-E quante probabilità ci sono che riesca questa cura?- Derek era spaventato.
-Il 95 percento.- Disse Spencer .
-Vedi di essere tra quel 95 percento ragazzina... voglio riaverti qui sana come un pesce.- Derek mi abbracció.
- Non posso crederci...- Disse JJ.
-Quindi finché non risolverà questo problema , sarà in congedo. Una vacanza.- Spiegò  Hotch.
- Almeno starai un po' a casa...- Cercò di sdrammatizzare Emily.
-Evvia.- Dissi quasi sarcastica.
- Da domani starai a casa .-
-Va bene... posso tornare a lavoro ora? Vorrei almeno finire i rapporti che ho da scrivere.-
-Va bene.-
Quando rimanemmo io e Spencer lì , non disse nulla.
-Dí qualcosa...- dissi, Non sopportavo di non sentirlo parlare.
- Che dovrei dire? Sono stato colto alla sprovvista.- Disse andando a prendersi un caffè alla cucina , o meglio l'angolo adibito alle bevande.
-Perdonami. Immagino che adesso tutto cambierà...- 
-No, Non cambierà niente... starò al tuo fianco in questo, ti accompagneró a fare le visite e tutto quello che ti serve.-
Aveva gli occhi lucidi ed io non potei fare a meno di scoppiare in lacrime.
- Tranquilla, l'affrontiamo insieme . - Mi abbracció.
- Non farò mai parte di quel 5 percento.- Dissi affondando il viso al suo petto.
- No, non lo sarai mai. -
-Ora torno a lavoro... sennò quando tornerò Hotch mi terrá segregata in ufficio finché non compileró tutto .- Risi asciugandomi le lacrime.
-Hai ragione .- Disse ridendo.
Quel giorno venne anche Penelope alla mia scrivania e portó una pila di fogli sui consigli su cosa mangiare e cosa bere durante quel periodo di cura, in più mi consigliò di mettere qualche pianta per aumentare la positivitá dell'ambiente. 
Quel giorno chiamai anche la dottoressa che mi avrebbe seguito , mi disse che la mattina dopo avrei iniziato la cura, un giorno si e uno no, avrei preso una pasticca, ma mi avrebbe fatto molto male.
Così quella sera proposi alla squadra di fare una cena tutti insieme ed accettarono tutti , mangiammo della pizza e delle patatine , avrei fatto un mese di dieta ferrea , quindi ne stavo approfittando.
 
 
 
Pov Spencer 
 
 
Quella mattina mi alzai prima di Emily, volevo fargli una colazione speciale, oggi iniziava un lungo periodo e non sempre sarei potuto stare con lei, quindi quando c'ero gli avrei sempre organizzato qualcosa di speciale. Come quella mattina che gli portai la sua colazione preferita a letto.
-Emmy... sveglia.- 
- Non mi va di alzarmi....- Disse mettendo la testa sotto il cuscino.
-Ho preparato i pancake ai mirtilli con lo sciroppo di fragole....- Dirgli cosa c'era da mangiare funzionava sempre per farla alzare.
-Hai fatto questo per me?-
-Certo! La vicina non c'era...quindi...- a quella battuta mi beccai una cuscinata in faccia.
-Quindi andresti dalla vicina?-
- Non credo proprio..
 Non fanno per me le signore anziane over 80 .- Risi.
-Ed io che mi ero fatta strane idee in mente.-  Rise di cuore.
-Sei pronta?-
- Credo di si...tanto prima o poi lo devo fare. Tu farai tardi a lavoro.-
-Veramente Hotch mi ha detto di accompagnarti. Lo avrei fatto anche senza che me lo dicesse lui.-
-Quindi ti ha dato il permesso di entrare più tardi....-
-Esattamente!-
Quella mattina sembrò lunghissima, l'attesa fu quasi infinita a mio parere, mentre per Emmy fu davvero breve.
-Bene, ora le faremo un flebo per alleviare i dolori che le causerà la pasticca che prenderà subito dopo.-
-Va bene...- Emmy era sdraiata sul letto, io le stringeva la mano e le sorridevo.
- Non c'è bisogno di dirle che questa cura le causerà un bel po' di fastidi. Tanta nausea e vomito, stanchezza e depressione. Poi a fine mese la settimana prima dell'intervento smetterà per rimettersi in forze.-
-Ho già letto tutto, grazie.-
-Va bene... mentre lei fa la flebo, vorrei parlare con il dottor Reid. -
Io diedi un'occhiata a Emmy che mi disse di andare, così feci, mi alzai e uscii dalla stanza con la dottoressa.
- Mi dica.-
-Questo periodo sarà lungo, molte volte non avrà voglia di uscire e sarà giù di morale. Non vorrà mangiare, in quel caso le spremute di arancia sono un ottimo sostituto. La notte potrebbe avere incubi per i dolori o giorni che non sarà molto lucida, lei deve fare in modo di tenerla attiva. -
-Lo farò. -
-Bene, tra mezz'ora torniamo con la medicina.-
Durante la flebo parlammo del più e del meno, poi dopo la pasticca la riportato a casa, sembrava stesse bene, così andai a lavoro a cuor leggero sapendo che non aveva problemi.
Una volta in ufficio il primo a che vidi fu Hotch.
-Allora? Come è andata il primo giorno?-
-L'ho lasciata a casa che stava bene, spero che stasera stia ancora bene.- 
-Se serve qualche giorno puoi prendertelo. Non ci sono problemi.-
-Vedremo come va.- Dissi mettendomi alla mia scrivania .
 
 
 
Pov Emily
 
 
 
 
Erano passate appena due ore da quando Spencer mi aveva lasciata a casa ed iniziavo a sentirmi male, tutto era iniziato con la nausea e poi era finito in modi che non sto qui a raccontare .
Quando Spencer tornó, Mi trovò a letto a soffrire come un cane, i dolori ai muscoli erano lancinanti e non riuscivo neanche ad alzarmi .
-Hey... come ti senti?-
-Uno schifo!-
-Nausea?-
-Tutto!-
- Ti preparo qualcosa?-
- No grazie. 
Ero distrutta e non avevo fatto niente tutto il giorno, era appena iniziato un lunghissimo periodo dove la mia pazienza e quella di Spencer sarebbero state messe a dura prova .
 
 

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Capitolo 6
*** Problemi di coppia? ***


Pov Spencer 
 
 
 
Era metà del mese e stavo andando ai matti, Emmy stava sempre peggio e a volte parlare con lei era impossibile. Molte volte cercavo di farla uscire, Ma era depressa e non riuscivo a farla uscire, neanche la squadra quando veniva a trovarla riusciva a rallegrarla.
 Quel giorno mi trovavo in ufficio, ero su una crisi di nervi, non sopportavo lo stato in cui era Emily ed io non riuscivo a farla star bene.
-Hey ragazzino se calchi ancora un altro po' buchi anche la scrivania oltre al quaderno.- Era Derek.
-Cos'hai ?- Era arrivata anche JJ.
-Sto per andare ai matti! Non ce la faccio più con Emmy!- Chiusi il quaderno stufo anche di scrivere.
-É successo qualcosa?- Chiese JJ.
- É che non parliamo più, è sempre scontrosa, non vuole uscire e più cerco di tenerla attiva più lei mi allontana! Mi sono stufato di far finta che tutto sia rosa e fiori.-
Forse mi serviva proprio parlare con qualcuno , di sfogarmi.
- Ragazzino, andiamo a fare due chiacchiere...- Derek mi prese per le spalle e mi portò fino al salottino dove chi restava di notte poteva riposarsi, mi fece sedere e chiuse la porta a chiave.
-Perché mi hai portato qui?-
-Per fare due chiacchiere con te da uomo a uomo... - si sedette di fronte a me serio.
- Non capisco... il che è molto strano.-
-É evidente che sei molto sotto stress , e ti capisco, ma immagina come possa sentirsi Emmy. -
- Ma è lei che mi sta facendo impazzire.-
-Reid sta male! Prende delle medicine che purtroppo la fanno stare male . La dottoressa te lo aveva detto che non sarebbe stato facile.-
-Si si lo So! È solo che non sopporto più questa situazione, non parliamo quasi più, é sempre di cattivo umore , vorrei che tutto tornasse come prima....- Mi stavo lasciando andare il che era molto strano, Ma se non mi sfogavo con qualcuno sarei impazzito.
-Hey... adesso ascoltami.- Derek mi prese le spalle e mi guardò dritto negli occhi che ormai avevo quasi pieni di lacrime.
-Faremo una serata solo uomini... mentre le donne faranno una serata a casa vostra solo per loro, dormirai da me, e le ragazze a casa con Emmy. Vi farà bene ad entrambi una breve vacanza da voi... facciamo domani che è sabato.-
-Va bene...-
-Ora riprenditi , e ricorda che anche se sei triste, farti vedere felice da Emmy, anche se non lo dà a vedere sei la sua ancora.-
Io feci cenno di si, mi passai le mani sulla faccia e feci un lungo sospiro.
- Dai andiamo, ti offro un caffè...-
Dopo il caffè mi concentrati di nuovo su un vecchio caso ancora irrisolto poi mi arrivó una chiamata.
-Pronto?-
-Spencer?- Era la voce di un uomo.
-Sono io, chi parla?-
-Sono Lucas, il padre di Emmy.-
-Signor Ward! Come sta? -
-Bene, Emmy non risponde al cellulare, volevo sapere come stava? E dirgli che lunedì sarò da voi per starle un po' vicino.-
-Di sicuro starà dormendo, ultimamente non fa altro che dormire.  Comunque ci farebbe molto piacere se venisse da noi.-
-Capisco... te come stai Spencer? Emmy può essere alquanto ingestibile...-
-É dura, ma tengo duro.-
-Ci vediamo lunedì ragazzo.-
- Si certo, grazie signor Ward .-Riattaccai.
-Viene il suocero?- Chiese Emily. 
-Si, forse questo risolleverá Emmy di morale.-
-Intanto ci pensiamo noi sabato! Vietato chiamare e scambiarsi messaggi fino a domenica .- Disse Penelope .
- Mi raccomando a voi!- Rise JJ. 
Quella sera quando rientrai a casa Emmy era ai fornelli.
-Ciao.- Disse cercando di sorridere, Ma lo vedevo che stava male.
-Hey, credevo di trovarti a letto, ti senti meglio?- Chiesi andando vicino a le per vedere cosa stava cucinando.
-Inizio ad abituarmi alle nausee continue e strano ma vero, gli appunti che mi ha dato Penelope sembrano funzionare. Oggi ho un po' di fame.-
-Davvero?- Chiesi con un sorriso, forse stava reagendo a quella depressione.
- Si.. . Avevamo delle fettine e un po' di insalata, spero ti vada bene.-
-Va benissimo.- Mi cambiai e mi misi degli abiti più comodi.
La cena era pronta e anche se non sorrideva molto ero fiero di lei, si stava risollevando.
-Domani i ragazzi vogliono portarmi fuori e Morgan vuole che dormo da lui... tu starai qui con le ragazze, va bene?-
- Si va bene... dormiranno qui? Perché in tal caso devo preparare molte coperte.-
- Si.- Risi.
-Ah e lunedì viene tuo padre, mi ha chiamato questa mattina.... tu non gli hai risposto.-
-Neanche ho visto il telefono  . -
-L'ho immaginato.-
-Spencer...- Disse seria lasciando il suo piatto a metà. 
-Dimmi, c'è forse qualcosa che non Va?- Chiesi preoccupato.
-Volevo scusarmi con te ... ultimamente so che sono stata scontrosa, pigra , praticamente ingestibile, so anche che eri arrabbiato con me...-
-Te lo ha detto qualcuno?- Chiesi serio.
-No, l'ho capito da sola... il modo in cui mi guardavi... i tuoi gesti, li ho visti, eri arrabbiato con me. Oggi ho capito che non devo buttarmi giù, abbiamo promesso di affrontarla insieme, ma fino ad ora hai fatto tutto tu. Scusami, a volte mi chiedo come fai a stare con una come me.-
- Non dirlo neanche per scherzo! Emmy io ti amo. É vero ero furioso con te, Non lo nego, ma oggi ho capito che non posso essere arrabbiato con te . Stai lottando e siamo fortunati che la cura avrà successo, non devi scusarti di niente.- Dissi abbracciandola.
- Non voglio che tu sia ancora arrabbiato con me.- Disse piangendo. 
- Non lo sarò mai più, te lo prometto.- Dissi stringendola forte.
-Cosa farei senza di Te?-
-Sono io qui quello fortunato... sono strano ed ho i miei sistemi, ma tu mi ami lo stesso. Non potrei desiderare persona migliore al mio fianco.-
Notai la sua faccia stanca ma sorridente era tardi, era il momento di andare a dormire, così sparecchiai la tavola e mi misi a letto con Emmy, da tanto non dormivamo abbracciati, quella sera quando ero tornato a casa e l'avevo vista in cucina tutta la mia rabbia era sparita e aveva lasciato spazio all'orgoglio  , ero orgoglioso di quella ragazza che stava affrontando finalmente la sua malattia, ed ero fiero che fosse la mia ragazza.
 
 
 
Pov Emmy 
 
 
 
Quella notte feci degli incubi assurdi, tutti casi di serial killer che avevo visto, Mi svegliai di colpo con il corpo dolorante ed i muscoli che mi andavano a fuoco.
-Emmy tutto bene?- Chiese Spencer ancora mezzo addormentato.
-Si, solo un incubo.- Dissi stringendomi a lui.
-Tranquilla ci sono io...-
Mi riaddormentai dopo qualche minuto,  il battito di Spencer era un ottimo calmante per me.
La mattina dopo mi svegliai assieme a Spencer , era sabato e aveva riposo, ci alzammo alle 9 passate.
Mi alzai dolorante e riuscivo a malapena a fare dei movimenti, poi quando mi vide vestirmi bene per uscire rimase stupito ma con un leggero sorriso sul viso.
-Ti va di fare colazione fuori?- Chiesi con un sorriso. -
- Mi cambio e andiamo.-
Fortunatamente il mio aspetto fisico non aveva subito dei grandi cambiamenti, ero solamente più magra per via delle continue nausee e del poco mangiare, ma per il resto ero uguale a prima.
Andammo in un bar sotto casa e poi Spencer mi portò al parco, poi mi fermai all'edicola per prendere dei sudoku per passare il tempo , Spencer di questo fu felice, tenevo la mia mente allenata e lui ora che ci penso molte volte lo aveva già fatto chiedendomi cose alla quale non avevo mai risposto.
-Pronta per stasera?- Chiese mettendomi un braccio attorno alle spalle .
- Credo di si, anche se non ho mai dormito con delle amiche . -
-Siamo in due allora.- Rise lui.
-Promettimi che non guarderai le altre ragazze stasera... -
-Te lo giuro... ho occhi solo per Te!- Mi bació, era da tanto che non mi dava un bacio.
-Tu piuttosto non fare una maratona del Signore degli anelli, vedo come guardi Orlando Bloom!- A quella frase scoppiai a ridere e lo abbracciai.
- Non cambierei mai te con Orlando Bloom. -
-Felice di sentirtelo dire.-
Quando tornammo a casa Spencer si stava preparando per uscire quando arrivarono le ragazze, tutte e tre avevano un borsone e le feci accomodare.
Spencer uscì poco dopo quando citofonó Morgan che lo era venuto a prendere.
-Io Vado! Non fate danni!- Disse Spencer dandomi un bacio e salutando le altre.
-Sta tranquillo i pompieri dopo la mezzanotte intervengono molto più velocemente.- Scherzó Emily.
-Pompieri?- Chiese Spencer perplesso lasciando l'appartamento.
-Allora abbiamo portato roba dalla dispensa proibita! - Disse JJ cacciando dal suo borsone schifezze di ogni tipo.
-Da una vita che non le mangio! - Esclamai prendendo le caramelle gommose.
-Ah ah queste dopo la pizza!- Disse Penelope.
-Uh io Margherita! Si lo so è triste, ma devo stare attenta a quello che mangio.- Dissi ridendo.
-Una margherita, poi se ricordo bene JJ diavola, Emily 4 formaggi e la sottoscritta capricciosa .-
ordinammo le pizze e nel frattempo giocano anche a poker con degli oreo come fish.
Poi passammo ad una maratona di once upon a time che Penelope aveva magicamente scaricato , parlammo di cose tra donne, mi chiesero come andava la cura e con Spencer e gli spiegai tutto quello che era successo, non persero occasione per frugare tra le cose di Spencer e Penelope rimase strabiliata dalla collezione di action figure del doctor who.   
Alla fine ci addormentammo davanti la tv , tra coperte e divano letto, mi addormentai all'angolo così in caso mi fossi sentita male sarei potuta correre in camera ed usare quello li di bagno.  
Fortunatamente non mi servì e dopo quasi un mese riuscii a fare una dormita decente.
 
 
 
Pov Spencer
 
 
 
La serata era iniziata con una semplice birra, poi era degenerata con un karaoke molto macho, Derek aveva delle mutande finte rosa in testa, mentre Hotch e Rossi non li avevo mai visti così brilli.
Io avevo bevuto poco, ma anche se gli altri erano mezzi ubriachi o completamente nel caso di Morgan, riuscimmo a fare conversazioni molto sensate.
Sperai che non chiamassero per un caso, sennò chi spiegava alle ragazze lo stato di quei tre?
Tutto sommato fu divertente, cantai anche io e per una sera mi sentivo privo di preoccupazioni, ci fu anche una partita a biliardo che non so come vinse Hotch. 
Poi quando Rossi ed Hotch se ne andarono a casa decisi che era meglio portare anche Derek a casa, una volta messo a letto mi stesi sul divano e crollai.
La mattina mi alzai erano quasi le 11 e Derek era già sveglio anche se risentiva ancora i postumi dell'alcool. 
-Divertito?- mi chiese prendendosi un'aspirina.
-Oh Si! Anche se devo ancora capire come ha fatto Hotch a vincere a biliardo.-
-Abbiamo giocato a biliardo ?-
- Si non mi sorprende che non ricordi, eri ubriaco perso.-
-Ricordo solo che abbiamo cantato al karaoke e basta.-
-Fidati, la serata è degenerata.- Presi del latte nel suo frigo.
-Cavolo ci ho dato sotto ieri sera.- 
-Si e sulla spalla sinistra hai anche un succhiotto.-
-Allora ho fatto colpo su qualcuna!-
Era così contento che non gli dissi che aveva fatto colpo su un trans ... meglio lasciarlo felice.
Tornai a casa per l'ora di pranzo e notai le ragazze che stavano per andare via.
-Avete giocato a poker?- Chiesi prendendo un oreo dal tavolo.
-Emily ci ha stracciate! - Rise Emmy. 
-A voi come è andata?- Chiese JJ sbadigliando.
-Oh molto bene anche se ad un certo punto ha degenerato.-
- Non voglio sapere... roba da maschi!- Rise JJ.
-Immagino Hotch ... sempre rigido. Si è divertito?- Chiese Penelope. 
-Si, e ci ha anche battuti a biliardo.- 
- Hotch? - Chiese Prentiss stupita.
- Si fa strano anche a me!- Dissi posando la mia borsa sulla sedia del tavolo in cucina.
-Noi andiamo!- Disse JJ salutandoci.
-Grazie ancora per la serata.- Disse Emmy con un sorriso.
- Ma figurati , la prossima volta però cinese.- Disse Prentiss. 
-Affare fatto.- Rise Emmy. 
Quando se ne andarono abbracciai Emmy. 
-Divertita ieri sera?-
-Direi proprio di Si! Penelope è rimasta incantata dalla tua collezione del doctor who.-
-Vedi piace a tutti il dottore .- 
-Hai ragione. Ora metto in ordine, tu ti fai una doccia?-
-Si, direi di Si.- 
Quel giorno trascorse lentamente, con Emmy iniziai una partita a scacchi , non era molto concentrata lo si vedeva in faccia, ma voleva giocare e l'assecondai , anche perché doveva tenere la mente attiva .
-Mio padre ti ha detto per caso per che ora arriva?-
-Veramente no, mi ha detto solo che domani starà da noi. Dici che porterà la crostata di albicocche? -
- Non saprei, ti piace proprio quella crostata? -
-La adoro! Io poi per i dolci ho un debole .-
-Allora mi faccio dare la ricetta. Dovrebbe ancora essere nel libro di ricette della mamma.- 
- Era brava in cucina?- Chiesi stipulando la partita.
-Si, Anche se poi quando si è ammalata, non faceva più niente . Era tutto sulle spalle di mio padre, io cercavo di aiutarlo in tutti i modi.-
-Ti capisco. Mio padre se ne é andato quando ero piccolo , non lo vedo da 17 anni, ho sempre badato io a mia madre.-
-In fatto di infanzia non stiamo messi bene... - Si toccò la testa dolorante.
-Stai male?- Mi misi vicino a lei.
-Le nausee ed il mal di testa...-
-Vai a stenderti, ti preparo qualcosa?-
- No grazie,  non ho fame.-
Si andò a stendere a letto, visto che era quasi ora di cena, preparai qualcosa per me al volo e mi misi a vedere il tg .
Solo la mattina dopo mi resi conto che mi ero addormentato sul divano.
Stavano bussando alla porta, di sicuro era Lucas il padre di Emmy. 
Aprii la porta e me lo ritrovai davanti con un borsone.
-Signor Ward prego entri! Come sta?- Chiesi prendendo il suo borsone. 
- Un po' acciaccato ma bene... Emmy dov'è?-
-In camera, la vado a chiamare.-
Andai in camera e la trovai avvolta da mille coperte, ma doveva comunque alzarsi , era l'ultima settimana della cura, in più c'era suo padre.
-Emmy, c'è tuo padre .-
-Mio padre?- Si stava svegliando.
-Si, ricordi che doveva venire?-
-Ah si è vero! Mi preparo e arrivo.- Disse alzandosi e andando in bagno.
Io intanto tornai dal padre e gli offrii del caffè.
- Mi sembra di essere tornato indietro.- Disse seduto sul divano, io ero alla poltrona di fianco a lui.
-Quando sua moglie era malata?- Chiesi.
-Si... Emmy lo sapeva da prima di noi, era un genio, aveva fatto le ricerche il biblioteca, a 7 anni sapeva già più dei dottori sulle cure. Poi un giorno mi disse che aveva paura che la stessa cosa sarebbe toccata a lei... e quando un mese fa mi disse di avere un tumore, beh puoi immaginare la mia reazione.-
-La capisco. Ma il lato positivo è che si può operare senza problemi . È stata molto fortunata.-
-É vero!- 
-Sono pronta! Ciao papà!- Lo andò ad abbracciare .
-Senti Spencer, ti dispiace se oggi accompagno io Emily alla cura? Tu puoi andare a lavoro. Basta che ci dici che fermata della metro è .-
-Oh nessuna metro, può prendere la mia macchina, non è nuova, ma cammina ancora.- Risi dandogli le chiavi dell'auto. 
- Beh, ti ringrazio.- 
-Io ora vado sennò faccio tardi. Chiamami quando hai finito .- Dissi dando un bacio a Emmy. 
-E tu mi raccomando, stai attento!- 
-Come sempre!- Gli sorrisi ed uscii di casa.
 
 
 
Pov Emmy 
 
 
 
Quella mattina era speciale, mio padre era venuto a trovarmi dal Kansas, sarebbe rimasto fino a domani ed era effettivamente poco secondo me, ma il lavoro lo chiamava e non poteva assentarsi dai campi per più di due giorni.
Quella mattina mi accompagnò lui all'ospedale per la cura, finalmente era l'ultima settimana di quell'inferno e poi mi sarei operata.
La giornata non trascorse diversa dalle altre , tornata a casa gli effetti della cura si iniziarono a far sentire e non riuscii ad alzarmi dal letto per quasi tutta la mattina. Proprio quando fu ora di pranzo mi chiamó Spencer, avevano un caso a Seattle e si sarebbe assentato per un paio di giorni .
Mio padre ed io eravamo molto uniti e mo dispiacque veramente che quel non passai molto tempo con lui, a differenza del wc, quasi quasi mi sposato il water .
La sera sentii Spencer, era stanco si sentì dalla voce, ormai lo conoscevo, salutami anche gli altri e poi andai a dormire, mio padre insisté per dormire sul divano anche se gli avevo offerto un cambio di posti.
Sfortunatamente la mattina dopo stava già preparando le sue cose , sarebbe partito subito dopo pranzo , persuaderlo a rimanere era inutile. 
-Tutto pronto?- Chiesi vedendo che chiudeva il borsone.
- Si, sono pronto a tornare a casa.-
-Sicuro? Se vuoi puoi rimanere...- 
-Servo alla fattoria e tu lo sai bene... starai bene senza di Me?-
-Certo! Anche se la prossima volta verrò a trovarti io.- Risi.
-Ci conto. E sta tranquilla , andrà tutto bene. Vorrei essere lì con te ma non posso.-
- Non ti preoccupare, appena mi sveglio ti chiamo.-
-Perfetto... ho preparato la crostata che piace a Spencer. Quel ragazzo è incredibile.- Rise. 
-Lo so... per questo lo amo. Poi mi devi dare la ricetta, almeno gliela posso rifare .- Risi.
-Giá ho pensato a tutto, tieni, è il quaderno di ricette di tua madre...ti avverto le ultime tre non sono buone.- Cacció dal borsone un quadernino di cuoio .
-Grazie papà!- Lo abbracciai.
Quel pomeriggio mio padre tornó con un taxi in aeroporto dato che io non potevo guidare.
Spencer ancora non si era fatto sentire, Ma sapevo che era impegnato e che doveva chiamare lui, sennò lo avrei messo nei guai. Quindi mi addormentai dopo una cena a base di pesce lesso e verdure al vapore... dopo l'operazione avrei chiesto almeno 3 cheeseburger .
La mattina mi svegliai con l'odore di caffè anche in camera da letto.
-Spencer! - Lo chiamai notandolo mezzo addormentato in cucina, era ancora vestito.
-Scusa, sono appena tornato. Ti ho svegliata?-
- No tranquillo , mi sono alzata da sola... vedo che hai trovato la crostata.- Risi vedendo più di mezza crostata mangiata.
- Si, come è stato tuo padre? Mi dispiace non esserci stato.- Disse baciandomi.
- É stato bene ! Mi ha dato anche il libro di ricette di mia madre, così posso farti delle gustosissime ricette .-
- Lo posso usare anche io? Almeno ti faccio una bella cenetta non presa da asporto.-
-Va bene...- Risi.
-Preparati, tra poco hai la visita....-
-Sicuro che non vuoi riposarti? Posso andare in metro.-
-No, ho dormito sul jet , voglio stare con te oggi.-  Mi abbracció, amavo i suoi abbracci, mi davano sicurezza.
-Va bene!-
Mi preparai ed andammo all'ospedale dove mi diedero una bellissima notizia, potevo smettere prima la cura, e operarmi il lunedì che sarebbe venuto.
-Quindi oggi niente cura?- Chiesi con un sorriso.
-Esattamente, ha risposto davvero bene che possiamo operata anche prima.- Disse la dottoressa.
- Che bello!- Esclamai entusiasta.
Così uscimmo dall'ospedale e decidemmo di passare un'intera giornata fuori, lui aveva il giorno libero ed io mi sentivo alla grande.
Andammo al parco, poi mi portò a pranzo fuori ed infine andammo al museo di storia naturale, volevo tanto andarci e lui lo sapeva.
La serata fu perfetta , dopo tanto tempo io e Spencer riuscimmo a riunirci come una coppia, fu tutto perfetto.
 
 
 
Continua!!
 
 

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Capitolo 7
*** Operazione ***


Pov Emmy
 
 
Il grande giorno era arrivato, era lunedì, e stavo finendo di preparare la mia valigia per l'ospedale. 
- Che ne dici, i calzini quelli leggeri?- Chiese Spencer mostrandomi due paia di calzini.
- Credo di si... mi porto anche il pigiama leggero, inizia a fare caldo.-
-Ricordati l'intimo.-
-Giá messo.-
- Le ciabatte? Lo spazzolino? Il porta spazzolino? Lo sai che in un'ora si poggiano più batteri su uno spazzolino che sulle mani?-
-Ho tutto... e grazie per questa informazione ma ne avrei fatto a meno...- Risi baciandolo.
-Scusa, è che sono più nervoso io di te.- Disse mettendo i calzini dentro la valigia.
- Non esserlo! Tra una settimana sarò ti nuovo qui a romperti le scatole!- Risi facendolo sorridere.
- Credo sia Tutto! Pronta?-
-Certo!-
Uscimmo e andammo all'ospedale dove mi diedero una stanza singola, non avendo mangiato dalla sera prima, ero molto aggressiva, ma presto mi avrebbero portata in sala operatoria, quindi con il camice girai su e giù per la stanza con Spencer che era al suo terzo caffè... Lo avrei fatto smettere quando sarei tornata a casa.
-Signorina Ward, se lei è  pronta iniziamo con la prenestesia .- Era entrata un'infermiera con una flebo ed una siringa.
-Sono pronta...-
-Bene si sdragli sul lettino...sentirá un po' di fastidio e di stordimento. Le passerà subito.-
-Va bene.-
Feci come mi disse e poco dopo la flebo inizió a sembrano tutto strano .
-Come ti senti?- Chiese Spencer ridendo, forse avevo una faccia strana.
-É tutto così.... strano. Sembra di stare tra le nuvole.- Lo guardai e ancora rideva, se avessi avuto un po' di forza lo avrei picchiato.
-La sala operatoria è pronta, possiamo andare.- Sentii la voce dell'infermiera come lontana e poi la vidi mentre con il letto mi portavano verso la sala operatoria.
Una volta dentro mi misero la mascherina , ed allora me ne andai nel mondo dei sogni.
 
 
 
Pov Spencer
 
 
Mi dissero che potevo aspettarla in camera, fortunatamente era una singola, decisi di chiamare JJ per informarli che Emmy era appena entrata in sala operatoria.
-JJ , volevo informarvi che è entrata proprio ora in sala operatoria .-
-Abbiamo fatto tardi, siamo arrivati ora in ospedale, a che piano sei?-
-Sono al terzo, stanza 23 .-
-Arriviamo.- 
Riattaccai ed iniziai a camminare nervosamente per tutta la stanza finché non arrivaró l'intera squadra , compresa Penelope. 
-Hey!- Mi salutò Emily. 
-Da quanto è dentro?-chiese Hotch. 
-Da circa 10 minuti, hanno detto che durerà quasi un paio di ore.- 
-E noi saremo qui ad aspettare che si svegli.- Disse Penelope con un sorriso.
-E il lavoro?- Chiesi.
-Per un giorno possiamo saltarlo per qualche ora.- Disse JJ.
- Non voglio perdermi Emmy che sbava sul cuscino mentre dorme .- Rise Derek.
-Bene, vado a cercare una macchina del caffè , qualcuno vuole qualcosa ?-
prendemmo tutti un caffè e Hotch andò ad aiutare Rossi, mentre noi dovevamo aspettare.
 
 
Pov Emily
 
 
 
Dio che freddo! Stavo gelando , forse per quello mi svegliai . In primo piano mi ritrovai la faccia di Spencer, prima sfocata e poi messa a fuoco.
-Hey, come stai?- Mi chiese.
-Fa freddo. E muoio dal sonno.- Dissi, solo allora mi resi conto che stavo parlando con un filo di voce .
- Beh qui ci sono delle persone che vogliono salutarti.- Disse Spencer con un sorriso.
-Chi?-
-Hey ragazzina.- Era Derek che mi abbracció con un grosso sorriso.
Poi notai l'intera squadra ai piedi del mio letto.
-Ci siete tutti.- Dissi con un sorriso, Anche se ero ancora intontita .
-Come potevamo lasciarvi soli?- Chiese Penelope con un sorriso.
- Anche perché non combinavamo niente con il pensiero di te sotto i ferri.- Disse Emily.
-Grazie...-
-É stata un'idea di Hotch venire qui ed aspettare.- Disse JJ.
-Davvero?- Chiesi con un sorriso.
-Eravamo tutti preoccupati per te.- Disse Hotch sorridendo ma rimanendo sempre composto.
-Direi che è meglio farla riposare un altro paio di ore... ha chiuso gli occhi.-
Sentii quella frase ed un paio di risate e poi mi riaddormentai. 
Mi risvegliati qualche ora dopo credo , Spencer era ancora lì a fare le parole crociate .
-Ben svegliata bella addormentata.- Disse distogliendo lo sguardo dal giornaletto.
-Quanto ho dormito?- 
-Altre 2 ore. Hai fame?-
Solo allora sentii che morivo di fame.
- Non ci vedo più dalla fame!- 
-Chiamo l'infermiera. -
Uscì e tornó subito dopo e dietro di lui arrivó una ragazza con un vassoio.
-Cosa mangerò di buono?- Chiesi con un sorriso.
-Brodo, succo e gelatina.- Sorrise la giovane...non sapeva però che io odiavo quelle tre cose.
Quando se ne andò feci la faccia schifata e poi intervenne Spencer. 
-Devi mangiare tutto.-
-Ti cedo la mia gelatina, lo sai che non mi piace.- Lui invece amava la gelatina.
-Va Bene, ma tu mangia il brodo ed il succo.- Rise prendendosi la gelatina.
-Ok capo.- Iniziai a mangiare quella cosa orribile quando arrivò Derek. 
-Hey, come ve la passate?-
-Alla grande, credo che ad ogni pasto starò qui se gli danno la gelatina.- Rise Spencer. 
-Il solito!- Rise Morgan.
-Voi a lavoro come va? Ci sono dei casi?- Chiesi finendo il succo.
- Non dovrei parlarne ma si... Abbiamo un serial killer a Houston , partiremo non appena ci danno l'ok .-
-Vado a preparare la mia roba allora.-
Disse Spencer. 
-Piano! Dove vai? Tu e Emmy ci seguirete da qui. A quanto pare è un genio della matematica, quindi Garcia starà qui con voi e porterà i suoi aggeggi. Voi dovrete mettere solo la vostra brillante mente.-
-Quindi rientro in gioco anche io? Che bello!- Esultai ricordandomi dopo del dolore lancinante alle ovaie.
-Piano dolcezza,  così ti fai saltare i punti.- Rise Derek. 
 
 
Quei giorni furono intensi, o meglio, i primi tre che sono quelli che ci servirono per risolvere il caso, Spencer e Penelope non lasciavano mai la mia stanza, solo qualche volta per fare una doccia o prendere un po' di aria. L'aria serviva anche a me così quando finalmente arrivó il giorno che mi tollero i punti e potei andare a casa fu uno dei giorni più belli della mia vita.
Gli altri mi organizzarono una festa a casa nostra, mentre Spencer era con me in macchina.
-Bentornata!!!- Urlarono non appena mi videro sulla porta di casa.
-Wow che accoglienza! Grazie ragazzi.- Risi abbracciandoli.
-Per festeggiare stasera hamburger e patatine!- Esclamó Derek .
-Sia ringraziato il cielo, un po' di vero cibo!- A quella mia frase feci ridere tutti.
-Quando tornerai a lavoro?- Chiese Rossi.
-Tra sue giorni! Non vedo l'ora. -
-Cosí presto?- Chiese Emily .
- Mi hanno dato il via libera, sono sana come un pesce.- 
-É una splendida notizia, Anche perché sulla tua scrivania ci sono tanti di quei faldoni che non si vede neanche più lo schermo del comune.- Rise Hotch.
- Per vostra fortuna ultimamente ho tenuto la mente allenata, quindi un giorno intero e riesco a finire tutto il lavoro arretrato. - Risi.
- Che bello avere dei geni in squadra.- Rise Penelope. 
-Ragazzi io starei morendo di fame, Che ne dite di mangiare?- Chiese JJ. 
Durante la cena parlammo del più e del meno, Derek e Penelope credo fossero i più entusiasti che io mi fossi ripresa da tutto, Spencer ed io ci lanciavamo sempre occhiate, JJ le considerava occhiate da innamorati, beh era così, io e Spencer ci amavamo.
Se ne andarono a mezzanotte passata, il giorno dopo sarebbe stato di riposo per tutti essendo sabato.
Mentre mettevo in ordine dalle scatole del fast food, notai un volantino coperto da delle bollette.
-Una fiera del fumetto? Ma è domani!- Dissi con un sorriso.
- Si , ma credo che non ci andrò. - Disse Spencer asciugando dei bicchieri.
-Perché?- 
-Perché ti devi ancora riprendere e non voglio lasciarti sola.- Disse lui posando il bicchiere.
-Spencer sto alla grande! Voglio andarci anche io! Ti prego andiamo!- Iniziai a fare gli occhi da cucciolo e lui sorrise.
-Ti ho mai detto che ti amo?- Chiese con un mezzo sorriso.
-Quindi è un Si?- Chiesi.
- Si va bene, ma solo se tu stai bene. É stato un intervento da non prendere sotto gamba e...- Non gli diedi il tempo di finire che lo baciai.
-E starò benissimo, Non ti preoccupare! Andiamo alla fiera!- Esultai saltellando per tutto il salone.
-Ti riprendi in fretta vedo...- Rise lui.
-Puoi dirlo forte!-
Quella sera dopo una sana settimana dormii di nuovo nel letto con Spencer, mi mancava abbracciarlo nel sonno e sentire il suo russare, ok , forse il russare non proprio, però era bello stare di nuovo li con lui.
 
 
 
Continua! 

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Capitolo 8
*** Lila Archer ***


Pov Emmy
 
 
Suonó la sveglia, erano le 8 in punto , Spencer neanche l'aveva sentita, così decisi di svegliarlo io.
Stava dormendo a pancia in su con le labbra dischiuse, fissava lievemente, così mi misi sopra di lui, Ma prima che potessi fare qualsiasi cosa parlò.
-Se solo ti azzardi ad urlarmi nelle orecchie ti faccio pentire di non essere in ospedale.- Aprì gli occhi e mi sorrise..Era sveglio! Ma stava fingendo prima...
-Sei sveglio?- Chiesi come una bambina.
-Si, da 10 minuti.-
-Ed io che speravo di farti avere un bel risveglio...- Dissi posando la testa nell'incavo del suo collo.
- Beh puoi sempre riprovare...- Disse carezzandomi la testa.
-Non funzionerebbe...- Dissi quasi offesa.
- Che avevi intenzione di fare? - Chiese baciandomi la fronte.
-Prima di tutto non ti volevo urlare nelle orecchie, ma ti avrei baciato con molta delicatezza, così...- Mi misi a cavalcioni su di lui e mi chiami in avanti e gli diedi un bacio.
- Mi pento già di essermi svegliato prima... Poi?-chiese con un sorriso.
Credo che non ci sia bisogno di dire come passammo l'ora successiva al nostro risveglio, a Spencer andò bene, Ma a me non tanto, visto che ero ancora convalescente.
Così ci preparammo ed andammo alla fiera del fumetto, fortunatamente era vicino casa e potevamo arrivarci benissimo in metro. 
-C'é anche un padiglione dedicato al doctor who!- Dissi euforica.
-Se vuoi alle 13fanno un dibattito su tutte le stagione...ti va di andarci?- Chiese Spencer con gli orari.
- Mi sembra d'obbligo . Poi andiamo a vedere il padiglione dei film?-
-Certo!-
- Guarda chi si vede....ciao genietti!- Garcia ci si paró davanti vestita con il suo solito modo strambo.
-Garcia! Anche tu qui?- Chiesi abbracciandola.
-Si, sono anche io una nerd come voi, ma più per i videogiochi.-
-Noi stiamo andando al padiglione del doctor who, ti vuoi unire a Noi?- Chiese Spencer con un sorriso.
-Grazie, ma ci sono appena stata . Vado a quello dei videogiochi. Ci vediamo in giro!-
Quella giornata fu perfetta, diciamo eravamo nel nostro habitat naturale, in più era da tanto che non vedevo Spencer divertirsi così tanto.
La sera tornammo distrutti e già sazi, ci eravamo imbottiti di cibo da strada e dopo un bel bagno assieme crollammo sul letto che non erano neanche le dieci di sera.
Il giorno seguente mentre Spencer dormiva ne approfittai per dare una pulita a tutta la casa, non che fosse particolarmente in disordine , ma Spencer non era mai stato un amante dello spolverare, infatti le sue action figure erano piene zeppe di polvere.
Quando si sveglió trovò tutto bello pulito e sistemato . Poi andammo a fare la spesa ed infine rientrammo a casa, finalmente il giorno seguente sarei tornata a lavoro , non vedevo l'ora,  fremevo nel riabbracciare la mia scrivania .
E così fu, il giorno dopo quando tornai come prima cosa salutai la mia scrivania con tutti i fascicoli  arretrati sopra.
-Ben rientrata!- Disse Hotch. 
- Mi mancava tutto questo!- Dissi con un enorme sorriso.
-Sei sadica?- Mi chiese Emily alle spalle.
- Mi mancava stare qui con voi e lavorare... Mi metto subito a lavoro!- Risi.
-Vedi di dare un po' di carica agli altri... ne hanno bisogno.-Esclamó Hotch vedendo Derek , JJ e Rossi arrivare con la flemma in corpo. 
- spiritoso...- Disse Rossi.
- Neanche il caffè mi sveglia questa mattina.- Disse Derek.
-Io mi chiudo nel mio ufficio.... ci vediamo tra qualche ora... Se non di più.- Disse JJ strusciando i piedi fino al suo ufficio.
Io mi ero già messa sugli arretrati e alla fine della mattinata li avevo già finiti di scrivere e visionare, lasciando gli altri a bocca aperta.
-La media di 3 minuti per cartellina, ottimo lavoro!- Esclamó Spencer.
Vedemmo una persona entrare preoccupata , era una ragazza su per giù della nostra etá , alta, bionda e con un fisico da urlo... insomma quella era tutto il mio opposto.
-Hey ragazzino.... non ti ricorda vagamente Lila Archer.- Chiese Derek con un sorriso.
-Chi?- Chiesi io.
- Non credo sia lei, sono più di 5 anni che non ci vediamo, quindi non saprei.- Disse Spencer tornando al suo lavoro... Ma qui il mio caro fidanzato dalla memoria eidetica non me la raccontava giusta.
-Spencer!- La Sentimmo chiamare e ci voltano tutti e tre.
-Sono io Lila... Lila Archer .- Lila lo andò ad abbracciare e lui rimase per un attimo impietrito per poi abbracciarla anche lui, mentre io ancora mi domandavo chi fosse quella lì. 
- Si mi ricordo! Come stai? Come mai sei qui?- Chiese Spencer con un aria preoccupata.
-Sono qui per girare qualche episodio di una nuova serie, mi avevi detto che se passavo ti avrebbe fatto piacere rivedermi o sbaglio?- Disse in tono sensuale... ci stava provando con Spencer! E a giudicare dalla faccia lui ci stava cadendo.
- Si mi ricordo bene... ricordi il mio collega Derek Morgan? E lei è Emily Ward, nuova collega.- Disse Spencer indicandoci .
Aveva omesso la parte della sua ragazza, maledetto, a casa avremmo fatto i conti.
- Si mi ricordo di lei agente Morgan, ed è un piacere conoscerla agente Ward. - Mi sorrise ed io feci un sorriso evidentemente falso che Spencer notò .
- Io vado a prendermi del caffè.- Dissi andando verso il cucinino.
Derek si unì a me lasciando Spencer da solo con quella Lila. 
-Gelosa?- Chiese Derek con un sorriso.
-Chi io? No per niente... conosce altre ragazze, che lo abbracciano e non mi dice niente, ma va bene.- Dissi arrabbiata ma senza darlo a vedere.
-Si come no! Sei l'immagine dell'indifferenza.- Rise Derek. 
-Sai dirmi chi è?-
-Abbiamo conosciuto lei in un caso, a Los Angeles , lei è un'attrice di serie tv , era in pericolo e Gideon gli mise Spencer come guardia... non ti nascondo che tra loro due c'è stato qualcosa...- 
-Del tipo?-
- Beh... baci , qualche flirt, niente di più.  Lei gli aveva detto di rimanere in contatto, ma lui non lo ha fatto.- 
-Ragazzi che succede?- Chiese JJ arrivando dal suo ufficio.
-Guarda un po' chi è venuta a trovare Reid .- Rise Derek. 
JJ guardò Reid e Lila e scoppiò a ridere, ah e per la cronaca i due stavano chiacchierando tranquillamente.
- Non posso crederci.- Rise a bassa voce JJ. 
-Dopo 5 anni!- Esclamó Derek. 
Li vedemmo venire verso di Noi, sorridenti.
-Noi ci andiamo a prendere un caffè qui al bar di fronte, volete unirvi a noi?- Chiese Spencer. 
- Io ho già fatto!- Dissi tornando alla mia scrivania, vidi che anche JJ e Derek rifiutarono e quando Derek si avvicinò a me mi disse solo "Non essere gelosa, il tuo ragazzo ha la testa sulle spalle." 
 
 
Pov Spencer
 
 
Eravamo al bar di fronte la sede, prendemmo un caffè e ci sedemmo.
-Allora come va ? Hai fatto altri telefilm in questi anni?- Chiesi gentilmente .
-Qualche episodio qua e là, ma niente di eclatante. Te invece? Sai che aspettavo una tua chiamata?- Era evidente che cercava di flirtare con me, ma non mi sarei mai azzardato a rispondere alle sue provocazioni, sennò Emmy mi avrebbe fatto dormire sul divano fino alla morte.
-Sono stato molto  impegnato, non è un lavoro che mi permette di avere molti contatti. Lo sai.- Spiegai.
- Io ci speravo davvero .- Mi prese la mano.
-Che cosa speravi?- Chiesi .
-Che tra noi due ci fosse qualcosa...- 
-Oh beh... Sai quanto sia difficile avere una relazione a distanza , in più il lavoro e tutto.- Dissi.
-Hai già un'altra...- Disse lei con un sorriso.
- Si.- Ammisi.
- Chi è? Una tua collega?- 
Io rimasi in silenzio cercando di mettere insieme due parole , quando pensavo ad Emmy mi bloccavo e la mia mente andava nel mondo dei sogni.
- Dai puoi dirmelo! Mica mi arrabbio. Siamo amici o sbaglio?-
-É Emily. - Dissi con un sorriso.
-É davvero fortunata... ad avere te.- Disse con un sorriso.
-Ed io sono fortunato ad avere lei.- Dissi.
Guardai l'orologio, era ora di tornare a lavoro.
- Io ora devo andare.- Dissi alzandomi dalla sedia.
- Si anche io. Tra un'ora devo girare. Mi ha fatto davvero piacere rivederti. L'offerta comunque è sempre aperta, se capiti a Los Angeles passa a trovarmi.- Sorrise e mi salutò con un bacio sulla guancia.
La guardai allontanarsi e una volta che con la sua macchina fu lontana, tornai in ufficio. 
Trovai JJ e Derek a chiacchierare.
-Hey, come è andata con Lila ?- Chiese Derek. 
-Oh beh... diciamo che ci ha provato di nuovo con me .- Dissi .
-Ha flirtato di nuovo con te? E tu che hai fatto?- Chiese JJ incredula.
-Niente, non ho fatto niente. E gli ho detto che sono fidanzato.- Risposi guardando Emmy.
-Bravo ragazzo... ma stasera ti consiglio di parlare con Emmy, si è arrabbiata del fatto che non gli hai mai detto di Lila.- Spiegò Derek.
- Scusa che gli avrei dovuto dire? Mi ero anche dimenticato di Lila .-
-Spencer una ragazza vuole sapere delle storie precedenti! Anche Will mi ha detto delle sue ex.- Disse JJ.
- Ma quale ex! Si è vero ci siamo baciati, ma è finita lì!-
-Se lo dici tu...-
Io me ne tornai alla mia scrivania, Emmy di fronte a me non aveva neanche alzato lo sguardo come faceva sempre quando mi sedevo. 
-Emmy...- Dissi fissandola, ma lei era ancora con la testa china a scrivere chissà che cosa.
-Dai, parlami... - Continuai.
-Perché non mi hai detto di lei?- Chiese alzando lo sguardo, avrei retto di più la vista di un cadavere sventrato e tutto piuttosto che il suo sguardo arrabbiato.
-Perché me ne ero totalmente dimenticato di Lei! Senti ne parliamo stasera a cenaok? Non mi va che tutti i colleghi sappiano gli affari nostri.- Dissi vedendo che altri colleghi ci guardavano.
-Va bene... ma voglio una spiegazione esaustiva .- E tornó a scrivere.
La sera quando rientrammo a casa sembrava più tranquilla, mi aveva anche sorriso in macchina quando misi una delle sue canzoni preferite.
-Allora... immagino tu voglia una spiegazione.- Dissi mangiando un po' di pasta al pomodoro che aveva preparato.
-Immagini bene...- Disse bevendo un sorso d'acqua. 
-Ok, non ti ho detto di lei perché mi ero completamente dimenticato di lei! - Dissi gesticolando nervoso.
-Anche i baci che vi siete dati hai dimenticato?- Chiese fissandomi.
-Ok si ci siamo baciati e a quel tempo ero attratto da lei. Però dopo quel bacio è finita lì. Non ci siamo più sentiti e neanche mi è interessata più lei.- Più di questo che gli dovevo spiegare, era la verità!
-E come mai visto che erano 5 anni che non vi sentivate e vedevate, ha pensato bene di passare a trovarti?- il suo tono era calmo e questa cosa non mi piaceva per niente.
-Da come ha detto lei adesso mi considera un amico... Però ti ammetto che ha provato a flirtare con me...- Dissi bevendo un po' di acqua.
- A flirtare con te? Che cosa gli hai detto?- Eccola si stava arrabbiando.
-Che sono fidanzato con te!- Dissi come se fosse la cosa più ovvia del mondo. Beh in effetti lo era.
-Che faccia tosta che ha avuto quella lí! - Disse iniziando a sparecchiare.
-Sei ancora arrabbiata con me?- Chiesi togliendo il mio piatto per portarlo al lavandino dove si trovava Emmy.
-No, non sono arrabbiata con te. Sono arrabbiata con quella che ha avuto la faccia tosta da provarci con te sapendo che sei fidanzato!-  stava gesticolando nervosamente ma gli presi le mani e L'abbracciai. 
-Tranquilla, non torna più e di sicuro se capitiamo a Los Angeles non vado di certo a trovarla.- Gli sorrisi.
Lei per tutta risposta sbuffó e posó la fronte sul mio petto.
- Scusa.. .- Disse abbracciandomi. 
- Non devi... lo sai. Anche se mi delude un po' la tua fiducia in me.- 
-Credo che in fondo sapevo che non gli avresti dato spago, ma sono stata lo stesso gelosa. Puoi perdonarmi?- Chiese guardandomi negli occhi.
-Giá perdonata. - Sorrisi baciandola.
-Che ne dici se finisco di lavare i piatti e poi ci guardiamo un film?- Chiese poi.
-Va benissimo... il film tocca a me sceglierlo però. - Risi .
-Ok, allora scegli il film che io finisco di lavare i piatti.- Rise iniziando a pulire il tutto.
Per fortuna non mi sarebbe toccato dormire sul divano quella sera .
Quando era notte fonda sentii il telefono squillare, Emmy non se ne era accorta, il numero non era salvato quindi risposi formalmente.
- Si pronto?-
-Spencer?-  Era una ragazza.
-Chi è?-
-Sono Lila. Mi devi aiutare...- la sua voce era rotta dal pianto.
-Che succede?- Chiesi prestando più attenzione a ciò che diceva.
-Nella casa che mi hanno affittato... Oddio! È li a terra, pieno di sangue.- Continuava tra le lacrime.
-Chi Lila? -
- Il mio collega... lo hanno ucciso! - 
-Hai chiamato un'ambulanza? La polizia?- Chiesi alzandomi dal letto e prendere le cose nell'armadio per cambiarmi.
-Un'ambulanza . Ma da dieci minuti e ancora non si fa vedere... aiutami, ho paura che chi lo ha ucciso possa essere ancora qui.- 
-Ok Lila ascoltami bene...saró li tra poco con la squadra, resisti, dimmi solo dove ti trovi.-
-Alla Brooks avenue (inventato da me NdA) , la casa è al numero 24 .-
-Arrivo!-
Riattaccai e svegliai Emmy con gli altri , l'appuntamento era a casa di Lila direttamente.
Emmy un po' di controvoglia venne , ma non fece tante storie, Alla fine era il nostro dovere aiutare chi ne aveva bisogno.  
Arrivammo ed era arrivata anche l'ambulanza con la polizia, Hotch eessendo il più vicino al quartiere era già lì, Non appena Lila mi vide corse verso di me in lacrime e mi abbracció. 
-Grazie per essere venuto!-
-Dovere... Tu dov'eri quando è successo?- 
-Ero a finire delle riprese notturne qui vicino. Sono rientrata a casa e l'ho trovato in salone riverso a terra in una pozza di sangue.-
-Reid , Emmy!- Disse Hotch chiamandoci e facendoci segno di andare verso di lui.
-Scoperto qualcosa?- Chiese Emmy.
-Lo hanno colpito con una pistola, un solo colpo, fa pensare ad una cosa premeditata.- Disse Hotch .
-Magari vendetta.- Dissi.
-L'S.I. ha avuto tutto il tempo per pulire, sono state rinvenute tracce di candeggina, in più ha lasciato questo.- Ci diede un foglio dentro un sacchetto trasparente.
-Tu sarai la prossima.- Lesse Emmy .
- Potrebbe essere un collega?- Chiesi.
-Non lo sappiamo, ma dobbiamo interrogare Lila e scoprire se il suo collega avesse nemici. In più la terremo sotto controllo 24 ore su 24.- Disse Hotch vedendo gli altri arrivare. 
Li ragguaglió sul nuovo caso, ci mettemmo subito a lavoro per trovare un posto sicuro a Lila, era un appartamento che l'FBI aveva proprio per queste occasioni, era video sorvegliato in più molti inquilini lì dentro erano poliziotti.
-Bene Lila, starai qui per un po'. Ricorda dovrai uscire scortata sempre da uno di noi, l'agente Morgan inizierà il turno, io verrò domani pomeriggio.-  Spiegai mentre con Derek la aiutavo a portare sopra le sue borse.
-Va bene... peccato che non ha una piscina. Ricordi l'ultima volta come ci siamo divertiti?- Aveva colto il momento dove Derek era in camera a sistemare le cose , si avvicinò a me e mi guardò negli occhi, stava per baciarmi quando mi ritrassi.
-S-si mi ricordo...- Posso le sue borse sul divano.
-Ti piacerebbe rifarlo?- Chiese lei con un sorriso malizioso... Derek che diavolo fai in camera? Vieni qui e aiutami!
-I-io ora vado... ci vediamo domani.- Dissi vedendo Derek tornare .
Così feci, risalii in macchina e tornai a casa dove Emmy già stava dormendo, JJ si era offerta di riportarla a casa mentre io e Derek scortavamo Lila all'appartamento .
Mi misi vicino a lei, era ancora vestita ed anche io, tanto tra qualche ora dovevamo alzarmi quindi poco importava.
Dormiva beata, e quando la vidi mi resi conto che era tutto quello che desideravo.
 
 
 
Pov Emily
 
 
Mi svegliai con Spencer che mi abbracciava da dietro, già aprire gli occhi era faticoso , poi quando riuscii ad alzarmi svegliai anche Spencer, ancora più faticoso.
-Spencer... amore sveglia. Lo so che non ti va, ma dobbiamo andare a lavoro.- Dissi priva di entusiasmo.
-Uffa! - Disse lui aprendo gli occhi e stiracchiandosi peggio di un gatto pigro.
-Lo so...- Andai verso il bagno a darmi una sistemata, forse era meglio che mi toglievo quel po' di mascara che mi ero messa, perché assomigliavo ad un panda .
-Sembro un panda, forse anche per le occhiaie.- Dissi guardandomi allo specchio.
-Si, ma sei un panda carino e coccoloso.- Mi abbracció da dietro.
- Mi devo muovere... tra poco vado a sostituire Derek. - Dissi aprendo l'acqua del lavandino. 
-Senti... Lo so che non ti piace l'idea di passare una mattinata con lei, e ti prego di resistere all'impulso omicida soprattutto. Ma ti prego, riesci ad essere un pochino carina con lei?- Mi Chiese. 
-Un pochino carina con lei?- Chiesi.
-Si ti sto chiedendo tanto, ma alla fine capiscila, ha appena subito una perdita.-
-Io cercherò di essere più carina del solito e mi sforzeró di non ucciderla, ma ti avverto che se solo ci riprova con te non dovrà avere paura dell'S.I. , Ma di me.- Lo dissi con un sorriso innocente che lasciai Spencer atterrito. 
Mi vestii e mi feci lasciare sotto l'appartamento.
-Ti faccio vendere Derek.- Dissi scendendo dalla macchina.
-Hey, non dimentichi niente?- Chiese Spencer quasi offeso.
-Mmm... dici che dimentico qualcosa?- Scherzai.
-Io dico proprio di sì.- Disse facendo il finto offeso.
Andai dalla sua parte e gli diedi un lungo bacio.
-Sta attenta.- Disse serio.
-Anche Tu.-Dissi carezzandogli la guancia.
Quando salii Derek era intento a bere del caffè.
-Spencer è qui sotto, ti sta aspettando.- Dissi entrando.
-Allora vado, la notte è stata tranquilla, Lila sta ancora dormendo. Posso stare tranquillo?- Chiese scherzando. 
-Per il momento si.- Dissi ridendo.
-Ok allora a dopo ragazzina.- 
Quando Derek se ne andò controllai se in camera era tutto in ordine , tutto nella norma sembrava, così mi misi in salone a leggere un libro sulla matematica ed il suo uso nella criminologia .
Quando si sveglió erano le 11 passate.
-Buongiorno...- Disse ancora assonnata, dormiva in mutande e maglietta, vabbè di quello non gli posso fare una colpa, anche io dormivo così. 
-Buongiorno, c'è del caffè se vuoi.- Dissi senza distogliere troppo gli occhi dal libro.
-Solo il caffè?- Chiese vedendo il frigo vuoto.
-L'agente Prentiss ci porterà della roba da mangiare a breve.- Chiusi il libro, ormai era inutile continuare a leggere con quella che chiacchierava ogni due secondi.
-Appena arriva le faccio assaggiare le mie omelette.- Si sedette sulla poltrona di fronte a me con una tazza di caffè in mano.
-Va bene...- Dissi , non amavo le mollette.
-Senti Lila, dovrei farti delle domande riguardo al tuo collega se ti va di parlarne.- Dissi seria.
- Si ok... che vuole sapere?-
-Aveva dei nemici? Gente a cui doveva dei soldi? Oppure un altro collega con cui non andate d'accordo. -
-Nel nostro lavoro ti fai molti nemici questo è sicuro, Ma non mi sembra che sul set ci siano stati dissapori con qualcuno di loro. Poi io non ho fatto niente di male a nessuno quindi non capisco perché minacciare anche me.-
-É quello che stiamo scoprendo. Se ti riesce oggi sul set, cerca di concentrarti su chi ti sta attorno, i loro sguardi , se qualcuno reagisce con poco interesse alla morte del vostro collega.-
-Ok lo farò. -
Bussarono subito dopo alla porta in codice tre bussare a distanza di tre secondi e capii che era Emily . 
-Vieni entra .- Le dissi aiutandola con la spesa.
-Grazie, qui c'è tutto, dopo pranzo Reid viene a darti il cambio per portarla sul set... Posso andare ? Tutto ok?-
- Si Emily tutto ok!- Dissi dando uno sguardo a Lila che stava iniziando a preparare le omelette.
-Ok... vedi di non diventare tu un S.I.- Rise lei.
-Vai!- La incitai io.
Quando chiusi la porta iniziai a mettere in ordine la spesa.
Dire che tra noi due in quel momento c'era tensione era dire poco, c'era un silenzio tombale.
-Le mollette sono pronte.- Disse con un sorriso mostrandomele. 
L'aspetto era poco invitante e poi erano con prosciutto e formaggio, dio se odiavo le omelette.
-Di solito mi escono meglio, ma oggi mi sento un po' imbranata ai fornelli.- Disse con un sorriso impiattandole.
-Sará la padella...- Dissi prendendo delle forchette.
- Si lo penso anche io.- Disse dandomene una.
Ma magari non sono uscite perché non sei brava? Non dare la colpa ad una padella perfetta solo perché non sei capace!
Fortunatamente prima che potessimo iniziare a mangiare gli squilló il telefono, era la madre che la tenne per buoni 15 minuti al telefono in camera sua, in quei minuti ne approfittai per buttare nella spazzatura quell'orribile  piatto, quando tornó si stupì che avevo mangiato tutto così in fretta... Si credici Lila che io abbia mangiato.
Quando finì lavai io i piatti mentre si preparava per uscire, Spencer sarebbe arrivato a momenti e non mi andava il fatto che avrebbe visto Lila appena uscita dalla doccia.
Bussó la porta con il nostro segnale, era arrivato e andai ad aprire.
-Hey...- Dissi con un sorriso.
-Hey.- Disse baciandomi .
-Come è andata la mattina?-chiese.
-Beh diciamo abbastanza bene, ha dormito tutta la mattina , poi abbiamo mangiato ed eccoci qui.- Dissi prendendo le mie cose.
-Non l'hai uccisa vero?- Chiese facendo il finto preoccupato.
-No tranquillo.- Sorrisi anche se un po' forzata. 
-Bene, noi andiamo al luogo delle riprese, ci vediamo stasera?- Chiese passandomi la borsa .
- Si, vado dalla squadra, a stasera!- Lo baciai ed uscii portando con me anche la spazzatura, non volevo che quella li capisse che l'avevo presa in giro bene bene.
Così una volta fuori a passo svelto mi diresti verso il nostro ufficio, pronta a lavorare.
 
 
Continua...
 
 
 

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