Caro amico di Elis_Mess (/viewuser.php?uid=1064493)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Torniamo bambini? ***
Capitolo 2: *** Vorrei tanto odiarti ***
Capitolo 3: *** Mi odio ***
Capitolo 4: *** Prendimi sul serio...ma non troppo ***
Capitolo 5: *** Cos'è che non mi rende abbastanza? ***
Capitolo 6: *** Basta ***
Capitolo 1 *** Torniamo bambini? ***
Caro amico,
ti scrivo questa lettera perché so che dalla mia bocca queste parole non usciranno mai. Ti scrivo questa
lettera, e non è di certo la prima che ti scrivo, perché il bisogno di scriverti è tanto ma non posso
semplicemente mandarti un messaggio su Whatsapp come se nulla fosse. Ti scrivo da giorni, e credo che
continuerò ancora per un bel po’ di tempo, perché non posso crollare e allora cerco di sfogarmi così. Non
posso crollare perché tutti mi farebbero domande e io a quelle domande non potrei rispondere, perché le
risposte a quelle domande fanno tanto male, perché io e te non siamo mai stati nulla in fondo e non puoi
disperarti sul nulla no? Forse disperazione è una parola eccessiva, anzi lo è assolutamente, ho un po’ quella
sensazione di aspettative disattese che avevamo da piccoli, la mattina di Natale, quando il regalo ricevuto
non era quello che volevamo noi. Quanto piangevamo amico mio? Quanto? Nessuno chiede mai a un
bambino come sta, se lo vedi piangere lo porti alle giostre e lui sorride di nuovo. Quanto è bello essere
bambini? Non ti manca quel periodo di totale illusione sognante? Quel periodo in cui credevamo alle
favole, di essere principesse, cavalieri, piloti di formula 1, calciatori in serie A, cantanti, ballerine? Quanto
erano semplici le cose allora? Tutte le ferite erano sempre visibili, le delusioni le superavamo in brevissimo
tempo, e non dovevi rispondere all’egoismo di un come stai con un sorriso spento, gli occhi lucidi dicendo
“bene” mentre l’altro finge di crederti. Noi persone “adulte” quanto siamo ipocrite? Quanto dolore inutile
ci autoinfliggiamo? Quante volte ci illudiamo, per qualche arcana ragione, di non volere ciò che vogliamo,
che tutto vada bene, che non ci interessi quella cosa o quella persona che ci fa battere il cuore
all’impazzata, che ritrovi ovunque, alla quale in fin dei conti non puoi smettere di pensare?
Caro amico, pensavo realmente che in questa lettera ti avrei scritto cose diverse, ovviamente non l’ho finita
e qualcosa, magari, la vomiterò più giù in questa pagina, o nella prossima lettera che scriverò perché fidati
che questa non sarà certo l’ultima. L’unica cosa che voglio chiederti è quando ha smesso tutto di essere
semplice? Quando le ferite sono diventate invisibili pur facendo male il doppio? Quando le lacrime hanno
iniziato a dover essere nascoste? Quando abbiamo iniziato ad avere talmente tanta paura del giudizio degli
altri da fingerci quello che non siamo? Quando la quantità ha iniziato a contare più della qualità? Quando
abbiamo deciso che i sentimenti vanno nascosti perché rappresentazione di manifesta inferiorità?
Caro amico, dicono sempre che crescendo capiremo tutto ma la verità è che crescere non ti fa capire un
emerito cazzo. Amico mio crescere fa schifo, tanto schifo. Vieni travolto da maree tumultuose che ti
cambiano e ti fanno svegliare nel bel mezzo della notte, ti fanno venire voglia di bere, di dimenticare e,
perché no?, di annientarti dolcemente nelle braccia di quello che, senza dubbio, non è un principe azzurro.
Crescere ci rende ridicoli e insicuri. Caro amico avessimo ancora 5 anni io ti direi che ti amo, tu mi rideresti
in faccia, i miei genitori(entrambi ancora vivi e felici assieme) mi comprerebbe un bellissimo gelato fragola
e limone e in due giorni non ci penserei nemmeno più. Caro amico avessimo ancora cinque anni potrei
urlare a squarciagola e nessuno mi direbbe nulla.
Caro amico torniamo ad avere cinque anni? Come quando io guardo un film e tu una partita di calcio?
Come quando giocavi felice con due tazze rotanti che ti piacciono tanto? Torniamo ad avere 5 anni, quando
avevamo solo sogni e nessuna paura? Quando diventare astronauta sembrava una cosa estremamente
realistica?
Caro amico, dai, usciamo e facciamo tutto con la stessa naturalezza di un bimbo di 5 anni, che del mondo
non sa niente, tranne che è troppo grande ma che con i suoi colori sembra estremamente bello e
rassicurante. Usciamo e stupiamoci di ogni fiore, di ogni luce, di ogni suono. Usciamo e beviamo solo succo
di frutta e dolci perché i bambini di 5 anni non possono bere alcol. Usciamo e facciamo crollare le nostre
maschere, le nostre certezze, le nostre insicurezze. Usciamo e giochiamo a giochi stupidi, non considerando le regole perché i bambini vincono sempre. Usciamo e denudiamoci di tutta la stanchezza, l’umiliazione, la
pesantezza, la presunzione, la cattiveria che caratterizza il nostro essere adulti. Caro amico, dai, facciamolo
sul serio, come se tutto fosse possibile, come se nulla fosse mai successo, scordiamoci chi siamo e non
pensiamo a chi diventeremo. Caro amico io ne ho tanto, troppo bisogno, e tu? |
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Capitolo 2 *** Vorrei tanto odiarti ***
Caro amico,
vorrei tanto odiarti. Vorrei tanto odiarti per essere stato abbastanza. Vorrei odiarti perché sarebbe più
facile. L’odio, la rabbia li si sa gestire bene no? Non sono come il dolore. Sai? Non dormo 8 ore di fila da
Dicembre credo, il mio fegato non credo mi perdonerà mai per tutti i Margarita che sto ingurgitando (e
forse non mi perdonerà nemmeno il mio portafoglio). Vorrei tanto odiarti perché mi sento ridicola a
scrivere tutte queste lettere però non posso farne a meno. Vorrei tanto odiarti perché vorrei che le leggessi
e capissi quanto sei stato (o meglio sei) importante per me. Vorrei tanto odiarti perché vorrei mancarti
come tu manchi a me, vorrei che avessi la stessa voglia di scrivermi ogni cazzata che ti succede, vorrei che
anche tu ti chiedessi sempre cosa sto facendo, se sto bene, se sarai abbastanza fortunato da incontrarti per
strada. Vorrei tanto odiarti perché mi hai regalato Pace e non voglio collegare il mio album preferito a te.
Vorrei odiarti perché me l’hai comprato d’impulso pensandomi. Vorrei odiarti perché ascoltare andiamo fa
male. Vorrei odiarti per tutte le ore trascorse assieme, tutte le risate, le battute che capivamo solo noi( e
vabbè anche Benny ma perché quell’essere è ovunque). Vorrei odiarti perché, nonostante tutto, sei
diventato una persona fondamentale nella mia vita e ormai ci cachiamo a malapena. Ma quanto fa male?
Quanto fa male doversi trattenere dallo scriverti perché non ne ho diritto, perché che senso avrebbe,
perché magari nemmeno mi risponderesti? Quanto fa male che a te in fin dei conti non frega nulla di me, di
quello che faccio? Quanto fa male sapere che per te sono una delle tante ragazze che ti sarai fatto a fine
vita?
Caro amico vorrei tanto odiarti perché per te sono stata solo sesso, perché sei riuscito a non provare nulla.
Vorrei odiarti perché mi sento solo una da scopare per cui è facile non provare nulla. Vorrei odiarti perché
non voglio essere tua amica, non voglio stare seduta accanto a te con un sorriso finto e una birra in mano
mentre parli di qualcun’altra e sento il vomito salire e il mio cuore sgretolarsi un po’ di più. Vorrei odiarti
perché ho provato ad andare avanti e ogni ragazzo che ho conosciuto negli ultimi mesi per quanto potesse
essere perfetto non mi diceva nulla perché non era te. Hai presente quei memes su facebook dove dicono
“I don’t blame Disney for my high standards, I blame…non so…Marvel”? Beh, io la colpa la do a te. La do a
te perché di ogni persona che conosco mi chiedo sempre se quando ride troppo si butta a terra, se salendo
in macchina con lui potrò cantare a squarciagola Moro o dovrò ascoltare solo musica insignificante che
magari conosco ma che non amo, se anche con lui potrò passare la serata a giocare a tabù o se alla sola
proposta mi guarderà strana, se anche con lui penseremo a scommettere su oscar, Golden globes,
eurovision, Sanremo e, perché no?, persino sul nome del royal baby(o Golden baby che dir si voglia). Vorrei
tanto odiarti perché l’unica persona che vorrei è un barbaro, ridicolo, coglione, ludo patico, ambizioso che,
probabilmente, presto perderà i capelli. Vorrei tanto odiarti perché più ti scrivo più mi sento insulsa,
umiliata, stupida. Vorrei tanto odiarti perché in fin dei conti sono stata solo un chiodo insignificante che
volevi usare per schiacciarne un altro grande il doppio. Un chiodo che è stato piegato da un martello troppo
pesante.
Vorrei odiarti perché io sono una persona molto ambiziosa e l’unica cosa a cui riesco a pensare al momento
sei tu, mentre vorrei pensare a costruirmi un futuro, a trovare un lavoro che mi permetta di far crescere il
mio curriculum. Vorrei odiarti perché sono una sognatrice e un’illusa ma non sono mai stata una
romanticona fino ora. Vorrei odiarti perché vorrei solo che tu mi abbracciassi, mi stringessi e non mi
lasciassi mai più andare.
Caro amico, so cosa hai fatto a Gennaio con Francesca e probabilmente ricapiterà e vorrei taaaaantoooo
odiarti per questo. Ma non posso. Non posso perché anche se per te sono solo un’amica io sono nnamorata di te. caro amico vorrei tanto odiarti perché avrebbe più senso non credi? Perché odiare è
semplice e non fa male. Ma non sono tagliata per le cose semplici.
Caro amico vorrei, vorrei, vorrei ma non sempre si ha quello che si vuole no?
Caro amico non credo ci riuscirò mai…a odiarti ma forse un giorno riuscirò a lasciarti andare chissà. Per il
momento posso solo dirti che “mi piaci più del dovuto” e che sono qui ad aspettarti, non so per quanto,
forse un giorno, un anno o solo per quest’ora ma io ti aspetto |
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Capitolo 3 *** Mi odio ***
Caro amico,
ieri ti ho scritto che vorrei tanto odiarti ed è vero ma, la verità, è che odio me. Mi odio per non essere stata
abbastanza. Mi odio perché sono patetica e riesco solo a scrivere. Riesco solo a scrivere cose che magari
dovrei urlarti in faccia perché avrebbe più senso, sarebbe più sincero, onesto. Mi odio perché
probabilmente se tu solo potessi non vorresti vedermi mai più mentre io vorrei vederti sempre. Mi odio
perché queste lettere sono così ripetitive che non hanno un cazzo di senso. Mi odio per averti permesso di
usarmi come pancake brutto( se non sai cosa sia parla con Alessandro che me l’ha spiegato lui). Mi odio
perché io un po’ brutta mi ci sento. Ma non solo brutta nel senso più convenzionale del termine( come ti ho
scritto in una delle tante lettere con quello ci convivo da tanto), ma sotto ogni punto di vista. Mi odio
perché un tuo rifiuto mi ha fatto sentire insulsa, patetica e insignificante come forse nessun’altro sulla
faccia della terra.
Mi odio perché io, per citare un nostro caro amico, credo alle favole e alle principesse e nonostante ciò ho
creduto che il solo sesso potesse fare per me. Per me che mi affeziono anche per le cose più insulse. Per me
che piango per ogni minima cosa. Per me che mi emoziono per ogni cazzata. Per me che mi sento in colpa
per un nonnulla. Mi odio perché sono una sognatrice che crede ancora che certe cose non possano non
essere corrisposte. Mi odio perché sono una bambina che sta dando troppa importanza a qualcosa che
importanza non ne ha.
Mi odio perché voglio cambiare il mondo, ho sempre voluto farlo, ma l’unica che mi chiedo in questo
momento non è cambiarlo ma che senso ha se lui non è al mio fianco. Mi odio perché per la mia ambizione
è sempre stata la cosa più importante di tutte e al momento la trovo insensata. Quante cose insensate
facciamo nella vita per motivi stupidi? A quante cosa o persone rinunciamo? Quanta felicità rimandiamo a
chissà quando per ambizione?
Mi odio perché sto organizzando Halloween a Liverpool con Laura e San Patrizio a Dublino dalla cara e
vecchia Nespola e non posso fare a meno di volere che tu venga con me. Non posso fare a meno di venire a Madrid con te e che tu venga a Liverpool con me. Non perché non dobbiamo fare cose soli o minchiate simili, ma più semplicemente perché il tempo con te accanto è più bello, è più divertente, ha più senso. Non posso non
pensarti e mi odio. È puerile. È ovvio che non accadrà, è ovvio che io e te non saremo mai nulla e, in fondo,
non lo siamo mai stati. Mi odio perché mi rendo conto che quelle che scrivo sono le speranze di una
bambina che ostina a credere a Babbo Natale nonostante le sia stato dimostrato più e più volte che Babbo
Natale non esiste.
Mi odio perché non riesco a lasciarti andare. Mi odio perché scrivo queste lettere così da potere evitare di
mandarti messaggi. Messaggi che magari potrebbero tradursi in conversazioni che mi farebbero stare male
perché magari scoprirei che stai andando a Milano da una tua vecchia conoscenza o che ti vedrai con
qualcun’altra. Mi odio perché mi sento morbosa e io non sono così è solo che mi manchi. Non mi è mai
mancato nessuno eccetto mio padre ma in quel caso non potevo farci niente no? Come si gestisce la
mancanza per un vivo, per uno così vicino eppure così lontano?
Mi odio perché io voglio ancora l’Hollywood inn, voglio Malta come ce l’eravamo raccontata per mesi,
voglio ancora le nostre ore in macchina a cercare parcheggio cantando canzoni che conosciamo solo noi,
voglio ancora tutto e non posso avere niente.
Sai amico? Scrivo tutto questo e non mi chiedo solo in che italiano lo stia scrivendo perché ovviamente non
ho il coraggio di rileggere queste pagine, non mi chiedo se mai te le darò perché non lo farò, mi chiedo che
senso abbia. Più scrivo più rendo conto che sembra che io voglia la relazione seria, impegnata beh non la voglio o, forse, cerco solo di convincermi che non la voglio. Perché non ne ho mai avuta una, perché forse
non la saprei gestire, perché forse non sarei nemmeno in grado di fidarmi di me, di te, di noi, perché in
fondo so che finirei per soffrire molto e quindi un po’ come accaduta questa estate per quanto lo possa
volere la mia risposta probabilmente sarebbe no. Ma tanto che problema c’è se la domanda non arriverà
mai?
Caro amico mi odio perché queste lettere dicono solo parte di tutto ciò che vorrei dirti, di quanto vorrei
vederti, stringerti, baciarti… mi odio perché anche per lettera non riesco a dirti tutto. Mi odio perché so
che, se tu leggessi queste lettere, almeno un po’ mi odieresti, per non averti detto niente, per essermi
tenuta tutto dentro, per non essere riuscita a non darti importanza, perché credo che tu mi odi e non voglia
vedermi. Amico mio so che tra qualche tempo leggerò tutto questo e saprò quanto ridicola sono stata,
forse un po’ me ne rendo conto anche ora, ma perdonami. Perdonami prima tu, perdonami prima tu
perché io ci metterò tanto, troppo tempo a smettere di odiarmi e forse, in fondo, anche di odiare te ( non
te la prendere a male i miei sentimenti per te sono un 99% di amore ed un 1% odio per Malta, per avermi
fatto dire quelle cose e per tante altre piccole cazzate). |
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Capitolo 4 *** Prendimi sul serio...ma non troppo ***
Caro amico,
più ti scrivo, più mi rendo conto che ogni riga, ogni parola può essere fraintesa. Non capisco perché con te
non riesco ad esprimermi, non riesco a far uscire le cose come vorrei mai, nemmeno in queste lettere.
Quello che vorrei dirti in ogni riga è solo quanto io sia profondamente, visceralmente, perdutamente
innamorata di te ma, non è così facile. Non è facile perché sono un casino, ho la parola casino persino nel
cognome sai? Mess io sono un mess, un casino, un’irrequieta, un’irrazionale, una impulsiva, una con la
sindrome d’abbondono tatuata sul cuore, una che fa di tutto per gli altri ma che non riceve molto in
cambio, una che ha sempre odiato il suo nome ma che sta lentamente imparando ad accettarlo( sai, anche
le cose che non ci piacciono di noi stessi ci rappresentano più di quanto ci piaccia ammettere e, forse, è
proprio quando smettiamo di cercare di modificarle, di cambiarle che finalmente ci accettiamo appieno),
una pazza che continua a scriverti lettere nonostante sappia che a te non frega nulla. Sai? Vorrei tanto
chiederti di andare al firma copie di Ermal Meta sabato prossimo solo per stare sola con te, ma non lo farò,
come non ti farò mai avere queste lettere e come non ho fatto altre ventimila cose in passato. Il mio più
grande difetto credo proprio che sia l’orgoglio.
Pensandoci forse affido queste parola ad internet semplicemente nella speranza che ti arrivino.
Ti chiedi mai cosa ci trovino le ragazze in te? io ho le tette quindi se sono in dubbio do il merito a loro ma
tu? Cosa pensi di avere in più? Non sei bello( cioè se io entrassi in una qualsiasi stanza con te dentro, anche
se ci fosse, non so, Brad Pitt a due centimetri da me, per me saresti l’uomo più bello nella stanza, complice
anche il fatto che, probabilmente, avrei occhi solo per te), sei simpatico ma hai quel genere di simpatia che
ti fa odiare dalle ragazze nel 90% dei casi e nascondi la tua timidezza con una sottospecie di stronzaggine
che beh non è proprio amabile. Quindi cosa hai di tanto speciale? A me piace tutto di te, anche quello che
odio in fondo mi piace, anche quando mi fai incazzare, mi ferisci tu mi piaci comunque. Non lo dico, perciò
con cattiveria o altro ma da persona che se chiede sempre: cosa hai di tanto speciale? Perché preferirei te a
Brad Pitt?
Caro amico, anche questa lettera come tutte le altre non sta uscendo come avrebbe dovuto. Avrei voluto
scriverti quanto odio il fatto che nonostante intorno a te tutto sia relativo tu scegli di essere sempre
assoluto. Avrei voluto ribadire quanto mi manchi, quanto io mi stia chiedendo che stai facendo, quanto mi
sconvolga sentire cose su di te, quanto certe notizie possa lasciarmi sconvolta per giorni. Quanto mi venga
da vomitare al pensiero di te con altre, quanto mi renda conto già da sola di essere tanto, troppo
melodrammatica. Avrei voluto scrivere quanto vorrei scriverti ogni minima cazzata, oppure passare una
mattinata a baciarci poi non scriverci tutto il giorno e sentirci la sera per dirci quanto merdosa è stata la
giornata per poi darci la buonanotte, o ancora uscire e ubriacarci ma anche da ubriachi come ultima cosa
pensarci. So che non accadrà mai ma è bello sognarlo, ti tiene in piedi quando tutto crolla sai? Quindi io
continuerò a sognare e a scriverti lettere che non rileggo ma che so che esacerbano il tutto. Posso solo dirti
lasciami sognare e, se mai mi leggerai, prendimi sul serio ma…non troppo. |
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Capitolo 5 *** Cos'è che non mi rende abbastanza? ***
Caro amico,
questa notte mi sono addormentata in lacrime, mi ci sono svegliata e a quanto ho capito dal sogno che ho
fatto forse ho pianto anche durante. L’unica che so è che le 9 del mattino, ho gli occhi lucidi, delle occhiaie
da far paura a Dracula e un bisogno di alcolizzarmi che mi spaventa un po’. Ho sempre pensato che le pene
d’amore per persone che non ti calcolano nemmeno fossero semplicemente delle esagerazioni fatte dai
poeti per essere più “poetici” invece a quanto pare esistono davvero. E forse fossi stata nell’antica Roma
avrei potuto scrivere anche io versi come quelli di Catullo( odi et amo, si quare nefaciem, ergo excrucior)
ma sono nel XXI secolo quindi creo un account in posti come efp o tumblr, o ancora creo un blog nella
speranza che qualcuno mi legga sai fin tanto che vedo anche una sola visita mi sento bene, ascoltata come
se a qualcuno interessasse come sto. Ancora una volta in tutta sta situazione invidio tanto Laura, sarebbe
più facile darla al vento per riempire questo vuoto e ogni tanto sdraiarsi nel bagno pubblico di un Ostello ad
Amburgo e piangere perché è partita la “nostra canzone”. Il problema forse è che ho troppa poca
esperienza, ne ho avuti solo tre e almeno due su tre mi hanno tolto l’autostima, la sicurezza, mi hanno fatto
sentire insulsa, insignificante.
Caro amico, scrivo queste lettere e ripeto sempre le stesse cose rendendomi conto che ti dico solo l’1% di
quello che vorrei dirti ma non nel modo in cui vorrei io. Vorrei dirti che ieri mi sono addormentata in
lacrime perché quel tuo viaggio della settimana prossima sa tanto di viaggio fatto per vedere lei. Perché mi
sento egoista, perché voglio tanto che tu sia felice ma mi chiedo come faccia tu ad essere tanto felice
mentre io mi sento così triste. Perché ho paura che tu torni assieme a lei, di essere stata una seconda
Alessandra che col senno di poi vorresti solo far sparire dalla tua vita. O forse ci sei già tornato, tanto alla fin
fine non sembra nemmeno che vi siate mai lasciati al 100%. Caro amico, scusa, scusa se non riesco a essere
felice per te ma la tua felicità mi fa un po’ stare male. Caro amico scusa ma una parte di me vorrebbe
cancellare gli ultimi 6 mesi ma forse non basterebbe. Forse non basterebbe perché gli ultimi sei mesi mi
hanno solo aiutato a dare un nome a quello che provavo per te. Ricordo il momento esatto in cui ho
realizzato quanto mi piacessi (non te lo dico perché forse un po’ mi odieresti se già non mi odi) ma non il
momento esatto in cui hai iniziato a piacermi. Quando sarà stato? Quando?
Caro amico, mi dispiace. Mi dispiace perché a quanto pare non sono in grado di separare le due cose. Caro
amico ma tu come fai? O forse sono io? Sono una persona per cui non provare nulla? Sono una persona per
cui è facile non provare sentimenti? Cosa faccio di sbagliato? Cosa lo rende facile? Cos’è che non mi rende
abbastanza? |
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Capitolo 6 *** Basta ***
Caro amico,
basta. Vorrei tanto dire basta. Basta a queste lettere. Basta a chiedersi cosa stai facendo. Basta pensare a
cosa farai a Milano, a chi ti scoperai allo scambio, a cosa combinerai a Madrid e con chi. Basta a sentire la
tua mancanza. Basta a volerti scrivere. Basta a scriverti queste lettere che al momento sono 6 o 7( ne ho un
paio scritte a mano che non vedrà mai nessuno) ma che magari diverranno centinaia. Basta a chiedersi se
ami ancora lei e io sia stata davvero niente. Cioè sono stata niente a prescindere questo lo so ma leggi tra le
righe, capisci quello che non riesco a spiegare. Basta a voler ricominciare da capo, cancellare tutto e fare
finta che domani sia la prima volta che ci parliamo, che niente sia successo ma che tutto stia per accadere.
Basta andare al cinema da sola e non chiederti di venire con me per non rendere le cose strane. Basta voler
partire solo per smetter di pensarti per qualche giorno. Io amo viaggiare, nella mia vita spero di viaggiare in
lungo e in largo, sola con qualcun altro non importa. Ma che senso ha se poi non hai nessuno da cui
tornare? Che senso ha vedere certe cose se l’unica persona a cui vorresti raccontarle è “off limits”?
Vorrei dire basta perché io vorrei essere single ma insieme a te. Vorrei poterti baciare quando ne ho voglia,
anche davanti a tutti, anche in diretta instagram, perché tanto non c’è nulla che ce lo impedisca. Vorrei poi
uscire la sera con le amiche e a fine serata venire da te, perché sono allegra e quando sono allegra voglio
solo te. Vorrei che la mattina se ti senti giù o sei triste tu mi scriva perché io correrei per venire da te, per
farti stare meglio, magari ti porterei dei pocket coffee dato che è giorno. Vorrei che tu facessi lo stesso per
me. Vorrei potermi fidare di te qualsiasi cosa tu faccia, perché mi hai detto che son l’unica che vuoi e non
che son una delle tante. Vorrei poter girare il mondo da sola, con lo zaino in spalla poi fare facetime ogni
sera e raccontarti tutto, perché nulla ha molto senso se non ne posso parlare con te. vorrei poter pensare
che, anche se io andassi Washington e tu a Roma per la specializzazione, non ci lasceremmo, saremmo
sempre là nei nostri momenti importanti, ci sosteremmo sempre anche quando delusi l’uno dall’altra.
Vorrei dire basta perché io vorrei essere quella persona per te ma tu non vuoi essere la mia. Vuoi illuderti
che io stia bene, che non me ne sia fregato nulla di te, che in fin dei conti siamo stati la stessa cosa l’uno per
l’altra? Un’avventura in un momento di noia, in un momento in cui magari non avevo nulla di meglio.
Vorrei dire basta perché forse tu hai già quella persona e lo sei per lei e io sono solo un terzo incomodo. Un
giorno tutto ciò si affievolirà presuppongo, non scomparirà ma riuscirà a lasciare spazio ad altro. A qualcosa
che forse mi merita di più, che forse mi amerà quanto io amo te anche se magari non riuscirò a
contraccambiarlo allo stesso modo. Fino a quel momento posso solo scrivere e ripetermi basta fino a
quando non mi darò retta |
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