Tartarughe ninja 2003- Seconda serie

di Meramadia94
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Tartarughe nello spazio parte uno- Un robot in fuga ***
Capitolo 2: *** Tartarughe nello spazio parte due - L'attacco dei Triceraton ***
Capitolo 3: *** Tartarughe nello spazio parte tre - La grande casa ***
Capitolo 4: *** Tartarughe nello spazio parte quattro- L'arena ***
Capitolo 5: *** Tartarughe nello spazio parte cinque - La guerra dei Triceraton ***
Capitolo 6: *** Le origini prima parte ***
Capitolo 7: *** Le origini seconda parte ***
Capitolo 8: *** Le origini terza parte ***
Capitolo 9: *** Riflessi del passato ***
Capitolo 10: *** L'Ultimo Ninja ***
Capitolo 11: *** Un po' di amore per Nano ***
Capitolo 12: *** Che coccodrillo!!! ***
Capitolo 13: *** La luna di cristallo ***
Capitolo 14: *** Una città in guerra prima parte ***
Capitolo 15: *** Una città in guerra seconda parte ***
Capitolo 16: *** Una città in guerra terza parte ***
Capitolo 17: *** Un posto tranquillo prima parte ***
Capitolo 18: *** Un posto tranquillo seconda parte ***
Capitolo 19: *** Un grande triceraton prima parte ***
Capitolo 20: *** Un grande triceraton seconda parte ***
Capitolo 21: *** Il puzzle dello zio Augie ***
Capitolo 22: *** Il duello dei duelli prima parte ***
Capitolo 23: *** Il duello dei duelli seconda parte ***
Capitolo 24: *** Il duello dei duelli terza parte ***
Capitolo 25: *** Il duello dei duelli quarta parte ***



Capitolo 1
*** Tartarughe nello spazio parte uno- Un robot in fuga ***


~Sarah e i suoi fratelli, non erano gli unici ad avere problemi nell'universo.
Anzi, i problemi che in quel momento affliggevano un padre ed una figlia, in una galassia molto, molto lontana dal sistema solare... non avevano nulla da invidiare a quelli dei cinque ninja.
Davanti a loro un vicolo ceco e alle spalle un esercito.
- Dietro di me figlia mia, andrà tutto bene.- fece il robot parandosi davanti alla giovane. Una ragazzina di circa quindici, sedici anni, sul metro e cinquanta. Avegli gli occhi azzurri, i lunghi capelli giallo-arancio erano raccolti in due codini, indossava una camicia a maniche lunghe nera, una gonna grigio-topo, calze nere e stivaletti neri.
- Papà, ho paura!- fece la giovane terrorizzata.
Uno dei militari parlò all'auricolare - Squadra Bravo a Base.
Abbiamo bloccato Fugitoid e sua figlia nel settore quattro.-
Quando uno dei soldati, il robot e la ragazza si abbracciarono spaventati. Per fortuna gli ordini erano diversi: servivano entrambi vivi.
In quel momento, davanti a loro apparvero quattro strane creature verdi e una ragazza.
- State attenti...- ordinò il capo dei soldati - Fugitoid ha un'arma segreta.-
- No, non è vero!- fece il robot. Ci mancavano solo gli extra-terrestri... approfittò di quel momento di confusione per nascondersi assieme alla figlia.
- Ahia...- fece Sarah massaggiandosi la fronte - Ragazzi, siamo ancora vivi?-
- Direi di sì... anche se mi sembra che mi sia passato sopra uno schiacciasassi....- borbottò Raph.
- Ma cosa... ragazzi, che è successo? Quella strana luce, il laboratorio, gli alieni... dove sono finiti?- chiese Mik.
- Non sono loro ad essere spariti, ma noi.- fece Leo.
- E non avremmo potuto scegliere posto peggiore dove atterrare...- fece Don indicando i militari e le loro facce poco amichevoli.
- Uhm, qualcosa mi dice che non è il comitato di accoglienza...- commentò Sarah.
Poco più tardi, in quel vicolo si scatenò una lotta furibonda tra le tartarughe e i soldati. Il robot, approfittando della confusione, creò una breccia in un muro per scappare assieme alla figlia.
Ma prima di correre via, ci ripensò.
Quelle persone lo avevano aiutato. Non poteva abbandonarle così.
Soprattutto visto che stavano arrivando altri soldati. Almeno cento uomini a tenersi sul sicuro.
- E ora che si fa?- fece Mik preoccupato da tutti quegli uomini armati di fucili laser.
- Scusate...- fece un robot dal suo nascondiglio - Ehm signori Tartaruga e signorina... si, dico a voi. Da questa parte.-
Non se lo fecero ripetere due volte. Non erano certi di poter contrastare da soli un intero esercito.
Iniziarono a correre dietro al robot e alla ragazza, su per una lunghissima rampa di scale, fino ad arrivare al tetto. Da lì era molto, molto difficile continuare a scappare.
- Presto, saltiamo su quel camion.- fece Leo indicando un camion della nettezza urbana.
Il robot protestò - Hai voglia di scherzare spero, soffro di vertigini!-
- Preferisci vedertela con i fucili laser?- lo rimbeccò Leo.
Più convincente di così...
Ad uno a uno, saltarono tutti nel camion. Il paesaggio intorno a loro era molto bizzarro... il cielo aveva il colore del sangue, e in giro c'erano alieni di tutte le razze. Anche il fatto che i veicoli ( incluso il camion su cui erano scappati) volavano era piuttosto indicativo.
- Inizio a dubitare di essere sulla Terra...- fece Don.
Quando il camion si fermò, i cinque ninja, il robot e la ragazza scesero.
- Terra?- fece la ragazza - Non l'avevo mai sentita nominare... non credo che si trovi in questa galassia...-
- Siete la specie dominante, vero?- fece il robot.
- Ehm, si... in un certo qualmodo...- fece Mik.
- Potete dirci dove ci troviamo?- fece Sarah.
- Certo. Vi trovate sul pianeta D'Hoonnib, nel sistema Sidayom.- rispose Alisa - e siete in territorio della Federazione, peggior posto per una gita intergalattica non potevate sceglierlo.-
- In un' altra galassia?!?- fece Don scioccato.
- Allora il maestro Splinter è molto lontano da qui...- fece Leo con la voce angosciata - ha bisogno di aiuto. Andiamo via e andiamo subito a cercarlo.-
Raph sospirò mettendo una mano sulla spalla del fratello - Appena sarà possibile Leo.-
- Capisci, non sappiamo come abbiamo fatto a finire qui e nemmeno in che posto ci troviamo.- fece Don.
- Facciamo il punto della situazione... ma altrove, perchè adesso abbiamo compagnia!!!-  fece Sarah indicando dei soldati... accompagnati da un carro armato volante.
Il gruppo scappò tra i banchi del mercato, e si infiò nel primo tombino che trovò.
- Signori... vi dobbiamo la vita.- fece la ragazza aliena appena fu certa che la situazione ( almeno nelle fogne e per il momento) era tranquilla.
- Beh, pure noi vi dovevamo qualcosa perciò... siamo pari.- fece Sarah - Ma dite, chi è quella gente? Perchè ce l'ha con voi?-
Fu il robot a rispondere - Beh, è una lunga storia da raccontare... ma se avete tempo e voglia, lasciate che mi presenti. Io sono il professor  Honneycutt. E lei è la mia cara figlia, Alisa.-
- No aspetti un momento...- fece Mik - lei è un robot. E lei è umana... si, più o meno... come potete essere padre e figlia?-
- Adesso ci arrivo. Dunque, dovete sapere che io ero lo scienziato più  brillante di D'Hoonnib...-
- Anche perchè era l'unico su D'Hoonnib a fare lo scienziato.- fece Alisa strappando ai cinque ninja una risata.
Il padre la guardò male ( o almeno credeva) - La racconti io o la racconti tu?-
- Scusa. Vai avanti.- fece la ragazza.
Il robot riprese, stavolta senza interruzioni. Poco tempo prima, stava provando un elmetto di sua invenzione che amplificava i poteri della mente. Era una giornata come tante.
Proprio mentre lui e sua figlia stavano collaudando l'invenzione, ricevettero una video-chiamata del generale Blanque. Il robot, spiegò loro che il generale era il capo-governo del loro pianeta, nonchè principale finanziatore delle ricerche del professor Honneycutt.
Il motivo della sua chiamata era commissionare al professore un lavoro: avrebbe dovuto costruire un congegno che permettesse alle persone di spostarsi da un pianeta all'altro.
Il professore, eseguì l'ordine, ma al momento di iniziare a costruire il tele-portale, rifiutò tassativamente. Quello che lo scienziato aveva studiato per essere uno strumento di pace e di maggior fratellanza tra i pianeti, sarebbe stato usato dal generale in modo poco pacifico.
E per un pacifista come il professore, che una sua invenzione potesse essere usata per fare del male, era inaccettabile.
Perciò rifiutò tassativamente. E il generale non poteva certo costringerlo.
A questo ovviò una serie di sfortunate coincidenze. Alisa e suo padre, avevano costruito un robot tuttofare, Sal, che si occupava di tutto nel loro laboratorio. Durante un violento temporale, il robot rimase incastrato in alcuni fili. Il professore cercò di aiutarlo... ma mentre ci provava, indossava ancora l'elmetto.
Un fulmine lo colpì... ed il corpo del professore si disintegrò, trasferendo la sua coscienza e la sua mente eccelsa nel robot.
Il tutto, sotto gli occhi di Alisa.
In quel momento, ricevettero la visita assai poco gradita del generale. Evidentemente, li teneva sotto controllo.
Aveva appena scoperto dell'incidente avvenuto allo scienziato e si era precipitato per reclamare ciò che voleva. I robot non avevano alcun tipo di diritto, ergo non c'era nulla che impedisse a Blanque di prendersi da solo quello che gli aveva negato da uomo.
- Siamo scappati e siamo riusciti ad arrivare fin qui. Eravamo certi che ci avrebbero catturato... ma per fortuna, abbiamo incontrato voi.- concluse Alisa.
- Certo che avete vissuto un'esperienza davvero poco simpatica...- commentò Sarah. Almeno tutto quello che avevano passato sinora era servito a qualcosa.
- E voi?- chiese il professore - come diavolo avete fatto a finire qui?-
- Purtroppo non lo sappiamo nemmeno noi.- rispose Leo.
- Stavamo cercando di salvare nostro padre...- fece Sarah - durante la battaglia siamo saliti per sbaglio su un teleportale...- almeno sapevano come si chiamava quel coso che li aveva sballottati da una galassia all'altra - è andato in tilt... ed eccoci qua.-
- Professore, mi rendo conto di non sembrarle migliore di Blanque...- fece Leo - ma se potesse costruire il teleportale per farci tornare a casa... le saremmo molto grati.-
Alisa si unì a loro - Papà, aiutiamoli. In fondo ci hanno salvato... e non ce lo chiedono per i motivi di Blanque... ma per salvare una persona a loro cara. Io so che è così.-
Sarah non fece in tempo a chiederle da dove derivasse tanta sicurezza, in fondo per quello che Alisa e suo padre ne sapevano potevano anche essersi inventati una storia per convincere il professore a collaborare con loro senza troppe domande ed usare un'invenzione simile per chissà cosa.... non era proprio il momento per fare domande.
Le fogne di quel pianeta erano straordinariamente pulite...  d'altronde era facile, se erano piene di mostri orribili e macabri che mangiavano tutto quello che trovavano nelle fognature!
- SCAPPIAMO!!!- fece Leo.
- Cosa diavolo è quell'affare?!?- urlò Sarah mentre correva.
- Oh, quello è uno dei primi brevetti di mio padre. E' per tenere pulite le fogne.- spiegò Alisa.
- E c'è possibilità che quel coso se ne vada in pausa caffè giusto per permettere a noi di non diventare il suo prossimo pasto?!?- strepitò Raph.
- Temo di no, quando l'ho progettato l'ho fatto in modo che dedicasse ogni sua energia a tenere pulito il sottosuolo.- fece il professore.
- Forse ho un'idea...- fece Don - Cercate di tenerlo occupato più che potete!-
I fratelli, le due ragazze ed il robot cercarono di trattenere la macchina con dei tubi d'acciaio, per permettere a Don di arrivare all'alimentatore sulla testa della macchina.
Tolse il coperchio e lo mandò in corto con il sai di Raffaello.
..
...
...
Poco più tardi, il gruppo era tornato in superficie. E le cose non erano tanto più diverse di quando i cinque ninja erano sulla terra. Erano in una galassia aliena e l'ultima cosa di cui dovevano preoccuparsi che qualcuno urlasse '' Al mostro''- con tutti gli alieni che c'erano su quel pianeta... ma poco importava. Stavano aiutando due fuggitivi, e questo li metteva nella loro stessa situazione.
- Dobbiamo lasciare il pianeta quanto prima.- fece Leo.
- C'è un'area destinata agli imbarchi per altri pianeti o comunque asteroidi lontani da qui, ma è fuori da  Peblak.- fece Alisa.
- In ogni caso dobbiamo arrivarci, e uscire dalla città a piedi è fuori discussione.- fece Donatello.
- Aspettatemi qui.- fece Raph - vado a cercare un mezzo di trasporto che possa portarci via tutti.-
- Io lo seguo.- fece Mik.
- Bene... per ora non ci rimane che aspettare...- fece Sarah.
Raph tornò dopo poco... in compagnia di un carro armato volante e di Michelangelo.
- Questo affare non passa certo inosservato...- fece Don una volta a bordo del carro armato.
- Raph, non potevi scegliere qualcosa di meno ingombrante, che si potesse mimetizzare meglio?- aggiunse Leo.
- Scherzi vero?- fece Raph al posto di guida - con tutti i carri armati che ci sono in giro, non si nota nemmeno.-
E aveva ragione. Almeno sino a quando il proprietario del carro armato non ne rivendicò il possesso e dando disposizioni ai suoi colleghi per annientarlo.
E senza sapere dove mettere le mani o con almeno le basi della lingua del luogo, sarebbero diventati flambè in men che non si dica...
In loro aiuto, accorse il professor Honneycutt. La sua migrazione in un corpo robotico, di buono aveva che poteva controllare qualunque macchina.
Fu così che riuscirono a distruggere i carri armati che stavano loro alle costole, ma le cose andarono peggio con i soldati di fanteria che bersagliarono il veicolo fino a farlo saltare per aria.
Il loro capo ( che dava ordini via radio) era molto contrariato dal fatto che il robot fosse stato distrutto, ma tra le macerie del carro armato non vi erano tracce di feriti o deceduti.
Non avevano fatto i conti con la destrezza e la furtività dei cinque ninja.
Sempre grazie alla loro furtività, erano riusciti a scivolare nuovamente tra le fogne e nascondersi in un posto isolato... e senza macchine mangia rifiuti che programmava di far di loro il dessert.
- Per stanotte qui va bene...- fece il professore - Ma tra poche ore, dovremo andarcene e trovare un posto più sicuro.-
- Noi siamo riuscite a recuperare qualche frutto.- fece Sarah mettendo quanto avevano trovato a disposizione di tutti.
Alisa fece lo stesso.
- Non è molto, ma per un po' dovrebbe bastare...- fece l'aliena.
- Scusi professore...- chiese Sarah - Ma perchè il generale ci tiene tanto ad avere il transmat? Non è studiato solo come mezzo di trasporto?-
Il robot annuì - In effetti, è proprio questa la sua funzione... se usato in modo corretto.
Può essere usato per trasportare delle bombe all'interno delle astronavi, in pieno centro delle città senza che queste sospettino un attacco, persino nel cuore di un pianeta rivale.-
- Questo da noi si chiama, attacco terroristico.- fece Don.
A quel punto, per quanto ignorassero dove si trovassero e quanto potevano essere realmente pericolosi i nemici che avrebbero affrontato, fu chiaro a tutti che non c'era da scherzare. Il governo di quel pianeta era in mano a un terrorista.
E un terrorista al governo... non era mai una buona cosa.
- E la gente di D'Hoonnib?- fece Sarah - Non ha mai provato a scacciarlo o altro?-
- No. E' un uomo molto furbo.- fece Alisa - Malvagio, usa tutti i mezzi a sua disposizione per vincere, senza preoccuparsi se sono leciti o meno, ma sa recitare bene. Fa credere a tutti che combatte per loro e non ha a cuore altro se non il loro benessere.-
- Però con voi questo giochetto non ha funzionato.- fece Leo.
- Si...- fece la ragazza con i capelli arancioni diventando cupa - Mia madre era la sua prima assistente, e le è bastato lavorare per lui poco tempo per capire che era una persona poco pulita.-
Mik s'intristì a quelle parole - Mi par di capire che tua madre non c'è più.-
Il robot annuì. Anche lui era triste, ma non lo riusciva a dar a vedere... per fortuna, a suo dire.
- Mia moglie è mancata alcuni anni fa, in seguito ad un incidente... almeno questo è quello che ha detto Blanque...-
- E ha mentito!- urlò quasi l'aliena - La mamma era una donna estremamente prudente. Non crederò mai che mentre controllava che una nuova arma funzionasse come doveva, si è scordata di inserire la sicura e si è sparata al petto per negligenza professionale.-
Sarah le si avvicinò,  stringendole le mani per farle sentire tutto il suo calore e la sua vicinanza. Lì dentro era l'unica che poteva sapere cosa significava perdere un genitore in maniera violenta e misteriosa.
- Ma non è solo per questo che sapevo cosa ci aspettava.- fece il professore - Su questo pianenta, alcune femmine hanno un livello cognitivo più sviluppato di quello dei maschi. Ed alcune... come mia figlia appunto... possiedono poteri di preveggenza e di telepatia.-
- E quindi ha previsto in anticipo cosa sarebbe successo...- concluse Leo - è stata una fortuna.-
Insomma, prima di tornare a casa avrebbero dovuto trovare una soluzione per proteggere ( a distanza e in maniera definitiva) il professore e sua figlia.
Anche perchè presto, con orrore, avrebbero scoperto che i due non erano braccati solo da Blanque.
 

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Capitolo 2
*** Tartarughe nello spazio parte due - L'attacco dei Triceraton ***


~- Ci sono più pattuglie a cercarci che macchine parcheggiate in doppia fila a New York...- commentò Sarah dopo aver visto la quinta pattuglia nel giro di un'ora che li cercava. Le loro foto, quelle del professore e di Alisa ormai tappezzavano ogni centimetro della città.
Chiunque li vedeva o avesse anche solo il benchè minimo sospetto di aver visto i sette fuggiaschi, doveva avvertire subito i soldati della Federazione... con la promessa di eterna gratitudine da parte del governo.
- Pattugliano ogni strada e tengono sotto controllo ogni cosa... non arriveremo mai fuori città.- fece Don.
- In tal caso...- fece il professore - non abbiamo scelta se non lasciare il pianeta senza che nessuno se ne accorga. In poche parole, clandestinamente. Conosco un locale un po' losco in cui è molto probabile trovare un passaggio su qualche mezzo di fortuna. Che ne dite?-
- Io dico che vale la pena tentare.- fece Leo - Faccia strada professore.-
Le due ragazze chiusero la fila.
Sarah non potè evitare di rivolgere la parola a quella ragazza  dallo sguardo spaventato e arrabbiato, che aveva una storia così simile alla sua malgrado le loro galassie fossero lontane anni luce.
- Ehm...- fece Sarah rivolta all'aliena - Mi dispiace molto per tua madre... so cosa stai provando.-
Alisa rise sarcastica - Davvero? Beh, grazie mille... le frasi di circostanza fanno sempre piacere...-
- Ti sbagli.- fece Sarah - Alisa... guarda me. E poi guarda loro.- disse la bruna riferendosi alle tartarughe - Li amo con tutto il cuore, e loro amano me... ma lo vedi da te che non sono davvero loro sorella.
Anche mia madre è morta. Morta ammazzata. Assieme a mio padre.
Loro mi hanno salvato da una brutta fine. Devo loro tutto quello che ho e quello che sono.-
Alisa abbassò gli occhi. Questo non era riuscita a captarlo, si chiedeva come avva fatto a non leggere nella sua mente, quel dolore così grande.
- Scusa....- fece Alisa - Non lo sapevo... sai... sai già chi è stato?-
Sarah scosse la testa - Avevo solo cinque anni... ricordo solo mio padre che moriva... mia madre che mi nascondeva... poi sono svenuta. Al mio risveglio, ho incontrato loro.- rispose la bruna - Sono tutto quello che ho. Morirei per loro.-
'' Ucciderei, per loro''
- Un po'... un po' t'invidio...- ammise Sarah - Almeno tu qualche idea su chi sia stato e il perchè, ce l'hai. Io non ho nulla.-
- Vorresti saperlo?- chiese Alisa.
Sarah fece cenno di sì.
- E loro...-
- Loro non devono saperlo.- disse Sarah con decisione - non dirglielo, per favore.-
- Perchè?- chiese Alisa - Loro ti vogliono bene...-
- Appunto. E' proprio per questo che non devono saperlo...- disse Sarah - Vedi Alisa... le creature come loro... e come il nostro sensei... non sono la norma sul nostro pianeta. Il maestro Splinter ce lo ripete sempre... ed ogni giorno, non fa che chiedermi perdono per avermi '' messo in gabbia'', secondo lui...
Io sono felice con loro. E non voglio che pensino in alcun modo che non lo sia... gli darei un dispiacere troppo grande se facessi pensar loro che la vita di prima mi manca.-
Alisa non disse più nulla, iniziando a provare un certo rispetto e desiderio di diventare amica di quella creatura terrestre che era pronta a rinunciare all'unica cosa che voleva sapere in tutta la galassia, per non dare un dispiacere alle persone che ormai considerava la sua famiglia.
Nel frattempo erano arrivati al locale.
Lo '' Spacesport Inn''.
- Sinceramente...- fece Raffaello - Non mi sembra un posto adatto a lei professore.- fece Raffaello quando furono in prossimità del locale.
- Quando la mamma era viva, venivamo qui tutti e tre, sempre.- fece Alisa - Papà è ghiotto di una specie di torta con pomodoro e formaggio che servono qui.-
- Forse volevi dire che lo ero... quando ero fatto di carne.- fece il professore.
- Lì dentro non ci possiamo entrare.- fece Leo. C'erano più foto loro in giro, che manifesti elettorari in America nel periodo delle elezioni - ci riconoscono subito.-
- Qual'è il problema?- fece Don indicando alcuni indumenti stesi su delle corde ad asciugare - Arte del travestimento.-
Ad uno ad uno presero i mantelli che si trovavano sugli stentini.
Leo, Raph e Don presero un mantello rosso dotato di cappuccio. Il professore uno marrone, Alisa e Sarah ne divisero uno rosso in modo da indossarlo come scialle, tirato su, per coprire la testa.
A Mik toccò un abito da donna, rosa e provvisto di cappuccio.
- Ragazzi, non scherziamo... sarei ridicolo.- fece Mik.
- Non fare tante storie...- fece Sarah trattenendo una risata nell'immaginarsi il fratello con quel coso rosa addosso - e poi è un ottimo diversivo.
Cercato un gruppo di sette persone, con due ragazze no? Bene, di ragazze siamo tre quindi...-
Mik indossò il vestito, brontolando.
- Qualcosa mi dice che tu e i tuoi ragionamenti da avvocato siete riusciti a mettermi nel sacco...-
- Tanto per cambiare.- ridacchiò Raph.

Nel locale vi erano alieni di tutte le razze, ma era davvero difficile trovare qualcuno che potesse dichiararsi disposto ad aiutarli senza che in realtà pensasse di venderli per due patate.
Ad un certo punto Alisa s'irrigidì.
- Cosa c'è, tesoro?- chiese il padre.
- Non lo so... avverto una presenza che si avvicina e punta proprio noi... ma non riesco a capire se è amico o nemico...-
I cinque ninja misero subito la mano sulle arami, pronti a scattare....
L'intruso in arrivo era un alieno con sei occhi, quattro tentacoli e qualcosa che sembrava uno stuzzicadenti.
- Ciao, Fata Spaziale!- fece l'alieno mettendo uno dei suoi tentacoli sulla spalla di Sarah - Dove ti eri nascosta, bellezza? Non mi pare di averti mai visto qui o sbaglio?-
Sarah si affrettò a togliersi il tentacolo dalla spalla - No... infatti è la prima volta che vengo qui...-
'' In tutti i sensi, e più passa il tempo più non vedo l'ora di andarmene''- pensò la ragazza.
Il tizio però pareva non voler mollare - Allora è per questo che non ti avevo mai vista, altrimenti non ti avrei dimenticata.... perchè non mi dai il tuo numero, così ti chiamo ogni tanto.-
Leo a quel punto non ci vide più, e lo obbligò a spostare il tentacolo che aveva rimesso sulla spalla della ragazza.
- Ehy! Tieni giù le zampe!- gli ordinò il ragazzo in blu.
L'alieno lo guardò male - Come ti permetti, si può sapere chi sei?-
- Sono...- cercò Leo.
- E' il suo fidanzato.- lo anticipò Raffaello - Ed è uno di quelli che non sopporta chi fa il cascamorto con le ragazze già impegnate. Soprattutto con la sua.-
Leo e Sarah nel frattempo erano diventati rossi come il cielo di D'Hoonnib. L'alieno battè in ritirata.
- Voi due state insieme?- chiese Alisa curiosa.
I due si affrettarono a smentire.
- No.-
- Non ancora.- fece Raffaello in perfetto sincrono con il '' No''- dei due.
Il ragazzo in blu tirò da una parte Raffaello, arrabbiato e imbarazzato.
- Senti... mi spieghi cosa ti sei messo in testa?- fece Leo.
- Niente. Voglio solo farti capire una cosa. Sarah non ti potrà aspettare per  tutta la vita, e la vita è troppo breve ed incerta per rimandare all'infinito le cose importanti.-
- Appena sarà tutto finito e avremo salvato Splinter glielo dirò.- o almeno ci avrebbe provato.
- D'accordo, fai come credi... ma ricordati di questo.- fece Raph - Aspettare senza sapere se quello che aspetti arriverà o meno, contribuirà solo a farla stancare e non venirti a lamentare da me se un giorno un altro le farà girare la testa.-
Non ci fu quasi tempo per ribattere. Mentre Raph e Leo erano occupati in quella discussione, l'alieno con sei occhi aveva cambiato '' preda'' e aveva puntato Michelangelo, vestito da donna. Il ninja non si era fatto troppi problemi a respingere il pretendente con un calcio in faccia. Nella foga del movimento però il cappuccio del vestito scivolò via. Si affrettò a rimetterlo a posto, ma quei pochi attimi in cui era scoperto bastarono perchè il gestore del locale identificasse uno dei fuggiaschi ed avvertì subito il generale Blanque, il quale mandò subito un drappello di soldati a prendere i fuggitivi.
Quello che però Blanque non poteva immaginare era che tra le sue stesse fila, vi fosse un traditore.
 Il tenente Lonae.
La donna infatti era avida e si era arruolata nell'esercito, convinta che oltre ad una buona posizione avrebbe avuto anche molto denaro. I suoi piani però erano andati diversamente... certo, all'inizio non era stato facile per una donna farsi strada nell'esercito, ma tanto era riuscita a fare che era diventata il secondo in comando del generale nonchè persona in cui il generale riponeva assoluta fiducia, forse più che in sè stesso.
Ma era tutto qui. Non aveva un grande stipendio. Così, approfittando della fiducia del suo superiore, si era messa a lavorare come spia per i Triceraton, alieni simili a triceratopi antropomorfi, da sempre in lotta contro la Federazione per il controllo della galassia.
Lei passava informazioni al comandante Mozar, e lui in cambio la riempiva di denaro e regali costosi.
Era grazie al suo tradimento se i Triceraton erano a conoscenza di tutto l'affaire Fugitoid, del teleportale e di come poteva essere usato.
E Mozar aveva promesso di darle tutto quello che avrebbe preteso in cambio di altre informazioni.
Perciò, mentre un soldato informava Blanque della posizione dei fuggiaschi.... lei avvertiva il Triceraton.
Motivo per cui nel locale si scatenò il finimondo in quattro e quattr'otto, diventando il campo di battaglia di uno scontro tra federati e Triceraton.
Manomettendo un fucile sottratto ad uno dei federati e piazzandolo sotto un tavolo, Don riuscì a far uscire sia lui che i fratelli dal locale senza conseguenze... ma nella battaglia, i triceraton riuscirono a mettere le mani sul loro amico robot e a sua figlia.
Per poi lasciare il pianeta su una navetta.
Don mise gli occhi su una navicella provvista di sidecar. Era un po' malandata, ma non esisteva cosa che non riuscisse ad aggiustare e si lanciarono all'inseguimento... anche se il giro non era esattamente una passeggiatina di salute.
In fondo, era la prima volta che Don guidava una navicella aliena.
Le cose iniziarono a peggiorare quando una pattuglia volante di tre cinghiali giurassici, come li definiva Leo, iniziò a correre loro dietro. E loro, avevano dei fucili lasaer, mentre il loro mezzo di fuga non aveva armi in dotazione.
Alla fine i triceraton riuscirono a colpirli, ed il motore, ormai in avaria fece precipitare la navetta.
- Ragazzi... siete tutti interi?- chiese Sarah.
Fu Donatello a rispondere - Mettiamola così... poteva andarci molto peggio.-
- Non vedo come.- fece Leo con la voce rotta dall'angoscia - Abbiamo perso il professore, e con lui ogni possibilità di tornare a casa. Siamo perduti ragazzi... e lo è anche Splinter.-
Sarah gli mise una mano sulla spalla - Se Splinter fosse qui, probabilmente ti direbbe che la battaglia  non è finita almeno sino a quando non lo decidiamo noi.- fece la ragazza - vedi forse qualcuno che ha deciso di arrendersi?-
- Io non ci penso nemmeno.- fece Raffaello - Stai tranquillo Leo. Troveremo una soluzione. Tutti insieme, come abbiamo sempre fatto.-
- Giusto.- aggiunse Mik - vedrai che ce la faremo.-
- E per riuscirci meglio.... ho piazzato un localizzatore sul nostro amico robot.- aggiunse Don - se volete seguirmi...-
I suoi fratelli non se lo fecero ripetere due volte.
- Comunque c'è un dato sicuro...- fece Donatello - Alisa aveva ragione.-
- Su cosa?- chiese Leo.
- Ricordate no, che cosa ha detto?- fece Don - Ha detto che sua madre è morta per una negligenza professionale... però le armi della federazioni sono molto facili da maneggiare, e sbagliarsi è quasi impossibile.-
- Quindi tu... tu vuoi dire che...- fece Michelangelo con gli occhi che erano diventat grandi il doppio.
- Che non è stato un incidente. Alisa ha ragione. Sua madre... è stata ammazzata.-  fece Don. Quasi certamente la signora aveva scoperto qualcosa di losco su Blanque, in fondo lavorava con lui, era impossibile fingere di essere un brav'uomo per così tanto tempo senza che qualcuno non notasse nulla. Magari stava per renderlo pubblico, Blanque lo aveva scoperto e un giorno con una scusa le aveva fatto azionare un fucile che aveva fatto modificare in modo che si sparasse da sola... tanti testimoni, nessuna ferita da difesa o che suggerisse un attacco da una seconda persona... morte accidentale.
- Dovremo dirglielo...- fece Mik.
- Sarà prudente?- si domandò Raph - Insomma... potrebbe commettere una sciocchezza. Non la biasimerei però...-
- Credo che sia la cosa migliore.- fece Sarah - Tutti hanno il diritto di sapere, con certezza, cosa è accaduto ai loro cari.
I loro pensieri furono interrotti dal rumore degli spari.
Andarono a vedere cosa stava accadendo, ed in una piccola radura, vi erano federati e triceraton ( questi vicino ad un bunker) che si sparavano addosso come se non ci fosse un domani.
Stando al radar di Donatello, il professore era proprio in quel bunker.
Facendosi strada tra le due fazioni, troppo impegnate a combattersi per badare a qualunque altra cosa, riuscirono ad entrare.
E lì Leo notò una cosa molto strana.
- Ragazzi... secondo voi come mai questo Bunker somiglia ad un cargo?- chiese il leader.
Il rumore del bunker che si sollevava suggerì la risposta.
- Perchè non è un bunker ma un cargo!- fece Don.
I problemi cominciarono poco dopo il decollo. Il cargo andò a sbattere contro un asteroide e nella stiva si creò una grossa falla.
Per evitare di essere risucchiati ed andare così alla deriva nello spazio, dovettero usare un grosso pezzo di metallo per tappare la falla.
Ma assieme a molte casse e oggetti che si trovavano nella stiva, venne risucchiato anche tutto l'ossigeno.
Per farla breve... non sapevano dove erano diretti, ma la domanda più importante era se sarebbero arrivati prima o dopo della morte per asfissia.

 

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Capitolo 3
*** Tartarughe nello spazio parte tre - La grande casa ***


~Nel frattempo, Alisa aveva paura.
Era preparata ad affrontare Blanque, anzi, quasi quasi sperava quasi che gli capitasse davanti per dirgli tutto quello che pensava di lui oltre che chiamarlo '' assassino'', perchè ne era certa, era lui il responsabile della morte di sua madre, anche se non era in grado di dimostarlo... ma non era certa di potercela fare anche contro i Triceraton.
In fin dei conti, era solo una ragazzina di quattordici anni, che fino a quel momento la guerra l'aveva solo sentita nominare. Suo padre era il pacifista per antonomasia e sua madre era una brillante scienziata votata alla ricerca di nuove tecnologie e scoperte che potessero fare del bene e che era entrata nello staff di Blanque magari proprio perchè sospettava di lui... ma i suoi genitori erano comunque riusciti a farla crescere in un ambiente sereno e sicuro... gli eventi degli ultimi giorni la stavano facendo spaventare.
Prima Blanque che li braccava come se fossero bestie selvatiche... poi erano apparse quelle quattro tartarughe e la loro '' sorella'' umana a salvarli... ma non avevano potuto nulla contro i Triceraton.
Erano stati rapiti e poi portati sull'astronave madre al cospetto del capo di governo. I triceraton, dichiaravano di avere un metodo di governo repubblicano, ovvero che il potere era in mano al popolo, ma il Primo Ministro, Zanramon... incarnava in tutto e per tutto un vero dittatore.
Questi, aveva scoperto, anche se padre e figlia non avevano ancora capito come avesse fatto che il professore aveva progettato un'arma di distruzione di massa a seconda di chi l'aveva per le mani... e ne reclamava il possesso assoluto.
- In cambio, lei e sua figlia avrete tutti i diritti di un cittadino della Repubblica. Non dovrete mai più fuggire.- fece il capo di stato.
- Beh, la ringrazio, lei è molto gentile...- fece il robot - Ma in tutta coscienza, non me la sento di consegnare un' arma così pericolosa...-
Zanramon si arrabbiò - DOVRA' SOTTOMETTERSI, CHE LE PIACCIA O MENO.- salvo poi recuperare il controllo - Voglio dire... amico mio, i Triceraton sono un popolo pacifico, non sono dei sanguinari... il suo transmat sarà solo un' arma di pace.-
Alisa comunicò mentalmente con il padre -'' Non gli credere... scatenerebbe una carneficina.''
- Mi spiace, non le credo.- fece il robot.
In quel preciso momento, uno dei triceraton avvertì della presenza delle tartarughe e della ragazza umana il primo ministro.
Li avevano trovati ancora vivi. Erano riusciti a sopravvivere a quell'ambiente privo di ossigeno grazie al Chi Gong, una respirazione interna. Una tecnica di rilassamento che permetteva loro di rallentare respiro e battito cardiaco e quindi di resistere un po' più a lungo.
Purtroppo non poteva durare per sempre... quando l'effetto finì si ritrovarono immersi in  una miscela aerea di idrogeno e zolfo.
I Triceraton, forse per pietà o forse per la speranza di poter ricavare qualcosa da loro, portarono loro dei respiratori.
Alisa e suo padre sgranarono gli occhi nel sapere che i loro amici erano lì con loro.
- Sapevo che non ci avrebbero abbandonati...- commentò Alisa.
- Allora conoscete quelle creature...- fece Zanramon con gli occhi che brillavano. Forse aveva trovato l'arma perfetta per convincerlo a cooperare.
- Per favore, non fate loro del male!- supplicò il professore.
- Ma certo...- fece Zanramon - Terremo in vita quelle creature... per ora. E ora parliamoci chiaro, professore... le concedo un ciclo orbitale per cominciare a lavorare al teleportale... se non lo farà... i suoi cinque amici, cesseranno di vivere.-
Il robot sobbalzò.
- Siete dei codardi. Combattete il generale Blanque, ma siete esattamente come lui!- fece Alisa - Anzi, siete peggio!-
- Alisa...- la supplicò a bassa voce il padre.
Lei non lo ascoltò.
- Parlate di pace, di volerci proteggere... ma intanto ci ricattate mettendo in ballo la vita di cinque innocenti, che di questa galassia e di questa guerra non dovrebbero saper nulla. Questa è pura coercizione, indegna di un popolo che millanta onore e nobiltà d'animo.-
- Ma che bel caratterino...- fece Zanramon - Ho come l'impressione che alla tua amichetta umana... non dispiacerebbe affatto avere una tua visita.- il primo ministro schioccò le dita, e due triceraton afferrarono Alisa per portarla via.
- No!- fece il robot - Alisa! Bambina mia!- poi si rivolse al primo ministro - Che cosa... cosa le farete? Lasciatela andare, abbiate pietà... è solo una ragazza, non sa cosa...-
- Appunto. E' una donna.- fece Zanramon - E c'è solo un modo per rimettere in riga una ragazza che non sa stare al suo posto.-
...
...
...
Intanto, Sarah e le tartarughe erano stati portati su un blocco di roccia che aveva tutta l'aria di essere una prigione. Recinzioni e luci che illuminavano tutto quello che si muoveva.
Li avevano persino marchiati, come se fossero animali da macello. E forse lo erano davvero...
Mentre loro arrivavano, un prigioniero usciva.
Era un tipo grosso, che faceva paura solo a guardarlo, ma non faceva che urlare e supplicare i suoi secondini '' di non portarlo ai giochi''. Aveva lottato con tutte le sue forze per tentare di scappare, ma fu inutile. Venne caricato a forza su una navicella e portato via.
- Oook...- fece Don - Che cosa sono i giochi?-
Uno dei triceraton che li scortava lo gelò - Spera di non scoprirlo mai... alieno.-
'' Beh, dipende dai punti di vista, potrei dire lo stesso di voi''- avrebbe voluto dire Sarah, ma si trattenne. Non era proprio il posto adatto per fare gli spavaldi... non sapeva cosa fossero i giochi, ma a giudicare dal terrore negli occhi di quel disgraziato che avevano appena portato via non si trattava di un torneo di canasta e chi perdeva doveva lavare i piatti per un anno...
Dopo essere stati marchiati come animali e ammanettati, vennero portati davanti ad una cella, nella quale li obbligarono ad entrare.
- Tu no.- fece uno dei triceraton afferrando Sarah per una spalla - Tu dovrai lavorare in cucina.-
- TI hanno informato male, bello...- fece Raffaello - Lei resta con noi.-
Il triceraton azionò un telecomando, giusto per far capire come facevano a tenere a bada le risse: i marchi che avevano fatto loro erano elettrificati. Se qualcuno si comportava male bastava premere un bottone per dargli una scossa.
Sarah vide il fratello a terra, prima che le porte si chiudessero.
- No!- strillò la ragazza - che cosa gli avete fatto....?-
- Sta calma...- fece il triceraton - Le scosse non sono mortali. Ci tieni alla loro incolumità? Fai come ti viene detto senza fiatare e forse li vedrai morire di vecchiaia qua dentro, senza un graffio. E ora fila, la mensa deve brillare entro l'ora di pranzo.-
...
...
...
La ragazza venne malamente scortata verso la mensa della prigione e sempre con scarso tatto le venne data una ciotola piena di cera per pavimenti e una spazzola per pulire il pavimento.
- E che non ti venga in mente d'alzare la testa fino a quando ci sarà anche un solo granello di polvere!- le avevano ordinato.
A quanto pare, cambiavano le galassie ma il problema rimaneva sempre lo stesso.
'' Zitta schiava, pulisci e lava''.
In un altro frangente, avrebbe detto la sua, forse avrebbe rifatto loro i connotati... ma stavolta, era il caso che stesse buona, per non nuocere ai suoi fratelli.
Poco dopo...
- Toglietemi le mani di dosso, brutti bestioni!!!- la bruna alzò gli occhi e vide Alisa, sorretta da due triceraton che urlava e scalciava.
- Ordini del primo ministro.- fece uno dei triceraton - Forse con qualche giorno di lavoro ti si calmeranno i bollori.- anche a lei venne riservato il suo stesso trattamento.
Alisa si calmò nel vedere Sarah.
- Grazie al cielo stai bene...- fece l'aliena iniziando a sfregare per terra.
- Io si...- fece Sarah - E tuo padre?-
Gli occhi di Alisa iniziarono a tremare - E' prigioniero. Anzi, due volte.
Il primo ministro Zanramon, il capo della repubblica, ha scoperto che ha progettato il teleportale e lo vuole tutto per sè. Se papà non lo accontenterà... vi giustizieranno.-
Sarah trasalì. Forse era proprio il caso di reagire.
- Bene, allora non c'è altro da fare... dobbiamo scappare quanto prima.-
- Cosa?!?- fece Alisa sgranando gli occhi - Tu non sai quello che dici... ci sono guardie ovunque, e se qualcuno tenta di scappare le guardie lo riprendono subito e lo spediscono ai giochi come punizione.-
- Ma che cosa sono i giochi?- chiese Sarah.
- La massima punzione per i prigionieri che tentano di sobillare una rivolta o per i prigionieri particolarmente rissosi.- fece Alisa - Non so dirti esattamente in cosa consistono... ma so per certo che se ti ci portano... non tornerai più indietro.-
- Uhm.... ipotesi poco rosea...- fece Sarah - Ma forse con un piano ben ponderato e un ottimo lavoro di squadra ce la possiamo fare.-
- Accidenti... voi non mollate mai eh?-
- Piuttosto al patibolo.- sorrise Sarah continuando a lavare per terra.
...
...
...
Nel frattempo, il professor Honneycutt stava vivendo un vero e proprio inferno in terra. Malgrado la trasformazione in robot, aveva conservato non solo la coscienza ma anche il cuore di un padre preoccupato per la sua unica figlia e di uomo giusto.
Si malediva per aver deciso di progettare il teleportale che al momento era l'oggetto dei desideri di due fazioni in guerra tra loro.
Dire che era tra due fuochi era un eufemismo... se lo costruiva, avrebbe aiutato i suoi amici a tornare a casa permettendo così loro di salvare il loro maestro ( che stando ai racconti dei ragazzi era una persona di grande valore e gli avrebbe fatto molto piacere conoscerlo) oltre che a salvare le loro vite... ma in questo modo avrebbe condannato a morte milioni di vite innocenti.
Inoltre, era preoccupato per la figlia. Il suo più grande timore era  che che le facessero del male... per causa sua.
- Syrma...- borbottò il robot  pensando alla moglie defunta - che devo fare? Aiutami tu.-
...
...
...
Intanto, al carcere, Leo e i suoi fratelli avevano deciso che ci avevano passato pure troppo tempo e che era tempo di scappare, recuperare il professore e tornare a casa per salvare Splinter.
Donatello aveva scoperto che la cera per pavimenti che veniva usata per pulire, combinata con la fuliggine ed una goccia d'ossigeno, come reazione chimica faceva esplodere il composto.
Rudimentale e rumorosa, ma inoffensiva.
Mentre tutti i secondini si dirigevano verso l'origine dell'esplosione loro sarebbero potuti scappare attraverso i canali di scolo e scavalcare il muro. Da lì, rubare una piccola navicella doveva essere semplice... ma per riuscirci... avevano bisogno di una carta magnetica, sia per togliersi di dosso i tatuaggi elettrificati che le manette.
- Sarah potrebbe aiutarci...- fece Mik - Da meno nell'occhio lei di tutti noi messi assieme.-
- Sì, ma come facciamo ad avvertirla, senza farci notare?- fece Don.
'' Basta chiedere''- fece la voce di Alisa risuonando nelle loro teste.
- Beh... direi che siamo a posto, quindi.- fece Raffaello.
...
...
...
Era l'ora di cena.
Il momento più adatto per fare '' una consegna speciale''.
- Oh!- fece Sarah inciampando vicino ad un triceraton con un vassoio. Cadde malamente e finì per terra.
- PICCOLA STUPIDA!- le sbraitò contro la guardia - RACCATTA TUTTO E PULISCI!-
- Sì... mi dispiace signore... non l'ho fatto apposta...- fece la mora armeggiando con le cose cadute a terra, con la voce tremante.
- Finiscila con queste lagne... raccatta e porta un altro vassoio.-
- Certo...  sicuro.-
La ragazza tornò in cucina e caricò su un vassoio delle scodelle d'insalata... o almeno credeva, fosse insalata.
Alisa l'avevano già portata via. A quanto pareva, il capo dei Triceraton aveva stabilito che la punizione per la sua irriverenza era durata abbastanza e quindi poteva tornare da suo padre... ma la verità era che Alisa doveva dire al genitore cosa i loro amici erano costretti a sopportare in quella prigione e che quindi si mettesse al lavoro.
'' Appena fuori veniamo a prendervi. Abbiate fiducia.''- le aveva detto la bruna.
'' Siate prudenti.''- aveva risposto lei prima di sparire.
Tornata dalla cucina, si fermò in prossimità del tavolo dei suoi fratelli.
- Condimento speciale ragazzi.- fece Sarah.
Don la guardò con orgoglio - Muy inteligente, hermana.-
Infatti, la caduta era stata solo un diversivo. Aveva finto di inciampare e di tentare di frenare la caduta appoggiandosi ad un triceraton, solo per potergli rubare la tessera magnetica. Una mossa così veloce che nemmeno se n'era accorto.
E non si era nemmeno accorto, indaffarato ad insultarla com'era, che mentre armeggiava con i cocci aveva nascosto nella tasca della giacca la tessera magnetica. Poi era tornata in cucina e aveva nascosto l'oggetto nel cibo.
Era orgogliosa di sè stessa, sopratutto per aver dato una bella lezione a quel triceraton che da quando aveva messo piede in quella specie di penitenziario,  non aveva fatto altro che trattarla come l'ultimo essere di tutta la galassia e non perchè era aliena ai loro occhi o una potenziale nemica... ma perchè era una donna. Probabilmente l'unica donna lì dentro, oltre ad Alisa.
Lui l'aveva sbattuta in cucina come per dire '' questo è il tuo posto''? E infatti lei c'era stata... ma era riuscita a farlo passare per fesso pure da lì.
- Ho avvolto la bomba in un panno umido.- fece Don fissando il  tutto con una goccia d'ossigeno sotto al tavolo - questo funzionerà da miccia... e ritarderà la reazione chimica di almeno sei ore.-
- Perciò, mi raccomando...- fece Leo rivolto a Sarah - Tra sei ore ci vediamo a...-
Leo non finì mai la frase.
In quel carcere c'era un alieno enorme, rosa, collerico e molto, molto prepotente, che essendo il  più forte ( almeno finora e a livello fisico) ne approfittava per derubare gli altri prigionieri del cibo e dar loro dei piccoli '' premi'' in cambio della loro porzione di dessert.
- Dammi il tuo cibo, mostro.- fece Rynook rivolto a Raffaello.
Aveva ragione il detto terrestre '' mai mettere due galli nello stesso pollaio''- Raffaello iniziava a non poterne più di quella situazione ed anche se Leo gli aveva consigliato di non perdere il controllo per nessun motivo e di starsene un po' tranquillo....  ma a suo dire aveva sopportato pure troppo.
Rynook fu la goccia che fece traboccare il vaso, ed iniziarono ad azzuffarsi tra loro, con tutti i prigionieri che incoraggiavano il '' capo della prigione'', '' sangue'', '' rissa''.... sembrava di essere nella fossa dei leoni.
Rynook all'inizio aveva avuto la meglio... ma anche un tipo grosso e forte, era impacciato e goffo, al confronto con un ninja che aveva fatto della furtività la sua compagna di vita.
Lo mise al tappeto e senza troppa fatica... salvo poi essere messo lui stesso al tappeto da una scarica elettrica ed essere trascinato in cella d'isolamento.
- Ragazzi... e ora che si fa?- fece Sarah. Il loro piano di fuga non prevedeva di lasciare qualcuno indietro al suo destino.
Leo ci pensò un attimo - Ok, piano B... attraversiamo i canali di scolo e raggiungiamo la cella d'isolamento.
Puoi procurarci delle armi?-
Sarah annuì - Farò quello che posso.-
...
...
...
Il piano procedette come da programma, senza nessun intoppo.
Le tre tartarughe e la sorella si incontrarono nella zona in cui era chiuso Raffaello.
Sarah aveva radunato degli utensili per pulire: Scope, sturalavandini, spazzolone, spazzole molto strane...
- Non è molto ma..- fece Sarah. Purtroppo non aveva modo di arrivare sino all'armeria senza che nessuno la notasse. Se avesse potuto pensarci di più magari...
- Tranquilla...- fece Leo prendendo due sturalavandini - come dice il maestro Splinter, ogni cosa nelle mani giuste può essere un'arma letale.-
Nella cella accanto al rispostiglio c'era Raffaello.
- Perchè ci avete messo tanto?- chiese il rosso.
- Troppe lucertoloni cornuti in giro...- spiegò Leo porgendo al fratello due cucchiai - Venite... usciamo da qui, e andiamo a prendere Alisa e il professore.-
- A proposito del professore...- fece Sarah - penso di aver fatto una scoperta interessante.-
- Davvero?- fece Leo - e quale?-
- Mentre lavoravo in cucina, ho scoperto che in questa galassia, il termine Fugitoid, che è anche il nome con cui Triceraton e Federati chiamano abitualmente il nostro amico...- spiegò Sarah - è un termine con cui le autorità competenti ribatezzano un ricercato, che si applica sia per il maschile che per il femminile.-
- In tal modo la sua identità non viene rivelata, e le '' persone'' che collaborano all'arresto non si rendono conto che il fuggitivo è perseguitato ingiustamente...- fece Don - Un' idea geniale.-
- Io la trovo ripugnante.- fece Raph.
- Condivido con entrambi.- fece Mik.
- Comunque... il nocciolo della questione è: come facevano i triceraton a sapere che il professore è diventato un robot e come facevano a sapere del teleportale? Gli unici a saperlo oltre al professore siamo: io, voi, Alisa e la Federazione.-
E se i primi quattro, contando anche il professore, non avevano detto nulla a riguardo... non restava che una soluzione.
- Credo di aver capito... e che tu abbia ragione.- fece Don - Nell'esercito dei federati c'è una talpa che ha passato tutte le informazioni ai triceraton.-
E questo spiegava anche come mai i Triceraton si erano presentati allo '' Spacesport Inn''... qualcuno ce li aveva inviati.
E questo  aveva insidiato un altro dubbio nella mente della ragazza. L'omicidio della mamma di Alisa.
Se Blanque avesse scoperto che qualcuno dei suoi passava informazioni al nemico, quasi certamente dietro un corposo compenso, di sicuro quel qualcuno non se la sarebbe cavata con una lavata di testa e il licenziamento in tronco.
Quasi certamente l'avrebbe fatto fucilare. Anzi, lo avrebbe fucilato lui stesso.
Forse la madre di Alisa aveva scoperto il traditore e questi si era affrettato a tapparle la bocca prima che potesse andare a dirlo a qualcuno.
E se era vero... avevano molto più da temere di quanto non pensassero.
...
...
...
Nel frattempo, Alisa, ricongiuntasi con suo padre lo aveva tranquillizzato sul fatto che le tartarughe avevano messo a punto un piano per scappare e liberare anche loro. Anzi, che stavano per mettere in atto la fuga e che quindi, Zanramon non aveva più armi contro di loro.
Intanto il tempo era scaduto.
Le tartarughe e la loro amica erano condannate.
Il professore sussultò appena, ma cercò di stare tranquillo.
Il primo a morire, sarebbe dovuto essere Raffaello, in isolamento e il professore avrebbe dovuto assistere all'esecuzione... fu l'unica parte non prevista nel piano.
Zanramon se ne accorse e diede l'allarme.
Nel frattempo, le tartarughe e Sarah erano riusciti ad arrivare sino ai campi di allenamento.
- Complimenti ragazzi... è andato tutto liscio come l'olio.- si complimentò Don.
In quel momento vennero illuminati da un faro, con un drappello di soldati che marciavano contro di loro.
Sarah lo guardò male - Scusa Don, un piccolo chiarimento... cosa significa per te, è andato tutto liscio come l'olio?-
Di li a poco scoppiò una terribile battaglia. Le tartarughe e la loro sorella riuscirono a difendersi molto bene ed anche avere la meglio contro lo guardie, malgrado avessero con loro solo scope, sturalavandini, spazzole che non volevano nemmeno sapere a che servissero e cucchiai... ma alla fine vennero messi a stare dalle armi laser dei triceraton e caricati a forza su una navicella spaziale.
Destinazione, i giochi.
- Si può sapere che cosa sono?- chiese Mik.
La risata divertita dei loro carcerieri fu più eloquente di mille parole, ma ancora non sapevano se era il caso di fasciarsi la testa prima d essersela rotta...
Almeno fino a quando non vennero sbattuti in un' arena piena di spettatori allegri... e un gigantesco mostro viola dotato di tentacoli... che sembrava molto affamato.
Tra le altre cose.
 

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Capitolo 4
*** Tartarughe nello spazio parte quattro- L'arena ***


~I giochi dei Triceraton erano particolarmente sanguinari.
Chi aveva '' l'onore'' di essere scelto per parteciparsi doveva combattere contro un enorme polpo viola, chiamato Spasmosauro. O almeno questo era quello che sembrava al primo impatto, perchè di solito i giochi finivano in meno di dieci minuti... e il polpo gigante finiva per mangiarsi il malcapitato.
- Fatemi capire...- fece Don - Noi dovremmo combattere contro quella cosa?-
- No. Si aspettano che quella cosa ci mangi.- lo corresse Raph.
- In tal caso, possiamo sempre fargli fare un'indigestione con i controfiocchi.... OH!- Leo tentò di attaccarlo, ma la bestia fu più veloce e lo mise al tappeto con un colpo di tentacolo.
Provarono ad attaccarlo tutti assieme, e il risultato fu lo stesso... la piovra li aveva catturati e si stava divertendo a sballottarli un po', quasi per impedire loro di agitarsi mentre li mangiava.
'' Almeno mettiti in bocca una mentina!!!''- fu il pensiero delle tartarughe e di Sarah quando erano particolarmente vicini alla bocca.
- Ragazzi, tenete duro, arrivo!- fece Michelangelo, l'unico che per il momento era riuscito a scampare agli abbracci di quella bestia.
Lo colpì con tutta la forza che aveva in corpo, e lo costrinse così ad allentare la presa sui fratelli e la sorella.
Lo colpirono di nuovo, contemporeanamente, e in punti diversi, ma non c'era verso di batterlo.
- In questo modo non ce ne sbarazzeremo mai.- fece Don.
- Allora proviamo con un altro sistema...- fece Leo - correte!-
Il gruppo iniziò a correre a perdifiato, con lo Spasmosauro che li inseguiva... per essere un enorme bestione c'era da dire che era piuttosto veloce.
Troppo veloce.
Se gli veniva in mente di allungare un tentacolo li avrebbe catturati e mandati giù in un solo boccone.
- Leo... saresti così gentile da spiegarmi qual'è il piano...- fece Mik quasi senza fiato.
La loro corsa li stava portando verso la parte dell'arena in cui vi era la statua che raffigurava il primo ministro Zanramon.
- Al mio tre saltate!- fece il leader delle tartarughe - Pronti? Saltate!-
Prima che il mostro potesse agguantarli, i cinque ninja saltarono sul muro di fronte a loro, e i ninja si catapultarono all'indietro sopra il loro inseguitore.
Lo Spasmosauro correva troppo velocemente per fermarsi in tempo, ed andò a sbattere contro la statua che gli crollò addosso pochi secondi più tardi.
La folla andò in visibilio, forse incuriosita dal fatto che  FINALMENTE il divertimento ( anche se un po' macabro e truculento) non era finito dopo poco e che fosse arrivato qualcuno che metteva un po' di brio in quella che era la loro versione della domenica pomeriggio allo stadio.
Anche Alisa e suo padre erano al settimo cielo. Dall'astronave madre, Zanramon li aveva costretti a vedere quello spettacolo... e per spettacolo intendeva la macabra fine dei loro amici, come punzione per non aver ceduto alle sue richieste... ma si era trasformato in gioia allo stato puro nel vedere che i loro amici erano usciti vincenti un'altra volta.
Zanramon era meno contento di loro... e non solo per il fatto che avessero fatto prendere a craniate la sua statua dal mostro ( statua che tra l'altro lo faceva pure sembrare più alto di quanto non fosse in realtà).
Ma aveva un altro asso nella manica.
Diede un cenno alle sue guardie, che iniziarono a sparare sui cinque ninja, costringendoli ad indietreggiare, sino ad arrivare ad una botola che li fece precipitare in una specie di prigione, dove erano rinchiusi alieni di tutte le razze, abbigliati come i gladiatori dell'Antica Roma.
La loro attenzione venne attirata da un Triceraton, prigioniero, seduto in un angolo con aria mesta e ormai privo di ogni voglia di vivere.
Un triceraton armato di frusta, Gruell, li riportò all'ordine.
- Questa sera avrete il grande onore di combattere per divertire Zanramon il nostro amato primo ministro. Iniziamo gli allenamenti.-
Sì, non c'era dubbio al riguardo... erano carne da macello, in quel sistema governativo.
- Non è luogo da donne, questo.- fece Gruell guardando Sarah - sarà più utile in cucina.-
La testa di Sarah iniziò a fumare. Iniziava a non poterne più di essere additata come '' quella che deve pulire e cucinare'' solo perchè era una ragazza.
- Sappi, brutto bestione senza cervello, che sensibilità  e istinto sono doti, non capi d'accusa!!!!- Sarah quasi si avventò su Gruell, tanto che Donatello dovette bloccarla.
- Su, adesso calmati...-
- E va bene...- fece Gruell - Visto che ci tieni tanto, perfetto, un manichino in più non può che farmi comodo.- nel dir così si rivolse agli altri gladiatori - Chi fa a pezzi la bella signorina, avrà una porzione extra. Traximus, vale anche per te.-
Il Triceraton malinconico si alzò. Non aveva nessuna voglia di combattere, non più, e soprattutto non riusciva a mandar giù l'idea di dover attaccare una donna. Ma come aveva detto in precedenza '' la sopravvivenza è dura''.
In breve, i cinque si trovarono circondati dai gladiatori prigionieri, che allietati dall'idea di poter mangiare qualcosa in più rispetto al solito, erano particolarmente determinati ed aggressivi.
Le tartarughe e Sarah però non avrebbero goduto in ogni modo di questo privilegio, e comunque la posta in gioco per loro era più alta di un cucchiaio di minestra in più: la posta era la loro vita.
E forse potevano fare qualcosa per quelle creature. Re-insegnare loro cosa voleva dire l'onore.
Durante '' l'allenamento'' per così dire, non si limitarono solo a difendersi ma anche a soccorrersi l'uno con l'altro quando qualcuno di loro era in pericoo di vita.
Con grande disappunto di Gruell.
- Smettetela di aiutarvi! I gladiatori non sono solidali tra loro, durante i giochi al più debole non è concessa alcuna pietà!- fece Gruell mirando una frusta elettrificata a Donatello.
Raph parò il colpo con il tridente che Mik era riuscito a far arrivare a Don e a strappargliela così di mano.
Tentò anche di colpirlo, Gruell tentò di scappare... e Sarah gli fece uno sgambetto facendolo finire in un cumulo di strana roba viola vicino al recinto di una strana bestia.
- Ops!- fece Sarah teatralmente portandosi una mano alla bocca - Scommetto che non è marmellata...-
Leo intanto aveva avuto un duello con Traximus. Il capo delle tartarughe era riuscito a mettere in ginocchio il più valente di tutti i gladiatori.
Era ai suoi piedi, sconfitto ed impotente. Completamente alla sua mercè.
- Finiscimi. E' tuo diritto come vincitore. Faresti un enorme favore a questo schiavo...-
Leo alzò le spade che aveva usato per combattere, e Traximus chiuse gli occhi preparandosi a lasciare il mondo dei vivi... ma la tartaruga lanciò via le armi quasi con disgusto e poi tese una mano al triceraton, che lo guardava basito.
- Da dove vengo io... nessuno, vincitore o meno, può arrogarsi il diritto di prendersi la vita di un altro essere vivente.-  nel dir così gli tese una mano per aiutarlo ad alzarsi.
Quando Gruell si alzò, furioso e sporco di escrementi, gli allenamenti si chiusero. Le tartarughe ed i gladiatori vennero messi in catene. Sarah, venne relegata ad aiuto cuoco.
..
..
..
A cena, le tartarughe scontarono in maniera molto cara le loro infrazioni alle regole della prigione in cui si trovavano. Per aver messo in ridicolo Gruell ed essersi aiutati vicendevolmente durante gli allenamenti, malgrado fosse vietato dal regolamento, venne negato loro da mangiare.
Sarah, essendo a conscenza di ciò, aveva messo da parte una pentola con della polenta, dire di allontanarsi per buttare degli scarti per poi fingere di inciampare vicino al loro tavolo e farsi dare i piatti in segreto per dar loro qualcosa... ma stavolta non le fu possibile.
Qualcuno del carcere probabilmente aveva informato Gruell che aveva usato un sistema molto simile per dare ai fratelli la chiave per scappare, e lui le aveva messo una catena attorno alla caviglia per impedirle di fare più di dieci passi.
E nemmeno a lei venne concesso di cenare, immaginando che '' facendo parte di quel gruppo di sovversivi altruisti'', avrebbe ceduto loro quel poco a lei concesso.
'' Perdonatemi...''- pensò Sarah guardandoli con dolore, sentendosi morire dalla rabbia per non poterli aiutare.
'' Non è colpa tua.''- la rassicurarono loro allontanandosi con uno sguardo.
Tuttavia, non restarono senza cena.
Traximus sentiva di avere un grande debito verso il guerriero che non l'aveva ucciso pur avendone la possibilità, oltre ad avergli fatto ricordare qualcosa che aveva ormai dimenticato da tempo. E con lui, i suoi compagni.
Avevano ricevuto una doppia porzione, quindi non fu un sacrificio privarsene per darlo alle tartarughe.
- Grazie.- fece Leo.
- No, grazie a te.- disse Traximus - Dopo tanto tempo come schiavi... avevo quasi dimenticato cosa voleva dire vivere con onore.-
Da lì, Traximus iniziò a spiegare alle tartarughe il motivo per cui lui, un ottimo combattente ed un soldato onorelvole, fosse stato rinchiuso come uno schiavo comune.
Molti anni prima, la Repubblica dei Triceraton rispecchiava in tutto e per tutto un modello di governo repubblicano, e quei pochi a cui era stato affidato il governo ( così come tutti gli altri triceraton) erano '' uomini'' tutti d'un pezzo, innamorati come non mai della verità, dell'onore e della giustizia. Tempi molto diversi, in cui non esistevano simili barbarie come i giochi che fungevano da esecuzione per i prigionieri ribelli, potenziali capo rivolta, o elementi considerati pericolosi per il governo, senza che qualcuno se ne lamentasse più di tanto.
Un popolo pacifico, dopotutto.
Almeno sino a quando, al potere non era salito Zanramon. Un triceraton  disonorevole, arrogante, spietato, preoccupato solo di mantenere il suo potere e completamente incapace di mostrare lealtà verso qualcosa o qualcuno che non fosse sè stesso.
Aveva trasformato la repubblica in una dittatura, pronto a commettere atti immorali e riprovevoli pur di mantenere il controllo sulla galassia.
Traximus però era troppo leale ai valori di giustizia e verità per accettare e sottostare alle pretese del capo governo, ragion per cui non perdeva occasioni di criticarlo e prenderlo a male parole, specie in pubblico. Motivo per cui, Zanramon lo fece rinchiudere come schiavo, obbligandolo a combattere con altri schiavi per divertirlo.
- Ma grazie a te...- fece Traximus rivolto a Leo - Ho capito che esiste ancora una speranza. E spero di potervi aiutare, un giorno.-
...
...
...
Intanto, era arrivata la sera. E con lei, la serata in cui le tartarughe, Sarah e i gladiatori avrebbero dovuto combattere ( vedi uccidersi a vicenda) per il divertimento di Zanramon.
All'esecuzione mascherata da '' intrattenimento'' erano obbligatoriamente presenti anche il professore ed Alisa. Non avevano fatto in tempo a festeggiare la vittoria dei loro amici contro lo Spasmosauro che la paura di doverli perdere di nuovo li aveva attanagliati.
- Non potete!- fece Alisa - Questa è barbarie!-
- Sai bene cosa voglio.- fece Zanramon - Convinci tuo padre a costruire per me il teleportale... ed io fermo i giochi.-
Alisa guardò addolorata i suoi amici nell'arena.
Il suo sguardo si incrociò con quello di Sarah. Sembrava più sciupata rispetto all'ultima volta che l'aveva vista, ma il suo sguardo non tradiva ciò che aveva già appreso su di lei.
Poco disposta a cedere alla prepotenza e ai ricatti. Per la prima volta, decise di leggere la sua mente. Finalmente aveva capito come mai, non era riuscita a leggere dentro di lei il dolore che era anche suo: nel suo inconscio, desiderava ardentemente che la terrestre fosse sua amica... ma temeva che leggendo nella sua mente, avrebbe sentito ciò che aveva già letto nelle menti delle persone con cui aveva provato ad interagire: desiderio di avvicinarla per ottenere qualcosa per poi gettarla come un sacco di spazzatura.
Ma vedendo il suo coraggio, il suo sguardo cristallino... si era convinta.
E in quel momento la sua mente ed i suoi occhi dicevano -'' Meglio vivere pochi anni da leone, che viverne mille da coniglio e piegarsi al volere di un despota.''
Perciò...
- NO!- fece la ragazzina - Mai e poi mai!-
- Bene. Così facendo hai tradito i tuoi amici.- fece Zanramon.
- No... avrei tradito un'amica sputando sui valori che lei stessa difende a spada tratta.- sibilò la ragazza.
Il padre la guardò con orgoglio.
Il primo ministro suonò il gong per dare il via ai giochi.
Ma Traximus e i suoi lanciarono via le loro armi, con grande sorpresa di tutti.
- Non vogliamo combattere.
Non saremo più il divertimento del primo ministro. La sua dittatura è finita! Viva la Repubblica! Lunga vita alla libertà!-
Zanramon, che da bravo dittatore vedeva la libertà come il peggiore dei crimini, incitò le sue guardie ad assediare i gladiatori, costretti ad entrare in una cella a forza di pistole laser.
- Oh no....- fece Sarah.
Traximus e i suoi vennero sostituiti da Monza Ran e le sue stelle guerriere. I combattenti più valorosi, mai battuti.
Subito si lanciarono sulle tartarughe e la ragazza, ma queste ( avendo recuperato le loro armi proprio grazie ad un favore di Traximus)  riuscirono a combattere con onore. E sempre, con onore, a vincere.
Il pubblico li acclamava come eroi.
Alisa e suo padre sorrisero felici.
Zanramon invece era fuori di sè dalla rabbia... e per questo, mise il pollice in giù. Che per le regole dei giochi e dell' Antica Roma significava '' morte''.
Il pubblico iniziò ad invocare la liberazione delle tartarughe e della ragazza, ma sapevano che era speranza vana. Era pur sempre Zanramon a comandare.
- Gente, meglio trovare il modo di filare o qui ci fanno la pelle.- suggerì Sarah.
- Forse ho un'idea...- fece Don - Mik, dammi una mano...-
Grazie al nunchako del fratello, il viola riuscì a saltare su una delle navette usate per le riprese e vi fece salire anche i fratelli.
Purtroppo, non era pratico di quegli aggeggi, e come se non bastasse erano pure braccati dai soldati di Zanramon che sparava loro addosso e andarono a schiantarsi contro un muro... che per fortuna era quello del palco dove si trovavano Zanramon, Il professore e sua figlia.
- Sarah! Ragazzi!- fece Alisa euforica.
- Come state?- s'informò Leo - Vi hanno trattato bene?-
- Si, grazie...- fece il professore - Voi invece? Tutto a posto?-
- Per ora si...- fece Raph - Ma tra qualche minuto... non troppo.-
Le guardie, armate di pistole laser li avevano infatti raggiunti.
A quel punto Leo, decise di afferrare il toro per le corna... o il rinoceronte per il corno, in quel caso... mirò la katana, dalla parte della lama al collo di Zanramon.
- Mettete giù le armi, o dovrete trovarvi un nuovo primo ministro!-
- Non riuscire a scappare!- fece il capo governo - I miei uomini vi schiacceranno tutti come viscide lumache.-
Raffaello gli puntò un sai alla gola - Stai zitto, o ti infilzo come uno spiedino.-
Non c'era da augurarsi che malgrado il regime dittatoriale, Zanramon fosse un leader benvoluto e amato da tutti.
In particolar modo dai soldati.

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Capitolo 5
*** Tartarughe nello spazio parte cinque - La guerra dei Triceraton ***


~- Volete un consiglio?- minacciò Raph senza togliere la canna della pistola dalla gola di Zanramon rivolgendosi alle guardie - mettete giù le armi se non volete che il capo diventi una cotoletta preistorica.-
- Vi prego... fate come dice.- supplicò il capo governo.
Solo allora i triceraton obbedirono.
- E ora che si fa?- chiese Raph.
Fu Leo a rispondere - Professore, lei ci conduca al laboratorio. Tu, primo ministro verrai con noi. Tutti gli altri resteranno qui, e senza fare passi falsi.-
Sulle prime, i soldati obbedirono, ma appena le tartarughe, le due donne ed il robot con l'ostaggio furono fuori dalla loro visuale si lanciarono all'inseguimento, iniziando a sparare.
Ad aiutare i fuggitivi, seppur costretto, fu Zanramon che ordinò loro di cessare il fuoco.
- Come si arriva al laboratorio?- domandò Leo al professore.
- Arrivarci non sarà facile...- rispose il robot - Per arrivarci si possono prendere diverse strade. Il pianeta dei triceraton, con il suo sistema di sub-asteroidi è un labirinto inestricabile.-
- Mostraci la via più veloce, bello...- ringhiò Raph mirando una pistola all'ostaggio - Subito.-
- Come volete...- il primo ministro schiacciò un bottone sulla parete destra del corridoio. Una porta segreta si aprì e vennero risucchiati da un vortice di vento che li fece arrivare, seppur malamente, dove volevano.
- Volevate la via più veloce no?- fece Zanramon.
- La prossima volta, vedi di trovarne una più comoda...- ringhiò Raph.
- Mik, tu, Sarah e Alisa mi darete una mano a saldare le porte e il soffitto. Don, tu aiuta il professore a raccogliere tutto il necessario per costruire il teleportale. Raph, tu tieni sotto controllo Zanramon.- fece Leo
- Scusa Leonardo...- fece il professore - Non avrete intenzione di farmi costruire il teleportale... mettete caso che venga catturato, la mia invenzione finirebbe nelle mani sbagliate.-
- Mi rendo conto che le chiediamo di giocare alla roulette russa...- fece Sarah - ma è l'unico modo che abbiamo.-
- E poi, può usare per teletrasportare lei, Alisa ed il teleportale in un posto in cui i suoi nemici non potranno raggiungerla... tipo la terra.- fece Leo - purtroppo, ci sarà sempre il rischio che riescano a metterci le mani sopra.-
- E poi cosa impedirebbe loro di distruggere il suo corpo da robot e scaricare i dati direttamente dalla sua memoria?- asserì Don.
Zanramon si diede uno schiaffo in faccia - E' vero! Ma perchè non ci ho pensato io?-
Sarah guardò storto il fratello - Hai altri suggerimenti da dare al nemico?-
- Scusate...- fece l'ingegnere del gruppo.
Il professore afferrò una delle pistole e se la puntò alla testa - Non mi rimane che trasformarmi in un'accozzaglia di ferro arrugginito, prima che lo facciano loro.-
Alisa sgranò gli occhi per la paura - NO! PAPA'!!!-
Sarah gli tolse la pistola dalle mani - Non faccia stupidaggini!- fece la bruna tremando - E non lo dico solo perchè è la nostra unica speranza per tornare a casa e salvare Splinter... qui c'è una persona che le vuole il bene più grande di tutti... ha già perso un genitore. Vuole davvero che perda anche l'altro?-
Il professore stette in silenzio per un po' e poi disse - Va bene. Però in cambio voglio una promessa: se le cose si mettessero male e stessero per catturarci, dovrete distruggermi, per evitare che le mie conoscenze vengano usate per scopi bellici a discapito di milioni di vite innocenti.-
- Stia tranquillo, non succederà.- fece Leo.
- Non si può mai sapere... e non voglio essere ricordato come colui che ha causato sofferenza e morte in tutto l'universo, anche se involontariamente...- nel dir così consegnò a Leonardo un piccolo telecomando, con un solo bottone - Una volta premuto, i miei circuiti andranno in sovraccarico e la mia memoria verrà cancellata.
Se le cose dovessero mettersi male, voglio la vostra parola d'onore che mi esaudirete.-
Le tartarughe e la ragazza umana si guardarono, e a malincuore dissero al'unisono - Ha la nostra parola.-
Leo si rivolse al primo ministro - Qual'è la navicella più veloce?-
- Uhm...- fece il primo ministro premendo di nascosto un pulsante per mettersi in contatto con il comandante Mozar - Voi tartarughe e i vostri amici potreste prendere  il Cruiser, la mia navicella personale. Si trova nel mio Hangar privato.- così, fingendo di aiutare loro a scappare, il primo ministro informava le sue guardie affinchè organizzassero un'imboscata.
Mentre si incamminavano verso l'hangar, Alisa sussurrò a Sarah.
- Non accadrà.... vero?- fece Alisa - Non verrà catturato.... non ci sarà bisogno di...- la sua voce era piena d'angoscia.
Avrebbe potuto usare il suo potere per vedere cosa riservava loro il futuro... ma aveva tanta, troppa paura di vedere ciò che temeva... lei, sola.
Per una volta, aveva bisogno di affidarsi a qualcuno che le assicurava che sarebbe finito tutto bene. Poco importava se mentiva... al momento era ciò di cui aveva bisogno.
- Non vedo nel futuro purtroppo.- fece Sarah - ma vedrai, ci inventeremo qualcosa all'ultimo secondo se sarà necessario...-
Poco dopo, su una piattaforma volante, le tartarughe, le due ragazze ed il robot, con il loro ostaggio arrivarono all'hangar... e trovarono delle guardie armate ad attenderli.
- E' una trappola!- fece Leo saltando giù - Salite a bordo, vi copro io!-
- Sta attento!- si raccomandò Sarah.
- Sta tranquilla, arrivo subito!-
Sotto la minaccia della pistola di Raph, il primo ministro ordinò ai suoi uomini di smettere di sparare. Mentre dava l'ordine fu accidentalmente colpito di striscio dai suoi stessi accoliti, e cadde di sotto.
Nel frattempo, le tartarughe ed i loro alleati erano riusciti ad impossessarsi della navicella del primo ministro.
L'incidente subito dal professore prima della metamorfosi in robot iniziava a dare i suoi vantaggi: era in grando di interfacciarsi con il computer di controllo e non fu difficile uscire dall'astronave madre.
Ma non era ancora tempo di festeggiare. Il primo ministro non aveva alcuna voglia di lasciarsi scappare il teleportale, ed aveva mandato contro di loro tre triceraton da ricognizione.
Honneycutt non si lasciò intimorire e con qualche manovra difensiva riuscì a farli sbattere contro degli asteroidi fluttuanti.
Per un attimo, tutti pensarono che fosse finalmente arrivato il momento di tirare il fiato... ma purtroppo stavano andando dritti verso la flotta di navi da combattimento della repubblica.
Usando il sistema di comunicazione della nave del primo ministro, il comandante Mozar ordinò ai fuggischi di tornare indietro.
Leo, per tutta risposta, accellerò.
Cercarono rifigio in mezzo a degli asteroidi, mentre Raph e Mik si occupavano di sparare per tenere alla larga i loro inseguitori.
- E'... è finita?- chiese Alisa.
- Penso di sì cara. Da qui, dovrebbe andare tutto liscio come l'olio...- fece il robot.
Le ultime parole famose.
Sullo schermo apparve il generale Blanque. E davanti a loro, una flotta della federazione.
- Salve professore. Io penso che lei abbia qualcosa che mi appartiene... o forse dovrei dire che è lei ad essere qualcosa che mi appartiene.- fece il generale.
Alisa lo guardò furente - Come diavolo hai fatto a trovarci?-
Blanque sorrise - Mia cara ragazza, credevi davvero che la federazione avrebbe ceduto la sua mente più brillante senza combattere?-
- Oh, beh...- fece Leo - se è solo combattere che vogliono... portiamoli dai triceraton.-
Il professore fece manovra tornando indietro e facendosi inseguire da Blanque. Quando si trovarono in mezzo ai due fuochi, scapparono, alla ricerca di un rifugio sicuro.
- Non possiamo scappare all'infinito!- fece Don.
- Non ci serve l'infinito.- rettificò Leo - Solo lo spazio necessario per costruire il teleportale.-
- Guardate.- fece il robot indicando un piccolo pianeta di fronte a loro - Quel pianeta neutrale può fare al caso nostro.-
Nel frattempo, Mozar e Blanque avevano iniziato a litigare sul motivo per cui si trovavano nello stesso posto ed in assetto da battaglia.
- Scommetto che state cercando un certo Fugitoid che è appena scappato dal vostro pianeta, ho indovinato Mozar?- fece il federato.
- Come fai a sapere che Hooneycutt è scappato?- chiese il triceraton.
- Sai com'è, noi abbiamo l'abitudine di guardare Triceraton Gladiators su D'Hoonibb, è il nostro spettacolo sportivo preferito...- e lì si bloccò. C'era qualcosa che non gli tornava a riguardo.
Come poteva, il rivale, sapere che per Fugitoid si stava riferendo proprio al professore? In quel momento, Mozar fece una cosa davvero indegna per un soldato onorevole: tradì Lonae, spiegando a Blanque che aveva messo come vice comandante una serpe velenosa ed avida, che aveva venduto il suo governo per pochi soldi.
Il generale la fece arrestare immediatamente, ed ogni tentativo della donna di scappare fu reso vano.
- E già che ci sei... fatti spiegare come è morta la moglie del professore.- suggerì Mozar.
Nel frattempo, le tartarughe erano arrivate su un pianeta neutro ed avevano trovato anche delle tute ermetiche per impedirsi di morire soffocati appena messo il naso fuori dalla nave del primo ministro.
- E forse ho trovato una soluzione per impedire a loro di mettere le mani sulla sua conoscenza e a lei di suicidarsi...- fece Sarah.
- Davvero?!?- fece Alisa speranzosa.
Suo padre le fece eco - E quale sarebbe?-
- Non è un idea complicata... lei è diventato come un computer. E i file del computer, i computer stessi sul nostro pianeta vengono protetti con delle parole chiave.-
- Proteggere la sua memoria con una password...- fece Don - Ma certo, è un'idea geniale.-
- Configurare il sistema di Sal per proteggere i dati al suo interno non sarà difficile...- fece Alisa mettendosi subito al lavoro - Anzi, sarà facilissimo...- infatti, pochi minuti dopo la memoria del professor Honneycutt era blindata, a meno che qualcuno non possedesse le chiavi per aprirla.
- Per accedere ai dati adesso bisogna avere a disposizione quarantasette parole chiave...-
- E fate in modo che al terzo tentativo sbagliato del primo codice di accesso, non sia più possibile accedere.- fece Sarah - in questo modo, dovrebbe essere al sicuro.-
- Ci penso io a questo...- fece il professore. Negli occhi verdi del robot si susseguirono serie di numeri per qualche secondo - Fatto.-
- Bene, ora possiamo stare tranquilli e metterci al lavoro.- fece Don uscendo dalla navetta seguito a ruota da tutti gli altri.
Leo fermò le due ragazze.
- Ragazze, voi restate qui.- fece Leo - Tenete d'occhio i monitor e avvertiteci se succede qualcosa.-
Sarah sorrise - D'accordo.-
Quando furono rimaste sole, Alisa si sedette sugli scalini all'interno della navetta, sospirando.
- Che succede?- fece Sarah levandosi il casco della tuta - Sta andando tutto bene... almeno per ora.-
- Si, lo so...- fece Alisa - Sarah, io volevo dirti grazie... non so cosa avrei fatto se mio padre avesse davvero dovuto...-
Sarah sorrise dandole una pacca sulla spalla - Non devi ringraziarmi. Era giusto... so cosa significa perdere i genitori, e so cosa significa vivere nell'incertezza di non rivedere più una persona cara...
Non ho potuto impedire che succedesse di nuovo con Splinter, non potevo permettere che succedesse di nuovo.-
- Non è solo per questo vero?- fece Alisa - C'è dell'altro sotto.-
Non poteva negarlo. C'era un altro motivo che l'aveva spinta a cercare una soluzione per impedire al padre di Alisa di '' farsi suicidare'', oltre all'affetto che sentiva per lei e al dolore che le accumunava...
Il professore aveva consegnato '' l'arma del delitto'' a Leonardo. Se ne deduceva che avrebbe dovuto usarla quando sarebbe stato necessario. Leo aveva già ucciso prima di quel giorno, anche se la cosa non faceva parte del suo carattere e della sua indole buona e generosa... ma si trattava di un assassino. Un criminale, una belva della peggiore specie che aveva tentato di metterlo contro le persone che lo amavano, contro suo padre, che in passato aveva causato un grande dolore a Splinter, che gli aveva teso un agguato per ucciderlo nel modo più ignobile, che aveva cercato di ucciderli più volte... stavolta però le cose erano diverse.
Qui si trattava di uccidere un uomo buono. Di saldi principi morali, perseguitato da tutti perchè aveva avuto il coraggio di dire '' NO'' a ricatti e coercizione, un robot con il cuore e la coscienza di un padre amorevole... una cosa che non avrebbe mai fatto a mente lucida, ma che sarebbe stato costretto visto che il professore aveva messo in ballo l'onore.
L'avrebbe fatto, ma non si sarebbe mai perdonato, così come non si sarebbe mai perdonato di non aver trovato un modo per impedirlo.
- Tu lo ami.- fece Alisa riferendosi a Leo - E non mentirmi, i mezzi per sapere se mi dici bugie non mi mancano.-
Sarah era diventata rossa come un peperone e con la tuta arancione fu ancora più evidente, ma annuì.
- Sì. Sono innamorata di lui da un sacco di tempo... ed è per questo che ho cercato di proteggerlo dal suo stesso senso di colpa per qualcosa su cui non aveva controllo.-
- E perchè non glielo dici?- fece Alisa - Non so molto a riguardo, ma una volta mia madre mi disse che la cosa più bella che ci sia nell'universo è sapere che qualcuno ti ama al punto di essere pronto a vendersi l'anima per te...-
- Perchè... perchè ho paura.- fece Sarah. Tralasciando il fatto che sulla terra difficilmente avrebbero potuto frequentarsi come tutte le coppiette normali già a cose naturali... come avrebbero reagito gli altri e Splinter? Ad accusarli di aver distrutto l'armonia familiare era un attimo...
Ma forse tutto questo la spaventava molto meno della possibilità che Leo le dicesse che non sarebbe riuscito ad amarla.
- Ho paura di restarci bruciata...- fece Sarah - almeno così, nessuno può impedirmi di sognare almeno un po'...-
- Se vuoi...- fece Alisa - Posso usare i miei poteri per leggere nella mente del tuo amato per sapere cosa prova per te...-
Sarah la stoppò.
- Non farlo assolutamente.- fece Sarah con gli occhi che sembravano due uova sode - Mi sembrerebbe di spiarlo usando metodi poco leciti e se se ne accorge, potrebbe prendersela con te... non voglio, lascia stare.-
- Beh... che sia Splinter o i tuoi veri genitori... possono essere orgogliosi.- fece Alisa - Sono contenta che tu possa tornare a casa... però un po' mi dispiace... sai com'è, era bello avere un'amica con cui parlare e che non ti stesse intorno sono per ottenere qualcosa...-
Sarah si rilassò e le mise un braccio attorno alle spalle - Perchè parli al passato? Noi siamo amiche e lo saremo per sempre. E poi... tu e tuo padre potreste stabilirvi sulla terra assieme a noi...-
Non riuscirono a proseguire oltre il discorso. Sullo schermo erano apparsi puntini luminosi a macchia d'olio, ed ogni luce corrispondeva ad un astronave.
- Maledizione...- la bruna aprì il collegamento con i fratelli - Ragazzi? Abbiamo un problema... anzi, parecchi.-
- Sarebbe?- chiese Raph.
- Beh, mettiamola così...- fece Alisa - Stanno arrivando navicelle a grappoli, sia da una che dall'altra fazione.... ditemi che avete finito, vi prego.-
- Non ancora purtroppo... ci serve altro tempo...- fece il professore.
- Ci penso io.- fece Leo correndo dentro l'incrociatore prendendo posto sulla poltrona - Alisa, puoi mettermi in contatto sia con Mozar che Blanque?-
- Ovvio.- fece Alisa - Tieniti pronto, sei in linea fra tre, due, uno...-
- Generale Blanque, Comandante Mozar...- fece Leo quando i due interpellati comparvero sui monitor per il collegamento a tre - Sono Leonardo Hamato, del pianeta Terra. Chiedo un immediato cessate il fuoco.-
- E perchè dovremmo ascoltarti, terrestre?- chiese Mozar.
- Perchè se saltiamo in aria, il professore salta con noi, e nessuno avrà quello che vuole. Tuttavia...- fece Leo - Siamo anche disposti a consegnarvi il professore, se ci pagate un riscatto.-
Alisa sgranò gli occhi, ma si tranquillizzò quando riuscì a captare l'intenzione del leader di prendere tempo e che quello era l'unica cosa che gli era venuta in mente.
E forse avrebbe anche funzionato... in fondo, quante possibilità c'erano che quei due s'impegnassero nella promessa richiesta da Leonardo in cambio della '' merce'', ovvero di non usare mai il teleportale con finalità belliche e di impegnarsi in un armistizio?
- D'accordo.-  fecero i due comandanti in sincrono.
Leo e le due donne trasalirono quasi. SIcuramente stavano mentendo, ma purtroppo non erano in grado di provarlo.
'' Ed ora che si fa?''- sussurrò Alisa spaventata.
Sarah le fece un occhiolino -'' Ti mostro che certi maschi, di qualunque galassia e razza, sono tutti uguali.''- nel dir così si avvicinò a Leonardo, con sguardo fiero e sicuro - Mi dispiace, ma non ci basta.-
- Ma tu chi sei? E a che titolo parli?- fece Blanque
- Io?- fece la bruna - Mi chiamo Sarah Huntington, del pianeta terra. Per quanto riguarda il titolo... consideratemi il rappresentante di tutti coloro che si ritrovano in guerre altrui senza poter fare nulla per salvare le loro vite.
Le sole parole non bastano per garantirci che rispetterete la parola data.-
- Bene.- fece il generale - Quindi cosa proponi?-
- Di mettere tutto nero su bianco.... per stipulare tale armistizio, vi invitiamo dunque a porre le reciproche condizioni di non attacco.- fece Sarah.
- La federazione richiederà una garanzia di non aggressione da parte della repubblica.- fece Blanque dando ordine ad un suo sottoposto ( segretamente) di prepararsi all'attacco.
- Noi Triceraton abbiamo sempre rispettato le nostre promesse... è la Federazione a doverci dare garanzia di non aggressione.- fece Mozar, che nel frattempo aveva dato lo stesso ordine del rivale.
'' Hanno abboccato.''- pensò Sarah sorridendo.
Alisa capì le intenzioni dell'amica. Dare ai due contendenti un pretesto per mettersi a litigare e così ritardare l'attacco. E conoscendoli, non se la sarebbero fatta scappare e non sarebbe finita tanto presto e a baci in bocca con tante scuse.
- Ci state forse dando dei traditori, brutti lucertoloni?!?- sbraitò Blanque.
- La Federazione ha occupato e conquistato centocinquanta pianeti, e ha imposto loro le sue leggi agendo in maniera disonorevole!- ribattè Mozar.
- Beh, se non vi fosse saltato in mente di far esplodere il vostro pianeta, tu e i tuoi amici adesso non fareste costretti a vivere su un banco di frammenti di roccia!- fu la risposta del federato.
- Siete degli scimmioni!- fece Mozar.
- Sta zitto lucertolone!- aggiunse Blanque.
...
...
...
- E io che credevo la politica una noia...- fece Sarah ridacchiando. Due uomini che si contendevano lo stesso giocattolo... mancavano solo i pop corn.
- Ne avranno ancora per molto secondo voi?- fece Leo.
- Spero di sì... mi sto divertendo un mondo!- fece Alisa.
Purtroppo, quell'attimo di divertimento, finì. Quello che non erano riusciti a prevedere era che i due comandanti avevano dato segretamente l'ordine di attaccare, proprio nel momento in cui il teleportale era stato ultimato.
Leo e le due ragazze uscirono dall'incrociatore per rifugiarsi assieme al professore e gli altri nel teleportale.
- Non sono riuscito a testarlo... speriamo bene.- fece il robot mettendolo in funzione.
All'inizio sembrava andare tutto bene, ma purtroppo non c'era verso di farlo dipartire.
Tentarono di scappare con l'incrociatore, ma le navi delle due fazioni lo colpirono con dei violenti laser.
- Accidenti... magari era ancora in garanzia, spero che Zanramon abbia conservato lo scontrino.- scherzò Mik.
- PRESTO, PER DI QUA!- fece Don indicando il teleportale.
Purtroppo, il teleportale non era stato studiato come bunker e la cupola di vetro cedette dopo pochissimo tempo.
Erano completamente allo scoperto.
- Stavolta è davvero la fine...- fece Alisa.
Avevano già iniziato a recitare le loro preghiere e a dirsi addio reciprocamente quando... l'intera area venne immersa in una luce azzurra fluorescente e tutti coloro che riempivano l'area, inclusi federati e triceraton, iniziarono a smolecolarsi lentamente per essere teletrasportati via.
 

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Capitolo 6
*** Le origini prima parte ***


~Poco più tardi, si ritrovarono tutti nel punto da cui erano partiti.
Il direttore della TCRI ed i suoi collaboratori non avevano smesso di lavorare un solo secondo per riportare a casa i loro '' ospiti''.
- Non ci credo...- fece Sarah - Siamo a casa... benvenuti sulla terra...-
Purtroppo però non erano tornati da soli.
Assieme si erano portati anche dei triceraton e dei federati, che tanto per cambiare erano pronti a sparare a tutto quello che si muoveva.
Qualsiasi cosa pur di impossessarsi di Fugitoid.
- FERMI!- il direttore della TCRI entrò nella sala del teleportale a braccia alzate, implorando la pace - State calmi, vi prego... tra poco potrete tornare a casa.-
Un triceraton lo colpì - Io non prendo ordini da te.-
La battaglia ricominciò. Le due fazioni si sparavano contro a vicenda mentre le tartarughe e i loro amici tentavano di mettersi al riparo.
- Il raggio immobilizzante, presto!- fece il direttore.
Uno dei suoi cervelli alieni si affrettò ad obbedire ed immobilizzò, a colpi di raggi dalla sua piattaforma volante, gli intrusi nei loro campi di stasi.
Ora che il pericolo era passato, Raffaello era pronto ad avventarsi su coloro che a suo dire avevano rapito e seviziato Splinter... ma una voce lo fermò.
- Ragazzi!- fece la voce del sensei.
I cinque erano basiti per la sopresa e sopraffatti dalla gioia. Il loro padre era lì. Tutto intero e vivo.
- PAPA'!!!!- urlò Sarah euforica correndo verso il topo abbracciandolo - Oh papà, ti abbiamo cercato per mari e per monti... credevamo che...-
- Lo so, piccola mia....- fece Splinter ricambiando l'abbraccio, per poi venire sommerso dalle braccia dei figli maschi - Anch'io sono felice di rivedervi... ma il vostro entusiasmo sta rischiando di stritolarmi...-
I cinque ninja si allontanarono per permettere al padre di respirare un po'.
- Padre...- fece Leo - Ma cos'è successo, come hai...-
- Ero ferito dopo la battaglia.- spiegò Splinter - Per fortuna sono stato soccorso dai Guardiani. Loro mi hanno portato qui, da questi esseri benevoli che mi hanno curato e salvato la vita. Questo è un mio buon amico. Il capitano Mortu.- fece Splinter indicando il direttore della TCRI.
Questi fece un passo avanti - Mi dispiace avervi dato pensiero ed avervi fatto pensare male... ma cercate di capire. Per noi, era troppo pericoloso esporci e dare spiegazioni.-
- Certo, vi capiamo... non dovete scusarvi di nulla.- fece Leo - Anzi, siamo noi a dovervi ringraziare per aver salvato il nostro maestro.- fece il leader accennando un cortese e composto inchino, seguito a ruota dai suoi fratelli.
- Maestro...- fece Mik - Chi sono questi... beh, hai capito.-
- Questi esseri si chiamano Utrom.- fu la risposta del sensei - e la loro storia è incredibilmente intrecciata con la nostra mutazione.
Il liquido che ci ha trasformati in quello che siamo oggi era un sottoprodotto derivato dagli esperimenti con il transmat.-
- Quindi...- fece Don - la mutazione chimica è causata dal cambio interdimensionale di particelle sub-atomiche non essenziali.-
- Si, ma come siamo tornati?- chiese Mik - Come siamo stati teletraportati...-
- Vi spiegherò ogni cosa.- fece il capitano Mortu - Ma prima, rispediamo questi intrusi sul loro pianeta.-
- Ottima idea...- fece Sarah. Non voleva più vedere uno di quei tizi per almeno dieci secoli, come minimo.
Alisa e suo padre tirarono un po' il fiato. Finalmente non dovevano più preoccuparsi di quella gente.
L'ordine venne presto eseguito.
- Papà, anche noi vorremmo presentarti degli amici... ti presento il professor Honneycutt e sua figlia, Alisa.- fece Sarah.
- Piacere di conoscerla signore.- fece Alisa con un sorriso che le addolciva molto i lineamenti - Sono contenta che lei sia salvo.-
- Ti ringrazio, figliola.- fece il topo.
- Mi scuso per il mio aspetto...- fece il professore - questo corpo robotico è il risultato di un incidente di laboratorio molto bizzarro.-
In quell'atmosfera così familiare e amichevole, nessuno si era accorto che uno dei triceraton era riuscito ad evitare di farsi rinchiudere in una campo energetico, e che con una furtività quasi invidiabile era riuscito a sgattaiolare nelle fognature.
Poco dopo, il professor Honneycutt raccontò a Splinter tutte le sue vicissitudini e di come i suoi cinque allievi lo avessero protetto ed aiutato.
- Vedo che in queste otto ore...- fece Splinter fingendo di rimproverare i suoi ragazzi, per non far capire loro quanto fosse oroglioso di loro - come al solito e tanto per cambiare, i miei ragazzi si sono cacciati in un sacco di guai.-
- Come sarebbe a dire, otto ore?- fece Leo.
- Siamo stati via per almeno tre settimane.- fece Raph. Ne era certo... tra il pianeta del professore, il carcere dei triceraton, l'arena e tutto il tempo impiegato a nascondersi era passato molto, molto tempo.
- Forse posso spiegarvi io.- fece Mortu - Gli effetti di un viaggio interdimensionale non si manifestano solo sullo spazio tridimensionale, ma anche sul naturale scorrere del nostro tempo.-
- Giusto...- fece Don - Strepitoso.-
Mik e Raph guardarono Sarah imploranti - Tradotto...?-
- Il tempo sulla terra scorre  diversamente rispetto ad altre dimensioni, e ciò che in un'altra dimensione sono settimane, qui equivale in poche ore.- per farla più semplice.
- Non preoccupatevi..- fece Mortu sbottonandosi la giacca - da adesso, non ci saranno più segreti tra noi....- sbottonandosi i vestiti, mostrò che in corrispondenza dello stomaco ( con qualche lamento di disgusto da parte dei cinque ninja) vi era il vero Mortu: un Utrom.
Una specie di cervello rosa.
- Seguitemi...- fece Mortu - Vi racconterò tutto... dall'inizio.-
Non se lo fecero ripetere due volte.
L'Utromo, li portò in una strana stanza, piena di cabine simili a crisalidi ed una consolle di comando.
- Cos'è questo posto...?- chiese Alisa.
- E' la camera dell'oracolo.- spiegò Mortu - Dove le nostre razze raggiungono il massimo stato di comunione, dove più menti si fondono in una sola e condividere esperienze di vita.
Entrando in queste cabine, potrete condividere la storia delle nostre vite.-
Non se lo fecero ripetere, erano troppo curiosi.
- Ehm... siamo sicuri che non sia pericoloso?- chiese Alisa.
Sarah entrò nella sua cabina con un sorriso - Dopo aver affrontato tutta la flotta della Federazione e della Repubblica dei Triceraton, un polpo bavoso e affamato di carne fresca e rischiato di essere ridotti in colabrodo da entrambe le fazioni?
Questa sarà la cosa più vicina ad una passeggiata di salute che faremo in questo periodo.-
- Può stare tranquilla, signorina Alisa.- fece il capitano Mortu - Funziona come la realtà virtuale. Possono vedere e sentire, ma non possono interagire con le persone che vedranno in alcun modo.-
Alisa si tranquillizzò con quelle parole... ma non sapeva perchè, avvertiva uno strano presentimento.
Poco dopo, le tartarughe, Splinter e Sarah si ritrovarono sul ponte di un'astronave Utrom.
- Affascinante...- fece Don - Tecnicamente sta accadendo solo nei nostri cervelli e condividiamo tutti la stessa esperienza nello stesso momento...-
- A quanto pare il tuo amico, papà, è il capitano della nave...- fece Sarah.
Mik tentò di parlare con tre utrom '' sotto spirito'' come li chiamava lui, e quando le sue domande furono deliberatamente ignorate, si offese.
In soccorso dei loro nuovi amici, accorse Don.
- Non prendertela... tutto quello vedi è già successo. Noi lo stiamo sperimentando nelle nostre menti.... è come vedere un film tutti assieme.- spiegò l'ingegnere.
- E pensare che sembra tutto così...- Mik sfiorò il vetro della capsula contenente il consiglio superiore degli Utromo, e lo scenario cambiò.
Adesso si trovavano in una stiva, ed in una capsula molto simile a quella del consiglio, era chiuso un utrom. A differenza dei suoi simili, questo era rosso ed era incatenato.
- I vostri sistemi di sicurezza sono pietosi, non mi terrete prigioniero molto a lungo.-
A loro si unì il capitano Mortu.
- Dopo una ricerca durata più di cent'anni ti abbia catturato di nuovo e ti assicuro che non ci faremo scappare il peggior criminale mai conosciuto dall'universo.- fece il capitano.
Il prigioniero sghignazzò - Fuggirò, stanne certo. E tutti gli Utromo... spariranno per sempre. Te lo garantisco.-
- Accidenti... pacifici gli Utrom eh?- commentò Sarah.
- Gran discorso, pallone gonfiato.- disse Raph.
- Gran discorso pallone gonfiato.- gli fece eco Mortu.
- Ehy...- fece Raph con un sorriso - Inizia a starmi simpatico questo qua.-
Lo scenario successivo, fu tutt'altro che allegro.
Il prigioniero era riuscito a scappare... e a mettere fuori uso l'astronave.
La nave aliena era appena entrata nell'orbita terrestre, quando al capitano venne notificato dalla sicurezza che il prigioniero era riuscito a fuggire. Si era subito precipitato a cercarlo, con l'aiuto delle guardie, ma purtroppo era già troppo tardi.
Aveva già mandato in avaria il motore, costringendo il capitano Mortu ad effettuare un atterraggio di emergenza sulla Terra, il pianeta più vicino.
- E'SOLOUNFILME'SOLOUNFILME'SOLOUNFILM!!!- ripeteva Michelangelo tenendo la testa tra le ginocchia, terrorizzato, durante lo schianto.
Dopo l'impatto, faticava a credere di essere ancora vivo.
- Che t'avevo detto? E' solo un'illusione della nostra mente.- fece Don.
- Dillo al mio stomaco...-  fece Mik vomitando per terra. Quando si fu ripreso si rivolse alla sorella - Insomma... campeggi nel sottosuolo terrestre con mostri orrendi e una città fantasma, e la tua idea di passeggiata di salute è uno schianto da un'astronave... bambina, tu hai urgente bisogno di uscire più spesso.-
- Ne terrò conto.- fece la ragazza con nochalance.
Subito dopo, si misero a seguire uno dei loro amici Utrom che allertato da una delle squadre da ricognizione, era andato in avanscoperta.
- Non ho trovato minacce comandante, ma sono riuscito a trovare uno strano edificio dietro alla collina.
Le tartarughe seguirono l'Utrom... e con grande stupore videro che si trattava di un antico castello giapponese.
- No, non ci credo...- fece Leo con gli occhi che brillavano - Siamo in Giappone... nel luogo in cui è nato il bushido e il ninjitsu...-
- A giudicare dall'aspetto direi che siamo nell'undicesimo secolo...- fece Don.
- Ragazzi, guardate!- fece Mik raggiungendo un samurai che si stava esercitando con la spada - Sono in un film di samurai! - iniziò a fingere di combattere con il samurai - La tua lama lucente non può ferire il potente ronin Michelangelo-san, perchè io sono mare in burrasca, vento che scuote...-
- MICHELANGELO!- lo riprese Splinter - Un po' di rispetto!-
Mik si scusò e fece per raggiungere il resto del gruppo, quando passò davanti alla colazione che il ronin aveva appoggiato poco distante. Polpette di riso e tè.
- In segno di rispetto, assaggerò la sua colazione!- fece Mik.
- Ehm, credo che ci rimarrai...- tentò Sarah. Splinter la bloccò.
Mik tentò invano di prendere il cibo. Anche la colazione del samurai era realtà virtuale, ergo un'illusione, quindi non c'era modo di poterla toccare.
Andò avanti così per un po', con grandi risate da parte dei fratelli e del padre, prima che si decidesse a mollare il colpo.
- Non avrei mai pensato che esistesse modo di farti mollare qualcosa da mangiare.- scherzò Sarah.
Mik la stuzzicò - Sai che io so dove nascondi la tua scorta di cioccolata vero?-
Sarah lo guardò male - Tu prova a toccarla e sei una tartaruga morta.-
Mik rise nervosamente, promettendosi di non avvicinarcisi nemmeno con il pensiero. Meglio non farla incavolare più di tanto...
Poco dopo, tornati sul posto dell'impatto, gli Utrom erano piuttosto demotivati e tristi. Erano capitati in un'epoca in cui la tecnologia non esisteva, in quanto erano ancora i tempi in cui la gente era felice con poco e aiutandosi a vicenda, quindi non si avvertiva ancora il bisogno di sviluppare la tecnologia.
Un bene per i terrestri, ma una sfortuna per gli Utrom che erano impossibilitati a costruire persino una navicella monoposto per tornare a casa ed organizzare meglio gli aiuti... non avevano altra scelta che aspettare e chiedere un permesso di soggiorno valido undici lunghissimi secoli.
Nel frattempo, tra grandi risate ed una nuova esperienza di vita, nel mondo reale c'era molto poco da essere allegri.
I fasci di luce che erano entrati e usciti dalla TCRI avevano attirato i curiosi che a loro volta avevano informato polizia e giornali locali, e l'esercito attirati tutti dalla possibilità di invasioni aliene e '' la fine del mondo come lo si era conosciuto''.
Assieme alle forze dell'ordine però era arrivata un'altra sopresa. Molto, molto sgradevole.
Baxter Stockman. Era miracolosamente riuscito a salvarsi dall'esplosione causata da Donatello, diverse settimane prima, e la testa era diventata l'unica parte organica... su un corpo a forma di ragno.
Approfittando di questo suo stato, si era infiltrato facilmente nell'edificio... presto il presentimento di Alisa si sarebbe trasformato in realtà.
Nella realtà virtuale, intanto le cose si erano messe male per gli Utrom.
Non potevano certo pensare di vivere per tutto il tempo necessario  come cervelli muniti di piccoli tentacoli... gli umani presto o tardi li avrebbero scoperti.
Così, ispirandosi agli esseri umani, avevano usato gli scarti ormai inutilizzabili per lo scopo per cui erano stati creati della navicella, per costruire un automa simile in tutto e per tutto ad una figura umana: la exo-tuta.
E purtroppo furono anche costretti a vedere come il responsabile della loro '' prigionia'' sulla terra, si accannì contro il capitano, rubandogli l'exo-tuta e lanciandolo via, come un rifiuto.
Tutto sotto lo sguardo delle tartarughe, impotenti davanti a quell'ingiustizia insopportabile.
Il tempo scorreva rapidamente... forse troppo.
Mentre gli Utrom lavoravano per perfezionare le exo-tute, vennero attaccati da un drappello di soldati che malgrado l'abbigliamento un po'... antico, avevano un'aria tristemente familiare.
- Ho un brutto presentimento, figlioli...- fece Splinter.
E quando davanti a loro si presentò una loro vecchia conoscenza, quel presentimento divenne ancora più brutto.
- SHREDDER?!?- fecero in coro.
- No, è impossibile...- fece Don - quello non può essere lo Shredder contro cui abbiamo combattuto noi... avrebbe settecento anni in tal caso.-
- Allora forse è un suo avo...- fece Leo pensando -'' e meno male che proteggere la giustizia è una sorta di tradizione di famiglia...''- ricordando quante bugie gli aveva detto nel loro primo incontro.
Lo Shredder feudale intanto aveva iniziato ad attaccare gli Utrom, senza che questi ne capissero il motivo e cercassero di dirgli che non erano suoi nemici.
- Siamo venuti in pace!- fece Mortu a terra.
- E in pace ve ne andrete!- fece Shredder mirandogli un calcio.
L'Utrom schizzò via all'ultimo secondo.
- A quanto pare ammazzare la gente e distruggere è una caratteristica di famiglia!- commentò Sarah per poi impallidire. Mik si stava avvicinando un po' troppo all'antenato del loro nemico - Mik! Vieni subito qui!-
Mik sorrise - Non scaldarti tanto, mammina...- la prese bonariamente in giro il fratello - lo hai detto tu, è solo un'illusione...- nel dir così si mise a fare pernacchie a Shredder versione XI secolo.
- Puoi almeno evitare le boccacce?- lo supplicò Leo a bassa voce.
- Non agitarti tanto... che può succedere?-
Furono le ultime parole famose.
Baxter Stockman senza che i sistemi di sicurezza, Alisa, Mortu e il professore se ne accorgessero, era entrato nella camera dell'oracolo ed aveva disattivato il sistema di sicurezza della realtà virtuale.
Le tartarughe, Splinter e Sarah divennero visibili.
E senza armi.
Shredder si accorse di Michelangelo dietro di lui... e lo colpì con violenza inaudita, facendolo rotolare per una decina di metri.
Alla fine, perse i sensi, sbattendo la testa.
- NO!- i suoi fratelli e il padre gli furono subito intorno.
- Mik, rispondi...- supplicò Sarah.
Splinter gli poggiò due dita sul collo - E' vivo. Ma ha bisogno di aiuto, è stato ferito in maniera seria.-
- Purtroppo non sarà così semplice...- fece Leo formando un cerchio difensivo per il sensei e il fratello ferito assieme a Don, Sarah e Raph.
Erano stati circondati dai soldati ninja feudali. L'antenato di Shredder era incuriosito da quelle creature verdi e da quella ragazza che vestiva in maniera così bizzarra rispetto a tutte le donne di quell'epoca storica ed aveva ordinato loro di catturarli e consegnarglieli.
- Ragazzi, ma che è successo?- fece Sarah - Questi tizi non dovrebbero essere in grado di vederci e nemmeno di attaccarci!-
- A meno che qualcuno non abbia manomesso il programma.- fece Don.
Purtroppo non c'era tempo di fare supposizioni.
Era prioritario cercare di non farsi uccidere.

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Capitolo 7
*** Le origini seconda parte ***


~Il guasto non era passato inosservato nel mondo reale.
Un attimo prima il professore ammirava la tecnologia di quegli alieni così progrediti e allo stesso tempo così pacifici, ed il secondo dopo un suono che non prometteva niente di buono li avvertiva che qualcosa non era andato come doveva.
E quando videro i segni vitali di Michelangelo diventare molto vicini al limite critico, iniziarono ad aver seriamente paura.
- Michelangelo è messo male...- fece il professore - Dovete tirarli fuori dalla realtà virtuale.-
- Ci sto provando.- fece Mortu armeggiando con la consolle di comando della camera dell'oracolo - ma il sistema è protetto. E i controlli non rispondono.-
- Ma non avevate detto che era perfettamente sicuro?- sbottò Alisa.
- Non so che dire... non era mai successo prima...- fece l'utrom.
- Mai sentito dire, c'è sempre una prima volta per tutto?!?- e con tutte le prime volte disponibili a quel gigantesco simulatore di realtà virtuale per incepparsi, doveva farlo proprio quando dentro c'erano la sua migliore amica e i suoi fratelli?
- Tesoro, cerca di calmarti...- fece il professore prendendola tra le braccia - Vedrai, troveremo una soluzione...-
....
...
Nel frattempo, le tartarughe, il topo e la ragazza non se la stavano passando troppo bene. I ninja erano perfettamente in grado di vederli... oltre che di dar loro un gran daffare.
E non era semplice combattere e al contempo proteggere Michelangelo, a terra, privo di sensi con il loro padre che tentava invano di farlo rinvenire.
Il tutto senza armi.
- Leonardo.- fece Splinter vedendo che la battaglia si stava facendo troppo pesante - dobbiamo diventare ombre.-
- D'accordo.- fece il capo delle tartarughe - Raph, prendi Michelangelo e vai verso il bambù.
Sarah, Don... schiena contro schiena!-
- Agli ordini capo.- fece Sarah mettendosi in posizione d'attacco.
Splinter, prima di sparire nella boscaglia, lanciò delle canne di bambù ai suoi figli perchè avessero qualche possibilità in più.
Poco più tardi, riuscirono a mettersi in salvo, giusto in tempo per vedere l'antenato di Shredder dire di avere degli affari da risolvere al villaggio.
- Meglio vederci chiaro in questa vicenda...- fece Leo - Voi andate dagli altri e assicuratevi che stiano bene. Io seguo Mister Simpatia.- nel dir così saltò giù dal ramo ed iniziò a seguire Shredder.
Pochi passi dopo, si era accorto di non essere solo.
- Ehy...- fece Leo notando che la ragazza gli era corsa dietro - Tu dov'è che pensi di andare?-
Sarah rispose come se le avessero chiesto la cosa più ovvia del mondo - Mi pare logico. Vengo con te.-
- Levatelo dalla testa.- fece Leo - E' troppo pericoloso. Lo sai meglio di me, quella è gente che non scherza.-
- E questa tu me la chiami tattica per farmi demordere?- fece Sarah - Ora si che mi hai convinto: col cavolo che ti lascio andare da solo.-
- Sarah...- tentò Leo. Ma perchè doveva essere così cocciuta?
'' Perchè altrimenti non te ne saresti innamorato, ecco perchè.''- fece una vocina nella sua testa.
- L'ultima volta che te ne sei andato in giro da solo con dei ninja a spasso, ti hanno quasi ucciso. Io vengo con te, e niente discussioni.- fece la ragazza impuntandosi.
Leo sospirò.
Inutile proibirglielo, sarebbe servito solo a spingerla a seguirlo di nascosto e magari farla finire in qualche brutta situazione... tanto valeva permetterglielo, in modo da avere occasione di tenerla d'occhio.
- E va bene... ma stammi sempre vicino.- fece Leo prima di riprendere il cammino.
...
...
...
Nel frattempo, il professore e il capitano Mortu lavoravamo alacremente per tirare fuori i loro amici dalla realtà virtuale senza causare loro danni psico-fisici.
Cosa non semplice, purtroppo.
- Scusi, ma non si può semplicemente spegnere e riavviare il sistema?- propose Alisa.
- In genere basta questo è vero...- fece Mortu - Ma il sistema è stato alterato. Il minimo scompenso energetico potrebbe ucciderli. Dobbiamo scollegare le loro menti dalla camera della memoria... ci vorrà un sacco di tempo. Spero solo che riescano a sopravvivere quanto basta.-
- Non c'è proprio nulla che si possa fare?- chiese il professore.
- Una soluzione più veloce effettivamente ci sarebbe... ma è irrealizzabile purtroppo.- fece il capitano.
- Se c'è anche una più remota possibilità di salvar loro la vita in tempo utile, ditela!- fece Alisa sempre più impaziente.
- Avevamo previsto che la macchina potesse incepparsi, anche se le possibilità erano di una sull'interno numero delle galassie... così abbiamo provvisto a dotare la realtà virtuale di un meccanismo interno di emergenza. Ma sperare che riescano ad attivarlo, è troppo.- spiegò.
- Non c'è problema, mi metterò in contatto telepatico con Sarah e le dirò di questo interruttore salvavita, deve solo dirmi dove si trova...- fece Alisa.
- Mi dispiace tesoro...- fece il padre - Ma non si può fare.-
- Come mai?- chiese la ragazza.
- Il tuo potere è molto forte, ma è ancora in via di sviluppo...- fece il professore - Puoi comunicare con chi vuoi, ma a condizione che il tuo interlocutore sia a diversa distanza da te e che sia sveglio e cosciente... o che per lo meno possa essere svegliato o svegliarsi a comando...-
- Quindi... non posso fare nulla per aiutare....- fece Alisa sconfortata.
Purtroppo non poteva fare davvero niente se non aspettare e sperare.
...
...
...
La vita era davvero ironica certe volte. Si trovavano in un bosco del Giappone feudale, sotto un manto di stelle... era tutto finto, anche se sembrava terribilmente reale... era solo, con la ragazza di cui era innamorato da sempre. Tecnicamente avevano risolto il problema di tornare sulla Terra e di salvare Splinter... insomma, c'era pure l'atmosfera adatta per dirle quello che doveva dirle da una vita ormai... e dovevano stare con i nervi all'erta per evitare di farsi colpire in maniera irreparabile da delle illusioni.
- Che avranno intenzione di fare al villaggio, secondo te?- chiese Sarah.
- Non lo so... ma se provano a fare un massacro, teniamoci pronti a intervenire.- fece Leo.
Il loro pedinamento li condusse fino ad una bottega del fabbro.
- Hai finito?- fece Shredder arrivando alla bottega.
- Hi, Dono- Sama... ho fatto la lama esattamente come la volevi...- fece il fabbro consegnando la lama allo spietato guerriero - questo metallo è qualcosa di incredibile... non ho mai visto niente di simile in tutta la mia vita.-
Shredder sorrise minaccioso - E nemmeno lo vedrai mai più.- nel dir così, prese la lama e la infilò in un'elsa d'oro e d'argento, dall'aspetto terribilmente familiare.
La spada iniziò a brillare di luce azzurra ed irradiò tutto il corpo del perfido ninja.
- La leggenda dice che i ninja discendono dagli spiriti... ed ecco, io vi mostro la spada degli spiriti. La spada di Tengu.-
I due ninja, nascosti tra le fronde di un albero, sussultarono per la sopresa.
Shredder versione feudale, senza la minima gratitudine, puntò la spada verso il fabbro, che realizzato di essersi fatto coinvolgere in qualcosa di più grande di lui, iniziò a tremare da capo a piedi per la paura.
Il ninja usò la spada e la sua energia per catapultarlo nella bottega, distruggendola pezzo per pezzo.
Shredder rise malvagiamente - Da questo momento, per i miei nemici non c'è più scampo... ovunque essi si trovino, io li distruggerò.-
'' Ok, abbiamo visto abbastanza...''- fece Leo sottovoce dando cenno alla ragazza di seguirlo -'' avvertiamo gli altri.''
...
...
...
Le notizie riportate dai due giovani ninja, inquietarono non poco il topo parlante già molto in ansia per le condizioni di salute del figlio maschio più giovane.
Vero, non aveva riportato delle vere ferite... non era stato veramente aggredito, non era stato picchiato e quindi non era stato realmente ferito... ma in quel mondo virtuale era sufficente credere di essere sul punto di rendere l'anima e a quel punto, davvero, avrebbero perso la vita.
Il loro corpo nel mondo virtuale a poco a poco avrebbe ceduto, e di loro non sarebbe rimasta che la loro coscienza, intrappolata per sempre in un mondo di fantasia.
Nel frattempo, nel mondo reale, le cose stavano assumendo toni drammatici.
L'esercito e la Guardia Nazionale aveva tutte le intenzioni di entrare nella TCRI per scoprire cosa diavolo stesse succedendo la dentro, mettendo in campo tutto quello che avevano. E le loro intenzioni si fecero molto più determinate quando la TCRI fece entrare in funzioni i sistemi di difesa ricoprendo porte e finestre con scudi d'acciaio inossidabile.
Ma era solo questione di tempo. Prima o poi il primo sbarramento avrebbe ceduto, l'esercito sarebbe riuscito ad entrare e a poco a poco il segreto degli Utrom sarebbe diventato di dominio pubblico, con conseguenze devastanti per l'universo.
Non rimaneva altra scelta se non quella di alzare i  tacchi in fretta e furia.
- Il nostro primo sbarramento terrà quanto basta.- fece Mortu quando il consiglio superiore glielo fece presente - ma prima dobbiamo salvare le tartarughe, Splinter e la signorina Huntington. E' nostro dovere.-
- Le loro vite sono più importanti di quelle degli Utrom?- fece il consiglio in perfetta sincronia.
- Ma che state dicendo?!?- sbottò Alisa. Ormai la pazienza era agli sgoccioli e la paura era schizzata alle stelle - Non ci sono stime di valori quando si parla della vita!
E considerato che finora hanno rischiato il collo anche per aiutare voi, qualcosa gli dovete!-
- Certo...- fece il consiglio - Ma ricordati, Mortu, tu hai una grande responsabilità verso i tuoi amici Utrom.
Il fardello è pesante ma tu lo devi portare.-
Quando il consiglio sciolse il collegamento, Mortu tranquillizzò Alisa e il professore: prima di andare in qualsiasi luogo, avrebbero riportato indietro i loro amici.
...
...
...
Nel frattempo, Michelangelo iniziava a riprendersi malgrado le sue condizioni fosse ancora molto serie.
Un grido di donna proveniente dalla foresta li distolse per un attimo.
- Proviene dalla collina a nord.- fece Leo.
- Io rimango a vegliare su vostro fratello, voi andate a controllare.- ordinò Splinter.
I suoi allievi obbedirono.
Raggiunta la loro destinazione, si trovarono ad una '' scena di ordinaria violenza'': i soldati ninja vecchio stampo, avevano preso di mira un vecchio, un bambino e una ragazza. La giovane donna, armata di Naginata, combatteva come una tigre per difendere i suoi compagni di viaggio, ma l'inferiorità numerica prima o poi l'avrebbe schiacciata.
Ragion per cui, i quattro ninja decisero di accorrere in suo soccorso.
A loro si unirono anche la prima versione dei Guardiani Utrom.
Peccato che alla fine del combattimento, il vecchio iniziò a supplicare questi di salvare lui e i suoi nipoti dagli spiriti verdi e dalla strega che li aveva evocati.
- Bastava un grazie...- fece Sarah.
La donna, prima di allontanarsi sul carretto, s'inchinò alla tartarughe per ringraziarle del loro supporto in quella battaglia.
I Guardiani si avvicinarono minacciosamente ai quattro ninja.
- Chi di voi ha un suggerimento?- fece Don.
Sarah si fece avanti, con le mani bene in vista.
- Non vogliamo combattere contro di voi.- fece la ragazza - Anche noi siamo nemici dei soldati ninja...-
- E perchè mai dovremo crederti?- fece un dei guardiani.
- Non saprei, vediamo...- fece Raffaello ironico - Forse e dico forse, perchè fino a due minuti fa stavamo facendo vedere i sorci verdi a quei soldati ninja assieme a voi?-
- Appunto.- riprese Sarah - Siamo dalla stessa parte... in fondo voi lavorate per gli Utrom, no?-
- E voi come fate a conoscere gli Utrom?- chiese basito uno dei guardiani.
- E' proprio questo il punto.- intervenne Leo - Anche noi siamo bloccati in questo posto, proprio come è accaduto a loro, ma forse loro possono aiutarci... potete condurci da loro?-
- O quanto meno...- fece Don notando lo scarso entusiasmo dei guardini - Dirgli che abbiamo bisogno di vederli con urgenza?-
I due si guardarono.
- Glielo diremo.- e nel dir così si allontanarono.
- Aspettate!- fece Sarah - come faremo a sapere dove trovarli se vorranno ascoltarci?-
- Non preoccuparti.- fece un guardiano - se accettaranno il vostro appello, saranno loro a trovare voi.-
Poco dopo, i quattro ritornarono al luogo in cui Splinter li attendeva... con Michelangelo, in perfetta salute che stava mangiando del sushi.
Raph lo abbracciò amichevolmente, e tutta la famiglia finalmente riunita lo riabbracciò.
- Mik...- fece Don - Tu sai che quello che stai mangiando non è cibo reale, ma solo un' illusione, vero?-
- Mettiamola così, Don...- fece Mik - sto riempendo il mio stomaco virtuale con del cibo virtuale.-
In quel momento Splinter realizzò la soluzione.
Ma non fece in tempo a mettere al corrente i figli della sua illuminazione, che due guardiani utrom di quell'epoca storica li raggiunsero... assieme alla prima exo-tuta comandata da Mortu.
- Salve...- li salutò il capitano - Il mio nome è Mortu. Siete voi le creature che volevano parlarmi?-
Leo annuì, ed iniziò a raccontare al loro amico ( malgrado questi non avesse ancora coscienza di ciò) di come erano finiti in quel mondo e di come fossero impossibilitati a tornare a casa loro, ma che forse lui poteva dar loro una mano.
- E' un fenomeno davvero interessante...- ammise Mortu a fine racconto - e devo ammetterlo, siete a conoscenza di molti dettagli sulla nostra storia e ciò mi induce a credere che stiate dicendo il vero... ma c'è una cosa che ancora non sapete.
E' importante che sappiate che la vera identità di Shredder è...- non fece in tempo a dire altro.
Shredder, armato di spada di Tengu, la usò per attaccare il capitano facendo esplodere il suo esoscheletro.
L'utrom riuscì a salvarsi appena in tempo, e a quel punto furono vani sia i tentativi dei guardiani di proteggere il loro capitano che quelli delle tartarughe.
Mortu era ormai privo di difese e protezione, alla mercè di Shredder.
- Addio, capitano!- fece Shredder alzando la spada.
- NO!- fece Sarah lanciandosi sull'utrom prendendolo in braccio, per proteggerlo come meglio le riusciva.
- Posalo. Posalo e vattene.- le ordinò Shredder.
Sarah lo guardò con disprezzo.
- Mai e poi mai.- fu la risposta. Illusione o meno, mai sarebbe stata a guardare mentre qualcuno subiva un'ingiustizia, avendo possibilità di fare qualcosa.
- L'amico del mio nemico è mio nemico...- fece Shredder alzando la spada - Ed io i miei nemici, li schiaccio. Uomini e donne. Giovani e vecchi.-
...
...
- Maestro Splinter....- fece Leo soccorendo il padre - che cosa facciamo...?-
- Leonardo, ascoltami bene...- fece il topo - Queste realtà virtuale è un'illusione dentro un'illusione... un'illusione della nostra mente. Controlla la tua mente, e controllerai l'illusione.-
- Va bene. Ci proverò.- e oltre a provarci, doveva anche riuscirci... per il bene del capitano Mortu e di Sarah.
Chiuse gli occhi, e focalizzò la mente su un unico pensiero: la spada di Tengu nelle sue mani.
All'inizio non accadde niente ma poi...
Shredder rimase basito nel vedere la spada dissolversi tra le sue mani.
- Cosa?!? Dov'è la mia spada Tengu?!?- fece il malvagio.
Sarah, con l'utrom ancora tra le braccia, ne approfittò per raggiungere i fratelli.
L'arma in questione era riapparsa nelle mani di Leo.
- E' proprio qui.- fece il leader - Cos'è la rivuoi?- peccato che non avesse la minima intenzione di cedergliela. Fortuna che già sapeva come adoperare quell'arma, anzi lì era anche meglio perchè non doveva usare alcun guanto protettivo.
Non gli ci volle molto per sbaragliare prima i soldati ninja e poi far volare Shredder giù dalla scogliera.
Poco dopo, la spada scomparve.
- Signore e signori, dichiaro vincitore Neo...- fece Don salvo poi correggersi - Voglio dire, Leo.-
- Sei un grande fratello!- fece Mik guardandolo con ammirazione.
- Anche se è solo un'illusione, con te in giro, non c'è n'è per nessuno eh?- sorrise Sarah.
- La tua azione ha dimostrato la veridicità di quanto avete detto.- fece il capitano dando un cenno ad uno dei guardiani.
Il guardiano porse a Leo un piccolo telecomando.
- E' un dispositivo di ripristino automatico dei guasti.- spiegò l'utrom - Dovrebbe aiutarvi a tornare nel vostro mondo.-
- Ma...- obiettò Mik - se siamo intrappolati in un videogame, come fa a darci qualcosa che può essere usato nel mondo reale?-
- Se questo mondo è, come dite voi, una proiezione virtuale della tecnlogia utrom...- spiegò Mortu - allora vuol dire che noi Utrom abbiamo anche pensato ad un meccanismo interno di difesa che viene attivato da quel congegno.-
- Dovrebbe funzionare.- fece Leo.
- Addio amici... e grazie di tutto.- fece Splinter.
- Ci rivediamo tra circa undici secoli.- fece Raph.
Leo premette il pulsante - Un momento... cosa stava cercando di dirci su Shredder?!?- chiese il blu mentre venivano avvolti dai fasci di luce dorata.
- Che lo Shredder è un...- ma l'utrom non finì mai la frase.
Pochi secondi più tardi, i sei componenti della famiglia Hamato ripresero i sensi ed uscirono dalle cabine della camera dell'oracolo per la gioia di Mortu, Alisa e di suo padre.
- Ce l'hanno fatta!!!- fece l'utrom al settimo cielo - Hanno azionato il meccanismo di difesa... ma come avete fatto?!?-
- Beh, è una storia un po' lunga...- fece Leo - Ma in un certo senso è stato lei ad aiutarci.-
- Non importa come avete fatto...- fece il professore aiutando Splinter ad uscire - ciò che conta è che siate salvi.-
- E' vero... ci avete fatto morire di paura...- aggiunse Alisa.
- Adesso è tutto finito Alisa.- la rassicurò Sarah per poi rivolgersi al capitano - Si può sapere cosa è successo?-
- La verità? Non lo so davvero.... la camera dell'oracolo si è inceppata, ma non capisco come sia stato...-
...
...
...
- Tu no...- fece una voce spaventosamente familiare - Ma io si.-
I presenti impallidirono a quella visione. Sulla porta della stanza dell'oracolo era apparso Shredder, assieme ad Hun, il robot-ragno Stockman, le Guardie Supreme, i ninja invisibili e vari soldati ninja.
- Oh cielo...- fece Sarah - Non è possibile, non ci credo!
Ma il più sconvolto di tutti era Leonardo - No... non è possibile.... io ti ho finito con le mie stesse mani... non puoi essere vivo.-
Shredder sghignazzò - Tu non mi hai ucciso, mi hai solo staccato la testa dal corpo. Una cortesia che intendo estendere a tutti voi. Perchè nessuno di voi, lascerà vivo questa stanza.-
Alisa si avvicinò a Sarah, sussurrandole all'orecchio - Ma chi è quel tizio?-
- Uno che ha seri problemi a capire che quando lo fanno fuori deve restare all'inferno, dove non potrà fare altri danni...- fece Sarah mettendo mano al tessen - ma se ti consola...  questa è la quarta volta che dice che non ci lascerà uscire vivi da qui.-

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Capitolo 8
*** Le origini terza parte ***


~Se Splinter e i suoi figli avessero saputo che lasciando un mondo virtuale, dove i pericoli esistevano solo ed esclusivamente nella loro mente e che potevano domarli usando la mente stessa che dava potere alla paura e ai pericoli che incontravano, per andare nel mondo in cui i pericoli erano veri....

Probabilmente avrebbero scelto il primo mondo.
Shredder.
L'uomo che più di tutti li aveva fatti tribolare e soffrire in tutti i modi possibili, era lì. Vivo. Davanti a loro, più agguerrito che mai e con tutti i suoi galoppini pronto a massacrarli.

- Figlioli, attacchiamo!- ordinò Splinter.
Alisa fece per gettarsi nella mischia, ma Sarah la fermò.

- No, Alisa. Questo non è come federati e triceraton che con un po' d'astuzia lo riesci a fregare... rischi di farti male sul serio, se non conosci il tuo nemico.- fece Sarah.

- Quindi...?- fece l'aliena - Il piano quale sarebbe?-

- Mi pare ovvio...- fece Sarah iniziando a colpire un soldato ninja con il suo tessen e un altro con il kunai che portava cucito all'interno della giacca - Si combatte!-

Durante la lotta, Mortu e Shredder si affrontarono in combattimento.

- Capitano...- fece Shredder - sono quasi dieci secoli che attendo questo momento.-

- Strano.- fece l'utrom - Con tutto il tuo genio ci hai messo migliaia di anni per trovarmi?-
Da lì, i due rivali si affrontarono in un temibile scontro.

- Ragazzi, questi due si conoscono troppo bene per i miei gusti!- fece Leo mentre combatteva e dopo aver udito la loro conversazione - questo significa...-

- Che non esistono antenati o discendenti. Shredder è sempre lo stesso, fin dai tempi del Giappone feudale.- concluse Splinter.

- Però!- fece Sarah - Piuttosto agile per essere così vecchio... senza offesa, papà.-

La battaglia infuriava: Leo era riuscito a salvare un utrom dalla furia delle Guardie Supreme di Shredder, e lo lanciò a Donatello perchè il fratello rimettesse al sicuro l'amico alieno su una delle loro piattaforme volanti.

Michelangelo e Raffaello vennero attaccati da Stockman, deciso come non mai a vendicarsi di coloro che più di una volta avevano mandati a monte i suoi piani... ma Shredder, dopo l'ultima '' bravata'' di qualche settimana prima, non l'aveva '' perdonato'' e ripreso a lavorare presso di lui perchè voleva dargli l'occasione di vendicarsi, ma perchè lo aiutasse a compiere solo la SUA vendetta.
Ma stavolta era deciso a non correre il rischio che Stockman lo tradisse, così aveva dotato il corpo robot dello scienziato di un dispositivo che gli dava una scossa elettrica molto forte per riportarlo all'ordine nel caso si fosse comportato male.

E così fece, per poi spedirlo a '' concludere la fase tre''- nella quale c'entrava un apparecchio.

- IL TRANSMAT!- fece Mortu impallidendo - Vuole distruggerlo...dobbiamo fermarlo, subito!-
Shredder e i suoi però non li avrebbero lasciati passare tanto facilmente.

Leo creò un diversivo per permettere almeno al professore, alla figlia, a Mortu e ai guardiani di correre alla stanza del Transmat per metterlo in sicurezza.

- VOI ANDATE, QUI CI PENSIAMO NOI!- urlò Leonardo dopo aver intrappolato Shredder in uno strano baccello, invogliando così i soldati a combattere e le Guardie ed Hun a tentare di liberare il loro signore.

- Tenete duro, torneremo presto ad aiutarvi!- fece Mortu mettendosi a capo di quel gruppetto.

Una volta libero, Shredder mise in atto un piano per lasciare la stanza assieme ai suoi accoliti malgrado lo sbarramento causato dalla famiglia Hamato.

Per prima cosa fece scoppiare tutti i baccelli, facendo riempire lentamente la stanza di uno strano liquido.
Poi chiamò  un portale per la camera dell'oracolo che usò per fuggire e che richiuse subito.
Don cercò di bloccare la fuoriscita di quel liquido e sbloccare l'uscita, ma inutilmente.

- Ragazzi, siamo nei guai... di questi comandi non ci capisco nulla.- fece Don.

Leo cercò di affettare le pareti con la sua katana ma i tagli si rimarginavano subito.

- E' come se questo posto fosse vivo.-

Don ebbe l'illuminazione - Hai ragione... questa è la stanza tecno-organica. Dobbiamo pensare in maniera meno tecnica e cercare un approccio di tipo organico.- nel dir così diede un colpo di bastone alla parete, e questa vibò - visto? Le pareti hanno terminazioni tecno-organiche. Seguite il mio ritmo.-
Tutti gli furono subito dietro nel colpire la parete.

- Una domanda Don...- fece Mik - a lungo andare... poi che succede?-

Il liquido cominciò a ribollire, e salì fino al soffitto, aprendo una breccia e scaravendando fuori le persone imprigionate.

- Ehm... la stessa cosa che succede a te quando ti scoli troppe bibite gassate, fratello.- fece Sarah.
E anche quella era andata.
...
...
....

Nel frattempo, fuori dalla sede della TCRI l'attacco dell'esercito continuava e alla fine riuscirono a sfondare il portone.

April decise che non ne poteva più di stare in attesa senza sapere cosa stesse accedendo e se i loro amici erano coinvolti o meno.

Ragion per cui aveva deciso di uscire e di spacciarsi per uan giornalista, nella speranza di riuscire a captare qualche notizia utile.

Nel frattempo, proprio mentre stavano ultimando gli ultimi preparativi per tornare sul loro pianeta natale, Shredder fece irruzione della sala del transmat, seguito dai suoi accoliti.

- Non ti permetterò di distruggere il transmat!- fece Mortu.
Shredder lo colpì così forte da farlo finire sulla piattaforma.
L'utrom venne subito soccorso da Honneycutt e Alisa.
I due non vedendo i loro amici, iniziarono a preoccuparsi seriamente.

- Oh ma io non voglio distruggerlo...- fece Shredder - Mi limiterò ad usarlo per spedire te e i tuoi amichetti in un posto dove non potrete mai più nuocermi... che ne so... magari su una bella supernova calda calda... o preferisci il freddo dello spazio siderale?
Subito dopo userò il tuo gingillo per conquistare il pianete degli Utrom... sarà la fine dei tuoi amati simili.-

Alisa lo guardò con odio - Non te la caverai in questo modo.-

- Tu dici, ragazzina?- fece Shredder - Io non credo. Chi potrebbe osare contrastarmi?-

- Perchè non guardi da questa parte, buffone?- fece la voce di Raffaello.

Shredder ringhiò - Inizio ad averne abbastanza di voi sgorbi.-
Diede ordine ai suoi sgherri di attaccare e a Stockman quello di preparare il transmat perchè potesse usarlo solo lui.

Urgeva fermare quell'insetto prima di ogni altra cosa.

- Perchè non facciamo in modo che Shredder gli ordini di fermarsi?- propose Raffaello - Stockman pende dalle sue labbra.

- Ottima idea.- fece Don - Sarah, ci pensi tu?-
La giovane annuì.

Sarah riuscì a strisciare sino al transmat senza farsi notare.

- Pst!- fece la bruna attirando l'attenzione dell'amica e del padre di lei - abbiamo bisogno di una mano.-

- Che cosa ti serve?- fece Alisa.

- Che il professore imiti la voce di Shredder e gli ordini di non obbedire più agli ordini.-

- E' cosa fatta, mia cara.- fece il professore per poi dire - Stockman. Allontanati dai comandi.- con la voce di Shredder.

Stockman fu colto alla sprovvista, e rimase ancora più sorpreso di sentire ancora la voce di Shredder ordinargli di andare avanti.

- Non ascoltarlo.- andò avanti il professore - Disattiva i protocolli dei comandi vocali.-

Il comando fu eseguito immediatamente e Stockman, privo di ogni comando, per prima cosa attaccò Shredder restituendogli la scossa elettrica, con tanto di interessi.

La folgorazione fu così forte che il ninja cadde a terra senza un grido, privo di sensi.

- Oddio...- fece Alisa vedendo Shredder privo di sensi - E' morto?-

- Non penso proprio.- fece Sarah. L'aveva visto sopravvivere ad una caduta che sarebbe bastata ad uccidere sul colpo chiunque, seguita da un impatto terribile, e ad una decapitazione... non credeva proprio che bastasse una scossa elettrica per ucciderlo.

Hun corse subito dal suo signore e lo prese in braccio, portandolo via dalla stanza del transmat.

Ma prima che ciò avvenisse, Shredder aveva lasciato cadere una specie di piccolo telecomando, sopra il quale c'era un timer che partiva dai dieci minuti.

Da quel dispositivo, erano partite linee rosso fuoco, che avevano ricoperto sia il muro che il pavimento e il soffitto.

Le tartarughe provarono ad avvicinarsi, ma Mortu le fermò.

- NON TOCCATE NIENTE!- urlò l'utrom - E' un dispositivo Utrom ad impulso. Il virus tecno- organico al suo interno vi ucciderebbe. E comunque ha già infettato tutto il sistema... l'edificio imploderà fra dieci minuti.-

- E non potete fare qualcosa per bloccarlo?- fece Alisa.

- Purtroppo no. E' un virus senziente. Si diffonderà come un fulmine.-

- Insomma, Shredder è riuscito a metterci con le spalle al muro anche se ha perso...- fece Raph che non ci voleva credere che finisse così.

- Il transmat è in funzione. Possiamo usarlo per andarcene subito.- fece Mortu - Il tempo che ci resta è sufficiente per evecuare l'edificio.-

Alisa chiuse gli occhi, come se avesse un gran mal di testa.

- Che cos'hai?-  chiese suo padre preoccupato.

- Sento delle voci...- fece Alisa concentradosi - E dei passi... sono in molti... Sì, è l'esercito di questo pianeta che è entrato nell'edificio.... e ci sono tante altre persone qua fuori...-

- Non è una buona cosa!- fece Mik.

- Hai ragione, è un gran casino...- fece Mortu - Noi possiamo usare il Transmat per uscire in tutta tranquillità, ma i piani inferiori sono isolati, non c'è modo di avvertire nessuno.... sarà una carneficina.-

- No, aspettate...- fece Raffaello - Forse un modo di evitare questo sterminio c'è!-

- Quale?- chiese l'utrom.

- I due umani che erano con noi quando siamo entrati qui.- spiegò Leo che aveva intuito il pensiero del fratello e stava già prendendo il cellulare per chiamare April - Tre settimane, otto ore...poco importa.
Sempre di un sacco di tempo senza nostre notizie e le possibilità che se ne siano andati, sono inesistenti.-

Leonardo non si sbagliava.

April e Casey, improvvisandosi giornalista e cameraman, erano proprio lì fuori e stavano cercando di ottenere informazioni dal generale incaricato delle operazioni.
Senza troppo successo, purtroppo.
Leo chiamò April, ma prima che i due potessero sospirre di sollievo nel sentirli tutti salvi, vennero a conoscenza della presenza dell'ordigno.
Subito April inventò la scusa di aver ricevuto una soffiata riguardo ad un'organizzazione terroristica che aveva piazzato una bomba nella struttura.

Il generale ancora non voleva saperne di ascoltarla.... ma dovette ricredersi, quando vide un raggio di luce partire dall'edificio.

Intanto, i presenti nella struttura erano stati quasi tutti evacuati.

Rimaneva solo la squadra di Guardiani che avrebbero scortato il Consiglio, il Consiglio in questione ed il capitano.

- Professor Honneycutt.- fece il capitano - Lei e sua figlia, vorreste venire con noi? Saremmo felici di darvi asilo sul nostro pianeta.-

- Davvero?- fece il robot - Io? Poter vivere con una razza tanto pacifica e progredita e poter usare la mia conoscenza solo per fare del bene? Un sogno che si realizza.-

Alisa e Sarah si sorrisero. Un sorriso che però non mancava di un pizzico di malinconia.

- Quindi...- fece Sarah - ci salutiamo qui.-

-  A quanto pare...- fece Alisa abbracciandola - E' stato molto bello conoscerti. Non ti dimenticherò mai.-

- Nemmeno io. E ricordati...- fece Sarah - Saremo amiche per sempre. Anche se ci fossero milioni di anni luce a separare i nostri mondi.-  e poi era certa, che prima o poi, si sarebbero riviste. E con chissà quante storie da raccontarsi... possibilmente però, non in mezzo ad una guerra.

Anche Fugitoid salutò commosso i suoi amici, prima di salire sulla piattaforma del Transmat - Alisa? Sbrigati, tesoro.-

- Arrivo papà...- la giovane si sfilò uno dei suoi orecchini finti. Un piccolo fermaglio dorato con sopra una grossa perla e lo mise sull'orecchio destro dell'amica - E' un dispositivo per la comunicazione a distanza.-

Sarah si tolse uno dei ferma capelli e lo diede all'amica, che poi raggiunse il padre.

Nella sua testa, la bruna sentì la voce dell'amica -'' Scopri chi sei.''

Poco prima di raggiungere i suoi compagni di viaggio, Mortu diede una piccola sfera a Splinter. Dentro vi era custodita la memoria di Hamato Yoshi. Il guardiano più coraggioso e fedele che avessero mai avuto, e che per difendere il loro segreto aveva dato la sua vita.

- Donatello... vuoi farmi il grande onore di avviare il transmat?- fece Mortu.

- Ma certo!- ma la tartaruga non fece in tempo a mettere le mani sulla consolle... che apparve nuovamente Shredder.

- Finchè sarò vivo... voi non lascerete l'edificio con le vostre gambe.- fece Shredder.

Sarah sbuffò -  E siamo a cinque. Ho un messaggio per te da parte del pubblico a casa... stai diventando monotono!-

- Ho atteso quasi mille anni per vendicarmi, e state pur certi che sarà esattamente ciò che avverrà!- fece Shredder.

I guardiani tentarono di combattere, ma Don li fermò. Loro avrebbero pensato a Shredder, i guardiani a difendere i loro capi.

Shredder smanioso di uccidere le tartarughe, la ragazza ed il topo, mandò via Hun e i suoi accoliti alla ricerca di Stockman.

I loro attacchi combinati permisero a Don di attivare il transmat e mandare via coloro che c'erano sopra.

Ed ogni tentativo di Shredder per fermarli fu vano.

-Voi...- fece con la voce piena d'odio - Siete stati poco più di una spina nel fianco per me... ma ora, mi avete privato del mio trionfo...ecco perchè pagherete con la vita!-

Mancavano poco più di due minuti.

Don disse ai suoi fratelli e al padre di continuare a tenere impegnato Shredder. Aveva bisogno di tempo.

L'armatura di Shredder era composta da tecnologia utrom, quindi era sufficiente collegarla con alcuni cavi per mandarla in corto.

La scossa fu potentissima.

L'uomo cadde a terra.

Lo osservarono per un po', pensando di averlo ucciso quando... la zona in luogo dello stomaco si aprì e dal ventre uscì... un utrom.

E non un utrom qualunque... ma il prigioniero che aveva causato il guasto alla navicella spaziale circa settecento anni prima.

- Questo spiega molte cose...- fece Sarah. Tipo il fatto che fosse riuscito a sopravvivere alla decapitazione.

Raph commise l'errore di deriderlo - Non fa più paura a nessuno ormai, finiamolo.-

Shredder, alias Ch'Rell non aveva preso molto bene lo scherzetto e gli si attaccò alla testa minacciando di soffocarlo.

Splinter riuscì a liberare il figlio, ma liberò anche Shredder.

Nel frattempo, Donatello era riuscito a riprogrammare il transmat affinchè il portasse fuori dall'edificio, ormai prossimo all'esplosione.

- Presto ragazzi, tutti via!- fece Don.

- Spero solo che dove stiamo per andare ora sia migliore dell'ultimo posto in cui questo coso ci ha spedito.- fece Leo correndo per raggiungere la piattaforma.

L'alieno malvagio saltò per raggiungere la piattaforma proprio quando i mutanti e l'umana iniziavano a smolecolarsi... ma era troppo tardi.

Con orrore, realizzò di essere rimasto da solo... vittima della sua stessa bomba. Il timer aveva appena raggiunto lo zero.

L'edificio della TCRI fu avvolto da un fascio di luce bianca. April e Casey si nascosero dietro il tarta-corazzato per cercare riparo, e quando la luce sparì, al posto della TCRI c'era solo un enorme buco con dei tubi dell'acqua rotti che lo stavano riempendo... ma nessuna traccia di qualcuno che fosse al suo interno.

- E i ragazzi...?- fece Casey preoccupato.

Un lampo di luce azzurra apparve nel cielo, poco sopra il tetto del tartafurgone e li lanciò sulla vettura.

- Ok, fuoi siamo fuori...- fece Don - ora non mi resta che lavorare un po' sull'atterraggio.-

Finalmente, la famiglia Hamato era di nuovo riunita, a casa, e poteva riabbracciare i loro amici umani.

- Ma che cos'è successo, dove siete stati, come...- chiese Casey.

I cinque giovani ninja si lanciarono un'occhiata d'intesa.

- Ragazzi, se ne abbiamo da raccontarvi...- fecero tutti in coro, allontandosi sul loro furgone.
Nei loro cuori c'era la speranza di essersi liberati per sempre di Shredder... in fondo, Utrom o meno, nemmeno lui sarebbe sopravvissuto ad un'implosione simile.

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Capitolo 9
*** Riflessi del passato ***


~
L'episodio '' Riflessi dal passato'' l'ho completamente riscritto in quanto non succede niente di rilevante per la storia generale e mi sono limitata a farne una piccola sintesi riassuntiva.
Perchè l'ho inserito nella narrazione?
Perchè c'èra una piccola cosa da sistemare e faceva proprio al caso mio.

 


La battaglia finalmente pareva essere finita.
Shredder era rimasto vittima dello stesso ordigno da lui sistemato per uccidere i suoi nemici... ed era stato l'unica vittima di quell'esplosione.
Gli Utrom erano tornati a casa dopo secoli di prigionia forzata sulla Terra... Alisa e suo padre erano andati con loro, in un mondo in cui sarebbero stati liberi e felici mai più fuggitivi...
E loro erano di nuovo insieme, riuniti e felici, dopo un periodo di lunghe ed interminabili battaglie.
Urgeva un periodo di riposo, possibilmente lontano da New York.
Casey aveva invitato dunque tutti i suoi amici nella sua casa in campagna. Era arrivata la primavera, senza che nessuno avesse avuto tempo di rendersene conto... il tempo in guerra passava in fretta.
Il sole tiepido, l'aria pulita, cibi genuini... era tutto quello di cui avevano bisogno per riprendere le forze.
In quello scenario di pace e di silenzio, trovarono anche il tempo per riflettere un po' su quanto era cambiata la loro vinta negli ultimi mesi...
Ridendo, combattendo e scherzando... era passato quasi un anno da quando le tartarughe e la loro sorella umana erano saliti in superfice ed avevano iniziato a fare degli incontri... anche poco piacevoli.
Tipo l'incontro con Shredder.
Leo ricordava con profondo imbarazzo il giorno in cui poco ci mancava, che si sarebbe messo dalla parte di colui che aveva causato un dolore terribile alla persona che più di tutti ammirava in quella vita.
Ma aveva avuto il coraggio di dire NO.
Tutti loro avevano detto No.
A soprusi e ingiustizie.
Al male, alla corruzione.
E si erano votati in eterno a Madama Giustizia.
Una decisione coraggiosa, che per quanto sarebeb stata presa anche mille volte per mille vite... certe volte era stata molto pesante.
Non avrebbero mai dimenticato il giorno in cui Shredder era tornato ed aveva quasi strappato loro Leonardo...era stato il momento peggiore della loro vita, e non tanto per il fatto che avrebbero dovuto nuovamente combattere contro quel demonio... ma vedere il loro Leo in quello stato, pieno di lividi, graffi e tagli, incapace quasi di reggersi in piedi che sembrava dover andare via da un momento all'altro... la verità era che nessuno di loro era preparato ad immaginare gli altri come persone morte.
Così come era stato terribile non sapere niente di Splinter per settimane.
Ma in tutto quell'inferno c'era stato qualcosa di buono.
Erano arrivati nuovi amici, risposte dal passato... e la consapevolezza che non importava chi o cosa sarebeb arrivato ( o tornato dal passato).
Erano una famiglia.
Una squadra.
E lo sarebbero stati in eterno.
Insomma... tutto sembrava essersi sistemato per il meglio.
- Il che vuol dire, Leo...- fece Raph - che non hai più scuse. E sai a cosa mi riferisco.
E' primavera, siamo in una bellissima fattoria del New Hanpshire, non ci sono Shredder, delinquenti vari o rinoceronti giganti che avanzano minacciosi su di noi... ergo, c'è qualcosa che devi fare.-
- Dici?- fece Leo - A me sembra che ci sia qualche problema in giro...-
- Uhm... si, mi sa che hai ragione.-
E per '' problemi in giro'', intendeva che c'era troppa gente in quella casa.
- Ma c'è rimedio a tutto.- fece il rosso - Domani porto Don e Mik a fare un'escursione del bosco... Casey, conoscendolo, farà qualcosa per farsi gridare contro da April e se ne starà alla larga per un pezzo...
April si sfogherà con Splinter mentre mette a posto i cocci di Casey...
E Splinter, quasi sicuramente, passerà tutto il giorno in meditazione.
Il che vuol dire... tu e la tua bella siete soli soletti... approfittane.-
Leo sorrise.
Sì. In fin dei conti, quando sarebbe capitata un'altra occasione del genere?
Da quelle parti non c'era nemmeno un ladro di galline che richiedeva l'intervento di ninja super addestrati.
- Grazie.- fece Leo.
- Di niente.-
...
...
...
Il giorno dopo, i due fratelli misero in scena la loro piccola recita. Raph propose ai fratelli una gita nel bosco, per poter vedere com'erano i dintorni dato che l'ultima volta che erano andati in quel posto erano occupati a nascondersi, salvare una creatura innocente ed i suoi piccoli, e ritemprare lo spirito, e finse di contrariarsi quando Leo rifiutò la proposta del rosso in favore di una sessione solitaria d'allenamento, dicendo - Ok, ragazzi... si vede che l'Eroe senza paura non gradisce la nostra compagnia...- salvo poi scambiare con lui uno sguardo d'intesa.
Leo prese un respiro profondo.
Sarah era seduta all'ombra di un albero, con accanto un tè freddo al limone che sorseggiava di tanto in tanto, con il naso immerso in un libro che aveva  trovato in soffitta.
Aveva abbandonato il suo personale '' assetto da battaglia'' in favore di una camicetta d'organza bianca, una gonna verde smeraldo lunga fino al ginocchio e degli stivaletti marroni, sperando di non dover rimettere il suo assetto da battaglia tanto presto.
Voleva solo godersi la pace e la quiete della sua età.
- Ehm...- fece Leo raggiungendola - Posso... posso sedermi qui?-
- Il prato è di tutti, Leo...- fece Sarah.
Ok, come primo approccio aveva visto di meglio.
- Credevo fossi andato nei boschi con gli altri...- fece Sarah.
- Sì... me l'hanno chiesto... ma ho preferito star qui... tu invece? Come mai qui?-
- Credo per lo stesso tuo motivo... avevo bisogno di un po' di tranquillità... dopo tutto quello che abbiamo passato.... -
- Cosa... cosa leggi di interessante?-
- Un romanzetto rosa che ho trovato in soffitta... credo fosse della nonna di Casey.-
Leo strabuzzò gli occhi - Ma tu una volta non leggevi solo gialli e libri d'avventura?-
- Sì, in effetti non piacciono molto queste storie di fanciulle inermi e indifese  che nulla possono senza il loro cavaliere dalla sfavillante armatura... ma sono rilassanti, in un certo senso.-
Inoltre... era l'unico genere letterario che aveva trovato in casa.
- A proposito...- fece Leo - non ci avevo fatto caso... ma qui è davvero un bellissimo posto...- ma non si meravigliava di non averci fatto caso. L'ultima volta che era stato lì era in condizioni penose, e mal sopportava persino la compagnia di sè stesso...ed aveva fatto una cosa di cui non andava fiero.
Per niente.
- Mi spiace per quello che è successo qui... davvero.-
...
...
...
Da qualche parte nella foresta...
- Che stai facendo?- fece Mik notando che Raph aveva un auricolare.
Raph divenne quasi dello stesso colore della sua maschera.
Ok che aveva organizzato il tutto per dare a Leo un po' di privacy per dichiararsi, ma era troppo curioso di sapere come sarebbe finita... ed aveva piazzato una cimice di Don ( senza che questi se ne accorgesse) ed impostato la linea per ricevere la scena in tempo reale.
- Chi io?- fece Raph - ecco... ascolto la partita di baseball. I Blues contro... i Tessens.-
Don lo squadrò - Primo... mai sentite certe squadre, secondo... da quando ti piace il baseball?-
- Ci sono un mucchio di cose, che non sai di me, bello mio...- fece Raph.
- Come sta andando, piuttosto?-
- I Blues girano attorno all'obiettivo e non sanno che pesci prendere...- fece Raph rimettendo a posto l'auricolare.
'' Andiamo Leo... stai divagando troppo, che ci vorrà mai?!?''
...
...
...
- Leo.. se mi stai chiedendo scusa per quel litigio... ti giuro, non importa... eravamo tutti un po' frustrati e tu ne avevi più diritto di tutti gli altri...-
- Sì che importa invece...- fece Leo - perchè ho fatto del male ad una persona che non lo meritava affatto...
Invece avrei voluto dirti che sono contento che tu sia venuta a vivere con noi... per il motivo un po' meno, certo, ci mancherebbe altro...
Ma la cosa che mi renderebbe davvero felice è che tu decidessi di rimanere con noi, per sempre... ma ci vuole un motivo molto forte per restare per sempre in un posto... mi segui?-
- Abbastanza...- fece Sarah - ma dimmi... c'è forse qualcosa che vorresti dirmi?-
- Sì.- fece Leo dopo alcuni secondi di silenzio - ed è una cosa che devo dirti da almeno una vita e mezzo ormai... ed è meglio se te la dico prima di ritrovarci nel mirino di qualche psicopatico omicida o di una guerra aliena.
Sarah, io...-
- Sarah!- fece la voce di Casey - Tuo padre ti cerca.-
- Sì, arrivo...- fece la giovane per poi rivolgersi a Leo - che cosa volevi dirmi...?-
- Ehm... forse è meglio se non lo fai aspettare...- fece Leo che non sapeva se mettersi a ridere o piangere.
Ma proprio in quel momento Splinter doveva aver bisogno di conferire con lei?-
...
...
...
- MA MALEDIZIONE A...- sbottò Raph trattendosi dall'impulso di prendere a testate un albero.
I due fratelli minori lo guardarono preoccupati.
- Che succede?- fece Mik.
- I Blues hanno perso?- fece Don.
- Vincevano due a zero... e poi gli hanno fatto invasione di campo.- fece Raph.
- E che sarà mai...- fece Mik - si rifaranno presto...-
- E' quel '' presto'', che mi preoccupa.- fece Raph promettendosi di pestare Casey Inopportuno Jones una volta tornati alla base.
Ma con tutti i giorni dell'anno disponbili, proprio in quel giorno April e Casey dovevano filare d'amore e d'accordo, e proprio in quel giorno Splinter doveva marinare la sua lunghissima sessione di meditazione?
E pensare che lui aveva organizzato il tutto puntando sulle prevedibili abitudini di chi viveva con loro...
'' La prossima volta, gli organizzo una viaggetto su Marte''.
...
...
...
Sarah nel frattempo si sentiva come un  potenziale condannato della Santa Inquisizione.
Erano nella sala da pranzo ed il padre era seduto di fronte a lei, con April e Casey alle spalle.
Cercava di capire cosa avesse combinato, ma non le veniva in mente niente...
Per evitare ogni problema pensò di chiedere scusa in anticipo.
- Perchè ti scusi?- fece Splinter - Hai forse fatto qualcosa di sbagliato?-
- Non mi risulta...- fece Sarah - ma sembra il tribunale inquisitore...-
- No, stai tranquilla cara...- fece April - Non hai fatto nulla di male e nessuno ce l'ha con te.-
- C'è solo una questione di cui vorrei discutere con te.- fece Splinter - Sarah, lo sai che ti voglio bene e che tu sia venuta a vivere con noi, malgrado le circostanze che ti abbiano portato da noi, e vorrei tanto che tu restassi per sempre con noi...-
'' Dove l'ho già sentita questa?''- fece Sarah. Ma sentiva anche un inquietantissimo '' ma'' o '' tuttavia'' in avvicinamento.
- Ma...- deduzione corretta - Dobbiamo guardare in faccia la realtà... non puoi restare per sempre sotto terra.-
Sarah sgranò gli occhi per la paura.
- Papà... vuoi... vuoi che me ne vada...?-
- No, per carità...- fece April - non intendeva dire questo.-
- Io non mando via nessuno.- fece Splinter, ammettendo che dalle parole usate, chiunque avrebbe immaginato una cosa simile - Ciò che voglio dire è che ormai hai quasi sedici anni... è ora che tu cominci a pensare a cosa vuoi dalla vita, ad un tuo progetto di vita oltre alla strada che ti ho indicato da bambina...-
- Detto in poche parole...- fece April - Ti piacerebbe andare a scuola?-
Sarah sgranò gli occhi, stavolta per la sorpresa.
Casey intervenne - Sai, quel posto piena di gente, mummie, dove preghi sempre che non scelgano te per un'interrogazione a sorpresa, dove fissi sempre l'orologio...-
April lo guardò male - Guarda che non è ritardata.-
- Volevo essere d'aiuto...- fece Casey.
- Che ne pensi figliola?- fece Splinter.
- Beh... ecco...-
- Rispondi quello che senti.- fece il topo - Non devi rispondere negativamente per timore di deludermi e nemmeno di sì per farmi contento o per far contenti gli altri. Ti chiedo solo di non disdegnare quest'opportunità.
Sei bella, sei intelligente e sei una ragazza in gamba.... è giusto che tu abbia un'opportunità. E' giusto ed è un tuo legittimo diritto.-
- Beh... in questo caso...- fece Sarah - Mi piacerebbe tantissimo...-
Splinter sorrise - E allora sia.-
- Ti piacerà la scuola che abbiamo scelto.- fece April.
- E ti abbiamo messo nella stessa classe di Angel... avere già un'amica ti aiuterà ad ambientarti meglio.- fece Casey.
- Vi ringrazio infinitamente... ma non credo sia fattibile.- fece Sarah.
- E perchè mai?- fece April.
- Beh... per l'iscrizione dovrei avere dei recapiti...- fece Sarah.
- Sta tranquilla, abbiamo pensato a tutto.- fece April - Al preside abbiamo detto che sei una mia lontana cugina, che finora ha ricevuto l'educazione in casa e che hai vissuto in una piccola cittadina canadese, ma che tua madre vuole che tu prenda un diploma e che socializzi.-
- Come vedi non ci sono veri problemi.- fece Casey.
- Beh, allora...- fece Sarah - Non so davvero cosa dire... se non... grazie.-
- E di cosa? E' un tuo diritto.- fece April - A proposito... c'è una piccola formalità da sbrigare... e credo che non possa farlo nessuno se non te.-
- Quale?- fece Sarah - Qualsiasi cosa.-
- Dovresti... sostenere un piccolo esame d'integrazione...- fece April - Capisci, si tratta pur sempre del secondo anno di superiori, vogliono accertarsi che tu ci arrivi preparata.-
- Se è solo questo, non mi spaventa affatto.- fece Sarah.
- Ottimo.- fece April - appena tornati in città ti farò avere il materiale di studio.-
...
...
...
La notizia della svolta nella vita di Sarah fu accolta con grande gioia, e la felicità di sapere che la ragazza avrebbe avuto una possibilità di vita al di fuori dalle fogne ( malgrado avesse deciso di rimanere sempre con loro), mitigò un po' la delusione per la brusca interruzione.
Per Leo almeno.
Raph, gli mollò un calcio sotto il tavolo, malgrado Casey non riuscisse a capire il motivo per cui il rosso lo aveva picchiato.
- Beh, guarda il lato positivo, fratello...- disse Raph quella sera mentre organizzavano il barbecue per la cena - hai già un'altra occasione.-
- E sarebbe?- fece Leo.
- E te lo devo pure dire?- fece Raph - Sarah non ha possibilità di sbagliare quell'esame, non dimenticare... ok, vive con Michelangelo, ma vive anche con Donatello...- il quale si era già offerto di farle da insegnante per quella piccola prova che l'aspettava a New York da lì a tre settimane - e credo che si commenti da solo...
Lei supera l'esame, tu la inviti fuori per festeggiare... possibilmente in un posto deserto... la statua della libertà dovrebbe andar bene... e le dici quel che devi.-
Leo annuì.
Sì, era la soluzione migliore.
Quel pomeriggio gli era quasi preso un infarto... e non tanto per la rabbia della mancata dichiarazione... lo ammetteva. Aveva origliato. E anche lui aveva inteso che Splinter voleva che Sarah lasciasse la loro casa.
A mente lucida, sapeva che era impossibile che Splinter mettesse alla porta una che aveva allevato per anni come una figlia... ma il discorso sembrava puntare proprio lì.
In quel caso aveva già deciso cosa avrebbe fatto.
Sarebbe stato un dolore separarsi da suo padre, dai suoi fratelli, dalle fognature che l'avevano visto prima un bambino felice e poi un giovane uomo con le sue responsabilità ed i tormenti di quell'età... ma avrebbe scelto di seguire Sarah.
Ovunque.

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Capitolo 10
*** L'Ultimo Ninja ***


~Uno scrittore irlandese una volta aveva detto -'' Le cose buone  o sono immorali, o sono illegali, oppure fanno ingrassare''.
Forse avrebbe dovuto dire che sono anche di breve durata, per contratto.
La pace e la quiete lo erano, tanto per fare un esempio.
Era una serata tranquilla in casa Hamato... beh, tranquilla per modo di dire.
Da quando Shredder era mancato, in città si era scatenata una guerra tra bande rivali, ed ognuna di loro era ben determinata ad assumere il controllo della città.
April viveva sotto terra con i mutanti e la loro giovane sorella da quando la sua casa era saltata per aria.
Erano stati loro stessi ad invitarla... dopo tutto, se la sua casa era stata presa d'assalto dai soldati ninja, era un po' anche colpa loro ed il minimo che potevano fare era ospitarla almeno sino a quando non avesse trovato una sistemazione stabile.
Certo era che non era esattamente facile la convivenza con un'altra donna... soprattutto per il fatto che si ritrovano sempre con il bucato appeso per tutto il bagno ed appena si muovevano rischiavano di rimanere impigliati da qualche parte.
Ma forse il vero trauma era sentire Splinter chiedere ad April consigli su come far sparire le doppie punte e mantenere in ordine il suo pelo... e la bella antiquariata prestargli balsamo, shampoo e spazzole per capelli.
- Ah, Leonardo...?- fece Splinter rivolgendosi al figlio che aveva abbandonato il proposito di parlargli di April e della convivenza per dirigersi vero la stanza principale.
- Si sensei?-
- Per favore, cerca di convincere tua sorella ad uscire dal laboratorio, almeno stasera.-
April fece capolino dalla sua stanza - Come, è ancora lì?-
Le tre settimane che separavano la piccola kunoichi dall'esame di ammissione alla scuola stavano quasi per scadere.
Da quando erano tornati dalla campagna, la ragazza si era divisa tra l'allenamento e lo studio.
Ormai era impossibile vederla impegnata in un'altra attività o fuori dal laboratorio di Donatello.
Raph per prenderla un po' in giro aveva iniziato a dire che per vederla bisognava prendere un appuntamento.
- Non capisco...- fece April - Mi ha esposto tutto il programma di studio poco meno di venti minuti fa, ed era perfetto.-
- E così hai scoperto il segreto eh April?- scherzò Leo - quando Sarah si mette in testa che c'è qualcosa che non funziona, che sia un allenamento o una missione ninja diventa paranoica e ansiosa fino all'inverosimile.
E spesso non credeva che si trattasse di paranoia dovuta alla troppa ansia e agitazione, nemmeno se le venivano fornite le prove che si stava sbagliando.
Una forma diversificata di ipocondria, insomma.
- Non la biasimo... non è passato molto da quando studiavo io e l'ansia e una scorta annuale di caffè erano le mie migliori amiche...- fece April - però di questo passo si ammalerà di fissazione.-
- Vado a prenderla io.- fece Leo dirigendosi verso il laboratorio.
Sarah era lì, seduta alla scrivania, circondata da libri e dispense di vario genere. Non si era nemmeno accorta che fosse entrato qualcuno.
Per farle uno scherzetto, entrò con passo felpato e le poggiò le mani sulle spalle.
- CHI VA LA?!?- urlò saltando in piedi e puntando una penna all'intruso.
- Ehy, siamo piuttosto nervosetti o sbaglio?- fece Leo.
Sarah si rilassò nel vedere chi era - Mi hai fatto morir di paura... guai a te se lo rifai.-
- Addirittura...- fece Leo - Dai, ora esci un po' di qui.-
- Non posso, devo ancora ripassare un mucchio di cose... e mi sembra di non sapere nemmeno la metà.-
- April mi ha raccontato un'altra versione...- fece Leo - comunque, ti senti così perchè stai ripassando troppo. Stacca il cervello per qualche ora e vedrai che ti sentirai subito meglio.-
Sarah ci pensò un attimo e poi annuì - D'accordo...-
- Brava... e cerca di rilassarti un po'. Studi da quasi tre settimane e leggi da anni ormai... il tuo cervello è allenato.- fece Leo.
Sarah avvertì il profumo di pop corn nell'aria, e ricordò che era venerdì sera.
La serata cinema.
- A chi tocca stavolta?- chiese Sarah.
- A scegliere il film dici? A Casey.- fece Leo. Aveva la tremarella solo a pensarci...
...
...
...
Incredibile ma vero, Casey aveva dimostrato un ottimo gusto in fatto di cinema. Aveva scelto un film western '' Rio Gato'', che piaceva da matti sia a lui che ad April ( poco ci mancava che raccontassero il film prima ancora che apparisse il titolo sullo schermo).
Raccontava la storia di un giovane pistolero affamato di fama e gloria e che per ottenerla aveva deciso di sfidare a duello quello che era stato un grande pistolero ai suoi tempi d'oro e che adesso aveva deciso di mettere la sua arma e le sue abilità al servizio della città in cui prestava servizio come sceriffo.
Il finale fu che lo sceriffo vinse il duello, uccidendo il giovane, scuotendo la testa forse pensando a come stava andando in malora il mondo visto che c'erano persone pronte ad uccidere e farsi uccidere per un po' di notorietà invece di difendere un grande ideale.
- Accidenti, i pop corn sono spariti.- si lamentò Mik.
- Uhm, ho una vaga idea di dove siano finiti sai Mik?- ironizzò Raph riferendosi al fatto che il fratellino aveva monopolizzato la ciotola.
- Beh avevo un leggero languorino... e ora invece ho proprio fame.- fece l'arancione.
- Che ne direste di un salto in gelateria?- propose Don.
La sua proposta venne accolta immediatamente.
- Salire in superificie è troppo pericoloso di recente.- fece Splinter - La violenza tra le bande è degenerata, ultimamente.-
- Staremo attenti, sensei.- fece Leo.
- Vi farò da scorta, per evitare che vi mettiate nei guai, come vostro solito... oltretutto, mi è venuta voglia di un frappè alla vaniglia.-
...
...
...
Insomma, malgrado tutto si poteva dire che stavano trascorrendo una normalissima serata, fatto di cinema, gelato e considerazioni e riflessioni sul film appena visto... che però era lo specchio di quanto stava per accadere.
Alcune ore prima, sulla terra era arrivato un giovane ninja, dai lunghi e fluenti capelli rossi, raccolti, occhi verde smeraldo che tradivano un'ambizione smisurata... che bruciava dalla voglia di venir assecondata, e con una maschera da diavolo sul viso.
E cercava una persona in particolare.
Per palesare la sua presenza, lanciò un tagliacarte sul gruppo, intento a finire il gelato.
- CHI VA LA?!?-strillò Raph.
Il ninja fece la sua comparsa.
- Chi di voi è Leonardo Hamato?- fece lo strano guerriero.
Leo dopo una breve esitazione, si proferì - Sono io.-
Il ninja dai capelli rossi, sfilò una spada e la puntò verso la tartaruga.
- Ehm... scusa amico...- fece Casey - In America è maleducazione minacciare uno sconosciuto con una spada in mano...-
Sarah avanzò qualche passo verso l'amato, ma lui la fermò con lo sguardo - Che cosa vuoi da me?- fece con le mani alzate.
- Ero venuto in questa dimensione per sconfiggere Oroku Saki, detto Shredder. Ma tu ti sei intromesso, privandomi di quell'onore sconfiggendolo in combattimento.
E ora, per la fama e per la gloria, io devo battere al suo posto.
Ti sfido giovane guerriero. A duello.-
Raph fu subito accanto al fratello maggiore - Eh no, bello. Giù le zampe. Se ti metti contro mio fratello, ti metti contro di me.-
Casey fu subito vicino a loro - Ti metti contro tutti noi.-
- E siamo in tanti.- fece Mik.
- Si, esatto!- gli fece eco Don.
- Fatti pure avanti!- concluse Sarah.
Il ninja misterioso guardò Splinter - Ma le regole, non sono queste... giusto?-
Splinter sospirò - Sì... hai ragione.-
I suoi figli e i loro amici umani erano molto sorpresi del fatto che Splinter conoscesse quel pazzo, ma per ora non fecero domande.
L'uomo tirò fuori uno strano tamburo e lo usò per evocare una strana creatura...  mascherata e trasparente che fluttuava nell'aria, e con in mano una pagaia di guerra.
La agitò e tutti i presenti si ritrovarono rinchiusi in un campo di forza.
- Che significa questa gabbia di vetro?!?- sbraitò Raph.
- Se il guerriero di nome Leonardo rifiuterà la sfida, le vostre vite saranno perdute.- spiegò l'arbitro.
- Ma se accetta e verrà sconfitto...- fece il guerriero misterioso - Sarà lui a perdere la vita.-
- Questo è un ricatto!- fece Sarah fuori di sè.
- Chiamalo come ti pare, basta che prenda una decisione in merito.- fece il guerriero dai capelli rossi.
- Leonardo, scegli in totale libertà.- fece Splinter.
Come se avesse molte alternative.
- Oh, vuoi un incentivo più convincente?- fece il guerriero - Bene... penso di poterti accontentare.- nel dir così attirò Sarah a sè con una corda sparata dallo strano guanto che portava.
- No!- fece Leo terrorizzato - E' una questione tra noi, lasciala andare! Accetto la sfida.-
- E' ragionevole...- fece l'arbitro - Sfida accettata. I duellanti si preparino.-
- Hai ottenuto quello che volevi... puoi lasciarla libera, adesso.- fece Leo chinando la testa.
- Così mi combini qualche scherzo... scordatelo. Lei rimarrà con me, sino alla fine della sfida, così sarò certo che non mi tirerai qualche tiro mancino.- fece il guerriero - anzi, tienilo bene a mente... se tenterai qualche scherzo di cattivo gusto... la farò a pezzi per prima e sotto i tuoi occhi.-
- Guarda che non sono tutti come te!- fece Sarah piena di odio.
- Maestro Splinter... cosa diavolo sta succendendo?- fece Donatello.
- Vi spiegherò tutto dopo, ora non è il momento.- fece Splinter - Faccio domanda per assistere in qualità di osservatore.-
L'arbitro accordò il permesso, per lo sgomento del guerriero dai capelli rossi.
- E va bene vecchio... osserva quanto ti pare.- fece il ninja - tanto il risultato non cambierà.- nel dir così si avvolse nel suo mantello e sparì assieme alla ragazza.
- Avrei dovuto sfidare io quella canaglia.- e non si riferiva a quello strano personaggio.
Si riferiva a Shredder.
Se quella maledetta notte sul tetto, l'avesse sfidato lui con quell'arma letale... si, forse non ne sarebbe uscito vivo, ma almeno adesso Leo non avrebbe dovuto fare da '' surrogato'' del vero destinatario della sfida, e Sarah non sarebbe stata presa in ostaggio.
- Se solo sapessi cosa mi aspetta, sarei un po' più tranquillo.- fece Leo.
- Devi affrontarlo in combattimento. E dovrai essere molto, molto prudente. Sarà un avversario tutt'altro che facile... ma con le arti marziali e il tuo coraggio, non hai niente da temere da lui: puoi sconfiggerlo.-
- Grazie sensei...- fece Leo inchinandosi - Ma non è la mia sicurezza ad inquietarmi al momento...-
Raph gli lanciò uno sguardo -'' Riprenditela, fratello.''
'' Ci proverò.''
Poco dopo il ninja in blu venne risucchiato da una pozzanghera. Raph si buttò subitò sul fratello, tentando di soccorrerlo, ma purtroppo invano.
Leonardo era sparito.
- CHE COSA HAI FATTO A MIO FRATELLO?!?- urlò il focoso cercando di avventarsi sull'arbitro, trattenuto dalla presa di Splinter.
L'arbitro creò uno specchio d'acqua.
Leonardo in quel momento si trovava a Central Park.
- Va tutto bene Raffaello, calmati... è regolare procedura.-
- Che facciamo adesso Maestro?- chiese Mmik con la voce rotta dall'angoscia.
- Nulla. Almeno per ora. Stiamo calmi... e osserviamo.-
...
...
...
Leonardo aveva iniziato a camminare per il parco guardandosi attorno con aria circospetta. Non poteva vedere il suo rivale, ma ne avvertiva la presenza... anche se non riusciva a capire da dove arrivavano quelle vibrazioni.
Ad un certo punto gli sembrò di sentire la voce di Michelangelo che gli urlava di stare attento e di guardarsi le spalle.
Non era mai stato un tipo paranoico ( o almeno credeva di non esserlo) ma per fortuna diede ascolto a quella voce.
Appena in tempo per schivare un colpo.
- Dov'è la ragazza?- fece Leo.
- Lei sta bene.- fece il ninja - La riavrai alla fine della sfida... ammesso che tu sia ancora vivo.-
- Guarda che è una persona, non una cosa!- fece Leo.
 Parlava di Sarah come se fosse un pallone confiscato agli alunni di una scuola e che sarebbe stato restituito loro alla ricreazione -Lei non ti ha fatto niente.
Io non ti ho fatto niente.- a ben vedere, se non fosse stato per quella '' sfida capestro'' non avrebbe avuto motivo per battersi con quel tizio.
- Niente dici?- fece il ninja - Mi hai privato dell'onore di diventare il ninja supremo, sconfiggendo il mio avversario.-
- Solo per questo?- fece Leo - dovresti ringraziarmi per averti salvato la vita... di solito chi andava a stuzzicare Shredder finiva sempre male.-
Il ninja iniziò a bersagliarlo di calci e pugni, parati dalla tartaruga, ma alla fine, con un calcio lo fece andare a sbattere contro un lampione, lasciandolo mezzo tramortito.
Incurante del fatto che il rivale fosse praticamente privo di conoscenza, il ninja straniero si preparò a colpirlo con la catena della kusurigama.
Leonardo si riprese appena in tempo per schivare il colpo.
Il ninja cercò di colpirlo altre volte, ma Leo  usò le sue katana ( imprigionate dalla catena) per tirare il nemico verso di lui e mollargli un calcio nello sterno.
Così forte da farlo sbattere contro un albero.
E con questo si aggiudicò il primo round.
Il suo rivale, forse cercando una sosta, corse via e saltò sul cassone di un camion.
- Eh  no caro!- fece Leo correndogli dietro. Non poteva perdere di vista l'unico che poteva dirgli dov'era Sarah.
Lo raggiunse sul cassone dei veicolo e sguainò le spade, pronto per il secondo round.
I due iniziarono a combattere, ma nessuno dei due riusciva a mettersi in posizione di vantaggio sull'altro.
Poi, per evitare un attacco di Leo, il ninja usò un trucco per sparire... solo per riapparire alle spalle di Leo e dargli un calcio sul guscio.
...
...
...
- Ehy, quello sta barando!- sbottò Casey.
- Ma qui non interviene un giudice?!?- sbraitò Raffaello.
L'arbitro borbottò - Segnalerò le vostre rimostranze.-
- COSA?!?- fece Raph incredulo - Te ne rimani lì a guardare?-
- I reclami verranno presi in considerazione al termine della sfida, non durante.- spiegò Splinter.
- Solo allora?- fece Don preoccupato - Potrebbe non arrivarci!-
...
...
...
Don non aveva torto nel preoccuparsi per il fratello, malgrado ne conoscesse le abilità eccellenti.
Il ninja sfidante sembrava aver preso il sopravvento. Aveva trascinato Leo fino all'estremità del camion e lo stava spingendo di sotto...per fortuna Leo aveva notato un piccolo rampino attaccato alla cintura del suo sfidante e lo usò per lanciarsi dal camion solo per risalirvi e mollargli un calcio in pieno sterno.
La battaglia era arrivata sino in cima al ponte di Brooklyn.
E lì, legata ad uno degli archi...
- SARAH!- la gioia di vederla viva, era offuscata dall'ombra della paura.
Si, era viva... ma aveva polsi e caviglie legate ed una corda legata attorno alle braccia la fissava ad uno degli archi. Furioso si rivolse al suo rivale - Lasciala andare!-
- Pessima idea, Leo, pessima idea!- fece Sarah ironica per non far capire a quell'altro che era spaventata a morte.
Le corde avevano un incantesimo. Era un sacco di tempo che si dibatteva per tentare almeno di allentare le corse che le serravano caviglie e polsi, almeno per non rischiare di bloccare la circolazione sanguigna, ma l'unica cosa che aveva ottenuto era che a furia di sfregare la corda si era fatta male.
Scherzi a parte il '' lasciala andare''- era davvero una pessima scelta di parole. Se il ninja avesse rotto l'incantesimo dei legami, trovandosi su una struttura tondeggiante non sarebbe riuscita a rimettersi in piedi in tempo, o comunque la foga del movimento le sarebbe costato un bel volo nell'East River.
Non per niente quel fiume era considerato '' Il cimitero più affollato della costa orientale dell'America Settentrionale''.
- Senti... possiamo uscirne con la diplomazia. Liberala, per favore.-
Iil ninja sogghignò - E tu saresti l'invincibile guerriero che ha sconfitto Shredder? Un pusillanime reso debole e vulnerabile da una ragazza.-
- Davvero pensi questo?- fece Leo - che avere a cuore la sicurezza di un altro sia una vergogna? Un handicap?- per come la vedeva lui, avere qualcuno da proteggere era quello che gli dava più grinta e voglia di combattere -avere qualcuno nel cuore, da senso alla vita.-
- Ecco perchè i sentimentali come te non verranno mai ricordati per la loro fama e la loro gloria.-
Leo sospirò - Lo sai? Mi fai tanta pena.-
Ecco. Forse questo avrebbe dovuto pensarlo ma non dirlo.
Il suo rivale lo colpì con il guanto artigliato in pieno volto, facendolo quasi svenire.
I suoi fratelli, suo padre ed i suoi amici avevano assistito a tutta la scena.
Splinter, dopo aver sedato un nuovo attacco di rabbia di Raffaello, decise che non ne poteva più di stare lì e chiese che fosse concesso loro il diritto di presenza, in qualità di familiari.
L'arbitro concesse loro tale permesso e vennero portati sul ponte, dove con gioia poterono appurare che Leo si era ripreso ed ora sembrava che la sfida volgesse a suo favore.
Insomma, tutto sembrava sistemarsi al meglio... peccato che Leo, come la sua famiglia, non avesse tenuto conto di un particolare.
Il suo sfidante era uno abituato ad avere ciò che voleva e che non era abituato alla possibilità di perdere.
E pur di vincere era disposto alle peggiori bassezze, a discapito dell'onore che millantava voler avere.
Come estrarre una polvere verde, senza farsi notare e creare una nebbia per far perdere all'avversario la coscienza di dove si trovava... per poi approfittare di tale stordimento per riempirlo di calci, spingendolo sino al ciglio del ponte.
Sarah intuì cosa voleva fare.
- TI PREGO NON FARLO!- supplicò urlando con tutto il fiato che aveva.
Preghiera vana.
Con un ultimo calcio al torace, il ninja in blu venne scaraventato di sotto.
- LEO!- urlarono i suoi fratelli e i suoi amici.
- FIGLIO MIO!- fece Splinter con gli occhi sgranati dal terrore.
Nello stesso momento, anche le corde magiche che trattenevano Sarah si sciolsero e la ragazza iniziò a cadere verso il basso.
Leonardo, per fortuna era riuscito a frenare la sua brusca caduta aggrappandosi ad una delle corde del ponte.
- Dio Mio...- fece il blu vedendo la figura della ragazza cadere.
Per quanto poteva essere pericoloso, tese la mano libera e quando la ragazza gli passò davanti...
- PRESA!- fece Leo circondando il polso destro della giovane con la sua stretta - Sta tranquilla, ti ho presa...-
- Non ci reggerà entrambi...- fece Sarah - Lasciami andare, per favore.-
- Non ci penso nemmeno...- fece Leo - reggiti forte...-
Lo sfidante di Leonardo però aveva ben altri progetti. Correndo giù lungo l'arco destro del ponte, arrivò al punto in cui Leonardo aveva temporeanamente trovato salvezza... e tranciò la corda.
Leo però non aveva mollato la corda, che malgrado si fosse leggermente sfilata dalla costruzione, continuava a resistere.
-Leo... ti prego... - supplicò Sarah.
- Non lasciare la mia mano, d'accordo?- fece Leo sforzandosi di tenere duro. Da una parte lottava per salvare le loro vite, dall'altra lottava per quella di Sarah... ora sapeva come si sentiva l'ultimo trancio di pizza - se lasci la mia mano... ti uccido.-
Il ninja dai capelli rossi, tagliò la corda con la spada,condannando i due a cadere nel fiume.
- DOBBIAMO AIUTARLO, PRESTO!- fece Don scagliandosi contro il campo di forza con il suo bastone.
I due fratelli lo imitarono, ma quel campo di forza era stato creato dalla magia e quindi solo la magia poteva distruggerlo.
La caduta del ninja e della kunoichi intanto continuava, ed ormai mancava poco perchè venissero inghiottiti dall'acqua nera dell'East River... ma essendo ninja, erano stati addestrati anche a nuotare e passare molto tempo in apnea... ma il detto '' più alto è il piedistallo, più rovinosa è la caduta'', era più valido che mai.
Si poteva dire che stavano cadendo da ottantaquattro metri... sarebbe bastato il solo impatto con l'acqua ad ucciderli.
- Aggrappati forte a me, ho un'idea!- fece Leo. La ragazza gli mise le braccia al collo, ed il ninja conficco il tekko kagi ( guanto artigliato) sottratto al rivale poco prima che questi lo facesse cadere di sotto e lo conficcò nella trave che costituiva la base del ponte.
Questo rallentò la caduta, fino ad arrestarla del tutto... quando erano a pochi metri dal cadere in acqua.
- Tutto a posto?- s'informò Leo.
- Sì... solo grazie a te.- fece la ragazza - ma quello è un pazzo furioso...-
- Concordo con te.-fece Leo - Adesso tieniti forte, dobbiamo tornare subito lassù.- fece Leo iniziando  a risalire.
Appena arrivarono sull'arco, Leo si fermò un attimo, per riprendere fiato ed assicurarsi che la ragazza stesse bene.
- Come ti senti, ti fa male da qualche parte?-
- No... amor proprio a parte...- fece Sarah - Legata come un baccalà e presa alla sprovvista come una pivella qualsiasi....-
- Meglio questo che essere morti..- rise il ninja. Fu questa consapevolezza a farlo arrabbiare di più. Aveva accettato la sfida perchè il suo avversario gli aveva fatto implicitamente fatto capire -'' Se perdi muori, ma la tua famiglia sarà salva''.... e invece, certo che l'aveva ormai sconfitto aveva condannato a morte anche Sarah.
La sua Sarah.
Questo si che non poteva in alcun modo lasciarglielo passare in alcun modo.
- Quant'è vero Iddio... lo punirò.- fece Leo.
Sarah gli strinse il polso libero dal guanto - Sìì prudente, ti prego...-
Leo le carezzò una guancia, per poi attirarla a sè e baciarla. Non era come il bacio che si erano scambiati la prima sera che avevano incontrato Shredder, quando avevano trovato rifugio in una macchina parcheggiata poco distante e si erano baciati, nel tentativo di farsi passare per una coppietta che si era appartata...
Quello era un bacio vero. Quello che aveva sempre voluto darle ma che non aveva mai avuto il coraggio... ci affogò gli ultimi anni di amore impossibile e creduto non corrisposto.
La cosa che più lo sorprese era che la giovane non lo aveva allontanato nè respinto o guardato con disgusto, anzi... rispondeva al bacio come se non avesse aspettato altro per tutta la vita.
Separarsi ed interrompere quel momento fu quasi un dolore fisico.
- Torni vivo vero?- chiese Sarah rossa in viso e con gli occhi che brillavano.
- E chi ti molla più...- sorrise Leo dandole un altro bacio sulle labbra. Si alzò e la aiutò a camminare in equilibrio.
Nel frattempo, in cima al ponte, il ninja dai capelli rossi era talmente convinto di aver ucciso il suo rivale e di essere dunque il vincitore della sfida, che si era messo a gongolare come se non ci fosse un domani.
- E' finita. Ho vinto io!- gongolava l'uomo - Sono l'ultimo guerriero rimasto su questo pianeta. Con questa vittoria la mia fama e la mia gloria saranno eterne. Presto tutti sapranno il mio nome. Sono io. L'Ultimo Ninja!-
I prigionieri di quel campo di forza intanto erano devastati dalla rabbia e dal dolore... quella vicenda che stavano vivendo era terribilmente simile al film che avevano visto poco meno di un'ora prima... e a quanto pare era vero quel che diceva Splinter che nei film e nelle opere di fantasia, il bene vinceva perchè essendo un prodotto di fantasia era necessario quasi sempre un lieto fine.
La realtà invece era diversa... ed ingiusta. Era quel posto in cui una persona buona e generosa periva, ed un pallone gonfiato affamato di gloria vinceva.
Raph però non avrebbe lasciato quell'ingiustizia impunita.
- Hai capito male bello... fammi uscire di qui e te la do io la fama e la gloria eterna.- fece il rosso morendo dalla voglia di trasformare l'assassino di suo fratello e di sua sorella in uno spiedino.
Una voce felicemente familiare lo calmò.
- Raph, sta calmo ancora un po'...- fece Leo - Non ho ancora finito con lui.-
L'Ultimo Ninja era sbalordito. Una caduta simile avrebbe ucciso chiunque.
- Ciao amico, ti ricordi di me?- fece Sarah mettendo le mani sui fianchi guardandolo con sufficienza.
- No, non è possibile...- fece l'uomo.
- Si che lo è. Credici. Sistemiamo questa faccenda tra noi. Ora.- nel dir così si rivolse a Sarah - Sta indietro... lo sistemo, e poi via. Ce ne torniamo a casa.-
L'Ultimo ninja però aveva ben altri programmi.
Iniziò a lanciare addosso al rivale una pioggia di shuriken. Leo non si fece intimidire li bloccò tutti con il tekko kugi.
Subito dopo, si avventò su sul suo sfidante come una furia, disarmandolo. Poi gettò via il tekko kugi e iniziò a bersagliarlo di pugni.
E la mossa finale fu imprigionargli la testa incrociando le spade del suo nemico sopra il suo collo.
- Adesso è finita.- fece Leo - E ha perso. Ti lascio la tua vita.-
- No.. non è possibile... io non posso perdere... non... non è ammesso.- fece il ninja sbigottito di essere stato battuto da un... ragazzino.
- Spiacente, ma i fatti sono questi. Accettalo.- fece Leo - ma... ti sei battuto molto bene. Complimenti.-
L'Ultimo Ninja sospirò - Anch'io riconosco il tuo valore, guerriero... cedo. Mi arrendo.-
Leonardo gli tolse le spade, permettendogli di alzarsi senza farsi male, mentre l'arbitro lo dichiarava vincitore.
Sarah corse subito tra le braccia del suo amato, trattenendosi dal baciarlo davanti a tutti.
L'arbitro annulò il campo di forza.
April, Casey, Splinter e le tre tartarughe potevano finalmente riabbracciare Leo e Sarah.
Splinter abbracciò il primogenito - Sono orgoglioso di te.- per poi abbracciare anche la figlia - che gioia riavervi entrambi...-
Purtroppo non era ancora finita.
L'Ultimo Ninja era incapace di vincere quanto lo era di perdere. Tirò fuori altra polvere verde, vi operò sopra un incantesimo... e ne uscì un gigantesco drago mistico, pronto a scagliarsi sul gruppo.
Salvo dividersi a metà, prima che potesse fare danni.
La nebbia si diradò, ed apparve un gigantesco guerriero con una tunica rossa, una maschera d'oro sul viso e lunghi capelli bianchi ed una spada in mano.
L'Ultimo Ninja nel vederlo si prostrò ai suoi piedi, con aria timorosa.
L'arbitro chinò la testa - Vostra Maestà...-
Il guerriero anziano pareva molto irritato con il ninja dai capelli rossi.
- Fai ricorso alle arti oscure ora che sei sconfitto... vergognati!- tuonò - Disonori te stesso, me tuo padre e tutti i tuoi antenati con la tua mancanza di onestà.
Non ti sei distinto in questo combattimento... eppure hai la sfrontatezza di voler raggiungere fama e gloria con mezzi sleali.-
'' Accidenti che ramanzina....''- pensò Sarah. E quello era solo lo sfogo del momento... non voleva nemmeno immaginare come lo avrebbe trattato una volta trascinato a casa.
- Splinter- San...- fece il guerriero con un tono più dolce - Hai addestrato molto bene i tuoi allievi. Mi inchino a te.- fece il guerriero chinando la testa in segno di rispetto.
Poi si rivolse a Leonardo - Ti sei difeso bene guerriero. E hai vinto con onore.-
Leo gli sorrise, e il guerriero usò i suoi poteri per evocare le spade di Leonardo rimaste sul cassone del camion e restituirgliele.
Poi si rivolse a  Sarah - In nome di tutti i miei antenati e dei Daymio che mi hanno preceduto, ti chiedo umilmente perdono. Il pericolo a cui ti ha esposto mio figlio è imperdonabile.- poi si rivolse al gruppo - Molti secoli fa, giungemmo in questa dimensione. Gli abitanti della Terra ci accolsero come demoni. Dei Tengu.
Riuscimmo però, ad insegnare ad alcuni uomini degni, i primi rudimenti dell'arte del ninjitsu. Avete onorato quella tradizione meglio di quanto abbia fatto mio figlio.-
Poco dopo, i tre sparirono in una gigantesca pozzanghera.
Il gruppo di ninja ed i loro amici, iniziarono una lunga passeggiata lungo il ponte per tornare a casa.
Raffaello però era troppo curioso di sapere chi erano quei tizi e cosa c'era sotto.
Splinter rispose - Pazienza figliolo... quando verrà il momento, tutto sarà chiarito.-
...
...
...
Appena arrivati al rifugio, Don medicò i segni e le sbucciature sui polsi della sorella.
- Per fortuna non hai niente... solo ferite superficiali.- fece lo scienziato - A posto, principessa. Qualche giorno e non si vedrà più nulla. L'oroglio ci metterà un po' di più a guarire.-
- Grazie Don.- fece Sarah alzandosi dalla poltrona su cui il fratello l'aveva fatta accomodare.
C'era solo una cosa che detestava più che essere svalutata perchè era una donna... era essere considerata ed essere trattata come una donzella in pericolo.
Stranamente però... stavolta non era scocciata di questo.
Leo andò a trovarla poco dopo.
- Ehy...- fece il ninja con un'espressione imbarazzata - volevo... volevo sapere come stavi...-
- Considerato che stavo per fare la stessa fine di Robert E. Odlum, e stavamo quasi per essere smangiucchiati da un drago...- fece Sarah - direi bene.-
- Già... ehm, senti... io credo che dovremo parlare di quel che è successo sul ponte.- fece Leo - Non sapevo come dirtelo... era questo che volevo dirti nel negozio di April prima di svenire... e avrei voluto dirtelo già molto tempo prima... ma ho sempre esitato perchè non sapevo come l'avresti presa.... sei la persona più importante della mia vita. E non come sorella o amica... io tengo a te più che alla mia stessa vita.-
- Allora mi sa che siamo tutti e due dei paranoici...- fece Sarah - anch'io ti voglio bene... tantissimo. Ma non ti ho mai detto nulla perchè avevo troppa paura della tua risposta. Eri sempre così serioso, così concentrato su quello che succede intorno a noi... mi sembrava un amore impossibile.-
Ed ora scoprivano che per un sacco di tempo si erano fatti entrambi mille paranoie, quando potevano essere felici assieme.
- Se c'è una cosa che ho imparato...- fece Leo - è che non è mai troppo tardi. Ricominciamo tutto da zero.-
Sarah si rifugiò tra le braccia di Leo.
- Dovremo dirlo agli altri prima o poi...- fece Sarah strabuzzando gli occhi pensando alla loro reazione - Oddio, a papà verrà un infarto... e non oso pensare a Raph, Don e Mik.-
- Splinter già lo sa.- fece Leo - e ci ha pure dato la sua benedizione. Raffaello invece... diciamo che è da un pezzo che s'mprovvisa Cupido.- quindi, non restava che informare Don e Mik... ma se l'avevano presa bene, anzi benissimo, Splinter e Raffaello che erano quelli che li preoccupavano di più... non vedeva che problemi potevano esserci a dirlo anche agli altri due.


Onestamente? Non vedevo l'ora di scrivere questo capitolo.
'' L'Ultimo Ninja'' è sempre stato uno dei miei episodi preferiti. Quando c'è il suo personaggio inoltre, all'erta... succedono sempre cose importanti per questa love-story.

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Capitolo 11
*** Un po' di amore per Nano ***


~- Insomma Sarah, la smetti di camminare avanti e indietro come un'anima in pena?!?- sbottò Mik - mi stai facendo venire il mal di testa!-
- Non puoi dare la colpa a lei, Mik - fece Raph - Hai il mal di testa perchè hai un cervello troppo piccolo per contenere le sciocchezze che dici.
Comunque Mik ha ragione... Sarah, mettiti a sedere, almeno per cinque minuti, o finirai per fare un solco nel pavimento.-
La ninja pareva non aver sentito. Era già trascorsi due giorni. Quarantotto ore. Ovvero 172800 secondi, da quando aveva sostenuto l'esame di integrazione al secondo superiore della scuola in cui April e Casey erano riusciti ad iscriverla. E se era tornata alla base, convinta di aver fatto un buon esame, mano a mano che passava il tempo senza notizie... nella sua testa si formavano le immagini della busta che aspettava con trepidazione sulla quale campeggiava una F gigante.
- Non ce la faccio...- fece Sarah - sono agitata, e quando sono agitata devo muovermi o mi sembra di impazzire.-
- E questo tuo passeggiare sta facendo diventare matto me.- ribadì Mik. Non riusciva a capire come si potesse essere una valente kunoichi, l'unica in grado di tradurre il linguaggio di Donatello a quello di loro poveri comuni mortali e non aver timore di farla sotto il naso di rinoceronti giganti armati di armi laser... ed andare in pappa per così poco, simultaneamente.
Sperava che Casey arrivasse in giornata e con l'agognata busta... e con la risposta che tutti loro aspettavano.
Quando sarebbe arrivata, l'ansia sarebbe sparita in ogni caso... ma avrebbe lasciato spazio o alla gioia più incontenibile o alla disperazione più totale.
E si auguravano tutti che fosse la prima. Sarah teneva troppo all'opportunità che la vita le aveva regalato, così dall'oggi al domani e loro tenevano troppo al vederla felice.
...
...
...
Questo clima di agitazione così potente da poterla tagliare con un coltello durò fino all'ora di pranzo, quando FINALMENTE Casey arrivò con la tanto agognata busta.
Sarah s'irrigidì completamente.
- Ma respira secondo voi?- fece Raph.
- E che ne so... sorellina?- fece Mik  - Sbatti le ciglia almeno... su, non farci preoccupare...-
- Tesoro?- fece April - è tutto a posto?-
- Sì...- borbottò Sarah - apritela voi per favore... io non ce la faccio.- disse con occhi vacui e persi nel vuoto.
Mik sbuffò pensando -'' Le donne.... un minuto prima ucciderebbero per sapere qualcosa, quando ne hanno l'occasione si tirano indietro... ma perchè sono così strane?''- comunque prese la busta e la aprì.
La lesse e poi disse con sguardo affranto - Sarah, Sarah... che si deve fare con te?-
Sarah divenne ancora più pallida di quanto non fosse - Oddio lo sapevo... sono bocciata, vero?-
Raph mollò uno scapellotto a Mik - Non sei spiritoso.-
- Va bene, va bene era solo uno scherzo... congratulazioni vivissime. Hai totalizzato un bell'ottanta su cento.-
- Davvero?!?- fece Sarah che quasi non ci voleva credere.
Leo le diede una pacca sulla spalla- Hai capito la nanetta...-
- La nanetta intanto è più alta di te!- rimarcò lei sorridendo.
- Si, con i tacchi.- la prese in giro Leo - comunque davvero... congratulazioni.-
...
...
...
La stessa sera, la famiglia Hamato decise di organizzare un '' Pizza Party'' per festeggiare il grande avvenimento.
Ad un certo punto della serata, Leo prese da parte Sarah, lontano dagli occhi di tutti.
- Secondo te quante ore erano che non ti tenevo tra le braccia?- fece il leader cingendole la vita e dandole un bacio sulla guancia - Sono orgoglioso di te.-
- Grazie...- fece Sarah ricambiando il bacio.
- Sono felice per te... però sono anche un po' preoccupato...- fece Leo lasciando la presa.
- Non ne hai motivo.- fece Sarah - Do la caccia ai serail killer per lavoro, e pesto i teppisti per hobby, il liceo non può essere così terribile.-
Leo rise - Non mi riferivo a questo... incontrerai altre persone, ti farai nuovi amici... e di certo qualcuno ti farà il filo...-
- E con questo?- fece Sarah con candore - Io ho già il ragazzo.-
- Ah davvero?- fece Leo - Lo conosco?-
- Scemo che sei...- fece Sarah abbracciandolo.
- Comunque...- fece Leo dopo un po' - Sai cosa penso? Che prima che cominci questa nuova parte della tua vita... potremmo andare insieme da qualche parte.-
- Mi stai chiedendo di uscire?- fece la ragazza.
- Se sei d'accordo.-
Insomma, sembravano non esserci dei veri ostacoli per la loro felicità almeno in quel momento... ma qualcuno stava progettando un modo per rendere quel loro primo appuntamento davvero indimenticabile, anche se non aveva intenzione di nuocere loro.
...
...
...
L'indomani sera, verso le dieci, quando ormai gli allenamenti erano finiti da circa venti minuti, Leo raggiunse Raffaello in officina.
- Raph...?- chiamò il blu - avrei bisogno di un piccolo favore...-
Il rosso si pulì le mani con una pezza e gli rispose subito - Se ti serve aiuto per stracciare Mik non hai che da chiedere.-
- No, a dire il vero volevo sapere se ti serviva la moto stasera...- fece il leader.
- No...- fece Raph - Vai da qualche parte?- indagò il rosso.
- Ho un appuntamento con Sarah.-
Raph allargò le braccia con un'espressione gioiosa - Finalmente, era ora. E già che ci sei, dille tu hai capito cosa.-
- Non serve... gliel'ho già detto.- fece Leo.
Raph sgranò gli occhi per la sopresa - Come? Quando, dove...-
- Calma...- fece il leader - Quasi una settimana fa... quando quel simpaticone ha cercato di farci affogare tutti e due nell'East River... quando siamo risaliti... ci siamo baciati.-
Certo, non era così che avrebbe voluto dirglielo, anzi... se lo immaginava più romantico... ma la verità era che non era affatto sicuro che ci sarebbe stato un dopo, in quella storia. Certo, come gli aveva detto Splinter, era forte, era coraggioso, e poteva vincere... ma quel tipo era pronto a tutto pur di vincere quella sfida capestro a cui l'aveva costretto. O a vendicarsi su di lui per la vittoria non ottenuta... e non voleva andarsene senza far sapere alla persona più importante che solo lei aveva la chiave del suo cuore.
Ci era già passato quando Shredder l'aveva quasi ucciso...  voleva dirle quel che provava, ma era troppo debole anche solo per pensare.... non voleva commettere di nuovo quell'errore
Raph gli lanciò le chiavi - Mi raccomando...- fece il rosso minaccioso - Se la riporti con un graffio, tieni presente che so dove dormi.-
- Tranquillo, non succederà nulla alla tua moto.- fece il blu.
- Io mi riferivo a Sarah.- fece Raph - che chiariamoci subito. Adesso sarà pure la tua ragazza, ma è pur sempre la mia sorellina. E se le spezzi il cuore... io ti spezzo le gambe.-
Leo sorrise, dandogli una pacca sulla spalla.
- Tranquillo. La terrò come un gioiello.-
Poco più tardi, Sarah uscì dalla sua stanza, abbigliata con un abito bianco con sopra dei cagnolini neri, ballerine argentate ed una giacca rossa. I capelli tenuti in ordine in una treccia.
- Papà, ragazzi, io esco.- fece Sarah premendo il pulsante dell'ascensore.
- Per andare dove?- fece Michelangelo che non ricordava di aver visto mai la sorella così elegante - e soprattutto...lo sai vero che il sindaco ha raccomandato di tenersi alla larga dalla maggior parte delle strade della città?-
''Ma non ha detto nulla riguardo ai tetti''- pensò con un sorriso - Tranquillo fratello... faccio solo un giro e torno prima che quegli esaltati si mettano a far baraonda.-
- Sì...- fece Mik sarcastico - Vestita come se dovessi andare ad una sfilata?-
- Beh... Shredder non c'è più, come ninja al momento sono disoccupata, tanto vale approfittarne per comportarmi da ragazza... sino all'arrivo del prossimo psicopatico.- fece la giovane entrando nell'ascensore.
- E' solo una mia impressione...- fece Mik - ma ho come la sensazione che ci stia nascondendo qualcosa.-
April sorrise - Suvvia, è evidente...-
- Che cosa?- fece Mik.
- Andiamo su... in ghingheri, il giorno che viene ammessa a frequentare la scuola... è lampante che intende festeggiare l'avvenimento con qualcuno che le piace molto.- fece April.
Mik storse il naso, poco convinto - Non lo so April... insomma, Sarah è l'unica ragazza che non riesco ad immaginare come una fidanzatina... e poi manca il fidanzato. Quanti ragazzi credi che girino delle fogne?-
- Appunto Mik...- fece April - Fai la conta dei presenti...-
Mik si guardò attorno, per poi tentare di dire qualcosa ma si bloccò, sgranando gli occhi.
'' Conta presenti? Innamorata... oh cielo...''- pensò l'arancione.
Non ci poteva credere...
...
...
...
Nel frattempo, Sarah e Leonardo, avevano fatto un lungo giro in motocicletta, in direzione del ponte di Brooklyn, luogo in cui si erano dati il loro primo vero bacio... ma qualcosa attirò la loro attenzione.
- Ma che è successo...?- fece Leo fermandosi in prossimità di quello che sembrava un laboratorio sfilandosi il casco. O almeno quello che rimaneva. La parte che dava sulla strada era completamente distrutta, e da quello che poteva vedere l'interno era ridotto da buttar via.
- Allora le bande rivali non scherzano con questa guerra civile...- fece Sarah togliendosi il casco viola.
- Andiamo, controlliamo che non ci siano feriti...- fece Leo entrando nel laboratorio seguito a ruota da Sarah. Il posto era pieno di detriti, lamiere e apparecchiature scientifiche ridotte in poltiglia.... e molti pezzi erano stati usati per costruire quella che sembrava una villetta, con tanto di staccionata e cassetta della posta.
Sulla quale c'era scritto solo ''famiglia''.
- Leo...- Sarah si chinò per raccogliere un tesserino identificativo. La foto raffigurava una donna sui quaranta, capelli neri con una meches bianca, tagliati a caschetto -'' Dottoressa Marion Richards''... scienziata e docente di nanotecnologia all'università di New York.-
- Uhm... una macchina dalla forza inaudita... una scienziata esperta in nanotecnologia... tutto questo l'ho già visto.- riflettè Leo. Aveva come il sospetto che a quel giro le bande in guerra fossero del tutto estranee a quella faccenda.
- Scusa, ma il robot che abbiamo messo K.O qualche tempo fa, non era costituito proprio da nanobot?- ricordò Sarah. Era successo tutto molto tempo prima che la loro vita venisse nuovamente stravolta... in città c'erano stati molti furti, ed anche il negozio di April aveva finito per entrare nelle mire dei ladri, così si erano fermati a dormire da lei per fare la guardia... ed avevano scoperto che il responsabile era un robot composto da tanti piccoli nanobot, che però aveva la mentalità di una bambino di tre anni, completamente dipendente dall'umano che aveva incontrato, al punto di considerarlo il suo papà.
Peccato che questi fosse un ladro che usava quella creatura innocente per arricchirsi.
- Si... forse qualche  nanobot è sopravvissuto ed è riuscito a ricostruirsi da solo... ma non capisco a cosa gli serva la dottoressa Richards.- fece Sarah - e che senso abbia quella casetta...-
- Ad ogni modo io inizio a temere per la sua incolumità.- fece Leo - andiamo a cercarlo e assicuriamoci che non faccia male a nessuno.- fece Leo. Trovarlo non sarebbe stato difficile. Sarebbe bastato seguire le impronte che aveva lasciato.
...
...
...
Nel frattempo, anche in casa dei due novelli fidanzati c'era parecchio '' sconvolgimento dei programmi''. Il fatto che Leonardo e Sarah nutrissero un reciproco sentimento che andava oltre una bella amicizia ed un legame tra fratello e sorella, aveva completamente scioccato Michelangelo - Roba da matti... il vecchio riesce ad avere un appuntamento, e io no!- ma poi si era dichiarato felice per loro - chissà che lei non riesca a farlo sciogliere un po'.-
Donatello aveva sorriso immediatamente, pensando che entrambi avessero avuto la loro parte di pene, e che fosse arrivato quindi il momento delle cose belle: Sarah, malgrado non lo avesse fatto capire, aveva molto sofferto per il trauma subito da bambina e Leo... fin da piccolo, Splinter aveva manifestato una predilezione particolare per lui, ma era anche quello tra i quattro che era stato tartassato di più da Splinter e le responsabilità da '' Eroe che salva la giornata'', cosa che lo portava a sentirsi in colpa per il mondo intero... gli avrebbe fatto solo un gran bene avere al suo fianco qualcuno che sceglieva di portare con sè un fardello così pesante.
Poco dopo, decisero di guardare un film alla tv quando la trasmissione venne interrotta per un'edizione straordinaria del tg della sera. Harry '' Il rozzo'' Parker, trasferito in giornata a Riker's Island era evaso. Anzi, prelevato da una strana macchina che aveva preso vita.
Ed anche loro ebbero una sorta di dejà vù.
Don sospirò ripensando a quel robot che credevano di aver distrutto. Sembrava così innocente, così indifeso...
- Ceeeertooo.- fece Mik sarcastico - così dolce ed indifeso che per poco non ci trasformava in una schiacciatina alla tartaruga.-
- Sì, ma non è stata colpa sua... quel delinquente gli stava insegnando a rubare. Che sarebbe successo se Splinter fosse stato cattivo? A quest'ora potevamo essere delinquenti anche noi.-
- So già che me ne pentirò di avertelo chiesto... quindi cosa proponi?- fece Raph.
- Di dargli una seconda possibilità. Mostrargli un'altra via, una possibilità che gli è sempre stata negata... come Splinter ha fatto con noi.-
- Da dove cominciamo le ricerche?- fece Mik.
- Dalla fonte, mi pare ovvio.- fece Don aprendo il suo portatile - Ho registrato tutti i nostri contatti sulla nanotecnologia fin dal primo momento... un po' di più...- fece Don zoomando su uno dei nanobot.
Tanto da riuscire a vedere un numero di serie inciso sul piccolo robot.
- Evvai. Mi adoro quando ho ragione.- fece Don -ora che abbiamo il numero di registrazione dovremo arrivare a chi l'ha costruito. Ci basterà smanettare un po' su internet.-
- Io chiamo i due piccioncini...- fece Mik prendendo il tarta-cellulare.
Raph lo bloccò.
- No, meglio di no...- fece il rosso - Lascia che se la godano, almeno per stasera?-
- Sicuro? Un aiuto in più ci farebbe solo comodo...- obiettò Mik.
- Non dovrebbe essere nulla di così pericoloso.- fece Raph. La verità era che non se la sentiva proprio di rovinare la loro prima uscita insieme con la solita manfrina '' Leonardo, la città di New York ha bisogno di te, molla tutto quello che stai facendo e fai quello per cui sei stato addestrato''.
Con la vita che avevano iniziato a condurre, ormai potevano dirsi rari i momenti in cui potevano godersi la loro adolescenza... motivo in più per godersi quelli a portata di mano il più possibile.
...
...
...
Nel frattempo, Leonardo e Sarah ( con il loro pedinamento) erano arrivati sino a Coney Island. Lo spettacolo che si presentò davanti a loro fu terrificante. I cancelli del Luna Park  erano completamente distrutti ed il robot sembrava in preda ad una collera disperata... una disperazione così profonda da spingerlo a fare a pezzi tutto quello che gli capitava davanti.
- Ma che gli prende...?- fece Leo alquanto scioccato.
In quel momento, nel luna park arrivò proprio il tarta-corazzato.
Raph si affacciò al finestrino guardando Leo senza sapere se ridere o piangere - Fammi capire Leo... è questa la tua idea di appuntamento galante?-
Leo gli rispose per le rime - Il programma della serata era un po' diverso sai?-
- Quell'affare è tornato e sta facendo tutto a pezzi.- fece Sarah.
I loro fratelli li raggiunsero subito.
La creatura continuava a rompere tutto, senza tregua.
- Ma si può sapere che accidenti è preso a quel marmocchio?- fece Mik.
- Aspettate...- fece Sarah mettendo in funzione il comunicatore che Alisa le aveva regalato. Stando a quello che l'amica le aveva spiegato poteva usarlo per comunicare con lei sulle lunghe distanze, ma che poteva usare anche per leggere i pensieri se orientato sulla giusta frequenza - vedo se posso.... ecco ci sono.
Quel robot vuole disperatamente una famiglia. Per questo ha rapito la scienziata che lo ha creato e Parker... vuole vivere per sempre con loro, che gli facciano da genitori, che siano felici e che lo amino... ma Parker lo ha solo usato e lei vuole andarsene... per questo è così arrabbiato.-
Don sospirò - Povero piccolo...-
- Quindi che si fa?- fece Raph.
- Dobbiamo cercare di comunicare con lui.- fece lo scienziato.
- E che gli dici, tanto per sapere?!?- sbottò il rosso.
Leo andò avanti verso il robot con le braccia alzate, in segno di pace.
- Ehi? Robottino? Noi non vogliamo farti del male... non vogliamo combattere...- fece il leader delle tartarughe.
Mai scelta di parole fu più errata.
Il robot infatti, ripescò dalla sua memoria il file video in cui le tartarughe avevano attaccato lui ed il suo '' papà'', con conseguente tuffo nell'inceneritore.
Motivo per cui, nel rivederle si arrabbiò. Usò vari pezzi delle attrazioni per aumentare la sua potenza ed avanzò minaccioso sui mutanti e sull'umana.
- Don...- fece Leo - dobbiamo metterlo fuori gioco, e subito.-
- Non sarà facile... è composto da milioni di nanobot. Bisogna disattivarli tutti.- fece Donatello.
- Ci sarà pure il modo per spegnerlo, no?!?- sbottò Mik.
- Forse si...- fece Don - con un forte impulso elettromagnetico. Ragazzi, voi attiratelo verso le montagne russe al mio segnale. Sarah, tu vieni con me.- fece Don dando segno alla sorella di seguirlo.
Mentre i loro fratelli tenevano occupato il robot, Don spiegò a Sarah il piano.
- Ho bisogno che interfacci il mio portatile con il sistema operativo delle montagne russe.- fece Don accedendo il pc e porgendo a Sarah dei cavi - mi collego ai binari per l'elettricità.-
- Credo di capire...- fece Sarah collegando i cavi alla centralina di comando - vuoi magnetizzare i binari, invertendo la polarità da positiva a negativa e in alternanza.-
- Si, esatto.- fece Don smanettando un po' con il pc - così il flusso polare inter-mittente dovrebbe creare un campo elettromagnetico per spegnere tutti i nanobot in un colpo solo.-
- E credi che funzionerà?- fece Sarah.
- Tutti i piani e le teorie sono valide finchè non li metti in pratica.- fece Don. Il campo polare si accese e Don diede  ai fratelli il segnale.
- Ricevuto, fratello!- Mik attirò l'attenzione del robot verso di lui, per poi saltare sullo skatebord volante che Don aveva costruito usando l'avanzatissima tecnologia Utrom e dirigersi verso le montagne russe.
Il robot si diresse verso le montagne russe. I campi magnetici lo avvolsero, e un campo magnetico percorse le rotaie delle montagne russe scontrandosi con il corpo dell'enorme titano in ferro, mandandolo in corto e facendolo collassare.
Quando il fumo si diradò, dalle macerie ( in perfetta salute) uscirono sia il ladro che la scienziata.
Le tartarughe e la loro sorella guardarono il '' bambino'' spegnersi, stavolta per sempre e non poterono non provare un senso di tristezza e compassione per quell'invenzione così avanzata ma con il cuore e la testa di un bambino piccolo che fino all'ultimo secondo della sua breve esistenza aveva supplicato un po' d'amore ed una famiglia. Un solo desiderio, che però gli era stato brutalmente negato.
...
...
..
Poco dopo arrivò la polizia, che prese di nuovo in consegna il ladro, malgrado questi cercasse di spiegare agli agenti che non era fuggito di prigione, ma che era stato vittima di un rapimento, malgrado le autorità non fossero così propense a dargli fiducia.
- Insomma...- fece Raph - con tutti i posti di New York, per il vostro primo appuntamento, dovevate venire proprio a Coney Island dove c'era un robot impazzito a seminare il terrore?-
- Pensavo che non ci fosse nessuno dopo la chiusura.- fece Leo.
- Comunque ne è valsa la pena...- fece Sarah mostrando ai fratelli uno scrigno pieno di gioielli - per lo meno, abbiamo trovato la refurtiva che la polizia cerca da mesi. Credo sia un segno del destino.-
- In che senso?- fece Mik.
- Che proprio stasera in corso degli eventi ci abbia portato qui... non so voi, ma io so esattamente cosa fare con questi gioielli.-
- Scappiamo verso il confine?- fece Mik. Quando tutti lo guardarono scettici fece - Era solo uno scherzo.-
...
...
...
L'idea era semplice ed efficace. Avrebbero consegnato i gioielli ad April, in modo che fosse lei a consegnarli alla polizia ed intascare così la lauta ricompensa offerta per chiunque avesse informazioni o che ritrovasse i gioielli rubati da Harry Parker.
In questo modo avrebbe potuto ricostruire la sua casa e riprendersi finalmente il proprio spazio.
Certo, non poteva dire di annoiarsi con le tartarughe, il loro maestro e Sarah... ma quella movimentata convivenza la faceva essere nostalgica della sua vita da single felice.
- Grazie di tutto ragazzi.- fece April.
- Però...- fece Don tristemente - se tu ricostruirai casa tua, non ci rivedremo più tanto spesso...-
April diede un bacio sulla guancia dell'amico - Ci rivedremo spessissimo invece. Ormai siamo una famiglia.-

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Capitolo 12
*** Che coccodrillo!!! ***


~Una settimana dopo gli eventi del Luna Park, alle sei e mezza precise, Sarah era in piedi di fronte allo specchio che era riuscita a recuperare per la sua stanza, sistemando i capelli in una trecca e dando un' ultima occhiata alla visione d'insieme: ciondolo della mamma, un maglioncino azzurro con ricamata sopra la bandiera degli USA su una delle spalline, jeans chiari  e scarpe bianche da ginnastica. E ovviamente, lo zainetto color navy blue che April le aveva regalato, assieme ai quaderni e i libri di scuola. La ricompensa ricevuta per aver collaborato con la polizia per il recupero dei gioielli rubati aveva fruttato più soldi di quanti ne fossero sufficienti per ricostruire la casa ed il negozio di famiglia, ed aveva deciso di utilizzarne una parte anche per fare qualche miglioria nella sua attività, e qualcosa che saebbe servito alla sua giovane amica in quell'avventura in cui stava per lanciarsi.
Era il suo primo giorno di scuola, ed era emozionatissima.
Uscì dalla stanza, e cercando di non svegliare nessuno scivolò verso la cucina per scaldare il caffè che aveva preparato la sera prima...
- Buongiorno!- il saluto mattiniero di tutta la famiglia la fece quasi sobbalzare.
- Come mai siete tutti svegli a quest'ora?- fece Sarah.
- Non avrai mica pensato che volevamo perderci il tuo primo giorno di scuola vero?- fece Don tirando fuori la macchina fotografica - Un sorriso per la stampa, prego.-
Sarah rise di cuore mentre il fratello scattava.
- E comunque... è abbastanza difficile dormire quando il tuo compagno di stanza russa come un incrocio tra una motosega impazzita ed una famiglia di orsi raffreddati!- fece Mik all'indirizzo di Raffaello - comunque ne ho approfittato per prepararti il pranzo.- fece Mik porgendole un sacchetto - Dice Casey che il cibo della mensa scolastica è presumibilmente tossico.-
- Grazie...- fece la ragazza abbracciando il fratello più giovane.
- E mi raccomando...- fece Raph - Fai la brava, a meno che qualcuno non voglia litigare... in tal caso, prendili a calci nel sedere.-
- Ehm... credo che riuscirò a cavarmela da sola.- fece Sarah. Forse era meglio non far sapere troppo in giro le sue abilità ninja e soprattutto chi doveva ringraziare se le aveva apprese.
- Più che ai '' prepotenti'' di età inferiore ai diciotto anni, ti consiglio attenzione alle strade.- fece Leo, un po' scocciato dentro di sè per non poterla seguire e proteggere - Ho sentito al TG del mattino che ultimamente la violenza tra bande sta degenerando rapidamente.- forse quella svolta nella vita della piccola di casa era arrivata in un momento poco adatto per assaporare quella normalità che dopo tanti anni era tornata a bussare alla sua porta.
- Sta tranquillo.- fece Sarah dandogli un bacetto sulla guancia - Ho trovato uno scorcio sotterraneo che mi porta a destinazione senza dover fare più di pochi passi in superficie. Angel mi darà la copertura che basta per sparire all'uscita da scuola.-
- Buona fortuna cara.- fece Splinter abbracciando la figlia.
Poco dopo, la ragazza uscì dal rifugio assieme ad April, che in qualità di '' tutore'' avrebbe parlato con il preside per l'inserimento ed il benvenuto in quella gabbia di matti, come la chiamava Casey.
- Eh...- fece Splinter - come crescono in fretta...- disse prima di ritirarsi nella sua stanza a meditare.
...
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...
- Bene ragazzi, vi presento la vostra nuova compagna di classe.- fece la signorina Fossingt-Gore, una donna non molto alta, viso ripulito da trucco, capelli corti che sembravano essere stati tagliati mettendole in testa una scodella, fermati da una fascia per capelli, tailleur viola, trucco e scarpe coordinate con il vestito.
Era la professoressa di psicologia della IIA, nonchè loro coordinatrice di classe, molto amata dagli studenti soprattutto per il fatto che la donna ritenesse si importante insegnare loro la sua materia, ma riteneva ancora più importante che i suoi studenti fossero sereni e felici.
- Lei è Sarah Huntington. Sarah ha superato brillantemente l'esame di integrazione, si è appena trasferita a Manatthan e ha ricevuto l'educazione in casa. Vorrei quindi che la faceste sentire la benvenuta.-
Angel, seduta in uno dei primi banchi le fece l'occhiolino ed il segno della vittoria, come segno di benvenuto ed anche per dirle '' sono contenta che tu sia qui''.
Una ragazza seduta nella fila centrale, dagli occhi azzurri, capelli neri riccioluti, dai vestiti più consoni ad una discoteca che a una scuola fece - Uuuuhhhh, sentito ragazzi? Abbiamo tra noi una lattante che fino a ieri dava ancora la manina alla mamma e che magari portava ancora i pannolini.-
Dalla sua battuta si levò un coro di risate.
Angel guardò Sarah preoccupata... in fin dei conti, l'aveva vista poche volte e sembrava una persona controllata, ma sempre sotto lo stesso tetto di Raffaello viveva.
Sarah guardò male quella che aveva fatto la battuta, pensando che forse forse lo Shining Wizard urlava a gran voce '' Usami, usami!''- ma preferì ascoltare la voce di Splinter che diceva - Come l'acqua di un fiume che scorre sul masso...- non era una buona idea beccarsi un richiamo dal preside per una rissa il primo giorno.
- Che c'è?- fece ancora la ragazza - Chiami la mamma?-
- No... è che non mi piace disturbare la gente o sprecare parole con una che apre bocca solo per prendere aria.-
I compagni di classe risero di nuovo, e la ragazza divenne rossa come un pomodoro.
..
..
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- Ben fatto...- fece Angel a pranzo davanti a spaghetti, pezzi di pane, polpettone e torta di mele - hai risposto a quella presuntuosetta di Christine Mills con grande baldanza.-
- Così è questo il nome di quella gran simpaticona... - fece Sarah portandosi alla bocca un pezzo di polpettone.
- Se ti consola nessuno stravede per lei... a parte un paio di ochette sue amiche e i ragazzi....- Angel si voltò allertata da un ragazzo dai lunghi capelli scuri ed un cappellino con tanto di visiera che da almeno dieci minuti cercava di farsi notare da loro comportandosi come una scimmietta ammaestrata - a parte Ashton.-
- Chi è, un tuo amico?- fece Sarah.
- No.- fece Angel - pensa di essere il più figo della scuola non si sa bene in base a cosa... ma sta attenta, ora che hai risposto per le rime a tu sai chi, penserà che tu sia la sua ragazza del destino.-
- Casca male allora.- fece Sarah bevendo un sorso d'acqua - Ho già il ragazzo.-
...
...
...
Le previsioni di Angel non erano errate. Al termine della giornata di scuola, la giovane kunoichi si ritrovò il sedicente partito più ambito della scuola davanti.
- Ehilà!- fece lui tentando di risultare simpatico - Scommetto che sei tutta sola e non conosci nessuno.-
- Ehm... già.- fece Sarah chiedendosi dove diavolo fossero i soldati ninja o i Purple Dragons quando c'era bisogno di loro.
- Sei giunta a New York nella sua ora più buia.-  fece Ashton tentando di fare il bel tenebroso - in questo periodo è pieno di ladri, assassini e teppisti sparsi ovunque... ma non temere. Ci penserò io a proteggerti fino a quando non sarai a casa.-
'' Prima cosa... da come vedo, ho come l'impressione che sarei più io a proteggere te.''- pensò Sarah desiderando con tutto il cuore che arrivasse un nemico che la prendesse di mira -'' secondo... scordatelo.''
- Ehm...- fece Sarah - Grazie mille per l'interessamento, ma non vengo dal pianeta delle favole e come vanno le cose in questa città lo so meglio di te, grand'uomo dei miei stivali. Prima cosa.
Seconda cosa. Ho un fidanzato.-
Ashton parve cadere dal pero - Ah...
Però...- troppo tardi. Era già scomparsa.
Angel lo riprese subito - Senti bello, te lo dico gentilmente. Lasciala perdere. Osso troppo duro per te. Ed è già impegnata.-
- Sì, ma...- fece Ashton sorridendo come un ebete - Non l'ha seguita qui, magari non la ama così tanto...  quando si lasciano, qualcuno dovrà pure consolarla, no?-
Angel alzò gli occhi al cielo. Certe volte quel ragazzo era impossibile.
...
...
...
Durante queste ore, anche in casa Hamato gli avvenimenti non erano mancati. Donatello, aveva chiesto aiuto a Michelangelo per esplorare i condotti ed aprire alcune valvole sott'acqua. Il fratello minore aveva accettato.
Mentre era al lavoro, si era accorto di non essere solo sott'acqua, ed usando la pila del casco dello scafandro che gli aveva dato Donatello, aveva visto un enorme coccodrillo.
Il quale non sembrava particolarmente felice di vedere la tartaruga ed aveva cercato di attaccarla. Mik allora, per sfuggirgli, si era nascosto facendo del suo meglio per rendersi invisibile... ma il coccodrillo, deciso a stanarlo, aveva tranciato il tubo per l'ossigeno che permetteva alla tartaruga di respirare.
Mik trattenne il fiato cercando di rallentare il respiro ed il battito, quanto bastava perchè il coccodrillo se ne andasse.... per fortuna, Donatello si era accorto che c'erano problemi e riuscì a salvare Michelangelo sia dalla morte per asfissia che per azzannamento da parte del coccodrillo.
Subito dopo essere stato salvato aveva raccontato ai suoi fratelli quello che aveva vissuto...
- Secondo me al tuo cervello è mancato più ossigeno di quanto ne manchi a cose normali, la sotto.- fece Don - e poi il buio, la paura...-
- Ciao ragazzi.- li salutò Sarah entrando in casa.
- Ehy.- la salutò Leo - Com'è andata a scuola?-
Prima che la ragazza potesse rispondere, Mik le corse incontro - Sarah, non ci crederai mai... la sotto...- fece Mik indicando il laghetto al centro del dojo - C'è un co... un co... un co...-
- Un cococosa?- fece Sarah stranita - Un cobra?  Un coniglietto? Un colibrì? Un cormorano?-
- C'E' UN COCCODRILLO!!!!- fece Mik - Ed è enorme, con i denti affilati come lame di rasoi, per poco mi trasformava in uno stuzzichino.-
- Sarah, non dargli retta...- fece Raph - Lo conosci... s'inventa sempre un sacco di cose e si lascia suggestionare con la stessa frequenza con cui dice stupidaggini.-
Mik lo fulminò - Senti, so cosa ho visto! C'è un enorme, brutto, rettile che se ne va a spasso per le fogne. E non sei tu questa volta. Comunque, sono pronto a dimostrarvelo come e quando volete.-
- Bene, visto che fai sul serio...- fece Don - Risolviamo subito.- fece il genio mostrandogli un'attrezzatura da sub ( un serbatoio di ossigeno, maschera subaquea) equipaggiata di macchina fotografica e radio - La radio e la macchina fotografica manderanno le immagini e i suoni direttamente sul PC. Così potremo vedere il tuo famoso coccodrillo... ammesso che esista.-
Mik si tuffò, dando inizio alla ricerca.
- Sarà prudente mandarlo da solo?- fece Sarah.
- Dai, non ti preoccupare...- fece Don - Vedrai che non c'è niente da temere... e poi è pur sempre un ninja. Furtività e destrezza sono il suo pane.-
Nel frattempo, Mik aveva iniziato a seguire il coccodrillo ed era riuscito ad inquadrarlo in modo che i fratelli potessero vederlo.
- Ok, mi rimangio tutto...- fece Raph - Non sei pazzo. O almeno non del tutto.-
La ricerca di Michelangelo si spinse fino al vecchio rifugio della famiglia Hamato, che erano stati costretti a lasciare quando Stockman aveva deciso di usare la loro casa come cavia da laboratorio. Da quello che Mik poteva vedere '' la borsetta gigante''- come la chiamava lui, era riuscita a rimettere in sesto il posto ed il laboratorio fino a guadagnarsi il nomignolo di '' versione coccodrillesca di Donatello''.
Il coccodrillo infatti, aveva addosso un camice da scienziato, ed era in grado di parlare... e non era solo.
- Io ti aiuterò, così tu potrai aiutarmi.-
- Ma con chi sta parlando?- fece Don - Mik, riesci a vedere se c'è qualcuno con lui?-
- Beh...- fece Mik sporgendosi leggermente per vedere meglio - a prima vista direi che è un esoscheletro... forse è un utrom.-
- UN UTROM?!?- fecero i quattro spettatori in coro.
Grave errore.
Il suono della loro voce si trasformò in rumore assordante e Mik non potè non urlare... e farsi sentire dal coccodrillo, il quale non era esattamente felice di aver a che fare con un ospite indesiderato in casa sua.
Il ninja si rifugiò in quella che era stata la sua stanza, e ricordandosi del passaggio segreto sbucò sullo sbocco della trentanovesima strada e rassicurò i fratelli sul fatto che stava bene... ma il coccodrillo lo sorprese e distrusse l'apparecchiatura con cui comunicava i suoi spostamenti alla famiglia.
- MIK!!!- urlarono spaventati correndo subito al fogna-scivolo per correre in suo soccorso.
Nel frattempo, tra una botta e l'altra, tra un colpo di coda e l'altro, Mik riuscì a far capire al coccodrillo di non aver mai avuto intenzione di fargli del male.
Solo allora il rettile iper-vitaminizzato si calmò.
- Perdonami...- fece il coccodrillo - a volte non riesco a dominare la mia collera.-
In quel momento, arrivarono i fratelli di Michelangelo. I tre ninja attaccarono il coccodrillo, mentre Sarah si precipitò dal fratello.
- Ehy...- fece la bruna - tutto a posto?-
- Sì, io si...- fece Mik - ma dobbiamo fermarli: lui reagisce solo se si sente minacciato.-
Dopo una breve lotta, i tre ninja erano riusciti ad immobilizzare il rettile e Raph gli puntò un sai... prontamente fermato da Michelangelo.
- Potete darmi ascolto per una volta e basta o devo fare una richiesta in carta bollata?- fece Mik con un tono che non ammetteva repliche - Scusaci amico... ogni tanto anche noi ci lasciamo prendere la mano. Che ne dici di una tregua?-
Il coccodrillo inspirò a fondo per calmarsi - D'accordo. Accetto la tregua. Potete lasciarmi adesso.-
- Va bene...- fece Leo - ma ti avverto Mik: Se poi il coccodrillo ti stacca la testa non voglio sentirti lamentare.-
Dopo le relative presentazioni, Leathered invitò le tartarughe e la ragazza nel suo '' provvisorio laboratorio'' in modo da poter parlare più comodamente.
Il laboratorio in questione era il loro veccho rifugio.
- Mi piace come hai risistemato questo posto...- fece Sarah guardandosi attorno. Era sempre bello vedere i posti in cui era cresciuta ed era stata felice.
- Conosci questo posto?- fece Leathered.
- Ci siamo cresciuti.- fu la risposta - prima che qualcuno ci mandasse dei robot killer a mangiarci la casa.-
- Quello è un transmat?- fece Donatello riconoscendo il congegno - per favore, raccontaci un po' di te.-
Leathered annuì ed iniziò a raccontare ai suoi nuovi amici che molto tempo prima, era stato l'animaletto domestico di un umano, che aveva appreso in fretta che prendersi cura di un essere vivente, era una responsabilità e non un passatempo, così quando si stufò di lui lo gettò nello scarico, condannando la bestiola a morire di fame e di solitudine.
Fortunatamente, il piccolo, venne tratto in salvo da alcuni  Non- Umani, gli Utrom per l'appunto, sempre ansiosi di imparare e di conoscere le varie forme di vita che abitavano il pianeta su cui erano stati costretti a vivere a causa del guasto causato da Shredder alla nave spaziale, e decisero di tenerlo con loro.
Durante quel periodo, il cucciolo di coccodrillo entrò in contatto con il liquido mutogeno che aveva mutato le tartarughe e Splinter. E come era avvenuto ai cinque mutanti, anche la forma fisica del coccodrillo subì un'accellerazione quasi contro natura. Ed anche lo sviluppo cognitivo si potenziò rapidamente. E quando gli Utrom si accorsero che il loro '' animaletto'' era diventato senziente decisero di adottarlo, e gli insegnarono un sacco di cose.
Il coccodrillo poteva dirsi felice con loro, e li considerava la sua famiglia. Ma un giorno, gli umani scoprirono il nascondiglio degli Utrom, i quali furono costretti ad abbandonare la terra in fretta e furia. Purtroppo però, lui non riuscì a raggiungere la famiglia.
- Ma appena avrò finito di costruire il transmat, potrò riunirmi per sempre alla mia adorata famiglia... a proposito...- fece il coccodrillo notando che il suo '' amico'' era tornato - vorrei presentarvi il mio amico...-
Le tartarughe e la loro sorella impallidirono nel vedere di chi si trattava.
Nell'esoscheletro Utrom vi era la testa di Baxter Stockman.
E il suo sorriso non prometteva nulla di buono.
- STOCKMAN!- fecero i cinque in coro.
Leathered li guardò sorpreso - Voi vi conoscete?-
- Purtroppo sì.- fece Don - Leathered, non so cosa esattamente ti abbia raccontato ma ti assicuro che lui non è tuo amico.-
Sarah gli diede manforte - Questo essere non sa cosa sia la lealtà verso qualcuno e l'unica cosa di cui sa blaterare, oltre che del suo smisurato ego e di vendetta, sono false adulazioni per ottenere qualcosa.-
Stockman si avvicinò al coccodrillo - Leathered... amico mio, ti ricordi i traditori di cui ti parlavo? Sono loro.- e nel dir così indicò i cinque ninja - Sono stati loro a distruggere l'edificio del TCRI, a costringere gli Utrom a scappare e lasciarti qui e distruggere il Transmat.-
Leathered sembrava sopreso da quelle affermazioni, e non poteva credere che i suoi nuovi amici fossero in realtà la causa di tutti i suoi dolori recenti, ed era quasi tentato di chiedere loro spiegazioni, ad esempio se potevano confermare quelle accuse, ma Stockman era l'unico che dopo la scomparsa dei suoi cari gli aveva dimostrato un po' di stima e di affetto, quindi decise di credere a lui, anche se doveva ammettere che il suo giudizio era troppo parziale e di parte.
Stockman, approfittando della '' distrazione dell'amico'' scagliò contro i ninja un robot che somigliava in tutto e per tutto ad una tartaruga mutante ninja: il Turtle-Bot.
Ad uno ad uno, cercarono di attaccare il robot per metterlo fuori combattimento e successivamente dare una bella lezione a Stockman per punirlo delle calunnie lanciate contro di loro... e uno ad uno vennero letteralmente passati al Body - Scanner dal robot.
La macchina era in grado di imparare all'istante i loro stili di combattimento individuali ed i suoi processori erano molto più rapidi dei loro riflessi.
- Ragazzi, dobbiamo inventarci qualcosa...- fece Leo.
- Si... che quel coso non si aspetta.- fece Don.
Raph afferrò le katana di Leo - Ti spiace prestarmele un attimo?- e nel dir così si avventò sul robot, che non trovanto alcuna correlazione nel suo archivio dati tra le katana e Raffaello non riuscì a reagire prontamente... ritrovandosi senza un braccio.
Leo diede i sai di Raph a Don, e questi gli diede il suo bastone.
Sarah lanciò il suo tessen a Mik, ed afferrò i nunchako del fratello più giovane. Il finale di partita si capovolse subito.
- Ora basta giocare, Stockman.- fece Raph.
- Come vuoi...-  lo scienziato pazzo afferrò un grosso pezzo di muro e lo lanciò contro i suoi avversari. Ancora intontiti dalla botta i ninja non riuscirono ad impedire all'esoscheletro di picchiarli ancora.
Stava per dare il colpo di grazia a Michelangelo quando venne preso dal solito raptus di voler parlare troppo.
- Quante volte avete intralciato i miei piani quando lavoravo con Shredder, privandomi della mia vendetta. Tutto questo finisce oggi!-
Leathered gli bloccò il braccio, lasciando che il suo lato da Mister Hyde prendesse il sopravvento sul pacifico e gentile Dottor Jekyll che era solito essere ( almeno quando non si sentiva minacciato o preso di mira) - Tu hai lavorato per Shredder?!?-
Sarah sorrise asciugandosi un rivolo di sangue dalla bocca. Il colpo le aveva spaccato il labbro inferiore - Che avevo detto? Ego spropositato e vendetta. Non sa parlare d'altro.-
- Tu non hai mai voluto aiutarmi con il transmat, mi hai solo usato!!!- sbraitò il coccodrillo lanciandolo via con forza.
- E va bene brutti mostri mutanti, vorrà dire che morirete tutti assieme!- urlò lo scienziato lanciando nel rifugio una scatola metallica che esplose e condannò tutta la struttura a crollare - e sono certo di star facendo un enorme favore all'evoluzione!- disse prima di scappare.
Subito i mutanti e la loro sorella corsero via per mettersi in salvo... ma non Leathered. Rimase lì, a reggere il muro di volta, per permettere ai suoi unici, veri amici di fuggire.
- Presto, vieni via!- fece Michelangelo supplicandolo - dimenticati questo posto e scappa insieme a noi.-
- No...- fece il coccodrillo con voce stanca e triste - Ormai sto per perdere il transmat... e se non posso tornare dalla mia amata famiglia, la mia vita non ha più senso.-
- Leathered, ti prego!- supplicò Michelangelo.
- Vattene!- nel dir così molltò un calcio alla tartaruga che lo spinse fuori dal rifugio. Il suo sguardo si addolcì e prima di chiudere gli occhi, arrendendosi al suo destino, disse - Addio, amico mio.-
Subito dopo, il rifugio crollò. Per sempre.
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- Povero amico...- fece Mik guardando quella che ormai era quasi una tomba.
- Riuscite ad immaginare come si sentisse solo?- fece Leo.
- Anche noi, a volte, attraversiamo brutti momenti...- fece Sarah, pensando nuovamente a quanto era stata fortunata - ma almeno, noi siamo insieme e nei momenti difficili possiamo sempre contare sull'appoggio reciproco.-
Ed era vero. Sì, loro erano diversi e Sarah, per quanto stesse recuperando la normalità di una vita quotidiana, non avrebbe mai potuto dire che la sua era '' una vita ordinaria, come tante, quasi anonima nella sua normalità''... ma almeno avevano un padre e dei fratelli.
Leathered invece aveva perso tutto e tutti.
 

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Capitolo 13
*** La luna di cristallo ***


~- Ehm.... Sarah?- fece Angel in quella che sembrava una normalissima pausa pranzo prima della lezione di fisica rivolgendosi all'amica.
Appunto. Sembrava una normale pausa pranzo.
Solo che Sarah, quel pranzo, non lo aveva nemmeno toccato. E dire che la sua amica adorava gli spaghetti saltati con le verdure e il polpettone riepieno di funghi e spinaci.
Specie quando li preparava Mik.
Ma quel giorno la sua amica non faceva altro che scrivere e scarabocchiare su un misterioso taccuino che teneva chiuso in una tasca interna dello zaino, provvista di lampo.
- Posso... sapere cosa stai facendo?- fece Angel.
Sarah si riscosse. A volte dimenticava che Angel era l'unica persona che sapeva veramente tutto di lei, in quella scuola.
- Cerco una soluzione.- fece Sarah posando per un attimo il lapis.
- Una soluzione per cosa?-
- Credo... di doverti raccontare qualcosa. E' successo tutto poco prima che la casa di April saltasse per aria...- fece Sarah. Attenta a non farsi sentire dalle altre persone presenti alla mensa, complice anche il chicchiericcio sempre presente, raccontò all'amica quella brutta storia.
Brutta per le persone imprigionate nel sottosuolo. Prigioniere della follia di un pazzo che aveva costretto quelle povere anime innocenti ad un terribile baratto: le loro sembianze umane, in cambio della loro permanenza definitiva nella città sotterrenea.
Un ricatto cattivo, odioso, certo... ma la cosa peggiore era che avrebbe potuto essere evitato.
Non ci sarebbe stato niente di tutto questo se Shredder non avesse incaricato i suoi genetisti personali di trasformare dei poveri diavoli in mostri da incubo per dare la caccia agli Utrom.
Ecco perchè oltre ad essere una brutta storia, era una storia che metteva paura.
- E' un giorno come tanti... cammini per la strada... torni da scuola, dall'ufficio... pensi che sì, è stata una giornataccia ma che finchè c'è qualcosa che ti da gioia di vivere... i tuoi cari che ti aspettano, i tuoi sogni, i tuoi progetti, non può essere così orribile...- fece Sarah - e in un attimo tutto cambia, e ti rendi conto che anche se sei il  più piccolo, più insignificante per molta gente... non sei al sicuro.-
Angel rabbrividì quasi dopo quel racconto - Certe volte mi domando come fai... a vedere tutto questo orrore, e non rimanerne turbata.-
- Ti sbagli...- fece Sarah - certe volte la notte non riesco a dormire a causa degli incubi... ma meglio qualche ora di sonno perso perchè non sai come fare a rimediare a tutto questo degrado, che dormire tutta la notte pensando che tanto quell'orrore è lontano da te e quindi non ti tocca.-
- La guerra tra le bande...- fece Angel - tu pensi che...-
- Che presto dovremo scendere in campo a combattere. Volenti o nolenti. Ma prima... dobbiamo rispettare la promessa. Abbiamo promesso loro di tornare ad aiutarli. E abbiamo rimandato pure troppo.-
Ad onor del vero, c'era da dire che se avevano ricominciato a lavorare da poco su quel problema non era stato per il vizio della procastinazione. Erano stati allontanati dalla loro casa, Leo era stato quasi ammazzato, erano stati costretti a nascondersi in campagna per mesi, poi la battaglia contro Shredder, la scomparsa di Splinter, le battaglie spaziali... non potevano certo dire di aver passato tutto il tempo a dormire.
E nemmeno Don poteva dirlo. Erano giorni ormai che sottoponeva i cristalli responsabili di tutto, e a suo dire la chiave di volta, a qualunque tipo di test per scoprire la composizione dei minerali e quindi ricavarne una cura.
Era diventata quasi un'ossessione per lui. Si era chiuso nel laboratorio, saltava non solo tutte le sessioni di allenamento ( cosa su cui Splinter non aveva fiatato, conoscendo il motivo di quel suo marinare la scuola), ma anche qualunque tipo di attività con i fratelli. Studiava i cristalli ed andava avanti a caffeina.
Lei invece, non potendo marinare la sua con la stessa frequenza con cui Don marinava le lezioni di ninjitsu, si portava il lavoro da casa e ci lavorava in ogni momento libero... e a volte approfittava anche della distrazione dei professori per riflettere su quel rebus che da giorni stava togliendo il sonno al fratello maggiore.
...
...
...
Ora successiva, lezione di fisica.
La professoressa di fisica stava riprendendo Christine Mills, la ragazza che l'aveva accolta a suon di battutacce, perchè l'aveva beccata a smaltarsi le unghie in piena lezione.
- Insomma Mills...- fece la donna - cosa devo fare per farti capire che quando sei qui devi ascoltare le lezioni? E poi ti meravigli dei voti che prendi.-
Sarah s'irrigidì. Ascoltare.
Aveva annotato tutti i test a cui Don aveva sottoposto quelle pietre... aveva provato a scalfirle, ci aveva buttato sopra delle sostanze corrosive, a trattarle con il teaser e la fiamma ossidrica, persino gli attrezzi da officina non gli avevano fatto nulla... ma non c'era traccia proprio di quello.
- Forse potremmo tentare con gli ultrasuoni.- era talmente presa dalla questione che non si era accorta di averlo detto ad alta voce.
Si levò un coro di risatine sommesse e la professoressa la guardò come per dire -'' Possiamo tentare... ma dubito funzionerebbe''.
Christine Mills fissò Sarah malissimo.
'' Me la paghi''
...
...
...
Terminate le lezioni, Sarah era ansiosissima di tornare a casa e non solo per evitare gli appostamenti di quell' Ashton Crasword, che si faceva sempre più pedante con le sue richieste di '' scortare una dolce ed innocente fanciulla come lei in una città così pericolosa'', ma anche per riferire a Don che forse c'era qualcosa che potevano fare... ma Chris e le sue amichette la bloccarono sulla porta.
Ok, non c'era da preoccuparsi. Lei era un ninja, pure se avessero tentato di rifarle il look in un modo che non le piaceva, si sarebbe difesa.
- Desiderate..?-
- Complimenti.- fece la Mills - Immagino tu sia molto soddisfatta di te. Mi hai fatto fare una figuraccia davanti a tutta la classe.-
- Senti, se ti riferisci a quel commento, non era riferito a te.- fece Sarah calma - stavo pensando ad una cosa e ho solo pensato ad alta voce. Comunque, mi riconosci troppi meriti. Le figuracce le sai fare anche senza il mio aiuto.-
- Ah davvero?- fece Chris ironica - E sentiamo, a cosa stavi pensando di così importante?-
- Non vedo perchè dovrei venirlo a dire proprio a te.- fece Sarah - e ora scusa, ma ho fretta.-
Christine la bloccò - Senti, tu non mi freghi con quel tuo faccino angelico e la tua espressione da brava ragazza di campagna. Vedi di non mettermi più in ridicolo, se non vuoi avere guai.-
Sarah si liberò da quella presa e la affrontò, a muso duro. - Se hai finito, adesso parlo io. Ti svelo un segreto... la mia vita e non tutte le forme di vita dell'universo ruotano attorno a te. Ci sono altre persone, più bisognose di attenzione, e se pensi di essere l'unico essere umano di cui la gente parla in continuazione sei una povera stolta.-  e nel dir così si allontanò.
- Era un insulto o un complimento?- chiese Chris alle sue ancelle.
...
...
...
Sarah arrivò in casa in fretta e furia, lasciò lo zaino nel primo posto in cui capitò e si diresse a passo svelto verso il laboratorio, dove erano raduntati tutti i membri della sua famiglia.
- Sarah!- la accolse Don - finalmente sei arrivata. C'è una cosa che devo dirti.-
- Anch'io a dire il vero...- fece Sarah.
- Gli ultrasuoni!- fecero i due in coro - come lo sapevi?-
I loro fratelli si guardarono, spaventati a morte.
- Ad ogni modo...- fece Don azionando la macchina per sottoporre il cristallo a quell'ultimo test - i cristalli sono sensibili alle distorsioni del suo ad alta frequenza. E quando vi sono esposti, si riducono alla loro forma più elementare... quella liquida.-
- E in forma liquida possono essere somministrati come un vaccino.- fece Sarah.
- Ma come ci siete arrivati?- fece Raph.
- Beh... io stavo dormendo.- fece Don grattandosi la nuca, imbarazzato.
- Io invece ci ho pensato dopo aver sentito una professoressa rimproverare la reginetta della classe.- ammise Sarah.
- Ho capito...- fece Leo - quel che conta adesso è tornare da quella gente.-
- Precisamente...- fece Don tirando fuori da un cassetto alcuni progetti - e si arriva più in fretta, se si usa il giusto mezzo di trasporto.- poi li scortò fuori dal laboratorio, portandoli in presenza di un enorme macchina riparata da un telo - Signori e signora, è con immenso piacere che vi presento... la tarta-talpa.
...
...
...
- Mi raccomando...- fece Splinter prima che la figlia raggiungesse il resto del gruppo - siate molto prudenti.-
Sarah lo rassicurò con un sorriso - Non ti devi preoccupare papà...- fece la giovane - l'ultima volta non sapevamo chi o cosa ci fosse la fuori... stavolta lo sanno che siamo amici e che vogliamo aiutarli.-
Ovviamente le cose, non sarebbero state così semplici come le pensava Sarah nella sua ingenuità così genuina, ragion per cui, durante il viaggio verso il sottosuolo, la ragazza raccontò nei dettagli di come le fosse venuto in mente il fatto degli ultra-suoni e di come, una compagna di classe sempre abituata a stare al centro dell'attenzione collettiva, avesse preso quel pensiero espresso a voce alta come un attacco diretto.
- Non avrai mica paura di lei?- fece Raph.
- No figurati.- fece Sarah - con i principianti non mi ci metto, e poi al momento ho altre questioni da sistemare, tipo.... CHE FINE HA FATTO LA LUNA DI CRISTALLO?!?!?- urlò la ragazza.
I suoi fratelli sgranarono gli occhi. La ragazza aveva ragione.
Erano appena arrivati alla città proibita in cui i loro amici erano costretti, quando si accorsero che la luna di cristallo che garantiva a quelle persone un aspetto umano era sparita.
- Scusate, sono solo io... o c'era un bel lampadario l'ultima volta che siamo stati qui?- fece Raph.
- E non può essersi dissolta... vero?- si associò Leo.
- E c'è di peggio.- fece Don - Era l'unica fonte di energia che impediva ai nostri amici di ritrasformarsi in mostri!-
- Ehm... veramente...- fece Sarah esistante - è la SECONDA cosa peggiore che poteva capitare.-
- Non sono certo di voler sapere la prima!- fece Mik tappandosi le orecchie. Sapere di essere circondato da mostri spaventosi era già troppo.
- L'ultima volta, Quarry ci ha detto che era solo questione di tempo perchè anche lui e i suoi amici perdessero completamente il senno e non riuscissero più a far distinzione tra amici e nemici.- fece la ragazza. E visto che non sapevano da quanto tempo la luna di cristallo era sparita, quel momento poteva essere arrivato.
E a quanto pare la sua ipotesi non era del tutto sbagliata.
La tarta talpa venne attaccata da ragni mostruosi, scorpioni giganti e persino da un mutante che somigliava ad un drago.
Donatello riuscì a mettere in moto il veicolo, sfondando un muro per crearsi una via di fuga, ma dall'altra parte li aspettavano ed afferrata la tarta-talpa la gettarono in un mare di lava, con tutti gli occupanti al loro interno.
Per fortuna, Donatello aveva progettato e costruito il veicolo in modo che riuscisse a resistere alle alte temperature, almeno per il tempo necessario ad uscire da quell'inferno.
Sotto lo sguardo attento e vigile dei mostri, i cinque ninja uscirono attraversarono tutta la città, sino ad arrivare alla fortezza in cui, molto tempo prima Quarry e i suoi amici erano tornati umani grazie ad un incantesimo, e nella quale avevano messo sotto ghiaccio il loro '' benefattore''.
- Ragazzi...- fece Mik - dobbiamo proprio uscire?-
- Se vogliamo trovare altri cristalli per il vaccino sì.- fece Don.
- Tranquillo Mik...- fece Raph - Sarà come fare un pic nic.-
Un ruggito poco amichevole li incitò a correre dentro la fortezza.
- Già... ma la merendina siamo noi!- fece Mik.
...
...
...
Entrati nella fortezza, i cinque ninja iniziarono a rendersi conto che '' L'ultimo Sopravvissuto'' oltre ad essersi rivelato un essere egoista e assai poco empatico, era anche un gran bugiardo.
Nella sala attigua a quella in cui era stato congelato, vi erano molti altri sarcofagi e dalla sagoma e dagli amuleti incastonati sul basamento, era facile intuire che fossero gli altri abitanti di quella civiltà pacifica... sempre che non avesse mentito pure su quello.
- Ragazzi, qui c'è qualcosa che non torna...- fece Sarah - se la sua gente era solo addormentata, che motivo aveva di resituire il loro aspetto a Quarry e a gli altri con la scusa di far di loro i nuovi abitanti della città quando poteva sempliciemente risvegliare il suo popolo?-
- Bella domanda.- fece Don.
Purtroppo non fecero in tempo a cercare di darsi delle spiegazioni. Erano troppo occupati a fronteggiare l'attacco della loro amica Quarry.
Anche per lei, come aveva preannunciato molto tempo prima, era arrivato il momento di perdere anche l'ultimo barlume di lucidità e brandello di umanità che gli esperimenti a cui era stata sottoposta le avevano concesso di tenere
Furono costretti ad usare le armi dei loro tecno-zaini per tenere buona la donna mentre Don le iniettava l'antidoto. Quarry si accasciò a terra, senza un grido, cadendo tra le braccia di Sarah che la accompagnò sino a terra.
Quarry il mutante, lasciò il posto alla figura umana di una bellissima ragazza, in una nube di fumo marrone.
- Siete tornati da me...- fece la ragazza a terra fissando gli occhi di Sarah - oh, come ci contavo.-
Sarah annuì - Sì... è tutto finito amica mia. Ci abbiamo messo tanto tempo, ma ti giuro che ora è tutto finito...- poi si accorse che oltre alla figura da mostro della donna erano spariti pure i vestiti e si parò davanti a lei - Ok, ragazzi, proibito guardare, chiudete gli occhi e dietrofront, non c'è nulla da vedere.- poi si rivolse alla ragazza - Vuoi la giacca?-
- Sarebbe magnifico!-
...
...
...
Poco dopo, appena Sydney ( questo era il vero nome di Quarry) fu riuscita a mettersi degli abiti trovati in giro, spiegò ai suoi amici cosa era accaduto in loro assenza.
Ormai era tanto, troppo tempo, che lei e i suoi amici erano costretti a passare in quella città sotterranea, e avevano deciso di cercare una cura da soli.
Avevano usato, per tale scopo, molti cristalli, ma senza successo, così pensarono che un cristallo più grande potesse fare al caso loro. E pensarono alla luna di cristallo.
Per staccare un grosso frammento usarono dei geodi esplosivi trovati in una caverna... ma le bombe erano più potenti di quanto potessero immaginare... tanto che la luna si era staccata ed era caduta nel mare di lava sottostante.
La città sprofondò nel buio più totale, e privi della sua energia rigenerante si erano trasformati in mostri. Selvaggi, belve feroci che si scagliavano su di loro a vicenda, accecati dall'odio e dall'ira.
- Ma ora che avete curato me...- fece Sydney - potrete aiutare anche gli altri. Sarà la fine di questo incubo.-
- Già... piccolo problema.- fece Sarah.
- Avevamo a disposizione una sola fiala di vaccino. Non immaginavo che qui foste rimasti a secco.- fece Don.
- E purtroppo... quelli che ci sono in giro sono praticamente spenti.- fece Sarah.
- Si, è vero.- fece Sydney - era la luna di cristallo ad irradiarli di energia.-
- Bene, in tal caso, non ci rimane che ripescarla.- fece Don.
- Ma sei suonato, fratello?- fece Mik - oramai si sarà sciolta come neve al sole.-
- Non necessariamente.- fece Sarah  - non è il calore a ridurre i cristalli allo stato liquido. A farli liquefare sono gli ultrasuoni. E' ancora lì, fidati.-
- E...- fece Raph - secondo voi come dovremmo fare?-
...
...
...
Il sistema c'era. Semplice, insolito, elementare, per certi versi pericoloso... ma era fattibile. Sfruttava il principio della carrucola.
Avrebbero attaccato il cavo in cristallo della vecchia funicolare, un capo alla stazione e l'altro alla parete di roccia opposta, in modo da ottenere una gigantesca carrucola ed avere un buon appoggio per far leva.
Poi avrebbero portato la tarta-talpa all'interno del cratere e agganciare il cavo in cristallo alla luna.
Poi, usando le bombe trovate dai loro amici, avrebbero fatto saltare la stazione... a quel punto bastava tirare.
L'unica pecca del piano era che dovevano trovare la luna in fretta. La tarta-talpa era si progettata per resistere alle alte temperature... ma non avrebbe retto in eterno.
Sydney, decise di andare con Donatello, in quanto era l'unica che poteva dirgli dove era caduta esattamente.
Gli altri restarono '' a terra'' per circondare la torre di geodi esplosivi ed aspettare il segnale del fratello per far saltare tutto... quando furono attaccati dai mutanti. Per istinto di sopravvivenza, iniziarono a combattere contro di loro, stando però bene attenti a non ferirli. In fin dei conti, erano loro amici e non erano consci di quel che facevano.
Alla fine il mutante-ragno riuscì ad imprigionare i ninja nelle sue ragnatele. Proprio quando arrivò il segnale di Donatello. Avevano agganciato la luna e ora si trattava solo di tirarla su... ma non c'era nessuno che fosse in condizione di far saltare le bombe.
E quel che era peggio... le paratie stagne del veicolo stavano iniziando a cedere al calore.
Leonardo, con uno sforzo sovrumano, riuscì a recuperare la spada e liberò sia se stesso che i fratelli, e fecero cadere la struttura.
La luna di cristallo tornò a splendere.
E i mutanti ripresero le loro forme umane.
- Ben fatto Don! Il tuo piano ha funzionato!- fece Leo chiamando il fratello. Divenne pallido come un cadavere nel non sentire alcuna risposta - Don? Sydney? Riuscite a sentirmi?-
- Oddio... DON! SYDNEY!- fece Sarah correndo verso la riva del mare di lava. Non poteva credere che fosse finita in quel modo... di aver perso un fratello e di non averlo neppure salutato... di aver perso la persona a cui doveva più che a chiunque altro per la sua scelta di non lasciarla dell'ignoranza...
Leo la bloccò a pochi passi.
- E' inutile...- fece il leader con gli occhi bassi - Non possiamo fare più nulla.-
- No... no...- gli occhi della ragazza si riempirono di lacrime e quasi scoppiò a piangere sul petto di Leo, mentre questi, Raph e Mik erano talmente devastati dal dolore di aver perduto il loro fratello, in maniera così crudele e truculenta, da non riuscire nemmeno a parlare.
Per fortuna quel momento era durato poco.
La tarta-talpa riemerse dal mare di roccia fusa... erano sopravvissuti!
Sarah fu la prima a correre dal fratello per soffocarlo in un abbraccio.
- Sei diventato matto, ci hai fatto morire di paura, guai a te se lo rifai!-
Don ricambiò l'abbraccio - Si, anch'io sono felice di rivedervi...-
...
...
...
Alla fine, come tutti i brutti sogni, anche quello degli umani rapiti dai genetisti di Shredder e mutati in mostri per poi essere imprigionati da un fantasma, finì.
Quando ognuno di loro ebbe ricevuto il vaccino, le tartarughe e la loro sorella li riportarono in superficie.
Non riuscirono a trattenere le lacrime nel rivedere il sole che tramontava su New York.
- Grazie di tutto...- fece Sydney allontanandosi - ci avete restituito alla vita.-
...
...
...
- Sai Don...- fece Mik  prima che il fratello entrasse nel tombino per tornare a casa - tu sei davvero un gran rompiscatole... ma sono orgoglioso di essere tuo fratello.- per poi sparire.
Poi Don, si rivolse a Sarah.
- Volevo dirti...- fece Don - che sono contento per te e Leo... ma anche che, qualunque cosa succeda, io sarò sempre qui per te.- per poi accoglierla in un abbraccio fraterno. In quello che gli aveva dato prima, aveva sentito tutta la paura ed il sollievo di rivederlo vivo.
- Ci sono ancora tante cose che mi devi insegnare...- fece Sarah - non andare via.-
- Quando mai?- fece Don.


Ok. E con questo gli episodi auto-conclusivi ( per ora) sono finiti e si ritorna ai blocchi. E la prima serie di blocchi in arrivo segna l'entrata in scena di un personaggio che avrà una sorta di amore-odio con Sarah.
Spero che finora questa serie ed il modo in cui Sarah è rapportata vi piaccia.

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Capitolo 14
*** Una città in guerra prima parte ***


~La guerra tra le bande, non impediva alle tartarughe e a Sarah di godere dei piaceri e dei doveri della loro età.
Leo e Raph avevano deciso di andare a fare una corsa di allenamento sui tetti della città.
- Vieni anche tu?- fece Raph notando che la sorella stava uscendo con uno zaino sulle spalle.
- Mi spiace non posso... Angel mi sta aspettando per fare un compito di letteratura inglese.- fece Sarah.
- Ti accompagnamo noi allora.- fece Leo - così siamo sicuri che arrivi sana e salva.-
Insomma, sembrava che malgrado tutto, Sarah godesse di una vita perfettamente normale malgrado i piccoli dettagli: aveva degli amici, andava a scuola... e stava con il ragazzo dei suoi sogni.
Che oltre ad essere il ragazzo per il quale il suo cuore aveva sempre battuto... per moltissimi aspetti, corazza togliendo, era quel che si definiva '' un gran figo''.
Non era da tutte poter dire di stare con un paladino della legge.
A meno che questa ragazza non si chiamasse Lois Lane, Mary-Jane, Jane Foster, Gwen Stacy, Betty Ross o Pepper.
- Certo che a volte t'invidio.- fece Angel seduta sul letto, mentre l'amica lavorava al portatile - non è da tutte avere un fidanzato ninja che salva la città.-
Sarah sospirò - Credimi... a volte pagherei che non fosse così.-
- Che vuoi dire?- fece Angel incuriosita - Ti riferisci al fatto che...-
Sarah dissentì - No. Il fatto che sia una tartaruga mutante non c'entra niente. Ma il fatto che sia un ninja... e di quelli che sembrano nati apposta per salvare tutto e tutti...- fece Sarah alzandosi e guardando fuori dalla finestra - a volte... è insostenibile.-
- Che intendi?-
- Sai Angel... quando ti innamori, quando ti metti con il ragazzo che ti piace... metti caso che un giorno tu lo chiami. Non ti serve niente in particolare, magari hai avuto una brutta giornata, sei felice e vuoi dividere con lui la tua gioia... oppure hai solo voglia di sentire la sua voce. E lui non ti risponde. A cose normali pensi... sarà con gli amici, starà giocando alla playstation ed è troppo occupato per calcolarmi... invece, quando lui è fuori e non risponde... mi sembra di impazzire.-
Aveva ancora negli occhi quel maledetto 2 Dicembre 2003... quando Leo era uscito per allenarsi, senza dare notizia di sè per ore... e lei lo aveva visto mentre veniva massacrato come un animale da macello.
Sì. Amava Leonardo, e probabilmente non sarebbe mai riuscita ad amare nessuno come amava lui... ma a volte era proprio quel sentimento che le riempiva il cuore a farle venire le peggiori paure.
...
...
...
Leonardo intanto era tornato dalla serata con il fratello. Erano partiti entrambi con il sorriso sulle labbra, e lui erano tornato molto abbattuto. Mentre giocavano a '' Segui il capo'', uno dei giochi più amati della loro infanzia, si erano imbattuti in uno scambio di denaro e merce di natura sconosciuta tra soldati ninja e Mobstars, che era finito in uno scontro a fuoco.
E lì era accaduto qualcosa di strano. Raffaello, noto a tutti per il suo essere impulsivo e lanciarsi in qualcunque lotta gli capitasse a tiro ( seppur in perfetta buona fede), aveva dichiarato che quella faccenda non li riguardava affatto ed aveva incitato il fratello nel tornare a casa.
Leonardo, noto a tutti per il suo essere sempre riflessivo su qualunque aspetto della vita ed il suo valutare bene le situazioni in cui rischiare qualcosa, tipo la vita, invece non ci avrebbe pensato due volte per buttarsi nella mischia e combattere.
Chiunque li avesse visti in quel frangente avrebbe detto -'' Che vi siete scambiati la maschera, stamattina?''
Per tutto il giorno seguente a quell'avvenimento, era stato taciturno e pensieroso. Poi, alla sera, dopo aver cenato, si era piazzato sul divano e si era fatto un giro su tutti i notiziari... vittime innocenti, violenza inaudita, tutte le precauzioni prese e consigliate dalle forze dell'ordine non aveva impedito ai passanti di rimanere coinvolti negli scontri.... insomma, ovunque ci si girava non si vedeva altro che disordine ed anarchia.
E in cuor suo, si sentiva in colpa.
Splinter, sempre attento ai bisogni, alle felicità ma soprattutto ai dolori dei suoi figli, non aveva mancato di notare che il figlio maggiore sembrava quasi schiacciato da un peso enorme che gravava sulla sua coscienza.
- Mi ero illuso che con la scomparsa di Shredder le cose sarebbero migliorate...- fece Leo - ma sembra che abbiamo fatto solo danno...-
- Dico, sei ubriaco o cosa?!?- s'intromise Raph - Noi abbiamo fatto un favore a questo mondo, togliendo di mezzo quell'assassino.-
- Ah davvero?!?- fece Leo - Vallo a dire alla gente che è finita nel fuoco incrociato che sono solo danni collaterali conseguenti ad un favore verso la comunità, vediamo cosa ti rispondono. La città è in guerra!!! Gente innocente sta soffrendo!!! Non ti senti responsabile nemmeno un po'?!?-
- No.- fece il rosso lapidario - Noi non c'entriamo niente in questa storia.-
- Non ne sarei così sicuro se fossi in te.- fece Leo - Non volevamo peggiorare le cose, però l'abbiamo fatto.-
- Beh...- fece Mik intromettendosi - tutti i torti non li ha.-
Raph guardò male il fratello più giovane - Chi ti ha interpellato?!?-
- Adesso diamoci una calmata tutti quanti.- fece Sarah.
- Leonardo...- fece Splinter - Chi si fa carico del mondo intero otterrà un unico risultato. Quello di farsi schiacciare, da un peso così grande.-
Sarah si morse la lingua per non mancare di rispetto, forse per la prima volta, al padre adottivo. Proprio la persona che fin da quando Leonardo aveva iniziato a parlare e ricordare, non aveva fatto altro che ricoprirlo di responsabilità... da Leo dipendevano i successi e gli insuccessi in battaglia, doveva badare a loro quattro... insomma, gli aveva insegnato fin da piccolo a sentirsi responsabile per mezzo mondo e adesso gli diceva che non era mai una buona cosa?
Sembrava un controsenso.
- Io non posso stare qui a fare niente, maestro. Non posso. Noi... eravamo in buona fede, ed ora persone innocenti stanno pagando il prezzo. Possiamo disinteressarci della loro sofferenza?-
- Leonardo, al momento non voglio discutere con te di questo.- fece il padre - almeno per ora, è meglio stare lontano da questa guerra. Sarebbe troppo pericoloso.-
- Perdonami.- fece Leo avviandosi verso l'uscita - ma non posso. Non stavolta.-
Inutili i richiami del sensei. Il leader era giù uscito.
'' Non andare... non andare''- pensò Sarah ricordando quel maledetto giorno.
Anche lei si diresse verso l'uscita, ma la stretta sul polso da parte di Raph la bloccò.
- Che c'è, non mi dire che pure tu ti senti coinvolta.- fece Raph - Sarah... Sarina bella... dammi retta, almeno tu: stanne fuori.-
- Non posso.- fece Sarah - Io non posso rimanere qui. Ti ricordi cos'è accaduto l'ultima volta che è uscito da solo? Sapevamo che poteva essere pericoloso e...-
- Sarah, te l'ho detto mille volte. E' inutile che continui a pensare a quel giorno.- fece Raph esasperato. Era proprio vero quel detto '' chi si somiglia si piglia''.
Avevano entrambi la testa più dura di qualunque materiale sulla terra, non potevano che essere destinati l'uno all'altra.
- Si. Però una volta ho anche sentito dire che del passato due cose sole puoi fare: ignorarlo o imparare qualcosa.- fece Sarah - Io non so chi di voi ha ragione o meno nel non volersi immischiare in questa guerra. Ma una cosa la so.
Se Leo va là fuori e si fa ammazzare, la balla del '' Non potevi sapere, non potevi farci niente'', è credibile quanto uno che ti dice che nevicherà a Ferragosto.- fece Sarah avviandosi verso l'uscita - E tieni a mente... di fare l'eroe salva tutti, non gli è venuto in mente da solo.-
...
...
...
Sarah raggiunse Leonardo sul tetto di un palazzo, vicino ad una cisterna d'acqua.
- E tu che ci fai qui?- fece Leo notando Sarah. Anche se era una domanda un po' stupida... maglione bianco, giubbetto rosso, jeans chiari e scarpe da ginnastica... assetto da guerra personale. Lo metteva solo per scendere sul campo di battaglia.
- Secondo me, se ti sforzi, ci arrivi da solo...- fece lei mettendosi a sedere vicino a lui sul cornicione. Vista così, non si sarebbe mai detto che la città era in guerra... c'era tanta pace, silenzio... ma era solo un'imbiancatura esteriore destinata ad una vita molto breve.
- Ti prego, non ti ci mettere pure tu.- fece Leo - Splinter avrà anche ragione, ma io stavolta non ci riesco a dargli retta.- e poi la verità era che quel ruolo iniziava a soffocarlo. Iniziava ad essere stufo di essere sempre il figlio obbediente, quello perfetto e responsabile che non dava mai problemi e l'allievo prediletto.
In fin dei conti, era solo un ragazzo di sedici anni. E come tutti i ragazzi di quell'età, non sempre era d'accordo con i suoi genitori e voleva crescere, decidere da solo.
- E allora non lo fare.- fece Sarah.
- Quindi, tu pensi che io abbia ragione?- fece Leo.
- Non lo so.- fece Sarah - Ragione, torto, al momento non è questo a preoccuparmi. Ma se hai deciso di combattere questa battaglia... allora la combatto anch'io.- anche se il finale sarebbe stato  un suicidio.
- No, non posso.- fece Leo - Non posso coinvolgerti in questa situazione.-
- Io ci voglio stare in questa situazione.- fece Sarah con sguardo deciso - Non lo so se fai bene o male, ma una cosa la so. Ti amo. E non ti voglio perdere.- Leo fece per ribattere, ma Sarah lo bloccò - Non so molto della vita, ho vissuto ancora poco e  non so nemmeno perchè sono ancora viva... però una cosa la so. Amare qualcuno, non significa solo andare insieme da qualche parte, al cinema o al Luna Park... significa aiutarlo nelle sue lotte, che le abbia scelte lui o che loro abbiano scelto loro... lascia che ti aiuti a portare questo peso. Ti prego.-
Leo sorrise, e l'attirò a sè - Che farei se non ci fossi tu?-
- Meglio non saperlo...- quel momento, venne interrotto dalla visione di un gruppo di ninja che stavano correndo verso la zona del porto.
Per Leonardo, quello fu un segno. E si mise a seguirli, con Sarah dietro. Non sarebbe riuscito a convincerla a tornare a casa.
Le loro ricerche, li condussero ad un magazzino in prossimità del porto, dove i soldati ninja erano stati accolti da una delle guardie scelte di Shredder. Aveva chiuso le porte del magazzino e bloccato la maniglia con un tubo in ferro. Quasi volesse privare qualcuno all'interno dell'immobile della possibilità di uscire.
- Aspettiamo che se ne siano andati e poi entriamo noi.- fece Leo.
Appena i ninja ebbero alzato i tacchi, i due ragazzi entrarono nel magazzino rompendo il vetro di una delle finestre sul soffitto. Nel magazzino, privi di conoscenza, c'erano alcuni membri della banda Mobstars.
E poco distante una ordigno esplosivo con un timer. Mancava un solo minuto.
- Oddio...- fecero i due quasi in coro. Leo iniziò a prendere i mafiosi svenuti, uno ad uno, mettendoli in salvo tramite il condotto per i rifiuti. Ok, forse non meritavano che salvassero le loro vite, loro che avevano fatto tanto male a tanta povera gente innocente... ma almeno loro due, non erano assassini.
- Come siamo messi con la bomba?- fece Leo.
- Male...- fece Sarah - questa bomba... è particolare. Vedi, per disinnescarla è sufficente tagliare il filo di collegamento.-
- Trovarlo.... con tutti quelli che ci sono sarò una bella gatta da pelare.-
- Tecnicamente è semplice invece...- spiegò Sarah - basta raggruppare i fili, sia di destra che sinistra, in gruppi di dieci...- e quello era fatto - e alla fine dovrebbe rimanere solo un filo al centro, che è quello da tagliare per disinnescare la bomba...-
Leo iniziò a capire. Al centro vi erano due fili. Uno rosso ed uno marrone. Ne avevano aggiunto uno per rendere il tutto più complicato e rendere impossibile capire quale fosse quello giusto.
- Ook... vattene subito. E' un ordine.- fece Leo.
- O ci salviamo entrambi o nessuno dei due.- fece Sarah.
Rosso o marrone? Filo destro o sinistro?
Sarah tagiò il rosso. Il colore dell'amore. Quello del cuore.
Una deduzione azzardata, quasi irrazionale... ma vincente.
- E' andata...- fece Leo riprendendo a respirare.
- Già...- fece Sarah ridendo nervosamente. Faceva fatica a credere che avesse tagliato quello giusto.
- Siamo una bella squadra io e te eh...- fece Leo attirandola a sè, baciandola come se da questo dipendesse la sua stessa vita.
Purtroppo però, quella non era la serata adatta per vivere un amore. Un ticchettio allarmante lì avvertì della presenza di una seconda bomba. Probabilmente strutturata come quella appena disinnescata. Peccato che non avessero tempo di cercarla...
- Via, presto!- fece Leo afferrandola per il braccio scattando via come un pupazzo a molla.
Troppo tardi.
La bomba era esplosa. Ed aveva scaraventato i due ninja nell'East River.
Nel vedere il magazzino esplodere, credendo che i Mobstars non avessero avuto tempo e modo di mettersi in salvo, la guardia di Shredder sogghignò.
- Missione compiuta.-
Poco dopo, di nascosto dai ninja, i due ragazzi riemersero dall'acqua.
- Accidenti...- fece Leo - sei... sei... sei tutta intera?-
- Si...- fece la ragazza - non ci credo nemmeno io, ma sono ancora viva.-
- Appena finisce questa storia...- fece Leo - Giuro, ce ne andiamo da qualche parte assieme.- possibilmente senza gangster, ninja o robot pazzoidi pronti a distruggere tutto.
Ripresero il pedinamento.
I soldati ninja, impossibilitati ad usare il loro vecchio edificio, aveva ripiegato su qualcosa di più spartano. Il palazzo su cui c'era stata la prima battaglia con Shredder.
Era molto provato a causa dell'incendio che si era scatenato lì quella sera, e si reggeva in piedi a malapena.
- Dalle stelle alle stalle.- commentò Sarah spiando dal buco sul soffitto.
- Ho idea che tocchi a me.- fece Leo sguainando le spade - tu rimani qui...-
Sarah però non lo stava ascoltando. Percepiva qualcosa intorno a lei. Afferrò il kunai che portava attaccato alla cintura e si preparò all'attacco - Chi sei, fatti vedere!-
- Calma bellezza...- fece Mik. Con lui c'erano anche Raph e Don - se volevate un po' di privacy bastava dirlo.-
- E voi che ci fate qui?- fece Leo, sopreso di vedere i fratelli. Non immaginava che sarebbero venuti ad aiutarli dopo il litigio avuto alla tana.
- Semplice.- fece Don - Evitiamo che tu e la tua ragazza finiate in un guaio da cui non riuscireste ad uscire.-
- Considerateci la cavalleria, senza cavalli.- aggiunse Mik.
- Leo, te lo ripeto un'ultima volta, con le buone: Non. E'. La. Nostra. Guerra.- fece Raph.
Peccato che i soldati ninja li avessero circondati.
- Forse volevi dire... non era la nostra guerra fino a due secondi fa!- fece Mik. Si scatenò un terribile scontro, prima sul tetto, e poi all'interno del magazzino.
I cinque ninja si stavano difendendo bene... ma non così bene da poter prevedere di vincere quel combattimento.
Soprattutto per un dettaglio.
I Mobstars, non erano affatto contenti della situazione che si era creata in città. I Purple Dragones e i soldati ninja, con la '' scusa'' che avevano lavorato per Shredder, seguendolo con umiltà ed obbedienza ( leggasi anche paura di essere giustiziati e speranza di potersi prendere una bella fetta di torta una volta che il capo si ritirasse a vita privata o in caso di prematura dipartita) si erano divisi la città ed ora si stavano ammazzando tra loro per il controllo della città.
I Mobstars invece erano quasi a bocca asciutta. Cosa che al loro capo e al suo secondo in comando, non piaceva per niente.
E qui entrava in scena Stockman, che alleandosi con il più grande rivale del suo ex datore di lavoro, voleva ( oltre ad una buona posizione nella mafia di New York) sbeffeggiare il suo aguzzino in un ultimo modo, sapendo che non avrebbe avuto modo di scontarla.
Aveva già fornito ai Mobstars della armi all'avanguardia da usare contro gli altri competitori, ma il vero tocco di classe fu l'enorme robot a forma di ragno che lanciò nell'edificio e che si era messo a sparare a tutto quello che dava segno di volersi e di potersi muovere.
Leonardo si accorse quasi subito che per sparare usava un sensore laser e conficcò entrambe le spade nell'occhio meccanico del robot, per rovinargli la mira... funzionò, ma solo in parte, poichè il robot iniziò a sparare senza controllo, in qualunque direzione.
Baxter decise di ricorrere al '' piano b''. Che consisteva nel far esplodere delle bombe, precedentemente sistemate nell'edificio, tutte in una volta.
L'edificio, già provato di suo, dall'attacco del robot e ora dalle bombe, iniziò a sgretolarsi rapidamente.
Raph afferrò Leonardo per un polso, e la prima impressione del leader fu che il fratello volesse impedirgli di finire sotto ad un cumolo di macerie... forse anche per quello, ma soprattutto perchè aveva qualcosa da dirgli.
E non erano certo parole tenere.
- Spero che tu sia felice, Leo.- fece il rosso con rabbia - hai messo in pericolo tutti noi, ma spero che ne valga la pena!-
- Ragazzi, via da lì!- urlò Sarah lanciandosi sui due mentre dei massi cadevano sulle loro teste.
Poco dopo, dell'edificio non restarono che ferro e calcinacci.

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Capitolo 15
*** Una città in guerra seconda parte ***


~ Riuscirono a scampare all'esplosione. Grazie ad un'idea di Donatello, riuscirono ad usare una grossa trave per ripararsi da un grosso calcinaccio.
- Per fortuna c'è gente che pensa anche agli altri... mica come certe che conosco io.- fece Raph all'indirizzo di Leo.
- Ragazzi, vi spiacerebbe continuare la discussione altrove?!?- fece Don.
Leo contò fino a tre. Al tre lasciarono la presa sulla trave, e con la furtività che solo dei ninja potevano avere, schizzarono via, giusto in tempo per vedere l'edificio sgretolarsi del tutto, come un castello di carte mal fatto.
- Mamma mia... l'abbiamo scampata per un pelo, direi...- fece Sarah.
- Ragazzi, secondo voi chi è stato a mandarci quel robot kamikaze?- fece Don. I Purple Dragons no di certo. Non credeva avessero tali capacità.
I ninja nemmeno per ovvie ragioni... non restavano che i Mobstars, ma aveva qualche riserva.
- Mi sa che c'è un nuovo concorrente in gioco.- fece Mik - giusto per rimanere in numero pari.-
- Magnifico.- fece Raph all'indirizzo del fratello maggiore - Avevamo già abbastanza guai con i soldati ninja, potevamo starcene tranquilli, ma no... andiamo a mettere il naso in faccende a noi non competenti e già che ci siamo facciamoci ammazzare da un inventore di robot!-
- E da quando hai così paura di combattere?- fece Leo.
- Prima cosa. Io non ho paura di niente.- fece Raph - Seconda cosa. Noi non c'entriamo niente.-
- Sai che ti dico, testa calda?- fece Leo - Noi c'entriamo eccome!-
- Ah sarei io la Testa Calda?- fece Raph.
- E chi altri?- fece Leo.
- Guarda che non è stato per causa mia se un edificio ci è quasi crollato addosso!!!-
Don, Sarah e Mik osservarono quel battibecco quasi sbadigliando. Come se non avessero già visto quella scena... litigio, broncio per qualche ora e poi erano più uniti di prima.
- Venti dollari ed un mese di lavaggio piatti che in mezz'ora finiscono.- fece Don.
- Ci sto.- fece Mik.
- Ehm... ragazzi, veramente io mi auguro che smettano prima...- fece Sarah allarmata dall'insolito muoversi della pila di calcinacci dietro ai due litiganti.
A quanto pare il robot era tutt'altro che distrutto.
-... o se la vedranno molto, molto brutta...- fece Sarah cercando di richiamare l'attenzione dei due litiganti.
- Ragazzi...- fecero i tre in coro.
- Ho capito!- fece Leo. Erano talmente occupati a bisticciare che non si erano nemmeno resi conto di avere la falce della Nera Signora proprio sul loro collo - Tu sei quello calmo che si batte con onore, ma solo quando gli fa comodo.-
- Bada a non darmi del codardo, amico!- lo rimbeccò Raph.
- INSOMMA RAGAZZI, DATECI UN TAGLIO!!!- urlò Sarah.
Fu allora che i due si accorsero del robot che incombeva minaccioso su di loro e più che mai pronto a sparare a tutto quello che si muoveva, senza guardare in faccia nessuno.
In quel frangente, accadde una cosa che nessuno di loro avrebbe mai immaginato di fare. Almeno non da sobrio. Aiutare i soldati ninja.
- Allora?- fece Raph sempre più stizzito - Pure aiutare i lecchini di un assassino è onorevole per te?-
- Una volta messo fuori uso lui...- fece la guardia suprema di Shredder - vi faremo a pezzi.-
- Ora li riconosco!- fece Don.
Mentre la battaglia infuriava, nella raffica di laser sparati dal robot, finì anche un autobus di pendolari che fu costretto a fare manovra per non schiantarsi. I passeggeri riuscirono a scappare, tutti tranne uno.
- Aiutatemi per favore, sono incastrato!!!- urlava il malcapitato - qualcuno mi aiuti!!!-
- Ragazzi, voi rimanete qui!- fece Sarah entrando nella vettura - Penso io a quel poveretto.- la giovane entrò nel bus, facendosi strada tra sedili ribaltati e pezzi di metallo a alla fine riuscì a togliere l'ingombro dal torace dell'uomo - Si sente bene signore?-
- Sì... ma tu chi sei...?- fece l'uomo, ancora intontito dal colpo preso.
- Ehm. Io... io... sono un ufficiale di pubblica sicurezza. Non si preoccupi. La situazione è sotto controllo...- poi, abbrancandolo per aiutarlo a camminare, gli premette le mani sulle tempie per provocare un innocuo svenimento - scusa amico... ma certi segreti valgono bene un mal di testa.-
Anche se era mezzo intontito non poteva non notare che c'erano delle tartarughe giganti che combattevano, anche se per poco, assieme a dei tizi in calzamaglia contro un ragno gigante.
Lo adagiò in un posto sicuro e poi chiamò il Pronto Intervento con una telefonata anonima, prima di tornare alla battaglia.
...
...
...
Nel frattempo il capo dei Dragoni pretempore, era stato '' cordialmente invitato'' da Hun a farsi da parte e ridargli il posto di capo della gang. L'ex scagnozzo di Shredder, ormai rimasto senza lavoro, aveva deciso di tornare al posto di comando usando come pretesto il fatto che se i Dragoni controllavano territorio e tangenti, era solo grazie al suo lavoro con Shredder.
- Ed è per onorare la sua memoria che mi impegno a portare i Dragoni in cima alla catena alimentare del crimine in questa città!- ovviamente nessuno ebbe il coraggio di dire una sola parola contro la convincente arringa di un armadio alto tre metri e largo due, per non rischiare di essere polverizzati da un pugno.
...
...
...
Nel frattempo, la lotta contro il robot continuava. Usando dei calcinacci, le tartarughe erano riuscite a mettere su una barricata.
- Per un po' reggerà, ma non lo farà in eterno.- fece Sarah.
- Forse posso metterlo fuori uso... devo solo arrivare a quei cavi scoperti.- fece Don.
- Lascia perdere, ci penso io!- fece Raph saltando sul bus e mettendosi al posto di guida, ignorando la voce di Leo che gli chiedeva di tornare indietro e dargli retta - E' dando retta a te se ora siamo nei guai!-
Iniziò quindi a guidare contro il robot con l'intezione di metterlo fuori combattimento con un frontale, ma il robot gli sparò una raffica di colpi. Uno di questi centrò il serbatoio della benzina che iniziò ad uscire copiosa, e nel tentativo di evitare un proiettile, l'autobus si capovolse.
- RAFFAELLO!!!- urlò Sarah.
- Tieni duro, arrivo!- fece Leo correndo verso quel che restava del mezzo di traporto ed usando le spade per aprire le porte - Tutto a posto fratello?-
- Mettiamola così...- fece Raph, capovolto, ancora sul sedile di guida e con le mani incollate al volante - nessun osso rotto.-
Leo lo riprese - Considerati fortunato. Tu e le tue idee poco ponderate... hai rischiato di fare una brutta fine, lo sai?-
- Però quando le stupidaggini le fai tu è tutto in regola, vero?-
- Intromettersi nella guerra tra gang non è stato un errore.-
- Hai ragione, è stato nobile, eroico.- lo sfottè Raph - Grazie di esserci, grazie a te la città è molto più sicura.-
Nel frattempo furono raggiunti da Sarah, agitatissima.
- Ragazzi, potete discutere dei vostri punti di vista un altro giorno?- fece la ragazza - venite via, la benzina ha preso fuoco!-
Alla fine, Leo riuscì a trascinare via Raph, che si era avvinghiato al volante che non voleva mollare, e poi a saltare via dal bus assieme alla ragazza e al fratello, giusto in tempo per vederlo esplodere.
- Se ti azzardi a dire, '' Adesso sei in debito con me''...- lo avvertì Raph - giuro che ti sopprimo.-
- E se non la fate finita entro trenta secondi, io sopprimo voi due!- fece Sarah esasperata. Ok che quella era una scena di ordinaria routine, ma quel bisticcio la stava veramente esasperando.
Nel frattempo, Don ( con l'aiuto di Michelangelo ed i soldati ninja che attirarono il robot in una grande pozza d'acqua) era riuscito a mandare in corto quel robot killer.
La tregua era finita.
Infatti, come il robot fu messo K.O, i soldati ninja si avventarono su Michelangelo che non ebbe altra scelta se non quella di scappare.
I suoi fratelli fecero per correre in suo aiuto... ma Baxter, quando creava robot pericolosi per qualsiasi cosa che fosse organica, faceva le cose in grande.
Aveva creato altri due robot, cattivi esattamente come il primo, proprio nell'evenutalità/ speranza di trovare sul suo cammino i cinque ninja.
Ergo, avrebbero dovuto salvarsi la pelle prima di salvare qualcun'altro.
Michelangelo intanto continuava a correre su per i tetti della Grande Mela. Aveva eluso tutti i suoi inseguitori, tranne tre.
Approfittando di un loro attimo di distrazione era saltato giù da un tetto per nasondersi su un una corda. Piena di panni stesi ad asciugare.
- Ce l'ho fatta...- fece la tartaruga appoggiandosi ad un muro per riprendere fiato - Grazie Signore... grazie...-
Per evitare di stare fermo nello stesso posto, andò dritto filato alla nuova casa di April, appena costruita e rimessa a posto, giusto per riprendere fiato per cinque minuti e vedere qualche faccia amica...
Peccato che le faccie amiche fossero moooooltooooo arrabbiate.
Casey ed April non erano particolarmente felici del motivo della sua visita.
Il primo perchè era stato escluso dalla madre di tutte le scazzottate.
La seconda, era sempre felice di vedere qualcuno della loro cricca, ma non quando questa andava a cercare rifugio nel suo negozio appena rimesso in piedi e ristrutturato dopo che era saltato per aria e ridotto in macerie per colpa dei ninja.... per nascondersi da altri soldati ninja che lo stavano inseguendo.
- E se decidessero di fare il bis in casa mia?- fece la rossa.
- Oddio, è vero...- fece Mik  - scusa April, non ci ho proprio pensato... vado via subito, così non rischi di rimetterci di nuovo la casa.-
Con lui andò anche Casey.
April li guardò allontanarsi, con aria preoccupata - Ti prego, sta attento.-
...
...
...
La situazione stava degenerando rapidamente.
Le Forze speciali erano intervenute, per tentare di sedare i disordini, ma vennero messe rapidamente fuori combattimento dai Dragoni, che adesso puntavano il loro arsenale all'avanguardia verso i loro ex alleati ( i ninja), gli eterni secondi ( i Mobstars) e le tartarughe.
- Leonardo, se non usciamo vivi di qui, giuro che ti riterrò personalmente responsabile!- fece Raph.
Hun puntò il suo bazooka verso uno dei robot. Il capo della gang mafiosa e Stockman, da veri codardi, decisero di scappare a bordo del furgone... peccato che andarono a schiantarsi proprio contro l'altro robot.
Quando si diceva l'ironia.
- Ragazzi...- fece Don - qui si sta mettendo malissimo. Ce ne dobbiamo andare e subito.-
- Sto cercando di chiamare Michelangelo...- fece Sarah - non risponde. Spero che non gli sia successo qualcosa di grave.-
- Beh, sappiamo a chi dare la colpa se per caso Mik ha anche un solo capello fuori posto.- ringhiò Raph all'indirizzo di Leo.
- Volete farla finita? Mi sembra di stare a Casa Vianello!- fece Sarah.
In quel preciso istante, verso di loro sfrecciò il furgoncino di April. E a bordo c'erano Casey e Mik.
- Serve un passaggio signori e signora?- fece l'arancione.
I quattro saltarono sul furgone.
- Dove vi porto signori?- fece Casey.
- Sulla 39vesima strada, civico 42.- fece Leo.
- Agli ordini, capo!- fece Casey - tenetevi forte!-
Consiglio inutile dato che Hun stava cercando di farli saltare per aria con il suo bazooka.
Fortunatamente, Casey era un ottimo pilota e non gli fu difficile schivare  tutti i colpi.
- E non mi avete ancora visto all'ora di punta!-
..
..
..
Tra una cosa e l'altra, la notte era trascorsa ed aveva iniziato ad albeggiare. Il che voleva dire che fino al tramonto, in città ci sarebbe stata una '' finta quiete''.
Si erano rifugiati in una torre dell'acqua in cima all'edificio indicato da Leo. Non voleva rischiare di essere seguito fino al rifugio, così aveva optato per un rifugio di emergenza.
- Staremo tranquilli per qualche ora...- fece Leo mentre Sarah distribuiva del pane e dell'acqua che era riuscita a rimediare in un alimentari lì vicino - e potremo studiarci con calma la prossima mossa.-
- Te la dico io la prossima mossa.- fece Raph - A) Tornare a casa.
B) Dimentichiamoci questa storia e lasciamo quei delinquenti nel loro brodo.-
- Ma non capisci che dobbiamo fare qualcosa?- fece Leo.
- E tu non capisci che noi in questa storia non c'entriamo?-
Gli altri sbuffarono annoiati e si sedettero sulle casse, l'amaca e per terra. Tanto valeva mettersi comodi.
- Se almeno avessi dietro dei tappi per le orecchie o dei sonniferi...- borbottò Sarah.
- O dei pop corn. Sembra di guardare una puntata di '' Dharma & Greg''.- fece Mik.
- Noi forse non c'entriamo, ma nemmeno quei poveri innocenti nel fuoco incrociato se è per questo!!!- riprese Leo.
- Credi forse che non mi dispiaccia per loro?!? Ma guardiamo in faccia la realtà: non puoi pretendere di salvare un'intera città! E finora hai solo peggiorato le cose.-
- Quindi secondo te, che dovremmo fare? Dimenticare il Bushido, il nostro codice d'onore, l'impegno di lottare per la giustizia?-
- E da quando nel Bushido c'è scritto di ficcanasare in fatti altrui?-
- Senti, non vuoi aiutarci, non vuoi combattere? Non mi ricordo di averti chiesto di venire e nemmeno di averti obbligato a restare.-
- Cala le arie Leo, ti avverto.- fece Raph - Potrei non rispondere di me.-
Sarah si mise in mezzo ai due. La piega di quella lite non le piaceva nemmeno un po'.
- Adesso basta. Tutti e due. Calmatevi, prendete un bel respiro e fate la pace.- fece Sarah.
- Io non ho litigato con nessuno.- fece Leo - Può fare quello che vuole. Vuole restare? Che rimanga.
Se ne vuole andare? Padronissimo.
Tanto non mi pare che si preoccupi dei divieti.-
- Sai una cosa, Sarah?- fece Raph dirigendosi all'uscita - Il tuo fidanzato ha assolutamente ragione. E' la prima cosa sensata che dice oggi. Tanti cari auguri per questa crociata, Leo. Ma ti avverto: se uno solo di loro si fa male, ti renderò la vita impossibile!-
Non fece in tempo ad uscire.
Se fossero stati meno occupati a discutere e più attenti, forse si sarebbero accorti del ninja che aveva piazzato un ordigno sotto la base della torre in cui si erano rifugiati.
Fortunatamente nessuno di loro si fece male, solo una botta al fondoschiena, ma nulla di grave.
Davanti a loro vi erano tre ninja. Due uomini ed al centro una donna.
Era bellissima.
Aveva circa trent'anni, lucenti capelli corvini, occhi verdi come smeraldi e pelle bianca e liscia. Indossava l'uniforme dei soldati ninja.
Leo, non era l'unico che si sentiva in dovere di far qualcosa per quella guerra. Vi era anche lei. La pupilla di Shredder. Il capo della succursale giapponese del Clan del Piede, con sede a Tokyo
- Il mio nome è Karai.- fece la donna - e sono qui per riportare l'ordine tra i ninja.-
- Prima però devi vedertela con me, bellezza.- fece Raph sguainando i sai.
- Abbassa la guardia, Raph.- fece Leo.
- No!- ringhiò il rosso - Sono stufo di essere l'ultima ruota del carro, e sono arcistufo di obbedire a te!-
- Ho detto abbassa la guardia!-
Il rosso non gli obbedì e si scagliò sulla guerriera e le sue guardie del corpo, come una furia. Ma la donna era molto più agile e scattante di lui e le bastarono pochi secondi per ritrovarsi in vantaggio e rischiare di uccidere Raffaello.
Leo si precipitò in suo soccorso, e tra i due leader scoppiò un terribile scontro, mentre Don, Mik, Sarah e Casey si occupavano delle guardie che però si difendevano in maniera egregia.
Intanto, la battaglia non andava particolarmente bene per nessuno. I due leader continuavano ad essere pari merito. Raph rinnovò il suo attacco verso la donna ninja, ma la giovane schivò abilmente il colpo saltando sull'abbaino del palazzo.
Il combattimento tra Karai e Leo riprese. Quest'ultimo parve avere la peggio, e venne fatto cadere a terra.
La donna stava per dargli il colpo di grazia... ma Leo le mollò un calcio facendola cadere e svenire.
Almeno così sembrava.
In realtà stava solo giocando a fare l'opossum.
La guerriera, con un balzo imprigionò Leonardo mettendogli un piede in corrispondenza dello sterno e puntandogli la spada alla gola.
- NO!- urlò Sarah scattando verso i due.
Karai la bloccò con lo sguardo - Non pensarci nemmeno.- fece la giapponese - Sono venuta qui per discutere di certi affari con voi. E adesso, ne discuteremo. Con o senza il vostro capo. A voi la scelta.-
Sarah guardò terrorizzata l'amato, a terra, alla mercè di quella nuova... come doveva chiamarla? Amica? Nemica?
Tutto quello che sapeva di lei era che era bella da far paura, che era una guerriera eccezionale... ma che la diplomazia non era il suo forte.
- Ehm.... signorina...- fece Sarah - Le hanno mai detto che ricattare le persone, oltre ad essere una pessima idea, non è nemmeno contemplato dal Bushido?-
- Sì, ne ho sentito parlare...- fece Karai - Ma con un po' di terrore è molto più divertente. Decidi in fretta che vuoi fare... il tuo ragazzo rischia brutto.-

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Capitolo 16
*** Una città in guerra terza parte ***


~- Va bene.- fece Sarah. Non le piaceva cedere ai ricatti, ma non le veniva in mente altro su cosa e e come impedire alla donna di fare del male a Leo - non c'è bisogno di ricorrere a questi mezzucci... parliamo.-
- Prima dì ai  tuoi amici di gettare a terra le armi.- fece Karai.
Raph avanzò minaccioso verso di lei, per aiutare il fratello, ma la guerriera avvicinò ancor di più la punta della spada verso la gola del leader.
- Ho detto... armi a terra. Adesso.- fece Karai avvicinandola ancor di più. Leo cercò di allontanarsi come poteva dalla lama che se spinta più giù gli avrebbe reciso la carotide.
Sarah si voltò verso i fratelli e l'amico Casey implorante -'' Vi scongiuro...''- dicevano i suoi occhi.
Ovviamente era una supplica inutile. Avevano già deciso di cedere. Un ninja non si arrendeva mai, chi stava dalla parte giusta non si arrendeva mai... ma non c'era oroglio che teneva quando si trattava della vita di una persona a loro cara.
Raph però pareva non volerne sapere.
- Scusa Raph.... non hai sentito la donzella con il pugnale?-
- Non voglio favori da te, Raph.- fece Leo ormai completamente a terra.
'' Ti prego...''- pensò Sarah. Ok, in quel momento non erano in buoni rapporti... ma lei non ci credeva che in quel momento, Raffaello provasse così tanta rabbia nei confronti del fratello tanto da non importargliene nulla del fatto che sarebbe potuto morire.
Raph lanciò rabbiosamente i sai accanto al fratello.
- Bene. Forse ora possiamo parlare.-
- Ah, vuoi solo parlare?- fece Don - Strano, a pelle avrei detto che avevi intenzioni di farci neri.-
- Se avessi voluto eliminarvi a quest'ora sareste già morti, fidati di me.- fece Karai.
- Ok. Hai ottenuto quello che volevi. Parliamo. Ma se non ti secca gradirei parlare senza la tua spada contro il naso.- fece Leo.
La ragazza lo liberò, ma prima che potessero tirare un sospiro di sollievo, Raph recuperò le sue armi e si avventò sulla guerriera.
Leo usò le sue armi per parare l'attacco.
- Raph, no!- fece Leo - Le ho dato la mia parola d'onore.-
- La tua parola?!?- sbraitò Leo - Oggi sei insolitamente bravo a darmi sui nervi.-
- Eddai Raph... ascoltiamo quello che deve dirci questa bella signorina ninja.- fece Casey.
- Adesso ti ci metti pure tu?!?- sbottò Raph.
- Ok.- fece la donna - Il mio nome è Karai. E sono al comando del clan dei soldati ninja in Giappone. Sono venuta per riportare ordine tra i ninja. Quando voi avete distrutto Shredder, avete messo questa città nel caos. In Giappone, speravamo che le bande finissero per distruggersi a vicenda e che alla fine il potere tornasse nelle mani dei soldati ninja. Ma non avevamo previsto che la guerra avrebbe coinvolto così tante persone innocenti... adesso, avrò bisogno del vostro aiuto per...-
- Ok, fine della chicchierata.- fece Raph - adesso si combatte?!?-
- Sei un impudente.- fece Karai - se tu fossi un mio seguace ti avrei già punito severamente.-
- Ah si?!?- fece Raph - siete tutti uguali. Parli esattamente come Shredder.-
- Ascolta...- fece Sarah - nemmeno a noi piace questa situazione, ma non sapremmo proprio come aiutarla. La città è fuori controllo. Abbiamo già provato a sistemare le cose ma abbiamo fatto più danno che altro.-
- Ed è per questo che sono qui.- fece Karai - Ho un piano.-
- E noi allora a che le serviamo?- chiese Leo.
- Tutti i piani hanno bisogno di una... contingenza.- spiegò Karai.
Leo chiamò i ragazzi in riunione, per decidere cosa fare.
- Per me se ne può tornare in Giappone a nuoto.- borbottò Raph.
- Per me è perfetto.- fece Casey - E' bella, intelligente e per di più è anche un ninja.-
- Sarah invece no, vero?- sbottò Raph - Se è solo per questo, una ragazza nella banda basta e avanza. Che facciamo, apriamo un collegio femminile?-
Sarah lo guardò male, ma non ci fece troppo caso. Quando Raph s'innervosiva era meglio lasciarlo sfogare senza contraddirlo.
- A che si riferiva con '' contingenza''?- chiese Mik.
- Che siamo il piano di riserva.- fece Leo.
Don si rivolse a Karai - Domando scusa... a noi in tasca cosa viene?-
- Tre cose.- fece la guerriera - A) Evitate che la città diventi un cumolo di macerie.
B) Liberate la strada sia dai Dragoni che dai Mobstars.
C) I fedelissimi di Shredder hanno giurato di eliminare chi ha ucciso il loro maestro. Sarebbe una carneficina senza eguali. Eliminaranno non solo voi, ma anche i vostri amici, i vostri conoscenti e tutte le persone che hanno avuto la sfortuna di entrare in contatto con voi. Io assumerò il controllo del clan. E vi prometto, sotto il mio comando, nessuno oserà farvi del male. Nè a voi nè ad altri. E' quanto di meglio posso offrirvi.-
- Beh in tal caso...- fece Leo.
Raph lo stoppò - Eh no eh!- fece il rosso - Per oggi basta così. Non esiste che io mi unisca a quella lì!-
- Guarda che non te la devi mica sposare!- fece Sarah - e comunque... nessuno di noi muore dalla voglia di combattere accanto ai soldati ninja. Ma potrebbe essere l'unica possibilità per tornare alla nostra vita di sempre ed impedire che qualcuno si faccia male in una guerra che non ha mai chiesto e mai voluto...-
- Ma nemmeno se mi minacciano di morte!- fece Raph - io con loro non ci sto, nemmeno per cinque minuti.-
- Dobbiamo accettare!- fece Leo esasperato.
- Da quando aiutare i lecchini di un omicida è onorevole?!?- fece Raph - volete diventare loro alleati? Fate pure. Io ne ho abbastanza. Penso quello che pensavo prima. Me ne vado. Casey, tu vieni con me?-
Casey però stavolta non la pensava come l'amico - So cosa provi, e per certi versi hai ragione... ma mi hanno insegnato una cosa. Se fai un guaio, poi lo devi aggiustare.- fece l'umano incrociando le braccia - Io rimango con loro.-
- In tal caso, addio.- fece Raph sibilando, prima di sparire.
Sarah mise una mano sulla spalla di Leo - Gli passerà.-
- Allora?- fece Karai.
- Accettiamo il patto.- fece Leo - ma niente scherzi.-
- I soldati ninja non hanno mai fatto nulla per darci motivo di fidarci di loro.- fece Don.
- Perchè non abbiamo mai avuto bisogno di chiedere aiuto... fino ad oggi.- fece Karai - Vi spiego il piano.-
Il piano della donna era molto semplice: avrebbe obbligato i Dragoni e i ninja a piantarla con le ostilità e dopo aver richiesto loro eterna fedeltà, avrebbe obbligato loro ad eliminare i Mobstars. Il controllo dell'impero sarebbe tornato nelle sue mani, e le due fazioni rimaste avrebbero ripreso a collaborare.
- Tutto chiaro?- fece Karai.
- Scusi signorina...- fece Sarah - ma qui c'è qualcosa che non mi torna.-
- Prego, illuminami allora.- fece la donna.
- Da quello che ho capito, lei aveva un rapporto molto particolare con Oroku Saki.-
Karai sospirò nostalgica - Sì, è così. Vent'anni fa, la mia famiglia attraversava gravi difficoltà economiche. Avevamo a malapena i soldi per mangiare, figurarsi per curare qualcuno se per caso si fosse ammalato. Un giorno mi svegliai... e i miei genitori non c'erano più. Se n'erano andati, lascianomi da sola, al mio destino.
Oroku Saki passava di lì per caso... e mi portò con sè. Mi ha dato una casa, un'istruzione, fiducia, l'amore di un padre.-
- Capisco. Ergo, questa guerra è inutile.- fece Sarah - Lei è la legittima erede della fortuna di Oroku Saki. Non era più semplice farsi avanti e reclamare l'eredità paterna, come lo sarebbe ora, senza che le bande si distruggano a vicenda?-
- Sì. Sarah ha ragione.- fece Donatello - Se lei è la sua erede nessuno può ambire a mettere le mani sopra la fortuna di Shredder. Anche se io eviterei di disturbare giudici e avvocati visto che i proventi principali sono sporchi di sangue.-
- Avete ragione. In una situazione normale non ci sarebbe stata questa guerra, dato che Shredder aveva un erede... ma purtroppo le cose sono molto complicate.- fece Karai.
- Traduca.- fece Leo.
- I soldati ninja non sono proprio '' entusiasti'' di prendere ordini da una donna.- fece Karai - per quanto riguarda i Dragoni... Hun non mi giurerebbe mai fedeltà. Mi ha odiato sin dal primo giorno.-
- E come mai?- chiese Casey - insomma come si fa ad odiare una cosetta carina come...-
Sarah lo fulminò con lo sguardo -'' Guarda che April ha le orecchie lunghe''
Karai invece lo fissò come per dire -'' Provaci ed io ti spezzo i denti''- prima di rispondere - Per la legge dell'eredità dei clan mafiosi.-
- Ah certo...- fece Sarah - Se il capo di un clan viene arrestato, muore prematuramente o per qualunque motivo non può più occuparsi degli affari della famiglia, logicamente il tutto passa al suo erede o parente più prossimo, o se questi non è all'altezza del compito a qualcuno che ha designato lui stesso. Tuttavia se non ci sono queste condizioni.... a regola di legge, il malloppo va tutto alla persona che lo ha servito più fedelmente.-
- Esatto. Sei ben informata a riguardo.- fece Karai - Shredder non ha figli, nipoti o diretti discendenti, e questo voi lo sapete.... Hun quindi ha sempre pensato che se lo avesse servito bene, con umiltà e devozione, alla fine avrebbe avuto tutto per sè... ma poi una bambina ha rovinato i suoi sogni di grandezza.-
-  E quindi abbiamo i ninja che non sopportano una gestione da parte di un cromosoma XX e un bestione che se potesse l'avrebbe già tolta di mezzo da tempo immemore...- fece Mik - Non per sembrare un guastafeste ma... io dubito che la ascolteranno.-
- E infatti non ascolteranno me.- fece Karai - Ma Shredder in persona.-
...
...
...
Il piano di Karai, almeno per la prima parte, pareva aver funzionato. Si era messa l'armatura del padre ed era apparsa, con il calar della luna, sul tetto di un edificio. Dragoni e ninja nel vedere il loro '' maestro'' vivo e vegeto quasi non ci credevano, ma non si fecero troppe domande e lo seguirono al quartier generale del Piede. Con grande gioia di Stockman, visto che stava per fare una fine assai poco gradevole per mano di Hun e i dragoni.
- Allora?- fece Don.
- Hanno abboccato all'esca. Stanno venendo qui.- fece Karai togliendosi l'elmo e con lui il modulatore vocale che le permetteva di assumere la voce di Shredder - e riceveranno una bella sorpresa.-
Risentire la voce di quell'omicida era stato strano, ma non quanto lo era stato parlare con quella voce in maniera tanto rilassata e tranquilla.
- Mi spiega come ha fatto a servire per anni ed anni un individuo deprecabile e privo di onore come Shredder?- fece Leo.
- Ve l'ho già spiegato.- fece Karai - Gli devo tutto quello che ho e tutto quello che sono. Non era obbligato a salvarmi ed accogliermi, ma l'ha fatto. Per me era, è e sarà sempre mio padre. Il suo destino era quello di trovarmi. Il mio divenne servirlo. Ed il vostro è stato quello di portarlo via da me.-
- Io non sono d'accordo.- fece Sarah - Nessun debito vale tanto da farti mettere da parte principi e valori.- lei da quel punto di vista era stata molto fortunata. Anche lei, come Karai, aveva perduto entrambi i genitori ( anche se in modo molto diverso) ed anche lei era stata allevata ed istruita da un maestro ninja, e difficilmente avrebbe potuto immaginarsi da un'altra parte... ma non aveva mai dovuto sentirsi in conflitto con sè stessa, dividendosi tra il cuore e la testa.
Ma se Splinter le avesse ordinato di usare le arti che le aveva insegnato per fare del male... probabilmente non ci sarebbe stata - sei tu che determini i fatti. Non i fatti a determinare te.-
- Padrona.- fecero le guardie di Karai - Ci siamo.-
- Nascondetevi. E speriamo che non dobbiate intervenire.- fece Karai. Il suo piano, seppur semplice, era ben strutturato. Ma come il migliore degli avvocati non poteva prevedere come sarebbe finito un processo, nemmeno il più abile degli strateghi poteva sapere con certezza se il piano avrebbe avuto successo.
E se, facendo le corna, il piano di Karai non avesse funzionato, sarebbero intervenuti loro da soli. Contro tutti.
- Questo piano puzza di marcio.-
...
...
...
Almeno all'inizio aveva funzionato. I ninja avevano accolto il loro signore, Hun aveva assicurato che lui e i Dragoni lo avrebbero servito con la stessa umiltà e devozione di sempre, togliendo di mezzo il suo '' vice'' che non ci stava a tornare sotto padrone, e si scatenò una sorta di tutti contro tutti.
I Mobstars decisero di ritirarsi, ma prima di andar via, il capo lanciò una specie di bomba a mano molto potente verso '' Shredder''.
Quando la donna cadde a terra, le sue guardie del corpo la aiutarono a rimettersi in piedi... ma le cadde l'elmo, rivelando la sua vera identità.
Facendo innervosire non poco sia Hun che le Guardie Scelte.
- Vestire i panni del Maestro è un sacrilegio!- fece una delle guardie - Lo hai disonorato!-
- Ragazzi, tocca a noi!- fece Leo.
Purtroppo la battaglia fu uno sfacelo  totale. In breve le tartarughe, Sarah, Casey e Karai vennero messe all'angolo.
Pochi. Senz'armi e con due eserciti pronti a colpire.
- Che prevede il piano C?- chiese Mik.
- Facciamo pace con la nostra anima e prepariamo il corpo alla sua distruzione.- fece Karai.
- Padrona...- fece una delle guardie del corpo - Devi scappare, adesso!-
- No.- fece Karai con sguardo deciso. Moriva di paura dentro, ma non ci pensava nemmeno a scappare - Io rimango qui, fino all'ultimo.-
- Sarai anche stata allevata da Shredder. Ma non sei affatto come lui: tu sai cosa sia l'onore.- fece Leo.
Karai sorrise a quel complimento. Sarah invece si accigliò. Sì, doveva dargliene atto, era la pura e semplice verità... ma non sapeva perchè quel complimento l'aveva infastidita.
- HUN!- fece una Guardia di Shredder - Uccidili tutti. E non ci scorderemo di te e dei tuoi uomini una volta ripreso il controllo della città.-
- Questa è la prima cosa sensata che sento da quando è cominciata la guerra.- fece Hun puntando verso il gruppetto il suo cannone.
Leo cercò la mano di Sarah, stringendola con tutta la forza che aveva. Da una parte non aveva paura... insomma, lo sapeva fin da quando aveva deciso di mettere il naso in quella guerra, anzi da prima... da quando aveva incontrato Shredder che quasi certamente sarebbe morto sul campo di battaglia... ed anche il fatto di non sopravvivere a lungo ai suoi cari non lo angustiava...
Ma che quell'amore appena sbocciato fosse già finito... quello sì.
Si consolava però pensando che nel posto in cui stavano per finire... non c'erano ostacoli o battaglie che potessero allontanarlo dalla persona che amava.
Prima che Hun potesse sparare, una stella ninja si conficcò nell'arma di Hun. Il bestione la buttò via prima che esplodesse creando una nuvola di fumo. In quella situazione, diversi ninja finirono per essere pestati da un guerriero misterioso...
- Salve gente.- scherzò Raph emergendo dal fumo - Vi sono mancato?-
- Era ora, mi domandavo quanto ci stessi mettendo.- fece Sarah raggiante.
- Ma tu non te ne eri chiamato fuori?- fece Leo felice di vedere il fratello.
- Diciamo che mi sono preso un po' di tempo per pensare, ci ho ragionato e ho capito di essermi comportato come un idiota.- fece Raph.
- E... sia a pestare i ninja che alla conclusione che sei stato un idiota ci sei arrivato tutto da solo?- fece Mik.
- Beh... diciamo che qualcuno mi ha aiutato!- fece Raph.
Dal fumo, emerse anche Splinter - Figli miei! Ho avuto paura che fosse troppo tardi.-
- Nahhh...- fece Don - era tutto sotto controllo, si, beh, insomma...-
Con l'arrivo dei rinforzi, le sorti della battaglia furono ribaltate. Karai riuscì ad avere la meglio sul capo delle guardie scelte e lo immobilizzò a terra, puntandogli una spada al collo.
Poi gli mostrò il ciondolo con sopra lo stemma di famiglia.
- Lo riconosci questo sigillo?- chiese la giapponese - è il sigillo dei soldati ninja, che adesso IO rappresento. Siete moralmente obbligati a seguirmi.-
- Mai.- fece la guardia.
Karai per tutta risposta, alzò la spada sulla testa del soldato... e divise a metà il cappello.
- Ha scoperchiato il fungo!- fece Sarah.
Hun, intanto aveva recuperato una grossa colonna, ed aveva iniziato a colpire la ragazza facendola rimbalzare per tutta la stanza.
Inutile, il passaggio di gestione non gli andava proprio a genio.
- IO NON SERVIRO' MAI UNA COME TE!- fece Hun.
- Nessun problema amico. Nuovo piano.- fece Sarah mollandogli un calcio volante - Si chiama operazione rami secchi.-
Leo e Raph lo bersagliarono di calci e pugni.
- Egregio Signor Hun...- fece Leo mollandogli un ultimo colpo che lo fece finire in bilico vicino ad una finestra.
- Oh cavoli...- borbottò il gigante. Non si metteva bene per niente.
- Lei è licenziato!- fece il nuovo capo del clan del piede mollandogli un ultimo calcio. Hun volò di sotto, atterrando una volante della polizia.
Poco dopo i soldati ninja giurarono fedeltà al loro nuovo capo.
La guerra era finita.
- Grazie...- fece la donna sorridendo lieta a Leonardo - Sono in debito con voi. Manterrò la mia promessa: voi, i vostri amici e tutte le persone che vi sono care non verrete mai più toccati dal clan del piede.
E' il minimo che possa fare per le persone che mi sono state accanto sino alla fine. E spero che se un giorno i nostri cammini s'incrocieranno di nuovo, ci si incontri da alleati.-
- Speriamo non succeda tanto presto.- fece Sarah. OK, era simpatica ( a modo suo, chiaro), ed era bello sapere che non sempre dal marcio viene fuori altro marcio... ma quando si trattava di complimentarsi e salamecchi vari, quella girava un po' troppo intorno a Leonardo per i suoi gusti - c'è bisogno di pace in questa città.-
- Ma se dovesse capitare...- fece Leo - ci auguriamo anche noi la stessa cosa. Sarà il destino a scegliere per noi.-
- Ma il destino, purtroppo, non è l'unico maestro che dobbiamo servire.- questa fu l'ultima frase della bella guerriera prima di sparire con le sue guardie. Una frase enigmatica, che non tutti compresero molto bene, ma che in seguito avrebbero avuto modo di capire.
- Maestro. Io...- fece Leo - mi dispiace. Non volevo mettere in pericolo nessuno... ma non riuscivo a stare in pace con me stesso...-
- Non dire altro, figliolo.- fece Splinter calmo e pacato - Hai compiuto l'atto più coraggioso che si possa decidere di fare. Seguire il proprio cuore e ragionare con la propria testa, anche se tutti gli altri ti dicono di non farlo. E di questo, sono fiero.-
Leo sorrise, per poi rivolgersi a Raph - Raph... mi dispiace tanto...-
Raph, lieto in volto per la prima volta da quando era iniziata quella storia, lo tranquillizzò - Tranquillizzati pure. E' tutto finito, siamo salvi e la città è salva. E poi... è bello sapere che pure tu non sei così perfetto come sembrava.- ed in un abbraccio fraterno, i litigi, i conflitti che in quel giorno avevano minacciato di minare seriamente ed in maniera irrversibile il loro rapporto, furono cancellati.
...
...
...
- Sono contenta che tu e Leo abbiate fatto la pace...- fece Sarah quella sera, raggiundo il fratello testa calda sulla piscina al centro del rifugio.
- Anche io.- fece Raph - Non so cosa mi sia preso... ha ragione. Di solito sono io quello che pretende di raddrizzare tutti i torti di questo mondo da solo e spesso mi caccio nei guai e rischio di trascinare a fondo tutti... è solo che quando vedo qualcuno che si comporta come farei io a cose normali...- tipo quando aveva conosciuto Casey che aveva deciso di farsi giustizia da solo ed in modi non ortodossi, o il piccolo Tyler che così piccolo voleva farla pagare ai rapitori della madre - è più forte di me. Devo fare la persona matura e responsabile.-
Sarah sorrise - Certo che a questo giro tu e Leo ci siete andati giù pesanti con le liti...- era stato orribile.
- Litigheremo ancora, lo sai vero?- fece Raph - ma quando questo accadrà, ricordati questo: quando vuoi davvero bene a qualcuno, magari lo mandi anche all'inferno... ma ti assicuri che ci arrivi senza un graffio.
Comunque adesso il peggio è passato.-
...
...
...
Le cose però erano più complicate. Karai non aveva detto loro tutta quanta la verità. Tutto quello che aveva detto loro era vero. Ogni parola, ogni promessa era sincera.
Ma aveva omesso un piccolo dettaglio.
Shredder era ancora vivo.
Era riuscita a salvarlo e adesso, immerso in uno stato di bio-sospensione, il malvagio alieno era curato da alcuni lombrichi, i biociti, che stavano rigenerando le sue carni.
- Presto tornerò ad essere me stesso.- fece l'alieno - Le tartarughe, il topo e la mocciosa che si portano appresso... non avranno scampo.-
Karai alzò un sopracciglio, impensierita da quell'annuncio che non si aspettava. Altra lezione: mai fare promesse che non potranno essere mantenute.

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Capitolo 17
*** Un posto tranquillo prima parte ***


~Una volta conclusasi la guerra, New York conobbe un lungo periodo di pace. Tutti poco per volta ripresero la quotidianeità della loro vita. Inclusa la famiglia Hamato. Tornarono agli allenamenti, ai loro svaghi ''casalinghi'' e alle scorribande sui tetti nella notte.
E Sarah tornò a scuola. Dove ritrovò la normalità dei compiti in classe, delle piccole gelosie, i battibecchi con Christine Mills sempre pronta a criticarla e sfotterla per la copertura con cui si era presentata: ovvero di aver ricevuto l'educazione in casa, che i suo genitori erano partiti per un lungo viaggio in Africa e che avevano chiesto ad una loro nipote di New York di badare a lei.
Ma Sarah non si preoccupava di questo. Aveva imparato in fretta a risponderle a tono e doveva ammetterlo, la cosa stava iniziando a divertirla.
Ma Ashton no.
Se Raph lo avesse conosciuto, lo avesse visto probabilmente avrebbe detto -'' Oddio, un altro Michelangelo''... e poi avrebbe chiesto scusa al fratello minore.
Michelangelo forse non brillava in molteplici campi, e spesso era la prima persona ad ammetterlo, e a volte sì, le sue battute erano quasi asfissianti per il rosso... ma si trattava di una persona che voleva bene a coloro che lo circondavano,  amava farle stare bene e con lui si stava bene.
Ashton era insopportabile e basta, sempre a darsi arie da gran conquistatore... e c'era da dirlo, aveva anche la smania di voler apparire simpatico a qualunque costo, ottenendo però l'effetto contrario.
- Allora belle ragazze...- fece Ashton stoppando Angel e Sarah che erano indecise se fargli un occhio nero o proporre alla professoressa di scienze di sezionare lui, invece di povere rane innocenti - indovinate un po', una di voi ha vinto un fine settimana assieme al sottoscritto. Niente scuola, niente compiti, solo divertimento da sballo.-
- Io non sono interessata.- fece Angel.
- Io sono già impegnata... e sei tu che non mi interessi.- fece Sarah.
- Impegnata con chi?- fece Ashton imputandosi tipo ragazzino viziato a cui avevano negato la realizzazione di un desiderio ma che voleva sapere perchè.
- Se indovini vinci un orsacchiotto.- fece Sarah - ora scusa, ma devo andare... divertiti.- fece la ragazza allontanandosi. Ashton o meno, aveva davvero da fare. Tipo la spesa e passare a ritirare la tuta che aveva comprato per la lezione di ginnastica del giorno seguente.
Ashton sbuffò scocciato.
- Senti amico...- fece Angel - Sono tre settimane che è qui, sono tre settimane che la scocci, e sono tre settimane che lei ti dice di levarti dalle scatole. Falla contenta, no?-
- Ed è qui che ti sbagli, mia cara.- fece Ashton con aria di sufficienza -Lei è completamente pazza di me.-
Angel lo guardò indecisa su cosa fare, non sapendo come interagire, per poi scoppiargli a ridere in faccia - Scusa...scusa, ma è troppo divertente... lei persa d'amore per te? Ma guarda, te l'assicuro... non credo proprio.-
- Non c'è niente da ridere.- fece lui con aria sognante - Mi ama. Fin dal primo momento, ma evidentemente pensa che io sia troppo in alto per lei, teme che mi voglia divertire con lei, e per evitare qualunque mio interessamento... si è inventata di avere già un ragazzo. Ma le sue paure sono infondate.-
Angel lo guardò cercando di mettersi a ridere un'altra volta - Senti... l'unico che s'inventa le cose, e ci crede pure purtroppo, qui sei tu. Prima cosa.
Seconda cosa... se fosse davvero così innamorata di te, avrebbe accettato i tuoi inviti. A lei non interessi tu, come non interessano altri, per un semplice, banale motivo: lei, la persona che la rende felice l'ha già trovata.-
- E come mai non si è mai fatto vedere?- fece Ashton - Senti, tanto lo so che tu sai. Questo suo ragazzo non esiste. Altrimenti solo un idiota lascerebbe andare una ragazza così in una grande città, senza farsi mai vedere.-
Angel lo guardò malissimo - Idiota?!? Guarda che se c'è un idiota quello sei tu. Il ragazzo di Sarah è uno super in gamba. Studia - beh, era o non era il miglior allievo di Splinter?- e lavora...- con tutti gli psicopatici che passavano in quella città si poteva dire che svolgeva un lavoro a tempo pieno, senza ferie o giorni di riposo - meglio di te, che non fai che pavoneggiarti tutto il giorno.- e nel dir così andò via, per non schiaffeggiarlo. Ascoltare troppe idiozie in meno di dieci minuti e da parte di un emerito idiota non era certo una cura ricostituente.
Tuttavia, il fatto che Ashton si stesse insospettendo non le piaceva troppo. Meglio avvisare gli altri.
....
....
....
- Capito qual'è il problema ragazzi?- fece Angel nel rifugio con le tre tartarughe, Splinter, April e Casey.
- Certo. Un fesso che si crede di essere l'idolo della componente femminile della scuola corre dietro a Sarah, ma lei non lo calcola nemmeno.- fece Raph.
- Lei glielo ripete ogni giorno che è già felicemente fidanzata.- fece Angel - e lui dice...'' con me potrebbe essere molto più felice''.-
- Sì, e io ho un appuntamento con Paris Hilton stasera.- commentò Mik.
- Non capisco cosa ci sia da preoccuparsi quindi.- fece Casey - Leo ama Sarah. E Sarah ama lui. Quindi?-
- Il problema è che Ashton fa sempre un sacco di domande sul suo ragazzo.- fece Angel - Dove vive, cosa fa... e perchè non si è mai fatto vedere.-
- Pensi che inizi a sospettare qualcosa?- fece Raph allarmandosi.
Angel fece cenno di no - No, tranquillo... non è così furbo. Tuttavia, potrebbe anche pensare di seguirla, per scoprire se per lo meno, questo ragazzo misterioso esiste o meno.-
- Farebbe scoppiare un bel bordello.- fece Don.
- E come ce lo sciroppiamo questo problema?- fece Mik - L'unica sarebbe che questo cretino li vedesse assieme.... senza chiamare il primo istituto scientifico specializzato in vivisezione.-
- E anche dimostrargli che si tratta di una cosa seria...- fece Angel - Ashton è convinto che il suo fidanzato sia in Pennsilvanya, ergo che non ami Sarah così tanto visto che non l'ha seguita fin qui.-
Invece era lì. Sempre al suo fianco. E lei era al suo.
La storia della Pennsilvanya, dei genitori partiti per un lungo viaggio, e di aver lasciato tutto e tutti '' al paesello'', era solo una storia scritta da April, Casey e Sarah per rispondere alle domande che sicuramente sarebbero state poste alla ragazzina in nome della curiosità che c'era sempre verso i nuovi arrivati.
L'avevano scritta insieme, preparato le domande più papabili, ed organizzato le risposte in modo che si rafforzassero a vicenda e far combaciare la nuova vita con quella che conduceva all'oscuro di tutti, per cause di forza maggiore.
- Ehy!- fece Raph battendo un pugno sul palmo aperto - Mi è appena venuta una grande idea! Faremo capire a quell'idiota di mollare la presa... e nel frattempo possiamo organizzare una sorpresa per loro due.-
- Che sorpresa?- fece Mik incuriosito.
- Sensei...- fece Raph - Sarebbe un dramma così terribile se per due giorni, massimo tre... Leo e Sarah andassero via dal rifugio per passare un fine settimana assieme?-
In fin dei conti, tra tutti e due se lo meritavano. Il loro primo appuntamento era stato rovinato dalla minaccia di un robot impazzito. Poi c'era stata la guerra tra le bande. E poi c'erano un mucchio di altre cose che tenevano entrambi occupati. Insomma, tra una cosa e l'altra, anche se vivevano sotto lo stesso tetto, erano rari i momenti in cui poteva stare tranquilli e godersi il loro essere '' una coppia''.
Splinter finse di pensarci, prima di dare il suo consenso.
- Ehm... scusa tanto genio e nuovo wedding planner...- fece Mik - Sai che anche se lasciano la tana, prima o poi, troveranno qualche delinquente e figurati se lo lasciano impunito.-
- E chi ha mai parlato di New York?- fece Raph.
- Giusto.- fece Don - C'è la casa in campagna.-
- Ehm...- fece Casey - veramente... ci sarebbe un piccolo problema...-
- Quanto piccolo?- fece April iniziando già a preoccuparsi.
- Ecco... c'è stato un incidente stradale in prossimità della fattoria.- spiegò Casey - Il terreno ha ceduto per colpa della abbondanti piogge ed un lungo tratto di strada è franato. Non ci sono state vittime purtroppo, ma per circa due mesi per quella strada non potrà passare nemmeno un triciclo scassato.-
- Ehm...- fece Angel - Non credo che gradirebbero l'idea di farsi inghiottire da una buca enorme prima di arrivare a destinazione.-
- Ok...- fece Raph - Altri posti? Che non si trovino a New York.- precisò il rosso.
Più facile dirsi che farsi. La casa di campagna di Casey era l'unico posto in cui potevano andare di tanto in tanto, totalmente inosservati, per allenarsi a contatto con la natura e nello stesso tempo riprendere fiato.
- Non perderti d'animo...- fece Splinter consolando il figlio secondogenito, sapendo quanto quella faccenda gli stesse a cuore - quando meno te lo aspetti, il destino ti sorprende con regali inaspettati.-
April ebbe un'idea.
- Un posto ci sarebbe.- fece April - Non ve l'ho proposto quando siamo stati costretti a nasconderci da Shredder perchè era troppo piccolo per ospitare otto '' persone'' per chissà quanto tempo... ma per quello che abbiamo in mente noi, funzionerà benissimo.-
- Spara pure.- fece Mik.
...
...
...
- Cioè, ma ti rendi conto?- fece Sarah quando Angel uscì dalla lezione di ginnastica - Ma che razza di testa ho? Ho messo in borsa di tutto, eccetto quello che mi serviva per la lezione.-
Infatti, nella borsa da viaggio in cui credeva di aver messo asciugamano, shampoo, bagnoschiuma e tuta, si era ritrovata con sì dei vestiti, prodotti per l'igiene... ma i vestiti che aveva trovato erano più adatti al classico '' tutti i giorni'' e ad una gita, con tanto di biancheria intima sufficiente per tre giorni, spazzolino, dentifricio... peccato che però non servissero per quello che doveva fare.
- Ehm...- fece Angel cercando di fingere sorpresa - Non te la prendere... con tutto quello che hai da fare, magari hai preparato la borsa senza troppa concentrazione... succede.- a dire il vero, la spiegazione era molto diversa. Sarah non si era affatto sbagliata nel preparare l'occorrente per la lezione di educazione fisica.
Solo che April, aveva preparato un' ALTRA, borsa identica a quella che le aveva regalato per la lezione, e nella quale aveva messo tutto quello che poteva servire alla giovane per stare fuori un paio di giorni.
Quella mattina, proprio mentre stava per uscire, Michelangelo aveva lasciato '' accidentalmente'' un tramezzino nel tostapane un po' troppo a lungo ed aveva causato un piccolo incendio, supplicandola di aiutarlo... e mentre lei era occupata con quel piccolo disastro, Raffaello effettuava lo scambio di borse.
- O forse...- s'intromose la Mills - è un modo carino di tua cugina, per dirti, che non ti vuole più tra i piedi e che vuole che tu te ne vada il prima possibile.-
Sarah sbuffò.
Venerdi, e le prese per il naso della Mills, che pareva non riuscire a tenere il becco chiuso nemmeno ad avvitarlo con dodici bulloni... poteva andare peggio di così?
- Se vuoi ti ospito io!- fece Ashton.
'' Evidentemente può!''- pensò la ragazza.
Angel ricevette un messaggio e poi allertò la ragazza.
- Su, fatti bella, Sarah... c'è il tuo fidanzato.-
Sarah e Ashton la guardarono increduli.
- Il suo... cosa?- fece Ashton che non ci voleva credere... no, non era vero... lei.. era libera, se l'era inventato per non crearsi illusioni con lui... sì, la spiegazione era interessante, orginale... peccato che non stesse in piedi.
Sarah corse fuori quasi, desiderosa di vederci chiaro. No, Leo non poteva essere lì... se qualcuno lo avesse visto ci sarebbe già stato un fuggi fuggi generale e avrebbero già chiamato una mezza dozzina di scienziati.
Invece, Leo era lì fuori. Davanti al furgoncino di April, abbigliato da umano... e con una rosa bianca in mano.
- Leo...?- fece Sarah che non ci voleva credere.
- Ehy, amore mio...- fece lui baciandola sulle labbra - Scusami, sono stato imperdonabile...  non sono riuscito a liberarmi dal lavoro prima di oggi... ma d'altronde... come si fa a rinunciare ad un fine settimana con la più bella di New York.-
'' Ma... mi vuoi spiegare?''- fece Sarah sottovoce.
'' Sì, appena siamo soli ti spiego tutto.''- poi notando la faccia semi-sconvolta di Ashton disse - Per te nulla in contrario vero, se io e la mia fidanzata ce ne andiamo a passare un paio di giorni lontano vero?-
Ashton boccheggiò un po' prima di balbettare - Liberamente...-
Detto questo i due salirono sul furgoncino, lasciando Angel che dentro di sè rideva, ed un Ashton in preda alla disperazione che poco ci mancava che iniziasse a frignare.
...
...
...
- Adesso mi puoi spiegare?- fece Sarah.
- Te l'avevo promesso no?- fece Leo continuando a guidare - Appena finiva questa storia, andavamo da qualche parte. Io e te. E poi i ragazzi hanno insistito tanto...-
Sarah sorrise felicemente. Iniziava a capire il perchè si fosse ritrovata la borsa piena di cose che non servivano alla lezione di ginnastica.
- Quindi dove andiamo? Alla fattoria?- chiese Sarah.
- Uhm.- fece Leo - non credo. Al momento è leggermente inagibile... aspetta e vedrai.-
Il viaggio non durò più di un paio d'ore, ed ancora non riusciva a capire dove si trovassero... fino a quando, fuori dal finestrino non apparve una striscia azzurra.
Il mare.
- No, non ci credo...- fece Sarah.
- Sapevo che ti sarebbe piaciuto.- fece Leo infilandosi in una stradina e parcheggiando. C'era una piccola spiaggia, e costruita lì c'era una casetta, nascosta da qualche albero e una recinzione in piccoli legnetti.
Sarah la prima cosa che fece una volta scesa dall'auto fu correre in spiaggia. Non ricordava se aveva già visto il mare... ma quello che vedeva la rendeva fuori di sè dalla gioia.
- Oddio... ma sei sicuro che qui non disturbiamo? Insomma...- va bene, era ancora presto per il primo bagno della stagione anche se le temperature erano abbastanza alte, era una proprietà privata e le possibiltà di incontrare qualcuno erano nulle... ma se per caso il padrone di casa fosse tornato anche solo per controllare che fosse tutto in ordine e avesse trovato una ragazzina ed una tartaruga alta un metro e cinquanta di certo non sarebbe stato troppo contento!
- Sta tranquilla.- fece Leo - era la casa di April, ci veniva in vacanza da piccola con i suoi... poi suo padre si è stufato del mare e ha deciso per la montagna... e ce l'ha prestata. Per tre giorni, stiamo tranquilli.- fece Leo baciandola con il rumore delle onde nelle orecchie.
...
...
...
Quella sera, approfittando del fatto che il giorno prima April oltre ad assicurarsi che la casa fosse in ordine, aveva fatto la spesa per tre giorni, i due cenarono sul balcone della casa da cui potevano ammirare il sole che spariva nel mare, con degli spaghetti allo scoglio e qualche antipasto.
 - Leo...- fece Sarah - Grazie.-
- Per cosa? Per averti portato qui?- fece Leo - pure io sono rimasto stupefatto quando Splinter mi ha detto che potevamo andar via per un po'...-
- Non solo per questo.- fece Sarah - ma per esserci. Quando io sono con te... mi sento nell'unico posto al mondo in cui dovrei sempre essere e mi sento felice.-
- Allora...- fece Leo - non lasciamoci mai.- nel dir così si avvicinò per baciarla quando...
'' MOGLIE! DOVE HAI MESSO IL TELECOMANDO?!?''- si sentì urlare dalla casa accanto.
'' DOVE HAI MESSO LA TUA AMBIZIONE NEL LAVORO!!!! NELLA SPAZZATURA!!!''- fu la risposta.
I due si guardarono come per dire -'' Ok, forse non sempre sempre...''
 

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Capitolo 18
*** Un posto tranquillo seconda parte ***


~'' Allora?''- fece Angel al telefono -'' com'è il mare?''
- E' stupendo...- fece Sarah guardando il panorama - la casa si trova proprio sulla spiaggia, si tratta solo di scendere un paio di scalini per ritrovarsi sulla spiaggia.-
'' Beata te che sei al mare...''- fece Angel -'' Ashton è da ieri che piange e frigna come un bambino dell'asilo, su quanto sia ingiusta la vita. Diciamo che non ha preso benissimo il fatto che ormai sei irraggiungibile...  e pensa che era persino arrivato a dire che ti eri inventata un ragazzo per attirare la sua attenzione.''
Sarah trattenne a stento una risata - Devo dire che ha davvero molta immaginazione... ma ha pure bisogno di uno psichiatra...- che a sua volta avrebbe avuto bisogno di andare in analisi, dando il via ad lungo circolo vizioso...
Dieci minuti con Ashton erano sufficienti a demolire un carro armato.
- Vorrà dire che quando torniamo in città, andremo a bere qualcosa assieme... ovviamente offro io.-
'' Dai, almeno per ora non ci pensare... anzi, quando torni, voglio tutti i particolari.''
- D'accordo.- fece Sarah attaccando il telefono.
Erano appena le otto di mattina.
Alzarsi a quell'ora, in un giorno senza scuola, per molti poteva sembrare un'eresia.... ma per lei, che era abituata da sempre, sabato e domenica inclusi, ad alzarsi alle sei di mattina per la sessione di allenamento, le otto erano come le dieci.
E poi... la luce che cresceva sul mare era uno spettacolo che a New York al massimo potevi vedere in foto o cercarlo su qualche video in internet... osservare la natura dal vivo non aveva eguali.
- Ehy...- fece Leo entrando in cucina.
- Buongiorno.- lo salutò Sarah con un sorriso togliendo la caffettiera dal fuoco - Ha chiamato Angel... voleva dirmi che Ashton si dispera come se non ci fosse un domani.-
Leo sorrise sedendosi a tavola - Un po' mi dispiace per lui...- si, ma giusto un po'.
Su un punto Raph aveva ragione: non era molto '' tollerante'' con quelli che facevano il cascamorto con le ragazze già impegnate, figurarsi con la sua... ma a sentire le descrizioni fatte da Angel... forse aveva un vantaggio mentale su quello.
- Dai, non parliamo di lui...- fece Sarah - godiamoci questi giorni assieme...-
La giornata cominciò nel modo più normale: a caffè e pancake. Una normale e tranquilla colazione, e nel frattempo discutevano su cosa fare in quei due giorni rimanenti.
Non c'erano limiti. Potevano fare quello che volevano. In quei giorni non ci sarebbero stati allenamenti, meditazioni, compiti scolastici e nemmeno pazzi psicopatici con manie di grandezza.
Per le ore rimanenti... solo calma e pace.
- Giusto. Possiamo fare quello che vogliamo. Ed io avrei anche un'idea.- fece Leo - aspettami qui...-
...
...
...
Poco dopo, Sarah ( abbigliata con una camicetta a mezze maniche, bianca e decorata con delle rose azzurre e pantaloni bianchi a mezzo tiro) e Leonardo erano in mezzo al mare. Su una barchetta a remi che era ormeggiata vicino alla casa.
- Una volta se non sbaglio hai detto che preferivi il mare alla montagna...- fece Leo - ed eccoci qua.-
- Te lo ricordi ancora?- fece Sarah - credo di averlo detto quando giocavamo al gioco della bottiglia... avevamo poco meno di otto anni.-
- E già allora eri una bambina deliziosa.- fece Leo - non sembrava quasi che... beh, hai capito.-
Sarah sospirò - Per essere addolorati di aver perso qualcosa... o qualuno... devi avere dei validi motivi. Ricordi felici che diventano nostalgici, perchè sai che non li rivivrai mai più... ma io non ho alcun ricordo della mia vita precedente. Ricordo loro... le loro facce, i loro nomi... ma non ricordo altro.-
Evidentemente lo shock era stato talmente potente da cancellare qualunque altro ricordo. Una specie di grazia. Almeno non aveva passato gli ultimi undici anni della sua vita a recriminare. A pensare a quello che aveva avuto e mai avrebbe riavuto e al perchè, magari covando sentimenti che l'avrebbero inghiottita in un baratro da cui non sarebbe mai più uscita.
- Mi dispiace che tu abbia dovuto...- fece Leo prendendole una mano.
- Vediamola così Leo.- fece Sarah cercando di sorridere - Non ci saremmo mai incontrati.- e probabilmente avrebbe perso la testa per uno come Ashton... rabbrividiva solo al pensiero che avrebbe potuto essere su quella barca con un'altra persona, magari proprio quel fesso...
E forse non avrebbe imparato moltissime cose.
- Già... forse, a qualcosa è servito allora...- fece Leo.
Restarono a chiacchierare in mezzo al mare per almeno un paio d'ore, prima che decidessero di tornare verso riva. A pochi metri dal bagnasciuga, scesero per spingere la barca fino a terra.
Sarah fece per avviarsi sugli scalini e rientrare in casa... iniziava ad avvicinarsi l'ora di pranzo ed era il caso di iniziare a spadellare un po', quando...
- ODDIO!!!!- fece la ragazza sentendosi sollevare per le gambe per poi ritrovarsi in braccio a Leo - Ma che combini?-
- Faccio le prove.- fece Leo - Per quando ti dovrò portare in casa il giorno che ti sposerò.-
Sarah lo guardò come se avesse detto di aver visto Shredder fare le feste ad un cucciolo ed Hun che aiutava le vecchiette ad attraversare.
- Tutto bene...?- fece Leo.
- Sì...non so...- fece Sarah entrando in casa, seguita a ruota dalla tartaruga - insomma...-
- Ho... detto qualcosa di sbagliato?-
- Nononono, anzi...- fece Sarah. L'idea non le appariva così cattiva, anzi... l'abito bianco, i fiori d'arancio, circondati da amici e parenti nel giorno più bello della loro vita... '' finchè morte non ci separi''...
Da quando erano arrivati lì, ci aveva pensato che sembravano una coppietta appena sposata, in viaggio di nozze... sapeva che non era vero, ma era bello pensarlo.
Solo che renderlo vero...era un po' difficile.
- Ma tu lo credi davvero?- fece Sarah - pensi che potrà accadere un giorno?-
- Beh, ammetto che come idea possa sembrare... un po' strana.- e dire '' un po' strana'', era un eufemismo - ma siamo riusciti in imprese in cui molti sarebbero rimasti morti... insomma, siamo scampati ad una guerra tra rinoceronti e federati, ad un assassino spietato e al suo esercito di ninja, e siamo riusciti persino a salvarci in un modo in cui bastava avere la convinzione di non potercela fare a condannarci a morte...- ed erano pure scampati a tre fazioni di bande criminali - insomma, abbiamo affrontato di tutto, imprese disperate e siamo sempre riusciti a trovare una soluzione per uscirne nel migliore dei modi... vuoi che non troviamo un modo per realizzare qualcosa che può portare solo gioia?-
- Sarebbe bello...sì.- fece Sarah - Beh, intanto organizziamo il pranzo... non mi puoi mica sposare se non sai come cucino no?-
- Guarda che non è la prima volta che... AH!- fece Leo aprendo il rubinetto. Solo che non si era accorto che proprio in corrispondenza del getto d'acqua era rimasto un cucchiaino da caffè... ed aveva fino con lo schizzare dappertutto.
Sarah iniziò a ridere di cuore - Beh... sai come si dice no? Sposo bagnato, sposo fortunato.-
Leo rise a sua volta, pensando però che non gli serviva qualcuno che gli tirasse l'acqua addosso per farlo essere fortunato in amore.
...
...
...
...
-  A New York questo spettacolo te lo sogni proprio...- fece Sarah quella sera sdraiata su un telo da spiaggia, assieme a Leo.
Ed aveva ragione.
Il cielo stellato senza che spuntassero grigi grattaceli a rovinare la visuale, era qualcosa di incantevole.
- Mi dispiacerà lasciarlo...- commentò la ragazza accoccolandosi sul petto di Leo che le mise un braccio attorno alle spalle. Il pomeriggio seguente, anche se sul tardi, avrebbero dovuto radunare armi e bagagli e tornare in città.
- Qual'è il problema?- fece Leo - Possiamo sempre tornare. Quando e come vuoi. Mi faccio prestare la moto da Raph, dopo la scuola veniamo qui... passiamo un po' di tempo, torniamo...-
- Dici?- fece Sarah - e a New York chi ci bada?-
- Sono certo che Raph avrebbe tutto sotto controllo...- fece Leo - ammesso che Don gli faccia da vice.- concluse causando un attacco di ilarità.
Poco dopo, Sarah si addormentò e Leo fu costretto a prenderla in braccio per riportarla in camera sua. Al momento di andarsene però, gli mancò il cuore di lasciarla da sola... sembrava così indifesa in quel momento... poi si svegliava e combatteva come cento eserciti.
Pensò che era stato tremendamente ingiusto che a soli sedici anni avesse già perso due punti di riferimento, e che fosse stata straordinaria nel reagire e ricostruirsi una vita serena... perchè era così Sarah. Fin dal primo momento in cui era entrata in casa loro... nessuno aveva fatto dei commenti strani o detto che non sarebbe mai stata una di loro e non perchè umana, ma perchè femmina.
Sotto quel punto di vista, somigliava a Michelangelo. Riusciva a farsi voler bene senza il minimo sforzo...
Pure troppo a volte.
Ma era il minimo  che si poteva dare ad una persona che aveva già sofferto troppo per la sua età... ora era il turno della gioia.
L'avrebbe amata e protetta. Sempre.
 

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Capitolo 19
*** Un grande triceraton prima parte ***


~La vacanza alla fine finì. E ad aspettarli vi era la loro '' normale vita quotidiana''.
E per '' normale vita quotidiana'' vi era anche un tranquillo incontro di hockey su ghiaccio che si era trasformato nel teatro di un furto, a sua volta trasformato in una vera e propria caccia all'uomo con scazzottata finale.
- Fatemi capire ragazzi...- fece Sarah - ma voi cosa intendete per... godersi un tranquillo incontro d'hockey il sabato sera?-
- Andiamo non farla  tanto lunga...- fece Raph - in fondo ci abbiamo guadagnato cinque motoslitte... anzi, chi ha voglia di farsi un giretto?-
I fratelli e la sorella alzarono subito la mano.
Ma quello era ancora niente, al confronto di quello che li aspettava dietro l'angolo.
Karai infatti, non aveva detto loro tutta la verità riguardo al suo nuovo incarico di capo del clan del Piede.
Aveva omesso un piccino, piccino, ma cruciale dettaglino a riguardo. Ovvero che era riuscita a salvare l'utrom  Ch'rell e riportarlo in vita grazie ad alcuni vermi che avevano il talento di rigenerare i tessuti morti.
Era stato il suo affetto di figlia e di persona grata a colui che l'aveva tolta dalla miseria a spingerla a comportarsi così.
Pensava poi di spiegare al '' padre'' che le tartarughe e la loro giovane sorella adottiva avevano contribuito a far tornare il potere nelle sue mani, e che quindi, per una volta il suo maestro decidesse di lasciar perdere la vendetta... ma appena l'utrom fu in grado di parlare le fece capire che non c'era una sola ragione al mondo per la quale i mutanti e la loro amica si sarebbero salvati... e lei non trovò più il coraggio di dire nulla.
Intanto la rigenerazione era finita.
Shredder era tornato. Più cattivo che mai.
Non aveva preso molto bene l'idea di aver perso accoliti e armi nella guerra tra le bande, ma Hun lo rinfrancò subito con alcuni... regali.
Primo fra tutti... Baxter Stockman.
Karai trasalì nel vedere come era ridotto lo scienziato: ormai era ridotto ad un cervello ed un occhio che galleggiavano in un contenitore.
- Stockman.... hai perso peso.- fece Shredder. Sulle prime non l'aveva riconosciuto... ma del resto era difficile capire chi fosse una persona... in quelle condizioni.
- Ovvio che sono io. Credi che  tutto questo...- fece ciò che restava dello scienziato - sarebeb stato possibile senza la potenza del mio genio? I tuoi collaboratori hanno le conoscenze tecnologiche ed il cervello di un'ameba.-
- D'altra parte puoi biasimare solo te stesso.- fece Shredder - Troppe volte mi hai tradito. Dovevi smettere mentre eri ancora... in testa.-
Stockman, che nemmeno in quelle condizioni rinunciava a fare il pallone gonfiato, iniziò a vantarsi e ciarlare... uno dei vantaggi di averlo in quello stato era che potevano ridurre il volume della sua voce al minimo.
L'altro... era che potevano farlo smettere quando volevano ed obbligarlo a piegarsi a loro tramite potentissime scariche elettriche.
Karai a quel punto non ce la fece più: Stockman forse non era uno stinco di santo, anzi nessuno dei presenti in quella sala lo era... ma non c'era alcuna ragione al mondo che autorizzava qualcuno a torturare in quel modo una '' persona'' incapace di difendersi.
- Maestro!- fece Karai - Dov'è l'onore in tutto questo? Questo supplizio dovrebbe terminare, non essere prolungato!-
Shredder la zittì - Non avere l'ardire di discutere con me, Karai! Stockman è l'esempio perfetto di quello che succede a chi osa tradirmi. A chiunque.- e nel dir così la minacciò velatamente. Se avesse mai osato tradirlo non sarebbe stato tenero nemmeno con lei. Poco importava che fosse colei che aveva adottato e cresciuto come figlia.
- Parole sante, mio signore.- fece Hun pensando già di offrirsi volontario per infliggere la punizione a Karai nel caso ce ne fosse stato bisogno.
'' Leccapiedi...''- pensò la ragazza con rabbia.
Il secondo regalo consisteva in alcuni robot ninja addestrati per uccidere, radio comandati a distanza. Tra quelle minacce robotiche vi erano delle copie del primo ministro britannico, del presidente degli USA...e di Splinter.
- Proviamolo subito.- ordinò Shredder - Voglio che trovi le tartarughe. Che le convinca a portarlo nel loro rifugio segreto e che le distrugga una volta per tutte.-
Karai obiettò - Mio signore... non pensi che le tartarughe siano troppo sveglie per cadere in un tranello come questo?-
- Ti sbagli, mia cara...- fece Shredder - Si vede che non le conosci affatto. Quei mostriciattoli verdi e la loro cara sorellina umana sono tanto patetici quanto prevedibili... basta usare un'esca a loro cara o far credere loro che qualcuno a loro caro stia morendo... e mandano le loro capacità di ragionamento a farsi friggere.-
...
...
...
Nel frattempo, Sarah e le tararughe ignare della minaccia che era tornata, si stavano godendo i '' giocattoli nuovi'' scorrazzando nelle fognature quando videro qualcosa di enorme sul loro cammino. E che non doveva essere lì.
- UN TRICERATON?!?- urlarono in coro.
- Non sarà un'invasione voglio sperare!- fece Mik. Si misero tutti in posizione d'attacco, pronti a reagire... ma il triceraton aveva ben altre mire.
Si accannì contro una motoslitta, distruggendola, urlando come un pazzo '' FECCIA DELLA FEDEREZIONE! PER IL BENE DELLA REPUBBLICA!''- per poi accasciarsi a terra tossendo.
- La sua maschera per respirare deve essere rotta. Nel loro mondo i triceraton respirano una miscela di zolfo e nitrogeno... la nostra aria lo sta avvelenando.-
Non ebbero tempo di dire o pensare ad altro, che il triceraton si tirò su dicendo - Comandanti! Soldato Zog, matricola 265590 a rapporto!-
- Fantastico, ora pensa che siamo dei dinosauri troppo cresciuti!- fece Raph. Se era per questo, pensava pure di avere davanti dei suoi superiori.
Leo decise di lasciarglielo credere, per avere delle informazioni da lui, e fingendosi un suo superiore gli chiese un rapporto dettagliato sulla missione che doveva svolgere. Non era carino sfruttare lo stato di una persona incapace d'intendere e volere e nemmeno di riconoscere amici da nemici, ma nemmeno farsi squartare pezzo a pezzo lo era.
Zog raccontò di come era stato separato dalla squadra che aveva seguito Fugitoid fin sulla terra, e di come, durante lo scontro era stato catapultato nelle fogne, impossibilitato a riunirsi ai suoi compagni.
- L'obiettivo ci è sfuggito. Ho perso le mie armi. Il soldato Zog chiede il permesso di auto eliminarsi per l'insuccesso della missione.-
Leo strabuzzò gli occhi - No... la missione è stata un vero successo. Fugitoid è stato catturato, assieme alle persone che lo hanno aiutato, e tu riceverai un encomio per.... per...-
- Le tue capacità di sopravvivenza!- fece Sarah.
Zog era sopreso, ma non fece domande. Se i suoi superiori dicevano quelle cose voleva dire che erano vere e ringraziò per accasciarsi di nuovo.
Sarah gli fu subito attorno.
- Don... è conciato molto male. Dobbiamo aiutarlo.-
- Ma sei matta?!?- fece Raph - appena si accorge che non siamo chi crede che siamo facciamo la fine dello shish kebab.-
Mik chiese - Ma è carne di maiale o pollo?-
Raph lo guardò male - Non lo so... ma c'è uno spiedo nel mezzo!-
- Senti, loro avevano la possibilità di farci morire soffocati dal gas ma non l'hanno fatto quindi, qualcosa gli dobbiamo!- fece Sarah - e poi lo dice anche Splinter.... non c'è cosa peggiore di un essere senza compassione.-
- Sono d'accordo.- fece Don installando un contenitore contenente biossido di carbonio sul casco del triceraton - Come va adesso, ti senti un poco meglio?-
- Si... grazie, signore.-
In quel momento, a fatica, vennero raggiunti da Splinter... e non sembrava stare affatto bene. Svenne davanti a loro dopo aver detto di essere stato attaccato ed ordinato ai figli di tornare a casa e proteggere il rifugio.
- Papà!- gridò Sarah correndo dal genitore per soccorrerlo - Papà, che ti hanno fatto?!?-
Don si precipitò dal maestro per tastargli il polso... e quasi impallidì. Quasi non c'era battito.
- E' ridotto molto male... respira a malapena... ed è molto freddo.-
Sarah allora si tolse la giacca di dosso e la mise addosso al padre, tentando come poteva di scaldarlo.
- Cosa... cosa facciamo adesso?- fece Mik con la voce rotta dalla paura.
- Come ha detto lui. Torniamo a casa.- fece Leo.
- E pestiamo come riso nel mortaio chi l'ha ridotto così.- fece Raph.
Caricarono Splinter sulla motoslitta di Leo, e si portarono dietro l'alieno, correndo filati a casa... non erano ancora arrivati a destinazione quando videro qualcuno che passeggiava per le fogne.
Un altro Splinter.
Arrestarono la corsa per la sorpresa.
- Oh mamma mia...- fece Sarah - vi prego, ditemi che non sono l'unica che ci vede doppio...-
- Nononono, vedi bene...- fece Don.
 - Questa poi!- fece Raph.
Attraverso gli occhi del robot, Hun, Shredder e Stockman avevano osservato tutta la scena. Per quanto Stockman fosse incapace di ammettere ed imparare dai fallimenti, questa volta aveva tutte le ragioni di sfottere Hun.
'' Se proprio dovevi mandare un robot Splinter, dovevi assicurarti di mandarlo dove l'altro era impossibile incontrare anche l'altro, zuccone!''
Hun non la prese bene e quasi minacciò di dargli un'altra scarica elettrica.
- Ordina al robot di convincere quegli sgorbi verdi che è lui l'impostore- fece il gigante. Il robot tentò di convicerli, con una voce debole e sofferente, ma il vero Splinter sapeva essere più convincente... ottenendo come risultato che nessuno di loro sapeva più quale fosse la verità.
- Ragazzi... io non ci capisco più nulla...- fece Mik.
- Non è lo scoop del giorno che tu non capisca...- fece Raph - ma concordo pienamente con te.-
- Ragazzi...- fece Sarah - Ho un'dea... - c'era una cosa che solo il vero Splinter poteva sapere - Papà... qual'è stato il regalo che mi hai fatto per il primo anniversario del mio arrivo?-
...
...
...
- Maledizione...- borbottò Hun.
- Inventati qualcosa!- ordinò Shredder.
'' Sveglia la ragazza''- sorrise Karai.
...
...
...
Il robot tentò - Un kunai.-
Splinter ( quello vero) rispose senza esitazione, sorridendo - Avevo rimesso a posto un orsetto di peluche... ci giocavi per ore assieme al tuo coniglietto di pezza.-
A quel punto era chiaro: lo Splinter caricato sulla motoslitta era un falso.
...
...
...
- Dannata mocciosa...- fece Hun - Ammazza lei per prima e poi sterminali tutti!-
- Si.- fece il ninja hi-tech che comandava il robot.
...
...
...
Robot-Splinter sarà pure stato un falso... ma a suo merito c'era da dire che era un falso molto efficiente. Appena ricevuto l'ordine, prima mollò un pugno a Leonardo per toglierselo di torno e poi, appena ebbe Sarah a tiro, si avventò sulla giovane come una furia, atterrandola per poi riempirla di calci e pugni.
Era successo tutto talmente il fretta che la ragazza non trovò nemmeno il tempo di reagire in maniera intelligente.
- LASCIA IN PACE MIA FIGLIA!!!- urlò il vero Splinter avventandosi sul suo replicante. I due iniziarono una battaglia senza esclusione di colpi.
La giacca di Sarah era volata via dal robot, e l'unico dettaglio che rendeva possibile riconoscere il vero dal falso, era inutile.
Non sapevano chi aiutare.
Don soccorse subito Sarah.
- Tutto a posto sorellina?- fece Don  accompagnandola a sedere su una delle motoslitte e dandole una rapida occhiata. Fortunatamente non aveva subito danni gravi.
- Sì, sto bene... non ha avuto tempo... dobbiamo aiutare papà...- fece Sarah.
- Si... a riconoscerlo prima...- fece Raph.
Nel frattempo, Splinter era riusciti ad atterrare l'impostore. Ma si rialzò subito e prese di mira Mik.
- Soldato!- fece Leo all'indirizzo di Zog - Distruzione!-
Il triceraton non se lo fece ripetere due volte e in pochi secondi ridusse il robot ad un ammasso di rottami.
Ci andava giù così forte che dovettero intervenire per fermarlo.
- Ok soldato, missione compiuta... ed in maniera completa e definitiva.- fece Leo.
- Secondo voi questo... coso... da dove è arrivato e soprattutto... chi è stato a mandarcelo?- fece Sarah.
- Di questo non me ne importa un tubo!- sbottò Splinter, furioso come non mai - Non me ne starò a guardare mentre si permettono di usare i MIEI connotati per attaccare la MIA famiglia! Dobbiamo contrattacare e subito!-
-Non l'avevo mai visto così infuriato...- bisbigliò Raph a Leo - e ti dirò, la cosa mi diverte!-
Intanto, Don aveva iniziato ad armeggiare con quello che restava del robot. Non sapeva nemmeno cosa si aspettava di trovare... una traccia, un indizio, qualunque cosa...
- Bene bene...- fece il genio - Meglio di quanto osassi sperare... un dispositivo di comando a distanza.-
- Se era radio-comandato da qualcuno...- fece Sarah - non dovrebbe essere tanto difficile rintracciare il segnale.-
- Giusto.- fece Don salendo sulla motoslitta - voi restate qui, io torno subito. Giusto il tempo di radunare quello che serve.-
Nel frattempo, Hun stava affrontando l'ira di Shredder per quel nuovo fallimento.
Il redivivo signore del crimine organizzato non era particolarmente felice di aver assistito ad un insuccesso come prima cosa dopo essere tornato dalla morte.
- Scopri cosa non ha funzionato e rimedia!- tuonò l'utrom - Voglio averli fuori dalla mia vita. Tutti e sei!-
Nel frattempo, Donatello aveva fatto ritorno ed era in grado di rintracciare il luogo da dove era arrivato il robot. Le tartarughe decisero di portare con sè anche il nuovo amico triceraton.
Due braccia forti potevano sempre far comodo dopo tutto.... certo, dovevano ammetterlo non era nell'etica dei ninja approfittarsi della buona fede di qualcuno, ma era sicuramente meglio che fare la fine di un toreador nell'assolata Spagna.
...
...
...
- Signore...- fece Hun - il ninja cyborg Splinter è andato distrutto. L'ultimo segnale indica che le tartarughe possono aver scoperto il modulo di controllo a distanza. E ciò significa che sono in grado di scoprire la nostra ubicazione.-
- Bene.- fece il malvagio ninja - che vengano pure se sono così folli da farlo... così avrò modo di trucidarli con le mie stesse mani!- e nel dir così si accannì contro un tavolino.
...
...
...
Il segnale condusse la famiglia Hamato e Zog al porto. Davanti ad una nave che recava lo stemma dei soldati ninja.
- Ecco la risposta che cercavamo, gente.- fece Raph - ogni volta che ci capita qualche guaio, ci sono di mezzo i soldati ninja.-
- Non capisco...- fece Leo - E'... è Karai che li comanda adesso... e ci aveva dato la sua parola d'onore che non ci avrebbe attaccato...-
Sarah gli mise una mano sulla spalla per consolarlo. Karai... forse la infastidiva il fatto che si rivolgesse sempre a Leo quando doveva scegliere con chi parlare tra loro, ma ad onor del vero c'era da dire che anche a lei aveva fatto una buona impressione, forse a causa del fatto che avevano un passato comune: separate dai genitori, avevano rischiato di finire allo sbando, addestrate al ninjtsu... e già che c'erano sembrava la classica brava persona che per un crudele scherzo del destino era capitata nella casa dell'ultima persona che chiunque avrebbe mai dovuto incontrare...
E poi c'era da dirlo: Leo aveva sempre l'abitudine di cercare qualcosa di buono nelle persone, anche quando queste erano nemici.
- Lo so... avrei voluto anch'io che fosse vero...- fece Sarah.
- Mi dispiace molto ragazzi...- fece Splinter - ma al momento possiamo e dobbiamo fidarci di quello che vediamo. Anche se non ci piace.-
- Chissà che staranno caricando su quella nave...- fece Mik.
- Qualunque cosa sia, prevedo guai.- fece Raph - io dico di andare a dare un'occhiata.-
- Vacci piano.- fece Don facendogli segno di osservare il via vai intorno al porto - questa volta siamo in minoranza...-
- Ed è per questo che Zog è con noi.- fece Mik.
- Perfetto...- fece Leo - facciamo un giro di ricognizione.-
- Agli ordini, signore!- fece Zog facendo un saluto militare. Nella foga del movimento urtò una cassa che rischiò di cadere. Leo la parò al volo.
- Ricognizione, soldato.- fece Leonardo rimettendo la cassa a posto, senza fare rumore - Significa, furtività e agilità.-
- Chiedo scusa, signore!- fece l'alieno irrigidendosi come un tronco d'albero - Ma la ricognizione non è mai stata il mio forte, signore!-
- Ma va? Non si era capito.- fece Raph sarcastico.
- Leo, come la mettiamo?- fece Sarah - Se lo portiamo con noi ci scoprono in due minuti, a voler essere ottimisti.- anche perchè era difficile non notare un rinoceronte in tuta spaziale alto sei metri che se ne andava a spasso per una nave, che questi fosse abile in ricognizione o meno.
- Se è per questo non possiamo nemmeno lasciarlo da solo.- fece Raph.
Leo ci pensò un attimo e poi disse - Va bene facciamo così: io, Raph e il maestro Splinter ci occupiamo della ricognizione.
Mik, tu rimani qui e sorveglia Zog. Don... tu rimani e sorveglia Mik.-
- Ehy!- fece l'arancione.
- Sarah, tu rimani qui e controlla tutti.- fece Leo.
Sarah annuì con la testa lanciandogli uno sguardo che parlava da solo -'' Ti prego, sìì prudente.''
'' Tranquilla, vado e torno.''- ricambiò Leo.
Quando i tre furono spariti, Sarah continuò a fissare nella direzione in cui erano andati. Odiava starsene con le mani in mano, in attesa, senza sapere...
- Stai tranquilla.- fece Don - se la caverà.-
- Non sono in ansia solo per lui.- fece Sarah. Sì, Leo era l'uomo che amava, ed era la persona a cui teneva di più al mondo... ma con lui in quel momento c'erano anche suo padre e suo fratello. Anche loro erano importanti. Temeva il peggio ogni volta che uno di loro non era in casa o non rispondeva al cellulare.
L'attesa durò poco.
Leo, Splinter e Raph erano riusciti ad infiltrarsi nel condotto di aria condizionata della nave... ed avevano scoperto due cose. Ed entrambe facevano a gara per gelare loro il sangue.
La prima era che Shredder era ancora vivo.
- Ma che dobbiamo fare per levarcelo di torno una volta per sempre?- fece Leo. Anche se da una parte era contento... questo voleva dire che Karai non li aveva traditi. Non del tutto almeno.
- Vedo che continua a fare shopping al negozio di ferramenta.- aveva commentato Raph.
La seconda cosa era che robot-assassino- Splinter non era l'unico prodotto di fabbrica. Ne stavano costruendo molti altri. E una volta pronti, li avrebbero mischiati alla popolazione.... ci sarebbe stata una strage silenziosa.
- Questo laboratorio di morte deve essere raso al suolo.- fece Splinter - e in fretta.-
Leo si mise in contatto con Donatello - Don, ecco il piano. Dobbiamo far esplodere la nave, con tutto quello che c'è dentro. Per farlo dobbiamo portarla in mare aperto, lontana dalla città. Io, il sensei e Raph andiamo alla sala comandi. Mik, tu e Zog togliete gli ormeggi e raggiungeteci sul ponte.
Don, tu e Sarah siete in grado di...?-
- Ti conviene non terminare la frase amico.- fece Don - Vuoi che non riesca a far saltare una robetta simile?-
Tutti si precipitarono ad assolvere i rispettivi compiti.
Nel frattempo, Shredder era stato debitamente informato da Karai che c'era una breccia nel sistema di sicurezza della nave.
Shredder non aveva dubbi a riguardo.
Le tartarughe.
- Hun setaccia tutta la nave alla loro ricerca e trattienile. Voglio finirle personalmente.- fece Shredder.
Karai trasalì anche se si sforzava di non darlo a vedere. Aveva promesso che non sarebbe accaduto loro nulla... non osava nemmeno immaginare cosa stessero pensando di lei. Ma che era venuto loro in mente di andare a cacciarsi in un simile guaio?
'' Non cercare di giocare a scarica barile''- fece una vocina dentro di lei -'' la colpa è tua che hai fatto una promessa che già sapevi non essere certa al cento per cento di mantenere, eppure l'hai fatta''
- Tutto a posto Karai?- fece Shredder notando che la figliastra aveva cambiato colorito.
- No.. niente...- mentì.
...
...
...
Mik e Zog avevano già tolto tutti gli ormeggi di poppa, e non restavano che quelli di prua. Talmente assorti nel loro lavoro da non accorgersi dei ninja che li osservavano...
Leo, Raph e Splinter arrivarono alla sala macchine... e trovarono Hun e le Guardie Supreme ad attenderli.
- Benvenuti a bordo mostri.- fece Hun - sarò il vostro direttore di crociera per tutto il viaggio. E sono lieto di annunciarvi che sarà un'esperienza dolorosa. Molto molto dolorosa.-
Leo tentò di chiamare Mik in aiuto,  o per lo meno Zog, ma i due erano stati accerchiati dai ninja.
La missione sembrava essere destinata a fallire ancor prima di iniziare.
 

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Capitolo 20
*** Un grande triceraton seconda parte ***


~Dire che le cose si erano messe male era un eufemismo: Mik e Zog erano impegnati a lottare sul molo con i soldati del Clan del Piede, mentre sul ponte del cargo, Raph, Splinter e Leo erano occupati con Hun e tre guardie d'Elite.
Gli unici a non aver ancora avuto problemi, erano Sarah e Donatello, che stavano per l'appunto mettendo le mani sui macchinari di controllo per iniziare a lavorare sul loro... piccolo progetto.
Zog e Mik riuscirono a sbaragliare i loro avversari e a togliere tutti gli ormeggi, e durante la battaglia, Splinter riuscì a far partire la nave, dando così il segnale ai due sotto coperta.
- Perfetto...- fece Don sistemando le ultime due cose - abbiamo circa mezz'ora prima che questa bagnarola s'illumini come il cielo la notte di Capodanno.-
- Ehm....- fece Sarah indicando al fratello i ninja che li avevano raggiunto - non sarà così semplice...-
- Leo?- fece Don alla radio - qui abbiamo un problema! E grosso pure!-
Leo dal canto suo era diventato pallido come un cencio appena lavato nel vedere che Hun era riuscito a catturare ed incatenare Splinter.
- Non dirlo a me, Don...-
...
...
...
- Hun...- fece Raph - se ti azzardi a torcergli anche un solo capello... giuro che ti farò pentire di essere  tanto grosso quanto stupido.-
- Ma che belle parole!- lo schernì il bestione - Ora fate i bravi bambini e buttate a terra le armi, o faccio fuori il topastro di fogna!-
- No ragazzi, no! - fece Splinter - Vi proibisco di gettare le armi.-
- Maestro... mi dispiace.- fece Leo con voce addolorata. Non gli piaceva disobbedire agli ordini paterni... ma meglio la disubbidienza che portare sulla coscienza la responsabilità della morte di suo padre.
Gettò le katana che caddero a terra, con un tintinnio.
Raph lo imitò.
- Molto bene.- fece Hun - vedete che sapete essere ragionevoli quando vi prendono per il verso giusto?-
...
...
...
Intanto, Don e Sarah avevano il loro da fare con i ninja.
- SARAH!- urlò Don - Ti copro le spalle! Raggiungi gli altri, e cerca di scoprire cosa è successo e di fare qualcosa se puoi!-
- D'accordo!- fece Sarah togliendosi di torno due ninja a colpi di tessen per poi scappare da quel posto.
Peccato che i ninja non fossero proprio d'accorto su quella fuga e non si decidevano a mollarla. Erano tenaci ed ostinati... ma anche lei era una testa dura ed in quanto a destrezza ninja... i lunghi anni di allenamento le davano un certo vantaggio.
Si nascose nell'impianto di ventilazione. Un posto in cui a nessuno sarebbe venuto in mente di cercarla, almeno per il momento, ed era anche il miglior punto d'osservazione per curiosare in giro senza che nessuno la notasse.
'' Bene... vediamo di scoprire cosa è successo...''- scivolando, arrivò fino al laboratorio di Stockman, e c'erano anche diversi soldati, oltre a Karai e Shredder.
Shredder stava torturando Stockman in maniera inaudita. Karai distolse lo sguardo, incapace di guardare, senza fare nulla... poi arrivò un messaggio di Hun.
'' Maestro. Ho catturato due delle tartarughe ed il topo di fogna. Posso finirle?''
Sarah trasalì, dal suo nascondiglio- '' Leo... Raph... papà...''
- Maestro!- fece Karai - Io avevo garantito la loro vita... non siamo moralmente obbligati a mantenere la parola d'onore?-
'' Certo che lo sei, sono domande da fare?!?''- pensò Sarah.
- Onore? Karai... imparerai che la tua lealtà verso di me, vale più del tuo onore.-
'' Non ascoltarlo... ti prego.''
- Si... capisco.-
- Vedremo se hai capito Karai. E per dimostrarmelo, sarai tu a giustiziare quei tre.-
In quel momento, due cuori si fermarono quasi in quella stanza. Quello di Sarah e quello di Karai.
Sarah non poteva credere che appena trovato il suo grande amore, qualcuno glielo stesse per portare via, e nel modo più barbaro ed ignobile che vi fosse: essere ucciso da una persona che fino a due giorni prima gli aveva giurato alleanza.
Karai invece si sentì raggelare a quel pensiero... come avrebbe fatto a guardare Leonardo in faccia mentre si apprestava a calare la falce sulla sua testa?
'' Ribellati... ti prego.''
- Si... mio signore. Eseguo.-
Sarah dopo aver sentito quell'ultima frase, che le distrusse le speranze, sgusciò via dal condotto alla prima uscita trovata,
Diede un pugno alla parete, in preda alla rabbia, all'odio, alla paura... e alla disperazione più nera.
- Ok... calmati.- sussurrò a sè stessa - calmati e ragiona... se frigni non sarai d'aiuto a nessuno.-
Ci doveva pur essere il modo di impedire quell'esecuzione...
E c'era...per salvare Leonardo e le persone che amava, avrebe dovuto salvare Karai.
...
....
...
Karai si dirogeva, a passo di funerale, nella sala macchina dove ad attenderla vi erano tre innocenti che lei avrebbe dovuto giustiziare.
Tre innocenti che lei aveva chiamato amici e promesso loro che non sarebbero mai stati coinvolti in una ritorsione... per la prima volta nella sua vita, aveva provato odio verso la persona che l'aveva salvata... e che ora le stava ORDINANDO di commettere un atto che non era solo disumano... ma che andava contro tutto quello in cui credeva.
Ad un certo punto, la ninja si sentì puntare qualcosa, che riconobbe come la canna di una pistola, contro la schiena.
- Una parola. Un respiro. Ed io ti sparo.-
Karai riconobbe subito quella voce.
Sarah. C'era anche lei. Non se ne meravigliava.
- No... non sei in grado di fare una simile scorrettezza.-
- Curioso... fino a venti minuti fa pensavo la stessa cosa di te.- fece la ragazzina parandosi davanti alla kunoichi - e poi ho avuto questa bella sorpresa.-
- Quindi...- fece Karai - sai tutto...-
- Sì. So che quel verme di tuo padre è ancora vivo. E so che non è colpa tua se i ninja sono tornati a darci addosso... ma so anche che stai per fare l'unica cosa che avevi promesso di non fare: non attaccarci.- e invece aveva preso l'ordine di giustiziare Leo, Raph e Splinter.
- Ascolta, dispiace anche a me...- fece Karai. Dio solo sapeva quanto.- Ma devo obbedire al mio maestro. Non ho scelta.-
- E questa mi sa che è una bugia.- fece Sarah - Va bene, ti ha salvato, ti ha allevato e tutto quello che vuoi, non nemmeno il perchè l'abbia fatto... ma non sei la sua schiava. Non sei obbligata ad obbedire.-
- Sì invece... sei troppo giovane per capire...-
- Troppo spesso la giovane età è collegata all'incapacità di riuscire a capire sai?- fece Sarah - Hai ragione. Ho solo sedici anni, ma una cosa l'ho imparata: nessuno può obbligarti a fare quello che non vuoi. Nessuno.-
- Tu non capisci... voi non capite.- fece Karai - non avete mai avuto bisogno di andare contro gli ordini.-
- E questa è un'altra bugia...- le volte in cui avevano ignorato gli ordini di Splinter ormai aveva perso il conto - Ti racconto la cosa più recente. Splinter ci aveva ordinato tassativamente di stare alla larga dalla guerra tra bande. E pensa un po'? Leo non ha avuto problemi nel disubbidire agli ordini, perchè andava contro il suo senso dell'onore.- il suo tono si addolcì - Ascolta... non obbedire. Scappa. Tra meno di mezz'ora tutto questo sarà sul fondo dell'oceano...approfittane per fargli credere che sei scomparsa in mare, cambia nome, cambia faccia, cambia paese... quello che ti pare, ma scappa e vivi la tua vita!-
- Non posso. Mi dispiace.- fece Karai avviandosi verso la sala macchine a compiere quel compito odioso che le era stato affidato - vattene. Fingerò di non averti visto... non siamo così lontani dal porto, se ti tuffi e nuoti per un po'....-
- Karai, ti avverto.- fece Sarah. Karai si voltò e vide che la ragazzina aveva una strana luce negli occhi. Sembrava disperata e pronta a tutto. Anche alle azioni più estreme - Se Leonardo muore...- fece Sarah - se le persone che amo muoiono qui, e per mano tua... io ti uccido.-
...
...
...
Leo, Raph e Splinter erano stati fatti inginocchiare, i polsi legati dietro alla schiena con le guardie d'Elite e Hun alle spalle.
Non speravano di salvarsi, solo... si chiedevano che cosa aspettavano a giustiziarli.
Poi lo capirono. Karai.
Era lei che li avrebbe giustiziati.
La ragazza entrò e chiuse a chiave la porta... non sapeva perchè. Forse per impedire a Sarah di vedere mentre si macchiava le mani del sangue del suo amato... o forse per proteggere sè stessa da ipotetiche vendette.
- Guarda un po' Leo!- fece Raph - è la tua cara amichetta!-
- Leonardo io...- fece Karai che non sapeva da dove iniziare - Io... vorrei che non foste mai venuti su questa nave. Mi hanno ordinato di uccidervi tutti.-
- Se ne deduce che onore e dignità per te siano solo parole!- fece Leo.
- Mi... mi dispiace...- fece Karai sguainando una spada - ma ho il dovere di obbedire agli ordini del mio maestro.-
- Guarda i fatti in faccia, per una volta!- fece Raph al fratello - Lei è tale e quale a Shredder.-
- Avrei dovuto saperlo che non c'era da fidarsi di te, Karai.- fece Leo con rabbia.
Karai alzò la spada. Leo però non abbassava la testa. Anzi, non distoglieva nemmeno lo sguardo da quella che a breve l'avrebbe ucciso.
Se doveva morire, sarebbe morto da vero guerriero.
Karai però non si decideva a '' calare la falce''. Era tra due fuochi... anzi tre. Da una parte c'era il suo maestro che quasi certamente l'avrebbe ridotta in brandelli appena scoperto che non aveva fatto il suo dovere....
Poi il suo senso dell'onore che non le avrebbe più permesso di dormire in santa pace dopo aver ucciso tre persone inermi, incapaci di difendersi da sole...
E poi, ultima ma non per importanza, c'era Sarah. Quella strana ragazzina che aveva un viso di bambina, ma che bastava guardare negli occhi per scorgere una maturità che andava oltre i suoi anni, ora illuminati da una luce pericolosa. Quella di una promessa.
La promessa di prendere il suo sangue se lei ne avesse fatto versare.
Francamente, non sapeva cosa la spaventava di più.
- Aspetta.- fece Hun tranciando le corde che legavano Leo - rendiamo la cosa più interessante. Vediamo un po' cosa sai fare con le spade, ragazzino.- disse lanciandogliele.
- Che cosa proponi?-
- Intanto combatti Karai. Magari potrei anche decidere di lasciarli andare.- fece Leo - e....-
La porta si spalancò.
Una guardia Suprema teneva Sarah stretta per un braccio, tenendola sotto il tiro di un'alabarda.
- E magari non sciupo il faccino della tua innamorata.-
- Questo è un ricatto!- fece Leo - ti avverto amico, l'ultimo che ci ha provato non è finito molto bene...- e purtroppo doveva cedere. Un'altra volta.
E come l'ultima volta non aveva delle certezze in merito, ma doveva battersi lo stesso.
- Se vuoi eseguire l'ordine di Shredder, prima di mettere le mani addosso a loro, devi prima passare sul mio cadavere Karai!- fece Leo mettendosi in posizione d'attacco.
Karai lo imitò.
- Io sono onorata di servirlo.-
E lì cominciò uno scontro terribile tra i due, durante il quale, Leonardo tentò di far capire alla giovane donna che essere al servizio di Shredder non poteva implicare l'onore.
- A me hanno insegnato che l'onore, il bushido, è tutto per un vero guerriero!- e nel dir così l'atterrò. La donna era alla sua mercè. Ma rinfoderò le spade. Lui era un guerriero ninja, non un assassino - Ho vissuto tutta la mia vita con onore. E con onore la finirò. Fosse anche in questo momento.
Tu che mi dici? Puoi vivere con onore? Dimostramelo!- e nel dir così allargò le braccia - E' la tua occasione.-
Sarah sgranò gli occhi per la paura, cercando di divincolarsi, ma il suo aguzzino la teneva ferma, inginocchiata a terra, accanto a Splinter e Raffaello.
- Leo! Non lo fare ti prego!-
Splinter le parlò a bassa voce - Lascialo fare, figliola.- disse cercando di nascondere l'angoscia persino a sè stesso - a volte, i guerrieri i cui pensieri differiscono con il loro comportamento, possono solo cercare un'appiglio, che possono raggiungere solo mettendo le loro vite in pericolo.
Dobbiamo permettere a Leonardo di condurre il suo piano fino alla fine.-
Piano che però sembrava essere destinato a fallire.
Karai si alzò. Prese la spada. Prese la rincorsa e la puntò alla testa della tartaruga.
Ma non ce la fece a dargli il colpo finale. Il suo onore e i suoi principi erano troppo forti per commettere un omicidio a sangue freddo.
Hun la schernì - Così la cucciolotta di Shredder non è in grado di fare il suo lavoro. Spostati ragazzina... e preparati ad ammirare il famoso stile di New York.- Hun si avvicinò minaccioso a Leonardo, deciso a polverizzarlo con un solo pugno.
Purtroppo con lui i discorsi sull'onore erano parole al vento.
- Non osare toccarlo, o giuro che vengo lì e ti faccio volare a calci da questa nave fino a....- lo minacciò Sarah.
- Tranquilla bimba...- fece Hun ridendo - Prima il tuo fidanzato. Poi toccherà a te.- non potè però realizzare quell'insano proposito perchè a fare irruzione nella sala macchine furono Zog, Mik e Don che una volta liberati i loro cari, iniziarono a sconfiggere, uno dopo l'altro tutti i ninja. La battaglia si concluse con Zog che lanciò Hun fuori bordo.
- Ho fallito...- fece Karai - ho disonorato il mio signore. Non ho diritto di vivere.-
- Tu non hai disonorato nessuno, Karai.- fece Splinter - non hai fatto ciò che ti era stato commissionato, per un semplice motivo: non era contempleto dal tuo onore.-
Dopo di che, la donna si ritirò, sotto lo sguardo ammirato di Leonardo.
Sarah lo notò, ma fece finta di niente.
- Ragazzi... ci rimangono solo dieci minuti prima che questa baracca faccia la stessa fine del Titanic.- fece Don avviandosi verso l'uscita della sala macchine.
Sarah però non si mosse da lì.
- Che fai?- fece Karai - Non li raggiungi?-
- Dovrei essere io a farti questa domanda.- fece Sarah - Vieni via con noi. Fingi di essere morta qui, stanotte, e rifatti una vita.
Puoi venire a stare da noi.- fece la ragazza - potresti avere una famiglia. Una famiglia vera, che ti accetta per quello che sei, dove i tuoi errori saranno rimediati con l'aiuto della comprensione, e che soprattutto... non ti farà mai sentire in conflitto con quello che sei. Potresti essere felice.-
- Sarah, sbrigati!- urlò Don - qua siamo nei guai.-
Sarah corse via, ma non prima di aver detto alla donna - Pensaci. Ti prego.-
Subito dopo... si trovò faccia a faccia con Shredder e circa nove robot che non avevano esattamente una faccia amichevole.
- Shredder....- fece Leo - Come mai non sono sorpreso di vederti?-
- Si, ma non ti preoccupare.- fece Shredder - Per voi sarà l'ultima volta.-
- Lo scontro fu violentissimo, e senza esclusione di colpi. I ninja cyborg facevano bene il loro lavoro, malgrado secondo Baxter non fossero stati completati. Ognuno di loro aveva un'arma diversa: seghe rotanti, fucile a impulsi elettrici, cannoni laser e anche delle bombe nascoste nei loro corpi.
Durante il combattimento, Zog mise fuori uso i robot vestiti da politici, mentre Shredder e Splinter si fronteggiavano tra loro.
Durante il combattimento, partì un raggio laser dal braccio robotico di un robot che andò a colpire un barile di petrolio, che a contatto con il raggio s'incendio.
L'incendio fece crollare il ponte, portando giù tutto e tutti.
Non era un modo di dire che stavano combattendo all'inferno. Mentre Raph, Don, Leo e Mik combattevano, Sarah aiutava Donatello a liberarsi da una trave che gli era caduta addosso.
Splinter era privo di sensi per colpa della caduta.
Shredder non aveva gli stessi scrupoli di Karai a riguardo. Per lui, colpire un nemico svenuto o incapace di difendersi, non era un problema, anzi.
- Addio, topo.- fece Shredder in procinto di dargli il colpo di grazia.
- GENERALE SPLINTER!- urlò Zog attaccandolo con tutta la forza che aveva in corpo - Tu, feccia della Federazione! Pagherai per aver osato attaccare il mio ufficiale in seconda!-  e nel dir così gli mollò due pugni che lo fecero volare in un buco nel pavimento... pieno di fiamme.
Nel frattempo, con pazienza e fatica, Sarah era riuscita a liberare Donatello.
- Come stai?- s'informò la ragazzina.
- Bene... bene. Ma tra poco non così bene. Abbiamo meno di un minuto prima di saltare per aria.-
- MALEDETTE TARTARUGHE SENZA CERVELLO!- fece una voce in barattolo. I due si voltarono e videro quello che rimaneva di Stockman - guardate come avete ridotto il mio laboratorio!-
- Stockman, sei tu?- fece Don.
- Il tuo nuovo look ti da un'aria... misteriosa, sai?- fece Sarah.
Sconfitti i rimanenti robot, tentarono di scappare, ma Shredder ritornò dalla fossa in fiamme.
- Venti dollari che adesso dice...- fece Sarah sarcastica.
- Nessuno di voi, lascerà questa nave ancora vivo.- fece Shredder.
- Scommessa vinta.- fece Sarah.
Ormai era diventato talmente facile prevedere le frasi ad effetto di quel tipo che nemmeno ci provava più.
Zog afferrò una grossa trave ed iniziò a colpire Shredder, finchè il malvagio Utrom non cadde a terra.
- Vittoria!- esultò Zog.
Ma prima che potessero rallegrarsene e pensare di festeggiare la loro vittoria altrove, senza esplosioni incombenti, Zog strabuzzò gli occhi. Lasciò cadere la trave a peso morto... e cadde a terra senza emettere un suono.
- NO!- urlò Mik - No... no...-
Shredder era in piedi, dietro il triceraton. Ed il suo guanto era alzato.
L'aveva colpito alle spalle.
- Sei un vigliacco!!!- fece Mik tentando di avventarsi su Shredder. Leo e Raph dovettero trattenerlo, per impedirgli di suicidarsi.
- Stupidi.- fece Shredder - Chiunque si metta sul mio cammino... alieno, mutante o umano... è destinano a morire. Ho ucciso il vostro amico... ed ora tocca a voi.-
Ma Zog non era morto. Si alzò e afferrò Shredder in un '' energetico abbraccio''.
Per la gioia dei suoi amici. Ma era una gioia di breve durata.
- Che intendi fare, dannato mostro?!?- fece Shredder cercando di liberarsi.
- Non lo immagini?- fece Zog - ti accompagnerò fino all'inferno, e starò attento che tu non scappi.- poi si rivolse alle tartarughe, al topo e all'umana - Dite al comando superiore, che il soldato Zog ha combattuto con onore e coraggio. Per i suoi superiori. Per la Repubblica. Per la vittoria.- e nel dir così, sotto lo sguardo atterrito dei suoi amici, si gettò nell'inferno sottostante, portando con sè Shredder.
- ZOG! NO!- urlò Raph tentando di buttarsi nelle fiamme per salvare l'amico triceraton. Don lo bloccò, e il suo sguardo era più eloquente di mille parole: era troppo tardi.
- Zog ha dato la sua vita per salvare la nostra. Non possiamo disonorare il suo eroico sacrificio.- malgrado mancasse poco all'esplosione, si attardarono per salutare Zog con il saluto militare. In onore di un grande soldato e di un grande amico.
Solo dopo iniziarono a correre verso il ponte della nave, alla ricerca di salvezza.
Nove...
Otto...
Sette...
Sei...
Cinque...
Quattro...
Tre...
- Abbandonare la nave!- fece Don tuffandosi in acqua, seguito a ruota dal resto del gruppo.
Due...
Uno...
La nave saltò in aria. E con essa, tutte le apparecchiature, i dati, e il progetto dei robot ninja. Tutto perduto. Per sempre.
Ma quello era niente in confronto a chi avevano perso in quel terribile rogo: Zog. Un triceraton tanto valoroso quanto coraggioso. Nel tentativo di distruggere loro, Shredder aveva privato l'universo di un ottimo soldato. Valoroso e leale.
Michelangelo, durante il tragitto per tornare a casa, pianse senza che nessuno riuscisse a consolarlo. I suoi fratelli, a volte, per prenderlo in giro dicevano che aveva la mente di un bambino. Ed era vero. Perchè solo i bambini, nella loro innocenza, potevano provare affetto istintivo e spontaneo.
E quindi, era anche la persona che soffriva di più, quando qualcuno ne se andava per non tornare.
Sarah, andando via dal molo, osservò il punto in cui era affondata la nave. Si vedeva ancora il fumo...
'' Spero che ti sia salvata'' - pensò la giovane - '' riposa in pace... amico triceraton''
...
...
...
Karai si era salvata infatti. E malgrado le parole di Sarah, Leonardo e per finire Splinter non facessero che rimbalzarle in testa... decise di prendere un elicottero e soccorrere il padre, che era sopravvissuto. ( Di nuovo)
Era stato strano e piacevole parlare con un maestro ninja che le aveva detto che non doveva vergognarsi di non aver portato a termine un compito che non era compatibile con il suo senso dell'onore, senza ricevere velate minacce...  e doveva dirlo, anche Sarah e Leonardo, l'avevano stupita, così giovani ma allo stesso tempo così determinati... ma alla fine, non ce l'aveva fatta.
Aveva avuto per un attimo la tentazione di fingere la sua morte, ma se uccidere una persona inerme non l'avrebbe più fatta dormire in santa pace, nemmeno abbandonare la persona che l'aveva aiutata e tolta dalla miseria scherzava, in merito.
Ed era tornata nella gabbia in cui Shredder l'aveva rinchiusa, con discrezione. E stavolta, di sua iniziativa.


Bene signori e signore e dopo una parentesi con Shredder... preparate tutto l'occorrente per la giungla. Si va a Jumanji. E la gita prosegue con il Battle Nexus per il finale di stagione.
Ma non preoccupatevi. La terza serie è già in cantiere.

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Capitolo 21
*** Il puzzle dello zio Augie ***


~Passò circa una settimana prima che il dolore per la perdita di quell'amico appena trovato e già perduto, iniziasse ad addormentarsi un po'. E i cinque ninja cercarono di ritrovare la normalità. Almeno finchè durava. Avevano visto Shredder e Zog cadere in una voragine di fuoco, ma avevano la sensazione che presto avrebbero ancora sentito parlare di Shredder.
Ormai era da un sacco di tempo che si ripeteva quello schema... attacco, lo toglievi di mezzo, e dopo un po', quando ormai erano sicuri che fosse diventato un orrore del passato... riappariva, più agguerrito che mai e con la solita pantomina -'' Nessuno di voi, ne uscirà vivo''.
Per lo meno adesso, Sarah poteva dire di avere qualcosa con cui tenersi impegnata tra l'attesa di una vendetta ai loro danni e l'altra.
Adesso andava a scuola. Non le sembrava ancora vero di avere a disposizione un numero indefinito di possibilità per il futuro, oltre a quella di ninja, e ne era estasiata.
Per molti, la scuola era vissuta come una condanna, ma per lei che fino ad un mese prima era confinata sotto terra, con la consapevolezza di non poter sognare alcunchè perchè priva di diplomi o titoli di studio... era come un sogno.
E c'era anche un'altra cosa a tenerla occupata al momento.
- Sarah!- la chiamò Angel all'uscita da scuola - Che ne diresti se andassimo a prendere un frappè prima di tornare a casa? Ho trovato una gelateria dove fanno dei frullati eccezionali.-
- Mi spiace, ma non posso...- si scusò Sarah - April mi sta aspettando. Tra una settimana riapre il negozio e ci sono ancora un bel po' di cose da sistemare.-
- Già è vero, dimenticavo... quegli scalmanati hanno fatto un bel disastro.- fece Angel.
Sarah scosse la testa - Io no... quella giornata è indimenticabile.- ricordava bene quando il negozio di April era saltato per aria assieme all'appartamento di sopra, perchè era lo stesso giorno in cui Leo era stato massacrato. Cercò di non pensarci. Quei momenti di paura e di incertezza erano passati. Ora contava solo il futuro.
- Meglio che vada... April potrebbe non perdonarmi mai il fatto che l'ho lasciata sola con cinque scalmanati.- tra cui c'era anche quello che aveva usato delle porcellane della dinastia Ming per giocare a baseball.
La Mills, sempre all'erta quando si trattava di Sarah, la punzecchiò subito - Che succede Huntingtono? Tua cugina ti ha minacciato di cacciarti di casa se non t'improvvisi Cenerentola?-
Sarah rispose a tono - Primo, non sono fatti tuoi.
Secondo... nemmeno a me piacerebbe avere qualcuno che gironzola per casa che apre bocca solo per sputare veleno perchè ridicolizzare gli altri è l'unico modo che ha per sentirsi meno ridicola, e che intanto non sa nemmeno come si tiene in mano uno strofinaccio.-
Gli occhi di Christine si ridussero a due fessure - Mi hai dato della ridicola incapace?-
- Se cerchi, poi trovi.- fece Sarah come per dire '' tu volevi umiliare me ed invece le parti si sono capovolte, se fossi in te la pianterei'', per poi allontanarsi.
- Me la pagherai prima o poi.- fece la Mills.
Sarah si allontanò fingendo di non aver sentito. Ormai le minacce della Mills non le facevano più paura. La sua idea di farle pagare un conto per una situazione in cui l'aveva messa in ridicolo ( almeno a sentir lei) era di cogliere la prima occasione che capitava per rifilarle un'umiliazione. Che lei però capovolgeva a suo favore.
Cercò di non pensarci. Ad attenderla c'era una tranquilla giornata in compagnia del suo fidanzato, dei suoi amici e dei suoi fretelli.
Peccato che nel vocabolario di chiunque incontrasse la famiglia Hamato, le parole '' ordinario'' e '' tranquillo'' assumessero significati molto diversi.
...
...
...
- Ciao ragazzi.- fece Sarah entrando nel negozio di April dalla porta secondaria.
- Finalmente- fece Mik - cominciavo a pensare che ci avessi dato buca.-
-  E lasciare April da sola con voi?- fece Sarah - non sono così crudele.-
- Meno male...- fece la rossa - Tesoro, per favore, comincia a sistemare le porcellane e i bicchieri nel mobiletto... e... per favore, consegnami il tessen.-
Sarah posò lo zainetto sul bancone e guardava April stranita - Come mai? Devi picchiare Casey?-
I suoi fratelli risero sommessamente.
- Idea interessante, magari ci faccio un pensierino... ma no.- fece April - è solo che vorrei evitare sgradevoli incidenti.-
- Capisco... ma il tessen non lo porto mai con me quando sono a scuola, non mi fido a lasciarlo incustodito...- specie con Ashton che non perdeva occasioni per fare l'idiota e la Mills che la teneva d'occhio onde evitare che '' la ragazza di campagna con un visetto da angioletto'' ordisse chissà quale piano per metterla in ridicolo davanti a tutti, come se non ci riuscisse benissimo pure da sola. Nel dir così sollevò un lembo di jeans e mostrò un kunai legato alla caiviglia - ma è sempre meglio essere prudenti.- nel dir così lo sfilò e lo consegnò alla rossa.
- Sarah...- fece Raph tentando di barcamenarsi tra Casey ed un'armatura - Dove sta meglio secondo te?-
- In vetrina.- fece Sarah iniziando a svolgere la mansione che le avevano assegnato.
Raph fissò l'amico con un'occhiata vincente.
'' Visto?''
- E finalmente...- fece April appendendo alla parete un ritratto che raffigurava lei bambina, assieme ai genitori e uno sconosciuto - il ritratto della famiglia O'Neil può tornare al posto che gli spetta.-
- Chi è l'uomo vicino a tua madre?- chiese Leo.
- Sono felice che tu me l'abbia chiesto.- fece la rossa - E' mio zio Augie. August '' Augie'' O'Neil. Era... è... quel che si dice un personaggio. Ogni tanto spariva senza dire nulla e stava via per mesi interi, senza dare notizie di sè. E poi riappariva all'improvviso con la sua valigiona piena di oggetti strani, dolcetti per me, un sacco di storie da raccontare... e poi un giorno sparì per davvero...-
Raffaello però non aveva ascoltato una parola riguardo al cuore avventuroso della famiglia O'Neil... troppo occupato a bisticciare con una mosca che pareva aver preso in simpatia la sua faccia.
- INSOMMA!- urlò iniziando a tentare di acchiapparla mollando l'armatura scaricando tutto il peso su Casey e Casey lo scaricò a sua volta sull'armadio che Sarah stava riempendo. La poverina fece appena in tempo a scansarsi e a pensare -'' Cos'è, un attentato?''-
- HAI DECISO DI MANGIARMI PEZZO PER PEZZO IMMONDIZIA VOLANTE!?!?- urlò il rosso inseguendo la mosca per tutto il locale - FUORI DI QUI! VIA! PUSSA VIA!- fece il rosso chiudendo l'animale fuori dall'immobile - Io odio gli insetti!-
- E a quanto pare...- fece Don osservando la '' scena del crimine''- nemmeno nostra sorella, i bicchieri in cristallo di Boemia e le tazzine in fine porcellana di Capodimonte, ti piacciono tanto...-
- Ook, voi due alla larga da tutto quello che può essere considerato fragile!- sbottò April riferendosi alle '' teste calde'' - occupatevi della pattumiera. Subito.-
- Si Padrona.- fece Raph.
- Scusa Padrona.- fece Casey.
Prima di buttare la sua parte, Raph notò che dalla spazzatura spuntava uno stranissimo oggetto, somigliava ad una scatola con strane decorazioni e lo mostrò ad April.
- Ma guarda...- fece April iniziando a lucidarlo.
- Che cos'è?- chiese Leo.
- E' una specie di puzzle ad incastro, tipo cubo di Rubik, apparteneva a mio zio... mi chiedo come mai le fiamme l'abbiano risparmiato...- non che la cosa le dispiacesse, ovviamente.
- Buffo, mi ricorda tanto...- fece Sarah. Ma non fece in tempo a completare la frase, perchè mentre April lucidava l'oggetto, qualcosa si spostò e la pietra incastonata nella scatola s'illuminò di luce azzurrina, risucchiando April e tutti coloro che le stavano accanto.... per poi ritrovarsi in una giungla.
...
...
...
- Uno strano oggetto che risucchia la gente in un mondo selvaggio...- fece Sarah dopo il loro poco ortodosso atterraggio - allora Jumanji esiste davvero...-
- Fantastico...- fece Mik - Vespe assassine, animali feroci, scimmiette dispettose, fiori letali, piante carnivore...-
- E non dimentichiamo un cacciatore psicopatico che quando non spara agli animali, si diverte a sparare addosso alla gente.- sbottò Sarah - speriamo che sia in pausa caffè.-
- Scherzi vero?!?- fece Raph - tra il cacciatore psicopatico e altri insetti... scelgo il cacciatore!-
- Scherzi a parte ragazzi...- fece Michelangelo - qualcosa sa che razza di posto è questo e come ci siamo arrivati?
Forse il professore stava cercando di capire dove aveva sbagliato a costruire il suo transmat e ha premuto per sbaglio qualche pulsante...-
- No, non credo che c'entrino gli Utrom o il professor Honneycutt...- fece Don - il transmat fa '' woosh''.
Questo sembrava più uno '' shift''.... dovendo fare un'ipotesi direi che il puzzle di Augie funge da porta interdimensionale.-
- In altre parole?- fece Mik.
- Secondo alcune teorie siamo fatti di atomi. E gli atomi sono pieni di sub-particelle. In teoria potrebbero esserci più universi paralleli che occupano lo stesso spazio-tempo, ma su frequenze diverse....- fece Don.
- E al minimo slittamento di spazio-tempo ti ritrovi in un'altra dimensione, si è credibile.- coluse Sarah.
- Ma perchè ve l'ho chiesto?!?- fece Mik reggendosi la testa - ogni volta che iniziate a parlare nella vostra lingua sento uno strano ronzio, che dite, è una coincidenza?-
- No, Mik... non ronza solo a te.- fece April. E lei era pefettamente in grado di tradurre il linguaggio di Donatello e Sarah - pure io sento qualcosa.-
- Come tutti del resto.- fece Leo.
Raph si armò di bastone - Se sono altri insetti li aggiusto io!-
- Ehm... fratello?- fece Leo notando gli insetti che stavano arrivando - dubito che quel bastoncino ti sarà utile contro quei cosi lassù.-
- Oh. Mamma. Mia.- fece Raph vedendo la stazza delle vespe giganti che incombevano su di loro. Subito iniziarono a lanciar loro contro sassi, pietre, bastoni, qualunque cosa potesse essere considerato un'arma... alla fine però una vespa gigante riuscì a catturare Raffaello, e Donatello che gli si era aggrappato alla gambe per tratterlo, subì lo stesso destino.
Non potevano scegliere giorno peggiore per lasciare a casa le armi. Iniziarono a seguire la vespa gigante, per non perdere di vista i loro fratelli. Dopo un volo durato quasi dieci minuti... i due caddero. Don aveva consigliato a Raph di spingerlo verso il torace dell'insetto per mollargli un calcio. La mossa aveva ottenuto l'effetto sperato.
Don cadde a terra borbottato -'' che male ho fatto?''
- Don tutto a posto?- s'informò Sarah.
-  Dov' Raph?- chiese April. Don alzò un braccio indicando l'albero. Il rosso era rimasto impigliato tra le liane.
- Vi ho già detto che odio gli schifosi insetti?- fece Raph. Leo e April salirono sull'albero per farlo scendere.
- Sono riuscito a vedere una capanna sulla parte opposta del fiume...- fece Don - Magari c'è qualcuno che può darci qualche informazione su dove siamo.-
- Per me va bene, appena Raph scende...- fece Mik. Il rosso cadde in mezzo a loro - Capita, avevi fretta.-
- Io vengo dove volete, basta che non ci siano insetti.- supplicò il rosso.
- Vedila così Raph...- fece Sarah - potrebbero essere l'unica cosa che potremmo mangiare in futuro.-
Raph fece una smorfia disgustata.
'' Piuttosto muoio di fame''
...
...
...
Poco dopo, usando ciò che la giungla offriva loro per fabbricare delle armi: usarono liane, rocce e bastoni per riprodurre le loro armi abituali. Eccetto April e Sarah che fabbricarono delle lance. Subito dopo si dedicarono alla costruzione di piccole barche a vela per guadare il fiume. E se qualcuno di loro stava per dire che April era troppo cittadina per un ambiente selvaggio come quello... aveva avuto un ottima idea nel tacere.
Con somma sorpresa di tutti, era la più abile di tutti. Volava spedita su quella tavola improvvisata e con delle acrobazie degne di un surfista professionista, come se non avesse fatto altro nella vita.
- C'è qualcosa che ha svegliato la ragazza della giungla che è in me.- spiegò April, sentendosi viva come non mai prima d'ora.
Quando arrivarono alla capanna, notarono che la casa sull'albero era ridotta piuttosto male e non c'era segno di una presenza di vita in quell'abitazione un po' spartana che sembrava averne viste di tutti i colori.
- Forse ci sono solo delle termiti.- fece Leo.
- Se sono simili agli scarafoni giganti di prima... io non voglio saperne nulla.- April e Sarah avevano già iniziato a salire - E voi due dove vorreste andare?-
- A me non fanno paura gli insetti, supereroe.- fece April.
- A me neanche.- fece Sarah.
Quando furono saliti tutti, iniziarono ad indagare. Come previsto da Leo, nella casa sull'albero non c'era alcuna forma di vita. Però trovarono un diario ed un ciondolo- bussola che aveva le stesse iscrizioni dello strano oggetto che li aveva teletrasportati in quel mondo, al cui interno c'era una bussola e il ritratto della famiglia O'Neil. Ed un incisione.
'' So you'ill always find your way back to us''- così troverai sempre il modo di tornare da noi.
Non c'erano dubbi: quegli oggetti e quella capanna, erano dello zio di April.
- Questo spiega la sua scomparsa...- fece Sarah.
- Al 97esimo giorno in questo posto...- fece April - ha scritto che la sua vita era in costante pericolo.- però dai bordi delle pagine seguenti notava molte scritte, questo voleva dire che in un modo o nell'altro aveva trovato il modo per salvarsi.
Un rumore sinistro li mise in allarme.
- Beh...- fece Mik quando il ronzio si fece più forte - non so se l'hai notato, ma nemmeno noi siamo messi troppo bene.-
- Ok, ne ho abbastanza di quelle bestiacce!!!- fece Raph afferrando una sedia e lanciandola contro un calabrone gigante.
- Ma sei pazzo?!?- gli urlò Don - Se li fai arrabbiare possono sparare i loro... pungiglioni.- detto fatto - Sono avvelenati, state attenti!-
In breve, nella casa sull'albero sembrava di ballare il tip tap per scampare all'avvelanamento. Non tutti però si salvarono.
Raph venne ferito ad una gamba e prima di svenire borbottò - Io... odio... gli.... insetti.-
I fratelli e l'amica gli furono subito attorno.
Don gli diede una rapida occhiata, per tranquillizzare il resto del gruppo: il veleno lo aveva paralizzato, ma era solo una condizione temporanea.
Intanto, i calabroni continuavano l'attacco. Leo, ritrovandosi sprovvisto delle sue katana improvvisate, afferrò i pungiglioni che avevano ferito il fratello per usarli contro le api stesse.
Quando si diceva crudele ironia.
Purtroppo però non fu sufficiente ad impedire ai calabroni di distruggere ciò che rimaneva della casa sull'albero. Riuscirono a fuggire, malgrado tutto, prima che fosse troppo tardi, Leo riuscì a trascinare via il fratello svenuto ed April era riuscita a recuperare sia il diario di suo zio che la sua bussola.
Intanto, tra una cosa e l'altra, si era fatta notte.
E Raph si era ripreso.
- Maledetti insetti...- fece Raph con la voce ancora impastata - me la pagheranno cara...-
- Vedo che sei tornato in te fratello.- scherzò Leo.
Intanto, April era riuscita a trovare una notizia interessante e confortante (?). Suo zio, nel suo diario, parlava di aver scoperto un antico tempio in pietra seguendo il corso del fiume. Al suo interno vi era un enorme puzzle ad incastro, identico a quello che lo aveva trasportato in quella specie di Jumanji, e che a distanza di quindici giorni era riuscito a calcolare le coordinate di quel solido geometrico per andarsene.
Tuttavia, c'era un problema. In quel tempio, non c'era solo la speranza di tornare a casa. Ma anche l'alveare in costruzione delle vespe giganti, le quali erano solite paralizzare per poi mangiare tutto quello che di vivo si avvicinava al tempio.
Essendo un uomo coraggioso, decise di tentare il viaggio malgrado sapesse della possibilità di essere divorato dalle vespe, per tornare a casa dalla sua famiglia.
Essendo un uomo buono e coscienzioso, decise di abbandonare sia la bussola che il suo diario, in modo da poter dare almeno una chance di salvezza a chiunque avesse avuto la sfortuna di finire in quell'inferno.
Da allora non c'erano altre note.
- Voglio andare al tempio.- fece April - voglio scoprire cosa gli è accaduto.-
- E lo faremo.- fece Don - però domattina.-
...
...
...
La notte passò abbastanza tranquillamente, e di buon ora si misero in cammino per arrivare al tempio. Un edificio in grigia pietra.
- Stando agli appunti di tuo zio...- fece Don - sembrano indicare una collocazione logaritmica  in cui compare una deviazione stocastica.-
April obiettò - O forse sono una variazione sulla base del numero aureo della serie di Fibonacci.-
- Sarah, puoi tradurre per favore? Sarah?- fece Mik - ehy, sei tra noi?-
- Scusa Mik... la buona notizia è che ho trovato il tempio. La cattiva... è che è ora di colazione.- fece la bruna indicando il tempio... accanto al quale oltre a sorgere un alveare enorme, c'era pure un gremito numero di api e vespe. Logicamente enormi.
'' Va sempre peggio, devo pure stare attenta a non farmi mangiare da insetti giganti...''
Raph sbottò - Cosa darei per avere una confezione d'insetticida a portata di mano. Una di quelle confezioni belle grosse!-
- Forse so come riuscire a dribblarle!- fece Don tuffandosi in un fiume di fango puzzolente - Le api e le vespe hanno un formidabile senso dell'olfatto. Dobbiamo camuffare il nostro odore.-
- A questo livello?- fece Mik tappandosi il naso. La puzza era così forte che non si riusciva quasi a respirare.
Ma era sempre meglio che farsi mangiare da un'ape gigante.
April fu la prima a tuffarsi nel fiume, e la prima a riemergere.
- Ehm... - fece Leo notando come l'amica era ritornata su - senza offesa, ma più che la ragazza della giungla mi sembri il mostro della palude silenziosa.-
Evidentemente si era offesa. Dato che lo aveva trascinato nel fiume senza preavviso.
...
...
...
L'idea di Donatello si dimostrò vincente. Almeno all'inizio. All'interno del tempio c'erano un sacco di crisalidi, già pronte per schiudersi... e una mossa imprudente di Michelangelo accellerò il tutto. Dai bozzoli uscirono centinaia di api neonate che iniziarono ad attaccarli.
Dopo un'inutile battaglia, April trovò una porta circolare che portava nella stanza in cui c'era il puzzle più grande ed una mappa.
- E' la scrittura dello zio.- fece April prendendo il foglio di carta - Quindi lui c'è riuscito...-
- Si ma...- fece Donatello - queste coordinate sulla mappa e quelle annotate sul diario non corrispondono.-
- Di conseguenza...- fece Sarah - è finito in un'altra dimensione parallela... chissà dove sarà.-
- Strano però che un matematico come lui abbia sbagliato ad impostare le coordinate.- fece April.
- Non è detto che si sia sbagliato.- fece Leo - magari è successo qualcosa mentre cercava di finire il lavoro che lo ha costretto ad accellerare il ritmo...- e si sapeva che la fretta era nemica dell'ingegno.
- Ma cosa sarà...?- fece Mik.
La risposta non si fece attendere.
Un enorme calabrone, più grosso di tutti quelli affrontati sinora palesò la sua presenza.
- E' l'ape regina!- fece Donatello.
- Con tutto il rispetto che merita... al diavolo ministri, regine, contesse e dame di compagnia... fate partire quel coso!- Don, Sarah ed April cercarono di far partile il puzzle servendosi delle coordinate giuste, mentre gli altri tenevano occupata '' la graziosa Maestà''. Purtroppo, uno ad uno, Mik, Leo e Raph furono paralizzati dal veleno dell'ape.
Stava per avventarsi su Raffaello quando...
- LASCIALO IN PACE MALEDETTA STREGA!- urlò April dandole un colpo di lancia per poi trafiggerla del tutto.
Intato, il puzzle era ripartito.
April e Sarah trascinarono via i loro compagni privi di sensi, per poi essere riportati tutti al negozio, dove li aspettava un esterefatto Casey Jones.
- Cosa è venuto a morire qua dentro?- fece l'umano - Non ci credo... esco un attimo a portare la spazzatura e vi ritrovo tutti inzaccherati... e poi criticate me!-
...
...
...
Una volta che le due ragazze e le tartarughe riuscirono a darsi una ripulita, raccontarono al loro amico l'incredibile avventura appena vissuta... e di come April se la fosse cavata nella giungla.
E rimase sbalordito nel sentire che una tranquilla e gentile fanciulla, laureata a pieni voti in matematica e che gestiva un piccolo negozio di antiquariato, potesse trasformarsi in un Indiana Jones in gonnella, ma senza frusta e cappello, in grado di sconfiggere un'ape regina gigante senza che nessuno la aiutasse.
Quell'avventura aveva fatto capire ad April di essere più coraggiosa ed avventurosa di quanto non avesse mai immaginato.
Ed anche che il suo amato zio, era ancora vivo. Disperso, da qualche parte, ma vivo.
E lei lo avrebbe ritrovato.
'' Non so ne come nè quando... ma ci riuscirò. Ti riporterò a casa zio... promesso.''
 

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Capitolo 22
*** Il duello dei duelli prima parte ***


Ormai alle cose strane avevano fatto il callo.
Ma vedere il loro padre sottoporsi a quintuple sessioni di allenamento, e quintuple sessioni di meditazione, fu certamente la più strana che avessero mai visto sinora.
Passava il giorno occupato in queste due attività, senza dire una parola.
E dopo un mese, senza dire una parola, mise poche cose in un fagotto e annunciò la sua partenza.
- Figlioli sono costretto a lasciarvi soli per qualche giorno. Durante la mia assenza, voglio che siate più prudenti del solito e che non lasciate la tana. Per alcun motivo.
Sarah, hai una licenza speciale per la scuola, ma mi raccomando. Dopo filata a casa.
Leonardo, tu baderai a loro.-
- Ma possiamo sapere dove stai andando?- fece Leo.
-Non preoccupatevi. Sarò di ritorno a breve.- e nel dir così se ne andò.
Ora, qualunque sedicenne avrebbe approfittato della cosa per darsi alla pazza gioia, ignorare qualunque tipo di copri fuoco, marinare la scuola e gli allenamenti, feste pazze con gli amici... ma non loro.
Loro non erano normali sedicenni, in primo luogo.
In secondo luogo, erano troppo curiosi di svelare quel mistero. Non era la prima volta che succedeva.
Facendo un salto indietro di tre anni per volta, Splinter andava via per qualche giorno, ma non rivelava mai dove era andato o cosa avesse fatto.
Era ora di chiarire il mistero.
-Seguiamolo.- fece Raffaello.
- Ha detto di non lasciare la tana.- obiettò Leo.
- E a te di tenerci d'occhio, perciò tu tieni d'occhio noi mentre noi teniamo d'occhio lui.-
Leo scosse la testa.
In effetti il ragionamento tornava.
E allora come mai aveva la sgradevole sensazione che stavano per cacciarsi in un oceano di guai?
...
...
...
Il pedinamento li condusse sino ad un vicolo ceco.
Il loro maestro aveva disegnato qualcosa sulla parete per poi canticchiare una strana cantilena... ed una pozzanghera d'acqua si trasformò in una porta che il topo varcò.
- Quella cantilena e le pozzanghere che fungono da porta le ho già viste.- fece Sarah.
Intanto, la porta sul muro era scomparsa.
- Mi sa che stavolta il sensei ci ha fregato per bene.- fece Mik.
- Non traiamo subito conclusioni affrettate, Michelangelo.- fece Don tirando fuori una lampada UV. Indirizzò la luce verso la parte di muro in cui c'erano i segni... ed era come l'inchiostro simpatico - visto? Con la buona volontà e le giuste apparecchiature non c'è ostacolo che tenga.-
- Grande Don.- esultò Leo - non è che hai pure del gessetto per disegnare nella borsa di Mary Poppins?-
- Certo che no, io scrivo solo sul mio palmare.- fece Don.
- Ce l'ho io.- fece Sarah. Le era rimasto in tasca dall'interrogazione di matematica di quel giorno.
Raph ricalcò fedelmente i segni sulla parere per poi dire - Leo, adesso tocca te.-
- Ci provo. Ma non garantisco.- fece Leo iniziando ad intonare la cantilena che aveva pronunciato il maestro Splinter.... e tanto bastò perchè si aprisse una porta magica - non ci credo, ha funzionato per davvero!-
- Che ne dite?- fece Don - Si va?-
- Ovvio no?- fece Raph spingendo dentro il varco Don e Mik.
...
...
...
Dall'altra parte della barricata, chiamiamola così, li aspettava uno stranissimo luogo. Una landa circondata da alberi e canne di bambù, in mezzo alla quale sorgeva un castello. Il cielo era di un insolito colore viola.
- Che posto è questo?- si domandò Sarah.
- Di certo non sulla Terra.- considerazione abbastanza banale. Da quando loro, quando venivano teletrasportati da qualche parte, finivano sulla Terra? - e non credo si tratti di un'altra dimensione.... forse è più un mondo tra i mondi, una dimensione parallela, una connessione...-
- Oh, vuoi dire...- fece Mik - un punto di sovrapposizione  di comunità nel sotto spazio.-
I suoi fratelli e la sorella lo guardarono con occhi sgranati.
- Da quando parli il donatellese?- fece Raph.
- Mica è l'unico che non si perde una puntata di Star Trek.- fece Michelangelo.
In quel momento, si aprì un'altra di quelle strane porte, dalla quale spuntarono delle creature magre come attaccapanni, che sparavano coltelli.
Le tartarughe e la loro sorella si misero in posizione d'attacco, ma Leo le fermò - Calma... magari sono pacifici.-
Bastò che esse tirassero fuori i falcetti per chiarire ogni cosa in merito.
- Tu dici, o nostro impavido capo?- lo sfottè Raph.
Anche se tutti i loro pensieri erano concentrati su Splinter ed il timore che si trovasse in un qualche pericolo in quella strana dimensione, i cinque ragazzi non ebbero scelta se non quella di combattere.
Una battaglia molto difficile, soprattutto per Leo. Una di quelle creature con un colpo di falce aveva spezzato a metà le sue katana, costringendolo così al corpo a corpo.
La mossa si rivelò vincente... ma Leo non potè non sospirare sconsolato per la perdita delle sue amate armi.
- Primo scontro di gruppo completato.- a parlare era stata una voce a loro molto familiare.
Infatti, davanti a loro apparve l'arbitro che avevano conosciuto quando l'Ultimo Ninja aveva costretto Leonardo ad affrontarlo in combattimento.
- I Gom- Tai sono eliminati dalla competizione.- le creature scheletriche si rialzarono e si inchinarono rispettosamente - Se ora voi Slontags volete seguirmi...- continuò l'arbintro.
- Ho la sensasione che ci abbiate scambiati per qualcun'altro.- fece Sarah.
Poco dopo, da un'altra porta apparvero i veri Slontgas... grossi, verdi e brutti. E l'arbitro iniziò a capire.
- Aspettate... i Gom-Tai dovevano affrontare gli Sontags... non voi terrestri. L'unico terrestre registrato è Hamato Splinter.-
- Papà?!?- fece Sarah.
- Dov'è??!?- fece Leo puntandogli contro ciò che restava delle sue spade - Che gli è successo?-
- Le spiegazioni a più tardi.- fece l'arbitro - Devo riorganizzare l'incontro che avete scombinato.- fece l'arbitro portando via le creature aliene in una bolla d'acqua.
Ai cinque ninja non rimaneva dunque altra scelta se non quella di trovare il loro padre, e chiedergli spiegazioni. E perchè no, magari andarsene.
Anche se forse il loro Maestro non si trovava in pericolo, o quanto meno non in una situazione in cui non poteva non tirarsi fuori da solo. Ricordavano il giorno di quel duello... il giorno in cui Leonardo e Sarah si erano fidanzati, ed avevano sempre avuto la sensazione che Splinter sapesse molto più di quanto non avesse rivelato loro su quel tizio.
Che francamente, tutti loro ( Leonardo e Sarah in particolar modo, il primo per non essere di nuovo costretto a combattere sotto ricatto e la seconda per non rischiare di essere barbaramente uccisa da un pazzo con megalomanie di grandezza) si auguravano di non rivedere mai più.
Ma si sa, nella vita, quasi nulla va come uno vorrebbe.
In una piccola radura, videro il loro maestro combattere contro un mostro con quattro braccia, enorme, che rischiava di schiacciare il topo.
- TIENI DURO SENSEI SIAMO QUI!- fece Leo buttandosi in battaglia seguito da tutta la banda.
Splinter era quanto meno sorpreso di vedere lì i suoi figli, ma prima che potesse chiedere loro spiegazioni o che loro potessero raggiungerlo, vennero imprigionati in un campo di forza dall'arbitro.
- Le regole dell'interduello dicono che non sono concesse interferenze esterne fra i duellanti.- fece l'entità misteriosa.
- Ma si può sapere di che stai cianciando?!?- fece Raph battendo con forza i pugni contro il vetro.
...
...
...
Alla fine, Splinter vinse il suo incontro, ed i suoi figli furono liberati. Come spesso succede, quando il terrore, la sorpresa e la paura per un figlio quando questo ritarda o non risponde al cellulare, si tramutava in rabbia.
E Splinter, come tutti i genitori del mondo, non era da meno.
- Che vi è saltato in mente di pedinarmi?!?- li rimproverò per poi rivolgere parole molto dure al suo primogenito - Leonardo. Ti avevo affidato il compito di badare ai tuoi fratelli. Sono molto deluso da te, lo sai?-
Sarah, quasi piccata, tentò di dire qualcosa in difesa del fidanzato, e non era solo l'amore che provava per lui a farla arrabbiare, tanto quanto lo era quella stupida ed insulsa regola implicita che se succedeva qualcosa di sbagliato era sempre il leader a prendersi i rimproveri maggiori.
E lì si ritornava all'eccessivo senso di colpa di Leonardo. Ci credeva che si sentisse sempre responsabile e colpevole di tutto quello che lo coinvolgeva anche solo indirettamente, con i discorsi che gli venivano inculcati fin da piccolo...
- Papà, aspetta, non puoi dare tutta la colpa a Leo...- fece Sarah.
- Infatti.- fece Raffaello - Sono stato io a scappare di nascosto e a tirarmi dietro gli altri... è stato costretto a venirci a riprendere ma era troppo tardi.-
L'arbitro decretò Hamato Splinter come vincitore. Splinter, messa da parte l'arrabbiatura, presentò al guerriero D'Jinn ( il colosso con cui si era batturo) i cinque ninja come allievi e figli.
Il tono tra i due era rilassato ed amichevole, come se si conoscessero fin da giovanissimi.
Il guerriero si rivolse ai giovani - Dovete essere fieri del vostro Maestro. E' una leggenda tra noi.- lo sguardo confuso dei ragazzi fece capire al guerriero che nulla sapevano di quel posto - Beh, urge rimediare. -
Il guerriero, raccontò loro di come, per secoli e secoli, i guerrieri più valorosi di tutti gli universi avessero attraversato dimensioni e universi paralleli ai loro alla ricerca dei più grandi duelli. Questa fu la ragione per cui, ogni tre anni, veniva istituito il torneo dell'interduello.
Il Battle Nexus. Una competizione  in cui i guerrieri potevano dimostrare a sè stessi e agli altri il loro valore.
Hamato Yoshi ne era stato il campione molti anni prima.
E per sentirsi più vicino a lui, Splinter aveva deciso di partecipare ad ogni competizione di interduello, dalla sua mutazione. Aveva deciso di combattere con onore e giustizia in quel torneo per onorare la memoria di suo padre... ma mai si sarebbe aspettato che lui stesso ne sarebbe stato un vincitore... con una gamba rotta poi.
I suoi figli lo guardarono con ammirazione, senza riuscire a capire il perchè il padre non avesse mai raccontato loro di essere stato il numero uno di tutti i guerrieri dell'universo.
- Ho vinto una gara.- fece Splinter - non c'è nulla da raccontare.-
- Sì invece!- fece Mik - è un po' come scoprire che tuo papà e' Superman.-
La storia erò non era ancora finita.
Dreiko, l'altro duellante in gara con Splinter, non aveva affatto mandato giù il fatto di essere stato sconfitto da un topolino zoppo, e mentre Splinter stava per tornare a casa lo fece prima attaccare da alcuni uomini-ombra, per poi imprigionarlo con delle bolas, approfittando della distrazione. Evidentemente i concetti di sportività e il detto '' l'importante non è vincere, ma partecipare'', dalle sue parti non esistevano.
E sarebbe finita molto male...
Se un giovanissimo ronin dalle fattezze di un coniglio antropomorfo, pur essendo solo un ragazzino, non fosse intervenuto in suo aiuto. Rischiando a sua volta di essere smangiucchiato dal drago.
L'intervento del Daymio, proprio come era accaduto con l'Ultimo Ninja, evitò loro una fine atroce.
Da allora, erano passati esattamente tre anni.
Poco dopo, vennero raggiunti dal Daimyo che non sapeva contenere la gioia ne rivedere un vecchio amico tra i ranghi più alti della competizione.
- Ed ora, anche i tuoi ragazzi sono venuti a gareggiare.-
- Veramente loro avrebbero dovuto rimanere a casa.- fece Splinter.
- Nobile Daymio... i terrestri non sono registrati, anche se ad onor del vero devo dire che hanno vinto la qualificazione...-
- Perfetto. E allora, per mia decisione, devono essere ammessi alla competizione.- fece il Daimyo - Splinter, tu sei d'accordo vero?-
- Beh... non li ritenevo ancora pronti per una sfida del genere...- fece Splinter - ma forse è il momento in cui un padre troppo apprensivo deve capire che i suoi rondinelli sono pronti a volare da soli.-
La loro gioia fu stemperata da una legge vecchia quanto il mondo, che escludeva le donne dalla competizione.
Sarah sbuffò.
Roba da non credere... mondi diversi, stesse leggi bigotte. La solita storia.
Percependo qualche commento in arrivo fulminò Raffaello dicendo - Chi apre bocca in merito, lava i piatti per un anno.- e nel dir così aveva detto a nuora perchè suocera intendesse.
Ma non ebbe tempo di crucciarsi a lungo perchè il Daymio con una magia fece apparire una persona, asserendo che c'era una questione in sospeso da risolvere quanto prima.
Davanti a loro c'era proprio lui. L'Ultimo Ninja.
Raph si parò davanti a Leo e Sarah, ad armi sguainate.
- Che scherzo è questo?- sbraitò il rosso.
Il ninja alzò le mani in segno di resa, parlando con voce dimessa e cortese - Nessuno scherzo, lo giuro.- fece il ninja inchinandosi - Splinter... non molto tempo fa ho costretto tuo figlio Leonardo ad un duello mortale, usando l'arma più meschina che potessi usare contro di lui: l'amore per le persone che ama, e come se non bastasse ho anche tentato di uccidere la tua povera e graziosa figliola... azioni sconsiderate di cui mi pento profondamente. Per questo, io domando il vostro perdono.-
- Ehy.- fece Raph rivolgendosi ai fratelli - voi ci credete che abbia cambiato pelle?-
Splinter pareva non aver dubbi - Credo che le tue scuse siano sincere figliolo... e noi le accettiamo.-
- Maestro...- fece Leo - non credo di poter partecipare al torneo... le mie spade si sono spezzate.-
L'Ultimo Ninja intervenne - Padre... dobbiamo aiutarlo. E' il minimo che possa fare per lui.-
- Certo.- fece il Daymio - a palazzo abbiamo molte armi che puoi usare... ma comprendo che tu preferisca usare le tue quindi, farò in modo che il fabbro di corte le ripari con priorità assoluta.-
...
...
...
Le tartarughe assistettero dagli spalti alla cerimonia di benvenuto del torneo, e con grande gioia, videro tra i partecipanti alla gara anche Traximus. Il gladiatore triceraton che aveva salvato loro la vita nell'arena.
Inutile dire che vederlo vivo e vegeto oltre che libero li riempì di gioia.
Subito dopo, L'Ultimo Ninja si offrì di accompagnarli all'arena.
- Per arrivarci, è necessario attraversare la Galleria degli Eroi.- fece il ninja guidandoli in una sala dove c'erano molte statue che raffiuguracano i campioni del passato - e qui ci sono due statue che potrebbero interessarvi.-
L'Ultimo Ninja non si sbagliava. Le statue erano quelle di Splinter e di Hamato Yoshi, l'una posta accanto all'altra.
Al momenti di andar via, Leo decise di attardarsi.
- Ti spiace se mi fermo qui per un po'?- fece Leo.
- No, non c'è alcun problema.- lo rassicurò il ninja.
- Mi raccomando Leo...- fece Mik scherzando - Guardare ma non toccare.-
- E ricorda...- fece Raph - chi rompe paga e i cocci sono tuoi.-
- E' questione di un minuto, non preoccupatevi.- fece Leo.
Una volta che fu rimasto solo, iniziò a pregare davanti alla statua di Hamato Yoshi... senza rendersi conto che dalle statue che gli davano le spalle stavano uscendo degli assassini-ombra, come quelli che avevano attaccato Splinter tre anni prima per ordine di Dreiko, armati di balestra.
Mirarono tutti al suo collo, approfittando del fatto che Leo non poteva vederli.

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Capitolo 23
*** Il duello dei duelli seconda parte ***


Nel frattempo, Sarah, Splinter e le tartarughe ignare di quanto stava per accadere a Leonardo stavano attendendo istruzioni, ed intanto ne approfittavano per darsi un'occhiata attorno.
Non c'era che dire, di tipi bizzarri c'è n'erano a bizzeffe. Una specie di Halloween all'Inferno, ma avevano visto abbastanza ( tra cui loro stessi) per non stupirsi più di tanto.
Però una cosa li stupiva.
Leonardo non era tipo da fare ritardi.
- Ma dov'è finito Leonardo?- fece Splinter dandosi un'occhiata attorno alla ricerca del figlio - il torneo sta per iniziare.-
- Ha detto di volersi fermare per un po' nella galleria degli Eroi.- spiegò Donatello.
- Non c'è ragione di preoccuparsi...- fece L'Ultimo Ninja - E' l'ultima persona per la quale ci si deve preoccupare... vedrete che sarà qui tra pochissimo.-
Sarah rise con la sua risata argentina - Come si vede che ancora non lo conosci... quando si mette a meditare perde completamente il senso del tempo... vado a riportarlo con i piedi per terra prima che venga a farmi compagnia tra gli esclusi al torneo.- fece la giovane percorrendo a ritroso la strada per il padiglione degli eroi.
- Certo che non riesce a stargli lontana nemmeno per un attimo...- fece Mik.
Raph lo sfottè - Mik, lascia perdere... tu una fidanzata non l'hai mai avuta... vedrai, il tempo di dargli un bacio portafortuna e sono di nuovo qui, tutti e due.-
...
...
...
Poteva essere così semplice? Ovviamente no.
Sì, Leo aveva iniziato a meditare, ma si era interrotto di colpo nel percepire una presenza che non sembrava molto amichevole... si voltò appena in tempo per fermare una freccia e conficcarla nella statua di Yoshi.
- Scusa, Maestro Yoshi.- fece Leo.
Le frecce intanto tornarono a bersagliarlo.
- Leo?- fece la voce di Sarah - ti conviene sbrigarti, la gara sta per... NO!- urlò nel vedere che un uomo ombra mollava un calcio alle spalle della tartaruga mandandola a sbattere contro un porta-armi. Subito dopo sparirono.
La giovane gli si avvicinò per sincerarsi delle sue condizioni.
- E' tutto a posto?- fece la ragazza.
- Sì... ma stiamo all'erta. Sono ancora qui.- fece Leo afferrando una lancia. Sarah tirò fuori il tessen.
Vennero attaccati di nuovo.
Era Leo la loro vittima preferita e lo bersagliarono di attacchi, sino a spezzargli la lancia ocn cui stava tentando di difendersi e sbatterlo contro un muro.
Sarah si precipitò da lui parandosi su di lui per proteggerlo come poteva...dall'assassino che puntava una balestra contro di loro.
Sembrava giunta la fine.
Un colpo di spada però distrusse la balestra.
A distruggerla era stato un coniglio antropomorfo, dagli abiti che richiamavano molto il Giappone feudale, appollaiato su una statua.
- Tu sei un combattente senza onore, assassino!- fece il conglio venendo giù e mettendosi in posizione d'attacco. Le ombre svanirono presto, dando così modo al samurai di sincerarsi delle condizioni dei due aggrediti- State bene?-
Sarah aiutò Leonardo a tirarsi su - Grazie per averci salvato...-
- Non c'è di che, Ojusama.- fece il coniglio inchinandosi leggermente.
- Mi chiamo Leonardo.- fece Leo imitandolo - e da oggi sono in debito con te.-
- Lo stesso vale per me. Io sono Sarah.-
- Ed io invece mi chiamo Miyamoto Usagi e sono un ronin.- fece il coniglio - Sono qui per partecipare al torneo. Passavo di qui per caso quando ho visto quegli assassini senza onore attaccarvi.-
- E' stata una vera fortuna.- fece Leo.
- Mai contare sulla fortuna.- fece Usagi - ma sulle tue capacità e sul controllo delle energie. La tua mente e la tua arma devono essere un tutt'uono o sei destinato a fallire.-
- Però!- sorrise Sarah - Sembra di sentire papà...-
- Concordo. Hai qualche altro consiglio?- fece Leo.
- Si... STATE GIU'!- fece il coniglio lanciandosi sui due nuovi amici appena in tempo per evitar loro di essere trafitti da una freccia.
La battaglia riprese.
- Ma chi sono questi tizi si può sapere?- fece Sarah parando un attacco con il tessen e mollando un calcio con il piede sinistro allo sterno di chi la stava attaccando.
- Assassini-Ombra.- rispose il coniglio continuando a combattere - Sicari su commissione.-
- Quindi in poche parole questi simpaticoni ce li manda qualcun'altro...- fece Leo poco prima di essere sbattuto contro il basamento di una statua con un ninja-ombra che gli puntava una spada.
D'istinto, afferrò l'elmo sopra di lui e lo usò per parare il fendente che lo avrebbe spaccato in due... per poi gettarlo via con disgusto appena visto che si trattava di un elmo simile a quello di Shredder.
Poco dopo, gli assassini capirono che poco potevano contro due ninja ben addestrati ed un giovane samurai, e da bravi codardi quali erano, sparirono.
- Sono andati via.- fece Leo.
- Già. Volatilizzati.- fece Usagi.
'' Mi domando se...''- pensò Sarah per poi scuotere la testa -'' Ma no, cosa vado a pensare.... a tutti è dovuta una seconda possibilità.''
- Ancora una volta ti dobbiamo la vita. samurai.- fece Leo.
- Aspetta a ringraziarmi, Leonardo-San.- fece il samurai - magari il fato ci farà  incontrare nell'arena, come avversari.-
- Devo dirtelo, Usagi- San...- fece Leo - ti ho visto combattere e personalmente non ci  tengo molto a dovermi battere con te.-
- Il pensiero è reciproco.- fece il coniglio per poi rivolgersi alla ragazza - Mi spiace solo che le regole di questo torneo impediscano la partecipazione alle donne. Ti batti molto bene...-
- Non ti consiglio di dire '' per essere una ragazza''.- gli consigliò Leo - è un faccino angelico, ma al momento buono può diventare molto pericolosa. Se io fossi in te, non me la farei nemica.-
- Ehy!- fece Sarah fingendo di arrabbiarsi,pur essendo lusingata da quel complimento.
Usagi rise - Non ne avevo alcuna intenzione. So bene quanto le donne, ninja e samurai, possano essere pericolose... anche una mia cara amica è tanto carina quanto agguerrita.-
La loro conversazione venne interrotta dall'arbitro che riconsegnò a Leonardo le spade perfettamente rimesse a nuovo, invitando i due guerrieri a raggiungere l'arena per la fase successiva del torneo.
I due guerrieri si scambiarono gli auguri di buona fortuna prima di raggiungere le rispettive aree. Usagi, con sua somma sorpresa, vide anche il suo vecchio amico d'infanzia Gennosuke, detto Gen, un rinoceronte indiano antropomorfo, tra i partecipanti.
La sua sorpresa aveva una spiegazione: Gen era un ottimo samurai, forse non brillava per intelligenza, non amava particolarmente l'acqua, ma a suo merito andava detto che non si tirava mai indietro quando aveva bisogno di lui... ma era soprattutto un cacciatore di taglie ed un giocatore d'azzardo.
Strano quindi vederlo in una gara in cui si vinceva un semplice titolo che non aveva valore in denaro e nella quale si combatteva con onore.
E infatti, il rinoceronte non era lì per il titolo o per l'onore, ma per organizzare un giro di scommesse ed intascare un sacco di soldi.
- Tu non cambierai mai, Gen.- fece Usagi.
- E perchè cambiare la perfezione?- fece Gen.
..
..
..
- Finalmente, era ora!- esultò Raph vedendo che il fratello e Sarah avevano fatto ritorno - pensavo ti fossi ritirato.-
- Come mai tanto ritardo?- s'informò Don.
- Ho avuto un piccolo contrattempo... sono stato assalito.-
L'Ultimo Ninja sbarrò gli occhi per la sorpresa - Assalito? Ma... non ti sei fatto niente, vero?-
- No. Siamo stati fortunati.- fece Leo.
- E' una cosa terribile...- fece il ninja - mi accerterò subito di come sono andate le cose.-
Poco dopo, ci fu il segnale di inizio del torneo. Sarah doveva lasciare l'arena.
- Mi raccomando... annientateli anche per me.- fece Sarah.
- Contaci, sorella.- garantì Donatello.
Le ultime parole famose.
Infatti, l'arena fu divisa in spicchi per merito di un incantesimo del Daiymio, in modo che i partecipanti fossero divisi a coppie. Durante il combattimento, colui che se la stava vedendo peggio ed era ad un passo dall'essere ucciso, venisa teletrasportato in infermieria ed era eliminato.
L'infausto destino di essere eliminato al primo combattimento, toccò proprio a Donatello.
- I ragazzi mi renderanno la vita impossibile per almeno tre settimane...- fece angosciato.
Intanto, Leo, Raph, Mik, Usagi, Gen e Traximus avevano vinto i rispettivi duelli e come succedeva per ogni giro completato ne iniziava un altro in cui i partecipanti erano sempre divisi in coppie.
I nuovi turni sembravano quasi uno scherzo del destino: Leonardo avrebbe combattuto contro Usagi. Raph contro Traximus e Michelangelo contro Splinter.
Quest'ultimo decise di ritirarsi, usufruendo della possibilità che anni prima aveva rifiutato. Lì si trattava di farsi da parte e concedere la vittoria ad un mostro senza onore, ma qui era diverso: si trattava di concedere ad uno dei suoi ragazzi di dare l'opportunità di dimostrare quanto valeva.
In fondo, lui aveva già vinto la sua gara... ora, come si soleva dire, era tempo di fare largo ai giovani.
Come il suo amico Daymio gli disse poco dopo, quando il vecchio amico lo raggiunse in tribuna d'onore, il maestro ninja era stato battuto dal padre che era in lui.
Leonardo e Usagi invece non ci pensavano nemmeno a ritirarsi. Anche perchè nessuno dei due avrebbe accettato una vittoria a tavolino o che l'altro si ritirasse.
Il rispetto che nutrivano l'uno per l'altro, malgrado si fossero conosciuti meno di un'ora terrestre prima era troppo.
- Battiamoci con onore, da amici, e che vinca il migliore.- fece Usagi.
- Vai.- fece Leo - Sono pronto.-
Sarah, dal posto in tribuna che aveva trovato in modo da non perdere di vista i fratelli, pensò -'' Metticela tutta, tesoro mio.''- da una parte era abbastanza certa che Leo sarebbe riuscito a vincere quel torneo, ma che se così non fosse stato... a chi importava? Campione del Battle Nexus o meno, restava sempre la persona eccezionale che amava più della sua vita.
...
...
...
- Devi essere orgoglioso... di aver tirato su cinque ninja valorosi e figli devoti.- fece il Daymio.
- Lo so... loro sono tutto per me... anche se a volte... sono un po' troppo intraprendenti. E poi a volte mi domando se ho fatto bene a tenere Sarah con me... vorrei tanto che fosse felice.-
- Ti ha mai fatto pensare di non esserlo con voi?- fece il Daymio.
- Al contrario...- fece Splinter ripensando a tutte le volte che gliene aveva parlato e lei aveva sempre detto di essere felice di stare con loro. Ma lui ogni volta sentiva un senso di colpa verso quella ragazzina che aveva costretto alla loro vita, inviandola indirettamente verso un campo di battaglia che ormai faceva parte della loro quotidianeità.
Motivo per cui aveva deciso di rendere la vita della figlia il più normale possibile, cogliendo al volo l'opportunità di mandarla a scuola, permettendole così di iniziare a sognare e fare progetti per il suo avvenire ed avere nuove amicizie.
- Se solo i genitori riuscissero a comunicare con i figli...- fece il Daymio pensando a suo figlio, che aveva stentato a riconoscere quando un po' di tempo prima aveva costretto un adolescente ad un '' contratto capestro'', arrivando a minacciare di morte anche una giovane innocente, per poi tentare di assalire il rivale con trucchi ignobili, anche dopo che questi lo aveva sconfitto lealmente - cerchiamo solo di proteggerli dalla loro stessa inesperienza.-
- Ti capisco...- fece Splinter - ma dimmi... come mai quel samurai che combatte contro Leonardo mi è familiare?-
- Mi meraviglierei che tu avessi dimenticato la persona a cui devi la vita.- fece il Daymio - è lo stesso samurai che ti ha salvato tre anni fa, quando Dreiko ti ha attaccato.
E' molto giovane, ma la sua abilità con la spada va ben oltre la sua età.-
In quel momento arrivò una guardia con un dispaccio per il Daimyo.
Era di suo figlio.
Diceva di aver scoperto una cosa molto importante e della massima urgenza e di raggiungerlo quanto prima nella sala del trono.
'' Riguarda anche Splinter e i suoi figli. Digli di raggiungerti appena può.''
Il Daymio, comprendendo quanto Splinter ci tenesse ad assistere a quel girone d'incontri, gli disse di raggiungerlo nella sala del trono alla fine dell'incontro.
...
...
...
L'Ultimo ninja però non poteva dire di aver preso da suo padre. Non era affatto pentito di quello che era accaduto sulla Terra molto tempo prima. Non era affatto pentito dell'aver costretto Leonardo ad un duello mortale, così come non era pentito di aver usato le persone amate dal rivale come arma... ma di essere stato ripreso davanti a delle creature inferiori come i terrestri... quello si che gli bruciava.
E gli bruciava pure che suo padre lo avesse costretto a chiedere perdono a delle nullità.
Ma doveva dirsi piacevolmente stupito del fatto che l'odiato rivale fosse arrivato al Battle Nexus, anche se per motivi casuali.
Era stato infatti lui ad ordinare agli assassini-ombra di tendergli un agguato appena Leonardo si fosse ritrovato da solo.
Purtroppo avevano fallito, per merito dell'intervento di Sarah prima e Usagi subito dopo. La cosa, sulle prime l'aveva irritato, ma poi ci ripensò con più calma.
In fondo, sapere che Leonardo era stato ucciso, anche se per ordine suo, da una mano che non era la sua, non gli avrebbe dato la stessa soddisfazione di ucciderlo con le sue mani.
Ragion per cui decise di spedirgli una cosuccia che non avrebbe dimenticato tanto presto. A patto che sopravvivesse, ovvio.
Si nascose in una galleria che dava sullo spicchio dell'arena in cui stava combattendo il rivale, ed approfittando che questi gli dava la schiena... mise una freccia avvelenata nella cerbottana. Prese la mira e sparò.
Incurante dei consigli che una misteriosa figura incappucciata che si dichiarava suo umile consigliere gli dava.
Ma non avrebbe mai previsto la piega che avrebbero preso gli eventi.
Non aveva tenuto in considerazione infatti, che l'amore che aveva usato contro il rivale, era particolarmente potente quando a nutrirlo era qualcuno che alla possibilità di non rivedere più la persona amata era pronta alle peggiori follie.
Tipo Sarah. Che tutto aveva visto. E aveva immaginato le conseguenze.
La ragazza, spaventata a morte, prese a correre come una pazza, facendosi largo tra gli spettatori del torneo, attirandosi di tanto in tanto qualche '' ma guarda i ragazzi di oggi'' e '' ma dove ti hanno cresciuta'', ma li ignorò.
Arrivò fino alla zona che le interessava, scavalcò la barriera e corse ad abbracciare Leonardo alle spalle... e poi iniziò a sentire che le cose non andavano per nulla bene.
Leo e Usagi stavano per chiederle cosa le fosse balenato in mente di fare, ma quando videro che la ragazza era di un pallore mortale...era già molto se riuscivano a respirare.
'' Dentro'' la situazione era pure peggio.
Il punto in cui si era conficcata la freccia doleva in maniera incredibile, e la giovane vi teneva la mano premuta per calmare il dolore, mentre lottava per tenere a bada i conati di vomito che cercavano di salire e sentiva il sangue che si congelava rapidamente.
Alla fine, sotto gli occhi di Leo, Usagi, di suo padre e l'orrore della folla cadde a terra, senza emettere un suono.

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Capitolo 24
*** Il duello dei duelli terza parte ***


Sarah era a terra, stesa a pancia in giù, con un braccio piegato e l'altro braccio sotto al torace. Dopo essere stata colpita era stramazzata a terra senza fare un suono.
- Sarah...?- fece Leo gettando via le spade per poi sollevarla tra le braccia. Il viso era pallido e le labbra stavano iniziando a colorarsi di viola - che hai... ti prego, parla... di qualcosa...-
Usagi le prese il polso prima e le avvicinò la lama di una delle spade con cui stava combattendo fino a pochi attimi prima alla bocca, leggermente socchiusa.
- E' ancora viva...- lo rassicurò il samurai - Respira a malapena ed il battito è molto rallentato... ma è viva.-
Leo si tranquillizzò, ma non bastò per allontanare da lui lo spettro dell'angoscia e della paura.
In quel momento, apparve l'arbitro.
- Guerrieri. Cosa è successo qui?- chiese l'entità.
- Qualcosa di molto, molto strano.- spiegò Usagi.
- A questa donna serve subito un guaritore.- fece l'arbitro - Mi dispiace, ma devo considerarvi entrambi eliminati e considerare nullo il match, ed avviare subito un'indagine su quanto è successo.-
- Non chiedo di meglio.- fece Leo prendendo la ragazza, priva di sensi tra le braccia. Al diavolo il match, al diavolo il torneo, l'unica cosa che voleva sapere era cosa diavolo fosse accaduto alla ragazza, e soprattutto se si sarebbe ripresa - Ditemi dove devo andare...-
- Io so dov'è il Padiglione del Curatore... se vuoi ti ci posso accompagnare.-  si offrì Usagi.
- Grazie Usagi...- fece Leo - A proposito, mi dispiace che ci sia andato di mezzo anche tu...-
- Non dirlo neanche per scherzo.- fece Usagi - Il torneo c'è ogni tre anni, ma di vita c'è n'è una sola.-
In quel momento, vennero raggiunti da Donatello, allarmato. Dall'infermieria aveva un'ottima visuale e aveva visto tutto... tranne chi aveva sparato.
- Sarah!Sorellina! Che le è...- nel dir così le si avvicinò per tastarle la fronte - Santo Cielo, ma va a fuoco.-
L'arbitro li racchiuse in una cupola d'acqua e li portò via.
..
..
..
Intanto, dalla sua postazione, L'Ultimo Ninja aveva osservato tutta la scena.
- Hai mancato il bersaglio, mio signore.- fece il suo misterioso consigliere incappucciato.
- Tu dici?- fece il ninja - L'ho colpito invece. Dove fa più male. Il cuore. La ragazza che ho avvelenato è la sua fidanzata. Potrà anche dannarsi l'anima... ma non potrà impedire a quella ragazzina di andarsene sotto i suoi occhi.- mai avrebbe sperato che le cose andassero così bene. Non solo l'avrebbe ucciso, ma lo avrebbe anche messo in condizione di implorarlo in ginocchio di mandarlo all'inferno - ora se mi vuoi scusare... vado a godermi lo spettacolo.-
- Sì... mio Daymio.- fece la figura incappucciata.
..
..
..
Nel frattempo, Sarah era stata portata al Padiglione del Curatore dove il Maestro Curatore, l'aveva subito presa in consegna.
Leo l'adagiò con cura su uno dei materassi stesi per terra e poi il Guaritore le poggiò le mani sulla fronte, intonando una strana cantilena.
- Che sta facendo?- chiese Donatello.
Usagi non gli negò risposta - Si sta fondendo con lo spirito di tua sorella per determinare con precisione la natura del suo male.-
- Quindi... può somministrarle subito una cura...- fece Leo che iniziava a respirare normalmente.
- Me lo auguro.- fece Usagi.
In quel momento, vennero raggiunti da Splinter, con un'espressione di angoscia pura dipinta in visto - Figliola! Bambina mia... che cosa ti è successo?-
Il responso non si fece attendere.
- Qualcuno l'ha avvelenata.- fece il Guaritore - Ma non riesco a riconoscere l'origine del veleno.-
- COSA?!?- fece la voce sconvolta dell' Ultimo Ninja - Sarah avvelenata? Quale demonio senza onore può aver fatto una cosa tanto abietta e meschina? Maestro Splinter, mi sento responsabile per quanto è accaduto, e ti assicuro che farò l'impossibile per trovare il colpevole e dargli la punizione che merita.-
Leo lo guardò con gratitudine - Permettimi di darti una mano.-
'' Scordatelo.''- pensò il ninja -'' Voglio che tu sia qui, quando la tua innamorata tirerà le cuoia senza che tu possa salvarla.''
- Meglio di no.- disse il ninja - A Sarah farà bene sentire la tua presenza. Lascia tutto nelle mie mani e ti porterò in pochissimo tempo il demonio che l'ha quasi uccisa.-
- Anch'io non me ne resterò con le mani in mano.- fece Splinter - Voi restate con lei. Io vado a parlare con il Daymio.-
Il ninja dai capelli rossi sorrise malignamente vedendolo allontanarsi, ma nessuno lo notò.
..
..
..
Splinter procedeva con sicurezza nella sala del trono, dove l'amico lo aspettava. Tutta quella storia non lo convinceva affatto... l'aggressione a Leonardo, poi l'avvelenamento di Sarah.. che se non si fosse messa in mezzo sarebbe toccato a Leonardo. E c'era una sola persona in tutta Nexus che poteva provare tanto odio e risentimento verso il suo primogenito.
Ovvero il figlio del Daymio. Ed era appunto di questo che il topo voleva parlare con il suo amico. Iniziava a chiedersi se il pentimento dell'erede al trono di quel mondo magico, fosse davvero sincero.
Non gli piaceva insinuare ed accusare le persone senza prove, ma pareva essere l'unica spiegazione plausibile per tutte quelle stranezze.
Quando Splinter entrò nella sala, vide qualcosa che gli fece gelare il sangue nelle vene: il suo amico era a terra, ferito, circondato dagli stessi assassini che alcuni anni prima lo avevano aggredito per ordine di Dreiko.
Questi, come lo videro, sfondarono una vetrata e sparirono.
Il topo non fece nemmeno in tempo a soccorrere l'amico, che venne accerchiato dalle guardie, che vedendo la scena erano saltati alla conclusione più sbagliata ed ovvia: Splinter aveva aggredito il Daymio.
Il topo tentò subito di difendersi e spiegare come erano andate le cose, ma il figlio del Daymio dissippò gli ultimi dubbi in merito.
Recitò molto bene la parte del figlio affranto dal dolore e dalla rabbia verso colui che a suo dire aveva tradito vilmente il padre, e lo fece chiudere in prigione.
Splinter iniziava davvero a pentirsi di aver deciso di partecipare al torneo quell'anno e di aver incosapevolmente spinto i suoi figli a seguirlo.... Il Daymio e sua figlia Sarah erano state vittime di un tentato omicidio.
E sarebbe stato molto difficile uscire di lì con la verità e la certezza della propria innocenza, quando il colpevole era anche l'unica persona che rispondesse al titolo di massima autorità locale.
...
...
...
Nel frattempo, vi era un intervallo nel torneo. Mik, Raph e Gen avevano superato i loro turni e si erano qualificati per la semifinale.
Il primo pensiero dei primi due era quello di divertirsi a prendere un po' in giro Leo e Don per la loro esclusione dal torneo, ignari di cosa era accaduto.
- Ehy, tartarughe.- fece Gen - La puntate una bella somma su di me? Le ultime previsioni mi danno favorito per tre a uno.-
- Sparisci, rinoceronte. Trovati un altro babbeo da abbindolare.- fece Raph.
- GEN!- lo riprese Usagi. Il coniglio aveva deciso di scendere in città per procurarsi alcune erbe per preparare un elisir curativo, una vecchia ricetta di famiglia contro ogni tipo di veleno - Imbrogliare no, eh.-
- Usagi, vecchio mio!- fece Gen - ci hai ripensato e vuoi unirti a me nella scommessa vero? Hai fatto bene, farai una bella fortuna...-
- Non per deludere il tuo ego, ma non sono qui per te.- fece Usagi - durante il mio incontro c'è stato uno spiacevole incidente.-
- Scusa amico...- fece Mik - Che genere di incidente?-
Usagi guardò le due tartarughe ed intuì che si trattasse dei fratelli di Leo, Don e Sarah - Oh... mi dispiace che lo dobbiate sapere da un estraneo... vedete... vostra sorella...-
- CHE LE E' SUCCESSO, AVANTI, PARLA!- lo incalzò Raph.
...
...
...
Nel frattempo, in prigione, Splinter si era seduto come se stesse meditando, tranquillo. In fin dei conti lui sapeva di non aver fatto nulla di male, quindi perchè temere?
- Come fai a stare così tranquillo con le infamanti accuse che ti pendono sul capo?- fece l'Ultimo Ninja.
- Io ho la coscienza pulita. Tu puoi dire altrettanto?- fece il topo.
- Ma bene, hai capito tutto... tanto vale che te lo dica, tanto la massima autorità di Nexus, cioè io non ti crederà mai. Sono io il responsabile dell'aggressione di mio padre.-
Splinter ringhiò.
- Mentre noi due chiacchieriamo amabilmente, il mio povero, amato padre giace in fin di vita nel Padiglione del Guaritorem senza alcuna speranza...
E a pochi metri da lui, giace anche la tua cara figlia Sarah, avvelenata per mia mano... ti dirò, non avevo in programma di ucciderla, ma si sa, i programmi cambiano. Se se ne fosse stata buona al suo posto, non le sarebbe accaduto nulla... ma invece è stata tanto pazza e irragionevole da mettersi in mezzo...ed ora, la battaglia per la sua vita finirà oggi. E il tuo caro figlio Leonardo, la vedrà agonizzare, senza poter far nulla per lei, se non guardare mentre muore..
Mio padre mi ha obbligato ad inchinarmi davanti a voi ed elemosinare il vostro perdono... ora tocca a voi inchinarvi. Io sono il nuovo signore dei Multi-Universi.-
- Quel titolo non lo avrai mai!- fece Splinte - Te ne manca il cuore. Non c'è nessun onore in te.-
La voce che sentì poco dopo fece gelare il sangue nelle vede di Splinter.
- Onore? Qui non si parla di onore.Ma di potere!- e il misterioso consigliere si strappò di dosso il mantello per rivelarsi un dragone rosso dagli occhi verdi.
- Dreiko...- sibilò Splinter.
Il suo antico rivale. Quello che non soddisfatto della sua eliminazione dal torneo aveva tentato di ucciderlo, senza tener conto che aveva una gamba rotta.
...
...
...
Sarah non era migliorata. Era ancora svenuta, e la febbre era sempre lì, costante. Nessuno dei rimedi usati dal guaritore era riuscito a richiamarla in vita o darle anche solo un po' di sollievo.
Leonardo non si staccava dal suo capezzale nemmeno per un istante, continuando a bagnarle la fronte, tentando di darle almeno un po' di refrigerio -'' Resisti. Ti prego... non puoi arrenderti così... hai partecipato a decine di battaglie, sei scampata a mille pericoli... non puoi morire in un modo così stupido...
Ti ricordi quando siamo andati al mare assieme? Ti ho promesso che ci saremmo tornati molto presto... devi mantenere la promessa. Devi esserci... non puoi lasciarmi così... che ci faccio su questa terra se non vedo il tuo sorriso almeno una volta al giorno... io e te abbiamo un patto, ricordi? Insieme per la vita...amore mio, non lasciarmi...''
Come se  non bastasse, anche il Daymio pareva non essere al massimo della forma ed era stato trasportato subito al padiglione... e a quanto pare la vita di una ragazza comune, straniera per giunta, non valeva come quella di un re. Ed il Guaritore se ne andò.
- E ora che facciamo Don?- fece Leo.
- Saperlo... sono un ingegnere non un dottore... si sarei un dottore, ma non quel genere di dottore... Dio, mi sento inutile...-
- Sarah!- fece la voce di Raffaello che correva vicino ai fratelli seguito a ruota da Mik. Erano entrambi molto agitati.
- Leo...- fece Mik - che è successo?-
- Non lo so...- fece il leader - stavamo combattendo... poi Sarah mi si è buttata addosso ed un attimo dopo era a terra... mi sono accorto solo allora che era ferita... qualcuno l'ha avvelenata...-
- Come avvelenata...- fece Raph che non ci voleva credere - ma chi può essere stato?-
- Qualcuno che sapeva perfettamente cosa stava facendo...- fece Usagi. Aveva fatto sdraiare la ragazza su un lato, stando attento a non farla soffocare nel suo stesso vomito, ed aveva usato una pietra come prisma di luce per individuare il foro d'entrata - Ha usato una freccia auto-dissolvente.
Contengono pesanti dosi di veleno e si dissolvono subito dopo il rilascio del veleno, che avviene quando l'ago tocca un tessuto organico.-
- E deve aver agito quando tutti erano concetrati ad assistere al torneo... non troveremo testimoni al riguardo.- fece Leo.
- Arma del delitto che scompare, niente testimoni... la ricetta dell'omicidio perfetto.- fece Don. Uno di quei misteri apparentemente insolubili... Sarah adorava quel genere sia cinematografico che letterario, ma nessuno di loro sarebbe mai riuscito ad immaginare che un giorno ne sarebbe stata vittima.
- E se si conta che è un'arma che si usa di rado, studiata apposta per impedire persino al guaritore più esperto di individuare l'origine del malessere.... direi anche un ottimo livello di premeditazione- nel dir così tirò fuori una boccetta - questo però dovrebbe impedirle di morire.-
Leo gli lanciò un'occhiata carica di fiducia e speranza. Il coniglio aprì la bocca della ragazza e glielo versò in bocca.
- Ce la farà vero?- fece Mik con la voce che tremava.
- Beh, nessuno è mai morto dopo averp reso questo elisir... ma ora cerchiamo di capire chi può aver organizzato un piano simile. E soprattutto perchè Sarah è rimasta vittima di un simile attentato.- fece Usagi.
- Che vuoi dire?- fece Mik - non è chiaro? Insomma... qualcuno le ha sparato...-
- Sì, questo è vero...- fece Usagi - ma è stata colpita nello spicchio di arena dove io e Leonardo ci stavamo battendo... cioè nell'ultimo posto in cui doveva essere. Sarah doveva essere sugli spalti in quel momento.-
- E le leggi della fisica dicono che è impossibile che un dardo avvelenato voli per diversi metri, magari a zig-zag, perchè la vittima sta scappando.- fece Don. Ed anche se fosse stato possibile, Sarah non avrebbe mai scelto di scappare per trovare rifugio in un posto dove c'erano altre persone innocenti che potevano essere colpite per sbaglio... e dove si trovava Leo meno che mai.
Ergo, non c'era che una spiegazione.
- Quella freccia era destinata a me.- fece Leo - probabilmente lei se n'è accorta ed è intervenuta per salvarmi... e mi ha fatto da scudo con il proprio corpo...-
- Quindi...- fece Usagi - Leonardo-San, c'è qualcuno che vorrebbe farti del male?-
Qualcuno? Altrochè! Tutti gli psicopatici che passavano da New York e tutti i criminali d'America, che se avessero potuto avrebbero ridotto lui e i fratelli in un bel consommè di tartaruga con grande piacere... ma dubitava che qualcuno di loro fosse lì...
- No, che io sappia no... è la prima volta che veniamo qui per l'interduello. E qui ci siamo finiti per combinazione.- fece Leo.
- A dire il vero Leo...- fece Raph - Qualcuno c'è. E sai bene a chi mi riferisco. Il figlio del Daymio.-
Usagi sbarrò gli occhi per la sorpresa - Il principe? E perchè mai dovrebbe odiarti?-
In breve, Leo spiegò al nuovo amico delle motivazioni che tempo prima, aveva spinto il giovane dai capelli rossi a sfidarlo a duello. E delle motivazioni per cui non era stato nella posizione di rifiutare la sfida.
Raccontò della sua vittoria, raggiunta lealmente malgrado i trucchi infingardi del suo avversario, ma anche di come l'Ultimo Ninja poco soddisfatto dall'esito del duello avesse tentato di eliminarlo con una magia... e di come il Daymio avesse ripreso il figlio davanti a tutti, trascinandolo a casa quasi per i capelli e anche che era stato costretto a chiedere loro perdono.
- Capisco...- fece Usagi - quindi il movente lo aveva... e questo spiega non solo l'avvelenamento... ma anche l'aggressione nella galleria degli eroi.-
- E io che l'ho anche ringraziato per il suo interessamento... quel farabutto.... - fece Leo prendendosi la testa tra le mani, in preda alla disperazione - è... è... è colpa mia! Se si trova in questa situazione la colpa è solo mia...-
Raph lo riprese subito - Invece non è per niente colpa tua! Lui ti ha sfidato e tu l'hai sconfitto e hai vinto onestamente. Se non è stato in grado di accettarlo il problema è suo. La colpa è solo sua. E ora vediamo di fargliela pagare!-
Usagi li fermò - Calmatevi...- fece il ronin - al momento, anche il Daymio sta molto male e l'unica autorità a Nexus per ora è proprio suo figlio... non possiamo fare un'accusa simile senza avere delle prove in mano.-
In quel momento sopraggiunse l'arbitro.
- Dovete andare. Le finali stanno per iniziare.-
Mik e Raph scossero la testa.
- No, non possiamo...- fece Raph.
- Siete preoccupati e vi capisco. Ma non si può fare diversamente, purtroppo.- fece l'arbitro.
Leo li incoraggiò - Ragazzi, andate... Sarah non avrebbe piacere che rinunciaste al torneo per stare qui... la conoscete, se lo ripeterebbe con rammarico per mesi interi.-
A quelle parole i due si convinsero.
Raph prese un polso di Leo - Sta tranquillo... ha superato di peggio.-
Leo sorrise.
...
...
...
Poco più tardi, Raph, Mik e altri cinque guerrieri, tra cui Gen ( ammesso automaticamente alle finali per mancanza d'organico) vennero smistati in coppie.
Mik e Raph però non facevano che pensare alla loro sorella, in fin di vita, avvelenata per mano di un pazzo megalomane.
Gen se ne accorse subito - Che sono quei musi lunghi? Vi hanno ammessi no?-
- E' per nostra sorella.- spiegò Raph - qualcuno l'ha aggredita.-
Facendo onore al suo essere rinoceronte, con la stessa grazia e delicatezza di un rinoceronte, Gen fece - Ah, donne. Sempre a cacciarsi nei guai... ma perchè non rimangono a casa, che è il loro posto, dico io.-
Mik divenne rosso di rabbia e lo affrontò a muso duro, quasi aggredendolo - Come hai detto scusa? Che dicevi di mia sorella?
Guarda che se non fosse che questa competizione l'ha tagliata fuori, sarebbe in grado di battere te e tutti quelli che si fanno avanti, con gli occhi chiusi e con una mano legata dietro alla schiena.-
- Mik, calmati...- fece Raph trascinandolo via prima che facesse qualcosa di cui poi si sarebbe pentito.
- Ti avverto amico... pensa bene a quello che dici, o giuro che se mi capiti a tiro nell'arena...- fece Mik.
Gen rise - Sempre che ci arrivi, pivello.-
Per un assurdo scherzo del destino, quel destino che a volte aveva davvero un pessimo senso dell'umorismo, Mik e Raph furono costretti a battersi l'uno con l'altro. All'inizio, entrambi ci diedero dentro, desiderosi di scaricare la tensione, ma poi mano a mano che gli applausi salivano, Mik si montò la testa  e decise di sconfiggere il fratello. Bastava usare il suo punto debole. Farlo arrabbiare. E quando la rabbia gli offuscava la mente perdeva di vista tutto....
Strategia discutibile, ma vincente.
Raph cercò di attaccare il fratello, ma questi fu più veloce di lui e si ascnsò provocando a Raph una testata.
Per le regole del torneo, fu eliminato.
- Oddio...- fece iniziando a dare di matto, sfogando il suo sgomento su altri concorrenti eliminati - e se vincesse? E se diventasse il campione dell'interduello? Mi renderebbe la vita impossibile, non sarei più in grado di vivere con me stesso, io non posso....!!!!-
In suo soccorso intervenne Traximus che gli propose di fargli compagnia al Baazar, ed affogare i dispiaceri con una bella bevuta.
...
...
...
Davanti ad una birra (?) Traximus raccontò a Raffaello cosa era accaduto dopo la sua fuga, dei suoi fratelli, del professore e di sua figlia, sul pianeta dei Triceraton. Approfittando della confusione da loro creata nell'arena con il sequestro di Zanramon aveva permesso a lui e ai suoi amici di rubare una navicella spaziale e fuggire via, lontano.
- Per questo vi ringrazio. Ci avete reso la libertà.- fece il gladiatore. Gli raccontò anche che non aveva deciso di partecipare all'interduello per il titolo, fama o gloria. Voleva solo avere la possibilità di conoscere ed arruolare guerrieri pronti a battersi con onore per poter ribaltare il governo della Repubblica, e di come questa e la Federazione fossero sempre sul piede di guerra.
Tra le stelle, c'era un bagno di sangue che non finiva più.
- Ma anche questo torneo non è immune dalla corruzione... ho sentito che il Daymio è stato aggredito da una specie di ratto assassino...-
Raph sputò quello che aveva in bocca nel sentire le ultime parole- Come... un ratto?!?-
- Si... mi pare che si chiarmi Shard, Sliver...-
- Il nome è Splinter.- fece Raph - è il mio sensei, è mio padre e ti assicuro che non è un assassino... presto dimmi dov'è.-
- Non so molto... solo che è prigioniero nelle segrete del palazzo...-
- E' quanto mi serve sapere.- fece Raph alzandosi di scatto - andrò subito a liberarlo.-
Traximus lo bloccò - Permettimi di sdebitarmi con la tua famiglia. Lascia che ti aiuti.-
...
...
...
- Bene.- fece Usagi - tutti d'accordo?-
- Certo.- fece Don - Appena quelli tornano qui per finire il lavoro con il Daymio, li pestiamo come tamburi.-
Leo iniziò ad uscire.
- Dove vai?- chiese Don.
- Torno subito. Ho una faccenda da sistemare prima.- disse il leader uscendo dal padiglione.
Usagi lo seguì.
- Leonardo-san...- fece Usagi - Non starai mica pensando di...- il kunai che la tartaruga stringeva consulsamente in mano non dava luogo ad equivoci.
- So quello che faccio.-
- Al momento no.- fece il samurai parandosi davanti - ascolta... lo so che sei sconvolto per quello che è successo... ma se adesso lo raggiungi e lo pugnali a tradimento, diventi esattamente come lui. Ammesso che tu sopravviva.-
- Quel delinquente... quello spietato criminale senza onore... voleva uccidere me per uno stupido capriccio, e invece ha quasi ucciso la persona che mi preme di più a questo mondo che non c'entrava niente.
Stavolta me la paga... pensavo di non esserne capace ma...-
Usagi cercò di farlo ragionare - Ascolta... io non so cosa voglia dire essere innamorato e quello che stai passando tu nemmeno me lo posso immaginare... ma una cosa la so. Sarah vivrà. E la prima cosa che dirà aperti gli occhi sarà quella di chiedere di te.... come credi che faremo io e Donatello-San a dirle che si è sacrificata per salvarti da un avvelenamento solo per farti uccidere a coltellate?
Vuole tornare a casa, vuole vivere, ma è inutile se non ci sei tu che l'aspetti.-
Leo ascoltò tutto il religioso silenzio. Fissò la figura inerme ed esanime di Sarah su quel materasso... quella ragazza innamorata della giustizia.
Era la cosa che amava di più. Vedere l'amore e la giustizia che vincevano... il Daymio si sarebbe salvato... e allora lui gli avrebbe raccontato tutto. Forse poteva accontentarsi di vederlo marcire in una cella puzzolente.
...
...
...
Quando gli assassini-ombra tornarono all'attacco, trovarono due ninja ed un ronin a difendere il Daymio.
Leo ne atterrò uno a gli puntò la katana alla gola - E' stato il figlio del Daymio che ve l'ha ordinato, vero?-
L'assassino non rispose.
- Dicci per chi lavori.- lo minacciò Usagi - se non vuoi diventare carne per la mia lama.-
Don si allarmò. Lo sguardo del loro ostaggio non gli piaceva troppo.
- Ragazzi... perchè ho la sensazione che lui sappia qualcosa che noi non sappiamo?-
Don non si sbagliava.
Fuori c'erano almeno altri undici assassini ad attenderli.
- Io ho solo una sensazione... che dovremo combattere per difendere le nostre vite.- fece il samurai.

Domandina. Che suggerimenti avete per L'Ultimo Ninja?

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Capitolo 25
*** Il duello dei duelli quarta parte ***


La battaglia continuava ad infuriare nel pafiglione del curatore.
Le cose stavano così: p avrebbero vinto o sarebbero morti assieme al Daymio.
Leo cercava di combattere sia di proteggere Sarah quando avvertì il pericolo per l'amico e il fratello.
- Usagi, Donatello, tenete duro!- fece Leo usando i materassi a terra per abbattere gli assassini.
In quel preciso istante, Sarah inizià a mugulare e muovere le mani, per stropicciarsi gli occhi.
- Sarah...- fece Leo con gioiosa incredulità.
Le fu subito attorno... e subito un assassino tentò di approfittarne per colpirlo alle spalle.
Usagi parò subito il colpo.
- Tu pensa a stare con lei. Ci pensiamo noi a questa gentaglia...- fece Usagi per poi impallidire vedendo gli assassini introfularsi nella stanza del Daymio - Dannazione!-
...
...
...
Nel frattempo, con l'abilità di un grande attore, l'Ultimo Ninja stava annunciando sia agli spettatori che agli ultimi quattro guerrieri rimasti, che purtroppo le condizioni di salute del padre si erano aggravate e che purtroppo non ce l'avrebbe fatta.
- Perciò è con la morte nel cuore, che oggi salgo al trono. Ma il torneo dell'interduello continuerà. E' quello che il mio amato padre avrebbe voluto.Ed è in suo onore che mi impegno a consegnare il trofeo dell'interduello al nuovo campione. Che vinca il migliore.- fece per poi rivolgersi all'arbitro - Gyoji... ora devo occuparmi degli affari di stato. Occupati tu del torneo e chiamami appena sarà conluso. -
L'arbitro s'inchinò leggermente - Agli ordini, mio signore.-
I quattro finalisti, tra cui Gen e MIk, vennero accoppiati in due combattimenti per disputare le semifinale.
Mik iniziò a combattere contro il suo avversario con una foga che non gli apparteneva... come se non sapesse chi aveva architettato il piano per togliere di mezzo il Daymio e che non sapesse nemmeno che le lacrime del figlio del padrone di casa erano false come il sorriso e le promesse di pace con cui li aveva accolti.
Aveva quasi ucciso suo padre... ed aveva quasi ucciso Sarah, tentando di uccidere Leo. Aveva bisogno di sfogarsi.
Subito dopo, il giovane principe si diresse verso i suoi appartamenti, quando venne intercettato da Dreiko che ormai smaniava per avere sia lo scettro del Daymio che vedere Splinter agonizzante, in fin di vita.
Ma il giovane gli chiese di pazientare ancora, fino a quando il torneo non fosse finito e fino a quando suo padre non fosse deceduto.
Presto però si sarebbe reso conto di qualcosa: chi era incapace di dare lealtà a chicchiessia, era anche incapace di ispirarla.
...
...
...
Nel frattempo, Raffaello aveva il suo bel daffare nel cercare testimoni o indizi che gli dicessero dove poteva essere il suo sensei.
Trovarono aiuto in un funzionario di palazzo, che non aveva alcuna voglia sulle prime di collaborare con i complici di un potenziale assassino... ma si cambiava idea molto facilmente quando il figlio del potenziale assassino in questione aveva ai suoi ordini un triceraton molto affamato.
Terrorizzato dal diventare il prossimo pasto del Triceraton cantò come un canarino: rivelò loro sia l'esatta ubicazione della cella sia come arrivarci.
Raffaello sogghifnò - Visto? Con le buone maniere si ottiene tutto.-
...
...
...
La battaglia nel padiglione del Guaritore infuriava. Usagi e Donatello rispondevano agli attacchi degli assassini, mentre Leo si prendeva cura di Sarah.
- Svegliati.... andiamo. Ancora uno sforzo e ci siamo.- la incoraggiò Leo prendedola tra le braccia per deporle un bacio sulle labbra.
Di solito succedeva solo nelle favole che Splinter, quando era molto piccola, era solito raccontare alla piccola di casa... ma accadde. La giovane riaprì gli occhi.
- Leo...- fece Sarah con voce fioca, ancora impastata.
- Sarah... come ti senti?- fece Leonardo.
- Come se mi avessero fatto fare cento giri sulle montagne russe... Vergine Madre, ma che è successo...? - fece la ragazza cercando di fare mente locale. Ora rammentava... il torneo, il match tra Leo e Usagi, l'Ultimo Ninja che sparava... - oddio, Leo, il figlio de Daymio ti voleva...-
- Lo so.- fece Leo - Ci sono arrivato pure io, ma purtroppo non così presto da impedirgli di fare altri danni... il Daymio è stato attaccato e ci sono gli assassini della galleria degli Eroi che vogliono accopparlo definitivamente, e sospetto che il suo figlio addolorato ne sappia qualcosa.-
Sarah, a fatica, si tirò su - E allora che ci stiamo a fare ancora qui?-
- Te la senti di combattere?-
- Quasi quanto me la sento di andare dall'Ultimo Ninja e rifargli i connotati a suon di pugni.- fece Sarah dirigendosi verso la sala del Daymio.
E lì videro qualcosa che fece gelar loro il sangue nelle vene.
Don era occupato a proteggere il Daymio, ed Usagi era stato imprigionato ad una colonna con una catena.
Ed un assassino  avanzava minaccioso su di lui con una lancia.
- Addio, stupido coniglio!- fece prima di calare la lama.
- Eh no caro!- Sarah si frappose fra i due e con un colpo di tessen parò il fendente mortale. Poi mollò un calcio allo sterno dell'assassino facendolo volare via.
Leo si affrettò a liberare Usagi.
- E' bello vedere che stai meglio, Sarah-Dono.- fece Usagi.
- Magari non sono al massimo di me... ma almeno sono ancora viva.-
- Bene... e ora leviamo di mezzo questa gentaglia.- fece Usagi.
Ma gli assassini ne avevano avuto abbastanza di farsi riempire di calci da tre ninja un samurai, ed optarono per la ritirata.
...
...
...
Nel frattempo, Raph e Traximus, dato che il portone principale per le segrete era sorvegliato, decisero di entrare da una finestra.
C'erano guardie anche davanti alla segreta in cui era chiuso Splinter. Allora a Raffaello venne un'idea.
Salì sulle spalle di Traximus e coprì entrambi con una tenda, per poi presentarsi alle guardie dicendo loro di dover interrogare il prigioniero.
Loro non gli credettero... e Traximus fu costretto a metterli a riposo forzato tramite due pugni.
Raph si precipitò dal padre - Maestro... ma che succede? Il Daymio attaccato, tu imprigionato, Sarah avvelenata... ma che accidenti succede qui?-
- Ti spiegherò ogni cosa, figliolo, ma ora dobbiamo andare a cercare il Daymio.-
...
...
...
Il torneo era giunto al round finale. In gioco erano rimasti solo Michelangelo ed un enorme guerriero viola, Kluh, della dimensione Levram.
Approfittando del fatto che tutti erano concentrati sulla sfida, guardie comprese, Dreiko s'infilò di soppiatto nella sala del trono per rubare lo scettro del Daymio... salvo vedere l'Ultimo Ninja soffiarglielo di mano.
Il figlio del Daymio era sicuramente incapace e poco attento, ma non si fidava di nessuno. Aveva previsto che Dreiko gli avrebbe combinato qualcosa e si era premunito di conseguenza ed ammirare lo sguardo di delusione sul volto del suo ex alleato.
Subito cercò di usare lo scettro contro di lui... ma non bastava essere per diritto di nascita il prossimo padrone di quell'oggetto per sapere come funzionava e l'unica cosa che ottenne fu di lanciare attacchi a casaccio, senza colpire il suo bersaglio.
Dreiko invece aveva passato anni ed anni a studiare il funzionamento dello scettro e non gli fu difficile, una volta messe le mani su quell'affare bersagliare l'Ultimo Ninja che non trovò di meglio che fuggire, proprio verso l'arena in cui Mik e Kluh stavano disputando la manche finale del torneo.
Un colpo lo fece finire proprio tra i due sfidanti.
- Ehy! Questa è invasione di campo!- fece Mik.
Dreiko li raggiunse, minacciando il ninja - Allora... credi veramente di essere davvero tu il predestinato a diventare Daymio dell'interduello? Ti leverò per sempre questa convinzione.-
- Folle!- fece il ninja - Lo scettro è mio per diritto di nascita!-
L'arbitro si mise in mezzo, per farli smettere e chiedere un maggior rispetto per le regole... ma Dreiko lo mise al tappeto, con un colpo solo.
Nel frattempo, il Daymio si era ripreso. E la prima cosa che fu costretto ad udire era che tutti gli attentati e i fuori programma avvenuti in quel torneo erano stati opera del suo caro figlio.
Inutile dire che sentire che era stato suo figlio ad ordinare la sua morte e dare la colpa al suo più caro amico, lo riempì di dolore.
Ma non c'era tempo per l'auto-commiserazione e chiedersi dove aveva sbagliato con quel ragazzo.
Splinter e Traximus lo sorressero fino all'arena, seguiti dalle tre tartarughe, da Sarah e Usagi.
- No...- gemette il vecchio - Dreiko è ritornato... e ha nelle mani lo scettro stellare. Non deve averlo lui... esso riproduce e amplifica quello che si ha nel cuore... se lo usa una persona cattiva... non voglio pensarci.- usò i suoi poteri per traportare sè stesso e gli altri al centro dell'arena per riprendersi l'arma.
E lì accadde qualcosa.
Lo scettro s'illuminò di luce rossa.
Il cuore di Dreiko era cattivo, e lo scettro sovra-alimentato di energie negative provocò uno squarcio tra gli universi. Che minacciava di ingoiare tutto il regno di Nexus e tutti coloro che erano nei paraggi.
Dreiko fu costretto a lasciare lo scettro che divenne l'obiettivo di tutti i presenti dell'arena. Le tartarughe, Dreiko e l'Ultimo Ninja si lanciarono sull'arma prima che gli altri potessero riprenderla... ma la ferita peggiorò. Lo scettro minacciò di essere inghiottito e solo il tempestivo intervento di Raffaello glielo impedì.
Subito dopo, Mik usò la sua arma per ancorarsi a terra ed usò l'altro Nunchako per salvare il suo avversario.
Traximus usò la sua ascia per avere un appiglio - Tartarughe, attaccatevi a me!-
Don si aggrappò al triceraton, Don prese Usagi che a sua volta salò Leonardo.
E Leo...
Buffo, solo un attimo prima moriva dalla voglia di fargliela pagare per quello che aveva fatto a Sarah... ma appena il ninja gli passò davanti, lo afferrò saldamente per i polsi, per impedirgli di essere risucchiato dalla ferita che si era creata.
Ma L'ultimo Ninja non fece nulla per salvare l'arbitro che fu la prima vittima innocente di quella follia.
- Cerca di resistere, ti tengo io!- urlò Leo.
Ma se il rivale era stupido sotto molti aspetti, tanto da non riconoscere il coraggio vero nè il vero significato dell'onore, incapace di vincere e di perdere, era incapace anche di farsi salvare.
Dreiko gli si era infatti attaccato alle caviglie, ed aveva cominciato a prenderlo in giro e ad insultarlo.
Una persona intelligente, avrebbe aspettato di essere in salvo e POI dargli un pugno sul naso, ma lui no, aveva deciso di rispondere subito agli insulti e già che c'era di agitarsi come un pesce fuori dall'acqua per buttare il drago nella ferita tra gli universi.
- Sta fermo, mi stai scivolando!- fece Leo... ma era troppo tardi. A furia di dimenarsi, l'Ultimo Ninja sfuggì alla presa di Leonardo... e venne risucchiato assieme a Dreiko in quel portale infernale.
- Figlio mio... no!- gemette il Daymio, piegato in due dal dolore.
- Daymio... non c'è più tempo...- lo incalzò Splinter. Rispettava e comprendeva il suo dolore di padre, ma urgeva chiudere quel portare prima che ci fossero altre vittime.
- Sì...- il Daymio alzò lo scettro che ora risplendeva di luce azzurra, e chiuse la ferita. Tutti coloro che stavano per essere risucchiati finirono a terra.
Sarah si precipitò subito ad abbracciare l'amato, al centro dell'arena.
- Non sono riuscito a salvarlo... mi dispiace...- fece Leo abbracciando la ragazza.
Sarah lo tranquillizzò - Non è colpa tua... tu hai fatto quel che potevi... sapeva quanto era pericoloso...-
Fu allora che accadde qualcosa che aveva dell'assurdo.
Rialzandosi, Michelangelo colpì sotto il mento ( per caso) il suo avversario ( che stava per aggredirlo a tradimento, alle spalle)... e doveva aver colpito proprio il suo punto debole perchè il gigante viola, crollò a terra.
Michelangelo era il nuovo campione del torneo dell'interduello, tra gli applausi della folla, la sua stessa incredulità e la disperazione di Raffaello, che già progettava di trovare un altro posto in cui andare a stare.
...
...
...
- Michelangelo Hamato, della dimensione Terza Terra... io ti dichiaro campione dell'Interduello.- e nel dir così, il Daymio consegnò a Michelangelo sia il trofeo che la corona d'alloro per i vincitori.
- Ragazzi, ancora non ci credo...- fece Mik.
Sarah lo abbracciò da dietro - Sono orgogliosa di te, fratello.-
- Diglielo pure...- borbottò Raffaello.
Ma il Daymio non riusciva a smettere di pensare al figlio. Un disgraziato, un folle, un arrogante, forse anche il più grande stupido che avesse mai conosciuto... ma era suo figlio. Il suo unico figlio.
E vedere un figlio andarsene prima di lui, era la condanna più atroce che un genitore fosse costretto a sopportare.
- Forse nulla è ancora perduto...- fece Splinter - Il multi-universo è molto grande... esiste sempre una speranza.- cercò di rincuorarlo Splinter.
- Forse.- fece il Daymio - Ma ora è tempo per te ed i suoi figli di tornare a casa.-
Nel frattempo, Leo, Usagi e Sarah si stavano scambiando graditi saluti.
- Leonardo-San... Sarah-Dono...è stato un onore combattere con voi e i vostri fratelli.- fece Usagi- spero che le nostre strade s'incrocino di nuovo.-
- Lo stesso vale per me Usagi.- fece Leo - Hai salvato la mia vita... e quella della persona a cui tengo di più al mondo. Non saprò mai come ringraziarti.-
- Grazie Usagi.- fece Sarah - ti devo la vita.-
- E' stato un vero piacere, Sarah- Dono.- fece Usagi - Vi auguro tanta felicità, amici miei.-
Poco più tardi, la famiglia Hamato rincasò.
Era come se il tempo si fosse fermato, come se non fosse accaduto niente.
..
..
..
Quella sera, Sarah si chiuse nel laboratorio di Donatello scrivendo convulsamente al computer. Tra il torneo, gli agguati, l'avvelenamento subito e Dreiko si stava quasi dimenticando che l'indomani avrebbe dovuto consegnare un tema argomentativo su un argomento di attualità a piacere.
Non era difficile per lei, ma i temi si sa, non si scrivono da soli... e la professoressa d'italiano non si sarebbe accontenta di un '' Non ho potuto fare i compiti'', così come non poteva dire '' Scusi professoressa, ma ho seguito mio padre, i miei fratelli ed il mio fidanzato in un mondo tra i mondi, e sono stata avvelenata da un folle che voleva ammazzare il mio ragazzo e che poi è stato risucchiato in un vortice stellare assieme ad un drago''.... o le avrebbe dato della bugiarda ( ma creativa) o l'avrebbe fatta ricoverare nel primo istituto psichiatrico sull'elenco telefonico.
Fu allora che ricevette la visita di Leo.
- Ciao... volevo sapere come stavi... ti fa ancora male?-
Sarah sorrise - No...ormai non lo sento quasi più...  a proposito, grazie per essermi rimasto vicino.-
- Beh era il minimo... tu per me l'hai fatto.-
- Mi dispiace che ti abbiano fatto fuori dal torneo.-
- Non pensarci nemmeno...- fece Leo - Sai di quanto può importarmi di una stupida gara, quando stavo per perdere la cosa più bella che mi sia mai capitata nella vita?
L'unica cosa che mi interessa, è che tu rimanga per sempre al mio fianco e che se dovesse mai capitare di perderci l'uno con l'altra, troveremo sempre il modo per ritrovarci.-
Sarah gli carezzò una guancia - Sempre. Ci ritroveremo sempre, anche se dovessimo perderci mille volte.- nel dir così si rifugiò tra le braccia dell'amato.
- Mi hai fatto morire di paura... non rifarlo più, chiaro?- fece Leo.
- Eh, mi sa che questo non dipende da me...-
E presto avrebbero avuto le prove che la ragazza non si sbagliava.
Al sicuro, dentro la loro casa, nessuno poteva immaginare che prima di quanto potevano immaginare.... i Triceraton avrebbero portato la guerra sulla porta di casa.

Bene, e anche questa serie è finita. E che finale... s'inizia con la minaccia dei Triceraton e si finisce con loro... quando si dice coerenza.
Grazie di cuore a tutti.
A Mar_Lestrange10 che non mi fa mai mancare il sostegno e la voglia di dare sempre il meglio.
A Lilica, che mi fa rotolare dalle risate con le sue recensioni sui potenziali siparietti della nuova realtà parellela e che mi strappa sempre un sorriso.
A Baris D Lawrence... non preoccuparti, so anch'io come sia stressante l'università... e grazie per esserci stato anche se in silenzio. Lo apprezzo moltissimo.
E grazie a LadyZaphira per avermi dato lo sprint decisivo per questa serie e per non avermi mai mollato, nonostante tutto.
Grazie... a prestissimo!!!!

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