Something Deep Inside

di Angel Of Fire
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Parte prima ***
Capitolo 2: *** Parte seconda ***
Capitolo 3: *** Parte terza ***
Capitolo 4: *** Parte quarta ***
Capitolo 5: *** Parte quinta ***



Capitolo 1
*** Parte prima ***


Something Deep Inside Parte Prima
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Something Deep Inside




Cosa vedi?


L'isola. Vita.

La morte e il decadimento, che alimenta nuova vita.

Calore. Freddo. Pace. Violenza.


E tra tutto questo?


Equilibrio ed energia. Una forza.


E dentro di te?


Dentro di me, quella stessa forza.




* * *




Parte prima




Ben si volta lentamente e mi sorride appena con quel suo sguardo dolce e un po' diabolico, con quel broncio da ragazzino troppo cresciuto che nemmeno la lunga cicatrice che gli deturpa il viso è riuscita ad inasprire.
Adoro quel sorriso e mi piace pensare che, in tutta la Galassia, sia rivolto solo a me. In un certo senso è come se fosse il mio tesoro prezioso, uno dei pochi, che custodisco gelosamente nel profondo.
È
in piedi, accanto alla porta, e mi regala un'occhiata maliziosa prima di avvicinarsi.
È
buffo ma... non mi sono ancora abituata a vederlo senza quella sua oscura uniforme: la camicia chiara, leggermene aperta che lascia intravvedere il petto glabro, i calzoni scuri e gli stivali al ginocchio, gli danno un'aria da adorabile canaglia. La stessa di suo padre. E mi viene spontaneo sorridere.
So che non era in sé quando lo ha ucciso ma, questa consapevolezza, non mi ha reso quel gesto meno duro da accettare. Eppure l'ho perdonato, come gli ho perdonato tante altre cose.
A volte, in alcuni suoi gesti, in quel suo incedere un po' goffo, nel suo curioso modo di piegare le labbra mentre parla, mi sembra di rivedere Han Solo e mi assale un leggero senso di malinconia e di tristezza.
Nonostante abbia fatto di tutto per non assomigliare a suo padre, per rinnegare il suo passato, inevitabilmente esso è impresso dentro di lui.
Chissà se anch'io somiglio a mia madre...
Alcuni di quelli che indossa sono proprio gli abiti di Han. Li abbiamo trovati rovistando nel Falcon, insieme ad altre cose che gli appartenevano. Quel vecchio ammasso di ferraglia è stato la nostra casa per un po', prima che atterrassimo su un tranquillo pianeta dell'Orlo Esterno. Ora quel prezioso rottame riposa, poco lontano da qui.
Forse un giorno ci porterà via anche da Arl - Hach.
Si sta bene in questa zona del pianeta, il clima è mite e la natura rigogliosa, è un vero paradiso rispetto a Jakku. Viviamo poco lontano da un piccolo villaggio di gente pacifica e riservata, nessuno sa chi siamo e da dove veniamo.
Il luogo perfetto per noi.
In questo angolo sperduto della galassia è giunto solo in sordina l'eco della guerra e di tutte le sue atrocità. Qui siamo solo Rey e Ben, due ragazzi come tanti.
Ora mi è accanto, solleva una mano e col dorso delle dita mi regala una lieve carezza sulla guancia. Poi si china su di me e assaggia appena le mie labbra con un bacio leggero.
Ricambio, ma c'è qualcosa che mi trattiene e mi impedisce di lasciarmi andare: una sensazione strana e non è la prima volta che mi succede.
Lui arriccia leggermente i lati della bocca e corruga la fronte, assottiglia lo sguardo per indagarmi meglio. “Va tutto bene?” chiede imbronciato, con quella voce profonda che sa accarezzarmi i sensi e smuovermi pericolosamente qualcosa dentro.
Io annuisco e gli sorrido appena. Con le dita gli scosto un ciuffo ribelle dalla guancia e mi sfugge un sospiro. “Mi avevi promesso che avresti sistemato il condensatore di energia,” gli ricordo, aggrottando le sopracciglia e lui finge di rimanere sorpreso, “possibilmente prima del tramonto,” aggiungo, accentuando il mio disappunto.

Hai ragione, lo farò. Ma adesso... avevo in mente qualcosa di più divertente...” mi suggerisce cingendomi i fianchi con le mani grandi, attirandomi a sé con prepotenza. Mi sfiora il collo con le labbra tiepide e intraprendenti e io, a malincuore, mi impongo di non cedere.
Ben, tra poco farà notte!” gli intimo, mentre la sua bocca scivola pericolosamente verso la spalla che mi ha già scoperto.
Mi piace stare al buio, sarà più eccitante,” scherza, facendosi più audace, cercando di nuovo le mie labbra come fossero ossigeno da respirare. Ma a me quelle parole provocano una puntura all'altezza del cuore. È più forte di me, quando lo sento parlare con leggerezza di oscurità il mio sangue si gela.
Non abbiamo più energia. Ti piace anche restare senz'acqua e senza cena?” gli faccio notare sarcastica, liberandomi dalla sua presa che vorrebbe essere gentile ma che cela una forza inimmaginabile. Detesto quando si comporta come un ragazzino capriccioso ed ostinato, in questo non è affatto cambiato.
Indugia e io mi spazientisco. “Ho capito, lo farò da me!” lo liquido scuotendo nervosa la testa, fuggendo dai suoi occhi scuri fissi sui miei, indagatori. La vita mi ha insegnato fin troppo presto ad arrangiarmi da sola. Mi divincolo dal suo abbraccio e mi dirigo verso la porta.
Lo sento ridacchiare mentre mi afferra per un braccio, trattenendomi a pochi passi dall'uscita; è rude ma non violento, mi prende il mento tra le dita e mi costringe a tornare sul suo viso.

D'accordo hai vinto, rompiscatole. Ma non pensare di farla franca. Poi riprendiamo da dove abbiamo interrotto,” mi sibila sogghignando, mostrando i denti perfettamente bianchi. Conosco quell'espressione da inguaribile bastardo che istiga alla violenza, ma per l'ennesima volta lo perdono e gli sorrido vittoriosa. Lo spingo via mentre trattengo a stento una risata e lui si allontana da me con quell'adorabile broncio infantile.
BB – 8 fa capolino dalla porta tutto eccitato e si offre di aiutarlo.

Sta' lontano da me nanerottolo sgangherato!” Ben assassina spietato ogni suo entusiasmo, ma quel piccolo droide non si lascia intimorire dalle sue minacce e non rinuncia a seguirlo rotolandogli al fianco.
Li osservo allontanarsi con le braccia incrociate e mi sfugge un sospiro: quella strana sensazione non vuole proprio abbandonarmi.
È
da un po' di tempo che mi perseguita... è come un lieve senso di inquietudine che solletica i miei sensi. Diventa ogni giorno più forte.
Per la prima volta, da quando siamo qui, ho paura...
È
qualcosa che ha a che fare con Ben? L'oscurità che è in lui cerca di portarmelo via di nuovo? Non lo so. Non riesco ad identificare se sia positiva o negativa, e da dove provenga... È tutto così confuso.
So solo che, di tutto quello che è successo, Ben non ricorda nulla.
E forse è meglio così, non so se sarebbe stato in grado di sopportare il fardello del rimorso, il peso delle sue colpe, e ricominciare d'accapo. Questa specie di amnesia per lui è come se fosse una sorta di autodifesa, ed io non ho alcun diritto di turbarlo. Non ancora.
Per lui sono solo Rey, la ragazza che lo ha accudito amorevolmente, che gli è sempre rimasta accanto da quando si è risvegliato da un lungo sonno privo di sogni, la rompiscatole impertinente che gli sembra di conoscere da sempre.
E sapere questo, per il momento, sembra dargli pace.
Inconsapevolmente si è chiuso alla Forza. E mi sono chiusa alla Forza anch'io.
Da quando stiamo insieme, dal giorno che ha sancito la fine di tutto, il lato oscuro non ha più cercato di attirarlo a sé, ma la paura che torni ad insidiarlo credo che non mi abbandonerà mai.
Spesso lo scruto di nascosto, mentre si muove, ignaro del mio sguardo, analizzo i suoi gesti stando attenta che non intuisca i miei pensieri, le mie intenzioni. Quando l'ho difronte osservo il suo viso, ne studio i lineamenti, accarezzo la cicatrice che io stessa gli ho inferto quando eravamo ancora nemici, affondo nella profondità dei suoi occhi scuri...
Espando i miei sensi, come ho imparato su Ahch-To, cerco ancora di scorgere Kylo Ren, o quel bagliore sinistro che ha infuocato il suo sguardo
quel giorno, e una parte di me si detesta per questo.
Ma è la mia missione, l'ho promesso.
So che la parte oscura che è in lui non può essere annientata, fa parte del suo essere e lo sarà per sempre, come lo è per me, e per ognuno. Insieme abbiamo trovato un equilibrio, un compromesso, una strada da seguire.
Chiusa tra queste mura mi sento oppressa, ho caldo, il respiro diventa affannoso. Ho bisogno di aria fresca. Esco e muovo alcuni passi a piedi nudi nel viale di pietre che porta sulla strada. Con la coda dell'occhio scorgo Ben, poco lontano, lavorare al condensatore; è troppo preso a scacciare BB - 8 che gli ronza intorno per accorgersi di me.
Sembra davvero una persona normale. Sembra.
A volte, ho il timore che voglia sondare i miei pensieri, per cercare quelle risposte che ha tutto il diritto di avere.
Il suo potere è ancora dannatamente forte, prepotente e brutale. Chiudo ogni possibile ingresso per essere sicura che non lo faccia i modo inconscio. Ma non so per quanto tempo ancora riuscirò a proteggerlo da se stesso.
Insieme ai ricordi si è addormentata anche la sua parte oscura. E se un giorno dovesse ricordare, ho paura che Kylo possa distruggere tutto quello che abbiamo creato insieme... Ho paura di perdere Ben.
Il legame che ci ha unito e che è stato il nostro unico mezzo di comunicazione per molto tempo, è ancora solido, non può certo essere spezzato. Snoke voleva farci credere che fosse opera sua, per intimorirci e ostentare la sua potenza, in realtà ha solo amplificato quello che già esisteva fin dal primo istante in cui le nostre menti sono entrate in contatto.
È
stata la Forza stessa a metterci l'uno di fronte all'altra, a fornirci un modo per comunicare nonostante le immense distanze cosmiche, e lo ha fatto perché aveva uno scopo.
Ma ora temo che quello stesso legame che ci ha uniti, possa in qualche modo dividerci di nuovo.

Adesso so che le nostre strade erano destinate ad incrociarsi
, fin dal principio... e questa consapevolezza in un certo senso mi da pace, mi consola di tutto. Ma non so se sarà lo stesso per lui, se un giorno ricorderà quello che è successo.
Spesso mi chiedo se il giovane uomo che mi è accanto è colui che sarebbe potuto diventare se non avesse ceduto alla tentazione del lato oscuro. Se non avesse sofferto l'abbandono, la solitudine e l'insicurezza di non essere accettato per quello che era. Se Snoke non lo avesse insidiato fin dal principio. Mi chiedo che persona sarebbe potuta diventare se avesse avuto la possibilità di essere davvero se stesso.
Ben ha qualcosa di speciale, ma purtroppo nessuno è riuscito a comprenderlo, nemmeno chi gli stava accanto, nemmeno chi lo amava. I suoi genitori,
Luke, tutti hanno contribuito a creare Kylo Ren e questo non se lo sono mai perdonato.
Su una cosa però Luke aveva ragione: il tempo dei Jedi è finito. Peccato che lo abbia compreso troppo tardi.
Niente potrà mai cancellare le innumerevoli vite spezzate, la sofferenza di popoli interi, il sacrificio di amici, di persone a me care. Ma, alla fine, per quanto assurdo, tutto ha avuto un senso, anche se pagato a caro prezzo.

Mi fermo e mi meraviglio di me stessa: perché mi sto ritrovando a pensare a queste cose, dopo tanto tempo? Sento che è in atto un cambiamento, qualcosa insistentemente mi chiama e di questo ne sono turbata.
È  forse la paura di affrontare le conseguenze della mia scelta?
Il mio sguardo si sposta verso la vallata, i due soli di Arl - Hach giocano a rincorrersi veloci infuocando il cielo, regalandoci gli ultimi caldi raggi prima di sparire dietro l'orizzonte, appena increspato dalle colline alberate. Inspiro profondamente l'aria profumata di fiori selvatici, chiudo gli occhi e mi lascio riscaldare da quel tepore. Desidero solo liberare la mia mente dai ricordi... lasciare andare il passato per poter guardare al futuro e aggrapparmi alla speranza che tutto possa andare per il meglio, che quella che ho compiuto sia stata la scelta giusta, l'unica possibile.
Quella strana sensazione però torna ad assalirmi. Si fa più insistente, prepotente. Cerca di schiacciarmi, di impadronirsi dei miei sensi.
Mi gira la testa, i soli si oscurano e tutto intorno si fa buio. Sto forse diventando cieca?
Mi copro gli occhi con le mani e deglutisco con angoscia.
Ansimo. Sto perdendo la percezione della realtà, non riesco più a sentire il mio corpo.
Cosa mi sta succedendo?


Ben, aiutami...


* * *


Non so per quanto tempo sono rimasta incosciente, se davvero lo sono stata. Sollevo le palpebre pesanti come macigni e cerco di mettere a fuoco quello che mi circonda, ma è ancora tutto confuso. Sono sdraiata a terra, mi sollevo a fatica, come se il mio corpo fosse dieci volte più pesante. Scuoto la testa e tento di riprendere il controllo di me.
Sono avvolta dalla penombra. Un acre odore di metallo misto a muffa si insinua prepotentemente nelle narici, ed è un effluvio vagamente familiare. Trattengo a stento un conato di vomito.
Il mio cuore sussulta quando mi rendo conto di essere nel mio misero alloggio su Bestine, uno degli ultimi capisaldi della Resistenza, diventato il nostro quartier generale subito dopo Crait.
Che significa?
Un turbine di sensazioni mi travolge come un fiume in piena... Sentimenti che non provavo più da molto tempo tornano prepotenti ad insidiarmi. Passato e presente si mescolano, si sovrappongono, si confondono... si fondono.

Un urlo strozzato mi sfugge.

Non voglio rivivere tutto.

Non di nuovo...


Respiro lentamente, ora sono calma. Ma è una calma apparente.
Voglio troncare
quel legame per sempre.
È
pericoloso.
Se continua credo che mi distruggerà.

Sono delusa e pervasa da un profondo senso di amarezza: Kylo si è dimostrato più forte di Ben. Voglio che esca dalla mia mente per non entrarci mai più.
Disillusione e sconforto mi impediscono di provare compassione per lui; eravamo giunti ad un passo dal fermare l'avanzata del Primo Ordine ed ha rovinato tutto. Ma ancora di più ce l'ho con me stessa perché ho fallito. Come ho potuto essere così ingenua da credere che si sarebbe reso conto di aver intrapreso una strada sbagliata? Non ho fatto i conti con la sua ostinata arroganza e smisurata ambizione.
È
solo un ragazzino immaturo e presuntuoso che sbraita e fa i capricci se non riesce ad ottenere quello che vuole. Ed intanto attorno a lui la gente muore.
Mi vergogno per aver quasi ceduto alle sue lusinghe, oh... ci ha provato alla grande a fregarmi, ma non avrei mai potuto abbandonare Leia, Finn e gli altri.
Forse Luke aveva ragione: Kylo Ren non può essere salvato perché non lo vuole.
Lui non è l'ultima speranza della Resistenza. Forse lo sono io... e adesso ne sento il peso, la responsabilità, più che mai.
Nonostante gli abbia chiuso ogni spiraglio Kylo continua a cercarmi. Il suo richiamo è insistente, disperato. Un urlo di dolore a cui è impossibile restare indifferenti.
Lotto per non cedere, per non sentirmi debole, ma mi accorgo che non posso sottrarmi a questo legame, resistergli mi provoca un dolore fisico, esso è più potente dei miei desideri, più forte della mia volontà. Quella barriera invisibile che ho issato per proteggermi da lui si frantuma miseramente e mi abbandono passivamente al flusso della Forza che ci vuole di nuovo connessi.
Sollevo lo sguardo col timore di rivederlo, di non essere in grado di sostenere la sua presenza. Kylo è in piedi di fronte a me, mi fissa con un'espressione cupa ed inquietante. È furioso, quasi stento a riconoscere il timido ragazzo che mi ha sfiorato delicato la mano ad Ahch-To, quello con cui mi risultava naturale confidarmi.
Posso sentire chiaramente, come se fossi io stessa a provarlo, il suo desiderio di distruggermi, spazzarmi via dalla galassia insieme a tutto il resto. Avverto perfettamente la delusione per avergli voltato le spalle e preferito una manica di traditori ed assassini.
Anche adesso, come allora, sento una puntura all'altezza del cuore; i suoi intenti mi feriscono nel profondo e questo mi sfinisce di nuovo. Eppure, stranamente, nel suo sfogo rabbioso non riesco a percepire odio, solo disperazione, solitudine, senso di sconfitta.
Perché dovrei sentirmi male per le accuse di un mostro? Perché, nonostante la minaccia nel suo sguardo, non riesco a fare a meno di fissare il suo viso, scoprendo con sorpresa che mi sono tremendamente mancati i suoi occhi così scuri e imperscrutabili, le sue labbra carnose, tremanti per l'adrenalina che gli attraversa le membra, desiderando ardentemente di saggiarne la morbidezza?
Scuoto la testa e scaccio quel pensiero insano, no... immondo, dalla mente.
Lui mi scruta, lo vedo sussultare come se avesse percepito qualcosa, si avvicina e di nuovo riusciamo quasi a sfiorarci, ma questa volta non possiamo essere più distanti.

Luke è morto...” La mia voce è solo un sussurro che non riesce a celare il dolore.
Lentamente sbatte le palpebre ma la sua espressione non cambia. “L'ho percepito,” r
isponde glaciale, mentre nei suoi occhi compare un lampo di soddisfazione. “Ha avuto quello che si meritava,” aggiunge, ed io non posso fare a meno di detestarlo profondamente.
Si è sacrificato a causa tua, per farci sopravvivere” gli sibilo corrugando la fronte. Ma lui mantiene intatto il suo distacco.
Ha fatto una scelta. Come l'hai fatta tu. Potevi essere la mia regina, governare al mio fianco, ricostruire un Nuovo Ordine... invece hai preferito rimanere Rey Nessuno. Oh no, scusa, adesso sei tu l'ultima jedi, la loro eroina. Un notevole salto di qualità. Alla fine Luke ha scelto te,” mi schernisce impietoso, il tono è gelido ma tranquillo. Si è calmato, ma non per questo lo sento meno ostile nei miei confronti.
Non sono una jedi,” ci tengo a precisare sincera, “sai bene che non starò mai dalla tua parte, non alle tue condizioni. Posso comprendere quello che vuoi fare... ma è il modo che è sbagliato,” gli ricordo decisa, e già sento gli occhi pungere per la disperazione. Il suo sguardo ora è cupo, infinitamente triste. Sospira.
Credevi davvero che mi sarei convertito? Che avresti potuto salvare la mia anima? Stupida ragazzina... ingenua,” mi aggredisce, mentre la sua espressione si fa più crudele.
Sì, per un momento... ci ho creduto davvero...” ammetto, fissandolo negli occhi, anche se mi sento profondamente a disagio in sua presenza.
Lui sostiene il mio sguardo e gli sfugge un sorrisino sarcastico.

Sei convinta che sia io il Male... Il Mostro da distruggere. Ma esiste qualcosa... che è molto peggio di me. Te ne accorgerai molto presto ed allora sarai sola. Come lo sono io. Io e te siamo simili...”
Alle sue parole resto agghiacciata. Scuoto la testa per accentuare il mio rifiuto
.
Sei uno sporco bugiardo!” gli urlo contro, non riesco più a credere alle sue parole. Mi copro gli occhi con i palmi delle mani sforzandomi di scacciare la sua immagine che mi trafigge, cercando di soffocare quelle sensazioni contrastanti che mi dilaniano l'anima.

Non ti ho mai mentito...

Sento la sua voce dissolversi in un'eco lontana. Mi impongo di ritornare alla realtà.

Ansimando riapro gli occhi nella speranza che tutto quello che ho vissuto sia stato solo un'allucinazione o una delle tante visioni che mi hanno perseguitato in passato, ma le mie speranze si infrangono miseramente contro la figura minuta di Leia.
Non può essere...
Mi guarda con gli occhi amorevoli e stanchi di chi ha lottato una vita intera, ma non ha mai perso la speranza. Sento ancora più prepotenti le lacrime salirmi agli occhi, le sento scivolare calde sulle guance, senza che io possa fare nulla per fermarle.
La riconosco. È l'ultima immagine che ho di lei prima che ci lasciasse per sempre. Il suo fisico, già molto provato, non ha retto agli effetti dell'esposizione alle radiazioni cosmiche.
Le sue ultime parole sono d'amore, e sono solo per
lui, per quel viscido serpente assassino.
Il mio errore più grande è stato quello di allontanarlo da me. Avrei dovuto tenerlo vicino, ascoltarlo, capirlo. Invece ho avuto paura di non essere in grado di proteggerlo. Non lo vedo da quando era un ragazzino...”
Incredula e impotente resto ad ascoltare quella straziante confessione.

So del vostro legame Rey. L'ho percepito. So che significa qualcosa, non cercare di resistergli. Te lo chiedo per favore. Solo tu puoi ancora fare qualcosa...
Non sono una madre, forse per questo non riesco a comprendere fino in fondo la sua ostinazione a non volerlo ritenere perduto per sempre. In un certo senso però le sue parole mi sono di conforto, mi infondono speranza.
La vedo svanire, dissolversi. Un'altra vita spezzata, ma questa volta non riesco ad accettarlo. Non posso.
Non lei.

Dal buio riemerge Kylo, e mi osserva serio, la sua espressione è cambiata: stavolta non trasmette astio né risentimento, solo tristezza, compassione.
Lo stesso non si può dire di me. “Hai ottenuto quello che volevi, sei il Leader Supremo, spero tu sia soddisfatto. La Resistenza è quasi annientata. Anche tua madre è... Se n'è andata... Non ti importa nemmeno di lei?” gli ringhio addosso furiosa, con la chiara intenzione di aggredirlo.
Lui prende un lungo sospiro e mi risponde stranamente tranquillo. “Mi incolpi anche di questo adesso?

S
grano gli occhi incredula di quello che ho appena sentito. Non nasconderti dietro gli ordini di Snoke, abbi almeno la dignità di ammettere i tuoi errori!” Serro i pugni cercando di controllare la rabbia che mi assale e il desiderio di saltargli alla gola.
Ah... capisco,” sibila piano, con quel suo tipico sguardo indagatore, un predatore che gira intorno alla sua preda, “non sono stato io a sparare sulla plancia. Se è questo che vuoi insinuare,” ha il coraggio di giustificarsi, e io non posso fare altro che ritenere le sue scuse assurde.
Non mi interessa chi sia stato a sparare... Potevi evitare che venisse colpita. Potevamo trovare una strada per collaborare. Invece... Questa guerra non finirà mai, ed è solo colpa tua!” Le accuse mi escono spontanee e non riesco più a trattenere le lacrime, posso solo dare sfogo alla mia rabbia.
L'hai voluta tu la guerra!” ringhia, mostrandomi i denti come una belva rabbiosa. Il suo sguardo si incupisce, ho colpito nel segno e ne sono soddisfatta, e questo mi da la forza di proseguire: “Non mi hai ancora risposto. Non ti importa neanche di lei?” Insisto, scandendo lentamente l'ultima domanda con l'intento di metterlo alle strette, scuoterlo, ferirlo e fargli volutamente del male.
Kylo invece si calma e sorride tra i denti, assottigliando lo sguardo per fissarmi con più intensità. “Perché dovrebbe importarmi di qualcuno che per me non c'è mai stato?”
La sua risposta è dura e mi trafigge, mi lascia basita ed incapace di reagire.
Si morde le labbra, deglutisce e abbassa lo sguardo come se si sentisse a disagio. Sembra che voglia dirmi ancora qualcos'altro ma le parole gli muoiono in gola. Allora ne approfitto per rincarare la dose. “A me invece manca... manca tremendamente. Più di tutti gli altri. Per te è così difficile da comprendere? Hai totalmente chiuso il tuo cuore a qualsiasi sentimento? Non è rimasto più niente di Ben?” gli urlo disperata ansiosa di conoscere la sua reazione. “Ti voleva bene, avrebbe tanto voluto rivederti ancora una volta...” gli sussurro cercando il suo sguardo divenuto più triste.

Mi importa di te... e di nessun altro,” mi ricorda come se fosse la cosa più naturale del mondo, ed io resto confusa, frastornata.
Perché ha la dannata capacità di riuscire a spiazzarmi ogni volta?
Sparisce di nuovo e il vuoto che mi lascia dentro è incolmabile.


Lo scenario cambia ancora, sono in un ambiente diverso adesso, l'atmosfera è cupa e asfissiante, è pieno di monitor e sistemi di rilevamento. Siamo in una nuova base. Non ne ricordo il nome. Ma in fondo... non ha alcuna importanza.
Fa freddo. Mi stringo nelle spalle ma non riesco a scaldarmi.
Mi rendo conto che il gelo è dentro di me. Intorno ci sono i miei compagni scoraggiati e sfiniti. Osservo Finn abbracciare Rose. Lei sta piangendo con il viso tra le mani.
Cerco con angoscia tra i presenti il volto di Poe. Ma non lo trovo.
E allora capisco... Se n'è andato anche lui.
Vorrei urlare tutta la mia disperazione ma resto impietrita. Mi sento tremendamente in colpa. Avrei voluto dirgli che gli volevo bene... che per me è sempre stato un amico, oltre che un alleato. Con lui ho scoperto sensazioni che non avevo mai provato, nella vana speranza di poter soffocare un sentimento innominabile, di cui ho sempre avuto paura.
Avrei tanto voluto essere quella che lui desiderava, ma se n'è andato con la consapevolezza che non lo avrei mai amato...
Qualcosa nel profondo mi incita con prepotenza a ribellarmi, a spaccare tutto, a sfogare la mia rabbia, la mia disperazione... Un odio puro e brutale cerca di impossessarsi dei miei pensieri e delle mie azioni.
Vacillo, ma mi impongo di non cedere appena pochi istanti prima che la furia esploda e l'oscurità mi inghiotta. Sfogo tutto il mio dolore in un urlo disperato... ma nessuno mi ascolta, nessuno raccoglie i pezzi della mia anima in frantumi.
Crollo in ginocchio stremata, al centro del nulla. Intorno a me tutto si dissolve. Le lacrime che mi solcano il viso cadono una dopo l'altra sul terreno nero, arido come il mio cuore, e non riesco a fermarle. È così che ci si sente quando si viene tentati dal lato oscuro?

Io e te siamo simili...

Le parole di Kylo risuonano nel silenzio impietose e tornano a tormentarmi. Perché non riesco... no, non voglio lasciarlo andare?
Non mi sono mai sentita così inutile. I miei poteri non sono sufficienti a fermare tutto questo. Non so più come aiutare i miei compagni. Ho trovato la mia appartenenza, una famiglia, ma... sono sola.

Lui
aveva ragione.
In me si fa sempre più insistente la sensazione che questo non sia il mio posto. Non riesco a sentirmi completa come quella volta in cui abbiamo combattuto insieme nella sala del trono di Snoke. Non ho più provato quella meravigliosa sensazione così appagante, la consapevolezza di appartenere a qualcosa di grande, sublime, perfetto come l'universo che ci circonda.
L'oscurità si dirada, anche dentro di me e mi sembra di scorgere un raggio di luce. Mi sollevo lentamente e mi protendo verso di esso. Lo accolgo, ne bramo il calore e i
l mio dolore si attenua, ma sono sempre prigioniera del passato.
Perché non riesco ad uscire da questa spirale di emozioni e di ricordi che cerca di inghiottirmi?


Ho io una domanda, adesso.” la voce profonda e cupa di Kylo mi scuote prepotente dal torpore nel quale mi sono rifugiata.
Sollevo lo sguardo spento verso di lui e questa volta mi sento totalmente incapace di affrontarlo.

Perché mi hai lasciato vivere?” Le sue parole mi colgono impreparata, mi colpiscono violentemente come uno schiaffo in pieno viso.
Prosegue, incurante della mia reticenza. “Ero a terra, privo di sensi... indifeso. Sarebbe stato così facile... Ti sarebbe bastato accendere la mia spada e darmi il colpo di grazia,” sibila velenoso ed io... mi sento totalmente priva di forze.

Avanti. Ammettilo, l'idea ti ha accarezzata.” Il tono con cui insiste ha il vago sapore di un ordine, di un'imposizione. Lo detesto profondamente quando si comporta così. Quando si diverte a giocare con i miei sentimenti.
Cosa vuoi dimostrare?” reagisco sfinita, “che sono come te?” aggiungo con disprezzo.
Tu sei come me,” sentenzia compiaciuto, con altrettanto sottile disprezzo.
Ho avuto pietà di te!” Lo correggo, sperando di confonderlo e di troncare quel discorso che, so già, mi porterà a qualcosa di cui mi pentirò amaramente.
Sogghigna trionfante. “No. Il vero motivo è un altro, e tu lo sai bene. Puoi ignorarlo, negarlo a te stessa quanto vuoi, come per i tuoi genitori... Ma non puoi nasconderlo a me.”

Hai ragione. Il pensiero mi ha più che sfiorata, lo ammetto. Ma qualcosa dentro di me, mi ha impedito di farlo. Mi ha esortato ad attendere... attendere tempi migliori. E, saper aspettare, non è sempre stata la mia specialità?” Glielo sputo addosso come se fosse veleno, sperando che sia soddisfatto e che finalmente mi lasci in pace.
Mi raggiunge invece con uno scatto che mi coglie impreparata, mi afferra per le braccia e mi fissa in modo intenso, diverso, con un calore che non credevo potesse appartenergli.
Ricambio il suo sguardo timorosa delle sue intenzioni, spaventata da quello che temo possa accadere. Riesco a sentire chiaramente quello che sta provando, è un sentimento confuso ma potente, che non riesco a identificare completamente, c'è tristezza, solitudine ma anche fiducia, profonda ammirazione nei miei confronti. E c'è anche qualcos'altro...
Lentamente si china su di me e si impossessa delle mie labbra con impeto. La sua foga mi sorprende, non credevo che il legame potesse consentire un tale contatto. Non è violento ma nemmeno delicato, si insinua nella mia bocca per gustare il mio sapore, senza porsi il problema se lo desideri o meno.
Per un momento resto immobile, incredula, subisco quel bacio così istintivo quanto disperato, senza oppormi, come se una forza oscura mi rendesse incapace di reagire, di ribellarmi, eppure sono sicura che i suoi poteri non funzionano a distanza.
Per un attimo sono tentata di lasciarmi andare, di stringerlo a me con le mie braccia minute, incapaci di contenere l'ampiezza delle sue spalle. Sono desiderosa di darmi e dargli soddisfazione, abbandonarmi a quel contatto profondo, il primo così intimo fra noi dopo Ahch-To, per placare un bisogno impellente dentro di me, di cui non ne immaginavo la potenza.
Ma subito capisco che è tremendamente sbagliato. Non è questo il modo, non è questo il momento. Gli pianto i palmi sul petto e lo allontano bruscamente, poi gli tiro un ceffone che lo costringe a voltare la faccia.
Il suo modo di fare mi rivela brutalmente che ha l'abitudine di prendere quello che vuole ed ottenerlo senza problemi. Ma con me ha sbagliato strategia.
Lo fisso furiosa, accusandolo con lo sguardo ancora prima di parlare. “Vigliacco, presuntuoso, egoista! Perché lo hai fatto?” Lo minaccio ansimando, serrando i pugni fino a farmi sbiancare le nocche.
Lui si massaggia la guancia sogghignando, poi torna a fissarmi scuotendo la testa divertito.

Non era quello che volevi?” si giustifica, senza apparire particolarmente sconvolto dalla mia reazione e dal mio rifiuto.
Le sue parole mi sorprendono, credevo di essere riuscita a tenerlo lontano dai miei pensieri. Invece mi sento vulnerabile e scoperta, ed è una sensazione che non mi piace per niente. “Non sono una delle tue donnacce. Né tanto meno una tua proprietà!” gli faccio notare, sollevando i pugni verso di lui, tenendomi pronta per uno scontro, che so, non avverrà mai.

Hai ragione. Non lo sei...” reagisce ostentando una sicurezza che però subito vacilla. “Perdonami...” cerca di recuperare con un tono profondo, dolce, come una carezza che ti lascia confusa e incredula dopo uno schiaffo violento.
Perché ho la vaga sensazione che le sue scuse non siano riferite solo al bacio rubato, ma anche a qualcos'altro?
Forse a tutto il resto.
Rimango a fissarlo con gli occhi sgranati, schiacciata dalla consapevolezza di non riuscire a comprenderlo. Il suo comportamento rappresenta
un enigma troppo grande per me, e comunque tenti di affrontarlo ne esco sconfitta.
Kylo è
l'incognita in un'equazione indeterminata. Quando penso di aver trovato una strada per interpretarlo, il risultato che ne ottengo è imprevisto, se non addirittura contrario. E mi rendo conto di dover ricominciare daccapo.
Ti prego lasciami sola...” riesco solo a mormorare sentendomi violata, sia nel fisico che nei sentimenti.
Lo vedo dissolversi con quel suo ghigno vagamente diabolico che mi manda in bestia. Mentalmente lo maledico... e maledico anche me st
essa per quell'attimo di cedimento. Detesto il suo modo subdolo di sconvolgermi l'anima.
Perché ogni volta che le nostre menti entrano in contatto ho l'impressione che voglia trasmettermi qualcosa? Perché riesce a tirare fuori sempre la parte peggiore di me e a costringermi a fare i conti con essa? Perché non riesco a fare a meno di provare
qualcosa per quel bastardo sanguinario omicida?
Quello che mi scatena il contatto col calore del suo corpo, la prepotenza dei suoi sentimenti, mi fa stare tremendamente bene, ma nello stesso tempo odio questa sensazione, odio come mi fa sentire.
Mi infastidisce il senso di confusione che mi lascia addosso. Mi vergogno di me stessa.

Se solo i miei compagni sapessero... Se solo Finn avesse il minimo sospetto di tutti i dubbi che si insinuano nella mia mente ed il terrore di aver fatto una scelta sbagliata...



Continua...


Angolo autrice:

Dopo più di un anno mi riaffaccio timidamente in questo fandom. Dopo aver versato tutte le mie lacrime per la RebelCaptain Y.Y torno con una ship che mi ha sconvolto la vita... Uscita dalla visione di TFA l'acceno alla Reylo è stata l'unica cosa che non mi ha fatto maledire il film. Sono andata a vedere TLJ con il terrore di vedere le solite minestre riscaldate e i luoghi comuni... Invece ne sono uscita camminando ad un metro da terra... Da allora sto su un altro pianeta, in un'altra galassia... XD
Questa storia rappresenta una mia ipotesi su come potrebbe evolversi  l'attesissimo ep. 9 e come vorrei che finisse tra loro, i miei ragazzacci preferiti.
Ringraizio tutte le mie Reylos per i consigli, le fangirlate pazze e tutta la passione che mi hanno trasmesso per questa ship! <3





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Capitolo 2
*** Parte seconda ***


Parte Seconda

Parte seconda



Avverto un mutamento profondo e pericoloso nella Forza, lo sento chiaramente attorno a me. Ma soprattutto attorno a Lui...
È accaduto qualcosa che cambierà le cose per sempre. Ed è qualcosa di terribile.
Sono avvolta dalle tenebre, l'atmosfera è tetra e asfissiante, inizia a piovere e lo scroscio mi coglie impreparata. L'umidità mi penetra fin nelle ossa. Non riesco a capire dove mi trovo e questo mi spaventa, sento delle voci in lontananza, il fuoco dei blaster e il clangore di spade che combattono ferocemente.
Qualcosa di violento mi colpisce facendomi accasciare a terra. È simile ad una scarica elettrica, potente, dolorosa... Mi lascia tramortita e senza fiato.
Mi colpisce ancora e ancora una volta.
Ho paura che il dolore possa farmi impazzire o, peggio, uccidermi.
Chi o cosa, in tutta la galassia può generare una tale energia?
Riapro gli occhi a fatica, mi rialzo barcollando, ancora stordita da quello che ho appena vissuto.
La pioggia cessa ma resta il buio... temo per
Lui, lo sento debole, distante, quasi irraggiungibile.
Perché si nasconde da me?
Lo cerco ancora, urlo il suo nome, ho bisogno di sapere che sta bene. Mi meraviglio di me stessa e di quello che ho desiderato, ma mi rendo conto che il mio è un bisogno vitale.
Kylo risponde al mio richiamo anche se debolmente. Stavolta mi appare in modo totalmente diverso e ne resto turbata: la sua immagine sembra quella di un fantasma, è sofferente e pallido, profonde occhiaie gli cerchiano gli occhi spenti. È come se si fosse ripreso a stento da uno scontro mortale, come se avesse provato sulla sua stessa pelle, ma in modo più violento, quello che ho provato io.
Mi concentro su di lui e, per la prima volta, riesco a intravvedere anche il luogo in cui si trova.
Percepisco delle presenze: individui sensibili alla forza, come
noi. L'aura che emanano è potente. 
Sembra un castello, alto, immenso e lugubre, che sorge imponente su una cascata di lava. Mustafar?

Credevo fosse solo una leggenda.
Lo vedo attivare la spada laser. La fa volteggiare nell'oscurità in un modo così naturale e disinvolto, come se fosse un prolungamento del suo corpo. Sei individui mascherati appaiono alle sue spalle, gli stessi che avevo già visto nella visione di Takodana.
Esistono davvero quindi. Fieri e impassibili avanzano verso di me, i sei Cavalieri di Ren. Deglutisco a vuoto e la paura si impossessa dei miei sensi. Mi sento scoperta, vulnerabile. Non ho nulla per difendermi... la spada di Luke giace ancora spezzata, il cristallo opaco ormai privo di vita, impossibile da riparare. Posso fare affidamento solo sulla Forza.
Eppure... sono terrificanti ma bellissimi. Inspiegabilmente ne sono affascinata. A dispetto di quelle che mi paiono intenzioni minacciose, nessuno di loro mi attacca ma a stento riesco a tranquillizzarmi.
Kylo invece mi osserva con aria severa, finalmente la sua immagine si fa più concreta, non è più solo un'ombra, ora è reale. Riesco a percepire il turbine di sentimenti che lo anima, come se fossi io stessa a provarlo.
Cosa è accaduto di così grave da spingerlo ad invocare l'aiuto dei suoi cavalieri? E perché non ne ha fatto parola con me?
Subito mi rendo conto di aver pensato un'assurdità. Perché mai avrebbe dovuto confidarsi con qualcuno che gli ha voltato le spalle?

Ben cos'è successo?” sussurro mentre l'angoscia mi divora. Solo adesso realizzo di averlo chiamato di nuovo Ben, dopo tanto tempo...
Quello non è più il mio nome, dimenticalo!” reagisce severo. Le sue parole sono dure, ma non riescono ad intimorirmi.
Ho il diritto di sapere...” insisto e la mia è quasi una supplica.
Tu e i tuoi amici avete le ore contate.” Rabbrividisco nell'udire le sue minacce. Nonostante tutto ho sempre sperato che non dicesse sul serio e che non desiderasse davvero distruggermi.
Qualunque cosa tu abbia in mente, ti prego... non farla,” lo imploro, credendo che si riferisca a me e alla Resistenza.
Lui distoglie lo sguardo ed esita. Percepisco il suo conflitto interiore molto chiaramente. Ma non è lo stesso che avevo avvertito poco prima dello scontro sulla Supremacy. È qualcosa di più oscuro e feroce, qualcosa che lo sta divorando.
È
un odio profondo, infinito, quasi… antico.
Nello stesso tempo è deciso e fermo nella sua spietata strategia.
Sospira profondamente e poi torna a guardarmi, ora la sua espressione è meno tesa, ma nei suoi occhi intravvedo un bagliore sinistro.
Il lato oscuro lo ha trascinato a sé definitivamente?

Credevi davvero che Snoke fosse uscito di scena?” mi rivela con uno sguardo tagliente, “mi dispiace per te, ma non può essere fermato nel modo in cui credi. Non è sufficiente una spada laser per ucciderlo. È un essere incorporeo che incarna l'essenza del Male, si ciba di esso, si nutre dell'odio e della paura, di tutti i sentimenti negativi che dilagano nell'animo umano... Credevi davvero che sarebbe finita così facilmente? Sapevo che si sarebbe nascosto dietro qualcuno di insospettabile. Ha preso possesso di Hux. Con lui è stato facile, la sua smisurata brama di potere lo ha reso debole.”
Fa una pausa e mi fissa intensamente, il suo sguardo è ora carico di dolore. “Ho commesso l'errore di sottovalutarlo e ha tentato di uccidermi durante un sopralluogo su Eadu, e... ci è quasi riuscito.”

Come sei riuscito a salvarti?” chiedo, paralizzata dalla paura, come se non fossi già abbastanza sconvolta da quello che mi ha confidato.
È facile fingersi morto quando manca poco che tu lo sia davvero. Rallenti il respiro, deceleri i battiti del cuore... ti chiudi alla Forza. Non senti e non emani più niente.”
Deglutisco a fatica e riesco solo ad articolare un mesto “mi dispiace.”
Gli sfugge uno sbuffo divertito ma amaro. “Quel cane rabbioso ha sempre contato meno di zero, ed ora ha in mano un potere inimmaginabile. La cosa è quasi esilarante... non trovi, ultima jedi?” Non mi sfugge l'accento sulla sua ultima provocazione.
Deve procurargli un qualche tipo di piacere fisico punzecchiarmi continuamente.

Non sono una jedi,” tengo a ricordargli. Anche se sono in grado di dominare la Forza non ho mai completato il mio addestramento e la lettura degli antichi testi che ho sottratto ad Ahch-To, non mi è stata di grande aiuto.
Luke non era dello stesso parere su Crait,” mi informa con fastidio e anche una punta di invidia. Io invece resto pietrificata dalla sorpresa, e dal terrore. Un pensiero atroce attraversa la mia mente come un fulmine che squarcia il cielo: cosa ne sarà della Resistenza presa tra due fuochi?
Inspiro profondamente cercando di recuperare un briciolo di lucidità, ma mi sembra di stare in bilico su un baratro senza fondo.

Cosa vuoi fare?” Ho paura mentre lo chiedo e non mi vergogno di dimostrarlo.
Lo sai, porrò fine a tutto. Voglio creare un nuovo ordine, e spazzerò via tutto quello che mi troverò davanti.” Il suo sguardo è fiero e determinato, è lo sguardo di un guerriero. Istintivamente cerco un ulteriore punto di contatto, forse non è tutto perduto, possiamo venirci incontro, forse lui può ancora tornare...
Ben uniamo le forze, insieme possiamo fermare quell'essere e il suo esercito. Sai che è così. L'avevo previsto nella Sala del Trono, ed ora non è diverso,” lo esorto, sperando nell'impossibile. Ho la sensazione che tutto questo non sia avvenuto per caso e che è giunto il momento di tornare a combattere insieme, il nostro momento.
La sua risposta però tarda ad arrivare. Abbassa il capo e distoglie lo sguardo per evitare il peso della mia delusione. “È una questione tra me e lui,” mi fredda bruscamente, “tu stanne fuori,” ringhia nervoso.
In quel momento capisco che non vuole il mio aiuto, né è disposto a darmi il suo. Ho avuto la mia occasione per stare dalla sua parte e non l'ho voluta cogliere. Non potevo. E adesso è troppo tardi, ho perso la sua fiducia, mi sento terribilmente sola... proprio come mi aveva predetto.

Non temere, dopo aver sistemato Hux, mi occuperò anche della tua tanto amata Resistenza.”
Quella minaccia mi distrugge.
È davvero la fine di tutto?
Per un lungo istante torniamo a fissarci in silenzio, ma dentro di me qualcosa ribolle e non posso fare a meno di palesare quello che provo.

Perché lo hai fatto allora? Perché mi hai baciata?” gli sussurro, dando sfogo alle lacrime. Ho davvero bisogno di capire.
Era quello che volevi,” si affretta a precisare asettico, quasi a voler evitare l'argomento ed ostentare un'indifferenza che però non gli appartiene.
No. Voglio sapere il vero motivo,” insisto intuendo che c'è sotto qualcos'altro.
Esita, avverto il suo disagio, poi finalmente si apre. “Forse era solo... il mio modo stupido e infantile di dirti addio,” m
ormora con le labbra tremanti, lo vedo deglutire e respirare nervosamente.
Le sue parole mi colpiscono come una scossa violenta. Ho percepito sofferenza nel pronunciarle, ma anche la risolutezza con la quale vuole tenermi lontano da lui.
Eppure sento che non è stato totalmente sincero, cerco un ulteriore contatto perché non voglio che mi lasci così. Sta fuggendo da qualcosa che lo spaventa, come sta spaventando anche me... ma lui interrompe il legame prima che io possa pretendere ulteriori spiegazioni.
Ci incontreremo di nuovo su un campo di battaglia? Il solo pensiero mi provoca una pena immensa. Un brivido di freddo mi scuote. Tutto svanisce e resta solo il nulla e il freddo dello spazio cosmico.
Galleggio nel vuoto, stremata e tremante, sospesa in un limbo senza fine.


Non lo sento più, ma non è un silenzio di morte. È diverso.
È il silenzio dell'indifferenza.
Ed è angosciante.
Non ho idea di quanto tempo sia trascorso. Un senso di impotenza e di solitudine mi divora. La Resistenza sta attraversando il suo momento più buio. Non facciamo altro che nasconderci come prede braccate, contare su aiuti che non arriveranno, confidare in un miracolo che sappiamo non avverrà mai.
Eppure non abbiamo perso la speranza, è solo questo che ci mantiene in vita, che ci tiene uniti.

Noi siamo la scintilla...


Ci ho quasi creduto.
Là fuori la battaglia imperversa, anche se i fronti principali sono cambiati, più feroci e spietati che mai: il Primo Ordine e i Cavalieri di Ren. E noi siamo nel mezzo.
Anche se Ben non ci ha mai attaccati direttamente, so che non sta dalla nostra parte. Non lo sarà mai. È una realtà con cui devo fare i conti e che devo accettare.
Tutto quello che noi rappresentiamo lui lo odia e lo ha rinnegato.
Eppure sono sicura che non odia me. Lo so. L'ho sempre saputo.
Ripenso alle ultime parole che mi ha rivolto e, nel profondo, si fa strada la convinzione che l'ostinazione a volermi tenere fuori dalla sua mente sia un maldestro, quanto disperato, tentativo di proteggermi. Un modo per evitare di trovarmi, o di farsi trovare. Schivare il rischio di finire ancora faccia a faccia ed essere costretto a uccidermi.
Maledetto ragazzino presuntuoso e testardo, cosa crede di ottenere in questo modo?
Non potrà evitarmi per sempre, questa situazione non l'accetto. Non ce la faccio ad andare avanti e veder morire, una dopo l'altra, tutte le persone che mi sono care, senza fare nulla. Non riesco a stare a guardare mentre là fuori si combatte per la supremazia e il trionfo del Male.
Dov'è finito l'Equilibrio che avremmo dovuto portare nella galassia se siamo costretti a combatterci fino alla morte? Se non riusciamo a trovare un punto di incontro?
Perché nessuno può darmi le risposte che cerco? Nemmeno Maz. Nemmeno il fantasma di Luke che mi perseguita nonostante io cerchi di ignorarlo. Nemmeno i testi sacri dei Jedi, che pensavo contenessero la verità assoluta... Nessuno.
Chiudo gli occhi ed un'amara consapevolezza si fa strada nel mio animo, mi scuote, mi annienta... ma nello stesso tempo riesce a darmi finalmente la pace. Forse la risposta l'ho sempre avuta dentro di me, fin dal principio, nello stesso istante in cui ho visto il volto di un giovane uomo, dai lineamenti adorabilmente imperfetti, celati dietro una maschera.
Non l'ho mai voluta accettare perché mi sembrava assurda, inconcepibile.
Ma adesso... so cosa devo fare perché finalmente so qual è il mio posto in tutto questo. So che la battaglia decisiva è vicina e non mi farò trovare impreparata.


Non è stato facile costruire una nuova spada laser, ma ci sono riuscita. La sua luce è vivida e pura, di una delicata e particolare sfumatura di verde. È la mia spada.
Credevo che sarebbe stata un'impresa impossibile addestrarmi senza avere un vero e proprio maestro, ma ho appreso molto semplicemente ascoltando quello che la Forza aveva da dirmi. Altre cose le ho imparate dal confronto/scontro con Ben, paradossalmente è stato una sorta di involontario maestro, ed io un'involontaria allieva. Mi ha insegnato a guardare dentro di me, senza avere paura di quello che avrei trovato.
Non posso considerarmi un jedi, sono qualcosa di simile eppure diverso. Non ho la presunzione di diventare forte quanto Luke ma confido nella Forza stessa e... questo è tutto per un jedi.
Devo riuscire a trovare Ben, anche se lui ha volutamente chiuso ogni possibile contatto con me. Anche se è testardo e irremovibile nella sua decisione, prima o poi avrà un cedimento. So che, quando sarà il momento, lo sentirò. Riuscirò a cogliere quell'istante in cui la sua corazza si incrinerà lasciando un piccolo spiraglio aperto.
Come è successo a me, nemmeno lui può sottrarsi al volere della Forza. Ed io e lui siamo destinati a confrontarci di nuovo.
Lo detesto, eppure non riesco ad odiarlo, non ne sono capace. Ma per quanto mi sforzi, non riesco a capirlo. È talmente accecato dalla sua sete di vendetta e dall'ossessione di portare a termine quello che Vader ha cominciato da aver perso completamente di vista lo scopo finale. Paradossalmente i nostri intenti sono gli stessi, entrambi vogliamo ripristinare l'equilibrio nella galassia, ma il modo in cui vuole farlo lui è totalmente sbagliato. Non può vincere contro lo spirito di Snoke con il solo appoggio dei Cavalieri di Ren. È sbilanciato.
Lato Oscuro non può vincere contro Lato Oscuro, può solo generare altro Male, moltiplicarlo. Non può farcela senza di me, è questo che si ostina a non voler accettare. La Forza ci ha messi l'uno di fronte all'altra, ci ha posti sullo stesso cammino, perché aveva uno scopo, perché collaborassimo, e non per annientarci.


Una nuova visione mi sconvolge mentre sono con Finn. Mi allontano da lui con una scusa per non farlo accorgere del mio turbamento, lui non sa nulla delle mie intenzioni, l'ho tenuto all'oscuro di tutto perché non mi lascerebbe mai agire da sola. Ma non mi sarebbe di nessun aiuto in questa missione e io non voglio metterlo in pericolo inutilmente, le ultime energie della Resistenza serviranno dopo, quando sarà necessario far risorgere il Nuovo Ordine delle cose.
Vedo un piccolo pianeta che non appartiene a nessun sistema, vaga nel cosmo dalla notte dei tempi. Non conosco il luogo remoto della galassia da cui ha avuto origine il suo peregrinare nello spazio, non conosco la sua destinazione. C'è un unico piccolo continente che emerge solitario da un immenso e letale oceano di acido, l'atmosfera è a mala pena respirabile, anche se per un tempo relativamente breve. Vedo una grande foresta di alberi dalle strane forme contorte, completamente spogli.
Forse un tempo, quando il pianeta orbitava intorno alla sua stella, erano floridi. Ora sono morti, fossilizzati. Tanti scheletri rinsecchiti che emergono dal terreno arido e si protendono verso il cielo nero come delle anime in pena, avvolti da una notte perenne.
Al limitare della foresta scorgo un bagliore rossastro che illumina di una luce sinistra i tronchi ritorti, sento l'inconfondibile sfrigolio della spada di Ben dovuto al cristallo Kyber incrinato.
È lì, insieme ai suoi Cavalieri, ad affrontare un nemico ancestrale che si nasconde infido e spietato nel cuore di quella lugubre distesa. Trae energia e potenza da quel luogo di morte.
Come posso trovare l'esatta posizione di un pianeta vagante senza alcun sistema di riferimento? Se solo Ben sollevasse la testa e guardasse le stelle... potrei avere un'idea della regione della galassia in cui si trova in questo momento. Cerco disperatamente un contatto con lui, ma il mio impulso mi rimbalza addosso come se avesse colpito un muro di gomma.
Idiota maledetto, gli farò pagare anche questo!
Mi precipito alla prima postazione disponibile e cerco notizie relative ad ogni pianeta vagante conosciuto. Deve esserci per forza qualcosa nelle mappe stellari degli archivi della Ribellione. Chiudo gli occhi e mi lascio guidare dalla Forza. Mi costringo a ricordare qualsiasi elemento che mi possa essere utile, ma il cielo era nero e le nubi di acido davano solo una visione parziale delle stelle. Un particolare però attira la mia attenzione, tra i tanti corpi celesti vaganti sparsi per il cosmo, solo uno ha l'intera superficie ricoperta da un oceano, tutti gli altri sono solo aride rocce: è il pianeta errante di Ares.
Considerando la traiettoria tracciata nei rilevamenti delle mappe stellari non mi è difficile stabilire una rotta che lo intercetti, ma devo sbrigarmi. In quel luogo non è possibile sopravvivere a lungo senza un respiratore, resistere ai vapori che irritano e corrodono la pelle. Paradossalmente sono quelle stesse esalazioni che proteggono la sottile atmosfera impedendole di dissolversi nello spazio.
Mi dirigo guardinga verso il Falcon ma Chewbacca mi blocca la strada verso il portellone che mi aspetta spalancato. BB-8 mi rotola intorno tutto agitato chiedendo spiegazioni.
Li supplico con lo sguardo, “lasciatemi andare...” è l'unica frase che riesco ad articolare. Chewbe protesta animosamente, ha capito che sto correndo da
Lui e si offre di venire con me o minaccia di avvertire gli altri.
Accetto a malincuore ma, in un certo senso, sono felice di non partire da sola, non voglio mettere a rischio nessuno ma comprendo anche che il Falcon è sempre stato la sua vita e non ho alcun diritto di impedirgli di dare un senso alla morte di Han. Anche BB – 8 si unisce a noi, da quando Poe non c'è più io sono l'unica famiglia che gli è rimasta.



Ares è anche peggio di come mi aspettavo, non ho mai visto un paesaggio così desolato e arido, completamente privo di vita, nemmeno nel deserto. Forse per questo Hux lo ha scelto come terreno ideale per la resa dei conti. Tutto, in questo luogo, parla di morte. Accendo la spada laser guardinga, e mi metto in posizione di difesa, non sento nessun rumore che mi possa far pensare ad una battaglia e la cosa non mi piace per niente.
Mi addentro più in profondità nella foresta di alberi fossili, facendomi strada sul terreno sconnesso, tra i rami bassi e rinsecchiti che mi feriscono le membra, strappando lembi di tessuto dai miei abiti. L'acido dell'atmosfera attacca i miei graffi aumentando il disagio e il dolore. L'odore che si respira è nauseante e mi irrita le narici.
Eppure non è tutto buio. L'immenso oceano iridescente genera una strana luce violacea che illumina di riflesso l'isola solitaria. Il cielo invece è completamente nero puntellato di stelle. Nuvole fluorescenti formano una leggera nebbia tra gli scheletri contorti degli alberi. Il freddo è pungente, penetra dentro le ossa in modo quasi doloroso, il mio respiro è pesante, il fiato caldo che esce dalla mia bocca si tramuta in piccole nuvole di vapore. Malgrado tutto non mi scoraggio e continuo a camminare aguzzando i sensi.
Mentre avanzo mi sento afferrare alle spalle e una mano guantata mi tappa la bocca impedendomi di urlare.

Che diavolo ci fai qui?” La voce profonda di Ben mi sibila in un orecchio. Nonostante il tono per niente rassicurante, sono felice di constatare che sta bene. Ne sono sollevata.
È la prima volta che lo sento di nuovo realmente vicino, dopo lo scontro con Snoke, un brivido strano mi attraversa la schiena, e sono sicura che non è per il freddo.

Ti avevo ordinato di starne fuori” ribadisce, mentre allenta la presa, lasciandomi libera di girarmi verso di lui.
Rivederlo mi fa quasi male. Ero sicura che mi avrebbe accolto con una frase del genere, da perfetto imbecille, e non mi faccio trovare impreparata. “Non sei nella posizione di ordinarmi un bel niente.” gli faccio notare alzando un sopracciglio, ansimando ancora per la sorpresa di essermelo trovato alle spalle.
Arriccia le labbra in un modo pericolosamente adorabile e assottiglia lo sguardo. “Stupida ragazzina... Testarda ed incosciente,” reagisce con finto disprezzo, addolcendo il tono, lasciandosi sfuggire un lieve sorriso che mi riempie il cuore. Nonostante tutto sono sicura che è felice di vedermi, come lo sono io.

Come hai fatto a trovarmi?” Chiede, sinceramente curioso e io gli ricambio il sorriso vittoriosa.
Credevi davvero di potermi tenere fuori dalla tua testa? Presuntuoso testone.”
Bene. Dal mostro serpente assassino siamo passati al presuntuoso testone. Questo legame temo sia una cosa seria,” scherza e il mio cuore sussulta, perché mi rendo conto che non ha affatto detto un'assurdità.
Dove sono i tuoi cavalieri?” chiedo perplessa. Averlo trovato da solo mi ha lasciata sconcertata, credevo che fossero insieme.
Lui abbassa lievemente la testa senza smettere di fissarmi, ma percepisco l'allerta dei suoi sensi. “Sono qua intorno,” mi comunica, ma il suo tono è freddo e tagliente e la cosa mi insospettisce non poco.

È una gran bella spada” se ne esce, facendo cenno all'elsa nella mia mano e il suo complimento mi coglie di sorpresa, lasciandomi piacevolmente soddisfatta, “peccato che ti servirà a poco...” mi smonta immediatamente, e io mi ritrovo a chiedermi, per l'ennesima volta, come posso essere così stupida da credere che riesca ad apprezzare qualcosa di me.
Improvvisamente una figura alta e scura compare dietro un gigantesco tronco alle sue spalle e la sua espressione cambia repentinamente, è la stessa che aveva nella sala del trono di Snoke. Si gira di scatto e si getta contro il nemico facendo volteggiare la spada tra le mani e io resto sconvolta nel realizzare che è proprio uno dei suoi cavalieri.
Subito ne compare un altro dalla direzione opposta e mi attacca senza darmi il tempo di rendermi conto di quello che sta succedendo. Sollevo la spada laser giusto in tempo per parare un fendente, lo affronto decisa nonostante la situazione mi sembri assurda.
A fatica riesco a tenergli testa, è grosso, potente e veloce, si accanisce contro di me con la sua arma affilata senza darmi tregua. Mi chiude contro un albero, inciampo e finisco per terra. Riesco a mala pena a difendermi, ma non so per quanto tempo ancora potrò resistere.
Con la coda dell'occhio scorgo Ben sferrare un colpo mortale al suo aggressore che si accascia al suolo con un tonfo sordo. Subito interviene in mio aiuto. È solo grazie a lui se riesco ad uscire indenne da quello scontro decisamente non alla pari. Si getta alle spalle di quel colosso e lo trafigge un istante prima che possa darmi il colpo di grazia.
Con gli occhi sbarrati osservo quel corpo massiccio crollare a terra senza vita, il mio sguardo sconvolto si sposta sulla figura di Ben che mi fissa ansimante.

Che è successo?” chiedo, ancora frastornata da quella scoperta, rialzandomi a fatica.
È stato Hux. È diventato ancora più potente. Ha corrotto le loro menti e li ha scagliati contro di me...” le sue parole sono sconvolgenti e terribili, e mi lasciano senza fiato.
Sono qui per aiutarti.” Il sorriso con il quale mi risponde riempie il mio cuore di una sensazione che non riesco a spiegare, che non ho mai provato in tutta la mia vita: un misto di gioia e terrore. Annuisce e inaspettatamente mi sfiora la guancia con una carezza. Lo osservo con gli occhi annebbiati di lacrime.
Lo farà anche con te...” mi confida in un sussurro e a me si gela il sangue. “Ti chiederà di uccidermi...”
Non è necessario che finisca la frase, dalla tristezza del suo sguardo capisco che mi reputa incapace di resistergli e, per la prima volta, inizio a dubitare sul serio delle mie capacità.



Continua...

______________________

Angolo autrice:

Innanzitutto ringrazio i lettori che hanno già inserito la storia tra le preferite e seguite. Ringrazio anche tantissimo chi mi ha lasciato gentilmente un parere. Le recensioni non sono un obbligo ma aiutano chi scrive e fanno piacere. Quindi se vi va di farmi saprere cosa ne pensate non potrò che esserne felice. Suggerimenti e critiche sono sempre ben accetti e costruttivi  ;)

Gli aggiornamenti saranno piuttosto veloci perché la storia non è lunghissima, qundi ci si becca molto presto ;)

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Capitolo 3
*** Parte terza ***


Parte terza

Ringrazio tantissimo: Arvati77, Doralice, MorganaRoisinDubh81, Yami no Yoake, spero di riuscire a dare una degna risposta alle vostre bellissime recensioni molto presto  ;)


Parte Terza



Gli altri cavalieri ci sorprendono spietati, frantumando l'atmosfera che si è creata tra noi, spezzando la mia autocommiserazione sul nascere.
Ci voltiamo entrambi verso di loro dandoci le spalle e, urlando, diamo sfogo a tutta la nostra furia. L'istinto di sopravvivenza amplifica i nostri poteri, li esalta, li eleva ad un livello di potenza inimmaginabile. Le nostre spade volteggiano eleganti e luminose in quell'atmosfera surreale, colpendo, sventrando, trafiggendo, come se i nostri fossero passi di un'antica danza di morte ripetuta dalla notte dei tempi.
Di nuovo, insieme, combattiamo in sintonia come se fossimo nati per farlo. Membra di un unico corpo, il pensiero di un'unica mente.


Ansimando guardo i corpi senza vita dei Cavalieri di Ren, straziati dalle nostre spade. Ma la sensazione che provo non è la stessa che ha invaso i miei sensi dopo la disfatta delle guardie pretoriane. Allora ero soddisfatta, compiaciuta del sangue versato.
Questi che giacciono a terra invece erano amici di Ben, li aveva risparmiati la notte che ha dato fuoco fuoco al tempio. Lo hanno soccorso quando stava per morire su Eadu. Gli erano fedeli, dediti alla Forza, eppure gli si sono rivoltati contro.
Di cos'altro può essere capace un essere tanto spietato e potente?
Spengo la spada laser e vedo Ben, poco lontano da me, fare lo stesso.

Una spada... non basterà a fermarlo. E nemmeno... due,” mi confida, ansimando ancora per lo sforzo del combattimento appena concluso. Le sue parole sono spezzate dal respiro affannoso. Poi però solleva una mano e se la porta sul fianco, premendo come se cercasse di contenere il dolore.
È ferito.
Il mio sangue si gela.
Non oso immaginare la sofferenza che possa provocare una ferita aperta attaccata dagli acidi atmosferici. In quel preciso momento un pensiero mi attraversa la mente e alimenta la mia speranza di riportarlo dalla luce, “Ben andiamo via da qui. Il Falcon è poco fuori dalla foresta, ci sta aspettando... Unisciti a noi, alla Resistenza, combatteremo questa nuova minaccia insieme. Non sei tenuto a farlo da solo. Non puoi farlo da solo!”
Come quel giorno di fronte al trono di Snoke, le mie intenzioni sono sincere, non permetterò a nessuno di fargli del male. Voglio solo aiutarlo.
Lui mi fissa ombroso e un velo di tristezza gli oscura lo sguardo, già provato dalla sofferenza. “Rey, che cosa stai dicendo?” reagisce ansimando.

Ascoltami, stupido testone: tra poco l'aria diventerà tossica, e tu sei ferito, sarà sempre peggio, saremo sempre più deboli...” Insisto, mentre un senso di angoscia e di panico comincia a farsi strada dentro di me.
Io non mi muovo da qui,” sentenzia irremovibile, “siamo solo noi adesso, Rey. Devi decidere se vuoi stare con me o contro di me,” mi fredda, inasprendo lo sguardo, noto le sue labbra pallide tremare per il dolore, per l'adrenalina che gli scuote le membra, deglutisce, il suo respiro è veloce e irregolare. Sta male eppure non demorde. È conscio che quello che ci attende è uno scontro all'ultimo sangue ma è fermamente convinto di portare a termine i suoi intenti.
Sono come paralizzata. Ora ho più freddo. Mi sento soffocare, presa in trappola, perduta. Inaspettatamente ho paura e un violento senso di rabbia mi sale nei suoi confronti.
Non riesco a capirlo, mi sforzo di comprenderlo ma tutti i miei propositi si infrangono miseramente contro la sua ostinazione.
Lo detesto, desidero di non averlo mai incontrato, mi pento di avergli dato fiducia.
È
infido, imprevedibile e contorto.
È
un infame assassino.
Ha ucciso suo padre, non ha impedito la morte di sua madre.
Ha distrutto tutto quello in cui credevo, tutto quello che amavo.
Lo odio. Merita di morire!

Uccidilo...

Inspiro profondamente. Una voce suadente mi sibila subdola in un orecchio, viscida come un serpente che striscia nell'ombra. Si insinua nella mia mente, ma è dolce e allettante come il bacio di un amante... Non riesco ad ignorarla. Mi risuona nel cervello, si amplifica, si nutre del mio desiderio di giustizia... no, di vendetta...

Uccidilo...

Accendo la spada laser e mi scaglio contro Ben urlando, ignorando la sua espressione sconvolta e le sue precarie condizioni, colpendolo con tutta la forza di cui sono capace.
Lui si difende, para i miei fendenti, ma per quanto cerchi di rispondere ai miei attacchi violenti, non ha la forza di sopraffarmi.
Come quel giorno in cui ci siamo scontrati sulla base Starkiller, riesce a mala pena a tenermi testa. Ed io non riesco a fermarmi.
È come se i miei movimenti fossero guidati da una forza bruta, oscura, a cui non posso sottrarmi. Non sono io che mi accanisco su di lui spingendolo contro lo scheletro di un albero, chiudendolo in trappola, impedendogli di sfuggire alla mia furia. È qualcos'altro che mi sta usando, che si serve del mio corpo, della mia spada, per stremarlo. È qualcosa che si alimenta della mia paura, della mia insicurezza e delle mie disillusioni.

Che. Cosa. Sto. Facendo.

Mi blocco un attimo prima di sferrargli un colpo mortale. Resto immobile con la spada a mezz'aria impugnata con entrambe le mani. Impietrita. Terrorizzata dai miei stessi intenti.
Lo fisso con gli occhi sgranati, incredula di quello che stavo per fare. Incontro il suo sguardo rassegnato e... mi sento morire.

Coraggio. Fallo.” mi incita e io scuoto la testa ansimando.

No!

Grido prima a me stessa.
NO!” Grido a chiunque sia l'artefice di quell'assurdità. La mia voce risuona acuta e intensa in quella foresta sinistra, squarciando il silenzio, propagandosi nell'atmosfera di Ares in un'eco disperata.
Respiro profondamente, riesco a calmarmi e finalmente riprendo il controllo di me. Spengo la spada e mi getto su Ben.

Mi dispiace...” riesco solo a sussurrargli stringendolo a me.
Lui solleva una mano e la posa sul mio avambraccio artigliandolo. Sento che vorrebbe abbracciarmi ma non ne ha la forza. Restiamo così, vicini e distanti, per un tempo che mi sembra infinito. Cerco di sollevarlo per trascinarlo verso il Falcon ma è dannatamente pesante e si rifiuta di collaborare.
Sento che il tempo sta sfuggendo... non voglio morire su questa trappola velenosa.
Non voglio che muoia.


Sento i passi di qualcuno che si avvicina, calpestando i frammenti dei tronchi rinsecchiti di cui il terreno è cosparso. Espando i miei sensi. Percepisco una nuova presenza infinitamente più oscura. L'aura che propaga è tetra, angosciante.
Mi volto lentamente e, con il cuore in gola, scopro con orrore che il Leader Supremo ci sta osservando con un sorrisino sadico dipinto su un volto dalla carnagione tropo chiara per essere naturale. Nei suoi occhi, luminosi come braci ardenti, scorgo il riflesso dell'inferno.

Patetici ragazzini. Credevate davvero di potervi liberare di me?” La sua voce è un sibilo malvagio. “Io non posso essere distrutto.”
Non faccio in tempo nemmeno a desiderare di reagire che quel maledetto mi scaglia contro un fulmine di Forza. Mi sbalza lontano da Ben facendomi sbattere la schiena con violenza contro un tronco.

Rey!” Lo sento urlare e solo ora capisco la sua ostinazione a volermi tenere lontano da lui.
La scarica mi lascia tramortita. È un dolore inimmaginabile. Non credevo che potesse esistere una sofferenza così atroce.
Mentre cerco tenacemente di riprendermi temo le conseguenze che una simile potenza possa avere su Ben. È vulnerabile, sfinito, è quasi al limite delle forze. Incrocio i suoi occhi e cerco di tranquillizzarlo. Sono dolorante ma sto bene.
Inaspettatamente Hux si rivolge a lui, che ora lo fissa ansimante con uno sguardo carico di odio e di rancore, in tono disgustato. “Il potente Kylo Ren. In te avevo riposto tutte le mie speranze, credevo di aver trovato un degno successore di Darth Vader... Invece hai osato rivoltarti contro di me che sono stato l'unico disposto ad accoglierti, a coltivare il tuo potere. Mi hai... tradito per salvare una insignificante ragazzina, una mercante di rottami, la figlia di nessuno. Hai ceduto ai tuoi sentimenti come uno stupido moccioso. Ti sei innamorato di lei, di colei che avresti dovuto odiare più di ogni altra cosa! Per questo adesso... morirai!”
Le parole di Hux, pronunciate con un tale disprezzo, mi colpiscono come uno schiaffo in piena faccia, mi penetrano nell'anima e disintegrano ogni mia reticenza; quello che avevo sentito dentro di me, che forse avevo sempre sperato... era vero. Perché l'ho dovuto sapere da lui?
Nello stesso istante capisco che si sta preparando a colpire Ben, mi risollevo e mi scaglio su di lui urlando, impugnando la spada laser con una forza che credevo di non possedere. La mia mossa si rivela efficace perché quel mostro distoglie i suoi intenti da Ben per accanirsi su di me. Un'altra scarica mi colpisce e mi lascia ancora più debole di prima.

Non ne hai avuto ancora abbastanza, ragazzina?” mi schernisce con un ghigno malvagio.
Questa volta riprendermi è più difficile, ma non mi do ancora per vinta. Mi trascino verso Ben e lui si solleva appena per guardarmi con compassione. Forse non si aspettava da me tanta determinazione e resistenza. Lo raggiungo e lo proteggo ponendomi tra lui ed Hux. Non gli permetterò di dargli il colpo di grazia. Fino a quando avrò un alito di vita combatterò per lui. Per noi.

Andrà tutto bene, Ben. Siamo solo noi, ricordi?” gli sussurro, con il fiato spezzato e le lacrime agli occhi.
Siamo solo noi...” ripete lui con un filo di voce, sorridendomi appena.
La risata sadica e isterica di Hux risuona impietosa. “Bene. Se morire insieme è quello che volete sarò felice di accontentarvi.” Lo dice mentre si prepara a colpire di nuovo caricando un nuovo fulmine di Forza tra le sue mani.
Mentre lo stringo forte preparandomi al peggio Ben mormora qualcosa, “il mio... mantello...” sussurra faticosamente ed io sgrano gli occhi per la sorpresa, ma comprendo quello che devo fare: usarlo per proteggerci. Glielo slaccio dalle spalle e me lo tiro addosso, coprendo anche lui.
Il mio cuore esulta di gioia quando la scarica violentissima ci colpisce rimbalzando contro il Leader Supremo con la stessa violenza con la quale l'aveva scagliata.
Scosto di poco un lembo di stoffa per controllare la situazione e scopro che Hux è incredibilmente a terra, ancora avvolto dagli ultimi residui di energia. Ma la mia esultanza ha una breve durata. Quella bestia assassina si rialza immediatamente più furiosa e aggressiva di prima.
Istintivamente stringo Ben ancora più forte e lo sento ricambiare il mio abbraccio. Non riesco a spiegarlo ma sento il bisogno di prendergli la mano, c'è uno strano impulso che mi guida e mi suggerisce cosa fare. Gli sfilo il guanto, ho la necessità di sentire il contatto con la sua pelle. Provo una sensazione nuova ed inaspettata, che mi lascia frastornata, è come una lieve scarica elettrica che scaturisce dai nostri rispettivi campi di Forza. Istintivamente ritraggo la mano, non è doloroso ma è strano, intenso. Non avrei mai creduto che tra noi potesse succedere una cosa del genere.
Lo sguardo che mi rivolge è molto chiaro, non abbiamo più bisogno di parlare, il legame che ci unisce ci permette di comunicare con la mente, di comprendere i nostri rispettivi intenti senza più bisogno di renderli espliciti. Il mantello non potrà proteggerci all'infinito, abbiamo poco tempo ed Hux ha bisogno di qualche istante per richiamare a sé un nuovo fulmine di Forza.
Ben cerca di sollevarsi ed io lo aiuto, lo sorreggo, per quanto mi è possibile, insieme fronteggiamo Hux che ha già caricato il prossimo fulmine tra le mani. Con tutte le forze che riesce a raccogliere, Ben gli lancia addosso il mantello che assorbe miracolosamente anche l'ennesima scarica ma viene disintegrato, ora non abbiamo più nulla per difenderci, siamo davvero soli contro il Male.
Dentro di me però c'è qualcosa che mi incita a reagire, a credere in noi, nella nostra unione. Mi giro verso Ben e sollevo la mano destra, lui fa lo stesso con la sinistra, due opposti, uguali e contrari, che si attraggono inspiegabilmente. Le avviciniamo, ma non abbiamo bisogno di toccarci, lasciamo semplicemente che la Forza fluisca da noi e si unisca nel mezzo.
Una potente scarica di energia si genera ed illumina tutto. Non riesco quasi a tenere gli occhi aperti ma non ne ho bisogno perché riesco a vedere lo stesso. Vedo il volto di Ben, e i suoi occhi illuminati da un bagliore sinistro.
L'oscurità che è in lui invade il mio cuore e la luce che è in me invade il suo. Non siamo più due entità separate, siamo una cosa sola. Finalmente completi, finalmente in perfetto equilibrio.
Sento la potenza crescere velocemente fino al punto da non riuscire più a contenerla, devo sfogarla prima che possa distruggermi o distruggere Ben.
Dal suo sguardo capisco che è il momento, insieme ci voltiamo verso Hux che ci guarda con gli occhi sgranati e increduli, la sua espressione viscida e compiaciuta muta inaspettatamente in una smorfia di terrore. Volgiamo entrambi i palmi delle mani contro di lui, e con le dita ad artiglio gli scagliamo contro tutta quella potente scarica di energia.
Un'onda infuocata investe tutto quello che abbiamo di fronte, un bagliore accecante illumina Ares come se fosse irradiato da una stella.
In quell'istante capisco che abbiamo compiuto la volontà della Forza, ciò per cui siamo stati creati, ed è una sensazione indescrivibile.


La luce si attenua, si spegne.
C'è calma, silenzio.
La penombra violacea torna ad avvolgere quel poco che è rimasto della foresta.
Sono ancora frastornata da quello che è successo. Sono stata sbalzata via di qualche metro, mi rialzo, percorro barcollante la desolazione che mi appare di fronte: un'immensa distesa nera di cenere. Alcuni arbusti scampati alla potenza della nostra scarica di Forza emergono solitari dal terreno e bruciano ancora. Mi avvicino a quello che sembra un corpo scuro accasciato a terra. Lo raggiungo col cuore in gola.
È
completamente carbonizzato, lo studio attentamente per esserne sicura e, con sollievo, comprendo che è Hux, o almeno, quel che ne resta di lui.
Non appena i miei piedi si avvicinano al suo corpo questo si disintegra in un mucchio di cenere.
Sospiro profondamente, dolorante, esausta ma soddisfatta. Nello stesso momento si dissolve anche la mia paura.
Non percepisco più nessuna presenza oscura
.
È finita per sempre.


Mi volto indietro colta da un pensiero atroce: che ne è di Ben?
Corro nella stessa direzione da dove sono venuta inciampando su una radice che esce dal terreno a tradimento, mi rialzo, ignorando il dolore che ogni parte del mio corpo mi urla impietosa e lo cerco disperatamente; se anche lui è stato sbalzato via dal contraccolpo non deve essere troppo lontano.
Lo individuo, è steso a terra e il mio cuore sussulta, ma devo prima constatare che sta bene, che è sopravvissuto. Lo raggiungo inginocchiandomi accanto a lui che giace immobile riverso su un fianco. Mi dà le spalle e non riesco a vedere il suo viso, artiglio la sua spalla e lo giro verso di me.
Lo analizzo con gli occhi sgranati e il cuore in gola.
È incosciente.
Il respiro è debole ma presente, le guance e la fronte sono state appena aggredite dagli acidi, sono solo piccole bruciature, niente di irreparabile. Quello che mi preoccupa è la ferita al fianco.

Ben, mi senti? Sono qui, sono Rey,” lo chiamo disperata, nella speranza che mi dia un debole segno di ripresa. “Apri gli occhi, ti prego.”
Il suo petto viene scosso da un violento colpo di tosse, si solleva di poco, si piega su un fianco ed espelle del sangue.
Poi alza gli occhi verso di me e mi guarda come se fosse sorpreso di vedermi. “Rey?” Sussurra debolmente, per poi crollare di nuovo svenuto.
Non posso concentrarmi sulle sue parole, non c'è tempo. Con l'ausilio della Forza lo sollevo e riesco a raggiungere in poco tempo il Falcon. Chewbe ci corre incontro appena ci avvista. Protestando animosamente prende Ben tra le sue braccia forti e lo porta dentro. Lo seguo stremata dallo sforzo, chiudendo il portellone dietro di me.
Sapere Ben al sicuro, dentro al Falcon, l'astronave che probabilmente odia più di ogni altra cosa, mi fa uno strano effetto.


Mentre ci allontaniamo veloci, rivolgo un ultimo sguardo ad Ares, lo vedo farsi sempre più piccolo dall'oblò del Falcon. Lo fisso fino a quando diventa un minuscolo puntino luminoso in mezzo a milioni di altri. Poi saltiamo nell'iperspazio.
Torno da Ben, la sua incoscienza mi preoccupa, Chewbe lo ha adagiato su una delle brande del dormitorio. Le sue condizioni sono critiche, la lama di un cavaliere gli ha perforato un polmone. Temo abbia un'emorragia interna.
Il suo viso è pallido, le labbra lievemente livide, respira a fatica. Dopo avergli ripulito il viso dal sangue gli attacco una maschera di ossigeno, ha bisogno di inspirare aria pura.
Cerco disperatamente un medikit ma posso fare ben poco, ha bisogno urgente di un medico, di qualcuno che sappia come intervenire.
Riesco a stabilizzarlo e poi crollo sulla branda difronte a lui, esausta.
Chiudo gli occhi solo per qualche minuto, ma mi sveglio di soprassalto. Sento la pelle del viso e delle spalle bruciare. Anche io ho la mascherina addosso, deve avermela messa Chewbacca. Osservo il dorso delle mie mani e le scopro ustionate, mi precipito in bagno tra le proteste del wookie che mi vorrebbe ancora distesa a riposare e, l'immagine che lo specchio riflette di me, mi lascia sconvolta.
Finalmente riesco a dare un senso alle parole di Ben, ci credo che stentasse a riconoscermi, anche sulle mie guance e sulla fronte sono comparsi i primi segni di corrosione degli acidi. Ho un aspetto orribile, sembro scampata ad un disastro nucleare.
Istintivamente scoppio a piangere, ed è un pianto disperato ma liberatorio.


* * *


Il racconto di quello che è accaduto su Ares lascia Finn e gli altri sconvolti.
L'esercito del Primo Ordine senza più un capo, senza una mente suprema che ne guidi le azioni, si sta disgregando.
In questo insperato momento di vantaggio è facile per la Resistenza trovare in gran parte della galassia validi alleati che reagiscano ad ogni insulso tentativo di attacco dei pochi rimasti fedeli ad Hux, disintegrandolo sul nascere.
È
l'alba di una nuova era, l'inizio di un lungo e difficile periodo di ricostruzione, sotto la guida saggia ed equilibrata della Nuova Repubblica.
Ma il mio entusiasmo si spegne miseramente quando mi rendo conto che nessuno è disposto ad aiutare Ben.
Per la Resistenza è un criminale, un genocida, e quello che è accaduto su Ares non è sufficiente per giustificare una sua redenzione e a sottrarlo ad una giusta punizione. Non mi permettono nemmeno di farlo scendere dal Falcon. Paradossalmente l'astronave che odia più di ogni altra cosa è diventata il suo unico rifugio ma anche la sua prigione.
Non lo hanno condannato a morte esplicitamente, ma rifiutando di curarlo, è come se lo avessero fatto. Non posso credere che i miei amici, le persone che consideravo la mia nuova famiglia e che credevo essere nel giusto, si potessero dimostrare così spietati e irremovibili. Persino Finn...
Le sue proteste risuonano disperate e drammatiche nella
mia mente. “Rey sii ragionevole e ascoltami! Tu sei accecata da quel poco di luce che credi di aver visto in lui. È pericoloso, è infido, è imprevedibile e infinitamente potente. Hai visto tu stessa di cosa è capace, cosa ha fatto ai suoi cavalieri, ad Hux. Spazzato via, ridotto in cenere come... come fosse fatto di carta.”
Lo abbiamo fatto insieme, è questo che ti ostini a non voler accettare!” gli faccio notare esasperata.
Finn scuote la testa accigliato. “Suo padre e sua madre sono morti a causa sua. E Luke? Non pensi a Luke? Ha sacrificato la sua vita per darci una possibilità... Quel mostro non merita compassione, non merita il perdono. Merita solo di morire.”
Sono parole dure le sue, ma dolorosamente vere: Ben ha commesso molti errori, ha troppe morti sulla coscienza, ma... tutto si è fermato perché lui ha voluto. Lui ha trovato la strada. Alla fine ha portato a compimento quello che si era prefissato: l'equilibrio è tornato a regnare sulla galassia, e lo abbiamo ristabilito insieme. Ora so che il mio desiderio di volerlo portare dalla mia parte era solo una mia stupida ed inutile ostinazione.
Per unirsi a me doveva rimanere se stesso.
Torno da Ben, stanca e affranta, l'unica cosa che posso fare è stargli vicino, sperare che sopravviva, che trovi dentro di sé la forza di reagire.


Lo sento sempre più debole, se ne sta andando. Non gli rimasto più nessuno che possa credere in lui. Ha solo me...
Posso solo fargli sentire la mia presenza e infondergli la consapevolezza che non è più solo, ma da lui non sento provenire più nulla... si è chiuso alla Forza, quindi non percepisce nemmeno me.
Gli stringo una mano, è fredda. Gli scosto qualche ciocca di capelli dalla fronte sudata. Il suo respiro è talmente debole che è quasi impercettibile, il suo petto si solleva appena.
Non posso credere che, dopo tutto quello che ha passato, debba finire così: spegnersi in silenzio, senza mai aver veramente vissuto...
Han, Leia e Luke hanno dato le loro vite affinché si salvasse, era il loro ultimo desiderio. Non posso credere che siano morti per niente. Nonostante il dolore di averlo perduto non hanno mai smesso di amarlo.
E lo amo anche io...
Anche se il mio è un amore
diverso.
Finalmente me ne rendo conto più che mai. Ma questa volta non me vergogno. Lo accetto come fosse la più dolce delle condanne.
Adesso che l'ho ritrovato non lo voglio perdere.
Non posso resistere un secondo di più a sperare che la morte ponga fine alle sue sofferenze, posso invece tentare di salvargli la vita...
Scosto la coperta leggera che lo copre e poso entrambe le mani sul fianco sopra la ferita accuratamente fasciata, lascio che la Forza fluisca da me verso di lui, non so quanto possa funzionare, ma è l'ultima speranza che mi rimane.
L'angusto e buio dormitorio del Millenium Falcon si illumina di una luce intensa, gli oggetti intorno a me iniziano a vibrare, ma non ho paura.
Osservo il viso di Ben diventare più sereno. I suoi lineamenti tesi lentamente si distendono, il respiro diventa regolare. Lo stato di incoscienza si trasforma in un sonno profondo, senza sogni. Un sonno ristoratore, forse il primo della sua vita.
Quando riapre gli occhi e il mio cuore si riapre alla speranza. Ma mi guarda come se non mi avesse mai visto prima.
La sua mente è una barriera impenetrabile. Posso solo abbracciarlo e stringerlo forte, per fargli capire che non è da solo.
Su Ares ne avevo avuto il sospetto, ma ora ne ho la conferma. Lo sforzo richiesto dalla Forza e le sue precarie condizioni, nel momento in cui ci siamo uniti per creare l'onda infuocata che ha disintegrato Hux, hanno cancellato tutti i suoi ricordi e, con essi, la consapevolezza di ciò che è realmente.
Col cuore in gola mi precipito da Finn, e lo affronto con una brutalità che non credevo mi appartenesse. “Volete davvero condannare a morte qualcuno che non è consapevole dei suoi crimini? Che non capirebbe il senso di una simile punizione?”

Magari sta mentendo per evitare di pagare per quello che ha fatto.”
Con me non può mentire, siamo connessi da un legame che esula dalla nostra volontà. Se fosse una messinscena lo avrei percepito.” lo sguardo che mi restituisce non è rassicurante. “Finn, sii comprensivo. Noi non siamo come il Primo Ordine. Non siamo assassini. Non posso credere che tu, Rose e gli altri vogliate la sua morte, solo per soddisfare un desiderio di vendetta. Chi ci ha lasciato non tornerà indietro... la sua morte non sarà di aiuto a nessuno.”
Finn mi rivolge uno sguardo carico di compassione. Sospira, esita. Comprendo il suo sforzo a volersi mettere nei miei panni. Ma le sue perplessità sono più che legittime.

E se un giorno dovesse ricordare? Ricomincerà tutto daccapo? Cosa farai allora, Rey?” Le sue parole mi colpiscono nel profondo e mi provocano una puntura all'altezza del cuore, ma comprendo anche la grossa responsabilità che pesa sulle sue spalle da quando Leia ci ha lasciati.
Lo fisso intensamente in modo che non abbia nessun dubbio sulle mie intenzioni. “Io non lo permetterò. Veglierò su di lui, è una promessa.” Dalla risolutezza del mio sguardo Finn capisce che sono disposta a tutto.

Perché Rey? Cosa speri di ottenere da lui?” mi chiede, scuotendo la testa e la sua espressione è indecifrabile: un misto di inquietudine, preoccupazione e rassegnazione. Ma lui più di tutti dovrebbe capirmi.


Non dobbiamo combattere chi odiamo ma proteggere chi amiamo.


Le parole che gli aveva sussurrato Rose e che mi aveva confidato in uno dei tanti momenti di sconforto, non può averle dimenticate. Nel mio caso poi... non potrebbero avere più valore.
Ti fidi di me?” gli sussurro catturando i suoi occhi neri. “Voglio portarlo via da qui. Lontano. In un luogo dove potrà ritrovare se stesso. E io possa aiutarlo.” gli spiego risoluta e lui annuisce a malincuore.
Spero che tu sappia quello che fai,” sono le sue ultime parole prima di lasciarci andare. Poi mi stringe a sé con le sue braccia forti, e quell'abbraccio ha l'amaro sapore di un un addio.




Continua...

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Capitolo 4
*** Parte quarta ***


Parte Quarte

Parte Quarta



Il corpo di Finn lentamente svanisce, si dissolve tra le mie braccia...
Resto sola a stringere me stessa.


Apro gli occhi e una sensazione diversa invade i miei sensi ed è dolcemente familiare. Mi sento più leggera e sollevata. Non provo più quel fastidioso senso di vertigine ma sono stabile sulle mie gambe e di nuovo padrona del mio corpo. L'ambiente che mi circonda mi restituisce un'immagine concreta e reale.
La spirale degli eventi del passato, nel quale ero rimasta imprigionata, si è finalmente dissolta lasciandomi libera. Sono di nuovo a
casa, al sicuro su Arl-Hach.
Deve essere accaduto tutto in pochi minuti, anche se il tempo mi è parso scorrere molto più lentamente. N
on mi trovo più sul vialetto di pietre ma sono giunta fin sulla collina poco distante da casa. Devo aver camminato in modo inconscio.
I due soli di
Arl-Hach calano veloci incendiando il cielo all'orizzonte. È incredibile come il tramonto sia così simile a quello dell'isola di Ahch-To. Una leggera brezza scuote appena le fronde degli alberi secolari e rinfresca l'aria della sera, mi scompiglia impertinente i capelli sciolti, carezzandomi il viso.
Il contrasto con la violenza di quello ho appena vissuto mi ha annichilito. Ho bisogno di espandere di nuovo i miei sensi. Respiro profondamente lasciandomi cullare da questa sensazione familiare, così rassicurante. La stessa pace vorrei poterla percepire nel mio cuore.
Un pensiero doloroso invece comincia a farsi strada nella mia mente ed è come una ferita aperta che ricomincia a sanguinare. Perché ho rivissuto quella parte della mia vita in modo così reale ed intenso? Non è stato come le visioni che mi coglievano di sorpresa in passato, lasciandomi con mille interrogativi.
È stato molto più violento e concreto, qualcosa a cui non sono riuscita a ribellarmi. Come se la Forza stessa volesse impedirmi di andare oltre e tenermi ancorata al passato per mostrarmi ancora qualcosa.
Non posso guardare al futuro, non è ancora il momento. C'è una cosa che è rimasta irrisolta e che, mio malgrado, devo affrontare. Continuare ad ignorarla o fuggirla, non mi sarà di nessun aiuto.

Rey!”

La voce di Ben mi sorprende alle spalle e vengo colta da un sussulto. Mi volto e me lo ritrovo davanti a poca distanza. La sua immagine, illuminata dagli ultimi raggi dorati, mi coglie impreparata e quasi mi spaventa. La sfumatura calda che gli dona il tramonto lo fa apparire quasi come un essere ultraterreno mentre la leggera brezza gli scompiglia impertinente i capelli neri. Metto a fuoco il suo viso e mi accorgo che mi sta guardando con un'espressione stravolta e il fiato spezzato dalla corsa fatta per raggiungermi. Lo fisso, incerta su come comportarmi.
Perché sei venuto fin qui?” rompo il silenzio con diffidenza.
Mi hai chiamato,” risponde schietto, mentre il suo petto si solleva più lentamente e il respiro diventa più regolare. Continua a guardarmi senza parlare aumentando il mio disagio.
Non ti ho chiamato,” gli faccio notare, assottigliando lo sguardo e corrugando la fronte. Ricordo bene di aver solo desiderato di chiedergli aiuto.
Mi afferra per le braccia e mi strattona leggermente. “Mi hai chiamato, ti dico. L' ho sentito chiaramente,” quasi mi aggredisce e il mio sangue si gela, non riesco a nascondere la sorpresa e l'inquietudine che quelle parole mi suscitano dentro. Un'atroce consapevolezza si insinua prepotente nella mia mente.

Cos'altro hai sentito... o visto?” chiedo incerta, mentre il fiato mi si spezza in gola, rendendomi conto di essermi addentrata in un terreno insidioso.
Tutto quanto,” mi confida, mordendosi il labbro inferiore, inspirando nervosamente allargando appena le narici.
Resto impietrita.
Molte volte ho immaginato come sarebbe stato questo momento, come avrei dovuto affrontarlo e reagire, ma in questo istante mi scopro totalmente impreparata e vulnerabile.
Ben distoglie finalmente gli occhi da me per fissare un punto indefinito, donandomi un lieve senso di sollievo. Mentalmente gliene sono grata, non avrei potuto sopportare ancora per molto il peso del suo sguardo.

È questo che è successo, dunque,” riprende in tono duro, incapace di nascondere il senso di amarezza.
Chiudo gli occhi e chino la testa per evitare di trasmettergli il mio disagio.
È ridicolo, lo so, e forse anche infantile da parte mia. Ma mi ero talmente affezionata alla nostra vita equilibrata, tranquilla e soprattutto anonima da desiderare, con tutte le mie forze, che le cose non cambiassero mai. Sono consapevole di aver commesso un grosso errore a tenerlo volutamente all'oscuro di quello che è accaduto. Ed ora me ne vergogno immensamente.
Dentro di me ho sempre saputo che il paradiso ideale in cui mi sono rifugiata con lui, non sarebbe potuto durare a lungo; Ben avrebbe dovuto affrontare i suoi demoni interiori, prima o poi, e io avrei dovuto affrontare l'essenza oscura di se stesso: Kylo Ren.
Ma è stato bello vivere un'esistenza normale, assaporare, anche solo per poco, la sensazione di avere qualcuno accanto che è riuscito a farti dimenticare la solitudine. Costruire una casa, pietra dopo pietra, partendo da un rudere abbandonato vicino ad un ruscello rumoroso, fare l'amore sotto le stelle, con la sola compagnia del crepitio di un fuoco acceso, addormentarsi tra le braccia di qualcuno che ti infonde protezione, senza più soffrire i morsi della fame. Il tempo trascorso su Arl-Hach mi ha dimostrato che Ben Solo non è morto, ma è più vivo che mai.

Hai ricordato tutto?” La mia è una constatazione più che una domanda.
L'ho visto nella tua mente. Me l'hai mostrato tu.” Lo sguardo di Ben torna su di me in modo crudele e mi accorgo con angoscia che ha gli occhi lucidi e arrossati. Nonostante tutto riesce a trattenere le lacrime, ma lo stesso non si può dire per me.
A questo punto è inutile continuare a reprimere la mia capacità di sondare i suoi pensieri e mi riapro totalmente alla Forza. Percepisco un turbine di sentimenti contrastanti che lo stanno dilaniando e la sua intensità mi colpisce violenta come uno schiaffo, lasciandomi stordita.

Io non ho fatto niente,” reagisco d'impulso, “è stato qualcosa indipendente dalla mia volontà,” tento di giustificarmi ma un terribile sospetto si insinua impietoso nella mia mente. “Sei stato tu,” lo accuso incauta, “tu hai scatenato tutto questo. Da quanto tempo stai cercando di entrare nella mia testa?” La mia reazione è eccessiva e fin troppo animata, ma Ben accoglie le mie accuse con un'espressione risoluta e imperturbabile.
No. Il richiamo proveniva da te,” taglia corto deciso, con una crudezza che non manifestava da molto tempo, e nella mia mente ormai regna la confusione più assoluta.
Cosa mi sta succedendo?
Cosa
ci sta succedendo?
Perché mi hai portato qui, nel luogo più insignificante e sperduto dell'Orlo Esterno? Che cosa volevi fare Rey? Qual era il tuo piano?” mi accusa, senza lasciarmi il tempo di reagire o difendermi. “Mi hai nascosto volutamente il passato per tenermi lontano dai tuoi amici? Cosa credevi che sarebbe successo? Di cosa avevi paura?” Insiste con i suoi assurdi deliri mentali e a me inizia a mancare il terreno sotto i piedi. Mi sento debole, mi gira la testa, ma cerco tenacemente di non perdere il controllo di me.
Non l'ho fatto per loro. Ti ho portato qui per salvarti la vita!” Istintivamente lo urlo, perché solo aggredendolo brutalmente ho qualche speranza di sopraffarlo ed interrompere le sue accuse.
E cosa avresti dovuto fare se avessi recuperato la memoria? Se fossi diventato pericoloso per la tua tanto amata Resistenza?” continua crudele, “quali erano i tuoi ordini Rey?”
Sospiro sconfortata, sostenendo a stento il suo sguardo di fuoco. Lo detesto profondamente quando trae conclusioni affrettate senza riflettere o temere di ferire.
Non ha perso quella sua maledetta abitudine di inveire senza curarsi minimamente delle conseguenze. Scuoto la testa delusa e mi lascio andare ad uno sfogo disperato.
Non posso credere che, dopo tutto quello che c'è stato tra noi, dopo tutto quello che abbiamo condiviso, tu mi ritenga capace di colpirti alle spalle...” La mia indignazione fa effetto e lo vedo indietreggiare e calmarsi. Ma temo sia solo una calma apparente. Ha capito di aver esagerato e lo sento meno ostile.
Percepisco chiaramente il conflitto che è in lui. Ora mi guarda con un'espressione smarrita e l'inquietudine si impossessa dei miei sensi. So che mi sto muovendo su un campo minato, ma non posso impedire che tutti i sentimenti contrastanti che sta provando lo travolgano come un'onda impetuosa.

Lui abbassa lo sguardo e sembra riflettere tra sé, poi scuote la testa nervoso e torna a fissarmi. “Hai avuto pietà di me? Per questo hai inscenato tutta questa commedia?”
Insiste col filone dei discorsi distruttivi e a me inizia a crescere il desiderio di prenderlo a sberle, però mi trattengo.

Non voglio la tua pietà, Rey,” mi rinfaccia in tono tagliente, scuotendo lentamente la testa. Ora ha davvero superato ogni limite.
Fisso il suo viso sconvolta, ma il suo sguardo è tristemente serio, ha le labbra tremanti, il respiro nervoso. Mi sembra di avere di nuovo davanti il ragazzino arrabbiato contro l'universo, che si sente tradito da tutti. I passi fatti in avanti, nel nostro rapporto mi appaiono irrimediabilmente persi. Non posso credere che dubiti ancora dei sentimenti che provo per lui, che non si fidi di me e mi ritenga capace di eliminarlo a sangue freddo. Non me lo merito.

La pietà non c'entra, Ben,” lo aggredisco tutt'altro che dolcemente, “idiota maledetto...” sibilo tra i denti. “Tu sai perché l'ho fatto. Se adesso puoi leggere dentro di me, sai che non ti sto mentendo. Tu mi hai salvata... ed io ho salvato te.”
Mi avvicino a lui e gli poso entrambi i palmi sul petto ampio, lievemente ansimante per l'enfasi del momento. “
Siamo solo noi... Ricordi? Abbiamo costruito qualcosa qui, qualcosa di importante. Questo non ha nessun valore per te?” Lascio scivolare le mani lungo le clavicole, le spalle possenti, fino ad unirle dietro il collo. Istintivamente lo stringo e lui si china leggermente per lasciarsi abbracciare, ma lo sento ancora distante.
Spero che abbia la forza e il coraggio di aprirsi e che non si chiuda in se stesso come faceva un tempo, quando troncava brutalmente le nostre connessioni, tornando ad essere un enigma, impedendomi di comprenderlo.
In modo molto brusco però lui solleva entrambe le mani e mi afferra i polsi sciogliendosi dal mio abbraccio, continuando a tenermi stretta fin quasi a farmi male. So che non lo sta facendo con l'intenzione di provocarmi dolore, ma riesce comunque a mettermi a disagio.

Sento qualcosa anch'io... È una sensazione. Ed è da un po' che succede,” cautamente si apre.
Una sensazione?” chiedo col cuore in gola. È forse la stessa che sta tormentando anche me? “La sento anche io,” mi affretto a confessargli.
Scuote la testa come se volesse negare quello che gli ho appena confidato. Stringe più forte e non gli sfugge la mia impercettibile smorfia di dolore.
No. La sento dentro di te...”
Il mio cuore manca un battito mentre gli sento pronunciare quelle parole, non capisco cosa voglia dire. Cosa percepisce esattamente? E perché ne è così turbato?

Cosa ti sta succedendo Rey?” mi fredda lasciando finalmente la presa dolorosa sui miei polsi, con un'espressione indecifrabile.
Abbasso la testa sconfitta fissando i miei piedi con gli occhi sgranati, senza vederli realmente, incapace di dargli una risposta. Credevo che il problema fosse lui, e che qualcosa di pericoloso si stesse muovendo nell'ombra tentando di portarmelo via di nuovo. Non posso credere che sia stata io stessa a costringerlo a ricordare tutto quello che ha passato. Non lo avrei mai fatto intenzionalmente, o peggio razionalmente.
Di fronte alla mia incapacità di comprenderlo, si allontana, visibilmente alterato, senza più dire una parola. Ed io non posso fare altro che osservarlo mentre scende risoluto lungo la collina, lasciandomi sola con la mia insicurezza, con i miei sensi di colpa e con la consapevolezza di essere impotente.


Ormai è completamente buio. L'oscurità che mi ha colta e mi circonda, è un'amara metafora di quello che sta succedendo tra noi. Adesso ho ancora più freddo.
Sollevo lo sguardo e scopro il cielo stranamente sereno, un manto di velluto nero e denso, trapuntato di stelle luminose. Sospiro. Il vuoto che sento dentro di me è pari alla vastità del cosmo.
Lentamente riprendo la strada verso casa, cercando di trovare una spiegazione a quello che è appena successo e dare un senso alla reazione di Ben. Ritrovare se stesso e i suoi ricordi in modo così brutale deve avergli riaperto ferite insanabili e provocato un dolore inimmaginabile. Eppure io sento che c'è qualcos'altro che mi sfugge e che non sono ancora riuscita ad identificare. Qualcosa che cerca di insinuarsi tra noi.
Riordino i pensieri per cercare di fare chiarezza nella mia mente. Entrambi abbiamo percepito qualcosa che ha scatenato in me il flusso di ricordi che mi ha risucchiata, ma nello stesso tempo ha chiamato anche lui permettendogli di condividere con me quell'esperienza.
Io credevo che fosse stato il suo desiderio di avere delle risposte a provocare questa sottile variazione nella Forza... Ma lui mi ha fatto capire in modo molto chiaro che l'ha percepita dentro di me. Forse, è davvero così.

Qualcosa, nel profondo... mi chiama. Ora lo sento chiaramente.
Mi fermo. Chiudo gli occhi ed inspiro lentamente. L'unico modo per capire di cosa si tratta è guardare dentro di me, concentrarmi sulle mie sensazioni e ascoltare quello che la Forza sta cercando di dirmi in modo così insistente.
Espiro e mi metto in ascolto... e finalmente la sento. Quella sensazione torna a farsi viva, ma stavolta non è più indefinita o incerta, è più esplicita. Lentamente prende forma nella mia mente, si materializza nei miei pensieri.
Finalmente capisco. La vedo...
Apro gli occhi di scatto e sorrido, anzi, rido di me stessa.
Avrei dovuto capirlo da altri segnali, forse anche più evidenti. Ma la verità è che ero troppo preoccupata che quell'impulso potesse provenire da Ben per ascoltare il mio corpo e dare ascolto gli indizi che mi stava mandando. Inoltre, stupidamente, credevo che non sarebbe mai potuto succedere. Non ad una come me.
Un brivido strano mi scuote e non è solo a causa dell'aria frizzante della notte. Mi stringo nelle spalle ma non riesco a scaldarmi. È questa nuova consapevolezza, che scombussola i miei sensi e mi lascia frastornata, pervasa da sentimenti totalmente contrastanti ma così intensi: gioia e paura, anzi... terrore, preoccupazione ma anche... sì, speranza.
Incredibilmente l'equilibrio domina anche le mie emozioni.
Nello stesso tempo però ho il timore di come Ben possa reagire, se perfino per me è stato difficile da realizzare, non oso immaginare l'effetto che farà su di lui.
Eppure deve sapere, prima che lo percepisca da solo e mi accusi ancora di avergli nascosto qualcosa.
Riprendo la strada pervasa da un'energia nuova e dalla necessità impellente di condividerla con lui. Ma giunta sul viale di pietra scopro che dentro casa domina il buio, il condensatore non è stato riparato e la poca energia che avevamo accumulato si è esaurita del tutto. Entro e lo cerco con angoscia, ma trovo solo BB – 8 che si è auto disinserito per trascorrere la notte.
Dove può essersi cacciato? Lo percepisco molto vicino.
Esco e mi precipito nella parte posteriore, attraverso il ponte sul piccolo ruscello e corro fino a quando non mi appare l'inconfondibile sagoma metallica dalla forma ormai molto familiare.
Il portellone del Falcon è aperto, le mie sensazioni non mi hanno tradita.
Lo sorprendo all'interno dell'astronave di suo padre come un'anima in pena armato di una grossa chiave idraulica. Nella flebile luce rossastra dell'illuminazione di emergenza il suo aspetto mi appare ancora più inquietante.

Cosa vuoi fare?” gli chiedo nervosa e lui ovviamente mi ignora. Frustrata gli sbarro la strada costringendolo a darmi retta.
Riattivare l'energia ausiliaria di questo catorcio. Mi pare ovvio,” me lo sputa in faccia come fosse veleno.
Con quell'enorme chiave idraulica?” mi viene spontaneo canzonarlo alzando un sopracciglio e incrociando le braccia al petto.
Hai anche la presunzione di conoscere questo rottame meglio di me?” Protesta mostrandomi la schiena, solleva uno dei pannelli del pavimento e si cala giù per il cunicolo ancora più buio. Lo sento battere nervosamente su qualcosa di metallico e quasi temo che possa demolire la nave. Inaspettatamente però le luci si attivano e finalmente non stiamo più al buio. Sospiro passandomi una mano sulla fronte sudaticcia ma sono tesa come una corda di violino.
La testa di Ben riemerge dal pozzo con un cipiglio nervoso ma soddisfatto che è tutto un programma, si sporge di poco e getta la chiave verso un contenitore mezzo sgangherato. Per un istante temo che me la voglia lanciare addosso, per il modo assurdo con il quale sfiora la mia gamba senza colpirla.
Si solleva dal cunicolo e si dirige furioso alla cabina di comando riattivando anche tutti gli altri supporti vitali. Lo seguo spazientita, bloccandogli nuovamente l'uscita.

Hai intenzione di andartene?” sondo il territorio con la voce leggermente incrinata dall'ansia e dall'esasperazione.

E anche se fosse? Vuoi provare a fermarmi?” ringhia rabbioso e io corrugo la fronte senza capire dove vuole arrivare esattamente.
E dove saresti diretto? Su Mustafar magari? È l'unico posto dove non rischieresti la pelle. Se avevi intenzione di calcare le orme di tuo nonno ci sei riuscito benissimo. In tutta la galassia sei odiato almeno quanto lui.” Mi pento subito di averlo messo davanti alla realtà in modo così spietato, ma è l'unico modo di impedirgli di compiere una sciocchezza. Lo sguardo sdegnato con il quale accoglie la mia provocazione mi procura una puntura all'altezza del cuore.
Che ne sai tu di Mustafar?” sibila torvo e io gli sorrido a denti stretti.
Ne so abbastanza dall'ultima volta che la Forza ci ha connessi, prima che mi chiudessi ogni possibile contatto. Pezzo di idiota.”
Mi riserva un ghigno nervoso. “Provi un qualche tipo di piacere fisico ad insultarmi? E comunque non sono l'unico a cui piace sbattere le porte in faccia.” Questa volta è lui a provocare sibilando tra i denti e a spingermi via per forzare la sua fuga dalla cabina.

Quella porta in faccia te la sei ampiamente meritata!” gli ricordo ma lui mi ignora bellamente.
Gli corro dietro e gli urlo contro minacciosa. “Ben! Fermati, dobbiamo parlare!”
Lo raggiungo e lo trovo in piedi ansimante, al centro del dormitorio. Mi avvicino anche se continua a voltarmi le spalle, cerco di calmarmi inspirando profondamente. Come posso sperare di farlo ragionare se io stessa sono fuori di me?
Lentamente gli poso una mano sul braccio e la stringo nella speranza che percepisca il desiderio di volermi riavvicinare e chiarire.

Ben,” sussurro cauta, “mi dispiace immensamente. Ho sbagliato a nasconderti quello che è successo, e chi sei veramente. Me ne vergogno. Ma l'ho fatto solo per proteggerti, per darti il tempo di riprenderti dopo lo scontro mortale con Hux. Non so come spiegarlo, ma è come se il tuo cervello avesse avuto bisogno di resettarsi e ripartire da zero. E poi... poi non ho avuto il coraggio di sconvolgerti, pensavo di non averne il diritto. Sono stata molto egoista, me ne rendo conto...”
Lui non si volta e nemmeno risponde, lo sento chiudersi ancora di più e ne sono turbata.

Ascoltami,” insisto addolcendo il tono, “c'è una cosa che devo dirti, ed è importante. È qualcosa che ha a che fare con quello che ci è successo. Forse ho capito perché la Forza ha voluto che ricordassi tutto proprio adesso...”
Smettila! Lasciami in pace!”
Gli sento urlare quelle parole mentre vengo scaraventata con violenza contro la parete metallica della cabina. Non mi ha nemmeno sfiorata, ha usato la Forza.
Il colpo mi spezza il respiro, poi cala il buio di nuovo.



Continua...

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Capitolo 5
*** Parte quinta ***


Parte 5

Parte Quinta



Sollevo le palpebre e una flebile lama di luce mi ferisce gli occhi. Ho la testa indolenzita, tento di massaggiarmi la spalla che non è messa meglio. Mi sento uno straccio. Mi sfugge qualche colpo di tosse, mentre mi rendo conto di essere sdraiata su una delle brande del Falcon e finalmente ricordo quello che è successo. Ben deve avermici adagiata dopo avermi spiccicato dalla parete contro la quale mi ha sbattuta usando la Forza.
Avrei dovuto immaginare che avrebbe reagito in modo violento a qualsiasi tentativo di avvicinamento, ma non lo ha fatto intenzionalmente. Non ho percepito il desiderio di farmi del male nei suoi intenti.
Sollevo di poco la testa e cerco di capire se si trova nei paraggi. Lo scorgo poco lontano, seduto sul pavimento freddo, con la testa nascosta tra le gambe, le mani tra i capelli, perso in chissà quali elucubrazioni mentali e sensi di colpa.

Sei uno stronzo...” riesco a malapena a mormorare, “ecco, quello che sei.”
Credevo che avessi smesso di godere nell'insultarmi,” reagisce indignato, senza sollevare lo sguardo nella mia direzione.
Cosa fai lì a terra come un disperato? Vieni qui,” lo esorto, sollevandomi sui gomiti, battendo con il palmo della mano il materasso per invitarlo a sedersi accanto a me.
Mi ignora. Devo insistere ancora un po' per costringerlo a muoversi.
Si alza svogliatamente e si avvicina titubante, come se avesse paura di farmi male con la sua sola presenza. Poi finalmente si siede, dandomi il fianco, evitando accuratamente il mio sguardo. Nasconde la testa tra le mani e si lascia sfuggire qualcosa. “Mi dispiace... Non volevo farti del male, ho solo... desiderato che smettessi di parlare e che mi lasciassi in pace...”
Con la mano gli accarezzo la coscia attraverso la stoffa ruvida dei pantaloni, nella speranza che comprenda che non ce l'ho con lui. “Lo so.
È da molto che non usi la Forza, è normale che tu non ne abbia il controllo.”
Inaspettatamente lo sento più calmo e ragionevole e mi scopro più tranquilla anch'io. Nonostante il bernoccolo in testa, sono sicura che non abbia fatto danni più seri. Ma mi rendo conto che, come quando eravamo nemici, non posso permettermi di abbassare la guardia con lui, neanche per un momento.
Mi sollevo a sedere sulla branda incrociando le gambe e le mani abbandonate in grembo, facendomi più vicina, ma evitando di toccarlo.

Adesso sei disposto ad ascoltare quello che ho da dirti?” Il mio tono è dolce e tranquillo, perché sono sicura che non otterrò nulla se mi mostrerò ostile o peggio, vendicativa.
Annuisce, evitando ancora i miei occhi e questo mi infastidisce, ma mi rendo conto che devo procedere un passo alla volta.

Ho capito da dove proviene la
sensazione strana che abbiamo percepito entrambi e quello che ne è venuto di conseguenza,” istintivamente mi viene da sorridere, ma mi trattengo, “se ritrovare la tua vera identità e ricordare tutto quello che è successo ti ha sconvolto così tanto... preparati, perché le rivelazioni scioccanti non sono ancora finite.”
Finalmente riesco ad attirare la sua attenzione, solleva la testa e si volta verso di me con un'evidente espressione interrogativa stampata in viso. Mi viene spontaneo prendergli una mano e stringergliela appena. Una lieve scarica elettrica mi solletica le dita, per lui è lo stesso e sospiro felice nel constatare che, nonostante tutto, certe cose non sono cambiate.

Quella leggera vibrazione nella Forza non proviene da me. E nemmeno da te...” aggiungo cauta.
Mi fissa con più intensità, assottigliando lo sguardo e aguzzando i sensi e, nei suoi occhi leggo chiaramente la paura dell'ignoto. Prima di sganciare la bomba mi auguro ardentemente che quello che sto per dire non sancisca la fine di tutto, ma che sia solo l'inizio di una nuova dimensione del nostro rapporto.

Proviene da nostro figlio.” Finalmente riesco a dirlo e mi sento sollevata. Adesso, qualunque cosa succeda, sono in pace con me stessa.
Nostro figlio?” Ripete, sgranando gli occhi, sollevando le sopracciglia in una meravigliosa manifestazione di stupore.
Nostro figlio,” confermo, sorridendo sincera. Mi fermo ad osservare la sua reazione con curiosità ma anche apprensione. I suoi lineamenti tesi sembrano sciogliersi e la sua espressione nervosa si fa più dolce. Istintivamente mi stringe la mano più forte.
Perdonami... ” sussurra con la sua voce profonda e calda ma non mi sfugge nel suo tono una leggera nota di dolore. “Sono un idiota.” Confessa lievemente in imbarazzo, sento che vorrebbe avvicinarsi ma si trattiene.
Per una volta hai detto una cosa sensata,” mi viene spontaneo reagire.
Non dovevamo essere
solo noi due?” Scherza con un'adorabile impertinenza che mi strappa una breve risata.
Beh... dobbiamo solo
espandere il concetto, ampliarlo leggermente,” spiego mimando il gesto con le mani. Inspiro profondamente per racimolare ancora un po' del coraggio che mi serve per provocarlo ulteriormente. “Lo so che questo non era esattamente nei nostri programmi a breve termine. Ma è successo. Perciò se avevi intenzione di svignartela e piantarmi in asso, caro il mio Ben Solo, adesso non potrai più evitare di assumerti le tue responsabilità. Non te lo permetterò.”
Il mio tono è ironico, ma quello che voglio fargli capire, non può essere più serio. Dal modo in cui accoglie le mie parole comprendo che ho colpito nel segno.

Non avevo intenzione di squagliarmela, né prima... e nemmeno adesso,” reagisce un po' risentito e la tenerezza che scatena dentro di me la sua espressione imbronciata e ancora leggermente stravolta, non ha confini. “Il condensatore era completamente morto, volevo solo evitare di passare la notte al buio, al freddo e con lo stomaco vuoto...” mi confida imbarazzato. “Perché hai pensato che volessi lasciarti?” Questa volta il suo tono è più duro, ma riesce lo stesso a disintegrare in me ogni più piccola briciola di risentimento nei suoi confronti.
Dal modo molto elegante con cui mi hai scaricata sulla collina, per esempio?” Lo provoco leggermente, ma in realtà il mio timore è che volesse riprendere la sua antica missione da dove l'aveva interrotta. Però mi rendo conto che se non riuscirò a dargli un minimo di fiducia, tutto quello che è stato compiuto per salvarlo sarà stato vano.
Ascoltami bene. Ti ho portato qui, perché era l'unico modo per tenerti al sicuro. Volevano che ti lasciassi morire... Hanno cercato di convincermi che fosse la cosa migliore. Ma io non potevo accettarlo. Così, ho fatto qualcosa di cui non avrei mai immaginato di essere capace. Ti ho curato la ferita con l'aiuto della Forza, non so nemmeno io come sia stato possibile, ho solo seguito l'istinto. Ma ha funzionato.
Quando hai ripreso conoscenza non ricordavi niente, né chi eri e nemmeno quello che è successo da quando tutto ha avuto inizio.
È stato allora che, nella mia incauta presunzione, ho sperato di poter risvegliare il Ben Solo che era stato schiacciato da Kylo Ren. Ho creduto di potergli dare un'esistenza serena e dignitosa, dopo tutto quello che ha dovuto sopportare, qui al sicuro e lontano da tutto il resto della galassia. Ma adesso... mi rendo conto, di aver agito in modo molto egoista.”
La mia animata confessione viene accolta freddamente.

Avresti dovuto dare ascolto ai tuoi amici. E lasciarmi morire... sarebbe stato meglio per me e per tutti,” mi comunica tagliente. Sgrano gli occhi incredula di quello che ho appena sentito.
Perché?” Ho solo la forza di sussurrare mentre sento le lacrime pungermi gli occhi.
Io non sono una brava persona, Rey. Non sono quello che credi. Tu volevi salvare Ben Solo, quello che speravi di trovare sepolto dentro Kylo Ren, ma ti sei innamorata di una tua illusione, non di quello che sono realmente.”
Oh!
È questo quello che pensi? Mi dispiace demolire drasticamente la tua tesi, ma ti amavo già dai tempi in cui tutti ti consideravano una causa persa,” sospiro esasperata, “credevo che avessi superato la fase del tutti mi odiano invece, a quanto pare, continui a crederci e soprattutto... ad avere paura,” lo provoco volutamente. A costo di passare tutta la notte svegli a sviscerare il problema voglio che finalmente si apra. Voglio che non ci siano più nubi ad oscurare il cielo. Voglio fare chiarezza nelle nostre vite, una volta per tutte.
Certo che ho paura,” ringhia mostrandomi i denti, mentre nei suoi occhi compare quella scintilla di rabbia che ha da sempre animato il suo sguardo, “la mia vita è stata scandita costantemente dalla paura. Avevo paura di deludere i miei genitori, che mi considerassero un mostro, avevo paura di non essere degno dell'ammirazione di Sonke, di non essere in grado di assolvere degnamente ai miei compiti, di non diventare mai forte quanto Vader...” mi vomita addosso ansimando e io capisco che questo è solo una piccola parte di qualcosa di più terribile, doloroso e angosciante. “Ho creduto che solo incutendo terrore, facendomi odiare, non avrei più avuto bisogno di farmi accettare da nessuno. La paura sa essere un efficace mezzo di persuasione...” finalmente si apre e io non posso fare a meno di deglutire con angoscia.
E adesso, di cosa hai paura ancora, Ben?”
Sospira ed esita, prima di parlare. “Non lo so. Forse di rovinare tutto, di non meritare il tuo amore, e farti... farvi del male, adesso che c'è anche
lui...” Lo dice rivolgendo un fugace sguardo al mio ventre e mi coglie un sussulto, come se i suoi occhi fossero davvero riusciti a toccarmi. La sua confessione invece mi lascia senza fiato.
Stai bene?” Mormora piano, con aria preoccupata, probabilmente temendo le conseguenze della botta che ho preso.
Sto bene,” confermo, sorridendogli appena. “Vuoi sentirlo?” gli chiedo prendendo la sua mano grande dalle dita affusolate e perfette, posandola sul mio ventre. “Chiudi gli occhi e ascolta... puoi percepire la sua energia, anche se è ancora così piccolo, è chiara e potente,” gli spiego mentre faccio lo stesso.
In questo istante così intimo tra noi, con la mia mano sulla sua, riesco a cogliere in modo ancora più vivido l'amore che ci lega a questa nuova vita. Ed è come se il legame si fosse ampliato, espanso, ed ora racchiudesse anche lui. E non poteva essere altrimenti visto che è frutto dell'unione di noi due. Anche se è ancora troppo piccolo per avere una vera e propria consapevolezza, l'impercettibile variazione nella Forza che ci restituisce, ci dà la prova che ci percepisce e si sente amato a sua volta.

Lo sento...” mi confida e questa volta colgo chiaramente una punta di emozione nella sua voce. Riapre gli occhi ma evita il mio sguardo. “Non credo di meritare tanto.”
Ritrae la mano in modo brusco e inaspettato e tutta la magia del momento va in frantumi.
La sua abilità di rovinare i momenti più intensi tra noi rasenta l'opera d'arte.
Ben Solo sei un idiota!” L'imprecazione mi esce spontanea e non posso fare a meno di esternarla.
Non riesci proprio a trattenerti eh?” Reagisce offeso.
Perché mai non dovresti meritare di essere felice? Hai scontato le tue colpe, hai rischiato la vita per salvarmi e fermare quell'essere immondo, sei stato sul punto di morire... Non credi di aver sofferto e pagato abbastanza?”
Rey, per un dannato momento cerca di essere razionale!” Si rivolta verso di me rabbioso, istintivamente indietreggio e ne ho quasi paura. “Io ho ucciso mio padre.” Lo scandisce per bene, come se volesse urlarlo a se stesso prima che a me, “con che coraggio potrò guardare negli occhi mio figlio? Che razza di esempio potrei mai essere per lui? Non c'è redenzione per quelli come me.” I suoi occhi sono due pozze nere di disperazione. Il dolore con il quale gli sento pronunciare quelle parole ferisce anche me.
Potrai insegnargli a non commettere i tuoi stessi errori, tanto per cominciare,” gli suggerisco, prima che il desiderio di malmenarlo si concretizzi sul serio.
Ti ostini a non capire. Kylo non se andrà mai, non può sparire come se non fosse mai esistito. Averlo messo da parte per qualche tempo non significa che se ne sia andato. Lo hai visto, prima, lo hai provato sulla tua pelle. È dentro di me, Rey. È parte di me, e distruggerà tutto prima o poi. Distruggerà tutto di nuovo.”
Sbagli a pensarla così, non eri in te quando hai ucciso tuo padre, eri sotto l'influenza di Sonke. È lui che te lo ha ordinato, ti ha plagiato. So che non potevi ribellarti, ti ha fatto credere che saresti diventato più potente. Ti ha illuso. So cosa significa averlo nella testa, l'ho sperimentato quando eravamo su Ares.
È qualcosa di terribile...”
Ma sei stata più forte.”
Solamente perché il mio cuore non era corrotto, e i miei sentimenti verso di te erano puri e potenti. Tu invece nutrivi del risentimento verso tuo padre, lo consideravi stupido e debole, pensavi che ti avesse abbandonato, e Snoke ha fatto leva sulle tue debolezze.”
Questa volta non riesco ad evitare di avvicinarmi a lui e sfiorargli la schiena ampia, incurvata sotto un peso che sembra insopportabile, immergere le dita tra i suoi capelli scuri e morbidi, scompigliandoli leggermente. Sapevo che prima o poi l'argomento
Han Solo sarebbe saltato fuori, e non mi resta che lasciarlo sfogare.
Mio padre
mi ha abbandonato, Rey.” Lo vedo sospirare con lo sguardo perso nel vuoto e scuotere la testa immerso in ricordi troppo dolorosi. “Non facevano altro... che litigare a causa mia. Avevano paura di me, del mio potere. Per loro ero un enigma, qualcosa di incomprensibile, una seccatura che li distraeva dalle loro questioni, e hanno preferito lavarsene le mani. Quando mia madre ha deciso di mandarmi da Luke, lui se n'è andato... Non è stato capace di opporsi e difendermi.” Si volta verso di me e mi fissa con uno sguardo infinitamente triste che mi stringe il cuore. “Io volevo solo essere un pilota, come mio padre. Ma nessuno mi ha dato ascolto.”
Inspiro profondamente. “Nessun genitore è perfetto, ma loro ti amavano. Hanno solo cercato di aiutarti, sbagliando, ma hanno tentato. È sicuramente meglio che essere venduti per una bevuta...” mio malgrado la mia affermazione nasconde una punta di gelosia che ovviamente a lui non sfugge.

È questo che non riesco a capire, avresti dovuto odiare i tuoi genitori con tutta te stessa per averti costretta a sopravvivere da sola in un un deserto, invece hai continuato a sperare che un giorno si sarebbero ricordati di te... Perché?”
Gli sorrido e la mia mano si sposta ad accarezzargli la guancia sfregiata dalla cicatrice che io stessa gli ho procurato, se sono riuscita a rendermi conto di quello che sto per dire, è solo grazie a lui. “Continuavo a ripetermi che sarebbero tornati. Me lo sono ripetuto per giorni, mesi, anni... E mi sono autoconvinta che mi avessero lasciato lì per una valida ragione. Ricordavo una voce che mi gridava
Tornerò a prenderti, tesoro. Ma in realtà quella voce in cui confidavo, con la quale mi addormentavo tutte le notti, da sola, al freddo, tra i morsi della fame... non era altro che la mia. E sei stato tu a farmelo capire, costringendomi a guardare oltre quella barriera che mi ero costruita per difendermi dalla realtà. Ho guardato oltre quel muro e ho scoperto quello che avevo sempre saputo.
Il loro abbandono però mi ha resa forte, mi ha resa quella che sono. Mi ha insegnato a contare su me stessa prima che su chiunque altro. Allora, dentro di me, ho cercato la forza di perdonarli... e mi sono sentita finalmente libera,” gli confido con le lacrime agli occhi e la voce spezzata dall'emozione. “Ed è questo che dovresti fare anche tu. Dovresti perdonare tuo padre, tua madre, e Luke... e tutti quelli che ti hanno fatto soffrire, che ti hanno tolto qualcosa. È l'unico modo per guardare al tuo passato come una tappa dolorosa ma necessaria, senza rinnegarlo.
È l'unico modo per perdonare te stesso e accettare quello che sei.”
Detto così sembra facile...” mi sussurra poco convinto ma, per la prima volta, riesco a leggere chiaramente nel suo sguardo, nella profondità dei suoi occhi scuri, il desiderio di andare oltre il dolore, oltre la rabbia e la disillusione.
Non devi farlo adesso, né domani, o dopodomani. Devi prenderti del tempo... tutto il tempo che sarà necessario. Ti aiuterò, se me lo permetterai... Non sei più solo...”
Il modo disperato e possessivo con cui improvvisamente mi abbraccia mi lascia senza fiato, mi coglie di sorpresa e, per un istante, mi lascia frastornata. Mi stringe a sé con una dolcezza e una tenerezza disarmanti, di cui non lo ritenevo capace.
Ricambio stringendolo con forza e, per la prima volta, da quando siamo qui, lo sento veramente mio.

Restiamo così, uniti a respirare piano, per un tempo che mi sembra infinito.

Adesso voglio che tu mi dica una cosa,” gli sussurro sciogliendomi a malincuore da quella calda stretta in cui mi sono rifugiata, fissandolo negli occhi, “e sai che posso capire se non sarai totalmente sincero. Quindi ti prego di esserlo.”
Annuisce corrugando la fronte, con una punta di preoccupazione nello sguardo.

Qual è il vero motivo che ti ha spinto a distruggere Snoke?” Gli poso due dita sulla bocca impedendogli di dare una risposta affrettata. “No... non dire che lo hai fatto per salvare me, perché non ti crederò. Tu avevi in mente di farlo da prima che iniziasse il nostro legame...”
Mi scosta delicatamente le dita dalla bocca e mi fissa in un modo sottilmente diabolico, “Perché era la cosa giusta.”
Quelle poche parole che fluiscono decise dalla sua bocca sono la conferma che volevo, che stavo aspettando. “Allora non sei quel mostro che pensi ancora di essere. Non lo sei mai stato,” sussurro, mentre le lacrime mi rigano le guance, e mi è impossibile fermarle. Nello stesso istante sento qualcosa frantumasi, sgretolarsi per sempre, come se le pareti di una prigione invisibile si fossero sbriciolate lasciando entrare un raggio di luce, la luce della speranza e della libertà.
Ci fissiamo in silenzio, ognuno perso nelle sensazioni che l'altro emana e il tempo sembra rallentare, fermarsi. Qualcosa dentro di me scatta e mi spinge ad addolcire il mio sguardo, a mutare espressione.
Con un gesto molto sensuale mi sposto una ciocca di capelli dietro l'orecchio pensando intensamente di voler fare di nuovo l'amore con lui e lascio che il mio desiderio si espanda, lo penetri, lo invada.
Ti voglio,” mi sussurra con un tono profondo e caldo che riesce a farmi vibrare l'anima. “Qui, adesso...” e a me sfugge un sospiro.

È Kylo o Ben che lo vuole?” Lo stuzzico maliziosa mordendomi il labbro.
Entrambi...” mi spiazza, come è il suo solito, “mercante di rottami.”
Sorrido tra i denti, ma mi e quasi mancato sentirmi chiamare così.

Serpente assassino...” sibilo velenosa, arricciando il naso.
Non provocarmi...” il suo tono calmo ma sottilmente tagliente, mi smuove qualcosa al basso ventre.
È proprio quello che ho intenzione di fare,” lo affronto decisa, mentre inizio a slacciargli la camicia. Mi blocca le mani e mi fissa come non lo ha mai fatto prima. Il suo sguardo è ipnotico e riesce a paralizzarmi i sensi.
Ti costringerò ad implorarmi di non smettere, lo sai, vero?” Quella velata minaccia mi dà il colpo di grazia.
Si avvicina lento, ansimando leggermente, fino a cancellare ogni distanza tra i nostri visi. Le sue labbra mi sfiorano delicate, gustano la mia bocca prima dolcemente poi sempre più fameliche prendendomi in un bacio impetuoso che ha il sapore vagamente salato delle lacrime.
Un desiderio cocente simile a magma mi invade le vene.
È incredibile come il legame che abbiamo ritrovato ci porti a percepire le sensazioni in modo reciproco amplificando il desiderio, intensificando il piacere.
Lentamente, inframezzando baci e carezze, ci alziamo e ci liberiamo dei nostri vestiti che finiscono svogliatamente a terra o scaraventati da qualche parte, fino a quando non rimane più nulla ad impedire di unirci.
Nudi nel corpo e nell'anima, uno di fronte all'altra, restiamo in piedi a fronteggiarci. Ben mi fissa negli occhi con un calore che non gli ho mai visto, solleva una mano e mi sfiora una guancia e poi, affondando le dita tra i miei capelli mi attira di nuovo a sé. Avvicina la bocca carnosa ed umida alla mia e non riesce a trattenersi dal baciarmi avidamente. Nella flebile luce della stanza, lentamente, tutto intorno a noi scompare. Resta solo il suo viso, il suo odore, le sue braccia forti che mi sollevano come fossi una piuma e mi conducono verso la branda dove delicatamente mi adagia. Senza staccarsi dai miei occhi, si spinge sopra di me ricoprendomi, scaldandomi, avvolgendomi completamente.
Affamato come un felino che sta per assaporare la sua preda si insinua tra le mie gambe, mi bacia dappertutto, ed è semplicemente meravigliosa la sensazione delle sue labbra tiepide e morbide che mi esplorano e assaggiano ovunque in modo irresistibile.
Sento l'eccitazione crescere sempre di più e il desiderio di accoglierlo dentro di me diviene irrefrenabile, quasi doloroso.
Dolcemente lo afferro per i capelli facendolo desistere da quella piacevole tortura e lo attiro verso il mio viso. Sapientemente lui torna sulla mia bocca prendendola questa volta in un bacio ancora più intenso ed esigente. Immersi in un turbinio di sensazioni frenetiche ed inebrianti scivola dentro di me per fondersi totalmente con il mio corpo.
Una lieve scarica elettrica si genera dal nostro contatto e le luci soffuse del dormitorio per un attimo sono intermittenti ed infine si spengono.
È la prima volta che facciamo l'amore dopo esserci riaperti alla Forza e ogni sensazione ha un sapore diverso, più intenso. È come se le nostre percezioni fossero amplificate, centuplicate. Ma soprattutto condivise.
Ben inizia a muoversi lentamente, quasi a voler ritardare e prolungare all'infinito il nostro piacere, come se avessimo tutto il tempo dell'universo e nulla avesse più importanza.
Incoraggio i suoi movimenti gemendo e perdendomi a tratti nel suo sguardo caldo, profondo come l'oscurità nella quale ora siamo piacevolmente immersi.
La branda è stretta e non ci consente chissà quale libertà di movimenti, ma non ci importa.
L'espressione di Ben è indescrivibile e ad ogni sferzata di piacere che gli procura il nostro intimo contatto socchiude le labbra. Quelle labbra così carnose e sensuali che mi hanno fatta morire tante volte, adesso sembrano chiamarmi.
Mi sporgo per baciarlo, in completa balia del mio desiderio e del suo.
I suoi movimenti iniziarono a farsi sempre più rapidi ed intensi, tanto da riuscire a portarmi quasi al culmine dell'eccitazione, gli avvolgo le braccia intorno al collo e lo imprigiono tra le mie gambe per sentirlo ancora più in profondità ma lui inaspettatamente si ferma. Mi fissa per qualche istante con un'espressione indecifrabile, languida per l'eccitazione, infinitamente carica d'amore.
Non percepisco nulla di oscuro nel suo cuore, solo il desiderio di donarsi totalmente e incondizionatamente a me. Gli sorrido estasiata ma un po' frustrata per quella interruzione che mi fa sentire come se mi mancasse l'ossigeno da respirare. Tutto quello che mi circonda sparisce, ogni suono diventa ovattato, desidero solo lasciarmi andare definitivamente ai movimenti del suo corpo e al piacere che mi provoca. Lo anelo, ne ho bisogno disperatamente o rischio di impazzire. “Ben...” mi sfugge e non so se l'ho sussurrato o l'ho urlato, “ti prego...” lo imploro.
Misericordiosamente lui accoglie la mia supplica e le sue spinte riprendono sempre più intense, profonde, sempre più veloci fino a quando l'estasi del piacere si impadronisce totalmente dei miei sensi e dei suoi, esplodendo in una vibrazione reciproca, incontrollabile e incontenibile, irradiandosi dal corpo all'anima mentre i nostri cuori impazziti battono all'unisono, i nostri respiri caldi e irregolari si fondono insieme.


Il momento in cui tutto si quieta e il piacere si placa è quello che preferisco.
Lo stringo forte, accarezzandogli la schiena come adoro fare da sempre, dopo averlo amato. Ben è completamente abbandonato su di me, il viso nascosto nell'incavo del mio collo, il suo fiato caldo a solleticarmi l'orecchio, ma stranamente non è pesante né opprimente. Mi piace sentirmi avvolta dal calore del suo corpo. Gioco con le ciocche morbide dei suoi capelli e desidero che questo momento non abbia mai fine.
Restiamo ancora uniti e abbracciati fino a quando il sonno prende il sopravvento sui nostri sensi.


Mi sveglio di soprassalto sbattendo le palpebre e ansimando, mi rendo conto che è ancora notte fonda. Le deboli luci del dormitorio si sono riaccese. Sono stesa supina schiacciata contro la parete della cuccetta e Ben mi dorme accanto sdraiato su un fianco, con la mano sotto al cuscino. Sulla branda del Falcon stiamo eccessivamente stretti e lui praticamente sta quasi sul ciglio del materasso.
Lo osservo curiosa mentre dorme, nella flebile luce della cabina e mi sfugge un sorriso. Quel suo adorabile broncio infantile mi suscita una tenerezza infinita: quando è profondamente addormentato sembra così innocuo, sereno. Ma nello stesso tempo un pensiero doloroso mi scuote, so che la strada che abbiamo intrapreso è solo all'inizio, inevitabilmente in salita e non sarà affatto facile da affrontare. Ma adesso non ho più paura.
Lentamente mi giro sul fianco e lo osservo ancora un po' compiaciuta e felice, studio i suoi lineamenti come se volessi imprimerli per sempre nella mia mente. Il mio sguardo si posa incautamente sulla sua meravigliosa bocca carnosa e non posso fare a meno di cedere al suo richiamo insistente. La assaggio appena, temendo di interrompere il suo sonno e il brivido che mi suscita mi scuote fin nel profondo.

Come hai osato svegliarmi... Lo sai che potrei ucciderti per questo?” Lo pronuncia con gli occhi ancora chiusi.
Trattengo a stento una risata e poso nuovamente le mie labbra sulle sue, questa volta mordicchiandogliele brutalmente. “Non ne saresti mai capace,” gli faccio notare sorniona.
Apre gli occhi, scuote un paio di volte le palpebre e poi mi fissa imbronciato. “Stai pericolosamente abusando della mia pazienza, mercante di rottami.” Mi avverte dolcemente e io resto piacevolmente impressionata da quanto impegno ci stia mettendo nell'apparire minaccioso.

Che c'è, perché non dormi?” Mi chiede, questa volta con un tono un po' spazientito e serio.
Non ci riesco” gli confesso sospirando, “Sono ancora eccitata e scossa da quello che è successo.”
Uhm capisco... alla prima posso rimediare,” mi provoca senza ritegno e io non posso fare a meno di scoppiare in una sana risata.
Posso farti una domanda, visto che siamo in vena di confidenze?” Se ne esce sogghignando e io sgrano gli occhi per la sorpresa.
Mi meraviglio di te, Kylo Ren, non riesci più a prendere ciò che vuoi?” Lo canzono brutalmente.
Non scherzare,” reagisce serio e io subito mi inquieto.
Certo che puoi,” lo rassicuro, ma temo di non essere stata abbastanza convincente nel mascherare la mia preoccupazione.
Davvero hai avuto una storia con quel pallone gonfiato di Dameron?” Mi spiazza ridacchiando e io mi sciolgo da ogni tipo di tensione mollandogli un pizzicotto sul braccio che lo coglie impreparato.
Ahi!” Protesta vivamente arricciando le labbra e strizzando gli occhi.
Non posso fare a meno di recriminare, “Non ti permetto di infangare la sua memoria... sei un bastardo.”

Temo di sì,”ammette impertinente e a me sfugge un risatina sarcastica.
Ecco perché mi sono chiusa alla Forza, non sai che sollievo è stato non averti più nella mia testa.”
Uhm... Sarà divertente scoprire tante altre belle cose di te, signorina nessuno” mi provoca sensuale.
Credi davvero che te lo lascerò fare? Non scoprirai niente che non voglia farti sapere,” uccido drasticamente ogni suo intento.
Questo lo vedremo...” sibila velenoso, assottigliando lo sguardo.

Io e Poe non abbiamo avuto nessuna storia, l'avrò baciato un paio di volte. La mia vera prima volta è stata con te, te lo sei dimenticato? Ed è stata un mezzo disastro. E comunque quel pallone gonfiato era il miglior pilota della Resistenza,” gli ricordo con una leggera punta di soddisfazione e malinconia.
Della Resistenza, forse... non certo della galassia,” ironizza e a me non sfugge il suo sottile riferimento. Mi sollevo leggermente e non riesco a trattenere un sospiro.
Hai ragione...” mi esce spontaneo, sperando di non aver riaperto una ferita.
Lui si gira goffamente nello spazio angusto della branda mettendosi supino. “Il migliore, era mio padre...” ripete, con una leggera punta di tristezza nella voce, e lo sguardo malinconico puntato verso il soffitto.
Dentro di me esulto nel sentirgli nominare di nuovo Han Solo, in un tono profondamente diverso, privo di rancore. La strada che ha intrapreso è di certo lunga e difficoltosa, ma la sua reazione mi dimostra che non ha nessuna intenzione di abbandonarla. E di questo non posso che esserne felice.
Gli poso una mano sul petto caldo, ancora leggermente impelato di sudore e lo accarezzo leggermente. Restiamo in silenzio per qualche istante a goderci la calma e la pace della notte.
Poi d'improvviso lui si solleva sui gomiti e mi rivolge uno sguardo impertinente. “Vado a vedere se riesco a rimediare qualche vecchia razione dalla stiva. Se dobbiamo proprio passare la notte in bianco è meglio farlo a stomaco pieno.”
Si alza e muove alcuni passi nella stanza completamente nudo, si china per recuperare i calzoni e io lo maledico con tutte le mie forze. Lentamente si riveste e io mi mordo il labbro in uno sfogo frustrato.
È una vera ingiustizia nascondere quei meravigliosi glutei tondi e sodi sotto tutta quella stoffa. Ammiro le sue spalle possenti e i suoi muscoli tesi fino a quando non sparisce dietro la porta automatica.
Mi riapproprio di tutto lo spazio della branda, avvolgendomi nella coperta calda, stiracchiandomi per bene.


* * *


Sembri un Rantor a digiuno da un mese.” Ben mi schernisce impietoso rifilandomi un'occhiata disgustata nel vedermi divorare la mia razione con voracità.
Sono terribilmente affamata,” mugugno in risposta con la bocca piena, “e poi queste vecchie razioni sono deliziose,” aggiungo, leccando con dovizia tutto il piatto.
Sono terribili, vorrai dire,” mi corregge con un espressione schifata.
Mi fermo prima di dare un morso al mio boccone, “Oh il principino ha il palato delicato, se avessi sofferto la fame nel deserto di Jakku, non saresti così schizzinoso, te lo posso assicurare,” reagisco sconcertata.

Ho passato tre quarti della mia vita con il caro zio Luke e sei anni sotto Snoke, è andata di gran lunga meglio a te, credimi.”
Scusami...” mormoro appena, sentendomi un idiota.
Lui non demorde e riprende a provocarmi. “Di questo passo diventerai tonda come un Hutt.”
Non posso evitare di incenerirlo con gli occhi. “
È a causa tua se lo diventerò,” gli ricordo scuotendo la testa, dando fondo anche all'ultimo boccone.
Perché deve essere sempre colpa mia?” Si finge indignato.
Gli lancio un'occhiata truce dal mio sgabello sbilenco e lui ricambia il mio sguardo arricciando il naso. Sorseggia tranquillo il suo surrogato di caffè in piedi, poggiato con il sedere sul piano attrezzato con indosso solo i pantaloni e io non riesco a concepire come faccia a non congelarsi, d'istinto mi stringo ancora di più nella coperta calda che ho trafugato dal letto.

Mi passi un po' di caffè?” Chiedo facendo gli occhi dolci, visto che ce l'ha proprio di fianco.
Non si muove dal suo posto e già questo mi infastidisce, ma in compenso una tazza fumante sospesa a mezz'aria inizia a fluttuare verso di me. La afferro al volo e gli rivolgo un'occhiata inferocita. Lui fa finta di nulla ma lo intravvedo sghignazzare di gusto.

Ben!” Lo rimprovero, aggrottando la fronte.
Che ho fatto di male?” Reagisce con un'insopportabile aria innocente da cucciolo di lupo mannaro. “L'hai detto tu che devo riprendere il controllo dei miei poteri... sto solo facendo esercizio.” Ha pure il coraggio di giustificarsi.
Sospiro scuotendo il capo, sorseggiando il mio delizioso surrogato, inalandone l'aroma, già scoraggiata da quello che mi attende. Sarà dura, lo so. Ma ce la posso fare.

Dì la verità, non mi hai detto nulla del mio passato perché temevi che avrei ripreso la mia missione da dove l'ho interrotta...” mi provoca brutalmente con un diabolico sorrisino sghembo e, per la priva volta, riesce ad ammutolirmi. “Sorpresa eh? Non ho bisogno di entrarti nella testa per sapere che lo hai pensato, ormai ti conosco abbastanza,” sghignazza, riuscendo a diventarmi antipatico.
Attento a te,” lo scruto di sottecchi, “ho detto che non ti avrei colpito a tradimento. Non che non avrei cercato di fermarti,” meglio mettere le cose in chiaro da subito, prima che la conversazione possa degenerare.
Sei una rompiscatole.” Protesta, arricciando il naso e assottigliando lo sguardo.
E tu sei un adorabile stronzo!”
Tranquilla, non mi è mai importato nulla dei tuoi amici. E non me ne importa tanto meno adesso... Se se ne staranno debitamente alla larga da me.” Le sue parole, seppur velatamente minacciose, mi rincuorano e non posso fare a meno di tirare un sospiro di sollievo.
Finalmente si decide a staccare il sedere dal ripiano e si avvicina lentamente camminando a piedi nudi, posa la tazza vuota sul tavolo a poca distanza dalla mia mano e si china su di me per assaggiare appena le mie labbra in un bacio leggero, al sapore di caffè. Lo ricambio anche se mi sento ancora indignata.
Si solleva e mi riserva un'occhiata sorniona. “Domani, per prima cosa dobbiamo procurarci i pezzi per un condensatore secondario. Non ho intenzione di passare un'altra nottata su questo rottame. Reclamo il mio letto!” Sentenzia imperioso e il suo tono non ammette obiezioni.
Sospiro felice mentre lo vedo imboccare il corridoio che porta agli alloggi, un senso di pace invade i miei sensi e finalmente posso guardare al futuro con occhi nuovi, con la speranza nel cuore. Sono consapevole che il percorso che abbiamo intrapreso non sarà privo di ostacoli, ma quale profondo legame non lo è?
Scendo dallo sgabello e, ancora scalza, mi dirigo verso il portello di ingresso, sento Ben armeggiare nel bagno e, senza farmi sentire sguscio fuori dal Falcon. Sento la necessità di respirare aria fresca, scrutare e interrogare le stelle. Cammino in mezzo all'erba bagnata dall'umidità della notte stringendomi alla mia coperta e un brivido intenso mi scuote.
Raggiungo un gruppo di grosse pietre e mi siedo su una di esse, chiudo gli occhi e inspiro profondamente l'aria frizzante, ma inaspettatamente qualcosa mi impedisce di lasciarmi andare, mi distrae. Mi sento stranamente osservata.
Istintivamente mi volto verso il bosco e intravvedo un bagliore azzurrognolo luminescente. Mi sforzo di metterlo a fuoco e mi accorgo che qualcosa sta prendendo forma nel buio. Anzi
qualcuno.
Luke, il mio maestro, mi rivolge uno sguardo sereno e carico di ammirazione. Il mio cuore sussulta e mi sento sollevata nel percepirlo finalmente in pace con se stesso.
Inaspettatamente lo vedo voltarsi verso qualcos'altro che si sta materializzando accanto a lui, è un altro fantasma di Forza, un uomo più giovane con i capelli castani mossi, lunghi fino alle spalle, ed un viso vagamente familiare. Scorgo una cicatrice che gli sfiora l'occhio destro, sorride prima a Luke e poi si volta verso di me. Anakin... non avrei mai creduto di poterlo vedere.
È incredibile quanto Ben gli somigli, sia nell'aspetto che nelle espressioni del viso.
Entrambi ora mi guardano sereni e fiduciosi, ed io non posso fare a meno di sorridere.
Dopo tutto quello che è accaduto ho finalmente compreso una cosa: il futuro non è univoco ma è mutevole. Quello che avevo creduto di vedere tra me e Ben era solo uno dei tanti possibili. Era una mia interpretazione. Il destino lo plasmiamo noi stessi, con le nostre azioni e le nostre scelte. A volte però sono le scelte altrui ad influenzarci, a distruggerci e a trasformarci in qualcosa che non avremmo mai voluto essere. Ma, abbiamo sempre la possibilità di cambiare le cose, di credere di poter diventare delle persone migliori.
Nessuno è mai veramente perduto.
Annuisco decisa, mentalmente non posso fare a meno di ringraziarli dal profondo del cuore, prima di tornare a rifugiarmi tra le braccia di Ben.




F I N E



Angolino dell'autrice:

Eccoci giunti alla fine. Scrivere questa prima Reyo è stata un'impresa diffcile ma anche molto stimolante e divertente. Non ho molto da dire se non che ringrazio tutti quelli che hanno messo la storia tra le preferite e in modo particolare ringrazio chi ha voluto farmi sapere cosa ne pensava con una recensione. Ci ho impiegato ben tre mesi a scrivere questa mini long, che inizialmente doveva essere solo una shot, ma poi i personaggi mi hanno preso la mano e hanno preteso che raccontassi molto di più su di loro. Non è colpa mia, prendetevela con quei due ragazzacci che mi hanno sconvolto l'esistenza, mannaggia a loro, e spero vivamente che nel prossimo film non facciano una brutta fine Y.Y
Non so se questa mini long avrà un seguito. Ci sto pensando ma, boh... tutto dipenderà dal tempo e dall'ispirazione.
Grazie a tutti e... CHE LA FORZA SIA CON VOIH! XD



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