No dejare´ de quererte, no podre´ olvidarte

di LadyDP
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Hector ***
Capitolo 2: *** Imelda ***
Capitolo 3: *** Coco ***



Capitolo 1
*** Hector ***


E sentirla cantare di nuovo.

 

Di nuovo quella dolce voce in musica, era letteralmente un secolo che non la sentivo.

 

E non possono non tornarmi in mente i nostri pomeriggi da ragazzi, lontani da tutti, sotto ad un albero qualunque. Tu appoggiata sopra la collinetta, io più in basso. Non avevamo niente, io non avevo niente.

 

Eppure non ci lamentavamo mai. Di che ci potevamo lamentare? Ognuno di noi aveva l’altro.

 

E io ti ammiravo, dal basso. Il tuo sguardo innamorato di me, il tuo sguardo innamorato di me.

 

L’uomo più ricco del mondo era più povero di me, quando guardavo il tuo sguardo innamorato.

 

Come si può pagare l’amore di una musa?

 

Con la mia musica soltanto, a volte mi rimproveravo di non poterti offrire altro.

 

Però, pareva che non servisse.

 

E mentre le dolci parole della Llorona, la nostra canzone, uscivano dalla tua bocca, dalla tua anima, io avevo sempre più l’impulso di baciarti, e ricordo che le prime volte ho persino esitato.

 

Non sono mai stato un ragazzo timido, ma tu eri sacra per me.

 

Non potevo chiedere una donna più meravigliosa.

 

Come ho potuto lasciare una donna che mi diceva

 

“No dejare´ de quererte / Non smetterò di amarti” in quel modo?

 

E quell’impulso di baciarti ritorna ancora, e questa sera mi sembri sempre più vicina,

finalmente, dopo tanti anni.

 

Sono il tuo vero amore? Tu lo sei, per me, Imelda.

 

La mia Imelda, come hai fatto da sola?

 

Come hai potuto fare tutto da sola?

 

Che uomo è uno che abbandona una donna come te?

 

L’ho sempre pensato che fossi speciale, mi amor.

 

E mi sorprendo che tu mi stia davvero perdonando, mi sorprendo che sia bastato così poco.

Semplicemente dicendo la verità, e tu mi hai capito.

 

Se non fossi stata una donna perfetta in tutto e per tutto, non ti avrei sposata, no?

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Capitolo 2
*** Imelda ***


È una malattia, la mia. Non guarirò mai.

Continuo a piangere per te, di tanto in tanto, mi amor.

 

Mi porto dietro ancora la tristezza di quel giorno in cui partisti. Mi sembrava di essere davanti ad il vuoto. Volevo la mia fine, ma avevo Coco da crescere.

 

Non so cosa avrei fatto senza di lei. Tu eri la felicità per me. E chissà quante volte te l’avrò cantato, con questa canzone. E dopo tanti anni, te lo canto ancora. Non mi stanco mai.

 

È una malattia, la mia. Una malattia d’amore. La peggiore che c’è.

 

Quella che ti fa dimenticare i peggiori torti subiti e piangere invece che arrabbiarti.

 

Quella che ti fa piangere se il tuo amore ti chiede scusa, pur dopo tanta sofferenza.

 

Quindi volevi tornare da me, Hector?

 

Tu, da me, insieme, con Coco.

 

Quanto sarebbe stata più felice la mia vita con te, sarebbe stata troppo felice. Per questo non era possibile. Non è terrena cosa, la perfezione. Ma qui, forse, ce lo potremo permettere.

 

Se riesco a dare a Miguel questa dannata foto. Ma quel pallone gonfiato non molla.

 

Lasciami cantare ancora una volta

 

“No dejare´ de quererte /Non smetterò di amarti”

 

Lasciamelo dire ancora, al mi amor. E invece no, deve cantare lui. Tiè, ti pesto il piede.

 

Finalmente corro da te con la foto, e ti abbraccio.

 

No, tanta felicità non era cosa terrena.

 

Non ho davvero mai smesso di amarti, come dice la canzone.

 

 

 

“Mi ero dimenticata cosa si provasse” dico, tra l’imbarazzo.

 

Intendo ovviamente a cantare, non ad abbracciarti. Non lo potrei mai dimenticare.

 

 

“Tu..ci sai ancora fare” mi dici.

 

 

 

 

Mi sei mancato anche tu, Hector.

 

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Capitolo 3
*** Coco ***


Anche la mia ora è arrivata, finalmente.

 

Mi lascio dietro una figlia, ma ne ritroverò un’altra. Victoria, la mia bambina più piccola.

 

Ti aspetterò con lei, Elena. Vi aspetterò tutti con pazienza.

 

Ora rivedrò mia madre, e mio padre. Lo spero.

 

Negli ultimi tempi della mia vita ho avuto vari problemi di memoria, spero che lui sia ancora qui, spero che mi abbia aspettato, nonostante per un po' io mi sia persino dimenticata di lui.

 

Per fortuna, finalmente, dopo tanti anni, anche la sua foto è sull’ofrenda, grazie a Miguel, il primo che lo abbia mai accettato all’interno della famiglia.

 

 

Ti ho aspettato tanto, papa´. Non dirmi che la mia speranza è stata tutta un’illusione.

Mi sei mancato terribilmente.

 

 

Scorgo sull’entrata dei volti famigliari.

 

Quello è Julio, mio marito. Mi viene incontro con sguardo dolce, come lo ha sempre avuto.

 

Mi tiene le mani. “Finalmente, anche tu sei qui”

 

Tenendomi per mano, mi accompagna. Non so dove, ma ho come il sospetto che ci saranno belle sorprese per me.

 

“Sei spaventata?” mi chiede, premuroso.

 

“No” rispondo sicura.

 

Mi sorride. “Allora è vero che non hai paura della morte”

 

“Io non dico bugie, Julio” sorrido di ricambio.

 

Guardo davanti a me.

 

Finalmente la mia piccola Victoria, ed intorno a lei, Ti´o Oscar e Ti´o Felipe, con mia cognata Rosita.

 

Victoria si lascia andare ad un pianto commosso e mi viene ad abbracciare.

 

“Mi sei mancata tanto, mamma” mi dice.

 

“Non avresti dovuto andartene prima di me, tesoro”

 

“Lo so, perdonami” mi dice, ridendo e piangendo insieme.

 

Mi tiene la mano anche lei.

 

“C’è una persona molto importante che non vede l’ora di rivederti” spiega.

 

 

Alzo lo sguardo. “..Mama´?” dico, emozionata.

 

Ed è lei, proprio lei, a venirmi incontro. Mano nella mano con qualcuno..?

 

“..diciamo due persone importanti” mi dice Ti´o Felipe.

 

 

Non ci posso credere.

 

 

Sono di nuovo insieme.

 

Quelle sono due mani legate.

 

 

Non riesco a trattenere le mie lacrime.

 

Non potrò mai più smettere di piangere.

 

Il mio papa´, con la mia mama´, di nuovo innamorati come un tempo.

 

 

Scorgo il sorriso imbarazzato di lui.

 

Incredibile come non sia cambiato di una virgola, e di come io me lo ricordi perfettamente, nei movimenti, nei particolari. Sono andata oltre a quella foto, al tempo.

 

È sempre il mio papa´.

 

 

Il suo sorriso svanisce, i suoi occhi si spalancano, e si gonfiano di lacrime.

 

Piangiamo insieme.

 

Tengo le mani sugli occhi.

 

All’improvviso, sento una presenza avvinghiarmi forte, i suoi gemiti di pianto, di commozione, di felicità.

 

 

È lui, è davvero qui.

 

“Ti sei ricordata di me?”

 

 

Tra i singhiozzi, riesco solo a dire

 

“Sì,

come promesso.”

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