Mio Padre

di WolfLuna
(/viewuser.php?uid=943240)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** PREMESSA ***
Capitolo 2: *** CAPITOLO 1 ***
Capitolo 3: *** CAPITOLO 2 ***
Capitolo 4: *** CAPITOLO 3 ***
Capitolo 5: *** CAPITOLO 4 ***
Capitolo 6: *** CAPITOLO 5 ***
Capitolo 7: *** CAPITOLO 6 ***
Capitolo 8: *** CAPITOLO 7 ***
Capitolo 9: *** CAPITOLO 8 ***
Capitolo 10: *** CAPITOLO 9 ***
Capitolo 11: *** CAPITOLO 10 ***
Capitolo 12: *** CAPITOLO 11 ***
Capitolo 13: *** CAPITOLO 12 ***
Capitolo 14: *** CAPITOLO 13 ***
Capitolo 15: *** CAPITOLO 14 ***
Capitolo 16: *** CAPITOLO 15 ***
Capitolo 17: *** CAPITOLO 16 ***
Capitolo 18: *** NOTA DELL'AUTRICE ***
Capitolo 19: *** CAPITOLO 17 ***
Capitolo 20: *** CAPITOLO 18 ***
Capitolo 21: *** CAPITOLO 19 ***



Capitolo 1
*** PREMESSA ***


MIO PADRE

 

PREMESSA

Non avevo mai pensato che questo giorno sarebbe giunto…il giorno che ho incontrato per la prima volta mio padre.

Ma prima di spiegarvi cosa accadde quel giorno devo dirvi chi sono.

Il mio nome è Orion John Smith…e sono il figlio del Decimo Dottore. Esatto sono il figlio di Ten.

Mio padre non sa della mia esistenza, mia madre non glielo disse, il giorno che lui la lasciò sulla Terra. Ma io so tutto di lui, mia madre non fa altro che parlare di lui, lei voleva che in qualche modo io e mio padre fossimo legati.

Ma oggi…oggi lui è qui..qui a dire addio a mia madre, ma ancora non sa quale eredità lei gli lascerà, quale immenso ultimo dono lei gli concederà…me, suo figlio.

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** CAPITOLO 1 ***


CAPITOLO 1

CAPITOLO 1

Sono in quest’ospedale da 24 ore. Le condizioni di mia madre sono peggiorate drasticamente, e i medici mi hanno detto che non supererà un'altra notte.

Non so davvero cosa fare, lei è la mia forza, l’unica famiglia che ho. Poi ripenso alle storie che lei mi raccontava fin dal giorno in cui scoprì di essere incinta di me.

Nei suoi racconti lei mi parlava sempre di mio padre, di quanto era fiera di lui e di quanto lui mi volesse bene nonostante non sapesse della mia esistenza.

Già mio padre non sa di me, mia madre lo amava troppo per dirglielo. Vi chiederete

Mio padre avrebbe sofferto troppo se, a causa del suo stile di vita, avesse perso anche me. Non lo avrebbe sopportato, perciò mia madre non glielo disse.

Ma tornando a noi, ora sto guardando mia mamma riposare, nessuno sapeva del suo problema al cuore ed ora eccola qui.

Che mio padre non sapesse nulla? Non lo so. Molti pensieri tormentano la mia mente, ed oltre a quelli anche le miriadi di emozioni che affollano il mio intero essere.

“Smettila di fissarmi, Orion. Sta diventando una cosa inquietante. Sei proprio come tuo padre.” – disse una debole voce un po’ assonnata.

Io saltai di scatto. Ero così preso dai miei pensieri, che non mi accorsi che mia mamma si era svegliata e mi stava fissando.”

“Mamma, sei sveglia! Stai bene? Ti serve qualcosa? Devo chiamare le infermiere?” – le chiesi agitato e preoccupato.

“Orion John Smith di Sagitter…datti una calmata all’istante! Sto bene, sono solo stanca.” – rispose lei cercando di mettere energia nella sua voce.

“Allora dovresti riposare ancora un po’.” – le dissi.

“Non mi rimane molto tempo su questo mondo, posso dormire più tardi. Ora voglio godermi gli ultimi momenti con il mio adorato figlio.”

“Tu vivrai mamma, non parlare così ti prego.” – la mia voce incrinata.

Il pensiero di perdere mia madre mi fa troppo male.

“Troppo emotivo, proprio come tuo padre.” – disse lei con un sorriso.

“Beh non voglio più essere come quel bastardo!” – ribattei io alterato.

“Non osare usare quel tono e quelle parole riferendoti a tuo padre!” – rispose lei con tono severo.

“Beh lo è..visto che non è qui a salvarti!” – dissi alzando lievemente la voce – “Tu mi hai sempre detto che quando c’era bisogno lui, lui accorreva sempre a salvare le persone! Allora perché non è qui a salvare te?Perché non ti ha curata prima se è così bravo come dicevi sempre!” – continuai esasperato.

“Lui non può salvare tutti, Orion. Non sempre le cose vanno come vogliamo. Ci sono leggi che devono essere rispettate, eventi che non devono essere cambiati. Lo sai anche tu, Orion…te l’ho insegnato. Tutto ha un inizio ed una fine…la vita è un viaggio o un’avventura, a volte dura molto altre volte è breve, ma tutto finisce prima o poi. Le cose devono andare in questo modo o non ci sarebbe nulla da lasciare alle generazioni future. Tu Orion sei la mia impronta nella storia, sarai colui che narrerà la mia storia ai posteri, tu sarai colui che ricorderà all’universo che ho vissuto appieno fino alla fine. Con te non sarò dimenticata, e nemmeno tuo padre, perché lui è parte di te.

Tu sei la fusione di due universi, due storie, che si sono legate formandone uno nuovo. Tu sei tu, ma sei anche noi. Lo so che è complicato da capire, ma quando verrà il tuo tempo lo capirai.”

La guardai confuso e sorpreso. Nonostante le sue condizioni lei aveva ancora la tenacia di trasmettermi uno dei suoi insegnamenti. Non capisco cosa lei intenda dire, ma so che quando verrà il mio momento lo capirò. Anche se…

“Sono come un nuovo libro di storia?” – le chiesi titubante.

“Brillante, hai iniziato a capire.” – disse lei sorridendo – “Esattamente come un libro di storia.”

“Mamma?” – dissi a voce bassa come un bambino triste.

“Sì?”

“Posso chiederti un favore?

“Quale?” – chiese lei confusa ma piena d’amore.

“Non andartene. Non lasciarmi da solo.” – le dissi cercando di non piangere.

“Non sarai mai da solo, Orion. Sarò sempre con te, così come tuo padre. Se c’è una cosa di cui sono sicura è che lui sentirà quando me n’andrò, e correrà qui, t’incontrerà e resterà al tuo fianco fino alla fine delle vostre vite. Veglierò su entrambi, te lo prometto.” – disse con un sorriso carico di commozione e di tristezza.

“Come fai ad essere sicura che lui verrà e che resterà con me?” – le chiesi confuso.

“Perché lo conosco e so come agisce e pensa.” – rispose con un sorriso.

Pochi istanti dopo però quel sorriso si spense e fu sostituita da una smorfia di dolore. Vidi mia madre portarsi una mano al cuore e stringere forte, fino a rendere bianche le nocche.

Corsi da lei, ma mi fermò – “Tranquillo sta passando, è tutto ok.”

“Chiamo subito un medico.” – dissi movendomi verso la porta.

“Fermo dove sei signorino! Sono tua madre e finché sono viva comando io!” – ribatté lei con finto tono autoritario.

Quando il dolore fu passato e i suoi lineamenti si furono rilassati continuò – “Ho solo un rimpianto, beh a dire il vero sono due.”

“Quali mamma?”

“Vederti invecchiato e con una famiglia tutta tua. E poi…”

“E poi cosa, mamma?

“Non essere riuscita a vedere tuo padre un’ultima volta per dirgli tutto e dirgli addio.”

“O mamma.” – E mentre stavo cercando qualcos’altro da dire, un’infermiera aprì la porta ed entrando notò mia madre sveglia.

“Oh Miss Luna, si è svegliata. Come si sente?”

“Un po’ stanca e debole, ma tutto sommato bene. E lei?”

“Sto bene grazie.” – disse controllando i parametri vitali. Poi continuò – “Poiché siete sveglia vorrei informarla che ha una visita, ma se non se la sente dirò di ripassare più tardi.”

“No, faccia pure entrare questa persona. Non ho molto tempo a disposizione, perciò le visite sono molto accette e apprezzate.” – rispose mia madre.

“Gli dirò che può entrare.” – disse l’infermiera dirigendosi alla porta, per poi aprirla.

“Gli?” – chiesi confuso:

Ma nel medesimo istante in cui mi voltai verso l’infermiera, vidi un uomo alto entrare nella stanza e la porta chiudersi dietro di lui.

Indossava un completo blu gessato, delle converse rosse e un cappotto marrone chiaro lungo fino al polpaccio. Le mani nelle tasche anteriori, uno sguardo triste, un’aria d’antichità e rispetto lo avvolgeva, lo sguardo fisso su mia madre, lo vidi deglutire e serrare la mandibola, nei capelli la presenza di gel per tenerli in posizione e un po’ di barba sul volto. Fui sorpreso perché quell’uomo mi assomigliava, solo una versione un po’ più vecchia.

“Sei davvero tu?” – la voce commossa e felice di mia madre mi ridestò dai miei pensieri. La guardai ed era felice anche se le lacrime segnavano il suo volto.

“Luna.” – disse l’uomo con la voce incrinata, forzandosi di apparire forte e di non piangere.

“Sapevo che saresti venuto da me a dirmi addio…Dottore.”

 

…Continua…

 

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** CAPITOLO 2 ***


CAPITOLO 2

CAPITOLO 2

Non riuscivo a credere a ciò che avevo appena udito…mia mamma aveva chiamato quell’uomo Dottore…il che significava che lui era…lui era…

Lo guardai bene e mi resi conto che era esattamente come mia madre lo aveva sempre descritto, beh tranne per la barba, molto probabilmente non l’aveva quando stavano insieme.

Spostai lo sguardo prima su mia madre e poi di nuovo sull’uomo. Lo feci per almeno quattro volte, non riuscivo a credere che lui fosse davvero in questa stanza.

Ad un tratto lo vidi estrarre le mani dalle tasche e togliersi il cappotto, lo buttò su una sedia e si avvicinò al letto dove giaceva mia madre.

Lei cercò di alzarsi, ma era troppo debole. Fui sorpreso nel vedere con che gentilezza e cautela lui l’aiutò a mettersi seduta per potersi abbracciare.

Sentì mia madre dire – “Sei qui. Dopo tutto questo tempo sei tornato. Speravo lo facessi ma non n’ero sicura.”

“Lo sai che torno sempre da te.”

“Lo so.”

Ero così sorpreso e confuso…mia madre era felice, davvero felice e in pace, stretta nell’amorevole abbraccio dell’uomo che aveva sempre amato.

“Ora posso finalmente riposare in pace.” – disse mia mamma.

Io e il Dottore la guardammo sconvolti…se ne stava per andare, ma era troppo presto, volevamo più tempo.

“Te ne vai di già? Ma sono appena arrivato.” – cercò di dire in modo scherzoso il Dottore.

“Tranquillo…ho molte cose da dirti, mi dovrai sopportare ancora per un po’.” – scherzò lei.

“Posso sopportarti in eterno se servisse a tenerti con me. Ho sbagliato a lasciarti andare, avrei dovuto essere più forte. Mi dispiace Luna.”

“Ti conosco fin troppo bene…so che lo hai fatto per proteggermi da te stesso e dall’universo. Hai sofferto ancora di più da quando ci siamo lasciati, lo leggo nei tuoi occhi e lo sento nella tua anima.”

“Tu riesci a leggermi troppo bene, mia cara.”

“E tu mi conosci meglio di chiunque in assoluto, mio amato Dottore.”

“Lo riesco a percepire Luna. La tua linea temporale si sta concludendo…e non posso fare nulla per salvarti.” – la voce del Dottore era rotta e una lacrima minacciava di scendere.

“Non è me che devi proteggere e salvare, amore mio. Ma la mia eredità.”

“Di quale eredità parli?” – la guardò sconvolto.

“Mi dispiace di non avertelo detto…ma dovevo proteggervi. Ho fatto una scelta molti anni fa, anche se dolorosa era quella giusta. Tu stesso mi hai insegnato che non sempre le scelte giuste sono quelle più facili e meno dolorose.” – disse lei guardandolo con dolcezza e accarezzandogli la guancia.

“Non riesco a capire. Che scelta hai fatto? Di quale eredità stai parlando? Cosa mi nascondi?” – la guardò confuso.

“Oh amore mio, mi dispiace così tanto. Spero solo che un giorno potrai perdonarmi.” – continuò mia madre.

Nel frattempo io assistevo incredulo alla scena. Sapevo che mia madre stava per svelare al Dottore un segreto che avrebbe cambiato per sempre la sua vita ed anche la mia.

Guardai quell’uomo a me così familiare ma anche così estraneo. Emanava rispetto ed amore incondizionato per mia mamma. Lo sguardo confuso e ferito indicava che lui era molto legato a lei. Lui non sapeva della mia esistenza o del mio legame biologico con lui…ma temevo un suo rifiuto quando avrebbe appreso la notizia.

Non so perché mi sto preoccupando, lui non è mai stato presente fisicamente nella mia vita. Lui è solo uno dei due elementi biologici che mi hanno generato, non può essere definito mio padre. Sono molto confuso…sento di provare qualcosa di più oltre alla rabbia e al rifiuto, sento quest’uomo parte di me…come se lui fosse sempre stato accanto a me nonostante non lo vedessi.

E vedere il profondo e totale sentimento d’amore e devozione che provano mia madre e il Dottore l’uno per l’altro, mi fa sentire completo. Ho solo paura che tutto finisca e che rimarrò da solo. Come mia madre odio stare da solo, la solitudine mi spaventa e mi deprime.

Ma tornando ai due “piccioncini”…

“Che cosa dovrei perdonarti? Luna ti prego dimmelo. Entrambi sappiamo che non ci rimane più molto tempo, devo e voglio sapere. Non importa cosa sia, so che è stata una scelta difficile e dolorosa e mi dispiace che tu abbia dovuto sopportare tutto da sola, ma ora sono qui…sono tornato…per te amore mio. Lo so che ci ho messo tantissimo tempo ma alla fine sono qui, e resterò al tuo fianco fino alla fine. Ti prometto che non me n’andrò, non ti volterò più le spalle, non scapperò più da te perché non importa cosa mi dirai io non ti lascerò mai più. E mi dispiace se ci ho messo così tanto per capirlo.” – le disse lui, poi l’abbracciò stringendola forte al suo petto nascondendo il volto tra i capelli di mia madre.

Fui molto sorpreso quando vidi una lacrima scorrere sul suo viso. Le emozioni che lui emanava erano uno tsunami, ne fui travolto. La cosa peggiore che si aggiunsero anche le emozioni di mia mamma…stava diventando troppo per me da sopportare.

Non mi resi conto di aver parlato se non quando mia madre e il Dottore si voltarono a guardarmi.

Poi l’uomo guardò confuso mia madre.

“Sbaglio o quel ragazzo ti ha appena chiamato mamma?”

“Non sbaglio, amore mio. Lui è mio figlio.” – lei fece una pausa e, con un dolce sorriso carico d’amore accarezzò nuovamente il volto dell’uomo che amava, continuò – “Nostro figlio. È lui la mia eredità.”

 

…Continua…

 

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** CAPITOLO 3 ***


CAPITOLO 3

 


CAPITOLO 3

“N-n-nostro figlio??” – la guardò sconvolto.

“Sì nostro figlio. Lo scoprì il giorno che ci lasciammo. Quando abbiamo iniziato a parlare del nostro futuro mi sono resa conto dei pericoli che voi due avreste corso, di come la presenza di nostro figlio nella tua vita sarebbe stata una minaccia per la tua e la sua incolumità. Tu volevi proteggermi ed io ho acconsentito solo perché così avrei protetto le uniche due persone che abbia mai amato.

Mi odierai per ciò che ho fatto, per averti nascosto della sua esistenza…ma ho solo fatto come mi hai insegnato…ho protetto ad OGNI costo ciò di più caro avevo.

Non ho mai smesso di pensarti e di amarti, ho tramandato a nostro figlio i tuoi insegnamenti, gli ho sempre raccontato di te, ho fatto in modo che una parte di te fosse sempre presente nella sua vita. Anche se tu non eri fisicamente qui, comunque eri sempre al suo fianco ad ogni passo della sua giovane vita.

So che non ho nessun diritto di farlo, ma ti chiedo solo di prenderti cura di lui, di vegliare su nostro figlio quando non ci sarò più. Non voglio che rimanga solo come lo siamo stati noi. Io sono cresciuta senza i miei genitori…non voglio che capiti lo stesso a lui. Il fato mi è avverso perciò non potrò essere fisicamente con voi due, ma una parte di me vivrà in voi e veglierò sempre sui miei due grandi uomini. Sono più che certa che tu e nostro figlio tramanderete ai posteri la mia storia…tu mi hai sempre detto che l’universo canterà di me, fate in modo che non se lo dimentichino.

Mio padre era un cavaliere e mi ha tramandato tramite i suoi amici gli antichi valori, mi ha lasciato un monito da tramandare alle generazioni future…ora spetta al nostro ragazzo continuare l’eredità di famiglia, e se lo farà al fianco di suo padre sono certa che farà cose meravigliosamente fantastiche.”

“Luna.” “Mamma.” – dicemmo in contemporanea io e mio padre con la voce rotta dalla commozione. Poi notai qualcosa di strano…l’energia vitale (o chiamatelo cosmo se volete) di mia madre si stava abbassando notevolmente, segno che lei se ne stava andando pian piano.

Il Dottore mi guardò..il suo sguardo fisso mi provocava un certo senso d’inquietudine.

“Vieni qui ragazzo.” – disse dolcemente continuando a stringere a se mia mamma.

Io involontariamente mi avvicinati, come attratto da una potente forza gravitazionale. Ero diffidente, ma mi sentivo come se quello fosse il mio posto…accanto ai miei genitori.

Mi sedetti accanto a mia madre, le strinsi la mano, le baciai i capelli e tornai a guardare quell’uomo.

“Come ti chiami?” – mi chiese curioso.

“Orion.”

“Hai scelto un bellissimo nome mia cara, mi ricorda quando abbiamo visitato la costellazione di Orione. N’eri totalmente innamorata, ad essere onesto ne ero un po’ geloso.” – disse scherzosamente.

“Lo so. Quando ho stretto il nostro piccolo miracolo per la prima volta ho rivissuto quei momenti. È per questo che l’ho chiamato così. Lo spazio e il tempo…noi due insieme fusi in unico essere.”

“Hai ragione…noi due uniti in eterno.”

“Due storie in una…ma lui è anche una storia a sé.”

“Parole sante amore mio.” – poi guardò il figlio e disse – “Orion.”

“Sì?” – risposi confuso.
”Vieni qui, fatti abbracciare dal tuo stupido e vecchio padre.” – e mentre con un braccio stringeva a sé mia mamma, con l’altro mi invitava ad unirmi a quell’abbraccio.

Con il groppo in gola e le lacrime che minacciavano di scendermi mi avvicinai di più a loro. Entrambi mi abbracciarono e in quel momento mi sentii davvero completo e felice. Non so per quanto durò ma ad un certo punto mia madre si spostò per baciarmi sulla testa, baciò sulle labbra mio padre (che ricambiò con lo stesso sentimento e trasporto) e poi appoggiò la testa sul petto del Dottore.

All’improvviso uno strano suono ridestò me e mio padre…uno strano bip prolungato e fisso…di scatto voltammo la testa verso la macchina che monitorava il battito cardiaco di mia mamma. Una linea retta ed uno 0 rosso apparvero inquietanti sullo schermo. Sotto shock ci guardammo negli occhi e lentamente, con terrore e disperazione, spostammo lo sguardo verso di lei. Mia mamma, la mia adorata e amata mamma stava ferma e sorridente con gli occhi chiusi e la testa appoggiata al petto del suo amato. Sembrava che dormisse, come se di fosse addormentata serenamente.

Cercai disperatamente di percepire il suo cosmo o la sua energia vitale…nulla…non sentivo nulla. Ero sconvolto mentre immobile fissavo mio padre scuotere mia madre nel tentativo di svegliarla. Lui la chiamava disperato, la supplicava di non lasciarlo, di tornare da lui…da noi. Niente. Lei se n’era andata, serena tra le braccia di chi amava. Non aveva sofferto, non c’erano tracce di dolore sul suo volto, solo la più assoluta pace e felicità.

Medici e infermieri entrarono spingendo me e mio padre lontano da lei nel tentativo di rianimarla. Io non opposi resistenza, mio padre invece inveiva e si dimenava nel tentativo di tornare dalla sua amata. Io ero completamente paralizzato come se quello che stava accadendo non mi riguardasse.

Quando dichiararono ufficialmente che mia madre era morta, ci fecero le condoglianze e se n’andarono. Non so cosa mi spinse a voltarmi verso mio padre, ma lo feci. Come uno zombi, barcollante e piangente, lui si avvicinava a lei, la ricopriva con cura e dolcezza come se stesse solo dormendo, la strinse nuovamente a sé tra lacrime e il nome di mia mamma ripetuto all’infinito. Le emozioni che emanava, il dolore e la disperazione, erano così forti che come un pugno allo stomaco mi costrinsero ad inginocchiarmi al suolo.

Non mi resi neanche conto che stavo piangendo…poi accadde, realizzai di colpo l’accaduto, appoggiai le mani a terra e chiudendo gli occhi scoppiai a piangere. Ora ero davvero solo…lei non c’era più, il fato me l’aveva portata via per sempre. Non avrei più sentito la sua dolce voce carica di amore materno, non l’avrei più vista ogni giorno brillare di energia vitale e gioia, non avrei più potuto vegliare su di lei mentre dormiva, per proteggerla solo in quel breve tempo da tutto e tutti come lei faceva sempre con me. Tutto era svanito in un istante…volevo provare altre emozioni oltre al dolore, ma non ci riuscivo, potevo solo piangere disperato e chiamarla.

Poi accadde qualcosa d’inaspettato…sentii qualcuno che mi stringeva forte a sé e mi massaggiava la schiena. Alzai per un istante la testa ed incontrai il volto rigato dalle lacrime e gli occhi colmi di dolore di mio padre. Non so come o perché ma mi aggrappai al colletto della sua giacca, nascosi il volto sul suo petto e piansi come un bambino disperato. Per quanto possibile lui cercò di infondermi una forza che nemmeno lui stesso possedeva.

“Piangi Orion, sfogati, lascia scorrere il dolore. Io sono qui, non preoccuparti, sfoga il tuo dolore su di me.” – mi ripeteva abbracciandomi forte.

Io lo assecondai, visto che non avevo energie per fare altro…un enorme vuoto stava colmando il mio cuore e la mia anima. Lasciai che tutto scorresse con le mie lacrime e la parola mamma ripetuta come un pazzo.

 

…Continua…

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** CAPITOLO 4 ***


CAPITOLO 4

CAPITOLO 4

Non so per quanto tempo rimasi incosciente, ma quando mi svegliai non mi trovavo più nella stanza d’ospedale dove giaceva inerme la mia amata mamma.

Era una stanza accogliente, il letto comodissimo, molto spaziosa, con una finestra che dava sullo…. E fu lì che lo vidi. Mio padre stava imperioso a fissare l’immensità che si stagliava fuori da quella finestra. Il corpo rigido, la testa alta, ma con le spalle curvate dal dolore che lo opprimeva. Fissava silenzioso la vastità del creato pensando probabilmente ad un modo crudele e vendicativo di distruzione.

Mia madre mi aveva raccontato di questo suo lato oscuro…la furia vendicativa che lo accecava dopo il dolore di una perdita. Non so per quale motivo lo feci ma lo chiamai.

“Papà?” – dissi titubante ma con la speranza di allontanarlo da quei pensieri negativi.

Lui si voltò di scatto confuso e sorpreso. Poi si ricompose, cambiò in una postura forte ma carica di gentilezza e si avvicinò a me per poi sedersi al mio fianco sul letto.

“Orion, ti sei svegliato. Come ti senti?” – accarezzandomi i capelli.

“Svuotato.” – feci una pausa e lo guardai bene negli occhi – “Tu come stai?”
”Sto bene, non devi preoccuparti per me. È normale che tu ti senta svuotato, devi solo riposare e recuperare le energie il più possibile. Lascia che ci pensi io a tutto il resto.”

Feci un respiro profondo, dovevo chiedere una cosa importante a mio padre, ma faceva male.

“Lei dov-dov’è?” – gli chiesi con voce tremante.

“È nella stanza qui accanto…la nostra stanza…quando viveva qui nella Tardis.”

“Che ne sarà di lei? Che ne sarà di me?” – chiesi voltando la testa dall’altra parte. Non potevo sopportare il suo sguardo di rifiuto.

“Riceverà ciò che merita…resterà per sempre qui con noi… nel giardino di rose che io e la Tardis creammo per lei molto tempo fa, era il suo luogo preferito. Quando spariva, sapevo con certezza che l’avrei sempre trovata in quella stanza.” – rispose lui, poi chiuse gli occhi, fece un respiro profondo, li riaprì e con un lieve sorriso continuò – “Per quanto riguarda te…la Tardis sarà sempre casa tua, questa sarà la tua stanza…se tu vorrai restare qui. So che non sono mai stato presente nella tua vita, non c’ero quando tu e tua madre avevate bisogno di me, e non posso usare la scusa che non lo sapevo. Orion, ti sto offrendo di iniziare una nuova fase delle nostre vite insieme. Ora che ho perso lei non mi rimane più nulla per cui lottare e vivere, se non tu. Geneticamente sei mio figlio, ma spero e desidero che tu lo sia anche emotivamente. Non sono perfetto, farò un’infinità d’errori, ma farò del mio meglio per essere almeno un padre accettabile. Io sono qui, Orion. Ho commesso l’errore di sprecare la mia occasione con tua mamma…non lo rifarò anche con te. Ho perso i primi 18 anni della tua vita, non voglio perderne altri. Ti chiedo di aiutarmi a mantenere, INSIEME, vivo il nome e l’eredità di Luna. Il Tempo e lo Spazio canteranno in eterno di lei, così che lei vivrà per sempre…non come un flebile eco nel vento o una delebile impronta nella sabbia…ma come un’eterna canzone marchiata a fuoco nei cuori e nelle menti di ogni essere esistente, e questo fino all’ultimo istante del Tempo stesso.”

“Devo pensarci. Ora come ora desidero solo che lei sia qui con me, come lo è stata per tutta la mia vita.”

“Capisco perfettamente. Prenditi tutto il tempo che ti serve, io ti giuro che non me n’andrò a meno che tu non mi voglia fuori dalla tua vita per sempre.” – mi accarezzò un’ultima volta i capelli, si alzò e disse – “Ora riposa ancora un po’. Io sarò nella stanza qui accanto, se hai bisogno di qualsiasi cosa io e la Tardis provvederemo a tutto. Ora riposati, figliolo.”

“Ok.” – dissi. Lo vidi allontanarsi verso la porta, aprirla e prima che uscisse aggiunsi – “Grazie…papà”

Lui si bloccò, si voltò per guardarmi, sorrise dolcemente e disse – “Prego…figlio mio.” – e poi uscì chiudendo la porta dietro di sé.

*******

Il Dottore entrò nell’altra stanza, il corpo esanime che dormiva nel loro letto. Lui si sedette accanto a lei e la guardò con amore e riverenza.

“Te ne sei andata troppo presto, amore mio. Che cosa devo fare con lui? Non sono mai stato un buon padre, non so come comportarmi. Ora sta male e non so come aiutarlo. Quanto vorrei che tu mi parlassi e mi dicessi cosa fare…tra me e te, tu eri la migliore. Sono perso senza di te. Mi manchi così tanto.” – nuove lacrime rigavano il volto – “Come farò senza di te? Perché non mi hai detto della tua malattia? Perché non mi hai permesso di salvarti? Perché?” – una pausa – “Io lo so il perché. Perché mi amavi più d’ogni altra cosa. Hai messo me e Orion prima di te stessa. Ci hai protetti fino alla fine…e facendoci incontrare ti sei assicurata che entrambi fossimo al sicuro e insieme. Hai sacrificato te stessa per me ed Orion. Ti prometto che mi prenderò cura di lui, veglierò su nostro figlio fino alla fine delle mie vite, il tuo sacrificio non sarà vano, amore mio.” – fece un profondo respiro – “Grazie per avermi donato la possibilità d’essere padre, non permetterò che gli capiti qualcosa com’è successo a Jenny.”

Si alzò piangendo, le baciò la fronte e si diresse alla porta…aveva una tomba degna di una dea da realizzare…e con il pensiero che dopo il funerale non sarebbe più entrato in quella stanza, uscì senza voltarsi.

 

…Continua…

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** CAPITOLO 5 ***


CAPITOLO 5

CAPITOLO 5

Passarono i giorni…mio padre invitò poche persone, che lui e mia madre conoscevano, per il funerale. Stranamente nessuno mi disse le tipiche frasi di circostanza, loro mi abbracciarono e dissero solamente – “Siamo qui per te Orion, potrai sempre contare su di noi.” – fu strano vedere quanto sconvolti e tristi fossero per la scomparsa di mia madre.

Io e mio padre rimanemmo impassibili, come se non succedesse a noi. Dopo avremmo avuto il tempo di piangerla, nella solitudine delle nostre stanze.

Mio padre fu sempre al mio fianco, mi strinse le spalle per mostrarmi il suo totale supporto.

Rimasi a vegliare la sua tomba per ore, da solo (mio padre comprese il mio desiderio e bisogno di solitudine).

Tornò più tardi con una tazza di tea, dei dolcetti (i preferiti di mia madre) e un maxi barattolo di nutella.

“Non finirla tutta o starai male. Conservala anche per i giorni a venire.” – si allontanò con la sua porzione e si mise sotto un albero dalle foglie argentee che stava poco distante.

******

Il Dottore osservava il figlio vegliare la tomba della madre, due statue affiancavano il piccolo tempio greco che custodiva il corpo della sua amata.

Il Tempio, come la Tardis era più grande all’interno ma ovviamente in scala notevolmente ridotta. Sul timpano spiccava una luna con due lupi circondati da rose. Le colonne si alternavano tra stile dorico e corinzio. Le due statue a grandezza naturale custodivano il tempio. La prima rappresentava una giovane donna con l’armatura in sella ad un magnifico cavallo e aveva un lupo al fianco. L’altra era la stessa giovane donna con un bellissimo abito semplice in stile dama del medioevo irlandese.

Se si ammiravano i dettagli della donna erano la replica esatta di Luna. E il Dottore lo sapeva bene, perché fu proprio lui a crearle con le sue mani.

Lui voleva che la sua amata fosse ricordata e ‘venerata’ per com’era…una fantastica donna con un grande cuore ed un notevole istinto materno.

Guardando suo figlio, non poteva che sentirsi orgoglioso di come lei lo avesse cresciuto, nella semplicità e con grandi valori.

******

Quella sera mi chiusi in camera mia, sdraiato su quel nuovo letto, ripensai all’offerta di mio padre e a cosa mi raccontava mia madre di lui.

Ero immerso nei miei pensieri quando sentì bussare alla porta.

“Avanti.”

“Ehi Orion. Come stai?” – chiese mio padre restando sulla soglia di camera mia.

Lo guardai per un istante, non so per quale motivo ma sentivo che potevo essere me stesso con lui e dirgli tutto.

“Vorrei che lei fosse qui con me.”

“Manca anche a me. Tua madre mi manca moltissimo e vivrò per sempre con il rimpianto di non aver passato più tempo con lei…e con te.”

Mi misi seduto e gli indicai con lo sguardo che poteva raggiungermi e sedersi vicino a me.

“Posso farti alcune domande?” – chiesi titubante.

“Tutto quello che vuoi.” – rispose con dolcezza e sincerità.

“Perché l’hai lasciata?”

Vidi mio padre irrigidirsi, uno sguardo triste e colpevole marchiato nei suoi occhi castani.

“Perché volevo proteggerla.”

“Da chi? Da cosa?” – chiesi curioso.

“Da me stesso. Dalla mia stupidità, dalla folle mania di cacciarmi nei guai, dall’impulso di interferire in cose che non mi riguardano.”

“La mamma diceva sempre che quando le persone avevano bisogno di aiuto, tu arrivavi e le salvavi…ma a volte non potevi e ci stavi malissimo per questo.”

“Lei mi dipingeva sempre come un eroe dal cuore grande…ma la realtà è che non lo sono.”

“Mamma diceva che tu eri perfetto proprio perché non lo eri.” – feci una pausa – “Non ti ha mai dimenticato, non ha mai detto o pensato cose brutte su di te. Quando lei mi parlava di te si illuminava e mi raccontava tutto, dei tuoi pregi e dei tuoi difetti. Non ti dipingeva come il supereroe dei fumetti, ma come un uomo che viaggiava per aiutare e per portare speranza alle persone. Diceva che usavi il cuore e il cervello come armi.” – e sorrisi a quel ricordo.

“Lei è sempre stata migliore di me…era lei il vero eroe. Mentre io attiravo i guai su di noi, lei si fermava a conversare e ad aiutare le persone. Lei era una gigantesca stella che illuminava di gioia e d amore tutto ciò che la circondava. Era coraggiosa anche quando era terrorizzata, era fiera e combattiva, testarda e compassionevole, brillante e dal cuore enorme.” – mio padre si fermò un istante, ingoiò, fece un respiro profondo e poi continuò – “Tua madre…lei…lei era fantastica e meravigliosa…e non smetterò mai di amarla finché non mi rigenererò, e la ricorderò finché avrò vita.”

Fissai mio padre, aveva gli occhi lucidi ma cercava di essere forte per me.

“Puoi piangerla di fronte a me, se ne hai bisogno. Non devi per forza essere sempre forte.”

“I genitori devono esserlo di fronte ai figli, dobbiamo proteggerli dalle cose brutte e cattive e tristi che ci sono.”

“La mamma diceva che si è forti soprattutto quando si mostra alle persone care le proprie debolezze. A volte capitava che di notte, quando sentiva che la tua mancanza diventava insopportabile per lei, scoppiava a piangere. Io andavo da lei, l’abbracciavo e ci addormentavamo abbracciati. Lei era forte per me di giorno ed io ero forte per lei di notte.”

“Avrei dovuto essere lì con voi, invece di scappare come un dannato vigliacco.” – disse con la voce incrinata.

“L’amore fa fare scelte folli e stupide…ma a volte sono quelle giuste, quelle che devono essere fatte anche se fanno male.”

“Già.” – ci fu una lunga pausa. “Orion?”

“Sì?”- e lo guardai.

“Posso essere debole solo per questa volta?” – chiese quasi in un sussurro.

“Certo che puoi esserlo, papà. Ci sono io qui con te.” – risposi commosso.

“Grazie figliolo.” – e scoppiò a piangere.

Abbracciai mio padre e lasciai che appoggiasse la testa sulle mie gambe. Chissà se aveva mai avuto il tempo di piangerla e di sfogare il suo dolore. Forse non lo aveva fatto perché la realtà era troppo dura da accettare, forse cercava di reprimere tutto per aiutare me. Non lo so…so solo che ora lui mi sta permettendo di conoscerlo veramente, mostrandomi la sua umanità e vulnerabilità.

 

…Continua…

 

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** CAPITOLO 6 ***


CAPITOLO 6

CAPITOLO 6

Quando mio padre si fu calmato, l’atmosfera nella Tardis era carica di tensione. Nessuno di noi due sapeva cosa dire o fare. Non sapevo cosa chiedergli, lui era mio padre ma era anche un estraneo. Non credo avessimo nulla in comune se non mia madre.

Lo guardai e decisi di chiedergli la sua versione della storia. Mi riferisco al suo punto di vista dei racconti di mia mamma.

“Papà?” – chiesi nuovamente titubante.

“Sì Orion?” – disse guardandomi.

“Come vi siete conosciuti tu e la mamma?”

Il Dottore scoppiò a ridere. Lo guardai confuso…che il dolore per la perdita di mia madre l’avesse fatto impazzire?

“Quella santa donna di tua madre mi ha salvato il posteriore tante di quelle volte che ho perso il conto.” – disse ridendo, poi continuò – “Eravamo sulla Terra, e nonostante la mia indubbia bravura nei duelli fui messo al tappeto, stavano per spararmi quando qualcosa colpì il mio avversario alla testa stordendolo. Alzai lo sguardo e la vidi. Tua madre. Sembrava una dea guerriera pronta ad affrontare i nemici in battaglia. Era bellissima. Mi aiutò ad alzarmi, le strinsi la mano e scappammo a gambe levate. Lei cercava in ogni modo di fermarmi e di convincermi a finire il duello, ma l’unica cosa che desideravo era portarla al sicuro.”

Io risi – “Tipico della mamma.”

“Già.” – si fermò a ricordare – “Era molto abile con arco e freccie e con la spada, brava cavallerizza, però se si trattava di lanciare qualsiasi altro genere di cose che non fosse una freccia…beh diciamo che non aveva una buona mira.”

“Lo so.” – confermai – “Sapevi che possiede due armature, una era del nonno.”

“Ti riferisci alle armature di cavaliere della Dea Atena?”

“Sì.”

“L’ho vista indossarle un paio di volte. Che visione celestiale.”

“Bellissima.”

“Tua madre aveva delle abilità straordinarie, riusciva a replicare alcune tecniche di alcuni dei cavalieri d’oro, gliele insegnarono personalmente gli amici di tuo nonno.”

“E non solo.”

“Parli forse delle abilità psico-telecinetiche?”

“Lo sai?” – chiesi confuso e meravigliato.

“Quando tua madre non voleva muovere un muscolo usava la telecinesi…o me.”

“AHAHAHAHAH. Allora non ero l’unico sfortunato facchino.”

“Usava lo sguardo da cucciola?”

“Tutte le volte.” – risposi ridendo.

“Mi dispiace davvero tanto figliolo.” – disse lui ridendo.

Ci calmammo e dopo un momento d’esitazione gli chiesi – “Ti va di parlarmi un po’ di te, papà?”

“Che vuoi sapere?”

“Qualsiasi cosa tu possa o voglia dirmi.”

“Che sono davvero molto fiero ed orgoglioso.” – disse con dolcezza.

“Di cosa?”

“Che tu sia mio figlio. Mi ricordi molto tua madre, il che è un bene per tutti.” – fece una pausa – “Sono l’ultimo Signore del Tempo esistente. Ho sterminato la mia gente per salvare l’Universo dalla peggiore delle guerre. Ho sofferto, ho perso, ho gioito, ho vinto, ho combattuto, ho ucciso, ho manipolato le persone, ho commesso moltissimi errori,…potrei andare avanti in eterno, la lista è davvero lunga. Nel corso della mia lunga vita mi sono fatto degli amici, ma anche una lunga fila di nemici che sarebbero disposti a tutto per farmela pagare. Tua madre ti ha protetto soprattutto da me, come io ho cercato di proteggere lei da me stesso. È per questo che l’ho lasciata, perché non volevo perderla definitivamente. Ma non ci sono riuscito, ho fallito con lei…e non me lo perdonerò mai per questo.”

“Nonostante tutto era felice, anche se sentiva la tua mancanza.”

“Mi conforta saperlo.”

“Tu che abilità hai papà?” – chiesi cambiando discorso.

“Sono un telepate tramite contatto, vedo le linee temporali delle persone, e posso ingannare la morte rigenerandomi.”

“Uau…proprio cosette da nulla.”

“Oi signorino…sono un Signore del Tempo, ho 906 anni…porta un po’ di rispetto per il tuo vecchio.”

“Appunto sei vecchio.” – dissi provocandolo scherzosamente.

“Vuoi la guerra ragazzo?” – fingendosi in modalità guerriero.

“Quando vuoi nonno…ti batto anche ad occhi chiusi.” – replicai con sfida e sorridendo.

Per tutta risposta mio padre prese un cuscino ed iniziò la battaglia. Fu divertente e liberatorio.

Al termine ci accasciammo al letto stremati ma sorridenti.

“Tutto tua madre.” – disse il Dottore.

“Troppo vecchio.” – ribattei io.

“Dammi un minuto e poi vediamo chi è il vecchio, giovanotto impertinente.” – replicò.

Ci fu un minuto di silenzio e poi il dottore disse guardando il soffitto della mia stanza – “Prima di andarsene tua madre mi ha donato i suoi ricordi…se vorrai un giorno te li mostrerò.”

“Un giorno…forse.” – respirai profondamente – “Papà?”

“Sì?” – guardandomi.

“Mi porteresti a vedere la costellazione di Orione.”

“Anche subito, figliolo.”

 

…Continua…

 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** CAPITOLO 7 ***


CAPITOLO 7

CAPITOLO 7

La Tardis orbitava vicino alla costellazione di Orione. Si vedeva tutto molto chiaramente…era uno spettacolo da perdere il respiro.

Ero seduto sul bordo della porta d’entrata, le mie gambe dondolavano nel vuoto. La cosa buffa era che anche mio padre era nella mia stessa posizione.

“Quello laggiù è Bethelgause, mentre quello lì in fondo dalla parte opposta è Rigel. Invece quel puntino lì, vicino alla prima stella della cintura, è Sigma Orionis.”

“Ne sia di cose sulla cosmologia e sull’astrofisica…così diceva sempre la mamma. Ammirava come le spiegavi le cose, n’era affascinata.”

“Lei era insaziabile di conoscenza…soprattutto sulla storia e sulla cosmologia. Rimaneva incollata ad ascoltarmi per ore. Non ho la minima di come facesse a sopportarmi, a volte mi annoio da solo.”

“Capita quando si ha la tendenza a parlare troppo.”

“Mi stai dando del chiacchierone?” – mi guardò con sfida.

“Già.” – risposi senza timore.

Mio papà tornò a guardare la costellazione, poi senza dire una parola si alzò e disse – “Vado a dormire. Ancora cinque minuti e poi chiudi le porte e fai ciò desideri, ma non toccare i comandi. Un giorno t’insegnerò a farlo…chissà magari in futuro la lascerò in eredità a te.”

Lo guardai confuso, il mio istinto mi diceva che qualcosa non andava in mio padre.

“Papà? È tutto ok? Stai bene?” – gli chiesi preoccupato.

“Tranquillo, sto bene. Sono solo un po’ stanco. Sono giorni che non dormo, noi Signori del Tempo non abbiamo bisogno di dormire tanto quanto gli umani. Vado solo a fare un pisolino.”

“Ok. Se ti serve qualcosa sai dove trovarmi.” – ribattei incerto.

“Non rubarmi le frasi. Io sono tuo padre e come tale devo essere io ad occuparmi di te, non il contrario. Starò bene, ci vediamo domani mattina…vedi di non fare troppo tardi, tanto lo vengo a sapere.”

“A domani papà” – dissi concedendogli per questa volta la vittoria.

Con mia immensa sorpresa, mio padre fece una cosa che faceva sempre mia mamma…mi diede un bacio sui capelli, mi mise una mano sulla spalla, uno sguardo carico di dolcezza e amore, un lieve sorriso e poi se n’andò uscendo dalla stanza.

******

Il Dottore non andò a dormire nella solita stanza, in quella sua e di Luna, ma andò al Tempio.

Si sedette accanto alla lapide di marmo bianco al cui interno giaceva inerme la sua amata.

“Ciao amore mio.” – disse dando un lieve bacio con la mano a quel freddo involucro – “L’ho portato a vedere la costellazione di Orione. Me l’ha chiesto lui, non potevo dirgli di no…non dopo ciò che ha passato. Sente molto la tua mancanza.” – fa una pausa – “Temo di aver esagerato con lui poco fa. Ho invaso il suo spazio vitale. Non è più un bambino, è un uomo ora…non posso comportarmi come se il tempo non fosse mai passato. Luna, non so davvero come comportarmi con lui.”

Il Dottore chiuse gli occhi e, come se stesse prendendo una decisione intollerabile disse – “Forse dovrei riportarlo a casa vostra, aprire un conto tutto suo con i soldi sufficienti per vivere la sua vita senza dover lavorare. Potrei fargli visita a giorni alterni, per un po’…poi andrei a trovarlo una volta alla settimana, poi una volta al mese, poi solo alle feste ed agli eventi importanti della sua vita. E quando arriverà il suo momento, lo porterò a riposare per sempre qui con te. Che ne dici? Ti sembra un buon piano?”

Lui riaprì gli occhi e guardò la lapide.

“Non posso essere egoista, non posso chiedergli di restare con me solo perché non voglio stare da solo. Luna, per 18 anni non ho fatto parte della sua vita…per Rassilon, non c’ero neanche quando lui stava crescendo dentro di te. Che essere orribile sono? Che padre potrò mai essere per lui? Orion non ha bisogno di una patetica ed inaffidabile brutta imitazione di un padre. Ha bisogno di una figura forte…di un padre forte…ed onestamente entrambi sappiamo che quella persona non sono io, non sarò mai io. Lui starebbe molto meglio senza di me, proprio come lo sei stata tu.”

Lui si alzo senza distogliere lo sguardo da quel rettangolo marmoreo. E con voce rassegnata disse – “Farò parte della sua vita come ti ho promesso…ma terrò le distanze. Mi prenderò cura di lui, ma senza esagerare.” - mise le mani nelle tasche anteriori dei pantaloni e con la sua postura solenne continuò – “So di averti nuovamente deluso, ma non posso mantenere totalmente la promessa che ti feci quando ci hai lasciati. Mi dispiace davvero tanto Luna…ma io sono un alieno, non sono come voi umani…non lo sarò mai…non ci sarà mai posto per me tra voi, devo vegliarvi e proteggervi da lontano, senza interferire troppo.”

Poi si allontanò con aria solenne e fredda. Si fermò alla porta del Tempio, aprì e prima di uscire disse – “Questo è un addio Luna, non tornerò più né qui né nella nostra stanza…fa troppo male…ed io sono un Signore del Tempo…devo andare avanti fingendo di dimenticare. Perciò addio amore mio e mi dispiace così tanto.”

Con un ultimo lieve bacio ed un’ultima lacrima lui si ricompose ed uscì dal Tempio per non tornarci mai più.

 

… Continua…

 

 

 

NOTA DELL’AUTRICE:

 

Questo capitolo è stato difficile da scrivere, in quanto non sapevo cosa scrivere. Ma ce l’ho fatta. Accetto suggerimenti/consigli per il prossimo capitolo. Coloro che mi aiuteranno verranno menzionati in maiuscolo e con tutti gli onori nella mia prossima nota d’autrice.

Prima di congedarmi fino al prossimo capitolo vorrei RINGRAZIARE DI IMMENSO CUORE i miei SOSTENITORI: CHRISTINE_HEART e SAYMAN per le loro INCREDIBILI recensioni ed il loro SOSTEGNO.

GRAZIE RAGAZZI!!!!!!!!!!!!!!! XD                   xxx

Ci si vede al prossimo capitolo!! XD

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** CAPITOLO 8 ***


CAPITOLO 8

CAPITOLO 8

Stranamente non vidi mio padre per tutto il giorno. Beh se era vero quello che mi aveva detto, è molto probabile che non avrà fatto solo un pisolino ma una colossale dormita.

Però c’è qualcosa di strano, ho un brutto presentimento, percepisco che c’è qualcosa che non va…e questo non mi piace per niente.

Mentre aspettavo che lui si svegliasse, girai per la Tardis. È enorme. La mamma non scherzava quando diceva che era di dimensioni galattiche. Visitai più stanze possibili: la piscina, la cabina armadio, la sala cinema, la sala videogiochi, andai a trovare la mamma al Tempio…ed infine andai alla sala biblioteca. Era enorme, stracolma di libri, con un bellissimo caminetto, delle comodissime poltrone e divani.

Fu davanti al caminetto che trovai mio padre, fissava imponente e freddo il fuoco che bruciava.

Non so perché ma avevo paura di lui. Questo suo porsi così autoritario e minaccioso mi inquietava tantissimo.

“Papà?” – provai a dire con un timoroso sussurro.

Lui si voltò ed io meccanicamente feci un passo indietro. I suoi occhi erano freddi, come se…come se…

“Orion. Stavo giusto per venirti a cercare.” – disse con un certo distacco.

“Sono qui. Se ho commesso un errore girando per la Tardis, beh mi dispiace davvero tanto.” – dissi intimorito.

“Non hai commesso nessun errore, Orion. Volevo solo parlarti di una cosa importante.”

“Ok…dimmi pure.” -

“Ho riflettuto attentamente e ritengo sia meglio per te se ti riporto a casa tua sulla Terra. Manterrò la promessa che feci a tua madre, ma non potrò mai essere il padre che meriti. Non ne sono capace.”

“Mi…mi stai scaricando? Mi stai abbandonando come hai fatto con la mamma?” – il mio tono passò da incredulo ad alterato.

“No. Ti sto solo dando la possibilità di continuare normalmente la tua vita, come hai fatto in questi 18 anni. Sarò il tuo angelo custode, il tuo consigliere ed il tuo supporto morale…ma non potrò essere il padre che non sono mai stato. Il tuo posto è sulla Terra…non qui con me nella Tardis.”

“Sei un bastardo.” – riuscì solo a dire con cattiveria.

“Come scusa?” – mi guardò confuso.

“Avevo ragione quando dissi alla mamma che tu eri solo un egoista bastardo. Ed io sono solo il risultato di un colossale errore di valutazione che ha fatto la mamma.”

“Orion…” – cercò di dire il Dottore.

“Stai zitto. Sei solo un bastardo ed io non ti voglio come padre.” – gli urlai con rabbia.

Ci fu un momento di silenzio carico di una miriade di emozioni.

Replicai la sua postura di prima e continuai – “Ho solo due richieste.”

“Quali?” – chiese lui titubante.

“Vorrei, se possibile, che spostassi il Tempio e la mamma nel cimitero, sulla Terra, non lontano da casa mia.”

“E la seconda?”

“Stai lontano da me. Non voglio più avere nulla a che fare con te. D’ora in poi tu per me sarai solo un conoscente. Puoi proteggermi da lontano se desideri, dopotutto l’hai promesso alla mamma, ma non voglio vederti mai più. Tu non sei mai stato mio padre…e non lo sarai mai.” – mi voltai e mi diressi verso la porta, prima di uscire mi fermai e dissi – “Sarò in camera mia, avvisami quando hai fatto tutto.” – e me n’andai lasciandolo da solo.

Arrivato in camera mia mi buttai sul letto e scoppiai a piangere. Faceva davvero malissimo. Ora ero davvero solo. Una rabbia accecante si impossessò di me ed iniziai a distruggere tutto ciò che potevo, ma nulla riusciva a placare il dolore che provavo.

Mi ero fidato e sono stato tradito…ora so come si era sentita la mamma quando quel bastardo l’aveva lasciata. - fu il mio ultimo pensiero prima di crollare esausto e di addormentarmi.

******

Il Dottore rimase paralizzato…devastato dalla reazione del figlio. Era come se tutto fosse andato distrutto sotto i suoi occhi, i suoi cuori strappati dal petto e ridotti in cenere. Non si era accorto di essersi inginocchiato al suolo e di essersi portato le mani al petto. Non s’immaginava tale reazione da parte del figlio, era stato devastante.

E come colpo di grazia…la Tardis gli inviò telepaticamente il pensiero di Orion. Era troppo anche per lui. L’odio ed il disgusto provati dal figlio nei suoi confronti era la peggiore delle morti possibili. Ma se lo meritava, dopotutto era stato lui ad allontanare il figlio, proprio come aveva fatto molti anni prima con la madre.

- pensò sconvolto.

Ma questa volta la Tardis non gli rispose, lo abbandonò al suo tormento chiudendo la comunicazione telepatica. Il Dottore sapeva che da quel momento lei avrebbe sempre interferito sulle sue azione, non avrebbe più collaborato con lui…perché lei aveva amato Luna e adorava Orion, avrebbe spalleggiato il ragazzo e si sarebbe messa contro il suo pilota.

Con questa consapevolezza, non gli rimase che fissare svuotato il pavimento e piangere in silenzio ciò che aveva appena perso. Ora era da solo…come mai prima d’ora.

 

…Continua…

 

 

 

 

NOTA DELL’AUTRICE:

Come promesso…squillino le trombe, suonino i tamburi…signore e signori…onoriamo il contributo di SAYMAN e CHRISTINE_HEART…per i suggerimenti.

Ma ho un ma.. (idea lampo arrivata all’ultimo secondo).

Però ho voluto omaggiarli comunque…mi sembrava doveroso!!! XD

Grazie ragazzi per il sostegno!! XD

Alla prossima!! ;-D

 

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** CAPITOLO 9 ***


CAPITOLO 9

CAPITOLO 9

Mentre i due testardi riposavano, la Tardis azionò i comandi…destinazione Atene, il Grande Tempio. Sperava solo che il suo pilota decidesse di ascoltarla per una volta.

Decise di atterrare di colpo in modo da svegliare entrambi all’improvviso. E così fece.

******

Il Dottore si svegliò di colpo, una forte scossa gli aveva fatto battere la testa al pavimento, solo in quel momento si accorse di essersi addormentato sul pavimento.

Scosse la testa, si alzò e corse verso la sala comandi.

******

Mi svegliai all’improvviso nel peggiore dei modi, cadendo di colpo dal letto.

«Se è una delle sue trovate per vendicarsi o per farmi sentire in colpa, può stare certo che la pagherà molto cara.» - pensai arrabbiato per il brutto risveglio.

Purtroppo avevo ereditato da mia madre il pessimo caratteraccio di prima mattina, soprattutto se non avevamo bevuto la nostra mattutina tazza di caffè.

Di pessimo umore e piuttosto alterato mi alzai e mi diressi alla sala comandi, per fare due chiacchiere con il Dottore.

Arrivato lì lo trovai armeggiare con i comandi, ma da come si agitava sembrava che non funzionassero.

“Che hai combinato? Che idea hai in mente? Stai cercando di vendicarti per come ti ho trattato? Se è così…sappi che sei patetico.”

“Giuro che non ho fatto nulla. I comandi non rispondono, non funzionano.” – rispose lui agitato continuando ad armeggiare.

“Raccontala a qualcun altro, io non ci credo.Vado a controllare dove diavolo mi hai portato, spera che sia casa mia sulla Terra, altrimenti me la pagherai cara.” – dissi avvicinandomi alla porta.

“Orion non andare, non è sicuro. Non so dove siamo finiti, dammi solo un paio di minuti per capire come mai non va e il tempo per sistemare il problema. Ma ti prego non andare, so che mi odi, ma non andare.” – lo supplicò il Dottore.

“Tu non sei mio padre, non prendo ordini da te. E comunque non sono un bambino, sono un uomo.” – e proseguii.

Aprì la porte e porsi fuori la testa per sbirciare. L’unica cosa che fui in grado di dire fu – “O cavolo.”

Nel frattempo il Dottore mi aveva raggiunto preoccupato, e aprendo la porta rimase sconvolto dalla scena che ci si parava davanti gli occhi.

Mi ricordai questo posto, mia mamma mi ci aveva portato un paio di volte quando doveva conversare di questioni importanti con la Dea Atena in persona. Eravamo al Grande Tempio.

Seduta sul suo trono c’era proprio lei Lady Isabel di Tule, in altre parole la Dea Atena. Sembrava che ci aspettasse.

Non so perché ma appena lei si alzò io andai verso di lei e m’inginocchiati, chinando il capo verso il pavimento.

“Dea Atena, io sono Orion di Sagitter, figlio di Luna di Sagitter e del Cavaliere d’Oro Aiolos di Sagitter. Chiedo umilmente perdono per essere arrivato senza invito e così all’improvviso, non era per nulla mia intenzione o idea. Perdonatemi mia Signora e Dea.” – dissi come ricordavo mi aveva raccontato ed insegnato mia madre.

“Orion di Sagitter, alzati e mostrati alla tua Dea.” – disse dolcemente Atena.

Io eseguì senza obbiettare.

“Mi è giunta la notizia della scomparsa di tua madre, ne sono davvero addolorata, così come i miei Cavalieri. Era la migliore tra i miei Cavalieri, ed una grandissima consigliera e amica. Mi addolora l’apprendere tale notizia.”

“Perdonatemi mia Signora se non vi ho riferito tale notizia di persona.” – dissi intimorito.

“È comprensibile, mio caro. Voi due eravate come una cosa sola. Posso solo immaginare il dolore che hai provato e che stai provando. Non sentirti in colpa.”

“Fa male mia signora.”

“Comprendo.” – fece una pausa – “Posso farti una domanda?”

“Certamente mia Dea, tutto ciò che desiderate.”

“Vorrei conoscere il proprietario di questa cabina.”

“Onestamente mia Signora, il proprietario non merita neanche di stare su questa terra. È un bugiardo ed egoista, non è minimamente degno di stare al vostro cospetto, mia Signora.”

“Sono curiosa. Tua madre mi ha detto alcune cose sul proprietario di quella cabina blu. Ti ordino come tua Dea di andare da lui e portarlo al mio cospetto.”

«Accidenti sono fregato. Un ordine di Atena è paragonabile ad un ordine diretto di mia madre. Accidenti.” – pensai. Poi inchinandomi dissi – “Come la Dea Atena desidera ed ordina.” – mi congedai ed andai verso la Tardis.

Arrivato alla porta dissi al Dottore – “La Dea Atena desidera ed ordina di conferire con te. Portale rispetto o per ultimo te la vedrai con me.” – mi avvicinai al suo orecchio e sussurrai minacciosamente – “E la rigenerazione non ti servirà più a nulla quando avrò finito.” – e riuscii dalla Tardis.

Il Dottore fu subito dietro di me. Ci avvicinammo e lui fece un lieve inchino. “Dea Atena, io sono il Dottore. Desiderava conferire con me?” – disse come faceva di solito (o così mi raccontava mia mamma).

“A dire la verità volevo parlare con entrambi. Ma è comunque un piacere conoscervi, padre di Orion.”

 

…Continua…

 

 

 

NOTE DELL’AUTRICE:

Vorrei nuovamente ringraziare i miei sostenitori CHRISTINE_HEART, SAYMAN e bilo99!! Grazie ragazzi di tutto cuore!! XD

E già un bel colpo di scena..non che Atena mi sia mai stata simpatica, visto che il mio adorato Aiolos di Sagitter ci ha rimesso la pelle per colpa di quella…ma era una piccolissima bambina, perdonata.

Vi lascio cuocervi nel vostro brodo in attesa del prossimo capitolo!! XD XD

Alla prossima!! XD

Ritorna all'indice


Capitolo 11
*** CAPITOLO 10 ***


CAPITOLO 10

CAPITOLO 10

“Quindi voi sareste Lady Isabel, o meglio nota come la Dea Atena. Cosa vi fa pensare che vi creda?” – disse il Dottore con atteggiamento sfrontato e di superiorità, in altre parole testa alta, petto in fuori e mani nelle tasche anteriori dei pantaloni.

“DOTTORE COME OSI?” – gli urlai indignato.

“Calmati Orion, è tutto okay. Avevo previsto avesse dei dubbi su di me.” – disse Atena.

“Ma Milady…” – cercai di dire.

“Orion!” – esclamò con tono deciso.

“Chiedo perdono mia Signora.” – abbassai la testa.

“Perdonato.” – poi si voltò verso il Dottore – “Cosa vi fa credere che io non lo sia?” – ribatté.

“Ho visto molti falsi dei, semi dei, possibili dei e non ci sono mai cascato. Deduco che lo stesso valga anche per voi. E poi non credo in nessuna religione, a nessun dio, ma credo nelle persone e in ciò che è provato scientificamente.”

“Comprendo la vostra riluttanza. Ma mia unica prova per voi Dottore è che Luna credeva in me e in ciò che sono.”

“Vi sbagliate Lady Isabel. Lei credeva nei vostri ideali di pace, prosperità, amore, lealtà e giustizia. Se poi voi rispecchiate questi ideali nella persona della Dea Atena, la cosa non mi riguarda. Però vi avverto, se diverrete una minaccia sarò costretto a fermarvi, non importa se Luna credesse in voi o no. Il mio compito è proteggere mio figlio, lo Spazio e il Tempo.”

“Io sono la custode della Terra, e farò tutto ciò che è in mio potere per tenerla al sicuro…anche da voi Dottore.”

“Su questo siamo d’accordo.”

“Concordo.” – disse lei con un lieve sorriso.

Li guardai sbalordito…sembravano due divinità che si erano appena accordate di non massacrarsi a vicenda, se non nel caso uno dei due avesse attaccato per primo l’altro.

“Prima di mostrarvi una cosa, devo dirvene un’altra.” – continuò la Dea.

“Quale mia Signora?” – chiesi confuso.

“Molti anni fa feci un’offerta a tua madre. Quella di divenire il nuovo Gran Sarcedote.”

“COSA?” – dissi sconvolto.

“Gran Sacerdote?” – domandò il Dottore.

“È…è la più alta carica dopo la Dea Atena. È il suo portavoce, il suo vice in assenza di Milady. È la più alta autorità tra i fedeli della Dea.”

“Una bella posizione di prestigio.” – replicò il Dottore facendo spallucce.

“Che lei rifiutò.”

“Per quale motivo? Se non ricordo male il padre di Luna era in corsa per quella carica.” – chiese confuso.

“Per restare con voi Dottore.”

Il volto sorpreso del Dottore, mi fece capire che non sapeva di quest’offerta e del fatto che la mamma l’avesse rifiutata per restare con lui.

Lady Isabel si voltò verso di me e con tono ufficiale ma gentile disse – “Ora che tua madre non c’è più, non potrà assumere quella carica. Perciò è mia intenzione proporre te, Orion, per quel posto. Che ne dici? Accetteresti la carica di Gran Sacerdote che spetta alla tua famiglia da due generazioni?”

“COSA? MIO FIGLIO?” – urlò il Dottore.

Io ero troppo sconvolto, non riuscivo a capire cosa stesse succedendo. «Perché io?» – pensai.

“Otterresti questa carica ad una condizione.” – replicò Milady senza prestare attenzione al Dottore.

«Aspetta. Cosa? Che condizione?» - pensai confuso e sorpreso.

“Quale condizione Isabel?” – chiese minaccioso il Dottore.

“Dovrai viaggiare per l’Universo e sulla Terra il più possibile. Dovrai fare esperienza…e quando tornerai, se sarai pronto, ti affiderò l’incarico. Dovrai dimostrarti degno del ruolo che ti viene offerto.” – spiegò Lady Isabel.

“State scherzando mia Signora? Dovrei viaggiare con quest’uomo, per un tempo indefinito, solo per ottenere una carica che mi spetta di diritto?” – dissi alterato e sconcertato.

“La carica di Gran Sacerdote non ti spetta di diritto, Orion. Come non spettava a tua madre e a tuo nonno Aiolos. Se la sono guadagnata e meritata con l’esperienza, la bontà d’animo, la saggezza, il coraggio, la determinazione, i sacrifici, il sangue ed il sudore. Ma soprattutto perché erano puri di cuore. Tu sei troppo giovane ed inesperto. Tuo padre potrà insegnarti cosa comporta avere il peso del mondo sulle spalle, e come convivere con esso. Ti formerà per diventare un uomo degno di quella carica.” – disse lei.

“Mia madre avrebbe dovuto insegnarmelo. Ma è colpa di quest’uomo se lei non c’è più. Ed è colpa di mia madre per essersi fidata di lui. Mia mamma lo ha sopravvalutato, ha visto cose che non c’erano…e ne ha pagato il prezzo.” – feci una pausa – “Ma io non commetterò il suo stesso errore. Se per ottenere il titolo di Gran Sacerdote devo passare un’altra ora con lui…in questo caso rifiuto l’incarico, mia Signora.” – risposi con determinazione e fierezza.

“Vorrei che ci riflettessi sulla mia offerta, Orion. Ma come ho detto prima vi devo mostrare una cosa. Si trova all’interno della Casa di Sagitter. Se volete seguirmi?” – replicò lei avviandosi verso la porta che conduceva alla lunga scalinata, la quale portava alle Dodici Case.

“Fateci strada Lady Isabel.” – disse il Dottore, nascondendo che le mie parole lo avevano profondamente ferito.

Io sbuffai, roteai gli occhi e imbronciato li seguii. Questa storia non mi piaceva, ma un presentimento mi diceva di seguirli. Era come se un gentile soffio di vento, simile al dolce tocco di mia madre, mi spingesse ad andare con loro.

 

…Continua…

 

 

 

 

NOTA DELL’AUTRICE:

Premessa.. so che questo capitolo fa schifo ed è patetico, perciò chiedo perdono!!!!! -.- L

Ringrazio i miei soliti tre sostenitori…(Sapete già chi siete…o devo iniziare a fare copia-incolla da ogni nota dell’autrice?? ;-) )

In questo capitolo e nel prossimo ho deciso di iniziare a mostrare che ruoli avranno padre e figlio, ma soprattutto quale probabile futuro spetterà ad Orion. Perché è vero che siamo tutti destinati a qualcosa, ma le linee temporali certe volte possono essere cambiate…perciò non si sa mai!!

Al prossimo capitolo!! XD         xxx

Ritorna all'indice


Capitolo 12
*** CAPITOLO 11 ***


CAPITOLO 11

CAPITOLO 11

Raggiungemmo un caverna e vi entrammo.

“Questa è una caverna sotterranea situata sotto la Casa del Sagittario. Dobbiamo attraversarla per giungere lì.” – disse la Dea.

“Ho un brutto presentimento.” – sussurrò il Dottore.

“Anch’io.” – replicai io con lo stesso tono.

******

Avevamo percorso all’incirca metà del tragitto quando scattò una trappola. Una freccia puntò dritta verso di me. Riuscì a spostarmi ma mi prese di striscio al braccio.

“ORION!!” – urlò il Dottore correndo verso di me – “Orion, stai bene? Sei ferito? Fammi vedere.” – era preoccupato mentre controllava le mie condizioni.

“Sto bene, mi sono spostato in tempo, mi ha solo preso di striscio e mi ha rovinato la maglietta.” – replicai guardandomi il braccio. Poi guardai i suoi occhi, erano terrorizzati…c’era una sola persona che conoscevo che mi avrebbe guardato in quel modo…mia madre.

“Hai ragione, nulla di grave. Mi hai fatto prendere un colpo. D’ora in avanti dovremmo stare ancora più attenti.”

“Concordo.” – risposi e proseguimmo.

Riuscimmo a fare un po’ di strada quando un rumore attirò la mia attenzione, non so perché ma guardai il soffitto, stava per crollare sopra di me.

“ORION!!” – urlò nuovamente il Dottore, prima di darmi una forte spinta e spostarmi dalla traiettoria del crollo.

Atterrai bruscamente, e quando mi voltai per lamentarmi con il Dottore della spinta, mi ritrovai una scena sconvolgente. Lui privo di sensi bloccato al suolo da due travi. Ero pietrificato…il Dottore, mio padre, mi aveva appena salvato la vita rischiado la sua.

“Dottore?” – provai a chiamarlo ancora sconvolto.

Nulla, nessuna reazione. Allora mi avvicinai a lui e riprovai – “Papà?”

Niente da fare non si svegliava. Mi misi accanto a lui e dissi toccandogli la spalla – “Papà ti prego svegliati. Papà andiamo svegliati. Ti vuoi svegliare vecchio!” – escalamai alla fine, più per paura che fosse morto.

“Mmmmmmh” – si lamentò mio padre.

“Papà?” – chiesi incerto.

“Orion? Sei tu? Stai bene figliolo.” – chiese dolorante aprendo gli occhi.

“Di certo meglio di te, stupido vecchio.”

“Ti ho appena salvato la vita e sarei io lo stupido vecchio? Alla faccia della gratitutide.”

Feci un lieve sorriso e dissi – “Stai fermo ora provo a liberarti.”

Il Dottore replicò – “E chi si muove. Io no di certo.”

In poco tempo riuscii a liberarlo, poi controllai le sue condizioni. Era solo ammaccato e dolorante, per fortuna.

“Ti aiuto ad alzarti.”

“Grazie figliolo. Domani mi ritroverò con un sacco di lividi ovunque. Vorrei proprio fare due chiacchiere con il genio che ha messo tutte queste trappole.” - disse mio padre.

Il Dottore provò a camminare, ma la caviglia destra era rimasta contusa da una trave.

“Appoggiati a me papà.” – dissi aiutandolo.

“Sei tutto tua madre, buon per te ragazzo.” – replicò il Dottore appoggiandosi a me.

******

Lentamente arrivammo incolumi all’uscita e ci trovammo nella grande sala della Casa del Sagittario.

Una statua di mio nonno ed una di mia madre affiancava il piedistallo dove si ergeva l’armatura di Sagitter.

Mio padre mi lasciò e si avvicinò all’immagine di mia madre - “Luna.” – riuscì a dire solamente.

Lei era in una posa forte ma dolce, vistita come una dea…era bellissima.

“Leggete l’iscrizione sotto quella di Aiolos.” – disse Atena.

“Voi, giovani Cavalieri che siete qui giunti. Dono a voi la cura e la salvezza di Atena.” – lesse mio padre.

 “Leggete quella di Luna”

“Io, come il mio amato, ho fatto una promessa. Tale è il monito dei dodici cavalieri d’oro di Atena per le generazioni future. Ora chiedo a voi che siete giunti fin qui di tramandare tali parole ai posteri. Lottate e vivete per e con esse nel cuore.

Perché i popoli possano tornare a sorridere. Perché il senso di giustizia che ci pervade non vacilli mai. Perché non manchi la compassione verso i più deboli. Perché ci sia il coraggio di difendere le persone care. Per l’amicizia che lega due anime affini. Perché le menti siano sempre lucide. Per il coraggio che scaturisce dal cuore. Perché la verità non venga mai nascosta. Perché i cuori ritornino ad essere puri. E perché ci sia amore libero da discriminazioni. Questa è la nostra preghiera. Perché non vale la pena vivere e lottare se la salvezza del Creato è a repentaglio.

Questa è la mia eredità, custoditela in mia memoria ed in quella di coloro che sono morti prima di me nel tentativo di realizzare tale promessa.” – lessi io.

Mi voltai verso mio padre. Stava piangendo. Poi mi accorsi che lo stavo facendo anch’io.

“Papà?”

“Sì Orion?

“Che promessa avevi fatto?”

“Mai crudele o codardo. Non arrendersi mai. Non mollare mai. Questa fu la promessa che feci quando scelsi il mio nome. Scelsi Dottore perché significava aiutare le persone, ed era ciò che volevo fare.”

“Luna vi ha lasciato la sua eredità. Portatela avanti non in mio nome ma nel suo, onorate la sua memoria, e quella dei miei cavalieri, mantenendo la sua promessa.

“Lo faremo.” – dicemmo io e mio padre in contemporanea senza togliere lo sguardo dalla statua della mamma.

 

…Continua…

Ritorna all'indice


Capitolo 13
*** CAPITOLO 12 ***


CAPITOLO 12

CAPITOLO 12

“Ora potete andare. Orion, appena avrai preso la tua decisione ti prego di riferirmela.” – disse Lady Isabel.

“Lo farò mia Signora.”

“Bene, Orion di Sagitter. Allora al prossimo incontro. E questo vale anche per voi Dottore.”
”Alla prossima Atena.”

******

C’incamminammo per una scala secondaria che portava a quella principale, senza dover passare per la caverna. La nostra destinazione, la Tardis.

Facemmo tutto il tragitto in silenzio, uno accanto all’altro, persi nei nostri pensieri. Entrammo nella nave, lui per primo, io per secondo e chiusi la porta.

Mio padre era vicino alla console di comando, si fermò, si voltò e con la testa bassa disse – “Mi dispiace Orion. Ti devo delle scuse, figliolo.”

“Di cosa dovresti scusarti?”

“Vedi Orion, io dissi a te e a tua madre che era meglio per voi restare sulla Terra e lontano da me…non perché non vi volevo o per proteggervi da tutto e tutti…ma per proteggervi da me stesso e dai miei errori. Ne ho commessi così tanti che la lista è quasi infinita, e le volte che ho tradito la promessa che feci…moltissime. Non sono perfetto come molti mi descrivono, non sono una brava persona…e non sono bravo né come padre né come marito o fidanzato.

Io non sono l’esempio da seguire, il padre modello, il supereroe che i figli venerano…sono un alieno, tanto stupido ed incosciente da fregarsene se durante un’avventura mette a repentaglio la sua e le vite altrui, se distrugge un pianeta o se commette un genocidio. Ma quando succede, deve subire i sensi di colpa ed accettare le proprie responsabilità. Io non viaggio solo per scoprire cose nuove, ma scappo dal mio passato e dai miei errori.

Se con te e tua madre ho fatto ciò che ho fatto…è perché non volevo lo stesso destino degli altri. Questa mia attuale incarnazione, ha avuto un'altra figlia, Jenny. Lei è nata da una macchina. All’inizio la ritenevo solo un’anomalia genetica, creata da una cellula della mia mano e moltiplicata molto rapidamente fino a formare una ragazza adulta. Aveva circa la tua età, fisicamente, anche se era nata da pochi istanti. Mi è stata portata via troppo presto per colpa della stupidità umana e dalla mia che ho sottovalutato (come sempre) la situazione.

Tua madre sapeva di Jenny, e mi ha aiutato ad accettare la sua perdita. Non voglio che capiti anche a te Orion. Ho perso troppe persone, in vari modi…ho perso tua madre…e preferirei morire tra atroci sofferenze pur di non perdere anche te. Ti volevo tenere lontano da me, per proteggerti, ed egoisticamente per proteggere me stesso.

Mi dispiace Orion se con te e tua madre sono stato crudele e codardo, se ho mollato, se non ho mantenuto le mie promesse.”

Io non sapevo cosa dire, mio padre mi aveva aperto il suo cuore e aveva abbassato i suoi muri di difesa. Mi chiedeva scusa per come si era comportato, per essere stato debole ed umano.

“Papà?

“Sì?

“La mamma non ti amava perché eri perfetto o perché eri un eroe…ma perché eri te stesso, con le tue forze e le tue debolezze. Lei sapeva degli errori che avevi commesso e non ti ha mai giudicato. Lei diceva che tu facevi ciò che ritenevi o che era giusto fare, anche se poteva essere una scelta sbagliata o la più difficile. Mi ha fatto un esempio.”

“Quale?” – chiese confuso e triste.

“Pompei.”

“Oh.”

“Non avevi altra scelta. Non era la più facile…ma era quella giusta, anche se molto dolorosa.

Non so quante altre scelte del genere hai dovuto fare, se escludiamo quella che ha messo fine alla Guerra del Tempo, ma so che le ricordi tutte e i sensi di colpa ti tormentano sempre. So che vuoi proteggermi da quel tipo di scelte, ma prima o poi dovrò farne una anche lontanamente simile…e non c’è nessuno meglio di te che possa insegnarmi a sopportarne le conseguenze senza impazzirne.

La mamma non c’è più, sono da solo, sei l’unica cosa che mi rimane…insieme possiamo farcela a sopravvivere, ad andare avanti…è quello che lei vorrebbe, che non restiamo da soli.”

“Luna sarebbe così fiera di te Orion, come lo sono io.”

Ci abbracciammo, non servivano altre parole in quel momento. Entrambi avevamo gli occhi lucidi, perché avevamo fatto pace e perché entrambi sentivamo la mancanza di mia madre.

Ci allontanammo, ci avvicinammo ai comandi, alcuni movimenti di mio padre e la Tardis partì per entrare nel Vortice del Tempo (l’autostrada verso ogni dove ed ogni quando).

Prossima fermata…il destino.

 

…Continua…

Ritorna all'indice


Capitolo 14
*** CAPITOLO 13 ***


CAPITOLO 13

 

Alcuni mesi dopo…

È passato un anno dalla scomparsa della mamma. Io vado sempre a trovarla al Tempio, è solo che oggi è difficile andarci.

Negli ultimi giorni mio padre si è chiuso in se stesso più del solito, è triste, taciturno e mi evita.

Abbiamo avuto delle discussioni in questi mesi, più per il fatto che agivo e pensavo come faceva la mamma, e questo faceva sentire ancora di più a mio padre la mancanza di mia madre.

Oggi non l'ho visto, si nasconde e si auto divora da solo nel suo dolore. Vorrei che lui fosse qui con me, soprattutto oggi.

Abbiamo viaggiato, ci siamo cacciati nei guai, abbiamo rischiato la vita, abbiamo salvato persone e popoli e pianeti. È stato fantastico viaggiare con mio padre, ora so come si sentiva mia mamma.

Temo però che non abbia mai superato la perdita di mia madre, finge di averlo fatto, lo fa per me e per se stesso…ma credo che questa volta abbia toccato il fondo.

Poi mi decido ad andarlo a cercare e lo trovo seduto con le gambe fuori dalla Tardis, stava guardando uno strano pianeta.

Mi sedetti accanto a lui e dissi – “Stai bene papà?”

“Sto bene Orion, io sto sempre bene.”

“Non è vero. Soprattutto non oggi.”

“Dovresti andare da lei.”

“Oggi non ci riesco. Non me la sento di andarci da solo.”

“Non posso venire con te Orion.”

“Perché?” - gli chiesi confuso guardandolo.

“Le ho promesso che non sarei più andato a trovarla. Fa troppo male, perciò cerco di evitare e di non pensarci spesso. Lei mi manca, ma non posso riportarla indietro…anche se vorrei farlo. Vorrei infrangere tutte le leggi esistenti per riaverla con me, con noi…ma non posso. Mi dispiace Orion, ma non posso.”

Vidi una lacrima scendere dagli occhi di mio padre, le emozioni che emanava erano quelle della sconfitta, del senso di colpa, della solitudine e del dolore.

“Potrei chiedere ad Atena di farci accedere ai Campi Elisi o di parlare con la sarcedotessa di Odino per farla ritornare come con il nonno.”

“No Orion. Ci sono leggi che non devono essere infrante…non importa a quale prezzo.”

“Ma papà…”

“No Orion…no. Non metterò a repentaglio la tua vita o l’universo per riportare indietro la donna che amo. Lei non lo vorrebbe.”

Io mi alzai, mi volta i e dissi – “Lei avrebbe dato la sua vita pur di stare con te anche per un solo istante…avrebbe dato la sua vita per te…ed è quello che ha fatto.” – feci una pausa – “Vuoi sentirti in colpa perché lei non c’è più? Bene…è colpa tua se la mamma è morta, lei sarebbe ancora qui se tu non l'avessi lasciata. Tu hai ucciso la mamma, non la sua malattia.” – detto ciò me ne andai in camera mia.

Per tutto il tragitto piansi in silenzio, avevo ferito mio padre di proposito, speravo solo che questo gli avrebbe fatto una scossa che lo avrebbe fatto reagire in qualche modo.

******

Il Dottore era sconvolto dalle parole del figlio. Quelle parole erano state peggio di qualsiasi morte o ferita esistente. Si alzò e si diresse verso la stanza che aveva condiviso con Luna. L’aprì con timore, era rimasta intatta dal giorno del funerale, da quando si era ripromesso di non entrarci mai più.

Trovò sul comodino una foto di loro due insieme, così felici ed innamorati. La strinse al petto, si sdraiò sul lato del letto che solitamente lei occupava e sfogò piangendo tutto il suo dolore. Non aveva più pianto dal giorno del funerale, dal giorno della promessa sulla sua tomba. Si raggomitolò cercando di non urlare troppo forte, il desiderio di morire per non provare più quel dolore, il senso di colpa per non averla salvata e per averla fatta soffrire, il desiderio di riaverla al suo fianco anche per un solo istante. Le emozioni esplodevano come una rigenerazione, forse si sarebbe rigenerato non per una ferita mortale ma per i suoi cuori spezzati dal dolore della perdita.

 

Continua…

 

 

 

NOTA DELL'AUTRICE:

 

Chiedo immensamente scusa per il ritardo…ma spiacevoli cause di forza maggiore e il lavoro mi hanno impedito di postare!! Voglio ringraziare i miei sostenitori..sperando che lo siano ancora!! XD

Comunque questa volta chiedo un vostro parere su come dovrebbe proseguire nel prossimo capitolo…ovviamente verrete tutti debitamente citati e ringraziati nella prossima nota d’autrice!! Grazie ancora e…alla prossima!! XD

 

Ritorna all'indice


Capitolo 15
*** CAPITOLO 14 ***


CAPITOLO 14

 

Il Dottore si svegliò, si era addormentato piangendo. Si sentiva svuotato, ma con la consapevolezza che era arrivato il momento di infrangere l'unica promessa che avrebbe risolto la situazione.

Si alzò e si diresse alla stanza del figlio. Bussò.

"?" - rispose Orion.

"Orion, posso entrare? Vorrei chiederti una cosa."

"Entra."

Il Dottore entrò con cautela.

"Orion, intanto mi dispiace. Hai ragione, è colpa mia. Avrei potuto salvare tua madre se non fossi stato uno stupito idiota codardo. Non posso cambiare il passato, posso solo cercare di migliorare il futuro.Devo pagare per il male che le ho fatto..e non c'è punizione peggiore se non quella di andare ogni giorno alla sua tomba per ricordarmi di ciò che ho preso e di ciò che avrei potuto avere. E averti al mio fianco sarà l'unico regalo che potrò ancora farle." - fece una pausa - "Allora che ne dici? Andiamo a trovarla insieme? Dopotutto è anche il giorno in cui ci siamo riuniti come una vera famiglia."

"Ci sto." - mi alzai e lo seguii.

*******

Passammo tutto il giorno al Tempio. Le raccontammo ogni cosa e la ricordammo.

Chiesi a mio padre di insegnarmi le cose essenziali della telepatia e lui lo fece anche se titubante.

Fu strano avere qualcuno nella mia testa, ma ancora più strano fu vedere le lacrime di commozione e gioia di mio padre. Creare un lieve collegamento telepatico con me, soprattutto dopo la morte della mamma, è stata un esperienza davvero sconvolgente e bellissima per lui. Era come se la morsa della solitudine avesse allentato la presa su mio padre, il che era un bene per lui.

Da quel giorno le cose cambiarono tra di noi, litigavano ovviamente ma eravamo anche complici l'uno dell'altro. Lui era mio padre, il mio papà, ma era anche il mio migliore amico e il mio angelo custode...proprio come lo era la mamma.

******

Qualche giorno più tardi apparve dal nulla un messaggio olografico della mamma. Ci diceva che aveva lasciato una parte di lei nella Tardis, come una piccola traccia di energia che si era fusa con la nave, così avrebbe potuto farci sempre compagnia e vegliare su di noi. Con questa consapevolezza ritrovammo una nuova gioia di viaggiare e affrontare nuove avventure, sapendo che la mamma era sempre con noi anche se non fisicamente. Da quel giorno tutto divenne...FANTASTICO.

 

...Continua...

 

 

NOTA DELL'AUTRICE:

 

 

Scusate per il ritardo e per il breve capitolo..rimedierò nel prossimo, appena posso.

Alla prossima gente!! XD

 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 16
*** CAPITOLO 15 ***


CAPITOLO 15

 

Irlanda 1127

La Tardis ci portò verso una nuova avventura, io e mio padre uscimmo per vedere dove ci aveva portati.

"Irlanda, e a giudicare dalla bassa presenza di agenti inquinanti nell'atmosfera direi che è il 1127...o giù di ." - disse il Dottore con aria da sapientone.

"Se non ti dispiace vorrei andare a controllare per sicurezza. Non sarebbe la prima volta che sbagli data e luogo di atterraggio." - dissi scherzosamente.

"Oi. Non è colpa mia. È la Tardis che cambia le coordinate mentre sono distratto o indaffarato a fare altre cose." - ribatté mio padre fingendosi offeso.

"Se lo dici tu..." - replicai.

Mio padre chiuse a chiave la porta e ci avventurammo alla ricerca del villaggio più vicino.

******

Come al solito finimmo nei guai. Io e mio padre ci trovavamo schiena contro schiena, spade in mano e circondati da dei banditi quando all'improvviso iniziarono ad indietreggiare spaventati.

Sentimmo uno di loro dire - "Il Lupo. Il Lupo è qui." - ed iniziarono a scappare.

Ci voltammo e sulla cima della collinetta vedemmo un lupo dalla pelliccia marrone chiara con sfumature rossastre. Ci fissava, poi col capo fece cenno di seguirlo. E fu quello che facemmo dopo che io e mio padre ci guardammo negli occhi.

Facemmo un paio di chilometri, gli ultimi metri erano in una piccola foresta. Il lupo davanti a noi di un paio di metri si fermo, ci indicò di restare dove eravamo e proseguì. Nell'ombra vedemmo una figura abbassarsi ed accarezzare il lupo, si rialzò ed uscì. Rimanemmo sconvolti dalla persona che ci stava davanti.

"Mamma." - dissi io. "Luna." - disse mio padre.

 

 

...Continua...

 

 

 

NOTA DELL'AUTRICE:

 

Lo so, questo capitolo è breve ma volevo creare un po di suspance. Entrata in scena inaspettata. Perché nel tempo e nello spazio abbiamo tutti un gemello identico da qualche parte o una nostra reincarnazione...stiamo parlando di Doctor Who...e niente è impossibile solo moooooolto improbabile!! XD

Alla prossima e ringrazio nuovamente Sayaman e Christine-Heart per il loro sostegno e i loro consigli!! XD

Alla prossima gente!! XD

 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 17
*** CAPITOLO 16 ***


CAPITOLO 16

 

Orion cercò di avvicinarsi, ma il lupo si mise tra lui e la ragazza pronto ad attaccare al minimo movimento. Il Dottore notò che la ragazza aveva appoggiato la mano sull'elsa della spada ed era anche lei pronta ad attaccare.

"Orion, fermati." - disse il Dottore appoggiando una mano sulla spalla del figlio.

"Ma papà..." - cercò di ribattere il ragazzo.

"Lascia fare a me." - gli rispose con calma il padre. Poi il Dottore si rivolse alla donna - "Perdonate mio figlio, purtroppo ha preso l'impulsività da me."

"Vi perdono. Ma vorrei sapere come conoscete il mio nome e il motivo per cui il ragazzo mi ha chiamato mamma." - chiese la ragazza.

"Vedete voi siete identica a sua madre, a mia moglie, e vi abbiamo confusa per lei." - la tristezza trasparì nella voce del Dottore.

"Scusate la domanda, ma come mai lei non è con voi? Per un istante ho avuto come la sensazione che voi aveste visto un fantasma."

"Purtroppo è venuta a mancare poco più di un anno fa." - il dolore della perdita chiaramente visibile sul volto dei due uomini.

"Mi dispiace." - fu l'unica risposta della ragazza. Poi lei si abbassò e colpì lievemente con la testa il fianco del lupo, si guardarono negli occhi e lei fece cenno al lupo di andare a consolare i due uomini e di mostrargli che era loro amico.

Il lupo guardò attentamente i due uomini, si avvicinò alle gambe del Dottore e con la testa gli accarezzò prima una gamba e poi una mano, poi fece lo stesso con Orion.

"Venite con me, vi accompagnerò al villaggio più vicino. Li potrete rifocillarvi e riposarvi." - disse la ragazza precendendoli con un piccolo sorriso.

"Grazie, Milady." - rispose il Dottore con un piccolo inchino e un lieve sorriso.

******

Il gruppo era in cammino da alcuni minuti nel silenzio più totale. Luna e il lupo in testa, mentre il Dottore e Orion erano dietro di loro di diversi passi.

Orion continuava a fissare incuriosito il padre, mentre il Dottore teneva lo sguardo fisso sulla ragazza.

"Papà?" - disse Orion per poi distogliere lo sguardo dal genitore.

"?"

"Stavi mentendo quando hai detto che la mamma era tua moglie?" - chiese titubante.

Il Dottore si irrigidì, sperava davvero che il figlio non avesse mai fatto quella domanda. Con il dolore nella voce e negli occhi rispose - "No, non stavo mentendo. Altrimenti tu non esisteresti neanche. Il fatto è che...ciò che molte popolazioni intendono per matrimonio, non sempre vale per le altre popolazioni. Quello tra me e tua madre era qualcosa di antico, di perduto, ma anche di nuovo e di speciale perché era il NOSTRO modo. Niente sfarzi o cose complicate, solo noi due e le nostre anime. Da quando se ne è andata io sto vivendo a metà, perché l'altra parte di me era lei. Se devo essere sincero gli unici due motivi per cui io sopravvivono ogni giorno siete tu e il mio compito di portare avanti il suo ricordo. Non ho altri motivi, se non fosse stato per tua madre io sarei morto moltissimo tempo fa."

"E allora perché l'hai lasciata?"

"Perché avevo paura, di ferirla e di rimanere ferito. E invece di sconfiggere le paure a testa alta, sono scappato come un codardo."

"Ma almeno la amavi?"

"La amerò per sempre, ma il mio amore per tua madre non è stato abbastanza...e purtroppo tu ne hai pagato il prezzo più alto." - una singola lacrima rigò il volto del Dottore.

"Se tu potessi riaverla di nuovo al tuo fianco, cosa faresti?"

"Le dimostrerei in ogni istante quanto la amo e non la lascerei mai più, anche a costo della mia stessa vita."

Orion non disse nulla, non esistevano parole da dire. "Vorrei che mi portassi in un posto."

"Dove e quando?" - chiese curioso il Dottore.

"Asgard. Quando mia madre rivide il nonno."

"Perché?"

"Devo parlare con alcune persone."

"Ma Luna.." - chiese il Dottore guardando Luna.

"Lei non è mia madre...mia madre è morta."

 

 

...Continua...

 

 

 

 

NOTA DELL'AUTRICE:

 

 

Chiedo scusa per il ritardo...ma il lavoro me lo ha impedito...ed anche un tablet quasi del tutto inutile!! -.-

In ogni caso spero che ci piaccia, accetto suggerimenti o critiche o........beh fate un po voi!!

Alla prossima!!

Ritorna all'indice


Capitolo 18
*** NOTA DELL'AUTRICE ***


NOTA DELL’AUTRICE:

Probabilmente vi aspetterete un capitolo…ma non potevo non ringraziare le 309 persone che hanno visualizzato il capitolo introduttivo di questa storia.

Sono profondamente commossa e vi ringrazio dal profondo del mio cuore. Il fatto che abbiate sprecato pochi istanti del vostro tempo per leggere il mio racconto, mi onora e mi fa commuovere.

Percio grazie a tutti voi. *inchino*

Wolf Luna

 

Ritorna all'indice


Capitolo 19
*** CAPITOLO 17 ***


CAPITOLO 17

 

A cena, vidi come mio padre interagiva con la ragazza. Notai come lui cercasse di convincersi che lei era mia madre, ma la consapevolezza si ripresentava sempre nello sguardo triste e ferito dei suoi occhi.

Guardai nella mia borsa e trovai un piccolo cofanetto portagioie, era di mia madre, per la prima volta dalla sua morte lo aprii.

Dentro c’erano pochissime cose, ma dovetti richiuderlo perché mio padre mi indicò che era ora di andare a riposare.

Arrivati in camera mi sedetti sul letto e riaprì il cofanetto. Uno strano bracciale attirò la mia attenzione.

“Non può essere.” - disse sconvolto il Dottore.

“Lo riconosci?”

“Era un mio regalo per tua madre, lo avevo costruito personalmente.”

“È un bellissimo bracciale.”

“È un Manipolatore del Vortice.” - disse abbassando la testa.

“Come quello che ha lo Zio Jack?”

Più o meno.” - fece una pausa - “Ora potrai usarlo tu. È tuo adesso.”

Potrò andare ad Asgard da solo, senza che tu sia costretto a seguirmi.”

Mio padre non rispose, lo guardai e mi resi conto di quale effetto ebbero le mie parole. Lo avevo ferito...un’altra volta.

Papà, io non…”

Ma lui mi bloccò - “Hai ragione, con quel Manipolatore puoi andare dove e quando vuoi senza che io debba portartici con la Tardis. Ora sei libero di fare ciò che vuoi, Orion.” - fece una pausa poi si diresse verso la porta - “Vado a fare due passi, non andare a dormire troppo tardi.” - e se ne andò.

Io indossai il bracciale, mi misi il pigiama ed andai a dormire.

*******

Il mattino seguente mi decisi a dire a mio padre se mi accompagnava ad Asgard.

Stavamo facendo colazione quando dissi all’improvviso - “Papà, vorrei che mi accompagnassi ad Asgard.”

“Ne sei sicuro? Ora che hai un Manipolatore del Vortice non hai più bisogno di me.”

Abbassai lo sguardo e ripensai alle parole della mamma - “Avrò sempre bisogno di te. Sei mio padre e sei la mia famiglia.”

Lo sentii sussurrare solo - “Orion.”.

Per farla breve Luna ci riaccompagnò alla Tardis.

“Vi ringraziamo per la vostra generosità e il vostro aiuto,Milady.” - disse mio padre con un lieve inchino, che feci anch’io.

Nessun problema. Abbiate cura di voi e buon viaggio.” - rispose la ragazza.

Dopo i saluti entrammo, papà impostò le coordinate e partimmo per Asgard.

******

Atterrammo ad alcuni metri da una grotta. Ci incamminammo e quando arrivammo chiesi a mio padre di aspettare fuori. Poi entrai.

Perdonate il mio arrivo senza avervi avvisato, Sommo Shaka.” - chiesi inginocchiandomi.

“Non devi scusarti, è sempre un piacere per me ricevere una tua visita, Orion.” - fece una pausa - “Perché non fai entrare la persona che ti accompagna.”

“Come desiderate.” - feci un lieve inchino ed andai a chiamare mio padre.

Quando entrambi rientrano vidi mio padre bloccarsi dalla sorpresa. Ma ciò che mi sorprese di più fu che il Sommo Shaka aprì gli occhi.

“Non siete cambiato, Dottore.” - disse il Cavaliere di Atena.

Ora sei un adulto, Shaka. E a quanto pare anche un Cavaliere d’oro di Atena.” - fece una pausa - “Sono contento di rivederti, giovanotto.” - e sorrise.

Li guardai confuso e rimasi shockato quando vidi il Cavaliere di Virgo sorridere lievemente.

 

...Continua…

 

 

 

NOTA DELL’AUTRICE:

 

Ciao a tutti. Sono tornata con un nuovo capitolo ed un inaspettato colpo di scena. Vi avverto c'è ne saranno altri. 😏

Alla prossima gente..e ringrazio nuovamente tutti coloro che hanno recensito e/o hanno visualizzato il mio racconto..Grazie dal profondo dei miei due cuori!! 😏😊

 

Ritorna all'indice


Capitolo 20
*** CAPITOLO 18 ***


CAPITOLO 18


Appresi con stupore che fu mio padre a portare il piccolo Shaka in Tibet e ad affidarlo alle cure dei monaci. Capii che anche il Sommo Cavaliere di Virgo fu una delle innumerevoli vite salvate dal Dottore nel corso della sua vita.

La voce del Cavaliere mi risvegliò dai miei profondi e confusi pensieri.

Vi devo la vita Dottore. Quando conobbi il giovane Orion notai qualcosa di familiare, ora comprendo. Voi siete suo padre, vero Dottore?”

Sì. Orion è mio figlio. Mio e di Luna.”

La perdita di Luna è stata un duro colpo per tutti noi. Era amata, rispettata e temuta da tutti noi, la sua scomparsa lascia un immenso vuoto e rammarico.”

È vero. Un vuoto doloroso e incolmabile. Uno dei miei rimpianti è stato quello di non aver potuto ammirare le sue abilità nascoste. Apprendere che anche lei era un Cavaliere di Atena, mi ha molto sorpreso.”

Lei era la migliore tra tutti noi, anche se usava solamente una minima parte del suo cosmo e delle sue abilità. Lei era colei che si avvicinava di più alla potenza della divina Atena.”

Conoscendo Luna, voleva evitare di creare danni usando appieno le sue abilità.”

Scusate l'interruzione Sommo Shaka. Ma oltre a voi, solo il Sommo Saga era in grado di avvicinarsi a Milady. State forse dicendo che mia madre era superiore a voi due?” - chiesi confuso e sorpreso.

Tua madre mi ha sconfitto una volta. Degna erede di Aiolos.” - disse una voce alle nostre spalle.

Appena udii la voce mi voltai sorpreso, qualche istante dopo ero inginocchiato. La figura si avvicinò con aria solenne e si fermò dinnanzi a me. Colui non era altri che il Sommo Saga di Gemini.

Saga.” - disse Shaka.

Shaka.”

A cosa devo la tua visita? Sei forse venuto per discutere dell'imminente minaccia che grava su Asgard?”

Quell'idiota di Milo ha nuovamente deciso di agire per conto proprio. Si farà ammazzare ancora prima di aver iniziato una vera offensiva.”

Mu è già al suo inseguimento. Non temere.”

Mi fido del tuo giudizio, Cavaliere di Virgo.” - poi Saga abbasò lo sguardo verso di me - “Alzati ragazzo.”

Sommo Saga, è un immenso onore per me potervi rivedere.”

Sei cresciuto. Tua madre sarà contenta di te.”

Credo che lo sia.”

Lo è. Quella donna non smetteva di vantare le abilità di suo figlio. Riusciva persino a far sorridere quel cubetto di ghiaccio di Camus.” - fece una pausa e voltò lo sguardo verso mio padre - “Deduco che questo sia l'idiota che ha lasciato te e tua madre. Vedi di non prendere da lui o dovrò regolarti con la forza.”

Saga.” - lo ammonì Shaka.

Questo ragazzo è il degno erede di sua madre e di Aiolos. Se Atena avesse ragione, spetterà a lui il titolo di Gran Sacerdote...purtroppo questa volta non potrò affrontarlo per contenderci quella carica.”

Mio figlio non combatterà contro nessuno, è fuori discussione, dovrete vedervela prima con me. Da quanto mi ha raccontato Orion, una delle tue tecniche è la Galaxian Explosion. Ti consiglio caldamente di limitare al minimo quella tecnica...mi sta causando parecchi problemi nonché innumerevoli vittime.” - disse mio padre con tono severo.

Tu sei il Custode. Avrei dovuto aspettarmelo.”

Direi proprio di sì.” - ribatté mio padre - “Ora se volete scusarci vorrei portare mio figlio il più lontano possibile da ogni pericolo in cui Cavalieri di Atena vi siete cacciati. Con permesso. Ci si vede Shaka, stammi bene ragazzo.” - e si diresse verso di me e verso l'uscita.

Io feci in tempo a fare un lieve cenno di saluto con la testa per poi essere trascinato per un braccio verso l'uscita.


...Continua...


NOTA DELL'AUTRICE:


Chiedo scusa per l'enorme ritardo..ma cause di forza maggiore mi hanno impedito la possibilità di scrivere e di conseguenza postare nuovi capitoli.

Vorrei ringraziare nuovamente i miei sostenitori per il loro supporto. E devo ringraziare dal più profondo del mio cuore e della mia anima le più di 600 persone che hanno visualizzato questo mio racconto. Grazie sono davvero commossa e felice. GRAZIE!!!!!!!!

Spero di poter postare al più presto un nuovo capitolo. Quindi...ALLA PROSSIMA GENTE!!!! XD

Ritorna all'indice


Capitolo 21
*** CAPITOLO 19 ***


CAPITOLO 19


Papà fermati. Ma che ti prende?” - urlai cercando di rallentare mio padre.

Lui si fermò di colpo e mi guardò - “Che mi prende? Orion sto solo cercandi di mantenere la promessa fatta a tua madre. Tenerti al sicuro.”

Non sono più un bambino, e tu hai perso ogni diritto su di me il giorno che hai lasciato la mamma.”

E' stata lei a lasciarmi. Non potevo costringerla a restare.”

Beh avresti dovuto tentare di più nel convincerla a rimanere. E avresti dovuto capire che era malata. Lei ti elogiava sempre dicendo che eri il migliore. Ma tu sei bravo solo a comandare e a rovinare tutto.”

Non sono perfetto, Orion. Anch'io sbaglio. Ma non sbaglierò con te, non questa volta. Ho promesso a Luna che ti avrei protetto e lo farò...anche se significherà essere odiato da te. Per una maledetta volta voglio essere egoista, ho perso la donna che amo...non perderò anche mio figlio.”

Ti rendi conto che io non ho mai avuto un padre? Non puoi pretendere che io esegua i tuoi ordini come se fosse una cosa normale. I Cavalieri di Atena sono stati la mia famiglia, specialmente i Cavalieri d'Oro. Quando la mamma era in riunione con Milady, io passavo il tempo a guardare i Cavalieri allenarsi o a meditare. Non mi sono mai allenato con loro e non gli ho mai chiesto di insegnarmi ciò che sapevano, mi limitavo solo ad ammirare. Erano poche le volte in cui la mamma veniva convocata e solo per alcuni giorni, al massimo un paio di settimane. Se Atena mi vuole come suo Gran Sacerdote allora dovrò iniziare ad imparare ciò che sanno, devo seguire le orme della mamma.”

E guarda dove l'ha portata. Tu non devi nulla a nessuno. Puoi decidere il tuo cammino, il tuo futuro. Non chi chiedo di diventare come me o come tua madre. Tu sei l'artefice del tuo destino. Spero solo che sia meno pericoloso e letale del nostro. Dopotutto è ciò che ogni genitore vorrebbe.”

Vorrei tentare, anche se so che non sono potente abbastanza per diventare Gran Sacerdote.”

E vuoi cominciare proprio adesso? La situazione qui si sta facendo pericolosa.”
“Ma pericolo non è il nostro secondo nome? E poi che una divinità da sconfiggere...non dirmi che ora credi nell'esistenza degli dei?”

Dopo aver conosciuto Atena, inizio ad avere dei dubbi.”

Magari questo è solo un falso dio.”

Un po come il Diavolo.”

Ho i miei dubbi. Comunque io sono curioso. E poi ci sarà la possibilità di vedere gli altri...Zio Aioria, Afrodite, Aldebaran, il Sommo e anziano Dohko, Mu, Camus, il nonno, Shura, Milo e anche quell'idiota di Deathmask...sperando che questa volta sia sobrio e di buon umore.”

Ho capito, ma dobbiamo essere prudenti e stare alla larga dai campi di battaglia. Sono stato chiaro?”

Certo papà.”

Bene. Allons-y.”

Detto ciò ci avviammo verso la Tardis...prossima destinazione la città di Asgard e il Palazzo del Valhalla.



...Continua...



NOTA DELL'AUTRICE

Chiedo umilmente perdono per l'attesa. Tra il lavoro, lo studio e la mancanza di ispirazione..beh non sono riuscita a proseguire. Spero di postare un po' più spesso ma la vedo durissima.

Ringrazio ancora tutti coloro che mi seguono e /o che recensiscono...mi date la forza e la motivazione per continuare. GRAZIE.

E con questo vi lascio. Ci vediamo alla prossima. =)

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3677856