L'origine della specie

di shaolin7272
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Margot Ziegler ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 - Via Zara ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 – Gabriele Muller ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 - Carola Bini ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 – Isai Kozlov ***
Capitolo 6: *** capitolo 6 - Corso Italia ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 - L'ispettore Mastrandea ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 - Sospetti ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 - Roberto Bovo ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 - Spiegazioni ***



Capitolo 1
*** Margot Ziegler ***


Autore: Shaolin7272

Titolo: L'origine della specie

Rating: giallo

Tipologia: Long-fic

Genere: Azione


 

Note dell'autore : Questo racconto è un' opera di fantasia, personaggi e luoghi citati sono invenzioni, qualsiasi analogia con fatti, luoghi reali e persone, vive o scomparse è assolutamente casuale.

Precisazione : questo racconto aveva partecipato a un contest credo almeno tre o quattro anni fa poi me lo sono dimenticato dentro al computer, ora non ho più le indicazioni di tale contest, l'unica cosa che so che il testo mi è stato corretto da Syssy5 Giudice di quel contest. Dunque un sentito ringraziamento a Syssy5 che mi ha corretto gli errori /orrori :-)


 

L'ORIGINE DELLA SPECIE

Capitolo 1 - Margot Ziegler

Girava per casa furiosa.

Questa volta è troppo , pensò Margot, non poteva tollerare più i tradimenti di Gabriele. Ora poi cercava di rimpiazzarla con una ventenne. Come se lei fosse da buttare, aveva compiuto trentacinque anni da poco e il suo corpo poteva competere tranquillamente con quello di una ragazza. Fino a quando si era trattato di qualche capriccio l'aveva sempre perdonato, ma ora proprio no. Non era giusto nei suoi confronti. Erano anni che rischiava per lui rubando o trasportando oggetti rubati, mentre lui se ne stava beatamente sdraiato sul divano davanti al caminetto o a letto con qualche troietta.

Si accese una sigaretta tirando una boccata profonda nel tentativo di calmarsi. Quella mattina all'imbarco c'era mancato poco, l'addetto ai bagagli aveva preso in mano il libro guardandolo con curiosità. Le era quasi venuto un infarto domandandosi se l'uomo si fosse accorto dell'antichità del volume o se Isai Kozlov ne avesse già denunciato il furto.

L'agente invece l'aveva di nuovo riposto dentro alla valigia e l'aveva lasciata passare senza ulteriori intoppi, tuttavia lei era stata in ansia per tutto il tempo del volo con il timore di essere arrestata una volta arrivata a destinazione.

Accarezzò la copertina marrone sfogliando la pagina gialla del frontespizio dove c'era scritto: L'origine della specie di Charles Darwin. Quello era la sua buona uscita. Aveva chiamato Carola Bini diretta concorrente di Gabriele e le aveva offerto il libro.

Sorrise al pensiero di quello che avrebbe fatto con i soldi ricavati. Sicuramente avrebbe lasciato il suo odiato lavoro, magari avrebbe comprato una casetta a Friburgo e perché no, avrebbe aperto un negozio d'antiquariato sfruttando le conoscenze acquisite nel tempo. Essere stata l'amante di un antiquario per dieci anni aveva qualche vantaggio.

Schiacciò il mozzicone in un piattino guardando l'ora, aveva ancora un po' di tempo per farsi il bagno prima dell'arrivo della donna.

Stava finendo di asciugare i suoi capelli biondi quando suonò il campanello. Non poteva essere altri che la Bini, gettò l'asciugamano per terra, strinse la cintura della sua vestaglia di raso bianca e andò ad aprire.

“Sono in anticipo mi scusi.” Disse la donna entrando con un sorriso togliendosi il foulard rosso che le copriva i capelli corvini.

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 - Via Zara ***


Capitolo 2 - Via Zara

Si diresse stancamente verso la stanza di servizio per infilarsi la cappa. Passando davanti il salotto vide il solito disordine: vestaglia di raso gettata sul divano, mozziconi di sigaretta sul bel tappeto persiano. Scosse la testa; era decisamente troppo vecchia per quel lavoro anche se il signor Muller la pagava bene. Forse era ora di andare in pensione.

Dopo essersi cambiata si diresse verso il bagno padronale per iniziare a pulire. Alzò gli occhi al cielo nello scorgere la luce che filtrava sotto la porta. Neanche spegnere l'illuminazione, che spreco! Certo, i signori non avevano il problema nel pagare le bollette, pensò. Entrò e si trovò davanti la vasca da bagno con il corpo senza vita di Margot. Dopo un breve istante si fece un veloce segno della croce e corse al telefono a chiamare soccorsi.

Ferraris entrò nell'appartamento dove c'era un via e vai frenetico, agenti della scientifica stavano scattando foto di tutti gli ambienti e questo gli fece capire che non si trattava sicuramente di un incidente domestico. Sospirò andando alla ricerca del suo vice. Scorse la sua corporatura falsamente esile e il suo ciuffo nero ribelle in cucina accanto a una donna di mezza età con i capelli grigi che indossava un camice azzurro.

Zanna gli fece un cenno di saluto mentre si avvicinava.

“Signora Frangipane questo è l'ispettore Ferraris” disse. La donna sollevò appena lo sguardo arrossato verso il nuovo arrivato.

“E' la donna di servizio. E' lei che ha trovato il corpo nel bagno.” spiegò Fortunato.

“Di chi si tratta?” chiese Ferraris.

“La vittima è, o dovrei dire era, Margot Ziegler, convivente di Gabriele Muller.”

“E il signor Muller dove si trova in questo momento?”

“E' fuori Genova per una fiera d'antiquariato. Credo a Nizza.” mormorò la signora Frangipane “Povero signor Muller.” continuò scrollando il capo incredulo “Pensavo che la signora fosse andata con lui, non doveva esserci nessuno in casa.”

“Può dirci se manca qualcosa?”

“No, non mi sembra. Pensa che sia stato un ladro?”

“E' presto per dirlo.” poi rivolgendosi al collega “Cerchiamo di contattare Muller.” e stringendo lievemente la mano alla donna si congedò. Non ebbe difficoltà a trovare il bagno, la stanza era spaziosa e al centro c'era una vasca idromassaggio accanto alla quale un uomo corpulento vestito di marrone era chinato a esaminare il corpo riverso all'interno.

Morgan lo riconobbe subito, contento che fosse lui il medico legale incaricato.

“Cosa abbiamo Polpetta?” disse a mo' di saluto.

Il dottore si volse sorridendo verso la figura slanciata e atletica dell'ispettore, tirandosi su gli occhiali con un dito inguantato.

“Buongiorno Morgan! Per il momento posso dirti che la donna è morta per un trauma cranico, come puoi vedere da te.” disse facendo cenno al poliziotto di accostarsi e indicando la nuca della vittima “Potrei anche azzardare a dire che il decesso è avvenuto circa dodici, quattordici ore fa.”

“Quindi tra le sei e le otto di ieri sera.” rifletté l'ispettore.

“Potrò essere più preciso dopo l'esame autoptico. E non è tutto: non è morta nella vasca da bagno.”

L'ispettore Ferraris guardò incuriosito il dottore:

“Qualcuno l'ha posata lì dopo il decesso, su questo sono certo.”

Il poliziotto si guardò intorno e additò un paio di asciugamani macchiati di sangue gettati per terra.

Indovinando il suo pensiero il medico disse:

“E' probabile che abbiano usato gli asciugamani per pulire e trasportare il corpo.”

Un giovane agente si avvicinò all'ispettore:

“Dovrebbe venire a vedere in salotto, forse è lì che l'hanno uccisa, ci sono segni di colluttazione.”

Morgan ammirò la stanza arredata in stile inglese con mobili fine ottocento ben tenuti, compreso un caminetto in marmo che prendeva tutta una parete. Sul tappeto c'erano sparsi mozziconi di sigaretta e cocci di un piattino probabilmente caduti dal tavolo intarsiato. Sul divano una vestaglia di raso bianco e un foulard di seta rossa.

Morgan sospirò, in quell'appartamento tutto era antico e di valore, una tentazione per qualsiasi ladro; dentro la vetrinetta scorse delle statuine, probabilmente Capodimonte. Il suo sguardo venne catturato da un angolino di carta gialla che spuntava da sotto un piede del mobile. Si frugò in tasca alla ricerca dei guanti, li infilò e raccolse il reperto: si trattava di una pagina macchiata di sangue, anzi, del frontespizio di un volume in inglese.

The origin of species

by Charles Darwin.

John Murray . London 24th november 1859.


 

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 – Gabriele Muller ***


Capitolo 3 – Gabriele Muller

Zanna si precipitò dentro all'ufficio sventolando un pezzo di carta come un forsennato facendo sobbalzare Ferraris che era assorto nella lettura dei rapporti preliminari.

“C'è una novità,” esordì noncurante dell'occhiataccia lanciatagli da Morgan “la nostra Margot Ziegler non era immacolata a quanto pare, è arrivata una segnalazione da parte dell'Interpol.” disse porgendogli il documento.

Morgan fischiò leggendolo “Sospetto furto e ricettazione di oggetti d'arte. Però...”

“Che ne pensi?”.

“In casa sembra non mancare nulla, i gioielli erano in camera da letto nel loro portagioie. Nella borsa della donna c'era del contante e non ci sono evidenti tracce di effrazione, con tutta probabilità è stata Margot ad aprire la porta al suo assassino. L'unica cosa che mi sento di escludere è l'omicidio a scopo di rapina.” disse Ferraris lasciandosi andare contro lo schienale della poltroncina con un sospiro “Hai rintracciato Muller?” chiese poi al collega dopo qualche secondo di silenzio.

Zanna annuì con il capo “Sì, era a Nizza. Ti dirò, mi è sembrato più infastidito che addolorato per la morte della compagna, deve essere un bel tipo. Comunque ha detto che sarà di ritorno stasera o al massimo domani mattina .”

“Va bene, a questo punto direi di proseguire domattina quando avremo qualche dato di più.” detto questo l'ispettore Ferraris si alzò “Se ci fosse qualche novità prima puoi raggiungermi al telefonino o al teatro della Corte.”

“Ti vedi con Steffy?” chiese pensando alla donna giunonica con grandi occhi verdi, sempre allegra, amica d’infanzia di Morgan che aveva tentato invano di corteggiare.

“Sì e non le porterò i tuoi saluti.” detto questo con una piccola risata si congedò dal compagno facendo l'occhiolino.

Quella mattina entrò in questura fischiettando allegro, la serata era passata serena senza nessuna interruzione. A Morgan piaceva andare a teatro, soprattutto in compagnia di Steffy, era una compagnia rilassante. Il vice ispettore era già in ufficio e lo salutò con un sorrisino malizioso sulle labbra, ma non fece in tempo a dire qualcosa di spiritoso che un giovane agente con la faccia ancora imberbe si affacciò alla porta per comunicare l'arrivo del signor Muller.

Gabriele Muller sembrava un divo del cinema in bianco e nero, alto, sulla sessantina, capelli brizzolati. Indossava un vestito blu elegante con il fazzolettino bianco che spuntava dal taschino della giacca; sfoggiava gemelli e rolex d'oro, sul braccio un capotto.

Strinse la mano a Ferraris con affettazione e si sedette davanti alla scrivania aggiustando la piega dei pantaloni, rimanendo poi a fissarlo in silenzio.

Morgan si schiarì la voce sedendosi a sua volta e scambiò un'occhiata con Fortunato, anche lui rimasto senza parole.

“Per prima cosa vorrei porgerle le mie condoglianze.” esordì “E ringraziarla per essere venuto.”

L'uomo fece un cenno con il capo di riconoscenza.

“Le indagini sono ancora all'inizio e speriamo che lei possa aiutarci. Negli ultimi tempi era successo qualcosa di strano, telefonate anonime, minacce?”

“No, niente. Almeno per quanto ne sia a conoscenza.” sospirò “devo essere sincero, sono rimasto sorpreso che Margot fosse a casa, ero convinto che fosse a Berlino.”

“Non le ha detto che aveva cambiato volo con un'altra collega?”

“No, posso ipotizzare che volesse semplicemente sfruttare questi giorni che non ero a Genova per cercare un altro appartamento.”

Ferraris lo guardò confuso “Come un altro appartamento?”

“Con Margot era finita, ci eravamo lasciati. A Nizza sono andato con la mia nuova compagna. Se volete potete chiederlo a lei, è qua fuori.”

Fortunato guardò Morgan che con un lieve cenno del capo gli indicò la porta. L'agente si scusò e uscì per parlare con la donna .

“Sapeva che l'interpol aveva una segnalazione nei confronti della signora Ziegler? Era sospettata di furto e riciclaggio.”

Muller scosse energicamente la testa “No, non è assolutamente possibile, Margot faceva l'hostess sulla tratta europea Milano – Berlino. Ammetto che in un paio di circostanze ho approfittato del suo lavoro per farle trasportare alcuni oggetti di valore, ma solo per evitare corrieri.”

“E la dogana.”

“Forse, ma non erano oggetti rubati, erano transazioni regolari.”

Morgan prese una fotocopia del frontespizio.

“Mi sa dire che cos'è questo e se appartiene a lei? L'abbiamo trovato nel salotto.”

Gabriele Muller fissò per qualche istante il foglio con un espressione neutra “Si tratta del frontespizio del libro di Darwin.”

“Fin qui c'ero arrivato anch'io.”

“Perché le interessa questo foglio?” disse l'uomo posandolo sul tavolo “Non tratto libri antichi. Comunque non ne so nulla, non capisco come abbiate potuto trovarlo in casa mia.”

Ferraris lo studiò per qualche istante “Saprebbe indicarmi qualcuno che si occupa di questo?”

“A Genova l'unica che conosco è Carola Bini. Può trovare l'indirizzo e il numero telefonico sulle pagine gialle. Se non c'è altro io dovrei andare.” comunicò alzandosi. Morgan fece altrettanto ringraziandolo e accompagnandolo verso la porta.

Rimase a guardarlo mentre si allontanava in compagnia di una giovane rossa, alta, prosperosa e decisamente poco vestita che si era attaccata al suo braccio.

“Mi domando cosa ci trovi in uno come quello.” mormorò Zanna che era sopraggiunto alle sue spalle con in mano un bicchiere di carta contenente del caffè.

“Soldi, Fortunato, soldi.” disse rientrando nell'ufficio e sedendosi alla scrivania a fare una ricerca sul computer.

“Si chiama Jessica Abba, sembra il nome di una starlette della televisione. Comunque, per quanto mi dispiaccia dirlo, ha confermato che era con Muller a Nizza da almeno due giorni.” gli comunicò il collega seguendolo “Che cosa stai cercando?”.

“Carola Bini, Muller ha detto che se voglio sapere qualcosa di più su questo foglio devo chiedere a lei.”

Zanna alzò gli occhi al cielo “Perché ti sei fissato con questo libro? Se vuoi lo trovi in libreria. Anche in italiano.”

“Chiamalo istinto, ma ho l'impressione che c'entri con l'omicidio.”

“Ok sensitivo e per quale motivo?”.

“Muller ha detto di non saperne nulla, ma chissà perché non ci credo. Ha cercato di mantenere un'espressione impassibile quando gli ho mostrato il frontespizio, ma era evidentemente turbato. Sono quasi certo che lui e la Ziegler fossero complici nel furto del libro. La donna per vendicarsi di essere stata scaricata potrebbe aver tentato di venderlo da sola.” disse Morgan alzandosi e prendendo il giaccone.

“Dove stai andando?”

“Da Carola Bini.”

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 - Carola Bini ***


Capitolo 4 – Carola Bini

Richiuse il giornale dopo averlo letto con un sospiro, non c'era molto sul caso Ziegler, solo un piccolo articolo dove era riportato che era stata ritrovata morta in casa e che la polizia stava indagando.

Si alzò dalla sua scrivania e andò ad aprire la cassaforte nascosta dietro un quadro. Estrasse il volume e rimase a fissarlo accarezzando la copertina un po' consunta. Forse era il caso di contattare il signor Kozlov e sentire se era disposto a dare una ricompensa per rientrare in possesso del libro.

Qualcuno bussò alla porta, la donna riposò velocemente il tomo richiudendo il forziere prima che sbucasse la mole imponente di Bobo, il suo tuttofare; si contorceva le grosse manone e sembrava agitato.

“Carola, c'è un ispettore di polizia che vuole parlarti.”

La donna era sorpresa, non si aspettava arrivassero a lei così presto, ma si riscosse subito e dopo aver fatto una lieve carezza a Bobo come a confortarlo uscì ad affrontare la polizia.

Ferraris si stava guardando intorno, nel locale c'erano mobili di pregio. Una teca contenente un libro che sembrava decisamente antico attrasse la sua attenzione.

La Bini si prese il tempo di osservare l'uomo dalla pelle color caffellatte: sui trentacinque, quarant'anni, corporatura snella ed elegante con un giaccone da marinaio a doppio petto, decisamente affascinante. Non aveva proprio l'aspetto del poliziotto, pensò.

Morgan vide il riflesso della esile donna bruna con il rossetto scarlatto e sorrise volgendosi, lasciando Carola ancora più sorpresa mentre lui le porgeva la mano.

“Morgan Ferraris.” si presentò senza titoli, non era in veste ufficiale almeno per il momento.

“Carola Bini.” disse rispondendo alla stretta “Bobo mi ha detto che lei è della polizia.” continuò la donna “A cosa devo la visita? Certo non è venuto per ammirare i miei volumi antichi.”

“Mi ha dato il suo nome Gabriele Muller”

La donna inarcò un sopracciglio nell'udire quel nome. Senza parlare guidò Ferraris nell'ufficio indicandogli il divano “Gradisce qualcosa da bere?” chiese da perfetta padrona di casa.

Morgan fece segno di no con la testa togliendosi il giaccone e si sedette:

“E' a conoscenza di quello che è successo alla compagna di Muller?” s'informò.

“Ho letto il giornale. Mi spiace per Margot, anche se non la conoscevo molto bene. Ancora non capisco cosa c'entri io.” disse la Bini sedendosi accanto al poliziotto.

“Mi scusi.” trafficò per qualche istante nella tasca per poi estrarre un foglio che le porse “Abbiamo trovato questo nell'appartamento, non riesco a togliermi dalla testa che potrebbe essere il motivo per cui la Ziegler sia stata uccisa.”

Carola trattenne il respiro e la sua mano tremò lievemente quando si rese conto di quello che aveva davanti. Non si era accorta della mancanza del frontespizio nel libro.

“Perché pensa che sia questo il motivo?”

“Non è la prima persona a chiedermelo oggi. A dire il vero non ho nessun indizio preciso, solo un'idea.” Ferraris si strinse nelle spalle e per un istante pensò di essere stato precipitoso nell'interpellare la donna.

Carola guardò il foglio per qualche istante “Che cosa sa di Charles Darwin e dell'origine della specie?” chiese.

“Non molto. L'intestazione e la data di pubblicazione mi hanno fatto pensare che si tratti di una delle copie della prima edizione del 1859.”

“Sì, confermo, sicuramente si tratta di una delle 1250 copie pubblicate in quell'anno. Una di esse si trova nella biblioteca dell'università di Cambridge, un'altra si trova al British Museum.”

Morgan sorrise “A me non interessano gli esemplari posseduti da musei o enti pubblici, difficilmente si riescono a rubare.”

La donna annuì “Ho capito sta cercando i collezionisti privati.”

“Mi interessa sapere anche chi avrebbe interesse a comprare una copia del 1859. Quanto può valere sul mercato?”

“Non è un libro così raro, però è anche vero che il prezzo lo fa il collezionista. Ho saputo di alcune trattative che si aggiravano sui cinquecentomila euro.”

“Cinquecentomila euro?” Ferraris corrugò la fronte fischiando lievemente, non aveva pensato a una cifra così elevata “Ma non ha detto che non è un libro raro? Chi spenderebbe una cifra così folle per una cosa che può essere scaricata tranquillamente da internet?”.

La Bini rise sommessamente “Quello che ha detto è vero, ma ai collezionisti di volumi antichi non interessa veramente il contenuto, semplicemente vogliono possedere l'oggetto.”

“Qualcuno potrebbe aver commissionato il furto?”

“Beh sì, dipende da quanto questa persona sia disposta a pagare per averlo.”

Bobo non staccava gli occhi dall'uscita del locale mentre lavava la macchina. Non gli piaceva proprio quel poliziotto e soprattutto tutto il tempo che stava passando con Carola, non era una cosa buona. Ormai era quasi un'ora che era lì, chissà cosa diavolo voleva. Era tanto immerso nei pensieri che quasi non si accorse che l'uomo stava uscendo. Attese qualche secondo per sincerarsi che se ne fosse andato via, lanciò il panno dentro un secchio accanto all'automobile e si diresse da Carola. Dovevano parlare.


 

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 – Isai Kozlov ***


Capitolo 5 – Isai Kozlov

Ferraris era rientrato da poco e stava studiando la lista di collezionisti che gli aveva dato la Bini, quando arrivò Fortunato con in mano i tabulati telefonici della Ziegler.

“Come è andata dalla tua antiquaria?” chiese sedendosi davanti a lui.

“Bene, mi ha dato una lista di persone che possiedono il libro. O che vorrebbero possederlo.”

“Scusa la domanda, ma cosa ti serve avere i nominativi di chi ha quel testo?”

“Magari scopriamo che qualcuno di loro aveva contatti con la Ziegler o con Muller.”

“E se anche fosse? Probabile che abbiano contattato sia Muller che la Bini. Comunque ho i tabulati telefonici dell'ultimo bimestre sia di Muller che della Ziegler.” disse sventolando i fogli che aveva in mano “Non è detto che la pista del libro sia quella giusta.”

“Fortunato, non portare rogna eh? Hai altre idee?”

“Muller. Potrebbe essere stato lui, nel 90% dei casi di omicidio di una donna l'assassino è il marito o il convivente.”

“Non ci crederai ma ci avevo già pensato, non mi sono fidato dell'alibi della stellina della televisione, ho chiesto alla gendarmeria francese di indagare sugli spostamenti di Muller.”

“Potrebbe aver assunto un sicario.”

Morgan scrollò la testa sospirando profondamente “Perché no, oppure la Ziegler ha visto qualcosa che non doveva vedere ed è stata uccisa per farla tacere. Zanna, finché non abbiamo indizi non andiamo avanti. Lavora e lasciami lavorare.” Ferraris si rimise a leggere la lista cercando di evitare lo sguardo del compagno che decise saggiamente di mettersi alla sua scrivania e incominciare a controllare i tabulati.

“Belìn!” esclamò a un tratto Morgan agitandosi sulla sedia “Fortunato, hai tu il documento dell'interpol? C'era il nome di chi aveva denunciato la Ziegler per furto?”

Il vice ispettore cercò il documento nel mare di fogli sparsi e poi, trovatolo, lesse il nome “Isai Kozlov. Perché me lo chiedi?”

“Perché è nella lista.” rispose Ferraris esultante mentre andava a cercare rapidamente sul computer un numero di telefono.

“E' nella lista! Sorpresa! Probabilmente se confrontiamo i tabulati telefonici con i nomi di quell'elenco ne troviamo degli altri. Ma che stai facendo?”

“Telefono all'interpol per chiedere qualcosa di più su questo Kozlov.”

“Magnifico, ora diventa il sospettato numero uno.” mormorò Fortunato alzando gli occhi azzurri al cielo “Morgan, non lo penserai davvero? No, voglio dire, questo tizio abita a Berlino, non crederai davvero che, per un libro, sia venuto in Italia e abbia ucciso Margot per riprenderselo...”

Ferraris si strinse nelle spalle e fece un gesto della mano per zittirlo “Aveva Cinquecentomila buoni motivi.” disse di rimando.

Zanna si alzò e uscì dalla stanza pensando che era ora di una pausa caffè. Quando rientrò Morgan era ancora al telefono, gli mise davanti un bicchierino di carta e ritornò alla sua postazione sorseggiando il suo.

Ferraris posò la cornetta, il volto raggiante e rivolgendosi al vice ispettore, disse:

“Isai Kozlov è qua a Genova. E' arrivato due sere fa. Indovina dove alloggia? All'hotel Garden Foce, guarda caso abbastanza vicino a Via Zara.”

“Ok, va bene, mi arrendo.”

Carola Bini sorrise al suo ospite: un uomo sulla cinquantina, lievemente stempiato con occhi scuri, alto, l'abito che indossava non riusciva a nascondere i muscoli possenti delle braccia; non aveva per niente l'aspetto di un collezionista anzi, c'era qualcosa in lui che faceva pensare a una belva feroce pronta al balzo. Pericoloso era la parola che le veniva in mente e questo decisamente la stuzzicava. Certo non si era aspettata di vedersi arrivare Isai Kozlov nel suo negozio un paio d'ore dopo la sua telefonata. Un colpo di fortuna che fosse in Italia.

“Perché dovrei pagarti Carola?” chiese in un inglese con forte accento tedesco.

“Perché tu rivuoi il libro.”

“Potrei andare alla polizia e denunciarti, riavrei L'origine della specie lo stesso senza versare un centesimo.”

La donna annuì “Sì vero, ma, con i tempi lunghi della giustizia italiana, probabilmente lo riavresti fra un paio d'anni. E tu non vuoi aspettare tutto quel tempo, non è così?”

Ferraris guardò l'ora; ormai era più di un ora che lui e Zanna stavano aspettando nella hall dell'albergo, ma Kozlov non era ancora rientrato. Avevano provato anche a chiamarlo sul cellulare ma risultava spento.

“Morgan che vuoi fare?” lo interpellò Zanna stravaccato in una poltroncina facendo dondolare un piede “Potrebbe rimanere fuori ancora delle ore.”

L'ispettore non rispose, stava riflettendo sul da farsi. Certo non potevano stazionare lì delle ore, Fortunato aveva ragione.

“Ti avevo detto di chiamare prima di venire, ma tu no, quando hai in mente una cosa devi farla.” mugugnò il compagno.

Morgan sbuffò, poi a grandi passi si avvicinò al bancone, confabulò per qualche minuto con il portiere e poi ritornò indietro

“Andiamo così la smetti di rompere, ho lasciato detto di chiamarci se Kozlov torna.”


 

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Capitolo 6
*** capitolo 6 - Corso Italia ***


Capitolo 6 – Corso Italia

Morgan entrò nel suo ufficio scuro in volto: aveva avuto l'ennesimo scontro con Tortonesi su come gestire le indagini. Si sedette sbattendo il cassetto dove aveva riposto la pistola. Zanna non era ancora arrivato e non c'erano nuovi elementi per il caso Ziegler. Eppure, nonostante lo scetticismo del commissario e dei suoi colleghi, era convinto che la pista del libro fosse quella giusta.

“Buongiorno!” esclamò Zanna entrando e scrollandosi l'acqua di dosso interrompendo i pensieri di Ferraris. Nonostante l'arrabbiatura che aveva addosso gli sorrise, era impossibile resistere alla faccia da schiaffi di Fortunato.

“Non è un buongiorno, vero?” chiese sedendosi a cavalcioni sulla sedia davanti alla scrivania di Morgan “Che è successo?”

“Solita routine: Tortonesi mi ha detto di focalizzare le indagini su Muller e il suo coinvolgimento sull'omicidio della Ziegler o seguire la pista di eventuali amanti.”

“Puoi dargli torto, ti sei fissato sul libro; il fatto di aver trovato il frontespizio macchiato di sangue può non significare nulla.”

“Lo so, non ho trascurato le altre piste Fortunato, la gendarmeria francese mi ha mandato il rapporto delle indagini, Muller non può essere stato. Nel pomeriggio ha partecipato a un'asta. Poi non si sa cosa abbia fatto per un paio d'ore, anche se forse riesco a immaginarmelo; comunque alle 8 si è presentato a cena con la ragazza al Salsedo, un ristorante del centro di Nizza.”

“Quindi non può aver preso un aereo o una macchina, aver ucciso la donna e poi essere rientrato.”

“No, a meno che non abbia usato il teletrasporto. Ma, che io sappia, non l'hanno ancora inventato.” concluse Morgan sbuffando.

La figura corpulenta del medico legale comparve sulla soglia e bussò con le nocche sullo stipite.

“Posso entrare?” chiese.

Ferraris sorrise e gli fece un cenno con la mano “Ernesto, che sorpresa, cosa ci fai da queste parti?”

“Ti ho portato i risultati dell’esame autoptico e quelli della scientifica, visto che devo fare un po’ di attività fisica. Così non potrai più dire che devi venire sempre tu.” disse sedendosi accanto a Zanna con uno scricchiolio di protesta della sedia.

Morgan cercò di afferrare i fogli ma il medico si ritrasse “Ti risparmio pure il tempo di lettura, la ferita della Ziegler è compatibile con lo spigolo del caminetto del salotto, hanno spostato il corpo in un secondo tempo.”

“Hanno? Pensi che ci sia coinvolta più di una persona?” domandò sorpreso l’ispettore.

“Sì, posso anche dire che almeno uno è un uomo molto alto e robusto con il quarantasei di piede.”

“Polpetta anche tu hai poteri divinatori? Ci basta già Morgan il sensitivo.”

L’uomo scrollò la testa “Nessun potere da preveggente semplicemente la scientifica è riuscita a rilevare un’impronta parziale sul tappeto del bagno e sono sicuri al novanta per cento che si tratti di una scarpa da ginnastica numero 46.”

“Dobbiamo cercare Cenerentola allora?” scherzò Zanna.

“Spero che comunque questo vi aiuti con le indagini.” disse il medico legale alzandosi lentamente “Il resto potete leggerlo con comodo.” e con un cenno di saluto uscì.

Fortunato guardò fisso negli occhi scuri di Morgan per qualche istante “Potrebbe essere Muller?”

“No, non ha sicuramente quel numero di scarpa.”

“Un complice allora?”

“Non credo che Muller c’entri con tutta la vicenda, perché avrebbe dovuto spostare il corpo? Dalla dinamica direi che la Ziegler sia stata spinta o abbia inciampato, ha perso l’equilibrio ed è rovinata sullo spigolo rimanendo uccisa. Se non l’avessero spostata sarebbe potuto sembrare un semplice incidente domestico. Probabilmente si sono lasciati prendere dal panico.”

Il telefono accanto a lui interruppe i suoi pensieri, alzò la cornetta e rimase ad ascoltare per qualche minuto con il volto scuro. Buttò giù senza salutare e si alzò di scatto prendendo la pistola e rivolgendosi al collega “Hanno trovato Kozlov.”

“Sarai contento così potrai interrogarlo.”

“Sarà un po' difficile, è morto.”


 

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 - L'ispettore Mastrandea ***


Capitolo 7 - L'ispettore Mastrandea

Morgan osservò il volto tumefatto di Kozlov adagiato sul tavolo delle autopsie.

Il medico incaricato era anziano e prossimo alla pensione. Lo conosceva poco, avrebbe preferito che se ne occupasse Polpetta, ma quello non era un suo caso. Era lì solo per gentile concessione dell'ispettore Mastrandrea, l'incaricato dell'indagine.

“Sembra che prima di morire abbia avuto un forte alterco con qualcuno, ha segni di difesa sulle mani.” disse il dottore indicando i segni sul dorso e sulle nocche “La causa della morte è dovuta probabilmente per sfondamento del cranio, ma ...”

“Sarà più preciso dopo l'esame autoptico lo so...” l'interruppe Ferraris con un sorriso, lanciando un'occhiata complice al collega alla frase standard che proferivano tutti i medici legali per non sbilanciarsi.

Mastrandrea e Ferraris uscirono dalla sala dopo aver salutato il medico e rimasero per qualche istante a studiarsi. Alla fine Morgan lo invitò a prendere un caffé.

Seduti in un tavolo semi nascosto di un locale vicino all'ospedale, davanti alle rispettive tazze, si rilassarono; non avevano lavorato mai assieme, ma provavano rispetto reciproco e Mastrandrea trovò naturale metterlo a conoscenza degli avvenimenti.

“L'hanno trovato due operatori ecologici stamattina all'alba dentro un cassonetto, un puro caso che l'abbiano aperto, a quest'ora sarebbe finito dritto dritto dentro al compattatore e tanti saluti.” disse mentre girava il cucchiaino “Ho capito che non si trattava di una rapina dal fatto che l'uomo aveva ancora il portafogli e l'orologio. Poi siamo risaliti all'albergo dove alloggiava e sorpresa il portiere mi ha detto che un certo ispettore Ferraris voleva parlare con il signor Kozlov.”

“Volevo solo fargli qualche domanda sulla morte di Margot Ziegler. Kozlov era proprietario di un libro antico e aveva denunciato la donna del furto. Caso strano che lui si trovasse a Genova esattamente nei giorni in cui lei è rimasta uccisa.”

“Pensi che i casi siano collegati?”.

Morgan annuì “Non credo alle coincidenze, avete controllato il telefono e gli ultimi contatti dell'uomo?”

“In albergo non risulta nessuna telefonata e il cellulare lo stanno controllando ora.”

Rimasero d'accordo di tenersi aggiornati e si salutarono tornando alle loro rispettive auto.

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Capitolo 8
*** Capitolo 8 - Sospetti ***


Capitolo 8 – Sospetti

“Kozlov ha parlato con la Bini poche ore prima di essere ammazzato.” annunciò Mastrandrea entrando senza bussare nell'ufficio di Ferraris.

“Anche Margot Ziegler aveva parlato con lei prima di morire.” rilanciò Morgan.

L'uomo si sedette davanti a lui sbottonando la giacca stazzonata e guardandolo negli occhi “Coincidenza?”

“Come ti ho detto non credo mai nelle coincidenze. Quando mi sono incontrato con lei non mi ha detto che aveva parlato con la Ziegler anzi, mi ha precisato di non conoscerla molto bene, davvero strano visto che aveva parlato al telefono con la donna per almeno venti minuti solo il giorno prima.”

“Pensi ci sia lei dietro ai due morti?”

“Non direttamente, almeno per Kozlov. Non avrebbe potuto sopraffare un uomo di cento chili, è una donna minuta.”

“Però hai un'idea vero?” chiese Zanna che si era avvicinato alla scrivania sedendosi sull'angolo.

“Ho chiesto informazioni su Roberto Bovo il suo tuttofare, quando sono andato a parlarle lui sembrava a disagio, agitato, e non era molto contento della mia visita.” disse Ferraris.

“A molti non piace avere a che fare con la polizia.” constatò Mastrandrea.

“Sì, ma è il nostro minimo comune denominatore. Roberto Bovo non ha carichi pendenti, ma ci sono state alcune denunce ritirate nei suoi confronti, diventa aggressivo se qualcuno tocca Carola Bini. Inoltre lei ha contattato entrambe le vittime.” sospirò “Il problema che non ho prove per chiedere un mandato di perquisizione nei confronti della Bini, ma scommetto che lei ha il libro e che ha tentato di rivenderlo a Kozlov.”

“Scusa, se voleva rivendergli il libro perché ucciderlo?” chiese Zanna

“E qui subentra il nostro signor Bovo. Può essere che Kozlov non volesse pagare per una cosa sua e che sia diventato aggressivo con la donna e lui abbia perso la testa e ne sia nata una colluttazione.”

“Tutte supposizioni! Nessun magistrato ci darebbe un mandato, tanto meno fermare e interrogare la Bini. In fondo è una persona che si occupa di antichità e poteva avere mille motivi per avere dei contatti sia con la Ziegler che con Kozlov.” disse frustrato Mastrandrea.

Ferraris annuì con lo sguardo assente, stava riflettendo.

“Morgan, cosa stai tramando?” chiese preoccupato Zanna prevedendo guai.

“Forse non avremo bisogno di chiedere mandati. E' ora di andare a trovare la signora Bini.” disse Ferraris alzandosi di scatto “Vi spiego in macchina.”


 

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Capitolo 9
*** Capitolo 9 - Roberto Bovo ***


Capitolo 9 – Roberto Bovo

La donna stava controllando l'ora un po' agitata. Kozlov non si era ancora fatto vivo, il giorno prima aveva cercato di accordarsi per la restituzione del libro, ma l'uomo aveva chiesto un giorno per pensarci. Sospirò, adagiandosi allo schienale della poltroncina. A dire il vero era preoccupata anche per Bobo, non lo vedeva dalla sera precedente e questo era strano, lo trovava sempre lì pronto a eseguire qualsiasi cosa gli avesse ordinato. Aveva visto la macchina nel cortile come al solito, ma di lui nessuna traccia. Fece spallucce, forse era meglio così, non aveva né la pazienza né la voglia di sopportare le sue crisi isteriche. Chi l'avrebbe mai detto che un omone grande e grosso fosse così fragile e sensibile. Il campanello l'avvisò che era entrato qualcuno in negozio e si alzò per andare incontro al potenziale cliente.

La donna si fermò sulla soglia quando si accorse chi era il visitatore. Impallidì domandandosi se Kozlov l'avesse denunciata e lui fosse lì per arrestarla.

“Buongiorno ispettore, a che devo la visita? Ha bisogno di altre informazioni sull'Origine della Specie?” domandò, cercando di essere il più naturale possibile.

Morgan sorrise “Mi spiace disturbarla ancora, ma avevo alcune domande da farle.”

Sull'automobile, Zanna e Mastrandrea intanto erano in ascolto: la ricetrasmittente funzionava alla perfezione. Erano appostati nelle vicinanze del locale pronti a intervenire se ci fossero stati dei problemi.

“Non sono molto convinto che la cosa funzioni.” disse Mastrandrea.

“Neanche io, ma Morgan pensa che mettendo sotto pressione la Bini, Bovo uscirà allo scoperto. Spero solo che il tipo non abbia una pistola e decida di sparare questa volta.” mugugnò Zanna incupito.

Intanto all'interno, Morgan stava girando tra le bacheche studiando il locale: c'erano tre porte che davano sul negozio, quella d'entrata, quella dell'ufficio e un'altra che se non sbagliava accedeva al cortile. Percepiva la tensione della donna “Perché ha ucciso Margot Ziegler?” sparò a bruciapelo fissandola negli occhi, lei non riuscì a sostenere lo sguardo di quelle iridi scure.

“Non ho ucciso Margot.” rispose cercando di difendersi.

“Margot le ha dato appuntamento per cercare di vendere il libro rubato.”

La donna scosse la testa cercando di negare “Non ha prove.”

“Risulta una telefonata fatta da Margot Ziegler a lei.”

“Non ho mai negato di avere contatti con lei o con Muller.”

“Pensa che nessuno l'abbia vista entrare o uscire da quell'appartamento? Non ho ancora indagato in quella direzione, ma...”

Lei capì che non aveva più senso mentire o negare e si arrese con un sospiro “Sì, Gabriele Muller le aveva dato il ben servito, ha trovato una donna più giovane e bella e lei era furibonda. Riteneva che L'Origine della specie fosse il suo risarcimento.”

“Ma qualcosa è andato storto e ha ucciso Margot.”

“E' stato un incidente, non so realmente cosa sia successo. Stavamo discutendo e ho afferrato il libro, lei si è tirata indietro e… ha perso l'equilibrio ed è caduta. Non l'ho uccisa.” mormorò “Ha battuto la testa sul marmo di quel maledetto caminetto.”

“Perché spostarla? E' stata un'idea di Bovo?”

“Lui non era neanche lì, l'ho chiamato per farmi dare una mano. Quando è arrivato mi ha detto di andarmene, che si sarebbe occupato lui di tutto.”

“Come con Kozlov?” domandò Morgan.

“Che cosa intende dire?” disse corrugando la fronte.

“Ha contattato anche lui, ha cercato di rivendergli il libro.”

“Glielo ha detto lui? ”

Fu la volta di Morgan guardarla stupito: lei non sapeva della morte di Kozlov. Un rumore alle sue spalle lo fece voltare di scatto trovandosi di fronte Bovo armato.


 

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Capitolo 10
*** Capitolo 10 - Spiegazioni ***


Capitolo 10 – Spiegazioni

“Bobo!” esclamò allibita Carola vedendo l'uomo armato. Non riusciva a capire cosa stesse succedendo.

“Tieni le mani in vista.” ringhiò l'omone verso l'ispettore sventolando la pistola.

“Bobo, piantala di fare lo stupido e posa quella pistola.” disse secca la Bini.

Zanna e Mastrandrea alla parola pistola erano scesi dall'auto in simultanea. Fortunato sacramentò, era proprio la situazione che temeva: Morgan come al suo solito si era cacciato nei guai.

Nel negozio, intanto, Ferraris stava pensando a come uscire fuori da quella situazione, mentre Carola cercava di convincere l'uomo a mettere giù l'arma.

“Non ci possono fare niente Bobo, al massimo mi possono accusare di omicidio colposo.” la donna scrollò la testa “E' tutta colpa mia non dovevo coinvolgerti, dovevo chiamare la polizia quando Margot è caduta, ma tranquillo a te non succederà niente.”

“La cosa è un po' più complessa. Per la Ziegler ha ragione, ma per quanto riguarda Kozlov ...” disse Morgan.

“Sta' zitto, zitto!” urlò Bovo avvicinandosi minacciosamente al poliziotto.

“Bobo cos'hai fatto?” disse cercando di frapporsi fra i due uomini e guardandolo negli occhi.

“E' morto con il cranio fracassato.” disse Ferraris.

Carola si volse a guardarlo incredula con la bocca aperta “Bobo...” sussurrò inorridita.

“Lo dovevo fare, capisci? Non aveva intenzione di pagare per riprendersi il libro, ti avrebbe denunciata alla polizia...”

“No, no! Bobo basta, non parlare” urlò la donna e poi si avventò al braccio armato dell'uomo.

Fortunato e Mastrandrea si erano divisi, uno era andato alla porta d’ingresso del negozio e l’altro alla porta posteriore del cortile. All’improvviso udirono lo sparo e senza esitazione fecero irruzione nel locale.

Morgan aveva già messo le manette a Roberto Bovo e l’aveva spinto piuttosto rudemente verso Zanna. “Portalo via e chiama i soccorsi.” Gli ordinò inginocchiandosi poi accanto al corpo di Carola Bini. Una chiazza di sangue si stava allargando sul suo petto.

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