Dreams and Revenge II: La caccia al tesoro

di Sylvia Naberrie
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La maestra ***
Capitolo 2: *** Ritorno ***
Capitolo 3: *** Origini ***
Capitolo 4: *** Doti nascoste e una nuova missione ***
Capitolo 5: *** Vecchie conoscenze ***
Capitolo 6: *** La luna del contrabbandiere ***
Capitolo 7: *** Tai Vordrax ***
Capitolo 8: *** Sacrifici ***
Capitolo 9: *** Fuga ***
Capitolo 10: *** Diviso ***
Capitolo 11: *** L'infiltrato ***
Capitolo 12: *** Punizioni ***
Capitolo 13: *** La cava ***
Capitolo 14: *** Visite ***
Capitolo 15: *** Favori ***
Capitolo 16: *** Preparativi ***
Capitolo 17: *** Missione di salvataggio ***
Capitolo 18: *** La fuga ***
Capitolo 19: *** Discussioni ***
Capitolo 20: *** Una nuova pista ***
Capitolo 21: *** Indizi e bugie ***
Capitolo 22: *** Pedinamento ***
Capitolo 23: *** Exun ***
Capitolo 24: *** Il cadetto ***
Capitolo 25: *** La prova ***
Capitolo 26: *** Stallo ***
Capitolo 27: *** Dha Kyr'am ***
Capitolo 28: *** Amare sorprese ***
Capitolo 29: *** Una nuova traccia ***
Capitolo 30: *** Ylesia ***
Capitolo 31: *** Interrogatori ***
Capitolo 32: *** Negoziazione ***
Capitolo 33: *** Promessa ***



Capitolo 1
*** La maestra ***




Dreams-and-Revenge-II-La-caccia-al-tesoro



CAPITOLO 1
"LA MAESTRA"


'Ok... Calma! Tocca a me. Ce la posso fare... Ce la devo fare! Un respiro profondo... E che la Forza sia con me!'
La giovane zabrak salì gli scalini che la separavano dal suo avversario. Era un togruta più o meno della sua età, forse di un anno più grande. Il suo sguardo era deciso: sapeva che avrebbe fatto di tutto per sconfiggerla e farsi notare dai maestri in sala. Nihall strinse più forte la sua spada laser. Lei non sarebbe stata da meno.
'Mi spiace per te, ma sarò io a sconfeggerti, oggi', pensò. Era più che decisa a farsi scegliere come apprendista da uno di quei maestri. Era anni che aspettava con ansia quel giorno. Era anni che aspettava le prove Jedi.
Tutti gli Youngling in attesa di essere presi come Padawan e i Maestri erano riuniti in una grande sala con una pedana bianca al centro, dove i piccoli Jedi si sfidavano per mostrare ai Maestri le loro abilità. Era un'occasione molto importante al Tempio, attesa ogni anno con trepidazione.
Attesa tutta la vita da Nihall.
Il togruta attaccò per primo. Nihall non se l'aspettava ma riuscì a bloccare l'attacco. Allora il togruta scattò di lato e tentò di colpirla, ma Nihall non si fece prendere alla sprovvista. Con un piccolo salto verso destra tentò di confondere il nemico, ma il suo avversario non si fece trarre in inganno e la colpì al fianco poco prima che atterrasse. Nihall cadde a terra cercando di reprimere l'urlo di dolore.
Si alzò immediatamente: non voleva far notare al suo nemico di essersi fatta male. Accennò un passo ma sentì come una stilettata là dove il togruta l'aveva colpita, così dovette fermarsi e accovacciarsi a terra. Il suo avversario ne approfittò e corse per colpirla.
'No! Non perderò!', pensò con rabbia Nihall. Appena il togruta si avvicinò per colpirla, Nihall si alzò velocemente e gli colpì con forza la spada laser, tagliando l'elsa in due. Poi, approfittando dello stupore del suo avversario e quindi della sua momentanea distrazione, si inginocchiò e con il piede gli ancorò le gambe e, tirando con tutte le forze che le erano rimaste, lo fece cadere. Poi, rialzandosi e ignorando il dolore pulsante al fianco, puntò la sua spada laser verso la gola del togruta steso a terra.
"Hai perso!", sussurrò vittoriosa. Un fischio li avvisò che il loro turno era finito e che dovevano abbandonare l'arena per concedere agli altri Youngling di battersi.
Nihall guardò ansiosa la sala sperando che qualcuno l'avesse notata. Con grande delusione, vide che nessuno dei Maestri era particolarmente interessato a lei e solo qualcuno la stava fissando distrattamente, ma senza far cenno di avvicinarsi a loro.
Nihall, con le lacrime che stavano per salirle agli occhi, si diresse verso l'infermeria. Si fece curare la ferita, che non era tanto grave, e si diresse verso l'uscita.
Mentre camminava  sentì dei passi affrettati dietro di lei e, girandosi un poco, vide una maestra - una donna che poteva avere tra i trenta e i trentacinque anni - che stava procedendo a passo veloce verso di lei. Nihall si fermò e si girò verso la Maestra Jedi, attendendo che questa la raggiungesse.
"Come ti chiami?", chiese. Nihall fu attratta dalla cicatrice che la maestra aveva sulla guancia destra.
"Nihall, maestra", rispose la zabrak facendo un inchino e cercando di distogliere lo sguardo dalla cicatrice.
Non voleva sembrare indelicata verso quella maestra che stava mostrando interesse nei suoi confronti. Se la donna si accorse da come Nihall era attratta dalla cicatrice, non lo diede a vedere.
La maestra Jedi sorrise affabile.
"Bene, Nihall, vieni con me. Andiamo a parlare con i membri del Consiglio Jedi"
"Volete prendermi come allieva Padawan?", chiese senza fiato Nihall. Non riusciva a crederci! La donna rise gentilmente.
"Certo! Forza, andiamo. Se tutto andrà bene, sarai la mia apprendista"
"Come vi chiamate, maestra?", domandò Nihall mentre si avviavano verso la torre più alta del Tempio.
"Oh, hai ragione, non mi sono presentata! Perdonami. Il mio nome è Soraya Keto"






Note dell'autrice

Salve a tutti! :D
Vi sono mancata? ^^ No? Va bene, allora me ne vado...
Ok, la smetto di fare la scema xD perdonate, sono troppo eccitata! È la mia prima serie *-*
Allora, per chi non mi conoscesse, sono l'autrice di "Dreams and Revenge: Storia di una giovane Jedi", fanfiction che precede questa, ma se non l'avete letta, don't worry! Questa storia è una cosa totalmente a parte e solo raramente verranno fatti accenni alla vecchia fanfiction :) nel caso in cui vogliate leggerla, il link è sopra.
Oppure, se volete chiarimenti, basta che chiediate a me ^^
Ok, premetto che questa fanfiction sarà molto emozionante e molto più dark (almeno credo xD) della precedente :) ecco il motivo del rating arancione e degli avvertimenti che sono stata costretta a mettere per correttezza u.u
Sì, avete capito bene, in questa fanfiction sarò cattivissima muahahahahahaah!!!  >:D
Ok, la smetto XD
Ah, un'ultima cosa! Questo capitolo mi è uscito un po' cortino, ma non preoccupatevi! Gli altri sono molto più lunghi! ^^
Inoltre avete notato il banner all'inizio? :3 ebbene, l'ho realizzato io :3 spero vi piaccia! *-* ci sono tutti i personaggi della storia, o quanto meno i più importanti ;) li conoscerete strada facendo! :D
Va bene, penso di aver detto tutto :)
Spero che questo primo capitolo sia stato di vostro gradimento e spero torniate a leggere i capitoli successivi!
Nel caso in cui vogliate farmi domande, che siano inerenti alle storie o altro, eccovi il mio Profilo ASK
Un bacio, a presto, e che la Forza sia con voi!
Vostra

Sylvia Naberrie

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Capitolo 2
*** Ritorno ***


CAPITOLO 2
"RITORNO"


Soraya ci aveva messo meno di tre anni a tornare al suo adorato Tempio. Kirya aveva capito quanto le mancasse quella vita e aveva accettato la sua decisione. Le ci erano voluti circa cinque anni per completare la sua formazione. Alla fine Soraya era stata promossa Cavaliere e per qualche anno aveva vagato per la galassia adempiendo ai suoi doveri di Jedi.
Ora sentiva di doversi prendere la responsabilità di scegliersi un Padawan ed era rimasta attratta da quella giovane zabrak decisa e determinata.
Certo, doveva imparare a dominare le emozioni - si era lasciata trasportare un po' dalla rabbia e aveva distrutto addirittura una spada da combattimento - ma niente che un buon addestramento non potesse sistemare.
Sarebbe stata un'ottima compagna e l'avrebbe guidata lungo la tortuosa via dell'apprendistato.
Ora si stavano dirigendo verso l'Alto Consiglio per chiedere il permesso ai membri di poter prendere quella Youngling come Padawan.
"Bene, Nihall, ora andremo a parlare con i membri del Consiglio. Sei mai stata qui prima d'ora?", chiese Soraya. La piccola zabrak scosse la testa, i capelli che ondeggiavano. Soraya le mise una mano sulla spalla.
"Tranquilla. Sii rispettosa con i maestri e rispondi alle loro domande se te ne faranno. Intesi?"
"Sì, maestra"
"Bene, allora andiamo!", esclamò Soraya e bussò gentilmente alla porta. Un'anziana voce disse loro di accomodarsi.
Entrarono nella sala circolare e videro delle poltrone su cui erano seduti i membri del consiglio. Essi erano i Jedi più importanti e più saggi. Il titolo di Gran Maestro era stato affidato al maestro Yoda, che tra tutti i maestri era senz'altro il più anziano e saggio. Fu proprio lui a parlare per primo.
"Cara mia Soraya, rivedervi di gioia mi riempie!", esclamò con sincera felicità il vecchio maestro. Soraya fece un grande inchino e Nihall la imitò.
"Il piacere è tutto mio, maestro. E' sempre una gioia tornare a Coruscant e far visita al Tempio", rispose Soraya nascondendo le mani nelle ampie maniche della tunica.
"Scelto una Padawan tu hai, vedo", notò Yoda indicando Nihall che se ne stava in disparte. Sentendosi chiamata, la piccola zabrak si avvicinò e chinò il capo al cospetto del maestro. Soraya sorrise.
"Proprio così, maestro. E spero che il Consiglio sia d'accordo con la mia scelta. Ho preso lei perchè mi ha colpito per la sua determinazione e per il suo coraggio di fronte le difficoltà", li informò Soraya, sfiorando d'istinto la cicatrice sulla guancia. Nihall, da parte sua, arrrossì. Non si aspettava di certo tutti quei complimenti da quella maestra che conosceva a malapena.
"Molto ti assomglia. La scelta giusta hai fatto", disse Yoda.
"Qual è il tuo nome, Padawan", chiese un membro del Consiglio.
"Nihall, maestro", rispose la zabrak.
"Quanti anni hai?"
"Tredici"
" E a quale clan appartenevi?"
"Al clan del Bergruufta, maestro", rispose Nihall. Il maestro Jedi annuì. Il maestro Yoda la squadrò per un po'.
"La lealtà, caratteristica del clan del Bergruufta è. Mmmmh...", meditò il maestro, chiudendo gli occhi. Soraya sapeva che il Gran Maestro stava ricercando nella Forza la risposta, se lei e Nihall erano destinate ad essere Maestro e Padawan. L'ultima parola in questa decisione spettava al Consiglio. Il maestro Yoda riaprì gli occhi e guardò Soraya.
"Pronta la Padawan è, e desiderosa di apprendere. Una grande squadra, voi sarete. Accordato il tuo permesso è", rivelò Yoda. Soraya fece un inchino.
"Vi ringrazio maestro", disse Soraya, rivolgendosi anche agli altri membri. Uscì dalla sala e Nihall la seguì.
"Bene, Nihall. Come ha detto il maestro Yoda, siamo una squadra adesso. D'ora in poi sarò la tua maestra. Vieni, ti porto alla tua nuova stanza, vicino la mia. Domattina ti farò la treccia che indicherà il tuo nuovo status di Padawan"
Nihall sorrise raggiante. Ora aveva una maestra. Non riusciva ancora a crederci.
Soraya la portò in un lungo corridoio illuminato da piccole torce. Guardò fuori dalle finestre il cielo di Coruscant tappezzato di navi che sfrecciavano in file quasi ordinate. Là fuori i soli erano già tramontati, si stava facendo buio. Non credeva fosse così tardi. 
Nihall si concentrò di nuovo sulla sua maestra e tentò di memorizzare il percorso, non voleva perdersi in quel mare di corridoi.
La sua maestra le mostrò la stanza. Era piccola ma confortevole, niente di eccessivo. In fondo era abituata alla vita spartana da Jedi. Anzi, ora aveva una stanza tutta per sè, quando era una Youngling aveva una stanza poco più grande che divideva con le sue compagne di clan.
Nihall si sedette sul letto e solo allora comprese quanto fosse stanca. Tutta l'ansia e le emozioni che aveva vissuto qualche ora prima avevano prosciugato ogni sua energia.
Soraya l'aiutò a distendersi e le accarezzò il viso.
"Dormi, mia piccola Padawan. Domani ci aspetterà molto lavoro", disse Soraya con dolcezza.
"Buonanotte, maestra"
"Buonanotte, Nihall"
Nihall chiuse gli occhi e salutò quel giorno che le aveva cambiato la vita per sempre...




Note dell'autrice

Salve a tutti!
Ed eccoci al secondo capitolo :) spero vi sia piaciuto!
So che è corto, ma mi servivano dei "capitoli di passaggio". Questi capitoli iniziali saranno un po' cortini, almeno fino al sesto capitolo, più o meno. Perciò abbiate pazienza XD
Chiedo anche scusa per il ritardo dei capitoli, ma ho avuto problemi "tecnici".
Molti di voi saranno perplessi riguardo Nihall... del tipo: ma questa com'è in faccia, quando viene descritta? Calma, calma, tutto nel prossimo capitolo, perciò stay tuned!
Se volete farmi domande, eccovi il mio Profilo ASK
Bene, non credo di avere nient'altro da dire :)
Alla prossima! Baci
Vostra

Sylvia Naberrie

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Capitolo 3
*** Origini ***



CAPITOLO 3
"ORIGINI"


"Nihall, svegliati, è ora", disse Soraya scuotendo leggermente la spalla della sua Padawan. Nihall sbadigliando aprì gli occhi e si alzò.
"Vieni, facciamo colazione e poi iniziamo il tuo primo giorno di apprendistato", disse Soraya. Nihall si vestì velocemente e andò alla mensa con la sua maestra. Notò che molti suoi amici e compagni, sia di clan che non, erano in compagnia di un maestro. Presero dei vassoi e li riempirono con del cibo.
"Andiamo in quel tavolo appartato Nihall, voglio parlare un po' con te", riferì Soraya facendo un cenno con la testa verso un piccolo tavolo, lontano dagli altri. Si sedettero e mangiarono.
Nihall era nervosa: non sapeva di cosa volesse parlare la sua maestra.
'Non mi vuole più?', pensò impaurita. Soraya la fissò inarcando un sopracciglio.
"Perché ti sento impaurita, Padawan? Non ho cambiato idea su di te. Davanti al nemico sei impavida e coraggiosa, ma non appena un maestro vuole parlare con te tremi come una foglia", le disse sorridendo gentilmente. Nihall le mostrò un debole sorriso.
"Voglio solo farti qualche domanda per conoscerti meglio", spiegò la donna. Nihall si lasciò sfuggire un sospiro e sorrise.
"Certo, maestra. Mi scusi per prima", disse Nihall abbassando gli occhi imbarazzata.
"Non scusarti! Sei giovane ed è normale alla tua età avere queste paure. Ma sappi una cosa: io non cambierò idea su di te. La Forza mi ha detto che dovevi essere la mia apprendista e io l'ho ascoltata", spiegò Soraya. Nihall sorrise raggiante.
"Bene, ora che si è chiarito tutto, vorrei porti qualche semplice domanda: mi hai detto che ti chiami Nihall. Nihall come?"
"Nihall Tah'Ja", rispose prontamente la zabrak.
"E ricordi da quale pianeta provieni?"
"Mi hanno detto che vengo da Iridonia", rispose Nihall. Soraya la guardò confusa.
"Te l'hanno detto? Tu non ricordi niente del tuo pianeta?"
"No, sono stata portata qui al Tempio a due anni, mi hanno detto. Sono cresciuta qui. I Jedi sono la mia famiglia", rispose Nihall. Soraya sorrise.
"Già. Siamo una grande famiglia allargata", commentò. Dopo un po' finirono di mangiare, posarono i vassoi e uscirono dalla mensa.
"Andiamo nelle nostre stanze. Ti farò la treccia là", le riferì la maestra.
Non appena arrivarono, Soraya prese una sedia e la posizionò al centro della sua stanza. Nihall si sedette mentre Soraya prendeva una spazzola, un paio di forbici e degli elastici. Pettinò i lunghi capelli della sua Padawan e li accorciò un po', lasciando lunga solo una ciocca dietro l'orecchio destro. Poi la prese e la intrecciò e legò la piccola treccina con gli elastici.
Soraya accarezzò i capelli castani della zabrak e la guardò meglio.
La piccola Padawan aveva i capelli castani lisci e sottili, gli occhi di un bel blu scuro, quasi indaco con dei riflessi viola, la pelle rosa con le tipiche strisce degli zabrak color caramello. Queste partivano a raggi dalle guance e dalle tempie per convergere sul naso e sul centro del viso. Ne aveva due sulla fronte che intersecavano con le sopracciglia. Sempre sulla fronte aveva un piccolo tatuaggio. Non era esagerato come l'aveva la maggior parte degli zabrak adulti, poiché i tatuaggi più elaborati venivano fatti dopo un rito di passaggio durante la pubertà.
Essendo vissuta per quasi tutta la vita al Tempio, Nihall ne aveva solo uno piccolo e semplice.
Era un piccolo disegno astratto a puntini, molto simile ad una piramide rovesciata, probabilmente fatto dai suoi genitori quand'era nata.
Non appena Nihall vide che la sua maestra stava fissando il suo tatuaggio, spostò una ciocca di capelli per nascondere la fronte e Soraya con la Forza riuscì a percepire che era irritata.
"Potreste farmi la frangetta, maestra?", chiese Nihall rossa in viso, evitando di incrociare il suo sguardo. Soraya si stupì per quanto era gelosa la sua Padawan del suo tatuaggio, ma non obiettò a quella richiesta e tagliò ulteriormente i capelli della ragazzina, in modo che lo nascondessero.
"A quale clan appartenevi, lo sai?", chiese Soraya sfiorando uno dei piccoli corni sulla testa della sua Padawan.
Come tutti gli zabrak, Nihall aveva una corona di corni sulla testa che ancora non si erano sviluppati. Dopo la pubertà, questi crescevano e diventavano sempre più grandi. Ogni clan però aveva una diversa disposizione dei corni: così si riconoscevano e capivano a quale clan appartenessero.
Nihall aveva tre corni più grandi poco sopra la fronte e alcuni più piccoli che li circondavano. Infine altri due di media grandezza poco sopra le orecchie.
"Dall'Archivio risulta che appartengo al clan Kahjisa", rispose con orgoglio Nihall.
'È stata lontana da suo popolo per tanto tempo, ma intanto ha il loro stesso carattere orgoglioso', pensò divertita Soraya. Era risaputo che gli zabrak fossero molto orgogliosi del loro clan e dei loro successi ottenuti.
"Cosa c'è di divertente, maestra?", chiese leggermente irritata Nihall. Doveva aver percepito il divertimento di Soraya attraverso la Forza.
'Pensa che la stia prendendo in giro', pensò Soraya e questo la fece divertire ancor di più.
"Nulla di importante, Padawan. Forza, andiamo ad allenarci"
Soraya le scompigliò i capelli amichevolmente e le fece cenno di seguirla nella palestra più vicina, iniziando così il primo giorno di addestramento.








Note dell'autrice

Ma salve! Come va? ^^ spero bene.
Eccoci qui con il terzo capitolo :)
permalosetta la ragazza, eh? Mi ricorda qualcuno x'D
Eccovi la descrizione di Nihall finalmente! :) forse un giorno metterò un mio disegno che la ritrae... ma non è questo il giorno! XD
Spero vi sia piaciuto il capitolo, piano piano ci avviciniamo all'azione!
Tranquilli, non manca molto u.u
Questo capitolo è per la mia sorellina Dragasi! ^^ Bentornataaaa!!
Bien, se volete pormi domande, eccovi il mio profilo ask.
Al prossimo capitolo! Un abbraccio,
Vostra

Sylvia Naberrie

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Capitolo 4
*** Doti nascoste e una nuova missione ***



CAPITOLO 4
"DOTI NASCOSTE E UNA NUOVA MISSIONE"


Soraya ogni giorno allenava la sua Padawan nelle sette forme di combattimento. Voleva che Nihall approfondisse lo studio di tutte le forme in modo da poter scegliere quella che più faceva al caso suo.
Da un po' di tempo la maestra aveva notato che la giovane zabrak prediligeva l'uso dell'Ataru, la Quarta forma di combattimento.
Era una forma molto acrobatica e poco indicata per i giovani perchè troppo dispendiosa di energie, ma Soraya la lasciò fare. Essendo una zabrak, Nihall aveva una forza fisica superiore a quella di un essere umano, perciò Soraya la incoraggiò nell'uso di quella forma.
Ma le lezioni non si limitavano al solo uso della spada.
Soraya insegnava alla sua Padawan come meditare, come curarsi con la Forza e come concentrarsi nella Forza in un luogo affollato e rumoroso. Poi la portava in biblioteca a studiare le vite dei Jedi passati, vecchie guerre dimenticate e i misteri della Forza.
Quel giorno Soraya lasciò la sua Padawan a riposare. Era stata convocata dal Consiglio, probabilmente era stata assegnata loro una missione.
Bussò alla porta e le fu concesso di entrare.
"Maestri, avete richiesto la mia presenza?", chiese Soraya rispettosa, accennando un inchino con il capo.
"Sì, maestra Jedi. Abbiamo assegnato a lei e alla sua Padawan una nuova missione. Non sarà una missione diplomatica, sarà più impegnativa", rispose uno dei membri.
"Pensate di esserne all'altezza? Voi e la vostra Padawan?", chiese un altro.
"Credo proprio di sì, maestro. È da più di quattro mesi che alleno la Padawan Tah'Ja e penso che sia pronta. Di cosa si tratta?", chiese Soraya.
"Una famiglia di mercanti rapita è stata. Indagare sul mistero, tu devi", disse il maestro Yoda.
"Come mai non se ne occupa la polizia del pianeta su cui è avvenuto il rapimento?", volle informarsi Soraya.
"Nello spazio interstellare avvenuto è. Giurisdizione dei Jedi è", rispose Yoda. Soraya annuì.
"Dove dovrò dirigermi?", chiese.
"A Nar Shaddaa"

Soraya tornò nella sua stanza. Sbirciò nella cameretta della sua Padawan. Nihall non c'era, forse era andata a farsi un giretto nel Tempio.
Qualcosa colpì l'attenzione di Soraya. Sul letto della sua Padawan c'erano dei fogli. Soraya li guardò meglio.
Non erano semplici fogli, erano disegni.
Sul Tempio, sulla sala dei combattimenti, su nuovi tipi di spada laser. Sfogliando vide anche dei disegni che la ritraevano. Erano talmente perfetti da sembrare degli ologrammi.
"Maestra!"
Soraya si girò all'improvviso, stupita nel ritrovarsi la Padawan di fronte. Nihall vide ciò che la sua maestra teneva in mano e arrossì violentemente.
"Li hai fatti tu questi?", chiese Soraya con sincera curiosità mostrando i fogli. Nihall annuì.
"Sono stupendi", commentò ammirata Soraya.
"Adesso mi punirete, maestra?", chiese Nihall impaurita.
"Punirti? E perchè?", chiese confusa Soraya.
"Perchè dovrebbe essere considerata una distrazione dai doveri di Jedi...", ammise Nihall rossa di vergogna.
"No, io non credo. E secondo me dovresti continuare, Padawan. Non aver paura dei tuoi desideri", disse Soraya sorridendo. Nihall sorrise in risposta.
"Bene. Ora preparati, il Consiglio ci ha affidato una nuova missione"
"Va bene, maestra"
"Io ora vado all'hangar a preparare la nave, tu intanto vai in biblioteca ad informarti sul pianeta chiamato Nar Shaddaa. Voglio che tu sia preparata per questa missione, non sarà una cosa veloce, lo sento", meditò Soraya.
"Sì, maestra"
"Appena finisco vengo a prenderti. A più tardi, Padawan"
"A più tardi, maestra", rispose Nihall.
Soraya uscì dalla stanza e si diresse verso l'hangar del Tempio Jedi. Questo ospitava numerose navi, dalle navi spaziali a quelle di terra. Era fornito di navi non solo degli Orli interni, ma anche dell'Orlo Esterno. Era una vera miniera di navi, il paradiso degli Assi Jedi.
Soraya sfilò tra le navi disposte in ordine e si avvicinò ad un uomo sulla cinquantina che stava annotando qualcosa su un block notes.
"Mi scusi", intervenne Soraya. L'uomo si girò di scatto, non si era accorto della sua presenza.
'Non è un Cavaliere', notò Soraya. Sicuramente era un Jedi che non aveva superato le Prove o non era stato preso da nessun Maestro. Se fosse stato un Jedi addestrato per bene, si sarebbe accorto della sua presenza, grazie alla Forza.
"Sì, mi dica", rispose l'uomo.
"Mi è stata assegnata una missione, ho bisogno di una nave..."
"Verso dove?", la interruppe l'uomo scribacchiando nel suo block notes.
"Lo Spazio Hutt", rispose Soraya senza scomporsi. L'uomo annuì.
"Da questa parte. Le posso dare una Corvetta leggera di Classe Defender, ne sono rimaste ancora..."
"Veramente vorrei una nave meno... appariscente", precisò la donna.
"In questo momento di meno appariscente abbiamo poche navi. Abbiamo qualche piccola nave da carico e un paio di Fregate, nulla più"
"Mmmh... di quali Fregate disponete?", chiese poco convinta Soraya.
"Fregate classe Praetorian, qualche fregata di scorta EF76 Nebulon-B e una fregata classe Galeone Stellare. Ma per queste dovrete andare nell'hangar principale. Ah, e dovremmo avere una fregata di Coruscan AA-9"
"Quanto sono grandi?"
"Beh, piuttosti grandi. La fregata di Coruscant è la più piccola"
"Quanti uomini può contenere?"
"Almeno una ventina, anche di più"
"La fregata di Coruscan andrà benissimo. La vorrei pronta tra mezz'ora", ordinò la Jedi.
"Sarà fatto, maestra Jedi"
Soraya uscì e si diresse verso la biblioteca. In un banco vide la sua Padawan osservare uno schermo. Era con le braccia incrociate sul banco e la testa appoggiata sulle braccia, in una tipica posa piuttosto annoiata.
Soraya soffocò una risata e le si avvicinò. La zabrak, non appena la vide si mise subito con la schiena eretta e arrossì lievemente.
"Dobbiamo andare", le disse. Nihall spense l'HoloNet e si alzò fulminea.
Decisamente, lo studio non era l'attività preferita della sua Padawan.







Note dell'autrice

Salve gente! :)
Sono tornata con un altro capitolo (un po' in ritardo, ma vabbè u.u)
Ho avuto problemi di connessione, efp non mi funzionava bene :(
Comunque, finalmente inizia un po' di azione! Ne vedrete delle belle ;)
Nel prossimo capitolo ci sarà anche una sorpresa, spero possa piacervi ^^
Bene, non so che altro dire perciò vi saluto :)
Ma prima eccovi il link del mio Profilo ASK
Al prossimo capitolo!
Un abbraccio!
Vostra

Sylvia Naberrie

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Capitolo 5
*** Vecchie conoscenze ***



CAPITOLO 5
"VECCHIE CONOSCENZE"


"Nihall hai preso tutto?", chiese Soraya.
"Sì, maestra", rispose Nihall.
"Bene, possiamo andare. La navetta ci attende", disse Soraya.
La maestra e la sua Padawan erano nell'ufficio del furiere e stavano prendendo l'occorrente per la missione che le stava attendendo.
L'ufficio del furiere era un luogo importante da visitare prima di ogni missione. In esso vi si trovavano tutti gli attrezzi e gli equipaggiamenti necessari per intraprendere una missione. Vi si potevano trovare respiratori, visori tattici, tute mimetiche per ogni paesaggio, lame e cristalli per le spade laser, insomma, di tutto e di più.
Soraya aveva preso l'occorrente per la sua missione e lo stesso aveva fatto la sua Padawan, prendendo gli stessi strumenti della Maestra.
Uscirono dall'ufficio e si incamminarono nel lungo corridoio, dirette verso l'hangar.
Nihall procedeva accanto alla sua maestra, tentando di mantenere il passo con il suo, quando la sentì sussultare e con la Forza percepì che era sorpresa e felice allo stesso tempo. La fissò e vide che stava guardando un altro Jedi che procedeva nella direzione opposta alla loro.
Era un uomo sulla sessantina dalla carnagione mulatta. Aveva dei grandi occhi scuri e labbra carnose. I capelli lisci e lunghi gli finivano sulle spalle, di un colore che si aggirava tra il castano scuro e il grigio. Il suo sguardo era fiero ma, non appena i suoi occhi incrociarono lo sguardo della sua Maestra, Nihall notò la sorpresa negli occhi dell'uomo, sorpresa che subito si tramutò in gioia e dolcezza.
Soraya corse incontro allo Jedi e lo abbracciò con grande stupore di Nihall. Non aveva mai visto la sua maestra comportarsi in quel modo.
"Maestro! Quanto tempo!", gridò Soraya. L'uomo rise e rispose all'abbraccio della donna. Nihall avanzò lentamente, per non disturbare i due Jedi.
"Soraya! Fatti vedere... Sei diventata una splendida donna! La mia Soraya...", disse l'uomo abbracciando la donna e accarezzandole i lunghi capelli rossi. Poi Soraya sciolse l'abbraccio sorridendo raggiante.
"Maestro sono così contenta di rivederla! Quando sono tornata il maestro Yoda mi ha riferito che non eravate al Tempio, vi era stata assegnata una missione importante e non vi si poteva contattare. Mi è dispiaciuto non potervi incontrare allora", disse dispiaciuta Soraya.
"È vero, è stata una lunga missione. Ma sono davvero felice di rivederti. Kirya come sta?", volle informarsi Sifo-Dyas.
"I primi tempi sono stati veramente duri per lei. Non riusciva ad abituarsi alla sua nuova condizione. Stava anche cadendo in depressione. Fortunatamente con la Forza sono riuscita a tirarla su e a guarirla e ora sta molto meglio. Si è anche sposata! Ora ha due bimbi, un maschio e una femmina", rispose Soraya sorridendo pensando ai nipotini.
"Bene, mi fa piacere che ora stia meglio e che abbia messo su famiglia", disse sorridendo Sifo-Dyas. Poi il suo sguardo si posò sulla giovane zabrak che stava seminascosta dietro la sua maestra.
"E questa piccola zabrak chi è?", chiese gentilmente Sifo-Dyas. Soraya sorrise.
"È la mia Padawan, maestro", rispose Soraya. Poi si rivolse a lei.
"Nihall, lui è il maestro Sifo-Dyas, il mio vecchio maestro...", cominciò Soraya.
"Ehi ehi, piano con le parole!", esclamò Sifo-Dyas.
"...quand'ero una Padawan come te.", continuò ridendo. Poi si girò verso Sifo-Dyas.
"E lei maestro, è Nihall Tah'Ja, la mia apprendista Padawan", disse Soraya facendo le presentazioni. Nihall si avvicinò e fece un profondo inchino.
"È un onore conoscervi, maestro Sifo-Dyas", disse. Il maestro rispose all'inchino.
"Tutto mio", disse. "Da quanto tempo sei la sua Padawan?", chiese.
"Quasi quattro mesi, maestro", rispose Nihall.
"Ed è una brava maestra?", chiese Sifo-Dyas facendo l'occhiolino a Soraya che sorrise. Nihall prima di rispondere guardò la donna.
"Io penso di sì. Sì", rispose infine facendo ulteriormente sorridere i due maestri.
"Ne sono sicuro", rispose Sifo-Dyas. Poi guardò Soraya.
"Ad ogni modo, qual buon vento vi ha portate da queste parti?", chiese.
"Stiamo andando all'hangar, ci è stata assegnata una nuova missione", rispose Soraya. A quella notizia, Sifo-Dyas finse uno sguardo preoccupato.
"Non farle guidare uno sprinter!", disse rivolto a Nihall. Sia lei che Soraya lo guardarono confuse.
"Una volta, quand'era la mia Padawan ed era poco più grande di te, le ho lasciato guidare uno sprinter", cominciò Sifo-Dyas mentre Soraya cominciava a capire.
"Lo desiderava tanto perciò l'ho lasciata fare. Non ha fatto neanche un chilometro: ci siamo schiantati su un palo", rivelò Sifo-Dyas suscitando l'ilarità della giovane Padawan.
"Maestro! È successo tanto tempo fa! Ero giovane e incapace", rispose Soraya fingendosi offesa. Alla fine tutti e tre si unirono in una fragorosa risata.
"Ad ogni modo, dove siete dirette?", chiese il maestro Jedi quando si calmò.
"A Nar Shaddaa", rispose Soraya. Sifo-Dyas si rabbugliò e aggrottò la fronte.
"Ve l'ha assegnato il Consiglio?", chiese sospettoso. Soraya annuì.
"Confido nella tua saggezza, Soraya. Fate attenzione, non si scherza con Nar Shaddaa", disse serio il maestro.
"Certo, maestro. Non preoccupatevi", disse Soraya.
"Non vi trattengo oltre. Fate buon viaggio e che la Forza sia con voi", augurò loro Sifo-Dyas.
"Che la Forza sia con te, maestro", rispose Soraya. Il maestro Jedi annuì e accarezzò i capelli della piccola Padawan.
"Fa' attenzione, giovane Tah'Ja. Ascolta sempre la tua maestra"
"Sì, maestro".
Sifo-Dyas abbracciò un'ultima volta Soraya e poi se ne andò. Le due Jedi si diressero verso l'hangar dove la loro nave le attendeva e partirono verso la loro missione.













Note dell'autrice

Eccomi di nuovo qui!
Contenti del piccolo cammeo? *-* io mi sono divertita tanto a riscrivere di Sifo-Dyas, devo dire che mi è mancato e sono sicura mi mancherà anche in seguito :') il mio maes... ehm, il maestro di Soraya. Pardon, un lapsus xD
E finalmente inizia questa missione! Era ora, adesso i capitoli si faranno pochino più lunghetti e ci sarà più azione u.u
Ne vedrete delle belle ;)
Bene, spero di aver detto tutto!
Ringrazio la mia sorellina Dragasi per essermi sempre vicina e aver seguito Soraya sin dall'inizio, ringrazio anche Aven90 per aver continuato anche questa storia e per il nuovo acquisto famousdrago *-* grazie per aver letto il primo "Dreams and Revenge" (o D&R, come mi piace chiamarlo xD) e aver continuato a leggere anche questa avventura! ^^
Se volete farmi delle domandine non avete che chiedere! Ecco il mio Profilo ASK
Bien, penso di aver detto tutto. Al prossimo capitolo!
Tanti baci dalla vostra

Sylvia Naberrie

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Capitolo 6
*** La luna del contrabbandiere ***



CAPITOLO 6
"LA LUNA DEL CONTRABBANDIERE"


"Nihall ti sei informata sul pianeta che stiamo per visitare?", chiese Soraya mentre faceva i preparativi per il salto nell'iperspazio.
"Sì, maestra", rispose Nihall.
"Sentiamo", la incoraggiò Soraya. Nihall la guardò corrucciata. Non si fidava di lei?
"Voglio solo sentire cos'hai studiato, Nihall", giustificò Soraya sentendo il disappunto della sua allieva con la Forza.
"Nar Shaddaa è la luna di Nal Hutta, un pianeta molto importante per gli Hutt. È molto simile a Coruscant, infatti anche Nar Shaddaa è un pianeta-città, solo che a differenza di Coruscant è molto più pericolosa. Adesso fa parte della Repubblica ma molti studiosi sostengono che faccia ancora affiliazione all'Impero Hutt", recitò Nihall.
"Tu cosa pensi?", chiese Soraya.
"Io prima preferisco vedere con i miei occhi e poi giudicare, maestra".
Soraya annuì.
"E voi?"
"Io penso che per Nar Shaddaa la Repubblica non esisti affatto", rispose Soraya avviando il salto nell'iperspazio.

"Maestra, qual è di preciso la nostra missione?", chiese Nihall mentre stava seduta comodamente. Era passato un giorno e mezzo dall'inizio della loro missione. Nihall era stata piuttosto tranquilla e Soraya talvolta la trovava nella sua cabina ad esercitarsi con la spada. Ogni tanto le chiedeva il cambio per controllare la nave mentre la Maestra si riposava.
Soraya distolse lo sguardo dalla consolle dei comandi e si girò verso la Padawan, accavallando le gambe.
"Una famiglia di mercanti è stata rapita nello spazio interstellare. Perciò è nostro compito vederci chiaro e ritrovarli. Nar Shaddaa è stata la loro ultima tappa, per questo ci stiamo dirigendo lì"
"Cosa trasportavano?", chiese Nihall curiosa.
"Più che altro stoffe e tessuti. Sono mercanti conosciuti qui a Nar Shaddaa, a quanto pare ci venivano spesso o forse ci abitano. Dovremmo scoprirlo. Si chiamano Fong", rispose Soraya.
"Maestra, è scomparsa tutta la famiglia?"
"Il Consiglio non mi ha saputo rispondere a questa domanda, quindi ritengo che spetti a noi scoprirlo", rispose Soraya. Dopo un po' riprese i comandi della nave.
Davanti a loro apparve il profilo di un pianeta, o meglio una luna, dall'aspetto grigiastro. Sulla superficie si notavano qui e là piccole luci che apparivano e scomparivano all'improvviso. Erano le luci dei grattacieli e degli sprinter che sfrecciavano nel cielo di Nar Shaddaa.
Soraya si diresse verso lo spazio-porto più vicino e presse un pulsante sopra la sua testa.
"Qui Fregata di Coruscant AA-9 a torre di controllo, viene richiesto permesso di atterrare", riferì Soraya.
"Qui torre di controllo a Fregata di Coruscant AA-9, il vostro carico?", chiese una voce gracchiante nell'interfono.
"Nessuno, siamo io e il mio copilota", rispose Soraya.
"Attendere prego", disse la voce gracchiante. Soraya nel frattempo rallentò la nave.
"Speriamo non ci mettano molto...", disse fra sé e sé.
Un ronzio risuonò nell'aria.
"Torre di controllo a Fregata di Coruscan AA-9, permesso accordato".
Soraya chiuse l'interfono.
"Allacciati le cinture, Nihall", disse alla sua Padawan.
Dopo pochi minuti, Soraya fece atterrare la nave e maestra e Padawan cominciarono ad osservare l'enorme metropoli che era Nar Shaddaa.
"Alzati il cappuccio, Padawan. Non a caso Nar Shaddaa viene chiamata Luna del Contrabbandiere. È un pianeta pericoloso, è meglio se non ci facciamo riconoscere", disse Soraya alzando il cappuccio della sua tunica. Nihall seguì il suo esempio.
"È per questo che non abbiamo preso la Corvetta classe Defender del Tempio, maestra?", chiese Nihall.
"Esatto, Padawan. Non vorrei che qualche pilota ben informato scopra che siamo Jedi. Quel tipo di corvetta viene usata solo da noi. Certo, i nostri abiti non aiutano, ma molte persone a Nar Shaddaa girano con il cappuccio alzato. Per un po' saremo mimetizzate", rispose Soraya.
"Maestra, dove stiamo andando?", chiese la Padawan.
"Al mercato nero. Vediamo se qualcuno conosce veramente questa famiglia. Prima però ci serve un mezzo di trasporto", rispose la maestra.
Infatti, prima di dirigersi verso il mercato nero, Soraya andò verso una specie di garage e affittò uno sprinter.
"Così potremo muoverci in autonomia", disse alla sua Padawan mentre accendeva il motore.
"Devo preoccuparmi, maestra?", scherzò Nihall. Soraya sorrise, ripensando al racconto del suo maestro.
"No, Padawan"
Il mercato nero si trovava in una delle zone più buie e fumose della metropoli. Si trovava nei bassifondi della città ed era frequentato da una moltitudine di razze aliene, tutte dal viso poco raccomandabile. Soraya si avvicinò ad un rodiano che sostava davanti a una rigatteria di pezzi di ricambio.
"Resta dietro e fai molta attenzione, Nihall. Affidati alla Forza", disse Soraya prima di avvicinarsi al rodiano. Nihall annuì.
"Tu vuoi pezzi di ricambio? Mio negozio è pieno! Vieni, vieni...", disse il rodiano con un basic stentato invitandola ad entrare.
"Non sono venuta per comprare", disse dura Soraya.
"Ah no? Allora tu smamma! Io devo pensare a clienti!", disse l'altro facendole segno di andarsene. Soraya alzò tre dita della mano destra e le passò davanti l'alieno.
"Dimmi ciò che sai dei Fong", gli ordinò. Gli occhi del venditore divennero vitrei e la sua voce monocorde.
"Sono famiglia di mercanti. Mercanti di stoffe e abiti", disse con tono piatto.
"Che altro?"
"Molto ricchi. Molto conosciuti qui a Nar Shaddaa"
"Avevano traffici illeciti?", chiese Soraya agitando le tre dita.
"Io no so"
"Sai se sono stati rapiti tutti?", chiese Soraya.
"Io no so", rispose monocorde l'alieno.
"A chi posso chiedere?", domandò Soraya pazientemente. L'alieno sollevò una mano e indicò un uomo sulla trentina che si trovava dalla parte opposta della strada.
Soraya si girò, l'uomo se ne accorse e fuggì nei vicoletti.
"Nihall seguimi!", gridò Soraya partendo alla rincorsa dell'uomo.
Quello correva come un forsennato, spingendo persone e urtando bancarelle. Soraya e Nihall però non si diedero per vinte. Mentre correvano, Nihall prese una strada diversa da quella che stava seguendo l'uomo.
"Nihall!", la richiamò Soraya.
"Ho un'idea!", sentì dire alla voce della sua allieva che si stava allontanando. Soraya si riscosse e ripartì all'inseguimento dell'uomo che aveva guadagnato un po' di terreno e fece affidamento sulla Forza per raggiungerlo.
All'improvviso vide Nihall alcuni metri davanti all'uomo, in mezzo alla strada, che, con le braccia distese e le mani sopra la testa, stava sollevando una trave con la Forza. Intuendo ciò che stava per fare la Padawan, Soraya gridò all'uomo che per un attimo si girò verso di lei e in seguito tornò a guardare davanti a lui, ma ormai era troppo tardi. La trave lo colpì in fronte e l'uomo cadde lungo disteso. Nihall fece cadere la trave a terra e si asciugò la fronte imperlata di sudore.
Soraya prese per le ascelle l'uomo e con l'aiuto di Nihall lo trasportò via di lì.
"Padawan, la prossima volta non far di testa tua. Questo è un luogo pericoloso e ora la gran parte dei bassifondi di Nar Shaddaa sa che ci sono dei Jedi", disse Soraya rimproverando la sua Padawan. Nihall la guardò sfrontata per qualche minuto, quasi non volesse ammettere la sua colpa e credesse di aver fatto bene. Poi abbassò lo sguardo.
"Scusami, maestra", disse mortificata. E Soraya capì quanto alla sua Padawan costasse chiederle scusa. Era pur sempre una zabrak, una delle specie più orgogliose. Non poteva farla andare contro la sua natura, l'orgoglio faceva parte di lei. Ma doveva dominare questo istinto.
Soraya sospirò.
"Hai fatto comunque un ottimo lavoro. Solo... la prossima volta dimmelo prima, ok?", disse sorridendo a Nihall. Lei abbozzò un sorriso in risposta.
"Ok, maestra"
"Forza, andiamo al pub più vicino", disse Soraya trascinando l'uomo insieme alla sua Padawan.








Note dell'autrice

Eccomiiiii!!!
Tanti auguri a teee! Tanti auguri a tee! Tanti auguri alla mia sorellina, tanti auguri a teeeeee!!!
Buon compleanno sorellinaaaaa!! ^_^
Questo capitolo è un piccolo regalino per te :3 non è chissà che, ma spero tu possa apprezzare il pensiero xD
Bene, ora le cose iniziano a farsi interessanti ;) e Nihall si mostra per quello che è: una Padawan scatenata e talvolta indisciplinata xD ancora non avete visto niente eheheheh xD
Bien, penso di aver detto tutto... :)
Un ringraziamento particolare va alla mia sorellina Dragasi :3 poi ad Aven90 e a famousdrago che continua a seguire questa storia *^* grazieeee!! ^^
Nel caso in cui vogliate farmi domande, eccovi il mio Profilo ASK
Un bacio, a presto, e che la Forza sia con voi!
E tanti auguri ancora sorellina!! ^^
Vostra

Sylvia Naberrie

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Capitolo 7
*** Tai Vordrax ***



CAPITOLO 7
"TAI VORDRAX"


Soraya e Nihall trascinarono l'uomo verso la bettola più vicina.
"Tieni sempre il cappuccio alzato. Cerchiamo di non farci riconoscere", ordinò Soraya alla sua Padawan. Nihall annuì.
Portarono l'uomo verso il tavolo più lontano, nell'angolo più buio e riservato del locale. Scelsero un tavolo con un divanetto a 'U', in modo da mettere l'uomo al centro ed evitare di farlo scappare.
"Allora... vorresti dirci come ti chiami?", chiese Soraya. L'uomo si massaggiò la testa e guardò la donna.
"Draman. Draman Huryl", rispose l'uomo. Soraya vide un robot piuttosto mal messo avvicinarsi al loro tavolo.
"Desiderate qualcosa?", domandò con la sua voce metallica.
"Un drink per il signore e due bicchieri d'acqua", disse Soraya.
Il robot fece un piccolo inchino con la testa, quel tanto che permettevano le sue giunture arrugginite, e si allontanò. Soraya ritornò a fissare Draman.
"Bene, Draman, ora spiegaci perché sei scappato", ordinò Soraya incrociando le braccia.
"Per paura", rispose quello ad occhi bassi.
"Paura? Paura di cosa?", chiese Nihall confusa. Draman, prima di rispondere, guardò sottecchi tutto il locale e la gente che l'affollava. Soraya se ne accorse.
"Che foste persone... poco raccomandabili", sussurrò l'uomo.
"Non che qui ci siano tante belle persone...", disse sarcastica Nihall. Soraya la fulminò con lo sguardo e la Padawan abbassò lo sguardo.
"Che genere di 'persone poco raccomandabili'?", chiese Soraya tornando a guardare l'uomo.
"Tirapiedi. Sicari"
"Intendi membri di gruppi criminali?", chiese Soraya aggrottando le sopracciglia. Il robot del locale si avvicinò e posò le bevande sul tavolo. Draman lo guardò avvicinarsi e non rispose.
"Desiderate altro?", domandò. Soraya gli fece segno di andarsene.
"Sì", rispose dopo un po' Draman in un fil di voce.
"Conoscevi i Fong?", chiese Nihall non riuscendo a trattenersi.
Draman le guardò allarmato.
"Chi siete?", domandò impaurito.
"Siamo Jedi. Vogliamo aiutarli", lo rassicurò Soraya sorseggiando la sua acqua. Draman guardò entrambe e poi sospirò.
"Sì, li conosco. Xander Fong era un mio collega e un mio...amico", rispose facendo una smorfia all'ultima parola.
"Dalla tua faccia non sembrate tanto amici", commentò Soraya.
"Ci siamo allontanati", borbottò l'uomo evasivo.
"Sei un mercante pure tu?", chiese Nihall curiosa.
"Io più che altro trasporto merci di altre persone, tipo traslochi. Xander commerciava", precisò l'uomo.
"Sai se era invischiato in affari poco puliti?", chiese Soraya. Draman cominciò ad agitarsi e strinse il suo bicchiere.
"Io...lo sospettavo. Ma non ne sono sicuro. A volte notavo che oltre alla sua merce portava altro, ma non so dirvi cosa", rispose Draman.
"Ne sei sicuro?"
"Assolutamente"
"Sai se è stata coinvolta tutta la famiglia nel rapimento o Xander viaggiasse da solo?"
"Di solito non viaggiava mai da solo. A volte si portava i suoi bambini. Sono quattro. Due maschi e due femmine"
"La moglie? La conosci?", domandò Soraya. Draman scosse la testa.
"Sai dove potrei trovarla?"
"Ammesso che non sia andata con il marito, stanno a un chilometro da qui, in un palazzo verde, vicino il centro. Lo riconoscerete subito, ha un grande galleria che si apre nel centro del palazzo", rispose Draman prendendo in mano il bicchiere con il drink e assaporando la bevanda.
"E sai come si chiama?", chiese Nihall.
"Yiram"

"Maestra, tu credi ci abbia detto la verità?", chiese Nihall.
"Io credo di sì, Padawan. Credo volesse aiutare i Fong. Era solo spaventato", rispose Soraya mentre guidava lo sprinter verso il palazzo verde. Come aveva detto Draman, questo aveva una galleria che si apriva proprio nel centro, dove gli sprinter e gli altri veicoli sfrecciavano veloci. Un po' come a Coruscant. Soraya fermò il veicolo lì vicino e scese.
"Maestra, pensi che troveremo qualcuno?"
"Non lo so, Padawan. Teniamoci all'erta con la Forza", rispose la maestra.
Le due Jedi s'inoltrarono nel grande atrio illuminato da delle lampade ad olio. Il luogo, a dispetto della criminalità e malvagità che serpeggiava per quel pianeta, trasmetteva calma e serenità con quella luce soffusa, quasi abbracciasse il visitatore. C'era una cabina di legno con un grande vetro rettangolare in fondo a destra, in quel momento vuota. Probabilmente ci doveva essere un portiere che in quel momento era assente. Salirono le scale che si trovavano vicino alla cabina vuota e si fermarono di fronte una porta con la scritta 'Fong' grattata in un tentativo di cancellarla.
Nihall guardò la maestra che le fece un cenno e bussò alla porta. Nessuno rispose o venne ad aprire. Soraya chiuse un attimo gli occhi, ampliando con la Forza la percezione degli esseri vicino a lei.
"Non c'è nessuno, Padawan"
"Cosa facciamo?", chiese la giovane zabrak. Soraya la guardò sorridendo.
"Sfondiamo la porta"

Dopo un po' di tempo, con una leggera pressione con la Forza, Nihall riuscì a sfondare la porta dell'appartamento.
Questo si mostrava completamente in disordine, con poltrone ribaltate, tavoli con gambe rotte, vetri e cocci a terra. Inoltre qui e là si scorgevano segni di bruciature dovuti a colpi di blaster, come se ci fosse stata una sparatoria.
"Pare che siamo state anticipate, maestra", commentò Nihall facendo attenzione alla moltitudine dei vetri sparsi a terra. Soraya osservò l'ambiente. C'era qualcosa di strano in tutto quello.
Soltanto le sedie, i tavoli e i soprammobili erano stati distrutti, gli oggetti sopra le mensole e i cassetti non erano stati toccati. Inoltre i colpi di blaster puntavano tutti su una zona della stanza e avevano centrato vari oggetti, tra cui l'HoloNet, ormai fuori uso, e alcuni piccoli proiettori di olocrone. Chiunque fosse stato preso di mira non aveva risposto al fuoco.
Qualcosa non tornava. Perché tutti quei colpi per una persona che apparentemente era disarmata?
"Maestra?", chiese Nihall avvicinandosi.
"Ho uno strano presentimento, Padawan", meditò Soraya. Poi si inginocchiò a terra e chiuse gli occhi. La zabrak seguì il suo esempio.
"Quello a cui assisterai è una pratica avanzata di abilità di senso, la postcognizione. È una tecnica molto utile e una volta mi ha anche salvato la vita. Presto la imparerai anche tu"
"Come si chiama?", chiese l'allieva curiosa.
"Tai Vordrax", rispose Soraya mettendosi in posa da meditazione.
La donna prese dei respiri profondi per calmare la mente e si concentrò con la Forza. Doveva rivivere tramite la Forza cos'era accaduto in quella stanza e ci voleva tutta la concentrazione possibile per applicarla in un'area così vasta.
All'improvviso un fascio di luce la inghiottì e vide delle figure muoversi molto velocemente intorno a lei e poi improvvisamente fermarsi e muoversi normalmente.
Vide una donna, di mezza età con i capelli biondi e gli occhi scuri. Indossava una veste azzurra e una vestaglia blu notte. Il suo viso era gentile e camminava per la stanza mentre cullava una bimba. Era piccola, poteva avere circa due anni. La bimba aveva i capelli castani e la carnagione mulatta.
Mentre la cullava, la donna iniziò ad intonare una ninna nanna ma venne interrotta da un bip insistente. Proveniva dall'HoloNet attaccato al muro, di fronte a lei. La donna posò la bimba nel seggiolone e si avvicinò all'HoloNet. Un ologramma apparve, con una figura incappucciata e dalla voce cupa.
"Tuo marito è nostro. La prossima sei tu", disse la voce minacciosa.
La donna impaurita chiuse velocemente la conversazione e prese la bambina, stringendola a sè, come se quella creaturina potesse infonderle coraggio. Guardò la stanza e una scintilla apparve nei suoi occhi. Posò di nuovo la bimba e cominciò a mettere a soqquadro la stanza, distruggendo mobili, poltrone, vasi e tavoli e rompendo gli specchi. Poi si avvicinò ad un mobile con una tastiera incorporata, digitò un codice e si aprì un cassetto. La donna prese il blaster che si trovava dentro il cassetto e sparò all'HoloNet e a vari oggetti.
La bambina cominciò a urlare e piangere, impaurita. La donna prese la piccola in braccio e la traquillizzò, poi si fermò di fronte un olocrone dove era ritratta una famiglia in una veranda. Soraya riconobbe la donna e la bambina, infine vide un uomo e tre ragazzini, due maschi e una femmina, tutte intorno ad una vecchietta. Sullo sfondo Soraya notò un palazzo con un enorme globo. La donna sparò all'olocrone, prese dei mantelli e uscì di casa sbattendo la porta.
La visione finì.









Note dell'autrice

Salve gente! :) come state? Spero bene ^^
Eccoci al settimo capitolo ;) la trama va spiegandosi e le cose vanno complicandosi ;)
Non so che altro scrivere in effetti, quindi spero che il capitolo via sia piaciuto ^^
Come sempre ringrazio la mia sorellina Dragasi, famousdrago sempre gentilissima e Aven90 che si è preso una pausa di riflessione dalla mia storia ma pian piano recupera x'D Sto scherzando :P
Ok, penso di aver detto tutto :)
Come sempre, se volete farmi domande, ecco il mio Profilo ASK
Bene :) un abbraccio a tutti voi e a presto, giovani Jedi! ^^
Vostra

Sylvia Naberrie

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Capitolo 8
*** Sacrifici ***



CAPITOLO 8
"SACRIFICI"


Nihall riaprì gli occhi sbattendoli più volte e stropicciandoli. Soraya si sollevò con fatica da terra.
L'uso prolungato della Tai Vordrax in un'area grande come quella stanza l'aveva stancata notevolmente. Con la manica si asciugò la fronte imperlata di sudore.
"Maestra, vi sentite bene?", domandò preoccupata la zabrak. Soraya annuì prendendo dei profondi respiri.
"Sono solo stanca", le riferì non appena ebbe un po' di fiato.
Nihall attese che la sua maestra si riprendesse del tutto per chiederle: "Ora che facciamo?"
Soraya sorrise.
"Andiamo a far visita ad una vecchietta"

La parte alta di Nar Shaddaa era piena di palazzi lussuosi, con enormi olocrone o statue giganti, proprio come Coruscant, le cui abitazioni più "in" si trovavano nelle zone più alte e nei pressi dei centri di potere.
Probabilmente, il grande palazzo con il globo blu era uno dei palazzi governativi. O almeno, di ciò che restava del governo. A Nar Shaddaa sembrava regnasse l'anarchia, ma non era così. I fili di quel pianeta li tiravano i più potenti boss Hutt che, letteralmente, finanziavano la criminalità nei pianeti adiacenti alla capitale del loro impero, Nal Hutta.
Giunta nei pressi dell'enorme palazzo dal globo blu, Soraya rallentò lo sprinter (prendendosi pure molti insulti dagli altri guidatori) e girò intorno al plesso, per trovare il terrazzino dell'olocrone.
"Maestra, lì", indicò Nihall. Il suo dito puntava verso un palazzo posto di fronte al complesso governativo dove, circa al centoventesimo piano, si trovava un appartamento con un ampio terrazzo.
"Ben fatto, Nihall", la complimentò la maestra. Soraya parcheggiò lo sprinter ed entrarono nel grattacielo. Un enorme Yinchorri, una specie aliena simile a grandi rettili, bloccò loro il passaggio.
"Chi state cercando?", chiese con la sua voce profonda.
"Non m'importa chi stiate cercando, vi lascerò passare", disse Soraya agitando le tre dita.
L'Yinchorri scansò violentemente la mano della Jedi. Soraya si portò la mano dolorante al grembo, gemendo.
"I vostri trucchetti non funzionano con noi. Feccia Jedi", rispose l'Yinchorri sputando a terra.
Nihall attivò la spada laser e contemporaneamente il rettile prese il suo blaster sparando alla ragazza. Soraya si gettò sulla Padawan a terra, poco prima che un laser la colpisse alla gola, proprio dove la ragazza era scoperta dalla spada laser.
La maestra si rialzò, prese le sue spade laser e fronteggiò i colpi di blaster del grande rettile cercando di rimandarli al mittente. Purtroppo quello possedeva un'armatura resistente, che quei pochi e irregolari laser difficilmente avrebbero scalfito. La Padawan raggiunse la sua maestra e le diede man forte. Soraya intanto andava annullando le distanze con il nemico, finché con un calcio riuscì a fargli cadere l'arma di mano. Con un altro calcio lo fece cadere a terra e si buttò su di lui con le spade sulla sua gola. L'Yinchorri, con un abile gesto, scaraventò la donna e si liberò tentando di raggiungere il blaster lì vicino.
Nihall lo prese con la Forza prima dell'alieno e mirò su di lui. Soraya dietro gli puntò la sua spada laser.
L'alieno, ritrovandosi senza vie di fuga, fece l'unica cosa che gli restava da fare.
Caricò verso Nihall che cominciò a sparargli a raffica sulla corazza senza che questa rimanesse scalfita di un centimetro.
"Nihall spostati!", gridò Soraya. La ragazzina si gettò di lato e Soraya lanciò una spada laser verso l'Yinchorri, tagliandogli una gamba.
Nihall si girò a guardare stupita la sua maestra. Soraya riprese la sua spada e la ripose nella cintura, avvicinandosi all'alieno disteso a terra. Si accovacciò e lo girò, guardandolo nel suo viso da rettile.
"Per chi lavori?", chiese dura. Quello la guardò con le sue pupille da rettile ridotte a due fessure e ringhiò.
"Ho chiesto...", Soraya puntò la spada laser spenta sotto la gola del rettile, "...per chi lavori?"
"Non te lo dirò!", rispose quello con una smorfia di dolore e lo sguardo di sfida.
Soraya sospirò.
"Puoi dire addio anche all'altra gamba allora", disse Soraya togliendo la spada laser dalla sua gola. L'Yinchorri sudò freddo mentre Nihall fissava la scena senza proferire parola. Soraya sollevò un sopracciglio.
"Niente? Ok...", rispose attivando la spada laser e sollevandola, pronta a sferrare il colpo sulla vittima. Poco prima di raggiungere la gamba, l'Yinchorri urlò.
"No, no, ferma!"
Soraya disattivò la spada laser.
"Va bene, ti dirò tutto"
"Bene, per chi lavori?"
"Per una squadra di sicari. Mi hanno mandato qui ad attenderli. Dovevo controllare che il posto fosse sicuro", riferì il rettile.
"Sicuro da chi?"
"Guardie e... Jedi", rispose guardandola.
"Sanno che siamo su Nar Shaddaa?", chiese preoccupata la maestra Jedi.
"Non so come l'abbiano saputo. Ma è una notizia che ci è appena giunta"
"Questi sicari... sai per chi lavorano?"
L'Yinchorri scosse la testa.
"Loro ci reclutano. Dobbiamo uccidere persone e pulire il luogo del crimine. Ma gli ordini vengono da più in alto. Non sono loro che decidono i bersagli", rispose.
"Ma se già sono una squadra di sicari, perché non fanno loro il lavoro sporco?", chiese confusa Nihall.
"Loro si occupano di persone più... importanti. Che stanno più in alto"
"Politici", rispose Nihall dando voce ai pensieri della sua maestra. L'Yinchorri annuì.
"Sopra c'è qualcuno?", chiese Soraya.
"No, ma arriveranno presto"
Soraya si alzò.
"Se potessi ti aiuterei a salvarti. Ma ho una missione da portare a termine", riferì Soraya con voce dura, scavalcando il corpo del rettile che non proferì parola. Forse era conscio del suo destino e lo accettava, come solo i migliori guerrieri sapevano fare.
"Andiamo, Nihall", disse la maestra Jedi trascinandosi la Padawan. Entrarono nel grande ascensore.
"Maestra, tu avresti veramente tagliato la gamba a quell'alieno?", chiese timorosa la zabrak.
Soraya la guardò.
"No, Padawan. Ti sarò sembrata crudele oggi, ma è così che si porta avanti una missione. E poi è normale per un'Ombra Jedi questo tipo di lavoro"
"Siete un'Ombra Jedi?", domandò sorpresa Nihall. La sua maestra non gliel'aveva mai detto!
"Certo", rispose sorridendo Soraya.
"Non lo sapevo...", disse fra sè e sè Nihall.
"Perché non me l'hai mai chiesto. E poi certo che non potevi saperlo, sennò che Ombra Jedi sarei?", scherzò Soraya. Nihall sorrise ma alla fine il suo viso tornò a farsi triste.
"Se la caverà?"
"Non appena scopriranno che li ha traditi, probabilmente lo uccideranno. Ha fatto la sua scelta. Ora concentrati sulla missione, Padawan", le ordinò Soraya. La zabrak non fece più domande.

Salirono al centoventesimo piano e raggiunsero la grande porta di legno. Prima di avvicinarsi all'appartamento, Soraya ruppe i fili dell'ascensore, mettendolo fuori uso, così da avere un vantaggio sugli altri sicari.
Nihall guardò la sua maestra in attesa di come agire. Soraya si avvicinò alla porta e ampliò la sua percezione con la Forza. Sentì che dentro c'erano due donne e un bambino.
"Sono qui", riferì alla sua Padawan.
Poi bussò alla porta. Passarono alcuni secondi prima che una voce venne a rispondere.
"Chi è?", chiese impaurita un'anziana voce di donna.
"Siamo Jedi. Il Consiglio Jedi della capitale Coruscant ci ha affidato il compito di proteggere la sua famiglia", rispose Soraya.
"Non abbiamo richiesto la protezione di alcuno Jedi, andatevene via!", gridò la donna.
"Signora, ne va nella vostra incolumità. Vi stanno cercando, sanno che siete qui, vi uccideranno!"
Nessuno rispose, ma persino Nihall percepiva che la donna era ancora dietro la porta. Soraya sospirò.
"Signora, se volevamo entrare l'avremmo fatto da un pezzo. Le nostre spade laser possono facilmente tagliare la vostra porta in due. Se ce lo permettete, le nostre spade laser sono qui per proteggervi", riferì Soraya. Passarono pochi secondi, infine la porta si aprì, rivelando un'anziana donna di settantant'anni circa.
"Siete veramente Jedi?", chiese la donna. Soraya annuì.
"Sanno che siamo qui?", chiese impaurita una voce di donna lì vicino. Soraya si girò. Era la donna della visione, Yiram Fong. Era vestita come nella visione e in braccio portava la bambina che era intenta a giocare con i capelli della madre.
"Sì. Uno di loro l'abbiamo eliminato all'ingresso. Ne arriveranno altri", riferì la maestra Jedi.
Nihall rabbrividì non appena sentì dire alla sua maestra 'l'abbiamo eliminato'.
La donna guardò spaesata l'appartamento, senza sapere cosa fare.
"Cosa...cosa facciamo?", chiese infatti impaurita.
"Dovete venire con noi. Vi porteremo al sicuro, dove non potranno trovarvi. Vi condurremo al Tempio Jedi, dopodiché noi continueremo la nostra missione", disse decisa Soraya.
"No! Voglio cercare anch'io mio marito. Voglio riabbracciare i miei figli", ordinò la donna con le lacrime agli occhi.
"Siete in pericolo, dovete andarven..."
"Maestra!", la interruppe Nihall guardando la Jedi impaurita. Entrambe avevano avvertito una perturbazione nella Forza. Un pericolo incombente.
Soraya si affacciò alla tromba delle scale. Anche senza la Forza sentì che delle persone stavano salendo i centoventi piani con dei jetpack e fermarsi di tanto in tanto a guardare sopra di loro.
"Stanno arrivando. Dobbiamo andarcene!", ordinò la maestra Jedi rientrando.
"L'ascensore..."
"L'ascensore è rotto. Se l'avessimo solo disattivato, loro sarebbero riusciti a riattivarlo", affermò Nihall.
"C'è un'altra via di fuga?", chiese Soraya all'anziana signora.
"C'è un passaggio segreto, che anticamemte era un tubo dello scarico dei rifiuti. È abbastanza grande da permettervi di entrare e scivolarci dentro. Potreste usare quello", rispose.
"Bene, non abbiamo un attimo da perdere", asserì con decisione la maestra Jedi. L'anziana signora li condusse nella cucina e aprì le ante di un armadio mostrando una porta in duracciaio. Soraya e Nihall tentarono di forzare la maniglia, ma essendo antica e arrugginita resisteva alla loro forza. Sentirono bussare violentemente alla porta dell'ingresso.
"Non abbiamo più tempo!", esclamò impaurita Yiram. Videro l'anziana andare in un'altra stanza.
"Ma che fa?", esclamò Nihall esasperata. Proprio quando riuscirono ad aprire la porta, la videro rientrare con dei blaster che passò a Yiram.
"Andate!", disse spingendo Yiram con la bambina e le due Jedi.
"Mamma, cosa...?", tentò di chiedere Yiram. La donna prese il viso di sua figlia e le diede un bacio sulla fronte, e lo stesso fece con la nipote.
"Va' ora, li tengo lontani io", disse prendendo un blaster per sè.
"Abbiate cura di loro", disse a Soraya.
"Ha la mia parola", giurò la Jedi. La donna chiuse la porta un attimo prima di sentire gli uomini che entravano nella cucina. Poco prima di scivolare nel condotto, sentirono degli spari e il rumore di un corpo che cade a peso morto.










Note dell'autrice

Sono in ritardissimo, lo sooooo ç_ç
Chiedo scusa a tutti i miei lettori! Ho avuto tantissimi problemi, interrogazioni, compiti, problemi personali e chi più ne ha più ne metta >.<
Spero sia solo un caso isolato :)
Comunque... Ora sono qui e ho aggiornato ^^
Questo è uno dei miei capitoli preferiti, pieno d'azione ^^ spero possa piacere anche a voi! :D
Ok, oggi non so cosa dire xD
Come sempre, eccovi il mio Profilo ASK
Un abbraccio a tutti, a presto!
Vostra

Sylvia Naberrie

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Capitolo 9
*** Fuga ***



CAPITOLO 9
"FUGA"


Scivolarono per un bel po', finché non urtarono una superficie piana. Soraya fu la prima a cadere, poi fu in turno di Nihall che cadde sulla sua maestra e infine di Yiram che, abbracciando la sua bambina, cercò di cadere sulla sua schiena per evitare di farle del male, con conseguente caduta sulla pancia di Nihall.
L'odore era insopportabile, le due Jedi tentarono di smorzare l'olezzo con le pesanti maniche della loro tunica, mentre Yiram teneva un fazzoletto sul naso della piccola, storcendo il suo rimasto scoperto.
Seguirono il condotto nella ricerca di un'uscita e giunsero fino ad un portello che dava sull'esterno. Soraya con la sua spada laser staccò la grata e con un calcio la fece cadere a terra.
Uscita fuori, la prima cosa che fece fu prendere una grande boccata d'aria fresca (per quanto consentisse l'inquinamento di Nar Shaddaa), e lo stesso fecero la sua Padawan e la donna.
Improvvisamente dall'inizio del tunnel sentirono dei tonfi e delle voci. Nihall e Soraya si guardarono intorno e fu la Padawan a trovare dei bidoni per ostruire il passaggio. Soraya li sollevò con la Forza e li infilò nel cunicolo.
"Bene, almeno li rallenteremo per un po'", commentò la maestra Jedi.
Si inoltrarono per il vicoletto fino a giungere nella strada principale, dove Nihall e Soraya scortarono la donna verso lo sprinter parcheggiato lì vicino.
Non appena si alzarono in volo, videro tre persone raggiungerli, un uomo, un alieno con la tuta da cacciatore di taglie e un Yinchorri.
"Dovremmo cambiare lo sprinter, maestra, o ci riconosceranno", constatò Nihall girandosi ad osservare gli uomini.
"Non ce ne sarà bisogno, Padawan. Per il momento, lasciamo il pianeta", rispose la maestra.
"Dove andremo?", chiese impaurita Yiram cullando la bambina, che stava dando segni di irrequietezza.
"Lontano da questo pianeta", disse semplicemente Soraya.

Nihall scortò la donna nella nave attendendo la maestra che stava sistemando alcune faccende burocratiche con lo spazio-porto.
Yiram stava facendo addormentare la piccola, che si trovava distesa tra le braccia della madre con la manina stretta alla sua veste.
La Padawan la osservò imbarazzata. Lei non aveva mai conosciuto sua madre, non sapeva come bisognasse comportarsi in queste occasioni e le sembrava di essere di troppo in quella cabina. Si alzò e fece per andarsene, ma fu fermata da Yiram.
"No, aspetta, puoi rimanere", le sussurrò la donna. Nihall si fermò e guardò Yiram distendere la piccola nella cuccetta e rimboccarle le coperte. Poi le diede un bacio sulla testa e uscì con Nihall.
La Padawan provò uno strano sentimento nei confronti di quella donna e la bambina che si era addormentata. I gesti della donna le sembravano meccanici, non naturali, quasi li avesse ripetuti più e più volte, come un'automa. La Forza le voleva dire qualcosa.
"Akij era stremata. Povera bimba, ne ha passate di cotte e di crude in questi giorni", commentò Yiram sospirando.
"Lei non è la madre di Akij, non è vero?", domandò Nihall a bruciapelo. Yiram la guardò stupita, ma non ebbe il tempo di rispondere dato che in quel momento entrò Soraya. La maestra chiuse subito il portello e si diresse velocemente verso la cabina di guida.
"Dobbiamo partire immediatamente. Hanno capito che siamo Jedi, tra poco chiameranno le autorità", li avvertì Soraya interrompendo i loro discorsi. Nihall la raggiunse di corsa.
"Maestra, non siamo noi le autorità?", chiese confusa la ragazza.
"In questo caso no, Padawan"
Soraya accese i motori e si preparò al decollo. I tre uomini che avevano incontrato prima raggiunsero lo spazio-porto e parlarono con degli addetti. Nihall li vide gesticolare arrabbiati, intimorendo gli operai che, confusi, iniziarono a fare segno alla nave di non partire più.
"Vogliono tenerci qui!", esclamò impaurita Yiram.
"Non glielo permetteremo", affermò determinata Soraya iniziando le procedure per il decollo. Quelli, come impazziti, iniziarono a far segno di fermarsi, impauriti anche dai tre tipi che stavano per andare su tutte le furie.
Soraya avvertì un tremito nella Forza.
"Nihall, attiva lo scudo deflettore", ordinò la maestra.
Nihall presse dei pulsanti e una spia si accese, confermando l'accensione dello scudo. Poco dopo i tre sicari iniziarono a sparare alla nave, ma i laser rimbalzarono sulla pista. Soraya accese i motori e sollevò il timone della nave, che si alzò in volo, e lasciò il pianeta.

"Allora... Non credo ci siamo ancora presentate, con tutto quello che è successo. Io sono la maestra Jedi Soraya Keto, e lei è la mia Padawan Nihall Tah'Ja. Ora vuoi spiegarci un po' cos'è successo?", chiese Soraya a Yiram, sedendosi nel piccolo divanetto oltre la cabina di pilotaggio. Aveva inserito le coordinate per Ganath, un pianeta pacifico lì vicino, e aveva attivato il pilota automatico.
Yiram guardò imbarazzata la donna e la ragazzina.
"È successo tre giorni fa. Xander, mio marito, è andato a fare uno dei suoi soliti viaggi per lavoro. Sapete, commercia in vari pianeti, è piuttosto conosciuto, ha le migliori stoffe dell'Orlo Intermedio", raccontò sorridendo la donna. Poi guardò la maestra Jedi e il suo sorriso si spense.
"È partito con i bambini e l'hanno catturato. E hanno preso i bambini e mio marito. Non so che fare!", esclamò nascondendosi il viso tra le mani e piangendo.
"Suo marito era invischiato in affari illeciti?", chiese impertubabile Soraya. Yiram sollevò di scatto la testa.
"No! Mio marito è un brav'uomo! A dispetto di dove viviamo, siamo gente per bene!", esclamò piccata.
"Ma quella bambina... non è sua, vero? Non è sua figlia biologica", notò Nihall.
"I...io non so come tu l'abbia capito. No, Akij non è mia figlia. Così come non sono miei figli Exun, Leah e Noal. Gli altri nostri bambini", spiegò imbarazzata Yiram, giocando con una ciocca dei capelli.
"Di chi sono allora?", chiese Soraya.
"Non lo so. Xander li ha trovati per strada quand'erano piccoli, in vari pianeti. Erano stati abbandonati"
"Tutti e quattro insieme?", chiese confusa Nihall.
"Oh, no! Per carità. Exun e Noal, i due maschi, sono fratelli. Sono stati i primi che ha trovato mio marito, erano dei ladruncoli. Xander li ha strappati dalla criminalità", esclamò con orgoglio la donna.
"E Akij e l'altra ragazzina?", domandò Nihall.
"Leah è venuta dopo, stavano per venderla come schiava. Akij invece è arrivata da poco, da circa quattordici mesi"
"Come mai non avete figli vostri?", chiese Soraya, accavallando una gamba.
"Perché non possiamo averne. Sono sterile", rispose tristemente Yiram portandosi le mani in grembo.
"E quindi...", Soraya venne interrotta da un rumore, un allarme, che proveniva dalla cabina di pilotaggio. Vi si precipitò e vide una spia lampeggiare.
"Che succede maestra?", chiese Nihall raggiungendola.
"C'è una nave qui vicino", rispose Soraya osservando confusa il radar.
"Maestra... è questa la nave?", domandò Nihall indicando un punto fisso nel radar.
"Già"
"Ma è fermo...", constatò confusa Nihall, osservando il punto fisso del radar. Soraya prese il comando della Fregata.
"Padawan, ho un presentimento"
Dopo un po' videro i contorni di un piccolo cargo fermo nello spazio.
"Ma è la nave di Xander!", gridò Yiram indicando il cargo.
Soraya si avvicinò e attuò il processo di attracco. Completato quest'ultimo, i tre si misero delle tute e attraversarono lo spazio che separava la loro nave dal cargo. Soraya con la Forza aprì il portello e lasciò entrare le altre due.
Lo spettacolo dentro la nave li lasciò a bocca aperta.












Note dell'autrice

Ma buonsalve (?) a tutti!!
È la vostra Sylvia Naberrie che vi parla! ^^
Non sono drogata, ve lo giuro! E neanche fumata xD
Ok, dopo aver dato l'ennesima prova della mia indiscussa pazzia, passiamo all'angolo autrice vero e proprio u.u
Ma chissà che hanno trovato in quel piccolo cargo... :P siete curiosi, eh? ;) xD che cattiva che sono xD
La mia parte preferita di questo capitolo è quando impediscono alle Jedi e a Yiram di partire :) è stata la parte che ho preferito di più scrivere infatti ^^
E la vostra qual è stata? :D
Bien, io come al solito non so più che scrivere in questo angoletto xD mi chiedo che lo faccio a fare...
Come sempre ringrazio Dragasi, famousdrago e Aven90 per i loro gentili commenti :) e tutti voi che, timidamente, leggete e seguite questa storia ^^ grazie!
Come sempre, a chi vuole farmi qualche domanda, do' il mio profilo ask.
Un bacio, a presto!
Vostra

Sylvia Naberrie

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Capitolo 10
*** Diviso ***



CAPITOLO 9
"DIVISO"


L'interno della nave era completamente distrutto. Gli schermi fumanti, i divanetti squarciati, gli oggetti gettati a terra, la mercanzia rovinata. Ovunque vi era segno di lotta, ma nessuna traccia dell'uomo e dei bambini.
Soraya si avvicinò ad una macchia a terra e la toccò con un dito.
"Sangue"
Yiram nascose la bocca tra le mani, incredula ed orripilata di fronte quello spaventoso spettacolo.
"Maestra, sembrerebbe un attacco dei pirati...", affermò Nihall osservando i disastri riportati nella nave.
"Hai detto bene, Padawan. Sembrerebbe", rispose la maestra Jedi.
"Non...non sono stati i pirati?", chiese Yiram, già con le lacrime agli occhi.
"Ne sono certa"
"Maestra, cosa ve lo fa pensare?", chiese incuriosita Nihall.
"Innanzitutto mi sembra strano che ci sia tutta questa confusione per un solo uomo. Suo marito aveva un blaster con sé, no?", chiese Soraya a Yiram, che annuì.
"Ne aveva due, anche Exun sa sparare", riferì timidamente.
"Bene, facciamo due uomini. I pirati sono feccia, sono tanti criminali che si alleano per depredare le navi e acquisire le ricchezze contenutevi. Solitamente vanno a gruppi di cinque o più. Perciò, come minimo, la lotta sarà stata con cinque contro due. A meno che suo marito e suo figlio non avessero avuto doti eccezionali con le pistole, dubito siano riusciti a tener testa a cinque criminali spietati e ben addestrati. Secondo... sembra strano che non abbiano rubato la merce. È piuttosto preziosa, si vede. Strano che l'abbiano lasciata qui e l'abbiano addirittura rovinata. E poi... la Forza mi dice che c'è qualcosa sotto...", meditò Soraya chiudendo gli occhi.
"Perciò maestra, voi credete che tutto questo sia una messinscena?", chiese Nihall. Soraya si riscosse.
"Sì, Padawan. Credo che qualcuno stia facendo in modo di farci credere che siano stati rapiti dai pirati. In un modo pure molto maldestro, oserei dire"
"Ma... allora dove sono?", domandò Yiram guardandosi intorno confusa.
"Questo è da scoprire. Sa usare questa nave?", le domandò Soraya dirigendosi verso la cabina di pilotaggio.
"Io...sì"
"Bene. Ho bisogno di sapere i dati di navigazione di questo cargo. Vediamo qual è stata la sua ultima tappa", disse Soraya. Yiram digitò dei codici e un ologramma piuttosto disturbato apparve nel proiettore, rimasto miracolosamente quasi intatto.
Mostrava tutti i pianeti che aveva raggiunto quella nave. L'ultimo che aveva visitato era proprio Ganath, il pianeta che stavano per raggiungere.
"Bene, non ci resta che andare lì", affermò la maestra Jedi. Indossarono di nuovo le tute per risalire sulla loro nave. Yiram guardò per l'ultima volta il piccolo cargo che era stato di suo marito. Poi si girò e salì a bordo della Fregata.

Una spia lampeggiò nella cabina di pilotaggio.
"Maestra! Ci stiamo avvicinando", chiamò Nihall. Soraya le si avvicinò e prese il comando della nave, disattivando il pilota automatico.
Il profilo di un pianeta si stagliò loro davanti, avvolto da una nebulosa. A quella vista, Soraya avvertì un forte tremito nella Forza.
"Nihall, gli scudi deflettori, presto! Impostali al massimo", ordinò con una nota di urgenza. Nihall guardò la sua maestra stranita, ma subito attivò gli scudi.
E infatti, non appena entrarono nella nebulosa, un forte allarme eccheggiò nella nave che fu scossa da forti turbolenze. Riuscivano addirittura a vedere gli scudi deflettori, solitamente invisibili, a causa dell'ingente quantità di gas radioattivo presente in quella nube, che li stava attaccando.
"Tenetevi", ordinò loro Soraya con un fil di voce, a causa dell'enorme sforzo per controllare la nave.
"Nihall, vedi se riesci a trovare un porto, dove posso atterrare", chiese Soraya a denti stretti. Il pianeta infatti stava andandosi a delineare, ma non era presente alcuno spazio-porto (e ne avevano ben donde), perciò bisognava atterrare per forza sul pianeta.
Nihall con lo sguardo sondava la superficie del pianeta, invano.
"Là!", gridò Yiram indicando una piccola piattaforma, immersa nel verde.
"Ce la faremo bastare", affermò la maestra Jedi, ora poco più rilassata, essendo quasi entrata nell'atmosfera del pianeta. Con una veloce manovra, atterrò sulla piattaforma di duracciaio. Soraya e Nihall indossarono i loro abituali mantelli, pronte a scendere, mentre Yiram andò a prendere la piccola Akij, stringendola a sè.
Dopo essere scese dalla nave, si avvicinò loro un Ganothoriano.
Essi erano delle specie senzienti, dall'aspetto umanoide, con grandi capacità tecnologiche, nonostante fossero piuttosto regrediti. La loro forma di governo era una monarchia democratica ed erano un popolo pacifico e tranquillo, a dispetto del sistema dove si trovavano.
Tutti i Ganathoriani avevano la pelle molto chiara, quasi pallida, ed erano completamente glabri. Sulla testa portavano delle specie di caschi che partivano dalla fronte fino al mento e ricoprivano tutta la testa.
"Buongiorno!", le salutò il Ganathoriano facendo loro un piccolo inchino.
"Buongiorno a voi. Chiedo scusa per l'atterraggio inaspettato, ma non conoscevo la natura di quella nube", si scusò Soraya.
"No, no, non si preoccupi. Siamo abituati a visite inaspettate. La nube impedisce alle radio di funzionare, perciò non sappiamo mai chi viene", spiegò quello.
"Ah...", fu l'unico commento di Soraya. "Senta, sa dirmi se, per caso, è atterrato qualche giorno fa un piccolo cargo con un uomo e tre bambini?"
"Mmmh... Che io ricordi no, ma ci sono molte piattaforme sparse per Ganath. Magari è atterrato in una di quelle"
"Grazie. Avete dei mezzi di trasporto affittabili?".
Il Ganathoriano mostrò loro uno sprinter e indicò la via più veloce per la piattaforma più vicina.
Le due Jedi, Yiram e Akij salirono sulla macchina e, man mano che raggiungevano le varie piattaforme, chiedevano se fosse atterrato un cargo, ma nessuno l'aveva visto. Ogni volta che passavano da una piattaforma ad un'altra, il loro morale di abbassava sempre si più. Ma, alla diciassettesima piattaforma, un Ganathoriano rispose diversamente.
"Sì, li ho visti atterrare proprio qui", rispose.
"Davvero? E... ed erano tutti?", chiese speranzosa Yiram. Il Ganathoriano annuì.
"Erano soli?", chiese sospettosa la maestra Jedi.
"Io credo di sì, ma non ne sono sicuro".
Qualcosa, o meglio qualcuno, intanto aveva attirato l'attenzione di Nihall. Un Ganathoriano, piuttosto anziano, li stava osservando con attenzione. Dopo un po', Nihall lo vide entrare in un hangar, non prima di averla guardata negli occhi. La piccola Padawan lo prese come un invito a seguirlo. Cautamente si allontanò dalle due donne e raggiunse l'alieno.
"Salve", la salutò l'anziano.
"Salve. Perché mi ha portato qui?"
"Io so chi state cercando. Quell'uomo è venuto un paio di giorni fa, con tre bambini. Sì, all'inizio c'erano solo loro, ma poi li ho visti andare con degli altri uomini. Non sembravano tanto amici. Hanno diviso i bambini. Uno di loro si trova qui. Poi sono partiti, quei tre tipi con l'uomo e gli altri due bambini", raccontò il ganathoriano.
"Perché non ha avvertito qualcuno? Perché non ha avvertito di questo rapimento il Tempio Jedi?", chiese arrabbiata la zabrak. L'anziano la guardò impaurito.
"I ganathoriani sono un popolo neutrale e pacifico. Non vogliamo creare tensioni dentro il nostro sistema sociale e politico. Per questo non siete stati avvertiti", tentò di spiegarle.
"Questo è l'atteggiamento dei deboli e dei vigliacchi che non vogliono sporcarsi le mani", l'accusò Nihall.
"Padawan!"
Nihall si girò, impaurita.
"Che succede qui?", chiese Soraya entrando nell'hangar.
"Costui sostiene di aver visto il signor Fong con dei uomini, e che questi l'abbiano separato da uno dei bambini che in questo momento si trova qui, su Ganath", riferì loro Nihall. Sia Soraya che Yiram si girarono a guardare il ganathoriano.
"È vero?", chiese la maestra Jedi. L'anziano annuì.
"Come vi chiamate?"
"Norvu, signora"
"Bene Norvu, sapresti dirci dove hanno portato il bambino?"
"Io...", esitò Norvu, "vi ci posso portare, se lo desiderate"
"Sì, lo desideriamo", rispose la maestra Jedi. Salirono tutti sullo sprinter e, sotto le indicazioni dell'anziano, si inoltrarono per Ganath.

Soraya rallentò lo sprinter nei pressi di un grande edificio antico. Era circondato da un imponente cancello, la cui vista era oscurata da una rete. In alcuni punti la rete mancava e poterono vedere che oltre il cancello si trovava un grande cortile, in quel momento vuoto.
"Ecco, è qui che l'hanno portato", le informò Norvu.
"Cosa c'è all'interno?", chiese Yiram.
"Ci sono tanti altri bambini. Li portano qui, tutti quanti, li tengono per qualche giorno, e poi li portano via, prima su dei camion e poi in delle navi che lasciano il pianeta", riferì Norvu.
"Dove li portano?", chiese dura Soraya.
"In vari pianeti. Credo li vendano come...ehm...schiavi", disse imbarazzato l'anziano. Yiram si tappò la bocca, scioccata.
"Perché non ci è arrivata notizia di questo traffico illegale?", chiese furiosa la Jedi. Norvu tremò.
"Io...non lo so. Non so perché il governo ha permesso tutto questo, so solo che noi ganathoriani cerchiamo sempre di mantenere lo status quo per evitare disordini, rivolte o addirittura guerre! Siamo un popolo pacifico, noi", tentò di giustificarsi. Soraya cercò di calmarsi.
"Sappiate che quest'azione non rimarrà impunita. Il Consiglio Jedi verrà informato di ciò e verranno attuati dei provvedimenti. Le consiglio di farsi ricevere dal suo sovrano e tentare di porre fine a questo abominio, altrimenti ci penseranno i Jedi. E le assicuro che quando i Jedi verranno a conoscenza di questo accaduto, non saranno tanto clementi", lo informò dura Soraya. Norvu tremò impaurito.
"Cercherò di farmi ricevere il più presto possibile", disse loro, poi fece un inchino e scappò via.
"Maestra, i Jedi non sono così spietati. È vietato nel Codice farsi prendere dalla passione", constatò Nihall confusa. Soraya sorrise e accarezzò i capelli della sua Padawan, facendo attenzione ai suoi corni.
"Lo so bene, Padawan. Dovevo pur spaventarlo in qualche modo, no? Il Consiglio ci metterà giorni a decidere tutto e a mandare dei Jedi, se solo il re riuscisse a far qualcosa prima sarebbe meglio per noi e per quegli innocenti".
Nihall annuì.
"Cosa facciamo ora? Mio figlio è lì dentro..."
"Dobbiamo trovare un modo per entrare. Per liberare tutti quei bambini. Dobbiamo studiare le loro mosse, per trovare il momento giusto per agire", meditò decisa Soraya.
Ma la maestra Jedi non poteva sapere che la sua Padawan aveva già un piano.











Note dell'autrice

Salve a tutti! :D
Sì, sono un po' in ritardo... la fine del trimestre mi ha trattenuto dall'aggiornare la storia e sono anche stata impegnata con altre fanfiction.
A tal proposito, dato non credo sia vietato su EFP farsi pubblicità da soli (sì, sono monella e cattiva xD), se vi va potete passare per la nuova OS che ho pubblicato ieri :) una storia che pochi conoscono su Padmè ;) si intitola "Non perdere mai la speranza - Il sole nero".
Bene :) ora da qui in poi la piccola Nihall si farà molto più monella xD
Ne vedrete delle belle :P
Come sempre ringrazio la mia sorellina Dragasi, famousdrago sempre puntuale nelle sue recensioni, erik3090 nuovo arrivato e Aven90 che risulta disperso XD scherzo, ti aspetto :)
Come sempre, se volete farmi qualche domandina, eccovi il mio Profilo ask.
Un bacio, a presto, e che la Forza sia con voi!
Vostra

Sylvia Naberrie

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Capitolo 11
*** L'infiltrato ***



CAPITOLO 11
"L'INFILTRATO"



Padawan e Maestra si trovavano davanti la finestra dell'appartamento abbandonato, ad osservare il palazzo diroccato con i visori tattici, che si erano portate dal Tempio Jedi per quella missione.
"Cosa vedete?", chiese ansiosa Yiram.
"Il palazzo non è sorvegliato molto bene. C'è solo la rete che lo protegge all'esterno e qualche guardia fuori. Niente che non possiamo raggirare", rispose Soraya.
"E Noal? Lo vedete? È lì?"
"No. Non c'è nessun bambino fuori per ora"
Nihall osservava bene il palazzo, per ricercarne un punto debole. Ma per quanto cercasse, questo sembrava non averne.
"Posso?", chiese Yiram tendendo la mano verso il suo visore ottico.
"Sì, tieni", Nihall glielo diede senza problemi, tanto non aveva trovato niente. Si diresse verso il suo lettino ma non vi si distese. Si sedette a terra a gambe incrociate e incominciò a meditare.
Doveva trovare una soluzione, per quei bambini. Non potevano lasciarli lì, non potevano. Era in quei momenti che in lei, Nihall, montava tutto l'orgoglio di essere una Jedi. Non avrebbe abbandonato quelle persone, mai.
Doveva esercitarsi molto con la Forza se voleva aiutare dei bambini. Già dal giorno prima, quando avevano scoperto il palazzo e trovato quell'appartamento abbandonato, si era esercitata molto con la Forza, meditando più di due volte al giorno, com'era invece solita fare al Tempio, non essendo la meditazione una delle sue attività preferite. Ma adesso sentiva che le sarebbe servita molto.
"Sei stanca?"
Nihall aprì gli occhi e vide la sua maestra avvicinarsi a lei e sedersi di fronte.
"No, maestra. Mi sto esercitando", rispose.
"Ho notato. Mediti di più e ti concentri di più nella Forza. Vedo che hai preso a cuore questa missione", notò la maestra sorridendole.
"Sì... beh, voglio fare tutto ciò che mi è possibile per aiutare quei bambini", affermò determinata. Soraya le sorrise e le accarezzò una guancia.
"Brava, Padawan. Così parla un Jedi", e detto questo si alzò. Nihall la osservò allontanarsi e sorrise fra sé e sé. Stava facendo la cosa giusta, lo sentiva.

Quella notte, Nihall sognò.
Si trovava davanti all'enorme palazzo, davanti alla rete spinata che la proteggeva. Camminò per tutta la lunghezza fino a raggiungere un angolo all'estremità, proprio alla fine della rete. Sentiva la Forza che la spingeva ad agire e spostare degli arbusti che coprivano la visuale. E proprio lì, coperto dall'edera c'era una piccola breccia.
Il sogno poi si spostò. Si trovava dentro il palazzo. I corridoi erano bui e grigi, con la vernice scrostata e con grandi macchie di umidità. Nihall si incamminò in quel lungo corridoio fino a raggiungere una stanzetta, con tanti lettini - circa una quarantina - uno accanto all'altro. Quasi tutti erano occupati dai bambini, solo cinque lettini erano senza proprietario.
All'improvviso si accese una luce rossa a intermittenza seguito dal suono di un allarme, che nel sogno risuonava ovattato. Nihall scattò la testa, impaurita, così come anche i bambini addormentati, che si svegliarono spaventati e velocemente scesero dai letti per uscire di corsa.
"No no no, fermi!", gridò allarmata Nihall agitando le mani, impaurita che i bambini la travolgessero. Ma quelli sembravano non averla sentita e corsero proprio dove si trovava lei. Nihall si schermò il viso con le mani, attendendo che la spingessero.
Ma il colpo non venne mai.
Nihall riaprì gli occhi e con stupore scoprì che i bambini la trapassavano come se fosse aria e che nessuno si era accorto della sua presenza. Così Nihall capì.
Non era un sogno, era una visione.
Decisa a scoprire dove voleva condurla la Forza, la zabrak seguì i bambini nel cortile esterno, lo stesso che vedevano dell'appartamento. I bambini si misero in ordine, in uno schieramento formato da due file. Davanti ai bambini marciavano dei soldati armati di bastoni, pronti a punirli nel caso in cui avessero disubbidito.
Nihall li guardò per qualche minuto, ma la sua attenzione si concentrò più in là, dove si trovava una baracca sorvegliata da due soldati. Oltre questa c'era una sbarra e un cancello elettrico. Da lì probabilmente arrivavano e partivano i camion per i bambini.
In quel momento la visione sfumò e Nihall si ritrovò distesa sul suo letto, nell'appartamento. Era ancora notte fonda, perciò tentò di nuovo di riposare. Il giorno dopo sarebbe stato decisivo, lo sentiva.

"Padawan, ti sento ansiosa. C'è qualcosa che non va?"
Nihall si risvegliò dalla sua ormai abituale meditazione. Forse risvegliarsi non era il termine adatto. Non riusciva a concentrarsi, come aveva detto la sua maestra, era troppo ansiosa e impaurita.
"No, maestra. Solo ho uno strano presentimento verso quei bambini. Spero agiremo presto", mentì Nihall. Non voleva dirle il vero motivo per cui aveva ansia. Anche se non le aveva mentito del tutto.
Quella mattina si era svegliata con un brutto presentimento rivolto verso quei bambini. Probabilmente c'entrava quella visione, forse quello strano allarme che era suonato. Soraya le si avvicinò.
"Hai ragione, Nihall. Ma ci servono ancora alcuni giorni per pianificare tutto. Dobbiamo scoprire come si muove il nemico e cosa fanno ai bambini, dove li portano e quand'è il miglior momento per prelevarli tutti e con loro anche Noal. Presto li salveremo, sta' tranquilla", la rassicurò Soraya. Nihall le fece un sorriso forzato mentre la sua maestra si rialzava. La sua ansia non si era placata. Temeva che la maestra smascherasse la sua idea.
Soraya stava per allontanarsi, quando si girò di nuovo verso di lei, guardandola sospettosa.
"Nihall c'è qualcosa che devi dirmi?"
La Padawan sudò freddo e sentì una goccia di sudore scivolarle sulla fronte. Tentò di ricomporsi e di tranquillizzarsi.
"No, maestra. Nie...", Nihall venne interrotta dal grido di Yiram.
"Maestra Keto! Venga a vedere!", urlò la donna indicando con la mano libera fuori dalla finestra, mentre con l'altra teneva il visore ottico. Soraya la raggiunse così come anche Nihall.
Guardando verso la palazzina, Nihall vide un camioncino bianco entrare, probabilmente dal cancello vicino il baracchino che da quella visuale era invisibile. Il camioncino si parcheggiò davanti ad una grande porta. Dei soldati gli si avvicinarono e aprirono le ante del furgone. Ciò che videro fece loro accapponare la pelle.
File di bambini disposti a fila indiana, ognuno incatenato alle mani e legato a quello di davanti. Bambini e bambini con abiti stracciati e contusioni al viso, alle gambe, alle braccia. Bambini dai cinque anni fino ai quattordici anni circa.
Yiram si tappò la bocca scioccata, con le lacrime agli occhi. Soraya guardava il raccapricciante spettacolo orripilata, mentre Nihall rabbrividiva, senza parole.
"Che avranno fatto a mio figlio?", chiese a nessuno in particolare Yiram scoppiando a piangere.
Nihall guardò la sua maestra. Il suo sguardo era duro, impassibile. Quasi Nihall provò paura nel vedere quello sguardo freddo nella sua maestra.
"Dovremo agire prima del previsto", disse soltanto prima di allontanarsi. Nihall la vide andare via prima di ritornare a guardare quei bambini.
"Sì, maestra. Bisognerà agire prima", disse fra sé e sé Nihall.
Il momento era giunto.

Quella notte Nihall non dormì. Si trovava in una sorta di oblio, per metà sveglia e per metà in contatto con la Forza. Non appena sentì che era arrivato il momento, si alzò senza far rumore.
Aveva pianificato tutto.
Prese la cintura con i suoi strumenti da Jedi e agganciò la spada laser che tutte le notti teneva a terra, vicino al cuscino, per precauzione.
In punta di piedi si diresse verso la porta e uscì.

Soraya si svegliò nel cuore della notte. Non sapeva di essersi addormentata, dopo ciò che aveva assistito qualche ora prima. Ma appena sveglia, avvertì un brutto presentimento.
Prese le sue spade laser, che sin da ragazza - da Padawan - teneva sotto al cuscino, e uscì dalla stanza, affidandosi alla Forza. Subito capì che qualcosa non andava.
Nell'appartamento avvertiva solo un'altra persona oltre a lei. Andò nella stanza di Yiram, temendo che la donna avesse fatto qualche sciocchezza per riprendersi il figlio. Ma la donna, non appena la vide sulla soglia, si alzò.
"Pensavo di essere la sola a non aver preso sonno", disse Yiram vedendola sveglia.
"Dov'è Nihall?", chiese Soraya. Yiram la guardò confusa.
"Non è nella sua stanza?", Yiram la seguì nella sottospecie di soggiorno che fungeva da stanza per Nihall.
Il letto era vuoto. Soraya si precipitò a toccare le lenzuola e il cuscino. Erano ancora tiepide. Guardò sotto il letto, dove ormai aveva imparato che la sua Padawan posava la spada laser. Niente.
"Maledizione!", imprecò Soraya correndo verso la sua stanza a prendere il comlink, seguita da Yiram. Lo accese e chiamò Nihall, sperando che se lo fosse portato appresso. Il comlink fece qualche squillo, quando una voce rispose.
"Maestra, non posso parlare", rispose Nihall sottovoce.
"Nihall, dove diamine sei finita! Ti pare modo di andartene questo?! Vieni subito qui!", gridò Soraya attraverso lo strumento.
"Shhhh, maestra, la prego faccia piano!", bisbigliò impaurita Nihall. Soraya fece un respiro profondo per calmarsi.
'La rabbia non è da Jedi', si disse mentalmente.
"Dove diamine sei?", disse con una calma che però non lasciava presagire nulla di buono.
"Nel palazzo. Dove tengono i bambini"
"Che...", cominciò a gridare Soraya ma si trattenne. Non doveva far baccano o avrebbero scoperto la sua Padawan. Yiram dalla porta si tappò la bocca, impaurita.
"Padawan, sei impazzita? Esci di lì!", sussurrò concitata Soraya, mettendoci anche un tono di rimprovero e rabbia.
"Non posso maestra, ormai mi sono infiltrata. Farò uscire i bambini guidandoli da dentro"
"Tu sei impazzita, Padawan! Ti farai scoprire e manderai a monte il MIO piano, quello che non avrebbe fatto male a nessun innocente! Non so perché la Forza mi abbia detto di prendere te... sei incosciente, sconsiderata, irrispettosa e testarda!", disse Soraya esasperata. Nihall non rispose e Soraya si pentì di ciò che aveva detto. L'aveva ferita.
"Maestra, se non vi fidate di me, fidatevi della Forza. Lei mi ha detto di venire qui stanotte, Lei mi ha suggerito il piano per far evadere i bambini. Almeno fidatevi di Lei", rispose Nihall dopo un po' prima di chiudere la chiamata.
"Nihall aspetta!", gridò Soraya. Nihall non rispose, ma Soraya sapeva che era ancora in linea.
"Dobbiamo sentirci ogni notte, a quest'orario, per discutere sul da farsi e dovrai informarmi su tutto ciò che accade lì, capito? Appena arrivi nascondi tutte le attrezzature da Jedi e vestiti come gli altri bambini, devi mimetizzarti. Non dire da dove vieni e cerca Noal, così almeno una parte del piano sarà fatta. Osserva tutto ciò che ti circonda e se c'è qualcosa che può tornarti utile per la fuga o qualcosa di strano, ricordatela e me la vieni a dire non appena ci sentiremo. Vedi anche se riesci a capire dove portano i bambini una volta usciti di lì. Quando tutto sarà pronto, concorderemo un segnale per portare tutti i ragazzini fuori e far passare la voglia a quei tipi di prelevarli dalle loro famiglie. Siamo intesi?", concluse la Jedi.
"Sì, maestra"
"Bene, Padawan. Fa' attenzione. E che la Forza sia con te".
"Che la Forza sia con te, maestra", rispose Nihall poco prima di chiudere.
Soraya gettò il comlink sul letto e guardò esasperata Yiram, sospirando.
"Speriamo bene", fu il suo unico commento.

Nihall si avventurò ancora nel condotto oltre una botola che aveva scorto in sogno. Era già passata oltre la rete, proprio dove la visione le aveva indicato la breccia. Fortunatamente le guardie erano già passate da quella parte, per questo aveva trovato via libera fino a quel momento.
Con la Forza, sentì che il piccolo pannello alla sua destra era quello giusto, lo tolse dal suo alloggiamento e si ritrovò proprio nella stanzetta dove dormivano tutti i bambini. Lentamente scese, evitando di far rumore. I letti erano tutti occupati tranne cinque, proprio come nel suo sogno. Lentamente si avvicinò a un letto vuoto, di fronte a quello di un bambino addormentato. Fortunatamente sul cuscino c'era una camicia da notte piegata e pulita.
Nihall si svestì e indossò la camicia da notte, poi prese i suoi vestiti e la cintura e li mise nel condotto dove era passata. Per un attimo fu in dubbio se prendere la spada laser o meno. Alla fine la precauzione vinse e sganciò la spada laser dalla cinta, poi corse verso il letto e si distese controllando che nessuno l'avesse vista. Tutti addormentati.
Subito nascose la spada laser sotto il letto, non troppo lontano dal suo braccio disteso.
Ma non aveva visto che il bambino davanti a lei si era accorto del suo arrivo e di nascosto l'aveva osservata.
Nihall chiuse gli occhi, ignara di tutto.












Note dell'autrice

Salve a tutti! E buon 2015! :D
Sono in ritardissimo, lo so, non uccidetemi >.<
Sono stata travolta dal vortice delle feste e il rientro a scuola mi ha impegnato parecchio... Spero possiate perdonarmi :(
Ma eccomi qui con un capitolo emozionente (spero) di D&R II!
Questo è uno dei miei capitoli preferiti ^^
Finalmente Nihall si mostra per quello che è: una Padawan un po' troppo intraprendente xD ma con un cuore d'oro :3
A voi com'è sembrata? ^^
Bene, penso sia tutto :) scusate se non mi intrattengo oltre, ma sono un po' indaffarata xD
Grazie a tutti voi che leggete e recensite la storia! :D
Nel caso in cui vogliate farmi domande eccovi il mio profilo Ask.
Un bacio, a presto, e che la Forza sia con voi!
Vostra

Sylvia Naberrie

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Capitolo 12
*** Punizioni ***



CAPITOLO 12
"PUNIZIONI"


Un rumore violento e metallico fece svegliare di soprassalto Nihall. Si alzò velocemente a sedere e con gli occhi assonnati ricercava la fonte del rumore.
"Svegliaaa, se non volete dieci colpi di frusta!", urlò un uomo sbattendo un bastone contro il coperchio d'acciaio di una pattumiera. Appena vide che quasi tutti i bambini si erano alzati uscì.
Nihall osservò di sottecchi cosa facevano gli altri. Questi si stavano alzando e, spogliandosi tutti insieme, senza alcun pudore, si toglievano la camicia da notte per rivestirsi di una casacca che tenevano sotto il cuscino. Nihall si affrettò a guardare sotto il suo ma non trovò niente. Un brivido le percorse la schiena.
'E ora?', pensò impaurita.
"Tengono le altre casacche nell'armadio in fondo alla stanza", le sussurrò un bambino che le si era avvicinato. Nihall guardò l'armadio e poi il bambino. Era quello che dormiva nel letto di fronte il suo.
"Grazie", rispose Nihall raggiungendo il punto indicato dal ragazzino, mentre questo la seguiva.
"Sai, io ti ho...", il bambino venne interrotto da un'altra di quelle guardie.
"Forza marmocchi, ancora non siete pronti? In fila!", ordinò e tutti i bambini spaventati si misero in fila indiana. Poi vedendo Nihall e il bambino, puntò loro con il suo bastone.
"E voi due. Se tra cinque secondi non siete ancora pronti, vi bastono a sangue!", li minacciò sventolando il suo bastone. Nihall prese la prima casacca che vide e si vestì di fretta e furia, così come l'altro bambino.
Si unirono alla fila e furono condotti in una enorme sala con delle tavolate e sgabelli. Nihall si sedette sul primo posto che vide e lo stesso bambino di prima si mise accanto a lei.
La zabrak cominciava a infastidirsi. Quel bambino le stava praticamente addosso e presto o tardi le avrebbe procurato dei guai, lo sentiva.
Una donna, l'unica che per ora aveva visto, passò dietro di loro per versare una brodaglia disgustosa nelle loro ciotole. Quella doveva essere la colazione.
Il bambino si buttò a capofitto sul cibo e Nihall lo guardò disgustata, ma cominciò a mangiare per non destare sospetti. La brodaglia non era così brutta come appariva, ma aveva lo stesso un brutto sapore.
"Ti conviene mangiare, ci danno poco tempo per fare colazione", sussurrò il bambino. Nihall iniziò a mangiare più velocemente.
Il bambino finì la sua colazione e, dopo essersi pulito la bocca con la mano ed emesso un verso soddisfatto, si girò nuovamente verso Nihall e la squadrò qualche secondo.
"Sai io ti ho visto stanotte. Sei entrata nel condotto dell'aria", sussurrò.
Nihall sputò il cibo sul tavolo per la sorpresa e le sfuggì il cucchiaio, che, nel quasi totale silenzio che regnava, risuonò come una campana.
"Ehi, tu! Fuori di qui! Oggi niente colazione!", gridò uno dei sovrintendenti. Una delle guardie prese Nihall per il braccio e la trasportò fuori dalla stanza.
La zabrak guardò il ragazzino raccapricciata per qualche secondo, finché la porta non fu sbattuta.
"Sei nuova qui, ragazzina?", chiese la guardia senza lasciare il suo braccio.
"Io..."
'E ora cosa gli dico?', pensò impaurita.
"Allora?"
"Io... sì, sono nuova", rispose.
"Lo immaginavo. La tua faccia mi è sconosciuta. Quando sei arrivata?"
Nihall sudò freddo. Non si era preparata una storia da raccontare agli addetti del palazzo. Cercò di ricordarsi quando aveva visto camion di bambini.
Il giorno prima ce n'era stato uno piuttosto grosso. Poteva fingere di far parte di quel gruppo.
"Sono arrivata ieri", rispose. L'uomo si fermò e la guardò stranito.
"Non c'è stato nessun carico ieri. Forse ti confondi con l'altro ieri", rispose quello guardandola storto.
"Sì sì, mi sa che ha ragione lei. Mi sarò confusa..."
L'uomo la squadrò per qualche secondo e poi tornò a spingerla nel corridoio. Nihall tirò un sospiro di sollievo ma ripensò alle parole dell'uomo.
'Non c'è stato nessun carico ieri'.
E tutti quei bambini che avevano visto allora? Doveva indagare.
"Hai già fatto i controlli medici?", chiese l'uomo.
"Controlli medici?"
"Immagino di no. Domani verrai condotta in un laboratorio dove ti visiteranno e ti controlleranno. Dopodiché verrai smistata", disse l'uomo fermandosi davanti la porta di un bagno.
"Laverai tutto il giorno le latrine, e che siano linde e pulite! Appena finisci questo bagno, fai l'altro. E niente pausa, siamo intesi?", ordinò.
"Sissignore"
"Bene. Mettiti al lavoro allora. Io ti farò da guardia"
Nihall prese straccio e spugna e iniziò a lavorare.

Il sole di Ganath era tramontato da almeno dieci minuti quando l'uomo si decise di fermarla.
"Basta così. Hai fatto un buon lavoro. Dato che sei nuova ti do una dritta: non sputare più il cibo, per quanto disgustoso possa sembrarti, non fare rumore mentre mangi, non fare confusione e non chiacchierare con i tuoi compagni. Non sei qui per divertirti, sei qui per lavorare! Per stavolta ti è andata bene che quei signori lì non avevano la luna storta, altrimenti ti avrebbero frustato loro stessi. Non metterti più nei guai, intesi?"
Nihall posò gli attrezzi da lavoro e si pulì le mani sulla casacca.
"Sì, signore. Grazie"
"Non voglio che mi ringrazi. Tieni. E vai nella tua stanza", disse quello porgendole un tozzo di pane. Nihall lo prese e lo mangiò avidamente correndo verso la sua camerata.
Entrando, vide che già molti bambini erano a letto, anche quello che dormiva davanti a lei. Nihall finì di mangiare il pane senza smettere di fissare il bambino.
Se avesse rivelato alle guardie che era un'infiltrata, l'avrebbero di già catturata e uccisa. Doveva saperne di più.
Si alzò dal suo letto e si sedette su quello del bambino.
"Hai detto a qualcuno che sono entrata qui di nascosto?", sussurrò minacciosa Nihall. Il bambino scosse la testa.
"Sarà meglio per te. Quanti anni hai?"
"Cinque", rispose il bambino.
"E come ti chiami?"
"Noal"
Nihall spalancò gli occhi per lo stupore.
"Noal? Sei il figlio di Yiram e Xander Fong?"
"Sì! Li conosci? Sai dove sono la mia mamma e il mio papà?", chiese speranzoso il bambino.
"La tua mamma è con noi. Siamo qui per salvarti", rispose fiduciosa Nihall.
"Chi sei tu?"
"Io sono una Jedi", rispose Nihall e sorrise vedendo l'ammirazione di Noal. Ma il magico momento fu interrotto dall'arrivo di un'altra guardia.
"Su, a letto, bastardi che non siete altro! E voi due, ognuno nel proprio letto!", gridò rivolta a loro due. Nihall corse nel suo, si infilò la camicia da notte e si mise sotto le coperte.
La guardia osservò che tutti fossero nel proprio letto, spense le luci e chiuse la porta. Nihall attese qualche minuto e si concentrò con la Forza.
Nella stanza tutti i bambini stavano per addormentarsi, mentre qualcuno era già addormentato e altri ancora svegli. Non poteva fidarsi degli altri, ma di Noal sì.
Dopo una buona mezz'ora sentì che tutti si erano addormentati, perciò si alzò e andò verso la piccola grata del condotto, che si trovava in basso, poco lontano dal suo letto. La spostò e prese il comlink dalla cintura e gattonando raggiunse il suo letto ma non vi si distese. Si mise sotto il letto e accese il comlink, chiamando la sua maestra.
"Nihall!", sussurrò la voce rassicurata di Soraya.
"Maestra, sono qui"
"Stai bene?"
"Sì. Oggi ho avuto qualche problemino, ma nulla di grave per fortuna"
"Meno male. Hai novità per noi?"
"Sì, maestra. Ho trovato Noal"
"Noal? Sta bene? È lì con te?", chiese ansiosa Yiram.
"Sì, signora, Noal sta bene. Si trova nel letto di fronte al mio", rispose Nihall.
Poi descrisse l'ambiente a Soraya, per quel poco che quel giorno aveva potuto vedere.
"E un'altra cosa maestra: ho detto al soldato che mi ha portato a lavorare che sono arrivata con il carico di ieri. Sa, quello dove c'erano tutti quei bambini, in quel furgoncino bianco. Ma mi ha detto che non c'è stato nessun carico ieri", raccontò la Padawan confusa.
"Mmmh... strano. Vedi di informarti Nihall e vieni a riferirci ciò che ti dicono"
"Sì, maestra. Ah, e un'altra cosa: hanno detto che domani devono farmi delle specie di visite mediche. Se mi chiedono come mi chiamo o da dove vengo cosa rispondo?"
"Il tuo nome lo puoi dire o se vuoi inventartene uno fai pure. Nessuno ci conosce qui. E puoi dire che vieni da Nar Shaddaa. Se scopri da dove è venuto l'ultimo carico, è meglio. Vedi se gli altri bambini sanno qualcosa"
"Sì, maestra, grazie"
"Che la Forza sia con te, Padawan"
"E con te, maestra", rispose Nihall chiudendo la chiamata. Posò di nuovo il comlink nel condotto e tornò nel suo letto.
L'indomani sarebbe stata una lunga giornata.










Note dell'autrice

Salve a tutti!
No, aspettate, perché avete dei sassi in mano? Ehi ehi, ne possiamo parlare! No, vi preg... Aaaaah!!
Ok, la smetto xD
Vi chiedo scuuuuusa per aver aggiornato così tardi :(
Inutile dire che sono stata sopraffatta dallo studio :( e se qualcuno volesse aiutarmi con la tesina lo accolgo a braccia aperte xD
Quindi... Nihall trova Noal, o Noal trova Nihall, non è ben chiara questa cosa xD
Vi avverto che dai prossimi capitoli in poi la storia comincerà a mostrare veramente il suo rating arancione e gli avvertimenti :)
Uomo avvisato, mezzo salvato u.u
Bien! Ringrazio la mia sorellina Dragasi a cui dedico oggi il capitolo, ringrazio famousdrago, erik3090 e Aven90.
Nel caso in cui vogliate farmi domande, che siano inerenti alle storie o altro, eccovi il mio profilo ask.
Un bacio e a presto!
Vostra

Sylvia Naberrie

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Capitolo 13
*** La cava ***



CAPITOLO 13
"LA CAVA"


La giornata iniziò con il solito fracasso provocato dalla guardia. Tutti i bambini si alzarono, compresi Nihall e Noal, che si misero in fila per andare a fare colazione.
Nihall si sedette vicina a Noal, ma una guardia si avvicinò e le mise una mano sulla spalla.
"Tu. Vieni con me, hai la visita medica", disse costringendo Nihall ad alzarsi.
La zabrak lo seguì in una stanza tutta bianca con tanti strumenti scientifici e medici. Un uomo con un camice bianco le si avvicinò. La guardia uscì lasciandola là dentro, chiudendo la porta.
"Mettiti lì sopra", ordinò l'uomo indicando il lettino in un angolo della stanza. Nihall vi si andò a sedere.
L'uomo prese una torcetta e le si avvicinò.
"Apri la bocca"
Nihall obbedì e quello la visitò. Poi fu il turno delle orecchie e infine le misurò la respirazione e la pressione. Poi senza dirle niente, si sedette sulla scrivania e scrisse i valori trovati.
"Come ti chiami?"
"Nihall, signore"
"Il cognome voglio", disse quello brusco.
"Tah'Ja"
"Quanti anni hai"
"Tredici"
Nihall non poteva far a meno di ripensare alle domande che le aveva posto il Consiglio poco prima di diventare ufficialmente la Padawan della sua maestra. Quei giorni ora sembravano così lontani...
"Da dove vieni?"
"Nar Shaddaa"
Il tizio scrisse tutte le risposte e poi la spinse in una bilancia.
"Mmmh... sei proporzionata alla tua età. E hai anche dei muscoli sviluppati...", disse tastandole le braccia. Nihall ripensò a tutte le ore passate ad addestrarsi con la maestra.
"Cosa facevi prima di venire qui?"
"Io... aiutavo i miei genitori mercanti. Trasportavo le merci", mentì Nihall dicendo le prime cose che le venivano in mente. L'uomo la guardò qualche secondo e poi scrisse un biglietto.
"Questo dallo alla guardia della tua camerata. È il luogo dove verrai smistata", disse porgendole il foglietto. Nihall lo prese e uscì.
La guardia si trovava poco distante dalla porta e stava facendo vestire i bambini pronti per andare chissà dove. La zabrak gli porse il foglietto.
"Sei nel posto giusto. Vai a cambiarti, dovete andare a lavorare", rispose quello.
"Lavorare dove?", si azzardò a chiedere Nihall.
"Alla cava"

Un camioncino bianco li venne a prelevare. Tutti i bambini salirono e presero posto.
"Noal, l'altro giorno ho visto entrare nel palazzo dei bambini in un furgoncino simile a questo. Erano incatenati e tutti pieni di lividi. Da dove provenivano?", chiese Nihall.
"Dalla cava. A volte ci diamo il cambio con altri gruppi"
Nihall rabbrividì. Quei bambini tutti tumefatti venivano dal luogo dove si stava dirigendo lei. Poi, all'improvviso le venne un'idea.
Si concentrò sul paesaggio e sul percorso che il furgoncino faceva, memorizzando oggetti e paesaggio. Arrivati in una collinetta dall'aspetto desertico, il furgoncino si fermò.
Una guardia li fece scendere e intanto distribuiva picconi. Un'altra guardia li divise in coppie per lavorare con le pietre. A lei e Noal venne assegnato un enorme masso da distruggere. I due iniziarono a lavorare sotto il sole cocente per molte ore, senza fare nemmeno una pausa.
"Quando arriverà la mia mamma a portarmi via?", chiese distrutto il piccolo.
"Presto. Presto ci salveranno", disse Nihall colpendo con forza il masso.
"Non voglio aspettare... voglio la mia mamma"
"Ehi tu! Lavora!", ordinò una guardia avvicinandosi a Noal. Nihall si fermò a guardare.
"Sono stanco...", si lamentò il piccolo.
"Sei stanco eh?", disse fra sé e sé la guardia, stringendo nella mano lo scudiscio. Nihall capì troppo tardi cosa stava per succedere.
La guardia alzò il braccio e frustò Noal che all'ultimo momento riuscì a ripararsi il viso.
Delle lunghe ferite apparvero sulle sue braccia di bambino e il piccolo urlò per il dolore. La guardia stava per alzare di nuovo il braccio, pronto a colpire, quando Nihall si frappose tra lui e Noal.
"No!", gridò, sperando ingenuamente che quel patetico ordine potesse fermare la guardia. Ma quello calò di nuovo il braccio e colpì Nihall all'orecchio.
La ragazza gridò dal dolore mentre nell'orecchio le risuonò un lungo fischio, e d'istinto vi mise una mano.
Guardandola, poi, la vide sporca di sangue. L'uomo poi la prese per i capelli, facendo attenzione a non toccare i suoi corni, e la spostò più al centro per poterla frustare meglio e davanti a tutti, come monito a chi disubbidiva agli ordini o interferiva nelle punizioni. E via così, colpendola alle spalle e alla schiena, per cinque volte, ognuna scandita dalle grida della ragazza.
Le frustate le lasciarono scie di sangue per la tunica e si sparsero per il terreno desertico degli spruzzi di sangue, che circondavano il corpo disteso della ragazza come delle perle scarlatte.
"Così impari a metterti in mezzo, bastarda", disse l'uomo con disprezzo, dandole un calcio sul ventre e infine allontanandosi.
Noal le si avvicinò impaurito.
"V...vat...ten...e", gli intimò Nihall dolorante e insanguinata. Il bambino dispiaciuto ritornò a lavorare.
Nihall a terra gemette dal dolore.
Mai, in vita sua, aveva provato un dolore simile. Sentiva un fuoco nella schiena, dove la guardia l'aveva frustata. E il sole cocente non aiutava di certo.
Alla fine, date le sue condizioni, fu riportata dentro il palazzo, affinché un medico le curasse le ferite.
Passò tutta la notte in infermeria.

Soraya girava per la stanza preoccupata. Era da un'ora che tentava di stabilire un contatto con Nihall, ma la ragazzina non si faceva sentire.
All'improvviso una voce rispose ma non era Nihall.
"Pronto?", sussurrò la voce di un bambino.
"Noal!", gridò Yiram.
"Mamma!", fu la risposta del bambino.
"Noal, amore mio, come stai? Stai bene?"
"Mamma mi sei mancata tanto! Hanno preso papà e Exun e Leah e non sapevo che fare, ho avuto tanta paura..."
"Calmati amore, so tutto. Verremo a salvarvi. Come stai, stai bene?"
"Oggi mi sono preso una frustata sulle braccia", rispose il bambino. Yiram si tappò la bocca, orripilata.
"Amore, ti hanno fatto tanto male?"
"Un po'. Ma non è niente in confronto a ciò che hanno fatto a Nihall", rispose.
Soraya rabbrividì.
"Cos'è successo a Nihall?", chiese preoccupata.
"Chi è?", domandò il bambino non riconoscendo la voce.
"È una Jedi, tesoro. È la maestra di Nihall, loro ci aiuteranno", rispose Yiram.
"Noal, cosa è successo alla mia allieva Padawan?", chiese perentoria Soraya.
"O...Oggi Nihall per difendermi si è presa una serie di frustate. L'hanno portata via per curarle le ferite. Le è... uscito tanto sangue", rispose il bambino impaurito.
Soraya rabbrividì e pregò che la sua Padawan stesse bene. Avrebbe fatto pagare a quegli uomini ciò che avevano compiuto. Frustare dei bambini. Era inconcepibile.
"Noal, ascoltami bene. Dì a Nihall che non appena si sarà rimessa in forze agiremo. Vi faremo uscire di lì. È tutto chiaro?", spiegò Soraya determinata.
"Sissignora"
"Bene. Ora rimetti il comlink dove l'hai trovato e domattina ricordati di riferire a Nihall quel messaggio"
"Va bene, signora"
"Amore mio, verrò presto a prenderti. La mamma ti salverà", disse Yiram con dolcezza.
"Mi manchi, mamma"
"Anche tu, amore mio. Ora va', ci vedremo presto"
Il bambino chiuse la chiamata.











Note dell'autrice

*Si nasconde impaurita*
*Controlla che non abbiano armi in mano*
*Esce dal suo nascondiglio sventolando una bandiera bianca*
Ehm... salve! Ok, prima di uccidermi lasciatemi spiegare ç_ç
Allora... Prima ho avuto una bruttissima influenza intestinale, che mi ha fatto saltare la simulazione della terza prova (valutata). Siccome non avevo voti, tutti i prof mi hanno voluto interrogare ç_ç e infine ho avuto un'altra simulazione, per di più il giorno del mio compleanno -.-
E niente, ecco perché ho tardato così tanto ad aggiornare... Mi perdonate? :'(
Spero di sì ^^
Comunque... So che la mia sorellina mi vorrà male perché ho fatto del male a Nihall... Mi spiace sorellina, doveva andare così xD
Oook... Come al mio solito non so più che dire!
Spero non ce l'abbiate più così tanto con me xD e spero di risentirvi presto ^^
E Buona Pasqua a tutti!!! :D
Vostra

Sylvia Naberrie

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Capitolo 14
*** Visite ***



CAPITOLO 14
"VISITE"


Il mattino seguente, dopo che fu svegliato dalla guardia, Noal si vestì di fretta e furia e, ancor prima che i suoi compagni si mettessero in fila, andò dall'uomo e gli toccò un braccio per richiamare la sua attenzione.
"Cosa c'è?", chiese quello brusco.
"Mi scusi... posso andare a trovare la mia amica che si trova in infermeria?", domandò Noal.
L'uomo lo squadrò per qualche secondo.
"Mmmh, e va bene. Hai cinque minuti", e distolse lo sguardo.
Noal rimase fermo a torturarsi le mani e poco dopo picchiettò di nuovo il braccio della guardia e l'uomo infastidito gli afferrò con forza il braccio.
"Cosa vuoi ancora?", chiese la guardia a denti stretti.
Noal gemette ma non demorse.
"Non so dov'è", rispose cercando di non gridare dal dolore.
L'uomo strinse ancora di più la presa.
"Se vuoi ti ci mando in un altro modo!", e lo spinse nel corridoio. Il bambino cadde a terra tenendosi il braccio dolorante.
Come se non fossero bastate le frustate del giorno prima. La ferita ora gli pulsava dolorosamente.
"Terza stanza, percorri il corridoio e l'ultima porta a sinistra è l'infermiera. Sbrigati se non vuoi che ti ci mandi davvero io", disse quello agitando il bastone.
Noal si rimise velocemente in piedi e scappò.
Giunto al corridoio indicatogli dalla guardia, si ritrovò davanti ad una porta a scorrimento molto tecnologica per quel posto. Forse una delle poche porte con il codice per bloccare la serratura.
Vicino alla porta, un soldato vi faceva la guardia.
"Che ci fai tu qui? Non dovresti essere alla mensa a far colazione?", chiese.
"Sono venuto a far visita alla mia amica"
"Va bene, entra. E sbrigati!", disse l'uomo digitando il codice e facendo aprire la porta.
Noal si ritrovò in una stanza tutta bianca, con alcuni letti disposti l'uno accanto all'altro. Solo due letti erano occupati e in uno di questi c'era Nihall.
Il bambino le corse incontro e si sedette sulla sedia accanto al letto della ragazza.
Nihall era distesa a pancia in giù, la schiena semiscoperta con delle bende che la ricoprivano. Nell'aria aleggiava un odore pungente di disinfettante.
La ragazza dormiva perciò Noal fu costretto a sfiorarle il braccio per attirare la sua attenzione. La Padawan aprì gli occhi e non appena lo vide gli sorrise. Il piccolo sentì montare dentro di sè tutto il senso di colpa.
"Ciao, Noal", sussurrò la zabrak.
"Ciao, Nihall", rispose il bambino abbassando gli occhi.
Nihall lo guardò senza capire. "Cos'hai?", chiese preoccupata la ragazza.
"Niente, è solo che... oh, Nihall, mi dispiace! È tutta colpa mia!", pianse il bambino coprendosi il viso.
Nihall gli prese una mano e gliela strinse.
"Ma no, ma che dici? Non è colpa tua, non sentirti in colpa. Su, non piangere".
Noal alzò il viso e singhiozzò piano.
"Ma tu eri arrabbiata con me... mi hai detto di andarmene!"
"Non volevo mi aiutassi. Quell'uomo ti aveva frustato perché non stavi lavorando. Se ti avessero visto aiutare me anziché tornare a spaccare pietre, a quest'ora tu saresti in questa infermeria, ridotto peggio di me", spiegò Nihall.
Noal tirò su il naso un paio di volte prima di parlare, come a voler assimilare le parole della ragazza.
"Perciò... perciò tu l'hai fatto per proteggermi?"
"Mmh mmh", mugolò Nihall in segno di assenzo.
"E n-non sei arrabbiata con me?"
"Certo che no, piccolo! Dai, ora non piangere più, ok?", rispose sorridendo la Padawan.
Il bambino tirò il naso più volte ma sorridendo, finalmente rincuorato.
"Ti voglio bene, Nihall"
"Anche io, Noal. Ma... un attimo. Ma tu non dovresti essere a fare colazione? Che ci fai qui?", chiese Nihall sospettosa.
"Ah, giusto! Mi ha mandato qui la tua maestra. Durante la notte ho sentito una piccola vibrazione metallica - tranquilla, l'ho sentito solo io!", specificò il bambino vedendo lo sguardo preoccupato della ragazza.
"Ho risposto ed era la tua maestra. Ha detto che dovrai farle sapere quando starai bene, così inizierà a venirci a prendere. E ci porteranno via di qui", riferì.
Nihall guardò nel vuoto per un attimo, assimilando per bene ciò che le era stato riferito.
"Ok. Dove hai messo il mio comlink?"
"La tua maestra mi ha detto di rimetterlo al suo posto..."
"Va bene. Dovrai fare una cosa per me. Più tardi, qualche ora prima che vi mandino a dormire - appena finisci di cenare - prendi il comlink dal condotto e me lo porti. Ah! E nel condotto troverai la mia cintura da Jedi. Dovrai portarmi il contenuto della terza tasca, quella che si trova dietro. Intesi?"
"Va bene"
"Ti chiederei di portarmi anche la spada laser ma è troppo ingombrante, ti scoprirebbero subito", sospirò Nihall.
In quel momento la porta venne aperta e la guardia fece capolino.
"Forza, ragazzino, l'orario delle visite è finito!"
"Ciao Nihall", salutò il bambino facendole un maldestro occhiolino.
Nihall lo salutò agitando la mano e si riaddormentò.

Qualche ora dopo, nel tardo pomeriggio, la porta venne riaperta.
Nihall riaprì gli occhi, pensando fosse Noal che avesse eseguito il suo compito prima del tempo. Ma non fu Noal a entrare.
Un uomo sulla sessantina, con una divisa verde come quella dei militari ma più pulita e sistemata, si diresse nella sua direzione.
Aveva un viso duro, di chi aveva sostenuto molte battaglie. Pochi capelli grigi incoronavano la sua testa e il viso incorniciato di rughe e tagli. I suoi passi rimbombavano nel terreno, forse anche a causa dei pesanti stivaloni che indossava.
Si avvicinò al suo letto e tirò fuori un foglio piegato dalla tasca interna della divisa. Lo dispiegò e lesse.
"Sei tu Nihall Tah'Ja?"
"Sì", rispose la Padawan.
L'uomo la fissò un attimo, come se non fosse stato contento della risposta.
"Sì, signore", si corresse Nihall.
L'uomo ritornò a guardare il foglio. La ragazza notò che nell'indice destro portava un grosso e spesso anello d'oro, con tre segmenti, due piccoli e al centro uno più lungo, con inciso qualcosa che non riuscì ad identificare subito.
"Qui dice che sei di Nar Shaddaa", constatò l'uomo.
Nihall si riscosse.
"È così, signore", mentì la zabrak.
"E che sei arrivata con il carico di tre giorni fa"
"Sì, signore".
L'uomo la guardò e ripiegò il foglio, rimettendoselo in tasca. Poi prese un sedia e l'avvicinò al letto di Nihall, che piano piano sentiva la paura montare dentro di sé. Cosa voleva quell'uomo? E chi era?
Quello si sedette e appoggiandosi alle ginocchia, la guardò. Lo sguardo della Padawan cadde di nuovo su quello strano anello. Aveva qualcosa di sinistro.
E infatti, potendolo osservare un po' da vicino, notò che l'effige riportata sul segmento più lungo era quello di una serpe attorcigliata ad un pugnale.
La ragazza rabbrividì.
"Sai, Nihall? Io penso tu sia un gran bugiarda", disse l'uomo tranquillamente.
Il cuore di Nihall perse un colpo.
"Non capisco di cosa stia parlando, signore", rispose, cercando di stare tranquilla, ma in realtà la povera ragazza stava sudando freddo.
"Io invece penso tu capisca molto bene, signorina. Tre giorni fa non è arrivato nessun carico da Nar Shaddaa. Può darsi che tu ti sia confusa, ma io non credo. E nel carico che c'è stato tre giorni fa non c'era nessun zabrak. Ne sono assolutamente sicuro. Sai, teniamo registri molto accurati riguardo i nostri bambini. Sappiamo chi entra e chi esce. E stranamente non c'è niente su di te. Quindi mi chiedevo: chi sei realmente tu?"
Nihall stava perdendo il controllo, la paura di essere scoperta e uccisa la stava divorando viva. Si impose mentalmente di controllarsi, era una Jedi, doveva comportarsi da tale. Non avrebbe deluso nuovamente la sua maestra.
Alzò gli occhi, orgogliosa e temeraria, e lanciò all'uomo uno sguardo indifferente.
"I suoi registri saranno sbagliati. Io sono stata portata qui da non so dove. L'ultimo pianeta di cui ricordo aver memoria è Nar Shaddaa, perciò presumo sia stata prelevata lì. Di quel che è successo dopo non ho memoria. Perciò non capisco il motivo della sua visita. Ora, se non le dispiace, sarei piuttosto stanca. L'infermiere ha detto che ho bisogno di assoluto riposo", disse un po' sfacciatamente Nihall.
L'uomo si alzò dalla sedia, scuro in volto. Nihall ebbe un moto di paura, certa che l'uomo l'avrebbe picchiata per arrivare alla verità. Forse si era spinta un po' troppo oltre.
Ma l'uomo non la sfiorò. Al contrario, fece qualche passo indietro.
"Tornerò a farle visita nuovamente, signorina Tah'Ja. Sempre che questo sia il suo vero nome", disse avviandosi all'uscita e aprendo la porta.
Nihall tirò un sospiro di sollievo, almeno per quel momento l'aveva scampata. Ma l'uomo non se ne andò subito.
Indugiò sulla soglia un attimo, prima di rigirarsi e guardarla con un sorriso maligno.
"È proprio carina quella treccina che porta dietro l'orecchio destro. Posso chiederle se ha un significato particolare?", chiese mellifluo.
Nihall sussultò.
Una persona informata sul Tempio e l'Ordine Jedi poteva sapere che la treccia o una catenina di perline dietro l'orecchio destro era il simbolo dei Jedi, degli allievi Padawan. E dove c'era un Padawan c'era anche un Maestro.
"N-no. Nessun significato particolare. L'ho vista a delle persone, mi è piaciuta e me la sono fatta anch'io", rispose la ragazza impaurita.
L'uomo sorrise maligno.
"Interessante...", meditò quello facendo per andarsene.
"Ma lei chi è?", gridò frustrata Nihall.
"Il direttore di questo posto", disse l'uomo uscendo dalla porta.
Non aveva neanche finito la frase che la porta si era già richiusa.
Nihall dovette ripetersi più volte il Codice per calmarsi.
Doveva assolutamente parlare con la sua Maestra.














Note dell'autrice

Salve a tutti!!
Come state? Spero bene.
Come avete potuto vedere, non ho fatto tanto male a Nihall... Mi perdonate poco pochino?
Neanche Noal si è fatto tanto male :) e la nostra Padawan è già pronta all'azione ;)
Non dimenticatevi di quell'uomo, lo incontreremo presto ;)
Bien, non ho molte altre cose da dire se non che spero vi sia piaciuto il capitolo :)
Come sempre il mio profilo ask è questo.
Grazie sempre alla mia sorellina Dragasi , a famousdrago ed erik3090 per le loro recensioni! ^^ e a tutti voi che mi seguite e leggete :)
A presto!! E buon primo Maggio a tutti!!
Vostra

Sylvia Naberrie

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Capitolo 15
*** Favori ***



CAPITOLO 15
"FAVORI"


Dal canto suo, la maestra Jedi era preoccupata.
"Perché Nihall non richiama?", chiedeva fra sè e sè frustrata la donna, camminando nervosamente per la stanza.
Yiram la osservava impotente, mentre, seduta, cullava la piccola Akij.
La maestra, con un gesto innervosito, buttò il comlink sul letto che era appartenuto alla sua Padawan e si lasciò cadere anch'ella, tenendosi il viso tra le mani, in un gesto non disperato ma di meditazione. Risollevò la testa, poggiandola sui pugni chiusi, con i gomiti premuti sulle ginocchia, e osservò intensamente un angolo della stanza.
All'improvviso, Yiram le vide una scintilla negli occhi e infatti la donna si rialzò per avvicinarsi alla parete che pochi secondi prima aveva osservato.
Su quel muro vi era attaccato un Holo-Net piuttosto vecchio e malandato. Soraya provò ad accenderlo, ma quello non diede segni di vita. Allora smontò il guscio esterno e trafficò con i fili per cercare di rimetterlo in funzione.
"Che idea le è venuta?", volle sapere Yiram.
"Diciamo che voglio chiamare i rinforzi", fu la sola risposta.
Dopo un po', fece un verso soddisfatto. Rimise il guscio di protezione nell'Holo-Net, presse il pulsante di accensione e stavolta il computerino si accese. Soraya digitò una serie di codici per criptare le chiamate in uscita, poi prese un cavo e lo attaccò ad un piccolo proiettore di ologrammi che aveva trovato qualche giorno prima e lo posizionò al centro della stanza.
Questo, non appena fu attaccato all'Holo-Net, proiettò l'immagine che appariva nello schermo del computerino, in scala molto più grande. Soraya, soddisfatta, selezionò la mappa della galassia e digitò le coordinate di Coruscant, ovvero 0;0;0, essendo la capitale. Infine tentò di mettersi in contatto con il Tempio Jedi.
Ma un messaggio di errore lampeggiò nell'aria.
"Il segnale è troppo debole...", sospirò affranta. Poi le venne un'altra idea.
Yiram la vide selezionare nella mappa il pianeta Naboo e digitare un numero. Il segnale di errore stavolta non apparve. Al suo posto apparve la figura di una giovane donna, con dei vestiti umili.
Soraya si posizionò in modo che l'altra figura potesse vederla.
Yiram vide la giovane cameriera (perché di questo si trattava) sussultare non appena scorse il viso di Soraya.
"D...desidera?", chiese la ragazza confusa.
"Sono la maestra Jedi Soraya Keto, vorrei interloquire con la senatrice, se possibile", rispose gentilmente Soraya.
"Sì, milady", disse la ragazza facendole un inchino e scomparendo. Attesero un paio di minuti quando l'olocrone tremò e una figura diversa apparve. E stavolta fu il turno di Yiram a sussultare.
La donna che aveva davanti era identica alla maestra Jedi.
Era una giovane donna dal viso fiero ma leggermente scavato con dei segni sotto gli occhi, che un tempo dovevano essere stati molto accentuati. La donna sedeva su una carrozzina che levitava dal pavimento. Il suo corpo era rivestito da uno splendido abito sfarzoso color bronzo, con dei ricami floreali sul corpetto. I capelli, lunghi, ricci e rosso fuoco come quelli di Soraya, erano raccolti in una piccola crocchia ma dei ciuffi fuoriuscivano per incorniciarle le spalle e il viso.
Un largo sorriso le si formò sul volto non appena scorse la Jedi.
"Soraya! Sapevo che presto ti saresti fatta sentire!", disse la donna con la voce vibrante di emozione.
"Kirya, che bello vederti! Spero che tu e la tua famiglia stiate bene"
"Benissimo sorella, stiamo tutti bene. E tu? Sei al Tempio?"
"No, Kirya, sono in missione. E la mia non è una chiamata di cortesia. Ho bisogno che tu mi faccia due favori", rispose seria Soraya.
"Dimmi pure", incitò Kirya tornando anche lei seria.
"Per prima cosa, ho bisogno di riferire un messaggio al Tempio, ma da dove mi trovo è piuttosto difficile. Ci sono troppi pianeti che interferiscono con il segnale e da qui, su Ganath, Coruscant è piuttosto lontana. L'Holo-Net di cui dispongo non è molto potente"
"Certo Soraya, inoltrerò loro il tuo messaggio"
"Bene, allora registra: Maestri, sono la Jedi Soraya Keto, bloccata nel pianeta Ganath. Sto eseguendo la missione sulla famiglia di mercanti scomparsi a Nar Shaddaa e ho una pista. Ho già trovato tre membri della famiglia, ma uno di loro, un bambino, è bloccato in un palazzo dove agiscono delle specie di cacciatori di schiavi. Rubano i bambini alle loro famiglie, li portano lì ad eseguire dei lavori forzati per un dato periodo e poi misteriosamente spariscono. La mia opinione è che questa sia una terra di mezzo. Un luogo dove conglomerano i ragazzini rapiti per poi rivenderli a dei veri mercanti di schiavi. Si tratta di bambini dai cinque ai tredici anni. Dobbiamo porre fine a questo abominio, il governo di Ganath ha permesso tutto questo senza averlo denunciato. Chiedo che arrivino dei Jedi per poter aiutare me e la mia Padawan, che in questo momento si trova dentro questo palazzo per poter guidare i bambini da dentro. Confido nella vostra saggezza, onorevoli maestri. Attendo risposte, che dovrete mandare alla senatrice Keto che provvederà a farmi avere la vostra registrazione, essendo l'Holo-Net di cui dispongo con un segnale piuttosto basso. Vi ringrazio maestri", concluse Soraya pronunciando un profondo inchino.
"Registrato", confermò Kirya premendo alcuni tasti di una consolle.
"Perfetto. Ora, non appena il Consiglio mi manderà dei rinforzi, tu dovrai mandarmi una nave molto grande e capiente qui, su Ganath. Cercate di sistemare i suoi scudi deflettori, per atterrare su questo pianeta bisogna oltrepassare una nube di gas radioattivo"
"Una nave cargo quindi?"
"Diciamo. Devono entrare molti bambini e con loro ti manderò anche una donna", riferì Soraya.
"Spero non stiate parlando di me, maestra Jedi", affermò Yiram. Soraya si girò ad osservarla.
"Certo che sto parlando di voi"
"Io non vado in nessun posto se prima non riprendo i miei bambini e mio marito!"
"Yiram, pensavo ne avessimo già discusso. La missione è stata assegnata a me e alla mia Padawan, è nostro il compito di ritrovare la sua famiglia, non suo. Ci sarebbe solo d'intralcio e ci rallenterebbe. Troveremo la sua famiglia, le do la mia parola. E poi avrò bisogno di qualcuno che badi a chissà quanti bambini. Non posso certo mandarli da soli su una nave"
Yiram la guardò contrariata e aprì la bocca per replicare ma fu interrotta da Soraya.
"Lei andrà a Naboo e ci lascerà continuare la nostra missione, in pace. E non mi obblighi ad usare la forza", la minacciò duramente, con un tono che non ammetteva repliche.
Yiram la guardò furiosa e uscì dalla stanza insieme alla bambina. Soraya sospirò e tornò a guardare l'olocrone.
"Per un attimo mi sei sembrata...", Kirya si interruppe e nel suo sguardo, per un attimo, balenò il terrore.
"Chi?", chiese Soraya tremante. Kirya si riprese e tornò a sorridere, ma con un sorriso più tirato.
"Nessuno, mi sono solo confusa. Ti farò avere tutto ciò che mi hai chiesto. A presto, Soraya"
"A presto, Kirya", disse la maestra chiudendo la chiamata.
Ripensò alle parole della sorella.
Già, anche a lei per un attimo le era sembrata di essere qualcun altro. Un ricordo che aveva cercato di seppellire nella sua memoria.
Un brivido le percorse la schiena non appena le balenò in mente un nome.
Un nome, mille ricordi e infiniti incubi.
Amicla Sewo.












Note dell'autrice

Salve a tutti!
So che vorreste farmi fuori, ma prima lasciatemi spiegare xD
Quest'anno sono di esami e ho molte cose da ripassare ;) perciò, finché non finirò questi benedetti esami di maturità, difficilmente potrò pubblicare :)
Oggi ho fatto uno strappo alla regola per rilassarmi un pochino :)
Ma prometto che quando finirò gli orali, pubblicherò nuovi capitoli! E cercherò di essere più presente ;)
Detto questo, vi è piaciuto il capitolo? C'è stato un cambio di POW e ritroviamo Kirya Keto e anche un riferimento alla "cara" Amicla xD
Per chi non la conoscesse, è un personaggio appartenente alla prima storia, ovvero "Dreams and Revenge: Storia di una giovane Jedi"
.
Bene, detto questo ringrazio Dragasi, famousdrago, erik3090 e Aven90 :)
Se volete farmi domande, eccovi il mio profilo ask
Un bacio e a presto!!
Vostra

Sylvia Naberrie

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Capitolo 16
*** Preparativi ***



CAPITOLO 16
"PREPARATIVI"


Noal quella sera si buttò nel letto, stanco della lunga giornata di lavoro. Fortunatamente quel giorno alla sua camerata era stato assegnato un lavoro relativamente semplice. Avevano pulito i furgoni che trasportavano i bambini. Questi erano circa tre, ma nonostante ciò ci avevano messo l'intera giornata a pulirli per quanto erano sporchi di fango e sporcizia all'esterno.
Noal prese un paio di respiri e si mise seduto. Prima di passare all'azione osservò tutta la stanza, i suoi compagni e il piccolo condotto dove si trovava la cintura di Nihall. Non si era dimenticato del suo ordine.
'Come posso fare per andare lì senza che qualcuno se ne accorga?', si chiese il bambino.
Si guardò un po' in giro cercando qualcosa da lanciare verso il letto di Nihall ma non trovò niente. Poi prese da sotto il cuscino la parte superiore del suo pigiama e staccò un bottone. Mentre gli altri bambini erano impegnati a chiacchierare e a fare le loro cose, Noal lanciò il bottone verso la griglia del condotto e corse a prenderlo, inginocchiandosi a terra. Cercando di far meno rumore possibile, sganciò la grata e prese la cintura di Nihall.
Staccò il comlink dalla sua postazione e aprì la terza tasca della cintura. Con suo grande stupore vi trovò solo due fogli e un gessetto nero.
'Forse si è sbagliata... meglio portarglieli comunque'
Noal ripose la grata al suo posto e nascose gli oggetti trovati sotto il vestito. Poi il suo sguardo cadde sotto al letto di Nihall. Vide un piccolo cilindro con dei pulsanti. Cautamente lo prese in mano.
'Wow! Non ci credo, questa è una spada laser, sicuro!', pensò ammirato il bambino.
Poi con molta cautela lo ripose al suo posto. Nihall gli aveva detto di non prenderla perché era troppo ingombrante e l'avrebbero scoperto. In effetti quel cilindro era piuttosto grosso e pesante.
Noal si rialzò con tutta la disinvoltura che riuscì a mostrare. Fortunatamente nessuno stava facendo particolarmente caso a lui.
Uscendo dalla camerata la guardia gridò.
"Ehi moccioso! Dove credi di andare?"
Noal si girò.
"Vado a fare una visita veloce in infermeria, ho un po' di mal di pancia..."
"Te lo tieni! Torna subito qui!", gridò la guardia avvicinandosi. Noal si allontanò.
"Faccio presto, promesso!", urlò Noal scappando a gambe levate e lasciandosi alle spalle gli strepitii della guardia infuriata. Ne avrebbe passate delle belle al ritorno.
Giunto alla porta dell'infermeria trovò la stessa guardia di quella mattina.
"Posso entrare?", chiese Noal timidamente. La guardia lo squadrò.
"Ma tu non sei già venuto?"
"Sì... ma devo solo dire una cosa alla mia amica ed esco subito"
"Impossibile. Mi è stato dato ordine di non aprire la porta. La ragazza non deve uscire"
"La prego! Faccio subito, devo solo dirle una parolina, promesso! Non faccio nient'altro"
"Smamma moccioso o ti faccio vedere io", lo minacciò la guardia.
"Allora mi picchi. Così andrò in un altro modo in infermeria"
La guardia lo guardò furiosa e Noal temette che lo stesse per picchiare veramente. Poi lo vide girarsi e digitare velocemente il codice.
"Sbrigati. Vi osserverò io", disse entrando nella stanza. Noal esitò.
'Come posso darle le cose che mi ha chiesto se la guardia ci osserva?', pensò Noal perplesso.
"Muoviti!", gridò la guardia. Noal fece una corsa dentro e improvvisamente gli venne un'idea.
Corse al letto di Nihall, prese subito gli oggetti da sotto la sua maglietta cercando di non darlo a vedere e, poco prima di raggiungere il letto della ragazza, inciampò di proposito sui suoi piedi. Con le mani spinse sotto il letto il comlink, i fogli e il gessetto e, con la scusa di alzarsi, si aggrappò al lenzuolo facendolo cadere a terra, per coprire gli oggetti.
Nihall osservò tutta la scena senza proferire parola. Noal rialzandosi le andò incontro.
"La guardia ti tiene sotto chiave", le sussurrò. Nihall non badò alle parole del bambino, lo prese per la collottola e avvicinò il suo orecchio alla sua bocca.
"Appena sentirai l'allarme antincendio devi scappare, devi avvertire tutti. Vi libereremo. Ma prima devi portarmi la spada laser da sotto il mio letto. Quando sentirai l'allarme prendi la spada e precipitati qui. Se necessario la dovrai usare. Fai attenzione, non è un giocattolo", riferì la ragazza sussurrando concitata. Noal la guardò spaventato.
"Ma... ma io non sono un Jedi, non so usarla, e se mi scoprono?"
"Non farti scoprire"
La guardia intanto si stava avvicinando e prese Noal da dietro per il colletto e lo trascinò verso la porta. Noal non riuscì a spiccicare parola e continuò a guardare sconcertato Nihall.
"Stai attento!", gridò la Padawan prima che si richiudesse la porta. Noal vide la porta chiudersi davanti a sé e rimase alcuni secondi a guardarla frastornato.
"Sparisci ora. E non farti più vedere"
Noal si riscosse e corse di nuovo nella sua camerata. Come previsto, la guardia non appena lo vide, corse verso la sua direzione battendo il bastone tra le gambe con aria minacciosa. Noal si fermò pieno di timore e non appena vide l'uomo alzare il braccio libero, alzò le braccia per farsi da scudo al viso.
L'uomo lo prese per l'orecchio tirando forte e lo riportò nella stanza. I gemiti del bambino non fecero che far stringere ancor di più la sua presa. Non appena fu sulla soglia della camerata, tirò più forte l'orecchio del bambino e lo spinse fino a farlo cadere a terra. Tutti i bambini presenti si zittirono e fermarono, assistendo impauriti alla scena. Noal, steso sul pavimento gelato, rannicchiato e indifeso, pose la mano sinistra sull'orecchio rosso e bollente.
L'uomo, non contento di vederlo a terra e dolorante, gli diede dei calci nella pancia, mentre tutti i bambini saltavano in aria ad ogni calcio incassato da Noal. Ne ricevette tre, uno più forte dell'altro, che lo lasciarono senza fiato e con dei conati di vomito.
La guardia lo osservò furente, poi sollevò lo sguardo sugli altri bambini.
Soddisfatto dell'effetto che le percosse avevano suscitato negli animi dei bambini, si umettò le labbra, trionfante.
"Questo è quello che succede a chi se ne va in giro senza il mio permesso. Questo non è un hotel, voi siete degli inutili sacchi di pulci e dovete fare ciò che diciamo noi!", gridò alla camerata, indicando Noal con il suo bastone. Dopo un attimo di silenzio, si inginocchiò per sussurrare a Noal, in modo che nessuno sentisse, a parte lui.
"La prossima volta ti ammazzo, bastardo che non sei altro. Su questo bastone ci sarà il tuo sangue", sussurrò spingendo il bastone sulla sua guancia. Dopodiché si alzò e lo guardò con disprezzo.
"A letto, mocciosi!", gridò battendo il bastone allo stipite della porta. Tutti i bambini corsero al proprio letto.
"Tu", l'uomo indicò una bambina non poco distante. Aveva i capelli ricci color paglia tutti arruffati e sporchi, il viso impaurito pieno di lentiggini. La piccola si fermò impaurita a metà percorso e con il dito tremante indicò se stessa.
"Sì, tu, stupida! Prendilo e mettilo nel letto. Fai in fretta!"
La bambina aiutò Noal ad alzarsi e a stendersi sul suo letto, poi corse nel suo, piena di paura. L'uomo uscì.
Noal, ormai sul letto, ancora con i vestiti della giornata, tentò di riprendere fiato. Voleva a tutti i costi uscire da quella prigione e riabbracciare sua madre.
Ma doveva fare attenzione. Un solo passo falso e stavolta l'avrebbero ucciso.
Il bambino cercò di prendere sonno. L'indomani mattina avrebbe informato tutti i bambini della liberazione imminente.
Una lacrima cadde sul cuscino.
'Sto arrivando mamma. Aspettami'.

"Abbiamo mandato dei Jedi in vostro aiuto, oltre a quelli che si trovano vicino al vostro sistema. Cercheremo di fare il più presto possibile", disse uno dei maestri seduti nel Consiglio.
"Vi ringrazio. I Jedi del Tempio penso impiegheranno alcuni giorni per arrivare qui. Confido nei Jedi più vicini a Ganath. Inoltre è bene informarli che il pianeta è circondato da una nebulosa radioattiva che gli fa da scudo. Non bisogna trascurare questo enorme pericolo, potrebbe compromettere la vita di molte persone", informò Soraya.
"Informarli al più presto noi faremo", rispose Yoda.
"Purtroppo non potrò aspettare i Jedi da voi mandati, la mia Padawan si trova in pericolo e con lei anche molti bambini, di cui uno di loro è obiettivo della mia missione"
" «Il vostro Padawan può essere giovane, ma è uno Jedi. Meglio perderlo tragicamente che evitargli il pericolo». Così recitava il Gran Maestro Fae Coven. Se la sua Padawan dovesse disgraziatamente perire nel concludere la missione, avrà comunque compiuto il suo dovere, sarà ricordata come una delle Padawan più coraggiose e valorose", disse un membro del Consiglio. Soraya storse la bocca, contrariata.
"Non mi permetto di pensarla così, io. La vita della mia Padawan è preziosa, non vale meno delle persone che sto cercando di proteggere e degli altri bambini che necessitano una protezione. Essere Jedi non dovrà renderla una martire", rispose piccata Soraya.
"Essere Jedi è una vocazione e un dono. Proteggiamo la Galassia. Se dovessimo morire per questa nobile causa, ben venga!"
"Non voglio intraprendere questo discorso, il Consiglio e i maestri sanno già quale sia la mia opinione al riguardo. Vorrei riportare l'attenzione alla missione, se per voi non è un problema", rispose Soraya, con un pizzico di irritazione nella voce.
Il maestro nell'ologramma la guardò con disapprovazione ma non proferì parola.
"Tra due giorni arriveranno le navi dei Jedi mandati da Coruscant. Gli altri sparsi per la galassia arriveranno con molta probabilità domani sul tardo pomeriggio", riassunse una maestra.
"Va bene. L'attacco allora è prefissato per domani pomeriggio, salvo imprevisti"
"Sapere vi faremo se novità giungeranno", aggiunse il maestro Yoda.
"Vi ringrazio, illustri maestri", rispose Soraya facendo un inchino.
"Che la Forza sia con voi, maestra Keto"
"Che la Forza sia con voi", rispose Soraya.
L'ologramma tremò e la sala circolare della Guglia della Tranquillità sparì.
Al suo posto apparve una giovane donna, dai lunghi capelli a volute rosse, vestita di abiti sfarzosi, seduta su una carrozzina che volava rasoterra.
"Kirya, ho bisogno che domani giungano delle navi cargo, molto grandi, qui, su Ganath. Assicurati che abbiano lo scudo deflettore potente. La nube di gas potrebbe danneggiarle", riferì Soraya.
"Non preoccuparti, sorella. Domattina le navi saranno da te. Le faccio preparare subito"
Soraya annuì e spense il monitor. Si girò verso la donna che aveva assistito a tutte le discussioni.
"Yiram, domani entreremo in azione"















Note dell'autrice

*Alza le mani*
Ok, potete dirlo, sono un mostro, una grandissima str***a, sadica, crudele e malvagia u.u
È vero.
...
Ma non siete contenti che sono tornata e che ho finito gli esami? :D
*le tirano frutta marcia*
Ok ok, ho capitoooo :'(
Sono stata perfida in questo capitolo, lo ammetto... È stato scritto in un giorno che ero parecchio incazzatella e questo è il risultato. Ho quasi ammazzato Noal. Quasi xD
Ma ancora non avete visto nienteeee ehehehehe *risata malvagia*
By the way, questo è uno dei capitoli che preferisco di più, spero che anche a voi (nonostante tutto, ndr) sia piaciuto ^^
Ora comincerà l'azione, molti di voi saranno felici ;)
Bene, non mi resta che ringraziare tutti i miei lettori silenziosi a cui voglio comunque tanto bene, rigrazio Dragasi, famousdrago, erik3090 e il disperso Aven90 xD
Al prossimo capitolo!
Che la Forza sia con voi.

Vostra

Sylvia Naberrie

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Capitolo 17
*** Missione di salvataggio ***



CAPITOLO 17
"MISSIONE DI SALVATAGGIO"


Il solito fracasso mattutino giunse come previsto.
Noal si alzò a fatica. La pancia gli faceva ancora male dopo le percosse ricevute il giorno prima. Poco prima di alzarsi e vestirsi, il suo sguardo cadde sotto il letto di Nihall, dove giaceva la sua spada laser. Ancora non sapeva come prenderla senza farsi notare dai bambini e dalle guardie in giro per il palazzo.
Noal e gli altri bambini vennero scortati nella sala da pranzo, come sempre stracolma di bambini dai visi timorosi e impauriti. Noal si mise al suo posto e, poco prima di iniziare a mangiare, si girò verso la bambina accanto a lui (la stessa che la sera prima l'aveva aiutato a distendersi) e le sussurrò all'orecchio.
"Ci sono degli Jedi qua fuori. Vengono a liberarci! Quando sentiremo il segnale anti incendio dobbiamo scappare fuori. Loro ci salveranno!"
La bambina si girò stupefatta.
"E tu che ne sai?", sussurrò in risposta.
"La zabrak è una di loro. È una Jedi. C'è la mia mamma con loro, verranno a prenderci!", rispose concitato Noal.
"Sì, come no...", la bambina tornò a mangiare la sua brodaglia.
"È vero, ti dico!", insisté Noal.
"Se fosse vero, perché non si è protetta quando è stata frustata alla cava? Perché non ha reagito e non li ha uccisi tutti?"
Noal non rispose.
"Visto? L'ha detto solo per farsi bella ai tuoi occhi. Non c'è nessuno qua fuori. Nessuno conosce Ganath. Non verranno a salvarci...", continuò scolsolata la bambina.
"E invece sì. Ti mostrerò la sua spada laser. E mi crederai! Mi crederete tutti!"

Quando la lunga giornata di lavoro terminò e i bambini andarono nelle loro camerate, Noal si avvicinò alla bambina di quella mattina.
"Ehi"
"Ciao", rispose la bambina.
"Ehm... Scusami, ancora non ti ho chiesto come ti chiami", arrossì Noal.
"Elinor. Tu?"
"Noal... Senti, Elinor, io stamattina non mentivo. Ho anche parlato con la maestra di Nihall, la zabrak. Ho parlato anche con la mia mamma! Sono qui fuori, vogliono liberarci!"
"Ma se anche fosse, loro sono in due e qui c'è un esercito di uomini!", ribattè Elinor.
"Tre. C'è anche Nihall. E sono due Jedi e la mia mamma. Loro non conoscono il palazzo come lo conosciamo noi. Li aiuteremo! Metteremo questo posto in subbuglio! Dobbiamo essere delle vere pesti!", continuò Noal, stavolta più determinato. Elinor lo guardò tra l'incredulo e l'ammirazione.
"Avevi detto che c'era un segnale particolare..."
"L'allarme anti incendio!", la interruppe Noal, felice che la ragazzina cominciasse a cedere.
"Ok. Dobbiamo avvertire più ragazzi possibili, quelli più forti e fidati"
Noal l'abbracciò, felice che ora fosse dalla sua parte. Elinor rise e sciolse l'abbraccio.
"Non ti crederanno. Dovrai essere molto convincente"
Noal stava per aprir bocca, quando la guardia entrò e li fece coricare tutti. Il bambino tornò nel suo letto e, poco prima di stendersi, guardò Elinor facendole il gesto di tirare qualcosa dalla manica. Elinor annuì e andarono a letto.

Dopo mezz'ora da quando era andato a dormire, Noal si svegliò e in punta di piedi, andò da Elinor e le scosse la spalla.
La bambina si svegliò e annuì. Scese dal letto e lei e Noal iniziarono a svegliare tutti i bambini della camerata, intimando loro di non far rumore.
"Che succede?", sbadigliò un bambino strizzando gli occhi.
"Vi ho svegliato per avvertirvi che presto gli Jedi ci salveranno!", annunciò Noal.
I bambini lo guardarono stupiti. Poi cominciò un brusio di commenti.
"Sì, come no..."
"Guarda che hai sognato, bello"
"E se fosse vero?"
"No, non può essere..."
"Io voglio andarmene di qui!"
"Ha preso una bella botta in testa quello"
"I Jedi non esistono"
"Fate silenzio!", sussurrò concitata Elinor. Tutti si zittirono e la guardarono.
"El, non crederai a questo fessacchiotto?", chiese un ragazzino di circa tredici anni. Noal guardò Elinor speranzoso. La ragazzina gli lanciò uno sguardo dubbioso.
"Io... Sì. Gli credo. E dovreste farlo anche voi! Noal!", continuò Elinor girandosi verso il bambino.
Noal capì e sorridendo si precipitò verso il letto di Nihall e prese la spada laser. La sollevò in modo che potessero vederla tutti.
Vi fu un brusio di 'Oooh' ammirati.
"Questa è la spada laser di Nihall, la zabrak che è arrivata da poco. È una Jedi, si è infiltrata per salvarci"
Tutti guardarono ammirati Noal e la spada.
"Sì, certo...", continuò il ragazzino di prima. Noal lo guardò infastidito mentre quello si avvicinava.
"Sicuramente è finta. Dammela", ordinò porgendo la mano tesa. Noal strinse al petto la spada.
Se non gli credevano, doveva usarla.
'Fa' attenzione, non è un giocattolo'
Ricordandosi le parole di Nihall, Noal si allontanò dal gruppetto e prese l'elsa con entrambe le mani.
Come si azionava quell'aggeggio? C'erano due pulsanti. Noal presse quello rosso e per lo spavento quasi fece cadere la spada.
La stanza si illuminò di una luce azzurrina.
La lama era lunga e stretta e la sua luce, di un blu intenso, tremolava. Tutti i bambini guardarono sconcertati la spada.
Qualcuno stava lanciando gridolini eccitati, subito smorzati dagli altri bambini con una bella mano sulla bocca.
Ma tutti quei suoni e il sibilo della spada, non rimasero nascosti alla guardia che sostava fuori dalla stanza.
Immediatamente aprì la porta, mentre tutti i bambini si stringevano impauriti.
"Che succed... Ma che...?", l'uomo guardò allibito la spada laser e Noal. Il bambino rimase paralizzato dal terrore.
"Tu, moccioso..."
Ma un suono stridulo e assordante lo interruppe. La stanza si illuminò di rosso, mentre l'allarme anti incendio suonava per tutto il palazzo.
"È il segnale! Correte!", gridò Elinor. I bambini travolsero la guardia e fuggirono per i corridoi.
"Avvertite gli altri!", sentì ancora gridare Elinor.
Noal si ricordò della cintura di Nihall e con la spada ruppe la grata e prese la cinta, mettendosela in spalla. Poi cercò di disattivare la spada e uscì anche lui.
Ma l'uomo disteso a terra, travolto dalla fiumana di bambini, lo trattenne per la gamba.
"Fermo! Dammi qualla spada!"
Naol cercò di divincolarsi ma invano. La stretta dell'uomo era troppo forte.
"Dammela!"
"Mai!", gridò Noal colpendolo più volte sul setto nasale con l'elsa, finché l'uomo non lasciò la presa. Noal incespicò e corse via verso l'infermeria.
La guardia non c'era più ma la porta era ancora chiusa. Noal guardò il pannello dove la guardia inseriva il codice.
C'era una piccola spia rossa che lampeggiava. Accanto c'era scritto 'visite'.
Impaurito e confuso, il bambino azionò la spada e maldestramente colpì il pannello, facendo piovere una cascata di scintille.
Per via del blocco, la porta si aprì automaticamente e Noal osservò sconcertato la scena che gli si parò davanti.
Vide un uomo sulla sessantina, con il viso segnato da rughe e sfregi, vestito con una divisa mimetica, ergersi davanti alla Padawan, strattonandola per il colletto della tunica bianca.
L'uomo e la ragazza seduta sul letto si girarono in contemporanea a vedere chi avesse interrotto la discussione. Nihall vide la spada laser in mano a Noal e agì.
Prima che l'uomo potesse reagire, lo spinse in fondo alla sala con la Forza, facendogli sbattere la nuca contro un armadietto. Sempre con la Forza prese la spada laser dalle mani di Noal e parò i colpi di blaster dell'uomo che si stava riprendendo dalla caduta e aveva estratto dalla fondina il suo baster.
"Noal, vai via!", gridò la Padawan parando i colpi e indietreggiando verso la porta.
Il bambino uscì e si riparò dietro il muro, accanto alla porta. Nihall uscì e con la Forza chiuse la porta, sbloccandola.
Noal, tappandosi le orecchie per via del frastuono dell'allarme anti incendio, osservò Nihall sfiorare con la lama un lato della porta.
Non appena ritenne di aver finito il suo lavoro, si girò verso Noal e dopo essersi ripresa la cinta, lo trascinò via.

Pochi minuti prima che Noal venisse ad aprire la porta, prima che il direttore venisse a importunarla, prima che l'allarme suonasse, Nihall era inquieta.
Aveva passato tutto il pomeriggio a disegnare la pianta del palazzo nei fogli che le aveva portato Noal.
Aveva descritto come era entrata nel palazzo e dove si trovavano i suoi punti deboli. A parte aveva descritto il percorso per andare alla cava, dove si trovava un piccolo campo base di quei criminali. Poi, con un dispositivo che attaccò al comlink, scannerizzò i suoi disegni e li mandò alla sua maestra.
Ora era notte, non c'era un rumore in giro, eppure la Padawan non era tranquilla. Passò qualche minuto a meditare, quando la porta si aprì.
Pensò fosse Noal che era riuscito a portarle la spada laser prima del previsto. In quel momento si sarebbe sentita più al sicuro con la spada laser al suo fianco.
Invece vide il direttore di quel posto. L'uomo che le aveva fatto visita due giorni prima. Nihall lo guardò impaurita.
L'ultima volta aveva forse intuito che era una Jedi.
"Salve, Nihall"
"Buonasera, signore", rispose diffidente la zabrak.
"Come vedi, mantengo sempre le mie promesse. Allora... Hai qualcosa di nuovo da dirmi?", chiese mettendosi a sedere nello stesso posto di due giorni prima.
"Niente che non le abbia già detto l'altro giorno, signore"
L'uomo la osservò per qualche secondo e sospirò.
"Sai Nihall, penso che l'altro giorno non siamo partiti con il piede giusto. Desidero aiutarti ed esigo da te la massima sincerità. Perciò iniziamo dalle cose semplici. Io mi chiamo Othar, sono il direttore di questo posto. Ora parlami di te", ordinò. Nihall non rispose. L'uomo la guardò inviperito.
"Ho chiesto... Chi sei tu? Da dove vieni?"
"Gliel'ho detto. Vengo da Nar Shaddaa. I miei genitori sono trasportatori. Io li aiuto", rispose monocorde. L'uomo prese un foglietto che aveva in tasca.
"Il referto del medico dice che i tuoi genitori sono mercanti, non trasportatori", ribattè. Nihall si maledisse mentalmente.
"Infatti trasportano merci e le vendono", cercò di rimediare.
"Mmmh... E da dove vieni?"
"Da Nar Shaddaa"
"Dove sei nata?"
"A Nar Shaddaa"
"Come si chiamano i tuoi genitori?"
"Yiram e Xander", buttò lì Nihall.
"Dove sono nati?"
"A Nar Shaddaa!"
"Anche il tuo Maestro è di Nar Shaddaa?"
"Sì!", gridò esasperata Nihall.
Solo dopo si accorse del gravissimo errore che aveva fatto. Negli occhi dell'uomo vide una scintilla.
"Lo sapevo. Sei una Jedi. Quella treccia è il segno distintivo dei Padawan. Sì, sono molto informato riguardo l'Ordine. Bene, Nihall, ora che mi hai detto la verità, dimmi: dov'è il tuo Maestro? È qui fuori, vero? O è riuscito a infiltrarsi anche lui?", chiese mellifluo.
Nihall sostenne lo sguardo divertito dell'uomo, lo sguardo della volpe che finalmente ha raggiunto l'uva.
"Non so di cosa lei stia parlando", rispose nuovamente monocorde.
"Ti ho chiesto... Dov'è il tuo Maestro?", chiese con innaturale calma il direttore.
"Non c'è nessun Maestro", continuò la zabrak.
In quel momento l'allarme anti incendio scattò e Nihall sorrise. La sua maestra era finalmente arrivata.
Si girò a guardare il direttore, ma il suo fu uno sguardo di fuoco.
L'uomo le si avvicinò minaccioso e l'afferrò per il colletto della veste, strattonandola.
"È un tuo trucchetto vero? Stai avvertendo i tuoi amici di venire, eh? Bastarda! Non la passerai liscia!", gridò dandole un potente schiaffo.
In quel momento la porta si aprì e Nihall vide Noal con la sua spada laser in mano.
Finalmente poteva liberarsi!
Richiamò la Forza a sé e spinse lontano l'uomo, facendolo sbattere contro un armadietto. Si girò verso Noal e con la Forza attirò a sé la sua spada. Giusto in tempo per parare i colpi di blaster del direttore che, tentando di rialzarsi, aveva estratto intanto il suo blaster e aveva iniziato a far fuoco sulla ragazzina. Nihall indietreggiò verso la porta.
"Noal, vai via!", gridò, impaurita che l'uomo potesse mirare al bambino. Con la coda nell'occhio lo vide uscire e velocemente lo raggiunse, prima che l'uomo riuscisse a liberarsi e a correre verso la porta.
Con la Forza la chiuse e cercò di trovare un metodo veloce per tenerla il più possibile chiusa. Le balenò subito un'idea.
Prese la spada e con il laser della lama fece fondere il metallo della porta con lo stipite, sempre in metallo. Così la porta rimaneva saldata e sarebbe stato difficile, se non impossibile, per l'uomo lì dentro uscire.
Quando ritenne che la porta fosse stata saldata abbastanza, si girò verso Noal e vide la sua cintura sulla sua spalla.
La prese, se l'allacciò, prese per mano il bambino e fuggì via, sotto il suono incessante dell'allarme.












Note dell'autrice

Ok, calma, lo so che sono da squartare viva, a mia discolpa ('sì, questa ne ha sempre una...') posso dire che sto seguendo dei corsi universitari e ho avuto una bruttissima esperienza personale :(
Ma ora sono qui con un nuovo capitolo! ^^ spero vi sia piaciuto :)
Non ho molto da dire, anche perché devo tornare a studiare (sob)...
Come sempre grazie a Dragasi, famousdrago, erik3090, Aven90 e al nuovo arrivato NuandaTSP!
Che dire? Ah, ecco i link utili:

Il mio gruppo dedicato a EFP, dove potrete spammare le vostre storie: Gruppo fb "EFP Fandoms!"
Il mio profilo Ask: Sylvia Naberrie ASK

Perfetto :) ancora grazie per aver letto quest'altro capitolo e a presto!
Vostra

Sylvia Naberrie

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Capitolo 18
*** La fuga ***



CAPITOLO 18
"LA FUGA"


L'allarme li accompagnava nella loro corsa verso l'uscita più vicina, quando videro tre sagome correre nella loro direzione.
Nihall, d'istinto, prese Noal e lo spinse dietro di sé, impugnando la sua spada laser.
Una donna sulla mezza età la vide e si inginocchiò accanto a lei, mentre gli altri due, un alieno e una togruta, continuarono la loro corsa.
"Cosa fate qui? Dovete andarvene! Ci sono altri Jedi fuori, vi aiuteranno!", ordinò concitata la donna pronta a rialzarsi e andare dai suoi compagni.
"Sono una di voi! Sono una Jedi anch'io!", gridò sopra l'allarme Nihall. La donna vide allora la spada laser in mano alla zabrak.
"Dov'è la tua maestra?"
"Deve essere con voi! Si chiama Soraya Keto..."
"Ah sì, è la Jedi che ci ha chiamato in aiuto. Deve essere da queste parti", rispose la donna. Nihall prese la mano di Noal e cominciò a correre.
"Pensate ad uscire per adesso! La tua maestra la ritroverai a missione compiuta!", gridò la donna vedendo Nihall allontanarsi.
"Dove stiamo andando?", chiese Noal sopra il frastuono.
"A cercare la mia maes..."
"Mamma!", gridò il bambino, lasciando andare la mano di Nihall e correndo verso una donna che stava andando loro incontro.
"Noal!", lo rimproverò Nihall attivando la spada laser per ogni evenienza.
Non appena riconobbe la sua maestra accando a Yiram, Nihall disattivò la spada.
"Nihall! Stai bene? Le tue ferite?", chiese Soraya posandole una mano sulla spalla.
"Mi sto riprendendo. Ho ancora qualche cicatrice, ma fanno meno male".
Soraya annuì.
"Dobbiamo sbrigarci a portar via tutti i bambini, se riescono ad organizzarsi noi non..."
"Maestra! So dove si trova il loro direttore!", la interruppe la Padawan, e le raccontò della breve battaglia che avevano avuto.
"È vero, io ho visto tutto!", confermò Noal ancora abbracciato alla sua mamma.
"Bene, allora portamici. Yiram, tu porta fuori tuo figlio e se incontri altri bambini, indirizzali verso le navi cargo. Ci vediamo fuori".
Yiram annuì, prese in braccio suo figlio e corse via.
Padawan e Maestra corsero verso l'infermeria, dove Nihall aveva sigillato il direttore di quell'organizzazione. Ma erano arrivate troppo tardi.
Dei soldati stavano sparando alla porta saldata per sbloccarla, l'ultimo raggio di blaster raggiunse la porta, quando dall'interno qualcuno spinse la porta e la fece cadere.
Ne uscì Othar, il viso stremato, il sudore che gli imperlava la fronte e i capelli in disordine. Non appena la vide, strabuzzò gli occhi.
"Sparatele!", ordinò indicando lei e la sua Maestra.
Nihall e Soraya azionarono prontamente le loro spade laser e deviarono tutti i colpi di blaster, indirizzandoli verso gli uomini che le stavano attaccando.
Othar, vedendo che la battaglia stava volgendo a suo sfavore, cominciò a indietreggiare e ad allontanarsi.
"Ce la fai a resistere da sola?", chiese Soraya. Nihall annuì.
Soraya allora si staccò da lei, schivò i colpi dei suoi nemici e li superò, raggiungendo Othar e spingendolo al muro con un calcio.
Non appena questo sollevò il blaster, Soraya gli mozzò la mano sinistra e lo prese per la collottola, tra i gemiti doloranti dell'uomo.
"Ora verrai condotto davanti all'Ordine Jedi e risponderai dei tuoi crimini davanti al Senato", gli disse con voce dura la Jedi.
L'uomo, con il respiro affaticato, le sorrise mellifluo.
"Mai", e si conficcò nella gola l'anello che portava nella mano destra, quella rimasta.
Soraya glielo staccò immediatamente ma ormai era troppo tardi: l'anello era provvisto di una punta avvelenata, che si apriva premendo un piccolo brillante posto in uno dei tre segmenti che lo componevano.
Dopo pochi secondi di agonia, l'uomo morì. Soraya lo lasciò andare, disgustata.
Tornò dalla sua Padawan e la vide che ancora parava dei colpi di blaster con fatica, essendo ferita e stanca. Con la Forza, creò un'onda d'urto che fece cadere tutti gli uomini e raggiunse la sua Padawan. La prese per mano e la portò via di lì.
"E Othar?", chiese Nihall.
"È morto"
"Dove stiamo andando?"
"Usciamo di qui, voglio controllarti le ferite", rispose Soraya trascinando la Padawan con sé.
"Ma maestra, io sto bene!"
"Questo lascialo decidere a me".
Nihall sbuffò ma non volle controbbattere.
Fuori dal palazzo c'erano cinque Jedi che sorvegliavano le uscite e altri due che guidavano i bambini che via via uscivano, guidandoli verso uno dei cancelletti dove solitamente uscivano i camioncini.
"Maestra, dove andiamo?"
"C'è un piccolo accampamento con un'infermeria qui vicino, stiamo andando lì"
Uscendo dal cancelletto, Nihall vide un uomo farle un sorrisino dispiaciuto. Le sembrava conoscente, ma non ricordava dove l'aveva visto.
Alla fine, giunsero in una grande tenda dove due guaritori Jedi curavano alcuni bambini dalle loro ferite.
"Fyas! Vieni un attimo a controllare la mia Padawan", chiamò la maestra.
Un uomo si avvicinò alla zabrak, lasciando gli altri bambini alla sua assistente.
"Scopriti", ordinò. Nihall guardò riluttante la sua maestra ma sollevò lo stesso la tunica, mostrando le ferite infertele tre giorni prima. Soraya storse la bocca.
La cura che le avevano somministrato era lenta ma efficace. Le ferite erano ancora profonde ma meno arrossate rispetto al primo giorno che l'avevano portata nell'infermeria di quel palazzo. Fyas esaminò da vicino le frustate.
"Mh. Ci vorrebbe un veloce bagno nella bacta ma non ne ho così tanto da farglielo fare. Ho una tanica, se vuoi, te la posso consegnare e ogni mattina le bagni la schiena. Più di questo non posso fare", rispose, sollevando gli occhi dalla schiena della zabrak.
"È più di quanto mi aspettassi. Tienimela da parte, quando la missione sarà conclusa verrò a prenderla. Noi abbiamo altre cose da fare"
"Prima devo disinfettarle la ferita, poi ve ne potete andare"
Nihall strinse i denti mentre l'uomo le puliva le cicatrici, che tornarono a bruciare come non mai. Cercò di non fare neanche un rumore, non voleva che la sua Maestra pensasse che fosse debole.
"Bene. Ora potete andarvene, ho da fare", disse un po' brusco l'uomo.
"Grazie Fyas", continuò Soraya facendogli un timido sorriso. L'uomo le fece un cenno e andò via.
"Maestra, sbaglio o tra voi due non scorre buon sangue?", chiese Nihall curiosa. Soraya sorrise.
"Beh, diciamo che è per colpa mia se ora si trova nei Corpi Agricoli"
"In che senso?", chiese la Padawan ancor più interessata.
"Ho combattuto con lui nelle Prove degli Iniziati. E ovviamente ho vinto. Nessun Maestro però l'ha scelto come proprio apprendista Padawan"
Nihall sorrise. Chissà come si chiamava il ragazzino contro cui aveva combattuto. Neanche conosceva il suo nome. Un po' le dispiacque.
"Ma in fondo... Se è andata così vuol dire che era il volere della Forza, no? Perciò non pensiamoci Padawan. Concentriamoci sulla missione", affermò Soraya avvertendo i pensieri della sua Padawan. Con fare affettuoso, scombinò i capelli a Nihall, che rise.
Tornarono al palazzo, dove molti Jedi stavano uscendo, chi con dei bambini, chi con dei soldati con le mani ammanettate.
Una togruta, la stessa che Nihall aveva visto prima di ricongiungersi con la sua maestra, si avvicinò a Soraya.
"Maestra Keto, il mio nome è Kai'Lu, il mio maestro mi ha detto di informarla sulla missione", disse facendo un inchino.
"Dimmi tutto"
"Abbiamo trovato l'ufficio del direttore di questa struttura. Un certo Othar Wung. Desidera vederlo?"
"Sì, conducetemi lì. Aspettate prima... Quanti morti?"
"Dei nostri nessuno, solo un paio di feriti. Dei loro una decina, tra cui il direttore Wung. Dei bambini..."
"Sono morti dei bambini?", la interruppe Nihall preoccupata.
"Purtroppo sì. Ne sono morti cinque"
Nihall rabbrividì. Proprio in quel momento dei Jedi stavano trasportando sopra delle brandine i bambini morti. Tra loro Nihall riconobbe una bambina della sua camerata che dormiva nel letto accanto al suo, dai capelli color paglia e ricci, il viso paffuto pieno di lentiggini.
Anche Soraya stava guardando il corteo di bambini, il suo sguardo duro e severo.
"Voglio che questi criminali vadano a Coruscant, davanti al Senato, e paghino per quello che hanno commesso", ordinò furiosa, stringendo i pugni.
"Sarà fatto maestra", rispose la togruta facendo un inchino con la testa. "Volete seguirmi?", continuò dopo un po'. Soraya si riscosse.
"Sì. Andiamo"
"Anch'io maestra?", chiese timidamente Nihall.
"No, Padawan, non c'è bisogno. Controlla che i bambini ci siano tutti"
E si avviò nello studio del direttore.

"Avete trovato qualcosa di utile per la vostra missione?", chiese uno degli Jedi più anziani. Soraya osservò le ultime carte.
"Non tanto. So solo che il bambino di cui mi sto occupando è stato consegnato a parte, da un cacciatore di taglie. Probabilmente Mandaloriano"
"Nient'altro?"
"No, potete prendervele", rispose Soraya buttando le carte sulla scrivania.
"Verrà anche lei alla missione alla cava?", volle informarsi il maestro.
"No, continuerò con la mia missione, partirò oggi stesso"
"Allora che la Forza sia con lei, maestra Keto"
"E con lei", rispose Soraya facendo un inchino con la testa e uscendo dallo studio subito dopo.
Soraya meditò sull'accaduto uscendo dallo studio.
Era riuscita a trovare Yiram con la figlia più piccola, che in quel momento si trovava tra le cure di uno dei Jedi appartenenti al Campo Agricolo, coloro che si erano offerti volontari per quella missione. Ora aveva trovato anche uno degli altri bambini scomparsi, ma ne mancavano altri due, Exun e Leah. E il marito di Yiram, Xander Fong.
Due tasselli erano stati sistemati, ora ne mancavano tre.
Soraya sospirò, mentre il vento leggero di Ganath le scostava i ricci rosso fuoco dal suo viso.
Sarebbe stata una lunga missione.




















Note dell'autrice

Ehm... Salve :)
So di essere una persona orribile e imperdonabile... Lo so. Purtroppo se non ho più aggiornato per mesi è stato perché ho avuto un periodo brutto, oscuro, triste e deprimente (nel vero senso del termine). Non avevo più la forza di scrivere perché c'era solo tanta tristezza in me e la mia mente non riusciva a lavorare.
Ora credo di essermi sbloccata. Sono riuscita a scrivere quasi un paio di capitoli e le idee sono tornate a fluire come un fiumiciattolo nella mia mente. Devo ripulire gli ultimi ostacoli che impediscono a questo fiume di fluire di più, libero e senza ostacoli.
Spero davvero che possiate perdonarmi, perché è solo grazie a voi se questa storia sta raggiungendo un discreto successo, almeno per me. E di questo non potrò mai ringraziarvi.
Grazie! E grazie a chi, nonostante tutto, è rimasto a leggermi e a commentarmi. Grazie di cuore!
Ora passiamo al vero e proprio commento del capitolo! Come vedete, finalmente l'incubo di Noal si è concluso! Ma restano ancora tre persone da trovare, ce la faranno Soraya e Nihall? Speriamo di sì :3 Ah, sono stata molto perfida in questo capitolo... Chissà quanti di voi se ne sono accorti...
Ok, dato che è da molto che non aggiorno, e magari siete un po' arrugginiti, ve lo dico io: riconoscete la bambina che Soraya vede distesa in una delle lettighe? Sì? No? Beh, Nihall l'ha riconosciuta ma quello che la conosceva di più era Noal. Ebbene sì, la sua amichetta è morta... Lo so, sono perfida u.u
Bando alle ciance, ho deciso, per farmi perdonare, di fissare una data per gli aggiornamenti ^^
Il prossimo aggiornamento sarà giorno 2 Giugno 2016, festa della Repubblica!
Spero di ritrovarvi tutti! ^^
Grazie ancora di tutto!! Grazie a chi leggerà, a chi commenterà e a chi la metterà tra le preferite/seguite/ricordate!! *-*
Di seguito vi lascio qualche link utile ^^

A presto!! :D
Vostra

Sylvia Naberrie

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Capitolo 19
*** Discussioni ***



CAPITOLO 19
"DISCUSSIONI"


Soraya uscì dal palazzo con ancora gli ultimi pensieri che le frullavano per la testa.
Aveva trovato Yiram con la piccola Akij su Nar Shaddaa, ora aveva liberato Noal assieme a tanti altri bambini, ma non aveva la minima idea di dove incominciare per trovare gli altri due ragazzi dispersi e Xander Fong, il marito di Yiram.
Soraya osservò la situazione che si presentava nello spiazzo fuori la struttura, all'interno del recinto spinato. Alcuni Jedi stavano rassicurando gli ultimi bambini e li facevano salire su dei camioncini per portarli alla prima base aerea più vicina, dove li attendevano le navi che Kirya aveva mandato loro, con rotta verso Naboo.
Non appena la luce del sole la investì completamente, vide una persona girarsi in fondo allo spiazzo e andarle incontro.
"Maestra! Novità?", chiese interessata Nihall mentre la raggiungeva.
"Nessuna, Padawan, nessun indizio che possa aiutarci a concludere la missione", Soraya sospirò, i pugni sui fianchi e lo sguardo basso. Poi rialzò la testa e guardò la Padawan.
"Dove sono Yiram e Noal?", chiese la maestra.
"Vicino l'infermeria, perché?"
"Devo parlare con Noal", rispose Soraya avanzando velocemente verso la direzione indicata dalla ragazza. Nihall arrancò un poco prima di raggiungere la maestra.
Videro Yiram e Noal seduti davanti all'entrata del grande tendone attrezzato a infermeria, con la piccola Akij che giocava raccogliendo dei sassi da terra. Yiram stava tamponando con una stoffa arrotolata imbevuta di bacta le ferite che aveva riportato Noal lo stesso giorno che era stata frustata Nihall. Non appena vide Soraya avvicinarsi, si alzò e lo stesso fece Noal.
Yiram si avvicinò a Soraya, lasciando il figlio dietro.
"Maestra Keto, ci sono novità?", sussurrò la donna speranzosa.
"No, purtroppo non ho trovato niente nell'ufficio di Othar Wung, l'uomo che gestiva questo luogo. So solo che è stato consegnato da un cacciatore di taglie, probabilmente un Mandaloriano"
Lo sguardo della Jedi cadde sul bambino che le osservava.
"Le dispiace se faccio qualche domanda a Noal?"
"No...", Yiram si fece da parte e lasciò passare Soraya, che si inginocchiò davanti al bambino.
"Ciao Noal, sono Soraya Keto, la maestra di Nihall. Abbiamo parlato al comlink ieri, ricordi?", chiese dolcemente Soraya.
Noal annuì timoroso.
"Bene Noal. Quello che sto per chiederti potrebbe non essere facile... Ma ho bisogno di sapere certe cose per aiutarvi", Soraya attese che Noal annuisse, prese un respiro e continuò.
"Ricordi cosa è successo? Chi vi ha rapito, da dove venisse e anche il perché, se l'ha detto?"
Gli occhi del piccolo Fong scattarono verso la madre che con un timido sorriso lo incitò a continuare. Poi caddero su Nihall, in attesa e in piedi accanto alla sua maestra, e infine tornarono a fissare Soraya, che ormai si era seduta a terra di fronte al bambino.
"È successo tredici giorni fa, credo. Papà era appena atterrato qui, su Ganath, perché doveva consegnare delle stoffe... Ma c'erano degli uomini ad aspettarci, degli uomini e alieni cattivi, con delle armature strane. Ci hanno portato in una strana casa tra gli alberi, vicino alla piattaforma dove siamo atterrati. Ci hanno tenuti tutti in stanze separate e quando mi hanno liberato, papà, Exun e Leah non c'erano più", raccontò Noal con le lacrime agli occhi. Soraya assimilò le informazioni e sospirò.
"Noal, ricordi altro? Su quale piattaforma siete atterrati, dove si trova questa casa, che aspetto e voce avevano queste persone che vi hanno preso... Qualsiasi cosa".
Noal guardò confuso sua madre e Soraya alternativamente.
"Io... n-non lo so... Non ricordo, forse se li vedessi e sentissi di nuovo li riconoscerei... Ma così... non ricordo", singhiozzò il piccolo. Yiram corse ad abbracciare suo figlio e anche la piccola Akij, sentendo i singhiozzi del fratello, piano piano andò ad aggrapparsi alla sua gamba.
"Amore, tranquillo, lo capiamo che sei sconvolto e non ricordi...", disse la donna accarezzando il volto del bambino.
Soraya sospirò e si alzò da terra.
"E non ricordi nemmeno se hanno nominato qualche pianeta? Un piccolo indizio per cercare di capire dove hanno portato i tuoi fratelli e tuo padre? Qualsiasi cosa, piccoli indizi o particolari che possano aiutarci", insistè la maestra.
Noal scosse la testa e tornò a singhiozzare. Yiram si girò a guardare furiosa la Jedi, lanciandole uno sguardo di rimprovero.
"La smetta! Non lo vede che è sconvolto? Non ne ha già passate abbastanza? Basta con queste domande, lo lasci in pace!".
Soraya rispose con uno sguardo di fuoco.
"Allora mi scusi se cerco di trovare un indizio per rintracciare la sua famiglia! Se cerco di compiere e completare la mia missione e salvare innocenti!", gridò girandosi e andandosene. Nihall si girò e la raggiunse.
"La aspetto tra dieci minuti alla piattaforma!", gridò Soraya rivolta a Yiram, continuando a camminare.
Nihall non osava proferire parola, per evitare di far arrabbiare di più la sua maestra.
Raggiunsero una piattaforma, più grande delle altre che aveva visto, dove si trovavano varie navi spaziali, tra cui anche la loro Fregata di Coruscant AA-9.
Soraya andò a informarsi circa le condizioni della loro nave, dopo il loro turbolento atterraggio, mentre Nihall entrò dentro la nave. Dopo un po' la raggiunse la maestra, che si sedette sul sedile del pilota e presse dei pulsanti. Un ologramma che rappresentava la nave apparve, Soraya presse altri pulsanti che fecero apparire delle linee verdi.
"Perfetto, i motori e l'iperspazio sono ok. La nave è pronta per ripartire", disse la donna fra sé e sé. Nihall continuava ad osservarla intimorita. Soraya rimase immobile per un attimo, poi si girò a guardarla. Sospirò e si accasciò sul sedile.
"Ti chiedo scusa, Nihall. Sono stata brusca e sicuramente ti sarai fatta un'idea sbagliata di me. Non sono una persona di cui avere paura. Solo... Non sopporto chi si immischia o interferisce nelle mie missioni e pretende di saperne più di me. Ho un compito, che è quello di salvare delle vite, di proteggerle e aiutarle. Se qualcuno interferisce nel mio lavoro, non farà altro che rallentarmi o peggio. Comprometterà la missione. Ed è inaccettabile per me", sostenne Soraya con veemenza, guardando dritta davanti a sé.
Nihall rimase ferma, in silenzio, indecisa se parlare o meno. Soraya sospirò, si girò per guardarla e le sorrise timidamente, mentre la cicatrice sulla guancia si accartocciava.
"Perdonami, Nihall. Sono una pessima maestra"
"Non dite così. Voi mi avete insegnato l'importanza di una missione, che l'incolumità delle persone è una priorità. Siete un'ottima maestra, e spero di imparare ancora molte altre cose da voi", la consolò la giovane zabrak.
Il sorriso di Soraya si tese di più e una mano andò ad accarezzare i capelli di Nihall.
"Ti ringrazio, Padawan. Ora so a chi rivolgermi nel caso in cui la mia autostima calasse a picco", scherzò.
Nihall ridacchiò alla battuta della maestra.
"Sempre a vostra disposizione!", gridò mettendo una mano sulla fronte, a mo' di attenti.
Le due donne scoppiarono a ridere, quando vennero interrotte da una serie di colpetti metallici. Soraya presse un pulsante e il portello della nave si aprì, facendo entrare Yiram, Akij e Noal.
Soraya si alzò e le andò incontro.
"Maestra, eccomi qui, come aveva chiesto lei"
"Bene. Gli altri bambini sono tutti sulle navi?"
"Sì. Alcune sono già partite, con dei Jedi a bordo"
"Perfetto. Ho un ultimo compito per lei. Mancano ancora due navi all'appello che ancora non sono partite. Lei e i suoi figli dovrete prendere la Cargo Naboo E75, vi condurrà a Theed, la capitale di Naboo. Lì cercherete la senatrice Keto, mia sorella, che vi darà asilo", ordinò Soraya sopra le proteste di Yiram.
"Io non vado da nessuna parte, voglio cercare mio marito e i miei figli!", gridò la donna.
Soraya le si avvicinò minacciosa.
"Lei farà ciò che le ho detto, non mi costringa a usare la forza. Non voglio intralci durante questa missione. Se non l'avrà capito, è una missione delicata, ne va della vita di molti bambini, di molti innocenti! Non voglio interferenze! E già solo con questa discussione, con il tempo che mi sta facendo perdere, la sua famiglia potrebbe essere in grave pericolo! Perciò faccia ciò che le ho detto", ordinò imperiosa Soraya.
Yiram la guardò furiosa, ma non riuscì a controbbattere. Noal guardò le due donne impaurito, in cerca di uno spiraglio per parlare.
Yiram, con la piccola Akij in braccio, prese la sua mano e lo trascinò verso l'uscita. Noal la guardò dispiaciuto e tirò il braccio, resistendo alla sua presa.
Yiram lo guardò confusa.
"Noal...?"
"Mamma, scusami...", disse dispiaciuto il bambino, facendo scivolare via la mano da quella della madre. Poi si girò verso Soraya, sotto lo sguardo scioccato di Yiram, e le si avvicinò.
"Maestra, io voglio venire con voi!", esordì il piccolo.
"Ma cos..."
"Voglio aiutarla a trovare il mio papà e i miei fratelli", continuò Noal, interrompendo l'esclamazione della madre.
"Sono certo di poterla aiutare, io conosco la voce di quelli che ci hanno rapito e se sentissi qualche cosa che hanno detto potrei ricordare qualcosa. La prego mi porti con sé!", supplicò.
Soraya lo guardò pensierosa dall'alto.
"No, mi dispiace"
"Signora maestra, la prego! Non le sarò d'intralcio, farò il bravo e farò tutto ciò che mi dirà lei! Con me riuscirà a trovarli più facilmente, ne sono sicuro, la prego!"
"Noal, una missione non è un gioco. Ho già da pensare a salvare i tuoi fratelli e tuo padre, non posso pensare a badare anche a te. Se ti succedesse qualcosa, sono punto e a capo. Non posso permettermelo", spiegò la donna con dolcezza ma anche con decisione.
"Maestra, se vuole, ci sono io che potrò badare a Noal...", intervenne timidamente Nihall.
"La prego, farò tutto ciò che mi dirà lei!", continuò il bambino.
Soraya sospirò e guardò sottecchi l'orologio sui comandi della nave. Era tardi, dovevano sbrigarsi.
'So già che me ne pentirò', pensò la Naboo. Sospirò di nuovo.
"E va bene".
Noal spalancò gli occhi dalla gioia, mentre Yiram gridava il suo disappunto.
"Ma a delle condizioni", continuò Soraya.
Attese che tutti si calmassero e continuò.
"Dovrai fare tutto ciò che ti ordinerò, senza discutere. Dovrai stare sempre vicino a me e, in caso di pericolo, Nihall ti farà da scorta. Se vuoi fare qualcosa dovrai sempre, e dico sempre, prima dirlo a me. Dovrai avere la mia autorizzazione. E niente lamenti o piagnucolii o discussioni. Sono stata chiara?"
"Maestra, allora mi sento autorizzata a venire anch'io", ordinò imperiosa Yiram.
"Lei serve a Naboo, dovrà aiutare mia sorella e chi di dovere a smistare i bambini e a riportarli alle loro famiglie. Non tema. Noal sarà sempre sotto la mia protezione", la rassicurò mettendole una mano sulla spalla. Yiram la guardò triste, ma alla fine non oppose resistenza.
Si voltò verso Noal e lo abbracciò.
"Fa' attenzione, amore mio. Segui sempre la maestra".
Noal annuì. Poi scese dalla nave e la osservò alzarsi in volo e superare la cortina di nubi spaziali che avvolgevano il pianeta.
Strinse la bambina al petto e una lacrima le scivolò dal viso.
'Fa' attenzione, figlio mio'






















Note dell'autrice

Buonsalve a tutti!! :D
Come promesso, eccomi qui! Chiedo venia per il leggero ritardo.
Come vi è sembrato il capitolo? Soraya e Yiram sono due cocciutone ;)
Spero vi sia piaciuto! :D
D'ora in poi ne vedremo delle belle ;)
Come al solito ringrazio tutti voi che mi leggete e i miei cari recensori RagazzaOmbra, famousdrago, Dragasi, aven90 e Nuanda TSP ^^
Grazie anche chi ha messo questa storia tra le preferite, seguite, ricordate, da recensire *-*
Avverto che il prossimo aggiornamento sarà tra due settimane, giorno 16 Giugno. Vi aspetto!!
Infine, di seguito vi lascio qualche link utile, in caso vogliate seguirmi ^^

Al prossimo capitolo!! :D
Vostra

Sylvia Naberrie

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Capitolo 20
*** Una nuova pista ***



CAPITOLO 20
"UNA NUOVA PISTA"


Soraya aveva già attivato gli scudi deflettori alla massima potenza e stava per attraversare la nebulosa che copriva il pianeta, quando l'interfono della nave suonò.
Rallentò la nave, ben sapendo che i gas radioattivi della nebulosa avrebbero interferito con le chiamate esterne al pianeta e che quindi queste dovevano per forza venire da qualche torre di controllo di Ganath.
'Che sarà successo?', pensò istintivamente la maestra Jedi mentre accendeva l'interfono.
"Qui Fregata di Coruscant AA-9, chi parla?", domandò la Jedi.
"Qui torre di controllo GT7158 a Fregata di Coruscant AA-9, prego recarsi immediatamente alla piattaforma 7158", rispose una voce gracchiante.
Soraya guardò stranita l'interfono. La piattaforma 7158 era quella da cui erano appena partiti.
"Perdoni, credo ci sia stato uno sbaglio. Non posso recarmi alla piattaforma 7158, sono una maestra Jedi e ho una missione da svolgere, a meno che non sia di vitale importan..."
"Maestra Keto, sono la Padawan Kai'Lu e... — oh, stia zitto e fermo!", interruppe la donna i lamenti del Ganathiano a cui probabilmente aveva sottratto il microfono.
"Maestra, sono la Jedi che le ha dato notizie sull'attacco alla base dei ladri di bambini"
"Certo, mi ricordo di te. Dimmi"
"Il mio maestro mi ha incaricato di dirle che ho trovato qualcuno che ha delle informazioni circa la missione che si sta apprestando a portare a termine. C'è un uomo che dice di sapere dove si trovano gli altri bambini che sta cercando"
"Davvero? Sei sicura non menta?"
"Credo di sì, maestra Keto. Il mio maestro dice che la Forza non mente. L'uomo dice il vero"
"Va bene. In tutto questo la signora Fong dov'è?"
"La signora Yiram Fong si è appena imbarcata nella Cargo Naboo E75. Desidera che l'avverta della notizia?"
"No. Per il momento è meglio non coinvolgerla"
"Come desidera, maestra"
"Va bene, Kai'Lu, sto ritornando alla piattaforma. Ora restituisci il microfono al Ganathoriano", ordinò sorridendo Soraya.
Dall'interfono Kai'Lu ridacchiò e la chiamata si chiuse.
Nihall ascoltò e osservò tutta la scena con un velo di disapprovazione.
Il modo con cui la sua maestra si rivolgeva a quella Padawan le dava fastidio. Non avevano ancora avuto modo di interagire così con altri Padawan, ma se la sua maestra trattava gli altri Padawan in questo modo, con affetto e cameratismo, non le piaceva affatto. Pensava che in quel modo si comportasse solo con lei.
Nihall cercò di tenere tutto questo per sé. Era difficile, ma grazie alle ore di meditazione passate in infermeria, riusciva a dissimulare una minima parte delle sue emozioni.
In tutto questo Noal non aprì bocca, non volendo disturbare la maestra.
La nave atterrò dolcemente mentre una figura minuta si avvicinava alla nave.
Soraya spense i motori, aprì il portello e scese dalla nave, seguita da Nihall e Noal. La togruta che l'aspettava sorrise alla maestra, scatenando un moto di irritazione nella zabrak.
"Maestra, volete che vi conduca da lui?"
"Sì, Kai"
"Seguitemi!"
Kai'Lu li guidò in un hangar dove un uomo sulla quarantina li aspettava in fondo, seduto curvo su una sedia. Non appena vide le loro ombre proiettate sul muro che aveva alla sua sinistra, alzò lo sguardo e si sollevò osservandoli.
"Harris, qui c'è la maestra Jedi Keto, si occupa della missione Fong", lo informò Kai'Lu, presentando Soraya.
L'uomo la guardò intensamente e le si avvicinò.
"Maestra, ma quest'uomo lavorava per Othar!", esclamò Nihall, riconoscendo la guardia che l'aveva scortata il primo giorno a pulire i bagni. Era lo stesso che, mentre Soraya la accompagnava in infermeria, l'aveva guardata con uno sguardo dispiaciuto.
L'uomo ora la guardò impaurito, riconoscendola a sua volta, e alzò le mani in segno di arresa.
"È vero, lavoravo per il signor Wung, ma quello è passato ormai! Voglio collaborare. Lavoravo per lui perché avevo bisogno di soldi, dovevo mantenere la mia famiglia! Non ho mai maltrattato nessun bambino, cercavo sempre di aiutarli, per quanto mi fosse possibile. Diglielo anche tu, io non ti ho trattato male! Quel lavoro ti era stato assegnato e non potevo fare altrimenti, ma non ti ho fatto niente", gridò disperato l'uomo, rivolgendosi a Nihall.
La zabrak lo guardò titubante, cercando di ricordare quella sera.
"È vero, maestra. A differenza degli altri, lui è stato più... umano"
"Sta di fatto che avresti potuto aiutare i bambini a scappare in qualche modo. O denunciare Wung alle autorità", lo rimproverò con severità Soraya.
"Avete ragione... Ma se avessi aiutato i bambini a scappare, prima o poi mi avrebbero scoperto e mi avrebbero ucciso. La mia famiglia non sarebbe sopravvissuta. E il governo di Ganath è troppo debole. Anche se li avessi denunciati, non si sarebbe giunto a niente. Wung era molto potente, avrebbe messo a tacere qualsiasi cosa avesse interferito con il suo lavoro. Ero con le mani legate. Ma mi creda, mi pento ogni giorno di aver accettato questo lavoro".
Soraya lo squadrò severamente per qualche istante, poi sospirò.
"Mi è stato riferito che avevate delle informazioni utili alla mia missione", disse. L'uomo annuì.
"Bene, inizi pure".
L'uomo guardò i ragazzi e Soraya.
"Preferirei in privato, se non le dispiace", chiese imbarazzato. Soraya sollevò un sopracciglio, incuriosita.
"Kai'Lu, porta via la mia Padawan e Noal"
"Sì, maestra Keto", rispose la togruta, facendo un inchino e spingendo gentilmente Nihall e Noal.
Nihall guardò furiosa la sua maestra e con astio scacciò la mano di Kai'Lu da sopra la sua spalla.
Soraya si voltò verso Harris e attese che parlasse.
"Conosco l'uomo che ha portato qui Noal Fong"
"Sai il suo nome?"
"No, ma so che fa parte di una setta. Il loro simbolo è una serpe avvolta attorno a un pugnale"
"Sì, lo conosco. Othar Wung possedeva un anello con questa effigie"
"Infatti anche lui ne faceva parte. Lo so perché una sera — la sera in cui hanno portato Noal Fong — passavo per caso davanti all'ufficio di Wung e l'ho sentito parlare con quest'uomo. Si sono salutati in un modo strano, che mi ha fatto pensare facessero parte di un gruppo, una setta. Era anche in un'altra lingua, non era Basic"
"Come si sono salutati?"
Harriss Offee prese un foglietto di carta dal taschino e lo lesse.
"Se ho sentito bene, hanno detto 'Mhi'cuy kad be te gra'tua talyc aru'e. Mhi'cuy dha kyr'am'. Ma non so cosa voglia dire"
"Mmh, è mandaloriano, ma nemmeno io so tradurlo... Posso avere il fogliettino?". L'uomo glielo porse e Soraya rilesse la scritta velocemente.
"Ha per caso visto quell'uomo in viso? O saprebbe riconoscere la sua voce?", chiese la Jedi infilando il pezzo di carta in una tasca della sua cintura.
"Purtroppo no. Parlavano sottovoce, per sentirli mi sono avvicinato alla porta socchiusa. E quando ho capito che stava uscendo mi sono nascosto. Non l'ho più rivisto"
"Come mai si è fermato ad ascoltare? Cosa l'ha spinta?"
"Ho sentito l'uomo dire 'Devo solo ucciderlo e finalmente tornerà tutto come un tempo'. Mi sono incuriosito e ho origliato. Avevo paura parlassero di qualche bambino. Li maltrattavano sì, e a volte li vendevano come schiavi, ma non li hanno mai uccisi"
"Ho capito. Ha detto altro?"
"Sì, ha detto che doveva recarsi a Da Soocha V per controllare che anche 'l'ultimo impiastro', così ha detto, 'fosse a posto'. Mi sono informato sulla vostra missione e mi sono ricordato di questo discorso, ho pensato che con quella affermazione intendesse uno dei figli del signor Fong"
"Hai fatto bene. Quanto dista da qui Da Soocha V?"
"Pochi anni-luce. Ci si arriva in poco tempo"
"Perfetto...", meditò Soraya.
"C'è... un'altra cosa...", aggiunse Harris. Soraya si voltò a guardarlo.
"Conosco il cognome Fong. È da un po' che non si sente, ma so che non ha una buona fama"
"Cosa intendi dire?", chiese confusa la donna.
"Che il signor Fong non ha la fedina completamente pulita. So che faceva parte di un'organizzazione simile a questa, se non proprio questa"
"E tu come lo sai?"
"Qui conosciamo tutti i nomi dei trasportatori di bambini. E Fong credo fosse uno di quelli"
"Ne sei sicuro?"
"Assolutamente"
Soraya rimase a meditare un po' sulle parole dell'uomo.
Questo confermava i sospetti di Draman Huryl, che a Nar Shaddaa aveva detto loro di sospettare che Xander trasportasse altro insieme alle sue stoffe.
'Non è una pista da escludere. Spero solo per Noal e gli altri bambini che sia tutto falso', pensò la donna.
Poi si girò verso l'uomo, stavolta più comprensiva.
"Harris... Lo sai che dovrai andare a Coruscant e scontare la tua pena, vero? Hai pur sempre fatto parte di un'organizzazione criminale. Ma se fornisci al Senato altre informazioni, otterrai sicuramente una riduzione"
"Lo so. E sono pronto a rimediare. Ma come farà la mia famiglia?", chiese con disperazione l'uomo.
"Chiedi agli Jedi. Riusciranno ad aiutarli"
"Vi ringrazio, maestra", salutò l'uomo facendole un imbarazzato inchino con la testa.
Soraya rispose e tornò dai ragazzi.

Mentre la sua maestra stava discutendo con quell'uomo, Nihall osservava Kai'Lu.
La ragazza, dopo averli accompagnati fuori, si era seduta a terra e aveva iniziato a meditare a occhi chiusi.
Mentre Noal riposava appoggiato al tronco di un albero, Nihall la guardava.
Era una togruta di colore bianco e arancio, i lekku legati da una cordicella di cuoio le arrivavano poco sotto il seno e i corni in via di sviluppo. Poteva avere sui venti o diciotto anni.
"Sai, se mi squadri in questo modo rischio di arrossire. E capisco che sei una zabrak, ma tieni a freno le tue emozioni. Rischi di farmi volare, per quanto sono forti", le riferì tenendo sempre gli occhi chiusi.
Nihall la guardò stupita e innervosita allo stesso tempo e Kai aprì gli occhi.
"Qual è il tuo problema con me?", chiese la ragazza riaprendo gli occhi. Nihall non rispose.
"Ah, ho capito. Sei gelosa della tua maestra, eh?", chiese con un sorrisino malizioso.
"No", mentì scocciata Nihall, guardando da un altra parte.
"Non c'è neanche bisogno che mi affidi alla Forza per capire che menti", rise Kai. Nihall si innervosì di più.
"Va bene, ho capito, la smetto. Dovresti stare più calmina però. Non sarò né la prima né l'ultima Padawan con cui la tua maestra interagirà. Devi liberarti dalla possessività. Ricordati che il possesso è proibito. La maestra non è tua, è di tutti. E allo stesso tempo di nessuno. Se non apprenderai questa semplice e importante lezione non potrai essere mai una vera Jedi", disse sollevando le spalle, indifferente.
Il suo discorso venne però interrotto da Soraya che uscì dall'hangar. Si diresse verso Kai.
"Grazie, Kai'Lu. Salutami il tuo maestro, noi abbiamo nuovi indizi per la nostra missione e partiremo subito"
"Di niente maestra, faccia buon viaggio e che la Forza sia con voi"
"E con te".
Soraya accarezzò i capelli di Nihall e con la testa le indicò la nave.
"Ciao Nihall", la salutò con tono petulante Kai'Lu facendole un occhiolino scherzoso, irritando nuovamente la zabrak, la quale le ringhiò silenziosamente e alla fine si voltò dall'altra parte.
"Andiamo Noal", disse scocciata la ragazza.
E tutti e tre si diressero verso la nave, che si alzò verso il cielo, lasciando definitivamente Ganath.


















Note dell'autrice

Salve a tutti!! Come state? :) accaldati, eh?
Bene, eccoci con un nuovo capitolo ^^ spero vi sia piaciuto!
Oggi la nostra Nihall ha dato il meglio di sé xD riuscirà Soraya a gestirla? Boh xD
Comunque penso che a tutti sia capitato di essere gelosi di una persona a noi cara :3 sapeste quanto è capitato a me! XD
Inoltre, piccola chicca, la frase che è scritta in mandaloriano non l'ho inventata io u.u l'ho formulata grazie alle parole che conosciamo della lingua di Mandalore. Curiosi, eh? ;) presto scoprirete il significato :P
Comuuuunque, il prossimo appuntamento sarà per giorno 30 Giugno!
Sempre se sopravviviamo a questo caldo...
Btw, grazie per aver letto fin qui e per avermi recensito!! :3
Di seguito vi lascio qualche link utile, in caso vogliate seguirmi ^^

Allora a presto!! :3
Vostra

Sylvia Naberrie

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Capitolo 21
*** Indizi e bugie ***



CAPITOLO 21
"INDIZI E BUGIE"


La Fregata impiegò meno di un'ora a raggiungere il pianeta Da Soocha V.
A differenza di Nar Shaddaa, questo non era un pianeta-città, come Coruscant, ma aveva una grande metropoli e varie cittadine sparse sul pianeta, intervallate da vegetazione incontaminata. Era nella metropoli che stavano dirigendosi.
Soraya presse il pulsante dell'interfono.
"Qui Fregata di Coruscant AA-9, viene richiesto permesso di atterrare"
"Qui torre di controllo DS75, permesso accordato", rispose una voce gracchiante nell'interfono. Soraya lo spense e iniziò le manovre di atterraggio.
La nave si posò sulla piattaforma senza problemi, evidentemente i Ganathoriani avevano svolto bene il loro lavoro.
Soraya attese prima di aprire il portellone di uscita. Si girò a guardare Noal e Nihall.
"Allora, mettiamo in chiaro delle cose. Non voglio avere problemi o intralci di alcun tipo. Non ti ho salvato da quella fabbrica degli orrori solo per venirti a salvare di nuovo, perciò le regole sono queste: starai sempre attaccato a me, voglio che tu mi dia la mano, sempre. Nel caso in cui mi servissero entrambe le mani, tranne quando devo combattere, voglio che ti attacchi alla mia tunica. Nel caso in cui vi siano pericoli, devi stare tra me e Nihall, sono stata chiara? E nel caso in cui ci siano pericoli più grossi, voglio che tu e Nihall fuggite mentre io mi occupo dei nemici. Non fare mosse azzardate e qualsiasi bravata ti venga in mente voglio che prima tu venga a riferirmela. Intesi?"
Soraya finì il suo monologo mentre Noal la ascoltava rapito e, quando capì che aveva concluso, annuì vigorosamente.
"Maestra, perciò non potrò aiutarla?", chiese interdetta Nihall.
"No, Padawan, devi proteggere Noal, è la nostra priorità", spiegò la maestra.
"Ma io voglio combattere, come imparerò a difendere le persone se non combatto?"
Soraya si alzò e le mise una mano sulla spalla.
"Padawan, proteggere non significa combattere. Questo è l'ultimo modo per proteggere una persona. Devi cercare di farlo senza usare la violenza. Questa è la virtù di un Jedi. Saper adempiere la propria missione senza uso della forza, ma solo con l'astuzia, la pace, l'equilibrio e la serenità. Hai ancora molto da imparare"
Nihall sbuffò.
"Ok, farò come mi direte", asserì senza troppa convinzione.
"Col tempo capirai. Bene! Siete pronti?", chiese la maestra.
Tutti annuirono perciò Soraya presse il pulsante del portellone, che si aprì, e uscirono tutti e tre.
Un addetto li attendeva fuori dalla nave.
"Lei è...?", chiese alla donna.
"La maestra Jedi Soraya Keto"
L'uomo rimase interdetto un secondo, poi si riprese.
"Ah, ok. Ehm... Le terremo la nave sotto controllo"
"La ringrazio", rispose Soraya.
"Se vuole seguirmi...", disse quello avviandosi verso una struttura lì vicino.
"Nihall, tieni d'occhio Noal per qualche minuto, vado a sbrigare delle piccole faccende burocratiche e torno"
"Sì, maestra", rispose la Padawan, mettendosi le braccia incrociate mentre Soraya si stava allontanando.
"Quando immaginavo la mia prima vera missione non pensavo di dover fare la babysitter...", disse fra sé e sé Nihall, la voce un po' troppo alta. Noal la guardò dispiaciuto.
"Scusami... Io... Volevo solo aiutare...", si scusò il piccolo.
Nihall si accorse dell'errore e arrossì.
"No, Noal, scusami! Non volevo... Scusa! È solo che... Mi immaginavo una missione piena di pericoli, azione, dei cattivi che vogliono farci fuori...", vedendo lo sguardo spaventato di Noal, la zabrak si interruppe.
"Ma è meglio così! Niente pericoli! Puoi stare tranquillo con noi, piccolo", sorrise Nihall, cercando di tranquillizzare il bambino. Noal sorrise di rimando ma la Padawan non se ne accorse.
La sua attenzione era concentrata su alcune persone che spingevano degli eopies su un cargo attrezzato per animali, che recava le lettere DK, piuttosto rovinate dall'usura e con una macchia tra le due lettere.
'Eopies qui? Ma non sono animali tipici di Tatooine? Cosa ci fanno qua?', pensò la zabrak incuriosita.
Gli animali venivano spinti a forza ma non si ribellavano ai loro proprietari.
'Gli eopies sono creature testarde e ribelli... Perché si lasciano maltrattare così?'
La ragazza strinse i pugni.
Da quando era una piccola Yougling aveva sempre sentito una forte connessione con gli animali, senzienti e non senzienti. Specialmente di quest'ultimi era appassionata e sapeva molte cose sugli animali sparsi nella galassia.
Non poteva permettere che delle persone maltrattassero quelle creature. In quanto Jedi era suo dovere proteggerle e preservarle dalla cattiveria e crudeltà delle specie senzienti.
"Noal, aspettami qui", ordinò con voce grave, mentre stava avviandosi verso quelle persone, avvicinando la mano alla spada laser e staccandola dal gancio.
"Ehm... Nihall..."
"Padawan, dove stai andando?"
Nihall si fermò e girandosi vide la sua maestra di ritorno.
"Non ti avevo ordinato di stare con Noal?"
"Sì, maestra, ma..."
"Niente ma, sbrighiamoci", ordinò Soraya.
Nihall tornò indietro e rimettendo la spada laser al suo posto.
Soraya prese la mano di Noal e si avviò verso l'uscita dello spazio-porto, alzandosi il cappuccio del mantello sul capo. Nihall la imitò, non prima di aver lanciato un ultimo sguardo indietro.
Decise di mettere da parte quei pensieri, al momento.
"Maestra, dove stiamo andando?", chiese la Padawan.
"Di nuovo al mercato nero. Spero di incontrare qualche cacciatore di taglie...", meditò Soraya.
"Maestra, ma chi stiamo cercando?", chiese confusa Nihall.
"Non chi, Padawan, ma cosa. Stiamo cercando una setta. Purtroppo non so come si chiama, ancora è da scoprire. Perciò spero che qualcuno si faccia avanti"
Le due donne e il bambino affittarono uno speeder. Fortunatamente le vie aeree di Da Soocha V erano meno affollate di Nar Shaddaa, perciò si procedeva tranquillamente.
Raggiunsero la zona più malfamata della città, dove imperava una grande fabbrica fuligginosa. Atterrarono con lo speeder in un'area piena di altri mezzi e attraversarono il cancello semidistrutto che circondava la fabbrica. Il mercato nero si trovava lì dentro.
Era piccolo rispetto a quello della Luna del Contrabbandiere. Soraya strinse la mano di Noal e si avviò nella fabbrica, con Nihall dietro.
A dispetto dell'esterno, che mostrava una fabbrica in disuso e abbandonata, dentro era piuttosto affollata e caotica. Come per Nar Shaddaa e Coruscant, era un tripudio di numerose specie diverse.
Quel mercato nero in particolare, però, sembrava più organizzato rispetto a quelli degli altri pianeti. Ogni bancarella aveva un proprio baracchino dietro di esso, che poteva essere adibito sia a magazzino sia come una vera e propria casetta per i commercianti. Ognuno ne aveva uno a disposizione e ne faceva ciò che voleva.
Soraya si diresse proprio verso uno di loro, che sembrava vendesse pezzi di ricambi per droidi.
Studiò la merce, prendendo qualche oggetto tra le mani e studiandolo.
Il commerciante, un Ishi Tib dalla pelle giallo-verde piena di tagli e cicatrici, se ne accorse e le andò vicino. Noal si strinse di più a Soraya.
"Ottima merce quella, sono dieci mila crediti", disse nella sua lingua, il Tibranese.
"Molto interessante, ma penso sia caro. Vorrei guardare dentro la tua bottega, posso?", chiese Soraya posando l'oggetto e avviandosi nella baracca, più che bottega, dell'Ishi Tib.
"Prezzi troppo alti per te, nulla da vedere c'è", replicò quello squadrando la Jedi dall'alto in basso. Soraya entrò comunque e lo stesso fece l'alieno.
"Troppo caro qui", insistè.
Soraya controllò che fuori nessuno li vedesse. Si girò verso il commerciante e agitò tre dita della mano destra davanti i suoi occhi.
"Conosci Xander Fong?"
Gli occhi dell'Ishi Tib divennero vitrei.
"Di nome", rispose monocorde.
"E conosci Othar Wung e la setta di cui faceva parte?"
"No"
"Sai a chi posso chiedere?"
"A tre blocchi da qui, sulla destra, c'è una bancarella con dei sacchi di iuta. Renia sicuramente lo saprà", rispose l'Ishi Tib, guardando fisso davanti a sé.
"Renia è la commerciante?"
"Sì"
"Bene. Ora tornerai al tuo posto e dimenticherai di questa chiacchierata", concluse Soraya agitando nuovamente le dita.
"Ora tornerò al mio posto e dimenticherò questa chiacchierata", ripeté l'alieno, uscendo dalla baracca e sistemandosi dietro il bancone.
Soraya lo seguì e Nihall notò che i suoi occhi erano tornati normali.
L'Ishi Tib li squadrò.
"Volete qualcosa? Qui c'è buona merce!"
"No, grazie", disse Soraya allontanandosi e tirandosi appresso Noal e la sua Padawan.
"Maestra, qui le bancarelle sono tutte alla rinfusa, come troveremo il blocco che ci ha indicato il commerciante?", chiese Nihall mentre stavano andando ad inoltrarsi nella folla.
"Credo che definiscano blocco come quattro bancarelle disposte accanto. Se noti, tra alcune bancarelle e le altre vicine, c'è un po' di spazio. Forse in questo modo intendono dividere i blocchi l'uni dagli altri", rispose la Maestra.
Cercarono di inoltrarsi in quel caleidoscopio di persone, alieni, bancarelle, oggetti, urla e profumi che minacciavano di confonderli e dividerli, cercando di trovare la strada che aveva loro indicato l'Ishi Tib.
Fortunatamente Soraya stringeva saldamente la mano del piccolo Noal, che stava attento ad evitare che qualcuno lo separasse dalla donna, mentre Nihall non perdeva d'occhio la chioma rosso fuoco della sua Maestra.
All'improvviso, la Padawan la vide fermarsi in una particolare bancarella che aveva esposto numerosi sacchetti di iuta pieni fino all'orlo di tante polverine colorate.
"Spezie", mormorò sottovoce Soraya, facendo una smorfia.
Una ragazza appoggiata a braccia conserte allo stipite della baracca situata dietro la bancarella parve sentirla, perché si diede una spinta in avanti e le si avvicinò. Solo allora Nihall si accorse delle numerose cicatrici che aveva sul viso e sul collo.
'Ma qui sono tutti sfigurati?', pensò sconcertata la Padawan.
"Posso aiutarla?", chiese la ragazza.
A dispetto della frase appena pronunciata, il suo sguardo era sospettoso e indagatorio. Nihall la studiò attentamente.
"Sei tu Renia?", chiese Soraya afferrando con due dita il contenuto di un sacchetto, strofinando tra di loro i polpastrelli per poi avvicinarli al naso. Poi, aspettando la risposta, alzò lo sguardo verso la ragazza che l'aveva osservata.
"Sì, sono io. Lei chi è?", chiese ancor più sospettosa di prima.
"Non è importante chi sia io. Vorrei farle qualche domanda, se possibile", chiese serafica Soraya. La ragazza si agitò ancora di più.
"Chi è lei? Chi l'ha mandata?"
"Si calmi. Vengo qui a nome di Othar Wung. Mi ha detto di chiedere a lei circa una questione delicata e importante"
La ragazza rimase a fissarla semi sconvolta, poi più pensierosa.
"Othar Wung ha detto?", chiese leggermente meno sospettosa, ma più curiosa.
"Sì"
La ragazza si guardò ai lati e fece cenno di entrare nella baracca. Soraya e i due ragazzi la seguirono.
L'interno era piuttosto buio e polveroso, composto da un armadietto, qualche sedia, un tavolinetto e un tavolo più grande. Solo una lampada ad olio posta in alto illuminava il piccolissimo ambiente. Soraya si sorprese nel trovarci dentro un uomo seduto su una sedia, che poggiava terra solo con le due gambe posteriori.
L'uomo stava con le braccia conserte e i piedi poggiati sul tavolinetto, e un cappello gli copriva il viso. Sembrava addormentato.
"Ebbene?", chiese Soraya mentre con la Forza sondava l'ambiente. La ragazza si mise vicino l'uomo che continuava a non dar segno di vita.
"Sì, conosco Othar Wung. Qual'è questa questione delicata?"
"Conoscete la frase 'Mhi'cuy kad be te gra'tua talyc aru'e. Mhi'cuy Dha Kyr'am'?"
Sia Soraya che Nihall riuscirono a percepire la tensione che la domanda aveva suscitato nelle due persone. Renia si era irrigidita mentre le dita dell'uomo si erano strette ancor più alle braccia.
'Come immaginavo, è sveglio e ha ascoltato tutto da quando siamo arrivati', pensò Soraya.
"Non so proprio cosa voglia dire... Come mai Othar pensava ne sapessi qualcosa?", chiese la ragazza cercando di risultare più disinvolta possibile mentre girava per la piccola stanza.
Soraya la vide soffermarsi davanti al tavolo e, mentre dava loro le spalle, vide il suo braccio afferrare un oggetto dal tavolo e muoversi verso la tasca della salopette. Nihall riuscì a intravedere una specie di collana.
Rania poi si spostò verso il tavolinetto dove l'uomo aveva i piedi poggiati e si sedette di fronte loro, oscurando la vista dell'uomo.
"Oh, magari si è sbagliato. Cosa sapete di questa setta di cui faceva parte?", chiese svogliatamente Soraya.
"Voci", rispose sorridendo forzatamente Rania.
"Che tipo di voci?", insisté Soraya.
"Oh, tante cose, anche contraddittorie. Nulla di importante, suppongo", continuò con il suo sorriso falso.
"Sapete almeno come si chiama?"
"Nemmeno", rispose Rania con voce dura e scocciata. Poi alzandosi, alzò le braccia come a volerli invitare ad uscire.
"Ora mi spiace, ma dovrei badare ai clienti. In caso potrebbe tornare un altro giorno, sono sicura che qualche cosa di interessante mi tornerà in mente", disse infatti, spingendo le Jedi e il bambino fuori dalla baracca.
Per un attimo, sembrò che la Jedi barcollasse, infatti si appoggiò allo stipite della porta, ma subito riacquistò l'equilibrio e uscì senza problemi.
Nihall si voltò un'ultima volta a guardare l'uomo. C'era qualcosa che aveva attirato la sua attenzione prima che Rania si mettesse davanti a lui. E infatti lo vide.
Una spilla sul cappello, dello stesso argento della collana che aveva visto prendere a Rania dal tavolo. E aveva la stessa forma dell'anello di Othar Wung.
Le sue considerazioni furono però interrotte da una spinta che ricevette dalla ragazza.
"Ne sono certa. Tornerò presto", affermò Soraya, allontanandosi dalla bancarella.
"Maestra, la ragazza nasconde qualcosa. E anche quell'uomo dentro la baracca", disse Nihall girandosi furtivamente a guardare la bancarella precedente. Rania continuava a fissarli.
"Lo so, Padawan, per questo ho inserito una cimice all'interno", rispose Soraya sorridendo.
"Quando...? Ah, ho capito", mormorò fra sé e sé la Padawan, ghignando.
La sua Maestra, mentre venivano spinti da Rania, aveva fatto finta di cadere, ma in realtà ha usato tale scusa per porre una cimice dentro la baracca.
"Maestra, mi è sembrato di vedere il simbolo dell'anello che portava al dito Othar Wung. Era una spilla nel cappello dell'uomo", informò Nihall.
"Ne sei sicura?"
"Sì. Inoltre ho visto cosa ha preso Rania dal tavolo. Era una collana, se non mi sbaglio"
"Forse è una specie di distintivo della setta... Ad ogni modo, presto sapremo la verità"
























Note dell'autrice

Salve a tutti!! Chiedo venia per il ritardo, mi ero addormentata, con questo caldo... -.-
Bene, ci stiamo inoltrando nel mistero ;) Tenete bene a mente Rania, l'uomo e le Spezie ;)
Per chi non lo sapesse, nell'universo di Star Wars, le Spezie sono le droghe.
Inoltre, anche se non sembra, quel camioncino con gli eopies non è messo lì a caso ;) presto ne saprete di più! :D
Non so che dire, anche perché dovrei tornare a studiare :(
Il prossimo appuntamento è giorno Giovedì 14 Luglio.
Di seguito vi lascio qualche link utile, in caso vogliate seguirmi ^^
Grazie per essere arrivati fin qui!! A presto! :3
Vostra

Sylvia Naberrie

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Capitolo 22
*** Pedinamento ***



CAPITOLO 22
"PEDINAMENTO"


Soraya, Nihall e Noal ritornarono dove avevano parcheggiato lo speeder. La Maestra fece salire i due ragazzi mentre lei rimase in piedi, gli occhi puntati verso l'uscita.
Dalla cintura estrasse un piccolo oggetto tondo di metallo nero, che subito mise dentro l'orecchio. Lo presse e una lucetta verde si illuminò.
"... Sei stata troppo incauta! Come ti è saltato in mente di farli entrare?", sentì dire da una voce profonda e maschile. Probabilmente era l'uomo che si fingeva addormentato.
"Lo so, è stato un errore madornale. Quella donna ha detto di avere delle domande da Othar e semplicemente mi ero incuriosita. Forse erano altri ordini in codice", tentò di giustificarsi Rania.
"Stupida. Pure tu sai che Othar è morto, quali ordini avrebbe dovuto darci?"
"Scusami Cheng... Non so che mi è preso"
"Ora sai che cosa succederà? Che Quello viene qui e ci ucciderà!", sibilò irato Cheng.
Soraya si chiese chi fosse "Quello".
L'uomo chiamato Cheng l'aveva nominato con un misto di paura e rabbia. Forse era l'uomo a capo della misteriosa setta di cui facevano parte, o qualcuno di potente all'interno di essa.
"Non dire così! E poi perché dovrebbe venire? Nessuno verrà a saperlo. I Fratelli non verranno mai a conoscenza di questo mio errore. Tu non glielo dirai, vero?", chiese dolcemente Rania.
Soraya sentì il rumore di uno schiaffo e un grido femminile.
"Idiota! Non hai neanche visto chi fosse quella donna? Hai visto com'era vestita?"
"Io... N-no. Cosa aveva di strano?", piagnucolò Rania. Cheng sospirò arrabbiato.
"Era una Jedi! Sotto il mantello aveva la tunica tipica dei Jedi! E se fossi riuscita a togliergliela avresti visto anche la spada! Possibile che tu non sappia niente di queste cose?"
Soraya sobbalzò. L'uomo le aveva viste e aveva riconosciuto i loro abiti. La loro copertura era saltata.
"Maestra?", chiese sottovoce Nihall, notanto la sorpresa della donna.
Soraya le fece cenno di aspettare e tornò ad ascoltare ancor più attentamente, tappandosi anche l'altro orecchio per isolare i rumori provenienti dall'esterno.
"Ma che dici? I Jedi non hanno un solo apprendista? Questa ne aveva due... È impossibile!", mormorò Rania.
"La zabrak era l'apprendista. Era vestita identica a lei. L'altro bambino... Non lo so. Ma ho paura abbia a che fare con la nostra missione. Non hai notato che somigliava a quel ragazzino, Exun?"
Soraya sentì tramite la cimice dei passi pesanti e il rumore di una stoffa che svolazza.
"Dove vai?", chiese Rania preoccupata.
"Ad avvertire gli altri della stupidaggine che hai combinato!", la rimproverò severamente l'uomo.
"Cheng, ci uccideranno! Ti prego, non lo fare!", pianse la ragazza.
"Meglio morire rimediando i propri errori che farsi scoprire ed essere uccisi nel modo più brutale!"
Soraya sentì di nuovo i passi dell'uomo finché non si fecero più deboli. In sottofondo, Rania piangeva.
Soraya spense l'auricolare e lo estrasse dall'orecchio, riponendolo in una tasca della cintura.
"Novità, Maestra?", chiese curiosa Nihall. Soraya si rivolse al bambino.
"Noal, tuo fratello si chiama Exun?"
Il bambino saltò in aria, gli occhi che gli brillavano.
"Sì! È Exun!"
Nihall osservò la scena senza capire.
"Bene, forse riusciamo a trovarlo", affermò la donna. Nihall la guardò impaziente.
"Voi due, scendete di lì, dobbiamo nasconderci", ordinò Soraya prendendo Noal dallo speeder e posandolo a terra. Nihall scese dal mezzo e la seguì indispettita.
"Maestra, non posso sapere quello che ha sentito? E perché ci stiamo nascondendo?", sussurrò innervosita, seguendo la sua maestra dietro un altro speeder vicino l'entrata.
"L'uomo ha riconosciuto la nostra tunica e sa che siamo Jedi. Ha riconosciuto anche Noal, ha detto che somigliava a suo fratello Exun. Perciò presumo ce l'abbiano loro. Ora quest'uomo sta andando ad avvertire i Fratelli che due Jedi sono sulle loro tracce. Dobbiamo seguirlo e scoprire dov'è Exun", spiegò Soraya.
"I Fratelli?", domandò senza capire Nihall.
"Presuno si chiamino così dentro la setta... Shhh, arriva", sussurrò la Maestra, facendo segno di far silenzio e accucciandosi di più dietro il mezzo.
Cheng uscì dal mercato nero e, guardandosi intorno, prese uno speeder azzurro e si allontanò dalla fabbrica abbandonata.
"Presto, dobbiamo seguirlo!", intimò Soraya, correndo verso il loro speeder rosso.
Si inoltrarono del traffico di Da Soocha V, che era meno affollato rispetto a quello di Coruscant e Nar Shaddaa, perciò Soraya faceva più fatica a non farsi notare dall'uomo che, dal canto suo, continuava a girarsi e a controllare di non essere seguito.
Soraya notava che quel Cheng continuava a prendere gallerie affollate e stradine abbandonate. Lei cercava sempre di passare quando ormai l'uomo era arrivato dall'altra parte.
Dopo un po', quando sembrava che Cheng si fosse convinto di non essere seguito, all'improvviso Soraya non lo vide più.
"Padawan, hai visto dove è andato?", chiese preoccupata Soraya, guardandosi intorno.
"No, maestra, dopo questa galleria è sparito!", esclamò Nihall cercando anche di sporgersi un minimo e guardare sotto di loro il flusso di macchine.
Soraya batté frustrata la mano sul volante.
"Maledizione!", esclamò furiosa.
Sentì Nihall sobbalzare e fare segno con la mano mentre fissava qualcosa sotto di loro.
"Maestra! Maestra! L'ho trovato! Lì sotto! Quello speeder giallo!", gridò con urgenza la Padawan.
Soraya virò in basso, guidata dal dito della zabrak.
"Sicura, Padawan?"
"Sì, Maestra. Dall'alto ho riconosciuto il suo cappello con la spilla", rispose orgogliosa Nihall.
"Ben fatto, Padawan"
Nihall sorrise compiaciuta.
L'uomo ora sembrava più sicuro di sé, dopo aver cambiato speeder. Soraya lo notò dal fatto che non si girava più a controllare di essere seguito. Forse aveva notato il loro speeder che lo seguiva o forse aveva avuto il presentimento di essere pedinato.
'L'importante è che ora non mi dia più problemi', pensò la Maestra.
Lo seguì fino a una zona del pianeta piena di fumo, dove probabilmente si trovava il vero e proprio stabilimento industriale.
Lo speeder giallo si fermò davanti a un palazzo nero, un po' fatiscente, con una specie di fattoria malandata a fianco.
"E adesso?", chiese Nihall.
"Maestra Soraya, mio fratello è lì?", chiese il piccolo Noal.
"È probabile Noal. Però adesso non so come tirarlo fuori...", meditò la Maestra.
"Non possiamo fare come a Ganath? Entriamo, assaltiamo il palazzo e liberiamo Exun?"
"Padawan, assolutamente no! In quel caso la situazione era grave, i bambini venivano picchiati e sfruttati. Qui non sappiamo cosa succede. Dobbiamo prima indagare. Il tuo piano di assaltare il palazzo non è affatto da Jedi, Padawan", la rimproverò Soraya.
Nihall abbassò lo sguardo, tra l'offeso e il dispiaciuto.
"Venite, lì c'è un ostello, ci sistemiamo in una stanza mentre pensiamo sul da farsi"
Soraya lasciò lo speeder in uno spiazzo non molto lontano dall'ostello in questione.
"L'allegro porco-palla... Sembra divertente!", esclamò la Jedi leggendo l'insegna del locale, girandosi e sorridendo ai ragazzi.
Entrarono e Soraya si avvicinò al bancone, dove si trovava un Nemoidiano dalla pelle color verde palude e gli occhi rossastri.
Soraya si arrestò improvvisamente e fece una smorfia. Conosceva la cattiva fama dei Nemoidiani sul loro desiderio di accumulare ricchezze.
'Sono sicura che l'affitto sarà carissimo, meglio sbrigarsi con questa missione', pensò fra sé e sé. Sospirò e si avvicinò al titolare.
"Buonasera, una tripla, per favore"
"Mmh, per quante notti?", chiese l'alieno assottigliando i suoi occhietti malevoli.
"Ancora non lo so, le pagherò l'alloggio ogni sera, se per lei va bene", contrattò la Jedi.
"No, io voglio che paghiate ora. Non posso lasciare una stanza soltanto per voi non sapendo se arriveranno altri clienti! Lei comprende, vero?", chiese con voce melliflua il Nemoidiano.
"Sì, comprendo", rispose Soraya facendo una smorfia.
"Bene, allora. Sono lieto che parliamo la stessa lingua. Mi dica ora, per quante notti volete fermarvi?"
Soraya ci pensò su.
"Tre notti. Compresa questa, ovviamente", precisò.
"Ovviamente", le fece eco il Nemoidiano, scrivendo nel registro.
"A che nome?", chiese successivamente.
"Keto"
"Bene, sono sessanta mila crediti", annunciò l'alieno, voltandosi e prendendo una chiave posta in uno dei piccoli scaffali dietro il bancone.
Soraya fece l'ennesima smorfia al sentire quella cifra, quando poi le venne in mente un'altra cosa.
"Ah, dimenticavo! Se possibile, vorrei una stanza che dia sulla strada, grazie"
Il Nemoidiano lo fissò scocciato, posando la chiave e prendendone un'altra.
"Non ho triple che danno sulla strada, dovrete accontentarvi di una doppia oppure una quadrupla"
"La doppia andrà bene"
L'alieno le porse la chiave con riluttanza mentre Soraya gli porgeva i crediti.
"Ovviamente il prezzo scenderà, dato che stiamo prendendo una doppia, al posto di una tripla", precisò Soraya.
"Ovviamente", ripeté con scherno il Nemoidiano.
Le consegnò i ventimila di resto e le fissò salire le scale.
"Maestra, ma noi siamo tre, come facciamo a dormire tutti in una doppia?", chiese Nihall. Soraya le accarezzò i capelli.
"Non preoccuparti Padawan, io posso dormire a terra o al massimo ci diamo i turni", la rassicurò la Jedi.
"Purtroppo non potevo fare altrimenti, con una stanza che dà sulla strada possiamo osservare cosa succede in quel palazzo, come abbiamo fatto su Ganath"
Arrivarono alla stanza segnata nella chiave, entrarono e osservarono l'ambiente.
Seppur apparentemente pulita, la stanza era molto disadorna, vi era solo lo stretto necessario. I due letti avevano delle lenzuola grigie con qualche buco, la vernice delle pareti in alcuni punti era scrostata e, vicino al balcone, in alto, vi stazionava una grande macchia di umidità. Il rubinetto del bagno perdeva e il plof plof delle gocce risuonava anche nella stanza.
Noal e la zabrak guardarono Soraya con delle smorfie sul loro volto.
"Non ho mai detto che fosse un bel posto", si giustificò la Jedi.
Poi si affacciò per controllare che effettivamente si vedesse il palazzo nero.
Da dove si trovavano loro, riuscivano chiaramente a vedere la fattoria accanto al palazzo. Si trovavano in direzione nord-ovest rispetto ad esso. Nihall seguì la Maestra e guardò anche lei. Solo allora si accorsero che la fattoria non era completamente vuota.
"Sono degli eopies", asserì Soraya.
Nihall spalancò gli occhi. Le vennero in mente gli eopies che aveva visto allo spazio porto e subito prese il binocolo dalla sua cintura.
"Padawan, è tutto ok?", chiese Soraya, stupita dall'impazienza della zabrak.
"Maestra, quando siamo atterrati ho visto un gruppo di eopies nello spazio-porto. Degli uomini li stavano caricando in un camioncino a forza", rispose Nihall con urgenza.
"E quindi?"
"Maestra, non è strano che degli eopies si trovino in questo posto troppo umido per loro?", continuò Nihall osservando la fattoria.
"Hai ragione, Padawan..." ragionò Soraya prendendo anche lei il suo binocolo. Poi guardò Nihall sorridendo.
"E così abbiamo un'esperta in zoologia?"
Nihall si allontanò dal binocolo e sorrise alla Maestra, arrossendo.
"Il maestro Yoda mi permetteva di andare all'Archivio quando c'erano momenti di pausa dallo studio o dagli esercizi. Mi piacciono gli animali, li conosco tutti e so tutte le loro caratteristiche", affermò orgogliosa.
"Buono, potrebbe esserci utile la tua conoscenza", continuò Soraya, facendole l'occhiolino.
Nihall sorrise e riprese a osservare con il binocolo. Tutt'un tratto si agitò.
"Maestra, ecco lì! Guardi! È quello il camioncino che ho visto allo spazio-porto!", gridò Nihall indicando un mezzo parcheggiato dentro la fattoria.
Soraya riprese il suo binocolo e lo intravide. Lesse le lettere stampate sul fianco.
"D K... Cosa vorrà dire?"
























Note dell'autrice

Salve a tutti, gente!! :D
Come state? ^^ mah, io tra l'accaldato e l'assonnato u.u
Vi è piaciuto il capitolo? Si scoprono anche cose in più su Nihall, un dettaglio non poco importante per la storia ;)
Il primo che dice che D K vuol dire Donkey Kong lo defenestro xD
Comunque, come vi avevo avvertito nel capitolo precedente, quel camioncino non è messo lì a caso e infatti eccolo qui! Più in là scoprirete a cosa serve ;)
Spero che questo capitolo sia stato di vostro gradimento, i prossimi saranno quelli più pieni d'azione perciò non mancate ;)
Il prossimo appuntamento sarà Giovedì 28 Luglio.
E, dato che è da parecchio che non lo faccio, ringrazio tutti voi che mi state leggendo, tutti coloro che hanno messo questa storia tra le preferite/seguite/ricordate e magari anche da recensire, e infine ringrazio Aven90, famousdrago, RagazzaOmbra, Nuanda che piano piano sta leggendo le nuove avventure di Soraya e Dragasi che spero torni presto. Ti aspetto, sorellina ^^
Di seguito vi lascio qualche link utile, in caso vogliate seguirmi ^^

Bene! Penso di aver detto tutto :)
Alla prossima!! ^^
Vostra

Sylvia Naberrie

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Capitolo 23
*** Exun ***



CAPITOLO 23
"EXUN"


Soraya passò gran parte della notte seduta sul davanzale a osservare la palazzina nera. Non succedeva granché, anche se alcune luci rimanevano accese.
La Jedi si chiese cosa facessero lì dentro. Exun era tenuto prigioniero? Gli stavano forse facendo del male come al piccolo Noal?
All'improvviso le venne un flash.
Le sue mani incatenate a una piastra in duracciaio e una siringa che le iniettava dentro il suo corpo un liquido che le bruciava i muscoli e il cervello.
Soraya prese un respiro profondo.
Non doveva pensare a quelle cose. Quello che era successo a lei non doveva avere niente a che fare con quello che stava passando quella famiglia. E lei avrebbe fatto di tutto per evitare che ciò accadesse.
Sentì un rumore provenire da uno dei due letti.
Vide la sagoma di destra sollevarsi e alzare un braccio per stropicciarsi l'occhio. La luce della luna illuminò la sua corona di corni.
"Non riesci a dormire, Padawan?", sussurrò Soraya per evitare di svegliare Noal.
Nihall si alzò dal letto e mugugnò piano, scuotendo la testa.
"Dovresti invece. Domani sarà una lunga giornata", replicò la Jedi tornando a guardare fuori.
"Maestra, vuole che le dia il cambio? Sarà stanca, penso non dorma da un bel po'"
Soraya si girò di scatto a fissare la zabrak, gli occhi color nocciola in un'espressione tra lo stupore e la tenerezza.
"Sei gentile, Nihall. Ma tu sei giovane ed è ancora presto per te fare gli appostamenti notturni", sussurrò gentilmente Soraya.
Nihall mise il broncio.
"Ma se non imparo ora, allora quando?"
Soraya soffocò una risata.
"Sei troppo impaziente, Padawan. Devi imparare ad aspettare", Soraya le fece l'occhiolino e poi si girò di nuovo, ma la sua testa si bloccò a metà strada. Nihall la vide sussultare e pensò avesse visto qualcosa fuori.
"Cosa...?"
"Sai una cosa? Hai ragione. Sei impaziente e per un appostamento notturno ci vuole tanta pazienza e concentrazione. Vieni", Soraya scese dal davanzale e cedette il posto a Nihall. La zabrak si sedette titubante.
"Questa non è solo una missione. Principalmente lo è e non devi assolutamente distrarti. Ma questo è anche un allenamento, devi imparare ad aspettare il momento giusto, a pazientare come una vera Jedi. Se riesci, potrai anche meditare mentre stai facendo un appostamento come questo", spiegò Soraya.
Nihall non sembrava convinta, ma annuì.
"Bene. Dormirò un paio di ore, l'alba sarà tra poco, mi raccomando Padawan, niente distrazioni e pazienta come una vera Jedi"
"Sì, maestra"
Sorya si distese nel letto lasciato vuoto da Nihall. Rimase sveglia ancora qualche minuto, osservando la Padawan.
Fortunatamente Nihall aveva preso seriamente la missione e l'allenamento, Soraya notò che i suoi occhi rimanevano fissi nella direzione del palazzo.
Perciò si girò su un fianco e si addormentò.

Un timido raggio di sole le illuminò il viso. Soraya strizzò gli occhi e cautamente ne aprì uno.
Vide Nihall con la testa appoggiata alla finestra rigirarsi la sua spada laser tra le mani, ma con gli occhi fissi fuori, seppur con un'espressione annoiata.
Soraya si alzò da letto sbadigliando silenziosamente.
Nihall girò la testa di scatto e, vedendo la sua maestra alzarsi, scese dal davanzale.
Soraya le si avvicinò e diede una sbirciata fuori.
Per il momento sembrava non stesse accadendo niente. Soraya allora si voltò verso la Padawan che la stava guardando.
"È successo qualcosa mentre dormivo?"
Le diede il cambio sedendosi sul davanzale e guardando fuori.
"No, maestra. Nulla degno di nota"
Soraya si voltò di scatto.
"In che senso 'nulla degno di no...'", Soraya si interruppe avvertendo un movimento fuori.
Un ragazzo era uscito dal retro con una pala in mano e si stava dirigendo verso le stalle.
Nel frattempo Noal le raggiunse stropicciandosi gli occhi e si alzò a guardare. Probabilmente si era svegliato sentendo maestra e Padawan parlare.
Il ragazzo fuori intanto era sparito dentro una stalla.
"Spiegati, Padawan", ordinò Soraya con voce dura. Nihall tremò, aveva fatto arrabbiare la sua maestra.
"Quel ragazzo era uscito anche poco prima che vi svegliaste, insieme a un uomo che l'ha trascinato fuori per la collottola. Ho visto che gli indicava le stalle, poi l'uomo è ritornato dentro, lasciando il ragazzo da solo. Stavo per venirvi a chiamare, ma ho visto che quel ragazzo ha dato uno sguardo alle stalle e anche lui è rientrato. Perciò ho pensato non fosse nulla di importante...", si giustificò Nihall.
"Padawan, tutto è importante! Ogni singolo movimento, ogni singola azione, seppur stupida, ogni singolo granello di polvere, è tutto importante. Avresti dovuto avvertirmi", la rimproverò la maestra.
Nihall abbassò la testa.
"Mi scusi"
Soraya non rispose, continuando a osservare fuori. Noal con titubanza, avendo paura di farla infuriare anche lui, sbirciò con curiosità fuori.
In quell'istante il ragazzo, con in mano la pala ricoperta di sterco, uscì allo scoperto.
Soraya sentì un verso provenire dalla gola di Noal, a pochi centimetri da lei, perciò si girò di scatto, impaurita che al bambino fosse venuto qualche strano attacco. Lo vide strabuzzare gli occhi e indicare il ragazzo.
"Maestra! È Exun!", gridò indicando il ragazzo.
Soraya incredula guardò alternativamente Noal e il ragazzo che il piccolo aveva indicato come suo fratello.
Effettivamente tra i due vi era una certa somiglianza.
"Sei sicuro?", chiese per sicurezza la maestra, porgendo al bambino il binocolo. Noal lo posò sugli occhi, cercando suo fratello.
Fortunatamente il ragazzo si era fermato un attimo per asciugarsi la fronte imperlata di sudore.
"Sì, è mio fratello!", confermò Noal con un sorriso a trentadue denti e gli occhi che gli brillavano.
Restituì il binocolo alla Jedi e sollevò il braccio per bussare alla finestra.
Soraya intuì le sue intenzioni per tempo e bloccò in aria il braccio del bambino.
Noal la guardò con aria interrogativa.
"Fermo. Non dobbiamo far scoprire la nostra posizione al nemico", lo ammonì la maestra. Noal la guardò senza capire.
"Ma è mio fratello..."
"E si trova nella base del nemico. Dobbiamo scoprire prima cosa ci fa lì", spiegò Soraya, lasciando andare il braccio di Noal.
"Maestra, forse è un'idea azzardata, ma... E se andassimo lì e chiedessimo a lui? C'è un cancello che dà alle stalle, senza farci notare lo possiamo avvicinare e chiedergli che gli è successo", propose timorosamente Nihall.
Soraya la guardò severamente, memore della preziosa informazione che la Padawan non le aveva dato.
"Potrebbe funzionare. Ma non sappiamo se sono armati e se ci sia nascosto qualcuno"
"Ma se non tentiamo non scopriremo nulla. E non sappiamo se Exun uscirà di nuovo. È un'occasione da non sprecare, maestra"
Soraya ci rimuginò un po' su.
Poi si alzò e prese la sua cintura, abbandonata sul tavolo la sera prima. Posò in una tasca il binocolo e allacciò la cintura alla vita.
"Andiamo"

"Noal, tu dovrai stare tra me e Nihall, cerca di stare il più coperto possibile, intesi?"
"Sì, maestra"
"Nihall, tieni pronta in mano la tua spada laser, ma non l'accendere. Resta sempre in contatto con la Forza"
Nihal fece segno di assenzo.
Si stavano dirigendo verso il cancello che dava sulla fattoria, nelle cui stalle stava lavorando Exun. Soraya ampliò la percezione degli esseri intorno a sé. La strada era vuota.
Si mise con le spalle al muro adiacente al cancello e lo stesso fecero gli altri. Guardò in alto verso il palazzo. Dalle finestre nessuno era affacciato. Fece un segnale con la mano per indicare di andare avanti.
Si arrestò proprio in prossimità del cancello. Ancora una volta, Soraya utilizzò la Forza per controllare che oltre al ragazzo non ci fosse nessuno. Percepì una presenza senziente e circa cinque presenze non senzienti.
Probabilmente erano gli animali che stavano in quella sottospecie di fattoria, gli eopies che avevano visto la sera prima.
Soraya fece segno di avvicinarsi e dalle sbarre del cancello videro, poco distante, Exun che spalava il letame lasciato dagli eopies.
Soraya controllò che accanto a lei ci fossero Noal e Nihall con la spada pronta in mano.
Si girò nuovamente verso il ragazzo e con la Forza gli strappò la pala di mano, facendola finire con la punta verso il cancello.
"Ehi!", gridò Exun, osservano la pala muoversi lontano da lui. La seguì con lo sguardo e non appena si fermò andò a prenderla, senza staccare gli occhi da terra.
Si abbassò a raccoglierla e non appena si rialzò, sollevò lo sguardo e finalmente li vide.
Soraya sentiva Noal saltellare sui piedi, fortunatamente non si era messo a chiamare il fratello, come avevano concordato prima di uscire dalla camera dell'ostello.
Lo sguardo di Exun era impaurito e controllò dietro di sè, a destra e a sinistra che non vi fosse nessuno. Poi si avvicinò loro, lasciando cadere la pala a terra.
"Noal! Che ci fai qui? E voi chi siete?", sussurrò impaurito verso i tre al cancello.
"Exun! Exun!", bisbigliò piano Noal, tendendo la mano verso il fratello. Il ragazzo, confuso, la prese e la strinse forte con entrambe le mani, allora Noal tese anche la sinistra.
"Exun, siamo cavalieri Jedi. Il mio nome è Soraya Keto, lei è la mia Padawan Nihall Tah'Ja. Siamo venute a salvare te e la tua famiglia", spiegò Soraya.
"Salvare...?", chiese senza capire il ragazzo.
"Sì", rispose confusa Soraya. Possibile che non sapesse nulla?
"Tu, tuo padre, Noal e Leah siete stati catturati, ricordi?", spiegò la Jedi.
"Ti sbagli. Io non sono stato catturato. Sono stato salvato", rispose con sdegno Exun.
Noal lo guardò senza capire.
"Fratellone, dopo che quegli uomini cattivi ci hanno preso allo spazio-porto di Ganath, mi hanno portato in un posto bruttissimo, c'erano tanti bambini come me, rapiti dalle proprie famiglie. Ci davano tante botte e calci e pugni e ci facevano lavorare da mattina a sera nelle cave. A te invece cosa stanno facendo?", spiegò il piccolo Noal.
Exun lo guardò sospettoso.
"Non mi stanno facendo niente"
Soraya e Nihall si scambiarono uno sguardo confuso, mentre Noal lasciò scivolare le proprie mani da quelle del fratello per alzarsi la maglia e mostrargli gli ultimi lividi che gli erano rimasti sul ventre.
Exun lo guardò tra il confuso e l'irritato.
Poi alzò lo sguardo verso Soraya e gli altri.
"Andatevene", ordinò.
"Cosa? E...Exun...", delle piccole lacrime cominciarono a spuntare dai piccoli occhi di Noal.
"Cosa vuol dire 'andatevene'? Non vuoi riabbracciare la tua famiglia? Tua madre Yiram, la tua sorellina Akij, Noal, tuo padre Xander e Leah? Vuoi abbandonare così tuo fratello Noal?", sussurrò irata Nihall.
Exun guardò dispiaciuto Noal. Poi sollevò lo sguardo verso Soraya e cambiò espressione. Si fece più ombroso, arrabbiato, furioso.
"Loro non sono la mia famiglia. Andatevene ho detto! O chiamerò qualcuno", disse allontandosi e andando a raccogliere la pala.
"Cosa... Che vuol dire che 'non sono la sua famiglia'?", mormorò tra le lacrime Noal.
Nihall guardò con la coda dell'occhio Soraya.
Ricordò le parole di Yiram sui propri figli. Non erano figli biologici, erano stati adottati.
Soraya, con la Forza, mosse la pala in modo che si conficcasse nel terreno. Exun, che la teneva in mano, barcollò e quando la pala si fermò si girò a guardare la Jedi con espressione furente.
"Aiuto! Guardie! Guardie!", gridò Exun. Soraya non immaginava l'avesse fatto veramente.
"Maledizione. Dannato ragazzino", imprecò Soraya.
Subito spinse Noal e gli fece da scudo umano. Sentì la porta di metallo che dava alla fattoria aprirsi e le finestre del primo piano sollevarsi.
"Fermi!", gridarono delle voci maschili. Soraya lanciò un veloce sguardo dietro di sé mentre correva. Vide gli uomini alla finestra con dei fucili in mano.
"Fuoco!", gridò uno di loro.
"Padawan!", gridò Soraya. Nihall si girò al grido della propria maestra.
La Jedi e la zabrak attivarono subito le spade laser e deviarono i proiettili dei fucili.
"Resta dietro di me, Noal!", ordinò Soraya.
Il bambino si nascose dietro la sua schiena, mentre Nihall e Soraya indietreggiavano lentamente, a causa della raffica di proiettili che volavano nella loro direzione.
"Maestra, sono troppi!", urlò impaurita Nihall, vedendo che il cancello si era aperto e altri uomini armati stavano arrivando.
Soraya vide che la situazione stava andando a loro sfavore.
Si trovavano in una posizione scomoda per deviare i proiettili che venivano dalle finestre, e deviare i colpi che venivano dall'alto insieme a quelli che stavano sparando gli uomini al cancello richiedeva una forza fisica e mentale che la sua Padawan ancora non possedeva e che presto o tardi anche lei avrebbe esaurito.
Inoltre non poteva usare la Forza per tramortire gli uomini, sia perché se si fosse fermata la sua Padawan sarebbe rimasta da sola a fronteggiare tutti quegli uomini, sia perché avrebbe lasciato scoperto Noal. Peraltro, l'onda d'urto che avrebbe potuto creare avrebbe tramortito gli uomini che si trovavano al cancello, ma non quelli alla finestra.
Non restava che una sola cosa da fare.
"Fermi! Fermatevi!", gridò loro Soraya.
Un uomo alzò la mano tesa in aria. Gli spari cessarono.
Soraya spense la propria spada laser.
"Maestra...", mormorò Nihall confusa.
"Fai lo stesso anche tu", ordinò la Jedi. Nihall la imitò.
Soraya ripose la spada nella cinta. Alzò le mani e...
"Ci arrendiamo"

























Note dell'autrice

Buon salve a tutti!!
Come va? Mah io abbastanza bene ^^
Oggi conosciamo un altro membro della famiglia Fong! Se mi sentisse ora Exun mi strozzerebbe xD
Come vi è sembrato? ;) un po' cattivello immagino... Mah, vedremo in futuro come si comporterà! (Io lo so già ehehehe)
E che mi dite di Soraya? Vi ha sorpreso il suo comportamento vero ;) ma vi assicuro che ha avuto i suoi buoni motivi!
Come vi avevo promesso l'azione inizia da qui! Ci saranno alcuni capitoli con più azione, altri con meno, ma vi assicuro che sono tutti entusiasmanti ;)
Bene! Rigrazio tutti i miei recensori e lettori! Siete fantastici, grazie per tutte le belle parole che spendete per questa storia!! <3
Il prossimo appuntamento è per giorno 11 Agosto! Non mancate ;)
Come sempre, di seguito vi lascio qualche link utile, in caso vogliate seguirmi o chiedermi l'amicizia o chiedermi qualcosa e basta xD

Ok! Penso di aver detto tutto! Perciò a presto!!
Vostra

Sylvia Naberrie

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Capitolo 24
*** Il cadetto ***



CAPITOLO 24
"IL CADETTO"


Soraya venne spinta con forza su una sedia, le sue braccia vennero tirate indietro da un uomo alle sue spalle e le mani legate con una corda. L'uomo alle sue spalle, terminato di legarle le mani, si avvicinò per toglierle le spade laser dalla cinta.
Lo stesso venne fatto alla sua Padawan che lanciava sguardi truci agli uomini che osavano avvicinarsi a lei.
Noal stava in piedi di fronte a loro, la mano dell'uomo che sembrava essere il capo di quella banda stringeva la spalla del bambino, che tremava impaurito e fissava Soraya con gli occhi sbarrati e in cerca di conforto.
La maestra stava studiando la situazione. Davanti a loro, oltre al loro capo, vi stavano circa una decina di uomini, sette di loro che imbracciavano dei fucili, senza però fortunatamente puntarli su loro. Oltre a loro, si trovavano Exun e l'uomo che avevano seguito e grazie al quale avevano trovato quel posto.
L'uomo la guardava tra il furioso e il nervoso, ma Soraya riusciva a sentire la paura che dominava l'uomo, che lo faceva tremare.
Nihall cominciava ad agitarsi e, senza guardarla, Soraya fece uso della Forza per mandarle un messaggio telepatico. Non era ancora un'esperta di quell'uso della Forza, ma ci provò.
'Non muoverti, Padawan. Stai ferma e non usare la Forza, a meno che non te lo dica io', pensò intensamente Soraya. Non ci fu nulla da fare, Nihall continuava a muoversi e a tentare di slegarsi.
'Stai ferma!', gridò risoluta nella sua testa Soraya.
E a quanto pare la seconda volta funzionò, il messaggio doveva essere stato recepito da Nihall, la quale infatti smise di agitarsi e si girò di scatto a guardarla, gli occhi spalancati. Soraya rimase impassibile a guardare negli occhi l'uomo che aveva orchestrato la loro cattura.
"Cheng, è lei la donna che è venuta da te, al mercato?", chiese l'uomo senza girarsi verso il suo interlocutore. Era impegnato in quella battaglia di sguardi con la maestra Jedi.
Cheng si torturò le mani e si sitemava nervosamente il cappello, come se avesse una sorta di tic. Deglutì.
"Sì", l'uomo si schiarì la gola, "sì, capo", disse poi con voce flebile e leggermente tremante.
"Ne sei sicuro?", continuò l'altro.
"Sì, capo sicurissimo. Ricordo anche la zabrak e... quel bambino", riferì con più sicurezza Cheng indicando Noal con la testa.
"Grazie, Cheng..."
L'uomo alzò il braccio libero, che imbracciava una pistola, e con uno scatto fulmineo, stavolta guardandolo, gli sparò in fronte.
Exun e Noal, al suono dello sparo, fecero un salto di paura, Exun guardando Cheng, disteso a terra con un buco sulla testa e un rivolo di sangue che stava lentamente colando dalla sua fronte, con sconcerto e paura, Noal con terrore, piangendo silenziosamente e tremando visibilmente. Gli altri uomini restarono impassibili.
"Grazie per esserti fatto seguire, cane bastardo", continuò l'uomo con disprezzo, sputando sul compagno morto.
Soraya sentì la vita dell'uomo scivolare via nell'attimo in cui il proiettile l'aveva raggiunto. Era morto sul colpo.
Nihall cominciò ad avere paura. Sarebbero mai uscite vive di lì? Il cuore le batteva all'impazzata
"Quanto a voi, maestra Jedi, cosa dovrei farne?", disse il capo avvicinandosi a Soraya, alzandole il mento con la pistola.
"Suppongo dobbiate lasciarci andare. Il Consiglio Jedi sa che siamo qui e manderà degli Jedi a prenderci"
Vide gli occhi dell'uomo tremare, ma subito dopo il suo sguardo tornò sicuro e strafottente come prima.
"È un bluff. I vostri amici Jedi non sanno che siete stata catturata. Non avete fatto in tempo ad avvisarli", replicò, con un sorrisetto compiaciuto.
"Non ne sarei così sicuro, fossi in voi. Se non sentiranno notizie mie entro stasera, manderanno i rinforzi. Sanno dove mi trovo, sanno le coordinate di questo luogo e non esiteranno a circondarlo e a catturarvi o a uccidervi tutti, se sarà necessario", ribatté sprezzante Soraya. L'uomo tentennò. Lo vide fare una smorfia di rabbia e imprecare sottovoce, allontanandosi da lei.
Poi si mise con la mano che impugnava l'arma sul fianco, la pistola con la canna sottosopra.
"Ho ucciso io Othar Wung. Ho circondato io il suo palazzo e l'ho assediato, insieme agli altri Jedi. Non vi conviene mettervi contro di me", continuò la maestra, determinata. L'uomo la guardò con la coda dell'occhio.
Poi si parò di nuovo di fronte Soraya, spingendo Noal in modo che fosse bene in vista e puntò la canna sulla tempia del bambino.
Soraya perse un battito del cuore ma si sforzò di rimanere immobile, lo sguardo impassibile.
"Ucciderò il moccioso", la minacciò, mettendola alla prova.
"Non vi conviene"
"E perché no? Voi non potrete impedirmelo", continuò lui mellifluo, spingendo di più la pistola sulla testa di Noal. Il bambino teneva gli occhi stretti e chiusi e le lacrime scorrevano sul suo viso senza far rumore.
"Io forse no. Ma il mandante del suo rapimento sì. Se avesse voluto ucciderlo l'avrebbe fatto subito invece di mandarlo da Wung, non credete?", rispose Soraya usando lo stesso tono dell'uomo.
Lo vide di nuovo tentennare e poi puntare la pistola sulla sua fronte. Vide Nihall guardarla impaurita.
"Ucciderò te. Sono sicuro non ci siano direttive sull'argomento" "Non sottovalutare la potenza di uno Jedi. Abbiamo la Forza dalla nostra parte"
Alla parola Forza, il capo rise, roteando gli occhi.
"Hai mai sentito parlare della Jedi Satele Shan? Ne dubito. Riusciva a deviare la lama di una spada laser con le mani grazie alla Forza. Credi che un proiettile sia diverso?"
"Le tue mani sono legate"
"Non capisci. Non servono le mani. Serve la Forza"
L'uomo la fissò iracondo. Spostò l'arma da Soraya a Nihall, che andò in iperventilazione per la paura. Soraya ruppe la sua maschera di imperturbabilità, mostrando uno sguardo di rabbia e furore che Nihall non aveva mai visto.
"Tu prova a torcerle anche solo un capello e morirai qui, all'istante, senza poter dire una sillaba!", sibilò furiosa.
L'uomo spinse il cane della pistola.
Soraya si concentrò e bloccò il proiettile dentro la pistola. Il capo di quella banda mise l'indice nel grilletto. Soraya si concentrò e incastrò di più il proiettile, facendo uso della Forza. La sua fronte cominciava a imperlarsi di sudore. L'uomo parlò.
"Troppo tardi"
E presse il grilletto.
Un'esplosione si concentrò sulla mano dell'uomo che gridò di dolore. Nihall spinse di lato la testa, tentando di coprirsi il viso. Soraya era concentrata nell'uso della Forza e cominciava ad essere esausta.
Aveva provato a concentrare l'esplosione solo sulla mano che teneva la pistola, in modo che non ferisse né lei, né Nihall e nemmeno Noal. Ma cominciava a non farcela più. Era una delle tecniche avanzate della Forza e non aveva abbastanza esperienza per poterlo tenere a lungo.
Un attimo prima che l'esplosione si estinguesse, il campo di forza che Soraya aveva creato si disperse e schegge, sangue e calore si propagarono nella stanza. L'onda d'urto fece cadere Nihall all'indietro, con tutta la sedia a cui era legata.
L'uomo invece lasciò cadere a terra ciò che rimaneva della pistola, mentre con la mano, quella sana, si strinse il polso dell'altra, mutilata dall'esplosione.
Gemiti e grida di dolore uscirono dalle sua labbra e alcuni uomini di andarono incontro mentre altri alzarono i loro fucili contro Soraya.
"Torius! Capo!", gridarono gli uomini preoccupati.
Torius con la spalla li allontanò e lanciò uno sguardo di morte a Soraya.
"Non pensate a me! Sparatele e uccidetela!", gridò fuori di sé. "Ciò che ho fatto a te lo farò a tutti voi!", li ammonì Soraya, cercando di non dar loro a vedere quanto fosse stremata.
Gli uomini tentennarono, guardando la mano disfatta di Torius.
"È un bluff! Uccidetela, ho detto!"
Gli uomini puntarono su di lei ma nessuno sparò.
"Se ci lasciate andare, ce ne andremo via da questo pianeta", disse Soraya.
"Tu non te ne andrai viva da questo pianeta!", latrò Torius.
"Lasciateci andare", insisté Soraya, fissandolo intensamente.
L'uomo la guardò furioso.
"Lasciatela andare", ripeté, poco dopo, in trance. Gli uomini lo guardarono confusi, ma non osarono controbbattere. Uno di loro le slegò.
"E ora, Exun. Vorrei che tu venissi con noi", riferì Soraya, tendendogli la mano.
Il ragazzo la guardò confuso.
"No. Il mio posto è qui ormai. Sono un membro dei DK. Sono loro la mia famiglia ormai"
"E io? Non conto niente, fratellone?", pianse Noal. Gli occhi di Exun si intristirono.
"No"
A quella parola Noal indietreggiò, guardandolo con gli occhi già colmi di lacrime.
"Ma... Noi siamo la tua famiglia! Io, Leah, Akij, mamma e papà..."
"Loro non sono la nostra famiglia!", sibilò furioso Exun.
"Che dici? Certo che sono la nostra famiglia!"
"No. Siamo stati adottati, io e te. Quando eravamo piccoli. Tu eri troppo piccolo per ricordartelo. E io lo avevo rimosso dalla memoria. Ma Yiram e Xander non sono i nostri genitori. E Leah e Akij non sono nostre sorelle. E ti dirò di più. L'uomo che tu chiami padre era un mercante di schiavi! Di bambini schiavi! Aiutava il mercato nero di minori a trasportare bambini come noi da una parte all'altra della galassia per venderli come schiavi e sfruttarli! Avere un padre del genere mi disgusta! Non voglio avere più nulla a che fare con loro, per me sono morti!", gridò Exun con veemenza.
Noal lo ascoltò incredulo scuotendo la testa.
"Non ti credo...", biascicò sconvolto.
"Credici Noal. E non tornerò a casa. Quello di dividerci è stato il miglior regalo che potessero farmi!"
Le spalle del bambino furono scosse dai singhiozzi.
"Exun... No..."
"Addio, Noal"
Exun si girò e scomparve in una stanza lì adiacente.
"Fuori!", gridò Torius. Degli uomini li spinsero a forza fuori dalla struttura. La porta dietro di loro si chiuse.
In mezzo alla strada, Soraya si girò.
"Ridateci le spade laser!", gridò furente.
Ma nessuno rispose.

"Maestra è vero ciò che ha detto Exun?"
Erano ritornate nella loro stanza.
Soraya era nervosa, quegli uomini tenevano le loro preziose spade laser. Sarebbe dovuta tornare lì a riprendersele, senza si sentiva scoperta, vulnerabile, nuda.
Si girò verso la Padawan.
"Non ora, Nihall"
"Io però lo vorrei sapere...", si inserì timidamente Noal. Soraya lo guardò indecisa se rivelare la verità o meno.
Sospirò.
"Quell'uomo che lavorava per Wung, quello con cui ho parlato nell'hangar di Ganath, mi ha rivelato di conoscere Xander Fong. E che effettivamente trasportava i bambini che dovevano essere venduti come schiavi. Speravo non fosse vero, più che altro per voi, te e i tuoi fratelli", spiegò Soraya rivolgendosi a Noal.
Il bambino la guardò triste e demoralizzato.
"Non sono i miei veri genitori?"
"No"
Noal guardò Nihall e si stupì di non vederla sorpresa.
"Tu lo sapevi?", le chiese.
"Sì, Noal. Tua mamma ce l'ha detto molto tempo fa"
"Non me l'hai mai detto...", mormorò deluso il bambino. Nihall si sentì in imbarazzo e a disagio per aver mentito per tutto quel tempo al bambino.
Noal tirò su con il naso e si distese su un letto, dando loro le spalle.
"Maestra, perché ci siamo fatti catturare? Potevamo sconfiggerli! Perché si è arresa?", sussurrò frustrata Nihall.
"Hai molto da imparare Padawan. Soprattutto a riconoscere i tuoi limiti. Ho riconosciuto i nostri e non volevo vi ferissero. Arrendersi era la soluzione migliore", spiegò severa Soraya.
"Ora però hanno le nostre spade...", borbottò Nihall.
"Ce le riprenderemo. Non so come, ma lo faremo"

"Chiamatemi Exun"
"Sì, capo"
L'uomo fece un inchino e sparì dalla vista di Torius.
Questo era nel suo ufficio, sistemandosi una benda sulla mano e digrignando i denti per il dolore. La sua mano aveva subìto una grave ustione e la carne in alcuni punti era diventata nera e aveva perso la percezione del tatto.
Avrebbe catturato quella Jedi e l'avrebbe uccisa, giurò su se stesso che l'avrebbe fatto.
Dopo che l'aveva mutilato si era anche preso gioco di lui usando quella strana magia chiamata Forza, riuscendo a scappare.
Torius si maledì per la propria debolezza. Non sarebbe capitato una seconda volta.
Guardò con rabbia le tre spade laser che stavano in bella vista sulla sua scrivania. Avrebbe voluto distruggerle ma sarebbero state un ottimo bottino insieme alla testa di quella donna.
In quel momento entrò il suo tirapiedi che stava trascinando Exun da lui il quale lo guardava con timore, sbirciando la sua mano mutilata.
"Exun, caro. Vieni, ragazzo mio", lo chiamò a sé con voce falsamente affettuosa. Con un gesto mandò via l'uomo. Si alzò dalla sua postazione e andò a sedersi su uno dei divanetti in pelle verde che si trovava nel suo ufficio. Con una pacca invitò Exun a sedersi accanto a lui. Titubante, il ragazzo obbedì.
"Perché mi avete chiamato?", chiese sospettoso Exun.
"Tranquillo ragazzo mio! Stiamo solo parlando! Come ti senti?"
"Bene...", Exun lo guardò senza capire. Gli chiedeva come stava?
"Perfetto. Come ti sei sentito nel rivedere tuo fratello?"
"Io... Non capisco dove vuole arrivare..."
"Rispondimi"
"Ecco... Triste e arrabbiato allo stesso tempo, ma perc-"
"Capisco, capisco", lo interruppe Torius.
"Sai, dopo tutto quello che è successo oggi io... Vorrei potermi veramente fidare di te. Capisci, no?"
Exun annuì poco convinto.
"Beh, devi superare una specie di prova. Nulla di preoccupante! Dovrai solo svolgere un piccolo compito, per vedere se sei degno di rientrare nella Dha Kyr'am, la setta del Veleno Oscuro. Tu vuoi farne davvero parte, vero Exun?", chiese minaccioso Torius.
"Io...sì, certo..."
"Bene. La tua prova ti aspetta nel piano più profondo del palazzo. Segui Shun e lo troverai", concluse Torius, alzandosi e dando una pacca sulla schiena del ragazzo.
Exun, poco convinto uscì dall'ufficio e trovò l'uomo che aveva nominato Torius.
E lo seguì fino alle profondità di quel palazzo maledetto.



















































































Angolo dell'autrice

So bene che vorreste avere la mia testa su un piatto d'argento per la lunga attesa a cui vi ho costretti... 😔
Vi chiedo umilmente scusa. Tante cose sono successe da poco più di un anno fa. Amicizie che mi hanno definitivamente detto addio, gente nuova che è arrivata, migliori amici e compagni di banco di liceo che si sposano... E io sono finalmente entrata all'Università nella facoltà che sognavo! Sono stata impegnata prima con i test, poi gli esami e poi con i tirocini e gli esami. Di tutto e di più. La vita mi ha risucchiato nel suo vortice e l'ispirazione tardava a venire. Sul serio, ero bloccata, pur sapendo cosa dovesse succedere, non sapevo COME farlo succedere. Comunque, adesso sono qui, sperando che voi possiate perdonarmi e leggermi come un tempo!
Bene, in questo capitolo facciamo ancor più la conoscenza di Exun, il figlio più grande. E anche un po' cattivello, ha spezzato il cuore del suo vero fratello. Chissà qual è questa prova a cui vuole sottoporlo Torius. Inoltre facciamo la conoscenza di due pratiche della Forza poco conosciute!
Satele Shan è la ragazza con i due codini che si vede nei trailer del videogioco uscito qualche anno fa, "Star Wars: The Old Republic". Diciamo che mi sono innamorata di questa donna.
La telepatia non è un dono poi così raro tra Jedi. Si dice che potessero usarlo quei Maestri e Padawan che fossero veramente in sintonia. Soraya e Nihall non sono proprio in sintonia, ma ci stanno lavorando ;)
Bien, per qualsiasi cosa contattatemi pure! Anche per insultarmi per la lunga assenza, so di meritarmelo.
Vi lascio qualche link utile, in caso vogliate seguirmi o insultarmi in anonimo ^^"

Il prossimo aggiornamento è previsto per giorno 3 Settembre.
Grazie a chi non ha smesso di seguire questa storia!
A presto!
Vostra

Sylvia Naberrie

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Capitolo 25
*** La prova ***



CAPITOLO 25
"LA PROVA"


Exun stava seguendo il tizio chiamato Shun in quelle che sembravano le cantine di quel palazzo. Man mano che avanzavano, le pareti cambiavano aspetto.
Non c'era più l'intonaco ingrigito e mangiucchiato dai topi, adesso si stava sostituendo a mattonelle di un bianco sporco.
Shun raggiunse una porta d'acciaio e la aprì. Ciò che Exun vide e sentì dentro lo sconvolse.
La prima cosa che notò fu l'odore. Era un caleidoscopio di odori forti e penetranti. Odore di pelliccia di animale, di pus maleodoranti, l'odore metallico del sangue e un altro più raffinato degli altri che Exun non riuscì a decifrare.
"Vieni", ordinò Shun, spingendolo in avanti.
Exun vide che quella specie di stanza, molto più grande rispetto a quelle che aveva visto nel palazzo, era divisa in tanti piccoli settori. Vide tanti uomini alle prese con qualcosa in uno di questi settori. Ciò su cui stavano lavorando si trovava su una superficie rialzata, probabilmente un tavolo. Exun non riuscì a vederlo perché gli uomini gli davano le spalle e coprivano la visuale. Sentì solo che questi parlavano concitatamente e si agitavano davanti alla strana cosa sul tavolo.
Exun notò che erano anche vestiti in modo strano, con dei camici bianchi, guanti e mascherine...
Istintivamente rabbrividì quando un uomo sollevò la mano. Teneva un bisturi ed era sporco di sangue.
L'uomo si spostò per andare a sciacquare il bisturi ed Exun riuscì a vedere su cosa l'uomo stesse operando.
Era uno degli eopies della fattoria.
Exun rallentò il passo. Non voleva assistere a un'operazione di quel genere.
"Forza, muoviti!", lo rimproverò Shun spingendolo in una postazione dove tre uomini stavano trafficando su un altro eopie.
Shun lo spinse davanti al tavolo e i tre uomini sollevarono lo sguardo su di lui ed Exun.
"Eccovi il moccioso..."
"Non sono un moccioso, ho quindici anni!", protestò Exun.
"Sta' zitto! È tutto vostro"
Shun lo lasciò lì e tornò indietro. I tre uomini davanti a lui sospirarono e gli ordinarono di mettersi uno dei camici appesi dietro di loro. Il ragazzo obbedì e si infilò anche un paio di guanti e una mascherina.
Intanto i tre erano tornati a lavorare sull'eopie che aveva gli occhi sbarrati e sembrava stesse guardando Exun. Il ragazzo sentì le proprie gambe cedere.
Davvero era questa la prova che doveva attendere? Sentiva che non ne sarebbe stato capace.
"L'hai sedato?", chiese uno dei tre.
"Sì, ma ancora non ha fatto del tutto effetto", rispose un altro.
"Siamo in ritardo. È piuttosto resistente questa bestia", commentò l'ultimo.
"Non possiamo farci niente. Se il sedativo non entra in circolo non possiamo aprirlo. Rischierebbe di agitarsi e mandare a monte l'operazione"
"Il pacchetto dov'è?"
"Sul tavolo degli attrezzi"
L'uomo che aveva chiesto dove fosse, andò a prendere quello che sembrava un piccolo sacchetto bianco chiuso ermeticamente con dello scotch marrone. Lo tastò e lo sollevò in aria, riacchiappandolo. Il suo sguardo si posò su Exun.
"Nervoso, ragazzino?"
Exun annuì.
"Non è niente di che. Lo tagli, gli infili questo dentro e lo ricuci. Fine della storia", commentò l'uomo sollevando il pacchetto. Exun lo guardò confuso.
"Come...? Non sono malati?", chiese senza capire.
"Cosa? No!", rise l'uomo.
"Ma... Ma allora perché li operate?"
"Sei un po' tardo, ragazzino. Ti ho detto che lo devi aprire e metterci questo...", l'uomo sventolò il pacchetto davanti la faccia di Exun, che si ritrasse, "... e poi ricucirlo"
Exun guardò inorridito il pacchetto.
"Pensavi li operassimo perché ci andava? Che aiutiamo queste bestiacce? Per chi ci hai preso, per dei veterinari?", rise l'uomo. Gli altri due si unirono alla risata e guardarono Exun con scherno.
"Cosa... Cosa c'è lì dentro?", chiese il ragazzino, indicando il sacchetto in mano all'uomo.
"Spezie. Spezie sintetiche. In poche parole, droga"
Il cuore di Exun batté all'impazzata per la paura e la rabbia.
Quegli uomini torturavano quelle povere bestie, le aprivano per metterci dentro le loro orribili droghe e portarle indisturbate per tutta la galassia, in modo da sfuggire ai controlli. Era abominevole.
"Si è addormentato. Sbrighiamoci prima che l'effetto svanisca, non posso usare tutti i miei sedativi su un solo animale"
"Vieni, ragazzo"
L'uomo con cui aveva parlato lo spinse in mezzo agli altri due uomini.
Uno di loro stava tastando la pancia dell'eopie, come se cercasse il punto migliore per aprirlo. Quando lo trovò, ci tenne l'indice della mano sinistra sopra e tese la mano destra. L'uomo accanto a lui gli porse un pennarello e cominciò a disegnare sul ventre dell'animale una linea tratteggiata che ricopriva una parte della sua pancia. Posò il pennarello e prese il bisturi. Stava per incidere quando si fermò e si girò verso Exun.
"Ragazzo... Se non sbaglio questa è la tua prova. Incidilo tu", disse l'uomo porgendogli il bisturi. Exun lo guardò impaurito.
"Ma... Io non so come si fa, non l'ho mai fatto!", protestò.
"Non ti preoccupare. Se fallirai, Torius lo verrà a sapere"
I tre uomini risero a quella battuta.
Non era per niente rassicurante ed Exun cominciò a tremare. Anche la sua mano tremava.
Non voleva fare del male a quell'animale, men che meno per inserire nel suo ventre quel pacchetto di droga. Ma se non l'avesse fatto, Torius ne sarebbe venuto a conoscenza e per lui sarebbe stata la fine.
Guardò la bestia. Sembrava che i suoi occhi lo seguissero, nonostante fossero opachi per via del sedativo che lo teneva mezzo addormentato. Ma Exun riusciva a vedere lo sguardo impaurito, quasi implorante dell'animale. Non poteva fargli una cosa del genere.
La sua mente tornò a ciò che era accaduto un paio di ore prima, a come Torius aveva ucciso Cheng a sangue freddo solo perché era stato seguito dalla maestra Jedi.
Doveva farlo. Che lo volesse o no. Non voleva morire.
Exun deglutì a fatica, distolse lo sguardo dagli occhi dell'animale e avvicinò la mano tremante verso l'inizio della linea tratteggiata sul suo ventre.
Prese un profondo respiro e...
Il bisturi cadde a terra ed Exun scappò.
"Ragazzo! Ehi, tu! Torna qui, moccioso!", gridarono alle sue spalle.
Exun non li ascoltò e continuò a correre come un forsennato. Aprì di scatto la porta di metallo, schiacciando l'uomo che piantonava l'ingresso e che si accorse essere Shun.
"Ehi, tu! Che stai facendo?", gridò rincorrendolo.
Exun non rispose e continuò a scappare.
Doveva accettare l'invito della Jedi Soraya, doveva scappare da lì. Ma come?
Exun aveva visto, mentre era nell'ufficio di Torius, le spade laser delle Jedi. Ma lui non sapeva usarle e inoltre l'ufficio era sicuramente piantonato da altre guardie. Che fare?
In quel momento si sentì prendere da dietro e gridò. Due braccia forti, una morsa ferrea che gli impedivano di fuggire.
Davanti a lui spuntò Torius.
Il suo sguardo era severo e arrabbiato.
"Exun. Mi hai deluso. Mi aspettavo di più da te", commentò con disappunto.
"Ciò che fate è orribile!", gridò il ragazzo cercando di liberarsi, ma invano.
"No. Ciò che hai fatto tu è orribile. Mi hai tradito. E ti spetterà una punizione come si deve. Portatelo nella sua stanza e piantonatela fino a mio nuovo ordine. Devo pensare ad una punizione esemplare per questo traditore", ordinò.
L'uomo che lo aveva acchiappato, probabilmente Shun, lo tenne stretto a sé per tutto il tragitto, e si diresse verso quella che era la stanza di Exun, quella che gli avevano dato quando era arrivato in quel posto.
Arrivarono davanti alla porta e l'altro uomo che seguiva Shun la aprì.
Poco prima di essere liberato, Exun lottò contro Shun, colpendolo alle gambe e ai fianchi e provando a stringerlo anche lui con una morsa. Ma cosa poteva lui contro quell'uomo alto e pieno di muscoli?
Shun infatti gli diede una ginocchiata nel ventre e lo spinse con un calcio a terra. Infine chiuse la porta a chiave.
Exun rimase qualche minuto accucciato a terra in posizione fetale, stringendosi lo stomaco. Poi, quando il dolore diminuì, sollevò la mano destra.
Aveva finto di lottare contro Shun per prendergli la torcia e l'uomo fortunatamente non si era accorto di nulla.
Exun, dolorante, sorrise. Forse c'era ancora una speranza.

Soraya e Nihall stavano cercando di organizzare un piano per riprendersi le spade laser. Noal stava seduto sul letto, la testa bassa.
"E a mio fratello non pensate?", chiese demoralizzato.
Soraya lo guardò con un misto di tristezza e tenerezza.
"Ha scelto di restare lì. Non posso obbligarlo a venire. Se lo trattassero male ce l'avrebbe fatto capire. Ma se è ciò che desidera io non posso portarlo via con la forza", spiegò la maestra Jedi.
"Capisco...", commentò ancor più triste Noal.
Osservò le due Jedi elaborare un piano per entrare senza esser viste.
Avevano notato una porticina su un lato del palazzo che era sempre chiusa, se avessero usato qualche mina contenuta nella loro cinta forse sarebbero riuscite ad entrare. Il problema però restavano tutte quelle guardie.
Come le avrebbero affrontate? E dove potevano trovarsi le spade laser?
"Dobbiamo organizzare il piano nei minimi particolari e considerare tutte le ipotesi. Non dobbiamo fare il minimo sbaglio o per noi è la fine. Intesi Padawan?"
"Sì, Maestra"
"Cerca di non fare di testa tua, stavolta", commentò Soraya, memore dell'ultima volta, a Ganath. Nihall sbuffò.
"Ok..."
Mentre le due donne parlavano fra di loro, Noal venne attratto da dei bagliori provenienti dalla finestra e raggiunse le due Jedi, sedute sul davanzale. Si frappose tra le due, tenendo le mani sul vetro e appiccicandovi il naso.
"Ehm, Noal...?", chiese confusa Nihall, chiedendosi cosa fosse preso al bambino.
"Noal, cosa c'è?", domandò Soraya.
Non ci fu bisogno di spiegazioni. Le due donne seguirono lo sguardo del bambino e notarono le luci a intermittenza che spuntavano da una finestra.
"Che cos'è?", chiese Nihall senza capire.
"Non so Padawan, ma sembra ripetersi...", commentò Soraya.
Guardò attentamente le luci.
Erano a gruppi di tre. Tre sfarfallii, tre più lunghi e altri tre sfarfallii. La luce si accendeva e spegneva in un ritmo quasi costante.
"È una torcia?", chiese fra sé e sé Nihall.
Soraya continuò a studiare quello strano messaggio.
Tre sfarfallii... Tre intervalli lunghi... Tre sfarfallii... Pausa... Altri tre sfarfallii... Tre lunghi... Sfarfallii...
"Per tutti gli Jedi... È un messaggio di S.O.S.!", gridò Soraya.
"Exun!", gridò preoccupato il bambino guardando la Jedi.
Soraya scese dal davanzale.
"Padawan, è ora di andare"




















































































Angolo dell'autrice

Ed eccomi qui!
Come state? Spero bene. E spero che questo capitolo vi sia piaciuto! Ve l'aspettavate una situazione del genere?
Purtroppo barbarie simili succedono anche nella nostra galassia, ahimè. Comunque Exun è stato coraggioso a fuggire, nonostante l'esito disastroso. E voi? Avreste fatto come lui?
Inoltre chiedo perdono per aver posticipato la data della pubblicazione di un'ulteriore settimana, ma a breve avrò due (in realtà quattro, essendo uno a modulo di tre, ma preferisco non pensarci 😭) esami molto tosti (oddio, uno mi hanno detto che non è così terribile, ma avendo 20 CFU capirete bene che mi sposta tutta la media), perciò non ho avuto il tempo di scrivere altri capitoli. Spero di riprendere presto! Voi fate il tifo per me, pls.
Comunque! Non penso di aver molto altro da dire. Ah, sì! Vorrei ringraziare Aven90 e famousdrago per avermi riaccolto nonostante la mia lunga assenza :3 grazie ragazzi!
Il prossimo aggiornamento è previsto per giorno 17 Settembre.
Bene! Vi lascio qualche link utile, in caso vogliate seguirmi o insultarmi in anonimo, come sempre ^^"

A presto!
Vostra

Sylvia Naberrie

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Capitolo 26
*** Stallo ***



CAPITOLO 26
"STALLO"


Soraya prese la sua cintura sul tavolo, controllò che dentro ci fosse tutto e si girò verso Nihall.
"Padawan, è ora di andare"
Noal si fece avanti.
"E io?"
Soraya attese un attimo prima di parlare e si avvicinò al bambino.
"A te affido una missione ancor più importante. Non potrai venire con noi, io e Nihall siamo disarmate e non possiamo proteggerti in queste condizioni. Perciò devi promettermi che ti chiuderai nella stanza e ti nasconderai. Non dovrai aprire a nessuno che non sia io. Blocca la porta e non affacciarti alla finestra. Nessuno deve sapere che sei qui, intesi?"
Lo sguardo di Noal si fece serio, capiva la gravità della situazione. Annuì.
"Va bene. Resterò nascosto qui e nessuno mi vedrà"
"Bravo, Noal", Soraya accarezzò la testa del bambino, poi si girò verso Nihall e annuì.
Uscirono dalla stanza e Soraya aspettò di sentire lo scatto della chiave prima di allontanarsi. Scesero verso l'ingresso dell'ostello, quando Soraya bloccò improvvisamente Nihall.
"Aspetta!", le ordinò, facendole segno di far silenzio.
Il nemodiano era nella stessa postazione del giorno prima, stava contando i soldi. Davanti il suo bancone si trovava una porta e Soraya con la Forza cercò di far del rumore dentro quella stanza. Il nemodiano alzò lo sguardo dagli affari. I suoi occhi si assottigliarono sospettosi, girò attorno al bancone e si avvicinò guardingo verso la porta, entrando a controllare che tutto fosse al suo posto. La via ora era libera.
Soraya e Nihall sgattaloiarono alle sue spalle verso l'uscita.
"Perché l'avete fatto, maestra?", chiese Nihall.
"Non mi fido di quel tipo. Potrebbe anche essere una spia di quei tizi. Non devono sapere che stiamo venendo. Più tardi lo scopriranno, più probabilità che ne usciremo vive ci sarà", rispose la donna.
"P-probabilità che ne usciremo vive?", chiese Nihall nervosa.
"Non preoccuparti, Padawan. Non permetterò che ti facciano del male"
Si avvicinarono al muretto di quella mattina, sempre con passo guardingo. Le loro schiene erano poggiate al muro e guardavano a destra e a sinistra. Erano pochi gli airspeeder che volavano sopra la loro testa.
Soraya lanciava sguardi alla strada, alle finestre del palazzo e dietro di lei. Non doveva fallire questa volta.
"Maestra, qual è il piano?"
"Per prima cosa dobbiamo trovare le spade laser. Senza quelle siamo troppo vulnerabili. Non possiamo fare affidamento solo sulla Forza", rispose la donna continuando a strisciare lungo il muro.
"E poi?", chiese Nihall, seguendola.
"Poi dobbiamo trovare Exun"
"E basta?", chiese confusa la ragazza.
"Sì, Padawan. Non possiamo e non dobbiamo strafare. Ricordati qual è la missione. Dobbiamo ritrovare i membri della famiglia Fong, non siamo qui per distruggere tutte le bande criminali che incontriamo"
'Sì, ma ci hanno legato e minacciato', pensò contrariata la zabrak.
Arrivate al cancello di quella mattina, Soraya controllò che fosse aperto, invano. Osservò che non ci fosse nessuno e proseguì verso il palazzo.
"Cerchiamo qualche entrata secondaria o uscita di sicurezza", sussurrò Soraya alla sua Padawan.
Controllarono il perimetro del palazzo, cercando di far meno rumore possibile e non farsi scoprire da qualcuno all'interno.
Dopo un po', Soraya fece segno a Nihall di seguirla. Si trovava davanti a una porticina di servizio, davanti a una piccola discarica.
Soraya si mise davanti alla porta, Nihall si trovava alle sue spalle. Prima di entrare, la donna mise una mano poggiata sulla porta e chiuse gli occhi prendendo un profondo respiro. Stava controllando con la Forza che dietro e nelle vicinanze non ci fosse nessuno.
Soraya aprì gli occhi.
"Tieniti pronta"
Nihall annuì e la maestra aprì la porta.
Si trovavano in uno stretto e lungo corridoio, un lungo tappeto rovinato a terra, un mobile mangiato dalle tarme alla loro destra e qualche quadretto storto decorava l'ambiente.
Soraya mise l'indice davanti alla bocca facendo segno di far silenzio e in punta di piedi si nascose dietro il mobile, con Nihall accanto a lei. Soraya con la Forza chiuse la porta silenziosamente.
La sua testa si affacciò a controllare che la via fosse libera e cominciarono a inoltrarsi in quel luogo.
Soraya avvertì uno scatto dietro di lei e un brivido corse sulla sua schiena. Nihall le lanciò uno sguardo terrorizzato.
La donna spinse la zabrak dietro la porta che si stava aprendo.
Un uomo piuttosto annoiato ne uscì con delle strizzacervello in mano, diretto verso la porta da cui erano entrate. Non si accorse di loro grazie alla porta che le copriva e che lui chiuse distrattamente dando loro le spalle. Soraya controllò i suoi fianchi. A destra portava una fondina con un blaster.
Si girò verso Nihall e indicò la Padawan e terra. La zabrak annuì.
Soraya furtivamente come una volpe del deserto di Jakku si avvicinò verso l'uomo.
'Speriamo mi ricordi come si fa', pensò preoccupata.
Nei suoi lunghi viaggi prima di prendere Padawan, subito dopo essere diventata Cavaliere, aveva conosciuto una ex Strega di Dathomir, esiliata perché si era innamorata di un forestiero.
Hayre, questo era il suo nome, le aveva insegnato dove fossero i fulcri del corpo delle persone, ovvero quei punti del corpo che se colpiti lo rendevano vulnerabile.
Soraya si concentrò nella Forza e colpì con due dita chiuse l'uomo alle spalle, prima sul collo, poi sulle scapole e infine in vari punti della schiena, dove Hayre le aveva insegnato si trovavano i fulcri energetici del corpo. L'uomo cadde a terra senza emettere un gemito e Soraya lo trascinò fuori, dalla porta verso la quale l'uomo era diretto. Nihall la raggiunse, guardandola sbalordita.
"Maestra, ma come... Come avete fatto?", sussurrò incredula. Soraya sorrise.
Girò l'uomo che era ancora cosciente e la guardava con gli occhi sbarrati. Soraya con il braccio sinistro presse il suo collo in modo che non potesse urlare e con la mano destra estrasse il blaster dalla sua fondina. Puntò l'arma sulla fronte dell'uomo.
"Se provi a urlare o a chiedere aiuto giuro che ti sparo in fronte, hai capito?", bisbigliò serissima Soraya.
L'uomo la guardò e batté due volte le palpebre.
"Lo prendo per un sì", commentò la maestra Jedi, sollevando il braccio sinistro.
"Che mi avete fatto?", sussurrò con voce roca l'uomo.
"Ti ho temporaneamente paralizzato. Ora dimmi dove si trova Exun e dove tenete le spade laser"
L'uomo la guardò furioso senza proferire parola. Soraya presse con forza il blaster sulla sua fronte.
"Vuoi morire ora, in questo modo, da solo, o vuoi vivere e tornare dalla tua famiglia?", chiese Soraya con voce grave.
Gli occhi dell'uomo tremarono di paura e rabbia, i suoi occhi si storsero per guardare il blaster e poi Soraya. La sua bocca si storse in una smorfia.
"Il ragazzino è in una stanza al terzo piano, dopo le scale la seconda porta a sinistra"
"E le spade?"
"Non lo so"
"Non mentire! Dove possono essere?"
"Non lo so! Forse le tiene il capo nel suo ufficio"
"E dov'è?"
"A destra della sala dove eravate state legate ieri. Una porta di mogano"
"Se scopro che hai mentito torno qui a spararti", lo minacciò la maestra. Nihall la guardò. Ormai era abituata ai metodi poco ortodossi della sua maestra e non disse niente. In fondo aveva detto di essere una Jedi Grigia e addirittura un'Ombra Jedi. Forse in quel campo era normale agire così.
'Chissà se anche io sarò come la mia maestra', meditò la zabrak.
"Andiamo, Nihall", ordinò Soraya, tenendo il blaster per sé.
Rientrarono nella porta, questa volta andando a passo più veloce.
"Maestra, prima cosa facciamo?"
"Prima dobbiamo recuperare le spade. Senza siamo troppo vulnerabili e non possiamo far fuori tutti gli uomini di questo posto con solo un misero blaster", commentò la donna osservando contrariata l'arma che impugnava. Non era abitata ad usare armi del genere.
Cercarono di trovare il luogo dove erano state catturate e interrogate, come aveva detto l'uomo. Mentre avanzavano, Nihall venne bloccata dalla mano di Soraya.
"Eccoci", annunciò la donna. Nihall si sporse ed effettivamente il corridoio le aveva condotte nella sala principale.
'Questo palazzo è un labirinto', commentò Nihall fra sé e sé.
Ora Nihall e Soraya ebbero modo di guardare meglio la sala.
Era molto grande, con mobiletti sparsi senza ordine lungo le pareti e con un tavolo molto largo al centro, che il giorno prima non c'era. Numerose sedie di scarsa fattura si trovavano sparse dappertutto, e altrettante porte si affacciavano in quella sala. Questa era una sorta di open space, con delle colonne di cemento che facevano intravedere nei lati lunghi della sala rettangolare i corridoi, uno dei quali si trovavano Soraya e Nihall.
Le due donne entrarono nell'ampia sala quando una porta del corridoio opposto a loro si aprì e due uomini puntarono le loro armi verso di loro.
"Nasconditi!", urlò Soraya.
Nihall si guardò confusa intorno. Non c'era niente di abbastanza grande che potesse nasconderla.
Confusa e terrorizzata, mentre gli uomini e la sua maestra stavano già aprendo il fuoco cercò di distrarli lanciando loro con e senza la Forza sedie e oggetti che trovava mentre tentava di scappare.
Uno degli uomini si mise a inseguirla.
"Nihall!", gridò impaurita la Jedi. Purtroppo l'altro tizio era rimasto e continuava a spararle imperterrito, perciò non poteva andare in soccorso alla sua Padawan o sarebbe stata colpita.
Nihall vide che uno dei due la inseguiva e le sparava, e fuggì in uno dei molteplici corridoi del palazzo, ma si accorse troppo tardi che quello nel quale si era inoltrata era un vicolo cieco. Nihall si arrestò terrorizzata e girandosi vide l'uomo che la inseguiva.
'Cosa faccio? Cosa faccio?', pensò disperata. Alla fine fece l'unica cosa che riteneva più logica.
Si affidò alla Forza che le suggeriva dove i proiettili diretti verso di lei si stavano dirigendo, in modo da poterli evitare, e caricò verso l'uomo con la testa piegata, mostrando i corni.
Un proiettile le sfiorò la spalla, facendole uscire sangue, ma Nihall non desistette nonostante la ferita le bruciasse.
Quando lo raggiunse gli cinse i fianchi, in una sorta di abbraccio mortale. L'uomo lanciò un gemito. Nihall sentì la presa dell'uomo farsi più debole, perciò lo spinse. Le gambe dell'uomo cedettero e cadde a terra, tenendosi la pancia. Un rivolo di sangue gocciolò a terra.
Nihall guardò scioccata l'uomo e la ferita che gli aveva inferto. Con il cuore che le batteva a mille lo superò, sempre più terrorizzata. Del sangue le colò dai corni sulla fronte e Nihall, tremando dal disgusto, si pulì la fronte velocemente con la manica della tunica del braccio sano. Sentiva l'altro braccio pulsarle dal dolore ma l'adrenalina e la paura le fecero dimenticare presto il dolore.
Tornò da Soraya che nel frattempo aveva tramortito l'altro tipo.
Quando la maestra si girò a guardarla, i suoi occhi si sbarrarono di terrore.
"Cosa è successo? Padawan, perché i tuoi corni..."
Non riuscì neanche a completare la frase che dalle altre porte e dalle scale scesero tanti altri uomini e donne che puntarono le loro armi verso di loro.
Soraya spinse Nihall dietro di sé, aprendo le braccia per difenderla.
"Che scena toccante", commentò una voce a loro conosciuta.
Dalle scale scese Torius, tenendo con il braccio il collo di Exun e con l'altra mano una pistola puntata sulla sua tempia. Il ragazzo provava senza troppa convinzione di divincolarsi ma guardava impaurito la pistola che l'uomo gli puntava.
Torius si fermò davanti Soraya.
"Buttate l'arma, maestra Jedi"
Soraya rimase ferma nella sua posizione.
"Non vorrete che provi a usare queste?", minacciò Torius posando la pistola e prendendo dalla tasca una delle spade di Soraya.
La maestra Jedi trasalì, gli occhi sbarrati. Se l'uomo avesse anche solo per sbaglio premuto il tasto di accensione della spada, avrebbe ucciso Exun, trapassandogli la testa con la lama.
Soraya gettò il blaster a terra e sollevò le mani.
'Tieniti pronta', pensò intensamente, rivolta verso la sua Padawan.
Nihall annuì.
Erano in un momento di stallo.
Un solo passo falso e sarebbero morti tutti.






















































































Angolo dell'autrice

Eccomi di nuovo!
Vi farà piacere che ho superato il primo esame (quello con tre "materie" per intenderci) a pieni voti! 😍 lunedì prossimo ho l'altro (quello in cui sono negata 😱), spero di farcela. Nel frattempo domenica parteciperò al mio primo Comicon in cosplay *-* non vedo l'ora!!
Ok, dopo avervi reso partecipe della mia vita, di cui sicuramente non frega niente a nessuno, passiamo al commento.
Alors, diciamo che questo capitolo contiene un bel po' di citazioni xD
La volpe di Jakku è un'invenzione mia, lol xD
I "fulcri" del corpo e il loro colpirli che causa la paralisi... Beh, mi sono ispirata al personaggio di Ty Lee (che ADORO) della serie animata di "Avatar - La Leggenda di Aang", che se non avete visto... "Disonore su di te! Disonore sulla tua famiglia! Disonore sulla tua mucca!" [cit. Mushu] (giusto per restare in tema citazioni, lol).
Infine l'ultima è una citazione, diciamo, ideale. Nell'ultima scena, lo stallo tra Torius e Soraya, mi fa pensare troppo alla scena dell'anime "Steins;Gate" (che, anche questo, vi consiglio di vedere), quando Suzuha e Moeka si puntano le pistole a vicenda.
Ma comunque!
Io non so che altro dirvi se non... Vi è piaciuto? Spero di sì!
Vorrei ringraziare Aven90, famousdrago e la divertentissima RagazzaOmbra, che mi ha fatto sbellicare di risate con la sua ultima recensione xD
Come sempre vi lascio qualche link utile, in caso vogliate seguirmi

Il prossimo aggiornamento è previsto per giorno 1 Ottobre.
A presto!
Vostra

Sylvia Naberrie

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Capitolo 27
*** Dha Kyr'am ***



CAPITOLO 27
"DHA KYR'AM"


"E ora inginocchiatevi"
La voce di Torius era un misto di follia, rabbia ed eccitazione. Soraya lo fissava concentrata, aspettando il momento adatto per riprendersi la spada. L'uomo non distoglieva lo sguardo da lei.
"Ora!", gridò lui.
Soraya fece come ordinato e lentamente si inginocchiò, tenendo le mani alzate, pronte per riprendersi la sua spada.
"Anche la ragazzina"
"Padawan, fai come ci ha ordinato", disse Soraya.
Nihall sbuffò. Non era tipa da arrendersi e lasciarsi piegare così facilmente. Ma se la sua maestra faceva così voleva dire che aveva in mente qualcosa. In fondo l'aveva protetta e salvata dal proiettile che quell'uomo stava per spararle in fronte. Con la Forza era riuscita a incastrarlo dentro la canna. Si fidava ciecamente di lei, nonostante tutti quegli uomini avessero delle pistole puntate su loro due ed erano pronti a far fuoco e a spegnere per sempre le loro vite, sapeva che la sua maestra avrebbe escogitato qualche piano geniale per sfuggire loro.
Soraya dal canto suo, attendeva il momento adatto per muoversi. Tra lei e Torius si stava consumando l'ennesima gara di sguardi. Ma la Forza era dalla sua e nella sua mente si profilò un piano per uscire da lì, riprendersi le spade e salvare Exun.
Il ragazzo aveva smesso di divincolarsi, sicuramente aveva ormai convenuto che da solo non sarebbe riuscito a slegarsi dalla presa di Torius e uscire indenne da quella situazione.
Soraya osservò il ragazzo con la coda dell'occhio.
La guardava supplice e impaurito. Era incredibile la somiglianza con Noal. Entrambi avevano la stessa luce negli occhi. Anche lui finalmente si fidava di lei e riponeva in lei le sue speranze di uscirne vivo.
Torius osservò soddisfatto e ghignante la maestra Jedi e la Padawan inginocchiate ai suoi piedi.
"Legate loro mani, piedi e bocca. Voglio proprio divertirmi", ordinò ai suoi uomini, distogliendo finalmente lo sguardo dalla maestra Jedi.
Soraya sentì una pressione dalla Forza.
Era il momento.
Mentre Torius era momentaneamente distratto e vulnerabile, riuscì a sfilargli la spada laser dalla mano con la Forza.
Torius, confuso e con un velo di paura, tentò di riacchiappare l'arma che stava volando lontano dalla sua portata mentre Soraya velocemente si rialzava.
Il tipico sibilo della lama attivata risuonò nell'aria. Nihall rotolò a terra, nascondendosi sotto il tavolino che stava alla sua sinistra mentre la sua maestra si difendeva dagli uomini che avevano iniziato a far fuoco.
Con la spada laser tagliò loro le armi e in alcuni casi anche le mani. Grida, spari e sangue si spargevano nella sala.
Ma più di tutti risuonavano le urla furiose di Torius che intimava loro di attaccare.
Nihall vide che l'uomo, con un braccio intendo a stringere il collo di Exun, che tentava di nuovo di divincolarsi, cercava febbrilmente con una mano sola di prendere le altre due spade laser che erano rimaste, ma per l'ansia, la paura, la fretta o a causa di Exun, ne fece cadere una, che Soraya prese con la Forza per far fronte agli uomini che stavano accorrendo, sentendo tutta quella confusione.
Exun ne approfittò per fuggire riuscendo finalmente a liberarsi.
Aveva sentito che Torius si era distratto per via della spada laser che accidentalmente aveva fatto cadere, perciò gli assestò una gomitata nello stomaco e successivamente in faccia.
L'uomo barcollò all'indietro, cadendo, e Nihall ne approfittò per riprendersi con la Forza la sua spada laser. Ma Torius doveva aver intuito le sue intenzioni, infatti, nonostante si trovasse disteso a terra, riuscì a prendere la spada che stava volando in direzione della Padawan e la trattenne con entrambe le mani. Il suo corpo si spostava lentamente a causa della Forza esercitata dalla Padawan, che strenuamente cercava di richiamare a sé l'arma.
Notando la difficoltà della ragazza, intervenne Exun.
Tornò da Torius, il quale non lo vide, intento com'era a non lasciarsi sfuggire l'arma della Jedi, e gli assestò un calcio nello stomaco. Nonostante ciò, l'uomo non lasciò completamente la presa, solo una mano scivolò via. Lanciò uno sguardo assassino verso Exun.
Il ragazzo riprese l'attacco ma la mano libera di Torius riuscì ad afferrare il suo piede e ad attirarlo a sé. Exun perse l'equilibrio e cadde vicino il boss.
Nel frattempo Nihall era riuscita a riprendersi la spada e si stava rialzando ad aiutare il ragazzo, mentre Soraya fronteggiava da sola tutti gli uomini di quell'organizzazione.
Torius stava cavalcioni su Exun e lo stava strangolando, in preda a una furia omicida.
Nihall, terrorizzata, senza attivare la spada, lo colpì alla testa con l'elsa della spada laser. Questo bastò per distrarre l'uomo, poi Exun gli diede il colpo di grazia.
Con le mani tastò il terreno e trovò una bottiglia di vetro tra gli oggetti che in mezzo a quella ressa erano caduti a terra. La impugnò per il collo e la sbatté violentemente sulla nuca di Torius.
L'uomo cadde violentemente su di lui, e il ragazzo lo spinse via con disgusto e infine si mise seduto a guardarlo, i pugni chiusi vicino al viso, il respiro veloce, affaticato e impaurito.
Nihall percepiva una strana sensazione provenire dal ragazzo, oltre alla paura.
Era odio. Un odio profondo, viscerale.
Lo vide rialzarsi e andare dal corpo esanime di Torius. Nihall ingenuamente pensò volesse controllare che fosse ancora vivo.
Exun fissò Torius, disteso a terra con gli occhi chiusi, con uno sguardo di puro odio e rabbia. E improvvisamente, cominciò a dargli pugni in viso e sul petto. Nihall corse da Exun, allontanandolo dall'uomo disteso a terra.
"Smettila! Non lo vedi che è già stato tramortito? Smettila ho detto!", gridò Nihall spaventata.
Improvvisamente si sentì più debole, la presa sulla spalla del ragazzo si allentò e la zabrak si accasciò a terra.
"Padawan!", gridò Soraya che l'aveva sentita cadere a terra.
Exun si girò e andò verso di lei, dimenticandosi di Torius.
"Ma sei ferita!", esclamò il ragazzo, vedendo la ferita che la zabrak aveva sulla spalla, quella che si era fatta affrontando l'uomo nel vicolo cieco di quel palazzo-labirinto.
"So io come curarti", affermò il ragazzo.
Nihall si sentì sollevare e prendere in braccio.
"Exun, dove stai andando?", gridò Soraya, tamortendo gli ultimi uomini.
"Vado a medicarle la ferita!", gridò Exun, sparendo dalla vista della maestra.
Nihall posò il viso sul petto del ragazzo. Era caldo. Anche la sua spalla era calda, le bruciava sempre di più e sentiva il sangue colarle sui vestiti e a terra.
Notò che i muri unti e scrostati dall'umidità lasciavano posto a delle mattonelle di un bianco sporco.
Exun la posò dolcemente a terra.
"Torno subito", le disse, lasciandola davanti una porticina che aprì e dove vi sparì.
Exun era tornato nel laboratorio degli orrori di quel dannato palazzo. Aveva visto una cassetta del pronto soccorso la prima volta che era venuto in quel posto. Il ragazzo realizzò stupito che si trattava di quel pomeriggio. Sembrava fossero trascorsi giorni da allora e invece erano passate poche ore.
Trovato ciò che stava cercando, tornò dalla zabrak, che non appena lo vide, sorrise debolmente.
Exun aprì la cassetta. Non aveva mai medicato nessuno prima di allora, solitamente quando lui e i suoi fratelli si facevano male ci pensava sua madre Yiram o al massimo sua sorella Leah. Exun strinse le labbra ripensando alla sua famiglia adottiva. Non li avrebbe mai perdonati per tutte le bugie che avevano loro raccontato.
"Lo sento", mormorò Nihall. Exun alzò la testa stupito.
"Cosa?", chiese confuso.
"Quello che pensi"
Exun la guardò senza capire per un altro secondo, poi distolse lo sguardo.
"È impossibile", commentò.
"No. Sento la rabbia e la delusione che provi. Sono certa tu stessi pensando alla tua famiglia"
"Non sono la mia famiglia", replicò stizzito Exun, procedendo a medicarle la ferita.
"Ti sbagli... Sai, io non ho mai conosciuto i miei veri genitori. Non conosco la mia gente, anche se non ti nascondo che vorrei conoscerli. Sono stata cresciuta al Tempio Jedi. Con maestri e maestre Jedi. Con altri ragazzi, ragazze e alieni come me. Sono cresciuta con loro. Hanno visto loro i miei primi passi, hanno sentito loro le mie prime parole e mi hanno visto crescere nella Forza. Loro c'erano quando ne avevo bisogno, mi hanno consolato quando ero triste e quando mi facevo male. Quando ero ammalata mi stavano vicino. Quando ero felice gioivano con me. Ho condiviso con loro il mio cibo. È questo ciò che fa una famiglia, giusto? Penso l'abbia fatto anche tu con loro. Perciò sono la tua famiglia"
Exun ascoltò senza proferire parola. Le parole della Jedi erano vere. Ma si sentiva lo stesso ingannato. Le persone che l'avevano cresciuto avevano nascosto loro una verità troppo pesante e terribile per essere taciuta.
"So che ciò che hanno fatto in passato è terribile. Ma credo siano cambiati, altrimenti non avrebbero chiesto il nostro aiuto. Loro vi vogliono bene"
Passarono qualche minuto senza proferire parola. Nihall guardando le mani incredibilmente abili di Exun che la medicavano e il ragazzo concentrato nel fare un buon lavoro.
"Ho finito. Ti ho medicato la ferita e te l'ho fasciata", spiegò il ragazzo.
Nihall osservò interessata il lavoro di Exun.
"Non è perfetto, non sono esperto di queste cose, solitamente se ne occupano mia madre o mia sorella Leah, io non-..."
"È perfetto", lo interruppe Nihall. Poi sollevò sorpresa lo sguardo.
"Li hai chiamati 'mia madre' e 'mia sorella'...", commentò sorridendo.
Exun strinse le labbra.
"È l'abitudine. Ora andiamo da quella donna"
"È la mia maestra. Si chiama Soraya, io sono Nihall", si presentò la zabrak.
"Io Exun, ma penso tu lo sappia già", sorrise Exun. Nihall sorrise di rimando e insieme si alzarono per raggiungere la maestra Jedi.

Soraya si liberò degli ultimi uomini, disarmandoli e tramortendoli. Con lo sguardo cercò il boss di quella banda.
Lo vide disteso a terra, dove si trovavano qualche minuto prima Nihall ed Exun. Lo raggiunse e gli si inginocchiò accanto.
Dalla sua testa scorreva un piccolo rivolo di sangue e la sua faccia sembrava fosse stata pestata.
Soraya poggiò due dita sul lato del collo dell'uomo, per controllare i battiti cardiaci. Erano deboli e lenti, ma dimostravano che l'uomo era ancora vivo e svenuto.
Con la Forza si concentrò su di lui per curarlo superficialmente e permettergli di svegliarlo.
Gli occhi di Torius si aprirono debolmente e saettarono sul suo viso non appena notò la sua presenza. Lo vide agitarsi e Soraya gli pose una mano sul petto.
"Stai fermo. Se ti agiti peggiorerai la tua situazione. Non ti resta molto da vivere, so che lo sai. Perciò, per non rendere vana la tua morte, vorrei chiederti chi è a capo di tutto ciò. Se me lo riferirai farò giustizia su te e i tuoi uomini"
"Non voglio la tua giustizia", replicò Torius con un filo di voce.
"So cosa vuoi. Ma io non vendicherò te e la tua banda. La vendetta non è la strada da seguire, nemmeno per te, mandaloriano"
L'uomo sbarrò gli occhi.
"Come fai..."
"Lo so e basta. Non conoscerò la vostra lingua ma riconosco il vostro modo di fare. E sono sicura che su Mandalore avrai una famiglia, una moglie e dei figli che ti aspettano. Non vuoi essere riportato da loro?"
Gli occhi di Torius si velarono di tristezza e dolore.
"I miei figli sono stati uccisi e mia moglie violentata e rapita. È per questo che sono qui"
"A Da Soocha V?"
L'uomo scosse il capo debolmente.
"In questa setta. Nella Dha Kyr'am"
"Cosa vuol dire?"
"Veleno Oscuro"
"E il vostro saluto? 'Mhi'cuy kad be te gra'tua talyc aru'e. Mhi'cuy Dha Kyr'am'?"
"Complimenti maestra Jedi, noto che è molto informata. Vuol dire 'Noi siamo la lama della vendetta macchiata del sangue nemico. Noi siamo il Veleno Oscuro'. Siamo la setta che aiuta i propri fratelli a perpetrare le loro vendette, a saziare il mostro dentro di noi che desidera la morte di chi ha fatto soffrire noi e i nostri cari!"
Dei colpi di tosse interruppero il discorso infervorato di Torius.
"Sei tu a capo di tutto ciò?"
"Oh, no. Io sono uno dei numerosi proseliti di questa setta. Sono uno dei maggiori esponenti ma non sono a capo della Dha Kyr'am"
"Chi è allora a gestire tutto? Chi ha portato qui Exun?"
Torius tossì nuovamente, stavolta più forte. La sua voce si fece più fievole e rauca.
"È una persona pericolosa. Credo sia la persona più vicina alle cerchie più alte di questa organizzazione. Si chiama Wray Ghenahi, ed è il... Il f-..."
I battiti di Torius stavano rallentando e il suo respiro stava diventando sempre più lento e breve.
"Chi è questo Wray? E dov'è adesso?", gridò Soraya. Non poteva finire in quel modo, doveva scoprire l'ultimo tassello di quell'intricato puzzle.
"Y-yl... Yle-... A..."
Gli occhi di Torius si spensero per sempre.
























































































Angolo dell'autrice

Eccomi qui!
So che l'aggiornamento è in ritardo di una settimana, ma sono stata assorbita dalle nuove lezioni, tante cose che alla fine si sono rivelate inutili (😒) e dalla visione di Death Note che, me tapina, non avevo mai visto. Sì, lo so, "Disonore su di me, disonore sulla mia famiglia, disonore sulla mia mucca" [semicit.] ^^"
Per aggiornarvi sulla mia vita, vi farà piacere sapere (?) che ho superato anche l'ultima materia! Certo, l'esame è andato una schifezza, ma almeno l'ho superato ^^"
Inoltre ho partecipato al mio primo Comicon in cosplay *-* è stato stupendo, mi sono divertita tantissimo e ho fatto un sacco di foto con altri cosplayer e con la gente che mi fermava *^* il prossimo anno ci tornerò! Sempre al Comicon della mia città, al momento sono al verde, perciò per le fiere più importanti dovrò aspettare ^^" non potete capire che brutto, nella mia testa ho un sacco di cosplay che vorrei fare/portare! Ma devo aspettare che le mie finanze si rimpinguano.
Bene! Dopo questo squarcio della mia vita che sicuramente non vi interessava, passiamo al commento!
Penso che questo sia uno dei capitoli che mi piace di più! Mi piace soprattutto il momento in cui Nihall ed Exun affrontano Torius ^^
E niente, un altro motivo per cui ho ritardato la pubblicazione (oltre ad essermelo dimenticato ^^" sorry) è anche il fatto che il capitolo che sto scrivendo al momento mi sta dando un po' di problemi, diciamo che sono inciampata. Perciò il prossimo aggiornamento slitterà di un altra settimana finché non avrò rimediato al problema. Scusatemi 😔
Perciò il prossimo aggiornamento è previsto per il 29 Ottobre!
Come sempre ringrazio Aven90, RagazzaOmbra e famousdrago.
E infine vi lascio qualche link utile, in caso vogliate seguirmi. Se volete vedere il mio cosplay chiedetemi l'amicizia ;)

A presto!
Vostra

Sylvia Naberrie

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Capitolo 28
*** Amare sorprese ***



CAPITOLO 28
"AMARE SORPRESE"


Exun e Nihall arrivarono nella sala principale. Vi regnava un innaturale silenzio, totalmente contrapposto al caos che c'era prima.
Con gli occhi Nihall cercò la sua maestra, e la trovò inginocchiata davanti un uomo, che scoprì essere Torius.
"Maestra...?"
Soraya alzò lo sguardo, poi tornò a guardare Torius e gli abbassò le palpebre.
"È... Morto?", chiese Exun, visibilmente scosso.
"Purtroppo sì. Non sono riuscita a farmi dire dove si trova tua sorella Leah. Ha farfugliato qualcosa alla fine, ma non riesco a capire, può essere di tutto...", meditò Soraya.
"Maestra, forse se vede nel suo ufficio trova qualche elemento utile, qualche registrazione o messaggio che possa fornirci un indizio", propose Nihall.
"Ben detto, Padawan! Nel frattempo fammi una cortesia: se trovi un HoloNet cerca di contattare le autorità. Dobbiamo ripulire questo posto e dare la giusta sepoltura a chi si è ricongiunto alla Forza"
"Sì, maestra"
Soraya annuì e andò verso la porta di mogano, dove era situato l'ufficio di Torius. Mentre entrava ebbe uno strano presentimento.
'Forse la Forza vuole dirmi che sono vicina alla soluzione?', si chiese.
Decise di non farci caso e continuare la sua ricerca.

Nihall si fece guidare da Exun verso l'HoloNet più vicino. Vi erano delle bruciature vicino — probabilmente qualche colpo di blaster l'aveva sfiorato — ma fortunatamente l'oggetto era integro e funzionante.
Nihall accesse il marchingegno e fece per digitare, ma il suo dito rimase sospeso in aria. Si girò verso Exun.
"Io non so cosa bisogna scrivere, tu lo sai?"
Exun la fece spostare e cominciò a digitare una serie di codici.
"Quando stavo qui tenevo sott'occhio i numeri utili da chiamare in caso di emergenza. Stavo con loro, è vero, ma non mi fidavo più di tanto", spiegò.
Finì di scrivere e inviò il messaggio di aiuto.
"Fatto!", esclamò girandosi soddisfatto verso Nihall.
"Bene, allora torniamo dalla mia maestra, magari ha bisogno di aiuto"
Exun annuì e la seguì. Mentre camminavano, Nihall sentiva che c'era qualcosa che non andava.
"Va tutto bene?", chiese infatti.
Exun sollevò lo sguardo mentre si torturava le mani.
"Secondo te... L'ho ucciso io?"
Nihall rimase per un attimo interdetta. Si riferiva a Torius.
Effettivamente il ragazzo l'aveva colpito troppo violentemente e si era accanito su di lui mentre era indifeso e senza forze. Ora che ci pensava era sicuramente stato lui la causa della sua morte. Ma vedendo Exun torturarsi le dita in quel modo, e il suo sguardo supplichevole e impaurito, Nihall non se la sentì di dirgli ciò che pensava veramente.
"Non lo so", mentì. Exun continuava a guardarla titubante.
"Non credo dovresti farti di questi pensieri. Altrimenti non vivi più", tentò di consolarlo. Lo sguardo del ragazzo si rilassò.
"Hai ragione", ammise. Nihall sorrise.
La sua mente vagò verso l'uomo che l'aveva rincorsa verso quel vicolo cieco e che lei aveva infilzato con i suoi corni. Era ancora vivo? Anche lei si era macchiata di un omicidio?
'Non devo pensarci', si ripeté la zabrak. Ma il suo cuore era inquieto. Uno Jedi poteva uccidere?

Soraya stava controllando tra le carte di Torius.
Erano tutte descrizioni di pianeti e dettagli di strane missioni, con nomi di persone in cima che lei non conosceva.
Torius le aveva spiegato che quella setta aiutava i Fratelli a placare la loro sete di vendetta. Forse quelle erano i dettagli di quelle missioni.
Ma nulla che certificasse un incontro tra lui e quel misterioso Wray Ghenahi, nulla che spiegasse chi fosse questo tipo, cosa facesse e perché avesse disperso i membri della famiglia Fong.
Sentì bussare alla porta.
"Maestra, noi abbiamo finito. Desidera una mano?"
"No, Padawan. Tanto qua non credo ci sia qualcosa di utile... Exun, ha mai sentito parlare di un certo Wray Ghenahi?"
Exun scosse la testa.
"No, mai sentito"
"Capisco... Comunque, potresti spiegarmi come sei finito qui?"
Exun strinse le labbra, sospirò e iniziò a raccontare.
"Quando hanno assalito la nostra nave, io stavo dormendo. I colpi di blaster mi hanno svegliato ma non ho capito bene cosa stesse succedendo perché poi credo mi abbiano narcotizzato. Mi sono svegliato in una casetta in uno strano pianeta che non conoscevo... Non era Da Soocha V, non ci somigliava per niente, la vegetazione era diversa..."
"Sicuramente era Ganath, anche tuo fratello e gli altri si trovavano lì", lo interruppe Nihall.
"Sì, ecco... Poi mi hanno portato a forza in una nave, dove c'era Torius e altri suoi compari. All'inizio non volevo salire, poi mi hanno raccontato la verità sui miei genitori, in particolare su mio padre... Sul fatto che prima lavorava proprio in quel posto e aiutava delle strane cooperative a trasportare dei bambini come schiavi... E lì non ci ho visto più. Ho cominciato a odiare la mia famiglia e mi sono unito a loro. Non sapevo che fine avessero fatto gli altri, ma non mi importava più di tanto"
"Neanche di tuo fratello Noal? Lo sai che tu e lui siete fratelli biologici, vero?"
"Certo che lo so. Mi dispiaceva per lui, ho chiesto che fine avesse fatto... Ma nessuno lo sapeva"
"O non gli importava", commentò Nihall.
Exun sollevò le spalle.
"In quel momento non importava neanche a me. Meno li vedevo, meglio era"
"E adesso? Mi aiuterai o te ne andrai per la tua strada, continuando a fregartene della sorte di coloro che ti hanno visto crescere?", continuò sprezzante la Jedi.
Exun rimase interdetto e abbassò lo sguardo.
"Vi aiuterò", rispose a mezza voce. "Ma questo non vuol dire che io li abbia perdonati"
"Questo non è affar mio. L'importante per me è portare a termine la missione, i vostri screzi familiari li sistemate in famiglia", commentò la rossa.
"Maestra, ora che si fa? Non abbiamo una traccia...", commentò Nihall.
"Lo so, Padawan, però..."
La testa di Soraya scattò. La Forza pulsava dentro di lei, come se la incitasse a sbrigarsi.
'Ho frainteso, prima. Non riguardava ciò che stavo cercando, ma ciò che sta accadendo!'
"Padawan, seguimi!", gridò.
"Ma cosa...? Maestra?", farfugliò confusa Nihall.
Soraya uscì di corsa dalla stanza e si precipitò dall'uscita. Nihall ed Exun la seguivano senza capire. Lo sguardo di Soraya scattò verso la finestra della loro stanza.
Appena entrò nell'ostello, l'assenza del nemoidiano la turbò ancor di più.
"Muoviti, Nihall!"
"Lo sto facen... Lo sento!", si interrupepe Nihall. La Forza stava chiamando anche lei, e il brutto presentimento che sentiva Soraya ora l'avvertiva anche lei.
Giungero nel corridoio dove si trovava la loro stanza e già da lì avvertirono che qualcosa non andava per il verso giusto.
La porta della stanza, che doveva essere chiusa e che anche prima di andare avevano sentito Noal dare le mandate con la chiave, ora si trovava socchiusa.
Soraya fece segno di rallentare, indicando terra. Il pavimento era costituito da assi di legno, se avessero corso chiunque si fosse introdotto nella stanza le avrebbe sentite. Soraya si girò verso Nihall, facendole segno di prendere la spada laser.
Soraya prese una delle sue ma non la attivò, restando in contatto con la Forza.
Giunte davanti alla porta, fece un ulteriore segnale, stavolta ad Exun, intimandogli di restare fermo sul posto. Il ragazzo annuì.
Soraya estese la propria percezione. Tra uno dei due letti e la finestra si trovavano due persone, di cui uno un bambino.
La Jedi guardò la sua Padawan ed entrarono in azione.
Soraya spalancò la porta, mentre Nihall le copriva le spalle.
Da dietro il letto, una chioma biondo sporco che incorniciava un volto pieno di cicatrici fece capolino, puntando loro un blaster.
"Finalmente. Vi siete fatte attendere", mormorò Rania.
"Dov'è Noal?", chiese Soraya, attivando la sua spada laser. Nihall la imitò.
"È qui sotto, svenuto", mormorò con una smorfia.
"Come hai fatto a entrare?"
Rania sorrise melliflua, facendo il giro del letto.
"Noal, aprimi, c'è qui tuo fratello, vuoi rivederlo?"
Soraya e Nihall rimasero a bocca aperta. La donna aveva imitato alla perfezione la voce di Soraya.
"Non è stato difficile. È bastato che mi fingessi te per farmi aprire da quel bimbetto stupido"
A quel commento, Exun fece la sua comparsa nella stanza.
"Non osare chiamarlo 'bimbetto stupido', strega!", gridò.
Gli occhi di Rania si illuminarono di una luce sinistra.
"Proprio te cercavo", mormorò, tenendogli gli occhi di dosso.
Soraya se ne accorse.
"Exun, stai dietro di me", gli ordinò Soraya.
"No, ho smesso di nascondermi!", gridò Exun, tirando fuori dalla tasca posteriore dei pantaloni un blaster, puntandolo su Rania. La ragazza puntò il suo su di lui.
'E quel blaster quando l'ha preso?', si chiese Nihall, riferendosi a Exun.
"Exun, vieni qui, ti ho detto!"
"Sì, Exun, ascolta la maestrina", la scimmiottò Rania.
In quel momento un mormorio fievole si sentì provenire da sotto il letto.
"Maledizione, si è svegliato!", imprecò Rania, cercando però di non distrarsi.
Noal si mise seduto e appena vide Soraya, cercò di alzarsi e correrle incontro, ma Rania riuscì ad afferrarlo per la collottola, lo strinse con il braccio sul collo e gli puntò il blaster contro.
"Che cosa vuoi?", chiese Soraya.
"Fare quello che voi avete fatto a me... Avete ucciso voi Cheng! Avete ucciso voi l'uomo che amavo! E ora toglierò qualcosa a voi caro! Pagherete per la vita di Cheng!", sbraitò furiosa, sputando per la foga.
"Togli le tue sudicie mani da mio fratello", scandì irato Exun. Rania lo guardò furiosa.
"Muori"
Ciò che accadde, Soraya lo vide quasi a rallentatore.
Il dito di Rania si mosse per premere il grilletto e sparare il colpo che avrebbe ucciso Noal. Ma Exun fu più veloce: nello stesso istante, presse il suo e il raggio laser sfiorò la guancia del fratello minore e colpì la mano del braccio che stringeva il collo del bambino.
"Scappa!", gridò il maggiore, mentre Rania urlava dal dolore, facendo cadere il blaster e stringendosi la mano che mostrava un buco al centro, con il sangue coagulato a causa del laser.
Noal si liberò dalla presa di Rania, che invano tentò di riprenderlo, ma la sua mano sinistra tornò a stringere la destra ferita, accasciandosi a terra.
Exun corse insieme al fratello, spingendolo fuori.
"Seguili", ordinò Soraya a Nihall.
La Padawan corse fuori mentre Rania continuava a gridare.
"No! Li devo uccidere!"
Soraya la vide rialzarsi, seguendo con gli occhi Nihall. Le andò incontro, tentando di fermarla, ma Rania le sferrò un calcio sul ventre con una forza che Soraya non si aspettava, che la fece barcollare.
Rania uscì dalla stanza, barcollando e tenendosi ai muri con la mano sinistra e il gomito destro, rincorrendo i ragazzi.
Qualche inquilino, sentendo quel frastuono, uscì a lamentarsi.
"Entrate dentro!", gridò Soraya.
Giunsero nella hall dell'ostello e Soraya riuscì ad estrarre un senbon1 dalla sua cintura.
Facendo riferimento alla Forza, mirò a Rania.
Un fruscio, l'aria che si spostava, un colpo e un tonfo. Infine il silenzio.
Soraya raggiunse Rania, caduta prona a terra. Il senbon l'aveva colpita nella porzione lombare della schiena.
Soraya aveva mirato nello stesso punto dove era stata colpita Kirya anni addietro, dove sapeva si potessero paralizzare le gambe.
Rania lanciava gemiti tra la paura e il dolore. Soraya si mise a cavalcioni su di lei e, staccandole il senbon dalla schiena e posandolo accanto al suo viso, la girò in posizione supina, in modo da guardarla in faccia.
Gli occhi della ragazza erano sbarrati dalla paura e lacrime calde le rigavano il viso.
"C-cosa... Cosa mi hai... fatto?", chiese tremante.
"Devi ringraziarmi che sei ancora viva. Sei solo semiparalizzata"
Rania scosse la testa piangendo. "Avrei voluto che mi uccidessi... Sarei insieme a Cheng adesso..."
Soraya la guardò confusa.
"Disprezzi così tanto la vita?"
In quel momento sentirono dei passi e la voce di Nihall gridare a qualcuno di raggiungerli.
"Che... succede?", chiese con voce rotta Rania.
"Sono le guardie. Ti scorteranno in prigione", rispose Soraya alzandosi da terra.
"No... No... Cheng!", gridò Rania divincolandosi e cercando di sollevarsi invano.
In quell'istante Soraya avvertì un'altra perturbazione nella Forza, ma prima che potesse agire fu troppo tardi.
Con uno scatto fulmineo, Rania aveva preso il senbon accanto a se, e se lo conficcò facendo penetrare la lunga lama sul suo petto.
Soraya immediatamente lo staccò con la Forza, ma fu troppo tardi.
Rivoli di sangue macchiarono il petto di Rania, e dopo poco tossì altrettanto sangue, affongando nello stesso. Il senbon con molta probabilità le aveva perforato un polmone.
Quando le guardie arrivarono, fu troppo tardi.









1 https://it.m.wikipedia.org/wiki/Senbon
















































































Angolo dell'autrice

Buonsalve!
Come state? Spero bene.
Allora, in questo capitolo abbiamo una Soraya ninja che usa i senbon, lol. E abbiamo Exun e Nihall che si accorgono che uccedere non è tanto bello. Secondo voi l'uomo che ha attaccato Nihall è morto? Fatemi sapere la vostra u.u
Io non dico niente, anche perché, boh, non ho deciso, perciò lascio decidere a voi!
E troviamo anche Rania (di Giordania (?)) che non solo dimostra doti da ventriloquo ma, sempre per rimanere in tema giappo, decide di fare il seppuku (o harakiri, se non lo conoscete eccovi un articolo → https://it.m.wikipedia.org/wiki/Seppuku) per ricongiungersi con il suo amato. Molto romantico o molto stupido? A voi i giudizi.
Nella scena della sparatoria tra Exun e Rania ammetto di essermi ispirata a Hunger Games, il primo libro, quando Katniss tira una freccia sulla mano di Cato che tiene Peeta. *citazionitime*
Bon, non saprei che altro dirvi se non che spero vi sia piaciuto <3
Sono riuscita a sbloccarmi parzialmente dal mio blocco, però vi avviso in anticipo che se al prossimo aggiornamento avrò ancora problemi, l'aggiornamento successivo (quindi tra due aggiornamenti) sarà posticipato di un'altra settimana, ergo sarà dopo un mese. A me dispiace però non voglio rischiare di rimanere a corto di capitoli, non voglio fare un'altra pausa lunga un anno, e penso nemmeno voi, perciò spero capiate <3
Ok! Come sempre ringrazio Aven90, RagazzaOmbra e famousdrago.
Di seguito vi lascio qualche link utile, in caso vogliate seguirmi:


Il prossimo aggiornamento è previsto per giorno 19 Novembre.
Alla prossima!
Vostra

Sylvia Naberrie

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Capitolo 29
*** Una nuova traccia ***



CAPITOLO 29
"UNA NUOVA TRACCIA"


Soraya si raddrizzò e si allontanò dal corpo ormai privo di vita di Rania. Una pozza di sangue stava iniziando ad allargarsi sul terreno e Soraya non voleva sporcarsi ulteriormente.
Delle guardie corsero verso di lei e si fermarono impietrite non appena videro ciò che giaceva a terra.
Quello che sembrava fosse l'ufficiale di grado più alto tra i tre le si avvicinò.
"Maestra Jedi, va tutto bene?"
Soraya sentiva di essere sbiancata e le sue gambe erano arretrate da sole verso la parete più vicina, dove vi si appoggiò con la schiena.
"Sì, tutto bene capitano"
In realtà non andava tutto bene. In quanto Jedi lei doveva preservare la vita. Ma quella sera c'erano state troppe morti per i suoi gusti. E lo spettacolo a cui aveva appena assistito l'aveva scossa un po'.
Il capitano non fece caso alla sua bugia, o forse ci credette, e volse lo sguardo verso il cadavere.
"Cos'è successo?"
Soraya si raddrizzò e cercò di riprendere il controllo di sé.
"L'avevo paralizzata per evitare che fuggisse ma ha estratto il senbon che le avevo lanciato e si è uccisa per evitare di essere arrestata. Era scossa per la morte del compagno"
Il capitano osservò la scena per qualche secondo, ammutolito, poi si girò verso i due subalterni alle sue spalle.
"Prendete una branda per rimuovere il cadavere e chiamate qualcuno per pulire il sangue prima che qualche curioso venga a sbirciare"
I due soldati, un umano e un twi'lek, si misero sull'attenti e scattarono verso l'esterno per eseguire gli ordini.
"Grazie maestra Jedi", disse il soldato prima di allontanarsi.
"Capitano?"
"Sì?", l'uomo si girò.
"Nel palazzo qui di fronte, troverete in una grande sala un uomo morto. Vi prego di riportarlo su Mandalore, dalla sua gente. Si chiama Torius"
Il capitano la guardò sorpreso per un attimo, poi si riscosse e le fece un inchino con la testa.
"Sarà fatto"
Il capitano si allontanò ma dopo pochi passi si fermò nuovamente.
"Ah, i tre ragazzini sono fuori che la stanno aspettando, stanno bene"
"Grazie capitano, li raggiungo tra poco"
Quando vide l'uomo allontanarsi, Soraya si accovacciò sul corpo di Rania.
Non voleva andasse così. In un certo senso si sentiva responsabile.
Forse se non avesse lanciato quel senbon...
Soraya scosse la testa. Quella donna avrebbe ucciso Exun e Noal e magari anche la sua Padawan. La Forza aveva fatto il suo corso, doveva accettarlo.
Soraya con la mano chiuse gli occhi della ragazza e si incamminò verso l'uscita, incrociando i sue soldati di prima.
Mentre usciva, una tiepide luce cominciava a colorare il cielo di rosa. Era l'alba. Un nuovo giorno stava iniziando.
"Maestra!"
Nihall le corse incontro e si fermò davanti a lei, guardandola spaventata.
"Maestra... Tutto bene?"
Soraya si accorse dallo sguardo della sua Padawan che qualcosa non andava. Si guardò la veste e scoprì di essere piena di chiazze di sangue.
Quando Rania si era pugnalata con il senbon, gli schizzi di sangue le erano finiti addosso. Sembrava che anche lei avesse ricevuto un colpo fatale.
"Sì, Padawan, sto bene. Non è il mio", la rassicurò.
Nihall le fece un timido sorriso. In lontananza Soraya vide Noal seduto su uno dei veicoli dei soldati ed Exun davanti a lui che lo rassicurava. Soraya si diresse nella loro direzione.
"Va tutto bene Noal?"
Il bambino le sorrise e fece sì con la testa, stringendosi nella coperta che qualcuno gli aveva offerto.
"Cosa è successo mentre ero via?"
Il sorriso sparì dalla bocca del bambino.
"Qualche minuto dopo che ve ne siete andate quella donna ha bussato alla mia porta. Si è finta voi e mi ha detto che giù c'era Exun che mi aspettava. All'inizio ero un po' diffidente però lei è stata convincente... E quando ho aperto la porta mi ha tramortito. Non ricordo più nulla se non quando mi sono svegliato e voi eravate lì", raccontò impaurito il bambino.
Soraya sospirò.
"Noal, ti avevo detto di non aprire a nessuno, se non a me. Dovevi accertarti meglio che fossi io"
"Mi dispiace", si scusò con voce piccola il bambino, accucciandosi nella coperta che gli era stata offerta.
Soraya sospirò di nuovo e sorrise. Non poteva arrabbiarsi con quel bambino. Ne aveva passate tante.
"Dove ti fa male?"
Noal indicò un punto sulla sua nuca, dove effettivamente spuntava un grosso bernoccolo rosso.
Soraya prese dalla sua cinta una fiala con un po' di bacta. Il liquido azzurrino sembrava scintillare alla luce rosata del nuovo giorno. Soraya svitò la fiala e con il contagocce si versò sue docce sulla mano destra. Richiuse la fiala, la ripose nella cinta e con la mano imbevuta di bacta sfiorò la testa di Noal dove aveva indicato.
Soraya utilizzò la Forza per calmare il dolore del bambino, spingendo il bacta ad entrare nei pori della sua pelle. Era una tecnica che aveva imparato nei suoi lunghi viaggi durante il suo Cavalierato, lo usava quando aveva una ferita che le impediva di utilizzare al meglio le proprie capacità mentali e fisiche. In quel modo riusciva a diminuire il dolore e a concentrarsi di più per un determinato lasso di tempo.
"Va meglio?"
Il bambino era rimasto a bocca aperta durante tutta quella azione e Soraya poteva ben capire il perché. Quella particolare pratica oltre a far bene era anche rilassante.
Noal si riscosse e annuì.
"Maestra, che cosa ha fatto?", chiese curiosa Nihall.
"Serve a calmare un dolore pulsante o una bruciatura che ti impedisce di pensare lucidamente a ciò che accade. L'ho brevettato io. Ma non dura per sempre, tra qualche ora sparirà", e spiegò il procedimento da utilizzare.
Nihall la ascoltò sorpresa. C'erano tante cose che ancora disconosceva della Forza!
"Bene, la prossima mossa qual è?", chiese Exun incrociando le braccia.
Soraya si rabbuiò. Quello era un bel problema.
"Purtroppo siamo in un vicolo cieco. Non so quale sia il prossimo pianeta, Torius stava per rivelarmelo quando è spirato"
Exun si appoggiò nervosamente su una gamba e su un'altra. Nihall parve accorgersene.
"Cos'è che le ha detto, Maestra?", chiese la Padawan.
"Ha nominato un certo Wray Ghenahi. E ha balbettato qualcosa con Yle ed a... Ma non so cosa possa essere. Un nome, un pianeta, una razza o un'altra setta... Siamo in un punto fermo", ammise sconsolata Soraya.
"Yle... a...", meditò Exun.
"Tu hai mai sentito Torius parlare di qualcosa del genere? O di questo Wray Ghenahi?", gli chiese Soraya.
Exun scosse il capo, sconsolato.
"Non ero così vicino a Torius da sapere queste cose. Quando mi hanno preso con loro sono stato affidato ad alcuni di loro, Torius l'ho visto solo un paio di volte. Non so chi possa essere questo tizio né per cosa stia Yle-a"
Soraya sospirò sconsolata.
Di lì a quel passo non avrebbero più trovato Xander Fong e sua figlia Leah. Se non avessero aguto in fretta presto le loro tracce sarebbero sparite per sempre.
"Deve esserci una traccia, qualcosa!"
La maestra venne interrotta dai soldati che stavano trasportando la salma di Rania. Noal trattenne il respiro ed Exun lo allontanò per fargli distogliere lo sguardo.
Soraya si allontanò dai ragazzi e si avvicinò ai soldati.
"Il terreno è sgombro, Maestra, abbiamo sistemato tutto. Ehm... Il proprietario vorrebbe essere pagato anche dei danni", ammise imbarazzato il capitano.
Soraya sospirò. Ci mancava solo questa.
"Grazie capitano. Mi raccomando per quella questione"
"Certo Maestra, non si preccupi"
Si avviarono entrambi verso le vetture e quando sembrava tutto pronto perché se ne andassero, il capitano si voltò.
"Serve altro Maestra Jedi?"
"No, penso che abbiam..."
"Una mappa!", gridò Noal.
Soraya si voltò stupita.
"Perché?"
"Ho capito cosa vuol dire Yle-a! Io l'ho già sentito, so cos'è!"
Soraya rimase interdetta un secondo, poi si voltò verso il capitano.
"Una mappa, presto!"
"Ma... Mappa di cosa? Del pianeta, della zona..."
"Una mappa di questo sistema!", ordinò Noal sicuro di sé. Il capitano sembrava stupito tanto quanto la Maestra Jedi.
"Mmh ok, una mappa del sistema Hutt, presto!", ordinò il capitano ai soldati. Uno di loro si avvicinò con un piccolo dispositivo circolare e lo consegnò a Soraya. La donna presse un pulsante che accese il dispositivo e proiettò un ologramma con una mappa stellare che presantava una decina di pianeti e numerose lune e asteroidi.
"Bene, Noal, ora che hai la tua mappa dicci che hai scoperto"
"Yle-a non è una persona...", disse Noal osservando la mappa come per cercare qualcosa.
"Ah! Trovato!", gridò il bambino indicando un punto nella mappa.
Noal aveva ragione. Yle-a non era una persona. E nemmeno un gruppo di persone.
Finalmente avevano una traccia da seguire.
Yle-a era un pianeta.
Ylesia.


























































































Angolo dell'autrice

Bonsoir!
Spero che il capitolo sia stato di vostro gradimento!
Questi ultimi tre capitoli sono stati un po' macabri, lo ammetto, nonostante lo splatter non mi faccia impazzire però mi sono divertita a scriverli, dai xD
Ho notato che l'ultimo capitolo non è stato granché calcolato ^^" e vabbè, forse non è stato di vostro gradimento. In tal caso mi farebbe piacere sapere cosa per voi non va bene così da migliorarmi sempre di più.
A tal proposito purtroppo non sono riuscita ad andare avanti, complici anche gli impegni universitari, perciò il prossimo aggiornamento slitterà di un'altra settimana.
Vi lascio ai link utili perché purtroppo non so che dire, sono delusa da me stessa 😔 spero che questa situazione si sblocchi al più presto.
Eccovi i link utili, nel caso vogliate seguirmi:


Il prossimo aggiornamento è previsto per giorno 19 Dicembre.
Alla prossima!
Vostra

Sylvia Naberrie

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Capitolo 30
*** Ylesia ***



CAPITOLO 30
"YLESIA"


Soraya, Nihall, Noal ed Exun si diressero verso la piattaforma dove avevano fatto atterrare la Fregata. Soraya aveva pagato i danni all'ostello del Nemodiano. Come aveva immaginato, l'affitto e il costo dei danni erano stati piuttosto ingenti, ma Soraya possedeva ancora abbastanza crediti per terminare la missione.
Poco prima Exun aveva raccontato loro degli orribili interventi che venivano effettuati nel laboratorio di Torius. Al solo udire ciò, Nihall era esplosa dalla rabbia. Soraya sapeva che la connessione tra la sua Padawan e le creature della galassia erano molto stretta. Nihall amava tutte le creature e sapere che venivano brutalmente sfruttate in quel modo, soprattutto se non senzienti e incapaci di difendersi, faceva ribollire la sua Padawan di rabbia.
Avevano avvertito di ciò le autorità, che promisero che le creature sarebbero state curate e portate in un luogo sicuro dove si sarebbero presi cura di loro. Solo allora Nihall sembrò tornare più serena.
"Quindi l'attività principale del gruppo di Torius era il contrabbando di Spezie?", chiese Nihall a Exun.
"Sinceramente non saprei... Quando ero da loro non si fidavano abbastanza di me da mettermi al corrente dei loro traffici. Mi mettevano più che altro a lavorare nelle cucine. Ma da quello che mi sembra di aver visto, sì, erano più che altro contrabbandieri"
"Quando siamo arrivati su questo pianeta avevo visto un camion trasportare quegli eopies. Sono sicura fossero loro", mormorò arrabbiata Nihall, stringendo i pugni.
'Eppure... Torius ha detto 'Siamo la setta che aiuta i propri fratelli a perpretare le loro vendette'. Dubito facessero solo contrabbando...', pensò Soraya. Giunsero alla nave, Soraya si mise ai comandi e dietro di lei i ragazzi stavano ad osservare. Soraya inserì le coordinate per il pianeta Ylesia.
"A proposito, Noal, come mai sei così sicuro che dobbiamo andare lì?", chiese la maestra Jedi.
Noal arrossì.
"Ricordo che quando ero ancora su Ganath e ci hanno allontanati, uno degli uomini ha detto che il loro capo doveva andare a Ylesia, perché c'era stato un contrattempo. Fino a qualche minuto fa avevo rimosso questo dialogo, ma ora mi è tornato in mente sentendo quelle quattro lettere"
"Yle-a... Ben fatto, Noal", sorrise la donna.
Noal arrossì nuovamente.
"Bene, ho inserito le coordinate. Avviso la torre di controllo che siamo pronti a lasciare il pianeta. Voi iniziate ad allacciarvi le cinture"
I tre ragazzi si posizionarono nei sedili che si trovavano nella pancia della nave, Exun e Noal vicini e Nihall di fronte a loro. Non appena Soraya vide che tutti si erano assicurati adeguatamente, accese l'interfono.
"Qui Fregata di Coruscant AA-9 a torre di controllo DS75, richiesto permesso di partire"
"Qui torre di controllo DS75 a Fregata di Coruscant AA-9, permesso accordato", gracchiò l'interfono.
Soraya accese i motori e lasciò quel pianeta.
La donna sospirò. Sembrava essere passato un secolo da quando erano partiti. Erano successe tante cose e purtroppo si erano lasciati indietro una scia di sangue.
'Va a finire che verrò espulsa dall'Ordine. Anche se in molti casi non è stato a causa mia... Ma dovrò fare comunque attenzione. Non devo più fallire'
Soraya inserì il pilota automatico.
"Vado a darmi una ripulita. Se vedi qualcosa di anomalo, avvertimi immediatamente", disse Soraya a Nihall. La Padawan annuì sganciandosi le cinture e sedendosi nel posto del secondo pilota.
Noal ed Exun la raggiunsero.
"Gran bella nave. Ma voi Jedi non utilizzate altri tipi di trasporto? Questa Fregata non vi si addice", commentò Exun osservando la plancia di comando.
"È quello che ho pensato anch'io. La Maestra dice che questa è più spaziosa per contenere tutti"
"Tutti? Ma se siamo solo in quattro?", rise il ragazzo.
"Prima che venissimo a Da Soocha V c'era anche tua madre con la tua sorellina. Akij si chiama, giusto?"
Noal annuì. Nihall vide Exun serrare le labbra.
"Stanno bene?", chiese con voce sommessa, guardando altrove. Nihall sorrise.
"Sì. Fortunatamente loro non sono state catturate, siamo arrivati giusto in tempo. Tua nonna purtroppo non ce l'ha fatta però. Ha sacrificato la sua vita per salvare Akij e Yiram. Adesso loro due sono a Naboo, la Maestra ha assegnato una missione a tua madre"
Exun annuì e si allontanò ad osservare la nave.
Nihall sapeva che in realtà il ragazzo era preoccupato per il resto della sua famiglia, nonostante non volesse darlo a vedere, e il sapere che la madre e la sorellina più piccola stessero bene l'aveva rincuorato.
Nihall venne distratta da una sagoma che cominciava a profilarsi davanti a lei.
Il pianeta Ylesia era di un verde scuro con chiazze giallognole e con poche zone occupate dall'acqua. Era un pianeta abbastanza contraddittorio: mostrava zone occupate da fitte foreste pluviali e altre da deserti.
La capitale si trovava al limitare di uno di questi.
"Vado a chiamare la Maestra", avvertì Nihall alzandosi dal sedile di secondo pilota per avviarsi verso il retro della nave.
"Non c'è bisogno, sono già qui", la fermò Soraya avvicinandosi alla plancia e prendendo il controllo della nave.
Cercò una zona desertica poco lontano dalla città. Stavolta voleva tenere i ragazzi lontano i pericoli della città. Dentro la nave sarebbero sicuramente stati al sicuro.
Trovato il luogo più adatto, Soraya iniziò le manovre di atterraggio, spense i motori e aprì il portellone.
Vide subito i ragazzi fare per seguirla e li fermò subito.
"No, stavolta voi starete qui, voglio dare prima un'occhiata e non voglio perdervi tutti"
Nihall protestò.
"Maestra, e io?"
"Ho già pensato che compito darti. Ricordi la foto che abbiamo visto nell'appartamento di Yiram Fong?"
Nihall fece mente locale e dopo qualche secondo annuì.
"Ricordi il viso di Leah?"
"Sì, Maestra"
"Perfetto. Vorrei mi facessi un suo ritratto. Chiederemo in giro. È un modo forse più veloce per trovarla"
"Maestra... Non voglio mettere in dubbio il vostro giudizio, ma... Non attireremo un po' troppo l'attenzione?", chiese Nihall perplessa.
Soraya sorrise.
"È proprio questo quello che voglio"
Nihall strinse le labbra, perplessa.
Dove voleva andare a parare la sua maestra?
"Mentre voi due...", Soraya si girò verso i due ragazzi e aggrottò le sopracciglia. Erano conciati proprio male.
Noal aveva una casacca infilata dentro a dei calzoni, entrambi completamente sporchi di sabbia, sudore e sporcizia varia. Exun aveva una camicia strappata in alcuni punti e dei pantaloni con varie chiazze di sangue rattrappito.
"Vi compro degli abiti nuovi", convenne Soraya.
"Mi raccomando Padawan, sei tu al comando. Sempre all'erta, in caso ci siano problemi chiamami al comlink", disse Soraya poco prima di uscire. Il portellone si chiuse alle sue spalle.
Nihall sospirò.
Voleva essere d'aiuto alla sua maestra, ma a quanto pare quella volta voleva fare da sola.
E così si mise all'opera.

Soraya aveva fatto bene a lasciare i ragazzi nella nave.
Ylesia era quanto più simile a Nar Shaddaa. Vari alieni che parlottavano fra loro la squadrarono. Soraya si tirò su il cappuccio. Ancora non era arrivato il tempo di farsi notare.
Prima di comprare gli abiti per i due ragazzi decise di fare un giro della città per vedere se trovava informazioni interessanti utili per la missione.
Non si accorse che una figura la stava seguendo.

Nihall sistemò l'ultimo abbozzo e lo osservò soddisfatta. Noal le si avvicinò e sbirciò la sua opera.
"Wow, Nihall! È davvero somigliante!", ammirò il bambino.
"Dici davvero?", arrossì la zabrak.
Mentre Noal annuiva convinto, Exun, incuriosito, le si avvicinò e guardò il ritratto della sorella, strappandole il foglio dalle mani.
"Mh... Leah ha gli occhi più a mandorla. E il naso meno paffuto", commentò.
Nihall lo guardò tra l'infastidito e l'ammirato.
"Per essere uno che non sopporta la sua famiglia, ti ricordi abbastanza bene la loro faccia", commentò la Padawan riprendendosi il foglio e correggendo gli errori.
Exun la guardò infastidito.
"Ho solo una buona memoria", replicò.
In quell'istante un bip insistente terminò il bisticcio dei due ragazzi.
Era il segnale che avvertiva l'arrivo di un messaggio alla nave.
Nihall sentì il cuore batterle forte. E se fosse stato un nemico?
Controllò chi fosse il mittente.
Proveniva da Naboo.
"Non l'ascolti?", chiese titubante Noal.
"Prima dovrei avvisare la maestra...", rispose Nihall prendendo il comlink.
Dopo pochi secondi rispose Soraya.
"Sì?"
"Maestra, abbiamo ricevuto un messaggio da Naboo, che faccio? Ascolto o aspetto che venga lei?"
"Puoi ascoltarlo. Arrivo subito"
La chiamata si interruppe.
Nihall si avvicinò al proiettore di olocrone. Presse un paio di pulsanti e si allontanò per ascoltare il messaggio.
Ciò che vide la lasciò a bocca aperta.
Aveva una copia della sua maestra proiettata davanti ai suoi occhi, solo con capelli sciolti, le guance più scavate, senza la cicatrice, con abiti sfarzosi e seduta in una specie di trono galleggiante.
"Soraya, sono riuscita a portare via tutti i bambini da Ganath. Di molti di loro sono riuscita a trovare la loro famiglia e riportarli a loro. Di altri purtroppo non sappiamo come fare perciò li ho mandati in una struttura sicura che si occuperà di loro a tempo indeterminato. La regina mi ha aiutato e siamo riuscite a trovare delle persone che si prenderanno cura di questi poveri bambini. La donna che è venuta con loro in questo momento è ospite nella mia casa, nonostante cerchi in ogni modo di raggiungerti. Le ho detto di pazientare, che non tarderai a consegnarle la sua famiglia. Spero che la missione proceda bene. Mi raccomando sorella. Che la Forza sia con te"
La chiamata si interruppe lasciando i tre ragazzi sbigottiti per quella visione.
Soraya giunse proprio nell'istante in cui la comunicazione si chiuse.
Sorrise vedendo le facce dei ragazzi, immaginando chi avessero visto.
Porse ai due ragazzi gli abiti puliti e ordinò loro di andarsi a lavare e cambiare e andò al proiettore per riascoltare il messaggio.
Finito questo mandò una risposta a Naboo e infine si girò verso la Padawan.
"Troppo sconvolta?", ironizzò.
"Non sapevo aveste una gemella"
"Non me l'hai mai chiesto", replicò Soraya facendole un'occhiolino.
Nihall guardò perplessa la sua Maestra. Voleva chiederle come mai la sua gemella non potesse camminare, ma venne interrotta dalla rossa.
"Ho trovato alcune persone a cui far vedere il tuo ritratto. Secondo me nascondono qualcosa"
"Vengo con voi!", affermò determinata la zabrak. Soraya sospirò.
"Preferirei restassi a far la guardia alla nave e ai ragazzi"
"Ma..."
"Niente ma. Per stavolta andrà così"
Nihall guardò risentita la sua maestra prendere il ritratto e uscire nuovamente senza di lei.

















































































Angolo dell'autrice

Salve a tutti!!
Chiedo perdono per aver saltato l'aggiornamento di ieri, a mia discolpa dico che ero stata invitata insieme ad aven90 ad un seminario per parlare di fanfiction, strano ma vero!
Bien, ci avviamo verso la ricerca degli ultimi due membri della famiglia Fong, Xander e Leah! Riusciranno Soraya e Nihall a trovarli? Chissà! 😁
Purtroppo il prossimo aggiornamento sarà sempre tra un mese, gli impegni universitari invece di diminuire sono aumentati, perciò non ho avuto un attimo di tempo neanche per poter scrivere un nuovo capitolo, sono indietrissimo. Spero tanto di riuscire a sbloccarmi 😔
Ma non voglio deprimervi con la mia vita noiosa!
Alors, dato che non ci sarà un aggiornamento vicino Natale, auguro a tutti voi Buone Feste, un sereno Natale e un inizio di 2018 con i fiocchi!
Il prossimo aggiornamento sarà giorno 20 Gennaio 2018.
A presto e buone feste!!
Vostra

Sylvia Naberrie

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Capitolo 31
*** Interrogatori ***



CAPITOLO 31
"INTERROGATORI"


Soraya nel suo giro di perlustrazione aveva incontrato un Dug e un Rodiano che bevevano in una taverna.
Sarebbero stati due individui come tanti altri se non fosse stato per la spilla che portava il Rodiano nella cintura. Era la stessa spilla che portava Cheng nel cappello e von la stessa effigie nell'anello di Othar Wung.
Quei due tizi facevano sicuramente parte della D'ha Kiram.
Soraya si avvicinò a loro, tenendo alta la percezione della Forza. Doveva stare attenta.
Si avvicinò al Dug sollevando il ritratto che aveva eseguito la sua Padawan.
"Scusate, sapreste dirmi se avete visto questa ragazza?", chiese la Jedi.
Vide i due individui scambiarsi un veloce sguardo e fare cenno di no con la testa.
"Siete sicuri? È molto importante", insisté Soraya. Sapeva che per far sì che l'esca abboccasse doveva stuzzicarli.
"Non abbiamo visto nessuna ragazza, e ora smamma!", le rispose il Dug nella sua lingua agitando una zampa. Soraya sollevò le mani fingendo paura e allontanandosi.
Decise di stuzzicarli ulteriormente.
Continuò a chiedere alle persone nella taverna se avessero visto la ragazza ritratta. Con la coda dell'occhio vide il Dug e il Rodiano dirsi qualcosa e uscire dalla taverna.
'Bingo'
Dopo poco, uscì anche lei. Trasse un profondo respiro e cercò di mettersi il più possibile in contatto con la Forza.
Ripose il ritratto in una delle tasche della cintura e in un'altra prese un senbon.
Ne erano rimasti solo tre. Doveva fare attenzione a non sprecarli.
Cominciò a dirigersi fuori città, dove aveva lasciato la nave e nascose dentro la manica il senbon.
Sentiva che i due individui di prima la stavano seguendo. Inoltre... Soraya sentì la presenza di altre due persone di cui non si era accorta prima. Non le sarebbero bastati i senbon.
Si fermò in mezzo alla strada. Aveva sentito una perturbazione nella Forza. E infatti, pochi secondi dopo, capì che il Rodiano era passato all'attacco.
Nonostante il fucile dell'individuo avesse il silenziatore, Soraya sentì il clic del grilletto.
Poco prima che il laser la raggiungesse, fece scivolare una gamba a terra e piegò l'altra. Il laser colpì il terreno, creando un foro nero nel terreno sabbioso.
Grazie a quel colpo, Soraya poté individuare di preciso la posizione del Rodiano.
Si trovava in alto, sul tetto di un'abitazione di due piani. Aveva un fucile da cecchino.
Con lo slancio che aveva ricevuto non appena si era piegata, Soraya si girò in direzione del Rodiano e con forza lanciò il primo senbon. La Jedi si lasciò sfuggire un'esclamazione infastidita.
Un attimo prima che il senbon lo raggiungesse, il Rodiano si era spostato e anziché colpire il braccio che aveva premuto il grilletto Soraya aveva preso il mirino del suo fucile da cecchino.
'È un cecchino. Non potrà più colpirmi ora che so la sua posizione e non ha più il mirino', pensò Soraya. Ma la sua supposizione si rivelò falsa.
Il Rodiano, ormai allo scoperto, scese per strada e cominciò a sparare a raffica con un blaster. Soraya decise di attivare una spada laser per deviare i colpi.
"Scappate!", gridò alla gente in strada. Gli abitanti della città seguirono il suo consiglio e si ritirarono in luoghi sicuri, lontano dai colpi di blaster.
Soraya, impegnata a deviare i laser, si accorse con un millesimo di secondo in ritardo dello sguardo che il Rodiano aveva lanciato alla sua destra.
Poco prima di voltarsi, Soraya venne colpita alla testa da un pugno lanciato dal Dug. Alle sue spalle due Gamorreani brandivano le loro tipiche asce.
Soraya, un po' intontita dal colpo ricevuto, cercò di riprendersi prima che il Dug tornasse all'attacco con un altro pugno. Dalla tasca estrasse gli ultimi due senbon.
Poco prima che il Dug calasse il secondo pugno, Soraya conficcò un senbon in una delle zampe anteriori che l'alieno utilizzava per stare in piedi. Il Dug gridò di dolore e indietreggiò zoppicando. Soraya estrasse il senbon e lo lanciò insieme all'ultimo rimasto verso i due Gamorreani che si stavano avvicinando pericolosamente brandendo e agitando le loro asce. Ne colpì uno all'occhio e l'altro alla gola. Dopo pochi istanti i due stramazzarono a terra morti.
Un brivido la vece voltare.
Il Rodiano stava correndo per prendere la spada laser che le era caduta durante la colluttazione con il Dug. Soraya la riprese con la Forza e deviò i laser che il Rodiano aveva ripreso a spararle. Lentamente gli si avvicinò e non appena fu abbastanza vicina gli tagliò l'arma a metà, gli sferrò una ginocchiata all'addome e lo tramortì sbattendogli l'elsa della spada sulla fronte.
Un altro brivido raggiunse Soraya e un altro pugno la raggiunse prima che potesse scansarlo. La spada laser le volò di nuovo dalle mani.
Il Dug l'aveva colpita al fianco e Soraya rotolò lateralmente, stringendosi la parte colpita con la mano sinistra. Raccolse la spada prima che lo facesse il Dug, che era tornato all'attacco e stava caricando nella sua direzione, furioso più che mai.
Poco prima che un altro pugno potesse raggiungerla, Soraya scivolò verso terra, inclinando la schiena all'indietro e roteò la spada tagliando gli arti posteriori del Dug che utilizzava come mani. Con una ginocchiata lo mise KO.
Si avvicinò all'alieno tenendo l'elsa al contrario e avvicinandola alla gola del suo avversario.
"Bene, adesso dimmi cosa sai di quella ragazza"
"Non dirò un bel niente a una sporca Jedi", la insultò il Dug nella sua lingua.
Soraya avvicinò lentamente la lama alla gola dell'alieno. Si sentì un leggero sfrigolio e si sollevò un filo di fumo dalla gola del Dug.
"Ci tieni alla tua pellaccia o no?"
Il Dug non rispose, pur facendo una smorfia di dolore.
"Allora penso vorrai far visita a Othar Wung, Torius e tutti i tuoi amici della D'ha Kiram che sono periti grazie a questa spada"
Il Dug la guardò sorpreso.
"Tu menti"
"Affatto. Conosco anche Wray Ghenahi, e presto anche la mia spada farà la sua conoscenza"
Il Dug si agitò.
"Wray è pericoloso. Non riuscirai ad arrivare a lui"
"Tu dici? Vedremo... Anzi, lo vedrò solo io perché se tu non parli non vedrai più niente d'ora in poi"
Il Dug continuò a rimanere in silenzio.
"Anzi, sai che ti dico? Ti lascerò vivere. Ma non appena incontrerò Wray dirò che è stato grazie a te che l'ho incontrato"
"No. Aspetta"
"Vedo che inizi a capire"
"Quel Wray è interessato a quella ragazza. Ha detto che nessuno di noi dovrà partecipare, a meno che non ce lo ordinerà lui"
"Partecipare a cosa?"
"Alla gara per vincerla"
"Vincere cosa? La ragazza?", chiese perplessa la Jedi.
"Sì. È stata messa in palio al primo premio insieme ad altri nove schiavi. A Wray non interessano gli altri, lui vuole lei"
"Perché è così interessato alla ragazza?"
"Io non lo so. Forse lui è innamorato di lei. O forse la vuole come schiava di piacere", sogghignò il Dug.
Soraya fece una smorfia disgustata.
"Dov'è questa corsa?"
"Al campo a nord della città. In periferia"
"Sai dove tengono quegli schiavi?"
"No"
Soraya valutò se credergli o meno, ma il Dug sembrava sincero. Decise di mollare la presa.
"Vedi di non farti più rivedere", gli ordinò. Il Dug la insultò sottovoce nella sua lingua.
Soraya decise di ritornare alla nave.
Doveva trovare una sistemazione migliore per i ragazzi. Si trovavano nella parte opposta indicata dal Dug e Soraya non voleva che stessero così lontani da lei.
Inoltre avvertiva un brutto presentimento.

Il Dug riuscì a svegliare il Rodiano che lo condusse nella baracca che utilizzavano come quartier generale. Si fece fasciare le zampe mutilate.
Giurò che l'avrebbe fatta pagare a quella schifosa Jedi.
In quel momento, una figura gli si avvicinò.
Portava una tuta grigio scuro che gli copriva la testa e la bocca. Solo gli occhi e il naso erano scoperti. La tuta lasciava intravvedere il suo fisico slanciato e tonico.
Non appena fu abbastanza vicino da poter osservare le bruciature nelle zampe del Dug, si sollevò i lembi della tuta che gli coprivano il viso.
Aveva fluenti capelli biondi e occhi verde foglia. Il Dug trattenne il respiro.
Era Wray Ghenahi.
"Cosa ti è successo?", chiese infastidito. Il Dug sapeva che non era benché interessato alla sua sorte. Wray aveva sicuramente riconosciuto i segni delle scottature di una spada laser.
"Una Jedi signore. Cercava la ragazza"
Wray si lasciò sfuggire un'imprecazione.
"Ci ha trovati! Vorrei proprio sapere chi sia stato la feccia che mi ha tradito. Vedete di farla tacere per sempre! Non ammetto errori!", gridò furioso l'uomo, buttando a terra tutto quello che si trovava sul tavolo davanti al Dug.
I suoi occhi sembravano dardi verdi pronti a scagliare maledizioni. Se la morte avesse avuto un colore, sarebbe stata sicuramente il verde dei suoi occhi.
Mentre gridava, il naso dell'uomo si arricciò contribuendo a rendere grottesco il suo viso che fino a un attimo prima era stato affascinante.
Tutti temevano Wray.
Aveva una personalità particolare e abilità e forza al di fuori dei comuni esseri umani. Li avrebbe uccisi tutti solo per il puro piacere di farlo.
Ma nonostante ciò nessuno aveva il coraggio di liberarsene.
Era infatti solo grazie alle sue doti di spionaggio che la D'ha Kiram riusciva a continuare a vivere. Era utile ma allo stesso tempo terribilmente letale. Una serpe pronta a colpire
Il Dug deglutì spaventato.
Se Wray avesse scoperto che aveva rivelato alla Jedi della corsa, l'avrebbe sottoposto a indicibili torture prima di fargli la grazia di ucciderlo. Fortunatamente aveva pensato di darle una falsa pista, ma aveva comunque rivelato un dettaglio importante.
Ripensò a quello a cui aveva assistito fino a un'ora prima.
Prima che la Jedi attirasse l'attenzione su di sé, lui l'aveva notata in una delle strade.
Si era subito accorto del luccichiò all'altezza dei fianchi della donna e aveva compreso che quello che la donna portava era una spada laser. Perciò l'aveva pedinata fino a trovare la sua nave. Capendo che una simile persona non poteva che portare guai, aveva ordinato a due suoi fedelissimi di piantonarla senza farsi vedere e attendere sue istruzioni.
Forse poteva rimediare senza che Wray scoprisse niente.
"Ci penserò io, signore. Non fallirò"
"Sarà meglio per te, o ti ritroverai mutilato delle ultime zampe che ti restano e striscerai a vita come un inutile animale", sputò Wray sulla faccia del Dug, tremando di rabbia.

"Nihall, ragazzi, venite. Ho trovato una pista, ma si trova troppo lontano e non voglio stiate troppo distanti da me"
Soraya era appena salita sulla nave. Ma un pensiero urgente le pulsava nella mente.
"Maestra, va tutto bene?"
"No. Ho un brutto presentimento. E dobbiamo andarcene subito di qui"
Exun e Noal annuirono. Tutti e quattro uscirono dalla nave e presero il primo sprinter che trovarono. Soraya armeggiò sotto al volante finché non riuscì a metterlo in moto.
"Maestra, ma non è rubare questo?"
"No, se è per una buona causa", sorrise la Jedi.
Qualche minuto dopo, una grande esplosione squarciò l'aria alle loro spalle. Soraya fermò il mezzo e si girò.
Dove erano atterrati fino a qualche ora prima si stava alzando una grande nube di fumo nero, con fiamme e detriti.
La Fregata di Coruscant AA-9 era appena saltata in aria.


















































































Angolo dell'autrice

Salve gente! Buon anno a tutti!
Anche se in ritardo, ma vabbè, è il mio primo aggiornamento del 2018! :3
Spero abbiate passato un buon inizio dell'anno! Io sì, finalmente l'ho potuto festeggiare con il mio fidanzato per la prima volta, ero felicissima :3
Ma bando alle ciance!
Alors, questo è uno dei capitoli che preferisco e spero sia piaciuto tanto anche a voi. Adoro i combattimenti, l'azione, l'adrenalina! E penso che qua ci siano tutti! :3
Combattere corpo a corpo con un Dug non sembra facile, Soraya ne ha "abbuscate" (come si dice al mio paese) parecchie ^^"
Spero vi sia piaciuto il colpo di scena finale 😁
E ora finalmente facciamo la conoscenza del famoso Wray Ghenahi! L'autore di tutto sto casino. Chissà perché è tanto interessato a Leah Fong. Il primo che lo indovina avrà un biscotto!
Bien, spero vi sia piaciuto questo capitolo, vi ringrazio sempre per leggermi, commentarmi e quant'altro :3
Il prossimo aggiornamento è previsto per il 20 Febbraio.
Grazie ancora a tutti! :3
A presto!
Vostra

Sylvia Naberrie

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Capitolo 32
*** Negoziazione ***



CAPITOLO 32
"NEGOZIAZIONE"



Soraya strinse il volante dello speeder.
"Maestra...", la voce di Nihall tremò di paura.
"Lo so, Padawan"
Se non fosse arrivata in tempo, a quest'ora non solo la nave sarebbe saltata in aria, ma tutti loro.
Però questo in un certo senso la rassicurava. Erano nel posto giusto.
Lo speeder sfrecciò lungo la capitale desertica di Ylesia. Le case e le botteghe erano basse e al massimo avevano due piani. Con il caldo di quella città, si preferiva non avvicinarsi troppo alla stella che fungeva da sole.
Soraya trovò uno spazio adatto a parcheggiare lo speeder e osservò intorno a lei. C'erano molte rigatterie e botteghe. All'inizio Soraya pensò di trovare un altro ostello dove portare i ragazzi, ma ripensò alla nave esplosa e ai fatti avvenuti a Da Soocha V.
Ma allora che fare?
"Restate dietro di me", ordinò loro la Jedi. Doveva elaborare un piano, si sentiva scoperta. Erano nella tana del lupo e non avevano via di fuga né luogo dove rifugiarsi.
All'improvviso qualcosa attirò la sua attenzione.
O meglio, qualcuno.
In una delle botteghe aveva notato un Kiffar.
Qualche anno prima di ritornare al Tempio Jedi, prima di prendere Nihall come Padawan, a Soraya era stata assegnata una missione insieme ad un altro Jedi e il suo Padawan togruta. Tra i vari informatori segreti che figuravano quella missione, c'era un Kiffar di nome Rori abile nello scambio di identità. E quello somigliava proprio all'alieno che sostava nel negozio di fronte a lei.
"Nihall, ragazzi, venite con me", ordinò la Jedi osservando il Kiffar.
I Kiffar erano alieni umanoidi con carnagione scura e particolari pitture facciali. Quello che stava osservando Soraya aveva dei capelli neri tenuti a dread fino alle spalle, e il viso incorniciato da un tatuaggio particolare, color miele, che risaltava sulla sua pelle mulatta. Il tatuaggio andava dalla porzione destra della fronte, attraversava il sopracciglio e la palpebra destra e arrivata sotto l'occhio piegava in linea retta fino alla guancia sinistra, attraversando il naso, a formare una sorta di L.
L'alieno sostava davanti la sua bottega intento a guardare un holocrone sorridendo. Soraya riusciva a vedere di sfuggita l'ologramma che mostrava due Nexu che combattevano tra di loro. Il Kiffar non si accorse di lei.
"Particolari i tuoi tatuaggi".
Il Kiffar alzò gli occhi dal suo holocrone e la squadrò dalla testa ai piedi.
"Anche la tua cicatrice, Jedi", commentò con disprezzo l'alieno tornando a osservare lo schermo.
Soraya sorrise.
"È bello anche per me rivederti, Rori"
Il Kiffar sbuffò.
"Quando ci sono degli Jedi intorno vuol dire che ci sono guai per me"
"Se non hai fatto nulla di illegale non hai di che preoccuparti, no?"
Rori mugolò mentre Soraya gironzolava dentro la sua bottega.
"E comunque, non sono qui per te. Anzi, ho bisogno del tuo aiuto"
"Lo sai che non faccio nulla senza avere niente in cambio"
"Lo so. Lasciami spiegare ciò di cui ho bisogno e poi concordiamo in prezzo"
Rori la squadrò.
"Sembri preoccupata"
"Ci hanno distrutto la nave e ho bisogno di trovare una persona. Per questo ho bisogno di te"
Il Kiffar diede una sbirciata fuori guardando a destra e a sinistra.
"Entrate. Sbrigatevi!"
Soraya fece entrare i ragazzi e li seguì dentro il tugurio. Rori tirò la tenda che faceva da porta.
"Ebbene?"
"Cerchiamo una gara, non so di cosa, mi hanno detto che si svolgerà qui vicino. In palio ci sono degli schiavi e tra di loro c'è una persona che devo portar via. Tu sai niente di questa corsa?"
"Sì, e vi hanno portato nel posto sbagliato. La corsa è dall'altra parte"
"Immaginavo mi avrebbero dato una falsa pista. Bene, sai darmi qualche informazione in più?"
"Le informazioni costano", disse il Kiffar incrociando le braccia. Soraya sospirò. Non voleva perdere altro tempo.
"Cosa vuoi?"
"Un lasciapassare per Coruscant"
"Ok, ok, vedrò cosa posso fare, ora le inform..."
"No. Non rivelo un bel niente per un misero 'vedrò cosa fare'", la interruppe Rori.
"Rori, sai che se mi fai perdere tempo...", minacciò Soraya poggiando inconsciamente la mano sulla spada laser. Rori se ne accorse.
"È così che voi Jedi negoziate?", ridacchiò indicando la mano destra della Jedi. Incrociò le braccia e fece una smorfia.
Soraya cercò di calmarsi. Se voleva ottenere qualcosa doveva per forza accontentarlo. Andare a cercare altrove le informazioni sarebbe stato troppo rischioso e avrebbero potuto ucciderla insieme alla sua Padawan e agli altri ragazzi.
"Fammi mandare un messaggio al Consiglio", disse la rossa stringendo i pugni dalla rabbia.
"Prego. In fondo alla stanza c'è un HoloNet", la informò Rori con voce canzonatoria, indicandole con il palmo la parete opposta.
Mentre Soraya era intenta a contattare il Consiglio Jedi, Nihall studiava attentamente l'uomo davanti a lei, mentre Exun stringeva la mano di Noal e lo nascondeva alla vista del Kiffar. Rori, dal canto suo non degnava di uno sguardo i due ragazzi ma fece un occhiolino a Nihall, che arrossì e si voltò.
"Vedo che abbiamo entrambi dei tatuaggi tribali", commentò Rori ammirato.
"Già", rispose Nihall monocorde.
Non aveva intenzione di dar filo a quell'uomo. Se la sua maestra non si fidava di lui, nemmeno lei l'avrebbe fatto. Il Kiffar parve accorgersene e Nihall lo sentì ridacchiare.
Soraya tornò verso di loro.
"Il Consiglio ti ha dato il lasciapassare per Coruscant..."
"Sì!", esclamò soddisfatto Rori.
"... Per sole ventiquattro ore", concluse Soraya.
"Che cosa? È uno scherzo!"
"Ti ricordo che sei stato condannato dal Tribunale della Repubblica, tu dovresti essere in carcere"
Rori alzò le spalle.
"Non è colpa mia se non siete riusciti a prendermi. E adesso sono un rifugiato del sistema Hutt"
"Ragion per cui quando arriverai a Coruscant avrai due soldati che ti scorteranno per tutto il tuo soggiorno", affermò la Jedi.
Rori sbuffò.
"È uno scherzo. Non può essere. Puoi scordarti le mie informazioni", commentò facendole segno con la mano di andarsene. Soraya rimase immobile.
"Bene, informerò il Consiglio che hai rifiutato l'offerta"
Rori si fermò.
"Maledetti Jedi. Ecco perché dico che portate solo guai...", borbottò. "E va bene, accetto! Ma per tre giorni!"
"Al massimo posso concedertene due"
"Tre!"
"Due o avviso il Consiglio..."
"Aaah! E va bene! Due!", gridò frustrato Rori. Soraya sorrise.
"Visto? È così che noi Jedi negoziamo"
Nihall sentì il Kiffar imprecare sottovoce nella sua lingua.
"Bene, adesso voglio le informazioni"
Rori sbuffò.
"Va bene, ma non qui. Seguitemi"
Soraya e i ragazzi seguirono il Kiffar fino in fondo alla stanza, dove si trovava l'HoloNet, lo videro sollevare un tappeto e sotto videro una lieve sporgenza dove fuoriusciva un anello di metallo. Il Kiffar sollevò l'anello e aprì una botola.
"Entrate", ordinò loro.
"Non sono così stupida da entrare prima di te"
Rori sollevò le braccia e si calò dentro la botola. Arrivato in fondo lo sentirono gridare.
"Così va meglio?"
Soraya sospirò. Ordinò ai ragazzi di scendere prima di lei. Poi, poco prima di calarsi, cercò di sistemare meglio che poteva il tappeto sopra la botola prima di richiuderla, così se qualcuno fosse entrato in quel tugurio, nonostante lei ne dubitasse, non avrebbe notato nulla di strano.
Soraya scese la scala di legno e si ritrovò in una specie di cantina.
"Adesso ti dai al mercato di distillati?"
"Una copertura come un'altra", commentò il Kiffar alzando le spalle.
"Bene, adesso che siamo nella botola, queste informazioni me le dai o no?"
Rori sbuffò.
"La corsa è gestita dagli Hutt. Hanno portato un gran numero di schiavi catturati da ogni parte della galassia. So che dietro c'è anche una setta particolare che vuole vincere a tutti i costi"
"La Dha Kir'am"
"Probabile, non conosco il loro nome. So che sono spietati e pronti a tutto"
"Ma?"
Rori sospirò.
"Anch'io volevo partecipare, so che se rifiuti gli schiavi puoi avere un'ingente somma di denaro e mi servirebbero per tornare a Coruscant"
"Non puoi comprarti la libertà"
"Conosci poco gli affari della capitale, Jedi"
"E tu conosci poco gli Jedi, Kiffar"
"Beh, comunque ormai ti ho rivelato il mio piano, perciò non potrei comunque portarlo a termine"
"Come si svolgerà questa gara?"
"È una corsa di Reek. C'è una stalla qui vicino dove li addestrano. C'è anche quello che ho affittato per la corsa"
"Dove tengono gli schiavi?"
"Non lo so. Probabilmente in un luogo sicuro, per evitare che qualcuno li faccia fuggire"
Soraya meditò. Dovevano per forza partecipare alla corsa. Però prima voleva fare un tentativo.
"Sapresti capire dove li tengono?"
"Non puoi farli scappare"
"Ti ho chiesto se puoi capire dove li tengono, non ti ho chiesto un parere"
Rori sospirò nervoso.
"Mmh sì, sì, posso. Ma non ti assicuro niente"
Soraya annuì.
"Tu provaci. Utilizzeremo il tuo reek per la corsa"
Rori rise.
"Vuoi metterti contro quei cavalieri con reek veloci e massicci? Io ne ho affittato uno buono, ma avevo già messo in conto di non farcela, il mio corridore non è così bravo ed esperto. Dubito vinceremo"
"Mai dire mai. Ci proveremo comunque e nel caso fallissimo, porteremo via Leah con la forza, se necessario"
Rori sbuffò.
"Fai come ti pare"
"Allora è deciso. Domani andrai ad informarti in giro sull'esatta ubicazione degli schiavi. Noi resteremo nascoste qui per il momento, così da far credere ai nostri nemici che siamo morte nell'incidente nella nostra nave"


















































































Angolo dell'autrice
Salve a tutti!!
Eccoci in uno dei capitoli che preferisco.
Mi sono divertita molto a scrivere lo scambio di battute tra Rori e Soraya, e ne leggerete di altri così ;) Rori ha una bella lingua lunga e tagliente.
Comunque, sembra che Soraya abbia un'idea, chissà se riusciranno a portarla al termine ;)
Vi avviso che nel prossimo capitolo succederà una cosa inaspettata e che vi lascerà a bocca aperta xD Non so che altro dire, perciò... Spero vi sia piaciuto :)
Ecco, non sarebbe male se ogni tanto vi faceste sentire anche voi lettori silenziosi, mi farebbe davvero piacere ricevere un vostro parere, anche un semplice "la tua storia mi fa schifo!" a me andrebbe bene (insomma, cercherei di capire il perché, ma ci siamo capiti ^^")
Perciò ogni tanto fatevi vivi ;)
Bene, il prossimo aggiornamento è previsto per giorno giovedì 22 Marzo.
A presto!
Vostra

Sylvia Naberrie

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Capitolo 33
*** Promessa ***



CAPITOLO 33
"PROMESSA"


Rori, dopo aver discusso animatamente con la sua maestra circa il da fare dell'indomani, era risalito nella sua rigatteria e aveva chiuso la botola sopra di loro, sistemando il tappeto prima di allontanarsi.
Probabilmente era calata la sera, sia lei che gli altri ragazzi stavano sentendo il richiamo di Morfeo. Nihall però era ancora curiosa e osservava la sua maestra sistemare i propri attrezzi nella sua cintura e osservarsi intorno.
"Maestra?", sussurrò Nihall cercando di non svegliare Exun e Noal.
Soraya si girò dalla sua parte con sguardo interrogativo. Nihall avanzò verso di lei.
"Ma chi è questo tizio? Possiamo fidarci di lui?"
"No, però non abbiamo altra scelta"
"Ma chi è? Come vi siete conosciuti?", chiese Nihall con una smorfia. Soraya sorrise tra sé e sé.
"Perdono la tua indiscrezione, Padawan", commentò la rossa. Nihall arrossì.
"L'ho conosciuto tempo fa, ero in missione con un altro Jedi e il suo Padawan. Dovevamo sventare un attacco terroristico al Senato", Soraya si interruppe sentendo la Padawan trattenere il fiato.
"Fortunatamente non ci sono riusciti. Siamo arrivati in tempo", le fece l'occhiolino la Jedi.
"E Rori?", chiese la Padawan.
"Era uno degli informatori segreti. Doveva far parte dell'attentato ma ha finto la sua morte in uno dei brevi attacchi precedenti e siamo riusciti a metterci in contatto con lui. Ci ha dato molte informazioni utili per sventarlo, seppur non fosse molto contento di collaborare con noi. È bravissimo nel mercato dei documenti falsi, ecco perché riesce ad andare ovunque senza farsi notare. In effetti, non so neanche se Rori è il suo vero nome, probabilmente no...", commentò la donna.
"Ma perché è stato bandito se vi ha aiutato, non capisco..."
"Anche se ci ha aiutato aveva preso parte agli attacchi precedenti, tra cui uno dove ha perso la vita un senatore. È un terrorista come gli altri suoi compari che sono stati arrestati"
Nihall rimase a bocca aperta.
"Ma allora non dovrebbe catturarlo?"
"Ha richiesto asilo politico in molti pianeti del sistema Hutt e nell'Orlo Esterno. La Repubblica non vuole inimicarsi troppi pianeti e Sistemi, ci pensano già i Separatisti...", sbuffò Soraya.
"Ma è un uomo solo...", commentò la Padawan. Soraya sorrise mesta.
"Non conosci ancora bene la politica, giovane Padawan. Alcuni pianeti hanno la miccia già pronta, aspettano solo che qualcuno la accenda"
Nihall rimase in silenzio. Ancora non riusciva bene a capire alcune tematiche della Repubblica e provava comunque un senso di repulsione per la politica, tutto ciò che la riguardava la annoiava a morte.
Decise quindi di andare a riposarsi, prima che la sua maestra avesse continuato con le sue arringhe politiche.
La giovane Padawan non poteva certo immaginare che l'indomani sarebbe stato un giorno importante per lei...

Quando Nihall si svegliò, la mattina seguente, sentì il corpo tutto indolenzito. Aveva riposato su alcuni tappeti, ma le sembrava di aver dormito su rocce durissime.
"Buongiorno Padawan", disse una voce alle sue spalle. Nihall si girò e vide la sua maestra porgerle un tozzo di pane mentre guardava la botola sopra di lei.
Nihall si stiracchiò velocemente e prese il pane che le stava offrendo la Jedi. A quella vista il suo stomaco brontolò.
"Dove l'avete preso?", chiede dando un grosso morso. Non immaginava di avere tanta fame.
"Me l'ha dato Rori qualche ora fa. È andato ad informarsi per la gara"
Nihall mandò giù il boccone e si girò dall'altra parte. Exun era sveglio e stava scarabocchiando qualcosa a terra con sasso mentre addentava il suo pezzo di pane mentre Noal continuava a dormire bofonchiando qualcosa nel sonno.
"Dopo aver scoperto qualcosa sulla gara che facciamo? Dobbiamo restare ancora qui?", si lamentò la zabrak.
"Temo di sì. Però voglio assistere alla gara, dobbiamo far in modo che Rori vinca"
Nihall stava per replicare, quando dei rumori sopra la sua testa la interrupperò. La botola si aprì e spuntò la testa del kiffar.
"Ho novità per voi", annunciò.
"Racconta", lo esortò la rossa.
"È stata veramente, e dico veramente, dura trovarlo, ma ho scoperto dove tengono gli schiavi per il primo premio. Posso anche portarvici"
"Perfetto. Vengo io", asserì Soraya alzandosi per raggiungere la botola.
"Ah-ah-ah!", la fermò Rori con il palmo rivolto sulla faccia di lei.
"Temo non sia possibile"
"E perché no?"
"Si dia il caso, che mentre indagavo per conto vostro, mia cara la mia Jedi, che io abbia sentito alcuni tipi non molto raccomandabili parlare della vostra nave che ha fatto il boom. E si dia il caso che diano la caccia a una donna più o meno giovane — secondo me sono troppo buoni — dai capelli 'rossi come la lava di Mustafar'", raccontò Rori facendo il verso.
"Ergo, sei troppo riconoscibile per uscire fuori, ci farai ammazzare in meno di un minuto. Penso sappiano che non siete morta nell'incidente, o quanto meno lo suppongono"
Soraya sospirò. Non poteva uscire.
"Allora non possiamo vederli. Exun e Noal non voglio che si espongano, potrebbero essere ancora sulle loro tracce e..."
"Beh, allora viene la tua Padawan", la interruppe nuovamente Rori facendo un occhiolino a Nihall, che rimase di sasso.
Ma che voleva quel tipo?
"È fuori discussione, non metterò in pericolo la mia Padawan"
Rori alzò le spalle.
"Allora niente, nel caso la corsa andasse male non potrete liberarla..."
Nihall si voltò contrariata verso la sua maestra.
"Posso andare! Starò in contatto con voi con il comlink, farò attenzione, promesso!", la supplicò. Era stanca di stare con le mani in mano, voleva rendersi utile per la missione e che la sua maestra fosse fiera di lei.
Soraya strinse le labbra. Non voleva far correre rischi alla sua Padawan, dopo che aveva combattuto con quei tipi poco raccomandabili, ma allo stesso tempo non voleva perdere quell'occasione.
"E va bene. Tieni il comlink sempre a portata di mano. Copriti con il mantello e non farti vedere bene in viso, non svelare la tua identità, non devono sapere che ci sono altri Jedi. Non voglio correre pericoli con te, intesi? Se ti scoprono fai il possibile per tornare qui"
Nihall annuì soddisfatta. Rori le tese la mano e Nihall l'afferrò facendosi tirare fuori dalla botola.
"Mi raccomando!", le gridò Soraya prima che la botola si richiudesse.
"Bene, adesso siamo tu ed io", affermò Rori facendole un altro occhiolino.
"Non farti strane idee... Posso infilzarti con i miei corni, e non sarà piacevole!"
"Focosa la ragazza... Mi piaci!", rise il kiffar.
Nihall strinse i pugni.
Quell'uomo le dava decisamente sui nervi.

Giunsero, poco distanti dalla rigatteria, in una sorta di pagliaio coperto da travi di legno. Il luogo era ampio ed era stato adibito a mercato coperto, dove mercanti e rigattieri vendevano le loro merci.
A Nihall ricordò il mercato di Da Soocha V, dove avevano incontrato Cheng, l'uomo che era stato ucciso a sangue freddo da Torius. Nihall rabbrividì pensando a tutto quello che era successo dopo.
Poco prima aveva minacciato Rori di infilzarlo con i suoi corni. L'aveva fatto inconsapevolmente ma ripensando all'uomo che l'aveva inseguita, Nihall sentì un brivido lungo tutta la schiena.
Era un'assassina? Non lo era? Quanto avrebbe voluto parlarne con la sua maestra, ma temeva che l'avrebbe rispedita al Tempio per ciò che aveva fatto.
Uccidere non era da Jedi. Se l'avesse scoperto l'avrebbe abbandonata, non facendole completare il suo apprendistato o peggio... L'avrebbe denunciata all'alto Consiglio, ai Jedi più potenti del Tempio che l'avrebbero bandita da quel luogo sacro. E avrebbe vagato da sola nella galassia, senza guida, senza nessuno...
Nihall scosse la testa. Non doveva pensarci. Avrebbe custodito quel segreto per sempre, la sua maestra non doveva sapere niente.
Nel frattempo Nihall si accorse che avevano raggiunto il fondo di quella specie di mercato coperto e Rori stava parlando con un falleen, un umanoide rettiliano dalla pelle verde, lunghi artigli bluastri e la testa pelata tranne per una lunga coda di capelli nera sulla nuca.
Il falleen non sembrava tanto contento di quello che sentiva dire da Rori. Vide il kiffar indicarla con la mano e Nihall istintivamente si coprì meglio il viso con il cappuccio. Il falleen la guardò sospettoso e si avvicinò.
"Qvesto idiota di un kiffar dice che tu sei veniuta a ispezionare gli schiavi", affermò sospettoso con un forte accento strano.
Nihall annuì. Il falleen continuò a squadrarla.
"Chi sei tu?"
Nihall entrò in panico. Non si era preparata una storia da inventare!
'Pensa, pensa, pensa!', si disse Nihall mentre il cuore le batteva all'impazzata. In quel sistema regnavano gli Hutt, se faceva finta di essere la tirapiedi di uno di loro forse non si sarebbe insospettito.
Decise di tentare.
"Io sono la valletta della Hutt Gorgonta. Vuole che controlli gli schiavi per vedere se vale la pena partecipare alla corsa"
"Cierto che vuale. Tu offendere Wurto the Hutt. Lui indetto qvesta cuorsa", rispose risentito il falleen.
Nihall inchinò la testa.
"La mia padrona non voleva offenderlo, chiedo perdono. Siamo a corto di schiavi e abbiamo bisogno di gente forte e nel fiore degli anni. Mi ha chiesto di accertarmi che questi schiavi soddisfino le sue aspettative", rispose Nihall facendo un ulteriore inchino.
Il falleen era ancora sospettoso ma sembrava essersi convinto.
"Sta buene. Puoi entruare, ma per puoco", disse aprendo una porticina.
Nihall varcò la soglia con il cuore a mille. Non riusciva a credere di averla data a bere a quel tipo.
"Aspuetta!", gridò l'alieno. Nihall si fermò di colpo e sentì il cuore uscirle dal petto. Che voleva ancora?
"Suo che c'è Juedi in giro, fatti vedere in vuiso", asserì avvicinandosi minacciosamente. Il falleen allungò la mano per tirare via il cappuccio di Nihall ma nel farlo le toccò i corni e gridò dal dolore, ritraendo la mano e tenendola con l'altra.
"Qvosa era?", gridò furioso.
Nihall scostò di poco il cappuccio mostrando i corni.
"Sono una zabrak, avete toccato i miei corni. Ora, se non le dispiace...", Nihall fece un altro inchino, evitando di guardare il falleen negli occhi.
Aveva paura che potesse leggerle il terrore che stava provando in quel momento.
Si voltò e scese per la scalinata che incontrò.

Al termine delle scale, Nihall vide un corridoio lungo e stretto. Ai lati c'erano delle gabbie.
Un tempo forse quella era una stalla, ora trasformata in una specie di prigione. L'odore di sudore, feci e sangue era insopportabile. A Nihall vennero numerosi conati di vomito, mentre tentava di ripararsi il naso con una manica della tunica.
Nei gabbiotti c'erano da una a tre persone, in tutto i gabbiotti erano dieci. Le persone rinchiuse al loro interno erano irriconoscibili per com'erano sporchi in viso e con tutti i capelli arruffati.
Nihall sapeva di dover fare in fretta, non voleva insospettire il falleen, meno aveva a che fare con lui meglio era.
"L-Leah?", chiese sottovoce.
Aveva ancora la voce che le tremava. Quel falleen le aveva messo la pelle d'oca. Si schiarì la voce.
"Sapreste dirmi dove si trova Leah Fong?", disse a voce abbastanza alta perché tutti la sentissero.
Alcune persone si avvicinarono e la guardarono per bene, indicando tremanti l'ultima celletta, quella più remota sulla destra. Nihall si avvicinò con cautela.
Dapprima le sembrò che non ci fosse nessuno. La celletta era vuota a parte una branda con un fagotto di coperte arrotolate sulla sinistra, un secchio in fondo a destra e un lavabo di fronte. In alto davanti a lei c'era una delle poche finestre, rigorosamente con sbarre di ferro, dalla quale fuoriusciva un piccolo spiraglio di sole.
Nihall si accorse che il fagotto sopra la branda non erano semplici coperte ma una persona accucciata in posizione fetale.
"Leah? Sei tu?", chiese titubante Nihall.
Chissà se l'avrebbe riconosciuta dalla foto che aveva visto a casa di Yiram Fong o dal ritratto che aveva fatto.
Dalla branda si sollevò una testa con capelli biondo sporco tutti arruffati.
Le guance di Leah erano scavate, gli occhi con profonde occhiaie e i capelli pieni di sporcizia e fuliggine.
Eppure, non appena la vide, a Nihall batté forte il cuore.
Perché le stava succedendo una cosa simile?
La ragazza scese dalla branda e le si avvicinò.
Nihall abbassò il cappuccio rivelando il suo volto e incrociò i suoi occhi con quelli verdi e limpidi della ragazza di fronte a lei.
"Chi sei?", chiese confusa.
"I-io... Mi chiamo Nihall. Sono una Jedi. Io e la mia maestra siamo qui per salvarti. Ci sono anche i tuoi fratelli con noi, Exun e Noal!"
Gli occhi della ragazza si illuminarono.
"Sei insieme a quel ragazzo?", chiese piena di speranza.
Nihall la guardò smarrita.
"Quale ragazzo?"
Leah rimase un po' perplessa dalla confusione della Jedi e rimase muta per qualche secondo. Poi scosse la testa.
"No, nessuno, tranquilla"
Nihall continuò ad osservarla dubbiosa. Forse la ragazza aveva battuto la testa o era confusa per via del digiuno prolungato. Era magrissima rispetto alla foto che aveva visto nell'appartamento di Yiram Fong.
Leah afferrò le sbarre della sua celletta.
"Mi riporterete dalla mia famiglia?", chiese speranzosa.
Nihall osservò le mani della ragazza, così vicine al suo viso. Le afferrò con le sue e le strinse.
Sentì il suo viso, le sue guance e perfino le orecchie avvampare.
"Lo farò, te lo prometto"
Leah sorrise e Nihall poté giurare di non aver visto mai un sorriso più bello di quello.
Nella stanza eccheggiarono delle voci. Anche le altre persone gridavano di essere salvate.
Nihall si allontanò, seppur controvoglia, dalla cella di Leah.
"Signori, vi prego! Fate silenzio! Io e la mia maestra libereremo tutti voi, però non fatene parola con nessuno! Siamo in missione segreta. Se volete tornare liberi non fate parola della mia presenza qui! Tornate a fare come avete sempre fatto, così da non insospettire le guardie, vi prego!", li supplicò la zabrak.
Tutti si zittirono e si allontanarono dalle sbarre, anche se Nihall poteva sentire i loro sussurri eccitati.
Si avvicinò di nuovo al gabbiotto di Leah.
"Tornerò presto e ti salverò", promise guardandola dritto negli occhi.
Leah annuì e le sorrise. Nihall rispose al suo sorriso e corse via da dove era venuta, il cuore che le batteva come non aveva mai fatto prima.











































































Note dell'autrice

Buonsalve a tutti!!
Mi scuso per il ritardo, ma ieri dopo il tirocinio ero esausta e non ho avuto il tempo di sistemare il capitolo con l'HTML.
Comunque, eccomi qui con il capitolo con la notizia bomba!!
Che ne pensate? Vi immaginavate che Nihall potesse provare attrazione per Leah?
Nelle mie storie non ho mai trattato temi yuri/yaoi però penso che non ci sia poi così tanta differenza dal tema het, alla fine sempre di amore si parla e l'amore è universale!
Bene, dopo questa perla filosofica mi sto zitta xD
Però sono curiosa di sapere come vi è parso questo risvolto. E scrivendo la parola "questo" non posso che pensare al falleen! Scusate per quell'accento palesemente russo e orribile, non sapevo come renderlo altrimenti xD
Bien. Siccome è da tanto che non lo faccio, spammo i miei contatti utili:


Il prossimo aggiornamento è previsto per giorno 21 Aprile.
Baci e a presto!! E buona Pasqua a tutti voi! <3 e buon compleanno a me lol (sì, faccio il compleanno a Pasqua ^^").
Baciniiii!
Vostra

Sylvia Naberrie

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