Lampade che esplodono e un ex di troppo

di Lila_88
(/viewuser.php?uid=36821)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Incomprensioni, lampade che esplodono e un ex di troppo


Capitolo 1


Vedendo Maria uscire dal retro, Michael si scusò con Max e Isabel e andò verso di lei, dietro il bancone.

"Non c'è nessun bambino."
"Isabel sta bene?"
"Sì."
"Grazie al cielo."
"Senti, quando ho detto che la nostra storia è stupida, non sapevo che dicevo."
"Allora dovevi stare zitto."

Maria prese un'ordinazione pronta dietro di lei e la portò al tavolo, lasciandolo da solo. Di sicuro lei adesso non gli avrebbe reso le cose facili. Sospirando, Michael si diresse in cucina. La sua pausa era terminata. Isabel e Max si guardarono fra loro. Anche se non avevano udito la conversazione fra i due, era evidente che c'era qualcosa che non andava.

"Senti, io vado da Alex. Ci vediamo dopo a casa, va bene?"
"Certo. Ciao."

Max fermò Maria per chiederle un caffè e notò che la ragazza sembrava mantenere un atteggiamento freddo e distaccato. Decise di non intromettersi, anche perché non aveva tutta questa confidenza con lei. Se Michael e Maria avevano un problema, presto o tardi, Michael si sarebbe fatto vivo con lui. La giovane tornò indietro con il caffè per Max, poi alzò la testa udendo il campanello della porta suonare, annunciando un nuovo cliente. La sorpresa che la colse quasi le fece versare il caffè addosso a Max invece che nella sua tazza.

"Scusami."

Maria mise la caffettiera sopra il bancone, poi si avvicinò al cliente, che Max non conosceva.

"Non posso crederci, Billy, sei davvero tu?"
"In carne e ossa, baby!"

Maria gli si buttò fra le braccia e il ragazzo la sollevò, facendola girare. Max guardò la scena stupito, poi si voltò verso la cucina per vedere se Michael aveva notato la scena. Per quella che lui giudicò una fortuna, Michael in quel momento aveva la schiena rivolta verso il locale e non aveva visto.

"La mia piccola Maria, quanto mi sei mancata!"
"Non avresti dovuto andartene, allora!"
"Lo sai che non avevo voce in capitolo!"
"Sì, lo so. Infatti stavo scherzando. Che cosa ci fai a Roswell?"
"Mia nonna si è rotta una gamba, così sono venuto a trovarla."
"Che nipote esemplare!"
"Non prendermi in giro, baby!"
"Ti prego, smetti di chiamarmi così!"
"Una volta adoravi quando lo facevo."
"Avevo due anni in meno di adesso, ancora l'apparecchio in bocca e tu eri il mio primo ragazzo. Ora le cose sono totalmente cambiate!"

In quel momento, nel locale entrò anche Liz, che Maria prontamente chiamò perché la raggiungesse al tavolo dove si era seduta con Billy.

"Guarda un po' chi c'è!"
"Billy, ma che sorpresa!"

Ovviamente, il fatto che il tizio sconosciuto abbracciasse anche Liz rendeva Max maggiormente interessato a scoprire chi poteva essere. Nel frattempo, anche Michael, dalla finestra della cucina aveva notato lo sconosciuto e lo sguardo che aveva fece comprendere a Max che non era affatto contento di quell'imprevisto sviluppo. Liz lasciò il tavolo e andò al bancone, sedendosi vicino a Max e sporgendosi per baciarlo.

"Ehi, ciao."
"Ciao, sai, potrei essere geloso che quello sconosciuto abbia la precedenze sul sottoscritto!"
"Non hai niente di cui preoccuparti. Quello è Billy, fino a due anni fa abitava qui a Roswell, strano che tu non lo abbia mai notato! Comunque faceva parte del nostro piccolo gruppetto."
"In effetti non ci ho mai fatto caso, non deve essere un tipo poi così interessante…"

Liz gli diede un colpetto sul braccio.




Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Capitolo 2


Michael aveva passato la maggior parte del suo turno osservando Maria che flirtava spudoratamente con lo sconosciuto seduto al bancone da troppo tempo. Questo aveva causato qualche lamentela da parte dei clienti per gli hamburger sbruciacchiati, ma poco importava. Il vero problema era che il suo turno era già finito da cinque minuti e, andandosene, avrebbe perduto la sua postazione, da cui poteva osservare Maria senza dare troppo nell'occhio. Non solo lei non sembrava propensa al perdono per la sua infelice uscita riguardo la loro storia (definirla stupida certamente non era stata una buona idea), ma da un paio di giorni aveva trovato una nuova compagnia. Nuova soprattutto per lui, dato che Maria sembrava conoscere il ragazzo piuttosto bene. José entrò in cucina.

"Ehi, Guerin, scusa per il ritardo! Grazie per essere rimasto, adesso puoi andare."

Michael sospirò e, spostando la sua attenzione verso i tavoli, notò Alex seduto da solo che stava finendo di mangiare i suoi anelli di saturno. Facendo solo un cenno di saluto al suo collega, che tanto era abituato ai suoi modi schivi, uscì dalla cucina slacciandosi il grembiule. Nel retro si tolse anche la bandana, ma, invece di perdere tempo a cambiarsi, entrò nel locale e si diresse a passo deciso verso il tavolo occupato da Alex. Il giovane aveva appena finito di mangiare e si stava alzando, per andare via. Michael si sedette davanti a lui.

"Risiediti, non vai da nessuna parte."
"E ciao anche a te, Michael."

Alex sospirò, sperando dentro di sé che l'alieno non intendesse coinvolgerlo in qualcosa di illegale. Michael continuava a osservare Maria, così Alex si schiarì la voce.

"Posso fare qualcosa per te? Perché sai, mi stavo alzando per andare via e se non ti serve niente…"
"Chi è quello?"
"Quello chi?"

Michael indicò il ragazzo che stava parlando con Maria.

"Ah, intendi Billy!"
"Billy, eh… Lo conosci, allora!"
"Certo che sì. E' di qui, ha lasciato Roswell due anni fa, ha un anno più di noi."
"E faceva parte del vostro gruppo? Cioè, era un amico tuo, di Liz e di Maria?"
"Beh… diciamo di sì."
"E che ci fa qui a Roswell?"
"E' qui perché ha dei parenti."
"Se eravate amici, perché sono giorni che bazzica questo posto e non ti ci ho mai visto parlare?"
"Non è vero, ieri pomeriggio abbiamo pranzato insieme a Liz e Maria, solo che tu non avevi il turno e non ci hai visti."

L'intensità della lampadina che era posta sopra le loro teste cambiò leggermente, ma nessuno dei due ci fece caso. Michael stava riflettendo sulle parole di Alex. Sembrava che quel tizio passasse molto più tempo di quello che lui pensava con Maria e la cosa non gli piaceva per niente.

"Sai se ha intenzione di fermarsi a lungo?"
"Non ne ho idea."
"Quindi voi eravate amici, giusto?"
"S-sì. Michael, perché tutte queste domande?"
"Solo curiosità. Non mi piacciono le facce sconosciute. Voglio solo accertarmi che non rappresenti un pericolo per noi."
"E per voi intendi… i cecoslovacchi?"

Michael aggrottò le sopracciglia, aveva quasi dimenticato quel modo assurdo che avevano trovato lui e Maria per non chiamarli alieni in pubblico. Si limitò ad annuire.

"Puoi stare tranquillo, Billy è a posto!"

Michael non era per nulla tranquillo e non lo sarebbe stato finché quel Billy non avesse smesso di girare intorno a Maria.

"Lui e Maria erano molto legati? Perché sembra che passino molto tempo insieme…"
"Ecco, a questo proposito… Ci sarebbe una cosa che non ti ho ancora detto."

Lo sguardo di Michael si fece più interessato, tanto che si concentrò unicamente su di lui, lasciando perdere le occhiate verso Maria e Billy.

"Parla, ti ascolto."
"Non vorrei che tu la prendessi nella maniera sbagliata, ma… a dire la verità, Billy e Maria stavano insieme, prima che lui lasciasse Roswell."

La lampadina che pochi minuti prima aveva cambiato intensità, esplose senza preavviso. Alex sobbalzò, portando le mani alla testa, non capendo cosa stesse succedendo di preciso.

"…Ecco appunto!"

A quella precisazione, Michael fulminò con lo sguardo Alex. Questo episodio, inevitabilmente, attirò l'attenzione dei pochi clienti presenti ma, soprattutto, quella di Maria, che si scusò con Billy e andò al loro tavolo, per capire cosa fosse appena successo.

"Ragazzi tutto bene?"
"Sì, è solo una lampada fulminata."
"Io direi più che altro esplosa."
"Questo è veramente strano, di solito le lampade non esplodono. Soprattutto non così inavvertitamente."

A parlare non era stato nessuno dei tre, ma Billy, che aveva seguito Maria. L'espressione di Michael era a dir poco irritata. Sembrava che con gli occhi volesse trapassare Billy. Alex ne approfittò per indicare con la testa a Maria verso Michael, per farle capire che era stato un "disguido" alieno a provocare l'esplosione della lampada. Michael si alzò dal tavolo e prese per un braccio Maria.

"Posso parlarti un attimo? In privato!"

Senza aspettare una risposta vera e propria la tirò leggermente dietro di sé, in direzione del retro. Gli altri due rimasero a guardare, anche se Billy sembrava un po' contrariato.

"Si può sapere chi è quello?"
"E' Michael, il ragazzo di Maria."
"Davvero? Perché Maria non mi ha parlato di nessun ragazzo…"
"Diciamo che al momento fra loro c'è un po' di maretta, ma lascia che ti dia un consiglio. Se hai delle intenzioni verso Maria, lascia perdere!"
"Qual è il problema, è un tipo violento?"
"No, figurati! Un po' suscettibile, quello sì. Io fossi in te starei alla larga da Maria. Adesso scusami, devo andare."

Billy gli fece un cenno di saluto, poi si girò di nuovo verso la porta del retro, dietro la quale erano spariti Michael e Maria.

/***/

"Michael, si può sapere che hai combinato? Da quando fare esplodere lampade nel mezzo di un locale rientra nella tua tattica del non farsi notare da nessuno?"
"E' stato un incidente. A dire la verità non era neanche nelle mie intenzioni."
"Ah, certo, quasi dimenticavo che tu non sai usare i tuoi poteri!"
"Grazie di avermelo ricordato così gentilmente!"
"Perché mi hai trascinata qui? Ti ricordo che io, al contrario di te, non ho ancora terminato il mio turno!"
"Ah davvero? Perché non ti ho visto lavorare molto, nell'ultima mezz'ora!"
"E con questo, cosa vorresti dire?"
"Hai passato tutto il tuo tempo a flirtare con il tuo ex! Menomale che siete sempre in due a fare le cameriere, altrimenti sarei dovuto uscire io dalla cucina per portare i piatti ai clienti!"
"Ma che stai dicen… Aspetta un attimo, come fai a sapere che Billy è il mio ex? Te l'ha detto Alex?"
"Di certo non me l'hai detto tu!"
"E' per caso una scenata di gelosia in piena regola questa?"
"Chiaramente no! Ti sembro un tipo geloso?"
"Stranamente sì, dato che hai detto che la nostra storia è stupida!"
"Maria! Ti ho già spiegato che non sapevo quello che dicevo!"
"E io ti ho già detto che, allora, avresti dovuto stare zitto!"
"Ero confuso, tutta questa assurda storia del destino e i sogni… Insomma, non ragionavo con lucidità!"
"Non ragionavi nemmeno quando hai detto che non sai cosa provi per Isabel?"

Michael non rispose, grattandosi il sopracciglio, una cosa che faceva spesso quando era agitato. Non ottenendo una risposta, soprattutto quella che sperava di ricevere, Maria scosse la testa.

"Sai Michael, forse avevi ragione tu. Forse la nostra relazione è davvero stupida e non ha senso starne a parlare. Per quel che vale… Sì, Billy è il mio ex. Il mio primo fidanzatino, una relazione più che altro platonica anche all'epoca. Siamo solo amici, anche se non credo che dovrebbero essere affari tuoi."

Maria tornò dentro il locale, mentre Michael sospirò e decise che era arrivata l'ora di cambiarsi e andarsene a casa. Aveva bisogno di riflettere un po'. Non era innamorato di Isabel, però la loro situazione era complicata e non sapeva come spiegarla a Maria. Avrebbe voluto che lei lo capisse senza doversi aspettare delle dannate parole che lui non sapeva mettere insieme.



Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Capitolo 3


Quando la finestra della sua camera si spalancò, Max non ebbe bisogno di chiedersi quale fosse il motivo. Infatti, Michael scavalcò il davanzale e pochi secondi dopo era dentro la stanza.

"Che succede, Michael?"
"Devi aiutarmi. Maria ce l'ha con me e intanto ha ripreso a frequentare il suo ex."
"Quale ex? Billy, per caso?"

Le sopracciglia di Michael si aggrottarono.

"Mi prendi in giro? Tutti sapete di lui e nessuno si è preoccupato di parlarne con me?"
"In realtà, ho dedotto che si trattasse di lui. Me ne ha parlato Liz, ma non avevo capito che fosse l'ex di Maria."
"Beh, comunque, devi aiutarmi a risolvere questa faccenda."
"Quale faccenda?"

Isabel, che aveva sentito il parlottare dei due al di là della porta mentre passava in corridoio, era entrata in camera del fratello senza bussare.

"Maria esce col suo ex."
"Ah, Billy!"

La lampada sulla scrivania di Max esplose. I due fratelli Evans guardarono entrambi Michael. Lui alzò le braccia in segno di difesa.

"Non è la prima che esplode oggi e non posso garantire che sarà l'ultima. E prima che me lo chiediate, non so che succede con i miei poteri!"
"Credo che sia dovuto al fatto che sei "leggermente" nervoso a causa dei problemi che hai con Maria."
"Tu dici?"
"Le hai spiegato che non c'è nessun bambino?"
"Aspettate, Maria sa di questa storia?"
"Si, ci ha sentiti mentre ne parlavamo al Crash Down."
"Ok, quindi è per questo che ce l'ha con te."
"Più o meno."

Michael si grattò il sopracciglio, abbassando gli occhi. Isabel tornò a insistere.

"Le hai detto che il bambino non esiste?"
"Ci ho provato. Cioè, sì, le ho detto che non c'è nessun bambino e che fra noi non c'è stato niente."
"Beh, allora credo che stia avendo una reazione troppo esagerata!"
"Isabel!"
"Scusa, ma se Michael le ha spiegato perché abbiamo avuto quelle visioni, non capisco perché continuare a tenere il muso!"

Michael continuava a tenere lo sguardo basso e a Max non ci volle molto per capire che non stava dicendo loro tutto.

"Michael, che altro c'è?"
"Beh, ecco, può darsi che quando mi ha affrontato per discutere della faccenda del bambino, io abbia reagito senza pensare a quello che stavo dicendo, ecco."
"In che senso? Che le hai detto?"
"Ho detto che la nostra relazione è stupida…"
"Michael!"

Intuendo che non aveva ancora finito di parlare, Max fermò la reazione indignata di Isabel e fece segno a Michael di continuare.

"E…"
"E che non sapevo cosa provavo per Isabel."
"Michael…"

Questa volta, Isabel era più demoralizzata che arrabbiata, anche se capiva come si era sentito Michael. Anche lei aveva avuto dei dubbi riguardo ai propri sentimenti per Michael.

"Quindi direi che è il caso di scartare l'ipotesi che la reazione di Maria sia troppo esagerata."
"Ma io le ho detto che non stavo ragionando quando le ho detto quelle cose! Lei dovrebbe capire quanto è difficile per noi questa situazione. Ogni cosa nuova riguardo alle nostre origini è talmente importante, che lei dovrebbe accettare il fatto che io possa essere confuso riguardo a tutto, invece di impuntarsi su delle sciocchezze!"

Isabel sospirò. Lei sarebbe stata per dare ragione a Michael, se non l'avesse conosciuto così bene.

"Michael, ci hai parlato veramente? Le hai detto queste cose? Perché se non le spieghi bene come ti senti, lei non potrà mai capire."
"Isabel ha ragione. So che te sei un tipo di poche parole, ma non puoi sempre aspettarti che Maria capisca tutto quello che ti passa per la testa senza che tu ti apra prima con lei!"
"Maria sa come sono fatto. Sa che non riesco a esprimere quello che provo. Ormai dovrebbe capire senza spiegazioni."
"No, Michael, questo non può succedere. Devi parlare apertamente con lei."

Michael sbuffò, mentre Isabel si alzò dal letto del fratello sul quale si era seduta.

"Se vuoi posso provare a parlare con lei riguardo quello che abbiamo scoperto su noi due."
"Lo faresti davvero? Perché so che tu e Maria non andate molto d'accordo."
"Lo posso fare proprio perché fra noi non c'è un grande rapporto e non voglio che le cose peggiorino per un fraintendimento."
"Grazie Isabel."
"Rimane il fatto che, prima o poi, dovrai parlare con Maria."
"Un passo alla volta, Max. Un passo alla volta."

Con queste ultime parole, Michael si diresse verso la finestra, la aprì e ne uscì come ne era entrato minuti prima. Max richiuse la finestra e si voltò verso la sorella.

"Credi che sia una buona idea parlare con Maria al posto di Michael?"
"Max, qualcuno deve pur farlo! Michael non si sente pronto e noi non possiamo forzarlo."
"Maria, però, potrebbe non accettare che le spiegazioni che si aspettava da lui, vengano da te."
"Io credo che dobbiamo tentare. Maria è l'unica umana che è riuscita ad aprire una breccia nel cuore di Michael. Da quando si è avvicinato a lei, Michael sta cambiando, anche se molto lentamente. Se le cose fra loro non si sistemano, ho paura che lui si chiuda di nuovo a riccio. Inoltre, mi sento almeno in parte responsabile per come stanno andando le cose e ho bisogno di fare qualcosa per rimediare."

Max annuì, comprendendo le ragioni della sorella.



Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


Capitolo 4


Il pomeriggio del giorno dopo, Isabel parcheggiò la jeep che Max le aveva prestato davanti all'abitazione di Maria. Non era mai stata a casa della ragazza, ma passando dal Crash Down, aveva scoperto che oggi non era di turno, così quella era stata la sua seconda tappa. Dopo essere scesa dalla macchina, Isabel aveva percorso il vialetto e aveva bussato. Fu la signora De Luca, la madre di Maria, ad aprire la porta.

"Salve, signora De Luca. Sono Isabel Evans, una compagna di scuola di Maria. Per caso è in casa? Avrei bisogno di parlarle…"
"Ciao Isabel, accomodati pure. Maria è in salotto con un amico. Vai pure, in fondo a quel corridoio."
"Grazie mille signora De Luca."

Isabel si stava già avviando verso la direzione che le era stata indicata, quando fu fermata dalla donna davanti a lei.

"Signora De Luca sa troppo di anziana… Per favore, d'ora in poi chiamami Amy."
"Oh, se preferisce…"

Mentre percorreva il corridoio, Isabel pensò che la madre di Maria sembrava eccentrica almeno quanto la figlia. Avvicinandosi alla sua meta, la giovane aliena udì delle risate. Quando Maria la vide entrare in salotto, la sua espressione cambiò radicalmente. Dalle risa passò ad un'espressione decisamente più seria, anche se non riuscì a nascondere la sorpresa.

"Isabel! Che ci fai qui?"
"Ho bisogno di parlare con te di una cosa molto importante."

Isabel guardò eloquentemente nella direzione di Billy, l'amico di cui le aveva accennato la madre di Maria.

"In privato, se non ti dispiace."
"Oh, nessun problema."

Billy si alzò dal divano e si avvicinò a Maria per darle un bacio sulla guancia.

"Ci vediamo domani, va bene?"
"Si, ok."

Maria e Isabel attesero in silenzio che Billy andasse via, poi Maria fece cenno a Isabel di sedersi.

"E' successo qualche cataclisma alieno, per caso?"
"No."
"E allora posso chiederti che cosa vuoi da me?"
"Voglio parlare di Michael."

Maria sospirò pesantemente, poi si lasciò cadere seduta sulla poltrona, a lato del divano su cui era invece seduta Isabel.

"Senti, se sei qui per reclamare i tuoi diritti su di lui, fa pure! Te lo cedo senza discutere."
"Che cosa? No, non sono affatto qui per questo!"
"Sicura? Perché ultimamente voi siete sempre più vicini… Inoltre, lascia che ti dia una dritta… Michael prova qualcosa per te, quindi hai la strada spianata!"
"Maria, smettila di dire sciocchezze e ascolta quello che ho da dirti!"

L'improvviso aumento di tono nella voce di Isabel fece sbuffare Maria che, a braccia incrociate, le fece segno di andare avanti.

"Non credo che Michael ti abbia spiegato nei dettagli quello che è successo ultimamente…"
"So del bambino, che prima sembrava esserci e ora non c'è più."
"Circa una settimana fa, io e Michael abbiamo iniziato a fare degli strani sogni, gli stessi sogni. In questi sogni… Beh, ecco, io e lui eravamo insieme… Sì, insomma, penso che tu abbia capito. Le cose sono andate avanti così finché entrambi non abbiamo preso a sognare questo bambino. Nei sogni, era evidente che era nostro figlio, ma ti assicuro che fra me e Michael non c'è mai stato più di un legame fraterno."
"Si, questo lo ha detto anche lui, anche se ha ammesso di non sapere cosa prova per te."
"Vedi, Maria, Tess ci ha mostrato un libro che parla di noi… Te la faccio semplice. Sembra esserci in ballo questo destino che vorrebbe che Tess e Max e io e Michael formassimo delle coppie, perché sono le coppie che formavamo sul nostro pianeta d'origine."
"Mi stai dicendo che tu e Michael siete destinati a stare insieme?"
"Secondo quel libro sì. Però non credo che succederà mai. Per me Michael è un fratello. Non ti nascondo di non essere rimasta turbata anch'io da quei sogni e sicuramente ho avuto i miei dubbi, ma io voglio stare con Alex. E sono più che mai sicura che Michael vuole stare con te."
"Ha detto che la nostra relazione è stupida e che non conta niente!"
"Michael non è molto bravo con le parole. Lo hai preso in un momento in cui nella sua testa regnava il caos. Scoprire le nostre origini è sempre stato importante per tutti noi, ma in particolar modo per Michael. Lui è cresciuto da solo, non ha mai imparato a fidarsi degli umani… Almeno non finché non si è avvicinato a te. Tu non lo conosci come lo conosco io. Ti assicuro che da quando voi due state insieme, lui ha fatto molti progressi. Era come se avesse imparato a vivere una vita normale… Poi è venuta fuori questa storia sul destino e questo lo ha destabilizzato. Devi cercare di essere comprensiva con lui."

Isabel guardò Maria riflettere sulle sue parole.

"Non lo conoscerò mai come lo conosci te, non è vero? Michael non riesce a parlare con me! Non si apre e io non riesco a capire neanche se ci tiene veramente a me o meno! Una volta mi ha detto che io lo faccio sentire umano e questa cosa lo spaventa."
"Questo è il punto, Maria. Per lui aprirsi con te significa scoprire il suo lato umano, che ha tenuto nascosto per la maggior parte della sua vita. Tu, però, non devi gettare la spugna. Michael ha bisogno di te."

Maria guardò sorpresa Isabel, con la quale non aveva mai avuto un buon rapporto.

"Pensavo che tu non mi sopportassi…"
"Beh, forse io e te non diventeremo mai migliori amiche, ma so riconoscere il fatto che tu sia la miglior cosa che sia successa a Michael."
"Penso di doverti ringraziare. Tu credi davvero che spronare Michael porterà a qualcosa? Io ho sempre paura di fare peggio. La verità è che non so mai come comportarmi con lui."
"Io direi che è l'unica strada. Se tu lo lasci andare, lui tornerà a chiudersi in se stesso."

Maria annuì leggermente, continuando a riflettere.

/***/

Mentre entrava al Crash Down per vedersi con Max, Michael pensò che il motivo per cui lui e Maria avevano lo stesso pomeriggio libero dal lavoro era quello di poterlo passare sul divano del suo appartamento a pomiciare. Max non era ancora arrivato, così lui si avvicinò al bancone, dove notò troppo tardi che era seduto anche Billy. Sbuffò, pronto ad allontanarsi, ma l'altro ragazzo si rivolse proprio a lui.

"Ehi, ieri non ci siamo presentati alla fine."
"Sì, lo so."

Billy non si lasciò scoraggiare dalla sua risposta laconica.

"Io sono Billy, tu devi essere Michael. Mi ha detto Alex come ti chiami."

Michael si limitò a fare un cenno verso di lui, cercando di fargli capire che non era in vena di fare conversazione, ma non sembrava aver molta fortuna.

"Così… Alex dice che sei il ragazzo di Maria."
"Anche fosse? Non credo che siano affari tuoi."
"Beh, sai, dico solo che è strano."
"Strano che io sia il suo ragazzo?"
"No, strano che Maria non mi abbia detto nulla, nonostante sono giorni e giorni che non facciamo altro che parlare…"
"Questo lo hanno notato anche i muri."
"Colgo una nota di gelosia. Mi sbaglio, forse?"

Michael cercò di mantenere la calma, prima di riprendere a far esplodere le cose. Non voleva dare spettacolo.

"Non ho niente di cui essere geloso. E poi, per quel che so, sei solo di passaggio, no?"
"Credo che tu sia informato male. Potrei anche decidere di trasferirmi di nuovo a Roswell, in modo permanente."
"Bene, allora ti do una notizia: non sono interessato a conoscerti, quindi stammi alla larga."
"Posso anche stare alla larga da te, ma non da Maria. Mi è mancata molto, sai?"

Alcune lampade esplosero simultaneamente. Michael imprecò, poi vide il signor Parker uscire dal retro e agì di impulso. Si alzò e si diresse a passo sicuro verso di lui.

"Signor Parker, posso parlarle un attimo?"
"Michael, adesso non è un buon momento. Hai visto le lampade? Non sono le prime a fare quella fine e non riesco a capire da cosa dipenda!"
"Senta, le prenderò solo un momento. Volevo solo dirle che voglio licenziarmi."

Il signor Parker rimase molto sorpreso da quelle parole e anche Liz, che era vicino al padre.

"Che cosa? Perché? Pensavo che questo lavoro ti servisse per via della tua emancipazione…"
"Beh, io non posso più lavorare qui, però voglio che sappia che non dipende da lei o dal lavoro in sé. E' tutto a causa mia."
"Sei sicuro di non volerci pensare un attimo?"
"No, voglio licenziarmi a partire da adesso."
“Beh, anche se mi dispiace molto, considera le tue dimissioni effettive."
"Grazie, signor Parker."

Michael si avviò verso l'uscita, scontrandosi quasi con Max che era appena entrato.

"Ehi, ma dove vai?"
"A casa."
"Ma non dovevamo prenderci qualcosa?"
"No, ho bisogno di stare da solo."

Liz raggiunse Max.

"Michael si è appena licenziato."
"Che cosa?"
"Già, speravo che tu sapessi il perché."
"No, non capisco perché lo abbia fatto."

Solo allora Max si rese conto di Billy, seduto al bancone con un'aria soddisfatta stampata in faccia.



Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


Capitolo 5


Max e Liz erano seduti sul divanetto del retro, ancora stupiti dal gesto di Michael.

"Dovrei chiamare Maria, magari lei sa qualcosa."
"Si, perché no…"

Liz si alzò per utilizzare il telefono presente nella stanzetta. La signora De Luca rispose al terzo squillo. La chiamata fu breve, Liz riappese la cornetta dopo appena qualche momento, poi si voltò verso Max.

"Maria ha dimenticato il cellulare a casa, ma sta venendo qui insieme a Isabel."

Max notò che Liz era un po' perplessa.

"Tutto bene?"
"Sì, solo che trovo strano che Maria e Isabel siano insieme."
"Avevano delle cose di cui discutere. Senti, ho visto che di là c'è Billy. A me quel tipo non piace e, secondo me, c'entra qualcosa con la faccenda di Michael. Io credo che dovremmo impedire che intercetti Maria."
"Non credo che Billy sia una minaccia di alcun tipo, ma voglio vederci chiaro sul licenziamento di Michael."

Affacciandosi nel locale, Liz vide che Maria e Isabel stavano entrando proprio in quel momento nel Crash Down e quasi corse verso di loro, impedendo a Billy di raggiungerle prima di lei.

"Menomale che siete arrivate. Venite con me del retro, è importante."

Maria e Isabel si guardarono per un momento, poi la seguirono. Maria si voltò indietro solo per mimare delle scuse a Billy, che non aveva avuto neanche il tempo di salutare.

"Allora che succede?"
"Michael si è licenziato."

Entrambe le ragazze rimasero allibite, anche se la più infuriata sembrava Isabel.

"E' per caso impazzito? Non sa che rischia di perdere tutto quello che papà è riuscito a fargli ottenere? Se i servizi sociali scoprono che non ha più un lavoro per mantenersi, gli revocheranno il diritto all'emancipazione e potrebbe essere affidato a degli sconosciuti!"
"Isabel, stai calma, troveremo un modo per aggiustare le cose."

Maria, che era rimasta in silenzio per tutto il tempo, andò verso l'uscita.

"Maria, dove stai andando?"
"Da Michael, voglio parlare con lui."

Maria uscì, mentre Max si rivolse a Isabel.

"Sei riuscita a farti ascoltare?"
"Sì, credo che questa ne sia la prova."
"Scusate, potete spiegare anche a me?"

Liz non comprendeva cosa stesse succedendo. Isabel sospirò e guardò Max. Sapeva che lui era restio a parlare con Liz della questione del destino, quindi stava a lui decidere cosa fare.

"Liz, siediti. Dobbiamo parlare di una cosa."

/***/

Maria non ricordava che la strada dal Crash Down all'appartamento di Michael fosse così lunga. Forse non l'aveva mai percorsa con l'ansia di non sapere come sarebbe finita la discussione che, inevitabilmente, ci sarebbe stata da lì a poco. Era stata veramente sul punto di smettere di lottare per la loro relazione. Era stanca, la maggior parte delle volte era come combattere contro i mulini a vento. Maria pensava che le cose fra loro fossero migliorate, soprattutto quando lui, qualche giorno prima, aveva espresso la volontà di rendere la loro relazione più ufficiale. Peccato che, per ogni passo avanti che la loro storia faceva, ce n'erano sempre almeno due o tre che li riportavano indietro. Non potevano andare avanti così. Maria decise che quello sarebbe stato un nodo cruciale per loro. O lo risolvevano, o fra loro era veramente finita. Finalmente arrivò davanti allo stabile dove si trovava l'appartamento e cercò un posto dove parcheggiare la sua Jetta. Si sentiva un po' nervosa, ma era anche più determinata che mai a dare una svolta al loro rapporto. Bussò, aspettando e sperando che lui le aprisse la porta. Quando lo fece, Maria riuscì a notare la sorpresa sul volto di lui, prima che venisse mascherata da un'espressione più neutrale.

"Ciao."
"Ciao… Mi fai entrare?"
"Uh… Certo."

Michael la fece passare, poi chiuse la porta e si grattò il sopracciglio, cercando di capire che ci facesse lei lì. Probabilmente aveva scoperto che si era licenziato. Michael si chiese se aveva parlato con Isabel o meno. Maria rimase in piedi, giocando con le proprie mani.

"Accomodati pure."
"Grazie"

Entrambi si sedettero sul divano. Maria stava riflettendo per capire come poteva iniziare il discorso. Alla fine decise di puntare sul licenziamento come inizio.

"Liz mi ha detto che hai lasciato il lavoro al Crash Down."
"Già."
"Perché? Max e Isabel dicono che rischi di perdere l'emancipazione."
"Lo so, ma non potevo continuare a lavorare lì."
"Intendi con me?"

Maria sperò che lui rispondesse di no, ma, d'altronde, in quegli ultimi giorni lei aveva fatto di tutto per allontanarlo.

"Sarà sicuramente più facile per tutti e due se non saremo costretti a vederci anche dopo la scuola."
"Mi stai dicendo che tra noi è finita?"
"Pensavo che fosse quello che intendevi dire tu ieri…"
"Senti, possiamo parlarne da persone adulte? Ho parlato con Isabel oggi. Mi ha spiegato un po' meglio come sono andate le cose."

Michael annuì, anche se, dentro di sé, sapeva che non bastava quello a sistemare le cose. Max aveva ragione, se lui non si decideva a parlare con Maria, alla fine l'avrebbe persa. Schiarendosi la voce, si sforzò di articolare qualche parola.

"Ti avrà detto anche della storia del destino… Max e Tess e… Io e Isabel… Non è una cosa semplice. Max dice che noi dobbiamo fare quello che vogliamo, ma a giudicare da quello che c'è scritto su quel dannato libro, sembra che abbiamo poco da scegliere."
"Mi stai dicendo che sei obbligato a stare con Isabel?"
"Non è quello che voglio e spero che Max abbia ragione… Ma non so nemmeno io che pensare. Queste sono le prime informazioni concrete che siamo riusciti ad ottenere sulle nostre origini."
"Sì, credo di aver capito cosa intendi. Insomma, dopo aver passato tutta la tua vita a cercare delle risposte, è normale che tu ne sia rimasto confuso, quando le hai finalmente avute."
"Già. Sono contento che tu capisca. Io… Io penso davvero che la nostra storia non sia affatto stupida. Anzi, è… Importante, per me."

Maria comprese che non era facile per Michael dire quelle cose. Non perché non le pensasse, ma perché non aveva mai avuto il bisogno di esprimere apertamente quello che provava. Al contrario, aveva sempre impostato la sua vita tenendosi costantemente sulla difensiva. Avvicinandosi un po' a lui, gli mise una mano sulla sua.

"Sì, lo so. Lo è anche per me."
"Non provo niente per Isabel. Cioè… In un certo senso è la mia famiglia. Lei e Max sono… tutto quello che ho… O perlomeno finché non ho incontrato te."

Michael stava facendo quello che per lui era quasi uno sforzo sovrumano.

"Tu sei l'unica persona a cui io abbia mai permesso di avvicinarsi così tanto. Io non sono di certo un buon fidanzato. Probabilmente non lo sarò mai. Nonostante questo, tu sei ancora qua. Lo so che vorresti uno come Max, premuroso, che riesce a esprimere bene a parole e con i gesti quello che prova. Vorrei tanto poter essere come lui, ma non so se posso riuscirci."
"Io non voglio uno come Max. Certo, alcune volte invidio Liz, perché per loro sembra sempre tutto più facile. Però… Sai che noia? Sono così… prevedibili! Invece, con te, non so mai che aspettarmi ed è questo che voglio."
"Ne sei sicura? Perché non so se riuscirò mai a cambiare."
"Non voglio che tu cambi. L'unica cosa che ti chiedo è di non chiuderti più a riccio con me. Io non posso leggerti nella mente, per cui, devi farmi capire cosa c'è che non va."

Michael la tirò verso di sé, per abbracciarla.

"Grazie."

Era più che altro un sussurro quasi accennato, ma per Maria era più che sufficiente. Si girò meglio tra le braccia di Michael, per stringerlo a sé, rifugiando il viso fra la spalla e il collo.

/***/

Al Crash Down, Max, Isabel e Liz erano ancora seduti sul divanetto del retro, quando il signor Parker scese le scale in modo abbastanza concitato.

"Papà, che succede?"
"Ho scordato che avevamo un compleanno questa sera e Michael doveva attaccare alle sei. Con una persona in meno, non so come fare. Avrei tanto bisogno di trovare un sostituto già a partire da adesso."
"Per questa sera non c'è problema, papà. Abbiamo già un sostituto."

Liz incrociò prima lo sguardo di Isabel, poi entrambe si voltarono e fissarono Max, che ricambiò il loro sguardo non sapendo cosa volessero da lui. Quando finalmente intuì dove le due ragazze volessero andare a parare, iniziò a scuotere la testa per protestare, ma Liz fu più veloce di lui.

"Max prenderà il posto di Michael, almeno per questa sera."
"Davvero Max? Perché sarebbe veramente una manna dal cielo!"
"Ecco, io, a dire la verità… Non ho mai fatto questo tipo di lavoro…"
"Andiamo, Max, devi solo girare degli hamburger e friggere patatine. Cioè, senza offesa signor Parker, ma non credo ci voglia una laurea per fare questo lavoro!"
"Tua sorella ha ragione, Max. Sono sicura che non avrai problemi. E poi sarà divertente lavorare insieme, per una volta!"

Max si sentiva tutti gli occhi puntati addosso e non riuscì più a mettere insieme una scusa convincente. Sapeva che poteva solo capitolare.

"E va bene. Sarà un piacere per me aiutarla, signor Parker."




Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


Capitolo 6



Il fattore tempo era certamente sfuggito di mano a Maria e Michael, che si erano ritrovati a passare parte del pomeriggio a fare quello che facevano di solito quando gli capitava di essere liberi, ossia a pomiciare. Poi però, Michael si era ricordato della festa di compleanno e del fatto che il signor Parker gli aveva chiesto di fare un turno extra per quella sera.

"Beh, mi sono licenziato, non credo abbia senso presentarmi, no?"
"Invece devi andare! Anzi, dobbiamo muoverci, perché siamo già in ritardo."
"Vuoi dire che anche te hai dato la tua disponibilità?"
"Sì, ma mi era completamente passato di testa! Comunque sono sicura che il signor Parker sarà molto felice di ridarti il suo posto. E sai chi sarà ancora più felice? Il povero José se non sarà costretto a fare tutto da solo!"
"Ok, andiamo."

Mentre salivano sulla Jetta di Maria, Michael si schiarì la voce.

"Senti, riguardo a Billy…"
"Michael, ti ho già detto che fra noi non c'è niente."
"E io ti credo, ma ti assicuro che non è quello che crede lui."
"Beh, tranquillizzati, fra qualche giorno Billy andrà via e non lo vedrai più."
"A me ha detto che stava pensando di fermarsi, sai, per te."

Maria, che aveva già messo in moto, si voltò un attimo verso di lui, sorpresa.

"Davvero? Ha detto così?"
"Perché sembri compiaciuta?"

Maria, questa volta senza voltarsi, alzò gli occhi al cielo, prima di rispondere.

"Non sono compiaciuta, solo sorpresa. Io lo considero davvero solo un amico fraterno e pensavo che fosse la stessa cosa per lui."
"Pensavi male, lui è deciso a conquistarti. Di nuovo."
"Michael, per l'ultima volta, quello che c'è stato fra me e Billy non è stata una vera e propria storia… Sai, quelle cose che sono perlopiù platoniche…"
"Quanto platoniche? Giusto per sapere."
"Qualche bacetto… Perlopiù a stampo…"
"E' quel 'perlopiù' che mi preoccupa."
"Non hai niente di cui preoccuparti, ragazzo dello spazio!"

Erano appena arrivati al Crash Down. Dopo aver parcheggiato, scesero dall'auto e mentre Michael stava per entrare nel locale, Maria lo tirò indietro per un braccio. Lui si voltò e stava per chiederle perché lo avesse fermato, ma lei non gli diede il tempo di parlare. Si aggrappò al suo collo e lo baciò appassionatamente. Uno di quei baci che di solito riservavano a quando erano da soli e non in un luogo pubblico. Michael non si pose domande, ma rispose con tutto se stesso. Solo quando entrambi si tirarono indietro per respirare, lui, alzando gli occhi, vide Billy che li guardava dall'altra parte della strada. La sua mascella quasi toccava terra e l'espressione che aveva stampata in faccia era impagabile. Michael gli sorrise, più che soddisfatto. Maria, che aveva agito così proprio perché aveva visto Billy che stava per attraversare, sorrise a sua volta e gli prese la mano.

"Ecco, credo che ci siamo appena liberati della questione Billy."

I due entrarono al Crash Down sorridenti e soddisfatti, ma assunsero ben presto un'espressione sbigottita. Il locale era già pieno, ma quello che li colpì davvero fu vedere Isabel con la divisa da cameriera e Max dentro la cucina, avvolto da un po' di fumo. I due stavano bisticciando.

"Max, ti prego, dimmi che non hai bruciato anche questo ordine!"
"Isabel, ti avevo detto che non ero portato per questa cosa! Comunque aiuterebbe se non continuassi a sbagliare i nomi dei piatti!"
"Beh, neanche io sono adatta a fare la cameriera!"

Maria e Michael furono intercettati dal signor Parker, che si fiondò verso di loro. I due cercarono di mettere in piedi delle scuse che giustificassero il loro ritardo, ma l'uomo li bloccò.

"Non mi interessa niente. Ditemi solo che siete qui per lavorare e, detto fra me e voi, per liberarmi da quei due impiastri. Anzi, ricordatemi di non assumerli mai, però non ditelo a Liz."

Michael e Maria annuirono e andarono a passo svelto verso il retro. Max e Isabel li videro e si voltarono entrambi verso il signor Parker.

"Quindi noi…"
"Potete andare. E grazie per il vostro tempo! Andate a cambiarvi e poi raggiungetemi, ok?"

I due ragazzi non se lo fecero ripetere. Isabel si tolse il cerchietto con le antenne e Max la bandana. Una volta che entrambi entrarono nel retro, li consegnarono rispettivamente a Maria e a Michael, per poi cambiarsi più veloci della luce e salutare frettolosamente. Anche Michael e Maria, intanto, si erano cambiati e, non appena Maria rientrò nel locale dalla porta del retro, Liz la raggiunse.

"Grazie a Dio sei qui, Maria! Isabel non conosce neanche i nomi dei piatti, ha fatto diventare pazzi sia me che i ragazzi in cucina!"
"A giudicare dal fumo che usciva dalla cucina quando sono arrivata, credo che anche Max abbia avuto dei problemi."
"Beh, adesso che siete qui non è più importante… A proposito, com'è andata con Michael?"
"Bene, finalmente siamo riusciti a parlare e…"
"E' un succhiotto quello che hai sul collo?"

Maria portò la mano al collo, arrossendo leggermente.

"Te l'ho detto che è andata bene!"

Le due amiche ridacchiarono, ma furono riprese da Michael.

"Ehi voi due, potete rimandare i pettegolezzi per le pulizie di chiusura del locale? I piatti non si servono da soli, sapete?"
"Sempre il solito…"
"Ti ho sentito…"

Maria fece la linguaccia a Michael, però si avvicinò per prendere uno dei piatti pronti sul bancone, facendogli l'occhiolino. Liz scosse la testa sorridendo. Finalmente tutto era tornato alla normalità.


Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3754929