Sai cosa sento per te

di _Rhapsody_
(/viewuser.php?uid=824349)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Volta celeste ***
Capitolo 2: *** Un seme ***
Capitolo 3: *** Vorrei e non vorrei ***
Capitolo 4: *** Non impariamo mai ***



Capitolo 1
*** Volta celeste ***


Salve a tutti! Innanzitutto grazie per aver scelto di dare una possibilità alla mia storia ^^. Il primo capitolo è ambientato qualche tempo dopo Freezer ma prima che venga evocato il drago Shenron.Non voglio trattenervi oltre, soltanto specificare che le frasi scritte in rosa sono i pensieri di Bulma e quelli in blu quelli di Vegeta. 
Spero vi piaccia, fatemi sapere che ne pensate, i commenti costruttivi di qualunque natura sono ben accetti, buona lettura!

 

Lo vide in giardino, col naso all'insù, intento a scrutare il cielo stellato. Da quando Vegeta era ospite a casa sua ogni sera si metteva ad osservare le stelle per almeno un'ora. Le era capitato di osservarlo di nascosto in questi mesi e ogni volta notava sul suo volto un'espressione indecifrabile che Bulma non gli aveva mai visto prima.

La ragazza stava dirigendosi verso la porta di casa per andare in camera sua a dormire ma proprio quando mise la mano sulla maniglia cambiò idea. Si avvicinò a lui titubante, il sayan era famoso per essere sempre imprevedibile e infastidito per cui almeno questa volta voleva provare ad avere una conversazione quantomeno civile con lui - Hey! - gli disse facendogli un sorriso, nonostante lui stesse continuando a guardare il cielo senza degnarla nemmeno di uno sguardo. Non ricevette risposta, ma era sempre stata una ragazza testarda e non bastava di certo così poco per farla demordere - Non hai freddo? Inizia a far fresco la sera – provò ad insistere - Non sono di certo un debole terrestre come te - Doveva aspettarsi un non così velato insulto, d'altronde si stava parlando di Vegeta. Alzò gli occhi al cielo sbuffando ma continuò comunque a parlargli – Si, me ne rendo conto... - guardò anche lei il cielo senza capire come mai il sayan fosse così interessato nella volta celeste.

– Non ti facevo appassionato di astronomia – gli disse, sperando di aver attirato la sua attenzione e di farlo girare verso di lei, invano. - Infatti non lo sono - - E allora perchè ogni sera guardi le stelle? - Bingo! Si voltò di scatto versò di lei, stupito che la ragazza fosse a conoscenza delle sue abitudini quotidiane. Si riprese quasi subito dallo shock però - Non sono cose che ti riguardano...e poi non capiresti -

Ma perchè gli viene così facile farmi perdere la pazienza? - Ma per favore! Sono la scienziata più intelligente della terra, il mio comprendonio non è un problema...mettimi alla prova! – Ormai sapeva che per ottenere una qualche reazione dal sayan, nel bene e nel male, il sistema più efficace e rapido era rendere il tutto una sfida. Il sayan infatti, dopo un primo momento di titubanza sciolse le braccia conserte e con il dito indicò un punto nel cielo – Lì è dove si trovava il mio pianeta, all'incirca – Ecco perchè sembra sempre così triste e sperduto.

- Oh – riuscì solo a dirgli. Era sempre così pieno di sé e dall'aria spietata, che spesso ci si dimenticava della vita infelice che Vegeta aveva vissuto o che ne portasse quotidianamente i segni, anche un tipo come lui. Iniziò ad immaginare come si sarebbe sentita ad essere l'unica sopravvissuta del proprio pianeta e non le piacque affatto la sensazione di desolazione e dolore che la pervase. Capire Vegeta non era poi così difficile in fondo.

- Com'era il tuo pianeta? - Bingo di nuovo!

Vegeta la guardò con un'intensità nuova... Perchè le interessa? Non è di certo una bella storia

- Perchè vuoi saperlo? - - Sono curiosa! E poi finchè ne parli non sarà scomparso del tutto...- Parla sul serio? Perchè mai mi sta dicendo queste cose, è forse dispiaciuta per me? Non sopportava la piega che stava prendendo questa conversazione, e ancor meno sopportava lei e la sua stupida compassione – Non dire stupidaggini, donna! - - Sono seria, voglio saperne di più! Era come la Terra? Più piccolo? - Era visibilmente infastidito e si riusciva a vedere una vena che pulsava sulla fronte, ma alla ragazza sembrava non importare. Vegeta sbuffò, ma nonostante il fastidio che provava ci teneva a specificare com'era veramente il proprio pianeta – Era molto più grande, il paesaggio non altrettanto bello...–

Ha veramente detto che qualcosa di terrestre era “bello”? Non lo interruppe però, sentirlo parlare era troppo prezioso - Il cielo era rosso, e c'era molta più desolazione – Continuò a parlare ancora e forse non rendendosene conto iniziò a spiegarle come funzionava la società, le varie classi di combattenti e alcuni abitudini della razza guerriera. Era chiaramente molto orgoglioso del suo popolo e di far parte della famiglia reale, le parlò un pochino anche di quella...

 

- Avevate un simbolo della vostra casata? - - Certo! Adornava la divisa mia e di mio padre - - E com'era fatto? - La guardò stranito. Ma che le prende? Da dove si sta prendendo tutta questa confidenza?

E che prendeva a lui? Perchè le stava dicendo tutte quelle cose? Perchè mi sta guardando a quel modo? La ragazza aveva gli occhi sgranati e lo guardava con estrema attenzione, come se temesse di non riuscire a cogliere ogni dettaglio di quello che lui le stava dicendo, avida di informazioni. Voglio saperne di più su di lui, per cui ne approfitterò!

- Come faccio a descriverti un simbolo, me lo vuoi dire? - Gli occhi di Bulma si illuminarono ulteriormente e senza dirgli nulla corse in casa. Ok, è completamente fuori di testa.

Qualche minuto dopo la vide correre verso di lui sventolando un foglio bianco - Ecco, fammi vedere – gli disse porgendogli il foglio e una matita. Stranito e stranamente incuriosito dalla donna che aveva di fronte, prese la matita, ignorando la sensazione che provò al fortuito contatto tra le loro dita ed iniziò a disegnare il simbolo della propria famiglia.

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Un seme ***


Salve a tutti!^^ eccomi tornata con un nuovo capitolo, spero vi piaccia fatemi sapere cosa ne pensate. Fatemi ringraziare chi ha letto e soprattutto chi ha recensito :-) spero di non deludervi! Una piccola precisazione, per rendere il capitolo più comprensibile ho deciso di colorare non solo i pensieri come il capitolo precedenti, ma anche le frasi dette dai personaggi. Avendo come fulcro centrale una discussione concitata temevo fosse difficile seguire. Ci rivediamo a fine capitolo, buona lettura!

 

 

Non era certo la prima volta che lo lasciava stupito e senza parole. In questi lunghi anni in cui la conosceva Bulma era sempre riuscita a sorprenderlo, nel bene e nel male. Questa volta però, si era decisamente superata.

Per quale malsano motivo aveva deciso di ospitare Vegeta? Era stato già abbastanza assurdo invitarlo una volta tornati da Namek, quando lui era ancora nell'aldilà...ma rinnovare l'invito dopo che il Sayan era andato alla ricerca delle stazioni spaziali di Freezer era veramente troppo!

- Non ha nessun posto dove stare!-

- E quindi? - stavano litigando anche oggi, la loro era sempre stata una coppia abbastanza litigiosa ma ultimamente stavano dando del loro “meglio”. L'argomento delle loro discussioni era sempre lo stesso: Vegeta e la gentilezza ingiustificata di Bulma nei suoi confronti. - E quindi io vivo in una villa e non mi costa nulla dargli una mano – proseguì lei - Ma perchè lo vuoi fare? È un assassino! -

- Lo so bene, non sono stupida... -

- Siamo sicuri? - lei lo fulminò con lo sguardo, il suo fidanzato la stava iniziando ad irritare sul serio - Yamcha! E' casa mia, decido io chi ospitare o meno -

- Potrebbe farti del male! - Perchè è così testarda?

- Mannò! Gli servo per la gravity room e poi...non lo farebbe mai Aspetta un momento, che sta succedendo? Non sapeva spiegarlo ma iniziava a sentirsi angosciato – Tu...ti fidi di lui – non era una domanda, non gli serviva chiederlo. La conosceva abbastanza bene da sapere che la scelta di permettere al Sayan di vivere in casa sua non era solo guidata dall'incoscienza e dallo sprezzo del pericolo che la caratterizzavano sin da quando era una ragazzina. Semplicemente non temeva per la sua vita quando si trovava in compagnia di Vegeta, era ben conscia di cosa stesse facendo la realtà era che si fidava di lui e basta. Perchè? - Vorrei ricordarti che che il Sig. “non lo farebbe mai” mi ha ucciso – okay, puntare sul senso di colpa non era la tattica più matura da intraprendere forse, ma a mali estremi...

- Non c'è bisogno che me lo ricordi, sono andata su un altro dannato pianeta per riportarti in vita. Vegeta non è più lo stesso di quando è arrivato sulla terra con NappaE' pazza, la mia ragazza è completamente pazza. - Ma che diavolo stai dicendo? -

Se fino a quel momento aveva cercato di mantenere la calma ora stava iniziando ad infervorarsi anche lei – Senza di lui non avremmo sconfitto Freezer! E' stato fondamentale! E Krilin mi ha detto che ha persino salvato la vita a Gohan -

- Questo non cambia quello che ha fatto, e non dico solo a noi...ha una vita costellata di razzie e stermini -

- Si lo so... - la ragazza assunse un'aria triste prima di continuare – Ma almeno è un inizio – Yamcha la guardava con gli occhi fuori dalle orbite...Un inizio di cosa? - Stai vaneggiando Bulma! Cosa ti aspetti, che cambi forse? E perchè mai vorresti che succeda?- ormai il ragazzo aveva perso completamente le staffe - Non sto vaneggiando affatto...c'è molto di più in lui che uno spietato guerriero

A Yamcha sembrava ormai di stare sbattendo la testa contro un muro di cemento, ma comunque non voleva fermarsi dal cercare di abbatterlo - E' un assassino e basta Bulma! Mi spiace deluderti ma non c'è altro -

- Tu non lo conosci..- ecco, Yamcha riusciva a sentirlo, a percepirlo distintamente, qualcosa di molto piccolo per ora che si insidiava in lui, fastidioso. Un seme, ancora dormiente forse, ma pronto a crescere a vista d'occhio – Perchè, tu si? -

Bulma fissò i suoi occhi in quelli del fidanzato, desiderosa che lui la capisse...che anche lui vedesse ciò che vedeva lei, ma come poteva? - Vegeta non è quel che è e basta...Goku non sarebbe molto diverso da lui se fosse rimasto sul proprio pianeta di origine... -

- Ma lui non è Goku...-

- Perchè Vegeta non ha vissuto la vita di Goku! Goku non ha visto solo guerre e sangue. E' anche lui un Sayan come Vegeta, ossessionato dai combattimenti e dal diventare sempre più forte eppure non è un assassino. La loro differenza è quello che hanno dovuto passare e non qualcosa di intrinseco dalla nascita -

Lo aveva zittito, e non perchè Yamcha avesse finalmente compreso il succo del suo discorso o perchè lei fosse riuscita a convincerlo, ma semplicemente perchè il ragazzo si era stancato di ascoltarla, le aveva dato anche fin troppa corda e lei non dava segni di cedere.

- Se non hai problemi ad averlo in casa tua affari tuoi...ma non ho intenzione di sentirti difenderlo, né di chiedermi perchè tu lo faccia - Si avvicinò a lei e la guardò fisso negli occhi, con aria minacciosa. La ragazza non riuscì a dire nulla e a Yamcha gli sembrò perfino confusa dalle sue parole. Il ragazzo uscì poi di fretta dalla stanza della ragazza, i loro piani per la serata ormai saltati.

 

 

Eccomi di nuovo!XD mi rendo conto si tratti di un capitolo poco succoso in quanto manca Vegeta, ma ho ritenuto fosse importante parlare di un episodio come questo...non credo si potesse saltare un confronto fra Bulma e Yamcha. Fatemi sapere che ne pensate!

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Vorrei e non vorrei ***


Salve a tutti!Eccomi tornata con un nuovo capitolo!Vorrei ringraziare tutti quelli che hanno letto, spero che sarete meno timidi d'ora in poi e mi direte che ne pensate XD Scherzi a parte, le vostre opinioni sono fondamentali! Spero questo capitolo vi piaccia, buona lettura!


Due cyborgs. Questa la nuova minaccia che i guerrieri Z dovevano prepararsi ad affrontare. L'infausta notizia era stata annunciata da uno strano ragazzo dai capelli lilla che a Bulma sembrava terribilmente familiare. Avevano 3 anni di tempo prima che le loro vite venissero nuovamente messe in pericolo. La ragazza cercava di non pensarci e di proseguire la propria vita come aveva sempre fatto, ma non era facile sapendo di avere i giorni, o per meglio dire gli anni, contati.

Vegeta invece pensava eccome al giorno in cui avevano ricevuto la tremenda notizia, quello in cui era anche stato umiliato per l'ennesima volta. Non solo Kakarot, ma ora anche quel ragazzo venuto da chissà dove era riuscito a raggiungere il livello di super sayan.

Aveva reagito nell'unico modo che conosceva: infuriandosi e intensificando ulteriormente il suo allenamento, già di per sé quasi letale. Continuava ad allenarsi, a sforzarsi e a portare il proprio corpo fino al limite, ma per quanti sacrifici facesse non riusciva a tingersi di oro. Non trovava nessuna spiegazione al suo fallimento, se vi era riuscito Kakarot, un guerriero di infimo livello, per quale motivo lui, il principe dei sayan, stava avendo tanta difficoltà?

Quel giorno in particolare, si stava allenando come un pazzo...nonostante le raccomandazioni del padre di Bulma e della ragazza, aveva portato la gravità a 300. Sentiva ogni singolo muscolo del suo corpo fargli male, le ossa sul punto di spezzarsi, ma non gli importava, sarebbe diventato un super sayan anche lui, a qualunque costo.

Bulma era in salotto con sua mamma quando all'improvviso sentì un rumore terribile provenire dal giardino. Si sentì raggelare e prendere dall'angoscia quando realizzò la probabile fonte di quel frastuono. Si fiondò fuori in giardino, seguita a ruota da Yamcha, accorso anche lui dopo aver sentito tutto quel trambusto. Una volta fuori le si presentò uno spettacolo agghiacciante: la gravity room soltanto un cumulo di polvere e di Vegeta nemmeno l'ombra. Si sentì mancare il respiro e senza fermarsi a pensare iniziò a correre verso le macerie rimaste. Sperò di scorgere qualche indizio che le facesse sperare che il sayan fosse sopravvissuto al disastro, ma non stava avendo fortuna. Con le lacrime agli occhi e in preda al panico, iniziò a scavare a mani nude, spostando blocchi di cemento alla ricerca di Vegeta.

Poco dopo per fortuna, non molto lontano da lei, un braccio spuntò fuori dalle macerie e Vegeta uscì fuori, mettendosi a fatica in piedi. Il sollievo che la pervase venne subito sostituito da un'incredibile voglia di spaccargli quella sua testa dura - Sei il solito testone! Non ti avevo forse detto di non esagerare con l'allenamento? Guarda che hai combinato! Per poco non ci rimanevi secco! - Capì che il sayan non aveva subito troppe conseguenze dall'incidente quando le rispose subito piccato - Non impicciarti capito? Il mio allenamento non ti riguarda affatto... - Era già pronta a rispondergli per le rime ma le parole le morirono in gola quando vide Vegeta perdere l'equilibrio e cadere a terra. Gli corse subito incontro e posò la testa del ragazzo sul proprio grembo.

- Quand'è che la smetterai di farti del male? - per fortuna, non era svenuto - Quando sarò un super sayan...e ti ho già detto di non impicciarti! - Anche moribondo non perdeva la sua lingua tagliente né tanto meno la sua testardaggine - E va bene...continua pure a seguire i tuoi sogni, ma cerca di non esagerare ok? - la risposta stizzita che si aspettava non arrivò mai, perchè il Sayan perse i sensi fra le sue braccia. Preoccupata all'inverosimile e con gli occhi lucidi si rivolse a Yamcha – Mi aiuti a portarlo in infermeria per favore? -
A Yamcha non era piaciuto affatto assistere a quella scena né tanto meno essere stato sullo sfondo per tutto il tempo, ma di fronte allo sguardo supplichevole di Bulma non ebbe il cuore di dirle di no. Annuendo, si accucciò per prendere il corpo esanime di Vegeta e caricarselo in spalla.

Alla fine di un'interminabile attesa, il padre di Bulma era uscito dall'infermeria dopo essersi occupato delle ferite di Vegeta, e li aveva raggiunti nella stanza adiacente per rassicurarli sullo stato di salute del sayan: con un po' di riposo si sarebbe ripreso completamente. Bulma tirò un sospiro di sollievo e anche Yamcha, nonostante l'antipatia provata per Vegeta, si sentì sollevato in fondo. Si voltò verso la sua fidanzata e rimase stupito nel vedere che nonostante la bella notizia, Bulma sembrava ancora preoccupata e pensierosa.
Yamcha si sentiva di troppo, come ormai spesso succedeva nelle ultime settimane, era veramente una situazione insostenibile e stava perdendo la pazienza, questa volta sul serio. Era pronto ad affrontare la propria fidanzata e a vomitarle addosso la propria frustrazione, ma le parole gli morirono in gola quando la guardò meglio. La ragazza aveva un'aria tremendamente confusa e incredula mentre si guardava le mani, piene di tagli e sporche di sangue. Deve essersele ridotte a quel modo mentre cercava Vegeta. Sconsolato, Yamcha scosse la testa e aspettò che il dott. Briefs se ne andasse per parlarle - Dovresti fasciartele... - Bulma si girò di scatto verso di lui, come se si fosse accorta solo in quel momento della presenza del ragazzo. Tornò a guardarsi le mani, quasi spaventata e Yamcha riprese a parlare - Bene, ehm...immagino vorrai aspettare che si svegli – La ragazza lo guardò fisso negli occhi, come faceva a saperlo? Non ci voleva di certo un genio però per sapere che non si sarebbe tranquillizzata fino a che Vegeta non avesse aperto gli occhi e la bocca per insultarla. Yamcha si sentì rammaricato e ancora di più triste nel realizzare di non essere affatto stupito per la reazione di Bulma. Ciò che lei gli disse dopo però, e le lacrime che accompagnarono quelle parole lo stupirono eccome.

Bulma si sentiva gli occhi bruciare dalle lacrime, ma raccolse tutto il suo coraggio per essere finalmente onesta con Yamcha e con sé stessa – Avevi ragione – Yamcha la guardò confuso...di che stava parlando? Oh... Il ragazzo abbassò la testa, non era pronto, non era ancora pronto. Ma quando tirò su la testa per guardare Bulma, capì che poco importava che lui lo fosse o meno - Io...non so come sia successo...ma so che mai come in questo caso ho voluto così tanto che tu ti sbagliassi – ormai le lacrime scendevano copiose sul viso di lei, conscia che stava per rinunciare ad una parte molto importante della sua adolescenza e di sé stessa - Io volevo sposarmi con te, avere dei figli con te...non so come sia successo... - si guardava intorno spaesata come se stesse cercando nella stanza la risposta alle sue domande, finchè il suo sguardo non si posò su Vegeta, dormiente al di là del vetro - Non me lo so spiegare Yamcha...ma quando non lo vedevo, e pensavo fosse morto io...mi dispiace... - un singhiozzo la interruppe.
Avrebbe dovuto dirle forse “te lo avevo detto”? Consolarla? E chi avrebbe consolato lui? Aveva assistito mentre la sua ragazza si innamorava di un altro, e non aveva potuto farci niente. La cosa più strana poi era che non riusciva ad odiarla, non fino in fondo. Non per magnanimità o che, ma perchè si era cacciata in qualcosa più grande di lei e provava pietà per la ragazza. Innamorarsi di Vegeta? Che ne sarebbe stato di lei? Avrebbe sofferto terribilmente e nient'altro. Con rammarico si avvicinò a lei, le diede un bacio sulla fronte e le sorrise – Io vado, domani con calma recupero le mie cose...cerca di riposare – Bulma lo guardò confusa, si era aspettata delle parole diverse da parte di Yamcha. Si era aspettata che le urlasse contro, che le rinfacciasse quello che aveva fatto per lei, non questa apatia e rassegnazione. Provò a dirgli qualcosa, ma sapeva che qualunque cosa avesse pronunciato sarebbe suonato sciocco o inopportuno. Non voleva che se ne andasse, aveva paura. Gli disse ancora una volta quanto fosse dispiaciuta e poi lo osservò allontanarsi lungo il corridoio. Sconsolata, piena di angoscia ma soprattutto conscia che ora era davvero sola, si voltò di nuovo verso la stanza che aveva di fronte, osservando l'oggetto dei suoi ultimi colpi di testa. Appoggiò una mano contro il vetro e poi si fiondò nella stanza, pronta a vegliare Vegeta per quella notte.

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Non impariamo mai ***


Anche oggi stava nevicando, la città era imbiancata già da un paio di giorni, un tempismo perfetto dato che il giorno seguente sarebbe stato Natale. Bulma era in salotto con la madre e la stava aiutando a rimettere in ordine dopo la grande festa che avevano dato per celebrare la vigilia. Dopo un'ora era tutto apparentemente a posto e la madre le diede la buonanotte. Una volta rimasta sola, la ragazza si avvicinò all'ampia porta-finestra che dava sul giardino e guardò fuori con attenzione. La luce è spenta, bene. Tirò un grosso sospiro e facendosi coraggio si diresse al piano di sopra.

Bulma era sempre stata una ragazza decisa e determinata, convinta delle proprie azioni e delle proprie scelte. Ma mai come quella sera, di fronte a quella porta, si sentì così insicura e sciocca, pentendosi di quella che fino a pochi minuti prima le sembrava ancora un'idea carina. Era tardi però, ormai ci aveva investito gran parte del suo tempo ma soprattutto, ormai aveva bussato.
Venne accolta sull'uscio da un visibilmente irritato Vegeta, che non appena la vide le incollò il suo sguardo infastidito e al contempo confuso addosso. Che ci fa ora lei qui? - Ehm...ciao Vegeta! - il sayan la guardò ancora più stranito, non solo perché era strano fosse lì ma anche per come si stava comportando. Si, se ne rendeva conto anche da sola...sembrava un'idiota. Ultimamente Vegeta la metteva terribilmente in soggezione ed essere lì in quella situazione non la stava di certo aiutando, anzi. Si ricompose in fretta però, d'altronde in quella situazione ci si era ficcata da sola e da sola l'avrebbe dovuta gestire - Scusa se ti disturbo, posso entrare un secondo? - - Perché? - Ovvio, perché renderle le cose facili? – Non ti ruberò molto tempo, promesso! – Sbuffando, il sayan si fece da parte per permetterle di entrare nella stanza. Si sentiva a disagio ad averla lì, da sola. Voleva che se ne andasse al più presto e che i pensieri che stava avendo su di lei negli ultimi tempi tornassero a tacere.

Una volta entrata la sicurezza di Bulma vacillò ulteriormente, si sentiva terribilmente in imbarazzo a trovarsi nella stanza di Vegeta. Il ragazzo non si era allontanato dalla porta e la osservava impaziente con le braccia incrociate, desideroso di poter tornare a starsene per i fatti suoi. Visto che Vegeta non la stava affatto aiutando, Bulma decise di prendere in mano la situazione e di arrivare al punto: prendendo un bel respiro tirò fuori dalla tasca una capsula e la attivò. Da una nuvoletta di fumo si materializzò una scatola piuttosto grossa e la avvicinò in direzione del sayan, che la guardò stranito - Che diavolo sarebbe? - Bulma gli sorrise – E' il tuo regalo di Natale, aprilo! – - E perchè mi avresti fatto un regalo? - - Perchè è Natale e a Natale... - Vegeta la interruppe subito – So cos'è il Natale, mio malgrado tua madre non ha fatto altro che parlarmene per due settimane...comunque non spiega perché dovresti fare un regalo a me – Bulma arrossì leggermente e cercò di spiegargli il motivo del proprio gesto – Bhé, a Natale bisogna essere più buoni...e poi vivi anche tu qui, non mi sembrava giusto escluderti – Vegeta si sentì incredibilmente a disagio. Ma quanto è sciocca? - Dai avanti, aprilo! Se non ti piace puoi ridarmelo – Il sayan la fissò negli occhi, ma riuscì a sostenere lo sguardo di Bulma per poco. Le prese senza tante cerimonie il pacco dalle mani ed iniziò a sfasciarlo. Una volta aperto non poté credere ai suoi occhi. Nella scatola, in tutta la sua regale fierezza, vi era una battle suit, la SUA battle suit. Incredulo, la prese fra le mani e la tirò fuori, lasciando cadere a terra la scatola. Accarezzò con le dita il simbolo della sua casata, e notò con orgoglio il mantello cremisi che scendeva a partire dagli spallacci. Scrutò la divisa quasi rapito, riusciva quasi a sentire il suo sangue fremere fiero nelle sue vene, risvegliato alla vista di quello che era molto più di un simbolo di ciò che era stato e che era destinato ad essere. In quel momento realizzò meglio cosa era successo. Bulma aveva riprodotto una copia identica della sua vecchia divisa. Per lui. Stupida donna. Bulma non si accorse del cambiamento d'animo di Vegeta e iniziò a spiegargli della divisa estasiata, come ogni volta che parlava di una sua nuova invenzione del resto - Spero di aver fatto il simbolo correttamente, e di aver azzeccato i colori...comunque anche se non sembra è di un materiale più resistente rispetto a quelle a cui eri abituato... - Il sayan non la stava minimamente ascoltando e guardandola blaterare non riuscì a fare a meno di ripensare a quando poco più di un mese prima, dopo il suo incidente con la gravity room, l'aveva sorpresa a vegliare su di lui. Una vena sulla tempia iniziò a pulsare. - Perché lo hai fatto? -
- Eh? -
- Perché mi hai dato questo regalo? - Bulma fece una risatina, completamente ignara della furia che si stava scatenando nel ragazzo di fronte a sé – E a chi altro avrei potuto darlo? -
- Perché mi hai fatto un regalo? -
- Te l'ho detto, a Natale bisogna cercare di essere più b – Siccome stava chiaramente sviando il discorso, Vegeta la interruppe nuovamente – Cosa hai regalato a tua madre? - Si avvicinò a lei di un passo. Il sayan le ripeté di nuovo la domanda, il suo tono sempre più perentorio - Ehm...un profumo – Un altro passo – Ok quindi vediamo...sei uscita di casa, sei andata al negozio, hai pagato, cosa che mi sembra non sia un problema per te, e poi te ne sei tornata a casa...ti ci sarà voluta più o meno un'ora giusto? - Che sta succedendo? Perché la stava facendo sentire in colpa per cosa aveva regalato a sua madre? Si sentiva confusa - Lo voleva da tempo quel profumo... - lo guardò confusa con i suoi grandi occhi blu quasi chiedendogli scusa. Vegeta sospirò esasperato – Quanto tempo ti ci è voluto per fare la mia battle suit? - oh, ecco dove vuole andare a parare - Non è stato così difficile, sembra un gran lavoro ma è stata una sciocchezza in realtà... - - Quanto ti ci è voluto?!? - Un altro passo. Un mese e mezzo - Tre settimane...un mese – Come un toro di fronte ad un drappo rosso Vegeta sbuffò dal naso - Per quale motivo hai usato un mese della tua vita per fare un regalo proprio a me? - Il sayan iniziava ad esserle veramente tanto vicino e Bulma stava iniziando ad avere difficoltà a concentrarsi - Volevo solo fare un gesto carino...non dare inizio ad un interrogatorio -
- Perché volevi fare un gesto carino per me? Hai forse fatto dei regali simili per i namecciani che ospitavi? - Merda. Lui sapeva – Volevo solo essere gentile, se avessi anche solo sospettato che l'avresti presa così mi sarei risparmiata il disturbo... - e fece per avviarsi alla porta , ma non riuscì ad avvicinarsi abbastanza perché Vegeta le sbarrò la strada col proprio braccio. Merda!!
- Lo sai? Noi sayan non siamo semplicemente più forti di voi terrestri...i nostri sensi sono molto più sviluppati dei vostri – Bulma non poteva fare altro che fissare lui o il suo bicipite, opzione che non migliorava di molto la sua capacità di rimanere concentrata.
Sai cosa significa? - non attese la risposta della ragazza – Significa che posso sentire distintamente il tuo respiro, il tuo cuore che pompa il sangue nelle vene... - e con lo sguardo seguì una linea immaginaria che dalla sua bocca portava al collo, per poi incollare di nuovo i suoi occhi neri a quelli blu di lei.
- No, non sei affatto inquietante... - Bulma doveva cercare in qualche modo di recuperare un minimo di lucidità e pensò che il sarcasmo potesse funzionare, si sbagliava. Infatti, mentre cercava di passare sotto al braccio di Vegeta, lui le si parò davanti. Il sayan non accennava a muoversi di un passo ma in compenso avvicinò ulteriormente il proprio viso a quello di lei, e con un sorriso beffardo le chiese – Perché stai tremando? - Col respiro affannato Bulma rispose – Perché mi stai spaventando – Vegeta ridacchiò – O no, sei molte cose ma spaventata di me non rientra fra queste...peccato, almeno vorrebbe dire che non sei una sciocca – l'irritazione si era impossessata ancora una volta di lui – Perché sei arrabbiato? - E' così sbagliato? - - Mi accorgo di come mi osservi ultimamente, pensando di non essere vista...o di come il tuo battito aumenti quando entro nella stanza... - Bulma voleva piangere, si sentiva persa e umiliata, e la cosa peggiore, proprio da lui. Vegeta sorrise beffardo, soddisfatto del rossore sulle guance della ragazza - In effetti ora che ci penso non servono affatto i sensi dei sayan per accorgersene...è per questo che il terrestre ti ha piantato vero? - Le sorrise maligno, e Bulma non riusciva a credere di essere finita in quella situazione e ancor meno di quanto lui potesse bearsi del suo disagio. Tuttavia, non aveva alcuna intenzione di dargliela vinta - Piantala di dire sciocchezze e fammi uscire – Ma il sayan non dava segni di volersi fermare – Non pensavo mi sarei mai trovato a compatire quell'idiota ma cavoli questo è troppo anche per lui! Appena non c'è provi ad infilarti subito nel mio letto – Aveva sentito troppo, con le lacrime che ormai le rigavano il viso Bulma scattò e tirò uno schiaffo in pieno volto a Vegeta. Ovviamente il sayan non si era spostato nemmeno di un millimetro per il colpo e la ragazza era conscia del fatto che avrebbe potuto evitarlo con ridicola facilità. Perché si fosse fatto colpire di proposito la ragazza non riusciva a capirlo ma non le importava, voleva solo andarsene. Questa volta Vegeta le lasciò lo spazio per muoversi. Una volta uscita dalla stanza Bulma iniziò a correre verso la sua stanza, mortificata. Lui sapeva.

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3746767