reckless dream

di LostinStereo3
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Hit the lights ***
Capitolo 2: *** Little girl, come on ***
Capitolo 3: *** Hands ***



Capitolo 1
*** Hit the lights ***


Hit the lights

Ciao, sono Amy e ho 16 anni. E sti cazzi, direte voi. E invece lo dico io.
Cosa c’è di meglio del passare una serata al Tric con una delle mie migliore amiche, Sallie? Passare una serata proprio al Tric con Sallie. E vi spiego anche perché: il Tric è qualcosa di unico, un vecchio garage rimesso più o meno a nuovo dalla neodiciottenne Sallie , che lo ha fatto diventare un locale/bar/pub con musica seria (non come quella merda commerciale che gira in qualsiasi discoteca) e un ritrovo per tutti i ragazzi che, come noi due, non amano niente come la musica e infatti si organizzano spesso serate live con piccole band emergenti. È il nostro paradiso terrestre, in pratica.
È ancora presto stasera e il locale è vuoto, così io e Sallie mettiamo su qualche cd a caso dalla nostra collezione abbastanza fornita. I due ragazzi che lavorano lì ci guardano e sorridono, mentre aggiustano cose qua e là.
Non sempre vengo al Tric, per vari motivi: non riesco sempre a convincere i miei a lasciarmi andare, oppure spesso Sallie è impegnata a fare altro e quindi non mi va di andarci da sola. Io e Sallie ci siamo conosciute a scuola, lei stava ripetendo il secondo anno, io ero una matricola e mi ha salvata da due cheerleader impazzite che mi avevano presa di mira. Inutile dire che ho capito subito che tipo fosse Sallie, una ragazza che si fa i fatti propri ma che si fa rispettare e, soprattutto, è rispettata. È stata da sempre gentile con me e siamo diventate immediatamente buone amiche.
Mentre cantiamo e balliamo con mosse stupide dietro al bancone del bar, Sallie mi rivolge una domanda inaspettata: “Allora, non mi hai più detto niente su quel Nick qualcosa..come va? Con lui intendo” “Oh, lui..nulla, al corso di inglese ho provato a sedermi vicino a lui ogni tanto e sembrava simpatico e un paio di volte mi ha invitato anche a casa sua per studiare insieme, ma poi quando provavo a salutarlo in mezzo alla folla, sembrava ignorarmi e addirittura quasi vergognarsi, quindi l’ho mandato a quel paese. Niente di personale eh.” Parlo tranquilla e sicura di me. “Amy, battimi il cinque, così ti voglio amica. Fanculo a quella merda.” Esclama esaltata Sallie, battendomi il cinque con vigore e facendosi trasportare ancora di più dalla musica. Brindiamo con una birra e ridiamo felici, poi chiedo anche io a Sallie come va con il tipo con cui aveva qualcosa, un certo Matt. “L’ho mollato” mi risponde “era una palla, troppo possessivo, non potevo fare niente senza il suo consenso. Non capisco ancora come ho fatto a dargli una possibilità, ad un tipo così.” Ridiamo di nuovo e brindiamo ancora, al nostro essere single.
“Stasera che c’è di bello qui?” chiedo a Sallie, all’oscuro del programma della serata. “Suona una band di qui, tali All Time Low. Mi ha chiamato un loro amico, Matt Flyqualcosa (ma tutti Matt si chiamano in questa città?) che da quello che ho capito fa loro da manager o giù di lì, chiedendomi se potevano suonare qui un sera tra queste, e gli ho detto di venire oggi. Mi ha portato anche una demo, dopo avermi chiamata, non sono per niente male. Credo che vengano nella nostra stessa scuola” Sallie mi porge questo cd e io lo guardo un po’, sopra con un pennarello nero c’è scritto il titolo della canzone che immagino contenga, “The next best thing”, e lo inserisco nell’impianto stereo. Parte una musica veloce che mi prende subito e faccio segno a Sallie che apprezzo.
Verso le 10 comincia ad arrivare la prima gente e Sallie fa una rapida selezione di cd da inserire,poi insieme ce ne andiamo a un tavolo con la nostra birra. Il locale si riempie poco dopo, alcuni amici di Sallie si fermano a salutarci, altra gente poga senza sosta nel pit su un cd dei Transplants. Poi vedo qualcuno trafficare sul piccolo palco, montano la batteria, i microfoni e il resto. Sallie fa cenno al tipo vicino all’impianto stereo di togliere il cd e due minuti dopo i riflettori si accendono su quattro ragazzi.
Quello al centro, che individuo come frontman urla “Ciaoo ragazzii, noi siamo gli All Time Low, da Baltimore. Ci piace suonare e ci piace anche toglierci i vestiti. Forza, fatevi sentire” Rido di gusto insieme a Sallie, mentre parte la prima canzone, quella della demo. Live sono mille volte meglio e anche la folla sembra apprezzare. Il chitarrista ha una carica assurda, lo noto subito, corre e salta e urla ovunque. Faccio segno alla mia amica di avvicinarmi, voglio lasciarmi trasportare dalla musica stasera. Arriviamo tra spinte e gomitate in prima fila e finiamo proprio sotto il chitarrista esaltato. Io e Sallie continuiamo ad urlare insieme alla gente. “Gente, vi sento carichi stasera” urla il cantante “la prossima canzone si intitola Hit the lights, urlatee”
I’m setting here whishing for something that’s missing
I’m waiting for you to tell me
that time keep me on passing
I’m hoping, i’m asking
to stand by your side
at least for tonight

Mi scateno insieme a Sallie. Alzo lo sguardo verso di loro e i miei occhi si incrociano con quelli del chitarrista pazzo e spilungone, che mi sorride.
Let’s follow through with this reckless dream
that’s tearing me up inside
and all the time we’ve been so innocent.
So don't you go
I've got you where I want you
and I'm never letting go
hit the lights we'll be all right
tonight our dreams come true.

Per il resto della canzone sembra non togliermi gli occhi di dosso, continua a fare quello che fa, ma mi accorgo che il suo sguardo finisce sempre sul mio.
Now lets take our chances
please give me your answer
it's all up to you
so please take me away
we've waited for so long
I can't say it feels wrong
to close my eyes when all I see is you.

Sembra volermi dire proprio quello che il suo amico sta cantando e io rimango ipnotizzata dalla sua freschezza e vitalità, anche se un moto di imbarazzo mi sta attanagliando lo stomaco. Guardo Sallie in cerca di sostegno e la trovo lì a fissarmi incredula e raggiante allo stesso tempo. Poi si avvicina al mio orecchio e ci urla dentro. “Qualcuno qui ha fatto colpo eeeh” Io la fulmino e arrossisco, mentre il concerto giunge al termine. “Ragazzi siete stati fantastici. Noi siamo gli All Time Low: Rian alla batteria, Zack al basso, io, ovvero Alex, alla chitarra e alla voce, e ultimo, non che il più idiota..il nostro chitarrista Jack. Grazie a tutti, comprate il nostro EP.”
 

Ho scritto questa storia anni fa e adesso l'ho ritrovata, quindi l'ho modificata un po' :)

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Capitolo 2
*** Little girl, come on ***


Litte girl, come on.

Rimango ipnotizzata ancora un po’ sotto il palco, le luci ormai spente, mentre la musica dello stereo si rianima lentamente e gli schiamazzi della gente intorno a me si fanno sempre più prepotenti. Ingenuamente sorrido nel buio. Poi mi sento trascinare via per un braccio e allora mi risveglio. È Sallie. Ci ritroviamo al piano bar e lei ci ordina due birre.
“Amyy, risvegliati dal tuo sogno, ti prego” urla e ride. “Pensi che mi abbia notata davvero? Perché io l’ho fatto” guardo Sallie ancora con quello sguardo perso e sognante negli occhi, un po’ preoccupata. “Oh, mia cara e dolce Amy..secondo me ti rimane da essere solo un po’ paziente e vedrai che il tuo bel chitarrista si farà vivo. Credimi se ti dico che non ti ha tolto gli occhi di dosso neanche un attimo.” Io rimango a fissarla un po’ perplessa, poi decido di godermi la seconda birra della serata. Se mia madre sapesse che bevo birra mi spedirebbe dritta dritta in riformatorio, su questo è molto severa.
“Ehi Amy, ti va una sigaretta?” mi chiede Sallie ad un certo punto. Io annuisco e allora ci alziamo per raggiungere l’uscita. Fumiamo appoggiate al muretto poco distante, in silenzio. Dopo un concerto è sempre così, che sia della tua band preferita o del piccolo gruppetto della tua città, si crea sempre quell’atmosfera densa, piena di sentimenti ardenti e quell’aria nostalgica di chi ha vissuto una grande serata e che vorrebbe riviverla già da capo, perché l’emozione di un concerto non è mai abbastanza. Quindi ce ne stiamo qui, su questo misero muretto, a respirarci il momento. Poi ad un tratto mi si piazza davanti una figura alta più o meno quattro volte me, che mi copre dalla luce del lampione. Alzo gli occhi e lo riconosco.
“Sì ciao. Ok. Sto facendo una figura di merda colossale, lo so. Ma perché devo fare sempre così? Che razza di imbranato.”
“Ei guitarist, calma” lo blocco io, imbarazzata almeno quanto lui. “Sì, hai ragione. Allora facciamo finta che questo simpatico siparietto non sia mai avvenuto e mi ripresento, ok?” Annuisco ridendo, che tipo ambiguo. “Ciao, io sono Jack” mi porge la mano, che io stringo, rossa dalla vergogna. “Ciao Jack, io sono Amy.” “Bel nome” lo dice senza accorgersene e io, se questo possa essere mai possibile, arrossisco ancora di più, farfugliando un misero grazie. Poi lui sembra ricordarsi all’improvviso di una cosa importantissima e si da’ una botta in testa così forte che temo si sia fatto del male da solo. “Cazzo, mi sono dimenticato di presentarti Alex” dice, e si gira verso il suo amico, che noto solo in quel momento, in realtà. Lui è seduto sul muretto a chiacchierare allegramente con Sallie e, sentendosi chiamato in causa, si gira verso di noi. “Amy..lui è Alex. Alex, lei è Amy” ci presenta Jack. “Uuuh, la ragazza che ha fatto impazzire l’ormone a Jack, tanto piacere” Rido e arrossisco. Vedo Jack diventare viola e fulminare Alex con uno sguardo e penso che, se potesse, lo ucciderebbe all’istante.
“Non fare caso alle parole di Alex, tende ad esagerare” si giustifica Jack.
“Amico, non dire cazzate” ribatte Alex divertito. Ok, adesso Jack è decisamente a disagio. Menomale che ci pensa Sallie a toglierci da quella situazione di estremo disagio e crimine altissimo. Santa Sallie. “Ehi, Alex? Ho davvero voglia di una birra, andiamo dentro o rischio di morire infuocata.” Alex la guarda perplesso, ma si fa trascinare tranquillamente dentro da Sallie, non prima di aver lanciato un’ occhiata ammiccante a me e Jack. Rido di gusto per il comportamento di Alex. “Fa sempre così?” chiedo a Jack. “è un bambino” sentenzia “ma in fondo gli voglio bene.” “L’ho notato, sul palco siete veramente molto in sintonia. A proposito, complimenti, siete stati molto bravi.” Mentre parlo gesticolo un po’, sono in imbarazzo, ma Jack mi sembra veramente un ragazzo ok, non è lui a mettermi a disagio, ma il pensiero che mi abbia notata. Insomma, sono un’eterna insicura e non è facile credere che un ragazzo possa veramente interessarsi a me. “Grazie, per tutto.” Jack continua a tormentarsi le mani, è nervoso. “Scusami” dice “di solito non sono così scemo con le ragazze. È che ti ho vista, lì in mezzo e penso anche che mi sia comportato come un pazzo. Non so se te ne sei accorta, ma ti ho fissato praticamente tutto il tempo, eri così libera mentre ti lasciavi andare e non pensavi a niente.” Oddio, e dopo un discorso del genere che gli dico? Nel senso, wow. Cioè ha colto nel segno, mi sento libera quando c’è la musica di mezzo e poi lui ha un’aria così cucciola e impacciata. “Nessuno mi aveva mai detto niente del genere. Me ne sono accorta e come, e ti dico una cosa..pensavo di essermi fatta dei film assurdi, poi invece anche Sallie me l’ha fatto notare” rido. Anzi sorridiamo insieme e i nostri sguardi si incrociano ancora una volta. Continuiamo a parlare ancora un po’. Gli chiedo della band. Mi dice che hanno grandi progetti, che non vuole andare al college perché pensa che il suo futuro sia con quei tre ragazzi a suonare in qualsiasi buco d’America, ma mai e poi mai seduto tutto il giorno dietro una scrivania. Mi dice che ha già iniziato a litigare con i genitori per questo, non vogliono assolutamente che lui non frequenti il college. Io gli racconto di come ho conosciuto Sallie e del fatto che sia una delle poche e vere amiche che abbia mai avuto. Gli racconto di quanto mi piaccia il Tric e quanto vorrei, in futuro, lavorare nel campo della musica anche io. Poi qualcuno ci interrompe. È Sallie. “Ehi voi due, mi dispiace interrompere il vostro flirt, ma si è fatto tardino ed è ora di riportare la piccoletta a casa, scusa Jack.” Jack ride “già, non ci siamo accorti del tempo che passava.” “Sallie sei una rompipalle, non chiamarmi piccoletta” ribatto. “Piccoletta? Perché, quanti anni hai?” chiede Jack divertito. Incenerisco entrambi con lo sguardo “ne ho 16, non sono molto più piccola di Sallie. Due anni in più non fanno di te una donna vissuta, mia cara.” Lei ride. “Oh oh, piccoletta, andiamo. Sallie ha ragione, bisogna riportarti a casa o mammina si arrabbierà.” “Jack, non metterci anche tu. Che poi, visto che fai tanto il gradasso, tu quanti anni hai, eh?” “Ne ho 18, piccoletta” si fa grande, il ragazzo. Presuntuoso. “Bando alle ciance, piccoletti. Il più grande qui sono ancora io e in qualità di diciannovenne, mi assumo la responsabilità di voi scemi e vi riporto a casa di corsa.” Alex -il poco sobrio- si pronuncia. Così saliamo tutti sulla sua macchina. Jack fortunatamente prende in mano la situazione buttando Alex nei sedili posteriori, seguito a ruota da Sallie –neanche io sono molto lucida- e partiamo. Gli do’ qualche indicazione per arrivare a casa mia e poi per raggiungere quella di Sallie, mentre quei due lì dietro continuano a ridere come invasati. “Beh eccomi” dico “grazie per l’interessante serata.” “Grazie a te.” Sto per scendere quando mi ricordo di una cosa importante e recupero dalla borsa una penna. Gli prendo una mano tra la mia e gli scrivo il mio numero. “Così, se ne hai voglia, sai dove abito e hai anche il mio numero. Buonanotte.” Mi sorride e mi guarda scendere per poi arrivare alla porta. Rimane lì finche non sto dentro, poi lo sento ripartire e girare l’angolo. Sorrido nel buio (di nuovo) dell’ingresso e penso che il Tric è sempre pieno di sorprese.

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Capitolo 3
*** Hands ***


Hands.

La mattina dopo mi sveglio senza fretta, è sabato e non c'è scuola. Mi rigiro un po' nel letto con aria vagamente sognante ripensando alla bella serata di ieri, a Jack. Alla fine sono le 11 quando mi decido finalmente ad alzarmi e dare il via a questa giornata. La casa è silenziosa, i miei genitori lavorano anche il sabato, così mangio qualcosa e poi faccio partire un po' di musica alta dal mio stereo ed inizio a ballare e cantare mentre metto un po' in ordine e mi lavo.
Dopo pranzo mi ricordo anche che devo fare una valanga di compiti per il lunedì, così inizio. A scuola sono una studentessa abbastanza diligente, soprattuto mi piace avere il controllo sulla mia vita, quindi non lasciarmi troppo andare e rimandare all'infinito per poi dover arrancare all'ultimo minuto. Sono anche molto orgogliosa sotto questo punto di vista, e odio non sapere le cose, anche per questo studio, per non farmi trovare impreparata.
Mentre sono intenta a risolvere chissà quale arcano mistero della matematica (non sarà mai il mio mestiere, la odio), mi arriva un messaggio da Sallie
"Amyy che faii? Non dirmi che stai studiando di sabato perchè ti uccido. Comunque ti volevo proporre un giro easy in centro, che dici?"
Sorrido e digito veloce una risposta
"Stavo facendo finta di capirci qualcosa di matematica, con scarsi risultati ahaha. A che ora mi passi a prendere? :)"
Mi preparo velocemente visto che sono già le 4 e Sallie mi ha detto che arriverà verso le 5. Mi trucco leggera e mi sistemo i capelli un po' raccolti, per toglierli davanti al viso, indosso una gonna di jeans a vita alta e una maglia a righe, poi afferro la borsa della sera prima e scendo di sotto. Mi sistemo sul dondolo nel portico e mi accendo una sigaretta in attesa che arrivi Sallie. Butto il mozzicone e rientro a prendere il giacchetto di pelle, quando sento suonare il clacson che mi avvisa che la mia amica è arrivata. Esco e sorrido entrando in macchina.
"Ciao ragazzaaa" mi saluta Sallie e parte un po' sgommando. "Ti sei ripresa da ieri sera? Mi sembravi un po' alticcia" le chiedo io. "Si stamattina avevo un leggero malditesta, ma niente di catastrofico, ho passato di peggio" ridiamo insieme, ripensando a tutte le volte in cui ha esagerato con l'alcol e partono anche a lei flashback di vecchie serate, ne sono sicura.
Arriviamo in centro e parcheggiamo un po' a casaccio dove troviamo un buco, fortunatamente la macchina di Sallie non è grande. Cominciamo a girovagare spensierate ed entriamo in un bar per bere qualcosa, ma il camierere non si fa abbindolare dalla mia amica, per cui ripieghiamo su un frullato. Ci sediamo su una grande scalinata assolata che guarda sull' oceano e ci gustiamo quest'aria fresca di fine settembre. Adoro le giornate così. Sto sognando ad occhi aperti, quando sento il mio cellulare vibrare, lo prendo e vedo chi è. Un messaggio da un numero sconosciuto, tremo di eccitazione ipotizzando chi possa essere.
"Ei Amyy, stasera diamo diamo una festicciola nel garage del nostro amico Zack. Ci vediamo lì se ti va di venire? Ovviamente anche Sallie è invitata. Ti mando l' indirizzo. Ah già dimenticavo, sono Jack comunque ahah"
"E quel sorriso idiotaaa?" Sallie si prende gioco di me. "Era Jack, ci ha invitati ad una festa a casa di Zack stasera" "Grandiosooo, mi stavo giusto chiedendo che fine avesse fatto il tuo Jack e perchè ancora non mi avessi detto niente, e anche che cavolo potevamo fare stasera" ride e ammicca, continuando a prendermi un po' in giro. "Si beh piantala di prendermi in giro, guarda che me ne sono accorta che tu e Alex andavate molto d'accordo ieri sera eh" "Che cosa vorresti insinuare?!" "Oh proprio niente, tu a cosa hai pensato invece?" continuo a stuzzicarla. "Un cavolo Amy, non farti strane idee. Discorso chiuso. Piuttosto dobbiamo ricordarci di prendere qualcosa da bere per stasera, non possiamo presentarci a mani vuote." Rido di gusto perchè ho capito che forse in fondo Sallie trova che Alex sia carino ma non lo ammetterebbe neanche sotto tortura. Lei mi incenerisce con lo sguardo e mi incinta ad alzarmi. Andiamo a recuperare la macchina e ci dirigiamo verso casa sua. Lei abita in periferia, come me, in un appartamento veramente figo, con sua madre, che però è sempre via per lavoro. Entriamo e subito chiama il suo gatto, Merlin, gli fa due coccole e gli mette da mangiare. Ordiniamo una pizza perchè stiamo morendo di fame e ci sdraiamo comodamente sul suo letto commentando a caso le foto su instagram della gente che viene nel nostro stesso liceo. Ci risvegliamo dal nostro coma alle 10.30 e ci diciamo che è un buon orario per presentarsi alla festa, nè troppo presto, nè troppo tardi.
Arriviamo davanti casa di Zack e quella che doveva essere una festicciola, è subito chiaro che è diventata qualcosa di più. Le macchine affollano tutta la strada, la musica alta si sente forte anche fuori e parecchi bicchieri rossi sono già abbandonati in giardino e sul vialetto. Sallie mi esorta ad andare, così prendo coraggio ed entro nel garage. Sono un po' nervosa perchè non amo questo genere di feste, temo ci sia tutta la scuola, e poi anche per Jack. Riconosco qualcuno e poi mi fermo a chiacchiere con un paio di compagni di corso, sono simpatici ma non siamo veramente amici, solo buoni compagni di scuola. Nel frattempo perdo di vista Sallie, quindi mi trattengo con loro un altro po'. Quando veramente non ne posso più di chiacchiere inutili su professori e compiti, mi allontano con la scusa di prendermi qualcosa da bere.
Finalmente trovo il tavolo attrezzato con tutti gli alcolici e mi ci tuffo, ritrovando anche la mia amica. "Ma l'hai visto?" chiedo a Sallie "Ma chi?" mi fa eco lei "Ma come chi? Sei già bevuta? Jack, idiota" Lei non risponde e fa la vaga "Sallie! Dimmi se l'hai visto" Sento ridere alla mie spalle, così mi giro di scatto, ritrovandomelo ad un passo. "Per caso mi cercavi?" "No, cosa te lo fa pensare, non mi riferivo a te" sono rossa come un peperone ormai. "Ceeeeerto" sorride "comunque ben arrivata, pensavo mi avessi dato buca" "Sì beh, eravamo ad un' altra festa prima e poi abbiamo deciso di venire qui" di certo non potevo dirgli che avevo dormito dopo una pizza gigante, sul letto della mia amica e il suo gatto. "Ah si? E che festa?" si sta divertendo e capisco che non se l'è bevuta, ma sto comunque al gioco. "Una festa..fica." "Potevate rimanere lì allora" "Magari ci rivado, qui è una lagna" non è assolutamente vero e mi sto arrimpacando sugli specchi per non perdermi la battuta. "Okey, io me ne vado tutta questa tensione sessuale mi sta facendo esplodere, prendetevi una stanza" Sallie spezza quel battibecco insensato e se ne va, lasciandoci soli, se così si può dire. "Allora, che vuoi da bere?" mi domanda Jack appoggiandosi a quell'enorme tavolo. "Una birra va bene" "E birra sia" Mi versa una birra in un bicchiere e poi fa altrettanto per lui. Ci guardiamo un po' imbarazzati e beviamo a intervalli regolari, poi scoppio a ridere. "Perchè ridi? Sei pazza?" mi chiede divertito ma anche un po' preoccupato "No scusa, è che ho pensato a questa situazione vista da fuori e mi è sembrata veramente ridicola" "Cosa ci trovi di ridicolo?" "Jack..stiamo qui a fissarci come due idioti, bevendo a ritmo costante, è abbastanza comica come scena" Lui annuisce e mi da' ragione "Senti ti va di uscire un po' fuori? Così possiamo anche chiacchierare che qui faccio fatica a sentire quello che dici" "Certo" dico io. Ci facciamo largo tra la folla per raggiungere l'uscita e lui mi prende per mano per non perdermi, credo. Vivo la scena un po' a rallentatore e fisso le nostre mani fino a che non siamo fuori e ci fermiamo. "Cosa c'è che non va?" mi chiede, poi segue il mio sguardo che lo porta alle nostre mani ancora attaccate e la scosta subito "oddio scusa, non ci ho fatto caso" Io mi riprendo e dico "no, tranquillo, è stato carino"
Passeggiamo un po' nel giardino di Zack e poi ci sediamo sull'altalena, o meglio, io mi siedo e lui inizia a spingermi e ridiamo come due idioti. Continuiamo a fare gli scemi per un po', poi si siede accanto a me.
"Sei veramente carina stasera" dice " più del solito"
Io lo guardo un po' perplessa "più del solito?" "oh..beh ormai l'ho detto perciò scopro le carte. è da un po' che ti avevo notata, gironzolare con Sallie, lei la conosco, frequentiamo chimica insieme. Non credo lei se lo ricordi o ci abbia fatto caso, dorme sempre e la prof ormai si è rassegnata, non la sgrida nemmeno più. Il punto è che ho sempre pensato fossi carina, poi ieri sera quando ti ho visto divertirti così tanto, mi sono fatto coraggio" "Wow..cioè, non so che dire. Scusa, non so reagire ai complimenti" ma che mi prende, solo figure da scema riesco a fare, per non parlare del fatto che sarò rossa dalla testa ai piedi, è che non so veramente che dire, come si risponde a una cosa del genere, sto andando in iperventilazione. "Ei tranquilla" si alza e mi prende la mano "non devi dirmi niente" mi rassicura. Giochiamo una con le mani dell'altro e ci guardiamo, so quello che sta per succedere, infatti lui si avvicina lentamente. Sì baciami, baciami. Sto urlando internamente. Poi con la grandissima fortuna che mi ritrovo l'incantesimo si spezza con una Sallie e un Alex palesemente ubriachi "Ragazziiiii eccovi finalmente, vi abbiamo cercato ovunqueee" biascica Alex, Sallie attaccata alla sua spalla non fa altro che ridere "Alex lasciali in pace non vedi che stanno facendo i piscionscinii" I due continuano a ridere e a barcollare e con una lentezza esasperante arrivano da noi. Io e Jack ci guardiamo complici e con uno scatto felino afferriamo la coppia più ubriaca d'America e li stendiamo sul prato ridendo. Rimaniamo sul prato tutti e quattro, con la musica ovattata che continua a suonare dall' interno e Sallie e Alex che continuano a ridere come galline. Mi appoggio alla spalla di Jack e chiudo gli occhi, serena.


Storia pubblicata più o meno 800 anni fa e che ho deciso di riprendere :)

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