L' Erede

di LadySweet
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 8 ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Prologo

 

Tutto era buio e silenzioso. L'unico rumore era l'ululo del vento della tempesta di neve che da due giorni si era abbattuta sulla città, soffiava così forte da rendere impossibile qualsiasi movimento, e di certo nessuno era così pazzo da uscire con quelle condizioni.... tranne una figura, massiccia, robusta, a tratti mostruosa, che camminava a passo sostenuto lungo il marciapiede, come se il vento nemmeno ci fosse. La figura, arrestò il suo cammino davanti ad una casa, semplice, come tutte le altre all'apparenza, perché la differenza la faceva chi vi abitava all'interno. Da che era tutto buio, in casa si sentì un pianto, e dopo pochi secondi, la figura vide accendersi una luce in una delle stanze al secondo piano. Dalle tende scorse il profilo di una donna, che si stava chinando a raccogliere un fagottino.
< Finalmente!!! > urlò la voce stridula di una donna, apparsa all'improvviso alle spalle della figura, che perse qualche battito.
< Sta zitta!! Vuoi che ti senta??? > la rimproverò un'altra voce maschile, apparso un secondo dopo la donna.
< Oh falla finita, è qui, finalmente l'abbiamo trovato, e come sai lei non può nulla contro il nostro potere! > disse la donna trionfante, che già pregustava la vittoria.
< Si lo so, ma come fai ad essere certa che non abbia avvertito qualcuno? Le voci corrono rapide fra gli esseri umani, specie da quando hanno inventato quelle macchine infernali, come si chiamano.... >
< Computer, si chiamano Computer, e ci sono già da decenni, caro il mio vecchio! > lo canzonò la donna.
L'uomo lanciò un'occhiata rassegnata alla donna che ancora ridacchiava, e poi si rivolse alla creatura < Ascoltami attentamente: il tuo unico compito è quello di rapire il marmocchio e portarlo al castello. Lascia perdere la donna e il resto, a quello penseremo noi, tu concentrati solo sul marmocchio, e vedi di non deludermi, questa volta.... >
La creatura fece un inchino, e senza dire nulla, attraversò la strada, arrivò sotto la finestra che era tornata buia, e vi lanciò uno strano dispositivo, che dopo 3 secondi esplose rompendo il vetro, facendo scattare l'allarme, e creando una gran nuvola di polvere, che la creatura usò come copertura per saltare all'interno del varco, prendere il bambino dalla culla in cui era, e svignarsela, proprio come gli era stato detto di fare. Intanto all'esplosione tutto il vicinato si svegliò, compresi i genitori del piccolo che corsero subito da lui, ma si trovarono la strada sbarrata dall'uomo e dalla donna, che con i loro scettri fecero esplodere l'intera casa, mandando tutto a fuoco, e poi, ancora in vena di distruzione, fecero saltare qualche altra villetta nel circondario. Non prima di essersi assicurati di aver eliminato i genitori del bambino... o almeno così credevano.
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Ciao a Tutti!
Sono tornata!! Questo è solo un prologo, quindi è volutamente corto, ma la struttura di questa storia sarà completamente diversa! Ci saranno capitoli più lunghi (senza la struttura a copione) e sarà un tipo di storia più descrittiva, più narrativa, e un po' più drammatica... dopo tutto i nostri personaggi sono persone adulte, che hanno lasciato l'adolescenza alle spalle già da un po'. Quindi vorrei cimentarmi in qualcosa di adulto, qualcosa di "serio". Ci provo... e spero che voi mi darete una mano dandomi consigli e, sempre ben accette, critiche costruttive! Bene, ho parlato fin troppo, io spero che questo capitolo vi sia piaciuto e vi invito a farmi sapere la vostra opinione!
Alla prossima
-LadySweet-

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Capitolo 2
*** Capitolo 1 ***


I primi raggi del sole, appena sorto quella mattina, andarono ad illuminare il viso di Tommy, e poco sotto quello della sua giovane studentessa, non che apprendista ranger, non che amante Kira. Sapeva che quello che facevano era sbagliato, che lei non lo amava davvero, ma era solo una cotta adolescenziale, sapeva benissimo che il primo da incolpare era lui perché aveva ceduto subito alle avance della ragazza... ma la verità era che si sentiva tremendamente solo, da anni, e Kira gli dava qualcosa che a lui mancava. Che male c'era a volere un po di compagnia, qualcuno che ti vuole bene e, perché no, che ti scaldi il letto nelle sere più fredde (fredde dentro, perché quell'estate faceva decisamente troppo caldo). Convintosi di ciò, guardò ancora il viso di lei che dormiva tranquilla sul suo petto, e poi rivolse gli occhi neri alla sveglia: 6.26. La spense ben 4 minuti prima che suonasse... wow, di solito erano 4 ore prima. Non dormiva bene ultimamente, faceva strani sogni, si svegliava nel cuore della notte agitato e madido di sudore. Gli ci volevano una buona mezz'ora e una doccia fredda per riprendere il controllo e tentare di analizzare il sogno, ma quando tentava di ricordare qualcosa, la memoria vacillava e lui si ritrovava con null'altro che un unico frammento del sogno: un paio di occhi femminili che lo guardano intensamente, come se volessero chiedergli aiuto. Di chi diavolo erano quegli occhi?? Diamine!! 
Ricacciò indietro quei pensieri e poggiò delicatamente le labbra sulla fronte di Kira che, al contatto si svegliò.
< Buongiorno > disse lei sorridendo e voltandosi per baciarlo.
< Buongiorno a te. Dormito bene? > le chiese Tommy rafforzando la presa attorno alla vita della ragazza.
< Nonostante gli addominali sei proprio un gran cuscino sai? > disse lei stampandogli un altro bacio e alzandosi dal letto per andare a fare una doccia, lasciando però a Tommy il tempo di un'ultima intesa occhiata al suo corpo nudo, magro e slanciato, per poi richiudersi la porta del bagno alle spalle.
Rimasto nuovamente solo, Tommy si alzò dal letto a sua volta, indossò i boxer e andò alla grande finestra che padroneggiava nella stanza, scostò le tende, aprì una delle ante e lasciò che il sole già caldo del mattino invadesse la stanza. Guardò la tranquillità del bosco in cui aveva scelto di abitare, e subito una strana sensazione gli entrò in testa. Non sapeva bene di che genere fosse quella sensazione, non riusciva a decifrarla, quindi non sapeva se aspettarsi qualcosa di buono, o una catastrofe imminente. Di solito la seconda opzione era quella che si verificava con più frequenza, ma la speranza è sempre l'ultima a morire. E così decise di accantonare anche quei pensieri.
Si prepararono e fecero colazione, chiacchierando come al solito, del programma del giorno, ma non quello scolastico, quello ormai era in via di conclusione e non fregava più a nessuno. No, lei voleva sapere del piano da ranger, quali addestramenti aveva in serbo per lei i suoi amici il grande maestro Tommy, e se qualche mostro avesse voluto prendere un po di mazzate dalla giustizia. Arrivati nei pressi della scuola, la ragazza scese in una traversa nascosta, così da dare l'impressione di essere arrivata a piedi, mentre lui l'avrebbe preceduta arrivando in macchina qualche minuto prima per non destare sospetti. Aveva acconsentito a questa relazione, ma sapeva bene che le precauzioni non erano mai troppe, e che al minimo errore sarebbero stati scoperti e le conseguenze sarebbero state dannose per entrambi.
Arrivato a scuola, andò nel suo ufficio e controllò il suo orario: avrebbe avuto lezione soltanto nel pomeriggio, questo gli avrebbe permesso di avere la mattina a disposizione per continuare alcuni indagini segrete che da qualche giorno aveva lasciato in sospeso: tutto era iniziato tre mesi prima quando una mattina, mentre era al telefono con la madre, questa gli disse che il suo vecchio amico di scuola Rocky (rimasto ad Angel Grove) era morto in un incidente nel cantiere in cui lavorava. Quella notizia lo sconvolse e decise di andare a prendere l'articolo che raccontava dell'accaduto (dove la madre aveva appreso la notizia) e subito qualcosa lo colpì: c'erano troppi dettagli che non coincidevano, sembrava un banalissimo incidente sul posto di lavoro, ma l'amico era un abile lottatore, aveva molta forza e dei riflessi pronti e scattanti... com'era possibile che fosse caduto da un pontile? E com'era possibile che non avesse ne protezioni, ne nulla?
Non riusciva proprio a capacitarsene, ma forse era lui che era talmente sconvolto da non voler accettare la realtà... poi notò qualcosa nella fotografia che accompagnava l'articolo, e li capì di aver ragione. Prese la sua lente d'ingrandimento e nonostante la foto fosse in bianco e nero, notò lo stesso un dettaglio, che da adolescente troppo spesso aveva visto: in un angolino in alto a sinistra, vide distintamente una Z... simbolo di Zedd, quel grandissimo rompiscatole malvagio che aveva combattuto da giovane ranger. Ma non era stato sconfitto insieme a quella pazza di Rita e tutto il loro assurdo seguito?? La cosa iniziò ad insospettirlo.
Un mese dopo quella notizia apprese che Aisha, altra sua compagna di scuola e di ranger, mentre teneva una lezione di arti marziali nella palestra, questa aveva avuto un cedimento delle travi e una l'aveva colpita in pieno ferendola in modo grave, e che sarebbe morta due giorni dopo per le ferite riportate. Altro shock. Va bene che la palestra poteva essere un po' vecchia, che avesse bisogno di manutenzione, ma crollare in quella maniera... e Aisha poi, essere colpita in pieno in quel modo, come se non avesse avuto possibilità di muoversi: andiamo non era mica una dilettante!!
Ispezionò la foto commemorativa di Aisha e quella della palestra crollata e sta volta non vide nulla di sospetto, ma il dubbio che anche questa volta centrassero Zedd e la sua banda non lo aveva abbandonato.
Passò un altro mese e scoprì che Adam, che aveva intrapreso la carriera di pilota professionista, aveva avuto un incidente d'auto mentre rientrava da una vacanza... peccato che si trovasse in una strada in mezzo ad un bosco, da solo circondato dal nulla! Esaminò la foto e vide che l'auto aveva sbattuto frontalmente contro un albero, e che c'era decisamente troppo fuoco e fumo per un impatto del genere. Il giornalista parlava di colpo di sonno, ma lui conosceva bene Adam, sapeva che non era così irresponsabile da mettersi alla guida quando non era certo di essere al meglio.
Troppe coincidenze
Troppi dettagli sbagliati
Troppo ravvicinati come eventi.
La conclusione arrivò nitida alla sua mente, senza ombra di dubbio: qualcuno stava sterminando i Power Ranger! E credeva di sapere anche chi fosse l'artefice di quella mattanza!
Così tentò, e riuscì a mettersi in contatto con Billy (che per fortuna stava ancora bene), subito dopo aver saputo di Adam, che gli confessò che anche lui iniziava a sentir puzza di bruciato in quella storia, e che si sarebbero sentiti spesso per tenersi aggiornati e scambiarsi le eventuali scoperte. La cosa strana fu che quel sodalizio durò soltanto tre settimane, poi anche Billy sparì. Nessun articolo di morte era ancora comparso, ma non aveva più avuto sue notizie e questo lo preoccupava: se fosse partito per qualche missione investigativa lo avrebbe di certo avvertito e magari invitato. E se gli fosse successo qualcosa???
Nel mentre che pensava a come trovare Billy un pensiero attraversò la sua mente, come un flash, rapido e quasi invisibile... mancava ancora qualcuno all'appello:
Kathrine! Ecco chi si era dimenticato della squadra, la pink ranger, una delle sue più care amiche... o forse qualcosa di più. Aprì un'altra pagina di internet al computer, e digitò il nome della sua vecchia amica, e apprese che dopo aver intrapreso la carriera di ballerina per alcuni anni, girando per il mondo adesso era diventata insegnante di balletto, e in quei giorni si trovava in Florida con la sua compagnia per una serie di spettacoli... almeno lei stava bene per davvero.
Poi, ecco l'associazione di idee: c'era stata un'altra pink ranger un tempo, che adesso stava proprio in Florida, e subito una vecchia ferita nel suo cuore fece uscire una goccia di sangue, ricordando a se stesso che non aveva mai superato del tutto la faccenda. Ma non voleva pensare a queste vecchie storie, e mentre metteva insieme i pezzi di quel puzzle, fece un'altra associazione di idee: qualcuno stava dando la caccia e uccidendo la squadra dei power ranger di Angel Grove.
Ma la squadra negli anni aveva subito qualche modifica... i primi ad andarsene erano stati Trini Jason e Zack.
Così fece un'altra ricerca e scoprì che anche loro erano morti, già un anno e mezzo prima in circostanze apparentemente tragiche (per chi non li conosceva bene come lui), anche loro a distanza di un mese gli uni dagli altri. Questo significava non solo che qualcuno si stava davvero vendicando su di loro, ma che anche lui, Billy e le due pink ranger erano tutti nel mirino. Doveva stare allerta e tentare di avvisare non solo gli amici rimasti, ma anche i membri delle altre squadre di Power Ranger che negli anni si erano susseguite.
Così uscì di fretta dal suo ufficio, con l'intenzione di tornare a casa nel suo laboratorio, ma arrivato al parcheggio della scuola fu attaccato da strane creature che non aveva mai visto ne in passato, ne nel presente che stava vivendo. Queste creature stavano su quattro zampe, sembravano degli incroci fra tigri e orsi, decisamente fatti male e orrendi da vedere, ma comunque feroci e pericolosi. Tommy intento a studiare la situazione con le bestie davanti a se, si accorse solo all'ultimo che uno stava per azzannarlo ad un fianco, ma venne salvato da una figura che portava un lungo mantello nero, con un grande cappuccio sul viso che rendeva impossibile riconoscerlo. La persona sotto il mantello gli fece cenno di trasformarsi, proprio mentre Kira e gli altri stavano arrivando per dargli una mano. Allora la figura incappucciata si allontanò, aspetto che la loro trasformazione fosse completa, e poi rientrò nella battaglia contro quelle strane creature. Ne colpì una sotto il collo e fece vedere agli altri, che in quel punto c'era un triangolo viola: quello andava colpito per neutralizzarli. Ci volle un po' per sconfiggere quel branco di bestie, specialmente per i giovani ranger, ma alla fine ci riuscirono. Svolto il suo compito la figura incappucciata fece per andarsene ma una voce la costrinse a fermarsi.
< Hei tu fermati!! Chi sei?? > Chiese Tommy a gran voce, troppo agitato per capire da solo se quello fosse un amico o un nemico.
I ragazzi accanto a lui si misero in posizione di difesa pronti ad attaccare in caso ce ne fosse stato bisogno, mentre la figura si girava lentamente, e avanzava di qualche passo verso di loro. Poi dopo qualche attimo di titubanza, con gesto ancora più lento abbassò il cappuccio rivelando la sua identità.
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Ciao a tutti! 
Bene, allora eccoci con il primo vero capitolo di questa storia. Come avete notato la struttura e la lunghezza del capitolo sono diverse da quelle della scorsa storia, motivo per cui i cpitoli usciranno con meno frequenza (una volta alla settimana, da conciliare con i vari impegni). Spero che questo capitolo introduttivo vi sia piaciuto, e vi aspetto come sempre alla prossima!!
-Lady Sweet- 

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Capitolo 3
*** Capitolo 2 ***


Capitolo 2

Se quel viso non disse nulla ai giovani attorno a lui, per Tommy significava tutto. Si tolse il casco come se gli mancasse l'aria e posò lo sguardo su quel volto. Si guardarono a lungo dritti negli occhi senza che nessuno avesse il coraggio di emettere alcun suono. Furono attimi intensi carichi di elettricità e chimica che tutti poterono avvertire. Gli sguardi dei ragazzi passavano da un viso all'altro, cercando ci carpire qualche emozione, qualche indizio, qualsiasi cosa che li aiutasse a capire se Tommy conoscesse quella persona, se si fidava di lei e se avrebbero dovuto farlo anche loro. Dopo quella che sembrò un'eternità, finalmente i due interessati si mossero l'uno verso l'altra, fino ad essere molto vicini. Fu solo in quel momento che la figura con il mantello parlò.
< Ciao.... Tommy... > disse una voce di donna bassa e un po' tremante.
Lui attese ancora qualche secondo arretrando di qualche passo e poi disse freddamente < Che ci fai tu qui? >
< Bel modo di ringraziarmi visto che ti ho appena salvato la vita! >
< Non avevo alcun bisogno di te, era tutto sotto controllo!!! > rispose lui piccato
< Se certo... come no! Guarda che un grazie sarebbe più che sufficiente! > disse lei mentre l'uomo voltava lo sguardo dall'altra parte per non darle soddisfazione.
< Non hai risposto alla mia domanda... che ci fai qui? > replicò lui cambiando argomento
< Ero venuta a cercarti... Billy mi ha detto che anche tu sei al corrente di quello che sta succedendo e... >
< Aspetta hai detto Billy? Tu sai dov'è? > chiese mentre si riavvicinava a lei.
< L'ultima volta che l'ho visto eravamo ad Angel Grove, a casa sua, una settimana fa, ma da allora non ho più sue notizie... e siccome mi ha detto che eravate in contatto, pensavo che tu ne sapessi più di me... ma a quanto pare mi sbagliavo. Venire qui è stata una perdita di tempo!! > e detto questo la donna si voltò e fece per andarsene, ma Tommy l'afferrò per un braccio trattenendola.
< Kimberly aspetta... scusami, è che questa storia mi rende molto nervoso e... tu eri l'ultima persona che mi sarei aspettato di vedere. Sai, dopo quello che è successo...>
< Lo so, - disse lei tirando un lungo respiro e abbassando il tono della voce facendosi seria - ma ci sono tante cose che non sai, e credo che a questo punto sia arrivato il momento di rivelartele. C'è un posto dove possiamo parlare in privato? > chiese lei, rivolgendosi indirettamente ai giovani che li stavano ancora fissando increduli.
Tommy rimosse la trasformazione e la fece salire in macchina, per poi partire alla volta di casa sua, senza dire nulla ai giovani rangers, che in tutto il tempo della conversazione avevano spostato lo sguardo da lui a lei, come se stessero assistendo ad una partita di tennis.
< Hayley hai sentito? > le chiese Kira portando alla bocca il suo morpher.
< Si cara ho sentito tutto e credo anche di sapere chi sia quella. Se venite al bar vi dico tutto. >
E così i ragazzi ripresero le loro sembianze normali, e si avviarono dritti al caffè dell'amica.
< Allora? > chiese un po stizzita la giovane cantante
< Beh tenetevi forte ragazzi, ho una bomba da sganciare: quella li è Kimberly Heart!! >
< Ehh... chi scusa? > chiese un Connor abbastanza confuso
< COME CHI?? Gente!! vi ricordate quando vi ho fatto vedere quel video lunghissimo in cui Tommy raccontava la storia dei Power Ranger, in cui diceva di essere stato lui stesso uno di loro, sin dagli albori... > e vedendo il consenso sulle loro facce proseguì < bene quella li è la primissima pink ranger di tutti i tempi!!! >
Un Ohhh generale si levò dal gruppo di giovani studenti, e non contenta la donna tirò fuori il carico < Non che fidanzata storica di Tommy >
A quel punto il coro passo da un “ohh”, ad un “che cosa? Questo il professore non c'è lo aveva detto!!”. L'unica che non disse nulla fu proprio Kira, che non prese bene la notizia. Era come se le avessero appena dato una pugnalata forte al cuore, e si sentì presa in giro dal suo professore. Così presa dalla delusione, scappò via senza dire nulla, lasciando i suoi amici abbastanza confusi. Questi guardarono Hayley, ma lei disse solo un “vado io” e non diede altre spiegazioni. I maschi dapprima interdetti, fecero spallucce e continuarono a guardare le foto che l'informatica aveva ritirato fuori, ridacchiando di come fosse giovane il professore e quanto era buffo con quei capelli lunghi, ormai fuori moda.
Hayley raggiunse Kira che era rannicchiata in un angolino appena dietro la porta del bagno delle ragazze.
< Hei... che succede? > le chiese dolcemente, quasi sapesse già la risposta
< Quell'idiota era già fidanzato e non mi ha detto nulla... pensava tutto il tempo a lei, io ero solo un ripiego! > cominciò a sfogarsi la ragazza, senza soffermarsi su cosa e quanto l'amica potesse sapere veramente. < Come ha potuto mentirmi in questo modo? LUI!! Che predica sempre di essere onesti e sinceri con gli amici, che non ci devono essere segreti per una squadra unita.... >
< Ehh cara la mia ragazza > iniziò Hayley < la prima cosa da sapere su Tommy Oliver, è che avrà sempre un segreto da nascondere, la seconda cosa da sapere è che avrà sempre una missione importante da portare a termine in solitaria, e terza ma non ultima, quella più importante di tutte: che per quanto si sforzi di negarlo e nasconderlo, nel suo povero cuore ferito, ci sarà posto sempre e solo per una persona: Kimberly. > e mise un braccio intorno al collo della giovane < Credimi lui non ti ha presa in giro, loro non stanno più insieme da tanti anni, da quando lei se n'è andata. Purtroppo lui era (ed è ancora) totalmente innamorato di lei che non è mai riuscito a dimenticarla, nonostante le storielle passeggere che si è concesso. E non pensare che mentre stava con te pensasse a lei, non è così meschino... masochista forse, ma solo verso se stesso. E se ci ragioni bene, ti accorgerai anche tu che il tuo non è propriamente amore, ma è quella che si chiama una fase adolescenziale, una infatuazione ecco. Quindi smettila di versare lacrime inutili e concentriamoci su quelle bestiacce orribili che vi hanno attaccato a scuola, vuoi? Ho in mente un paio di giocattolini che vi piaceranno! >
Hayley diede una mano a Kira a rialzarsi. Questa si lavò via le lacrime dal viso, si diede una risistemata, e poi tornarono dagli altri.

Nel frattempo Tommy e Kim erano arrivati a casa di lui senza dire una parola, forse per imbarazzo, forse per la tensione, forse perché ancora non riuscivano a credere di essere l'uno accanto all'altra dopo tanti anni. Lui fece strada e la fece accomodare in salotto. Andò in cucina, riempì due bicchieri con un liquido ambrato e tornato nella sala ne porse uno alla sua ospite. Lei lo prese ed entrambi bevvero un sorso senza dire nulla. Poi Kimberly finalmente disse qualcosa, rigirandosi il bicchiere fra le mani.
< E' carino qui, molto tranquillo, in mezzo al verde... >
< Si, avevo bisogno della mia privacy, sai stando tutto il giorno con degli adolescenti, mi sembrava la scelta migliore >
< E poi è lontano da occhi indiscreti per la tua doppia vita... e per quella di quei ragazzi... >
< Esatto. Allora... hai detto che ci sono molte cose che non so... > disse lui tentando di aprire il discorso dopo i convenevoli.
< Infatti, sono talmente tante che per collegarle tutte non saperi nemmeno da dove iniziare... >
< Lascia che ti dia io un punto d'inizio. > disse lui percettibilmente piccato, mentre apriva un cassetto per estrarre un plico di lettere e lanciarle in grembo a Kimberly. La donna prese le lettere e riconobbe subito che erano quelle che si erano scambiati dopo il suo trasferimento in Florida, e nel vederle le venne un colpo al cuore, stupendosi del fatto che le aveva conservate tutte, dopo tutti quegli anni. E nemmeno farlo a posta (o forse si) proprio quell'ultima lettera era la prima della fila, ancora nella sua busta, con la data che spiccava.
< E' davvero da qui che vuoi partire? Da quest'ultima lettera? -chiese attendendo il cenno di assenso da parte di lui- Molto bene, ma devo chiederti di prendere una lente di ingrandimento e venire a sederti qui vicino a me. >
Attese che lui facesse quanto detto vuotando il liquido rimasto nel bicchiere, e poi tirò fuori la lettera in questione, accostandola con quella subito sotto per avere un termine di paragone.
< Cosa provasti quando leggesti questa lettera Tommy? Voglio la verità .>
< E me lo chiedi anche cos'ho provato Kimberly?? Ero disperato!! Il mio cuore si è spezzato, il mondo è crollato. Mi sono sentito come se non avessi più nulla per cui combattere, è stato come essere abbandonati. Sono stato male per giorni e giorni chiedendomi cosa potessi aver fatto (o non fatto) per far si che tu potessi dimenticare tanto in fretta quello che c'era stato fra noi... sono impazzito per te!! >
< Era esattamente quello che questa lettera voleva ottenere, far si che tu mi odiassi, o che comunque pensassi che fossi felice senza di te.... >
< Beh complimenti, ci sei riuscita benissimo! > la interruppe Tommy in malo modo alzandosi dal divano
< ... anche se questa non era la verità > terminò lei.
< Come sarebbe a dire adesso che non era la verità? > sbottò lui girandosi di scatto verso di lei.
< Guarda...osserva attentamente la lettera, la calligrafia con cui è stata scritta, e confrontala con quest'altra. Ti sembrano uguali? >
L'uomo tornò sul divano, prese la lente ed iniziò ad esaminare minuziosamente le due lettere.
< Si vede solo che l'ultima è stata scritta con una mano meno ferma, tremante... ma questo cosa prova? >
< Sai perché? Perché mentre la scrivevo piangevo. Non sai quante volte ho dovuto riscrivere quella maledetta lettera prima di averne una versione senza aloni di lacrime. Doveva sembrare credibile come addio. Era l'unico modo per tenervi al sicuro. Ma nonostante questo, non riuscivo a smettere ne di piangere ne di tremare. Ci misi tutta la notte. L'indomani, quando la spedii sembravo un vegetale per la scuola... saltai anche gli allenamenti... >
< Tenerci al sicuro a chi? E da che cosa? >
< Ricordi quando Kat aveva rubato la mia moneta del potere dal mio zaino? Beh mi ha lasciato un ricordino: lasciò cadere una manciata di apparenti sassolini molto piccoli di cui io nemmeno mi ero accorta. Ma quei sassolini cominciarono a crescere, e diventare sempre più grandi, finché una mattina non mi ritrovai dei veri e propri massi nello zaino. Erano talmente pesanti che non so nemmeno io come feci a gettarli fuori dalla finestra. Ma la cosa ancora più strana fu che appena toccata l'erba questi sassi iniziarono a muoversi. Ci vollero due giorni interi prima che presero le sembianze di quelle creature che hai visto oggi nel parcheggio. >
< Quindi quelle sono creature di Rita? >
< No, le sono state prestate da un'entità molto più perfida e malvagia, di cui però non ho mai saputo molto. Per un po' le ho combattute da sola, con l'aiuto di Zordon. Ma a lungo andare diventarono sempre più potenti e risultò sempre più difficile per me tenerle a bada, quando un giorno semplicemente scomparvero. >
< Hai detto che Zordon ti stava aiutando? E come? La tua moneta tu l'avevi data a Kat... >
< Esatto. Rimasi sorpresa anche io quando Alpha mi teletrasportò al centro di comando per dirmi che erano al corrente di quello che stavo passando. Così mi diedero il mia candela rosa da cui attingere un po di potere per respingere quelle creature, man a mano che si rafforzavano. Poi il giorno che sparirono, anche la candela semplicemente sparì, e da quel momento i miei contatti con Zordon furono persi per sempre. >
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Ciao a tutti!
perdonate il ritardo ma sono stata impeganta per questioni familiari. Ma sono tornata carica e pimpante! Spero che il capitolo vi piaccia, e attendo vostri pareri! 
Alla prossima
-LadySweet-

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Capitolo 4
*** Capitolo 3 ***


< Perché non ci hai avvertiti? > Tommy era furioso a quel punto del racconto < Avremmo potuto aiutarti, avremmo fatto qualcosa. Diamine Kim eri la mia ragazza, sarei corso in capo al mondo per te!! > disse poi tirando un lungo respiro e inginocchiandosi davanti a lei, ancora seduta al suo posto.
< Era proprio quello che Rita e il suo alleato volevano: allontanarvi dalla città facendovi credere che la minaccia fosse altrove, in modo da attaccare il centro di comando, disattivare i vostri poteri e distruggere entrambe le città, e io non potevo permettere che accadesse. Pensai che se aveste creduto che fossi felice non sareste più venuti a cercarmi, e così sareste stati fuori dai guai. Così potevate concentrarvi su Rita, mentre io potevo concentrarmi sui miei nemici.... Non sai quante volte, ferita e presa dallo sconforto avevo pensato di dirti tutto e sognavo di vederti arrivare sulla tua moto bianca, a salvarmi. Ma poi ricacciavo tutto dentro e mi facevo forza. Pensavo a te e ai ragazzi, che combattevate senza mai arrendervi, perché eravate una squadra infallibile, e tentando di sentirmi ancora un po' parte di quella squadra mi facevo coraggio e tornavo a lottare. Finché poi te l'ho detto, sono spariti così da un giorno all'altro, senza segnali, senza preavvisi... >
< E perché non sei venuta a cercarmi? >
< Sul serio... mi avresti creduto se mi fossi ripresentata allegra e sorridente, con questa storia? >
Tommy ci pensò su qualche istante. < No, probabilmente no. Ero troppo arrabbiato e amareggiato per pensare con lucidità >
< Appunto. E poi tu... avevi una storia con Kat. Non mi sono dimenticata di quell'avventura con Divatox sai? >
< Cosa? Beh forse c'è stato qualcosa, ma... tu, davvero eri gelosa? >
< Eh si, lo devo ammettere. Vedere che tu eri andato avanti mi ha fatto male, ma eravate felici e così ho fatto finta di niente >
< Ohh Kim... quando ti ho vista dentro quella prigione ho saltato un battito. Era come se ti vedessi per la prima volta... >
< Già, ero molto tesa per quel viaggio, Jason ci mise un secolo a convincermi di accompagnarlo: da una parte ero nervosa perché non sapevo bene cosa dirti... ma dall'altra non vedevo l'ora di rivederti. E poi è andata com'è andata... ma alla fine hai trovato tu le parole giuste, se non ricordo male... >

INIZIO FLASHBACK
Tommy aveva scelto di provare ad essere felice di nuovo, e aveva trovato in Kat quella sensazione. Ma rivedere Kimberly l'aveva sconvolto. Sopratutto perché ancora una volta era in pericolo, e subito l'istinto di andare a salvarla crebbe dentro di lui. Ma doveva darsi un contegno.
Quando la vide rivolgergli un sorriso nonostante fosse appesa sopra quel vulcano, anche lui sorrise in modo spontaneo e sincero, come non faceva da mesi. Vederla trasformata in un oggetto al servizio del male lo riempì di rabbia, e quando si tolse il casco e la tenne stretta sperando che lo riconoscesse e si risvegliasse, un calore perso da tempo riaffiorò in lui, talmente violentemente che avrebbe voluto tirarla a se e baciarla con tutto l'amore che inaspettatamente scoprì di provare ancora per lei, ma non poté farlo: primo perché erano nel mezzo di una battaglia, e poi perché avrebbe spezzato il cuore di Kat che era proprio davanti a lui, anche lei preoccupata per l'amica.
Fu così sollevato nel vedere che finalmente l'incantesimo malvagio aveva smesso di funzionare, e lottare ancora fianco a fianco con lei fu come un salto nel passato.
E la sera del torneo di arti marziali lui sapeva che lei era li a fare il tifo per loro, per lui. E alla vittoria avrebbe voluto correre da lei e abbracciarla forte, andò invece da Kat che lo aspettava sotto il ring.
Ma riuscì lo stesso a ritagliarsi qualche minuto con lei per dirle addio: andarono a fare una passeggiata lungo il laghetto che tante volte li aveva visti insieme.
< Mi ha fatto piacere vederti... anche se non pensavo che sarebbe successo... >
< Anche a me ha fatto piacere rivederti, anche se le circostanze non state proprio le migliori. >
< Ora tornerai in Florida? >
< Si, gli allenamenti mi aspettano. Mi sto preparando per i campionati mondiali... >
< Bene, allora buona fortuna. Immagino che ci sarà anche qualcun altro che ti aspetta... > la buttò li lui, non sapendo bene cosa si aspettasse di sentirsi dire da una parte, e temendo la risposta di lei dall'altra. Kimberly rimase in silenzio per qualche secondo prima di rispondere un semplice e molto vago < Più o meno... >
< Pensi che ci rivedremo? >
< Chi può dirlo... non sappiamo cosa ci riserverà il futuro, giusto?> disse lei abbozzando un sorriso e continuando a camminare non accorgendosi subito che lui si era
fermato.

Tommy per un attimo staccò il cervello e agì d'impulso. Prese Kimberly per un braccio, la voltò e la chiuse in un abbraccio stretto, catturando le sue labbra in un bacio appassionato. Lei non oppose nessuna resistenza, anzi partecipò con trasporto al bacio. Entrambi fecero durare quel contatto quanto più possibile. Quando si staccarono, rossi in viso e con un leggero affanno si guardarono fisso negli occhi per qualche istante, senza sciogliere l'abbraccio. Poi vide che gli occhi di lei si stavano arrossando. Avrebbe voluto baciarla di nuovo, rassicurarla, ma lei sciolse l'abbraccio, disse solamente < Addio Tommy > a occhi bassi, e corse via prima che lui potesse fermarla o fare qualsiasi cosa, rimanendo li fermo sulla riva del lago, a guardarla andare via per la seconda volta, con le lacrime che iniziavano a fare capolino dai suoi occhi. Rimase solo su quella spiaggia, chiuso nel suo dolore nemmeno lui seppe per quanto... minuti, forse ore, non importava. Quando rientrò, lei e Jason erano già ripartiti da un pezzo, ma Adam in segreto gli consegnò un biglietto dicendogli che era da parte di Kim, così se ne andò in disparte e lo aprì. C'erano scritte solo poche righe.
Quel bacio è stata la cosa più bella di questi giorni. Sarà il nostro segreto, ed io lo porterò nel mio cuore per sempre. Kim
Da quel giorno non si erano più ne visti ne sentiti.
FINE FLASHBACK

< Non mi pento di quello che ho fatto quel giorno... volevo farlo> riprese Tommy
< Anche io ci avevo sperato fino all'ultimo, e sono contenta che tu l'abbia fatto. Ma dimmi con Kat poi com'è finita? >
< Siamo stati bene per un po', poi ha deciso di seguire il suo sogno, proprio come te, ed è partita per Londra... siamo rimasti in contatto per qualche settimana... poi ci
siamo persi con il tempo >
< Capisco > Rimasero qualche secondo in silenzio a guardarsi negli occhi.
< Abbiamo finito con i segreti Kim? Mi hai detto tutto quello che non sapevo? >
< In realtà ci sarebbe ancora una cosa che non ti ho detto... >
< E sarebbe? >
< Vedi un anno e mezzo fa, quando sono cominciate le morti misteriose dei nostri amici, ho capito sin da subito che c'era qualcosa di strano sotto. Ma la conferma ad ogni dubbio l'ho avuta quando hanno rapito... >
< Chi hanno rapito?? >
< ...mio figlio... > disse dopo un lungo silenzio con un filo di voce, reprimendo le lacrime.
< Cosa? Tu hai un figlio? E me lo dici adesso?! > sbottò Tommy rialzandosi di scatto dal divano.
< Aspetta prima di trarre conclusioni affrettate! Lascia che ti spieghi – disse lei tirandolo per un braccio nuovamente accanto a lei- due anni fa, al compleanno di una amica, avevo bevuto un po troppo, e mi ero detta che visto che tu ti eri rifatto una vita, io uno sfizio me lo potevo concedere... ma quello sfizio mi è costato caro, e mi sono ritrovata incinta, con la mia famiglia contro, e senza notizie di quel farabutto. Ero sola e spaventata, e stavo meditando di interrompere la gravidanza, quando un mio carissimo amico e la sua ragazza dell'epoca mi convinsero a non farlo, che loro mi avrebbero dato una mano a crescere il bambino e cercarmi un lavoro. Poi si sono lasciati, e per dividere le spese, questo amico mi chiese di condividere il suo appartamento. Non eravamo innamorati, ma eravamo molto amici, con il tempo siamo diventati quasi come fratello e sorella, e c'era un profondo rispetto reciproco. In più ci sapeva fare con James, e mi faceva da babysitter mentre ero a lavoro o agli allenamenti. Una notte ci fu una tremenda esplosione nella mia stanza... corsi subito da James, ma la culla era vuota, e non lo sentivo piangere da nessuna parte. Vedevo solo tanto fumo, e l'allarme antincendio mi assordava... poi ricordo solo le braccia del mio amico sulla mia spalla, una risata disgustosa e un forte colpo alla testa. Quando mi sono risvegliata in ospedale, mi dissero solo che il mio amico era morto e il mio bambino scomparso nel nulla. >
< Kim non ne sapevo nulla. Mi dispiace tantissimo per il tuo amico e per il bambino > disse Tommy sinceramente provato dal racconto dell'amica, che aveva ascoltato
con molta attenzione, nonostante le lacrime che Kimberly aveva lasciato scendere copiose lungo le guance.
< Dopo che mi hanno dimessa sono tornata sul luogo dell'incidente, e nel punto dell'esplosione le zone d'ombra formavano una grande Z. Di li a poco venni a sapere di Zach, e iniziai ad andare su ogni luogo della morte, e in tutti ritrovavo lo stesso disegno. Ormai è un anno che giro, seguendo la scia di sangue lasciata dai nostri amici. Nonostante c'è qualcosa che non mi convince, stento a credere che tutto questo stia accadendo a noi... > e a quel punto il cuore di Kimberly non resse più e si spezzò del tutto, in un pianto disperato, cadendo fra le braccia di Tommy che la strinse forte al suo petto, cercando di reprimere le proprie di lacrime. Aveva passato una vita a tentare di dimenticare quella donna che lo aveva ferito, senza sapere che lei aveva fatto tutto per proteggerlo, e che aveva sofferto molto più di lui in quegli anni.
Era deciso a ritrovare il figlio della donna che non aveva mai smesso di amare, e avrebbe ritrovato anche Billy, vendicato i suoi amici caduti, e messo fine a questa storia, distruggendo Zedd, Rita e chiunque avessero assoldato per questa assurda vendetta.
Ancora stretti in quell'abbraccio Kimberly pianse tutte le sue lacrime, che cadendo sul petto di Tommy, andarono a risanare quella ferita nel suo cuore che da troppo tempo era rimasta li a cicatrizzare. Stretti l'uno all'altra si sentivano completi, invincibili... insieme avrebbero affrontato tutto. E lo sapevano: bastò uno sguardo intenso e complice fra loro per far scattare quel bacio così carico di passione che entrambi attendevano da tutta la vita.
Ma fu proprio allora che il morfer di Tommy suonò, interrompendo la magia di quel momento: purtroppo Hayley aveva avvistato altre strane creature e i ragazzi stavano già andando sul posto e avevano bisogno di lui.
< Vengo con te! > disse Kim
< E' troppo pericoloso... è meglio se resti qui >
< Hei... ti voglio ricordare che li combatto da molto più tempo di voi, vi servo in battaglia! E poi... non riesco a stare ferma con le mani in mano. Insomma, non avrò più una divisa, ma sono pur sempre un power ranger! >
< Hai ragione, andiamo allora! >
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Ciao a tutti!!
Perdonate il ritardo con cui pubblico questo capitolo, ma ho avuto degli impegni universitari che non mi hanno lasciato tregua. Allora, qualcuno di voi mi ha fatto notare che ci sono dei "buchi nella trama", e di questo mi scuso, infatti cercherò di riempirli nel corso della storia! Spero che questo capitolo vi piaccia, attendo vostre notizie!!
Alla prossima
-LadySweet-

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Capitolo 5
*** Capitolo 4 ***


Tommy si trasformò, e con la sua moto andarono sul luogo dell'avvistamento, dove i suoi ragazzi non se la passavano molto bene. Così, senza pensarci su più di tanto i due ranger adulti entrarono nella mischia facendo gioco di squadra, eliminando uno ad uno quei mostri orripilanti. Era proprio vero: insieme nessuno poteva fermarli. Sembrava essere tornati ai vecchi tempi, quando tra un calcio, un pugno e qualche salto riuscivano ad eliminare squadre di nemici. I giovani ranger rimasero quasi incantati per qualche minuto mentre osservavano i senior al lavoro, e più che un combattimento sembrava quasi una danza: si spalleggiavano, si aiutavano e si coprivano le spalle a vicenda. Rinvigoriti da quello spettacolo, si buttarono nuovamente nella battaglia, tentando di imparare qualche nuova mossa. Ma proprio quando Kimberly stava per atterrare sull'ultimo mostro, venne colpita da un colpo vagante, e cadde a terra, vicino a quella bestiaccia che portò le sue zampe intorno al corpo della donna per non far avvicinare nessuno.
< No Kimberly!! > tuonò Tommy, che corse in direzione della bestia, ma questa con un ruggito lo allontanò. Non c'era modo di avvicinarsi. E Kimberly non sembrava dare segni di vita.
< Hahahahaha... è stato fin troppo facile! Dov'è il divertimento? E questi sarebbero i famosi e temibili power ranger? Tutti i cattivi delle galassie sono stati sconfitti da queste bande di bambocci?? Patetici, tutti!! > la voce di una donna riecheggiò fra i presenti, e finalmente apparve: alta e bianchissima di incarnato, corpo snello e slanciato, rivestito da una tutina di pelle lucida nera, con tanto di stivaletti con tacco 12 a spillo, un seno ben pronunciato, mani lunghe e dita affusolate con unghie smaltate di nero, lunghissimi capelli corvini raccolti in una coda di cavallo sulla testa, labbra carnose dipinte di nero anch'esse, e due occhi sottili, di un color ghiaccio intenso, quasi ipnotico.
< Chi sei? > chiese Tommy
< Come sarebbe a dire?? Tu non sai chi sono?? Com'è possibile che in questa galassia esista ancora qualcuno che non conosce il mio nome?? Io sono Rubinia > disse con voce stridula e petulante da bambina viziata < principessa oscura di tutti gli universi, la donna più bella e potente di ogni galassia, nemica dei buoni sentimenti, e antagonista suprema di tutti gli eroi... eroi da strapazzo come voi burattini con le tutine colorate!! Io vi odio, vi detesto!! Possibile che ogni volta riuscite a mandare all'aria i miei piani di conquista? Ogni cattivo che si è offerto volontario di portarmi questo stupido pianetucolo, si è rivelato un buono a nulla incapace! E allora mi sono detta che per ottenere ciò che voglio, devo prendermelo da sola! E così mi sono informata di quante teste sarebbero dovute cadere, e siccome io ho stile in ogni cosa che faccio, ho deciso di eliminarvi tutti, quanti siete, uno ad uno, in modo che sappiate che la vostra fine sta arrivando, e che i prossimi sulla lista siete proprio voi!! > E fece risuonare un'altra delle sue risate malefiche e stridule. Poi con il suo scettro aprì un portale, fece un cenno alla creatura che ancora teneva in ostaggio Kimberly: questa se la caricò di peso sul dorso e corse via, sparendo nel portale che si richiuse alle sue spalle.
I ranger allora si scagliarono sulla donna che respinse tutti i loro attacchi con facilità, quasi annoiandosi, per poi alzare al cielo il suo scettro, richiamando una scarica elettrica che si diramò per terra, colpendo i quattro ranger
< Addio noiosi perdenti > disse Rubinia aprendo un altro portale.
< Aspetta!! Dov'è Kimberly? Cosa le hai fatto? > Chiese Tommy che a mala pena si reggeva sulle gambe, tenendosi un braccio ferito.
< Non preoccuparti caro... è andata ad unirsi al gruppetto dei suoi amici, dove presto la raggiungerete anche voi!! > rispose ridacchiando e sparendo nel portale che si richiuse troppo velocemente alle sue spalle.
< MALEDIZIONE!!! > sbottò il professore cadendo in ginocchio e tirando un pugno a terra.
< Hei professore si calmi. Noi non conosciamo Kimberly, ma se è venuta a combattere disarmata e senza armatura da ranger, di sicuro è una tipa tosta. Vedrà che la troveremo! > disse Connor.
< Ha ragione Connor, ogni tanto. L'abbiamo vista in combattimento e ci sa fare. Ora è meglio se torniamo alla base a medicare le ferite, e poi studieremo un piano per ritrovare lei e tutti gli altri scomparsi > aggiunse Ethan.
E così, preso sotto braccio Tommy, i quattro fecero ritorno al cento di comando, sotto casa del professore, e lo affidarono alle mani di Hayley che li aveva preceduti li.
Rimessi tutti in sesto, Tommy li riunì in riunione e raccontò ai suoi studenti che cosa stava succedendo in quel periodo, usando tutte le informazioni che lui Billy e Kimberly avevano raccolto. Poi, visto che non aveva avuto l'occasione di farlo prima, raccolse le foto dei suoi amici che erano stati uccisi, e le sistemò su una mensola, con tanto di candele accese, a mo di altarino, e pronunciò un' intenso discorso sull'amicizia, sulla forza dei sentimenti, del volersi bene, e della fiducia che non va mai ne imposta ne tradita, ma guadagnata e rinnovata. Parlò del potere immenso dell'amore per un'altra persona che ci rende capaci di cose che credevamo impossibili, e dell'amore per noi stessi, di quanto sia importante credere nella proprie potenzialità, nei propri sogni e desideri, per spingerci al di la dei nostri limiti. Poi mandò tutti a casa a risposare, avrebbero avuto bisogno di tutte le energie possibili. Stava per spegnere l'ultima luce quando vide Kira sulla porta.
< Che cos'hai? >
< Niente >
< Sicura? >
< Sì.... è solo che... tutta questa storia è un casino! Stamattina ci siamo svegliati insieme, abbracciati e felici, e adesso è andato tutto a farsi benedire!! E tu non hai occhi che per quella... >
< Kira... > la richiamò il professore con tono calmo < lo sai che la nostra non è mai stata una vera relazione, e quella ha un nome, si chiama Kimberly >
< Lo so come si chiama, non fai altro che ripeterlo > disse stizzita
< Sai, quando sono arrivato ad Angel Grove non conoscevo nessuno, era metà anno. Fu lei la prima a venire a presentarsi. E anche quando mi fecero il lavaggio del cervello, fu sempre lei a prendere le mie difese e fare in modo che anche gli altri del gruppo mi perdonassero. E poi era la ragazza più bella che avessi mai visto. Avevo completamente perso la testa per lei, bastava solo nominarla e non capivo più nulla. E scoprire che anche lei provava gli stessi sentimenti per me fu un sogno. Non ero mai stato più felice come quando stavo con lei > Tommy si era perso nei ricordi di adolescente come se fosse stato una vita fa < Spesso succedeva che Rita, o Zedd la prendessero di mira perché la ritenevano la più debole, e ha passato parecchi guai. E ogni volta che succedevo io andavo a salvarla, non perché ne avesse veramente bisogno (tante volte è riuscita a tirarsi da sola fuori dai guai) ma perché volevo farlo. Era la mia ragazza e sono andato nei posti più strani per salvarla e riportarla a casa da me sana e salva. Questo è l'amore Kira. >
< Si ma questo tuo grande amore non mi pare che ti abbia risparmiato del dolore... >
< In realtà è un po' più complicato di così, ma è vero, ho sofferto per lei quando pensavo che qualcun altro mi aveva portato via la mia Kim. Vedi la sofferenza ci offre due modi per affrontare le situazioni: o reagiamo e quindi andiamo ad affrontare il problema, o ci chiudiamo in noi stessi e scappiamo. La prima volta mi sono chiuso in me stesso e nel mio dolore, tagliando fuori qualsiasi occasione per essere di nuovo felice, ma nonostante tutto non ho mai smesso di amarla con tutto il cuore. Questa volta non la perderò di nuovo, specie ora che l'ho appena ritrovata. Questa volta affronterò il problema, combatterò per lei, la porterò in salvo ancora una volta e non la lascerò andare mai più! Perché la amo! >
< Cavolo... adesso so di non avere proprio speranze con te... professore. >
< Kira voi siete i miei studenti, e io voglio bene a ciascuno di voi, come foste miei figli...beh non esageriamo, diciamo nipoti. Mi sento come uno zio per voi, e ci sarò sempre quando avrete bisogno e mi prenderò cura di voi. Ma l'amore vero è una cosa che capirai quando sarai un pochino più grande e avrai incontrato la persona giusta per te > e le diede un delicato bacio sulla fronte. < ora va a casa e fatti una bella dormita. Ci vediamo domani a scuola > disse richiudendo la porta alle sue spalle, dopo aver visto la sua studentessa salire in macchina con i suoi compagni che la stavano aspettando, e assicuratosi che tutto fosse chiuso, spense le luci e si mise a letto anche lui.
Ma se agli altri aveva augurato un buon sonno, il suo non lo fu affatto...
Camminava da solo in un deserto strano, il caldo e l'afa lo intontivano e gli causavano miraggi e visioni. Lungo il suo peregrinare in cerca di aiuto inciampò in una buca molto profonda. Si alzò e l'unica cosa che vide davanti a lui era un tunnel stretto e ben poco illuminato: se l'alternativa era continuare a camminare al sole, decise di seguire il tunnel. Si incamminò, e più camminava più aveva l'impressione che le pareti si stringessero sempre di più. Finalmente intravide una porta davanti a se, e quindi decise di accelerare il passo. Dietro la porta c'era il vecchio centro di comando. In quel momento fu pervaso dai ricordi, e fu proprio allora che apparve Zordon.
Tommy, non ho molto tempo, perciò ascolta con attenzione
Zordon? E un sogno questo?
La definirei più una visione. Ora ascolta: devi trovare Kimberly e in fretta, ma non dovrai avvicinarti troppo a lei prima che il nemico non sia stato sconfitto!!
Cosa vuoi dire Zordon?” ma il segnale iniziò ad essere disturbato
So che siete intim... ma dovrai tratt... Rita e gli altri conoscono so... me..à del.. a prof...zia. Sal..a Kim...ly ma no...occarl... Tom...” il volto di Zordon scomparve e tutto
tornò buio.
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Ciao a tutti! 
Ben tornati, ed ecco a voi il nuovo capitolo! Spero vi piaccia! Questa volta ho rispettato i tempi, non aggiungo altro e vi lascio una buona lettura!
Alla prossima
-LadySweet-

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Capitolo 6
*** Capitolo 5 ***


Tommy si svegliò di colpo ripensando alle parole di Zordon: che voleva dire con non toccarla? E di che profezia parlava? Guardò l'orologio e capì subito che non avrebbe più ripreso sonno. Così si alzò e scese nel laboratorio sotto casa sua per mettersi al lavoro.
Passò le successive tre ore a fare calcoli e ricerche, ricerche e calcoli, e quando l'orario segnò le 6.50 si rese conto di non aver risolto quasi nulla. Così sbuffando andò a farsi una doccia veloce, prese un caffè e andò a scuola, ma prima si fermò al bar sperando che Hayley fosse già li. Per fortuna aveva già aperto e lui non perse tempo nel metterla al corrente del sogno fatto la notte prima e del poco che aveva scoperto durante la sua ricerca.
< Quello che non capisco è cosa intenda con Non Toccarla >
< Beh, da quello che mi hai detto, credo che abbia a che fare con questa profezia misteriosa. E fin quando non abbiamo capito di che si tratta, ti consiglio vivamente di fare quanto ti è stato detto. Limitati ai contatti minimi quando la salverai >
< Ecco, dobbiamo capire anche dove sia... >
< A quello se vuoi posso lavorare io >
< Grazie amica mia, sarebbe veramente di grande aiuto. >
< Mi serve qualche dato però... >
< Non preoccuparti, abbiamo la registrazione della battaglia di ieri, così potrai vedere tu stessa quello che ti interessa. >
E così, con la migliore informatica della città a dargli una mano, e tranquillo che i suoi ragazzi fossero a scuola, vicini a lui, poté concentrarsi sul suo lavoro. Ripassò al vaglio tutto il materiale che aveva a disposizione, entrò in banche dati protette, ricercò manoscritti antichi e tutto quello che gli veniva in mente, quando gli venne l'illuminazione: andò nel suo archivio personale e controllò tutto il materiale che aveva raccolto su Zordon in quegli anni, e notò un appunto: vedi file 6452/8b. Poteva essere un buon indizio... se solo si ricordasse dov'era conservato. Ma in quel momento suonò la campanella che annunciava il pranzo, e subito dopo avrebbe avuto lezione. Decise di andare in mensa e mettere qualcosa nello stomaco e nel frattempo raccogliere le idee, mettere tutto da parte per affrontare le lezioni del pomeriggio.
Finito il pranzo, Tommy andò a prendere il materiale delle sue lezioni, e ricompose se stesso imponendosi di concentrarsi solo sui suoi studenti.
Cosa non facile, visto che sembravano impazziti. Di solito non erano così irrequieti e rumorosi.
Al terzo richiamo di un gruppo di ragazze che chiacchieravano strette fra loro, batté una mano sul tavolo.
< Allora!! Ragazzi cosa avete oggi? >
< Ma come prof non ha saputo? Ne parla tutta la scuola... > disse un ragazzo dall'ultima fila.
< No, non sono al corrente, cos'è successo? >
< C'è stato un attacco alla rete idrica ieri notte, pare che abbiano inquinato un giacimento con una strana sostanza blu. > riprese il giovane
< Si, e adesso tutte le fontane della città e le fontanelle d'acqua sgorgano questa cosa bluastra orribile che non è potabile.. perfino quelle della scuola.. ci sono anche i cartelli che dicono di non usarle!! > aggiunse una ragazza
< Ma la cosa più strana è che dai video della sorveglianza non si vede nessuno ne entrare ne uscire, ma, hanno trovato una grossa Z disegnata nell'erba > disse un altro ragazzo.
< E' vero, come se l'avessero fatta con l'accendino > aggiunse il suo compagno di banco.
< Una Z avete detto... >
< Si esatto. Prof ma come faceva a non saperlo? > lo canzonò un'altra ragazza.
< Va bene è tutto molto sospetto e strano, avete ragione, ma la vostra priorità è il ripasso che voi stessi avete chiesto per l'esame di domani! Quindi ora riportate la mente qui, grazie! >
Portò a termine le sue ore di lezione con non poca fatica, e alla fine del pomeriggio era decisamente stanco e sfinito. Non aveva nemmeno la forza di mettersi a lavorare, sapeva che se ci avesse provato non avrebbe risolto nulla. Quindi andò dritto a casa, mangiò qualcosa alla veloce e si buttò a letto per dormire un po'. Ma come al solito non fu proprio un sonno ristoratore, quel maledetto incubo continuava a tornare. Vedeva sempre quegli occhi chiedergli aiuto, ma questa volta erano più familiari.
< Ma certo!! Ora è tutto chiaro > disse a voce alta tirandosi su dal letto. Quelli erano gli occhi di Kimberly che lo chiamavano. Erano mesi che aveva una premonizione e
non se ne era minimamente accorto. Stupido! Avrebbe potuto evitare che venisse catturata, e invece adesso era prigioniera chissà dove.

Quando Kimberly aprì gli occhi la prima cosa che sentì fu dolore. Dolore alla testa, alla schiena, ad una gamba. Si guardò intorno, e capì di essere in una cella. Poi mise meglio a fuoco e notò che nella cella difronte la sua c'era qualcuno.
< Hei... tu, chi sei? >
< Kimberly... sei davvero tu? >
< Billy?! Oh Billy grazie al cielo stai bene! Temevo che fossi morto anche tu... >
< Bhe bene è una parola grossa > disse il giovane mettendosi alla luce e mostrando il suo volto gonfio e livido.
< Oh mio Dio Billy, ma cosa ti hanno fatto?? >
< Vogliono che io decifri un antico manoscritto, ma non ho la più pallida idea di che lingua sia. Non riesco a decifrare nemmeno un simbolo. E più fallisco, più me ne danno... ma non sono l'unico ad essere qui... >
< Che vuoi dire? >
< Vuole dire che qualcuno ci sta rapendo e ci sta costringendo a lavorare per lei! > disse un' altra voce familiare.
< ADAM?!?! Sei davvero tu?? Credevo che fossi morto! >
< Ciao Kim! No, me la sono vista brutta però. Quando Rubinia ha scoperto le mie origini mi ha preso, rimesso diciamo in forze, e mi ha rinchiuso qui. Mi avvicinerei di più ma ho una gamba rotta e non riesco ad alzarmi... >
< Mi spiace tanto ragazzi. Ma non preoccupatevi, vi tirerò fuori di qui e ce ne andremo. Tommy starà già studiando un piano, ne sono sicura. >
< L'hai trovato quindi. Bene, mi fa piacere! > disse Billy sollevato da una buona notizia.
< Si, ma non siamo riusciti a fare molto per ora... e poi sono stata portata qui anche io. Tu sai per caso dove siamo Billy? >
< Credo che ci troviamo in un'altra dimensione, ma non saprei dirti dove con precisione. E poi non ho avuto molto tempo per guardarmi intorno: se non sono in cella sono nel laboratorio e viceversa. Ho perso la nozione del tempo da quando sono qui... >
< Vale la stessa cosa per tutti... > aggiunse Adam.
< Tutti? Quanti siamo ad essere rinchiusi qui?? >
< Molti di più di quello che immagini, purtroppo. Siamo chiusi in aree diverse, ma tutti fatti prigionieri, costretti con le cattive a lavorare per lei. >
< Ma chi è questa “lei”? >
< Una che non vorresti conoscere mai... > iniziò Adam
< … e non ha nulla a che vedere con nessuno dei cattivi che abbiamo affrontato: ne noi, ne le squadre che sono arrivate dopo di noi. Lei è la peggiore... > continuò Billy
< Non preoccupatevi, presto sarà tutto finito. Dobbiamo solo trovare un modo per uscire da queste celle.... >
< Non c'è modo di uscire se non sono loro ad aprirle dall'esterno. Ci ho già provato un sacco di volte... >
Kimberly provò ad aggrapparsi ad una delle sbarre, ma prese la scossa, e si allontanò immediatamente. In questo modo non poteva nemmeno usare una delle sue forcine per tentare di scassinare la serratura.
Ma proprio in quel momento sentirono dei passi, e Billy fece segno all'amica di allontanarsi dalle sbarre e di non guardarlo. I passi si fecero sempre più vicini e con essi un rumore di chiavi che sbattevano fra loro, finché la figura non si piazzò davanti alla cella della donna.
< Mah bene, eccola qui la nostra nuova ospite... ti stanno aspettando, alzati! > disse la guardia aprendo la cella. Kimberly si alzò e uscì a passo cauto, lanciando uno sguardo rapido a Billy che le fece un'ok con la mano, senza farsi vedere. La guardia mise delle manette decisamente troppo grandi sugli esili polsi di Kimberly e la condusse lungo il corridoio scuro che portava ai piani superiori. Usarono un ascensore quadrato e stretto, parecchio malconcio e decisamente poco sicuro, che cigolando e traballando li portò al 4° piano. Le porte dell'elevatore si aprirono su una sala enorme, semicircolare, piana di computer, di macchinari illuminati, che emettevano suoni e luci azzurro-bluastre. Dal lato opposto un giovane ragazzo, stava con le mani giunte dietro la schiena, mentre dando le spalle a tutta la sala, scrutava concentrato le stelle di quella serata.
Intanto Kimberly fu trascinata in mezzo alla stanza, senza che nessuno dei presenti seduti ai macchinari l'avesse degnata di nota, e attesero che il giovane parlasse. Finalmente, dopo qualche minuto, disse . La guardia fece quanto gli era stato ordinato e poi se ne andò. Kimberly si guardò intorno in cerca di una via di fuga o qualcosa che potesse usare come eventuale arma ma non trovò nulla.
< Non essere nervosa, nessuno qui ti farà del male.... senza il mio permesso! > ridacchiò e poi si voltò verso di lei < Sono stato incaricato dalla mia padrona di distruggere tutti i suoi nemici, che stranamente sono tutti accomunati da una cosa: una schifosissima tutina colorata. >
< Io non porto quella tutina colorata da anni, quindi cosa ci faccio qui? > chiese lei fissando il vetro scuro del casco che portava il ragazzo.
< Abbiamo scoperto che alcuni di voi hanno dei... diciamo talenti, che possono tornarci utili per i nostri scopi >
< E secondo te se io avessi un talento lo userei per aiutare voi?? >
< Vedi, abbiamo dei metodi molto persuasivi per convincere le persone a collaborare alla nostra causa >
< Li ho visti i vostri “metodi persuasivi” > e accentuò il concetto facendo il gesto delle virgolette con le dita < ... sappi che non farò mai nulla per voi, piuttosto preferisco morire adesso!! >
< Qui nessuno vive o muore se non è la padrona a deciderlo, e visto che sei così spavalda, credo proprio che vorrà parlarti direttamente... le piacciono quelli combattivi > disse mentre ridacchiava fra se. La prese per una spalla e la condusse di nuovo all'ascensore, ma questa volta andarono fino al 24° piano, negli alloggi di Rubinia.
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Ciao a tutti!
Allora, eccoci qui, stiamo entrando sempre più nel vivo di questa avventura, iniziamo a scoprire alcuni piccoli dettagli che ci saranno utili in seguito. Spero che il capitolo vi piaccia, spero di avere vostri pareri in merito, sapete che mi fa piacere se interagite con me, e vi lascio una buona lettura!
Alla prossima
-LadySweet-

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Capitolo 7
*** Capitolo 6 ***


Quando le porte dell'ascensore si riaprirono, l'atmosfera era decisamente cambiata: colorata, pacchiana e frivola: sembrava la casa di una adolescente punk con un tocco di viola. Orrendo al solo vederlo pensò Kimberly, che era ancora guidata dalla mano del ragazzo sulla spalla: superarono il grande salone, passarono per un lungo corridoio e si fermarono davanti ad una porta enorme sorvegliata da due energumeni vestiti di nero con dei grossi caschi a coprire il viso. Il ragazzo alle spalle di Kimberly fece un cenno e i due aprirono il grande portone, lasciandoli entrare in una specie di sala del trono, con colonne, grandi vetrate, perfino un gigantesco e pacchianissimo trono di pelliccia viola... e poteva anche essere quella la cosa peggiore, se non si faceva caso alle inquietanti e macabre figure che pendevano dal soffitto, i cui contorni non erano più ben distinguibili, anche per via della per nulla esistente illuminazione, per non parlare delle ormai secche macchie di sangue sul pavimento sotto di esse.
Quando arrivarono davanti al trono il ragazzo fece pressione sulla spalla della donna affinché questa si inginocchiasse, e la tenne giù.
< Mia imperatrice, ti ho portato la prigioniera. > disse solamente. Poi tornò il silenzio nella sala per qualche istante. Silenzio che fu interrotto da una risata stridula e sguaiata, seguita da un rumore di tacchi, che annunciava l'arrivo della padrona di casa. Rubinia arrivò con la sua camminata da top model e si posizionò sul trono, togliendo i grossi occhiali da sole e mostrando il sorriso più antipatico che le riuscì.
< Bene bene bene... guarda un po' chi è arrivata! Finalmente ti sei svegliata!! >
< Che cosa vuoi da me? > chiese Kimberly seria, mentre l'altra mano del ragazzo fece pressione sulla sua testa costringendola ad abbassarla, fino a toccarsi il petto con il mento.
< Non osare parlare in quel modo all'imperatrice, insolente!! Parlerai solo se ti farà delle domande, e userai i modi che si devono ad una donna del suo rango, sono stato chiaro??? > strillò il ragazzo all'orecchio della povera Kimberly ancora china su se stessa.
< Via via, mio prediletto, non c'è bisogno di essere così severi. Dopotutto è appena arrivata, non conosce ancora le nostre usanze. > e gli fece cenno di avvicinarsi. Il giovane raggiunse la sua padrona con pochi passi, lei intrecciò le sua braccia dietro al collo di lui, avvinghiò una mano fra i suoi capelli e tirò a se il suo viso per un lungo e passionale bacio. Kimberly intanto era riuscita ad alzarsi e si strofinava la testa dove poco prima c'era la mano del giovane, tentando di evitare di guardare la scena. Quando finalmente i due si staccarono lei gli sorrise e gli disse < Ora vai caro, lasciaci sole per qualche minuto > e anche se il tono era molto tranquillo, il giovane sapeva che quello era un ordine e obbedì lasciando la sala, passando accanto a Kimberly senza degnarla di uno sguardo.
< Scusa i suoi modi un po' bruschi... sai l'ho dovuto crescere tutto da sola. Ha un carattere un po' ribelle a volte > iniziò Rubinia sghignazzando.
< Quello sarebbe tuo figlio?? > chiese Kimberly schifata da quello che aveva appena fatto finta di non vedere
< L'ho adottato quand'era molto piccolo. In realtà è una storia molto avvincete: la vuoi sentire? >
< Ho scelta? > chiese Kimberly in tono retorico.
< Tutti abbiamo una scelta mia cara... ma credo che dovresti sentirla, potresti trovarla straordinariamente familiare... > e una strana espressione prese forma sul suo viso. Kimberly scosse le spalle e acconsentì a sentire la storia. < Molto bene, ma non interrompere e se hai delle domande, potrai farle alla fine. Tutto chiaro? Perfetto. Allora com'è che cominciavano quelle storielle.... ah si! C'era una volta, non molto tempo fa, una giovane ragazza e un bellissimo ragazzo, follemente innamorati, che credevano nella giustizia e nell'amore. Ma il destino fu crudele con loro e li separò, portando la ragazza fra le braccia di un altro giovane, lasciando il nostro ragazzo triste e con il cuore spezzato. Ma il destino era anche astuto, e fece in modo che i due giovani amanti continuassero ad amarsi nonostante il tempo e la distanza, ignari che su uno dei due gravasse una profezia. Un giorno la ragazza diede alla luce un bambino, luce dei suoi occhi... e destinato ad essere la distruzione di tutti i mali per diventare il nuovo protettore della terra, come diceva la profezia che l'ignara madre non conosceva. Ma per fortuna, la strega più potente dell'universo era a conoscenza di tutto ciò e rapì il bambino, sconfiggendo la profezia, intenzionata a trasformare l'arma del bene... in un'arma a servizio delle tenebre. Così lo portò in un'altra dimensione, dove il tempo scorre in maniera diversa, lo crebbe e lo allevò secondo i principi del male, allenandolo affinché divenisse il più spietato dei guerrieri, per aiutare la madre adottiva a realizzare i suoi sogni di conquista dell'universo!! Fine! Piaciuta?? >
< No, nemmeno un po', ma su una cosa avevi ragione... alcuni punti mi sono familiari.... >

Tommy scese di corsa nel suo laboratorio e cercando fra tutti i mobili, aprì uno scomparto segreto in uno dei suoi cassetti della scrivania che non ricordava nemmeno di avere. All'interno trovò un fascicolo, una raccolta di file che riguardavano tutti la stessa persona: Zordon. Aveva sempre servito Zordon con lealtà sin da quando lo avevano liberato dalle grinfie di Rita Repulsa, e da allora non si era mai posto troppe domande su di lui o sul suo passato, si era sempre limitato a quello che gli era stato detto. Ma man a mano che passava il tempo, e le minacce si facevano sempre più pericolose, e dopo la scoperta del cristallo Zeo, la sua curiosità si era fatta sempre più acuta, e aveva iniziato in gran segreto a fare qualche ricerca su di lui, trovando poco o nulla. Fu dopo la sua ritirata dalla vita di Power Ranger che ebbe davvero campo libero per le sue ricerche. Intrapresa la carriera di scienziato/ricercatore/paleontologo acquisì le conoscenze e i mezzi tecnologici giusti per scavare più a fondo e trovare informazioni che erano rimaste segrete per tanto tempo, per volere di governi, servizi segreti e quant'altro. Era stato molto fortunato a non essere stato scoperto in tutti questi anni, sapeva che sarebbe finito in prigione a vita (o peggio) se qualcuno fosse risalito a lui o avesse trovato tutti il materiale che aveva raccolto, compiendo anche dei reati, ma adesso tutto quel materiale accumulato era finalmente utile.
Scorrendo i fogli, sull'angolo in altro a sinistra di uno di quelli notò la dicitura 6452/8b scritto con la sua calligrafia. < eccolo! > disse. Poi notò che c'era scritta solo una facciata; il foglio successivo riportava il codice 6452/1a e quello precedente era numerato con il 6451/9d: scorse con più attenzione tutto il fascicolo e capì subito che mancavano delle pagine.
Dopo averlo letto quel foglio la prima volta rimase un po' confuso, ma dopo averlo letto altre tre o quattro volte era ancora più confuso. Guardò l'orario le 23.42... provò lo stesso a chiamare Hayley sperando che fosse ancora sveglia.... e fu fortunato. Tempo di chiudere il locale e lo avrebbe raggiunto.
Quando l'amica arrivò Tommy le diede solo il foglio 8b e glielo fece leggere.
< Sembra una specie di... posso dire profezia?>
< Esatto. L'ho trovato in un fascicolo, che avevo interamente dedicato a Zordon... >
< Credi che possa trattarsi di “quella” profezia che hai visto in sogno? >
< Non ne sono completamente certo, anche perché credo che manchino delle pagine, da una occhiata... > e le porse l'intero fascicolo. La ragazza lo esaminò per bene.
< Sbaglio o su parecchi di questi fogli c'è un timbro governativo che dice “top secret”? >
< Si, esatto > disse lui molto vago
< E come mai ce li hai tu?? > rincarò la dose lei.
< Non è importante adesso, piuttosto cosa ne pensi? >
< Credo anche io che manchi della roba...troppa roba per avere il quadro completo. Dobbiamo darci da fare e rintracciare i file mancanti se vogliamo saltarci fuori. >
< Sei riuscita per caso a capire come salvare Kimberly? >
< Spiacente Tommy, tutto quello che sono riuscita a capire è che si trova in un'altra dimensione.. un po' come quella in cui si nasconde quel fossile di Mesogog... ma molto meglio nascosta. Più di questo non sono riuscita a trovare. >
< Tranquilla, hai fatto del tuo meglio, come sempre! E poi magari la chiave che cerchiamo è proprio qui fra questi file mancanti. >
< Ci mettiamo al lavoro professore? >
< Non sei stanca dopo una giornata di lavoro? >
< Non devo mica stare in piedi! > rispose l'amica sorridendogli
< Vado a fare del caffè, ne avremo bisogno > disse lui ricambiando il sorriso, ringraziandola.
Così dicendo tornò al piano di sopra per andare in cucina, quando dalla finestra del salotto intravide i fari di una macchina avvicinarsi: non aspettava visite, specialmente a quell'ora di notte. Spense la luce, socchiuse l'accesso al laboratorio per non mettere in allarme l'amica di sotto, e rimase zitto in attesa. Poi sentì la macchina spegnersi vicino casa, delle voci bisbigliare fra loro, e qualcuno bussare alla porta due, tre, quattro volte... alla quinta volta si avvicinò, prese un oggetto qualsiasi da un tavolino e si preparò a colpire non appena avesse aperto la porta. Così afferrò la maniglia, la abbassò lentamente e mentre con una mano apriva la porta, l'altro braccio era già alzato pronto a colpire... la faccia del povero Ethan che si mise a gridare scatenando le urla dei suoi amici dietro di lui.
< Ragazzi, che diavolo ci fate qui?? Mi avete fatto prendere un infarto!!! >
< Ci scusi professore, è che siamo preoccupati per lei e la sua amica... e siccome non abbiamo avuto sue notizie tutto il giorno ci siamo decisi a passare direttamente... >
disse sempre il blue ranger che era stato eletto portavoce del gruppo contro la sua volontà.
< Entrate! Scusate ragazzi, avrei dovuto aggiornarvi, ma ho avuto talmente tanti pensieri che non so nemmeno da dove iniziare per collegarli tutti. >
< Beh, come dice il mio amico Ethan, più cervelli ragionano meglio di uno, dico bene amico? > disse Connor dando al ragazzo una pacca sulla spalla, più forte del
dovuto.
< Si, avete ragione, andate di sotto; Hayley è già all'opera, io faccio del caffè. > disse il professore ridendo della scena.
Stettero svegli tutta la notte a cercare file, fare ricerche su dimensioni parallele, passaggi spazio-temporali e a vagare ai confini del surreale e della fantascienza con grande entusiasmo del giovane blue ranger, entusiasmo che riuscì ad infondere anche ai suoi compagni di squadra.
Ma come Tommy aveva previsto, il caffè bastò fino ad una certa ora, dopo la quale i giovani cedettero al sonno, tutti e tre sul divano in salone, uno addosso all'altro. Tommy mise loro addosso un lenzuolo leggero che li coprisse tutti, e tornò in laboratorio.
Alle prime luci dell'alba il professore svegliò i ragazzi e li mandò a casa (fortunatamente era sabato e non avevano scuola), poi mandò a riposare Hayley nella stanza degli ospiti, e decise di provare a dormire anche lui. Si spogliò e si poggiò sul letto, voltò lo sguardo verso la grande finestra ancora aperta e si godette lo spettacolo del sole nascente, fino a quando i suoi occhi non si chiusero per la stanchezza. Come sempre il suo fu un sonno agitato, ma questa volta c'era qualcosa di diverso.
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Ciao a tutti!
Eccomi qui con il nuovo capitolo. Come avete notato già dallo scorso episodio, la nostra storia si divide in due, poichè seguiremo sia Kimberly nella sua prigionia, sia Tommy nel suo lavoro di ricerca, dato che gli eventi accadono in contemporanea. Questo almeno finché non si riuniranno (spoiler! ma tanto già lo sapevate (; ). Detto questo, spero che la cosa non disturbi la vostra lettura.
Alla prossima
-LadySweet-


 

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Capitolo 8
*** Capitolo 7 ***


Una strada cittadina, di notte, poco illuminata. Tommy camminava senza sapere esattamente dove stesse andando, quando istintivamente si fermò davanti ad una casa, una delle tante della fila. Guardò la porta, poi fisso tutte le finestre da quel lato della casa, fino a che dietro una di quelle non sentì il pianto di un neonato. Attese che qualcuno andasse a curare il piccolo ma dopo una manciata di minuti nessuno era sopraggiunto, e il pianto del bambino si intensificava. Così decise di entrare in casa e andare a vedere di cosa avesse bisogno. Quando però entrò in casa, noto che la parte della struttura era completamente distrutta, con qualche piccolo focolare qui e la e tanto, troppo fumo. La cosa lo allarmò talmente tanto che corse su per le scale seguendo il pianto del bambino per capire in quale stanza si trovasse. Quando fu davanti alla porta giusta fece fatica ad aprirla, poiché questa era ostacolata da due corpi esanimi a terra: un uomo e una donna giacevano a terra senza vita accanto alla culla del neonato che continuava a piangere con quanto fiato aveva in corpo. Tommy si avvicinò al corpo dell'uomo, che era il più vicino, ma non riconobbe il suo volte. Riconobbe invece il volto della donna... il volto di Kimberly. Poi guardò il bambino e lo prese in braccio. Questo smise di piangere, assunse una espressione maligna mentre il suo volto mutava in quello di un adulto e scoppiò in una risata inquietante, per poi rivolgersi a lui dicendogli: è finita!
In quel momento Tommy aprì gli occhi e si alzò di scatto mettendosi a sedere sul letto: era fradicio di sudore, aveva le pulsazioni a mille e le mani gli tremavano. Diamine, di tutti gli incubi quello era decisamente il peggiore. Si stese nuovamente sul letto per qualche minuto, finché non smise completamente di tremare, poi andò direttamente a farsi una bella doccia e indossare qualcosa di fresco e pulito. Mentre toglieva le lenzuola dal letto bussarono alla porta.
< Buongiorno > disse Hayley
< Buongiorno a te... > disse lui con voce stanca e poco convinto che quello fosse un buon giorno.
< Nottataccia?? >
< Indovinato... >
< Altri incubi? >
< Si, ma questa volta era diverso dal solito. Ed è stato ancora più brutto! >
< Ti va di parlarne davanti ad un bel caffè? >
< Meglio un the... sono già abbastanza agitato di mio. >
< E the sia! > disse la ragazza, scendendo in cucina, e mettendo un pentolino d'acqua sul fuoco.
Tommy la raggiunse dopo poco, e le raccontò del sogno avuto quella notte, di come era rimasto sconvolto dal trovare Kimberly a terra morta, ma che quel bambino (che aveva interpretato essere il suo) aveva cambiato volto... e gli aveva detto quella frase.
< E' finita... cosa è finita? >
< Mi piacerebbe molto saperlo. Ci sto pensando da quando mi sono svegliato, ma non riesco a collegare i pezzi. Mi manca l'anello centrale che mette insieme tutti i tasselli!! > disse esasperato Tommy passandosi una mano fra i capelli.
Era davvero in un bel casino: metà dei suoi amici erano morti, la donna che amava era stata rapita proprio quando si erano appena ritrovati e per giunta aveva perso suo figlio (avuto con un altro), il suo migliore amico era scomparso anche lui senza una traccia, e in tutto questo lui era ancora in alto mare, perso nella cecità dell'ignoranza.
< Hei professore, non ti abbattere! Vedrai che una soluzione la troviamo. Dopotutto sei sopravvissuto a migliaia di minacce quando combattevi per Zordon che... >
< Aspetta un attimo! > la interruppe Tommy. < Non abbiamo ancora letto con attenzione gli altri file del fascicolo. Ci siamo concentrati solo sull'8b. Dobbiamo esaminare il resto del fascicolo e trovare i file mancanti. Sono sicuro che tutto questo ha a che fare con Zordon! >
< Comincio a pensarlo anche io. Ma non saprei più dove cercare; è vero che sono una hacker molto dotata, ma anche io ho i miei limiti, certe cose sono inaccessibili anche per me >
< Forse non dovremmo andare troppo lontano a cercare le risposte che cerchiamo... > disse Tommy, con lo sguardo perso nel vuoto, o dentro un'idea.

La storia che Rubinia aveva appena raccontato, portò alla mente di Kimberly molti pensieri, che trovò decisamente familiari: troppe coincidenze, troppi dettagli, troppe situazioni.
< Perché non ti è piaciuta la mia storia Kimberly? Dopotutto ha un lieto fine, no? >
< Un lieto fine... per te!! Una pazza che conquista l'universo non è un lieto fine per nessuno. Se poi conti che la stessa pazza ha rapito un bambino innocente per farne la sua arma personale diventa ancora più spaventoso. >
< E tu sai cosa vuol dire... perdere un figlio. Non è vero Kimberly? > disse Rubinia mentre si avvicinava alla donna, poggiandole un braccio attorno alle spalle. Kimberly immaginava dove sarebbe andata a parare, ma sentire quelle parole pronunciate ad alta voce la sconvolse, come se avessero preso un coltello e riaperto la ferita nel suo cuore. Poi però tutto fu chiaro nella sua mente, mentre la perfida Rubinia sghignazzava prima sommessamente, poi sempre più forte fino a scoppiare in una risata malefica delle sue. Kimberly in quel momento rivisse la storia che aveva appena sentito, abbinandoci i ricordi più brutti della sua vita, e tutto acquistò un senso. Era stata lei a commissionare il rapimento del suo bambino!!
< Finalmente ci sei arrivata... lo deduco dalle lacrime che stanno cadendo dai tuoi occhietti. Ma non temere, come hai visto mi sono presa molta cura del nostro bambino, e adesso è un guerriero invincibile! Dovresti essere orgogliosa di lui!! > disse Rubinia continuando a sghignazzare. Nel frattempo la rabbia di Kimberly continuava a ribollire dentro di lei, come lava incandescente di un vulcano, pronta ad esplodere per riversarsi su quella pazza maledetta che le aveva rovinato la vita. Strinse i pugni più forte che poteva, conficcandosi quasi le unghie nella carne, cercando di trattenersi dal colpirla: sapeva che se l'avrebbe fatto sarebbero arrivati gruppi di guardie armate pronte a farla fuori, e sapeva anche che sarebbe arrivato lui, suo figlio. Pensarlo faceva strano: quel ragazzo che fino a qualche minuto prima odiava per il modo in cui l'aveva trattata, adesso lo vedeva con occhi diversi. Come poteva essere quello il piccolo? In che incubo era caduta? Non era forse meglio restare nella convinzione che fosse morto? Faceva meno male che vederlo ridotto in quel modo. Ma mentre pensava a tutto questo la rabbia montava ancora di pi, come uno tsunami, e non ce la fece più. Si aggrappò a due ricordi: la prima volta che tenne in braccio suo figlio appena nato, e l'ultimo bacio con Tommy, quello di qualche (forse) ora prima, e decise che se doveva morire, almeno sarebbe stata una mano “amica” ad ucciderla, quella di suo figlio.
Attese ancora qualche secondo, che Rubinia si girasse ancora intenta a sproloquiare su se stessa, e con uno scatto fulmineo saltò da terra e con una mano afferrò la testa di quella pazza, sbattendole la faccia a terra. Mise talmente tanta forza sulla sua nuca per tenerla in basso che diventò rossa e le vene della sua mano si ingrossarono.
< Tu. Sei. Una. Maledetta. STRONZA!! > disse, scandendo ogni parola mentre batteva ripetutamente il viso di Rubinia contro il pavimento. Poi si alzò in piedi e le tirò un grosso calcio in un fianco, facendola rotolare a qualche metro di distanza, ma non si avvicinò. Rimase a distanza, a prendere fiato e ad ascoltare i lamenti della sua nemica.
Rubinia dopo qualche secondo in cui si contorse, tentò a fatica di rialzarsi. Aveva la fronte tumefatta da cui usciva del sangue che le colava in mezzo agli occhi e lungo il naso, si teneva la pancia con una mano ed aveva il fiatone. La guardava dritto negli occhi, con una espressione maligna e spaventosa, senza dire una parola. Lo stesso faceva Kimberly. Rimasero parecchi secondi a fissarsi immobili, ognuna a studiare l'altra. Poi Rubinia schioccò le dita e dai lati oscuri del salone comparvero due file di guardie come quelle all'entrata, che si misero attorno a lei con le armi puntate su di lei, pronti a spararle. E dalla porta del salone apparve anche lui, il suo James, anche se sospettava non riconoscesse più quel nome... il realtà non sapeva nemmeno se lui fosse a conoscenza di chi lei fosse. Ma non poteva distrarsi, era circondata e senza via di fuga, ma non si sarebbe arresa senza combattere: aveva la possibilità di vendicarsi e lo avrebbe fatto, almeno per se stessa, e decise che sarebbe morta cercando di portare all'inferno con se più brutti ceffi che avrebbe potuto. Così si mise in posizione d'attacco e restò in attesa.
Il giovane appena entrato nella sala corse direttamente verso Rubinia per sincerarsi delle sue condizioni e lo intravide lanciarle un'occhiataccia.
< Tranquillo mio prediletto, non è nulla che non si possa curare. Dopotutto è così che reagisce una madre ferita... dico bene mia cara?? > disse riferendosi a Kimberly.
< Che intendete dire madre? > chiese il giovane. La donna ordinò alle guardie di aprirsi e lasciarli passare. Poi prese il figlio per mano e lo portò davanti a Kimberly.
< Dimmi Jaghar, sai dirmi chi è questa donna? >
< Una tua prigioniera >
< E sai dirmi il suo nome? >
< Dovrebbe chiamarsi Kimberly >
< Ti dice niente questo nome? >
< No madre... >
< Pensaci bene, rifletti, guardala dritto negli occhi... non ti torna in mente nulla? >
Jaghar guardò Kimberly fisso per qualche momento, tentando di fare spazio nella sua mente annebbiata. Ci pensò a lungo, poi il suo sguardo cambiò: da sottili e concentrati i suoi occhi diventarono grandi e pieni di sorpresa.
< Ricordo i suoi occhi, e una canzoncina.... ma nient'altro. Che significa tutto ciò madre? > chiese Jaghar voltandosi verso Rubinia.
< Ohh mio caro, allora qualcosa dentro di te è rimasto. Beh tu sei il ragazzo più fortunato dell'universo e sai perché?? Perché hai due madri! Ta-da! > disse la donna come se gli avesse appena fatto un regalo. In effetti il giovane rimase sorpreso, ma non fu tanto felice del regalo.
< Che scherzo è mai questo madre? Ho forse fatto qualcosa di sbagliato che vi ha contrariata e mi state punendo?? Vi chiedo umilmente scusa e non vi deluderò mai più!! > disse Jaghar inginocchiandosi ai piedi di Rubinia con gli occhi pieni di lacrime che a stento tratteneva. Ma la donna sorrise e si piegò davanti al figlio < Tu non mi hai mai deluso figlio mio. Questa non è una punizione, ma la crude verità. Questa donna, questo essere insulso che per prima con i suoi amichetti ha rovinato i miei piani di conquista, è la stessa donna che ti ha messo al mondo. > gli disse alzandogli il viso con un dito. < Sai bene che ci stiamo vendicando di tutti loro per essersi messi in mezzo ai miei piani, e ho ucciso gran parte dei suoi amichetti, ma il semplice omicidio dopo un po' diventa noioso, e un giorno sono venuta a conoscenza di una profezia che la riguardava, ed è li che sei entrato in gioco tu mio prediletto. >
< Di che diavolo stai parlando?? Che cos'è questa profezia di cui parli?? > chiese Kimberly esasperata.
< Davvero non lo sai? Zordon non vi ha mai detto nulla? >
< Di che cosa??? >
< Del suo Erede!! >
< Erede? Di che diavolo stai parlando?? Zordon non ha eredi! Ce lo avrebbe detto altrimenti! >
< Ne sei proprio sicura? > Kimberly ci pensò per qualche secondo. In effetti Zordon non aveva mai parlato di se, si era limitato a dire che Rita lo aveva confinato fra due dimensioni e che non poteva uscire, ma tutta quella che era stata la sua vita prima di quell'evento era rimasta un segreto. Le dispiaceva ammetterlo, ma per una volta quella pazza poteva aver ragione. < Zordon come tu lo conosci, è un millesimo di quello che era un tempo, il più grande guerriero dell'universo... e l'uomo più bello che avessi mai visto. >
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Ciao a tutti!
Ragazzi scusatemi tantissimo per il ritardo! Purtroppo sono iniziati gli esami all'università e passo più tempo sui libri che il resto, ma non ho intenzione di abbandonare la storia. State tranquilli! L'unica cosa che cambierà sarà la frequenza di uscita dei capitoli che al posto di uno alla settimana, diventeranno uno ogni due settimane (almeno per il periodo degli esami) in modo che posso conciliare studio e scrittura! Detto questo spero che il capitolo vi sia piaciuto!
Alla prossima
-LadySweet- 

 

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Capitolo 9
*** Capitolo 8 ***


Kimberly non credeva alle sue parole, e mille domande iniziarono ad affollarle la mente: Lei conosceva Zordon da quanto? Secoli? E lui non l'aveva nominata nemmeno una volta, mai. Che diavolo era successo fra quei due?
< Se vi conoscevate perché lui non ti ha mai nominata nemmeno una volta? >
< Secondo te chi ha ordinato a quella svitata di Rita Repulsa di intrappolarlo fra due dimensioni? >
Allora era davvero successo qualcosa fra loro. Che fosse quella la causa della sua follia?
Altre domande, troppe, e nessuna risposta. Doveva riuscire a farla parlare.
< Quale donna sana di mente farebbe rinchiudere l'uomo che ama? > la buttò li Kim.
< Una donna tradita, rifiutata e usata! > rispose l'altra piena d'odio, e Kim vide i suoi occhi accendersi di fuoco. < Lui mi ha negato l'unica cosa che volevo, ed ora voi pagherete tutti il suo errore! Jaghar mio prediletto, è arrivato finalmente il momento che aspettavi: provami che sei davvero il guerriero più forte dell'universo: uccidila! >
Kimberly sbarrò gli occhi, non solo perché quella matta le aveva sguinzagliato contro il suo stesso figlio, ma anche per la freddezza con cui lui accettò l'ordine e sguainò la sua spada a lama molto larga e più lunga del normale, contro di lei.
Sapeva che nessuna parola sarebbe servita con lui, ma per quanto cattivo e perfido lei poteva averlo reso, sentiva che c'era ancora una minima parte buona in lui, dopotutto aveva ricordato i suoi occhi. Decise quindi che non l'avrebbe attaccato, si sarebbe limitata a parare i colpi e difendersi fino a quando avrebbe resistito. Ma arrivò il primo fendente, pesante, pieno di cattiveria, che Kimberly schivò con fatica. Quell'arnese doveva pesare un quintale, era talmente grande che uno ci si poteva sdraiare sopra, ma lui la maneggiava come fosse uno stecchino. Era davvero forte e limitarsi a schivare i suoi colpi non faceva altro che farlo arrabbiare ancora di più. Doveva trovare un modo per fuggire da li, e in fretta.

Tommy lasciò per un momento l'amica in cucina, con la tazza del the ancora in mano e lo sguardo di chi si è perso un passaggio nel discorso. La ragazza sentì il professore parlare nell'altra stanza, senza riuscire a capire un granché, perciò continuò a sorseggiare la sua bevanda ed attese il suo ritorno. Dopo parecchi minuti finalmente Tommy tornò in cucina si sedette davanti a Hayley e la guardava fisso con un sorriso. La donna primo lo ignorò e finì il suo the, poi siccome iniziava a sentirsi a disagio ad avere qualcuno che la fissava in quel modo con una faccia da ebete, sbottò
< Oh insomma parla, cosa ti serve!! >
< Un favore... >
< E questo l'avevo capito... le leggi di quale stato devo infrangere questa volta? > chiese sconsolata. Sapeva che quando Tommy faceva quell'espressione idiota aveva bisogno di qualcosa di grosso, e pensava di ingraziarsela con quel sorrisone scemo, non aveva ancora capito che quella cosa la faceva innervosire e basta... o forse si ma lo faceva lo stesso per prenderla in giro.
< Se siamo fortunati ce la caviamo con una violazione di proprietà privata > disse lui, e le spiegò il suo piano dandole delle istruzioni precise da svolgere durante il giorno e si diedero appuntamento al luogo di ritrovo stabilito per quella sera a mezzanotte.
Appena Hayley sene andò, Tommy chiamò i suoi allievi e li radunò nel suo laboratorio.
< Allora ragazzi, vi ho convocati qui perché ho bisogno che svolgiate un compito molto importante per la missione: dovete leggere tutti questi file, fare una lista di ciò che manca, vedere come è collegato l'8/b a tutto il resto, e sopratutto dovreste provare a capire la profezia che significa. >
< Della serie: non ci vuole in mezzo ai piedi mentre lei salva il mondo... > disse Kira.
< Ragazzi, non è questo il punto. So che siete ottimi guerrieri o non vi avrei scelto per questo ruolo, ma qui non si tratta di questo. Hayley ed io sta notte dovremmo infrangere qualche legge e non voglio che siate voi a finirci di mezzo se qualcosa dovesse andare storto: se veniste arrestati chiamerebbero le vostre famiglie, e a quel punto cosa gli direste? Ci avete mai pensato a questo? E poi questa volta, più che della vostra forza ho bisogno delle vostre teste che lavorano insieme, anche perché se non decifriamo quei documenti siamo ciechi, e credetemi è una mansione molto più importante della mia. Conto su di voi ragazzi! Potete stare qui quanto volete, il frigo è pieno, il caffè non manca. Buona fortuna! >
< E ora dove va? >
< A sbrigare una faccenda >
Tommy prese le chiavi della sua macchina e si avviò verso la città. Aveva bisogno di qualche attrezzo per la missione, qualcosa di banale che non avrebbe destato sospetti nella posto in cui sarebbero andati. E andò a fare anche un sopralluogo della zona: prese nota di telecamere di sicurezza, recinzioni, pattuglie di ronda ecc. Non poteva correre rischi specialmente per la sua amica che lo avrebbe accompagnato. Poi mentre girava intorno al perimetro notò qualcosa nell'erba: una sostanza gelatinosa blu elettrico. Tommy si chinò e con un fazzoletto nel sentì la consistenza, poi ne raccolse un po' e se la portò al naso. Non riuscendo a sentire nulla ne raccolse un altro po', richiuse il fazzoletto e se lo mise in tasca e tornò a casa, aveva tutto ciò che gli serviva, e qualcosa di più.
Quando rientrò trovò i ragazzi seduti a terra, circondati dai fogli, e con dei blocchi poggiati sulle gambe.
< Come procede ragazzi? >
< A rilento purtroppo... > disse Ethan
< Si è come se avessero preso delle pagine a caso di libri a caso e poi li avessero mischiate insieme... non si capisca niente! > sbotto Connor.
< Non si preoccupi professore, ne verremo a capo in qualche modo > lo rassicurò Kira.
< Grazie ragazzi, ma se volete una pausa ho qualcosa di interessante... > li stuzzicò il professore.
Si avvicinarono tutti al tavolo per le analisi e Tommy tirò fuori il fazzoletto dalla tasca, rivelandone il suo interno, suscitando reazioni schifate nei suoi studenti.
< Che cosa sarebbe quello schifo? > chiese Kira storcendo la faccia.
< Ancora non lo so... ma lo sapremo presto. > disse il professore facendo cadere un po di sostanza su un vetrino da microscopio, e chiedendo ad Ethan di mettere il restante in un apparecchio che lo avrebbe analizzato.
< A prima vista sembrerebbero... globuli bianchi... o comunque cellule eucariote... ma non ne sono completamente sicuro... > disse il professore chino sul microscopio.
< Professore allontanatevi tutti da quella cosa! > gridò Ethan all'improvviso.
Fecero istintivamente tutti un passo indietro prima di chiedere spiegazioni.
< Quella sostanza contiene dei batteri... batteri così nocivi da sembrare quasi... un virus. >
< Un virus?? >
< Professore non l'ha toccato con le mani vero?? > chiese il blu ranger
< Certo che no, solo con il fazzoletto... perché? A cosa pensi? >
< Penso che possa essere il virus di una malattia, ma i dati non assomigliano a nessuna di quelle umane... potrebbe essere una malattia aliena, e non sappiamo ancora ne di che si tratta che conseguenze possa avere sulle persone... >
< Oh mio Dio, e ora che facciamo? > chiese Kira portandosi le mani alla bocca
< Niente panico ragazzi. Connor, sigilla le entrate del laboratorio. Kira chiama Hayley e dille di venire qui, e di portare le tute da quarantena. Ethan io e te facciamo qualche altra analisi. Vedrete che andrà tutto bene. >
Così senza uscire dal laboratorio ognuno fece quello che gli era stato detto. L'agitazione diventava pensante ogni minuto di più, e Tommy non riusciva a darsi pace.
Hayley arrivò dopo pochi minuti con le tute da quarantena, tuta che lei stessa indossò, comprensiva di maschera per raccogliere un tampone di tutti loro e analizzarli per scoprire se erano stati contagiati e da cosa. Raccolse anche i loro abiti.
Tornata a casa, andò nel boschetto li vicino in cui vi era una vecchia catapecchia abbandonata. Di solito ci andavano barboni e drogati, ma quel giorno arrivò prima lei. Ancora in tuta e maschera mise i vestiti in una tinozza di acqua e disinfettante, li fece stare per una mezz'ora abbondante poi ancora bagnati li gettò nel vecchio forno a legna, ci mise anche un po di liquido infiammabile, accese un fiammifero e bruciò il tutto. Uscì dalla catapecchia e attese che finisse tutto. Quando non vide più fumo uscire dal comignolo rientrò e con uno strumento misurò l'aria: non c'era presenza dello strano virus alieno nella stanza, e aprendo il forno vide che dei vestiti non era rimasto nulla. Tornò così a casa e andò subito ad analizzare i tamponi dei suoi amici. Prese il telefono e chiamò Tommy.
< Hayley sei in vivavoce, ti sentiamo > rispose Tommy dall'altra parte
< Ragazzi, non porto buone notizie purtroppo. Tommy e Ethan, siete quelli che avete contratto maggiormente il virus. Connor, Kira, voi avete una semplice esposizione,
ma non potete uscire lo stesso. Il livello di concentrazione è comunque troppo alto. Mi metto subito a fare qualche ricerca per studiare un antidoto, prometto che non vi
lascerò in quello stato. >
< Tranquilla, ci fidiamo di te! Nel frattempo anche noi faremo qualche ricerca. Ci aggiorniamo presto, e... grazie! > Tommy chiuse la chiamata e i silenzio cadde nel laboratorio.
Nessuno aveva il coraggio di parlare.
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Ciao a tutti!!
Scusate per l'enorme ritardo! Avei volutto pubblicare prima il capitolo ma non sono riuscita. Spero di avere un po' di tempo questa settimana per mettere avanti qualche capitolo e lasciarlo già pronto da pubblicare, ma tranquilli, come ho già detto non ho intenzione di lasciare questa storia in sospeso. Ora vi lascio alla lettura, e spero che questo capitolo vi piaccia!
Alla prossima
-LadySweet-

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