Cacciatori e prede

di eian
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Preda o cacciatore? ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Avevo bisogno di nuove emozioni e così ho deciso di mettere giù questa breve storia che mi frullava in testa da tempo...


La figura in cima alla roccia controllava il paesaggio desolato che si stendeva ai suoi piedi attraverso un binocolo a sensori termici, adattato al suo particolare “lavoro” in maniera che le alte temperature delle rocce sulla superficie rovente del pianeta non interferissero con la localizzazione di esseri viventi.
Umanoidi, nel caso specifico.
Suo padre era stato un leader nella rivolta contro i terrestri, influenzato dalle emozioni umane della moglie ribelle che si opponeva alla violenza dominatrice dell’Impero.
Si era sempre vergognato di quel padre debole e di quella madre idealista.
Nonostante la sua ascendenza mista, lui non si lasciava dominare dalle emozioni ma perseguiva la logica con spietata freddezza e dopo la feroce repressione della rivolta capeggiata dai genitori, che era costata loro la vita, aveva cambiato nome e si era dato al lavoro che più gli si addiceva: cacciatore di costose prede.
Prede senzienti.
Lavoro nel quale oggettivamente eccelleva.
Continuò a scrutare il paesaggio, concentrandosi su un costone a circa due chilometri di distanza, che presentava alcune aperture nelle quali la sua preda avrebbe potuto logicamente cercare riparo dal caldo terribile del pianeta.
Aveva seguito facilmente la scia di plasma della navetta danneggiata sin dal suo ingresso nel sistema fino al suo atterraggio di fortuna sul pianeta; la sua nave, una contrabbandiera orioniana a cui aveva adattato un sistema di occultamento romulano, non era stata individuata dalla piccola navetta in difficoltà, ma quando questa era atterrata la fuoriuscita di radiazioni aveva accecato per qualche tempo i suoi sensori, facendogli perdere le tracce della sua preda che si era allontanata velocemente dalla zona di atterraggio contaminata dalle radiazioni.
Con i sensori accecati aveva dovuto recarsi fisicamente sul luogo dell’atterraggio e della sua preda non aveva trovato più traccia.
La navetta recava lo stemma gladiato dell’Impero. La sua preda era umana.
Una preda di grande valore.
Abbassò il visore e discese dalla roccia con un agile balzo. La luce abbagliante e la temperatura elevata non lo disturbavano eccessivamente; dopotutto, quello era il suo pianeta natale.
Spock di Vulcano si immerse nella caccia con gelida precisione, e niente altro avrebbe potuto trasmettergli un’emozione di puro piacere come quello, se mai avesse permesso a se stesso di provare emozioni.
 
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Se vi sta piacendo questa storia potete leggere le altre che ho pubblicato usando la ricerca per autore.
Lunga vita e prosperità.
 

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Capitolo 2

 

 Era una notte limpida e piena di stelle, una tipica notte di Vulcano, e i suoni si propagavano lontano nell’aria rarefatta, indisturbati.
Ma Spock sapeva essere molto silenzioso, come ogni predatore del suo pianeta natale.
Dal suo punto di osservazione poteva distinguere chiaramente i dettagli dell’accampamento: la tenda militare, il fuoco da campo in un cerchio di rocce, la figura in tuta mimetica da deserto che scaldava qualcosa alle fiamme; dall’altra parte del fuoco un’altra figura, chiaramente incatenata ad un chiodo da scalata sparato nella roccia retrostante come un moderno Prometeo della sua mitologia.
Un maschio umano, la sua preda. Solo che qualcun altro era arrivato prima di lui.
Utilizzando il binocolo riuscì a visualizzare i dettagli del cacciatore in mimetica: femmina, orecchie a punta, attrezzatura militare romulana. Il che spiegava anche come mai non avesse rilevato tracce di altre astronavi nelle vicinanze: l’altra nave doveva essere stata occultata come la sua.
Spock conosceva quasi tutti i suoi “colleghi” cacciatori, e c’era solo una romulana che poteva osare di inoltrarsi in quel modo nel territorio imperiale; il suo nome nell’ambiente era La Comandante.
Spock l’aveva incontrata di sfuggita una volta su un avamposto di Rura Penthe, dove stava raccogliendo informazioni in un locale frequentato dalla peggior feccia del settore, ma quella volta lei sedeva ad un altro tavolo e indossava una tunica con cappuccio che le ombreggiava il viso.
Ora poteva osservarla molto meglio, distinguendo i dettagli della sua fisionomia perfettamente illuminati dalle fiamme del fuoco.
La sua fama di bellezza romulana era ben meritata: occhi allungati, sopracciglia ben modellate, labbra piene e delicate orecchie a punta, unite ad un corpo forte e slanciato da guerriera.
Veramente ammirevole, dovette ammettere con se stesso.
Bellissima, e assolutamente spietata.
Sapeva che la donna era un ex militare che lavorava spesso al soldo della polizia segreta romulana per recuperare fuggiaschi o rapire figure chiave nella guerra fredda tra la Federazione Romulana e l’Impero Terrestre senza che il governo romulano apparisse responsabile; a volte estorceva direttamente alle vittime informazioni strategiche  rivendendole poi a caro prezzo.
Uno dei pochi rivali che Spock considerasse alla sua altezza.

 

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Lunga vita e prosperità.
 

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Capitolo 3

Rimase in silenziosa attesa del momento giusto per attaccare il campo, certo che la Comandante non si aspettasse un rivale; nel frattempo osservò attentamente le due figure e il loro linguaggio corporeo.
L’umano, seppure incatenato per una caviglia, sembrava del tutto a suo agio, con la schiena appoggiata alla roccia, una gamba piegata e un braccio mollemente abbandonato su di essa.
Stava parlando, sorrideva spesso e si capiva che la Comandante gradiva la conversazione; a conferma di ciò ad un tratto lei scoppiò a ridere.
Spock inarcò un sopracciglio sorpreso, la romulana era nota per la sua compostezza gelida e letale sul “lavoro”.
Si concentrò sull’umano e sotto il sorriso cordiale riuscì a cogliere uno sguardo sornione da felino in attesa. La cosa lo soprese, ribaltando completamente la sua opinione sul Terrestre.
Ad un tratto questi perse il suo atteggiamento rilassato, protendendosi in avanti con uno sguardo intenso; la Comandante si interruppe dal controllare il suo phaser, lo posò a terra accanto a se’ e si alzò lentamente.
Spock non poteva capire se fosse adirata, i suoi movimenti erano composti come sempre, poi lei prese una borraccia e la portò al suo prigioniero.
Gliela porse, ma lui fece di no con la testa dicendo qualcosa e sorridendo  nuovamente.
Lei rimase ferma un istante, poi aprì la borraccia e gliela avvicinò alla bocca.
L’umano si avvicinò lentamente, fissandola negli occhi, e sempre senza distogliere lo sguardo da quello di lei cominciò a succhiare lentamente e voluttuosamente dal beccuccio, lasciando che parte del liquido gli colasse sul mento e sulla casacca stracciata.
Spock sentì le proprie sopracciglia inarcarsi involontariamente.
Interessante. Molto interessante.
Pur non lasciandosi andare a distrazioni emotive, riconobbe l’alta eroticità della scena e l’estrema perizia dell’umano.
Evidentemente la riconobbe anche la romulana, perché quando l’uomo ebbe finito di bere lei lanciò da parte la borraccia senza staccargli gli occhi di dosso, si inginocchiò di fronte a lui e prese a leccare le gocce d’acqua rimaste agli angoli della bocca carnosa.
Lui la lasciò fare per qualche istante con ingannevole passività, poi improvvisamente le passò una mano dietro la testa spingendola rudemente sulle proprie labbra e la baciò con vorace intensità.
Spock si trovò suo malgrado affascinato dalla scena, quelle labbra insaziabili che si succhiavano e mordevano, le mani di lei che strappavano i vestiti di lui lacerandoli, i corpi che si cercavano ansiosi.
Rendendosi conto che si stava creando il giusto diversivo per attaccare il campo, dovette fare tuttavia uno sforzo notevole per abbassare il binocolo e non continuare a spiare le splendide nudità che si congiungevano in un furioso amplesso, l’umano sempre incatenato completamente alla merce’ della forza superiore della Comandante.

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


Capitolo 4

 
Si avvicinò al campo silenzioso come la notte, giungendo proprio al temine dell’amplesso tra i due amanti.
L’ultimo tratto non offriva copertura e dovette uscire allo scoperto per arrivare a tiro di faser; fu l’umano a notarlo e anche se apparentemente non reagì alla sua presenza, la Comandante dovette accorgersi di qualcosa dal corpo sotto di sé.
Per questo, quando Spock sparò lei riuscì a rotolare via dall’altra parte del fuoco da campo e aggredirlo a sua volta prima che potesse riprendere la mira, facendo volare il suo faser lontano.
La Comandante era esperta di combattimenti di ogni tipo, compreso il corpo a corpo, ma anche Spock era un professionista; lei era forse leggermente inferiore per forza fisica, ma era incredibilmente veloce.
Lottarono per diversi minuti, rotolandosi nella polvere, la donna sempre nuda e scattante come una pantera, ma quando tentò un leva sul collo del vulcaniano lui si approfittò dell’apertura nella guardia per allungare una mano sulla spalla di lei e praticare la presa vulcaniana.
Gli occorse parecchia forza - i fasci nervosi della spalla della donna erano protetti da muscoli d’acciaio – ma la donna si afflosciò al suolo, lasciandolo libero di districarsi dalle membra di lei e riprendere fiato.
L’umano non si era mosso ne’ aveva tentato di ricoprirsi con i vestiti laceri, perfettamente a suo agio nella nudità, ma quando Spock si rialzò e gli si avvicinò si mise in piedi a sua volta, fronteggiandolo sereno.
Spock lo rimirò suo malgrado, oggettivamente si trattava di un bellissimo corpo umano.
- Salve – disse quello tranquillamente – posso sapere se viene per salvarmi o rapirmi a sua volta? –
Spock inarcò un sopracciglio, sorpreso.
- Come sa che non voglio ucciderla invece? – chiese curioso suo malgrado.
L’umano scosse le spalle incurante:
- Se avesse voluto uccidermi avrebbe fatto saltare l’intero campo da lontano. Però non credo di conoscerla, perché mi vuole? –
- Sono un cacciatore di prede e lei è un ufficiale militare dell’impero Terrestre, avete un’ ottima quotazione sul mercato –
- Quindi mi vuole vivo e in salute, buon per me – rispose l’umano e improvvisamente sorrise malizioso con un angolo della bocca  - cosa farà di lei? – chiese poi guardando la figura svenuta della Comandante.
- La lascerò qui quando ce ne andremo, è una solitaria, nessuno pagherebbe per riaverla e sarebbe solo un problema da gestire –
- Un bellissimo problema… - aggiunse l’umano con voce leggermente arrochita dal desiderio.

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Lunga vita e prosperità.
 

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Capitolo 5
*** Preda o cacciatore? ***


Capitolo 4 – Preda o cacciatore?

 
L’effetto di quel tono su Spock fu totalmente inatteso: improvvisamente ebbe voglia di toccare l’umano.
- Come ti chiami? – gli chiese quello, fissandolo negli occhi.
- Spock – rispose d’impulso, ancora distratto dalla sensazione, tentando poi di recuperare il controllo.
- Spock…- mormorò l’umano con voce vellutata, come assaporandone il suono – io sono James, ma puoi chiamarmi Jim – aggiunse, ignorando deliberatamente il cognome.
Spock non era sicuro di aver recuperato il controllo, quindi si limitò ad annuire.
Jim fece un passo verso di lui, tendendo la catena che ancora lo imprigionava.
- E dimmi, Spock… - di nuovo pronunciò il suo nome con quel tono suadente, come un incantatore di serpenti – quanto valgo sul mercato? – sorrise ridacchiando con malizia.
Spock glielo disse, ed era una cifra davvero notevole, ma l’umano fece un gesto sprezzante con la mano.
- Ridicolo. Ti propongo un investimento invece, Spock… – ancora quel nome… possibile fosse il suo? Si chiese Spock stentando a controllare le emozioni che stavano crescendo in lui come una marea.
Jim tese una mano verso di lui, fissandolo negli occhi con intensità ipnotica.
- Spock, mio spietato ed eccellente cacciatore di prede… - una breve pausa, mentre Spock sentiva letteralmente i peli rizzarglisi sulla nuca con un brivido – unisciti a me – la marea di emozioni lo sommerse, densa e soffocante – e domineremo la Galassia insieme –
Spock non riusciva a parlare, o a pensare, tanto meno a recuperare il controllo. Mentre fissava ammutolito l’umano ergersi nudo di fronte a lui in tutto il suo fascino, il suo universo personale logico e spietato si capovolse e una sensazione di ineluttabile destino invase il suo essere, permeandolo.
Fece involontariamente un passo verso l’uomo.
- In che senso… - la domanda rotolò nella notte immobile come animata di vita propria, la sua voce arrochita e fuori controllo.Allora Jim rise, un suono mascolino, conturbante, che gli sprofondò nel ventre come lava.
- In ogni senso tu voglia, Spock… - rispose l’umano, prendendogli un braccio e tirandolo verso di se’ - in qualunque senso tu voglia…- sussurrò un istante prima che le loro labbra si fondessero verso un altro universo, inesplorato. 
 
FINE
 
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La mia versione di come si sono conosciuti Kirk e Spock nell’Universo dello Specchio, e di come un Terrestre, fisicamente più debole di un romulano e intellettualmente non dotato come un vulcaniano, sia finito a dominare entrambi attraverso puro fascino, sensualità e intelligenza.
Insomma, sempre Kirk in qualunque Universo.
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Lunga vita e prosperità.

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