Someone to have tea with

di Darcy_Stylinson2401
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologue; ***
Capitolo 2: *** II ***



Capitolo 1
*** Prologue; ***


 

Dopo aver fatto un ultimo nodo al filo, Sharon poté ritenersi soddisfatta dell'ennesimo paio di guanti che aveva confezionato.

Nonostante fosse un'aristocratica e appartenesse alla nobile casata dei Rainsworth, la sua passione per il cucito era sbocciata e cresciuta assieme a lei. Già da piccola adorava osservare le sarte di casa confezionare abiti per i suoi parenti o aggiungere balze e merletti ai suoi piccoli abitini. Con gli anni poi aveva iniziato a cucire piccoli bavaglini o cuffiette per le sue bambole di pezza.

Ora, alla giovane ed al tempo stesso matura età di 15 anni, si ritrovava comunque a scappare dalle noiose lezioni sulla politica estera, che il suo tutore provava a impartirle con non poco sforzo e ricevendo sempre lo stesso "Oh, lasciatemi sognare solo un altro po', in fondo a me basta avere una biblioteca e la mia camera", per rubare un libro dagli scaffali e correre nel suo studio a buttare giù bozzetti di abiti e nuove poesie.

Nonostante non lo dimostrasse apertamente, Sharon aveva sempre avuto una spiccata curiosità per il mondo: le piaceva tanto imparare nuove cose (tranne quelle relative alla politica estera, sia chiaro), adorava uscire in giardino e perdersi nei boschi con Eques, il suo stallone nero, amava cucinare insieme alle cuoche del palazzo, le quali dovevano ammonirla spesso ma poi s'intenerivano subito al primo "La vostra torta mille veli è davvero deliziosa, non posso davvero averne un altra fetta?".

Sua madre, la contessa Shelly Rainsworth, era segretamente orgogliosa di come sua figlia stesse crescendo, più allegra e spensierata rispetto agli altri giovani aristocratici della sua età che sembravano rigidi e spenti, come se avessero già affrontato i più grandi problemi della vita. Purtroppo, però, certi gentiluomini spesso borbottavano alla vista di Sharon persa nel suo mondo, facendo angustiare la povera madre. D’altronde, a quei tempi, tutti i figli della grande aristocrazia inglese erano il fiore all’occhiello della società. Dovevano ricevere tutti un’educazione completa e raffinata, dovevano disporre di tutori e consiglieri, servi e cameriere: tutto ciò per abituarsi alla vita agiata e serena quale era quella di corte. Non potevano permettersi distrazioni, passatempi poco utili, amicizie frivole. Insomma, questi poveri ragazzi crescevano come dei giovani automi con enormi responsabilità sulle spalle.

Sharon aveva avuto tutto ciò che una ragazza della sua età potesse desiderare : una famiglia, degli ottimi amici ed una vita serena e tranquilla, nonostante il padre fosse scomparso misteriosamente qualche anno prima. Era sempre stata una ragazza solare e piena di vita, amata da tutte le persone che la conoscevano, gentile e matura.

Ma è sempre stato un fatto certo, indiscutibile: le persone odiano il diverso.

Sharon, però, non lo aveva mai pensato.

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Capitolo 2
*** II ***


Le feste. Sharon le amava davvero tanto. Il via vai di servitù nella villa iniziava già al mattino presto quando, ovviamente, Sharon era già sveglia per guardare l'alba ed innaffiare le bocche di leone sul davanzale di camera sua. Ma quel giorno, il 13 Aprile, alla villa Rainsworth la servitù aveva iniziato a lavorare molto più presto del solito data l'imminente festa. Sharon avrebbe compiuto 16 anni. Inutile dire che lei fosse già in piedi, le bocche di leone già innaffiate e un sorriso stupendo sul suo viso. Uscì di corsa dalla sua camera senza nemmeno aspettare che Carly, la sua cameriera, l'aiutasse a vestirsi. Entrò nelle cucine in camicia da notte e pantofole ed i capelli sciolti sulle spalle che le sfioravano la vita. Tutte le cuoche erano impegnate a cucinare un dolce o una pietanza diverse, correndo dai banchi di lavoro alla dispensa. "Mh, che buon profumino! Benny! Hai preparato qualcosa per me? Ti preeego!" Iniziò a gongolare Sahron, al che Benny, la capo cuoca, si voltò a guardarla incredula. "Nobile Sharon, per l'amor del cielo, cosa ci fa qui in camicia da notte? E no, non ho pronto un bel niente da darle, stiamo tutti lavorando per lei..." S'interruppe guardando la ragazza, che sorrideva innocentemente con le mani dietro la schiena mentre gironzolava curiosa tra i banconi da lavoro. "Non ho mica tempo per cucinare dolcetti in più!" riprese Benny, notando che Sharon non volesse andare via. "La sua colazione sarà in sala da pranzo tra un'ora ed ora fili via da qui e si vada a vestire" concluse la cuoca. Sharon le passò accanto sorridendole "Va bene, va bene, ora vado" e prima che Benny potesse colpirla con il mestolo di legno, Sharon immerse un dito nell'impasto che teneva la cuoca, scappando via e sorridendo soddisfatta, lasciandosi dietro tante cuoche disperate. ---------- Per Sharon la mattinata passò davvero troppo lentamente. Aveva provato ad intrattenersi leggendo, suonando il pianoforte o il violino, provando a buttare giù un nuovo disegno, ma niente. La voglia di correre per i corridoi della villa e andare a fingere di ballare con un bel principe in giardino non erano scemate per nulla, anzi. Shelly dovette riprendere la figlia per evitare che scoprisse gli addobbi in sala da ballo e il menù per la serata in cucina. Sharon si rese conto che sua madre avesse ingaggiato un esercito per impedirle di andare in stanze diverse dalla sua camera, la biblioteca e lo studio. Aveva persino messo due guardie davanti l'ingresso del giardino, incredibile. Fortunatamente, mentre Sahron sbirciava dalla finestra, arrivò Reim, suo servitore personale. Per Sharon era come un fratello; si conoscevano da 12 anni ed erano inseparabili. Quando la ragazza lo vide arrivare, scese subito dalla panca su cui era salita e gli corse incontro. "Sharon! Ma dove ti eri cacciata?" Reim sembrava sollevato di averla trovata. Sapendo che la nobile Shelly l'aveva esiliata da quasi tutti i luoghi della reggia, Reim aveva il terrore che Sharon avesse potuto scoprire una delle sorprese della festa, ma vederla li, tra le sue braccia, lo tranquillizzò molto. "Oh Reim, qui mi hanno praticamente proibito persino di andare da Eques, ti rendi conto? Sono così impaziente, non so nemmeno quale abito mi faranno indossare perché mamma mi ha detto che verrà a portarlo la nonna!" Sharon iniziò a parlare avvilita, mentre guardava Reim da dietro la sua frangetta. Ad un certo punto, sapendo di poter trovare un alleato in lui, iniziò a sorridere furba." Reeeim, non è che tu sai,per caso, qualcosa?" Reim, capendo il suo intento, si allontanò da Sharon quel poco che bastava per osservarla bene e annunciò con tono solenne "Signorina Sharon, la nobile Shelly mi ha fatto giurare di non dirle assolutamente niente riguardo la festa di questa sera. Pertanto la prego di non insistere e di non provare ad estorcermi alcuna informazione!" Sharon si imbronciò, ma sapeva come prendere il suo migliore amico "Bene, allora farò sapere alla nobile Shelly che dopo la festa non avrò più bisogno di un servitore personale" esclamò con aria soddisfatta. Reim boccheggiò preso in contro piede e si allontanò ancora di più, dando le spalle a Sharon ma continuando ad osservarla da sopra la sua spalla. "Oh, davvero? Allora facciamo un patto, se riesci a prendermi, ti dirò tutto quello che vuoi sapere sulla festa, signorina Sharon..." Sharon spalancò gli occhi quando Reim iniziò a correre sul serio ma non si lasciò intimidire e, raccoltesi le gonne tra le mani, lo seguì a ruota, correndo come quando da bambini scappavano dalle grinfie di Benny con le tasche piene di caramelle.

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